PROVINCIA DI GENOVA

STUDIO RELATIVO ALLA DISPONIBILITA’ IDRICA DEI CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI RICADENTI NEL BACINO DEL FIUME

IL BACINO DEL FIUME SCRIVIA

Elaborato Verificato Verificato Regolarità tecnica Data Rev. Geol. Alessandro TOMASELLI Geol. Ilaria SPINETTI Ing. Luca DE FALCO Geol. Biol. Geol. Geom. Alessio BRANDINO Giugno 2007 1 Geom. Marco GRITA Aurelio GIUFFRE’ Maria TRAVERSO Mauro LOMBARDI

PROVINCIA DI GENOVA - Area 06 - Difesa del Suolo, Opere ambientali e Piani di Bacino Largo F. Cattanei, 3 16147 – Genova Quarto - Telefono 010/54991 - fax 010/5499.861 e-mail: [email protected]

Certificato N°6556/02 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

1. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO

1.1 Inquadramento geografico e definizione del bacino idrografico

Il Fiume Scrivia è uno dei più importanti corsi d’acqua genovesi del versante padano; esso nasce dalla confluenza dei torrenti Laccio e Pentemina presso l’abitato di Montoggio. In territorio ligure, la sua asta principale ha una lunghezza di circa 31,8 Km e il suo bacino idrografico copre approssimativamente una superficie di 298 Km2. Il corso d’acqua ha un andamento meandriforme, in alcuni casi incassato in una stretta valle a V, ad esempio a nord di Busalla. In altri casi fluisce in ampie piane alluvionali, come presso Casella. La direzione di scorrimento è circa N-S lungo tutto il tratto ligure, tranne che nella parte iniziale fino a Montoggio. In sponda destra gli affluenti maggiori sono i torrenti , Seminella e Vobbia, mentre quelli in sponda sinistra sono il torrente Laitona e il rio Busalletta. L’intero bacino ligure dello Scrivia presenta un’idrografia piuttosto complessa e notevolmente asimmetrica: difatti in sponda sinistra lo spartiacque è particolarmente vicino all’asta principale. Sono inoltre presenti l’invaso del Valnoci (sottobacino del T. Laitona) e l’invaso della Busalletta, entrambi utilizzati per l'approvvigionamento idrico della città di Genova.

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1.2 Inquadramento geologico - geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica

L’inquadramento geologico – geomorfologico qui di seguito presentato, è riferito alla porzione di bacino idrografico del Torrente Scrivia, ricadente nei confini della Provincia di Genova, direttamente interessata dal presente Studio sul Bilancio Idrico. Il bacino idrografico del Torrente Scrivia è impostato su terreni appartenenti alle Unità strutturali del Gottero e dell’Antola (Liguridi Interne) e alle successioni sedimentarie oligoceniche del Bacino Terziario Ligure Piemontese, che poggiano in discordanza angolare sulle due Unità Liguridi succitate. Una porzione molto limitata di bacino, localizzata ad ovest dell’abitato di Busalla ed al confine con la Regione Piemonte, risulta impostata sulla Formazione delle Argille a Palombini del Passo della Bocchetta, facenti capo all’Unità di Timone – Bric Teiolo. Si fa riferimento per l’inquadramento geologico presentato alla cartografia ufficiale ossia: Foglio 82 Genova IIª Edizione della Carta 1:100000 dell’I.G.M., Foglio 83 Rapallo IIª Edizione della Carta 1:100000 dell’I.G.M e per una porzione molto limitata di bacino al Foglio 70 Alessandria della Carta 1:100000 dell’I.G.M. La parte più a monte del bacino, individuata dai Torrenti Laccio e Pentemina, dalla confluenza dei quali presso l’abitato di Montoggio nasce il Torrente Scrivia, è dominata dall’affioramento dei Flysch del Monte Antola; litologicamente si tratta di successioni torbiditiche in prevalenza marnoso-calcaree, talora organizzate in potenti bancate e spesso deformate da fenomeni tettonici. Affioramenti facenti capo alla Formazione di Ronco, alla Formazione delle Argilliti di Montoggio e alla Formazione della Val Lavagna sono localizzati nella zona approssimativamente compresa fra il centro abitato di Torriglia e loc. Laccio. Risulta completamente impostato sulle litologie calcaree della Formazione del Monte Antola altresì il sottobacino del T.Brevenna e per la quasi totalità quello del T.Vobbia (tranne un tratto in cui lo stesso Torrente attraversa i Conglomerati oligocenici di Savignone). Una porzione centrale del bacino indicativamente individuata dalle cime dei M.te Maggio a sud e i M.ti Reale e Cravi, rispettivamente a nord – ovest e nord – est, risulta caratterizzata dall’affioramento dei Conglomerati oligocenici di Savignone, costituenti la porzione basale delle successioni del Bacino Terziario Ligure Piemontese. Alla scala dell’affioramento tale litologia si presenta sotto forma di bancate più o meno massicce, intercalate a corpi lenticolari ancora conglomeratici o pelitico – sabbiosi; dal punto di vista sedimentologico tale formazione risulta costituita da paraconglomerati ben cementati ricchi di matrice – sabbioso ciottolosa. La porzione di bacino approssimativamente compresa tra gli abitati di Casella e Ronco Scrivia, è attraversata da tre fasce allungate in direzione nord-nord-est sud-sud- ovest e costituite procedendo da est verso ovest: dalle Argilliti di Montoggio, dalla Formazione di Ronco e dalle Argilliti di Montanesi. La formazione di Ronco risulta costituita da alternanze di intervalli torbiditici, di potenza generalmente pluridecimetrica, costituiti da banchi calcarenitico – siltosi e da

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banchi argillitico–marnosi, questi ultimi predominanti rispetto ai primi. Le Argilliti di Montoggio costituiscono il “complesso di base” emipelagitico dell’Unità dell’Antola, si presentano di colore rosso–vinato e talora verdastro, sovraconsolidate, minutamente scagliettate e caratterizzate, in affioramento, da patine nerastre ferromanganesifere con locali screziature giallastre prodotte dalla circolazione dell’acqua. La Formazione delle Argilliti di Montanesi risulta costituita da argilliti scistose, di colore grigio–scuro o nerastre, quarzose, albitizzate e calcitizzate, con scisti rossi. L’area di bacino al confine con la Provincia di Alessandria e approssimativamente compresa tra M.te Poggio, il Passo dei Giovi e loc. Case Banchetta, risulta caratterizzata dalla presenza di terreni appartenenti alla Formazione delle Argilliti di Mignanego e a quella delle Argille a Palombini del Passo della Bocchetta. Significativa risulta essere infine, la presenza dei Conglomerati oligocenici della Formazione di Molare, che occupano gran parte del bacino in sponda sinistra del Torrente Scrivia, al confine con la Provincia di Alessandria, compreso tra gli abitati di Ronco Scrivia e di Isola del Cantone. I litotipi a forte controllo morfologico sono, per il bacino dello Scrivia, da un lato le torbiditi calcareo – marnose dell’Antola, la Formazione di Ronco e le Argilliti di Montoggio, che danno luogo a forme del rilievo piuttosto dolci con pendenze dei versanti piuttosto modeste e attraversate da valli poco incise, dall’altro i Conglomerati di Savignone, in corrispondenza dei quali il paesaggio si inasprisce, i versanti risultano acclivi e le valli molto incise. La Carta Geolitologica prodotta nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico è stata derivata a partire dalla cartografia tematica della Regione. E’ stato infatti effettuato a livello regionale un raggruppamento per categorie delle varie formazioni affioranti o subaffioranti. Il criterio che ha condotto all’associazione in una stessa categoria di più tipi di rocce è stata basato generalmente sulla natura litologica delle stesse; talvolta tuttavia, rocce di natura diversa sono state associate perché simili da un punto di vista geotecnico. Sono state distinte dieci classi che vengono riportate nella legenda associata alla Carta Geolitologica del bacino del Torrente Scrivia. Dal punto di vista della caratterizzazione geomorfologica, uno degli aspetti che si ritiene utile ed indicativo sottolineare ai fini della tipologia di studio condotta è la presenza e distribuzione del territorio delle coltri detritiche, per le quali si rimanda alla Carta Geolitologica prodotta. Le coltri detritiche in generale a seconda infatti della loro composizione (legata al substrato roccioso di origine), della loro granulometria, oltre che delle loro dimensioni (sia areali che dal punto di vista della potenza), possono diventare sede di falde di versante anche di una certa importanza, configurandosi potenzialmente come serbatoi idrici quantitativamente significativi. Tale aspetto, ossia la caratterizzazione delle coltri detritiche, ma più in generale dei differenti litotipi affioranti, come serbatoi idrici (si arriva infatti a parlare in taluni casi di vere e proprie rocce o formazioni serbatoio), verrà affrontato al capitolo 4, mediante un’analisi puramente statistica riguardante la distribuzione e la concentrazione delle sorgenti per le classi litologiche Hydro.co. Naturalmente si capisce come un’analisi di questo tipo non sia sufficiente per stabilire le potenzialità delle classi litologiche Hydro.co s.l. come serbatoi idrici, ma

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occorrerebbero a tal fine studi approfonditi ed indagini di tipo specialistico. Inoltre le classi Hydro.co utilizzate ai fini dello studio sono classi litologiche derivate appunto dall’accorpamento delle differenti litologie affioranti e subaffioranti, invece com’è intuibile la delimitazione spaziale delle cosiddette “rocce serbatoio” o “rocce magazzino” avviene attraverso l’individuazione di limiti significativi dal punto di vista idrogeologico, che non vengono trattati nell’ambito del presente lavoro. Si sottolinea pertanto come lo scopo di tale studio è esclusivamente quello di fornire indicazioni sulle classi litologiche Hydro.co che potenzialmente potrebbero coincidere, comprendere o a loro volta essere comprese in ipotetiche formazioni o rocce serbatoio. In merito alla caratterizzazione idrogeologica del bacino idrografico del Torrente Scrivia, affrontando tale aspetto dal punto di vista della permeabilità relativa, si rileva che al momento non è stato effettuato alcuno studio di questo tipo sui litotipi affioranti, conducendo un’analisi sulle caratteristiche litologico – strutturali dei litotipi affioranti, sulla presenza o meno di contatti di permeabilità o di particolari zone d’impregnazione idrica. Tuttavia analoghi studi condotti in altri bacini idrografici sulle medesime litologie che caratterizzano il bacino oggetto di studio, consentono di poter effettuare le seguenti considerazioni di carattere generale: risultano generalmente caratterizzati da una discreta permeabilità per fessurazione i calcari marnosi del Flysch dell’Antola, sono da considerarsi praticamente impermeabili tutte quelle formazioni argillitiche ed argilloscistose (in generale si tratta di formazioni di natura scistosa a composizione decisamente argillitica, ma con frequenti intercalazioni calcaree o arenaceo – quarzitiche,) che compaiono nel bacino idrografico oggetto di studio come le Argilliti di Montoggio, le Argilliti di Montanesi, le Argilliti di Mignanego e le Argille a Palombini del Passo della Bocchetta; si presentano altresì generalmente impermeabili i calcari marnosi della Formazione di Ronco, talvolta tuttavia tale litotipo si presenta caratterizzato da un certo grado di fratturazione e perciò sede di limitate circolazioni idriche sotterranee; presentano una permeabilità primaria per porosità i conglomerati oligocenici della Formazione di Molare, anche se tuttavia il grado di cementazione che caratterizza i clasti e la loro matrice rende il litotipo in genere poco permeabile, tranne che lungo alcune direttrici di fessurazione (Cortemiglia., 1990).

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1.3 Inquadramento climatico

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA)

Nel seguito vengono riportati i dati di temperatura e precipitazione disponibili.

TEMPERATURE MEDIE STAGIONALI RELATIVE AGLI ANNI 2000 – 2001 – 2002 (localita' di misura: Passo dei Giovi)

o  Media primavera 2000 16.5 C o  Media primavera 2001 11.6 C o  Media primavera 2002 11.7 C o  Media estate 2000 15.1 C o  Media estate 2001 20.1 C o  Media estate 2002 19.7 C o  Media autunno 2000 10.7 C o  Media autunno 2001 11.9 C o  Media autunno 2002 12.2 C o  Media inverno 2000 4.5 C o  Media inverno 2001 4.6 C o  Media inverno 2002 3 C

PRECIPITAZIONI: (localita' di misura: Passo dei Giovi)

 Media storica della Precipitazione Cumulata Annua 1127.7 mm

 Cardinalità delle misure 12490

 Massima Cumulata Giornaliera 238 mm (il 03/11/1966)

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Il Modello di Bilancio Idrico (Hydro)

Di seguito invece si presenta l’inquadramento climatico ottenuto utilizzando le elaborazioni del modello Hydro; questo fornisce le temperature e le piogge medie mensili calcolate nei punti del bacino in cui viene interrogato. Per quanto riguarda le rilevazioni di pioggia, all'interno del bacino del Fiume Scrivia si dispone dei dati misurati presso quattro stazioni, mentre non sono disponibili analoghe misurazioni di temperatura. Al fine delle elaborazioni il modello si serve di isoiete e isoterme che coprono l’intero territorio, e che quindi sono costruite a partire sia dai dati rilevati dalle stazioni interne al bacino, quando presenti, che da quelle esterne ma situate in prossimità di questo. In questo modo si ottiene un risultato verosimile anche laddove la densità di strumenti di misura è bassa e/o le misurazioni sono relative a periodi limitati.

Nell’ambito dell’inquadramento climatico si è scelto di non utilizzare direttamente i dati originali registrati (che verranno invece riportati all’interno del capitolo 3), ma si è utilizzato il modello interrogandolo in alcuni punti ritenuti significativi dislocati sul territorio. In particolare si sono presi in considerazione sette luoghi dislocati sul bacino, scelti arbitrariamente ma posizionati in modo da potersi considerare descrittivi dell’eterogeneità del territorio in esame. Queste località sono state numerate (da 1 a 7, partendo da monte e procedendo verso il confine regionale) e sono elencate nella seguente tabella. Di seguito è anche riportata una rappresentazione grafica della posizione dei luoghi sul bacino.

LOCALITA'

1 Laccio (comune di Torriglia) 2 Montoggio (comune di Montoggio) 3 Pareto (comune di Valbrevenna) 4 S. Bartolomeo (comune di Savignone) 5 Vobbia (comune di Vobbia) 6 Ronco Scrivia (comune di Ronco Scrivia) 7 Isola Del Cantone (comune di Isola Del Cantone) Punti rappresentativi del bacino -tabella-

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7

6 5 3 4

2 1

Punti rappresentativi del bacino -rappresentazione-

Le stime di temperatura e di afflusso assegnate a questi punti dal modello provengono dalle elaborazioni dei dati registrati dalle stazioni di rilevamento situate nel loro intorno; oltre alla rete di monitoraggio presente nel bacino vengono quindi presi in considerazione anche i valori registrati nelle stazioni (termometriche e/o pluviometriche) situate esternamente allo stesso, ma nell’intorno di esso.

In definitiva quindi le stazioni (e i rispettivi dati disponibili) interne e limitrofe al bacino dello Scrivia sono:

Stazione di Crocetta d'Orero: monitoraggio afflussi negli anni: 1951 - 1989 Stazione di Scoffera: monitoraggio afflussi negli anni: 1952 - 1989 Stazione di Crocefieschi: monitoraggio afflussi negli anni: 1971; 1974 - 1977 Stazione di Vallenzona: monitoraggio afflussi negli anni: 1974 - 1976; 1980

Di queste si parlerà maggiormente in dettaglio nei paragrafi 3.1.1.1. e 3.1.2.1.

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1.3.1 Analisi delle temperature

In generale i bacini liguri godono di un clima per lo più temperato o sublitoraneo, protetto dal clima più continentale delle regioni confinanti a nord. Questo è dovuto alla marcata orografia, comune all’intero territorio regionale, costituita da rilievi (alpini nella parte occidentale, appenninici nel resto della regione) siti molto vicini alla costa; inoltre la posizione interamente affacciata sul mare consente di beneficiare degli effetti termoregolatori di questo. In realtà questo discorso riguarda maggiormente i bacini scolanti nel Mar Ligure che quelli appartenenti al versante Padano; questi infatti sono caratterizzati da un clima in generale più rigido, con temperature medie annue solitamente dell'ordine dei 12 OC. In particolare, per quanto riguarda il bacino dello Scrivia, interrogando il modello in alcuni punti del territorio si ritrovano i valori medi mensili riportati nella tabella seguente.

Temperature Medie [OC] località 1 2 3 4 5 6 7 min (4) max (1)

gen 5.7 4.7 4.9 4.0 4.5 4.1 4.1 4.0 5.7

feb 5.9 5.0 5.3 4.5 5.0 4.8 4.9 4.5 5.9

mar 8.3 7.7 7.9 7.3 7.7 7.5 7.6 7.3 8.3

apr 10.7 10.2 10.4 10.0 10.3 10.2 10.4 10.0 10.7

mag 14.4 14.0 14.1 13.7 14.0 14.0 14.1 13.7 14.4

giu 18.5 17.8 18.0 17.5 17.8 17.7 17.9 17.5 18.5

lug 20.7 20.5 20.6 20.3 20.5 20.5 20.6 20.3 20.7

ago 20.7 20.1 20.3 19.9 20.1 20.1 20.2 19.9 20.7

set 18.2 17.6 17.8 17.3 17.5 17.4 17.3 17.3 18.2

ott 14.4 13.7 13.9 13.2 13.6 13.4 13.4 13.2 14.4

nov 9.4 8.5 8.8 7.9 8.4 8.2 8.2 7.9 9.4

dic 6.8 5.8 6.1 5.1 5.7 5.4 5.5 5.1 6.8 Temperature medie mensili “calcolate” dal modello Hydro in alcuni luoghi del bacino.

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Sulla base di tali dati si possono effettuare le seguenti considerazioni.

L’andamento della temperatura presenta un minimo assoluto invernale in corrispondenza del mese di gennaio; in seguito la temperatura aumenta regolarmente fino al raggiungimento del valore massimo estivo (localizzato durante il mese di luglio), per poi presentare un andamento decrescente regolare fino al successivo gennaio. Per ogni mese si è riportato il valore massimo e quello minimo nelle ultime due colonne della tabella; tali valori sono rispettivamente riconducibili alla località 1 – Laccio (comune di Torriglia) e alla località 4 – S. Bartolomeo (comune di Savignone). L’andamento della temperatura nel bacino è rappresentato graficamente di seguito a mezzo di istogrammi che riportano i valori massimi e minimi citati.

min (4) max (1) 20.0

15.0

10.0

5.0 temperaturaC] [°

0.0

gen feb

mar

apr

giu

lug

mag

ago set

mese ott

dic nov

Temperature medie mensili – valori massimi (località 1) e minimi (località 4).

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Osservando il grafico si nota una differenza davvero minima tra i due andamenti, sebbene questi rappresentino le situazioni più estreme; ciò riconduce a una differenza di valori tra le singole località estremamente limitata. Questo è probabilmente dovuto a: il fatto di considerare valori medi mensili, il che tende in genere ad “appianare” eventuali picchi di massimo e di minimo; le approssimazioni commesse dal modello nella fase di interpolazioni dei dati disponibili (non tutto il territorio è coperto adeguatamente dalle stazioni di misura, e non sempre il metodo di interpolazione tiene nella giusta considerazione tutti i fattori, su tutti ad esempio l’altitudine);

In media le temperature massime medie, ovvero quelle relative alla località di Laccio, differiscono da quelle relative alla località di S. Bartolomeo (ovvero le minime) di pochi gradi centigradi; in particolare la differenza varia tra 0.4 OC (valore minimo, localizzato in luglio) e 1.7 OC (valore massimo, nei mesi di dicembre e gennaio). In assoluto, sottolineando ancora come i dati siano da intendersi come grandezze medie mensili, il valore minimo è assegnato alla località S. Bartolomeo durante il mese di gennaio (ovviamente) ed è quantificabile in 4 OC; analogamente, per quanto riguarda il valore massimo, si segnalano i 20.7 OC assegnati alla località di Laccio per il mese di luglio. È evidente come questi valori (poco più di 20 OC per quanto riguarda il valore massimo estivo, e circa 4 OC per quello minimo invernale) risentano non poco dell’appianamento, dovuto alle operazioni di “media”, di cui si è parlato in precedenza.

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1.3.2 Analisi degli afflussi

I bacini liguri presentano una diversa esposizione alle perturbazioni metereologiche, ancora a causa della particolare orografia del territorio, caratterizzato dalla presenza di rilievi appenninici e alpini nelle immediate vicinanze della costa. Ciò comporta un ampia variabilità spaziale del regime pluviometrico, che spazia tra i circa 800 mm annui medi che si registrano nelle zone più occidentali della regione fino ai circa 2000 mm annui medi relativi alla porzione di levante. Ciò nonostante l’intero territorio è considerato caratterizzato da un regime pluviometrico prevalente, ovvero quello sublitoraneo, che determina una distribuzione degli afflussi meteorici nell’anno caratterizzata da due massimi, uno primaverile e uno autunnale, e da due minimi, uno estivo e uno invernale. I bacini appartenenti al versante Padano (come quello oggetto del presente studio), sono solitamente caratterizzati da un regime meno "regolare" e da precipitazioni più intense. Le perturbazioni autunnali, in particolare, sull’alto Tirreno, sono in generale responsabili delle piogge più intense e degli eventi critici per molti corsi d’acqua.

In particolare, considerando il bacino idrografico del Fiume Scrivia, si ritrova un afflusso piovoso medio di quasi 1600 mm/anno. Questo risulta dalle interrogazioni effettuate sul modello Hydro. Esso fornisce sia un valore medio di precipitazione relativo all’intero bacino (in questo caso 1595.1 mm/anno), sia un valore puntuale se richiesto in un luogo specifico; in particolare allora si sono considerati i valori assegnati nelle località analogamente interrogate nel caso delle temperature. Le elaborazioni fornite sono mediamente variabili tra loro e comprese all'incirca nel range 1400 - 1800 mm/anno.

Da queste si evince anche che il regime pluviometrico del bacino, in accordo con quello comune all’intera regione, è di tipo sublitoraneo.

Di seguito si riporta una rappresentazione grafica dell’andamento medio mensile delle precipitazioni nel bacino, ottenuta visualizzando i risultati di Hydro, che verranno presentati nel dettaglio all’interno del paragrafo 3.1.1.3.

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240 200 160 120 80 40

0

afflussomensile [mm]

gen feb

mar apr

giu

mag lug

ago set

mese ott

nov dic

Afflusso medio mensile

L’andamento medio è caratterizzato da due “picchi” estremi (un massimo assoluto autunnale localizzato nel mese di ottobre e un minimo assoluto estivo proprio del mese di luglio), in una sequenza che presenta anche un altro aumento delle precipitazioni all’inizio della stagione primaverile (attribuibile al mese di marzo) e parallelamente un secondo decremento che si concretizza nel minimo relativo durante il mese di febbraio; questi ultimi valori massimi e minimi relativi risultano essere non molto marcati.

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1.3.3 Considerazioni

Poiché il modello Hydro, come detto, utilizza isoterme e isoiete che a loro volta si appoggiano sulle stazioni presenti sull’intero territorio regionale, si considerano più attendibili le elaborazioni del modello piuttosto che quelle riportate nel PTA, che in questo caso inoltre sono relative a una stazione sita esternamente al bacino in questione. Inoltre tali elaborazioni, sebbene siano sicuramente caratterizzate da un alto grado di approssimazione, rappresentano comunque un tentativo di descrivere la variabilità del clima nelle varie zone del bacino; viceversa i dati riportati dal PTA sono quelli registrati da un'unica stazione di misura. Ciononostante si è comunque ritenuto interessante mettere a confronto quanto ottenuto nei due modi.

Per quanto riguarda l’analisi degli afflussi, non è possibile operare considerazioni riguardo i valori medi mensili calcolati con Hydro o riguardo il massimo di precipitazione cumulata giornaliera riportato dal PTA, in quanto non esistono i rispettivi termini di paragone. Invece emerge immediatamente come esista un altro dato, fornito da entrambe le fonti, in cui le valutazioni non sono in linea tra loro. Si tratta della Media storica della Precipitazione Cumulata Annua. Questa è stimata in 1127.7 mm nel PTA, mentre il modello Hydro fornisce un valore medio di 1595.1 mm , ovvero un pò maggiore.

Per quanto riguarda l’indicazione fornita dal PTA, questa è condizionata dal limite di considerare il valore fornito da un'unica stazione come indicativo per l’intero bacino, mentre per contro si basa su un alto numero di misure disponibili (il PTA indica, come cardinalità delle misure, il numero 12490).

Per quanto riguarda le elaborazioni di Hydro invece, queste forniscono giustamente valori diversi in base alla posizione sul territorio delle località interrogate (si veda il paragrafo 3.1.1.3); in particolare tra questi se ne ritrovano due (corrispondenti alle località di S. Bartolomeo e di Isola del Cantone) inferiori alla media e pari a circa 1400 mm, ovvero più simili a quanto indicato dal PTA. Alla luce di tali considerazioni si è portati a attribuire una rilevanza maggiore alle elaborazioni fornite dal modello Hydro, in quanto derivate da un database che si fonda su circa trenta anni di osservazioni relative a numerose stazioni.

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Per quanto riguarda l’analisi delle temperature invece è possibile effettuare un confronto più diretto. Si riportano nella seguente tabella la medie stagionali ottenute con i due metodi, come termine di paragone tra le due fonti.

Temperatura da PTA [°C] Temperatura da Hydro [°C]

primavera 13.3 14.1

estate 18.3 19.4

autunno 11.6 9.3

inverno 4.0 5.8

Le differenze tra le due fonti sono ben evidenziate nel grafico seguente.

20 hydro-Co

18 PTA 16 14 12 10 8 6

4 Temperatura Temperatura media [° C] 2 0 primavera estate autunno inverno

Temperature medie stagionali – valutazioni PTA e modello Hydro.

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Si nota che in questo caso esiste una differenza abbastanza minima tra i valori ottenibili dalle due fonti. A eccezione dell'autunno le temperature derivate dal modello Hydro sono maggiori di quelle fornite dal PTA; in effetti questo fornisce direttamente quelle misurate presso un'unica stazione (Passo dei Giovi), sita inoltre esternamente al bacino e quindi leggermente meno attendibile, mentre le temperature di Hydro considerate sono quelle medie. A ogni modo si osserva che le due valutazioni presentano sempre differenze minime (nell'ordine di 1 - 2 oC). A completamento della spiegazione circa le eventuali differenze presenti, si sottolinea l’aspetto relativo al fatto che il PTA, per quanto riguarda le temperature, considera pochi dati (solamente quelli relativi al periodo 2000-2003), col rischio quindi di imbattersi in anni particolarmente freddi (o caldi) e considerarli come rappresentativi dell’andamento medio.

Infine si vuole sottolineare che le temperature attribuite da Hydro alle varie località del bacino non presentano eccessive differenze; anche considerando temperature locali al posto delle medie si otterrebbero valori in linea con quelli riportati sul PTA.

Come già espresso in merito agli afflussi, si può affermare allora che le due fonti forniscono risultati simili, ma alla luce di tutte le considerazioni si è comunque portati a attribuire una rilevanza maggiore alle elaborazioni fornite dal modello Hydro, in quanto derivate da un database che si fonda su circa trenta anni di osservazioni relative a numerose stazioni.

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1.4 Uso del suolo

In corrispondenza della viabilità principale si sono concentrate le principali attività commerciali, mentre la zona media ed alta del bacino hanno avuto una vocazione tipicamente agricola e pastorale. Nella zona del bacino comprendente il Laccio e tutti i sottobacini degli affluenti la risorsa principale è il turismo con un uso del territorio quasi esclusivamente agropastorale, ad eccezione di un limitato sfruttamento agricolo di tipo familiare. Gli insediamenti produttivi sono poco rilevanti e sono localizzati allo sbocco delle valli secondarie. Nella zona comprendente lo Scrivia da Montoggio a monte di Busalla è presente una maggiore densità abitativa con un certo numero di insediamenti produttivi di impatto piuttosto limitato per tipologia e dimensioni. Nella zona compresa tra Busalla e la sezione di chiusura sono presenti, in particolare tra Busalla e Ronco Scrivia, rilevanti insediamenti urbani ed una notevole concentrazione di industrie tra cui risultano particolarmente significative quelle legate alla raffinazione del petrolio e le metalmeccaniche. L’area del bacino del T. Scrivia ricadente in comprende diverse zone boscate. In gran parte delle vallate sono diffusi castagneti prevalentemente cedui, molto estesi risultano i boschi misti di latifoglie e le faggete sono presenti sui versanti esposti a Nord ed alle quote più elevate. Risulta presente anche qualche lembo di conifere a dominanza di Pinus nigra. Sono inoltre presenti formazioni arbustive spesso in corrispondenza di substrati su cui si insediano cenosi rupicole. In prossimità dei centri abitati vi sono prati falciabili e colture in prevalenza di tipo orticolo. Nel sistema di aree dell’Antola la vegetazione presenta situazioni di coesistenza di elementi alpini e continentali con elementi mediterranei. I pascoli e le praterie d’altitudine sono molto importanti dal punto di vista floristico, in particolare la flora del parco dell’Antola presenta molte specie di interesse tra cui: il croco (Crocus vernus), il giglio di S.Giovanni (Lilium bulbiferum), il narciso (Narcissus poeticus), Lilium martagon, Narcissus radiiflorus, Soldanella alpina, Aster alpinus. Nelle tabelle seguenti si schematizza l'uso del suolo del bacino in questione, riportando sia le classi individuate dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) che quelle corrispondenti utilizzate dal modello di bilancio idrico HydroCo impiegato nel presente lavoro. Queste ultime sono poi anche rappresentate graficamente successivamente alla tabella.

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CATEGORIE HYDROCO CATEGORIE PTA % PTA % HIDRO-CO (accorpamento classi PTA) Aree insediate diffuse 0.61 Residenziale 3.03 Aree insediate sature 2.42 Aree sportive e ricreativo - turistiche 0.03 Servizio urbano 0.03 Aree verdi urbane / Aree industriali e/o commerciali 0.5 Reti autostradali, ferroviarie e spazi 0.14 Industriale 0.64 accessori Aree portuali / Vegetazione Vegetazione arbustiva 5.02 5.02 arbustiva Vegetazione Prateria 2.87 2.87 erbacea Oliveto coltivato / Oliveti 0 Oliveto abbandonato / Ceduo composto puro di castagno / Ceduo semplice misto 50.8 Ceduo semplice puro di altre latifoglie 0.09 Ceduo semplice puro di castagno 25.74 Ceduo semplice puro di faggio 2.23 Ceduo semplice puro di querce Vegetazione / 80.1 caducifoglie arborea Ceduo semplice puro di leccio / Fustaia di altri pini 0.34 Fustaia di altre latifoglie 0.2 Fustaia mista di resinose 0.18 Fustaia mista di resinose e latifoglie 0.52 Altri coltivi 6.19 Seminativo 6.19 Ambito di formazione fluviale 1.4 Area non vegetata 1.4

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6.19 0.03 3.03 80.1 1.4 0.64

3.7

5.02 2.87 0 Vegetazione arbustiva Vegetazione erbacea Oliveti Vegetazione arborea Seminativo Area non vegetata Residenziale Servizio urbano Industriale

Uso del suolo del Bacino dello Scrivia

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1.5 Principali attività antropiche correlate allo sfruttamento delle risorse idriche

Lo sfruttamento delle risorse idriche nel bacino in questione è caratterizzato dagli usi, associati alle quantità concesse, riportati nella seguente tabella:

PORTATE [l/s]

Igienico irrigazione Consumo USO: industriale idroelettrico e irriguo pescicoltura aree sportive e altro Tot. umano assimilati verde pubbl. Derivazioni 1407.5 81.3 0.0 1.0 5.8 100.0 5.7 0.0 1601.2 Pozzi 120.0 46.3 0.0 1.9 0.0 0.0 0.0 0.0 168.2 Sorgenti 27.0 0.3 0.0 1.5 10.1 0.0 0.0 0.0 38.9

Totale 1554.5 127.9 0.0 4.4 15.9 100.0 5.7 0.0 1808.4

Di seguito tali valori sono rappresentati graficamente; si evince che, per quanto riguarda le destinazioni d'uso, il bacino del Fiume Scrivia è caratterizzato da una netta prevalenza di "produzione per consumo umano" rispetto agli altri utilizzi. A questo proposito è bene però effettuare la seguente precisazione. Il consumo umano è prevalente in quanto esistono 4 grandi derivazioni da acqua fluente (portate comprese tra 150 e 700 l/s) e 2 pozzi da 60 l/s ciascuno destinati a questo scopo. In particolare, per quanto riguarda le prese, nel bacino sono presenti una derivazione sull'asta principale, una sul torrente Laccio, una in corrispondenza dell'invaso artificiale del Busalletta e una in corrispondenza di quello del Val Noci. Queste grandi opere però hanno la particolarità di appartenere alla sofisticata rete interconnessa dell'acquedotto di Genova, e di conseguenza trasferiscono all'esterno del bacino d'origine la portata captata.

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consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

Portate concessionate totali: classificazione per tipologia d’uso

Effettuata questa importante precisazione relativa alle maggiori derivazioni, tornando all'esame dei dati in possesso si riporta che il consumo umano è interessato anche da altri prelievi provenienti da sorgenti, questa volta destinate all'approvvigionamento idrico. Inoltre da pozzi e da prese da acqua fluente viene prelevata acqua destinata a uso industriale (secondo utilizzo in termini di portata), e spicca infine il fatto che ben 100 l/s sono destinati alla pescicoltura tramite due derivazioni da acqua fluente. Nel grafico seguente è rappresentata per ogni tipologia d’uso la fonte idrica utilizzata.

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altro irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. pescicultura irriguo igienico ed assimilati idroelettrico industriale consumo umano 0% 20% 40% 60% 80% 100%

Derivazioni Pozzi Sorgenti

Fonti idriche captate per ogni tipologia d’uso

Viceversa, esaminando le portate concesse nella loro totalità per tipologia di fonte idrica, si denota ancora la netta prevalenza del consumo umano, prioritario fine di tutte e tre le tipologie di prese. Da pozzi e derivazioni provengono, come detto, anche quantità destinate a uso industriale. Nel grafico seguente si riporta tale rappresentazione.

consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

Sorgenti

Pozzi

Derivazioni

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Tipologie d’uso per fonte idrica captata

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2. CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI

2.1 Geologia ed Idrogeologia del sottosuolo

Nel panorama legislativo italiano il Decreto Legislativo 152/99 stabilisce, all’Allegato 1 e s.m.i., i criteri per l’individuazione dei corpi idrici significativi, i quali a loro volta, vengono distinti in corpi idrici superficiali e sotterranei. Nell’ambito regionale della Liguria ARPAL ha predisposto un elaborato all’interno del quale sono stati identificati come significativi i corpi idrici liguri (approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n° 1705 del 18/12/2003) che corrispondono alle succitate caratteristiche individuate dall’allegato prima menzionato. Nel territorio della Provincia di Genova, per il versante padano, è stato individuato come corpo idrico sotterraneo significativo esclusivamente l’acquifero alluvionale del Torrente Scrivia, che viene indicato nella Delibera succitata come: - Scrivia AGE03. Il Torrente Scrivia, con il suo bacino idrografico esteso per 298 km2 in territorio ligure, rappresenta il principale asse drenante fra tutti i corsi d’acqua a vergenza padana ricadenti nel territorio della Provincia di Genova. Il territorio a nord dello spartiacque nella Provincia di Genova, come in altre zone del territorio ligure, risulta caratterizzato da versanti con pendenze medie modeste e i corsi d’acqua padani, tra i quali il Torrente Scrivia, pur essendo di una certa importanza, percorrono in territorio ligure tratti relativamente brevi prima di arrivare in altre regioni ed affluire in corsi d’acqua di ordine superiore. Il Torrente Scrivia, rappresenta l’unico corso d’acqua che, per il versante padano ricadente in Provincia di Genova, ha dato vita a depositi alluvionali in grado di ospitare una circolazione idrica di sub – alveo significativa. A differenza dei principali corsi d’acqua del versante ligure della Provincia di Genova, nei quali la presenza dei depositi alluvionali è pressocchè continua nei tratti terminali degli stessi, la situazione nel versante padano è radicalmente diversa. La distribuzione dei depositi incoerenti recenti e dei relativi terrazzamenti, non risulta infatti continua lungo tutto lo sviluppo delle aste fluviali principali, ma addirittura, a tratti, tali corsi d’acqua scorrono incassati nel substrato roccioso. Una configurazione tale dei depositi alluvionali in superficie, porta a supporre la presenza di acquiferi alluvionali spesso distinti e con caratteristiche disomogenee ed indipendenti (Regione Liguria, 2004). In particolare per quanto concerne il bacino idrografico del Torrente Scrivia, in corrispondenza delle piane alluvionali all’altezza degli abitati di Casella, Busalla, Isola del Cantone, (all’altezza delle zone di confluenza con i principali tributari del torrente stesso ossia rispettivamente: il Torrente Brevenna a Casella, il Torrente Seminella a Busalla, il Torrente Vobbia ad Isola del Cantone, che hanno contribuito con i loro apporti alla formazione delle stesse) e Ronco Scrivia, lo stato attuale delle conoscenze permette esclusivamente di affermare che la circolazione idrica sia prevalentemente di sub-alveo e subordinatamente alimentata da apporti di versante (Regione Liguria, 2004).

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La caratterizzazione del corpo idrico sotterraneo del Torrente Scrivia viene improntata, all’interno di tale studio, principalmente alla ricostruzione della morfologia del substrato roccioso che delimita inferiormente e lateralmente gli stessi depositi alluvionali ed in secondo luogo al calcolo del volume da loro occupato. La ricostruzione dei limiti fisici dell’acquifero alluvionale in senso stretto (ossia i limiti dei depositi alluvionali che costituiscono un serbatoio idrico) rappresenta il primo e fondamentale passo attraverso il quale arrivare a stimarne le riserve idriche, giungendo in tal modo ad una fase di programmazione dello sfruttamento sostenibile e compatibile nello stesso tempo con i fabbisogni reali.

Inquadramento geologico dell’area oggetto di studio

Dal punto di vista geologico le Formazioni che il Torrente Scrivia incontra lungo il suo percorso nel territorio della Provincia di Genova (per la caratterizzazione geologica delle quali si rimanda al Capitolo 1-Paragrafo 1.2) e che costituiscono il limite fisico dei depositi alluvionali, delimitandoli inferiormente e lateralmente, sono (con riferimento alla cartografia ufficiale: Carta Geologica d’Italia – Foglio 83 Rapallo della Carta 1:100000 dell’I.G.M. IIª Edizione; Foglio 82 Genova della Carta 1:100000 dell’I.G.M. IIª Edizione): Calcari del Monte Antola: tale formazione caratterizza il corso del Torrente Scrivia, nella parte a monte, ossia da dove nasce lo stesso torrente propriamente detto in corrispondenza dell’abitato di Montoggio fino a poco prima dell’abitato di Casella e nella parte terminale, nel tratto che si sviluppa a valle del centro di Ronco Scrivia e che arriva fino al confine regionale; Argilliti di Montoggio: il Torrente Scrivia attraversa tale Formazione per un certo tratto in corrispondenza dell’abitato di Casella, mentre probabilmente in qualche tratto il letto dello stesso si localizza al contatto Argilliti di Montoggio – Flysch dell’Antola in corrispondenza dell’abitato di Montoggio; Formazione di Ronco: sui litotipi appartenenti a tale formazione si imposta il corso del T.Scrivia approssimativamente tra il centro abitato di Casella e quello di Busalla; riaffiora tale formazione altresì tra loc. Isolabuona e l’abitato di Ronco Scrivia; Argilliti di Montanesi: caratterizzano il corso del T.Scrivia tra Busalla e loc. Isolabuona i litotipi argillitici della Formazione di Montanesi. Gli interscambi fra il “sistema idrogeologico” acquifero alluvionale e l’esterno sono regolati dalle formazioni rocciose che delimitano spazialmente i depositi alluvionali stessi e che quindi ne costituiscono il limite fisico. Fondamentale sarà perciò caratterizzare dal punto di vista idrogeologico – strutturale tali formazioni: permeabilità da un lato, presenza ed orientazione delle discontinuità dall’altro, saranno i fattori che regolano gli interscambi idrici acquifero alluvionale – esterno. Idrogeologicamente tali formazioni costituiranno nei confronti dell’acquifero alluvionale una barriera più o meno permeabile, sia nei confronti dei volumi d’acqua entranti sia a quelli in uscita. Naturalmente al fine di determinare quantitativamente il grado di permeabilità di un litotipo, occorrerebbero delle prove di permeabilità, non avendo

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a disposizione dati così puntuali e precisi, ci si basa su considerazioni di carattere generale derivanti dall’analisi della permeabilità relativa condotta in altri bacini idrografici per gli stessi litotipi che caratterizzano il bacino oggetto di studio. Analizzando la permeabilità relativa dei litotipi che fungono da limiti spaziali e fisici per l’acquifero alluvionale del Torrente Scrivia si possono fondamentalmente individuare due situazioni ben distinte: una zona caratterizzata dall’affioramento di litotipi argillitico - argilloscistosi (Argilliti di Montoggio, Argilliti di Montanesi) e di litotipi calcareo – marnosi, ascrivibili alla Formazione di Ronco, considerati generalmente impermeabili, i quali si comporteranno come un acquiclude nei confronti dell’acquifero di sub – alveo dello Scrivia e l’altra zona impostata sui Calcari del Monte Antola generalmente permeabili per fessurazione e/o fratturazione, in cui presumibilmente si potranno avere degli interscambi con l’esterno e pertanto con gli adiacenti bacini idrogeologici. Naturalmente al fine di ricostruire lo schema di circolazione idrica sotterranea in tali litotipi e pertanto stabilire la natura degli scambi idrici, ossia se in entrata o in uscita dal bacino idrogeologico oggetto di studio, occorrerebbe preliminarmente un’analisi geologico - strutturale di dettaglio sui litotipi affioranti che delimitano il bacino in superficie, mirata a ricostruire l’orientazione delle discontinuità, la loro spaziatura e la loro persistenza; in tal modo sarebbe possibile arrivare ad ipotizzare l’andamento di tali superfici al di sotto dei depositi alluvionali della piana. Allo stato attuale delle conoscenze è pertanto esclusivamente ipotizzabile la presenza di interscambi idrici in corrispondenza del substrato flyschioide ascrivibile alla Formazione dell’Antola, ma non è in alcun modo possibile determinarne l’entità e se il flusso idrico è in entrata o in uscita rispetto al bacino idrogeologico in esame.

Acquisizione ed elaborazione dei dati

La ricostruzione del limite fisico dei depositi alluvionali, ossia della morfologia del substrato che lo limita inferiormente e lateralmente, costituisce il primo ma fondamentale passo per arrivare alla determinazione della volumetria occupata dagli stessi depositi alluvionali. Il punto di partenza della fase di ricostruzione di tale superficie, consiste nella ricerca sistematica di dati di stratigrafie derivanti da indagini geognostiche (principalmente stratigrafie di sondaggi geognostici e pozzi), che naturalmente si spingano alla quota d’imposta del substrato roccioso. Tale indagine è stata estesa a tutti i soggetti pubblici e privati detentori di tali informazioni ed ha riguardato principalmente: gli Uffici Tecnici dei Comuni attraversati dal Torrente Scrivia, le Società Acquedottistiche e non che gestiscono il servizio idrico nei Comuni oggetto d’indagine, l’Archivio concessioni dell’Area 08 della stessa Provincia di Genova, l’Ufficio Opere Idrauliche dell’Area 06 della Provincia di Genova, liberi professionisti operanti nel territorio oggetto di indagine. Naturalmente il grado di precisione della ricostruzione dipende dal numero di dati puntuali a disposizione. La modellazione di quella che risulta essere la superficie chiave ai fini del nostro studio, ossia il substrato roccioso, è stata realizzata mediante uno specifico programma di elaborazione dei dati che effettua, ai fini della ricostruzione, un’interpolazione delle quote d’imposta del substrato roccioso, derivate dalle stratigrafie

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raccolte. E’ intuibile pertanto che l’operazione in se introduce un grado di approssimazione in fase di ricostruzione della superficie e di conseguenza anche di calcolo della volumetria dei depositi, che risulterà tanto più accentuato quanto minore sarà la copertura di dati di partenza sull’ area oggetto d’indagine.

Caratterizzazione volumetrica dei corpi idrici sotterranei definiti significativi ai sensi dell’All. 1 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.

La fase di caratterizzazione della porzione sotterranea del bacino del Torrente Scrivia, si è concentrata nella modellazione spaziale dei limiti fisici del “sistema idrogeologico” acquifero alluvionale. Attraverso infatti l’utilizzo del modulo Terrain Analyst del software gis MGE, si è arrivati a discriminare, sulla base dei dati raccolti:

la morfologia del substrato roccioso che delimita i depositi alluvionali; la volumetria occupata dai depositi alluvionali all’interno dei quali è ospitato l’acquifero di subalveo. Nel caso del Torrente Scrivia, la modellazione non è stata estesa a tutto l’areale occupato da quello che viene definito come acquifero significativo ai sensi del D.lgs 152/99 e succ. modificazioni ed integrazioni. Tale operazione è stata condotta esclusivamente laddove si aveva una base dati di partenza almeno sufficiente a poter impostare la modellazione stessa.

Modellazione 3D della volumetria dei depositi alluvionali del Torrente Scrivia, che ospitano l’acquifero definito corpo idrico sotterraneo significativo ai sensi dell’All. 1 del D.lgs. 152/99 e succ. modificazioni ed integrazioni

L’elaborazione del modello 3D della volumetria del prisma alluvionale che ospita l’acquifero di subalveo è stata eseguita impiegando il modulo Terrain Analyst del software gis MGE. Il punto di partenza della procedura è consistito nel digitalizzare su livelli differenti di un file .dgn di Microstation 3D, avendo in riferimento un file vettoriale riportante i limiti della piana alluvionale (così come derivati dalla Carta Geomorfologica del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali del sottobacino ligure del T. Scrivia ancora in fase istruttoria), i seguenti elementi grafici indispensabili ai fini della ricostruzione del volume ospitante i depositi alluvionali: punti corrispondenti a dati di sondaggi e pozzi, riportando come valore della coordinata z la quota assoluta di imposta del substrato; isoipse appartenenti alla piana alluvionale del bacino idrografico studiato derivate dalla C.T.R. in scala 1:5000; isoipse afferenti ai comparti di versante che delimitano la piana alluvionale del bacino idrografico studiato derivate dalla C.T.R. in scala 1:5000;

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isolinee in m.s.l.m. del substrato roccioso, derivate dall’interpolazione delle quote d’imposta dello stesso in m.s.l.m. Terminata la parte di creazione del file .dgn utilizzato come base di partenza per la modellazione, operativamente si entra nel modulo Terrain Analyst del software gis MGE, attraverso l’importazione del file.dgn attivo contenente i punti e gli elementi lineari quotati. Tale modulo necessita per la modellazione del volume, della definizione di due superfici chiave, quelle che lo stesso modulo chiama: superficie primaria; superficie secondaria; si è scelto di impostare come superficie primaria la superficie topografica e come superficie secondaria il substrato. Al fine di ricreare queste due superfici chiave, Terrain Analyst utilizza i seguenti elementi grafici presenti all’interno del file .dgn attivo: - al fine di ricostruire la superficie primaria, ossia la superficie topografica sono stati utilizzati: isoipse appartenenti alla piana alluvionale, isoipse afferenti ai comparti di versante che delimitano la piana alluvionale; - al fine di ricostruire la superficie secondaria, ossia il substrato sono stati utilizzati: quote d’imposta del substrato roccioso derivanti dalle stratigrafie di sondaggi e pozzi, isoipse afferenti ai comparti di versante che delimitano le piane alluvionali, isolinee in m.s.l.m. del substrato roccioso, derivate dall’interpolazione delle quote d’imposta dello stesso. Avendo utilizzato per l’elaborazione di entrambe le superfici chiave le isoipse afferenti ai comparti di versante, automaticamente il modello fa coincidere le due superfici (la topografia ed il substrato roccioso) approssimativamente in corrispondenza del limite della piana alluvionale. In questo modo ci si assicura che venga calcolato dal modello il volume contenuto tra superficie primaria e secondaria, esclusivamente al di sotto della piana alluvionale, ossia i depositi alluvionali stessi. A questo punto il programma crea i modelli che costituiscono i punti di partenza per l’elaborazione di particolari file di estensione “.ttn”, in particolar modo il file “.ttn” della superficie topografica ed il file “.ttn” del substrato roccioso, indispensabili ai fini di poter effettuare la modellazione. La fase successiva è consistita nel calcolare, a partire da queste due superfici modellate, il volume compreso fra le stesse. Le voci di volumetria in uscita dal calcolo di Terrain Analyst sono quattro: “volume tagliato”: volume della regione compresa tra la superficie primaria e la superficie secondaria, laddove la superficie primaria è più elevata rispetto alla superficie secondaria; “volume riempito”: valore che rappresenta il volume della regione tra la superficie primaria e la superfice secondaria, laddove la superficie secondaria è più elevata della superficie primaria; “volume assoluto”: somma dei volumi tagliati e riempiti; “volume netto inteso”: differenza tra i valori tagliati e riempiti.

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Sulla base delle definizioni date dal modello stesso alle varie tipologie di volume calcolato si comprende come il volume che interessa ai fini del presente studio sia quello tagliato. Ai fini di verificare quantitativamente i dati di volumetria in uscita dal modulo Terrain Analyst è stata effettuata una modellazione, prendendo ad esempio un volume geometrico standard. Si sono digitalizzati all’interno di un file Microstation 3D i seguenti elementi grafici georiferiti: quatto punti situati ai vertici di un quadrato di lato pari ad un chilometro situati a quota 0; due punti corrispondenti come coordinate geografiche a due dei vertici del quadrato, ma situati ad una quota di +30; due punti corrispondenti come coordinate geografiche agli altri due vertici del quadrato, ma situati ad una quota di -10. A questo punto si entra nel modulo Terrain Analyst, si importa il file .dgn e si definiscono le due superfici primaria e secondaria. La superficie primaria sarà data dai punti situati a quota 0, mentre la superficie secondaria sarà data dai punti situati rispettivamente a quota – 10 e +30. I modelli .ttn in uscita saranno perciò due superfici che si intersecano e che danno origine a due volumi, un volume tagliato ed uno riempito secondo le definizioni che fornisce il modulo Terrain Analyst. Calcolando il volume dei due prismi triangolari e confrontandoli con il dato quantitativo in uscita da Terrain Analyst, si è verificato che i due valori coincidevano, testando perciò la precisione del metodo di calcolo utilizzato dal modulo. L’estensione in pianta dei depositi alluvionali, calcolati a partire dalla classe Hydro.co dei Sedimenti, risulta essere pari a 9,09 km2. La ricostruzione della superficie del substrato roccioso che delimita i depositi alluvionali e la conseguente stima volumetrica degli stessi è stata tuttavia estesa esclusivamente alla porzione dei depositi alluvionali in corrispondenza dei quali si disponeva di una base dati sufficiente ai fini della modellazione stessa. Dall’analisi delle stratigrafie utilizzate, derivano alcune considerazioni di carattere generale ma particolarmente significative per la comprensione del percorso logico seguito nell’impostare la modellazione stessa. L’utilizzo delle stesse è stato infatti orientato alla ricostruzione morfologica della superficie del substrato che delimita i depositi alluvionali; la linea seguita ha portato a dover operare una prima ma basilare scelta ossia: se considerare il cosiddetto cappellaccio di alterazione del substrato come facente parte del substrato stesso, oppure come facente parte dei depositi alluvionali sovrastanti. Infatti le scadenti caratteristiche geotecniche che caratterizzano spesso la porzione superficiale del substrato roccioso, fanno sì che lo stesso presenti un’elevata permeabilità e possa, a seconda soprattutto della potenza che il livello di alterazione raggiunge oltre che della natura dello stesso, immagazzinare quantitativi idrici significativi. Tuttavia essendo lo scopo di tale lavoro, delimitare il volume occupato dall’acquifero alluvionale in senso stretto attraverso la ricostruzione del substrato, si è scelto di considerare il cappellaccio di alterazione come facente parte del substrato stesso. Analizzando le stratigrafie considerate si è visto che le potenze raggiunte dal livello alterato del substrato risultano molto variabili, in generale si

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presentano piuttosto contenute in corrispondenza dei litotipi calcareo – marnosi, mentre raggiungono valori maggiormente significativi in corrispondenza dei litotipi a natura argillitico – argilloscistosa. L’altra superficie significativa ai fini della modellazione, poiché delimita i depositi alluvionali superiormente è la superficie topografica. Prendendo come riferimento tale superficie, si giunge a sovrastimare il volume occupato dagli stessi depositi poiché si comprende nel calcolo anche il livello superficiale costituito solitamente da frazioni di suolo o da materiali di riporto. Prendendo anche in questo caso in considerazione le stratigrafie in nostro possesso (tenendo pertanto presente che le stesse indagano una porzione dei depositi alluvionali quantitativamente limitata rispetto all’estensione raggiunta dagli stessi), si è notato che lo strato di riporto o di terreno vegetale eventualmente presente, raggiunge, nella maggior parte dei casi, spessori contenuti in rapporto alla potenza raggiunta dai depositi alluvionali, andando ad incidere in tal modo in maniera poco significativa sul calcolo finale del volume. E’ importante inoltre ricordare, in tale contesto, che lo sviluppo lineare in ambito ligure del T. Scrivia è nettamente inferiore rispetto al tratto percorso in Regione Piemonte, si intuisce pertanto che quella sottoposta a modellazione risulta essere la porzione apicale del prisma alluvionale vero e proprio del Torrente Scrivia, il quale si sviluppa sia arealmente che volumetricamente in modo significativo sicuramente al di fuori dei limiti regionali liguri. Il calcolo della volumetria dei depositi alluvionali eseguito con il modulo Terrain Analyst, ha fornito per il Torrente Scrivia un valore pari circa a 39,9 × 106 m3. E’ interessante notare come, aggiungendo o sottraendo pochi dati dal totale delle stratigrafie disponibili, il risultato varia di poco. Ad esempio, da un test eseguito sottraendo tre stratigrafie in corrispondenza degli abitati di Casella e Busalla, si è notata una differenza nel volume totale calcolato pari a meno del 2 ‰. Il risultato della modellazione è riassunto graficamente nella Carta dell’Acquifero Alluvionale, (in scala 1:25000). Tale carta è stata realizzata in ottemperanza ai “Criteri per la redazione dei Piani Stralcio sul Bilancio Idrico” approvati dalla Giunta Regionale in qualità di Comitato Istituzionale con D.G.R. n. 1164/2004. La scala è stata scelta inferiore a quella prevista, in relazione alla quantità dei dati e alle dimensioni della maglia del reticolo con cui sono state riportate le classi litologiche. In carta sono riportati: la localizzazione puntuale dei dati geognostici utilizzati al fine di ricostruire la superficie del substrato roccioso, la delimitazione del complesso alluvionale e le isolinee rappresentanti le quote in m.s.l.m del substrato. La finalità di questa carta consiste nel visualizzare l’estensione dei depositi alluvionali e le formazioni rocciose che delimitano gli stessi. Le litologie riportate nella Carta dell’Acquifero Alluvionale sono state raggruppate secondo quattro classi di permeabilità; ciascuna classe a sua volta comprende le classi litologiche Hydro.co, accomunate da simile grado di permeabilità.

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Sostenibilità dello sfruttamento degli acquiferi sotterranei significativi Scrivia-AGE03

La sostenibilità dello sfruttamento degli acquiferi alluvionali rappresenta uno dei nodi cruciali nell’ambito della problematica pianificazione della gestione delle risorse idriche. I mutamenti climatici attuali che investono il nostro pianeta, si manifestano a livello regionale con una tendenza alla tropicalizzazione del clima che si va sempre più caratterizzando per inverni talvolta miti e comunque generalmente poveri di precipitazioni (soprattutto nevose, le più importanti a livello di ricarica delle falde) ed estati caratterizzate da temperature medie tendenzialmente elevate per le nostre latitudini. Il connubio fra andamento climatico sfavorevole e aumento della domanda d’acqua per gli usi più comuni (irriguo, umano, industriale ecc. ecc.) porta sempre più spesso a crisi idriche, soprattutto in concomitanza con la stagione estiva. Alla luce di tali considerazioni di carattere generale si intuisce come i serbatoi idrici costituiti dagli acquiferi alluvionali giochino un ruolo di primo piano nell’economia della gestione delle risorse idriche di una provincia come quella di Genova, in primo luogo per la loro posizione, ossia in corrispondenza dei centri urbani maggiormente sviluppati, in secondo luogo poiché costituiscono le più importanti riserve naturali d’acqua dolce attualmente conosciute e sfruttate. Il bacino del Torrente Scrivia in particolare, tra i bacini idrografici situati in Provincia di Genova a vergenza padana, è allo stato attuale delle conoscenze l’unico a essere caratterizzato da un acquifero di subalveo di primaria importanza. Analizzando la banca dati delle derivazioni complessivamente considerate nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico, si evince come il prelievo da pozzi (ciò che direttamente interessa la falda di subalveo), in tale bacino costituisce la seconda voce di prelievo. Il grafico di Fig. 2.1 e la Tab. di Fig. 2.2 evidenziano infatti che l’88,5% è ottenuto da derivazioni, il 9,3% da pozzi ed il rimanente 2,2% da sorgenti.

pozzi sorgenti derivazioni

9.3% 2.2%

88.5%

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Fig. 3.27 - Grafico che mostra la distribuzione tipologica del prelievo nel bacino del Torrente Scrivia. Si osserva come la maggior parte dell’utilizzo d’acqua provenga dalle derivazioni.

portata [l/s] portata % pozzi 168.2 9.3 sorgenti 38.94 2.2 derivazioni 1601.23 88.5 totale 1808.37 100.0

Fig. 2.2 Distribuzione tipologica del prelievo nel bacino del Torrente Scrivia

In realtà si specifica che la portata al secondo complessivamente derivata esclusivamente dai pozzi che ricadono come ubicazione all’interno del limite dell’acquifero alluvionale ammonta a 143,45 l/s; questo dato e le considerazioni precedentemente effettuate tuttavia non ci permettono di escludere l’ipotesi di uno sfruttamento comunque intensivo ai danni della falda di subalveo dello stesso torrente. Appare utile caratterizzare dimensionalmente riprendendo la trattazione affrontata in questo capitolo, l’acquifero di subalveo del Torrente Scrivia prima di affrontare il tema oggetto del presente paragrafo. I depositi alluvionali del Torrente Scrivia, si estendono in pianta per una superficie di 9,09 km2 (tale valore deriva dal calcolo dell’estensione areale della classe Hydro.co dei Sedimenti). Superficialmente i depositi alluvionali non coprono continuativamente l’asta fluviale principale lungo tutto il suo sviluppo, ma a tratti lo stesso scorre incassato nel substrato roccioso. Una configurazione tale fa supporre in profondità l’esistenza di acquiferi alluvionali spesso separati e con caratteristiche disomogenee ed indipendenti. Infatti è proprio in corrispondenza delle piane alluvionali all’altezza degli abitati di Casella, Busalla ed Isola del Cantone (laddove confluiscono i principali tributari del Torrente Scrivia stesso) e di Ronco Scrivia, che i depositi alluvionali raggiungono gli spessori più significativi ed è plausibile che ospitino i principali acquiferi di subalveo (ciò è confermato anche dalla concentrazione di pozzi in tali aree). Il volume complessivo dei depositi alluvionali stimato nell’ambito di questo lavoro ammonta a 39,9 × 106 m3. Calcolando la portata complessivamente emunta mediante pozzi si arriva ad un valore di 143,45 l/s e di circa 4,5 × 106 m3 all’anno. Quest’ultimo valore calcolato sull’anno tuttavia deve essere preso esclusivamente come una stima in quanto rappresenta la portata massima concessa che sicuramente non corrisponde durante tutto il corso dell’anno alla portata effettivamente prelevata. Non si hanno stime, neppure da bibliografia sul quantitativo idrico immagazzinato nei depositi alluvionali. Affrontando il tema dello sfruttamento sostenibile delle risorse idriche sotterranee, si intuisce come la trattazione dello stesso non possa prescindere dalla quantificazione della cosiddetta ricarica degli acquiferi stessi (nel nostro caso un acquifero alluvionale), ossia in generale il processo di ripristino della riserva d’acqua in una falda, che può essere parzialmente esaurita, ed allo stesso tempo da una valutazione del tempo in cui si esplica tale processo.

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In generale la quantificazione di tale parametro non può, a sua volta, prescindere dalla elaborazione del cosiddetto bilancio idrogeologico globale, che tiene conto non solo degli afflussi e deflussi naturali, ma anche dell’interscambio con corpi idrici superficiali e sotterranei, delle ricariche artificiali (irrigazione, urbanizzazione, reinfiltrazione) e dei prelievi relativi (Civita, 2005). Attualmente non si è in possesso della mole di dati e delle tecnologie software necessarie ai fini dell’elaborazione di un bilancio idrogeologico. In tale paragrafo perciò viene inserita una stima elaborata sui dati a disposizione e si formulano delle proposte mirate ad impostare un monitoraggio efficace e continuo nel tempo dei fattori chiave, ai fini di evidenziare eventuali situazioni di criticità conseguenti ad uno sfruttamento insostenibile dello stesso acquifero alluvionale. In particolare, risulterà importante nel tempo, rilevare l’andamento del livello della falda ed effettuare analisi su campioni prelevati. La banca dati alla quale si fa riferimento per programmare un monitoraggio nel tempo del livello di falda e del campionamento delle acque, in questo caso potrebbe essere quella costituita dai pozzi derivati dal database di Hydro.co e dai sondaggi e dai pozzi utilizzati per realizzare la modellizzazione dell’acquifero alluvionale del Torrente Scrivia. Analizzando la densità degli ipotetici punti utilizzabili ai fini del monitoraggio si rileva una distribuzione abbastanza omogenea degli stessi a partire dalla zona a monte dell’abitato di Casella fino ad arrivare all’altezza di Ronco Scrivia, ad eccezione del tratto compreso tra Busalla e loc. Isolabuona nel comune di Ronco Scrivia; risulta invece non coperto (tranne che per un sondaggio) da punti il tratto compreso tra l’abitato di Ronco Scrivia ed il confine regionale; in questi casi si dovrebbe perciò andare ad integrare mediante altri punti. Naturalmente per quanto riguarda i sondaggi occorre una preventiva analisi sul terreno al fine di verificare quanti di questi sondaggi siano utilizzabili e quanti, fra gli utilizzabili, siano attrezzati a piezometri, ciò per valutare se esista la necessità di installarne di ulteriori. La scelta dei punti di monitoraggio non potrà essere casuale ma finalizzata ad ottenere una copertura sufficientemente omogenea dell’area occupata dai depositi alluvionali; sulla base infatti del numero di sondaggi e di pozzi realmente utilizzabili a tale scopo si potrebbe arrivare ad una vera e propria discretizzazione a maglie dell’area occupata dagli stessi depositi che consenta, da un lato di rappresentare nella maniera più esaustiva possibile l’andamento della superficie della falda e dall’altro di ottenere un campionamento delle acque di falda il più capillare possibili, soprattutto nelle vicinanze di possibili sorgenti inquinanti. Una volta terminata la fase di verifica sul terreno, di incrocio e di selezione dei punti di monitoraggio realmente utilizzabili, si potrà impostare la larghezza della maglia che consentirà la discretizzazione dell’area di studio. Si ritiene comunque che la frequenza della distribuzione spaziale dei punti di misura non dovrebbe essere inferiore ad 1 punto ogni km lungo la direzione dell’asta principale del torrente (salendo ad 1 punto ogni 500 metri in corrispondenza delle piane alluvionali prima menzionate), mentre il numero di punti nella direzione perpendicolare all’asse fluviale dovrà essere tarato di volta in volta sulla base della larghezza della piana

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alluvionale stessa; anche in caso di larghezze minime della stessa si dovranno avere sempre e comunque almeno due punti di misura, uno a sinistra e uno a destra rispetto all’asse stesso. Il monitoraggio consisterà in un rilievo della soggiacenza della falda nei vari punti selezionati, seguito da un’elaborazione dei dati stessi al fine di ottenere il valore della quota rispetto al livello medio marino; a questo punto sarà possibile realizzare una carta rappresentativa del livello della falda e quindi della sua situazione al momento del monitoraggio. Naturalmente sia per quanto riguarda la misurazione del livello di falda che per quanto riguarda il prelievo di campioni si dovrà pensare ad un monitoraggio programmato con cadenza regolare (ad esempio mensile) e protratto negli anni. Per quanto riguarda l’andamento del livello di falda, lo scopo di tale monitoraggio sarà di mettere in evidenza sia fluttuazioni complessive del livello di falda legate alla stagionalità, sia eventuali variazioni localizzate in particolari punti dell’acquifero che potrebbero a loro volta essere legate a condizioni critiche di sovrasfruttamento dello stesso. Attraverso un confronto successivo fra le varie carte piezometriche ricostruite a cadenza mensile, si potranno mettere in evidenza eventuali anomalie dei livelli della falda. Un’analisi protratta nel tempo sul chimismo delle acque di falda avrà come scopo il controllo della qualità delle stesse, garantendone la fruibilità a seconda dei differenti usi per i quali viene captata e nel contempo, in presenza di fonti inquinanti, si potrà arrivare ad individuarne la sorgente attraverso una ricostruzione dell’andamento del cosiddetto pennacchio inquinante.

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3. BILANCIO IDRICO

3.1 BILANCIO IDROLOGICO (generalita’)

3.1.1 Afflussi

3.1.1.1 Dati pluviometrici strumentali

Per quanto riguarda il bacino dello Scrivia si dispone dei dati di rilevazioni di pioggia misurati da due stazioni di monitoraggio; tali misure allora sono completate da quelle relative ad altre stazioni site esternamente al bacino ma nelle immediate vicinanze di questo. Nella tabella seguente sono riportate le principali caratteristiche, quali: il codice dell’ Ufficio Idrografico della stazione, il codice interno di Hydro, il numero della stazione, la quota altimetrica, il bacino idrografico di appartenenza e l’anno di inizio e di fine delle osservazioni pluviometriche. Di seguito è riportata una rappresentazione grafica della posizione delle stazioni sul territorio.

NOME_STAZIONE CROCETTA D'ORERO SCOFFERA CROCEFIESCHI VALLENZONA

CODICE 93 99 222 223 NUM_STAZIONE 2092 2098 1618 1628 COD_IDROGRAFICO 640 670 0 0 QUOTA 460 678 742 721 SCRIVIA POLCEVERA (Secca) BISAGNO SCRIVIA (Seminella) BACINO (Vobbia)

Stazioni pluviometriche di riferimento

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Stazioni pluviometriche di riferimento –rappresentazione sul territorio-

In particolare per ciascuna stazione nel database si dispone delle seguenti misurazioni: Stazione di Crocetta d'Orero: monitoraggio afflussi anni: 1951 - 1989 Stazione di Scoffera: monitoraggio afflussi anni:1952 - 1989 Stazione di Crocefieschi - caserma: monitoraggio afflussi anni:1971, 1974 - 1977 Stazione di Vallenzona: monitoraggio afflussi anni: 1974 - 1976, 1980

Di seguito si riportano per ciascuna stazione i dati pluviometrici registrati presenti nel database di Hydro. Nelle tabelle sono raccolti i valori mensili (in millimetri), per ciascun anno di monitoraggio, e inoltre sono presenti anche i valori medi mensili e annuali. Nei grafici seguenti sono rappresentati gli afflussi cumulati annuali.

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Stazione di Crocetta d'Orero:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1951 303 357 262 71 205 23 62 52 169 209 707 83 209 1952 30 41 62 175 140 58 49 196 241 357 130 82 130 1953 13 7 2 83 57 127 55 97 649 391 33 191 142 1954 37 90 220 99 329 75 69 284 23 171 334 262 166 1955 268 180 106 0 150 120 80 48 65 149 122 189 123 1956 231 8 339 227 62 79 72 3 157 104 103 29 118 1957 70 209 49 245 303 79 59 7 32 131 489 384 171 1958 28 165 53 173 32 124 67 74 33 395 192 511 154 1959 53 13 169 175 144 47 12 123 108 562 284 554 187 1960 244 150 183 14 59 93 119 103 214 523 302 200 184 1961 111 41 39 226 97 85 162 5 101 221 421 184 141 1962 80 79 nd nd nd nd 5 3 72 114 200 nd 79 1963 175 95 195 175 56 128 30 106 307 41 407 100 151 1964 60 202 262 69 80 75 116 10 114 249 60 121 118 1965 74 5 143 12 41 72 31 120 194 149 120 55 85 1966 57 189 23 158 72 11 110 52 94 404 187 54 118 1967 47 66 71 136 108 72 34 121 132 62 359 45 104 1968 8 476 49 78 109 60 93 111 128 85 237 78 126 1969 167 111 121 105 115 82 119 60 235 0 138 8 105 1970 264 16 106 35 80 42 2 198 4 748 314 61 156 1971 217 108 224 163 204 64 18 28 14 37 224 91 116 1972 112 315 182 152 166 96 53 41 183 260 118 202 157 1973 86 23 41 78 39 122 92 8 116 111 50 233 83 1974 109 119 90 141 27 59 31 37 121 36 146 66 82 1975 244 106 154 55 202 40 11 107 59 74 276 134 122 1976 nd 31 14 29 32 4 64 158 337 555 192 108 139 1977 387 136 109 83 90 17 86 140 35 389 95 204 148 1978 253 138 99 140 121 110 70 95 1 56 18 215 110 1979 150 76 199 121 6 37 9 64 155 481 100 138 128 1980 57 52 128 20 93 143 15 85 11 273 134 36 87 1981 1 5 71 51 120 47 79 113 179 205 4 63 78 1982 83 25 60 29 62 18 59 77 190 256 197 74 94 1983 4 21 190 74 73 36 8 33 56 86 7 172 63 1985 83 25 156 37 238 69 10 60 58 11 51 93 74 1986 4 5 4 79 40 64 125 49 33 20 76 35 44 1987 10 93 15 80 38 30 30 125 50 175 92 45 65 1988 116 58 15 95 82 56 315 332 10 105 0 120 109 1989 10 120 36 239 8 54 11 192 41 16 30 10 64 media 115 104 115 106 105 68 64 93 124 216 183 141 119

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240

200

160

120

80

pioggia media [mm] 40

0

1951

1953

1955

1957

1959

1961

1963

1965

1967

1969

1971

1973

1975

1977 1979

anno 1981

1983

1986 1988

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Stazione di Scoffera:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1952 47 56 78 148 190 4 97 71 271 499 164 121 145 1953 31 13 5 96 93 213 45 141 429 494 47 267 156 1954 63 123 253 134 413 121 50 326 28 215 441 300 206 1955 293 215 99 5 84 106 98 130 63 113 151 227 132 1956 196 35 464 283 73 82 22 14 189 99 140 47 137 1957 65 231 64 263 321 122 82 11 24 128 756 606 223 1958 30 176 55 195 65 114 64 56 52 249 131 444 136 1959 75 15 159 224 178 91 20 132 86 522 296 596 200 1960 179 131 188 38 58 188 150 117 339 592 432 364 231 1961 263 67 88 235 65 120 55 22 126 302 550 193 174 1962 92 74 191 334 88 94 71 34 39 200 270 51 128 1963 209 103 255 240 66 153 93 188 294 73 441 167 190 1964 49 262 335 178 86 107 227 22 183 393 60 132 169 1965 151 17 224 12 55 68 30 143 408 147 235 84 131 1966 123 269 31 358 78 50 121 101 131 497 294 119 181 1967 67 125 138 141 154 81 29 161 146 74 472 89 140 1968 13 571 109 150 169 81 71 253 169 144 309 99 178 1969 243 191 197 127 110 69 129 72 421 2 239 32 153 1970 574 32 133 108 164 53 20 127 16 225 437 114 167 1971 316 127 283 250 291 137 11 20 31 35 216 126 154 1972 127 335 205 173 133 77 20 42 207 275 172 251 168 1973 97 51 18 104 28 124 72 26 71 190 41 189 84 1974 141 245 72 133 41 102 17 30 144 68 183 126 108 1975 291 131 185 65 226 66 34 232 114 85 299 158 157 1976 1 61 44 77 68 38 103 258 77 431 279 142 132 1977 633 252 233 186 303 48 131 198 57 139 116 363 222 1978 314 177 116 190 222 95 101 83 4 49 8 156 126 1979 115 nd 52 317 23 59 19 70 96 144 46 57 91 1981 12 23 177 83 183 105 102 90 244 263 10 161 121 1982 68 65 122 49 214 31 28 130 87 460 389 286 161 1983 32 73 348 182 134 128 17 109 71 102 21 426 137 1984 124 79 205 112 353 119 0 188 184 205 243 158 164 1985 198 71 327 109 252 93 3 46 71 22 165 150 126 1986 46 179 58 204 78 107 92 37 110 60 323 90 115 1987 111 253 89 256 86 158 107 92 32 311 165 99 147 1988 426 177 181 155 260 117 23 53 33 265 2 154 154 1989 25 293 120 420 35 70 30 135 133 57 212 97 136 media 158 147 160 171 147 97 64 107 140 220 237 196 153

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240

200

160

120

80

pioggia media [mm] 40

0

1952

1954

1956

1958

1960

1962

1964

1966

1968

1970

1972

1974

1976

1978 1981

anno 1983

1985 1987 1989

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Stazione di Crocefieschi:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1971 238 90 253 160 176 90 20 40 10 27 199 56 113 1974 126 191 81 180 37 73 35 20 123 82 180 74 100 1975 234 114 185 97 nd 53 nd 121 103 nd 299 168 153 1976 42 42 42 75 40 31 76 149 334 552 252 121 146 1977 nd 228 179 nd 247 17 115 250 28 369 123 167 172 media 160 133 148 128 125 53 61 116 119 258 210 117 137

200

160

120

80

pioggia media [mm] 40

0 1971 1974 1975 1976 anno 1977

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Stazione di Vallenzona:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1974 91 268 55 193 37 44 52 21 123 53 153 60 96 1975 111 116 133 107 143 131 1 158 181 42 152 136 118 1976 41 42 16 75 29 22 34 198 319 648 309 115 154 1980 81 110 147 13 115 48 22 21 71 500 182 40 113 media 81 134 88 97 81 61 27 99 174 311 199 88 120

160

120

80

40 pioggia media [mm]

0 1974 1975 1976 anno 1980

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3.1.1.2 Anno idrologico di riferimento

Di seguito, per ciascuna stazione presentata nel paragrafo precedente, si riportano:

periodo delle osservazioni anno idrologico di riferimento: tabella con valori medi di afflusso mensile anno idrologico di riferimento: rappresentazione grafica a mezzo di istogrammi

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Stazione di Crocetta d'Orero:

- Periodo delle osservazioni: anni: 1951 - 1989

- Anno idrologico di riferimento:

genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic Pioggia [mm] 115 104 115 106 105 68 64 93 124 216 183 141

240

200

160

120

80

pioggiamedia [mm] 40

0

genn febb

giu

mag

lug

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

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Stazione di Scoffera:

- Periodo delle osservazioni: anni: 1952 - 1989

- Anno idrologico di riferimento:

genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic Pioggia [mm] 158 147 160 171 147 97 64 107 140 220 237 196

240

200

160

120

80

pioggiamedia [mm] 40

0

genn febb

giu

mag

lug

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

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Stazione di Crocefieschi:

- Periodo delle osservazioni: anni: 1971; 1974 - 1977

- Anno idrologico di riferimento:

genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic Pioggia [mm] 160 133 148 128 125 53 61 116 119 258 210 117

280

240

200

160

120

80 pioggiamedia [mm] 40

0

genn febb

giu

mag

lug

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

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Stazione di Vallenzona:

- Periodo delle osservazioni: anni: 1974 - 1976; 1980

- Anno idrologico di riferimento:

genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic Pioggia [mm] 81 134 88 97 81 61 27 99 174 311 199 88

320 280 240 200 160 120

80 pioggiamedia [mm] 40

0

genn febb

giu

mag

lug

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

Pagina 46 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

3.1.1.3 Isoiete e calcolo degli apporti idrici diretti

ISOIETE:

Per il bacino del Fiume Scrivia è stata realizzata una specifica cartografia, allegata, rielaborata graficamente a partire dai dati del modello Hydro-Co.

APPORTI IDRICI DIRETTI:

Il calcolo degli apporti idrici diretti è ottenuto utilizzando le elaborazioni del modello Hydro, quali le piogge cumulate mensili medie calcolate in alcuni punti rappresentativi del bacino. Queste sono state elaborate dal modello interrogato nei punti di interesse.

Come già effettuato nel caso dell’analisi delle temperature (si veda il paragrafo 1.3 – “Inquadramento Climatico” -) si sono presi in considerazione alcuni luoghi del bacino ritenuti significativi. In particolare si sono presi in considerazione sette luoghi dislocati sul territorio, scelti arbitrariamente ma posizionati in modo da potersi considerare descrittivi dell’eterogeneità del bacino in esame. Queste località sono state numerate (da 1 a 7, partendo da monte e procedendo verso il confine regionale) e sono elencate nella seguente tabella; per una rappresentazione grafica delle località sul territorio si rimanda ancora al paragrafo 1.3.

LOCALITA'

1 Laccio (comune di Torriglia) 2 Montoggio (comune di Montoggio) 3 Pareto (comune di Valbrevenna) 4 S. Bartolomeo (comune di Savignone) 5 Vobbia (comune di Vobbia) 6 Ronco Scrivia (comune di Ronco Scrivia) 7 Isola del Cantone (comune di Isola del Cantone)

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In accordo con le valutazioni generali relative alla piovosità nei bacini Liguri, nel bacino idrografico del Fiume Scrivia si ritrova un afflusso piovoso medio di quasi 1600 mm/anno.

Di seguito vengono raccolte in tabella le elaborazioni fornite dal modello in termini di pogge cumulate mensili medie. Nella prima colonna si riportano i valori medi assegnati all’intero bacino dal modello Hydro; nelle colonne seguenti si riportano i valori relativi alle 7 località in cui lo si è interrogato.

Piogge medie [mm]

Media bacino loc. 1 loc. 2 loc. 3 loc. 4 loc. 5 loc. 6 loc. 7

gen 141.4 183.5 120.6 140.4 117.1 148.1 130.1 130.2

feb 131.0 154.4 114.8 140.1 111.6 132.4 125.8 126.4

mar 135.0 163.9 124.2 128.6 119.0 139.0 129.9 130.2

apr 126.6 164.1 126.4 122.0 115.3 124.2 119.0 117.2

mag 113.1 140.0 111.5 108.3 106.1 118.2 107.0 105.2

giu 71.2 95.9 71.3 70.1 66.0 56.2 64.7 65.4

lu 54.0 61.8 54.7 46.0 59.7 56.5 54.4 52.8

ag 98.3 106.7 90.8 107.9 91.0 111.8 91.8 89.8

set 134.1 136.3 128.9 147.8 128.5 127.6 131.5 131.3

ott 248.2 229.2 228.9 287.2 221.8 262.6 234.9 235.5

nov 200.2 227.6 199.3 201.3 196.1 207.4 197.0 192.6

dic 141.9 191.4 157.2 128.8 139.3 117.2 123.7 123.1

Tot annuo 1595.1 1854.8 1528.6 1628.5 1471.5 1601.2 1509.8 1499.7

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Sulla base di tali dati si possono effettuare le seguenti considerazioni.

Le elaborazioni del modello assegnano al bacino un valore di afflusso medio annuale pari a 1595 mm/anno; passando all’analisi puntuale relativa ai singoli luoghi di controllo si ritrova che il valore massimo viene attribuito alla località 1 - Laccio (1850 mm/anno), mentre il minimo appartiene alla località 4 - S. Bartolomeo (1470 mm/anno). L’andamento delle precipitazioni presenta un minimo assoluto estivo in corrispondenza del mese di luglio; in seguito l’afflusso aumenta regolarmente fino al raggiungimento del valore massimo assoluto autunnale (localizzato durante il mese di ottobre), per poi presentare alcune oscillazioni (eventuali "picchi" in gennaio e/o marzo con "flessioni" in dicembre e/o febbraio) fino all'estate successiva. Queste considerazioni emergono chiaramente osservando nel dettaglio le singole rappresentazioni grafiche (di seguito riportate) dell’andamento delle precipitazioni mensili medie relativamente all’intero bacino e ai due andamenti estremi (località 1 e 4). In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello relativamente all’intero bacino (grafico seguente), si osserva che questi variano tra un minimo assoluto (ovviamente assegnato al mese di luglio) quantificato in 54 mm e un valore massimo (ottobre) pari a 248 mm.

280 piogge medie 240 200 160 120 80 pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar

apr

giu

mag

lug

ago set

mese ott

nov dic

Afflusso medio mensile – valori indicativi rappresentativi dell’intero bacino -

Pagina 49 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

La stessa rappresentazione segue per quanto riguarda le elaborazioni relative alla località di S. Bartolomeo (località numero: 4 - valori minimi). In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello, si osserva che in questa località il regime pluviometrico presenta valori che variano tra un minimo assoluto (luglio) quantificato in circa 60 mm e un valore massimo (ottobre) pari a 220 mm.

min (4) 240 200 160 120 80

pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar

apr

giu

mag

lug

ago set

mese ott

nov dic

Afflusso medio mensile – valori minimi (località 4: S. Bartolomeo) -

Pagina 50 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Infine vengono rappresentate le elaborazioni relative alla località Laccio, cui corrispondono i valori massimi. In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello, si osserva che in questa località il regime pluviometrico presenta valori che variano tra un minimo assoluto (luglio) quantificato in 62 mm e un valore massimo (ottobre) pari a 229 mm.

280 max (1) 240 200 160 120 80 pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar

apr

giu

mag

lug

ago set

mese ott

nov dic

Afflusso medio mensile – valori massimi (località 1: Laccio) -

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A differenza di quanto visto nell’analisi delle temperature (cfr. paragrafo 1.3), per quanto riguarda gli afflussi esiste una reale differenza tra i valori minimi (località 4) e quelli massimi (località 1); inoltre il modello, interrogato circa un valore medio da attribuire all’intero bacino (piogge medie), fornisce un andamento che non sempre è perfettamente intermedio tra i due estremi, anche a causa di alcune particolarità dei singoli andamenti sopra descritti (ad esempio non sempre i valori estremi sono assegnati alle medesime mensilità).

Nel grafico seguente si riportano contemporaneamente, a livello di confronto, i tre andamenti già descritti singolarmente.

280 min (4) piogge medie max (1) 240 200 160 120 80

pioggia [mm] pioggia 40

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

ago set

ott dic mese nov

Afflusso medio mensile – confronto -

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3.1.1.4 Apporti idrici indiretti

3.1.1.4.1 Naturali

Analizzando la voce apporti idrici naturali indiretti, si intuisce come all’interno del ciclo dell’acqua l’unica frazione di questa che indirettamente costituisce una “voce in entrata” al bilancio idrologico, (non si tiene infatti conto in questo studio della voce afflusso proveniente dai bacini idrogeologici contigui al bacino oggetto di studio poichè difficile da quantificare), è l’acqua di infiltrazione, ossia quella porzione d’acqua che, una volta raggiunta la superficie del suolo, non alimenta le rete idrografica superficiale attraverso il ruscellamento, ma si infiltra. A questo punto del ciclo dell’acqua, ossia dal momento in cui questa si infiltra, gioca un ruolo fondamentale il suolo, infatti sottraendo la frazione di acqua da esso trattenuta e quella che si allontana come deflusso ipodermico, si determina la cosiddetta infiltrazione efficace ossia l’aliquota d’acqua che giungendo alla superficie della falda, alimenta realmente gli acquiferi profondi. Attraverso il software di calcolo afflussi – deflussi Hydro.co (tenendo presente che si tratta di un modello di calcolo del bilancio idrologico semplificato) si fornisce una stima del cosiddetto contenuto idrico del terreno, ossia dell’aliquota d’acqua che infiltrandosi nel terreno, viene trattenuta dallo stesso; quest’ultima, a sua volta, costituirà una frazione della voce apporto idrico indiretto naturale. Il modello Hydro.co parte per l’elaborazione del cosiddetto contenuto idrico naturalmente dal dato delle precipitazioni ossia l’apporto idrico diretto naturale; ai valori di precipitazione elaborati per ciascun bacino il programma sottrae l’aliquota persa per evapotraspirazione, a questo punto il software produce in output, attraverso la decurtazione del valore dovuto al deflusso (qui inteso sia come ruscellamento sia come quell’aliquota d’acqua che pur infiltrandosi scorre subito al disotto della superficie del terreno e non viene trattenuta dallo stesso, ossia il cosiddetto deflusso ipodermico), il contenuto idrico del terreno. Naturalmente, poiché il software Hydro.co non calcola la frazione che infiltrandosi va ad alimentare i circuiti idrici in profondità, il contenuto idrico in questione sarà quello comprensivo dell’infiltrazione efficace. A questo punto, nell’elaborazione dei dati, il software introduce una differenziazione poichè nei mesi che rientreranno nella cosiddetta stagione umida il contenuto idrico coinciderà con il massimo contenuto idrico del terreno, poiché quest’ultimo sarà considerato saturo, mentre nella stagione secca il contenuto idrico del terreno sarà minore del massimo contenuto idrico poiché maggiore sarà l’aliquota persa per evapotraspirazione, minori saranno le precipitazioni ecc ecc. Si riporta qui di seguito pertanto la tabella, relativa al bacino oggetto di studio, contenente i valori del contenuto idrico, espresso in mm:

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Contenuto idrico terreno da Hydro (mm) Gen. 145.315 Feb. 145.315 Mar. 145.315 Apr. 145.315 Mag. 145.315 Giu. 143.176 Lug. 119.934 Ago. 139.705 Set. 145.315 Ott. 145.315 Nov. 145.315 Dic. 145.315

Contenuto idrico del suolo nel bacino idrografico del T.Scrivia sotteso alla sezione di chiusura.

Analizzando i dati riportati, derivanti dall’applicazione del modello semplificato Hydro.co, si nota un decremento del contenuto idrico in corrispondenza dei mesi di Luglio e Agosto, mentre nella restante parte dell’anno i valori risultano praticamente costanti ( tranne il mese di Giugno) e più alti.

Pagina 54 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

3.1.1.4.2 Artificiali

Per quanto riguarda il bacino in questione, si dispone di un censimento (provvisorio, in quanto in continuo aggiornamento) relativo a circa 140 scarichi idrici di tipo civile, una buona parte dei quali costituiti da impianti di fosse Imhoff. Di questi non sono note le portate immesse direttamente nei corsi d'acqua ma, operando una stima sulla base degli abitanti residenti e fluttuanti, si può attribuire a questo contributo un valore medio complessivo pari a circa 8 l/s. Tali scarichi sono diffusi abbastanza omogeneamente in tutto il territorio del bacino, ma presentano una concentrazione elevata nella parte alta in corrispondenza del Comune di Torriglia. In generale gli apporti idrici recapitano sia direttamente nelle acque del Fiume Scrivia che in quelle dei suoi affluenti; di seguito si riporta una rappresentazione qualitativa della localizzazione degli impianti sul territorio. Si segnala, come raffigurato di seguito, che nei pressi del confine regionale è presente una porzione del bacino del Torrente Spinti (affluente del Fiume Scrivia in territorio Piemontese) in cui ricadono due scarichi idrici censiti.

Scarichi civili presenti nel bacino del Fiume Scrivia

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3.1.2 Deflussi

3.1.2.1 Dati termometrici strumentali

Per quanto riguarda il bacino dello Scrivia non si dispone di temperature rilevate da stazioni di monitoraggio site all'interno del bacino. Nella stima della temperatura nelle varie zone del territorio il modello si serve allora anche delle registrazioni effettuate dalle stazioni situate esternamente al bacino, ma nell’intorno di esso; in particolare si è rilevata una stazione nelle vicinanze, ovvero quella sita all’interno del comune di Torriglia in corrispondenza della diga del T. Brugneto. Nella tabella seguente si elencano le caratteristiche di questa staziona (codice dell’ufficio idrografico, codice interno di Hydro, numero della stazione, quota altimetrica e bacino di appartenenza). Le celle in cui non è indicato niente (anno di inizio e di fine delle registrazioni termometriche) sono relative a dati che non è stato possibile recuperare.

Di seguito si rappresenta graficamente la posizione di tale stazione sul territorio rispetto al bacino.

DIGA DEL NOME STAZIONE BRUGNETO CODICE 225 NUM STAZIONE 1686 COD IDROGRAFICO 0 QUOTA 812 BACINO (Brugneto)

Stazione termometrica di riferimento

Pagina 56 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Stazione termometrica di riferimento (diga Brugneto) – rappresentazione sul territorio-

In particolare in merito a tale stazione si dispone delle misurazioni relative al monitoraggio delle temperature nell'anno 1980. È evidente come questa stazione, oltre a presentare il limite di essere situata esternamente al bacino in questione, risulta inoltre essere non troppo attendibile in quanto si dispone di un unico anno di misurazioni, troppo poco per descrivere un trend sufficientemente significativo. Ciò nonostante in questa fase, non disponendo di ulteriori dati, si è ritenuto opportuno utilizzare quelli in possesso rimandando ulteriori approfondimenti a eventuali studi successivi.

I valori registrati (medie mensili espresse in gradi O C) sono riportati nella tabella seguente, unitamente ai valori mediati mensilmente successivamente graficati.

Pagina 57 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Stazione Diga del Brugneto:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1980 -0.3 2.7 3.7 5.6 8.9 13.8 15.6 18.0 14.6 9.5 4.5 0.9 8.1

18 16 14 12 10 8 6 4 2

temperatura media [gradi C] [gradi media temperatura 0

genn

febb

giu

lug

mag

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

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3.1.2.2 Isoterme

Per il bacino del Fiume Scrivia è stata realizzata una specifica cartografia, allegata, rielaborata graficamente a partire dai dati del modello Hydro-Co.

3.1.2.3 Stima dell’evapotraspirazione reale

Analizzando il bacino idrografico del Fiume Scrivia, al fine di fornire una stima dell’evapotraspirazione reale si è proceduto in maniera analoga a quanto operato nell’inquadramento climatico e nella stima degli apporti idrici diretti (si vedano i paragrafi 1.3 e 3.1.1.3), ovvero si è interrogato il modello in alcuni punti dislocati sul bacino. Esattamente come già visto in precedenza sono stati individuati sette luoghi dislocati sul bacino scelti arbitrariamente ma in modo tale da essere descrittivi dell’eterogeneità del territorio.

LOCALITA'

1 Laccio (comune di Torriglia) 2 Montoggio (comune di Montoggio) 3 Pareto (comune di Valbrevenna) 4 S. Bartolomeo (comune di Savignone) 5 Vobbia (comune di Vobbia) 6 Ronco Scrivia (comune di Ronco Scrivia) 7 Isola del Cantone (comune di Isola del Cantone)

Il modello, una volta interrogato, fornisce una stima dell’evapotraspirazione potenziale e di quella effettiva a scala mensile; nella tabella seguente si riportano i valori ottenuti, unitamente alla differenza tra le due elaborazioni.

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evapotraspirazione [mm]

1 2 3 4 5 6 7 effettiva

effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff min (3) max (1) med

gen 8.1 8.1 0.0 6.9 6.9 0.0 7.0 7.0 0.0 5.9 5.9 0.0 6.5 6.5 0.0 5.9 5.9 0.0 5.8 5.8 0.0 7.0 8.1 6.5

feb 8.9 8.9 0.0 7.8 7.8 0.0 8.2 8.2 0.0 7.2 7.2 0.0 7.9 7.9 0.0 7.6 7.6 0.0 7.7 7.7 0.0 8.2 8.9 7.8

mar 18.1 18.1 0.0 17.5 17.5 0.0 17.7 17.7 0.0 17.0 17.0 0.0 17.6 17.6 0.0 17.2 17.2 0.0 17.4 17.4 0.0 17.7 18.1 17.3

apr 28.5 28.5 0.0 28.2 28.2 0.0 28.4 28.4 0.0 28.3 28.3 0.0 28.6 28.6 0.0 28.5 28.5 0.0 29.1 29.1 0.0 28.4 28.5 28.2 mag 49.0 49.0 0.0 48.8 48.8 0.0 48.8 48.8 0.0 48.4 48.4 0.0 48.9 48.9 0.0 49.2 49.2 0.0 49.5 49.5 0.0 48.8 49 48.4

giu 69.8 69.8 0.0 67.7 67.7 0.0 68.3 68.3 0.0 67.0 67.0 0.0 67.4 67.8 -0.4 67.3 67.5 -0.2 67.9 67.9 0.0 68.3 69.8 67.0

lug 80.9 81.9 -1.0 76.2 81.9 -5.7 51.0 82.1 -31.1 80.5 81.5 -1.0 78.9 82.0 -3.1 65.4 82.2 -16.8 79.9 82.6 -2.7 51.0 80.9 76.7

ago 75.2 75.2 0.0 73.3 73.3 0.0 73.9 73.9 0.0 72.9 72.9 0.0 73.3 73.3 0.0 73.5 73.5 0.0 73.9 73.9 0.0 73.9 75.2 73.0

set 53.9 53.9 0.0 52.7 52.7 0.0 53.1 53.1 0.0 52.1 52.1 0.0 52.3 52.3 0.0 52.2 52.2 0.0 51.7 51.7 0.0 53.1 53.9 52.0

ott 34.8 34.8 0.0 33.7 33.7 0.0 34.0 34.0 0.0 32.8 32.8 0.0 33.4 33.4 0.0 33.0 33.0 0.0 32.9 32.9 0.0 34.0 34.8 33.2

nov 16.2 16.2 0.0 15.0 15.0 0.0 15.4 15.4 0.0 14.2 14.2 0.0 14.8 14.8 0.0 14.6 14.6 0.0 14.5 14.5 0.0 15.4 16.2 14.7

dic 9.7 9.7 0.0 8.6 8.6 0.0 8.9 8.9 0.0 7.6 7.6 0.0 8.4 8.4 0.0 8.0 8.0 0.0 8.1 8.1 0.0 8.9 9.7 8.3

tot 453.1 454.1 -1.0 436.4 442.1 -5.7 414.7 445.8 -31.1 433.9 434.9 -1.0 438.0 441.5 -3.5 422.4 439.4 -17.0 438.4 441.1 -2.7 414.7 453.1 433.2

Pagina 60 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Osservando i valori emergono immediatamente due aspetti.

Innanzitutto spicca la poca differenza tra le varie località, dovuta al fatto che l’evapotraspirazione, di difficile stima, viene calcolata utilizzando un procedimento semplificato che ne fornisce in realtà un valore puramente indicativo; inoltre a contribuire al grado di approssimazione si aggiunge la scala mensile adottata dalla modellazione che, come già sottolineato nell’analisi di temperature e afflussi, tende ad “appianare” i valori. Ma soprattutto influisce molto il fatto che l’evapotraspirazione viene stimata come funzione della temperatura, la quale a sua volta viene ottenuta a mezzo di interpolazioni tra le misurazioni disponibili (a questo proposito si ricorda come nel bacino idrografico in oggetto non si disponga di dati misurati, sostituiti dalle rilevazioni effettuate nei bacini limitrofi).

In secondo luogo si nota immediatamente come, in ciascuna sezione, nella quasi totalità dei mesi l’evaporazione effettiva e quella potenziale coincidano. Per la definizione di evaporazione potenziale è lecito aspettarsi una situazione di questo tipo durante la cosiddetta “stagione umida”, caratterizzata da abbondanza di acqua nel terreno; questo non dovrebbe verificarsi nella stagione secca. In effetti, operando le semplificazioni descritte in precedenza, il modello fornisce il medesimo valore per entrambe le stime a eccezione del solo mese di luglio e in qualche caso giugno, che evidentemente diventano gli unici “rappresentanti” della stagione secca. Queste differenze di evapotraspirazione concentrate nella stagione estiva risultano essere variabili ma comunque basse, a meno di un picco di differenza pari a 31 mm.

Considerando i valori riportati nell’ultima riga della tabella, ovvero i valori totali nell’anno dell’evapotraspirazione, emerge come la massima evapotraspirazione nell’arco dell’anno si concretizzi nella località 1, ovvero Laccio. Di seguito si graficizza l’andamento dell’evapotraspirazione effettiva relativo a questa luogo.

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90 80 70 60 50 40 30 20

10 evaporazione effettiva [mm] effettiva evaporazione

0

ott

lug

giu dic

set

feb apr

gen nov

mar ago mag mese

Evapotraspirazione effettiva – valori massimi

L’andamento osservato presenta un valore di picco in estate, localizzato nel mese di luglio; in generale l’evapotraspirazione presenta un andamento analogo a quello della temperatura, funzione da cui deriva. Analizzando i valori il massimo assoluto è quantificato in 80 mm. Per quanto riguarda i valori minimi, questi sono ovviamente concentrati nella stagione invernale; da dicembre a febbraio l’evapotraspirazione assume valori bassi e quasi costanti; in particolare il valore minimo si realizza nel mese di gennaio ed è quantificato in 8.1 mm.

Tornando ai valori riportati nella tabella, si fornisce un andamento che sia il più possibile indicativo dell’intero bacino graficizzando di seguito i valori medi, calcolati dal modello come rappresentativi non di una località puntuale ma del territorio totale, riportati nell’ultima colonna. Si nota che nell'arco dell'anno l'evapotraspirazione media risulta essere minore rispetto a quella elaborata per le singole località; quest’anomalia porta ad immaginare che le singole interrogazioni sono state casualmente scelte in luoghi caratterizzati da alte evapotraspirazioni.

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80

70

60

50

40

30

20

10 evaporazione effettiva [mm] effettiva evaporazione

0

ott

lug

giu dic

set

feb apr

gen nov

mar ago mag mese

Evapotraspirazione effettiva – valori medi

L’andamento indicativo ottenuto, analogo a quello descritto in precedenza, presenta un valore di picco assoluto in estate localizzato nel mese di luglio e quantificato in 76 mm. Per quanto riguarda i valori minimi, questi sono sempre quasi costanti da dicembre a febbraio; in particolare il valore minimo si realizza nel mese di gennaio ed è quantificato in 6.5 mm.

In generale la similitudine tra i valori elaborati porta alla considerazione che, pur tenendo conto delle approssimazioni presenti a monte, allo stato delle conoscenze disponibili i valori medi di evapotraspirazione in generale possono essere considerati come ben interpretativi dei singoli valori puntuali.

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3.1.2.4 Dati idrometrici strumentali

Per quanto riguarda il bacino in questione non si dispone di misurazioni di portata o di livello idrometrico. In realtà sono presenti almeno due stazioni di rilevamento (è ignoto se oggi siano ancora in uso o dismesse), una sul torrente Laccio sita in località Siginelle e una sul torrente Scrivia sita in località Savignone; di queste però non è stato possibile recuperare i corrispondenti valori monitorati. Si sono però ritrovati all'interno del database del modello di bilancio idrico Hydro alcuni valori tipici delle corrispondenti curve di durata delle portate, per i quali si rimanda al paragrafo 3.3. Essendo il bacino in questione di estese dimensioni si propone di verificare la presenza di almeno due idrometri; a tal proposito si sottolinea l'ovvia necessità di disporre, oltre agli strumenti di misura, anche di una scala di deflusso adeguatamente precisa e attendibile.

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3.1.2.5 Deflusso totale

Per quanto riguarda il bacino del fiume Scrivia, il deflusso totale è stato ottenuto interrogando il modello alla sezione di chiusura del bacino idrografico. Nelle pagine seguenti si riportano le elaborazioni effettuate dal modello Hydro:

Il bacino individuato:

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Le Elaborazioni:

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Si riportano i risultati ottenuti espressi con la precisione fornita dal modello:

Volume totale annuo: 1114 mm Portata media annua: 10.320059 m3/s Portate medie mensili [m3/s]: Gennaio: 13.096309 Febbraio: 13.056902 Marzo: 12.754429 Aprile: 11.803645 Maggio: 10.082948 Giugno: 6.916304 Luglio: 5.151545 Agosto: 4.098435 Settembre: 6.253861 Ottobre: 12.812409 Novembre: 14.448485 Dicembre: 13.365433

Analizzando i singoli valori di deflusso, si sottolinea come il valore minimo (agosto) sia quantificabile in circa 4000 l/s, mentre il massimo assoluto (novembre) è valutato in oltre 14 m3/s.

Di seguito si rappresenta l’andamento sotto forma di istogrammi.

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andamento mensile media annua 16 14 12 10 10.32 mc/s 8 6 portata[m3/s] 4 2

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

set

ago

ott dic mese nov

Andamento portate medie mensili e portata media annua

Dall’esame del grafico si può notare come questo non riprenda esattamente l’andamento proprio della distribuzione degli afflussi piovosi. Infatti, come le piogge (oggetto dei paragrafi 1.3 e 4.1.1.3) presentano un andamento caratterizzato da due valori di picco (il massimo assoluto localizzato in autunno e quello relativo attribuito al mese di marzo) e altrettanti di minimo (quello assoluto proprio del mese di luglio e quello relativo attribuito a febbraio), le portate seguono un andamento più regolare in quanto l'andamento è crescente da agosto a novembre e decrescente nei restanti mesi. In pratica si denotano diversità nella stagione invernale, ma in realtà tali diversità sono minime in quanto sia le precipitazioni che le temperature in quel periodo sono pressocchè costanti. Per analizzare in dettaglio differenze e analogie tra la tendenza delle piogge e quella delle portate di seguito si riportano nello stesso grafico l’andamento dei deflussi e quello degli afflussi medi relativi al bacino.

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piogge portate

ott

giu lug dic

set

apr

feb

nov

gen mar ago mag Andamento deflussi medi mensili e afflussi medi mensili.

Analizzando maggiormente in dettaglio emerge come per quanto riguarda i valori estremi "relativi" questi sono localizzati nelle stesse stagioni ma non nei medesimi mesi. Infatti, come già osservato in altri bacini, si denota un certo sfasamento temporale tra i due andamenti consistente in un ritardo delle portate rispetto alle precipitazioni. In particolare gli estremi del deflusso si ritrovano in agosto e novembre, mentre le precipitazioni variano tra luglio e ottobre.

3.1.2.6 Valutazioni circa il rapporto tra il deflusso calcolato e quello strumentale

Come presentato nel paragrafo 3.1.2.4, per il bacino in questione non si dispone di misurazioni di portata o di livello idrometrico, per cui è irrealizzabile un confronto di questo tipo.

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3.1.3 Sorgenti

L’elemento “sorgente” è una categoria idrogeologica. Si tratta della manifestazione visiva di circuiti idrici presenti in profondità. In altre parole, si presenta come un punto o un’area dove, grazie a condizioni geologico – strutturali favorevoli, le acque di sottosuolo vengono a giorno. Il legame tra sorgenti e circuiti idrici sotterranei è pertanto un legame biunivoco, nel senso che la distribuzione delle sorgenti in superficie è controllata dalla presenza nel sottosuolo di quelle che vengono definite come “rocce – magazzino” o “rocce-serbatoio”. L’identificazione delle formazioni che presentano caratteristiche idonee alla circolazione ed all’immagazzinamento di acqua avviene, in prima approssimazione, grazie alla distribuzione dei punti di uscita in superficie della risorsa idrica, essendo essi collegati ai serbatoi idrici in profondità. Tali rocce - magazzino o rocce serbatoio vengono delimitate spazialmente e identificate attraverso limiti idrogeologicamente significativi quali, ad esempio, limiti di permeabilità o di alimentazione. Appare pertanto evidente come, alla luce di questi aspetti, risulti fondamentale un censimento il più organico ed esaustivo possibile delle sorgenti, siano esse captate o meno. In questa fase di elaborazione dello studio sul Bilancio Idrico, il lavoro di censimento è stato finalizzato ad una raccolta organica di dati. Tale fase, complicata dalla notevole dispersione degli stessi, si è concretizzata nell’impostazione di un vero e proprio catasto delle sorgenti. La fase di raccolta ha infatti portato all’acquisizione di vari insiemi di dati che sono stati, in seguito, caricati all’interno di un “GIS-database” con “software” Geomedia al fine di ottenere, in primo luogo, una mappa dell’insieme delle sorgenti ricadenti all’interno del bacino oggetto di studio. Appare evidente come il lavoro di censimento così impostato rappresenti una base di partenza per successivi approfondimenti. Da questa base non si poteva in alcun modo prescindere al fine di giungere all’impostazione di una banca dati che fosse il più completa possibile. Le implementazioni e gli approfondimenti successivi più logici dovranno concretizzarsi in una fase di rilevamento sul terreno con lo scopo di completare il catasto ed il controllo sul territorio della localizzazione esatta del punto sorgente, laddove fosse incerta per i noti motivi dovuti alle catalogazioni di elementi geografici (duplicazione di informazioni, errata posizione, riferimento geografico informatizzato ecc.). Sono state distinte le sorgenti captate da quelle non captate: la fonte alla quale si è attinto per costituire la banca dati di quelle captate è costituita da: - Progetto Hydro.co all’interno del quale confluiscono i dati provenienti dal SINA - SIREBA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale – Sistema Informativo Regionale di Bacino ossia la banca dati regionale che raccoglie le informazioni relative a piccole e grandi derivazioni, comprensiva delle banche dati di: AREA 08 – Ufficio Derivazioni Acqua e Linee Elettriche; Regione Liguria – Sistema Informativo Regionale Ambientale, Progetto ECOZERO - approfondimenti per le zone ex-Obiettivo 2). La banca dati delle sorgenti non captate fa riferimento invece alle seguenti fonti: - Tavolette C.T.R. al 25000;

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- Piano Regolatore Generale del Comune di Busalla (1998) – Carta di Analisi Geomorfologica; - Piano Regolatore Generale del Comune di Isola del Cantone (1999) – Carta Idrogeologica. Tutte le sorgenti non captate entrano a far parte della Carta della Conduttività Idraulica (in scala 1:50000). I set di dati derivati dagli strumenti urbanistici erano presenti originariamente in versione esclusivamente cartacea, si è provveduto pertanto, al riposizionamento degli stessi sulla carta finale mediante il software cad – Microstation, utilizzando come base topografica la C.T.R in scala 1:10000 e 1:5000; si deve precisare a tal proposito che la localizzazione di tali voci sarà pertanto affetta da un margine d’errore insito nell’operazione stessa eseguita. Poiché in alcuni database (che verranno specificati successivamente) non era presente l’informazione relativa alla captazione o meno delle sorgenti, si è reso necessario al fine di poter inserire in carta come dati di sorgenti non captate quelli dei suddetti database, eseguire un’operazione di filtraggio utilizzando le voci provenienti dal progetto Hydro, assumendo come criterio di discriminazione la coincidenza o meno delle due tipologie di voci ossia: sorgenti captate da Hydro – sorgenti provenienti dai vari database da filtrare. In particolar modo si è deciso di considerare come coincidenti le sorgenti che ricadessero in un gap di distanza minore dei 20 m (si è scelto un gap apparentemente alto ipotizzando tal modo di ricomprendere in tale intervallo il margine di errore insito già nella fase di posizionamento delle sorgenti stesse), viceversa di considerare come distinte le voci situate ad una distanza maggiore di 20 m. Tutte le voci distinte dalle voci del database di Hydro.co sono state inserite come sorgenti non captate. Il lavoro di filtraggio si è reso necessario per i seguenti set di dati : - sorgenti presenti nella Carta di Analisi Geomorfologica del Piano Regolatore del Comune di Busalla; - sorgenti presenti nella Carta Idrogeologica del Piano Regolatore Generale del Comune di Isola del Cantone. Analogo lavoro di filtraggio è stato eseguito con le stesse modalità fra le varie fonti di sorgenti non captate per poter escludere in prima battuta eventuali duplicazioni dei dati stessi. In conclusione il censimento eseguito si ritiene fondamentalmente attendibile a meno di: - errori introdotti mediante operazioni di georeferenziazione; - eventuale esaurimento della sorgente nel corso degli anni. Come già anticipato nel Cap. 1 par. 1.2, sono state eseguite per la categoria idrogeologica sorgenti alcune elaborazioni grafiche che vengono qui di seguito riportate. In primo luogo viene presentato un grafico che riporta la distribuzione delle sorgenti captate e non captate alla scala del bacino idrografico; successivamente attraverso ulteriori elaborazioni, che riguardano la distribuzione delle sorgenti su classe Hydro.co, la loro concentrazione riferita alla superficie e mediante un’analisi statistica puramente

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descrittiva, sono state evidenziate le classi che presentano le concentrazioni maggiori. Le classi litologiche s.l. introdotte corrispondono alle classi Hydro.co, per la definizione delle quali si rimanda alla Legenda della Carta Geolitologica elaborata nell’ambito del presente piano di Bacino Stralcio sul Bilancio Idrico. Lo scopo di tali elaborazioni sarà infatti di fornire, un’indicazione sulle classi litologiche Hydro.co che potenzialmente potrebbero coincidere, comprendere o a loro volta essere comprese in ipotetiche formazioni o rocce serbatoio. Infatti le classi Hydro.co utilizzate ai fini dello studio sono classi litologiche derivate dall’accorpamento delle differenti litologie affioranti e subaffioranti, invece com’è intuibile la delimitazione spaziale delle cosiddette “rocce serbatoio” o “rocce magazzino” avviene attraverso l’individuazione di limiti significativi dal punto di vista idrogeologico. Naturalmente si intuisce che per arrivare ad un’individuazione e delimitazione spaziale delle stesse formazioni serbatoio occorrono studi specifici ed approfonditi che non vengono affrontati in tale contesto, ma rimandati ad eventuali successivi approfondimenti del presente Studio sul Bilancio Idrico

Distribuzione sul bacino idrografico del Torrente Scrivia delle sorgenti captate e di quelle non captate

Il grafico soprariportato esemplificativo del censimento condotto per la categoria idrogeologica sorgenti (esclusivamente nella porzione di bacino ricadente nei confini amministrativi della Provincia di Genova), mette in evidenza una netta prevalenza delle sorgenti captate, su quelle non captate. Nella cartografia allegata si riporta la Carta Geolitologica derivata dalle classi Hydro.co. e la distribuzione delle sorgenti. La fig. 3.1.3a mostra un grafico che riporta la

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distribuzione delle sorgenti (considerate nel loro complesso, ossia non distinguendo tra le voci concessionate e quelle libere) su classe litologica s.l.

35

30

25

20 distribuzione 15

10

5

0

sedimenti rocce silicee coltri detritiche rocce argilloserocce calcareerocce arenaceerocce breccioidirocce ofioliticherocce cristalline rocce metamorfiche classe litologica

Fig. 3.1.3a Distribuzione delle sorgenti su classe litologica s.l. (le classi litologiche sono corrispondenti alle classi Hydro.co).

Il grafico mette in evidenza come la distribuzione delle sorgenti sia più elevata in assoluto in corrispondenza della classe delle rocce breccioidi, seguita con uno scarto di un’unità da quella delle rocce calcaree. Al fine di verificare un’ ipotetica influenza del fattore estensione areale sul dato di distribuzione delle sorgenti, si è passati ad analizzare un altro parametro, ossia l’indice di densità delle sorgenti su classe litologica, che corrisponde al dato di distribuzione delle sorgenti normalizzato sulla superficie delle singole classi litologiche. Il calcolo dell’estensione delle singole classi litologiche ha fornito i seguenti risultati: Rocce Argillose: 54,86 km2; Rocce Calcaree: 162,62 km2 Rocce Breccioidi: 43,72 km2; Coltri Detritiche: 13,95 km2; Sedimenti: 10,58 km2; per un totale di estensione della superficie del bacino, ricadente nei confini della Provincia di Genova, di 285,73 km2 (la differenza tra tale valore e quello indicato nel capitolo 1, deriva dalla discretizzazione a maglie introdotta attraverso il modello digitale del terreno elaborato dal software Hydro.co che si riflette anche sul tematismo geolitologico,

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tale discretizzazione porta ad una non perfetta coincidenza delle litologie affioranti nel bacino con il limite geografico dello stesso). Dividendo il numero di sorgenti, sia captate che non captate, ricadenti all’interno della singola classe litologica, per l’area di ogni singola classe, si ottengono i seguenti indici di densità di sorgenti visualizzati nel grafico di Fig. 3.1.3b: Rocce Argillose: 29/ 54,86 km2 = 0,53∙km−2; Rocce Calcaree: 33/ 162,62 km2 = 0,2∙km−2; Rocce Breccioidi: 34/ 43,72 km2 = 0,78∙km−2; Coltri Detritiche: 14/ 13,95 km2 = 1∙km−2; Sedimenti: 0/10,58 km2 = 0∙km−2;

Fig.3.1.3b Indice di densità delle sorgenti su classe litologica s.l. (le classi litologiche sono corrispondenti alle classi Hydro.co)

Dall’analisi del grafico emerge che la concentrazione maggiore di sorgenti si rileva in corrispondenza della classe coltri detritiche (anche se il range in cui ricadono i valori degli indici è molto contenuto); il risultato interessante di tale grafico è che dall’operazione di normalizzazione risulta ridimensionato soprattutto il risultato riferito alla classe delle rocce calcaree. Questo fatto può essere spiegato sia con fenomeni dissolutivi legati alla frazione carbonatica della matrice dei calcari affioranti, sia con problemi di scarso campionamento delle sorgenti legato alla maggiore superficie da indagare (circa 3 volte superiore alla media delle superfici). Un altro motivo di tale andamento può essere dovuto ad una maggiore concentrazione delle sorgenti lungo fasce a forte contrasto di permeabilità. In questo senso uno sviluppo dell’analisi dovrebbe considerare in particolare le superfici delle classi litologiche in prossimità dei contatti.

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Si riporta in Fig. 3.1.3c la tabella riassuntiva dei dati utilizzati per gli approfondimenti relativi alla categoria idrogeologica sorgenti:

Estensione Distribuzione delle sorgenti per Classe Numero Classi unità di litologica sorgenti litologiche superficie (km2) (1/km2)

Rocce Argillose 29 54.86 0.53 Rocce Calcaree 33 162.62 0.2 Rocce Breccioidi 34 43.72 0.78 Coltri Detritiche 14 13.95 1

Sedimenti 0 10.58 0

Fig. 3.1.3.c Tabella riassuntiva dei dati utilizzati per gli approfondimenti relativi alla categoria idrogeologica sorgenti.

3.1.3.1 Curve di portata

Vengono qui di seguito riportati i dati di portata associati alle coordinate Gauss – Boaga estratti dal database di Hydro.co e associati alle sorgenti captate:

Portata massima concessa LONGITUDINE LATITUDINE in l/s 1510443 4926115 0.28 1510443 4926115 0.28 1492674 4943144 2 1493021 4943099 2 1492964 4943037 2 1493262 4942838 2 1493389 4942994 2 1492549 4943115 2 1492876 4942784 2 1493208 4942895 2 1493069 4942999 2 1493111 4943292 2 1498610 4939402 0.35 1509701 4925217 0.02

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1498578 4931819 1.5 1499250 4937309 0.1 1510704 4932036 0.05 1510524 4932367 0.05 1510547 4932326 0.05 1510320 4932315 0.05 1495122 4938415 0.05 1512101 4929510 0.08 1512075 4929534 0.08 1507122 4937611 0.66 1509830 4925156 0.12 1509801 4925133 0.12 1510151 4925064 0.14 1502810 4928163 0.06 1508973 4928152 0.02 1513118 4927828 0.15 1499677 4935406 0.55 1492918 4940486 0.12 1493130 4940615 0.12 1492723 4940347 0.13 1498300 4939174 0.05 1501992 4929405 0.1 1501519 4929472 0.1 1496717 4932810 0.13 1496689 4932864 0.12 1499507 4941394 0.3 1499518 4941392 0.3 1502862 4929903 0.12 1502823 4930309 0.13 1502737 4930312 0.12 1498008 4932678 0.04 1494432 4944749 6 1494782 4937975 0.07 1494799 4937992 0.07 1494690 4938071 0.06 1500429 4934718 0.1 1500321 4934647 0.1 1500321 4934664 0.1 1500321 4934640 0.1 1500326 4934656 0.1 1499417 4941331 0.3 1498523 4939075 0.07 1494772 4943591 0.1 1512133 4929281 0.08 1503629 4932215 0.2 1500296 4927385 0.05 1500345 4927362 0.05 1503778 4937568 0.4 1498488 4938374 0.15 1496120 4944835 1.11 1510361 4925480 0.34 1494656 4943502 0.25 1495092 4943580 0.25

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1512369 4927071 0.08 1512365 4927080 0.08 1512367 4927063 0.08 1503135 4940485 0.58 1503135 4941220 0.58 1511883 4928638 0.85

38.94

Nell’ambito del lavoro di censimento non sono stati rilevati dati riguardanti la portata delle sorgenti non captate ricadenti nell’ambito dello stesso bacino. I dati attualmente in nostro possesso non permettono l’elaborazione di curve di portata per quanto riguarda le voci sorgenti. Si rimanda perciò la trattazione di questo argomento ad una fase successiva di rilevamento sul terreno, che comporti una serie di misure di portata distribuite lungo un arco temporale sufficientemente esteso da poter permettere la costruzione della relativa curva di portata.

3.1.3.2 Caratteristiche di temperatura

Non sono disponibili, per quanto riguarda il bacino dello Scrivia, dati di temperatura riguardanti sia le sorgenti non captate che quelle captate.

3.1.3.3 Caratterizzazione idrogeologica della sorgente

Nell’ambito di questa prima stesura dello Studio sul Bilancio Idrico non si perverrà ancora ad una caratterizzazione idrogeologica delle sorgenti, questa fase viene rimandata ad un eventuale successivo approfondimento legato anche ad una fase di rilevamento sul terreno dei punti sorgente stessi.

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3.1.3.4 Stima dell'area di alimentazione

Nell’ambito degli studi idrogeologici di base rientra la delimitazione dell’area di alimentazione di una sorgente. Questa operazione risulta particolarmente difficile, specialmente per alcune tipologie di sorgente ed in particolar modo per quelle alimentate da acquiferi carsici o composti da rocce fessurate in genere. In questi casi infatti non ci si può limitare al riconoscimento degli spartiacque morfologici ma si deve procedere con un’analisi di tipo strutturale, eventualmente affiancata da indagini di tipo geognostico e dall’impiego di traccianti, finalizzata al riconoscimento degli spartiacque sotterranei. A causa delle difficoltà oggettive riscontrate nel giungere a questo livello di approfondimento, ci si limiterà, almeno in questo primo stralcio dello Studio sul Bilancio Idrico, a considerare come area di alimentazione di una sorgente (indipendentemente dalle caratteristiche idrogeologiche della litologia sulla quale la stessa sorgente si imposta), quella superficialmente sottesa dalla sorgente stessa, in altre termini l’area definita dagli spartiacque morfologici.

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3.2 UTILIZZAZIONI IN ATTO

Le elaborazioni riferite alla caratterizzazione degli utilizzi in atto della risorsa idrica si basano sulle pratiche presenti presso l'archivio della Regione Liguria e su quelle appartenenti al catasto dell’Area 08 della Provincia di Genova. Per quanto riguarda quest'ultimo si sottolinea che tale archivio è in fase di implementazione e non si presenta al momento esaustivo, in quanto talune pratiche sono tuttora in fase di controllo da parte dei tecnici addetti alla relativa concessione. Sono state quindi considerate per la caratterizzazione le sole pratiche considerante ufficialmente "attive" al momento della stesura del presente elaborato. Di seguito si riporta una rappresentazione qualitativa della dislocazione nel bacino in questione delle varie opere di presa (pozzi, derivazioni e sorgenti).

Opere di presa - dislocazione sul territorio

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In termini di portata, la fonte più sfruttata risulta essere assolutamente quella delle derivazioni, da cui proviene la quasi totalità della risorsa complessivamente derivata nel bacino in questione. In realtà è bene sottolineare che la maggior parte di questa portata è prelevata tramite 4 grandi derivazioni (una sul Fiume Scrivia, una sul torrente Laccio, una sull'invaso del Busalletta e una su quello del Val Noci) destinate all'approvvigionamento idrico della città di Genova. Ciò significa che quest'acqua viene detratta in modo "assoluto" in quanto è trasferita all'esterno del bacino in questione tramite alcune lunghe condotte. Per completezza si riporta che oltre alle derivazioni da acqua fluente sono presenti anche alcune sorgenti e alcuni pozzi; di questi i due maggiori sono ancora appartenenti alla rete dell'acquedotto di Genova, al pari delle derivazioni sopra citate. Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di derivazione.

portata [l/s] portata % pozzi 168.2 9.3 sorgenti 38.94 2.2 derivazioni 1601.23 88.5 totale 1808.37 100.0

pozzi sorgenti derivazioni

9.3% 2.2%

88.5%

Tipologia di captazione: portate concesse

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3.2.1 Censimento delle derivazioni

3.2.1.1 Portate derivate

Le derivazioni da acqua fluente sono per lo più destinate al consumo umano; come detto nel paragrafo precedente la maggior parte della portata prelevata è relativa a quattro grandi derivazioni destinate all'approvvigionamento idrico della città di Genova e quindi addotta esternamente al bacino in questione. Oltre a queste prese risultano derivazioni destinate a uso industriale e alla pescicoltura di cui alcune caratterizzate da portate importanti, e altre prese minori finalizzate agli altri utilizzi (viene prelevata acqua destinata a tutti gli scopi ad eccezione della produzione di energia idroelettrica). Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di uso.

portata [l/s] portata %

consumo umano 1407.46 87.9 industriale 81.29 5.1 idroelettrico 0 0.0 igienico ed assimilati 0.97 0.1 irriguo 5.81 0.4 pescicoltura 100 6.2 irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. 5.7 0.4 altro 0 0.0 totale 1601.23 100.0

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consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro 89%

5% 0% 0% 6% Destinazione d’uso delle acque derivate da corpo idrico superficiale: portate concesse

3.2.1.2 Portate restituite

Nel bacino in questione non risultano portate restituite dopo l'uso. Non sono infatti presenti prese destinate a uso idroelettrico (cui solitamente corrispondono le restituzioni), nè risultano captazioni di altro tipo restituite tra le concessioni note.

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3.2.2 Pozzi

I dati relativi ai pozzi che qui di seguito vengono forniti derivano dal database di Hydro.co; viene qui di seguito riprodotta una tabella direttamente estratta dal database del software stesso che riporta le coordinate geografiche Gauss-Boaga dell’opera di captazione e la portata massima concessa:

Quantità massima LONGITUDINE LATITUDINE concessa in l/s 1496730 4939846 1.5 1496376 4935309 1.4 1496349 4935515 1.4 1496428 4935521 1.4 1496347 4935536 1.4 1496388 4935312 1.4 1496630 4939708 0.87 1500469 4931471 10 1499246 4931769 10 1498000 4934015 2 1501021 4931062 0.25 1498169 4944542 1.15 1496471 4935647 60 1497133 4935678 60 1500285 4931186 1 1500437 4932665 13.6 1500840 4930715 0.83 168.2

3.2.2.1 Portate captate e stratigrafie

La falda rappresenta una risorsa idrica non poco sfruttata nel bacino dello Scrivia, a differenza di quanto si nota spesso negli altri bacini scolanti nel versante padano. In particolare risultano due prese importanti (60 l/s ciascuna) finalizzate al consumo umano e appartenenti alla rete acquedottistica della città di Genova e altre caratterizzate da piccole o medie portate destinate a uso industriale e a usi "igienici". Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di uso.

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portata [l/s] portata %

consumo umano 120 71.3 industriale 46.33 27.5 idroelettrico 0 0.0 igienico ed assimilati 1.87 1.1 Irriguo 0 0.0 pescicoltura 0 0.0 irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. 0 0.0 Altro 0 0.0 Totale 168.2 100.0

consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

71%

28%

1%

Destinazione d’uso delle acque captate da pozzi: portate concesse

I dati di seguito forniti si riferiscono esclusivamente ai pozzi che ricadono nei limiti dei depositi alluvionali del T.Scrivia, (limiti derivati dalla Carta Geomorfologica prodotta nell’ambito del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali del sottobacino del T.Scrivia) e derivano dal database associato al modello Hydro.co; la tabella riporta le coordinate geografiche Gauss - Boaga dell’opera di captazione e la portata massima concessa:

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Portata massima LONGITUDINE LATITUDINE concessa in l/s 1496730 4939846 1,5 1496630 4939708 0,87 1496471 4935647 60 1497133 4935678 60 1496347 4935536 1,4 1496428 4935521 1,4 1496349 4935515 1,4 1496376 4935309 1,4 1496388 4935312 1,4 1498000 4934015 2 1499246 4931769 10 1500285 4931186 1 1500840 4930715 0,83 1501021 4931062 0,25 143,45

Eseguendo una somma delle portate si ottiene un prelievo idrico dalla falda di subalveo del T.Scrivia pari a 143,45 l/s, di conseguenza pari a 516,42 m3/h, di 12394,08 m3 al giorno e di 4523839 m3 all’anno. Naturalmente si tenga presente che si riportano i dati derivanti dalle portate concesse e pertanto regolarmente denunciate; inoltre i calcoli sono stati effettuati sulla base di una portata massima concessa, che probabilmente non corrisponderà durante tutto il corso dell’anno alla portata effettivamente prelevata. Gli unici dati a nostra disposizione esemplificativi della stratigrafia dei pozzi sono quelli utilizzati per la ricostruzione e modellazione dei depositi alluvionali del Torrente Scrivia. Le stratigrafie in questione non vengono allegate al testo per ovvi problemi relativi al diritto di riproduzione.

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3.3 CURVE DI DURATA DELLE PORTATE

Come presentato nel paragrafo 3.1.2.4, per il bacino in questione si dispone di alcuni dati relativi alla stazione di monitoraggio dei deflussi del Fiume Scrivia sita in località Savignone e altri relativi alla stazione sul torrente Laccio sita in località Siginelle; in particolare si sono potuti consultare alcuni dati presenti nel database del modello di bilancio idrico Hydro, e tra questi le curve di durata delle portate storiche relative a queste stazioni. Di seguito si riportano i valori relativi alle stazioni di misura.

Stazione di Savignone (Fiume Scrivia):

Nella tabella e nel grafico seguenti si riportano le portate superate mediamente nell’anno per 10, 30, 60, 91, 135, 182, 274 e 355 giorni:

giorni PORTATA [mc/s] 10 28 30 12 60 5.2 91 3.63 135 2.86 182 2.17 274 1 355 0.3

30 SCRIVIA A SAVIGNONE 25 - valori misurati -

20

15

portata [m3/s] portata 10

5

0

0

30 60 90

120 150 180 210 240 270 300 330 360 giorni

Curva di durata delle portate relativa alla stazione di misura sita in località Savignone

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Stazione di Siginelle (Torrente Laccio):

Nella tabella e nel grafico seguenti si riportano le portate superate mediamente nell’anno per 10, 30, 60, 91, 135, 182, 274 e 355 giorni:

giorni PORTATA [mc/s] 10 3.79 30 1.66 60 1.09 91 0.93 135 0.77 182 0.62 274 0.32 355 0.09

5 LACCIO A SIGINELLE 4 - valori misurati -

3

2 portata[m3/s]

1

0

0

30 60 90

120 150 180 210 240 270 300 330 360 giorni

Curva di durata delle portate relativa alla stazione di misura sita in località Siginelle

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Curva di durata delle portate da Hydro:

Di seguito invece si analizza la curva di durata delle portate realizzata utilizzando le elaborazioni del modello Hydro; questo ovviamente non può garantire la precisione propria dei valori misurati, ma consente di ottenere risultati qualunque sezione si voglia considerare, superando quindi il limite dei pochi strumenti di misura presenti sul territorio. Di seguito si riporta la curva di durata relativa alla sezione sita al confine regionale (quindi interpretativa dell'intera porzione di bacino presente sul territorio provinciale).

giorni Portata [mc/s] 60 13.401 90 8.615 120 6.701 150 4.786 180 3.829 210 3.159 240 2.489 270 1.914 300 1.627 330 1.244 360 0.957

Da questi dati è stato possibile graficare, per interpolazione, la curva di durata delle portate, come riportato nel grafico seguente:

15 sezione: confine regionale 12

9

6 portata [m3/s] 3

0

0

30 60 90

120 150 180 210 240 270 300 330 360 giorni

Curva di durata delle portate – sezione sita presso il confine regionale

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Poiché si è visto che, per quanto riguarda le sezioni site in località Savignone e Siginelle si dispone anche delle curve di durata delle portate “storiche” (ovvero ottenute dai deflussi misurati), si ritiene opportuno procedere a un confronto tra i dati elaborati dal modello e quelli misurati.

- Stazione di Savignone (Fiume Scrivia):

30 SCRIVIA A SAVIGNONE valori misurati 25 valori H

20

15 portata [m3/s] portata 10

5

0

0

50

100 150 200 250 300 350 400 giorni

Curva di durata delle portate – sezione di Savignone. Valori misurati e valori calcolati.

Si nota che i due andamenti sono abbastanza simili nel tratto finale; in quello iniziale il confronto è meno agevole in quanto il modello non attribuisce valori di portata alle durate minori di 60 giorni, e per durate di quest'ordine si denota qualche differenza tra i due andamenti. In particolare si osserva che i valori elaborati dal modello in generale tendono a sovrastimare quelli misurati. Di seguito si graficizza un ingrandimento della parte terminale della curva, essendo le portate minori e di lunga durata quelle più interessanti ai fini del presente studio.

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3.5 SCRIVIA A SAVIGNONE valori misurati 3.0 valori H

2.5

2.0

1.5 portata [m3/s] portata

1.0

0.5

0.0

200 230 260 290 320 350 380 giorni

Curva di durata delle portate – sezione: Savignone. Valori misurati e valori calcolati – ingrandimento parte terminale.

Si conferma quanto detto sopra, ovvero la discreta similitudine tra i due andamenti, a riprova della bontà dello strumento utilizzato.

- Stazione di Siginelle (Torrente Laccio):

4 LACCIO A SIGINELLE valori misurati valori H 3

2 portata [m3/s] portata

1

0

0

50

100 150 200 250 300 350 400 giorni

Curva di durata delle portate – sezione di Savignone - Valori misurati e valori calcolati.

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Si nota che, analogamente a quanto osservato per la sezione precedente i due andamenti sono abbastanza simili nel tratto finale; in quello iniziale il confronto invece è meno agevole in quanto il modello non attribuisce valori di portata alle durate minori di 60 giorni. Da queste durate in poi sono presenti entrambi gli andamenti fornendo valori molto simili. In particolare si osserva che i valori elaborati dal modello alternativamente sovrastimano o sottostimano quelli misurati, senza mostrare una tendenza generale. Di seguito si graficizza un ingrandimento della parte terminale della curva, essendo le portate minori e di lunga durata quelle più interessanti ai fini del presente studio.

0.8 valori misurati 0.7 LACCIO A SIGINELLE valori H 0.6

0.5

0.4

portata [m3/s] portata 0.3

0.2

0.1

0.0

200 240 280 320 360 giorni

Curva di durata delle portate – sezione: Siginelle. Valori misurati e valori calcolati – ingrandimento parte terminale.

Dal confronto si riconferma pertanto la bontà dello strumento utilizzato.

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3.4 ANALISI DEL DEFICIT IDRICO - SOSTENIBILITÀ DELL’USO DELLA RISORSA

Il bacino in questione è sottoposto a uno sfruttamento delle risorse intensivo, per lo più dovuto alla presenza di 4 grandi derivazioni (una sul Fiume Scrivia, una sul torrente Laccio, una sull'invaso del Busalletta e una su quello del Val Noci) destinate all'approvvigionamento idrico della città di Genova. Ciò significa che quest'acqua viene detratta in modo "assoluto" in quanto è trasferita all'esterno del bacino in questione tramite alcune lunghe condotte. Analogamente anche i due pozzi più consistenti (in termini di portate captate) sono destinati al medesimo scopo. Essendo questo bacino molto esteso sono presenti, oltre alle grandi opere sopra citate, anche molte altre derivazioni di vario tipo e entità; ne consegue che la maggior parte del reticolo idrografico è interessato, almeno minimamente, da prelievi che ne alterano lo stato naturale. Per una corretta valutazione della sostenibilità si è proceduto confrontando la curva di durata delle portate del corso d’acqua con le derivazioni insistenti nel bacino sotteso in modo da poter verificare per quanti giorni all’anno tali concessioni possano essere garantite. Per quanto riguarda la sezione di chiusura si considera quella sita in corrispondenza del confine provinciale e/o regionale (e quindi identificativa dell'intera porzione di bacino di nostro interesse); per quanto riguarda la curva di durata questa non proviene da valori misurati ma è invece calcolata dal modello di bilancio idrico Hydro utilizzato. Infine per quanto concerne le derivazioni si considera la somma totale di quanto prelevato a mezzo di pozzi, sorgenti e captazioni da acqua fluente. Di seguito si riporta tale analisi.

curva durata portata derivata [m3/s] giorni deflusso [m3/s] 60 14.448 90 9.288 120 7.224 150 5.160 180 4.128 1.808 210 3.406

240 2.683 270 2.064 300 1.754 330 1.342 360 1.032

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Dal confronto effettuato si deduce che la portata derivata non è garantita in qualunque periodo dell'anno, in accordo con quanto ci si poteva aspettare vista la presenza delle grandi concessioni citate. In particolare per oltre 70 giorni all'anno il bacino non dispone di acqua sufficiente per soddisfare le richieste. A questo si aggiunge che le concessioni cui ci si riferisce sono solo quelle ufficiali e attive al momento della redazione del presente elaborato, in quanto il database di riferimento è in continuo aggiornamento. In realtà è bene sottolineare che in questo confronto il dato relativo alle varie prese (e tra queste le quattro grandi derivazioni precedentemente citate) viene considerato costante, come se in qualunque momento la portata derivata fosse la medesima. In realtà esistono delle oscillazioni che probabilmente cambierebbero questo quadro soprattutto nei periodi siccitosi.

Di seguito si riporta l'analisi in questione in forma grafica.

deflusso [mc/s] portata derivata [mc/s]

16 14 12 10 8

6 portata [mc/s] portata 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Curva di durata delle portate e portata derivata totale – confronto

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Questa analisi presenta un quadro generale relativo all'intero bacino; è ovvio che localmente possono esistere le situazioni più diverse (corsi d'acqua o tratti di essi sfruttati totalmente o viceversa ampie zone prive di derivazioni di qualunque forma). Un'analisi di questo tipo, più complessa ma sicuramente necessaria al fine di conoscere il territorio e di pianificare gli interventi su esso, è riportata in cartografia allegata nella "Carta della classificazione dello stato quantitativo". In tale carta si sono poste un certo numero di sezioni di controllo (24 in questo bacino) localizzate a monte delle derivazioni e delle immissioni degli affluenti, sia nell'asta principale che nei corsi d'acqua secondari. Per ciascuna sezione si riportano la portata media naturale calcolata dal modello, la portata totale derivata nel territorio sotteso, la corrispondente portata media antropizzata (pari alla differenza tra i due valori) e il conseguente deficit idrico (rapporto tra quantità derivata e deflusso naturale, espresso in forma percentuale). A seconda del valore di questo dato i vari tratti vengono schematizzati come privi di deficit idrico (nel caso in cui non insistano derivazioni), con deficit minimo, medio, massimo e infine con deficit totale (nel caso in cui il deflusso naturale sia insufficiente a soddisfare le derivazioni teoriche presenti). Essendo variabili le portate nel corso dell'anno, è ovvio che i risultati discendono da quali valori vengono considerati; sono state allora realizzate due carte distinte, uguali concettualmente ma una relativa al mese con deflussi minimi (per questo bacino: agosto), l'altra relativa al mese con deflussi massimi (per questo bacino: marzo). Nella cartografia allegata esiste inoltre un altro documento utile a questo scopo, ovvero lo "Schema Idrologico" relativo all'asta principale; qui è schematizzato il corso d'acqua maggiore riportando le grandezze principali (superficie sottesa, deflusso medio naturale annuo, portata derivata a monte e deflusso medio antropizzato annuo) in corrispondenza della sorgente, del confine regionale e di alcune sezioni intermedie; inoltre sono riportate le maggiori affluenze e le principali captazioni idriche. Per un'analisi dettagliata si rimanda all'esame della cartografia allegata.

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4 DEFLUSSO MINIMO VITALE

Il problema della determinazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) è stato introdotto nella Parte Generale; di seguito si analizza nello specifico il bacino oggetto del presente studio.

4.1 Definizione della componente idrologica del DMV per i tratti omogenei individuati

Nel paragrafo 4.2 della Parte Generale si presenta la questione dell’individuazione di “tratti omogenei” per il calcolo dell’DMV, al cui fine si sono effettuate le considerazioni di carattere “biologico” presentate di seguito.

Considerazioni di carattere biologico (la Carta Ittica della Provincia di Genova)

La Carta Ittica della Provincia di Genova caratterizza i corpi idrici in base a tre tematismi: la Gestione della Pesca, i Tratti IBE e la Caratterizzazione Ittiologica. Di questi è stato ritenuto opportuno considerare i primi due al fine dell’individuazione dei tratti qualitativamente più "rilevanti" dal punto di vista della "vita pesci", in corrispondenza dei quali porre le sezioni di controllo del Deflusso Minimo Vitale. Analizzando il bacino del Fiume Scrivia, si denota una situazione qualitativamente migliore nella parte alta, con un peggioramento sensibile nell'avvicinamento verso il confine regionale; per un analisi dettagliata si rimanda alla cartografia allegata, mentre di seguito se ne presenta una descrizione qualitativa. Per quanto riguarda la Carta Ittica relativa alla Gestione della Pesca si può suddividere il corso d’acqua principale nei tratti seguenti: Categoria A (corsi d’acqua ritenuti di pregio ittiofaunistico rilevante o significativo): alcuni affluenti o tratti di essi (Rio Borlasca, Rio S. Rocco, Rio Assereto, e altri); Categoria B (acque ritenute di pregio ittico minore rispetto alle precedenti): asta principale, dal confine regionale all'affluenza con il Rio S. Rocco e dall'affluenza del Torrente Seminella all'affluenza del Torrente Pentemina; inoltre alcuni tratti dei Torrenti Vobbia, Vallenzona, Brevenna, Pentemina, il Rio Lanone e il Torrente Laccio. Categoria C (corsi d’acqua, o tratti di essi, non idonei ad ospitare popolazioni ittiche permanenti): i restanti tratti dell'asta principale e del Torrente Vobbia, il Torrente Seminella. Per quanto riguarda la Carta Ittica relativa all'indice IBE si può suddividere il corso d’acqua principale nei tratti seguenti:

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I Classe di Qualità: asta principale dall'affluenza del Torrente Seminella all'affluenza del Torrente Pentemina; inoltre alcuni affluenti o tratti di essi (Rio Borlasca, Rio S. Rocco, Rio Lanone, Torrenti Brevenna e Pentemina, due tratti del Torrente Vobbia, e altri); II Classe di Qualità: primo tratto asta principale, dal confine regionale all'affluenza con il Rio S. Rocco; III Classe di Qualità: asta principale dall'affluenza con il Rio S. Rocco all'affluenza del Torrente Seminella.

Considerazioni di carattere idrogeologico

La parte indagata del bacino del fiume Scrivia è sede di falde idriche. Per quanto riguarda le dimensioni del prisma alluvionale in questione, tali depositi hanno larghezza variabile e si estendono non continuativamente lungo l'asta principale; la potenza degli stessi stimata attraverso la modellizzazione effettuata (si rimanda al Capitolo 2) varia mediamente dai 5 ai 10 m. Laddove tali depositi sono più consistenti parte della portata abbandona il deflusso superficiale per scorrere in sotterraneo; poichè ciò, come detto, non avviene in un tratto ben definito ma in modo più irregolare il DMV è stato calcolato normalmente in tutto il territorio. Per ulteriori approfondimenti sulla struttura idrogeologica del bacino si rimanda agli specifici paragrafi.

I tratti omogenei

La sovrapposizione delle considerazioni idrogeologiche e ittiologiche descritte, unitamente all'analisi del reticolo idrografico presente ha comportato l’individuazione delle sezioni di controllo che delimitano i vari tratti omogenei. In particolare è stata indagata l'asta principale ponendo una sezione di controllo in corrispondenza del confine regionale e laddove esistono variazioni nella caratterizzazione relativa alla carta Ittica. Inoltre sono state poste ulteriori sezioni in corrispondenza delle affluenze / confluenze maggiori e in corrispondenza degli invasi del Val Noci e del Busalletta. In cartografia si riporta una rappresentazione del bacino con le sezioni di controllo individuate e i corrispondenti valori di DMV.

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Calcolo del Deflusso Minimo Vitale

Come visto nel capitolo 4 della “Parte Generale”, per ciascun tratto omogeneo si calcola il Deflusso Minimo Vitale attraverso la seguente formula:

DMV = k ∙ qmeda ∙ S

Con: K = - 2.39 ∙ 10-5 S + 0.058 [S in km2]

qmeda , S: ottenute dalle elaborazioni del modello di bilancio idrico Hydro

Di seguito si riportano le elaborazioni effettuate. Per ciascuna sezione si calcola il Deflusso Minimo Vitale e, per valutare lo stato della risorsa idrica, lo si confronta con le portate medie mensili e con la curva di durata delle portate calcolate dal modello; questo, come spiegato nei paragrafi precedenti, riproduce deflussi teoricamente "naturali". Nei casi in cui la sezione analizzata sottenda un tratto in cui sono presenti derivazioni idriche non restituite (in questo bacino sezioni 1,2, 6, 7, 8, 10, 12, 14, 15, 16 e 18) la presente analisi si ripete sottraendo le quantità derivate ai deflussi naturali, riproducendo così portate "antropizzate".

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Sezione 1

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 10.32 292.18 0.0510 0.5265

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 14.4481 90 9.2881 120 7.2240 150 5.1600 180 4.1280 210 3.4056 240 2.6832 270 2.0640 300 1.7544 330 1.3416 360 1.0320

16.0CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0

portata[mc/s] 4.0 2.0 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 13.0963 feb 13.0569 mar 12.7544 apr 11.8036 mag 10.0829 giu 6.9163 lug 5.1515 ago 4.0984 set 6.2539 ott 12.8124 nov 14.4485 dic 13.3654

16.0 portata media mensile DMV 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0

portata [mc/s] 4.0 2.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 12.6397 90 7.4797 120 5.4157 150 3.3517 180 2.3197 210 1.5973 240 0.8749 270 0.2557 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

CURVA14.0 di DURATA delle PORTATE DMV 12.0 10.0 8.0 6.0

portata[mc/s] 4.0 2.0 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 11.2880 feb 11.2486 mar 10.9461 apr 9.9953 mag 8.2746 giu 5.1080 lug 3.3432 ago 2.2901 set 4.4455 ott 11.0041 nov 12.6401 dic 11.5571

14.0 portata media mensile DMV 12.0 10.0 8.0 6.0

4.0 portata [mc/s] 2.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 2

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.14 4.84 0.0579 0.0080

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.1742 90 0.1049 120 0.0771 150 0.0494 180 0.0355 210 0.0258 240 0.0161 270 0.0077 300 0.0036 330 0.0000 360 0.0000

CURVA0.20 di DURATA delle PORTATE DMV 0.18 0.16 0.14 0.12 0.10 0.08

0.06 portata[mc/s] 0.04 0.02 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.1865 feb 0.1783 mar 0.1693 apr 0.1275 mag 0.0791 giu 0.0054 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0521 ott 0.2392 nov 0.2351 dic 0.2000

portata0.30 media mensile DMV 0.25

0.20

0.15

0.10 portata [mc/s] 0.05

0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 103 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 3

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 1.99 57.61 0.0566 0.1126

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 2.7849 90 1.7903 120 1.3924 150 0.9946 180 0.7957 210 0.6564 240 0.5172 270 0.3978 300 0.3382 330 0.2586 360 0.1989

CURVA3.5 di DURATA delle PORTATE DMV 3.0 2.5 2.0 1.5

portata[mc/s] 1.0 0.5 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 104 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 2.6929 feb 2.6626 mar 2.4438 apr 2.1210 mag 1.6051 giu 0.6968 lug 0.3779 ago 0.2382 set 1.2045 ott 3.4382 nov 3.6108 dic 2.7785

portata4.0 media mensile DMV 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5

portata [mc/s] 1.0 0.5 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 105 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 4

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 1.33 38.71 0.0571 0.0761

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 1.8662 90 1.1997 120 0.9331 150 0.6665 180 0.5332 210 0.4399 240 0.3466 270 0.2666 300 0.2266 330 0.1733 360 0.1333

2.5CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

2.0

1.5

1.0 portata[mc/s] 0.5

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 106 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 1.6976 feb 1.7787 mar 1.5414 apr 1.3223 mag 0.9345 giu 0.2720 lug 0.1071 ago 0.0858 set 0.9688 ott 2.8479 nov 2.6754 dic 1.7648

3.0 portata media mensile DMV 2.5

2.0

1.5

1.0 portata [mc/s] 0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 107 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 5

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.43 11.97 0.0577 0.0250

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.5739 90 0.5136 120 0.4156 150 0.3414 180 0.2828 210 0.2208 240 0.1722 270 0.1301 300 0.0894 330 0.0659 360 0.0447

0.7 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.6 0.5 0.4 0.3

portata[mc/s] 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 108 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.5964 feb 0.5676 mar 0.5170 apr 0.4187 mag 0.2914 giu 0.0068 lug 0.0022 ago 0.0298 set 0.3605 ott 1.0593 nov 0.8657 dic 0.4904

1.2 portata media mensile DMV 1.0

0.8

0.6

0.4 portata [mc/s] 0.2

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 109 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 6

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.71 21.44 0.0575 0.0406

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.9352 90 0.8370 120 0.6772 150 0.5563 180 0.4609 210 0.3598 240 0.2806 270 0.2121 300 0.1456 330 0.1074 360 0.0728

1.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

portata[mc/s] 0.3 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 110 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.7972 feb 0.9840 mar 0.7130 apr 0.6283 mag 0.3644 giu 0.0085 lug 0.0016 ago 0.0122 set 0.7321 ott 2.0064 nov 1.4661 dic 0.7690

2.5 portata media mensile DMV 2.0

1.5

1.0 portata [mc/s] 0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 111 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzata:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.9332 90 0.8349 120 0.6752 150 0.5543 180 0.4589 210 0.3578 240 0.2786 270 0.2100 300 0.1436 330 0.1054 360 0.0708

1.0CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

portata[mc/s] 0.3 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 112 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.7951 feb 0.9820 mar 0.7110 apr 0.6263 mag 0.3624 giu 0.0064 lug 0.0000 ago 0.0102 set 0.7301 ott 2.0044 nov 1.4641 dic 0.7669

2.5 portata media mensile DMV 2.0

1.5

1.0

portata [mc/s] 0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 113 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 7

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 6.74 208.18 0.0530 0.3575

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 9.4393 90 6.0681 120 4.7196 150 3.3712 180 2.6969 210 2.2250 240 1.7530 270 1.3485 300 1.1462 330 0.8765 360 0.6742

CURVA10 di DURATA delle PORTATE DMV 9 8 7 6 5 4

portata[mc/s] 3 2 1 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 114 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 7.4126 feb 7.5951 mar 7.7454 apr 7.5765 mag 7.0252 giu 5.8121 lug 4.9722 ago 4.3623 set 4.9037 ott 7.1513 nov 8.1486 dic 8.2031

9 portata media mensile DMV 8 7 6 5 4

3 portata [mc/s] 2 1 0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 115 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 7.6681 90 4.2969 120 2.9485 150 1.6000 180 0.9257 210 0.4538 240 0.0000 270 0.0000 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

CURVA9 di DURATA delle PORTATE DMV 8 7 6 5 4

3 portata[mc/s] 2 1 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 116 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 5.6414 feb 5.8240 mar 5.9742 apr 5.8053 mag 5.2540 giu 4.0409 lug 3.2011 ago 2.5911 set 3.1325 ott 5.3801 nov 6.5486 dic 6.6031

7portata media mensile DMV 6 5 4 3

portata [mc/s] 2 1 0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 117 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 8

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.15 4.48 0.0579 0.0086

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.2080 90 0.1337 120 0.1040 150 0.0743 180 0.0594 210 0.0490 240 0.0386 270 0.0297 300 0.0253 330 0.0193 360 0.0149

0.25 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.20

0.15

0.10 portata[mc/s] 0.05

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 118 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali::

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.2188 feb 0.2076 mar 0.1988 apr 0.1489 mag 0.0937 giu 0.0054 lug 0.0008 ago 0.0009 set 0.0985 ott 0.3227 nov 0.2837 dic 0.2033

portata0.35 media mensile DMV 0.30 0.25 0.20 0.15

portata [mc/s] 0.10 0.05 0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 119 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.2040 90 0.1297 120 0.1000 150 0.0703 180 0.0554 210 0.0450 240 0.0346 270 0.0257 300 0.0213 330 0.0153 360 0.0109

0.25 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.20

0.15

0.10 portata[mc/s] 0.05

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 120 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate::

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.2148 feb 0.2036 mar 0.1948 apr 0.1449 mag 0.0897 giu 0.0014 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0945 ott 0.3187 nov 0.2797 dic 0.1993

portata0.35 media mensile DMV 0.30 0.25 0.20 0.15

portata [mc/s] 0.10 0.05 0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 121 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 9

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.25 7.54 0.0578 0.0147

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3370 90 0.3016 120 0.2440 150 0.2004 180 0.1661 210 0.1296 240 0.1011 270 0.0764 300 0.0525 330 0.0387 360 0.0262

CURVA0.40 di DURATA delle PORTATE DMV 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15 portata[mc/s] 0.10 0.05 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 122 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.3510 feb 0.3365 mar 0.3349 apr 0.2693 mag 0.1674 giu 0.0133 lug 0.0005 ago 0.0002 set 0.1782 ott 0.5305 nov 0.5127 dic 0.3618

portata0.6 media mensile DMV

0.5

0.4

0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 123 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.0270 90 0.0000 120 0.0000 150 0.0000 180 0.0000 210 0.0000 240 0.0000 270 0.0000 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

CURVA0.03 di DURATA delle PORTATE DMV

0.03

0.02

0.02

0.01 portata[mc/s]

0.01

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 124 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.0410 feb 0.0265 mar 0.0249 apr 0.0000 mag 0.0000 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0000 ott 0.2205 nov 0.2027 dic 0.0518

0.3 portata media mensile DMV

0.2

0.2

0.1 portata [mc/s] portata 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

E’ bene sottolineare che a monte di questa sezione è presente la grande derivazione relativa all’invaso del Busalletta la cui portata viene considerata costante, mentre in realtà esistono delle oscillazioni che probabilmente cambierebbero questo quadro soprattutto nei periodi siccitosi.

Pagina 125 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 10

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 5.66 151.08 0.0544 0.3079

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 7.4885 90 6.7017 120 5.4225 150 4.4546 180 3.6905 210 2.8811 240 2.2471 270 1.6981 300 1.1660 330 0.8604 360 0.5830

8.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 7.0 6.0 5.0 4.0

3.0 portata [mc/s] portata 2.0 1.0 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 126 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 7.1582 feb 7.0570 mar 6.9919 apr 6.6599 mag 5.8848 giu 4.3745 lug 3.3065 ago 2.6514 set 3.3647 ott 6.0134 nov 7.1780 dic 7.2826

8.0 portata media mensile DMV 7.0 6.0 5.0 4.0 3.0

portata [mc/s] 2.0 1.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 127 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 6.7490 90 5.9622 120 4.6830 150 3.7151 180 2.9509 210 2.1415 240 1.5076 270 0.9585 300 0.4265 330 0.1208 360 0.0000

8.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 7.0 6.0 5.0 4.0

3.0 portata [mc/s] portata 2.0 1.0 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 128 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 6.4186 feb 6.3174 mar 6.2523 apr 5.9204 mag 5.1453 giu 3.6350 lug 2.5670 ago 1.9118 set 2.6252 ott 5.2739 nov 6.4385 dic 6.5431

7.0 portata media mensile DMV 6.0

5.0

4.0

3.0 portata [mc/s] portata 2.0

1.0

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 129 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 11

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.36 10 0.0578 0.0208

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.4758 90 0.4258 120 0.3445 150 0.2830 180 0.2345 210 0.1831 240 0.1428 270 0.1079 300 0.0741 330 0.0547 360 0.0370

0.6CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.5

0.4

0.3

0.2 portata[mc/s] 0.1

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 130 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.5061 feb 0.4565 mar 0.4471 apr 0.3625 mag 0.2548 giu 0.0062 lug 0.0005 ago 0.0153 set 0.2772 ott 0.8122 nov 0.7286 dic 0.4487

0.9 portata media mensile DMV 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 portata [mc/s] 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 131 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 12

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 1.39 35.25 0.0572 0.0795

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 1.8396 90 1.6464 120 1.3321 150 1.0943 180 0.9066 210 0.7078 240 0.5520 270 0.4172 300 0.2864 330 0.2114 360 0.1432

CURVA2.0 di DURATA delle PORTATE DMV 1.8 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8

0.6 portata[mc/s] 0.4 0.2 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 132 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 2.0436 feb 1.8079 mar 1.6880 apr 1.3764 mag 0.9717 giu 0.1605 lug 0.0303 ago 0.1537 set 1.0428 ott 3.0538 nov 2.5241 dic 1.8333

3.5 portata media mensile DMV 3.0 2.5 2.0 1.5

1.0 portata [mc/s] 0.5 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 1.7387 90 1.5454 120 1.2311 150 0.9934 180 0.8056 210 0.6068 240 0.4511 270 0.3162 300 0.1855 330 0.1104 360 0.0423

2.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 1.8 1.6 1.4 1.2 1.0

0.8 portata [mc/s]portata 0.6 0.4 0.2 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 1.9427 feb 1.7069 mar 1.5871 apr 1.2754 mag 0.8707 giu 0.0595 lug 0.0000 ago 0.0527 set 0.9418 ott 2.9528 nov 2.4231 dic 1.7323

3.5 portata media mensile DMV 3.0

2.5

2.0

1.5

portata [mc/s]portata 1.0

0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 13

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.08 2.50 0.0579 0.0047

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.1063 90 0.0952 120 0.0770 150 0.0633 180 0.0524 210 0.0409 240 0.0319 270 0.0241 300 0.0166 330 0.0122 360 0.0083

CURVA0.15 di DURATA delle PORTATE DMV

0.10

0.05 portata[mc/s]

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.0992 feb 0.0922 mar 0.0941 apr 0.0846 mag 0.0543 giu 0.0020 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0604 ott 0.1730 nov 0.1664 dic 0.1385

portata0.20 media mensile DMV

0.15

0.10

portata [mc/s] 0.05

0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 14

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.53 15.23 0.0576 0.0307

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.7046 90 0.6306 120 0.5102 150 0.4191 180 0.3472 210 0.2711 240 0.2114 270 0.1598 300 0.1097 330 0.0810 360 0.0549

CURVA1.0 di DURATA delle PORTATE DMV

0.8

0.6

0.4 portata[mc/s] 0.2

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.6882 feb 0.6015 mar 0.6311 apr 0.5958 mag 0.3903 giu 0.0712 lug 0.0055 ago 0.0017 set 0.3253 ott 1.0443 nov 1.0413 dic 0.9949

1.2 portata media mensile DMV 1.0

0.8

0.6

0.4 portata [mc/s] 0.2

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 139 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.4744 90 0.4004 120 0.2800 150 0.1889 180 0.1170 210 0.0409 240 0.0000 270 0.0000 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

1.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.8

0.6

0.4 portata [mc/s]portata

0.2

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 140 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.4580 feb 0.3713 mar 0.4009 apr 0.3656 mag 0.1601 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0950 ott 0.8141 nov 0.8111 dic 0.7647

0.9 portata0.8 media mensile DMV 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s]portata 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 15

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.46 13.24 0.0577 0.0267

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.6133 90 0.5489 120 0.4441 150 0.3648 180 0.3023 210 0.2360 240 0.1840 270 0.1391 300 0.0955 330 0.0705 360 0.0478

CURVA0.7 di DURATA delle PORTATE DMV 0.6 0.5 0.4 0.3

portata[mc/s] 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.5918 feb 0.5207 mar 0.5500 apr 0.5196 mag 0.3386 giu 0.0632 lug 0.0098 ago 0.0078 set 0.2906 ott 0.9129 nov 0.8961 dic 0.8620

1.0 0.9 portata media mensile DMV 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 portata [mc/s] 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3832 90 0.3187 120 0.2140 150 0.1347 180 0.0721 210 0.0058 240 0.0000 270 0.0000 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

0.5 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.4

0.3

0.2 portata [mc/s]portata 0.1

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 144 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.3616 feb 0.2906 mar 0.3198 apr 0.2895 mag 0.1085 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0604 ott 0.6828 nov 0.6660 dic 0.6318

0.8 portata media mensile DMV 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s]portata 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 145 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 16

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.26 7.18 0.0578 0.0151

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3447 90 0.3085 120 0.2496 150 0.2050 180 0.1699 210 0.1326 240 0.1034 270 0.0782 300 0.0537 330 0.0396 360 0.0268

CURVA0.4 di DURATA delle PORTATE DMV

0.3

0.2

portata[mc/s] 0.1

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 146 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.3516 feb 0.3024 mar 0.3139 apr 0.2953 mag 0.1934 giu 0.0365 lug 0.0018 ago 0.0020 set 0.1673 ott 0.4949 nov 0.5004 dic 0.4671

0.6 portata media mensile DMV 0.5

0.4

0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 147 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.1147 90 0.0785 120 0.0196 150 0.0000 180 0.0000 210 0.0000 240 0.0000 270 0.0000 300 0.0000 330 0.0000 360 0.0000

CURVA0.15 di DURATA delle PORTATE DMV

0.10

0.05 portata[mc/s]

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 148 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.1216 feb 0.0724 mar 0.0839 apr 0.0653 mag 0.0000 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0000 ott 0.2649 nov 0.2704 dic 0.2371

0.30 portata media mensile DMV 0.25

0.20

0.15

0.10 portata [mc/s] 0.05

0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

E’ bene sottolineare che a monte di questa sezione è presente la grande derivazione relativa all’invaso del Val Noci la cui portata viene considerata costante, mentre in realtà esistono delle oscillazioni che probabilmente cambierebbero questo quadro soprattutto nei periodi siccitosi.

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Sezione 17

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.19 5.25 0.0579 0.0113

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.2573 90 0.2303 120 0.1863 150 0.1531 180 0.1268 210 0.0990 240 0.0772 270 0.0583 300 0.0401 330 0.0296 360 0.0200

CURVA0.30 di DURATA delle PORTATE DMV

0.25

0.20

0.15

0.10 portata[mc/s]

0.05

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 150 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.2676 feb 0.2281 mar 0.2349 apr 0.2214 mag 0.1455 giu 0.0280 lug 0.0001 ago 0.0009 set 0.1276 ott 0.3628 nov 0.3721 dic 0.3448

0.40 portata media mensile DMV 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15

portata [mc/s] 0.10 0.05 0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 151 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 18

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 1.53 35.40 0.0572 0.0872

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 2.0190 90 1.8069 120 1.4620 150 1.2010 180 0.9950 210 0.7768 240 0.6059 270 0.4578 300 0.3144 330 0.2320 360 0.1572

2.5 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

2.0

1.5

1.0 portata[mc/s] 0.5

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 152 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 2.2883 feb 1.9742 mar 1.9387 apr 1.7727 mag 1.2752 giu 0.5184 lug 0.1390 ago 0.1587 set 0.9064 ott 2.3688 nov 2.5908 dic 2.3820

portata3.0 media mensile DMV 2.5

2.0

1.5

1.0 portata [mc/s] 0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 153 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 1.8561 90 1.6439 120 1.2990 150 1.0381 180 0.8320 210 0.6138 240 0.4429 270 0.2949 300 0.1514 330 0.0690 360 0.0000

2.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 1.8 1.6

1.4 1.2

1.0

0.8 portata [mc/s]portata 0.6

0.4 0.2

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 154 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 2.1253 feb 1.8112 mar 1.7757 apr 1.6097 mag 1.1123 giu 0.3554 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.7434 ott 2.2058 nov 2.4278 dic 2.2190

3.0 portata media mensile DMV 2.5

2.0

1.5

1.0 portata [mc/s]portata

0.5

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 155 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 19

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.88 20.88 0.0575 0.0504

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 1.1598 90 1.0379 120 0.8398 150 0.6899 180 0.5715 210 0.4462 240 0.3480 270 0.2630 300 0.1806 330 0.1332 360 0.0903

CURVA1.4 di DURATA delle PORTATE DMV 1.2

1.0

0.8

0.6

portata[mc/s] 0.4

0.2

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 1.3325 feb 1.1044 mar 1.0850 apr 0.9194 mag 0.6283 giu 0.1450 lug 0.0095 ago 0.0889 set 0.6293 ott 1.7842 nov 1.5223 dic 1.2707

portata2.0 media mensile DMV 1.8 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8

0.6 portata [mc/s] 0.4 0.2 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 20

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.62 14.11 0.0577 0.0355

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche non restituite trascurabili; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.8149 90 0.7293 120 0.5901 150 0.4848 180 0.4016 210 0.3135 240 0.2445 270 0.1848 300 0.1269 330 0.0936 360 0.0634

0.9 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s] portata 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.9778 feb 0.7725 mar 0.7753 apr 0.6395 mag 0.4353 giu 0.1036 lug 0.0007 ago 0.0803 set 0.4400 ott 1.2737 nov 1.0189 dic 0.8741

1.4 portata media mensile DMV 1.2 1.0 0.8 0.6

portata [mc/s] 0.4 0.2 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Riepilogo:

Nella tabella seguente si riassume la situazione del bacino in questione indicando, per ciascuna sezione di controllo individuata, il valore indicativo di Deflusso Minimo Vitale calcolato, il numero di giorni l’anno in cui statisticamente non è garantito e i mesi in cui il deflusso medio è minore del DMV. Tale analisi è presentata sia in riferimento alle portate naturali che defluirebbero nei corsi d'acqua in assenza di derivazioni idriche, sia in riferimento alle portate antropizzate.

Giorni/anno in cui Mesi in cui Portata < DMV Portata media < DMV SEZIONE DMV [l/s] Portata Portata Portata Portata naturale antropizzata naturale antropizzata

1 527 Nessuno 100 Nessuno Nessuno Giugno - luglio - 8 Nessuno 90 Agosto 2 agosto 113 Nessuno Nessuno 3 76 Nessuno Nessuno 4 25 Nessuno Giugno - luglio 5 Giugno - luglio - Giugno - luglio - 41 Nessuno Nessuno 6 agosto agosto 358 Nessuno 140 Nessuno Nessuno 7 Giugno - luglio - Giugno - luglio - 9 Nessuno Nessuno 8 agosto agosto Giugno - luglio - 15 Nessuno 290 Da aprile a settembre 9 agosto 308 Nessuno 50 Nessuno Nessuno 10 21 Nessuno Giugno - luglio - agosto 11 Giugno - luglio - 80 Nessuno 20 Luglio 12 agosto 5 Nessuno Giugno - luglio - agosto 13 Giugno - luglio - 31 Nessuno 150 Luglio - agosto 14 agosto Giugno - luglio - 27 Nessuno 170 Luglio - agosto 15 agosto Da maggio a 15 Nessuno 240 Luglio - agosto 16 settembre 11 Nessuno Luglio - agosto 17 87 Nessuno 40 Nessuno Luglio - agosto 18 50 Nessuno Luglio 19 36 Nessuno Luglio 20

In cartografia si riporta una rappresentazione del bacino del fiume Scrivia, indicando tali sezioni di controllo e per ciascuna di esse il corrispondente valore di Deflusso Minimo Vitale che sarebbe opportuno assicurare.

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BIBLIOGRAFIA

Dameri R. (1999). Piano Regolatore Generale del Comune di Isola del Cantone – Carta Idrogeologica.

Pesenti E., Dameri R. (1998). Piano Regolatore Generale del Comune di Busalla – Carta di Analisi Geomorfologica.

Regione Liguria, 2003. D.G.R. n° 1705 del 18/12/2003, D.lgs. 152/99 e succ. mod. ed int. Approvazione iter procedurale, contenuti del Piano Regionale di Tutela delle Acque ed elenco dei corpi idrici significativi.

Regione Liguria, 2004. Piano di Tutela delle Acque, Relazione di Sintesi, capitolo 2.

Regione Liguria, 2004. Piano di Tutela delle Acque, Allegato VIII: Schede Monografiche.

Repubblica Italiana, 1999. Dlgs n.152/1999, art. 22.

Pagina 161 di 162 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

INDICE

1. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO ...... 2 1.1 Inquadramento geografico e definizione del bacino idrografico ...... 2 1.2 Inquadramento geologico - geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica ...... 3 1.3 Inquadramento climatico ...... 6 1.3.1 Analisi delle temperature ...... 9 1.3.2 Analisi degli afflussi ...... 12 1.3.3 Considerazioni ...... 14 1.4 Uso del suolo ...... 17 1.5 Principali attività antropiche correlate allo sfruttamento delle risorse idriche ...... 20 2. CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI ...... 23 2.1 Geologia ed Idrogeologia del sottosuolo ...... 23 3. BILANCIO IDRICO...... 34 3.1 BILANCIO IDROLOGICO (generalita’) ...... 34 3.1.1 Afflussi ...... 34 3.1.1.1 Dati pluviometrici strumentali ...... 34 3.1.1.2 Anno idrologico di riferimento ...... 42 3.1.1.3 Isoiete e calcolo degli apporti idrici diretti ...... 47 3.1.1.4 Apporti idrici indiretti ...... 53 3.1.1.4.1 Naturali ...... 53 3.1.1.4.2 Artificiali ...... 55 3.1.2 Deflussi ...... 56 3.1.2.1 Dati termometrici strumentali ...... 56 3.1.2.2 Isoterme ...... 59 3.1.2.3 Stima dell’evapotraspirazione reale ...... 59 3.1.2.4 Dati idrometrici strumentali ...... 64 3.1.2.5 Deflusso totale ...... 65 3.1.2.6 Valutazioni circa il rapporto tra il deflusso calcolato e quello strumentale ..... 69 3.1.3 Sorgenti ...... 70 3.1.3.1 Curve di portata ...... 75 3.1.3.2 Caratteristiche di temperatura ...... 77 3.1.3.3 Caratterizzazione idrogeologica della sorgente ...... 77 3.1.3.4 Stima dell'area di alimentazione ...... 78 3.2 UTILIZZAZIONI IN ATTO ...... 79 3.2.1 Censimento delle derivazioni ...... 81 3.2.1.1 Portate derivate ...... 81 3.2.1.2 Portate restituite ...... 82 3.2.2 Pozzi ...... 83 3.2.2.1 Portate captate e stratigrafie ...... 83 3.3 CURVE DI DURATA DELLE PORTATE ...... 86 3.4 ANALISI DEL DEFICIT IDRICO - SOSTENIBILITÀ DELL’USO DELLA RISORSA .. 92 4 DEFLUSSO MINIMO VITALE ...... 95 4.1 Definizione della componente idrologica del DMV per i tratti omogenei individuati .. 95 BIBLIOGRAFIA ...... 161 INDICE ...... 162

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