Castelfiorentinostory

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Castelfiorentinostory Società Sportiva Castelfiorentino calcio 1925-2012 Si ringrazia per le immagini la SS Castelfiorentino Calcio www.sscastelfiorentinocalcio.it Già nel 1913 si ha notizia di una squadra di calcio a Castelfiorentino, un gruppo di giovani appassionati guidati da Euro Salvadori il quale una domenica riesce a organizzare una partita con la Mens Sana di Siena della quale si ha ricordo del risultato finale: 0-5. Risultato scontato in quanto i giovani castellani non dispongono nemmeno delle maglie da gioco che vengono prestate dagli ospiti e pare fossero rosa con i bordi neri. Giocarono quella partita Calvani, Campigli, Tassinari, Buggiani, Bastianoni, Salvi, Falorni, Rigatti, Salvadori, Bianchi e Baglioni. L’istruttore (o allenatore che dir si voglia) era Tamburini e le funzioni di dirigente responsabile le svolse Mario Puccioni che nel 1915 assunse la carica di presidente del Football Club Castelfiorentino. Primo capitano che si ricordi della squadra (non ancora) gialloblu David Bastianoni. Il Piazzale, il primo spazio adibito a campo di calcio a Castelfiorentino insieme al Prato di Santa Verdiana Una delle prime squadre di football del Castelfiorentino al completo con riserve e “settore giovanile” Nella fila centrale in borghese l’istruttore Tamburini (con il basco) e Puccioni. Nella fila in piedi Ranieri Petrognai, Vincenzo Gualdierotti, Alvaro Salvi, Antonio Buggiani, Duilio Franchi, Alberto Borri, Gino Calvani, Euro Salvadori, Guido Falorni, Livio Rigatti, David Bastianoni, Gino Cavallini In alto a sinistra i giovanissimi Umberto Falcini, Marcello Buzzoni, Alberto Bagnoli In alto a destra: Alvaro Borri, Luigi Gelli, Breschino Breschi e Renzo Campigli. Nel primo dopoguerra l’attività calcistica stenta a riprendere non essendoci un campo di gioco di dimensioni adeguate nè l’attrezzatura (maglie e palloni). La federazione aveva infatti imposto che il campo fosse di almeno 90 metri per 45, avesse porte con pali solidamente fissati al terreno, le reti e un minimo di recinzione (rete metallica o anche semplice staccionata) che separasse gli atleti dal pubblico per l’incolumità di giocatori e arbitro. Negli anni della guerra con i campionati sospesi era sorta nell’Italia settentrionale un’associazione che organizzava campionati per i giocatori svincolati dalle società di appartenenza, la ULIC. Questi campionati, che non richiedevano alle squadre iscritte la proprietà di un campo da gioco, continuarono ad essere disputati per tutti gli anni ’20 e ’30 strutturandosi via via fino a designare una squadra campione nazionale. Il Football Club Castelfiorentino si iscrive al campionato ULIC (Unione dei Calciatori Liberi) per la stagione 1925/26, comitato di Firenze. Il premio per la vincitrice è una statua d’argento raffigurante un calciatore messa in palio dai f.lli Ferretti del Bar Italia di Empoli dal valore di 250 lire, per gli altri medaglie. Il regolamento prevedeva che “le squadre che giocano la partita devono portare ambedue in campo il pallone il quale può essere anche di gomma” (corazza Pirelli, come andava all’epoca) Per l’occasione vengono trovate delle maglie biancorosse, come i colori dello stemma comunale, e la squadra scende in campo con quelle. Il gialloblu arrivò solo in seguito, quando le maglie biancorosse si consumarono e venne deciso che era l’ora di cambiarle. Il socio Carpitelli si dette da fare e ne trovò undici nuove anche se non di colore biancorosso. Erano in ottimo stato, come tessuto e come rifiniture, l’abbinamento dei colori era gradevole e furono accolte favorevolmente: quei colori giallo e blu sarebbero rimasti per sempre. Nel 1929 un gruppo di amici riuniti al Bar Centrale di Icilio Buggiani, uno dei primi giocatori di football a Castelfiorentino fino dal lontano 1913/14, ebbe l’idea di invitare la Fiorentina che all’epoca militava in Divisione Nazionale (la serie A a due gironi dell’epoca). Il Bar Centrale era uno dei più importanti bar in paese che negli anni ’30 erano in tutto una decina. Era situato in via Palestro e dotato una bella radio attraverso la quale gli avventori potevano seguire le imprese dei ciclisti al Giro. La Fiorentina accettò l’invito e il 19 marzo 1929 (era un martedì) di rientro da Roma dove aveva giocato con la Lazio (la domenica successiva il campionato sarebbe rimasto fermo) si presentò al campo Masetti di via Battisti con le sue maglie ancora biancorosse (il viola l’avrebbe adottato qualche mese dopo) non in formazione completa ma con solo cinque titolari sottovalutando l’impegno. Vinse clamorosamente il Castelfiorentino per 3-2 Il capitano della Fiorentina che si chiamava Giordano Sinibaldi all’uscita dal campo rilasciò come dichiarazione che non si sarebbe mai aspettato una formazione così affiatata e agguerrita. La squadra a fine anni ‘20 venne posta sotto il controllo del Partito com’era consuetudine del regime e presidente fu nominato Arrigo Brandini, fiduciario dell’associazione agricoltori. La squadra era iscritta al campionato ULIC comitato di Firenze girone A insieme a Fiorini, Foscari, Giovanni Berta (squadre dei gruppi rionali fascisti), Audace Galluzzo e Pontassieve. I gialloblu arrivano secondi dietro la Berta (che avrebbe perduto la finalissima con una squadra di Livorno) e non accedono per pochi punti alle finali regionali. Prima dell’inizio del campionato il Castelfiorentino va a giocare una partita di allenamento a Poggibonsi contro la squadra giallorossa all’epoca Dopolavoro Rino Daus, partita riferiscono le cronache molto combattuta e terminata 0-0. Nel 1929/30 il Castelfiorentino è ancora iscritto al campionato “dei liberi” nel girone con Audace Galluzzo, G. Berta B, Campigiana, Esperia Signa, Fiorini, Il Bisenzio, Mariani, e Menabuoni. Ma è il 1931 l’anno delle prime vere soddisfazioni calcistiche: il giocatore della fiorentina Alfredo Pitto fa visita gradito ospite degli sportivi castellani al Bar Centrale e si intrattiene parlando del calcio in generale, della Fiorentina e dispensando utili consigli ai ragazzi del Castelfiorentino. In campionato, la squadra bissa il secondo posto dell’anno precedente, ma dopo essere stata prima per lungo tempo e avere ceduto solo alle riserve dell’ Empoli. Non sono arrivati a noi i risultati delle partite contro ad esempio il Rifredi o la Robur Scandicci ma quel campionato fu ricco di soddisfazioni tanto che un gruppo di tifosi dette vita all’ Ordine di Membrino, primo club di sostenitori organizzati a Castelfiorentino. Durante la partita con l’Esperia accadde un fatto clamoroso che la dice tutta sul calcio di paese dell’epoca. Il pallone si bucò e l’arbitro dovette sospendere la partita e aspettare che venisse rattoppato. In tutta Castelfiorentino c’era un solo pallone di cuoio! Della stagione 1930/31 si ricordano i successi a novembre con il Certaldo (2-1), con l’Impruneta (a dicembre, 3-0), con la Fiorini (5-0), con il Rifredi (4-1) e con il Vicchio (3-0 anche questo come i due precedenti nel mese di gennaio). C’è anche qualche sconfitta, rara per la verità, ma la squadra è giovane e non se ne preoccupa, quello che conta è riuscire a rubare un paio d’ore durante la settimana per allenarsi e trascorrere insieme la domenica per la partita, magari affrontando la trasferta su un treno a vapore o sul pianale posteriore di qualche camion rimediato per il viaggio. Per la cronaca fanno parte del campionato anche la Luporini e lo Scandicci, ma i risultati di queste sfide sono andati perduti nelle pieghe della memoria. Ancora secondo posto nel 1931/32 dietro il Montevarchi. E’ di questa stagione il successo per 5 a 0 sul Certaldo, un evento di cui si parlò per giorni fra i giovani nei caffè della città e che sarebbe rimasto a lungo nella memoria degli sportivi tutte le volte che i gialloblu e i rossoblu (il Certaldo ai tempi non vestiva ancora il viola) si sarebbero incontrati. Il Certaldo vince in trasferta il 29 ottobre 1931 una partita amichevole precampionato ma nel torneo i gialloblu si prendono la rivincita vincendo 2-0 il 4 novembre sul campo avverso e appunto 5-0 il 23 febbraio 1932 in casa. In quella partita il Dopolavoro Certaldese veste maglie rossoblu e il Castelfiorentino è in maglia azzurra con giglio. A questa partita, si narra, furono presenti più di mille spettatori. Una delle partite decisive fu però perduta. Il 7 febbraio a Montevarchi vinsero le aquile rossoblu per 2-1 Giocarono con la maglia gialloblu Mori, Bruni, Cempini, Orsi, Romano, Ammannati, Tavolari, Borghini, Mazzantini, Ginnasi, Puccioni. Giovani castellani negli anni ’30 (sopra) e ’40 (sotto) 1932/33 1932/33 L’ Associazione Calcio (l’anglofono Football Club è stato tolto) Castelfiorentino partecipa alla III Divisione FIGC nel girone con le squadre B o Riserve di Aquila Montevarchi, Empoli, Robur Siena e Arezzo. Ottiene di diritto la partecipazione al girone finale essendo l’unica società “pura” e sfida Borgo San Lorenzo e Sarzanese, le vincenti degli altri gironi. Alla finale per il titolo di campione toscana di categoria ci vanno i biancoverdi della Fortis Juventus. La partecipazione al campionato FIGC fu un’esperienza soddisfacente ma costosa che ebbe ripercussioni sul futuro della società. Per l’anno seguente non vennero reperiti i fondi necessari all’iscrizione e a sostenere il costo del campionato e la squadra non venne iscritta a nessun torneo e così anche per gli anni seguenti. Nel 1938 il segretario del Fascio Roberto Sussi, un facoltoso commerciante di vini in carica dall’anno precedente, iscrive il Castelfiorentino (rinato come Società Sportiva) al campionato di II Divisione Toscana FIGC, strutturato su due gironi, uno lato mare e uno interno. Sussi fu anche il primo presidente eletto da un’assemblea e i suoi vice furono Gelli e Falorni. Nel raggruppamento A ci sono Arezzo B, Benini Firenze B, Fortis Juventus, Lanciotto, Rapid Peretola, Pontassieve B, Prato B, San Giovanni Valdarno, San Piero Agliana e ovviamente il Castelfiorentino. Alle finali regionali vanno il Peretola e il San Piero Agliana.
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