Storia Militare Antica
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NUOVA RIVISTA INTERDISCIPLINARE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI STORIA MILITARE Fascicolo 2. Giugno 2020 Storia militare antica Società Italiana di Storia Militare Direttore scientifico Virgilio Ilari Vicedirettore scientifico Giovanni Brizzi Direttore responsabile Gregory Claude Alegi Redazione Viviana Castelli Consiglio Scientifico. Presidente: Massimo De Leonardis. Membri stranieri: Christopher Bassford, Floribert Baudet, Stathis Birthacas, Jeremy Martin Black, Loretana de Libero, Magdalena de Pazzis Pi Corrales, Gregory Hanlon, John Hattendorf, Yann Le Bohec, Aleksei Nikolaevič Lobin, Prof. Armando Marques Guedes, Prof. Dennis Showalter (†). Membri italiani: Livio Antonielli, Antonello Folco Biagini, Aldino Bondesan, Franco Cardini, Piero Cimbolli Spagnesi, Piero del Negro, Giuseppe De Vergottini, Carlo Galli, Roberta Ivaldi, Nicola Labanca, Luigi Loreto, Gian Enrico Rusconi, Carla Sodini, Donato Tamblé, Comitato consultivo sulle scienze militari e gli studi di strategia, intelligence e geopolitica: Lucio Caracciolo, Flavio Carbone, Basilio Di Martino, Antulio Joseph Echevarria II, Carlo Jean, Gianfranco Linzi, Edward N. Luttwak, Matteo Paesano, Ferdinando Sanfelice di Monteforte. Consulenti di aree scientifiche interdisciplinari: Donato Tamblé (Archival Sciences), Piero Cimbolli Spagnesi (Architecture and Engineering), Immacolata Eramo (Philology of Military Treatises), Simonetta Conti (Historical Geo-Cartography), Lucio Caracciolo (Geopolitics), Jeremy Martin Black (Global Military History), Elisabetta Fiocchi Malaspina (History of International Law of War), Gianfranco Linzi (Intelligence), Elena Franchi (Memory Studies and Anthropology of Conflicts), Virgilio Ilari (Military Bibliography), Luigi Loreto (Military Historiography), Basilio Di Martino (Military Technology and Air Studies), John Brewster Hattendorf (Naval History and Maritime Studies), Elina Gugliuzzo (Public History), Vincenzo Lavenia (War and Religion), Angela Teja (War and Sport), Stefano Pisu (War Cinema), Giuseppe Della Torre (War Economics). Nuova Antologia Militare Rivista interdisciplinare della Società Italiana di Storia Militare Periodico telematico open-access annuale (www.nam-sism.org) Registrazione del Tribunale Ordinario di Roma n. 06 del 30 Gennaio 2020 Direzione, Via Bosco degli Arvali 24, 00148 Roma Contatti: [email protected] ; [email protected] © 2020 Società Italiana di Storia Militare (www.societaitalianastoriamilitare@org) Grafica: Nadir Media Srl - Via Giuseppe Veronese, 22 - 00146 Roma [email protected] Gruppo Editoriale Tab Srl - Lungotevere degli Anguillara, 11 - 00153 Roma www.tabedizioni.it ISSN: 2704-9795 ISBN Fascicolo 2: 978-88-31352-60-4 NUOVA RIVISTA INTERDISCIPLINARE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI STORIA MILITARE Fascicolo 2 Storia Militare Antica Società Italiana di Storia Militare 2 Antico elmetto di bronzo (cerimoniale della cavalleria romana), rinvenuto nel 1796 a Ribchester nelle proprietà di Chaarles Townley (British Museum, London) [Photo taken by Rex Harris 18 February 2010, kindly licensed under the Creative Commons 2.0 Generic license public domain, wikipedia]. 3 Indice del Fascicolo 2, Anno 1 (Giugno 2020) Storia militare antica Articoli 1 Transilire armati in hostium navem. Il corvo di Polibio e Pag. 5 l’arrembaggio romano, la più redditizia delle azioni tattiche in mare aperto, di DOMENICO CARRO 2 Operazione Heirkte. Monte Pellegrino e la campagna di “ 31 Amilcare Barca in Sicilia, di CLAUDIO VACANTI 3 La poliorcétique des Romains pendant la guerre des Gaules, “ 71 par YANN LE BOHEC 4 L’origine transalpina della V Alaudae e della legio Martia, “ 111 di MAURIZIO COLOMBO 5 Los viros militares en época Antonina : una mirada general a “ 137 la formación militar en el siglo II, di ANDRÉS SÁEZ GEOFFROY 6a Tr custodia Urbis e custodia sui. A proposito di alcune “ 167 questioni relative alle cohortes urbanae ed agli speculatores, di ANNA MARIA LIBERATI ed ENRICO SILVERIO 7 Le funzioni di polizia della Classis Ravennatis nell’età alto- “ 193 imperiale, di ALESSANDRO BAZZOCCHI 8 La difesa di Roma. Il capolavoro di Belisario, 537-538 AD, “ 211 di GASTONE BRECCIA 9 I memory studies e l’antropologia del conflitto. Prospettive “ 243 interdisciplinari sulla guerra nel mondo antico, di ELENA FRANCHI 4 FASCICOLO 1 /N.2 (2020) - STORIA MILITARE ANTICA Recensioni ● FRANÇOIS CADIOU, L’Armée imaginaire. Les soldats prolétaires Pag. 297 dans les légions romaines au dernier siècle de la République [di CLAUDIO VACANTI] ● DOMENICO CARRO, Orbis Maritimus. La geografia imperiale e “ 307 la grande strategia marittima di Roma [di TOMMASO PISTONI] ● JOHN HALDON, L’impero che non voleva morire. Il paradosso “ 313 di Bisanzio (640-740) [di CARLO ALBERTO REBOTTINI] 5 Transilire armati in hostium navem Il corvo di Polibio e l’arrembaggio romano, la più redditizia delle azioni tattiche in mare aperto. di DOMENICO CARRO ABSTRACT. Ancient Rome’s involvment in naval warfare against the navies of the major maritime powers in the Mediterranean Sea (Carthage and the greatest Hel- lenistic kingdoms) was ever victorious. Nonetheless, the Romans are generally considered as lacking in seamen skills because they were able to win at sea only by “reducing the naval battle to a battle on land”. Such paradoxical and mislead- ing expression was historically used to show the effects of the boarding, with or without the “corvus” described by Polybius. The deep analysis of the manoeuvres really needed at sea to board an enemy ship carrying out appropriate counter-ma- noeuvres showed that: the short-lived and dubious “corvus” proved superfluous and tactically insignificant; the boarding option required as much manoeuvring skills as the ramming one: therefore, it should not be considered as an expedient to avoid the difficulty of the classical attack with the ram. As a matter o fact, the Romans carried out both ramming and boarding attacks, but with a preference for the latter in order to seize the naval booty. The selection of the naval combatants on the basis of their bravery enabled the Romans to use their marines for several innovating tasks, like the manning of the heavy embarked weapons, the boarding actions and the amphibious landings and ashore operations. So, they anticipated a kind of naval warfare which was adopted by all the subsequent navies until mod- ern times, as well as the tipical employment of our contemporary marine forces. KEYWORDS. CORVUS. CLASSIARII. FIRST PUNIC WAR. ROMAN NAVY. ROMAN SEAPOWER. AN- CIENT NAVAL WARFARE. BOARDING. I. Introduzione al sorriso beffardo di Burt Lancaster nel film Il corsaro dell’isola verde allo sguardo tenebroso di Johnny Depp nella saga Pirati dei D Caraibi, molti sono stati gli stili adottati per caratterizzare in modo leggero ed accattivante l’accozzaglia di turpi canaglie che infestarono con la pirateria le acque delle Antille. Quei fuorilegge, reinterpretati dal cinema in NAM, Anno 1 – n. 2 DOI 10.36158/97888313526041 Giugno 2020 6 FASCICOLO 1 /N.2 (2020) - STORIA MILITARE ANTICA chiave avventurosa e romanzesca, hanno affascinato generazioni e genera- zioni di spettatori soprattutto per l’audacia e la destrezza marinara ostentata nell’arrembare1 i galeoni spagnoli e trarne ricchi bottini. Se costoro ci hanno sempre dato la netta sensazione di impersonare la quintessenza dell’arte na- vale – data la loro estrema sicurezza e disinvoltura nel raggiungere e cattu- rare qualunque nave –, del tutto all’opposto ci sono stati descritti gli antichi Romani, formidabili combattenti sulla terraferma, ma presunti imbranati a bordo delle navi. Eppure sappiamo che Roma sconfisse per mare Cartagine, la maggiore potenza navale dell’epoca, e conquistò poi per via marittima la maggior parte del proprio sconfinato impero, dopo aver battuto, una dopo l’altra, anche le poderose ed esperte flotte di tutti i maggiori regni ellenistici del Mediterraneo. La spiegazione che ci è sempre stata data, con irritante semplicismo, si è basata su di una strampalata capacità che veniva attribuita agli antichi Romani: quella di riuscire a «trasformare la battaglia navale in una battaglia terrestre». Questa espressione colpisce l’immaginazione come un ossimoro sorpren- dente e mnemonico, visto che essa continua ad essere ripetuta saccentemente da chiunque abbia almeno qualche reminiscenza scolastica della storia antica 2. Eppure si tratta di un paradosso concettualmente aberrante e fuorviante, innanzi tutto perché nessuna forza umana potrebbe mai costringere un evento navale a svolgersi entro schemi che non tengano conto dell’incoercibile po- tenza del mare e dei venti. Inoltre, la forza delle legioni romane nei combatti- menti terrestri si giovava soprattutto di spazi di ampio respiro: per la scelta di una posizione iniziale favorevole, per l’appropriato schieramento di tutti i re- parti, per la costruzione di eventuali fossati e terrapieni, per l’assunzione delle formazioni più rispondenti, per la manovra della fanteria, per le cariche della 1 L’azione di arrembare è stata indicata in latino dal verbo transilire, che evoca bene il bal- zo dei combattenti che passavano in armi sulla nave nemica (LIV. 30,25; FEST. 160-P161), oppure da transcendere (CAES. Gall. 3,15,1 e civ. 1,58) o transire (VEG. mil. 44). 2 «Il quadro, che tanti hanno conosciuto negli anni di scuola, piace e rimane impresso nella memoria: una rude stirpe di contadini e pastori, ignara delle seduzioni e dei pericoli del mare, affronta la nuova avventura con l’intrepidezza e la tenacia che sono i tratti preminenti del suo carattere nazionale. Rivela dapprima una buona dose