Committente SAN SERVOLO srl
Progetto PIANO D'USO DELLE AREE IN CONCESSIONE PER VENERICOLTURA - AGGIORNAMENTO 2018
Documento Relazione di incidenza ambientale - Fase di screening
Codifica interna B 895 18
Rev Data Edizione Pagg. Redaz. testi Redaz. app. grafici Verifica 3 14/1/19 Finale 140 E. Molin E. Molin F. Scarton A. Pierini D. Curiel
Distribuzione n° 2 copie
distribuito a SAN SERVOLO srl in data 14/1/19
SELC Società cooperativa Approvazione Via dell’Elettricità, 3/d - 30175 Marghera (VE) www.selc.it e-mail: [email protected]
INDICE
1. FASE 1: VERIFICA DELLA NECESSITA’ DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA (DGR VENETO N. 1400 DEL 29.08.2017) 4
2. FASE 2: DESCRIZIONE DEL PIANO D'USO DELLE AREE IN CONCESSIONE PER VENERICOLTURA- AGGIORNAMENTO 2018 ED INDIVIDUAZIONE DEGLI EFFETTI 6 2.1. L'attività e le azioni della società SAN SERVOLO srl 6 2.2. Obiettivi del Piano 9 2.3. Le azioni del Piano 11
2.3.1. Gestione delle aree in concessione 11 2.4. Prospettive gestionali 13
2.4.1. Nuovi siti produttivi 13 2.5. Gestione del seme 17
2.5.1. Seme da schiuditoio e sistemi di preingrasso 18 2.5.2. Gestione dei banchi di seme naturale in aree lagunari non in concessione 19 2.5.3. Periodo di semina e taglia di raccolta 22 2.5.4. Strategia gestionale per le aree di reclutamento (nursery) 22 2.5.5. Sistemi e modalità di raccolta 23 2.5.6. Considerazioni sulla taglia minima di raccolta del novellame di R. philippinarum 24 2.5.7. Densità di semina negli allevamenti e vendita del seme 25 2.5.8. Valutazione del fabbisogno annuo di seme 26 2.6. Sistemi di raccolta e conferimento 26
2.6.1. Attrezzi 26 2.6.2. Imbarcazioni e mezzi nautici a supporto delle attività di venericoltura 28 2.6.3. Mezzi dedicati a servizi particolari 31 2.7. Monitoraggio e verifica delle azioni e delle buone prassi colturali 32
2.7.1. Sistema informativo per la gestione delle aree in concessione 33 2.8. La gestione della fase di transizione e di situazioni emergenziali 35 2.9. Durata dell’attuazione e crono programma 36 2.10. Identificazione e misura degli effetti 36
2.10.1. Identificazione dei fattori di pressione 36 2.10.2. Misura degli effetti, periodicità, frequenza, probabilità di accadimento 40 2.10.3. Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi 54 2.11. Identificazione di piani, progetti e interventi che possono interagire congiuntamente 55
2.11.1. Piano morfologico per la Laguna di Venezia 56 2.11.2. Progetto delle opere alle bocche 56
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2.11.3. Piano di Sviluppo Aeroportuale dell’aeroporto di Venezia Marco Polo 57 2.11.4. Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle lagune della Provincia di Venezia58 2.11.5. Progetto LIFE LAGOON REFRESH (LIFE16 NAT/IT/000663) 58
3. FASE 3: VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI 60 3.1. Identificazione degli elementi dei siti della rete Natura 2000 60
3.1.1. Habitat presenti nell’area di analisi 60 3.1.2. Flora e fauna dell’area di analisi 71 3.1.3. Specie faunistiche e vegetazionali esterne all'area di analisi o che non possono subire effetti (incidenza NULLA) 91 3.2. Indicazioni e vincoli derivanti dalle normative vigenti e dagli strumenti di pianificazione 92 3.2.1. Legge Regionale n 19/1998 92 3.2.2. “Regolamento per l’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Provincia di Venezia 93 3.2.3. Piano di Area della Laguna Veneziana (PALAV) 93 3.2.4. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) 94 3.2.5. Piani di Assetto del Territorio (P.A.T.) 94 3.2.6. Piani Comunali di Classificazione Acustica (P.C.C.A.) 95 3.2.7. Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle lagune della Provincia di Venezia96 3.2.8. Misure di Conservazione DGR No. 2371 del 26 Luglio 2006 (Allegato E alla L.R. No. 1/07) 96 3.2.9. D.M. 17 ottobre 2007. Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). 97 3.2.10. Piano di Gestione della ZPS Laguna di Venezia 98 3.2.11. Misure di conservazione ai sensi della DGR 1131/2017 98 3.3. Identificazione degli effetti con riferimento agli habitat, habitat di specie e specie 99 3.4. Previsione e valutazione della significatività degli effetti con riferimento agli habitat, habitat di specie e specie 108
3.4.1. Metodologia seguita 108 3.4.2. Valutazione degli effetti dei fattori di pressione 110
4. FASE 4: SINTESI DELLE INFORMAZIONI ED ESITO DELLA SELEZIONE PRELIMINARE 123
5. BIBLIOGRAFIA 134
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1. FASE 1: VERIFICA DEL LA NECESSITA’ DELLA PROCEDURA DI VALUTAZ IONE DI INCIDENZA (DGR VENETO N. 1400 DEL 29 .08 .20 17 )
Il presente capitolo, come richiesto dal punto 4 ( Fase 1 ) dell’allegato A alla DGR Veneto n. 1400 del 29.08.2017, contiene gli elementi di verifica della procedura di valutazione di incidenza relativamente al PIANO D'USO DELLE AREE IN CONCESSIONE PER VENERICOLTURA - AGGIORNAMENTO 2018 proposto dalla Società SAN SERVOLO srl per gli anni 2018-2020 che aggiorna il "Piano d'uso sostenibile delle aree in concessione per venericoltura in Laguna di Venezia" del novembre 2006 (e ss.mm. ii), secondo quanto stabilito dal disciplinare di concessione tra il Provveditorato Interregionale per il Veneto, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle Acque), la Provincia di Venezia e la società SAN SERVOLO srl. Il Piano interessa quattro ampi spazi acquei di bassofondo della Laguna di Venezia che ricadono interamente all’interno delle Zone Speciali di Conservazione IT3250031 “Laguna Superiore di Venezia” e IT3250030 “Laguna Medio-Inferiore di Venezia” e della Zona di Protezione Speciale IT 3250046 “Laguna di Venezia” (Figura 1-1). Tra le aree di nursery individuate per il recepimento della risorsa è inoltre indicata la foce del fiume Brenta che risulta esterna alla ZSC IT3250034 “Dune residue del Bacucco”. Le azioni del Piano si collocano invece all’interno dei Siti della Rete Natura 2000 riportati in Tabella 1-1.
Tabella 1-1 Siti di interesse comunitario interessati dall’applicazione del Piano dell’attività di venericoltura nella Laguna di Venezia. SITI CODICE
ZPS Laguna di Venezia IT3250046
ZSC Laguna medio-inferiore di Venezia IT3250030
ZSC Laguna superiore di Venezia IT3250031
L’intervento, inoltre, non appartiene alle categorie elencate nell’allegato A della DGR n. 1400 del 29.08.2017 al punto 2.2 “Piani, progetti e interventi per i quali non è necessaria la procedura di valutazione di incidenza”. Viene pertanto predisposta una valutazione dei possibili effetti sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario presenti nelle aree oggetto di concessione nella Laguna di Venezia (Figura 1-1).
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Figura 1-1 Inquadramento generale dell’area interessata dal Piano in esame
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2. FASE 2: DESCRIZIONE DEL PIANO D'USO DELLE AR EE IN CONCESSIONE PE R VENERICOLTURA - AGGIORNAMENTO 201 8 ED INDIVIDUAZIONE DE GLI EFFETTI
Il presente capitolo rappresenta la descrizione del “Piano d'uso delle aree in concessione per venericoltura - Aggiornamento 2018”, redatto secondo quanto stabilito dal disciplinare di concessione tra il Provveditorato Interregionale per il Veneto, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle Acque), la Città Metropolitana di Venezia (già Provincia) e la società SAN SERVOLO srl – SERVIZI METROPOLITANI DI VENEZIA (di seguito SAN SERVOLO srl), nell'intento di verificare la situazione attuale delle attività di allevamento delle vongole veraci e di programmare la gestione futura di questa importante risorsa alieutica. La Laguna di Venezia è, infatti, uno dei più importanti siti per la pesca e l'allevamento delle vongole filippine ( R. philippinarum ); queste attività sono controllate, normate e regolate dalle diverse autorità competenti, tra le quali la società SAN SERVOLO srl che a partire dallo scorso luglio ha incorporato per fusione la società GRAL Gestione Risorse Alieutiche Lagunari SCARL.
2.1. L'atti vità e le azioni della società SAN SERVOLO srl
Gran parte della produzione veneziana negli anni passati è stata sostenuta dallo sfruttamento, più o meno autorizzato, dei banchi naturali di R. philipinnarum presenti in Laguna. Ciò ha innescato una serie di problematiche ambientali, economiche e sociali che sono ben note. La Provincia di Venezia, infatti, quale ente competente per la pesca e l'acquacoltura lagunare, fin dal 1999, si è dotata di uno strumento di programmazione il "Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle Lagune della Provincia di Venezia" (Provincia di Venezia, 2015). L'obiettivo è quello di risolvere e gestire queste situazioni non più sostenibili per motivi di tutela dell'ambiente lagunare, sanitari a garanzia dei consumatori e di ordine pubblico. L'evoluzione amministrativa della gestione della risorsa vongola verace in Laguna di Venezia è stata ampiamente descritta in tutti i suoi passaggi nel piano di gestione redatto nel 2006 e ripreso negli aggiornamenti 2013 e 2015. Va ricordato che a partire dal 31 agosto 2015, alla Provincia di Venezia è subentrata a titolo universale la Città Metropolitana di Venezia. Ultimo soggetto responsabile, in ordine di tempo, è la società SAN SERVOLO srl che è subentrata per fusione alla società Gestione Risorse Alieutiche Lagunari in quanto la Città Metropolitana di Venezia, a seguito della deliberazione del Consiglio Metropolitano n. 11 in data 11 luglio 2017 ha approvato, ai sensi dell’art. 24 del D. Lgs. n. 175/2016, la ricognizione delle società detenute al 23 settembre 2016 e le conseguenti azioni di revisione straordinaria, prevedendo, in particolare la fusione per incorporazione della società GRAL
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nella società SAN SERVOLO srl posto che la società GRAL non rispettava il requisito di fatturato minimo previsto dal suddetto decreto. La società SAN SERVOLO srl si propone di coinvolgere gli operatori nella programmazione delle attività, di verificarne l’operato, di fornire il supporto tecnico – scientifico e, dove necessario, gestionale per dare continuità e concretezza ad una attività strategica quale la molluschicoltura per la Laguna di Venezia. La società SAN SERVOLO srl ha tra gli scopi sociali (punto 2, primo comma dello Statuto) quello di perseguire lo sviluppo e valorizzazione dell’acquacoltura e della pesca nella Laguna di Venezia, la tutela e valorizzazione dell’ambiente lagunare, la salvaguardia dell’occupazione nel settore dell’acquacoltura e della pesca. Per perseguire lo scopo sociale di cui al punto 2) del primo comma, provvede all‘attuazione e realizzazione delle linee di pianificazione, programmazione e gestione economica, sociale e ambientale prefissate dalla Città Metropolitana di Venezia e dagli altri soci, e riferibili primariamente all'allevamento, pesca lagunare e attività connesse, tenuto conto della necessità di garantire il principio della gestione a carattere unitario della laguna. Le attività della società SAN SERVOLO srl, come previsto dall'atto costitutivo sono: • rilascio di subconcessioni per l’esercizio dell’acquacoltura ed al relativo controllo; • coordinamento e alla promozione di innovazioni, qualità, siti territoriali, riferibili alla pesca e all'allevamento nell’area individuata quale "Laguna di Venezia", al fine di consentire il rispetto delle norme, direttive ed indirizzi stabiliti dagli Enti pubblici competenti nel settore; • miglioramento, incremento e valorizzazione della capacità produttiva, attraverso l'incentivazione dello sviluppo economico-sociale delle comunità locali dedite al settore della pesca, favorendo la compatibilità dell'attività con l’equilibrio ambientale lagunare anche al fine di garantire la qualità alimentare e igienico sanitaria per il consumatore finale; • all’implementazione delle condizioni di sostenibilità ambientale nell’ambito della pesca e dell’allevamento, attraverso anche attività di recupero e miglioramento dell’ambiente lagunare; • studio, promozione, attuazione delle iniziative finalizzate a favorire la stabilità occupazionale, la sicurezza sul lavoro, il consolidamento produttivo e la razionalizzazione della produzione e distribuzione ittica, anche assumendo la gestione di interventi sostenuti da fondi comunitari, nazionali, regionali e locali, previa predisposizione, in collaborazione con altri Enti, di programmi, obiettivi e ricerche mirate alla valorizzazione del comparto "pesca lagunare".
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La società per realizzare gli obiettivi di cui sopra ed in particolare il perseguimento di finalità d’interesse collettivo e generale, può: • acquisire e prendere in concessione spazi acquei lagunari e marittimi del Demanio dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici, promuovere la realizzazione di altri impianti o specchi acquei interclusi, lagunari, vallivi o di terra ferma, nonché assegnarne la gestione a soggetti locali operanti nel settore della pesca lagunare veneziana; • attuare piani di cattura e di gestione, programmi di implementazione dell’acquacoltura, di indirizzo della produzione, conservazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti, in applicazione delle indicazioni provenienti dagli Enti pubblici soci, anche favorendo la messa a disposizione delle imprese ittiche convenzionate, di mezzi tecnici appropriati, impianti idonei anche se di proprietà di Enti pubblici o privati o di altri operatori, previa stipula di preventive convenzioni • promuovere e realizzare progetti, studi, ricerche, monitoraggio e controlli sull’andamento delle produzioni, sia sotto l’aspetto economico, sociale, ambientale, che qualitativo, prefissando a tal fine linee guida e comportamentali alle quali i soggetti concessionari, beneficiari o, comunque convenzionati dovranno attenersi, in applicazione delle indicazioni provenienti dagli Enti pubblici soci; • promuovere metodi e sistemi di pesca volti ad assicurare lo sfruttamento sostenibile nonché il perfezionamento tecnico del naviglio, dei metodi e dei sistemi di pesca; • promuovere, attuare e migliorare l’efficienza complessiva della filiera locale di settore attraverso azioni incentivanti di razionalizzazione della produzione, della conservazione e trasformazione del pescato, dei modi e sistemi di commercializzazione dei prodotti nel quadro delle norme e delle esigenze comunitarie di organizzazione dei mercati, anche con il ricorso a misure e risorse finanziarie comunitarie e nazionali; • stipulare convenzioni e contratti con "imprese", "cooperative" fra pescatori e loro "consorzi", con Enti pubblici o privati per ottenere particolari servizi nei vari centri di pesca, intesi a realizzare le migliori condizioni di efficienza per l'attuazione della filiera produttiva.
Quindi, la società costituiva e costituisce soggetto attuatore delle decisioni di carattere politico-amministrativo riservate alla competenza di Enti pubblici non soltanto soci, ma anche degli Enti che ricoprono fondamentali competenze nel governo del settore.
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2.2. Obiettivi del Piano
L'aggiornamento del Piano d'uso delle aree per Venericoltura si fonda sulle esperienze gestionali di questi anni e sulle necessità e potenzialità produttive attuali. Il Piano si concentra nell'ambito territoriale di competenza della società SAN SERVOLO srl, ossia la Laguna di Venezia con l'obbiettivo principale di fornire gli indirizzi per proseguire nel percorso di riconversione della pesca di R. philippinarum in allevamento entro aree in concessione. Si devono quindi conciliare le scelte gestionali e le indicazioni amministrative con le necessità tecnico produttive e sanitarie ed il rispetto degli ambienti lagunari. Il principale obiettivo del presente Piano è quello di gestire la risorsa "Vongola Verace" nell'ambito della Laguna di Venezia. Il presente Piano deve conformarsi in ogni sua parte con tutte le norme di ogni fonte e livello incidenti in laguna, e tutto quanto contenuto nel Piano non conforme con esse deve considerarsi di diritto nullo.
In particolar modo si intende: • rimodellare le superfici in concessione destinate all'allevamento, per ridurne gli impatti, razionalizzarne l'utilizzo anche sulla base degli operatori presenti e, se possibile, implementarne la produttività; • continuare a controllare, mediante monitoraggi periodici il reclutamento di giovanili di R. philippinarum da poter raccogliere e destinare come semina entro le aree in sub concessione; • incentivare all'utilizzo, in modo controllato, di seme da schiuditoio o proveniente da fonti naturali anche extra lagunari; • introdurre criteri di gestione degli impianti basati sul "principio agricolo" dell'allevamento (cicli di preparazione del fondale - semina - raccolta), codificando i passaggi gestionali e le comunicazioni agli Enti preposti alla gestione e controllo.
Gli effetti derivati dall'attuazione delle scelte di piano vogliono condurre a: • uno sviluppo compatibile delle attività lagunari con la salvaguardia dell’ambiente; • garantire la tracciabilità dei molluschi prodotti; • incentivare lo sviluppo imprenditoriale dell’attività con conservazione anche delle attività tradizionali di pesca o di differenziazione su altre risorse alieutiche (consci che la monospecificità della cultura rappresenta sempre un rischio sociale ed economico); • accompagnare il processo di formazione e modernizzazione degli operatori.
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A questo scopo sono stati valutati: • i dati relativi all'attività di gestione svolta dalle società GRAL e SAN SERVOLO srl nel quinquennio 2013-2018; • i valori della produzione lagunare; • le modalità di gestione dei banchi di seme naturale in aree lagunari non in concessione ed in concessione (aree "nursery") e le metodologie di reperimento del seme di produzione artificiale, con indicazione degli accorgimenti per garantire la filiera produttiva ed in particolare l'utilizzo di forme di preingrasso con sistemi sperimentali diversi ed individuazione delle competenze tecniche e tecnologie necessarie; • la compatibilità e sostenibilità del progetto a partire dagli elementi indicati nel Piano redatto nel 2013 e successivo adeguamento del 2015 quali il numero degli operatori, la tipologia di strumentazione utilizzata, approvvigionamento novellame, dimensionamento degli areali disponibili, sostenibilità socio-economica dell'attività di venericoltura nella prospettiva dei prossimi 2 anni; • le condizioni ambientali, morfologiche e idrologiche della Laguna di Venezia, con particolare riferimento alle variazioni rilevate negli ultimi 5 anni e all'influenza delle caratteristiche ambientali sui parametri produttivi dell'attività di venericoltura; • l'ubicazione delle aree adibite e da adibire a venericoltura con relativa analisi dell'idoneità e della produttività delle aree utilizzate nell'ultimo quinquennio ed indicazione dei criteri di scelta e di individuazione delle nuove aree, tenendo conto dei dati regionali inerenti la classificazione delle acque ai fini igienico sanitario, e le disposizioni regolamentari e legislative in materia di aree di particolare interesse ambientale ovvero di Importanza Comunitaria e relativo aggiornamento; • l'indicazione dei nuovi criteri per l'inserimento delle imbarcazioni; • la proposta di un modello per la gestione delle singole unità di produzione con particolare attenzione all'indicazione della densità di semina massima, alle dimensioni ottimali degli allevamenti parametrate al numero degli operatori per compagine ed alle imbarcazioni, e ad eventuali forme di aggiornamento professionale per i soggetti interessati agli aspetti della riproduzione e del preingrasso; • gli strumenti di controllo che SAN SERVOLO srl si propone di eseguire con il proprio personale, con l'ausilio delle strutture pubbliche ed avvalendosi di tecnici incaricati, sulle attività delle singole unità di produzione e delle aree adibite a preingrasso; • la verifica sull'utilizzo dei sistemi di raccolta attuali e proposta degli attrezzi utilizzabili nelle aree in concessione.
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2.3. Le azioni del Piano
2.3.1. Gestione delle aree in concessione
Il Piano prevede il rimodellamento delle aree in concessione che in parte sono o saranno riassegnate alle singole ditte per attività di venericoltura nella forma giuridica dell'affidamento in gestione (sub-concessione). Questa riperimetrazione è la risultante del rinnovo delle aree attualmente in concessione e sub-concesse, oltre che delle altre aree che SAN SERVOLO srl conserva nella propria disponibilità perché ritenute idonee a future sub- concessioni o per azioni collettive o operazioni sperimentali legate alla venericoltura lagunare. Allo stato attuale (marzo 2018) SAN SERVOLO srl ha in concessione circa 1706 ettari, dei quali oltre 1310 affidati in subconcessione (Tabella 2-1); le superfici non affidate in sub- concessione sono localizzate prevalentemente in Laguna Nord, macroarea A ed in laguna Centrale, macroarea B.
Tabella 2-1 Estensione delle superfici in concessione, sub concessione ed oggetto di nuova richiesta presso il Provveditorato Interregionale per il Veneto, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle Acque) - Aprile 2018. Macroarea A B C D TOTALE Sup. in concessione 574,44 351,35 29,16 751,28 1706,23 Sup. in subconcessione 415,66 219,7 29,16 646,3 1310,82 Sup. di nuova richiesta -5,06 0 0 24,25 19,19
L'eventuale aumento delle superfici dedicate alla venericoltura sarà possibile esclusivamente nelle macroaree già individuate nei precedenti piani d'uso e dal vigente Piano per la Gestione delle Risorse Alieutiche (Provincia di Venezia, 2015). Saranno, quindi, possibili assegnazioni di nuove aree a condizione che queste generino richieste organiche dal punto di vista planimetrico e unicamente per superfici significativamente ampie (maggiori di 20 Ha). In accordo con quanto già indicato nei Piani precedenti e da quanto indicato nei criteri di assegnazione previsti dal punto di vista amministrativo, di norma, non saranno affidate in subconcessione piccole aree in modo frammentario entro le macroaree; viceversa si privilegerà l'assegnazione di aree di allevamento contigue tra loro. Questo garantirà che le aree di allevamento risultino aggregate all'interno delle macroaree, permettendo così a SAN SERVOLO srl di operare nelle aree non subconcesse con azioni collettive senza interferire con attività colturali. Tale modo di operare consentirà che queste superfici possano eventualmente essere restituite al Provveditorato Interregionale dopo le opportune
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valutazioni, evitando così il mantenimento di porzioni che non risultano di interesse per gli operatori con risparmio per la società nel pagamento del canone. Considerate le attuali condizioni produttive soprattutto della macroarea A in Laguna Nord, e le criticità economiche del settore, molte delle ditte operanti in venericoltura scelgono di ridurre i costi fissi rinunciando a spazi in subconcessione, questo avviene soprattutto per le aziende che non sono in grado di programmare azioni colturali che prevedano l'acquisto di seme proveniente da riproduzione artificiale o da aree esterna alla Laguna di Venezia. Ciò risolve una contingenza economica ma sicuramente va a scapito di una programmazione produttiva futura. A fronte di questa situazione, che vede in alcune aree la restituzione di molte delle superfici subconcesse (macroarea A e B), SAN SERVOLO srl non intende mantenere anche nel prossimo biennio la forma di subconcessione definita a "conduzione collettiva”. Le aree a conduzione collettiva dovrebbero essere contingentate e limitate alle aree della Macroarea A e B e subconcesse a singole ditte o a gruppi di ditte in forma associata o consorziata. Quindi nella pianificazione della gestione delle aree per venericoltura si andrebbero a distinguere le tre seguenti tipologie: a) aree in subconcessione esclus iva , dedicate all'allevamento delle vongole veraci e per le quali il subconcessionario corrisponde un canone completo; b) aree ad uso esclusivo come l’area di 5 ettari in laguna Nord destinata al preingrasso e quelle “nursery” dedicate alla sola raccolta di seme (aree “verti" Macroarea B3 e B4); c) aree in concessione rimanenti nella disponibilità di SAN SERVOLO srl ed in attesa di essere subconcesse.
Per il prossimo biennio San Servolo prevede il seguente schema delle superfici dedicate alla venericoltura:
Aree in sub-concessione esclusiva 1710 ha Aree uso esclusivo per preingreasso 5 ha Aree uso esclusivo per Nursery 68 ha Aree nella disponibilità di SAN SERVOLO srl 67 ha Totale 1850 ha
Tali valori derivano dal mantenimento delle attuali superfici in concessione, pari a circa 1710 ettari (marzo 2018) e dai valori delle subconcessioni attuali aumentate di circa il 10 %, nell'ottica di un aumento legato alla ripresa produttiva ed alla richiesta di espansione di alcune delle concessioni attuali.
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Pertanto, si pianifica di mantenere anche nel prossimo biennio la disponibilità delle aree attualmente in concessione alla società SAN SERVOLO srl, a cui si aggiungono superfici di nuova richiesta/assegnazione così come richiesto ad aprile 2018.
2.4. Prospettive gestionali
2.4.1. Nuovi siti produttivi
SAN SERVOLO srl ha individuato nelle aree richieste in concessione al Provveditoriato Interregionale le aree da destinarsi e da mantenersi in concessione nel prossimo biennio per venericoltura, al contempo vede nelle aree già individuate da Piano Per la Gestione delle Risorse Aliutiche le possibili aree di nuova richiesta partendo dalle aree già in concessione secondo le linee di espansione indicate solamente per le macroaree A, B e D in Figura 2-1, Figura 2-2 e Figura 2-3.
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Figura 2-1 Macroarea A, mappa delle aree richieste in concessione da SAN SERVOLO srl ad aprile 2018 e direzione di possibile espansione.
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Figura 2-2 Macroarea B, mappa delle aree richieste in concessione da SAN SERVOLO srl ad aprile 2018 e direzione di possibile espansione.
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Figura 2-3 Macroarea D, mappa delle aree richieste in concessione da SAN SERVOLO srl ad aprile 2018 e direzione di possibile espansione.
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2.5. Gestione del seme
Come si è già avuto modo di sottolineare, tutte le attività di molluschicoltura devono partire dal reperimento dei giovanili (seme) con cui avviare il ciclo produttivo. Il seme può provenire da attività di raccolta in specifiche aree definite "nursery'' (aree in cui l'insediamento delle piccole vongole avviene in modo naturale ed in grandi quantità), da impianti di riproduzione controllata (schiuditoi) o da aree esterne alla Laguna di Venezia in cui l'attività di vendita del seme è consentita. Sicuramente molta minore importanza ha il reclutamento naturale che avviene entro le aree di allevamento. In Laguna di Venezia le pratiche di venericoltura si basavano fino a pochi anni fa quasi esclusivamente sul seme selvatico raccolto nelle aree "nursery" dove, grazie a particolari condizioni ambientali (idrodinamismo, tipo di sedimento, ecc.), l'insediamento si verifica con particolare intensità. Il 2012 a tale riguardo è stato un anno storico nel quale per la prima volta il seme proveniente da aree extra lagunari ha superato quello autoctono ed il 2016 è stato il primo anno in cui non è stato distribuito seme da parte della società GRAL. Per diversi anni si è ritenuto che l'abbondanza del reclutamento naturale in Laguna di Venezia potesse sostenere l'allevamento senza il ricorso a forniture diverse. Tuttavia, le attuali contingenze che hanno visto un drastico calo del reclutamento naturale dall'anno 2009 impongono agli allevatori la ricerca di fonti di seme alternative e di conseguenza maggiori investimenti, comunque ben garantiti dalla redditività attuale della produzione. Fin a qualche anno fa (2015 -2016) il principale mercato di seme erano le aree costiere ed i canali interni del Ferrarese (dati ASL) in grado di fornire seme naturale di buona qualità e quantità. Attualmente anche queste aree sono in crisi e senza costanza produttiva. Di conseguenza diviene cruciale poter procedere con l'acquisto di seme da schiuditoio che deve essere opportunamente preingrassato prima di essere seminato entro le aree di allevamento. Negli anni scorsi, il ricorso all'acquisto di seme proveniente da riproduzione controllata è stato condotto solo da poche aziende mentre attualmente vi è un costante aumento di aziende che ricorrono a questi schiuditoi per poter garantire la propria produzione. Ai fini della gestione e dell'approvvigionamento del seme la società SAN SERVOLO srl come Ente gestore con funzioni di coordinamento ed indirizzo ritiene fondamentale, poter prevedere tale sistema di fornitura, in grado di garantire quantitativi di seme utili ad integrare o potenziare eventuali mancanze di seme dalla raccolta naturale. A tale scopo si ritiene di dover promuovere azioni di collaborazione tra SAN SERVOLO srl, Aziende e Schiuditoi.
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2.5.1. Seme da schiuditoio e sistemi di preingrasso
Il pre-ingrasso o svezzamento delle vongole consiste nell'accrescimento in strutture artificiali, in ambienti naturali, di giovanili di R. philippinarum aventi una taglia iniziale compresa tra i 3 ed i 10 mm di lunghezza, le tecniche a flusso ascendente permettono di partire anche da individui molto più piccoli (1/1.5 mm). La fase di crescita, che porta le vongole da una lunghezza di pochi mm a quella di 1 cm o poco più, è estremamente delicata e caratterizzata in natura da un'altissima mortalità. Fare attraversare questo periodo di vita delle vongole in strutture protette da predatori e da fenomeni ipossici o di mancanza alimentare permette di ridurre drasticamente la mortalità naturale e di far raggiungere alla gran parte degli individui la taglia di almeno 12 mm di lunghezza, utile alla semina su terreni liberi (l'esperienza consiglia di giungere fino a dimensioni di 14/15 mm di lunghezza). Infatti, le vongole di queste dimensioni sono più resistenti ai predatori in quanto possiedono un guscio di maggior spessore e grandezza tale da potersi insabbiare a maggior profondità per sfuggirvi. L’alimentazione di questi molluschi è totalmente naturale, in quanto si utilizza il fitoplancton normalmente presente nelle acque. L'approvvigionamento di seme da schiuditoio, opportunamente disciplinato, rappresenta uno strumento in grado di favorire l'arricchimento genetico della specie, che porta ad una maggiore variabilità fenotipica e ad una maggior resistenza e adattamento all'ambiente consentendo la possibilità di: • disporre al momento più opportuno per il ciclo produttivo di esemplari della medesima taglia, in modo da ottenere una produzione omogenea nella medesima zona di allevamento; • approvvigionarsi comunque di seme di mollusco, anche in caso di morie naturali per non lasciare improduttivi i vivai; • produrre senza intaccare lo stock naturalmente presente in ambiente, anzi arricchendolo, in quanto gli animali, a loro volta, in stagione riproduttiva contribuiscono allo sviluppo della specie; • allevare animali esenti da forme patologiche particolari o da inquinamento, in quanto prodotti industrialmente in ambiente controllato.
L'utilizzo di seme da schiuditoio richiede da parte degli operatori la capacità di poterne condurre il preingrasso che può essere svolto con tecniche diverse: a fondale o in sospensione; tecnologie più o meno complesse andando dalle sacche ostreicole alle vasche a terra con flusso orizontale (raceway) o strutture galleggianti con sistemi di flusso verticale (flupsy).
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Gli operatori che scelgono di svolgere anche questa fase dell'allevamento delle vongole veraci devono essere in possesso dei requisiti necessari per condurre correttamente il preingrasso e le pratiche amministrative e sanitarie connesse. SAN SERVOLO srl, anche avvalendosi di tecnici incaricati, avrà prevalentemente il compito di verificare i quantitativi in carico alle aziende ed il loro stato di mantenimento e di controllare la veridicità della documentazione di scorta del prodotto e la destinazione finale di semina nelle aree in concessione. Tali controlli sono particolarmente importanti sia per seguire la buona riuscita di tali pratiche, che potrebbero risolvere momenti di crisi produttiva in assenza di seme selvatico, sia per inserire nella filiera elementi certi di tracciabilità del prodotto. Potrà infine essere valutata l'opportunità di realizzare corsi di formazione ed aggiornamento professionale per i soggetti interessati agli aspetti del preingrasso al fine di istruire gli operatori sulle modalità di manipolazione degli stadi giovanili di vongola filippina, elementi fondamentali per ottenere rese produttive elevate e ridotti tassi di mortalità.
Per la qualità delle acque e per le strutture presenti le "Valli da Pesca" sono ambienti ideali per le attività di preingrasso su strutture artificiali: raceway e flupsy e sono da alcuni anni utilizzate nelle aree del Delta del Po sia del Rodigino che del Ferrarese. Anche le Valli da Pesca della Laguna di Venezia possono essere interessanti siti per svolgere attività di preingrasso da parte delle aziende del settore. La regolamentazione di queste attività entro le Valli da pesca esula dalle funzioni della società SAN SERVOLO srl che però non le esclude e le ritiene funzionali al più ampio ciclo della produzione di vongole veraci in Laguna di Venezia.
2.5.2. Gestione dei banchi di seme naturale in aree lagunari non in concessione
La necessità, non più procrastinabile, di promuovere e stabilizzare le attività di venericoltura richiede che la società SAN SERVOLO srl possa operare in modo tempestivo, preciso ed efficace nella raccolta dei banchi di seme di vongole che si formano nelle aree lagunari non in concessione con azioni di raccolta collettive finalizzate alla distribuzione alle aziende di venericoltori. Quindi, elemento fondamentale per il Piano è la possibilità da parte di SAN SERVOLO srl di intraprendere con tempestività la raccolta di giovanili ogni qualvolta l'attività di monitoraggio ne individui l'opportunità. Le aree vocate ad essere siti di reclutamento naturale di seme selvatico (c.d. nursery) saranno da mutuare dal Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle lagune della
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Provincia di Venezia, peraltro in attesa di aggiornamento. Appare tuttavia necessario evidenziare che i dati recenti dimostrano la mutabilità dei parametri fisici e biologici esistenti nei diversi ambiti lagunari per cui nel biennio potrebbero essere individuate delle altre zone e diverse caratterizzate da una significativa distribuzione di quantità seminali che giustifichino l'azione di raccolta e l'adeguamento della strategia gestionale. In tal senso, considerati i tempi di raccolta medi e le superfici a disposizione si ritiene che densità medie di 100 individui al mq e quantità di 20 milioni di individui costituiscano i valori minimi per attivare campagne di raccolta semina. Con riferimento alle dinamiche di reclutamento "storiche" di vongole veraci in Laguna di Venezia, comunque, nell'ottica della programmazione base si può prevedere che le aree in cui si concentrerà l'attenzione dei monitoraggi ed in cui sarà più probabile l'esecuzione di campagne di raccolta saranno: l'ex are SIN, le aree dei Verti, le Dighette, i canali di Chioggia e la foce del Fiume Brenta (Figura 2-4).
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Figura 2-4 Mappa delle aree note per essere zone di reclutamento naturale di R. philippinarum in Laguna di Venezia.
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2.5.3. Periodo di semina e taglia di raccolta
Per stabilire periodi e taglia di semina è necessario considerare le caratteristiche biologiche della specie. Il periodo migliore per la semina è rappresentato dai mesi primaverili quando la temperatura dell'acqua è superiore ai 14°C e si verificano le prime consistenti fioriture fitoplanctoniche dopo il periodo critico invernale. Iniziare l'allevamento in questo periodo garantisce un rapido accrescimento del seme nel periodo più favorevole allo sviluppo della specie. E' possibile seminare anche in tutti i periodi dell'anno tenendo conto della disponibilità di seme e delle condizioni climatiche. E' comunque sconsigliato effettuare la semina quando la temperatura dell'acqua scende al di sotto di 6-7° C, in quanto le basse temperature riducono le attività metaboliche dei molluschi, riducendone quindi anche la capacità di insediamento entro il substrato di fondo e sottoponendole a stress termici che possono risultare letali. Va osservato che negli ultimi 2 anni la raccolta del seme dalle aree nursery è stato possibile condurla solamente nel periodo autunnale. La raccolta del seme naturale dovrà essere quindi regolamentata ed organizzata in modo da consentire agli addetti di operare nei periodi dell'anno più favorevoli, andando a raccogliere individui di R. philippinarum aventi lunghezze superiori ai 10 mm. Infatti, la semina a terreno di esemplari di lunghezza inferiore a 10 mm, risulta rischiosa per l'elevato stress meccanico a cui sono sottoposte nel corso delle operazioni di raccolta, a cui si aggiungono le difficoltà delle forme giovanili di ridotte dimensioni di sopravvivere se seminate su fondali a bassa componente sabbiosa, ove la minor compattezza del sedimento non offre un sufficiente sostegno, o ad infossarsi velocemente nel sedimento in aree ad elevato idrodinamismo ed ove possono essere facile preda di granchi e murici.
2.5.4. Strategia gestionale per le aree di reclutamento (nursery)
Gli esemplari di R. philippinarum , sessualmente maturi, attraversano la fase di riposo sessuale nel tardo autunno (novembre) e sono in fase di gametogenesi tra la fine dell'inverno e la fine primavera (febbraio-maggio) (Da Ros et al., 2005, Meneghetti et al., 2004). In questi periodi non vi sono perciò massicce emissioni di gameti e conseguente insediamento sul fondale delle forme giovanili. Il passaggio dalla vita pelagica a quella bentonica, che avviene dopo circa tre settimane dalla fecondazione delle uova (Helm e Pellizzato, 1990; Paesanti e Pellizzato, 2000) rappresenta un momento particolarmente delicato in quanto la conchiglia dei giovani esemplari (spat, 240-400 m) è ancora molto fragile e sottile. E' quanto mai opportuno quindi, a tutela delle forme giovanili neo-insediate, eseguire periodici monitoraggi di campo in grado di individuare la presenza di spat (seme di taglia inferiore tra 0,5 e 0,8 mm). Qualora la presenza di tali forme giovanili fosse riscontrata dovrà esserne impedita la raccolta fin al raggiungimento di taglie consone alla semina entro
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le aree destinate all'ingrasso delle vongole veraci. Tali monitoraggi saranno condotti da SAN SERVOLO srl attraverso i propri collaboratori e dipendenti.
2.5.5. Sistemi e modalità di raccolta
L'attività di raccolta del seme, così come la successiva fase di distribuzione alle singole imprese assegnatarie di aree in concessione, sarà gestita e controllata direttamente da SAN SERVOLO srl con l'ausilio, ove necessario, delle Forze dell'Ordine. Particolare attenzione andrà posta ai sistemi di raccolta utilizzati direttamente dagli operatori, prediligendo attrezzi ad alta selettività e a minor impatto sia nei confronti del prodotto raccolto sia dei fondali che dovranno essere salvaguardati per dare continuità alla produzione. Per quanto possibile la società SAN SERVOLO srl intende procedere con la sperimentazione di sistemi di navigazione atti a massimizzare l'azione di raccolta evitando ripetuti passaggi negli stessi fondali. In questa ottica le moderne tecnologie mettono a disposizione strumenti di navigazione precisi in grado di condurre le imbarcazioni dedicate alla raccolta a passare uniformemente i fondali con risparmio di tempo e minimizzando l'impatto sui fondali stessi.
La presenza di alte densità di prodotto commerciale nelle aree interdette all'attività di pesca per motivi igienico sanitari e abitualmente utilizzate per la raccolta del seme, obbliga ad impiegare sistemi in grado di rilasciare immediatamente gli esemplari di taglia superiore a quella consentita. Tali accorgimenti (griglie di luce opportuna), andranno perfezionati e tarati anche in funzione delle caratteristiche dei fondali (granulometria, tessitura, ecc.). Anche i sistemi di vagliatura e selezione del prodotto a bordo (vibrovaglio con griglie di luce opportuna) dovranno essere collaudati e resi non modificabili per tutta la durata della campagna di raccolta del seme.
In accordo con quanto previsto dalle autorizzazioni ministeriali e dal "Piano Seme 2016" le imbarcazioni impiegate contemporaneamente nella raccolta di seme non dovranno mai essere superiori a 20 imbarcazioni minori e 10 imbarcazioni dotate di draga vibrante, quindi con un massimo di 30 imbarcazioni operanti contemporaneamente nelle attività di raccolta seme.
Nel periodo settembre-novembre, potrebbe rivelarsi opportuno consentire in alcune zone il prelievo del seme con l'impiego di sistemi manuali come ad esempio i rastrelli da imbarcazione. In questo periodo, infatti, sono ancora presenti esemplari di recente
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insediamento e di piccole dimensioni (anche < 5 mm) che potrebbero subire danneggiamenti da attrezzi ad elevata meccanizzazione.
2.5.6. Considerazioni sulla taglia minima di raccolta del novellame di R. philippinarum
La gestione delle attività di venericoltura in Laguna di Venezia ha da tempo tra le sue tematiche l'individuazione delle taglie minime e massime (indicate in base alla lunghezza ossia la dimensione maggiore della conchiglia) in cui considerare le vongole veraci come giovanili adatti alla raccolta e semina oppure prodotto commerciale. Queste valutazioni implicano considerazioni di carattere biologico, economico e soprattutto gestionale. La taglia commerciale a livello nazionale ed europeo per i molluschi bivalvi del genere Ruditapes è di 25 mm di lunghezza. La scelta di questa dimensione è dovuta a considerazioni di carattere biologico come la taglia di prima riproduzione e pratiche in analogia con molti altri bivalvi veneridi come Chamelea gallina , Venus verrucosa , Venerupis pullastra ed altre. Infatti, la taglia di prima riproduzione per la vongola verace filippina è raggiunta dopo circa un anno di vita, quando le vongole hanno una lunghezza tra i 15 e 20 mm circa (ESAV, 1990). Inoltre, uniformando le taglie tra i diversi molluschi risultano maggiormente agevoli i controlli, gli autocontrolli e la gestione tecnica legata ai macchinari per le operazioni di cernita, depurazione e confezionamento. A livello provinciale per l’attuale regolamento la taglia commerciale per le vongole veraci è di 29 mm di lunghezza, in quanto così indicata con determina dirigenziale dell'Ufficio Caccia e Pesca nel 2009 (n. 3292/2011 del 23.12.2011) e successivamente confermata dal Piano Alieutico della Provincia di Venezia del 2015. Tale limite di taglia commerciale era già attivo dal 2006 in quanto all'interno del piano di riconversione dalla libera raccolta all'allevamento si era individuato nell'elevazione della taglia commerciale uno strumento in grado di assicurare agli operatori della venericoltura un'adeguata risorsa di novellame. La scelta di elevare la taglia commerciale ha risvolti produttivi, economici e gestionali importanti. Si deve infatti considerare che mediamente la differenza in peso tra un individuo lungo 25 mm ed un lungo 29 mm è di circa 2 grammi: una vongola di 29 mm ha un peso medio di 5,43 g mentre una di 25 di 3,4 g (Paesanti & Pellizzato, 1994), il che corrisponde ad un incremento quasi del 60 %, raggiungibile, in dipendenza della stagione, in un tempo che varia da 3 (Pellizzato et al., 2005) a 6 mesi (Pessa osservazione personale). Ad esempio, uno stock di 10.000 vongole di taglia 25 mm e dal peso di circa 34 Kg raggiunta la taglia di 29
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mm ha un incremento in peso di 20 Kg, incremento in grado di compensare più che soddisfacentemente anche episodi di moria fino al 30 %. Le maggiori dimensioni sono inoltre meglio valutate sul mercato; infatti, attualmente, il prodotto extra lagunare di lunghezza superiore a 25 mm e inferiore a 29 mm viene venduto ai grossisti o centri di depurazione a prezzi al Kg di oltre 1 € in meno rispetto alle vongole di taglia maggiore di 29/30 mm. Appare quindi evidente anche l'interesse prettamente economico nel commercializzare vongole di taglia superiore a 29 mm di lunghezza. Proprio al fine di garantire una maggiore disponibilità di giovani vongole da inviare alle aree di allevamento, il mantenimento della taglia commerciale minima ad una lunghezza di 29 mm ed al contempo la possibilità di raccogliere dalle aree classificate con gestione comune (aree nursery in concessione a SAN SERVOLO srl o aree comunque classificate in cui il Provveditorato interregionale concede l'esecuzione di operazioni di raccolta del novellame di vongole) può avere importanti riscontri funzionali alla piena realizzazione delle attività di allevamento di Ruditapes in Laguna di Venezia.
2.5.7. Densità di semina negli allevamenti e vendita del seme
La definizione e il rispetto di densità massime di semina nelle concessioni, compatibili con la capacità portante dell'ambiente, rappresentano un importante misura gestionale per evitare elevate mortalità dei giovanili e rese limitate nella crescita, oltre ad un organico sviluppo della riconversione. A tale scopo e sotto la responsabilità del legale rappresentante della ditta sub- concessionaria ad inizio anno dovrà essere fornito un dettagliato piano di gestione, tale piano dovrà contenere gli elementi atti ad individuare la densità di semina che si intende adottare e le motivazioni a sostegno della scelta. Dalle considerazioni svolte sull'andamento della produzione negli ultimi anni e sulla capacità trofica dell'ambiente lagunare, si ritiene corretto in questa sede evidenziare in modo macroscopico le densità per i bacini lagunari e quindi per le macroaree in concessione alla società SAN SERVOLO srl. Secondo le indicazioni dei modelli analizzati (Melaku Canu, 2010; Solidoro et al. 2003) le densità suggerite sono le seguenti:
Tabella 2-2 Densità di R. philippinarum suggerite nelle macroaree lagunari n. Pz/mq Macroarea A 120 Macroarea B 150 Macroarea C 200 Macroarea D 200
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Il divieto di vendere seme fuori della Laguna di Venezia, come già prescritto a suo tempo dal Piano Pesca della Provincia (Provincia di Venezia, 2000), continua a rappresentare un provvedimento necessario per tutelare gli allevatori della Laguna di Venezia garantendo i maggiori risultati possibili con la gestione delle risorse delle proprie produzioni.
2.5.8. Valutazione del fabbisogno annuo di seme
E' utile in questa sezione, operare una valutazione teorica della quantità di seme necessaria annualmente per sostenere la venericoltura entro le aree in concessione a SAN SERVOLO srl e sub-concesse. Ipotizzando che le aree in assegnazione (sub-concessioni) risultino di 1500 ettari e che queste seguano cicli di semina di 18 mesi, si valuta che la stessa superficie sarà oggetto di semina mediamente 2 volte ogni 3 anni (0,67 volte anno). Quindi le superfici da seminare ammonteranno a circa due terzi delle superfici subconcesse, così pari a circa 1000 ettari. Considerando la media delle densità di semina ponderata per le superfici in subconcessione nelle quattro macroaree le necessità annue di seme sono di circa 1,7 miliardi di pezzi, ipotizzando il peso medio di 1,6 g (vongola di circa 20 mm di lunghezza) risulterebbero necessarie circa 2720 tonnellate. Di queste quantità non è certamente possibile pianificare a priori la provenienza, data la variabilità annuale ed interannuale di semina nel bacino lagunare e la disponibilità di seme da altre aree naturali o da schiuditoio. Tuttavia, è palese che, escludendo i quantitativi di reclutamento naturale entro le aree di allevamento, gran parte della semina necessaria dovrà comunque provenire da aree extra lagunari o da riproduzione controllata.
2.6. Sistemi di raccolta e conferimento
2.6.1. Attrezzi
La metodica di raccolta dei molluschi bivalvi fossori, come le vongole veraci, prevede di penetrare con degli apposti attrezzi di pesca nei fondali per alcuni centimetri. Le tecniche di raccolta possono essere fondamentalmente di due tipi: manuale con uso diretto delle mani dell'operatore come attrezzo di raccolta o con un attrezzo che penetri nel sedimento, lo setacci e trattenga i molluschi presenti. Nel caso di raccolta con attrezzi le tecnologie per operare sono svariate e con diversi livelli di meccanizzazione ed automatizzazione. La ben nota proliferazione della vongola verace filippina nelle lagune nord adriatiche è stata in grado di indurre una nuova attività produttiva legata alla raccolta di questi molluschi. Per la Laguna di Venezia questo fenomeno è stato tale da produrre in breve tempo, profondi mutamenti nella composizione e nelle abitudini delle marinerie nonché in relazione alla
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tipologia degli attrezzi e delle metodologie di pesca impiegate, che sono e sono state in costante evoluzione al fine di garantire al pescatore prima, ed all'allevatore ora la resa migliore con sistemi sempre più meccanizzati. Il Piano di Gestione e produzione per l'attività di venericoltura vigente, elaborato dalla società G.R.A.L. nel 2013 ed adeguato a gennaio 2015, prevedeva l'utilizzo all'interno delle aree di allevamento in Laguna di Venezia delle seguenti tipologie di attrezzi: • raccolta manuale; • rasca a trazione manuale; • rastrello a trazione manuale; • attrezzo standard a trazione meccanica (cd. rusca); • attrezzo denominato Vibrantino (larghezza max. 80 cm.); • cassa con elica azionata da motore idraulico (larghezza max. 80 cm.); • draga vibrante; • rasca a pompa (pompetta). La raccolta del prodotto maturo dalle aree in concessione per venericoltura potrà avvenire esclusivamente con i sistemi di raccolta consentiti ai pescatori di professione. Allo scopo si dovrà fare rigorosamente riferimento a quanto autorizzato dalla Città Metropolitana di Venezia. Si consentirà, quindi all'interno degli impianti per venericoltura, l'uso degli attrezzi denominati, "Cassa", "Pompetta" (pompa idraulica con luce fino a 60 cm) e "Vibrante", così come da piano precedente.
Per quanto riguarda la rasca a pompa, questo attrezzo è stato introdotto circa 5 anni fa fra gli attrezzi permessi per perseguire un miglioramento nelle tecnologie di raccolta ed allinearsi alle situazioni presenti anche in altre lagune alto adriatiche, nel dicembre 2010 la Provincia di Venezia ha firmato un accordo di programma con il Magistrato alle Acque per condurre una sperimentazione su questo nuovo attrezzo già da tempo in uso nelle lagune del delta del Po. Nel corso del 2011 sono state condotte sperimentazioni sulla base delle quali è stata successivamente richiesta la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) per l'uso di tale attrezzo all'interno delle aree per allevamento di vongole. Prendendo atto dei risultati della sperimentazione e della procedura di screening di VINCA, la Provincia di Venezia, con atto del dirigente dell'Ufficio Caccia e Pesca numero 1901/2011 dell'agosto 2011, ha inserito la rasca a pompa tra gli attrezzi consentiti all'interno delle aree in concessione alla società GRAL per la venericoltura. Visti i risultati delle sperimentazioni della rasca a pompa, denominata anche come pompetta, e delle richieste ed indicazioni pervenute dagli operatori del settore, la società SAN SERVOLO srl intende verificare la possibilità di introdurre tra gli attrezzi destinati alla raccolta delle
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vongole entro le aree in concessione, una pompa idraulica con luce non superiore a 150 cm, da destinare alle imbarcazioni di maggiori. Questa intenzione pone le proprie basi su considerazioni generali di gestione all'interno dell'insieme delle aree dedicate alla venericoltura in Laguna di Venezia. L'uso di uno strumento come la pompa sino a 150 cm in sostituzione della vibrante, infatti, il cui uso entro gli allevamenti viene di recente contestato anche dagli stessi allevatori deve essere valutato sulla scorta delle seguenti considerazioni: • imbarcazioni di maggiori dimensioni richiedono investimenti iniziali maggiori ma minori costi di gestione ordinaria; • risultano limitate nell'accedere in aree a basso fondale e quindi sono più facilmente limitabili alle sole aree di allevamento; • maggior confort e sicurezza a bordo grazie agli spazi e tecnologie presenti permettono qualità del lavoro riscontrabile immediatamente nel benessere degli operatori (protezione da condizioni meteo avverse); • possibilità di operare con vagli meccanici per eseguire selezioni corrette ed efficaci dei molluschi raccolti; • possibilità di trattare il prodotto di scarto (gusci di molluschi morti), con macine poste a bordo; • riduzione dei costi legati al carburante e durate dei motori e delle imbarcazioni; • aumento dei tempi operativi intesi come possibilità di condurre giornate di pesca più lunghe in quanto al riparo da azioni meteo e con imbarcazione avente maggior capacità di carico; • maggior efficienza equivale a minori costi e quindi anche maggiore razionalità nelle azioni di allevamento; • maggiore possibilità di controllo da parte delle forze dell’ordine grazie alla limitata velocità di crociera ed operativa.
2.6.2. Imbarcazioni e mezzi nautici a supporto delle attività di venericoltura
Le barche impegnate nelle attività di venericoltura dovranno essere conformi in tutte le loro caratteristiche a quanto previsto dalla normativa in materia di navigazione e pesca per le acque interne, con particolare riferimento alla Laguna di Venezia. Si sottolinea come le imbarcazioni siano strumento fondamentale per le attività di venericoltura, sia per la raccolta del prodotto che per il trasporto. Dovranno quindi essere addottati tutti i necessari criteri operativi e tecnologie adatte a garantire la sicurezza degli operatori durante le operazioni lavorative e la sicurezza igienica dei molluschi trasportati.
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Per quanto concerne il numero di imbarcazioni da destinarsi alle attività produttive la società GRAL con determina dell'Amministratore Unico nel corso del maggio 2012, ha adottato un sistema tabellare (Tabella 2-3) recante l'indicazione di criteri oggettivi per la valutazione delle nuove domande di inserimento negli elenchi dei natanti adibiti alle singole unità di produzione. In generale la norma consente a ciascun sub concessionario di avvalersi di uno scafo minore (barchino con 3 tsl e potenza motore max di 150cv) ogni due ettari in subconcessione alla compagine societaria o una barca (> 3 tsl ma con potenza sempre non superiore a 150 cv) in sostituzione delle unità minori fino a 12 ettari in subconcessione. Per estensioni superiori si possono utilizzare unità minori e unità maggiori secondo lo schema di tabella 2-3. Verrà redatto elenco delle barche autorizzate e tale elenco verrà periodicamente aggiornato. Essendo l'attività di venericoltura un lavoro articolato che richiede costante presenza degli operatori, strumenti di cernita e raccolta, magazzino dei materiali di consumo o dedicati a fasi distinte dell'allevamento (ad es. sacche da preingrasso), la società SAN SERVOLO srl ritiene utile che gli operatori possano avere tra le proprie dotazioni anche imbarcazioni dedicate e non contigentate o dei pontoni. Mezzi nautici quindi che diano la possibilità di condurre alcune lavorazioni (ad es. cernita della semina o del prodotto), attività di sorveglianza e di stoccaggio dei materiali in modo più confortevole e preciso nell'ottica di perseguire la maggiore efficienza produttiva.
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Tabella 2-3 Criteri di autorizzazione all'uso delle imbarcazioni destinate alle attività di veneri coltura
NUMERO MAX UNITÀ NUMERO MAX UNITÀ VIBRANTI AGGIUNTIVE IN ETTARI IN MINORI - BARCHINI MAGGIORI - VIBRANTI SOSTITUZIONE BARCHINI CONCESSIONE Da 1 a 6 ettari 3 1 Da 7 a 15 ettari 6 1 Da 16 a 30 1 ettari 12 1 (in sostituzione di almeno 3 barchini) Da 31 a 50 1 ettari 20 2 (in sostituzione di almeno 3 barchini) Da 51 a 80 2 ettari 30 2 (in sostituzione di almeno 6 barchini) Da 81 a 100 3 ettari 60 2 (in sostituzione di almeno 9 barchini) Maggiori di 101 3 ettari 80 3 (in sostituzione di almeno 9 barchini)
Il numero dei mezzi nautici adibiti alla venericoltura ha avuto una evoluzione temporale che ha portato le iniziali 400 unità, del 2006, alle attuali 333. In questa variazione, la suddivisione delle imbarcazioni in scafi minori e motopescherecci (“M/P -Vibranti") ha mantenuto un rapporto proporzionale di circa 4 a 1 (80 % unità minori e 20 % M/P) con un rapporto che nel 2017 è stato di circa 1,5 operatori per imbarcazione (Tabella 2-4). Rapporto molto basso e sicuramente condizionato dal fatto che vi è stato nell'ultimo quinquennio la diminuzione degli operatori e quelli rimasti hanno mantenuto la gran parte delle imbarcazioni, quale strumento principale ed indispensabile per il lavoro.
Tabella 2-4 Valori percentuali dell'andamento del numero di operatori e scafi dedicati alla venericoltura in Laguna di Venezia tra il 2006, il 2012 ed il 2017 Anno M/P Vibranti Barchini Totale Flotta n. Operatori / scafo 2006 20,0% 80,0% 400 2,6 2012 18,2% 81,8% 330 1,9 2017 16,8 % 82,2 % 333 1,5
L'attuale pianificazione prevede di affidare in sub-concessione esclusiva e collettiva circa 1710 ettari con un numero massimo di 750 addetti.
Considerando di mantenere un rapporto tra operatori e numero di scafi pari a 2 (uomini/scafo), il numero dei mezzi nautici autorizzati alle attività di raccolta vongole potrà
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avere comunque un incremento fino ad un massimo di 400 unità quando si saranno raggiunti il massimo degli operatori (750 unità). Ad ogni modo il numero massimo di imbarcazioni maggiori autorizzato sarà di 80 unità e quello di imbarcazioni minori di 360 unità con variazioni tra questi valori in funzione del totale complessivo pari a 400 imbarcazioni adibite ad attività di raccolta vongole entro le aree di allevamento.
La suddivisione proporzionale tra M/P e imbarcazioni minori sarà condizionata dai criteri di Tabella 2-4, ma che, oggettivamente, si suppone possa mantenersi nelle proporzioni attuali con lievi incrementi per le unità maggiori, in quanto con minori costi di gestione e maggiori capacità operative.
2.6.3. Mezzi dedicati a servizi particolari
Sono noti i problemi di incompatibilità tra la presenza di coperture macroalgali abbondanti ed omogenee e l'allevamento delle vongole percui la raccolta delle macroalghe diviene quindi strumento gestionale dell'allevamento. Dal punto di vista operativo si evidenzia che per eseguire interventi di raccolta completi e rapidi delle macroalghe vi sono imbarcazioni dedicate dotate di un sistema di raccolta a nastro per cui le ditte che si volessero dotare di sistemi, dovranno munirsi di tutte le autorizzazioni e dotazioni necessarie alla navigazione. Tali attività di spostamento e/o raccolta delle macroalghe entro le arre in sub concessione dovranno essere autorizzate e seguire le seguenti prescrizioni: A) È tassativamente escluso l’utilizzo delle unità “raccogli alghe” nelle aree con presenza di praterie di fanerogame marine. B) L’unità “raccogli alghe” dovrà essere in possesso di certificazione tecnica rilasciata da uno dei Registri Nautici riconosciuti afferente alla: idoneità del mezzo di raccolta, all’intervento di asportazione delle alghe senza sommovimento del fondo lagunare ed alle precauzioni tecniche di armamento da applicare per tale attività. Tale certificazione dovrà essere esibita in sede di richiesta di autorizzazione ed essere presente a bordo del mezzo nautico per tutta la durata delle operazioni di raccolta. C) L’autorizzazione viene rilasciata a termine ed esclusivamente a soggetto titolare di subconcessione per venericoltura, ed è rilasciata esclusivamente per la subconcessione per la quale è prevista. Eventuali richieste di proroghe dell’autorizzazione potranno essere esaminate esclusivamente se pervenute almeno tre giorni prima del termine. D) Tutte le operazioni dovranno essere compiute nella stretta osservanza delle vigenti normative di prevenzione e navigazione.
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E) L’attrezzo impiegato dovrà essere armato in modo da impedire il sommovimento del fondale e dovrà essere asportato il tubo dell’acqua ad alta pressione che viene utilizzato per la raccolta dei bivalvi. F) Non potrà essere raccolto né detenuto a bordo alcun tipo di mollusco bivalve anche allo stato giovanile. G) Il richiedente ed il personale impiegato nella raccolta, dovranno di buon grado collaborare con il personale di controllo di San SERVOLO srl, del Provveditorato Interregionale, ed eventualmente di altri Enti di Polizia o prevenzione. H) Il prodotto raccolto (alghe) dovrà essere smaltito a norma delle vigenti disposizioni in materia.
Sempre nel quadro delle attività accessorie all'allevamento, come già avviene in altre lagune Nord adriatiche, i singoli allevatori potrebbero provvedere, attraverso appositi macchinari, alla frantumazione del prodotto di scarto (gusci di molluschi) proveniente dall'attività di raccolta o di sistemazione dei fondali, solitamente allontanato dall'area di allevamento, migliorando così nel lungo periodo le caratteristiche dei fondali in funzione della produzione. Infatti, le conchiglie dei molluschi morti presenti nei fondali lagunari seguono una lenta degradazione che, in funzione dell'idrodinamismo, sedimentazione ecc, può richiedere anche milioni di anni (ad es. i fossili). Nel frattempo, all'interno delle aree di allevamento per le vongole questi gusci vengono più volte raccolti e ributtati in acqua finendo quindi sulla superficie dei sedimenti (Figura 13). Se in grandi quantità e non triturati vanno a modificare completamente l'aspetto del fondale. Offrono substrato duro su cui trovano modo di aderire macroalghe e altri organismi sessili (anemoni, briozoi, ecc) troficamente in competizione con le vongole e sicuramente di impedimento per le operazioni colturali. L'abbondante presenza di gusci di conchiglie, inoltre, disturba o addirittura può impedire ai giovani esemplari di vongole seminate di penetrare nel sedimento. Quindi con la frantumazione o meglio la macinazione di questi gusci a dimensioni inferiori a 5 mm, si riducono gli effetti della loro presenza nei fondali di allevamento, facilitando le operazioni di raccolta e semina.
2.7. Monitoraggio e verifica delle azioni e delle buone prassi colturali
Considerato che SAN SERVOLO srl prevede di: • confrontarsi con il Provveditorato Interregionale per il Veneto, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle Acque) per la gestione delle concessioni;
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• fornire periodicamente all'Amministrazione della Città Metropolitana i dati relativi alle dichiarazioni d'attività (quantitativi seminati, prodotto raccolto, ecc.); • raccogliere dalle cooperative i nominativi dei pescatori e delle imbarcazioni regolarmente immatricolate; • suddividere ed assegnare le aree in concessione in base alle priorità stabilite dal regolamento interno; • verificare periodicamente nelle varie aree in concessione e al di fuori delle stesse il reclutamento naturale di giovani esemplari di R. phlippinarum , al fine di poter offrire "seme" per la filiera produttiva; • gestire i dati di semina e di raccolta (statistiche di pesca); • verificare le densità di prodotto/seme presente nelle varie aree in concessione.
Risulta di fondamentale importanza avere a disposizione uno strumento in grado di sostenere le attività sopra riportate. Poiché questo progetto interessa tutta la Laguna di Venezia e tutte le sub-concessionarie di SAN SERVOLO srl, è fondamentale l'uso di un sistema informativo in grado di supportare le attività statutarie.
Si continuerà nel monitoraggio delle aree in concessione che consenta di verificare i quantitativi e le densità di semina, le giacenze di prodotto adulto, i tassi di sopravvivenza e crescita al variare delle zone di produzione. Tale attività fondamentale per valutare il reale utilizzo delle aree, il rispetto delle indicazioni del Piano e le reali produzioni lagunari sarà condotta da SAN SERVOLO srl con il proprio personale e l'eventuale ausilio di soggetti terzi qualificati ed individuati attraverso la forma dell'appalto di servizi, incarichi e consulenze esterni.
2.7.1. Sistema informativo per la gestione delle aree in concessione
Al fine di supportare tecnicamente la Società SAN SERVOLO srl nell'attuazione del Piano d'uso sostenibile delle aree in concessione per venericoltura è previsto il completamento del sistema informativo per la gestione delle attività di allevamento e raccolta di Ruditapes philippinarum , già avviato in via sperimentale nel corso del precedente quinquennio. Con l’avvio del Sistema Informativo Territoriale Metropolitano SITM è stata avviata una collaborazione con la Città Metropolitana di Venezia che ha consentito di avviare un processo di archiviazione, gestione e scambio di dati con altri Enti. Questo processo ha consentito inoltre la pubblicazione sul sito della Società di mappe interattive e la condivisione di dati georeferenziati relativi alle aree di pesca. All'interno del sistema informativo completato saranno:
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• individuate su cartografia digitale le aree di pesca assegnate alle singole ditte o soci; • implementati i dati nominali delle cooperative e dei soci autorizzati alle attività di raccolta; • evidenziate le tipologie dell'imbarcazione (stazza lorda, potenza motore, lunghezza, ecc.) e dell'attrezzatura utilizzata per la raccolta (annessi di bordo ed altra attrezzatura); • riportate le densità di vongole filippine presenti e quindi valutata la biomassa totale, • individuate le zone a sofferenza produttiva (per motivi ambientali o gestionali); • individuate le aree più opportune nelle quali i concessionari o le singole cooperative vorranno intraprendere azioni sperimentali (spostamento banchi, ripopolamento, interdizione alla raccolta, aree di tutela e di riposo biologico, ecc.); • individuate le aree ad uso specifico (aree adibite all’attività di preingrasso, aree nursery ecc)
L'insieme delle informazioni strutturate nel sistema informativo permetterà di prevedere, sia le potenzialità di raccolta ed allevamento nelle diverse aree in concessione che le azioni più opportune da intraprendere per garantire il mantenimento della risorsa nel tempo. In definitiva potrà diventare uno strumento operativo non solo funzionale ai piani di produzione di vongole filippine ma anche indispensabile all'aggiornamento dei piani di gestione.
Accanto al sistema informativo si opererà nella formazione ed aggiornamento del personale interno di SAN SERVOLO srl per condurre l'attività formale necessaria alla Società nei confronti dell'Amministrazione Pubblica (Provveditorato Interregionale OOPP, Città Metropolitana di Venezia, Comuni, Capitanerie di Porto, ecc.). A regime l'attività di implementazione, aggiornamento e gestione dei dati risulterà particolarmente complessa considerata la consistenza del fenomeno, in termini di marinerie presenti, numero di cooperative operanti, diversa localizzazione, morfologia e batimetria delle aree assegnate, differenti aspetti e tematismi coinvolti nell'attività di venericoltura.
In tale contesto si proseguirà nel processo già avviato con gli enti competenti (Regione, Provveditorato Interregionale OOPP, Città Metropolitana di Venezia) finalizzato alla implementazione di un sistema condiviso di dati (anagrafici, territoriali, sanitari) con aggiornamento in tempo reale.
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2.8. La gestione della fase di transizione e di s ituazioni emergenziali
Trascorsi quasi 13 anni dall'avvio della società GRAL (ora SAN SERVOLO srl) e dopo più di 18 anni dal primo Piano Pesca della Provincia di Venezia (2000) si può ritenere pressoché conclusa la fase transitoria ossia del graduale abbandono della pesca in favore della produzione da allevamento. Le dinamiche produttive attuali non hanno comunque raggiunto la stabilità e maturità per le quali azioni di raccolta collettiva possano essere escluse. Secondo le contingenze potrà rendersi quindi necessario garantire ancora dei periodi straordinari di raccolta in aree nuove e diverse che possano essere considerate come riserve emergenziali cui attingere con modalità assolutamente controllata e vincolata e con funzioni di gestione complessiva. Azione analoga potrà essere attuata nell’ipotesi in cui, una situazione straordinaria legata alla risorsa, quale eccesso di accumulo di prodotto si verifichi. Per evitare che la risorsa perisca a causa di un eccessivo accumulo di esemplari, potrà essere attuata, con le medesime modalità con cui si attua l’azione emergenziale, anche il prelievo destinato a reimmersione o vendita di quote parte di risorsa.
Queste, eventuali campagne di raccolta saranno regolamentate dalla Società SAN SERVOLO srl secondo principi gestionali quali: • verifica della compatibilità produttiva tenendo conto della densità media di prodotto e delle quantità totali in gioco; • formulazione preventiva del piano di raccolta in termini di: numero di operatori coinvolti, mezzi nautici utilizzabili, quote di prelievo; • adozione delle misure di mitigazione ritenute necessarie secondo le caratteristiche delle zone impegnate dalla raccolta; • piano di controllo e vigilanza per singola campagna; • autorizzazione da parte del Provveditorato alle OOPP; • autorizzazione dai competenti uffici in materia di Pesca.
Le campagne di raccolta potranno avere durata variabile, nei periodi di maggior interesse per il mercato, ponendo attenzione a non indurre azioni di abbattimento del prezzo delle vongole, andando così a svantaggiare le produzioni da allevamento. Le campagne dovranno seguire tutte le prescrizioni che i diversi Enti pubblici, a tutela degli interessi collettivi di riferimento, vorranno imporre. In via programmatica, si ritiene che le densità minime per operare azioni di pesca collettiva dovranno, di norma, essere pari a 1 ton/ha (100 g/mq), questo sulla base di quanto valutato precedentemente e sulla scorta di una valutazione di
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efficacia economica. Inoltre, il totale del prodotto dovrà avere quantitativi sufficienti a garantire almeno 50 Kg a ciascun operatore partecipante alla raccolta, secondo criteri di ripartizione delle quote che considerino gli elementi di estensione territoriale dell'allevamento ed il numero degli operatori impiegati nelle unità di produzione.
2.9. Durata dell’attuazione e crono programma
Come cronoprogramma del presente documento di adeguamento del Piano d’uso sostenibile delle aree in concessione per venericoltura può essere considerato l’arco temporale di validità del documento di adeguamento stesso. Tale atto si pone l’obiettivo di pianificare le azioni e le attività per il periodo 2018-2020.
2.10. Identificazione e misura degli effetti
Sulla base di quanto riportato nella descrizione del Piano (Fase 2) ed in particolare nell’identificazione degli elementi e delle azioni in grado di interferire con le componenti ambientali dell’area di interesse, è possibile individuare quali siano i potenziali fattori di pressione in grado di produrre effetti sui siti Natura 2000. In relazione ai contenuti del Piano, in questo paragrafo vengono prima di tutto individuati i fattori di pressione riportati all’allegato B della DGR della Regione Veneto 1400/2017 pertinenti, che possono determinare gli effetti negativi sui seguenti siti Natura 2000: • ZPS IT3250046 “Laguna di Venezia”; • ZSC IT3250030 “Laguna medio inferiore di Venezia”; • ZSC IT3250031 “Laguna medio superiore di Venezia”. Per ciascun fattore di pressione considerato saranno poi individuate le variazioni potenziali attese nei siti dovute agli effetti degli interventi, facendo riferimento alla loro estensione, alla loro durata ed intensità, periodicità, frequenza, probabilità di accadimento. Quando questi parametri non dovessero poter essere calcolati, sarà considerata la situazione peggiore in ragione del principio di precauzione e in riferimento a quanto consentito dalle norme ambientali vigenti.
2.10.1. Identificazione dei fattori di pressione
Le azioni previste dal Piano che verranno svolte all’interno dei siti Natura 2000 e che possono con essi interagire sono quelle relative alla produzione e gestione diretta del
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pescato quali tutte le attività connesse alla semina, all’allevamento, alla raccolta delle vongole. Le categorie di pressioni che tali attività in generale esercitano sull’ambiente sono numerose e gli effetti variano in relazione alla scala temporale e spaziale, al sistema di produzione, alla tipologia del sito e della sensibilità dell’ecosistema ricevente.
Nel caso del PIANO D'USO DELLE AREE IN CONCESSIONE PER VENERICOLTURA - AGGIORNAMENTO 2018 la scala temporale valutata è di 2 anni.
Le azioni di raccolta del pescato possono generare fenomeni erosivi e di risospensione dei sedimenti con intorbidimento della colonna d’acqua. Per quanto concerne l’utilizzo di semenza proveniente da aree diverse da quella lagunare e da schiuditoi artificiali, la semina può comportare effetti di variazione dei pool genetici locali con introduzione di organismi non autoctoni e relativi patogeni. È necessario valutare gli effetti potenziali indotti dall’inquinamento genetico.
Durante le operazioni di cattura del pescato nei periodi di raccolta esiste la remota possibilità di catture accidentali di specie d’interesse conservazionistico, in particolare ci si riferisce alla possibile presenza all’interno delle aree di gobidi ed altri taxa di interesse (Pomatoschistus canestrinii , Knipowitschia panizzae , Aphanius fasciatus ).
Dovranno essere valutate inoltre le interferenze sia per la componente qualità dell’aria sia per la componente clima acustico dovute al movimento di mezzi ed imbarcazioni all’interno delle aree in concessione. Le attività di trasporto dei mezzi adibiti al trasporto del pescato possono generare alterazioni alle componenti aria ed acqua dovute all’emissione di gas, polveri, rumore e inquinanti. Le altre azioni di gestione e commercializzazione del pescato, invece, si attuano all’esterno dei Siti Natura 2000, a distanze sufficienti ad escluderle dalle successive analisi. In sintesi le possibili alterazioni qui individuate sono: 1. Occupazione di suolo all’interno dei siti Natura 2000; 2. Alterazione dei fondali durante le attività di pesca e di manutenzione delle aree in concessione; 3. Alterazione della qualità delle acque lagunari, dovute all’attività di raccolta delle vongole nelle aree lagunari in concessione; 4. Alterazione della qualità dell’aria, dovute alle emissioni di inquinanti ad opera delle imbarcazioni dedicate all’attività di allevamento e di trasporto del pescato per la sua commercializzazione;
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5. Alterazione del clima acustico delle aree lagunari interessate dalle attività funzionali alla gestione e commercializzazione del pescato; 6. Alterazione dovuta alle attività di manutenzione ordinaria delle aree in concessione (delimitazione delle aree adibite alla semina e alla raccolta, etc.);
I fattori di pressione, nominati secondo l’Allegato B della DGR 1400/2017 e che determinano tali possibili alterazioni sono individuati nella tabella seguente.
Tabella 2-5 Individuazione dei fattori di pressione connessi alle azioni di gestione. AZIONI OPERAZIONI FATTORI DI PRESSIONE POSSIBILE ALTERAZIONE F01 Acquacoltura in TUTTE LE AZIONI DI Occupazione di Occupazione di aree interne ai acque interne, di GESTIONE suolo siti Natura 2000 transizione e marine I Specie invasive, Possibile immissione di specie specie problematiche appartenenti a pool genetici di Immissione di SEMINA e organismi altre aree semenza geneticamente modificati Inquinamento atmosferico H04. Inquinamento durante le attività di pesca e atmosferico e tragitti effettuati dalle unità Movimento delle inquinanti addette alla gestione della imbarcazioni aerodispersi valle all’interno delle aree H06.01 Inquinamento Inquinamento acustico in concessione da rumore e disturbi durante i tragitti effettuati sonori dalle unità addette alla gestione H04. Inquinamento Emissione di gas combusti e atmosferico e polveri da parte dei mezzi inquinanti impiegati per la manutenzione ALLEVAMENTO aerodispersi dei canali H06.01 Inquinamento Emissione di rumore da parte da rumore e disturbi dei mezzi impiegati per la Manutenzione sonori manutenzione ordinaria delle aree in concessione J02.11.02 Altre variazioni dei Risospensione dei sedimenti sedimenti in durante le attività di sospensione o manutenzione accumulo di sedimenti G05.03 Penetrazione, Alterazione del fondale danni meccanici, durante le operazioni di
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disturbo della gestione delle aree quali la superficie sottostante i raccolta delle macroalghe e la fondali marini (inclusi suddivisione in lotti quelli derivanti da ancoraggi e ormeggi) H04. Inquinamento Emissione di gas combusti e atmosferico e polveri da parte dei mezzi inquinanti impiegati per la raccolta del aerodispersi pescato H06.01 Inquinamento Emissione di rumore da parte da rumore e disturbi dei mezzi impiegati per la sonori raccolta del pescato
F02.02 Pesca Cattura accidentale di specie professionale con di interesse comunitario attrezzi da pesca attivi J02.11.02 Altre variazioni dei Risospensione dei sedimenti Prelievo del pescato sedimenti in durante le attività di raccolta sospensione o del pescato accumulo di sedimenti G05.03 Penetrazione, danni meccanici, disturbo della Alterazione del fondale superficie sottostante i durante le operazioni di pesca fondali marini (inclusi e raccolta delle vongole quelli derivanti da ancoraggi e ormeggi) Fenomeni erosivi indotti dai K01.01 Erosione mezzi acquei adibiti alla raccolta del pescato H04. Inquinamento Aumento di emissioni di gas e atmosferico e polveri dovuto all’aumento del inquinanti traffico aerodispersi Traffico indotto dalle H06.01 Inquinamento COMMERCIALIZZAZIONE attività di Aumento del rumore dovuto al da rumore e disturbi commercializzazione traffico indotto sonori Fenomeni erosivi indotti dai K01.01 Erosione mezzi acquei adibiti al trasporto del pescato
Per ognuno dei fattori perturbativi individuato, verrà di seguito definita la sua estensione, la sua durata, l’intensità, la periodicità e/o la frequenza, la probabilità che il fattore
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perturbativo si manifesti sulla base delle indicazioni riportate nella Tabella 2-6 che segue, facendo riferimento al superamento dei limiti e delle soglie di qualità (SQA) riportate dalla normativa di settore (D.lgs 152/2006 e s.m.i.; D.lgs 155/2010; DPCM 14/11/97).
Tabella 2-6 Caratteristiche dei singoli fattori di pressione individuati. PARAMETRO/INDICATORE ESTENSIONE Definita in Ha, rappresenta l’area di influenza del fattore perturbativo. DURATA Definita sulla base delle indicazioni del cronoprogramma MAGNITUDO/INTENSITÀ 1. Nulla: variazione non percepibile rispetto allo stato di fatto; 2. Molto bassa: perturbazione che determina minime variazioni rispetto allo stato di fatto in un ambito localizzato; 3. Bassa: perturbazione che determina minime variazioni rispetto allo stato di fatto nell’area di analisi; 4. Media: perturbazione di ampie aree dell’area di analisi con variazioni mediamente rilevanti rispetto allo stato di fatto; 5. Alta: perturbazione dell’area di analisi con variazioni rilevanti rispetto allo stato di fatto. PERIODICITÀ 1. Occasionale e casuale; 2. Periodica; 3. Continua; FREQUENZA 1. Singola; 2. Oraria; 3. Giornaliera; 4. Mensile; 5. Annuale. PROBABILITÀ DI 1. Molto bassa= < 1%; ACCADIMENTO 2. Bassa=< 10%; 3. Media=10%>< 50%; 4. Alta=>50%; 5. Certa=100%
2.10.2. Misura degli effetti, periodicità, frequenza, probabilità di accadimento
F01 Acquacoltura in acque interne, di transizione e marine L’attività di acquacoltura della specie R. philippinarum nella laguna di Venezia comporta l’occupazione di aree interne ai siti Natura 2000 per un ciclo di 2 anni, la sua estensione è pari a 1710 ha.
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Figura 2-5 Area coinvolta dal fattore di pressione F01 presso le aree in concessione della Laguna di Venezia.
Tabella 2-7 Caratteristiche stimate per il fattore di pressione F01 PROBABILITÀ CODICE DESCRIZIONE ESTENSIONE DURATA INTENSITÀ PERIODICITÀ FREQUENZA ACCADIMENTO Acquacoltura in F01 acque interne, di 1710 ha 2 anni 3 3 5 transizione e marine
I Specie invasive, specie problematiche e organismi geneticamente modificati La semina dei molluschi bivalvi prodotti da schiuditoi artificiali in cui vengono svolte le fasi di pre-ingrasso o svezzamento delle vongole viene, in questi ultimi anni, sempre più utilizzata per sopperire alla mancanza di prodotto naturale. La semenza prodotta negli schiuditoi ha un elevato grado di controllo a garanzia dei pool generici utilizzati per la semina e che favorisce il potenziamento dei banchi naturali essendo totalmente privi di patogeni. Si ritiene questo fattore perturbativo nullo e non in grado di incidere in alcun modo sui banchi naturali.
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Tabella 2-8 Caratteristiche stimate per il fattore di pressione I PROBABILITÀ CODICE DESCRIZIONE ESTENSIONE DURATA INTENSITÀ PERIODICITÀ FREQUENZA ACCADIMENTO Specie invasive, specie problematiche I e organismi 1710 ha 2 anni 1 1 1 1 geneticamente modificati
F02.02 Pesca professionale con attrezzi da pesca attivi La tecnica di raccolta dei molluschi bivalvi fossori, come le vongole veraci, ha necessità di penetrare nei fondali per alcuni centimetri. Le tecniche di raccolta sono fondamentalmente di due tipi: manuale con uso diretto delle mani dell'operatore come attrezzo di raccolta o con un attrezzo che penetri nel sedimento, lo setacci e trattenga i molluschi presenti. Il Piano di gestione per l'attività di venericoltura prevede l'utilizzo all'interno delle aree di allevamento in Laguna di Venezia delle seguenti tipologie di attrezzi: • raccolta manuale; • rasca a trazione manuale; • rastrello a trazione manuale; • attrezzo standard a trazione meccanica (cd. rusca); • attrezzo denominato Vibrantino (larghezza max. 80 cm.); • cassa con elica azionata da motore idraulico (larghezza max. 80 cm.); • draga vibrante; • rasca a pompa. La raccolta del prodotto maturo dalle aree in concessione per venericoltura potrà avvenire esclusivamente con i sistemi di raccolta consentiti ai pescatori di professione. Si consentirà, quindi all'interno degli impianti per venericoltura, l'uso degli attrezzi denominati, "cassa", "pompetta" (pompa idraulica con luce fino a 60 cm) e "vibrante", così come da piano precedente.
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Figura 2-6 Area coinvolta dal fattore di pressione F02.02 presso le aree in concessione della Laguna di Venezia.
Tabella 2-9 Caratteristiche stimate per il fattore di pressione F02.02 PROBABILITÀ CODICE DESCRIZIONE ESTENSIONE DURATA INTENSITÀ PERIODICITÀ FREQUENZA ACCADIMENTO Pesca professionale F02.02 con attrezzi da pesca 1710 ha 2 anni 3 3 5 attivi
G05.03 Penetrazione, danni meccanici, disturbo della superficie sottostante i fondali marini (inclusi quelli derivanti da ancoraggi e ormeggi) Gli effetti principali di questo fattore di pressione sono dovuti alle possibili alterazioni dei fondali durante le operazioni di gestione delle aree quali la raccolta delle macroalghe e durante le attività di prelievo delle vongole e della semina. Tale fattore perturbativo agisce solamente all’interno delle aree date in concessione, non agisce su fondali a praterie, come evidenziato nel Piano, ma su aree già utilizzate e soggette all’attività di pesca. Si ritiene quindi che malgrado il tipo di perturbazione l’intensità si possa considerare bassa poiché agisce producendo poche variazioni rispetto allo stato di fatto.
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Figura 2-7 Area coinvolta dal fattore di pressione H03 presso le aree in concessione della Laguna di Venezia.
Tabella 2-10 Caratteristiche stimate per il fattore di pressione G05.03 PROBABILITÀ CODICE DESCRIZIONE ESTENSIONE DURATA INTENSITÀ PERIODICITÀ FREQUENZA ACCADIMENTO Penetrazione, danni meccanici, disturbo della superficie G05.03 sottostante i fondali 1710 ha 2 anni 3 3 5 marini (inclusi quelli derivanti da ancoraggi e ormeggi)
H03 Inquinamento marino e delle acque di transizione Gli effetti principali di inquinamento, che la venericoltura può dare, sono quelli legati al possibile rilascio di sostanze inquinanti da parte delle imbarcazioni adibite alla raccolta del pescato ed alle lavorazioni legate all’allevamento. Data la tipologia di allevamento e la capacità di filtrazione della specie non sono prevedibili invece arricchimenti della colonna d’acqua e dei fondali di sostanze nutrienti derivanti dalle deiezioni e dalla materia organica degradata originata dal ciclo biologico della specie. E’ d’altronde interesse dei subconcessionari evitare fenomeni di eutrofizzazione e ciò è
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garantito da una pianificazione accurata degli interventi di semina, ingrasso, allevamento e raccolta degli organismi con l’ausilio di esperti del settore. Tale fattore perturbativo ha un grado di intensità basso e si può ripercuotere potenzialmente su aree limitate dell’area di analisi ed interne alle aree in concessione. Nella Figura 2-8 si riporta l’area di influenza di questo fattore perturbativo.
Figura 2-8 Area coinvolta dal fattore di pressione H03 presso le aree in concessione della Laguna di Venezia.
Tabella 2-11 Caratteristiche stimate per il fattore di pressione H03 PROBABILITÀ CODICE DESCRIZIONE ESTENSIONE DURATA INTENSITÀ PERIODICITÀ FREQUENZA ACCADIMENTO Inquinamento marino e delle H03 1710 Ha 2 anni 2 1 1 1 acque di transizione
H04 Inquinamento atmosferico e inquinanti aerodispersi La raccolta, il trasporto e il conferimento del pescato unitamente alle attività legate alla gestione delle aree in concessione richiedono l’utilizzo di mezzi con motori a combustione che provocano emissioni in aria di gas combusti e polveri. Per quanto concerne le attività legate all’allevamento, queste richiedono l’uso di due tipologie di imbarcazioni:
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• unità nautiche di piccole dimensioni con fuoribordo di potenza compresa tra i 90 e i 150 cavalli; • unità nautiche di grandi dimensioni con potenza media di 97.6 kw. Sono attualmente presenti nell’area lagunare 337 barchini (unità di piccole dimensioni) e 56 motobarche (unità di grandi dimensioni). Per la stima delle emissioni in fase di esercizio è stata applicata la metodologia europea per la compilazione dell’inventario delle emissioni, documentata in EMEP/EEA Emission Inventory Guidebook (EMEP/EEA, 2016), relativamente al macrosettore della navigazione interna (National sea traffic within EMEP area – codice SNAP 080402). L’emissione annua di contaminanti per singola imbarcazione viene stimata attraverso la seguente equazione: