Martin Eden

Scritto da Maurizio Braucci e Pietro Marcello

Libero adattamento dell’omonimo romanzo di Jack London

Avventurosa srl Viale Carlo Felice, 89 00185 Roma Martin Eden di Maurizio Braucci e Pietro Marcello

La figura di Martin Eden è un archetipo che qui viene reso e trasposto attraverso il congegno di una fiaba. Una libera trasposizione dal romanzo di Jack London ambientato in una città portuale ideale del secolo scorso.

1 INT SALONE VILLA NOBILIARE ALBA 1

Nel XX° secolo. Nell’enorme salone di una villa nobiliare del 900, MARTIN, un giovane poco sopra i venti anni, drogato, è seduto su una sedia, indossa una maschera nera di quelle della commedia dell’arte, si intravede una vecchia cicatrice che ha sul collo. DELLE DONNE mezze nude, attraenti e giovani, sotto effetto della cocaina, stanno vestendo Martin con indumenti che ricordano quelli di Pierrot. Un uomo, FRANÇOIS, un quarantenne bello, moro e con gli occhi incredibilmente azzurri, un napoletano di grossa statura è travestito da Capitano e dirige l’operazione con l’ansia e la brama di avere in sua balìa un uomo, Martin. François tiene tra le mani una spada, un fioretto e, quando le donne hanno finito e si fanno da parte, l’uomo guarda Martin e gli tende la spada mentre dice in francese.

FRANÇOIS La plume... François mette la spada tra le mani di Martin, poi insieme alle donne lo aiuta ad alzarsi e lo guida attraverso il salone. Martin avanza stralunato in quell’ambiente dove si consumano delle orge tra DONNE BELLE E BRUTTE e UOMINI GRASSI o ATLETICI. Alcuni tirano coca, altri sollecitano delle donne a mettersi in posizioni erotiche. E’ un carnevale mortuario, l’ambiente è invaso da una musica che culla le persone là radunate.

2 EST SALONE VILLA NOBILIARE ALBA 2

Martin viene condotto all’esterno, in un giardino che confina con un boschetto, dove ALTRI UOMINI E DONNE stanno seduti o in piedi in attesa che inizi un altro duello. Al centro del giardino un ARLECCHINO mascherato e con il volto feroce, un fisico atletico, attende con la spada in mano il suo contendente mentre una bella donna gli porge un calice di champagne. DUE SGHERRI vestiti e mascherati di nero, come corvi mortuari, vanno incontro a Martin e ai tre che lo conducono. Martin guarda tutta quella scena attraverso i fori per gli occhi della maschera, vede l’uomo morente annaspare sulla sedia mentre tutti sembrano divertiti cinicamente da quello che sta per accadere. Arlecchino getta via il calice e alza la spada mentre i due sgherri conducono Martin da lui, l’uomo sorride come se ne gustasse già il sangue. In breve il duello ha inizio, Martin si deve difendere dai colpi violenti del suo avversario che dimostra maggiore perizia e lucidità.

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Martin evita alcuni colpi ma alla fine viene colpito di striscio al braccio da Arlecchino, un rivolo di sangue corre sul bianco del vestito, Martin sembra non curarsene e continua il combattimento ma è sempre più in difficoltà. Due uomini e una donna escono a passo veloce dalla casa nel giardino, RENATO, un editore ben vestito di circa 50 anni NINO, un trentenne dalla faccia vissuta, e MARGHERITA, una giovane di semplice eleganza. Renato riconosce Martin nel Pierrot e, seguito dagli altri due, si avvicina ma François si para davanti a loro con fare aggressivo, Renato gli dice qualcosa per far interrompere il duello. Alla fine gli tende un mazzetto di soldi e François lo prende e poi si intromette nel duello.

FRANÇOIS Arreté... Basta! Il duello si ferma, François strappa la spada dalle mani di Martin e poi la maschera dal suo volto, con quella si avvicina ad un altro dei presenti e lo coinvolge nel duello al posto di Martin. Martin intanto è attorniato dai suoi amici, ha gli occhi spenti, assenti.

3 INT SUITE TARDA MATTINA 3

Nella suite di un albergo di gran lusso, oggetti sparsi in giro, regali ricevuti, libri. Margherita costernata insieme a Nino, aiuta Martin, ancora stordito dalla droga, a mettersi a letto. Martin ha un sorriso ebete sulle labbra e si lascia spogliare dell’assurda mìse da Pierrot che indossa.

4 EST/INT PARADISO SERA 4 Qualche anno prima. Un sabato sera in un circolo operaio di un quartiere popolare, grande festa con balli e bevute e un’innocenza vitale. Su un piccolo palco si esibisce una band di quartiere, i giovani danzano, ridono e si incontrano. Margherita, più giovane di qualche anno, è una proletaria ben vestita per il giorno di festa dal lavoro, sta guardando il palco, incantata.

Martin al centro del palco è pronto ad esibirsi, la band inizia a suonare le prime note di “Suspiranno” di Roberto Murolo.

Margherita sta di fianco a delle amiche tra le quali la sua fedele compagna, TERESA. Si guardano intorno mentre hanno dei bicchieri in mano. Sono giovani, audaci, in cerca degli uomini, del futuro. Margherita guarda Martin che ora si esibisce nel canto con una certa intensità, mentre gli amici intorno, tra cui Nino, lo incitano. Margherita guarda la scena, incantata, tanto che la sua amica Teresa la deve risvegliare scuotendola.

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TERESA Ehi, Margherita! Margherita rinviene e chiede all’amica:

MARGHERITA Chi è quel bel biondo? TERESA Si chiama Martin Eden, è un amico di Nino...

MARGHERITA Lo voglio conoscere... TERESA Mettiti in fila, allora... Le altre ragazze ridono a crepapelle, anche Margherita, sulle note di “Nu Jeans e na maglietta” di Nino D’Angelo.

Uno SPEAKER interviene annunciando al microfono.

SPEAKER Ragazze ora tocca a voi invitare gli uomini a ballare!

Teresa, vicina a Margherita, la incita.

TERESA Che aspetti? Invitalo a ballare prima delle altre!

Margherita timidamente si avvicina a Martin e lo invita a ballare. Martin è sorpreso ma si lascia trasportare in un ballo sentimentale. Tutti danzano intorno a loro.

5 EST/INT BARCONE PORTO NOTTE/ALBA 5

Sulle ultime note della canzone, Martin e Margherita camminano lungo il molo a cui sono attraccati navigli di vario tipo, alcuni in riparazione. Martin aiuta la ragazza a salire su uno dei barconi. Nella cabina, Martin invita Margherita a stendersi sulla brandina. I due si guardano teneramente, ora Margherita appare perplessa, Martin continua a baciarla. I due si abbracciano forte, sorridono. Fanno l’amore. STACCO

Margherita si risveglia ore dopo, Martin sta dormendo ancora. Lei si riveste e poi resta a guardarlo un attimo. Poi guarda l’orologio, è tardi. Prima di andare via gli sussurra all’orecchio.

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MARGHERIITA Sei bello Martin Eden...

Margherita va via, Martin seguita a dormire.

STACCO

Martin si risveglia solo alle prime luci del giorno, qualcuno sta gridando. Ancora assonnato il giovane guarda fuori attraverso l’oblò. Lì, UN GIOVANE MUSCOLOSO sta picchiando, colpendolo a schiaffi, ARTURO, un ventenne dall’aspetto borghese, esile.

GUARDIANO Che ce fai ‘cca dinto? Eh? Che si’ venuto a fa’? L’altro supplica.

ARTURO Scusi... Scusi, è un equivoco... Martin si accorge della disparità di forze, esce dal barcone per intervenire. Dall’oblò vediamo Martin che si avvicina ai due e parla in dialetto, con tono fermo di strada.

MARTIN Lascialo! Pecchè ‘o vatte?? L’uomo è un guardiano infuriato e già mezzo ubriaco. Lo apostrofa male.

GUARDIANO E tu fatt’e cazze tuoie! Martin si avvicina. Deciso ma calmo tenta di sottrarre Arturo al suo aggressore che ora tracotante prova a colpire Martin con un pugno. Martin lo evita e lo colpisce con una raffica di schiaffi, una “bella”. Quello va a terra. Arturo guarda stupito il corpo a terra e poi si volge grato a Martin, ha del sangue alle labbra per i colpi ricevuti. Arturo lo guarda e sorride. E’ salvo.

6 EST CASA ORSINI INGRESSO GIORNO 6 L’esterno di una villa con il giardino e un laghetto artificiale, simbolo di gusto e di ricchezza. La villa guarda dall’alto una città sul mare. I due giovani, questa volta con Arturo in testa, si dirigono verso la casa. Passando davanti al laghetto, Martin si china sull’acqua per sciacquarsi la faccia sudata. Arturo sorride.

MARTIN Ma è il caso che vengo a casa tua?

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ARTURO Non preoccuparti, i miei sono persone molto aperte.

Martin lo segue, la porta si apre, appare la domestica, CARMELA. Martin si toglie il cappello. Arturo entra in casa. Carmela guarda Martin con leggera disapprovazione per il suo stato. Gli guarda le scarpe, Martin se ne accorge e le guarda anche lui, batte i piedi sulle scale per pulirseli prima di entrare. La donna gli prende il cappello dalle mani. Martin la segue.

7 INT CASA ORSINI STANZA DELLE ARTI GIORNO 7

La soggettiva di Martin che è davanti a un quadro attaccato al muro, una tela che rappresenta una nave in burrasca. Quadri e libri e sculture occupano il vasto spazio della stanza. Martin ha un libro di poesie tra le mani callose da marinaio, tiene un dito infilato tra le pagine per mantenere il segno, è un libro di Baudelaire. Martin ora avvicina lo sguardo al quadro e via via l’immagine totale si perde e viene sostituita dalle pennellate informi che lo costituiscono.

Dal PDV della tela vediamo ora il volto di Martin, il suo collo con le cicatrici, i suoi occhi vivi, animati da una fiamma interiore. Alle sue spalle appare ELENA, una giovane bellissima vestita con semplice raffinatezza, grandi occhi luminosi. Martin si gira e viene sorpreso da quella visione. C’è un momento di silenzio e imbarazzo tra i due, si sorridono. Martin, impacciato, prova a giustificarsi.

MARTIN Guardavo questo quadro. Da lontano è bello... Ma poi, da vicino vedo solo delle macchie. È un quadro col trucco...

La giovane non capisce ma sorridendo gli tende la mano. I due si presentano.

ELENA Elena Orsini... MARTIN Martin Eden... ELENA Lei è stato molto coraggioso Signor Eden...

L’essere chiamato Signor Eden è una sorpresa per Martin. Martin stringe la mano di Elena, ciondola con la testa, sminuendo.

MARTIN Lo avrebbe fatto chiunque.

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I due si guardano e ridono, imbarazzati. Elena nota la mano callosa e piena di abrasioni di Martin che è impacciato.

Martin cerca di rompere il silenzio. Indica il libro.

MARTIN (CONT'D) Prima stavo leggendo questo Bau-de- la-ire...

Martin pronuncia male il nome del poeta. Lei lo corregge.

ELENA Baudelaire... MARTIN Sì, Baudelaire, il poeta... È vivo? ELENA Le risulta che sia vivo? Martin è a disagio per la gaffe. Elena cerca di rimediare.

ELENA (CONT'D) Lo conosceva? Le piace? MARTIN L’ho leggicchiato solo adesso... Non so se sia più meglio degli altri... Ma mi è sembrata roba buona...

Elena parla con passione di quell’argomento.

ELENA Molte delle sue poesie sono un po’... Audaci...

Martin la osserva, estasiato, parlare con tanta perizia e delicatezza.

MARTIN Lei è stata all’università? ELENA Ci vado ancora... Avrei preferito continuare gli studi in Francia ma per il lavoro di mio padre la nostra famiglia si è trasferita qui e seguo il corso di Archeologia... E lei?

MARTIN Io ho interrotto gli studi... Sa, per lavorare. Ma i libri mi piacciono molto. Leggo con piacere quando posso...

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La madre di Elena, MATILDE, una donna elegante, di classe, entra nella stanza.

MATILDE Elena, tesoro? Elena si alza e va verso di lei. Elena e la madre si scambiano un bacio. La figlia le cinge poi il fianco col braccio e la porta verso Martin.

ELENA Matilde, volevo presentarti il Signor Eden...

Martin si alza per presentarsi, impacciato più che mai.

ELENA (CONT'D) Signor Eden le presento mia madre...

MATILDE Signor Eden, come ringraziarla? Resti a pranzo con noi...

Martin guarda Elena e poi la donna, esse stesse sembrano uscite da un dipinto.

8 INT CASA ORSINI SALA DA PRANZO GIORNO 8

Seduti intorno a un tavolo da pranzo in un ambiente molto raffinato, Martin, Arturo, Elena e Matilde. La domestica serve da mangiare. Dinanzi ai commensali c’è il panorama della città, con la bellezza della natura illuminata dal forte sole del sud. Martin mastica a bocca aperta, urta accidentalmente la cameriera che lo serve, Martin prende da mangiare e mette insieme nello stesso piatto pietanze diverse.

MATILDE Lei viaggia molto signor Eden? MARTIN Ho iniziato da piccolo. Ho attraccato nei porti più grandi del Mediterraneo... E giù fino a Gibilterra...

ARTURO A quanti anni hai cominciato a viaggiare?

Martin lo guarda un po’ intimidito.

MARTIN A 11 anni... Stupore di tutti.

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MATILDE E quella cicatrice? Come se l’è fatta?

MARTIN Un arabo, a Marsiglia. Ma ora lui cammina zoppo...

Martin si accorge di aver parlato in maniera forte così, imbarazzato, si rimette a mangiare. Arturo lo esalta davanti alle due donne. Elena lo fissa con grande curiosità.

ARTURO Sapeste come ha battuto a pugni quel guardiano. Uno grosso, con una faccia cattiva... Questa città è sempre più violenta...

Matilde parla con il proposito di compiacere Martin.

MATILDE Il governo dovrebbe spendere di più per l’istruzione. Non trova Signor Eden?

Martin annuisce, vuole fare colpo su Elena. Prende un pezzo di pane mentre ha davanti a sé il piatto con il sugo della pasta.

MARTIN Sono d’accordo con lei. Io credo che se questa è l’istruzione...

Martin mostra il pezzo di pane e poi comincia a passarlo nel sugo.

MARTIN (CONT'D) E il sugo è la povertà. Se uno usa l’istruzione...

Martin ripulisce bene il piatto e poi mangia il pezzo di pane.

MARTIN (A BOCCA PIENA) (CONT'D) La povertà sparisce... Tutti lo guardano stupiti. Martin sorride.

MARTIN (CONT'D) Scusate. Era per farmi la scarpetta. Il sugo è così buono.

Tutti allora ridono. Anche Martin. Elena sorridendo lo osserva, incuriosita da lui, attratta da quella strana forza selvaggia e bella al contempo.

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9 INT CASA ORSINI SALONE POMERIGGIO 9 Elena è al pianoforte e suona da da Debussy “Suite Bergamasque- Passepied”. La madre e il figlio Arturo sono seduti e seguono la musica commentando. Martin ascolta con attenzione, la musica lo travolge, lo anima, mentre tiene lo sguardo fisso su di lei. Martin abbozza un applauso, ma guardando gli altri componenti della famiglia, si accorge che applaudire è fuori luogo e si ricompone.

10 EST VIALE DELLE ORTENSIE POMERIGGIO 10

Sulle note di “Suite Bergamasque- Passepied”, Martin discende con aria trasognata lungo i viali che si allontanano dalla parte ricca della città dove si stagliano splendide ville e palazzotti. Stringe due libri tra le mani, con le poesie di Baudelaire e Rimbaud.

11 INT/EST CASA ORSINI INGRESSO POMERIGGIO 11

Flashback. Martin è sulla soglia della porta, sta andando via e Elena lo congeda, interessata segretamente a lui.

Elena ha tra le mani due libri di Baudelaire e Rimbaud, edizioni di lusso. La giovane nota le sue mani da proletario, callose e non curate.

ELENA Li legga. Poi me li restituirà... Martin prende i libri, annuisce.

ELENA (CONT'D) Spero non si sia annoiato... MARTIN È stato il più bel giorno della mia vita...

Martin getta uno sguardo intorno.

MARTIN (CONT'D) Non sono abituato alla gente e alle case come questa. Per me è tutto nuovo...

Elena sorride, parla dolcemente e gli stringe la mano.

ELENA Allora spero che ci farà un’altra visita...

Martin annuisce e stringe, guardandola, la sua mano delicata. Il primo piano di Elena, la sua bellezza, la sua purezza.

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12 OMITTED 12

13 EST ZONA POPOLARE SERA 13 Martin, trasognato, cammina sotto i lampioni della illuminazione pubblica, sta tornando a casa nella zona popolare della città, con delle roulotte abitate, una zona eternamente povera dove la giovinezza è all’esterno nelle strade. Più avanti, un anziano proletario, MARIANO, è ubriaco e sta raccogliendo dei mozziconi. Martin si ferma a salutarlo e i due hanno uno scambio di battute.

Martin va via.

14 EST CASA BERNARDO SERA 14

Martin arriva davanti la porta di casa, l’ambiente sudicio e di scarsa illuminazione. Martin è ancora rapito dal suo sogno d’amore, infila la chiave ed entra in casa.

15 EST CASA BERNARDO SERA 15

La casa è composta da un largo cortile che funge da rimessa per i cartoni raccolti dal suo proprietario, BERNARDO, un quarantenne dal volto grande e vissuto, che sta riordinando delle cataste di carta e sbraita con la moglie che sta stendendo i panni fuori dalla porta, GIULIA, la sorella di Martin, una trentenne di una bellezza perduta per l’eccessivo lavoro, le numerose gravidanze e il matrimonio infelice.

BERNARDO Oiccanne!! Mister I Love you... E’ bella ‘a n un fa niente, eh?

MARTIN (IRONICO) Buonasera. ..

GIULIA E lasci’o sta’!! Berna’, staje sempe ‘e ‘ na manera....

Martin si avvicina a lla sorella, la saluta con un bacio e le sussurra.

MARTIN Agge passa te ‘na bella serata...

Giulia sorride. BERNARDO Guarda com me se difende ‘o frate.. Chille va e vene quanne vo’ isse.. E esse ‘o difende... E io che fatico d’a matine a sera... a me chi me dif ende?

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Due bambini GENNARINO e TINA, ruzzolano giocando a inseguirsi. Tina, inseguita, cerca riparo dallo zio.

TINA Zio Martin.. Zio Martin.. Martin la accoglie in un abbraccio e scherzosamente la difende da Gennarino.

MARTIN Gennarì, lasciala sta’... GENNARINO E esse me dice ‘e parole... Bernardo si avvicina e gli prende i libri da mano.

BERNARDO Che ‘e fa cu ‘sti libre? Buttali int’o muntone... Bernardo fa per lanciarli nel mucchio di carta. Ma Martin glieli strappa di mano.

MARTIN E damme ccà! Martin si dirige verso la sua stanza.

GIULIA Berna’ ma nun te sta bbuone mai niente.. Martin entra in casa, i ragazzini riprendono a inseguirsi per il cortile. La casa è sobria e pulita, per l’assiduo lavoro della donna, di un aspirante piccolo borghese.

16 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN SERA 16

Una stanza semplice, di chi vi soggiorna ogni tanto ed è spesso in viaggio. Martin sente le voci che continuano di là. BERNARDO Pecchè nun porta ‘e solde a casa invece d’e libre? C’adda da’ ancora l’affitto ‘e stu mese.. GIULIA (V.O.) E mo’ te lo dà.. Mo te lo dà... BERNARDO (V.O.) E tu stira, stira.... Tanto a vuie è Bernardo ‘o cartunare ca ve dà a magna! Martin si spoglia e prende il libro di Baudelaire tra le mani, lo apre e legge:

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MARTIN (V.O.) Che importa, se tu, o fata dagli occhi di velluto, luce, profumo, musica, unico bene mio, rendi più dolce il mondo, meno triste il minuto?

Richiude il libro e alza lo sguardo, estasiato, pensa a Elena.

17 INT BIBLIOTECA GIORNO 17

Nella sala piena di libri. Martin, cammina spingendo un carrellino con sopra una ventina di libri che ha già preso dagli scaffali. Si ferma davanti allo scaffale della letteratura francese e da lì sceglie, indugiando un po’, altri libri che mette nel carrellino e poi continua a spingerlo. ALCUNI STUDENTI seduti a leggere lo guardano incuriositi e lui appare contento e orgoglioso di mostrarsi alle prese con i libri. Si ferma poi davanti al banco dove è seduto IL BIBLIOTECARIO, un giovane che lo guarda sornione. Questi osserva il ricco carico di Martin.

BIBLIOTECARIO Guardi che non vanno a chilo... Ne può prende in prestito solo due per volta. Martin è deluso

MARTIN Due per volta? BIBLIOTECARIO Proprio così. Martin allora prende dal mucchio quattro libri sul galateo - IL NUOVO GALATEO, UOMO E GENTILUOMO, COME COMPORTARSI IN OGNI OCCASIONE, IL GALATEO A TAVOLA- e li mette sul banco. MARTIN Allora mi consigli i migliori tra questi. Il bibliotecario li guarda e poi ne prende due.

BIBLIOTECARIO Si vede che ci tiene alle buone maniere.. prenda questi, le faranno fare bella figura. Martin sorride, il bibliotecario compila la scheda del prestito.

STACCO

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Martin è al telefono in una di quella cabine al chiuso, nella biblioteca, ha la cornetta attaccata all’orecchio, l’aria trepidante mentre ascolta la voce di Elena.

ELENA Venga quando vuole, sono in casa tutto il pomeriggio. Martin risponde con ossequio, quasi inchinandosi al telefono.

MARTIN Grazie Signorina Elena... Arrivederla allora... Martin posa il ricevitore felice.

18 INT SUITE GIORNO 18

Margherita riordina la stanza, rimette degli indumenti nell’armadio e sistema dei libri sparsi sul pavimento, poi tira fuori delle camicie da delle scatole, indumenti che ha comprato per lui. Martin apre gli occhi e la osserva in quei gesti amorevoli.

MARTIN Perché spendi i tuoi soldi per me? MARGHERITA Se non vuoi le do a Nino... MARTIN Vorrei che comprassi dei vestiti per te... E non pensassi a me...

Lei si gira e lo guarda dolce.

MARGHERITA Io faccio quello che sento, Martin...

MARTIN Margherita ho bisogno di riposare. Lasciami solo.

MARGHERITA Martin... Martin fa un gesto eloquente per dirle di andare via. La donna prende la sua borsa ed esce. Martin si alza, va alla scrivania e prende degli appunti che erano lì sopra, li legge poi ha un’intuizione, repentinamente va alla porta, la apre e vede che Margherita è ancora là nell’anticamera, seduta, in attesa. Martin la guarda, tenero ma distante.

MARTIN Non capisci che il tuo amore mi strazia?

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MARGHERITA Dici cose strane. Io non ti molesto...

MARTIN Sì... Con il tuo amore... Potresti fare felice qualsiasi altro uomo, Margherita...

MARGHERITA Non preoccuparti per me. So badare a me stessa...

Margherita va via. Martin la guarda provando una tenerezza per lei che però non è amore. Chiude la porta, al muro incorniciato un acquerello con un suo ritratto.

19 EST CASA ORSINI GIARDINO GIORNO 19 Martin è nel giardino degli Orsini con Elena, ben vestito e rasato, i due libri di Baudelaire e Rimbaud sono poggiati su un tavolino. Elena sta dipingendo un acquerello su un foglio, lo stesso visto nella suite. Elena è assorta, quasi sorda al mondo. D’un tratto si china su di lui e con un gesto inconscio e rivelatore gli tocca la cicatrice sul collo e poi torna a disegnarla. Martin è estasiato da quel contatto e si tocca a sua volta il collo.

Poco distante, mentre sistema dei fiori in un vaso, Matilde osserva per un attimo i due giovani, pensierosa e compiaciuta.

I due giovani ora chiacchierano.

MARTIN Leggo, tutto quello che posso, ho la smania di leggere, di impararmi, ogni cosa... Ascoltando lei Signorina Elena... Vedendo come parla, come si muove... Ho deciso che voglio essere come voi... Parlare come voi... Pensare come voi... Ma come posso fare? Se lei allora me lo direbbe, se me lo indicherebbe...

Elena lo corregge con sincero candore, compiaciuta di poterlo istruire.

ELENA Se me lo dicesse... Se me lo indicasse... Quello che le occorre è un’istruzione, basterebbe che lei tornasse a scuola... Quando ha interrotto gli studi?

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MARTIN In quinta elementare. ELENA Dovrebbe ripartire da lì e studiare, sento che lei ne ha l’intelligenza...

MARTIN Ma come posso fare? Servono soldi per studiare...

ELENA Sono certa che i suoi familiari non si tireranno indietro per un proposito così importante...

MARTIN Mi scusi ma io non le ho ancora detto che sono orfano... Ho solo una sorella e non se la passa più meglio di me... Credo che devo studiare per conto mio, farmela a piedi la strada dell’istruzione che lei dice... Ma vorrei che lei... Mi dicesse... Da dove devo iniziare...

ELENA Compri una buona grammatica... Martin annuisce.

MARTIN Seguirò il suo consiglio... Avrò tempo per studiare sulla Nunziatina...

ELENA Nunziatina? MARTIN La nave su cui mi imbarco la prossima settimana...

Martin scruta sul suo viso per un minimo segno di dispiacere. Ma nessuno dei due coglie l’animo dell’altro.

ELENA E quanto tempo resterà in mare? MARTIN Quattro mesi... Ma questa volta non vedrò l’ora di tornare...

Martin annuisce, lei si sente arrossire.

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20 INT/EST NAVE RAPSODIA 20 Martin è imbarcato, il suo viaggio durerà quasi un anno, tra il duro lavoro e l’attiva partecipazione all’equipaggio di uomini forti, inquieti. Momenti di vita quotidiana, il suo lavoro di marinaio a bordo. Martin legge sulla sua brandina mentre gli altri dormono, tra colpi di tosse e corpi con segni e tatuaggi distesi a riposare dal faticoso lavoro. Gli occhi gli si chiudono per la stanchezza. Le immagini si alternano in un montaggio caleidoscopico di sequenze in successione, una sorta di elegia visiva. Porti del mediterraneo, culture e luoghi diversi.

21 EST/INT NAVE CABINA COMANDANTE GIORNO 21

I marinai in un momento di riposo radunati giocano a morra. Martin a torso nudo, abbronzato, è uno dei due giocatori. La contesa è con UN UOMO MAGRO E SDENTATO dal fisico nervoso e il ghigno e una sigaretta tra le labbra. Si sente una musica nell’aria che subito cattura l’attenzione di Martin che difatti comincia a sbagliare con grande gioia dell’altro che alla fine prende le due monete in palio. Martin lascia l’agone seguendo la musica ipnotizzato.

Martin arriva di fronte alla cabina del COMANDANTE. La porta è aperta e il comandante è lì di fronte a un giradischi che suona una “Suite Bergamasque- Passepied” da Debussy. Il comandante è in piedi e sta pulendo le lenti di un cannocchiale smontato. Si accorge di Martin oltre la porta e del suo rapimento.

COMANDANTE Il ragazzo dei libri... Entra... Martin entra timoroso, si guarda intorno. Su una parete c’è la riproduzione del MIRACOLO DI SAN NICOLA del Beato Angelico, Martin si avvicina a guardarla.

COMANDANTE (CONT'D) Ti piace la musica? Martin si volta verso di lui che continua a montare il cannocchiale.

MARTIN Sì, Signore... Il comandante ironizza.

COMANDANTE Non è roba per marinai... Perché nessuno gli ha detto che la musica è donna...

Il comandante si gira verso Martin, avendo capito cosa ha colto la sua attenzione.

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COMANDANTE (CONT'D) L’ha dipinta il Beato Angelico. È una copia del miracolo di San Nicola... Mentre salva i marinai di una nave...

Martin osserva da vicino, ma stavolta non da troppo vicino.

22 INT/EST NAVE RAPSODIA GIORNO NOTTE 22 Martin sul ponte della nave scrive una lettera. Sulla sua voce partono le immagini delle grandi scoperte geografiche e scientifiche della prima metà del ‘900.

MARTIN (V.O.) Cara Elena, perdoni se non le ho scritto la settimana scorsa ma la primavera ci ha colti mentre navigavamo senza fare mai scalo e non ho avuto la possibilità di spedirle notizie di me. Trascuro di informarla della vita che conduciamo qui a bordo e che è sempre la stessa. Voglio invece parlarle della mia incessante marcia nel regno della conoscenza, essa prosegue anche qui, negli intervalli dal lavoro che non spreco con il solo riposo. Leggo, leggo come un pescatore insaziabile che setaccia il mare e la mia rete è sempre aperta, sempre gonfia di nuove e sensazionali creature. Annoto tutte le parole nuove che incontro e le faccio mie amiche e le frequento e le ripasso e quando posso le utilizzo per i fenomeni che si mostrano ai miei occhi durante le traversate sul mare. Così il sole si fa “baluginante” tra le nuvole e le onde “crespate” e “vorticosa” è la tromba d’aria che passa sull’orizzonte. Spero così di renderla un po’ orgogliosa del suo ora lontano discepolo. E infatti, appena sarò di ritorno, le parlerò di un’idea, riguardante la mia vita futura e che si è messa a dare luce ai miei pensieri.

23 EST PORTO STRADA GIORNO 23

Martin fisicamente cambiato a segnare il passaggio del tempo in cui è stato imbarcato, la barba lunga, abbronzato.

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Martin cammina sul molo, è di ritorno a casa dopo il lungo imbarco, porta con sé il sacco con le sue cose e due piante di mimosa pudica che ha portato dal viaggio. Martin sta leggendo UNA RIVISTA e si sofferma su una pagina che recita. PUBBLICHIAMO RACCONTI DI GIOVANI AUTORI. LUNGHEZZA MASSIMA 10 CARTELLE - OTTIMO PAGAMENTO. Incrocia un pezzaro sulla via del ritorno da cui compra un cappello.

24 INT FABBRICA GIORNO 24 Il primo racconto di Martin.Una fabbrica meccanizzata, che produce chiodi. Un ragazzino di circa 11 anni, GIOVANNI, sta vicino a una macchina e l’aziona con grande ritmo e perizia. ALTRI RAGAZZI, tra cui UNO ZOPPO, UN ALTRO AFFETTO DA TOSSE CONVULSA lavorano intorno a lui. Un uomo, il SOVRINTENDENTE, fa un giro accompagnando dei VISITATORI, mostra a quelli il piccolo Giovanni come il suo migliore lavoratore.

MARTIN (V.O.) Era il lavoratore perfetto, lo sapeva. Gli era stato detto, spesso. Era un luogo comune, e inoltre la cosa non gli faceva più nessun effetto. Da perfetto lavoratore si era evoluto in perfetta macchina. Non era mai esistito un tempo in cui egli non fosse stato in intimo rapporto con le macchine. Il macchinario era parte di lui o viceversa...

25 INT CASA GIOVANNI SERA 25

In una povera e piccola casa, MARIA, la madre di Giovanni, sta cucinando, mentre il ragazzino è spossato e riposa sul letto, altri ragazzini, i suoi fratelli, scorrazzano per casa.

MARTIN (V.O.) C’erano stati molti avvenimenti importanti nella sua vita. Uno di questi era stato quando sua madre aveva comprato delle prugne. Gli altri due quando aveva fatto la crema. Quelli sì che erano eventi. Li ricordava con tenerezza. E in quella occasione la madre gli aveva parlato di un piatto divino che avrebbe fatto una volta - lo aveva chiamato . Per anni aveva aspettato il giorno in cui si sarebbe seduto a tavola con un’isola galleggiante sul tavolo.

STACCO

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Giovanni torna a casa molto stanco. Quando è ora di cena, si siede al tavolo con gli altri, mentre i fratellini rumoreggiano lui è distratto. La madre lo guarda stupita.

MARIA Ma lo sai cosa stai mangiando? Giovanni la guarda, poi guarda il piatto. Maria annuncia trionfante.

MADRE DI GIOVANNI Isole galleggianti.

GIOVANNI Oh... Sono troppo stanco stasera...

Giovanni va a letto, lasciando tutti stupiti.

STACCO

L’indomani mattina, la madre lo va a destare per il lavoro, ma lui non si alza, resta a letto con lo sguardo fisso sul pavimento, resta così per giorni. Il sovrintendente si presenta a casa, ma lui resta chiuso in camera, l’uomo parla con la madre, poi va via. Giovanni ha sempre lo sguardo fisso sul pavimento, ha un foglietto e una matita in mano con cui annota qualcosa. La madre si affaccia alla porta e lui solleva la testa e le parla.

GIOVANNI (CONT'D) Cosa viene dopo i milioni? La madre lo guarda preoccupata.

L’indomani Giovanni si alza finalmente, si veste e va in cucina. In cucina trova sua madre con una faccia preoccupata.

GIOVANNI (CONT'D) Me ne vado via ma’... Volevo salutarti...

La madre piange.

MARIA Dovevo immaginarlo... Ma dove andrai?

GIOVANNI Non so... In un posto qualsiasi... MARIA E il lavoro? GIOVANNI Non lavorerò mai più.

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MARIA Mio Dio, Giovanni, non dire questo... Che ti è successo?

Lui la guarda e le risponde.

GIOVANNI I conti, ho fatto un sacco di conti in questa settimana ed è incredibile...

Lei lo guarda stupita. Lui le spiega. Si sente la voce di Martin che cita la risposta di Giovanni, in voice over.

MARTIN (V.O.) Sono sfinito. Cosa mi rende stanco? I movimenti. Mi sto muovendo da quando sono nato. Sono stanco di muovermi e non mi muoverò più. Ti ricordi di quando lavoravo nella vetreria? Facevo trecentosessanta bottiglie al giorno. Ho calcolato che facevo dieci diversi movimenti per ciascuna bottiglia. Questo vuol dire 36000 movimenti al giorno. Dieci giorni, trecentosessantamila movimenti. Un mese, un milione ottantamila movimenti. Cancella gli ottantamila, restano un milione di movimenti al mese, dodici milioni di movimenti all’anno... Ai telai mi muovo il doppio, il che fa 25 milioni di movimenti all’anno e ho l’impressione di muovermi così da quasi un milione di anni... Questo non è il modo di essere felici e non lo farò più...

La madre piange.

MARIA E i bambini? Che ne sarà di loro? Dopo tutti sacrifici che ho fatto per crescerti...

Tristemente lui risponde.

GIOVANNI Non mi hai mai cresciuto. Mi sono cresciuto da solo, mamma... E ho cresciuto io te e i bambini...

Giovanni si alza per andare.

MARIA Non mi dici almeno arrivederci? Il ragazzo la guarda, senza parlare.

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26 EST PORTO GIORNO 26 Più tardi, presso un porto, Giovanni è steso su una banchina, vestito da vagabondo, guarda il cielo. Una nave aziona la sua sirena pronta a mollare l’ancora. Giovanni si alza e si avvicina alla nave per imbarcarsi.

27 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN GIORNO 27

Martin è seduto in camera sua, la stanza ormai è piena di libri, ci sono delle riviste e dei giornali aperti sulla pagina culturale, tra questi il mensile L’EROICA. Una pianta tropicale è collocata vicino alla finestra. Sul tavolo davanti a Martin c’è un quadernino aperto con il racconto che ha scritto, lo ha appena letto a sua sorella Giulia che lo ha ascoltato tenendo uno strofinaccio in mano. MARTIN Ti piace? GIULIA E’ una bella storia Martin... Ma è molto triste...

Gennarino e la sorella rientrano in casa chiassosamente e sporchi dai giochi di strada. Giulia li ammonisce.

GIULIA (CONT'D) Non sporcate... Ho pulito mo’ mo’! Giulia segue i figli per portarli in bagno a lavarli. Martin sorride.

28 INT UFFICIO POSTALE GIORNO 28

Dall’esterno, vediamo Martin che è in un ufficio postale, davanti allo sportello dove c’è UN IMPIEGATO. Non sentiamo le loro voci, Martin mette in una busta i fogli che ha trascritto a casa, belli ordinati. Il giovane chiude e porge la busta all’impiegato. L’uomo controlla da un libro. Martin sorridendo tira fuori i soldi e paga.

29 EST CASA ORSINI GIARDINO POMERIGGIO 29

Martin ed Elena seduti in giardino. Martin ha un cappello tra le mani che ha comprato in viaggio.

ELENA La prego. Mi faccia vedere come le sta questo cappello...

Martin imbarazzato si rimette il cappello e si fa rimirare.

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ELENA (CONT'D) Le sta benissimo, sembra... Un’altra persona...

Martin, contento, le porge la pianta che ha portato per lei.

MARTIN È per lei. Martin poggia la pianta sul tavolino.

MARTIN (CONT'D) È una mimosa sensitiva. Tocchi le foglie...

Martin tocca le foglie e la pianta reagisce.

ELENA Grazie... Che meraviglia... Anche Elena sfiora le foglie che subito reagiscono. Martin invece guarda lei con amore. Lei se ne avvede e cambia discorso.

ELENA (CONT'D) Dunque Martin... Qual è il progetto di cui mi ha fatto tanto segreto nelle sue lettere?

Martin indugia e cerca le parole più adatte al rango di Elena.

MARTIN Sa... In tutti questi mesi in cui mi sono dedicato alla lettura dei libri... Ho riflettuto su me stesso... E d’un tratto ho sentito come uno spirito creatore che mi divampava dentro e che mi incitava... A scrivere, a fare di me uno degli occhi attraverso cui il mondo vede, uno degli orecchi attraverso cui sente... Insomma voglio diventare uno scrittore... Ecco la mia risoluzione...

Elena lo guarda, sorpresa. Dopo una pausa prende la parola.

ELENA Vede... Non che io me ne intenda... Ma credo che quella di scrittore sia una professione come tutte le altre e come tutte le altre ha delle proprie esigenze... Ad esempio lei non potrebbe pensare di diventare fabbro senza prima dedicare un certo numero di anni a imparare il mestiere...

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MARTIN Quindi disapprova questo mio proposito?

Martin la interrompe.

ELENA No.. Voglio solo metterla in guardia dal fatto che il suo entusiasmo possa farle perdere di vista i rischi dell’impresa che vuole tentare...

MARTIN Capisco e io non ho affatto sottovalutato le difficoltà... Ma le faccio una domanda: e se io fossi particolarmente dotato per la scrittura? Se per esempio io avessi... ELENA Accolgo questa sua obiezione, ma per quanto un uomo sia dotato, non ho mai saputo di qualcuno che abbia imparato un mestiere senza un apprendistato... Ars longa vita brevis...

MARTIN Allora mi dica per piacere cosa mi consiglia.

Elena ora è risoluta e chiara.

ELENA Lei ha bisogno di un’istruzione completa, Signor Eden... Anche se non diventerà poi uno scrittore...

MARTIN Ma per continuare a studiare dovrei per forza scrivere... Perché solo scrivendo e pubblicando potrei guadagnare dei soldi...

ELENA Questo è vero... Ma perché non è nato con delle rendite Signor Eden?

Martin sorride.

ELENA (CONT'D) Io vedo tanto di buono in lei e vorrei vedere questo buono diventare perfetto...

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Ad interromperli è il SIGNOR ORSINI, che arriva appena rientrato dal lavoro. E’ un architetto che lavora a stretto contatto con le istituzioni.

SIGNOR ORSINI Elena... La giovane si alza. Il padre si avvicina e anche Martin si leva in piedi. La ragazza lo abbraccia e bacia.

ELENA Papà... Il Signor Eden... I due si stringono la mano.

SIGNOR ORSINI Signor Eden... Devo essere l’ultimo a ringraziarla dell’aiuto che ha dato ad Arturo... MARTIN Non lo dica... SIGNOR ORSINI So che è stato in mare per molti mesi...

MARTIN Sì, era di questo che discutevamo con la Signorina Elena...

Martin guarda ridente la sua amata.

SIGNOR ORSINI Lei mi sembra un ragazzo in gamba Signor Eden...

Martin ha spirito malgrado l’imbarazzo.

MARTIN A dire la verità anche lei... Ridono. Matilde fa capolino anche lei andando incontro al marito. Martin fa un cenno ossequioso col capo.

I genitori si muovono verso l’ingresso.

SIGNOR ORSINI È la prima volta che vedo Elena interessata a un uomo... Ma se questa attenzione diventasse eccessiva?

Matilde risponde con un sorriso ironico e preoccupato.

MATILDE Non accadrà, fidati di me...

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30 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN SERA 30 Nella sua stanza, Martin prende dei soldi da un fazzoletto che ha tra le mani. Richiude il fazzoletto e lo ripone in un buco, tra un mobile e la parete.

31 EST/INT RIGATTIERE GIORNO 31

Martin all’interno di un negozio di rigattiere. Il RIGATTIERE è seduto, circondato da gatti, mangia del lardo. Un UOMO MINUTO entra con passo felpato, ha un oggetto voluminoso sotto il braccio coperto da un panno. L’uomo mette l’oggetto sul tavolo e lo scopre, è una macchina per scrivere.

MARTIN Ma è proprio vecchia! UOMO MINUTO Ma quando mai... E’ buona... non vedi. S’adda solo regolà... MARTIN E regolammola. RIGATTIERE E mo’ a regolamme... Il rigattiere tira fuori degli attrezzi. Tutti si concentrano sulla macchina per provare a ripararla.

32 INT SCUOLA PREPARATORIA GIORNO 32

Un DIRIGENTE e DUE PROFESSORESSE esaminano Martin per la licenza media. Gli altri esaminandi sono dei RAGAZZINI TREDICENNI che aspettano di sostenere lo stesso esame. Martin parla con grande impeto e passione.

MARTIN La Grande civiltà romana nasce sotto il segno della violenza e della fede... La forza del desiderio e del possesso del Dio della guerra, Marte, e la castità della vestale Rea Silva... Padre e madre di Romolo e Remo... Virtù e forza...

Il dirigente e la professoressa più anziana lo guardano straniti.

PROFESSORESSA Sì, Signor Eden... Ma io le avevo solo chiesto i nomi dei sette re di Roma...

Martin si zittisce.

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PROFESSORESSA (CONT'D) Va bene, mi parli delle riforme draconiane...

Martin esita.

MARTIN Le riforme draconiane... La professoressa più giovane cerca di aiutarlo.

PROFESSORESSA GIOVANE Vengono prima o dopo le riforme soloniane?

Martin esita, poi ci prova. MARTIN Prima... Quelli lo guardano scrollando il capo.

MARTIN (CONT'D) Va bene, dopo... Datemi un’altra possibilità...

La professoressa guarda il dirigente e scrolla il capo.

PROFESSORESSA Per noi va bene così, Signor Eden...

Martin annuisce, desolato si alza e va via. POCO DOPO

Martin nel corridoio attende insieme agli altri candidati, tutti ragazzini, si sente fuori luogo e i ragazzi lo guardano divertiti e straniti. Gli si avvicina la più giovane delle professoresse con cui ha sostenuto l’esame. La donna parla in tono dispiaciuto, affascinata dalla bellezza di Martin.

PROFESSORESSA GIOVANE Signor Eden, lei ha delle gravi lacune di cultura generale... Secondo noi dovrebbe ritornare alle scuole elementari...

MARTIN Alle scuole elementari? PROFESSORESSA GIOVANE Sì, ma magari solo per due anni... Martin è deluso, va via mesto, mentre altri DUE STUDENTI lì vicino festeggiano la promozione.

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33 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN GIORNO 33 Martin scrive a macchina, alacremente, vestito appena, come chi si apre un sentiero nella folta vegetazione della grammatica. Sua sorella bussa alla porta ed entra, gli ha portato la posta, la donna ha un occhio nero. Lei gli parla preoccupata, sussurrando.

GIULIA Martin, t’è ddurmute n’ata vota c’a luce appicciata... o’ saie Bernardo comm’è... MARTIN Scusame.. Martin nota l’occhio e glielo sfiora.

MARTIN (CONT'D) Ch’e fatte? Lei è schiva.

GIULIA So’ carute pe’ scale... Martin capisce che gli sta mentendo e l’accarezza. La donna va via. Martin guarda ad uno ad uno i plichi che la sorella gli ha portato e che recano sopra i nomi e gli indirizzi di famosi editori, sono tutti accomunati da un timbro con la dicitura RISPEDITO AL MITTENTE. Martin aggiunge le buste a una pila di altre buste che giacciono sul tavolo e che recano la stessa dicitura RISPEDITO AL MITTENTE. Martin si rimette a scrivere.

34 EST LUNGOMARE GIORNO 34

Martin arriva su un motoscafo, insieme ad ALTRI UOMINI, salta giù con i piedi immersi nell’acqua. Mentre il motoscafo si allontana verso il largo, Martin si trascina verso la riva. Da lì arriva la voce di un sindacalista socialista che sta arringando un gruppo di operai in sciopero. Radunati intorno a un fuoco acceso in un bidone e che sono lì con stendardi e bandiere mezze ripiegate per una manifestazione.

SINDACALISTA (V.O) Gli operai semolai di Torre Annunziata hanno distrutto le macchine.. Ottonai, fonditori e torcitori hanno seguito lo sciopero... i lavoratori di Napoli stanno dimostrando che non sono più schiavi dei capitalisti... continuare lo sciopero compagni, bisogna continuarlo! Altri protestano.

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OPERAIO La polizia spara sugli operai! Lo sciopero non basta più! Altri gli fanno eco. Giunto sul bagnasciuga si china per risistemare le scarpe e la sua attenzione viene attratta da una voce. Lì vicino, UN VECCHIO INTELLETTUALE, con abiti trasandati, ha preso la parola.

VECCHIO INTELLETTUALE Oggi il sindacato ha indetto lo sciopero. Io sono d’accordo con lo sciopero, ma sono contro il sindacato.

I lavoratori si lamentano di quelle parole.

VECCHIO INTELLETTUALE (CONT'D) Perché sono contro il sindacato? Voi operai se volete lavorare dovete pagare una tassa al governo e una al sindacato. Questo è assurdo: il diritto al lavoro non è un diritto dell’individuo ma un diritto del sindacato, un diritto che il sindacato vende e che il lavoratore deve comprare. Voi socialisti sognate una rivoluzione che renda vostro lo Stato affinché questo mantenga tutti eguali nei loro diritti. Ma chi sono questi tutti? Le organizzazioni di lavoratori attraverso i loro sindacati, non i singoli lavoratori. Dov’è l’individuo nella vostra politica?

Qualcuno protesta.

SINDACALISTA Fatelo stare zitto... Viene sempre a provocarci con quelle stronzate di Spencer...

Un altro contestatore, UN INTELLETTUALE MARXISTA, lo schernisce.

INTELLETTUALE MARXISTA Non esiste altro Dio che l’inconoscibile e Herbert Spencer è il suo profeta!

Tutti ridono.

VECCHIO INTELLETTUALE Voi disprezzate l’individuo...

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Un LAVORATORE tira uno straccio bagnato contro il vecchio mentre lo insulta. UNA DONNA PIETOSA, una sua adepta, si avvicina protettiva e lo porta al riparo. Martin lo guarda e ne ha pietà. Martin si avvicina all’uomo.

MARTIN Non siete molto popolari qui tu ed Herbert Spencer.

Il vecchio fa una smorfia di disappunto.

VECCHIO INTELLETTUALE Hai da fumare? Martin gli dà del tabacco. II vecchio fuma.

MARTIN Secondo me hai parlato bene. VECCHIO INTELLETTUALE Ma a loro non piace. Lottano solo per avere dei nuovi padroni. Ma l’emancipazione dell’individuo non ammette catene.

Martin è colpito dalla sua foga. Sul fondo un gruppo di socialisti, sono venuti a chiamare gli altri lì radunati per coinvolgerli in uno sciopero.

SOCIALISTA CON OMBRELLO Compagni! Facciamo il picchetto alla centrale del latte!

In lontananza, dall’alto, arriva una brigata di uomini vestiti di nero che avanza verso il raduno. Scoppiano dei tafferugli in cui gli uomini sopraggiunti usano dei bastoni per battersi contro gli uomini del raduno.

35 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN NOTTE 35

Martin legge PRIMI PRINCIPI di Herbert Spencer alla luce di una lanterna, senza badare a Bernardo che gli grida qualcosa dall’altra stanza.

BERNARDO (V.O.) La luce si paga. Non me la regalano!

Martin lo ignora e poi si piega verso la pianta della sua stanza e la illumina con la luce ed essa sembra reagire come un assonnato esposto alla luce e sembra animarsi.

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36 INT/EST TEORIE SPENCER GIORNO/NOTTE 36 Sulle parole in voce off di Spencer una rapsodia visiva di immagini. Immagini che illustrano il rapporto tra gli esseri senzienti di ogni tipo, piante, uomini, animali, nelle loro strutture profonde molecolari, dei loro processi biochimici che interagiscono con l’ambiente in una direzione di sviluppo e crescita e allo stesso tempo di lotta e di conflitto, di adattamento del più forte, illustrazioni di Lamarck e di Darwin, pitture che narrano la forza della natura e la sfida umana, l’erba che nasce e progredisce come una lotta che conduce poi alla bellezza, gli uccelli che si evolvono da esseri marini. Le piante insettivore, i polpi con la loro intelligenza.

SPENCER (V.O.) L’evoluzione è una legge universale i cui esempi vanno dal cielo alla terra e soprattutto si estendono in tutto il mondo organico. Nessun essere vivente comincia la propria esistenza nella medesima forma che assumerà in seguito. L’universo è intelligente e si evolve secondo una legge inesorabile: la legge dell’evoluzione. Evolvendosi sempre più, l’uomo può conoscere i principi e le leggi dell’Universo ma non può rispondere alla domanda fondamentale: perché è così? Cosa lo ha generato?

Immagini delle lotte operaie e dello sviluppo industriale col suo sfruttamento dell’uomo.

SPENCER (V.O.) Questa evoluzione che si mostra ugualmente nello sviluppo di un pianeta e di ogni seme che su di esso germogli ha luogo pure nella società, attraverso la “lotta di classe”. Ciò che chiamiamo “lotta di classe” è fra tutti i conflitti che contrappongono i gruppi umani il più fondato, il più serio se non addirittura l’unico, è la lotta eterna di coloro che obbediscono contro coloro che comandano in un meccanismo in cui il potere sociale comporta che i più forti calpestino la dignità dei più deboli. Tale lotta sarà eterna. Fino a quando sussisterà una gerarchia sociale stabile, di qualsiasi forma, i più deboli dovranno lottare per non perdere tutti i diritti di esseri umani...

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37 OMITTED 37

38 EST SPIAGGIA GIORNO 38 Martin insieme ad Elena, Arturo e Leone, sono al mare. Elena e Leone dialogano sotto un ombrellone e guardano la scena di Arturo e Martin che fanno a gara a ripescare un oggetto caduto nell’acqua, Arturo riemerge senza successo e quindi Martin fa un respiro profondo e poi si immerge nell’acqua.

Martin riemerge ora dal fondo con una manciata di sabbia in una mano.

Martin va verso Elena e Leone che stanno discutendo animatamente, si accovaccia davanti a Elena e prende dalla manciata di sabbia che ha in mano un oggetto di metallo che vi era sotterrato, un ciondolo con un trifoglio, e lo porge a Elena, mentre ascolta il loro dialogo.

LEONE Martin sa quello che gli occorre e invece tu Elena no. Martin vuole scrivere. E perché vuole scrivere? Perché non nuota nell'oro... Elena vorrebbe ribattere ma Leone fa un gesto per prevenirne le obiezioni.

LEONE (CONT'D) Noi invece abbiamo le nostre famiglie che provvedono. Ci fanno studiare, ci comprano i vestiti e tutto il resto. Ma se paparino facesse fallimento oggi, tu Elena sapresti trovarti un lavoro? ELENA E tu? LEONE Non mi prenderebbero nemmeno come muratore. Elena ha gli occhi fiammeggianti. Martin riemerge ora dal fondo con una manciata di sabbia in una mano.

ELENA Ma tu parli di cultura come di un mezzo per arrivare a qualcosa... Mentre la cultura è fine a se stessa...

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LEONE Supponiamo sia vero. Ma non è quello che vuole Martin...Martin persegue la carriera, non la cultura. Nel suo caso la cultura è uno strumento di lavoro. ELENA Come lo sai? Martin intanto risale, stringe tra le dita l’oggetto ritrovato sul fondo.

LEONE Che cosa vuoi, Martin? ELENA Sì, ci dica che cosa vuole. Così taglieremo corto questa discussione... Martin dà ad Elena l’oggetto che ha trovato: un trifoglio d’argento. Lei lo guarda stupita.

MARTIN Sì, naturalmente, voglio la cultura. Amo la bellezza... E la cultura mi consente di apprezzarla in modo più completo e razionale. Elena fa ampi cenni di approvazione.

LEONE Sono sciocchezze, e tu lo sai, Elena. Martin protesta, prendendo le difese della sua amata.

MARTIN Ma Elena è la mia maestra... LEONE Adesso non dirmi che vuoi scrivere perché te l’ha detto lei... All’improvviso Arturo arriva alle spalle di Leone e gli rovescia sulla testa un secchio d’acqua.

ARTURO E smettila... Quanto parli... Leone grida sorpreso, si alza e insegue Arturo, i due si tuffano. Elena e Martin ridono.

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39 EST STABILIMENTO BALNEARE GIORNO 39

I quattro ragazzi sono seduti al bar di uno stabilimento balneare. C’è Leone che si diverte a lanciare palline di carta arrotolate verso Arturo che infastidito fa ghigni. Elena è rilassata, Martin la guarda in silenzio.

Leone richiama l’attenzione della cameriera alzando una mano.

LEONE Signorina! Vogliamo ordinare. Arriva la cameriera, è Margherita. Martin, stupito, abbozza un cenno di saluto e i due si guardano con reciproco imbarazzo, mentre Arturo e Leone inconsapevoli chiedono le ordinazioni. Elena nota la tensione tra i due. Margherita raccoglie le ordinazioni e va via.

ELENA Che bella ragazza... MARTIN Mi fa piacere che lei trovi bella una cameriera...

ELENA Aveva degli occhi bellissimi e i lineamenti così regolari...

MARTIN Trova? ELENA Se avesse la possibilità di vestirsi bene gli uomini ne rimarrebbero abbagliati...

MARTIN Sì, ma sono sicuro che se lei ci parlasse la capirebbe a stento. Bisognerebbe insegnarle la grammatica...

ELENA Non sia cattivo.... MARTIN No, non lo sono. Anche io prima parlavo come parla quella ragazza. Ma ora invece sono cambiato e capisco molte cose...

ELENA Eppure è una ragazza così bella... Martin guarda con amorevole compiacimento la dolce espressione di Elena.

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40 INT SUITE TARDA MATTINA 40 Nel buio della stanza Martin si risveglia, si era addormentato semi svestito. Il telefono sta squillando. Nello stesso momento qualcuno entra nella stanza e risponde al telefono. Martin si guarda allo specchio.

NINO (V.O.) Sì? No, il Signor Eden non può parlare ora...

Vediamo solo ora che a parlare è Nino indossa un elegante abito bianco.

NINO (V.O.) No il Signor Eden non verrà... Perché glielo dirò io di non venire... Altrettanto. Arrivederci. Nino rimette giù il telefono. Martin esce con una asciugamani sul viso. Si getta sul divano, Nino lo guarda e commenta ironicamente.

NINO Sei in forma... Nino si siede al suo fianco. Tira fuori uno spago e una palla e fa un gioco di equilibrio con quelli mentre parla.

NINO (CONT'D) Prima ho fatto divertire i ragazzi con questo giochetto... Ci guadagnavo dei soldi quando stavo in strada...

MARTIN Quali ragazzi? NINO I giornalisti qui fuori. Ti aspettano da mezz’ora... C’è anche una stangona svedese.

Martin guarda l’ora sull’orologio, si alza e inizia a rivestirsi. Nino si guarda allo specchio.

NINO (CONT'D) Voglio che tu sia il primo a saperlo... Mi sposo Martin... Con quella parrucchiera del porto... Anche se non gliel’ho ancora detto... Perché non ti sposi anche tu? Ti farebbe molto bene...

Martin lo guarda divertito e scettico.

MARTIN Nino... Fammi un caffè.

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NINO Davvero... Non sto scherzando... Sposati... Fai dei figli... Margherita non aspetta altro... Lei è bella, fareste dei bei piccolini...

Martin lo tira da parte.

MARTIN Sposati la tua parrucchiera e lasciami stare... Piuttosto ricordati di preparare i giocattoli che ho comprato per i figli di Maria, passa più tardi.

Suona il telefono, Nino risponde prontamente.

NINO Pronto? Pronto? Nessuno risponde dall’altra parte del cavo. Martin esce dalla stanza, nell’anticamera dei GIORNALISTI che lo aspettavano, si alzano in piedi per salutarlo, sono in tanti, Martin li guarda ad uno ad uno quasi incredulo. REBECCA, la bella addetta stampa di Martin, gli va incontro sorridendo.

REBECCA Signor Eden i signori hanno accettato di farle un’intervista comune.

Martin annuisce, si siede. I giornalisti si mettono seduti di fronte a lui, con fare da piccola brigata. Martin ha il tono cinico e riuscito di chi interpreta bene il suo ruolo.

PRIMO GIORNALISTA Signor Eden, per quanti anni è stato marinaio?

MARTIN Lo sono ancora... I giornalisti ridono.

SECONDO GIORNALISTA Signor Eden è vero che si è offerto di far restaurare a sue spese un affresco di Pompei?

MARTIN E’ vero. SECONDO GIORNALISTA Che cosa ne ricaverà?

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MARTIN Nulla... Un tempo amavo la pittura... Finché non la capivo l’amavo.

I giornalisti ridono.

41 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN GIORNO 41

Martin guarda un attimo il fazzoletto che è sul tavolo aperto e con pochi centesimi all’interno, ha finito i soldi.

42 EST STRADA RIGATTIERE GIORNO 42

Martin cammina lungo un viale, dall’altra parte della strada passa il camion di Bernardo che sta girando per raccogliere cartoni, un dipendente sottopagato marocchino è steso sul pianale del mezzo. Bernardo scorge Martin, si ferma alla sua altezza dall’altra parte della strada.

BERNARDO Martin ringrazia a soreta. Quella è troppo buona... Martin quasi sorride della sua sfrontatezza. L’uomo rimette in movimento il camion e gli grida il suo consiglio impietoso.

BERNARDO (CONT'D) E datti da fare... Ca’ ‘e perze già nu sacco ‘e tiempe... Il camion va via. Martin si prepara una sigaretta. Passa il motorino sgangherato e rumoroso alla cui guida c’è Nino, coi postumi di una sbornia, ma con la parlantina ancora sciolta. Nino avvista Martin.

NINO Ehi, Martin, nun t’e fatte averè cchiù abbasci’o Paravise... Si abbracciano. Nino ride.

NINO (CONT'D) Staie cercanne fatica? M’hanne pigliate int’a ‘n’albergo e là pure a n’aiutante... Pavene buono... Saglie! Martin sale dietro e i due ripartono, il motorino ce la fa appena a portarli tutti e due. Fa così rumore che le loro voci si sentono a stento.

MARTIN E’ luntane?

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NINO No... In Germania!

43 INT/EST TRENO NOTTE 43

E’ quasi giorno. Il treno attraversa un paesaggio di confine, Martin e Nino sono seduti in uno scompartimento e guardano in silenzio le montagne e lo scorrere delle piccole stazioni, siamo nei paraggi del Brennero.

44 INT GRAND HOTEL LAVANDERIA GIORNO 44 Il suono dell’acqua delle pompe della lavanderia. Martin e Nino al lavoro. Martin è abbrutito dal lavoro e lo è anche Nino. È un inferno. Martin beve molta acqua mentre con Nino piega vestiti e coperte in una specie di torchio davanti alle vasche di lavaggio, Nino fuma continuamente. C’è tanto vapore perché i panni vengono anche stirati.

45 INT GRAND HOTEL CAMERA DA LETTO SERA 45

La sera, riposo. Nino si è addormentato sul letto con la sigaretta ancora accesa tra le labbra, Martin è a pezzi ma trova la forza di avvicinarsi e togliergliela dalle labbra e buttarla via. Si avvicina al proprio letto, prende un libro, lo apre dove ha il segno, gli occhi gli si chiudono, prova a resistere ma alla fine anche lui si addormenta.

46 INT GRAND HOTEL LAVANDERIA GIORNO 46

In un’aria piena di vapore, Martin e Nino, mentre faticano a stirare montagne di panni accatastate attorno a loro, percepiscono quando il ferro da stiro è alla giusta temperatura semplicemente alzandolo e tenendolo all’altezza della guancia. Danno l’amido, stirano, col vapore fanno geometrie di piegature su camicie e giacche e pantaloni e gonne, Martin impara a dosare l’amido sotto la guida di Nino che gli ferma il braccio al momento giusto.

47 EST CASA COLONICA TRATTORIA GIORNO 47

Nei paraggi del Grand Hotel. Martin sta sotto un albero, beve acqua dalla fontana e legge una lettera di Elena. I lavoratori, italiani, greci , portoghesi, arabi, spossati dalla fatiche nel sabato di riposo, bevono a dei tavoli di campagna preparati apposta per loro in quella trattoria familiare tra le frasche. Tra i commensali c’è chi scrive una lettera, chi racconta un episodio divertente o drammatico, chi ride e beve. UN FISARMONICISTA suona accompagnando quel momento di riposo dei lavoratori.

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A un tavolo Nino è quasi ubriaco, scherza a gesti e parlando uno stentato tedesco con DUE GIOVANI RAGAZZE BAVARESI, una bionda e una bruna, anche loro operaie. Sentiamo la voce di Elena su queste immagini, è la lettera per Martin.

ELENA (V.O.) Trovo le sue poesie un esempio di diligenza e di dedizione veramente speciali, le ho lette con grande interesse e devo farle i miei complimenti. Lei ha saputo studiare con grande profitto e la sua perizia nella metrica lo testimonia. Tuttavia non so darle un giudizio artistico perché l’argomento dei suoi versi sfugge alla mia esperienza, ma so che tutto quello che lei scrive è vero e che lei lo ha visto con i suoi occhi...

Martin mette da parte la lettera, è troppo stanco, guarda quegli uomini gozzovigliare intorno a lui, si alza e va da Nino. Nino lo accoglie allegro e ubriaco.

NINO Martin... Assiettete cu’ ‘sti fraulein... Trinken, trinken.. Martin prende il bicchiere di Nino, interrompendo la sua sobrietà. La donna bruna, seduta accanto a Nino, lo guarda. Martin le sorride. Mostra la brocca vuota alla proprietaria in segno di ordinarne altro. La proprietaria arriva con una brocca piena, Martin mesce la birra mentre la donna bruna lo guarda sempre più affascinata e Nino ha appena sussurrato all’orecchio della bionda qualcosa di osceno che fa ridere i due.

48 INT GRAND HOTEL LAVANDERIA GIORNO 48

Ripresa settimanale del lavoro. Martin sta usando il torchio per lavare i panni di lana e le coperte. Nino beve acqua e limone per i postumi della sbornia e ha un panno umido sulla fronte per il mal di testa. Nel mentre alla porta UNA INSERVIENTE gli consegna un secchio di amido in polvere. Nino rientra col secchio in mano, lo mette nella macchina ma qualcosa va storto, la macchina non lo prende, Nino è esasperato, l’acqua inamidata fuoriesce tutta. Nino ha un attacco di nervi, salta e sbraita per tutta la sala disperatamente.

NINO Amma passà pure l’amide mo’... Mannacce ‘o pataturche!

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Comincia a buttare giù i panni, Martin tutto bagnato deve placcarlo, ma quello è un’anguilla e diventa una lotta finché Martin lo atterra e quello quasi piange disperato.

NINO (CONT'D) Pure l’amido, pure l’amido... Le macchine continuano a lavorare. Martin lo tiene giù, quando quello si calma in Martin sale una terribile consapevolezza.

MARTIN Nino, devo scrivere una lettera... Martin prende l’asciugamano che Nino porta in testa, lo stende sul pavimento bagnato, prende la carta, la penna che usano per segnare i capi e che ora giace per terra, un foglio e scrive un lettera lì sul pavimento mentre Nino rinsavendo lo guarda. Martin legge ad alta voce quanto scrive.

MARTIN (CONT'D) Dopo due mesi al vostro servizio, io sottoscritto Martin Eden constatato lo sfruttamento disumano a cui sono sottoposto e la cattiva paga Nino obietta.

NINO Martin ma chiste nun ‘o capiscene l’italiano.... Martin lo guarda un attimo.

MARTIN E che me ne fotte.. se fanne fa’ ‘na traduzzione... (continua a scrivere) “la informo che rassegno le dimissioni e che da domani dovrete trovare un nuovo lavandaio”... Nino lo ha ascoltato attentamente e interviene:

NINO Scrivi: “due nuovi lavandai”... Zwei neue wäschmann. Martin lo guarda.

MARTIN Torni in Italia con me? NINO E sì... è mmeglio a fa’ o barbone...

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Martin ci riflette su.

MARTIN Effettivamente ‘nu barbone vive è meglio ‘e nu lavannare muorte... Martin aggiunge alla lettera:

MARTIN (CONT'D) Due lavandai, compreso il Signor Nino Michelucci, capo reparto.

NINO Damme ‘a penna Martin... famme firmà ‘sta lettera. Martin gli passa il foglio sorridendo e l’altro pone la sua firma.

49 EST PROMONTORIO ARCHEOLOGICO GIORNO 49

Elena e Martin finalmente si rivedono. Entrano furtivamente all’interno di un complesso archeologico. Elena è restia ma si lascia guidare da Martin. Davanti a loro un magnifico affresco romano e intorno degli scavi antichi con statue e affreschi. I due ammirano l’affresco in silenzio, è una scena erotica. Il volto di Martin è ora sereno accanto a Elena e i suoi occhi sono ritornati a brillare. Elena ha un elegante cappellino da sole. I due passeggiano a braccetto discutendo tra gli scavi lungo l’antica via di pietre che attraversa il complesso archeologico.

ELENA Quindi vuole imbarcarsi di nuovo? MARTIN Ho bisogno di soldi... ELENA Ma se cercasse un lavoro qui... Se imparasse la stenografia, e non sarebbe certo difficile per la sua vivace intelligenza. Carmina non dant panem... Lei potrebbe magari trovare un impiego come ragioniere qui in città e avere una buona paga e aspirare a fare carriera in uno studio... Potrei parlarne con mio padre.

MARTIN Ma io non sono fatto per il lavoro d’ufficio. Preferisco muovermi, viaggiare... C’è un unico motivo che mi frena a partire...

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ELENA Quale?

Martin non osa rispondere, vede un anfratto buio dove nel fondo il sole illumina suggestivamente una statua.

MARTIN Entriamo qui... Entrano, Martin la guida prendendola per la mano, lei si affida ma ha paura, l’anfratto si fa più stretto, i loro corpi e i loro volti si trovano vicini, lei ansima, lui anche ma trova la forza, la guarda negli occhi. Martin solleva la mano di lei, se la porta alla guancia, la bacia, lei quasi si schermisce. La sagoma del giovane è ora una potente ombra che si china su di lei, infine la bacia. Elena non oppone resistenza ma è sconvolta, lui torna a baciarla ancora. Lei sembra una bambina innocente, ma anche Martin ansima. Le immagini erotiche degli affreschi creano un carosello di sensualità e tentazioni in Elena, proprio come quell’animale maschile che Martin è. Elena mormora.

ELENA Mi ami? MARTIN Sì... ELENA E da quando? MARTIN Dalla prima volta che ti ho vista...

ELENA Io non ho mai amato... MARTIN Impareremo insieme... Elena trema per quelle parole.

ELENA Devi essere buono con me... Molto buono...

Elena prova a staccarsi da lui, ma non sembra veramente convinta, Martin con fare repentino bacia Elena impetuosamente, lei si lascia andare, sente finalmente sotto le sue dita quel corpo forte da cui è stata inconfessabilmente attratta sin dal primo momento. Vede la cicatrice di lui, la giovane sospira.

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50 INT CASA BERNARDO SCALE SERA 50 Martin estasiato dall’amore per Elena sale le scale di casa, un libro tra le mani.

51 INT CASA BERNARDO SERA 51

Bernardo è seduto al tavolo, sorridente. Martin ne è sorpreso.

BERNARDO Che ti avevo detto Giulia? Ormai di tuo fratello riconosco il passo per le scale...

Martin entra, sua sorella sta sbarazzando la tavola su cui hanno appena finito di cenare, gli sorride, i bambini sono contenti di vederlo e vanno da lui per abbracciarlo. La bimba gli porta le lettere che sono arrivate, Martin le prende e le dà un bacio.

GIULIA Ciao Martin... Martin saluta la sorella, i bimbi. Bernardo lo invita a sedere. Martin è di buon umore.

BERNARDO Siediti, siediti... Giulia, porta un po’ di quel rosolio che mi ha dato la Signora Esposito... (a Martin) Devo parlarti di una cosa...

Martin apre le lettere che contengono i soliti rifiuti e legge mentre ascolta. Rifiuta il liquore che la sorella va a prendere.

MARTIN No grazie, non bevo. Bernardo ride.

BERNARDO Questa è una bella novità. Hai visto Giulia? Me lo sentivo che il ragazzo stava mettendo la testa a posto.

La sorella versa da bere al marito. La donna versa a Martin un dito di alcool soltanto. Bernardo brinda con lui.

BERNARDO (CONT'D) Alla nostra...

43

Brindano. Martin continua a leggere, Bernardo si informa sul contenuto.

BERNARDO (CONT'D) Che è? Dare o avere? Martin risponde con rammarico.

MARTIN Niente, un altro racconto che torna indietro...

BERNARDO Lasciali perdere quei giornali. Non la spunti con quelli... A me invece, le cose cominciano un po’ a muoversi ma mi serve una mano. Ti ho già proposto di venire a lavorare con me ma tu non te la sentivi. Ora però posso pagarti bene...

Bernardo si accorge che Martin non lo ascolta.

BERNARDO (CONT'D) Ma non mi ascolti? Ti sto parlando. Martin solleva la testa e lo guarda, sereno ma deciso.

MARTIN Non ti vedo e non ti sento e non verrò mai a lavorare con te. Non ti sopporto...

Bernardo lo guarda adirato, poi con grande rapidità fa per mollargli uno schiaffo. Martin repentino gli blocca con forza il braccio e lo guarda. Giulia accorre, allarmata e li guarda. Bernardo respira affannosamente, rendendosi conto che l’ha fatta grossa.

GIULIA Che succede? Martin rimane fermo, fissa Bernardo che lo sta guardando con un ghigno isterico, trattiene la sua rabbia. Martin parla freddamente.

MARTIN No, niente... Martin lascia la presa e se ne va in camera.

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52 INT CASA BERNARDO STANZA MARTIN SERA 52 Più tardi, Martin sta contando i soldi che gli sono rimasti. La porta si apre ed appare sulla soglia Giulia, ha uno straccio tra le mani, ha un’espressione triste e fissa il fratello che ricambia il suo sguardo. GIULIA Martin... Il giovane parla con tristezza.

MARTIN Mi dispiace...

53 EST STRADA PERIFERIA ALBA 53 Nella nebbia mattutina rotta dalla prima luce solare. Martin cammina con addosso la sua sacca e la borsa della macchina da scrivere. La strada è deserta con poche anime che vanno al lavoro.

54 INT SUITE GIORNO 54

MARIA, una proletaria quarantenne, è andata a trovare Martin. Martin è poggiato sulla scrivania, Maria è di fronte a lui prende una camicia con le iniziali ricamate e gliela mostra.

MARIA Ti ho confezionato questa camicia con le tue iniziali...

MARTIN Mi invidieranno... La donna sorride.

MARIA Meglio invidia che pietà... Prendila...

MARTIN La prendo ma non voglio che tu ti senta in debito con me...

MARIA Hai fatto tanto per noi... Sei un uomo nobile...

Martin l’accarezza.

MARTIN No Maria, il tono sdolcinato non è adatto a te...

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Martin guarda la donna con aria nostalgica. Maria coglie il suo stato d’animo e lo abbraccia forte, fraterna.

MARIA Martin io ho paura per te... Non sei felice... Te lo leggo negli occhi... Martin sorridi, ti prego...

Una lacrima imperla il volto di lei, Martin vorrebbe ma non può piangere.

55 INT TRENO LOCALE GIORNO 55

Nel vagone c’è Martin con la sua sacca, sta leggendo, tenendo di fianco la borsetta della macchina da scrivere. Poco più indietro, un MAGLIARO passa tra la gente tenendo un discorso.

MAGLIARO E non è forse venuto Cristo a dire: è più facile che un cammello anziché un ricco? E non è stato lui il primo socialista... E i preti? Lo dicono? No, non lo dicono... Di fronte a Martin è seduta una donna, Maria, la quale cuce dei panni, accanto a sé i suoi due figli, maschi e femmine, uno con una benda su un occhio, TONINO. PAOLINA, la figlia più grande, si avvicina alla custodia della macchina da scrivere.

PAOLINA Che cosa hai lì dentro? Maria la guarda per redarguirla ma ella stessa vuole sapere. Martin sorride e apre la custodia.

MARTIN Una macchina per scrivere... Tutti guardano la macchina.

PAOLINA E come si usa? Martin glielo illustra.

MARTIN Vedi, questi tasti sono le lettere... A... B... C... D...

Maria lo interrompe.

MARIA Ma che ve ne fate?

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MARTIN Ci scrivo... MARIA Siete uno scrittore? MARTIN Sì... (dandole la mano) Martin... MARIA Maria... E questi sono i miei bambini...

Martin indica Tonino con la benda.

MARTIN Cos’ha? MARIA Tonino? Siamo stati da un dottore per quell’occhio... (felice, accarezzando il ragazzino) Guarirà...

Anche Martin fa un po’ di effusioni al ragazzino. Martin prende delle caramelle e le distribuisce tra i ragazzini. Maria ne prende pure, le guarda e commenta.

MARIA (CONT'D) E quanto si guadagna come scrittore?

MARTIN Quando va bene si guadagna bene... Ma per ora... (indicando i panni di fianco alla donna) E voi quanto ci fate?

MARIA Poco... E quando poi non mi pagano con ritardo... Coi bambini da sfamare...

Martin guarda perplesso.

MARIA (CONT'D) Non siete fidanzato? MARTIN Sì... MARIA Felicemente? MARTIN Felicemente... La voce del magliaro evangelico riprende a parlare sul fondo.

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MARIA L’amore io l’ho provato... Ma il Signore me l’ha tolto... Per fortuna mi ha lasciato loro...

Il magliaro passa tra loro per vendere dei calzini.

MARIA (CONT'D) Stiamo tornando a casa dalla città... Io e questi angioletti abbiamo passato la notte alla stazione... E voi dove andate?

MARTIN Cerco casa in periferia, per risparmiare...

MARIA Che tipo di casa cercate? MARTIN Qualsiasi cosa... Anche il pagliericcio.

56 EST VILLAGGIO MARIA STRADA DROGHERIA GIORNO 56

Attraverso un borgo di campagna di rare case, Martin insieme a Maria e i bambini, passano davanti a una drogheria dove ANNINA, la proprietaria energica, sta sistemando i giornali, il marito PEPPINO è all’interno, mesto e succube della moglie, guarda attraverso la vetrina. Annina vedendola passare saluta Maria.

ANNINA Già sei tornata, Maria? MARIA Sì... Non vedevo l’ora di tornarmene a casa mia...

Martin saluta toccandosi il cappello. Poco più avanti Maria confessa, quasi parlando tra sé.

MARIA (CONT'D) Mi vedono che mi porto un uomo in casa. Meglio così... Un uomo in casa o un cane alla catena. Per una donna sola sono una comodità...

Martin sorride.

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57 INT CASOTTO GIORNO 57 Nel cortile sul retro della casa dove abita Maria, c’è una piccola costruzione composta da un’unica stanza chiusa da tempo, una specie di celletta con una finestrella che ha bisogno di una bella ripulita e di qualche piccola riparazione. Un tavolino con una sedia al centro, un camino su un lato.

MARIA Qua potresti stare tu... Ha bisogno solo di una pulita...

La maniglia della finestra si rompe mentre lei la apre.

MARIA (CONT'D) E sì, di qualche riparazione. Niente di che. Ma tu sarai capace... (guardandolo) Che dici?

Martin si guarda intorno, sposta la sedia dal tavolino e la mette dal lato sinistro, la luce solare cade sul tavolo.

MARTIN La luce arriva dove serve. Ma quanto costa al mese?

Lei sorride.

MARIA Vabbè scrittò, mi dai una mano in casa e ci mettiamo d’accordo...

Martin annuisce.

58 INT/EST AMBIENTI VARI VILLAGGIO MARIA GIORNO 58

Mentre la voce di Martin racconta, vediamo Martin che ha rimesso a posto la stanza e ora ci abita, uno spazio molto ristretto, alcune cordicelle simili a quelle dei panni reggono dei piccoli fogli annotati: LASCIARE INTENDERE IL SENSO DELLA VITA DEL PERSONAGGIO NARRATO- NEL PIENO DEL DRAMMA LASCIARE SPAZIO ALL’IRONIA-

Martin si sveglia all’alba, accende la luce e poi la spegne al sorgere del sole che illumina la stanza. Mentre lui seduto al tavolo scrive a macchina e ogni tanto si ferma e fa scorrere la cordicella sopra di sé per prendere un foglietto e leggere una formula grammaticale e poi scriverne altri, aggiungerli sulla sfilza di quelli esistenti e continuare a scrivere.

Martin dà un mano a Maria a mungere una capra, con un effetto comico.

Martin entra nella drogheria. La proprietaria segna sul quaderno le cose che Martin ha preso a debito.

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Martin istruisce Paolina e Tonino dopo che ha distribuito tra loro alcune leccornie.

MARTIN (V.O.) Ho preso una stanza qui in periferia per risparmiare e mi sono dato anima e corpo al lavoro, non senza una strategia stavolta: ho letto la Filosofia dello stile di Spencer e ho scoperto una quantità di cose che non andavano bene in ciò che ho scritto finora... La prima volta che ho provato a scrivere non avevo nulla di cui scrivere, non avevo pensieri, non avevo neppure le parole, ma via via che ho arricchito il mio vocabolario ho riconosciuto nelle mie esperienze qualcosa di più che dei semplici quadri e ne ho trovato finalmente l’interpretazione. Così solo adesso ho cominciato a fare qualcosa di buono. Ora, ti chiedo di darmi due anni di tempo per misurare il mio talento... E il giorno in cui ci riuscirò, cara Elena, ti giuro che tu sarai mia e che lo sarai per sempre.

59 INT/EST UNIVERSITÀ GIORNO 59

La voce di Elena fuori campo mentre vediamo delle scene della sua quotidianità, fatta principalmente di studio. Elena è all’università, tra gli altri studenti, mentre attende di fare un esame. Poco dopo, cammina, incontra delle amiche e un giovanotto, e li informa, contenta, del risultato. Successivamente resta a studiare fino a tardi in biblioteca, scrive una lettera a Martin ed esce dall’università carica di libri.

ELENA (V.O.) Amore mio, vorrei tanto vederti ma al contempo sono stupita della mia abitudine alla lontananza da te. Anche nelle telefonate sei avaro, lo so che ti costano, non sono stupida, ma un piccolo risparmio per la tua Elena non sarebbe dovuto? È che io desidero per te e per me la felicità e vedo il nostro matrimonio come l’inizio di una lunga vita insieme. Ho fiducia in te ma voglio che l’uomo che amo sia soddisfatto della propria vita. Ma dimmi, tu lo sei? Il tuo sforzo è grande, eppure le cose che scrivi non si vendono. (MORE)

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ELENA (V.O.) (CONT'D) Concederti due anni di tempo? Come posso negarlo al mio amore? Ma conterò ogni mese, ogni giorno, ogni ora...

60 INT CASOTTO GIORNO 60 La voce di Elena fuori campo mentre vediamo Martin nella sua stanza mentre batte a macchina velocemente, ad interrompere la quiete sono i figli di Maria che irrompono nella stanza per consegnare a Martin nuove lettere appena arrivate, i bambini litigano per chi tra loro deve consegnare la posta a Martin, è Paolina la più grande a spuntarla consegnando a lui le lettere che immancabilmente finiscono nella pila dei RISPEDITO AL MITTENTE.

ELENA (V.O.) Penso però che la miglior cosa per te, per noi, sarebbe che tu, pur continuando a scrivere, ti cercassi un lavoro che ti permetta di guadagnare. Sai bene che papà ti aiuterebbe subito a trovarlo. Ma tutto questo solo dopo aver dato la precedenza a me. Alla tua piccola, piccola e innamoratissima Elena.

61 INT/EST CASA ORSINI GIORNO/NOTTE 61

La villa nel suo pieno splendore. La musica nell’aria, gli Orsini esibiscono tutto il loro fulgore di famiglia ricca e progressista. Tanti giovani ma anche tanti attempati signori e signore che provengono dalla migliore società. Tra i giovani, oltre ad Arturo e Leone, ci sono dei cadetti e dei borghesi intellettuali belli e raffinati o di illustri discendenze tra questi JEAN, ALTERIO e MATTEO. Giovani donne bellissime, fragili e audaci, in mostra di sé. Attraversiamo la casa per andare in giardino in un angolo. PP di Elena e di Martin che le sta mostrando il suo regalo, un caleidoscopio. Elena lo porta all’occhio e vede quella messe di forme e di colori.

MARTIN (V.O.) Il caos dei colori e delle forme si trasforma in una struttura ordinata e simmetrica.

Elena è felice. Sua madre la raggiunge.

MATILDE Elena, c’è una sorpresa per te. Elena si stacca da Martin a malincuore. Matilde porta Elena con sé verso un lato del giardino. Martin segue a distanza le due, le osserva. C’è una FOTOGRAFA che ha approntato la macchina fotografica. La madre parla alla figlia.

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MATILDE (CONT'D) Devi immortalare questo giorno, tesoro mio.

La madre sospinge la figlia davanti alla macchina fotografica, la fotografa la posiziona di fronte all’obiettivo poi va alla camera, la madre le mette in mano l’attestato di laurea, la fotografa poi inquadra e scatta la foto. Matilde va dalla figlia che le parla all’orecchio, sembra ci sia tensione tra loro.

Matilde annuisce e si allontana per chiamare a raduno alcuni tra i giovani invitati, relegando Martin tra questi.

MATILDE (CONT'D) Arturo... Simona... Jean... Alterio... Matteo... Martin...Venite a fare la fotografia con Elena! I giovani e le giovani arrivano, lei li raduna eccitata.

MATILDE (CONT'D) Ecco, lì, lì mettetevi lì... Martin si sistema al margine del gruppo, lui e Elena si scambiano uno sguardo complice e divertito, la giovane è perplessa ma Martin le fa un sorriso ottimistico. I giovani vengono sistemati dalla madre, regista della situazione, che senza darlo troppo a vedere ha voluto negargli una foto da soli.

MATILDE (CONT'D) Ecco, credo che così vada bene...

La fotografa scatta la foto ricordo. STACCO

Più tardi. È giunta l’ora dei giochi e dei pegni e i più giovani sono intenti a giocare diretti da Jean. Una BELLA RAGAZZA BENDATA pesca da un cesto, che il giovane ha in mano, uno degli oggetti lì raccolti, un cappello.

JEAN Di chi è questo? ALTERIO Mio. Alterio raggiunge Jean al centro della sala.

JEAN Dunque, dunque... Alterio se tu rivuoi indietro il tuo cappello... Farai la penitenza che ti darò?

Alterio risponde con la formula nota del gioco.

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ALTERIO Se sarà cosa da farsi, la farò. Con aria simpatica, da attento capo del gioco, Jean prende un grappolo d’uva e lo mette dentro il cappello del giovane e poi glielo pone sul capo.

JEAN E ora Alterio... La frutta è sotto il cappello. Mangia la frutta.

Con divertimento di tutti, il giovane si toglie il cappello e mangia la frutta voracemente, quando ha finito, Leone gli prende il graspo dell’uva e il cappello dalle mani.

JEAN (CONT'D) E ora Alterio... Rimetti la frutta sotto al cappello...

Alterio non sa come fare, risate, alcune ragazze si parlano divertite all’orecchio per svelarsi la soluzione, anche i maschi osservano e commentano.

ALTERIO Ma come posso fare? Alla fine Leone mostra al giovane come fare: gli rimette il cappello sul capo e poi gli indica la sua pancia.

JEAN Il cappello è sopra... E la frutta sotto...

Tutti ridono. Alterio, con divertito imbarazzo, riprende il suo cappello e torna al suo posto, la ragazza bendata ripesca un altro oggetto, stavolta è la tua borsetta da tabacco. JEAN (CONT'D) E questa? MARTIN È mia... Martin e Jean si guardano, poi Jean recita la formula.

JEAN Dunque, dunque... Martin se tu rivuoi indietro la tua borsetta farai la penitenza che ti darò?

Martin vuole rispondere ma non conosce la formula, allora la dice suggerito da Elena e da qualche altra ragazza che recita con loro.

MARTIN/ ELENA Se sarà cosa da farsi, la farò. Jean allora fa avvicinare Martin.

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JEAN Martin lei è stato marinaio, vero? MARTIN Lo sono ancora ora. JEAN Quindi predilige l’acqua come elemento?

Molti ridono della battuta.

MARTIN Prediligo tutti gli elementi. JEAN Tutti?

MARTIN Tutti.

Jean allora avvicina un cero che sta lì per illuminare. Arriva ad assistere alla scena un nuovo ospite, è BRISSENDEN, un sessantenne dall’aria nobile e tormentata, il volto abbronzato. Ha un bicchiere tra le mani, guarda la scena divertito.

JEAN Anche il fuoco? Quindi, può sopportarlo?

Le ragazze protestano, è una penitenza sleale, i ragazzi invece sono più favorevoli, sentono la sfida. Elena gli dice di non farlo. Matilde osserva la scena da un angolo.

MARTIN Nessun uomo può sopportarlo a lungo...

JEAN E lei quanto tempo? Martin guarda Jean riflettendo, per poi esordire.

MARTIN Il tempo di declamare una poesia... Martin allunga la mano al di sopra del cero e inizia a declamare la poesia mentre guarda Elena.

MARTIN (CONT'D) Chi dunque escogitò il tormento? Amore. Amore è il Nome non familiare Di chi con le sue mani ha tessuto L’intollerabile camicia di fuoco Che forza umana non può levare. (MORE)

54

MARTIN (CONT'D) E noi viviamo, noi respiriamo Soltanto se bruciamo e bruciamo.

Fatica un po’ ma poi termina la recitazione e, anziché togliere innanzitutto la mano, soffia sul cero e lo spegne, tutti restano allibiti e alla fine applaudono. Tra tanto stupore suscitato dall’impresa, Martin e Elena si guardano intensamente: i loro sguardi si incrociano.

62 EST VIALE DELLE ORTENSIE SERA 62

Di ritorno da casa degli Orsini e per non perdere l’ultimo treno Martin si avvia a piedi nella notte. Il fischio del treno risuona da lontano. Martin d’un tratto si sente chiamare e vede dietro di sé un uomo, una sagoma scura e inquietante che avanza con una leggera zoppia.

BRISSENDEN Hai da accendere?

Martin non ha paura, si ferma, lo fa accendere e il fiammifero illumina lo stesso volto che ha visto alla festa. Un’impressione diabolica sul viso, un volto abbronzato e con le labbra sottili, uno sguardo fiammeggiante.

MARTIN Lei era al ricevimento degli Orsini...

L’uomo sposta la mano di Martin in modo da fare luce stavolta al suo di volto. Lo riconosce.

BRISSENDEN Ah ecco. Tu sei quello che si è quasi bruciato una mano...

Martin mostra la mano.

MARTIN Niente di che... BRISSENDEN È stata una perfetta esibizione da baraccone... Staranno ancora ridendo di te...

Martin sorride, i due cominciano a camminare affiancati parlando.

BRISSENDEN (CONT'D) I versi erano belli però, non li conoscevo...

MARTIN Sono miei... Erano per la mia donna...

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BRISSENDEN E chi è la fortunata? MARTIN La Signorina Elena Orsini... Brissenden ride.

BRISSENDEN Ah, ecco perché sei finito lì.. La giovane figlia di buona famiglia!

MARTIN (Piccato)E tu allora? Cosa ci facevi dagli Orsini?

BRISSENDEN (Sorridendo) In qualche modo devo passare il tempo! (porgendo a Martin la mano) Russ Brissenden...

MARTIN (Porgendo la sua mano) Martin Eden! BRISSENDEN Vieni Martin, andiamo... In girum imus nocte et consumimur igni...

I due si incamminano.

63 INT ANGELO AZZURRO NOTTE 63

Brissenden fa strada a Martin, uno stretto corridoio, per il quale si propaga una musica esotica verso cui i due si dirigono. Brissenden arriva a un tendone, lo fa scorrere e la luce li inonda da una grande sala piena di musica e di fumo. Entrano. Sembra una speak-easy, un ambiente con decori bizantini, dove uomini e donne benestanti, artisti, uomini famosi in incognito sono seduti ai tavoli accompagnati da donne abbigliate in modo sensuale ed erotico, dividendo con loro quelle ore della notte mentre bevono e fumano. Appena entrato, Martin viene abbracciato da una giovane, NORA, ubriaca, che quasi sembra scambiarlo per un altro o semplicemente è un’esibizionista.

NORA Oh, ti amo... Ti amo... La giovane si allontana seguendo un’amica, Martin sorride e intanto Brissenden lo guida attraverso quel luogo magico e inebriante. I due guardano un attimo la scena dove delle donne stanno ballando una danza moderna. Una donna sulla sessantina elegante è seduta a un tavolo, ha un cane al guinzaglio e parla con due ragazze con fare di madre austera che dispensa consigli.

56

In un angolo, un grosso uomo, intorno a cui si è formato un piccolo pubblico, con fare da prestigiatore estrae dagli abiti dei presenti delle carte con delle lettere dell’alfabeto che poi monta magicamente la frase: In girum imus nocte et consumimur igni.

Poi le carte vengono invertite ma la frase non cambia essendo un palindromo.

Martin recita entusiasta.

MARTIN Salve, o vita! Potenza misteriosa, fiume selvaggio, poderoso eterno, ragione e forza a tutto l'universo, salve o superba!

BRISSENDEN Conosci Carlo Michelstaedter? Altro che quelle schifezze che vengono pubblicati dalle riviste...

MARTIN È chiaro che a te non piacciono le riviste. Io invece cerco di scrivere per loro...

BRISSENDEN Cerchi? Mi complimento per questo tuo fallimento... Le riviste pubblicano solo minestre riscaldate...

MARTIN Non mi sento superiore a chi scrive per soldi...

Brissenden lo guarda, notando l’usura e i rattoppi sul suo abito.

BRISSENDEN Ci credo, infatti chi scrive per soldi è superiore a te e tu là non ci arriverai mai, si capisce subito...

Martin è un po’ piccato.

MARTIN E tu invece... Si capisce che hai abbastanza soldi per permetterti di andartene al mare in pieno inverno.

BRISSENDEN (RIDENDO DI SÈ) Sono stato al mare per curarmi i polmoni.

Nora si avvicina al loro tavolo.

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NORA Russ, il signore dell’oblio ti reclama...

Un uomo, UN PUSHER ELEGANTE, sta dall’altra parte della sala e li fissa.

BRISSENDEN Stasera no... Ho appena trovato un piccolo di aquila che vuole saltare in un nido di civette...

Nora guarda Martin, interessata.

NORA Posso aiutarti a fargli cambiare idea...

BRISSENDEN Nemmeno per te sarebbe facile, è innamorato...(A Martin) Un brindisi all’amore.

Martin guarda la giovane e aggiunge.

MARTIN E alla sua ancella, la bellezza... I tre brindano.

64 INT DROGHERIA GIORNO 64

Martin è di fronte al bancone della drogheria. La proprietaria al bancone ha tra le mani un quadernino ed inforca gli occhiali per leggere meglio cosa è scritto negli appunti.

È il credito di Martin che non ha ancora corrisposto. La donna minuta e nervosa guarda Martin con un velato disprezzo.

ANNINA Io e mio marito vi abbiamo dato fiducia, Signor Eden...

MARTIN Chiedo scusa, al più presto salderò il mio debito. Per ora ho solo questo...

Martin mette le mani in tasca e raccoglie dal fazzoletto le ultime monete. La donna lo guarda con risentimento.

ANNINA Bisogna rispettare gli impegni e i conti da saldare... Lo dovreste sapere... (MORE)

58

ANNINA (CONT'D) Siete una persona istruita. Se fare lo scrittore non vi dà da mangiare...

La donna prende un biscotto e lo morde, masticando quasi per dispetto, le briciole rimangono sulle labbra della donna. Martin esce. La donna lo guarda allontanarsi.

65 INT CASA MARIA CUCINA SERA 65

In cucina, Maria versa un minestrone caldo a Martin che guarda avidamente il cibo. Martin mangia, Maria si siede di fronte a lui e versa per loro da un boccione di vino rosso, sta cucendo l’orlo di un paio di pantaloni.

MARIA La moglie del droghiere è una scucitura... Ma a me fa ancora credito...

Bevono con un piccolo brindisi.

MARIA (CONT'D) Agli usurai... Se non ci fossero gli usurai il mondo non andrebbe avanti...

MARTIN Ma andrebbe peggio se non ci fossero le mani che lo fanno ricco... Come le tue Maria...

MARIA Mi ammazzo di lavoro... Ma anche tu Martin, solo che non fai una lira... E ti rovini gli occhi sui libri...

Martin termina di mangiare. Maria impacchetta i pantaloni in una confezione e gliela porge.

MARTIN In quanto tempo li hai cuciti? MARIA In due giorni... Martin calcola.

MARTIN Per un guadagno di diecimila lire al giorno e così belli li rivendono minimo a settantamila lire... Almeno cinquantamila lire di guadagno... Se li vendessi tu direttamente...

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La donna è quasi infastidita da una ipotesi troppo irreale.

MARIA Lo so, ma con i “se” non si mangia...

Martin, però, la invita a sognare.

MARTIN Maria non ti piacerebbe avere un negozio per vendere a prezzo giusto il tuo lavoro?

MARIA Io non sogno come fai tu Martin Eden... Io guardo alla realtà...

MARTIN Sì... Ma le cose belle le sai vedere...

MARIA Io non so dirle a parole come fate voi scrittori... Ma la cose belle le ho viste...

MARTIN E quali? MARIA Le stelle, i bambini, un bel piatto di pasta al pomodoro... E, certe cose da donna...

66 INT MUSEO DI ZOOLOGIA GIORNO 66

Martin e Elena passeggiano all’interno del museo di zoologia, chiacchierando.

67 EST VICOLO DI CITTA’ GIORNO 67

Martin è appoggiato ad un muretto. Ha dei libri tra le mani, sembra stanco, affaticato. Gli si avvicina Giulia con delle buste della spesa e lo bacia. Si stringono le mani, Martin sorride.

GIULIA Perché non sei più passato a trovarci... A trovare i bambini? Lui non è poi così cattivo. Martin... Perché non parli con Bernardo, una soluzione si può trovare...

MARTIN Giulia, lascia stare.

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Giulia prende dalla borsa delle banconote di piccolo taglio e gliele mette in mano decisa. Martin non vuole accettare ma Giulia insiste.

68 INT CASOTTO GIORNO 68 Fa freddo, le dita di Martin si intirizziscono e il corpo soffre a stare seduto senza calore. Mentre scrive, Martin ha il cappotto addosso mentre le patate si cuociono nella cenere calda del camino. Martin si alza e le guarda ansioso, non vede l’ora di addentarle, batte i piedi per terra per scaldarsi e porta le mani vicino al fuoco. Tiene una copertina sulla macchina da scrivere per proteggere il meccanismo dal freddo, la toglie, un foglio è infilato nel rullo, Martin corre con le mani alle funicelle in alto per pescare un foglietto con una nota e continuare il racconto che aveva iniziato. Ha i brividi, lo sguardo ogni tanto corre al fuoco. Infine prende una patata ora pronta, la spacca a metà e mangia voracemente, si mette a sedere, toglie il foglio scritto per metà e ne inserisce un altro, bianco e, come posseduto da un demone, scrive.

69 INT/EST MASSERIA DEL CASERTANO GIORNO/SERA 69 1. PASQUALINA, una quarantenne di campagna, sta recitando il rosario in cucina, completamente sola. Entra TERESA, sua cugina, posa il secchio, e, su ordine della donna, prende il pane ed esce per portarlo verso il locale da pranzo. Pasqualina sull’uscio chiama Canituccia che sembra essere sparita.

2. CANITUCCIA è una bambina di 11 anni è accovacciata sotto il portone, lamentandosi e brontolando mortificata. Ha perso Ciccotto, il maialino di Pasqualina che, imbufalita, la percuote e le intima di andare nella campagna e di non tornare finché non avrà trovato Ciccotto.

3. Canituccia si mette alla ricerca del maialino nel bosco, lo chiama e dopo alcuni vani tentativi, finalmente, lo ritrova e torna trionfante verso la cascina di Pasqualina.

4. Rientrano in casa e Ciccotto viene portato nel suo recinto e curato amorevolmente.

5. Di nuovo in cucina Pasqualina ricomincia a recitare il rosario mentre la piccola Canituccia, terribilmente affamata, e ignorata dalla donna, aspetta che la padrona le dia il cibo tanto sperato. Le viene dato un tozzo di pane rosso che lei mangia avidamente. Neanche finito il pasto viene mandata a dormire con la forza da Pasqualina.

6. Il giorno seguente Pasqualina lega il maialino all’esile vitino della bambina, per evitare che questa lo smarrisca di nuovo e le ordina nuovamente di portarlo a pascolare.

61

7. Estate. Ciccotto è più grosso e la bimba più autorevole agli occhi dell’animale. Non c’è più bisogno della fune che unisca i due. Mentre pascolano per le campagne la bambina evoca i ricordi dei mesi passati, di quando Ciccotto si era perso. Ne parla come se il maialino possa capire tutto, come uno stimolante interlocutore. Il maialino strattonandola la fa cadere. La bambina litiga col maialino per un attimo ma poi, intenerita riprende il percorso con l’amato amico.

8. Un mattina durante la messa nel vicino paese di Ventaroli Canituccia mentre è al seguito di Pasqualina assiste a una scena strana. Il PARROCO nega la comunione alla padrona Pasqualina tra l’imbarazzo generale e la vergogna della donna.

9. Pasqualina è più nervosa del solito. La sera in cucina sgrida e picchia pesantemente la bimba perché le chiedeva del cibo. Inoltre litiga e sgrida Teresa facendo riferimento alla condotta scellerata del fratello Crescenzo che spende i soldi con le donnacce. La bambina viene mandata a letto senza cena.

10. In un giorno di pioggia Canituccia e Ciccotto stanno tornando a casa tutti fradici dalla consueta passeggiata per le cascine vicine. Il maialino è sempre più grosso e la bambina sempre più magra ed affaticata. Riportato l’animale nel recinto la bambina origliando sente Pasqualina ed altre donne parlare della defunta madre della bambina. La ricordano con veleno, tra pettegolezzi e infide provocazioni.

11. Canituccia fortemente rattristata torna a salutare il grasso maialino e entra in stanza nel di tentativo di scaldarsi davanti al focolare, che risulta però spento. Delusa, se ne va a letto.

12. Un giorno tornando a casa con uno strofinaccio pieno di ghiande, la bimba va in cucina e vede Teresa e qualche altra serva, con molti coltelli sul tavolo e sul focolare un fuoco vivissimo. Scopre da Teresa che stanno per uccidere ciccotto per la festa di natale.

13. Corsa in giardino vede insieme a Pasqualina il Parroco, Crescenzo e il MACELLAIO, riuniti intorno al recinto di Ciccotto. Pasqualina si gira un attimo verso la bambina e con sguardo gelido torna a confabulare con gli altri due che intanto circondano il maiale. Canituccia capisce cosa sta per accadere e scappa dietro l’angolo del muretto.

14. Rannicchiata su se stessa appena sente il grugnito sofferente dell’amico si stringe le mani forte forte sulle orecchie e dopo un attimo si alza e scappa via, verso la campagna.

15. La cucina è ora piena di commensali, la tavola imbandita e il clima vivace e festoso. Canituccia entra in cucina, Pasqualina le offre un pezzo di pane ricoperto di grasso e maiale.

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La bambina, magra, e con il volto di pietra guarda la vecchia padrona, rifiuta il cibo e, si siede sopra un maglioncino gramo, mentre gli altri commensali continuano a festeggiare allegri.

70 EST CAMPAGNA GIORNO 70 Martin vaga per le campagne, attraversa una pianura solcata da un fiume, camminando ai bordi di campi coltivati, il volto dimagrito. Si muove come un fantasma, incrocia dei CONTADINI che ritornano dai campi e sembrano anche loro fantasmi, i loro volti sono scavati dal sole, camminano in fila come forzati. Martin nei campi, ha con sé una fionda, vede un fagiano, si avvicina, cerca di catturalo, ma l’animale si nasconde tra i filari. Martin si apposta, prende una pietra per caricare la fionda, lo segue, ma l’esito è surreale, con l’animale che fugge e Martin che si sporca tutto per inseguirlo finché si accorge che un uomo, UN ALLEVATORE DI BUFALE, lo sta osservando. Martin è imbarazzato e si solleva in piedi.

71 INT/EST STALLA GIORNO 71

Martin sporco, spala con grande fatica lo sterco accumulato all’interno di una stalla. Gli animali intralciano il suo lavoro, più in là l’allevatore di bufale e un altro pastore fanno lo stesso. Mentre lavora Martin, sorridente, epico recita una poesia (Dino Campana) e la declama febbrile e adirato:

MARTIN Io cerco una parola Una sola parola per: Sputarvi in viso, sfondarvi, […….] Merda – per ora Al chimico che scoprirà di meglio Sia dato il premio Nobel: Una parola – dinamite fetida Che immelmi lo scarlatto del vostro sangue porcino E vi stritoli la spina dorsale E moriate nel viscidume vomitorio melmoso delle vostre midolla Gli altri intorno lo guardano stupiti.

72 EST CAMPAGNA TRAMONTO 72 Martin ritorna dal lavoro, ma è a pezzi, febbricitante. Cammina quasi barcollando. Vede il bosco di pioppi intorno quasi come in un racconto spettrale: SUONI, VOCI, LUCI, parti di discorsi dell’immediato passato. La vista è mezza offuscata, il giovane guadagna a stento la casa.

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73 INT CASOTTO GIORNO 73 Martin è a letto, ha la febbre alta, Maria gli mette uno straccio sulla fronte ed è preoccupata. Entra Paolina, la bambina che ormai si occupa di consegnargli la posta. Maria le fa segno di non disturbare Martin.

MARIA Mettile là... Martin si avvede della cosa e supplica. MARTIN Posta? La ragazza mostra le lettere. Martin sbircia con l‘occhio della disperazione le buste ed è attratto da una.

MARTIN (CONT'D) Maria, leggimi quella, la prima... Maria la apre ma la dà alla figlia.

MARIA Leggi... La ragazzina legge ad alta voce.

PAOLINA Egreg-io Signor Eden il vostro racconto dal titolo “L’apostata” ci è molto piac-iuto e lo pubblicheremo sulla nostra rivis-ta L'EROICA. Troverà nella busta l’assegno di pagamento...

La ragazzina prende l’assegno dalla busta. Martin si rianima un po’.

MARTIN Quanto c’è scritto? Maria toglie l’assegno dalle mani della ragazzina.

MARIA Le lettere no ma i numeri li so leggere... Duecentomila lire...

Martin si solleva, Maria sorride e anche la bimba.

MARTIN Duecentomila lire?! Maria impacciata dà l’assegno a Martin.

MARIA Leggi tu.

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Martin prende l’assegno. Legge. Gioisce.

MARTIN Sì... Duecentomila lire! Allora la strada è libera! La strada è libera!

La bambina ride. Martin e Maria si abbracciano, commossi.

74 INT CASOTTO GIORNO 74

Martin è quasi guarito e ha ripreso a scrivere, una grossa sciarpa al collo. sDalla porta entra Tonino con un enorme sorriso che trascina dietro di sé Elena imbarazzata. Sulla porta ci sono anche Maria e Paolina, tutte brillanti di sorrisi.

MARTIN Elena ma... Martin si alza e va verso di lei, sta per baciarla ma capisce che non può in presenza di Maria e dei bambini. I quali escono su esortazione della madre.

MARIA Vado a preparare il caffè... Con permesso...

Rimasti soli, i due si baciano, appassionati, finiscono sul letto. Si baciano ancora travolgendo l’arredo fitto della piccola stanza di Martin, dei libri cadono sulle loro teste. Ridono.

ELENA Vedo che siete in buona salute, Signor Eden.

Ancora si baciano.

MARTIN Non so se questo è un sogno... Ma ora sì che mi sento meglio!

Lei sorride, amabile.

ELENA No, no... Elena è andata dal suo Martin per prendersi cura di lui...

Guardano il soffitto mano nella mano.

MARTIN Ma questo non è un posto adatto a te...

Elena ride.

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ELENA Parli come mia madre.... MARTIN Lei ti dice così? Elena risponde orgogliosa.

ELENA Ma non oserà mai più... Abbiamo litigato, sai?

Elena guarda i bigliettini sparsi in alto per la stanza. Li tocca.

ELENA (CONT'D) E invece è proprio la stanza di uno scrittore...

Elena si alza e prende il cesto che ha con sé e lo mette tra loro due. Tira fuori un flacone.

ELENA (CONT'D) Questo è un ricostituente consigliatomi dal nostro medico...

Martin lo prende, Elena prende altro.

ELENA (CONT'D) E queste caramelle per rimetterti con la gola...

Martin la bacia appassionato più volte mentre dice:

MARTIN Tu sei l’amore, tu sei l’amore... I due si baciano sdraiati sul letto, ormai a un passo dal consumare la loro prima tenerezza amorosa. Elena geme per le carezze e i baci di Martin. All’apice però dell’estasi, Martin si ferma, lei lo guarda, lui si ritrae.

STACCO

Martin è seduto sul bordo del letto, mesto. Elena si sta rimettendo le calze e lo guarda.

MARTIN (CONT'D) Scusami... Io... Non so cosa... Ma lei subito lo prende tra le braccia, gli accarezza i capelli.

ELENA Non importa amore mio... Non importa...

Restano così, stretti l’uno all’altra.

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75 INT/EST TRENO GIORNO 75

Martin riaccompagna Elena a casa in treno.

76 INT SUITE GIORNO 76 Martin si è vestito e sta per uscire. Suona il telefono, Nino risponde prontamente.

NINO Sì... Chi è? Nino attende la risposta, poi mette la mano sul ricevitore e parla con Martin.

NINO (CONT'D) Un tale Edmondo Peluso. Dice che sai chi è...

MARTIN Digli di salire. Nino parla nel ricevitore.

NINO Salga pure... Martin ha ultimato di vestirsi.

MARTIN Lasciami solo con lui. Nino esce e dopo poco bussano alla porta. Martin va ad aprire e si trova davanti EDMONDO PELUSO, un uomo minuto e stanco, un rivoluzionario col bavero alzato.

EDMONDO Ciao Martin, ti ricordi di me? MARTIN Perfettamente. EDMONDO So che non hai molto tempo... Ma volevo parlarti di una cosa importante. Siamo contrari alla guerra perché metterà in ginocchio questo Paese e il proletariato non può permetterselo... Se si farà sarà solo nell’interesse dei padroni...

Martin lo interrompe.

MARTIN Quanto serve?

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Quello non si perde d’animo.

EDMONDO Un milione... Martin estrae dalla giacca il carnet degli assegni e la penna.

MARTIN Va bene, ma non mi importa se la guerra si fa o non si fa. Te li do perché Brissenden ti stimava.

Martin mette la firma e la cifra di DUEMILIONI sull’assegno, lo passa all’uomo e gli tende la mano per congedarlo. L’altro la stringe.

EDMONDO Ho letto due dei tuoi libri... Non male. Però potevi essere più cattivo...

Martin annuisce e sorride.

77 INT/EXT STAMPERIA GIORNO 77

Brissenden guida Martin attraverso un colonnato. Salgono su delle scale che portano sopra un tetto circondato da palazzi per poi entrare in una piccola porta.

78 INT STAMPERIA GIORNO 78

Arrivano in una grande sala, piena di oggetti messi lì alla rinfusa, balle di carta, pile di giornali stampati ed altro. Qui ci sono macchine tipografiche in movimento intorno a cui lavorano due uomini militanti. LUIGI, il tipografo, sta preparando una nuova matrice, è nervoso e impreca prendendosela con gli attrezzi. Edmondo Peluso fuma un sigaro e legge da un foglio scritto a mano.

LUIGI Questa cazzo di macchina è vecchia! Brissenden sussurra a Martin.

BRISSENDEN Ecco dei veri giornalisti.. Edmondo sta componendo la matrice tipografica sotto dettatura di Luigi piazzando velocemente i caratteri. Luigi fuma un sigaro. Luigi si avvede di Brissenden e lo saluta.

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EDMONDO Titolo: Il tempo degli assassini. Martedì 4 ottobre, un’automobile corre nella notte...

LUIGI Vai piano con quella automobile o qui mi salta tutto...

Luigi si rivolge a Martin.

LUIGI (CONT'D) Tu! Dammi una mano a caricare i caratteri.

Martin va in aiuto del tipografo e passa via via i caratteri a Luigi. Edmondo si rivolge a Brissenden e a Martin.

EDMONDO C’è stata un’altra strage, Briss... Edmondo indica la scena dietro di sé.

EDMONDO (CONT'D) È arrivata stanotte dalla Sicilia... È la vedova di uno dei tre anarchici assassinati ieri...

Una DONNA SICILIANA(?) è seduta su una sedia. La donna ha il volto pieno di lacrime. MARY, un’anarchica, viene a portare alla donna una tazza di caffè per consolarla.

L’attenzione si sposta sul dialogo tra la donna e Mary. La donna parla piangendo, parla in dialetto e italiano.

DONNA SICILIANA Carmelo sapeva di essere in pericolo ma non aveva paura. Di mestiere era fotografo ma gli avevano incendiato il laboratorio e non aveva più potuto lavorare. Da quando si era messo contro i padroni la nostra vita era diventata un inferno, lo avevano schedato come sovversivo...

La donna piangendo mostra delle foto, sono delle fosse con dei corpi disseppelliti.

DONNA SICILIANA (CONT'D) Sono i corpi dei contadini scomparsi... Mio marito e gli altri avevano fatto un’inchiesta e la stavano portando a un magistrato... Per questo li hanno uccisi... Glielo dicevo sempre di pensare alla sua famiglia, ma lui si faceva carico di tutti...

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La donna piange, Mary la consola. Le foto passano di mano in mano fino a Martin che guarda le immagini di quei corpi straziati.

79 INT CASA BRISSENDEN STANZA SERA 79

Una stanza d’albergo adibita a casa, il luogo dove Brissenden vive. Brissenden ora sta armeggiando con una pipetta per l’oppio. Parla cercando di provocare Martin.

Poi aspira dalla pipa. Ha un piccolo cedimento e Martin lo sorregge, lui lo guarda e mormora.

BRISSENDEN O giusto, misterioso e potente oppio, tu che al cuore del povero come del ricco porti un balsamo che lenisce... Gli occhi di Brissenden si accendono di una luce lattiginosa, la sostanza inizia a fare effetto e l’uomo assume un’espressione estasiata e distante che lo fa barcollare e lo costringe ad appoggiarsi al muro. Martin lo sostiene e lo porta verso il letto. Brissenden lo guarda sorridendo.

BRISSENDEN (CONT'D) Sei forte... MARTIN Niente male... Martin sorride e lo adagia sul letto.

80 INT/EST TRENO LOCALE SERA 80

Martin è sull’ultimo treno diretto a casa di Maria, seduto apre un libro, i Canti Orfici di Dino Campana la dedica in prima pagina “Da Bris, con affetto fraterno”. Martin nota che nelle pagine centrali c’è qualcosa, le apre e scopre due banconote da Centomila lire. Martin sorride e guarda fuori.

81 INT/EST CINEMA POMERIGGIO 81 IMMAGINI FINALI DI UN FILM D’AMORE. UN BACIO, UN IDILLIO.

Martin ed Elena sono seduti in platea. Lei gli stringe la mano, commossa dalla scena di idillio finale.

Elena e Martin escono dal cinema, abbracciati. Lei è sorridente, lui più corrucciato come uno che ha visto un film che non ha apprezzato. Si fermano a un chioschetto a prendere delle ciambelle.

ELENA Era un bel film...

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Martin rapido paga il sacchetto di ciambelle lo dà ad Elena e continuano a camminare, mangiando.

MARTIN Era un brutto film... Perché ci devono dire cose che già sappiamo?

ELENA Per me è un bel film... Cosa avresti voluto che raccontasse?

MARTIN C’è un mondo intero, miliardi di storie da raccontare... Di uomini e di donne ignoti...

ELENA Io ho sorriso, mi sono emozionata, è un film pieno di speranze... Perché non provi a guardare il mondo in un altro modo, anche in quello che scrivi?

MARTIN Mi stai dicendo che quello che scrivo non va bene?

ELENA E’ che quando scrivi sei troppo crudo... C’è troppa morte, troppo dolore...

MARTIN E certo... Il sazio non crede al digiuno...

ELENA Cosa? MARTIN Tu vorresti che cancellassi quello che c’è di brutto... Che dessi delle speranze... Vallo a raccontare ai disgraziati.

ELENA Ma proprio ai disgraziati devi offrire una speranza.

MARTIN Sì offrirgli la droga per sopportare meglio le catene...

Martin parla dalla propria frustrazione, aprendosi in una rabbiosa parodia.

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MARTIN (CONT'D) Cosa c’entra la cultura con l’emancipazione? Un bel niente Signor Eden, grazie... (fa il gesto di timbrare)... Rispedito al mittente.

ELENA Tu mi stai giudicando in modo sbagliato Martin.

MARTIN No. Sei tu che ti offendi pensando le sciocchezze che dici... Sei una persona molto intelligente come fai a non capire?

Elena è scossa, anche perché ora davvero il discepolo ha superato il maestro. Il senso pratico in lei è l’unica forza.

ELENA No Martin! Io voglio che tu la smetta di farti del male... Quello che scrivi non si venderà mai. E noi non ci sposeremo mai e non saremo mai una famiglia.

Martin si ferma a riflettere, è colpito nell’orgoglio.

MARTIN Vieni, ti schiarirò le idee...

82 INT/EST ZONA POPOLARE POMERIGGIO 82

Martin porta Elena attraverso le corti dei palazzi della zona popolare, dove la miseria si staglia ad ogni angolo, su ogni facciata. Un gran vociare li accoglie. Entrano in una grande qasba. Delle bambine sono intente a cucire suole di scarpe. Le mani sporche, i capelli legati. Elena cammina con lo sguardo basso. Le operaie notano Elena, la guardano e lei subisce quello sguardo, stringe la mano di Martin. I due proseguono verso altre orribili visioni di miseria.

I volti di una famiglia di affamati che vivono in una grotta di tufo, i bambini dai volti consumati eppure ridenti, attorniano i due fino a che la madre scusandosi li porta via. Martin si rivolge a Elena.

MARTIN E io dovrei avere vergogna di raccontare tutto questo...

Elena è costernata, stordita.

ELENA Andiamo via Martin...

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Martin la guarda, comprende la sua sofferenza ma la propria rabbia è enorme, accresciuta da quelle scene.

MARTIN Va bene... Passiamo di qua... Martin svolta per una stradina, ALCUNI UOMINI vanno con LE SIGNORINE, lì da un basso esce UNA RAGAZZINA ABBIGLIATA COME UNA PROSTITUTA che sorride a Martin. RAGAZZINA Signo’... Hai bisogno? Martin la ignora, disgustato, la ragazzina vede Elena dietro di lui.

RAGAZZINA (CONT'D) Bella signo’... Io vengo pure con tutti e due...

Elena volge lo sguardo, Martin la prende per mano, vuole allontanarsi velocemente da lì. Un uomo, una specie di GUAPPO, vestito pretenziosamente, gli si para davanti mentre un altro, SUO COMPLICE, fa capolino. L’uomo gli parla con un sorriso isterico sul volto. La ragazzina si avvicina a Elena e tocca ammirata il bel vestito.

GUAPPO L’avete sentita la Signorina? Martin lo ignora, si allontanano, l’uomo gli grida minaccioso da lontano. Giunti al sicuro, Martin guarda Elena, imbarazzato, vuole abbracciarla ma lei si sottrae.

ELENA Portami a casa... Portami a casa per piacere...

Martin annuisce, triste.

83 EST CASA DEL POPOLO GIORNO 83

Un raduno di socialisti. Brissenden guida Martin all’interno. C’è un servizio d’ordine all’ingresso, ma i due passano grazie a un gesto di Brissenden verso UNO GROSSO del picchetto. Proprio in quel momento è in corso una ressa contro due uomini, DUE SINDACALISTI, accusati di voler ammorbidire la linea, i due vengono spinti via e salvati solo da alcuni di buona volontà.

OPERAI Servi! Servi! Mentre i due si allontanano, un uomo si avventa su di loro alle spalle e ne colpisce uno con un bastone, facendolo sanguinare.

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OPERAIO Vi siete venduti le nostre famiglie ai padroni!

Altri intervengono, quelli del servizio d’ordine disarmano l’operaio.

Brissenden e Martin entrano e assistono al seguito del dibattito. Si vedono operai, alcuni organizzati con rigore ed altri più sciolti, poi gente comune e dei giornalisti. Martin scorge Edmondo che sta rivolgendosi agli altri, questo rafforza lo sguardo di Martin su quei disgraziati.

EDMONDO La linea dello sciopero non si ammorbidirà... È deciso... Ma fino a quando resisteremo? Avremmo dovuto fare scorte di cibo così da avere un vantaggio sui padroni che ora ne sono privati dal nostro sciopero. Ma noi ne siamo privi come loro... È stato un errore compagni, da tenere a mente per le altre lotte. Questo io volevo dire...

Edmondo ritorna al suo posto Brissenden si rivolge a Martin, indicandogli il pulpito con un sorriso malgrado il suo malore.

BRISSENDEN Va’ e digli perché non vuoi il socialismo...

Martin è un po’ titubante.

MARTIN Ma succederà il finimondo! Brissenden annuisce.

BRISSENDEN Gli farà bene... Hanno bisogno di discutere e ne hai bisogno anche tu...

Martin annuisce e accetta coraggiosamente, Brissenden torna tra la folla al fianco di Edmondo il quale lo guarda sorridendo, avendo intuito a cosa miri il suo amico. Martin prende la parola sotto lo sguardo stupito, teso e feroce dei presenti.

MARTIN Mi chiamo Martin Eden e ho accettato di prendere la parola per fare a voi tutti una domanda: Perché avete scacciato quegli uomini prima?

74

La folla risponde. FOLLA Perché sono dei servi... Dei traditori...

MARTIN Esattamente... Ma io qui dentro vedo soltanto degli schiavi...

La folla si scuote, ribatte.

FOLLA Ma che dice? Ma come ti permetti? Schiavo sei tu!

MARTIN L’uomo ha sempre un padrone. E questo padrone è la Natura o è un altro uomo... Ecco perché io dico che che io vedo intorno a me degli schiavi. Schiavi da centinaia, migliaia di anni... Schiavi, figli di schiavi, nipoti di schiavi, progenie di schiavi che non hanno mai lavorato senza padrone...

La folla sembra più interessata.

MARTIN (CONT'D) È la legge dell’evoluzione: individui più sani, meglio organizzati, dotati di potere e di schiavi- i più forti - che controllano quelli più deboli: i meno sani, i meno organizzati, quelli privi di potere, i loro schiavi, voi...

Dalla folla.

UOMO DALLA FOLLA La conosciamo questa storiella... MARTIN Infatti la vecchia legge dell’evoluzione umana è sempre la stessa, non demorde... Voi sognate una società in cui la legge dell’evoluzione sia annullata e dove gli individui si emancipino grazie allo Stato... Dove ognuno abbia quanto vuole e quante volte al giorno... Ma come è possibile annullare una legge naturale grazie ad una legge morale? Gli obiettivi sono giusti: la giustizia sociale, la libertà. (MORE)

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MARTIN (CONT'D) Ma a chi volete applicarli? Alla società in generale. E gli individui? Che ruolo hanno gli individui nella società per cui lottate? Io dico che non si può dare attenzione solo alla collettività... OPERAIO FOLLA E quindi? MARTIN E quindi non appena una società di schiavi comincia ad organizzarsi senza alcuna considerazione degli individui che la compongono allora comincia il suo decadimento... Gli individui più forti tra essi saranno i loro nuovi padroni... Ma stavolta lo faranno in segreto con astute macchinazioni, con lusinghe e menzogne e peggio di come fanno oggi i vostri padroni di oggi... Nessuna società che ignori la legge dell’evoluzione dell’individuo può durare e voi tutti, qui, la ignorate... Oppure, ditemi, avete scoperto un’altra legge dell’evoluzione umana? Ressa, altri chiedono la parola. Alcuni fotografi scattano delle foto.

FOLLA Intellettuale... È un provocatore...

Prende la parola l’uomo con la barba.

UOMO CON LA BARBA Scusate, io voglio confutare quello che ha detto il compagno - in verità non so nemmeno se posso definirlo compagno - e non è vero che noi socialisti ignoriamo la legge dell’evoluzione...

Brissenden guarda soddisfatto Martin e ride, lo stesso fa anche Edmondo.

84 INT CASA BRISSENDEN STANZA SERA 84

Martin e Brissenden sono seduti, il primo ha in mano la rivista “L'Eroica” su cui Martin ha pubblicato e ha appena finito la lettura, Martin lo guarda ansioso del suo responso.

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BRISSENDEN È un pugno in faccia, un colpo al cuore. Mi stupisco che te lo abbiano pubblicato. (provocatorio) Ma no, lo capisco... Hanno gettato l’osso al cane...

Martin commenta amaramente.

MARTIN Tu mi mortifichi. Io ho bisogno di vendere i miei racconti per campare.

BRISSENDEN E allora guadagnati la vita in un altro modo, imbarcati, va’ tra la gente, gira il mondo...

MARTIN Ma io amo Elena... Sono legato a lei...

BRISSENDEN La ami... La ami... Tu vivi in una favola. La principessa e il marinaio... Cercati una ragazza che si prenda cura di te e che ti accetti per quello che sei...

MARTIN Ma se io scrivo lo devo a lei. BRISSENDEN Ma smettila. Non è per quella cretina che tu scrivi...

Martin lo afferra alla gola, lo solleva con una mano da terra e lo fissa negli occhi, infuriato. Ma lo sguardo di Brissenden non è impaurito e anzi lo sfida con un filo di voce.

BRISSENDEN (CONT'D) Uccidimi... Spegni questa fiamma... Alla fine Martin lascia la presa, l’uomo riprende fiato e tossicchia e insieme ride.

BRISSENDEN (CONT'D) Te ne sarei stato debitore in eterno...

Martin lo guarda stupito.

MARTIN Mi dispiace...

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Brissenden riprende la sua imperturbabilità, si siede, stanco.

BRISSENDEN Io ti metto in guardia... Non perdere tempo... Sei un giovane di pantera Martin, un cucciolo di leone, e se loro ti vorranno al loro fianco, sarà solo per dimostrare che ti hanno domato...

MARTIN Io so quello che voglio Brissenden, sfidare il mio tempo... Tu parli bene ma io sono ancora giovane e so che la mia volontà è anche illusione ma voglio lottare per farcela...

BRISSENDEN Ma allora lotta per un motivo più grande della tua propria grandezza... Quanti ne vedi tu morire di fame o suicidarsi o andare in galera perché non sono altro che schiavi affamati, stupidi e ignoranti? Lotta per loro, lotta per il socialismo Martin...

MARTIN Cosa c’entro io con i socialisti? E cosa c’entri tu? Perché ti ostini a frequentarli?

BRISSENDEN Sono socialista perché il socialismo è inevitabile... Gli schiavi ormai sono troppi.

MARTIN La cultura degli schiavi non fa per me...

BRISSENDEN I socialisti sono noiosi lo so... Ma qualsiasi cosa, Martin, è preferibile a quei maiali che governano adesso... Il socialismo darà un senso alla tua scrittura, sarà l’unica cosa che ti salverà nella delusione che si avvicina...

MARTIN Quale delusione? Brissenden resta in silenzio. Martin si adagia sulla chaise longue.

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85 EST DROGHERIA VILLAGGIO MARIA GIORNO 85 Martin arriva davanti all’ingresso della drogheria ma in quel mentre Annina sta chiudendo la porta per non farlo entrare.

MARTIN Buongiorno, Signora. La donna chiude del tutto la porta.

ANNINA Non potete entrare... Martin è stupito, la guarda e tira fuori i soldi con orgoglio e li mostra alla donna.

MARTIN Ma io vi pago... ANNINA Non è questo... La donna prende un giornale e, socchiudendo la porta, lo tende a Martin con sdegno.

ANNINA (CONT’D (CONT'D) Noi non serviamo i socialisti. Martin prende il giornale, IL GAZZETTINO. In prima pagina c’è una foto. È Martin durante il dibattito dei socialisti. Martin osserva la foto, è proprio lui. Legge mentalmente l’inizio dell’articolo.

MARTIN (V.O.) ... Il movimento socialista cittadino ha da oggi un nuovo giovane leader. Il suo nome è Martin Eden e la sua parola è come petrolio gettato sul fuoco dello scontento degli operai. Ieri l’altro, durante un comizio, Eden ha incitato gli operai a continuare lo sciopero che ha messo in ginocchio il Paese nelle ultime settimane...

Martin si allontana leggendo pensieroso, la donna lo richiama ma Martin è già scomparso.

ANNINA Il giornale! Ehi! Me lo devi pagare.

Martin torna indietro e porge una moneta alla donna.

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86 INT ANDRONE GIORNO 86

Martin e Brissenden avvolti nelle giacche. Brissenden sorseggia dell’alcool da una pregiata fiaschetta di metallo che passa a Martin. I due si trovano all’interno di un androne insieme a un giovane distinto, GIOSUE’, il giornalista visto al comizio socialista. Martin fa segno al compagno. Brissenden chiude il portone e poi guarda il giornalista che ora ha il volto pallido per la paura.

GIOSUÈ Ma cosa volete da me? BRISSENDEN Forza Martin, dagli una lezione. Il giovane intuisce di essere in pericolo e cerca di scappare.

GIOSUÈ Aiuto...

Martin lo acciuffa per il collo e lo tira a sé e lo porta verso degli scalini.

MARTIN Dove vai? Devi farmi l’intervista...

Martin lo tira giù, mettendoselo sulle proprie ginocchia, mentre si mette a sedere su uno degli scalini e poi comincia a sculacciarlo.

MARTIN (CONT'D) Questa è la risposta alla prima domanda.

Brissenden ride e tossisce. Martin lo sculaccia con vigore, il giovane si lamenta.

MARTIN (CONT'D) E questa è una risposta difficile... Stai fermo...

BRISSENDEN Fammelo sculacciare un po’ a me... Brissenden si toglie una scarpa e dà un colpo sulla testa del giovane, ridendo. Poi continua Martin.

MARTIN E questa è perché il droghiere non mi farà più entrare nel suo negozio...

Alla fine Martin e Brissenden, soddisfatti, fanno per andarsene e il giovane, in lacrime, si accascia a terra massaggiandosi il sedere.

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GIOSUÈ Vi farò arrestare per questo... MARTIN Ma non volevi un’intervista? Forse ho risposto con troppa sincerità.

I due vanno via lasciando il giornalista in lacrime, mentre loro continuano a ridere.

Brissenden ad un tratto ha un malore. Si accascia sul muro ubriaco e in preda ad un attacco respiratorio. La tosse diventa sempre più forte tanto che si porta un fazzoletto alla bocca, su cui sputa sangue, senza farsi vedere da Martin, che lo soccorre.

MARTIN (CONT'D) Briss, cos’hai? Brissenden per quanto stia male continua a ridere.

BRISSENDEN Portami a casa Martin, sto morendo dal ridere...

Martin lo prende sottobraccio e lo porta via.

87 EST/INT CASA ORSINI SERA 87 La facciata della casa degli Orsini. Martin ha indosso il vestito buono, suona il campanello alla porta degli Orsini. Una volta entrato, Martin passando per il corridoio sente i coniugi Orsini che parlano tra loro.

MATILDE Fare lo scrittore! Ridicolo per uno che ha imparato da poco a leggere... SIGNOR ORSINI È andata diversamente da come volevi. Matilde ne è provocata.

MATILDE Perché lui è... Un megalomane... E tua figlia... Stupida che gli corre dietro... Martin colpito, raggiunge Elena che è seduta nel salone e sta leggendo.

MARTIN Elena, amore mio...

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La ragazza si volta, ha gli occhi umidi e tra le mani la copia del Gazzettino che ha appena letto.

ELENA Oh Martin... Perché? Martin sorride.

MARTIN Oh amore, lasciami spiegare. Non è vero nulla.

Elena è adirata.

ELENA No, lascia che io ti spieghi. Se è questa la tua vera ambizione io non ho nessuna intenzione di seguirti. Non era questo il nostro patto...

Martin tenta di abbracciarla, ma Elena lo respinge.

MARTIN Ma almeno tu credimi amore mio... (lei cerca di allontanarsi da lui) È solo un equivoco. Creato da uno stupido giornalista.

Entra il Signor Orsini con un uomo, il GIUDICE MATTEI. I due giovani si ricompongono.

SIGNOR ORSINI Elena... Martin... Avvicinati Martin, voglio presentarti il giudice Mattei, un nostro vecchio amico... Martin Eden...

Si danno la mano.

GIUDICE MATTEI Martin Eden. Ho già sentito questo nome.

88 INT CASA ORSINI SALA DA PRANZO SERA 88 La famiglia al completo, il giudice Mattei e Leone siedono a tavola, di fronte siedono il giudice e Martin che sotto al tavolo stringe amorevolmente la mano a Elena che però è fredda. Carmela serve dei cavoli. MATILDE Siamo riusciti a trovare della verdura pagandola al triplo del prezzo. Lo sciopero ha fermato tutti i trasporti.

82

SIGNOR ORSINI Maledetto sciopero. È forse giusto affamare la gente? (rivolgendosi alla cameriera) Carmela, da voi giù al porto è lo stesso?

CARMELA Lo stesso Signor Orsini. Ho dovuto dare il latte in polvere ai miei nipotini...

MATILDE La protesta sarà anche giusta ma affamare la città è da criminali.

Elena fa segno a Martin di non intervenire. Il giudice passa all’attacco.

GIUDICE MATTEI Sì, Signor Eden, adesso ricordo. Ho letto il suo nome stamattina sul Gazzettino.

Martin ironizza.

MARTIN Già devono averlo letto in tanti. È un giornale che vende molte copie.

Il giudice ironizza.

GIUDICE MATTEI Purché non finisca nell’aula di un tribunale. Non sarebbe il primo socialista.

MARTIN E non vi comparirei di certo dichiarandomi socialista. Dato che non lo sono...

Il giudice lo indica al Signor Orsini.

GIUDICE MATTEI Ah bene, il paziente è già in via di guarigione...

Il Signor Orsini gli dà man forte.

SIGNOR ORSINI Il tempo è la medicina migliore per queste malattie di gioventù.

Martin sorride.

83

MARTIN Vedo che siete dei medici scrupolosi, ma ascoltate anche il paziente. Siete voi che soffrite della malattia che invece diagnosticate a me.

Il giudice ride.

GIUDICE MATTEI Ottimo. Rovesciare le posizioni è una tattica da grande avvocato.

Martin si trattiene e sceglie la via del dialogo acceso mentre si serve da mangiare.

MARTIN Lei è un liberale, Giudice Mattei o mi sbaglio?

GIUDICE MATTEI Non si sbaglia, la mia famiglia lo è da generazioni.

MARTIN E il Signor Orsini dice altrettanto di sé. Bene, voi siete convinti che il migliore sistema economico è quello del libero mercato e vi definite sostenitori della meritocrazia e della concorrenza. Eppure siete a favore di leggi che fiaccano la loro vitalità. Avete regolamentato il commercio, avete messo dei limiti alle fusioni tra gruppi industriali. Avete fatto in modo che lo Stato sostenga e agevoli fiscalmente l’industria nazionale...

GIUDICE MATTEI Ma sono leggi contro i monopoli e che servono per l’aumento dell’occupazione... Lei è contrario?

MARTIN Non è importante se lo sono... Io le sto dimostrando che non io ma voi siete gli ammalati di socialismo, siete voi a decretare dei provvedimenti socialisti, il socialismo è nelle vostre idee, non nelle mie. (MORE)

84

MARTIN (CONT'D) Io non ne sono stato contagiato, io sono contro il socialismo e contro quella farsa di democrazia che voi dite di rappresentare. Io sono un individualista...

ELENA Martin, non esagerare... Martin le fa segno con la mano di lasciarlo continuare.

MARTIN Promuovete mercanti e bottegai che pensano solo ad arricchirsi come maiali, e questi li chiamate liberali. Ma il liberalismo nel vostro mondo non esiste, non è mai esistito. Il vostro è un errore, perché il mondo continua ad appartenere ai veri individui, agli aristocratici, alle grandi belve bionde che non accettano compromessi e che vanno all’attacco... E che divoreranno voi socialisti che avete paura del socialismo e che vi credete individualisti. Non vi salverà la vostra moralità servile da deboli. So che non ci capite nulla e non vi disturberò più... Ma ricordate una cosa... In città non ci saranno più di cinque o sei individualisti, ma tra loro c’è Martin Eden.

Tutti restano esterrefatti dalle esternazioni di Martin e tacciono. Martin, stremato, sussurra sottovoce a Elena:

MARTIN (CONT'D) Oggi sono esausto, non voglio più parlare. Solo amare...

Martin allunga la mano verso di lei. Elena lo guarda speranzosa che sia finita lì. Il signor Orsini guarda sua moglie poi dice a Martin provocatoriamente:

SIGNOR ORSINI Beh, sapevo che i socialisti sono dei gesuiti. Ma non li immaginavo capaci di simili prediche...

Martin sorride di rabbia trattenuta. La madre rincara la dose, rivolgendosi all’amico giudice.

MATILDE È la lettura di Spencer. Fa strani effetti sui più giovani...

Il giudice ride.

85

GIUDICE MATTEI Ah sì. Non c’è altro Dio all’infuori dell’Inconoscibile e Herbert Spencer è il suo profeta.

Martin si gira verso di lui. Elena cerca di trattenerlo.

MARTIN Una formuletta da quattro soldi. Il giudice prova a portare la conversazione su toni più concilianti.

GIUDICE MATTEI Devo ammettere che Spencer non è privo di un certo spessore.

Martin ha un’esplosione d’ira, grida.

MARTIN Lei non è in grado di discutere di Spencer con me... Lei mi disgusta!

Il giudice è sconvolto, ma si trattiene. La tavola è raggelata da quell’urlo. Matilde guarda sua figlia, Elena si alza e va via, piangendo.

ELENA Sei insopportabile! Matilde assiste con aria soddisfatta.

89 INT CASA ORSINI CORRIDOIO SERA 89

Più tardi Carmela bussa alla stanza di Elena, Martin è dietro di lei.

CARMELA Signorina Elena. Il Signor Eden sta andando via e vuole salutarla.

Dall’interno nessun segnale. Carmela guarda Martin e scuote la testa. Martin si accosta alla porta.

MARTIN Elena... Non vuoi che ci salutiamo? Martin attende ma ancora nessuna risposta, infine va via.

90 INT CASA BRISSENDEN STANZA SERA 90

Un’INFERMIERA apre la porta a Martin, Brissenden è nel letto, ha avuto un peggioramento, dorme mentre una bombola d’ossigeno alimenta dei tubi che gli entrano nel naso. Una luce a macchie colorate illumina la stanza con un movimento rotatorio, donandole una strana atmosfera soffusa.

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MARTIN Buonasera... INFERMIERA (Sussurra) Dorme, lo lasci riposare...

Martin si mette seduto sulla poltrona in un angolo della stanza, in silenzio, guardando l’amico ammalato. Sul tavolino di fianco alla poltrona ci sono delle foto, Martin le prende e le guarda. Ritraggono Brissenden da giovane in situazioni brillanti, in altri Paesi, con donne e uomini che esprimono intelligenza e spirito vitale, in una suona il piano per dei bambini di un orfanotrofio.

Brissenden si sveglia, nota Martin e gli fa un cenno, contento di vederlo. Martin gli si avvicina. MARTIN Come ti senti? BRISSENDEN Così... Ma non me ne sono stato con le mani in mano...

Brissenden prova ad allungarsi verso il comodino dove ci sono dei fogli, ma è troppo debole. Li prende Martin e glieli dà.

BRISSENDEN (CONT'D) Ho scritto... Un poema... La prosa non è per me...

Brissenden dà i fogli a Martin. Sul primo foglio il titolo EFFIMERA di Russ Brissenden. Martin lo legge.

MARTIN Effimera... BRISSENDEN L’ho preso da un tuo verso... “Uomo, ultima delle effimere”. È un plagio.

MARTIN No, è un onore... BRISSENDEN Leggilo, ma non mostrarlo a nessuno. Prometti...

MARTIN Prometto...

BRISSENDEN Bene.

Martin nota una Bibbia sul comodino che prima era nascosta dai fogli.

87

MARTIN Una Bibbia. Martin fa per prenderla, ma Brissenden allunga la mano e lo ferma.

BRISSENDEN Sì, tutte le mie ultime speranze sono lì dentro...

Brissenden ha un attacco di tosse, l’infermiera accorre a sollevarlo un po’ con la schiena.

INFERMIERA Non deve affaticarsi... Martin guarda il suo amico sofferente.

91 INT SUITE TARDA MATTINA 91

Il trillo di un telefono, nel buio della stanza. Il dettaglio di un polsino inamidato, un gemello con le iniziali incise M.E. Martin si risveglia, con un singulto, sudato, ci mette un po’ a connettere, la luce attraverso la tapparella lo aiuta a scrutare nel buio. Il telefono continua a squillare. Martin si mette a sedere, si stropiccia la faccia. Il telefono trilla ancora. Martin si alza, cammina ignorando il telefono. Martin va a sedersi sulla chaise longue, ora sul tavolino scopriamo un cofanetto di legno che Martin apre. All’interno scopriamo qualcosa di simile ad una droga in grani, molto probabilmente oppio. Martin ha nelle mani una pipa, inizia a caricare i grani nel bruciatore. La dose è pronta e porta la pipa alla bocca e con dei cerini da fuoco alla sostanza da inalare. Aspira velocemente e con continuità, tossisce più volte. Il suo volto è livido i suoi occhi lattiginosi. Guarda nel vuoto e accenna ad un sorriso. Il telefono trilla ancora, Martin ora allunga la mano e impugna la cornetta che porta al suo orecchio. Sentiamo una voce femminile al ricevitore.

ELENA (V.O.) Martin... Martin sei tu? Martin non risponde, pian piano vediamo il suo volto sempre più assente, l’effetto oppiaceo inizia ad alterare il suo corpo. Stringe nella mano la cornetta, fa una smorfia strana, muove le labbra, sembra sussurrare qualcosa ma sono parole mute silenti, i suoi occhi brillano sempre di più come due spilli argentei che sfidano il vuoto.

ELENA (V.O.) Martin... Martin...

88

92 INT/EST CABINA TELEFONICA UFFICIO POSTALE PROVINCIA GIORNO 92

Martin è all’interno di una cabina, in attesa di parlare con Elena al telefono.

MARTIN Elena...

ELENA (V.O.) Martin...

MARTIN Elena ho bisogno di vederti... Mi dispiace...

ELENA (V.O.) Martin... Ti scriverò una lettera... Ora non posso parlare...

MARTIN Amore... ELENA (V.O.) Devo andare... Elena riaggancia.

MARTIN Elena... Elena! La comunicazione s’interrompe. Elena ha messo fine alla conversazione.

93 EST CASA ORSINI GIORNO 93

Martin raggiunge casa Orsini. Il cancello è aperto, l’oltrepassa e s’incammina lungo il viale alberato ma un giardiniere lo nota e gli va incontro. Nel frattempo appare sulla porta anche la domestica.

CARMELA Signor Eden, la signorina Elena non c’è, sono tutti usciti... Non c’è nessuno in casa...

MARTIN Neanche Arturo? CARMELA Nessuno! Martin fa un’alzata di spalle e poi un cenno di saluto portandosi le mani al cappello, infine va via. I due inservienti restano immobili a guardare Martin mentre si allontana.

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94 EST CASA BRISSENDEN STRADA GIORNO 94

Martin affranto si reca a fare visita a Brissenden. Ma all’esterno dell’albergo nota una ambulanza, dei poliziotti e un giornalista che parla con un poliziotto.

95 INT CASA BRISSENDEN GIORNO 95 Martin arriva al piano, lì davanti alla porta aperta della stanza di Brissenden c’è un POLIZIOTTO, oltre ad alcuni OSPITI, ancora in defaillance, parlottano tra loro, scioccati. Martin si precipita verso la porta, il poliziotto lo ferma.

POLIZIOTTO Signore non può entrare... Martin sbircia all’interno della stanza, vede solo la parte finale del letto e lì un MEDICO della giudiziaria si aggira intorno al corpo di Brissenden per i rilievi, evitando la pozza di sangue sul pavimento. UN UFFICIALE DI POLIZIA sta mostrando a un COMMISSARIO un libro, la Bibbia. La apre e mostra al suo interno un incavo che serviva a nascondere una pistola che ora il Commissario tiene con un fazzoletto. Sul fondo, seduta sulla poltrona e in lacrime, l’infermiera confortata da qualcuno. Il poliziotto guarda Martin che si toglie il cappello in segno di riverenza. La PORTIERA si avvicina curiosa. PORTIERA Lo conosceva? Martin annuisce. Una delle donne parla col poliziotto e con la collega. Martin continua a guardare la scena mentre la portiera parla con un giornalista.

PORTIERA (CONT'D) Ci vuole più coraggio a vivere... Era un tipo strano... Parlava da solo... Si trascurava... Martin va via.

96 EST STAMPERIA SERA 96

Martin é presso la stamperia dove Brissenden lo aveva portato, forse vuole incontrare gli amici conosciuti in quella occasione per informarli della sua morte. Ma il portone dell’edificio è sbarrato da pezzi di legno inchiodati. Martin poggia la mano sul portone per accertarsene. Sbircia dentro un buco e vede la corte vuota, senza più l’animazione che l’aveva caratterizzata. Sente una voce alle sue spalle. È un vecchio uomo, un barbone che veste di stracci e che parla da solo.

90

Martin lo riconosce, è il vecchio oratore incontrato tempo prima grazie al quale aveva scoperto le opere di Herbert Spencer. Ma l’uomo sembra perduto, continua a ripetere parole senza senso. Per quanto Martin gli si avvicini l’uomo sembra non accorgersi della sua presenza. Martin allora fa l’unica cosa che può fare, si accende una sigaretta e poi la porge al vecchio, ma questi lo trapassa con lo sguardo, assente, e non accetta l’offerta. Martin beve da una bottiglia di whisky, poi si mette a sedere in un angolo, si chiude il cappotto per difendersi dal vento, deciso a passare lì la notte. Il vecchio oratore continua a farneticare.

VECCHIO INTELLETTUALE E i suoi occhi erano come fiamma di fuoco e sul suo capo vi erano molti diademi ed egli aveva un nome scritto che nessuno conosce se non lui...

97 EST STRADA CAMPAGNA ALBA 97

Martin cammina lungo la strada che costeggia i campi. Ha la bottiglia con sé e beve, è mezzo ubriaco e a un certo punto perde l’equilibrio e si lascia cadere a terra. Piange disteso sull’erba.

98 INT CASOTTO GIORNO 98

Martin sta chiudendo la macchina da scrivere nella custodia, poi guarda per un attimo tutti i suoi racconti rimasti là sul tavolo ben ordinati, lentamente li raccoglie tutti in un cesto, deciso a liberarsene. Nota poi e prende per ultimo anche il poema di Brissenden EFFIMERA, lo guarda un attimo, poi lo mette nella borsa insieme agli altri. Si veste. Esce con la borsa.

99 INT/EST UFFICIO POSTALE GIORNO 99

Martin esce dall’ufficio postale contando i pochi soldi rimastigli. Alza lo sguardo, verso il cielo e poi si avvia, vagando senza meta.

100 EST/INT PARADISO TRAMONTO 100

Martin, bighellonando, si accosta al Paradiso. Guarda dentro. La musica proviene dal jukebox: “Parlanno, parlanno” di Claudio Mattone. Martin si accosta al bancone. L’OSTE e sua MOGLIE stanno servendo da bere. La moglie dell’oste gli si avvicina e versa da bere al gruppo.

MOGLIE OSTE Martin Eden... Credevo fossi morto...

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MARTIN Sono sopravvissuto... Lei fa un occhiolino.

MOGLIE OSTE Sarebbe stata una grave perdita... Martin si sente prendere alle spalle e una voce che dice.

NINO (V.O.) Dammi tutti i soldi! Martin prova a reagire ma l’uomo si fa avanti e Martin riconosce Nino.

NINO Martin Eden... MARTIN Nino! I due si abbracciano.

MARTIN (CONT'D) Bevi qualcosa con me. L’oste versa da bere anche a Nino. I due si appoggiano al bancone e guardano la sala piena.

NINO Lo sapevo che saresti tornato... C’è qualcuno che sarà molto contento di vederti...

Nino fa segno su un lato della sala lì c’è Margherita che si è appena seduta dopo aver ballato con un uomo, MICHELE, il suo accompagnatore. Michele si allontana per andare a prendere da bere ma gli occhi di Margherita si incrociano con quelli di Martin, la donna si alza e viene verso di lui sorridendo.

MARGHERITA Martin... MARTIN Ciao Margherita... Margherita, vestita così per la festa, sembra più matura. Lei osserva Martin, il suo abbigliamento.

MARGHERITA Non mi inviti a ballare? Martin le prende la mano e la porta a ballare. I due ballano, per un attimo sembrano esistere solo loro due in quella sala.

92

MARGHERITA (CONT'D) Sei bello Martin... Margherita gli dà un repentino bacio sulla guancia. Martin sorride.

MARGHERITA (CONT'D) Ti ho pensato sempre... MARTIN Non ci credo... Margherita si ferma e lo guarda dicendo decisa, sincera.

MARGHERITA No Martin... È la verità... Martin le accarezza i capelli, i loro occhi si immergono gli uni negli altri. Iniziano a ballare, Martin sta per baciarla, quando gli arriva un colpo laterale, un pugno che lo fa barcollare. Si crea il parapiglia in pista. Martin si gira e vede il giovane operaio Michele, che lo ha assalito e che sta per tornare alla carica. Ma Martin stavolta è pronto e gli molla un cazzotto che fa arretrare il giovane, poi lo colpisce ancora. Michele però è talmente pieno di rabbia che ritorna alla carica ma stavolta ha una sedia tra le mani. Margherita grida.

MARGHERITA (CONT'D) Michele, no... Martin si prepara all’assalto prendendo anche lui una sedia e facendosene scudo, con questa infine lo colpisce e lo disarma e poi gliene dà un paio buoni che mandano il giovane al tappeto. Nino accorre e rialza Michele.

NINO Lascia perdere amico, lui è troppo forte per te...

Il giovane è mezzo stordito ma grida mentre cerca di lanciarsi ancora contro Martin, trattenuto dagli altri.

101 EST COLLINA ALBA 101

Su una collina, due corpi, Martin e Margherita, si baciano appassionatamente. Oltre il poggio, enormi fabbriche che lavorano, il fumo, il vapore, gli altiforni. I due amanti si mangiano di baci, Martin la abbraccia, la riscalda, Margherita sente il suo corpo. Il cielo e le fabbriche sopra di loro. L’amore.

MARTIN Sei una luce in queste tenebre Margherita...

Lei gli toglie dell’erba dai capelli.

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MARGHERITA Ti amo Martin... Dalla prima volta che ti ho visto...

Martin la guarda amorevole, Margherita apre la braccia e avvolge Martin nella sua mantella come se fosse un grembo, i due si baciano ardentemente.

102 INT/EST CASA MARGHERITA GIORNO 102

Ai giorni nostri. Napoli, quartiere Bagnoli, case popolari. Stanza di una casa modesta ma ordinata, davanti ad una finestra, seduta c’è una vecchia donna, MARGHERITA DA VECCHIA. Oltre la finestra, dietro di lei, si riconosce l’ambiente di un quartiere popolare. Frementi ma ordinati si sentono le voci di alcuni bambini che passano, giocando in strada, la luce di un momento un po’ magico. La donna ha un sorriso sereno, sul suo volto i segni di una vita vissuta, ma anche della forza. Qualcosa è passato e l’ha toccata dentro. Guarda in camera. Ride.

MARGHERITA Spencer? Oh, non lo chiedete a me... Per quello avreste dovuto parlare con lui, con Martin...

La voce dell’INTERVISTATRICE fuori campo.

INTERVISTATRICE (V.O.) Lei ha voluto bene a Martin Eden? MARGHERITA Sì... (si commuove) È stato un uomo importante nella mia vita...

INTERVISTATRICE (V.O.) Come lo racconterebbe lei Martin Eden?

La donna guarda, pensa, resta in silenzio.

MARGHERITA No, non si può raccontare Martin Eden, non si può... Bisognava viverlo...

L’intervistatrice la sollecita.

INTERVISTATRICE (V.O.) Una parola... Lei pensa, guarda di lato, poi risoluta, orgogliosa.

MARGHERITA Di uomini intelligenti come Martin Eden ne nascono uno ogni cent’anni...

94

103 INT BALERA SERA 103

Ai giorni nostri, coppie che ballano danze tradizionali del tempo. Tra essi un uomo minuto, NINO DA VECCHIO, anche se ormai è avanti negli anni, l’uomo balla e si diverte invitando anche le ragazze più giovani. A una sussurra all’orecchio qualcosa che la diverte e scandalizza allo stesso tempo. Nino abbandona la pista e rassettandosi viene verso la camera, sbuffoneggiandosi un po’, tanto che si ferma e si piega in avanti per toccarsi le punte dei piedi dando così prova di essere ancora atletico. Nino si ferma davanti la MDP, uno che passa dietro di lui lo saluta.

PASSANTE Ciao Nino... NINO Ciao... Guarda in camera, sorridendo.

NINO (CONT'D) La vecchiaia è brutta? Eccome no... Ma è l’unico modo per vivere a lungo... No, io non mi lamento, non mi sono mai piaciuti quelli che si lamentano... Bisogna pure accontentarsi... Se uno vuole quello che non può avere, allora...

INTERVISTATRICE (V.O.) Ci racconti di Martin? NINO Eh Martin... Io glielo dicevo, veditene bene Martin, ormai hai tutto, ce l’hai fatta, hai avuto quello che volevi... Ma lui perse la gioia... Di vivere... Spendeva soldi, li dava a tutti, anche a chi non se li meritava... Io non capivo... Ma questa storia è la storia della sua delusione... E’ arrivato tutto troppo tardi, diceva... Tutto troppo tardi... Ma Martin non portava nemmeno l’orologio... Era troppo tardi per il suo cuore.. Non credeva più nell’amore... Non credeva più nell’arte....

Nino guarda mezzo commosso in camera, poi si volta un attimo dietro verso la musica, di nuovo guarda in camera.

95

104 INT CAMPO DI LAVORO GIORNO 104

In una galleria, dal fondo, degli uomini vestiti con delle divise carcerarie spingono faticosamente un carrello, pieno di sassi e minerali, avvicinandosi sempre di più verso la MDP. Edmondo Peluso, prigioniero politico, parla rivolto alla MDP.

EDMONDO Mi sono sempre chiesto a chi o a che cosa si debba imputare la rovina spirituale e fisica di questo giovane scrittore dal cervello tanto lucido e dalla muscolatura tanto potente. Per me, non c’è alcun dubbio: fu vittima dell’ambiente capitalistico. Grazie al suo talento e al successo di opere diventate molto popolari, la sua ascesa fu così rapida da consegnarlo come una preda all’avidità degli affaristi. Gli editori avevano fatto di lui un artigiano da sfruttare. In pochi anni di attività letteraria, il capitalismo spremette da lui milioni e milioni di profitti, inaridì la sua vena di scrittore rivoluzionario, arginò il suo slancio, lo deviò dalla sua strada. Come dimostrano bene le ultime sue opere. Una parte di responsabilità va attribuita anche a lui. Aveva spinto troppo oltre la sua inclinazione all’isolamento, finendo per perdere ogni contatto con la massa proletaria, con i temi e i soggetti dell’implacabile lotta di classe...

105 INT SUITE TARDA MATTINA 105

Martin riposa disteso su di una dormeuse, sentiamo la voce di qualcuno familiare, è l’editore di Martin, Renato l’uomo che ha salvato Martin dall’incerto duello della scena 2. E’ un tipo operativo, milanese, un imprenditore molto dinamico e simpatico. Sul tavolino di fianco a lui c’è una rivista con in copertina una foto di Martin Eden con il titolo È LUI RUSS BRISSENDEN? Renato guarda Martin disteso e lo schernisce.

RENATO Sembri Oblomov, solo che lui ricco ci nacque...

MARTIN Lui nacque parassita!

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Martin sorridendo si tira su, Nino rompe la tensione e propone un caffè ad entrambi.

NINO Caffè? L’editore annuisce, Nino va di là e armeggia nell’altra stanza con una moka e un fornellino, memoria della passata povertà. Renato si muove per la stanza, sembra inquieto.

MARTIN Cosa vuoi dirmi? RENATO Come editore o come amico? MARTIN La cosa per me non fa differenza... RENATO Mancano solo pochi giorni per il tuo viaggio in America. L’editore americano ti ha organizzato un tour nelle meraviglie della natura... Il Gran Canyon, le cascate del Niagara...

MARTIN Scordatelo. RENATO Vedere cose nuove ti farà bene... MARTIN Renato, il sipario è già chiuso, tutto quello che dovevo scrivere è scritto. E riguardo alla natura le manderò un biglietto di scuse.

RENATO Martin tu non devi lasciarti andare, io ho più anni di te, e quando ho toccato la merda ho deciso di prendermi la vita...

MARTIN (CON IRONIA) Già. La vita va da chi le vuole bene...

RENATO Martin, ieri quell’Arlecchino poteva ucciderti...

MARTIN Ieri era tutta una commedia! E anche oggi...

Renato è deluso.

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RENATO Se non vuoi rispettare me rispetta almeno i contratti...

Martin sembra cambiare tono.

MARTIN Allora onoriamo i contratti, la sola letteratura che i capitalisti apprezzano. Mandiamo un sosia... Sai come ci divertiremo. RENATO Non dire pazzie! MARTIN E tu non fare il Polonio... Renato tace, offeso. Martin guarda fuori dal balcone, poi si volta verso Renato.

MARTIN (CONT'D) Va bene! Ci andrò. RENATO Fai sul serio? MARTIN Serioso! Il vento è cambiato all’improvviso e io farò tutto quello che vuoi... Come una pecorella che ha perso il gregge... Andrò in America!

RENATO Non ti credo, mi stai prendendo ancora in giro... Sei un pirla!

Renato è molto arrabbiato, il suo volto si è incupito, repentinamente prende il paltò appoggiato sul divano recupera la valigetta, voltandosi incrocia Nino con il vassoio in mano, i due si urtano goffamente, una delle tazze si rovescia. Renato va via, Nino scorge Martin che è di nuovo sulla dormeuse. Lo guarda e, scuotendo le mani, fa un cenno di velata disapprovazione con il capo, beve lui il caffè.

106 INT/EST AUTO MARTIN GIORNO 106

Martin sale su un’auto di lusso con L’AUTISTA, Martin guarda la gente fuori mentre l’auto attraversa la città. Rebecca gli siede accanto. Ad un tratto Martin vede un giovane che è vestito allo stesso modo di come vestiva lui da povero, il cappello floscio e con la giacca a doppio petto, ha quasi una visione, fugace, perché poi il giovane svolta l’angolo, Martin lo segue con lo sguardo poi ritorna a guardare avanti e vede stagliarsi in una strada laterale l’insegna CARTE E CARTONI DI BERNARDO FIORE. Martin si rivolge all’autista.

98

MARTIN Svolti qui, dove c’è quel negozio. REBECCA Faremo tardi... MARTIN Ci fermiamo solo un attimo.

107 INT/EST NEGOZIO CARTA E CARTONI GIORNO 107

L’auto parcheggia davanti a un grosso negozio dove gli operai lavorano a sistemare l’insegna sotto le direttive di Bernardo. Appena l’auto si ferma, Bernardo smette di gridare ordini e si volge con un sorriso a Martin che scende dall’auto.

BERNARDO Martin! Proprio a te steve pensanne. Guarda... Martin guarda ma senza interesse.

MARTIN Ci sta Giulia? Bernardo fa il dolce, deluso.

BERNARDO Martin... È l’insegna del negozio ca avimme arapute co’e solde tuoie. Giulia fa capolino sull’ingresso, sorridendo. Martin le va incontro mentre Bernardo lo segue parlando.

BERNARDO (CONT'D) Martin... Io e Giulia avimme pensato che devi venire all’inaugurazione, sai che pubblicità?! Il grande Martin Eden e suo cognato Bernardo Fiore. Due uomini che ce l’hanno fatta da soli...

Martin, incalzato dall’uomo, lo interrompe, gli mette una mano sulla spalla.

MARTIN Ci vengo, ma ora fammi parlare con mia sorella...

Bernardo ci rimane male, ma non reagisce.

BERNARDO Riunione di famiglia...

99

Bernardo si accorge di due operai che stanno posizionando diversamente una vetrina e gli va incontro.

BERNARDO (CONT'D) Ehi no là, l’avita mettere ‘a chellata parte!

108 INT/EST NEGOZIO CARTA E CARTONI GIORNO 108

Martin entra nel negozio dove ancora gli operai stanno ultimando i lavori.

GIULIA Martin...

I due si abbracciano.

GIULIA (CONT'D) Andrà bene Martin... Sento che stavota andrà tutto bene... Bernardo oltre la vetrina si sbraccia e si adira con gli operai.

MARTIN Tuo marito c’ha fiuto per gli affari... Ma adda rispettà l’accordo: tu n nun i’a faticà cchiù... Giulia è felice.

GIULIA Martin , si ‘e genitori nuoste stessere ancora cca... MARTIN Già... È accaduto tutto troppo tardi...

Giulia lo accarezza, lei vede la delusione di Martin e la comprende.

GIULIA Nunn’è mai troppe tardi, Martin... ‘O tiempe sane sempe ogni cosa... Martin è scettico. Di fuori, intanto, Bernardo si adira con gli operai.

MARTIN (Ridendo) Tutto, tranne a Bernardo... GIULIA Oh te facce vedè... Sono una Eden anch’io, no?

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MARTIN La migliore... Ed eri la più brava a ballare...

Martin la bacia e risale in auto: lei è felice, ma in cuor suo è preoccupata per il fratello.

GIULIA Oh ballare, ballare comme me piacesse. Va’ a ballà sabato ‘e sera Martin Eden. Va’ a ballà...

L’auto va via.

109 INT PADIGLIONE GIORNO 109

La gente affluisce numerosa a sentire MARTIN che sta sul palco con un RELATORE in attesa che la sala si riempia. Martin si annoia, fissa nel vuoto. Il bibliotecario prende posto e saluta Martin.

BIBLIOTECARIO Come sta? MARTIN Male, forse ho l’influenza... Tra il pubblico è seduta anche Margherita, Martin la guarda per un attimo poi sposta lo sguardo altrove e, preso dalla noia, si rivolge alla platea.

MARTIN (CONT'D) Amici, ce n’è voluta perché mi convincessero a venire qui. Non ne avevo voglia... Sono stufo di parlare in pubblico...

Tutti lo guardano divertiti, sorpresi, come se fosse una trovata. Martin cavalca la loro attenzione con maestria disincantata.

MARTIN (CONT'D) Ve lo dico seriamente. Quando morirò leggerete con lacrime di commozione le mie poesie...

Tutti ridono.

MARTIN (CONT'D) Intanto di me ancora vivo dicono un sacco di stupidaggini... Che io sia Russ Brissenden e che l’altra volta me ne sono andato in giro tutto nudo con un cartello “Abbasso il pudore”...

Altre risate.

101101

MARTIN (CONT'D) Ma io sono Martin Eden... E ho scritto cose che non piacevano e che ora piacciono... Sono le stesse cose... Il lavoro era già fatto... E gli stessi che non le volevano oggi sono interessati a me... Sapete, quando avevo fame nessuno mi invitava a pranzo... E ora che sono sazio tutti vogliono nutrirmi...

La gente ritorna a restare stupita, capendo che si tratta di una vera confessione. Martin prende un foglio dalla tasca e legge.

MARTIN (CONT'D) (Legge) Non è un grande onore Se la mia immagine scolpita Si leverà da queste rose Nei giardinetti Dove scatarra la tisi Dove passeggiano puttane, teppisti Sifilitici.

Le persone sono scandalizzate. Il relatore scrive un biglietto a Martin e glielo passa da leggere, c’è scritto LA PREGO DI NON USARE PAROLE INDECENTI. Martin si alza, calmo, va verso la platea, si siede sul gradino del palco.

MARTIN (CONT'D) Ora discutiamo un po’... Chi vuole la parola?

Nessuno risponde. Martin li scruta, un giovane con la cravatta grida, divertito.

GIOVANE CON LA CRAVATTA Legga un’altra poesia... Martin riapre il libro e legge per dovere e richiesta, il pubblico ridacchia durante i passaggi più comici.

MARTIN La legge ha i suoi difetti I poveri hanno diritto di tenere un cane. Potrebbero tenere dei topi, invece: Van bene anche loro e sono esentasse. Se ne stanno in anguste stanzette Coi loro costosi bastardi. Perché non giocano con le mosche? Non sono animali da compagnia? E al Comune tocca pagare. Bisogna farla finita o c’è da temere Che si comprino delle balene. (MORE)

102102

MARTIN (CONT'D) Una decisione va presa: Abbattere i cani! Non è una buona idea? Il prossimo provvedimento: abbattere i poveri. Così il Comune risparmierà di più. Martin è stanco di continuare.

MARTIN (CONT'D) Adesso basta. Chi vuole la parola? Stavolta una giovane, di sinistra, alza la mano.

RAGAZZA SOCIALISTA I vostri ultimi saggi non si capiscono...

MARTIN Quali? Vi assicuro che tutta la mia saggistica è comprensibile come i miei romanzi...

Un altro dalla platea.

UOMO PLATEA “La nuvola e il sole” non si capisce...

Un uomo in prima fila riceve un biglietto e lo dà a Martin che lo legge.

MARTIN (LEGGENDO) È vero che in confronto a Campana fai schifo?

Ride. MARTIN (CONT'D) Non faccio a gara con altri poeti... Abbiamo già pochi poeti... Russ Brissenden è stato un grande poeta...

Ridono, allusivi.

ALTRO UOMO PLATEA Si considera un grande poeta quindi...

MARTIN Colgo la sua allusione... Ma l’autore di “Effimera” è Russ Brissenden non io... E mi dispiace che il mio amico non sia qui a romperle una bottiglia in testa...

Risate. Una donna si alza e grida.

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DONNA PLATEA Martin Eden scrive sempre cose molto crude, si vanta di conoscere la dura realtà... Ha scritto anche un racconto sugli effetti dell’oppio. Ma cosa c’entra l’oppio con la letteratura?

Martin Eden si copre gli occhi con la mano, ironicamente e suscita ilarità. Un vecchio uomo si alza.

VECCHIO UOMO PLATEA Alcuni rifiutano i suoi scritti perché sono incomprensibili. Io perché sono inaccettabili... La vita non è così...

Martin accoglie ancora con ilarità la provocazione.

MARTIN Tra quindici o vent’anni tutto quello che io racconto sarà accettato e compreso da tutti...

Risate di scherno. L’uomo dalla platea interviene una seconda volta.

UOMO PLATEA Se la leggeranno ancora... Ancora risate, anche Martin ride in quella specie di show che lui conduce sagacemente. Poi vede entrare dal fondo della sala un giovane, è la visione di se stesso da giovane, con la giacca a doppio petto, che con incedere mascolino e temerario passa dietro la platea quasi illuminato da una luce misteriosa. Martin resta muto, così parte degli spettatori si gira a guardare quello che lui crede di vedere ma loro invece non notano nulla. Il giovane si siede tra il pubblico e lo ascolta. Martin riprende il discorso, solennemente, guardando quel se stesso.

MARTIN Signore e signori voglio rivelarvi una cosa: lo scrittore Martin Eden non esiste, è solo un prodotto della vostra mente... Quello che avete davanti è un teppista e un marinaio... Io non sono un mito... È inutile che insistiate... Non mi fregate.

La gente lo guarda stralunata, poi uno dietro l’altro tutti applaudono. Margherita è l’unica che lo guarda sentendo il dramma della sua situazione.

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110 INT/EST AUTO MARTIN NOTTE 110

L’autista porta Martin in giro, in nessun dove. Martin seduto dietro guarda la strada fuori, che a quell’ora è piena di UOMINI E DONNE MISERI, che lottano per la sopravvivenza e la sanità mentale, lavoratori in attesa di essere ingaggiati da un caporale come è stato per Martin anni prima. Martin poi si stende sul sedile, guarda le luci esterne riflettersi sul cielo del tettuccio, nella sua testa una musican (Martucci). Martin ricorda mentre si fa mattino.

111 INT CASA ORSINI POMERIGGIO 111

Flashback. Elena nel salone suona il piano e quella musica è un dolce veleno per Martin.

112 INT SUITE MARTIN SERA 112

Martin nella stanza in penombra, è steso sul letto, agitato. Ha un sorriso estasiato sul viso. L’astuccio e la siringa sono sul comodino, fuori inizia a piovere, irrompe il rumore dei tuoni. Solo dopo Martin si accorge che qualcuno sta bussando alla porta.

MARTIN Avanti...

Martin continua a guardare nel vuoto come se cercasse ancora un’immagine che è sparita, dimentico che abbiano bussato. Lo scuote il suono di qualcuno che piange sommessamente, guarda allora verso la porta e vede Elena, bella e triste, con ancora il pomello della porta in mano, in piedi poco dentro la stanza. Martin si alza di scatto.

MARTIN (CONT'D) Elena! Martin la prende per le mani e la tira dentro, nota che è bagnata.

MARTIN (CONT'D) Ma sei bagnata... Aspetta... Martin l’aiuta a togliersi l’impermeabile e la mette a sedere sulla poltrona e poi va in bagno a prendere degli asciugamani, intanto la ragazza si guarda intorno. Martin torna con un asciugamani e lo dà alla ragazza che si asciuga. Martin si siede sul bracciolo di fianco a lei e la guarda. La ragazza parla con un sussurro.

ELENA Nessuno sa che sono qui... Martin, trasognato, non ha capito.

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MARTIN Cosa hai detto? Lei ripete a voce più alta.

ELENA Nessuno sa che sono qui... Martin non riesce a fare più di una esclamazione. MARTIN Oh... Martin si alza e cammina per la stanza.

ELENA Non sei contento di vedermi? Martin si ferma e la guarda.

MARTIN Non è stato imprudente per te venire qui?

Elena parla orgogliosa e rammaricata.

ELENA Non mi importa... Volevo vederti... Sono venuta a dirti che sono stata stupida... Sono venuta perché il cuore mi ha costretta a venire, perché... Perché volevo venire da te...

Elena si alza e va verso di lui, lo abbraccia. Martin la accoglie ma dentro resta distante.

MARTIN Tremi... Hai freddo? Elena gli poggia il capo sulla spalla.

ELENA No... È l’emozione... Ora passerà...

Il tremore le passa, Martin continua a tenerla abbracciata. Lei si confessa a lui.

ELENA (CONT'D) Mamma voleva che sposassi il giudice Mattei...

MARTIN Quell’uomo così stupido? Elena solleva il capo e lo guarda, bellissima e affranta.

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ELENA Già...

Martin la guarda con un sorriso, un po’ amaro.

MARTIN E ora vorrebbe che sposassi me? Elena gli poggia di nuovo la testa sul petto.

ELENA Ora non si opporrebbe... So soltanto questo...

Martin sorride amaramente. Elena parla con passione, lo abbraccia.

ELENA (CONT'D) Dimentica il passato e perdonami... Ti ho sempre amato, ricordalo, e ora sono qui, fra le tue braccia...

MARTIN Potessi avere uno specchio per mostrati la parte più nascosta di te...

Elena lascia l’abbraccio e va a sedersi sul bracciolo della poltrona, Martin si accovaccia ai suoi piedi e le mette la testa sul grembo.

MARTIN (CONT'D) Credevo nell’amore... Ma ora non più...

Elena gli accarezza il capo.

ELENA Non facciamoci più del male, ricominciamo daccapo... Ti ho sempre amato... Riconosco di essere stata debole... Ho sbagliato. Perdonami... Martin solleva la testa.

MARTIN Ora vorresti far rinascere il nostro amore... Ma se... Se i miei libri fossero passati inosservati tu saresti rimasta lontana da me. Sono stati questi fottuti libri...

Elena lo interrompe e rimprovera.

ELENA Non parlare così...

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Martin si alza, ride, amaro.

MARTIN Ecco... Ti preoccupi delle parolacce... Come sempre... Nemmeno in un momento come questo riesci ad accettare la vita così com’è...

Tacciono, restano in silenzio. Martin con la testa poggiata al muro, Elena seduta. Poi la giovane rompe il silenzio, parla con fermezza.

ELENA Quello che hai detto è vero, ho avuto paura della vita, non ti ho amato abbastanza... Ma ora sono cambiata. Ti amo per ciò che sei, Martin... Ti amo per le cose in cui sei diverso da me, per le idee che non capisco ma che sono certa di poter arrivare a comprendere... Mi dedicherò a questo compito con tutte le forze... Posso ancora migliorare...

Elena va da Martin e lo abbraccia, lui la stringe teneramente, piange.

MARTIN È troppo tardi Elena, troppo tardi... Sono malato... Nell’anima... Nella mente... Lei si stacca da lui e parla fiera, finalmente sincera.

ELENA Non è troppo tardi Martin... Rinnegherò tutto, mio padre e mia madre... Verrò a stare da te subito... Non mi importa di quello che penserà la gente... Ho tradito l’amore ma ora voglio viverlo, senza più paure... Accettami...

Martin si siede sul bordo del letto, affranto, guarda fuori la pioggia che cade.

MARTIN Sono malato, molto malato... Prima di ascoltare te non pensavo di stare così male... La vita mi disgusta... L'ho vissuta così intensamente che ora non sento più voglia di nulla... Se potessi ancora desiderare qualcosa vorrei te, ma ora ho la certezza che non posso...

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Martin si getta sul letto, chiude gli occhi. L’oblio. Poi Martin sente un rumore, apre gli occhi. Vede Elena sulla porta, rivestita, che lo guarda un attimo.

ELENA Perdonami se sono venuta... Martin la guarda, afflitto, Elena va via lasciando la porta aperta.

113 INT ALBERGO MARTIN SCALE SERA 113

Elena scende le scale, frastornata, in lacrime, cerca nella borsa un fazzoletto per asciugarsele. Margherita sta salendo con una cartellina sotto il braccio, la vede e si ferma. Elena non la riconosce e tenta di andare via passando sul lato della scala, ma il fazzoletto le cade di mano. Margherita lo raccoglie e glielo dà, le due donne si guardano un attimo, uno sguardo intenso e drammatico. Elena annuisce in segno di ringraziamento e poi corre via. Margherita la guarda andarsene.

114 INT/EST SUITE MARTIN SERA 114

Martin è in piedi davanti alla finestra, guarda fuori in strada, piove. Vede Elena che esce dall’albergo mentre un’auto le va incontro sul marciapiedi di fronte e si ferma davanti a lei. Lo sportello posteriore si apre e Martin si avvede che da lì esce la madre di Elena, Matilde, che raggiunge la figlia e la abbraccia per consolarla. Matilde fa accomodare la figlia sul sedile posteriore, prima di prendere anche lei posto, la donna alza lo sguardo verso l’alto, forse intravedendo Martin dietro le tende, infine entra e un attimo dopo la macchina si allontana. Martin si gira verso la stanza con un sorriso amaro, terribile, sul volto. Si avvede allora che oltre la porta aperta c’è Margherita che lo sta guardando.

115 INT TRATTORIA GIORNO 115

Martin è a pranzo, seduto a una tavolata in un’osteria tipica, insieme a dei giovani e dei docenti a cui ha appena fatto una conferenza. È un ambiente progressista, sono nella pausa e tutti mangiano, chiacchierando. Martin ascolta i racconti degli altri e se ne sta in silenzio. Alcuni giovani parlano di tiratura delle copie di un libro in confronto ad altri, dell’industria editoriale, elogiano i libri di Martin.

D’un tratto BENITO, un uomo giovane e muscoloso che ricorda Benito Mussolini, con una incipiente calvizie si alza in piedi da un tavolo vicino dove sta con amici, tutti come lui, in abiti borghesi di lusso. Benito usa un coltello per suonare su una bottiglia e attirare l’attenzione di tutti, poi quando l’ha catturata parla guardando negli occhi Martin Eden.

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BENITO Un attimo di attenzione, signori... Perdonate il disturbo... Ma qui tra noi c’è il grande scrittore Martin Eden... Autore di libri che io e i miei amici ammiriamo e che abbiamo letto con il piacere di leggervi dentro la vita...

Parte un grande applauso che inizia tra i camerati e si diffonde tra tutti i tavoli. Alcuni dei commensali di Martin Eden mormorano però tra loro contro loro. Uno di loro, più anarchico e forte prende la parola. Martin guarda la scena con uno strano sorriso.

ROBERTO Benito! Il Signor Eden è di idee diverse dalle vostre...

BENITO Questo solo il Signor Eden può dirlo...

ROBERTO Parlavo da ammiratore... E da quel punto di vista non ci sono posizioni più opposte che la mia e la sua...

Martin inizia a ridere, sommessamente mentre il dialogo tra i due militanti continua.

BENITO Abbiamo molti nemici da battere per affermare la dignità umana. Una guerra da iniziare e da vincere.

I socialisti si levano in piedi e gridano NO ALLA GUERRA, i fascisti rispondono cantando un inno alla vita e alla morte.

Martin ride finché non potendosi trattenere si alza ed esce fuori sotto gli sguardi dei due gruppi di contendenti.

116 INT/EST GULAG UFFICIO GIORNO 116 L’ufficio degli interrogatori in un gulag, la luce di una lampada nel buio di una stanza con un tavolo e il fumo di sigarette, un ufficiale è seduto al di qua della lampada, fumando, dall’altra parte c’è Edmondo, seduto, che guarda per terra, lo sguardo perso. Sul tavolo dei fogli battuti a macchina ben ordinati. Ora scopriamo che due uomini, col basco rosso e il cappotto, che prima erano avvolti nell’ombra alle spalle di Edmondo, si fanno avanti.

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Uno di loro fa alzare il prigioniero dalla sedia prendendolo per un braccio, l’altro apre la porta, da questa entra la luce solare a illuminare la stanza. I due portano fuori Edmondo. PANORAMICA ESTERNO

La MDP segue il movimento dell’uscita e inquadra l’esterno, un sentiero che va verso il campo di lavoro. I due uomini tengono le mani nelle tasche dei cappotti e camminano dietro ad Edmondo. Lentamente, uno di loro prende dalla tasca del cappotto una pistola, scambia uno sguardo con l’altro. I tre escono dall’inquadratura. Dopo poco sentiamo uno sparo.

117 EST STRADA UNIVERSITARIA POMERIGGIO 117

Martin è davanti a una palazzina, guarda all’interno attraverso i vetri. Una classe di giovani donne che studiano come dattilografe. Tra di loro Margherita.

Poco dopo, Martin attende nell’ombra. Le ragazze escono, Martin vede Margherita e si avvicina.

MARTIN Margherita... La ragazza è sorpresa.

MARGHERITA Martin... MARTIN Sono venuto a dirti che parto... Lascio tutto e vado via... Andrò alle Galapagos... Sei l’unica a cui lo dico...

Margherita lo guarda, poi si butta tra le sue braccia.

MARGHERITA Portami con te Martin, portami con te...

MARTIN Mi dispiace Margherita... Martin la allontana da sé e corre via. Margherita rimane lì, ammutolita, incapace di piangere, fiera e rabbiosa.

118 INT ALBERGO MARTIN SALA GIORNO 118

Il giornalista radiofonico e il suo tecnico vedono entrare Martin e Rebecca. L’assistente sta regolando una specie di magnetofono, per una registrazione audio.

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GIORNALISTA RADIO Buongiorno Signor Martin Eden. Siamo quasi pronti, questione di un minuto o due...

Martin fa un cenno al tecnico che ricambia. Martin poi si mette a sedere, Rebecca pure prende posto sul fondo. Poi la voce del giornalista lo richiama alla realtà.

GIORNALISTA RADIO (CONT'D) Signor Eden siamo pronti... Martin annuisce. La registrazione sta per iniziare. Martin guarda il giornalista, ha negli occhi un profondo e inguaribile dolore.

119 INT/EST SUITE MARTIN GIORNO 119

Martin si è fatto una doccia, esce dal bagno, stralunato. Due inservienti portano via gli ultimi due bauli. Nella stanza rimane solo una valigia ancora da chiudere. Bussano alla porta. Martin apre. È Nino, lo fa entrare.

MARTIN Ehi Nino... NINO Martin... Gliel’ho chiesto... E lei ha accettato di sposarmi!

L’uomo è felice e stringe la mano di Martin.

NINO (CONT'D) Tutto grazie a te... Martin lo guarda con la sua aria distante, pacata e assente.

MARTIN Nino... Ascolta... Forse io e te non ci vedremo più e devo chiederti un piacere, in cambio del quale mi considero ripagato di tutto l’aiuto che ti ho dato...

Nino si rende conto solo allora che la stanza è mezza vuota e la valigia giace aperta sul letto.

NINO Dimmi... Martin cerca dei soldi e li trova su un tavolino, li dà a Nino.

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MARTIN Vai da Margherita, dille di fare la valigia e poi portala al Molo Nord prima delle 6... Ho deciso di portarla con me...

Nino capisce.

NINO Ehi questa è una grande notizia! MARTIN Va’ adesso. Nino lo abbraccia.

NINO Passerò a prendere anche Agnese, voglio una tua benedizione...

Martin lo esorta.

MARTIN Va’...

Nino fa per andare, poi ha un ultimo guizzo.

NINO Ma nun me dicere n’ata vota ca je e te nun ce verimme cchiù... Martin lo sospinge, Nino va via. Martin resta solo, l’accappatoio addosso. Mette degli oggetti nella valigia, poi si ferma, si siede sul letto, resta a pensare. Dopo un po’ si alza, va al balcone, lo apre ed esce sul ballatoio. Il mare si estende davanti a lui, respira, guarda di sotto e vede ancora il giovane se stesso camminare stavolta in mezzo a degli amici, altri giovani, impetuosi, proletari con l’aria spavalda, vestiti da poveri ma con l’anima tenera e fiammante, che si incontrano e si salutano. Martin li guarda, poi vede il se stesso giovane dirigersi giù, verso il mare, nei pressi dell’albergo. Martin rientra nella stanza, va alla porta ed esce.

120 INT/EST ALBERGO MARTIN SCALE/INGRESSO GIORNO 120

Martin scende velocemente le scale e va all’ingresso sul retro, quello sul mare, sembra un normale bagnante.

121 EST ALBERGO MARTIN GIORNO 121

Dei paparazzi in attesa di celebrità lo riconoscono, uno di loro fa segno al suo fotografo.

REPORTER Ehi, è Martin Eden...

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I due si precipitano da lui.

REPORTER (CONT'D) Signor Eden... Martin si gira un attimo, ma poi subito riprende a correre, a cercare quel se stesso giovane e innocente, quello che lui non è più. Martin va sulla spiaggia, si guarda in giro e poi si leva l’accappatoio, è nudo. Entra in acqua, comincia a nuotare, a larghe bracciate, seguendo la sua visione e allontanandosi sempre più dalla riva, sempre più, sempre più, come andasse verso il sole che si prepara al tramonto. Via via il suo avanzare nell’acqua sparisce all’orizzonte, nel sole pallido mentre in scena davanti alla MDP entrano in campo, di spalle ammiratori, e il giornalista e il fotografo che prima non sono riusciti a fotografarlo. Il giornalista esorta il collega dandogli un’amichevole scrollata di testa.

REPORTER (CONT'D) Aspettiamo che rientri... Però stavolta non fartelo sfuggire!

Martin continua a nuotare nel mare, con foga, è esausto, combatte con l’acqua ormai lontanissimo dalla riva, il sole è calato. E nel buio del mare si perde, nuotando tra le onde.

122 EST PORTO POMERIGGIO 122

Margherita è in attesa sulla banchina del porto, con il bagaglio ai suoi piedi, guarda l’orologio, Martin è in ritardo. Un ragazzino, UNO STRILLONE viene a vendere l’edizione straordinaria dei giornali gridando.

STRILLONE Guerra! Guerra! È scoppiata la guerra!

123 INT CASA MARGHERITA GIORNO 123 Margherita da vecchia legge da un libro le ultime righe.

MARGHERITA E nell’istante in cui seppe cessò di sapere...

Chiude il libro. Fa una pausa, poi finalmente si decide a concedere quello che tutti attendono di sentire.

MARGHERITA (CONT'D) Volete sentirla? La donna si alza, prende un vinile e lo mette su un giradischi, lo aziona.

MARGHERITA (CONT'D) Ecco, questa era la sua voce...

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Dagli amplificatori esce fuori il brusio di un vecchia registrazione, è la voce di Martin. La sentiamo mentre Margherita guarda sorridente e commossa.

MARTIN Il mondo è dunque più forte di me. Al suo potere non ho altro da opporre che me stesso - il che, d’altra parte, non è poco. Finché infatti non mi lascio sopraffare, sono anch’io una potenza. E la mia potenza è temibile finché ho il potere delle mie parole da opporre a quello del mondo, perché chi costruisce prigioni si esprime meno bene di chi costruisce la libertà. Ma la mia potenza sarà illimitata il giorno in cui avrò solo il mio silenzio a difendere la mia inviolabilità, perché non esiste e non esisterà mai al mondo un’arma capace di colpire un silenzio vivente...

Il disco continua a girare emettendo un brusio.

124 EST ORFANOTROFIO GIORNO 124

Un orfanotrofio da media distanza, ci avviciniamo verso i bambini che giocano nel cortile. Pian piano la MDP gira, sulla porta dell’edificio vediamo di spalle una donna anziana, sta insegnando a una bambina a camminare. Ad un certo punto la donna si gira, ha al collo il piccolo ciondolo con il trifoglio, riconosciamo che è ELENA DA VECCHIA. La donna si accorge di noi, non vuole mostrarsi. Schiva fa per rientrare, infine richiude la porta.

125 EST ABISSI GIORNO 125

Nell’acqua qualcosa precipita lentamente, la luce del sole scompare poco a poco introducendo l’oscurità dei mille metri di profondità. Nel panorama marino compaiono nuove forme di vita con le loro forme e i loro colori, nel buio sempre più scuro dell’immensità dei fondali.

FINE