LE TECNICHE COSTRUTTIVE Le torri costituiscono il carattere saliente dell’assetto DELLE TORRI MEDIEVALI DI NOLI () urbanistico nolese medievale: si tratta di costruzioni di no- tevole interesse storico ed architettonico, edificate tra il XII di ed il XIV secolo, giunte a noi in misura ridotta sia nel nu- mero che nelle dimensioni. I cambiamenti dell’assetto ur- ELEONORA CASCIONE*, PAOLO DE VINGO** banistico, le distruzioni, i riadattamenti ed i restauri degli ultimi secoli ne hanno alterato l’aspetto e la struttura: pri- vate della parte superiore ed incorporate nei fabbricati atti- * [email protected] ** [email protected] gui, addossate a strutture posteriori, le torri hanno subito le conseguenze delle alterne vicende politiche ed economiche del centro urbano. Esaurita la funzione di controllo e prote- «…Mettemmo in terra in quell’aperto golfo zione delle mura, vennero intonacate e mozzate all’altezza di Noli che scende con piacevole dichinamento di delle case adiacenti, fornendo così cospicue quantità di mat- rive… Fu per noi davvero un nuovo spettacolo e toni da reimpiegare in altre costruzioni. Nel 1700 un nume- grato, il vedere quell’antica cittadella così folta di ro consistente di torri era già scomparso e, nella prima metà torri ben castellate, con soccorsi, entrate riverse e bastoncelli e bertesche, e propugnacoli da del secolo successivo, altre furono sacrificate per la costru- respingere gli approcci e sostenere gli assalti…» zione di strade e per adeguarsi al nuovo impianto urbanisti- co. A.BRESCIANI, UBALDO E IRENE, in Bernardo GANDOGLIA, La città di Noli, Savona, 1885. 1.2 LA TORRE DEL La torre del Comune (GANDOGLIA 1927) costituisce, in- PREMESSA INTRODUTTIVA sieme al Palazzo Pubblico cui è addossata, il complesso mo- numentale principale del centro nolese. Pervenutaci in buo- Noli è una popolosa cittadina della occidentale ne condizioni di conservazione, ha forma quasi perfettamen- in provincia di Savona. Conserva ancora, in buona parte te quadrata per una altezza complessiva di 35 metri. Presenta intatto, uno dei centri storici medievali più importanti e più un basamento (DESCALZI 1898) in pietra da taglio sormontato interessanti di tutta la regione, racchiuso entro una lunga da muratura a rivestimento interno ed esterno in laterizio. I cinta fortificata che da un lato protegge il borgo verso il conci, come in altri esempi nolesi, sono in porfiroide verde mare e da quello opposto lo difende verso monte mediante del “Sino”, listati e spianati a cuscino. I blocchi diminuisco- una serie di torrioni circolari (GUIDDO 1994). no nelle dimensioni in direzione del basamento superiore, in Oggetto di questa comunicazione sono le torri poste a prossimità del punto in cui si innesta la muratura in mattoni. difesa delle mura e quelle situate nel tessuto edilizio urba- Il portale di ingresso presenta un architrave monolitico oriz- no, che la tradizione vuole raggiungessero addirittura le zontale sorretto da due mensole sagomate a quarto di cer- settantadue unità: quelle conservatesi rappresentano anco- chio, scolpite nell’intradosso, lunetta cieca, chiusa da una ra oggi uno dei principali elementi caratteristici della strut- lastra con sovrastante arco ogivale formato da tre conci sa- tura urbanistica medievale cittadina. Molte di queste subi- gomati ad arco di cerchio. Al primo piano la torre presentava rono profonde trasformazioni nel corso dei secoli successi- un’ampia finestra successivamente tamponata per l’addos- vi, mozzate longitudinalmente rispetto al loro baricentro, samento del palazzo Comunale. Il paramento laterizio del oppure riutilizzandone i mattoni ed infine inglobate nelle corpo superiore è realizzato in mattoni: il settore inferiore è costruzioni vicine (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995). stato compromesso dall’accostamento di costruzione poste- Le torri presenti nel centro urbano nolese, forse realizza- riori, che hanno determinato l’occultamento e l’eliminazione te su commissione privata, espressione di una fiorente attivi- di molti elementi originari. Sulla fronte principale, ad esem- tà edilizia, documentano il consistente sviluppo economico pio, si trovavano finestre di notevole interesse architettonico raggiunto da Noli a partire dalla prima crociata sino ai traffi- di cui si è soltanto conservata una sola bifora gotica situata al ci e commerci del XIII e del XIV secolo. Ne sono una testi- centro del paramento laterizio, mentre al quarto piano altre monianza efficace alcuni palazzi e strutture di tipo abitativo- aperture sono state tamponate o distrutte in successivi rima- difensivo, tra cui devono essere ricordate la casa-torre Vivaldo neggiamenti. Su tutte e quattro le fronti dell’ultimo piano, è e le posteriori casa-torre Repetto, con loggia a tre arcate al ancora visibile una grande monofora e, alla sommità, la torre piano terreno, e la casa-torre Pagliano, con due ordini di bi- presenta un coronamento a merli ghibellini. La struttura in- fore al piano superiore, entrambe restaurate alla fine del 1800 terna della torre è ancora inalterata, con il paramento in mat- (FRONDONI 1997). Infine una delle caratteristiche più interes- toni a vista, solo a partire dal terzo piano. Il piano terreno ed santi della città medievale era il porticato che si sviluppava i primi due consequenziali hanno subito riadattamenti e mo- internamente rispetto alle mura: attualmente è visibile solo difiche che ne hanno cambiato la destinazione d’uso. I piani quello conservatosi, un breve tratto di quello originario, di superiori sono occupati dalle rampe delle scale in legno che fronte al mare, che si unisce alla loggia della Repubblica nel conducono al vano dell’orologio ed al locale in cui è colloca- palazzo Comunale (FRONDONI 1997). ta la campana del Comune.

1.2 LA TORRE DEL CANTO 1. I MANUFATTI ESAMINATI Situata in posizione d’angolo, come suggerisce il nome, Il ricordo delle settantadue torri nolesi, lavorate con la torre del Canto si è conservata inalterata fino alla sua som- «…meraviglioso artifizio…» e «…ordinate con magistero mità (GANDOGLIA 1927). Costruita dinnanzi alla Porta del Can- veramente stupendo…» (GANDOGLIA 1927), si è conservato to, distrutta in seguito alla costruzione della ferrovia tra la inalterato nel corso dei secoli. Testimonianze dell’antico fine del 1871 ed il gennaio del 1872 (MOGGIO, PELUFFO 1997), splendore culturale artistico ed architettonico della città, le assumeva, come probabilmente le altre torri situate lungo la torri, pervenuteci intatte nei paramenti esterni e prive di ri- cinta, funzione difensiva ed era stata edificata dall’autorità maneggiamenti, sono state scelte in questo contributo pre- comunale. Unica eccezione alla tradizionale pianta quadrata liminare di uno studio più complesso in via di completa- (TORTEROLI 1859), ne presenta una trapezoidale per assolve- mento, come indicatori cronologici ed hanno consentito re necessità strategiche oggi non più percepibili a causa dello un’accurata analisi storico-archeologica nella quale sono stravolgimento della topografia della zona (DE NEGRI 1954). stati inclusi la stratigrafia del basamento, la cronotipologia Il basamento è costituito da conci in porfiroide verde del dei portali, la mensiocronologia dei litici e dei mattoni e “Sino” lavorati a bugnato listato: in esso sono inseriti, tre l’analisi dei leganti. conci modellati ad ovolo, in forte aggetto sul filo del muro. Il

545 portale principale è stato sostituito da un’apertura moderna botola circolare (ora murata) che dava accesso, mediante una di forma rettangolare. La caratteristica lunetta cieca, sovra- scala in legno, ai piani superiori. Mentre gli altri esempi nolesi stante l’architrave, è stata trasformata in un’edicola sacra con si presentano privi della sommità perché mozzata per il recu- tettuccio a due falde in ardesia all’interno della quale era af- pero dei mattoni, la torre Peluffo ha subito una sorte diffe- frescata un’immagine della Madonna. La parte superiore pre- rente: lo sfruttamento per ottenerne mattoni da reimpiegare è senta un rivestimento laterizio in mattoni, ricoperto, fino al avvenuto “assottigliando” i muri perimetrali, che risultano in terzo piano, da una patina biancastra, causata dalla presenza molte parti privati del rivestimento interno. di un precedente strato di intonaco. Le aperture consistono in monofore dal vano alto e stretto oppure da lunghe feritoie, 1.5 LA TORRE PAGLIANO preziosa testimonianza dell’architettura militare urbana. Se La torre Pagliano, situata all’estremo sud dell’abitato si escludono le due finestre moderne dei primi due piani, la medievale, risulta tagliata all’altezza della casa adiacente torre ha aperture ad arco a tutto sesto o ad arco con inflessio- ed omonima, eretta nel XIV secolo. A pianta quadrata, è ne leggermente ogivale, ma le caratteristiche ancora romani- impostata su un alto basamento in conci di pietra verde lo- che testimoniano forse l’indecisione dei costruttori tra il gu- cale, lavorati a bugnato listato. Il portale ha un architrave sto romanico e quello gotico. La parte interna ha subito fon- orizzontale poggiante su mensole concave, lunetta cieca ed damentali alterazioni: il piano terreno ospita un’attività com- arco leggermente ogivale. Il piano terreno è separato dal merciale mentre i primi due piani sono utilizzati come abita- primo piano da una cornice aggettante in porfiroide verde. zione privata. A partire dal secondo piano però, la torre man- La struttura superiore evidenzia i segni dell’occlusione di tiene ancora la sua struttura originaria: solai in legno separa- una trifora mentre al di sopra della cornice compaiono due no ancora i piani, un tempo collegati da scale in legno, oggi fori, forse feritoie, orientate verso il basso. distrutte. 1.6 LA TORRE DI VIA CESARE BATTISTI n° 6 1.3 LA TORRE DI PAPONE La torre al n° 6 di via Cesare Battisti, edificata in prossi- Situata all’estremità nord-orientale dell’aggregato urba- mità del torrente S. Antonio, si presenta come elemento avam- no e contigua alla cinta muraria, la torre di Papone si è man- posto della cinta muraria sud-occidentale, cui è collegata. A tenuta nelle sue condizioni originarie (RECAGNO 1959), non pianta quadrata, la costruzione risulta mozza all’altezza del essendo mai stata utilizzata come abitazione, caso unico a secondo piano. Il basso basamento è costituito da conci grandi Noli, proprio in conseguenza della sua posizione isolata. e regolari di pietra verde lavorati a bugnato. Il portale, privo Costruita probabilmente dal Comune con funzione difensiva di architrave, è caratterizzato da un semplice arco ogivale di della porta omonima, la torre è collegata alla cinta muraria mattoni posti in costa verticale. Il paramento laterizio del cor- tramite un camminamento su arco. Come documenta il con- po superiore è realizzato in mattoni e tra i primi due piani fronto tra lo stato attuale e alcune fotografie eseguite nella corre una cornice aggettante in pietra verde. Le aperture, in- prima metà del secolo scorso, la torre ha subito modificazio- fine, sono costituite da monofore ad arco ogivale. ni nelle aperture ma nessuna trasformazione profonda delle sue strutture principali. A pianta rettangolare, presenta un 1.7 LA TORRE DI PIAZZETTA MARCONI n° 3 basamento caratterizzato dai consueti conci di porfiroide li- La torre al n° 3 di Piazzetta Marconi, situata in posizione stati e spianati a cuscino attestati anche in altri esempi nolesi, angolare, è stata tagliata al di sopra dei tetti delle case atti- da cui si discosta solo per il lato ovest, in cui i conci sono gue: palazzo Pagliano, una casa-torre ed una abitazione di spianati. Nel portale, l’arco sovrastante l’architrave e la lu- due piani, costruzioni ricondubili al periodo medievale (LAM- netta cieca sono in mattoni. Le aperture sono composte da BOGLIA 1959). Di forma planimetrica rettangolare, si imposta bifore gotiche ai primi due piani e da monofore con arco su un basamento massiccio in blocchi di pietra verde di gran- ogivale. Nel 1581 fu impiegata come deposito militare per di dimensioni, riquadrati e connessi, lavorati a bugnato forte munizioni (GANDOGLIA 1927) analogamente a quanto acca- listato. Il portale è caratterizzato da architrave monolitico deva per altre torri nolesi: di conseguenza alcune aperture orizzontale con lunetta chiusa. Il paramento laterizio del cor- vennero adattate alla nuova tecnica delle armi da fuoco e po superiore è ricoperto da intonaco amorfo. Le aperture sono dotate di feritoie. Come è stato osservato in precedenza, la rappresentate da una monofora al secondo piano ed una fine- posizione isolata della torre ha consentito la sua conserva- strella rettangolare al piano superiore, nonché da due grandi zione: anche i vani interni, infatti, sono giunti a noi nelle finestre moderne rettangolari nel piano inferiore. condizioni originarie. A pianterreno il vano è coperto da una volta a crociera mentre quelli superiori sono separati da solai 1.8 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 5 in legno collegati da scale in legno. Intorno al 1920 furono La torre al n° 5 di via Serravalle, posizionata in una delle eseguite opere di restauro alla torre (DESCALZI 1920). vie nolesi con più alto numero di edifici medievali, è costitu- ita dal solo corpo inferiore realizzato in pietra con pianta ret- 1.4 LA TORRE PELUFFO tangolare ed elevato fin oltre i tetti delle case adiacenti. I Di pianta perfettamente quadrata, la torre Peluffo ha una conci, in porfiroide verde del Sino, sono lavorati in grandi sola fronte libera ma, sebbene mozzata, è una delle quattro dimensioni, a bugnato in forte rilievo, levigati nei giunti, ri- torri nolesi ancora ben visibili da lontano perché innalzata quadrati e perfettamente combacianti. Il portale presenta ar- bel oltre i colmi delle case che la circondano. Il basamento è, chitrave e lunetta cieca. Al di sopra dell’arco del portale com- come di consueto costituito da conci di locale porfiroide ver- pare una cornice aggettante in pietra verde ripresa anche tra de lavorati a bugnato forte listato in dimensioni decrescenti il primo ed il secondo piano. Interessante tra le aperture è la dal basso verso l’alto. Il portale, costruito in grandi blocchi presenza di una monofora molto alta con caratteristiche ana- di pietra, si presenta come un semplice arco a tutto sesto pri- loghe a quelle del portale: architrave orizzontale su mensole vo di architrave e lunetta, con «…una inflessione ogivale quasi concave, lunetta chiusa e arco ogivale sovrastante. impercettibile solo nell’estradosso, leggermente falcato, for- mato da tre conci lavorati a cuneo…» (GARZOGLIO 1974). La 1.9 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 9 facciata principale ha subito modifiche sia nella muratura La torre al n° 9 di via Serravalle mozzata all’altezza laterizia, ricoperta da intonaco dipinto, sia nelle aperture (due delle case in cui è stata incorporata, presenta basamento in finestre moderne sono state realizzate al primo ed al secondo conci di porfiroide verde, lavorati a bugnato listato in lieve piano). La parte superiore presenta invece una feritoia su tut- aggetto. Il portale, è strutturato con architrave orizzontale, ti e quattro i lati. I vani interni sono stati destinati ad abitazio- lunetta chiusa e sovrastante arco ogivale. La parte superio- ni e quindi completamente alterati ad eccezione del piano re è ricoperta da uno strato di intonaco recente e presenta terreno che ha conservato l’originaria copertura a botte con due aperture ottenute per sfondamento.

546 Fig. 1 – Planimetria di Noli con il posizionamento delle torri ancora oggi visibili.

1.10 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 23 1.13 LA TORRE DEL CAFFE VERDI La torre al n° 23 di via Serravalle ha forma planime- La torre all’interno del Caffè Verdi è completamente trica rettangolare. Di essa è stato rilevato solo il basamen- incorporata all’interno delle abitazioni costruite successi- to, formato da conci di locale porfiroide verde tagliati in vamente, e risulta visibile solo dal cortile interno del Caffè grandi dimensioni, perfettamente riquadrati, connessi e Verdi. Di forma planimetricamente quadrata, ha un basso lavorati a bugnato lieve listato solo sul fronte principale basamento in conci di porfiroide verde, lavorati a bugnato poiché sui restanti i conci sono lisci. Il portale, ad archi- forte listato. Il portale d’ingresso presenta un architrave con trave monolitico orizzontale, presenta arco sovrastante e bassorilievi zoomorfi e lunetta cieca: in esso rimane visibi- lunetta chiusa nascosti da un terrazzo ad archivolto ad- le parte del vano. La torre subì diverse modifiche (occlu- dossatovi successivamente. All’interno, il vano conserva sioni di aperture e sfondamenti) nel corso dei secoli, in se- l’originaria volta a crociera, dotata di una botola circola- guito ai successivi addossamenti di altre costruzioni. re, ora murata, attraverso la quale si aveva accesso, me- diante una scala in legno ritirabile, ai piani superiori. 1.14 LA TORRE GARZOGLIO La torre Garzoglio, mozzata in prossimità dei tetti delle 1.11 LA TORRE TOSO case che la circondano, ed isolata su di un solo fronte, pre- La torre Toso mozzata all’altezza del terzo piano (LAM- senta costruzioni appoggiateglisi contro già a partire dal BOGLIA 1964), ha tre fronti isolati: di pianta perfettamente XIV secolo (LAMBOGLIA 1961). Il basamento è in grandi con- quadrata, è costituita dal basamento in grandi conci di ci di porfiroide verde lavorati a bugnato listato. Il portale è porfiroide verde lavorati a bugnato listato in lieve aggetto. costituito da un semplice arco, a tutto sesto nell’intradosso Il portale è impostato su arco ogivale, architrave orizzonta- e con lieve inflessione ogivale nell’estradosso. Come nella le e lunetta cieca. Nel corpo superiore, in mattoni, compa- torre Peluffo, il portale ha ampiezza inferiore a quello delle iono due monofore ogivali. altre torri. I piani superiori presentano due aperture rettan- golari moderne di notevoli dimensioni. 1.12 LA TORRE DI VIA COLOMBO n° 48 1.15 LA TORRE BUCCELLI La torre al n° 48 di via Colombo tagliata al colmo dei tetti delle case adiacenti, ha pianta rettangolare e alto basa- La torre Buccelli tagliata all’altezza del vicino palazzo mento in grandi conci di porfiroide verde locale, lavorati a Buccelli (GANDOGLIA 1927; DESCALZI 1920), presenta un bas- superficie liscia. Il solo fronte isolato è ricoperto, a partire so basamento in conci di porfiroide verde lavorati a bugna- dal primo piano, di vecchio intonaco con aperture moderne to verde listato. Il portale ha un architrave semplice. Unica e rimaneggiamenti che hanno interessato il pianterreno, at- apertura è una porta moderna di ampie dimensioni ottenuta tualmente utilizzato come attività privata. La sola apertura per sfondamento. originaria della torre, una monofora, si apre al secondo pia- 1.16 LA TORRE DI VIA TRANSILVANIA no, appena visibile al di sopra di una cornice aggettante in porfiroide verde. La torre di via Transilvania è stata parzialmente incor- 547 Fig. 2 – Scheda riassuntiva delle tecniche murarie. porata nel seicentesco palazzo Viale. Mozzata all’altezza nella parte anteriore su di un poderoso archivolto ad arcate del terzo piano, presenta una sola fronte libera; il basamen- ogivali di porfiroide verde, poggianti su due pilastri in grandi to è in grandi conci di porfiroide verde locale lavorati a blocchi della stessa pietra, lavorati a bugnato, con cornice di bugnato listato in forte rilievo. Il portale d’ingresso, con imposta lavorata a listello ed ovolo: esempio unico nelle torri architrave orizzontale, presentava lunetta cieca e sovrastante nolesi. Il basamento è realizzato in grandi conci di pietra verde arco acuto. Il corpo superiore è in mattoni con due bifore al lavorati a bugnato listato. Il corpo superiore del manufatto è primo ed al secondo piano. completamente trasformato mentre la sola apertura originaria è rappresentata da una finestra ad arco ribassato. 1.17 LA TORRE DI VIA MUSSO n° 11 1.20 LA TORRE DELLE FORCHE La torre del n° 11 di via Musso è tagliata all’altezza delle case in cui è stata incorporata (LAMBOGLIA 1969), pre- La torre delle Forche, ormai scomparsa, è ricordata nelle senta basamento in conci di porfiroide verde lavorati a bu- pagine di due storici locali (SALVAREZZA 1968). Entrambi ne gnato listato, inframmezzati, soprattutto sugli angoli, da testimoniano la demolizione, intorno al 1815 circa, in con- qualche concio in pietra più chiara e più dura lavorati a bu- seguenza della costruzione della strada napoleonica della gnato listato e riquadrato. Cornice.

1.18 LA TORRE DI ARDUINI n° 7 2. ANALISI DELLE TECNICHE MURARIE La torre al n° 7 di via Arduini è troncata poco al di so- pra dell’altezza delle case nelle quali è stata incorporata L’analisi tipologica delle tecniche murarie condotta in (LAMBOGLIA 1959), ed impostata su un basamento in conci un’area ristretta di territorio, deve interessare un alto nu- di pietra verde lavorati a bugnato listato, ora molto consun- mero di costruzioni e deve fondarsi su metodi quantitativi ti. Il portale di ingresso presenta architrave orizzontale, lu- che consentono l’immediato confronto tra i dati e l’identi- netta cieca ed arco ogivale. ficazione di eventuali raggruppamenti di tipi, ed evitando la formulazione di giudizi formali sul paramento, deve sof- 1.19 LA TORRE VIALE O DELLA MARINA fermarsi sullo studio dei dati oggettivi che possono sugge- La torre Viale o della Marina (TORTEROLI 1859; SALVAREZ- rire i motivi delle scelte effettuate in base alle possibilità ZA 1968) a pianta rettangolare, è fondata per circa un terzo, locali (MANNONI 1997).

548 Nello studio delle tecniche murarie antiche si è spesso – Località, via, comune: individua e definisce il contesto in associata la regolarità dei paramenti esterni all’abilità dei cui si trova il manufatto. costruttori, distinguendo periodi e aree di maggiore o mi- – Dati complessivi del portale: ne individuano i caratteri nore qualità tecnica del costruire, rischiando di avvalorare principali. proposte di restauri esasperati di strutture medievali a dan- – Materiali: ne distingue e riconosce la qualità e la tipolo- no di edificazioni più recenti (MANNONI 1984). gia (porfiroide o calcare) utilizzato nei conci (GIANNINI 1993; Recentemente i metodi archeologici e le tecniche ar- CAGNANA 2000). cheometriche applicate all’architettura hanno fornito validi strumenti di raffronto con le informazioni storiche e si è – Lavorazione conci: definisce precisamente il tipo di lavo- giunti ad analisi complessive fondate sulla considerazione razione scelta (PARENTI 1985; INNOCENTI 1993; MANNONI 1993; CAGNANA 2000). di molteplici fattori (BIANCHI 1996). – Caratteri arco: definisce il tipo e precisa la presenza o – Scelte formali dei progettisti e dei costruttori. l’assenza della chiave di volta, individuando il tipo di vol- – Ambiente sociale ed economico in cui agivano le com- ta. mittenze. – Caratteri architrave: specifica l’assenza o la presenza di – Caratteristiche tecniche dei materiali disponibili in rap- mensole distinguendone, nel secondo caso, il tipo adottato. porto alle possibilità dei costi e dei trasporti. – Trasformazioni postmedievali: riferimento utilizzato nel caso – Esistenza di scuole tradizionali di scalpellini, muratori e in cui la struttura esaminata presenti modifiche apportate, suc- calcinai, detentrici di precise «regole d’arte» necessarie per cessivamente alla fase medievale di costruzione, nelle struttu- scegliere e lavorare in vari modi possibili quei materiali re o nei materiali (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995). (MANNONI 1976; MANNONI 1993). Tuttavia, tenendo conto di tali fattori, è possibile usare 4. CRONOTIPOLOGIA DELLE TORRI le tecniche murarie come strumenti di datazione, purché tali scelte si basino sul metodo deduttivo della cronotipologia e Questo contributo preliminare ha verificato come una non su decisioni aprioristiche. In questa circostanza i fatto- corretta analisi storico-archeologica degli edifici situati in ri economici, assumono una parte rilevante: nel caso della ambiti ristretti, richieda l’individuazione di chiavi cronolo- lavorazione delle superfici a bugnato è possibile osservare giche locali, cioè di una serie di dati di riferimento validi come nella fase esecutiva dei grossi conci, squadrati e lavo- solo per aree delimitate. Nello specifica situazione nolese è rati a scalpello, si risparmiasse spesso sul costo di spianatu- stato possibile riconoscere una chiave cronologica attraverso ra della superficie esterna (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994- la mensiocronologica dei mattoni (FOSSATI 1984; FOSSATI 1995). 1985) e dei litici, confrontando i dati locali con quelli di Ge- nova (MANNONI, POLEGGI 1974; MANNONI et al. 1991; 3. CRONOTIPOLOGIA DEI PORTALI PITTALUGA, GHISLANZONI 1991; PITTALUGA, QUIRÒS CASTILLO 1997), centro urbano con il quale Noli aveva relazioni com- Per effettuare la cronotipologia dei portali è necessario merciali e rapporti politici (MANNONI, MILANESE 1988). raggruppare i manufatti che abbiano almeno un elemento Nel caso dei portali delle torri invece, il confronto con distintivo in comune e tentare di creare gruppi di manufatti altre aree liguri, non è stato possibile per una effettiva man- assimilabili per caratteri significativi. L’ordine in cui ven- canza di edifici che avessero caratteristiche compatibili nella gono considerati gli elementi distintivi (materiali, tecniche, struttura e nella funzionalità. Il raffronto con il territorio di misure, decorazioni) determina il diverso tipo di classifica- sarà invece possibile con la conclusione di uno stu- zione che si sta operando. Vi sono fattori esterni, economici dio attualmente in via di ultimazione. Nel corso dell’analisi e culturali, che influiscono notevolmente sulla produzione archeologica non è stato applicato interamente il metodo stra- e ne determinano alcune varianti in base alla moda, alla tigrafico poiché, ad una lettura diretta, i paramenti, mantenu- tecnica, alle conoscenze e al tipo di produzione (FERRANDO, tisi inalterati nel corso dei secoli, non presentano sequenze MANNONI, PAGELLA 1989). stratigrafiche (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995). L’utilità di una classificazione cronologica risiede nel- Durante il riconoscimento autoptico è stato osservato che la sua ripetibilità: i risultati non devono dipendere dall’ope- tutti i portali delle torri esaminate, risultano coevi alle rispetti- ratore ma rientrano entro limiti di errore accettabili per un ve murature, con la sola eccezione di quello della Torre determinato metodo di lettura. Nella maggior parte dei casi Pagliano, per il quale è stato necessario sviluppare un tipo di il cronotipo esiste quale gruppo di manufatti aventi caratte- indagine più approfondito. Infatti il portale presenta stipiti e ri distintivi omogenei e con periodo di durata abbastanza mensole diseguali nella lavorazione: mentre a sinistra lo stipi- preciso ai fini degli studi archeologici su un dato territorio: te mostra conci lavorati su due fronti (e quindi realizzati in la cronotipologia è quindi un metodo di datazione su base previsione di essere utilizzati con questa funzionalità), a destra regionale, dipendente inizialmente da altre tecniche di at- si osserva un taglio nella muratura (dovuto forse ad un succes- tribuzione (si parte infatti dall’analisi del più alto numero sivo allargamento dell’apertura). L’osservazione e lo studio possibile di oggetti cronologicamente attribuiti con altri pro- dei singoli elementi ha permesso, attraverso il confronto dei cedimenti) ma di facile uso e di costo notevolmente infe- dati a disposizione, di individuare alcuni tipi di portali la cui riore a quello dei più onerosi metodi scientifici (CASCIONE, forma è riconducibile ad un determinato periodo. La mensio- FAZZI, TOSO 1994-1995). cronologia dei litici e dei mattoni e l’analisi delle malte (RICCI L’elaborazione di una cronotipologia si basa sul rileva- 1998) hanno individuato un arco cronologico di costruzione mento diretto degli aspetti morfologici e tecnici dei manu- compreso tra il principio del XII secolo e la fine del XIV seco- fatti, con successiva operazione comparativa ed elaborazione lo, che coincidono con una fase di consistente sviluppo socio- quantitativa dei dati, attraverso cui si tenta di risalire alla economico (e dunque edilizio) di Noli. Le diverse analisi ese- determinazione di cronotipi. L’analisi cronotipologica ten- guite su un medesimo edificio si sono vicendevolmente con- de a registrare fenomeni circoscritti temporalmente e terri- fermate ad esclusione dei casi in cui si sono verificate discor- torialmente, presentandosi come un metodo particolarmen- danze nelle datazioni dovute a rimaneggiamenti nella muratu- te funzionale per le realtà “minori” e non per lo studio dei ra esterna (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995). manufatti eccezionali. Per comprendere il valore delle in- Nel tentativo di creare gruppi di portali assimilabili per formazioni fornite dalla scheda cronotipologica è necessa- caratteristiche significative, è stato individuato un tipo di por- rio soffermarsi sulla nomenclatura adottata per le singole tale con arco: all’interno di questo sono stati compresi anche voci della scheda stessa. quei manufatti che presentavano alcuni caratteri dissonanti e

549 Fig. 3 – Torre del Comune, scheda tecnica. quelli privi dello stesso arco (non per diversa tipologia ma per stiche particolari. Quelle più antiche (Torre Peluffo, Torre modifiche successive). Questa classificazione si è basata sui Garzoglio) presentano esempi con arco a tutto sesto nel- risultati delle analisi eseguite (FERRANDO CABONA 1998). l’intradosso e concio in chiave, sono privi di architrave e Le indagini eseguite hanno inoltre permesso di attribu- mensole ed hanno aperture dalle dimensioni ridotte ire a periodi storici definiti torri con portali dalle caratteri- (2450×700 mm). La Torre in Piazzetta Marconi, la Torre

550 Fig. 4 – Torre del Peluffo, scheda tecnica. del Comune, la Torre Buccelli e la Torre in via Serravalle timo gruppo di torri (Toso, via Arduini n° 7 via Serravalle n° 23 hanno arco a sesto acuto sia nell’intradosso che nel- n° 5 Pagliano, via Arduini n° 17, via Colombo n° 49) in l’estradosso, architrave e mancanza di concio in chiave. I ordine cronologico, presentano arco a sesto acuto privo di conci risultano in questi casi con dimensioni massime. L’ul- chiave di volta (tranne per la torre in via Serravalle n° 9)

551 Fig. 5 – Torre del Canto e Torre di via Colombo n° 48, scheda tecnica. conci con lavorazione scalare (ad eccezione della torre in giamenti nel corso del tempo e che la mensiocronologia dei via Arduini n° 17 con arco in mattoni non coevo alla mura- litici e le dimensioni dei conci hanno confermato essere di tura), architrave e mensole. Un caso a se stante è rappresen- epoca successiva. I portali con mensole e diversa lavora- tato dalla Torre di Papone che ha subito numerosi rimaneg- zione ad ornato non hanno subito trasformazioni ma nella

552 cui realizzazione è da riconoscere probabilmente il lavoro GIANNINI F. 1993, Un mosaico di materiali, in P. MARCHI (a cura di due diversi ornatori. Elemento comune alla maggior par- di), Pietre di Liguria. Materiali e tecniche dell’architettura te delle torri è la lavorazione dei conci “a cuscino”, senza storica, Genova, pp. 45-82. che per questo sia possibile stabilire una cronologia preci- GUIDDO M. 1994, La cinta muraria e la topografia medievale del borgo di Noli, in C. BOZZO DUFOUR (a cura di), Architettura sa. Alcuni portali presentano conci laterali situati al di sotto romanica. La maturità, Genova. delle mensole, dalle dimensioni più piccole. Nel corso del- INNOCENTI S. 1993, La tecnica, in P. MARCHI (a cura di), Pietre di lo studio dei portali non sono state riscontrate particolari Liguria. Materiali e tecniche dell’architettura storica, Ge- decorazioni ad eccezione di un bassorilievo zoomorfo nel- nova, pp. 270-282. la torre situata all’interno del Caffè Verdi e degli architravi LAMBOGLIA N. 1959, Principio di restauri a Noli, «Rivista Ingauna con dentelli delle torri Toso e Papone (CASCIONE, FAZZI, TOSO e Intemelia», Nuova Serie, Anno XIV, n. 1-4, Gennaio-Di- 1994-1995). cembre 1959, Bordighera, pp. 134-135. LAMBOGLIA N. 1960, I restauri di Noli nel 1960, «Rivista Ingauna e Intemelia», Nuova Serie, Anno XV, n. 1-3, Gennaio-Set- NOTA CONCLUSIVA tembre 1960, Bordighera, pp. 83-85. LAMBOGLIA N. 1961, Tre restauri incompiuti a Noli, «Rivista Ingauna e Intemelia», Nuova Serie, Anno XVI, n. 3-4, Lu- Il presente contributo presenta in forma di sintesi un più glio-Dicembre 1961, Bordighera, pp. 111-112. ampio e complesso lavoro in corso di pubblicazione sulle torri LAMBOGLIA N. 1964, I tormentati restauri di Noli, «Rivista Ingauna presenti nel borgo medievale di Noli, ancora visibili o ricono- e Intemelia», Nuova Serie, Anno XIX, n. 1-4, Gennaio-Di- scibili in parte nella misura in cui è stato possibile documen- cembre 1964, Bordighera, pp. 88-89. tarle. Sono stati perciò esaminati tutti i manufatti significativi LAMBOGLIA N. 1969, I monumenti medievali della Liguria di Po- in condizione di mantenimento che potessero essere identifi- nente, Torino. cati come torri. Per ognuna di esse è stata realizzata una tripli- MANNONI T., POLEGGI E. 1974, Fonti scritte e strutture medievali ce schedatura: una “scheda tecnica muraria”, una “scheda del «Castello» di Genova, «Archeologia Medievale», I, Fi- mattoni” e, nei casi in cui ne è stata accertata la presenza, an- renze, pp. 171-194. che una “scheda portale” affinché fossero acquisiti tutti i dati MANNONI T. 1976, L’analisi delle tecniche murarie medievali in disponibili che consentissero una lettura corretta e mediante Liguria, in Atti del Colloquio Internazionale di Archeologia una integrazione con le fonti documentarie di proporre, se pos- Medievale (Palermo-Erice, 20-22 settembre 1974), Palermo, sibile, una cronologia di ogni singolo manufatto. Per esempli- pp. 291-300. ficare il tipo di lavoro svolto sono state proposte le schedature MANNONI T. 1984, Metodi di datazione dell’edilizia storica, «Ar- adottate, complete in ogni riferimento, dei quattro manufatti cheologia Medievale», XI, Firenze, pp. 396-403. più interessanti: la torre del Comune, la torre del Canto, la MANNONI T., MILANESE M. 1988, Mensiocronologia, in R. FRAN- COVICH, R. PARENTI (a cura di), Archeologia e restauro dei torre di via Colombo n° 48 e la torre Peluffo. I singoli rilievi monumenti, Firenze, pp. 383-402. sono di Eleonora Cascione. MANNONI T., CAGNANA A., FALSINI S., GHISLANZONI P., P ITTALUGA D. 1991, Archeologia ed archeometria dei muri in pietra. Su- perfici e strutture in Liguria, in Le pietre nell’Architettura: BIBLIOGRAFIA strutture e superfici, Bressanone, pp. 151-162. MANNONI T. 1993, Le tradizioni liguri negli impieghi delle pietre, BIANCHI G. 1996, Trasmissione dei saperi tecnici e analisi dei in P. MARCHI (a cura di), Pietre di Liguria. 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