Giovanni Paisiello Il Matrimonio Inaspettato
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Giovanni Paisiello il matrimonio inaspettato Evento speciale “Dicembre all’opera” Il matrimonio inaspettato Teatro Alighieri Stagione d’Opera 2008-2009 – Fuori abbonamento Fondazione Ravenna ManiFestazioni CoMune di Ravenna Regione eMilia RoMagna MinisteRo peR i Beni e le attività CultuRali MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEI FESTIVAL DI MUSICA Presidente Maria Cristina Mazzavillani Muti Direzione Artistica Maria Cristina Mazzavillani Muti Franco Masotti Angelo Nicastro Fondazione Ravenna Manifestazioni Consiglio di Amministrazione Assemblea dei Soci Presidente Fabrizio Matteucci Comune di Ravenna Vicepresidente Vicario Mario Salvagiani Regione Emilia Romagna Vicepresidente Lanfranco Gualtieri Provincia di Ravenna Camera di Commercio di Ravenna Sovrintendente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio De Rosa Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Associazione Industriali di Ravenna Consiglieri Ascom Confcommercio Gianfranco Bessi Confesercenti Ravenna Antonio Carile CNA Ravenna Alberto Cassani Confartigianato Ravenna Valter Fabbri Archidiocesi di Ravenna e Cervia Francesco Giangrandi Fondazione Arturo Toscanini Natalino Gigante Roberto Manzoni Revisori dei Conti Maurizio Marangolo Giovanni Nonni Pietro Minghetti Mario Bacigalupo Antonio Panaino Angelo Lo Rizzo Gian Paolo Pasini Roberto Petri Lorenzo Tarroni Segretario generale Marcello Natali Responsabile amministrativo Roberto Cimatti Fondazione Ravenna Manifestazioni Spazi teatrali Ufficio produzione Responsabile Responsabile Romano Brandolini Emilio Vita Servizi di sala Stefania Catalano Alfonso Cacciari Giuseppe Rosa Marketing e ufficio stampa Segreteria e contrattualistica Responsabile Responsabile Fabio Ricci Lilia Lorenzi Editing e ufficio stampa Amministrazione e contabilità Giovanni Trabalza Cinzia Benedetti Sistemi informativi, archivio fotografico Segreteria Stefano Bondi Maria Giulia Saporetti, Michela Vitali Impaginazione e grafica Antonella La Rosa Servizi tecnici Promozione Responsabile Federica Bozzo Roberto Mazzavillani Segreteria Capo macchinisti Ivan Merlo Enrico Ricchi Coordinamento biglietteria Macchinisti Daniela Calderoni Matteo Gambi, Massimo Lai, Biglietteria e promozione Francesco Orefice, Marco Stabellini Bruna Berardi, Antonella Gambi, Fiorella Morelli, Capo elettricisti Paola Notturni, Mariarosaria Valente Luca Ruiba Elettricisti Christian Cantagalli, Uria Comandini, Marco Rabiti Portineria Giuseppe Benedetti, Marco De Matteis Il matrimonio inaspettato Dramma giocoso in due atti libretto di Pietro Chiari trascrizione Gudrun Winkler; Ut Orpheus Edizioni, Bologna musica di GIOVANNI PAISIELLO (1740-1816) personaggi interpreti Vespina Alessia Nadin La contessa di Sarzana Marie-Claude Chappuis Giorgino Mario Cassi Tulipano Nicola Alaimo direttore RICCARDO MUTI regia Andrea De Rosa scene Sergio Tramonti costumi Alessandro Lai luci Pasquale Mari movimenti coreografici Anna Redi attori Anna Redi amica di Vespina, Paolo Sirotti vecchio fattore, Ivan Merlo tutore della Contessa, Marco Nicastro un ragazzino Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati maestro al cembalo Speranza Scappucci coproduzione Ravenna Festival, Festival di Pentecoste di Salisburgo Il soggetto La scena si finge nel feudo del marchese Tulipano, luogo poco distante da Porto Venere nel Golfo della Spezia. Arricchitosi un contadino detto Tulipano, comprò un marchesato. Scordatosi la sua bassa estrazione, pensò di vie più nobilitar la casa coll’ammogliar il figlio suo Giorgino con una certa contessa Olimpia di Sarzana, vedova giovane, e ricca; per carteggio fu concluso l’affare, e di già preparavasi questa di venire con gran pompa per mare in traccia dello sposo. In tale stato di cose viveva Giorgino perduto amante di Vespina, giovane contadina benestante; appena intesa questa lo stabilito matrimonio, pensò di fingersi prima una dama inviata dalla contessa, e poi la contessa stessa, e sotto tal nome si presentò al vecchio Tulipano quale ingannato dall’apparenza, l’accolse in casa come sposa, e diede gli ordini opportuni per preparare le nozze. Arrivò nel tempo stesso la contessa Olimpia, ma prevenuta della sua rivale, non fu riconosciuta per tale: adiratasi con giusta ragione, impone a due suoi cavalieri serventi di vendicar l’oltraggio sofferto. Ne segue una disfida, dove sarebbero rimasti soccombenti i Tulipani padre e figlio, se dall’accorta Vespina non fossero stati a tempo soccorsi. Scopertosi poi l’inganno, e non v’essendo rimedio mentre i due amanti erano stati dal padre congiunti in matrimonio. Offre il vecchio marchese la sua mano alla contessa. Alle reiterate preghiere di tutti acconsente la contessa di dar la mano di sposa al padre in vece del figlio, per riparazione dell’onore offeso. Ciò dà occasione al doppio matrimonio inaspettato, e serve di sciogli mento al dramma. (dalla prima edizione del libretto del Matrimonio inaspettato , San Pietroburgo 1779) Il libretto Parte prima Scena prima Il fattor con altri Stanza rustica terrena che serve di magazino; Illustrissimo signore, le muraglie sono adorne d’armi e insegne anti - è ubbidito tutto è lesto, che del feudo Tulipano; dalla porta del mezzo e se vuole presto presto aperta e dalle finestre vedesi in lontano vasta tutto via mandar potrà. campagna fruttifera. Tulipano Vari contadini trovansi occupati a pesare, Son contento del lavoro… ungere ed imballare formaggi, presciutti, sala - Cosa fai tu in quel cantone? mi ed altri commestibili, mentre il fattore scrive in un libro i conti. Giorgino ritirato in un can - Giorgino tone accorda la sua chitarra, poi Tulipano. Per mangiar solo un boccone son venuto adesso qua. Coro Su compagni allegramente Tulipano si fatichi, si lavori, T’ho proibito mille volte che le pene ed i sudori che tu qua non devi entrare. il padron compenserà. Giorgino Giorgino Non si stia ad inquietare Nel veder sì buon bocconi e ubbidito lei sarà. mi vien proprio l’acqua in bocca, ora a me non me ne tocca Tulipano che nessun non me ne dà. Parti, vanne, e più non torna! Coro Giorgino Ubbidisco, vado via. Su compagni allegramente si fatichi, si lavori, A due che le pene ed i sudori Che pazienza ch’è la mia il padron compenserà. con mio padre in verità! con mio figlio Tulipano (Al fattore.) Tulipano Sono pronte quelle casse? Bravo fattor: pulito! (Ai contadini.) Come vi dissi Unto è bene quel formaggio? siamo di nozze in casa, Perché deve far gran viaggio si fa sposo mio figlio; e se no si guasterà. preparate le casse ed ogni cosa, 18 che mandar voglio a regalar la sposa. Io vuo’ veder se posso Caricate ben bene una tartana 1 interromper le nozze: e speditela subito a Sarzana. è ver, io rischio assai, (Alli contadini.) ma n’ho le mie ragioni, Non vi scordate voi di metter tutte perché alfin ho da far con due buffoni. l’arme mie 2 sui formaggi e sui prosciutti. (Entra in casa.) Voglio che si distinguan da lontano i doni del marchese Tulipano. Or voi fattore, a questa buona gente Scena terza date da bere, e state allegramente. Giorgino suonando la chitarra; poi Tulipano (Parte.) con staffieri. Coro Giorgino Su beviamo allegramente Credea Nina cara che di nozze siamo in casa, di viver contento, ognun beva a tazza rasa, ma pena, e tormento che il padron piacer avrà. io soffro per te, Non dormo, non mangio Scena seconda il giuro in mia fé; Campagna con varie case. Vespina. presente mi sei bevendo il caffè. Vespina E torno, e ritorno Quando penso che son ricca, ogn’ora qui giù, giovinetta, spiritosa, e sempre scontento parmi pur la strana cosa mi trovo di più. ch’ancor son da maritar. Credea ritrovarti Ma sentir ch’il mio Giorgino qui sopra al balcone, con un’altra si marita, Ma come un babbione me la lego in sulle dita, io resto alla fe’. no così non ha d’andar, Vorrei Nina cara Chi mai detto l’avria, sapere il perché? che Tulipano, ch’un villano è nato E a dirmi ti priego avesse a diventar ricco sfondato, se pensi tu a me, e scordandosi i rozzi suoi natali Che strazi, che pene in alto alzando l’ali, io provo nel sen, vuol dare al figlio suo (oh cosa strana!) vedermi staccato per moglie la contessa di Sarzana. dal caro mio ben. 19 Tulipano che non dovrian da voi scostarsi un passo, Stammi dietro tu bestia, e voi plebaglia dove son ora? col cappel sotto il braccio, ch’al fianco d’un padrone titolato, Giorgino e con quel cappellaccio in sulla testa Io gli ho mandati a spasso. non deve mai marciar gente plebea Tulipano che ha l’onor di portar la mia livrea. Non avete cervello. Un nostro pari Giorgino nel mondo si distingue (Mio padre!… a te Giorgino, più dal servizio suo che dai denari. che qualcosa di peggio ei ti prepara, Solo andar non dovete e dove ora celar questa chitarra?) come andrebbe un plebeo pe’ fatti suoi. Perché… noi… siamo noi, Tulipano e de’ titoli nostri è questo il peso. Che si fa marchesino? Mi favorisce signor figlio? Giorgino Giorgino Così, così, papà. Ho inteso. Tulipano Tulipano Papà! Discorriam d’altro adesso. L’avviso per espresso Giorgino poc’anzi ho ricevuto Sì ben papà! che la contessa Olimpia vostra sposa dovrebbe qui arrivare Tulipano al più tardi domani. Oh ignorantaccio! Giorgino Giorgino A cosa fare? Non siete voi mio padre? Tulipano Tulipano A cosa far baggiano! Sono il marchese padre, hai tu capito? Per dare a voi la mano come voglio che segua alla più corta. Giorgino Oh! Sì signore! Giorgino Di questo poi a me non me n’importa. Tulipano E i vostri servitori, Tulipano signor marchese figlio, Perché non ve n’importa? 20 Giorgino Così degl’avi tuoi Perché ella non mi piace. l’ombre arrossir farai? Ah! non gli dite mai Tulipano che dal suo nobil cenere Come? Se voi non la vedeste ancora? così gran bestia uscì! Giorgino Osserva vigliaccio, Mel vado immaginando. e case, e mulini, poderi e giardini, Tulipano che spettano a te. Immaginar dovreste, Qual è nobiltade ch’una di lei più bella se questa non è? giovine vedovella Sei conte, marchese; non ha tutta Sarzana. gran rango! gran nomi! le carte, i diplomi, Giorgino osserva son qui… Mi piacerebbe più qualche villana. E sollevar non sai a tanta gloria il ciglio; Tulipano ah figlio, figlio… figlio… Che pensar da giumento! non voglio dir di chi.