collana diretta da Antonio Paolucci

Museo d’arte sacra di San Francesco a Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio

a cura di Caterina Caneva

Edizioni Polistampa Musei del Territorio: l’Anello d’oro Museums of the Territory: The Golden Ring

Museo d’arte sacra di San Francesco a Greve in Chianti

Ente promotore / Promoted by Ente Cassa di Risparmio di Firenze

In collaborazione con / In collaboration with Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze, Prato e Pistoia Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze, Prato e Pistoia Opificio delle Pietre Dure di Firenze di Greve in Chianti Comune di Comune di Regione Toscana Provincia di Firenze

Comitato scientifico / Scientific committee Presidente: Antonio Paolucci Cristina Acidini Luchinat, Caterina Caneva, Rosanna Caterina Proto Pisani, Paolo Galluzzi, Paola Grifoni, Carla Guiducci Bonanni, Leonardo Rombai, Bruno Santi, Maria Sframeli, Renato Stopani, Timothy Verdon

Progetto e cura scientifica / Project and scientific supervision Cristina Acidini Luchinat, Caterina Caneva, Rosanna Caterina Proto Pisani, Leonardo Rombai, Renato Stopani, Timothy Verdon

Testi di / Texts by Caterina Caneva, Lia Brunori

Itinerari a cura di / Itineraries by Maria Pilar Lebole, Renato Stopani, Benedetta Zini

Glossario a cura di / Glossary by Valentina Tiracorrendo Coordinamento redazionale / Editorial coordination Lucia Mannini

Traduzioni per l’inglese / English translation English Workshop

Collaborazione alla schedatura delle opere / Collaboration on the drafting of the works of art cards Francesca Piani

Immagine coordinata / Image coordination Rovaiweber design

Progetto grafico / Graphic project Polistampa

Referenze fotografiche / Photography Officine Fotografiche, Firenze Studio fotografico Tosi, Firenze Archivio fotografico Renato Stopani Archivio fotografico Andrea Ulivi Foto Lebole-Zini Foto Consorzio Chianti Classico www.piccoligrandimusei.it

In copertina: Ambito di Baccio da Montelupo, Compianto sul Cristo morto, part. secondo decennio del secolo xvi, terracotta policroma, cm 230x190

© 2005 EDIZIONI POLISTAMPA Sede legale: Via Santa Maria, 27/r - 50125 Firenze - Tel. 055.233.7702 Stabilimento: Via Livorno, 8/31 - 50142 Firenze Tel. 055.7326.272 - Fax 055.7377.428 http://www.polistampa.com

ISBN 88-8304-953-5

Presentazione

Edoardo el 1986 veniva realizzato a San Martino a Ganga- Speranza N landi il primo museo di arte sacra nel quale la col- Presidente laborazione tra enti locali, autorità ecclesiastiche e orga- dell’Ente Cassa di Risparmio ni dello Stato preposti alla tutela trovava quel prezioso di Firenze punto di equilibrio che sarebbe diventato il fattore sa- liente di una lunga serie di analoghe iniziative cui l’En- te Cassa di Risparmio di Firenze avrebbe unito la pro- pria condivisione e il sostegno economico. Quella data rappresentava uno dei primi segnali di in- versione di una tendenza secondo la quale, vuoi per mo- tivi logistici, vuoi per una non ancor ben affinata perce- zione della ricchezza delle risorse del territorio, si preferi- va accentrare il patrimonio d’arte delle parrocchie fora- nee in luoghi considerati più sicuri e controllabili. L’idea oggi prevalente del “museo diffuso” ribalta quella vecchia impostazione per restituire al territorio – grazie anche all’introduzione delle nuove tecnologie che aiuta- no a migliorare le esigenze della sicurezza – ciò che era stato prudentemente sottratto all’attenzione del pubblico e alla pietas popolare. Il Museo di arte sacra di San Francesco a Greve in Chian- ti è di recente istituzione, essendo stato inaugurato nel 2002. L’Ente Cassa di Risparmio ha partecipato in modo determinante alla realizzazione dell’allestimento. Esso fa parte di una fortunata serie di centri espositivi che oggi può contare su di uno strumento in più, voluto e pro- mosso dall’Ente Cassa, ma realizzato grazie anche alla partecipazione condivisa degli altri soggetti istituzionali,

7 ossia i Piccoli Grandi Musei, un sistema di comunica- zione integrato che si avvale di un portale internet (www.piccoligrandimusei.it), di mostre organizzate pe- riodicamente nelle località interessate dal progetto e di piccole guide a stampa dei musei coinvolti. La presente guida del museo di Greve si inserisce in que- sto contesto ed è volta, nello spirito del progetto Piccoli Grandi Musei, a far meglio conoscere e apprezzare que- sta bella realtà del nostro territorio.

edoardo speranza 8 Prefazione

Antonio Tavarnelle Val di Pesa, nella raccolta vicariale di San Paolucci A Pietro a Bossolo, la Madre di Dio ci guarda regale e Direttore infinitamente malinconica. La Regina del Cielo sa che regionale per i Beni culturali quel bambino che stringe al petto le sarà tolto per la sal- e paesaggistici della Toscana vezza degli uomini. L’autore di questa tavola dipinta, al- ta 98 cm e larga 75, è Meliore, ultimo alfiere in Occiden- te della civiltà bizantina. Il tempo di esecuzione è circa l’anno 1270, quando Firenze era un fulvo dado di pietra irto di torri circondato di boschi e paludi e ancora non c’erano né Palazzo Vecchio né la cupola di Santa Maria del Fiore. Santa Maria di Impruneta, insigne basilica, santuario mariano caro da almeno seicento anni ai fiorentini. L’i- cona miracolosa, che la tradizione leggendaria dice ese- guita dall’evangelista Luca, è collocata nel tempietto che Michelozzo e Luca della Robbia hanno allestito per Lei. La Madonna di Impruneta è una Signora che conosce i suoi poteri e sa di essere l’infrangibile scudo di un popolo e di una nazione. E infatti la Vergine di Impruneta è sta- ta designata, per pronunciamento popolare, regina re- pubblicana di Firenze. E ogni volta con gran concorso di popolo, riti solennissimi, suppliche e voti di autorità. L’ul- timo evento politico che vide protagonista la Vergine di Impruneta risale a tempi relativamente recenti. Nell’e- state del 1944, nei giorni della ritirata tedesca e della guer- ra civile, l’immagine della Madonna, rimasta incolume nel suo altare devastato, era stata portata via dalla chie- sa e trasferita a Firenze dentro una ambulanza della Mi-

9 sericordia. Tre anni più tardi, dopo una accurata revi- sione curata dal laboratorio di Restauro della Soprinten- denza, la venerabile icona tornava processionalmente a Impruneta. Almeno 50.000 persone si raccolsero in piaz- za Pitti, da dove partì il grandioso corteo, e in diecimila seguirono la processione fino al santuario. Come nei tem- pi antichi la Madonna stava su un carro infiorato trai- nato dai buoi, scortato da carabinieri a cavallo, seguito dal clero, dalle autorità, dal popolo salmodiante. Attra- verso la città e la campagna ancora segnata dalle cicatri- ci della guerra, si ripeterono le scene di devozione e di fer- vore dei secoli passati. A peste fame et bello libera nos Do- mine: l’antica preghiera del popolo cristiano era stata esaudita. Forse – sarà sembrato ai più – non senza l’in- tercessione della Madre Misericordiosa. È naturale che intorno alla Vergine di Impruneta si sia- no raccolti nei secoli straordinari tesori d’arte: codici mi- niati, argenti e smalti preziosi, ex voto di principi e di granduchi, stoffe liturgiche di tale rarità e splendore che le diresti degne della Corte del Paradiso. Greve in Chianti, ospizio di San Francesco, posto sulla strada per Montefioralle a dominare la piazza della ca- pitale chiantigiana. Abbiamo visto a Tavarnelle Val di Pesa la Madonna Ma- dre di Dio, luogo del Verbo che si è fatto Carne, vertigi- noso mistero teologico. A Impruneta, nel santuario che la celebra e nel museo che testimonia la devozione del suo popolo, la Madonna è la Regina, è lo scudo infrangibile, la Protettrice forte e misericordiosa. È il palladio di Fi- renze e della Toscana. A Greve in Chianti, nel museo che raccoglie le testimo- nianze religiose del capoluogo e del territorio, la Madon- na si presenta a noi nella iconografia della Madre Dolo- rosa. È la Donna che, nel gruppo plastico di Baccio da Montelupo in terracotta invetriata e policroma raffigu- antonio paolucci 10 rante il Compianto sul Cristo morto, rappresenta il dolo- re di tutte le donne, in ogni tempo. Tre iconografie della Vergine, tre rappresentazioni del suo ruolo nella storia della salvezza, in tre musei di arte sa- cra della provincia fiorentina che in questo otto settembre (festa memoriale della Natività di Maria) abbiamo vo- luto fornire di speciale visibilità. Gli amici che hanno lavorato all’impresa (Cristina Acidi- ni e Bruno Santi con Caterina Caneva, Rosanna Cateri- na Proto Pisani, Maria Sframeli) e l’Ente Cassa di Rispar- mio che l’ha voluta e finanziata (Edoardo Speranza con Marcella Antonini e Barbara Tosti) avrebbero potuto sce- gliere altri musei di arte sacra. Fra i tanti che popolano la provincia fiorentina (da di Mugello a Montesper- toli, da Lastra a a Castelfiorentino, da San Donni- no a ) e che hanno visto la luce grazie ai genero- si finanziamenti del nostro istituto bancario, abbiamo scelto questi tre perché ci sono sembrati particolarmente si- gnificativi sia della storia religiosa che della storia dell’ar- te e della civiltà in terra fiorentina e toscana. Le guide che le mie righe introducono illustrano i tesori d’arte conser- vati nei musei vicariali di Impruneta, di Greve e di Ta- varnelle. Sappia tuttavia il visitatore che quello che i libri illustrano e i suoi occhi potranno ammirare, non è che la minima parte della Bellezza che l’Arte e la Fede hanno ovunque distribuito sotto il nostro cielo.

prefazione 11 Bottega degli Embriachi, Pace, particolare Piccoli grandi musei: una risorsa culturale diffusa in terra toscana

Bruno hi vuole usufruire di un panorama compiuto dell’arte Santi C sorta e diffusasi nella terra toscana, scandito dalle per- Soprintendente sonalità più rilevanti di una produzione figurativa che per il Patrimonio ha reso questa regione tra le più note, frequentate e am- storico, artistico ed mirate del mondo, può e deve indirizzarsi verso i musei etnoantropolo- gico delle più rappresentativi delle sue città d’arte: a Firenze gli Uf- province fizi, la Galleria dell’Accademia (e certo non solo per il di Firenze, Pistoia e Prato David ), le varie collezioni di palazzo Pitti; la Pinacote- ca nazionale a ; il Museo di Villa Guinigi a Lucca; il Museo di San Matteo a . In questi luoghi potrà avere un’idea esauriente di quello che hanno significato per la vicenda artistica italiana le scuole locali toscane, dalle origini fino ai giorni nostri: dalle Madonne romaniche o romanico-bizantine fino a Ottone Rosai, per sintetizzare banalmente un’esperienza artistica plurisecolare. Ma la Toscana presenta anche una rete fitta e diffusa di “piccoli” musei di arte sacra, ubicati in luoghi dalle ca- ratteristiche più svariate e che raccolgono opere che for- zatamente – per ragioni di sicurezza e conservazione o perché non più rispondenti agli scopi per cui erano state eseguite – hanno abbandonato le loro sedi di origine. Sono antiche canoniche, stanze di èremi e conventi, in- terni di oratori adibiti attualmente all’esposizione di im- magini di carattere religioso o di oggetti di culto, alcuni di notevolissimo interesse. Essi – i “piccoli” musei, intendo – riscattano, con la loro presenza testimone di una produttività artistica sciama-

13 ta dai centri maggiori fino alle più remote frazioni rura- li e collinari, la perdita irrimediabile di una valenza in- dispensabile per la comprensione completa di un’opera d’arte eseguita per devozione: il rapporto stretto con l’am- biente per cui fu realizzata. Grazie alla collaborazione tra gli enti locali, le proprietà ecclesiastiche, le soprintendenze e gli istituti finanziari, la provincia di Firenze ha assistito negli ultimi anni al rin- novamento di antichi musei o raccolte d’arte sacra nei luo- ghi prossimi al capoluogo: Impruneta, San Casciano, , Tavarnelle, Greve, Certaldo, Castelfioren- tino, e altri: centri dalla storia secolare, dal- le presenze monumentali e artistiche di primario interes- se, hanno visto aggiornarsi e arricchirsi il patrimonio che già possedevano, lo hanno visto valorizzato e illustrato ap- propriatamente da veri e propri cataloghi scientifici, che han preso forma grazie a un’istituzione benemerita come gli Amici dei Musei, a cui tanto deve la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale locale, in una colla- na di indubbio rigore di contenuto e di singolare elegan- za editoriale: la Biblioteca dello “Studiolo”. Ora – grazie ancora all’impegno dei funzionari delle so- printendenze e alla disponibilità dell’Ente Cassa di Ri- sparmio – su tre dei musei che abbiamo testé rammenta- to si è rivolta l’attenzione delle istituzioni interessate per rivitalizzarne la presenza, per una valorizzazione che possa ancora meglio attrarre quel pubblico che già da tem- po non si ferma soltanto nelle grandi città d’arte, ma vuo- le approfondire la conoscenza territoriale rivolgendosi an- che ai centri periferici, per scoprirne i patrimoni cultu- rali, la vicenda storica e comunitaria, di cui proprio que- sti musei sono l’espressione più immediata e comprensibi- le, proprio perché affidata alla visività. È nata così questa iniziativa, dal significativo titolo ap- punto di Piccoli grandi musei, affidata nella sua realiz- bruno santi 14 zazione a due profonde conoscitrici del patrimonio arti- stico presente nel territorio provinciale fiorentino, Cateri- na Caneva e Rosanna Caterina Proto Pisani, funzionarie di soprintendenza ma anche – come è nella tradizione de- gli uffici di tutela – ricercatrici e studiose del patrimonio artistico loro affidato, che, con la cooperazione del gruppo operativo dell’Ente, hanno aggiornato i criteri espositivi dei musei di Impruneta, di Tavarnelle Val di Pesa e di Gre- ve in Chianti e hanno preparato agili guide con cui avvi- cinarsi in piena sintonia al patrimonio colà esposto. Credo che la presidenza dell’Ente Cassa, la Diocesi fio- rentina, detentrice della massima parte dei beni esposti nei musei che si sono indicati, gli enti locali ospitanti, la Direzione regionale toscana dei beni culturali e paesag- gistici con il suo direttore (ed ex ministro, nonché impa- reggiabile conoscitore e sostenitore del patrimonio artisti- co territoriale, Antonio Paolucci), possano a buona ra- gione esprimere consapevole soddisfazione per questa ini- ziativa da loro voluta e organizzata, così come la “nuo- va” Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico (in realtà erede delle storiche Soprintendenze alle Gallerie e ai Beni artistici e storici), vede con soddisfazione realiz- zarsi – in mezzo all’impietosa realtà presente per la con- servazione del patrimonio culturale nazionale – ulterio- ri, adeguati strumenti di salvaguardia e conoscenza di un tessuto connettivo d’arte che attesta ancora quelli che so- no stati la vitalità, la creatività e l’ingegno della popola- zione toscana.

piccoli grandi musei 15

Il Museo d’arte sacra

Il Museo d’arte sacra

Caterina a sede del Museo d’arte sacra è l’antico ospizio di Caneva L San Francesco, ubicato su una collinetta che do- mina il centro abitato di Greve sulla strada che con- duce a Montefioralle, l’antico castello o meglio borgo fortificato già esistente nel 1260. Vi si accede in pochi minuti direttamente dalla bella piazza centrale a for- ma di triangolo allungato, caratterizzata dai portici che ricordano l’antica funzione di “mercatale” e da terraz- zini fioriti. Sebbene la tradizione voglia costruito l’o- spizio sull’antico castello degli Uberti, il più antico do- cumento relativo al complesso è il manoscritto del 1581 di Dionisio Pulinari, che lo cita in relazione al con- vento della Santa Croce a San Casciano: «Questo luo- go [il convento della Croce] ha due bellissimi ospizi: uno a Greve, otto miglia lontano, bellissimo, sopra un poggetto, fuori dalla villa di Greve. Questo credo lo desse comunità e lo fabbricasse, e non so, se pure i Ciampoli di Greve, che sono stati sempre Procuratori dei frati, ci avessero loro dato il sito o buonissima par- te» (P. Roselli 1994, Il Tesoro di Santa Maria dell’Im- pruneta citato in R. Caterina Proto Pisani 2002). In quanto ospizio, questo insediamento di francescani non contava una comunità monastica fissa, ma solo qualche frate dal convento di San Casciano e un fra- tello laico: era utilizzato di fatto come luogo di sosta per i confratelli in viaggio o durante la questua. Un va- L’ingresso lido termine post quem per datare la sua edificazione è del Museo comunque il 1492, anno cui risale la fondazione del

19 convento della Santa Croce da cui, come conferma il documento citato, dipendeva. L’ospizio fu soppresso nel 1810 in epoca napoleonica e poi riaperto nel 1815, ma le successive soppressioni de- cretate nel 1866 dallo Stato unitario ebbero carattere definitivo: dapprima adibito a carcere, nel 1927 fu pe- santemente trasformato e destinato ad abitazioni. Pas- sato sotto la giurisdizione della prepositura di Santa Croce, l’oratorio annesso dotato in origine di tre alta- ri fu restaurato nel 1848, ma le sue condizioni rimase- ro precarie fino ai lavori di ripristino dell’intero com- plesso in occasione dell’allestimento del museo, di cui è oggi parte integrante. Nel museo è confluita quasi una campionatura del pa- trimonio artistico diffuso sul territorio del Chianti fio- rentino di cui Greve può considerarsi il capoluogo: ma le sue raccolte non rappresentano che la punta di un iceberg, un punto di riferimento che qui, forse più che in altri musei d’arte sacra, rimanda continuamente a realtà diffuse capillarmente nel comprensorio, ricchis- sime ancora d’arte e di storia e non solo dal punto di vista numerico, ma anche di un livello qualitativo straordinariamente alto e, argomento non trascurabi- le, legate a strutture architettoniche spesso di grande rilevanza. La collocazione geografica di Greve, così fe- licemente inserita nel territorio, ne ha determinato nel tempo l’importanza dal punto di vista della viabilità e dello sviluppo commerciale, per non parlare della par- ticolare bellezza del paesaggio. Fattori tutti che hanno condotto alla stratificazione in loco di straordinari re- perti storici e artistici: degli insediamenti etruschi e della successiva romanizzazione attraverso la via Cas- sia rimane, ad esempio, ampia traccia nei toponimi e nei reperti di molti suoi luoghi; così come delle vicen- de storiche dall’alto Medioevo fino a oggi, i castelli e museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 20 le pievi, le mura e le ville rinascimentali restano a do- cumentare diffusamente la presenza di molte famiglie signorili, importanti per il patronato di chiese che so- prattutto in età romanica venivano erette in posizioni suggestive e con forme armoniosamente austere. In queste, dal Duecento in avanti, si è venuto a concen- trare un corredo pittorico con notevoli presenze arti- stiche e molti arredi liturgici di buona qualità con pez- zi straordinari soprattutto delle epoche più antiche. Questo patrimonio è in buona parte fortunatamente sopravvissuto alle alterne vicende nelle quali Greve è stata coinvolta, come le lotte tra guelfi e ghibellini e quindi i contrasti tra Firenze e Siena, fino al predomi- nio di Firenze e alla signoria medicea e oltre. Del patrimonio originale dell’ospizio è rimasta in lo- co la grande pala robbiana del Compianto, legata alla presenza francescana non solo per l’inserimento del santo fra i dolenti che si raccolgono intorno al corpo di Cristo, ma anche per il carattere di immediato coin- volgimento dei fedeli al dramma sacro, secondo i cri- teri che ispiravano le commissioni artistiche di quel- l’ordine. Altre opere hanno trovato nel nuovo museo una sede espositiva idonea essendo da tempo homeless per la distruzione della sede originale o perché rimos- se da questa per motivi di sicurezza. Fra queste il di- pinto più antico è la piccola Annunciazione di scuola fiorentina del Trecento, una delle poche testimonian- ze dell’antica chiesa di Santa Croce a Greve, sostituita nell’Ottocento dall’edificio neoclassico dell’architetto Cambray Digny. Una bella tavola di pittore fiorentino del Cinquecen- to, interessante anche iconograficamente per la pre- senza sullo sfondo della veduta del castello di Sezzate, viene dalla chiesa di quell’antico castello ora di pro- prietà privata ma un tempo feudo della famiglia Bar-

il museo d’arte sacra 21 di, due dei quali si fecero probabilmente ritrarre nella stessa tavola in virtù del loro ruolo di committenti. Sempre da Sezzate viene una bella pianeta in damasco verde che reca lo stemma dei Bardi Strozzi. Se le sedi originali per cui queste opere erano state ese- guite sono state distrutte o non sono più accessibili, molte delle altre opere e arredi esposti rimandano a chiese ancora esistenti che vale la pena visitare, in un amorevole pellegrinaggio che porterà a scoperte sor- prendenti. Molti arredi provengono, ad esempio, da Santo Stefa- no a Montefioralle che, all’interno dell’antico castello che domina Greve e che da solo costituisce ancor og- gi una mèta affascinante, custodisce ancora opere di grande importanza, come una tavola del Duecento di un maestro anonimo battezzato appunto Maestro di Montefioralle, una trecentesca Annunciazione riferibi- le al Maestro di Sant’Ivo, e ancora una grande tela di Orazio Fidani del 1647. Nel museo si può ammirare invece una preziosa e rara Croce trecentesca in cristal- lo di rocca. Dall’antica pieve di San Cresci, sempre a Montefioral- le, che presenta particolari architettonici di grande in- teresse come un raro nartece sulla facciata, proviene in- vece il bel bassorilievo del Quattrocento che rappre- senta San Francesco in un linguaggio semplice e diret- to, non privo di eleganza. Molti altri arredi vengono dalla chiesa di San Silvestro a Convertoie, come la pic- cola vetrata di inizio Cinquecento e la Croce processio- nale in legno dipinto databile tra la fine del Cinque e l’inizio del Seicento. Anche San Donato a Mugnana ha fornito qualche bel pezzo al museo di Greve, ma conserva ancora, tra l’al- tro, una tavola di scuola fiorentina del Cinquecento e alcuni dipinti del Seicento; e ancora altre chiese vedo- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 22 no esposti qui alcuni dei loro antichi arredi, argenti o tessuti, che ricordano la generosità di patroni illustri e la perizia di artisti-artigiani. Fra queste, dal suggestivo borgo medievale di Cintoia la parrocchiale di Santa Maria e, da Torsoli, la moderna chiesa di San Gau- denzio, che aveva raccolto in passato le testimonianze artistiche della chiesa ormai chiusa al culto di Santa Maria a Canonica. Citiamo ancora dalla badia di San Cassiano a Montescalari, tra gli arredi più importanti, il turibolo e la navicella del 1611 in ottone sbalzato e il bel reliquiario a tempietto destinato a contenere i re- sti del martire titolare della badia, oggetti commissio- nati forse dall’abate Marco Lavacchi di . Una provenienza diversa, ma sempre legata comunque a un atto di grande munificenza, è quella che ha visto confluire al museo un bel gruppo di dipinti provenienti dall’ex ospedale voluto dalla nobildonna Rosa Libri Del Rosso. Fra le altre tele, per lo più del Seicento e di scuola non solo fiorentina, ci piace ricordare la sugge- stiva ed elegante raffigurazione di Santa Rosa, uno dei rari soggetti sacri di Michele Gordigiani, che dentro una bella cornice dorata e intagliata fornisce un note- vole esempio di pittura di fine Ottocento, un secolo assai poco rappresentato nel patrimonio artistico del- le chiese toscane. Dalla visita al museo di Greve, recentemente rinnova- to, oltre all’ammirazione per la bella raccolta che vi ha trovato una degna sede, sembra di fatto derivare natu- ralmente lo stimolo ad approfondire la conoscenza del più grande museo disseminato sul suo territorio, un museo che si snoda in un paesaggio davvero unico, in un processo di osmosi da cui lo spirito trae nutrimen- to e bellezza.

il museo d’arte sacra 23 Pianta del museo

Ingresso

1 2

Piano t erreno

3 5

4

Piano primo

6 Biglietteria / Bookshop Tickets / Bookshop 1 Oratorio Oratory 2 Sagrestia Sacristy 3 Sala delle o reficerie Hall of Precious Metal Works 4 Corridoio Hallway 5 Sala dei d ipinti Hall of the Paintings Sala delle e sposizioni temporanee 6 Hall of the Temporary Exhibitions Visita al museo

Piano terreno

a porta di accesso al museo, laterale rispetto a quel- L la dell’oratorio, introduce in un breve e stretto cor- ridoio alle cui pareti sono appesi pannelli didattici che illustrano chiese e complessi architettonici diffusi sul territorio del Chianti. Se infatti nel museo sono con- fluite opere e oggetti che hanno perduto la loro sede primitiva, ne esistono ancora in gran numero, e di pri- missima qualità, ancora custoditi nei luoghi di origi- ne, generalmente chiese che in questa parte della To- scana sono particolarmente numerose e suggestive. La prima porta a sinistra immette nella biglietteria con un piccolo ma ben fornito book-shop. La prima porta a destra immette invece nell’oratorio da cui inizia la vi- sita al museo.

25 Oratorio L’antico oratorio di San Francesco, restaurato nel 1848 come ricorda una lapide in facciata, ha avuto un suo de- finitivo consolidamento e ripristino in occasione dei la- vori per il museo. Nel pavimento si apre una botola per le sepolture. Sulla volta è visibile un grande affresco del secolo xviii che raffigura San Francesco in gloria; altri frammenti di affreschi coevi, con teste di cherubino, so- no ricomparsi sotto l’intonaco sopra l’altare che secon- do antichi documenti era il primo di tre, dei quali due laterali oggi scomparsi. Questo altare ha una mensa sem- plice in pietra, come le lesene sulle quali sono scolpiti a destra il monogramma di Cristo e a sinistra quello dei francescani. Ai lati si aprono due porte ad arco che im- mettono nella sagrestia e presentano le figure affrescate L’ingresso di San Bernardino e di Sant’Antonio da Padova. Sull’al- del Museo tare maggiore è stata ricomposta, con una cornice a fe- e l’oratorio

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 26 stone vegetale tipicamente robbiana ma non pertinente, la grande pala in terracotta policroma di scuola robbia- na con il Compianto di Cristo, vero capolavoro del ge- nere e vanto del museo, divisa dal resto della sala da una specie di grande arco serliano fiancheggiato da colonne. Il paliotto dell’altare è un interessante manufatto tosca- no del Settecento in paglia ritagliata e incollata su carta, mentre sulla mensa è visibile una serie di pregevoli car- teglorie in legno intagliato dello stesso periodo. Sono stati qui sistemati i dipinti più antichi della col- lezione del museo, l’Annunciazione del Trecento subi- to a destra dell’altare e altre due tavole disposte sim- metricamente sulle pareti laterali, a ricordare gli anti- chi altari originali: si tratta della bellissima pala di Fran- cesco Granacci (a destra), proveniente dalla chiesa di Santa Maria a Cintoia e di quella di un pittore fioren- tino del secolo xvi (a sinistra), un tempo nella chiesa di San Martino a Sezzate. Purtroppo entrambi i dipinti hanno molto sofferto nel tempo, sia per cattive con- dizioni di conservazione che per antichi incauti inter- venti di restauro, ma, pur impoverite nella loro sostan- za pittorica, quanto rimane ha comunque una straor- dinaria nobiltà di impianto ed eleganza di segno. Accanto alla tavola di sinistra troviamo anche una te- la particolarmente interessante sotto il profilo icono- grafico, opera del pittore senese soprannominato Il Francesino, attivo all’inizio del Seicento. Sulla parete di destra, accanto alla pala del Granacci, è visibile an- che la scultura più antica del complesso: un pregevole bassorilievo marmoreo del secolo xv raffigurante San Francesco. Particolari sono anche i due confessionali ri- cavati uno di fronte all’altro con rustica semplicità e senso pratico nelle pareti vicine alla porta di ingresso dell’oratorio: presentano sportelli in legno dalla ele- gante sagoma riferibile al Settecento.

oratorio 27 La visita ha inizio dalla parete a destra dell’ingresso

1. giovan battista giustammiani detto il francesino (attivo a Siena, 1608-1643) Immagine di san Domenico portata a Soriano dalla Madonna e dalle sante Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria olio su tela; cm 134x95, cm 159x120 con cornice (inv. 5) chiesa di Santa Croce a Greve L’iconografia del dipinto segue la tradizione secondo la quale la Ver- gine, con le due sante qui raffigura- te, apparve a un domenicano di So- i, particolare riano (centro della Calabria nel qua- le a partire dal 1530 si sviluppò una grande devozione per san Domeni- co), per mostrargli come doveva es- sere raffigurato il santo con in ma- no un giglio e un libro dalla rilega- tura rossa. Nel frate domenicano a sinistra è probabilmente riconosci- bile un ritratto, data la forte carat- terizzazione del volto. Il piacevole dipinto, dal soggetto così particola- re, presenta caratteristiche tipiche della scuola senese del primo quar- to del secolo.

i, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 28 1 oratorio 29 2. pittore fiorentino, secolo xvi Madonna col Bambino, i santi Antonio abate, Lucia, Giovanni Battista e i due committenti in preghiera secolo xvi tempera su tavola; cm 180x142 (inv. 3) chiesa di San Martino a Sezzate Il dipinto presenta diversi motivi di 2, particolare interesse iconografico, in particolare nei due scorci di paesaggio che si aprono ai lati del grande trono. A si- nistra è riconoscibile il castello di Sez- zate, descritto dettagliatamente così come doveva essere agli inizi del Cin- quecento, prima cioè delle modifiche apportate nei secoli xvii e xviii: il re- cente ripristino del complesso si è ba- 2, particolare sato infatti proprio su questa imma- gine. Sulla destra è invece un paesag- gio che possiamo immaginare desun- to da luoghi vicini, attraversato da un fiume, forse il rio Sezzate. Quanto ai committenti, bellissime figure con- crete che ci riportano alla storia anti- ca di questo lembo di Toscana, po- trebbero appartenere alla famiglia Bardi, signori del feudo di Sezzate, dalla cui chiesa l’opera proviene. La tavola presenta caratteristiche di stile assai varie e commiste che as- sommano ricordi del Ghirlandaio a elementi umbri, tali da ricordare i modi di Raffaellino del Garbo e sug- gerire una collocazione cronologica al primo quarto del secolo xvi. 2, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 30 2

oratorio 31 Parete destra

3. francesco granacci (Firenze 1469-1543) Madonna col Bambino e i santi Bartolomeo e Francesco 1498 ca. tempera su tavola; cm 152x168 (inv. 2) chiesa di Santa Maria a Cintoia L’opera, citata dalla fine dell’Otto cento nella chiesa di Santa Maria a Cintoia, è stata collegata nel 1963 da Federico Zeri all’attività giovanile di Francesco Granacci; inserita nella monografia dell’artista dal von Hol- st (1974), la sua assegnazione al pit- tore è ormai accettata concorde- 3, particolare mente dalla critica. La sua presenza alla mostra Maestri e botteghe, tenu- tasi nel 1992 a palazzo Strozzi, ne ha consentito un inquadramento criti- co aggiornato fissandone la datazio- ne al 1498 circa. Granacci iniziò il suo apprendistato negli anni Ottanta del Quattrocen- to: la sua attività giovanile risulta in- fluenzata da Filippino Lippi, ma fondamentale risulta il suo soggior- no nella bottega del Ghirlandaio di cui fu tra i più stretti collaboratori negli affreschi della cappella Torna- buoni in Santa Maria Novella (1486- 1490); amico di Michelangelo, con il quale aveva frequentato sia il giar- dino di San Marco dove i Medici 3, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 32 3 riunivano i giovani artisti, sia la bot- centi a Firenze. Perfettamente equi- tega del Ghirlandaio, nella fase ma- librate e di compostezza classica ri- tura si rivela direttamente influen- sultano le belle figure dei santi (Bar- zato dalla lezione del Buonarroti. tolomeo col libro e il coltello, Fran- Questa bella tavola, purtroppo assai cesco col libro, la croce e la ferita sul danneggiata da vecchi interventi di costato), costruite con un sapiente pulitura, presenta una solida impa- disegno e un chiaroscuro che in ori- ginazione compositiva, sottolineata gine doveva essere di grande incisi- dagli elementi architettonici dalla vità; particolarmente toccante il perfetta simmetria: elementi ricon- gruppo della Vergine, che sembra ducibili alla lezione ghirlandaiesca, cullare il Figlio tutto raccolto nelle anche se gli angioletti sul fastigio del sue braccia, assorti entrambi in un trono rimandano al dipinto di Pie- loro momento di tenerezza con le te- ro di Cosimo nel museo degli Inno- ste ravvicinate.

oratorio 33 Presenze francescane a Greve

ospizio di San Francesco costituì per secoli un significativo insedia- L’mento francescano nel territorio di Greve, rappresentando una di- pendenza del più grande convento della Croce di San Casciano. Questo, insieme agli importanti insediamenti di San Vivaldo () e del Vivaio (Incisa), fu tra i principali presidi francescani dell’Osservanza nell’area fiorentina meridionale. Nel piccolo complesso grevigiano tutto evoca la spiritualità francescana: dall’essenzialità delle strutture al repertorio iconografico delle immagini sacre presenti nell’oratorio, di quelle realizzate per lo stesso ospizio ma anche di quelle qui confluite dalle chiese del territorio. Vari sono i temi e i soggetti legati alla spiritualità di questo Ordine che artisti e artigia- ni hanno espresso con diversi caratteri e materiali per diffondere un mes- saggio di grande comunicatività: prime fra tutte sono le rappresentazio- ni di san Francesco che appare in posa rigidamente frontale, ma di aspet- to solido e intensamente umano, nel bassorilievo in marmo della prima metà del XV secolo proveniente da San Pietro a Sillano (n. 4); si presen- ta assorto e più elegante nel portamento nella tavola tardo quattrocente- sca del Granacci già sull’altare della chiesa di Santa Maria a Cintoia (n. 3); è infine trionfalmente sollevato nella gloria dei cieli nel settecen- tesco affresco che orna il soffitto del piccolo oratorio. Connesso con l’intensa attività di predicazione dei frati francescani è il ri- corso a immagini di immediato impatto emotivo, di cui è un eccezionale esempio il gruppo scultoreo del Compianto presente sull’altare. Sia il sog- getto di quest’opera (nella quale compare anche l’anacronistica, ma signi- ficativa presenza di san Francesco) che la tecnica adottata, in semplice ter-

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 34 racotta dipinta, hanno costituito una produzione artistica privile- giata nelle commissioni dei fran- cescani, che vedono nel ricorso a rappresentazioni artistiche emo- tivamente coinvolgenti un effica- ce tramite per l’evangelizzazione popolare, come testimoniano an- che analoghi gruppi scultorei presenti nei conventi della Verna, in San Salvatore al Monte a Fi- renze e all’Osservanza di Siena. Nel presbiterio dell’oratorio il richiamo a immagini di forte popolarità è ribadito dagli af- freschi con San Bernardino da Siena e Sant’Antonio da Pado- va, entrambi francescani e cari alla devozione popolare; in par- ticolare Sant’Antonio è mostra- to devotamente inginocchiato ai piedi di Maria anche nella tela seicentesca del Curradi che pro- viene da Santa Lucia a Barbia- no (n. 83). Lia Brunori Cianti

oratorio 35 Parete di fronte all’ingresso A destra dell’altare

4. scultore toscano, secolo xv 5. pittore fiorentino, secolo xiv San Francesco Annunciazione prima metà del secolo xv 1350-1360 ca. bassorilievo in marmo; cm 84x41 tempera su tavola; cm 101x63 (inv. 15) (inv. 1) chiesa di San Pietro a Sillano chiesa di Santa Croce a Greve Approdato al museo di Greve dopo È il dipinto più antico del museo: la vicende che l’hanno visto anche tra- sua provenienza dalla chiesa di San- sferito impropriamente in proprietà ta Croce a Greve, sostituita nel 1833- privata, il bassorilievo ha un’origine 1835 dall’edificio neoclassico di Lui- misteriosa: non sappiamo, ad esem- gi Cambray Digny, è confermata da pio, se inizialmente facesse parte di una descrizione del 1789 nella quale un monumento funebre o di un al- è citato sull’altare dell’Annunziata. tare più complesso. Non è impro- L’Annunciazione viene rappresenta- pria comunque questa sua sistema- ta qui secondo i canoni tradizionali: zione in ambiente già appartenuto la sintesi operata sulla scena si arric- all’ordine francescano. chisce però di eleganti particolari de- L’impostazione della figura del san- scrittivi, nella semplice armonia con to è ancora tardo gotica, ma il movi- cui sono regolati i rapporti tra i per- mento del cappuccio e la morbidez- sonaggi e le strutture architettoniche za del modellato collocano la scultu- non ancora razionalmente scandite. ra già nel Quattrocento: un raffron- La Vergine, nel chiuso di una stan- to plausibile è stato avanzato con la zetta tappezzata di prezioso tessuto produzione di Pasquino da Monte- rosso, ha sospeso la lettura cui era in- pulciano, collaboratore di Maso di tenta e ascolta l’annuncio con le ma- Bartolomeo nel pulpito di Prato, la ni incrociate sul petto (sul libro è cui personalità artistica è ancora in scritto: «ecce v/irgo c/onc piet/… gran parte da ricostruire. In partico- nome»); l’angelo, in ginocchio all’e- lare possiamo citare alcune assonan- sterno davanti a lei, sfoggia un man- ze con il bassorilievo che raffigura Il tello verde brillante foderato di ros- ritrovamento dell’immagine della Ver- so, così come rosse sono la corona sul gine dell’Impruneta, conservato nel suo capo e le piume esterne delle ali; museo di quella basilica, recente- dall’alto la mano di Dio Padre invia mente attribuito a Pasquino. alla Vergine lo Spirito Santo. L’edifi- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 36 4

oratorio 37 5 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 38 cio è coronato da un tamburo poli- L’imponente gruppo di terracotta gonale di spiccato carattere tardo- policroma, che è una vera e propria gotico, così come lo stile della pittu- pala d’altare in rilievo, si compone di ra di evidente tradizione fiorentina. sette personaggi: al centro è il trian- La tavola è stata variamente attri- golo composto dalla Madre, che in buita: accostata al nome di Giovan- deliquio sostiene sulle ginocchia il ni del Ponte dal Bencistà, viene dal corpo del Figlio ed è a sua volta sor- Tartuferi considerata un riflesso del- retta dalla più anziana delle pie don- l’analogo soggetto realizzato da An- ne, Maria di Cleofa, in una compo- drea Orcagna nel 1346, avvicinan- sizione che ricorda quella della tra- dola semmai alla produzione di Puc- dizionale sant’Anna Metterza. Ai la- cio di Simone. ti sono inginocchiati san Giovanni (anch’egli raffigurato nella pietosa 6. bottega toscana, secolo xviii funzione di sorreggere il Cristo) e la Coppia di lampade pensili Maddalena. In secondo piano, in secolo xviii piedi e in atteggiamento variamente ottone; cm 26x22 (inv. 61) dolente, si trovano a sinistra san Gio- iscrizioni: «di limosine» vanni Battista e a destra san - chiesa di San Gaudenzio a Torsoli sco, presente il primo quasi certa- mente in quanto patrono di Firenze Parete dell’altare (se non legato al nome del commit- tente), mentre il secondo stabilisce il 7. ambito di baccio da legame del gruppo scultoreo con un montelupo (1469-1523) ambiente francescano, in questo ca- Compianto sul Cristo morto so l’ospizio di San Francesco, sede secondo decennio del secolo xvi oggi del museo. terracotta policroma (la pala) e La datazione dell’opera, da collocar- invetriata (la cornice); si nel secondo decennio del Cinque- cm 230x190 (inv. 17) cento, non contrasterebbe di fatto ospizio di San Francesco a Greve con quella della probabile costruzio- ne dell’ospizio, dipendente dal con- 7a. bottega di benedetto e vento della Croce di San Casciano e santi buglioni fondato nel 1492 su un terreno do- Cornice a festoni di frutta e fiori nato dalla famiglia Ciampoli. Come 1515-1520 ca. il recente restauro ha però confer- ospizio di San Francesco a Greve (?) mato, il complesso scultoreo è stato

oratorio 39 7 e 7a rimontato (con qualche imprecisio- blaggio di frammenti di duplice pro- ne) nella posizione attuale e pertan- venienza, forse neppure pertinenti al to non si può escludere che la sua gruppo del Compianto. Databile al ubicazione originale fosse diversa: la 1515-1520, l’esecuzione di questo “fre- cornice robbiana di terracotta inve- gio” può essere assegnata alla botte- triata risulta tra l’altro un assem- ga di Benedetto di Santi Buglioni. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 40 7, particolare

oratorio 41 7, particolari museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 42 Il citato restauro (Gea Restauri effetti diversi punti di contatto con 2002-2003, con analisi scientifiche questo di Greve, mentre il san Gio- e consulenza dell’Opificio delle Pie- vanni Evangelista presenta affinità tre Dure), oltre a risanare e conso- con il San Sebastiano di San Go- lidare il complesso scultoreo, ne ha denzo (1506) e il Cristo ricorda i riscoperto, grazie all’adeguata puli- molti Crocifissi eseguiti dallo scul- tura, l’intensa cromia originale pri- tore. Ritroviamo lo stesso modo di ma offuscata e addirittura falsata delineare i panneggi anche nel San dalle numerose ridipinture. Il recu- Giovanni Evangelista di Orsanmi- pero di una lettura più corretta del- chele (1515): elementi riferibili a una l’opera, con la possibilità di apprez- cultura figurativa matura e aggior- zarne al meglio l’espressività e l’ar- nata dalla quale derivano la fluida monia compositiva e cromatica, ne ed elegante plasticità delle forme, ha anche messo in discussione le at- l’armonia dei volti delineati con tribuzioni al Cieco da Gambassi, grande finezza e dei gesti espressivi. quindi a Giovanni della Robbia e, È la misurata classicità dell’inizio più di recente, all’ambito di Santi del Cinquecento a conferire alla Buglioni, ultimo rappresentante e scena la sua struttura equilibrata, depositario della grande tradizione anche se il tono di mesta rassegna- robbiana. Era questa l’assegnazione zione, di meditazione composta che Giancarlo Gentilini, autorevo- sembra sul punto di cedere a un più le esperto in materia, aveva in pas- drammatico patetismo grazie non sato assai dubitativamente avanzata solo ai forti contrasti di colore, ma ma lo stesso studioso, dopo aver anche alle attitudini degli astanti preso visione dell’opera restaurata, così emotivamente partecipi da ren- ha di recente suggerito di cercarne dere quasi visibile il passaggio tra lo- l’autore nell’ambito di Baccio da ro di un flusso intenso di dolore cui Montelupo, scultore attivo a caval- mancano solo le parole di una sacra lo dei due secoli, amico di Miche- rappresentazione. langelo Buonarroti, seguace di Gi- La scelta di questo soggetto, così rolamo Savonarola, presente con come quella del materiale policro- opere insigni eseguite anche in ter- mo che imita da vicino la vita, ido- racotta a Firenze, Bologna, Venezia, nei entrambi a suscitare una im- Lucca. Quanto rimane del Com- mediata risposta di devozione po- pianto eseguito nel 1494 da Baccio lare, ben si addicono a una com- per San Domenico a Bologna ha in mittenza da parte dei Francescani,

oratorio 43 Il tema del Compianto

ra le prime rappresentazioni artistiche nate per mostrare e afferma- Fre l’umanità del Cristo, quelle del Crocifisso, solo o contornato da dolenti o da scene della Passione, avevano conosciuto una progressiva dif- fusione a partire dal V secolo, utilizzando veicoli di natura e materia di- versa: pittura su tavola, scultura, affresco, mosaico, avorio, smalto e via dicendo. Dal secolo XIII questa “umanizzazione” di Cristo progredisce ul- teriormente in senso drammatico, assecondata dalle novità formali e tec- niche che consentono un naturalismo più deciso e, saltuariamente, un forte patetismo. Anche i personaggi che assistono all’agonia di Cristo par- tecipano di questa drammatizzazione, assumendo atteggiamenti emoti- vi che vanno dal dolore contenuto, alla meditazione, alla disperazione in scene diversamente affollate e complesse. Fra queste trovano larga dif- fusione a partire dal X secolo le rappresentazioni del Distacco dalla Cro- ce, che consente composizioni ancor più articolate anche dal punto di vi- sta spaziale, con andamento verticale. Poco dopo il Mille si afferma con grande fortuna la composizione detta comunemente Compianto, nella quale il punto focale è il corpo di Ge- sù deposto a terra e circondato dalla disperazione di diversi astanti, tra i quali spicca per posizione preminente e intensità drammatica la Ma- dre “dolorosa”. Essa trova piena corrispondenza in rappresentazioni sa- cre che danno voce al dolore muto. La variante successiva è la cosiddet- ta Pietà, che si riscontra nell’arte nordica fin dal secolo XIV, con il corpo di Cristo adagiato in braccio o sulle ginocchia della Vergine: una com- posizione che isola il nucleo centrale e umano del dramma per farne og- getto di intensa meditazione. Essa avrà più tardi una larghissima di- vulgazione anche in Italia, trovando grandi interpreti soprattutto nei se- coli XV e XVI: si pensi a Cosmè Tura, Giovanni Bellini, Guido Mazzoni, Botticelli, Michelangelo, fra gli altri. I due temi, Compianto e Pietà, finiranno col tempo per intersecarsi nelle composizioni artistiche, che spes- so troviamo oggi classificate con l’una o l’altra denominazione. Caterina Caneva

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 44 oratorio 45 La tradizione plastica robbiana

l monumentale gruppo scultoreo raffigurante il Compianto su Cri- I sto morto che campeggia sull’altare dell’oratorio di San Francesco ha recuperato, dopo un recente e sapiente restauro, le raffinate cromie e l’ar- monia della composizione, che permettono di comporre l’intenso spirito drammatico del soggetto con la solennità delle forme tipica della miglio- re tradizione plastica fiorentina. Ciò perché questo rilevante manufatto, databile al secondo decennio del Cinquecento, si fa portavoce di una lun- ga e sperimentata cultura che trovò nel Rinascimento fiorentino appli- cazioni di grande qualità, ampiamente studiate da Giancarlo Gentili- ni, specialista in questo settore. A Firenze la scultura in terracotta conobbe sin dall’inizio del Quattro- cento una vera rinascita all’insegna del recupero delle esperienze artisti- che classiche; in questo contesto, intorno al 1440, Luca della Robbia (1399/1440-1482) sviluppò con intelligenza tecnica e sapienza artistica le potenzialità dei rilievi fittili ricoprendone la superficie con uno smalto ceramico che conferì loro nuovi valori espressivi e anche una maggiore resistenza agli agenti atmosferici. Proseguì la sua opera il nipote Andrea (1435-1525), che intensificando gli aspetti descrittivi e sentimentali delle composizioni, operò, su scala spes- so monumentale una inedita sintesi fra valori plastici e pittorici portando il linguaggio robbiano a una eccezionale diffusione sul territorio. Dei cinque figli di Andrea che proseguirono l’attività nella bottega di via Guelfa, il più attivo e industrioso fu Giovanni (1469-1529), che sviluppò un’esuberante vena decorativa per arricchire le sue vivaci composizioni di gusto eclettico; più dotati e sensibili furono invece Luca il giovane

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 46 (1475-1550) e Girolamo (1487-1560), che diffusero la pro- duzione robbiana in Francia alla corte di Francesco I. Gli altri figli, Marco (1468-1534) e Francesco (1477-1528), frati domenicani (fra Mattia e fra Ambrogio) nel con- vento savonaroliano di San Marco, declinarono lo stile di famiglia in spiccati caratteri devozionali che in se- guito estesero anche nelle Marche. Talvolta le loro opere sono prive dell’invetriatura per privilegiare la policro- mia a freddo che, oltre a essere meno costosa, permetteva effetti di maggiore intensità espressiva, come risulta nel Compianto di Greve e nella Pietà di Terranova Brac- ciolini, attribuita a Marco, attivo anche a San Vivaldo intorno al 1510. In concorrenza alla bottega dei Della Robbia, Benedetto Buglioni (1460-1520), un modesto scultore che, secondo Va- sari, si era impossessato del «segreto» dell’invetriatura, svi- luppò la propria produzione riproponendo in modo sem- plificato ed eclettico le tipologie robbiane; il nipote Santi (1494-1576) ne ereditò l’attività producendo grandi com- posizioni di sapore già manierista. Produssero occasional- mente opere invetriate anche altri importanti scultori fio- rentini come Benedetto da Maiano, Andrea e Jacopo San- sovino, Giovan Francesco Rustici, oltre naturalmente a Baccio da Montelupo, nell’ambito del quale è stato di re- cente accostato il Compianto di Greve. La tradizionale tecnica robbiana fu ripresa a Firenze anche nel corso del secolo XVII, in particolare dallo scultore Antonio Novelli. Lia Brunori Cianti

oratorio 47 ordine al quale apparteneva anche cm 90x195 (inv. 26) la chiesa di San Salvatore al Monte chiesa di Santa Maria a Firenze. Qui è conservato un al- a Vicchiomaggio tro Compianto in terracotta poli- Il paliotto è un prodotto dell’arti- croma che presenta strette affinità gianato locale che utilizza materia- col nostro, benché di intonazione li poveri per riprodurre i sofisticati più drammatica. Ancora in am- disegni realizzati solitamente in biente francescano, nelle cappelle materia ben più preziosa, come il del Sacro Monte del convento di commesso di pietre dure o la sca- San Vivaldo a Montaione ritrovia- gliola. Al centro della grande spec- mo forti affinità col Compianto di chiatura mistilinea, circondata da Greve in un gruppo di terracotta decori vegetali, è applicata una stam- raffigurante Lo svenimento della pa che rappresenta la Vergine col Bam- Vergine nella cappella cosiddetta bino. “dello Spasimo”, la cui esecuzione è attribuita ad Agnolo di Polo (1470 9. manifattura toscana, ca-1528). secolo xviii Serie di tre carteglorie 8. manifattura toscana metà del secolo xviii Paliotto d’altare legno intagliato, dorato e dipinto; seconda metà del secolo xviii cm 36,5x26 (la grande); cm paglia naturale, ritagliata, 27x20,5 (le due piccole) (inv. 25) incollata su carta chiesa di San Cresci a e riportata su tela; Montefioralle

8 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 48 9 10. manifattura toscana, Leggio secolo xix legno intagliato e dorato; Coppia di candelieri cm 17x39,5 (inv. 24) inizi del secolo xix chiesa di San Cresci a legno intagliato, parzialmente Montefioralle dorato e tinto di bianco; cm 50x16 chiesa di Santo Stefano a 12. Missale romano, secolo xix Montefioralle tipografia Antonio Curti, Venezia 1801 11. manifattura toscana, carta e pelle; cm 45x27 prima metà del secolo xviii chiesa di Santa Croce a Greve

oratorio 49 Sagrestia Ai lati dell’altare si aprono due porte che immettono nella piccola sagrestia: qui sono stati raccolti paramenti sacri dal secolo xvi al secolo xviii, di varia tipologia e provenienza, esposti entro le vetrine che corrono lun- go le pareti. All’interno di queste troviamo anche al- cuni arredi sacri di buona fattura (due croci, quattro candelieri, un calice) che ne arricchiscono il contenu- to. Sono stati inoltre inseriti nella saletta due oggetti di grande rilevanza artistica e storica: nella parete d’in- gresso, dentro una nicchia fiancheggiata da due robu- sti Angeli reggicandelabro in legno intagliato del seco- lo xviii, è collocata una preziosa e rara Croce reliquia- rio del Trecento in cristallo di rocca contenente diver- se reliquie, la cui complessa struttura rimanda quasi certamente a una bottega veneziana. Al disopra è sta- to collocato un dipinto ovale raffigurante la Vergine As- sunta della seconda metà dell’Ottocento: la sua bella cornice dorata ornata di intagli elaborati lo inserisce piacevolmente, nonostante il divario di data, nell’in- sieme prezioso di questa piccola camera dei tesori. Sul- la parete di sinistra, inserita nella struttura di un pic- colo confessionale analogo a quelli presenti nell’orato- rio, si trova poi una piccola vetrata databile al primo decennio del secolo xvi e raffigurante San Silvestro. La visita inizia dalla parete destra.

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 50 Prima vetrina nella vetrina, è un prodotto sempli- ce e severo, di quelli assai diffusi sul 13. manifattura fiorentina, territorio con analoghe caratteristi- secolo xviii che, stante la serialità della produ- Pianeta zione. Nelle formelle polilobate con primo quarto del secolo xviii; cui terminano i bracci sono raffigu- damasco broccato; rati in alto Dio Padre, ai lati la Ver- cm 117x72 (inv. 32) gine e san Giovanni e in basso la chiesa di Santo Stefano Maddalena. a Montefioralle 15. manifattura toscana 14. bottega toscana, secolo xviii (Firenze ?), secolo xviii Croce astile Piviale metà del secolo xviii secolo xviii seta e ricamo in seta e filo d’oro; ottone; cm 33x25 (inv. 72) h cm 137 chiesa di San Michele a Dudda (inv. 33) Questa croce, come l’altra esposta chiesa di Santo Stefano a Montefioralle Si tratta di un manufatto assai pre- gevole. I ricami eseguiti in fili di co- lore azzurro, rosa, verde, carnicino e altri ancora, hanno disegni vari ed eleganti e riproducono uccelli, maz- zi di fiori, gigli, ali a raggiera con un carattere naturalistico abbinato però a elementi fantastici di ispira- zione orientale, assai in voga in que- sto periodo.

16. bottega toscana, secolo xviii Croce astile secolo xviii ottone; cm 37,5x27,5 (inv. 51) chiesa di San Silvestro a Convertoie (?) 14

sagrestia 51 Patronati e committenti

el territorio di Greve ebbero residenza alcune importanti famiglie N nobiliari che acquisirono i diritti di patronato sulle chiese poste presso i loro possessi, assumendo così l’onore e l’onere di sostenerle nelle lo- ro necessità economiche. Molto spesso i signori del luogo realizzarono in questi edifici opere importanti, come ristrutturazioni architettoniche, al- tari, dipinti e arredi liturgici, che se da un lato soccorrevano le modeste risorse delle piccole chiese di campagna, dall’altro rappresentavano un fe- nomenale strumento di “autopromozione” per consolidare e accrescere il proprio prestigio. Tali commissioni artistiche dovevano quindi mostrare con immediatezza la munificenza dei loro committenti attraverso alcu- ni segni distintivi, primi fra tutti gli stemmi nobiliari che venivano col- locati ben in vista sulle opere e spesso replicati su più suppellettili. A que- sto proposito, fra le opere raccolte nel museo, si segnala la tela di Curra- di proveniente dalla chiesa di Santa Lucia a Barbiano (n. 83) in quan- to mostra in basso lo stemma della famiglia Anichini che nei secoli XVII e XVIII fu patrona di quella chiesa; un membro di questa casata, Olinto, fu anche parroco di Santa Lucia dal 1619 al 1660, così che può essere ri- tenuto il committente del dipinto e dell’altare stesso in cui era inserito, come ricordano altri due armi della sua famiglia scolpite sull’architrave. La cinquecentesca tavola di Sezzate (n. 2), poi, è tutta concepita in re- lazione alla famiglia Bardi, due membri della quale raffigurati in at- teggiamento devoto ai piedi della Vergine e dei santi implorano prote- zione per sé e la propria casata, emblematicamente rappresentata con l’immagine del loro castello dipinto nel paesaggio dello sfondo. Ancora ai Bardi, che al culmine del proprio potere acquistarono dagli Amidei an-

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 52 che il vicino castello di Mugnana, rimandano alcuni arredi sacri sei- centeschi della chiesa di San Martino a Sezzate: un calice (n. 67) e una pianeta (n. 24) sui quali compaiono gli stemmi di famiglia inquartati con quelli degli Strozzi, in seguito al matrimonio di Carlo Bardi da Ver- nio con Maria Maddalena Strozzi (1601-1613). Alla liberalità della famiglia Capponi, patrona di San Martino a Uz- zano, si deve il reliquiario a ostensorio (n. 34) donato nel 1848 dalla con- tessa Luisa e dalla stessa chiesa proviene anche il dipinto ottocentesco con la Vergine Assunta, che presenta sulla ricca cornice dorata l’arme gen- tilizia dei Masetti da Bagnano, proprietari del castello di Uzzano dal 1641 (n. 27). Emblematica, infine è la tela con l’ Immagine di san Domenico por- tata a Soriano dalla Madonna e dalle sante Maria Maddalena e Ca- terina d’Alessandria (n. 1) che, non essendo riconducibile a una specifi- ca provenienza, lascia avvolte nel mistero le pur caratterizzate sembian- ze del frate domenicano raffigurato in primo piano, certamente un ri- tratto ma la cui identità, che oggi ci sfugge, fa riflettere sulla vanità del- l’aspirazione umana a garantirsi con ogni mezzo fama imperitura. Lia Brunori Cianti

sagrestia 53 17. manifattura fiorentina, dimensioni fino agli inizi del Sei- secoli xvi-xvii cento. Il cardo, come la melagrana Pianeta simbolo di fertilità e di immortalità, fine del secolo xvi-inizi era diffuso nei tessuti destinati sia a del secolo xvii uso profano che ecclesiastico. broccatello; cm 119x70 (inv. 30) chiesa di San Cresci a Montefioralle 18. manifattura fiorentina, La pianeta presenta in colore rosso secolo xix cremisi su fondo bianco un motivo Calice assai diffuso in area fiorentina: ma- prima metà del secolo xix glie ogivali che racchiudono due ti- ottone argentato; cm 25x11,5 pi di fiore di cardo. Esso si rifà a mo- (inv. 45) delli spagnoli diffusi a seguito del- chiesa di San Martino a Uzzano l’arrivo a Firenze di Eleonora di To- ledo, moglie dal 1539 di Cosimo i de’ 19. manifattura italiana, Medici, e fu usato con variazioni di secolo xiii Pianeta e stola terzo quarto del secolo xiii lampasso broccato; cm 117x72 (inv. 35) chiesa di San Leone a Melazzano

20. manifattura toscana, secolo xviii Reliquiario a ostensorio metà del secolo xviii legno intagliato e dorato; cm 46x24 (inv. 83) chiesa di San Martino a Uzzano

Seconda vetrina

21. Seta e ricamo in seta e fili d’oro cm 250x71 (inv. 34) chiesa di Santa Maria a Canonica, poi San Gaudenzio a Torsoli 17 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 54 22. bottega toscana, secolo xvii segno e indicazione dei colori: in Quattro candelieri questo caso la critica, dopo averne seconda metà del secolo xvii collocato l’autore nella bottega del bronzo fuso e tornito; Ghirlandaio, ha ulteriormente pre- cm 28 (la serie) (inv. 62) cisato un’attribuzione del disegno a chiesa di San Gaudenzio a Torsoli Francesco Granacci (1469-1543), al- lievo di Ghirlandaio e amico di Mi- chelangelo (D’Afflitto 1977). Inserito nel confessionale

23. bottega dei frati gesuati, secolo xvi San Silvestro primo decennio del secolo xvi vetro dipinto, metallo; cm 37x22 (inv. 22) chiesa di San Silvestro a Convertoie Inserito in origine in una finestrella a destra dell’altar maggiore della chiesa di provenienza, il piccolo ve- tro raffigura il santo papa dentro una mandorla raggiata in atto di be- nedire. Nella mano sinistra regge una piccola immagine con i santi Pietro e Paolo. In basso una testa di cherubino. L’area di produzione è quella del laboratorio dei frati Ge- 23 suati di San Giusto alle Mura di Fi- Terza vetrina renze, assai attivo negli ultimi vent’anni del Quattrocento: aveva 24. manifattura fiorentina tra l’altro collaborato alla realizza- Pianeta zione di vetrine per il Palazzo della 1601-1613 Signoria e per la chiesa di San Mar- damasco di seta; co. Collaboravano con i frati anche cm 123x73 pittori importanti che fornivano di- (inv. 31)

sagrestia 55 Parete di ingresso

25. scultore toscano, secolo xviii Coppia di angeli portaceri secolo xviii legno intagliato e brunito; h cm 154,5 (inv. 19) chiesa di San Gaudenzio a Torsoli Palesemente eseguiti in coppia, an- che se diversi per inclinazione del corpo e della testa, i due angeli fa- cevano forse parte di un complesso ciborio monumentale. Lo stile del- le due sculture si ispira ai modelli più illustri della scuola toscana del Cinquecento, con una palese matri- ce manieristica rielaborata nel Set- tecento con scioltezza ed eleganza. 24 chiesa di San Martino a Sezzate L’arme presente in basso appartie- ne ai Bardi di Vernio ed è inquar- tata con l’arme degli Strozzi: è dunque palese il riferimento al ma- trimonio avvenuto nel 1601 tra Carlo Bardi e Maria Maddalena Strozzi, morta nel 1613; tra queste due date si colloca ovviamente l’e- secuzione della pianeta. La fami- glia Bardi di Vernio era patrona delle chiese di Sezzate e di Mugna- na, per le quali Carlo, legato alla corte del granduca Ferdinando i de’ Medici, fece realizzare alcuni arredi importanti. 25 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 56 26. bottega veneziana, Motefioralle, dedicata appunto al secolo xiv protomartire. Se la forma della cro- Croce reliquiario ce è tipica dell’area toscana, la sua seconda metà del secolo xiv esecuzione in cristallo di rocca, un rame inciso, traforato e dorato, quarzo limpido e incolore, va riferi- smalti, cristallo di rocca; cm ta a una bottega di Venezia, città nel- 45x25,5 (inv. 21) la quale è documentata la lavorazio- chiesa di Santo Stefano ne del materiale fin dal secolo xiv. a Montefioralle La datazione viene desunta in as- Le molte iscrizioni diffuse sull’ope- senza di altre indicazioni dai carat- ra ricordano la presenza di reliquie teri gotici delle iscrizioni che ri- diverse all’interno dei tubicini di ve- mandano alla seconda metà del Tre- tro soffiato inseriti nel cristallo: tra cento. queste, oltre ad alcune riferite al le- gno della Croce e a diversi santi, so- 27. pittore italiano, secolo xix no presenti reliquie di santo Stefa- Vergine Assunta no, cosa che ci aiuta a individuare la seconda metà del secolo xix destinazione originale della croce olio su tela; cm 72x56, 121x93 con nella chiesa del borgo medievale di cornice (inv. 13) chiesa di San Martino a Uzzano La tela, che presenta caratteri di gu- sto purista affini alla pittura di An- tonio Ciseri, ha una cornice inta- gliata e dorata con decorazioni ela- borate che comprendono in basso l’arme dei Masetti da Bagnano, pro- prietari del castello di Uzzano e del- le sue terre nel 1641. Si tratta proba- bilmente di un dono che i discen- denti (che hanno conservato la pro- prietà fino al 1999) fecero nel seco- lo xix alla chiesa di Ugnano.

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sagrestia 57 Piano primo

Uscendo dalla sagrestia si ritorna nel corridoio d’ac- cesso dal quale, salendo le scale (a sinistra) o usando l’ascensore (a destra), si sale al piano superiore. Qui su- bito a sinistra è stata allestita una sala per mostre tem- poranee, già più volte utilizzata. A destra ci si trova in un secondo breve corridoio che in futuro consentirà l’accesso a nuovi locali che verranno recuperati per uso museale, destinati fra l’altro a esporre materiale di sca- vo recuperato nella zona di Greve, per il momento qui depositato in parte. Attualmente di qui si accede alla sala delle oreficerie e alla sala dei dipinti.

Sala delle oreficerie In questa sala sono raccolti, in una grande vetrina di fronte alla parete di ingresso, arredi sacri dei più tra- dizionali (reliquiari, ostensori, pissidi, candelieri, cali- ci) provenienti dalle chiese del contado di Greve. Nel- la raccolta, generalmente di buon livello qualitativo e di epoca compresa fra il Trecento e l’Ottocento, spic- cano alcuni oggetti: prima fra tutte la piccola pace in avorio uscita dalla bottega degli Embriachi alla fine del Trecento, un turibolo toscano in ottone del Quattro- cento dalla tipica forma piramidale, da confrontare con l’altro assai più elaborato uscito nel 1611 da una botte- ga milanese, un bell’ostensorio d’argento del Sette- cento, e alcuni particolari reliquari a forma di tem- pietto circolare. Alle pareti, partendo da destra, si tro- vano alcune opere con caratteristiche particolari: una campana, un piccola croce dipinta, un dipinto e un bassorilievo sulle quali verranno dati di seguito cenni più dettagliati. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 58 28. manifattura fiorentina, 29. manifattura toscana, secolo xiv secoli xvi-xvii Campana Croce astile 1312 fine del secolo xvi-inizi bronzo; cm 63x45 (inv. 29) del secolo xvii iscrizioni: legno intagliato e dipinto; «Ave Maria Gratia plena dominus cm 58x40 (inv. 23) tecum be. a:d.mcccxii» chiesa di San Silvestro a Convertoie chiesa di Santa Maria La croce ripete una tipologia ricor- a Vicchiomaggio rente fin dal secolo xv, con formel- La campana, rotta da più di tren- le polilobate in origine dotate di t’anni, fu sostituita nella chiesa di puntali come quelli ancora visibili provenienza nel 1914. Il giglio sul- nel potenziamento del braccio ver- l’occhiello della presa indica che l’o- ticale. Sul fondo verde scuro sono pera è uscita da una fonderia fio- raffigurati all’interno di ciascuna rentina. Si tratta di uno degli esem- formella, a partire dall’alto verso de- plari più antichi del genere ancora stra: il pellicano che si lacera il pet- conservati. to per nutrire i figli, san Giovanni

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sala delle oreficerie 59 Evangelista, sant’Anna con la Ma- Settecento fiorentino, quella ad esem- donna e il Bambino, la Maddalena. pio di Anton Domenico Gabbiani, Le pitture presentano caratteristiche che gli trasmise anche qualche sen- tardo cinquecentesche. tore di pittura veneta. Nel San Bo- naventura di Greve spicca la decisa il- 30. Attribuito a ottaviano luminazione laterale e l’atto sponta- dandini (Firenze 1706 ca.-1740) neo con cui il santo sospende di scri- San Bonaventura vere, quasi interrotto all’improvviso. primi decenni del secolo xviii olio su tela; cm 98x69 (inv. 11) 31. nanni di bartolo chiesa di Santa Croce a Greve (Firenze, notizie dal 1419 al 1451) Ultimo rappresentante della feconda Madonna col Bambino famiglia dei pittori Dandini che a Fi- secondo decennio del secolo xv renze ebbero fama e commissioni stucco dipinto; cm 65x45x10 importanti, Ottaviano era figlio di (inv. 16) Piero, del quale in parte adottò alcu- chiesa di San Gaudenzio a Torsoli ne caratteristiche di linguaggio ma L’opera ha perduto quasi del tutto la dal quale si distinse per un cauto ag- sua policromia originale, ma resta co- giornamento sulla pittura del primo munque un toccante esempio di co-

30 31 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 60 me ancora nel Quattrocento veniva lamina d’argento sbalzata e incisa; sviluppato il tema antico del rappor- legno intagliato e dorato; to affettuoso della Madre col Figlio. cm 40x18,5 (inv. 41) Lo scultore, pur aggiornato sulle no- punzoni: sul fusto leone passante vità del primo Rinascimento, con- in campo circolare; gallo in campo serva nell’andamento di panneggi un ovale; torre in campo ovale. ricordo di eleganze tardo-gotiche che chiesa di Santa Croce a Greve riportano a Ghiberti: il prototipo è infatti uno stucco policromo del Mu- seo del Bargello riferito appunto alla bottega di Ghiberti. La critica ha as- segnato quest’opera allo scultore Nanni di Bartolo, collaboratore di Donatello negli anni 1421-1422. Si ri- corda, fra le sue opere, di poco ante- riore a questa, il San Lorenzo della ba- silica di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Valdarno.

Nelle vetrine, procedendo da destra

Primo settore 32. bottega toscana, secolo xviii Reliquiario di San Vincenzo Ferrer seconda metà del secolo xviii lamina d’ottone sbalzata e 33 argentata; legno dorato; cm 55x25 34. bottega fiorentina, (inv. 71) secolo xix chiesa di San Michele a Dudda Reliquiario di San Martino 1848 33. bottega all’insegna della lamina d’argento sbalzata e torre (Firenze), secolo xviii cesellata; legno intagliato e dorato; Reliquiario di Santa Cristina cm 71x27,7 (inv. 46 ) 1737-1740 iscrizioni sulla base: «Dono della

sala delle oreficerie 61 Contessa Capponi, nata nei Duchi 35. bottega toscana, secolo xviii di S. Clemente fatto alla chiesa di Reliquiario di santa Maria Vergine Sa. Martino ad Uzzano l’anno seconda metà del secolo xviii 1848» lamina d’ottone sbalzata e argentata; chiesa di San Martino a Uzzano legno dorato; cm 41x18 (inv. 70) La contessa citata nell’iscrizione chiesa di San Michele a Dudda aveva sposato nel 1830 il marchese Giovanbattista Capponi, la cui fa- 36. manifattura toscana, miglia era all’epoca patrona della secolo xviii chiesa di Uzzano. Il reliquiario è un Reliquiario della Santissima Croce interessante connubio di decorazio- metà del secolo xviii ne tardo settecentesca unita a moti- legno intagliato e dorato; vi di gusto neoclassico, come la ghir- cm 51x20 (inv. 82) landa che circonda la teca ovale. chiesa di San Cresci a Montefioralle

34 36 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 62 Secondo settore cisione raffigurante Sant’Anna che insegna a leggere alla Madonna bam- Vetrina bassa esagonale bina. Questi libri venivano general- 37. manifattura toscana, mente protetti da custodie in quan- secolo xviii to destinati a essere appesi al collo del Libro dei Capitoli camarlingo durante le processioni. fine del secolo xviii velluto, lega argentata e sbalzata; 38. bottega toscana, cm 31x21 (inv. 50) secolo xviii chiesa di San Silvestro Corona da statua a Convertoie seconda metà del secolo xviii Si tratta di una tipica custodia del li- argento sbalzato e cesellato; bro dei capitoli, in questo caso con- cm 8x6 (inv. 39) tenente quelli della Compagnia del chiesa di Santa Croce a Greve

37 38 santissimo Sacramento e di sant’An- 39. manifattura toscana na della chiesa di Convertoie, i cui Libro dei Capitoli della Compagnia originali risalgono al 1792. Sulla co- di Santa Maria a Cintoia perta è inserito un medaglione ova- velluto, ottone argentato, le con cornice entro il quale è un’in- sbalzato e inciso;

sala delle oreficerie 63 cm 32x23 (inv. 77) 42. bottega toscana, secolo xviii iscrizioni: al centro sul recto Navicella nel cartiglio «S. Maria a Cintola» fine del secolo xviii chiesa di Santa Maria a Cintoia argento sbalzato, cesellato; cm 9x15,2 (inv. 38) Livello inferiore chiesa di Santa Croce a Greve 40. manifattura toscana, secolo xvi 43. bottega toscana, secolo xvii Secchiello per l’acqua benedetta Secchiello per l’acqua benedetta prima metà del secolo xvi seconda metà del secolo xvii bronzo; cm 9x6,5 (inv. 58) ottone; cm 15,5x9,8 (inv. 37) chiesa di San Gaudenzio a Torsoli chiesa di Santa Croce a Greve

40 43 41. bottega toscana, Livello medio secolo xvii 44. bottega toscana, secolo xvii Aspersorio Reliquiario di San Cassiano secolo xvii prima metà del secolo xvii ottone; cm 24,5 (inv. 59) bronzo a fusione; rame cesellato chiesa di San Gaudenzio e dorato; cm 35x9 (inv. 65) a Torsoli badia di San Cassiano a Montescalari museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 64 44 45 45. manifattura toscana, secolo xvii Reliquiario del legno della santa Croce metà del secolo xvii legno intagliato e dorato; cm 59x24 (inv. 79) chiesa di Santa Croce a Greve

46. manifattura toscana, secolo xvii Reliquiario di santa Cristina prima metà del secolo xvii legno intagliato e dorato; cm 38x11,6 (inv. 78) chiesa di San Martino a Uzzano La tipologia di reliquiario a tempiet- to, di cui il museo conserva tre begli 46

sala delle oreficerie 65 esemplari (oltre a questo, vedi n. 44 e 45), è assai diffusa in Toscana tra la fine del Cinquecento e la prima metà del secolo successivo: vi si riscontra- no motivi decorativi desunti dall’ar- chitettura tardo manieristica. Carat- teristica è la cupoletta a embrici.

Livello superiore 47. manifattura toscana, secoli xvii-xviii Due reliquiari fine del secolo xvii-inizi del secolo xviii 48 legno intagliato e dorato; 49. bottega milanese, secolo xvii cm 19x10,7 (inv. 80) Navicella chiesa di San Martino a Uzzano 1611 ottone sbalzato, cesellato Terzo settore e argentato; cm 19x7,5 (inv. 64) Livello inferiore badia di San Cassiano 48. manifattura toscana, a Montescalari secolo xv Turibolo secolo xv ottone argentato; cm 18x6 (inv. 36) provenienza: chiesa di Stefano a Collegalli, poi Santo Stefano a Lucolena La forma del turibolo è comune agli esemplari (non rari) del secolo xv diffusi in Toscana: si noti il braciere a coppa sul quale appoggia la parte superiore a forma di piramide sfac- cettata con i fori per il passaggio dei fumi di incenso. 49 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 66 50. bottega toscana, secolo xv-xvi Navicella secolo xv-xvi ottone; cm 6x18 (inv. 57) chiesa di San Gaudenzio a Torsoli

50 51 Livello superiore 52. bottega toscana, secolo xviii 51. bottega milanese, secolo xvii Ostensorio Turibolo di san Giovanni Gualberto prima metà del secolo xviii; 1611 ottone argentato e dorato (piede); ottone sbalzato, cesellato argento sbalzato, cesellato e e argentato; cm 30x14 (inv. 63) parzialmente dorato (raggiera); badia di San Cassiano a Montescalari cm 46x23 (inv. 43) Il turibolo, dalla complessa decora- chiesa di San Martino a Uzzano zione eseguita senza troppa accura- tezza, è abbinato alla navicella (n. 49) 53. bottega all’insegna che presenta lo stesso partito deco- del gallo (Firenze), secolo xviii rativo di gusto tardo manieristico. Calice I due oggetti sono forse da identifi- secondo quarto del secolo xviii care con quelli commissionati a Mi- argento sbalzato; lano nel 1611 per la badia vallombro- cm 23x11,5 (inv. 55) sana di Montescalari, nel periodo in iscrizioni: sotto il piede «539» cui l’abate Marco Lavacchi da Pela- punzoni: sull’orlo del piede, go (probabile committente) vi face- leone passante in campo circolare, va eseguire lavori di abbellimento, a torre in campo circolare, seguito della ristrutturazione del mo- gallo in campo ovale nastero progettata da Alfonso Parigi. chiesa di San Cresci a Montefioralle

sala delle oreficerie 67 54. bottega toscana, secolo xviii seconda metà del secolo xviii Pisside bronzo argentato (piede); secolo xviii argento sbalzato rame dorato, sbalzato e fuso; e cesellato (raggiera); cm 20,5x13 (inv. 60) cm 44x23 (inv. 56) chiesa di San Gaudenzio a Torsoli chiesa di San Cresci a Montefioralle 55. bottega fiorentina, secolo xvii Calice 1618 ottone a fusione, cesellato, inciso, Quarto settore argentato e dorato; cm 21,7x10,5 Livello inferiore (inv. 42) iscrizioni: sotto il piede «m.d.c.xviii» 57. manifattura toscana, punzoni: sull’orlo del piede, leone secolo xviii passante in campo circolare, torre in Due reliquiari a ostensorio campo circolare, gallo in campo ovale prima metà del secolo xviii chiesa di San Martino a Uzzano legno intagliato e dorato; cm 33x15 (inv. 81) 56. bottega toscana, secolo xviii chiesa di San Martino Ostensorio a Uzzano

56 57 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 68 58. manifattura di gerusalemme, cesellato e dorato; cm 24x12,3 secolo xviii (inv. 54) Croce chiesa di San Cresci a Montefioralle secolo xviii legno incrostato in madreperla e avorio; cm 32x13 (inv. 27) chiesa di San Gaudenzio a Torsoli La croce appartiene all’Ordine fran- cescano e ricorda, nell’uso di mate- riali tipici come la madreperla e l’a- vorio, la produzione di oggetti de- vozionali diffusa in Terrasanta, a Ge- rusalemme, dove l’ordine francesca- no era designato custode del Santo Sepolcro.

Livello superiore 59. bottega fiorentina, 60 secolo xix 61. bottega fiorentina, Calice secolo xvii 1818-1832 Calice argento sbalzato, cesellato e prima metà del secolo xvii dorato; cm 22,5x12 (inv. 44) bronzo dorato (piede); argento iscrizioni: sotto il piede «1609» sbalzato, cesellato e dorato; punzoni: sull’orlo del piede, cm 25,5x12,5 (inv. 53) «g» entro losanga; iscrizioni: sotto il piede «Santi parzialmente leggibile Filippo et Jacopo di Colognole» con il numero «2» chiesa di San Cresci a Montefioralle chiesa di San Martino a Uzzano Il calice è un bell’esemplare dell’e- poca per forma elegante e fitta deco- 60. bottega fiorentina, razione. Un’iscrizione sotto il piede secolo xvii ricorda la sua appartenenza origina- Calice le alla chiesa dei Santi Filippo e Ja- seconda metà del secolo xvii copo a Colognole, oratorio dipen- argento sbalzato, dente da San Cresci a Montefioralle.

sala delle oreficerie 69 62. bottega all’insegna punzoni presenti sull’orlo del piede, del gallo (Firenze), secolo xviii uno è identificabile col marchio rila- Ostensorio sciato dall’Arte della Seta della città 1730-1740 di Firenze dal 1695 al 1761 per il tito- argento sbalzato, cesellato lo legale dell’argenti, l’altro sembra e dorato; cm 56x16,5 (inv. 49) rimandare alla bottega fiorentina al- punzoni: sull’orlo esterno del l’insegna del Gallo, una delle più at- piede, leone passante in campo tive del periodo, che faceva capo al- circolare, punzone illeggibile, l’argentiere Antonio Mazzi (morto gallo in campo ovale nel 1747) e poi ad Angiolo Maria Ali- chiesa di San Silvestro a Convertoie si. Lo stesso punzone è riscontrabile La decorazione lussureggiante, tipi- nel bel calice (n. 33) che, eseguito nel- ca del tardo barocco, risulta ancora la bottega all’insegna della Torre, fu in voga, come in questo caso, nei pri- “saggiato” appunto dal Mazzi tra il mi decenni del Settecento. Dei tre 1737 e il 1740.

63. bottega fiorentina, secolo xvii Pisside prima metà del secolo xvii bronzo argentato (piede), rame argentato (coppa), bronzo dorato (croce); cm 22x7,3 (inv. 52) iscrizioni: sotto il piede «Della pieve di San Cresci» chiesa di San Cresci a Montefioralle

64. bottega toscana, secolo xix Calice 1895 lega di rame, argentata e dorata; cm 27x12,3 (inv. 40) iscrizione: sotto il piede «Per grazia ricevuta 18 maggio 1895» chiesa di Santa Croce a Greve

62 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 70 Quinto settore 67. bottega fiorentina, secolo xvii Livello medio Calice 65. bottega toscana, secolo xvii 1601-1613 ca. Calice argento sbalzato prima metà del secolo xvii e cesellato; rame sbalzato, cesellato e dorato; cm 22,5x10,3 (inv. 75) cm 25x11,5 (inv. 48) chiesa di San Martino chiesa di San Silvestro a Convertoie a Sezzate

65 67 66. bottega fiorentina 68. bottega fiorentina, secolo xviii secolo xviii Calice Calice vii-viii decennio del secolo xviii 1781-1808 argento sbalzato; cm 24,5x12 (inv. 74) argento sbalzato; cm 24,5x12 (inv. 76) iscrizioni: sul piede «f.p.» iscrizioni: sul piede «p.p.» punzoni: sul gradino del piede, punzoni: sull’orlo del piede e nel «g.m.» all’insegna della stella in sottocoppa, leone seduto su «f» in campo rettangolare campo ovale chiesa di San Donato a Mugnana chiesa di San Martino a Sezzate

sala delle oreficerie 71 Livello superiore degli Embriachi aveva conquistato 69. bottega degli embriachi, anche la Francia, detentrice fino ad secolo xiv allora del monopolio per la lavora- Pace zione dell’avorio, grazie anche a una fine del secolo xiv; avorio produzione di tipo seriale che poteva intagliato, dipinto e dorato; legno far fronte con diversi specialisti e in- intarsiato; cm 11,8x16,3 (inv. 20) tagliatori alle richieste di un ampio chiesa di San Martino a Uzzano mercato. La bottega degli Embriachi, fondata Le caratteristiche tecniche e stilistiche a Firenze intorno al 1370-1380 dall’a- di questa pregevole Pace ne suggeri- bile mercante fiorentino (ma di ori- scono l’appartenenza del periodo fio- gini nobili) Baldassarre degli Ubria- rentino degli Embriachi, collocando- chi o Embriachi, era specializzata in ne l’esecuzione alla fine del Trecento. manufatti di avorio e osso. Per qual- La Pace è purtroppo mutila: ai lati che tempo fu diretta anche dallo scul- della Croce (rubata qualche anno fa) tore fiorentino Giovanni di Jacopo e stanno tradizionalmente la Vergine e dopo la morte del fondatore la sua at- san Giovanni, stretti e ripiegati non tività continuò a Venezia fin verso il solo dallo spazio esiguo ricavato per 1430. Le commissioni di opere di pic- loro nell’avorio ma dal loro stesso do- colo formato, nelle quali risaltava al lore che li rende monumenti tragici meglio la preziosità della materia e l’a- sui basamenti decorati con lettere bilità degli intagliatori, venivano tan- d’oro. Anche le aureole un tempo era- to da parte ecclesiastica che profana, no dorate. Dietro di loro si sviluppa ma la bottega si cimentò anche in in verticale uno sfondo roccioso sul opere monumentali, come i dossali quale sono dipinte piccole foglie sti- d’altare per la certosa di Pavia (unica lizzate in rosso e nero. La cornice ha opera databile, eseguita tra il 1396 e il bordi in avorio ma il motivo centra- 1400), per la priorale di Poissy e per le a corda è di legno intarsiato. l’abbazia di Cluny. I contatti del fon- datore erano del resto di altissimo li- Sesto settore vello, sia con l’aristocrazia italiana, Vetrina bassa esagonale spagnola, inglese e francese, sia con i rappresentanti di spicco del rinnova- 70. manifattura toscana, mento umanistico fiorentino, come secolo xviii Coluccio Salutati. Alla fine del seco- Libro dei Capitoli lo xiv si può dire che la produzione fine del secolo xviii museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 72 69

sala delle oreficerie 73 velluto; lega argentata e sbalzata; cm 25x19,7 (inv. 47) cm 24x16,5 (inv. 73) iscrizioni: intorno al cavetto sotto chiesa di San Michele a Dudda la tesa «Eletta de’ Conti Capponi nata Giugni Canigiani donò alla chiesa di S. Martino a Uzzano» punzoni: sotto il bordo, marchio dell’argentiere illeggibile. In prossimità dell’iscrizione leone sedente su «f» in campo ovale chiesa di San Martino a Uzzano

Livello inferiore 73. bottega toscana, secolo xvii Due candelieri secolo xvii bronzo fuso e tornito; cm 18 (inv. 67) chiesa di San Michele a Dudda

74. manifattura toscana, 70 secolo xviii 71. manifattura di doccia, Due reliquiari a ostensorio secolo xix fine del secolo xviii Vasetto e piatto legno intagliato e dorato; 1865 porcellana; cm 47x10,5 (inv. 87) cm 14 (vasetto); chiesa di San Martino a Uzzano cm 12,5 (piatto) (inv. 28) iscrizioni: sotto il piede del 75. bottega toscana, secolo xvii vasetto: «26 Ginori 1865» Candeliere chiesa di San Gaudenzio a Torsoli 1673 bronzo fuso e tornito; cm 20,5 72. bottega fiorentina, secolo xix (inv. 66) Vassoio iscrizioni: sul nodo del fusto 1858-1872 «Lim.(osi)ne» argento sbalzato e inciso; chiesa di San Michele a Dudda museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 74 78. manifattura toscana, secolo xviii Reliquiario a ostensorio seconda metà del secolo xviii legno intagliato e dorato; cm 36x19 (inv. 85) chiesa di San Martino a Uzzano

Livello superiore 79. manifattura toscana, secolo xviii Reliquiario a ostensorio seconda metà del secolo xviii legno intagliato, dorato e laccato; cm 23x11 (inv. 84) chiesa di San Martino a Uzzano

75 76. bottega toscana, secolo xvii Candeliere secolo xvii bronzo fuso e tornito; cm 19 (inv. 69) chiesa di San Michele a Dudda

Livello medio 77. manifattura toscana, secolo xviii Due reliquiari a ostensorio fine del secolo xviii legno intagliato e dorato; cm 45,8x17 (inv. 86) chiesa di San Martino a Uzzano 79

sala delle oreficerie 75 Settimo settore 80. bottega toscana, secolo xvii Candeliere secolo xvii bronzo fuso e tornito; cm 24 (inv. 68) chiesa di San Michele a Dudda

81. manifattura toscana, secolo xvii Madonna col Bambino seconda metà del secolo xvii legno intagliato e dipinto; cm 54x19 (inv. 18) chiesa di San Silvestro a Convertoie La statuetta, in parte mutila, è in realtà un reliquiario come rivela l’a- pertura sagomata in basso per la mostra delle reliquie. È un prodotto artigianale di buon livello che, come altri diffusi nel contado fiorentino tra la fine del Cinque e il Settecen- to, si rifà a un prototipo tardo ma- nieristico aggiornato sulle novità formali del barocco. 81

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 76 Corridoio Uscendo dalla saletta delle oreficerie si gira a destra per- correndo un piccolo corridoio che a sinistra presenta un suggestivo affaccio sull’oratorio sottostante. Sulla parete destra invece, oltre a pannelli illustrativi del pa- trimonio artistico sul territorio di Greve, è esposto un dipinto di cui si forniscono qui di seguito i dati. Si pas- sa quindi alla sala dedicata a dipinti che sono quelli di epoca più tarda conservati nel museo.

82. Attribuito a giuseppe moriani (Firenze, documentato dal 1709 al 1739) Guarigione del cieco nato secondo decennio del secolo xviii olio su tela; cm 116,5x87,5 (inv. 12) chiesa di Santa Maria a Cintoia

Sala dei dipinti Le opere qui esposte offrono una buona campionatu- ra di pittura toscana del Seicento, con riferimenti ai nomi ben noti agli specialisti di Sigismondo Coccapa- ni, Jacopo Vignali, Francesco Curradi; non mancano però due buoni dipinti di scuola emiliana e (forse) na- poletana della stessa epoca. Davvero importante è poi la tela del secolo xix raffigurante Santa Rosa, attribui- ta a Michele Gordigiani, che presenta una cornice do- rata assai ricca di intagli. Molti di questi dipinti pro- vengono ovviamente da chiese del territorio grevigia- no, ma un piccolo gruppo costituisce un lascito pro- veniente dall’ex ospedale legato al nome della nobil- donna Rosa Libri Del Rosso, che con generosità ne pa- trocinò la costruzione negli anni Ottanta del secolo xix, poi passato in proprietà del Comune.

77 Nella visita alla sala si proceda cuni quadri dell’artista donatigli da da destra un nobile portoghese. Il Curradi fu pittore assai prolifico, specializzato 83. francesco curradi in soggetti devozionali che tradusse (Firenze 1570-1661) da una giovanile fedeltà al manieri- La Vergine Assunta e i santi Lucia smo in forme e colori più tipica- e Antonio da Padova mente seicenteschi: impasti morbi- 1640 ca. di, luminosità di tinte e atmosfere olio su tela; cm 179x110 (inv. 8) ariose si riscontrano anche in que- chiesa di Santa Lucia a Barbiano st’opera che possiamo per questi ca- I santi ai lati dell’Assunta sono rico- ratteri, afferenti alla maturità del noscibili dagli attributi iconografici pittore, datare intorno al 1640. tradizionalmente loro assegnati: Lu- cia (titolare della chiesa di prove- nienza) ha la palma del martirio e il piattino su cui mostra gli occhi, An- tonio sorregge il libro su cui siede il Bambino e ha ai piedi il giglio. In basso a sinistra è lo stemma della fa- miglia Anichini, patrona della chie- sa di Barbiano nei secoli xvii e xviii, 83, particolare ma presente anche nelle chiese di San Leone a Melazzano e di San Martino a Sezzate. All’epoca in cui possiamo approssi- mativamente datare il dipinto, il parroco di Santa Lucia era Olinto Anichini, che dovette commissiona- re l’opera al Curradi, il quale si fir- ma al centro sotto la tonaca di Sant’Antonio «Il cav.re Curradi p.f.». Era infatti cavaliere dell’Ordi- ne di Cristo, titolo conferitogli pro- babilmente nel 1633 da Urbano viii su proposta del re del Portogallo, ri- masto particolarmente colpito da al- 83, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 78 83 sala dei dipinti 79 84. Ambito di jacopo vignali, forse giovanni montini (documentato dal 1600 al 1650 ca.) Vergine Assunta quinto decennio del secolo xvii olio su tela; cm 162x176 (inv. 7) chiesa di Santa Maria a Canonica, poi San Gaudenzio a Torsoli Il dipinto appartiene alla medesima temperie culturale del precedente: entrambi sono infatti buoni esem- pi di pittura fiorentina devozionale della prima metà del Seicento: Vi- gnali (al quale l’opera era stata at- tribuita da Mannini) era stato del resto influenzato dallo stesso Cur- 84, particolare radi. Ma un’attribuzione più recen- te (Proto Pisani, su segnalazione di Cantelli, 2002) vedrebbe piuttosto incluso il dipinto nella produzione del Montini, allievo scarsamente documentato di Vignali. Sappiamo che dipinse per il cardinale Carlo de’ Medici e che si cimentò anche in soggetti ariosteschi dei quali uno

(replica di Guido Reni) in collezio- 84, particolare ne Corsini a Firenze. Vicini a que- sta tela appaiono le Storie di Tobia per l’oratorio della Misericordia di Firenze (1632-1633) e soprattutto il dipinto della badia fiesolana raffi- gurante l’Immagine di san Domeni- co portata a Soriano. Quest’ultimo, firmato e datato «164…», offre un punto fermo di paragone per l’ope- ra di Greve. 84, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 80 84

sala dei dipinti 81 85. pittore emiliano, secolo xvii mina il santo rivolto verso l’alto può San Pietro in carcere essere riferita all’apparizione del- olio su tela; cm 144 x135 (inv. 9) l’angelo che giunge a liberarlo. Sul- ex ospedale Rosa Libri, l’area di produzione del dipinto è poi sala comunale di Greve stata illuminante una scritta antica L’ambiente del carcere in cui San sul retro con il nome di Lanfranco Pietro è rinchiuso è suggerito dal che conferma una sua collocazione soffitto a volta con mura a bozze di in area emiliana, ribadita da eviden- pietra. La luce improvvisa che illu- ti rimandi a santi eseguiti dai Car-

85 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 82 racci e dallo stesso Lanfranco, con soluzioni luministiche che rimanda- no anche al Guercino. Il dipinto fa parte del lascito di Ro- sa Libri, che dall’ospedale è passato di proprietà comunale: si giustifica con questa provenienza eccentrica la presenza del suggestivo dipinto di area non toscana.

85, particolare 85, particolare

sala dei dipinti 83 86. francesco boldrini a destra san Sebastiano (dietro san- (attivo in Toscana nella prima ta Caterina) e al disotto, a coprire in metà del secolo xvii) parte un’altra figura forse vestita da Madonna del Rosario e santi prelato, santa Lucia col piattino de- 1615 gli occhi. olio su tela; cm 230x174 (inv. 4) Del Boldrini si sa ben poco: due al- chiesa di San Cresci a tri suoi dipinti si trovano a Castelfio- Montefioralle rentino e, come questo di Greve che La tela, di dimensioni originali assai sembra di poco anteriore, rivelano più ampie, è stata pesantemente ri- l’appartenenza dell’autore alla cultu- maneggiata in passato e risulta oggi ra tardomanieristica fiorentina (con decurtata ai lati, mentre il fram- influenze del Naldini), rinnovata an- mento che, oltre alle figure degli an- che sulla scorta dei dettami contro- giolini, mostra la firma e la data del- riformistici con l’apporto di pittori l’autore è stato tagliato ed è ora espo- più aggiornati, come il Curradi. sto a lato. L’apertura centinata al centro doveva essere occupata sul- l’altare da una Madonna col Bambi- no del Quattrocento in terracotta, come risulta da vecchie schede d’ar- chivio. L’uso di inglobare piccole, antiche e venerate immagini in fa- stose tele aggiornate sul gusto dei se- coli successivi è alquanto diffuso nelle chiese del contado fiorentino a partire dal tardo Cinquecento. La tela raffigura al centro la Vergine che porge il rosario a san Domeni- co: il Bambino a sua volta lo porge a santa Caterina da Siena. Gli altri santi distribuiti ai lati sono: a sini- stra in alto san Giovanni Battista con accanto un altro santo, di cui ri- mane solo un braccio con la spada, e al disotto santa Marta con l’asper- sorio con il quale sconfisse il drago; 86, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 84 86

sala dei dipinti 85 87. pittore italiano, nunziata dell’Antella, il pittore Mi- metà del secolo xvii chele Gordigiani risulta avere contri- San Pietro buito alla costituzione dell’ospedale olio su tela; cm 98x72,5 (inv. 10) «con l’offerta di un quadro da collo- ex ospedale Rosa Libri, carsi nell’oratorio»: si tratta verisimil- poi sala comunale di Greve mente del dipinto in esame, che nel Anche questo, come altri dipinti del soggetto voleva forse anche essere un lascito Rosa Libri, mostra evidente omaggio alla munifica benefattrice. l’appartenenza a un’area non tosca- Lo confermano evidenti affinità con na, che Proto Pisani (2002) suggeri- altre opere dell’artista che, assai ap- sce indicativamente, sulla scorta di prezzato nella Firenze della seconda assonanza visibili con santi dipinti metà del secolo xix, divenne il ritrat- da Jusepe Ribera, potersi forse indi- tista ufficiale dell’aristocrazia cittadi- viduare in Napoli. na, attività nella quale trovava impie- go perfetto la sua grande abilità tec- 88. michele gordigiani nica e il suo tratto raffinato. Si veda (Firenze 1835-1909) anche in questo dipinto il gusto sa- Santa Rosa piente con cui è stata realizzata la na- 1880 tura morta composta dal libro e dal olio su tela; cm 97x83, con cornice vaso di fiori a sinistra. L’opera costi- 192x137,5 (inv. 14) tuisce una preziosa aggiunta al cata- ex ospedale Rosa Libri, logo dell’artista nel quale rari appaio- poi sala comunale di Greve no i soggetti religiosi. La santa, estaticamente assorta in pre- ghiera davanti al Crocifisso, può es- sere identificata con santa Rosa, co- me scritto sul fastigio della cornice e come suggeriscono l’abito domenica- no, la presenza delle rose e la prove- nienza dall’ospedale Rosa Libri, fatto costruire appunto dalla nobildonna Rosa Libri Del Rosso. Da documen- ti d’epoca relativi all’ospedale (siamo nel 1880) e ora conservati presso l’Ar- chivio dell’Azienda sanitaria del Pre- sidio Ospedaliero Santa Maria An- 88, particolare museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 86 88

sala dei dipinti 87 89. sigismondo coccapani stra compare una giovane donna. La (Firenze 1583-1643) presenza degli elementi su descritti Apparizione di Cristo a un santo con il letto matrimoniale in eviden- (sant’Alessio ?) za fa pensare che possa trattarsi di 1620 ca. sant’Alessio, vissuto a Edessa nel se- olio su tela; cm 225x155, colo v, intorno al quale si è svilup- cm 253x184 con cornice (inv. 6) pata una delle leggende più diffuse ex ospedale Rosa Libri, dell’agiografia cristiana. Figlio unico poi sala comunale di Greve di due ricchi genitori, Alessio si spo- La grande tela, modificata in passa- sò, ma la sera stessa delle nozze con- to come la bella cornice coeva che vinse la giovane moglie a vivere in ca- pure è stata riadattata, raffigura un stità e partì per Roma. Al suo ritor- soggetto di incerta identificazione: il no a casa dopo diciassette anni non Cristo in gloria sostenuto e circon- fu riconosciuto e visse fino alla mor- dato da angeli appare a un giovane te come un povero mendicante. dietro al quale è visibile un grande L’attribuzione dell’opera non è a sua letto matrimoniale, all’estrema sini- volta priva di incertezze: di recente

89 museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 88 Cantelli (come riferisce Proto Pisa- ni, 2002) ha suggerito di inserirlo per motivi stilistici nel catalogo di Sigismondo Coccapani, del quale presenta alcune caratteristiche ri- scontrabili in altre opere. Va segna- lata comunque una certa disomoge- neità nella tenuta del dipinto, che accosta brani di grande qualità a det- tagli poco curati. 89, particolare

Bibliografia P. Roselli, Ospizio di San Francesco. Ri- cerca storica sulle origini dell’Ospizio di C. Baldini-I. Baldini, Pievi, parrocchie San Francesco, dattiloscritto presso il e castelli di Greve in Chianti, Vicenza Comune di Greve, 1992. 1977. P. Torriti, Le chiese del Chianti, Firen- C. D’Afflitto, Schedatura ministeria- ze 1992. le oa della chiesa di San Silvestro a D. Liscia Bemporad, Argenti fiorenti- Convertoie, presso Ufficio catalogo ni, 3 voll., Firenze 1992-1993. della Soprintendenza, 1977. R. Caterina Proto Pisani, Il patrimo- M.P. Mannini, Schedatura ministeria- nio storico artistico nelle chiese della val- le oa della chiesa di San Martino a le del Cintoia, in La Valle di Cintola. Sto- Sezzate, presso Ufficio catalogo della ria-Arte-Archeologia, Poggibonsi 1997. Soprintendenza, 1977. C. Cinelli, Schedatura ministeriale oa M.P. Mannini, Schedatura ministeria- della chiesa di Santa Croce a Greve, le oa delle chiese di Santo Seafano e presso Ufficio Catalogo della Soprin- San Cresci a Montefioralle, San Gau- tendenza, 1997. denzio a Torsoli, San Michele a Dud- I Della Robbia e l’Arte nuova della Scul- da, Santa Maria a Cintora, San Cas- tura invetriata, catalogo della mostra siano a Montescalari, Santo Stefano a a cura di G. Gentilini (), Fi- Collegalle, presso Ufficio Catalogo renze 1998. della Soprintendenza, 1977. R. Caterina Proto Pisani (a cura di), L. Ragusi, Schedatura ministeriale oa Il Museo d’Arte Sacra a Greve in delle chiese di Santa Maria a Vicchio- Chianti, Firenze 2002 (con bibliogra- maggio, San Martino a Uzzano, pres- fia precedente). so Ufficio catalogo della Soprinten- C. Caneva-R. Passalacqua, Un bel re- denza, 1977. cupero, una diversa ipotesi di attribuzio- A. Falassi (a cura di), I santi del Chian- ne, in Il Compianto restaurato. Un’im- ti, Radda in Chianti-Firenze 1985. portante terracotta policroma del Museo G. Gentilini, I Della Robbia. Scultura di San Francesco a Greve in Chianti, invetriata nel Rinascimento, 2 voll., Fi- 2003 (depliant pubblicato in occasione renze 1992. della presentazione del restauro).

sala dei dipinti 89

Itinerari Valdarno Da Firenze al Museo d’arte sacra di Greve

Renato l Bandino, antica borgatella ormai inglobata dal- Stopani A la periferia fiorentina, in una vecchia casa fa an- cora mostra di sé una lapide settecentesca la cui iscri- zione recita «Per Greve al Chianti». Un tempo inizia- va di lì la via Chiantigiana, la principale arteria di pe- netrazione nella classica regione viticola della Toscana, che risaliva il corso del fiume Greve sino a Panzano, posto alla sommità di uno dei poggi che fanno da spar- tiacque tra le valle della Pesa e della Greve. Il primo tratto della strada si svolge tra le colline che «formano ghirlanda alla bella Firenze», per un am- biente che conserva ancora in buona misura i caratte- ri tipici del tradizionale paesaggio della campagna fio- rentina, con i campi intensamente e promiscuamente coltivati a viti e olivi, punteggiati di cipressi e di co- struzioni esprimenti la migliore tradizione architetto- nica toscana e percorsi da strette vie incassate tra mu- ri, non di rado decorati da rustici graffiti. Inoltrandosi nella val di Greve il paesaggio va sempre più mostrando gli estesi vigneti che ogni dove hanno sostituito le coltivazioni promiscue tipiche dell’orga- nizzazione agraria espressa dal sistema poderale. Or- mai soltanto le case coloniche isolate con la loro pre- senza stanno a ricordare il paesaggio della mezzadria, che sino agli anni Cinquanta dominava incontrastato in tutta la regione chiantigiana. A Strada in Chianti appaiono le estreme propaggini della dorsale dei monti del Chianti, che si aprono a

93 ospitare il solco vallivo del torrente Sezzate: è la cosid- detta valle di Cintoia, che si insinua tra le groppe sel- vose dei monti. La strada che la risale sino alle sorgen- ti del corso d’acqua che dà nome alla vallata costitui- sce un itinerario alternativo di grande interesse stori- co e artistico, oltre che naturalistico. Avvicinandosi a Greve, e poi sulle pendici del colle di Panzano, il paesaggio agrario è ancor più dominato dalla presenza dei vigneti, conseguenza della riconver- sione agricola degli ultimi decenni. Qua e là rimane qualche relitto delle antiche sistemazioni idraulico- agrarie (i terrazzamenti collinari, un tempo diffusissi- mi) e, nel fondo valle, sopravvivono alcune superstiti “alberate” di viti maritate ad aceri campestri.

L’itinerario

Dalla Badia di Ripoli, dove ha oggi propriamente ini- zio la strada statale n. 222 che ha conservato la deno- minazione di Chiantigiana, si affronta una lieve salita che prende nome dalla villa di Diacceto (fig. 1), una

Fig. 1. Villa di Diacceto museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 94 vetusta costruzione signorile merlata, conformata a corte, ben visibile dalla strada. Si digrada quindi dol- cemente verso l’abitato di Ponte a Ema, che si disten- de sulla destra del torrente, nello stretto fondovalle contornato da ridenti colline punteggiate di ville. Si lascia a sinistra un breve tracciato che conduce al- l’oratorio di Santa Caterina dell’Antella (fig. 2), una chiesa trecentesca a un’unica navata con scarsella ter- minale, coperta con volte ogivali, le cui pareti sono co- perte da un ciclo di pregevoli affreschi di Spinello Are- tino raffiguranti la Vita di santa Caterina d’Alessandria e sulle volte Gli evangelisti. Altri affreschi trecenteschi, sempre con Storie di santa Caterina e figure di santi, so- no poi nella scarsella. Al termine dell’abitato di Ponte a Ema s’incontra la chiesa, già monastero cluniacense, di San Pietro a Ema, completamente rinnovata alla fine dell’Otto- cento. Nell’interno si conserva una Madonna col Bam- bino di scuola del Ghirlandaio, una Santissima An- nunziata attribuita al Bronzino e un tabernacolo per gli Olea Sanctorum della scuola dei da Maiano. Sempre sulla sinistra un’altra diversione porta all’abi-

Fig. 2. Oratorio di Santa Caterina dell’Antella

da firenze al museo d’arte sacra di greve 95 tato dell’Antella, il cui nucleo più antico accoglie la ro- manica pieve di Santa Maria. A un’unica navata co- perta con capriate lignee, la chiesa fu ripristinata con alcune integrazioni in stile nei primi anni del Nove- cento. Nei muri ai lati del grande arco che dà nel pre- sbiterio sono alcune tarsie marmoree e un duecente- sco bassorilievo, scolpito entro una cornice a com- messo, raffigurante un drago. Un’alta torre campana- ria sorge a fianco della pieve: ha conservato sostanzial- mente integri i caratteri originari, eccettuata la parte sommitale rialzata alla fine dell’Ottocento. Nell’inter- no, oltre a una serie di dipinti cinque e seicenteschi di scuola fiorentina, che sono negli altari laterali, si con- serva una cinquecentesca Madonna col Bambino di bot- tega robbiana e un tabernacolo affrescato (Madonna col Bambino) di Paolo Schiavo. La strada, attraversata l’Ema, raggiunge Grassina, gros- so abitato di aspetto moderno, sorto al punto di convergenza di più strade che risalgono le colline all’intorno, dove è tut- to un succedersi di ville signo- rili che fungevano al contem- po da fattorie: dalla villa Il Ri- poso, che conserva opere del Giambologna, all’elegante vil- la Malenchini; dalla villa di Mondeggi, circondata da un folto parco, alla villa di Lap- peggi, che fu dimora dei cardi- nali di Casa Medici. Una diversione, sulla sinistra, risalendo il corso dell’Ema por- ta a San Polo di Robbiana, tran- sitando per il piccolo borgo de Fig. 3. Castello di Quarate museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 96 La Capannuccia e permettendo di arrivare al castello di Quara- te (fig. 3), del quale rimane una torre scapezzata alla sommità della quale è una pianta d’olivo, al Palagio dei Quaratesi, una ca- sa padronale del xiv secolo, e a una serie di chiesette che hanno spesso conservato l’impianto delle primitive costruzioni ro- maniche (Sant’Andrea a Mor- giano, San Donato a Campi- gnalla, San Bartolomeo a Qua- rate, Santo Stefano di Tizzano) e che non di rado accolgono al loro interno opere d’arte di no- tevole rilievo. Ad esempio, un trecentesco trittico della Vergine Fig. 4. Pieve di San Mi- col Bambino e santi e una Cro- niato di Robbiana cifissione cinquecentesca (San- t’Andrea a Morgiano); una predella attribuita a Paolo Uccello, e una croce astile in rame del xiv secolo (San Bartolomeo a Quarate); due piccole tavole attribuite tra- dizionalmente al Cigoli (Santo Stefano a Tizzano). La strada raggiunge San Polo di Robbiana, borgata che si distende nello stretto fondo valle, per continuare poi il suo percorso in direzione del Valdarno. Nelle colli- ne che sovrastano l’abitato, oltre alla parrocchiale, de- dicata a San Paolo, sorge l’antica pieve di San Minia- to di Robbiana (fig. 4). Quest’ultimo edificio conser- va nella zona absidale le strutture della primitiva co- struzione romanica e la lapide che ricorda la consacra- zione della stessa, avvenuta nel 1077. Superata Grassina, la Chiantigiana prende a salire con serpentine; al termine della salita, dove la strada assu-

da firenze al museo d’arte sacra di greve 97 me un andamento pianeggian- te, trova la chiesa di San Mar- tino a Strada, ricostruita in sti- le dopo la sua rovina in conse- guenza del terremoto del 1895. Nell’interno si conserva una ta- vola del Verrocchio raffiguran- te la Madonna in trono e santi, una Madonna del Rosario di Lo- renzo Lippi e un residuo di af- fresco trecentesco rappresen- tante un Angelo annunziante. Dopo aver incontrato, in suc- cessione, due belle case coloni- che d’impianto seicentesco, la strada transita dinanzi a quello che un tempo costituiva il re- tro della Villa de L’Ugolino Fig. 5. Villa de L’Ugolino (fig. 5), costruzione attribuita a Gherado Silvani. In prossimità della villa si estendono gli ondulati campi da golf dell’Ugolino, dominati dal- la Casa del Golf, edificio degli anni Trenta dell’archi- tetto Gherardo Bosio. Continuando con lievi ondulazioni sulla linea spar- tiacque tra val di Greve e val d’Ema, si giunge a Stra- da in Chianti, patria del poeta Zanobi, amico del Pe- trarca. L’abitato ha uno sviluppo assai allungato, che segue l’andamento della moderna via Chiantigiana. Sulla destra, lungo il primitivo tracciato della via, è il nucleo più antico di Strada, dove sorge la chiesa di San Cristoforo, una costruzione d’impianto romanico, al- la quale nel 1933 fu aggiunta una facciata con portico in stile neo-medievale. Nell’interno è un bel Crocifis- so ligneo di scuola fiorentina riferibile alla metà del xv secolo. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 98 Poco dopo l’inizio del percorso s’incontra la mole im- ponente del castello di Mugnana, da secoli trasforma- to in villa-fattoria. La poderosa torre del cassero emer- ge su tutto il complesso, caratterizzato da un bel para- mento murario a filaretti di alberese. Dirimpetto al ca- stello di Mugnana, dall’altro versante della valle, è il castello di Sezzate, che nell’andamento avvolgente del- le alte muraglie delle costruzioni che lo compongono ha conservato l’aspetto del medievale insediamento fortificato. La strada prosegue in un paesaggio che si fa sempre più silvestre, con boschi di conifere di recente impianto che si alternano a querceti governati a ceduo; incontra la settecentesca villa di Cintoia e lascia sulla sinistra il bivio che conduce al castello di Cintoia (fig. 6), che fu capoluogo della Lega con cui la repubblica fiorentina riunì i “popoli” della valle. Il castello si presenta oggi come un borgo dai caratteri medievali perfettamente

Fig. 6. Castello di Cintoia

da firenze al museo d’arte sacra di greve 99 conservati, con alcuni re- sti delle strutture fortifi- cate in un risalto che do- mina il piccolo abitato. La strada si immette nella provinciale per il Valdarno poco dopo l’abitato de La Panca, nella cui parroc- chiale è stato sistemato il grande tabernacolo euca- ristico con i Santi Pietro e Paolo, opera di Santi Bu- glioni, che si trovava nella vicina pieve di Cintoia. A La Panca una dirama- zione, sulla sinistra, risale Fig.7. Pieve di San Pietro a Cintoia il poggio di Montescalari, incontrando prima la pieve di San Pietro a Cintoia (fig. 7), quindi l’abbazia di Montescalari. Ricordata sin dall’viii secolo, la pieve di Cintoia è una costruzione romanica a un’unica grande navata conclusa da un’ab- side semicircolare. Rinnovato internamente nel Sette- cento, l’edificio manca della parte iniziale, rovinata a seguito del crollo della torre campanaria che determinò l’accorciamento della navata. Il complesso abbaziale di Montescalari (fig. 8), da an- ni in stato di abbandono, si trova quasi sul crinale dei poggi che dividono la val di Greve dal Valdarno. Si pre- senta con un grande quadrilatero di mura che rac- chiudono i vari corpi di fabbrica costituenti il com- plesso monastico, la maggior parte dei quali risale agli anni a cavallo tra xvi e xvii secolo. La chiesa, nono- stante i numerosi rimaneggiamenti, conserva quei ca- ratteri tardo-romanici che possedeva anche la torre campanaria, distrutta da eventi bellici. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 100 Si attraversa l’abitato de Il Chiocchio, le cui case si di- stribuiscono dai due lati della strada, e si sale quindi verso il Poggio di Collegalle, alla cui sommità è il ca- sale di Spedaluzzo, per discendere poi rapidamente ver- so il fondo valle della Greve dove si trova il piccolo abi- tato di Greti. Più strade si dipartono da Greti, consentendo di rag- giungere le ville-fattorie che sono nei dintorni, per lo più ubicate alla sommità delle basse colline che so- vrastano il corso della Greve. Un primo percorso por- ta al castello di Vicchiomaggio (già Vico de’ Lambar- di), che consta di un’alta torre duecentesca, ai piedi della quale è una bella costruzione cinquecentesca cir- condata da un piccolo giardino all’italiana con terra- pieno (poco fuori il castello è la chiesetta di Vicchio- maggio, d’impianto romanico, a un’unica navatella absidata).

Fig. 8. Particolare del complesso abbaziale di Montescalari

da firenze al museo d’arte sacra di greve 101 Fig. 9. Castello di Verrazzano Un’altra strada conduce al castello di Verrazzano (fig. 9), da cui trasse origine la famiglia del grande na- vigatore, Giovanni. Originariamente la località era se- de di una medievale “casa da padrone”, della quale ri- mane una torre merlata, cui poi si aggiunse (xvii se- colo) l’attuale villa-fattoria con il bel giardino all’ita- liana che la circonda. Appena superata la borgatella di Greti, un lungo via- le di cipressi, sulla sinistra, punta verso la villa di Cal-

Fig. 10. Villa di Uzzano museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 102 cinaia (fig. 10), di antica origine, ma più volte rima- neggiata; anch’essa è dotata di un vasto giardino, par- te romantico e parte all’italiana. Quindi, sulla destra, due strade in successione, portano entrambe al castello di Uzzano, famoso per aver dato nome alla famiglia fiorentina cui appartenne il celebre Niccolò. Del ca- stello si conserva parte del circuito murario a pianta presso a poco rettangolare, all’interno del quale è la monumentale villa-fattoria con il vasto giardino all’i- taliana che digrada sul versante della collina che guar- da la Greve. La via Chiantigiana prosegue con andamento pianeg- giante entrando nell’abitato di Greve in Chianti. In cor- rispondenza delle prime case, una deviazione sulla de- stra porta alla villa di Zano, proseguendo poi per la Fat- toria di Colognole, bell’esempio di duecentesca casa pa- dronale turrita. La stessa strada, poco prima di Zano, incontra la pieve di San Cresci (fig. 11), che dell’origi- naria costruzione romanica conserva il piccolo nartece che stava anteposto alla facciata, con un portale affian- cato da due finestre bifore. Una ulteriore deviazione permette di arrivare al castello di Montefioralle (già

Fig. 11. Pieve di San Cresci

da firenze al museo d’arte sacra di greve 103 Monteficalle) (fig. 12), il cui abitato è ancora interamente compreso entro le mura medievali. L’interno, con le sue strette strade dall’andamento av- volgente, è ricco di valori ambientali e conserva non poche costruzioni medievali tra cui, nella parte più ele- vata, un poderoso edificio turrito. Nella parrocchiale, rinnovata nel xviii secolo, si conserva una preziosa tavola duecentesca raffigurante la Madonna col Bambino e due angeli, oltre a numerose altre opere d’arte, tra cui una quattrocentesca Trinità e san- ti, attribuita al Maestro dell’Epifania di Fiesole, una tavola della fine del Fig. 12. Porta di ac- Trecento con Annunciazione e santi, cesso al castello di Montefioralle e un ciborio cinquecentesco. Greve è una grossa borgata che si estende soprattutto a sinistra del fiume omonimo, in una verde conca. Quello che nel Medioevo non era che un villaggio, do- vette il suo sviluppo all’aver esercitato la funzione di mercatale, formatosi nel punto in cui la strada di pe- netrazione al Chianti, proveniente da Firenze, s’in- contrava con una via di collegamento tra il Valdarno superiore e l’antica area del Mercatale val di Greve. La struttura urbana dell’abitato riflette le origini dell’in- sediamento, articolandosi attorno all’ampia piazza a forma di triangolo allungato (fig. 13), sulla quale si aprono i loggiati un tempo usati per l’esposizione del- le merci. Al vertice del triangolo della piazza è la chie- sa parrocchiale, intitolata alla Santa Croce, ricostruita in forme neoclassiche alla metà dell’Ottocento. Nel suo interno si conserva un trittico di Bicci di Lorenzo e una Madonna e santi del cosiddetto Maestro di Gre- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 104 ve. Dal lato opposto della piazza si sviluppa il nucleo più antico di Greve (il borgo), da cui si diparte il bre- ve tracciato che conduce al Museo d’arte sacra, i cui locali un tempo ospitavano un convento francescano.

I dintorni di Greve

Si immette direttamente nell’antica piazza del merca- tale la strada che porta al Valdarno, superando i mon- ti del Chianti al facile passo del Sugame. Il percorso, assai panoramico, si svolge tra vigneti e colline terraz- zate, che si alternano a tratti di bosco ceduo, e offre la possibilità di visitare fattorie (Melazzano, Querceto) e antichi insediamenti (Convertoie, Dudda). Con una diramazione la strada permette altresì di raggiungere la vetta del monte San Michele (la cima più elevata del Chianti), transitando per l’antico abitato di Lucolena e la villa-fattoria di Torsoli. S’inoltra invece nel Chianti la strada statale n. 222 che, uscita da Greve, prosegue con andamento rettilineo co-

Fig. 13. Greve. Piazza Matteotti, l’antica area del Mercatale

da firenze al museo d’arte sacra di greve 105 Fig. 14. Villa di Vignamaggio, particolare steggiando il corso del fiume, che supera in località Ti- rassegno, ove sorge un piccolo edificio neo-medievale a forma di castelletto. Un bivio, sulla sinistra, condu- ce al castello di Lamole, risalendo la dorsale chianti- giana sino alla cima del monte Querciabella. Tra cam- pi terrazzati, spesso coltivati ancora promiscuamente a viti e olivi, la strada incontra alcune belle case colo- niche con loggiato e torretta-piccionaia d’impianto settecentesco, e la monumentale villa rinascimentale di Vignamaggio, circondata da uno dei più bei giardi- ni all’italiana del Chianti (fig. 14). Prosegue poi tortuosamente, toccando dapprima la frazione di Casole, quindi l’abitato di Lamole (fig. 15), frazionato in una serie di piccoli agglomerati distribuiti lungo la via. Risale alla metà dell’Ottocento la chiesa parrocchiale di Lamole, dedicata a san Donato, nel cui interno si conserva un trittico di scuola fiorentina del Trecento raffigurante la Madonna col Bambino e santi. Sulla destra, poco discosto dalla strada, su uno spero- ne che si eleva tra due affluenti della Greve, è il castello museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 106 di Lamole, che conserva parte del circuito murario e i resti di una torre poligonale a rinforzo delle mura dal lato più vulnerabile. Al Tirassegno inizia l’ascesa al colle di Panzano: la via Chiantigiana si svolge dapprima fra macchie di quer- ceti che ben presto però cessano, permettendo alla vi- sta di spaziare nello stupendo panorama offerto dalle propaggini collinari dei monti del Chianti, i cui dolci pendii, intensamente coltivati a viti e olivi, sono pun- teggiati di case coloniche e ville-fattorie. Si giunge a Panzano, attraversando la parte moderna dell’abitato (Campana) e lasciando sulla destra il nu- cleo più antico, raccolto attorno ai resti del castello, un’ampia costruzione quadrangolare che conserva par- te della cinta muraria con la porta di accesso e, all’in-

Fig. 15. Castello di Lamole

da firenze al museo d’arte sacra di greve 107 Fig. 16. Torre del cassero del castello di Panzano terno, l’alta torre del cassero (fig. 16). Nell’area del ca- stello è anche la chiesa parrocchiale di Panzano, dedi- cata all’Assunta, ricostruita alla fine dell’Ottocento. Nell’interno conserva una Madonna col Bambino, pic- cola tavola di scuola senese del Trecento, racchiusa en- tro una più grande tavola quattrocentesca con figure di santi. Contiguo alla chiesa è il piccolo oratorio del- la Santissima Annunziata, di schiette forme rinasci- mentali, nel cui interno è una Annunciazione di scuo- la di Ridolfo del Ghirlandaio. Oltre Panzano, che sorge a cavallo tra val di Pesa e val di Greve, continua il tipico paesaggio collinare del Chianti: si digrada verso il fondo valle del torrente Pe- sa, qui nella prima parte del suo corso, tra campi di oli- vi e vigneti che ormai hanno sostituito del tutto le col- tivazioni promiscue. Un bivio, sulla sinistra, porta in breve alla pieve di San Leolino a Panzano, documen- tata sin dal x secolo (fig. 17). La chiesa è una bella co- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 108 struzione romanica che consta di tre navate divise da archeggiature nascenti da semplici pilastri quadrango- lari. Un porticato su agili colonne in arenaria d’ordi- ne tuscanico è anteposto alla facciata. L’interno è ric- chissimo di opere d’arte; vi si conserva, tra l’altro: una tavola attribuita a Meliore e datata intorno al 1270 rap- presentante la Madonna in trono col Bambino tra i san- ti Pietro e Paolo e storie della vita di questi; un trittico rappresentante anch’esso la Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo, attribuito a un artista senese vici- no al Barna e a Bartolo di Fedi; una piccola tavola cu- spidata di scuola fiorentina del Quattrocento rappre- sentante la Madonna col Bambino fra due angeli; due tabernacoletti robbiani del primo Cinquecento, en- trambi attribuiti a Giovanni della Robbia; un sette- centesco busto-reliquiario in terracotta policroma raf- figurante Sant’Eufrosino; un trittico di Mariotto di

Fig. 17. Interno della pieve di San Leolino a Panzano

da firenze al museo d’arte sacra di greve 109 Fig. 18. Oratorio di Sant’Eufrosino Nardo che raffigura la Madonna e i santi Francesco, Eu- frosino, Giovanni Battista e Lorenzo; una fonte battesi- male monolitico del Cinquecento; una lastra in are- naria del ix secolo, già parte di una recinzione presbi- teriale, usata ora come basamento per la mensa del- l’altare. Poco distante sorge l’oratorio di Sant’Eufrosino, dedi- cato al vescovo di origine orientale (probabilmente uno di quei missionari inviati da Roma nel vii secolo per convertire i longobardi ariani della Tuscia), che la tra- dizione vuole essere stato l’evangelizzatore del Chianti (fig. 18). Seppur riferibile al Quattrocento, con inte- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 110 grazioni sei-settecentesche, l’oratorio conserva elementi architettonici che consentono di ipotizzare la preesi- stenza di una chiesa altomedievale. La recente scoperta, sotto il pavimento della chiesa, di residui di suppellettili sacre con sculture a ornato depresso databili tra l’viii e il ix secolo, confer- ma l’ipotesi che l’oratorio risalga al- l’alto Medioevo e che sia nato in cor- rispondenza del sepolcro di sant’Eu- frosino, costituito da un vano a pian- ta circolare e con volta a thòlos, sorta di cripta che si trovava sotto il presbi- terio della primitiva chiesa (figg. 19- Fig. 19. Pilastrino 20). L’oratorio è una vasta costruzio- con sculture del- l’VIII-IX secolo ne a un’unica navata conclusa da una scarsella quadrangolare. Una trecen- tesca edicola cuspidata in pietra sere- na è sistemata nella parete di fondo del presbiterio. Essa doveva servire per l’esposizione delle reliquie di sant’Eu- frosino (una statua-reliquiario raffi- gurante il santo si conserva ancora nella chiesa, che era meta di pellegri- naggi). Virtù taumaturgiche erano ri- conosciute a sant’Eufrosino e, in par- ticolare, all’acqua di un pozzo situato entro una cappellina a tergo dell’ora- torio, dove si conserva un piccolo al- tare in arenaria comunicante col poz- zo, prodotto di artigianato toscano del xiii secolo, scolpito con motivi de- Fig. 20. Pilastrino corativi ancora legati alla tradizione con sculture del- l’VIII-IX secolo romanica.

da firenze al museo d’arte sacra di greve 111 Valdarno Artigianato artistico nel Chianti

Maria Pilar ggi nell’area del Chianti, l’artigianato non rap- Lebole presenta sicuramente un settore trainante come e Benedetta O Zini quello dell’enogastronomia. Tuttavia il patrimonio tra- dizionale toscano, così ricco e articolato nelle molte- plici specializzazioni, affonda anche in questa zona le sue antiche radici. Possiamo riconoscere che la tradizione rurale delle no- stre dolci colline ha da sempre favorito un essenziale modo di produrre artigianato, che ben si accomuna a quei modelli produttivi nati un po’ per necessità pra- tiche e per autoconsumo: all’umile lavoro contadino erano utili oggetti funzionali per mezzo dei quali si esercitavano professioni come quella del fabbro, in- tento a forgiare gli strumenti di lavoro, o del bottaio, che costruiva i recipienti a doghe, o ancora quella del carradore, che si occupava della manutenzione di car- ri e barrocci, e del cestaio, che intrecciava diversi tipi di legno per produrre canestri di ogni tipo. Le caratteristiche di questo artigianato, di cui resta dif- ficile riconoscere il valore artistico, sono un po’ quelle che si ritrovano negli oggetti d’uso quotidiano, privi di orpelli e decorazioni, pratici, essenziali e soprattut- to funzionali. Lo stesso importante patrimonio originario della zona tra Firenze e Siena, le cui origini si rintracciano fin dai primi insediamenti etruschi, ha indubbiamente in- fluenzato anche la produzione di oggetti e strumenti i quali, pur mantenendo uno stile autentico, scarno e li-

113 neare tipico di oggetti d’uso, attingono anche a mo- delli, stilemi e simbologie provenienti da una produ- zione equilibrata, ma più espressiva e ricca. In questo duplice sviluppo del comparto artigiano, che avvicina pratici oggetti d’uso a quelli ad alto contenuto artisti- co, il comune denominatore risiede probabilmente nel- l’imponente processo di trasformazione e recupero, di restauro e valorizzazione, di una dimensione rurale che ha definito la vera identità culturale del Chianti oggi. L’interesse per una produzione artigianale autoctona che metta in luce l’artisticità dei prodotti è rinato do- po gli anni Sessanta, quando alcune botteghe hanno assunto la valenza di piccole industrie e si sono spe- cializzate nella produzione di cotto, ferro battuto, in- taglio del mobile d’arte, ricamo e tessitura, vetrate ar- tistiche, argenteria, oreficeria e maiolica. Le aree ad al- ta concentrazione artigianale sono prevalentemente quelle intorno a Greve in Chianti e nella vasta zona in- dustriale di Sambuca. Sebbene l’artigianato artistico sia ridotto a poche unità produttive e gli addetti rispettino la funzionalità dei modelli tradizionali, il settore è in fase di ulteriore tra- sformazione con l’introduzione e l’ausilio di nuove tec- nologie. Come più volte sottolineato, l’artigianato non rappresenta ancora il principale punto di forza dell’a- rea economica chiantigiana, ma nel corso degli ultimi anni si è sviluppato un forte movimento di rivaluta- zione e organizzazione del settore del fatto a mano. Le idee sono partite in primo luogo dagli stessi arti- giani, che si sono uniti per recuperare gli antichi valo- ri della tradizione manifatturiera, tipizzandoli e pro- muovendoli a livello nazionale e internazionale. Una nota di merito particolare va data al professor Elio Mas- sei, recentemente scomparso e infaticabile operatore dell’artigianato, che ha guidato con entusiasmo e museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 114 profonda competenza questo progetto. Massei è stato capace di trasformare in validi progetti collettivi quel- le che erano le singole esigenze ed esperienze dei tanti piccoli artigiani locali, permettendo loro di “fare siste- ma”. Le idee di Massei, che tanto hanno costruito, ri- mangono per la loro lungimiranza alla base di tutto il futuro sviluppo dell’artigianato chiantigiano.

Lungo la via Chiantigiana: la tradizione del fatto a mano

Percorrendo la bellissima via Chiantigiana, immersa in una delle campagne più caratteristiche della Toscana, mossa da balze e colline, impossibile non rimanere pia- cevolmente colpiti da questo territorio in cui castelli e aziende agricole hanno sapientemente reinterpretato le loro attività in funzione della vendita diretta di pro- dotti enogastronomici tipici della zona, conosciuti ora- mai in ogni parte del mondo e apprezzati come pro- dotti d’eccellenza. Trovandosi a passare per questa strada non è raro im- battersi in veri e propri spacci allestiti nelle vecchie aie delle ville. Questo è il cuore del Chianti, ancora profondamente legato alla sua tradizione contadina e rurale. Oggi, questa zona è considerata la patria della migliore produzione vinicola toscana, quella del Chianti Classico, esportata e conosciuta in tutto il mon- do (fig. 1). Ha invece natali piuttosto recenti la diffu- sione di botteghe artigiane, che hanno saputo trasfor- mare una produzione tradizionale legata all’uso quo- tidiano e locale in vere e proprie attività commerciali. La prima tappa del nostro itinerario si ferma oltre il paese di Strada in Chianti. Appena usciti dall’abitato, vale la pena una breve deviazione sulla sinistra in dire-

artigianato artistico nel chianti 115 Fig. 1. Vigneti del Chianti zione San Polo. Dopo aver percorso la strada che scen- de costeggiando campi e vigneti, si intravede una mo- derna zona artigianale-industriale costruita a capan- noni. Siamo a Meleto, dove troviamo un gruppo di aziende artigiane prevalentemente produttrici di cot- to pregiato di tipo imprunetino come Vivaterra, Enzo Zago e la falegnameria Andreoni. Dopo questa deviazione, immettendosi nuovamente nella via Chiantigiana per un lungo tratto che passa gli abitati di Chiocchio, Spedaluzzo e Greti, restiamo af- fascinati dalla molteplice e ordinata presenza di castel- li, fattorie, case padronali, tutte rigorosamente ristrut- turate e adibite a vendita diretta di prodotti vitivini- coli e caseari. Entrando nel paese di Greve, subito dopo il bivio, la Fornace Calcinaia espone la propria produzione in un terreno confinante con l’ingresso nel paese, dove si pos- sono ammirare orci da olio, conche e vasi di varie di- mensioni che attirano compratori italiani e stranieri. Siamo giunti a Greve, vero e proprio gioiello di questo itinerario. Innumerevoli le attività manifatturiere che museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 116 stanno fiorendo negli ultimi anni grazie soprattutto al- la grande fama della cittadina che attira ogni anno nu- merosi turisti. Seppure quasi sempre incantato dalle gioie del palato, il visitatore è invitato a conoscere i pro- dotti tipici della zona nelle botteghe che si concentra- no soprattutto in prossimità del centro storico. Si comincia dal ricamo, vero e proprio fiore all’oc- chiello del fatto a mano chiantigiano. Subito all’im- bocco del paese la prima testimonianza in questo sen- so è la ditta artigianale Fantechi, a conduzione fami- liare, il cui laboratorio al piano interrato produce bian- cheria su misura per la casa: tovaglie e lenzuola rica- mate, splendidi copriletto, asciugamani di ogni tipo, passamaneria e tendaggi. Alcuni di questi oggetti, co- me ci confessa la titolare, vengono ancora personaliz- zati dalle mani esperte delle ultime ricamatrici che la- vorando esclusivamente a mano, utilizzano ancora i punti della più alta tradizione ar- tistica. Del resto la tradizione del ricamo prevedeva fin dal secolo scorso una notevole varietà di punti tra i quali il punto festone, il fiorentino e il gigliuccio. Prima di raggiungere piazza Mat- teotti, sulla sinistra lungo la stra- da, sotto un panciuto orcio di ter- racotta lavorato a festoni dell’a- zienda Terrecotte artistiche d’Im- pruneta Enzo Zago, una targa reci- ta: «il vaso è stato creato in 32 gior- ni di lavorazione, 60 di essiccazio- ne e 80 ore di cottura a mille gra- di» (fig. 2), a testimoniare l’orgo- Fig. 2. Greve. Orcio di terracotta all’ingresso glio degli abitanti della zona nei del paese confronti di una lavorazione arti-

artigianato artistico nel chianti 117 gianale importante quanto la- boriosa, troppo spesso parago- nata ingiustamente a una pro- duzione di tipo industriale. Proseguendo fino al bivio, ci inoltriamo tra i portici della triangolare piazza di Greve (piazza Matteotti), che sem- brano custodire e offrire al vi- sitatore alcune tra le botteghe più originali di artigianato ar- tistico. Dopo l’antica macelle- ria Falorni che merita una visi- ta con sosta per assaggi e degu- stazione, una bottega alquanto Fig. 3. Campagna pubbli- curiosa commercia oggetti del citaria per il Giappone del Consorzio del Marchio Storico Consorzio del Chianti Clas- sico del Chianti classico. Qui ogni oggetto o souvenir è contrasse- gnato dal notissimo Gallo Ne- ro (fig. 3). A partire dai bicchieri per degustazione di ogni forma e dimensione fino alla bianche- ria per la casa e per la tavola e dissacranti boccali da birra. Proseguendo, si potranno ac- quistare cesti di ogni forma e misura, oggetti rivestiti in pa- glia, oggettistica intagliata in legno d’olivo, proveniente da tutto il territorio del Chianti. Interrompiamo per un attimo l’itinerario attorno alla piazza per dirigerci verso la chiesa di Fig. 4. Greve, L’Inganno Santa Croce. Sul lato destro museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 118 della strada scorgiamo L’inganno, il negozio di una gio- vanissima artigiana che gestisce da sola una curiosa at- tività di decorazioni artistiche e trompe l’œil che vale la pena di visitare (fig. 4). Rientriamo in piazza e riprendiamo la piacevole passeg- giata. Per gli appassionati di stampe, vale la pena una so- sta alla bottega d’arte Il Birillo, dove si possono trovare stampe di ogni tipo e tra le quali riproduzioni primo-No- vecento di riviste enologiche ed etichette del marchio sto- rico, oppure curiose caricature del venerato gallo nero. A pochi passi la bottega artigiana Volpi, attiva da circa sei anni, produce oggetti in pelle e soprattutto acces- sori legati all’abbigliamento su disegni esclusivi. L’ar- tigiano offre anche l’opportunità di visitare il suo la- boratorio, sia per dare occasione al visitatore di perso- nalizzare le proprie richieste sia per testimoniare la sug- gestiva atmosfera del fatto a mano. Di produzione tutta chiantigiana l’attigua bottega di ricami Grazia Giachi è giunta alla quarta generazione e fa bella mostra di tovagliati, asciugamani e soprat- tutto deliziosi abitini ricamati per bambine (fig. 5). A

Fig. 5. Greve, I Ricami di Grazia Giachi

artigianato artistico nel chianti 119 seguire è l’esposizione di ceramica artistica Materia Crea, dove si possono acquistare prodotti con disegni di tradizione locale come acini d’uva, olive, foglie e fio- ri, ma anche una particolare produzione di modelli rea- lizzati in tinte forti, come il rosso fuoco, e disegni astratti che l’artigiana crea personalmente nel piccolo laboratorio dalla parte opposta della piazza. Lasciamo il cuore di Greve per immetterci nuovamente nella via Chiantigiana, dove l’antico paese di Panzano ci offre un’altra particolare testimonianza della lavora- zione della pelle. Questa volta parliamo di scarpe. La bottega artigiana di Carlo Fagiani, nata recentemente ma ugualmente fedele alla migliore tradizione della la- vorazione del cuoio e della pelle, si trova costeggiando il paese in direzione del bivio per Mercatale. La sua produzione è specializzata in accessori e scarpe in cuoio e vacchetta, ma anche in vero cervo, nabuk, rettile, struzzo, pitone, coccodrillo, interamente fatti a mano. Percorrendo la caratteristica via Santa Maria, che pro- cede salendo fino alla chiesa omonima, a metà percor-

Fig. 6. Panzano, Janine Louhuis museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 120 so si giunge in piazza Ricasoli. Qui, dietro una vecchia porta a doppio battente e una curiosa insegna fatta di un semplice biglietto da visita incollato sul vetro, si na- sconde il piccolo laboratorio di porcellane Janine Loohuis (fig. 6). All’interno, piatti e suppellettili dalle forme tradizionali si mischiano a vasi da fiori dal desi- gn ricercato e particolarissimo. Lasciata la piazzetta e proseguendo verso la chiesa (fig. 7), ci si imbatte nella tipica bottega di falegna- meria di Franco Guarducci. Qui, in mezzo a trucioli e segatura, gli artigiani assemblano sapientemente assi di ogni forma e dimensione per dar vita a mobili in stile. Ci tratteniamo a Panzano per fare visita a un’altra cu- riosa attività, dove la tradizione del tessuto si fonde con l’innovazione e la sperimentazione delle forme ac- compagnate dall’uso sapiente dei colori che il territo- rio del Chianti offre spontaneamente. I tessuti, tutti naturali de Il giardino delle Essenze, vengono dipinti o ricamati infatti rispecchiando le tonalità dei paesaggi circostanti: il giallo a richiamare i ciuffi di ginestre lun-

Fig. 7. Panzano, via Santa Maria

artigianato artistico nel chianti 121 go i viottoli, il verde a ricordare le campagne e l’olivo, il rubino a celebrare gli acini d’uva, vera e prima ric- chezza di questa terra, e ancora il viola della lavanda e il rosso ruggine della terra chiantigiana. L’amore per i tessuti naturali si allarga in questa bottega anche agli orditi più preziosi come seta e cashmere, prodotti ar- tigianalmente e con ampia gamma di colori e fantasie. Per chi fosse appassionato di cashmere vale la pena di fare una piccola variante sull’itinerario e visitare il vi- cino paese di Radda. Qui si trova Tessuti cashmere com- pany, l’unico allevamento italiano di capre da cashme- re, allevate libere e alla vecchia maniera. La loro lana morbida e lucidissima viene tosata a mano e a mano lavorata a telaio senza l’utilizzo di alcun tipo di colo- rante e additivo. L’allevamento si è poi specializzato in un’attività collaterale tutta da scoprire: ad esempio, dal latte delle capre si ricavano ottimi prodotti naturali per la cura della pelle. Vuole infatti la tradizione che il lat- te di questa varietà di capre sia particolarmente ricco di proteine e grassi, preziosi elementi per favorire l’i- dratazione della pelle. In località Fonterutoli infine, nei pressi di Castellina, si consiglia la visita alla bottega di forgiatura di Ber- nabei. Il ferro è un materiale diffuso da sempre nella zona del Chianti e veniva impiegato per la costruzio- ne degli attrezzi da lavoro. Vomeri, bidenti, zappe e vanghe, roncole erano gli oggetti in ferro più comuni. Oggi questo materiale ha allargato la sua produzione dalla dimensione rurale a quella degli arredi per inter- ni ed esterni.

museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 122 La selezione delle aziende è stata realizzata a discrezione degli autori e non può considerarsi in alcun modo esaustiva rispetto alle aziende presenti nell’area citata. Si ringraziano le aziende artigiane per la disponibilità a collaborare durante la fase di ricerca. Grazie ad Aldemaro Becattini, Roberto Berti, Omero Soffici e Renato Sto- pani; il personale delle pro loco di Impruneta e di San Casciano, l’Uffi- cio turistico di Castellina in Chianti e per le immagini gentilmente con- cesse il Consorzio del Marchio Storico del Chianti Classico. Un ringra- ziamento particolare va a Rino Capezzuoli per il sostegno operativo ge- nerosamente offertoci. Per una lettura specifica sul territorio chiantigiano si invita alla lettura di: E. Massei, Artigianato del Chianti, radici, modelli e tradizioni, Viterbo 2000. E. Bosi-G. D’Eugenio-M. Lorenzi-I. Moretti, Chianti, storia e itine- rari, Firenze 2003. Per le riviste: «Greve in Chianti 2005», con il patrocinio del Comune di Greve in Chianti; «InChianti» periodico bimestrale; «Chianti travel, Country life», con il patrocinio del Consorzio del Marchio Storico Chian- ti Classico. Foto di Benedetta Zini.

artigianato artistico nel chianti 123 Aziende artigiane sulla via Chiantigiana

Strada in Chianti l’inganno (zona artigianale di Meleto) Mobili dipinti – trompe l’œil vivaterra srl piazzetta Santa Croce, 2-i via Provinciale Chiantigiana, 36 50022 Greve in Chianti 50022 Greve in Chianti tel 055.853431 tel 055.858671 fax 055.8590331 il birillo Stampe piazza Matteotti, enzo zago 50022 Greve in Chianti Terrecotte artistiche d’Impruneta via di Meleto, 1 volpi Località Palagione Accessori in pelle 50027 Strada in Chianti piazza Matteotti tel 055.8587253 50022 Greve in Chianti fax 055.8589101 www.enzozago.it grazia giachi Ricamo andreoni giorgio & c. Vendita diretta: Falegnameria Piazza Matteotti via di Meleto, 2 50020 Greve in Chianti 50027 Strada in Chianti Laboratorio: tel 055.858524 piazza Vittorio Veneto, 16/18 fax 055.858477 50022 Mercatale Val di Pesa www.falegnameriaandreoni.it (Firenze) tel 055.8218073 fax 055.8218928 Greve in Chianti fornace calcinaia materia crea di Carrai Paolo & figli piazza Matteotti via Giovanni da Verrazzano, 73 50022 Greve in Chianti 50022 Greve in Chianti Panzano tel 055.853724 carlo fagiani fantechi Lavorazione pelle e cuoio Ricami tradizionali a mano via Giovanni da Verrazzano, 17 via Giovanni Da Verrazzano, 25 50020 Panzano (Firenze) 50022 Greve in Chianti tel 055.852239 tel 055.854376 www.carlofagiani.com museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 124 janine loohuis Radda Laboratorio porcellana chianti cashmere company piazza Ricasoli, 2 di Nora Desmond Kravis c/o 50020 Panzano (Firenze) Azienda Agricola La Penisola tel 055.852526 53017 Radda in Chianti (Siena) franco guarducci tel/fax 0577.738080 Laboratorio: via Santa Maria, 4 www.chianticashmere.com 50020 Panzano (Firenze) tel 055.852287 Mostra: via Chiantigiana, 10 Castellina 50020 Panzano (Firenze) tel e fax 055.852458 bernabei eugenio www.francoguarducci.it Ferro forgiato Località Fonterutoli il giardino delle essenze 53011 Castellina in Chianti via Case Sparse, 39 (Siena) 50020 Panzano (Firenze) tel 0577.740953 tel/fax 055.852440 www.giardinodelleessenze.com

artigianato artistico nel chianti 125 Valdarno Alla scoperta del Chianti Classico

Maria Pilar uesto itinerario sarà una passeggiata lungo la via Lebole Chiantigiana, alla scoperta dei sapori e dei pro- e Benedetta Q Zini fumi che hanno reso questa parte di Toscana uno dei luoghi più amati e conosciuti al mondo, sarà un po’ come tuffarsi in un tempo passato, carico di odori or- mai dimenticati, di un gusto lontano, infantile. Sì, perché il Chianti conserva ancora stretto quell’a- more per la genuinità che ha mantenuto i sapori e gli odori così come erano, come dovrebbero ancora esse- re. Qui i salumi sanno ancora di salumi, i formaggi ci inebriano con quel sapore acre del latte caprino, l’olio è verde intenso e punge la lingua come una lama che affonda; le carni sono una sfida per i palati più auda- ci, per non parlare dei vini che rievocano migliaia di sfaccettature profumate e intense. Il vino e l’olio si producono da sempre nella terra del Chianti, da quando i folti boschi di castagni furono abbattuti per dar spazio agli ordinati filari di vite e ai nodosi olivi. Risalgono addirittura al Trecento le pri- me testimonianze manoscritte di una coltivazione si- stematica a vite e olivo che interessava tutta l’area del Chianti. Da allora e fino alla riforma agraria del Set- tecento, che razionalizzò le coltivazioni aumentando- ne qualità e quantità produttiva, gli agricoltori del Chianti continuarono a lavorare pazientemente que- sta terra generosa, realizzando un prodotto unico che l’ha resa famosa in tutto il mondo.

127 Oggi i vini del Chianti vengono serviti nei migliori ri- storanti di New York e Londra come prodotti d’eccel- lenza e prestigiosi enologi di tutto il mondo vengono fin qui a gustare e acquistare i vini di questo piccolo angolo di Toscana. Ma non si tratta di una novità, di una moda momentanea ed effimera. Già nel Seicento alcuni documenti riferivano di una regolare esporta- zione dei vini chiantigiani verso l’Inghilterra. Quale dunque il motivo di tanto prestigio e interesse da parte di tutto il mondo? In primo luogo la qualità dei prodotti, che è fatta di una sapienza antica e di una terra generosa che, combinate insieme, hanno saputo fare dei prodotti enogastronomici la ricchezza assolu- ta e il principale motivo di interesse mondiale. Molto importante è anche la capacità imprenditoriale dei col- tivatori della zona, che lavorano il loro prodotto se- guendo standard di alta qualità e diversificano l’offer- ta con proposte sempre nuove, diffondono il marchio ovunque per proporlo in vesti sempre diverse e rinno- vate, adatte a un pubblico che potremmo definire “uni- versale”. L’ultima invenzione è il Gallo Nero Experience, un progetto nato nell’inverno del 2005, che intende dif- fondere la cultura del vino Chianti Classico Gallo Ne- ro anche tra i più giovani. Una serie di incontri orga- nizzati nei locali più noti e alla moda di quattro città campione (Firenze, Roma, Milano, Bologna) ha pre- sentato gli ottimi vini del Chianti al lato del consueto aperitivo. L’iniziativa consiste nell’allestire speciali an- goli da degustazione nei più frequentati locali per ape- ritivo delle città e offrire i prodotti a un prezzo conte- nuto, in modo da proporli a un pubblico generalmente non “enoappassionato”, ma dedito a tutt’altro genere di bevande. L’idea è piaciuta a tutti e il successo è sta- to tale che già si pensa a un altro gruppo di città ita- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 128 liane in cui proporre la stessa iniziativa. Il Chianti è divenuto oggi uno “stile di vita”, apprez- zato e conosciuto nel mondo. Tante le persone che ar- rivano fin qui per apprezzare i gustosi prodotti della terra, per farsi inebriare dai vini robusti, per farsi rapi- re dai paesaggi di una campagna ancora intatta, per ap- prendere dalle massaie di qui tutti gli antichi segreti di una cucina fatta di semplicità e gusto.

Itinerario sulla strada per Greve

La bella campagna attraversata dalla via Chiantigiana è continuamente interrotta da cartelli e insegne che ci invitano a visitare questa o quella fattoria. Spesso dal- la strada non si vedono affatto questi paradisi enoga- stronomici, rimangono nascosti dal verde degli ulivi e dalla macchia arruffata che costeggia la strada. Ma que- sto è un pò lo spirito toscano: ritroso e ruvido, poco propenso a mettersi in evidenza, ma carico di acco- gliente calore una volta svelato (fig. 1).

Fig. 1. Vigneto sulla via Chiantigiana

alla scoperta del chianti classico 129 La percorriamo tutta la via Chiantigiana, fin dalla pri- ma salita che parte dalla trafficata Ponte a Ema e ci sentiamo subito in un posto nuovo, diverso. D’im- provviso la città più confusionaria e caotica si fa cam- pagna pacifica e ruvida, arsa dal sole in estate e mossa dal vento gelido in inverno. Un verde ordinato e an- cora un po’ cittadino ci accompagna fino all’Ugolino, dove in mezzo agli ulivi possiamo intravedere le im- mense distese di prato occupate dai campi da golf. Subito dopo ecco che incontriamo le prime fattorie. Vecchie case coloniche e poderi, a volta addirittura ca- stelli e belle ville, ci accolgono nelle loro aie o in pic- coli capanni volutamente improvvisati, dove è possi- bile fare una degustazione e acquistare i prodotti loca- li, prevalentemente vino e olio, ma spesso anche mie- le, grappa, salumi e formaggi, tutti prodotti alla vec- chia maniera. Incontriamo così il Podere Casanova, Vil- le i Cipressi, la Fattoria La Presura e tante altre. Entriamo nell’abitato di Strada in Chianti. Sulla de- stra della piccola piazza, salta all’occhio il Mastrocic- ciaio, un’antica macelleria nata ben centocinquanta an- ni fa, nel 1856 (fig. 2). Per gli amanti della carne, val la pena fare una sosta e abbandonarsi nella distesa rossa e invitante di bistecche e salsicce. Per chi invece prefe-

Fig. 2. Strada in Chianti, insegna della macelleria Mastrocicciaio museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 130 risce la pasta, Strada in Chianti nasconde una curio- sità: l’antico Pastificio Fabbri produce infatti, in quan- tità limitata e numerata, una pasta speciale, ricavata dal miglior grano e tirata ancora con stampi di bron- zo. Una vera rarità se si considera che anche la confe- zione viene realizzata con una carta speciale ottenuta con scarti di grano. Riprendiamo la via, sempre accompagnati da insegne che ci indicano fattorie nascoste nel verde. Tra queste il bel podere di Poggio ai Mandorli e l’Enoteca Falcia- ni, dove si può acquistare un ottimo vino sfuso e do- ve si realizzano bottiglie con etichette personalizzate, per celebrare un evento particolare o semplicemente per fare un regalo a un amico. Proseguendo ancora, sulla destra, incontriamo il bivio per raggiungere il bellissimo Castello di Vicchiomaggio, che domina con la sua torre tutta la valle. Se ci inoltria- mo nella piccola strada di campagna troviamo subito uno stabile adibito a degustazione e vendita dei prodotti dell’azienda agricola. Una casetta piccola e buia che na- sconde però un animo carico di gustose specialità. Ma riprendiamo la strada Chiantigiana e passiamo la piccola frazione di Greti. Qui basta accostarsi al ciglio della strada per gustare l’ottimo vino del Castello da Verrazzano, che viene venduto in una piccola struttu- ra ai piedi del castello stesso. Di grande prestigio an- che il Castello di Uzzano che produce l’omonimo vino addirittura fin dal xiv secolo. Siamo quasi a Greve, indiscusso capoluogo di questa splendida zona. Poco prima di incontrare le prime case del paese però, conviene fare una piccola sosta alla Vil- la Calcinaia. Qui i padroni di casa hanno saputo sfrut- tare tutte le meraviglie della zona offrendo ai visitatori il meglio dell’enogastronomia e dell’artigianato grevi- giano: terrecotte artistiche, agriturismo, vendita diretta

alla scoperta del chianti classico 131 degli splendidi prodotti della fattoria, compreso uno speciale formaggio caprino prodotto artigianalmente. Arrivati a Greve, è d’obbligo una visita al salumiere Fa- lorni, il cui negozio si affaccia direttamente sulla sug- gestiva piazza del paese (fig. 3). Questo è proprio un paradiso per i palati più esigenti. Squisiti e stagionati salumi di tutte le dimensioni ci inebriano con il loro profumo non appena varchiamo la porta. Finocchio- ne, prosciutti e salsicce: la scelta è decisamente imba- razzante. Per non parlare dei pecorini, preparati in lo- co con le varianti più curiose e ardite: peperoncino, tartufo, addirittura frutta. Se si arriva a Greve all’ora di pranzo, o semplicemen- te se i profumi respirati dal Falorni hanno favorito un certo appetito, conviene una sosta ristoratrice da Ner- bone, che sottotitola la sua imponente insegna con le parole «bollito e minestrone»: tutto un programma (fig. 4)! Qui basta dare un’occhiata al menù per rima- nere quantomeno stupiti: saltano all’occhio lo spezza- tino di pelliccia e la lingua all’arancia, ma val la pena

Fig. 3. Greve, Antica Macelleria Falorni museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 132 non farsi impressionare dalla no- menclatura originale. Il primo deve infatti il suo nome a un vecchio det- to toscano: «lo spezzatino del signor pelliccia: molte patate e poca ciccia», che sta a sottolineare la povertà degli ingredienti usati, mentre il secondo è una variante agrodolce della classi- ca lingua salmistrata. Per gli appassionati di vino, ma non solo, una volta a Greve è d’obbligo una visita al Museo del Chianti Clas- sico. Nato circa cinque anni fa, al- l’interno delle antiche cantine di Greve in Chianti, il museo è un enor- me e modernissimo spazio di degu- stazione e offre un approccio tutto nuovo alla cultura del vino che risul- Fig. 4. Greve, Trat- ta interessante anche ai più tradizio- toria da Nerbone nalisti. Una volta entrati, infatti si può scegliere la quantità delle degu- stazioni da fare (fig. 5). A questo punto, muniti di una tessera prepa- gata e di un calice ci avviciniamo al- le bottiglie prescelte. Queste sono si- stemate a gruppi di quattro o cinque, all’interno di particolari congegni che permettono di versare la giusta quantità di vino semplicemente pre- mendo un bottone in corrisponden- za dell’etichetta. Manca un po’ il ru- more del tappo che esplode dalla bot- tiglia, manca un po’ il gorgoglio del Fig. 5. Greve, il Museo del Chian- vino che scende, ma è il mondo mo- ti Classico derno e va preso così come è. Per con-

alla scoperta del chianti classico 133 solarci possiamo approfittare del ricco piatto di salumi e for- maggi che viene servito insie- me alla degustazione al fine di poter godere appieno del gusto del vino: quello è rimasto lo stesso di sempre. Sono circa centocinquanta i vini che pos- sono essere assaggiati al Museo del Chianti Classico e se non riusciamo a scegliere ci vengo- Fig. 6. Azienda Agricola Il Cennatoio no in aiuto le quattro posta- zioni internet sistemate all’ingresso della cantina che permettono di accedere a una aggiornatissima eno-bi- blioteca online. È l’ora di ripartire. Riprendiamo la Chiantigiana e ci dirigiamo verso Panzano in Chianti. Prima di entra- re nel centro abitato troviamo le indicazioni per il Cennatoio (fig. 6), azienda agrituristica che domina il paese dall’alto. Per raggiungerla dobbiamo affronta- re una strada che si inerpica sulla montagna, non asfaltata e decisamente poco comoda, ma val la pena intraprendere la breve deviazione. Il Cennatoio si of- fre ai nostri occhi in modo quasi prepotente. In un angolo di campagna brullo e arruffato, colpiscono le sue mura imponenti color rosso acceso. Giunti alla villa, si può visitare l’esposizione dei prodotti. Qui, nella piccola stanza letteralmente soffocata da un mu- ro carico di quadretti che ricordano i premi vinti dai vini locali, sono esposte le bottiglie, le grappe, il gu- stoso miele prodotto artigianalmente, l’olio e le deli- ziose conserve preparate alla vecchia maniera e con i prodotti di stagione: pomodori, funghi e quant’altro la generosa campagna toscana sia capace di offrire (fig. 7). museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 134 Rientriamo a Panzano, il pae- se ormai noto a tutti per la fa- mosa «lapide alla bistecca con l’osso», ironico funerale pla- tealmente celebrato dal goliar- dico macellaio Cecchini. È con- sigliata la visita alla sua botte- ga e non solo per osservare la lapide alla bistecca fiorentina esposta al lato dell’ingresso e Fig. 7. Il Cennatoio. Sala suggellata da una rosa rossa, degustazione posta fresca ogni mattina (fig. 8). A Panzano la carne è una vera tradizione: ce lo con- ferma il macellaio Checcucci che ha la sua bottega nella sug- gestiva Piazzetta Ricasoli, nel pieno centro storico della città. E lo sottolinea ulteriormente la Trattoria Oltre il Giardino, a pochi passi dalla stessa piaz- za, dove è possibile gustare una fiorentina prepotente- mente alta, servita rigorosa- Fig. 8. Panzano, lapide mente al sangue, il cui preli- alla “Bistecca con l’Osso” bato boccone si scioglie ma- gicamente in bocca non appena vi entra. Assoluta- mente da assaggiare anche la ribollita, cucinata alla vecchia maniera toscana, con molto pane e pochi le- gumi. Infine, seppure forse poco attinente alla cuci- na toscana, non si può restare indifferenti di fronte a una fetta di torta al cioccolato della padrona di ca- sa: un peccato che in fondo può considerarsi venia- le dopo questa lunga passeggiata dedicata ai piaceri del palato.

alla scoperta del chianti classico 135 La strada per Greve

podere casanova tel e fax 055.858492 via Chiantigiana, 379 [email protected] 50015 tel 055.643164 enoteca falciani fax 055.645584 via Chiantigiana, 40 www.ilpoderecasanova.it 50022 Greve in Chianti tel e fax 055.8572052 ville i cipressi via San Michele, 19-29 castello vicchiomaggio Località Dudda Tenuta Vicchiomaggio srl 50022 Greve in Chianti via Vicchiomaggio, 4 tel 055.8549016 50022 Greve in Chianti fax 055.951060 tel 055.854079 www.villeicipressi.com fax 055.853911 [email protected] www.vicchiomaggio.it [email protected] fattoria la presura via della Montagnola, 191 castello di verrazzano 50027 Greve in Chianti Località Verrazzano tel e fax 055.8588859 50022 Greve in Chianti www.presura.it tel 055.854243 [email protected] fax 055.854241 www.verrazzano.com mastrocicciaio [email protected] Antica Macelleria Secci borgo B. Paoli, 1 castello di uzzano 50027 Strada in Chianti via di Uzzano, 23 tel e fax 055.858039 50022 Greve in Chianti tel 055.8544851 pastificio artigiano fabbri fax 055.8544851 piazza Enrico Landi, 7 www.agricolauzzano.com 50027 Strada in Chianti [email protected] tel 055.858013 fax 055.858413 villa calcinaia www.pastafabbri.it via di Citille, 84 50022 Greve in Chianti poggio ai mandorli tel e fax 055.854008 case sparse, 43 www.villacalcinaia.it 50027 Strada in Chianti [email protected] museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 136 antica macelleria falorni cennatoio inter vineas piazza Matteotti, 66-71 via San Leolino, 35 50022 Greve in Chianti 50020 Panzano in Chianti tel 055.854363 tel 055.852134 fax 055.8544521 fax 055.852733 www.falorni.it www.cennatoio.it [email protected] [email protected] nerbone di greve antica macelleria cecchini piazza Matteotti, 22 via xx luglio, 11r 50022 Greve in Chianti 50020 Panzano in Chianti tel 055.853308 tel 055.852020 fax 055.852700 museo del chianti Le Cantine di Greve in Chianti galleria delle Cantine, 2/b trattoria oltre il giardino 50022 Greve in Chianti piazza G. Bucciarelli, 42 tel e fax 055.8546404 50020 Panzano in Chianti www.lecantine.it tel 055.852828 [email protected] www.ristoranteoltreilgiardino.it

alla scoperta del chianti classico 137

Glossario

Affresco so lo Spirito Santo. L’episodio accoglie Tecnica di pittura su supporto mura- diverse varianti. In epoca bizantina le che utilizza come legante la calce l’Annunciata compare accanto a un dell’intonaco con la quale il muro è pozzo, dove si era recata ad attingere preparato acqua. Nella pittura rinascimentale italiana si svolge in una ambientazio- Altare ne architettonica che spesso diviene Tavola sulla quale il sacerdote celebra pretesto per numerosi dettagli descrit- il sacrificio eucaristico, che ha assun- tivi. I pittori nordici dello stesso pe- to la forma della mensa dell’Ultima riodo collocano frequentemente la cena. Nelle sue forme più complesse Vergine all’interno di cattedrali, a ri- oltre alla mensa (la parte superiore chiamare la simbologia della Madon- piana) e al paliotto (la parte sotto- na come Chiesa cristiana. L’iconogra- stante alla mensa, visibile dai fedeli), fia controriformista pone l’attenzione poggianti su una predella (il gradino sulla colomba dello Spirito Santo che o i gradini sui quali poggia l’altare), scende dal cielo avvolta in una luce ab- sono presenti anche una pala, e un ci- bagliante. L’arcangelo Gabriele è ala- borio che sovrasta l’altare stesso to, con una veste bianca; solitamente regge un giglio o un ramo di ulivo. At- Ambone tributi ricorrenti di Maria sono: il gi- Tribuna rialzata, chiusa su tre lati da glio bianco, segno di verginità e pu- un parapetto e aperta nel quarto sul- rezza; il vaso che spesso lo contiene, la scalinata d’accesso dove il sacerdo- simbolo dell’Incarnazione; il libro del te saliva per leggervi l’Epistola e il quale interrompe la lettura all’arrivo Vangelo dell’angelo Ampolla/ampollina Argentatura Suppellettile sacra, solitamente ha V. doratura corpo globulare e imboccatura stroz- zata; si intende sia i due contenitori, Arme l’uno per il vino e l’altro per l’acqua, L’insieme costituito dallo scudo, da- adoperati nell’eucarestia, sia i tre per gli ornamenti e dai contrassegni ono- gli olii sacri rifici di una famiglia o di un ente Annunciazione Aspersorio L’episodio è narrato nel Vangelo di Lu- V. secchiello ca: Maria riceve nella sua casa di Na- zareth la visita dell’arcangelo Gabriele Assunzione della Vergine che, inviato da Dio, le annuncia la na- L’Assunzione è il momento in cui l’a- scita di un figlio concepito dallo Spi- nima della Vergine, riunita al corpo, rito Santo. Tre gli elementi essenziali: viene insieme a questo sollevata dagli la Vergine, l’angelo e la colomba dello angeli verso il Paradiso. La Vergine è Spirito Santo, il cui tragitto, spesso spesso rappresentata al centro di una tracciato da un fascio di luce, rappre- mandorla. Nell’iconografia tradizio- senta l’incarnazione di Cristo attraver- nale è sormontata dal Padre benedi-

glossario 141 cente; talvolta viene incoronata da nati, come il Curradi, sulla scorta dei parte del Figlio (Incoronazione della dettami controriformistici; dell’auto- Vergine). Il soggetto, affermatosi per re ricordiamo soltanto la Madonna la prima volta nella scultura gotica, del Rosario (Museo di San Francesco conosce grande diffusione durante la di Greve in Chianti 1615) Controriforma cattolica Borsa (o busta) Baccio da Montelupo, Bartolomeo di Custodia piatta per contenere il cor- Giovanni d’Astore dei Sinibaldi, det- porale, formata da due quadrati rigi- to ( 1469-1523). di decorati. Si usava appoggiata sul Scultore e architetto si forma presso la calice. I suoi colori variano a seconda scuola d’arte del giardino di San Mar- del calendario liturgico co a Firenze, dove conosce Michelan- gelo Buonarroti; la sua opera costitui- Broccato sce una proposta di sintesi tra la tec- Tessuto a grandi disegni operati, di se- nica scultorea del Quattrocento, an- ta, lino, canapa, talvolta con fili d’o- cora legata a schemi donatelliani, e la ro e d’argento, i cui intrecci mostra- potente espressività della scuola mi- no un caratteristico effetto in rilievo chelangiolesca, che l’artista realizza sperimentando ogni genere di mate- Brunitura riale, dal legno alla terracotta, dal Procedimento che segue quello della marmo al bronzo. Delle numerose e doratura con il metodo della lamina prestigiose commissioni si ricorda il d’oro, per rendere lucente l’oro de- giovanile Compianto sul Cristo morto posto in foglia sull’oggetto; consiste di San Domenico a Bologna (1494) e, nello sfregare la foglia con il bruni- a Firenze. il San Giovanni Evangelista, toio, strumento costituito da un ma- in bronzo, commissionato nel 1514 da nico di legno con una pietra d’agata parte dell’Arte della Seta per una del- incastonata all’estremità. La partico- le nicchie della chiesa di Orsanmi- lare composizione della pietra e la sua chele, capolavoro della maturità. Nu- levigatezza consentono infatti questa merosi i monumenti funebri realizza- operazione di brillantatura della fo- ti negli ultimi anni di attività, tra i glia d’oro. Esistono vari tipi di bru- quali si ricorda quello di Giano Gril- nitoi, tutti in pietra d’agata, ma di lo, nella chiesa di Santa Maria dei Ser- fogge diverse a seconda che si debba vi a Lucca lavorare su fondo liscio, parti tornite, incavi ed intagli Bassorilievo V. rilievo Buglioni, Benedetto (Firenze 1461-1521) Scultore autore di terrecotte invetria- Boldrini, Francesco (attivo in Tosca- te policrome nella bottega dei Della na nella prima metà del secolo xvii) Robbia, fu largamente attivo in To- Pittore appartenente alla cultura tar- scana e nell’Italia centrale. Della sua domanieristica fiorentina, influenza- feconda attività, che testimonia an- to dal Naldini, la sua opera testimo- che l’apertura agli influssi del Verroc- nia l’influenza di pittori più aggior- chio, si ricorda la terracotta raffigu- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 142 rante Santa Cristina (Collegiata di Candeliere Bolsena, 1495). Sostegno in legno, metallo, ceramica V. anche Santi Buglioni o altro materiale, destinato a reggere una sola fiamma o, quando sia collo- Buglioni, Santi (Firenze 1494-1576) cato sull’altare, anche più fiamme e di Pittore allievo dello zio paterno Be- piccole dimensioni nedetto, vi collabora fino alla sua scomparsa (1521); alla morte di Gio- Capitolo vanni Della Robbia (1529) rimane Collegio e assemblea di canonici, frati erede incontrastato del “segreto” rob- o religiosi, appartenenti a una catte- biano; la predilezione per forme ri- drale o collegiata. Il termine indica an- cercate e virtuosismi tecnici, che che il luogo in cui si tiene l’assemblea. emerge già nelle prime opere, si pre- Il libro dei c. è la raccolta delle delibe- cisa, nel tempo, nei modi raffinati ed razioni di tale collegio eleganti della produzione matura ri- scontrabili, ad esempio, nella pala po- Cartegloria licroma con San Pietro e San Paolo Nome indicante ciascuna delle tre for- adoranti l’Eucarestia in Santa Maria a mule delle parti fisse della celebrazione La Panca (Greve in Chianti, Firenze). eucaristica. Si intende anche la cartella Tra le opere della maturità ricordia- che dal xvi secolo viene usata sull’alta- mo soltanto i due Noli me tangere og- re durante la Messa, come promemo- gi presso il museo del Bargello di Fi- ria delle formule renze (1520-1525, 1530-1540) Cartiglio Bulino Elemento decorativo, disegnato o Utensile costituito da una piccola asta scolpito, che riproduce una pergame- d’acciaio, con punta a becco e da na o un rotolo, disteso o avvolto, sul un’impugnatura di legno; produce un quale sono riportati passi biblici, taglio acuto, mentre quello della ciap- iscrizioni o stemmi pola, strumento analogo, può essere di varie forme (tondo, piano, rigato). Cesellatura Operazione di modellatura della su- V. incisione; sbalzo perficie di oggetti in metallo, esegui- ta mediante cesello Calice Suppellettile ecclesiastica costituita Cesello da una coppa sostenuta da uno stelo Strumento non tagliente e di fogge e provvista di base. Viene usato per il differenziate che, battuto con un vino che, durante la celebrazione eu- martelletto su una lastra metallica, caristica, diviene il sangue di Cristo. abbassa la sua superficie senza aspor- V. anche patena tarne la materia V. anche cesellatura, sbalzo e fusione Candelabro Grande candeliere, dotato di più Cherubino bracci Esseri angelico con l’incarico di vigilare

glossario 143 l’ingresso dell’Eden; due di essi, alati, ve- forme e colori diversi. Se riferito a nivano posti sull’Arca dell’Alleanza. Al- un lavoro di legname, si dice tarsìa. cune figure colossali rappresentati i che- L’espressione ha trovato largo uso, rubini erano presenti nel Sanctum Sanc- specialmente a Firenze, tra i secoli torum (luogo più santo e segreto) del xvi e xvii, in riferimento alla tecni- tempio di Salomone. Generalmente il c. ca di lavorazione di pietre dure viene rappresentato da una figura com- posta di quattro facce raffiguranti: l’uo- Compianto mo, l’aquila, il leone e il toro alato Tale iconografia, nella versione più completa, prevede sette figure aduna- Ciborio te intorno al corpo di Cristo deposto. Tabernacolo di marmo situato solita- Si tratta infatti di tre uomini (Gio- mente sopra l’altare maggiore, nel vanni Evangelista; Giuseppe d’Ari- quale si custodisce la pisside; chiuso matea, che regge quasi sempre il len- spesso da uno sportellino in materia- zuolo usato per deporre il Crocifisso; li preziosi e variamente decorato. Con Nicodemo, raffigurato con un vaso di il temine si intende anche la pisside aromi) e quattro donne (la Madon- stessa na, santa Maria Maddalena e le due sorelle della Vergine) Coccapani, Sigismondo (Firenze 1583-1643) Confessionale Pittore, allievo del Cigoli, fu insieme al Piccola costruzione in legno, dentro maestro attivo a Roma, dove studiò il la quale si trova il seggio del confes- naturalismo caravaggesco. La vivace sore e, ai lati, gli inginocchiatoi per i analiticità propria alle sue scene di ge- penitenti, i quali comunicano con il nere valse a distinguerlo nell’ambiente sacerdote attraverso una grata mediceo: tra le opere pubbliche fio- rentine ricordiamo il solo Michelange- lo incornato dalle Arti (1615-1617, Fi- Cornice renze, Museo di Casa Buonarroti) Profilo aggettante che articola la su- perficie degli edifici segnando il bor- Codice do di un elemento architettonico Manoscritto antico composto da più (piani, finestre, porte ecc.); indica carte rilegate a libro, prima di papiro anche l’elemento impiegato per in- e poi di pergamena, contrapposto al quadrare e isolare un soggetto, pit- volumen, cioè a un insieme di fogli av- torico o plastico, dall’ambiente cir- volti a rotolo. I c. accoglievano spes- costante, generalmente in legno, so ricche decorazioni miniate (V. mi- stucco o disegnata niatura). L’uso si diffuse dal i sec. d.C. e perdurò fino all’invenzione della Corporale stampa Piccolo panno quadrato di lino, di- steso al centro dell’altare durante e al Commesso termine della Comunione o quando Indica qualsiasi lavoro realizzato me- si espone il Santissimo Sacramento. diante l’accostamento di elementi di V. anche borsa museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 144 Croce nale fiorentina della prima metà del Formata da due assi, uno verticale e Seicento. L’attività giovanile dell’au- uno orizzontale, che si intersecano fra tore, della quale ricordiamo la Nati- loro, è divenuta, con o senza il Cro- vità della Vergine (cattedrale di Vol- cifisso, il simbolo principale del cri- terra, 1598), testimonia analogie stili- stiano. stiche con la pittura fiorentina rifor- C. d’altare: posta su piedistallo e ap- mata; successivamente, abbandonati poggiata all’altare, con Cristo in ri- gli stilemi tardomanieristici, si avvi- lievo. cina ai modi del Cigoli e del Passi- C. astile: sorretta da una lunga asta, è gnano. Fra le numerose opere della portatile e viene utilizzata per aprire le maturità ricordiamo la monumenta- processioni. Ha due lati figurati: in le Assunzione della Vergine eseguita quello anteriore è solitamente rappre- per la pieve di Santa Maria a Dico- sentato il Cristo, in quello posteriore i mano (1613) e la Predica del Battista simboli evangelici per la cappella Rondoni in Santa Tri- nita a Firenze (1649) Crocifissione Culmine della Passione di Cristo, la Damasco Tessuto operato di seta con ordito e sua rappresentazione mostra Gesù in- trama dello stesso colore, che danno chiodato a una croce eretta fra altre forma a disegni lucidi su fondo opa- due, destinate a due ladroni. I quat- co. Di antichissima origine, tale arte tro Vangeli variano nella descrizione raggiunge l’eccellenza verso il xii se- di questo momento, ma tutti con- colo nella città di Damasco cordano sulla presenza di alcune donne all’accaduto, fra le quali Maria Dandini, Ottaviano (Firenze 1706 ca.- madre di Gesù, Maria madre di san 1740) Giacomo minore e Maria Maddale- Pittore, figlio di Piero, si distingue dal- na. Giovanni solo indica la propria la maniera del padre per l’aggiorna- presenza alla Crocifissione. mento che la sua opera testimonia sul- V. anche Compianto la pittura del primo Settecento fioren- tino, in particolare sugli esempi di An- Cupola ton Domenico Gabbiani. Della sua fe- Struttura architettonica di copertura, conda attività si ricorda l’ovale della te- a base circolare o poligonale. L’anello la con San Bonaventura rappresentato in muratura, che la raccorda all’edifi- in abiti francescani, opera dei primi cio sottostante, è detto tamburo; alla decenni del secolo xviii (Museo di San sommità può aprirsi una piccola edi- Francesco di Greve in Chianti) cola, detta lanterna De Cambray Digny, Luigi (Firenze Curradi, Francesco (Firenze 1570-1661) 1778-1843) Figlio del battirolo Taddeo ed allievo Formatosi all’Accademia di Belle Ar- del tardomanierista Giovanni Batti- ti di Firenze, fu uno degli architetti sta Naldini fu tra gli esponenti più più influenti della città, dove fu elet- rappresentativi della pittura devozio- to, nel 1801, professore di architettu-

glossario 145 ra; dal 1820 fu direttore delle Regie leone; Giovanni è rappresentato dal- Fabbriche lorenesi. I suoi primi pro- l’l’aquila, l’uccello che vola più in al- getti risalgono al periodo francese e to nel cielo, perché la sua visione di risultano influenzati dal gusto neo- Dio è la più diretta; Luca infine con il classico dell’architettura dell’età na- toro, animale sacrificale, perché il suo poleonica: tra questi ricordiamo Vangelo inizia con il sacrificio del sa- quelli per gli Orti Oricellari e per il cerdote Zaccaria. Con il Rinascimen- giardino Torrigiani a Firenze. Nella to gli animali e l’angelo continuarono città, col ritorno dei Lorena, riceve a essere rappresentati soltanto come numerose e prestigiose commissioni semplici attributi dei quattro evange- tra le quali i restauri per i locali della listi. Attributi secondari di tutti e Dogana agli Uffizi (1815) e il proget- quattro i santi sono il libro e il carti- to per la villa e il giardino di Scornio glio a Pistoia (1821-1827) Festone Doratura Motivo decorativo che consiste in una fascia di fiori, frutti e foglie, so- Tecnica usata per l’applicazione del- spesa per i due capi. Apparso nell’ar- l’oro su diversi supporti: su legno, te greca (iii secolo a.C.), fu poi larga- pergamena, cuoio, carta, pareti ecc. mente impiegato nell’arte romana e L’oro può essere applicato in lamina nel Rinascimento o in polvere, secondo diverse proce- dure; per la doratura di superfici in Fidani, Orazio metallo, analogamente alla tecnica (Firenze 1606-post 1656) dell’argentatura, si procede con l’a- Allievo di Bilivert e documentato nel- malgama: lega di oro puro, o argen- la sua bottega nel 1629, fu tra i pitto- to, e mercurio che, stesa sul metallo ri fiorentini dediti alla pittura di sog- opportunamente preparato e riscal- getti naturalistici. Dipinse anche sog- dato, comporta l’evaporazione del getti sacri, nei quali ricorrono atmo- mercurio e l’adesione del metallo pre- sfere cupe e forti contrasti coloristici zioso al supporto di influenza caravaggesca, tendenza di gusto della quale l’artista è consi- Evangelici, simboli derato uno dei più rappresentativi ed Nell’iconografia cristiana primitiva i espressivi esponenti. Fu anche noto quattro evangelisti sono raffigurati ritrattista. Dell’autore ricordiamo come creature alate e con protomi ani- Angelica e Medoro (1634, Firenze, de- mali. San Girolamo, alla fine del iv se- positi di Palazzo Pitti) e gli affreschi colo, per primo associa e giustifica nelle volte delle due prime campate l’accostamento degli animali agli au- nella Certosa del Galluzzo a Firenze tori dei Vangeli: Matteo è rappresen- tato da un angelo perché il suo Van- Francesino, Giovan Battista Giu- gelo inizia con l’Incarnazione; Marco stammiani detto il (documentato dal è un leone perché esordisce con la fi- 1608 al 1643) gura del Battista che “grida nel deser- Pittore attivo a Siena, forse di origine to” con voce potente come quella del francese. Di lui sono noti alcuni Mi- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 146 racoli di santi benedettini nella sagre- Granacci, Francesco (Firenze 1469-1543) stia di San Domenico a Siena e due Pittore allievo del Ghirlandaio nella sua Glorie di Angeli nella sagrestia del produzione artistica testimonia la pre- duomo della stessa città coce accoglienza di stilemi propri all’a- mico Michelangelo Buonarroti, e l’in- Fusione fluenza di Filippino Lippi, riscontrabi- È il processo per ottenere sculture o le, ad esempio, nella giovanile Madon- rilievi mediante una colata di metal- na in trono tra i Santi Michele e Gio- lo fuso in uno stampo; comporta vanni Battista (Berlino, Staatliche Mu- sempre una fase successiva di rifini- seen). Più spesso tuttavia sembra pre- tura con cesello o altri strumenti. Si di- diligere la maniera piana e garbata di stingue una “fusione a pieno”, quan- fra’ Bartolomeo, in tavole di contenu- do lo stampo è aperto e il metallo li- to narrativo ricche di originali stilizza- quido lo riempie completamente, e zioni non aliene ai modi di Pontormo; una “fusione in cavo”, che si avvale di tra queste ricordiamo le Storie di Giu- forme chiuse e richiede uno spessore seppe oggi divise fra i musei degli Uffi- molto sottile del metallo. zi e di Palazzo Davanzati a Firenze (1515)

Giovanni del Ponte, Giovanni di Guarigione di un cieco Marco, detto (Firenze 1385-1437) Pittore, allievo di Agnolo Gaddi, for- L’unica fonte dettagliata per l’episo- matosi sui neogiotteschi del tardo dio è il Vangelo di Giovanni, che rac- Trecento, quindi influenzato da Lo- conta la guarigione da parte di Cristo renzo Monaco e Masaccio, è testimo- di un uomo nato cieco, gesto avve- ne di una età di transizione tra goti- nuto di sabato nel tempio di Gerusa- co internazionale e Rinascimento; lemme: Gesù sputò per terra, me- dell’autore si ricordano gli affreschi scolò la saliva con la sabbia e stese per la cappella di San Pietro in Santa quella poltiglia fangosa sugli occhi del Trinita a Firenze (1430-1434), la cui cieco, dando lui la vista. L’episodio documentazione permise la ricostru- palesa il significato simbolico del pas- zione della sua personalità artistica saggio salvifico dalle tenebre del pas- sato alla nuova luce divina portata da Gordigiani, Michele (Firenze 1835-1909) Gesù ed ebbe una certa fortuna ico- Pittore italiano, studiò dapprima nografica durante il periodo della scultura con Lorenzo Bartolini, poi Controriforma cattolica passò alla pittura e fu allievo di Bez- zuoli e Mussini. Noto ritrattista, gli si Incisione devono fra l’altro il Ritratto di Vitto- Disegno eseguito sopra una superfi- rio Emanuele II (1861) e quelli di tut- cie dura, detta matrice, sia a mano, ta la famiglia reale. Lavorò anche a mediante uno strumento a punta Londra, in Portogallo e nel Siam, (bulino, ciappola), sia chimicamente, sempre ritraendo personaggi illustri mediante sostanze corrosive, a scopo (Robert Browning ed Elizabeth Barrett decorativo o per riproduzione a Browning, Londra, National Portrait stampa; si intende anche il prodotto Gallery) ottenuto

glossario 147 “inri” trame d’oro e d’argento, dall’aspetto Acronimo della frase latina Iesus Na- pesante; costituito da una trama di fon- zarenus Rex Iudaeorum (Gesù Naza- do, solitamente in taffetà, con effetti di reno re dei Giudei); secondo il Van- trame supplementari che formano sul- gelo di Giovanni fu apposta da Pila- la stoffa un particolare disegno to sulla croce a cui venne inchiodato Gesù Leggìo Sostegno mobile su cui poggiano i li- Intaglio bri liturgici, talvolta solidale con Tecnica di lavorazione a scavo. Si ot- strutture del coro, da non confonde- tiene incidendo con strumenti metal- re con l’ambone lici legno, marmo, avorio ecc. seguen- do un disegno prestabilito Lesena Semipilastro o semicolonna addossa- Intarsio ta al muro e poco aggettante, a volte Tecnica di lavorazione del legno con- liscia e a volta ornata, con funzione sistente nell’inserimento in una su- decorativa perficie lignea di pezzetti di legno di altro colore o scaglie di materiali pre- Liturgici, libri giati, al fine di ottenere particolari ef- Contengono i testi e le prescrizioni fetti decorativi. La stessa tecnica si per i gesti in uso nelle celebrazioni adopera nella decorazione del marmo cattoliche: Messale, Breviario, Ponti- e di alcuni metalli ficale, Rituale, Martirologio, Ceri- moniale e Memoriale dei riti Invetriatura Detta anche “vetrina”: involucro ve- Lunetta (o lunula) troso Supporto che sostiene l’ostia consa- V. Smalto crata nell’ostensorio Laccatura Madonna col Bambino Tecnica antichissima mediante la L’iconografia bizantina della Madon- quale oggetti in legno o in altri ma- na ieratica e frontale, con in braccio teriali vengono ricoperti con una so- il Bambino vestito e benedicente, in stanza resinosa a scopo protettivo e/o piedi e di spalle alla Madre è presen- decorativo te in Occidente già dal vii secolo. In- torno al xiv secolo si affermano inve- Lampada ce tipologie che sottolineano l’aspet- La sua accensione è spesso legata ad to terreno e intimo del rapporto tra atti liturgici, talvolta costituisce un ex la Madre e il Figlio, i cui vari atteg- voto; la luce emanata indica la pre- giamenti ed attributi identificano dif- senza eterna di Dio tra gli uomini ferenti tipi iconografici Lampasso Madonna del Rosario Tessuto operato in filati di seta di gran- Il tema deriva da quello della Ma- de pregio, molte volte arricchito con donna della Misericordia. La com- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 148 plessa storia del rosario è intimamen- mata dalle lettere latine i, h e s, a vol- te legata all’ordine domenicano e giu- te sormontate dalla croce, ad indicare stifica l’origine domenicana di tale l’espressione: «(vincerai) con questo iconografia, che ebbe grande diffu- segno», con riferimento alla croce so- sione nel xvii secolo vrastante. M. francescano è detto quello che fe- Matrice ce incidere San Bernardino da Siena Modello impiegato per ottenere la (Massa Marittima 1380 - L’Aquila forma di stampa; realizzato in rame o 1444), che fu banditore della devo- ottone zione al santo nome di Gesù, e di- venne uno dei principali propugna- Mensa tori della riforma dei francescani os- Il piano dell’altare servanti in seno all’ordine. Tale m. presentava le lettere i, h e s, circon- Miniatura date da un disco solare raggiante, che Arte di illustrare e decorare grafica- il sacerdote faceva incidere su tavo- mente testi manoscritti. “Miniare” lette di legno, che dava a baciare al deriva dalla parola minium con la pubblico dei fedeli quale nel Medioevo si indicava il ci- nabro o solfuro di mercurio, di colo- Moriani, Giuseppe (Firenze, notizie re rosso vivo, usato per dipingere le dal 1709 al 1739) iniziali degli antichi codici. Per esten- sione si intende qualsiasi dipinto di Pittore fiorentino, della sua attività, piccolo formato eseguito con minu- scarsamente documentata, si ricorda- zia di particolari no le Storie di santa Verdiana dipinte nelle dieci cupolette delle navate la- Missale (o messale) terali della omonima chiesa fiorenti- Uno dei sei libri liturgici che contie- na ed eseguite insieme a Camillo Sa- ne tutti i testi necessari per la cele- grestani e Ranieri del Pace (1715) e l’af- brazione delle liturgie e delle celebra- fresco con Cristo che scende dalla Cro- zioni dell’anno; contiene le orazioni ce, invocato dalla Vergine per consolare del sacerdote, sia quelle fisse che quel- i condannati, nella nicchia del taber- le variabili nacolo sito in Borgo la Croce n. 13 a Firenze (1714) Monogramma Unione o intreccio di due o più let- Nanni di Bartolo (Firenze, notizie tere. dal 1419 al 1451) M. di Cristo: Intreccio delle lettere Scultore fiorentino, detto il “Rosso”; greche x (chì) e p (rho), iniziali della non vi sono notizie della formazione parola greca Christòs, cioè Cristo; op- e degli esordi artistici dell’autore che pure delle iniziali di ixtus (pesce) e testimonia tuttavia, nelle sue opere, xpistos (Cristo), due termini che al inflessioni ed eleganze ritmiche tar- tempo stesso erano simboli conven- dogotiche di matrice ghibertiana. zionali dei cristiani, in uso a partire dal Della sua produzione si ricorda le ii secolo. La sigla può anche essere for- due statue di Abramo e Isacco esegui-

glossario 149 te per il campanile del duomo di Fi- raggiante, entro il quale l’ostia con- renze (1421) insieme a Donatello e il sacrata è esposta all’adorazione dei Monumento Brenzoni eseguito intor- fedeli no al 1426 per la chiesa di San Fermo a Verona Pace Tavoletta spesso in metalli preziosi e Nartece decorata, raffigurante un’immagine Atrio porticato antistante l’ingresso sacra, utilizzata per la preghiera per- della chiesa, dove, nell’antica liturgia sonale o presentata al bacio dei fede- cristiana, stavano i catecumeni e i pe- li per il perdono nitenti Pala d’altare Navata Grande tavola, dipinta o scolpita, si- La parte di una chiesa delimitata da tuata sull’altare; talvolta si compone due file longitudinali di colonne o pi- di più pannelli. Si trova spesso inse- lastri. Quando la chiesa non è scom- rita in una ricca cornice oppure nella partita in più navate si dice ad aula struttura architettonica dell’altare stesso. Navicella Paliotto È il contenitore dell’incenso destina- Paramento anteriore dell’altare posto to a essere deposto sui carboni arden- sotto la mensa, generalmente di mar- ti del turibolo, mediante un cucchiai- mo; può anche essere in avorio, ar- no di metallo gento, o anche in tessuti ornati e ri- camati Nicchia Cavità aperta nel vivo di un muro che Palla contiene il più delle volte una statua: Piccola tela inamidata di forma qua- può avere pianta semicircolare, ret- drata, collocata, prima dell’offerto- tangolare o poligonale rio, sopra la patena e, dall’offertorio in poi, sopra il calice Olio (pittura a) Tecnica di pittura su tela o tavola che Paramento utilizza pigmenti impastati con olii I p. liturgici sono l’insieme delle vesti grassi, con l’aggiunta di olii essenzia- indossate dai celebranti durante la li- li al fine di rendere i colori più tra- turgia cristiana e, per estensione, an- sparenti e meno vischiosi. L’impiego che gli oggetti posti sull’altare e i dell’olio come emulsionante consen- drappi decorativi te di ottenere un’ampia gamma di pigmenti e gradazioni cromatiche do- Pasquino da Montepulciano (attivo vute anche alle diverse modalità di nella prima metà del secolo xv) applicazione possibili del colore Scultore formatosi nell’ambiente umanistico fiorentino, fu collabora- Ostensorio tore di Filarete alle porte bronzee di Arredo sacro, a forma di tempietto o, San Pietro a Roma, nelle quali appo- in tempi più recenti di disco solare se il proprio nome (1433-1445). Sua museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 150 anche la realizzazione del portale di Purificatoio San Domenico a Urbino. La sua atti- Piccolo panno di lino che serve ad vità, ad oggi ancora poco conosciuta, asciugare il bordo del calice e a pulire rivela anche l’influenza di Luca della la patena Robbia Reliquia Patèna Parte del corpo di un santo oppure Piccolo piatto tondo, spesso in me- oggetto appartenente o legato alla tallo prezioso, usato nella Messa per persona di Cristo (la Croce), della posarvi l’ostia consacrata e per copri- Madonna o dei santi re il calice Reliquiario Pianeta Custodia, di varie forme e materiali, Ampia veste liturgica con un’apertu- per la conservazione delle reliquie. Le ra tonda per la testa, indossata dal sa- diverse tipologie sono spesso pensate cerdote durante la Messa, deriva dal per l’esposizione ai devoti mantello da viaggio di antico uso ro- mano Rilievo Tecnica scultorea di decorazione che Pisside consiste nel far emergere le figure dal- Coppa di argento o di altro metallo la superficie sulla quale sono scolpite; prezioso, dorato all’interno e chiuso quando la figura si stacca dal fondo da un coperchio, in cui si conservano per meno della metà del suo spessore le ostie consacrate. Si conserva nel ta- si ha il bassorilievo; l’altorilievo inve- bernacolo dell’altare. La tipologia più ce quando sporge per più della metà. frequente è a forma di croce Quando le figure si staccano per metà del proprio spessore si parla di mez- Piviale zorilievo Lungo mantello aperto nella parte anteriore e trattenuto sul petto da un Sant’Anna che insegna a leggere al- fermaglio, usato durante le benedi- la Madonna bambina zioni e altre cerimonie cattoliche Il culto di sant’Anna, madre della Vergine Maria, canonizzata definiti- Portico vamente dalla Chiesa cattolica nel Parte di un edificio, generalmente sul 1584, risale alla Chiesa orientale delle piano del suolo, con un lato aperto ad origini. Le uniche fonti per i raccon- arcate o ad architrave, poggiante su ti dell’infanzia di Maria sono raccol- colonne o pilastri, con funzione de- te nei Vangeli apocrifi. Raffigurata corativa o di riparo nell’arte bizantina sin dall’alto Me- dioevo, la sua fortuna iconografica si Presbiterio diffonde in Occidente a partire dal Spazio della chiesa intorno all’altare, xiii secolo, soprattutto in seguito al- riservato al clero officiante, spesso se- le Crociate e in stretta connessione parato dal resto della navata median- con il dibattito teologico intorno al- te recinzione l’Immacolata Concezione. Rare sono

glossario 151 tuttavia le immagini isolate della san- ri. È protettore dei macellai, dei ca- ta, insieme alla Madonna con in brac- nestrai e degli animali domestici ed è cio il Bambino. Tale particolare ico- invocato contro le malattie infettive, nografia è detta anche Sant’Anna in particolare l’herpes zoster, popolar- Metterza, allusione alla posizione oc- mente detto “fuoco di Sant’Antonio” cupata dalla santa, letteralmente “messa terza”, dopo Cristo Bambino Sant’Antonio da Padova e la Madonna, in una sorta di legame Al secolo Fernando Bullone, nato a trinitario che, anche dal punto di vi- Lisbona nel 1195, prese i voti nell’or- sta figurativo, tende ad avvicinarsi al- dine dei canonici agostiniani di la rappresentazione delle Tre Persone Coimbra, dove svolse studi di teolo- della Trinità (Il Padre, il Figlio e lo gia. Quindi divenne il più valente pre- Spirito Santo). L’immagine si diffuse dicatore francescano. Insegnante di inizialmente soprattutto nell’arte to- teologia nelle università di Bologna, scana, poiché la santa era stata eletta Tolosa e Montpellier, visse gli ultimi protettrice del comune fiorentino, in anni della sua vita a Padova, dove ricordo della cacciata del duca di Ate- morì, a soli trentasei anni, nel 1231; un ne che tiranneggiava la città, avvenu- anno dopo fu canonizzato e venerato ta nel 1343, il 26 luglio, giorno di come santo patrono della città. L’a- sant’Anna giografia del santo è ricca di miracoli, guarigioni miracolose ed episodi di Sant’Anna Metterza carità, dai quali l’iconografia ha attin- V. Sant’Anna to nel corso dei secoli, privilegiando i racconti aneddotici ed esemplari: la Sant’Antonio abate predica ai pesci, il cuore dell’avaro, il L’appellativo di abate gli deriva dal- miracolo dell’asino o quello del neo- l’essere considerato il patriarca del nato. Tonsurato e vestito dell’umile monachesimo orientale; è detto an- saio marrone, i suoi attributi più co- che “l’eremita” o “padre del deserto”. muni sono il giglio, il sacro Cuore di Nato a Coma, in Egitto, verso la metà Gesù, il libro o l’ostensorio del iii secolo, intorno ai vent’anni si ritirò nel deserto dove si insediò una San Bartolomeo comunità monastica. Spinto dalla vo- Uno dei dodici apostoli. Secondo cazione all’ascetismo, visse in solitu- quanto narrato dalla Legenda Aurea dine e morì ultracentenario nel 356. (secolo xiii) fu missionario in Orien- Rappresentato con la veste da eremi- te, spingendosi fino in India, dove ta, suo ricorrente attributo è il basto- predicò e fece opera di conversione. ne del pellegrino; il diavolo, spesso In Armenia guarì la figlia del sovrano presente ai suoi piedi, è simbolo del- locale; l’evento miracoloso fu suggel- la vittoria sulle tentazioni che costan- lato dalla distruzione delle statue de- temente minarono il suo eremitaggio; gli idoli dai quali fuoriuscirono figu- il maiale che lo accompagna richiama re demoniache. L’intera famiglia rea- la consuetudine dei monaci medieva- le abbracciò il cristianesimo, tranne li di allevare un porcellino per i pove- un fratello del re, che, istigato dai sa- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 152 cerdoti pagani, rapì l’apostolo, lo fe- ma, a Milano e in Tirolo. Il culto del ce percuotere violentemente e, infine, santo è tuttavia frutto della contami- scorticare vivo con un grosso coltel- nazione di varie leggende risalenti ai lo, suo abituale attributo. Raramente secoli xii e xiii. Nell’iconografia tra- può essere raffigurato con in mano la dizionale, infatti, è spesso rappresen- sua stessa pelle tato in vesti episcopali, anche se più frequentemente viene raffigurato nel- San Bonaventura (Bagnoregio, Vi- la sua attività di insegnante o nell’at- terbo 1218-Lione, Francia 1274) to di subire il leggendario martirio. Tra i massimi esponenti del france- scanesimo, autore della Legenda Santa Caterina Maior (vita di san Francesco) e del Li- Martirizzata su di una ruota dentata gnum Vitae (meditazioni sulla vita di e dichiarata Dottore della Chiesa, per Gesù Cristo), mistico e pensatore me- la disputa vittoriosa con i sapienti pa- dievale, dottore allo studio di Parigi, gani, il suo culto, molto antico in diede forma di sintesi alla teologia sco- Oriente, è documentato in Occiden- lastica, sulle orme di Agostino. Disce- te dall’viii secolo. È rappresentata polo di san Francesco e fondatore di giovinetta in abito principesco. Suoi un proprio ordine, fu vescovo e cardi- attributi sono il libro, la ruota denta- nale di Albano, partecipò al secondo ta, la spada con la quale venne deca- Concilio di Lione che segnò un riav- pitata. È patrona delle giovinette, di vicinamento fra Chiesa latina e Chie- tutte le arti liberali e di tutte le pro- sa greca. I più noti attributi iconogra- fessioni che hanno a che fare con ruo- fici sono il saio color cinerino, col cor- te, lame e ferri acuminati e protettri- done alla cintola, ed il libro aperto sul- ce di balie e nutrici la mano destra. Effigiato anche in abi- ti vescovili e cardinalizi, con pastora- Santa Cristina le e piviale, fu annoverato fra i Dot- Martire, è patrona di Bolsena, città tori della Chiesa Latina; le immagini dove già sul finire del iv secolo sorse più antiche del santo hanno posto in una basilica dedicata al suo culto, nei rilievo quest’ultima posizione cultu- pressi della primitiva comunità cri- rale di fedele figlio san Francesco stiana. In età medievale nasce e si svi- luppa il patrocinio di Cristina su mu- San Cassiano gnai, arcieri, balestrieri e marinai; la Insegnante di ars notaria a Imola al martire veniva invocata per scacciare tempo di Diocleziano (284-305), se- dèmoni e impetrare la fecondità de- condo il racconto di Prudenzio (pri- gli uomini e della terra; la sua imma- mi anni del v secolo) fu condannato gine si distingue per gli attributi ico- dal magistrato romano a essere ucci- nografici della macina da mulino e so dai suoi stessi scolari con gli stilet- delle frecce ti per incidere le tavolette di cera. La venerazione del santo si diffonde fin San Domenico dal v secolo, inizialmente a Ravenna, Domenico di Guzman, fondatore città della quale fu vescovo, poi a Ro- dell’ordine dei frati predicatori Do-

glossario 153 menicani, nacque a Calaroga (Casti- preghiera. A questi anni (1224) risale glia), nel 1170 circa. Divenuto sacer- probabilmente la composizione del dote, condusse una vita dedita alla Cantico delle creature e riceve, in esta- preghiera e alla penitenza. La riconci- si, le stimmate a La Verna. Muore al- liazione degli eretici albigesi e la con- la Porziuncola nel 1226 e viene cano- versione dei catari al cattolicesimo fu- nizzato due anni dopo da papa Gre- rono tra i risultati più importanti del gorio ix. Patrono d’Italia, viene abi- suo apostolato. Rifiutò per tre volte il tualmente rappresentato con il saio vescovato; sua intenzione era la crea- bruno o grigio con alla vita un cor- zione di comunità i cui membri fos- done a tre nodi, simbolo dei voti di sero dediti, oltre che alla preghiera, al- povertà, castità, obbedienza. È raffi- lo studio, all’insegnamento, alla pre- gurato come un uomo minuto, con dicazione. Trascorse gli ultimi anni la barba o senza, le stimmate alle ma- della sua vita (1216-1220) viaggiando ni, ai piedi e nel costato. Altri attri- in Italia, Spagna e a Parigi. Morì il 6 buti sono il crocifisso, il giglio, sim- agosto del 1221, a Bologna. Gli em- bolo di purezza e, dalla Controrifor- blemi iconografici che lo contraddi- ma, il teschio; comune è la sua rap- stinguono sono: la stella dorata sulla presentazione in estasi, mentre riceve fronte, simbolo della sapienza, un gi- le stimmate o mentre prega glio e, in epoca più tarda, un cane bianco e nero (per un gioco di paro- le in cui i “Domini canis”, – dal lati- San Giovanni no “cani del signore” – ovvero i do- Il più giovane tra gli apostoli, Figlio menicani, sarebbero stati i fedeli di di Zebedeo e Maria Salomè, è consi- Domenico e del Signore) derato l’autore di uno dei quattro Vangeli canonici e dell’Apocalisse, che avrebbe redatta durante l’esilio San Francesco nell’isola di Patmos, dove si recò Nato nel 1181 o nel 1182 ad Assisi, fi- scampato alle persecuzioni dell’impe- glio di un ricco mercante di stoffe, ratore Domiziano (81-96): Quest’ul- dopo aver ricevuto la chiamata divi- timo lo avrebbe fatto immergere in na inizia una vita di assoluta povertà un calderone di olio bollente, dal dedita all’aiuto degli altri e alla pre- quale il santo sarebbe uscito illeso. ghiera. Ben presto si uniscono a lui L’agiografia lo indica autore del mi- alcuni discepoli e ad Assisi si forma racolo della resurrezione di Drusiana una piccola comunità. La Regula pri- e di quello, altrettanto diffuso, del ve- ma dell’ordine fondato da Francesco leno, al quale egli sopravvisse tramu- viene approvata a Roma da Innocen- tandolo in un serpente, frequente at- zo iii nel 1210. Dal 1212 Francesco si tributo del santo. Nella rappresenta- dedica anche alla conversione degli zione dell’Ultima cena compare a vol- infedeli; nel frattempo, deluso, dal- te con il capo appoggiato sul petto di l’allontanamento della comunità dal- Cristo ed in quella della Crocifissione la regola originaria, abbandona ogni è raffigurato accanto alla Madonna, incarico ufficiale per dedicarsi total- che Cristo gli affida in punto di mor- mente alla vita contemplativa e alla te. Insieme a Pietro ed a suo fratello museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 154 Giacomo è tra gli apostoli che assi- la guarigione della madre, la nobile stono alla Trasfigurazione sul monte fanciulla rifiutò di sposarsi e donò la Tabor. Il simbolo che lo contraddi- sua dote ai poveri. Denunciata come stingue è l’aquila. cristiana, fu condannata ad andare in V. anche Evangelici, simboli un postribolo. La leggenda racconta che nessuno riuscì a trascinare Lucia, San Giovanni Battista investita di una forza divina, verso quel Ultimo profeta, primo santo e pre- luogo. Suo tradizionale attributo sono cursore di Gesù Cristo. Istituì sulle ri- gli occhi, di norma mostrati su un piat- ve del Giordano il sacramento del tino tenuto in mano dalla santa: se- battesimo; battezzò anche Cristo e ri- condo il racconto agiografico le furo- conobbe in lui il Messia. Suoi attri- no cavati dai suoi persecutori, mentre buti sono l’agnello e la veste di pelli. secondo una più tarda leggenda se li sa- Può anche reggere la ciotola per l’ac- rebbe strappati lei stessa per farli reca- qua del battesimo o un favo di miele. pitare al suo innamorato respinto che Comune è la rappresentazione della non si rassegnava alla sua scelta di pe- sua testa mozzata portata su un vas- nitenza e castità. A volte reca in mano soio da un’ancella o da Salomè che la una lampada a olio accesa, riferimento aveva voluta in pegno al suo nome che significa luce. È uni- versalmente nota quale protettrice del- San Giovanni Gualberto la vista. Altri attributi generici possono Fondatore dell’ordine monastico di essere il ramo di palma, prerogativa dei Vallombrosa, appartenente alla nobi- martiri, o la spada le famiglia fiorentina Visdomini. Eb- be la vocazione da giovane: incon- Santa Maddalena trando per strada l’assassino di suo Fin dal Medioevo, e soprattutto dopo fratello invece di ucciderlo, vendi- la Controriforma, è l’esempio della pe- cando così il congiunto, gli concesse nitente. Tra i suoi attributi compare il perdono. Si fece quindi monaco ri- sempre il vaso di unguento usato per tirandosi a al Monte. cospargere i piedi di Gesù dopo la la- Dopo alcuni anni si spostò a Camal- vanda. Raffigurata con lunghi capelli doli e poi a Vallombrosa, dove fondò rossi, è rappresentata principalmente un nuovo monastero per contribuire in due modi: prima della conversione alla salvaguardia della Regola di san riccamente vestita e acconciata, dopo, Benedetto. Qui Giovanni Gualberto in abiti stracciati, con un mantello ai ripristinò le fondamentali disposizio- suoi piedi e/o avvolta nei suoi stessi ca- ni del silenzio, della povertà e della pelli. Altri attributi di questa seconda clausura e istituì anche un gruppo di versione sono il teschio, il crocifisso, frati laici. È solitamente rappresenta- una frusta, la corona di spine, gli occhi to con l’abito monastico benedettino pieni di lacrime Santa Lucia Vergine e martire, visse a Siracusa al San Martino tempo dell’imperatore Diocleziano Le numerose fonti di epoca tardo an- (284-305). In seguito a un voto fatto per tica raccolte poi nella Legenda aurea

glossario 155 (xiii secolo) lo indicano ufficiale ro- miglia benestante, a 17 anni entra nel- mano, nato intorno al 316-317 a Sa- l’ordine delle terziarie francescane, baria in Pannonia (l’odierna Unghe- dopo aver avuto una visione in segui- ria). Ancora giovane si ritira dall’e- to ad una grave malattia e si dedica al sercito e diviene eremita; il vescovo pellegrinaggio predicando la fedeltà Ilario lo chiamò a Poitiers, dove verso la Chiesa. Quando Viterbo, fondò un monastero; quindi, nel 371 città ghibellina, venne occupata, nel fu eletto vescovo di Tours. Si raccon- 1240, da Federico II imperatore, la ta che, non volendo egli accettare per santa avrebbe condotto una campa- modestia e umiltà tale carica, si sa- gna politica e cattolica contro l’im- rebbe nascosto in una stia per le oche, peratore e sarebbe stata pertanto esi- ma, tradito dai loro schiamazzi, sa- liata. La tradizione viterbese vuole rebbe stato riportato in città per l’in- che Rosa in tale circostanza avesse vestitura. Durante la sua vita fece procurato le pietre ai suoi concittadi- opera missionaria, convertì molti pa- ni per combattere contro l’invasore, gani al cristianesimo, guarì un leb- Federico II, e che, colpita al braccio broso e salvò i condannati dall’impe- sinistro da una freccia, lei stessa la ratore Massimo (383-387). Viene rap- avrebbe estratta, strappandola con la presentato come soldato a cavallo, bocca. Muore il 6 giugno del 1251. La con mantello e spada, o come vesco- fama di santità di Rosa crebbe nel vo, con pastorale e libro, con un’oca tempo e Callisto III, nel 1457, ne di- e talvolta con una coppa, simboli che spose un processo di canonizazzione, richiamano avvenimenti della sua che venne regolarmente svolto anche leggenda se interrotto dalla morte del Papa stesso San Pietro Rappresentato nella tipologia dell’a- San Silvestro postolo, talvolta indossa mitria e pi- Fu Papa dal 314 al 335 durante il regno viale, poiché fu il primo papa della di Costantino il Grande il quale, se- Chiesa cattolica. L’attributo che lo condo la leggenda della sua conversio- identifica è quello delle chiavi, sim- ne, ricevette il battesimo proprio da Sil- bolo dell’incarico conferitogli da Ge- vestro che lo guarì dalla lebbra. Sotto il sù di custodire le porte del cielo; altri lungo pontificato di papa Silvestro fu attributi sono: il gallo; la croce capo- tenuto il primo concilio ecumenico di volta, strumento del suo martirio; più Nicea del 325, che si concluse con la raramente la barca condanna dell’eresia ariana e con la for- mulazione del credo. È raffigurato con Santa Rosa i paramenti pontificali, con in mano il Nell’iconografia artistica viene rap- pastorale e talvolta un libro; spesso re- presentata come una giovane france- ca i ritratti di Pietro e Paolo e ai suoi scana terziaria, con un ramoscello di piedi possono trovarsi un drago, sim- rose in mano (che allude al suo no- bolo del paganesimo sconfitto, oppure me) e un’ampollina di vetro. Nata a un bue, in allusione ad un miracolo da Viterbo, intorno al 1234, da una fa- lui compiuto in gara con un mago, museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 156 quando resuscitò uno di questi anima- Secchiello li. È considerato il protettore degli ani- Piccolo recipiente che contiene l’ac- mali domestici, e dei muratori, perché qua benedetta. È usato insieme all’a- fece costruire molte chiese spersorio, che è lo strumento con cui si asperge l’acqua, a forma di sferetta Santo Stefano cava e bucherellata, con spugna in- Protomartire, già primo diacono del- terna e manico la prima comunità apostolica di Ge- rusalemme, si distinse per eloquenza Smaltatura e ardore di fede e carità. Accusato di Tecnica di decorazione applicata a ce- idolatria dalla comunità ebraica ac- ramica e metallo. I più diffusi proce- cusò a sua volta gli ebrei di aver as- dimenti per la s. dei metalli sono il cloi- sassinato il Messia e venne lapidato sonné, che prevede la stesura dello dall’uditorio. È comunemente ritrat- smalto entro zone delimitate da sotti- to come un giovane diacono, a volte li fili metallici e il champievé, che pre- tonsurato, vestito con la dalmatica. vede l’inserimento dello smalto entro Suo attributo specifico sono le pietre piccoli alveoli praticati su una lastra con le quali subì la lapidazione, te- metallica. nute in una mano o conficcate nel ca- Il termine indica anche il processo di po ancora sanguinante impermeabilizzazione della terra- cotta che diviene di grande uso a par- San Vincenzo Ferrer tire dal xv secolo, dando luogo ad un Domenicano, venne beatificato da particolare tipo di produzione, la Callisto iii e successivamente cano- maiolica nizzato da Pio ii nell’ottobre del 1458. È solitamente rappresentato nell’abi- Smalto to domenicano, reca sulla testa l’em- Vernice vetrosa cui sono aggiunte blematica fiammella, allusiva al fuo- componenti coloranti, che ha la pro- co della sua predicazione e all’ispira- prietà di diventare una superficie lu- zione profetica di cui era dotato, e tie- cida e compatta grazie alla cottura ad ne un libro aperto con una scritta trat- alte temperature. ta dall’Apocalisse, spesso è contorna- V. smaltatura to da segni allusivi all’iconografia del Giudizio Universale Tabernacolo Edicola chiusa da uno sportello, posta Sbalzo sull’altare, in cui è conservata la pissi- Arte e tecnica di decorazione usata per de. Si intende anche una nicchia o una i materiali preziosi, quali l’oro e l’ar- piccola cappella, posta lungo una stra- gento, ma praticata anche per il rame da o inserita nello spessore di un mu- e il bronzo. Consiste nel ridurre il me- ro, contenente un’immagine sacra tallo in lamina sottile per ricavarne la raffigurazione voluta a rilievo, model- Teca landola in negativo, e operando quin- Scatola metallica, dorata interna- di la rifinitura dal davanti con il cesel- mente, in cui si conserva la lunetta eu- lo e il bulino caristica

glossario 157 Tela dito e mantenuti paralleli e in tensio- Costituisce una delle superfici più usa- ne, con un’altra serie che vi si inseri- te per la pittura a olio; di lino o di ca- sce trasversalmente, chiamata trama, napa, talvolta anche in cotone, juta, se- ottenuto mediante il telaio. I tessuti ta o altre fibre; la sua tipologia varia di si dicono uniti quando l’intreccio grossezza e intreccio a seconda delle non presenta disegni speciali, opera- epoche, dei luoghi e delle esigenze ti in caso contrario. Si distinguono tre espressive. Prima incollata su tavola, in tipi base di tessuto: la tela o taffetas, seguito fu tesa su telaio per favorire il con due fili di ordito e due di trama, trasporto dei dipinti; quest’ultimo uti- con uguale effetto al diritto e al rove- lizzo si diffonde dalla seconda metà del scio; la saia, che sortisce un effetto xv secolo sostituendosi definitivamen- diagonale inclinato a destra o sinistra; te a quello su tavola a partire dal xvii il raso (o satin): a seconda che sia più secolo. Il termine indica anche l’opera evidente l’ordito o la trama, si hanno pittorica eseguita su tela rasi ad effetto di ordito o rasi ad ef- fetto di trama Telaio Nell’arte della tessitura è il congegno Turibolo che serve a intrecciare i fili dell’ordi- Suppellettile sacra, spesso preziosa- to con quelli della trama. Si intende mente argentata, formata da una cop- anche l’inquadratura, in genere li- pa con coperchio, sollevabile me- gnea, sulla quale viene tesa la tela per diante tre catenelle, che contiene un dipingere piccolo braciere (navicella), nel quale vengono fatti bruciare grani di in- Tempio/tempietto censo Struttura architettonica solitamente a pianta centrale e copertura a cupo- Vasi votivi la. Per estensione, ogni tipologia che Sono il calice, la pisside, l’ostensorio, la ripropone tale struttura teca e la lunetta. Si possono intende- re anche il corporale, la palla, il puri- Terracotta ficatoio, il mesciacqua, le ampolline, Modellazione di un impasto di argil- il turibolo, la navicella, la patèna, il sec- le eseguita a mano, al tornio, o a stam- chiello e l’aspersorio, la borsa del cor- po e poi cotta al sole o in forni spe- porale, il velo del calice, il campanel- ciali ad alta temperatura; la qualità e lo, le tre ampolle che contengono gli la quantità dei minerali contenuti ne oli sacri ecc determinano il maggiore o minore grado di porosità e la tonalità del co- Velluto lore; generalmente si intende anche Tessuto con superficie coperta di pe- ciascun oggetto (vaso, piatto, formel- lo, costituito da due orditi, uno per il la ecc.) che se ne ottiene tessuto di base (grosso taffetas o raso) e l’altro per il pelo, ottenuto median- Tessuto te l’inserimento di un filo di cui si Tecnica e arte che consiste nell’in- possono tagliare le sporgenze a forma treccio di una serie di fili chiamati or- di anello museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 158 Velo ratterizzato da colori accesi e dall’u- Quadrato di stoffa degli stessi colo- so intensamente espressivo e dram- ri liturgici dei paramenti, bordato da matico della luce. Intorno agli anni galloni, ricamato e con al centro la Venti del xvii secolo esegue nume- croce o il monogramma di Cristo, im- rosi dipinti in onore di San Bene- piegato per coprire il calice all’inizio detto per la Confraternita di San Be- e alla fine della Messa nedetto Bianco alla quale Vignali ap- parteneva dal 1614. Dell’autore si ri- Velo omerale cordano il Sogno di Giacobbe, affre- Striscia di stoffa indossata dal sacer- scato sul soffitto della prima sala del dote sulle spalle, sia nel corso degli Museo di Casa Buonarroti a Firenze spostamenti con l’ostia consacrata, e i cicli di affreschi per il Casino di all’interno della chiesa, che durante San Marco (1622-1623) solenni processioni eucaristiche Volta Vergine col Bambino Copertura a superficie ricurva di un V. Madonna col Bambino ambiente o di parte di esso, costitui- ta da una estensione interna concava Vignali, Jacopo (Pratovecchio, Arez- (intradosso) e una esterna convessa zo 159-Firenze 1664) (estradosso). Caratteristica basilare Pittore tra i più rappresentativi del della volta è di scaricare lateralmente Seicento fiorentino, allievo di Mat- la spinta del peso della copertura, che teo Rosselli e suo collaboratore ma- deve essere contenuta dagli appoggi tura, nel tempo, uno stile proprio ca- della volta stessa.

glossario 159

English Translation

The Museum of Sacred Art construction is 1492, the year in which of Greve in Chianti the Santa Croce convent, which con- trolled the hospice, was founded, as the by Caterina Caneva above mentioned document confirms. The hospice was suppressed in 1810, during the Napoleonic era, and then re- The seat of the Museum of Sacred Art opened in 1815 but the subsequent sup- is the ancient hospice of San Francesco, pressions decreed by the unitary State located on a small hill that dominates in 1866 were final: used at first as a Greve, on the road that leads to Mon- prison, it was greatly transformed in tefioralle, the ancient castle or rather 1927 and then used as housing. Passing the fortified village already in existence under the jurisdiction of the Santa in 1260. One gets there in a few min- Croce provostry, the attached oratory, utes directly from the beautiful central which originally had three altars, was square, an elongated triangle, charac- restored in 1848, but its condition re- terized by arcades, that recall its ancient mained precarious until they began to function as a “mercatale” (i.e. market- restore the entire complex in order to town), and by flowered balconies. Al- create a museum, of which the oratory though tradition says the hospice was is today an integral part. built in the site of the ancient Uberti An almost complete sampling of the castle, the oldest document related to artistic heritage dispersed throughout the complex is the 1581 manuscript by the Florentine Chianti area, of which Dionisio Pulinari which mentions it in Greve can be considered the chief relation to the Santa Croce Convent in town, has been gathered in the muse- San Casciano. “Questo luogo [il conven- um: but its collections represent only to della Croce] ha due bellissimi ospizi: the tip of the iceberg, a point of refer- uno a Greve, otto miglia lontano, bellis- ence that here, perhaps more than in simo, sopra un poggetto, fuori dalla villa other museums of sacred art, refers di Greve. Questo credo lo desse comunità continually to the rich heritage scat- e lo fabbricasse, e non so, se pure i Ciam- tered in every corner of the district, ex- poli di Greve, che sono stati sempre Procu- tremely rich in art and history testi- ratori dei frati, ci avessero loro dato il sito monies and not only from a numeri- o buonissima parte” (P. Roselli 1994, cal point of view, but also for their ex- quoted in C. Proto Pisani 2002). As a traordinarily high qualitative level, hospice, this settlement of Franciscans and last but not least, for being tied to did not have an established monastic architectural structures often of great community, but only some brothers importance. The geographical setting from the San Casciano convent and a of Greve, so happily integrated in the lay brother: it was actually used as a territory, has determined over time its stopping place for traveling or begging importance as to the road network and friars. A valid post quem term to date its the commercial development, not to

english translation 163 mention the landscape’s particular involvement of the faithful in the sa- beauty. All factors that have led to a cred drama, according to the criteria in- stratification, in loco, of extraordinary spired by that order’s artistic commis- historical and artistic finds: abundant sions. Other works have found a suit- traces remain, for example, of Etr- able exhibition seat in the new muse- uscan settlements and of the subse- um, having been “homeless” for quite quent Romanization through the Via a long time because of the destruction Cassia in the placenames and in the of the original seat or because they were findings of many of its sites; as well as removed from there for reasons of se- the presence of castles and parish curity. Among them the oldest paint- churches, city walls and Renaissance ing is the small Annunciation of the 14th villas document widely as to the his- century Florentine school, one of the torical events from the early Middle few testimonies of the ancient church Ages until today, the existence of nu- of Santa Croce in Greve, replaced in the merous courtly families, important for 19th century with the neo-classical edi- their patronage of churches that, es- fice of the architect Cambray Digny. pecially in the Romanesque period, were built in suggestive locations and A beautiful panel by a 16th century with harmoniously austere styles. Florentine painter, also iconographi- These churches, from the 13th century cally interesting for the presence in onward, have gathered an abundant the background of a view of the Sez- pictorial wealth consisting of remark- zate castle, comes from that ancient able artistic works and of many good- castle’s church, now in private hands, quality liturgical furnishings with ex- but once the fief of the Bardi family, traordinary pieces especially from the two of whom probably had them- earliest times. This heritage has in selves portrayed in the same panel in good part fortunately survived the ups their role as clients. Also from Sezzate and downs of Greve’s history, such as comes a beautiful chasuble in green the struggles between the Guelphs and damask that bears the Bardi Strozzi the Ghibellines and then the disagree- coat-of-arms. ments between and Siena, up If obviously the original seats for which to the supremacy of Florence and the these works were carried out have been seigniory of the Medici and beyond. destroyed or are no longer accessible, The large della Robbian altarpiece of many of the other works and furnish- the Mourning, belonging to the hos- ings on display come from to church- pice’s original heritage, has remained in es still in existence that are worth vis- loco; tied to the Franciscan presence iting, on a loving pilgrimage that will not only for the insertion of the saint lead to surprising discoveries. among the mourners that gather For example, many furnishings come around the body of Christ, but also for from Santo Stefano in Montefioralle, the character of immediate emotional that, within the ancient city walls of the museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 164 castle that dominates Greve and that Gaudenzio which had gathered in the still today is a fascinating destination, past the artistic testimonies from the still houses works of great importance, disused church of Santa Maria in such as a 13th century panel by the un- Canonica. Among the most important known master called the Master of furnishings from the Abbey of San Montefioralle because of the location Cassiano in Montescalari, we would of the work, a 14th century Annuncia- like to mention a thurible and incense tion related to the Master of Sant’Ivo, boat from 1611 in embossed brass and and also a large canvas by Orazio Fi- the beautiful aedicule-shaped reli- dani from 1647. In the museum, it is quary meant to hold the remains of the possible to admire a precious and rare Abbey’s titular martyr, which were per- 14th century rock crystal Cross. haps commissioned by the abbot, Mar- From the ancient parish church of San co Lavacchi from Pelago. Cresci, in Montefioralle as well, which Of a different provenance, but still has especially interesting architectural linked all the same to an act of great details, such as an unusual narthex on munificence, is a beautiful group of the façade, comes a beautiful 15th cen- paintings, coming from the ex-hospi- tury bas-relief that depicts Saint Fran- tal founded by Rosa Libri Del Rosso, cis in a simple and direct, but elegant, that are collected in the museum. language. Many other furnishings Among the other canvases, mostly 17th come from the church of San Silvestro century and also from a non-Floren- in Convertoie, such as the small early tine school, we would like to point 16th century stained glass window and out the suggestive and elegant por- the processional Cross in painted wood trayal of Saint Rose, one of the rare sa- that dates between the end of the 16th cred subjects by Michele Gordigiani and the beginning of the 17th centuries. which, inside a beautiful gilded and Also San Donato in Mugnana has pro- carved frame, is a remarkable exam- vided the Greve museum with some ple of late 19th century painting, a cen- beautiful pieces, but it still retains, tury not well-represented in the artis- among other things, a panel of the 16th tic heritage of Tuscan churches. century Florentine school and some The visit to the recently renovated 17th century paintings; and also other Greve museum, besides provoking churches have on display here some of one’s admiration for the beautiful col- their antique furnishings, silver or fab- lection which has found a proper seat rics, which bear witness to their illus- there, seems, in fact, to spur one to trious patrons’ generosity and the skill deepen one’s acquaintance with the of the artisan-artists. Among these larger scattered museum in its area, a churches we would like to mention the museum that unwinds in a truly parish of Santa Maria in the striking unique landscape, in an osmotic medieval village of Cintoia, and, in process from which the spirit draws Torsoli, the modern church of San spiritual nourishment and beauty.

english translation 165 A visit to the museum The oratory

The entrance to the museum, side- The ancient oratory of San Francesco, ways to the oratory’s, leads to a short restored in 1848 as a plaque on the narrow hall on whose walls are hung façade testifies, had its definitive con- didactic panels that illustrate the solidation and restoration during the churches and architectural complexes work on the museum. There is a trap- distributed in the Chianti area. If on door in the floor that was used for one hand works and objects that had burials. There is a large 18th century lost their original homes have been fresco of Saint Francis in Glory on the gathered in the museum, on the oth- vault; fragments of other contempo- er there are many others, first-rate rary frescoes, with little cherub heads, quality ones, still kept in their places have come to light under the plaster of origin, generally churches that in in the part over the altar that, accord- this part of are particularly ing to ancient documents, was one of numerous and suggestive. The first three, of which the other two, cer- door to the left leads to the ticket of- tainly side ones, are not there any fice with a small but well-stocked more. This altar has a simple mensa book-shop. The first door to the right (i.e. top surface) made of stone, like leads instead to the Oratory where the its side pilasters on which are sculpt- museum visit begins. ed: Christ’s monogram, to the right, and that of the Franciscans, to the left. On the two sides of the altar, there are two arch-shaped doors that lead to the sacristy depicting the frescoed figures of Saint Francis and Saint Anthony of Padua. On the main altar it has been reassembled, with a typically della Robbian frame with fruit and flower swags but not pertaining to it, the large polychrome terracotta altarpiece from the Della Robbias workshop representing the Mourning of Christ, a true masterpiece of its kind and the pride of the museum, it is divided from the rest of the hall by a sort of large Serlian arch flanked by columns. The altar frontal is an interesting and rare 18th century Tuscan handmade piece, made of straw that was cut and glued to paper, while there is a series museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 166 of valuable cartegloria (i.e. altar cards) shaped wooden doors are datable to in carved wood from the same period the 18th century. on the mensa. Here are the oldest paintings of the museum’s collection: the 14th century The visit begins from the wall on the Annunciation immediately to the right right of the entrance. of the altar and two other panels set symmetrically on the side walls, almost 1. giovan battista giustammiani to replace symbollically the original known as il francesino (active in ancient altars; one is the very beautiful Siena, 1608-1643) altarpiece by Francesco Granacci (to Image of Saint Dominic being carried the right), that comes from the church to Soriano by the Madonna and the of Santa Maria in Cintoia and the oth- Saints Mary Magdalene and Catherine er that of a 16th century Florentine of Alexandria painter (to the left), previously in the Oil on canvas; 134x95 cm.; 159x120 church of San Martino in Sezzate. Un- cm. with frame. (inv. 5) fortunately both paintings have suf- Provenance: Church of Santa Croce fered greatly over time, both because in Greve of the poor preservation conditions The painting’s iconography follows a and previous careless restoration inter- tradition according to which the Vir- ventions but notwithstanding the de- gin, with the two saints depicted here, terioration of their pictorial substance, appeared to a Dominican friar from what remains, however, has an extra- Soriano (a town in Calabria in which ordinary nobility of structure and an a great devotion for Saint Dominic elegant line. developed beginning from 1530), in Next to the panel on the left we also order to show him how the saint find a painting that is particularly in- should be portrayed with a lily and a teresting from the iconographic point book with a red binding in his hands. of view, a work by a Sienese painter The Dominican brother to the left is known as Il Francesino, who was ac- probably a portrait, given the strong tive at the beginning of the 17th cen- characterization of the face. This love- tury. On the wall to the right, next to ly painting, whose subject is so par- Granacci’s altarpiece, there is also the ticular, displays typical characteristics oldest sculpture in the complex: a of the Sienese school of the first quar- valuable marble bas-relief from the ter of the century. 15th century representing Saint Fran- cis. The two confessionals are also out 2. florentine painter of the ordinary, located with a rustic 16th century simplicity and a practical sense in the Madonna with Child, Saints Anthony opposite walls close to the oratory’s the Abbot, Lucy and John the Baptist entrance: however, their elegantly and the two clients in prayer.

english translation 167 Tempera on a wooden panel; 180x142 Tempera on a wooden panel; 152x168 cm. (inv. 3) cm. (inv. 2) Provenance: Church of San Martino Provenance: Church of Santa Maria in Sezzate in Cintoia The painting is, for various reasons, of In 1963, this work, cited since the end iconographic importance, in particu- of the 19th century as being in the lar for the two views of the landscape church of Cintoia, was connected to that appear at the sides of the large Francesco Granacci’s early work by throne. On the left we can recognize, Federico Zeri; inserted into the mono- the castle of Sezzate, described in de- graph on the artist by von Holst(1974), tail as it must have been at the begin- now its attribution to the artist is ning of the 16th century, that is, before unanimously accepted by the critics. the alterations carried out in the 17th Its presence in the exhibition Maestri and 18th centuries: the complex’s recent e botteghe, (Masters and Workshops), restoration, in fact, has been based ex- held in 1992 at the Palazzo Strozzi, has actly on this image. To the right, in- permitted an updated critical setting stead, there is a landscape crossed by a fixing its dating around 1498. river, possibly, the Sezzate stream, Granacci began his apprenticeship in which we imagine was inspired by the 1480’s: his early work was influ- nearby places. As for the clients, the enced by Filippino Lippi, but his time beautiful realistic figures, that take us in Ghirlandaio’s workshop was fun- back to the ancient history of this strip damental, in fact he was among of Tuscany, could belong to the Bardi Ghirlandaio’s closest collaborators in family, lords of the fief of Sezzate, from the Tornabuoni Chapel’s frescoes in whose church this work comes. Santa Maria Novella (1486-1490); a The panel shows characteristics of many friend of Michelangelo’s, with whom different and mixed styles that combine he attended both the San Marco gar- reminescences from Ghirlandaio to- den, where the Medici family assem- gether with Umbrian elements, such as bled young artists, and Ghirlandaio’s to echo the ways of Raffaellino del Gar- workshop, in his mature phase he was bo and suggest a chronological dating to directly influenced by the example of the first quarter of the 16th century. Buonarroti. This beautiful panel, unfortunately very damaged by past cleaning inter- Right wall ventions, has a solid compositional de- sign, underlined by its architectural el- 3. francesco granacci (Florence ements which are rigorously 15th cen- 1469-1543) tury and perfectly symmetrical: ele- Madonna with Child and Saints ments ascribable to the influence of Bartholomew and Francis Ghirlandaio, even if the little angels on 1498 ca. the throne’s pediment refer to Piero di museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 168 Cosimo’s painting in the museum of critics have put forward a plausible the Innocenti in Florence. The beau- comparison with Pasquino da Mon- tiful figures of the saints, perfectly bal- tepulciano’s works, who collaborated anced and in a classical pose (Bar- with Maso di Bartolomeo on the pul- tholomew with a book and a knife, pit of Prato and whose artistic per- Francis with a book, a cross and a sonality still needs to be reconstruct- wound on his chest) are constructed ed. In particular, we can mention by skillful drawing and a chiaroscuro some similarities to the bas-relief that that originally must have been of a represents The recovery of the image of great incisiveness; the group of the the Virgin of Impruneta, in that basil- Virgin, who seems to cradle the Child ica’s museum, recently attributed to all curled up in her arms, both ab- Pasquino by Antonio Natali (1990, sorbed in one of their tender moments p. 59). with their heads close together, is es- pecially touching.

Wall in front of the entrance

4. tuscan sculptor 15th century Saint Francis First half of the 15th century Marble bas-relief; 84x41 cm. (inv. 15) Provenance: Church of San Pietro in Sillano Having come to the Greve museum after various vicissitudes including an improper conveyance into private hands, the bas-relief has a mysterious origin: we do not know, for example, if it was originally part of a funeral monument or of a more elaborate al- tar. Its new collocation in a place which formerly belonged to the Fran- ciscan order, however, is not inappro- priate. The depiction of the saint’s fig- ure is still late Gothic, but the move- ment of the hood and the suppleness of the modeled figure already set the sculpture in the 15th century: some

english translation 169 Franciscan Presence in Greve intense preaching activity is the use of images having an immediate emotion- The hospice of San Francesco in Greve al impact, of which an exceptional ex- was, for centuries, a significant Francis- ample is the sculptural group of the can settlement in the Greve area, sub- Mourning on the altar. Both the sub- ordinate to the larger Croce convent in ject of this work (with the anachronis- San Casciano that, together with the tic but significant presence of Saint important settlements of San Vivaldo Francis in it) and the technique adopt- (Montaione) and of Vivaio (Incisa), ed, in simple painted terracotta, consti- was among the principal Franciscan tuted the privileged artistic production centers of the Strict Observance in the in the commissions of the Franciscans, area south of Florence. who saw, in the use of emotionally in- Everything in the small complex in volving artistic representations, an effi- Greve evokes a Franciscan spirituality: cient means for popular evangelization, from the simplicity of the structure to the as also evidenced by the analogous sculp- iconographic repertory of the sacred im- tural groups in the convents of: La Ver- ages housed in the oratory, both in those na, San Salvatore al Monte in Florence carried out for the hospice itself but al- and the Osservanza in Siena. so in those that arrived here from other In the oratory’s presbytery, this reference churches in the area. The themes and to images of strong popular appeal is con- subjects are varied and tied to the order’s firmed by the frescoes with Saint Bernard spirituality, which the artists and arti- of Siena and Saint Anthony of Padua, sans expressed through different charac- both Franciscans and dear to popular de- teristics and materials in order to spread votion; in particular, Saint Anthony is a message of great communicativity: first also shown kneeling devotedly at Mary’s of all are the representations of Saint feet in the 17th century painting by Cur- Francis who is portrayed in a rigidly radi that comes from Santa Lucia in frontal pose, but with a solid and in- Barbiano (no. 83). tensely human appearance, in the mar- ble bas-relief from the first half of the 15th Lia Brunori Cianti century coming from San Pietro in Sil- lano (no. 4); the saint is deep in thought and has a more elegant bearing in the late 15th century panel by Granacci that was once on the altar of the church of Santa Maria in Cintoia (no.3); in the 18th century fresco that adorns the ceil- ing of the small oratory, finally, he is tri- umphantly raised into the glory of the heavens. Connected with the Franciscan friars’ museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 170 To the right of the altar Gothic character just like the painting style, of evident Florentine tradition. 5. florentine painter The panel has had various attribu- 14th century tions: Giovanni del Ponte’s name was Annunciation proposed by Bencistà, while Tartufieri 1350-1360 ca. considers it another representation of Tempera on a wooden panel; 101x63 the analogous subject carried out by cm. (inv. 1) Andrea Orcagna in 1346, finding a re- Provenance: Church of Santa Croce semblance, if anything, to Puccio di in Greve Simone’s works. This is the oldest painting in the mu- seum: its provenance from the church 6. tuscan workshop of Santa Croce in Greve, which was 18th century replaced by Luigi Cambray Digny’s Pair of hanging lamps neo-classical building in 1833-1835, is Brass; 26x22 cm. (inv. 61) confirmed by a 1789 description Inscriptions: “di limosine” where it is cited as being on the altar Provenance: Church of San Gauden- of Our Lady of the Annunciation. zio in Torsoli The Annunciation is represented here according to traditional canons: the synthesis of the scene is enriched, how- ever, by elegant descriptive details, in the simple harmony that regulates the relations among the figures and the still not rationally articulated architectural structures. The Virgin, inside a small room hung with precious red tapestry, has stopped the reading on which she was intent and she is listening to the angel’s announcement with her hands crossed on her breast (on the book is written “ecce v/irgo c/onc piet/… nome”); the angel, kneeling in front of her outside the room, wears a brilliant green cape lined in red, as well as red are the crown on his cape and the out- er feathers on his wings; from on high the hand of God the Father sends the Holy Spirit to the Virgin. The build- ing, almost a pavilion, is encircled by a polygonal tambour clearly of a late-

english translation 171 The theme of the mourning The subsequent version is the so-called Pietà, that appeared in northern art be- Among the early artistic representations ginning from the 14th century, with created in order to show and affirm Christ’s body lying either in the Virgin’s Christ’s humanity, those of the Cruci- arms, or on her knees: a composition that fied, alone or surrounded either by isolates the central and human nucleus mourners or by scenes of the Passion, had of the drama in order to make it the ob- experienced a progressive diffusion be- ject of intense meditation. It would lat- ginning from the 5th century, using artis- er become very widespread also in , tic means of various types and materials: having wonderful interpreters especially painting on panels, sculpture, fresco, mo- in the 15th and 16th centuries: just think saic, ivory, enamel and so on. From the of Cosmè Tura, Giovanni Bellini, Gui- 13th century onwards this “humaniza- do Mazzoni, Botticelli, Michelangelo, tion” of Christ further progressed in a among others. Over time the two themes dramatic sense, supported by formal and of the Mourning and the Pietà would technical innovations that permitted a eventually intersect in the artistic com- more decided naturalism and, occasion- positions that today we often find classi- ally, a strong pathos. Even the witnesses fied under one name or the other. to Christ’s agony participate in this dramatization, assuming emotional at- Caterina Caneva titudes that range from a contained sor- row to meditation and despair in scenes which are differently crowded and com- plex. Among these, the representations of Christ being taken down from the Cross became very widespread begin- ning from the 10th century. This partic- ular subject permitted even more well- articulated compositions, also from a spatial point of view, with a vertical pro- gression. Shortly after 1000 A.D. the com- position commonly called the Mourning successfully imposed itself; in it the focal point is the body of Jesus laid on the ground and surrounded by the despair of various onlookers, among whom the “grieving” Mother (Mater dolorosa) stands out both for her pre-eminent po- sition and her dramatic intensity. It was completely in line with the sacred repre- sentations that voiced the mute pain. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 172 Altar wall Francesco, today the museum’s seat. The dating of the work, to be set in 7. circle of baccio da montelupo the second decade of the 16th century, (1469-1523) would not actually be in conflict with Mourning over the Dead Christ that of the probable construction of Second decade of the 16th century the hospice, subordinate to the Croce Polychrome (the altarpiece) and convent in San Casciano and found- glazed terracotta (the frame); 230x190 ed in 1492 on a piece of land donated cm. (inv. 17) by the Ciampoli family. As the recent Provenance: hospice of San Frances- restoration has, however, confirmed, co, Greve the sculptural group was reassembled (with some inexactitudes) in the cur- 7 a. workshop of benedetto and rent position and so it cannot be ex- santi buglioni cluded that its original location was Frame with fruit and flower swags different: besides, the della Robbian 1515-1520 ca. frame of glazed terracotta is an as- Provenance: hospice of San Francesco sembly of fragments of double prove- in Greve (?) nance, perhaps not even belonging to This imposing group in polychrome this Mourning group. Datable to 1515- terracotta, which is a true altarpiece 1520, the execution of this “frieze” can in relief, consists of seven figures: in be attributed to the workshop of the center is a triangle created by the Benedetto di Santi Buglioni. Mother who, almost in a faint, holds The above mentioned restoration the body of her Son on her knees and (Gea Restauri 2002-2003, with scien- who, in her turn, is held up by the old- tific analyses and technical advice by est of the pious women, Mary of Opificio delle Pietre Dure) as well as Cleophas, in a composition that is consolidating and reinforcing the reminiscent of the traditional one of sculptural group, has recovered, Saint Anne Metterza. Saint John (al- thanks to an adequate cleaning, the so portrayed in the pitiful role of hold- original intense coloring, previously ing Christ) and the Magdalene are concealed and even distorted by the kneeling at the sides. Behind them, numerous re-paintings. A more cor- there are Saint John the Baptist to the rect reading of the work after its left and Saint Francis to the right, restoration, which gave the possibili- both standing and in different sor- ty of appreciating its expressiveness, rowful attitudes: the former is almost its compositional and chromatic har- certainly present as the patron saint of mony at their best, has also questioned Florence (if not linked to the client’s the previous attributions first to Cieco name), while the latter establishes the da Gambassi, then to Giovanni della sculptural group’s tie to a Franciscan Robbia, and more recently to the cir- place, in this case, the hospice of San cle of Santi Buglioni, the last repre-

english translation 173 sentative and keeper of the great del- a more dramatic pathos, not only la Robbia tradition. This was the at- thanks to the strong color contrasts tribution that Giancarlo Gentilini, an but also to the attitudes of the by- authoritative expert in this field, had standers so emotionally involved as to very dubitatively advanced in the past, make almost visible the passage but the same scholar, after having seen among them of an intense flow of sor- the restored work, has recently sug- row which lacks only the words of a gested that it would be better to look sacred representation. for the artist in the circle of Baccio da The choice of this subject as well as Montelupo, who was a sculptor active that of the polychrome material which at the turn of the two centuries, a closely imitates life, both apt to pro- friend of Michelangelo Buonarroti’s as voke an immediate response of popu- well as a follower of Girolamo Savona- lar devotion, are appropriate to a com- rola and whose distinguished works, mission on behalf of the Franciscan also in terracotta, are located in Flo- order, to which also the church of San rence, Bologna, Venice, and Lucca. Salvatore al Monte in Florence be- What is left of the Mourning carried longed. That church houses another out in 1494 by Baccio for San Mourning in polychrome terracotta Domenico in Bologna actually has which shows close resemblances with various connections with this one ours, although the former has more from Greve, while the figure of Saint dramatic overtones. In the Sacro John the Evangelist shows a resem- Monte chapels of the San Vivaldo con- blance with the Saint Sebastian in San vent in Montaione, that is in another Godenzo (1506) and the Christ is rem- Franciscan milieu, we find again iniscent of the many Crucified ones strong resemblances with the Greve executed by the sculptor. We again Mourning in a terracotta group repre- find the same way of outlining the senting The Fainting Fit of the Virgin drapery also in the Saint John the in the so-called Chapel “dello Spasi- Evangelist in Orsanmichele (1515): el- mo” (i.e. of the Pang), whose execu- ements related to a mature and up-to- tion is attributed to Agnolo di Polo date figurative culture from which are (1470 ca.-1528). derived a fluid and elegant plasticity of the forms, the harmony of the faces, which are outlined with great refine- ment, and of the expressive gestures. It is the measured classicism from the beginning of the 16th century which confers the balanced structure to the scene, even if the tone of mournful resignation, of composed meditation seems on the point of surrendering to museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 174 The della Robbian plastic art workshop’s production in Via Guelfa, tradition the most active and industrious was Giovanni (1469-1529), who developed The monumental sculpture group repre- an exuberant decorative vein in order to senting The Mourning over the Dead enrich his lively compositions of an eclec- Christ, that dominates the altar of the tic taste; Luca the Younger (1475-1550) oratory of San Francesco has recovered, and Girolamo (1487-1560), who carried after a recent and skillful restoration, the the della Robbian works to the court of refined tones and the compositional har- Francis I in France, were instead more mony that permit reconciliating the sub- gifted and sensitive. The other sons, ject’s intense dramatic spirit with the Marco (1468-1534) and Francesco solemnity of the forms typical of the best (1477-1528), Dominican brothers (Fra Florentine plastic art tradition. That is Mattia and Fra Ambrogio i.e. Brother because this important work, datable to Mattia and Brother Ambrogio) in the the second decade of the 16th century, is Savonarolian convent of San Marco, the epitome of a long and experienced deviated from the family style with culture that found unparalleled applica- strong devotional characteristics that tions in the Florentine Renaissance, later they also spread in the Marche. At which were widely studied by Giancarlo times their works are devoid of glazing Gentilini, a specialist in this sector. so as to be able to use the cold polychro- From the beginning of the 15th century, matic technique that, as well as being terracotta sculpture experienced in Flo- less expensive, produced effects of greater rence a true rebirth characterized by the expressive intensity, as in the case of the recovery of classical artistic experiences; Mourning in Greve and the Pietà in in this context, around 1440, Luca del- Terranova Bracciolini, the latter attrib- la Robbia (1399/1440-1482) developed, uted to Marco, who was active also in with technical intelligence and artistic San Vivaldo around 1510. mastery, the potentialities of clay reliefs In competition with the Della Robbia by covering their surfaces with a ceram- workshop, Benedetto Buglioni (1460- ic enamel thus giving them new expres- 1520), a modest sculptor who, according sive values as well as making them more to Vasari, had appropriated the “secret” resistant to atmospheric agents. of glazing, developed his own produc- Continuing his work, his nephew An- tion reproposing the della Robbian ty- drea (1435-1525), who intensified the de- pologies in a simplified and eclectic fash- scriptive and sentimental aspects of the ion; his nephew Santi (1494-1576) in- compositions, produced, often on a herited the workshop, producing large monumental scale, a fresh synthesis of compositions of a now manneristic style. plastic and pictorial values, causing the Glazed works were occasionally pro- della Robbian language to become ex- duced also by other important Floren- ceptionally widespread in the region. Of tine sculptors, such as Benedetto da Ma- Andrea’s five sons who continued the iano, Andrea e Jacopo Sansovino, Gio-

english translation 175 van Francesco Rustici, as well as natu- 8. tuscan production rally Baccio da Montelupo, to whose cir- second half of the 18th century cle the Greve Mourning has recently Altar frontal been compared. The traditional della Natural straw, cut, glued on paper Robbian technique was resumed in Flo- and transferred to canvas; 90x195 rence also during the 17th century, in par- cm. (inv. 26 ) ticular by the sculptor Antonio Novelli. Provenance: Church of Santa Maria in Vicchiomaggio. Lia Brunori Cianti This frontal is a product of local crafts- manship that makes use of poor/ hum- ble materials in order to reproduce so- phisticated designs which are usually carried out with much more precious techniques, such as the commesso in se- mi-precious stones or the scagliola. At the center of the large mixtilinear space, surrounded by botanic decors, a print of the Virgin with Child is applied.

9. tuscan production mid-18th century Series of three cartegloria (altar cards) Gilded, painted and carved wood; 36.5x26 cm. (the largest); 27x20.5 cm. (the two small ones) (inv. 25) Provenance: Church of San Cresci in Montefioralle

10. tuscan production beginning of the 19th century Pair of candlesticks Carved, white-painted and partially gilded wood; 50x16 cm. Provenance: Church of Santo Stefano in Montefioralle

11. tuscan production first half of the 18th century Lectern Carved and gilded wood, 17x39.5 cm. (inv. 24) museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 176 Provenance: Church of San Cresci in The Sacristy Montefioralle To the sides of the altar, there are two 12. roman missal doors that lead to the small sacristy, in Printer Antonio Curti, Venice 1801 which sacred paraments, of various Paper and leather; 45x27 cm. typologies and provenance, from the Provenance: Church of Santa Croce 16th to the 18th centuries, have been as- in Greve sembled, exhibited in display cases that run along the walls. Inside of them we also find some sacred fur- nishings of quality workmanship (two crosses, four candlesticks, a chal- ice), that make more precious the dis- play cases’ content. Two objects of great historical and artistic relevance have been placed in the little hall though: on the entry wall, inside a niche flanked by two 18th century can- delabrum-holders, in the shape of ro- bust Angels, in carved wood, there is a precious and rare 14th century rock crystal Reliquary Cross that contains various relics, having an elaborate structure that was almost certainly carried out in a Venetian workshop. Above it, there is an oval painting that portrays the Virgin of the Assumption, from the second half of the 19th cen- tury: its beautiful gilded frame adorned by elaborate carving, makes it nicely part of the valuable ensemble of this small room of treasures, despite the wide gap in dates. On the left- hand wall, inside a small confession- al similar to those in the oratory, there is a small stained glass window, data- ble to the first decade of the 16th cen- tury, that depicts Saint Sylvester. The visit begins along the wall on the right, with the first large display case in the corner.

english translation 177 13. florentine production ental inspiration, very much in fash- first quarter of the 18th century ion during that period. Chasuble Brocade damask; 117x72 cm. (inv. 32) 16. tuscan workshop 18th century Provenance: Church of Santo Stefano Astylar cross in Montefioralle Brass; 37.5x27.5 cm. (inv. 51) Provenance: Church of San Silvestro 14. tuscan workshop in Convertoie (?) 18th century Astylar cross 17. florentine production Brass, 33x25 cm. (inv. 72) end of the 16th century-beginning of Provenance: Church of San Michele the 17th century in Dudda Chasuble This cross, like the other one found in the display case, is a simple and aus- Brocatelle; 119x70 cm. (inv. 30) tere work, like those with similar char- Provenance: Church of San Cresci in acteristics which were very wide- Montefioralle. spread in the area, due to the serial The chasuble displays, in crimson character of the production. In the red on a white background, a very polylobate panels with which the widespread motif in the Florentine limbs end, God the Father is usually area: ogival patterns that enclose two depicted in the upper part, with the types of thistle flowers. It follows the Virgin and Saint John to the sides and Spanish models that were common the Magdalene below. after the arrival in Florence of Eleonora di Toledo, the wife, from 15. tuscan production (Florence ?) 1539, of Cosimo i de’ Medici, and mid-18th century were used with variations in size un- th Cope til the beginning of the 17 century. Silk and embroidery with silk and The thistle, just like the pomegran- gold thread; h 137 cm. (inv. 33) ate, a symbol of fertility and immor- Provenance: Church of Santo Stefano tality, was often used on fabrics in- in Montefioralle tended for both profane and ecclesi- This is a very valuable work. The em- astical uses. broidery carried out using threads of azure, pink, green, flesh-color and still 18. florentine production other colors, has various elegant de- first half of the 19th century signs and reproduces birds, bunches Chalice of flowers, lilies, radiating wings with Silver-plated brass; 25x11.5 cm. (inv. 45) a naturalistic character distinguished Provenance: Church of San Martino however by fantastic elements of ori- in Uzzano museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 178 19. italian production Stained glass, metal; 37x22cm. (inv. 22) third quarter of the 13th century Provenance: Church of San Silvestro Chasuble and stole in Convertoie. Brocade lampas; 117x72 cm. (inv. 35) Originally placed in a small window to Provenance: Church of San Leone in the right of the main altar of its church Melazzano of provenance, the small stained pane represents the Pope inside a radial 20. tuscan production mandorla in the act of blessing. In his mid-18th century left hand, he holds a small image with Monstrance-style reliquary Saints Peter and Paul. A small cherub’s Carved and gilded wood; 46x24 cm. head is depicted in the lower part. It (inv. 83) comes from the Gesuati brothers’ Provenance: Church of San Martino workshop of San Giusto alle Mura in in Uzzano Florence. Their workshop was very ac- tive in the last twenty years of the 15th century: among other things, the Second display case workshop had collaborated in the making of the glass-cases for the Sig- 21. florentine production noria Palace and the church of San second quarter of the 18th century Marco. They also collaborated with fri- Humeral veil ar painters, also important ones, who Silk and embroidery with silk and furnished them with cartoons and col- gold threads; 250x71 cm. (inv. 34) oring instructions: in this case, the crit- Provenance: Church of Santa Maria in ics, after having traced the artist as Canonica, later San Gaudenzio in Tor- working in the Ghirlandaio workshop, soli have further on attributed the drawing to Francesco Granacci (1469-1543), a 22. tuscan workshop pupil of Ghirlandaio’s and a friend of second half of the 17th century Michelangelo’s (D’Afflitto 1977). Four candlesticks Turned cast bronze; 28 cm. (the whole series). (inv. 62) Third display case Provenance: Church of San Gauden- zio in Torsoli 24. florentine production Chasuble 1601-1613 In the confessional Silk damask; 123x73 cm. (inv. 31) Provenance: Church of San Martino 23. gesuati brothers’ workshop in Sezzate first decade of the 16th century The armorial bearings in the lower part Saint Sylvester belong to the Bardi family of Vernio

english translation 179 and are quartered with the Strozzi arms: Patronages and Clients the reference to the 1601 marriage be- tween Carlo Bardi and Maria Mad- Some important noble families had resi- dalena Strozzi, who died in 1613, is dences in the Greve area, acquiring the therefore evident; the chasuble was ob- rights of patronage for the churches placed viously carried out between these two in the vicinity of their properties, thus, as- dates. The Bardi family of Vernio were suming the honor and the onus of sup- the patrons of the churches of Sezzate porting them as regards their financial and of Mugnana, for which Carlo, con- needs. Very often the local lords had im- nected to the court of Grand Duke Fer- portant works carried out in these build- dinando i de’ Medici, had some im- ings, such as architectural renovations, al- portant furnishings carried out. tars, paintings and liturgical furnishings, that, on one hand, helped the modest re- sources of the small country churches, but on the other, represented a phenomenal instrument of ‘self-promotion’ so as to con- solidate and increase their own prestige. Such artistic commissions therefore had to show immediately the munificence of their clients through some distinctive signs, first of all the noble coats-of-arms that were set clearly in view on the works and often repeated on several furnishings. Concerning this, among the works as- sembled in the museum we would like to point out Curradi’s painting from the church of Santa Lucia in Barbiano (no. 8) since it shows, in the lower part, the Anichini family’s coat-of-arms who were the patrons of that church during the 17th and 18th centuries; a member of this fam- ily, Olinto, was also Santa Lucia’s parish priest from 1619 to 1660, and so he is thought to have been the client of the painting and the altar itself on which it was placed, as testified by two other of his family’s arms that are carved on the lin- tel. The 16th century panel of Sezzate (no. 2), moreover, was conceived completely with the Bardi family in mind, portray- ing two of its members in devotional pos- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 180 es, at the feet of the Virgin and the saints, Entrance wall imploring them for protection for them- selves and their own family, symbolically 25. tuscan sculptor represented by the image of their castle 18th century painted in the background landscape. To Pair of large candle-holders in the shape the Bardis again, who at the height of of angels their own power also purchased the near- Burnished carved wood; h 154.5 cm. by castle of Mugnana from the Amidei (inv. 19) family, refer some 17th century sacred fur- Provenance: Church of San Gauden- nishings from the church of San Martino zio in Torsoli in Sezzate: a chalice (no.75) and a cha- Obviously made as a pair, even if the suble (no.24) on which appear the fami- inclination of the bodies and heads ly’s coats-of-arms quartered with those of are different, the two angels were, per- the Strozzi family, following the marriage haps, once part of an elaborate large- of Carlo Bardi da Vernio with Maria sized ciborium. The style of the two Maddalena Strozzi (1601-1613). sculptures is inspired by the most il- The monstrance-style reliquary (no.34), lustrious models of the 16th century donated by Countess Luisa in 1848 is the Tuscan school, with an evident man- result of the Capponi family’s generosity, neristic matrix revised with ease and patrons of San Martino in Uzzano. Also elegance in the 18th century. from the same church comes the 19th cen- tury painting with the Virgin of the As- 26. venetian workshop sumptionwhere on the rich gilded frame, second half of the 14th century there is the coat-of-arms of the Masetti Reliquary Cross family from Bagnano, who were the own- Gilded, etched and fret-worked cop- ers of the castle of Uzzano from 1641. per, enamels, rock crystal; 45x25.5 cm. Finally, there is the emblematic painting (inv. 21) with the Image of Saint Dominic car- Provenance: Church of Santo Stefano ried to Soriano by the Madonna and by in Montefioralle the Saints Mary Magdalene and The many inscriptions on the work Catherine of Alexandria (no.1) that, not refer to the presence of various relics being ascribable to a specific provenance, inside the small blown-glass tubes in- leaves the identity of the well-character- serted in the crystal: among these, in ized Dominican friar depicted in the addition to some of the wood from the foreground shrouded in mystery. It is cer- Cross and of various saints, there are tainly a portrait, whose identity, which is the relics of Saint Stephen, which still unknown today, makes us ponder on helped to identify the original desti- the vanity of human aspirations to secure nation of the cross in the church of the everlasting fame by any means. medieval village of Montefioralle, dedicated to this protomartyr. If the Lia Brunori Cianti form of the cross is typical of the Tus-

english translation 181 can area, its execution in rock crystal, First floor a limpid and colorless quartz, must be traced to a workshop in Venice, a city Leaving the sacristy one returns to the in which the working of this material entry corridor from which, going up is documented beginning from the the staircase (to the left) or taking the 14th century. Lacking other indica- elevator (to the right), one reaches the tions, the dating has been inferred by upper floor. Here immediately to the the inscriptions’ Gothic characters left, there is a hall set up for tempo- that refer to the second half of the 14th rary exhibitions, which has already century. been used many times. To the right, there is a second short corridor that, 27. italian painter in the future, will give access to new second half of the 19th century areas to be recovered for the museum’s Virgin of the Assumption use, and meant, among other things, Oil on canvas; 72x56 cm., 121x93 with to display findings recovered in the frame (inv. 13) Greve area, part of which are current- Provenance: Church of San Martino ly here in storage. Currently from here in Uzzano one can enter the Hall of precious The painting, having characters of a metal works and the Hall of Paintings. purist taste similar to that of Antonio Ciseri, has a carved and gilded frame with elaborate decorations that in- Hall of Precious Metal clude in the lower part the armorial Works bearings of the Masetti da Bagnano family, owners of the Uzzano castle In this hall, in a large display case in and its lands in 1641. It was probably front of the entrance wall, there are the a gift that the descendants (the fami- most traditional sacred furnishings ly owned the property until 1999) (reliquaries, monstrances, pyxes, can- made to the Church of Ugnano in the dlesticks, chalices) that come from the 19th century. churches in the countryside around Greve. In the collection, on average of a fine quality level and from between the 14th and the 19th centuries includ- ed, some objects stand out: first of all the small ivory pax executed in the Em- briachi workshop at the end of the 14th century; a 15th century Tuscan brass thurible in the typical pyramidal form, to be compared to the other much more elaborate one dated 1611 by a Mi- lanese workshop; a beautiful 18th cen- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 182 tury silver monstrance, as well as some towards the right, there are: a pelican special reliquaries in the shape of a cir- that has cut its breast in order to feed cular aedicule. On the walls, starting its joeys, Saint John the Evangelist, from the right, there are some works Saint Anne with the Madonna and with special characteristics: a bell, a Child, the Magdalene. The paintings small painted cross, a painting and a show late 16th century characteristics. bas-relief, of which a more detailed ac- count will follow. 30. Attributed to ottaviano 28. florentine production dandini (Florence 1706 ca.-1740) Bell Saint Bonaventure 1312 Early decades of the 18th century Bronze; 63x45 cm. (inv. 29) Oil on canvas; 98x69 cm. (inv. 11) Inscriptions: “Ave Maria Gratia plena Provenance: Church of Santa Croce dominus tecum be. a:d.mcccxii” in Greve Provenance: Church of Santa Maria in The last representative of the prolific Vicchiomaggio Dandini family of painters, which had The bell, which had been broken for fame and important commissions in more than thirty years, was replaced Florence, was Ottaviano, the son of in the church of provenance in 1914. Piero from whom he adopted in part The lily on the eye of the grip indi- some characteristics of language but cates that the work came out of a Flo- from which he differed owing to a rentine foundry. It is one of the old- cautious updating of the early 18th cen- est exemplars of this type still pre- tury Florentine painting, such as that served. of Anton Domenico Gabbiani, who also passed on him some influence of 29. tuscan production the Venetian painting. In the Saint end of the 16th century - beginning of Bonaventure of Greve the strong later- the 17th century al illumination and the spontaneous Astylar cross act with which the saint breaks off Painted and carved wood; 58x40 cm. writing, almost as if suddenly inter- (inv. 23) rupted, stand out. Provenance: Church of San Silvestro in Convertoie 31. nanni di bartolo (Florence, his- The cross repeats a typology recurring torical news from 1419 to 1451) already from the 15th century, with Madonna with Child poly-lobate panels originally having Second decade of the 15th century pointed ends like those still visible in Painted stucco; 65x45x10 cm. (inv. 16 ) the extension of the vertical limb. On the dark green background, inside Provenance: Church of San Gauden- each panel, beginning from the top zio in Torsoli

english translation 183 The work has lost almost all of its 1737-1740 original polychromy but remains Embossed and engraved silver lami- however a touching example of how na; carved and gilded wood; 40x18.5 the old theme of the affectionate re- cm. (inv. 41) lationship between Mother and Son Stampings: on the stem a walking li- was still being developed in the 15th on in a circular field; rooster in an oval century. The sculptor, even if in- field; tower in an oval field. formed about the innovations of the Provenance: Church of Santa Croce early Renaissance, preserves in the in Greve style of the drapery a reminiscence of the late Gothic elegance that goes 34. florentine workshop back to Ghiberti: the prototype is in first half of the 19th century fact a polychrome stucco in the Mu- Reliquary of Saint Martin seum of the Bargello coming precise- 1848 ly from Ghiberti’s workshop. The Embossed and carved silver lamina; critics have assigned this work to the carved and gilded wood; 71x27.7 cm. sculptor Nanni di Bartolo, a collabo- (inv. 46) rator of Donatello during the years Inscriptions: on the base: “Dono del- 1421-1422. To be remembered, among la Contessa Capponi, nata nei Duchi his works, shortly before this one, di S. Clemente fatto alla Chiesa di Sa. there is the Saint Lawrence of the Martino ad Uzzano l’anno 1848” (i.e. basilica of Santa Maria delle Grazie in “Donated by Countess Capponi, born San Giovanni Valdarno. in the S.Clemente Dukes’ family,to the church of San Martino in Uzzano in 1848”) In the display cases, proceeding from Provenance: Church of San Martino the right in Uzzano The countess mentioned in the in- Sector I scription had wed Marquis Giovan- battista Capponi in 1830, whose fam- 32. tuscan workshop ily was the patron of the church in Uz- second half of the 18th century zano at the time. The reliquary is an Reliquary of Saint Vincent Ferrer interesting union of late 18th century Embossed and silver-plated brass lam- decoration and neo-classical motifs, ina; gilded wood; 55x25 cm. (inv. 71) like the garland that surrounds the Provenance: Church of San Michele oval shrine. in Dudda 35. tuscan workshop 33. workshop all’insegna della second half of the 18th century torre (Florence) Reliquary of the Blessed Virgin Mary Reliquary of Saint Christina Embossed and silver-plated brass lam- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 184 ina; gilded wood; 41x18 cm. (inv. 70) Statue’s crown Provenance: Church of San Michele Embossed and engraved silver; 8x6 in Dudda cm. (inv. 39) Provenance: Church of Santa Croce 36. tuscan production in Greve mid-18th century Reliquary of the Holy Cross 39. tuscan production Carved and gilded wood; 51x20 cm. Book of Chapters of the Compagnia di (inv. 82) Santa Maria a Cintoia Provenance: Church of San Cresci in Velvet, embossed, engraved and sil- Montefioralle ver-plated brass; 32x23 cm. (inv. 77) Inscriptions: in the center on the rec- to of the scroll decoration “S. Maria a Sector II Cintola” Provenance: Church of Santa Maria Low hexagonal display case in Cintoia 37. tuscan production end of the 18th century Lower level Book of Chapters Velvet, silver-plated and embossed al- 40. tuscan production, first half of loy; 31x21 cm. (inv. 50) the 16th century Provenance: Church of San Silvestro Holy water pot in Convertoie This is a typical box for a book of chap- Bronze; 9x6.5 cm. (inv. 58) ters, in this case containing those of the Provenance: Church of San Gauden- Compagnia del santissimo Sacramento e zio in Torsoli di sant’Anna (Company of the Most Holy Sacrament and of Saint Ann) of 41. tuscan workshop, 17th century the church in Convertoie, whose orig- Aspergillum inals date back to 1792. On the cover, Brass; 24.5 cm. (inv. 59) there is an oval medallion with a frame Provenance: Church of San Gauden- inside of which is an engraving por- zio in Torsoli traying Saint Ann who teaches the Ma- donna as a child to read. These books 42. tuscan workshop were generally protected by cases as they end of the 18th century were meant to be hung at the neck of Incense boat the camerlingo during processions. Embossed, engraved silver; 9x15.2 cm. (inv. 38) 38. tuscan workshop Provenance: Church of Santa Croce second half of the 18th century in Greve

english translation 185 43. tuscan workshop found there. The small flat tiled dome second half of the 17th century is characteristic. Holy water pot Brass; 15.5x9.8 cm. (inv. 37) Provenance: Church of Santa Croce Upper level in Greve 47. tuscan production Middle level end of the 17th century - beginning of the 18th century 44. tuscan workshop Two reliquaries first half of the 17th century Carved and gilded wood; 19x10.7 cm. Reliquary of Saint Cassianus (inv. 80) Cast bronze; engraved and gilded Provenance: Church of San Martino copper; 35x9 cm. (inv. 65) in Uzzano Provenance: Abbey of San Cassiano in Montescalari Sector III 45. tuscan production mid-17th century Lower level Reliquary of the wood from the Holy Cross 48. tuscan production Carved and gilded wood; 59x24 cm. 15th century (inv. 79) Thurible Provenance: Church of Santa Croce Silver-plated brass; 18x6 cm. (inv. 36) in Greve Provenance: Church of Stefano in Collegalli, later Santo Stefano in Lu- 46. tuscan production colena first half of the 17th century The thurible’s shape is common to the Reliquary of Saint Christina (not scarce) 15th century exemplars Carved and gilded wood; 38x11.6 cm. widespread in Tuscany: note the cup- (inv. 78) shaped brazier on which rests an up- Provenance: Church of San Martino per faceted pyramid-shaped part with in Uzzano holes to let the incense smoke out. The typology of the aedicule reliquary, of which the museum has three beau- 49. milanese workshop tiful exemplars (in addition to this, see Incense boat no.44 and 45), was very widespread in 1611 Tuscany between the end of the 16th Embossed, engraved and silver-plated century and the first half of the next brass; 19x7.5 cm. (inv. 64) century: decorative motifs derived Provenance: Abbey of San Cassiano in from late manneristic architecture are Montescalari museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 186 50. tuscan workshop 53. workshop all’insegna del 15th century - xvi gallo (Florence) Incense boat second quarter of the 18th century Brass; 6x18 cm. (inv. 57) Chalice Provenance: Church of San Gauden- Embossed silver; 23x11.5 cm. (inv. 55) zio in Torsoli Inscriptions: under the base “539” Stampings: on the edge of the base, walking lion in circular field, tower Upper level in circular field, rooster in oval field.

51. milanese workshop Provenance: Church of San Cresci in beginning of the 17th century Montefioralle Thurible of Saint John Gualbert 1611 54. tuscan workshop 18th century Embossed, engraved and silver-plated Pyx brass; 30x14 cm. (inv. 63) Cast, embossed and gilded copper; Abbey of San Cassiano in Mon- 20.5x13 cm. (inv. 60) tescalari Provenance: Church of San Gau- The thurible, with an elaborate deco- denzio in Torsoli ration carried out without too much care, is coupled with an incense boat 55. florentine workshop (no.49) that presents the same late Chalice manneristic decorative scheme. The 1618 two objects are maybe the ones com- Gilded and silver-plated, chiseled missioned in Milan in 1611 for the Val- and engraved cast brass; 21.7x10.5 lombrosan abbey of Montescalari, at cm. (inv. 42) the time when the abbot, Marco Inscriptions: under the base Lavacchi from Pelago (the probable “m.d.c.xviii”. client), was having work carried out Stampings: on the edge of the base, there to embellish the structure, fol- walking lion in circular field, tower lowing the renovation of the in circular field, rooster in oval field. monastery planned by Alfonso Parigi. Provenance: Church of San Martino 52. tuscan workshop in Uzzano first half of the 18th century Monstrance 56. tuscan workshop Silver-plated and gilded brass (base); second half of the 18th century embossed, engraved silver and partial- Monstrance ly gilded (rays); 46x23 cm. (inv. 43). Silver-plated bronze (base); embossed Provenance: Church of San Martino and engraved silver (rays); 44x23 cm. in Uzzano (inv. 56 )

english translation 187 Provenance: Church of San Cresci in “G” within a lozenge; partially legible Montefioralle with the number ”2” Provenance: Church of San Martino in Uzzano Sector IV 60. florentine workshop Lower level second half of the 17th century Chalice 57. tuscan production Embossed, engraved and gilded silver; first half of the 18th century 24x12. 3 cm. (inv. 54) Two monstrance reliquaries Provenance: Church of San Cresci in Carved and gilded wood; 33x15 cm. Montefioralle (inv. 81) Provenance: Church of San Martino 61. florentine workshop in Uzzano first half of the 17th century Chalice 58. production of jerusalem Gilded bronze (base); embossed, en- 18th century graved and gilded silver; 25.5x12.5 cm. Cross (inv. 53) Wood overlaid with mother-of-pearl Inscriptions: under the base “Santi and ivory; 32x13 cm. (inv. 27) Filippo et Jacopo di Colognole” Provenance: Church of San Gauden- Provenance: Church of San Cresci in zio in Torsoli Montefioralle The cross belongs to the Franciscan The chalice is a beautiful example of Order and, with the use of typical ma- the period for its elegant form and terials such as mother-of-pearl and heavy decoration. An inscription un- ivory, it recalls the devotional objects der the base states that it originally be- produced throughout the Holy Land, longed to the church of Santi Filippo in Jerusalem, where the Franciscan or- e Jacopo in Colognole, the oratory der was the designated guardian of the subordinate to San Cresci in Monte- Holy Sepulcher. fioralle.

Upper level 62. workshop all’insegna del gal- lo (Florence) 59. florentine workshop Monstrance Chalice 1730-1740 1818-1832 Embossed, engraved and gilded silver; Embossed, engraved and gilded silver; 56x16.5 cm. (inv. 49) 22.5x12 cm. (inv. 44) Stampings: on the external edge of the Inscriptions: under the base “1609” base, walking lion in circular field, il- Stampings: on the edge of the base, legible stamping, rooster in oval field. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 188 Provenance: Church of San Silvestro Provenance: Church of Santa Croce in Convertoie in Greve The luxuriant decoration, typical of the late Baroque style, was still in vogue, as in this case, in the early Sector V decades of the 18th century. Of the three stampings on the edge of the Middle level base, one is identifiable with the mark released by the Arte della Seta 65. tuscan workshop (Silk Guild) in the city of Florence first half of the 17th century from 1695 to 1761 for legal title of sil- Chalice ver. The other seems to refer to the Embossed, engraved and gilded cop- Florentine workshop all’insegna del per; 25x11.5 cm. (inv. 48) Gallo, one of the most active at the Provenance: Church of San Silvestro time, whose head was the silversmith in Convertoie Antonio Mazzi (died in 1747) and, later, Angiolo Maria Alisi. The same 66. florentine workshop stamping is found in the beautiful 7th-8th decades of the 18th century chalice (no.33) that, executed in the Chalice Workshop all’insegna della Torre, was Embossed silver; 24.5x12 cm. (inv. 74) “stamped” by Mazzi himself between Inscriptions: on the base “f.p.” 1737 and 1740. Stampings: on the step of the base, “g.m.” characterized by a star in a rec- 63. florentine workshop tangular field. first half of the 17th century Provenance: Church of San Donato Pyx in Mugnana Silver-plated bronze (base), silver- plated copper (cup), gilded bronze 67. florentine workshop (cross); 22x7.3 cm. (inv. 52) beginning of the 17th century Inscriptions: under the base “Della Chalice pieve di San Cresci” 1601-1613 ca. Provenance: Church of San Cresci in Embossed and engraved silver; Montefioralle 22.5x10.3 cm. (inv. 75) Provenance: Church of San Martino 64. tuscan workshop in Sezzate Chalice 1895 68. florentine workshop Gilded and silver-plated copper alloy; end of the 18th century-beginning of 27x12.3 cm. (inv. 40) the 19th century Inscription: under the base “Per grazia Chalice ricevuta 18 maggio 1895” 1781-1808

english translation 189 Embossed silver; 24.5x12 cm. (inv. 76) ish, English and French aristocracies, Inscriptions: on the base “p.p.” and with the leading representatives of Stampings: on the edge of the base the Florentine humanistic renewal, and in the saucer, a lion seated on an such as Coluccio Salutati. At the end “F” in an oval field. of the 14th century, it can be said that Provenance: Church of San Martino the Embriachi production had also in Sezzate conquered France, which previously had held the monopoly in ivory work- manship, also thanks to a type of seri- Upper level al production that could meet the re- quests of a large market, with various 69. embriachi workshop specialists and carvers. end of the 14th century The technical and stylistic characteris- Pax tics of this valuable Pax suggest that it Gilded, painted and carved ivory; in- belongs to the Embriachi’s Florentine laid wood; 11.8x16.3 cm. (inv. 20) period, placing its execution at the end Provenance: Church of San Martino of the 14th century. The Pax is unfortu- in Uzzano nately mutilated: the Virgin and Saint The Embriachi workshop, founded in John are, as in the tradition, at the sides Florence between 1370-1380 by Baldas- of the Cross (that unfortunately was sare degli Ubriachi, or Embriachi, the stolen some years ago), narrow and capable Florentine merchant (but of bent over, not only because of the lim- noble origins), specialized in hand- ited space meant for them in the ivory made articles of ivory or bone. For but because of their grief, that makes some time, it was also managed by the them tragic monuments on the base Florentine sculptor Giovanni di Jacopo decorated with gold letters. Also the ha- and, after its founder’s death, the busi- los were once gilded. Behind them a ness continued in Venice until around rocky background rises on which small 1430. Commissions for small-sized stylized leaves are painted in red and works, in which the preciousness of the black. The frame has ivory edges but material and the skill of the carvers the central ropelike motif is made of in- were most evident, came both from ec- laid wood. clesiastics and from laypeople, but the workshop also undertook large-scale works such as the altar-frontals for the Sector VI charterhouse of Pavia (the only datable work, executed between 1396 and Low hexagonal display case 1400), the ones for the Poissy priory and the Cluny Abbey. The founder had 70. tuscan production contacts, moreover, both with the very end of the 18th century high levels of society, the Italian, Span- Book of chapters museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 190 Velvet; silver-plated and embossed 74. tuscan production alloy; 24x16.5 cm. (inv. 73) end of the 18th century Provenance: Church of San Michele Two monstrance-style reliquaries in Dudda Carved and gilded wood; 47x10.5 cm. (inv. 87) 71. doccia production Provenance: Church of San Martino Small vase and plate in Uzzano 1865 75. tuscan workshop Porcelain; 14 cm. (small vase); Candlestick 12.5 cm. (plate). (inv. 28) 1673 Inscriptions: under the base of the Turned cast bronze; 20.5 cm. (inv. 66 ) small vase: “26 Ginori 1865” Inscriptions: on the knot of the stem Provenance: Church of “Lim.(osi)ne” San Gaudenzio in Torsoli Provenance: Church of San Michele in Dudda 72. florentine workshop Tray 76. tuscan workshop 1858-1872 17th century Embossed and engraved silver; Candlestick 25x19.7 cm. (inv. 47) Turned cast bronze; 19 cm. (inv. 69) Inscriptions: around the cavetto un- Provenance: Church of San Michele der the brim “Eletta de’ Conti Cap- in Dudda poni nata Giugni Canigiani donò al- la Chiesa di S. Martino in Uzzano” Middle level Stampings: under the edge, illegible silversmith’s mark. Near the inscrip- 77. tuscan production tion a lion seated on an “F” in oval end of the 18th century field. Two monstrance-style reliquaries Provenance: Church of San Martino Carved and gilded wood; 45.8x17 cm. in Uzzano (inv. 86 ) Provenance: Church of San Martino in Uzzano Lower level 78. tuscan production 73. tuscan workshop second half of the 18th century 17th century Monstrance-style reliquary Two candlesticks Carved and gilded wood; 36x19 cm. Turned cast bronze; 18 cm. (inv. 67) (inv. 85) Provenance: Church of San Michele Provenance: Church of San Martino in Dudda in Uzzano

english translation 191 Upper level Corridor

79. tuscan production Leaving the small hall of precious met- second half of the 18th century al works, turn right, go along a small Monstrance-style reliquary corridor that, to the left, offers a strik- Lacquered, gilded and inlaid wood; ing view of the oratory below. On the 23x11 cm. (inv. 84) wall to the right instead, in addition Provenance: Church of San Martino to illustrative panels on the artistic in Uzzano heritage of the Greve area, there is a painting which will be described sub- sequently. Then we pass into the hall Sector VII dedicated to the museum’s collection of paintings from a later era. 80. tuscan workshop 17th century 82. Attributed to giuseppe moriani Candlestick (Florence, documented from 1709 to Turned cast bronze; 24 cm. (inv. 68) 1739) Provenance: Church of San Michele The Healing of the Man Born Blind in Dudda Second decade of the 18th century Oil on canvas; 116.5x87.5 cm. (inv. 12) 81. tuscan production Provenance: Church of Santa Maria second half of the 17th century in Cintoia Madonna with Child Carved and painted wood; 54x19 cm. (inv. 18) Hall of the Paintings Provenance: Church of San Silvestro in Convertoie The works on display here offer a The statuette, partly damaged, is ac- good sampling of 17th century Tuscan tually a reliquary, as is shown by the painting, with references to names opening in the lower part that was well-known to experts such as Sigis- used to display the relics. It is a good mondo Coccapani, Jacopo Vignali, quality craftmade product that, like Francesco Curradi; two fine paintings others found in the Florentine coun- from, respectively, the Emilian and tryside between the end of the 16th and (perhaps) the Neapolitan school of the 18th centuries, refers to a late man- the same period are included in the neristic prototype brought abreast of collection, too. A truly important the formal innovations of the work is the 19th century painting de- baroque. picting Saint Rose, attributed to Michele Gordigiani, which has a gild- ed frame very rich with carving. Many of these paintings obviously come museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 192 from churches in the Greve area, but the center under Saint Anthony’s a small group constitutes a bequest frock as “Il cav.re (i.e. Kt) Curradi P. that comes from the ex-hospital F.”. He was, in fact, a knight of the named after the noblewoman Rosa Order of Christ, a title conferred on Libri Del Rosso, whose generosity him probably in 1633 by Urban viii as sponsored its construction during the suggested by the king of Portugal, 1880’s, and which afterwards became who had been particularly impressed property of the commune. by some of the artist’s paintings that had been donated to him by a Por- tuguese nobleman. Curradi, a very The visit to the hall proceeds from the prolific painter, specialized in devo- right tional subjects that he expressed, due to his early allegiance to mannerism, 83. francesco curradi (Florence into forms and colors that were more 1570-1661) typically 17th century: soft impastos, The Virgin of the Assumption and bright colors and expansive atmos- Saints Lucy and Anthony of Padua pheres are also found in this work 1640 ca. which, because of these characteristics Oil on canvas, 179x110 cm. (inv. 8) typical of the painter’s maturity, we Provenance: Church of Santa Lucia in can date to about 1640. Barbiano The saints to the sides of Our Lady of 84. Circle of jacopo vignali, perhaps the Assumption are recognizable by giovanni montini (documented their traditionally assigned icono- from 1600 to 1650 ca.) graphic attributes: Lucy (the titular of Virgin of the Assumption the church of provenance) has the 1630-1640 ca. palm of martyrdom and a saucer Oil on canvas; 162x176 cm. (inv. 7) where she displays her eyes, while An- Provenance: Church of Santa Maria in thony has a lily at his feet and he holds Canonica, later San Gaudenzio in Tor- a book on which the Child is seated. soli In the lower part to the left, there is The painting belongs to the same cul- the Anichini family coat-of-arms, the tural climate as the previous one: both patrons of the Barbiano church in the are, in fact, good examples of Floren- 17th and 18th centuries, but also present tine devotional painting from the first in the churches of San Leone in Melaz- half of the 17th century: Vignali, (to zano and di San Martino in Sezzate whom the work had been attributed At the time to which we can approx- by Mannini), had been, on the other imately date the painting, the parish hand, influenced by Curradi himself. priest of Santa Lucia was Olinto Ani- But a more recent attribution (Proto chini, who must have commissioned Pisani, on Cantelli’s advice, 2002) the work to Curradi, who signed it in would include the painting among

english translation 193 Montini’s works, a poorly document- to communal property: the presence of ed pupil of Vignali. We know that he this striking painting from outside of painted for Cardinal Carlo de’ Medici Tuscany is explained by its peculiar and that he also measured himself provenance. with subjects taken from Ariosto’s works of which one (a copy from Gui- 86. francesco boldrini do Reni) is in the Corsini collection in (active in Tuscany in the first half Florence. Close to this painting are the of the 17th century) Tales of Tobias for the oratory of the Madonna of the Rosary and Saints Misericordia of Florence (1632-1633) 1615 and especially the painting from the Oil on canvas; 230x174 cm. (inv. 4) Fiesole abbey depicting the Image of Provenance: Church of San Cresci in Saint Dominic Being Carried to Sori- Montefioralle ano. The latter, signed and dated The painting, originally much larger, “164…”, offers a solid point of refer- was heavily readjusted in the past and ence for the work in Greve. today it has shorter sides, while the fragment that shows the painter’s sig- 85. emilian painter nature and the date, as well as the lit- 17th century tle angel figures, was cut out and is Saint Peter in prison now displayed to the side. The curved Oil on canvas, 144x135 cm. (inv. 9) opening in the center must have been Provenance: ex-Rosa Libri hospital, occupied on the altar by a 15th centu- later municipal hall of Greve ry terracotta Madonna with Child, as The vaulted ceiling with stone ashlar noted on old archive files. The use of walls suggests the ambience of the incorporating old, small and venerat- prison where Saint Peter is shut up. ed images in sumptuous paintings up- The sudden light that illuminates the dated to the tastes of the subsequent saint, who is turned heavenward, may centuries was rather widespread in refer to the vision of the angel who has Florentine country churches begin- come to free him. Regarding the ning from the late 16th century. painting’s place of production, there In its center, the painting depicts the is an illuminating ancient inscription Virgin who is giving a rosary to Saint on the back of it with the name Lan- Dominic: the Baby Jesus, in his turn, franco that confirms its coming from is passing it to Saint Catherine of the Emilian area, borne out by evident Siena. The other saints to the sides are: references to the saints represented by on the upper left, Saint John the Bap- Carracci and Lanfranco himself, with tist with another saint next to him, of luministic solutions that also refer to whom only an arm with a sword re- Guercino. mains, and, below, Saint Martha with The painting is part of Rosa Libri’s be- an aspergillum which she used to de- quest that from the hospital passed in- feat a dragon; to the right is Saint Se- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 194 bastian (behind Saint Catherine) and prayer before the Crucified, can be below, is Saint Lucy holding the plate identified as Saint Rose, as written on with her eyes, who partly covers an- the pediment of the frame and as sug- other figure, perhaps dressed as a gested by both the Dominican habit prelate. and the roses as well as the painting’s Very little is known of Boldrini: two provenance from the Rosa Libri hos- other paintings of his are found in pital, so called because the noble- Castelfiorentino and, like this one woman Rosa Libri Del Rosso had it here in Greve that seems slightly ear- built. From documents of the past per- lier, they reveal that the artist be- taining to the hospital (it is 1880) and longed to Florence’s late manneristic now kept at the Archivio dell’Azienda culture (with influences from Naldi- sanitaria del Presidio Ospedaliero San- ni), enhanced also due to the counter- ta Maria Annunziata dell’Antella, the reformist dictates with the contribu- painter Michele Gordigiani seems to tion of more modern painters, such as have contributed to the establishment Curradi. of the hospital “with the offer of a painting to be placed in the oratory”: 87. italian painter it is probably the painting under con- mid-17th century sideration, whose subject wanted per- Saint Peter haps to be also a homage to the mag- Oil on canvas; 98x72.5 cm. (inv. 10) nanimous benefactress. This is con- Provenance: ex-Rosa Libri hospital, firmed by the evident affinities with later municipal hall of Greve the artist’s other works. The painter, It is evident that even this one, just very appreciated in Florence during like the other paintings that were part the second half of the 19th century, be- of Rosa Libri’s bequest, comes from came the official portraitist for the an area outside of Tuscany that Proto city’s aristocracy, an occupation where Pisani (2002), due to its visible asso- his great technical skill and his refined nance with the saints painted by style were fully expressed. In this paint- Jusepe Ribera, presumably locates ing, it is also to be remarked the skill perhaps in Naples. with which he executed the still life which depicts the book and the vase of 88. michele gordigiani flowers to the left. The work is a valu- (Florence 1835-1909) able addition to the artist’s corpus in Saint Rose which religious subjects rarely appear. 1880 Oil on canvas; 97x83 cm., with frame 89. sigismondo coccapani 192x137.5 (inv. 14) (Florence 1583-1643) Provenance: ex-Rosa Libri hospital Vision of Christ to a saint later municipal hall of Greve (Saint Alexius?) The saint, ecstatically absorbed in 1620 ca.

english translation 195 Oil on canvas; 225x155 cm., 253x184 From Florence to the Greve cm. with frame (inv. 6 ) Museum of Sacred Art Provenance: ex-Rosa Libri hospital, later municipal hall of Greve by Renato Stopani The large painting, modified in the past just like the beautiful contempo- rary frame which was re-adapted, por- In Bandino, the ancient village now trays a figure of uncertain identity: part of the Florentine suburbs, there Christ in glory supported and sur- is an old house that still displays an rounded by angels appears to a young 18th century plaque on which the in- man behind whom a large double bed scription reads Per Greve al Chianti is visible; a young woman is depicted (To Greve in Chianti). Once, the Via to the extreme left. The presence of Chiantigiana began there, the main the elements described above with the road across the classic wine-growing conspicuous double bed make one region of Tuscany that went up along think of Saint Alexius, who lived in the Greve River as far as Panzano, lo- Edessa in the 5th century, and around cated at the top of one of the knolls whom developed one of the most that form the watershed between the widespread legends of Christian ha- valleys of Pesa and Greve. giography. Alexius, the only child of The first stretch of road winds rich parents, got married, but on the among the hills that “form a garland same wedding night he convinced his around beautiful Florence,” because young wife to live in chastity and left of an environment that still, in good for Rome. He was not recognized up- measure, preserves the typical char- on his return home seventeen years acter of the traditional Florentine later, and lived like a poor beggar un- countryside, with fields intensely til his death. mixed farmed with grape vines and The work’s attribution is not in its olive trees, dotted by cypresses and turn without reservations: recently buildings that express the best of the Cantelli (as reported by Proto Pisani, Tuscan architectural tradition, and 2002) has suggested that it should be crossed by narrow roads set between included in Sigismondo Coccapani’s walls, not infrequently decorated by catalog for stylistic reasons, of whom rustic graffiti. it shows some characteristics that may Proceeding into the Greve valley, the be found in his other works. Howev- landscape increasingly displays the er, a certain lack of homogeneity is to extensive vineyards that everywhere be noted in the painting that juxta- have taken the place of the mixed poses areas of great quality with care- farming typical of the agrarian orga- less details. nization of the tenant farming system. Now only the presence of isolated farmhouses recall the sharecropping museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 196 landscape that, until the 1950’s, un- the stream, in the narrow valley floor questionably dominated the entire encircled by pleasant hills dotted with Chianti region. villas. The far reaches of the Chianti moun- On the left there is a short track that tain ridge come into sight at Strada leads to the oratory of Santa Caterina in Chianti where it opens up into the dell’Antella, a 14th century single-nave gully of the Sezzate stream valley: it church with an apse at the end, cov- is the so-called Cintola Valley that ered with pointed vaults, whose walls slips between the wooded rounded display a cycle of valuable frescoes by tops of the mountains. The road that Spinello Aretino depicting the Life of goes along it as far as the head of the Saint Catherine of Alexandria and, on stream that gives its name to the val- the vaults, The Evangelists. Other 14th ley is an alternative itinerary of great century frescoes, continuing with Sto- historical and artistic, as well as nat- ries of Saint Catherine of Alexandria, are uralistic, interest. in the apse. Approaching Greve, and then on the At the end of the residential area in slopes of the hill of Panzano, the agrar- Ponte a Ema, there is the church, once ian landscape is even more dominated a Cluniac monastery, of San Pietro a by the presence of vineyards, a conse- Ema, that was completely renovated quence of the agricultural conversion at the end of the 19th century. Inside of the last few decades. Here and there there is a Madonna with Child from some parts remain of the ancient agro- the workshop of Ghirlandaio, a San- hydraulic system (the, once, very wide- tissima Annunziata attributed to spread hill terracing) and, at the bot- Bronzino and a tabernacle for the tom of the valley, some “tree-support- Olea Sanctorum from the da Maianos ed” vines remain, survivors of the old- Workshop. fashioned custom of having vines Still on the left, there is another de- climbing up country maples. tour to the residential area of Antel- la, where the Romanesque parish church of Santa Maria stands in the The Itinerary old center. It has a single nave cov- ered with wooden trusses, and it was In Badia di Ripoli, where today State restored with some integrations in Road no. 222, that has kept the name style in the early years of the 20th cen- Chiantigiana, actually begins, there is tury. In the walls at the sides of the a gentle slope that takes its name from large arch that leads into the pres- the Villa di Diacceto, an elegant old bytery are some marble tarsias and a crenellated building, with a courtyard 13th century carved bas-relief, inside a within two wings, easily seen from the commesso frame, depicting a dragon. road. You gradually descend towards A high bell tower rises beside the Ponte a Ema that lies on the right of parish church: its original features are

english translation 197 substantially intact, except for the the Virgin with Child and Saints and top part that was made higher at the a 16th century Crucifixion (Sant’An- end of the 19th century. Inside, besides drea in Morgiano): a predella attrib- a series of 16th and 17th century paint- uted to Paolo Uccello, a 14th centu- ings of the Florentine school that are ry copper astylar cross (San Bar- on the side altars, there is a 16th cen- tolomeo in Quarate) and two small tury Madonna with Child from the wooden panels traditionally attrib- Della Robbias workshop and a fres- uted to Cigoli (Santo Stefano in Tiz- coed tabernacle (Madonna with zano). Child ) by Paolo Schiavo. The road reaches San Polo di Rob- The road, having crossed the Ema biana, a village that stretches into the River, arrives in Grassina, a large, narrow bottom of the valley, to con- modern-looking residential area, ris- tinue then towards Valdarno. In the ing at the meeting point of more hills dominating the residential area, roads that go up the hills around, besides the parish church, dedicated where there are many elegant villas to Saint Paul, there rises the ancient that served also as farms: from the parish church of San Miniato di Rob- Villa Il Riposo, with works by Gi- biana. This latter building has kept ambologna to the elegant Villa Ma- the early Romanesque structure in the lenchini; from the Villa of Mondeg- apse as well as a plaque which recalls gi, surrounded by a thick park, to the its consecration in 1077. Villa of Lappeggi, that was the home After Grassona, the via Chiantigiana of the cardinals from the Medici begins to zigzag upward; at the top of family. the climb, where the road becomes lev- A detour on the left, following the el, is the church of San Martino a Stra- course of the Ema goes to San Polo da, reconstructed in its original style af- di Robbiana, passing through the ter it had collapsed as a result of the 1895 little village of La Capannuccia, go- earthquake. Inside there is a panel by ing past the Castle of Quarate, of Verrocchio depicting the Madonna En- which remains a lopped tower at the throned and Saints, a Madonna of the top of which is an olive tree, past the Rosary by Lorenzo Lippi and the re- Palagio dei Quaratesi, a 14th century mains of a 14th century fresco portray- country house, and past a series of ing an Announcing Angel. little churches that have often kept After having encountered two beauti- their structure of early Romanesque ful 17th century farmhouses one after buildings (Sant’Andrea in Mor- the other, the road runs in front of giano, San Donato in Campignalla, what was once the back of the Villa of San Bartolomeo in Quarate, Santo Ugolino, whose construction is at- Stefano in Tizzano) and often have tributed to Gherardo Silvani. Near noteworthy works of art inside. For the villa, there is the undulating golf example, a 14th century triptych of course of Ugolino, dominated by the museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 198 1930’s Golf Club by the architect Republic united the “peoples” of the Gherardo Bosio. valley. Today the castle is like a per- Continuing with slight undulations fectly preserved medieval village, with along the watershed line between the some prominent remains of the forti- Greve and Ema valleys, you reach fied structures that dominate the Strada in Chianti, the home of the po- small residential area. et Zanobi, a friend of Petrarch’s. The The road ends up in the provincial residential area has a very long and road to Valdarno a little after La Pan- narrow development that follows the ca, in whose parish church the large route of the modern Via Chianti- Eucharistic tabernacle with Saints giana. On the right, along the road’s Peter and Paul, a work by Santi former track, there is the oldest cen- Buglioni, previously in the nearby ter of Strada, where the church of San parish of Cintoia, has been relocat- Cristoforo stands, a Romanesque style ed. In La Panca a side road on the building, to which a neo-Medieval right goes up the hill of Monte- style façade with an arcade was added scalari, encountering first the parish in 1933. Inside is a beautiful wooden church of San Pietro a Cintola, then Crucifix of the Florentine school that the abbey of Montescalari. Recorded dates to the mid 15th century. since the 8th century, the parish A little after the beginning of the church of Cintoia is a Romanesque journey, you see the imposing bulk of building with a single large nave end- the Castle of Mugnana, which be- ing in a semi-circular apse. Renovat- came a villa-farm centuries ago. The ed internally in the 18th century, the keep’s quarterdeck tower emerges front part of the building is missing, above the complex, characterized by ruined following the collapse of the a beautiful walled face in alberese bell tower that caused the nave to be stone. Opposite the Castle of Mug- shortened. nana, on the other side of the valley The Montescalar abbey complex, for is the Castle of Sezzate, that, in the years in a state of abandon, stands al- high walls encircling its buildings, most on the ridge of the hills that di- has kept its aspect of a fortified me- vide the Greve valley from the Val- dieval settlement. darno. It has a large four-sided wall The road continues through a land- that encloses the various parts of the scape that is increasingly woody, with monastic complex, the majority of recently planted conifer forests that which date to the years at the turn of alternate with copses of oak groves, it the 16th and 17th centuries. The gets to the 18th century Villa of Cin- church, despite the numerous toia, and on the left there is the fork readaptations, retains the late-Ro- that leads to the Castle of Cintola, manesque characteristics that also that was the headquarters of the the bell tower, now destroyed be- League through which the Florentine cause of war, had.

english translation 199 You cross the residential area of Il the Castle of Uzzano, famous for hav- Chiocchio, with houses on both sides ing given its name to the Florentine of the road and then you go up to- family to which the famous Niccolò wards Poggio di Collegalle, at whose belonged. Part of the castle’s walls, summit is the hamlet of Spedaluzzo, more or less rectangular-shaped, is then, rapidly going down towards the preserved, inside of which is the bottom of the Greve valley you find monumental villa-farm with its large the small village of Greti. Italian-style garden that slopes down Many roads leave from Greti, so as to the hillside that looks onto the Greve reach the villa-farms in the surround- river. ing area, which are usually situated at The Via Chiantigiana proceeds on the top of the low hills that overlook level ground entering Greve in Chi- the course of the Greve river. One anti. At the first houses, a detour to road leads to the Castle of Vic- the right leads to the Villa of Zano, chiomaggio (formerly Vico de’ Lam- continuing then to the Fattoria di bardi), that consists of a high 13th cen- Colognole, a good example of a 13th tury tower, at the foot of which is a century turreted country house. beautiful 16th century building sur- Along the same road, a little before rounded by a small Italian-style gar- Zano, is the parish church of San den with an embankment (a little out- Cresci; which, of its original Ro- side the castle is the little Romanesque manesque construction, preserves the church of Vicchiomaggio, with a little narthex on the façade, with a small single apse nave). portal, flanked by two twin lancet Another road leads to the Castle of windows. A further detour takes us to Verrazzano, where the family of the the Castle of Montefioralle (former- great navigator, Giovanni, had its ori- ly Monteficalle), whose residential gins. The locality was formerly the area is still entirely within the me- seat of a medieval “lord’s house”, of dieval city walls. The inside with its which a crenellated tower remains, to narrow winding streets, is environ- which later the current villa-farm was mentally rich and preserves many me- added (17th century) together with the dieval buildings among which stands, beautiful Italian-style garden sur- in the higher part, a mighty turreted rounding it. building. The parish church, redeco- Just past the little village of Greti, a rated in the 18th century, houses a valu- long road lined with cypresses, on the able 13th century wooden panel de- left, leads towards the Villa of Calci- picting the Madonna with Child and naia, of ancient origins but re-adapt- Two Angels, as well as numerous oth- ed many times; this too has a vast gar- er works of art, among which is a 15th den, partly Romantic and partly Ital- century Trinity and Saints, attributed ian-style. Then, on the right, two to the Master of the Epiphany of roads one after the other, both lead to Fiesole, a panel with the Annunciation museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 200 and Saints from the end of the 14th winds among vineyards and terraced century, and a 16th century ciborium. hills that alternate with tracts of cop- Greve is a large village that extends pice, and offers the possibility of vis- mainly to the left of the homony- iting farms (Melazzano, Querceto) mous river, in a green hollow. Dur- and ancient settlements (Conver- ing the Middle Ages it was no more toie, Dudda). A side road can also than a village, its development being take you up to the top of Mount San due to having been a market town, Michele (the highest point in the located right at the point where the Chianti area), crossing the ancient road crossing Chianti, coming from village of Lucolena and the villa-farm Florence, intersected a road con- of Torsoli. necting the upper Valdarno to the State Road no. 222 goes forward, in- Greve valley. The urban structure of stead, into the Chianti area, out of the residential area reflects the ori- Greve, it continues on a straight gins of the settlement, radiating from course along the river overtaking it the wide elongated triangle-shaped in Tirassegno, where a small neo-me- square, on which there are the ar- dieval building, in the shape of a lit- cades that were once used to display tle castle, stands. A side road on the merchandise. At the top of the left leads to the Castle of Lamole, go- square’s triangle is the parish church, ing up the Chianti ridge as far as the called Santa Croce, reconstructed in top of Mount Querciabella. Among a neo-Classical style in the mid-19th the terraced fields, often still mixed century. Inside there is a triptych by farmed with grape vines and olive Bicci di Lorenzo and a Madonna with trees, the road encounters some Saints by the so-called Master of beautiful farmhouses with open gal- Greve. On the opposite side of the leries and turrets from the 18th cen- square is the oldest part of Greve (the tury, and the monumental Renais- village), from which a short road sance villa of Vignamaggio, sur- leads to the Museum of Sacred Art, rounded by one of the most beauti- where a Franciscan convent was once ful Italian-style gardens in the Chi- housed. anti area. Continuing along the winding road, you first reach the hamlet of Casole, then the residential area of Lamole, Around Greve subdivided into a series of small con- glomerations along the road. The The road that leads to Valdarno, Lamole parish church, dedicated to crossing the Chianti mountains Saint Donato, dates to the mid-19th through the easy pass of Sugame, en- century; inside there is a 14th century ters directly the ancient market Florentine school triptych depicting square. The very panoramic journey the Madonna with Child and Saints.

english translation 201 On the right, a little off the road, on Beyond Panzano, that lies between a spur that rises between two tribu- the Pesa and Greve valleys, the typi- taries of the Greve River, is the Castle cal hilly countryside of the Chianti of Lamole, that preserves part of its area continues: it descends gradually walls and the remains of a polygonal towards the Pesa Stream in the bot- reinforcement tower along the most tom of the valley, here in the first part vulnerable side of the walls. of its course, among fields of olive trees and vineyards that have now en- The ascent to the hill of Panzano be- tirely substituted the mixed farming. gins at Tirassegno: the Via Chianti- A left-hand side road leads shortly to giana winds first among the thickets the parish of San Leolino a Panzano, of oak groves that soon, however, recorded since the 10th century. The come to an end, allowing the view to church is a beautiful Romanesque sweep across the stupendous panora- building with one nave and two aisles ma offered by the hilly reaches of the divided by a series of arches rising Chianti mountains, whose gentle from simple quadrangular pillars. An slopes, intensely cultivated with grape arcade on nimble Tuscanic-order vines and olive trees, are dotted by columns in sandstone is fitted to the farmhouses and villa-farms. façade. The interior is very rich in You reach Panzano, passing through works of art, among which, there are: the modern part of the residential a panel attributed to Meliore and area (Campana) and leaving its more dated around 1270 depicting the ancient part to the right, gathered Madonna Enthroned with Child be- around the remains of the castle, a tween Saints Peter and Paul and Sto- wide quadrangular building that pre- ries of their Lives, a triptych also de- serves part of its walls with the access picting the Madonna with Child and gate and, inside, the high tower of the Saints Peter and Paul attributed to the keep. Near the castle is the Pan- a Sienese artist close to Barna and zano parish church, dedicated to Bartolo di Fedi; a small cuspidate Our Lady of the Assumption, recon- panel of the 15th century Florentine structed at the end of the 19th centu- school depicting the Madonna with ry. Inside the church there is a Child between Two Angels, two small Madonna with Child, a small panel Della Robbian tabernacles from the of the 14th century Sienese school, en- early 16th century, both attributed to closed in a larger 15th century panel Giovanni della Robbia; an 18th cen- with figures of saints. Adjoining the tury reliquary-bust in polychrome church is the small Renaissance ora- terracotta portraying Saint Eu- tory of the Santissima Annunziata, phrosynus; a triptych by Mariotto di inside of which is an Annunciation Nardo that depicts the Madonna from Ridolfo del Ghirlandaio work- with Saints Francis, Euphrosynus, shop. John the Baptist and Lawrence; a museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 202 monolithic 16th century baptismal maturgical virtues were attributed to font; a sandstone slab, from the 8th- Saint Euphrosynus and, particularly, 9th centuries, once part of the pres- to the water from the well inside a byterial fence, now used as the base little chapel behind the oratory, for the mensa of the altar. where there is a small sandstone al- tar communicating with the well, a A short distance away there stands piece of 13th century Tuscan handi- the Oratory of Sant’Eufrosino, a crafts, carved with decorative motifs bishop of eastern origins (probably still linked to the Romanesque tradi- one of the missionaries sent by Rome tion. in the 7th century to convert the Aryan Lombards of Tuscia), that tra- dition says was the evangelist of the Chianti area. Even if datable to the 15th century, with 17th and 18th centu- ry integrations, the oratory preserves architectural elements that lead to hypothesize the pre-existence of an early-medieval church. The recent discovery, under the church floor, of the remains of sacred furnishings with decorations carved in the sculp- tures datable between the 8th and the 9th centuries, confirms the theory that the oratory goes back to the ear- ly Middle Ages and that it was built together with the sepulcher of Saint Euphrosynus, which consists of a cir- cular-shaped room with a thòlos-style vault, kind of a crypt that was under the presbytery of the early church. The oratory is a large one nave build- ing with a quadrangular apse. A 14th century cuspidate niche in pietra ser- ena (a kind of grey sandstone) is set in the back wall of the presbytery. It must have been used to display the relics of Saint Euphrosynus (a reli- quary-statue depicting the saint is still kept in the church, where peo- ple went on pilgrimage). Thau-

english translation 203 Artistic handicrafts Siena, with origins going back to the in the Chianti area early Etruscan settlements, also influ- enced undoubtedly the production of by Maria Pilar Lebole and Benedetta objects and tools that, while main- Zini taining a genuine spare and linear style, so typical of objects of everyday use, also draw models, stylistic meth- Today handicraft in the Chianti area ods and symbols from a balanced pro- is not surely a driving sector of the duction, which is nevertheless more economy, unlike that of oenogastron- expressive and elaborated. omy. However the traditional Tuscan In this twofold development of the heritage, so rich and consisting of handicraft sector, which produces multiple specializations, has deep and practical useful objects as well as those ancient roots in this area, too. with a high artistic value, the com- We can acknowledge that the rural tra- mon denominator probably resides in dition of our gentle hills has always fa- the impressive process of transforma- vored the production of essential tion and reclamation, as well as handicrafts, which has very much in restoration and promotion, of the common with those production mod- rural dimension that has determined els that originated partly from practi- the true cultural identity of today’s cal necessities and partly were created Chianti area. for self-consumption: for the humble The interest in an autochthonous rural laborer they were useful and func- handicraft production highlighting tional objects which gave vent to vari- the artistic value of its products was ous occupations such as the blacksmith rediscovered during the 1960’s, when (busy forging work-tools and farm im- some workshops actually became plements) or the cooper (who pro- small industries and they specialized duced stave containers) or even the in the production of terracotta items, wheelwright (who repaired carts and wrought iron, intaglio furniture, em- wagons) and the basket-maker (who broidery and woven articles, stained wove any kind of baskets out of differ- glass windows, silver works, gold ent types of wood). works and majolica ware. The large The characteristics of these handi- industrial area of Sambuca and the crafts, whose artistic value is difficult area around Greve in Chianti have a to recognize, and those found in ob- high concentration of artisan work- jects of everyday use are alike. They shops. are both devoid of decorations and Although artistic handicraft is limit- frills, practical, essential and, above ed to a few production units and the all, functional. craftsmen stick to the functionality of The important heritage itself indige- traditional models, the sector is being nous to the area between Florence and transformed through the introduc- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 204 tion of new technologies. As empha- area’s typical oenogastronomic prod- sized many times before, handicraft is ucts, which are by now known and ap- not the most important strong point preciated for their excellence through- of the Chianti area economy, yet. out the world. Nevertheless a strong movement of If you happen to find yourself going revaluation and organization of the along this road, it is not unusual to handmade sector has developed over run into real shops arranged in the the last few years. old villa farmyards. This is the heart In the first place, the ideas came from of the Chianti area, still deeply tied the artisans themselves, who united in to its rural and folk tradition. Today, order to retrieve the ancient values of this area is considered the home of traditional workmanship typifying the best Tuscan wine production, them and promoting them both at na- that of Chianti Classico, exported tional and international levels. The and known worldwide. On the con- recently deceased Professor Elio Mas- trary, the spread of the artisan work- sei an untiring organizer in the hand- shops, which have been able to de- icraft field, must be praised, for lead- velop a traditional production tied to ing this project with enthusiasm and local and daily use into proper com- great expertise. Massei was capable of mercial activities is of rather recent transforming the individual needs origin. and experiences of many small local The first stop on your itinerary is past artisans into valuable collective pro- the village of Strada in Chianti. Just jects, allowing them to “work togeth- outside the built-up area, a short de- er.” Massei’s ideas, which were so tour to San Polo is worthwhile. After fruitful, still remain, because of their having gone along the road that de- farsightedness, the basis of any future scends along fields and vineyards, you development of the Chianti area’s can catch a glimpse of a modern in- handicraft. dustrial-handicraft area with sheds. It is Meleto, where you can find a group of handicraft businesses predomi- Along the Via Chiantigiana: nantly producing valuable Imprune- the handmade tradition ta-style terracotta items, such as Il Palagio, Enzo Zago, and the Andreoni Going along the beautiful Via Chi- joiner’s workshop. antigiana running through the char- After this detour, getting back onto acteristic rolling countryside of Tus- the Via Chiantigiana for a long stretch cany, with its cliffs and hills, it is im- that passes the villages of Chiocchio, possible not to be pleasantly struck by Spedaluzzo and Greti, fascinated by this land where castles and farms have the orderly presence of numerous cas- wisely reinterpreted their sphere of ac- tles, farms, country houses, all accu- tivity in favour of the direct sale of the rately renovated and arranged for the

english translation 205 direct sale of dairy and oenological which the buttonhole, the Florentine products. and the gigliuccio stitches. Entering the town of Greve, right af- Before reaching Piazza Matteoti, on ter the fork, you find the Fornace Cal- the left along the road, below a pot- cinaia which displays its own produc- bellied terracotta oil jar decorated tion outdoors near the entrance to with swags by the concern Terrecotte town, where you can admire oil jars, artistiche d’Impruneta Enzo Zago earthenware basins and vases and pots there is a plate that reads: “To make of various sizes which attract Italian this vase, it took 32 days of work, 60 and foreign buyers. You are now in days of drying and 80 hours of firing Greve, the /a real jewel of this itiner- at 1000 degrees” testifying to the ary. Innumerable craftsmanship ac- pride of the area’s inhabitants in tivities have flourished in the last few craftsmanship, both important and years, especially thanks to the great laborious, and that is all too often fame of this town that attracts nu- unjustly compared to industrial pro- merous tourists every year. Even if duction. they are often delighted by the plea- Continuing to the fork, proceed un- sures of the palate, visitors are invited der the arcades of Greve’s egg-shaped to become acquainted with the area’s square (Piazza Matteotti) that seem to typical products in the workshops house and to offer the visitor some of that are mainly situated close to the the most original of artistic handicraft historical center. workshops. Right after the ancient Let’s begin with embroidery, the real butcher’s shop Falorni, which is worth icing on the cake of handmade goods a visit to taste and relish its cold cuts from the Chianti area. Right at the en- (i.e. sausages, salami and hams), a trance to town, the first example of rather curious shop trades in objects this is the artisan concern Fantechi, a from the Consorzio del Marchio Stori- family business, whose workroom, in co del Chianti classico (Consortium of the basement, produces linen made to the Historical Trademark of Chianti measure for the house: embroidered Classico). Here every object or sou- sheets and tablecloths, splendid bed- venir is countermarked with the ex- spreads, towels of every type, curtains tremely well-known Gallo Nero, i.e. and trimmings. Some of these objects, Black Rooster. Ranging from wine- as the shopkeeper confides, are still tasting glasses of every shape and size personalized by the skilled hands of to linen, table linen and bizarre beer the last embroiderers who, working mugs. exclusively by hand, still use stitches Continuing under the arcades, you of the highest artistic tradition. On can purchase baskets of every shape the other hand, since the last century, and size, straw-covered articles, as the embroidery tradition has consist- well as carved olive-wood gifts and ed of a wide variety of stitches among fancy goods from throughout the museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 206 Chianti area. Interrupt for a little flowers as well as a special produc- while your walking around the square tion of articles executed in lively col- and head towards the Church of San- ors, such as fiery red, and abstract ta Croce. On the right side of the decorations. The craftswoman per- street, you find L’inganno, the curious sonally creates both lines in her small workshop of artistic decorations and workroom on the opposite side of trompe l’oeil, run on her own by a the square. very young craftswoman, that is defi- Now leave the heart of Greve and re- nitely worth a visit. turn to the Via Chiantigiana, where Return to the square and continue the ancient town of Panzano offers your pleasant walk. For those keen on you another special example of prints, it is worth stopping at the art leatherwork, but here we talk about workshop, Il Birillo,– where you can shoes. Going along the town towards find all kinds of prints including ear- the crossroads for Mercatale you find ly 20th century reprints from oeno- the handicraft workshop of Carlo Fa- logical magazines and labels of the giani, recently opened but all the same historical trademark, or even curious faithful to the best tradition of work- caricatures of the venerated gallo nero, ing with skins and leather. Its produc- i.e. black rooster. tion specializes in entirely handmade A few steps away is the handicraft leather and cowhide shoes and acces- workshop, Volpi. Opened about six sories, as well as in real deer, nubuck, years ago, it produces leather articles, reptile, ostrich, python, and crocodile mainly accessories for clothing based skins. on exclusive designs. Here the crafts- Going along the characteristic Via man also offers the visitors the op- Santa Maria that goes on uphill as far portunity to see his workroom, both as the church having the same name, to personalize their own requests and halfway you reach Piazza Ricasoli. to make them experience the evoca- Here, concealed behind an old dou- tive atmosphere of handmade pro- ble door and a curious sign consisting duction. of a simple visiting card glued to the For four generations, the adjacent glass, is the porcelain workshop of Ja- embroidery workshop Grazia Giachi nine Loohuis. Inside you find plates has created items exclusively from and furnishings of traditional shapes the Chianti area. There is a beautiful mixed with flower vases of very spe- display of napkins, towels and, espe- cial and refined design. cially lovely embroidered dresses for Leaving the little square and contin- little girls. Next to this is the show- uing towards the church, you find room of artistic ceramics of Materia yourselves inside the joiner’s work- Crea, where you can purchase articles shop of Franco Guarducci. Here, with traditional local decorations, among wood shavings and sawdust, such as grapes, olives, leaves and the craftsmen skillfully assemble all

english translation 207 shapes and sizes of boards to create of goats is particularly rich in protein stylish furniture. and fats, precious elements to mois- Stay in Panzano a little longer to visit turize the skin. another curious activity, where the Finally, in Fonterutoli, near Castelli- fabric tradition merges with the inno- na, a visit to the Bernabei smithery is vation and experimentation of forms recommended. Iron has always been accompanied by a masterly use of the a widely used material in the Chianti colors that the Chianti countryside area and was used to make work tools offers spontaneously. The all-natural and implements. Plowshares, two- fabrics of Il giardino delle Essenze are pronged forks, hoes and spades, bill- painted or embroidered mirroring the hooks were the most common iron tonalities of the surrounding coun- objects. Today this material is used tryside: the yellow recalls the broom not only to make farm tools and im- bushes along the lanes, the green both plements but also interior and exteri- the countryside and the olive trees, the or furnishings. ruby celebrates the grapes, the real The selection of the businesses has wealth of this area and also the violet been made at the discretion of the au- of the lavender and the rust-red color thors and cannot be considered in any of the Chianti earth. The love for nat- way exhaustive in respect to the busi- ural fabrics in this workshop also ex- nesses present in the area. We would tends to the most precious fabrics like like to thank the artisan concerns for silk and cashmere, which are hand- their helpful collaboration during the made in a wide range of colors and research phase. patterns. For those of you who are fans of cash- mere it is worth making a small Thanks to Aldemaro Becattini, Ro- change in your itinerary in order to berto Berti, Omero Soffici and Re- visit the nearby small town of Radda. nato Stopani; the personnel of the Here you find the Tessuti cashmere Communal Tourist Boards of Im- company, the only cashmere goat pruneta and of San Casciano, the breeding farm in Italy, where the goats Tourist Office of Castellina in Chi- are reared free and in the old-fash- anti and the Consorzio del Marchio ioned way. Their soft and very shiny Storico del Chianti Classico for their wool is shorn by hand and hand-wo- kind concession of images. A Special ven without using any sort of color- thanks goes to Rino Capezzuoli for ing or additive. The farm has also the operational support generously freshly specialized in a side activity re- offered to us. ally worth discovering: for instance, For specific literature on the Chianti goat’s milk is used to make excellent area, we suggest: natural skin care products. In fact, tra- E. Massei, Artigianato del Chianti, radi- dition says that the milk of this breed ci, modelli e tradizioni, Viterbo 2000. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 208 E. Bosi-G. D’Eugenio-M. Lorenzi- Handicraft businesses I. Moretti, Chianti, storia e itinerari, on the Via Chiantigiana Florence 2003. As to the magazines we suggest: “Greve in Chianti 2005”, with the pa- Strada in Chianti tronage of the Comune di Greve in (handicraft area of Meleto) Chianti; the bimonthly periodical “InChianti”; “Chianti travel, Coun- vivaterra srl try life”, with the patronage of the via Provinciale Chiantigiana, 36 Consorzio del Marchio Storico Chi- 50022 Greve in Chianti anti Classico. tel 055.858671 Photos by Benedetta Zini. fax 055.8590331

enzo zago Artistic Imprunetan terracottas via di Meleto, 1 In Palagione 50027 Strada in Chianti tel 055.8587253 fax 055.8589101 www.enzozago.it

andreoni giorgio & c. Joiner’s workshop via di Meleto, 2 50027 Strada in Chianti tel 055.858524 fax 055.858477 www.falegnameriaandreoni.it

english translation 209 Greve in Chianti materia crea piazza Matteotti, fornace calcinaia 50022 Greve in Chianti di Carrai Paolo & figli via Giovanni da Verrazzano, 73 50022 Greve in Chianti tel 055.853724 Panzano fantechi carlo fagiani Traditional handmade embroidery Leather and skin workmanship via Giovanni Da Verrazzano, 25 via Giovanni da Verrazzano, 17 50022 Greve in Chianti 50020 Panzano(Florence) tel 055.854376 tel 055.852239 www.carlofagiani.com l’inganno Painted furniture-trompe l’œil piazzetta Santa Croce 2-i janine loohuis 50022 Greve in Chianti Porcelain workshop tel 055.853431 piazza Ricasoli, 2 50020 Panzano (Florence) il birillo tel 055.852526 Prints piazza Matteotti franco guarducci 50022 Greve in Chianti Workshop: via Santa Maria, 4 volpi Leather accessories 50020 Panzano (Florence) piazza Matteotti tel 055.852287 50022 Greve in Chianti Showroom: via Chiantigiana, 10 grazia giachi tel and fax 055.852458 Embroidery 50020 Panzano (Florence) Direct sale: Piazza Matteotti www.francoguarducci.it 50020 Greve in Chianti Workroom: il giardino delle essenze piazza Vittorio Veneto 16/18 50022 Mercatale Val di Pesa via Case Sparse, 39 (Florence) 50020 Panzano (Firenze) tel 055.8218073 tel/fax 055.852440 fax 055.8218928 www.giardinodelleessenze.com museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 210 Radda Discovering Chianti Classico chianti cashmere company by Maria Pilar Lebole and Benedetta di Nora Desmond Kravis c/o Zini Azienda Agricola La Penisola 53017 Radda in Chianti (Siena) tel/fax 0577.738080 This itinerary is a ramble along the Via www.chianticashmere.com Chiantigiana, to discover the flavors and fragrances that have made this part of Tuscany one of the best loved Castellina and known in the world, it is a little like plunging into the past, filled with bernabei eugenio scents, now forgotten, of a long gone Forged iron childhood taste. in Fonterutoli Right so, because the Chianti area still 53011 Castellina in Chianti (Siena) holds tight to its love for genuineness tel 0577.740953 that has kept the flavors and scents as they once were, as they still should be. Here the various kinds of cold meats and salami even now taste as they once did, the cheeses intoxicate us with the sharp taste of goat’s milk and the olive oil is an intense green and has a pleas- ing bite, the meat is a challenge for the most audacious gourmets, not to mention the wines that evoke thou- sands of intense and perfumed mem- ories. Wine and olive oil have always been produced in the Chianti area, since the chestnut woods were felled to make room for the ordered rows of vines and the knotted olive trees. From the 14th century, there are the first handwrit- ten records of a systematic cultivation of vines and olive trees that involved all of the Chianti area. From that time until the 18th century agrarian reform that rationalized the cultivation in- creasing both the quality and quanti- ty of production, the farmers in the

english translation 211 Chianti area continued to patiently able places in four trial cities (Flo- farm this generous land, achieving a rence, Rome, Milan, and Bologna) unique product that made it famous presented the excellent wines from throughout the world. Chianti alongside the usual aperitifs. Today the wines of Chianti are served The initiative consists in arranging in the best restaurants of New York special wine tasting corners in the and London as products of excellence most frequented places which serve and prestigious wine experts come aperitifs in these cities and to offer the here from all over the world to taste products at a reasonable price, so as to and buy the wines from this little cor- present them to a public that is not ner of Tuscany. But this is not a ques- particularly fond of wine, but usually tion of a novelty, of an ephemeral and drinks something completely differ- momentary fashion. Already in the ent. Everyone liked the idea and it was 17th century, there are some docu- such a success that it is being consid- ments that refer to the regular export ered to extend the same initiative to of wines from Chianti to England. another group of Italian cities. So what is the reason of so much pres- The Chianti area today has become a tige and interest on the part of the en- “style of life” that is known and ap- tire world? First of all, the quality of preciated in the whole world. So the products, that comes from an an- many people come here in order to cient knowledge and a generous land appreciate the savoury agricultural which, combined together, have been produce, to let themselves become in- able to render oenogastronomic prod- toxicated by the strong wines, to let ucts the absolute wealth and the chief themselves be enraptured by the land- reason for world interest. The entre- scapes of a still uncontaminated preneurial skill of the area’s farmers is countryside, to learn all the ancient also very important, they make their secrets of a simple and good tasting products adhering to high standards cuisine from the local housewives. of quality and diversify their produc- tion with ever new offers, and they have spread their trademark every- Itinerary on the road to Greve where, always in new and different ways, suitable for a public that can be The beautiful countryside crossed by defined as “universal.” the Via Chiantigiana is continually in- The latest creation is the Gallo Nero terspersed with signs and notices that Experience, a project started in the invite you to visit this or that farm. Of- winter of 2004 that intends to spread ten you cannot quite see these the wine culture of the Gallo Nero oenogastronomic paradises from the Chianti Classico, also among young road, hidden as they are by the green people. A series of meetings organized of the olive trees and the tangled shrub in the most well-known and fashion- that runs along the road. But this is museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 212 part of the Tuscan spirit: reluctant and prefer pasta, instead, Strada in Chi- rough, not inclined to show off but anti hides a curiosity: there, the an- full of warmth once disclosed. cient Pastificio Fabbri (pasta factory), You travel the Via Chiantigiana all in fact, produces, in a limited and way long, from the first slope in busy numbered quantity, a special pasta Ponte a Ema, and right away you feel made from the best wheat and still in a new and different place. Sud- produced using bronze draw plates. A denly even the most chaotic and true rarity if you consider that even noisy city becomes a peaceful and the package is made with a special pa- rough countryside, burnt by the sum- per that uses wheat waste. mer sun and blown by the icy wind You resume your journey, always see- in winter. Well-ordered open spaces, ing signs that point out farms hidden with a touch of the city, are around in the green. Among these, there is the you as far as Ugolino, where through beautiful farm of Poggio ai Mandorli the olive trees you can glimpse the and the Enoteca Falciani, a wine shop immense green expanses of a golf where you can buy an excellent wine course. by the glass and where you can buy Immediately afterwords, you come bottles with personalized labels in or- across the first farms. Old farms and der to celebrate a special event or sim- farm houses, and, at times, even cas- ply to give a gift to a friend. tles and beautiful country houses, Going on, you take the right-hand they all welcome you into their farm- side street to get to the very beautiful yards or into small, deliberately make- Castello di Vicchiomaggio that domi- shift sheds, where it is possible to taste nates the valley with its tower. If you and to buy local products, predomi- continue on the small country road, nantly wine and olive oil, but often al- you immediately find a building used so honey, grappa, cheese, and various for the tasting and selling of the farm’s kinds of cold meats and salami, all products. A little dark house that, made in the old-fashioned way. You however, hides a variety of savoury come across Podere Casanova, Ville i specialties. Cipressi, the Fattoria La Presura and Once again on the Chiantigiana many others. road, you pass through the little ham- You get to the village of Strada in Chi- let of Greti. Here you can stop on the anti. On the right of the small square, side of the road to taste the excellent the ancient butcher’s shop of Mastro- wine from the Castello da Verrazzano cicciaio catches your eye. It has been that is sold in a tiny little makeshift in business since 1856, for more than stand at the foot of the castle itself. 150 years. For meat lovers, it is worth Equally prestigious is the Castello di taking a break and abandoning one- Uzzano that has produced the wine self to the red and inviting expanse of bearing the same name since the 14th steaks and sausages. For those who century.

english translation 213 You are almost in Greve, the undis- but it is worthy not being shocked by puted chief town of this splendid area. the original nomenclature. The first Just before coming into town, it is dish, in fact, owes its name to an old worthwhile to make a quick stop at Tuscan saying: «lo spezzatino del sign- the Villa Calcinaia. Here the owners or pelliccia: molte patate e poca cic- have been able to exploit all the won- cia», (Mr. Fur’s stew: lots of potatoes ders of the area, offering visitors the and little meat), that underlines its best of Greve’s handicrafts and origins as a poor people’s dish, while oenogastronomy: artistic terracottas, the latter is a sweet and sour variant of farm holidays, direct sale of the farm’s the classic corned tongue. wonderful products, including a spe- Once in Greve a visit to the Museum cial home-made goat cheese. of Chianti Classico, is a must, and not Once in Greve, you cannot miss vis- just for wine lovers. Set up about five iting the Falorni butcher’s shop, years ago inside the ancient cellars of which overlooks the town’s striking Greve in Chianti, the museum is an square. It is a paradise for the most de- enormous and very modern space for manding palates. The exquisite and wine tasting and it offers a totally new seasoned cold meats and salamis of all approach to the culture of wine that sizes will intoxicate you with their even the most traditional wine lovers good smell as soon as you enter the will find interesting. Once inside, in door. Finocchione, (a type of sausage fact, you can choose the number of made with fennel), different types of wines to taste. At this point, with your prosciutto (ham) and sausages: the prepaid card and your wine glass, you choice is decidedly every difficult. look for the bottles of wine you se- Not to mention the pecorino cheeses, lected. They are organized in groups prepared locally with the most curi- of four or five, inside special devices ous and bold variations: hot pepper, that pour the exact amount of wine by truffle, even fruit. simply pressing the button that corre- If you arrive in Greve at lunchtime, or sponds to the label. The “pop” of the if the aromas from Falorni have sim- cork as it comes out of the bottle and ply stimulated your appetite, it is the gurgle of the wine as it is poured worth having a restorative stop at Ner- are missing, but this is the modern bone, that subtitles its imposing sign world and so it must be accepted as it with the words “bollito and mine- is. To make it up, you can eat some of strone” (boiled meat and vegetable the cold meats, salamis and cheeses soup): What a suggestive invitation! that are served at the wine tasting so Here it’s enough to take a quick look as to fully enjoy the wine’s flavor, at the menu in order to be at least which has remained the same as it used amazed: the spezzatino di pelliccia (fur to be in the past. There are about 150 stew) and the lingua all’arancia wines that can be tasted at the Muse- (tongue with orange sauce) strike you, um of the Chianti Classico and if you museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 214 find it impossible to choose, there are meat is a real tradition: as confirmed four Internet stations at the entrance by the butcher Checcucci that has his to the cellar where you can access a shop in the small suggestive Ricasoli very up-to-date online wine library. Square, in the heart of the town’s his- Now it is time to leave again. You go torical center. back onto the Via Chiantigiana and And there is the Trattoria Oltre il Gi- head towards Panzano in Chianti. ardino, a few steps from the same Before entering the village, you will square, that emphasizes this tradition see the signs to il Cennatoio, a farm too, here you can taste an incredibly holidays that dominates the town thick Florentine steak, always served from its position above. In order to very rare, each delicious bite immedi- reach it, you must face a road that ately melting magically in your climbs up the mountain, without tar- mouth. Also, the ribollita is absolute- mac and decidedly bumpy, but it is ly to die for, cooked in the old Tuscan worth the trouble to take this short way, with lots of bread and few detour. Il Cennatoio is a rather over- legumes. Finally, even if not so typi- powering sight. In a wild and bare cal of Tuscan cuisine, you cannot help corner of the countryside, its impos- being relished by a slice of chocolate ing bright red walls strike you. Upon cake by the landlady: a sin that, in the arrival at the villa, you can visit a dis- end, can be considered venial after play of the products. Here, in a small this long ramble dedicated to the plea- room literally suffocated by a wall sures of the palate. filled with small pictures recalling the prizes won by the local wines, there are bottles of wine, different types of grappa, delightful locally-produced honey, olive oil and delicious pre- serves made in the old-fashioned way using seasonal products: tomatoes, mushrooms and anything else that the generous Tuscan land can offer. We enter Panzano, now very well- known for its famous “tombstone of the t-bone steak”, an ironic funeral blatantly celebrated by the goliardic butcher Cecchini. A visit to his shop is recommended and not only to see the tombstone of the Florentine steak displayed to the side of the entrance with a red rose in front of it that is re- placed every morning. In Panzano,

english translation 215 The road to Greve tel and fax 055.858492 [email protected] podere casanova via Chiantigiana, 379 enoteca falciani 50015 Bagno a Ripoli via Chiantigiana, 40 tel 055.643164 50022 Greve In Chianti fax 055.645584 tel and fax 055.8572052 www.ilpoderecasanova.it castello vicchiomaggio ville i cipressi Tenuta Vicchiomaggio srl via San Michele, 19-29 via Vicchiomaggio, 4 in Dudda 50022 Greve in Chianti 50022 Greve in Chianti tel 055.854079 tel 055.8549016 cell 055.854078 fax 055.951060 fax 055.853911 www.villeicipressi.com www.vicchiomaggio.it [email protected] [email protected] castello di verrazzano fattoria la presura In Verrazzano via della Montagnola, 191 50022 Greve in Chianti 50027 Greve in Chianti tel 055.854243 tel e fax 055.8588859 fax 055.854241 www.presura.it www.verrazzano.com [email protected] [email protected] mastrocicciaio castello di uzzano Antica Macelleria Secci via di Uzzano, 23 Borgo B. Paoli, 1 50022 Greve in Chianti 50027 Strada in Chianti tel 055.8544851 tel and fax 055.858039 fax 055.8544851 www.agricolauzzano.com pastificio artigiano fabbri [email protected] piazza Enrico Landi, 7 50027 Strada in Chianti villa calcinaia tel 055.858013 via di Citille, 84 fax 055.858413 50022 Greve in Chianti tel 055.854008 poggio ai mandorli fax 055.854008 Case sparse, 43 www.villacalcinaia.it 50027 Strada in Chianti [email protected] museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 216 antica macelleria falorni Glossary piazza Matteotti, 66-71 50022 Greve in Chianti tel 055.854363 Altar fax 055.8544521 Table on which the priest celebrates www.falorni.it the Eucharistic sacrifice, which de- [email protected] rived its shape from the Last Sup- per’s table. In its more elaborated nerbone di greve forms, besides the mensa (the flat piazza Matteotti, 22 top surface) and the frontal (the part 50022 Greve in Chianti below the mensa, visible to the tel 055.853308 faithful) both resting on a predella (the step or steps on which the al- museo del chianti tar rests), there are also an altar- Le Cantine di Greve in Chianti piece and a ciborium which stands galleria delle Cantine, 2/b above the altar itself. 50022 Greve in Chianti Altar piece tel and fax 055.8546404 Large panel, either painted or www.lecantine.it sculpted, situated on the altar; [email protected] sometimes it is composed of more cennatoio inter vineas than one panel. It is often inserted via San Leolino, 35 in a rich frame, or in the architec- 50020 Panzano in Chianti tural structure of the altar itself. tel 055.852134 Ambo fax 055.852733 A raised tribune, closed on three www.cennatoio.it sides by a parapet and which in the [email protected] fourth opens onto the access stair- case. It was the place where the antica macelleria cecchini priest went in order to read the via xx Luglio, 11r Epistle and the Gospel. 50020 Panzano in Chianti Ampulla/ampullina tel 055.852020 A piece of sacred furnishings, usu- fax 055.852700 ally with a globular body and a nar- row neck. The term refers to the two trattoria oltre il giardino containers, one for the wine and the piazza G. Bucciarelli,42 other for the water, used during the 50020 Panzano in Chianti Eucharist, as well as to the three tel 055.852828 containers for holy oils. www.ristoranteoltreilgiardino.it Annunciation The episode is narrated in the Gospel of Luke: Mary receives a visit in her

english translation 217 home in Nazareth from Archangel Armorial Bearings Gabriel who, sent by God, an- A group of items made up of a nounces to her the birth of a son con- shield, ornaments and honorific ceived through the Holy Spirit. identification marks of a family or There are three essential elements: an organization. The Virgin, the angel and the dove Aspergillum or Sprinkler of the Holy Spirit, whose flight, of- See holy water pot ten traced by a beam of light, repre- Assumption of the Virgin sents the incarnation of Christ The Assumption is the moment in through the Holy Spirit. There are which the Virgin’s soul, reunited several versions of the episode. In the with her body, is lifted together Byzantine era, Our Lady of the An- with the latter by angels towards nunciation stands next to a well, Heaven. The Virgin is often repre- where she went to draw water. In Ital- sented in the center of a mandorla. ian Renaissance painting, it takes In traditional iconography, it is sur- place in an architectural setting that mounted by the benedictory Fa- often becomes a pretext for numer- ther; sometimes she is crowned by ous descriptive details. Northern her Son (Coronation of the Virgin). painters of the same period fre- The subject, which imposed itself quently place the Virgin inside a for the first time in Gothic sculp- cathedral, thus recalling the symbol- ture, spread extensively during the ogy of the Madonna as the Christian Catholic Counter-Reformation. church. The Counter-Reformation Baccio da Montelupo, born Bartolo- iconography draws the attention to meo di Giovanni d’Astore dei Si- the dove of the Holy Spirit that nibaldi (Montelupo Fiorentino comes down from heaven wrapped 1469-? 1523) in a bright light. Archangel Gabriel Sculptor and architect; he studied at is winged, with a white robe; he usu- the art school in the garden of San ally holds a lily or an olive branch. Marco in Florence, where he met Mary’s recurrent attributes are: the Michelangelo. His work seems as a white lily, a sign of virginity and pu- synthesis between sculptural tech- rity; the vase that often contains the niques of the 1400’s inspired by Do- lily, a symbol of the Incarnation; the natello, and the powerful expressive- book that she is reading when inter- ness of Michelangelo. He experi- rupted by the angel’s arrival. mented with every type of material Arcade from wood to terracotta and from Part of a building, generally on the marble to bronze. Among the nu- ground floor, having one side open merous and prestigious works com- with arches or architraves, sitting missioned to him are his early on columns or pillars with either a Mourning over the Dead Christ (1494) decorative or a sheltering function. for the church of San Domenico in museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 218 Bologna, and in Florence a Saint John Buglioni, Santi (Florence, 1494-1576) the Baptist in bronze commissioned Sculptor; pupil of his uncle in 1514 by the Silk Guild for one of Benedetto Buglioni with whom he Orsanmichele’s niches, a mature worked until the latter’s death in masterpiece. His late work includes 1521. Upon Giovanni Della Robbia’s various funeral monuments, among death in 1529, he remained the un- which the tomb of Giano Grillo in- contested heir of the Della Robbia side the church of Santa Maria dei “secret”. His predilection for elabo- Servi in Lucca. rate shapes and highly-skilled tech- Bas-relief niques, visible from his early work, See relief developped into a refined and ele- Boldrini, Francesco (active in Tus- gant style in his mature work, as in cany in the first half of the 17th cen- the polychrome altar piece repre- tury) senting Saints Peter and Paul in Ado- Painter of Florentine late-Manner- ration of the Eucharist in Santa ism style, influenced by Naldini, his Maria a La Panca (Greve in Chi- work also reveals the influence of anti). Among his mature work also painters more abreast of the times, figure two Noli me tangere (1520- such as Curradi, who followed 1525, 1530-1540) today at the Bargel- Counter-Reformist principles. To lo Museum in Florence. mention but one of his works: the Burin Madonna with Rosary (1615) at the Implement made up of a small steel Museum of San Francesco in Greve rod with a beaked point and a in Chianti. wooden handle; it produces a sharp Brocade cut while that of the graver, a simi- A damask fabric with large patterns, lar tool, may have various shapes in silk, linen, hemp, sometimes with (round, flat, ruled). See engraving; gold and silver threads, woven so as to embossing show a characteristic effect in relief. Burnishing Buglioni, Benedetto (Florence, 1461- Procedure that follows gilding with 1521) the gold leaf method, so as to make Sculptor; creator of polychrome the gold leaf placed on the object glazed terracotta in the Della Rob- shiny; it consists in rubbing the leaf bia workshops, he was very active in with a burnisher, an implement with Tuscany and central Italy. His pro- a wooden handle and an agate stone lific activity reveals the influence of mounted at the other end. In fact the Verrocchio, among others. He is the particular composition of the stone author of the terracotta piece rep- as well as its smoothness allow this resenting Saint Christina (1495) at polishing procedure of the gold leaf. the Collegiate church in Bolsena. There are various types of burnish- See also Santi Buglioni ers, all of them in agate stone but of

english translation 219 different shapes depending on been used on the altar during the whether one has to work on a Mass as a memorandum of the for- smooth background or on turned, mulas. hollowed or incised parts. Cartouche (or Scroll Ornament) Burse (or case) Decorative element, either drawn A flat case to hold the corporal, or sculpted, that reproduces a formed by two rigid decorated parchment or a scroll, spread open squares; its colors vary according to or rolled up, on which Biblical pas- the liturgical calendar. It was rested sages are quoted and inscriptions or on the chalice. coats-of-arms are reproduced. Candelabrum Casket Large branched candlestick. Metal box, gilded on the inside, Candlestick where the Eucharistic lunette is A support in wood, metal, ceramic kept. or other materials, used to hold a Casting single candle or, when it is placed on It is a process used to create sculp- the altar, even several small-sized tures or reliefs through the pouring candles. of molten metal into a mold; it al- Canvas ways involves a subsequent finish- It is one of the most used surfaces ing phase with a chisel or other im- for oil painting; usually made of plements. We call it “full relief cast- linen or hemp but sometimes also ing” when the mold is open and the of cotton, jute, silk or other fibers; liquid metal fills it completely; its typology varies by weight and whereas a “hollow casting” makes weave according to the different use of closed molds and requires a eras, places and expressive needs. At very thin layer of metal. first glued to a wooden panel, it was Central and side aisles then stretched on stretcher bars to The part of a church delimited by make the transportation of paint- two longitudinal rows of columns ings easier; the latter procedure be- or pillars. When the church has on- gan to spread from the second half ly one broad aisle it is called nave. of the 15th century definitively sub- Chalice stituting the one on wooden panel A piece of Ecclesiastical furnishings beginning from the 17th century. made up of a cup supported by a The term also refers to the pictori- stem ending in a base. It is used for al work executed on canvas. the wine that, during the Eucharis- Cartegloria or Altar Cards tic celebration, becomes the blood Term which refers to each of the three of Christ. See also paten formulas for the fixed parts of the Eu- Chapter charistic celebration. It also refers to A college and an assembly of canons, the cardthat since the 16th century has friars or monks, belonging to a cathe- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 220 dral or a collegiate church. The term Coccapani, Sigismondo (Florence also refers to the place in which the 1583-1643) assembly is held. The book of chap- Painter and a pupil of Cigoli, he ters is a collection of the resolutions worked in Rome together with his of such a college. master, where he studied naturalism Chasuble (or Planet) in the style of Caravaggio. The vivid Loose liturgical vestment with a analytics peculiar to his genre-scenes round opening for the head, worn distinguished him in the Medici mi- by the priest during the Mass. It is lieu: among his public Florentine derived from the ancient Roman works we would just mention traveling cloak. Michelangelo crowned by the Arts Cherub (1615-1617, Florence, Buonarroti Angelic beings entrusted with the House Museum). task of watching over the entry into Codex Eden: two of them, winged, were Ancient manuscript composed of placed on the Ark of Covenant. several leaves, first of papyrus and Some colossal figures representing then of parchment, bound togeth- the cherubs were present in the Holy er as a book, as opposed to the vol- of Holies (the holiest and most se- umen, namely, a group of sheets cret place) in Solomon’s temple. wound into a roll. Codices often Generally the cherub is depicted by contained rich illuminated decora- a figure made up of four faces rep- tions (See illumination). Their use resenting: a man, an eagle, a lion and began to spread as from the first a winged bull. century a.d. and lasted until the in- Chisel vention of printing. Non-cutting implement in differ- Commesso ent shapes that, hit with a small Italian term which refers to any hammer on a metal plate, lowers its work carried out by placing differ- surface without taking away the ently shaped and colored elements material. See also chisel work and next to each other. When referring embossing to a woodwork, it is called mar- Chisel working quetry. The expression was used ex- Modeling the surfaces of metal ob- tensively, especially in Florence be- jects, carried out by means of a chisel. tween the 16th and 17th centuries, Ciborium with reference to the technique of A marble tabernacle usually situated working semiprecious stones. over the main altar, in which the pyx Confessional is kept; often closed by a little door A small wooden booth inside of made of precious materials and dec- which there is the confessor’s seat orated in different ways. The same and, at the sides, the kneeling term also refers to the pyx itself. stools for the penitents, who com-

english translation 221 municate with the priest through other in their descriptions of this a grating. moment, but all of them agree on Cornice the presence of some women at the A projection that subdivides the sur- event, among them are Mary, the faces of buildings marking the edge of mother of Jesus, Mary, the mother an architectural element (floors, win- of Saint James the Less and Mary dows, doors, etc.); it also refers to the Magdalene. Only John mentions element used to frame and isolate a his own presence at the Crucifixion. subject, either pictorial or plastic, See also Mourning from the surrounding environment, Curradi, Francesco (Florence 1570- and which is generally in wood, stuc- 1661) co or drawn. Son of the gold-beater Taddeo and Corporal pupil of the Late-Mannerist painter A small square white linen cloth, Giovanni Battista Naldini, he figures spread at the center of the altar dur- among the most important expo- ing and at the end of the Commu- nents of Florentine devotional nion Service or when the Blessed painting during the first half of the Sacrament is exposed. See also 1600’s. His early work, which in- burse. cludes a Nativity of the Virgin Cross (Volterra’s cathedral, 1598) reveals Formed by two intersecting axes, stylistic similarities with reformed one vertical and one horizontal, it Florentine painting. Abandoning became, with or without the Cru- Late-Mannerism, he later adopted a cified Christ, Christianity’s princi- style close to Cigoli and Passignano. pal symbol. His prolific mature work includes Altar cross: standing on a pedestal the monumental Assumption of the and placed on the altar, with Christ Virgin (1613) executed for the parish in relief. church of Santa Maria in Astylar cross: supported by a long and the Sermon of John the Baptist staff, it is portable and used in order (1649) for the Rondini Chapel inside to lead a procession. With figures on Santa Trinita in Florence. both sides: Christ is usually por- Damask trayed on the front one, while evan- Fabric made of silk with warp and gelical symbols are represented on weft of the same color that create the back. glossy patterns on an opaque back- Crucifixion ground. Of a very ancient origin, It is the culmination of the Passion such an art reached a level of excel- of Christ and it shows Jesus nailed lence towards the 12th century in the to a cross raised between two oth- city of Damascus. ers to be used for two thieves. The Dandini, Ottaviano (Florence ca. four Gospels differ from one an- 1706-1740) museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 222 Painter; son of Piero, his style dif- may be a small aedicule, called fers from his father’s by the aware- lantern. ness it reveals of early 18th century Embossing tendencies in Florentine painting, Art and technique of decoration taking example in particular on An- used for precious materials such as ton Domenico Gabbiani. His nu- gold and silver, but carried out also merous works include the oval of a on copper and bronze. It consists in painting depicting Saint Bonaven- reducing the metal to a very thin tura in Franciscan habit (first lamina in order to obtain the de- decades of the 18th century) at the sired representation in relief, mod- Museum of San Francesco in Greve eling it from the back, and then giv- in Chianti. ing the finishing touch from the De Cambray Digny, Luigi (Florence front with a chisel and a burin. 1778-1843) Enamel Trained at the Academy of Fine Arts Vitreous paint to which are added in Florence, he was one of the most coloring components, which has influential architects in the city, the property to become a shiny where he was appointed professor of compact surface thanks to the high architecture in 1801; from 1820 he temperature firing. was director of the Lorraine Regie See enameling Fabbriche. His early plans date back Enameling to the French period and were in- Decorative technique used both for fluenced by the neo-classical taste of ceramics and metals. The most wide- Napoleonic architecture: among spread procedures for metal enamel- them we would like to mention ing are cloisonné, that consists in those for the Oricellari Gardens and spreading the enamel within areas for the Torrigiani Garden in Flo- bordered by fine metal wires and rence. After the return of the Lor- champievé that consists in inserting raines to Florence, he received nu- the enamel in small alveoli made on merous and prestigious commis- a metal plate. The term also refers to sions among which were the restora- the process of terracotta waterproof- tion of the Customs Rooms at the ing that became widely used begin- Uffizi (1815) and the design for the ning from the 15th century, leading to Scornio villa and its garden in Pis- a particular type of production toia (1821-1827). known as majolica. Dome Engraving An architectural roofing structure Drawing carried out on a hard sur- with either a circular or polygonal face, called matrix, either by hand, base. The masonry ring that con- using a pointed instrument (burin, nects it to the building below, is graving tool), or chemically, using called tambour; at the summit there corrosive substances, for decoration

english translation 223 or printing reproduction; it is also not present any special pattern, the name of the resulting product. damask otherwise. There are three Eucharist flagon basic types of fabric: cloth or taffe- Receptacle with a lip that was used ta with two warp yarns and two weft in solemn liturgies for the washing ones, with the same effect both on of hands together with a bowl, the right side and the riverse side; called basin. twill, that achieves a diagonal effect Evangelical, symbols slanting either right or left; satin: In early Christian iconography, the depending on whether the warp or four evangelists are portrayed as the weft is more evident, satin may winged creatures with animal heads. have either a weft or a warp effect. Saint Jerome, at the end of the 4th cen- Fidani, Orazio (Florence 1606 - post tury, first associated and justified the 1656) association of the animals with the A disciple of Bilivert and docu- authors of the Gospels: Matthew is mented as being in his workshop in represented by an angel because his 1629, he was among the Florentine Gospel begins with the Incarnation; painters devoted to the painting of Mark by a lion because he starts his naturalistic subjects. He also paint- with the figure of John the Baptist ed sacred subjects, in which are re- who “cries in the desert” with a pow- current dark atmospheres and erful voice like that of a lion; John is strong color contrasts after the man- represented by an eagle, the bird that ner of Caravaggio, a stylistic feature flies the highest in the sky, because his for which the artist is considered one vision of God is the most direct; and of the most representative and ex- finally Luke by a bull, a sacrificial an- pressive exponents. He was also a imal, because his Gospel commences renowned portraitist. Among his with the sacrifice of the priest works we would like to mention An- Zacharia. During the Renaissance gelica and Medoro (1634, Florence, the animals and the angel continued Palazzo Pitti storerooms) as well as to be portrayed only as simple attrib- the frescoes in the vaults of the first utes of the four Evangelists. Sec- two bays of the Carthusian ondary attributes for all four saints monastery of Galluzzo in Florence. are a book and a cartouche. Francesino, the nickname of Giovan Fabric Battista Giustammiani (documen- Technique and art that consists in ted from 1608 to 1643) weaving a series of yarns called A painter working in Siena, perhaps warp, kept parallel and taut, with of French origin. He is known for another series that is inserted cross- some Miracles of Benedictine Saints wise called weft, carried out by in the sacristy of San Domenico and means of a loom. The fabrics are two Glorias of Angels in the sacristy called plain when the weave does of the cathedral, both in Siena. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 224 Fresco Glazing Painting technique on a wall sup- Also called “ceramic glaze”: vitreous port that makes use of the lime of finishing. See Enamel the wall plaster as a binder. Gordigiani, Michele (Florence 1835- Frontal 1909) The front parament of the altar Italian painter, he at first studied placed under the mensa, generally sculpture with Lorenzo Bartolini, made of marble; it can also be made then took to painting and became a of ivory, silver or even of ornate em- pupil of Bezzuoli and Mussini. A broidered fabrics. noted portraitist, his works include Gilding the Portrait of Vittorio Emanuele II A technique used to apply gold on (1861) and those of the entire royal various supports: i.e. wood, parch- family. He also worked in London, ment, leather, paper, walls, etc. The Portugal and Siam, always portray- gold can be applied in leaves or in ing famous people (Robert Brown- powder, according to different pro- ing and Elizabeth Barrett Browning, cedures; for gilding metal surfaces, London, National Portrait Gallery). similarly to the silvering technique, Granacci, Francesco (Florence, 1469- one begins with an amalgam: an al- 1543) loy of pure gold, or silver, and mer- Painter; a pupil of Ghirlandaio, cury that, spread on a suitably pre- from an early stage his artistic pro- pared and heated metal, causes the duction reveals the influence of his mercury to evaporate and the pre- friend Michelangelo and that of Fil- cious metal to adhere to the sup- ippino Lippi, as is visible in his ear- port. ly work Madonna Enthroned be- Giovanni del Ponte, the nickname of tween Saints Michael and John the Giovanni di Marco (Florence 1385- Baptist at the Staatliche Museen in 1437). Berlin. But he seems to have pre- A painter and a pupil of Agnolo ferred Fra Bartolomeo’s graceful Gaddi, trained in the neo-Giottesque and gentle style, of which he gives style of the late 14th century, there- examples in paintings on wood fore influenced by Lorenzo Monaco with narrative contents full of orig- and Masaccio, he is representative of inal stylizations reminiscent of Pon- an age of transition between inter- tormo. Among these figures the Sto- national Gothic and Renaissance; ries from the Life of Joseph (1515) part the painter is remembered for the of which is now at the Uffizi, and frescoes in the San Pietro Chapel part in Palazzo Davanzati in Flo- in Santa Trinita in Florence (1430- rence. 1434), the papers of which made pos- Healing of the blind man sible a reconstruction of his artistic The only detailed source for this personality. episode is the Gospel of John, who

english translation 225 recounts the healing by Christ of a Incense- boat man born blind, an act that took It holds the incense that is eventual- place on the Sabbath in the temple ly placed on the burning coals of the of Jerusalem: Jesus spit on the thurible, by means of a small metal ground, He mixed the saliva with spoon. sand and spread this muddy mixture Inlay on the blind man’s eyes, giving him A woodworking technique which sight. The episode reveals the sym- consists in inserting either pieces of bolic meaning of the redeeming pas- a differently colored wood or chips sage from the darkness of the past to of valuable materials into a wooden the divine new light brought by Je- surface, so as to obtain a particular sus and it had a certain iconograph- decorative effect. The same tech- ic success during the period of the nique is used to decorate marble as Catholic Counter-reformation. well as a few metals. Holy water pot “inri” A small receptacle that contains Acronym of the Latin phrase Iesus holy water. It is used together with Nazarenus Rex Iudaeorum (Jesus of the aspergillum, which is the imple- Nazareth, King of the Jews); ac- ment, with which the water is sprin- cording to the Gospel of John it was kled, in the shape of a hollow per- affixed by Pilate on the cross to forated spherule with an internal which Jesus was nailed. sponge and handle. Intaglio Humeral veil Technique of working by removing A strip of fabric worn by the priest a part of the material. Wood, mar- over the shoulders, when he carries ble, ivory etc. are carved by using the consecrated host both inside the metal instruments following a pre- church as well as during solemn Eu- established design. charistic processions. Lacquering Illumination or Miniature A very ancient technique through The art of illustrating and decorat- which objects made of wood or oth- ing manuscripts. The verb, “to er materials are covered with a miniature”, that is to illuminate, resinous substance for decorative derives from the word minium that and/or protective purposes. was used in the Middle Ages to re- Lamp fer to cinnabar, that is mercury sul- Often it is lit on occasion of litur- fide, a vivid red color, which was gical acts, sometimes it is an ex vo- used to paint the initial letters in the to offering; the light given off indi- ancient codeic. In a wider sense, the cates the eternal presence of God term miniature can refer to any among men. small-sized painting executed with Lampas a meticulous attention to details. A damask fabric of great value made museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 226 with yarns of silk, embellished very stead around the 14th century, ty- often with wefts of gold and silver, pologies underlining the earthly and with a heavy; appearance it is made intimate aspects of the relationship up of a background weft, usually in between Mother and Child pre- taffeta, with supplementary weft ef- vailed, and their various attitudes fects that create a particular pattern and attributes identify different on the material. iconographic types. Lectern Matrix A movable support on which litur- A mould used in the printing trade; gical books are placed; sometimes made of either copper or brass. integral with choir structures. Not Mensa to be confused with the ambo. The top surface of an altar. Liturgical books They contain the texts and pre- Missal scriptions of the acts used in One of the six liturgical books that Catholic celebrations: Missal, Bre- contains all the texts necessary for viary, Pontifical, Ritual, Martyrolo- the celebration of the liturgies and gy, Ceremonial and Memorial of the celebrations through the year; it the rites. contains the priest’s prayers, both Loom the fixed and the variable ones. In the art of weaving, it is the ma- Monogram chine that is used to weave the warp A union or intertwining of two or yarns with those of the weft. more letters. Lunette (or lunule) Christ’s monogram: an intertwining Receptacle that holds the conse- of the Greek letters x (chi) and p crated host in the monstrance. (rho), the first letters of the Greek Madonna of the Rosary word Christòs, that is Christ; alter- The theme is derived from that of natively, the initials of ixtus (fish) the Madonna of Mercy; the com- and xpistos (Christ), two terms plex story of the rosary is intimate- that were at the same time tradi- ly tied to the Dominican order and tional symbols of Christians, in use justifies the Dominican origin of beginning from the 2nd century on. such an iconography that was very The abbreviation can also be formed widespread in the 17th century. by the Latin letters i, h and s, at Madonna with Child times surmounted by the cross, The Byzantine iconography of the which stand for: “ In hoc signum” hieratic and frontal Madonna, with that is “(you will win) with this the dressed and benedictory, child sign”, with reference to the cross standing and turning His back to His above. Saint Bernard of Siena (Mas- mother, was introduced in Western sa Marittima 1380 - L’Aquila 1444) art already from the 7th century. In- had a monogram carved which was

english translation 227 called Franciscan monogram. He was used to lay down the Crucified a preacher of the devotion to the Christ; Nicodemus, depicted with a holy name of Jesus, and became one jar of spices) and four women (the of the principal supporters of the re- Madonna, Saint Mary Magdalene form of the Observant Franciscans and the Virgin’s two sisters). in the bosom of the order. Such a Nanni di Bartolo (Florence, docu- monogram consisting of the letters i, mented from 1419 to 1451) h and s, surrounded by a radiant Florentine sculptor known as “il sun’s disc, was carved on a small Rosso”. Nothing is known of his wooden board, that the priest hand- training or his beginnings as an ed around for the faithful to kiss. artist, yet his work reveals late- Monstrance Gothic touches and a rhythmical el- A piece of sacred furnishings, in egance in the style of Ghiberti. His the shape of an aedicule or, in more works include the two statues of recent times, of a radiant sun’s Abraham and Isaac (1421) made for disc, in which the consecrated the bell tower of Florence’s cathedral host is exposed to the adoration of in collaboration with Donatello, the faithful. and the Brenzoni Monument made Moriani, Giuseppe (Florence, docu- around 1426 for the church of San mented from 1709 to 1739) Fermo in Verona. Florentine painter; poorly docu- Narthex mented, his work includes the Sto- A porticoed atrium in front of the ries from the Life of Saint Verdiana entrance to a church, where, in the (1715) painted in collaboration with ancient Christian liturgy, the cate- Camillo Sagrestani and Ranieri del chumens and the penitents used to Pace inside the ten little cupolas stay. that top the side aisles of Santa Ver- Niche diana church in Florence, and the An cavity made in a wall usually fresco depicting Christ Descending containing a statue: it can be semi- from the Cross, Invoked by the Virgin circular, rectangular or polygonal. to Console the Damned (1714) in the Oil (painting) tabernacle niche at no. 13 on Borgo A technique of painting on canvas la Croce in Florence. or wooden panels using pigments Mourning mixed with thick oils, with essential Such an iconography, in its most oils added so as to make the colors complete version, consists of seven more transparent and less viscous. figures gathered around the body of The use of oil as an emulsion makes Christ after having been removed it possible to have a wide range of from the Cross. In fact, there are three pigments and chromatic gradations men (John the Evangelist, Joseph of also due to the different ways in Arimathea, who often holds the sheet which the color can be applied. museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 228 Pall Pluvial or Cope A small starched square cloth, Long mantle open in the front and arranged, before the offertory, on fastened at the breast with a clasp, the paten and from the offertory on- used during the benedictions and ward, on the chalice. other Catholic ceremonies. Paraments Presbytery The liturgical paraments are the set The space of the church around the of vestments worn by the celebrants altar, reserved for the officiating ec- during the Christian liturgy and, in clesiastics, often separated from the a wider sense, also the objects placed rest of the nave by means of an en- on the altar and the decorative closure. drapes. Purificator Pasquino da Montepulciano (active th Small linen cloth that is used to dry in the first half of the 15 century) the brim of the chalice and to clean Sculptor trained in the milieu of Flo- the paten. rentine humanism, he collaborated with Filarete on the bronze doors of Pyx Saint Peter’s in Rome, in which he A cup made either of silver or of an- wrote his own name (1433-1445). He other precious metal, gilded on the also carried out the portal of San inside and closed by a cover, in Domenico in Urbino. His work, still which the consecrated particles are little known even today, reveals the kept. It is kept in the altar’s taber- influence of Luca della Robbia. nacle. It is frequently in the shape Paten of a cross. A small round plate, often of pre- Relic cious metal, used during the Mass Part of the body of a saint or an ob- to hold the consecrated host and to ject belonging to or linked to the cover the chalice. figure of Christ (the Cross), the Pax Madonna or the saints. A small decorated board or plate, Relief often made of precious metals, de- A decorative sculptural technique picting a holy image, used for per- that consists in making the figures sonal prayer or presented to the come out from the surface on which faithful for the “holy kiss” of for- they are being carved; it is called giveness. bas-relief when the figure stands out See also Annunciation from the background by less than Pilaster half of its thickness, instead we call Semi-pillar or semi-column attached it high-relief when it sticks out by to a wall and projecting slightly from more than half. When the figures it, sometimes smooth and sometimes are detached by half of their own ornate, having a decorative function. thickness, it is called half-relief.

english translation 229 Reliquary Saint Anne Metterza A receptacle, in various shapes and See Saint Anne materials, used to hold relics. It can Saint Anthony of Padua have different shapes, which are of- Fernando Bullone, the saint’s real ten conceived for displaying the name, was born in Lisbon in 1195 relics to the devotees. and took his vows in the order of the Saint Anne teaching the Madonna as Augustinian canons of Coimbra, a child to read. where he studied theology. After- The cult of Saint Anne, the mother wards, he became the most valiant of the Virgin Mary, definitively can- Franciscan preacher. A teacher of onized by the Catholic Church in theology at the Universities of 1584, goes back to the early eastern Bologna, Toulouse and Montpelli- Church. The only sources for tales er, he lived the last years of his life about Mary’s childhood are the in Padua, where he died in 1231 at Apocryphal Gospels. Depicted in the age of only thirty-six; one year Byzantine art since the early Middle later he was canonized and venerat- Ages, her iconographic success ed as the patron saint of the city. The spread in the West beginning from saint’s hagiography abounds in mir- the 13th century, especially in conse- acles, miraculous healings and char- quence of the Crusades and closely itable episodes, from which his connected to the theological debate iconography drew inspiration over upon the Immaculate Conception. the centuries, favoring anecdotical Isolated images of the saint together and exemplary tales: the sermon to with the Madonna holding the Baby the fish, the heart of the stingy man, Jesus in her arms are nevertheless the miracle of the donkey or that of rare. This particular iconography is the newborn baby. Tonsured and also known as Saint Anna Metterza, dressed in a humble brown habit, an allusion to the position occupied his most common attributes are a by the saint, literally, “placed third”, lily, the Sacred Heart of Jesus, a after the Christ Child and the book or a monstrance. Madonna, in a sort of trinity bond Saint Anthony the Abbot that, even from a figurative point of The appellation of abbot derives view, tends to approach the depiction from his being considered the pa- of the Trinity (Father, Son and Holy triarch of eastern monasticism; he Ghost). Initially the image spread was also known as the hermit or the mainly in Tuscan art, since the saint father of the desert. Born in Coma, had been named the protectress of Egypt, towards the middle of the 3rd Florence, in memory of the expul- century, he retired to the desert sion of the Duke of Athens who had when he was about twenty where a tyrannized the city,which took place monastic community was estab- on 26 July 1343, Saint Anne’s day. lished. Impelled by an ascetic voca- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 230 tion, he lived in solitude and died Maior (the life of Saint Francis) and in 356 a.d. when he was more than the Lignum Vitae (meditations on a century old. Represented in her- the life of Jesus), mystic and me- mit’s clothes, his recurrent attribute dieval thinker, doctor at the Studi- is a pilgrim’s stick; the devil, often um of Paris, he wrote a synopsis of depicted at his feet, is the symbol of scholastic theology following in Au- his victory over the temptations that gustine‘s footsteps. A disciple of constantly undermined his retreat; Saint Francis and founder of his the pig that accompanies him recalls own order, he was bishop and car- the habit of medieval monks to raise dinal of Albano, he attended the sec- pigs for the poor. He is the protec- ond Council of Lyons that marked tor of butchers, basket makers and a reconciliation between the Latin sellers as well as domestic animals. and the Greek Churches. His most Furthermore he is invoked against renowned iconographic attributes infective illnesses, in particular, her- are an ash-colored habit with a pes zoster, popularly known as string at his waist, and an open book “Saint Anthony’s fire”. on his right hand. Also portrayed in Saint Bartholomew his bishop’s and cardinal’s robes, One of the twelve apostles. Accord- with a pluvial and a crosier, he was ing to the Golden Legend (13th cen- counted among the Doctors of the tury), he was a missionary in the Latin Church and the oldest images Orient, going as far as India, where of the saint gave special emphasis to he preached and did works of con- this cultural position as a faithful version. In Armenia he healed the disciple of Saint Francis. daughter of the local sovereign; the Saint Cassianus miraculous event was sealed by the Teacher of ars notaria in Imola at destruction of idolatrous statues the time of Diocletian (3rd-4th cen- from which demonic figures turies), according to Prudentius’ ac- poured out. The entire royal fami- count, (early 5th century), he was ly embraced Christianity, except condemned by a Roman magistrate onebrother of the king’s who, urged to be killed by his own pupils with by the pagan priests, kidnapped the the stylets used to engrave their wax apostle, had him beaten violently tablets. The veneration of the saint and, in the end, flayed alive with a began to spread as from the 5th cen- large knife, his usual attribute. On tury, initially in Ravenna, the city rare occasions, he can be depicted where he had been bishop, then in with his own skin in his hands. Rome, Milan and the Tyrol. Never- Saint Bonaventure (Bagnoregio, theless, the saint’s cult was the fruit Viterbo 1218 - Lyons, France 1274) of contamination of various legends Among the great exponents of Fran- going back to the 7th and 8th cen- ciscanism, author of the Legenda turies. In his traditional iconogra-

english translation 231 phy, in fact, he is often depicted in priest, he led a life devoted to prayer episcopal robes, even if more fre- and penitence. The reconciliation quently he is represented in his role with the Albigensian heretics and the as a teacher or in the act of suffer- conversion of the Cathars to ing his legendary martyrdom. Catholicism were among the most Saint Catherine important results of his apostolate. Martyried on a cogwheel and pro- He refused the bishopric three times; claimed a Doctor of the Church, for he intended to create communities her victorious dispute with the pa- whose members were devoted to gan scholars, her cult, very ancient studying, teaching and preaching, as in the East, is documented in the well as to praying. He spent the last West beginning from the 8th centu- years of his life (1216-1220) traveling ry. She is represented as a girl sump- in Italy, Spain and to Paris. He died tously dressed. Her attributes are a on 6th August 1221 in Bologna. The book, the cogwheel and the sword iconographic emblems that charac- of her decapitation. She is the pa- terize him are: the golden star on his tron saint of girls, of all the liberal forehead, a symbol of knowledge, a arts and of all professions that are lily and, later on, a black and white related to wheels, blades and acumi- dog (for a pun in which the “Domi- nated instruments and she the pro- ni canis”, or rather the Dominicans, tectress of nannies and wetnurses. were the faithful of Dominic and the Saint Christina Lord). A martyr, she is the patron saint of Saint Francis Bolsena, the city where already at Born in 1181 or 1182 in Assisi, son of the end of the 4th century a basilica a rich cloth merchant, after having dedicated to her cult was raised received the divine call, he began a close to an early Christian commu- life of absolute poverty dedicated to nity. In the Middle Ages, Christi- helping others and to praying. Very na’s patronage of millers, archers, soon a few disciples joined him and crossbowmen and sailors was born a small community was created in and developed; the martyr was in- Assisi. The Regula prima of the order voked to drive away demons and to founded by Francis was approved in impetrate the fertility of man and Rome by Innocent iii in 1210. From the earth; her image is characterised 1212 Francis devoted himself also to by her iconographic attributes of converting the infidels; meanwhile, the mill’s grindstone and arrows. disappointed at the community’s Saint Dominic moving away from the original rule, Domenico di Guzman, founder of he abandoned every official assign- the order of preaching Dominican ment in order to devote himself to- friars, was born in Calaroga (Castile) tally to the contemplative life and to around 1170. After becoming a prayer. He probably wrote the Can- museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 232 tico delle creature in these years (1224) in the Crucifixion he is depicted be- and he received, in ecstasy, the stig- side the Virgin whom Christ en- mata at La Verna. He died in Porzi- trusted to him on the point of dy- uncola in 1226 and was canonized ing. Together with Peter and his two years later by Pope Gregory ix. brother James he is among the apos- The patron saint of Italy, he is usu- tles who witnessed the Transfigura- ally represented with a brown or gray tion on Mount Tabor. The symbol habit tied at the waist by a string with which indicates him is the eagle. three knots which are the symbols of See also evangelists. the vows of poverty, chastity and Saint John Gualbert obedience. He is portrayed as a small Founder of the monastic order of man, either with or without a beard Vallombrosa, he belonged to the no- and with the stigmata on his hands, ble Florentine Visdomini family. He feet and chest. Other attributes of his had his call when he was young: are a crucifix, a lily, symbol of puri- meeting his brother’s murderer on ty and, from the Counter-Reforma- the road, instead of killing him, thus tion on, a skull; his depiction in ec- avenging his relative, he pardoned stasy while he is receiving the stig- him. He then became a monk, re- mata or praying is quite common. tiring to San Miniato al Monte. Af- Saint John ter some years, he moved to Camal- The youngest among the apostles, doli and then to Vallombrosa, where the son of Zebedee and Mary Sa- he founded a new monastery to lome, he is considered the author of make a contribution towards to the one of the four canonical Gospels protection of the Rule of Saint and of the Apocalypse, which he Benedict. There John Gualbert re- probably wrote during his exile on stored the fundamental rules of si- the Isle of Patmos where he had lence, poverty and seclusion and al- gone after surviving the emperor so founded a group of lay brothers. Domitian’s persecution (81-96) He is usually represented in a Bene- who had had him immersed in a dictine monk’s habit. cauldron of boiling oil from which Saint John the Baptist he had come out unscathed. Ac- The last of the prophets, the first cording to his hagiography he car- saint and the forerunner of Jesus ried out the miracles of Drusiana’s Christ. He instituted the sacrament resurrection and the equally well- of baptism on the banks of the Jor- known one of the venom which he dan; he also baptized Christ and survived by transforming it into a recognized him as the Messiah. His snake, a common symbol of his. In attributes are a lamb and a hide gar- the depiction of the Last Supper he ment. He also holds a bowl for the is sometimes represented with his baptismal water or a honeycomb. head leaning on Christ’s chest and Another common depiction of him

english translation 233 is with his cut-off head being car- feet after washing them. Portrayed ried on a tray by a maidservant or with long red hair, she is principal- by Salome who had wanted it out ly depicted in two ways: before her of revenge. conversion richly dressed and Saint Lucy adorned, and after it in ragged Virgin and martyr, she lived in clothes, with a cloak at her feet Syracuse at the time of Emperor and/or wrapped in her own hair. Diocletian (284-305). To keep a Other attributes of the latter version vow made for her mother’s recov- are a skull, a crucifix, a whip, a ery, the noble maiden refused to crown of thorns, eyes full of tears. wed and gave her dowry to the Saint Martin poor. Denounced as a Christian, In the numerous sources of late an- she was condemned to go to a tiquity collected in the Golden Leg- brothel. The legend recounts that end (13th century) he is said to have no one could move her towards been a Roman official, born around that place because she had been 316-317 a.d. in Sabaria, in Pannon- given a divine strength. The saint’s ia (today’s Hungary). While still traditional attribute are her eyes, young, he retired from the army normally shown on a small plate and became a hermit; Bishop Hi- that she holds in her hands: ac- lary summoned him to Poitiers cording to the hagiographic tale, where he founded a monastery; af- they were pulled out by her perse- terwards, in 371 he was elected the cutors, while a later legend says bishop of Tours. It is told that, not that she herself tore them out in or- wanting to accept such a position der to have them delivered to her for reasons of modesty and humili- rejected boyfriend who could not ty, he hid himself in a goose-pen, resign himself to her choice of pen- but betrayed by their racket, he was itence and chastity. At times, she brought back to the city for his in- carries a lighted oil lamp in her vestiture. During his life, he did hand, a reference to her name missionary work, converted many which means light. She is univer- pagans to Christianity, healed a lep- sally known as the protectress of er and saved those condemned by eyesight. Other general attributes Emperor Maximus. He is depicted are the palm frond, a feature of as a soldier on horseback with a cape martyrs, or a sword. and a sword, or as a bishop with a Saint Magdalene crosier and a book, with a goose and Beginning from the Middle Ages, sometimes with a cup, symbols that and especially after the Counter-Re- recall events of his legend. formation, she is the model of a pen- Saint Peter itent. Among her attributes is always Depicted as an apostle, sometimes a jar of unguent used to smear Jesus’ he wears a mitre and a pluvial, since museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 234 he was the first pope of the Catholic community in Jerusalem, he stood church. The attribute that identifies out for his eloquence as well as for him is that of the keys, a symbol of his fervent faith and charity. Ac- the task conferred on him by Jesus cused of idolatry by the Jewish com- to guard the gates of Heaven; oth- munity, in his turn, he accused the er attributes of his are the upside Jews of having murdered the Mes- down cross, the instrument of his siah, and so was stoned by his lis- martyrdom, and less, frequently, a teners. He is commonly portrayed boat. as a young deacon, at times ton- Saint Rose sured, dressed with a dalmatic. His In the artistic iconography she is specific attribute are the stones used portrayed as a young tertiary Fran- for his lapidation, either held in a ciscan sister, with a rose sprig in her hand or stuck into his bleeding hand (an allusion to her name) and head. a small glass ampulla. Born in Viter- Saint Sylvester bo, around 1234, to a well-to-do Pope from 314 to 335 during the reign family, she entered the order of the of Constantine the Great who, ac- tertiary Franciscan sisters at 17, af- cording to the legend, was baptized ter having had a vision in conse- by Sylvester himself, who had cured quence of a serious illness and she him of leprosy. During the long pon- devoted herself to pilgrimages tificate of Pope Sylvester there was in preaching faithfulness to the 325 the first ecumenical council of Church. When Viterbo, a Ghi- Nicea, which ended with the con- belline city, was occupied in 1240 by demnation of the Arian heresy and Frederick ii, the saint conducted the formulation of the Creed. He is both a Catholic and a political cam- portrayed in pontifical paraments paign against the emperor and was with a crosier in his hands and some- therefore exiled. Tradition says that times a book; he often carries the Rose procured stones for her fellow portraits of Peter and Paul and at his citizens to use to fight against the feet, there may be either a dragon, a invaders and that for this reason she symbol of paganism defeated, or an was struck in the arm by an arrow ox, alluding to a miracle he worked that she herself extracted, pulling it while competing with a wizard, out with her mouth. She died on when he brought one of these ani- 6th of June 1251. The fame of Rose’s mals back to life. He is considered holiness increased over time and in the protector of domestic animals 1457 Callistus iii decided to begin and masons because he had many the process of canonization. churches built. Saint Stephen Saint Vincent Ferrer Protomartyr, already when he was A Dominican friar, he was beatified the first deacon of the first apostolic by Callistus iii and subsequently can-

english translation 235 onized by Pius ii in October 1458. He quality and the quantity of the min- is usually depicted in the Dominican erals contained determine the major habit, bearing the emblematic flame and minor degrees of porosity and on his head, alluding to the fire of his the color tones; generally the term is preaching as well as to the prophetic used also for each object (vase, plate, inspiration with which he was gifted. tile etc) that is made of it. He also holds an open book with a Thurible quotation from the Apocalypse and A piece of sacred furnishings, often he is often surrounded by signs al- embellished with silver, formed by luding to the iconography of the Last a cup with a cover,which can be Judgment. raised by means of three small Silvering chains, and containing a small bra- See gilding zier (incense boat), in which grains Stretcher Bars of incense are burnt. It refers to the framing, generally Vault made of wood, on which a canvas Curved surface covering a space or is stretched to be painted. part of it, made by an internal con- Swag cave extension (intrados) and an ex- Decorative motif that consists of a ternal convex one (estrados). A fun- garland of flowers, fruits and leaves, damental characteristic of the vault suspended by the two ends. It first is to laterally discharge the thrust appeared in Greek art (3rd century that must be carried by the supports b.c.), then it was largely used in Ro- of the vault itself. man and Renaissance art. Veil Tabernacle A square cloth in the same liturgi- An aedicule closed by a door placed cal colors as the paraments, edged on the altar, in which the pyx is by galloons, embroidered and with kept. It also refers to a niche or a a cross or the monogram of Christ small chapel, placed along a road or in the center, used to cover the chal- inserted into a wall and containing ice at the beginning and at the end a holy image. of the mass. Temple/Aedicule Velvet Architectural structure usually Fabric with a pile-covered surface, round with a cupola roof.In a wider constituted of two warps, one for sense, any typology that re-propos- the base cloth (thick taffeta or satin) es such a structure. and another for the pile which is Terracotta created by looped threads that can A mixture of clays modelled by be cut. hand, potter’s wheel, or mold and Vignali, Jacopo (Pratovecchio, Arez- then baked in the sun or fired in spe- zo, 1592-Florence 1664) cial ovens at a high temperature; the One of the most representative museo d’arte sacra di san francesco a greve in chianti 236 artists of 17th century Florentine Museum in Florence and the cycle painting; pupil and collaborator of of frescoes (1622-1623) for the Casi- Matteo Rosselli, he developed his no di San Marco. own style characterized by the use Votive vessels of vivid colors and an extremely ex- They are the chalice, the pyx, the pressive and dramatic use of light. monstrance, the casket and the Around the 1620’s he produced lunette. In a wider sense also the cor- many paintings in honor of Saint poral, the pall, the purificator, the Benedict for the Confraternita di Eurcharist flagon, the ampullinae, San Benedetto Bianco of which he the thurible, the incense boat, the had been a member since 1614. His paten, the holy water pot and sprin- other works include the Dream of kler, the burse of the corporal, the Jacob, the ceiling fresco inside the veil of the chalice, the bell, the three first hall of the Buonarroti House ampullae that contain holy oils etc.

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Indice

7 Presentazione di Edoardo Speranza 9 Prefazione di Antonio Paolucci 13 Piccoli grandi musei: una risorsa culturale diffusa in terra toscana di Bruno Santi 17 Il Museo d’arte sacra 19 Il Museo d’arte sacra di Caterina Caneva 25 Visita al museo piano terreno 26 • Oratorio 50 • Sagrestia piano primo 58 • Sala delle oreficerie 77 • Corridoio / Sala dei dipinti 91 Itinerari 93 Da Firenze al Museo d’arte sacra di Greve di Renato Stopani 113 Artigianato artistico nel Chianti di Maria Pilar Lebole e Benedetta Zini 127 Alla scoperta del Chianti Classico di Maria Pilar Lebole e Benedetta Zini 139 Glossario 161 English Translation Finito di stampare in Firenze presso la tipografia editrice Polistampa Novembre 2005