Simone M. Collavini Economia E Società a Rosignano Marittimo Alla Fine Del XII Secolo
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Simone M. Collavini Economia e società a Rosignano Marittimo alla fine del XII secolo [A stampa in Studi sul Medioevo per Andrea Castagnetti, a cura di Massimiliano Bassetti, Antonio Ciaralli, Massimo Montanari, Gian Maria Varanini, Bologna, Clueb, 2011, pp. 137-149 © dell’autore - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.retimedievali.it]. Indice Introduzione .................................................................................. pag. VII Bibliografia di Andrea Castagnetti .................................................. » XIII Giuseppe Albertoni, Incursioni, ribellioni e indentità collettive alla fine della guerra greco-gotica in Italia e nel territorio tra Trento e Ve- rona: la rappresentazione delle fonti storico narrative ..................... » 1 Bruno Andreolli, Nonantola 10 novembre 896. Uno stage femmi- nile del secolo nono ..................................................................... » 19 Attilio Bartoli Langeli, Una carta inedita di morgengabe (Assisi, anno 980) .................................................................................. » 23 Massimiliano Bassetti, Intorno a un testimone dei Commentarii in Isaiam di Girolamo di Stridone. Addendum ai Codices Latini Antiquiores .............................................................................. » 35 Renato Bordone, L’enigmatico elenco dei beni fiscali ‘in Lombardia’ al tempo di Federico Barbarossa. Alcune proposte interpretative ...... » 59 Antonio Ciaralli, Una controversia in materia di decima nella Bassa Veronese. Il castello di Sabbion tra Verona e Vicenza ...................... » 75 Simone M. Collavini, Economia e società a Rosignano Marittimo alla fine del XII secolo ................................................................. » 137 Emanuele Curzel, Asterischi sui vescovi di Trento durante il papato di Innocenzo III ......................................................................... » 151 Giuseppina De Sandre Gasparini, Frammenti di una storia ‘mino- re’. Gli Umiliati a Verona nei primi decenni ................................. » 161 Paola Galetti, Ripensando alla storia di Piacenza nell’altomedioevo » 173 Giuseppe Gardoni, Famiglie viscontili mantovane (secoli XI-XIII) ... » 185 Tiziana Lazzari, Milites a Imola: la lista dei cavalli (1319) e la strut- tura sociale urbana ..................................................................... » 219 vi indice Isa Lori Sanfilippo, L’inventario dei beni di una chiesa tiburtina scomparsa: S. Martino de Ponte .................................................. pag. 241 Massimo Montanari, Le ossa spezzate. Adelchi alla tavola di Carlo Magno ...................................................................................... » 255 Giovanna Petti Balbi, Il percorso di un fidato amministratore: fra Boiolo e i Fieschi a metà del Duecento .......................................... » 267 Daniela Rando, Tra famiglie e istituzioni del Medioevo veneziano: Margarete Merores, pioniera della storia sociale ............................... » 277 Maria Clara Rossi, Tre arcipreti del capitolo della cattedrale di Vero- na tra XII e XIII secolo. Documenti in vita e in morte ...................... » 303 Aldo A. Settia, Nel “Monferrato” originario. I luoghi, il nome e il pri- mo radicamento aleramico. Rettifiche e nuove ipotesi...................... » 325 Marco Stoffella, Lociservatores nell’Italia carolingia: l’evidenza toscana ...................................................................................... » 345 Gian Maria Varanini, Nuovi documenti sulla famiglia dei conti da Palazzo di Verona ...................................................................... » 383 Augusto Vasina, Le leghe intercomunali in Italia nel Duecento ......... » 415 Simone M. Collavini Economia e società a Rosignano Marittimo alla fine del XII secolo 1. Introduzione Le deposizioni rese nel 1185 nella lite sui confini tra i territori delle signorie di Rosignano (oggi Rosignano Marittimo, LI) e Castilione (oggi Castiglioncello) sono una fonte nota ai cultori di storia toscana, ma non solo: si tratta infatti di un testo reso noto al più largo pubblico dei medievisti dal volume di Chris Wickham sulla giustizia in Toscana nel XII secolo1. Esse, però, non sono ancora state sfruttate per la storia dell’economia e delle forme di vita dei ceti rurali. I testi, infatti, pur concen- trandosi sui confini tra i due distretti castrensi, tracciano un quadro chiaro delle pra- tiche economiche nell’area tra i due insediamenti: un’area caratterizzata da un pesan- te manto boschivo e allora in via di antropizzazione e di riduzione a spazio agricolo. Entrambi i castelli erano allora sottoposti a un regime signorile, il che accresce l’interesse del nostro caso, consentendoci di riflettere sulle attitudini signorili verso la produzione e, più in generale, sul nesso tra crescita produttiva e poteri signorili: questioni finora poco indagate dagli studi italiani sul mondo dell’economia rurale del pieno medioevo. Al contrario, in larghi settori della storiografia europea la questione del ruolo dei signori nella crescita pieno medievale (e, in particolare, nei fenomeni di dissodamento) è stata della massima rilevanza fin dagli studi, portatori di modelli interpretativi opposti, di G. Duby e P. Bonnassie: per il primo furono i signori a stimolare dissodamenti e crescita produttiva; per il secondo i veri protagonisti della stagione della crescita, autonomamente dai signori – e quasi loro malgrado – furono i contadini2. In Italia centro-settentrionale, invece, al centro degli studi su dissodamenti e crescita produttiva sono rimasti le chiese e i nuovi ceti urbani (autonomamente o coordinati dai governi comunali)3. In ogni caso, sia che si accentuasse il ruolo pro- 1. C. Wickham, Legge, pratiche e conflitti. Tribunali e risoluzione delle dispute nella Toscana del XII secolo, Roma 2000, pp. 234-38. Il documento si legge ora in Carte dell’Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Arcivescovile, 3, (1151-1200), a cura di S.P.P. Scalfati, Pisa 2006 [d’ora in poi CAAPi, 3], n. 110. 2. G. Duby, Le origini dell’economia europea. Guerrieri e contadini nel Medioevo, Roma-Bari 1978 e P. Bonnassie, La Catalogne du milieu du Xe à la fin du XIe siècle, Toulouse 1975-1976. 3. Quadri di sintesi in G. Pinto, I rapporti economici tra città e campagna, in R. Greci, G. Pinto, G. Todeschini, Economie urbane ed etica economica nell’Italia medievale, Roma-Bari 2005, pp. 5-73 e 138 simone m. collavini pulsivo della grande proprietà (ecclesiastica o urbana), sia che s’insistesse sul dinami- smo dei nuovi ceti intermedi, cittadini e rurali, si sono collocati i processi di crescita economica (dissodamenti, intensificazione e specializzazione della produzione, sua commercializzazione) al di fuori del – e spesso in antagonismo al – mondo della signoria4. Sebbene non si voglia negare l’adeguatezza di tale modello interpretativo, è forse il momento di porre più attenzione al mondo signorile, considerandolo come co-protagonista delle trasformazioni economiche del pieno medioevo. 2. Il contesto locale: Rosignano e Castiglioncello fino alla fine del XII secolo Sebbene il toponimo prediale, associato alla nota famiglia pisana dei Rasinii, e occasionali rinvenimenti archeologici mostrino le origini romane di Rosignano, le sue prime tracce documentarie risalgono al secolo VIII5. Il toponimo designava allora un ampio areale, articolato in un sito in piano (forse in continuità con quello roma- no) e in uno d’altura, Monte, forse già il sito del castello pieno medievale. Tracce di continuità emergono anche dalla permanenza di interessi patrimoniali a Rosignano di aristocratici urbani lucchesi e pisani. Fin dal 783, poi, è nota una chiesa intitolata a san Giovanni, posta nell’area pianeggiante: l’intitolazione e la localizzazione con- sentono di ipotizzare una continuità con la pieve omonima, attestata solo dal 10746. In seguito mancano fonti fino al pieno XI secolo, ma è in questa fase che si colloca il passaggio decisivo per la storia dell’insediamento, il suo incastellamento. Sebbene la prima menzione del castello risalga solo al 10437, l’incastellamento di Rosignano fu certamente precedente. Mi spingerei anzi a ipotizzarne una datazione alla seconda A. Cortonesi, G. Pasquali, G. Piccinni, Uomini e campagne nell’Italia medievale, Roma-Bari 2002. 4. P. Cammarosano, L’economia italiana nell’età dei comuni e il ‘modo feudale’ di produzione: una di- scussione (1979), in Id., Studi di storia medievale. Economia, territorio, società, Trieste 2009, pp. 255-278. 5. Cfr. E. Regoli, Rosignano Marittimo. Dalla preistoria agli Etruschi, Livorno 2010 e M. Pasqui- nucci, Rosignano Marittimo. Il territorio in età romana, Livorno 2010. 6. Le fonti medievali su Rosignano sono state raccolte e analizzate da M.L. Ceccarelli Lemut, Terre pubbliche e giurisdizione signorile nel comitatus di Pisa (secoli XI-XIII), in La signoria rurale nel medioevo italiano, a cura di A. Spicciani e C. Violante, II, Pisa 1998, pp. 87-137; Ead., Inquadramento degli uomini e assetto del territorio: incastellamento, signoria e istituzioni ecclesiastiche, in Il Medioevo nella provincia di Livorno. I risultati delle recenti indagini, Atti del Convegno di studi (Livorno, 16 dicembre 2005), a cura di C. Marcucci e C. Megale, Pisa 2006, pp. 11-42 e Ead., L’incastellamento del territorio pisano (secoli X-XIV), in Castelli e fortificazioni della Repubblica Pisana, a cura di M.L. Ceccarelli Lemut e M. Dringoli, Pisa 2009, pp. 3-31 (qui a p. 29 la prima menzione della pieve). Cfr. anche S.M. Col- lavini,