La Valle Trompia (Brescia)
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LA VALLE TROMPIA (BRESCIA) La Valle Trompia si estende su una superficie territoriale di circa 380 chilometri quadrati e si trova inserita tra le Valli Sabbia, Camonica e Sebino Bresciano con la città di Brescia a confine sud.La Valle Trompia è costituita da 18 comuni e precisamente: Bovegno, Bovezzo, Brione, Caino, Collio, Concesio, Gardone Val Trompia, Irma, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Marmentino, Nave, Pezzaze, Polaveno, Sarezzo, Tavernole sul Mella e Villa Carcina. Dal punto di vista orografico, la Valle Trompia presenta caratteristiche complesse e territorialmente si sviluppa secondo un asse centrale con direzione NE-SO sul quale si vengono ad innestare valli secondarie. Il fondovalle risulta stretto con pareti laterali che si presentano, salvo zone circoscritte, con discreto grado di pendenza. La Valle Trompia racchiude in sé buona parte della storia geologica delle Alpi Meridionali bresciane: dalle marne calcaree (fanghi marini solidificati) depositatesi in un antico Mediterraneo attorno a 60 milioni di anni fa. agli scisti con mica e quarzo posti nell'arco settentrionale della Valle, risalenti a oltre 350 milioni di anni fa. La valle si trova all'interno delle Prealpi bresciane. I monti principali che la contornano sono: • Monte Colombine - 2.215 m • Dosso Alto - 2.065 m • monte Muffetto - 2.060 m • Corna Blacca - 2.006 m Tutti appartenenti al comprensorio del Maniva che è il confine nord della valle. Molto famoso, localmente, è il monte Guglielmo (1.957 m) che è possibile osservare molto bene anche dalla Franciacorta, dalla Città nonché da buona parte della pianura bresciana sino alla provincia di Cremona. Vista del tramonto dal Monte Maniva Vista del monumento sul Monte Guglielmo La Valle Trompia presenta una variazione di clima che va da quello dei laghi lombardi, nella sua parte bassa, a quello montano a settentrione. Notevole l’apporto delle precipitazioni nevose la cui intensità è crescente dalla bassa verso l’alta valle, dove la persistenza del manto nevoso permette la pratica di sport invernali. Il regime pluviometrico è abbondante nella stagione vegetativa ed è quindi favorevole allo sviluppo del bosco. La scarsità di precipitazioni nella prima primavera e nell’autunno crea delle condizioni favorevoli agli incendi boschivi. Il rapporto tra uomo ed ambiente ha provocato modellamenti e trasformazioni che hanno alterato gli originali ecosistemi costringendo l’uomo ad intervenire sul territorio al fine di ristabilire i giusti rapporti. Si sono innescati dei processi dinamici – evolutivi che seguendo precise leggi naturali tendono a riportare nell’ambiente quell’insieme di condizioni di soprassuolo (strato arboreo, arbustivo ed erbaceo) e di suolo (proprietà chimico – fisiche e biologiche) capaci di realizzare un equilibrio durevole. I dati più salienti che emergono dall’analisi della situazione forestale in Val Trompia individuano la fustaia di conifere concentrata nell’alta valle, il bosco ceduo è la forma più diffusa, le fustaie di latifoglie sono rappresentate dal castagneto da frutto, diffuse formazioni arbustive dovute a terreni superficiali presenti sui versanti della bassa valle, l’abbandono delle colture agrarie nelle zone marginali e meno produttive e lo sviluppo dei pascoli al di sopra della vegetazione. Vista lago d'Iseo IL FIUME MELLA “Chiare, fresche dolci acque” sicuramente vero al tempo il cui il corso di questo fiume ispirò il nome Mella (lat. Mel, is) ovvero MIELE. La Valle Trompia, più di ogni altra valle bresciana, lega il suo territorio al fiume che l’ha scavata per oltre 40 chilometri dalla sua sorgente fino alla pianura determinandone l’ambiente ma anche le attitudini della popolazione col suo corso più rapido e alpino prima, più lento e pedemontano poi. Il bacino del Mella origina dalle cime del Monte Colombine, Monte Maniva e Corna Blacca, dopo un percorso che si snoda per 96 km, confluisce nell'Oglio in prossimità di Ostiano. Il tratto settentrionale del fiume scorre in Valle Trompia, alimentato dai bacini degli affluenti Bondegno, Bavorgo, Mella di Sarle, Mella di Zerlo, Mella di Irma, Avano, Val Cavallina, Marmentino, Lembrio, Vandeno, Rè di Inzino, Tronto. Ad essi vanno aggiunti le convalli di Lodrino col torrente Biogno, di Polaveno - Brione col torrente Gombiera, di Lumezzane con il torrente Gobbia ed infine i comuni di Bovezzo - Nave - Caino disposti lungo il corso del Garza. Nella parte medio-alta l'alveo del fiume è incassato nel fondovalle, mentre da Pralboino alla confluenza è limitato da arginature continue. Da sinistra il Fiume Mella riceve vari affluenti: Naviglio di Canneto, Chiusello, Cavata, Tartaro, Moldinaro, Lojolo, lo scolmatore Garza. Gli affluenti in destra sono: Delmona, Canale Acque Alte, Riglio e Navarolo. Di grande importanza è l'imponente sistema dei canali che, tracciati a partire dal Medioevo, sottraevano acqua alle zone soggette ad impaludamento per distribuirla nelle zone aride, integrandosi con la rete di "rogge", "seriole"e "navigli". A testimoniare sia l’abbondanza che le qualità biologiche delle abbondanti acque che sgorgano dal suolo della valle, estesa lungo l’importante linea delle risorgive, restano anche le rovine del monumentale acquedotto d’epoca romana che riforniva la città e le numerose fontane che l’abbellivano. Alimentato dalle precipitazioni nevose e piovose, il fiume ha una portata consistente e regimi relativamente costanti. L'abbondanza di acqua è sempre stato un fattore determinante nell'economia della valle, grazie anche alla fitta rete di canali, realizzati soprattutto per regolamentare le acque fluviali, irrigare le coltivazioni ed, in passato, per alimentare magli, fucine e altre attività proto-industriali. Foto Fiume Mella .