REGIONE COMUNE DI MATERA

ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S. - PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN ATTUAZIONE DELL’AMBITO DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE UI/7 SUB AMBITO 4 VIA MONTESCAGLIOSO COMUNE DI MATERA.

RAPPORTO AMBIENTALE

PROPONENTE VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L.

Il tecnico Geol. Roberto Tommaselli

Elaborato: RT.1 Data: Luglio 2019 Scala: / Rev.: 1.0

Rif: Geol. Roberto Tommaselli p.IVA 01027150778 c.f. TMMRRT70D04F052H

Ordine Geologi di Basilicata n.rif. 273 cell.: +39 349.7583295 Tel.Fax: +39 0835. 680431 Dom. Fisc.: Via Castello 24 – 75100 mail: [email protected] PEC: [email protected] SOMMARIO

1. PREMESSA...... 4

2. INQUADRAMENTO NORMATIVO ...... 6

2.1. NORMATIVA NAZIONALE ...... 7

2.1.1. RIFERIMENTO NORMATIVO REGIONE BASILICATA ...... 9

2.2. PROCEDURE PER L’ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S...... 9

2.2.1. SOGGETTI INTERESSATI ...... 10

2.2.2. FASI DEL PERCORSO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S ...... 11

2.2.3. CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE ...... 12

3. PIANI SOVRAORDINATI ...... 14

3.1. RETE NATURA 2000 ...... 14

3.2. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR) ...... 16

3.3. PIANO DEL PARCO REGIONALE ARCHEOLOGICO - STORICO - NATURALE DELLE CHIESE RUPESTRI DEL MATERANO ...... 17

3.4. PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO MERIDIONALE ...... 19

3.4.1. BACINO DEL FIUME BRADANO ...... 20

3.5. PIANO STRALCIO PER LA DIFESA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO (PAI) (AUTORITÀ DI BACINO BASILICATA) ...... 23

3.6. PIANO STRUTTURALE PROVINCIA DI MATERA ...... 24

3.6.1. ATLANTE DELLE CARTOGRAFIE DEL COMUNE DI MATERA ...... 27

3.6.2. OBIETTIVI URBANISTICI RINVENIENTI DAL PSC ...... 32

3.7. PIANO REGIONALE GESTIONE RIFIUTI (PRGR) ...... 34

4. STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE COMUNALE VIGENTE ...... 38

4.1. CRONISTORIA DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA DI MATERA ...... 38

4.2. STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE...... 39

4.2.1. COMPATIBILITÀ CON IL R.U. IN APPROVAZIONE ...... 42

5. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE...... 44

5.1.1. IMPIANTI E SERVIZI ...... 48

5.1.2. STRADE E PARCHEGGI ...... 51

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5.1.1. AREA A VERDE ...... 55

6. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E SOCIO-ECONOMICO ...... 56

6.1. INQUADRAMENTO DELL’AREA ...... 56

6.1.1. VINCOLISTICA DELL’AREA DI PROGETTO ...... 58

6.2. BILANCIO DEMOGRAFICO ...... 58

6.3. BILANCIO ECONOMICO ...... 61

6.4. BILANCIO RISORSE ...... 64

6.4.1. IMPIANTI DI DEPURAZIONE ...... 65

6.4.2. RIFIUTI ...... 66

6.4.3. MOBILITÀ ...... 68

7. QUADRO CONOSCITIVO AMBIENTALE ...... 70

7.1. SUOLO E SOTTOSUOLO...... 71

7.1.1. CARATTERI GEOLOGICI DELL’AREA IN OGGETTO...... 71

7.1.2. ELEMENTI GEOMORFOLOGICI ...... 73

7.1.3. IDROGEOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE...... 75

7.1.4. DATI GEOTECNICI E SISMICI DEL SITO DI PROGETTO ...... 77

7.2. PEDOLOGIA ED USO DEL SUOLO ...... 78

7.2.1. PEDOLOGIA DEL SITO ...... 78

7.2.2. USO DEL SUOLO ...... 80

7.3. PAESAGGIO ...... 81

7.4. DATI METOCLIMATICI...... 85

7.4.1. QUALITÀ DELL’AREA ...... 86

7.4.2. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO ...... 88

7.4.3. INQUINAMENTO LUMINOSO ...... 89

7.5. RUMORE ...... 92

7.6. FLORA E FAUNA ...... 96

8. STUDIO DI V.INCA SITO NATURA 2000 ...... 98

8.1. DESCRIZIONE SITO NATURA 2000 ...... 98

8.2. QUALITÁ E IMPORTANZA: ...... 99

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8.3. VULNERABILITÁ: ...... 100

8.4. SPECIE E TIPI DI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO...... 102

8.4.1. SPECIE ART. 4 DELLA DIRETTIVA 2009/147/CEE ELENCATE NELL'ALLEGATO II DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ...... 103

8.5. VALUTAZIONI CONCLUSIVE SULLE INCIDENZE INDOTTE SUL SITO NATURA 2000 ...... 105

9. IMPATTI SULL’AMBIENTE E MITIGAZIONI ...... 107

10. MISURE DI MIGLIORAMENTO E MITIGAZIONE ...... 112

11. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ...... 120

ALLEGATI:  TAV.01 – CARTA INQUADRAMENTO TERRITORIALE Scala 1:50.000  TAV.02 – CARTA GEOLOGICA SCALA 1:4.000  TAV.03 – CARTA IDROGEOLOGICA SCALA 1:4.000  TAV.04 – CARTA DEI VINCOLI Scala 1:25.000  TAV.05 – CARTA DELL’USO DEL SUOLO SCALA 1:4.000

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1. PREMESSA

Il presente studio è a corredo di un Piano di Lottizzazione in attuazione dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4 ubicato nella zona periferica sud della città di Matera lungo via Montescaglioso. Il Piano in oggetto è caratterizzato da un edificato a bassa densità con funzione prevalentemente residenziale con la presenza di alcune attività commerciali e terziarie. Con riferimento al PRG vigente, il completamento dell’edificazione a bassa densità di quest’area dell’abitato esistente da attuare attraverso Piano di Lottizzazione in quanto completamente inedificata e con necessità di integrazione delle urbanizzazioni esistenti. L’area in oggetto è inserita all’interno del Regolamento Urbanistico della città di Matera, attualmente in fase di approvazione. Nello specifico l’intero comparto ricopre una superficie di circa 5.0 Ha, gran parte della superficie è occupata da strade e spazi pubblici (aree già acquisite dalla Pubblica Amministrazione) ed inoltre lo stesso Comune detiene vari lotti edificatori pregiudizievoli ai fini di una nuova lottizzazione. La somma delle quote fondiarie di proprietà della Vittoria soc.coop e del Comune di Matera supera il 51% della superficie fondiaria totale. Il presente elaborato è redatto al fine di stabilire l’assoggettabilità o meno del progetto alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), in applicazione alla Direttiva 2001/42/CE, al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i..

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Fig.1 – Stralcio catastale dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4

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2. INQUADRAMENTO NORMATIVO

I principali riferimenti legislativi esistenti in materia di V.A.S. sono la Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 riguardante la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente e il D.Lgs. n. 152 del 03 aprile 2006. Attraverso la Verifica di Assoggettabilità a V.A.S. si deve accertare la necessità di procedere a Valutazione ambientale - V.A.S., in relazione alla significatività degli effetti ambientali previsti per i piani e programmi. Relativamente alla Verifica di assoggettabilità a V.A.S. la direttiva, all’art. 3 comma 5 richiede che, dagli Stati, venga fatto riferimento ai criteri di cui all’allegato II della direttiva per valutare se sottoporre a V.A.S. un piano, qualora lo stesso non vi risulti necessariamente sottoposto (casi non contemplati dal comma 2 dell’art. 3 della Direttiva). In taluni casi viene difatti lasciata agli Stati membri definire l’eventualità di assoggettare il piano a V.A.S. sulla base dell’area coinvolta, del livello di modifica di piani vigenti, del fatto che costituiscono riferimento per progetti che possono avere effetti significativi sull’ambiente e, comunque, degli impatti attesi dal piano.

Art. 3 - Ambito d'applicazione […] 2. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi, a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/ 337/CEE, o b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. 3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti significativi sull'ambiente. 4. Gli Stati membri determinano se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull'ambiente. 5. Gli Stati membri determinano se i piani o i programmi di cui ai paragrafi 3 e 4 possono avere effetti significativi sull'ambiente attraverso l'esame caso per caso o specificando i tipi di piani e di programmi o combinando le due impostazioni. A tale scopo gli Stati membri tengono comunque conto dei pertinenti criteri di cui all'allegato II, al fine di garantire che i piani e i programmi con probabili effetti significativi sull'ambiente rientrino nell'ambito di applicazione della presente direttiva […]

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ALLEGATO II Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all'articolo 3, paragrafo 5 1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: — in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; — in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; — a pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo; — problemi ambientali pertinenti al piano o al programma; — la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: — probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti; — carattere cumulativo degli effetti; — natura transfrontaliera degli effetti; — rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti); — entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); — valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: a) delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; b) del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; c) dell'utilizzo intensivo del suolo; d) effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

2.1. NORMATIVA NAZIONALE

La valutazione ambientale strategica (V.A.S.) è stata introdotta in Italia nella seconda parte del Decreto Legislativo n. 152/2006 “Norme in materia ambientale”, successivamente modificato in alcune sue parti, tra le quali la Parte II concernente le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPCC), dal D.lgs. n. 4/2008. Tale decreto rappresenta attualmente il Testo Unico in materia ambientale. La parte relativa alla V.A.S. presente nel decreto, come precisato al Titolo I all’art. 4, comma 1, rappresenta l’attuazione della Direttiva 2001/42/CE a livello nazionale. All’art. 5 vengono riportante le definizioni a cui rifarsi nell’applicazione del decreto: a) la valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione; b) la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione,

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dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

L’articolo 6, comma 2, stabilisce che deve essere effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi seguenti: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come Zone di Protezione Speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come Siti di Importanza Comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una Valutazione d’Incidenza ai sensi dell’articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.

Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l’autorità competente valuti che possano avere impatti significativi sull’ambiente: l’iter prevede, infatti, una verifica di assoggettabilità (art. 12) per verificare l’assegnazione o l’esclusione del piano/programma alla valutazione ambientale. Articolo 12 - Verifica di assoggettabilità 1. Nel caso di piani e programmi di cui all'articolo 6, commi 3 e 3-bis, l'autorità procedente trasmette all'autorità competente, su supporto informatico ovvero, nei casi di particolare difficoltà di ordine tecnico, anche su supporto cartaceo, un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell'allegato I del presente decreto. 2. L'autorità competente in collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere. Il parere è inviato entro trenta giorni all'autorità competente ed all'autorità procedente. 3. Salvo quanto diversamente concordato dall'autorità competente con l'autorità procedente, l'autorità competente, sulla base degli elementi di cui all'allegato I del presente decreto e tenuto conto delle osservazioni pervenute, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi sull'ambiente. 4. L'autorità competente, sentita l'autorità procedente, tenuto conto dei contributi pervenuti, entro novanta giorni dalla trasmissione di cui al comma 1, emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o il programma dalla valutazione di cui agli articoli da 13 a 18 e, se del caso, definendo le necessarie prescrizioni. 5. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico. 6. La verifica di assoggettabilità a V.A.S. ovvero la V.A.S. relative a modifiche a piani e programmi ovvero a strumenti attuativi di piani o programmi già sottoposti positivamente alla verifica di assoggettabilità di cui all'articolo 12 o alla V.A.S. di cui agli artt. da 12 a 17, si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovraordinati.

Allegato I Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui all'articolo 12

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1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: — in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; — in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; — la pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; — problemi ambientali pertinenti al piano o al programma; — la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: — probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti; — carattere cumulativo degli impatti; — natura transfrontaliera degli impatti; — rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti); — entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); — valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: a) delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; b) del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo; c) impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

2.1.1. RIFERIMENTO NORMATIVO REGIONE BASILICATA

Nella Regione Basilicata si applica la normativa nazionale: parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. L.R. 14/04/2000, n. 48 (Pubblicata nel B.U. Basilicata 19 aprile 2000, n. 30). Norme di riassetto dell’organizzazione amministrativa regionale. Istituisce il Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (N.R.V.V.I.P.) Svolge le funzioni di indirizzo e raccordo per l’applicazione della Valutazione ambientale strategica

2.2. PROCEDURE PER L’ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S.

Nelle pagine seguenti vengono riportati le principali procedure e tutti gli attori che intervengono nella procedura di assoggettabilità a V.A.S..

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2.2.1. SOGGETTI INTERESSATI

Sono soggetti interessati al procedimento di V.A.S.: L’autorità procedente - E’ la Pubblica Amministrazione E’ la Pubblica Amministrazione cui compete l'elaborazione della dichiarazione di sintesi. Tale autorità è individuata all’interno dell’Ente.

L’autorità competente per la V.A.S.. E’ la Pubblica Amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità e l'elaborazione del parere motivato. L’autorità competente per la V.A.S. è individuata all'interno dell'ente con atto formale dalla pubblica amministrazione.

Il proponente: è il proprietario del lotto titolare del progetto VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L. con sede in Via E. De Martino, 20 – 75100 Matera Presidente pro-tempore: Rubino Nicola (C.F.: RBNNCL76H02F052P)

I soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati. Strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con competenze nei vari settori, che possono essere interessate dagli effetti dovuti all’applicazione del piano ed enti interessati territorialmente. Di seguito sono indicati i soggetti da consultare obbligatoriamente: 1. soggetti competenti in materia ambientale: ‐ ARPA; ‐ ASL; ‐ Enti gestori aree protette; ‐ Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. 2. Autorità competente in materia di VIA (se prevista la VIA o verifica di VIA) Enti territorialmente interessati: ‐ Regione; ‐ Provincia; ‐ Comunità Montane; ‐ Comuni confinanti; ‐ Autorità di Bacino;

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‐ Regioni, Province e Comuni di Regioni confinanti. I soggetti sopra indicati possono essere integrati a discrezione dell’autorità procedente.

Il pubblico interessato: il pubblico (una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone) che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse. Si precisa che l’area in oggetto a seguito della Delibera di Consiglio Regionale n. 927 del 15/02/2005 ricade all’interno della fascia di rispetto di 5 Km esterna all’area SIC/ZPS “Gravina di Matera” cod. IT9220135, attualmente Zona a Conservazione Speciale (D.G.R. n.30/2013 e D.M. Ambiente del 16.09.2013), è interessato al procedimento l’autorità competente in materia di tutela dei siti Natura 2000. Parte integrante del presente documento lo studio di V.Inca riportato nel Capitolo n.8. I soggetti competenti in materia ambientale e quelli territorialmente interessati saranno obbligatoriamente invitati alle conferenze di valutazione. L’autorità procedente d’intesa con l’autorità competente per la V.A.S., provvede a individuare i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale e a definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico.

2.2.2. FASI DEL PERCORSO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S

La verifica di assoggettabilità alla V.A.S. è effettuata secondo le indicazioni di cui all’articolo 12 del d.lgs, 152/2006 e ss.mm.ii. ed in assonanza con le indicazioni di cui al punto 5.9 degli Indirizzi generali, come specificati nei punti seguenti e declinati nello schema generale. Tale avviso è reso pubblico ad opera dell’autorità procedente mediante pubblicazione su sul BUR. L’Autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la V.A.S., con specifico atto formale individua e definisce:

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‐ i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, ove necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di verifica; ‐ le modalità di convocazione della conferenza di verifica; ‐ i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale; ‐ le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni. L’autorità procedente deposita presso i propri uffici e pubblica su web per almeno 30 giorni il Rapporto preliminare. Dell’avvenuto deposito dà notizia mediante pubblicazione all’Albo dell’Ente. L’autorità procedente in collaborazione con l’autorità competente per la V.A.S., trasmette ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati individuati il Rapporto preliminare al fine dell’espressione del parere, che deve essere inviato, entro trenta giorni dalla messa a disposizione, all’autorità competente per la V.A.S. ed all’autorità procedente. L’autorità procedente convoca la Conferenza di verifica alla quale partecipano l’autorità competente per la V.A.S., i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati. L’autorità procedente predispone il verbale della Conferenza di verifica. L’autorità competente per la V.A.S., d’intesa con l’autorità procedente, esaminato il Rapporto preliminare della proposta e di determinazione dei possibili effetti significativi, acquisito il verbale della conferenza di verifica, valutate le eventuali osservazioni pervenute e i pareri espressi, sulla base degli elementi di verifica di cui all’allegato II della Direttiva, si pronuncia non oltre novanta giorni sulla necessità di sottoporre il piano al procedimento di V.A.S. ovvero di escluderlo dallo stesso. La pronuncia è effettuata con atto riconoscibile reso pubblico. L’autorità procedente d’intesa con l’autorità competente per la V.A.S., provvede a individuare i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale e a definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico.

2.2.3. CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE

Il presente documento contiene le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente, sulla salute e sul patrimonio culturale facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva:

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1. Caratteristiche del piano, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: ‐ in quale misura il piano stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; ‐ in quale misura il piano influenza altri p/p, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; ‐ la pertinenza del piano per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; ‐ problemi ambientali relativi al piano; ‐ la rilevanza del piano per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. p/p connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque); 2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare dei seguenti elementi: ‐ probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti; ‐ carattere cumulativo degli effetti; ‐ natura transfrontaliera degli effetti; ‐ rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti); ‐ entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); ‐ valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa: ‐ delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, ‐ del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; ‐ dell’utilizzo intensivo del suolo; ‐ effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario.

Proponente: VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L.

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3. PIANI SOVRAORDINATI

3.1. RETE NATURA 2000

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La rete Natura 2000 è costituita da Zone Speciali di Conservazione (ZSC) istituite dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 79/409/CEE "Uccelli". Nel comune di Matera sono presenti due SIC - ZPS che sono: • SIC- ZPS “Gravine di Matera” cod. IT9220135; • SIC- ZPS “Lago S. Giuliano e Collina di Timmari” Cod.IT9220144. L’area interessata dall’intervento è esterna ad entrambe le suddette zone (Fig.2). A seguito della Delibera di Consiglio Regionale n. 927 del 15/02/2005 che impone la Valutazione di Incidenza in aree poste all’interno della fascia di rispetto di 5 Km esterna all’area SIC/ZPS “Gravina di Matera” cod. IT9220135 (Fig.3), attualmente Zona a Conservazione Speciale (D.G.R. n.30/2013 e D.M. Ambiente del 16.09.2013), impone parte integrante del presente elaborato redatto lo studio di V.Inca per il suddetto sito Natura 2000.

Proponente: VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L.

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Fig. 2 – Quadro di insieme delle aree protette- la freccia indica l’area interessata

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Fig.3 – Fascia di rispetto di 5 Km dall’area SIC/ZPS

3.2. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

La Legge regionale 11 agosto 1999, n.23 “Tutela, governo ed uso del territorio” stabilisce all’art.12 bis che ”la Regione, ai fini dell’art.145 del D. Lgs. n. 42/2004, redige il Piano Paesaggistico Regionale quale unico strumento di tutela, governo ed uso del territorio della Basilicata sulla base di quanto stabilito nell’Intesa sottoscritta da Regione, Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”. L’attività svolta di delimitazione delle diverse tipologie di beni è stata validata dal Comitato Tecnico Paritetico composto da rappresentanti della Regione, del Mibact e del MATTM ed è stata approvata dalla Giunta Regionale con DGR n. 319/2017, DGR, 817/2017, DGR 204/2018. L’intero comparto in oggetto non interferisce con ila vincolistica del PPR (Fig.4).

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AREA INTERESSATA

Fig.4 – Fascia di rispetto di 5 Km dall’area SIC/ZPS

3.3. PIANO DEL PARCO REGIONALE ARCHEOLOGICO - STORICO - NATURALE DELLE CHIESE RUPESTRI DEL MATERANO

Il Parco Regionale archeologico - storico - naturale delle chiese rupestri del materano è stato istituito il 4 aprile del 1990 con la L.R. n.3., l’istituzione dell’Ente di Gestione è avuta con la L.R. n.2 del 7 gennaio 1998. Il Piano del Parco è stato approvato con Delibera del Consiglio Regionale n.927 del 15/02/2005. Il Piano stabilisce la zonizzazione del Parco, definita sulla base di una scala di valori che tiene conto delle qualità geo-morfologiche, naturalistiche, paesaggistiche, antropiche caratterizzanti il territorio del Parco, avendo quale elemento e/o criterio basilare di riferimento, trattandosi di zonizzazione a carattere prevalentemente naturalistico-ambientale, le connotazioni geo-morfologiche e naturalistiche fondamentali e, all’interno della zonizzazione individua una serie di norme di tutela ad indirizzo naturalistico ambientale.

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Secondo le Norme Tecniche di Attuazione, il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R. 11/90: A - zona di riserva integrale comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, naturalistico, storico - antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in riferimento alla Gravina di Picciano, inclusa nel Parco, la zona di riserva integrale è estesa oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato roccioso carbonatico; Nella zona di riserva integrale l’ambiente va conservato e ricostituito nella sua integrità: è prescritta pertanto la conservazione e tutela di tutti gli elementi costituenti l’ambiente (geografici, paesaggistici, vegetazionali, faunistici, storico/antropici ecc…). Non è pertanto consentito il pascolo, lo sfruttamento forestale, agricolo e minerario, gli scavi, i sondaggi, terrazzamenti e costruzioni di qualsiasi genere, qualsiasi lavoro che comporti modifiche all’aspetto del terreno e della vegetazione, qualsiasi atto che provochi turbamento alla fauna ed alla flora e/o introduzione di specie di vegetali o di animali. Non è consentita alcuna trasformazione d’uso del suolo e degli eventuali manufatti che vi insistono. Sono consentiti solo interventi di “mantenimento” e “restauro” delle componenti ambientali ed antropiche, da condurre su esplicita autorizzazione dell’Ente Parco. B - zona di riserva generale comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale dell’Altopiano e le aree a macchia e gariga - steppa degli altipiani e dei costoni calcarei, costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico; Nelle zone di riserva generale l’ambiente va conservato nei suoi aspetti naturalistici e storico/antropici. Non sono pertanto consentite trasformazioni dell’uso del suolo, quali i disboscamenti, gli spietramenti, l’estendimento degli eventuali coltivi esistenti. Sono consentite le attività agro-silvo-pastorali preesistenti. Non è consentito costruire nuove opere edilizie: fatte salve quelle scaturenti da necessità di conservazione attiva e gestione dei manufatti preesistenti storicizzati (jazzi, masserie, casini ecc…). C - zona di protezione comprendente le aree boscate o macchia – gariga fortemente degradate per pressione antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia perimetrale esterna al parco, e le aree dei coltivi.

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Il Piano prevede infine, all’esterno del perimetro del Parco, la zona- D- “zona di controllo”, comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il territorio comunale di Montescaglioso. Conformemente alle prescrizioni delle vigenti leggi (L.R. 11/90, 28/94, L. n. 394/91), le “zone omogenee” individuate sono soggette alle seguenti normative di tutela. Nelle zone di protezione l’ambiente va salvaguardato nelle sue componenti fondamentali e ricondotto, ove possibile, alle sue connotazioni originarie e comunque non contrastati con le stesse. Sono consentite le attività agro-silvo-pastorali e di trasformazione d’uso del suolo. Sono altresì consentite costruzioni e trasformazioni edilizie, rivolte specificatamente alla valorizzazione dei fini istitutivi del Parco.

3.4. PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO MERIDIONALE

La Basilicata ha previsto un ATO unico per l’intero territorio regionale. L’area di nostro interesse ricade nel bacino idrografico del Bardano. Il fiume Bradano nasce vicino alla frazione aviglianese di Castel Lagopesole ed è il primo dei fiumi jonici a partire da nord; sfocia nel mar Ionio, presso Metaponto, nel Golfo di ed interessa tutto il settore centro-occidentale della Basilicata in provincia di Potenza e di Matera, confinando con i bacini dei fiumi a nord-ovest, Basento a sud e con le Murge a est. E' lungo 120 km ed il suo bacino copre una superficie di 2765 km2, dei quali 2010 km2 appartengono alla Basilicata ed i rimanenti 755 km2 alla Puglia. Lungo il suo percorso e quello di alcuni suoi affluenti sono state realizzate importanti opere idrauliche:

 Diga di San Giuliano, realizzata a scopo irriguo nel 1955 ed entrata in funzione nel 1961;  Diga di Serra del Corvo sul Basentello, al confine tra Puglia e Basilicata;  Diga di Acerenza sul fiume Bradano;  Diga di Genzano sulla Fiumarella. I principali affluenti sono:  Torrente Bilioso;  Torrente Rosso;

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 Torrente la Fiumarella;  Torrente Saglioccia;  Torrente Bradanello;  Fiumara di Tolve;  Torrente Basentello.

3.4.1. BACINO DEL FIUME BRADANO

Stato qualitativo Il monitoraggio condotto dall’A.R.P.A.B., in base a quanto riportato nel Piano di Tutela, ha evidenziato uno stato ambientale scadente per l’intera asta del fiume Bradano. Tale situazione, determinata in base alle analisi dai parametri definiti macrodescrittori, è da imputarsi principalmente a composti azotati e, per alcune sezioni di monitoraggio, al fosforo totale ed al COD. Una analoga situazione di criticità si riscontra per gli affluenti principali del fiume Bradano, quali i torrenti Fiumicello e Gravina, il cui bacino si sviluppa per la maggior parte nel territorio della Regione Puglia. In particolare, lo scadimento dello stato ambientale degli affluenti è determinato dal basso livello dell’Indice Biotico Esteso oltre che alla presenza dell’inquinamento da macrodescrittori come nel caso dell’asta principale.

Stato quantitativo Il deflusso minimo vitale stimato per il fiume Bradano è, in condizioni di anno medio, pari a 0,02 m3/s in corrispondenza della Diga di S. Giuliano. Di contro le elaborazioni condotte dall’Autorità di Bacino della Basilicata, in corrispondenza della stessa sezione, indicano una portata fluente sempre superiore alla portata di DMV. Pertanto, le analisi preliminari condotte non hanno evidenziato significative situazioni di criticità quantitativa per il fiume Bradano.

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Fig.5 - Corpi Idrici superficiali fluviali, Fig.6 - Corpi Idrici sotterranei individuati dall’AdB laghi/invasi e marino costieri

Fig.7 – Corpi idrici sotterranei individuati dal Piano di Gestione

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Fig.8 – Registro delle aree protette

Fig.9 – Stato dei Corpi Idrici superficiali e sotterranei

Sistemi carbonatici: costituiti da complessi calcarei ed in subordine da complessi dolomitici. I primi sono contraddistinti da elevata permeabilità per fratturazione e per carsismo, i secondi da permeabilità medio-alta per fratturazione. Tali sistemi comprendono idrostrutture carbonati che caratterizzate dalla presenza di falde idriche di base e falde sospese; gran parte delle idrostrutture carbonatiche presentano notevole estensione ed “alta potenzialità idrica” (sistemi di tipo A).

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L’area di progetto entra in relazione con il bacino sotterraneo dei Monti Marzano, classificato di tipo A, inoltre la qualità del fiume varia tra sufficiente e pessima.

Fig.10 – Individuazione dei corpi idrici sotterranei

3.5. PIANO STRALCIO PER LA DIFESA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO (PAI) (AUTORITÀ DI BACINO BASILICATA)

Il PAI dell’AdB è stato approvato, nella sua prima stesura, il 5 dicembre 2001 dal Comitato Istituzionale, ed è stato redatto sulla base degli elementi di conoscenza disponibili consolidati alla data di predisposizione dello stesso, secondo le indicazioni contenute nel D.P.C.M. 29/9/98. Il 10 ottobre 2011 con delibera n.16 il Comitato Istituzionale dell’AdB ha approvato il primo aggiornamento del PAI per l’anno 2011.

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Fig.11 – Stralcio PAI- Carta del rischio con ubicazione dell’area

3.6. PIANO STRUTTURALE PROVINCIA DI MATERA

Il Piano Strutturale delle Provincia di Matera è un importante strumento di pianificazione e programmazione, ma ad oggi non è stato ancora approvato, quindi in questa valutazione si acquisiscono le informazioni a fine conoscitivo. Il PSP della provincia di Matera divide il territorio in sei distretti territoriali che sono: 1) Distretto naturale delle colline argillose tra Bradano e Basento 2) Distretto naturale (Parco) dei Calanchi 3) Distretto naturale dei rilievi terrigeni tra Basento ed Agri 4) Distretto naturale dei rilievi terrigeni tra Agri e Sinni 5) Distretto Territoriale del Materano 6) Distretto Territoriale del Metapontino Il comune di Matera rientra del “Distretto Territoriale del Materano” insieme ai comuni di Miglionico, Montescaglioso e Pomarico.

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Fig. 12 – Stralcio scheda strategica distretto territoriale del materano

Risorse del distretto • Risorsa naturalistico-ambientale: – Paesaggio murgico; – Paesaggio collinare-vallivo • Risorsa storico-culturale: – Habitat rupestre e sassi; – Centri storici (castello, abbazia e palazzo marchesale) • Risorsa produttivo-agricola: – Agricoltura e zootecnia delle “matine”; – Cerealicoltura, olivicoltura, viticoltura e zootecnia delle colline • Risorsa produttivo-manifatturiera: – Sistema delle aree industriali ed artigianali (manifatturiero, agroalimentare, edilizia, ecc.) • Risorsa terziario-amministrativa (città capoluogo)

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Strategia generale • Distretto-snodo tra direttrice interregionale bradanica, e direttrice interregionale murgia- pollino; • Matera cerniera di tali direttrici, che divengono piattaforme d’integrazione, del capoluogo al suo territorio provinciale: Insediamenti urbani 1. Matera: città cerniera • Corona di spazi per attività produttive, industriali, artigianali, commerciali e terziarie a scala regionale, ricucite dalla nuova circonvallazione, i cui “nodi” sono: – Area industriale di jesce – Area terziario/commerciale e “centro storico” di venusio; – Comprensorio multifunzionale delle matinelle e “centro storico” de la martella; • Cintura verde-rurale di protezione della città consolidata (con parco della murgia materana); • Corpo urbano contemporaneo da riorganizzare; • Centro antico della città (“perno” della cerniera); 2. Centri urbani di corona • Integrazione dell’offerta urbana, produttiva e storico-culturale del capoluogo; • Riconversione in strutture di accoglienza del turismo ecologico/culturale • Promozione di centri commercial naturali 3. Antropizzazione rurale • Riqualificazione delle strutture rurali storiche • Riqualificazione delle strutture (borgate, aziende, residenze) della riforma fondiaria Salvaguardia dell’integrità’ fisica del territorio • Piantumazione di specie vegetali autoctone; • Divieto di dissodamento di terreni saldi Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del territorio rurale • Parco regionale della murgia materana • Agricoltura settore strategico per il mantenimento della risorsa-paesaggio e la fruizione turistico-culturale del territorio

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3.6.1. ATLANTE DELLE CARTOGRAFIE DEL COMUNE DI MATERA

Il Comune di Matera ha pubblicato l'Atlante delle Cartografie che costituisce il Quadro Conoscitivo elaborato ai sensi delle Specifiche della Carta Regionale dei Suoli di cui agli artt. 2.3.10.9.30.41 della L.R. 23/99 e del suo Regolamento di attuazione, (artt. 2,3,4,8,9,16,20). Il Quadro conoscitivo è, da un lato una "ricognizione " dei valori e dei rischi, che caratterizzano lo stato del territorio/paesaggio/ambiente e dall'altro una "ponderazione" del loro peso così da consentire valutazioni argomentate sulla compatibilità delle future trasformazioni, ma anche sulla necessità di azioni di "restauro" del territorio, una sorta di conferimento di senso allo stato del territorio. Non si tratta pertanto dei vincoli ricognitivi (ope legis), che sono pur rappresentati nella CRS, ma di una organica attività di riconoscimento di valori e/o di rischi in base alle diverse forme di conoscenza tra loro interagenti e cooperanti. Di seguito si riportano alcune tavole con ubicazione dell’area interessata.

CARTA DEI VINCOLI

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3.6.2. OBIETTIVI URBANISTICI RINVENIENTI DAL PSC

Sono obiettivi più propriamente urbanistici del PSC, ma essenzialmente coerenti con quelli ambientali, anche se più decisamente orientati al miglioramento della fruizione spaziale della città, al suo uso da parte dei cittadini-utenti ed alla sua qualità estetico percettiva: — Una nuova dimensione strategica del Sistema insediativo Materano — La riqualificazione del Sistema insediativo/Ipotesi di Riordino — La “cura” ed il restauro del Paesaggio Viabilità alla dimensione urbana/ le previsioni del PUM

Il PSC desume direttamente lo schema della viabilità a dimensione urbana dalle ipotesi infrastrutturali e funzionali definite dal PUM, traendo le conseguenze degli effetti di “dreno” del traffico interregionale che assume la “gronda murgiana”. Effetti che configurano per le altre due circonvallazioni allo stato presenti (e/o da completare): — circonvallazione-raccordo SS.n.7 (la “mediana periurbana”); — circonvallazione di Via dei Normanni – Via C. Levi (la “circonvallazione urbana” o “tangenziale ovest”) un ruolo più “urbano”, di collegamento (a velocità controllata) tra i quartieri N-O-S della città, disponibile ad arricchimenti funzionali che discendono proprio da questo diverso ruolo nello schema viabilistico urbano. Le due circonvallazioni “urbane” La prima circonvallazione (raccordo SS.n.7: la “mediana periurbana”), realizzata negli anni ’70 del secolo scorso per consentire il disimpegno veloce del traffico veicolare proveniente dalle Puglie (SS.n.99+96 da /Bari, e SS.n. 7 da Laterza/Taranto) in direzione della Basilicata (raccordo SS.7 per Ferrandina/Potenza e SS. n.380 + 175 per Metaponto), è stata negli ultimi decenni scavalcata dall’espansione urbana prodotta dalla realizzazione delle previsioni insediative del PRG/’75 (quartieri residenziali di Serra Rifusa e Via Gravina/Graminale, aree PAIP 1 e 2): allo stato essa pertanto costituisce in parte una “trincea” che seziona a N-O la città attuale, con alcuni punti di scavalco e/o immissione (sovrappassi, svincoli). Nella ipotesi di una sua utilizzazione alla scala urbana, la “mediana periurbana” può essere riletta quale arteria di collegamento e raccordo esterno della corona dei quartieri della periferia della città: da La Vaglia, Piccianello/San Pardo, Serra Rifusa, ai quartieri di Via Gravina/Graminale, alle due aree PAIP, al quartiere di Via La Martella - e lo stesso Borgo -, al

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Centro Direzionale, ed anche ai quartieri Sud di Agna/Le Piane, quest'ultimi per effetto dell'adeguamento, in corso, della bretella di Matera/sud, fino a Via Montescaglioso. Un'ulteriore ipotesi di rilettura e di miglioramento funzionale di detta arteria può essere, per il suo segmento N-O (da La Palomba fino a Via La Martella), quella della ricucitura della morfologia murgica che essa lambisce (a Nord) e seziona ad Ovest (trincea), con relative preesistenze storico-culturali (il complesso La Vaglia – Cave settecentesche – La Palomba; i 4 Evangelisti; la Masseria S. Lucia).

Quest'ultima ipotesi di rilettura funzionale, da condurre attraverso progetto-programma o P.O., dovrà renderla più “permeabile” alla fruizione urbana, arricchendola di funzioni (es.: ove possibile, una pista pedonale/ciclabile) che consenta un tale tipo di fruizione, collegando così il comprensorio terminale del Parco della Murgia Materana (La Vaglia/La Palomba/Cave), con i contrafforti scompaginati del Graminale, alla riscoperta dei lacerti storico/morfologici superstiti: l’ipotesi già prevista nella pianificazione vigente Piano del Parco e PRG/’99 per il tratto La Palomba/La Vaglia. Lo spostamento a valle della sede stradale della SS.n.7.

La seconda circonvallazione (“circonvallazione urbana” o “tangenziale ovest”), ulteriolmente sgravata (dalla "mediana") dai flussi del traffico di distribuzione N-S, può enfatizzare le sue spiccate vocazionalità di strada panoramica che lambisce il margine occidentale di affaccio della città sulla vallata del Bradano (e colline che le fanno corona: Montescaglioso, Timmari, Picciano, ecc.), il cui tracciato (da completare) costituisce pertanto luogo privilegiato di percezione paesaggistico-territoriale. Il suo tracciato, che nasce dall’esigenza di collegare i quartieri nord-centro-sud della città contemporanea (disimpegnando la storica Via Lucana), deve pertanto misurarsi con la scala progettuale urbana, adattandosi alla morfologia dei luoghi (vedi raccordo Via Timmari/Via C. Levi) e degli spazi urbani che lambisce, arricchendosi funzionalmente (come già prevede il PUM) di piste ciclabili, spazi di sosta ed ombra, ecc.). Dal punto di vista urbanistico (PSC), la realizzazione di tale tratta ferroviaria si riflette nella individuazione di due polarità urbane, costituite dalle due stazioni ferroviarie previste, ambedue in prossimità dei due Borghi storici della Riforma Fondiaria (Venusio e La Martella), dei quali pertanto si riattualizza (in parte) funzione e ruolo territoriale:

— Venusio, la cui collocazione strategica a cavallo tra territorio di Matera e “città murgiana”, all’intersezione sia tra le tratte ferroviarie RFI e FAL (metropolitana di Matera), che tra gli assi stradali N-S (Murgia-Pollino) ed E-O (bradanica-salentina), lo

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costituisce quale nodo di scambio intermodale (ferro/gomma) passeggeri e merci (piattaforma logistica): un vero e proprio “magnete” a scala interregionale;

Fig. 20 - Le due circonvallazioni

3.7. PIANO REGIONALE GESTIONE RIFIUTI (PRGR)

Con Delibera Regionale n.568 del 30 dicembre 2016, la Regione Basilicata approva il nuovo Piano di Gestione Rifiuti. Il Piano costituisce lo strumento quadro di riferimento per la pianificazione a scala provinciale e comunale. Le principali finalità possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

- Rendere operativo quanto disposto dalla normativa nazionale; - Ridurre gli impatti ambientali del sistema di trattamento e smaltimento dei fiuti; - Favorire la diffusione di tecnologie appropriate; - Migliorare i controlli ambientali in tale settore; - Favorire l’informazione ambientale ed i comportamenti corretti della cittadinanza. Quello che emerge dall’analisi dei dati riportati nel PRGR è che, a fronte di una previsione iniziale del (PRGR del 2001) di stabilità nella produzione complessiva di RU, il dato reale ha evidenziato una contrazione costante (fatto salvo un picco del 2005 e uno meno significativo nel 2007) della produzione complessiva di RU, passati da 229.000 ton nel 2002 a meno di 205.000 nel 2014.

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Il PRGR del 2001 costruiva gli scenari di piano combinando, tra le diverse variabili, anche la raccolta differenziata prevista. Lo scenario corrispondente all’allora stato di fatto considerava un livello di RD pari al 5%, uno scenario intermedio considerava un obiettivo del 15% (target del Dlgs n. 22/1997 c.d. Ronchi per l’anno 2001) mentre lo scenario avanzato ipotizzava il raggiungimento dell’obiettivo stabilito dall’allora vigente Decreto Ronchi per l’anno 2003, vale a dire il 35%.

 Almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;

 Almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;

 Almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012

Il grafico di seguito (costruito con i dati ufficiali ISPRA fino al 2013 e i dati del rapporto rifiuti Basilicata per il 2014) evidenzia come a livello regionale si sia registrato nell’ultimo decennio un aumento costante dei livelli di raccolta differenziata, senza peraltro riuscire a raggiungere (nel 2014) nemmeno l’obiettivo individuato dal PRGR del 2001, ripreso poi come obiettivo minimo dal D.Lgs n. 152/2006 per l’anno 2006. Il livello attuale di raccolta differenziata (29,3% nel 2014) è¨ molto lontano dall’obiettivo minimo definito per legge al 31.12.2012 pari al 65%.

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Anche la produzione totale di rifiuti urbani in Provincia di Matera nel periodo 2010-2013 ha registrato una graduale diminuzione, mentre nel corso del 2014 è stata caratterizzata da un incremento del 1,6%, attestandosi a circa 81.371 tonnellate.

In definitiva gli indirizzi della nuova programmazione regionale in materia di rifiuti sono contenuti in due documenti di riferimento:

— Documento propedeutico di indirizzo per l’aggiornamento e l’adeguamento del PRGR, approvato con DGR n. 1631 del 27/11/2012

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— Strategia regionale Rifiuti Zero 2020, introdotta dall’art. 47 della LR n. 4/2015 e adottata con successiva DGR n. 506 del 17/04/2015. In relazione al ruolo sovraordinato di tale Strategia, cui l’articolo 47 stesso dice che il Piano andrà conformato, si riporta più oltre un approfondimento tematico sulle premesse e le previsioni della Strategia Rifiuti Zero, e la sua codificazione a livello internazionale Ulteriori indirizzi fanno riferimento al quadro normativo nazionale e comunitario.

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4. STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE COMUNALE VIGENTE

4.1. CRONISTORIA DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA DI MATERA

Per l’analisi relativa al sistema urbanistico si è ritenuto utile riepilogare alcuni fatti importanti inerenti l’attività urbanistica del Comune di Matera: — 1952 -1954 Viene promulgata la lg n. 619 per il risanamento dei Sassi. La legge prevede il trasferimento degli abitanti in una nuova sede, l’esecuzione di opere di carattere igienico, la costruzione delle borgate rurali (La Martella, Venusio e Picciano); — 1956 L. Piccinato redige il PRG di Matera; — 1957 Vengono realizzati quartieri urbani di Serra Venerdì, La Nera, Spine Bianche, Agna Cappuccini, secondo il modello ”scandinavo”: prevedendo cioè ampie zone verdi sia interne che esterne; — 1971 L’Amministrazione Comunale indice un concorso internazionale sul recupero dei Sassi da cui scaturiscono delle linee guida per il processo di recupero, attuate con la lg 771/96; — 1986 Viene promulgata la lg n°771 per la salvaguardia e la rivitalizzazione dei Rioni Sassi e dell’Altopiano Murgico; — 1990 La Regione Basilicata istituisce il Parco delle Chiese Rupestri; — Variante al PRG di Piccinato 1993 Matera viene iscritta nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità, tappa fondamentale nel passaggio ad una nuova considerazione dei Sassi; — 1995 viene realizzato il quartiere Matera 2000. Dal 2000 ad oggi l’Amministrazione ha messo in campo diverse azioni di valorizzazione e recupero e regolamentazione dell’intero contesto cittadino: PISU, RU, ZFU, PS, PUM. L’adeguamento degli strumenti della pianificazione urbanistica comunale al dettato della legge di “Tutela governo ed uso del territorio “è stato avviato dall’Amministrazione comunale con la Delibera di Giunta “Indirizzi per la politica urbanistica della città” n. 458 del 14.12.2004. Con Deliberazione del Consiglio Comunale n.23 del 13.14.2018 è stato adottato il nuovo Regolamento Urbanistico della città di Matera, ed è attualmente in fase di approvazione, a seguito delle osservazioni pervenute all’Amministrazione.

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4.2. STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE

L’area oggetto del presente Piano di Lottizzazione finalizzato all’attuazione dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4 è ubicato nella zona periferica sud della città nella lungo via Montescaglioso caratterizzato da un edificato a bassa densità con funzione prevalentemente residenziale con la presenza di alcune attività commerciali e terziarie. L’Ambito di trasformazione è ottimamente servito dalla viabilità pubblica, tramite la citata via Montescaglioso, e dalle reti tecnologiche necessarie essendo questa parte della città già urbanizzata.

Fig. 21 - Stralcio del P.R.G. vigente

In questo contesto il PRG vigente prevede il completamento dell’edificazione a bassa densità di quest’area dell’abitato esistente da attuare attraverso Piano di Lottizzazione in quanto completamente inedificata e con necessità di integrazione delle urbanizzazioni esistenti.

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Fig. 22 – Elaborato P.6.1 del P.R.G. vigente “Scheda Ambito Ui/7

Nella zona a sud-ovest dell’Ambito Ui/7/4 è in corso di realizzazione l’Accordo di Programma Matera90, a nord–ovest l’Ambito Ui/7/4 confina con l’area dell’ex Provveditorato agli studi nel cui perimetro l’Amministrazione Comunale, con delibera di consiglio comunale n. 84 del 19.10.2017 ha approvato l’ecocentro Matera sud stralciando le aree di proprietà comunale ricomprese nell’Ambito Ui//7/4. La superficie complessiva dell’ambito sarà la risultante tra l’area totale e le aree adibite ad ecocentro. Inoltre ai sensi dell’art. 27 comma 5 della legge 1° agosto 2002, n. 166, richiamata nell’art.17 comma 6 della LUR Basilicata, si è verificata la maggioranza assoluta del valore degli immobili in base all’imponibile catastale, ricompresi nel piano attuativo inserendo il Comune e la Vittoria Società Cooperativa ARL come soggetti proponenti. Questo poiché gran parte della superficie del comparto è occupata da strade e spazi pubblici (aree già acquisite dalla Pubblica Amministrazione) ed inoltre lo stesso Comune detiene vari lotti edificatori pregiudizievoli ai fini di una nuova lottizzazione. La somma delle quote fondiarie di proprietà della Vittoria soc.coop e del Comune di Matera supera il 51% della superficie fondiaria totale.

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Fig. 23 – Suddivisione quote di proprietà

Con riferimento al PRG vigente, si evince che la Sul edificabile risultante dalla proposta di piano è nettamente inferiore a quella prevista dal PRG poiché sono state decurtate dalla superficie territoriale complessiva le aree già urbanizzate su via Montescaglioso, in modo cautelativo seppur esse rientrano nel calcolo degli standards. I Criteri di Attuazione del Piano del PRG vigente per l’Ui/7/4, a seguito del rilievo della superficie rientrante nel perimetro prevedono i seguenti parametri: - ST = 47.500 mq (da scheda Prg) - ST rilevata = 50233 mq

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- S CCR da stralciare = 5430 mq - ST residua (50233 -5430 (CCR)) = 44.803 mq - Indice di edificabilità : Uet = (0,15 mq/mq ) - Hmax = 6,5 m; Ds= 10,0 m; Dc= 10,0 m; Nl = 2 - Finalità urbanistica dell’ambito: completare il tessuto residenziale;

4.2.1. COMPATIBILITÀ CON IL R.U. IN APPROVAZIONE

Come già sopra anticipato, l’Amministrazione Comunale con deliberazione di Consiglio Comunale n.23 del 13 aprile 2018, ha adottato il Regolamento Urbanistico della Città di Matera, ed attualmente in fase di osservazioni per la definitiva approvazione. Nello stesso Regolamento Urbanistico viene di fatto confermato l’Ambito Ui/7/4 che nel nuovo strumento di pianificazione viene identificato come Ambito AC/6e via Montescaglioso. Ai fini della verifica ai sensi dell’art.12 comma 3 del DPR 380/01 (norme di salvaguardia) la presenta proposta di Piano di Lottizzazione è conforme al PRG vigente e non contrasta con il Regolamento Adottato. Difatti la l’Ambito AC/6e del R.U. prevede un ambito ad attuazione indiretta con: 1. destinazione residenziale fino al 100% della Uet -- conforme alla previsione del PRG vigente; 2. indice Uet max pari a: 0,22 --- indice Uet del Prg 0,15 (nel Piano si utilizza l’indice Uet del PRG < dell’Uet max del R.U. adottato) 3. Nl: numero di livelli pari a 4 - il PRG prevede un Nl pari a 2 (nel Piano si utilizza un Nl pari a 2)

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Fig.24 - Stralcio Ambito AC/6e via Montescaglioso del R.U. in approvazione

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5. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE

Il progetto di Piano di Lottizzazione e la tipologia di edificazione del nuovo intervento sono stati sviluppati secondo i seguenti criteri: - mantenere la coerenza con le linee di sviluppo dell’edificato circostante; - rispettare le caratteristiche ed i valori ambientali che costituiscono la caratteristica peculiare del luogo; - rispettare le indicazioni risultanti dalla Valutazione Ambientale Strategica dell’RU adottato (Determina Dirigenziale 19AB.2015/D.00688 del 12.05.2015). La tipologia di edilizia residenziale che si vuole realizzare comprende edifici di due piani fuori terra quadrifamiliari e bifamiliari, villette a schiera distribuiti su numero 6 blocchi indipendenti. Inoltre è previsto un edificio plurifamiliare o a carattere specialistico a due piani che sarà in capo al Comune come scaturisce dalle previsioni e dagli indici urbanistici. Il progetto prevede una distribuzione della Sul (superficie utile lorda edificabile), all’interno dei 5 lotti in progetto nel modo seguente:

Fig. 25 – Stralcio tavola di progetto con individuazione dei lotti.

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A seguire si riporta la verifica della dotazione di standard pubblici previsti dal Piano vigente in base alla potenzialità edilizia in termini di Sul dell’intero comparto al lordo delle superfici territoriali di strade ed urbanizzazioni già realizzate. Sl comparto = 44.803 mq x 0.15 mq/mq = 6720.45 mq Consideriamo l’insediamento di un abitante ogni 25 mq di superficie lorda realizzabile, abitanti insediabili max = 1ab/25 mq = 6720.45 mq / 25 mq = 269 ab Superficie minima da destinare a standard pubblici: 18 mq/ab 269 ab x 18 mq/ab = 4842 mq Superfici servizi minime - Superficie per verde = 9 mq/abitante = 269ab x 9mq/ab= 2421 mq (A) - Superficie per parcheggi = 2,5 mq/abitante = 269ab x 2.5mq/ab = 672.50 mq (B) - Superficie per attr. pubblici servizi = (4,5+2) mq/abitante = 269ab x 6.5mq/ab = 1748.50 mq (C) Le superfici adibite a servizi di progetto sono maggiori di quelle minime: - S. verde pubbl prog = 8089,60 mq > 2421 mq (A) - S. parcheggi pubblici prog = 5374,49 mq > 672,50 mq (B) - S. aree attr. pubblici servizi = 1827,69 mq > 1748.50 mq (C) Come espresso nella scheda riassuntiva dell’ambito Ui/7 è stata fatta la verifica dei parcheggi aggiuntivi pari a 13.500 mq proporzionalmente alla estensione del sub ambito di riferimento come segue: - S ambito Ui7 = (38700+23900+46000+47500)mq=156.100mq - Sambito Ui7/4 = 47.500 mq (da tabella Prg) - % estensione Sub ambito 4 = 47500 mq/156.100mq = 30,43% - S parcheggi aggiuntivi ambito Ui/7 = 13.500 mq - S parcheggi aggiuntivi Sub ambito 4 = 13.500 mq x 30,43% = 4108,05 mq - S parcheggi dm 1444/68+S aggiuntivi min = 672,50 mq + 4108,05mq = 4780,55 mq (X) S parcheggi prog > (X) (5374,49 mq > 4780,55 mq (X)) Il comparto rispetta inoltre la quota da adibire ad impianti ed attrezzature pari al 70% della Superficie territoriale dell’ambito urbano come segue: - S territoriale = 44803 mq

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- S sistemi ed impianti = 8.089,60 mq (verde pubblico) + 5.374,49 mq (parcheggi pubblici)+ 1.827,69 mq (aree e attr. pubbliche)+15.183,84 mq(strade pubbliche)+1.477,75 mq(marc. pubblici) = 31.953,37 mq (Z) - (Z) > 70% ST - 31.953,37 > 70% 44803 mq - 31.953,37 mq > 31.362,10 mq Di seguito si riporta il calcolo della superficie fondiaria: — Sfondiaria = St - Sr(str+marc+serv+verde) — SrStrade = 8.089,60 mq (verde pubblico)+5.374,49 mq (parcheggi pubblici)+ 1.827,69 mq (aree e attr. pubbliche) + 15.183,84 mq (strade pubbliche) + 1.477,75 mq (marciapiedi Pubblici ) = 31.953,37 mq — S fondiaria = 44.803 mq - 31.953,37 mq = 12.849,63 mq — Sul (residenziale progetto) = 2684,10 mq — Sul (residenze comunali) = 1600,05 mq — Sul totale di ambito = 2684,10 mq + 1600,05 mq = 4284,15 mq — Uef (totale) = 4284,15 mq/12.849,63 mq = 0.33 mq/mq

A pagina seguente si riporta planimetria schematica di progetto con la suddivisione delle superfici interessate per tipologie di destinazione.

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Fig.26 – planimetria schematica di progetto

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5.1.1. IMPIANTI E SERVIZI

Il progetto di P.L. prevede la realizzazione di tutte le infrastrutture primarie occorrenti a rendere funzionale il nuovo insediamento. Rete di fognatura e smaltimento acque meteoriche Il progetto di P.L. prevede la realizzazione di n.1 collettore di fognatura per le acque nere e di n. 1 collettore di fognatura per le acque bianche.

Fig.27 – Schema rete fogna nera

Fig.28 – Schema rete fogna acque bianche

Il collettore acque nere, realizzato con tubi in PVC serie UNI-EN-1400 con diametro variabile da 200 a 315 mm, recapita sul collettore esistente.

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Le tubazioni saranno intervallate con camerette d’ispezione prefabbricate complete di soletta e chiusino in ghisa di tipo carrabile ove necessario. Il collettore delle acque chiare sarà realizzato con tubi in cemento centrifugati con il tratto principale della strada di P.L. con un diametro sovradimensionato di 300 cm in modo da realizzare un volume di laminazione. I restanti tratti saranno sempre in cemento centrifugati con diametro di 200 cm. Al collettore per le acque bianche saranno allacciate idonee caditoie prefabbricate complete di forate in ghisa tipo carrabile per la raccolta delle acque meteoriche superficiali.

Rete idrica, gas metano, energia elettrica e telefonica. Al servizio dei costruendi edifici, saranno realizzati i seguenti servizi tecnologici come da tav. da 14 a 20: - Rete idrica; - Rete del gas metano; - Rete elettrica; - Rete telefonica;

Previo accordo con i gestori dei suddetti servizi saranno predisposte, mediante linee interrate, le relative canalizzazioni, alle quali saranno allacciati i singoli edifici. I lottizzanti dovranno richiedere i relativi preventivi di spesa ai predetti Enti e procedere al versamento del richiesto corrispettivo, nonché eseguire tutte le opere murarie e di assistenza necessarie dagli stessi richieste.

Fig.29 – Schema rete acqua potabile

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Fig.30 – Schema rete elettrica

Fig.31 – Schema rete gas metano

Rete di illuminazione pubblica E’ prevista la realizzazione dell’impianto di illuminazione per la strada, la zona parcheggi e le aree a verde. L’impianto, da realizzare mediante cavidotto interrato, comporterà la realizzazione degli occorrenti punti luce, posti ad intervalli di circa ml. 30 cadauno. I punti luce saranno realizzati con pali in acciaio tronco – conico zincati, della lunghezza di ml. 9,00 -6.00-3.00 fuori terra, completi di armature tipo “Philips Traffic vision” conformi alle Leggi per le zone di rispetto 1 e comunque del tipo eventualmente indicato dall’Amministrazione comunale, al fine della armonizzazione con quelli esistenti sul territorio

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comunale, da definire in sede di progettazione esecutiva delle opere di urbanizzazione primaria.

Resta peraltro inteso che le opere suddette saranno completamente definite negli specifici progetti esecutivi che saranno successivamente redatti e per i quali sarà richiesto specifico permesso di costruire.

5.1.2. STRADE E PARCHEGGI

Viabilità Come già accennato in precedenza il Piano in oggetto si sviluppa lungo via Montescaglioso che rappresenta l’asse viario principale per l’intera zona sud dell’abitato di Matera. È una strada a doppio senso di marcia, con larghezza di circa sette metri, che parte a nord dall’innesto con l’ingresso sud della città (ospedale di Matera) scendendo verso sud sino al quartiere Agna Le Piane, diventando S.P. n.3 Matera-Montescaglioso appena usciti dall’abitato. Il lato opposto della Lottizzazione confina con la viabilità, attualmente in fase di realizzazione, del Programma Integrato “Housing Città dei Sassi” denominato Matera 90. Per l’accesso all’area di progetto è previsto un ingresso con allaccio diretto a via Montescaglioso a nord, con ampia carreggiata. La strada sarà a doppio senso di marcia con larghezza da m 6,00 a 8,00 m con i parcheggi pubblici intervallati dagli accessi ai lotti. Il marciapiede avrà larghezza costante di m 1,50. Di grande importanza ai fini della viabilità è anche l’uscita sud dall’area in oggetto, ove l’innesto sulla viabilità in fase di realizzazione di Matera 90, consente un deflusso del traffico veicolare senza convogliare necessariamente sull’asse di via Montescaglioso. Il marciapiede previsto a fianco della strada, avente larghezza di m 1,50 sarà delimitato da cordoli in cls prefabbricati e con sottofondo in calcestruzzo e pavimentazione in pietrini di cemento spessore cm 3. Sarà posata inoltre adeguata segnaletica orizzontale e verticale su indicazione dell’Ufficio di Polizia Locale.

A pagina seguente si riporta il layout della viabilità.

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Fig.32 - Layout della viabilità

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Via Montescaglioso vista da sud. La freccia indica il Via Montescaglioso vista dall’incrocio dell’ASM - Matera Provveditorato agli Studi

Vista della nuova rotatoria e nuova viabilità realizzata per l’accesso a Matera 90

Svincolo tra via Montescaglioso e la viabilità di accesso a Matera 90 in fase di adeguamento

Parcheggi Il progetto prevede la realizzazione di aree parcheggio sia di tipo pubblico che privato per una superficie totale di circa 8.760 mq. Sono individuate n.5 zone per parcheggi pubblici, per una superficie complessiva di circa 5.374 mq. I parcheggi pubblici sono dislocati lungo la strada di P.L. in modo da essere a diretto servizio delle abitazioni; saranno inoltre riqualificate alcune aree poste sulla via Montescaglioso. Sul lato sud e nelle fasce laterali alla via Montescaglioso e poste in prossimità degli accessi al Provveditorato. Il sottofondo dei parcheggi pubblici sarà realizzato mediante uno strato di mistone, di pezzatura varia, spessore di cm 30 opportunamente costipate meccanicamente con

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apposito rullo vibratore di adeguata portata. Successivamente sarà messa in opera stesa di tout-venant bitumato, dello spessore finito compresso non inferiore a cm. 8 e successiva posa di tappetino di usura in conglomerato tipo bitulite con spessore di cm 3. I parcheggi privati a servizio sia singole unità abitative che del corpo di proprietà comunale ricoprono una superficie totale di circa 3.386 mq. Su n.45 appartamenti (incluso l’edificio comunale), sono previsti n.83 posti auto a servizio delle abitazioni, inoltre i fabbricati a civile abitazione sono dotati di box interrati per un numero complessivo di 64 posti.

Fig.33 – Aree a parcheggio previste in progetto

A differenza dei parcheggi pubblici le aree parcheggio private avranno caratteristiche di permeabilità garantite dalla pavimentazione realizzata in erborella, cioè moduli costituiti da blocchi forati di grandi dimensioni che permettono di realizzare una pavimentazione continua idonea al parcheggio di veicoli facendo da trama portante al tappeto verde che può svilupparsi attraverso i fori ricavati nei masselli e tra i masselli contigui.

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5.1.1. AREA A VERDE

Nell’intera area di comparto sono previste aree a verde di tipo pubblico e privato. Le prime sono poste lungo la viabilità principale, nell’area perimetrale del Centro Comunale di raccolta rifiuti (isola ecologica), le seconde sono a servizio delle singole unità immobiliari previste nel Piano di Lottizzazione.

Fig.34 – Aree a verde pubblico e privato

Le aree destinate a verde privato saranno piantumate con essenze arbustive ed arboree diversificate a seconda delle zone. Verranno utilizzate esclusivamente piante autoctone. La progettazione delle aree verdi (giardini, aiuole, alberature) assume una grande importanza per la sistemazione ambientale della zona dopo l'urbanizzazione di primo impianto. La progettazione del verde sarà eseguita unitariamente per raggiungere un buon amalgama paesaggistico (landscape) fra edifici ed aree libere.

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6. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E SOCIO-ECONOMICO

6.1. INQUADRAMENTO DELL’AREA

Il comune di Matera, appartenete alla provincia di Matera, ha una superficie territoriale di 388,14 kmq. A livello territoriale si colloca nella parte orientale della Basilicata a 401 m s.l.m., al confine con la parte sud-occidentale della provincia di Bari (con i comuni di Altamura, e ) e l'estrema parte nord-occidentale della provincia di Taranto (con i comuni di Ginosa e Laterza). Il centro di Matera si colloca al confine tra l'altopiano delle Murge ad est, e la fossa Bradanica ad ovest, solcata dal fiume Bradano. Il territorio comunale confina con i comuni di Montescaglioso, Altamura, Miglionico, Laterza, Santeramo in Colle, Ginosa, Gravina in Puglia e Grottole. La viabilità principale presente nell’area di intervento è la strada statale 175 che permette il collegamento dell’area con il centro di Matera e collegamenti extraregionali, per il resto sono presenti una serie di viabilità secondaria. L’area di intervento ricade nel Foglio I.G.M. in scala 1:50.000 n.471 “Matera” del Foglio n.201 della Carta d’Italia, ed è ubicata a sud-ovest degli esistenti rioni Cappuccini- Agna- San Francesco.

Fig.35 – Stralcio foglio I.G.M.

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Fig.36 – Inquadramento territoriale su foto google

Fig.37 – Dettaglio area progetto su foto google

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6.1.1. VINCOLISTICA DELL’AREA DI PROGETTO

Sull’area non sussistono vincoli ricognitivi, quali:  Vincolo Paesaggistico (ex-lege n.1497/39 e DM 18/04/ 1985);  Vincolo ex-lege 183/89 (aree a rischio disciplinate dal Piano di Assetto Idrogeologico – P.A.I. dell’Autorità di Bacino della Basilicata. Vedi Fig.3 pagina seguente).  L’area rientra nella fascia di rispetto (5 km) dell’area SIC/ZPS “Gravina di Matera” (IT 9220135), prevista dalla DGR n. 927 del 15/02/2005, che ha introdotto l’obbligo della preventiva “Valutazione d’Incidenza” (ai sensi del DPR n.120/03 e DGR n.2454/04), per gli interventi ivi previsti;  A 100 metri a sud del limite di Comparto Vincolo Monumentale (ex-lege 1089/39) per l’edificio della Masseria San Francesco (Decreto del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali).

6.2. BILANCIO DEMOGRAFICO

Sulla base dei dati ISTAT, la popolazione di Matera è risultata composta da 59.796 individui (dati del censimento 2011). Osservando il trand dal 2001 al 2017 della popolazione residente, si evince una stabilizzazione intorno ai 65.500 abitanti negl’ultimi 5 anni.

Segue la variazione annuale della popolazione di Matera espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Matera e della regione Basilicata.

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Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Matera negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee.

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L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.

In merito alla popolazione straniera residente nel Comune di Matera, si osserva una crescita negli ultimi anni. Gli stranieri residenti a Matera al 1° gennaio 2018 sono 2.591 e rappresentano il 4,3% della popolazione residente. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 23,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Repubblica Popolare Cinese (20,8%) e dalla Nigeria (5,2%).

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6.3. BILANCIO ECONOMICO

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6.4. BILANCIO RISORSE

Energia Per il Comune di Matera non è disponibile un data base sui consumi energetici; quindi per quanto riguarda la stima dei consumi elettrici si fa riferimento ai dati Terna sui consumi di energia elettrica in Basilicata nel 2011 pari a 4.497 kWh/ab. Gli impianti fotovoltaici istallati nel Comune di Matera, entro il 14/06/2013, sono 455 per una potenza totale di 37.318,06 Kw.

Acqua potabile Nel Comune di Matera si ha una distribuzione annua di 8.798.525 mc con una perdita del 30% circa, inoltre sono presenti nel territorio 6 depuratori.

Acqua potabile immessa Acqua potabile erogata Percentuale di acqua erogata complessivamente nella complessivamente sul totale dell’acqua immessa rete (metri cubi) dalla rete (metri cubi) nella rete

9.729.689 6.859.430 70,5 Distribuzione di acqua potabile. Anno 2011 (dati AATO)

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Dotazione pro capite: 342 l/ab/die

Popolazione Popolazione Abitanti equivalenti relativi Abitanti potenziale a equivalenti

Residente Presente In Pendolare pres. in pres. attività micro piccola, Totali Totali non case strutt. in ristor. industria media urbani (Aet) resid. sparse albergh. abitaz. e bar e (Aetu) private grande industr. 60.453 1.222 -2.470 1.874 1.784 4.769 14.952 8.837 26.604 91.420 118.024 Carico inquinante potenziale espresso in termini di abitante equivalente per fonte di inquinamento – Anno 2009

6.4.1. IMPIANTI DI DEPURAZIONE

Nell’agro del Comune di Matera sono presenti n.6 impianti di depurazione. Alcuni di questi sono oggetto di potenziamento ed adeguamento, nello specifico gli impianti in località Pantano, Lamione e Sarra.

Nome Capacità Stato Classe Località Latitudine Longitudine Data avvio impianto A.E. attuale campionamento Matera 1 La Martella 4501514 629945 01/01/2000 5.000 In funzione Classe 2 Matera 2 Borgo Venusio 4508810 632989 01/01/1999 300 In funzione Classe 1 Matera 3 Pantano 4504756 635463 01/09/1990 27.530 In funzione Classe 3 Matera 4 Pantano 4504775 635497 01/01/1997 2.764 In funzione Classe 2 Matera 5 Sarra 4503394 631964 01/09/1999 20.388 In funzione Classe 3 Matera 6 Lamione 4498697 637489 01/05/1998 4.873 In funzione Classe 2 Impianti di depurazione del Comune di Matera.

Dai certificati relativi ai campioni (medi ponderati nelle 24 ore) prelevati in data 14, 15 e 21 dicembre 2011, presso i depuratori comunali di Matera (depuratori “) si evince quanto segue:

- Per quel che riguarda il campione del depuratore comunale “Pantano” di Matera, l'azoto ammoniacale (19,5 mg/l) risulta superiore al limite (15 mg/l) della tabella 3 dell’allegato 5 della parte terza del D.Lgs, n. 152/2006; l’azoto nitroso (0,7 mg/l) risulta superiore al limite (0,6 mg/l) della tabella 3 dell’allegato 5 della parte terza del D.Lgs. n. 152/2006; tutti gli altri valori rientrano nei limiti di cui alle tabelle 1 e 3 dell’allegato 5 della parte terza del D.Lgs. n. 152/2006.

- Per i campioni dei depuratori comunali di Matera “Sarra” e “Lamione”, tutti i valori rientrano nei limiti di cui alle tabelle 1, 3 e 4 delfallegato 5 della parte terza del D.Lgs. n. 152/2006.

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6.4.2. RIFIUTI

La produzione di rifiuti comunale negli ultimi anni è all’incirca di 30.000 tonnellate con una percentuale di raccolta differenziata pari a circa 25,5%. Un incremento della differenziata sostanziale è cominciata dal 2010, attualmente è in programmazione da parte dell’amministrazione comunale una gestione della raccolta differenziata basata sul porta a porta. Un ulteriore e fondamentale passo in avanti è stato fatto dall’Amministrazione comunale nella realizzazione della piattaforma ecologica al PAIP 1 alla quale possono gratuitamente accedere tutti cittadini per il conferimento di rifiuti che non possono trovare una giusta collocazione nei contenitori stradali.

A seguire i principali dati sui rifiuti dal 2010 al 2017 (dati ISPRA).

RD Pro capite RU pro capite Anno Popolazione RD (t) Tot. RU (t) RD (%) (kg/ab.*anno) (kg/ab.*anno) 2010 60.818 2.208,63 22.037,84 10,02 36,32 362,36 2011 59.796 6.563,70 30.506,76 21,52 109,77 510,18 2012 59.859 6.506,16 30.246,56 21,51 108,69 505,3 2013 60.556 6.527,04 28.556,19 22,86 107,79 471,57 2014 60.524 6.812,49 28.907,74 23,57 112,56 477,62 2015 60.436 6.908,81 29.340,55 23,55 114,32 485,48 2016 60.351 7.718,20 30.061,87 25,67 127,89 498,12 2017 60.403 7.537,33 28.954,64 26,03 124,78 479,36 2010 60.818 2.208,63 22.037,84 10,02 36,32 362,36

Andamento della percentuale di raccolta differenziata

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Andamento della produzione totale e della RD

Andamento del pro capite di produzione e RD

Ripartizione percentuale della RD per frazione anno 2017

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È importante evidenziare che una superficie del comparto Ui/7 sub ambito 4, è attualmente interessato dalla realizzazione di una piazzola ecologica del Comune di Matera.

Foto attuale del cantiere per la realizzazione del CCR comunale

6.4.3. MOBILITÀ

I dati relativi al parco veicolare presente nel territorio comunale di Matera sono elaborati a partire dai dati Istat e gli andamenti graficizzati nel periodo compreso tra il 2005 e il 2011. Il numero di autovetture per abitante residente è un parametro utile per determinare i flussi di traffico, in presenza di un’eventuale espansione urbanistica nel settore residenziale. Per il Comune di Matera si registra un numero di autovetture pari a 0,81 per ogni abitante residente.

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TOTALE AUTOBUS AUTOBUS SPECIFICI SPECIFICI SPECIFICI SPECIFICI SPECIFICI SPECIALI / SPECIALI / SPECIALI / O MOTRICI MOTOCICLI AUTOCARRI RIMORCHI E RIMORCHI E QUADRICICLI AUTOVEICOLI MOTOCARRI E AUTOVETTURE AUTOVETTURE SEMIRIMORCHI SEMIRIMORCHI SEMIRIMORCHI MOTOVEICOLI E TRASPORTO MERCI TRASPORTO MERCI TRASPORTO MERCI TRATTORI STRADALI 2011 93 3.808 691 38.233 161 5.404 38 83 513 245 49.269 2010 108 3.552 701 37.830 161 5.227 40 83 500 247 48.449 2009 133 3.444 680 37.373 170 4.939 38 82 489 237 47.585 2008 133 3.438 685 37.132 174 4.545 44 612 535 224 47.522 2007 126 3.378 626 36.958 187 4.209 28 616 518 207 46.853 2006 135 3.313 597 36.613 190 3.950 25 620 510 192 46.145 2005 128 3.209 565 35.920 197 3.614 14 624 480 176 44.927

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7. QUADRO CONOSCITIVO AMBIENTALE

Una corretta definizione di “indicatore ambientale” può essere la seguente: “è un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni o descrive lo stato di un fenomeno/ambiente/area”. Grazie alla sua capacità di sintetizzare un fenomeno, un indicatore è in grado di ridurre il numero di misure e parametri necessari per fornire l’esatto stato di fatto e semplificare il processo di comunicazione. Un indicatore deve perciò rispondere alla domanda di informazione, ed essere semplice, misurabile e ripetibile permettendo di indicare eventuali tendenze nel tempo.

Nel caso in esame, data la finalità del presente documento, gli indicatori ambientali sono utilizzati con lo scopo di misurare e confrontare gli esiti di progetto rispetto alla situazione in atto. In particolare, gli indicatori selezionati hanno lo scopo di evidenziare direttamente gli effetti prodotti dal progetto sull’ambiente urbano e extraurbano limitrofo all’area in oggetto, quali:

— Aria — Rumore — Suolo e Sottosuolo — Acque e risorsa idrica — Rifiuti — Paesaggio

Le criticità ambientali presenti sul territorio comunale sono state elaborate basando l’analisi su dati liberamente scaricabili da siti internet di fonti ufficiali e da relazioni tecniche in possesso dello scrivente.

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7.1. SUOLO E SOTTOSUOLO

7.1.1. CARATTERI GEOLOGICI DELL’AREA IN OGGETTO

Geologicamente la zona si colloca nella zona terminale dell’Avampaese Murgiano. I rilievi di superficie hanno consentito di ricostruire l’assetto geologico che, in accordo con i dati riportati in letteratura, risulta costituito da un basamento calcareo dolomitico di età Cretacea (Calcare di Altamura) su cui giacciono, con contatto trasgressivo, calcareniti organogene (Calcarenite di Gravina) ed in successione il primo termine dei depositi della Fossa Bradanica (Argille Subappennine) su cui poggiano in concordanza stratigrafica le Sabbie di Monte Marano.

Fig. 38 – Stralcio foglio n.201 “Matera” della Carta Geologica d’Italia con ubicazione dell’area.

Nell’areale materano, si osservano zone di affioramento dell’Unità della Piattaforma Appula rappresentata esclusivamente dalla Formazione del Calcare di Altamura. Largamente diffusa nella parte orientale della città di Matera e costituisce la Murgia di Matera e di Laterza. Affioramento significativi, l’Horst di Matera, alcuni tratti della Gravina di Picciano, l’Horst di Zagarella ubicato a Sud – ovest dell’abitato. Diventa formazione affiorante dominante a nord dell’area di progetto, nei pressi del Comune di Altamura, ove si entra nella Piattaforma Appula.

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Il Calcare di Altamura è in prevalenza costituito da strati e banchi biostromali a Rudiste ed Echini, in genere di tipo finemente calcarenitico ed in qualche caso ad aspetto ceroide. A vari livelli compaiono anche strati di calcari brecciformi cementati da una matrice ferruginosa, nonché letti di depositi residuali e di crostoni calcarei rossastri, generalmente spessi alcuni centimetri. Al letto e verso il tetto si ha una certa prevalenza di banchi e strati di calcari dolomitici di colore grigio scuro. Trasgressive, con discordanza angolare, poggiano sui calcari di Altamura le Calcareniti di Gravina appresso descritte. In successione stratigrafica si osservano i depositi marini della Fossa Bradanica, rappresentati dal basso verso l’alto dai seguenti Formazioni: — Calcareniti (“Calcarenite di Gravina”); — Argille siltose (“Argille Subappennine”);

Calcareniti di Gravina Questa Formazione rappresenta il termine più basso della successione dei depositi della Fossa Bradanica, è trasgressiva sulla Formazione dei Calcari di Altamura. Si presenta in affioramento diffusamente nelle aree limitrofe alla zona in oggetto. Trattasi di calcareniti di colore biancastro o giallastro, con grado di cementazione variabile sia in areale che in profondità. Nel complesso sono rocce tenere e porose con discreti valori di resistenza meccanica. La parte sommatale risulta alterata per uno spessore medio di 1,5 – 2 metri.

Argille di Subappennine Tale formazione, che appare dotata di grande uniformità litologica, è costituita da un materiale sciolto, coerente, discretamente plastico e di prevalente colore grigio-azzurro. In affioramento può assumere colore avano-giallastro, sia per alterazione sia per la presenza di sottili livelli di limo-sabbioso. Le Argille Subappennine sono praticamente impermeabili ma nella loro porzione più superficiale possono essere interessate da fessurazioni o da una maggiore frazione sabbiosa che le attribuisce una bassa permeabilità per porosità. In merito ai processi morfogenetici, è da rilevare che le superfici di affioramento della formazione sono mediamente acclivi e non presentano particolari forme erosive dovute agli effetti dell'azione delle acque dilavanti, che a parità di ogni altra condizione sono nel complesso trascurabili.

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Chiudono il ciclo sedimentario i depositi terrazzati della Fossa Bradanica, trattasi di sedimenti prevalentemente di natura sabbiosa, sabbiosa ciottolosa e conglomeratici. Di questi stratigraficamente dal basso verso l’alto sono cosi distinti: — Conglomerati poligenici (“Conglomerato di Irsina”) — Sabbie calcareo-quarzose (“Sabbie di M. Marano”) — Sabbie quarzoso-micacee (“Sabbie dello Staturo”) — Deposi alluvionali terrazzati e Depositi alluvionali terrazzati di ambiente fluvio-lacastre L’area direttamente interessata dal progetto è caratterizzata in affioramento dalla sola formazione calcarenitica.

7.1.2. ELEMENTI GEOMORFOLOGICI

L'attuale configurazione morfologica, risente dei sollevamenti tettonici dell'area che si sposta lungo il bordo orientale della Fossa Bradanica il cui substrato, rappresentato dai calcari cretacei dell'avampaese apulo, è caratterizzato da una struttura a gradinata che si approfondisce verso la catena appenninica. La morfologia nel complesso è condizionata da numerosi fattori quali litologia, assetto strutturale, climatologia dell’area. Il lotto in oggetto è posto a quote che variano da circa 330.0 m.s.l.m. a nord lungo la S.S. Matera – Montescaglioso, degradando dolcemente ai circa 320.0 m.s.l.m. lungo il limite meridionale del lotto. Da osservazioni in sito e da un confronto con la carta geomorfologica a corredo del Regolamento Urbanistico, non si evidenziano particolari forme morfologiche che interferiscono con l’area di progetto.

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Fig.39 – Stralcio carta geomorfologica allegata all’R.U. del Comune di Matera (R.T.P. Geol.Ing. Michele Lupo – Geol. Angel Venezia)

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Fig.40 – Stralcio carta della Pericolosità e Criticità Geologica e Geomorfologica allegata all’R.U. del Comune di Matera (R.T.P. Geol.Ing. Michele Lupo – Geol. Angel Venezia)

7.1.3. IDROGEOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE

I fiumi Il territorio comunale di Matera rientra nel Bacino Fiume Bradano ed è attraversato proprio dal fiume Bradano, il quale è il primo dei fiumi jonici a partire da nord, sfocia nel Golfo di Taranto ed interessa tutto il settore centro-occidentale della Basilicata in provincia di Potenza e di Matera, confinando con i bacini dei fiumi Ofanto a nord-ovest, Basento a sud e con le Murge a est.

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Fig.41 – Bacino idrografico

Nonostante l'ampiezza del bacino, che è il più esteso della Basilicata, questo fiume ha la più bassa portata media annua alla foce fra i suoi consimili (poco più di 7 mc/s); ciò a causa delle modeste precipitazioni che sono le più basse nella regione, della predominanza di terreni poco permeabili e della conseguente povertà di manifestazioni sorgentizie. La scarsità idrica è manifestata anche dal valore della portata unitaria, pari a 2.67 l/s kmq, che è fra le minori osservate nelle stazioni idrometriche della regione. Pur tuttavia lungo il suo percorso e quello di alcuni suoi affluenti sono state realizzate importanti opere idrauliche:  Diga di San Giuliano, realizzata a scopo irriguo nel 1955 ed entrata in funzione nel 1961;  Diga di Serra del Corvo sul Basentello, al confine tra Puglia e Basilicata;  Diga di Acerenza sul fiume Bradano;  Diga di Genzano sulla Fiumarella. Nel comune di Matera si ritrova anche la Diga di San Giuliano, lo sbarramento sorge alla stretta di San Giuliano, dove il fiume Bradano si restringe bruscamente in una forra rocciosa incisa nelle formazioni calcaree in cui si svolge il corso del fiume. L'estensione è di 1.000 ettari ed è compresa nei territori comunali di Grottole, Matera e Miglionico. Dal 1976 è Oasi naturale regionale, e dal 1989 è Oasi del WWF Italia. Il deflusso delle acque superficiali ed il regime dei corsi d’acqua sono influenzati dal variabile grado di permeabilità dei terreni affioranti e dalla proporzione fra aree impegnate da litotipi permeabili e impermeabili. Nell’area in esame

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le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente piuttosto ridotte per il sensibile assorbimento esercitato dalle formazioni affioranti. Le sabbie sono permeabili per porosità, le calcareniti sono permeabili, ancorché blandamente, per porosità e, talora, per fratturazione mentre i limi e le argille sono pressoché impermeabili. L’ammasso roccioso calcareo- dolomitico del Cretaceo è, invece, permeabile per fessurazione e per carsismo. In tale ordine di idee si osserva che le lame dell’altopiano murgiano, spesso scarsamente ramificate, non manifestano generalmente una attiva circolazione idrica e solo in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente intense o prolungate possono raccogliere apprezzabili volumi idrici. Il reticolo idrografico appare, invece, piuttosto sviluppato ed articolato nell’area bradanica, segnatamente laddove affiorano terreni limoso-argillosi essenzialmente impermeabili.

7.1.4. DATI GEOTECNICI E SISMICI DEL SITO DI PROGETTO

Per la caratterizzazione geotecnica sono stati utilizzati i dati della relazione geologica a corredo del Piano di Lottizzazione redatta dal Geologo Angelo Venezia nel dicembre 2018. Come già descritto in precedenza, il lotto di progetto, sotto uno spessore di circa un metro di terreno vegetale, è caratterizzato da terreni di natura calcarenitica. La resistenza meccanica delle calcareniti può variare notevolmente da punto a punto in funzione del grado di diagenesi, del tenore di cemento calcareo, dell'assortimento granulometrico e del grado di saturazione. I principali parametri geotecnici per il sito in oggetto sono così sintetizzati:

Con riferimento alla normativa sismica vigente, il Comune di Matera è classificato in zona sismica 3, il sito di progetto viene individuato con le seguenti coordinate: N=40.643200;

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E=16.620029. Dai dati presenti nella suddetta relazione geologica, il suolo del sito di progetto vene indicato come sulo di categoria A (Vs,eq > 800m/s).

Impatto sulla matrice suolo I caratteri geologici dell’area non subiranno impatto alcuno in considerazione della natura dei terreni e dell’assetto geomorfologico, che denota una globale stabilità. Infatti dai rilievi eseguiti e sulla base di indagini dirette svolte sull’area durante le fasi di progettazione, la zona in oggetto non è interessata da nessun processo geomorfologico in atto né la realizzazione delle infrastrutture e dei fabbricati produrrà effetti significativi, i carichi indotti sono compatibili con il substrato roccioso.

Impatto sulla matrice acque Per quanto attiene l'ambiente idrico superficiale si precisa che le acque meteoriche verranno adeguatamente canalizzate e smaltite nella rete fognaria del Comune di Matera. Effetti potenziali nulli si avranno sulla falda sotterranea, sia in fase operativa di preparazione del cantiere, sia per la tipologia dell’intervento previsto che per l’elevata profondità dal piano campagna.

7.2. PEDOLOGIA ED USO DEL SUOLO

7.2.1. PEDOLOGIA DEL SITO

L’area interessata dal progetto rientra nella Provincia pedologica 13 – Suoli delle Murge materane. I suoli che si sono formati in questa provincia pedologica hanno caratteri evolutivi nettamente differenti in relazione ai due tipi di substrati esistenti, i calcari duri e le calcareniti. L'alterazione della roccia, che produce il materiale minerale di partenza per la formazione del suolo, avviene con modalità diverse. Nel caso dei calcari, molto compatti la dissoluzione è prevalentemente chimica e conduce alla soluzione del carbonato di calcio con formazione di bicarbonato di calcio, molto solubile, che viene allontanato nella soluzione circolante. Tale dissoluzione porta alla liberazione delle impurezze contenute nella roccia, essenzialmente costituite da minerali del ferro, in particolare ematite.

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L’accumulo di queste impurezze costituisce il materiale di partenza per lo sviluppo dei suoli sul calcare compatto; quando queste si presentano fortemente ossidate, rubefatte, come accade in molte aree del Mediterraneo, prendono il nome di terra rossa, termine che viene comunemente utilizzato, in lingua italiana, nel mondo scientifico, per indicare questo materiale. Nel clima attuale, la formazione di terra rossa nelle nostre regioni è più lenta rispetto ad alcuni periodi del passato in cui una elevata piovosità si coniugava alle alte temperature. Le unità cartografiche della Provincia pedologica 13 sono due, la 13.1 e la 13.2, che si differenziano per morfologia ed utilizzo del suolo (Fig.29).

Fig.42 – Unità della Provincia pedologica 13

L’area direttamente interessata dal progetto ricade sull’unità 13.2, di seguito descritta.

Unità 13.2 Suoli su substrato calcarenitico (calcareniti di Gravina), evoluti su ripiani sub- pianeggianti о debolmente acclivi; raccordati da versanti moderatamente acclivi, talora acclivi, che contornano l'altopiano dell'unita cartografica 13.1. Gli affioramenti rocciosi sono scarsi, e le quote sono comprese tra 60 e 400 m.s.l.m. L'unica delineazione dell'unita ha una superficie totale di 4.015 ha. L'uso del suolo e prevalentemente agricolo, caratterizzato da oliveti, seminativi e, subordinatamente, vigneti. La vegetazione naturale e costituita da formazioni prevalentemente erbacee e arbustive, utilizzate a pascolo. La citta di Matera si è sviluppata in gran parte su questa unita. Negli ultimi decenni l'espansione urbana, procedendo principalmente verso ovest, ne ha ulteriormente ridotto le aree agricole. I suoli più diffusi

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hanno profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione. I suoli Monsignore sottili о moderatamente profondi sono i più diffusi; i suoli Monsignore profondi si sono sviluppati nelle aree meno erose dei ripiani. Poco diffusi, e localizzati in genere sulle superfici di raccordo tra ripiani, sono i suoli molto sottili.

Suoli prevalenti Suoli Monsignore sonili о moderatameme profondi (MON1) Suoli con un orizzonte superficiale di colore scuro e a moderato contenuto in sostanza organica, e con potenti orizzonti calcici in profondità. Da sottili a moderatamente profondi, limitati dal substrato roccioso calcarenitico, hanno tessitura franco argillosa о franco limoso argillosa, e scarso contenuto in scheletro. Sono scarsamente calcarei e subalcalini in superficie, da molto ad estremamente calcarei e a reazione alcalina о molto alcalina in profondità. Il loro drenaggio e buono la permeabilità da moderatamente bassa a bassa. Classificazione Soil Taxonomy: Lythic e Typic Calcixerolls fine loamy, mixed, superactive, thermic. Classificazione WRB: Silti-Calcic Chernozems. Suoli Monsignore profondi (MON2) Suoli simili ai precedenti si differenziano per un contatto più profondo con la roccia, oltre il metro di profondità. Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerolls fine loamy, mixed, superactive thermic. Classificazione WRB: Silti-Calcic Chernozems.

7.2.2. USO DEL SUOLO

Con riferimento alla classificazione Land Cover Corine (vedi tavola uso del suolo in allegato), l’area di progetto ricade integralmente in un lembo di oliveto (2.2.3) inserito all’interno di una zona a tessuto residenziale continuo (1.1.1), a sud delimitata dalla fasci di cantiere di Matera 90 (1.3.3).

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Fig.43 – Uso del suolo

7.3. PAESAGGIO

Matera presenta un paesaggio molto diversificato comprensivo di habitat naturali e semi- naturali molto differenziati. Grazie anche all’asprezza del suo territorio, formato da imponenti pareti rocciose e profonde gole, il sito risulta di rilevante interesse faunistico per la presenza di specie di notevole interesse naturalistico e conservazionistico. La pratica di un’agricoltura intensiva, basata sulle coltivazioni di cereali e culture arboree quali olivo e vite, viene effettuata attraverso lo “spietramento” determinando la scomparsa di habitat steppici, questi ultimi già colpiti anche dall’abbandono del tradizionale pascolo brado a bassa densità. L’areale interessato si presenta già in parte antropizzato, con ampie aree urbanizzate. La matrice ambientale del sito di progetto, prevalente è costituita da oliveti, si affaccia a sud, oltre l’area di cantiere di Matera 90, su ampie distese intensamente coltivate a seminativo. Al loro interno sono distinguibili limitati lembi boscosi che si sviluppano nelle forre più inaccessibili o sulle colline con maggiori pendenze, a testimoniare il passato boscoso di queste aree.

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Luoghi privilegiati di fruizione del paesaggio ovvero Punti panoramici potenziali : I siti posti in posizione orografica dominante, accessibili al pubblico, dai quali si gode di visuali panoramiche, o su paesaggi, luoghi o elementi di pregio, naturali o antropici sono rappresentati da: Beni antropici posti in posizione cacuminale: Ospedale Madonna delle Grazie; Provveditorato agli Studi; Strade: SS7 Appia Giungendo dalle aree della Provincia di Matera si attraversa il paesaggio essenzialmente arborato di oliveti con visuale verso il gradino murgiano meridionale, orizzonte visivo persistente per chi arriva dal versante appenninico. Orizzonti visivi persistenti: Il gradino murgiano meridionale, elemento morfologico di graduale passaggio dalla trama agraria verso le aree urbanizzate di Agna Le Piane, Rione Agna, nato inizialmente come borgo rurale all'estrema periferia sud e poi congiuntosi al resto della città ed al rione Cappuccini, con case ad un piano circondate da terreni coltivabili, fu progettato dal Genio civile. Ruolo centrale di tutto il comprensorio è svolto dalla Parrocchia dedicata a Sant'Agnese. Nel corso dei decenni successivi la zona abitata si è allargata sempre più, comprendendo le contrade circostanti di San Francesco e La Specchia, divenute zone residenziali, e Le Piane, quartiere recente costituito da edilizia in parte privata ed in parte popolare. Attività estrattive: La presenza di attività estrattive passate rappresenta da un punto di vista visivo-percettivo delle grandi lacerazioni nel paesaggio. Capannoni artigianali: Errata localizzazione, disseminazione di capannoni prefabbricati nel territorio agricolo o a ridosso della Strada Provinciale generano un forte degrado visuale.

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Provveditorato agli Studi

Vista dell’area interna della lottizzazione

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Vista dell’area interna della lottizzazione

Vista da sud lungo il cantiere di Matera 90

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7.4. DATI METOCLIMATICI

Il clima dell’area interessata, in generale ha carattere sostanzialmente "mediterraneo" con estati calde ed asciutte e inverni miti e relativamente umidi mentre per le due stagioni di passaggio si osserva un’autunno stabile e piuttosto mite e piovoso rispetto alla primavera. I venti umidi provengono da sud-est (scirocco) e da sud-ovest (libeccio), ma non mancano le giornate invernali in cui i venti di nord e nord-est, gelidi, secchi e violenti, investono le località della Murgia provocando bruschi abbassamenti di temperatura. La tramontana e lo scirocco, nel loro alternarsi, sono a loro volta importanti fattori per la vegetazione.

Dai dati dell'Ufficio Idrografico dello Stato relativi ai periodi 1931-41 e 1951-69 si ricava che le precipitazioni sono mediamente pari a 588,3 mm e distribuite in 75,3 giorni piovosi, con due picchi stagionali: uno nel mese di novembre con mm 74,9 di pioggia ed uno nel mese di gennaio con 62,3 mm di pioggia. Durante l'estate (eccezion fatta per alcuni scrosci improvvisi, di breve durata e a carattere temporalesco), le precipitazioni sono quasi inesistenti, risultando di appena 28,5 mm. Il valore della temperatura media del trentennio considerato è di 15,0°C, con una media massima di 25,3 °C nel mese di luglio e una media minima di 6,5 °C registrata nel mese di gennaio.

Dall’osservazione del grafico si evince l'impronta tipicamente mediterranea del clima della Murgia Materana, con un lungo periodo secco che mostra una durata di quattro mesi e va all'incirca dalla prima decade di giugno fino a circa metà settembre. Normalmente il massimo di temperatura si ha in luglio, il minimo in gennaio, mentre il massimo di piovosità è in novembre, con un minimo in luglio e agosto. Questo andamento climatico è in pieno accordo con la elevata presenza di una vegetazione di tipo sclerofillico, dato il periodo di aridità estivo, con larga presenza di specie più mesofile, giustificate dalla presenza di inverni più freschi ed estati meno aride rispetto alla condizione tipica della fascia di vegetazione termofila costiera.

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7.4.1. QUALITÀ DELL’AREA

La stazione di monitoraggio rilevante la qualità dell’aria presente nel comune Matera è localizzata nell’area industriale La Martella.

Comune: Matera

Località: Zona Industriale La Martella

Nome stazione: La Martella

Tipologia stazione:Industriale

Tipo zona: Suburbana Coordinate Piane (m) - DATUM ETRS89 realizzazione ETRF2000 E: 630734

N: 4505124

Quota (m s.l.m.): 245

Fig. 44 - Stazione di Monitoraggio Qualità dell'Aria: La Martella

Fig. 45 – Ubicazione Stazione di monitoraggio

I dati del monitoraggio indicano una qualità dell’aria buona per tutte le componenti analizzata nel periodo compreso tra il 3- 10/06/13, in ogni caso anche l’analisi dell’anno 2009 evidenzia un buon stato dell’aria. L’unico elemento che evidenzia uno stato accettabile in alcuni giorni e l’O3, che nel 2009 ha superato la media mobile su 8 ore 70 volte. Le direzioni prevalenti dei

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venti registrate nella stazione di La Martella, raffigurate nella figura 2, nel periodo gennaio- luglio 2013, sono da Nord Est e con frequenza minore da Sud, Sud- Est e Nord, Nord-Ovest.

Fig.46 - Grafico del vento

A seguire si riportano i dati annuali di qualità dell'aria (ARBA Basilicata) contenenti le concentrazioni dei principali inquinanti e la verifica del rispetto dei valori limite di legge. I dati presentati sono forniti dalla rete di Monitoraggio della qualità dell'aria. La normativa assunta a riferimento è, fino all'entrata in vigore del D.Lgs. 155/2010, il D.M. 60/02 per il biossido di zolfo (SO2), il biossido di azoto (NO2), il monossido di carbonio (CO), il particolato (PM10), il benzene e il piombo e il D.Lgs. 183/04 per l'ozono (O3), il D.Lgs. 152/07 per gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), nichel, cadmio, arsenico.

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7.4.2. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Il Comune di Matera si è dotato di uno strumento di vigilanza e controllo degli impianti di telefonia mobile, wi-max, radio e tv. Questo strumento aiuta a pianificare una nuova organizzazione delle localizzazioni delle antenne telefoniche e radiotelevisive, a cui le compagnie telefoniche dovranno attenersi al fine di evitare l’istallazione in luoghi non idonei (vedi il caso di C.da Agna) oppure in zone con criticità dovute alla alta concentrazione di impianti radiotelevisivi (zona Murgecchia e stadio comunale). Importante novità introdotta dal lavoro è la nuova “Disciplina delle installazioni di impianti di trasmissione nel rispetto degli obbiettivi di qualità” necessaria per il Comune di Matera al fine di stipulare con i gestori degli

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impianti appositi “Verbali di intesa” sulle future installazioni e sulle riqualificazioni ambientali delle criticità esistenti riscontrate. Nei prossimi mesi, quindi, avvieremo due nuovi importanti strumenti: l’Assemblea Consultiva Permanente e la Rete di controllo dell’inquinamento elettromagnetico. L’Assemblea Consultiva Permanente garantirà partecipazione e trasparenza e sarà costituita da rappresentanti del Comune, dei comitati cittadini interessati e delle associazioni ambientaliste riconosciute, e avrà il compito di valutare le pratiche di richiesta dei gestori e di tenere informati i cittadini sullo stato di fatto del settore. La Rete di controllo dell’inquinamento elettromagnetico introdurrà un monitoraggio H24 a mezzo di centraline disposte in vari punti della città con pubblicazione dei valori misurati su apposite pagine internet.

Fig.47 – Ubicazione centraline monitoraggio

7.4.3. INQUINAMENTO LUMINOSO

Per quanto concerne la valutazione dell’inquinamento luminoso, la legge di riferimento è la legge regionale n° 41 del 10-04-2000 “inquinamento luminoso e conservazione della trasparenza e stabilità atmosferica dei siti di ubicazione di stazioni astronomiche “pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Basilicata n° 27 del 15 aprile 2000. Tale legge contiene norme volte a ridurre sul territorio della Regione Basilicata l’inquinamento luminoso ed il

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rispetto delle condizioni metereologiche, di trasparenza e stabilità dell’atmosfera, quindi l’eliminazione di umidità che possano intervenire da aumento delle acque o da invasi naturali e artificiali. Ciò al fine di salvaguardare gli equilibri ecologici delle aree naturali e favorire, mediante la tutela dei siti in cui sono ubicate le Stazioni Astronomiche, le attività di ricerca e di divulgazione scientifica degli Osservatori Astronomici. In tale legge si intende per inquinamento luminoso ogni forma di irradiazione di luce artificiale al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolare, verso la volta celeste, avendo altresì riguardo agli effetti dannosi e distorcenti prodotti dagli stessi impianti di illuminazione. Agli osservatori e ai siti osservativi tutelati, si applicano le misure minime di protezione dall’inquinamento luminoso e dall’inquinamento ottico che variano al variare della distanza dagli stessi. L’area in cui si intende realizzare l’intervento in esame rientra nella zona 4, che non dà prescrizioni particolari a cui attenersi su come realizzare l’illuminazione esterna.

L'approccio dello studio del potenziale inquinamento atmosferico segue i passi dello schema generale di azione di ogni inquinante: l'emissione da una fonte, il trasporto, la diluizione e la reattività nell'ambiente e infine gli effetti esercitati sul bersaglio, sia vivente che non vivente.

FONTE ATMOSFERA BERSAGLIO

-Quantità emesse -trasporto -effetti su: -Caratteristiche fisiche e -diluizione uomo chimiche delle emissioni -reattività animali -Produzione di vegetali inquinanti secondari materiali -Effetti sul clima

Partendo dunque da questo schema, si individuano nel seguito gli elementi da prendere in considerazione per la caratterizzazione della componente, individuando i seguenti impatti attesi: a) emissioni di polveri; b) emissioni in atmosfera da flusso veicolare dei mezzi di cantiere; c) emissioni in atmosfera da flusso veicolare delle autovetture private; d) inquinamento luminoso.

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Per le prime due si tratta di impatti che, data la tipologia di opera in esame, riguardano principalmente la fase di cantiere, la terza e quarta si svilupperà in fase di esercizio. a) Emissioni di polveri Gli impatti sull'aria connessi alla presenza degli interventi di cantierizzazione sono dovuti principalmente alle emissioni di polveri e sono collegati in generale alle lavorazioni relative alle attività di scavo (a cui sono legate le fasi di movimentazione dei materiali), allo stoccaggio e confezionamento delle materie prime che in determinate circostanze possono causare il sollevamento di polvere (originata dalle suddette attività). È bene però sottolineare che si tratta di un impatto temporaneo legato alla durata del cantiere e, quindi, facilmente reversibile. c) Emissioni in atmosfera da flusso veicolare dei mezzi privati L'analisi dell'impatto sull'inquinamento atmosferico generato dalla presenza di flusso veicolare dei mezzi privati che saranno presenti sull’area quando l’opera sarà in pieno esercizio è analoga a quella sopra descritta. Si distingue dalla precedente per il minore inquinamento prodotto dalle normali autovetture rispetto ai mezzi di cantiere, ma di contro non è limitata nel tempo solo alla fase di cantierizzazione. In ultimo si evidenzia che in progetto: — non vi saranno opere ed attività soggette alle norme previste dal D.P.C.M. 01.03.1991, in merito all’eliminazione delle fonti di rumore; — non vi saranno opere ed attività soggette alle norme previste dalla Legge n° 319 del 10.05.1976 e dal D.C.M. 21.02.1977, in merito ad esalazioni nocive;  non vi saranno opere ed attività soggette alle norme previste dalla Legge n° 615 del 13.07.1966 e dal D.P.R. n° 322/71, in merito ad inquinamenti atmosferici; d) inquinamento luminoso Per quanto concerne la valutazione dell’inquinamento luminoso, L’opera in oggetto apporterà, se pur in maniera blanda dato il contesto, un incremento luminoso nell’areale. Tale incremento è legato essenzialmente alla pubblica illuminazione nell’area di piano, nonché a quella delle singole unità abitative.

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7.5. RUMORE

L’espresso riferimento alla documentazione previsionale di impatto acustico viene fatto dalla Legge quadro n. 447/95 all’art.8 – Disposizioni in materia di impatto acustico: I limiti massimi assoluti e differenziali, cui fare riferimento nella valutazione, sono contenuti nel D.P.C.M. del 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”. I limiti assoluti previsti sono diversi per ciascuna delle 6 classi di territorio previste dal decreto. Valori limite assoluti di immissione – LAeq in dB(A) (DPCM14/11/97 art.3) Tempi di Classi di destinazione d’uso del territorio riferimento Diurno Notturno 06:00 – 22:00 – 22:00 06:00 I. - Aree particolarmente protette Aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro 50 40 utilizzazione: ospedaliere, di svago e riposo, residenziali rurali, di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. II. - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, aree 55 45 con bassa densità di popolazione, aree con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali III. - Aree di tipo misto Aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, 60 50 uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. IV. - Aree di intensa attività umana Aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con 65 55 presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. V. - Aree prevalentemente industriali Aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni 70 60

VI. - Aree esclusivamente industriali Aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti 70 70 abitativi

Per quanto concerne i limiti differenziali, valgono i dettami del D.P.C.M. 14/11/1997: il rispetto dei limiti diurni e notturni (+5dB Diurno; +3dB Notturno) all’interno delle abitazioni dei ricettori è valido per tutte le classi/zone a meno di quelle definite esclusivamente industriali. Di seguito si riportano alcune importanti definizioni tratte dai decreti succitati:

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Livello di immissione: è il livello continuo equivalente di pressione ponderato “A” che può essere immesso da una o più sorgenti sonore, misurato in prossimità dei ricettori. Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato “A”: è il valore del livello di pressione sonora ponderato “A” di un suono costante che, nel corso di un tempo specificato T, ha la medesima pressione quadratica media del suono considerato, il cui livello varia in funzione del tempo:

Dove:

- LAeq è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato “A” considerato

in un intervallo che inizia all’istante t1 e termina all’istante t2;

- pA(t) è il valore istantaneo della pressione sonora ponderata “A” del segnale acustico in Pascal;

- p0 è il valore della pressione sonora di riferimento.

Livello di rumore ambientale (LA): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato “A” prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo. Il rumore ambientale è costituito dall’insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche sorgenti disturbanti, con l’esclusione degli eventi sonori singolarmente identificabili di natura eccezionale rispetto al valore ambientale della zona. è il livello che si confronta con i limiti massimi d’esposizione:

1) nel caso dei limiti differenziali è riferito al Tempo di misura TM;

2) nel caso dei limiti assoluti è riferito a Tempo di riferimento TR.

Livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato “A” che si rileva quando si esclude la specifica sorgente disturbante. Deve essere misurato con le identiche regole impiegate per la misura del rumore ambientale e non deve contenere eventi sonori atipici.

Livello differenziale di rumore (LD): differenza tra il livello di rumore ambientale (LA) e quello di rumore residuo (LR), in base al quale, negli ambienti abitativi, non deve essere superato un LAeq di +5,0 dB(A) nel periodo diurno o +3,0 dB(A) nel periodo notturno.

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L’art. 4 del DPCM del 14/11/1997, relativo ai valori limite differenziali di immissione, prevede, al comma 2, i seguenti limiti di accettabilità, minimi per l’applicabilità dello stesso livello differenziale del rumore: - a finestre chiuse 35 dB(A) nel periodo diurno e 25 dB(A) in quello notturno; - a finestre aperte 50 dB(A) nel periodo diurno e 40 dB(A) in quello notturno.

Livello di rumore corretto (LC):

è definito dalla relazione LC = LA + KI + KT + KB Fattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tener conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato:

- per la presenza di componenti impulsive KI = 3 dB

- per la presenza di componenti tonali KT = 3 dB

- per la presenza di componenti a bassa frequenza KB = 3 dB I fattori di correzione non si applicano alle infrastrutture dei trasporti. Rumore con componenti impulsive: emissione sonora nella quale sono chiaramente udibili e strumentalmente rilevabili eventi sonori di durata inferiore il secondo. Rumore con componenti tonali: emissioni sonore all’interno delle quali siano evidenziabili suoni corrispondenti ad un tono puro o contenuti entro 1/3 d’ottava e che siano chiaramente udibili (confronto con curva di Loudness ISO 226) e strumentalmente rilevabili. Si è in presenza di una componente tonale se il livello minimo di una banda supera i livelli minimi delle bande adiacenti per almeno 5 dB.

Classificazione acustica Comune di Matera Il Comune di Matera ha eseguito una classificazione acustica del territorio in modo da confrontare i valori determinati con quelli validi nell’area in cui ricadono le diverse zone della città e del suo territorio. Si allega Planimetria derivante da Delibera del Consiglio Comunale del Comune di Matera del 23/05/1996.

La Delibera oltre ad approvare la mappa di Classificazione Acustica, specifica infatti, che le aree di tutto il territorio comunale non mappato graficamente ricadono in zona II.

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Fig.48 – Zonazione acustica Comune di Matera con area dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4

Come si evince dalla sovrapposizione sopra riportata, l’intero tratto d’Ambito lungo via Montescaglioso è classificato in Zona 3 (diurno 60 – notturno 50 LAeq in dB), della restante parte, ad eccezione di una piccola porzione in zona due, è esterna alla zonazione, per cui anch’essa classificabile come Zona 2 (diurno 55 – notturno 45 LAeq in dB).

Impatti sulla matrice rumore Il principale incremento di rumore si avrà in fase di cantiere, che come per tutte le attività legate alla fase di cantiere, si tratta di impatti reversibili, in quanto strettamente legati al periodo della durata dei lavori.

Un incremento di rumore di modesta entità, in fase di esercizio, è legato principalmente all’incremento di traffico veicolare di tipo privato, delle unità abitative.

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7.6. FLORA E FAUNA

Nell’areale limitrofo all’area di intervento, si evince presenza di vegetazione naturale, ed in particolare sono presenti tipologie tipiche del territorio murgiano sia di carattere erbaceo che arbustivo. In alcune zone è evidente che in passato l’area ha subito trasformazioni in seguito a fattori di pressione che hanno notevolmente limitato lo sviluppo della componente vegetazionale, difatti la vegetazione spontanea risulta essere in gran parte di carattere secondario. In alcuni ambiti è ancora evidente il degrado della vegetazione a causa di fattori antropici, il passaggio del fuoco, e l’abbandono di rifiuti rappresentati soprattutto da materiali di risulta.

Per quanto riguarda l’aspetto faunistico dell’area vengono presi in considerazione, la distanza di meno di un chilometro del SIC-ZPS Gravine di Matera, le componenti faunistiche nell’area considerata. Nel SIC sono state individuate 29 specie di fauna di interesse comunitario; di queste 18 specie di uccelli, 6 mammiferi, 4 rettili, 1 anfibio e 2 invertebrati. Nel formulario sono state elencate ulteriori specie di uccelli ritenute importanti, il Grillaio (falco naumanni), il Capovaccaio (Neophron percnopterus) e la Cicogna Nera (Ciconia Nigra).

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Fig.49 - L’entomofauna del SIC-ZPS Gravine di Matera divisa per ordini

Impatti sulla matrice

L’area di intervento è esterna all’area SIC/ZPS “Gravina di Matera”, inoltre nel sito non sono presenti habitat naturali poiché l’area d’intervento ricade in una zona di espansione in parte già edificata ed urbanizzata. Non vi sono interferenze con le aree trofiche del Falco Naumanni.

Nel capitolo successivo si riporta lo studio di V.Inca inerente l’incidenza di progetto sull’area SIC/ZPS “Gravina di Matera”.

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8. STUDIO DI V.INCA SITO NATURA 2000

8.1. DESCRIZIONE SITO NATURA 2000

Nome del sito: Gravine di Matera Tipo: C Codice sito: IT9220135 Data compilazione: giugno 1995 Aggiornamento: dicembre 2010 Comune/i: Matera, Montescaglioso Superficie: 6.968,49 ha Rapporti con altri siti Natura 2000: SIC/ZPS Delle Gravine cod. IT9130007 Quota media: 450 m.s.l.m. Regione biogeografia: Mediterranea

I siti Bioitaly comprendono aree naturali e seminaturali della Rete Natura 2000 per le quali è riconosciuto un elevato valore biologico e naturalistico. Queste aree sono state individuate allo scopo di conservare la biodiversità degli habitat, della flora e della fauna attraverso l’istituzione di Zone a Protezione Speciale (ZPS) secondo la Direttiva CEE “Uccelli” (79/409 Cee) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC) secondo la Direttiva CEE “Habitat” (92/43 Cee). Il SIC Gravine di Matera costituisce un territorio di straordinario interesse naturalistico e paesaggistico, a causa della peculiare conformazione morfologica che caratterizza le ampie forre (gravine) che solcano il territorio, alternando sistemi ambientali pseudo-pianeggianti ad ambiti fortemente incisi con dislivelli altimetrici che raggiungono in alcuni casi i 200 metri. L’area del SIC risulta contraddistinta prevalentemente da rupi, estese formazioni di carattere erbaceo (prevalentemente secondarie), macchia mediterranea e da frammenti forestali (querceti semicaducifogli a dominanza di Fragno e formazioni sempreverdi di Leccio). Il sito nel suo complesso presenta una variazione altimetrica limitata, difatti pur avendo un minimo di quota pari a circa 80 m.s.l.m. ed una quota massima di 516 m s.l.m., la media si attesta intorno ai 450 m.s.l.m., in quanto le quote inferiori interessano solo una piccola porzione della zona meridionale del SIC/ZPS. Di particolare interesse risultano la vegetazione rupicola e la vegetazione erbacea, prevalentemente caratterizzata da praterie steppiche estremamente ricche dal punto di vista floristico, molto spesso configurate in forme di mosaico. I pascoli di ampie superfici del SIC risultano caratterizzati da Stipa austroitalica (elencata tra le specie dell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE), che caratterizza una forma

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di vegetazione seminaturale ampiamente diffusa nell’area, legata a forme di coesistenza tra il disturbo arrecato dal pascolamento del bestiame ed il naturale dinamismo delle cenosi erbacee. Dal punto di vista faunistico il sito risulta di rilevante interesse grazie alla diversificazione del suo territorio ed alla presenza di habitat naturali e semi-naturali oltre che a luoghi resi inaccessibili da imponenti pareti rocciose e profonde gole. Nel SIC sono state individuate 29 specie di fauna di interesse comunitario; di queste 18 specie di uccelli risultano inserite nell’ All. I della Dir. 2009/147/CE; mentre 6 mammiferi, 4 rettili, 1 anfibio e 2 invertebrati sono inseriti nell’ All. II della Dir. 92/43/CEE. Tipi di habitat % coperta Corsi d’acqua 1% Brughiere, Boscaglie, Macchia, Garighe, Friganee 35% Praterie aride, Steppe 22% Foreste di (semi-) caducifoglie 1% Foreste di conifere 1% Foreste di sempreverdi 5% Habitat rocciosi, Detriti di falda, Aree sabbiose, Nevi e ghiacci perenni 1% Seminativi (inclusi irrigui, non irrigui, prati da sfalcio, oliveti, vigneti, frutteti) 32% Aree percorse da incendio 1% Altri (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 2% COPERTURA TOTALE HABITAT 100 %

8.2. QUALITÁ E IMPORTANZA: Il sito ospita 8 habitat di interesse comunitario (di cui 1 prioritario), su una superficie pari a circa 6968,49 ha. Di particolare interesse risulta la vegetazione rupicola con le preziose stazioni di Centaurea centaurium (endemica), Carummultiflorum, Campanula versicolor e Portenschlagiella ramosissima (tutte di notevole interesse fitogeografico e protette a scala regionale); seguono per importanza le cenosi erbose, prevalentemente caratterizzate da praterie sub-steppiche estremamente ricche dal punto di vista floristico, molto spesso configurate in forme di mosaico in cui convivono popolamenti terofitici, camefitici ed emicriptofitici. I pascoli di ampie superfici del SIC risultano caratterizzati da Stipa austroitalica (elencata tra le specie dell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE), che caratterizza una forma di vegetazione seminaturale ampiamente diffusa nell’area, legata a forme di coesistenza tra il disturbo arrecato dal pascolamento del bestiame ed il naturale dinamismo delle cenosi erbose. Tali contesti vegetazionali sono interpretabili all’interno dell’habitat 62A0 (Formazioni erbose secche della regione sub mediterranea orientale (Scorzoneretaliavillosae)) che

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contraddistingue praterie xeriche submediterranee ad impronta balcanica, in cui sono presenti diverse specie di elevato interesse, tra cui diverse entità dei generi Ophrys ed Orchis. Tra le altre specie floristiche di notevole interesse conservazionistico presenti entro il SIC si segnalano Juniperusphoeniceassp. turbinata, considerata rara e vulnerabile in Basilicata, Quercusmacrolepis, Q.trojana e Q.virgiliana, da considerarsi estremamente localizzate e vulnerabili a scala regionale. Per quanto riguarda le diverse altre entità floristiche segnalate (Anthemishydruntina, Linumtommasinii, Paeoniamascula, Polygonumtenoreanum, Neriumoleander, Dictamusalbus, Salvia argentea, ed altre), trattasi di specie interessanti in quanto uniche stazioni regionali e/o taxa di interesse fitogeografico per l’Italia meridionale. La presenza di habitat naturali e la loro sostanziale inaccessibilità (si pensi in particolare a quelli rupicoli), conferiscono al sito grande importanza anche dal punto di vista faunistico. Sono soprattutto gli ambienti rupicoli ad essere i più significativi a fini faunistici, con particolare riguardo all’avifauna che risulta ben conosciuta. In questi ambienti trovano siti adatti per la nidificazione specie prioritarie quali: il Lanario (Falco biarmicus), il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Capovaccaio (Neophronpercnopterus) e il Gufo reale (Bubo bubo). Non vanno dimenticati anche gli ambienti boschivi e prativi per la loro importanza come siti riproduttivi e trofici per specie di rilevante importanza conservazionistica come il Falco grillaio (Falco naumanni) presente nel periodo primaverile ed estivo con una cospicua popolazione, il Nibbio reale (Milvusmilvus), il Nibbio bruno (Milvusmigrans), il Biancone (Circaetusgallicus), l’Occhione (Burhinusoedicnemus), la Calandra (Melanocorypha calandra), e la Calandrella (Calandrella brachydactyla).

8.3. VULNERABILITÁ: Il SIC Gravine di Matera presenta diverse criticità legate alle differenti attività (agricole ed industriali) che si svolgono al suo interno e nelle sue immediate vicinanze e agli effetti delle trasformazioni dell’uso del suolo intervenute negli ultimi decenni. Evidenti sono gli effetti del pascolamento di diverso tipo (bovino, equino, ovino e caprino) prevalentemente concentrato in corrispondenza delle zone planiziali (in contesti prativi), e secondariamente alla base delle gravine, in prossimità del corso d’acqua. La presenza in ampie porzioni del SIC (22 % della superficie, circa) di pascoli (prevalentemente secondari) con abbondante presenza di entità del genere Stipa è il risultato dell’equilibrio secolare tra gli effetti del ripetuto passaggio del

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fuoco su queste pendici, il naturale dinamismo della vegetazione prativa e l’effetto del pascolamento del bestiame. Nonostante negli ultimi anni il numero di capi utilizzatori del pascolo (sia di transumanza che stanziale) sia diminuito, il carico di bestiame, in linea generale, risulta ancora elevato. Si segnala inoltre una scarsa attenzione nella gestione dei reflui zootecnici, difatti non tutte le aziende hanno una concimaia. In corrispondenza delle superfici pianeggianti inoltre, ulteriore criticità è dovuta alla pratica dello spietramento (meccanico), legato alla sistemazione del terreno per la coltivazione dei cereali e all’impianto di colture arboree (olivo e vite prevalentemente), elemento che altera la struttura dei suoli ed il loro equilibrio pedogenetico, elemento che può accentuare l’erosione e la perdita di suolo stesso. Ulteriore problematicità è rappresentata dal forte tasso di inquinamento concentrato in corrispondenza dei corsi d’acqua nel fondo delle gravine, dovuto principalmente ai reflui urbani provenienti da territori limitrofi. La condizione generale del fondo delle gravine risulta ulteriormente aggravata dal bestiame pascolante (calpestio, escrementi, etc.), che in determinati periodi dell’anno (autunno ed inverno) percorrono e stazionano nei pressi del corso d’acqua. Elevata vulnerabilità, inoltre, di tipo geologico e geomorfologico (ed antropico), è da collegarsi alle attività estrattive, che possono determinare forti problematicità di tipo ambientale e paesaggistico. Possiamo schematicamente citare: cave in esercizio e polveri da queste prodotte (oltre all’inquinamento sonoro derivato, particolarmente nocivo alla fauna), che si depositano incessantemente in contesti più ampi della stessa cava, in quanto trasportate dai venti; inquinamenti, manomissioni e negative interferenze con il paesaggio nell’area est della città di Matera, dove vi è una cortina di antiche cave dismesse; frane in roccia e crolli lungo al Gravina che talora intaccano cavità antropiche di elevato pregio (Chiese Rupestri); frane e colamenti nei materiali argillosi della Fossa Bradanica, che possono coinvolgere i manufatti ed i versanti modellati. A questo va aggiunto il cattivo uso del suolo, con strutture di edilizia rurale poco adatte e molto impattanti a livello paesaggistico e le problematiche connesse alla sistemazione delle cave dismesse che spesso fungono da discariche incontrollate ed abusive. Per quanto riguarda la componente forestale, le problematiche principali sono legate al taglio eccessivo dovuto alle passate gestioni selvicolturali e soprattutto agli effetti devastanti del passaggio del fuoco (dovuto ad eventi ripetuti negli anni 1993, 2000, 2001 e 2012 e a diversi episodi nel periodo 2003-2008), che hanno determinato il quasi completo azzeramento di importanti cenosi forestali, rimaste ormai relegate in pochi siti (Bosco di Lucignano e Bosco del Comune).

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Per quanto riguarda la fauna molte sono le problematiche degne di nota. Tra le più importanti si segnala l’inquinamento delle acque del torrente Gravina che impatta fortemente sugli anfibi e, dal punto di vista trofico, sulla Lontra (Lutralutra). Considerato il particolare clima semiarido (e secco), gli incendi rappresentano un costante problema in tutta l’area per le specie a minore mobilità (rettili e mammiferi) e per i nidiacei, mentre la caccia (ed il bracconaggio) rappresentano un rischio per le diverse specie presenti e segnalate nel SIC. Particolare attenzione, infine, deve essere prestata ai fenomeni di riforestazione (naturale e artificiale), che stanno determinando nel tempo la perdita consistente di superfici prative che costituiscono superfici utilizzate da diverse specie di uccelli come habitat trofico e per la nidificazione.

8.4. SPECIE E TIPI DI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO Grado valutaz. Codice %Copertura Rappresentatività Superficie relativa conservazione globale 5 2 1 0 1 B C B B

*6 2 2 0 1 A C B B

6 2 A 0 2 2 A C A A

8 2 1 0 2 A C A A

8 3 1 0 1 A C A A

9 2 5 0 1 B B C C

9 2 A 0 1 C C C C

9 3 4 0 5 B C C C

 Denominazione Habitat(cod. 5210): Matorral arborescenti di Juniperusspp.  Denominazione Habitat(cod. *6220): Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea  Denominazione Habitat(cod. 62A0): Formazioni erbose secche della regione sub mediterranea orientale (Scorzoneretaliavillosae)  Denominazione Habitat(cod.8210): Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica  Denominazione Habitat(cod.8310): Grotte non ancora sfruttate a livello turistico  Denominazione Habitat(cod. 9250): Querceti a Quercustrojana  Denominazione Habitat(cod. 92A0): Foreste a galleria di Salix alba e Populusnigra.  Denominazione Habitat(cod.9340): Foreste a Quercusilex e Quercusrotundifolia

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8.4.1. SPECIE ART. 4 DELLA DIRETTIVA 2009/147/CEE ELENCATE NELL'ALLEGATO II DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Uccelli migratori abituali elencati nell'Allegato 1 della Direttiva 2009/147/CE

Ciconia nigra Falco biarmicus Bubo bubo Calandrellabrachydactyla Neophronpercnopterus Anthuscampestris Milvusmigrans Caprimulguseuropaeus Milvusmilvus Lanius minor Falco naumanni Lullula arborea Coraciasgarrulus Burhinusoedicnemus Circus macrourus Pernisapivorus Circaetusgallicus Melanocorypha calandra

Uccelli migratori abituali non elencati nell'Allegato I della Direttiva 2009/147/CE

Accipiter nisus Corvuscorax Buteobuteo Circus pygargus Hirundorustica Columba palumbus Apusapus Anasplatyrhyncos Apuspallidus Streptopeliaturtur Meropsapiaster Falco tinnunculus Upupa epops Oenanthehispanica Picusviridis Sylviaconspicillata Alauda arvensis Emberizamelanocephala Monticolasolitarius

Mammiferi elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Myotiscapaccinii Myotisblythii Miniopterusschreibersi Rhinolophusferrumequinum Rhinolophushipposiderus Lutralutra

Anfibi e Rettili elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Elaphequatuorlineata Zamenis situla (in Dir. 92/43/CEE come Elaphe situla) Testudo hermanni Emysorbicularis Bombinapachypus (in Dir. 92/43/CEE come parte di Bombina variegata)

Invertebrati elencati nell'Allegato II Direttiva 92/43/EEC Cerambyxcerdo Melanargiaarge

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Piante elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/EEC Stipaaustroitalica

Altre SPECIE importanti di Flora e Fauna

Martesfoina Centaurea subtilis Erinaceuseuropaeus Dictamusalbus Hystrixcristata Euphorbiaapios Melesmeles Euphorbiawulfenii Mustelanivalis Euphorbiadendroides Mustelaputorius Iris collina Erinaceuseuropaeus Juniperusphoenicea ssp. turbinata Crociduraleucodon Linumtommasinii Crocidurasuaveolens Nerium oleander Eptesicusserotinus Ophrysapulica Hypsugosavii Ophrysbombyliflora Pipistrelluskuhli Ophrysbertolonii Pipistrelluspipistrellus Ophrysexaltata subsp. mateolana Tadaridateniotis Ophrysfusca Muscardinusaevellanarius Ophryslutea Podarcis sicula Ophrysoxyrrhynchos ssp. celiensis Colubervidiriflavus Ophrysparvimaculata Lacertabilineata (in Dir. 92/43/CEE come parte Ophryssphegodes subsp. sphegodes di Lacertaviridis) Ophryssphegodes subsp. incubacea Natrixnatrix (in Dir. 92/43/CEE come Ophrystarentina sspNatrixnatrixcetti) Orchiscoriophora subsp. fragrans Viperaaspis Orchisitalica Hemidactylusturcicus Orchislactea Cyrtopodionkotschyi Orchismorio Tarentola mauritanica Orchis papilionacea Bufobufo Orchis tridentata Bufobalearicus (in Dir. 92/43/CEE come parte Paliurus spina-christi di Bufoviridis) Polygonumtenoreanum Hyla intermedia (in Dir. 92/43/CEE come parte Portenschlagiella ramosissima di Hyla arborea) Paeoniamascula Saga pedo Phlomis fruticosa Papiliohospiton Quercustrojana Aegilopsuniaristata Quercusmacrolepis Acerasantropophorum Quercus virgiliana Allium atroviolaceum Salvia argentea Anacamptispyramidalis Saturejacuneifolia Anthemishydruntina Scabiosa argentea Arum apulum Scrophularia lucida Asyneumalimonifolium Serapias lingua Athamanthasicula

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Zerynthiapolyxena Serapiasparviflora Barliarobertiana Serapiasvomeracea Biarumtenuifolium Spiranthesspiralis Campanula versicolor Tamarix gallica Carummultiflorum Valeriana tuberosa Centaurea apula Vicetoxicumhirundinariassp. Adriaticum Centaurea centaurium

8.5. VALUTAZIONI CONCLUSIVE SULLE INCIDENZE INDOTTE SUL SITO NATURA 2000

Sulla base dello studio condotto, si riassume quanto segue:  Il lotto di progetto è posto ad una distanza minima di circa 450 metri dal SIC/ZPS “Gravina di Matera”;  L'area è inserita in un contesto urbano che appare notevolmente caratterizzato dalla presenza di infrastrutture, unità abitative e commerciali;  L’area non interferisce ne direttamente ne indirettamente con la superficie e gl’habitat dell’area SIC/ZPS;  Non sono presenti habitat/specie prioritarie nel lotto di progetto e nelle aree limitrofe;  Non vi saranno riduzioni di Habitat né questi saranno frammentati né si apporteranno variazioni negli indicatori chiave;  L'intervento non è direttamente connesso alla conservazione/gestione del Sito Natura 2000;  Non sussistono altri progetti che possano dare effetti combinati sull’area SIC/ZPS;  L’area di progetto non ha effetti di interruzione su corridoi ecologici.

Verifica con le Misure di Tutela e di Conservazione del Programma Rete Natura 2000 Con D.G.R. n.30/2013 e successivamente con il D.M. Ambiente del 16.09.2013, l’area SIC/ZPS cod. IT9220135 “Gravine di Matera” è stata identificata come Zona a Conservazione Speciale. Da un confronto con gli allegati (A, B, C e D) delle Misure di Tutela e Conservazione, non si evince nessuna delle misure contemplate in riferimento al sito in esame e relativo progetto previsto.

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In conclusione, sulla base di quanto fin qui esplicitato, nel rispetto di quanto sopra espresso si ritiene che l’area SIC/ZPS contrassegnata con il codice IT9220135 tipo: C e denominata Gravine di Matera, resterà salvaguardata in riferimento agli habitat e alle specie per i quali il sito è stato designato e alla integrità del sito stesso.

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9. IMPATTI SULL’AMBIENTE E MITIGAZIONI

L’analisi degli effetti di un piano è correlata con la tipologia, la categoria e l’entità degli interventi previsti. Il P.d.L. in oggetto produrrà gli effetti irreversibili connessi ad ogni edificazione; nondimeno gli stessi risultano pienamente coerenti con lo stato dei luoghi, già in buona parte urbanizzati, si inseriscono armonicamente con il lessico architettonico dell’intorno territoriale. Con riferimento agli indicatori ambientali precedentemente descritti, a seguire si riporta una valutazione sul grado e tipologia di impatti previsti in riferimento alle diverse matrici ambientali, e relative misure di mitigazione.

Suolo e sottosuolo I caratteri geologici dell’area non subiranno impatto alcuno in considerazione della natura dei terreni e dell’assetto geomorfologico, che denota una globale stabilità. L’opera produrrà un impatto basso, permanente, ma di tipo non significativo, per una riduzione della matrice suolo e della riduzione di aree permeabili. Al fine di mitigare l’impatto, verranno impiegate accortezze progettuali in relazione agli spazi esterni ed impiego di pavimentazioni e coperture del suolo permeabili. Inoltre si cercherà quanto più possibile di riutilizzare in sito il terreno vegetale rimosso in fase di scavo. Verranno predisposte adeguate sistemazioni atte alla raccolta e smaltimento delle acque meteoriche.

Natura e biodiversità

L’area di progetto è situata nella periferia sud del centro abitato, in un’area in gran parte edificata, posta a circa 450 metri dall’area SIC/ZPS “Gravina di Matera”. Non vi sono perdite ne parziali ne totali di habitat naturali. La continuità laterale tra gli ambienti e gli habitat non sarà interrotta, quindi il grado di interconnessione e interscambio non sarà alterato. Nel sito e nelle vicinanze non si rinviene la presenza di aree di particolare pregio naturalistico. Per quanto riguarda la fauna, le zona agricole limitrofe rientrano all’interno del contesto delle aree trofiche in particolare per l’alimentazione di alcune specie di uccelli. La realizzazione delle nuove unità abitative non interferisce con tali aree trofiche. L’impatto dell’opera e da considerarsi basso non significativo.

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Acqua L'area è servita da acquedotto lucano ed è allacciabile alla fognatura pubblica attraverso la rete esistente. La linea fognaria è connessa ad impianto di depurazione esistente. Nelle vicinanze dell’area non esistono sorgenti. Effetti potenziali nulli si avranno sulla falda sotterranea, sia in fase operativa di preparazione del cantiere, sia per la tipologia dell’intervento previsto. Si precisa che la falda presente nell’area di progetto è posta a profondità di oltre 300 metri dal piano campagna.

Rumore Un incremento di rumore significativo si avrà durante l’esecuzione dei lavori. Come per tutte le attività legate alla fase di cantiere, si tratta di impatti reversibili, in quanto strettamente legati al periodo della durata dei lavori. Lieve incremento di rumore di tipo permanente si avrà in fase di esercizio, principalmente legato all’incremento del flusso veicolare. Impatto acustico fase di cantiere In relazione alle operazione di cantiere, le attività che costituiscono possibili fonti di inquinamento acustico sono schematizzate nella tabella seguente.

Contributo al rumore MACCHINE di costruzione (%) Scavatrici, ruspe spalatrici 11.3 Rulli compressori, pavimentatrici, livellatrici 2.2 Autocarri, betoniere 22.3 Gru semoventi 2.6 Compressori 10.0 Generatori 1.1 Martelli pneumatici, attrezzi pneumatici perforatrici 15.1

Come per tutte le attività legate alla fase di cantiere, si tratta di impatti reversibili, in quanto strettamente legati al periodo della durata dei lavori. Al fine di attenuare l’impatto acustico in fase di cantiere, si provvederà a verificare che tutti i mezzi di cantiere siano di nuova generazione, e scaglionando le attività di cantiere evitando la concentrazione dei mezzi.

Produzione rifiuti Per le caratteristiche delle opere in esame la produzione di rifiuti è legata a quelli prodotti dalle fasi di cantiere per la realizzazione dei nuovi fabbricati e per le opere infrastrutturali.

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Tale tipologia di impatto è di tipo temporanea, in quanto legata alla sola fase di cantierizzazione. Questi saranno accuratamente gestiti secondo la normativa vigente. Al termine dei lavori sarà cura della D.L. verificare che le aree di cantiere siano state completamente ripulite dai rifiuti. Altra tipologia sono i rifiuti urbani non pericolosi prodotti in fase di esercizio dalle singole strutture abitative. Per la produzione futura dei rifiuti prodotta dagli insediamenti abitativi, il Comune di Matera attua la raccolta differenziata. Importante evidenziare che nei pressi del sito in oggetto è in fase di realizzazione la piazzola ecologica del Comune di Matera, finalizzate a raccogliere e a consegnare tutti quei rifiuti troppo ingombranti nonché consentire al meglio la raccolta differenziata.

Aria ed atmosfera La tipologia dell’opera prevista, avrà impatti bassi non significativi. Le incidenze maggiori sono di tipo temporaneo, legati alla fase di cantiere e facilmente reversibili: Emissioni di polveri ed emissioni in atmosfera da flusso veicolare dei mezzi di cantiere. Tali impatti sono connessi alle lavorazioni relative alle attività di scavo (a cui sono legate le fasi di movimentazione dei materiali), allo stoccaggio e confezionamento delle materie prime che in determinate circostanze possono causare il sollevamento di polvere (originata dalle suddette attività). Se pur reversibili, sarà necessario limitare al massimo il numero di macchine e macchinari da usare per i lavori, sia giornalmente circolanti che fissi per l’intero periodo di cantierizzazione; Sarà necessario inumidire le piste in particolare nei periodi caldi. Altra tipologia di impatto, basso e non significativo è quello che sarà generato in fase di esercizio: Emissioni in atmosfera da flusso veicolare delle autovetture private e inquinamento luminoso. Il primo è legato all’emissione in atmosfera da flusso veicolare dei mezzi privati. Per quanto concerne la valutazione dell’inquinamento luminoso, l’opera in oggetto apporterà, se pur in maniera blanda dato il contesto, un incremento luminoso nell’areale. Tale incremento è legato essenzialmente alla pubblica illuminazione nell’area di piano, nonché a quella delle singole unità abitative. La pubblica illuminazione, al fine del risparmio energetico, sarà realizzata con impianto luminoso di intensità massima in opera nell’emisfero superiore (cioè con   90°) di 0 (zero) cd/klm.

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Impiego dell’illuminazione notturna ed insegne luminose solo in misura strettamente necessaria.

Paesaggio Il paesaggio circostante l’area del PdL è stato modificato dagli interventi antropici dovuti all’espansione urbana a cui la zona è vocata come da P.R.G. Dall'analisi effettuata l'area in oggetto è inserita in un contesto periurbano, ormai integrato alla città, in cui vi è già una forte antropizzazione dell’intera zona, con presenza di numerosi fabbricati per civile abitazione, e quasi totalmente urbanizzata. La realizzazione delle nuove strutture è prevista con modelli costruttivi che non prevedono fabbricati di altezze superiori ai 3 piani, ciò riduce notevolmente l’impatto visivo, e si inserisce perfettamente nell’attuale contesto. Si consideri che dal punto di vista paesaggistico non sono stati rilevati elementi:  di interesse morfologico: crinali, dislivelli di quota significativi;  di interesse naturalistico: corridoi verdi, monumenti naturali, fontanili, aree verdi che svolgono un ruolo nodale nel sistema del verde.  di interesse storico agrario: nuclei e manufatti rurali distribuiti secondo modalità riconoscibili e riconducibili a modelli culturali che strutturano il territorio agrario;  di interesse storico-artistico: percorsi, canali, manufatti e opere d’arte, nuclei, edifici rilevanti (ville, abbazie, castelli e fortificazioni), monumenti, chiese e cappelle, mura storiche);  di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica): parchi urbani, elementi lineari –verdi o d’acqua- che costituiscono la connessione tra situazioni naturalistico-ambientali significative;  Interferenze/contiguità con percorsi di fruizione paesistico ambientale: il sito non si colloca lungo un percorso locale di fruizione paesistico-ambientale (la pista ciclabile, il sentiero naturalistico ecc…);  Interferenze con relazioni percettive significative tra elementi locali di interesse storico, artistico e monumentale: il sito non interferisce con le relazioni visuali storicamente consolidate e rispettate tra punti significativi di quel territorio;

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Ai fini di una maggiore chiarezza, si è ritenuto utile distinguere e riepilogare tra fasi di cantiere e fasi di esercizio.

Fase di cantiere Fase di esercizio

Caratteristiche impatto potenziale P D F R Q G P D F R Q G

Paesaggio e beni materiali 3 1 1 3 1 1 3 1 1 3 1 1 Traffico e viabilità 2 1 2 2 1 1 2 1 2 1 1 1 Energia 1 1 1 1 1 2 2 1 2 3 1 2

Biodiversità flora, fauna ed ecosistemi 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Aria e fattori climatici 2 1 2 1 1 1 2 1 2 1 1 1 Suolo e sottosuolo 3 1 1 3 2 2 2 1 1 3 1 1

Acque superficiali e sotterranee 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Popolazione, salute umana 1 1 2 1 1 1 1 1 2 1 1 1 Rumore 3 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 2

Legenda per le caratteristiche dell’impatto potenziale P= probabilità: 1,2,3 (accidentale, probabile, certezza) D=durata: 1,3 (parziale, completa) all'interno della fase F=frequenza: 1,2,3,4 (bassa, media, elevata, stabile) R=reversibilità: 1,2,3 (reversibile nel breve periodo, reversibile nel lungo periodo, irreversibile) Q=portata spaziale: 1,2,3 (locale, media, vasta) G=ordine di grandezza: 1,2,3 (minima, media, elevata)

Nelle pagini seguenti si riportano delle tabelle di sintesi per impatti e misure di mitigazione e compensazione.

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10. MISURE DI MIGLIORAMENTO E MITIGAZIONE

I potenziali effetti ambientali possono essere migliorati in una logica di sostenibilità prevedendo delle misure di mitigazione ed attenuazione mirate. Per la minimizzazione degli effetti, per altro esclusi, sulla salute umana, valga quanto già prescritto nelle singole componenti ambientali in particolare per aria, acqua e geologia, nonché il rispetto delle leggi per la sicurezza dei lavoratori. Il Piano di Lottizzazione produrrà gli effetti irreversibili connessi ad ogni edificazione; nondimeno gli stessi risultano pienamente coerenti con lo stato dei luoghi, già in buona parte urbanizzati, si inseriscono armonicamente con il lessico architettonico dell’intorno territoriale dei quartieri limitrofi della città. L’area interessata non interferisce con habitat prioritari, aree protette. Nelle pagini seguenti si riportano le schede di ogni componente ambientale con la valutazione di impatto e relative misure di mitigazione e compensazione.

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Suolo e Sottosuolo

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE SUOLO E SOTTOSUOLO Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Verranno impiegate accortezze progettuali in relazione agli spazi esterni ed Realizzazione di nuove Impatto basso non significativo di tipo permanente. Consumo di impiego di pavimentazioni dei parcheggi privati del suolo permeabili; edificazioni ed Riduzione della matrice suolo e riduzione della permeabilità dei suolo Riutilizzare in sito il terreno vegetale rimosso in fase di scavo; infrastrutture terreni a seguito delle opere previste. Contenere l’area di cantiere al minimo necessario; Realizzazione di nuove Impatto assente. / Gestione terre edificazioni ed I terreni di scavo verranno riutilizzati in sito. Ove non possibile da scavo infrastrutture saranno smaltiti presso impianti autorizzati (D.P.R. 120/2017). Realizzazione di nuove Impatto assente. / Rischio edificazioni ed L’area del P.d.L. non rientra nelle zone a Rischio dell’Autorità idrogeologico infrastrutture Interregionale di Bacino Della Basilicata. Impatto basso non significativo di tipo permanente. Previste sistemazioni con drenaggi, raccolta e smaltimento delle acque L’incremento di copertura delle aree in esame favorisce il meteoriche. ruscellamento superficiale a scapito dell’evapotraspirazione e Realizzazione di nuove dell’infiltrazione delle acque nel sottosuolo. Invarianza edificazioni ed La falda sotterranea non sarà per niente influenzata dalla idraulica infrastrutture progetto. L’area in esame non è compresa in alcune zona a di tutela e protezione dell’acquifero indicate nella cartografia del P.T.A. Puglia. Impatto assente. / Emissioni in Realizzazione di nuove In fase di cantiere verranno adottate tutte le cautele al fine di suolo e edificazioni ed non avere emissioni nel suolo e nel sottosuolo. sottosuolo infrastrutture In fase di esercizio non ci saranno emissioni nel suolo e nel sottosuolo.

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Natura e Biodiversità

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE BIODIVERSITÀ Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Impatto assente. / Non vi sono previsioni insediative o infrastrutturali all’interno del SIC/ZPS e non è prevista un’interferenza diretta sulle specie Vicinanza di ambiti di prioritarie. Non si prevedono interferenze dirette sulle specie Presenza di trasformazione con prioritarie indicate nella scheda identificativa del sito di interesse ecosistemi habitat della rete comunitario SIC/ZPS IT9220135 denominato “Gravine di Matera” Natura 2000 più prossimo alla zona di trasformazione. L’area rientra nel margine esterno della fascia di 5.00 Km dal perimetro del SIC Gravine di Matera (450 metri). Vicinanza con ambiti di Impatto assente. / Connessioni trasformazione che La continuità laterale tra gli ambienti e gli habitat non sarà ecologiche pregiudichino le interrotta, quindi il grado di interconnessione e interscambio non connessioni ecologiche sarà alterato. Abbattimento della polverosità indotta dai macchinari durante la fase di Impatto basso non significativo di tipo permanente. cantiere, mediante bagnatura delle piste in particolare durante il periodo Nel sito e nelle vicinanze non si rinviene la presenza di aree di primaverile ed estivo; Interazione delle aree particolare pregio naturalistico. In fase di ripristino ambientale utilizzare solo specie vegetali autoctone e di Flora e Fauna antropizzate con la Per quanto riguarda la fauna, il Piano non interferisce con le provenienza locale e riutilizzare ove possibile quelli spiantati (ulivi) e messi a vegetazione e la fauna zone agricole limitrofe che in parte sono aree trofiche in temporanea dimora prima della fase di cantierizzazione; particolare per l’alimentazione di alcune specie di uccelli, Impiego dell’illuminazione notturna ed insegne luminose solo in misura compreso il Falco Naumanni. strettamente necessaria.

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Acqua

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE ACQUA Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Crescita dei consumi Utilizzazione di tecnologie di risparmio idrico per usi indoor, costituite da Impatto assente. Acqua/gestione idrici in relazione alle sciacquoni a doppio tasto ed aeratori da installarsi su ogni rubinetto. La zona è servita dalla rete idrica di distribuzione dell’Acquedotto sostenibile stime di incremento di Lucano. popolazione Le trasformazioni che prevedano l’allacciamento di nuovi insediamenti alla rete Crescita delle necessità Impatto assente. fognaria dovranno essere sottoposte alla preventiva verifica della compatibilità di depurazione in La zone è servita dalla rete fognaria. Le acque reflue, il cui del maggior carico indotto alla residua potenzialità del sistema di depurazione Acqua reflue relazione alle stime di incremento e minimo rispetto all’attuale, verranno trattate esistente; un leggero incremento all’interno del sistema di depurazione del Comune di Matera. Possibilità di prevedere opere di accumulo acque meteoriche per riutilizzo di popolazione irriguo aree a verde.

Paesaggio

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE PAESAGGIO Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Realizzazione di nuove Impatto assente. / Paesaggio edificazioni ed Il paesaggio circostante l’area del PdL è già in gran parte infrastrutture antropizzato.

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Patrimonio culturale

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE RIFIUTI Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Impatto assente / Patrimonio Interazione con il Non vi sono interferenze antropiche con elementi del patrimonio culturale patrimonio culturale culturale in quanto l’area è inserita in un tessuto già urbanizzata

Mobilità

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE RIFIUTI Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Aumento del numero Impatto basso non significativo di tipo permanente. L’intera area di Piano è dotata di nuova viabilità di collegamento a Via delle auto e dei flussi di Le previsioni di nuovi insediamenti residenziali saranno Montescaglioso. Parco veicolare traffico dovuti accompagnati da un incremento di circa 160 auto rispetto al all’incremento di parco veicoli circolanti nell’intera città che risulta essere pari a Presenza di aree parcheggio private e pubbliche abitanti equivalenti 50.000

Proponente: VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L.

Il Tecnico: Assoggettabilità a V.A.S. - Piano di Lottizzazione in attuazione Titolo: dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4 via Dott. Geol. Roberto Tommaselli Montescaglioso Comune di Matera.

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Rumore

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE RUMORE Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Opportuni mezzi di trasporto si occuperanno del rifornimento dei materiali e dell’attrezzatura di cantiere necessaria all’esecuzione dei lavori oltre che della Impatto basso non significativo di tipo temporaneo. rimozione e dello smaltimento dei rifiuti prodotti durante le fasi di messa in posa Incremento Incremento attività di Tale tipo di disturbo è principalmente da imputare al transito dei delle opere. fase cantiere cantiere mezzi pesanti durante le fasi di cantiere e durante le fasi di scavo Tale fase è ridotta alle sole fasi di cantiere, a tal fine si precisa che i mezzi per la realizzazione delle strutture, ecc… d’opera non saranno in funzione tutti contemporaneamente. Verrà garantito l’uso di mezzi di cantiere nuovi o comunque in buono stato di funzionamento. Impatto molto basso non significativo di tipo / permanente. Incremento Incremento della La situazione non subirà variazioni significative. L’incidenza sarà fase esercizio presenza di veicoli minima considerato l’andamento ciclico dei flussi stessi dovuti agli automezzi attualmente circolanti.

Rifiuti

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE RIFIUTI

Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Al termine dei lavori sarà cura della D.L. verificare che le aree di cantiere siano state completamente ripulite dai rifiuti; Rifiuti di Produzione di rifiuti in Impatto basso non significativo di tipo temporaneo. Al fine di mitigare e ridurre la produzione di rifiuti, tutti i materiali di scarto cantiere fase di cantiere prodotti saranno preferibilmente riutilizzati in cantiere o altrimenti destinati ad apposita discarica per essere smaltiti e/o riciclati. Aumento della Per la produzione futura dei rifiuti prodotta dagli insediamenti abitativi, il Impatto basso non significativo di tipo permanente. produzione di rifiuti in Comune di Matera attua la raccolta differenziata. Rifiuti solidi Leggero incremento della produzione di rifiuti in relazione alle relazione alle stime di In area limitrofa il Comune di Matera sta realizzando una nuova piazzola urbani stime di incremento di popolazione. incremento di ecologica.

popolazione

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Aria clima ed atmosfera

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE ARIA CLIMA ED ATMOSFERA Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Impatto basso non significativo di tipo permanente. Elevate qualità degli edifici che porteranno minor impatto sull’ambiente; Emissioni di gas Le previsioni di nuovi insediamenti porteranno un aumento di Favorire i sistemi di mobilità alternativa in modo da minimizzare il ricorso Aria/qualità inquinanti da traffico veicoli e produzione di CO2. all'auto privata. veicolare

Il traffico veicolare di cantiere sarà ridotto allo stretto necessario. Produzione polveri in Impatto basso non significativo di tipo Temporaneo. Aria/polveri Le piste di cantiere verranno inumidite, in particolare nei periodi caldi fase cantiere Emissione di polveri legate alle attività di cantiere

Impatto assente. / L’effetto che potrà avere la realizzazione del piano di Clima Interferenza sul clima lottizzazione, sul quadro climatico locale, può ritenersi trascurabile e/o nullo, troppo limitata l'area e la tipologia d'intervento. Incremento Impatto basso non significativo di tipo permanente. La pubblica illuminazione, al fine del risparmio energetico, sarà realizzata con Atmosfera inquinamento Incremento, se pur contenuto, dell’inquinamento luminoso legato impianto luminoso di intensità massima in opera nell’emisfero superiore (cioè luminoso alla pubblica illuminazione e a quella privata. con   90°) di 0 (zero) cd/klm.

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Energia

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE AMBIENTALE ENERGIA Stato Pressione Aspetto Azione/previsione del Descrizione e valutazione impatto Mitigazioni e compensazioni ambientale piano Sulle coperture degli edifici saranno installati pannelli fotovoltaici per la Crescita dei consumi produzione energia elettrica ad autoproduzuine in conformità con D.L. 28/2011 elettrici in relazione Impatto basso non significativo di tipo permanente. Energia e s.m.i. da 1 KW ad appartamento alle stime di Previsti consumi privati e pubblici legati alla illuminazione pubblica elettrica La pubblica illuminazione, al fine del risparmio energetico, sarà realizzata con incremento di impianto luminoso di intensità massima in opera nell’emisfero superiore (cioè popolazione con   90°) di 0 (zero) cd/klm. Crescita dei consumi Sulle coperture degli edifici saranno installati pannelli solari termici per la Energia termici in relazione alle Impatto basso non significativo di tipo permanente. produzione di acqua calda sanitaria in conformità con D.L. 28/2011 e s.m.i. Termica stime di incremento di Consumo energia termica edifici privati Gli edifici saranno costruiti in conformità al D. Lgs. 192/2005 e D.Lgs. 311/2006 popolazione in merito all’impiego dei materiali

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11. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il presente Rapporto Ambientale Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a V.A.S., è stato redatto in conformità a quanto previsto dal D.Lgs 152/2006 e.s.m.i., e L.R. 44/2012 e.s.m.i, a corredo del Piano di Lottizzazione in attuazione dell’Ambito di Trasformazione Residenziale Ui/7 sub ambito 4 via Montescaglioso Comune di Matera., di cui il Proponente è la VITTORIA Soc. Coop. Edilizia A.r.L. di Matera. In considerazione di quanto sopra descritto nei precedenti paragrafi, si sottolinea che la proposta di variante: — Comporta l’utilizzo di una piccola area a livello locale (circa 4 Ha); — Non produce effetti, nemmeno indiretti, su siti di cui alla direttiva 92/43/CEE (SIC e ZPS); — Non si introducono rischi significativi per la salute umana, prevedendo tipologie costruttive sostenibili; — La posizione del Piano è interna all’abitato del Comune di Matera; — L’area dispone di una idonea ed adeguata connessione con la viabilità esistente; — L’area dispone di allaccio alla rete idrica, fognaria, elettrica e distribuzione gas; — Non si introducono modifiche che influenzano in modo significativo con altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati, rispetto al quadro delineato dagli strumenti vigenti; — Non interessa aree vulnerabili o di valore naturale o culturale; — Gli effetti prevedibili sull’ambiente sono comunque estremamente contenuti ed in ogni caso sostenibili; — Le modifiche previste sono compatibili con la pianificazione sovraordinata e con gli strumenti urbanistici comunali.

Per le ragioni sovraesposte, considerato che la Variante introduce modifiche minori, e che non comportano impatti con caratteri critici né significativi, ottemperando alle prescrizioni riportate in questo studio, si ritiene di poter affermare che il presente Piano di Lottizzazione non determina nuovi significativi impatti sull'ambiente, né rischi per la salute umana o per lo

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stesso ambiente. Non determina impatti su aree e paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Sulla scorta di quanto qui riassunto, ed in riferimento a quanto dettagliatamente esposto nei precedenti paragrafi, si propone di non assoggettare a V.A.S. l’area interessata.

Matera Luglio 2019 Geol. Roberto Tommaselli

Alla presente si allega:

 TAV.01 – CARTA INQUADRAMENTO TERRITORIALE Scala 1:50.000  TAV.02 – CARTA GEOLOGICA SCALA 1:4.000  TAV.03 – CARTA IDROGEOLOGICA SCALA 1:4.000  TAV.04 – CARTA DEI VINCOLI SCALA 1:25.000  TAV.05 – CARTA DELL’USO DEL SUOLO SCALA 1:4.000

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