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“G.Donizetti”

LA NOSTRA STORIA

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Il nostro territorio

Il territorio di Pollena Trocchia si trova in quella vasta zona, anticamente definita territorium plagiense, che presumibilmente corrisponde all’odierna area vesuviana anticamente definita con l’espressione campo romano che nelle antiche fonti indicava una zona dove si svolgevano episodi bellici. Le attuali fonti consentono di affermare che verso l’XI sec. il territorio del campus romano, già luogo conosciuto e frequentato dai Romani, era caratterizzato da un terreno in parte coltivato e in parte selvatico, arricchito da molti ruscelli e che si estendeva dal Sebeto verso la sommità del monte Somma includendo l’attuale e in parte il territorio di S. Sebastiano al Vesuvio. Circa le notizie che i nostri territori in tempi lontani erano ricchi di acque, le fonti sono svariate e numerose. Il fiume Veseri e le città bagnate da esso, sono nominate già da diversi autori latini come Tito Livio che ricorda la battaglia dei Romani contro i Sanniti svoltasi nel 340 a.C. che si tenne non lontano dal monte Somma sulla via di Veseri.

In epoca medievale e rinascimentale il nostro territorio, distinto nei due casali di Pollena e Trocchia, faceva parte della città di Somma. Dall’analisi della Carta topografica del Regno di Napoli del 1794 di Giuseppe Guerra, conservata nell’archivio di Stato di Torino nella sezione Carte topografiche segrete, si può dedurre quanto questo territorio è stato sempre legato alla organizzazione agraria, attività economica prevalente. Per quanto riguarda l’assetto viario, nel nostro territorio le uniche strade, quali veri e propri collegamenti, erano: la strada che collegava il villaggio di Massa a Pollena, la strada che collegava Pollena a Trocchia e la strada che collegava Pollena con l’asse viario Napoli – al punto del passo di S. Gennarello. Non bisogna però dimenticare che i molti lagni presenti sul territorio, quando non inondati dalle acque, fungevano da strade secondarie: tale fenomeno è perdurato fino agli anni cinquanta/sessanta del XX sec. L’intera area del crinale nord del monte Somma era, e lo è tutt’oggi, incisa da numerosi torrenti naturali: gli alvei, che scendevano a raggiera dalle pendici del monte, in cui si riversavano le acque superficiali e i materiali erosi. In particolare i due grandi alvei naturali erano quello di Trocchia, denominato Caracciolo per gli interventi intrapresi ad inizio secolo scorso, e quello di Pollena denominato Carcavone. L’ampiezza del letto di questi alvei e la forte pendenza, in occasione di grandi e durature piogge, determinava la devastazione dei territori e dei villaggi che attraversavano e lo straripamento dei canali a valle destinati a convogliare le acque verso il mare con il conseguente impaludamento delle zone pianeggianti. Questo fu uno degli annosi problemi che tutti i governi, fin dal XVI sec. dovettero affrontare. Le acque del nostro territorio oltre a rappresentare un rischio costante e ad essere fonte di distruzione, sono sempre state anche una risorsa preziosa.

Per quanto riguarda l’estensione del territorio, anticamente i confini erano più ampi, ma dall’incerta definizione per cui spesso si verificavano fatti di ingerenza da parte dei comuni limitrofi. Sotto il governo di G. Murat furono rivisti i confini dei nuovi comuni al fine di stabilire i cespiti comunali. Successivamente il di Massa acquistò la borgata Carovita appartenente al comune di Pollena Trocchia. Tra i vari problemi del nuovo Comune la sistemazione della rete viaria, sempre disastrata a causa della continua invasione delle acque provenienti dal monte, fu quello da affrontare con urgenza; infatti una delle strade più importanti, quella che collegava il Comune di Pollena a Massa di Somma, ai primi dell’800 non era altro che un viottolo malandato inondato dal fango tanto che nel mese di luglio del 1826, per consentire il passaggio della Regina di Napoli Maria Isabella Infanta di Spagna, andata in sposa dopo la morte di Maria Clementina arciduchessa d’Austria nel 1802 a Francesco II re di Napoli, fu necessaria la riparazione di questa strada in pochissimo tempo.

Verso la fine del 1800, numerose furono le opere di miglioramento che contribuirono a modificare la topografia di questi territori e che incisero a delineare la conformazione del paesaggio. Opera di grande rilievo fu la sistemazione degli alvei naturali che da sempre avevano costituito problema di fondamentale importanza in riferimento all’assetto viario in quanto in concomitanza delle grandi piogge questi straripavano invadendo le poche e dissestate strade esistenti, disseminando distruzione e sciagure. Tale ristrutturazione rientrò in un più ampio progetto riguardante i Regi Lagni, in particolare furono ristrutturati il grande alveo Carcavone che anticamente attraversava l’attuale piazza Amodio, l’alveo che oltrepassava l’attuale piazza Donizetti per poi riversarsi anch’esso nella vasca di raccoglimento denominata Vasca Cozzolino e l’alveo Caracciolo che interessava il centro del villaggio di Trocchia. Anche l’assetto viario fu sottoposto ad opere di ristrutturazione e di miglioramento grazie all’interessamento di alcune personalità del luogo quali la famiglia Trinchera che provvide alla sistemazione della strada che collegava Trocchia a Pollena e il ministro Santangelo al quale si deve la costruzione della strada che collega Trocchia a S. Anastasia e quella che da Pollena conduce a Cercola. Opera di maggiore rilievo, per la sua importanza nella rete dei collegamenti e per lo sviluppo di questo territorio, fu la creazione della ferrovia Napoli- Ottaiano e ciò significò nuovo impulso per lo sviluppo edilizio ed urbanistico in quanto questo si connotò come luogo privilegiato per il facilitato collegamento con la città. Il XX secolo si aprì all’insegna della speranza di realizzare un rilancio economico e sociale del piccolo comune di Pollena Trocchia dopo l’attuazione delle opere pubbliche intraprese verso la fine dell’800 che animarono il territorio di nuovi slanci e fecero intravedere notevoli prospettive di miglioramento. Gli interventi degli ultimi decenni del ’900 hanno trasformato completamente la configurazione del nostro territorio: gli anni ’70/80 si connotano, in riferimento al nostro territorio, per il forte incremento edilizio sviluppatosi sia nella zona a monte, a seguito della parcellizzazione del fondo Tartaglia prima, iniziata negli anni ’60, e poi di quello Bonati annesso alla proprietà Micillo, sia nella zona a valle per la lottizzazione di numerose masserie tra cui quella molto ampia, De Carolis, sulle quali sorge attualmente il grande complesso del Parco Europa. Tale zona è a forte densità di popolazione di natura immigratoria e via via sta assumendo le caratteristiche di un vero e proprio quartiere all’interno del paese. A ciò va aggiunto che il quartiere, in quanto dislocato dal centro dell’antico paese, che è tutt’oggi sede dei maggiori servizi, risente di tale decentramento che, se non opportunamente ricondotto nella politica di distribuzione territoriale, potrebbe essere foriero di spinte autonomistiche così come già spesse volte avvenuto per altri territori topologicamente simili.

(da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Origini di Pollena Trocchia

Le vicende protostoriche di Pollena Trocchia sono collegate con quelle del Somma- Vesuvio che, prima del 79 d.C. era un vulcano monocipite come dimostra il famoso affresco pompeiano, la più antica rappresentazione del monte, oggi custodito nel museo Archeologico Nazionale di Napoli. Molte erano le acque che sorgevano dal monte: il Veseri, che bagnava la città omonima, il Sebeto, il Dracone.

Affresco pompeiano – Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Chiare sono sicuramente le testimonianze che il nostro territorio, intorno al I sec., era costellato di numerose presenze di ville romane. Approfonditi studi su scavi effettuati sul monte Somma da S. Sebastiano fino a , hanno messo in evidenza le ricchissime tracce archeologiche che lasciano intravvedere un altro asse di sviluppo, oltre quello che legava e Sarno, gravitante intorno alla cittadina di e cioè Ottaviano, Somma, S. Anastasia, Pollena Trocchia.

Statua di satiro nell’atto di afferrare una ninfa, rinvenuta nel territorio di Pollena Trocchia e custodita nel Museo Archeologico di Napoli- sez. Gabinetto segreto

Con la guerra greco- gotica, una delle peggiori calamità che si abbatterono sull’Italia e in particolare sui nostri territori poiché diverse battaglie furono combattute alle falde del Vesuvio, Giustiniano inviò contro i Goti il valoroso generale bizantino Belisario che però nella difficoltà delle operazioni belliche commise non pochi errori e orrendi massacri. Successivamente i nostri territori per la pluralità delle stirpi dominanti (Longobardi, Bizantini, Saraceni, Romanici, Carolingi), per la presenza sempre costante dei due grandi poteri, il Papato e l’Impero, furono teatro di scontri, incontri, scambi e mediazioni culturali, ideologiche, economiche e diplomatiche. Testimonianza diretta della nostra storia è una bolla del papa Gregorio Magno nella quale Trocla fu indicata come uno dei confini della diocesi di Nola. Questi sono i tempi in cui emerge la storia di Somma, a cui si lega quella delle nostre terre, che vede questa piccola rocca, così come la descrive Paolo Diacono, essere al centro di continue invasioni e distruzioni sia da parte longobarda, sia da parte bizantina, ma anche luogo di scontro tra Saraceni e Carolingi.

. Nel 1090 con la signoria del conte Cedro ha inizio sul territorio di Somma, che comprendeva i casali di S. Anastasia, Trocchia, Pollena e Massa la dominazione normanna che determinò l’unificazione del regno di Sicilia prima sotto la dinastia degli Altavilla e poi, quando la regina Costanza, discendente normanna, andò in sposa all’imperatore svevo, giunse nelle mani di Federico II di Svevia. A Somma, durante il primo periodo della dominazione angioina, dal 1266 al 1270 si susseguirono vari feudatari. Nel 1276 Carlo d’Angiò intervenne per scacciare dai casali di Massae, Troche, Poline e Summae i vassalli illegittimi. Il feudo di Somma giunse nel 1294 a Giacomo Minutolo, viceré di Capitanata che divenne anche signore dei casali di Trocchia e di Pollena; ma già nel 1308 con un privilegio della regina Giovanna I, nipote di Roberto il Saggio, fu affidata la giurisdizione di questi territori a Berardo Caracciolo. Nel 1345 Gualtiero Galeota acquistò i casali di Massa, Trocchia e Pollena così come risulta dai registri della zecca. La famiglia Galeota, poi Capace Galeota, resterà a Trocchia per lunghi secoli con il titolo di Duchi della Regina”. Nel 1386 la lotta per la successione vide scontrarsi i due discendenti, Ladislao d’Ungheria e Luigi II d’Angiò che fecero uso, entrambi, delle compagnie di ventura, terribile macchina da guerra del tempo. A tal proposito nel Chronicon Siculum del 1887 si riporta un brano che racconta di un efferato episodio di rappresaglia a danno dei cittadini dei casali di Trocchia e di Pollena. I secoli XVI e XVII furono segnati da numerosi avvenimenti che incisero fortemente sulle condizioni generali della popolazione. Le notizie in merito all’organizzazione sociale dei due casali, Pollena e Trocchia, relative a questo periodo non sono molte, quasi tutte andate perse o distrutte dalle alluvioni e dalle eruzioni. Il nostro territorio è stato sempre legato alla organizzazione agraria, attività economica prevalente, che giustifica la presenza di numerosissime masserie, antiche curtes medievali e ancora prima ville rustiche romane. Durante la seconda metà del XVI sec. alcune famiglie nobiliari stabilirono la loro residenza in tali complessi trasformandone nel tempo struttura e funzioni. La grande eruzione del 16 Dicembre 1631 distrusse quasi tutti gli abitati ai piedi del vulcano, sia Apolline che Trocla, non furono direttamente interessate dalle colate laviche, ma investite da colate di lahar, fango e cenere calda che si abbatterono sui villaggi distruggendoli. Le catastrofi naturali e le rivolte sociali non furono i soli eventi che caratterizzarono il 1600 come un secolo buio e tormentato, poiché nella primavera del 1656 le province del Regno di Napoli furono colpite da una terribile pestilenza. Il 1700 è anche il secolo in cui quel processo di insediamento delle famiglie nobiliari nei casali di Pollena e Trocchia, iniziato tra il 1500 e il 1600, assume una rilevanza maggiore e una connotazione diversa: infatti non solo il numero significativamente elevato, ma anche il cambiamento di destinazione d’uso degli antichi casali in ville come residenza principale o abituale è segno di una mutata condizione sociale ed economica del territorio.

Tra le famiglie stanziatesi nei nostri territori si ricordano i Capece Minutolo Duchi di S. Valentino, i Capece Galeota Duchi della Regina, i Francone marchesi di Salcidio, i Caracciolo Principi di Torchiarolo, i Sifola Baroni di S. Martino, i Marchesi Cappelli, i Pallamolla Marchesi di Poppano, i Protospadaro ed altri. Numerose erano le feste danzanti organizzate nei saloni da ballo come quelli esistenti in villa Cappelli, nel palazzo dei duchi di San Valentino e in villa Frantone. Se il 1700 fu il secolo che vide lo splendore delle ville gentilizie e delle caste nobiliari, fu anche il secolo durante il quale il nostro territorio, al pari delle contrade viciniore e della stessa città di Napoli, fu attraversato da una serie di calamità e crisi delle quali la grande carestia del 1764, l’eruzione del Vesuvio del 1794, l’insorgenza del ’99 ed i conseguenti scontri armati e disordini sono solo alcuni esempi significativi se non si vogliono includere, giungendo fino al XIX sec., i moti risorgimentali, il fenomeno del brigantaggio, l’eruzione del 1872, il colera del 1884. Furono anni certamente densi di avvenimenti di grande portata di cui le cronache della capitale borbonica sono ricche e che coinvolsero, quando non travolsero, anche le piccole comunità che vivevano in prossimità di essa come la maggior parte dei villaggi e casali della terra di lavoro.

Durante il Regno di Gioacchino Murat si vide l’approvazione di numerose leggi e, tra l’altro mutò l’organizzazione amministrativa dei casali di Pollena e Trocchia con la nascita del nuovo comune, sancita dal Decreto n°922 firmato dal Murat il 4 maggio 1811. Il secolo XIX vide il sorgere di numerose masserie, piccole aziende agrarie, dislocate lungo l’asse sud- nord secondo lo sviluppo caratteristico dei paesi vesuviani che si estendono da monte a valle. Il vasto territorio compreso negli antichi confini di Pollena Trocchia era disseminato di masserie delle quali ancora oggi rimangono tracce visibili e alcune delle quali, per le loro caratteristiche strutturali o per l’importanza delle funzioni economico- sociali, sono da ritenersi esempi significativi come la masseria Colonna, De Carolis, Gammella, Murata e altre. Agli inizi dell’800, in particolar modo al periodo della Restaurazione del Regno borbonico, è legato l’arrivo di altri personaggi illustri come Nicola Santangelo, ministro degli interni del governo di re Ferdinando II, il quale, come già detto, restaurò ed ampliò la villa Francone che era stata danneggiata dall’eruzione del 1794; parimenti nel 1831 Stefano Gala Trinchera, medico di corte, acquistò a Trocchia la proprietà Zaravaglios e vi costruì una bella villa, con ampio giardino, ricco di piante ornamentali e statue, che ancora oggi mantiene un ottimo stato di conservazione. A tale periodo risalgono anche le visite del musicista G. Donizetti, ospite del Duca di S. Valentino e del marchese Cavalcanti al podere della Vigna. L’unico avvenimento degno di nota, legato al fatidico anno del 1848, così come è raccontato dal Caracciolo, è la visita di papa Pio IX al Santuario di Madonna dell’Arco in occasione della quale il papa ebbe a congratularsi dei costumi variopinti indossati dalla popolazione locale. (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Pollena Trocchia oggi Il Comune di Pollena Trocchia sorge a ridosso dell’immediata e degradata periferia est del Comune di Napoli. È un paese collinare dalle buone condizioni climatiche, situato alle pendici del monte Somma sul versante nord- ovest, a circa 150 m. di altitudine sul livello del mare. Ha visto negli ultimi anni la nascita di nuovi rioni abitativi, soprattutto nella zona a valle, che ne hanno modificato la tradizionale ossatura di vocazione agricola e hanno reso ancora più eterogenea la popolazione. Il territorio attualmente presenta una tipologia del lavoro con modesto impiego nel settore terziario e con irrilevante presenza industriale ed artigianale. Il notevole incremento demografico degli ultimi anni non è stato corrisposto da un’adeguata offerta dei servizi: mancano centri di incontro, centri sociali, centri studi, musei, spazi pubblici adeguatamente strutturati per il tempo libero e le attività sportive. Si rileva la presenza di poche associazioni sportive private, con le quali la scuola ha già da tempo attivato rapporti di scambio e collaborazione per la realizzazione di specifici progetti, campetti pubblici nei cui locali attigui attualmente è la sede della Protezione civile “Fire Fox”, un centro per anziani, un centro per i servizi sociali con Biblioteca comunale. “L’attuale aspetto topografico e le sopraggiunte esigenze di sviluppo socio- economico hanno richiesto un ampliamento ed una ristrutturazione della rete viaria sia comunale sia provinciale; oggi numerose sono le strade che corrono lungo l’antico percorso dei regi lagni e che quindi collegano la zona alta al fondovalle e proprio negli ultimi anni sono stati ultimati i lavori per l’apertura di diverse arterie stradali a veloce percorrimento che collegano l’interland vesuviano con la città di Napoli permettendo quindi un reale avvicinamento alla stessa con effetti di conurbazione. Gli anni che stiamo vivendo sono quelli che hanno visto, in ossequio ad una normativa più rigorosa e più attenta ai valori di una qualità della vita, tentativi di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse con particolare riguardo alla tutela dell’ambiente e del patrimonio storico- culturale. La nascita del Parco Nazionale del Vesuvio con la strutturazione di percorsi ambientalistici permette di intravedere nuove prospettive la cui ricaduta in termini di sviluppo socio- economico- culturale potrebbe interessare l’intero territorio. Per un altro verso la recente attenzione al recupero dei palazzi storici come quello dei Duchi di San Valentino, quello dei Marchesi Pallamolla e di altre ville private, rappresentano un impulso notevole al recupero dei centri storici nell’ottica di uno sviluppo ecosistemico, cioè a dire lo sviluppo compatibile tra le nuove esigenze proiettate verso il futuro e la valorizzazione delle tracce del passato. Ancora oggi purtroppo rimangono nodi problematici da affrontare come l’ampliamento e il decentramento dei servizi che possano garantire le zone più lontane dal centro storico, una politica di salvaguardia dei prodotti agricoli tipici di questo territorio, la pubblicizzazione di itinerari turistico- ambientalistici per la riscoperta e la valorizzazione del monte Somma ed altro; tali settori, se opportunamente incentivati, possono nel tempo costituire valore aggiunto e quindi produrre ricchezza e sviluppo economico.” (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Monumenti… scomparsi

Palazzo Micillo Dove i Dentice risiedessero a Pollena, se ospiti di altre famiglie appartenenti al potente patriziato napoletano o in una loro propria dimora, non è testimoniato da alcuna fonte finora ritrovata, ma potrebbe suscitare qualche interesse l’ipotesi che essi, o famiglie altrettanto potenti, abitassero nell’antico palazzo Amodio, oggi non più esistente. Tale palazzo sorgeva al centro della piazza di Pollena, per la sua struttura e posizione si presuppone che in origine doveva appartenere ad una famiglia nobile e potente di cui però Ambrogino Caracciolo non ne fa alcuna menzione e le ricerche ad oggi si fermano al 1862. Infatti dall’atto notarile datato 5/5/1915 del notaio Enrico Tagliatatela di Napoli risulta che i signori Micillo, ultimi proprietari del complesso, avevano acquistato il palazzo e il fondo Bonati dal signor Pasquale Amodio erede della proprietà che sua madre aveva ricevuta dalla zia Teresa Buonincontri in forza di un testamento datato 1877 e da altre fonti risulta che in questo palazzo, nel 1862 avvenne, come si dirà più avanti, l’omicidio del Miceli, marito della Buonincontri. L’importanza dell’edificio è dimostrata dall’ampiezza del complesso che, come si evince dalla pianta, aveva una struttura a doppia corte di cui una interna quadrata ed una esterna ad emiciclo. (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Villa Francone

I principi Francone abitavano in una villa esistente in Piazza Amodio, inizio dell’attuale via Dante, costruita nel 1600 dalla famiglia Capece Scondito e venduta nel 1701 al reverendo Domenico Scarpato. Questi nel 1736 la cedette al principe Paolo Francone, marchese di Salcito.

Il nuovo proprietario fece imponenti lavori di ampliamento e ristrutturazione. Lo sfarzo era unico: vi era addirittura una camera ricamata tutta di seta trapuntata con personaggi al naturale, stemmi e colonne, realizzata in dieci anni con il lavoro di dieci ricamatrici, che era costata una cifra altissima in quell’epoca, 8000 ducati. Fra gli ospiti Alfonso De Liguori, vescovo di Sant’Agata dei Goti, successivamente divenuto Santo. Nel 1818 la villa fu acquistata dal Ministro dell’Interno del Regno delle due Sicilie, Nicola Santangelo, da cui prese il nome (villa Santangelo). Ferdinando II di Borbone, regnante dell’epoca, fu spesso ospite del suo amato ministro. Ci sono nell’archivio storico di Napoli foto del re, che si recava a Pollena con la sua carrozza. Nicola Santangelo, potente e mecenate, ristrutturò interamente la villa, che oltre ad un ameno boschetto, era dotata di una bellissima sala da ballo. Egli la addobbò con opere di rilevante interesse artistico e architettonico. La sua casa fu salotto del patriziato napoletano dell’ottocento. Le collezioni d’arte lasciate dal Ministro, sono oggi conservate nel Museo Nazionale di Napoli.

(da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Ancora splendono… Villa Cappelli La villa dei Marchesi del Tito, precedentemente appartenuta alla famiglia Vespoli, risale al XVII/XVIII sec. A tutt’oggi presenta un buono stato di conservazione anche se è stata più volte modificata e rimaneggiata. La facciata originaria prospiciente via Cappelli, presenta un motivo di lesene in stucco coronato da mondature sporgenti. Le finestre sono arricchite da architravi con cornici poggianti su finte mensole. Lungo la facciata principale si apre un ampio terrazzo che presenta un bel motivo di muretti intervallati da ringhiere. All’interno “… le stanze adorne di nobili opere di pregiatissimi pittori napoletani, tra le quali si vuol ricordare un bello e grande deposto di Croce di Andrea Vaccaro… ed una Sacra Famiglia in una leggiadrissima campagna di Luca Giordano. Ne conviene tacere che si vede la maggior sala di questa villa, secondo il gusto del sec XVIII, dipinta dal Fischetti a prospettive di molte logge intorno alle pareti e nel soffitto ritratta un’Aurora che Giuseppe Ceci riterrebbe piuttosto opera del De Mura.” (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

Palazzo Capece Minutolo, Duchi di S. Valentino

A Trocchia nella piazzetta centrale del villaggio, sorgeva una maestosa residenza nobiliare di antichissima origine. Il palazzo giunse alla famiglia Capece Minutolo per lato materno: questa, secondo lo storico Campanile, discendeva da Giacomo Minutolo, viceré di Capitanata e vassallo del re nel 1294. Il palazzo di impianto cinquecentesco presenta una struttura a corte irregolare che si apriva su un giardino ormai del tutto scomparso. La facciata principale prospiciente la piazzetta, presenta un portone di ingresso con arco a tutto sesto con piedritti in pietra vesuviana senza modanatura arricchito di decorazione, le finestre con architrave sono abbellite da cornici in stucco, e si conclude con una merlatura e due torrette anch’esse merlate di cui una è originale, l’altra è di inizio secolo.

Nel 1741 ad opera di Ferdinando duca di S. Valentino, il palazzo fu ampliato ed abbellito di pregiati affreschi del pittore Giuseppe Russo che ancora oggi possono essere ammirati nei saloni al piano nobile sulle cui pareti sono rappresentati tutti i discendenti maschili e femminili della dinastia dei S. Valentino. I recenti lavori di ristrutturazione hanno messo in evidenza come l’antico portale di ingresso al palazzo si trova esattamente sotto l’attuale portale alla profondità di circa sei metri. Tale constatazione conferma quanto già aveva osservato Ambrogino Caracciolo durante i lavori di scavo della chiesa della S.S. Annunziata di Trocchia. Nei locali al piano terra destinati alle rimesse è visibile un antico e monumentale torchio, presumibilmente risalente al XIV sec. (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro)

La scuola di Pollena Trocchia

Le prime notizie di una scuola elementare risalgono agli inizi del novecento all’indomani delle nuove leggi che istituivano la scuola dell’obbligo per le prime tre classi in ogni comune; a Pollena Trocchia comparvero le prime pluriclassi che funzionarono in edifici privati come quello situato nel “vico posta” a ridosso della piazza Amodio o nel “vico friddo” che collega via Fusco a via Cavour in attesa della costruzione della scuola elementare negli anni trenta in piazza Donizetti, attuale sede di un plesso di scuola primaria, intitolata a Margherita di Savoia. Inizialmente le poche classi di scuola elementare di Pollena Trocchia dipendevano dal Circolo didattico di Sant’Anastasia, successivamente furono trasferite all’autorità del Circolo di Volla insieme a San Sebastiano, solo a fine anni sessanta divenne Circolo didattico autonomo. Gli anni sessanta e settanta videro nascere svariati edifici scolastici che rispondevano così all’istanza ideologica e valoriale del nuovo Stato all’indomani del secondo conflitto mondiale, di costruire una nuova scuola elementare “territoriale ” il cui processo di diffusione era stato interrotto dall’evento bellico; così nacquero i plessi scolastici di C. Battisti, San Gennariello, Musci, R. Apicella. Anche la scuola media durante i primi anni utilizzò edifici privati come l’attuale villa Maria di via Fusco o l’edificio in piazza Donizetti sede attuale dell’ufficio della guardia medica del Comune; negli anni settanta fu costruita la sede attuale che fu intitolata al musicista Raffaele Viviani. Invece la costruzione dell’attuale plesso scolastico di scuola dell’infanzia Giocamondo di via Vigna, risale agli anni ottanta con iniziali finanziamenti per la costruzione di un asilo nido, e verso la fine di quegli stessi anni , la costruzione dell’edificio dell’attuale istituto alberghiero “ Tognazzi” completato a metà degli anni novanta. Nel 2010 a seguito del processo di razionalizzazione della rete scolastica si è resa necessaria la fusione delle due istituzioni scolastiche dando vita all’Istituto comprensivo “G. Donizetti” che nasce quindi il 1 settembre 2012 dalla fusione del Circolo didattico G. Donizetti e la scuola media R. Viviani. Le due istituzioni, presenti in Pollena Trocchia sin dalla loro istituzione governativa, sono ricche di storia e di esperienze significative che le hanno rese punto di riferimento e modello esemplificativo nel territorio. Per una maggiore facilità di lettura si è indicato solo parte del copioso materiale in esperienze significative, qui di seguito elencate.

Esperienze e tradizioni delle due istituzioni hanno costruito l’identità culturale e psicopedagogica dell’istituto comprensivo e hanno contribuito a delineare nel tempo una sua precisa identità pedagogico culturale. In particolare:

negli anni scolastici 1996/1997/1998 sono stati realizzati progetti anticamorra, dispersione e progetto H contribuendo così a connotare l’istituzione scolastica come luogo d’incontro per l’integrazione; hanno aderito sempre, sin dal 1996, ai Giochi della gioventù conducendo i ragazzi all’avvicinamento della pratica sportiva; nel 1997 ha realizzato in occasione del Natale la grande manifestazione che ha interessato l’intera cittadinanza, il presepe vivente nella scuola; è stata realizzata la partecipazione alla sperimentazione dell’autonomia con il progetto “Start” nell’anno scolastico 1998/99 che prevedeva la ristrutturazione dei curricoli dalla scuola dell’infanzia al primo ciclo di scuola elementare, il riassetto organizzativo scuola materna- scuola elementare all’interno dell’organizzazione funzionale e la ricerca sui sistemi di autovalutazione; è stata realizzata la partecipazione negli anni 1998/1999/2000 al monitoraggio dell’autonomia MPI - IRRSAE - BDP - CEDE; è stata realizzata la partecipazione al progetto MPI - IRRSAE - OR.M.E. negli anni scolastici 1998/1999/2000; è stata realizzata la partecipazione dall’anno scolastico 1999/2000/2001 al progetto MPI - ALICE presso il polo 1per l’ambito organizzativo (organizzazione degli spazi); nell’anno 1999 sono stati realizzati dei laboratori artigianali volti al recupero e all’integrazione di ragazzi “difficili”; nell’anno scolastico 1999/2000 in collaborazione con IRRSAE, Università di Salerno, IRIS, Agenzia Formativa Stoà di , è stato costruito il Manuale per la Qualità dell’istituzione scolastica; nell’anno scolastico 1999/2000 è stato organizzato un corso di formazione di 30 h. sui sistemi di qualità e i processi di autovalutazione, per i docenti dell’istituzione scolastica; nel 1999 il gruppo di ricerca dell’istituzione scolastica ha svolto attività di formazione sui sistemi di autovalutazione presso il 1° Circolo di Cercola per n° 16 ore complessive; nell’anno 2000 ha stipulato il Protocollo d’intesa con l’Ente Comunale per la promozione di iniziative culturali aperte sul territorio e in tale ambito ha progettato e istituito la Biblioteca Territoriale (scolastica, extrascolastica, Centro Multimediale); ha realizzato dal 2000 il progetto “ Il Flauto magico” di orchestra per flauti dell’istituto; nell’anno scolastico 2000/2001 ha stipulato un protocollo d’intesa con l’ASL NA4 per la promozione di iniziative aperte sul territorio a favore dell’integrazione degli alunni diversamente abili (Centro di musicoterapia e ricerca sulla sindrome autistica); nell’anno scolastico 2000/2001ha aderito al progetto Qualità dell’IRIS e al programma ministeriale sui sistemi di autovalutazione condotto dal servizio di rilevazione di sistema operante presso il CEDE; ha aderito per il triennio 2000/2001/2002 al progetto “La scuola in rete a Napoli” Ufficio scolastico Provinciale area 1; nell’anno scolastico 2000/2001 l’istituzione scolastica si è costituita quale Ente Promotore culturale stilando uno specifico statuto, per le iniziative aperte al territorio: a) Centro sportivo con affiliazione CONI (federazione calcetto - danza - pallavolo) - Teatro stabile con accordo di programma con l’ente comunale e convenzione con il Teatro Nuovo di Napoli b) Centro sperimentale Arti grafiche (bottega d’arte pittorica - laboratorio di arte grafica multimediale e pubblicitaria)

nel 2003 ha realizzato il concorso per poesia in collaborazione con la Proloco di Pollena Trocchia: ha partecipato fino all’anno scolastico 2003/2004 al Progetto Pilota per la valutazione degli apprendimenti organizzato dall’Invalsi, attualmente inserito tra le scuole campionate per il sistema di valutazione nazionale; dal 2000 al 2004 ha organizzato iniziative e progetti didattici per la costruzione del curricolo locale in situazione, pubblicando alcuni testi operativi; ha aderito a tutte le proposte di formazione ministeriale organizzando specifici corsi in sede: Monfortic - sperimentazione DM61 e ha altresì intrapreso iniziative di autoformazione relativamente ai contenuti della Riforma del sistema scolastico; ha aderito, nell’anno 2003, alla sperimentazione della riforma degli Ordinamenti scolastici; ha organizzato e realizzato, nell’ultimo triennio, progetti d’istituto sull’educazione ambientale, alla legalità, all’intercultura gemellandosi con la scuola “Notre Dame de la Misericordie” di Kinkala e con il villaggio di Togoville; ha partecipato ai progetti PON programmazione 2000/2006 con progetti PON G.1 e PON formazione adulti; nel 2004 ha organizzato la grande manifestazione di piazza coinvolgendo l’intera cittadinanza, “La scuola in festa” , mostra, fiera e mercato per la solidarietà; ha partecipato ai progetti PON programmazione 2007/2013 realizzando corsi F1, B1, B4, B9, C1; ha organizzato nel 2011 il progetto “Scuola aperta” realizzando un modello di scuola primaria a tempo pieno con l’implementazione della certificazione dei corsi di lingua inglese Trinity e per la patente europea; ha avviato nell’anno 2011 il processo di innovazione metodologico-didattica attraverso l’implementazione della didattica LIM; ha aderito nel 2011 al progetto CAF per i sistemi di autovalutazione europei; nell’anno 2012 ha organizzato il progetto di sperimentazione di continuità metodologico-didattica-curriculare tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria; nell’anno 2012 ha dato avvio alla nascita della band dell’istituto avviando i ragazzi alla conoscenza ed all’uso di diversi strumenti musicali; ha partecipato nel 2012 al concorso teatrale nella città di Agropoli con la propria compagnia teatrale; ha organizzato nel 2012 i laboratori pomeridiani di ceramica, latino, scienze, musica, inglese, francese, fumetto, informatica, attività motorie, teatro; ha dato avvio nel 2012 alle giornate sportive vela, equitazione, trekking etc.; ha organizzato nel 2012 nel ruolo di scuola pilota il progetto F3 per l’inclusione scolastica coordinando le attività con il circolo didattico di San Sebastiano, l’istituto Custra, l’istituto Tognazzi-De Cillis, il comune di Pollena Trocchia, l’associazione Liberi pensieri; nel 2012 ha ottenuto la certificazione CAF di Qualità valida fino al 2015; ha organizzato nel 2013 in collaborazione con la Proloco di Pollena Trocchia, il Ministero delle politiche ambientali e la Lega Ambiente la giornata nazionale “ Puliamo il mondo” che ha interessato l’alveo di Trocchia fino alla briglia borbonica; ha implementato nel 2013 le nuove modalità di comunicazione digitale registro online e pagella online, utilizzando il sistema ARGO. Ha organizzato nel 2013 il percorso Cambridge che consente agli alunni di concludere il percorso con la certificazione Ket.

Qualche foto dei nostri ragazzi

Il Flauto magico Inaugurazione campetto Fusco

La scuola in festa

premiazione super sette Festa dell’Unità d’Italia

Qualche esempio di libri realizzati negli anni

Un libro dei bambini per i bambini

Percorso operativo di educazione alla legalità

Triennio dalla terza alla quinta scuola primaria

PRESENTAZIONE E MOTIVAZIONI

Per ampliare ed arricchire contenuti progettuali ormai entrati nella consuetudine didattica, la nostra scuola ha sentito il bisogno di strutturare uno specifico progetto di educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità nella consapevolezza di porre al centro del processo educativo, i bisogni formativi degli alunni. L’iniziativa mira a:

- consolidare modelli comportamentali positivi attraverso la riflessione comune, il confronto sui valori civili e democratici;

- aprire gli orizzonti a nuove dimensioni formative mirate a sviluppare il senso della coscienza civica e una cultura costituzionale;

- sviluppare una coscienza dei valori della vita e la capacità di compiere scelte consapevoli e responsabili per sé e per gli altri;

- aiutare i giovani a sviluppare in sé le fondamentali dimensioni della persona, del cittadino e del lavoratore; - acquisire ed elaborare conoscenze, esperienze e motivazioni;

- formare il nuovo cittadino d’Europa nella consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità.

Punti di forza del progetto, che si è svolto nell’arco di un anno scolastico attraverso l’attuazione di percorsi didattici interdisciplinari, sono stati quei momenti di incontro fra gli alunni e alcune figure istituzionali, come un giudice, rappresentanti delle forze dell’ordine, esperti esterni e così via. Questi incontri sono stati particolarmente significativi poiché hanno consentito agli alunni, attraverso contatti diretti, sia di affrontare in modo concreto problematiche che sembrano lontane dal mondo dei bambini, sia di sviluppare una maggiore conoscenza degli aspetti tipici di alcune professionalità civili per poter così costruire la fiducia verso le istituzioni e vincere quella distanza tipica che spesso si viene a creare fra queste e il comune cittadino.

Si è constatata la validità del percorso effettuato attraverso il grado di partecipazione espresso dagli alunni che hanno profuso impegno e interesse nel lavoro svolto. Si è potuto così pensare ad un libro dei bambini per i bambini cioè creare uno strumento operativo che per la sua struttura semplice e diretta si distingue per un carattere di agibilità da parte dei bambini stessi. Il percorso è sviluppato attraverso una sequenza di proposte operative strutturate in modo tale da consentire all’alunno un lavoro autonomo, da stimolare l’elaborazione attiva degli argomenti da apprendere tramite i collegamenti proposti con le conoscenze pregresse e le esperienze vissute da ciascuno. Partendo sempre da un input che invita a problematizzare, si propongono graduali arricchimenti che possano consentire all’alunno di scoprire nuove conoscenze e di rafforzare quelle già possedute.

L’impostazione metodologico-didattica riflette la strutturazione per mappe concettuali, suddividendo il percorso per moduli interscambiabili da utilizzare nell’arco del triennio in considerazione delle esperienze effettuate e dei livelli raggiunti dai ragazzi. Si è dato particolare rilievo all’utilizzo delle tecniche di analisi e rilevazione sociologica e statistica ricorrendo spesso all’uso del computer sia in quanto macchina da lavoro, sia in quanto mezzo di informazione, comunicazione e ricerca. Tale impostazione ha richiesto di privilegiare tecniche e strategie di gruppo a cui si fa specifico riferimento: il problem solving, la ricerca e scoperta, l’autoregolazione cognitiva, la metacognizione, nel convincimento che la scuola non debba solo insegnare, ma formare per mettere l’allievo in condizione di crearsi un autonomo metodo di studio e ricerca e sviluppare competenze metacognitive trasversali che possano essere utilizzate e riutilizzate nell’ottica dell’educazione permanente.

CONCETTI BASE: i diritti e i doveri- la vita associata e le regole- la giustizia- la cittadinanza attiva- la partecipazione- libertà e democrazia- la solidarietà CURRICOLO

- Riconoscere e considerare i valori umani e sociali insiti nella propria esperienza di vita comunitaria

- Acquisire il concetto di Stato

- Acquisire conoscenze in ordine alla funzione e ai contenuti delle carte costituzionali

- Conoscere e comprendere le principali forme di organizzazione sociale anche in rapporto alle diverse culture

- Saper indagare sulle problematiche sociali

- Partecipare alle discussioni e saper interagire nel dibattito su temi socialmente rilevanti

Ciao, io sono un giudice. Forse la mia figura intimorisce un po’, ma vi sembrerà strano: sono io ad avere “la tremarella” dinanzi a voi che rappresentate i cittadini del futuro. È proprio a voi che voglio parlare, avete il diritto di chiedermi tutto ciò che volete.

o Che cos’è per te la giustizia? Discuti con i compagni utilizzando la tecnica del

brainstorming e del problem solving

- Seduti in cerchio

- un bambino alla lavagna che registra la conversazione

- a turno ognuno esprime la propria ipotesi - raggruppare le ipotesi comuni e per ogni gruppo discutere e sintetizzare le ipotesi in uno schema

- scartare le ipotesi non valide dopo averle analizzate

- confrontare quelle diverse per giungere ad un’ipotesi condivisa

EGISTRA IN QUESTO SPAZIO I RISULTATI DELL ATTIVITÀ R ’

o Svolgi un’indagine sul concetto di giustizia organizzando un’intervista presso parenti ed amici. - Ricerca il significato di questa parola su vocabolario ed enciclopedia.

- Porta a scuola un giornale quotidiano, ricerca e ritaglia tutte le notizie e le immagini che riguardano la giustizia. Incolla le immagini e gli articoli su dei cartelloni classificandoli e raggruppandoli per contenuti simili. (LAVORO DI GRUPPO)

RIFLESSIONE. Prova a dire con parole tue che cos’è la giustizia

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Come immagini un giudice? In quali situazioni? Rappresenta. ATTIVITA’/PROPOSTA Prepara un’intervista per il giudice sulla base di alcuni criteri: tipo di lavoro – le difficoltà – le gratificazioni – le motivazioni iniziali – lavoro e vita privata – ecc…

Munisciti di taccuino e penna per prendere appunti, di registratore e macchina fotografica.

LAVORO DI GRUPPO Dopo l’incontro, in classe insieme ai compagni, riordina i materiali raccolti, rielabora l’intervista, corredandola con le foto e integrandola con le riflessioni personali e i disegni svolti durante il percorso. Componi così, un opuscolo sull’attività svolta.

Raccogli i materiali, ti serviranno per il tuo giornalino!

I libri dei bambini per i bambini

Conosciamo il nostro paese

Il testo “La storia fra le storie di Pollena Trocchia” nasce innanzitutto da un’esigenza didattica di contestualizzare il curricolo di studio dei nostri alunni e di applicare nel concreto la metodologia della ricerca antropologica nell’ottica di calare la storia generale nella realtà locale. Finalità primaria, pertanto, è la maturazione negli alunni della consapevolezza delle proprie radici attraverso la valorizzazione del patrimonio storico- culturale del proprio territorio.

La ricerca, effettuata negli archivi, biblioteche, case private, librerie, ha prodotto la realizzazione di un testo storico, strutturato in nove capitoli, che analizza le trasformazioni socio-economiche e politico-culturali del territorio dalle origini ai nostri giorni. Da tale ricerca sono partiti i percorsi operativi degli alunni che hanno portato alla costruzione del testo didattico.

Ogni percorso è sviluppato attraverso una sequenza di schede operative strutturate in modo tale da consentire all’alunno un lavoro autonomo, da stimolare l’elaborazione attiva degli argomenti da apprendere tramite i collegamenti proposti con le conoscenze pregresse e le esperienze vissute da ciascuno. Partendo sempre da un input che invita a problematizzare, si propongono graduali arricchimenti che possano consentire all’alunno di scoprire nuove conoscenze e di rafforzare quelle già possedute.

Da questa impostazione di fondo derivano le caratteristiche peculiari del progetto:

Presentazione di quadri di civiltà come blocchi tematici intorno ai quali indagare ed argomentare sulla base dei seguenti indicatori: rapporto uomo-ambiente, rapporti sociali, economici, politici, culturali, religiosi.

Confronto con l’attualità.

Strutturazione di percorsi operativi aperti e dinamici per valorizzare al massimo le conoscenze pregresse degli alunni e finalizzati allo sviluppo di concetti e all’acquisizione di competenze.

Stimolo all’utilizzo di strategie interattive e metacognitive.

Stimolo alla riscoperta del proprio ambiente di vita nel quale ricercare le tracce del passato.

Metodologia della ricerca e scoperta (ricerca archivistica, ricerca di documenti, ricerca su internet, ricerca attiva attraverso l’esplorazione di siti archeologici e musei, ecc…)

Stimolazione della curiosità e dell’interesse degli alunni attraverso l’utilizzo di un registro vivace, la tecnica del racconto, la proposta di esercizi-gioco, la presenza di un compagno di viaggio (personaggi storici locali) che li accompagni ad attraversare le varie epoche in maniera semplice e divertente. I contenuti e le attività sviluppati nel testo si possono così enucleare:

Le origini della storia di Pollena Trocchia. Fonti incerte e storia documentata del periodo romano. La politica, l’organizzazione sociale, l’economia nel medioevo a Pollena Trocchia: dal crollo dell’impero romano al periodo delle dominazioni.

Strutture e funzioni socio- economiche in epoca rinascimentale: la vita nei due casali, la religione, l’organizzazione sociale. Il problema viario nel rinascimento. Le calamità naturali: l’eruzione del 1631.

Le trasformazioni politiche, sociali, economiche e culturali del XVIII E XIX sec.

Il novecento tra fonti documentate e testimonianze orali.

Le trasformazioni politiche, sociali, economiche e culturali del XVIII E XIX sec.

Il novecento tra fonti documentate e testimonianze orali.

Il lavoro, seguito con interesse dal Comune di Pollena Trocchia e dall’Assessorato alle politiche formative della Provincia, è stato realizzato dai team docenti e dagli alunni di tutte le classi V del Circolo “Donizetti” negli anni scolastico 2001/2002, con la Direzione del Capo di Istituto e con il coordinamento di un docente con incarico specifico.

LA DIRIGENTE SCOLASTICA Dott.ssa Angela ROSAURO

UN ESEMPIO: QUARTO QUADRO DI CIVILTÀ DEL SETTECENTO

Bentornato a scuola! Sono Artaldo, il principe di

Ruoti. Insieme a me l’anno scorso hai conosciuto i problemi del 1600: l’eruzione, la peste, le carestie… Il 1700, però fu per il nostro paese un periodo di

splendore, anche se i contadini e i poveri vivevano in miserissime condizioni. Molti nobili costruirono qui le

loro ricche residenze adornandole con bei giardini, statue,

saloni affrescati… Vogliamo conoscerne qualcuna

da vicino?

 Ricerca su testi della storia di Pollena, notizie sulle ville del Settecento presenti nel nostro paese. Invita a scuola l’architetto del Comune e prepara con i compagni un’intervista circa la struttura e l’architettura delle ville nobiliari settecentesche.

 Avrai appreso che vi è ancora nel nostro paese la presenza di qualche villa, di altre sono rimaste solo alcune tracce, altre ancora sono del tutto scomparse. Raccogli e riordina notizie in merito, poi completa la seguente tabella:

VILLE ANCORA VILLE DI CUI VILLE SCOMPARSE ESISTENTI RIMANGONO

POCHE TRACCE

Organizza con l’insegnante e i compagni una visita a villa Cappelli, se puoi intervista le Suore, scatta delle foto e prendi appunti. Ricordati di osservare la struttura della villa, gli elementi della corte, il salone affrescato, il giardino, il terrazzo belvedere. Poi a scuola redigi una tua personale relazione e con i compagni svolgi un lavoro di gruppo completando un cartellone su villa Cappelli.

Ricerca notizie su villa Santangelo, anticamente villa Francone e procurati una foto. Organizza poi una visita alla villa e sul posto osserva l’attuale struttura, confrontala con la foto dell’antica villa e rileva gli elementi che ancora oggi esistono e quelli ormai scomparsi. Esprimi le tue osservazioni.

Ricerca e leggi i documenti esistenti intorno a piazza Amodio, organizza un’uscita e osserva gli elementi naturali e quelli costruiti dall’uomo presenti nella piazza, gli edifici più recenti e quelli più antichi. Poi formula le tue ipotesi circa i palazzi antichi ormai scomparsi e circa la conformazione della piazza nel 1700.

Verbalizza i risultati delle tue ricerche e delle tue ipotesi, poi tenta una ricostruzione della piazza così come si presentava nel 1700 in un tuo personale disegno.

Nel 1700, la vita dei nobili era ben diversa da

quella dei nobili e ricchi di oggi. La maggior

parte del nostro tempo la dedicavamo al gioco, al divertimento, alla caccia, alle danze. Le donne in

particolare curavano molto l’aspetto esteriore indossando abiti preziosi e costosi, usando il trucco dell’epoca… vediamo cosa accadeva a Pollena!

UNA FESTA A VILLA FRANCONE

“… chi oggi potrebbe ridire i lieti madrigali, gli intrighi d’amore, i giocondi minuetti che fiorirono e s’intrecciarono fra gli ameni boschetti e la bella sala da ballo della villa Frantone a Pollena, dove le belle dame incipriate e i più galanti cavalieri s’affollarono chi sa quante volte intorno a Paolo Francone già Marchese di Salcito, Principe di Piertacupa e di Ripa … uno dei più splendidi e più ricercati campioni della moda di quel secolo!”

(A. Caracciolo, 1932)

. Immagina di essere una damina o un nobile del 1700 e di essere stato invitato ad una festa danzante a villa Francone. Racconta cercando di descrivere anche il salone da ballo, il giardino della villa, i costumi dell’epoca e il banchetto.

. Rappresenta in un tuo disegno una scena di danza dell’epoca.

. Ora osserva questa foto e leggi questa antica ricetta per trucco che ti proponiamo.

RICETTE PER IL TRUCCO NEL 1700

Ricetta antirughe: preparare un unguento a base di olio di mirra e acqua mescolata con lambiccata di pigne fresche.

Ricetta per schiarire la pelle: preparare una lozione con acqua distillata, albume, acqua di fiori di giglio bianco, semi di melone, radici di iris.

Ed ancora….tanto altro nella biblioteca didattica a tua disposizione presso gli uffici amministrativi.