Le Scelte Per Il Centro Storico
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4. Le scelte per il centro storico 4.1.Contenuti e obiettivi del piano per il cen- preottocentesca; successivamente, con un forte tro storico. impatto sulla città preesistente e sulla natura dei luoghi, lo sviluppo otto-noveventesco, comune Dalla variante di salvaguardia al piano. I con- a molte città europee, si affianca e si sovrappone tenuti e gli obiettivi strategici del piano, per il al tessuto con ordine diverso, perché ancorato a territorio identificato come centro storico, atten- nuove forme economiche di sfruttamento del suo- gono a scelte sostanziali in parte già assunte con lo. Gli interventi otto-novecenteschi sono in que- la variante di salvaguardia approvata e che per- sto senso veri e propri disegni urbani e quindi tanto sono a base di uno strumento urbanistico fasi di pianificazione portatrici di regole eviden- vigente. Ci si riferisce in primo luogo al fatto di ti e di formazioni tipologiche ben caratterizzate aver ampliato il perimetro del centro storico e di alla scala edilizia. E’ su tali considerazioni che avervi incluso tutto quanto costruito prima del si è assunta la decisione di estendere il perimetro secondo dopoguerra: atto nuovo e decisivo, con del centro storico agli impianti otto-novecenteschi il quale Napoli, nel quadro attuale della pianifi- e ai tessuti antecedenti al secondo dopo-guerra, cazione nazionale, ha anticipato un convincimen- oltre i quali c’è la crescita smisurata della città e to oggi sempre più condiviso e che discende dal il dissolversi dell’ordine urbano. riconoscere il centro storico come prodotto di Questa premessa ha una conseguenza rilevante: regole formative chiare, fino a quando la grande quella di considerare consolidate e oggetto di espansione edilizia recente non ne ha contrad- conservazione le parti costruite della città che detto i criteri ordinati di crescita. hanno in sé una sostanziale corrispondenza tra E’ opportuno qui ribadire il concetto, perché di gli impianti urbanistici che le hanno generate e fondamentale importanza ai fini della illustra- l’edilizia che nel tempo vi si è sviluppata, anche zione della filosofia del piano. Tutto il tessuto se l’inscindibile rapporto che lega le due compo- urbano appare come il risultato di un sistema nenti si è evoluto diversamente nel tempo, rispon- produttivo nato essenzialmente in epoca medie- dendo prima a modi per lo più spontanei di co- vale e sviluppatosi con numerose trasformazio- struire e poi a veri e propri programmi urbani- ni, che tuttavia, a uno sguardo temporale com- stici o assetti ‘disegnati’. Sul concetto si avrà plessivo, possono intendersi simili fino all’età modo di tornare nel corso dell’illustrazione dei pre-industriale, quando cioè è stato sostituito dal contenuti del piano; si precisa sin d’ora che, a meccanismo immobiliare che ha prodotto la cit- parziale correzione del perimetro sancito dalla tà moderna. La crescita ha perciò caratteri pro- variante di salvaguardia, la data convenzionale gressivi e pressocchè uniformi fino all’epoca di riferimento per la delimitazione del centro sto- Variante al Prg di Napoli rico è stata assunta sulla base della ricognizione versa, per le parti di tessuto ricadenti nel centro aerofotografica militare del 1943, anziché su base storico e realizzate in epoca successiva al dopo- I.G.M. 1936, perché sostanzialmente più detta- guerra, dovendo essere approfondito il tema del- gliata. Già vigente è inoltre l’inclusione dei nu- la loro permanenza, la variante di salvaguardia clei urbani periferici, gli antichi casali: il piano consente solo manutenzione ordinaria e straor- oggi redatto ne conferma il carattere di tessuti dinaria; rinviando al piano per il centro storico, storici, ne allarga i confini con i medesimi criteri cioè quello oggi redatto, la disciplina definitiva. di datazione, ne considera anche gli originari e Il passaggio dallo strumento di salvaguardia al talvolta sporadici prolungamenti lungo i loro stes- nuovo Prg comporta quindi l’impegno a specifi- si assi fondativi, luoghi di storica economia agri- care temi di grande rilievo: cosa si intenda per cola e al tempo stesso percorsi di collegamento riconoscibilità tipologica (quali siano i tipi edili- extraurbano, e perciò matrici dell’impianto com- zi, come vengono individuati), quali siano pun- plessivo della città. Il territorio così ricadente tualmente gli interventi consentiti, fermo restan- nel perimetro del centro storico è di 1917 ha. do l’irrinunciabile indirizzo di conservazione, Tra i fondamentali obiettivi che il piano perse- cosa significhi un cambio destinazione compati- gue, va innanzitutto enunciato quello bile con la tutela dei caratteri tipologici, infine dell’operatività immediata. Anche in questo caso cosa si preveda per i luoghi del tessuto storico in è già conseguita, nella disciplina di salvaguar- cui gli interventi recenti hanno modificato l’equi- dia, la eliminazione del ricorso obbligatorio ai librio e l’assetto originario. La risposta a queste piani particolareggiati, previsto - com’è noto- nel domande è nel piano di cui oggi si dispone, che precedente Prg del 1972. Va ricordato però che sviluppa scelte sancite nella fase di salvaguar- la variante di salvaguardia, per sua definizione e dia, ovvero di prima tutela del centro storico. natura, ha costituito una tappa intermedia del Il percorso che ha condotto al definitivo assetto processo di pianificazione avviato dall’ammini- della disciplina è iniziato con la cosiddetta Pro- strazione nel 1994 e, come tale, non poteva che posta di variante per il centro storico, presen- porsi prime finalità, in attesa di una normativa tata insieme a quella per la zona orientale, della sistematica e completa, cominciando a consenti- quale la Giunta ha preso atto con delibera n.95 re gli interventi di restauro, fino ad allora limita- del 1996, che apriva la fase di consultazioni con ti a poche eccezioni e surrogati da quelli di ma- le circoscrizioni, le altre istituzioni, gli enti e gli nutenzione straordinaria, nelle more appunto dei organismi interessati. La proposta anticipava la piani di dettaglio. La chiara apertura della nor- necessità di adottare il metodo della classifica- mativa di salvaguardia alle esigenze di interven- zione tipologica come fondamento della norma- to è avvenuta nel sostanziale richiamo ad alcuni tiva di dettaglio che si andava a conseguire. Si criteri già contenuti nel piano del 1972 e che ipotizzavano le due modalità attuative del pia- espressamente si riferivano agli edifici ‘costituen- no: l’intervento diretto, quello che consente su- ti organismi unitari’, per i quali ogni opera o bito di passare dal Prg al progetto e quindi alla destinazione prevista deve essere compatibile con cantierabilità delle opere, e l’intervento indiret- la tipologia: dove c’è certezza di conservazione, to, che invece richiede il passaggio a un atto di inutile protrarre l’attesa degli interventi. Vice- pianificazione esecutiva, nel quale si possono 280 Le scelte per il centro storico accomunare tutti gli strumenti in tal senso equi- riqualificazione, avendo presenti anche le valenti (piani particolareggiati, piani di recupero, dismissioni in atto su proprietà religiose o mili- piani di riqualificazione urbana eccetera), la cui tari . Tutte queste iniziative sono quindi conflu- approvazione è preliminare al livello progettuale. ite nel piano. Quanto sta avvenendo per singole Si ipotizzava l’assoluta prevalenza dell’interven- opere pubbliche, di valore strategico, e quanto to diretto, riservando i piani esecutivi, nel pieno avverrà per immobili privati, ora disciplinati rispetto dei princìpi della legislazione urbanisti- dalla variante di salvaguardia con riferimento ca, solo ai casi in cui si richiede trasformazione all’art. 31 della legge 457/1978, non può che e non sola conservazione del tessuto, ovvero dove risultare a maggior ragione incentivato dalla nor- si interviene in condizioni di singolare comples- mativa tipologica oggi predisposta che, in detta- sità, come ad esempio nelle aree archeologiche. glio, cura di estendere la gamma degli interventi Il lavoro di analisi puntuale successivamente consentiti sotto il profilo delle trasformazioni fi- svolto ha consentito di confermare tutti gli indi- siche e delle destinazioni compatibili. rizzi fin qui ricordati, naturalmente precisando- ne ogni aspetto, soprattutto ai fini della costru- I piani urbanistici esecutivi. Si dovrà invece zione della disciplina completa degli interventi. procedere agli approfondimenti necessari per le Vediamo quindi quali ulteriori contenuti sono stati parti urbane assoggettate a pianificazione urba- messi a punto con il piano. La combinazione di nistica esecutiva: non solo perché ciascuna di interventi diretti e indiretti consente di procede- esse ha in sé i caratteri di complessità che indu- re su due livelli contestuali e coerenti di cono a questa scelta, ma anche perché attraver- operatività: l’uno affidato alle iniziative, pub- so il loro recupero si configura un insieme di bliche e private, sui singoli immobili, l’altro teso aree di altissima valenza storica, messe in siste- ad affrontare temi di maggiore estensione, in cui ma continuo, che si giova della strategia della l’impegno a ripristinare un assetto storico alte- mobilità su ferro promossa dal piano dei traspor- rato, a trasformare, a conseguire nuove condi- ti, già varato dall’amministrazione comunale e zioni di vivibilità, va sostenuto dai soggetti isti- che faciliterà la percorrenza dell’intero tessuto tuzionali, ma anche dai proprietari interessati, storico. attraverso azioni congiunte. L’amministrazione