Atti Parlamentari
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IL RUOLO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NEL TRAFFICO ILLECITO DI OPERE D’ARTE Geraldina Ceschi
La ricerca IL RUOLO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NEL TRAFFICO ILLECITO DI OPERE D’ARTE Geraldina Ceschi Title: The role of organized crime in the illicit traffic of artworks Abstract The article deals with illicit traffic of cultural goods taking into consideration the actors involved in the entire commercial chain - from the so-called tombaroli to the most important museums and auction houses in the world. In particular, it focuses on the role of organized crime by reconstructing six case studies and underlining the economic and symbolic opportunity that the market of cultural goods offers to mafia organizations. Key words: organised crime, mafia, archeomafia, cultural goods, illicit trafficking L’articolo analizza il traffico illecito di opere d’arte prendendo in considerazione gli attori coinvolti nell’intera catena commerciale - dai cosiddetti tombaroli ai più importanti musei e case d’asta del mondo. In particolar modo si sofferma sul ruolo della criminalità organizzata ricostruendo sei case studies e sottolineando l’opportunità economica e simbolica che il mercato di opere d’arte offre alle organizzazioni mafiose. Parole chiave: criminalità organizzata, mafie, arte, traffici, archeomafie 6 Cross Vol.5 N°3 (2019) - DOI: http://dx.doi.org/10.13130/cross-12561 La ricerca 1. Il traffico illecito di opere d’arte: la complessità del fenomeno; la sua importanza in termini economici e culturali L’obiettivo di questo contributo è quello di individuare il ruolo delle organizzazioni criminali di stampo mafioso nel traffico illecito di opere d’arte, un settore fluido, mutevole e in forte crescita, tanto interessante quanto complesso da analizzare. Le organizzazioni criminali vi si muovono con modi operandi e finalità molto differenti tra loro, sfruttandone a pieno le caratteristiche che lo rendono un mercato molto interessante ai loro occhi. -
Mafia Linguaggio Identità.Pdf
EDIZIONI MAFIA LINGUAGGIO IDENTITÁ di Salvatore Di Piazza Di Piazza, Salvatore <1977-> Mafia, linguaggio, identità / Salvatore Di Piazza – Palermo : Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre, 2010. (Collana studio e ricerca) 1. Mafia - Linguaggio. 364.10609458 CDD-21 SBN Pal0224463 CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” 5 Nota editoriale di Vito Lo Monaco, Presidente Centro Pio La Torre 7 Prefazione di Alessandra Dino, sociologa 13 Introduzione Parte Prima 15 Il linguaggio dei mafiosi 15 Un linguaggio o tanti linguaggi? Problemi metodologici 17 Critica al linguaggio-strumento 18 Critica al modello del codice 19 Critica alla specificità tipologica del linguaggio dei mafiosi 19 Mafia e linguaggio 20 La riforma linguistica 21 Le regole linguistiche: omertà o verità 22 La nascita linguistica: performatività del giuramento 23 Caratteristiche del linguaggio dei mafiosi 23 Un gergo mafioso? 26 Un denominatore comune: l’“obliquità semantica” 30 Impliciti, non detti, espressioni metaforiche 36 Un problema concreto: l’esplicitazione dell’implicito Parte Seconda 41 Linguaggio e identità mafiosa 41 Sulla nozione di identità 42 Linguaggio e identità mafiosa tra forma e contenuto 43 Prove tecniche di appartenenza: così parla un mafioso 44 La comunicazione interna 45 La comunicazione esterna 49 La rappresentazione linguistica: un movimento duplice 49 Dall’interno verso l’esterno 51 Dall’esterno verso l’interno 52 Un caso emblematico: i soprannomi 54 Conclusioni 57 Bibliografia di Vito Lo Monaco Il presente lavoro di Salvatore Di Piazza fa parte delle ricerche promosse dal Centro Studi La Torre grazie alla collaborazione volontaria di autorevoli comitati scientifici e al contributo finanziario della Regione Sicilia. -
Mafia Motifs in Andrea Camilleri's Detective
MAFIA MOTIFS IN ANDREA CAMILLERI’S DETECTIVE MONTALBANO NOVELS: FROM THE CULTURE AND BREAKDOWN OF OMERTÀ TO MAFIA AS A SCAPEGOAT FOR THE FAILURE OF STATE Adriana Nicole Cerami A dissertation submitted to the faculty at the University of North Carolina at Chapel Hill in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Romance Languages and Literatures (Italian). Chapel Hill 2015 Approved by: Dino S. Cervigni Amy Chambless Roberto Dainotto Federico Luisetti Ennio I. Rao © 2015 Adriana Nicole Cerami ALL RIGHTS RESERVED ii ABSTRACT Adriana Nicole Cerami: Mafia Motifs in Andrea Camilleri’s Detective Montalbano Novels: From the Culture and Breakdown of Omertà to Mafia as a Scapegoat for the Failure of State (Under the direction of Ennio I. Rao) Twenty out of twenty-six of Andrea Camilleri’s detective Montalbano novels feature three motifs related to the mafia. First, although the mafia is not necessarily the main subject of the narratives, mafioso behavior and communication are present in all novels through both mafia and non-mafia-affiliated characters and dialogue. Second, within the narratives there is a distinction between the old and the new generations of the mafia, and a preference for the old mafia ways. Last, the mafia is illustrated as the usual suspect in everyday crime, consequentially diverting attention and accountability away from government authorities. Few critics have focused on Camilleri’s representations of the mafia and their literary significance in mafia and detective fiction. The purpose of the present study is to cast light on these three motifs through a close reading and analysis of the detective Montalbano novels, lending a new twist to the genre of detective fiction. -
Mozione N. 24 Premesso Che
Mozione n. 24 presentata in data 6 ottobre 2015 a iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi, Bisonni, Fabbri “Solidarietà del Consiglio regionale delle Marche al Procuratore Antonino Di Matteo” Premesso che: - il Magistrato Antonino Di Matteo ha indagato sulle stragi in cui sono stati uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro scorte, oltre che sugli omicidi di Rocco Chinnici e Antonino Saetta; - attualmente è pubblico ministero in numerosi processi a carico di mafiosi e si sta occupando dei casi riguardanti i rapporti tra mafia, politica e istituzioni, come una delle pagine più oscure della storia Repubblicana: “la trattativa Stato/Mafia”; - sono terribili e agghiaccianti le parole intercettate nel novembre 2013 al boss corleonese Totò Riina, nel cortile del carcere milanese di Opera: "Io dissi che lo faccio finire peggio del giudice Falcone, perché questo Di Matteo non se ne va, ci hanno chiesto di rinforzare, gli hanno rinforzato la scorta. E allora se fosse possibile a ucciderlo, un’esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo"; - numerosi pentiti hanno confermato che il superlatitante Matteo Messina Denaro ha ordinato da tempo l’assassinio del magistrato; - i pentiti Vito Galatolo, Antonio Zarcone e Carmelo D’Amico annunciano che il tritolo per Di Matteo è già arrivato a Palermo; - a settembre 2015 esce su “La Repubblica” un articolo in cui si racconta che un altro pentito di mafia, ovvero l’ex boss di Borgo Vecchio Francesco Chiarello, ha confermato che il tritolo per Di Matteo è arrivato a Palermo -
STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose. -
La Mafia Imprenditrice
INFILTRAZIONI MAFIOSE mafiosa e non, ci rendiamo conto, in- L’ultimo rapporto di Sos Impresa fatti, che questa incide direttamente sul mondo dell’impresa, superando i 92 miliardi di euro di fatturato, una cifra intorno al 6% del Pil nazionale. Sostan- La mafia zialmente, ogni giorno, una massa enorme di denaro passa dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi, qualcosa imprenditrice come 250 milioni di euro, 10 milioni l’ora, 160 mila euro al minuto. Ci troviamo di fronte a una mafia im- Come vere e proprie holding, le mafie sono dentro al “merca- prenditrice, ormai presente in ogni to”, ne seguono gli sviluppi, pianificano investimenti. Si con- comparto economico e finanziario del sistema Paese, non solo per quanto ri- frontano con la concorrenza ora conquistando posizione di guarda l’attività predatoria, rappresen- tata dal racket delle estorsioni e monopolio in forza della capacità di intimidazione, ora stabi- dall’usura, ma anche per quella del lendo rapporti collusivi con “pezzi” di imprenditoria fautori di reinvestimento di denaro sporco. L’attività imprenditoriale delle mafie ha quella doppia morale per cui “gli affari, sono affari” prodotto un’organizzazione interna ti- picamente aziendale con tanto di ma- di Bianca La Rocca strutturati e agguerriti. E questi, ben- nager, dirigenti, addetti e consulenti. ché duramente colpiti dall’azione delle La gestione delle estorsioni, dell’usura, on un fatturato di 130 miliardi di forze dell’ordine e della magistratura, dell’imposizione di merce, dello spac- Ceuro e un utile che sfiora i 70 continuano a mantenere pressoché cio di stupefacenti, necessita, di fatto, miliardi la Mafia Spa si conferma la inalterata la loro forza e, per ora, la lo- di un organico in pianta stabile, che più grande holding company italia- ro strategia, che si dimostra vincente. -
23 Gennaio 1998
PRESIDENTE: Buongiorno, vediamo i presenti. Bagarella? IMPUTATO Bagarella: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Ceolan, avvocato Cianferoni; è presente l’avvocato Ceolan. Barranca Giuseppe. AVV. Cianferoni: (voce fuori microfono) Sì, Presidente, è presente anche l’avvocato Cianferoni. PRESIDENTE: Ah, c’è anche lei, grazie. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Barone e avvocato Cianferoni, che è presente. Benigno Salvatore. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Rinunciante. Avvocato Farina e avvocato Maffei, è sostituito dall’avvocato Ceolan. Brusca Giovanni: ora entrerà. Avvocato Li Gotti e avvocato Falciani. E’ presente l’avvocato Li Gotti. Calabrò Gioacchino. IMPUTATO Calabrò: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Gandolfi, Fiorentini e Cianferoni, che è presente. Cannella Cristoforo. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) E’ rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Di Peri e avvocato Rocchi, sostituito dall’avvocato Cianferoni. Carra Pietro: libero, assente. Avvocato Cosmai e avvocato Batacchi… E’ presente l’avvocato… AVVOCATO Falciani: Falciani, Presidente.. PRESIDENTE: …Falciani in sostituzione. Di Natale Emanuele: contumace. Avvocato Gentile, Di Russo, Falciani, che è presente. Ferro Giuseppe: rinunciante. Avvocato Miniati Paoli, sostituito dall’avvocato Falciani. Ferro Vincenzo: libero, assente. Avvocato Traversi e avvocato Gennai… AVVOCATO Traversi: E’ presente PRESIDENTE: E’ presente l’avvocato Traversi. Frabetti Aldo. IMPUTATO Frabetti: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Monaco, Usai, Roggero, sostituiti dall’avvocato Pepi. Giacalone Luigi. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Priola, avvocato Florio, sostituito dall’avvocato Pepi. Giuliano Francesco. IMPUTATO Giuliano: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Farina e avvocato Pepi, che è presente. Graviano Filippo: rinunciante. Avvocato Oddo, avvocato Gramigni, sostituito dall’avvocato Cianferoni. -
LETIZIA BATTAGLIA.Just for Passion
LETIZIA BATTAGLIA .Just for passion MAXXI is dedicating an anthological exhibition to the great Sicilian artist with over 250 photographs testifying to 40 years of Italian life and society 24 November 2016 – 17 April 2017 #LetiziaBattaglia | #PerPuraPassione www.fondazionemaxxi.it Born in Palermo in 1935 and known throughout the world for her photos of the mafia, Letizia Battaglia has provided and continues to provide one of the most extraordinary and acute visual testimonies to Italian life and society, in particular that of Sicily.Recognised as one of the most important figures in contemporary photography for the civic and ethical value of her work, Letizia Battaglia is not only the “photographer of the mafia” but also, through her artistic work and as a photo reporter for the daily newspaper L’Ora , the first woman and in 1985 in New York she became the first European photographer to receive the prestigious international W. Eugene Smith Award , the international prize commemorating the Life photographer . Shortly after the celebrations for her 80 th birthday, MAXXI is organizing LETIZIA BATTAGLIA.Just for passion , a major exhibition curated by Paolo Falcone, Margherita Guccione and Bartolomeo Pietromarchi , that from 24 November 2016 through to 17 April 2017 brings to MAXXI over 250 photographs, contact sheets and previously unseen vintage prints from the archive of this great artist, along with magazines, publications, films and interviews. Visual testimony to the bloodiest mafia atrocities and and social and political reality of Italy, a number of her shots are firmly embedded in the collective consiousness: Giovanni Falcone at the funeral of the General Dalla Chiesa ; Piersanti Mattarella asassinated in the arms of his brother Sergio; the widow of Vito Schifano ; the boss Leoluca Bagarella following his arrest; Giulio Andreotti with Nino Salvo . -
Mafia, Arrestato Salvatore Lo Piccolo Dopo Provenzano È Il Ca
Mafia, arrestato Salvatore Lo Piccolo Dopo Provenzano è il capo di Co... http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/arrestati-lo-piccolo/a... Ultimo aggiornamento lunedi 05.11.2007 ore 12.13 CRONACA Blitz della polizia in una villetta vicino Palermo. In manette anche il figlio Sandro Erano impegnati in una riunione con altri quattro boss nel garage della casa Mafia, arrestato Salvatore Lo Piccolo Dopo Provenzano è il capo di Cosa Nostra L'azione condotta da 40 agenti e concluso dopo un conflitto a fuoco Era latitante dal 1983, contendeva la leadership al trapanese Matteo Messina Denaro Sandro e Salvatore Lo Piccolo PALERMO - Arrestati i boss latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Padre e figlio sono finiti in manette in una villetta a Giardinello, tra Cinisi e Terrasini, nel palermitano. Salvatore Lo Piccolo, latitante dal 1983, era ritenuto al vertice di Cosa Nostra palermitana. Dopo l'arresto di Bernardo Provenzano, infatti, avrebbe assunto il controllo dell'organizzazione criminale contendendo la leadership a Matteo Messina Denaro, boss latitante del trapanese. Con loro sono stati arrestati anche i latitanti Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo. Il primo è reggente di Brancaccio il secondo di Carini. Tutti inseriti fra i 30 maggiori ricercati d'Italia. I quattro erano impegnati in una riunione fra boss. Le manette sono scattate anche per altri due favoreggiatori. La notizia è arrivata mentre a Palermo si celebra la 'Giornata della memoria' in ricordo di tutte le vittime della mafia, voluta dall'ex cardinale e arcivescovo Salvatore Pappalardo. I Lo Piccolo sono stati arrestati in due villette, due abitazioni in cemento totalmente ammobiliate. -
Giuseppe Montalto
Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato. -
LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio. -
Nomi E Storie Delle Vittime Innocenti Delle Mafie
Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie a cura di Marcello Scaglione e dei ragazzi del Presidio “Francesca Morvillo” di Libera Genova Realizzato in occasione della mostra “900 Nomi vittime di mafia dal 1893 ad oggi” inaugurata ad Imperia il 21 Marzo 2016 in occasione della XXI Giornata della memoria e dell’impegno - ”Ponti di memoria, luoghi di impegno”. I nomi presenti nella mostra sono quelli accertati fino all'anno 2015, ed in particolare quelli letti a Bologna durante la XX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo 2015). Il lavoro di ricerca, inizialmente limitato a quell'elenco, è stato poi implementato e aggiornato, comprendendo quindi le storie delle vittime innocenti i cui nomi sono stati letti durante la XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno (21 marzo 2016). Sarà nostro impegno e cura eseguire successivamente gli aggiornamenti necessari. Siamo inoltre disponibili a intervenire sulle singole storie, laddove dovessero essere ravvisati errori e/o imprecisioni. EMANUELE NOTABARTOLO, 01/02/1893 Nato in una famiglia aristocratica palermitana, presto rimane orfano di entrambi i genitori. Cresciuto in Sicilia, nel 1857 si trasferisce prima a Parigi, poi in Inghilterra, dove conosce Michele Amari e Mariano Stabile, due esuli siciliani che lo influenzeranno molto. Avvicinatosi all'economia e alla storia, diventa sostenitore del liberalismo conservatore (quindi vicino alla Destra storica). Dal 1862 Emanuele Notarbartolo diventa prima reggente, poi titolare, del Banco di Sicilia, al quale si dedica a tempo pieno a partire dal 1876, salvandolo dal fallimento in seguito all'Unità d'Italia. Il suo lavoro al Banco di Sicilia inizia a inimicargli molta gente.