DANTE NEL CINEMA Da1 Mut0 Al Digitale

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DANTE NEL CINEMA Da1 Mut0 Al Digitale DANTE NEL CINEMA da1 mut0 al digitale Vittoria Colonnese Bermi A thesis submitted in conformity wit h the requirements for the degree of Doctor of Philosophy Graduate Department of Italian Studies University of Toronto O 1999 Vittoria Colonnese Benni National Library Bibliothèque nationale IlJi1 of,nacia du Canada Acquisitions and Acquisitions et Bibliographie Services services bibliographiques 395 Wellington Street 395. rue Wellington OnawaON KlAON4 OnawaON K1AW Canada Canada The author has granted a non- L'auteur a accordé une Licence non exclusive licence ailowïng the exclusive permettant à la National Library of Canada to Bibliothèque nationale du Canada de reproduce, loan, distribute or seil reproduire, prêter, distribuer ou copies of this thesis in microform, vendre des copies de cette thèse sous paper or electronic formats. la forme de microfiche/film, de reproduction sur papier ou sur format électronique. The author retauis ownership of the L'auteur conserve la propriété du copyright in this thesis. Neither the droit d'auteur qui protège cette thèse. thesis nor substantial extracts fiom it Ni la thèse ni des extraits substantiels may be p~tedor othenvise de celle-ci ne doivent être imprimés reproduced without the author's ou autrement reproduits sans son permission. autorisation. Dante and the Cinema from the silent to the digital era Vittoria Colonnese Benni, 1999 Ph.D. University of Toront0,Department of Itafian Studies "From 19 1 1 to 19 14 the industry developed with astounding rapidity. The film [.. .] grew in length. But the most sensational pictures now began to corne kom Europe and had considerable influence on the American producers". Paul Rotha wrote these words in 1929, the same year that sound was added to the moving image. Starting fiom this context, 1 have tried to establish the role that Dante Alighieri and La Divir~aCommedia played in the story. Searching through film archives and old, almost untouched, press clippings, in American and Italian libraries, 1 have focused on a cluster of Dantean films, produced in Milan and near Rome. First and foremost, is the I~t/n~oby Milano Films, which prerniered in Naples, on March 1*, 19 1 1. It was applauded for rnonths and rnonths in the United States (and in Europe) and circulated untiI 1925. A Purgatu~by Helios Films, based in Velletri (Rome), and a Paradise by Psiche Films, in Albano Laziale (Rome), completed a Dantean trilogy which triumphed in the world. Because not even Italian experts appear Jways fully aware of the significant influence that Dante had on their film industry - and, most likely, on some American productions - 1 have tried to assemble as much evidence as possible about the "enabling" energies of Dante's 'cproducerly" text on films of those early years. 1 have found conspicuous evidence of how, in turn, those films were "enablers" for film production in the following decades. From the 191 1 "silent" 11Ifern0, to the 1998 "digitai" What Dreams May Corne, Dante has always been present in the world of the moving image - including television and videocassettes - albeit in different guises: powefil "national bard" , comically degraded jester, edieng teacher of moral values and even inspirer of "maestri" like Pasolini and Fellini. The core of my thesis deals with materiai that has only very recently received any substantial attention. Much more work needs to be done in this area. Because of this, my thesis at times reads like a 'kork in progress", or even like a "mystery story" constrained (often with difficulty), within the conventions of scholarly writing. Partecipare alla nascita del cinema sarebbe stato molto piu' gratificante per il mio temperamento che arrivare quando se ne erano gia' impossessati 10 specifico GLmico, 10 strutturalismo e la semiologia. Conosco ancora poco il cinema digitale, ma direi che, corne autori cinematografici, non possiamo che essere soddisfatti dell'esistenza di qualche cosa che ci mette di fionte al nostro lavoro ofiendoci una liberta' simile a quella che possiede uno scrittore di fronte ad una pagina bianca, O un compositore di fionte al10 spartito. Indice A bstract lntroduzione Capitolo 1 Cinema infernale elo dantesco: prime tracce Capitolo II 191 1: Quando I9Jn/rnocam bio' la storia del ciaema Capitoio III Il "giallo' del Puqpmrio e Parodiso Capitolo IV Molteplici e diverse tracce: biografie, parodie... Ahifilm (muri e sonori) Biogrufie Exempla O edificanti Parodie Film comici A vant-garde Capitolo V Televisione, scuola e.. Maestri Televisione e audiovisivi I Maestri: Fellini e Pasolini Conclusioni Note B ibliografia FiZmogra1;a essemiale Quaî'è la forma espressiva più tipica del sec010 che sta per concludersi? Con contenuti artistici O meno. elettronica, digitalizzata e diffLsa in Intemet, O semplicernente irnpressionata su peliicola e proiettata su schermo in sale buie (quasi ma non proprio corne ai lontani tempi del nitrato), questa forma è, sema dubbio, l'immagine in movimento. Un'imrnagine informativa e documentaie. come accade per molti programmi giornalistici televisivi; O ppure un' irnmagine visionaria e fonnativa. Format iva di emozioni, di personaiità, di cultura, come accade soprattutto per il cinema migliore. Nonostante i ricorrenti dihttiti suli' impatto negativo c he la televisione ha avuto, puo avere, potrà avere su1 cinema, proprio quest'ultirno e stato in questo sec010 - e in gran parte resta e per certi versi si perfeziona - la manifestazïone più significativa dell'imrnagine in movirnento. Soprattutto se con cio si intende far riferimento agii aspetti meno labili, casuali e caduchi di questa forma espressiva V. Colonnese Benni Scriveva Gian Piero Brunetta ne1 1993: Il cinema e i film sono fonti primarie per la ncostruzione della storia e degli ultimi cedanni L'uomo del XX sec010 ha fasciato sullo schermo, e disperso in una miriade di altri luoghi i hmnenti visbili e spesso invisiiili di un'autobiogda. [.. .] Gli storici per decenni si sono Sutati di prendeme atto, nia ormai da quiche anno la battaglia [...] su questo fkonte si pu^ dire vinta' misura addinmua sorpreadente - anche, e forse soprattutto, quando si guarda oltre i confini italiani - Dante Alighieri Forse perché, corne dice Brunetta: Il cinema è il punto di confïueaza e traduzione di tutti i mondi letterari e delio spettacob anterion e paralieli. Lo schenno diventa, dall'indomrini della sua nascita, una sorta di calderone alchemico nef quale il raggio luminoso trasforma tutte le materie e le fome ereditate dalla poesia, dalla pimira, da1 teatro, dall'iiiustrazione popolare, dalia letteratura [. .. ] .' Ma forse anche per motivi meno generali e tali da rendere i contenuti dell'opera di Dante più idonei alla loro trasposkione in immagini in movirnento di vario genere e qualità, destinate a pubblici diversi con le più diverse inte~oni. Giustamente Aldo Bernacdini coasidera l'lnferno il primo "capokvoro" del cinema italiano: m'opera maestra che apri' dawero nuovi orizzonti ai cineasti di tutto ii mondo.' Se cosi' è stato - e vedremo ne1 secondo capitolo che non c'è motivo di dubitarne - si è trattato solo di uno dei tanti casi di "confluenza e traduzione" di un mondo letterario neil'oceano delle immagini in movimento (uflicialmente presentate al pubblico a partire da quelle dei fkateih Lumière il 28 dicembte 1895 ) O ci troviamo di konte a un fenomeno più specifico e ricco di impiicazioni solo psuziah~enteinciagate e rivelate, tutt'altro che destinato a esaurirsi? V. Colonnese Benni 3 Prendiamo il caso di un film che sernbra quasi aver timore di pubblicizzare questa "confluema e traduzïone" pur awenuta in maniera massiccia. Whar Dreams May Come. Entrato in circolazione negli Stati Uniti il 2 ottobre 1998, questo film con Robin Williams è infatti un esempio tipico di quello che Dante Alighieri e la <~ornmediahanno forse appena cominciato a esprimere nell'universo del cinema piu moderno, forse post-modern0 potremmo dire. In IYhar Lkeams may corne gli effetti speciali digitali e di realtà virtuale, presenti in più di 200 sequenze, realizzano infatti in maniera straordinaria quello che il cinerna precedente (e prima ancora la mente nuda dell'uomo non cinematografico) aveva tentato di immaginare e rappresentare senza disporre degli straordinari stmmenti messi a disposizione dalla piuà recente tecnologia dell' immagine. In una delle recensioni più attente pubblicate dalla rivista specializzata "24 Frames per Secor~d'~il critico Chris A. Bolton - che, pur ndotto all'essenza, necessita di un'ampia citazione - afferma tra I'altro: Most movies dealing with the supernatural tend to be formulait and wildly predictable. Rarely do they convice us that we are dealing with anything truly supernaturai[.. .]. Whar Dreams Mrry Come presents one of the more interesting versions of the afterlife I've seen[...]. The TV ads make WhDreams May Come look like another Ghost, with a spirit seeking out his gneving lover, but the film is much more complicated than that. In order to exist peacefiiily in this afierlife, Chris has to pass several stages of acceptance and forgiveness[ ...]. This makes for a very colorfùl journey. Whar Dreams May Come is a compelling personal drama on a beautifid epic scale. Heaven isn't simply a fog-bank of clouds with angels strumming harps (how divine an etemity would that be?!), but rather a boldiy realized visuai extravaganza that looks and feels exhilaratingl ...]. There is no doubt that the visual effects for Whar Dreams May Come are astounding and visionary. But unlike many other visually extravagant films, there is a strong
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