PREMIO D’ARTE “CITTÀ DI TREVIGLIO” e CONCORSO GIOVANI TALENTI 2014 Promosso da: PREMIO D’ARTE “CITTÀ DI TREVIGLIO” e CONCORSO GIOVANI TALENTI 2014 III EDIZIONE Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre Treviglio, via Bicetti, 11 SanPaolo Invest Treviglio, via Cavallotti, 31 B 4 - 26 ottobre 2014 PREMIO D’ARTE “CITTÀ DI TREVIGLIO” In collaborazione con: Centro Culturale San Bartolomeo Bergamo, largo Bortolo Belotti, 1 15 - 30 novembre 2014 con il contributo di: Giuria Sara Fontana, critica e storica dell’arte Ambrogio Franco Forcella, architetto Alessandro Frecchiami, collezionista Tullio Leggeri, collezionista e Presidente di ALT

Don Giuliano Zanchi, segretario generale della Fondazione Adriano Bernareggi Mauro Zanchi, critico d’arte Giuseppe Pezzoni, assessore alla Cultura e sindaco del Comune di Treviglio Sponsor tecnici: Riccardo Riganti, direttore del Museo Civico di Treviglio

Sara Albergoni, Ufficio Cultura del Comune di Treviglio, segreteria del Premio

Comunicazione Marco Travali, FRENETICA Mostra e catalogo a cura di catalogo Sara Fontana

Allestimento Coordinamento editoriale Sara Albergoni Sara Fontana Riccardo Riganti Beatrice Resmini Editore Daniela Nisoli Publi Paolini - Mantova Sara Fontana Alessandro Frecchiami Stampa Ermanno Tassi PubliPaolini - Mantova Franco Meni, Carluccio Senna e Volontari Associazione PAE Squadra Lavori Pubblici Comune di Treviglio

Trasporti Squadra Lavori Pubblici Comune di Treviglio

Si ringraziano Alessandro Guerini Francesco Tadini Volontari Amici del Chiostro Volontari Associazione PAE

Ringraziamenti speciali Angelo Piazzoli Ermanno Tassi I membri della giuria 6 7 6 7

Si consolida, in questa nuova edizione, il legame della Città di Treviglio con le forme d’arte contemporanea che entrano nella nostra Città per il tramite di questo premio. Abbiamo avuto modo di apprezzare anche, negli anni trascorsi, come siano poi giunti frutti più maturi ed altri riconoscimenti per coloro che vi hanno partecipato. A Treviglio è spettato il ruolo, piacevole e di sicura prospettiva, di fare un po’ da apripista per i giovani artisti. È per questo motivo che, credendo in questa manifestazione, la Città la sostiene e cerca, come speriamo di essere riusciti a fare, di ottenere un vasto appoggio da parte di tutti coloro che intendono riconoscere nell’arte un inesausto ed inesauribile percorso di ricerca ed espressione, che trova nelle forme del contemporaneo anche nuovi modi, spazi e tempi per relazionarsi con ciascuno di noi. Il mio ringraziamento, quindi, va a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa terza edizione, dagli artisti agli sponsor ai partner ai giurati. Tutti abbiamo condiviso l’idea che c’è ancora molto da dire e che è necessario garantire spazi perché questo possa accadere. La speranza, ora, è nel pubblico, esperto o meno, che farà visita a questa esposizione: il riverbero emozionale che ciascuna di queste opere potrà suscitare è il senso del nostro investimento in produzione d’arte. Se è vero, come scrive Gerard Richter, che «l’arte è la forma più alta della speranza» con questa edizione del Premio Città di Treviglio tentiamo proprio di dar corpo a questa affermazione, superando le difficoltà del quotidiano nella consapevolezza che molto di più e di meglio è possibile per ciascuno di noi. È un invito a guardare oltre, a superare abitudini ed apparenze, a continuare a cercare proprio perché è nella nostra natura questa volontà di speranza che ha come effetto anche la capacità di proiettarci nel mondo sempre di più, facendocene cogliere ogni colore e sfumatura. Un percorso inesauribile, a cui aggiungiamo una tappa, pronti già al prossimo passo. Insieme.

Giuseppe Pezzoni Sindaco Comune di Treviglio 8 9

Se assumiamo come valido il detto di Oscar Wilde nel suo Critico come artista: “L’unica caratteristica di una bella forma è che uno ci può mettere dentro quello che vuole e vederci quello che sceglie di vederci; e la bellezza, che dona alla creazione il suo elemento universale ed estetico, fa del critico, a sua volta, un creatore, e suggerisce un’infinità di cose che non erano presenti nella mente di chi ha scolpito la statua, o dipinto la tela, o intagliato una gemma”. La glittica oggigiorno nell’arte non è molto praticata, è faccenda più d’orefice. Ma al mondo creativo in compenso si sono accostate nuove vie e tecniche: fotogrammi, installazioni, materiali impensabili come plastica e laser. Ezra Pound scriveva che la bellezza si intuisce, non si spiega. Penso che ci trafigga e non la si cerca artificiosamente. Con l’arte contemporanea la creazione e l’intuizione sono inversamente proporzionali. Difficile creare nel bello il nuovo, facile intuire il genio. Si rimarrà perplessi davanti a questo asserto. Certo è che non tutti sono ricolmi di genio, ma l’artista è come il nostro Oscar, uno che “I have put my genius into my life, I have put only my talent into my works”. In un premio d’arte occorre individuare genio e talento. Forse in un giovane artista la vita è ancora poca e un po’ si arranca per esprimersi sempre talentuosamente. In un concorso d’arte “giovanile” bisogna cogliere il futuro "in fieri”, pensare a quanto germoglierà. Vi è anche l’enfant prodige, ma Mozart e Caravaggio son doni del divino più che umani virtuosismi. La rassegna, il premio, le mostre sono strumenti per indagare lo spirito prima ancora che la perfezione della tecnica. Questa si perfeziona in itinere; l’altro o vive già o difficilmente maturerà. A Treviglio abbiamo scrutato entrambe. Il talento (o il genio?) continueremo a gustarlo fintanto che il Premio Città di Treviglio avrà vita. Raggiungere i tre o meglio i sei anni è ancora essere infanti per un premio d’arte. Tempo ce n’è.

Riccardo Riganti Direttore del Museo Civico di Treviglio 8 9

La promozione dell’arte e della cultura è da sempre al centro delle attenzioni della Fondazione Credito Bergamasco.

Notevole è l’impegno profuso dalla nostra Fondazione – in venticinque anni di attività – nel recupero di innumerevoli opere d’arte e monumenti di interesse collettivo, nonché nell’intensa programmazione di iniziative espositive, organizzate all’interno e al di fuori della sua sede in Largo Porta Nuova a Bergamo, che spaziano dall’arte antica fino ad arrivare all’arte contemporanea. Un’attenta, determinata e instancabile opera di sostegno all’arte e alla cultura dei luoghi in cui opera, a testimonianza della sua passione verso il territorio stesso.

Nell’ambito delle iniziative rivolte al mondo dell’arte, la Fondazione ha inoltre da tempo avviato, fra le altre cose, un percorso di valorizzazione di artisti moderni e contemporanei, investendo – con profondo impegno e interesse – su giovani di qualità; si pensi – a titolo di esempio – alla mostra itinerante dedicata al tema biblico di Giobbe (La notte e il suo sole), che abbiamo commissionato tre anni fa ad un giovane artista bergamasco di grande talento (al tempo inespresso) e ora, dopo un lungo lavoro di ricerca e di realizzazione, sta toccando numerosi sedi espositive locali e nazionali, con grande apprezzamento.

Siamo convinti che la valorizzazione di giovani talenti sia fondamentale – in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – per poter riemergere dagli abissi di una crisi che, oltre che economica, sta assumendo anche una connotazione sociale, etica e culturale. Crediamo che la Fondazione Creberg stia facendo appieno il suo dovere per riaffermare nelle nuove generazioni i valori della cultura e dell’arte.

Angelo Piazzoli Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco 10 11

È con grande piacere che Sanpaolo Invest rinnova il suo sostegno al “Premio Città di Treviglio”, giunto quest’anno alla sua terza edizione. Eric Berne, dal cui libro Games people play trae spunto la riflessione proposta ai partecipanti del concorso, dimostra come punti di contatto tra ambiti in apparenza lontani, combinandosi, possano generare interessanti situazioni di confronto ed approfondimento. In linea con questo principio, il nostro Gruppo, che si esprime in contesti non apparentemente così affini a questo, da sempre è impegnato attivamente nel supporto e nella promozione di iniziative artistiche e culturali a livello nazionale e locale. Siamo infatti convinti che queste sinergie possano creare un importante legame con il nostro operare quotidiano, generando valore per i nostri clienti e per tutta la collettività.

C’è poi un aspetto che lega in maniera forte Sanpaolo Invest e il “Premio Città di Treviglio”: l’interesse per i giovani. Anche quest’anno il concorso dedicato agli “under 35” offre loro un momento di attenzione e visibilità. A livello aziendale siamo molto interessati alle nuove generazioni e alle loro esigenze e proprio per questa ragione apriremo le porte della nostra sede di Treviglio ad uno di loro per una mostra personale che si realizzerà nel corso del prossimo anno.

Ringrazio a nome dell’Azienda la dottoressa Sara Fontana, curatrice della mostra, per averci offerto l’opportunità di partecipare alla manifestazione, il Comune di Treviglio e l’Assessorato alla Cultura per aver organizzato questa nuova edizione del Premio e gli artisti e la collettività cittadina che sono il motore dell’iniziativa.

Luciano Castelvero Area Manager Sanpaolo Invest SIM S.p.A. 10 11

Ancora in gioco

Il Premio, i premi e le mostre

Capita a tutti di dover guardare indietro nel tempo e di fare un piccolo bilancio. E intravedere qualche segno positivo serve a ritrovare l’energia e l’ambizione per poter fare ancora e meglio. È proprio questa la sensazione provata nel ripercorrere la breve storia del Premio d’arte Città di Treviglio e Concorso Giovani Talenti. L’iniziativa era stata pensata per la prima volta nel 2009 insieme al direttore del Museo Civico Della Torre, Riccardo Riganti, e quindi lanciata nel 2010 come una piccola sfida folle. Si voleva infatti istituire un Premio rivolto ad artisti under 35 che tuttavia non risultasse poi, per mancanza di mezzi adeguati, un evento mediocre e autoreferenziale. Il timore e il destino di essere “provinciali” doveva essere sconfitto e si decise quindi di essere eccessivi e poco formali. Innanzitutto nell’esposizione, insieme ai giovani, ci sarebbero stati anche una decina di “maestri” di diversa età, invitati non per concorrere ma per dare vita a un serrato confronto generazionale. Gli artisti affermati stanno a dimostrare, con la loro esperienza, che una via e uno spazio per l’arte esistono, al di là delle illusioni e delle delusioni. Si decise inoltre che il Centro Civico di Treviglio non sarebbe stata l’unica sede, ma l’esposizione sarebbe uscita nella città e dalla città. Infine, a dimostrazione del clima di entusiasmo, si decise di dare un tema al concorso. “C’è ancora la nebbia?” fu il primo tema scelto nel 2010. Un titolo un po’ scanzonato e un po’ provocatorio che era stato pensato, forse inconsciamente, nella volontà di sdrammatizzare positivamente il carico di conflittualità e di ripulsa solitamente generato dall’idea stessa di premio d’arte. Da allora un titolo basato su una frase fatta – che può risultare ora banale ora carica di ambigui sottintesi – è diventato il segno caratteristico di questo premio. Se il premio continuasse, mi piacerebbe vedere una bella lista di luoghi comuni, una serie di premiati che hanno fatto carriera (e che magari tornano ad esporre come “maestri”) e un museo ricco di opere contemporanee. Non va infatti dimenticata l’importanza che il premio riveste per la stessa amministrazione comunale. Il meccanismo del Premio, oltre ad agire in funzione di stimolo per il clima culturale cittadino, agisce anche in termini di accrescimento del patrimonio artistico e di valorizzazione delle strutture espositive esistenti (creandone a volte di nuove). Non vanno poi dimenticati i risvolti sociali, con il coinvolgimento attivo di alcune realtà della comunità trevigliese (in questa occasione il Centro Anziani di via XXV Aprile). Così il premio diviene anche l’occasione per accendere o incentivare la passione per l’arte dei trevigliesi, peraltro testimoniata dalla facilità e dal successo di recenti esposizioni relative alle collezioni private. Ora, a cinque anni di distanza, l’iniziativa ha ottenuto consensi e credibilità nel mondo dell’arte e ha raccolto sostegni stabili nel contesto economico-produttivo, oltre a preziosi partner trevigliesi, interessati professionalmente. Tanti soggetti che si sono lasciati coinvolgere senza forzature, avendo colto la possibilità concreta di gettare uno sguardo, dal proprio particolare punto di vista, su una piccola parte del mondo dell’arte contemporanea. Penso che per tutti l’aspetto più interessante sia quello di poter scoprire e di poter mettere alla prova un’idea di arte che è ancora in formazione, di cui è spesso difficile prevedere l’esito, ma di cui già si percepiscono l’energia e la determinazione. Uno sguardo curioso che si trasformerà in orgoglio quando 12 13

uno di questi artisti, che nel Premio Treviglio ha avuto una piccola occasione, riuscirà ad affermarsi su altri palcoscenici artistici più ambiti e più importanti. Ed è grazie al sostegno di questi soggetti che si è anche riusciti ad aumentare le risorse a disposizione per i premi. Il vincitore del concorso riceverà dal Comune di Treviglio un premio di 3.000 euro e avrà la possibilità di allestire una mostra personale presso la Sala Crociera del Museo Civico; il secondo classificato riceverà un premio di 2.500 euro dalla Fondazione Credito Bergamasco; mentre al terzo classificato sarà riconosciuto un premio di 1.500 euro reso disponibile da SanPaolo Invest e una mostra personale che verrà allestita nel 2015 presso lo Spazio SanPaolo Invest a Treviglio. Gli undici artisti invitati saranno invece i protagonisti – dopo l’esposizione a Treviglio – di una seconda mostra collettiva che verrà realizzata a Bergamo presso gli spazi del Centro Culturale San Bartolomeo messi a disposizione dalla Fondazione Credito Bergamasco.

Il tema

“A che gioco giochiamo” è il tema dell’edizione 2014. Non si tratta solo di una frase fatta (peraltro ricca di sottintesi e di riferimenti), ma è anche - ad esempio - la traduzione italiana di un libro di successo degli anni sessanta (Games people play), nel quale lo psicologo canadese Eric Berne pose i fondamenti dell’analisi transazionale 1. Il gioco è comunque oggetto di studio di diverse discipline, dall’antropologia alla psicologia, dalla linguistica all’economia. Se gli psicologi sottolineano il valore positivo delle attività ludiche nell’attivare il processo di identificazione e nello sviluppare le sfere cognitiva e affettiva della personalità, il sociologo francese Roger Caillois propone una classificazione in quattro categorie: giochi di competizione (agon), di azzardo (alea), di simulacro (mimicry) e di vertigine (ilinx)2. La “teoria dei giochi” dell’economista e matematico John Forbes Nash ha rivoluzionato l’approccio economico evidenziando, quale terreno di soluzione dei conflitti, la possibile massimizzazione del vantaggio per tutti. Concorde è il riconoscimento allo storico olandese Joan Huizinga di aver per primo tentato, con il saggio Homo ludens, un lavoro di “tematizzazione” del gioco, leggendolo come un’attività posta a fondamento delle principali manifestazioni di ogni società, dalle arti alla guerra 3.

1 Nell’avvertenza al volume, Eric Berne spiegava: “L’analisi transazionale del gioco va nettamente distinta dalla sua consorella, l’analisi matematica, che sta facendo progressi notevoli anche se qualche termine usato in questo testo, per esempio “pagamento”, ha ormai un significato eminentemente matematico” e fin dalla prima precisava: “Per brevità, la trattazione dei giochi è quasi sempre impostata dal punto di vista maschile, a meno che non si tratti di giochi chiaramente femminili”. Quindi, nel secondo capitolo (Analisi transazionale), Berne scrive: “L’unità del rapporto sociale si chiama transazione. […] L’analisi transazionale, nella sua espressione più semplice, si occupa di diagnosticare quale stato dell’io ha provocato lo stimolo transazionale e quale ha messo in moto la reazione transazionale”. Cfr. E. Berne, A che gioco giochiamo, Bompiani, Milano 1988, pp. 11, 31.

2 Il suo saggio sul gioco fu pubblicato nel 1958 e venne tradotto in italiano soltanto nel 1981 per Bompiani (I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine). Affascinato dal mondo minerale, Caillois dedicò tra l’altro varie opere alla gemmologia e una parte della sua ricca collezione di pietre è stata esposta nel 2013 alla Biennale di Venezia.

3 Homo ludens uscì nel 1938 e fu tradotto in italiano nel 1946 e poi nel 1964 con un testo introduttivo di Umberto Eco. Unanime è pure il riconoscimento dell’influenza di questo testo di Huizinga sulla nascita, negli anni cinquanta, dell’Internazionale Situazionista. Uno dei suoi principali membri, l’artista olandese Constant Nieuwenhuys, nei suoi scritti e progetti relativi a New Babylon ipotizza un nuovo modello sociale, una “società ludica” le cui attività sono puri prodotti dell’immaginazione creativa. Il gioco - come altri concetti e pratiche situazioniste quali l’arte senza opere o il consumo immediato e collettivo dell’evento - darà vita a provocazioni culturali e politiche che soprattutto le ultime generazioni hanno imparato a riscoprire e a sfruttare. 12 13

D’altra parte Gregory Bateson e molti filosofi contemporanei insistono sulla natura fittizia e metalinguistica dell’attività ludica. Quale migliore sentenza sull’intero complesso dell’arte 4. Nel Premio Treviglio non si ha la pretesa di ricostruire questa complessità. “A che gioco giochiamo?” è stata soltanto un’insidiosa riflessione proposta ai partecipanti di questa edizione. Il riferimento, pur non casuale, voleva essere generico, ma molti artisti l’hanno preso alla lettera, privilegiando gli aspetti relazionali del gioco e l’analisi di quei ruoli che le persone inconsciamente si assegnano o in cui cadono o sono costretti dalle circostanze: un aspetto che è comunque fondamentale e che in alcuni casi è stato tradotto in opere ben risolte. Ecco quindi anche i numerosi lavori ispirati al rapporto Bambino-Genitore (la ricostruzione del rapporto con la madre o la riconciliazione con il padre), a giochi coniugali come il ben noto “È tutta colpa tua” o alla tana come via di fuga dalle proprie paure e responsabilità. Non tutti hanno voluto sottoporsi a questa autoanalisi. Il gioco è gioco. Il biliardo, i tarocchi, un trampolino elastico per il jumping, l’altalena, la palla, la trottola, gli scacchi e il Gratta e Vinci sono soltanto alcuni dei motivi incontrati nel lavoro di selezione dei materiali pervenuti. E sulla tradizione iconografica di alcuni giochi dall’antichità all’inizio del Novecento (a quando Marcel Duchamp intraprende anche una carriera scacchistica di successo), rinvio al contributo di Mauro Zanchi in questo catalogo.

Gli artisti

I sedici artisti selezionati in questa edizione sono tutti compresi entro una stretta fascia di età (dai ventisette ai trentacinque anni), ma già in questa piccola porzione di contemporaneità si assiste al fiorire della più ampia gamma di tecniche e di fontidi ispirazione, al punto che è impossibile affermare che qualche segnale prevalga sugli altri. La pittura è protagonista nelle opere di Paola Angelini e di Lorenzo Di Lucido, ma lo è ovviamente da un punto di vista inedito e originale. La loro ricerca si distingue infatti per una consapevole attenzione ai limiti della propria pratica artistica e per una costante interrogazione sulla disciplina stessa. Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno 1983) si è qui ispirata al dipinto di Alberto Savinio Battaglia dei Centauri, realizzato nel 1930. Nessuna ambizione di fedeltà o letterale citazione, ma anche nessun timore di plagio o di non originalità. Per Angelini il dialogo con la pittura, antica e contemporanea, è una necessità vitale e quotidiana, in costante dialettica con il flusso inarrestabile del presente, nel tentativo di dare vita a linguaggi altri. Si cimenta con le grandi dimensioni anche il dipinto di Lorenzo Di Lucido (Penne, Pescara 1983), che all’olio preferisce la

4 Di recente Homo ludens. Quando l’arte incontra il gioco è stato il titolo di una mostra allestita nel Cantiere del ‘900 delle Gallerie d’Italia in piazza Scala a Milano. La rassegna proponeva opere delle collezioni Intesa Sanpaolo collegate in vario modo con il tema del gioco, da Depero a Ernst a Boetti, da Nespolo a Spoldi a Varisco, questi tre ultimi presenti anche nella mostra trevigliese, fino all’ospite d’onore Enrico Baj, inarrivabile manipolatore di materiali anomali e allegro costruttore di opere con le parti del Meccano, là rappresentato da una serie completa di scacchi creati nel 1987 (Cantiere del ‘900. Opere delle collezioni Intesa Sanpaolo. Monographia. Homo ludens. Quando l’arte incontra il gioco, a c. di F. Tedeschi, Skira, Ginevra-Milano 2013). In passato, tra le numerose mostre sul tema, molto significativa per molti artisti italiani delle ultime generazioni è stata Quasi per gioco, a c. di C. Bertola, allestita a Graz e a Bolzano nel 1997 14 15

tecnica mista. L’artista gioca molto sul lavoro di recupero dei pentimenti e degli errori del proprio segno pittorico, cui conferisce nuovi significati. Di fronte alla tela, non teme di intervenire sopra le parti già dipinte, trasformando l’incertezza e l’incognita in un arricchimento del processo di lavoro. Anche il disegno trova ampio spazio nella preferenza degli artisti selezionati. In tal caso non si tratta però di opere autonome, ma di un uso strumentale all’interno di altre tecniche. Con la consueta attenzione alla fruizione dell’opera - una fruizione fisica oltre che visiva -, e riferendosi alla filosofia di Henri Bergson, Sara Benaglia (Bergamo 1983) ha scelto la camera delle meraviglie del Museo Della Torre per posizionarvi un trampolino elastico e appendervi dieci disegni iniziatici (sono delicati acquerelli dedicati a varie piante carnivore), invitando quindi gli spettatori a saltare fino a raggiungere le stelle. Con i suoi disegni e con la tecnica della stop motion, Marco Rossi (Treviglio 1987) ha realizzato una video animazione (Le Plain) dove la perenne metamorfosi della figura umana, che agisce e svanisce nel campo bianco del foglio, genera una sorta di sospensione, che conferisce però consistenza, testo e trama a una sequenza interminabile di frammenti. Mario Scudeletti (Treviglio 1980) ci conduce in una dimensione circense con una struttura in legno dipinto a smalto che sembra uscita da una scenografia di Fortunato Depero. La sua pedana, dai colori attraenti, è tuttavia resa impraticabile dalla presenza dei chiodi e dal bordo aguzzo e seghettato. Chiama invece il pubblico sostare, e a interagire mediante un iMac, l’installazione sibi (iMacG5) di Roberto Fassone (Savigliano, Cuneo 1986), che presenta l’ultima versione di un software con cui si gioca a creare potenziali opere d’arte, seguendo un set di istruzioni. Proviene da una ricerca sui social network un’incredibile serie di fotografie (parte di una raccolta in progress) in cui giovani americani posano accanto all’albero di Natale addobbato, ostentando orgogliosi le proprie armi, come fossero dei giocattoli. Scosso dal ritrovamento casuale di un’immagine, Carloalberto Treccani (Iseo, Brescia 1984) è stato spinto a condurre ulteriori ricerche nel web, che purtroppo gli ha fornito le fotografie cui ha dato il titolo provocatorio di Happy Birthday Jesus. Sono invece dei semplici retro di fotografie polaroid scartate i supporti utilizzati da Angela Di Palo (Calcinate, Bergamo 1984) per ricamarvici le traiettorie del gioco del biliardo. Gioco, riciclo e manualità s’intrecciano in nitide composizioni che richiamano le costellazioni evocate dal titolo, Mappa Celeste. Centra perfettamente il tema del gioco d’azzardo l’istallazione di Simone Longaretti (Treviglio, Bergamo 1979), che ha costruito una slot machine in terraglia bianca (richiamo al candore dei monumenti) nella quale un’elaborazione provocatoria dei tre aggettivi del programma mazziniano relativi al destino dell’Italia (Una, Indipendente e Repubblicana) è istallata sui rulli della macchina per dare combinazioni inattese ma stimolanti. La scultura nelle sue forme tradizionali è praticamente assente. A meno che non si voglia considerare tale L’ordine spontaneo di Andrea Magaraggia (Valdagno, Vicenza 1984), che ha forzato gli statuti della scultura sperimentando un materiale schiumoso e indomabile come il poliuretano, esposto alle leggi del caso, per dar forma a una struttura leggera e monumentale. Concepita come installazione site-specific per la project room del MA*GA di Gallarate, la scultura si è perfettamente adattata agli spazi 14 15

trevigliesi, trasformandoli temporaneamente. Esito analogo ottiene Alessandro Di Pietro (Messina 1987), che invece presenta un’istallazione fondata sull’“unità misura in-oggettiva Geompiatta”, da lui prototipata nel 2012. Posizionando a terra ventun elementi modulari in ottone, l’artista si pone in relazione con lo spazio e lo riconfigura ogni volta in maniera inedita. Ma lo spettatore non sarà da meno se, inciampando nei moduli minimalisti, li dovesse spostare generando ulteriori trasformazioni. Spazio e tempo sono elementi fondamentali anche nell’installazione di Christian Fogarolli (Trento 1983), instancabile esploratore di archivi, ossessionato dal discorso dell’identità e dei labili confini tra “normalità” e “anormalità” e sempre attento alla percezione dell’immagine e dell’oggetto. Il suo tuffo nel passato e negli archivi restituisce vita a personaggi d’altri tempi, con l’ausilio frequente di lenti e altri dispositivi che alterano in vario modo la percezione visiva. Sempre un archivio, ma di una fabbrica, è fra i moventi di Anche il tempo influisce di Barbara Boiocchi (Angera, Varese 1980), un lavoro complesso che attraverso un video, una scultura e una pubblicazione sintetizza il lungo percorso di ricerca da lei svolto intorno al Linificio Canapificio Nazionale di Villa d’Almè. Il diretto coinvolgimento dell’altro - in questo caso le operaie del Linificio -, e un costante atteggiamento di ascolto sfociano in una nuova messa in scena in cui oggetti e situazioni cambiano di segno, trasformando la dimensione del lavoro/dovere in quella del divertimento/piacere, con una lettura sensibile ma non ingenua. Un video nato dal coinvolgimento diretto degli utenti di un luogo e dalla costruzione di scambi consapevoli è pure Qui sono piombo di Gianluca Marinelli (Taranto 1983), sintesi del gioco/performance andato in scena a Treviglio nelle settimane precedenti la mostra. L’artista ha vissuto e lavorato per alcuni giorni con gli anziani della Cooperativa Pensionati ed Anziani Trevigliesi, ai quali ha proposto un torneo di carte con una regola precisa: “chi perde racconta una storia”, una storia autobiografica o relativa al luogo. Come nel precedente progetto dedicato a Pietro Guida, scultore campano da decenni residente in Puglia, Marinelli fonde ricerca filologica e pratica dell’arte relazionale5. Elisabetta Falanga (Taormina 1985) lavora invece sulla memoria e sull’esperienza della malattia, come ha dimostrato nell’installazione L’altro livello della terra, creata di recente in occasione di Giorni Felici a Casa Testori. Nel video performativo La dolce casa l’artista affronta il gioco amaro delle colpe nella relazione genitoriale, in particolare la distanza forzata tra un genitore e un figlio, una distanza emotiva e poi anche fisica, protrattasi per anni in un complice silenzio. Registrando con distacco l’attraversamento delle stanze ormai vuote della casa del padre, la ripetizione ossessiva dei gesti e delle parole - attraverso una bomboletta spray di vernice nera - si traduce in un simbolico abbraccio, alla ricerca di una condivisione. Nell’installazione Mind the gap di Virginia Zanetti (Fiesole, Firenze 1981) la presenza delle carte dei tarocchi e delle ghiande di quercia chiama in causa i concetti di soglia e di magia. Sollecitando il pubblico a interagire, il lavoro mette in scena un potenziale gioco dei ruoli e la complessa relazione latente tra l’opera e il suo fruitore.

5 L’antologica di Guida fu allestita in un Centro Anziani di Carosino, in provincia di Taranto. Dall’attività didattica “alternativa” svolta attorno alla mostra scaturì il libro Pietro Guida a Carosino, curato dallo stesso Marinelli. 16 17

Anche molti degli undici artisti invitati lavorano simultaneamente su più versanti, la manualità artigianale e gli aspetti relazionali del lavoro, una riflessione partecipe sulla comunità di appartenenza e una rilettura consapevole dell’arte del passato. Stefano Arienti (Asola, Mantova 1961), che sembra aver ereditato da Alighiero Boetti e da Pino Pascali la predisposizione a creare le proprie opere utilizzando in maniera originale oggetti e materiali di uso comune, qui presenta alcuni vecchi dischi in vinile sottoposti a un processo di traforazione (intervenendo contemporaneamente sul disco, sulla custodia e sulla copertina). Due suoi recenti interventi nel territorio bergamasco - l’altare nella parrocchiale di Sedrina e le pareti della chiesa del nuovo Ospedale di Bergamo - rappresentano l’esito finale, e su scala architettonica, di questa ricerca sugli effetti della perforazione: a Sedrina Arienti è riuscito a conferire al marmo la leggerezza del ricamo, nel secondo caso - grazie al lavoro sinergico tra artista e architetto e alla perfetta sintonia del progetto artistico interno con l’elemento architettonico - ha giocato sulla possibilità di far filtrare la luce nell’aula. E sono opere anche le piccole Wiki Scraps formato Cloud Frag che si potranno trovare disseminate su una parete della Sala Crociera. Si tratta di piccoli lavori tridimensionali che nascono dalla piegatura ossessiva della carta riciclata, realizzati da Raffaella Formenti (Brescia, 1955). In questo caso il materiale di partenza è costituito da dépliant di materiale scolastico rigenerati per fornire il colore. Per Formenti non si è trattato di lavorare su un tema o di scegliere un’opera mirata perché spesso il suo lavoro è già in se stesso un gioco di interazione minimale con l’ambiente. Giocare con le parole, nella scrittura e nella lettura, è sempre stata un’abitudine anche per Meri Gorni (Mantova). Conosciuto il tema del Premio, l’artista non ha potuto far a meno di ricordarsi di un suo piccolo nucleo di lavori realizzato tra il 2009 e il 2010 in cui è evidente come quelli dei bambini siano giochi semplici e molto seri, esattamente come sosteneva Bruno Munari. Le opere recuperano vecchie fotografie in bianco e nero sui giochi spontanei fatti in strada, mantenendo il registro in equilibrio tra il rigore documentalistico e la rievocazione nostalgica. La parola e la scrittura sono all’origine anche di gran parte del lavoro di Berty Skuber (Fié allo Sciliar, Bolzano 1941), che si sviluppa mediante mezzi espressivi diversi, dal libro-oggetto alla pirografia, dal disegno alla fotografia. Non nuova al tema del gioco (cui ha già dedicato anche alcuni video), l’artista altoatesina ha inviato a Treviglio un gruppetto di scatole di legno al cui interno curiosi assemblages creano una sorta di hortus conclusus, denso di oggetti e immagini, carico di simboli e di colori. L’artista ha voluto che le scatole fossero semplicemente adagiate su un tavolo (guai a chiuderle in una teca, mi ha raccomandato), affinché il visitatore potesse esplorarle liberamente. Lo stesso spettro ludico ed enciclopedico connota il decennale lavoro di Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, Pescara 1938), fondatore e memoria storica di quelle correnti dell’Arte Antropologica e dell’Arte nel Sociale di cui molti artisti delle generazioni successive oggi si appropriano. La Pietra ha risposto all’invito proponendo un suo ironico montaggio del 1978 intitolato I miei balocchi. Come nel film La grande occasione, l’artista si proietta in un autoritratto immaginario, connettendo gli elementi geometrici classici dell’architettura occidentale con un mondo immaginario di oggetti ancestrali, privi di funzione, dai quali riemergono riti sciamanici. Grazia Varisco (Milano, 1937), protagonista storica dell’Arte Programmata e Cinetica, presenta una sua Risonanza al tocco, appartenente a una serie di opere realizzate nel 16 17

2010 in acciaio o in alluminio verniciati. Vi si colgono quella tensione a giocare sugli opposti e quell’invito alla partecipazione dello spettatore (spesso chiamato anche a manipolare le opere) che sono da sempre alla base della poetica dell’artista, dalle “Tavole magnetiche” del 1959 fino alla serie dei “Quadri comunicanti” del 2008, dai quali tra l’altro discende la ricerca più recente di Varisco, le “Geometrie ventilate”, ugualmente fedele ai principi dell’allineamento e del lieve disturbo percettivo, dato dalla perdita della simmetria. Il desiderio di esplorare la complessità delle relazioni sociali contemporanee utilizzando gli strumenti dell’arte sconfina spesso con i territori del gioco. Ottonella Mocellin (Milano, 1966) e Nicola Pellegrini (Milano, 1962) sono una coppia di artisti che non solo hanno già dedicato al tema del gioco numerosi lavori (ad esempio L’altro mondo, dove i due artisti giocano a mondo sulla strada), ma che in definitiva - forse proprio perché lavorano in coppia - sanno affrontare ogni tema in termini ludici. Per la mostra hanno recuperato la testimonianza di una loro vecchia performance messa a punto nel 1998 durante la guerra del Kosovo: un carretto a pedali con un altoparlante che diffondeva nelle vie deserte di Milano notiziari e comunicati dai teatri di guerra. Titolo della performance, l’amara sentenza tratta dal romanzo antimilitarista Mattatoio 5 (1969) di Kurt Vonnegut Jr: “Nessuno parlava, nessuno aveva delle belle storie di guerra da raccontare”. La performance venne ripetuta nel 2003 durante la guerra in Irak e anche oggi avrebbe una sua indiscutibile attualità. Particolarmente commovente il film di Ugo Nespolo (Mosso Santa Maria, Biella 1941), che ci restituisce la spontaneità degli anni sessanta e tante immagini dimenticate di ed Enrico Baj. Travestiti da militari piemontesi, essi recitano con lo stesso Nespolo nella pantomima della piccola vedetta lombarda deamicisiana. La galante avventura del cavaliere dal lieto volto è un film sperimentale, in cui il montaggio serrato e la presenza di graffi e disegni sulla pellicola sono l’equivalente degli incastri di forme colorate che sono poi diventati uno dei tratti riconoscibili della pittura dell’artista. Nespolo coglie così diversi elementi del premio stesso cui è stato invitato: il gioco del travestimento, la necessità degli amici per poter giocare e il rapporto tra generazioni di artisti (quando il giovane era lui). Al puzzle ironico e al piano della finzione si accosta anche Aldo Spoldi (Crema, 1950), sempre capace di nutrire la propria ispirazione degli echi della letteratura fantastica e di avventura che tanto ama. Su una parete della Sala Crociera ha ordinato i trenta ritratti dei componenti cremaschi dell’Accademia dello Scivolo (fondata nel 2007), schizzati su carta con un tratto semplice e netto che ricorda gli album da colorare per i bambini. Si tratta del futuro progetto di un libro e di un grande dipinto. E’ nel segno dell’amicizia e della complicità che Spoldi rappresenta un piccolo circolo di amici, tutti rigorosamente impegnati in attività ludiche fantastiche: il capobanda dipinge un arcobaleno a colori, qualcuno fa le bolle e un altro fa il gesto del marameo; mentre una coppia balla, un nudo sale le scale; molti suonano strumenti musicali, qualcuno corre in auto o in bicicletta e un fotografo immortala lo spettacolo. Sara Rossi (Milano, 1970) presenta il video inedito Rever (Ines e Miniar), protagoniste due bambine di origine straniera coinvolte nel gioco del “fare un film”. Le riprese rallentate rivelano un intenso gioco di sguardi fra le bimbe e l’autrice dietro alla camera. I due sorrisi innocenti sono amplificati dai riflessi della luce e dalla complicità della natura, presenza costante nell’opera di Sara Rossi e qui personificata dai rami di un 18 19

melo in fiore. Il video è il primo episodio del progetto Rever, avviato nel 2012 e tuttora in corso, un ciclo di video/ritratti sulla trasposizione dei sogni e sulle relazioni innescate coi soggetti coinvolti. L’atmosfera di mistero, la funzione della luce e la percezione della crescita spontanea della vita accomunano Rever a un recente lavoro fotografico dell’artista, scaturito lungo le rive del Ticino, in cui gli aspetti più ordinari della natura (un giglio selvatico, dei fili d’erba, un insetto posato su un fiore) vengono svelati in una serie di scatti densi di poesia. Infine, il racconto miniaturizzato di Giovanni De Lazzari (Lecco, 1977) si compone a incastro in un delicato collage tridimensionale, che evidenzia il processo di stratificazione materica e che, collocato ai margini di un alto plinto, acquista la forza di una scultura. Il mondo poetico di De Lazzari è in costante equilibrio fra amore e morte, fra “libertà” e “costrizione”, fra rigorosa sintesi astratta e viscerale rappresentazione organica, una perenne dialettica che risuona costantemente in tutto il suo lavoro, dal disegno alla pittura ad olio, dalle poesie e riflessioni scritte fino ai montaggi attuati nelle sculture.

Sara Fontana 18 19

Strega comanda colore

Affacciata alla finestra1, nella casa di fronte vidi due amanti accanto a una scacchiera2 . In fretta chiusi la porta e misi la chiave sotto lo zerbino. Mi aprii un passaggio fra le lenzuola stese e, seguendo le vostre voci, corsi3 in cortile per raccontarvi4 che cosa avevo visto. Quando arrivai stavate lanciando i dadi5.

Mauro Zanchi

Pieter Bruegel Il Vecchio, Giochi di bambini (1560), Vienna, Kunsthistorishes Museum.

1 Pieter Bruegel Il Vecchio, nell’opera Giochi di bambini (1560), avendo ben in mente l’inutilità delle azioni umane svolte in maniera meccanica e senza alcuna soddisfazione, dipinge i volti dei fanciulli con le fisionomie che sembrano di adulti, privi di qualsiasi allegria nell'atto ludico, già con i segni della noia prolungata sui volti, dove i giochi sono solo un’imitazione della vita dei grandi. Nel lato sinistro del quadro, dalla finestra del piano superiore di una casa, un bambino indossa una grottesca maschera da adulto per spaventare i passanti. Per i mortali, la questione del tempo può diventare soprattutto una questione di come trascorrere le ore, di come riempirle, o nella peggiore delle possibilità di come far passare il tempo per non annoiarsi? Il gioco quindi è una conseguenza della noia? I giochi provengono da una vicina distanza, da poche ore fa fino a tempi lontanissimi. Forse celano qualcosa che proviene anche da riti iniziatici. Mi riferisco a giochi come “Strega comanda colore” o “Uno, due, tre stella” o molti altri.

2 L’attività ludica sulla scacchiera è uno degli esempi eloquenti del gioco tramandato da millenni, testimoniato in molte opere artistiche. Il più antico è egizio, e risale al 1200 a. C.: Nefertari è raffigurata mentre gioca a senet (immaginando di trascorrere il tempo con l’eternità) nella sua camera mortuaria. Nella basilica di San Savino a Piacenza, nel pavimento musivo della zona presbiteriale è visibile un uomo che gioca a scacchi con una persona non rivelata. Si vede solo il braccio che proviene dalla cornice del mosaico risalente all’XI secolo. Un’altra testimonianza è raffigurata nel soffitto della cappella Palatina a Palermo realizzato nel 1143: due donne muovono le loro mosse sulla scacchiera. Nei secoli successivi vi sono numerose rappresentazioni artistiche del gioco, con l’utilizzo dei più diversi medium e materiali, dall’avorio alle vetrate, dai codici miniati all’affresco. Spesso si confrontano un uomo e una donna, a simboleggiare le schermaglie di un approccio amoroso, dall’incerto risultato, simile a una partita di scacchi: il re Otto di Brandeburgo, impegnato su una singolare scacchiera con minor numero di caselle, è raffigurato in una scena miniata nel 1320 su un Libro d’Ore conservato nella Universitatbibliotek di Heidelberg; la Dama di Verzù sfida impavida il cavaliere di Borgogna, immortalata da un anonimo in una decorazione sita in palazzo Davanzati a Firenze; in una miniatura del XIV secolo, Tristano e Isotta bevono il filtro d’amore da una coppa, incuranti del movimento ondulatorio della barca che sposta le pedine; in una vetrata rinascimentale dell’Hotel della Bessee a Villefranche sur Saone, Due nobili innamorati si sfidano, 20 21

elegantemente vestiti con copricapi sofisticati, apparentemente più attenti al loro incontro sensuale che al risultato della partita. Dagli scavi in siti archeologici romani sono tornate alla luce anche un gran numero di scacchiere incise nelle pietre: nei Fori, sui lastricati delle Basiliche o nei mercati dell’Impero. Dal loro numero si deduce che molta gente dovette fermarsi in quei luoghi, presumibilmente, non soltanto fannulloni ma anche coloro che dovevano, allora come oggi, fare file lunghissime per poter adempiere ai propri impegni. Ne sono l’esempio alcune tabulae lusoriae incise sui gradini della Basilica Iulia al Foro Romano. Naturalmente se ne trovano molte anche nel resto dell’Impero. Si poteva giocare sulle tabulae lusoriae a partite di filetto, di fossette, di illatrunculi, e al gioco delle dodici linee. Vi sono numerosi dipinti che raffigurano personaggi intenti a giocare a scacchi, dal Quattrocento al Novecento. Sono tele quasi sempre contrassegnate da un errore nella disposizione della scacchiera, con il nero e non il bianco alla destra del contendente. Girolamo da Cremona - nella tela dipinta attorno al 1475-80, ora conservata al Metropolitan di New York - ritrae giovani dai voluminosi capelli biondi, che assistono a una tenzone tra un gentiluomo e una damigella. Anche nel tardo Rinascimento ponentino, Lucas Van Leyden dipinge la Partita a scacchi (1510 ca.), ora nella Gemäldegalerie di Berlino. In ambito veneto si cimenta in questa descrizione ludica anche Paris Bordon, nel Ritratto di due giocatori di scacchi (1540 ca.), anch’esso conservato nella Gemäldegalerie a Berlino. Nel 1550, Giulio Campi fornisce la sua interpretazione del nobile gioco attraverso una tela conservata nel Museo Civico di Torino. Hans Muelich, nel 1552, ritrae il duca Alberto di Baviera mentre sfida la sua sposa, alla presenza dei dignitari della sua corte e dei rispettivi cagnolini. La cremonese Sofonisba Anguissola, nel suo Autoritratto del 1555 conservato a Poznam nel museo Narodowe, dà un’interpretazione femminile del nobile gioco. Alessandro Varotari, detto il Padovanino, nel 1630 fornisce un’immagine erotica del gioco, dove Venere, nello splendore della sua abbacinante nudità, assistita da Cupido, cerca di vincere l’impetuoso Marte con una profferta amorosa, alla quale è arduo resistere. Nel Castello d'Issogne in Val d'Aosta, in una lunetta del portico, è stata dipinta la scena di una partita all’interno di un’osteria del XV secolo: parrebbe il gioco delle dodici linee, oggi praticato ancora in quasi tutto il mondo, in Italia chiamato tric-trac o tavola reale, mentre in Inghilterra denominato Backgammon. Numerose sono anche le opere pittoriche che descrivono personaggi intenti a giocare a carte. In molte scene nel caso specifico di giocatori imbrogliati da bari. 3 In un pavimento musivo nella Villa del Casale a Piazza Armerina (Enna), databile tra il III e il IV secolo dopo Cristo, sono raffigurate dieci fanciulle in bikini, impegnate in gare ginniche in onore di Teti, la dea del mare. Le atlete svolgono varie competizioni: esercizi con pesi, lancio del disco, corsa campestre, e il gioco della palla a mano. È descritta anche la scena della premiazione, dove una figura col manto dorato offre la corona e la palma della vittoria alla vincitrice, che tiene nella mano sinistra la ruota di giochi circensi, accanto a un’altra atleta premiata. Il mosaico, di straordinaria fattura, è stato realizzato da maestri africani. I tasselli colorati provengono dal Nord Africa, precisamente dalla zona di Cartagine. 4 Nel passato, i bambini trascorrevano la maggior parte del loro tempo a giocare perlopiù in strada e in cortile. E i giochi venivano trasmessi da bambino a bambino, di generazione in generazione, forse con l’aggiunta di lievi varianti o personalizzazioni locali. Ma erano sempre imitazioni tramandate e insegnate dagli adulti. E alcuni giochi erano/sono imitazioni di lavori e occupazioni dei “grandi”, in attesa di vivere il futuro da adulti. 5 Già nell’antica Roma, la fortuna che ebbe il gioco dei dadi e le conseguenti scommesse di denaro motivò l’apertura di diverse tabernae lusoriae (case da gioco). Si giocava ai dadi in diversi luoghi, dai palazzi imperiali alle osterie, coinvolgendo tutte le categorie sociali e persone di ogni età. A Pompei è ancora visibile quel che resta di una taberna, che aveva un’insegna raffigurante un bossolo per i dadi tra due falli. Le osterie nelle case da gioco avevano pareti decorate con ironiche scene (ne parla Varone) e con scritte, una sorta di fumetti, che riportavano discussioni e scambi di accuse fra due giocatori. Quando il gioco diventava meno innocente e più rischioso, si giocava per denaro riuscendo spesso a perdere vere e proprie fortune. Nell’Ars amatoria Ovidio scrive: Sic, ne perdiderit, non cessat perdere lusor (Così ai dadi il giocator perdente per non restare in perdita continua a perdere). Naturalmente, per tutelare tutti i cittadini dai rischi che derivavano dal gioco d’azzardo, fin dall’epoca repubblicana si era anche cercato di promulgare delle apposite leggi, una fra queste era la Lex Alearia. I dadi erano già noti in Egitto e in Oriente. La leggenda però attribuisce l’ideazione a Palamede, uno dei capi greci, durante l’assedio di Troia. Nell’Odissea, Omero descrive i Proci concentrati a giocare ai dadi davanti alla reggia di Ulisse. La scena è decorata in numerosi vasi greci. Nel Museo Gregoriano Etrusco (Sala XIX) in Vaticano, è conservata l’anfora attica a figure nere (540-530 a.C.) rinvenuta a Vulci, firmata da Exekias, vasaio e pittore, dove due guerrieri in armi sono intenti ad affrontarsi su una tabula lusoria o sopra una scacchiera. 20 21

La regina Nefertari, moglie del faraone Ramesse II, mentre gioca a senet (XIII secolo a. C.) Duchamp pensa le mosse con gli scacchi 22 23 22 23

PREMIO D’ARTE “CITTÀ DI TREVIGLIO” Stefano Arienti • Giovanni De Lazzari • Raffaella Formenti • Meri Gorni • Ugo La Pietra • Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini • Ugo Nespolo • Sara Rossi • Berty Skuber • Aldo Spoldi • Grazia Varisco 24

Stefano Arienti

Carlo Baiardi e il suo complesso, 2008 album in vinile traforato 31,7 x 31,7 cm

Momenti, 2007 album in vinile traforato 31,6 x 31,1 cm

Come with us, 2007 doppio album in vinile traforato 31,3 x 31,5 cm

altre opere in mostra:

Mantra, 2007 album in vinile traforato 31 x 31,7 cm

West meets east, 2008 album in vinile traforato 31,6 x 31,4 cm 25 26 27

Giovanni De Lazzari

Senza Titolo, 2009 carta e cartoncino 21 x 29 x 1 cm courtesy dell'artista e Galleria La Veronica, Modica 26 27 28 29

Raffaella Formenti

ISTRUZIONI D’USO - Disporre il “corpo molle del conoscere” nello spazio visivo, dandogli una parvenza che assecondi il proprio sentire. Il chiodo rappresenta il punto di scelta nella lettura dell'oggetto e diviene protagonista affidatario dell’intervento di memoria formale impresso al frammento di cloud.

Cloud Frag-I study on line, 2014 materiale pubblicitario in 3D composizione a dimensione variabile 28 29 30 31

Meri Gorni

Giochi con me?, 2009 Fotografia in bianco e nero, grafite, cartoncino, angolini di plastica 21 x 29,5 cm

A che gioco giochiamo?, 2009 Fotografie in bianco e nero, grafite, cartoncino, angolini di plastica 40 x 50 cm

Il gioco della famiglia, 2010 Fotografia in bianco e nero, grafite, cartoncino, angolini di plastica 23 x 30,5 cm 30 31 32 33

Ugo La Pietra

I miei balocchi, 1978 tecnica mista su carta 70 x 50 cm courtesy Archivio Ugo La Pietra foto Aurelia Raffo 32 33 34 35

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini

Nessuno parlava, nessuno aveva delle belle storie di guerra da raccontare, 2003 dittico, 1 stampa lambda, 100 x 70 cm Courtesy Galleria Lia Rumma altre opere in mostra:

Nessuno parlava, nessuno aveva delle belle storie di guerra da raccontare, 2003 1 stampa getto d’inchiostro su carta cotone, 60 x 60 cm 34 35 36 37

Ugo Nespolo

La Galante avventura del Cavaliere dal lieto volto, 1966-67 film 16 mm, 20'

Ugo Nespolo ingrandimento di fotogramma, 47 x 62 cm foto di scena Renato Volpini, Ugo Nespolo, Enrico Baj sul set fotografia, 62 x 54 cm

Lucio Fontana ingrandimento di fotogrammi, 62 x 39,5 cm

Enrico Baj ingrandimento di fotogrammi, 62 x 54 cm 36 37 38 39

Sara Rossi

Rever (Ines e Miniar), 2012 video, 2’10'' 38 39 40 41

Berty Skuber

altre opere in mostra:

Kunstspielraum, 2013, 22 x 22 x 7 cm Game Box, 1991, 17 x 26 x 3 cm L’Alambicco di Giulia di Kreutzberg, 1996, 39 x 10 x 9 cm Rose Box,1991, 17 x 26 x 3 cm La Corona, 1991, 17 x 20 x 4 cm Bushmaster, 1995, 18 x 21 x 9 cm Monk’s Hood, 1995, 18 x 21 x 9 cm 40 41 42 43

Aldo Spoldi

Immagine di copertina per il progetto editoriale Aldo e i suoi amici, Ed. Accademia dello Scivolo tempera e collage su legno, 41 x 20 cm, 2014

E il topo, disegno interno di un componente dei 30 della Banda dell'Accademia dello Scivolo carta incollata su legno, 41 x 20 cm, 2014, insieme 125 x 220 cm 42 43 44 45

Grazia Varisco

Risonanza al tocco, 2010 alluminio verniciato rosso 135 x 40 cm 44 45 46 47 46 47

CONCORSO GIOVANI TALENTI 2014 Paola Angelini • Sara Benaglia • Barbara Boiocchi • Lorenzo Di Lucido • Angela Di Palo • Alessandro Di Pietro • Elisabetta Falanga • Roberto Fassone • Christian Fogarolli • Simone Longaretti • Andrea Magaraggia • Gianluca Marinelli • Marco Rossi • Mario Scudeletti • Carloalberto Treccani • Virginia Zanetti 48 49

Paola Angelini

“Costruire rimane pur sempre l’ideale dell’uomo, ossia tenere viva questa finzione necessaria dell’immobile e del duraturo; e l’uomo continua a costruire, con le mani e col cervello, con le macchine e con l’arte; costruire, costruire, costruire; dal minimo oggetto a Dio: questo supremo capolavoro dell’uomo”. Alberto Savinio, Paradiso terrestre Tutta la vita, 1945 ed. Adelphi

L’opera intitolata Scelta da sé solo fa parte di una serie dedicata ad Alberto Savinio. Il lavoro nasce dalla citazione del dipinto la “Battaglia dei Centauri” realizzata da Savinio nel 1930. In Scelta da sé solo come scrive Christian Caliandro in Visioni per un inventario: una mappa del navegar pitoresco (catalogo della mostra, Fondazione Bevilacqua La Masa, 21/03 - 21/04/2014, ed. Quodlibet) “Paola Angelini ha in mente l’accumulazione – e la pratica con grande voluttà. Stratifica e sovrappone livelli, dimensioni non solo di pittura, ma di idee come figure. Un volto compare spettrale nel cielo, ed è la traccia di un’opera precedente, scomparsa, sommersa. Dipinti di ottant'anni fa e romanzi di centoquarant’anni fa le servono non come semplici spunti, ma come piattaforme operative su cui costruire pittura”. Come invece scrive Andrea La Carpia, nel lavoro Scelta da sé solo “la tela diviene campo di battaglia tra prassi e sperimentazione, nel quale l’ immagine originaria, presa in prestito dalla storia dell’arte, viene sottoposta ad una palingenesi che ricompone la vitalità dell’immaginario mitologico esprimendosi con nuove forme. Pur partendo dall’interpretazione dello stesso soggetto, ogni dipinto ha una propria forte identità, come se la copia, svincolata dalla fedele riproduzione, fosse una nuova nascita dagli imprevedibili sviluppi. L’artista cerca di riappropriarsi del presente metabolizzando la stratificazione delle tracce della storia che, da bloccanti norme di una lingua morta, tornano ad essere un linguaggio nel quale potersi riconoscere perché vivificato da una costante ridefinizione”. Con la volontà di estraniarmi da una scelta specifica del soggetto e ridipingendo dalla pittura per continuare una ricerca sulla pittura, ho provato a distaccarmi da una visione univoca ponendomi in una posizione di gioco rispetto al soggetto rappresentato. Dire gioco significa dire in un altro modo, semplice ed esemplare, in che posizione in che ruolo una persona intende mettersi rispetto a un ambiente o a un’altra persona. Berne nel suo testo A che gioco giochiamo offre degli strumenti per riconoscere ciò a cui stiamo giocando e per cominciare a guarire attraverso la comprensione del ruolo che ci siamo assegnati, nel quale siamo caduti o al quale siamo stati costretti. Con lo stesso processo nell’opera Scelta da sé solo ho voluto citare un dipinto già esistente, con l’intento di provare a guardare per riconoscere quelli che sono i limiti del fare pittorico, partendo da un altro punto di vista.

Scelta da sé solo, 2014 olio su lino 170 x 210 cm 48 49 50 51

Sara Benaglia

Nella Introduzione alla metafisica il filosofo francese Henri Louis Bergson distingue "due modi profondamente diversi di conoscere una cosa. Il primo implica che si giri intorno alla cosa; il secondo, che si entri in essa. Il primo dipende dal punto di vista in cui ci si pone e dai simboli con cui ci si esprime; il secondo non si rifà ad alcun punto di vista e non si vale di alcun simbolo". La prima conoscenza si ferma al relativo, mentre la seconda attinge l'assoluto. Il trampolino rispecchia questa distinzione presentandosi da un lato come installazione composta di un attrezzo ginnico e di un gruppo di disegni e dall'altro come forma d'accesso ad una modalità di fruizione fisica. Il trampolino non è un un mezzo che annulla la fruizione visiva ma modifica la velocità del corpo e con essa anche la soglia di attenzione al disegno e ai suoi particolari. Si potrebbe dire, non esagerando, che la visione approssimativa e rapida di un disegno ridotto ad una macchia di colore in un bambino che salta sia molto simile all'immagine percettiva che ha una mosca in una stanza priva di cibo. Dunque osservare il trampolino e leggere i disegni ad uno ad uno significa analizzare un'entità concreta, mentre entrare nell'installazione e saltare sul trampolino significa partecipare ad una intuizione, entrare in un assoluto, che è proprio ciò che fa la metafisica: essa è la scienza che pretende di fare a meno dei simboli. Quei simboli nei disegni sono dati da un particolare punto di vista su un oggetto o da una determinata maniera di rappresentarlo; essi sostituiscono all'organizzazione reale e interna della cosa, una ricostruzione esteriore e schematica. I disegni non sono parti componenti della realtà ma sue espressioni parziali.

Vedo le stelle, 2012 trampolino, disegni dimensioni variabili 50 51 52 53

Barbara Boiocchi

ANCHE IL TEMPO INFLUISCE

L’opera riunisce in diverse forme (video, scultura, pubblicazione) più di un anno di ricerca intorno al Linificio Canapificio Nazionale di Villa d’Alme in provincia di Bergamo. A partire dalle testimonianze raccolte dalla operaie del Linificio, il progetto si è concentrato sulla soggettività femminile e sulle dinamiche relazionali all’interno del contesto lavorativo. La ricerca e i rapporti instaurati con le operaie del Linificio hanno attivato l’esigenza di preservare una memoria storico-industriale e di costruire uno spazio del NON lavoro. Lo spazio del non lavoro è un luogo dove le donne mettono in campo l’esperienza relazionale e lavorativa acquisita in fabbrica in altri contesti, al fine di creare materiale per il futuro, utile a loro stesse e alla collettività.

In Capolavoro, abbandonare il blu Carla e Nicoletta, due operaie del Linificio, alternano i gesti lavoro a gesti che richiamano alla memoria immagini di femminilità. Il Capolavoro era il manufatto che le operaie delle aziende tessili dovevano realizzare per dimostrare il grado di abilità manuale raggiunto dopo un periodo di pratica.

La piccola scultura rappresenta simbolicamente lo spazio del non lavoro ed è il risultato delle connessioni attivate tra le partecipanti di uno dei tre laboratori “Ma in principio Dio li fece maschio e femmina” che si sono svolti a Bergamo a giugno di quest'anno. La struttura si presenta come un labirinto che in alcuni casi non ha nè vie di accesso nè vie d'uscita: da un contesto lavorativo specifico emerge la necessità di creare nuovi spazi lontani da quelli della produttività materiale, emerge la necessità di dare voce al proprio sapere, il desiderio di condividere la propria storia e di riattivare il canale dell'espressione corporea.

Anche il tempo influisce, 2014 scultura in balsa e legno 8 x 27 x 27 cm

Capolavoro, abbandonare il blu, 2014 proiezione video loop 5' 52 53 54 55

Lorenzo Di Lucido

Provo a pensare la superficie come al luogo di un viaggio, dove l’inciampo, l’incertezza, l’errore o il presunto tale possano diventare un modo per pensare e interrogare la pittura. Di solito tendo e ridipingere più che dipingere, in questo modo il tempo e i vari strati di cui la superficie si compone riescono a parlare una lingua comune nonostante la babele dalla quale deriva la loro formazione. Nel caso in particolare ho voluto pensare a come nasce e fallisce una rappresentazione, alla costruzione di un'immagine. Credo che nel mio caso, paradossalmente, un'immagine “fallita” deviata nel corso dell’ avventura del fare assuma la giusta tempra. Sono convinto che bisogna correre il rischio giusto all’interno del territori della pittura per scoprirsi, per capirsi e per lavorare sul linguaggio su cui essa poggia. In fondo si tratta solo di questo, ognuno deve trovare il modo di essere autentico, in modo unico e, perché no, avventuroso.

Dromos, 2014 tecnica mista su tela 140 x 100 cm 54 55 56 57

Angela Di Palo

L’opera è composta da venti polaroid di scarto, recuperate. Sul retro ho ricamato alcune mosse di biliardo, trasformando quindi il lato nero dell’immagine in una simulazione del tavolo da gioco verde. La leggenda che circonda la nascita del biliardo narra che Luigi XIV chiese al falegname di corte di inventare qualcosa che gli evitasse di sporcarsi i vestiti d’inverno, mentre giocava a croquet. Il falegname gli propose il biliardo: uno sport che piega prima il corpo poi l’anima. Non servono doti fisiche particolari, ma intelligenza, bisogna pensare con anticipo di almeno quattro mosse. All’interno di questo lavoro, l’atto di cucire è un momento d’intimità importante, che m’impegna in una sequenza di movimenti lenti e riflessivi, accompagnandomi verso una meditazione. "Cucire è un’azione che ti porta a stare con te stesso e immergerti totalmente nella tua storia", afferma l’artista Kim Sooja. La relazione tra l'ago e la polaroid è poi come quella tra l’individuo e l’universo e le immagini che nascono dall’atto del cucire ricordano, inoltre, delle costellazioni celesti. Come spiega Berne, autore del libro A che gioco giochiamo, l’essere umano, per strutturare la sua vita quotidiana, dispone solo dell'attività e della fantasia che si compongono di ritualismi, passatempi, giochi, intimità e dell’attività di spunto e di raccordo fra le altre. In questo senso, con il lavoro proposto, ho cercato di raggruppare queste attività in una sola opera, in modo da poter proporre una rappresentazione simbolica e diversa della figura umana.

Mappa celeste, 2014 ricami su polaroid 10,2 x 10,2 cm 56 57 58 59

Alessandro Di Pietro

Geompiatta - Enforcement (2013) è un’installazione modulare nata subito dopo aver prototipato l’unità misura in-oggettiva Geompiatta nel 2012. Il progetto trova una nuova direzione applicativa in 21 elementi di ottone sagomato a forma di accento circonflesso. Geompiatta è una unità di misura in-oggettiva che non può comunicare valori sullo spazio ma la sua applicazione si manifesta solo tramite ritmo e intensità di ripetizione e disposizione nello spazio stesso. I 21 elementi assumono inizialmente una disposizione ortogonale a griglia sul suolo che mappa l’intera superficie calpestabile dello spazio da misurare. L’elemento ludico di questo progetto consiste nel considerare nella riconfigurazione prossemica di ogni elemento tramite l’inciampo dei visitatori distratti dalla visione degli altri lavori in una mostra sembra che lentamente lo spazio tralasci informazioni agli spettatori riguardo la sua presenza così impercettibile nello spazio e il livello di consapevolezza porta a spostare i moduli nello spazio. Quest’ultima non può essere garantita ma conferma l’essenza empirica e caotica di questo progetto.

Geompiatta - Enforcement, 2013 ottone sagomato a mano e lucidato, dimensioni totali variabili 9,8 x 9,2 x 0,2 cm ogni elemento foto Filser und Gräf Galerie, Munich 58 59 60 61

Elisabetta Falanga

Nel gioco delle colpe si creano spazi invalicabili. Le distanze si costruiscono su ritmi frenetici, su dritti e stretti percorsi, che incastrano le spalle e non permettono di voltarsi. Non incontrare il padre. Da vivo per vent’anni, da morto nell’atto della sepoltura. Perderne la memoria sotto il peso della terra. Avere una casa d’infanzia, lontana, straniera, dove il padre ha trascorso tutto il tempo della distanza, perfino quello che lo separava dalla morte, nello spazio della sua camera da letto dai cassetti saltati e gli armadi aperti. Rientrare in quella casa smembrata, confrontarla con il ricordo infantile e comprendere che non vi è più connessione, l’unica esistente è quella della mia memoria lacera. Sapere che l’ambiente è pregno del suo vissuto, del suo corpo. Quella casa pulsa, tra macerie solitarie di vita, quella casa è il suo corpo, da ripercorrere in tutto il perimetro in un abbraccio.

La dolce casa, 2014 Video performativo 11’13” 60 61 62 63

Roberto Fassone

sibi (iMacG5) è un’installazione che consiste di un iMac su cui è stato installato il software sibi. Il computer, situato su un tappetino da yoga, è collegato a un proiettore, a sua volta posizionato su un cajon (strumento musicale a percussione). sibi è un generatore di istruzioni creato da Roberto Fassone tra il 2011 e il 2012 . È anche un’opera d’arte, un gioco e uno strumento didattico a seconda del punto di vista dal quale lo si considera. sibi è in grado di generare 53.597.878.848 set di istruzioni utili per la creazione di potenziali opere d’arte. I set sono sempre composti da 6 istruzioni, 3 riferite al medium (M), 2 al tema (A) (o aboutness, cfr.Danto) e una al titolo (T) del lavoro che il giocatore dovrà realizzare. Il software sibi è online gratuitamente e si può testare al seguente indirizzo: play.sibisibi.com. sibi è stato sperimentato al Politecnico di Milano, in Viafarini a Milano, al MA*GA di Gallarate, all’università di Torino (in collaborazione con la Fondazione Pistoletto) e a presso gli spazi de La Ene. sibi è un progetto che ragiona sui concetti di gioco, arte, creatività e limiti. Più di 200 persone hanno già giocato al gioco, dando vita a più di 70 soluzioni (consultabili al sito www.sibisibi.com). Il suo utilizzo dà l’opportunità di riflettere su diverse stimolanti questioni come: Cosa consideriamo un’opera d’arte? Quali sono i processi creativi sottesi alla produzione di opere d’arte? Si può insegnare l’arte? Cosa hanno in comune arte e gioco? L’installazione pensata per il bando A che Gioco giochiamo? presenta l’ultima versione giocabile di sibi. Tutti materiali e le componenti presenti (proiettore, cajon, tappetino, etc…) sono elementi residui dei workshop sviluppati con il software. L’installazione è interattiva e consente al pubblico di sperimentare sibi.

sibi (iMacG5), 2014 installazione dimensioni variabili (sibi software 2.0, iMacG5, cajon, proiettore, tappetino yoga) foto Caterina Cravetto sibi 2.0 sviluppato da trattopunto sibi 1.0 sviluppato da Mino Bogetti 62 63 64 65

Christian Fogarolli

Attraverso la ricerca archivistica di fondi privati stranieri è stata ricomposta una serie di piccole fototessere che ritraggono un gruppo di infanti degli anni Trenta. Questa analisi ha permesso di riunire questi individui in un corpus uniforme. Partendo da questa base sono state create delle strutture in grado di contenere questi piccoli personaggi nelle particolarità delle loro caratteristiche fisiche; i lavori si rapportano verso chi osserva interagendo tramite mezzi di intermittenza nella vista, come lenti, parti metalliche o plastiche. Questi “strumenti” in alcuni casi fungono da impedimento visuale, generando per ogni possibile combinazione e punto di vista, una visione limitata ed imperfetta; in altri si pongono come medium di indagine facilitando l’osservazione del soggetto. La selezione dei ritratti fotografici, alti circa due centimetri, è basata sulla scelta di soggetti dai particolari ed accentuati caratteri somatici e che stimolano l’inconscia percezione umana su ciò che viene stabilito come “normale” e non.

Big ears, 2014 installazione, ferro, lente, fotografia 170 x 15 x 25 cm 64 65 66 67

Simone Longaretti

È stato per me motivo di riflessione rivolgere l'attenzione al fenomeno del gioco d'azzardo legalizzato nel nostro Paese che, se da una parte rappresenta una consistente forma di tassazione dello Stato sui cittadini, dall'altra ha causato gravi forme di patologie compulsive con risvolti drammatici nella vita delle persone. Pertanto A che gioco giochiamo? sarebbe una domanda spontanea da rivolgersi al sistema politico che ne governa le regole. È la slot-machine stessa a porsi in maniera interlocutoria davanti al giocatore più incallito e suo più convinto assertore: lo Stato. La slot-machine in ceramica è una riproduzione in piccola scala, sebbene meccanica e non elettronica, delle macchine da gioco presenti nelle sale da video poker, ma è pensata in chiave di dispositivo per uno spazio pubblico. L'utilizzo della terraglia, dall'aspetto bianco e opaco, è scelto per ottenere quell'apparenza “monumentale” candida e neutra, che si confà ad un elemento celebrativo dotato di una sua autorevolezza. Al giocatore che aziona il dispositivo si presentano di volta in volta combinazioni differenti che rispecchiano sia il senso del continuo mutamento e dell'instabilità politico-ideologica, sia la pluralità di voci e di aspirazioni presenti storicamente nel nostro Paese. Sui tre rulli della macchina vanno a combinarsi e a ricombinarsi delle formule triadiche composte da aggettivi riferiti all'Italia che forniscono un compendio della sua storia politica, sociale, economica, ecc., dall'Unità ad oggi. Questo elemento della nostra attualità viene quindi ricollegato ad un contesto sociale, politico e culturale più ampio legato ai valori identitari e alle ideologie appartenenti alla storia d'Italia. Le triadi di aggettivi affiancati presentate dalla slot-machine enunciano tendenze politiche e sociali, principi economici, eventi significativi che hanno strutturato e condizionato il sistema politico-sociale in Italia, partendo dalla formula suntiva del programma mazziniano: “Una-Indipendente-Repubblicana”.

Combinazione ideale, 2012 Slot-machine in terraglia bianca munita al suo interno di un meccanismo che ne permette l'utilizzo, combinazione di 12 triadi di aggettivi riferiti alla storia d'Italia 21 x 16 x 12 cm 66 67 68 69

Andrea Magaraggia

L’ordine spontaneo, metafora di una “auto organizzazione” degli elementi, è la condizione in cui le forme e le strutture abitano lo spazio espositivo. L’installazione ha origine in una stanza, centro di incubazione di questa scultura legata al fenomeno dell’apoptosi. In biologia l’apoptosi indica una forma di morte cellulare programmata che l’organismo mette in atto per il controllo del suo corretto sviluppo: il sacrificio di alcune cellule va a vantaggio di una crescita sana. Allo stesso modo questa scultura possiede un grado di finitezza variabile, dato dal continuo controllo da parte dell’artista durante la fase di lavorazione del poliuretano. Il poliuretano infatti è un materiale schiumoso all’origine e portato ad una espansione continua: il lavoro di contenimento e deviazione che l’artista compie, è accomunabile al gesto dello scolpire, ma presenta una dinamica più complessa, per via di quella forza naturale (propria appunto del poliuretano) che va continuamente controllata e indirizzata e che lascia uno spazio aperto al caso, inevitabilmente. Nel titolo c’è un discorso di casualità di questa forma, del suo aderire a superfici che ne determinano il confine. Questa scultura diventa un'insolita unità di misura nello spazio circostante. Il risultato è la tensione dell'elemento scultoreo che lotta per la propria emancipazione dai limiti dello spazio, e che tenta l’imposizione di un ordine solo apparente, perché spontaneo.

L'ordine spontaneo, 2013 poliuretano espanso, resina poliestere, ferro 200 x 150 x 40 cm visione dell'installazione: project room museo MA*GA foto Miriam Broggini 68 69 70 71

Gianluca Marinelli

Qui sono piombo rielabora i contenuti delle partite a carte tra l'artista e gli anziani di Treviglio, svolte con una regola precisa: chi perde racconta una storia. Un pegno da rendere per la sconfitta, che diventa metafora di qualcosa di più ampio: poichè la Storia è da sempre scritta dal vincitore di turno, qui si introduce il punto di vista dello sconfitto. Una pratica che celebra e instaura un legame, il libero andare verso l'altro. Al centro il gioco della vita e il destino ineluttabile dell'uomo di fronte allo scorrere del tempo: le consuetudini, le dissimulazioni, gli sbagli, l'inadeguatezza. Tra riferimenti alla storia dell'arte del territorio, leggende, derive malinconiche, tutto si dissolve in favore di una dimensione evocativa, visionaria e poetica. Il titolo del video prende spunto da una regola del "Tressette": quando non si possiede nessuna carta del "palo" della mano in corso, cioè quando si ha un "piombo", si può giocare qualsiasi altra carta ma non si ha diritto alla presa. In tale occasione normalmente è consigliato liberarsi delle carte meno strategicamente importanti per il tipo di gioco che si è deciso di seguire. Un invito, dunque, ad un'azione consapevole, all'ascolto della propria “necessità interiore” e al coraggio del cambiamento, per continuare ad essere presenti a se stessi.

Qui sono piombo, 2014 video-installazione, HD, 10' 70 71 72 73

Marco Rossi

Le Plain è una video animazione realizzata nel 2013. Il soggetto dell’ opera è la figura umana che si muove nello spazio, lo spazio del foglio da disegno. Essa nasce, muore, si contorce in balia di una continua metamorfosi che le fa perdere i confini, diventando entità fluida ancorata sul bianco della pagina. Il disegno è il vero protagonista di questo lavoro e del mio lavoro in generale. Con il disegno riesco a registrare un flusso di coscienza quotidiano fatto di segni, scritte, figure e spazi, che talvolta raccolgo in quaderni, contenitori di immagini recuperate, oppure ingrandisco in carte libere di disperdersi altrove. Questo video è stato in qualche modo la conseguenza o un passaggio naturale di questo mio modo di approcciare il fare artistico, fatto di frammenti, dove il reale viene filtrato e riportato alla luce attraverso un’attività celebrale, che spesso rivela la drammaticità di questa tensione. Per questo motivo non mi interessa investire il lavoro di un significato specifico, che vincoli l’opera a una sola chiave di lettura, ma preferisco lasciare che esso viva e si esprima per se stesso, nella sua natura ludica ed emotiva.

Le Plain, 2013 video animazione in stop motion loop 2' 51'' 72 73 74 75

Mario Scudeletti

È uno spettacolo, è un gioco spettacolare. Per ogni gioco bisogna essere in forma atleticamente e disciplinati. Educati. È una bella sfida quella di saltare ed essere precisi. Il cerchio senza chiodi è abbondante, due piedi ci stanno comodamente. Bisogna solo allenarsi, entrare nell'idea che la misura è importante. Oh! Ci riescono anche le tigri e addirittura gli elefanti, vuoi non riuscirci tu? Non c'è bisogno che ti educhi per anni interi no? Niente fruste o gabbie o digiuni, niente di tutto ciò: bastano poche ore di allenamento e da domani sarai perfettamente in grado di non sbagliare un solo salto. Certo se davvero non fossi in grado non nego che possa sembrare una tortura, come non posso tralasciare il fatto che se non sei in grado di una azione tanto semplice sei sulla soglia pericolosa dell'inutilità; per quelli inutili ci sono posti inutili, vuoi andare là, fra gli inutili? È decisamente diverso, non credi, che avere delle ferite ai piedi per qualche giorno sia incredibilmente diverso che essere inabile, inutile, per sempre? Poche cicatrici, pochi giorni di dolore e poi sarà così divertente vedervi in file interminabili fare salti elastici e precisi come palline colorate… Sarà così bello vedere che non vi fate del male.

Allegra tortura, 2014 legno smaltato e chiodi 95 x 92 x 92 cm 74 75 76 77

Carloalberto Treccani

Le immagini ci mostrano giovani americani che posano felicemente di fronte all’albero di Natale con pistole e armi d’assalto ricevute come dei giochi in regalo, a discapito delle numerose sparatorie avvenute in questi anni. Sono rimasto particolarmente colpito dal valore sociologico e simbolico di queste immagini e questo lavoro di ricerca (in particolare attraverso twitter) mostra questa dissonanza e incongruenza tra armi, alberi di Natale e giovani.

Happy Birthday Jesus, 2014 (progetto in corso) stampa a getto d’inchiostro, dimensioni variabili 76 77 78 79

Virginia Zanetti

Mind the gap riflette sul ruolo dell'arte e sulla necessità di relazionarsi con gli altri, entrambi espedienti per attivare qualcosa che è già latente in noi. Infatti sia l'espressione artistica che il dialogo con l'alterità vanno a far luce tra le pieghe dell'io, entro un processo che, partendo dall'oscuro e dall'ignoto, riemerge come creatività consapevole. Mind the gap è una visitazione tra me e una medium cartomante che, attraverso le mie domande, ha dato inizio alla lettura dei Tarocchi e che poi ha offerto la stessa possibilità a tutti i presenti. Di solito dai Tarocchi ci si aspettano delle risposte, ma essi sono soprattutto dei simboli-mezzi per svelare il proprio grado di coscienza. La fotografia dell’incontro, le ghiande diffuse nello spazio come richiamo al divenire futura quercia, con i valori ad essa correlati - come la Forza e la P erseveranza - e i Tarocchi, con l’invito a scegliere le carte ponendo altrettante domande, creano insieme uno spazio silenzioso e sospeso, attraverso il quale accedere a quel vuoto dal quale scaturisce la possibilità dell’esistenza, luogo dove coesistono domande e risposte.

Mind the gap, 2011 stampa lambda su dibond 70 x 100 cm foto Samuel Berettini

Mind the gap, 2013 stampa lambda su dibond 70 x 100 cm ghiande, carte dei Tarocchi, dimensioni variabili foto Something Like This 78 79 80 81 80 81 82 83

Paola Angelini Progetto Italiano n. 1 La Concezione San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno 1983 Cosmologica Dantesca, a cura di P. Di Lecce, Dimora Artica, Milano FORMAZIONE Visioni per un Inventario, a cura di A. Bruciati, 2011 IUAV, Venezia , Lab. di Arti Visive con B. Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia Melgaard Ciò che l’apparire lascia trasparire, a cura Corso di Fotografia, Fond. Studio Marangoni, di A. Zanchetta, MAC - Museo d'arte Firenze contemporanea, Lissone 2008 Diploma in Pittura, Accademia di Belle Arti, Esercizi di Stile, a cura di A. Bruciati, Galleria Firenze Maurizio Nobile, Bologna Mustinart, MUST, Museo Civico di Lecce, WORKSHOP, RESIDENZE, PROGETTI E PREMI 2013 Premio Francesco Fabbri per le Arti 2014 NKD - Nordic Artists' Centre Dale, Sunnfjord, Contemporanee, Pieve di Soligo, Treviso Norvegia La sequenza del fiore di carta, a cura di M. Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia Cavallarin, Incubatore, Sant’Elena, Venezia Landina, workshop di Pittura all’aperto, a 14° Premio Cairo, a cura di L. Beatrice, cura di L. Boisi, Landina Palazzo della Permanente, Milano Mutatosi in una pioggia d’oro: painting as Premio Celeste, PAN, Palazzo delle Arti, performance / Demanio Marittimo km-278, Napoli a cura di A. Bruciati, Senigallia Versus XIX, a cura di F. Referza, Velan Center for Contemporary Art, Torino BIBLIOGRAFIA / ARTICOLI The Name The Nose, a cura di R. Zamudio, 2014 Visioni per un inventario: una mappa del MuseoLaboratorio, Città Sant’Angelo navegar pitoresco, a cura di A. Bruciati, Premio Combat, Museo di Storia Naturale, catalogo della mostra, Fondazione Livorno Bevilacqua La Masa, Venezia Yellowing of the Lunar Consciousness a 21 Marzo / 21 Aprile 2014, ed. Quodlibet cura di A. Bruciati, Galleria Massimodeluca, 2013 1986 - 2013 / En kunstner som Mestre/Palazzo Bonvicini, Venezia samler kunst, catalogo della mostra, 5 1986 - 2013/En kunstner som samler Maggio / 6 Ottobre 2013, Vestfossen kunst, a cura di M.Viskum, Vestfossen Kunstlaboratorium, Vestfossen, Norvegia Kunstlaboratorium, Vestfossen,Norvegia 2011 Jhon Kelsey, Venetian Binds, ART FORUM, Lavoro/Work, a cura di P. Toffolutti, SPAC, Vol. 50 – n°1, Settembre 2011, pag. 296 Villa Toppo di Florio, Udine Le Figlie di Eva, a cura di A. Bruciati, Fama MOSTRE PERSONALI Gallery, Verona 2014 REGIO landskapet, a cura di A. H. Eriksen, 2012 Premio Lissone, Museo d'arte Galleria Massimodeluca, Mestre contemporanea di Lissone Cleftis, a cura di A. La Carpia, Dimora Artica, Ni Dieu di maitre, a cura di A. Bruciati, Milano Galleria Massimodeluca, Mestre 2013 A guardare il cielo si diventa cielo, Vault, Figurabile, a cura di U. Palestini, L'ARCA- Prato Laboratorio per le arti contemporanee, 2012 È stato catturato un grande animale, Teramo ARTcore, Bari EcoAnimali, Un1co / Arte Fiera OFF 2012, Blue Memory, ROD BIANCO Gallery, Oslo, Bologna Norvegia 2011 Ti va di Guardare? a cura di P. Toffolutti, SPAC, Casa Cavazzini, Udine MOSTRE COLLETTIVE Baton sinister, a cura di B. Melgaard, 54° 2014 Amalassunta Collaudi - Dieci artisti e Biennale di Venezia, Padiglione Norvegese, Licini, a cura di C. Caliandro, Galleria d’Arte Palazzo Contarini Corfù, Venezia Contemporanea “Osvaldo Licini”, Ascoli Piceno 82 83

Sara Benaglia MOSTRE PERSONALI Bergamo, 1983 2014 Reverse running, a cura di S. Raimondi e M. Zanchi, Spazio BACO, Bergamo FORMAZIONE 2012 Barbara, Galeria Espacio F, Madrid 2014 Programma di Ricerca CCA Kitakyushu Joan Jonas, It blew right in my ear like the MOSTRE COLLETTIVE wind, CCA Kitakyushu 2014 Daegu Photo Biennal, Frittelli Arte 2012 Laurea Specialistica in Pittura, Accademia di Contemporanea Gallery, Daegu, Corea del Brera, Milano Sud Chiara Fumai, The Moral Exhibition House, Alexander's Sister, Ogura Gallery, CCA dOCUMENTA(13) Kitakyushu a cura di A. Miyake 2009 Teorie e tecniche delle arti contemporanee, 2013 Italian Queer Archive, Independent, a cura di Accademia Carrara, Bergamo CUNTemporary, Art Project Fair, Verona Ogni cosa a suo tempo, a cura di S. BORSE DI STUDIO Raimondi e M. Zanchi, Spazio BACO, 2013 Borsa di Studio alla Ricerca, CCA Kitakyushu Bergamo 2012 Borsa di Studio alla Ricerca, Accademia di ACSA2, Autocenter, a cura di O. Nicolai, Brera Berlino Portas Abiertas, Fundação Eugénio de RESIDENZE Almeida 2013 Degathering Summer Camp, Corniolo (FI) Venti Leggeri, Studio Cloud4, Bologna Mustarinda Residency, Hyrynsalmi Talouselämä / Financial times, Mustarinda, V.I.R. Via Farini, Milano Hyrynsalmi Bang Festival, VI Festival de Videoarte de OPEN STUDIO Barcelona 2013 SO FAR, Ogura Gallery, CCA Kitakyushu New Entry, Careof DOCVA, Milano V.I.R., Milano 2012 Proyector20 International video art festival, 14-23 Dec, a cura di M. Gutierrez Cruz, WORKSHOP Madrid-Coimbra 2012 Agenti autonomi e sistemi multiagente, On Videos for hours and hours III, Videoart Michele Di Stefano/MK e Margherita Yearbook 2012, A.B.C. Arte Boccanera Morgantin, Fondazione Furla, Bologna Contemporanea, Trento L'architettura dell'arte, Gianni Pettena, Peep- Ti Racconto, a cura di G. Viceconte e C. Hole, Milano Guida Arthub + UnDo e CRAC, Cremona 2011 Officine dell'arte, Italo Zuffi, Careof-ViaFarini, Agenti Autonomi e Sistemi Multiagente, a Milano cura di Xing, Museo della Storia di Bologna Videoart Yearbook 2012, a cura di F. Naldi e BIBLIOGRAFIA R. Barilli, Bologna 2014 E. Grazioli, Casting the Circle, Doppiozero Your LAST work, a cura di Darth, Casa S. Raimondi, M. Zanchi, Ogni cosa a suo Bianca, Zola Pedrosa, Bologna tempo, Mousse Publishing Videozero, a cura di F. Ballo, Accademia di Research Program CCA Kitakyushu (cat.) Brera, Milano 2013 S. Frangi, Ultime da Viafarini DOCVA, 2011 Officine dell’Arte, Careof-ViaFarini, a cura di Artribune C. Agnello, Careof, Milano D. Maffeis, Minus Habens (cat.) E. Bordignon, 6 artisti in Via Farini. Open Studio, Art*Texts*Pics 2012 M. di Stefano e M. Morgantin, Agenti autonomi e sistemi multiagente, Quodlibet edizioni Officine dell'Arte (cat.), a cura di C. Agnello e M. Farronato 84 85

Barbara Boiocchi Lorenzo Di Lucido Angera, Varese, 1980 Penne, Pescara, 1983

FORMAZIONE WORKSHOP 2011 Accademia Carrara di Belle Arti, Bergamo - 2014 Landina, a cura di L. Boisi e A. Ginaldi, Corso di pittura Mergozzo, Omegna Painting Practices, Residenza d’ artista a WORKSHOP E RESIDENZE cura di A. Bruciati, 16 marzo-16 aprile, Villa 2014 Manufattoinsitu 8, Laboratorio nel gorgo di Nogaredo al Torre paesaggio, Cancelli, Artist-in-residence Kilometro Rosso, Umania PREMI E SELEZIONE CONCORSI promosso da Accademia Carrara di Belle 2014 Premio Marina di Ravenna (Vincitore del Arti e Kilometro Rosso, Parco Scientifico premio con residenza e mostra al Mar di Tecnologico, Bergamo Ravenna) Cambridge Sustainability Residency Norfolk Premio Combat, Museo civico Fattori, Gallery, Cambridge (UK) Livorno 2013 Residenza Petites Criques, Portofino 2013 Premio Vasto, Scuderie di Palazzo Aragona, Adelita Husni-Bey, Effetto Venturi, a cura di Vasto Peep-Hole, Museo del Novecento, Milano Mantegna Cercasi, Mantova Italo Zuffi, Seminario, Accademia Carrara di Premio Lissone 2012 Museo d’Arte Belle Arti, Bergamo Contemporanea di Lissone Piero Golia, Effetto Venturi, a cura di Peep- 2010 Premio Combat, Bottini dell’ olio, Livorno Hole, Museo del Novecento, Milano 2007 Goldener Kentauer, Kuntlerhaus, Monaco di Giuseppe Gabellone, Effetto Venturi, a cura Baviera di Peep-Hole, Museo del Novecento, Milano Gianni Pettena, Effetto Venturi, a cura di MOSTRE PERSONALI Peep-Hole, Museo del Novecento, Milano 2014 In ragione dell’ ombra, con Giovanni Blanco, 2012 Riccardo Benassi, The Flexibility of Void, Spazio FAR Rimini, Palazzo del Podestà Accademia Carrara di Belle Arti, Bergamo 2009 Jitterbug, con Jacopo Casadei, Galleria Pieri, Cesena MOSTRE PERSONALI 2008 Noesi, Galleria Amphisbaena, Modena 2013 Ti aspetto qui - Barbara Boiocchi e Claudia 2007 Omissis, Io Soppalco, Accademia Di Belle Ponzi Galleria La Veronica, Modica (RG) Arti. Bologna Francesca suona il mare di Ceriale, proiezione c/o Teatro Sociale Bergamo, MOSTRE COLLETTIVE Festival Danza Estate 2014 Painting Practices, a cura di A. Bruciati, Villa At home, proiezione a cura di Upper Art c/o Gorgo, Nogaredo al Torre, mostra finale della Upper Lab, Bergamo residenza d’ artista Painting Practices Depot (esperienze di pittura in vitro), a cura MOSTRE COLLETTIVE di A. Bruciati, Casa Cavazzini, Museo d’Arte 2014 Progetto UNDERGROUND Moderna e Contemporanea di Udine Galleria Marelia, Bergamo La scrittura disegnata, Musas, Quid pro quo: negotiating futures, Norfolk Santarcangelo di Romagna Gallery, Cambridge (UK) 2013 Intrusione Spazio inangolo, Strada pultone, 2012 Art ProBject, mostra collettiva, Musil, Penne Museo dell’industria e del lavoro, Brescia in (P) parerga e paralipomena della pittura, a collaborazione con il collettivo Art is clear as cura di A. Zanchetta, Bonelli Lab, Canneto clouds are sull’Oglio 2011 La croce la testa il piatto, a cura di M. Pulini, Biblioteca Malatestiana, Cesena 2011 A nera una lezione di tenebra, a cura 84 85

di M. Fabbri, Museo delle Cappuccine, Angela Di Palo Bagnacavallo Calcinate, Bergamo, 1983 Quadri d’estate, a cura di M. Portioli, Museo Gerra, Reggio Emilia FORMAZIONE 2010 Amor proprio, a cura di S. Foschini e A. 2013 Laurea Accademia di Brera a Milano Giovanardi, Percorsi arte contemporanea, indirizzo di specialistica in fotografia Rimini 2009 Laurea Accademia Carrara di Belle Arti di Dialoghi Muti, garage 31, Rocca di Meldola Bergamo 2mqx2, a cura di G. Tassi, galleria 2003 Diploma grafico pubblicitario I.P.C. Caniana Amphisbaena, Modena di Bergamo La quarta dimensione in quattro atti, a cura di G. Pazzi e L. Zarattini, Museo comunale, CONCORSI Comacchio 2013 Finalista nel contest Circuito X- Off di 2009 Immagini per un archivio storico della Pietà, Fotografia Europea 2013 Chiesa San Giovanni Battista, Penne 2009 Sentire donna, a cura de Il Fischio Sas, Giovane Pittura, Officina delle Arti, Reggio Vincitrice del terzo premio, Milano Emilia 2008 Arte e Impresa, vincitrice del terzo premio, Volta la carta, Pesaro presso l’Accademia Carrara di Bergamo Collettiva, Galleria Fiorella Pieri, Cesena 2008 Collettiva, Fiera di Reggio Emilia, galleria MOSTRE PERSONALI Amphisbaena, Reggio Emilia 2012 Altrove, a cura di F. Martinoli, viamoronisedici Mnemonica, a cura di A. Grassi, Fabbrica, spazioarte, Bergamo Gambettola 2008 Istantanea, cura di C. Benigni, Galleria del Silenzi. Attese. Assenze. Amphiesbaena, Tasso, Bergamo a cura di M. Spaggiari, Studio d’Arte Contemporanea, Modena Trapassato MOSTRE COLLETTIVE prossimo, Galleria Politeama, Correggio 2008 Il corpo magico, Galleria Vanna Casati, Florilegio, a cura di S. Foschini, Galleria Bergamo Fiorella Pieri, Cesena Mod.c/3, a cura di S. Romano, Sala Manzù, Open House, e mi disse che era nella stanza Bergamo in fondo, Bologna 2007 Lo sguardo di Pietra, a cura di A. Pizzigoni Selvatico, Campi di battaglia, a cura di M. con Monica Resmini, Galleria d’ Arte Fabbri, Pescherie della Rocca, Lugo Moderna e Contemporanea (GAMEC), Esposizione di giovani talenti, sala Bergamo polivalente, Penne Extempore, Centro storico di Suvereto (Li). 2007 A furor di popolo, a cura di M. Spaggiari, 2005 La polvere nell’ Arte, a cura di E. Grazioli, Galleria Politeama, Correggio Spazio Ars, Bergamo Twenty of Erasmus, Porto di Rimini Premio nazionale delle arti, Accademia Di Belle Arti, Bologna Alessandro Di Pietro Spazio accademie, fiera di Reggio Emilia, Messina, 1987 Reggio Emilia Premio nazionale delle arti, Accademia Di FORMAZIONE Belle Arti, Bologna 2013 Biennio specialistico in Grafica d’ Arte 2005 Il Valore del Tempo, Accademia Di Belle Arti, Dipartimento di Arti Visive Bologna 2010 Accademia Di Belle Arti Di Brera Accademie Incontro, a cura di F. Tiboni, Palazzo del Podestà, Rimini WORKSHOP E RESIDENZE 2003 Velvet, Rimini 2014 A Natural Oasis Summer School, con A. Castiglioni e S. Frangi, Repubblica di San Marino 86 87

Museo Carlo Zauli Faenza di R. Valente Fondazione Spinola Banna Per L’arte, 2013 Artribune, maggio-giugno, copertina e Visiting Professor L. Moro e M. Airò, Torino intervista di D. Perra 2013 DENA Foundation for contemporary arts Art Text Pics-atpdiary.com, intervista di G. Parigi, Francia Manzotti Fondazione Spinola Banna Per L’arte, 2012 Fruit of the Forest Magazine, Wind Flower Visiting Professor M. Kuzma Banna, Torino #2, a cura di M. Tagliafierro Fondazione Spinola Banna Per L’arte, Flash Art, maggio, Brand-new, pag. 64 Visiting Professor D. Aschford Banna, Torino intervista di D. Ambrosio

PREMI 2010 Premio Lissone 2010, Menzione speciale. Elisabetta Falanga Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, Taormina, Messina 1985 Milano FORMAZIONE MOSTRE PERSONALI 2013 Diploma accademico di primo livello in arti 2014 La Table Basse, a cura di S. Frangi, FPAC, visive e pittura, NABA, Milano Francesco Pantaleone Arte Contemporanea 2009 Laurea in scienze e tecnologie per la Bad New Business, Milano, Italia conservazione e il restauro dei beni culturali, 2013 http://risse-art.blogspot.it/2013/03/ Università delle Scienze di Parma alesandro-di-pietro-1550-facciamo-il.html a cura di C. Guida, Riss(e), Varese PREMI 2010 a blind newsman project, a cura di F. Fiorella 2013 finalista Premio Celeste 2013, a cura di A. e S. Frangi, Mud art foundation, progetto Barak Occhio di bue, 17 aprile, via Lulli 13, Milano Finalista Premio Laguna 2012 Vincitrice progetto Art for Business e MOSTRE COLLETTIVE menthorship, a cura di trivio quadrivio, 2014 Zodiaco, a cura di D. Bertocchi, CAR DrDe, con ideazione di un progetto seguito da P. Bologna Rosa di Studio Azzurro e M. Ghezzi di Book 2013 Primavera 2, a cura di V. Meyer in Republic collaborazione con A. Fam, CNEAI=, Chatou, Parigi, Francia RESIDENZE On File, a cura di A. Castiglioni e E. Cristini, 2014 Advanced Course in Visual Arts Free Home Platforma Space, Mnac Annex, , University in Lecce (Ayreen Anastas, Rene Romania Gabri, Adrian Paci, Emilio Fantin, Carolyn Mediterranea 16 - Errors Allowed, a cura Christov-Bakargiev) di C. Bank, A. Castiglioni, N. Laggoune, D. Residence Case Sparse tra l’etere e la terra, Leccas, S. Veze / Loose Associations ( N. sul territorio di Malonno Bodrožic, I. Meštrov ), M.Trulli, C. Zecchi, 2013 Advanced Course in Visual Arts LAP, Mole Vanvitelliana, Ancona Basilicata (Bianco e Valente, Emilio 2012 Engrammes, a cura di S. Frangi. 22,48 m2, Fantin, Anna Detheridge, Bruno di Marino) Belleville, Paris, France Esposizione in urban screen negli spazi della città (Potenza, Matera) BIBLIOGRAFIA / ARTICOLI 2014 New Observation #130, Editor P. AH Paixao, MOSTRE COLLETTIVE New York 2014 Giorni Felici, a cura di M. Cereda, Casa OEI Magazine release för OEI # 65, Testori, Novate Milanese Stockholom 2013 Ex Bibli di Roma Artforum online, recensione di M. Tagliafierro Contemporary Visions IV” Beers Arte e critica, giugno, di G. Manzotti Contemporary, London The Art Market, giugno, di S. Rinne Kanto Mostra Premio Laguna, Arsenale di Venezia Art Text Pics-atpdiary.com, giugno, intervista 2013 Open Day NABA, Milano 86 87

2012 Barbarie, a cura di M. Maloberti e A. Paci, Fondazione Pistoletto, Comune di Asti Viafarini DOCVA, Milano sibi a WORKSHOW (con Rebecca Pera), 2010 Not feeling at home, a cura di S. Boccalini e Politecnico di Milano, Milano A. Sarleti, Galleria Artra, Milano PREMI Roberto Fassone 2013 The 17th Japan Media Arts Festival, (Jury Savigliano, Cuneo 1986 Selection), Tokyo, Japan Local Prize, (Short Listed), Cuneo FORMAZIONE 2011 Borsa Fondazione Bevilacqua La Masa, 2014 Assistente professore Politecnico di Milano Venezia 2012 Laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti Visive, IUAV, Venezia MOSTRE PERSONALI 2014 cukicuki, a cura di P. Accola, ROOM Galleria, SEMINARI /TALK Milano 2014 Expogate Ragazze, a cura di F. Tattoli, Expo My Lovin’ Joint, Via Farini 35, appartamento Gate, Milano Viafarini3, Milano 2013 L’aura non c’è, Accademia di Belle Arti Aldo Hosting Roberto Fassone/ Torino#4, a cura Galli, Como di host, appartamento privato, Torino Labont Seminar/ L’aura non c’è, Dipartimento di filosofia, Università di Torino MOSTRE COLLETTIVE Measuring permanent research program on 2014 Open Studio/sibieneRGETICO, La Ene, inobjectivity, a cura di S. Frangi, A. Di Pietro, Buenos Aires, Argentina P. Spoto, Mole Vanvitelliana, Ancona here.now.where? progetto curato da Saout Workshop Castello di Rivoli d’Arte Radio per la Quinta Biennale di Marrakech, Contemporanea, a cura di M. Melotti e M.T. Marocco Roberto, Museo di Scienze naturali, Torino 17th Japan Media Arts Festival, The L’aura non c’è, con Riccardo Fassone, National Art Center, Tokyo, Giappone Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2013 ZOOart (LOCAL), a cura dell’associazione 2012 The Dream Of Insomnia Seminar (Usain Bolt Art.ur, Giardini Fresia, Cuneo And Other Backstories), a cura di E. Alliez e Errors Allowed Mediterranea 16 (Biennale A. Maderna, Fondazione Ratti, Como del Mediterraneo), a cura di C. Bank, A. Castiglioni, N. Laggoune, D. RESIDENZE Leccas, Slobodne 2014 La Ene Artist In Residence, La Ene, Buenos Beze/Loose Associations, M. Trulli, C.Zecchi, Aires Ancona 2013 Viafarini Artist In Residence, Viafarini, Milan Alumni Exhibeo, a cura di G. Cochrane e G. Curating Workshop Spinola Banna con M. Costa, Accademia Albertina, Torino Kuzma, Fondazione Spinola Banna, Torino 2012 I Borsisti della 95ma Collettiva, Fondazione 2011 Visual Art Course Spinola Banna con M. Bevilacqua La Masa, Venezia Bartolini, Fondazione Spinola Banna, Torino Six Coups de dès, a cura di Resò Meet Up, The Dream Seminar II con Susan Hiller, Barriera, Torino Fondazione Ratti, Como Artissima 2012 (Musei in mostra), Oval Lingotto Fiere, Torino WORKSHOP (CURATELA) \/\/orld Do/\/\ination a cura di GUM studio, 2014 sibi Agon, Campus Università di Torino, GUM, Torino Torino Art Stays, International Contemporary Art MA*GA SI*BI, MA*GA, Gallarate Festival, a cura di J. Forbici e M. Vicari, Ptuj, sibi a WORKSHOW II, con R. Pera, Slovenia Politecnico di Milano, Milano Prolegomena (con Lindsay Benedict), a cura 2013 sibiNVIAFARINI, Viafarini, Milan di G. Ghost, J. Hanley Gallery, New York 2012 sibi the PLAYROOM (come Pauli Accola), 2011 Corso Aperto, a cura di C. Pietroiusti e A. Palazzo Ottolenghi, con il supporto di artMOB, Lissoni, Fondazione Ratti, Como 88 89

2010 94ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione COLLEZIONI Bevilacqua La Masa, Venezia La Maison Rouge, Foundation Antoine de Ogni Limite ha una Pazienza, a cura di Galbert, Paris C. Pietroiusti e F. Ramos, Fondazione AGI Collection, Verona Gervasuti, Venezia dOCUMENTA Archive, Kassel Fondazine Benetton BIBLIOGRAFIA Collezione Paluani, Verona 2014 If art were to disappear, con Giovanna Collezione Resto del Carlino, Bologna Manzotti, LINK edizioni Talenti, di S. Frangi, Artribune, novembre FIERE 2013 The Title Of The Work Has To Contain Only 2014 The solo show, Basilea Words Taken From The Song "What's Going Arte Fiera, Bologna On" Di Marvin Gaye, con Samuele Cherubini/ 2013 Artissima, Internazionale d’arte Riccardo Fassone, Comunicazioni Sociali, contemporanea, Torino Pubblicazioni dell'Università Cattolica Swab, Barcellona I Quaderni Di Banna 2011, Fondazione Arte Fiera, Bologna Spinola Banna (video) 2012 Wolves and Peasants 38% Notes 38% No MOSTRE PERSONALI Title 19% Dreamers 4% , Mousse 2014 Clair, a cura di C. Sala, testo di R. Pinto, TRA, Treviso Ricerca Arte, Treviso Myopie, a cura di C. Rota and S. Raimondi, Christian Fogarolli The Blank Residency, Bergamo Trento, 1983 2013 white, a cura di C. Ianeselli, Arte Boccanera Gallery, Trento FORMAZIONE 2012 Noli me Tangere, Crediveneto rooms, 2011 Laurea specialistica in gestione e Padova conservazione dei beni culturali, Università di 2011 Katábasis, a cura di I. Merler and C. Ianeselli, Trento Palazzo Salvadori, Trento 2010 Master in nuove metodologie scientifiche e tecniche diagnostiche per la conservazione MOSTRE COLLETTIVE di dipinti antichi, moderni e contemporanei, 2014 Le Mur, a cura di P. Aisemberg, La Maison Università di Verona Rouge, Foundation Antoine de Galbert, Parigi 2007 Laurea triennale in conservazione dei beni The Inner Outside, a cura di G.D. Levis, culturali, Studi archeologici, Università di Casso, Vajont Trento Videoart Yearbook Annual of Italian Videoart, a cura di R. Barilli, Dipartimento di arti visive, SEMINARI / WORKSHOPS Bologna 2012 Go into yourself, Artist's workshop a cura di Chiamata a raccolta. Collezioni private in C. Fogarolli, MART, Museo di arte moderna e mostra, a cura di R. Festi, Galleria Civica, contemporanea Trento Resto del Carlino Art Prize, a cura di V. Dehò, PREMI | RESIDENZE Arte Fiera, Bologna 2014 Arte Laguna International Art Prize, vincitore 2013 Artissima, Internazionale d’arte premio residenza Collezione Premio Resto contemporanea, Lingotto, Torino del Carlino Francesco Fabbri Contemporary art, a cura The Blank Residency project, Bergamo di C. Sala, Treviso 2013 Antiche tecniche di stampa, Fondazione Group show Celeste Prize 2013, a cura di A. Fotografia Modena Bruciati, PAN, Francesco Fabbri Prize, finalista Big Bang, a cura di Arte Boccanera Gallery, 2012 Premio Terna 04, finalista sezione giovani Le Albere di Renzo Piano Gigawatt Videoart Yearbook Annual of Italian Videoart, a cura di R. Barilli and Fama Gallery, 88 89

Dipartimento di arti visive, Bologna Twentieth Century and Beyond: from de La magnifica Ossessione: C. Fogarolli, Chirico to Multimedia, greats masters and E. Isgrò, L. Moro, P. Cao, P. Meoni, MART, young italian reality, Vicenza Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Katábasis, a cura di C. Ianeselli and I. Merler, Rovereto Trento Group exhibition, a cura di A. Bruciati, Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno BIBLIOGRAFIA / ARTICOLI 2012 dOCUMENTA (13), a cura di C. Christov– 22/07/2014, Artribune, Christian Fogarolli e la Bakargiev, The Worldly House, Karlsaue percezione distorta della normalità, di E. Park, Kassel Sevignani Francesco Fabbri Contemporary art, Villa 22/07/2014, Kritika, Clair, di M. Pederiva Brandolini, Treviso 14/07/2014, L’Adige, Claire, Fogarolli e il disagio Coney Island 1903, a cura di F. Bartolini, Arte schedato, di R. Turrina Boccanera Gallery, Trento 12/06/2014, Espoarte, Un desiderio di misura, di Furere, Castel San Zeno, Padova A. Galbiati Twentieth Century and Beyond: from de 14/05/2014, Artribune, Bergamo, appuntamenti Chirico to Multimedia, greats masters and con il contemporaneo, di F. Sala young Italian reality, Palazzo Pisani, Vicenza 13/04/2014, Corriere della Sera, Bg, Dal 2011 54° Biennale di Venezia, a cura di V. Sgarbi, Cinquecento al contemporaneo. Viaggio Padiglione Italia, Sala Nervi, Torino nella storia dell’arte, di D. Morandi Pride, Museum of contemporary Art - 25/04/2014, Archivo Publications, Lost Identities ARCOS, Benevento 25/01/2014, L’Arena, L’arte nascosta, di M. Teresa 2010 Bu-io Not-te, artistic reflections on our dark Ferrari souls, Gallery Vista, Roma 16/01/2014, Espoarte, Arte Fiera 2014, di M. Women in art, Montevideo, Uruguay Teresa Ferrari 2009 Symbolica, Castle Estense, 23/01/2014, Il Resto del Carlino, Art Prize, di M. Teresa Ferrari BIBLIOGRAFIA / CATALOGHI 08/11/2013, Domus, Artissima 2014 Le Mur, a cura di LMR, La Maison Rouge, 06/10/2013, Artribune, Sesso al museo, fotografia Foundation Antoine de Galbert, Paris lombrosiana, di E. Cardinale Ciccotti Clair, TRA, Treviso Ricerca Arte, Treviso 26/09/2013, Collezione da Tiffany, Talenti Chiamata a raccolta. Collezioni private in emergenti: Christian Fogarolli, di N. Maggi mostra, a cura di R. Festi, Civica Galleria Di 25/09/2013, ArteSera, Il collezionismo identitario di Trento Christian Fogarolli 2013 La magnifica ossessione, a cura di MART, 16/07/2013, UnderTrenta, Un’identità per bene, Rovereto Christian Fogarolli, di C. D’Angelo, G. Porcu white, a cura di C. Ianeselli, Arte Boccanera, 13/06/2013, Art Coefficient, Christian Fogarolli, di Trento Mali Wail Videoart yearbook, l’annuario della video Maggio-giugno, n°310, anno XLVI, Flash Art, arte italiana, a cura di R. Barilli, Università di Christian Fogarolli, Arte Boccanera di L. Bologna Meneghelli 2012 dOCUMENTA (13), Das Logbuch, a cura di C. 22/03/2013, Artribune, Se la fotografia impazzisce Christov Bakargiev, Hatje Cantz, Kassel di C. Cucco dOCUMENTA (13), Das Begleitbuch, a cura 02-03/2013, issue 37, Mousse, White di C. Christov Bakargiev, Hatje Cantz, Kassel 25/02/2013, Espoarte, Christian Fogarolli tra Terna Prize 04 for Contemporary Art, a cura testimonianza e cancellazione di G. di L. Ornaghi, A. Zanardi Landi, Milano Salvaterra Francesco Fabbri Prize for Contemporary 23/02/2013, Il Sole 24 ore, La Magnifica Art, a cura di C. Sala, Treviso Ossessione del Mart 2011 Lo stato dell'Arte, a cura di V. Sgarbi, 54° 22/02/2013, Wall Street International, Christian Biennale di Venezia, Istituto Nazionale di Fogarolli. White Cultura, Venezia 18/02/2013, Mousse, Christian Fogarolli at Arte 90 91

Boccanera Laguna 2011, sezione scultura-installazione, 25/01/2012, Corriere della Sera, Cosa Comprare a cura di I. Zanti. Nappe dell’Arsenale, sotto i 10.000 euro, di A. Tagliacarene Venezia 21/01/2012, Franz Magazine, La metamorfosi di 2010 Vincitore del concorso Passato Remoto Christian Fogarolli, di A. Ceolan – Art Tension, i tempi dell’immaginazione 01/02/2013, Trentino, Identità sospese tratte dagli organizzato e promosso da Art Visual. archivi degli ex manicomi Mostra a cura di A. De Micheli 27/11/2012, Undonet, Video focus, La Magnifica Appartamento Lago, Milano Ossessione 26/11/2012, Ministero per i Beni e Attività Culturali, MOSTRE COLLETTIVE La Magnifica Ossessione, Antenate bestie 2013 Bebo, a cura di A. Radovan. Casabianca, da manicomio Zola Predosa (Bo) 21/11/2012, Insideart, La Magnifica Ossessione di Ogni cosa a suo tempo. Cap. VI, atto II E. Migliaccio (Resume and rebirth) a cura di S. Raimondi 05/11/2012, Enquent Cominication, Antenate e M. Zanchi. Palazzo della Misericordia, bestie da manicomio Bergamo 29/10/2012, Domus Magazine, Fogarolli in La Sotto Alt(r)a Quota con Marco Ronzoni e Magnifica Ossessione Damiano Fustinoni, Sentieri Creativi 2013 a 26/10/2012, E-flux, The magnificent Obsession cura di C. Luiselli, Miniere della Presolana, 2012, Sentire, Follia in Fotografia di C. Perer rifugio L. Albani. Colere (Bg) 14/07/2012, L'Adige, Cultura e Società, Fogarolli a Premio d'arte Città di Treviglio. Concorso Kassel coi Matti di C. Ianeselli Giovani Talenti, II edizione, a cura di S. 28/12/2011, Il Trentino, Katabasis intenso dialogo Fontana, ALT Arte Contemporanea, Alzano artistico sull’individuo L.do (Bg) We don't need another hero, a cura di E. R. Meschini, Upper Lab, Bergamo Simone Longaretti Esploratore di libertà, Cerimonia Istituzionale Treviglio, Bergamo 1979 per le commemorazioni del 150° dalla morte del garibaldino Francesco Nullo, Largo FORMAZIONE Gavazzeni a Bergamo 2012 Diploma in Pittura, Accademia “G.Carrara” di Francesco Nullo dall'Italia all'Europa (1826- Belle Arti, Bergamo 1863), Convento di San Francesco, Museo 2004 Corso di stampi in gesso per la produzione Storico di Bergamo ceramica docente Guido Mariani, Faenza 2012 C@rte del Mondo, a cura di G. Di Pietrantonio e Corso di tecnologie degli smalti per la E. Casti. GAMeC, Bergamo ceramica docente Mirco Denicolò, Faenza Academy Awards – Fuori dalla gabbia di Faraday, a cura di E. Marisaldi e S. Falci WORKSHOP E RESIDENZE DOCVA, ViaFarini. Fabbrica del Vapore, Milano 2014 Artists In Residence Kilometro Rosso, Fra liberi torchi e trame vermiglie, Petroceramics SpA. Bergamo Fondazione Bergamo nella Storia, Convento 2012 Studio di Viafarini In Residence (1 settembre di San Francesco, Museo Storico, Biblioteca - 30 ottobre 2012). Opening studio a Civica “A. Tiraboschi”, Bergamo chiusura della residenza a cura di S. Frangi. Effetto Venturi, invitato da E. Marisaldi, a V.I.R. Milano cura di A. Daneri. Peep-Hole, Milano Mandato a memoria, mostra a conclusione PREMI del workshop con l'artista Rossella Biscotti 2012 Finalista del Premio d'arte Città di Treviglio. a cura di Accademia “G. Carrara” di Belle Concorso Giovani Talenti 2012, a cura di S. Arti e ISREC Bergamo, Ex Ateneo, Città Alta, Fontana. Centro Civico Culturale, Treviglio Bergamo Premio Rotary Club Bergamo Città Alta in seguito alla mostra Mandato a Memoria OPERE PUBBLICHE E LABORATORI 2011 Finalista del Premio Internazionale Arte 2014 Curatore di Sentieri Creativi 2014, concorso 90 91

promosso da Assessorato alle Politiche project room, Milano Giovanili del Comune di Bergamo, in MOSTRE COLLETTIVE collaborazione con il Club Alpino Italiano – 2014 Mille piani, a cura di S. Davì, Ex Camera del Sezione di Bergamo e con l'Accademia G. Lavoro, Scicli, Ragusa Carrara di Belle Arti di Bergamo 2013 Errors Allowed, Mediterranea 16 – Young Ricostruzione di un pallone aerostatico Artists Biennial, Mole Vanvitelliana, Ancona utilizzato durante le Cinque Giornate di Open studio, Viafarini-in-residence, Milano Milano e sua collocazione nell'allestimento 2012 96ma Collettiva Giovani Artisti alla della sezione dedicata al 1848 del Museo Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia dell'Ottocento di Bergamo. Rocca di Città Un’altra contiguità, a cura di A. Castiglioni, alta, Bergamo Riss(e), Varese 2013 Laboratorio didattico Testuali parole. A poem about a chance meeting, Dolomiti Venite buona gente, venite ad ascoltare…, Contemporanee, Taibon Agordino, Belluno in collaborazione con Istituto bergamasco 2011 A case study, a cura di C. Agnello e M. per la storia e l’età contemporanea (ISREC) Lucchetti, Vezza d’Oglio, Brescia e con l'Ufficio Scolastico di Bergamo. Liceo Exploding Fluid Inevitabile, a cura delle Scienze Umane "M.Mamoli", Bergamo dell'Anonima Nuotatori, Piscina Caimi, 2007 Laboratorio artigianale per la produzione di Milano ceramica artistica a Treviglio (Bg) 2010 Private Flat#6, a cura di M. Bergamini, Firenze 2009 L’isola del giorno dopo, a cura di G. Andrea Magaraggia Caravaggio, S. Carpoforo, Milano Valdagno, Vicenza 1984 Passaggi di stato, a cura di M. Bergamini, Spazio per le Arti Contemporanee, Pavia FORMAZIONE 2007 How to look at Venice? a cura di E. Esser, 2010 Accademia di Belle Arti di Brera, Milano A. Linke, Galleria Contemporaneo, Mestre e 2007 Accademia di Belle Arti di Venezia ZKM, Karlsruhe

RESIDENZE 2013 Viafarini-in-residence, Milano Gianluca Marinelli 2012 Umana Natura, visiting professor H. Taranto, 1983 Nagasawa, Parco di Torcito, Lecce Dolomiti Contemporanee, visual arts lab on FORMAZIONE location, Belluno 2010 Laurea specialistica in Storia dell'Arte, 2011 Aperto 2011, Distretto Culturale Valle Università del Salento Camonica, Brescia, in collaborazione con PAV, DOCVA e BLM RESIDENZE 2014 Parco Comune dei Frutti Minori, a cura di L. PROGETTI SPECIALI Coppola, Castiglione (Le) 2013 progetto Mag, con il Dipartimento Educativo Free Home University (Fondazione del museo MA*GA, Gallarate Musagetes) 2011 Solid Void, editors Roberto Cuoghi e Gian 2013 Ammirato Culture House, Lecce Antonio Gilli, Progetto Diogene, Torino PROGETTI / COLLABORAZIONI MOSTRE PERSONALI Festa dei vivi che riflettono sulla morte, a 2014 L'ordine spontaneo, project room, Museo cura di Lu Cafausu (Cesare Pietroiusti, Emilio MA*GA, Gallarate Fantin, Luigi Presicce, Luigi Negro, Giancarlo 2013 Displace, con F. Fossati, a cura di A. Norese) Zanchetta, Museo MAC, Lissone 2012 It makes me tense, testo di L. Giuranna, PUBBLICAZIONI MARS, Milano 2014 Besides, it’s always the others who die, 2011 Ciò che resta, a cura di P. Caravati, Unosolo (contributo a) KMD Kunsthalle Marcel 92 93

Duchamp publication Marco Rossi 2012 Taranto fa l'amore a senso unico. Esperienze Treviglio, Bergamo, 1987 artistiche nei primi anni dell'Italsider, 1960- 1975, Argo editrice PREMI 2012 Premio Nazionale delle arti, 1° premio MOSTRE PERSONALI sezione arti elettroniche, Torino, Pinacoteca 2014 J'ai vu, a cura di M. Giannandrea, Cantieri Albertina teatrali Koreja, Lecce 2013 Torri che grattano il culo a nessuno, MOSTRE PERSONALI Ammirato Culture House, Lecce 2013 Wunderkammer, Spazio 19, Treviglio. Forte Laclos, a cura di A. Fiore, Galleria Marco Rossi, a cura di B. Resmini, Castel Monopoli, Milano Rozzone (BG) 2012 La scelta del presente, a cura di A. Fiore, 2010 Cerebrale, a cura di E. Mayerle, Spazio Galleria Monopoli, Milano Thetis, Venezia 2010 Scrascìa!, Castello D'Ayala Valva, Carosino 2008 Mc 120, Spazio Estro, Bergamo (Ta) MOSTRE COLLETTIVE MOSTRE COLLETTIVE 2014 Tre artisti-tre generazioni a confronto. 2014 Tu sei qui, a cura di MODO, Udine Cornali-Battarola-Rossi, Castello Visconteo, Home Theatre, rassegna di videoarte Brignano Gera d’Adda domestica, a cura di M. Pellegrini e D. Ricco, 2013 Collezione Thetis, 55 Biennale di Arti visive, MAAM (Museo dell'Altro e dell'Altrove di Venezia Metropoliz), Roma 2011 EX, chiesa sconsacrata di S. Carlo ai Washing by watch, rassegna di videoarte e Barnabiti di Firenze, a cura di R. Farinotti photo screening, a cura di V. Raho e F. De 2010 Culture-Nature, a cura di F. d'Amico, Filippi, Lavanderia Jefferson, Lecce Spazio Thetis collaterale della XII Biennale 2013 Freebreeze, a cura di F. De Filippi, Architettura a Venezia Manifatture Knos, Lecce 2008 Sold Out, a cura di C. Canali, Milano Cast Film Festival, Chiesa S. Chiara, Castellaneta (Ta) Festa del Cinema del Reale, a cura di V. Mario Scudeletti Raho e Big Sur, Castello Risolo, Specchia Treviglio, Bergamo 1980 (Le) Lavoro Work Vore, a cura di T. Toffolutti, PREMI S.P.A.C., Buttrio (Udine), 2013 Secondo classificato al Premio San Fedele, 2012 Campagna Urbana, Lecce, a cura di Milano Cohabitation Strategies 2009 Selezionato per il Premio Curnis, galleria Open 4, S.A.L.E Docks, Venezia 27AD, a cura di S. Romano e F. Martinoli 2011 The Wall, a cura di P. Gaglianò Archiviazioni, Lecce MOSTRE PERSONALI 54° Biennale di Venezia, Padiglione 2014 Vi presento Samuele Cramer, a cura di P. di Spagnolo (nell'ambito del Museo dell'Arte Lecce e A. La Carpia, Dimora Artica, Milano Contemporanea Italiana in Esilio, a cura di C. Circo Incanto, a cura di D. Maffeis, Pietroiusti) UpperLab, Bergamo I Trasformati, a cura di F. Spano, Ammirato 2013 Space Losers, a cura di P. di Lecce, testo Culture House, Lecce critico di E. Grazioli, Galleria The Workbench, Milano 2012 Conoscer –vi –ci –li –ti –mi, a cura di I. Bignotti, testi critici di I. Bignotti ed E. Marisaldi, Studio Vanna Casati, Bergamo 2011 Io e Samuele Cramer, Toolbox, Bergamo 2008 Mario Scudeletti, a cura di A. Rabottini, 92 93

GAMeC, Spazio Palestra, Bergamo presso LABA Accademia di Belle Arti di Gente Comune, a cura di U. Cavenago e Brescia, Brescia G. Norese, Studio di Umberto Cavenago, 2010/2012 Assistente Professore presso Brugherio (MI) Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, Milano MOSTRE COLLETTIVE 2009/2011 Istruttore corsi fotografia presso 2014 Progetto Italiano, a cura di P. di Lecce e A. La Associazione la Manica, Iseo, Brescia Carpia, Dimora Artica, Milano Drawing from a blind line, Villa MOSTRE: Contemporanea, Monza 2014 030 2.0, Ca cura di F. Paris, Castello di 2013 Riflessioni sul corpo e sul sacro, mostra dei Brescia, Brescia vincitori del premio artivisive San Fedele 2013 Ragazze, a cura di S. Frangi, Via Farini, (curatore di riferimento D. Astrologo) Fabbrica del Vapore, Milano Mostra collettiva della galleria The 2012 When the sun disappears behind the workbench, The Others, Torino mountains, it‘s actually already been gone 2012 OpenEars, collettiva di musica for 8 minutes, a cura di S. Köhler, Junge sperimentale e arte contemporanea, Teatro Kunst, Wolfsburg, Germania Modernissimo, Nembro (BG) Diob Milano, a cura di D. Quaranta, Museo Uno sguardo a tre, a cura di V. Casati, Pecci, Milano Studio Vanna Casati, Bergamo, nell’ambito Senza titolo, a cura di L. Panaro, Pala Riviera, di Effetto Bibbia, a cura di Don G. Zanchi, San Benedetto del Tronto Museo Adriano Bernareggi, Bergamo Officine dell’arte, workshop con S. Arienti, 2008 Out of range, collettiva in collaborazione con a cura di S. Arienti, Viafarini, Fabbrica del l'Accademia di Belle Arti di Urbino, Castello di Vapore, Milano Frontone, Frontone (PU) 2011 State of Art, 54° Biennale di Venezia, Ex ospedale psichiatrico San Benedetto, Accademy Pavillion /Italian Pavillion, Venezia CentroArti Visive Pescheria, a cura di R. Milano, un minuto prima, a cura di M. Vecchiarelli e U. Cavenago, Pesaro Balduzzi, Fondazione Forma, Milano In Google We Trust, a cura di D. Quaranta, Fabio Paris Art Gallery, Brescia Carloalberto Treccani 2010 Ten years later, a cura di F. Paris, Fabio Paris Iseo, Brescia 1984 Art Gallery, Brescia Mulhouse 2010, La création contemporaine FORMAZIONE: issue des écoles supérieures d’art 2006 - 2009 Laurea specialistica, Diploma in européennes, 9° Biennale d’arte fotografia, 2° Livello, voto 110/110 cum contemporanea, Mulhouse, Francia Laude, Accademia di Belle Arti di Brera di Download, a cura di L. Panaro, Galleria Betta Milano, Milano Frigeri, Modena, Italia 2003 – 2006 Laurea triennale, Diploma in teoria e Archive Generation, a cura di L. Panaro , pratica dei linguaggi artistici contemporanei, Castello Sforzesco, Milano, Italia 1° Livello, voto 110/110, Accademia Carrara 2009 Keep Dark, a cura di O. Dvorak, Dvorak sec di Belle Arti di Bergamo, Bergamo contemporary Gallery, Praga, Repubblica Ceca ESPERIENZE LAVORATIVE: Rereading the image, a cura di L. Panaro, 2014 Professore (visiting Professor) presso HKS Prague Biennale 4, Praga, Repubblica Ceca University of applied sciences and arts, Rileggere l’immagine. La fotografia come Ottersberg, Germany deposito di senso, a cura di L. Panaro, 2013 Professore (visiting Professor) presso Ningbo Bergamo Art Fair, Bergamo, Italia Polytechnic, NIngbo, Zhejiang, Cina 2008 Maestros y discípulos, Instituto Italiano 2011/presente Assistente Professore, Accademia di Cultura di Córdoba, Museo Municipal Carrara di Belle Arti di Bergamo, Bergamo Genaro Pérez, Córdoba, Casa de la Cultura, 2010/presente Professore a contratto (Lecturer) Salta, Argentina 94 95

Data-Flanerie. Passeggiate virtuali, a cura di Virginia Zanetti L. Panaro, MiCamera, Milano Fiesole, Firenze 1981 2007 In tasca il tempo, a cura di M. Cresci, Clusone MOSTRE PERSONALI Salon Primo 2007, Palazzo della 2014 Il corpo chiede, a cura di P. Gaglianò, Piece, Permanente, Milano Percorsi della Performance, Teatro Studio, Scandicci PREMI/RICONOSCIMENTI/RESIDENZE 2013 Gli occhi del mondo, opera permanente, a 2014 Manufattoinsitu8, Laboratorio nel cura di B. Valente, P. Campanella, A Cielo paesaggio, Cancelli (PG) aperto, Latronico (PZ) 2012 Visiting Artist presso Ningbo Polytechnic, Walking on the water. Miracle & Utopia, Ningbo, Zhejiang, China campanile di San Servolo, a cura di D. Peric, 2008 Arteingenua international prize, finalista, Vizura Aperta Buje, Croazia, HR Brescia Curare il curatore, a cura di E. Cristini, 2007 Celeste Prize, secondo classificato, Roma Riss(e), Varese, 2012 Coincidenze, in collaborazione con FARE, CONFERENZE: Frigoriferi Milanesi, Milano 2010 Presentation work, Fotografia? Incontri con Non c'è due senza tre, a cura S. Valente, Vis giovani autori dalle scuole di fotografia, à Vis project, Montemitro, (CB) a cura di C. Agnello e M. Balduzzi, Careof Due ma non due, a cura di M. Innocenti- DOCVA in collaborazione con il Museo di Tum project, Spazio d’Arte Alberto Moretti, Fotografia Contemporanea di Cinisello Carmignano, Prato Balsamo, Milano 2011 Curare il curatore, in collaborazione con H. U. Obrist, Galerie Eletto, Bern, CH SEMINARI/WORKSHOP/PROGETTI: Dependent Origin, performance, Museo 2014 Curatore Percezioni, con Emma Ciceri, Man, Nuoro Galleria Marelia, Bergamo 2013 No died images in this video, realizzazione MOSTRE COLLETTIVE video per Raituns e Rai 5, in collaborazione 2014 Apulia Land Art Festival, a cura di F. con Alessio Bertallot e Matteo Girola, Milano Guerisoli, Specchia, Lecce Incontra l’artista, serie di incontri presso Art invasion, Prato Sarajevo Incursione scuola secondaria di primo grado, Paratico al Museo Pecci Milano, a cura di Centro (BS) per l’arte contemporanea Museo Pecci- Officine dell’arte, workshop di Stefano Dryphoto - Kinkaleri, Museo Pecci, Milano Arienti, a cura di S. Arienti, Viafarini, Fabbrica Art invasion, Prato Sarajevo, a cura di Centro del Vapore, Milano per l’arte contemporanea Museo Pecci- 2011 Curatore Images for tomorrow con M. Dryphoto - Kinkaleri, Prato Paderni (http://www.imagesfortomorrow. Abbandonare quel corso artificiale di org/), mostra sulla giovane fotografia pensieri, Casabianca, Zola Predosa, Bologna italiana, Fondazione Arsenale, Iseo Camminare sui sentieri percorsi da 2010 Creatore altravistalab project (www. Leonardo da Vinci, Remo Salvadori, Emma altravistalab.com), progetto fotografico Grosbois e Virginia Zanetti, coordinata da con persone affette da malattie mentali, in M. Innocenti, a cura del CAC Luigi Pecci- collaborazione con Fondazione ISPARO Kinkaleri-Dryphoto, Montalbano 2009 Responsabile delle immagini per la Ciò che l'apparire lascia trasparire, Nuove realizzazione del libro Future images, a cura Acquisizioni del Museo, a cura di A. di M. Cresci, 24 Ore Cultura Zanchetta, Mac Lissone 2008 Imaging Parco Sud, progetto di Connecting L’economia del dono, a cura di V. Ciolini, Cultures, a cura di A. Detheridge, Milano Dryphoto, Prato 2013 Dialogos, a cura di A. Castiglioni e E. Cristini, CACT, Centro d’Arte Contemporanea del Ticino, Bellinzona, Swizerland, CH 94 95

Fuori!Sodoma, a cura di M. Bongiovanni, di L. Bruni, Monash University, Palazzo Vai, Fondazione Sandro Penna, Torino Prato MadeinFilanda 2013, Pieve a Presciano (AR) FREE.Q_ la dimensione dell’ascolto, a cura BIBLIOGRAFIA di FREE.Q, Museo d’Arte Contemporanea di 2013 Madeinfilandia 2013, Gli Ori, Pistoia Villa Croce, Genova Cahier D’Art #5, Dialogos 2, Ed. MACT CACT, Vizura Aperta, a cura di D. Peric, Momjan Bellinzona, CH Football club, Croatia, HR 2012 C’est la nuit qu’il est beau de croire à la Sostare, a cura di R. Salvadori e lumière, Clement Project, Chillon, Montreaux, A. Zanchetta, Mac, Museo d’Arte Vaud, CH Contemporanea di Lissone (MB) Mary Cross, Madonna. Santa e peccatrice, Mediterranea 16, Biennale del Mediterraneo, postmedia books, Milano Mole Vanvitelliana, Ancona 2011 Giorgio Bonomi, Il corpo solitario. The Wall (archives) #8 – beyond the railway, L’autoscatto nella fotografia a cura di P. Gaglianò, CRAC Centro Ricerca contemporanea, Rubbettino Editore, Arte contemporanea, Cremona Hans Ulrich Obrist, Breve storia della Lovin’ it Symbol and Contradiction, a cura curatela, postmedia books, Milano di C. Herren, BAC Bromer Art Collection Museum, Zurich, CH A first step towards coincidences and meetings - Part II, a cura di SomethingLikeThis, Bad Contemporary, Pietrasanta BAU 10, Contenitore di Cultura Contemporanea, GAMC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio La semantica delle pere, a cura di C. Cosma, Sensus, luoghi per l’Arte Contemporanea, Firenze 2012 Quasi Una Lotteria, a cura di A certain number of books + riss(e) fund project , VIR Viafarini-in-residence, Milano A first step towards coincidences and meetings - Part I, a cura di SomethingLikeThis, Indipendents Art, Verona Saremo come dei principi sotto terra, Ars Polis 2, a cura di E. Cristini e J.M. Reynier, Lugano, Switzerland, CH C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière, a cura di E. Cristini e J. M. Reynier, Clement Project, Chillon, Montreaux, Vaud, Switzerland, CH The wall, a cura di P. Gaglianò, Centro Attività Espressive Villa Pacchiani, S.Croce sull’Arno, Pisa 2011 Souk, a cura di P. L. Tazzi, Centro per l'arte contemporanea Ex 3, Firenze 2010 Brainstorming/Camera di decompressione per spettatori, a cura di Bianco-Valente e L. Aiello, Palazzo Re Enzo, Bologna 2009 Manuale per autostoppisti dell’arte, a cura finito di stampare nel mese di ottobre 2014 da PubliPaolini, Mantova