L’ITINERARIO DELL’ADDA 1 MUSICA NEL VENTO L’itinerario dell’Adda

SOMMARIO

Musica nel Vento 6 Musica nel Vento in pratica 8 L’itinerario dell’Adda 9 Da Cassano d’Adda a Lodi 10 Da Lodi a 30 Da Pizzighettone a 50

Le Sorelle Brambilla 11 La Geradadda 14 La gallinella d’acqua 20 I valori del parco Adda Sud 22 Terra costruita 23 Lodi in musica 26 La musica della natura 1 35 Una Strada Regina 36 I canti della Merla 37 Le armonie di un fiume 38-39 Le cascine e i poderi 42 La musica della natura 2 47 Francesco I 48 Tano Belloni 49 Cremona in musica 55

Mappa 1 - Da Cassano d’Adda a Rivolta d’Adda 13 Mappa 2 - Da Rivolta d’Adda a Spino d’Adda 19 Mappa 3 - Da Spino d’Adda a Lodi 21 Mappa 4 - Da Lodi a Credera-Rubbiano 30-31 Mappa 5 - Da Credera-Rubbiano a 33 Mappa 6 - Da Gombito a Pizzighettone 43 Mappa 7 - Da Pizzighettone a Crotta d’Adda 51 Mappa 8 - Da Crotta d’Adda a Cremona 52-53

2 3 MUSICA NEL VENTO - L’itinerario dell’Adda Testi, foto e acquerelli di Albano Marcarini.

Questa guida, la seconda di una serie di tre, è stata redatta nell’ambito del progetto ‘Brezza 2’ di Fondazio- ne Cariplo mirante alla realizzazione di connessioni con la Ciclovia VenTo attraverso la pianura lombarda. Musica nel Vento è il primo itinerario ciclo-musicale d’Italia. A questa guida sono associate un’applica- zione con files audio, scaricabile dal web, e una carta a scala 1:50.000 reperibile presso gli uffici turistici del territorio.

Prima edizione, 2020. Distribuzione gratuita. Vietata la vendita. È vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell’autore. Hanno collaborato ai testi Cesare Della Pietà (La musica della natura), Gianluigi Piccinelli (Cremona in musica). Si ringrazia per la collaborazione il Comitato Tecnico di Musica nel Vento. Cartografia (1:50.000): Ingenia, Seriate. Il logo ‘Musica nel vento’ è di Marisa Carimati.

Fonti iconografiche non dell’autore: pag. 11, Wikipedia, Peter Geymayer; pag. 15a, coll. privata; pag. 24, Wikipedia; pag. 26, Accademia Gerundia; pag. 26-27, Accademia di musica e danza Gaffurio; pag. 27c; pag. 29, Wikipedia; pag. 35 e 47, Cesare Della Pietà; pag. 48 e 49, Wikipedia; pag. 55, Wikipedia; pag. 56, Christian Chiodelli; pag. 57-58; Giovanni Tagini; pag. 59, Mino Boiocchi.

L’itinerario dell’Adda si sviluppa su piste ciclabili e su strade a traffico promiscuo. Pur avendo posto la massima cura nella descrizione e raffigurazione del percorso, non si esclude che nel tempo esso possa subire modifiche o interruzioni. L’autore declina ogni responsabilità per danni e incidenti di qualsivoglia natura che potrebbero derivare, o in cui potrebbero incorrere, persone mezzi e cose durante l’utilizzo di questa guida.

4 5 La musica accompagna ogni giorno la nostra vita, consapevolmente o rio fra l’Adda e il Serio, fra la Bergamasca, il Cremasco e il Cremonese, meno. La si ascolta per evadere o isolarsi quando si affrontano i me- nel cuore della pianura lombarda. Si vuole che la mobilità quieta della nages quotidiani. La si subisce, a volte, nei ristoranti e nei bar come bicicletta aiuti a recuperare non solo il senso dei luoghi e del paesag- se fosse un optional compreso nel prezzo. La si scarica e la si compra gio, ma anche una dimensione culturale che la musica consente, con come un qualsiasi oggetto di consumo. Vi si partecipa ‘live’ nei grandi la sua immediata forma espressiva. Da una parte dunque la riscoperta eventi, in una sorta di ordalia collettiva. del patrimonio musicale che, a partire da Cremona e da Bergamo, si Nel nostro Paese la quasi totale mancanza di educazione musicale, a è diffuso e ha permeato di sé il territorio attraverso autori classici, partire dalle scuole dell’obbligo, ha condotto ad un uso/abuso distorto interpreti, strumentisti, artigiani liutai ecc. E dall’altra la natura stes- della musica e occorre un ripensamento per una maggiore consapevo- sa come interprete musicale, ovvero come fonte inesauribile di suoni lezza poiché la musica, in tutte le sue declinazioni, è arte, linguaggio, e richiami che, nel convulso ambiente cittadino, abbiamo da tempo cultura. La musica, chiariscono i vocabolari, è l’arte e la scienza dell’or- dimenticato. Per raggiungere questo obiettivo attraverseremo tutta la ganizzazione dei suoni, dei rumori e dei silenzi nel corso del tempo e pianura lombarda, da nord a sud, seguendo il solco del fiume Serio, del nello spazio. Insomma qualcosa di più di un semplice passatempo. fiume Adda e dei navigli cremonesi, unendo così non solo idealmente Questa guida fa parte del progetto ‘Musica nel Vento’, un progetto che la Bergamo di Gaetano Donizetti con la Cremona di Antonio Stradi- eleva la musica a testo guida di un itinerario ciclo-turistico nel territo- vari. Seguiteci allora!

6 7 Musica nel Vento in pratica ritorno a casa. nei boschi non uscire dalle strade o dalle Si pedala in prevalenza su fondo naturale o piste battute. • Non disperdere rifiuti e non Musica nel Vento è un itinerario ciclo-mu- stabilizzato, quindi sono consigliabili biciclet- produrre rumori molesti. • Pedalare in tran- sicale che attraversa la pianura fra l’Adda e te robuste o mountain-bike. Le e-bike, visto quillità, senza spaventare o recare pericolo l’Oglio nelle province di Bergamo e di Cremo- l’andamento pianeggiante, possono essere agli animali. na. Anzi, due. No, addirittura tre: l’itinerario un lusso evitabile, almeno da chi si sente Se avete informazioni aggiornate, consigli o del Serio, di 57.9 km, da Seriate a , giovane. Non mancano alcuni tratti ‘critici’, critiche potete rivolgervi a info@pianurada- lungo il fiume Serio; l’itinerario dei canali e vale a dire sconnessi, fangosi o polverosi, ma scoprire.it o a [email protected] dei navigli, di 60 km, da Crema a Cremona; sono una piccola percentuale sulle distanze l’itinerario dell’Adda, di 105 km, da Cassa- complessive. Circa il 25% di Musica nel L’itinerario dell’Adda no d’Adda a Cremona seguendo la sponda Vento si copre su asfalto. sinistra dell’Adda. Sul tracciato, nei parchi si trovano aree di Lombardia, provincie di Bergamo, Lodi, Cre- In prevalenza si percorrono piste o percorsi sosta attrezzate con panchine, tavoli per pic- mona, Milano. ciclabili protetti poiché siamo quasi sempre nic. Ma non si deve trascurare la tentazione Itinerario ciclabile in parte su piste pro- all’interno di aree naturali protette: il Parco di un buon pranzo in trattoria. Siamo nel tette, in parte su strade secondarie a uso del Serio o il Parco Adda Sud. Le diramazioni cuore, o meglio, nello stomaco della buona e promiscuo. Percorre la valle di pianura del consigliate verso i centri d’interesse sono sostanziosa gastronomia lombarda fra tortelli fiume Adda, lungo la sua sponda idrografica talvolta su strade aperte al traffico, sebbene cremaschi, casoncelli, polente, carni e salumi sinistra. secondarie. Lungo il percorso, che sta per prelibati, tutto carburante per i muscoli. Nella Lunghezza: 105.3 km. essere segnalato da frecce di colore marrone, guida sono indicati gli indirizzi dove mangiare Punto di partenza: stazione Fs di Cassano a seguire. si toccheranno luoghi (case natale, teatri, e dormire lungo o nei pressi dell’itinerario. d’Adda (Mi). Si raggiunge da Milano/Passan- Meccanici e assistenza: ben distribuiti negli chiese, musei ecc.) legati alla tradizione mu- Questa guida è fatta per essere letta in modo te con la linea suburbana per Treviglio. abitati in prossimità dell’itinerario, sono sicale del territorio. Questa guida identifica pratico. Sulle colonne, sul lato esterno delle Punto di arrivo: Cremona. Da cui si fa ritorno segnalati nelle pagine a seguire. e descrive i luoghi fornendo informazioni e pagine, troverete la descrizione del percorso in treno a Milano. Indirizzi utili. Per gli orari dei treni vedi http:// digressioni anche su altri aspetti interessanti: secondo le progressive chilometriche. Nelle Segnaletica: pannelli segnaletici ‘Musica nel www.trenord.it - FIAB. (Federazione Italiana dalla natura alle vicende storiche, dalle forme più larghe colonne, verso l’interno delle Vento’ e del Parco Adda Sud. Amici della Bicicletta) del Cremasco, www. del paesaggio ai monumenti. pagine, troverete gli approfondimenti sulle Sicurezza: itinerario in parte separato dalla fiabcremasco.it – Ciclodi FIAB, Via Lodi Vec- Musica nel Vento si collega al progetto attrattive di interesse. La numerazione di viabilità ordinaria; qualche tratto dissestato; chio 7, 331.4410127. www.fiablodi.it - FIAB VenTo del Politecnico di Milano, la ciclovia queste appare sulle colonne e sulle cartine attenzione agli incroci con le strade a traffico Biciclettando Cremona, Via Cesare Speciano che collega Venezia a Torino lungo l’asta del che accompagnano la guida, in modo da veicolare. 2, 0372.30066, fiabcremona.it fiume Po e ne diverrà col tempo una delle sue avere delle ricorrenze immediate. Pavimentazione: in gran parte su fondo ster- Uffici turistici: Ufficio Informazioni e assi- più significative diramazioni o vie d’accesso. Musica nel Vento possiede un sito web e rato o stabilizzato; su asfalto negli abitati. stenza turistica Lodi, p.za Broletto 1, Lodi, Il senso di marcia va da nord a sud e da ovest un’app dedicata dove è possibile seguire il Altimetria: pianeggiante. 0371.4041, www.turismolodi.it – Cremona verso est seguendo la corrente dell’Adda con percorso, sapere dei punti d’interesse, trovare Mezzo consigliato: bicicletta da turismo con Infopoint, Piazza del Comune, 5, Cremona, una quasi inavvertibile discesa. un ristorante o un alloggio, ascoltare brani battistrada rinforzato, mountain-bike, gravel. 0372.407081 – 0372.407493, www.turismo- L’itinerario dell’Adda si può coprire in due musicali secondo una compilation preparata Il momento migliore: sempre, salvo i giorni di cremona.it - Pianura da Scoprire, piazzale giorni, magari pernottando in un agriturismo apposta per questo itinerario. Infine, una gelo e in estate le ore calde della giornata. Mazzini 2 c/o Bicistazione (stazione Treviglio o in un B&B, oppure si può spezzare in tappe raccomandazione che potrebbe sembrare Noleggio bici: i servizi di noleggio bici sono Ovest), 0363.301452, www.pianuradasco- ancora più brevi da consumare in una gior- superflua ma che occorre sottolineare. Per quasi inesistenti e la linearità del percorso, prire.it nata seguendo le proposte di questa guida. quanto molto antropizzato, l’ambiente in cui che non prevede ritorno allo stesso punto di Internet: www.musicanelvento.com Ognuna di esse parte e arriva a una stazione ci troviamo è protetto e richiede al ciclista partenza, consiglia di utilizzare la propria bici. Traccia gps disponibile su richiesta a info@ ferroviaria di modo che anche dalle grandi di adottare un codice di comportamento nei Dove mangiare. Quasi ovunque, a poca pianuradascoprire.it oppure a info@guide- città (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona) confronti degli animali e delle piante, fatto di distanza dall’itinerario, lungo le strade più dautore.it si possa, con qualche acrobazia, constatato poche, semplici regole. trafficate e nei paesi si trovano ristoranti e il basso livello del servizio Treno+Bici, fare • Non attraversare campi coltivati o prati, trattorie. Molte sono segnalate nelle pagine

8 9 Da Cassano d’Adda a Lodi. Da Cassano d’Adda a Lodi 44, Lodi, 335.1700577; B&B Le Sorelle Brambilla La Gallina, Via Lago d’Iseo 28, Distanza: 32 km. Lodi, 345.1167192; Dislivello (in discesa): 43 m. 1. Cassano d’Adda «Famiglia di cantanti; cinque sorelle di Cassano d’Adda: Assistenza bici: Cicli Maro, Punto di partenza: stazione FS Si trova ridossato al fiume, sopra una lieve soglia, inter- Marietta (n. 1807 - m. Milano 1875) e Giuseppina (n. Via A.Grandi 3c, Cassano di Cassano d’Adda (linea subur- pretando un’originaria difesa del ‘passo dell’Adda’ lungo 1819 - m. Milano 1903), contralti; Teresa (n. 1813 - m. d’Adda, 0363.220253; Gastone bana Milano-Treviglio). la strada diretta a Treviglio e nel Bresciano. Per questa Milano 1895), soprano, Annetta e Laura, di minor fama. Cicli, Via Acquedotto 3/5, lodi, Punto di arrivo: Lodi. ragione fu teatro di fatti d’arme: nel 1158 fra il Barbaros- Anche la loro nipote Teresina (Cassano d’Adda 1845 0371.67052; Dilie Biciclette, P.le Condizioni del percorso: percor- Fiume 1, Lodi, 0371420619. sa e i Milanesi; nel 1259 fra la Lega, capeggiata dai guelfi – Vercelli 1921) fu cantante, e sposò (1874) Amilcare so ciclabile su strade campestri, Ponchielli.» Così recita in estrema sintesi l’Enciclopedia milanesi, e Ezzelino III da Romano che vi restò mortal- forestali; tratti di pista ciclabile; Treccani, perché in quella famiglia cantavano proprio tut- Info: Ufficio Informazioni e assistenza turistica Lodi, p.za brevi tratti su viabilità promi- mente ferito; nel 1705 fra i francesi del duca di Vendô- ti, forse anche i domestici, la cuoca e gli animali di casa. scua. Broletto 1, Lodi, 0371.4041, me, vincitori, e gli imperiali guidati da Eugenio di Savoia; Marietta, la primogenita (nella foto sotto), fu un con- nel 1799 infine, fra i Francesi e le truppe austro-russe www.turismolodi.it - Parco La buona tavola: Locanda I tralto, conteso dai migliori compositori del primo ‘800. Adda Sud, Via Dalmazia 10, Satiri, Via Carducci 1, Cassano al comando di Suvarov, che vi riportò la vittoria. La vi- Donizetti e Rossini avevano di lei una stima immensa al Lodi, 0371.411129, www.parco- d’Adda, 0363.63688, ristoran- cenda con il Barbarossa ebbe un tragico epilogo per punto da confezionarle ruoli su misura o preferendola a addasud.it telocandaisatiri.com; Il Fagus, gli Imperiali: vedendosi aperta la via, dopo il ritiro dei colleghe già note al pubblico. Tenne sulle scene il ruolo Via Rivolta, Cassano d’Adda, Milanesi, essi si accalcarono sul ponte dell’Adda, fatto di Arsace, in Semiramide, per circa vent’anni. «Al duetto Km 0, alt. 134. Stazione FS di 0363.564812, ristoranteilfagus. di precarie assi di legno. A causa del peso la struttura con Semiramide – scrissero i giornali dell’epoca - l’entu- Cassano d’Adda. ‘Musica nel com; Trattoria dei Caccia- Vento’ - Itinerario dell’Adda cedette e centinaia di soldati con i loro cavalli furono siasmo giunse a tanto che perfino le signore non sapendo tori, Strada per Cassano 5, in qual modo esprimerlo, facevano dalle logge sventolare prende il via dalla stazione FS travolti dalle acque. di Cassano d’Adda. posta a Rivolta d’Adda, 0363.78258; fazzoletti e sciarpe, e colla voce e colla mano applaudi- Trattoria del Vecchio Pon- L’etimologia di Cassano è stravagante: per alcuni signi- qualche centinaio di metri dal vano e dimostravano l’ammirazione all’esimia artista che te, V.le Vecchio Ponte 23, centro storico. Volendo prima ficherebbe ‘casa sana’; per altri ‘chazan’ (magazzino) le aveva cotanto commosse e trasportate». Seguirono le Rivolta d’Adda, 0363.78244; perché qui, durante le guerre puniche, i Cartaginesi, fieri visitarlo occorre raggiungere Il Carnivoro, Strada Provincia- orme della sorella maggiore, Teresa, interprete di Gilda il ponte stradale e utilizzare le le ex SS 415, 5, Ponte Adda, nemici dei Romani, avevano un deposito di vettovaglie; nel Rigoletto, Giuseppina e poi Annetta e Laura. Non fu piste ciclabili cittadine (Via Di Spino d’Adda, 0373.966516; per altri ancora vorrebbe dire ‘tre case’. Fra le tante spie- da meno il fratello Roberto. Il ‘contagio’ colpì infine la Vona) fino a incrociare l’asse di Agriturismo Cascina Fornace, gazioni quest’ultima ha avuto più fortuna e oggi tre pic- nipote Teresina, interprete di Gioconda e, soprattutto, Via Vittorio Veneto. Qui, vol- Spino d’Adda, 0373.965939; cole casette campeggiano sullo stemma cittadino. Altri diletta moglie del compositore cremonese Amilcare Pon- gendo a destra, si raggiungono i Antica Osteria La Matta, studiosi pensano che Cassano derivi dal nome gentilizio chielli. Della singolare vicenda di questa famiglia si può principali monumenti cittadini. Via Umberto I 28a, Boffalora leggere in A. Cernuschi, Marietta Brambilla. Una storia Se si vuole invece iniziare l’itinerario senza transitare per d’Adda, 0371.60378; L’Orteria cassanese, reperibile alla locale Proloco. Osteria Vegana, Via X maggio sIl Castello di Cassano d’Adda affacciato al Canale della Muzza. Cassano si utilizza, a fianco 1, Lodi, 370.3161099; Osteria dell’edificio della stazione, la del mercato, Via G. Strepponi 3, passerella metallica appoggiata Lodi, 0371.1905279; Ristorante alla ferrovia che consente a Isola Caprera, Via Isola Caprera pedoni e ciclisti di superare il 14, lodi, 0371.421316. Canale della Muzza e l’Adda, uscendo sulla strada provin- Il buon riposo: Agriturismo ciale (SP 45) che si impegna a Le Monache, C.ne Monache, destra, sottopassando ferrovie e Rivolta d’Adda, 0363.78708; autostrade (traffico veloce, pru- Adda Hotel, Strada Provinciale denza!). Seguendo le indicazio- ex SS 415, km 18, Ponte Adda, ni per Rivolta d’Adda si entra, Spino d’Adda, 0373.980401. dopo circa 500 m, in provincia addahotel.it; B&B Aria di di Cremona. Pochi metri dopo Campagna, Via Felice Cavallotti il cartello indicatore si prende a

10 11 romano di ‘Cassius’. Noi propendiamo per questa ver- destra uno stradello sterrato sione. annunciato da una sbarra Piazza Garibaldi è lo spazio che separa il nucleo del ca- metallica superabile. Attraversato un lembo di stello (a destra) dall’abitato. Al margine della piazza campagna, lungo un sentiero transita la ‘strada nazionale per Treviglio’ che, verso de- pedalabile, si giunge a ridosso stra, scende al ponte sul fiume, storico passaggio verso dell’Adda seguendo l’ampio la Bergamasca, a sinistra, conduce invece alla Parroc- arco che il fiume compie. Il se- chiale e alla villa Borromeo, già d’Adda, eretta nella pri- gnavia ‘Lodi’ affisso su grossi pietroni assicura la direzione ma metà del Settecento su disegni di Francesco Croce e esatta. Si mantiene la sponda riformata dopo il 1781 da Giuseppe Piermarini, nomi di sLa passerella di Cassano del fiume, assecondando le anse. Verso campagna si che permette di superare la tutto rispetto dell’architettura lombarda. aggira lo specchio d’acqua Muzza e l’Adda partendo dalla Il caseggiato del castello fu in origine un ricetto, vale a dire un rifugio murato, usato in caso di pericolo dalla di una cava di sabbia. Qui il stazione FS. tracciato si allarga, sempre su popolazione. Fu voluto nel 1278 da Ottone Visconti fondo in terra battuta. sQui sotto, una mappa di come appendice del castello vero e proprio. Quest’ulti- Cassano d’Adda nei rilievi mo si erge sul fondo di piazza Cavour, ed è un’opera stra- Km 6, alt. 106. Sottopasso austriaci del 1829 in cui si tificata nei secoli. Se ne ha notizia a partire dal Mille, ri- alla Strada Rivoltana. osservano l’ampio parco maneggiata e ampliata fra i sec. XIII e XV e specie dopo della villa Borromeo e il Km 6.2, alt. 103. Ponte Vec- ponte sull’Adda. In basso una il 1451 sotto la direzione di Bartolomeo Gadio, ingegnere chio di Rivolta. Dalla vicina guarnigione supera l’Adda a militare di Francesco Sforza. Si assegna a questa data la omonima trattoria (a sinistra) Cassano su una passerella; struttura muraria ridossata al fiume (da cui si gode la ci si può dirigere verso il cen- sullo sfondo il ponte distrutto. visuale migliore), mentre il cortile e il corpo occidenta- tro storico di Rivolta, deviazio- ne consigliata. In alternativa si Il ‘passo’ di Cassano è sempre le rimandano a un intervento visconteo contraddistinto continua lungo fiume. stato di grande importanza dalle arcate a sesto acuto. Il fortilizio difendeva il Mila- nelle strategie belliche di ogni nese di fronte al territorio veneto, e per questo era sog- tempo. getto a particolari attenzioni.

2. Cassano oltre l’Adda Tutta questa fascia fluviale, fino al XIX secolo, era fitta- mente boscata. Si ricordano il Bosco Fisarola e il Bosco Seriolo, rispettivamente a nord e a sud della Cascina Se- riole. Sono praticamente scomparsi, erosi dal fiume du- rante le alluvioni o tagliati per far posto alle campagne. Km 7.4, alt. 101. Rivolta Sopra la cascina sgorga un importante fontanile che d’Adda. Si esce da Rivolta se- fornisce acqua alla parallela Roggia Rivoltana, la quale guendo l’asse urbano rivolto a mezzogiorno (Via M. Ceresa) sottopassando la porta che cingeva, con le mura, il borgo antico. Poco oltre, ponendo a destra su Via Petrarca, si attraversa la periferia residen- ziale per avvicinarsi ai boschi

12 13 a sua volta origina dall’Adda presso l’osteria Cantarana, La Geradadda dirimpetto al castello di Cassano. La sua esistenza risale al XVI sec. o anche prima. Questi campi fanno da confi- La cosiddetta regione delle ‘gere’ è di storico campagna padana, dove prevalgono i prati a assetto poiché vi si leggono i primitivi cor- dispetto dell’onnipresente coltura del mais; ne fra il Milanese (comune di Cassano d’Adda), che cu- si fluviali dell’Adda – i ‘paleoalvei’ - e i loro dove i corsi d’acqua seguono deflussi antichi riosamente qui, ed è l’unico caso, si spinge oltre Adda, e depositi di sedimenti fini e sabbiosi. Ci sono e dove altri canali e rivi, scavati dall’uomo, ta- la provincia di Cremona. In termini naturalistici è anche aspetti di paesaggio diversi sulla sponda che gliano in linee rette il territorio confondendosi il limite fra il Parco Adda nord e il parco Adda sud. seguiremo da Cassano a Lodi all’interno del con le strade, specie con le più antiche che ri- Parco Adda Sud. «Forme di cupole e campani- spettano gli orientamenti da villaggio a villag- 3. Il ponte di Rivolta d’Adda li di chiese stagliansi sull’orizzonte - scrisse un gio, da cascina a cascina. È anche un territorio Il ponte è scomparso, ma se ne riconoscono le pile e la osservatore d’inizio Novecento - e ci dicono di guerre e guerrieri, di casate nobili sorte dal traccia, dove l’Adda forma un salto d’acqua. Fu realizza- che all’ombra di essi si adagian villaggi. E sono nulla o quasi, elette a governare feudi, come to con 16 archi in cemento nel 1867 su una lunghezza di i ‘capitani’ d’Arzago. La Geradadda, dicono molti; e taluni cintati da mura, quasi fossero 163 metri. Dopo pochi anni diede segni di cedimento, fu piccole fortezze. Abitano in essi i discenden- le cronache, fu il campo d’esercizio di tutti i ti di quegli operosissimi coloni che utilizzan- capitani di ventura e condottieri dal principio abbattuto e sostituito da una passerella metallica. Fino do sapientemente le risorse del sito, quali le del XV fino al XVIII secolo, sugli incerti confini alla prima metà del XIX sec. esisteva un traghetto poco scaturigini di copiosissime acque ed i declivi fra Milano e la Repubblica di S.Marco, sotto le più a monte. del terreno, scavandovi canali irrigui, adat- mire di Francia, Spagna, Austria. Tutto il terri- La Rivoltana era un’importante via di comunicazione tandone i corsi, infrenando quelli dei deflus- torio attraversato dall’itinerario fu teatro, nel da Milano verso la Geradadda. L’attraversamento non si naturali a carattere torrentizio, con opera 1509, del conflitto fra Francesi e Repubblica di era facile poiché bisogna considerare che, in passato, la intelligente ed assidua, fecero di una plaga Venezia, quest’ultima ambiziosa di invadere il portata del fiume era maggiore. Si ha notizia di ponti fin sIn alto, il vecchio ponte di Ri- nella quale la sterilità d’appezzamenti aridi e Milanese al di là dell’Adda, conflitto che si ri- dall’inizio del XIII sec. ma fatti in legno e regolarmente volta d’Adda in una cartolina sassosi alternavasi coll’acquitrino triste ed in- solse con la sconfitta veneziana nella battaglia distrutti dopo ogni piena. Dal 1440, da quando la Gera- d’epoca. Qui sopra, i ruderi sidioso, un vastissimo podere». In effetti è una di che sancì la fine dell’espansione dadda divenne terra veneziana, il fiume fu anche confi- oggi. Qui sotto una barca di bella esplorazione della parte autentica della della Repubblica in terraferma. ne con lo Stato di Milano e il ponte di Rivolta fu obiet- pescatori sul fiume. tivo strategico, distrutto e ricostruito. D’altra parte era il mezzo mediante il quale sciamavano rovinosamente gli eserciti nemici: nel 1509 al preludio della battaglia di Agnadello; nel 1521 con le soldataglie del generale Lau- trec; nel 1527 con i tremendi Lanzichenecchi; nel 1705 con Eugenio di Savoia e con il duca di Vendôme. Tutte milizie che avevano come obiettivo primario la razzìa di Rivolta d’Adda e delle sue fertili campagne.

4. Rivolta d’Adda Rilevante località, di ben disegnato impianto urbanistico (possedeva mura e fossato in forma anulare), compo- sto attorno al nucleo della basilica romanica di S. Maria e S. Sigismondo con la bella piazza Vittorio Emanuele II. La rilevanza dipese dal già citato frequentato ‘passo’ sull’Adda, comunicante con Milano. L’influenza del ca- poluogo lombardo ebbe origine già nel 1030. La chie-

14 15 sa fu iniziata in quel periodo e completata nel XII sec. sNella pagina accanto, la Nei modi essa si avvicina alla basilica di S.Ambrogio a parte absidale e il campanile Milano, nonostante i rifacimenti, piuttosto arbitrari, ef- della basilica di S.Maria e S. fettuati durante i restauri del 1906 (ne offre esempio il Sigismondo, a Rivolta d’Adda. falso nartece in facciata). La somiglianza deriva anche Qui sotto, uno scorcio di Rivolta d’Adda; e, il Bosco del dal fatto che il nipote del vescovo ambrosiano Ariberto Diavolo. Alcuni boschi hanno d’Intimiano, rifondatore della basilica milanese, era allo- denominazioni inquietanti che ra feudatario di Rivolta. le specie infestanti rendono Imponente e di bella evidenza la torre campanaria, così ancor più vere. sotto, il bacino come le tre absidi con il loro originario paramento a spi- di carico della presa in Adda. na di pesce. Da ammirare, all’interno, i capitelli figurati dei pilastri reggenti la navata e nel coro, un vero bestia- rio medievale : larve animali, sirene a due code serpenti allattanti seni femminili, simboli pagani e orientaleg- gianti. L’affresco con l’Ultima Cena, della fine del XIII secolo, nella zona del coro riporta a più miti e accomo- danti soggetti. Da non trascurare, nella fronteggiante chiesetta gotica quattrocentesca di S. Maria Immacolata, gli affreschi attribuiti variamente a Bernardino Zenale o Martino Piazza. Li accomuna l’essere stati entrambi allievi di Le- onardo. I milanesi conti Celesia possedevano a Rivolta terre e case trascorrendo nel XVI secolo l’intera buona stagione. La dimora principale resta oggi il palazzo con il loro nome, recentemente e debitamente restaurato dopo un lungo abbandono.

5. Il Bosco del Diavolo e il Bosco dell’Ospedale Qui l’Adda, ormai emerso dalla sua valle mediana, di- vaga sul suo letto di ghiaie e inizia a formare lunghi isolotti. La sponda è arricchita da frange boscose che fanno da tramite fra l’alveo e la circostante campagna. Si procede a lungo in questo ambiente. Anche qui erano presenti fino a 150 anni fa boschi molto fitti ed estesi. Si ricordano nelle mappe il famigerato Bosco del Dia- volo e il più rassicurante Bosco dell’Ospedale. Le stesse cascine che si notano dal percorso, come le due Nice- do – superiore e inferiore - sono di epoca più recente rispetto a quelle più lontane dall’alveo dell’Adda. Boschi, incolti e acquitrini sono stati ricondotti a bonifica agri- cola solo in un periodo relativamente recente.

16 17 certa distanza dal fiume. A un tratto ci si insinua in una lingua di terra rialzata che divide il letto del fiume da uno specchio d’acqua, residuo di un ramo abbandonato.

Km 18.6, alt. 88. Sottopasso alla ex-SS 415 ‘Paullese’ al ponte di Bisnate. In passato qui vi era un ‘passo’, ovvero un traghetto, essendo questa la principale strada fra Milano e Cremona. Si notano anche i resti del ponte del 1896, poi sostituito da quello del 1983. Si procede lungo lo stradello in sponda sinistra Adda. Nelle vicinanze della Ca’ Nuova, un cascinale a sinistra dell’itinerario, si intercetta l’antica direttrice trasversale della Strada Pandina, compiuta da Bernabò Visconti fra il 1350 sL’opera di presa del Canale e il 1370, al fine di collegare i Marzano/Vacchelli. 6. L’opera di derivazione del Canale Marzano castelli di e Melegnano. La strada, perfettamente retti- dell’Adda. Si rientra nel Parco Si tratta di un importante elemento della rete irrigua cremonese, attivato nel lontano 1892 in un periodo in linea per 18 km, assecondava il naturale Adda Sud, seguendo, desiderio del Signore di Milano dopo aver superato l’accesso cui la ‘rivoluzione agraria’ con l’introduzione di nuove di raggiungere rapidamente le all’azienda agricola Cascina tecniche di coltivazione necessitava di un consistente tenute di caccia oltre Adda. Non Zita, lo stradello ciclabile in aumento della pratica irrigua. Le antiche rogge, scavate si conosce in che modo superas- sponda sinistra del fiume. Ora, se l’Adda: se con un ponte, un per lungo tratto, si rispettano nei secoli precedenti, non erano più sufficienti a garanti- re un costante afflusso d’acqua e fu necessario pensare guado o un traghetto. le indicazioni per ‘Lodi’ anche Ai boschi si alternano distese di quando il percorso si allontana a grandi canali, derivati dai fiumi, che per decine di chi- prati cespugliati lasciati al mar- dal fiume per un lungo rettifilo. lometri potessero garantire cospicui apporti. gine del greto del fiume. Al km Non è raro intravedere alcuni La principale derivazione dall’Adda fu individuata pres- 22.6 si entra nella Provincia di cerbiatti reintrodotti nel Parco. so Marzano secondo un disegno di massima funziona- Lodi. Si procede per alcuni chilo- lità considerato il territorio cremonese e la maglia dei metri sulla sponda del fiume per Km 15.7, alt. 87. Bocche del poi deviare nella campagna e Canale Marzano. Si utilizza il canali e delle rogge già esistenti. Nonostante la rapidità raggiungere Boffalora d’Adda. ponte in fregio all’opera di presa nei lavori – il relativo Consorzio fu istituito nel 1883, i e si supera il canale. Verso lavori iniziati nel 1887 e consegnati cinque anni dopo Km 27, alt. 77. Boffalora sinistra si diparte l’itinerario d’Adda. Si esce dall’abitato (Via ciclabile ‘Vacchelli’, diretto a – non pochi furono gli ostacoli soprattutto da parte di proprietari fondiari, in aria di esproprio, che non volle- S.Martino) in direzione di Lodi Crema e Cremona. Il nostro intercettando la pista ciclabile itinerario prosegue sempre lun- ro comprendere l’importanza complessiva dell’opera. Il che segue la SP 25 che senza go la sinistra dell’Adda, a una canale, alla fine, misurò 37 chilometri con una portata

18 19 La gallinella d’acqua interruzioni ci porterà al ponte sull’Adda, al cospetto del È timidissima. Basta nulla per farla nascon- gallinella d’acqua è la più ubiquitaria fra gli centro storico di Lodi. Il ponte dere nel suo nido fra le piante acquatiche uccelli palustri della Pianura Padana. La si è ricordato spesso nelle inci- lungo le rogge. Ma è facile distinguerla per trova dappertutto grazie alla sua facilità di sioni che celebrano le imprese via del piumaggio scuro e per il becco dai adattamento: bastano un po’ d’acqua e un di Napoleone per via dello vivaci colori giallo e rosso. Anzì proprio la canneto. Talvolta la si vede inquieta mentre scontro vittorioso contro gli placca frontale la distingue dalla cugina s’azzuffa con qualche compagna inseguen- Austriaci del 10 maggio 1796. folaga, che la possiede bianca. Quando si dosi sull’acqua e colpendosi con le zampe. Km 32, alt. 69. Lodi. sente sicura la gallinella mostra la sua ele- È una questione di dominio per la conquista ganza di nuotatrice. Si muove ondeggiando del nido al punto che spesso è facile trovare la testa in avanti per aiutare la spinta delle le uova di due femmine nello stesso nido. zampe non palmate. Le lun- ghe dita le permettono però di camminare sicura sulle erbe galleggianti sollevando la coda fino a mostrare una chiazza biancastra. Di not- te, rassicurata dall’oscurità, è in piena attività emetten- do un incredibile reperto- rio di canti e grida. Fra le sue altre qualità, quella di sommozzatrice è fra le più apprezzate: riesce a stare sott’acqua fino a un minuto, alla ricerca d’insetti, piccoli crostacei, molluschi ecc. La

di 38.5 mc d’acqua al secondo potendo irrigare ben 80 mila ettari di territorio. Per l’impegno profuso nella fase realizzativa si decise di intitolare l’opera al senatore Pie- tro Vacchelli. L’edificio più importante, sotto il profilo architettonico, è costituito dalle chiuse di regolazione, accanto alle quali transita il nostro itinerario. Il corpo di fabbrica in lateri- zio si erge con sette diaframmi che ripartiscono le otto bocche dell’apparato di presa, mentre a valle i fornici, ad arco ribassato, dimezzano il loro numero. Ampi fi- nestroni decorano le facciate da una delle quali spicca il monumento a Pietro Vacchelli. Un lungo bacino di carico (266 metri) separa l’edificio dallo sbarramento

20 21 I valori del parco Adda Sud Terra costruita Dove l’alveo si allarga e si confonde con a varie specie di anatre). “Terra costruita” è un termine attribuito a la fascia di transizione fra gli strati permeabili la pianura il Parco Adda Sud acquista un Nelle campagne che lambiscono il fiume questa porzione di Pianura padana. Dalle bo- dell’alta pianura e quelli impermeabili della maggiore valore naturalistico, anche se in- si riconoscono invece volatili comuni delle scaglie e dalle paludi, l’uomo ha operato per bassa. Si compone della testa, dove a mezzo finitamente più modesto rispetto al passato zone umanizzate: cornaccina grigia, storno, prosciugare, dissodare, regolare i flussi idrici, di tini scorga l’acqua, e dell’asta, dove l’acqua quando, ancora nell’800, una foresta pres- allodola, cardellino. il fagiano è stato intro- fertilizzare. Iniziarono i monaci, proseguirono defluisce per l’irrigazione delle campagne. socché continua rivestiva le sue sponde. dotto a scopo venatorio. i braccianti delle cascine perfezionando le Oltre alle boscaglie residue (il 5,5% della Tipici abitatori delle cascine sono la rondi- coltivazioni, aumentando le rese, sviluppando Piantata lombarda. Introdotta nel XV sec., superficie protetta), costituite da querceto ne, il balestruccio e il barbagianni mentre gli l’allevamento. Alcuni elementi del paesaggio consiste nel disporre nei campi alberature misto con prevalenza di pioppo nero (oltre il alberi più annosi danno rifugio all’allocco. sono esclusivi della pianura. Ecco un glossa- ‘maritate’ a festoni di vite. Al seminativo si ag- 35% del popolamento complessivo), piop- Nel copioso elenco delle specie anfibie va rio dei termini più ricorrenti. giungeva così la produzione di frutta e legna. po bianco, farnia, frassino, salici e robinia, segnalata l’endemica rana di Lataste, anco- gli elementi di maggiore spicco sono le ‘lan- ra frequente nei boschi umidi. Marcita. Prato stabile a sommersione inver- Gera. Deriva da ghiaia ed è il termine con cui che’ ovvero i rami morti del fiume. I pesci sono favoriti dalla molteplicità degli nale con ristagno delle acque sull’ultimo ta- si indicano quelle limitate porzioni di pianu- Sono zone umide dove l’acqua impaludan- ambienti idrici ma al tempo stesso sono mi- glio e irrigazione normale estiva. Documenta- ra, tipiche della zona abduana, composte da dosi ha consentito il proliferare della vege- nacciati dall’inquinamento e dai predatori ta nel 1181, consente da 7 a 10 sfalci all’an-no. grossolani depositi di origine fluviale. tazione (canna palustre, carice, tifa) e la introdotti in modo irragionevole: dal leggen- In passato diffusa, è oggi quasi scomparsa frequentazione di uccelli acquatici (tuffetto, dario storione, oggi molto raro, alle specie per gli alti costi di mantenimento. Mortizza. Meandro fluviale inattivo, reciso in porciglione, svasso maggiore, tarabusino ol- più comuni come anguilla, luccio, cavedano, seguito a un’ondata di piena che ha modifica- tre alle comuni gallinella d’acqua e folaga, e alborella, carpa. Fontanile. Punto di emersione della falda nel- to il corso della corrente principale.

22 23 sul fiume Adda da cui viene deviata l’acqua. Torneremo a conoscere questo canale nell’itinerario di Musica nel Vento che ci guiderà da Crema a Cremona

7. Boffalora d’Adda Il primo abitato che si attraversa dopo parecchi chilo- metri di fascia fluviale è di modeste dimensioni, da cui traspare ancora una certa impronta rurale. Il termine – Il draghetto del Gerundo bofalòra in dialetto - ha una spiegazione abbastanza fa- Tarantasio è mondialmente cile: luogo dove spira il vento, ovvero dove ‘sbuffa l’ora’. noto perché l’Eni (Ente Na- Non possiede monumenti memorabili e possiamo ap- zionale Idrocarburi) ne ha profittarne per citare a questo punto la vicenda del lago preso spunto per disegnare Gerundo, di cui la primitiva Boffalora forse era un villag- il celebre cane a sei zampe, gio di capanne lungo la sua bordura sabbiosa, adattis- divenuto il logo aziendale. simo per un ‘resort’ di lusso. Nell’Alto Medioevo infatti, Il primo giacimento di me- forse fra il V e il XII secolo, gran parte del Cremasco tano fu scoperto nel 1944 occidentale era interessato da questo lago facendo a Caviaga nel Lodigiano. emergere solo alcuni ‘isolotti’ sui quali si formarono L’alito pestilenziale del dra- i primi insediamenti. L’isola più grande fu forse la Ful- go dava all’operazione una concreta assonanza con il cheria, sulla quale crebbe la Crema medievale. Di esso gas naturale emesso dal resta memoria soprattutto nelle fantasie popolari come collocato alla base della loggia comunale assieme a sIn alto, piazza della Vittoria sottosuolo. In precedenza in quella che evoca il drago Tarantasio, infestatore delle quello di Pompeo Strabone. Da fiera antagonista di Mi- a Lodi con il Duomo. Qui l’illustre naturalista rinasci- acque, poi divenuto marchio della maggiore industria lano, Lodi, dopo il 1311, diverrà umile vassalla e presidio sotto una mappa ottocentesca mentale Ulisse Aldrovandi petrolifera italiana. del Ducato visconteo, con un ampio giro di mura. Nel della città in cui si nota il suo rapporto con l’Adda. Benché affermò che Tarantasio altri contempo i progressi agricoli e l’estensione dei coltivi prossima al fiume, Lodi si non era che una ‘viverna’, 8. Lodi la porteranno a primeggiare come mercato e centro di ovvero una tipologia di dra- poneva su un lieve rialzo del L’antica Lodi, chiamata Laus Pompeia (in onore del con- trasformazione dei prodotti delle campagne. La città si terreno proteggendola dalle go a forma di serpente con sole Gneo Pompeo Strabone), fu distrutta due volte dai qualificherà anche come luogo di assistenza. Risale al due zampe e due piccole ali piene. Milanesi, nel 1111 e nel 1158. Barbarossa ne incoraggiò la 1459 la costruzione dell’ospedale di Santo Spirito, poi con una particolare predile- zione verso le prede umani ricostruzione con donazioni e privilegi. Laus Nova creb- Maggiore, mentre a quella data si contavano quindici più giovani, bambini in par- be in posizione defilata, sulla sponda destra dell’Adda, ospizi destinati ai poveri. Nel Medioevo il cuore di Lodi ticolare. lontana dalla strada per Piacenza che però in seguito, era avvinto fra il palazzo comunale, il Duomo, la cano- per la crescita d’im- nica e la via che conduceva al ‘porto’ sull’Adda. Tre por- portanza della nuova te si aprivano sulle vie di Milano, di Pavia e di Cremona. città vi fu deviata. La Una ‘città bassa’, prospiciente al fiume, era riservata riconoscenza dei Lodi- alle attività mercantili, mentre una ‘città alta’ (ma il di- giani verso l’Imperato- slivello è valutabile in un paio di metri) era sede della re tedesco non venne nobiltà e delle istituzioni civiche. Particolare impulso mai meno. A lui, caso alla vita della città e alla costruzione di illustri monu- unico in Italia, è tutto- menti (come l’Incoronata e il citato ospedale) si ebbe ra dedicato un busto, dopo la pace del 1454, firmata a Lodi, e per intervento

24 25 Teatro alle Vigne Lodi in musica Il principale teatro di Lodi fu, in origine, una chiesa appartenente dapprima all’ordine Museo dello strumento musicale e della Franchino Gaffurio (1451 - 1522) umiliato e quindi ai Barnabiti che l’amplia- musica di Lodi. Musicista lodigiano. Si dedicò alla trattazio- rono ristrutturandola. Consacrata nel 1627, Di ispirazione didattica e formativa questo ne teorica e dopo diverse peregrinazioni for- divenne col tempo una delle più sfarzose museo, allestito nel 2008 e gestito dall’Ac- chiese cittadine; tuttavia nel 1810, l’ordine cademia delle Arti Gerundia, illustra le diffe- barnabita fu sciolto e la chiesa, spogliata renze tra gli strumenti musicali e spiega con degli ornamenti, si ridusse a deposito di un notevole apporto di oggetti esposti l’evo- granaglie e palestra. Il recupero dell’edificio luzione del linguaggio musicale attraverso la negli anni ‘70 del secolo scorso condussero storia dei diversi strumenti, compresi quelli all’inizio dell’attività teatrale nel 1985. etnici e quelli tipici della tradizione popolare Contatti: Via Cavour 66, Lodi, 0371.409855 lombarda fino alla moderna strumentazione computerizzata. Giuseppina Strepponi (1815 - 1897) Nelle sale sono esposti strumenti a corda, ad Figlia di un compositore d’opera, entrò gio- arco e a fiato alcuni dei quali decisamente vanissima al Conservatorio di Milano e a insoliti e rari. Non manca un laboratorio di soli vent’anni, in qualità di soprano, debuttò in “Matilde di Sharban” di Rossini dando av- vio a una promettente carriera che la portò, sF. Gaffurio in cattedra mentre insegna. Il sIn alto, la prestigiosa sede dell’Accademia ormai celebre, a incontrare l’ancora poco cartiglio riporta un suo motto: «Harmonia est Franchino Gaffurio a Lodi e, qui sopra, una conosciuto maestro Giuseppe Verdi. Nel discordia concors». prova della scuola di danza. 1842 vestì la parte di Abigaille nella messa in scena del “Nabucco”. Nel 1846 però una mative tra Mantova, Verona, Genova, ebbe scuola teneva vari corsi di strumenti, allestì fatale complicazione alle corde vocali pose grande fama a Napoli in stretto rapporto con un Teatro del Popolo con spettacoli aperti al sGiuseppina Strepponi, seconda moglie di Giu- i maggiori teorici musicali italiani. pubblico. Nel 1926 la direzione fu assunta dal seppe Verdi, nata a Lodi ne 1815, in un ritratto Fu cantore a Bergamo e maestro di cappel- Comune di Lodi. Negli anni Trenta, sfumato di Karoly Gyurkovich. la nel Duomo di Milano a capo di un’illustre il desiderio di essere promossa a Conserva- scuola¬ didattica. Accostò, nei suoi scritti, torio di Stato, l’istituzione perse di slancio la musica a una versa disciplina matemati- e resto a lungo nel dimenticatoio. Solo nel ca e speculativa che risponde a leggi affini 1961, grazie anche ai corsi di danza classica, sStrumenti etnici facenti parte della collezione a quelle dei moti dei corpi celesti. Leonardo l’insegnamento riprese vigore inquadrato dal del Museo dello strumento musicale a Lodi. lo ritrasse mentre erano insieme ospiti alla 1968 nell’Associazione Musicale Franchino liuteria. Durante la visita si può anche assi- corte di Ludovico il Moro. Gaffurio e dal 1995 in Accademia di Musica stere a una breve esecuzione strumentale. Il e Danza F. Gaffurio. museo comprende una collezione di migliaia Accademia di musica e danza Franchino Oggi è un’istituzione di riferimento per Lodi, di dischi in vinile, vecchie radio, grammofoni Gaffurio con oltre 500 iscritti, fra musica e danza, con e jukebox. Tra questi spicca un jukebox Re- Istituita a Lodi nel 1917 dietro la spinta del una fertile attività didattica e concertistica. cordorama del 1962, unico esemplare rima- musicista Giovanni Spezzaferri, lodigiano La sede dell’Accademia si trova nel palazzo sto in Italia. d’adozione, con lo scopo precipuo di avviare adiacente all’Incoronata, splendido esempio Contatti: Accademia Gerundia, Via Besana agli studi musicali anche i giovani meno ab- del Rinascimento lombardo, e ne circonda 8, Lodi, 0371.31840 – 329.7897890. bienti del ceto contadino. il chiostro colonnato. Contatti: Via Solferino Negli anni Venti, ospitata nel castello, la 20, Lodi, 0371.50381, www.gaffurio.it

26 27 fine alla sua carriera. Si trasferì a Parigi e si dell’illuminato vescovo Carlo Pallavicino. Una seconda Eggs & Milk mise a dare lezioni di canto, ma soprattutto felice stagione si ebbe nel Settecento, quando il tessuto iniziò la collaborazione con Verdi nella scrit- urbano si impreziosì di curate architetture sia nei pa- «A quel punto del mio tura e nella partitura delle opere più famo- lazzi patrizi sia negli edifici religiosi minori. cammino avevo voglia di se. La relazione, divenuta anche amorosa e Il centro storico ha subìto poche trasformazioni (il suo qualcosa di dissetante. Era da Bergamo che non non priva di maldicenze per il tormentato tessuto risale, nel complesso, ai secoli XVII-XIX) e, toccavo un boccale. E nes- passato della giovane, si concretizza quasi seppur privato dei bastioni perimetrali, risulta ben leg- clandestinamente nel matrimonio, avvenuto suna delle bevande che mi gibile nel suo disegno originario: la forma pentagonale il 29 agosto 1859 in una chiesuola dell’Alta venivano in mente sareb- Savoia. Il sodalizio fra i due sposi si prolungò richiama gli schemi delle cittadelle militari; gli isolati bero bastate a chetare la per quasi quarant’anni. Giuseppina fu prodi- sono ampi e fittamente lottizzati; le case più vetuste mia arsura. ga di consigli e certamente favorì l’ascesa di hanno altezza uniforme e si interpongono variamente L’unica bevanda che Lodi Giuseppe Verdi a maggiore fra i composito- fra i palazzi nobiliari e le chiese, come si nota nella cor- forniva era il latte, latte ri italiani del XIX secolo. Chiuse la sua vita nice porticata di piazza della Vittoria. Quest’ultima fa a quantità. Così mi sono terrena a Sant’Agata nel 1897, quattro anni da contraltare alla vicina piazza del Mercato, luogo dei rifugiato in una latteria, prima del maestro. A Lodi si può vedere la piena di gente che si tras- sUn ritratto di Maria Cosway eseguito dal commerci e degli scambi. casa natale della soprano, in via Verdi 6 (già Il Duomo, iniziato nel 1160, solo due anni dopo la fon- tullava con grandi gelati. marito Richard Cosway. Ho chiesto una scodella di Vicolo S. Vito). dazione della città, ma lungamente proseguito nel cor- latte: - Caldo o freddo? so dei secoli è certamente monumento di grande signi- Cappella musicale della Cattedrale di Lodi musicista, cantante, compositrice ed edu- Distrattamente risposi: - ficato ma, a mio avviso, l’architettura sacra di maggior Se ne ha notizia dall’ultimo quarto del XV catrice. Nata a Firenze nel 1760 da genitori Caldo! secolo. Nell’Archivio del Capitolo della Cat- inglesi, dimostrò subito il suo talento come suggestione a Lodi è il Tempio dell’Incoronata (1488- Mentre aspettavo su una tedrale si sono rinvenuti spartiti che per arpista e organista. Dopo il matrimonio 1493), ritenuto uno dei capolavori del Rinascimento sedia ho addocchiato in essere eseguiti richiedevano l’intervento di nel 1781, con il ritrattista inglese Richard lombardo. Si trova lungo Via Incoronata che si diparte un angolo una scatola di un coro. Oggi la cappella conta 80 cantori e Cosway, non le fu consentito di coltivare le dal vertice nord di piazza della Vittoria. Vi si esplicita uova, e mi è venuto un fonda il suo repertorio dal canto gregoriano sue doti ritenendole inadatte per una ‘lady’ l’idea di un edificio sacro a pianta centrale, elaborato lampo di genio. Ho preso alla musica contemporanea. di elevato ceto sociale. Alcune sue compo- entro precisi schemi di simmetria. L’interno colpisce tre uova e con una for- Contatti: Via Cavour 7, Lodi, 0371.564867, sizioni furono però diffuse sotto falso nome. l’osservatore (l’esterno dell’edificio rimane occluso chetta le ho sbattute den- coroduomolodi.org Una di queste, Songs and Duets, fu inviata e dal vicino caseggiato) per via della sfolgorante impre- tro il latte caldo. Attribui- sco la mia sopravvivenza apprezzata da Thomas Jefferson, Presidente sa pittorica della famiglia lodigiana dei Piazza. I suoi in quel giorno così torrido La Sala della Musica della Fondazione degli Stati Uniti, con il quale la Cosway in- membri furono i migliori interpreti dell’arte lombarda Cosway trattenne un lungo e amorevole carteggio. La a questo eccellente e so- d’inizio Cinquecento dedicandosi per ben tre genera- All’interno del Collegio della Beata Vergine figura di questa vivace protagonista femmi- stanzioso nutrimento». delle Grazie, fondato nel 1812 dalla benefat- nile ha sedotto diversi studiosi e condotto a zioni alla decorazione di questa chiesa. Alle loro opere trice Maria Hadfield Cosway, si trova una Lodi all’istituzione di una fondazione cultu- si aggiungono tre superbe tavole del Bergognone con le (Inglis sontuosa Sala della Musica, allestita introno rale a lei dedicata. Le sue spoglie riposano Storie di Maria. Sheldon al 1860, di recente restaurata. Presenta una dal 1838 nella chiesa di S.Maria delle Grazie Williams, volta a padiglione con medaglioni in stucco a Lodi. Da Lodi a Pizzighettone A Dawdle raffiguranti poeti ad opera di Pietro Ferrabini. Contatti: Fondazione Maria Cosway, Via in Lombar- Vi si tengono concerti e manifestazioni cul- Paolo Gorini 6, Lodi, www.fondazionemaria- 1. Corte Palasio dy and Ve- turali. cosway.it La piazzetta triangolare del borgo, delimitata dalla fre- nice, Black, London Non va dimenticato che Maria Hadfield sca roggia Palasio, accoglie un luogo di sosta attrezzato. 1928) Cosway fu donna di straordinarie qualità Occasione opportuna per dire due cose su questo abi- morali e intellettuali: pittrice, calcografa, tato il cui nome è legato a qualcosa di notevole, forse le

28 29 Da Lodi a Pizzighettone

Distanza: 44 km. Dislivello (in discesa): 23 m. Punto di partenza: ponte sull’Adda a Lodi. Punto di arrivo: Pizzighettone. Collegata a Lodi e a Milano con la linea FS passante per Codogno. La cittadina è servita rovine di una costruzione antica… una corte con un pa- da Corte Palasio al Casellario, interessante per diversi Trattoria Postiglione, Via da due stazioni sulla medesima lazzo? I documenti parlano spesso di questo luogo, an- motivi. Il primo è per una bella e solitaria spiaggetta Boschiroli 17, Rubbiano, linea: Pizzighettone-Ponte d’Ad- cor più dei suoi continui e litigiosi passaggi di proprietà sull’Adda (non sono molti gli affacci liberi sul fiume). Il 0373.66114; Trattoria La da e Pizzighettone Gera. I treni Pergola, Via Piva 5, Rovereto, fra nobili, vescovi e monaci della vicina abbazia del Cer- secondo è lo spaccio agricolo di una cascina dove ac- 0373.61939; Hostaria S. Carlo, fermano con maggior frequenza reto, i più ostinati nella contesa e forse i più motivati nel quistare prodotti a km zero e il terzo, infine, riguarda lo a Pizzighettone-Ponte d’Adda. Strada delle Colombare, Co- Condizioni del percorso: percor- procedere alla bonifica di queste campagne. Passati i strano edificio intitolato a S. Cristanziano. Strano perché lombare, 0373.66190; Trattoria so ciclabile su strade campestri; monaci fu la riverita famiglia Trivulzio a ottenere questo non ha aspetto di chiesa, sebbene le finestre gotiche e La Torre, P.za XXV Aprile 6, tratti di pista ciclabile; alcuni feudo, a erigervi un palazzo e a migliorare le condizioni l’edicola sporgente in facciata lo facciano presumere Montodine, 392.5270609; tratti su viabilità promiscua. Trattoria del Guado, P.za dei fondi agricoli, talmente fertili che nel 1858 si pensò (ma c’è anche una pompa per l’acqua), e strano perché Mercato 1, Gera di Pizzighet- di istituire qui una Scuola di agricoltura ispirata agli ide- il santo titolare non è molto noto tanto che per vedere La buona tavola: Pizzeria tone, 0372.1970100; Pizzeria trattoria Da Lella, Via Roma ali di Carlo Cattaneo, progetto che però ebbe vita bre- una sua statua occorre andare ad Agnone, nel Sannio, Trattoria Il Giardino, Via 3, Corte Palasio, 0371.72329; ve. La strada provinciale 124 percorre il paese e ha una dov’è patrono. Si sa che fu martirizzato ad Ascoli Piceno Porta Soccorso 9, Pizzighettone, Antica Osteria Lungoladda, Fra- curva a gomito in corrispondenza della cascina Grande per non aver sacrificato agli dei pagani. Lo si invoca con- 0372.744525; La Contrada, Via zione Casellario, Corte Palasio, Sortita 9, Gera di Pizzighettone, e del palazzo Trivulzio. Questo è il centro di una vasta tro le tempeste, la grandine e l’influenza. Come e perché 0372.744013. 335.1259572; Antica Osteria del possessione agricola della quale si apprezzano le varie il suo culto sia giunto nel Lodigiano resta un mistero! Cerreto, Via dell’Abbazia, Abba- Le buone cose: Spaccio agricolo dia Cerreto, 0371.471009; parti, il decoro del giardino, dell’orto botanico, la grande Ancona, Via Casellario, Corte La Stanga, Via Dolfini 27, Casa- stalla-fienile con la ‘gelosia’ di mattoni, la torretta con 3. Abbadia Cerreto Palasio, 338.5479977; Latteria letto Ceredano, 0373.262309; l’orologio che scandiva le ore del lavoro contadino. La chiesa abbaziale, realizzata attorno al 1160-70, per Pizzighettonese, Via Monte Ristorante del Centro Ippico Grappa 87, Pizzighettone, altri nel 1084, e in seguito più volte ripresa (l’ultimo re- 0372.743013. Remolino, Via al Porto 19, Casa- 2. Il Casellario stauro, degli anni ‘40 del secolo scorso, l’ha liberata dal- letto Ceredano, 0373.262452; Il buon riposo: Ristorante e Una breve deviazione (1.2 km) dall’itinerario conduce le aggiunte settecentesche), ha una facciata a capanna B&B Il Persicone, Via Delmati

30 31 10, Cornaleto di , che il vivo colore del laterizio mette in evidenza su cui 0374.78356; Locanda B&B Il appoggia un portico con due serie di trifore. Due le tor- Torchio, Via Mazza 8, Pizzi- ri: una d’impianto rustico, l’altra più snella e svettante, ghettone, 0372.731525; Assistenza bici: Cicli Jolly Mo- a pianta ottagona, con tre piani di monofore e bifore. tor, Via Cremona 2, Pizzighet- L’’interno della chiesa propone un deciso contrasto cro- tone, 0372.743219. matico fra l’intonaco e i profili in laterizio degli archi e Info: Gruppo Volontari Mura delle volte. L’insieme tende ad armonizzare la tradizione (visite guidate alle fortificazioni romanica lombarda con le regole costruttive cistercen- di Pizzighettone), Piazza d’Armi si, ordine al quale il cenobio di Cerreto appartenne dopo 1, Pizzighettone, 0372.730333. il 1135. Da menzionare, in una cappella interna, una Ma- Km 0, alt. 66. Lodi. Dal ponte donna col Bambino di Callisto Piazza; nel presbiterio, sull’Adda si procede per la stra- stalli lignei di fine sec. XVIII; in sagrestia, Crocifisso in da (pista ciclabile) di Crema, bronzo del ‘600. attraverso il quartiere Revellino. Poco prima di una rotatoria 4. Le terre del Cerreto e il Fiume Tormo si incontra a destra Via del Contarico e la si segue. Superati Il toponimo Cerreto rimanda all’originario aspetto di uno stop e gli ultimi villini si queste terre, sparse di bassure paludose e di boscaglie imbocca un sentiero lungo la - la cosiddetta Insula Fulcheria - dove, appunto, il cerro roggia Squintana che avvicina era fra le specie arboree prevalenti. Ma anche Rovere- la torreggiante mole del mulino to, un piccolo nucleo toccato dall’itinerario, ricorda la Contarico con la sua ruota in ferro. Il sentiero si allarga e ac- presenza di alberi di rovere. E pure Rubbiano, dal latino costa il rilevato della tangenzia- ‘rubum’, roveto. Nell’XI secolo i nobili locali, secondo l’uso comune e al fine di redimere questi terreni im- sLa torre nolare dell’abbazia produttivi, vi chiamarono a risiedere piccole comunità del Cerreto. monastiche. Quella del Cerreto, appartenente ai Bene- dettini Neri cassinesi, si insediò il 6 dicembre 1084 su una pertinenza di 60 ‘iugeri’. Spettò a loro, e ancor più ai cistercensi che vi subentrarono in seguito, la bonifica e la messa a coltura di questi territori venendo poi spesso anche in contrasto con gli stessi nobili che li avevano voluti. Nel 1147 il vescovo Lanfranco conferisce ai mo- naci terreni, diritti di pesca e uso delle acque su un vasto territorio attorno all’abbazia. Molte delle cascine tuttora esistenti e gli stessi abitati di Rubbiano, Credera, Rove- reto furono fin quasi dall’origine dipendenze coloniche del monastero. Nel 1210 i monaci ottengono l’uso esclu- sivo delle acque del Tormo ai fini della bonifica. Questo 2004 l’alveo del Tormo, per la sua valenza ambientale ‘fiumicello’, che prende forma presso Agnadello dall’u- e la qualità delle acque che favorisce le specie ittiche, nione di alcuni fontanili, diventa così il colatore princi- è stato promosso a Parco interprovinciale. Nei 30 chi- pale della bonifica delle paludi, ovvero del leggendario lometri del suo percorso interessa infatti tre province: Lago Gerundo che si estendeva dal Serio all’Adda. Dal Bergamo, Lodi, Cremona. Se si procede un attimo sullo

32 33 Natura in musica Non sono più molti, i boschi che ci accom- to, bene in vista sulla cima di un arbusto o su pagnano in questa nostra pedalata, soprav- un ramo esposto. La sua canzone è una melo- vissuti ai tagli per offrire nuova terra alle col- dia sostenuta, melodiosa e dolce, che alterna tivazioni; ma quelli che restano, soprattutto note flautate a sonori cinguettii. lungo l’asta del fiume, bastano per offrirci un Un altro cantore infaticabile è il fringuello. In buon esempio di questi ambienti, ricchi di primavera, il maschio canta con entusiasmo e biodiversità e di suggestioni naturali. E per il suo canto è molto piacevole: una cascata di suggerirci una sosta, per ascoltare una pagi- suoni argentini, che inizia con 3-4 note acute na di musica della natura. e prosegue con un trillo cinguettante, ripetuta Già anche senza l’intervento di voci soliste, senza sosta anche per ore. Non per niente, di il bosco ha una sua musica sommessa: lo una persona che canta allegramente si dice stormire delle foglie di alberi e cespugli sol- che “canta come un fringuello”. lecitate da una bava di vento, il crepitio di un Il merlo e il fringuello di solito cantano bene tronco, il tonfo di un frutto che cade. A volte in vista; udito il canto, spesso non è difficile si aggiunge un ritmico trovare anche il cantan- martellare, cadenzato: è te. C’è un altro canto, il picchio rosso maggiore invece, tra i più belli dei che cerca di stanare una nostri boschi, del quale larva nel tronco, oppure non sempre riuscire- vi sta scavando il nido. mo a vedere l’autore. È In primavera, poi, capita quello della capinera: di udire una raffica breve un’esplosione sonora di colpi, ripetuti a inter- che sgorga dai cespugli, valli regolari. È sempre il comincia con un chiac- picchio, che tambureggia chiericcio affrettato e con il becco su un ramo prosegue inanellando secco che fa da cassa di chiare note flautate e risonanza per comunicare agli interessati – la altre più stridenti per spegnersi con qualche femmina o un intruso – la propria presenza. nota più malinconica. C’è poi il contributo dei tanti cantori alati che Se confrontiamo la potenza del canto con hanno casa fra alberi e cespugli, ciascuno dei le dimensioni del cantante, il posto d’onore quali suona un proprio strumento distinto. Un spetta però allo scricciolo (nella foto), un uc- suono basso e roco che viene dal folto del fo- cellino dal piumaggio fulvo barrato di nero e gliame, un monotono hu-hù-u hu-hu di cinque lungo non più di 10 centimetri. In primavera, note ripetute a oltranza? È il colombaccio, un il maschio fa il giro del suo territorio ferman- grosso piccione selvatico riconoscibile dai pic- dosi ogni poco, con la minuscola coda ritta cioni di città per le chiazze bianche ai lati del e il corpo vibrante nello sforzo, per lanciare collo e sulle ali. Un allegro e squillante cì-ciu il suo messaggio sonoro: “Qui ci sono io!”. Il cì-ciu cì-ciu? È la cinciallegra, vivace acrobata suo canto è una successione di note squillanti in movimento tra i rami a caccia di bruchi. intercalate da altre più stridenti e si fatica a Ci sono poi i virtuosi, che potrebbero reggere credere che da quel minuscolo essere possa un intero concerto da soli. Come il merlo, che sgorgare una melodia così potente. ama esibirsi soprattutto all’alba e al tramon- (Cesare Della Pietà)

34 35 le di Lodi che, poco più avanti, per il Casellario. sottopassa per volgere a ritroso Una Strada Regina Altrimenti si continua sulla SP sull’altro lato. 124, dando uno sguardo a un Alcuni storici sostengono che un’antica strada commer- minuscolo oratorio porticato Km 2.2, alt. 67. Cascina ciale corresse lungo la sponda sinistra dell’Adda, dalla che sorge fra i campi; poi, con Incantonata. Il nome derive- confluenza del Brembo fino a Pizzighettone, e che addirit- una curva secca a destra, ci si rebbe dall’essere stata vicina a tura fosse già indicata nella celebre Tabula Peutingeriana, orienta verso Abbadia Cerreto. un’insenatura del Lago Gerun- un documento medievale che riporta la trama delle strade Si affianca il Rio Tormo, il corso do. Nel 1309 si cita un Lago di romane di età imperiale. Era detta ‘Strada Regina’, perché d’acqua più corposo di questa Cantonata e dalle depressioni importante più di altre. A Canonica d’Adda era intersecata sponda dell’Adda, del quale è dei campi si intuisce la forma dalla Via Gallica, una sorta di pedemontana padana, da affluente. di un bacino. Si segue Strada Aquileia ai passi alpini occidentali, mentre a Montodine Fontana che si protende nella Km 10.1, alt. 64. Abbadia incrociava la via che univa Piacenza a Bergamo passan- campagna. Cerreto. La provinciale piega a do per Crema e per un traghetto sull’Adda in località sinistra, ma si prosegue diritto Km 3.5, alt. 69. Tre Cascine. Vinzasca. Le tracce di questa via sono labili e soggette a in vista della chiesa, dignitoso Si traversano i ‘Chiosi di Porta diverse interpretazioni. Si ha però memoria di altre strade avanzo del distrutto cenobio. Il d’Adda’: identificavano le terre ‘commerciali’ lungo i fiumi lombardi. Non meno menzio- prato antistante invita al riposo. agricole vicine alla città, costi- nata fu infatti la ‘Via mercatorum’ lungo la sponda sinistra Quindi si fa ritorno sulla SP tuite, fino alla seconda metà del Ticino, dal nucleo preistorico di Golasecca fino a Pavia. 124 piegando in direzione di dell’800, in comuni autonomi. . Si arriva Oltre a quelli di Porta d’Adda, vi al ponte sul Rio Stagno, fra alti erano i ‘Chiosi di Porta Regale’ stradello oltre il piazzale dell’Abbazia si giunge, presso il I canti della merla pioppi, da cui si ha uno sguardo a occidente e i ‘Chiosi di Porta ponticello su un ramo del Tormo, a una casetta che tra- d’insieme su Abbadia con le Cremonese’ a mezzogiorno. disce l’origine religiosa: era la ‘chiesa delle donne’, non C’era un tempo in cui i merli avevano un piumaggio tutto torri della chiesa. Si entra in Dopo le Tre Cascine si prosegue potendo loro frequentare la chiesa dell’abbazia. bianco. Dopo un inverno mite e senza neve, essi si pre- provincia di Cremona - ricorda su sterrato, in aperta campa- sero gioco di Gennaio per le sue false promesse convinti l’antico confine fra il Milanese e gna, verso vecchi presidi colo- lo Stato Veneto, cui il cremasco 5. La Madonna delle Fontane a Casaletto Ceredano ormai che la stagione fosse finita. Gennaio si vendicò e nici come la Cascina Ciribina, fece cadere così tanta neve che i poveri uccelli, per tro- apparteneva - approfittando di Questo piccolo luogo di fede non ha vera importanza ar- oggi maneggio, e la successiva vare calore, trovarono rifugio nei camini. La fuliggine li una ciclabile a lato della provin- Dordona. L’Adda non è lontano tistica bensì un grande rilievo sacrale, connesso al culto coprì di nero e così rimasero per sempre. ciale, dalla quale più avanti si ma non si scorge perché coper- stacca per procedere fra i campi delle acque. Sono diversi i luoghi nella Pianura Padana Questa la leggenda – ma molte sono le sue varianti - di to dal bosco. che evocano questo particolare culto che trova origine accanto a rogge originate da uno dei riti più diffusi della pianura e del Cremonese oc- alcuni fontanili. Km 5.5, alt. 68. Passerella nei rituali pagani e che il Cristianesimo ha spesso asso- cidentale, fra Adda e Serio, celebrato i due ultimi giorni ciclabile sulla roggia Ramello. ciato alla figura femminile della Madonna. Basti citare di gennaio e il primo di febbraio. Nei paesi si formavano Km 11.9, alt. 63. Santuario della Luogo di quieta solitudine, al l’esempio della sorgente nella grotta di Lourdes o il fon- gruppi di giovani che si richiamavano vicendevolmente Madonna delle Fontane. margine fra i coltivi e la bosca- te del santuario di Caravaggio. L’acqua era sentita non con grande frastuono fino a quando al canto della ragaz- glia. Tenendo a destra si segue solo come elemento vivificatore e lustrale, ma anche za che dimostrava la voce più intonata non rispondeva il Km 12.5, alt. 62. Casaletto un rettifilo accanto alla bella coro di tutti i presenti. Le parole evocavano la leggenda e Ceredano. Le basse case, ma diruta Cascina Fighetto per come rimedio medicamentoso. Da qui la costruzione di schierate lungo la via princi- santuari campestri in prossimità di sorgenti perenni a non erano prive di doppi sensi e allusioni sessuali. Infine confluire sulla trasversale Via le donne si rifugiavano nelle stalle e gli uomini, rimasti pale confermano, senza troppe Adda dove si piega a destra. cui si associavano eventi miracolosi. Alla fine del XVII alterazioni, lo schema del borgo al freddo, chiedevano di entrarvi al canto della storia di rurale. Imponente la settecente- secolo Abele, un bimbo sordomuto si era sperso nei Martino e Marianna. Infine la porta veniva aperta per Km 6.6, alt. 65 Terraverde, boschi lungo l’Adda: non potendo né udire né chiedere sca chiesa, intitolata a S.Pietro sede del comune di Corte una riconciliazione generale. Il rito aveva chiari scopi Martire, dalla facciata in cotto Palasio. All’uscita dall’abitato si aiuto fu ritrovato solo dopo alcuni giorni, ma completa- propiziatori per auspicare il buon andamento del raccol- su due piani ingentilita da un può effettuare, verso destra, la mente guarito dalla sua menomazione. Si dice che aves- to del baco da seta, principale fonte di reddito per molte timpano curvilineo. deviazione (andata e ritorno) se bevuto acqua di sorgente a lui offerta da una donna famiglie contadine dopo le ristrettezze dell’inverno. Dalla piazza della chiesa si

36 37 Le armonie di un fiume

Assieme al Po l’Adda è il fiu- la di terra cinta dal meandro me che in Lombardia com- (vedi 1). Curiosamente l’uni- pie i più larghi e ravvicinati 1 3 co ponte era stato realizzato meandri. Spiegano i geografi sul ramo poi abbandonato e che in presenza di un mean- impaludato, mentre sul ramo dro e in occasione di una attivo dell’Adda è in funzione piena, il fiume erode mag- un traghetto. giormente la sponda concava fino a sfondarla e a rettificare 3. Situazione nel 1975. A se- il suo corso. guito di una ‘piena’ del fiume Si forma così un’isola di ero- si è verificata un’ulteriore sione. Il nuovo letto sarà ora ‘rottura’ con l’abbandono di costantemente percorso dal- un altro meandro e la forma- la corrente d’acqua e il letto zione a sud-est di Cavenago abbandonato diventa prima di un ramo ‘morto’, o lanca. un ramo secondario e poi, via A nord procede l’impaluda- via, un braccio morto, palu- mento del vecchio meandro, doso e a lungo andare inter- ora denominato ‘Adda mor- rato per uso agricolo. ta’. Ora il fiume si attraversa Le carte topografiche in serie 2 con un ponte di barche. storiche documentano bene 4 queste trasformazioni, come 4. Situazione a oggi. Il fiume nel caso qui raffigurato, rela- ha sensibilmente abbreviato tivo al tratto fluviale di Cave- il suo corso tagliando due nago d’Adda. sinuosità. Dal confronto con la situazione 3 si nota anche 1. Situazione nel 1829. l’Adda il forte impoverimento dei scorre con sinuosi meandri. boschi lungo il fiume a van- Se ne contano almeno quat- taggio dell’agricoltura che, tro in questa porzione di cor- nella situazione attuale sono so. Non ci sono ponti sul fiu- soltanto degli esigui diafram- me, bensì un traghetto, detto mi a sottolineare l’andamen- di Cavanago (Cavenago) a to dei due rami ‘morti’ del nord dell’abitato. fiume. Un ponte stabile ha finalmente collegato le due 2. Situazione nel 1935. Il sponde. Tutto questo fino alla fiume presenta a sud due prossima piena. meandri ‘vivo’ e a nord uno sFonti: 1. Lombardei, Franziszeische Landesaufnahme (1818- sFonti: 3. Carta d’Italia a scala 1:50.000 dell’Istituto Geografi- ‘morto’, ossia abbandonato 1842) a scala 1:28.400. - 2. Carta d’Italia a scala 1:25.000 co Militare, foglio 140 Lodi, rilievo 1971 (ed. 1981) - 4. Ripresa per la rettifica prodotta dalla dell’Istituto Geografico Militare, 60 IV NE Cavenago d’Adda, da immagine satellitare da Google Earth 2018. rottura del collo della peniso- edizione 3/1935 (agg. 1950).

38 39 vestita da contadina. La fontana fu sistemata e sopra dove il fiume divaga e dove talvolta dilaga inondando di essi fu eretto un tempietto. Ma non basta. Sul finire i coltivi, cambiando il suo stesso cammino. Per evita- dell’Ottocento un formaggiaio rovinò col suo carro sulla re questo rischio gli abitati, specie di sponda sinistra, cappella, posta appena sotto la strada. Si salvò e attri- sia pur con qualche eccezione, si sono allontanati dal buì il miracolo alla Madonna offrendole un ex-voto del fiume e si sono, per così dire, arroccati, sui bordi dei tutto particolare: una statua di Maria seduta su quattro terrazzi morfologici che delimitano la valle. forme di grana lodigiano! Un esempio chiaro di tale ubicazione è data dai villag- gi di Rubbiano, Rovereto, Gombito, Cornaleto, Formi- 6. Piazzano, il paese scomparso gara alcuni dei quali toccati dall’itinerario. Condizionati Nelle campagne poco a nord di Rubbiano si ha notizia di dall’andamento della ‘costa’, ne assumono la forma che sLa Parrocchiale di Credera. In un abitato perso nella memoria. Alcune fonti lo citavano diventa per buon tratto il perimetro urbano specie quan- sLa Parrocchiale di Formigara, basso, l’affaccio sull’Adda alla fin dall’anno 900 sulla strada da Crema all’Adda. Dove- do essa è protesa a cuneo verso la valle come a Gombito sulla scarpata di valle. Spiaggia del Silenzio. va essere abbastanza importante per attirare le premure o a Cornaleto. La scarpata non supera i 10-15 metri ma prima del vescovo di Lodi, poi quelle dei monaci del Cer- bastava a dare all’insediamento una possibile difesa. verso sinistra. piega a destra in Via Benedetto XV tornando fra i campi (si reto. Difatti vi si stabilirono dei frati ma, in seguito, senza Km 14.7, alt.60. Ca’ de Vegni, trascura a sinistra Via Piave). una ragione conosciuta il villaggio si spopolò e il conven- 8. Montodine insieme di cascine, in parte tra- Accompagnati da una roggia to divenne il ricovero di quarantena per quanti, prove- La possente torre angolare di Palazzo Benvenuti vigila sformate in centro ippico. Oltre e da un filare di pioppi, si nienti dalle terre milanesi, erano sospettati di peste. La sul Serio, ormai prossimo a defluire nell’Adda. Questa l’abitato si incrocia la SP 169: riprende lo sterrato. Ovunque chiesa fu officiata fino alla fine del Settecento anche se era la sua funzione originaria: punto di controllo dei tenendo a sinistra, poi subito a prati a sfalcio e cereali. Dopo destra si continua in direzione un rettifilo lo stradello tende ormai le abitazioni erano abbandonate. Oggi di Piazzano traffici fluviali. La nobile residenza fu eretta nel XVII Rubbiano. a sinistra e, a un certo punto, non si ricorda neppure l’ubicazione, eppure nella Parroc- sec. su un dosso sopra il fiume; la torre era l’avanzo del avvicina l’alveo dell’Adda, di cui chiale di Rubbiano si conservano gelosamente le suppel- precedente castello. Il luogo è bello, la campagna «pla- Km 16, alt. 61. Rubbiano. Si diventa l’argine di sinistra. Si lettili sacre di quell’antico misterioso borgo. cida e ubertosa», come si scriveva un tempo nei sussi- rispettano le indicazioni per scorge il lento fluire del fiume. diari scolastici, e nessuno immagina che qui si scatena- Credera. L’ordinata Piazza Prima che lo stradello diventi un ‘Cuore di Rubbiano’ invita sentiero, si scende dall’argine e 7. Gli insediamenti di ‘costa’ rono le più efferate violenze fra truppe nemiche. Prima a una sosta. Una lievissima si raggiunge in breve l’asfaltata A partire grossomodo da Cassano la valle di pianura i Cremonesi, che l’hanno sempre avuta a morte con i ascesa, raggiungendo il locale Via Al Porto che s’impegna dell’Adda è ampia e poco pronunciata. È il territorio Cremaschi, poi la sfida divenne internazionale, quando, camposanto, ci fa capire che

40 41 uscendo dalla valle fluviale si guadagna il piano terrazzato della pianura.

Km 17.3, alt. 75. Credera. Entrando nell’abitato si segue, a destra, la direzione ‘centro’. Si avvicina la Parrocchiale (a sinistra), lasciata al rustico, e si continua su Via Roma fra cascinali ristrutturati. All’uscita dell’abitato non si converge sulla provinciale ma si piega a destra e si prosegue sul vecchio tracciato (Via Manzoni, indic. Rovereto). Km 18.8, alt. 67. Rovereto. Si Le cascine e i poderi entra nell’abitato per Via Piva, fra i prospetti di altri cascinali I grossi cascinali del Cremonese rispondono a logi- e si giunge nella piazza della che imprenditoriali ben precise che hanno le loro radici Parrocchiale, dove si volge a nell’Ottocento quanto si applicarono coltivazioni esten- destra su Via Regona. Si scende di nuovo nella valle con un disli- sive di stampo capitalistico. Così scriveva in quei tempi vello di circa 15 metri. Si torna un illustre geografo francese Eliseo Rèclus: «Nella pianu- sugli sterrati di campagna con ra irrigua, ogni podere vuol esser ampio, perché richiede rettifili che puntano decisi verso complicate rotazioni, colture molto semplici, difficili giri sud; il fiume rimane lontano e d’acque e una famiglia intelligente che ne governi l’azien- nascosto. Se ne può scoprire un da. Il proprietario, che non potrebbe appagarsi della vita affaccio deviando brevemente rurale e solitaria in luoghi non ameni, vive in città, villeggia a destra, nel punto dove l’itine- sui colli od all’estero, attende all’industria o vive nell’ozio. durante le guerre di successione spagnola, ignorando complesso industriale, si piega rario piega improvvisamente a La coltivazione è diretta da fittavoli che devono essere di la neutralità di Venezia, che teneva il territorio crema- a destra su Via Pedrazzetti av- gomito verso sinistra, al km 21. necessità capitalisti e talvolta possiedono altre terre che sco, vi fu una tremenda zuffa fra Imperiali e Francesi. vicinando le case di Montodine. Non si entra nell’abitato, bensì affidano ad altri coltivatori. Vivono sparsi nelle campagne, Km 21.5, alt. 55. Confluenza si scende alla sponda del Serio, su via dei Boschi. Si piega a in casali isolati, in mezzo ad ogni abbondanza domesti- 9. La Vinzasca prossimo a gettarsi nell’Adda. destra e si raggiunge Ca’ del Luf ca, circondati di famigli e cavalli, in mezzo ad un popolo La cascina che porta questo nome, nel comune di La discesa inizia piegando a (Cascina del Lupo). di giornalieri. Questi sono in condizioni poco invidiabili, Gombito, è una delle poche che si trovano a ridosso del gomito a destra, presso una spesso decimati dalle malattie, incuranti dell’istruzio- fiume, difese solo dall’argine. Benché decaduta ha una piccola area verde indicata da Km 22.5, alt. 54. Colombare. ne, per lo più mal retribuiti ed ora appena avviati ad una due blocchi di marmo. Si tratta Frazione di , divisa organizzazione solidale che, accrescendo le resistenze e vicenda curiosa. In antico infatti si trovava sulla spon- di un sentiero fra la vegetazione in due nuclei: il primo è il più dettando legge talvolta ai fittavoli, farà a poco a poco spa- da destra dell’Adda e apparteneva al Lodigiano. Le sue di ripa che sfocia nel giardino consistente con un ristorante; rire questa classe, costringendo i proprietari a ceder loro terre passarono di mano in mano fra comunità religiose pubblico sottostante la torre del il secondo è al confine con le terre o a dirigerne la coltivazione». Speranza, come è pervenendo infine, nel XV sec., all’Ospedale Maggiore palazzo Benvenuti, simbolo di Montodine, località verso la Montodine. quale ci si dirige seguendo, noto, che sarà resa vana di li a qualche anno quando la di Milano. Possedeva un attracco fluviale ed era un rife- su asfalto, Via Miglioli (sul repressione fascista dei contadini farà ancora prevalere la rimento sicuro per quanti navigavano l’Adda. Gli eventi Km 25.5, alt. 66. Montodine. margine erboso alcuni cippi logica del grande capitale agrario. naturali, forse nel XVIII o nel XIX sec., modificarono il Raggiunto il rilevato della ottocenteschi). Superato un corso del fiume così che essa si trovò dopo un’alluvione rotabile, una rampa ciclabile fa

42 43 si può passeggiare sul cammino di ronda o visitare le dell’abitato. Ai primi villini si impressionanti ‘casematte’, interne alle mura, capaci di piega a destra su Via Marconi e quindi ancora a destra su ospitare centinaia di soldati con le loro vettovaglie. Via Adda. Superato il civico 55 Si possono immaginare le vicende guerresche sullo (casa rossa) si prende a sinistra sfondo di paesaggi tormentati dalle razzie delle solda- uno stradello sterrato che si taglie. Si può ricordare il tragico evento del 1403 quan- porta sulla sponda dell’Adda. do Cremona, insorta contro i Visconti, signori di Mila- Si resta sullo spalto arginale evitando di aggirare un’ansa, no, diede l’assalto alla cittadella. Nonostante le difese, occupata da una cava di ghiaia. questa capitolò e 400 suoi abitanti furono passati a fil di spada. Oppure la vicenda del 1425 quando i venezia- Km 30.4. alt. 51. Cascina ni spedirono 46 galere lungo il Po, e poi lungo l’Adda, Vinzasca. Si entra in cascina per attaccare nel cuore il Ducato di Milano. Si può im- lasciando al crocicchio, sulla sinistra, una cappelletta sacra e sLa Torre del Guado a Pizzighettone, prigione di Francesco I. si prosegue su sterrato. Seguendo la direzione principa- sQui, in alto, Pizzighettone verso la metà del XIX sec, con anco- accedere al ponte sul Serio. Qui le, l’itinerario asseconda ora la converge l’’Itinerario del Serio’ ra, ben delineato, il disegno delle sue fortificazioni, uno dei mo- traccia curvilinea di una scom- di Musica nel Vento, provenien- delli più compiuti in Italia assieme a Palmanova. Il corso dell’Ad- parsa ansa del fiume - non a te da Seriate. Questo è l’ultimo da divide in due la piazzaforte. Nella pagina accanto, la Torre del caso la zona è detta ‘la Morta’ ponte, prima che il Serio si getti Guado, simbolo della cittadina. - per poi tagliare un’altra ansa, nell’Adda, cosa che avviene questa ancora attiva, poco circa 4 km più a sud. L’itinerario sulla sponda sinistra tanto che la sua chiesuola fu subi- prima della Cascina Rossetta. lascia Montodine e, al semaforo to aggregata alla Diocesi di Cremona. presso il ponte, piega a sinistra Km 34, alt. 48. Cascina e quindi subito a destra (Via 10. Formigara Rossetta. Lasciando la cascina Roma). sulla destra, la strada piega a Altro esempio di paese ‘arroccato’ sul terrazzo della sinistra, incontra la Cascina Km 26.6, alt. 64. Sovrappasso valle. Il monumento più illustre è un cascinale detto Fasolina e prosegue, sinuosa alla circonvallazione di Mon- ‘Il Castello’ che considerate le dimensioni e l’aspetto nella campagna. todine. Subito dopo si piega a merita questo titolo. Già possesso dei Trivulzio ha una destra e si segue la complanare. corte interna chiusa da pilastri e soffitti a vela. Invano il Km 35.8, alt. 48. Cascina Al successivo incrocio si piega a Bassanona-Biasolo. sinistra intercettando, su pista potere religioso tentò di contrapporgli la chiesa parroc- ciclabile, la SP 13, un rettifilo chiale ribaltando la facciata in modo da fronteggiare il Km 36.2, alt. 48. Cascina che ha come fondale la bella castello. Il risultato non fu pari alle aspettative. Bosco Pastorella. Cascina Ca’ Nova, con le due torrette angolari. 11. Pizzighettone Km 38.2, alt. 60. Formigara. Si segue sempre la strada Km 29.1, alt. 54. Gombito. Il centro storico di Pizzighettone è fra i migliori esem- sterrata (Via Adda) e quindi, Non si deve arrivare al centro pi di fortificazione cinquecentesca dell’Italia del Nord. a sinistra, Via Piave che sale L’abitato – ‘fortissima piazza del Milanese’ - è racchiu- all’abitato aggirando così lo sLa ‘marcita’ della Cascina so da una cinta di bastioni a stella ed è attraversato dal spalto sul quale si dispongono Camozza a Pizzighettone. fiume Adda. Il formidabile apparato difensivo, solo in la Parrocchiale e le case più vetuste. Si prosegue su Via piccola parte alterato, fino a pochi decenni fa soggetto a Pizzighettone superando le servitù militare, è stato restituito al pubblico ed è fruibi- propaggini periferiche di For- le, grazie a un servizio di visite guidate. Avendo tempo migara. Ora si segue la vecchia

44 45 strada Formigara-Pizzighettone, una stretta e piacevole strada asfaltata che fa da bordura Natura in musica fra i coltivi (a sinistra) e la Ogni volta che il fiume impigrisce e la corren- Il cannareccione è un esibizionista, ma altri golena (a destra) dell’Adda. È te rallenta il proprio fluire, la natura non si fa ospiti di questi habitat sono più furtivi e la indubbiamente uno dei tratti scappare l’occasione. Dove l’acqua ristagna, loro presenza è denunciata spesso solo dalla più piacevoli dell’itinerario dove cresce rapidamente una rigogliosa vegetazio- voce. Per esempio il porciglione. Se si mo- si ritrovano alcuni elementi del paesaggio tradizionale: i pioppi ne e non di rado si sviluppa anche una cintura stra, è facile riconoscerlo: lungo sui 25 cen- cipressini all’ingresso dei poderi di canne. Viste un tempo come ambienti in- timetri, un piumaggio bruno e grigio-azzurro sani da bonificare, oggi le zone umide, grandi con i fianchi barrati di bianco e di nero e un - come quello verso la cascina sLa scena della Crocifissione, di Bernardino Campi, sul fondale o piccole che siano, vedono riconosciuta la lungo becco rosso. Però è difficile scorgerlo, Ceradello, una delle più interes- della chiesa di S.Bassiano a Pizzighettone. santi della zona - le cappelline propria grande importanza naturalistica. Sono perché di solito se ne sta ben nascosto nel sacre, la rete dei fossi e perfino, maginare lo sconcerto dei difensori nel vedere un’inte- habitat con un grande contenuto di biodiversi- canneto o nell’intricata vegetazione delle presso la Cascina Camozza, una sponde; in compenso, ra flotta sotto le mura di Pizzighettone. Altro evento di tà e invitano a inter- distesa a ‘marcita’. rompere per qualche la sua presenza può rilievo la prigionia, nella cosiddetta Torre del Guado, nei minuto la pedalata. essere denunciata dal Km 44, alt. 48. Pizzighettone. pressi del ponte sull’Adda, di Francesco I, re di Francia, Per osservare. E per richiamo, una serie Si entra nell’abitato superando dopo la battaglia di Pavia del 1525. ascoltare. Perché la di suoni aspri e stri- il Canale Serio Morto; subito Nella piazzetta del Comune, dentro le mura, si nota dopo si piega a destra e si segue palude ha una voce, denti che ricordano in l’alzaia del canale (Via Piave) la chiesa di S.Bassiano, medievale (sec. XII), più volte una sua musica fatta modo impressionante che giunge all’incrocio con Via rielaborata con un bel rosone sulla facciata. All’interno di tante voci. gli strilli di un maiali- Vittorio Emanuele, a ridosso custodisce tre notevoli formelle in marmo (sec. XIV), La più ovvia, di que- no, cosa che spiega il delle mura della cittadella. Vi si dei lavori giovanili di Bernardino Campi e, in sagrestia, ste voci, è quella del- motivo del suo curio- accede da quella che era la por- una costola di 170 cm appartenuta, si dice, al mostro le rane. Che graci- so nome italiano. Un ta (ora abbattuta) dalla parte del Lago Gerundio, di cui si è già fatto cenno. dano di gusto, si sa. altro cantore furtivo è di Cremona. Subito, uno slargo Ma qui un orecchio attento può distinguere i l’usignolo di fiume. Dal nome, dovrebbe es- annuncia la chiesa di S.Bas- sLe ‘rapide’ dell’Adda a valle del ponte ferroviario di Pizzighettone. diversi cantori. C’è un gre…gre… gre… sonoro sere un virtuoso del bel canto; in realtà non e scandito, interrotto da brevi pause: è la rana c’è confronto con l’usignolo, ma la sua canzo- verde. C’è invece un gre-gre-gre-gre-gre… più ne – una serie di note squillanti che esplode acuto e ininterrotto, ed è il canto della raga- all’improvviso tra i cespugli della sponda – nella; emesso dai maschi e amplificato da non manca di sorprendere. una grossa sacca vocale, si può udire anche Un’altra presenza che è più facile accertare a centinaia di metri di distanza, soprattutto in con l’orecchio che con gli occhi è quella de primavera quando diversi maschi si raduna- tuffetto. Questo piccolo uccello in realtà sta no intorno a una pozza sfidandosi a gara per spesso in acque libere, perché si nutre di pe- attirare le femmine. Se poi si dovesse udire scioloni o girini che cattura sott’acqua; ma è un’altra sorta di gracidio, molto più sonoro, prontissimo a tuffarsi (appunto) appena av- bisogna invece guardare più in alto, verso la verte un possibile disturbo. Nel periodo ripro- cima delle canne. Perché questa volta non è duttivo, quando si appresta a preparare il nido una superrana, ma un uccello, il cannareccio- nella fitta vegetazione delle sponde, fa sentire ne (nella foto); lungo quasi venti centimetri volentieri la sua voce, un trillo prolungato che e con un piumaggio poco appariscente bru- ricorda un nitrito e al quale l’altro membro no-oliva, canta a lungo da una postazione ele- della coppia risponde prontamente, dando vata con una serie di note gracchianti e aspre, vita a un invisibile duetto. trr trr tr cara cara cara krie krie krie trr trr… (Cesare Della Pietà)

46 47 religiosa, il parroco locale decise per un abbellimento Trattoria del Giglio, Via Roma Francesco I rivestendo tutta la facciata di vistosi e luccicanti mo- 1, Crotta d’Adda, 0372722909; saici moderni. Finita l’opera fu tentato di adornare allo Trattoria del Sole, Via Roma 80, Lo chiamavano il “più bel Re di Francia” dopo che Tiziano lo aveva superbamente ritratto. Fu Crotta d’Adda, 0372.722672; sconfitto a Pavia, nel 1525, in una delle più violente battaglie della storia. Ebbe l’incauto gesto stesso modo anche il campanile, rimasto indenne. Fu Ristorante Tacabanda, Via di gettarsi nella mischia, di sentire il cavallo morirgli sotto e «inceppato dai sessanta chili della fermato d’autorità. Eppure il S. Pietro di Pizzighettone Marmolada 2/4, Cremona, sua armatura e forse dagli ottanta del suo corpo gagliardo, sentì, più che vedere, asserragliarglisi ha sempre avuto un suo stuolo di ammiratori e i selfie 0372.433187; Ristorante intorno i nemici e cadergli, trafitti i suoi migliori capitani…» scrisse lo storico Giovanni Cenza- si sprecano. La Lucciola, Via del Porto 16, Cremona, 0372.412952; to. Umiliato da Carlo V, fu condotto a Pizzighettone e rinchiuso Carrobbio, Via 54, nella Torre del Guado. Trascorreva le sue giornate vestito di un Da Pizzighettone a Cremona 0372.560963; Hosteria 700, saio e di una cappa nera, ragionando di fede con i ventidue gen- P.za A.Gallina 1, 0372.36175; tiluomini che gli erano stati accordati in prigionia. Agognava la 1. Crotta d’Adda Locanda Torriani, Via J. Torriani fuga. E un tentativo ci fu, preparato da Frangipane di Pontresme, La posizione di Crotta è elevata sulla scarpata dell’Ad- 7, Cremona, 0372.30017. suo luogotenente, tramite un condotto sotterraneo che doveva da, ormai prossimo alla sua confluenza nel Po. La Via Il buon riposo: Agriturismo S. condurre il re sulla riva dell’Adda e di lì allontanarsi in barca not- Carlo, p.za Martiri della Libertà, del Cavallatico - cosiddetta perché ci passavano i carri tetempo. Lo stratagemma fu scoperto, il condotto murato quan- Cremona, 0372.830352. do all’interno vi erano altri prigionieri che dovevano guidare il carichi di ghiaia estratta dall’Adda, trainati da possenti Assistenza bici: Cicli Prio- fuggitivo. Gli sventurati finirono sepolti vivi. Alla fine, per scon- cavalli - ne costeggia panoramicamente il ciglio con le ri, Via Milano 2, Cremona, 0372.22700; Spaccabici, giurare altri tentativi o le voci di congiure a suo favore, Francesco basse case che in passato erano dimora dei barcaioli cavatori e dei pescatori. Se si vuole godere di una pausa Via del Sale 46, Cremona, fu condotto a Madrid. Sarà rilasciato dopo il versamento di un 0372.431966. riscatto e la firma di un trattato che mise fine alle sue pretese vale la pena scendere al fiume dove si trovano un’area Info: Cremona Infopoint, Piazza sull’Italia e su Milano in particolare. verde attrezzata e, tirato a secco, un vecchio traghetto del Comune, 5, Cremona,

siano. Attraversando il centro Vale la pena dare un’occhiata alla mostra permanente o contornando il perimetro presso il locale Ufficio Turistico, in Piazza d’Armi, che Tano Belloni interno delle mura si arriva alla espone antiche mappe delle fortificazioni. Vi si posso- Torre del Guado e al giardino Si chiamava Tano ed era un ‘bellone’, come il cognome. Fra le ragazze di Pizzighettone faceva che prospetta sull’Adda. no leggere alla perfezione l’impianto bastionato, i ter- strage con gli occhi vispi, le ampie sopracciglia, la nera e folta capigliatura, il viso deciso, la rapieni, i fossati e il fiume che tagliava come una lama parola svelta, il carattere gioviale. Correva in bici, una di quelle passioni che ti fanno evitare il Da Pizzighettone a Cremona. di coltello il giro delle mura. Ogni dominatore ci mise destino duro del contadino. Lo chiamavano l’eterno secondo, ma intanto vinse il Giro del 1920 del suo per potenziare ancor più la munita cittadella, con 32 minuti di vantaggio sul secondo. Poi arrivò per cento volte secondo. Nato a Pizzighet- Distanza: 29.3 km. dai Cremonesi – che iniziarono la costruzione nel 1131 – tone nel 1892, ebbe la sventura di correre professionista negli anni di Girardengo e Binda, due Dislivello (in discesa): 10 m. insuperabili. Un’altra volta arrivò primo, per premio ricevette un quadro di un certo Picasso, Punto di partenza: Pizzighet- fino agli Austriaci nel 1859 forse anche sedotti dal suc- pittore allora semisconosciuto. Non lo capì e lo vendette per pochi soldi. Aveva molti ami- tone. culento piatto tipico della zona: i fagioli con le cotiche! Punto di arrivo: Cremona. Esiste un’altra chiesa a Pizzighettone che vi invito a ci e alcuni importanti. Quando corse la Sei Giorni a New York il tenore Beniamino Gigli lo volle vedere, si congratulò con lui Stazione FS per Codogno, Pavia, vedere. Ingiustamente è stata definita la “più brutta e divennero amici. Restò in sella per venticinque anni - quasi Milano, Piacenza, Brescia, chiesa del mondo”. Non va mostrata in foto per lascia- Mantova, Treviglio. un record - e una volta sceso non dimenticò i pedali. Divenne Condizioni del percorso: re la sorpresa tutta intera. È un lavoro di incastro di il tutore del Vigorelli, il famoso velodromo milanese. Amava percorso ciclabile su strade ar- icone bizantine e intelaiature da arte ‘povera’ dell’Afri- mostrarsi in pubblico con stravaganti cappelloni a larghe tese, ginali e campestri; tratti di pista ca missionaria. È intitolata a S. Pietro, come la grande da texano, le bizzarre gonfie cravatte, il completo scuro col ciclabile; brevi tratti su viabilità basilica vaticana. Ha una sua antichità; fu costruita nel garofano all’occhiello. Stringeva mani, confortava gli sconfitti, promiscua. Settecento. Ma negli anni Cinquanta del secolo scorso, raccontava storie. Fu un grande il Tano, da Pizzighettone, in La buona tavola: Antica un momento di grandi ripensamenti per l’architettura provincia di Cremona.

48 49 sVilla Stanga a Crotta d’Adda. quando fu ideata, all’inizio del Novecento, costituì una richiama i depositi sabbiosi - le vera innovazione tecnica. ‘gere’ - del fiume. Km 10.9, alt.53. Crotta d’Adda. 2. Il Bodrio della Ca’ Vecchia Si entra pr Via del Cavallatico e I bodri sono specchi d’acqua circolare, contornati da al- si esce (Via Acquanegra) tran- beri e arbusti. Si trovano vicino all’argine del Po ed sono sitando dinanzi a Villa Stanga tipici del Basso Cremonese, del Mantovano (dove sono raggiungendo l’incrocio con la detti ‘bugni’) e del Polesine (‘gorghi’), perché sono il ri- SP 196. Si procede oltre (direz. Acquanegra) entrando nella sultato di uno sfondamento in seguito a una piena del frazione Fornace. fiume. Il vortice d’acqua che si genera sotto la breccia, scava in profondità, a volte raggiunge la falda freatica Km 12.7, alt. 47. Bivio a destra sottostante dando vita a un bacino il cui diametro può per Caselle Basse. La strada, variare dai 20 ai 100 metri. I bodri possono quindi an- asfaltata, si pone sull’argine dell’Adda: il fiume non è lontano, che essere temporanei o apparire improvvisamente. dietro la cortina dei pioppi. Più La loro ubicazione – sono circa una sessantina nel Cre- avanti se ne scorgono scorci. monese – serve anche a ricostruire storicamente l’anda- Sono gli ultimi metri del suo mento dei bracci fluviali. Sono ovviamente uno scrigno viaggio, dalla Valtellina al Po. di naturalità per la vegetazione (tife, canne di palude, La strada asfaltata piega a sinistra, ma il percorso cicla- salici, pioppi) e per la fauna essendo fonte di nutrimen- bile, oltrepassata una sbarra, to per aironi, germani reali, alzavole, beccacce, beccac- prosegue sull’argine a fondo cini. Il Bodrio della Ca’ Vecchia, protetto da una ‘onlus‘ naturale. Non si potrà scorgere la ‘convergenza dei due fiumi. Compiuta una curva, il fiume che ci accompagna sulla nostra destra ha dimensioni più grandi e prende il nome di Po. Per 0372.407081 – 0372.407493, a chiatte. Ma vecchio non tanto, visto che faceva an- arrivare alla foce dell’Adda, si www.turismocremona.it cora servizio alla metà degli anni ’70 fra le due sponde deve retrocedere su un sentiero dell’Adda, prima della costruzione del ponte. Km 0, alt. 48. Pizzighettone. Lo si lascia seguendo la sponda Uscendo dall’abitato in direzione di Cremona si pas- sinistra dell’Adda. Si sottopassa sa accanto a Villa Stanga, uno dei più begli esempi Porta Soccorso della cinta for- di architettura tardobarocca del contado cremonese. tificata. Stando vicino al fiume Il complesso iniziò ad essere costruito alla fine del si sale sull’argine, incrociando Cinquecento su progetto dell’architetto Pellegrino la ex-statale 234 (prudenza!) e proseguendo oltre. La strada Pellegrini. Nel corso del Settecento Baldassarre Stan- d’argine è chiusa al traffico dei ga ampliò e rinnovò il palazzo, che costituì la residen- veicoli e consente vedute sul za estiva della famiglia fino agli inizi del Novecento, fiume e sulla campagna. Siamo quando Idelfonso Stanga ne fece la dimora abituale. nelle vicinanze della riserva na- A quest’epoca risalgono le strutture architettoniche turale Adda Morta, un meandro abbandonato di sviluppo falci- eclettiche aggiunte agli edifici rustici. Fra le pertinen- forme avviluppato dai canneti. ze agresti della villa figura ancora, ben visibile dalle Si aggira l’ansa delle Gerre che immagini satellitari, una grande porcilaia circolare che

50 51 per circa 450 metri, una volta trasporto pesante nella Pianura Padana dirottandolo (pista ciclabile) o seguire il saliti sull’argine del Po. Ci si dalla strada all’acqua. Dei suoi 65 km ne sono stati co- piede dell’argine. I percorsi mantiene sull’argine con vedute struiti 14 a Cremona. A Milano, in zona Corvetto, era si congiungono al ponte del sulla golena, trascurando le Canale Milano-Cremona-Po. indicazioni per . Si stato scavato il terminale, l’agognato Porto di Mare. Ci si mantiene ancora su Via può scendere quando si avvi- Ora un parco e una fermata del metrò ne ricordano Riglio per poi seguire a destra cina la Cascina Barchessone e l’originaria destinazione. Il Consorzio costituito per lo una strada a prevalente uso seguire la stradina asfaltata che scopo nel 1941 è stato disciolto per non aver raggiun- ciclabile. Lambisce gli impianti conduce a osservare, presso la sLe diverse successive fasi di formazione di un bodrio durante una to l’obiettivo. Eppure da qualche anno l’idea è risorta sportivi di Cremona e si riporta Ca’ Vecchia, un ‘bodrio’. piena del fiume. in fregio al Po (Lungopo come una fenice. È bastato che l’Unione Europea la Europa) fino in Largo Marinai Km 20.7, alt. 39. Cascina considerasse opera prioritaria e promettesse soldi per d’Italia. Da qui, seguendo Via Vidorino, contraddistinta da un federata a Pro Natura, pare sia stato originato a cavallo far ripartire la speranza. Ma i tempi sono cambiati. Mi- del Porto e quindi, verso destra, alto silos circolare. Si torna sullo fra il XVIII e XIX sec. Oggi vi nidificano alcune coppie di lano non è più la città industriale di una volta, il canale il Viale Po si entra nel centro sterrato e sull’argine del Po. picchio e nelle campagne si avvistano spesso i caprioli. toglierebbe terreno agricolo e dovrebbe fare i conti con storico di Cremona. Km 22.9, alt. 38. Ponte e chiusa un territorio da un lato infrastrutturato e dall’altro pro- Km 28.3, alt. 48 Cremona. sul T. Riglio. Poco oltre, la stra- 3. Il Canale Milano - Cremona - Po tetto sotto il profilo naturale. Per ora i soli utenti felici da converge sulla parallela Via Il progetto risale al 1902. Poi è stato un susseguirsi di sono i pescatori e i canoisti cremonesi. Riglio. Si può salire sull’asfalto slanci e di retromarce. Doveva risolvere il problema del

52 53 Cremona in musica Il periodo tra la fine del Cinquecento ed inizi A partire dagli anni ’30 del Novecento la del Seicento rappresenta per Cremona uno storia musicale di Cremona ha registrato dei periodi musicali più intensi grazie alla un nuovo impulso grazie alla nascita del- presenza di musicisti quali Marc’Antonio laScuola Internazionale di Liuteria (1938), Ingegneri, Benedetto Pallavicino, Lucrezio della Scuola di Paleografia e Filologia Musi- Quinzani, Tiburzio Massaino, Nicolò Cor- cale (1950), divenuta Facoltà di Musicologia radini, Rodiano Barera, Tarquinio Merula ed dell’Università degli Studi di Pavia nel 2001, altri ancora attivi nelle istituzioni musicali dei Corsi di alto perfezionamento della Fon- della città. A Cremona la musica è senza dazione Walter Stauffer (1970). Tutte le dubbio una presenza varia, vivace e neces- istituzioni musicali cittadine promuovono saria nel corso dei secoli sia nella dimensio- e sostengono le iniziative in campo liutario ne pubblica, laica ed ecclesiastica, sia nella e musicale attirando a Cremona studiosi e dimensione privata legata in prevalenza agli musicisti da ogni dove. Ultimo nato il Mu- svaghi domestici dell’aristocrazia cittadina. seo del Violino (2013), moderno collettore In questo contesto, tra la fine del Cinque- dell’importante, quanto unico, patrimonio cento e il primo Settecento si collocano le liutario dell’Umanità (Unesco). più alte conquiste della liuteria classica cre- Per qualificare il legame che unisce il territo- monese che hanno reso noti in tutto il mon- rio alla musica, gli enti locali cremonesi han- do gli strumenti ad arco di Amati, Guarneri e no dato vita al Distretto della Musica che Stradivari. Anche nel corso dell’Ottocento la raccoglie più di 100 operatori del settore musica resta un nodo centrale nello svilup- -teatri, ristoranti, hotel, locali di shopping e po culturale di Cremona che conta diverse di intrattenimento – e, naturalmente gli enti istituzioni aperte e socialmente trasversali locali. Obiettivo: declinare la musica in mol- rispetto alle più elitarie accademie musicali teplici contesti: dalle manifestazioni pura- dei secoli precedenti: la Società Filarmonica, la Pia Istituzione Musicale, le scuole popo- sAntonio Stradivari verifica la bontà di uno stru- lari di canto, le bande civiche ed operaie, il mento (stampa ottocentesca). Nella pagina ac- Circolo mandolinistico ed altre realtà minori canto, il Duomo di Cremona. connotate da una forte esigenza aggregativa nel segno dell’esperienza musicale. In que- sto contesto è emersa la figura di Amilcare Ponchielli, nativo di un paesino alle porte di Cremona, che dopo gli studi al Conserva- torio di Milano ritornò a Cremona dove fu dapprima organista nella chiesa di S. Ilario, poi capomusica della guardia nazionale a Piacenza e direttore della banda civica di Cremona e infine insigne compositore debuttando, sempre a Cremona, al Teatro Concordia (oggi Teatro Ponchielli) nel 1856 con la sua prima opera I Promessi Sposi.

54 55 mente musicali a quelle gastronomiche, ar- tigianali e folkloristiche, agli arredi urbani e agli allestimenti di vetrine e spazi espositivi degli esercizi aderenti, che verranno realiz- zati a tema, in modo organico e coordinato.

Casa Nuziale di Antonio Stradivari Il 4 luglio 1667 il giovane Antonio Stradivari sposò Francesca Ferraboschi, una vedova un poco più anziana con alle spalle una trage- dia familiare: suo marito era morto vittima di un omicidio. La nuova famiglia si installò nella casa in cui ci troviamo, prendendola in affitto da Francesco Pescaroli. La casa aveva una bottega, e fu questa la prima bottega di Stradivari. In questa casa nacquero i pri- mi figli di Antonio e Francesca, incluso, nel 1671, Francesco, che sarà in seguito liutaio egregio e il principale collaboratore del pa- dre, e Omobono, l’altro liutaio di famiglia. Gli Stradivari abitarono in questa casa fino al 1680: in quei tredici anni Antonio costruì numerosi celebri strumenti, tra cui il violino Clisbee del 1669, la viola Mahler del 1672, diverse chitarre pregevolmente decorate, e soprattutto i violini decorati Sunrise ed Hel- lier, rispettivamente del 1677 e 1679. Questi strumenti raccontano della crescita artistica del giovane Stradivari e del suo consolidato successo professionale: già nella primavera del 1680 egli disponeva del denaro neces- sario ad acquistare una nuova casa, in cui si trasferì entro l’anno successivo. Ma nella casa di via Garibaldi rimane il fascino della gioventù e dei primi anni di lavoro autono- mo del più importante liutaio nella storia del violino. Contatti: Corso Garibaldi 57, Cremo- na, 0372.305000. sQui accanto alcune immagini degli strumenti esposti nel Museo del Violino (ph. Cristian Chio- delli). Nella pagina accanto, in alto un labora- torio di liuteria (ph. Giovanni Tagini) e, sotto, il patio dell’edificio del Museo del Violino (ph. Giovanni Tagini).

56 57 raccolte di strumenti a corda per la qualità, rarità e stato di conservazione degli strumen- ti. Si ripercorrono quattro secoli di liuteria con oltre sessanta strumenti alcuni dei quali appartenuti a noti collezionisti, musicisti ed esponenti dell’aristocrazia. Oltre ad esem- plari di violini, viole, viole d’amore, pochettes e ghironde, sono presenti una cinquantina di strumenti a corde pizzicate fra cui chitarre, english-guitars, mandolini e liuti, costruiti dai principali artigiani europei dei secoli XVII, XVIII e XIX. Fra questi alcuni rappresentanti di prestigiose dinastie di liutai quali i Vobo- sLa sala del Teatro Amilcare Ponchielli. am, Fabricatore, Guadagnini, Pons, Panormo, Stauffer, e formidabili costruttori fra cui Fede- Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli le Barnia, Gérard Deleplanque, Jean-Nicolas Il Teatro Amilcare Ponchielli è il risultato di Lambert, Réne Lacôte, Nicolas Grobert e An- una costruzione, ricostruzione, modifiche, e tonio de Torres. Ricordiamo infine la chitarra restauri che durano da 250 anni. Due sono in sL’Auditorium Giovanni Arvedi annesso al Museo del Violino di Cremona (ph. Cristian Chiodelli). costruita dal liutaio francese Aubry-Maire, sostanza le forme che il teatro ha avuto nella appartenuta al cantante spagnolo Lorenzo sua storia, la prima risalente al ‘700 e l’attu- Chiesa di Sant’Abbondio diretto con i grandi Maestri ed i loro strumenti. Pagans che è ritratto nell’atto di suonarla in ale, che data dal 1808. Nel 1747 alcuni nobili La chiesa di S. Abbondio è di fondazione ro- Nella sala “Lo Scrigno dei Tesori” sono esposti i più un dipinto di Edgar Degas. Contatti: Via Dati decidono di dotare Cremona di un teatro. La manica: annesso all’edificio era il convento importanti strumenti dei grandi maestri classici Ugolani 4, Cremona, 0372.407770. progettazione fu affidata a Giovanni Battista dei Benedettini. La chiesa si presenta a na- cremonesi appartenenti alla collezione del Comu- Zaist, architetto cittadino. Il Teatro Nazari, dal vata unica con altari laterali, interamente ne di Cremona e della Fondazione “Walter Stauf- Statua di Anto- nome del proprietario, mutò nome nel 1785, coperta di affreschi cinquecenteschi alcuni fer”. Ne fanno parte celebri strumenti di Antonio nio Stradivari quando fu acquistato dai palchettisti del “Tea- dei quali raffigurano strumenti musicali in Stradivari, tra cui il violino Il Cremonese (1715) e A due pas- tro della Società” o “Nobile Associazione”. La uso all’inizio del XVI sec. Nell’annesso Mu- di vari esponenti della famiglia Amati e Guarne- si dal centro costruzione fu distrutta nel 1806 da un incen- seo Lauretano si conserva l’atto di nascita ri. La cultura dell’eccellenza che fin dai suoi primi della città una dio, come spesso accadeva ai teatri in legno di Claudio Monteverdi, inventore del melo- passi guida il percorso di realizzazione del Museo piazza è stata del ‘700; i condomini ne decisero la ricostru- dramma. Dal sagrato della chiesa si acce- del violino trova sintesi perfetta nell’Auditorium riqualificata e zione, affidando il progetto al più noto archi- de, sul lato sinistro, al chiostro dell’antico Giovanni Arvedi. La cultura dell’eccellenza che fin intitolata all’in- tetto del momento, Luigi Canonica. Fu così monastero, uno dei più belli di Cremona: dai suoi primi passi guida il percorso di realizza- signe Maestro. costruito uno dei migliori teatri dell’epoca, con datato 1511, si sviluppa su tre lati con un ele- zione del Museo del violino trova sintesi perfetta Su di essa si sala a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e gante loggiato alternante colonne in pietra nell’Auditorium Giovanni Arvedi. L’Auditorium affacciano edi- galleria, che prese il nome di Teatro della Con- ed arcate e pilastri in cotto. Contatti: Piazza riafferma ed esalta il ruolo di Cremona capitale fici di epoca di cordia, cui si aggiunse, all’inizio del nostro se- Sant’Abbondio 2, Cremona, 0372.22554. del violino e della musica a livello internazionale. regime come colo, quello del maggior operista cremonese, Cardine della costruzione è la volontà di offrire ad sLa statua di Stradivari. il Palazzo del- Amilcare Ponchielli. Da subito, inoltre, venne- Museo del Violino ognuno dei 460 ascoltatori un’esperienza immer- la Riunione ro apportate migliorie, tra cui l’allungamento Il Museo del Violino è ospitato nel Palazzo siva e totalizzante. Contatti: P.za Marconi, Cremo- Adriatica di Sicurità e quello della Came- del palcoscenico, che risulta così essere uno dell’Arte di Cremona (1947) realizzato su na, 0372.801801. ra di Commercio presso il quale ha sede il dei maggiori d’Italia. Nel 1824 un nuovo in- progetto dall’architetto napoletano Carlo Consorzio Liutai “Antonio Stradivari”. Al cendio distrusse parzialmente la struttura, poi Cocchia. Nel Museo del Violino, inaugurato Museo Civico Ala Ponzone centro della piazza è collocata la statua, de- ripristinata da Faustino Rodi e Luigi Voghera. nel 2013, è possibile scoprire cinque secoli La Collezione Carlo Alberto Carutti, annessa al Mu- dicata a Stradivari. Contatti: Corso Vittorio Emanuele II 52- Cre- di liuteria cremonese attraverso un incontro seo Civico di Cremona, è una delle più importanti mona, 0372.022011.

58 59 60