POLITECNICO DI MILANO A.A. 2015 / 2016 Ricomposizione Delle Stratificazioni Storiche Nell'area Del Foro Di Cesare: Percorsi, A
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POLITECNICO DI MILANO SCUOLA DI ARCHITETTURA URBANISTICA INGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA A.A. 2015 / 2016 Ricomposizione delle stratificazioni storiche nell’area del Foro di Cesare: Percorsi, accessi, spazi espositivi Relatore: prof. Pier Federico Caliari Correlatore: arch. Sara Ghirardini Tesi di Laurea Magistrale di: Giovanna Gelso Matricola 834266 Maria Pedrazzini Matricola 833821 SOMMARIO ABSTRACT 3 INTRODUZIONE 4 PARTE I. STUDIO DEL SITO 5 1. IL CONTESTO 6 1.1. Età protostorica 6 1.2. Età regia e repubblicana 7 1.3. Età imperiale 8 1.4. Età medievale 13 1.5. Età moderna 14 1.6. Età contemporanea 16 1.6.1 Ottocento 16 1.6.2. Novecento 17 2. IL FORO DI CESARE 21 2.1. Presupposto 21 2.2. Un progetto interrotto 25 2.3. Posizione 25 2.4. Orientamento 28 2.5. Dimensioni 30 PARTE II. PROGETTO 32 1. OBIETTIVI E LINEE GUIDA 33 2. L’ASSE DI SIMMETRIA 33 2.1. La piazza 35 2.2. Il portico 36 2.3. Il Tempio di Venere Genitrice 37 3. L’ASSE REPUBBLICA-IMPERO 40 3.1. Il Foro Repubblicano 40 3.2. La Curia 41 1 3.3. Il portico di Augusto 42 4. L’ASSE IMPERO-MEDIOEVO 44 4.1. Il Tempio di Marte Ultore 44 4.2. La piazza della Chiesa dei SS. Luca e Martina 45 5. IL COLLEGAMENTO CON GLI ALTRI FORI 47 5.1. La Basilica Argentaria 47 6. GLI SPAZI MUSEALI SUL CLIVO 49 7. IL BOOKSHOP E LA TERRAZZA 32 8. IL SISTEMA URBANO 33 8.1. La sistemazione di via dei Fori Imperiali 34 8.2. La passerella di via Bonella 55 BIBLIOGRAFIA 57 SITOGRAFIA 61 INDICE DELLE TAVOLE 62 2 ABSTRACT Il presente lavoro di tesi si inserisce all’interno di un dibattito più ampio volto alla valorizzazione di Via dei Fori Imperiali a Roma. Si concentra sull’area del Foro di Cesare e si pone come obiettivo la ricomposizione delle stratificazioni storiche e la sua musealizzazione, prestando particolare attenzione agli accessi, ai percorsi e alla progettazione di adeguati spazi espositivi. Si è deciso di intervenire su quest’area, in quanto il Foro di Cesare ha avuto una notevole influenza sulla topografia dell’area e sulla tipologia dei Fori Imperiali stessi, costituendo un prototipo di architettura monumentale. L’area presa in esame è inevitabilmente legata alla storia di Roma antica, ma allo stesso tempo rappresenta una parte della città profondamente ibridata dal moderno e dal contemporaneo. Essa è infatti l’esito delle millenarie stratificazioni del tempo, che hanno visto la costruzione, la cancellazione e la riscrittura dell’assetto archeologico e urbano. Tutto il lavoro ha dovuto necessariamente confrontarsi con la frammentarietà dell’area, che si esplicita nella compresenza di materiali e tecniche costruttive differenti, e di diverse quote, spesso autonome e non comunicante tra loro. Si è cercato di conservare tale complessità, garantendo contemporaneamente una visione d’insieme unitaria, attraverso percorsi e allestimenti che permettono di accedere e visitare le diverse parti del complesso. Il progetto si sviluppa principalmente su due quote: quella archeologica e quella urbana. A livello archeologico l’intervento mira a rafforzare, attraverso opere di anastilosi e di ricostruzione, caratteri, allineamenti e spazialità, oggi poco leggibili e riconnettere tutti i Fori tra loro. A livello urbano, invece, lavora sulla creazione di viste privilegiate e nuovi spazi di accesso che permettano di collegare le due quote tra loro. In seguito all’analisi storica effettuata e alle osservazioni sullo stato attuale dell’area, sono stati individuati tre assi principali secondo i quali si articola l’intero progetto. Si tratta di allineamenti e configurazioni, appartenenti a diverse epoche storiche, in gran parte andati perduti o poco comprensibili. 3 INTRODUZIONE Via dei Fori Imperiali a Roma risulta oggi caotica e disordinata: la mancanza di un progetto unitario che consenta una lettura chiara delle numerose trasformazioni, degli spazi e delle architetture che si sono susseguite nel tempo, rende spesso la comprensione di questa zona incompleta e molto difficile. L’obiettivo del lavoro, in un’ottica museografica, è quello di ricomporre le stratificazioni storiche per restituire leggibilità all’area, attraverso interventi di scavo, ricostruzione e attraverso la progettazione di nuove spazialità a supporto del sistema espositivo che si andrà a delineare. Per farlo si è deciso di intervenire in particolare sull’area del Foro di Cesare, con l’idea che esso possa essere nuovamente matrice del sistema dei Fori Imperiali. Esso fu il primo Foro ad essere realizzato e determinò l’orientamento e la posizione dei successivi. Come allora, oggi esso può tornare ad essere l’origine della rinascita di tutta l’area nel suo complesso. Il lavoro si è strutturato quindi in due parti. Per prima cosa è stato necessario un lungo e approfondito studio dell’area dal punto di vista storico. Si è indagata in questa sede tutta l’Area dei Fori Imperiali e l’area occupata dal Foro Romano, dall’età protostorica alla contemporaneità. Si è inoltre approfondito lo studio del Foro di Cesare e, per comprenderne a pieno il progetto, ci si è interrogati sul perché della sua posizione, del suo orientamento e delle sue dimensioni. Una volta raccolte le informazioni storiche e dello stato di fatto, si è sviluppato il progetto, che prevede: un nuovo accesso all’area archeologica dal Clivo Argentario, la connessione dei Fori tra loro e con il Foro Romano, nuovi spazi espositivi e l’allestimento di quelli esistenti. L’intervento arriva così a configurarsi come un ulteriore strato che si aggiungere agli avvicendamenti storici avvenuti sull’area. 4 PARTE I. STUDIO DEL SITO 5 1. IL CONTESTO L’aspetto che più colpisce dell’area dei Fori Imperiali è la compresenza di insediamenti appartenenti a diverse epoche storiche: sono state ritrovate testimonianze che risalgono addirittura all’età protostorica. Per tale motivo è stato assolutamente necessario individuare e analizzare le varie fasi che si sono succedute. La ricerca è stata realizzata in linea con gli obiettivi di lavoro, tenendo quindi presente un’area circoscritta che comprende la zona che verrà occupata in fase repubblicana dal Foro Romano e quella su cui verranno realizzati in età imperiale i Fori, con accenni al contesto circostante, al fine di comprendere l’area nella sua complessità e nei suoi rapporti con l’intorno. Questo paragrafo punta quindi a riconoscere questa realtà come generale e unica. L’analisi storico-archeologica che seguirà si propone di essere una sintesi di queste trasformazioni e perciò si articolerà in 6 punti: lo stato dell’area nell’età protostorica, quando si svilupparono i primi insediamenti; lo sviluppo della città nell’età regia e repubblicana, la realizzazione del Foro Romano, del Comitium e la progressiva occupazione residenziale dell’area circostante; la realizzazione dei Fori Imperiali e la radicale trasformazione del territorio nell’età imperiale; il progressivo abbandono dei Fori e la successiva trasformazione degli edifici in una cava di materiali dopo l’editto di Papa Giulio II; la riscoperta della classicità e la visione romantica ottocentesca dei resti archeologici; il progetto fascista di via dell’Impero e gli scavi archeologici del XX secolo. È interessante notare come lo sviluppo di quest’area non sia stato lineare, e che negli anni si siano verificate trasformazioni che hanno turbato l’equilibrio, intervenendo in modo drastico, abbattendo e ricostruendo, cancellando e riprogettando l’assetto urbano. 1.1. Età protostorica L’area presa in esame, intorno al XVII secolo a.C., doveva avere un’orografia varia costituita da una zona pianeggiante (denominata Velabro), due zone collinari (il colle Capitolino e l’Arx) e due zone intermedie (la sella compresa tra il colle Capitolino e l’Arx, chiamata Asylum e la sella compresa tra l’Arx e il colle Viminale, chiamata Argiletum). A causa delle inondazioni stagionali del Tevere che interessavano, nei casi di piene eccezionali, la quasi totale estensione del Velabro, per molto tempo fu impossibile l’insediamento stabile delle popolazioni locali nelle aree 6 pianeggianti. Il primo villaggio nacque infatti, intorno al 1600 a.C., sulla cima del colle Capitolino, al riparo dalle piene del Fiume e in una posizione molto vantaggiosa dal punto di vista difensivo. Nei secoli si svilupparono nuovi insediamenti sui colli adiacenti, si trattava ancora di piccoli villaggi, composti da capanne in fango, tetti di paglia e recinti di tronchi, che realizzarono le loro necropoli nell’area dell’Argiletum. A sottolineare il passaggio alle epoche storiche successive compaiono in questo periodo i primi edifici in muratura, sul modello delle architetture greche, e i primi rudimentali piani urbanistici mutuati dalla civiltà etrusca. 1.2. Età regia e Repubblicana I villaggi stabilitisi sull’area si unirono tra loro e intorno alla metà del VIII secolo per la prima volta l’area urbana si estese anche nel territorio pianeggiante. La parte centrale del Velabro, in quanto zona neutrale, esterna all’abitato e alle mura rituali, venne scelta per accogliere il Foro: il luogo di incontro della nuova comunità. L’area fu riempita di terra in modo tale da alzare di un metro il piano di calpestio e riuscire così a far fronte alle esondazioni del Tevere. Questo grande spazio pavimentato era pensato per accogliere attività commerciali, politiche e religiose. La zona settentrionale era occupata dal Comizio1, dove si tenevano le assemblee tra i membri delle 30 curie in cui si divideva la popolazione, e dalla Curia Hostilia, il più antico luogo delle riunioni del Senato. Nei secoli successivi si assiste all’aumento e alla diffusione dei quartieri residenziali che sempre di più si avvicinano a quello che ormai è a tutti gli effetti il centro di Roma. Verso la metà del VI secolo a.C. infatti vennero costruite due domus sul versante sud- orientale delle pendici capitoline, nell’area del futuro Foro di Cesare, e una terza accanto alla Curia Hostilia, a diretto contatto con il Foro Romano.