La Nostra Storia

La Nostra Storia

IC “G.Donizetti” LA NOSTRA STORIA Administrator POLLENA TROCCHIA Il nostro territorio Il territorio di Pollena Trocchia si trova in quella vasta zona, anticamente definita territorium plagiense, che presumibilmente corrisponde all’odierna area vesuviana anticamente definita con l’espressione campo romano che nelle antiche fonti indicava una zona dove si svolgevano episodi bellici. Le attuali fonti consentono di affermare che verso l’XI sec. il territorio del campus romano, già luogo conosciuto e frequentato dai Romani, era caratterizzato da un terreno in parte coltivato e in parte selvatico, arricchito da molti ruscelli e che si estendeva dal Sebeto verso la sommità del monte Somma includendo l’attuale Massa di Somma e in parte il territorio di S. Sebastiano al Vesuvio. Circa le notizie che i nostri territori in tempi lontani erano ricchi di acque, le fonti sono svariate e numerose. Il fiume Veseri e le città bagnate da esso, sono nominate già da diversi autori latini come Tito Livio che ricorda la battaglia dei Romani contro i Sanniti svoltasi nel 340 a.C. che si tenne non lontano dal monte Somma sulla via di Veseri. In epoca medievale e rinascimentale il nostro territorio, distinto nei due casali di Pollena e Trocchia, faceva parte della città di Somma. Dall’analisi della Carta topografica del Regno di Napoli del 1794 di Giuseppe Guerra, conservata nell’archivio di Stato di Torino nella sezione Carte topografiche segrete, si può dedurre quanto questo territorio è stato sempre legato alla organizzazione agraria, attività economica prevalente. Per quanto riguarda l’assetto viario, nel nostro territorio le uniche strade, quali veri e propri collegamenti, erano: la strada che collegava il villaggio di Massa a Pollena, la strada che collegava Pollena a Trocchia e la strada che collegava Pollena con l’asse viario Napoli – Ottaviano al punto del passo di S. Gennarello. Non bisogna però dimenticare che i molti lagni presenti sul territorio, quando non inondati dalle acque, fungevano da strade secondarie: tale fenomeno è perdurato fino agli anni cinquanta/sessanta del XX sec. L’intera area del crinale nord del monte Somma era, e lo è tutt’oggi, incisa da numerosi torrenti naturali: gli alvei, che scendevano a raggiera dalle pendici del monte, in cui si riversavano le acque superficiali e i materiali erosi. In particolare i due grandi alvei naturali erano quello di Trocchia, denominato Caracciolo per gli interventi intrapresi ad inizio secolo scorso, e quello di Pollena denominato Carcavone. L’ampiezza del letto di questi alvei e la forte pendenza, in occasione di grandi e durature piogge, determinava la devastazione dei territori e dei villaggi che attraversavano e lo straripamento dei canali a valle destinati a convogliare le acque verso il mare con il conseguente impaludamento delle zone pianeggianti. Questo fu uno degli annosi problemi che tutti i governi, fin dal XVI sec. dovettero affrontare. Le acque del nostro territorio oltre a rappresentare un rischio costante e ad essere fonte di distruzione, sono sempre state anche una risorsa preziosa. Per quanto riguarda l’estensione del territorio, anticamente i confini erano più ampi, ma dall’incerta definizione per cui spesso si verificavano fatti di ingerenza da parte dei comuni limitrofi. Sotto il governo di G. Murat furono rivisti i confini dei nuovi comuni al fine di stabilire i cespiti comunali. Successivamente il comune di Massa acquistò la borgata Carovita appartenente al comune di Pollena Trocchia. Tra i vari problemi del nuovo Comune la sistemazione della rete viaria, sempre disastrata a causa della continua invasione delle acque provenienti dal monte, fu quello da affrontare con urgenza; infatti una delle strade più importanti, quella che collegava il Comune di Pollena a Massa di Somma, ai primi dell’800 non era altro che un viottolo malandato inondato dal fango tanto che nel mese di luglio del 1826, per consentire il passaggio della Regina di Napoli Maria Isabella Infanta di Spagna, andata in sposa dopo la morte di Maria Clementina arciduchessa d’Austria nel 1802 a Francesco II re di Napoli, fu necessaria la riparazione di questa strada in pochissimo tempo. Verso la fine del 1800, numerose furono le opere di miglioramento che contribuirono a modificare la topografia di questi territori e che incisero a delineare la conformazione del paesaggio. Opera di grande rilievo fu la sistemazione degli alvei naturali che da sempre avevano costituito problema di fondamentale importanza in riferimento all’assetto viario in quanto in concomitanza delle grandi piogge questi straripavano invadendo le poche e dissestate strade esistenti, disseminando distruzione e sciagure. Tale ristrutturazione rientrò in un più ampio progetto riguardante i Regi Lagni, in particolare furono ristrutturati il grande alveo Carcavone che anticamente attraversava l’attuale piazza Amodio, l’alveo che oltrepassava l’attuale piazza Donizetti per poi riversarsi anch’esso nella vasca di raccoglimento denominata Vasca Cozzolino e l’alveo Caracciolo che interessava il centro del villaggio di Trocchia. Anche l’assetto viario fu sottoposto ad opere di ristrutturazione e di miglioramento grazie all’interessamento di alcune personalità del luogo quali la famiglia Trinchera che provvide alla sistemazione della strada che collegava Trocchia a Pollena e il ministro Santangelo al quale si deve la costruzione della strada che collega Trocchia a S. Anastasia e quella che da Pollena conduce a Cercola. Opera di maggiore rilievo, per la sua importanza nella rete dei collegamenti e per lo sviluppo di questo territorio, fu la creazione della ferrovia Napoli- Ottaiano e ciò significò nuovo impulso per lo sviluppo edilizio ed urbanistico in quanto questo si connotò come luogo privilegiato per il facilitato collegamento con la città. Il XX secolo si aprì all’insegna della speranza di realizzare un rilancio economico e sociale del piccolo comune di Pollena Trocchia dopo l’attuazione delle opere pubbliche intraprese verso la fine dell’800 che animarono il territorio di nuovi slanci e fecero intravedere notevoli prospettive di miglioramento. Gli interventi degli ultimi decenni del ’900 hanno trasformato completamente la configurazione del nostro territorio: gli anni ’70/80 si connotano, in riferimento al nostro territorio, per il forte incremento edilizio sviluppatosi sia nella zona a monte, a seguito della parcellizzazione del fondo Tartaglia prima, iniziata negli anni ’60, e poi di quello Bonati annesso alla proprietà Micillo, sia nella zona a valle per la lottizzazione di numerose masserie tra cui quella molto ampia, De Carolis, sulle quali sorge attualmente il grande complesso del Parco Europa. Tale zona è a forte densità di popolazione di natura immigratoria e via via sta assumendo le caratteristiche di un vero e proprio quartiere all’interno del paese. A ciò va aggiunto che il quartiere, in quanto dislocato dal centro dell’antico paese, che è tutt’oggi sede dei maggiori servizi, risente di tale decentramento che, se non opportunamente ricondotto nella politica di distribuzione territoriale, potrebbe essere foriero di spinte autonomistiche così come già spesse volte avvenuto per altri territori topologicamente simili. (da “La storia tra le storie di Pollena Trocchia di A. Riccardi – A. Rosauro) Origini di Pollena Trocchia Le vicende protostoriche di Pollena Trocchia sono collegate con quelle del Somma- Vesuvio che, prima del 79 d.C. era un vulcano monocipite come dimostra il famoso affresco pompeiano, la più antica rappresentazione del monte, oggi custodito nel museo Archeologico Nazionale di Napoli. Molte erano le acque che sorgevano dal monte: il Veseri, che bagnava la città omonima, il Sebeto, il Dracone. Affresco pompeiano – Museo Archeologico Nazionale di Napoli Chiare sono sicuramente le testimonianze che il nostro territorio, intorno al I sec., era costellato di numerose presenze di ville romane. Approfonditi studi su scavi effettuati sul monte Somma da S. Sebastiano fino a Terzigno, hanno messo in evidenza le ricchissime tracce archeologiche che lasciano intravvedere un altro asse di sviluppo, oltre quello che legava Pompei e Sarno, gravitante intorno alla cittadina di Nola e cioè Ottaviano, Somma, S. Anastasia, Pollena Trocchia. Statua di satiro nell’atto di afferrare una ninfa, rinvenuta nel territorio di Pollena Trocchia e custodita nel Museo Archeologico di Napoli- sez. Gabinetto segreto Con la guerra greco- gotica, una delle peggiori calamità che si abbatterono sull’Italia e in particolare sui nostri territori poiché diverse battaglie furono combattute alle falde del Vesuvio, Giustiniano inviò contro i Goti il valoroso generale bizantino Belisario che però nella difficoltà delle operazioni belliche commise non pochi errori e orrendi massacri. Successivamente i nostri territori per la pluralità delle stirpi dominanti (Longobardi, Bizantini, Saraceni, Romanici, Carolingi), per la presenza sempre costante dei due grandi poteri, il Papato e l’Impero, furono teatro di scontri, incontri, scambi e mediazioni culturali, ideologiche, economiche e diplomatiche. Testimonianza diretta della nostra storia è una bolla del papa Gregorio Magno nella quale Trocla fu indicata come uno dei confini della diocesi di Nola. Questi sono i tempi in cui emerge la storia di Somma, a cui si lega quella delle nostre terre, che vede questa piccola rocca, così come la descrive Paolo Diacono, essere al centro di continue invasioni e distruzioni sia da parte longobarda, sia da parte bizantina, ma anche luogo di scontro tra Saraceni e Carolingi.

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