Miscellanea Storica Della Valdelsa "
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Anni LXXVII· ~XIX ·(nn. 1~3) Gennaio-Dicei,nbre 1971-73 Della Serie 198-206 " MISCELLANEA STORICA DELLA VALDELSA " PERIODICO . QUADRIMESTRALE DELLA CASTELFIORENTINO PRESSO LA SOCl:f;TÀ STORl~A DELLA VALDELSA 1975 MISCELLANEA· STORICA . DELLA .. VALDELSA FONDATA.· NEL 1893 ' . ., ' Direttore: Sergio Gensinf Comitato :di •·Redazione: · Costantino Antichi - Mario Btunori - ·Giacomo Caputo -·Mi,trc~ Dezzi · . Bardeschi - Marinè11a MarianelJ.i · ~ Rebato Niccoli . (Presidente· della Società) - "Ftancèsco Nicosia -<Francesco, Parlavecchia Segretaria di: :Redazione:. Ore;tta · Muzzi· Redazione e amm.ne: Societ'à ·Storica della Valde1sa.-Casteliiorentino. Si diventa soci · mediante domanda diretta alla Pre~idenza, o rivolgendosi ai fiduciari del 'proprio com"llne, ·e dietro· versamento della quota annua di L. · 1.500, che dà d~ ritto · a ricevere la rivista. · · · Abbonamlé:nto annuo; Italia L. 1500; Estero L. 2.500. Un fascicolo separato: follia L. 600; Estero L. l.000. Numeri doppi e arretrati (fino 'al 1950) il doppio; per .le annate precedenti, prezzo da ooncordarsL Versamenti sul e/e post. '5 /16520. · · Manoociitti c:Orrisponclenza e. puhblicazioni al ·Direttore:.' . Prof. SERGIO GENSINI Anni LXXVII· LXXIX (nn. 1·3) Gennaio-Dicembie 1971·73 Della Serie 198-206 " MiscELLANEA STORICA DELLA VALDELSA" PERIODICO QUADRIMESTRALE ' CASTELFIORENTINO PRESSO LA SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 1975 MISCELLANEA STORICA DELLA VALDELSA FONDATA NEL 1893 Direttore: Sergio Gensini Comitato di Redazione: Costantino Antichi - Mario Brunori - Giacomo Caputo - Marco Dezzi Bardeschi - Marinella Marianelli - Renato Niccoli (Presidente della Società) - Francesco Nicosia - Francesco Parlavecchia Redazione e amm.ne: Società Storica della Valdelsa-Castelfiorentino. Si diventa soci mediante domanda diretta alla Presidenza, o rivolgendosi ai fiduciari del proprio comune, e dietro versamento della quota annua di L. 1.500, che dà di ritto a ricevere la rivista. Abbonamento annuo: Italia L. 1.500; Estero L. 2.500. Un fascicolo separato: Italia L. 600; Estero L. I.000. Numeri doppi e arretrati (fino al 1950) il doppio; per le annate precedenti, prezzo da concordarsi. Versamenti sul c/c post. 5 /16520. Manoscritti corrispondenza e pubblicazioni al Direttore: Prof. SERGIO GENSINI Via di Cortenuova, 9 /D - 50053 EMPOLI (Firenze) SOMMARIO STUDI E RICERCHE V. MARCHETTI, Appunti per un profilo del primo Paleario Pag. 5 P. TADDEI, Cinque anni di lotte contadine in Valdelsa: 1945-1950 . » 37 A. FEDERIGHI, I Conti Alberti di Certaldo . » 91 A. BENVENUTI, Classe dominante e strumenti del potere nel Vicariato di S. Miniato al Tedesco durante il governo di Cosimo I (1537-1574) . » 159 RECENSIONI GIUSEPPE VELLI, Cultura e « imitatio » nel primo Boccaccio (C. Bagnai) » 229 CLAUDIO CAPONI, Il movimento cattolico a Prato (1870-1904) (S. Gensini) » 231 Ivo GUASTI - FRANCO MARESCALCHI, La barriera. Canti epico-lirici, monostrofici, in ottava rima e canzoni del mondo contadino toscano (S. Gensini) » 232 NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO (a cura di S. Gensini, con un articolo di M. Brunori) . » 236 VITA DELLA SOCIETÀ » 251 NECROLOGI . » 266 Appunti per un profilo del pnmo Paleario 1. Un programma educativo per i senesi: « deponere factiones » e « attin gere interiores litteras » ( * ). Aonio Paleario, completato l'intero corso degli studi umanistici, la sciò Roma verso la fine del 1529 ( 1) e per quasi un anno visse con il cardinale Ennio Filonardi legato pontificio a Perugia (2). Giunto a Siena nell'ottobre del 1530 ( « urbs est in amoenissimis col libus posita, fertilis et copiosa amnium rerum ») ( 3) cercò lavoro come li bero insegnante di lettere latine e greche. Vi si stabill nonostante giudi casse assai deteriorata la situazione sociale della repubblica ( « infecta par tibus tamen et factionibus prope enecta ») ( 4 ), considerasse esasperata la politicizzazione della classe dirigente al governo e all'opposizione ( « iuvenes per id tempus factiosi novis rebus studebant; senes civilibus odiis accensi nihil nisi dirum atque immane cogitabant ») (5), ritenesse molto arretrata la vita intellettuale cittadina ( « neque enim philosophos eos comperi, quos ut audirem tanto cum desiderio veneram: non poetas, non oratores quales hic esse dicebantur ») ( 6 ). Sulla decisione di fermarsi a Siena - anche solo provvisoriamente - dovette influire il fatto della grave carenza, a livello universitario, di esperti nelle lingue classiche: « Nihil est hic quod praestanti ingenio ado lescentem delectare possit » (7). Il forzato recupero « novesco » dell' otium della campagna ( « maxima pars nobilitatis per vicos et pagos diffusa habitat, quae altrix ubique solet (") Si tratta dell'ampliamento e aggiornamento di un testo letto a un seminario di storia moderna nella facoltà di giurisprudenza dell'università di Siena in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Aonio Paleario (3 luglio 1570). Ringrazio il prof. Mario Delle Piane che ne ha voluto la pubblicazione. L'apparato do cumentario, per non ripetere cose note, è stato ridotto all'essenziale. Per le citazioni ci si riferisce sempre a: A. PALEARII VERULANI, Epistolarum libri IV, eiusdem ora tiones XII, de animorum immortalitate libri III, Lugduni, S. Gryphius, 1552. (1) Epistolae, 7-16; Orationes, 315; G. MoRPURGO, Un umanista martire. Aonio Paleario e la riforma teorica italiana nel secolo XVI, Città di Castello 1912, 34-47. (2) Epistolae, 16-19, 26-27; MoRPURGO, 49-52. (3) Epistolae, 27. ( 4) Ivi. (5) Orationes, 315. (6) Ivi. (7) Epistolae, 136. 6 VALERIO MARCHETTI esse liberalium artium ») ( 8) in contrapposizione alla disgregazione « po polare » dei negotia della città ( « quamobrem, musis veluti novem pulsis et fugatis, nemini mirum videri debet si nulli assidui sunt philosophi, nulli oratores, nulli poetae in civitate ») (9) era l'esito provvisorio dello scontro in atto tra i partiti politici senesi (10). Il Paleario sembrò intravvedere in questa contraddizione civile una possibilità concreta di vendere privatamente il proprio capitale intellettuale accumulato negli studi romani e di realizzare, assecondando le esigenze di una parte cospicua della classe dirigente, il programma di educazione « uma nistica » della nuova generazione: « Nobilissimi homines adhuc me retinent in villis et pagis, horum magna est huma nitas, summa liberalitas, regius prope splendor » (11). Aonio si rendeva sì perfettamente conto della egemonia ormai rag giunta dal « volgare » nella comunicazione della vita intellettuale toscana del suo tempo, ma riteneva che il monolinguismo difeso dalle istituzioni culturali senesi dai « rozzi » fino agli « intronati » - andasse a sca pito dell'approfondimento degli studi: « Iuvenes, academiis excitatis, oblectant sese scriptis vulgaribus. Felicitas illa linguae Thuscae hoc habet incommodi, ut avocet a Latina et Graeca, quae labore sunt com parandae, qui unus est hostis acerrimus studiorum. Quo fit ut minime multi attingant interiores literas » ( 12). I suoi primi allievi furono Bartolomeo Carli Piccolomini e Bernardino Buoninsegni che fino a quel momento sembra si fossero occupati preva lentemente di problemi della prosa in lingua italiana ( 13): « Duo tantum optimi et illustri et praestanti ingenio iuvenes, veluti divina quaedam lumina, extintis caeteris, elucebant in civitate [ ... ], quos gravitas integritasque mo rum et studiorum similitudo arctissime coniunxerat » (14). Ai due scolari senesi - che erano suoi coetanei - il Paleario si legò in una profonda comunione di studi, visti come estrema risposta (8) Ivi, 27. (9) Ivi. (10) G. A. PEcc1, Memorie storico critiche della città di Siena, Siena 1755-1760, III, 1-58. (11) Epistolae, 27. (12) Ivi. (13) P.0.KRISTELLER, Iter Italicum, London-Leiden 1967, II, 477, 479; 150, 151, 572. (14) Orationes, 315-316. APPUNTI PER UN PROFILO DEL PRIMO PALEARIO 7 alla decomposizione sociale e come unica alternativa alla impossibilità di azione politica: « Uhi enim nullam praeclaram aliquam operam reipublicae vidissent se passe prae stare, contulerant sese ad eas artes, quae verissima solatia sunt humanae vitae» (15). La disciplina umanistica viene così ad essere considerata, « miseris perditisque temporibus quibus iura divina et humana confundebantur » (16), come uno strumento di " rimozione " del senso di invivibilità del pre sente e di recupero della dimensione dell'immaginario estetico in quanto realtà separata: «In quas [artes] dum tota mente incumbimus nullus prope nobis sensus est praesen tium malorum quod ita perceptio magnarum rerum incredibili dulcedine animos perfundat, ut qui ea se assuefecerint nihil omnino sentiant temporum indignissi morum acerbitatem » ( 17). Attraverso il Carli - che aveva una grande biblioteca - il Paleario riuscì a sopportare l'emarginazione della società senese rispetto ai grandi centri culturali italiani del suo tempo; attraverso il Buoninsegni entrò in contatto con le principali casate della repubblica che potevano garantir gli una certa continuità del posto di lavoro: « Alter enim librorum mihi copiam fecit, quos pater philosophus tota Hetruria com pararat; alter nobìlissimorum virorum, qui tum in castellis et municipiis sese conti nebant, familiaritates adiunx.it » ( 18). La famiglia dei Bellanti - già « levata di reggimento » dalla supre mazia dei « democratici » nel 1527 e quindi ritirata nel << contado » occi dentale - gli affidò l'educazione dei figli di Antonio (19). 2. Il mito di Padova: « Sapientia in unam urbem commigravit ». Dopo un anno di permanenza a Siena ( « Hi me abire aventem, omni bus rebus ad