Corso di laurea in Scienze umane e sociali a.a. 2016-2017

Storia contemporanea 1861-1922 LO STATO LIBERALE (CENNI) Cronologia: STATO ITALIANO 1848, 4 marzo – Carlo Alberto promulga lo Statuto 1848, primavera – Prima ‘guerra d’indipendenza’ (Piemonte-Austria) 1849, 23 marzo – Abdicazione di Carlo Alberto; sale al trono il figlio Vittorio Emanuele II e giura fedeltà allo Statuto 1859: Seconda guerra d’indipendenza contro l’Austria e annessione della Lombardia, plebisciti di annessione di Emilia e Toscana; 1860: ratifica annessioni Emilia e Toscana; plebisciti e annessioni del Regno di Napoli, Umbria e Marche 1861, 17 marzo: legge con cui il re di Sardegna assume il titolo di re d’Italia › NASCITA DELLO STATO ITALIANO; la capitale resta a Torino 1865: Firenze capitale 1866: Terza ‘guerra d’indipendenza contro l’Austria › annessione di Veneto, Friuli e Mantovano 1870: occupazione del Lazio e di Roma 1871: Roma capitale 1919: acquisizione del Trentino-Alto Adige e di Trieste (Trattato di Saint-Germain) Cronologia: LEGGI ELETTORALI

1848 legge elettorale (censo, funzione/professione, collegio uninominale) 1882 legge elettorale (censo, capacità, collegio plurinominale, poi uninominale) 1912 legge elettorale (suffragio maschile universale sopra i 30 anni; collegio uninominale) 1918-19 legge elettorale (suffragio maschile universale, minorenni reduci ammessi al voto, sistema proporzionale a collegio plurinominale) Cronologia: PARTITI

1892 fondazione del Partito Socialista Italiano 1919 fondazione del Partito Popolare Italiano 1921 fondazione del Partito Comunista Italiano 1921 fondazione del Partito Nazionale Fascista Percentuale occupati in agricoltura

1881 - 61,8% dei lavoratori 1911 - 59% 1936 - oltre 50% 1951- 44,3%, 1961 - 30% [sorpassano lavoratori industria 39,8%] http://www.150storiaditalia.it/it/approfondimento/agricoltura/ Popolazione italiana nel XX secolo

1861 23 milioni

1911 37 milioni 1921 40 milioni Morti italiani nella prima guerra mondiale

650.000 militari 590.000 civili totale: 3,5% Morti italiani nella seconda guerra mondiale

320.000 militari 150.000 civili Cittadini italiani ebrei perseguitati

Deportati 6806 Morti 5969 1922-1943 LO STATO FASCISTA La preistoria del Partito Nazionale Fascista

I Fasci di combattimento fondati da nel marzo 1919, a Milano; con sostegno di settori industria pesante

Programma: difesa della guerra e dell’intervento; tutela e valorizzazione dell’esperienza dei reduci; sostegno a ceti popolari; repressione del sindacalismo rosso; attacco alla classe dirigente liberale, accusata di incapacità; richiesta di una costituente Organizzazione: territoriale, con nuclei locali (Fasci); Attività: organizzazione dei reduci in forme militari; propaganda; allestimento di squadre armate che compiono atti intimidatori o violenti. pubblicato su “Il Popolo d’Italia” Il PNF

Roma, 9 novembre 1921 NASCITA DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA (PNF)

I Fasci vengono trasformati in una organizzazione paramilitare a base territoriale, diretta da un “quadrumvirato” composto da Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono, Michele Bianchi)

1923 PNF ingloba il Partito nazionalista Cronologia: IL REGIME FASCISTA / 1

LA FASE STATUTARIA 1922, ottobre: dopo la intrapresa, ma non completata ‘marcia su Roma’, Mussolini ottiene dal re l’incarico a formare il governo › governo Mussolini I, con pieni poteri su bilancio e amministrazione 1923: legge elettorale ‘Acerbo’ con premio di maggioranza alla lista che ottenga almeno il 25% dei voti 1924: elezioni, denuncia di Matteotti, assassinio di Matteotti / riconferma di Mussolini al governo

LA COSTRUZIONE DELLA MONARCHIA FASCISTA 1925, gennaio: Mussolini chiude affare Matteotti e procede al introdurre ordinamenti dittatoriali 1925-1926 LEGGI FASCISTISSIME 1928 Nuova legge elettorale plebiscitaria: Lista unica 1929 Trasformazione del Gran Consiglio del Fascismo in organo costituzionale Patti Lateranensi 1930 Nuovo Codice Penale 1936 Proclamazione dell’Impero, dopo la conquista dell’Etiopia Cronologia: IL REGIME FASCISTA / 2

FASE INVOLUTIVA E CRISI

1937 Mussolini si proclama ‘duce del fascismo’ 1938-39 LEGGI RAZZIALI 1939 Abolizione della Camera dei Deputati, sostituita da una Camera dei Fasci e delle Corporazioni non elettiva 1940, 10 giugno: l’Italia entra in GUERRA 1943, 9 luglio: sbarco in Sicilia degli angloamericani › inizia l’occupazione

1943, 25 luglio: il Gran Consiglio del Fascismo propone al re la destituzione di Mussolini; il re revoca l’incarico a Mussolini e nomina a capo del governo il generale Badoglio

1943, 2 agosto: il Re smantella le principali istituzioni fasciste (soppressione del PNF, del Gran Consiglio, della Camera del Fasci) Legislature «fasciste»

XXVI Legislatura 11 giugno 1921 25 gennaio 1924 958 XXVII Legislatura 24 maggio 1924 21 gennaio 1929 1 703 XXVIII Legislatura 20 aprile 1929 19 gennaio 1934 1 735 XXIX Legislatura 28 aprile 1934 2 marzo 1939 1 769 XXX Legislatura 23 marzo 1939 2 agosto 1943 1 593

https://it.wikipedia.org/wiki/Legislature_del_Regno_d'Italia Le leggi “fascistissime” (1925-1926) / a Legge 24 dicembre 1925 n. 2263 Art. 1 – “Il potere esecutivo è esercitato dal re per mezzo del suo Governo … Il Primo Ministro è Capo del Governo”; Art. 2 – “Il Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato è nominato e revocato dal Re ed è responsabile verso il Re dell'indirizzo generale politico del Governo. “I Ministri Segretari di Stato sono nominati e revocati dal Re, su proposta del Capo del Governo Primo Ministro. Essi sono responsabili verso il Re e verso il Capo del Governo di tutti gli atti e i provvedimenti dei loro Ministeri. I Sottosegretari di Stato sono nominati e revocati dal Re, su proposta del Capo del Governo di concerto col Ministro competente”. Art. 3 – “Il Capo del Governo Primo Ministro dirige e coordina l'opera dei Ministri, decide sulle divergenze che possono sorgere tra di essi, convoca il Consiglio dei Ministri e lo presiede”. Art. 4 – “Con regio decreto può essere affidata al Capo del Governo la direzione di uno o più Ministeri. In tal caso con suo decreto egli può delegare al Sottosegretario di Stato parte delle attribuzioni del Ministro”. Art. 6 – “Nessun oggetto può essere messo all'ordine del giorno di una delle due Camere, senza l’adesione del Capo del Governo …”. … LEGGE 31 gennaio 1926, n. 100 (G. U. 1-2-1926, n.25) Sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche

VITTORIO BMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato; e noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

Art. 1 Sono emanate con Reale decreto, previa deliberazione del Consigli dei Ministri e udito il parere del Consiglio di Stato, le norme giuridiche necessarie per disciplinare: - l’esecuzione delle leggi; - l'uso delle facoltà spettanti al potere esecutivo; - l'organizzazione ed il funzionamento delle Amministrazioni dello Stato, l’ordinamento del personale ad esse addetto, l'ordinamento degli Enti ed istituti pubblici, eccettuati i Comuni, le Provincie, le istituzioni pubbliche di beneficenza, l’università e gli istituti di istruzione superiore che hanno personalità giuridica, quand'anche si tratti di materie sino ad oggi regolate per legge. Resta ferma la necessità dell'approvazione, con la legge del bilancio, delle spese relative e debbono, in ogni caso, essere stabilite per legge le norme concernenti l’ordinamento giudiziario, la competenza dei giudici, l'ordinamento del Consiglio di Stato e della Corte dei conti, nonché le guarentigie dei magistrati e degli altri funzionari inamovibili. (LEGGE 31 gennaio 1926, n. 100)

Art.2 L'approvazione dei contratti stipulati dallo Stato, nei casi per i quali era richiesta una legge, è data con decreto Reale, previa deliberazione del Consigli dei Ministri, udito il parere dei Consigli tecnici istituiti presso i vari Ministeri del Consiglio di Stato.

Art. 3 Con decreto Reale, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, possono emanarsi norme aventi forza di legge: • quando il Governo sia a ciò delegato da una legge ed entro i limiti della delegazione; • nei casi straordinari, nei quali ragioni di urgente ed assoluta necessità lo richiedano. Il giudizio sulla necessità e sull'urgenza non è soggetto ad altro controlli che a quello politico del Parlamento. • Nei casi indicati nel numer0 20 del precedente comma il decreto Reale deve essere munito della clausola della presentazione al Parlamento per la conversione in legge, ed essere, a pena di decadenza, presentato, agli effetti della conversione stessi, ad una delle due Camere, non oltre la terza seduta dopo la sua pubblicazione. Della presentazione viene data immediata notizia nella Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge per la conversione del decreto in legge è considerato di urgenza. In caso di chiusura della sessione, all'apertura della nuova sessione, il disegno di legge per la conversione si ritiene ripresentato dinanzi alla Camera, presso cui era pendente per l'esame. Quando una delle due Camere approvi il disegno di legge, il suo presidente lo trasmette, entro . cinque giorni, alla Presidenza dell'altra Camera, questa trasmissione vale come presentazione del disegno stesso. Se una delle due Camere rifiuti la conversione in legge, il presidente ne dà notizia nella Gazzetta Ufficiale, e il decreto cessa di aver vigore dal giorno della pubblicazione della notizia. Se il decreto è convertito in legge con emendamenti, l'efficacia degli emendamenti decorre dalla pubblicazione della legge. Le leggi “fascistissime” (1925-1926) / b

- L. 20 novembre 1925 n. 2029 restringe il diritto di associazione, sottopone le associazioni al controllo della polizia, adotta misure repressive più severe; - L. 24 dicembre 1925 n. 2300 dà facoltà al governo di dispensare dal servizio funzionari, impiegati e agenti pubblici; - L. 31 dicembre 1925, n. 2307, sulla STAMPA: sottopone i giornali al controllo del prefetto, che deve approvare la scelta del direttore; - L. 31 gennaio 1926 n. 100 attribuisce al potere esecutivo facoltà di emanare norme giuridiche, restringendo la riserva di legge, estendendo la facoltà di normare per decreto e rendendo più agevole la decretazione d’urgenza; - L. 3 aprile 1926 n. 563 disciplina i rapporti di lavoro, vieta lo sciopero e riserva il diritto di stipulare contratti di lavoro ai soli sindacati fascisti; - L. 2 luglio 1926 n. 1131 istituisce il ministero delle Corporazioni. → Le leggi “fascistissime” (1925-1926) / c - La Legge 3 settembre 1926 n. 1910 abolisce tutte le cariche elettive nelle amministrazioni locali e estende il sistema podestarile [podestà di nomina governativa o regia] a tutti i COMUNI; - Decreto 6 novembre 1926 n. 1848 abolisce tutti i partiti e dichiara decaduti i deputati “aventiniani” ; - Testo Unico 6 novembre 1926 riforma le norme di pubblica sicurezza in senso repressivo; introduce il confino di polizia contro i dissidenti; - L. 25 novembre 1926 n. 2008 istituisce un TRIBUNALE SPECIALE PER LA DIFESA DELLO STATO, composto da membri della milizia e da militari, e reintroduce la pena di morte. - dicembre 1926: adozione del calendario fascista. Legge elettorale 17 maggio 1928

Epurazione delle liste elettorali: reintrodotti requisiti o di censo [100 lire annue di imposta diretta], o di appartenenza a categorie di cittadini integrati a vario titolo nello Stato fascista [l’elettorato diminuisce del 21%]. Non è più prevista l’elezione dei rappresentanti, ma un voto popolare plebiscitario per l’adozione o la bocciatura di una lista unica di 400 deputati indicati dal Gran Consiglio del Fascismo, su elenchi formati dalle confederazioni corporative nazionali, dalle associazioni culturali o dal Gran Consiglio stesso. La legge è votata alla Camera con 216 voti favorevoli e 15 contrari, al Senato con 161 voti favorevoli e 46 contrari. I plebisciti registreranno altissima frequenza alle urne: 90% [dopo la scrematura del 20% meno integrato]. La piena riconciliazione dello Stato italiano con la Chiesa (1929)

Patti lateranensi (11 febbraio 1929) a) Concordato (relazioni Stato-Chiesa sul territorio italiano) b) Trattato (relazioni di diritto internazionale fra i due Stati sovrani, Regno d’Italia e Città del Vaticano)

[http://cronologia.leonardo.it/storia/a1929n.htm] Codificazione

Codice penale (guardasigilli Alfredo Rocco), formato su legge–delega 4 dicembre 1925, n. 2260 per la riforma del Codice Zanardelli; promulgato con RD 19 ottobre 1930 n. 1398; ancora in vigore, con abrogazione delle parti non compatibili con la Costituzione repubblicana e conseguenti integrazioni;

Codice civile, promulgato con RD 16 marzo 1942 n. 262; ancora in vigore, riformato il diritto di famiglia nel 1975 e il diritto societario successivamente. Importante lavoro di ammodernamento svolto dalle sentenze della Corte costituzionale.

Codice di procedura civile, ancora in vigore;

Codice di procedura penale, abrogato e rifatto interamente nel 1988. Liquidazione del sistema rappresentativo elettivo

La Legge 19 gennaio 1939 n. 129 chiude anticipatamente la XXIX legislatura e dispone la soppressione della Camera dei deputati. La rappresentanza politica è data da: - Senato (conservato per non urtare il Re) - Camera dei Fasci e delle Corporazioni (che si forma automaticamente includendo membri delle maggiori istituzioni politico-sindacali)

→ il regime si libera di ogni dissenso in Parlamento, ma si priva anche di una base rappresentativa che gli esprimesse consenso in forma istituzionale. L’Impero fascista (1936)

http://www.mirorenzaglia.org/2011 /05/5-5-1936-impero-italiano-le- ragioni-di-un-torto/ Politiche antisemite (dal 1936)

Manifestazione di volontà discriminatoria dal 1936 / che sarà formalizzata con una Dichiarazione sulla razza del Gran Consiglio (6 ottobre 38) Persecuzione di singoli ebrei Leggi razziali 1938: - espulsione degli ebrei stranieri - arianizzazione della scuola - ripristino dell’antico divieto di possedere beni immobili o aziende - limitazione della capacità giuridica sotto altri profili (senza revoca della cittadinanza) e dei diritti politici

1940 inizia l’internamento degli ebrei stranieri nei campi Dalla Monarchia fascista alla Repubblica Dopo il 25 luglio 1943: il momento dei militari “A questo punto entrarono violentemente in scena i generali di Badoglio, i congiurati del comando supremo, detti anche i congiurati di Palazzo Vidoni: Palazzo Vidoni era stato in passato la sede del direttorio del partito fascista, ora era diventato la sede del comando supremo delle forze armate. Per mesi e mesi avevano studiato tutte le ipotesi e preparato accuratamente i diversi schemi per un colpo di mano militare, diretto ad abbattere la dittatura, arrestare Mussolini e sostituire quest’ultimo con la persona del maresciallo Badoglio, arrestando altresì i personaggi più in vista del regime. “Il Re li lasciava fare. I congiurati aspettavano per agire il permesso del Re, ma questo non veniva mai. Essi furono colti di sorpresa dall’improvvisa decisione del sovrano presa immediatamente dopo aver avuto conoscenza della deliberazione del Gran Consiglio. “Con la nomina di Badoglio a capo del governo essi sentirono che potevano recuperare il tempo perduto, rimediare alla delusione sofferta ed avere nelle loro mani le chiavi del potere, illudendosi di poter applicare i loro schemi da tempo studiati e preparati. Irrispettosi della volontà del sovrano, il quale intendeva dare alla crisi il carattere costituzionale nell’ambito dello Statuto del Regno, essi avrebbero tentato di fare apparire la crisi di fronte al popolo italiano, all’opinione pubblica internazionale, ma soprattutto di fronte al nemico, come opera esclusiva della congiura militare … “Dopo l’arresto di Mussolini, gesto che non giovò al prestigio del Sovrano e della Monarchia, cominciò il governo militare di Badoglio e dei suoi generali; governo che a ragione è stato definito il governo degli affossatori delle ultime speranze della nazione e della stessa monarchia ”. (Dino Grandi, Il mio paese, a cura di R. De Felice, Bologna 1985, p. 643) La soppressione del regime

Il re sopprime subito le istituzioni fasciste, con i regi decreti 2 agosto 1943. Sono aboliti: la Camera dei Fasci e delle Corporazioni il PNF il Gran Consiglio La convocazione della Camera è rinviata entro i 4 mesi successivi alla fine della guerra. La transizione costituzionale 1943-1946 7 agosto 1943: Accordo di Roma - il Governo Badoglio riconosce i partiti antifascisti che si sono formati/riformati (DC, PLI, PSI, Pd’A, PCI)

8 settembre 1943: pubblicazione dell’ARMISTIZIO del Regno d’Italia con le forze alleate, firmato a Cassibile il 3 settembre.

9 settembre: Il re si ritira con il governo a Brindisi, abbandonando la capitale.

10 settembre: Roma occupata dai tedeschi

13 ottobre: dichiarazione di guerra alla Germania febbraio 1944: il governo Badoglio si trasferisce a Salerno e ottiene dagli alleati il controllo dell’intero territorio della Sicilia e del Meridione. La transizione costituzionale 1943-1946

con il rientro in guerra dell’Italia, nuovo soggetto politico: gli ALLEATI [principalmente USA e UK; secondariamente URSS, poi Cina]

Gli Alleati chiedono: - una rilegittimazione popolare delle istituzioni della monarchia, - per mezzo di una consultazione sulla questione istituzionale La Repubblica Sociale Italiana

• Video da www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/la-r-s- i/49/default.aspx La riorganizzazione dell’antifascismo Testimonianza di Leone Cattani, liberale

“Il 4 luglio 1943 a Milano in via Poerio in un villino del professor Rolier (un valoroso partigiano), avvenne la riunione decisiva fra tutti i partiti antifascisti. Vi parteciparono Concetto Marchesi per il Partito Comunista, Riccardo Lombardi per il Partito d’Azione, l’avvocato Veratti per il Partito Socialista, Pietro Mentasti in sostituzione di Gronchi per la Democrazia Cristiana e io per i liberali. Assisteva alla riunione anche Lelio Basso del Movimento di Unità Proletaria. Da quella riunione, in cui finalmente si raggiunse l’accordo fra le coalizioni di Roma e di Milano, nacque l’unità dei partiti antifascisti”. Il CLN

Settembre 1943: nasce il COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE, che riunisce le forze politiche antifasciste

Il CLN chiede una COSTITUENTE. http://www.anpi.it/storia/140/comitato-di- liberazione-nazionale-cln Secondo governo Badoglio

La Monarchia cerca di riaccreditarsi nell’Italia liberata e presso gli Alleati - inserisce antifascisti nel Governo - gli antifascisti pongono inizialmente la condizione dell’abdicazione del re. SITUAZIONE BLOCCATA Governo Bonomi e successivi

- poco dopo Badoglio si dimette - Segue governo presieduto da , socialista ora del Partito Democratico del Lavoro (8 giugno 44) - governo presieduto da (Partito d’Azione, poi Repubblicano) - governo presieduto da (DC). La ‘svolta di Salerno’ – aprile ‘44

Togliatti accetta di transigere temporaneamente sulla questione istituzionale e sulla condizione dell’abdicazione del re, rendendosi disponibile a collaborare con il governo Badoglio. Ottiene dalla monarchia, con la mediazione di De Nicola, impegno del re: - a cedere funzioni a luogotenente - a indire elezioni per una Assemblea Costituente alla fine della guerra. Aprile 1944: la LUOGOTENENZA

Enrico De Nicola, ex presidente della Camera, convince il re a giocare la carta politica della conciliazione con le sinistre per salvare la monarchia →

12 aprile 1944: il re annuncia con un proclama il proprio ritiro dalla vita pubblica e designa il figlio Umberto luogotenente del Regno. DECRETI LUOGOTENENZIALI SULLA QUESTIONE COSTITUZIONALE / 1

Liberazione di Roma. Segue:

25 giugno 1944 DECRETO-LEGGE LUOGOTENENZIALE Annuncia che la forma di governo sarà scelta liberamente dal popolo, il quale eleggerà “a suffragio universale, diretto e segreto, una Assemblea costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato”.

Questo decreto è considerato una prima costituzione provvisoria Decreto-legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151

Art. 1 “Dopo la liberazione del territorio nazionale, le forme istituzionali saranno scelte dal popolo italiano che a tal fine eleggerà, a suffragio universale diretto e segreto, una Assemblea Costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato. “I modi e le procedure saranno stabiliti con successivo provvedimento”. Art. 2 “E’ abrogata la disposizione concernente la elezione di una nuova Camera dei deputati e la sua convocazione entro quattro mesi dalla cessazione dell’attuale stato di guerra, contenuta nel comma terzo dell’articolo unico del R. decreto-legge 2 agosto 1943, n. 175, con cui venne dichiarata chiusa la sessione parlamentare e sciolta la Camera dei fasci e delle corporazioni.” Art. 3 “I Ministri e Sottosegretari di Stato giurano sul loro onore di esercitare la loro funzione nell’interesse supremo della Nazione e di non compiere, fino alla convocazione dell’Assemblea Costituente, atti che comunque pregiudichino la soluzione della questione istituzionale”. Art. 4 “Finché non sarà entrato in funzione il nuovo Parlamento, i provvedimenti aventi forza di legge sono deliberati dal Consiglio dei Ministri. “Tali decreti legislativi preveduti nel comma precedente sono sanzionati e promulgati dal Luogotenente Generale del Regno con la formula: “Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri ecc Il suffragio alle cittadine italiane (1945)

• Decreto legislativo luogotenenziale 31 gennaio 1945, n. 23: conferisce diritto di voto alle donne aventi almeno 21 anni [escluse le prostitute che lavoravano fuori dalle case di tolleranza] • Decreto legislativo luogotenenziale 10 marzo 1946 n. 74: conferisce l’eleggibilità alle donne maggiori di 25 anni • ELEZIONI AMMINISTRATIVE A SUFFRAGIO UNIVERSALE: dal 10 marzo 1946 • ELEZIONI POLITICHE A SUFFRAGIO UNIVERSALE: referendum sulla forma di governo e elezione dei deputati all’Assemblea Costituente, 2 giugno 1946

44 La Consulta nazionale (1945)

• Istituita con decreto legislativo luogotenenziale 5 aprile 1945, n. 146 • Attribuzioni: esprimere «pareri sui problemi generali e sui provvedimenti legislativi che le vengono sottoposti dal Governo» (art. 1) • Pareri: non vincolanti in generale; obbligatori in materia di bilancio e rendiconti dello Stato, di imposte, di leggi elettorali. Assetto: Assemblea plenaria, oppure Commissioni (10 commissioni: I affari esteri, II affari politici ed amministrativi, III giustizia, IV istruzione e belle arti, V difesa nazionale, VI finanze e tesoro, VII agricoltura e alimentazione, VIII industria e commercio, IX lavoro e previdenza sociale, X ricostruzione, lavori pubblici e comunicazioni).

Cfr. http://archivio.camera.it/patrimonio/archivi_della_transizione_costituzionale_1944_1948/guida :ITCD_00200_00002 45 DECRETI LUOGOTENENZIALI SULLA QUESTIONE COSTITUZIONALE / 2

31 luglio 1945, completata la liberazione del territorio italiano dall’occupazione tedesca

- Ministero per la costituente, affidato Pietro Nenni (socialista)

16 marzo 1946 Secondo DECRETO LUOGOTENENZIALE: attribuisce direttamente al popolo la scelta della forma di governo, tramite REFERENDUM [idea sostenuta da De Gasperi] Questo decreto è noto come “seconda costituzione provvisoria”. ABDICAZIONE DI VITTORIO EMANUELE III

Maggio 1946 • Vittorio Emanuele III abdica • succede Umberto, con ordinale II Il referendum del 2 giugno 1946

Il referendum chiede al popolo italiano di scegliere la forma di governo del futuro Stato italiano, optando per la monarchia o per la repubblica

Si vota a suffragio universale per la prima volta.

L’esito viene proclamato solo il 18 giugno dalla Corte di Cassazione, che ha vagliato dei ricorsi Esito del referendum del 2 giugno 1946

Aventi diritto: 28 milioni su 45 milioni Votanti: 89% degli aventi diritto Repubblica: 54,3% [12,7 milioni di voti] Monarchia: 45,7% [10.718.502 milioni] Schede bianche e nulle 6,1% ARCHIVIO STORICO DELLE ELEZIONI - REFERENDUM DEL 2 GIUGNO 1946 MINISTERO DELL’INTERNO

http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel= F&dtel=02/06/1946&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levs ut0=0&es0=S&ms=S BIBLIOGRAFIA

Roberto Martucci Storia costituzionale italiana. Dallo Statuto Albertino alla Repubblica (1848-2001) Carocci, Roma 2002