PROGETTO AMBIENTE “Adottiamo un sentiero”

Istituto comprensivo: Scuola media” Cap.G.Leopardi” 82036 – Solopaca /BN Tel.0824.977871 Anno scolastico 2001/2002/2003

Preside: Luigi Fucci Coordinatrice : Francesca D’Onofrio Docenti: Maria Rosa Gentilcore Giselda Izzo Gabriele Tancredi Maria Corvino Alunni: tutte le classi

Progetti realizzati

OPUSCOLO ILLUSTRATIVO E CD-ROM DAL TITOLO: “PROGETTO AMBIENTE: ADOTTIAMO UN SENTIERO” Comitato di redazione: Docenti: F. D’Onofrio, M. R. Gentilcore Alunni: tutte le classi Consulente esterno: A. Rivellini

VIDEO E DIAPOSITIVE Docenti: F. D’Onofrio e M. R. Gentilcore Alunni: classi 3b e 3a Consulente esterno: R. Mattei

MOSTRA FOTOGRAFICA Docente: G. Izzo, M. Corvino Alunni: classi 2a e 2b

ITINERARI DI TRAKKING Docenti: F. D’Onofrio, M. R. Gentilcore, G. Tancredi, G. Izzo, M Corvino. Alunni: tutte le classi

ORTO BOTANICO:

1 Docenti: F. D’Onofrio, G. Izzo Consulente esterno: I. Tedesco Alunni: tutte le classi

2 “A tutti i ragazzi della Scuola Media che hanno partecipato al Progetto Ambiente”

3 PRESENTAZIONE

La conoscenza del proprio territorio e dell’ambiente circostante è il presupposto fondamentale per stimolare nei giovani la maturazione di una propria sensibilità interpretativa sui temi della tutela, della salvaguardia e della valorizzazione del paesaggio e delle risorse. Costituisce inoltre elemento essenziale per favorire il senso di appartenenza alla propria comunità. Ciò significa imparare ad individuarne gli elementi archeologici, storici e naturali essenziali, riconoscerne la flora e la fauna , riscoprirne gli aspetti umani ed antropologici ed apprezzarne sempre di più il valore insostituibile. Da questa esigenza nasce il progetto ambiente dal titolo “adottiamo un sentiero” che la Scuola Media di Solopaca ha proposto a partire dall’anno scolastico 2001-2002. Il progetto propone un percorso didattico che, coinvolgendo attivamente insegnanti e studenti, indirizza alla conoscenza dei caratteri e della qualità che identificano il paesaggio e l’ambiente circostante attraverso una “ricerca sul campo” che presuppone contatti ed esperienze dirette. Ciò significa osservare il paesaggio, imparare a distinguere gli elementi che caratterizzano i singoli luoghi, a conoscerne la varietà, il colore, la bellezza ad individuare la flora e la fauna essenziale a saper leggere le testimonianze del passato prendendo coscienza di come il tutto converga a costituire l’identità della comunità solopachese, frutto di condivisione di cultura, tradizioni, usi e costumi. Al fine di agevolare e rendere più incisivo il lavoro intrapreso il Progetto, prevede la costruzione di alcuni “Itinerari” e di un “Orto botanico”. La prima parte sarà realizzata attraverso percorsi di trekking realizzati direttamente da noi al fine di imparare a conoscere da vicino una parte del nostro territorio nei suoi aspetti essenziali: flora, fauna e caratteri geomorfologici, a individuare le tracce archeologiche e storiche presenti, a misurare e rilevare i dati del percorso, a sistemare la segnaletica necessaria secondo gli standards CAI, a riconoscere ed individuare piante ed erbe medicinali ed aromatiche, a camminare e comportarci correttamente lungo i sentieri. Impareremo anche ad utilizzare correttamente il materiale a disposizione e l’equipaggiamento personale, individuando e fornendo regole ed istruzioni. La seconda fase del progetto riguarda la realizzazione di un piccolo orto botanico: mettere a dimora alcune piante medicinali e aromatiche accuratamente scelte e catalogate, con l’aiuto di un esperto esterno. Tutto il materiale raccolto e prodotto sarà utilizzato per creare una banca dati informativa, per realizzare un video, o un cd-rom e comunque sintetizzato nel presente lavoro, dedicato a tutti i ragazzi della scuola media che hanno partecipato al progetto con il fine di farne tesoro da trasmettere anche alle nuove generazioni.

Il comitato di redazione 4

SOLOPACA Comune in provincia di Abitanti: 4500 Altitudine: 170/250 m.l.m.

La città di Solopaca, situata sulla sponda sinistra del fiume Calore, si snoda lungo la costa del massiccio Taburno-Camposauro per circa 3 km. Come attestano le testimonianze storico- archeologiche presenti sul territorio, ha un’origine molto antica. A partire dall’epoca preistorica, poi sannita, romana e longobarda, si ritrovano infatti numerosi reperti: tombe, ruderi di ville e fortificazioni ancora oggi visibili. Di origine normanna è l’attuale centro storico, con i resti del Castello di San Martino e di altri nuclei abitativi come quello di Capriglia, posti nelle varie zone del paese. Successivamente questi nuclei si svilupparono fino ad unirsi fra di loro nella forma allungata che comprende attualmente il Corso Stefano Cusani, Via Roma, Corso Umberto I e Via Capitano Leopardi. Dal 1574 al 1764 fu governata dai Ceva-Grimaldi, una delle famiglie feudali più importanti dell’epoca. Ad essi risale il Palazzo Ducale: monumento storico di rara bellezza che ancora oggi conserva intatto il fascino e la potenza del suo tempo. Del patrimonio settecentesco fanno parte inoltre la Chiesa del SS.Corpo di Cristo con il famoso campanile di stile vanvitelliano, la Chiesa di San Martino e la Chiesa di San Mauro. E poi ancora, nell’abitato, i numerosi Palazzi signorili con giardini, cantine e vecchi frantoi, attestano la presenza di nobili casate e ricchi proprietari terrieri di antiche origini. Non lontano dal centro abitato, sulle sponde del fiume Calore, si vedono i resti del Ponte Maria Cristina, raro esemplare di ponte pensile, fatto edificare da Ferdinando II di Borbone nel 1832 Andando verso il monte, a mezza costa, il Santuario della Madonna del Roseto, l’Abbazia Benedettina risalente al XII secolo.

5 SOLOPACA: Cultura, Tradizione e Folklore.

Il Comune ha dato i natali ad illustri personaggi di fama locale, regionale e nazionale, che hanno dato impulso alle arti, alla cultura, alla scienza, ecc. Ne ricordiamo alcuni: Decio Frascadore (1691-1772) e Lucantonio D’Onofrio (1708-1772), pittori solopachesi, autori di affreschi ed altre opere importanti conservati nelle chiese locali ed altri luoghi della provincia; Stefano Cusani (1815-1846), filosofo e letterato eccellente, di fama nazionale. Con i suoi scritti di filosofia, di storia, di economia e di diritto, contribuì all’affermazione dei valori patriottici e liberali a favore dell’Unità d’Italia. Nicola Abbamondi (18261888), medico e scienziato, fece conoscere ed apprezzare le qualità salutari delle acque solfuree di Telese e Solopaca; Sebastiano Di Massa (1900-1976) scrittore e poeta, autore di numerose poesie e canti popolari locali.

Dal 1 al 15 Settembre di ogni anno, Solopaca vive un momento culturale e sociale di notevole interesse e spessore. Si svolge infatti la tradizionale manifestazione della Festa dell’Uva, con la sfilata di carri allegorici e del Corteo Storico la II domenica di settembre. Essa costituisce un momento promozionale importante per la valorizzazione e commercializzazione del vino di Solopaca, principale prodotto dell’economia del paese. Non mancano altre occasioni e momenti culturali e ricreativi di rilievo legati a ricorrenze religiose e civili durante l’intero anno, come pure iniziative tendenti a valorizzare e far conoscere altri prodotti tipici locali quali l’olio, le ciliegie, ecc.

6 Fin dall’antichità, la popolazione di Solopaca ha saputo trarre beneficio dalle sue risorse naturali ed il connubio borgo-montagna ha favorito il formarsi di una identità culturale documentata e trasmessa da tradizioni, usi e costumi, storie e leggende. Come non ricordare in proposito le tracce di civiltà rurale: i gruppi di donne che salivano all’alba lungo i sentieri della montagna per procurare cibo, frutta e legna, e poi ridiscendere nell’abitato per continuare altre attività e mestieri. Oppure storie e leggende legate al fenomeno del brigantaggio e ad altri episodi storico-sociali. Il tutto permeato da quel senso spirituale e religioso

attestato dalla presenza di numerose Chiese e parrocchie, ma soprattutto dall’Abbazia Benedettina della Madonna del Roseto che, più di tutte, sembra perpetrare il vincolo spirituale del presente con il passato e con il futuro di tutte le genti della valle su cui si erge maestosa e protettrice.

7 … La riscoperta e la valorizzazione di tutto questo patrimonio, vuole essere l’impegno prioritario del nostro lavoro al fine di meglio salvaguardarlo e tutelarlo perché anche le generazioni future possano conoscerlo ed apprezzarlo..

8 SOLOPACA ED IL PARCO DEL TABURNO-CAMPOSAURO

L’area del Taburno-Camposauro occupa una superficie di circa 400 Kmq da cui emergono il Monte Taburno (1394 m) ed il Monte di Camposauro (1390 m). i due complessi costituiscono un massiccio calcareo isolato dall’Appennino Campano. I versanti sud ed ovest si ergono con pendii ripidi sulla Valle Caudina mentre il versante orientale degrada con una serie di colline nella Valle Telsina e fino alla Conca Beneventana attraversata dal fiume Calore. La Regione , da tempo impegnata nella difesa del proprio patrimonio ambientale, ha istituito nel 1993 le “Aree naturali protette della Campania” di cui fa parte anche il Parco del Taburno-Camposauro. Solopaca, insiema ad altri Comuni della Provincia di BN(circa 16), ricade quasi interamente nell’area del Taburno-Camposauro e quindi nel Parco di cui ne esprime le tipiche caratteristiche ambientali, culturali ed economiche. Il suo territorio si presenta fertile e rigoglioso: a valle con le grandi estensioni di vigneti ed uliveti, ubicati in una fertile zona di pianura favorita da numerose strade che la collegano ad importanti arterie viarie come la superstrada Caianello-Benevento o la statale per Caserta-Sud; a monte con i suoi boschi ricchi di flora, fauna e risorse idriche Tale fascia è caratterizzata da una vegetazione boschiva mista: Castagni, Aceri, Faggi, Abeti, Carpeni, Cerri, ecc, intervallati da ampie valli, rupi, conche boschi, doline e grotte. Le numerose conche carsiche e le profonde falde acquifere rendono la zona ricca di acqua. Nel sottobosco è possibile ammirare le stupende fioriture di Viole e Orchidee, Selci e fiori di Fragole, Ginestre e Rose canine. Numerose le erbe aromatiche ed officinali come la Salvia, L’Erba di San Giovanni, la Polmonaria, ecc, come pure copiosa e variegata la presenza di Funghi che crescono in tutto il periodo dell’anno. Anche la Fauna si presenta comune a quella dell’intero comprensorio: allevamento ovino e bovino e presenza di fauna selvatica come la Volpe, il 9 Cinghiale, il Riccio, la Lepre, la Faina, il Tasso e varie specie di Rettili. Numerose anche le specie di Uccelli tra cui il Pettirosso, il Picchio, il Colombaccio, ecc. Solopaca, insieme agli altri comuni del Parco, fa parte della Comunità Montana del Taburno con sede a

10 AAAdddooottttttiiiaaammmooo uuunnn ssseeennntttiiieeerrrooo ITINERIO 1A / 1B (sentiero dei monaci)

ITINERARIO 1A (percorso giallo) Partenza > Solopaca (Scuola Media Statale G. Cap. Leopardi) Arrivo > Santuario Maria SS. Del Roseto Tempo di percorrenza > 2 ore Distanza > 3 Km

ITINERARIO 1B (percorso rosso) Partenza > Santuario Maria SS. Del Roseto Arrivo > Solopaca (Scuola Media Statale G. Cap. Leopardi) 11 Tempo di percorrenza > 2 ore Distanza > 3 Km

12 Percorso urbano >>Solopaca tra storia e tradizione

SCUOLA MEDIA Il nostro itinerario ha inizio dalla Scuola Media di Solopaca in Via Pozzocampo. Il nome è Cap.G.Leopardi, in onore dell’omonimo capitano morto in Macedonia per prestare servizio alla patria, durante la prima guerra mondiale, dando prova di grande coraggio e tenacia.

PALAZZO DUCALE Fu costruito per volere della famiglia dei Ceva- Grimaldi. Il duca Antonio Maria, nel 1680 fece costruire l’enorme edificio in contrada “lo Murillo”, a monte della Valle Telesina. Dopo la morte dell’ultimo erede della famiglia Ceva-Grimaldi, il palazzo passò al Regio Fisco e successivamente venduto a privati. Solo nel 1986 fu acquistato dall’Amministrazione Comunale di Solopaca come monumento storico da salvaguardare. Il Palazzo è ricco di testimonianze che ne ricordano le molteplici funzioni: dapprima come sede residenziale ed amministrativa, poi utilizzato come carcere, ed infine come scuola, ecc. Attualmente è in fase di ristrutturazione e speriamo presto possa diventare il simbolo per eccellenza dei monumenti storici della nostra cittadina.

CHIESA DI SAN MAURO MARTIRE La Chiesa è posta a monte dell’omonima piazza. Fu costruita nello stesso periodo del Palazzo ducale dal Duca Antonio Maria Ceva-Grimaldi. I documenti dell’epoca recitano. “il Duca Antonio Maria con la moglie Fortunata Dentice, insieme a tutto il popolo solopachese, in processione solenne, posero la “prima pietra nell’anno 1682”. 13 La Chiesa conserva all’interno numerosi affreschi degli artisti locali dell’epoca: Decio Frascadore e Lucantonio D’Onofrio, oltre a numerose statue lignee ed altri arredi. Famosa è la campana del Campanile della Chiesa realizzata da artigiani altamente qualificati. Su di essa splende il rilievo della Madonna del Roseto.

14 VIA TENENTE TANCREDI sempre nella zona del rione Capriglia, Via Tenente Tancredi è sicuramente una delle strade più antiche di Solopaca. Conserva ancora intatte numerose testimonianze come: portali in pietra decorati con preziosi stemmi di famiglia su tipici palazzi signorili, oratori, cortili interni, cantine, ecc..

ORATORIO GIARDINO La Chiesetta, situata in Via Tenente Tancredi, fu costruita dai coniugi Angelo Giardino e Maria Tazza con le offerte dei fedeli. Angelo Giardino è stato un solopachese di profonda religiosità. Amato per la sua bontà d’animo e semplicità da tutti i solopachese e dai tanti fedeli che accorrono a visitare la sua tomba nel Cimitero di Solopaca e questa casa di preghiera che conserva le statue del Sacro Cuore di Maria e del Sacro Cuore di Gesù, quest’ultima di cartapesta.

PALAZZO ABBAMONDI Edificato nel ‘700 dalla famiglia Abbamondi di cui conserva sul portale in pietra un imponente stemma di famiglia. Per antica tradizione, durante la discesa della SS.Maria del Roseto, il primo lunedì di giugno, la statua della Vergine viene portata all’interno dell’abitazione per il cosiddetto “cambio del mantello”.

15 Casa natale di SEBASTIANO DI MASSA La lapide marmorea posta sul muro della casa natale del poeta e scrittore solopachese recita: ”In questa casa nacque l’8 marzo 1900/Sebastiano di Massa/appassionato studioso della poesia e della canzone napoletana”./La moglie pose/Solopaca 31/10/1979.

ANTO SCURO Antico borgo di origine medievale. Conserva la sua struttura originaria di piccolo agglomerato urbano con spazi chiusi ed aperti, locali per abitazioni, cortili con vasche e pozzi e ambienti per custodire animali ed altre necessità.

PALAZZO CUSANI Tipico palazzo settecentesco con cortile aperto verso il giardino, ma completamente ristrutturato e modificato a seguito dei lavori post-terremoto. Sulla facciata di ingresso è posta una lapide in memoria del filosofo Stefano Cusani: “In questa casa nacque STEFANO CUSANI (Solopaca 1815 - Napoli 1846) / Qui trascorse gli anni della sua fanciullezza / Qui approfondì in cinque anni di “volontaria prigionia” gli studi filosofici e letterari / Qui forgiò il suo animo di patriota che lo volle iscritto ancora imberbe alla “Giovane Italia” / La Pro Loco di Solopaca volle ricordare / Solopaca IV-I-MCMXCVII”.

16 Inizio “sentiero dei Monaci” 1A >> zona pedemontana (205 m. – 212m.)

Da questo punto inizia la misurazione del sentiero che segue in parte un antico “tratturo” di collegamento Solopaca-Abbazia del Roseto.

Lungo il percorso si possono osservare sistemi di coltivazione antichi e moderni soprattutto per la coltura dell’olivo, tipica pianta del nostro territorio. Ne sono testimonianza le innumerevoli piante di ulivo secolari presenti un po’ ovunque in questa zona.

Non mancano piantagioni di ciliegi; ne è un esempio questa immagine in cui vediamo nello sfondo il Monte delle Rose.

17 Ecco un olivo secolare, simbolo di una delle principali coltivazioni del nostro paese insieme alla vite.

18 “sentiero dei Monaci” 1A >>inizio salita al Postiglione (212 m. – 332m.)

Lasciandoci alle spalle ogni traccia di civiltà moderna, ci inoltriamo nel sottobosco per affrontare la salita al Monte delle Rose

Questa foto ritrae un resto di “Calecara” e cioè un luogo dove venivano prodotti i mattoni per la costruzione dei palazzi del centro urbano.

Lungo il percorso sono presenti enormi masse rocciose dai diversi nomi. Questo è chiamato Ciesco....

Procediamo lungo la salita del 19 sentiero che si presenta a tratti molto stretto e quindi bisogna camminare in fila indiana.

La ricca vegetazione fa registrare la presenza di un enorme varietà di piante erbacee e ad alto fusto, tra cui la ginestra, Il pungitopo, la bardana, ed il popolarissimo Asparago selvatico molto usato nella nostra cucina tradizionale.

Non manca l’occasione per svelare qualche curiosità sulla flora presente lungo il percorso.

Dopo un tratto di sentiero in salita siamo giunti finalmente in prossimità della località chiamata “Postiglione”; essa costituisce la tappa intermedia prima di affrontare l’ultima salita al Monte delle Rose.

La fatica è sicuramente attenuata dalla vista del piacevole panorama che si può ammirare da questo punto.

20 “sentiero dei Monaci” 1A >>salita al monte delle rose (332 m. – 608m.)

Lasciandoci alle spalle lo splendido panorama che si vede dalla località Postiglione, iniziamo l’ultima salita del Monte delle rose.

Questo monte è così chiamato per la copiosa presenza di cespugli di rosa canina; non mancano, tuttavia, piantine di ciclamino selvatico e funghi commestibili.

Una breve pausa a metà salita ci consente di riprendere fiato e di fare il punto della situazione: verificare le misurazioni, raccogliere dati ecc.

21 Riprendiamo il trekking, sempre camminando con attenzione per evitare cadute o altri pericoli.

22 A questo punto lasciamo per un attimo il sentiero e procediamo lungo la strada asfaltata prima di inoltrarci nel tratto successivo.

Dopo un breve tratto di strada asfaltata, ci inoltriamo in una bellissima pineta, ultima parte del percorso prima di arrivare al Santuario del Roseto. Il sentiero è costeggiato da pini e cipressi; da questo punto è possibile ammirare splendidi panorami della valle telesina e della valle Caudina. Ci stiamo avvicinando all’Abbazia della Madonna del Roseto, punto più alto del nostro attuale percorso (alt.m.608).

Santuario della Madonna del Roseto Alle spalle di Solopaca, tra i verdi monti del massiccio del Taburno, si innalza maestoso il Santuario della Vergine del Roseto. L’attuale Chiesa sorge sui resti di una antica Abbazia Benedettina sorta intorno all’anno 1000 per custodire, secondo la leggenda, una immagine della Madonna col Bambino rinvenuta in un cespuglio di rose selvatiche. La preziosa statua lignea di stile romanico è infatti custodita all’interno della Chiesa. I numerosi ritocchi non hanno impedito di conservare intatto il suo fascino di “vigile sentinella” sull’intera Valle Telesina. Per antica tradizione, ogni anno,il primo lunedì di giugno, la statua viene portata in solenne processione in Solopaca ove rimane fino al primo lunedì di settembre quando viene riportata all’Abbazia da tutti i fedeli,mentre la prima domenica di agosto è dedicata ai festeggiamenti in onore della Vergine.

23 “sentiero dei Monaci” 1B >> discesa al paese (608 m. – 205m.)

Ci siamo fermati presso l’abbazia per una sosta prima di iniziare il ritorno.

Tutti i ragazzi che hanno partecipato al trekking hanno potuto sperimentare che la discesa non è poi così facile, sia per il terreno scosceso che per la presenza di materiale scivoloso e difficoltà di movimento.

Stiamo per scendere sulla strada asfaltata prima di girare a sinistra lungo il sentiero che ci conduce al luogo chiamato Rotta Ruotolo.

Rotta Ruotolo

La grotta Ruotolo non è segnata sulla carta, anche se risulta censita da speleologi. E’ un inghiottitoio classico. Il passaggio dell’acqua piovana può avvenire normalmente. L’inghiottitoio è ramificato con altri che raccolgono e confluiscono l’acqua nel fiume Calore. Infatti, la portata del fiume nel tratto Ponte- Telese è maggiore che negli altri tratti. Al lato della diapositiva si vede in parte l’immagine di Luigi Tagliaferri, guida CAI, (Club, Alpino, Italiano) che ci ha guidato per l’intero percorso, fornendoci notizie ed indicazioni utili per il nostro lavoro. A Luigi un grazie affettuoso.

24 AAAdddooottttttiiiaaammmooo uuunnn ssseeennntttiiieeerrrooo ITINERIO 2A / 2B (Sulle tracce dell’Arcangelo)

ITINERARIO 2A (percorso giallo) Partenza > Solopaca (P.zza Vittoria) Arrivo > Pozzo l’Aria Tempo di percorrenza > 5 ore Distanza > 7 Km

ITINERARIO 2B (percorso rosso) Partenza > Pozzo l’Aria Arrivo > Santa Maria della Grotta (ritorno: Pozzo l’Aria – Solopaca) Tempo di percorrenza > 3 ore Distanza > 3 Km

25 Percorso urbano >>Solopaca tra storia e tradizione

PIAZZA VITTORIA

La piazza delimita l’antico complesso religioso del centro urbano di Solopaca, costituito dalla Chiesa del SS.Corpo di Cristo con annessi: la Sacrestia, il Campanile “Vanvitelliano” e la Chiesa di Maria SS.Addolorata. Anticamente la piazza era molto più piccola, tanto è che nel 1910 furono demoliti la Cappella laterale destra della Chiesa e , intorno agli anni ’60, il vecchio cinema “Minerva” . La piazza è inoltre testimone di un’antica fonderia di campane dove venivano realizzate non soltanto le campane delle chiese di Solopaca ma anche di altri comuni. Oggi vi è la statua del Santo Padre Pio.

La piazza è delimitata dall’antica stradina in pietra di via Iannone dove sorge la casa

che un tempo fu di Antonio Di Santo, il leggendario brigante, capo degli Armigeri di scorta al duca Bartolomeo II Ceva – Grimaldi.

CHIESA DEL SS. CORPO DI CRISTO

La Chiesa del SS. Corpo di Cristo fu costruita dall’antica famiglia feudale dei Ceva – Grimaldi nel 1616 e completata nel 1660. La facciata, di stile vanvitelliano, simile a quella del Palazzo Ducale, è decorata con bassorilievi geometricamente definiti da rosoni floreali che segnano uno schema a fasce orizzontali. La Chiesa fu progettata ad impianto cinquecentesco ad unica navata. Nell’interno si conservano numerosi affreschi realizzati da pittori locali come Lucantonio 26 D’Onofrio e Decio Frascadore, l’altare settecentesco e le cappelle con preziose statue lignee. Le cappelle oggi esistenti sono quattro e tutte posizionate sul lato sinistro della navata. Una delle più importanti è la Cappella del Sacro Monte dei Morti o di San Pietro.

Nella Chiesa fu sepolto l’ultimo duca di Solopaca, Marcello Ceva-Grimaldi insieme a sua moglie la Contessa di Hornes che donò la reliquia della Croce ancora oggi

custodita nel reliquario dell’altare del braccio sinistro del transetto. Il campanile, posizionato sul lato sinistro della chiesa, si eleva per circa 34,35 metri. E’ comunemente attribuito al Vanvitelli dalla tradizione orale, la sua costruzione risale ai primi del ‘600 ma fu terminato solo nel 1794. Si sviluppa su quattro ordini sovrapposti ed è sormontato da una cupola, ricoperta da mattonelle di ceramica di colore giallo e verde in modo da formare un disegno a margherita. All’interno c’è il “campanone” con incisa l’immagine della Madonna del Roseto ed altre campane più piccole. Sul lato frontale il campanile presenta l’antico orologio della torre e la lapide commemorativa in memoria dei caduti solopachesi durante le due guerre mondiali; lateralmente sono evidenti lo stemma di Solopaca ed altri elementi ornamentali.

CONGREGA DEI SETTE DOLORI

Nel centro del paese, fra i due casali più importanti – Procusi e Capriglia- affiancata esternamente alle mura del 27 castello, sorse in età medievale la Chiesa Parrocchiale di san Martino, oggi dedicata a Maria SS. Addolorata. Dai carteggi dell’archivio del SS:Corpo di Cristo risulta essere Chiesa Arcipretale ancora col titolo di San Martino fino al 1706 e cioè fino quando non fu costruita l’attuale Chiesa di San Martino nel rione Procusi. Da allora, avendo ospitato la Confraternita religiosa che aveva come principale culto quello dell’Addolorata, la

Chiesa è stata comunemente chiamata “Congrega dell’Addolorata”. Infatti essa custodisce l’antica statua della Vergine con le mani ed il volto in legno. Il culto per la Madonna ha ispirato numerosi riti religiosi, poi trasformatosi nel tempo, come la “Festa dell’Uva”, sorta originariamente come tributo alla Madonna per il buon raccolto dell’uva. L’antico impianto medioevale ha subito nel tempo alcune trasformazioni. Nel 1700 si aggiunse la facciata ed il bel portale in pietra.

PIAZZA CASTEL SAN MARTINO

Quando i Ceva Grimaldi acquistarono il feudo di Telese e Solopaca, quest’ultimo era diviso in tre nuclei abitativi: Capriglia, Castello e Procusi. Il castello – di forma quadrangolare – era presidiato da quattro torri cilindriche ancora oggi individuabili nel tessuto urbano. La rete viaria interna si componeva di un asse Est-Ovest, aperto a ponente sull’ingresso principale del castello e di tre assi secondari Nord-sud, oggi denominati 1°, 2° e 3° Piazzetta, che portavano presso il centro del castello nella grande piazza rettangolare. Probabilmente il castello oltre alle torri e 28 alle mura di cinta, aveva anche il “fossato”, poi colmato, di cui rimane ricordo nella dizione popolare “coppa ‘o fuosso”. La base di una delle torri, individuata solo da pochi anni, è antistante piazza Castello e Via Abbamondi, che costituiscono una delle più antiche zone del paese.

PIAZZA MUNICIPIO

La piazza costituisce lo spazio antistante il Palazzo del Comune di Solopaca e sorge sull’asse viario di Corso Cusani che, alla fine del 1800, ha congiunto in un’unica soluzione i principali centri urbani della città. La piazza, di recente ammodernamento e sistemazione, presenta al centro lo stemma di Solopaca: il sole nascosto tra tre montagne e, alla base, il corso del fiume Calore. In qualche modo lo stemma spiega il

significato del nome del nostro paese: Solopaca, secondo gli storici deriva da “opaca solis” e cioè sole opaco, a causa delle montagne che non ne favoriscono una lunga esposizione.

VIA BRINCHI Questo tratto congiunge Corso Cusani a via Procusi che si snoda da Piazza Castel San Martino a Largo Onofri

PALAZZO CUTILLO

L’edificio è posto nel cuore del rione di S. Martino, nella piazza antistante la chiesa dedicata al santo. I lavori di costruzione furono iniziati nel 1826 da Bernardo Cutillo. 29 Nel 1900, la moglie Amalia Marcarelli, provvide all’istituzione di un opera di beneficenza ( asilo Infantile ) dedicata alla famiglia Cutillo. In seguito fu tramutato in Ente Morale per accogliere i bambini poveri e successivamente in “Colonia “ per accogliere i bambini durante il periodo estivo. Negli anni del fascismo il giardino veniva utilizzato per la preparazione dei “Balilla “ e delle “ Piccole Italiane “ per le sfilate di rito. Per effetto della legge del 1984 sulla soppressione di alcuni enti, il comune di Solopaca divenne proprietario sia del palazzo che del giardino. Il palazzo recentemente ristrutturato, sarà sede di un Museo enologico mentre il giardino costituisce la villa comunale del paese, aperto anche sul Corso Stefano Cusani.

CHIESA SAN MARTINO

Alla fine del XVI sec.le autorità del paese, con l’aumento della popolazione e con l’accresciuta esigenza dei fedeli proposero di costruire una nuova chiesa che sorse fuori dall’antico castello murato e fu chiamata chiesa di San Martino. Molto interessante si presenta la scalinata antistante la chiesa, costruita verso la fine del 1700 per superare il dislivello fra la strada e la base della chiesa che si apre lungo la salita di Via San Martino. La chiesa si presenta ad unica navata. All’interno sono conservate numerose statue in legno tra cui quella di San Martino protettore di Solopaca e l’antica Fonte Battesimale in pietra a foggia ottagonale.

Un tratto di Via Procusi 30 VIA VEGLIANTI Un’ antica e bellissima storia dà il nome a “Via Veglianti”. Sembra infatti che questa strada prenda il nome dalla famiglia che in tempi remoti esercitava una funzione di vigilanza per difendere

Solopaca da eventuali attacchi provenenti da altre zone. In Via Veglianti si ci ritrova in mezzo a costruzioni, vicoli e porticati molto antichi. Alcune abitazioni conservano locali adiacenti a pozzi, cantine, antichi frantoi, granai ed altro che attestano la presenza di antiche famiglie benestanti dedite all’agricoltura ed alla produzione di olio, vino ed altri prodotti della terra.

Tratto di collegamento tra Via Veglianti e Pedemontana

31 PERCORSO NATURALISTICO

“sentiero 2A “>> verso Pozzo L’aria.

Siamo nelle vicinanze del grande serbatoio dell’acqua che attesta la presenza delle copiose falde acquifere presenti nel nostro territorio. I serbatoi alimentano molti paesi della provincia di Benevento.

Dopo questo punto ha inizio il sentiero naturalistico individuato per il trekking lungo la montagna di Camposauro, Il percorso si snoda in forte salita, attraversando profondi strapiombi e pendii ricoperti di rocce, arbusti, alberi ad alto fusto e ricca vegetazione. La guida C.A.I. Luigi Tagliaferri precede e guida il gruppo lungo la salita.

Nel sottobosco troviamo cespugli, piante e fiori di ogni genere tra cui numerose specie di piante officinali, note per le 32 loro proprietà benefiche e curative e per questo usate anche in fitoterapia.

Un vecchio casolare in pietra la “Masseria Tammari” testimonia un’antica presenza contadina dedita all’agricoltura.

Il sentiero si restringe e si inerpica lungo la montagna. Giunti al bivio si imbocca il sentiero a sinistra che conduce a “Cerzito”. Cerzito è una zona ampia del versante solopachese del massiccio Camposauro; il nome deriva dalla presenza di numerosi alberi di quercia (cerza).

Nelle zone brulle e pietrose è frequente la ginestra pianta che, oltre a profumare e colorare le pendici, è capace di fornire fibre tessili mediante un trattamento di macerazione analogo a quello che subisce la canapa.

33 Numerose rocce e massi calcarei caratterizzano il paesaggio. Spesso assumono forme particolari ed originali come la roccia in figura che prende il nome di “Ciesco ‘e Cuorvo” per la sua somiglianza ad un corvo.

Salendo per il sentiero è possibile ammirare sulla sinistra il panorama di Solopaca; siamo ad un’altezza di circa 500 mt.

La grotta di “Cerzito” è una larga cavità nella roccia che in antichità veniva spesso usata da pastori e briganti come rifugio o riparo per la notte.

34 Anche in tempi recenti durante i bombardamenti della II guerra mondiale è stata utilizzata come rifugio dagli abitanti di Solopaca provenienti dalla zona Procusi.

Lungo il sentiero è possibile scorgere dei segnali che indicano la strada da seguire. Questi segnali sono costituiti da due strisce di colore bianco e rosso che vengono disegnate sui tronchi degli alberi o sulle pietre al margine del sentiero.

La rosa canina è un fiore molto comune delle nostre montagne. I monaci Benedettini ne facevano largo uso per essenze e sciroppi.

Giunti alla fine del sentiero in salita che conduce a Cerzito, la strada si ricongiunge con il “sentiero dei Monaci” proveniente dall’Abbazia della Madonna del Roseto. Questa zona, che si trova a circa 650 mt. di quota, presenta tratti, a volte pianeggianti, ricchi di piccoli avvallamenti che favoriscono il deposito di acqua piovana; questi avvallamenti sono chiamati “Stazzi” e consentono l’abbeveramento della fauna presente in tutta la zona; sulla destra è possibile ammirare e costeggiare il “Vallone Matierno” che dalle pendici del massiccio del Pizzo Alto di Camposauro scende fino al fiume Calore. Tutta la zona è ricca di piante e fiori tra cui:

L’Atropa Belladonna è una pianta alquanto rara nella nostra zona; come si evince dal nome si presenta con colori vivaci e bella nell’aspetto ma purtroppo è pianta velenosissima.

35 Il Biancospino è un arbusto dal tronco ben ramificato con fiori bianchi e profumati raccolti in corimbi rigogliosi.

Valeriana, chiamata anche “erba da gatto”, presenta una infiorescenza terminale ad ombrello. Diffusa lungo le scarpate, prati umidi e pendii soleggiati. La valeriana è utilizzata in cucina ed è anche una pianta curativa come calmante.

In località Pozzo l’aria termina la prima parte del sentiero dell’Arcangelo; questa zona è attraversata dalla strada asfaltata che da Solopaca conduce verso . La località è inserita nell’ampia valle tra il monte “Pizzuto”, “Sazzarana”, e “Puzzill o”. A nord si intravedono le pareti del monte

“Drago” su cui sorge l’Abbazia della Madonna della grotta. Lasciando la strada asfaltata, ci si reimmette nell’antico sentiero che tra salite e avvallamenti conduce all’antica abbazia della “Madonna della Grotta”. Si prosegue lungo il “Vallone Secco” fino all’attraversamento per il monte Drago. Si fa il punto della situazione; il preside Luigi Fucci, guida CAI, dà delle informazioni sui luoghi ed indicazioni tecniche per proseguire.

Il Massiccio del Camposauro è molto ricco di cavità naturali; una delle più conosciute della zona è senza dubbio la 36 “Grotta dell’Arcangelo”; situata in una zona molto impervia e pericolosa è stata probabilmente la dimora di un eremita in tempi molto remoti. L’interno presenta pareti levigate con fessure che hanno favorito la formazione di stalattiti e stalagmiti, effetto della penetrazione e gocciolamento dell’acqua. Nella parte sinistra della cavità, l’erosione ha provocato la formazione di una roccia a forma di sedile. Si scorge su una delle pareti della grotta l’immagine dell’Arcangelo Michele dipinta su un preesistente graffito, testimonianza del nome che da sempre ha identificato la grotta.

“sentiero 2B”>>Santa Maria della Grotta.

37 SANTA MARIA DELLA GROTTA I ruderi testimoniano la presenza dell’imponente complesso che costituiva l’antico Monastero di Santa Maria della Grotta. Il monastero è appoggiato a nord-est su una ripida parete rocciosa, chiamata “Funno” e domina il corridoio che dalla valle Telesina conduce verso Benevento. Esso comprendeva un vasto territorio che si estendeva fino ad abbracciare beni e possedimenti appartenenti al feudo di Telese e quindi di Solopaca, per poi essere inglobato nei tenimenti di e Vitulano. Il nome del monastero si riferisce sicuramente alla presenza di alcune grotte sotterranee su cui fu costruito. L’edificio è oggi allo stato di rudere e quasi per miracolo rimane in piedi solo la parte terminale con l’abside. La vegetazione ha avuto modo di crescere senza problemi all’interno delle antiche mura e questo rende ancora più misterioso questo luogo. Non si hanno notizie certe sugli ordini religiosi che lo hanno occupato e sulla data di costruzione, sembra tuttavia che vi abbiano dimorato i monaci Benedettini per molti anni a partire dal 1200, venendo così in contatto con i monaci Benedettini dell’Abbazia della Madonna del Roseto di Solopaca. Ne sono testimonianza i sentieri di montagna, come il “Sentiero dei Monaci” precedentemente descritto, e le attività legate alla coltura del baco da seta e di erbe medicinali introdotte dai monaci. Si ritorna indietro lungo la strada che dall’abbazia, attraverso la località Puzzillo conduce nuovamente a Pozzo l’Aria dove ha termine il secondo itinerario di trekking.

38 APPENDICE A

Il trekking

Trekking è un termine che deriva dal boero e letteralmente significa “Camminare lungo le orme lasciate dai carri trainati dai buoi”.Il significato di questa parola è lievemente mutato nell’arco di alcuni anni, diventando sinonimo di “ camminare” percorrendo sentieri che si snodano in mezzo alla natura. Trekking è camminare per conoscere, vivere, leggere e riscoprire l’ambiente intorno a noi, imparando a rispettarlo a vivere in armonia con esso, concorrendo alla formazione di una nuova mentalità che porti ad un maggiore equilibrio tra uomo e natura

I comandamenti

Prima di intraprendere una qualsiasi escursione importante conoscere alcune regole:

ƒ Affrontare ogni escursione con grande senso di responsabilità verso se stessi, con conoscenza preparandosi seriamente a ogni uscita. ƒ Essere coscienti dei propri limiti. ƒ Essere certi dei propri itinerari, percorrerli in compagnia. Bisogna inoltre partire presto e tornare presto. ƒ Bisogna munirsi di cartine se si vuole intraprendere un nuovo sentiero. 39 ƒ Preoccuparsi delle condizioni del tempo e dell’evoluzione della situazione del meteo. ƒ Avere particolare cura nell’ approntare l’attrezzatura da montagna rispondente alle tue esigenze personali. ƒ Prima di partire, preoccuparsi del carico dello zaino.

E’ importante effettuare una corretta alimentazione lungo la durata del percorso

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