AVVERTENZA: LE MODIFICHE RISPETTO AL PGT VIGENTE GIA' PRESENTATE DURANTE LA CONFERENZA DI VALUTAZIONE SONO EVIDENZIATE IN COLORE ROSSO, LE ULTERIORI MODIFICHE INTRODOTTE PER RECEPIMENTO DI INDICAZIONI PERVENUTE IN SEDE DI CONFERENZA SONO EVIDENZIATE IN COLORE VERDE

INDICE

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI. 1 ART. 1 NATURA E CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE 1 ART. 2 DEROGHE. 2 ART. 3 APPLICAZIONE DELLE NORME E PRINCIPI INTERPRETATIVI. 2

TITOLO II - NORME GENERALI 5 ART. 4 EDIFICABILITA’ ED INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI PERTINENZA 5 ART. 5 ATTUAZIONE DEL P.G.T 7 ART. 6 DEFINIZIONI DEI PARAMETRI EDILIZI ED URBANISTICI 9 ART. 7 DISTANZE 17 ART. 8 DESTINAZIONI D’USO 23 ART. 9 PARCHEGGI 33 ART. 10 RECINZIONI 34 ART. 11 TUTELA E SVILUPPO DEL VERDE 35 ART. 12 RISPARMIO ENERGETICO, SOSTENIBILITA’AMBIENTALE NEGLI INTERVENTI, INQUINAMENTO LUMINOSO E ADEGUAMENTO ALL'ART. 66 DEL PTCP PROVINCIALE 36

TITOLO III – AMBITI TERRITORIALI 38 ART. 13 GLI AMBITI TERRITORIALI 38

CAPITOLO I - AMBITI DEL SISTEMA URBANIZZATO ED EDIFICATO 40 ART. 14 NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE. 40 ART. 15 AMBITI RESIDENZIALI INTENSIVI. 49 ART. 16 AMBITI RESIDENZIALI ESTENSIVI. 50 ART. 17 AMBITI CON PRESENZA DI EDIFICI CON DIVERSA DESTINAZIONE 51 ART. 18 AMBITI DI VALORE PAESAGGISTICO E/O STORICO E/O MONUMENTALE E/O AMBIENTALE 52 ART. 19 AMBITI PRODUTTIVI INTENSIVI E COMMERCIALI ALL’INGROSSO 53 ART. 20 AMBITI PRODUTTIVI SPARSI 53 ART. 21 AMBITI CON PRESENZA DI DISTRIBUTORI DI CARBURANTI 54 ART. 22 AMBITI COMMERCIALI AL DETTAGLIO, TERZIARI E CON PRESENZA DI EDIFICI PER SOMMINISTRAZIONE CIBI E BEVANDE 55

CAPITOLO II - AMBITI DEL SISTEMA RURALE 57 ART. 23 AMBITI DESTINATI ALL’AGRICOLTURA. 57 ART. 24 AMBITI BOSCHIVI E BOSCATI . 69 ART. 25 AMBITI A VALENZA AMBIENTALE E PAESISTICA DI RILIEVO LOCALE 71 ART. 26 AMBITI CON PRESENZA DI EDIFICI NON PIU’ DESTINATI ALL’AGRICOLTURA E AREE DI STRETTA PERTINENZA 68

CAPITOLO III - AREE ASSOGGETTATE A VINCOLI SOVRAORDINATI 74 ART. 27 IMMOBILI VINCOLATI COME BENI CULTURALI AI SENSI DELLA PARTE II DEL D.Lgs. 42/’04 E AREE DI RISCHIO ARCHEOLOGICO 74 ART. 28 EDIFICI DI VALORE STORICO E/O PAESAGGISTICO 75 ART. 29 TRATTI STRADALI DOVE EVENTUALI INSEDIAMENTI SONO DA CONSIDERARE IN CONTRASTO CON GLI INTERESSI PAESAGGISTICI – da PTCP e da PGT 75 ART.30 FASCIA DI RISPETTO STRADALE 76 ART. 31 FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE . 77 ART. 32 FASCIA DI RISPETTO RETE ELETTRICA NAZIONALE (132kV e 380 kV) E PRESCRIZIONI PER LE LINEE AEREE A MEDIA TENSIONE 77 ART. 33 FASCIA DI RISPETTO E ZONA DI TUTELA ASSOLUTA POZZI D’ACQUA POTABILE 78 ART. 34 FASCIA DI RISPETTO FLUVIALE 79 ART. 35 CORSO D’ACQUA DEL RETICOLO IDRICO MINORE 80 ART. 36 IMPIANTI PER LE TELECOMUNICAZIONI A TECNOLOGIA CELLULARE E PER LA RADIOTELEVISIONE E RELATIVE AREE DI PERTINENZA 80

TITOLO IV - NORME SPECIALI 80 ART. 37 AREE PER LA COMPENSAZIONE AMBIENTALE 80 ART. 38 VINCOLO PAESAGGISTICO E AMBIENTALE E PROCEDURE RELATIVE. 88

ALLEGATO 1: IPOTESI DI SVILUPPO DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO COMUNALE (DA STUDIO SETTORIALE ALLEGATO AL PGT). ALLEGATO 2, NORME DI GESTIONE FORESTALE DA PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PROVINCIALE APPROVATO CON D.C.P. 8/2009. LA NORMATIVA

DEGLI AMBITI DEL TERRITORIO COMUNALE

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TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

ART. 1 NATURA E CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE

1. Le presenti norme sono redatte in applicazione del disposto art. 10 della L.R. 12/’05. Esse disciplinano gli interventi edilizi ed urbanistici del tessuto urbano consolidato, quale insieme delle parti del territorio su cui è già avvenuta l'edificazione e la trasformazione dei suoli, comprendendo le aree libere intercluse e di completamento; contiene inoltre le prescrizioni specifiche di tutela del paesaggio e dei nuclei storici.

2. Ogni attività comportante i citati interventi edilizi ed urbanistici di tale porzione di territorio comunale è assoggettata anche ai regolamenti e alle leggi vigenti.

3. Il Piano delle Regole, quindi, coerentemente con la vigente normativa: 3.1. Stabilisce le regole per il recupero e la trasformazione degli “Ambiti del Territorio Comunale”, suddivisi nel seguente modo: a) ambiti del tessuto urbanizzato ed edificato su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in esso le aree libere intercluse e di completamento, nonché i nuclei di antica formazione; b) ambiti del sistema rurale, distinguendo quelle destinate all’agricoltura da quelle naturalistiche, di valore paesaggistico ambientale e non soggette a trasformazione urbanistica. 3.2. Individua le aree assoggettate a vincoli sovraordinati, quali quelli monumentali, ambientali, derivanti dalla componente geologica, idrogeologica e sismica, ecc… per valutare eventuali limitazioni ai recuperi e alle trasformazioni stabilite al precedente punto.

4. Oltre alle presenti “Norme” (NOR1), il Piano delle Regole è costituito dai seguenti elaborati:  PR1: Ambiti del Territorio Comunale – Sistema Rurale ed Urbanizzato/Edificato (Settore Nord).  PR2: Ambiti del Territorio Comunale – Sistema Rurale ed Urbanizzato/Edificato (Settore Sud).  PR3: Ambiti del Territorio Comunale – Nuclei di Antica Formazione.

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 NOR2: Norme degli Ambiti di Trasformazione del Documento di Piano.

5. Gli elaborati grafici del Piano delle Regole, riportano anche: 5.1. gli Ambiti di Trasformazione, che nello specifico vengono approfonditi, anche dal punto di vista cartografico, nel fascicolo “NOR2”; 5.2. le aree destinate a Servizi e Viabilità, che sono dettagliatamente trattate nel Piano dei Servizi.

6. Il Piano delle Regole, di cui le presenti norme costituiscono parte integrante, ha carattere vincolante e produce effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Esso rimane vigente a tempo indeterminato ed è sempre modificabile con le procedure di cui all’art. 13 della L.R. 12/’05.

ART. 2 DEROGHE

1. L’istituto delle deroghe di norma non è ammesso.

2. Tuttavia sono consentiti quegli interventi in deroga agli strumenti di pianificazione previsti dalle leggi in materia. In questa sede si richiama principalmente l’art. 40 della L.R. 12/’05, che prevede le deroghe: 2.1. riguardanti i limiti di densità edilizia, di altezza e di distanza tra fabbricati, nel rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza, per edifici ed impianti pubblici di interesse pubblico; 2.2. ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative.

3. Inoltre possono essere costruiti in deroga ai parametri edilizi indicati nel presente Piano delle Regole tutti gli edifici speciali ad uso pubblico (ad esempio le cabine ENEL delle reti tecnologiche di pubblico servizio), i quali dovranno comunque essere costruiti in conformità delle legislazioni nazionali e regionali in materia aventi titolo prescrittivo.

ART. 3 APPLICAZIONE DELLE NORME E PRINCIPI INTERPRETATIVI

1. Le presenti norme specificano ed integrano le previsioni contenute negli elaborati grafici del Piano delle Regole.

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2. Nel caso di non corrispondenza tra tavole cartografiche a scala diversa prevale sempre la tavola a scala più dettagliata. Qualora vi sia contrasto tra elaborati progettuali e norme del presente Piano delle Regole prevalgono sempre queste ultime.

3. Nelle costruzioni regolarmente autorizzate che alla data di adozione del P.G.T. sono in contrasto con le sue disposizioni sono consentiti esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria secondo le specifiche definizioni normative. Negli altri casi possono subire soltanto gli interventi ammessi dal P.G.T. Gli altri tipi di intervento sono possibili solo se ammessi dal PGT e per le destinazioni d'uso ivi ammissibili.

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TITOLO II - NORME GENERALI

ART. 4 EDIFICABILITA’ ED INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI PERTINENZA

1. In analogia al disposto art. 36 della L.R. 12/’05, l’edificabilità delle aree che sono previste come tali dal Piano delle Regole è subordinata all’esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla previsione, da parte del , dell’attuazione delle stesse nel successivo triennio, ovvero all’impegno degli interessati di procedere all’attuazione delle medesime contemporaneamente o antecedentemente alla realizzazione dell’intervento oggetto del permesso.

2. La realizzazione di un fabbricato (compreso gli ampliamenti) nell’ambito del territorio comunale comporta l’individuazione cartografica di un’area pertinenziale allo stesso, che non può essere conteggiata per la realizzazione di ulteriori interventi edilizi. Detta area è quella strettamente necessaria per la verifica dei parametri edilizi ed urbanistici, stabiliti dal presente Piano delle Regole, dell’ambito territoriale interessato e risulta dal rapporto tra volume (V) diviso indice di edificabilità fondiario (If) nel caso di edifici residenziali, nonché dalla superficie coperta (Sc) diviso il rapporto di copertura (Rc) del fabbricato in progetto nel caso di edifici aventi altra destinazione.

3. Un’area edificabile si definisce satura quando viene utilizzata tutta la vocazione edificatoria della stessa, calcolata attraverso la moltiplicazione tra la superficie fondiaria (Sf) o territoriale (St) e l’indice di edificabilità fondiario (If) o territoriale (It) stabiliti dal presente Piano delle Regole per l’ambito territoriale di riferimento.

4. Viceversa, un’area edificabile si definisce libera, e quindi può essere utilizzata per la determinazione della vocazione edificatoria di un terreno, se non costituisce pertinenza di un edificio esistente (ancorché condonato) alla data di adozione del presente P.G.T. Il legame di pertinenzialità si costituisce automaticamente sulle aree su cui insiste detto edificio esistente e su quelle immediatamente confinanti che siano della medesima proprietà alla data di adozione del presente P.G.T., sebbene non recintate o identificate con diverse particelle catastali. La determinazione delle aree pertinenziali agli edifici esistenti deve essere condotta mediante l’applicazione del metodo indicato nei commi precedenti per gli edifici di nuova realizzazione ed utilizzando i parametri edilizi ed urbanistici descritti nel

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presente Piano delle Regole.

5. Sono da ricomprendersi nel concetto di aree di pertinenza di un edificio eventuali aree esterne al lotto di appartenenza, senza limiti di distanza dalle unità immobiliari a cui sono legate ai sensi dell’articolo 9 della legge 24 marzo 1989, n. 122 e dell’articolo 66 della L.R. 12/’05. Il rapporto di pertinenza è garantito da un atto unilaterale, impegnativo per sé, per i propri successori o aventi causa a qualsiasi titolo, da trascrivere nei registri immobiliari, fatte salve le eventuali possibilità di alienazione condizionata stabilite dalla normativa nazionale e regionale.

6. I progetti concernenti le nuove costruzioni e gli ampliamenti di quelle esistenti devono obbligatoriamente contenere l’individuazione planimetrica esatta e la determinazione aritmetica delle aree di pertinenza, eventualmente distinte in territoriali e/o fondiarie. Le aree di pertinenza sono assoggettate a specifico vincolo a mezzo di atto di identificazione da trascriversi nei pubblici registri immobiliari a cura e spese dei soggetti interessati. Nel caso in cui le aree di pertinenza appartengano a più proprietari l'atto di identificazione dovrà essere sottoscritto da tutti gli aventi diritto. Per gli ampliamenti contenuti nella misura del 5% del volume e della superficie coperta di un edificio esistente l’atto di vincolo non è richiesto.

7. L’area di pertinenza degli edifici agricoli deve essere calcolata come indicato nella norma riguardante gli Ambiti destinati all’agricoltura di cui al successivo art. 23.

8. L’area di pertinenza degli edifici esistenti non più destinati all’agricoltura è quella individuata con apposita campitura e denominata “area di stretta pertinenza” negli elaborati grafici del Piano delle Regole.

9. E’ ammesso il trasferimento della vocazione edificatoria disponibile tra aree contigue aventi la stessa classificazione negli elaborati grafici del Piano delle Regole rappresentanti gli “Ambiti del Territorio Comunale”. Pertanto non è ammesso il citato trasferimento della vocazione edificatoria disponibile tra aree aventi medesima classificazione negli elaborati grafici del Piano delle Regole rappresentanti gli “Ambiti del Territorio Comunale” ma non contigue o separate da strade.

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ART. 5 ATTUAZIONE DEL P.G.T.

1. Il Piano delle Regole si attua attraverso i Piani Attuativi, i Permessi di Costruire Convenzionati e gli interventi edilizi diretti, che la vigente disciplina in materia denomina Permesso di Costruire, Denuncia di Inizio Attività e Segnalazione Certificata di Inizio Attività.

2. I Piani Attuativi, oltre che per i casi previsti dalla normativa nazionale e regionale, sono obbligatori anche: 2.1. Nella maggior parte degli Ambiti di nuova Trasformazione di cui al fascicolo “NOR2”. 2.2. Nei comparti perimetrati con apposito tratto grafico negli elaborati del Piano delle Regole rappresentanti gli “Ambiti del Territorio Comunale”. 2.3. In tutti i casi in cui viene effettuato un intervento di ristrutturazione urbanistica. 2.4. In tutti i casi di nuova edificazione su aree aventi una superficie fondiaria (Sf) pari o superiore a mq 3.000,00. 2.5. Nei casi in cui sono previsti interventi comportanti una trasformazione e uno sviluppo ove le opere di urbanizzazioni e le aree a standard esistenti risultino non sufficienti o inadeguate.

3. Ai citati Piani Attuativi si applicano gli indici ed i parametri dettati per l’ambito nel quale ricadono. Per detti comparti, la misura delle aree da cedere per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale è stabilita nel seguente modo:  mq 18,00 ogni mq 50,00 di Sul, per le destinazioni d'uso residenziali;  mq 1,00 ogni mq 5,00 di Sul, per le destinazioni d'uso produttive ;  mq 1,00 ogni mq 1,00 di Sul per le destinazioni d'uso commerciali e terziarie. Nei medesimi comparti è ammessa, in alternativa alla cessione delle aree per servizi, la cessione di altre aree previste all'interno del Piano dei Servizi, oppure la corresponsione di una somma commisurata al valore economico delle aree da acquisire.

4. Nei casi di assenza delle necessarie opere di urbanizzazione, gli interventi edilizi diretti possono attuarsi solo attraverso Denuncie di Inizio Attività o Permessi di Costruire accompagnati da specifiche convenzioni contenenti:  L’impegno alla realizzazione e cessione gratuita, a semplice ed eventuale richiesta dell’amministrazione comunale, delle opere di urbanizzazione necessarie all’intervento;  Adeguate garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi assunti.

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5. Inoltre il Piano delle Regole si attua in conformità ai contenuti degli elaborati costituenti la componente geologica, idrogeologica e sismica redatta ai sensi dell'art. 57, comma 1, lett. b), della LR 12/’05, che fanno parte integrante e sostanziale dalle presenti norme.

6. Infine, il Piano delle Regole si attua anche in conformità e con ausilio dei regolamenti vigenti (in particolare del Regolamento Edilizio, di Igiene Edilizia e Ambientale, delle Fognature, ecc…), e dei Piani Cimiteriale, di Zonizzazione Acustica, di Illuminazione, del Commercio, di Somministrazione Alimenti e Bevande, ecc… .

7. Per gli interventi di nuova costruzione che incidono sulle aree agricole, come individuate dall'Amministrazione Regionale nella cartografia disponibile presso l'Ufficio Tecnico comunale si applica la maggiorazione del contributo sul costo di costruzione ai sensi dell'art. 43 comma 2 bis della L.R. 12/2005, secondo le modalità stabilite dalla DGR 8/8757 2007 come richiamate dal successivo art. 37 comma 7.

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ART. 6 DEFINIZIONI DEI PARAMETRI EDILIZI ED URBANISTICI

(cfr. norma comparata alla pagina seguente)

9 Documento di Piano Vigente Piano delle Regole Vigente Variante PR, norme generali unificate Art. 6 1. Le definizioni dei parametri urbanistici contenute nel presente articolo si applicano a tutti gli ambiti individuati dal PGT, indipendentemente dalla loro classificazione in uno dei tre strumenti che lo compongono.

Art.3. 2 2 Per quanto attiene i parametri edilizi ed urbanistici, tutti gli Per quanto attiene i parametri edilizi ed urbanistici, tutti gli interventi, sia di nuova costruzione che di ristrutturazione, interventi, sia di nuova costruzione che di ristrutturazione, ancorché attuata mediante demolizione e successiva ancorché attuata mediante demolizione e successiva ricostruzione, sono regolamentati dal presente articolo. ricostruzione, sono regolamentati dal presente articolo.

3 Indici riferiti alle superfici (analogo) 3 Indici riferiti alle superfici St - Superficie territoriale (mq) St - Superficie territoriale (mq) a) E’ definita dalla superficie complessiva delle aree, b) E’ definita dalla superficie complessiva delle aree, edificabili e non, per le quali il P.G.T. prevede la indifferentemente dall'ammissibilità della formazione di piani attuativi. La stessa, concentrazione edificatoria, per le quali il P.G.T. specificatamente perimetrata, è comprensiva delle prevede la formazione di piani attuativi o permessi di aree fondiarie destinate all’edificazione, di quelle costruire convenzionati. La stessa, specificatamente necessarie alle opere di urbanizzazione primaria e perimetrata, è comprensiva delle aree fondiarie secondaria e di ogni altra parte del territorio che destinate all’edificazione, di quelle necessarie alle ricade entro gli stessi ambiti. opere di urbanizzazione primaria e secondaria e di ogni altra parte del territorio che ricade entro gli stessi ambiti.

Sf - Superficie fondiaria (mq) (analogo) Sf - Superficie fondiaria (mq) a) E’ la superficie delle aree utilizzabili a fini edificatori a) E’ la superficie delle aree utilizzabili a fini edificatori e e di pertinenza degli edifici. di pertinenza degli edifici. b) Nei casi per i quali viene prescritta la formazione dei b) Nei casi per i quali viene prescritta la formazione dei piani attuativi, essa è costituita dalla parte residua piani attuativi, essa è costituita dalla parte residua della superficie territoriale detratte le aree per della superficie territoriale detratte le aree per l’urbanizzazione primaria e secondaria, nonché le l’urbanizzazione primaria e secondaria, nonché le aree già di proprietà o uso pubblico, le aree stradali aree già di proprietà o uso pubblico, le aree stradali facenti parte dell’area oggetto dell’intervento. facenti parte dell’area oggetto dell’intervento.

Sc - Superficie coperta (mq) Sc - Superficie coperta (mq) Sc - Superficie coperta (mq) a) Misura la superficie risultante dalla proiezione sul a) Misura la superficie risultante dalla proiezione sul a) Misura la superficie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale delle parti edificate fuori terra. piano orizzontale delle parti edificate fuori terra. piano orizzontale delle parti edificate fuori terra. A tal fine le pareti perimetrali si assumono A tal fine le pareti perimetrali si assumono A tal fine le pareti perimetrali si assumono convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i maggiori spessori non vengono computati nella Sc, maggiori spessori non vengono computati nella Sc, maggiori spessori non vengono computati nella Sc, fatto salvo quanto disposto da specifiche normative fatto salvo quanto disposto da specifiche normative nel caso siano applicati criteri di isolamento e di sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. realizzazione delle pareti secondo le disposizioni di 20.04.1995, n. 26 e s.m.i. 20.04.1995, n. 26 e s.m.i. specifiche normative sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. 20.04.1995, n. 26 e s.m.i., con le b) Nel concetto di parti edificate devono inoltre essere b) Nel concetto di parti edificate devono inoltre ulteriori esclusioni nei casi previsti dalla L.R. 39/2004

10 ricompresi anche i porticati e le tettoie delimitate da essere ricompresi anche i porticati e le tettoie e dalla L.R. 33/2007. delimitate da uno o più pilastri, nonché i corpi uno o più pilastri, nonché i corpi aggettanti chiusi. b) Nel concetto di parti edificate devono inoltre aggettanti chiusi. c) Sono viceversa escluse dal computo della Sc le parti essere ricompresi anche i porticati e le tettoie aggettanti aperte come balconi, sporti di gronda, c) Sono viceversa escluse dal computo della Sc le delimitate da uno o più pilastri, nonché i corpi pensiline nella misura massima di mt 1,50 dal filo parti aggettanti aperte come balconi, sporti di aggettanti chiusi. gronda, pensiline nella misura massima di mt esterno della muratura perimetrale; tale misura è c) Sono viceversa escluse dal computo della Sc le 1,50 dal filo esterno della muratura perimetrale; elevata a mt 2,50 per gli edifici produttivi. Nel caso in parti aggettanti aperte come balconi, sporti di gronda, tale misura è elevata a mt 2,50 per gli edifici cui siano superati i suindicati limiti, gli aggetti pensiline nella misura massima di mt 1,50 dal filo produttivi. Nel caso in cui siano superati i dovranno essere computati nella loro totalità. esterno della muratura perimetrale; tale misura è suindicati d) Le porzioni di fabbricato interrato sono escluse dal limiti, gli aggetti dovranno essere elevata a mt 2,50 per gli edifici produttivi. Nel caso in computo della Sc solo se ricoperte da una coltre di computati nella loro totalità. cui siano superati i limiti qui indicati, gli aggetti terreno avente spessore minimo di cm 40. d) Le porzioni di fabbricato interrato sono escluse dovranno essere computati nella loro totalità. dal computo della Sc solo se ricoperte da una e) Sono altresì escluse dal computo della Sc le nuove d) Le porzioni di fabbricato interrato sono escluse coltre di terreno avente spessore minimo di cm superfici pertinenziali, indipendentemente dal piano dal computo della Sc solo se ricoperte da una coltre di 40 in cui sono previste, da realizzare a servizio degli . terreno avente spessore minimo di cm 40 sistemato a edifici esistenti alla data del 24.03.1989 (e ad essi e) Eccezion fatta per i Nuclei di Antica Formazione verde e dotato di sistema di drenaggio con dispersione asservite con atto pertinenziale) destinate al ricovero Sono altresì escluse dal computo della Sc le al suolo delle acque pluviali. delle autovetture, con i relativi spazi di manovra e di nuove superfici pertinenziali, indipendentemente e) Eccezion fatta per i Nuclei di Antica Formazione accesso, nel limite massimo della quota dal piano in cui sono previste, da realizzare a Sono altresì escluse dal computo della Sc le nuove obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia servizio degli edifici esistenti alla data del superfici pertinenziali, indipendentemente dal piano in vigenti al momento della verifica. 24.03.1989 (e ad essi asservite con atto cui sono previste, da realizzare a servizio degli edifici pertinenziale) destinate al ricovero delle f) Tettoie (o costruzioni similari) indipendenti sono esistenti alla data del 24.03.1989 (e ad essi asservite autovetture, con i relativi spazi di manovra e di viceversa computate interamente come superficie con atto pertinenziale) destinate al ricovero delle accesso, nel limite massimo della quota coperta. autovetture, con i relativi spazi di manovra e di obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia accesso, nel limite massimo della quota vigenti al momento della verifica. obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia f) Tettoie (o costruzioni similari) indipendenti sono vigenti al momento della verifica. viceversa computate interamente come superficie f) Tettoie (o costruzioni similari) indipendenti sono coperta. viceversa computate interamente come superficie coperta. g) le superfici non coperte da costruzioni secondo le definizioni dei precedenti commi devo essere mantenute filtranti con sistemazioni permeabili nella misura prevista dal Regolamento Edilizio e dal Regolamento di Igiene vigenti. Salvo diverse dimostrabili esigenze esse devono essere sistemate a giardino alberato e spazi per la circolazione pedonale.

Rc - Rapporto di copertura (analogo) Rc - Rapporto di copertura a) Esprime il rapporto tra la superficie coperta (Sc) e a) Esprime il rapporto tra la superficie coperta (Sc) e superficie fondiaria (Sf) o superficie territoriale (St). superficie fondiaria (Sf) o superficie territoriale (St).

Sul - Superficie utile lorda (mq) Sul - Superficie utile lorda (mq) Sul - Superficie utile lorda (mq) a) E’ la somma di tutte le superfici lorde di pavimento a) E’ la somma di tutte le superfici lorde di a) E’ la somma di tutte le superfici lorde di pavimento comprese entro il profilo esterno delle pareti pavimento comprese entro il profilo esterno delle comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali perimetrali dell’edificio ai vari piani e soppalchi di pareti perimetrali dell’edificio ai vari piani e dell’edificio ai vari piani e soppalchi di interpiano, sia fuori interpiano, sia fuori terra che in sottosuolo. soppalchi di interpiano, sia fuori terra che in terra che in sottosuolo. A tal fine le pareti perimetrali si assumono sottosuolo. A tal fine le pareti perimetrali si assumono

11 convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i A tal fine le pareti perimetrali si assumono convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i maggiori maggiori spessori non vengono computati nella Sul, convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i spessori non vengono computati nella Sul, fatto salvo fatto salvo quanto disposto da specifiche normative maggiori spessori non vengono computati nella Sul, quanto disposto da nel caso siano applicati criteri di sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. fatto salvo quanto disposto da specifiche normative isolamento e di realizzazione delle pareti secondo le 20.04.1995, n. 26 e s.m.i.. sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. disposizioni di specifiche normative sul risparmio b) In particolare la Sul comprende: 20.04.1995, n. 26 e s.m.i.. energetico, come ad esempio la L.R. 20.04.1995, n. 26 e  la superficie di ogni singolo piano agibile inclusi i Nei Nuclei di Antica Formazione le pareti perimetrali s.m.i., con le ulteriori esclusioni nei casi previsti dalla L.R. soppalchi e i piani seminterrati ed interrati se si considerano nella loro dimensione reale. 39/2004 e dalla L.R. 33/2007. destinati ad uffici, attività produttive o commerciali (punti seguenti analoghi a DP salvo dove indicato)) Nei Nuclei di Antica Formazione e negli edifici delle o agricole; categorie a b e c dell'art.14 la limitazione dello spessore  la superficie delle autorimesse e dei vani di computabile si applica solo ai fini del calcolo dei contributi servizio alla residenza aventi caratteristiche e degli oneri dovuti. diverse da quelle indicate nel successivo paragrafo c); b) In particolare la Sul comprende:  la superficie degli spazi di sottotetto aventi  la superficie di ogni singolo piano agibile inclusi i caratteristiche diverse da quelle indicate nel soppalchi e i piani seminterrati ed interrati se successivo paragrafo c); destinati ad uffici, attività produttive o commerciali  la superficie delle tettoie (o costruzioni similari) o agricole; indipendenti dall’edificio principale.  la superficie delle autorimesse e dei vani di servizio alla residenza aventi caratteristiche diverse da c) Viceversa la Sul non comprende: quelle indicate nel successivo paragrafo c);  gli edifici per opere di urbanizzazione primaria e  la superficie degli spazi di sottotetto aventi secondaria (comprese cabine elettriche e impianti caratteristiche diverse da quelle indicate nel tecnici similari per l’allacciamento ai pubblici successivo paragrafo c); servizi);  la superficie delle tettoie (o costruzioni similari)  i manufatti pubblici o di uso pubblico tipo quali indipendenti dall’edificio principale. tettoie, portici o loggiati;  (sostituiamo con limite 30% generale).le tettoie c) Viceversa la Sul non comprende: private aventi profondità non superiore a mt 2,00  gli edifici per opere di urbanizzazione primaria e e una superficie contenuta nel limite del 15% della secondaria (comprese cabine elettriche e impianti Sc del fabbricato; esse sono intese come spazi di tecnici similari per l’allacciamento ai pubblici piano terra con sovrastanti strutture di copertura, servizi); delimitati da non più di due pareti dell’edificio  i manufatti pubblici o di uso pubblico tipo quali tettoie, portici o loggiati; residenziale cui sono annessi e da uno o più pilastri; per profondità e per superfici maggiori si  i vani ascensore: essi si scomputano al netto delle

calcola solo l’eccedenza; murature perimetrali ; sono altresì escluse le

 i portici privati aventi profondità non superiore a rampe scala lineari scoperte con sviluppo

mt 2,00 e una superficie contenuta nel limite del parallelo alla facciata, sono invece incluse nel 15% della Sc; essi sono intesi come spazi di calcolo le scale esterne con rampe e pianerottoli piano terra delimitati da non più di due pareti sovrapposti. dell’edificio residenziale cui sono annessi e da  eccezion fatta per i Nuclei di Antica Formazione le uno o più pilastri; per profondità e per superfici superfici destinate al ricovero delle autovetture, maggiori si calcola solo l’eccedenza; indipendentemente dal piano in cui sono  i loggiati privati aventi profondità non superiore a realizzate, con i relativi spazi di manovra e di mt 2,00 e una superficie contenuta nel limite del accesso, nel limite massimo della quota 15% della Sc; essi sono intesi come spazi siti ad obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia un livello differente da quello di piano terra vigenti al momento della verifica; delimitati da non più di due pareti dell’edificio  le superfici dei piani interrato e/o seminterrato residenziale cui sono annessi e da uno o più ospitanti vani di servizio alla residenza, per i quali pilastri; per profondità e per superfici maggiori si sia esplicitamente esclusa la permanenza di calcola solo l’eccedenza; persone (cantine, dispense, depositi, centrali  gli aggetti aperti almeno su due lati, quali balconi, termiche, autorimesse, ecc…), aventi un’altezza

12 tettoie, ecc…, aventi profondità non superiore a netta interna non superiore a mt 2,50, misurata mt 2,00; per profondità maggiori si calcola solo all'intradosso del solaio soprastante; tale l’eccedenza; superficie di intradosso non dovrà emergere in  (spostato) i vani scala e ascensore, a servizio di nessun punto dalla quota naturale del terreno, più unità immobiliari, aventi una superficie come di seguito definita, per più di mt 1,20; contenuta nel limite di mq 25,00 per piano; essi si  gli ultimi livelli dell’edificio, siano essi sottotetti a computano al netto delle murature perimetrali e falde inclinate o porzioni di edificio con copertura sono intesi come spazi esterni alle unità piana, adibiti a soffitta comune o al servizio di immobiliari comprensivi di pianerottoli, atri, ecc…; alloggi sottostanti, con altezza media ponderale

per superfici maggiori si calcola solo l’eccedenza; interna non superiore a mt 2,10 e con rapporto di  eccezion fatta per i Nuclei di Antica Formazione,  (spostato) le superfici destinate al ricovero delle aeroilluminazione inferiore a 1/20; il requisito le superfici destinate al ricovero delle autovetture, indipendentemente dal piano in cui dell’altezza deve essere verificato mediante la autovetture, indipendentemente dal piano in cui sono realizzate, con i relativi spazi di manovra e di divisione tra l’intero volume della porzione di sono realizzate, con i relativi spazi di manovra e accesso, nel limite massimo della quota edificio all’ultimo livello (e cioè non frazionata di accesso, nel limite massimo della quota obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia artificiosamente con partizioni orizzontali, oblique obbligatoriamente richiesta dalle leggi in materia vigenti al momento della verifica; o verticali di nessuna natura) e l’intera superficie vigenti al momento della verifica; dello stesso.  (spostato) le superfici dei piani interrato e/o (punti seguenti analoghi a DP salvo dove indicato))  non rientrano inoltre nella slp le superfici indicate seminterrato ospitanti vani di servizio alla ai punti seguenti della presente lett.c, a residenza, per i quali sia esplicitamente esclusa la condizione che la loro configurazione si tale da permanenza di persone (cantine, dispense, rispettare il limite di Volume VxP definito nel depositi, centrali termiche, autorimesse, ecc…), seguito del presente articolo. aventi un’altezza netta interna non superiore a mt 2,50, esse tuttavia non dovranno emergere in  le tettoie private intese come spazi di piano terra nessun punto dalla quota naturale del terreno, con sovrastanti strutture di copertura, delimitati da per più di mt 1,20; non più di tre pareti dell’edificio residenziale cui

 (spostato) gli ultimi livelli dell’edificio, siano essi sono annessi e da uno o più pilastri. sottotetti a falde inclinate o porzioni di edificio con  i portici privati intesi come spazi di piano terra copertura piana, adibiti a soffitta comune o al delimitati da non più di tre pareti dell’edificio servizio di alloggi sottostanti, con altezza media residenziale cui sono annessi e da uno o più ponderale interna non superiore a mt 2,10 e con pilastri; rapporto di aeroilluminazione inferiore a 1/20; il  i loggiati privati intesi come spazi siti ad un livello requisito dell’altezza deve essere verificato differente da quello di piano terra delimitati da non mediante la divisione tra l’intero volume della più di tre pareti dell’edificio residenziale cui sono porzione di edificio all’ultimo livello (e cioè non annessi e da uno o più pilastri. frazionata artificiosamente con partizioni  gli aggetti aperti almeno su due lati, quali balconi, orizzontali, oblique o verticali di nessuna natura) e tettoie, ecc…, l’intera superficie dello stesso. d) Nel caso di interventi di ristrutturazione mediante d) Nel caso di interventi di ristrutturazione mediante demolizione e successiva ricostruzione degli edifici demolizione e successiva ricostruzione degli edifici esistenti sono pure esclusi dal computo della superficie esistenti sono pure esclusi dal computo della utile lorda utilizzabile per la ricostruzione i locali ricavati superficie utile lorda utilizzabile le superfetazioni, i dalla copertura di cortili e le logge murate, salvo quelli locali ricavati dalla copertura di cortili e le logge oggetto di titolo edificatorio regolarmente conseguito o murate, le costruzioni provvisorie, le costruzioni in condonati, le costruzioni provvisorie, le costruzioni in precario e le costruzioni abusive non condonate. precario e le costruzioni abusive non condonate.

Sv- Superficie di vendita (mq) Sv- Superficie di vendita (mq) a) Per superficie di vendita si intende l’area destinata a) Per superficie di vendita si intende l’area all’esercizio dell’attività di vendita, comprensiva della destinata all’esercizio dell’attività di vendita, superficie di esposizione o occupata da banchi, comprensiva della superficie di esposizione o scaffalature, arredi fissi, vetrine contenenti prodotti occupata da banchi, scaffalature, arredi fissi,

13 esposti al pubblico e altre attrezzature con vetrine contenenti prodotti esposti al pubblico e esclusione della superficie destinata a magazzini, altre attrezzature con esclusione della superficie depositi, locali di lavorazioni, uffici e servizi. destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazioni, uffici e servizi. b) Nel caso di attività esclusiva di vendita merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a b) Nel caso di attività esclusiva di vendita merci consegna differita (ad es. mobilifici, auto- ingombranti, non immediatamente amovibili ed a concessionarie, legnami, materiali edili) la Sv è consegna differita (ad es. mobilifici, auto- computata nella misura del 10% della Sul se questa concessionarie, legnami, materiali edili) la Sv è è inferiore a mq 2.500 e del 25% della Sul se questa computata nella misura del 10% della Sul se è superiore a tale limite sino ad un massimo di mq questa è inferiore a mq 1.500 e del 25% della Sul 1.000. se questa è superiore a tale limite, sino ad un massimo di mq 3.500 di superficie totale reale del fabbricato. La parte eccedente si calcola completamente.

4 Indici riferiti all’altezza 4 Indici riferiti all'altezza (analoga salvo per quanto indicato) h - Altezza degli edifici (mt) h Altezza degli edifici (mt) a) E’ l’altezza degli edifici a partire dalla minor quota a) E’ l’altezza degli edifici a partire dalla minor quota del del limitrofo marciapiede esistente o previsto, limitrofo marciapiede esistente o previsto, oppure, in oppure, in assenza di questo, del terreno naturale o assenza di questo, del terreno naturale prima sistemato in prossimità del fabbricato fino alla dell'intervento oggetto di richiesta di titolo abilitativo maggior quota dell’intradosso del solaio di copertura in esame in prossimità del fabbricato fino alla dell’ultimo piano agibile. maggior quota dell’intradosso del soletta di copertura dell’ultimo piano b) Esclusivamente ai fini del calcolo di tale altezza: le solette di interpiano si assumono eccezion fatta per i Nuclei di antica Formazione, le b) Esclusivamente ai fini del calcolo di tale altezza: convenzionalmente pari a cm 30 e pertanto i solette di interpiano si assumono convenzionalmente  la quota inferiore di riferimento viene considerata maggiori spessori non vengono computati nel pari a cm 30 e pertanto i maggiori spessori non vengono dai marciapiedi previsti in aderenza all’edificio o calcolo dell’altezza, fatto salvo quanto disposto da computati nel calcolo dell’altezza, fatto salvo quanto dai terreni riportati a margine dello stesso solo specifiche normative sul risparmio energetico, come disposto da specifiche normative sul risparmio qualora questi siano contenuti in un dislivello di mt ad esempio la L.R. 20.04.1995, n. 26 e s.m.i.; energetico, come ad esempio la L.R. 20.04.1995, n. 26 +1,20 rispetto al terreno naturale; oltrepassato  la quota inferiore di riferimento viene considerata e s.m.i.; detto limite la quota inferiore sarà calcolata dai marciapiedi previsti in aderenza all’edificio o sempre addizionando mt 1,20 alla quota originaria dai terreni riportati a margine dello stesso solo dei terreni; qualora questi siano contenuti in un dislivello di mt  la quota inferiore di riferimento non tiene conto di +1,20 rispetto al terreno naturale; oltrepassato porzioni di edificio a cielo aperto destinate ad detto limite la quota inferiore sarà calcolata accesso al piano interrato o seminterrato sempre addizionando mt 1,20 alla quota originaria (autorimesse, centrali termiche, ecc…) qualora dei terreni; detto accesso abbia uno sviluppo orizzontale pari  la quota inferiore di riferimento non tiene conto di a non più di mt 7,50; porzioni di edificio a cielo aperto destinate ad  la quota inferiore di riferimento può non tenere accesso al piano interrato o seminterrato conto di scivoli di accesso al piano interrato o (autorimesse, centrali termiche, ecc…) qualora seminterrato paralleli ad uno o più lati del detto accesso abbia uno sviluppo orizzontale pari fabbricato, qualora questi siano ad una distanza a non più di mt 7,50; pari o superiore a mt 2,50 dall’edificio;  la quota inferiore di riferimento può non tenere  la quota superiore di riferimento, nel caso di conto di scivoli di accesso al piano interrato o fabbricati con copertura “a padiglione” a capanna seminterrato paralleli ad uno o più lati del o a falda, è quella risultante dall’intersezione tra il fabbricato, qualora questi siano ad una distanza lato esterno del muro perimetrale dell’edificio e la pari o superiore a mt 2,50 dall’edificio; soletta di copertura inclinata; misurata al colmo se  la quota superiore di riferimento, nel caso di locali la pendenza delle falde eccede il 40%

14 agibili con copertura “a padiglione”, è quella  la quota superiore di riferimento, nel caso di edifici risultante dall’intersezione tra il lato esterno del realizzati con strutture prefabbricate (ad es.: muro perimetrale dell’edificio e la soletta di capannoni per produttivo e commercio, ecc…), è copertura inclinata nel punto più alto; quella di imposta della struttura principale di  la quota superiore di riferimento, nel caso di locali copertura (travi trasversali al solaio o capriate). agibili con copertura “a capanna”, è quella media del timpano di facciata; nel caso di costruzione nelle aree destinate all’agricoltura, detta quota superiore di riferimento è calcolata al più elevato degli incastri tra intradosso della soletta di copertura in gronda e il lato esterno della muratura perimetrale;  la quota superiore di riferimento, nel caso di edifici realizzati con strutture prefabbricate (ad es.: capannoni per produttivo e commercio, ecc…), è quella di imposta della struttura principale di copertura (travi trasversali al solaio o capriate).

5 Indici riferiti al volume: (analoga) 5 Indici riferiti al volume e alla superficie: It - Indice di edificabilità territoriale (mc/mq) Ut Indice di utilizzazione territoriale, definisce la superficie a) Definisce il volume costruibile per ogni mq di lorda di pavimento costruibile per ogni mq di superficie territoriale (St) interessata dall'intervento. superficie territoriale (St) interessata dall’intervento. It - Indice di edificabilità territoriale (mc/mq) If - Indice di edificabilità fondiaria (mc/mq) a) Definisce il volume costruibile per ogni mq di a) Definisce il volume costruibile per ogni mq di superficie territoriale (St) interessata dall’intervento. superficie fondiaria (Sf) interessata dall’intervento. If - Indice di edificabilità fondiaria (mc/mq) V - Volume edificabile (mc) a) Definisce il volume costruibile per ogni mq di a) E’ la quantità di volume virtuale edificabile ammessa superficie fondiaria (Sf) interessata dall’intervento. dal P.G.T. sulle aree interessate dagli interventi. V - Volume edificabile (mc) b) Esso si calcola:  moltiplicando la superficie utile lorda (Sul) dei a) E’ la quantità di volume virtuale edificabile ammessa singoli piani agibili adibiti a residenza per dal P.G.T. sulle aree interessate dagli interventi. un’altezza virtuale di mt 3,00; b) Esso si calcola:  moltiplicando la superficie utile lorda (Sul) dei  moltiplicando la superficie utile lorda (Sul) dei singoli piani adibiti ad uso diverso da quello singoli piani agibili adibiti a residenza per residenziale per l'altezza effettiva (h) e comunque un’altezza virtuale di mt 3,00; non inferiore alla misura virtuale di mt 3,20.  moltiplicando la superficie utile lorda (Sul) dei c) Il volume virtuale così ottenuto non corrisponderà al singoli piani adibiti ad uso diverso da quello volume fisico del fabbricato. residenziale per l'altezza effettiva (h) e comunque non inferiore alla misura virtuale di mt 3,20. c) Il volume virtuale così ottenuto non corrisponderà al volume fisico del fabbricato. Allo scopo di contenere l'impatto visuale dei fabbricati, viene altresì di seguito definito il volume Vuoto per Pieno del fabbricato, e il rapporto massimo ammissibile tra esso e il Volume edificabile sopra definito.

15 Vvxp Volume Vuoto per Pieno è definito dalla superficie coperta dell’edificio moltiplicata per la sua altezza, differenziata per i singoli corpi di fabbrica se articolati con altezze differenti, misurata a partire dall’estradosso del pavimento dei piani non interrati secondo la definizione precedente, vale a dire escluse le parti emergenti di locali classificati come seminterrato o interrati; al fine di contenere l’impatto visuale dei fabbricati, negli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione urbanistica, sostituzione edilizia o ristrutturazione edilizia con ampliamento superiore al 20% (in quest'ultimo caso la verifica è riferita esclusivamente al volume aggiuntivo realizzato), il Volume VxP dovrà rispettare il parametro Vvxp<4m x Sul, esclusi eventuali volumi interrati o seminterrati; tale prescrizione non si applica agli edifici con destinazione interamente produttiva.

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ART. 7 DISTANZE

1. Il Piano delle Regole definisce 4 tipi di Distanza: Distanza del fabbricato dalle strade (Ds), Distanza del fabbricato dai confini di proprietà (Dp), Distanza tra fabbricati (Df) e Distanza dai limiti comunali e tra diversi ambiti del territorio comunale (Dl).

2. Ai fini del calcolo di tali distanze si definiscono “Parti Edificate”: Edificio comprensivo delle pareti perimetrali, che si assumono convenzionalmente pari a cm 30; pertanto i maggiori spessori non vengono computati, fatto salvo quanto disposto da nel caso siano applicati criteri di isolamento e di realizzazione delle pareti secondo le disposizioni di specifiche normative sul risparmio energetico, come ad esempio la L.R. 20.04.1995, n. 26 e s.m.i., con le ulteriori esclusioni nei casi previsti dalla L.R. 39/2004 e dalla L.R. 33/2007. Nel concetto di edificio devono inoltre essere ricompresi anche i porticati e le tettoie delimitate da uno o più pilastri, nonché i corpi aggettanti chiusi. Sono viceversa esclusi gli aggetti di misura inferiore a mt 1,50; qualora questa misura venga superata, devono essere computate solo le parti eccedenti mt 1,50.

3. Di seguito si illustrano modi e forme di calcolo dei 4 tipi di Distanza:

Ds - Distanza del fabbricato dalle strade (mt)

a) E’ la distanza misurata sulla linea orizzontale più breve tra le parti edificate fuori terra dell’edificio ed il ciglio delle strade pubbliche o private.

b) Definizione del ciglio stradale. La classificazione delle strade pubbliche e private è riportata sulla tavola PS2 del Piano dei Servizi e sulla tavola PP1 del Documento di Piano. I principali requisiti prescritti per le varie classi di strade, esistenti e previste, sono quelli riportati nella seguente tabella.

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Sezione Sezione Due banchine minima minima laterali Marciapiedi Classe corsie sede o corsie ciclabili scorrimento stradale mt mt mt mt Viabilità di 2° livello Viabilità extra urbana 8,00 7,50 1,50 3,00 1,50 0,00- 12,50 10,50 secondaria (C) Viabilità locale principale Strada urbana di quartiere 7,00 6,00 1,25 1,00 1,50 3,00 11,00 10,00 E2 Viabilità locale secondaria Strada urbana interzonale 6,00 5,50 0,25 1,00 1,50 8,00 F1 e complementare F3 Strade urbane ed 6,50 2,00 0,00 8,50 extraurbane locali F4 FE Percorsi carrabili 6,00 3,00 0,00 0,00 6,00 3,00 inghiaiati sterrati Sentieri vari 3,00 0,50 0,00 4,00

Per ciglio delle strade si intende la “linea di limite della sede stradale finita” esistente, comprendete tutte le sedi viabili, ivi incluse le banchine ed altre strutture laterali alle predette sedi quando queste siano transitabili. In ogni caso detta “linea di limite della sede stradale finita” deve posizionarsi dall’asse stradale esistente o in progetto ad una misura pari ad ½ di quella risultante nella colonna “sezione minima della sede stradale”.

c) Eventuali spazi per la viabilità minore esistenti e in aggiunta a quelli evidenziati come tali nelle planimetrie del P.G.T. si intendono confermati nella loro attuale destinazione sino a quando la loro soppressione o la loro trasformazione non venga prevista nel quadro dei progetti esecutivi di iniziativa comunale.

d) I sentieri esistenti su proprietà privata, indicati sull’elaborato PS 2, essendo da tempo immemore utilizzati ad uso pubblico non possono essere interclusi al pubblico transito pedonale, ciclabile ed equestre.

e) In tutte le nuove costruzioni, includendo in esse anche gli ampliamenti di qualsiasi misura, la distanza dal ciglio stradale deve essere pari a quella indicata nella sottostante tabella.

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Fasce di arretramento Fasce di arretramento nei centri abitati e nelle fuori dai centri abitati Classe zone edificabili e dalle zone edificabili mt mt Viabilità di 2° livello Viabilità extra 10,00 30,00 15,00 urbana secondaria (C) Viabilità locale principale Strada urbana di quartiere E2 5,00* 7,50 20,00 10,00

Viabilità locale secondaria Strada urbana interzonale F1 e 5,00* 20,00 7,50 complementare F3

Strade urbane ed extraurbane 0,00 5,00 20,00 7,50 locali F4 FE Percorsi carrabili inghiaiati sterrati 0,00 5,00 0,00 7,50 Sentieri vari 3,00 5,00

* le distanze indicate con asterisco sono distanze minime dalle strade non prescritte dal codice della strada ma introdotte cautelativamente dal PGT. Pertanto le prescrizioni per gli edifici interrati sono quelle dettate dal codice civile di cui al successivo punto g.

sono ammesse distanze inferiori nel caso di intervento urbanistico preventivo con specifica previsione planivolumetrica.

f) Nei casi di demolizione e successiva ricostruzione la distanza dal ciglio stradale può rimanere pari a quella preesistente solo nel caso in cui il nuovo edificio rimanga nella sagoma plano-altimetrica di quello originario; diversamente, per le porzioni eccedenti la citata sagoma preesistente si applicherà la casistica relativa alle nuove costruzioni.

g) I manufatti completamente interrati devono mantenere una distanza minima di mt 3,00 dal ciglio delle strade. pari a quella prescritta dal Codice della Strada secondo la loro categoria; al di fuori dei casi in cui è prevista questa fascia di rispetto, devono comunque essere rispettate le norme di codice civile sulle costruzioni a confine. Nel caso, per strade prive di distanza obbligatoria prescritta dal codice della strada, come previsto dal Codice Civile sia richiesta la deroga alla distanza cautelativa indicata dal PGT all'Amministrazione Comunale come proprietario della sede stradale, è sua facoltà richiedere la realizzazione di una soletta con caratteristiche carrabili da definire a tutela di eventuali futuri ampliamenti della sede stradale o dei

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parcheggi adiacenti.

Dp - Distanza del fabbricato dai confini di proprietà (mt)

a) E’ la distanza misurata sulla linea orizzontale più breve tra le parti edificate fuori terra dell’edificio ed il confine di proprietà.

b) In tutte le nuove costruzioni la distanza dal confine di proprietà è pari alla metà dell'altezza del fabbricato prospiciente i confini stessi con un minimo di mt 5,00. Sono ammesse distanze inferiori nel caso di intervento urbanistico preventivo con specifica previsione planivolumetrica.

c) Nei casi di demolizione e successiva ricostruzione la distanza dal confine di proprietà può rimanere pari a quella preesistente solo nel caso in cui il nuovo edificio rimanga nella sagoma plano-altimetrica di quello originario; diversamente, per le porzioni eccedenti la citata sagoma preesistente si applica la casistica relativa alle nuove costruzioni.

d) E' ammessa la costruzione in aderenza del confine di proprietà, se preesiste parete o porzione di parete in aderenza senza finestre, o in base a presentazione di progetto unitario per fabbricati da realizzare in aderenza e, comunque, in base a specifica convenzione tra i proprietari confinanti. Tale convenzione potrà prevedere anche che una delle parti costruisca a distanza dal confine inferiore ai minimi consentiti con l'impegno dell'altro a costruire a distanza maggiore affinché sia rispettata la distanza minima tra i due edifici secondo le prescrizioni di ogni singola zona. Dette convenzione devono essere registrate e trascritte.

Df - Distanza tra fabbricati (mt)

a) E’ la distanza misurata sulla linea orizzontale più breve tra le parti edificate fuori terra di edifici e non può essere inferiore a mt 10,00.

b) La distanza minima tra edifici può essere inferiore a mt 10,00 qualora questi siano collegati a Piano Terra da manufatti (tettoie, pergolati, ecc…) aventi larghezza minima di mt 3,00; in tal caso detta distanza può essere ridotta ad una misura pari a metà di quella dell’altezza dell’edificio più alto, con un minimo assoluto di mt 5,00.

c) In tutte le nuove costruzioni la distanza tra pareti finestrate o parti di pareti finestrate deve comunque essere pari all’altezza del fabbricato più alto con un minimo di mt 10,00; questa norma si applica anche quando una sola

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parete sia finestrata. d) Nei casi di demolizione e successiva ricostruzione la distanza tra fabbricati può rimanere pari a quella preesistente solo nel caso in cui il nuovo edificio rimanga nella sagoma plano-altimetrica di quello originario; diversamente, per le porzioni eccedenti la citata sagoma preesistente si applicherà la casistica relativa alle nuove costruzioni. e) Le nuove costruzioni di fabbricati devono mantenere una distanza di almeno mt 100,00 dalle stalle esistenti, ancorché situate nel territorio di comuni contermini; la suindicata distanza deve essere valutata in relazione alla diversa tipologia di animale allevato.

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Dl - Distanza dai limiti comunali e tra diversi ambiti del territorio comunale (mt)

a) E’ la distanza misurata sulla linea orizzontale più breve tra le parti edificate fuori terra dell’edificio ed il confine del territorio comunale o il limite dell’ambito del territorio comunale specificamente individuati sugli elaborati del Piano delle Regole.

b) In tutte le nuove costruzioni la distanza tra le parti edificate fuori terra dell’edificio ed il confine del territorio comunale o il limite dell’ambito del territorio comunale non può essere inferiore a mt 5,00. Non sono consentite distanze inferiori a quelle prescritte, salvo il caso in cui sussistano accordi trascritti con la proprietà confinante, o rispetto a terreni della stessa stessa proprietà, e comunque previo atto unilaterale d'obbligo verso l'Amministrazione inerente la sistemazione delle aree di pertinenza. In ogni caso le sistemazioni delle aree di pertinenza esterne all'ambito azzonato come edificabile devono essere realizzate con le caratteristiche prescritte per l'ambito di appartenenza della pertinenza stessa. neanche in presenza di scritture private, accordi o quant’altro, eccezion fatta nei casi in cui sussiste alla data di adozione del presente P.G.T. una convenzione/atto tra comune e cittadino.

c) Nei casi di demolizione e successiva ricostruzione detta distanza può rimanere pari a quella preesistente solo nel caso in cui il nuovo edificio sia contenuto nella sagoma plano-altimetrica di quello originario; diversamente, per le porzioni eccedenti la citata sagoma preesistente si applica la casistica relativa alle nuove costruzioni.

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ART. 8 DESTINAZIONI D’USO (CFR FILE COMPARATO)

23 Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. Art. 5 Art.8 art.8 1. La definizione di destinazione d’uso è contenuta 1. Costituisce destinazione d’uso di un’area o di un 1. Costituisce destinazione d’uso di un’area o di un nell’art. 8 dell’elaborato “NOR1”. edificio la destinazione, o il complesso delle stesse, edificio la destinazione, o il complesso delle stesse, ammesse dagli elaborati del P.G.T. per l’area o per ammesse dagli elaborati del P.G.T. per l’area o per l’edificio; sono altresì ammesse, per i soli edifici che l’edificio; sono altresì ammesse, per i soli edifici che hanno ottenuto il provvedimento definitivo di condono hanno ottenuto il provvedimento definitivo di condono edilizio, le destinazioni principali e compatibili indicate edilizio, le destinazioni principali complementari e nel provvedimento di sanatoria. compatibili indicate nel provvedimento di sanatoria; ove E’ principale la destinazione d’uso qualificante; è tali destinazioni siano difformi da quelle ammesse dal complementare od accessoria o compatibile qualsiasi PGT per l'Ambito in cui è localizzato l'edificio, sono ulteriore destinazione d’uso che integri o renda possibile comunque ammesse fino alla dimensione prevista per la destinazione d’uso principale o sia prevista dal P.G.T. ciascuna di esse dal provvedimento di condono e/o dai a titolo di pertinenza. sui allegati tecnici. Le destinazioni principali, complementari, accessorie o Le destinazioni principali, complementari, accessorie o compatibili, come sopra definite, possono coesistere compatibili, come definite ai successivi punti 9.1 e 9.2, senza limitazioni percentuali ed è sempre ammesso il possono coesistere senza limitazioni percentuali ed è passaggio dall’una all’altra, nel rispetto del presente sempre ammesso il passaggio dall’una all’altra, nel articolo. Sono fatte comunque salve le prescrizioni rispetto del presente articolo, e per quanto concerne le contenute nello “Studio Programmatico delle Attività di destinazioni complementari esclusivamente mantenendo Somministrazione di Alimenti e Bevande” e nella la presenza della destinazione principale. Sono fatte “Componente Commerciale”. comunque salve le prescrizioni contenute nello “Studio Programmatico delle Attività di Somministrazione di Alimenti e Bevande” e nella “Componente Commerciale”. 2. I mutamenti di destinazione d’uso, conformi alle 2 invariato previsioni urbanistiche comunali, connessi alla realizzazione di opere edilizie, non mutano la qualificazione dell’intervento e sono ammessi anche nell’ambito di piani attuativi in corso di esecuzione.

3. Al fine di verificare la sussistenza di un mutamento di 3 invariato destinazione d’uso si specifica che la destinazione d'uso di riferimento degli immobili e delle unità immobiliari esistenti è quella indicata nel titolo abilitativo originario e, in mancanza di tale indicazione, vale la destinazione della classificazione catastale attribuita in sede di primo accatastamento.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue art.8) 4. I mutamenti di destinazione d’uso di immobili non 4 invariato comportanti la realizzazione di opere edilizie, purché conformi alle previsioni del presente P.G.T. ed alla normativa igienico-sanitaria, sono soggetti esclusivamente a preventiva comunicazione dell’interessato al comune e al rispetto della dotazione di parcheggi di cui all’art. 9 delle presenti norme.

5. Qualora la destinazione d’uso sia comunque 5 invariato modificata nei dieci anni successivi all’ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinata con riferimento al momento dell’intervenuta variazione.

6. I mutamenti di destinazione d’uso ammissibili, attuati 6 invariato con opere edilizie, ancorché eseguiti nei dieci anni successivi all’ultimazione lavori, sono subordinati al reperimento (garantito tramite un atto unilaterale d’obbligo) o alla monetizzazione delle aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale aggiuntive dovute in relazione alla nuova destinazione rispetto alla dotazione già attribuita dalla precedente destinazione.

7. La quantità delle aree per servizi e attrezzature 7 invariato pubbliche e di interesse pubblico o generale, da utilizzare nelle verifiche suindicate, è così stabilita: 7.1. mq 18,00 ogni mq 50,00 di Sul, per le destinazioni d'uso residenziali; 7.2. mq 1,00 ogni mq 5,00 di Sul, per le destinazioni d'uso produttive; 7.3. mq 1,00 ogni mq 1,00 di Sul, per le destinazioni d'uso commerciali e terziarie.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue art.8) 8. I mutamenti di destinazione d’uso degli Ambiti 8 invariato Produttivi sono subordinati all’effettuazione di indagini ai sensi del Titolo V, parte quarta, del D.Lgs. 152/’06. Al fini dell’individuazione delle aree assoggettate a tale obbligo si deve far riferimento alla tav. “All. B: Carta dei Vincoli” della componente geologica, idrogeologica e sismica redatta ai sensi dell'art. 57, comma 1, lett. b), della LR 12/’05. Al medesimo obbligo sono assoggettate anche le aree su cui insistono le attività florovivaistiche, salvo che dimostrino di non aver stoccato/utilizzato sostanze pericolose, quali antiparassitari, diserbanti, combustibili liquidi per il riscaldamento serre, ecc…

2. Per la determinazione delle funzioni ammissibili negli 9. Per la determinazione delle funzioni ammissibili nelle 9 Per la determinazione delle funzioni ammissibili nelle Ambiti di Trasformazione sono di seguito individuate le aree e negli immobili sono di seguito individuate le aree e negli immobili sono di seguito individuate le destinazioni d’uso principali: destinazioni d’uso principali: destinazioni d’uso principali: A. Funzione residenziale; A. Funzione residenziale; A. Funzione residenziale; B. Funzione ricettivo-alberghiere; B. Funzioni terziarie, direzionali e commerciali; B. Funzioni ricettivo alberghiere C. Funzione terziaria, direzionale e ricettiva; C. Funzioni produttive; C. Funzioni terziarie, direzionali e commerciali; D. Funzioni produttive. D. Funzione agricola; D. Funzioni produttive; E. Infrastrutture e attrezzature della mobilità. E. Funzione agricola; F. Infrastrutture e attrezzature della mobilità.

A ciascuna destinazione d’uso principale vengono A ciascuna destinazione d’uso principale vengono 9. invariato associate le destinazioni d’uso: associate le destinazioni d’uso: 2.1. complementari, che costituiscono parte integrante 9.1. complementari, che costituiscono parte integrante di quella principale, in quanto dipendono da quest’ultima di quella principale, in quanto dipendono da quest’ultima per il loro esercizio e per la determinazione della per il loro esercizio e per la determinazione della dotazione degli standard urbanistici (salvo i casi dotazione degli standard urbanistici (salvo i casi diversamente sopra specificati); diversamente sopra specificati); 2.2. compatibili, che assicurano un organico e ordinato 9.2. compatibili, che assicurano un organico e ordinato uso del territorio, in quanto autonomi dalla destinazione uso del territorio, in quanto autonomi dalla destinazione principale per il loro esercizio e per la determinazione principale per il loro esercizio e per la determinazione della dotazione degli standard urbanistici. della dotazione degli standard urbanistici. Le destinazioni d'uso principali, Le destinazioni d'uso principali, complementari/compatibili e non ammissibili sono complementari/compatibili e non ammissibili sono stabilite mediante il seguente l’elenco, che non ha stabilite mediante il seguente l’elenco, che non ha comunque valore esaustivo: comunque valore esaustivo:

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue art.8) A. Destinazione principale: residenziale A. Destinazione principale: residenziale A. Destinazione principale: residenziale Residenza. Residenza. Residenza. Abitazioni permanenti e temporanee. Abitazioni permanenti e temporanee. Abitazioni permanenti e temporanee. Collegi, convitti, case per studenti e pensionati. Collegi, convitti, case per studenti e pensionati. Collegi, convitti, case per studenti e pensionati. Destinazioni complementari/compatibili Destinazioni complementari/compatibili Destinazioni complementari Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al Attività ricettive. Affittacamere, Studi professionali, uffici e laboratori commercio, nonché attività di somministrazione alimenti Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al artigianali, integrativi dell'abitazione, comunque escluse e/o bevande fino a mq 150 di Sv. commercio, nonché attività di somministrazione alimenti le attività di seguito indicate come non compatibili. Botteghe artistiche ed artigiane. e/o bevande fino a mq 150 di Sv. Destinazioni compatibili Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed Botteghe artistiche ed artigiane. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al assicurativi, banche, studi professionali. Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed commercio, nonché attività di somministrazione alimenti Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. assicurativi, banche, studi professionali. e/o bevande fino a mq 150 di Sv. Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. Botteghe artistiche ed artigiane. formazione e di istruzione. Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed Artigianato produttivo (escluso attività insalubri di prima formazione e di istruzione. assicurativi, banche, studi professionali. classe e officine per riparazione veicoli) e di servizio ai Artigianato produttivo (escluso attività insalubri di prima Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. centri urbani, non nocivo, non molesto e non rumoroso, classe e officine per riparazione veicoli) e di servizio ai Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di con Sul fino a mq 150, compresi gli accessori, centri urbani, non nocivo, non molesto e non rumoroso, formazione e di istruzione. limitatamente al piano terra. con Sul fino a mq 150, compresi gli accessori, Artigianato produttivo (escluso attività insalubri di prima Destinazioni non ammissibili limitatamente al piano terra. classe e officine per riparazione veicoli) e di servizio ai Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Destinazioni non ammissibili centri urbani, non nocivo, non molesto e non rumoroso, complementari/compatibili di cui ai successivi punti B, C Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni con Sul fino a mq 150, compresi gli accessori, e D salvo quelle già contemplate al presente punto A. complementari/compatibili di cui ai successivi punti B, C, limitatamente al piano terra. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e D, E salvo quelle già contemplate al presente punto A. Destinazioni non ammissibili per la radiotelevisione. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Medie strutture di vendita. per la radiotelevisione. complementari/compatibili di cui ai successivi punti B, C Attività agricole. D, E, F salvo quelle già contemplate al presente punto A. Stazioni di servizio e distributori di carburanti per o citate come ammissibili dalle norme di ambito. autotrazione. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione. Medie strutture di vendita. Attività agricole. Stazioni di servizio e distributori di carburanti per autotrazione.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue Art.8) B. Destinazione principale: ricettivo-alberghiera B. Destinazione principale: ricettivo-alberghiera Attività ricettivo-alberghiere. Attività ricettivo-alberghiere. Attività agroturistica. Attività agrituristica, esclusivamente se collegata a Destinazioni complementari/compatibili un'azienda agricola in attività, secondo la normativa di Esercizi per la somministrazione di alimenti e/o bevande settore. fino a mq 150 di Sul. Destinazioni complementari Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al Residenza di custodia max 150 mq slp per ogni commercio fino a mq 150 di Sv, nonché medie strutture dipendente o comproprietario. di vendita. Esercizi per la somministrazione di alimenti e/o bevande Botteghe artistiche ed artigiane. fino a mq 150 di Sul. Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al assicurativi, banche, studi professionali. commercio fino a mq 150 di Sv. Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. Uffici amministrativi delle strutture ricettive Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di Attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo formazione e di istruzione. e simili. Attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo Destinazioni compatibili e simili. Botteghe artistiche ed artigiane. Destinazioni non ammissibili Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni assicurativi, banche, studi professionali. complementari/compatibili di cui agli altri punti A, C e D Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di B. formazione e di istruzione. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e Attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo per la radiotelevisione. e simili. Medie strutture di vendita. Destinazioni non ammissibili Attività agricole. Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Stazioni di servizio e distributori di carburanti per complementari/compatibili di cui agli altri punti A, C, D E autotrazione. ed F ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto B. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione. Medie strutture di vendita. Attività agricole. Stazioni di servizio e distributori di carburanti per autotrazione.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue art.8) C. Destinazione principale: terziaria, direzionale e B. Destinazione principale: terziaria, direzionale e C. Destinazione principale: terziaria, direzionale e ricettiva commerciale commerciale Attività ricettiva e terziaria in sintonia con le attività Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed Uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed istituzionali del Consorzio Villa Greppi. assicurativi, banche, studi professionali. assicurativi, banche, studi professionali. Destinazioni non ammissibili Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. Sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili. Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di Laboratori tecnico-scientifici, sanitari, di ricerca, di complementari/compatibili di cui agli altri punti A, C e D formazione e di istruzione. formazione e di istruzione. ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto Attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo Attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo C. e simili. e simili. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e Attività ricettive. Esercizi per la somministrazione di alimenti e/o bevande per la radiotelevisione. Esercizi per la somministrazione di alimenti e/o bevande fino a mq 500 di Sul. Medie strutture di vendita. fino a mq 500 di Sul. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al Attività agricole. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al commercio fino a mq 150 di Sv, nonché medie strutture Stazioni di servizio e distributori di carburanti per commercio fino a mq 150 di Sv, nonché medie strutture di vendita. autotrazione. di vendita. Botteghe artistiche ed artigiane. Botteghe artistiche ed artigiane. Destinazioni complementari Destinazioni complementari/compatibili Magazzini e depositi al coperto o all’aperto. Magazzini e depositi al coperto o all’aperto. Destinazioni compatibili Distribuzione all'ingrosso delle merci e simili. Distribuzione all'ingrosso delle merci e simili. Destinazioni non ammissibili Destinazioni non ammissibili Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, C, D, complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, D, E ad eccezione di quelle già contemplate al presente E ed F ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto B. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia punto B. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione. cellulare e per la radiotelevisione. Attività agricole.

D. Destinazione principale: produttiva D. Destinazione principale: produttiva D Destinazione Principale: produttiva Industria e artigianato. Industria e artigianato. Industria e artigianato. Magazzini e depositi al coperto o all’aperto. Magazzini e depositi al coperto o all’aperto. Magazzini e depositi al coperto o all’aperto. Attività di spedizioniere. Attività di spedizioniere. Attività di spedizioniere. Depositi automezzi di trasporto merci e passeggeri. Depositi automezzi di trasporto merci e passeggeri. Depositi automezzi di trasporto merci e passeggeri. Destinazioni complementari/compatibili Destinazioni complementari/compatibili Destinazioni complementari Distribuzione all'ingrosso delle merci e simili. Uffici funzionali alle attività di cui alla destinazione Uffici funzionali alle attività di cui alla destinazione Uffici funzionali alle attività di cui alla destinazione principale. principale. principale. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al Spacci aziendali fino a mq 250 di Sv. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al commercio fino a mq 150 di Sv. Destinazioni Compatibili commercio fino a mq 150 di Sv. Spacci aziendali fino a mq 250 di Sv. Esercizi commerciali di vicinato ed equiparati al Spacci aziendali fino a mq 250 di Sv. Destinazioni non ammissibili commercio fino a mq 150 di Sv. Destinazioni non ammissibili Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Distribuzione all'ingrosso delle merci e simili. Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, D, Destinazioni non ammissibili complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B e C E ad eccezione di quelle già contemplate al presente Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto punto C. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C D. cellulare e per la radiotelevisione. E ed F ad eccezione di quelle già contemplate al presente Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e punto D. per la radiotelevisione. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e

29 Medie strutture di vendita. per la radiotelevisione. Attività agricole. Medie strutture di vendita. Stazioni di servizio e distributori di carburanti per Attività agricole. autotrazione. Stazioni di servizio e distributori di carburanti per autotrazione.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue Art.8) E. Destinazione principale: agricola E. Destinazione principale: agricola Abitazioni per gli agricoltori e/o per i salariati agricoli di Abitazioni per gli agricoltori e/o per i salariati agricoli di cui sia dimostrata la necessità di insediamento in cui sia dimostrata la necessità di insediamento in azienda. azienda. Allevamenti zootecnici, compresi quelli per animali Allevamenti zootecnici, compresi quelli per animali domestici in genere, precisando che per gli allevamenti domestici in genere, precisando che per gli allevamenti di bovini, equini, avicoli o cunicoli si deve disporre, per di bovini, equini, ovini, avicoli o cunicoli si deve disporre, l'attività di allevamento, di almeno un ettaro di terreno per l'attività di allevamento, di almeno un ettaro di compreso nel “sistema rurale comunale” per ogni q.li 40 terreno compreso nel “sistema rurale comunale” per ogni di peso vivo di bestiame. q.li 40 di peso vivo di bestiame, e che devono essere Ricovero attrezzi e macchinari agricoli. comunque rispettate dagli edifici destinati ad altre Prima trasformazione, manipolazione e conservazione attività le distanze minime previste dalla normativa direttamente effettuata dalle aziende insediate per i igienico sanitaria, vale a dire 100 m per gli allevamenti a propri prodotti agricoli. carattere professionale e 50 m per gli allevamenti Serre mobili e fisse per colture orticole e florovivaistiche. hobbystici e per autoconsumo. Attività agrituristiche e di ristorazione esclusivamente Ricovero attrezzi e macchinari agricoli. connessa all’attività agroturistica. Prima trasformazione, manipolazione e conservazione Destinazioni non ammissibili direttamente effettuata dalle aziende insediate per i Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni propri prodotti agricoli. complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, Serre mobili e fisse per colture orticole e florovivaistiche. E ad eccezione di quelle già contemplate al presente Attività agrituristiche e di ristorazione esclusivamente punto D. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia connessa all’attività.agricola. cellulare e per la radiotelevisione. Destinazioni non ammissibili In particolare sono escluse: Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Tutte le attività non attinenti all'agricoltura, compresi i complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, depositi di materiale non agricolo di qualsiasi natura D ed F ad eccezione di quelle già contemplate al anche a carattere provvisorio. presente punto E. Impianti per le telecomunicazioni a Cave di sabbia, di ghiaia, di argilla; alle cave esistenti tecnologia cellulare e per la radiotelevisione. non potranno essere date ulteriori concessioni di In particolare sono escluse: ampliamento; le cave abbandonate dovranno essere Tutte le attività non attinenti all'agricoltura, compresi i sistemate in base a modalità da concordare con le depositi di materiale non agricolo di qualsiasi natura singole Amministrazioni Comunali; anche a carattere provvisorio. impianti per allevamento di suini, animali da pelliccia e Cave di sabbia, di ghiaia, di argilla; alle cave esistenti pollame. non potranno essere date ulteriori concessioni di Uffici, residenze stabili e stagionali e attività ampliamento; le cave abbandonate dovranno essere produttive/commerciali non strettamente legati sistemate in base a modalità da concordare con le all'attività agricola, nonché alberghi in genere. singole Amministrazioni Comunali; impianti per allevamento di suini, animali da pelliccia e pollame. Uffici, residenze stabili e stagionali e attività produttive/commerciali non strettamente legati all'attività agricola, nonché alberghi in genere.

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Destinazioni d'Uso Documento di Piano Vigente Destinazioni d'Uso Piano delle Regole Vigente Destinazioni d'uso variate e unificate. (segue Art. 5) (segue Art.8) (segue Art.8) F. Destinazione principale: infrastrutture e F. Destinazione principale: infrastrutture e attrezzature della mobilità attrezzature della mobilità Stazioni di servizio. Stazioni di servizio. Distributori di carburanti per autotrazione. Distributori di carburanti per autotrazione. Autolavaggi. Autolavaggi. Destinazioni complementari/compatibili: Destinazioni complementari Artigianato produttivo (escluso attività insalubri di prima Artigianato produttivo (escluso attività insalubri di prima classe) e di servizio all’attività principale, non nocivo e classe) e di servizio all’attività principale, non nocivo e non molesto, con Sul fino a mq 250, compresi gli non molesto, con Sul fino a mq 250, compresi gli accessori. accessori. Esercizi commerciali ed equiparati al commercio, nonché Esercizi commerciali ed equiparati al commercio, nonché attività di somministrazione alimenti e/o bevande fino a attività di somministrazione alimenti e/o bevande fino a mq 250 di Sv. mq 250 di Sv. Destinazioni non ammissibili: Destinazioni non ammissibili: Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni Tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, D ad eccezione di quelle già contemplate al presente D ed E ad eccezione di quelle già contemplate al punto E. Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia presente punto F. Impianti per le telecomunicazioni a cellulare e per la radiotelevisione. tecnologia cellulare e per la radiotelevisione.

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ART. 9 PARCHEGGI

1. In ogni intervento di nuova costruzione, ampliamento e cambio di destinazione d’uso devono essere riservati, per ciascuna destinazione d'uso, appositi spazi per i parcheggi privati nelle seguenti quantità minime articolato per zona: 1.1. residenza: 1 mq per ogni 10 mc di costruzione con un minimo di 12 posto auto per alloggio; 1.2. commercio: 100% della Sul; 1.3. uffici e attrezzature ricettive/alberghiere: 80% della Sul; 1.4. industria e artigianato: 20% della Sul con un minimo di 3 posti auto per unità produttiva.

2. Per tutti gli interventi soggetti a piano attuativo o permesso di costruire convenzionato di cui al precedente art. 5, a eccezione di quelli interni ai Nuclei di Antica Formazione, salvo la facoltà discrezionale per l'Amministrazione di consentirne la monetizzazione, sentita la Polizia Locale, una quota aggiuntiva alle suddette quantità deve essere prevista ed attrezzata all’esterno delle recinzioni o di eventuali delimitazioni della proprietà, pari ad un numero intero di posti auto pubblici privati arrotondato per eccesso, con un minimo di n.1 posto auto, nelle seguenti misure: 2.1. residenza: 1 posto auto per alloggio; 2.2. commercio: 50% della superficie di cui al precedente punto 1.2; 2.3. uffici e attrezzature ricettive/alberghiere: 50% della superficie di cui al precedente punto 1.3; 2.4. industria e artigianato: 50% della superficie di cui al precedente punto 1.4.

3. Nei casi di interventi sul patrimonio edilizio esistente comportanti la realizzazione di un maggior numero di unità immobiliari rispetto a quelle originarie, anche a seguito di cambio di destinazione d'uso, devono essere reperiti 2 1 posto auto privato per ogni unità immobiliare in più, uno dei quali esterno alla recinzione anche nelle immediate vicinanze. Per gli interventi di cambio di destinazione d'uso verso la destinazione commerciale deve essere previsto un parcheggio privato di carico e scarico per gli esercizi di vicinato, ad eccezione dei nuclei di antica formazione, e il 100% della superficie di vendita per le medie strutture di vendita. Per i cambi di destinazione a ricettivo deve essere previsto un posto auto per ogni camera, ad eccezione dei nuclei di antica formazione.

4. Il posto auto da reperire all’esterno della recinzione deve avere una dimensione minima di mt 2,50 x mt 5,15; esso non deve essere localizzato su spazi generalmente

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riservati al transito veicolare e pedonale quali, ad esempio, le aree antistanti i cancelli carrai o pedonali.

5. Possono essere concesse deroghe sulla dotazione minima esterna solo in caso di comprovata impossibilità di reperimento delle superfici necessarie e quando, ad insindacabile giudizio della Polizia Locale di Monticello B.za, sia attestata la pericolosità del parcheggio previsto in progetto ai fini della viabilità.

6. Sono fatte salve le prescrizioni dello “Studio Programmatico delle Attività di Somministrazione di Alimenti e Bevande”, nonché quelle derivanti da eventuali altri regolamenti in materia.

7. Gli interventi di recupero ai fini abitativi dei sottotetti, se volti alla realizzazione di nuove unità immobiliari, sono subordinati all’obbligo di reperimento di spazi per parcheggi pertinenziali nella misura minima di 2 1 ogni nuovo alloggio, di cui almeno 1 esterno alla recinzione. Il rapporto di pertinenza, garantito da un atto da trascriversi nei registri immobiliari, è impegnativo per sé per i propri successori o aventi causa a qualsiasi titolo. Qualora sia dimostrata l’impossibilità, per mancata disponibilità di spazi idonei, ad assolvere tale obbligo, gli interventi sono consentiti previo versamento al comune di una somma pari al costo base di costruzione per metro quadrato di spazio per parcheggi da reperire.

ART. 10 RECINZIONI

1. In tutto il territorio comunale sono ammesse le recinzioni, che devono avere le caratteristiche indicate specificamente nel Regolamento Edilizio, fatto salvo quanto indicato dall'art. 29.

2. Dette recinzioni devono viceversa avere caratteristiche differenti da quelle indicate nel citato Regolamento laddove esplicitamente indicato nella normativa concernente gli Ambiti del territorio comunale riportata al successivo Titolo III.

3. La medesima normativa detta anche i casi in cui non è ammessa la realizzazione delle recinzioni.

4. Le recinzioni da realizzare lungo le sedi viarie, a prescindere dal confine di proprietà, non devono oltrepassare la “linea di limite della sede stradale finita” come definita all’art. 7.3, paragrafo b) della sezione Ds. Nel caso

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5. Nel caso di recinzioni costituite da siepi, le distanze fissate dal codice civile e dal codice della strada devono intendersi dalla “linea di limite della sede stradale finita” come definita all’art. 7.3, paragrafo b) della sezione Ds, e non dal limite di proprietà. 6. eventuali sistemazioni viabilistiche che interesseranno strade classificate come strade urbane di quartiere E2 e strade extraurbane secondarie C di proprietà dell'Amministrazione Provinciale ed i relativi accessi dovranno essere preventivamente verificati con il Settore Viabilità e Grandi Infrastrutture della Provincia di ;

ART. 11 TUTELA E SVILUPPO DEL VERDE

1. Nel territorio comunale, con particolare riguardo alle zone residenziali e d'uso pubblico, deve essere curato in modo speciale il verde.

2. L'abbattimento di piante esistenti è di norma vietato; esso è consentito solo nei casi giustificati da comprovate ragioni di carattere ecologico o di pericolo, previa autorizzazione comunale. Ogni pianta abbattuta deve essere sostituita da altre in misura variabile da 1 a 3 secondo le varie specie.

3. I progetti riguardanti gli interventi di nuova realizzazione o di demolizione e successiva ricostruzione devono contenere una planimetria in cui sono riportati, oltre alla sistemazione esterna di tutta l'area (pavimentazioni, recinzioni, arredi, ecc..), anche gli alberi e gli arbusti esistenti, precisando la loro denominazione.

4. Sulle aree ove sono previsti gli interventi di nuova realizzazione o di demolizione e successiva ricostruzione dovranno essere posti a dimora, all'atto della costruzione, nuovi alberi di alto fusto nella misura di 1 pianta ogni 200 mq di superficie fondiaria (Sf) o di superficie territoriale (St), oltre ad essenze arbustacee nella misura di 3 gruppi ogni 200 mq di superficie fondiaria.

5. Le piante di alto fusto messe a dimora, ancorché in sostituzione di quelle esistenti, non devono essere di altezza inferiore a mt 4 o a cm 18/20 di circonferenza, misurata a mt 1.00 dalla base del tronco. Esse devono essere scelte tra quelle di cui all’elenco contenuto nel paragrafo 5.4.2 della VAS e nell’art. 23.3.5 delle presenti norme.

6. La realizzazione delle aree verdi come sopra specificato deve avvenire contemporaneamente alle opere edili e fanno parte del titolo abilitativo a tutti gli effetti.

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ART. 12 RISPARMIO ENERGETICO, SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE NEGLI INTERVENTI, PREVENZIONE DELL'INQUINAMENTO LUMINOSO E ADEGUAMENTO ALL'ART. 66 DEL PTCP PROVINCIALE

1. Tutti gli interventi oggetto della presente normativa dovranno tendere al maggior grado di sostenibilità ambientale possibile, ponendo particolare attenzione, per quanto concerne le costruzioni, all’utilizzo di sistemi di contenimento e risparmio energetico. A tale scopo ogni progetto di ristrutturazione o di nuova costruzione, nonché di pianificazione attuativa preventiva, oltre alla documentazione prevista dalla normativa nazionale e regionale, deve contenere una relazione completa di adeguata documentazione attestante le caratteristiche di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale dei sistemi adottati. In particolare tale relazione dovrà essere adeguata ai contenuti inerenti il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale degli interventi edilizi delle “Linee guida per la promozione dello sviluppo sostenibile negli strumenti di governo del territorio e nei regolamenti edilizi” allegate al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecco, fino all'adeguamento del regolamento edilizio comunale alle stesse linee guida, come previsto dall'art. 66 delle norme dello stesso Piano Territoriale di Coordinamento provinciale. 2. In ogni caso, tutti gli edifici risultanti da interventi di nuova costruzione, nonché di demolizione e successiva ricostruzione, ancorché parziale, devono appartenere ad una classe energetica non inferiore alla “B”.

3. Nelle nuove costruzioni e nelle demolizioni e ricostruzioni deve trovare integrale applicazione quanto previsto dall’Appendice G della D.G.R. 29/03/’06, n. 8/2244 in particolare per la riduzione delle portate meteoriche convogliate in pubblica fognatura, con particolare riferimento alla separazione delle acque bianche e nere, e al recupero delle prime per l'irrigazione dei giardini. Nelle aree indicate dallo studio geologico allegato al PGT o da altri studi geotecnici come non idonee allo smaltimento nel suolo delle acque piovane per ridotta capacità di assorbimento, dovranno essere previste vasche volano per il rilascio differito in caso di eventi meteorici importanti, dimensionate attraverso uno studio specifico. In ogni caso i piani attuativi e i permessi di costruire convenzionati relativi agli ambiti di trasformazione nonchè tutti gli interventi edilizi che comportino modifiche estensioni e nuovi allacciamenti alla rete di smaltimento dei reflui devono essere sottoposti a parere preventivo del gestore della

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rete idrica e del servizio di depurazione prima della loro approvazione definitiva. Gli interventi previsti sugli immobili esistenti in aree prive di allacciamento alla rete fognaria devono garantire preliminarmente l'allacciamento alla rete stesso o in alternativa nei casi ammessi dalla normativa, sistemi di depurazione e smaltimento autonomi.

4. Su tutto il territorio comunale non è ammessa la localizzazione di insediamenti residenziali produttivi e terziario-commerciali in prossimità di allevamenti di animali; la distanza minima da osservare è pari a 50 m per allevamenti a carattere hobbystico e familiare, pari a 100 m per allevamenti a carattere professionale, con distanze superiori da valutare secondo il tipo di allevamento e secondo quanto prescritto dal D.D.G. 20109/1995, con particolare riferimento a quanto indicato in premessa al punto 3 indicazioni operative dello stesso decreto. Tale prescrizione è da verificare preliminarmente sia al rilascio di titoli abilitativi o equivalente procedure asseverate per nuovi fabbricati, per gli interventi di cambio di destinazione d'uso, sia all'autorizzazione di nuovi allevamenti. A questo scopo l'UT aggiorna annualmente l'elenco degli allevamenti autorizzati sul territorio, consultando anche i comuni contermini per quanto concerne gli allevamenti autorizzati entro le distanze suddette dal confine comunale.

5. il Comune di applica le istruzioni relative alla prevenzione dell'inquinamento luminoso contenute nelle "Linee guida per la promozione dello sviluppo sostenibile negli strumenti di governo del territorio e nei regolamenti edilizi” allegate al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nonché la normativa nazionale e regionale relativa. I progetti che prevedano nuovi impianti di illuminazione esterna pubblica o privata indicano le valutazioni effettuate e i provvedimenti adottati in forma espressa nella relazione illustrativa di progetto e, ove necessario, negli elaborati grafici allegati.

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TITOLO III – AMBITI TERRITORIALI

ART. 13 GLI AMBITI TERRITORIALI

1. Il territorio comunale, come peraltro riportato sulle tavole del Piano delle Regole, è suddiviso nei seguenti “Ambiti”: 1.1. Ambiti del tessuto urbanizzato ed edificato su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in esso le aree libere intercluse e di completamento, nonché i nuclei di antica formazione, e più precisamente  Nuclei di antica formazione;  Ambiti residenziali intensivi;  Ambiti residenziali estensivi;  Ambiti con presenza di edifici con diversa destinazione;  Ambiti di valore paesaggistico e/o storico e/o monumentale e/o ambientale;  Ambiti produttivi intensivi e commerciali all’ingrosso;  Ambiti produttivi sparsi;  Ambiti con presenza di distributori di carburanti;  Ambiti commerciali al dettaglio, terziari e con presenza di edifici per somministrazione cibi e bevande. 1.2. Ambiti del sistema rurale, distinguendo quelle destinate all’agricoltura da quelle naturalistiche, di valore paesaggistico ambientale e non soggette a trasformazione urbanistica, e più precisamente:  Ambiti destinati all’agricoltura;  Ambiti boschivi e boscati;  Ambiti a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale;  Ambiti con presenza di edifici non più destinati all’agricoltura e aree di stretta pertinenza. 1.3. Aree assoggettate a vincoli sovraordinati, quali quelle monumentali, ambientali, derivanti dalla componente geologica, idrogeologica e sismica, ecc…, e più precisamente:  Immobili vincolati come “Beni culturali” ai sensi della Parte II del D.Lgs. 42/’04;  Edifici di valore storico e/o paesaggistico;  Tratti stradali dove eventuali insediamenti sono da considerare in contrasto

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con gli interessi paesaggistici – da PTCP e da P.G.T.;  Fascia di rispetto stradale;  Fascia di rispetto cimiteriale;  Fascia di rispetto rete elettrica nazionale (132 KV e 380 KV);  Fascia di rispetto e zona di tutela assoluta pozzi d’acqua potabile;  Fascia di rispetto fluviale;  Corso d’acqua del reticolo idrico minore;  Impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione e relativa area di pertinenza.

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CAPITOLO I - AMBITI DEL SISTEMA URBANIZZATO ED EDIFICATO

Di seguito si riporta la normativa per gli interventi da effettuare nei vari Ambiti del sistema urbanizzato ed edificato, suddivisa per articoli corrispondenti al tessuto urbano trattato; la medesima normativa vale anche per le aree ricomprese nel perimetro del parco de “La Valletta”.

ART. 14 NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE

1. Questi Ambiti comprendono le parti di territorio che hanno conservato nel tempo la struttura dell’insediamento originario e che presentano valenze morfologiche, tipologiche ed ambientali meritevoli di essere salvaguardate. Sul territorio comunale si riconoscono il centro storico di Monticello e i nuclei di Cortenuova, Torrevilla, Casirago, Casatevecchio, Prebone e Sorino, così come perimetrati nelle tavole di P.G.T.

2. Detti perimetri sono stati definiti attraverso una puntuale analisi del patrimonio edilizio esistente, riportata negli elaborati QC 13, QC 14, QC 15, QC 16, QC 17, QC 18 e QC 19 del Documento di Piano. Tale analisi è stata condotta anche attraverso l’esame dei 4 Piani Particolareggiati che costituivano parte della strumentazione urbanistica generale pre-vigente.

3. Sono stato esclusi dal perimetro dei NAF alcuni fabbricati confinanti con tali comparti ma “regolati” separatamente in quanto classificabili in categorie maggiormente appropriate: è il caso di edifici destinati a Servizi e, come tali, rientranti nel Piano dei Servizi, o ricompresi negli Ambiti di Trasformazione del Documento di Piano, o inclusi negli Ambiti di valore paesaggistico e/o storico e/o monumentale e/o ambientale del presente Piano delle Regole.

4. Sugli edifici presenti nei “vecchi nuclei” generalmente è consentito l’intervento edilizio diretto.

4.1 L’elaborato P.R. 3 individua le classi di detti edifici.

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a) VM Edifici di valore monumentale sono tali gli edifici vincolati ai sensi della II Parte del Codice dei Beni Culturali D.Lgs. 42/2004. b) VR Edifici di rilevante valore storico e architettonico hanno caratteristiche di valore per la presenza di manufatti di origine storica documentata, per le caratteristiche tipologiche e le proporzioni distintive rispetto a quelli di valore paesistico presenti nel territorio comunale, per l’applicazione di materiali e dettagli con finalità ornamentali, per lo stato di conservazione di tali dettagli, o per la memoria di eventi e personaggi storici; I progetti riguardanti detti edifici, oltre alla documentazione prevista dalla leggi e regolamenti in materia, devono contenere:  rilievo materico dello stato di fatto con la specifica di eventuali interventi in periodo diversi e l’indicazione delle eventuali sovrastrutture, comprendente piante, sezioni, alzati esterni e, quando necessari, interni;  relazione dettagliata che indichi le caratteristiche tecnologiche dei materiali esistenti e di quelli che si intendono impiegare. c) VP Edifici e rustici di valore paesaggistico e tipologico hanno caratteristiche architettoniche omogenee, che derivano dall’uso misurato dei materiali della tradizione locale e dall’essenzialità delle tecniche di costruzione; la loro presenza e la loro posizione contribuiscono in modo rilevante alla composizione dell’immagine del territorio e del centro urbano. I progetti riguardanti detti edifici, oltre alla documentazione prevista dalla leggi e regolamenti in materia, devono contenere:  rilievo materico dello stato di fatto con la specifica di eventuali interventi in periodo diversi e l’indicazione delle eventuali sovrastrutture, comprendente piante, sezioni, alzati esterni e, quando necessari, interni;  relazione dettagliata che indichi le caratteristiche tecnologiche dei materiali esistenti e di quelli che si intendono impiegare. d)VT Edifici, rustici di valore tipologico modificati edifici in cui ristrutturazioni recenti hanno compromesso i caratteri originari, ma il cui assetto generale è conforme alle tipologie storiche di origine o del contesto; è ammessa la ristrutturazione e la sostituzione edilizia, ma esclusivamente all'interno della sagoma esistente e nel rispetto della tipologia edilizia. e)VO Edifici recenti privi di valore: comprendono prevalentemente gli edifici costruiti o radicalmente trasformati dopo il 1888. f)VN Annessi e fabbricati di valore negativo, in contrasto con il luogo. Fabbricati la cui eliminazione o trasferimento mediante ristrutturazione urbanistica, per l’origine

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recente del fabbricato, la posizione, i materiali incongrui con le pertinenze storiche o le condizioni di degrado particolarmente gravi, avrebbe effetti positivi sulla pertinenza o la corte in cui si trovano.

4.2 Parti di edifici: la tabella seguente articola altresì gli interventi definiti ai sensi del art. 27 della L.R. 12/2012, fatte salve l'applicazione di definizioni diverse per la categoria restauro e risanamento conservativo per le categorie VM e VR espressi dalla Commissione per il Paesaggio o dalla Soprintendenza BBAA in sede di espressione dei pareri di competenza. secondo le parti del fabbricato interessate, al fine di garantire la tutela degli elementi e delle caratteristiche visuali il cui valore è riconosciuto, e la flessibilità negli interventi sulle parti del fabbricato prive di valori specifici e di rilevanza percettiva. Tale articolazione distingue le quattro parti dei fabbricati di seguito elencate:

a) Fronti esterni comprende le fronti con i relativi risvolti e raccordi prospettanti su spazio pubblico o in continuità visiva con esso; androni costituenti dilatazioni spaziali della scena urbana ed elementi di collegamento con spazi di cortile e di giardino privato. b) Fronti interni comprendono le fronti interne degli edifici; nonché i risvolti, e i raccordi non prospettanti sullo spazio pubblico. c) Copertura e sottotetto, costituita da tutti gli elementi di sommità dell’edificio coperture (orditura, falde, terrazze, tetti piani, abbaini, sistemi di camini e altri elementi accessori e volumi tecnici), comprende anche gli eventuali spazi delimitati dall'estradosso dell'ultimo soletta piana, e dalla copertura a falde soprastante.  d) Interno degli edifici comprende gli ambienti delimitati dalle fronti interne ed esterne degli edifici e dall’estradosso dell’ultima soletta orizzontale.

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Tab. art.14

VR Edifici di rilevante valore storico storico valore VR Edifici di rilevante VM Edifici di valore monumentale VM Edifici di valore e architettonico VP Edifici di valore paesaggistico e tipologico VT Edifici di valore tipologico urbano con il tessuto NA Annessi e fabbricati in contrasto e NA Annessi VO Edifici privi di valore VO Edifici privi Categorie di intervento generali per parti di edificio Fronti esterni ** RC* RC RC RE RU xRU Fronti interni ** RC* RC RC RE RU xRU Copertura e sottotetto ** RC* RC RC RE RU xRU Interno degli edifici RC* RC RE RE RU xRU RC= Restauro e risanamento conservativo RE= Ristrutturazione Edilizia RU= Ristrutturazione Urbanistica xRU= Ristrutturazione urbanistica unico intervento ammissibile oltre la manutenzione ordinaria

* gli interventi ammissibili in tabella sono indicativi, qualsiasi intervento, anche in deroga a quelli indicati è subordinato al parere della Soprintendenza competente ai sensi del D.lgs. 42/2004. ** le modifiche alle parti esterne degli edifici sono sottoposte al parere degli organi preposti alla tutela dei vincoli ambientali e paesaggistici per gli ambiti di rilevante interesse pubblico ai sensi della parte III del D.lgs. 42/2004.

4.3 Relativamente alle parti di edificio come indicate in tabella si specifica che: - gli interventi di restauro conservativo sulle facciate dei fabbricati possono comprendere la realizzazione di nuove aperture purchè allineate verticalmente e orizzontalmente con quelle originarie, il tamponamento di aperture esistenti purchè segnalato con una falsa finestra se l'apertura eliminata è in allineamento con altre aperture esistenti. E' ammessa la realizzazione di porte finestre con veletta a ringhiera esclusivamente per il conseguimento dei rapporti aeroilluminanti di legge ed esclusivamente negli edifici con valore VP, VT, VO - Il tamponamento dei vani aperti già adibiti a portico o fienili, negli edifici classificati come

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VP per le cui facciate sono prescritti interventi di Restauro Conservativo RC, esclusivamente nei fabbricati con destinazione originaria non abitativa, è ammesso solo con arretramento minimo di m.1.50 dalla facciata e tamponamento in vetro o rivestito interamente in legno. Il tamponamento dei grigliati in mattoni è ammesso solo mediante affiancamento con muratura o finestre verso l'interno, senza alterazione del grigliato. Non è comunque ammesso il tamponamento neppure con serramenti vetrati delle logge, dei porticati, dei ballatoi e dei vani scala aperti negli edifici residenziali e di residenza agricola classificati come VM, VR o VP. - la sostituzione di coperture e solette lignee per le quali è prescritto il restauro conservativo è ammessa ove le condizioni del legname o le sue sezioni non permettano il supporto dei carichi odierni, e sempre che non siano presenti pitture ornamentali o rilievi o stucchi decorativi sulle parti in legno da rimuovere. In ogni caso coperture e solai sostituiti devono essere realizzati in struttura lignea con eventuale cordolo e/o getto superiore di consolidamento ove necessario per esigenze statiche e antisismiche. - Per le coperture a falda soggette a interventi di restauro conservativo sono ammessi solo i lucernari sul piano di falda esistente senza abbaini o terrazze a tasca. Sono ammesse aperture vetrate nel timpano dei tetti a falda, e comunque esse sono escluse negli edifici classificati come VM e VR. - la realizzazione di autorimesse a piano terra è ammessa solo con aperture ad arco o con architrave lignea e portale a libro verticale o ad ante verticali, comunque rivestite in legno a doghe orizzontali. (spostato) Gli interventi di Restauro e Risanamento Conservativo comprendono il consolidamento degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dall’esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio, e il recupero degli elementi architettonici originari eventualmente nascosti o mascherati in strutture o tamponamenti successivi. (spostato) Le pertinenze non edificate, quali cortili interni, chiostrini o altro, che non abbiano una specifica destinazione d’uso fanno parte integrante dell’edificio e quindi sono soggette al medesimo restauro e risanamento conservativo ove prescritto per le parti esterne dei fabbricati.

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Classe 1ª. Rientrano in questa classe gli edifici o parte di edificio di particolare interesse su cui sono ammessi solo interventi di restauro e di risanamento conservativo, ossia quelli rivolti a conservare e recuperare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. (spostato) Tali interventi comprendono il consolidamento degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dall’esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio, e il recupero degli elementi architettonici originari eventualmente nascosti o mascherati in strutture o tamponamenti successivi. (spostato) Le pertinenze non edificate, quali cortili interni, chiostrini o altro, che non abbiano una specifica destinazione d’uso fanno parte integrante dell’edificio e quindi sono soggette al medesimo restauro e risanamento conservativo. (spostato) I progetti riguardanti detti edifici, oltre alla documentazione prevista dalla leggi e regolamenti in materia, devono contenere: a) rilievo materico dello stato di fatto con la specifica di eventuali interventi in periodo diversi e l’indicazione delle eventuali sovrastrutture, comprendente piante, sezioni, alzati esterni e, quando necessari, interni; b) relazione dettagliata che indichi le caratteristiche tecnologiche dei materiali esistenti e di quelli che si intendono impiegare. 4.1. Classe 2ª. Rientrano in questa classe gli edifici o parte di edificio privi di particolare rilevanza storica-architettonica. Si tratta infatti di fabbricati che sono stati profondamente rimaneggiati in epoca recente, e solo nel loro insieme descrivono il carattere originario del luogo. Per essi sono ammessi solo interventi di ristrutturazione edilizia senza demolizione e ricostruzione, ossia quegli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. 4.2. Classe 3ª: Ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione. Rientrano in questa classe gli edifici o parte di edificio secondari destinati ad uso accessorio o ad edilizia fortemente rimaneggiata e pressoché priva di strutture originali recuperabili. Per essi sono ammessi gli stessi interventi della classe 2ª,

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con l’aggiunta della demolizione e successiva ricostruzione.

5. La manutenzione ordinaria e straordinaria è sempre ammessa. Essa è spesso necessaria per interventi di adeguamento tecnologico e per ripristini dell’involucro dell’edificio.

6. Alcuni edifici, in considerazione della situazione di particolare interesse (non solo storico), sono assoggettati a pianificazione attuativa preventiva. Ciò affinché siano effettuati interventi mirati su una edilizia gravemente degradata e per evitare azioni scoordinate. Tuttavia, ai sensi dell’art. 27, comma 4, della L. 457/’78, in attesa di tali strumenti urbanistici attuativi, sono consentiti gli interventi previsti dall’art. 27, comma1, lett. a) b) c) e d), della L.R. 12/’05 che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse.

7. Sono inoltre assoggettati a pianificazione attuativa preventiva gli interventi previsti al precedente art. 5.2. A tal fine si stabilisce che i fabbricati e le aree ricomprese nel perimetro dei Nuclei di Antica Formazione sono da considerare “Zone di recupero del patrimonio edilizio esistente” ai sensi dell’art. 27, comma 1, della L. 457/’78.

8. I Piani di Recupero degli edifici esistenti e delle aree di pertinenza possono essere attuati anche attraverso unità minime di intervento, ai sensi dell’art. 28, comma 1, della L. 457/’78.

9. A prescindere da quanto indicato ai precedenti punti 6 e 7 del presente articolo, ai sensi del combinato disposto art. 30, comma 1, della L. 457/’78 e art. 12, comma 4, L.R. 12/’05 possono presentare un Piano di Recupero i proprietari di immobili ricadenti nei NAF rappresentanti, in base all'imponibile catastale, almeno i tre quarti del valore degli immobili interessati, risultante al momento della presentazione del Piano; detti proprietari devono costituirsi in consorzio ai sensi dell’articolo 27, comma 5, della legge 1 agosto 2002, n. 166 (Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti). In tal caso il Sindaco provvede, entro dieci giorni dalla presentazione del Piano di Recupero, ad attivare la procedura di cui all’articolo 27, comma 5, della legge n. 166 del 2002.

10. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera A e B.

11. Indici urbanistici: Relativamente agli immobili facenti parte del presente Ambito si confermano la Superficie coperta, il Rapporto di Copertura, la Superficie utile lorda, l’altezza, il Volume e le Distanze, calcolate come disposto ai precedenti artt. 6 e 7. Sono altresì confermati tutti i parametri edilizi dei Piani Attuativi approvati entro la data di adozione del presente P.G.T. per un periodo pari a quello di validità della relativa convenzione.

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A parziale deroga di quanto suindicato, possono essere autorizzate diverse diposizioni plano-volumetriche, nel rispetto assoluto del volume preesistente, laddove comprovate necessità di sicurezza o di carattere funzionale e igienico-sanitario lo rendano opportuno ad insindacabile giudizio del comune. Quindi, laddove è consentita la demolizione e ricostruzione, si possono realizzare fabbricati a maggior distanza dal ciglio stradale rispetto alla preesistente (ad esempio per garantire la fruibilità dei percorsi pubblici) o fabbricati più alti rispetto agli originari (ad esempio per evitare disallineamenti consistenti tra le coperture contigue). Per comprovate necessità di carattere funzionali e/o igienico-sanitarie, negli intereventi di demolizione e ricostruzione di interi edifici vi è inoltre la possibilità di un incremento di Sul fino a mq 20 e comunque nel limite massimo del rapporto di copertura del 15% della Sf.

12. Sono ammessi i recuperi dei sottotetti esistenti ai fini abitativi solo nei casi in cui non apportino modificazioni delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde dell’edificio esistente.

13. Tutti gli interventi che interessano, totalmente o parzialmente, le parti esterne delle costruzioni devono avere per scopo la conservazione dei valori ambientali, architettonici e morfologici. A tal fine qualunque intervento edilizio deve avvenire nel rispetto più rigoroso delle tipologie, dei materiali, dei colori e delle finiture trasmessi dalla tradizione locale. A titolo esemplificativo si indicano le tecnologie che preferibilmente devono essere adottate negli interventi sugli edifici dei Nuclei di antica Formazione. 13.1. Coperture. Sono privilegiate coperture a tetto inclinato con manto in coppi vecchi o di colore rosso scuro. Sono esclusi sottogronda piani in cemento armato. Canali e tubi pluviali devono avere sviluppo curvo e devono essere in lamiera verniciata o in rame. Sono ammessi lucernari o aperture nelle falde del tetto purché limitati nel numero e nella dimensione. 13.2. Intonaci e colori delle facciate. Sono esclusi gli intonaci plastici ed ogni tipo di rivestimento di facciata, soprattutto in ceramica. Sono ammesse zoccolature in pietra in lastra solo se lavorate a taglio di sega, a bocciarda, alla punta, con esclusione della posa ad “opus incertum”. 13.3. Infissi.

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Sono esclusi gli avvolgibili di qualsiasi materiale. Per le ante dei serramenti sono esclusi i profili in alluminio anodizzato oro, bronzo, naturale e le sue sfumature. Sono escluse le inferriate in profili di alluminio e quelle in legno o in ferro che non siano a disegno semplice e tradizionale. Porte e portoni esterni dovranno essere in legno trattato con verniciatura o lucidatura opaca. 13.4. Contorni – davanzali – soglie. Sono esclusi contorni in marmo o pietra artificiale in lastra posti di coltello sulle spalle delle finestre e dei portoni. Davanzali e soglie dovranno essere in pietra locale bocciardata o piano sega, salvo restauri di elementi originali preesistenti. 13.5. Balconi e logge. Possono essere conservati quelli esistenti in pietra o in legno, mentre è esclusa la formazione di nuovi balconi. Sono escluse le ringhiere in profili di alluminio e quelle in legno o in ferro che non siano a disegno semplice e tradizionale. 13.6. Spazi esterni al piano terra – cotili – androni. Pavimentazioni preferibilmente a lastre piane a superficie ruvida o acciottolato, quando possibile non a copertura totale, ma a corsie, zone, ecc. …, lasciando spazi per tappeti erbosi e piantumazioni. 13.7. Insegne. E’ vietato qualunque tipo di insegna ai piani superiori; le insegne dovranno essere contenute nelle luci di vetrina o ingresso.

14. Sono vietati: 14.1. Gli interventi che, attraverso la suddivisione artificiosa delle unità immobiliari, determinano la creazione di nuovi corpi scale, ancorché coperti, esterni all’edificio. 14.2. Gli interventi che determinano l’aumento del numero dei piani. 14.3. Le nuove aperture sui prospetti degli edifici esistenti assoggettati alla classe 1ª d’intervento; su tali edifici è ammessa esclusivamente la razionalizzazione delle aperture, da valutare nell’ambito di un intervento almeno a scala di alloggio, nel rispetto dei pieni e dei vuoti esistenti e originari. (sostuita da apposita prescrizione collegata alla tabella) 14.3. La realizzazione all’interno delle corti di ogni tipo di manufatto o costruzione emergente dalla quota naturale del terreno, compreso le recinzioni.

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15. Le classificazioni dei fabbricati e le prescrizioni di intervento di cui sopra possono essere derogate secondo le risultanze di una dettagliata relazione storica, architettonica e paesaggistica accompagnata dai rilievi fotografici, geometrici e materici previsti dai precedenti punti 4.b e 4.c per i fabbricati oggetto degli interventi, ivi comprese fotografie panoramiche da lontano, profili e prospetti estesi al contesto circostante, e una rappresentazione altrettanto dettagliata del progetto di intervento. La decisione sulla deroga è a discrezione della Commissione per il Paesaggio comunale, anche nel caso di interventi per i quali si richiede deroga su parti interne dei fabbricati assoggettate a interventi di categoria RC nella tabella precedente, considerato il parere espresso dall'Ufficio Tecnico Comunale e le risultanze di un sopralluogo effettuato prima dell'inizio di qualsiasi intervento edilizio da almeno uno dei due organi dell'Amministrazione citati. Non è ammessa la deroga alle classificazioni dei fabbricati e degli interventi ammessi dalla tabella inclusa nel presente articolo se conseguita dopo l'inizio lavori, anche se in conseguenza di eventi imprevisti che determinino la compromissione della staticità delle parti del fabbricato soggette a interventi di categoria RC, documentati mediante perizia giurata di tecnici abilitati. In questo caso si applica il principio della ricostruzione "come era e dove era" a tutti gli elementi della costruzione da rimuovere fatta salva l'integrazione con elementi di consolidamento statico e antisismico. 16. Nell'applicazione del comma precedente sono fatte salve le prerogative, i pareri e le autorizzazioni riservate dalla legge alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici: ove ricorra il caso e la stessa ne faccia richiesta, o acconsenta su richiesta dell'Amministrazione, la Soprintendenza può essere considerata come organo competente per il sopralluogo e/o la decisione inerente la deroga. 17. negli ambiti inclusi nei nuclei di antica formazione, nonche nelle pertinenze degli edifici storici isolati e nelle pertinenze degli stessi, e nelle fasce circostanti per un raggio di 100 m si applicano le cautele per il rischio archeologico di cui al successivo art.27 comma 2.

ART. 15 AMBITI RESIDENZIALI INTENSIVI

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate e prevalentemente edificate con presenza di un’edilizia residenziale di tipo denso.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

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3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera A.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 1/3 di Sf o St If o It ≤1,20 mc/mq h ≤ 10,50 mt Interventi su aree ricomprese in pianificazioni attuative approvate prima della data di adozione del presente P.G.T. In tali casi si applicano gli indici urbanistici indicati nella pianificazione attuativa approvata, previo verifica dell’adempimento di tutti gli obblighi della convenzione. Sono fatti salvi i casi in cui il presente Piano delle Regole consenta maggiori possibilità edificatorie. Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile mantenere la volumetria preesistente calcolata come all’art 6.4 della presente normativa.

ART. 16 AMBITI RESIDENZIALI ESTENSIVI

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate e prevalentemente edificate con presenza di un’edilizia residenziale di tipo rado.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera A.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 1/4 di Sf o St If o It ≤ 0,60 mc/mq h ≤ 7,50 mt Interventi su aree ricomprese in pianificazioni attuative approvate prima della data di adozione del presente P.G.T.

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In tali casi si applicano gli indici urbanistici indicati nella pianificazione attuativa approvata, previo verifica dell’adempimento di tutti gli obblighi della convenzione. Sono fatti salvi i casi in cui il presente Piano delle Regole consenta maggiori possibilità edificatorie. Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile mantenere la volumetria preesistente calcolata come all’art 6.4 della presente normativa.

ART. 17 AMBITI CON PRESENZA DI EDIFICI CON DIVERSA DESTINAZIONE

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate ed edificate con presenza di un’edilizia di tipo mista residenziale-produttivo/commerciale, a volte poco compatibile con il tessuto urbano circostante.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto salvo il caso di cambio di destinazione d'uso..

3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera A e C.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 1/3 di Sf o St If o It ≤ 1,20 mc/mq h ≤ 7,50 mt Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dall'art. 27 della L.R. 12/2005 fino alla lett. d. dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tale ultimo caso è possibile mantenere la volumetria preesistente calcolata come all’art 6.4 della presente normativa, ma corre l’obbligo della verifica della destinazione d’uso indicata al precedente punto 3. In caso di cambio di destinazione, ammissibile esclusivamente verso le destinazioni d'uso di cui al punto 3 è richiesta la redazione di Piano attuativo o permesso di costruire convenzionato ai sensi dell'art.5. Nel caso la volumetria sia eccedente

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l'indice It/If di cui sopra è ammessa in alternativa all'applicazione dell'indice la conservazione della Sul esistente.

5. Per tutti i cambiamenti di destinazione d'uso da funzioni produttive ad altre funzioni ammissibili secondo i commi precedenti di quest'articolo, non è ammesso il cambio di destinazione d'uso parziale degli immobili a destinazione d'uso produttiva, e dovranno essere svolte le indagini di cui all'art.8 comma 8 delle presenti norme.

ART. 18 AMBITI DI VALORE PAESAGGISTICO E/O STORICO E/O MONUMENTALE E/O AMBIENTALE

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate ed edificate con presenza di un’edilizia di valore paesaggistico e/o storico e/o monumentale e/o ambientale. Essi devono essere mantenuti a giardino opportunamente piantumato.

2. Per le costruzioni esistenti sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risanamento conservativo, restauro e ristrutturazione edilizia. Sono pure ammesse le nuove costruzioni da realizzare sotto la quota naturale del terreno che non determinano Sul aggiuntive.

3. In caso di demolizione è ammessa la ricostruzione, anche con spostamenti di lieve entità rispetto alle posizioni attuali, nei limiti dell’altezza e della volumetria preesistente, nel rispetto assoluto dei valori naturali e delle alberature. Per spostamento di lieve entità si intende la ricollocazione dell’edificio oggetto di intervento su un sedime che, almeno in parte, si sovrappone con quello originario.

4. Sono pure consentiti, nel rispetto assoluto dei valori naturali e delle alberature, piccoli fabbricati da giardino, aventi superficie coperta massima pari a mq 30, per ricovero di animali, attrezzi e automezzi, preferibilmente interrati o seminterrati, nonché la realizzazione di piccoli impianti sportivi per uso individuale; non sono consentite coperture anche temporanee di tali impianti sportivi.

5. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

6. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera A. e B

7. Indici urbanistici per fabbricati accessori: Sc ≤ 30 mq h ≤ 4,50 mt

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ART. 19 AMBITI PRODUTTIVI INTENSIVI E COMMERCIALI ALL’INGROSSO

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate e prevalentemente edificate con presenza di un’edilizia produttiva e commerciale all’ingrosso.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera D.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 3/5 di Sf o St Sul ≤ Sf o St h ≤ 10,00 mt Interventi su aree ricomprese in pianificazioni attuative approvate prima della data di adozione del presente P.G.T. In tali casi si applicano gli indici urbanistici indicati nella pianificazione attuativa approvata, previo verifica dell’adempimento di tutti gli obblighi della convenzione. Sono fatti salvi i casi in cui il presente Piano delle Regole consenta maggiori possibilità edificatorie. Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile mantenere la superficie coperta e la superficie utile lorda preesistenti calcolata come all’art 6.2 della presente normativa.

5. Ogni intervento da effettuare sull’area ex SERUSO, specificamente individuata con apposita perimetrazione nelle tavole del Piano delle Regole, deve rispettare i vincoli d’uso derivanti dall’analisi di rischio effettuata nell’ambito dell’indagine ambientale dell’area a seguito della chiusura del preesistente impianto di trattamento rifiuti.

ART. 20 AMBITI PRODUTTIVI SPARSI

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1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate e prevalentemente edificate con presenza di un’edilizia produttiva di tipo rado.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto salvo il caso di cambio di destinazione d'uso.

3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera D,. ed A.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 2/5 di Sf o St Sul ≤ 0,80 x (Sf o St) h ≤ 7,50 mt Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dall'art. 27 della L.R. 12/2005 fino alla lett. d. dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile mantenere la superficie coperta e la superficie utile lorda preesistenti calcolata come all’art 6.2 della presente normativa. In caso di cambio di destinazione, ammissibile esclusivamente verso la destinazione d'uso A di cui al punto 3 è richiesta la redazione di Piano attuativo o permesso di costruire convenzionato ai sensi dell'art.5. Nel caso la volumetria sia eccedente l'indice It/If di cui sopra è ammessa in alternativa all'applicazione dell'indice la conservazione della Sul esistente.

5. Per tutti i cambiamenti di destinazione d'uso da funzioni produttive ad altre funzioni ammissibili secondo i commi precedenti di quest'articolo, non è ammesso il cambio di destinazione d'uso parziale degli immobili a destinazione produttiva, e dovranno essere svolte le indagini di cui all'art.8 comma 8 delle presenti norme.

ART. 21 AMBITI CON PRESENZA DI DISTRIBUTORI DI CARBURANTI

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate ed edificate con presenza di distributori di carburante.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

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3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera F.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 1/4 di Sf (escluso strutture di copertura impianti) Sul ≤ 0,30 x Sf (comunque nel limite massimo di 500 mq) h ≤ 7,50 mt Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso sarà possibile mantenere la superficie coperta e la superficie utile lorda preesistenti calcolata come all’art 6.2 della presente normativa.

ART. 22 AMBITI COMMERCIALI AL DETTAGLIO, TERZIARI E CON PRESENZA DI EDIFICI PER SOMMINISTRAZIONE CIBI E BEVANDE

1. Questi ambiti comprendono aree già urbanizzate e prevalentemente edificate con presenza di un’edilizia di tipo commerciale, terziaria e per somministrazione cibi e bevande.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto.

3. Destinazione d’uso = quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera C.

4. Indici urbanistici: Nuovi interventi su aree libere o su aree con patrimonio edilizio esistente che non satura l’area Rc ≤ 1/2 di Sf o St Sul ≤ 0,40 Sf o St h ≤ 10,50 mt Interventi su aree ricomprese in pianificazioni attuative approvate prima della data di adozione del presente P.G.T. In tali casi si applicano gli indici urbanistici indicati nella pianificazione attuativa approvata, previo verifica dell’adempimento di tutti gli obblighi della convenzione. Sono fatti salvi i casi in cui il presente Piano delle Regole consenta maggiori possibilità edificatorie.

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Interventi sul patrimonio edilizio esistente che satura l’area Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile mantenere la superficie coperta e la superficie utile lorda preesistenti calcolata come all’art 6.2 della presente normativa.

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CAPITOLO II - AMBITI DEL SISTEMA RURALE

ART. 23 AMBITI DESTINATI ALL’AGRICOLTURA

1. GENERALITA’ 1.1. Gli ambiti agricoli sono destinati all’agricoltura e riservati all'esercizio della attività agricola. 1.2. In essi è previsto il mantenimento e il recupero dell’assetto naturale, la continuazione della attività agricola, il mantenimento del paesaggio agricolo tradizionale a usi compatibili per il tempo libero e per le attività didattico culturali. 1.3. In queste aree sono ammesse esclusivamente le opere realizzate in funzione della conduzione del fondo e destinate alle residenze dell'imprenditore agricolo e dei dipendenti dell'azienda, nonché alle attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento delle attività di cui all’articolo 2135 del codice civile quali stalle, silos, serre, magazzini, locali per la lavorazione e la conservazione e vendita dei prodotti agricoli. 1.4. La costruzione di nuovi edifici residenziali di cui sopra è ammessa qualora le esigenze abitative non possano essere soddisfatte attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente. 1.5. Al fine di garantire un elevato grado di protezione di tali ambiti, peraltro interamente assoggettati al vincolo ambientale di cui alla parte III del D.Lgs. 42/’04, i progetti dovranno essere accompagnati da dettagliata documentazione che evidenzi gli effetti indotti dall'intervento relativamente a:  idrologia superficiale;  vegetazione;  coltivazione;  morfologia;  visuali.

A tale scopo gli elaborati concernenti detti interventi in progetto (sia di nuova edificazione, che di ristrutturazione) dovranno essere accompagnati anche da: a) relazione tecnica dimostrante la salvaguardia dell’ambiente circostante l’area oggetto di intervento; detta relazione dovrà documentare tutti gli aspetti

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geologici, agronomici, naturalistici, faunistici, paesistici, ecc... e dovrà essere asseverata da parte dei tecnici espletanti le specifiche competenze richieste; b) documentazione fotografica del sito e del suo intorno con il rilevamento specifico di tutte le alberature e le colture; c) profili longitudinali e trasversali del terreno per un intorno non inferiore a mt 400,00; d) documentazione che specifichi le misure ambientali poste in essere per mitigare l’impatto visivo dei manufatti ricompresi nell’intervento.

Inoltre dovrà essere realizzata in sito la sagoma limite dei fabbricati in progetto. Nel caso di strutture complesse A discrezione della Commissione per il Paesaggio, detta procedura potrà essere sostituita dalla realizzazione di un plastico e di una simulazione fotorealistica.

2. DESTINAZIONE D’USO

2.1. Quelle indicate all’art. 8, punto 9, lettera E della presente normativa. La localizzazione degli allevamenti di animali è subordinata al rispetto delle distanze indicate dal precedente art. 12 comma 5; in particolare tali distanze devono essere mantenute rispetto a tutti gli ambiti inclusi nel sistema urbanizzato ed edificato consolidate indicato nella tavola PP1, nonchè da tutti gli edifici destinati a servizii pubblici e da tutti gli ambiti di trasformazione indicati dal Documento di Piano, anche se non ancora attuati.

3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI

3.1. Qualsiasi alterazione delle condizioni naturali dovrà ottenere il relativo titolo abilitativo (sterri, reinterri, accatastamenti di materiali).

3.2. E’ fatto obbligo ai proprietari dei fondi di conservare in termini naturalistici le siepi, le macchie alberate e arbustive, le zone umide e di rinnovamento spontaneo della vegetazione.

3.3. Per le aree con presenza di alberature è ammesso il taglio colturale, da intendersi quale taglio di natura manutentiva e conservativa, secondo le procedure e le modalità previste dalle vigenti norme forestali.

3.4. Le alberature esistenti possono essere abbattute nei seguenti casi: a) nelle zone di coltura boschiva a rotazione, secondo le disposizioni della normativa in materia; b) nelle restanti parti solo per opere di miglioria, aventi come conseguenza una nuova sistemazione dei campi.

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3.5. Sono ammessi interventi di ricostruzione del verde di significato tradizionale e paesaggistico, come filari e macchie arboree, cortine formate da siepi ecc. sulla base di specifici progetti. Tali interventi compensativi possono determinare gli incentivi di cui al successivo art. 37, se collegati ad interventi edilizi realizzati negli ambiti e nelle modalità descritte nello stesso articolo, essi devono essere realizzati in conformità a quanto disposto nell’allegato 6 - secondo paragrafo: “Regolamento per la tutela e fruizione del Plis” - del Programma Pluriennale degli interventi del Parco e nel paragrafo 5.4.2 della VAS, che in stralcio viene di seguito riportato:

Negli interventi di riqualificazione e nelle nuove piantumazioni anche di siepi, sono ammesse solo le seguenti specie vegetali:

Nome Comune Nome scientifico Acero campestre Acer campestre Berretto da prete Euonymus europaeus Biancospino comune Crataegus monogyna Carpino bianco Carpinus betulus Ciliegio selvatico Prunus avium Farnia Quercus robur Fragola Fragola alnus Frassino maggiore Fraxinus excelsior Lantana Viburnum lantana Melo selvatico Malus sylvestris Nocciolo comune Corylus avellana Olmo campestre Ulmus minor Ontano nero Alnus glutinosa Pallon di maggio Viburnum opulus Pioppo bianco Populus alba Pioppo grigio Populus canescens Pioppo nero Populus nigra Prugnolo Prunus spinosa Rosa canina Rosa canina Rovere Quercus petraia Salice bianco Salix alba Salice grigio Salix cinerea Salicone Salix caprea Sambuco nero Sambucus nigra Sanguinella Corpus sanguinea Tiglio selvatico Tilia cordata Nelle aree destinate all’agricoltura e nelle aree non boscate di rilevanza paesaggistica ed ecologica sono ammessi anche interventi con le seguenti specie:

Nome Comune Nome scientifico Castagno Castanea sativa Gelso bianco Morus alba Gelso nero Morus nigra

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Noce Juglans regia Pioppo cipressino Populus nigra pyramidalis Platano comune Platanus hybrida

3.6. I percorsi carrabili e di tipo ciclo-pedonale indicati sulla tavola PS 2 “Sistema della mobilità” sono interdetti al transito dei mezzi motorizzati, fatta eccezione per i mezzi di servizio e quelli di soccorso, nonché per i mezzi occorrenti all’attività agricola e per quelli dei singoli proprietari, se residenti e muniti di specifica autorizzazione rilasciata dagli uffici comunali.

3.7. E’ vietato attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque.

4. OPERATORI

4.1. Negli Ambiti destinati all’agricoltura gli interventi edificatori relativi alla realizzazione di nuovi fabbricati, includendo tra essi ogni manufatto che costituisce superficie coperta, sono assentiti unicamente mediante permesso di costruire, che può essere rilasciato esclusivamente: a) all'imprenditore agricolo professionale per tutti gli interventi ammessi dal presente articolo; b) in carenza della qualifica di imprenditore agricolo professionale, al titolare o al legale rappresentante dell'impresa agricola per la realizzazione delle sole attrezzature ed infrastrutture produttive e delle sole abitazioni per i salariati agricoli, subordinatamente al versamento dei contributi di costruzione.

5. LIMITI E CRITERI PER IL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE

5.1. Il permesso di costruire, quindi ogni intervento edificatorio relativo alla realizzazione di nuovi fabbricati, è subordinato: a) alla presentazione al comune di un atto di impegno che preveda il mantenimento della destinazione dell'immobile al servizio dell'attività agricola, da trascriversi a cura e spese del titolare del permesso di costruire sui registri della proprietà immobiliare; tale vincolo decade a seguito di variazione urbanistica, riguardante l'area interessata, operata dal P.G.T.; b) alla presentazione di una relazione programmatica illustrativa dello sviluppo aziendale corredata da una documentazione tecnico-economica comprovante i fabbisogni dell’edificazione richiesta; c) all'accertamento da parte del comune dell'effettiva esistenza e funzionamento dell'azienda agricola;

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d) limitatamente ai soggetti di cui al precedente punto 4.1, lett b) del presente articolo, anche alla presentazione al comune, contestualmente alla richiesta di permesso di costruire, di specifica certificazione disposta dall’organo tecnico competente per territorio, che attesti, anche in termini quantitativi, le esigenze edilizie connesse alla conduzione dell'impresa.

5.2. Dei requisiti, dell’attestazione e delle verifiche di cui al presente punto 5 è fatta specifica menzione nel permesso di costruire.

5.3. Il comune rilascia, contestualmente al permesso di costruire, una attestazione relativa alle aree su cui deve essere costituito il vincolo di non edificazione di cui al successivi punti 6.9 e 11.8 del presente articolo.

6. CRITERI E PARAMETRI EDILIZI PER LA NUOVA EDIFICAZIONE

6.1. Tutti i sottoelencati indici si applicano facendo riferimento alla tavola QC 5 concernente l’uso agricolo dei suoli. Essi tuttavia non si applicano per gli ambiti ricompresi nel perimetro del Parco de “La Valletta”, che sono regolati dal successivo punto 11 del presente articolo.

6.2. Gli indici di densità fondiaria per le abitazioni dell'imprenditore agricolo non possono superare i seguenti limiti: a) 0,06 metri cubi per metro quadrato da terreni a coltura frutteto/orto-floro- vivaistica specializzata; b) 0,01 metri cubi per metro quadrato, per un massimo di cinquecento metri cubi per azienda, da terreni a bosco, pascolo o prato-pascolo permanente; c) 0,03 metri cubi per metro quadrato da tutti gli altri terreni agricoli.

6.3. Nel computo dei volumi realizzabili non sono conteggiate le attrezzature e le infrastrutture produttive, le quali non sono sottoposte a limiti volumetrici; facendo riferimento all’intera superficie aziendale, esse comunque possono raggiungere il rapporto di copertura del 40 per cento dei terreni con presenza di serre, il 20 per cento dei terreni a coltura frutteto/orto-floro-vivaistica specializzata e il 10 per cento dei rimanenti terreni.

6.4. Gli indici dei precedenti punti 6.2 e 6.3 del presente articolo sono incrementati del 20 per cento per le aziende esistenti alla data di approvazione del presente P.G.T.

6.5. Per superficie aziendale si intendono le aree sulle quali il titolare dell’intervento dimostri la proprietà.

6.6. Al fine di tale computo è ammessa l'utilizzazione di tutti gli appezzamenti, anche

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non contigui, componenti l'azienda, compresi quelli esistenti su terreni di comuni contermini, salvo che questi siano già stati utilizzati per la realizzazione di edifici esistenti.

6.7. L'indice di fabbricabilità degli appezzamenti di terreno da accorpare non compresi nel territorio comunale viene considerato al 50% di quello previsto dal presente punto in relazione alla coltura in atto al momento della richiesta di accorpamento.

6.8. Negli “Ambiti destinati all’agricoltura” sui quali si prevede la nuova edificazione, anche per effetto dei trasferimenti di edificabilita previsti dal successivo art. 25.3 non potrà essere superato il rapporto di copertura del 30 per cento per i fabbricati residenziali e del 50 per cento per i fabbricati aventi diversa destinazione. Detti limiti non sono cumulabili.

6.9. Su tutte le aree computate ai fini edificatori è istituito un vincolo di non edificazione debitamente trascritto presso i registri immobiliari, modificabile in relazione alla variazione della normativa urbanistica.

6.10. Per gli edifici o parte di edificio destinati alla residenza: a) il lotto minimo di intervento, costituito da un appezzamento unitario formato da uno o più mappali confinanti, deve essere di proprietà dell’operatore di cui al precedente punto 4 del presente articolo e deve avere una superficie di almeno mq 10.000,00; b) il volume massimo edificabile per lotto minimo di intervento non deve superare i mc 450,00 per singolo imprenditore agricolo; c) l’altezza massima degli edifici non può superare i mt 3,50; d) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà non deve essere inferiore a mt 10,00; e) la distanza minima tra i fabbricati non deve essere inferiore a mt 15,00; f) su ogni lotto minimo non sono ammesse unità immobiliari separate per residenze facenti capo a singola azienda, anche se composta da imprenditori agricoli associati.

6.11. Per le stalle e gli edifici destinati all'allevamento degli animali: a) la distanza minima dai fabbricati e da aree di diversa destinazione esterni all'azienda deve essere almeno di mt 100,00; b) l’altezza massima dei fabbricati di norma è nel limite di mt 4,00, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a doppia falda; c) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00;

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d) la distanza da altri fabbricati non adibiti a tale uso deve essere almeno di mt 15,00.

6.12. Per i ricoveri di macchine ed attrezzature agricole o depositi in genere: a) l’altezza massima dei fabbricati di norma è nel limite di mt 4,00, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a doppia falda; b) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 10,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza da altri fabbricati deve essere almeno di mt 15,00.

6.13. Per serre fisse in costruzione metallica o altro tipo di struttura: a) l’altezza massima di gronda non può superare i mt 3,00; per dimostrate esigenze connesse alla conduzione di aziende florovivaistiche, l’altezza massima di gronda potrà essere portata a mt 4,00; b) la distanza minima dai limiti di proprietà è di almeno mt 10,00 5,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza da altri fabbricati deve essere almeno di mt 15,00 10,00; d) la dimensione massima dell'unità serra è fissata in mq 1.800,00. Qualora la dimensione del lotto consentisse coperture di maggiore superficie, queste dovranno essere scomposte in unità non superiori a mq 1.800,00 e fra un'unità e l'altra dovrà essere posta una distanza non inferiore a mt 10,00. Tale distanza può essere inferiore in caso di serre singole di minore dimensione ma accorpabili in unità la cui superficie complessiva non deve essere superiore a mq 1.800,00. La distanza fra unità come sopra costituite è fissata in mt 5,00 3,00.

6.14. Per le costruzioni adibite alla prima trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli e servizi annessi: a) l’altezza massima dei fabbricati non può superare i mt. 6,50, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a doppia falda; b) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00 10,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza minima dai fabbricati deve essere almeno di mt 15,00.

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6.15. Distanza minima degli edifici agricoli dai corsi d'acqua e dalle strade: a) mt 50,00 da tutti i corsi d'acqua del reticolo idrografico principale, nonché da parte dei corsi d’acqua compresi nel reticolo idrografico minore specificamente individuati nell’apposita planimetria denominata PR 1 e PR 2 “Ambiti del Territorio Comunale – Sistema Rurale ed Urbanizzato/Edificato”; detta misura può essere ridotta a mt 20,00 nel caso di realizzazione di edifici (escluso residenze e stalle) a servizio di attività agricole e/o florovivaistiche in atto al momento dell’adozione del presente P.G.T.; b) mt 20,00 dalle strade comunali e consortili; c) mt 30,00 dalle strade comunali e consortili limitatamente alle stalle e agli edifici destinati all'allevamento degli animali.

6.16. Distanza minima delle serre, eccettuate quelle mobili stagionali: a) mt 50,00 da tutti i corsi d'acqua del reticolo idrografico principale, nonché da parte dei corsi d’acqua compresi nel reticolo idrografico minore specificamente individuati nell’apposita planimetria denominata “Ambiti Territoriali”; detta misura può essere ridotta a mt 20,00 nel caso di realizzazione di manufatti a servizio di attività agricole e/o florovivaistiche in atto al momento dell’adozione del presente P.G.T.; b) mt 20,00 dalle strade comunali e consortili.

7. INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

7.1. Sul patrimonio edilizio esistente sono ammesse unicamente opere di ordinaria e straordinaria manutenzione, restauro e risanamento conservativo senza cambio di destinazione d’uso.

7.2. I soggetti ricompresi nel precedente punto 4 “Operatori” possono eseguire sul patrimonio edilizio esistente anche interventi di cambio di destinazione d’uso, ristrutturazione, ampliamento e recupero del sottotetto a fini abitativi; questi ultimi possono essere eseguiti esclusivamente nel rispetto delle disposizioni di cui alla L.R. 12/’05 e comunque solo nei casi in cui non apportino modificazioni delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde dell’edificio esistente.

7.3. In ogni caso, il cambio di destinazione d’uso, la ristrutturazione e l’ampliamento degli edifici esistenti è consentito previa individuazione di una quantità di aree proporzionali ai volumi e alle superfici in progetto secondo gli indici urbanistici sopra specificati, sulle quali istituire analogo vincolo di non edificazione debitamente trascritto presso i registri immobiliari.

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7.4. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente possono essere eseguiti anche mediante denuncia di inizio attività.

8. CARATTERISTICHE DEGLI EDIFICI

8.1. A tutela delle caratteristiche dell'ambiente naturale e della morfologia del sito, le ristrutturazioni comportanti demolizione e ricostruzione e le nuove costruzioni dovranno di norma essere eseguite con materiali locali, muri in mattoni e intonaco rustico a colore naturale, avere le coperture a falde inclinate con tegole in cotto, serramenti in legno con antoni o persiane esterni.

8.2. Possono essere ammesse soluzioni in variante a quelle sopraesposte per comprovate esigenze di carattere tecnico-impiantistiche e per il raggiungimento di livelli di contenimenti energetico migliorativo rispetto alle vigenti norme.

8.3. Le costruzioni non adibite a residenza dovranno essere prevalentemente di tipo tradizionale e rifinite con idonea tinteggiatura in colori che ne riducano l’impatto e rispettino l’ambiente; dovranno altresì avere copertura a falde e manto di copertura in cotto.

9. CARATTERISTICHE DELLE RECINZIONI

9.1. Le recinzioni negli Ambiti destinati all’agricoltura saranno ammesse solo per sicurezza o comprovate necessità di conduzione del fondo o delle altre attività connesse all'agricoltura.

9.2. A tutela delle caratteristiche dell'ambiente naturale e della morfologia del sito, dette recinzioni devono essere realizzate con siepe, la cui essenza deve essere compresa tra quelle tra quelle di cui all’elenco contenuto nel punto 3.5 del presente articolo.

9.3. Qualora comprovate e documentate esigenze dell'attività agricola lo richiedessero, può essere consentito integrare la siepe con una rete metallica sostenuta da paletti.

9.4. Al fine di non alterare l'idrologia superficiale non sono ammessi muretti per recinzione. In ogni caso le recinzioni dovranno lasciare uno spazio libero tra la quota naturale del terreno e la rete, qualora consentita, nella misura minima di mt 0,20. In alternativa secondo la finalità per la quale si propone la recinzione, debitamente documentata, è ammessa la scelta di una rete estesa fino al suolo ma del tipo per uso forestale, con maglia quadrata di lato minimo 15 cm.

9.5. A prescindere da quanto sopra, è altresì consentita l’edificazione dei seguenti manufatti:

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a) recinzioni aventi le suindicate caratteristiche, a delimitazione di un’area pari a 10 volte la superficie coperta di edifici residenziali esistenti alla data di adozione delle presenti norme; b) recinzioni aventi le suindicate caratteristiche, di superfici pari ad massimo di 100,00 mq ed in aderenza agli edifici esistenti alla data di adozione delle presenti norme, a delimitazione di aree per orti e per ricovero animali domestici; per gli interventi concernenti quest’ultima fattispecie, è possibile posare la rete a partire dalla quota naturale del terreno, e cioè senza lasciare lo spazio libero di cm 20 dalla quota naturale del terreno.

9.6. Sono infine ammesse staccionate aperte in legno, di altezza non superiore a cm 120 e con montanti posti a distanza non inferiore a cm 200.

10. CARATTERISTICHE DELLE SERRE MOBILI

10.1. Sono considerate serre mobili di tipo stagionale quelle costituite unicamente da strutture infisse nel terreno e coperte con telo, senza basamento in muratura, cordoli o plinti di ancoraggio.

10.2. La posa di dette serre mobili è subordinata a preventiva comunicazione dell’interessato al comune, che deve contenere anche data di istallazione e rimozione del manufatto.

11. PRESCRIZIONI PARTICOLARI RELATIVE AGLI AMBITI COMPRESI NEL PARCO DE “LA VALLETTA”

11.1. Per gli interventi da eseguire negli “Ambiti destinati all’agricoltura” ricompresi nel perimetro del parco de “La Valletta” valgono tutte le prescrizioni indicate nel presente articolo, ad eccezione di quanto indicato al punto 6 che viene sostituito con il seguente:

11.2. Gli indici di densità fondiaria per le abitazioni dell'imprenditore agricolo non possono superare i seguenti limiti: a) 0,03 metri cubi per metro quadrato da terreni a coltura frutteto/orto-floro- vivaistica specializzata; b) 0,005 metri cubi per metro quadrato, per un massimo di quattrocentocinquanta metri cubi per azienda, da terreni a bosco, pascolo o prato-pascolo permanente; c) 0,015 metri cubi per metro quadrato da tutti gli altri terreni agricoli.

11.3. Nel computo dei volumi realizzabili non sono conteggiate le attrezzature e le

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infrastrutture produttive, le quali non sono sottoposte a limiti volumetrici; facendo riferimento all’intera superficie aziendale, esse comunque possono raggiungere il rapporto di copertura del 20 per cento dei terreni con presenza di serre, il 10 per cento dei terreni a coltura frutteto/orto-floro-vivaistica specializzata e il 5 per cento dei rimanenti terreni.

11.4. Gli indici dei precedenti punti 11.2 e 11.3 del presente articolo sono incrementati del 10 per cento per le aziende esistenti alla data di approvazione del presente P.G.T.

11.5. Per superficie aziendale si intendono le aree sulle quali il titolare dell’intervento dimostri la proprietà.

11.6. Al fine di tale computo è ammessa l'utilizzazione di tutti gli appezzamenti, anche non contigui, componenti l'azienda, compresi quelli esistenti su terreni di comuni contermini, comunque rientranti nel perimetro del Parco.

11.7. Negli “Ambiti destinati all’agricoltura” su cui si prevede la nuova edificazione non potrà essere superato il rapporto di copertura del 30 per cento per i fabbricati residenziali e del 50 per cento per i fabbricati aventi diversa destinazione. Detti limiti non sono cumulabili.

11.8. Su tutte le aree computate ai fini edificatori è istituito un vincolo di non edificazione debitamente trascritto presso i registri immobiliari, modificabile in relazione alla variazione della normativa urbanistica.

11.9. Per gli edifici o parte di edificio destinati alla residenza: a) il lotto minimo di intervento, costituito da un appezzamento unitario formato da uno o più mappali confinanti, deve essere di proprietà dell’operatore di cui al precedente punto 4 del presente articolo e deve avere una superficie di almeno mq 20.000,00 interamente da reperire all’interno del Parco; b) il volume massimo edificabile per lotto minimo di intervento non deve superare i mc 450,00 per azienda agricola; c) l’altezza massima degli edifici non può superare i mt 3,50; d) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà non deve essere inferiore a mt 10,00; e) la distanza minima tra i fabbricati non deve essere inferiore a mt 15,00; f) su ogni lotto minimo non sono ammesse unità immobiliari separate per residenze facenti capo a singola azienda, anche se composta da imprenditori agricoli associati.

11.10. Per le stalle e gli edifici destinati all'allevamento degli animali:

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a) la distanza minima dai fabbricati e da aree di diversa destinazione esterni all'azienda deve essere almeno di mt 100,00; b) l’altezza massima dei fabbricati di norma è nel limite di mt 4,00, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a doppia falda. c) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00; d) la distanza da altri fabbricati non adibiti a tale uso deve essere almeno di mt 15,00.

11.11. Per i ricoveri di macchine ed attrezzature agricole o depositi in genere: a) l’altezza massima dei fabbricati di norma è nel limite di mt 4,00, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a doppia falda. b) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza da altri fabbricati deve essere almeno di mt 15,00.

11.12. Per serre fisse in costruzione metallica o altro tipo di struttura: a) l’altezza massima di gronda non può superare i mt 3,00; per dimostrate esigenze connesse alla conduzione di aziende florovivaistiche, l’altezza massima di gronda potrà essere portata a mt 4,00; b) la distanza minima dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza da altri fabbricati deve essere almeno di mt 15,00; d) la dimensione massima dell'unità serra è fissata in mq 1.800,00. Qualora la dimensione del lotto consentisse coperture di maggiore superficie, queste dovranno essere scomposte in unità non superiori a mq 1.800,00 e fra un'unità e l'altra dovrà essere posta una distanza non inferiore a mt 10,00. Tale distanza può essere inferiore in caso di serre singole di minore dimensione ma accorpabili in unità la cui superficie complessiva non deve essere superiore a mq 1.800,00. La distanza fra unità come sopra costituite è fissata in mt 5,00.

11.13. Per le costruzioni adibite alla prima trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli e servizi annessi: a) l’altezza massima dei fabbricati non può superare i mt. 6,50, misurata in gronda con pendenza di falda massima del 40%. I tetti devono essere a

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doppia falda; b) la distanza minima dei fabbricati dai limiti di proprietà è di almeno mt 20,00; detta misura può essere ridotta in presenza di convenzione registrata e trascritta tra proprietari confinanti; c) la distanza minima dai fabbricati deve essere almeno di mt 15,00.

11.14. Distanza minima degli edifici agricoli dai corsi d'acqua e dalle strade: a) mt 50,00 da tutti i corsi d'acqua del reticolo idrografico principale, nonché da parte dei corsi d’acqua compresi nel reticolo idrografico minore specificamente individuati nell’apposita planimetria denominata PR 1 e PR 2 “Ambiti del Territorio Comunale – Sistema Rurale ed Urbanizzato/Edificato”; b) mt 20,00 dalle strade comunali e consortili; c) mt 30,00 dalle strade comunali e consortili limitatamente alle stalle e agli edifici destinati all'allevamento degli animali.

11.15. Distanza minima delle serre, eccettuate quelle mobili stagionali: a) mt 50,00 da tutti i corsi d'acqua del reticolo idrografico principale, nonché da parte dei corsi d’acqua compresi nel reticolo idrografico minore specificamente individuati nell’apposita planimetria denominata “Ambiti Territoriali”; b) mt 20,00 dalle strade comunali e consortili.

ART. 24 AMBITI BOSCHIVI E BOSCATI

1. Negli ambiti boschivi e boscati è esclusa qualsiasi tipo di edificazione, fermo restando il principio della trasposizione dell'indice di utilizzazione edificatoria sugli Ambiti agricoli di cui al precedente art. 23.

2. Per le aree boscate esistenti è ammessa la manutenzione e il taglio colturale, da intendersi quale taglio di natura manutentiva e conservativa, secondo le procedure e le modalità previste dalle vigenti norme forestali.

3. Sono ammessi interventi di ricostruzione del verde di significato tradizionale e paesaggistico, come filari e macchie arboree, cortine formate da siepi ecc. sulla base di specifici progetti. A tal fine si rimanda al punto 3.5 dell’art. 23.

4. Le alberature esistenti possono essere abbattute nei seguenti casi: 4.1. Nelle aree a coltura boschiva a rotazione, secondo i disposti della normativa vigente;

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4.2. Nelle restanti aree, solo per opere di miglioria, aventi come conseguenza una nuova sistemazione dei campi, comunque nel rispetto della normativa vigente. In quest’ultimo caso solo a condizione della ripiantumazione di un pari o maggior numero di piante.

5. Non sono ammesse recinzioni comprese quelle costituite da essenze naturali.

6. La suesposta normativa si applica anche alle medesime aree ricomprese nel perimetro del parco de “La Valletta” e denominate “Aree boscate di valore paesaggistico ed ecologico”.

7. Gli ambiti boscati individuati nel Piano di Governo del territorio corrispondono altresì a quelli individuati nel Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.) provinciale approvato con D.C.P. 8/2009, fatte salve le precisazioni cartografiche effettuate a livello comunale ai sensi dell'art. 18 comma 3 lettera B delle norme allegate allo stesso P.I.F.. E' prescritta quindi la gestione secondo le classificazioni e le prescrizioni del Piano provinciale citato, i cui elaborati sono disponibili in consultazione presso l'Ufficio Tecnico Comunale, e in particolare secondo il titolo III e IV delle norme citate, riportati nell'Allegato 2 di queste Norme Tecniche di Attuazione.

ART. 25 AMBITI A VALENZA AMBIENTALE E PAESISTICA DI RILIEVO LOCALE

1. Gli ambiti a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale sono deputati ad assolvere un ruolo strategico indispensabile per lo sviluppo armonico ed equilibrato dell’intero territorio comunale. Essi garantiscono la conservazione delle ultime zone verdi nella loro funzione di spazi aperti e naturali, oltre che assicurare la permanenza della “materia prima” necessaria alla sopravvivenza dell’agricoltura: il terreno libero da edificazioni ed ogni altro manufatto (comprese le recinzioni). Essi costituiscono inoltre un insostituibile presidio ambientale, un elemento di conservazione, fruizione e valorizzazione del paesaggio, un elemento di mitigazione/compensazione e contenimento degli effetti sull’ambiente indotti dalla presenza e dal funzionamento dell’urbanizzato esistente.

2. Negli ambiti a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale è consentita la pratica agricola nei limiti previsti dal presente articolo.

3. E’ viceversa esclusa la realizzazione di qualsiasi tipo di edificazione e/o costruzione, compreso le recinzioni, fermo restando il principio della trasposizione dell'indice di utilizzazione edificatoria sugli Ambiti agricoli di cui al precedente art. 23.

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Sugli edifici esistenti alla data di adozione del presente PGT è ammessa solo la manutenzione ordinaria e straordinaria di cui all’art. 27, comma1, lett. a) e b), della L.R. 12/’05.

4. Gli “Operatori” che possiedono i requisiti indicati all’art. 23.4 possono realizzare le serre mobili stagionali aventi le caratteristiche definite al punto 10 del medesimo articolo 23.

5. Dette serre mobili di tipo stagionale saranno consentite solo per aziende agricole presenti nel Parco agricolo della Valletta e localizzabili nel territorio ove ha sede l’attività dell’azienda agricola.

6. E’ altresì consentita l’edificazione dei seguenti manufatti da parte di qualsiasi operatore: 5.1. recinzioni, secondo i criteri e le caratteristiche stabiliti al precedente art. 23.9, a delimitazione di un’area pari a 10 volte la superficie coperta di edifici residenziali esistenti alla data di adozione della presente normativa; 5.2. recinzioni di superfici pari ad massimo di 100,00 mq in aderenza agli edifici esistenti alla data di adozione della presente normativa, secondo i criteri e le caratteristiche di cui al precedente art. 23.9, a delimitazione di aree per orti e per ricovero animali domestici; tuttavia, per gli interventi concernenti quest’ultima fattispecie, è possibile posare la rete a partire dalla quota naturale del terreno, e cioè senza lasciare lo spazio libero di 20 cm dalla quota naturale del terreno. Con l’eccezione di cui al presente punto non sono consentite altre forme di recinzione dei terreni, comprese quelle costituite da essenze naturali.

7. Sono ammessi interventi di ricostruzione del verde di significato tradizionale e paesaggistico, come filari e macchie arboree, cortine formate da siepi ecc. sulla base di specifici progetti. A tal fine in proposito si rimanda all’art. 23.3.5, tali interventi compensativi possono determinare gli incentivi di cui al successivo art. 37, se collegati ad interventi edilizi realizzati negli ambiti e nelle modalità descritte nello stesso articolo, .

8. La suesposta normativa si applica anche ai medesimi ambiti ricompresi nel perimetro del parco de “La Valletta” e denominati “Aree non boscate di valore paesaggistico ed ecologico”.

ART. 26 AMBITI CON PRESENZA DI EDIFICI NON PIU’ DESTINATI

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ALL’AGRICOLTURA E AREE DI STRETTA PERTINENZA

1. Questi ambiti, localizzati a margine di tessuto prevalentemente rurale, comprendono edifici e le relative aree di pertinenza di tipo residenziale e/o produttivo, e quindi non più destinati all’agricoltura.

2. In tali ambiti l'edificazione è consentita con intervento edilizio diretto salvo il caso di cambio di destinazione d'uso di cui nel seguito.

3. Non è ammesso il cambio della destinazione d’uso autorizzata unitamente alla realizzazione del fabbricato esistente o, in mancanza di titolo abilitativo, della destinazione d’uso in essere; sono viceversa ammessi i mutamenti di destinazione d’uso finalizzati ad inserire: 3.1. le attività compatibili e complementari, così come definite all’art. 8, a quella principale autorizzata o in essere; 3.2. le attività di cui all’art. 8, punto 9, lettera A ed E.

Il cambiamento della destinazione d'uso è subordinato al rispetto delle distanze indicate dagli allevamenti di animali indicate dal precedente art. 12 comma 5.

4. In questi Ambiti è vietata la realizzazione mediante di nuovi fabbricati di ogni tipo e genere, fatto salvo gli interrati che non determinano nuovi volumi (V) e superfici coperte (Sc) ai sensi del precedente art. 6. Interventi sul patrimonio edilizio esistente Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dall'art. 27 della L.R. 12/2005 per edifici aventi già la destinazione A ed E, e per i cambi di destinazione dall'una all'altra; sono altresì ammessi gli interventri solo fino alla lett. d senza cambio di destinazione d'uso, per la destinazione d'uso D purchè gia esistente alla data di adozione della variante, dalla vigente legislazione, compreso la demolizione e successiva ricostruzione anche NON fedele del fabbricato originario; in tal caso è possibile ricostruire un fabbricato in tutto o in parte differente da quello preesistente in ogni caso nel limite massimo della Sc, h e V originari, calcolati come da art. 6 delle presenti norme; esso può essere realizzato anche in posizione planimetrica diversa rispetto a quella originaria, ma e comunque all’interno dell’area di pertinenza ed in conformità al disposto art. 7 delle presenti norme. In caso di cambio di destinazione dalla D di cui sopra, ammissibile esclusivamente verso la destinazione d'uso A ed E di cui sopra è richiesta la redazione di Piano attuativo o permesso di costruire convenzionato ai sensi dell'art.5. con la

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conservazione della Sul e della h max esistente. In ogni caso gli interventi di cambio di destinazione a partire dalla destinazione D, e tutti gli interventi di ristrutturazione edilizia con modifica della sagoma o di demolizione e ricostruzione sono ammessi a condizione che gli interventi previsti riducano l'impatto visuale e ambientale dei fabbricati rispetto allo stato di fatto, sia mediante soluzioni architettoniche specificamente studiate e documentate negli elaborati sottoposti alla Commissione per il Paesaggio con adeguate simulazioni tridimensionali e fotografiche, sia attraverso interventi di mitigazione visuale e ambientale che contemplino la riduzione delle superfici impermeabili, l'incremento delle superfici destinate a verde e alberate, la realizzazione di cortine arboree adeguate per forma e posizione al miglioramento delle connessioni ecologiche e la schermatura visuale degli edifici, in particolare rispetto ai punti di osservazione e alle fasce di rispetto visuale indicate dalle tav. QC3 e PR1-2. Anche quest'ultima schermatura visuale deve essere dimostrata mediante documentazione fotografica dai punti e dalle fasce di osservazione, e simulazioni.

5. La suesposta normativa si applica anche alle medesime aree ricomprese nel perimetro del parco “La Valletta” e denominate “Tessuto urbano consolidato / Servizi in previsione / Proposte delle amministrazioni comunali”.

6. Per gli edifici di valore storico architettonico e paesaggistico compresi negli ambiti oggetto del presente articolo, classificati nelle tavole PR1 e PR2 nelle categorie VM, VR, VP come definite nel precedente art. 14 e dal seguente art.28, sono comunque ammessi esclusivamente gli interventi prescritti dallo stesso art. 14. Nel caso il progetto di intervento proposto riguardi solo gli edifici suddetti, e non comporti la ristrutturazione edilizia, la demolizione e ricostruzione, la nuova costruzione o l'ampliamento di altri fabbricati, anche nel caso di cambio di destinazione d'uso verso le destinazioni ammissibili non è necessaria la redazione del Piano Attuativo.

7. Per tutti i cambiamenti di destinazione d'uso da funzioni produttive ad altre funzioni ammissibili secondo i commi precedenti di quest'articolo, non è ammesso il cambio di destinazione d'uso parziale degli immobili a destinazione produttiva, e dovranno essere svolte le indagini di cui all'art.8 comma 8 delle presenti norme.

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CAPITOLO III - AREE ASSOGGETTATE A VINCOLI SOVRAORDINATI

Tutto il territorio comunale è assoggettato a vincolo paesistico-ambientale ai sensi della Parte III del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, per effetto del D.M. 12 maggio 1967. Pertanto ogni intervento che modifichi le condizioni dell’aspetto esteriore dei luoghi deve ottenere la preventiva autorizzazione da parte della competente autorità. Inoltre, ogni intervento paesisticamente rilevante deve essere corredato da elaborati che documentino, cartograficamente e fotograficamente, lo stato dei luoghi.

Oltre a tale vincolo ne sussistono ulteriori di varia natura, riportati sulle tavole PR 1 e PR 2 ed elencati, unitamente alla rispettiva normativa, negli articoli che seguono.

ART. 27 IMMOBILI VINCOLATI COME BENI CULTURALI AI SENSI DELLA PARTE II DEL D.Lgs. 42/’04 E AREE DI RISCHIO ARCHEOLOGICO

1. Negli elaborati PR 1 e PR 2 sono individuati i principali immobili vincolati come beni culturali ai sensi della parte II del D.Lgs. 42/’04, desunti dagli atti reperiti. A tali immobili, oltre alla normativa indicata nei precedenti capitoli I e II del presente TITOLO, sarà applicata la specifica legislazione di settore. 2. Nell'ambito del territorio comunale all'interno dell'area del centro storico e dei nuclei di antica formazione come definiti dal precedente art. 14, e nelle tavole PR, all'interno e in prossimità di chiese ed edifici storici isolati come indicati nelle stesse tavole, nonché lungo percorsi storici e siti in altura, corrispondenti alla viabilità di interesse storico indicata nella tavola PP1, qualora gli interventi di qualunque genere comportino scavo, è necessario far eseguire una valutazione del rischio archeologico in sede di progetto preliminare anche nel caso di lavori privati. Inoltre nelle suddette aree a rischio archeologico, e in una fascia compresa entro i cento metri dalle stesse (aree ad alto e medio rischio archeologico) vi è l'obbligo di invio del progetto di intervento, per acquisizione preventiva del parere di competenza, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici da parte di soggetti sia pubblici che privati nel caso di interventi nel sottosuolo di qualsiasi natura. Nel resto del territorio comunale, ovvero in aree a basso rischio archeologico, ali sensi del DLgs. 163/2006 art.

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95 e 96 e del Dlgs. 42/2004 art.28 comma 4 vige l'obbligo di invio dei progetti riguardanti lavori pubblici o di interesse pubblico alla Soprintendenza citata, nel caso di interventi nel sottosuolo di qualsiasi natura ed entità. Infine per interventi a committenza privata di grande impatto nel sottosuolo (piani attuativi di edilizia residenziale o industriale, impianti per energie alternative, trasformazioni agricole) è necessario acquisire il parere preventivo della Soprintendenza stessa.

ART. 28 EDIFICI DI VALORE STORICO E/O PAESAGGISTICO

1. In tale fattispecie rientrano gli edifici che presentano caratteri di particolare valore storico e/o paesaggistico, individuati dal P.G.T. in conformità ai disposti contenuti nella parte III del D.Lgs. 42/’04. 2. Per tali fabbricati gli interventi ammissibili sono quelli indicati dall'art. 14 per la classe di fabbricato in cui l'edificio è classificato nelle tavole PR3 o PR1-PR2.

6. In essi sono vietati tutti gli interventi di ampliamento, di ristrutturazione con demolizione e successiva ricostruzione; i recuperi di sottotetto ai fini abitativi sono ammessi solo nel caso in cui non modifichino l’altezza di gronda e di colmo, la pendenza delle falde, nonché la quota dell’ultimo solaio orizzontale esistente; dovrà inoltre essere mantenuta la gronda esistente, ancorché in presenza di nuovi abbaini. La ristrutturazione edilizia è ammessa purché siano evitate modifiche tali da alterare le originarie caratteristiche architettoniche e morfologiche di pregio. Pertanto sono vietate le demolizioni di strutture, sia verticali che orizzontali, salvo per porzioni di esse che non soddisfino più i necessari requisiti di staticità.

ART. 29 TRATTI STRADALI DOVE EVENTUALI INSEDIAMENTI SONO DA CONSIDERARE IN CONTRASTO CON GLI INTERESSI PAESAGGISTICI – da PTCP e da PGT

1. In tale fattispecie rientrano i tratti stradali che presentano visuali libere di significativa estensione, su uno o su entrambi i lati.

2. Nelle porzioni di territorio ove compare la specifica simbologia che individua detti tratti stradali, e per una profondità di mt 300,00 dall’asse viario, sono vietate le realizzazioni

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di qualsiasi tipo che limitano la visuale e il godimento dello spazio aperto. A tal fine: 2.1. le recinzioni ammesse dalla presente normativa devono avere altezza non superiore a mt 1,20 di cui almeno mt 0,90 di tipo trasparente; qualora esse siano integrate da siepe, quest’ultima non deve superare l’altezza della recinzione; 2.2. le siepi, ancorché esistenti, devono essere mantenute ad un’altezza che non superi di mt 1,20 il piano della sede stradale. 2.3. I parametri di cui ai commi precedenti sono derogabili per recinzioni e siepi la cui sommità non occlude la visuale panoramica per effetto dei dislivelli del terreno, 2.4. In particolare per i terreni posti a una quota inferiore a quella della sede stradale oggetto di verifica, se l'estremità superiore della recinzione o della siepe è posta a una quota inferiore a quella della strada ridotta di 5 m ogni 50 m di distanza dalla sede stradale, e comunque sempre entro un'altezza della recinzione massima totale di 2,50 m, senza limitazioni per le siepi se non superano la quota prescritta. 2.5. per i terreni posti a una quota superiore a quella della sede stradale oggetto di verifica, l'altezza massima della recinzione è derogabile se la sua sommità non occlude la visuale dell'orizzonte o della sommità del crinale, retrostante la recinzione, che limita la visuale nello stato di fatto. e comunque sempre entro un'altezza della recinzione massima totale di 2,50 m, senza limitazioni per le siepi se non nascondono la vista dell'orizzonte o del crinale come descritto. 2.6. tutti i requisiti richiesti per la deroga di cui ai punti precedenti devono essere dimostrati mediante studio fotografico nei punti di osservazione indicati dalla tavola QC3 e PR 1-2 e collegato fotomontaggio. 2.7. sono comunque escluse le recinzioni di terreni a destinazione agricola, salvo i casi previsti dal precedente capitolo II delle Norme Tecniche.

3. Per altri tipi di intervento, piantumazione di alberature, serre stagionali, costruzioni di uso agricolo, o edificazioni in genere, purché ammessa dalla specifica normativa di ambito territoriale, è richiesta puntuale progettazione tendente a dimostrare il rispetto del suindicato requisito di tutela.

4. Dalla suddetta normativa sono esclusi i fabbricati esistenti alla data di adozione del presente P.G.T. e le relative aree di pertinenza.

ART. 30 FASCIA DI RISPETTO STRADALE

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1. Sono indicate con questa denominazione quelle aree che, pur restando di proprietà privata, sono destinati dal P.G.T. a costituire fasce di protezione del nastro stradale in forza di prescrizioni indicate dal Codice della strada, secondo i criteri indicati all'Art. 7.

2. Esse sono destinate ad ampliamenti delle infrastrutture stradali esistenti o corsie di servizio, a parcheggi pubblici, a percorsi pedonali o ciclabili, a piantumazioni e sistemazioni a verde.

3. Queste ambite sono inedificabili a tutti gli effetti, eccezion fatta per le recinzioni; per i manufatti già esistenti sono consentiti interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia con eventuale demolizione e successiva FEDELE ricostruzione; il recupero del sottotetto a fini abitativi senza modificazioni delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde dell’edificio esistente.

4. E' ammessa l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, connessi al sistema viabilistico (pensiline, chioschi, ecc…) purché atto a soddisfare esigenze meramente temporanee e purché l’attuatore dell’intervento si assuma l’obbligo della rimozione a propria cura e spese e a semplice richiesta del proprietario dell’area o dell’autorità comunale.

5. per le strade di categoria F1 ed F3 di cui all'art. 7 anche se non obbligatoria ai sensi del Codice della Strada è prescritta comunque una distanza minima dal limite della strada pari a 5,00, non indicata nelle tavole grafiche QC3, PP1 e PR1-2, amministrata secondo i criteri del Codice Civile richiamati dallo stesso art. 7.

ART. 31 FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE

1. Nelle fasce di rispetto cimiteriale è esclusa la realizzazione di qualsiasi tipo di edificazione e/o costruzione, compreso le recinzioni.

2. Sono consentite esclusivamente le costruzioni di edicole in strutture smontabili per la vendita di fiori e la sistemazione del terreno al fine di realizzare parcheggi pubblici.

ART. 32 FASCIA DI RISPETTO RETE ELETTRICA NAZIONALE (132 kV e 380 kV) E PRESCRIZIONI PER LE LINEE AEREE A MEDIA TENSIONE

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1. Nelle fasce di rispetto della rete elettrica nazionale è esclusa la realizzazione di qualsiasi tipo di edificazione e/o costruzione, ad eccezione delle recinzioni. Esse sono fissate in mt 38,00 e mt 19,00, rispettivamente per l’elettrodotto n. 455 e n. 310, per ciascuna parte dell’asse di percorrenza degli stessi; dette misure minime potranno aumentare in ragione al calcolo di prima approssimazione che dovrà essere effettuato dal gestore dell’elettrodotto al fine di garantire il rispetto dell’obiettivo di qualità per l’esposizione ai campi elettromagnetici, pari a 3 µT. Sugli edifici esistenti, laddove consentito dalla normativa dell’ambito in cui ricadono, sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risanamento conservativo, restauro e ristrutturazione edilizia. Sono viceversa sempre esclusi i recuperi di sottotetto ai fini abitativi.

2. La possibilità edificatoria degli immobili posti in prossimità delle linee a M.T. è soggetta alle disposizioni del D.M. 29/05/2008, e comunque della normativa in materia.

ART. 33 FASCIA DI RISPETTO E ZONA DI TUTELA ASSOLUTA POZZI D’ACQUA POTABILE

1. Per assicurare, mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque da destinare al consumo umano, nella porzione di territorio in cui si annovera la presenza di pozzi d’acqua potabile sono stabilite aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e fasce di rispetto.

2. Zona di tutela assoluta. La zona di tutela assoluta è adibita esclusivamente ad opere di presa ed a costruzioni di servizio; pertanto in essa è esclusa la realizzazione di qualsiasi tipo di edificazione e/o costruzione, compreso le recinzioni.

3. Fascia di rispetto. In essa sono vietate le seguenti attività o destinazioni: 3.1. dispersione, ovvero immissione in fossi non impermeabilizzati, di reflui, fanghi e liquami anche se depurati; 3.2. accumulo di concimi organici; 3.3. dispersione nel sottosuolo di acque bianche provenienti da piazzali e strade;

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3.4. aree cimiteriali; 3.5. spandimento di pesticidi e fertilizzanti; 3.6. apertura di cave e pozzi; 3.7. discariche di qualsiasi tipo, anche se controllate; 3.8. stoccaggio di rifiuti, reflui, prodotti, sostanze chimiche pericolose, sostanze radioattive; 3.9. centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; 3.10. impianti di trattamento di rifiuti; 3.11. pascolo e stazzo di bestiame. Nelle fasce di rispetto è altresì vietato l'insediamento di fognature e pozzi perdenti; per quelle esistenti si adottano, ove possibile, le misure per il loro allontanamento. Nel caso non fosse possibile detto allontanamento è necessario utilizzare accorgimenti, quali l’incamiciatura dei condotti, al fine di garantire un maggior grado di tenuta delle tubazioni.

ART. 34 FASCIA DI RISPETTO FLUVIALE

1. Le fasce di rispetto fluviale hanno un rilevante interesse per l'idrologia, per la morfologia del suolo; in esse sono consentiti esclusivamente gli interventi finalizzati alla loro tutela.

2. In tali ambiti le piantumazioni e i verdi esistenti devono essere salvaguardati procedendo alle necessarie rotazioni periodiche.

3. Questi ambiti sono inedificabili a tutti gli effetti; per i manufatti già esistenti sono consentiti interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia SENZA demolizione e successiva ricostruzione; il recupero del sottotetto a fini abitativi non è consentito. Laddove è dimostrata l’impossibilità ad edificare all’esterno della fascia di rispetto fluviale, poiché essa si sovrappone in tutto o in parte sulle aree edificabili, è ammessa la nuova costruzione di fabbricati mantenendo comunque una fascia di rispetto assoluto di 20,00 mt dal corso d’acqua.

4. Le individuazioni grafiche negli elaborati di P.G.T. relative alle fasce di rispetto degli alvei torrentizi sono espresse in modo virtuale. La loro dimensione è fissata in mt 50,00 per ogni lato dell'alveo torrentizio, ridotta a 25 m inderogabili per gli ambiti

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edificabili che ricadono al suo interno.

ART. 35 CORSO D’ACQUA DEL RETICOLO IDRICO MINORE

1. Gli elaborati del P.G.T. individuano i corsi d’acqua del reticolo idrico minore con le relative fasce di rispetto. Tuttavia per gli interventi ammessi in tale aree si rimanda all’Allegato 1 della “Definizione del reticolo idrografico minore” comunale, effettuata ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002, n. 7/7868. 2. Gli elaborati del QC3, PP1 e PR1-2 del P.G.T. individuano altresì la fascia di rispetto definita per il tratto del corso della Bevera incluso nel Reticolo Idrico Principale per effetto della D.g.r. 25 ottobre 2012 - n. IX/4287 " Riordino dei reticoli idrici di Regione Lombardia e revisione dei canoni di polizia idraulica"; per tale corso d'acqua la funzione di polizia idraulica è svolta dall'Amministrazione Regionale secondo i criteri e le procedure indicate nell'allegato E ed F de lla stessa D.g.r. 25 ottobre 2012 - n. IX/4287.

ART. 36 IMPIANTI PER LE TELECOMUNICAZIONI A TECNOLOGIA CELLULARE E PER LA RADIOTELEVISIONE E RELATIVE AREE DI PERTINENZA

1. L’elaborato PR 1 individua, con apposito simbolo grafico, un punto approssimativa di territorio ove possono essere insediati gli impianti per le telecomunicazioni a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione, quali stazioni radio-base per servizi di telefonia mobile, antenne, parabole, ponti radio, impianti digitali mobili e similari.

2. Gli interventi di tale tipo devono rispettare, oltre alla vigente legislazione in materia, il “Regolamento” comunale appositamente redatto, che in questa sede viene integralmente richiamato. In particolare Nel caso la realizzazione dell'impianto sia successiva all'attuazione dell'ambito di trasformazione per servizi 2A, o comunque alla presentazione del preliminare del piano attuativo, contenente l' assetto planivolumetrico, l'autorizzazione dell'impianto è subordinata alla verifica dei limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità di cui al successivo comma 4 di

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questo articolo, rispetto agli edifici realizzati o agli elaborati di progetto già disponibili.

3. E’ comunque ammessa la realizzazione di una sola struttura su cui devono essere posizionati gli impianti di tutti gli operatori che ne facciano esplicita richiesta.

4. Nelle aree di pertinenza degli impianti esistenti per la telecomunicazione a tecnologia cellulare e per la radiotelevisione (200 mt di raggio), ancorché collocati su territori di altri comuni contermini, la possibilità di edificare deve essere subordinata alla verifica dei limiti di esposizione, valori di attenzione ed obiettivi di qualità così come previsto dalla normativa in materia (ora D.P.C.M. 08/07/’03 – Limiti di esposizione della popolazione a campi elettromagnetici con frequenze comprese tra 100 KHz e 300 KHz).

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TITOLO IV - NORME SPECIALI

ART. 37 AREE PER LA COMPENSAZIONE AMBIENTALE

82 ART. 37 AREE PER LA COMPENSAZIONE AMBIENTALE ART. 37 AREE PER LA COMPENSAZIONE AMBIENTALE vigente variato

1. Gli elaborati PR 1 e PR 2 individuano le aree per la Gli elaborati PR 1 e PR 2 individuano le aree per la compensazione ambientale. In esse l’Amministrazione compensazione ambientale. In esse l’Amministrazione comunale effettua interventi di rimboschimento, come già comunale effettua interventi di rimboschimento, come già operato in passato nella cosiddetta “Area Unicef” e in altri operato in passato nella cosiddetta “Area Unicef” e in altri terreni di proprietà comunale. terreni di proprietà comunale.

In alternativa il PGT ammette la compensazione mediante interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti per interventi e livelli riduzione dei consumi che superino quelli obbligatori per legge.

invariato 2. L’individuazione delle aree per la compensazione

ambientale risponde agli obiettivi di: 2.1. ampliamento delle aree comunali indicate al precedente punto 1; 2.2. individuazione di una fascia di mitigazione a Nord di parte dell’abitato di Cortenuova.

3. I terreni compresi nelle aree per la compensazione I terreni compresi nelle aree per la compensazione ambientale ambientale sono ceduti a titolo gratuito all’Amministrazione sono ceduti a titolo gratuito all’Amministrazione comunale, comunale, secondo la modalità di cui ai successivi punti 3.7 oppure gestiti secondo la modalità di cui ai successivi punti 3.7 e 3.8, dai soggetti che intendono avvalersi delle possibilità e 3.8, dai soggetti che intendono avvalersi delle possibilità edificatorie di cui ai successivi punti 3.1, 3.2 e 3.3. edificatorie di cui ai successivi punti 3.1, 3.2 e 3.3. 3.1. Sui fabbricati esistenti aventi destinazione Da 3.1 a 3.5 invariato residenziale e ricompresi negli Ambiti “Residenziali estensivi”, “Con presenza di edifici con diversa destinazione” e “Di valore paesaggistico e/o storico e/o monumentale e/o ambientale”

83 possono essere effettuati ampliamenti in deroga all’It o If dell’Ambito di appartenenza. Essi devono essere realizzati in aderenza all’edificio originario e possono raggiungere una superficie di mq 60 di Sul per ogni alloggio censito al Catasto Fabbricati alla data di adozione del presente P.G.T., comunque nel limite massimo di mq 120 per edificio. I suindicati ampliamenti devono inoltre rispettare gli altri indici edilizi dell’ambito di appartenenza e, laddove non precisati, devono essere contenuti nel limite dell’altezza dell’edificio esistente. 3.2. Sui fabbricati esistenti aventi destinazione residenziale e ricompresi negli Ambiti “Con presenza di edifici non più destinati all’agricoltura” possono essere effettuati ampliamenti in deroga a quanto contenuto nell’art. 26. Essi devono essere realizzati in aderenza all’edificio originario e possono raggiungere una superficie massima di mq 60 di Sul. I suindicati ampliamenti devono inoltre essere contenuti nel limite dell’altezza dell’edificio esistente. 3.3. Sui fabbricati esistenti non aventi destinazione residenziale rientranti negli Ambiti “Con presenza di edifici non più destinati all’agricoltura” possono essere effettuati ampliamenti in deroga a quanto contenuto nell’art. 26. Essi devono essere realizzati in aderenza all’edificio originario e possono raggiungere una Sul aggiuntiva massima pari a quella esistente regolarmente autorizzata. I suindicati ampliamenti devono inoltre essere contenuti nel limite dell’altezza di mt 7,50 e del rapporto di copertura di 1/5, calcolato con riferimento all’area di pertinenza specificamente individuata sugli elaborati del Piano delle Regole.

84 3.4. Gli ampliamenti indicati ai precedenti punti 3.1, 3.2 e 3.3 sono da intendersi quale superficie massima ammessa, ancorché raggiunta attraverso più interventi effettuati in periodi differenti. 3.5. I medesimi ampliamenti possono altresì essere effettuati anche sugli edifici condonati; tuttavia la superficie aggiuntiva consentita risulterà quale differenza tra quella ammessa e quella condonata. 3.6. Viceversa gli ampliamenti di cui al presente articolo non possono essere realizzati nei casi in cui gli interventi contrastano con le disposizioni contenute nel Capitolo III del TITOLO III.

3.7. 3.8. Il diritto edificatorio necessario per effettuare gli l'incentivo volumetrico necessario per effettuare gli ampliamenti indicati ai punti 3.1 e 3.2 del presente ampliamenti indicati ai punti 3.1 e 3.2 del presente articolo articolo si acquisisce cedendo gratuitamente si acquisisce cedendo gratuitamente all’Amministrazione all’Amministrazione comunale aree ricomprese nel comunale aree ricomprese nel perimetro di quelle perimetro di quelle assoggettate a compensazione assoggettate a compensazione ambientale nella misura di ambientale nella misura di 2 mq ogni mq di nuova Sul. 20 mq ogni mq di nuova Sul. 3.9. Il diritto edificatorio necessario per effettuare gli Il diritto edificatorio necessario per effettuare gli ampliamenti ampliamenti indicati al punto 3.3 del presente articolo indicati al punto 3.3 del presente articolo si acquisisce si acquisisce cedendo gratuitamente cedendo gratuitamente all’Amministrazione comunale aree all’Amministrazione comunale aree ricomprese nel ricomprese nel perimetro di quelle assoggettate a perimetro di quelle assoggettate a compensazione compensazione ambientale nella misura di 10 mq ogni mq di ambientale nella misura di 1 mq ogni mq di nuova Sul. nuova Sul.

In alternativa a questa procedura, è ammessa la gestione delle aree di compensazione come bosco, coltura legnosa o di alberi da frutto per una durata di vent'anni, mediante impegno garantito da polizza fidejussoria corrispondente al maggiore tra il valore dell'area e il valore della produzione stimabile per la stessa durata. In caso di mancata conduzione secondo gli accordi, l'amministrazione acquisisce le aree a titolo di compensazione gratuita per l'incentivo già concesso e ne affida la gestione nelle modalità prescritte mediante bando

85 pubblico. Sono altresì ammessi interventi di rinaturalizzazione lineare mediante la realizzazione di filari alberati o siepi composte da essenze legnose ad alto fusto autoctone, nella misura di 40 ml per mq di Sul realizzata in deroga, ridotti a 20 ml se realizzati a corredo di corsi d'acqua inclusi nel reticolo idrico principale o minore. 4. Le cessioni di cui ai precedenti punti 3.7 e 3.8 devono 4. Le cessioni o gli interventi di piantumazione di cui ai essere effettuate entro 1 anno di assunzione del titolo precedenti punti 3.7 e 3.8 e 3.9 devono essere effettuati abilitativo edilizio, ancorché acquisito attraverso le entro 1 anno di assunzione del titolo abilitativo edilizio, procedure della DIA, necessario per effettuare gli ancorché acquisito attraverso le procedure della DIA, ampliamenti di cui ai suddetti punti 3.1, 3.2 e 3.3. A tal necessario per effettuare gli ampliamenti di cui ai suddetti fine le relative pratiche edilizie devono contenere apposita punti 3.1, 3.2 e 3.3. A tal fine le relative pratiche edilizie impegnativa, registrata e trascritta, contenente tale obbligo devono contenere apposita impegnativa, registrata e di cessione. L’impegnativa in parola deve essere trascritta, contenente tale obbligo di cessione o sottoscritta sia dal proponente l’intervento edilizio, sia dal coltivazione, e la relativa polizza fidejussoria. proprietario dell’area da cedere, e deve essere valida anche L’impegnativa in parola deve essere sottoscritta sia dal per i successori aventi causa a qualsiasi titolo. proponente l’intervento edilizio, sia dal proprietario dell’area da cedere o coltivare, e deve essere valida anche

per i successori aventi causa a qualsiasi titolo. 5. Relativamente alla cessione delle aree di compensazione 5. Invariato ambientale, l’Amministrazione comunale è esonerata anche da tutte le tasse e spese, quali frazionamenti, onorari del Notaio, ecc… . 6. Possono sempre essere cedute gratuitamente o rimboschite 6. Possono sempre essere cedute gratuitamente o coltivate a legno o a fruttetto, filare o siepe all’Amministrazione Comunale aree diverse da quelle all’Amministrazione Comunale aree diverse da quelle individuate negli elaborati PR1, PR2 e PS1 sempre che individuate negli elaborati PR1, PR2 e PS1 sempre che rispondano ad uno dei seguenti requisiti: rispondano ad uno dei seguenti requisiti: 6.1. Siano contigue alle aree di compensazione ambientale Siano contigue alle aree di compensazione ambientale individuate nelle tav. PR1, PR2 e PS1. individuate nelle tav. PR1, PR2 e PS1. 6.2. Siano contigue ad aree per servizi già di proprietà Siano contigue ad aree per servizi già di proprietà comunale. comunale. 6.3. Siano contigue ad aree boschive così come individuate Siano contigue ad aree boschive così come individuate negli elaborati di PGT. negli elaborati di PGT.

86 Siano incluse tra le aree di rimboschimento e/o miglioramento boschivo primario indicate dalla tav. 8d del Piano di Indirizzo Forestale provinciale di cui al precedente art. 24 comma 7 delle presenti norme. 7. In alternativa alla cessione a titolo gratuito di cui al comma 7. In alternativa alla cessione a titolo gratuito di cui al comma 3, il comune può sempre acquisire le aree di 3, il comune può sempre acquisire le aree di compensazione compensazione ambientale comunque individuate, ambientale comunque individuate, mediante procedura di mediante procedura di evidenza pubblica e nel rispetto del evidenza pubblica e nel rispetto del principio della par principio della par condicio, della trasparenza e della condicio, della trasparenza e della pubblicità dell’azione pubblicità dell’azione amministrativa. Le spese affrontate amministrativa. Le spese affrontate dall’Amministrazione dall’Amministrazione Comunale verranno rimborsate dai Comunale verranno rimborsate dai soggetti di cui al comma 3, soggetti di cui al comma 3, che saranno pertanto tenuti a che saranno pertanto tenuti a versare idonea cauzione prima versare idonea cauzione prima della procedura della procedura concorsuale. concorsuale. Le azioni di compensazione possono essere sostituite da interventi di riqualificazione energetica dei fabbricati che superino per prestazioni e superficie di intervento i minimi richiesti dalla normativa nazionale e regionale; Per gli interventi di ampliamento una tantum per una slp o superficie di involucro inferiore al 20% del fabbricato esistente, l'ampliamento è ammissibile a titolo di incentivo se comporta la riqualificazione energetica integrale del fabbricato esistente fino ai limiti richiesti dalla legge per tale tipo di intervento. Nel caso di ampliamento superiore al 20%, è richiesta in alternativa alla cessione o al rimboschimento compensativo, la riqualificazione integrale nella classe A di qualità energetica. 7. La maggiorazione del contributo prevista dall'art. 43 comma 2bis L.R. 12/2005 per gli interventi che incidono sulle aree agricole esistenti come richiamato dal precedente art. 5 comma 7 e dall'Art. 7 comma 7 delle norme del Documento di Piano, è riscossa e impiegata dall'Amministrazione Comunale nelle modalità previste dalla D.G.R. 8/8757/2008 e dalle norme del Piano di Indirizzo Forestale provinciale, Titolo IV, come riportate nell'Allegato 2 delle presenti norme.

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ART.38 VINCOLO PAESAGGISTICO E AMBIENTALE E PROCEDURE RELATIVE.

1. L'intero territorio comunale è vincolato quale area di notevole interesse pubblico ai sensi dell'art. 136 del D.Lgs. 42/2004 con vincolo espresso dal Ministero dei Beni Culturali con decreto del 12-5-1967, con le seguenti motivazioni: "RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' CONCORRE A DELINEARE QUELLA ZONA DELLA BRIANZA CARATTERIZZATA DA UNA BELLEZZA PAESISTICA TRADIZIONALE - TIPICO MOVIMENTO COLLINOSO ALTERNATO A ZONE PIANEGGIANTI PRESENTANTI ALBERATURE CARATTERISTICHE E RARE - LA QUALE NEL COMUNE DI CUI TRATTASI SI PONE COME UN SOTTOFONDO GENERALE AD EPISODI DI PARTICOLARE BELLEZZA ACCOMPAGNATI ALLA PRESENZA DI PUNTI DI VISTA ACCESSIBILI AL PUBBLICO CHE NE PERMETTONO GODIMENTO; ED INOLTRE FORMA UN VASTO COMPLESSO DI COSE IMMOBILI COMPONENTI UN CARATTERISTICO INSIEME AVENTE VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE, CHE COINCIDE, SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA', CON UN'AMPIA AREA DELLA BRIANZA DI CUI MONTICELLO ED I COMUNI ADIACENTI FANNO PARTE; CONSIDERATO CHE I CARATTERI DI BELLEZZA NATURALE RISCONTRATI DALLA COMMISSIONE PROVINCIALE CONCORRONO, SIA PURE IN DIVERSO GRADO, A FORMARE I QUADRI D'INSIEME NEL CUI CONTESTO LE PARTI MENO PREGEVOLI ASSUMONO UNA FUNZIONE D'INSCINDIBILITA' DAL VINCOLO, TANTO DA RICHIEDERSI CHE LA ZONA DA ASSOGGETTARE A TUTELA COINCIDA CON I CONFINI DEL TERRITORIO COMUNALE"

2. il Comune di Monticello Brianza applica la normativa relativa al vincolo e le procedure relative prescritte dal D.Lgs. 42/2004 nonchè dalla D.G.R. 9/2727 del 22 dicembre 2011 Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di beni paesaggistici. In particolare gli elementi del paesaggio individuati dagli elaborati del PGT, con riferimento alle tavole Inq 5 Inq 7.Qc2 Qc3 (variata) e QC3b (aggiunta) Qc4 Qc5 Qc6, e da Qc13 a 19 variate, nonché la loro trascrizione negli elaborati di progetto PP1, PR1 PR2 e PR3, definiscono in dettaglio gli elementi del paesaggio, le relazioni visuali e simboliche tra essi oggetto di vincolo, accennati dal decreto di vincolo citato, e individuati nel Piano Territoriale Paesaggistico Regionale e nel quadro riferimento paesaggistico allegato al PTCP provinciale, come richiamati dalla relazione di conformità allegata al PGT. 3. Tali elementi e relazioni, anche secondo le tipologie e i criteri individuati dall'allegato B della D.C.R. 2727/2011 citata, e secondo le norme specifiche di cui agli articoli 11, 12, 14, 18, da 23 a 29 e 37 delle presenti norme, devono essere espressamente

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considerati nella redazione dei progetti relativi agli interventi oggetto di domanda autorizzazione paesaggistica e delle relazioni paesaggistiche che li accompagnano. 4. In particolare per gli interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione urbanistica e di ristrutturazione edilizia con significative alterazione della sagoma dei fabbricati la relazione paesaggistica allegata al progetto deve essere corredata una ricognizione speditiva del contesto nelle modalità previste dall'Allegato B delle norme del PTCP della Provincia di Lecco, di seguito riassunte. 5. Come ricognizione speditiva del contesto si intende la produzione di un elaborato che documenti, cartograficamente e fotograficamente, lo stato dei luoghi in relazione agli aspetti da considerare per la valutazione dello stato del paesaggio e dell'incidenza del progetto su di esso. 6. In linea di massima, sarà preso in considerazione un intorno entro un raggio dal sito del progetto variabile indicativamente da 100 a 300 metri, in funzione della densità edilizia (tanto minore il raggio quanto maggiore la densità). Entro tale ambito, il progettista valuterà se e per quali aspetti gli edifici esistenti e comparabili con quello oggetto dell’intervento presentino significative affinità dimensionali, tipologiche, stilistiche, nell’uso dei materiali e dei colori, o altre ancora, tali da configurare gli elementi di un linguaggio coerente del luogo al quale sia opportuno conformare le scelte progettuali. Le considerazioni di cui al comma precedente si estendono ovviamente alle sistemazioni esterne e alle relazioni degli edifici tra loro, con il terreno e con gli spazi pubblici. 7. Qualora tali affinità siano effettivamente presenti, il progettista potrà anche valutare se si tratti di caratteri linguistici qualificanti, oppure banali. Nell’uno e nell’altro caso, definirà le proprie scelte progettuali nella piena consapevolezza del contesto entro il quale opera mediante espliciti riferimenti ad esso nella relazione di progetto e paesaggistica di accompagnamento.

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ALLEGATO 1: Ipotesi di sviluppo del sistema distributivo comunale (da studio settoriale allegato al PGT).

90 Comune di MONTICELLO BRIANZA Provincia di LECCO

5. Ipotesi di sviluppo del sistema distributivo comunale

Come si è detto, il rapporto tra pianificazione commerciale e Piano di Governo del Territorio, con riferimento, in particolare, al Documento di piano, include “la definizione degli obiettivi di sviluppo comunale (art. 8, comma 2, lettere a e b), dove devono essere evidenziate le esigenze di sviluppo o di riorganizzazione o di contenimento del settore commerciale” (D.C.R. 13 marzo 2007, n. 8/352).

Sul territorio comunale si individuano tre nuclei distinti: Monticello capoluogo, la Frazione Cortenuova e la Frazione Torrevilla. Monticello capoluogo, ove risiede il 51,7% della popolazione, è connotato da un sistema distributivo essenzialmente “di prossimità”: infatti, agli esercizi di vicinato si affiancano poche medie strutture di vendita, tutte di dimensioni contenute per la classe dimensionale di appartenenza (rispettivamente, una media struttura “mista” di 390 mq. di vendita, e due medie strutture non alimentari per complessivi 390 mq. di vendita; si ricorda che il limite massimo consentito per questa classe di esercizi è di 1.500 mq.).

La Frazione Cortenuova, che ospita circa il 27,8% della popolazione residente, ha caratteristiche commerciali analoghe a quelle di Monticello capoluogo: ad alcuni esercizi di vicinato si affiancano, infatti, tre medie strutture, tutte appartenenti al settore non alimentare (per complessivi 709 mq. di vendita).

La Frazione Torrevilla emerge invece, anche se in misura contenuta, per una maggiore presenza di esercizi, a fronte di un numero di abitanti che è pari al 20,5% del totale; vi è un solo punto di vendita “misto”, ma si tratta di una media struttura di 1.135 mq. di vendita, senza dubbio destinata anche ai consumatori residenti negli altri due nuclei; a questa si aggiunge una buona concentrazione di esercizi di vicinato non alimentari. La presenza della media struttura “mista”, di dimensioni importanti rispetto a questa classe dimensionale (il cui limite massimo, lo ricordiamo, è di 1.500 mq. di vendita), nella Frazione Torrevilla, che tuttavia ospita “solo” un quarto della popolazione residente, propone alcune riflessioni in materia commerciale. La Frazione, infatti, è attraversata dalla S.P. 51 “della Santa”, arteria di collegamento importante in questa zona della Provincia di Lecco; la media struttura “mista” è sita in via Casati, direttamente connessa (e parallela) con la Provinciale suddetta: evidentemente la presenza di una via di comunicazione ben frequentata

26 Comune di MONTICELLO BRIANZA Provincia di LECCO ha conferito al territorio della Frazione una più accentuata vocazione commerciale di carattere sovralocale, anche, probabilmente, in funzione di una maggiore disponibilità di spazio rispetto al nucleo di Monticello capoluogo.

In una situazione quel quella descritta, è necessario compiere un’attenta valutazione delle prospettive di sviluppo della rete distributiva.

Per il settore alimentare, infatti, la presenza di una media struttura di dimensioni sufficientemente ampie in Frazione Torrevilla, cui si aggiungono alcuni esercizi di vicinato, risulta soddisfare le esigenze dei consumatori residenti. In quest’ottica, non sembra opportuno pensare ad un incremento dell’offerta attraverso la realizzazione di nuove medie o grandi strutture di vendita; si dovrà invece puntare al miglioramento, alla riorganizzazione ed eventualmente all’ampliamento dell’esistente, così da non destabilizzare il sistema in essere. In particolare, la media struttura “mista” situata nel nucleo di Monticello capoluogo – Località Casatevecchio potrà ampliarsi fino a una superficie di vendita massima di 600 mq., così da non creare problemi di traffico e di sosta veicolare. La media struttura “mista” sita in Frazione Torrevilla, che già supera la soglia sopra indicata, potrà invece ampliarsi fino al massimo consentito per questa classe dimensionale , pari a 1.500 mq. di vendita

Diverso il discorso per il settore non alimentare, che si compone di un numero molto ampio di referenze, spesso articolate (si pensi, per esempio, al settore abbigliamento: uomo, donna, bambino, casual, sportivo, elegante, da cerimonia): difficilmente si raggiungerà la saturazione dell’offerta. Pertanto, per questo settore si prevede uno sviluppo della rete di vendita, anche mediante la realizzazione di nuove medie strutture; queste ultime potranno raggiungere una superficie di vendita massima pari a 600 mq. se si collocheranno all’interno dei nuclei abitati, al fine di non creare problemi alla circolazione.

Non si consente invece la realizzazione di grandi strutture di vendita, peraltro ben presenti nell’area in cui il Comune in esame si inserisce, che altererebbero il sistema distributivo in essere.

27

ALLEGATO 2, norme di gestione forestale (Titolo III e Titolo IV da Piano di Indirizzo Forestale provinciale approvato con D.C.P. 8/2009)

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dieci metri basali di fusto evidenti cavità utilizzate o utilizzabili dalla fauna a fini riproduttivi o di rifugio, tranne il caso che comporti pericolo per la pubblica incolumità; • nei boschi d’alto fusto è vietato eseguire utilizzazioni e altri tagli colturali dal 1 marzo al 31 luglio per i boschi posti a quote fino a 600 m slm, dal 1 aprile al 31 luglio per i boschi posti a quote da 600 a 1000 m slm e dal 15 aprile al 31 luglio per i boschi posti a quote seriori a 1000 m slm, fatta salva diversa autorizzazione della Provincia di Lecco; • dovranno essere impiegati mezzi ed attrezzature il più possibile idonei a minimizzare l’impatto acustico ed il danno ambientale, avendo cura di ripristinare i luoghi al termine dei lavori; • gli interventi in cui si richiede l’impiego di materiale vegetale dovranno essere effettuati con l’utilizzo di specie autoctone certificate ai sensi del d.lgs 386/03 e del d.lgs 214/05.

Art. 20 – Rapporti con i Parchi Locali di Interesse Sovra comunale (PLIS). 1. I PLIS assumono il piano d’indirizzo forestale quale riferimento per la pianificazione e la gestione delle formazioni boscate contenute nei propri ambiti. 2. Le modalità di pianificazione e di gestione dei PLIS dovranno essere coerenti, per gli aspetti forestali, con i contenuti e le disposizioni normative del Piano di Indirizzo Forestale. 3. La Provincia esprime parere di conformità con le previsioni del PIF per tutti gli interventi di tipo forestale, ad eccezione dei tagli colturali per cui vige quanto previsto ai successivi artt. 24, 25 e 26.

Art. 21 - Rapporti con i Piani del verde 1. I piani del verde eventualmente predisposti dai Comuni per la gestione del proprio patrimonio arboreo dovranno essere redatti in coerenza con i contenuti del Piano di Indirizzo Forestale per tutti gli aspetti inerenti il bosco o ricadenti nella disciplina normativa forestale. 2. I Comuni che intendono dotarsi di piani del verde, possono usufruire del SITFOR provinciale. La Provincia esprime un parere sui piani del verde che disciplinano anche interventi d’imboschimento in ambito urbano ed extra urbano.

TITOLO III - D ISPOSIZIONI CONCERNENTI I BOSCHI Art. 22 – Valore dei soprassuoli boscati 1. Il PIF individua nella superficie boscata, unitamente all’insieme delle fasce arborate, delle siepi e dei filari, un unico sistema verde con specifiche funzioni e caratteristiche, e lo riconosce quale infrastruttura del territorio a valenza multifunzionale, il cui miglioramento costituisce azione strategica di livello provinciale

Art. 23 - Definizione dei modelli e delle norme selvicolturali 1. La tutela e la valorizzazione dei boschi sono perseguite attraverso specifici modelli di trattamento selvicolturale, tendenti a favorire l’affermazione delle specie autoctone e la varietà nella composizione. I modelli selvicolturali sono differenziati sulla base della tipologia forestale e della funzione del bosco e costituiscono norme per la realizzazione degli interventi.

Piano di Indirizzo Forestale Provincia di Lecco 9

2. La Tavola n. 5 – “Carta delle attitudini funzionali prevalenti” definisce graficamente il modello e gli indirizzi selvicolturali per ciascun’area boscata del territorio. 3. Le norme selvicolturali sono riportate nelle schede di macroarea di cui all’ Allegato 1 alla Relazione generale. Ove queste non contengano indicazioni riguardanti talune tipologie di bosco oggetto di taglio si rinvia alle Norme Forestali Regionali di cui al R.R. n. 5/2007.

Art. 24 - Denuncia d’inizio attività (Denuncia di taglio) 1. Nella denuncia d’inizio attività prevista dall’art. 50, comma 7 della L.R. 31/2008 e dall’art. 9 del R.R. 5/2007 deve essere indicata la macroarea di appartenenza del PIF. 2. I soggetti abilitati dalla Provincia all’accoglimento della denuncia d’inizio attività (Comuni, tecnici, associazioni professionali, centri di assistenza agricola e altri) forniscono agli interessati copia delle norme selvicolturali relative alla macroarea di appartenenza del PIF.

Art 25 – Dichiarazione di conformità tecnica 1. Le denunce di inizio attività per utilizzazioni di superfici superiori a 2.000 mq sono accompagnate da una dichiarazione di conformità tecnica, come previsto dall’art. 13 del R.R. n. 5/2007. 2. L’interessato, a seguito di presentazione di denuncia d’inizio attività, deve attenersi alle norme selvicolturali indicate dal PIF per la macroarea di riferimento e a tal fine può chiedere alla Provincia indicazioni per la corretta applicazione dei modelli e delle norme selvicolturali. 3. E’ facoltà della Provincia, in caso di richiesta dell’interessato o di aree di particolare pregio forestale, procedere a operazioni di contrassegnatura o di martellata.

Art. 26 – Rinnovazione dei boschi per mutarne la specie 1. Chiunque intende procedere al taglio raso e all’eventuale estirpazione delle ceppaie, nonché alle connesse lavorazioni del terreno, allo scopo di rinnovare un bosco costituito da specie esotiche, specie fuori areale o con problemi fitosanitari, deve ottenere la preventiva autorizzazione della Provincia, come previsto dell’art. 29 e all’art. 39, comma 4 del R.R. 5/2007, allegando la relazione tecnica, a firma di un dottore agronomo o forestale, relativa ai lavori che s’intendono eseguire e agli obiettivi da raggiungere. 2. A garanzia della regolare esecuzione dei lavori la Provincia potrà chiedere un deposito cauzionale commisurato al costo di realizzazione dell’intervento. 3. L’autorizzazione del progetto di miglioramento forestale non è soggetta a valutazione ambientale.

TITOLO IV - D ISPOSIZIONI RIGUARDANTI LA TRASFORMAZIONE DEI BOSCHI Art. 27 - Interventi di trasformazione del bosco - generalità 1. La trasformazione del bosco è autorizzabile conformemente a quanto previsto dalla normativa regionale e nei limiti contenuti nel PIF. 2. Il PIF, nel periodo di durata del piano, stabilisce un’estensione massima trasformabile pari al 2,5 % della superficie forestale totale provinciale, nel rispetto dei limiti di cui al presente Titolo IV.

Piano di Indirizzo Forestale Provincia di Lecco 10

Art. 28 – Aree ad elevato coefficiente di boscosità 1. I seguenti Comuni aventi un coefficiente di boscosità superiore al 40%, calcolato come rapporto tra la superficie coperta da bosco e la superficie totale del territorio del comune, rientrano, in conformità a quanto previsto dalla DGR n. VIIII/2024 del 08.03.06, nelle “ Aree ad elevato di coefficiente di boscosità” :

Comune Coefficiente di boscosità ROVAGNATE 40,7% 41,0% 47,9% PEREGO 50,3% LECCO 56,6% 2. Nelle aree ad elevato coefficiente di boscosità il PIF definisce nel 2,5% del territorio boscato del Comune, e non oltre 10 (dieci) ettari, le soglie massime di riduzione dei boschi operabili per fini urbanistici, di cui al successivo art. 35. La superficie indicata nella sottostante tabella è riferita alla durata del PIF e si applica a ciascun comune. Sono consentiti accordi tra comuni che appartengono al medesimo gruppo, da realizzarsi preferenzialmente nella forma della Agenda Strategica di Coordinamento Locale, così come definita per il Sistema Rurale Paesaggistico e Ambientale del PTCP (art. 48). Superficie massima trasformabile Comune nell’arco di durata del piano SIRTORI 4,37 ha ROVAGNATE 4.67 ha AIRUNO 5,11 ha PEREGO 5,33 ha LECCO 10,00 ha

Art. 29 – Aree con insufficiente coefficiente di boscosità 1. I comuni riportati nella sottostante tabella, con superficie forestale inferiore al 40% della superficie del territorio comunale, sono classificati a insufficiente coefficiente di boscosità, in conformità a quanto previsto dalla DGR n. VIIII/2024 del 08.03.06. 2. Nelle aree con insufficiente coefficiente di boscosità il PIF definisce in 2,00 ettari la superficie massima di riduzione dei boschi operabile per fini urbanistici, di cui al successivo art. 35. La superficie indicata è riferita alla durata del PIF e si applica a ciascun comune. Sono consentiti accordi tra comuni che appartengono al medesimo gruppo, da realizzarsi preferenzialmente nella forma della Agenda Strategica di Coordinamento Locale, così come definita per il Sistema Rurale Paesaggistico e Ambientale del PTCP (art. 48). Comune Coefficiente di boscosità totale

CERNUSCO LOMBARDONE 10,5% 12,8% 35,4% VIGANO 27,6% INFERIORE 3,0% 16,7%

Piano di Indirizzo Forestale Provincia di Lecco 11

MONTICELLO BRIANZA 11,1% 20,4% BARZANÒ 12,3% 28,7% 23,0% 19,3% 11,7% 14,0% 15,8% 15,2% 23,6% ANNONE BRIANZA 19,4% 33,0% 20,9% 17,2% 20,2% 20,6% 27,8% 27,3% 27,6% CASTELLO BRIANZA 31,8% GARBAGNATE MONASTERO 27,1% SANTA MARIA HOÉ 35,4% Art. 30 - Boschi ad alto fusto. 1. Per quanto previsto dall’art. 43, comma 4, L.R. 31/2008, i boschi d’alto fusto possono essere trasformati se non ricompresi nei “boschi non trasformabili”, così come definiti dal successivo art. 31.

Art. 31 - Boschi non trasformabili 1. Il PIF individua nella Tavola n. 7 – Carta delle trasformazioni ammesse, le aree boscate con divieto assoluto di trasformazione. I boschi non trasformabili coincidono con gli habitat forestali interni ai siti Natura 2000, con formazioni boschive ricadenti in ambiti territoriali sottoposti al vincolo ambientale-paesaggistico di cui all’art. 142, comma 1, lettere b e c, DLgs 42/2004, con boschi di particolare pregio ecologico di cui all’allegato 2 alla Relazione generale “Schede delle tipologie forestali”.

Art. 32 – Boschi trasformabili per opere di pubblica utilità 1. I boschi ricadenti nel PIF sono trasformabili per opere dichiarate di pubblica utilità, ad esclusione delle aree boscate: a. ricadenti in SIC e ZPS, salvo per le opere previste nel Piano di Gestione dell’Area; b. classificate a funzione naturalistica.

Art. 33 – Trasformazioni a fini urbanistici 1. Qualora in sede di redazione degli strumenti urbanistici o di altri strumenti di governo del territorio si ravvisi la necessità di procedere a trasformazioni di bosco a fini

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urbanistici, dovrà essere richiesta l’autorizzazione, ai sensi dell’art. 4 della L.R. 31/2008 e D.lgs. 42/2004, allegando: a. la relazione da cui risulti la mancanza, entro i confini comunali, di aree alternative a quelle previste per la realizzazione dell’intervento comportante trasformazione; b. la perimetrazione di dettaglio della superficie forestale da trasformare, in scala 1:2.000, su base fotogrammetrica e catastale; c. la relazione forestale, a firma di tecnico agronomo o forestale abilitato, che verifichi la compatibilità della trasformazione con le valenze ecologiche e funzionali del bosco (struttura, forma di governo, tipologia forestale, attitudine funzionale), con particolare attenzione alle tipologie forestali presenti e agli elementi di valenza forestale individuati nelle Tavola n. 5 – “Carta delle attitudini funzionali prevalenti” e Tavola n. 7 –“Carta delle trasformazioni ammesse” del PIF; d. l’individuazione delle misure compensative predisposte in coerenza con le indicazioni contenute nella Tavola n. 8 – “Carta delle superfici destinate a compensazioni” del PIF. 2. Non sono in ogni caso permesse trasformazioni a fini urbanistici in boschi non trasformabili o trasformabili per cause di pubblica utilità di cui ai precedenti artt. 31 e 32. 3. Per gli strumenti urbanistici già vigenti al momento dell’entrata in vigore del PIF, qualora siano previste trasformazioni del bosco a fini urbanistici non recepite in sede di redazione del PIF o in sede di procedura di VAS, il Comune dovrà richiedere la conformità del proprio strumento secondo la procedura di cui al comma 1.

Art. 34 – Tipologie di trasformazioni ammissibili 1. Il PIF definisce le seguenti categorie di trasformazione del bosco: a. Trasformazioni ordinarie a delimitazione esatta (a fini urbanistici); b. Trasformazioni ordinarie di tipo areale; c. Trasformazioni speciali.

Art. 35 – Trasformazioni a delimitazione esatta (a fini urbanistici) 1. Costituiscono trasformazioni a delimitazione esatta le trasformazioni di bosco inserite all’interno di aree perimetrate da strumenti di pianificazione e di programmazione territoriali. 2. Il rilascio delle autorizzazioni a tali trasformazioni tiene conto delle valenze ecologiche e funzionali del bosco (struttura, forma di governo, tipologia forestale, attitudine funzionale), con particolare attenzione alle tipologie forestali presenti e agli elementi di valenza individuati nella Tavola n. 7 –“Carta delle trasformazioni ammesse” del PIF. 3. Le trasformazioni a delimitazione esatta non sono ammesse in “boschi non trasformabili ” di cui al precedente art. 31.

Art. 36 – Trasformazioni di tipo areale 1. Le trasformazioni di tipo areale consistono in trasformazioni del bosco finalizzate all’esercizio dell’attività agricola o a miglioramenti ambientali a fini faunistico venatori. 2. Le trasformazioni finalizzate all’attività agricola sono preordinate alla messa a coltura dei terreni boscati ed eventualmente alla realizzazione di fabbricati rurali strettamente

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connessi all’esercizio dell’attività agricola sulle aree trasformate, e possono essere autorizzate, previa presentazione di istanza, corredata da relazione agronomica per la valutazione tecnica ed economica dell’attività agricola prevista, sussistendo la contemporanea presenza dei seguenti requisiti: a. la colonizzazione del bosco non deve avere un’età superiore ai 30 anni; b. le superfici interessate devono presentare caratteristiche morfo-pedologiche e climatiche idonee all’attività agricola che s’intende svolgere; c. la superficie interessata dalla trasformazione non deve essere superiore ai 20.000 m2 accorpati; d. non devono comportare trasformazione delle seguenti tipologie forestali, ritenute di pregio: querceti di rovere e/o farnia, querceti di cerro, querco-carpineti e alnete tipiche. 3. Qualora la trasformazione di cui al comma precedente preveda la realizzazione di edifici connessi all’esercizio dell’attività agricola, si applica quanto previsto all’art. 39. 4. Le trasformazioni finalizzate all’attività agricola, fermo restando quanto previsto al comma 2, sono autorizzabili unicamente nelle aree a bassa e media multifunzionalità, come individuate nella Tavola n. 7 –“Carta delle trasformazioni ammesse” del PIF, entro il limite di 30 ettari nell’arco della durata del piano. 5. Le trasformazioni finalizzate a miglioramenti ambientali a fini faunistici venatori devono essere individuate negli appositi piani faunistici venatori o individuate nell’ambito dei piani di assestamento forestale approvati ai sensi di legge. 6. Le aree oggetto di trasformazioni di tipo areale, devono mantenere la destinazione agricola per almeno 20 anni e a tal fine la proprietà, a proprie cura e spese deve produrre un atto di impegno che preveda il mantenimento della destinazione dell'immobile al servizio dell'attività agricola, da trascriversi sui registri della proprietà immobiliare; tale vincolo decade a seguito di variazione urbanistica, riguardante l'area interessata, operata dal PGT. In tal caso, al momento dell’effettiva trasformazione urbanistica si applica il valore di trasformazione di cui all’art. 39, maggiorato degli interessi legali.

Art. 37– Trasformazioni speciali 1. Costituiscono trasformazioni speciali del bosco quelle finalizzate esclusivamente alla realizzazione di: a. sistemazioni idraulico forestali; b. tracciati d’interesse agro-silvo-pastorale, come definiti dalle direttive regionali; c. strutture leggere finalizzate alla fruizione turistico-ricreativa; d. allacciamenti tecnologici e viari agli edifici esistenti; e. ampliamenti o costruzione di pertinenze di edifici esistenti per un’area non superiore a 200 mq. f. recupero di radure imboschite da meno di 20 anni, da destinarsi a prato stabile; g. opere pubbliche non diversamente ubicabili. 2. gli interventi di trasformazioni speciali del bosco sono assoggettati a valutazione d’incidenza quando ricadono in aree sic e/o zps o limitrofe ad esse, se non previsti o se non conformi con quanto indicato dai piani di gestione dei siti natura 2000 approvati.

Art. 38– Interventi consentiti nei boschi non trasformabili di cui all’art. 31 1. Nei boschi di cui all’art 31 (boschi non trasformabili) sono consentite unicamente le trasformazioni speciali del bosco, a basso impatto ambientale, di cui all’art. 37 e a opere pubbliche non diversamente ubicabili. Piano di Indirizzo Forestale Provincia di Lecco 14

2. La realizzazione di tracciati d’interesse agro-silvo-pastorale, come definiti dalle direttive regionali, è consentita unicamente se prevista nell’ambito dei piani di assestamento forestale o del piano della viabilità agro-silvo-pastorale di cui all’art. 59 della L.R. 31/2008.

Art. 39 - Rapporto di compensazione e valore di compensazione 1. Il PIF attribuisce ai boschi il rapporto di compensazione in caso di trasformazione, come previsto dall’art. 43, comma 4, L.R. 31/2008. 2. L’attribuzione del rapporto di compensazione avviene sulla base del valore multifunzionale del bosco, ed è distinto in funzione del coefficiente di boscosità, come riportato nella seguente tabella: a. bosco trasformabile a multifunzionalità bassa 1:2 Comuni con insufficiente b. bosco trasformabile a multifunzionalità media 1:3 coefficiente di boscosità c. bosco trasformabile a multifunzionalità alta 1:4

a. bosco trasformabile a multifunzionalità bassa 1:1 Comuni ad alto coefficiente b. bosco trasformabile a multifunzionalità media 1:2 di boscosità c. bosco trasformabile a multifunzionalità alta 1:3 3. Il valore di compensazione è determinato dal prodotto del costo di compensazione definito dalla Regione, dalla quantità di superficie trasformata e dal rapporto di compensazione. Detto valore è aumentato del 20% in caso di monetizzazione e qualora superi l’importo di € 4.000,00. 4. Il costo si trasformazione è determinato: a. nelle “aree con insufficiente coefficiente di boscosità”, dalla somma del valore del soprassuolo, come definito dalla DGR n. 675/2005 o da eventuali successivi aggiornamenti, e dal “valore agricolo medio” del terreno a seminativo non irriguo, definito annualmente dalla Regione; b. nelle “aree con elevato coefficiente di boscosità”, dalla somma del valore del soprassuolo, come definito dalla DGR n. 675/2005 o da eventuali successivi aggiornamenti, e dal “valore agricolo medio” del terreno a bosco ceduo, definito annualmente dalla Regione.

Art. 40– Uso della carta dei rapporti di compensazione 1. La Tavola n. 7 –“Carta delle trasformazioni ammesse” indica i boschi non trasformabili e i rapporti di compensazione da applicarsi nei casi autorizzabili in conformità a quanto indicato nei precedenti articoli e costituisce supporto ai fini del rilascio dell’autorizzazione.

Art. 41- Trasformazioni con obblighi di compensazione nulla Sono esclusi dall’obbligo di compensazione di cui all’art. 39 i seguenti interventi, per quanto previsto dall’art. 4, comma 5, L.R. 31/2008 e dalla D.G.R. n. 8/675 del 21 agosto 2005 : a. sistemazioni del dissesto idrogeologico, preferibilmente da eseguirsi tramite le tecniche dell’ingegneria naturalistica; b. interventi sulla viabilità agro-silvo-pastorale od altri interventi di miglioramento forestale purché previsti dal PIF o dai piani di assestamento forestale;

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c. recupero di aree colonizzate dal bosco, finalizzato alla conservazione della biodiversità e del paesaggio a scopo naturalistico; d. interventi di trasformazione per l’esercizio dell’attività primaria in collina, autorizzati dalla Provincia conformemente al precedente art. 36, che non prevedano la realizzazione di edifici, anche da destinare all’attività agricola, e siano ricompresi in aree destinate dal PGT all’agricoltura. e. opere espressamente realizzate con funzione antincendio di boschi;

Art. 42 - Trasformazioni con obblighi di compensazione di minima entità 1. E’ soggetta ad obblighi di compensazione di minima entità, con riduzione del 50% del valore di compensazione, la realizzazione o la manutenzione straordinaria di viabilità agro-silvo-pastorale o di strade di completamento su proprietà privata.

Art. 43 – Aree da destinare ad interventi compensativi 1. Il PIF individua nella Tavola n. 8 – “Carta delle superfici destinate a compensazioni”, le aree nelle quali eseguire prioritariamente gli interventi compensativi a seguito di trasformazione del bosco.

Art. 44 – Interventi compensativi in aree ad elevato coefficiente di boscosità 1. Gli interventi compensativi in ambito collinare si eseguono mediante attività selvicolturali, così come definite dall’art. 50 della L.R. 31/2008. In particolare, per il territorio di competenza sono ammesse: a. Attività selvicolturali in boschi pubblici: le proprietà forestali pubbliche sono considerate prioritarie per l’esecuzione degli interventi compensativi. Al loro interno sono realizzati gli interventi previsti nei piani d’assestamento forestale o, in assenza, gli interventi previsti dal PIF per la valorizzazione delle funzioni dei soprassuoli. In carenza di questi ultimi la Provincia indicherà fra i seguenti, gli interventi di miglioramento forestale da realizzare: 1. conversioni all’alto fusto di boschi cedui ove previsto dallo specifico indirizzo selvicolturale; 2. tagli fitosanitari in funzione dello stato fitopatologico dei luoghi; 3. manutenzione della viabilità silvo-pastorale secondo le previsioni del Piano della Viabilità del PIF; 4. sostituzione di specie fuori areale in impianti artificiali; b. Riqualificazioni forestali su area vasta: nell’impossibilità di eseguire le attività selvicolturali a fini compensativi di cui alla precedente lettera a., con il previo consenso della proprietà dei terreni possono essere realizzati interventi di compensazione in ambiti d’area vasta individuati dal PIF e ad esso conformi. All’interno di tali aree possono essere eseguiti interventi di riqualificazione dei boschi a funzione naturalistica, paesaggistica e di ricostituzione ambientale volti alla valorizzazione delle funzioni dei boschi.

Art. 45 – Interventi compensativi in aree con insufficiente coefficiente di boscosità 1. Gli interventi compensativi nei comuni ad insufficiente coefficiente di boscosità e nei comuni privi di boschi si eseguono, di norma, mediante nuovi imboschimenti di

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TERRENI AGRICOLI, secondo il rapporto di compensazione indicato al precedente art. 39. 2. Il PIF individua nella Tav. n. 8 “Carta delle superfici destinate a compensazione” le aree nelle quali eseguire i rimboschimenti compensativi, con le seguenti priorità: a. ambito di rete ecologica principale; b. ambito di rete ecologica secondaria; c. ambito di PLIS; d. altre aree agricole; e. recupero forestale ed ecologico delle cave cessate, individuate nel catasto Regionale delle cave dismesse o abbandonate, di cui all’articolo 27 della legge regionale 8 agosto 1998, n. 14. 3. In deroga al precedente comma 1 la Provincia può autorizzare interventi compensativi finalizzati al miglioramento delle aree forestali esistenti all’interno dei comuni con insufficiente coefficiente di boscosità, riguardanti: a) boschi con multifunzionalità elevata, corrispondenti a quelli non trasformabili, o boschi con multifunzionalità alta, individuati nella Tav. n. 7 “Carta delle trasformazioni ammesse”; b) negli impianti artificiali, limitatamente alla sostituzione di specie fuori areale.

4. I boschi con multifunzionalità alta e gli impianti artificiali oggetto di intervento di miglioramento di cui al comma precedente sono classificati in “bosco non trasformabile” con la procedura di cui al precedente articolo 15, comma 3.

Art. 46 – Albo delle opportunità di compensazione 1. Al fine di favorire la valorizzazione delle aree forestali e la realizzazione degli interventi compensativi con attività selvicolturali di riqualificazione su area vasta e rimboschimenti nelle aree a insufficiente coefficiente di boscosità, la Provincia istituisce l’Albo delle opportunità di compensazione. 2. L’albo delle opportunità di compensazione è uno strumento di riferimento e di supporto per i soggetti obbligati ad eseguire interventi compensativi e per i proprietari pubblici e privati di boschi, nei quali intendono eseguire interventi di miglioramento, o di terreni che intendono rimboschire. Esso è costituito da una banca dati contenete i progetti di miglioramento forestale e di imboschimento proposti, i terreni e i boschi resi disponibili per realizzare rispettivamente interventi di imboschimento o interventi di miglioramento forestale, gli interventi di proposti sistemazione idraulico forestale. 3. La Giunta Provinciale, entro novanta giorni dall’approvazione del PIF, con propri provvedimenti rendere operativo l’albo delle opportunità di compensazione.

Art. 47 – Criteri per l’esecuzione degli interventi compensativi 1. Il PIF definisce i criteri tecnici d’esecuzione e le priorità d’intervento, in particolare nei seguenti elaborati: Relazione tecnica (Allegato 1 – Schede macroaree forestali, Allegato 2 – Schede delle tipologie forestali), Tavola n. 5 – Carta delle attitudini funzionali prevalenti, Tavola n. 6 Carta delle infrastrutture – viabilità, Tavola n. 8 Carta delle superfici destinate a compensazioni, Tavola n. 9 –Carta delle azioni di piano e delle proposte progettuali.

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Art. 48– Specie vegetali utilizzabili e costi per interventi di compensazione 1. Le specie arboree ed arbustive impiegabili per gli interventi di compensazione si fa riferimento all’Appendice 3 della D.G.R. 21 settembre 2005 n.675, intergrate dagli allegati del decreto n. 7851 del 16 Luglio 2007 “Prezziario per i lavori forestali”. 2. In particolari casi, motivati da finalità paesaggistiche o previsti da strumenti di pianificazione, la Provincia può autorizzare l’impiego di specie diverse da quelle di cui al comma 1. 3. Per i prezzi di riferimento delle lavorazioni forestali si dovranno utilizzare i valori previsti nel prezziario regionale di cui al comma 1. Le spese generali saranno riconosciute nei limiti del prezziario, tranne per le imprese private (non previste nella circolare regionale) che potranno beneficiare fino ad una incidenza massima del 25%.

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