PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI

VAS – Rapporto Ambientale

VR.01 - Rapporto Ambientale

AUTORITA’ PROCEDENTE AUTORITA’ COMPETENTE

Geom. Renato Cucchi Geom. Fabio Folini

PARERE MOTIVATO PARERE MOTIVATO FINALE

DICHIARAZIONE DI SINTESI DICHIARAZIONE DI SINTESI FINALE

Pietro Stefanelli Massimo Spinelli Andrea Patroni Luca Ruffoni architetto pianificatore territoriale pianificatore territoriale architetto

progettista collaboratore collaboratore collaboratore Galleria Campello, 12-23100 tel. 0342 513131 fax 0342 512450 www.studiostefanelli.it - [email protected]

PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale 0. Indice

VR.01 - Rapporto Ambientale ...... 1

0. Indice ...... 2

1. Dalle strategie di PGT al Rapporto Ambientale ...... 5

1.1. Presupposti normativi ...... 5 1.2. Il modello della procedura di VAS ...... 8 1.3. Il Rapporto Ambientale ...... 12

2. Analisi di coerenza esterna: orientamenti della

pianificazione sovralocale ...... 14

2.1. La programmazione generale regionale ...... 14 2.1.1. Il Piano Territoriale Regionale/Piano Paesaggistico Regionale ...... 14

2.1.2. Gli indirizzi del PTR/PPR per il talamonese ...... 18

2.2. La Rete Ecologica Regionale ...... 23 2.3. Il Parco delle Orobie Valtellinesi ...... 27 2.3.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie Valtellinesi ...... 27

2.3.2. Il Piano di Indirizzo Forestale del Parco delle Orobie Valtellinesi ...... 29

2.4. La pianificazione di livello provinciale ...... 31 2.4.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Sondrio ...... 31

2.4.2. Prescrizioni ed indirizzi provinciali per il territorio di Talamona ...... 33

2.4.3. La pianificazione provinciale di settore ...... 37

2.5. Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Valtellina di ...... 39 2.6. Elementi di riferimento per l’analisi di coerenza esterna ..... 42

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3. Il quadro degli obiettivi strutturali del Documento di Piano del PGT ...... 45

3.1. Il quadro della strategia amministrativa ...... 45

4. Analisi di coerenza interna: qualità criticità e rischi del sistema territoriale ...... 58

4.1. Popolazione ed economia (A) ...... 58 4.1.1. Aspetti demografici ...... 58

4.1.2. Aspetti socio economici ...... 63

4.2. Aria e fattori meteo climatici (B) ...... 66 4.2.1. Fattori meteo climatici ...... 66

4.2.2. Fattori di inquinamento dell’aria ...... 69

4.3. Acque (C) ...... 74 4.3.1. Il sistema e la disponibilità idrica ...... 74

4.3.2. La qualità delle acque...... 80

4.4. Suolo e sottosuolo (D) ...... 84 4.4.1. Aspetti generali...... 84

4.4.2. Aspetti pedologici ed agronomici ...... 89

4.5. Ecosistemi e biodiversità (E) ...... 93 4.6. Paesaggio e beni-storico culturali (F) ...... 97 4.6.1. Cenni storici ...... 97

4.6.2. Elementi costituitivi ed unità tipologiche di paesaggio. 101

4.6.3. La carta delle sensibilità paesaggistica ...... 104

4.7. Rischi naturali ed antropici (G ed H) ...... 106 4.7.1. Il rischio legato a fattori naturali ...... 106

4.7.2. Rischio antropico: inquinamento acustico ...... 112

4.7.3. Rischio antropico: inquinamento elettromagnetico ...... 114

4.7.4. Rischio antropico: inquinamento luminoso ...... 121

4.8. Struttura degli insediamenti (I) ...... 122 4.9. Energia (J) ...... 128

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VAS – Rapporto Ambientale 4.10. Reti tecnologiche ed infrastrutturali (K) ...... 133 4.11. Rifiuti (L) ...... 137

5. Valutazione delle azioni di PGT ...... 140

5.1. Il dimensionamento e l’impianto strategico di PGT ...... 140 5.2. Il giudizio di sostenibilità degli Ambiti di trasformazione (ATR)...... 147 5.3. Possibili indicatori di monitoraggio ...... 148

Allegato: Report dei dati geostatistici comunali ...... 152

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1. Dalle strategie di PGT al Rapporto Ambientale

1.1. Presupposti normativi

Nell’ordinamento europeo e in quello italiano, la dimensione ambientale è venuta ad assumere un ruo- lo crescente determinato dalla maggiore consapevolezza affermatasi in campo ambientale e divenuta parte della cultura contemporanea. Nel contesto italiano il concetto di ambiente è stato introdotto, ini- zialmente, attraverso la giurisprudenza. Dapprima è intervenuta sull’argomento la Cassazione a se- zioni unite civili, con la pronuncia del 6 ottobre 1979, n. 5172, definendo il diritto all’ambiente come un “diritto ad un ambiente salubre che trova il proprio fondamento nel diritto alla salute garantito dall’art. 32 della Costituzione”. Quindi, è la Cassazione penale, che, con sentenza del 20 marzo/gennaio 1983, ha sostenuto che “[…] la Costituzione con l’art. 9 collega aspetti naturalistici (paesaggio) e cul- turali (promozione dello sviluppo della cultura e tutela del patrimonio storico-artistico) in una visione […] di protezione integrata e complessiva di valori naturali insieme con quelli consolidati dalle testimo- nianze di civiltà; allo stesso modo, con l’art. 32 eleva la salute a diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività […]”. Più nota e citata è la sentenza 30 dicembre 1987, n. 641 della Corte Costituzionale, che, forzando ulteriormente l’interpretazione degli artt. 9 e 32 della Costituzione, ha ul- teriormente colmato in qualche misura la lacuna della legislazione ed ha affermato che “[…] la prote- zione dell’ambiente è imposta da precetti costituzionali (artt. 9 e 32) ed assurge a valore primario e assoluto”. L’ambiente è considerato “bene immateriale unitario composto di varie componenti1, […]. L’ambiente è protetto come elemento determinativo della qualità della vita. La sua protezione non per- segue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive ed agisce e che è necessario alla collettività e, per essa, ai cittadini, secondo valori largamente sentiti; è imposta anzitutto da precetti costituzionali (artt. 9 e 32), per cui esso assurge a valore primario ed assoluto […]”. Nello stesso senso si è espresso il pronunciamento n. 9727 del 28 ottobre 1993 della Cassazione penale. In epoca relativamente recente, la nuova formulazione dell’art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione prevede la “legislazione esclusiva in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali" da parte dello Stato. All’attualità la normativa ha trovato compiuta disciplina nel D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 s.m.i. recante Norme in materia ambienta- le. Il contesto europeo si è caratterizzato in maniera del tutto differente. Nei Trattati di Roma del 25 marzo 1957, istitutivi delle Comunità europee (CEE, Euratom, che si aggiungevano alla Ceca), la pro- tezione dell’ambiente non era prevista tra le finalità delle nuove organizzazioni, poiché non era consi- derata un problema prioritario, giacché l’integrazione europea si prefiggeva anzitutto il compito di rea- lizzare un mercato unico fondato sul principio della libera concorrenza. La preoccupazione principale era lo sviluppo socio-economico, la ripresa post-bellica e il contenimento delle spinte dell’est Europa. Tuttavia, a fronte dello sviluppo esponenziale dell’industria e del mercato, le questioni ambientali eb-

1 Concetto ereditato dalla precedente Dir. 1985/337/CE, la quale introduceva l’approccio sistemico all’ambiente nell’ambito della valutazione di impatto am- bientale, poi recuperato ed ampliato dalla Dir. 2001/42/CE riguardo la VAS. Pagina 5 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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bero a meritare sin da subito iniziative che fossero almeno indirette. Dal 1973, invece, si avviarono i sei programmi di azione per l’ambiente,2 i quali, susseguitisi, sino ad oggi, hanno fissato i capisaldi dell’evoluzione del diritto ambientale comunitario. Le evoluzioni e gli affinamenti sperimentati nei pro- grammi d’azione per l’ambiente e gli sviluppi paralleli e successivi, si sono poi condensati in un princi- pio fondamentale che è stato assunto con il tratto di Maastricht del 7 febbraio 1992 ed entrato in vigo- re l’1 novembre 1993. Esso introduce per la prima volta come innovazione profonda, la promozione di una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente come obiettivo normativo prioritario. Le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente “devono essere integrate nella definizione e nell’attuazione delle altre politiche comunitarie”. Tale integrazione è una conditio sine qua non3 per una crescita sostenibi- le che rispetti l’ambiente. Il principio dello sviluppo sostenibile4 è stato inserito nel preambolo e negli obiettivi del Trattato in questione e lo si ritrova anche nell’articolo 2 del Trattato che istituisce la Co- munità europea, che stabilisce i compiti della Comunità stessa. Pertanto lo sviluppo sostenibile divie- ne condizione necessaria perché vi sia lo sviluppo. Non c’è lo sviluppo se questo non è sostenibile e la sostenibilità non corre su un binario parallelo a quello dello sviluppo medesimo, bensì ne è parte in- tegrante e presupposto irrinunciabile, caso contrario, non si tratterebbe di sviluppo. Questa è la nuova sfida da affrontare. In base a quanto sin qui detto e posto il contenuto della Dir. 2001/42/CE, nonché dei suoi recepimenti nell’ordinamento nazionale e regionale, è ben comprensibile come anche lo svi- luppo urbanistico ed il governo del territorio in genere debbano perseguire la sostenibilità delle azioni che intendono porre in atto, attraverso appositi mezzi di controllo e valutazione dei processi pianifica- tori, come la VAS, appunto. La legge regionale della Lombardia n. 12/2005, all’art. 4, attua quanto prescritto dalla direttiva dell’Unione europea 2001/42/CE in materia di VAS, stabilendo quanto segue in merito alla Valutazio- ne ambientale dei piani: “1. Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la Regione e gli enti locali, nell’ambito dei procedimenti di elaborazione ed approvazio- ne dei piani e programmi di cui alla direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente e successivi atti attuativi, provvedono alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione dei predetti piani e programmi. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, il Consiglio

2 I programmi in ordine cronologico sono i seguenti: I – (1973-1976) incentrato sulla lotta all’inquinamento delle acque e dell’aria; II – (1977-1981) portò al primo studio di un sistema di valutazione di impatto ambientale rivolto ai vari interventi pubblici e/o privati incidenti sul territorio; III – (1982-1986) conteneva disposizioni circa le informative sulle attività industriali a rischio; IV – (1987-1992) introdusse il principio del libero acceso del pubblico alle informazioni in possesso delle autorità ambientali; V – (1993-2000) intendeva affrontare questioni ambientali complesse ed in parte nuove, come il cambiamento climatico e la tutela della biodiversità, e procedere verso nuovi traguardi per garantire la qualità dell’aria, delle acque, la vivibilità degli ambienti urbani, la salvaguardia delle zone costiere ed il recupero e lo smaltimento dei rifiuti; VI – (2001-2012) aderisce i principi e le linee guida fissate con il protocollo di Kyoto. 3 N. Fabiano, P.L. Paolillo (2008), La valutazione ambientale nel Piano. Norme, procedure, modalità di costruzione del rapporto ambientale, Maggioli Edito- re, Rimini, 2008. 4 Eredità del Bruntland Report del 1987, il quale definì lo sviluppo sostenibile come “quello sviluppo capace di soddisfare le necessità della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità”. Pagina 6 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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regionale, su proposta della Giunta regionale, approva gli indirizzi generali per la valutazione ambien- tale dei piani, in considerazione era, della forma e del contenuto degli stessi. La Giunta regionale provvede agli ulteriori adempimenti di disciplina, in particolare definendo un sistema di indicatori di qualità che permettano la valutazione degli atti di governo del territorio in chiave di sostenibilità am- bientale e assicurando in ogni caso le modalità di consultazione e monitoraggio, nonché l’utilizzo del SIT5. 2. Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 il piano territoriale regionale e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano di cui all’art. 8, nonché le varianti agli stessi. La valu- tazione ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione. 3. Per i piani di cui al comma 2, la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti do pianificazione e programma- zione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione, anche agroambientali, che devono essere rece- pite nel piano stesso”. Da tutto ciò discende l’obbligo di sottoporre a VAS, (Valutazione Ambientale Strategica), l’intero PGT, nonché le sue varianti, per promuovere sì lo sviluppo del territorio, ma in maniera compatibile, (soste- nibile), ed assicurare così un elevato livello di protezione dell’ambiente, seppur in stretta connessione con le attività umane che nel dato territorio si devono svolgere. La legge regionale citata, al suindicato comma 3, attribuisce alla VAS il compito di porre in evidenza la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi del piano, contestualmente alla individuazione delle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione, e delle alternative assunte nella elaborazione del piano insieme alla individuazione dei possibili impatti e le misure di mitigazione o compensazione che devono essere re- cepite per le finalità di equilibrio. Sempre in attuazione dell’art. 4 della LR 12/2005, la Regione Lombardia ha prodotto la DCR 13 marzo 2007 n. VIII/351, “Indirizzi generali per la valutazione dei piani e programmi in attuazione del comma 1 dell’art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12”. Tale atto contiene un primo elenco di piani e programmi da sottoporre a valutazione e lo schema generale del processo metodologico e procedura- le integrato di pianificazione e di VAS. Stanti le definizioni concettuali e le prescrizioni di legge, si de- duce che la VAS deve essere intesa come processo continuo che si estende a tutta la procedura del ciclo di piani e programmi, dovendo essa avere capacità di integrare e rendere coerente il processo di pianificazione, orientandolo verso la maggiore sostenibilità con il contesto ambientale. In prima fase è stato redatto il Documento di scoping, attraverso cui è stata delineata la conoscenza del territorio co- munale di Talamona, ed ipotizzata la linea strategica di sviluppo. Nella seconda e presente fase, si re- laziona sugli approfondimenti mirati effettuati, in risposta alle richieste emerse dalla base dei Cittadini e in coordinamento con gli aspetti ambientali. Sul tema di pianificazione e ambiente la Regione Lom- bardia si è così ulteriormente espressa:

5 SIT: sistema informativo territoriale (ndr) Pagina 7 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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- DGR 27 dicembre 2007 n. VIII/6420 “Valutazione ambientale di piani e programmi – ulteriori adem- pimenti di disciplina in attuazione dell’articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e degli in- dirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi approvati con delibera dal Consi- glio regionale il 13 marzo 2007 atti n. VIII/351”. In tale documento lo schema generale della preceden- te delibera è “adattato ” alla specificità del piano cui si riferisce: in particolare il riferimento alle proce- dure di valutazione del PTCP sono quelle dell’allegato 1c, mentre l’allegato 2 della delibera fornisce ulteriori e aggiuntive indicazioni del coordinamento della procedura di VAS con quelle di VIA e VIC. - DGR 30 dicembre 2009 n. 8/10971 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, LR n. 12/2005; DCR n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli”.

1.2. Il modello della procedura di VAS

Una volta avviati i procedimenti per la formazione del Piano di Governo del Territorio, (PGT), e per la Valutazione Ambientale Strategica, (VAS), attraverso deliberazioni della Giunta comunale, si è indivi- duato l’iter procedurale con riferimento a quello descritto dalla “Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi” con DGR n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007 e DGR 30 dicembre 2009 n. 8/10971, ” Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e pro- grammi – VAS (art. 4, LR n. 12/2005; DCR n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli.

La novità che ha rilevanza culturale consiste nella proporzione, da parte di Regione Lombardia, di provvedere alla diffusione della “sostenibilità ambientale con il sostegno degli enti locali e di quelli preposti alla ricerca ed alla formazione per l’introduzione di forme di contabilità delle risorse”6. I criteri di sostenibilità, dunque, vengono verificati accanto a valutazioni fisiche e dimensionali in relazione con i fabbisogni rilevati direttamente dalla comunità, nel contesto dei rapporti tra pianificazione comunale, (PGT), provinciale, (PTCP), regionale, (PTR). La sostenibilità, come si dirà ancor più ampiamente, as- sicurata da un elevato livello di protezione dell’ambiente; per questo tutti gli enti locali devono provve- dere alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione di piani e di programmi, anche in variante a quelli esistenti, che influiscono sugli assetti del territorio.

Ne consegue che tutto ciò, che dunque sarà da porre in variante al PGT, dovrà essere sottoposto alla valutazione ambientale. A tal riguardo la Circolare regionale, di applicazione della VAS nel contesto comunale, specifica che “i piani attuativi coerenti con il Documento di piano non sono soggetti né a VAS né alla verifica di assoggettabilità a VAS”, mentre: “le varianti e i piani attuativi in variante al Do-

6 Criteri ispiratori della legge regionale n. 12/2005. Pagina 8 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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cumento di Piano sono di norma soggetti a VAS se ricadono nei punti a) e b) della direttiva 2001/42/CE così come previsto dal D.Lgs 152/06”.

Figura 1 - Fasi del percorso di VAS, estratto dalla DGR n. 9/761

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La valutazione ambientale deve essere effettuata durante il processo di formazione del piano o del programma e non dopo; ciò per garantire che le scelte di pianificazione o di programmazione avven- gano con l’assoluta presa di coscienza e di considerazione al contesto ambientale e, soltanto in que- sto caso si può parlare di scelte di sviluppo in piena sostenibilità ambientale. La VAS segue quindi il processo di piano ed è intimamente legata al Documento di piano, il quale, ai sensi dell’art. 8 della LR 12/2005: “a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello co- munale; b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovra comunale”. La Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT del Comune di Talamona vie- ne pertanto effettuata percorrendo le seguenti fasi:

 avvio del procedimento;  individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunica- zione;  elaborazione e redazione del DdP. (Documento di piano) e del Rapporto Ambientale;  messa a disposizione;  convocazione conferenza di valutazione;  formulazione del parere ambientale motivato;  adozione del DdP;  pubblicazione e raccolta delle osservazioni;  formulazione parere ambientale motivato finale ed approvazione finale;  gestione e monitoraggio. I soggetti direttamente coinvolti nel procedimento sono stati individuati con specifico atto formale co- me segue:

 Autorità PROPONENTE: ITALO RIVA (Sindaco del Comune di Talamona)

 Autorità PROCEDENTE: geom. RENATO CUCCHI (responsabile ufficio tecnico Comune di Talamona)

 Autorità COMPETENTE: geom. FABIO FOLINI (responsabile ufficio tecnico Comune di )

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La conferenza di valutazione viene prevista articolata con almeno due sedute:

 la prima per la illustrazione dei fini e degli obiettivi dell’Amministrazione comunale, sulla base dei dati conoscitivi del territorio e l’acquisizione di pareri e suggerimenti;  la seconda, conclusiva, per la valutazione della proposta di Piano e di Rapporto Ambientale; per l’esame delle osservazioni e dei pareri pervenuti e per prendere atto dei pareri obbligatori previsti.

Sulla base di quanto disposto inizialmente dalla DCR n. 8/351 del 13 marzo 2007 e poi ripreso dalla recente DGR. n. 9/761 del 10 novembre 2010, la valutazione ambientale del PGT consta di due do- cumenti, i quali raccolgono gli esiti e le elaborazioni di due fasi che sono complementari e consecuti- ve. La prima di esse, la fase di scoping, rappresenta il momento in cui viene definito l’ambito di in- fluenza del Piano, vale a dire il momento nel quale si sono messe in luce le esigenze del territorio espresse, nella logica della sussidiarietà, dai differenti livelli della pianificazione, istituzionali e non. Questo ai fini della costruzione dei possibili scenari di Piano perseguibili, per la definizione delle stra- tegie e delle azioni di riferimento. Oltre a questo, la fase di scoping è volta anche a determinare, sulla base delle banche dati disponibili, la capacità di approfondimento che il Rapporto Ambientale, ossia il prodotto della seconda fase, è in grado di operare, la quale dipende per l’appunto, dalla mole e dalla qualità dei dati che sono a dispo- sizione tra gli archivi comunali, provinciali, regionali, etc., avendo ben presente quanto espresso dall’art. 3 della LR 12/2005 e le relazioni con l’art. 4 della LR 12/2005 medesima. Il Rapporto Ambientale dà esito alla valutazione del Piano vera e propria, la quale si concretizzerà nell’espressione del parere motivato da parte dell’Autorità competente, ossia il provvedimento che au- torizza appieno l’adozione e l’approvazione del Documento di Piano. Si ripete poi che la VAS prosegue lungo l’intero ciclo di vita del Documento di Piano, e attraverso la fase di monitoraggio prevede la redazione di appositi Rapporti di monitoraggio e valutazione periodi- ca. I soggetti interessati individuati dal comune prima delle consultazioni, sono invitati ad esprimere il proprio parere di competenza o di interesse, il quale parere va ad integrare il quadro conoscitivo e va- lutativo su cui si fondano le scelte di piano. Di seguito si indicano i soggetti competenti in materia am- bientale e quelli territorialmente interessati individuati dal Comune di Talamona:

Soggetti competenti in materia ambientale:

 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Lombardia;  Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia;  Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia (ARPA);  Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Sondrio (ASL);  Ente Parco delle Orobie Valtellinesi;  Provincia di Sondrio, Servizio Aree Protette;

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Enti territorialmente interessati:

 Regione Lombardia, DG Territorio e urbanistica;  Provincia di Sondrio, Servizio Pianificazione Territoriale;  Parco delle Orobie Valtellinesi;  Comunità Montana Valtellina di Morbegno;  Autorità di Bacino del Fiume Po’;  Comune di Morbegno (So);  Comune di (So);  Comune di (So);  Comune di Forcola (So);  Comune di (So);  Comune di (So);  Azienda Nazionale Autonoma delle Strade (ANAS).

1.3. Il Rapporto Ambientale

Nel rispetto di quanto previsto dalla lettera f) dell’Allegato I della Dir. 2001/42/CE, e come già rappre- sentato nel Documento di scoping, il Rapporto Ambientale si occupa di indagare i possibili effetti signi- ficativi delle scelte di piano sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salu- te umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio cul- turale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio. Il Rapporto Ambientale indaga, dipendentemente dalla qualità e dalla quantità delle informazioni di- sponibili per ciascuna di esse, le componenti del sistema territoriale come di seguito definite:

Componenti d’indagine del sistema territoriale A Popolazione ed economia B Aria e fattori meteo climatici C Acque D Suolo e sottosuolo E Ecosistemi e biodiversità F Paesaggio e beni storico – culturali G/ H Rischi naturali ed antropici I Struttura degli insediamenti J Energia K Reti tecnologiche ed infrastrutturali L Rifiuti Tabella 1 – Le componenti ambientali per l’analisi di coerenza interna

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Come espresso al paragrafo 6.4 della DGR 9/761 recante “Elaborazione e redazione del DdP e del Rapporto Ambientale”, l’autorità procedente d’intesa con l’autorità competente per la VAS elaborano il Rapporto Ambientale. Le informazioni da fornire, ai sensi dell’articolo 5 della Direttiva 2001/42/CE, sono quelle elencati nell’allegato I della citata Direttiva:

 illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del DdP e del rapporto con altri pertinenti P/P;  aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del DdP;  caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;  qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al DdP, ivi compresi in partico-lare quelli re- lativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;  obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati mem- bri, pertinenti al DdP, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale.  possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori cli-matici, i beni materiali, il patrimo- nio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effet- ti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del DdP;

 sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o man- canza di know-how) nella raccolta delle informa-zioni richieste;  descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;  sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

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2. Analisi di coerenza esterna: orientamenti della pianificazione sovralocale

2.1. La programmazione generale regionale

2.1.1. Il Piano Territoriale Regionale/Piano Paesaggistico Regionale

I Piani e Programmi che governano il territorio di area vasta indirizzano e orientano verso le scelte coerenti del nuovo Piano di Governo del Territorio. Il Piano di Governo del Territorio di Talamona si trova a recepire gli orientamenti del Piano Territoriale Regionale (PTR), traducendo nelle strategie e, successivamente, nelle azioni, gli obiettivi territoriali regionali alla scala locale. Il PTR, atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della program- mazione di settore della Regione, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione delle Province, è stato approvato nel gennaio del 2010 dalla Regione Lombardia. Ai sensi dell’Art. 19 della Legge n. 12 del 2005 e s.m.i. per il Governo del Territorio, il PTR ha valenza di Piano Territoriale Pae- saggistico7. L’art. 76 della LR n. 12/2005 sui Contenuti paesaggistici del piano territoriale regionale individua Il PTR, nella sua valenza di piano territoriale paesaggistico, identificando gli obiettivi e le misure generali di tutela paesaggistica, da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale, attivando la collabora- zione pianificatoria degli enti locali (LR n. 4/2008). Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio, contenute nel PTR, sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolita- ne, delle province e delle aree protette e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi, eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione. Il PTR può, altresì, stabilire norme di salva- guardia, finalizzate all’attuazione degli indirizzi e al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggi- stica, applicabili sino all’adeguamento degli strumenti di pianificazione. Con l’approvazione del nuovo Titolo V della Costituzione è stato sostanzialmente affermato il principio di parità tra Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, tutti con propri statuti, poteri e funzioni autonome, peculiari e sussidiarie (art. 114 Cost.). Si tratta di una condizione indipendente nel cui am- bito viene abbandonata la c.d. “pianificazione a cascata”, per cui viene meno la subordinazione degli strumenti pianificatori locali rispetto a quelli “sovralocali”, ma viene avviato un processo di generale copianificazione, dell’intero territorio regionale realizzato attraverso l’approvazione del PTR strumento che dialoga con la pianificazione di Province e Comuni muovendo dagli aspetti territoriali propri del li- vello di governo lombardo. Il Piano Territoriale Regionale è un atto di programmazione generale definito dalla recente LR n. 12/2005 che, oltre avere efficacia paesaggistica, indica gli elementi essenziali dell’assetto territoriale della Lombardia oltre a costituire il quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio degli enti dotati di competenza in materia e a contenere le indicazioni di carattere orientativo per la programmazione regionale di settore. La Giunta Regionale ha formalmente avviato il

7 Ricordiamo che il PTPR conserva la sua identità all’interno del PTR Pagina 14 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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processo di costruzione del Piano Territoriale Regionale con DGR n. 3090 del 1/08/2006; nell’ottobre dello stesso anno la Direzione Generale Territorio e Urbanistica ha avviato le attività di formazione del Piano attivando un Forum di consultazione pubblica per la definizione dei contenuti del piano e del percorso di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il Consiglio Regionale ha successivamente approvato le controdeduzioni alle osservazioni che inte- grano e modificano la versione adottata con DCR n. 874 del 30 luglio 2009. L’approvazione avvenuta con DCR n. 951 del 19/01/2010 è stata recentemente aggiornata e approvata con DCR n. 56 del 28/09/2010. Nel Piano Territoriale la Regione Lombardia raccoglie la sfida lanciata dalla nuova strategia dell'Unio- ne Europea in materia di sviluppo sostenibile e, al fine di perseguirlo, individua le priorità e orienta le scelte secondo tre macro-obiettivi, basati su una visione comune: migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ciò significa:

 Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia;  Proteggere e valorizzare le risorse della Lombardia;  Riequilibrare il territorio lombardo. Gli obiettivi prioritari di interesse regionale, in riferimento anche alla già citata LR n. 12/2005 riguarda- no nello specifico, il potenziamento dei poli di sviluppo regionale, la tutela delle zone di preservazione e salvaguardia ambientale, lo sviluppo delle infrastrutture prioritarie. La declinazione territoriale si ba- sa sui sistemi territoriali:

 Sistema metropolitano;  Sistema della montagna;  Sistema pedemontano;  Sistema dei laghi;  Sistema della pianura irrigua;  Sistema del fiume Po’;  Grandi fiumi di pianura. Nella regione coesistono diversi sistemi territoriali che il PTR suddivide in sistema metropolitano, si- stema della pianura irrigua, sistema pedemontano, sistema della montagna, sistema dei laghi, degli ambiti fluviali e dell’asta del Po’. Talamona si colloca nella fascia montana caratterizzata da un si- stema territoriale articolato nella struttura geografica, con altitudini, situazioni climatiche e ambientali molto diverse ma, nel complesso, tutti i differenti ambiti che la compongono intrattengono con la re- stante parte del territorio regionale relazioni (talora di dipendenza e di conflitto) che ne fanno un tutt’uno distinguibile. Dal punto di vista normativo la L. 97/94, “Nuove disposizioni per le zone monta- ne”, individua quali comuni montani i “comuni facenti parte di comunità montane” ovvero “comuni inte- ramente montani classificati tali ai sensi della L.1102/71, e successive modificazioni” in mancanza di

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ridelimitazione8. Alla macro scala, sono riconoscibili tre ambiti territoriali che compongono e carat- terizzano la montagna lombarda:

 la fascia alpina, caratterizzata da un assetto territoriale, socio- economico, produttivo, consoli- dato e da un’alta qualità ambientale, in cui assumono rilievo le relazioni transfrontaliere e trans- nazionali;  l’area prealpina, che si completa con le zone collinari e dei laghi insubrici e gli sbocchi delle valli principali, che rappresenta una situazione molto ricca di risorse naturali ed economiche, caratterizzata da una posizione di prossimità all’area metropolitana urbanizzata che le procura effetti positivi congiuntamente ad impatti negativi;  la zona appenninica, delimitata dall’area dell’Oltrepò Pavese, caratterizzata da marginalità e notevole fragilità ambientale e che richiede un progetto mirato di valorizzazione delle potenziali- tà. Il territorio della Provincia di Sondrio è interamente collocato nella fascia alpina ed è caratterizzato dalla presenza di insediamenti e comunità a bassa densità abitativa. In particolare, il sistema della montagna, nel quale si colloca Talamona, persegue i seguenti obiettivi territoriali:

 Tutelare gli aspetti naturalistici e ambientali propri dell'ambiente montano (ST2.19);  Tutelare gli aspetti paesaggistici, culturali, architettonici ed identitari del territorio (ST2.2);  Garantire una pianificazione territoriale attenta alla difesa del suolo, all'assetto idrogeologico e alla gestione integrata dei rischi (ST2.3);  Promuovere uno sviluppo rurale e produttivo rispettoso dell’ambiente (ST2.4);  Valorizzare i caratteri del territorio a fini turistici, in una prospettiva di lungo periodo, senza pre- giudicarne la qualità (ST2.5);  Programmare gli interventi infrastrutturali e dell’offerta di trasporto pubblico con riguardo all’impatto sul paesaggio e sull’ambiente naturale e all’eventuale effetto insediativo (ST2.6);  Sostenere i comuni nell'individuazione delle diverse opportunità di finanziamento (ST2.7);  Promuovere modalità innovative di fornitura dei servizi per i piccoli centri (ST2.9);  Promuovere un equilibrio nelle relazioni tra le diverse aree del Sistema Montano, che porti ad una crescita rispettosa delle caratteristiche specifiche delle aree (ST2.10). Il Documento di Piano definisce le linee orientative dell’assetto del territorio regionale identificando gli elementi di potenziale sviluppo e di fragilità che si ritiene indispensabile governare per il perseguimen- to degli obiettivi prioritari di interesse regionale, o elementi ordinatori dello sviluppo:

 Poli di sviluppo regionale;  Zone di preservazione e salvaguardia ambientale;  Infrastrutture prioritarie. Il Documento di Piano determina, altresì, effetti diretti e indiretti, e indica con precisione alcuni ele- menti del PTR che hanno effetti diretti, in particolare:

 Gli obiettivi prioritari di interesse regionale;

8 Piano Territoriale Regionale, Documento di Piano, Il Sistema Territoriale della Montagna, pag. 88, 2010. Pagina 16 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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 I Piani Territoriali Regionali d’Area (PTRA). Le sezioni tematiche del PTR considerano i temi che necessitano di approfondimenti ed accolgono elementi, riflessioni, spunti che, pur non avendo immediata e diretta cogenza, offrono l’opportunità di fornire chiavi di lettura e interpretazione dei fenomeni in atto tra i diversi soggetti istituzionali e non. Tra i temi indagati vi sono:

 competitività;  corridoi europei;  difesa del suolo;  sistema delle conoscenze. È evidente come i riferimenti regionali assumono un ruolo di supporto nelle determinazioni urbanisti- che di scala provinciale, sovracomunale e comunale, mentre appaiono significativi unicamente con ri- ferimento agli obiettivi di rilevanza ambientale generale per quanto attiene gli strumenti della pianifica- zione attuativa e della programmazione negoziata. Tra gli obiettivi principali riferiti all’uso del suolo, il PTR indica di:

 limitare l’ulteriore espansione urbana nei fondovalle;  favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio con conservazione degli ele- menti della tradizione;  conservare i varchi liberi nei fondovalle, per le eventuali future infrastrutture;  coordinare a livello sovracomunale l’individuazione di nuove aree produttive e di terzia- rio/commerciale.

Figura 2 - PTR “Polarità e poli di sviluppo regionale” Tav. 1

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2.1.2. Gli indirizzi del PTR/PPR per il talamonese

Di seguito si riportano gli stralci delle tavole dello strumento regionale che si riferiscono al territorio in esame. In particolare, passando in rassegna le tavole, è possibile rilevare.

Figura 3 – Stralcio tavola A: Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio

Figura 4 - Stralcio tavola B: elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico

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Il PTR, ricomprende il PTPR9 che qualifica il territorio lombardo in base a alle tipologie di paesaggio. Il territorio di Talamona e, più in generale tutta la provincia di Sondrio, sono ricompresi nella fascia alpi- na, con particolare riferimento alle seguenti tipologie:

 paesaggio della montagna o paesaggi delle energie di rilievo (campitura marrone);  paesaggio delle valli e dei versanti (campitura verde);  ambiti urbanizzati La realtà comunale ed il territorio adiacenti sono interessati dalla presenza di elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico, nel particolare da:\

 del Sentiero Valtellina, tracciato guida paesaggistico per il quale proprio il nodo di Talamona, con l’attraversamento del F. Adda e del T. Tartano, rimane l’unico punto completamente non ri- solto dell’intera tratta da a ;  il geosito del conoide del T. Tartano, luogo di specificità e peculiarità sotto al profilo idrogeo- morfologico, geologico e naturalistico;  il tatto della SS38 in transito in prossimità del succitato geosito, e il tratto della SP11 in risalita al versante nordoccidentale del Crap del Mesdì quali tracciati stradali panoramici.

Figura 5 - Stralcio tavola C: istituzioni per la tutela della natura

9 Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della LR n. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs. n. 42/2004). Il PTR in tal senso recepisce consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela il Piano Paesaggi- stico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Pagina 19 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Figura 6 - Stralcio tavola D: quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale

In qualità di istituzioni per la tutela della natura si riconoscono le presenze del Parco delle Orobie Val- tellinesi, che interessa l’intera parte del territorio d’alpeggio e sommitale del comune e, nelle immedia- te adiacenze, nei territori di Tartano e Albaredo per San Marco, separati dai crinali del Monte Pisello, Culino etc., i SIC e ZPS relativi alle vallate omonime (Valtartano e d’Albaredo).

Emerge la presenza degli ambiti idi elevata naturalità, tutelati ai sensi dell’art. 17 del PPR; in tali ambiti la disciplina paesaggistica persegue i seguenti obiettivi generali:

 recuperare e preservare l'alto grado di naturalità, tutelando le caratteristiche morfologiche e ve- getazionali dei luoghi;  recuperare e conservare il sistema dei segni delle trasformazioni storicamente operate dall'uo- mo;  favorire e comunque non impedire né ostacolare tutte le azioni che attengono alla manutenzio- ne del territorio, alla sicurezza e alle condizioni della vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla produttività delle tradizionali attività agrosilvopastorali;  promuovere forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell'ambiente;  recuperare e valorizzare quegli elementi del paesaggio o quelle zone che in seguito a trasfor- mazione provocate da esigenze economiche e sociali hanno subito un processo di degrado e abbandono. Negli ambiti di cui al presente articolo, gli interventi sottoelencati sono soggetti alla seguente discipli- na, fatti comunque salvi gli indirizzi e le determinazioni contenuti nel Piano del Paesaggio Lombardo nonché le procedure di V.I.A., qualora previste dalla vigente legislazione:

 la realizzazione di nuove grandi attrezzature relative allo sviluppo ricettivo, sportivo e turistico, è possibile solo se prevista nel Piano Territoriale di Coordinamento provinciale; nelle more dell'entrata in Pagina 20 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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vigore del P.T.C.P. sono ammessi esclusivamente i predetti interventi che siano ricompresi in strumen- ti di programmazione regionale o provinciale;  la realizzazione di opere relative alle attività estrattive di cava e l'apertura di nuove discariche, è possibile solo se prevista in atti di programmazione o pianificazione territoriale di livello regionale o provinciale;  la realizzazione di nuove strade di comunicazione e di nuove linee per il trasporto di energia e fluidi, che non siano meri allacciamenti di strutture esistenti, è consentita individuando le opportune forme di le opportune forme di mitigazione, previa verifica dell'impraticabilità di soluzioni alternative a minore impatto da argomentare con apposita relazione in sede progettuale.

Figura 7 - Stralcio tavola E: viabilità di rilevanza paesaggistica

Figura 8 - Stralcio tavola F: riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale

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Figura 9 - Stralcio tavola G: contenimento dei processi di degrado e riqualificazione paesaggistica

Tra gli aspetti di possibile criticità intravedibili dalla cartografia del PPR, in particolar modo riferiti alle tavole F e G, si annoverano gli effetti del degrado dettato dal dissesto idrogeologico, in particolare rife- riti al T. Tartano e agli omonimi geosito e conoide. Se, per quanto attiene al geosito, sono state pro- grammate azioni di tutela volte a limitare il taglio del bosco ivi cresciuto (cfr. PIF CMV Morbegno, carta delle trasformazioni del bosco, bosco non trasformabile), e le attività estrattive e di cava di inerti sono limitate ai due “ate” dettati dal Piano Cave della Provincia di Sondrio, il resto della conoide si presenta come un paesaggio integralmente privo di suolo (pietraia). Il degrado idrogeologico sul T. Malasca, invece, è stato superato con gli interventi che hanno fatto seguito agli episodi alluvionali del 2008. Per quanto attiene al degrado dettato dalle conurbazioni lineari, invece, è da evidenziare come la criticità sia ormai stata raggiunta da anni e solo incrementi volti al migliore inseri- mento paesaggistico e qualitativo dei fabbrica- ti, delle strutture ed infrastrutture pare un obiettivo perseguibile in questa fase, senza attualmente poter pensare a demolizioni o tra- sferimenti. Figura 10 - Stralcio tavola H: schema e tabella interpretativi Il futuro declassamento della SS38 nel mede- del degrado simo tratto potrà, facente seguito alla realizza- zione del nuovo tracciato (cfr. tavola G), pare essere l’occasione per innescare un vero ri- pensamento di tali luoghi).

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2.2. La Rete Ecologica Regionale

La Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al Piano Territoriale Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale; il fine ultimo è quello di aiutare il PTR a svolgere una funzione di indi- rizzo e coordinamento per i PTCP provinciali e i PGT comunali aiutandoli ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico fornendo un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica oltreché delle oppor- tunità per individuare azioni di piano compatibili. Il documento "Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali" fornisce indi- spensabili indicazioni per la declinazione e la concreta salvaguardia della Rete nell'ambito dell'attività di pianificazione e programmazione a livello locale. Una rete ecologica, infatti, non è altro che un sistema interconnesso e polivalente di ecosistemi (Mal- cevschi 2010), i cui obiettivi primari sono legati alla conservazione della natura e della biodiversità, nonché delle risorse ad esse collegate; viene quindi superato il tradizionale concetto in base al quale la rete ecologica debba necessariamente coincidere con aree protette istituzionalmente riconosciute; con la creazione di un sistema “a rete” si ottiene in genere un modello molto più efficace e in grado di rispondere alle istanze della natura senza condizionare più di tanto l’utilizzo antropico del territorio.

Figura 11 – Schemi ed esempi riportati nella documentazione di Regione Lombardia per la configurazione della Rete Ecologica Comunale

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La conservazione delle risorse naturali si persegue tutelando non soltanto alcune parti circoscritte di territorio (parchi, riserve naturali, SIC, ecc.), ma soprattutto con la gestione oculata del territorio circo- stante e non solo per esigenza di scambi genetici tra le popolazioni vegetali ed animali oppure per le note necessità di mantenerne i dinamismi, ma anche perché i disturbi che avvengono ai margini delle aree di tutela possono essere talmente significativi, da inficiare gli sforzi attuati per la conservazione all’interno delle aree tutelate. Del resto, più piccole sono le aree da tutelare, più vulnerabili esse sono nei confronti delle dinamiche di contesto, inoltre sono proprio le aree esterne a quelle protette che in genere sono particolarmente appetibili alle spinte speculative, per cui richiedono particolari attenzioni e criteri di pianificazione effi- caci, se si vogliono conservare al meglio le risorse non rinnovabili del sistema territoriale. L’obiettivo da perseguire è il mantenimento della biodiversità in quanto dimensione prima L’obiettivo da perseguire è il mantenimento della biodiversità in quanto dimensione primaria dei siste- mi naturali ma, all'interno degli strumenti di pianificazione, acquisisce il significato di indicatore di qua- lità del sistema paesistico, con funzione prioritaria di conservare un capitale naturale di qualità (Ben- net 2004), il cui ruolo è quello di garantire la durabilità dei processi, la conservazione delle risorse per le generazioni future e di erogare una serie di servizi eco-sistemici alle generazioni presenti (Santolini 2010). E’ tra i compiti del PGT individuare la miglior declinazione alla scala di dettaglio locale la Rete Ecolo- gica si configura come una rete di servizi eco sistemici per il territorio in grado di equilibrare o ridurre la pressione antropica sul paesaggio. In particolare, i servizi principali offerti dalla Rete Ecologica Co- munale di Talamona si sintetizzano nei seguenti:

 mitigazione degli squilibri idrogeologici e conservazione del suolo;  conservazione della biodiversità;  conservazione della risorsa acqua;  assorbimento dei gas serra;  immagazzinamento di biomasse;  contributo alla formazione di paesaggi per la fruizione e il turismo;  conservazione delle attività tradizionali legate al pascolo e alle foreste;  miglioramento del microclima.

In questo senso la REC diventa il luogo prioritario su cui far ricadere le opere di compensazione delle trasformazioni avviate e quelle programmate dal PGT. Il documento “Rete ecologica regionale – alpi e prealpi”, facente parte del Piano Territoriale Regionale, individua gli elementi concorrenti alla defini- zione della rete ecologica della Lombardia. Per facilitare la lettura di un sistema così complesso, esso disarticola il territorio regionale in unità omogenee mediante l’adozione di una griglia regolare di celle rettangolari (denominate “settori”), ognuna di 20 x 12 km e comprensiva di una superficie pari a 240 kmq; ognuna d’esse possiede un nome esteso e una codifica numerica, con scala di riferimento per ciascun quadrante di 1:75.000, an- Pagina 24 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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che se le elaborazioni sono state redatte alla scala 1:25.000 (come precisa il par. 2.3 del documento “Rete Ecologica Regionale – alpi e prealpi”).

Figura 12 – La Rete Ecologica Regionale (RER) e la suddivisione in settori come operata dal PTR. Talamona è interes- sato dal settore n.86/87.

Le celle entro cui è compreso il territorio comunale sono contrassegnate coi numeri 86-87, e dalla loro formulazione emerge per Talamona la forte presenza dell’elemento di primo livello n. 60, denominato “Orobie”. Il prospetto successivo sintetizza i contenuti della scheda del settore n. 86 con specifico rife- rimento a Talamona. Codice settore 86 Nome settore Valtellina di Morbegno Elementi di tutela Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi Elementi primari della RER Corridoi primari - Elemento di primo livello n. 60 “Orobie” Altri elementi di primo livello Bassa Valle di Tartano Elementi secondari della RER Aree importanti per la biodiversità

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FV 78 Orobie Valtellinesi UC 59 Orobie Valtellinesi CP 70 Orobie Valtellinesi AR 68 Orobie Valtellinesi Altri elementi di secondo livello Fasce boscate del pedemonte delle Orobie Valtellinesi

Tabella 2 – Tabella riepilogativa dei contenuti del settore n. 86 della RER con riferimento al Comune di Talamona

E’ tra i compiti del PGT individuare la miglior declinazione alla scala di dettaglio locale la Rete Ecolo- gica si configura come una rete di servizi eco sistemici per il territorio in grado di equilibrare o ridurre la pressione antropica sul paesaggio.

Figura 13 – Stralcio della tavola D.12 “Proposta di Rete Ecologica Comunale” del PGT

Figura 14 – Stralcio di dettaglio della tavola D.12 “Proposta di Rete Ecologica Comunale” del PGT

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Le scelte di seguito esposte fanno riferimento alla carta D.12 del Documento di Piano “Proposta di Re- te Ecologica Comunale” e muovono a partire da quanto sopra citato circa la Rete Ecologica Regiona- le, adeguato alla scala operativa della realtà comunale, anche in considerazione dello Schema Fisico della Tavola delle Previsioni di PGT ver. 4.3. del dicembre 2012. La stessa tavola del DdP, evidenzia, in termini di possibili problematiche, quelle connesse alla pre- senza elettrodotti, molto pericolosi per l’avifauna e per i quali l’Ente Provincia di Sondrio, con ENEL, ha in atto uno specifico studio, ai cui esiti analitici e programmatici si rimanda. In particolare sono avanzate le ipotesi di utilizzo di profili in gomma da applicarsi ai conduttori in pros- simità degli isolatori, in special modo quelli rigidi con conduttori posti al di sopra delle mensole, che rappresentano le situazioni di maggiore pericolo per l’avifauna di grandi dimensioni (es. Gufo Reale).

2.3. Il Parco delle Orobie Valtellinesi

2.3.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie Valtellinesi

La Legge Regionale 15 settembre 1989, n. 57, “Istituzione del Parco delle Orobie Valtellinesi", all’articolo 7 prevede la formazione del Piano Territoriale di Coordinamento, che doveva essere adot- ta-to entro due anni dalla entrata in vigore della stessa legge. Tale piano territoriale di coordinamento, una volta adottato ed approvato, assumerebbe anche contenuti, natura ed effetti di piano territoriale paesistico, prima ai sensi della LR 27 maggio 1985, n, 57 «Esercizio delle funzioni regionali in materia di protezione delle bellezze naturali e sub-delega ai Comuni», poi della successiva LR 12 settembre 1986, n. 54. "Modificazioni ed integrazioni alla Legge Regionale 27 maggio 1985, n. 57: esercizio delle funzioni re- gionali in materia di protezione delle bellezze naturali e subdelega ai comuni", ed ora in forza della LR 11 marzo 2005, n. 12: “Legge per il governo del territorio”. Nel Comune di Talamona, essendo in parte lo stesso compreso entro il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi, le funzioni autorizzative, consultive, (ad es. pareri ex art. 32 della legge 28 febbraio 1985, n. 47), e sanzionatorie, sono esercitate dall'Ente Gestore del Parco stesso, ad eccezione che per gli interventi che riguardano zone stralciate dal territorio del Parco, (centri urbani), oppure di competenza della Regione e della Provincia, in particolare per gli interventi inerenti opere idrauliche realizzate da enti locali diversi dal comune. E’ pacifico che, in presenza di uno strumento di governo a scala territoriale non sarebbe sufficiente soltanto la classificazione formale, ovvero la denominazione “IC” attribuita alla zona, ma occorrerebbe considerare anche la disciplina sostanziale della zona, ovvero la disciplina delle attività umane previ- ste nella data zona, secondo il contesto ambientale. Ne consegue che se in un particolare ambito il PTC del Parco consentisse al Comune di disciplinare il proprio territorio in modo sostanzialmente au- tonomo, tale zona sarebbe da ritenersi assoggettata all’esclusiva disciplina comunale. Ciò è reso pos- sibile dalla stessa valenza paesistica del PGT, istituito dalla citata LR. 12/2005.

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Resta inteso che lo strumento comunale deve coordinarsi con le discipline naturalistiche del Parco, visto che sono state attribuite all’Ente Gestore del Parco le funzioni in materia paesaggistica da svol- gersi in ambito comunale, perché il parco regionale si configura come un’amministrazione preposta alla tutela ambientale e pertanto più “adeguata” a svolgere le funzioni amministrative in materia di tu- tela del paesaggio.

Figura 29 – Schema di possibile soluzione per l’attuazione di ambiti di iniziativa comunale

Superficie % (mq) Fuori limiti POV 14760375.2 69.7 Entro limiti POV 6429071.4 30.3 Comune 21189446.6 100.0

Tabella 3 - Incidenza della superficie soggetta al POV

Figura 15 – Incidenza della superficie soggetta al POV

Il Parco delle Orobie Valtellinesi si sviluppa su circa il 30% della superficie comunale ed intercetta dif- ferenti altitudini nel suo estendersi: dai poco più che 1000 m s.l.m. di Grum, Foppa e La Bianca, sino agli oltre 2300 m s.l.m. del Monte Culino.

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2.3.2. Il Piano di Indirizzo Forestale del Parco delle Orobie Valtellinesi

Il Parco regionale delle Orobie Valtellinesi, pur non essendo dotato di PTC, ha approvato alcuni stru- menti settoriali della pianificazione. In particolare si è dotato di uno strumento molto importante quale è il Piano di Indirizzo Forestale (PIF), che ne disciplina l’attuazione attraverso le “Norme per il governo generale del comparto forestale, per la valorizzazione del paesaggio e per il raccordo con la pianifica- zione territoriale sovra e sotto ordinata”. Tali norme, come introdotto dalla premessa, fanno riferimento specificatamente a:

 aspetti pianificatori di natura territoriale che sono oggetto di specifica valutazione in ordine alla coerenza con il PTC, il PTCP e che, con il PIF vigente, diventano prescrittivi nei riguardi dei PGT comunali;  attività selvicolturali e gestione dei terreni soggetti a vincolo idrogeologico, che riguardando es- senzialmente le attività silvo-pastorali in senso stretto e che non hanno ricadute a livello urbani- stico territoriale.

I particolare il PGT del Comune di Talamona recepisce le indicazioni e le prescrizioni derivanti dal Piano di Indirizzo Forestale vigente, proponendo un tavolo di consultazione con il Parco nella fase re- dazionale del Piano delle Regole dello strumento di pianificazione comunale, affinché, secondo quan- to previsto dall’art. 11 delle stesse norme citate, si possa tendere al maggior dettaglio in considerazio- ne delle attività umane consolidate. Ai sensi dell’art. 23 del Regolamento di Attuazione (RdA) del PIF, il PGT indica nella propria cartografia del Documento di Piano, prima, e del Piano delle Regole, poi, le seguenti categorie di trasformazione del bosco:

 boschi non trasformabili: identificano le aree boscate che non possono essere trasformate;  boschi in cui sono permesse solo trasformazioni speciali: identificano le aree trasformabili, delle quali non è possibile la redazione della cartografia puntuale in quanto non definibili all’attualità e di distribuzione e dimensione non compatibile con la scala di rappresentazione cartografica del PIF, che sono identificate e descritte a livello di regolamento nell’ambito del quale viene rinviata al PGT l’identificazione sul terreno dei beni cui tale norma si deve applicare;  boschi in cui sono permesse trasformazioni ordinarie, suddivise in:  trasformazione a delimitazione esatta che identificano le aree suscettibili di trasformazione di tipo urbanistico;  trasformazioni a delimitazione areale, identificano le superfici potenzialmente trasformabili:  per attività legate allo sviluppo di attività agricole in particolare su aree in passato;  stabilmente utilizzate a fini agricoli e colonizzate dal bosco a seguito del loro abbandono) o per interventi di conservazione o miglioramento della biodiversità o del paesaggio.

Segue uno stralcio di cartografia del Documento di Piano (Tav. D.2.2.2), che, al fine di semplificare la lettura delle categorie forestali e di trasformabilità del bosco ammesse e coerenziarle cartograficamen- te rispetto a quanto disposto dal PIF della CMV di Morbegno per la restante parte del territorio comu- nale, riporta la legenda come illustrato.

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Figura 16 – Stralcio della tavola D.2.2.2 del Documento di Piano (Piani di Indirizzo Forestale)

Quanto emerge è come, in linea generale, all’interno del Parco delle Orobie Valtellinesi il bosco è quasi interamente non trasformabile, fatta eccezione per alcuni piceo-faggeti al di sotto delle sommità che delimitano lo spartiacque con i comuni di Tartano e Albaredo.

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2.4. La pianificazione di livello provinciale

2.4.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Sondrio

Il PTCP definisce, ai sensi dell’art. 15 della LR n. 12/2005 e s.m.i., gli obiettivi generali di tutela ed as- setto del territorio connessi ad interessi di rango provinciale o sovra comunale, o di quelli costituenti attuazione della pianificazione regionale riguardanti l’intero territorio provinciale o quello di più comuni. La Provincia di Sondrio è dotata di proprio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 4 del 25 gennaio 2010. Il capitolo 4 della Relazione Illustrativa – Obiettivi strategici del PTCP approvato- individua gli indirizzi di pianificazione generale “partendo dal presupposto che l’intero territorio provinciale è caratterizzato da una grande vastità di ambienti ricchi di risorse naturali e di valori paesaggistici diffusi, e che la po- sizione geografica della provincia, situata immediatamente vicina a quella che si può considerare la terza area metropolitana europea per dimensioni economico demografiche, è oggettivamente e feli- cemente vocata a svolgere un importante ruolo nel campo del turismo, all’interno del comprensorio delle Alpi Centrali”. Il PTCP individua, ai sensi dell’art. 9 (comma 5) della LR n. 12/2005, i Comuni aventi caratteristiche di polo attrattore in relazione al flusso di pendolari per motivi di lavoro, di studio o per fruizione di servizi, nonché i Comuni caratterizzati da rilevanti presenze turistiche. L’art. 62 delle NTA definisce polo at- trattore il comune di oltre a Sondrio, Morbegno, , Bormio e . Il PTCP sottolinea anche il ruolo turistico dell’area perseguendo l’obiettivo di “attrezzarsi per compiere grandi adattamenti, al fine di rispondere in modo tempestivo ed adeguato alle mutate condizioni del mercato e persino del clima”. A tal fine il PTCP tratta il tema dell’accessibilità, in particolare alla SS 38, spesso congestionata a causa del traffico e alla numerosa presenza di attività industriali. Indispensa- bile per il decongestionamento del principale asse viario della Valtellina sarà il prolungamento e il po- tenziamento delle linee ferroviarie. Obiettivo generale del PTCP della Provincia di Sondrio risulta essere la conservazione, la tutela ed il rafforzamento della qualità ambientale dell’intero territorio provinciale perseguibile attraverso le seguenti macro azioni:

 Valorizzazione e tutela delle peculiarità paesistico ambientali;  Miglioramento dell’accessibilità;  Razionalizzazione dell’uso delle acque e riqualificazione dei corpi idrici;  Razionalizzazione dell’uso del suolo;  Riqualificazione territoriale;  Innovazione delle reti;  Innovazione dell’offerta turistica;  Valorizzazione e salvaguardia dell’agricoltura.

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In via generale, tutte le norme citate prevedono salvaguardia, recupero e valorizzazione degli elementi cui fanno riferimento; a questi criteri è ispirata l’azione definita negli elaborati del PGT, potendosi così affermare che esso opera in piena sintonia di indirizzo con le previsioni del PTCP relative al territorio comunale di Talamona, come si avrà anche modo di constatare nelle parti seguenti di questa Relazio- ne che descrivono le politiche e gli interventi assunti dal PGT. Le azioni previste dal Documento di Piano risultano così conformi agli obiettivi del PTCP. La vigente Legge Urbanistica Regionale individua quattro temi per i quali i contenuti del PTCP “hanno efficacia prescrittiva e prevalente sugli atti del PGT”10. Essi sono:

 tutela dei beni ambientali e paesaggistici;  la localizzazione delle infrastrutture viarie;  la delimitazione delle aree agricole;  l’indicazione degli interventi per la tutela idrogeologica e sismica. In particolare per il PTCP della Provincia di Sondrio gli articoli delle relative NTA che assumono “valo- re di prescrizioni immediatamente efficaci e prevalenti sugli atti del PGT” di Talamona, sono nell’ordine:

 Aree assoggettate a vincoli paesaggistici e a disposizioni dell’art. 17 del Piano del paesaggio lombardo (art. 7)  Aree di particolare interesse naturalistico e paesistico (art. 8)  Geositi (art. 10)  Varchi o corridoi paesistico-ambientali (art. 12)  Aree di naturalità fluviale (art. 13)  Forre (art. 21)  Cascate (art. 22)  Ambiti agricoli strategici (art. 43)  Infrastrutture stradali e ferroviarie (art. 50)  Fasce di rispetto inedificabili (art. 51)  Disciplina delle derivazioni d’acqua da corpi idrici superficiali (art. 75)  Disciplina delle derivazioni d’acqua da corpi idrici sotterranei (art. 76)

10 Ex. LR 12/2005 art. 18 comma 2 Pagina 32 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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2.4.2. Prescrizioni ed indirizzi provinciali per il territorio di Talamona

Figura 17 – Stralcio della Tavola 4 degli elementi del paesaggio e della Rete Ecologica del PTCP

Dalla carta degli elementi del paesaggio e della Rete Ecologica del PTCP emerge la presenza signifi- cativa delle aree associate alle presenze idriche, a partire dai vincoli (150 m dalle aste del Reticolo idrico Principale – F. Adda, T. Tartano, T. Malasca, T. Roncaiola11), passando per le aree di naturalità fluviale (art. 13 del PTCP, che comprendono tutto l’ambito a nord est del comune), quindi i corridoi ecologici di connessione tra opposti versanti nell’ambito della conoide del Tartano che, osservati con- giuntamente al precedente progetto del nuovo svincolo della SS38 dello Stelvio, erano finalizzati al mantenimento di fasce protette per lo spostamento della fauna selvatica. Ora, decaduto tale progetto, il nuovo e più piccolo svincolo di Talamona non comporta opere di deforestazione ingenti come nel

11 Manca il T. Ranciga che verrà cartografato dal PGT Pagina 33 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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precedente caso e, pare plausibile, di concerto con il PIF o sue eventuali varianti, procedere anche ad un ripensamento degli usi del bosco (cfr. PIF della CMV di Morbegno)

Figura 18 – Stralcio della carta 5.1 delle Unità tipologiche di paesaggio del PTCP

La carta delle unità di paesaggio (tav. 5.1.) mette in evidenza tre elementi particolarmente significativi: Unità di fondovalle  La presenza del bosco nell’ambito nord-est del comune;  La piana agricola a nord-ovest;  Gli ambiti produttivi che determinano interferenza paesaggistica ad ovest (PIP) e lungo la SS38;  Gli ambiti insediati residenziali (paesaggio del sistema insediativo); Unità di versante  Gli ambiti boscati;  Gli alpeggi, i maggenghi ed i paesaggi pastorali Unità delle energie di rilievo  La parte sommitale verso le praterie di alta quota ai piedi dello spartiacque con Tartano e Alba- redo (M. Culino, M. Pisello, Alpe Pedroria, etc.)

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Figura 19 – Stralcio della carta 6 delle previsioni strategiche del PTCP

In termini di previsioni progettuali strategiche, il PTCP (tav. 6), per il territorio di Talamona prevede i succitati corridoi ecologici legati alla conoide del Tartano, congiuntamente alla tutela del medesimo geosito, quindi agli ambiti di naturalità fluviale, che si comportano come elementi di compensazione/tutela finalizzati a contenere gli impatti della previsione infrastrutturale dello svincolo di Talamona, oggi decaduta e fortemente ridimensionata rispetto alle previsioni infrastrutturali recepite dal PTCP. Sono quindi da segnalare gli ambiti agricoli strategici della piana a nord- ovest, la quale si estende anche su Morbegno, quindi i varchi inedificabili a nord della ferrovia, sempre nel medesimo ambito agricolo. Il PTCP non dimenitca la necessità di ridurre gli impatti paesaggistici legati alla presenza produttiva in Talamona.

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Figura 20 – Stralcio della carta 7.1 delle rete primaria del- Figura 21 – Stralcio della carta 7.2 delle ulteriori connes- la mobilità del PTCP sioni della mobilità del PTCP

In particolare il riferimento riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista attiva generata dalla statale 38, lungo il medesimo asse infrastrutturale. Per tali motivi il PTCP introduce la necessità di interventi di schermatura lungo il tracciato, da meglio dettagliare con il PGT. Infine un certo peso è dato al conoide su cui sorge Talamona, poiché luogo legato a paesaggi tradizionali e fortemente specifici per i quali il PTCP detta: “Il PTCP individua sulle tavole 6. 1-10 - Previsioni progettuali strategiche, le zone che costitui- scono le porzioni non urbanizzate dei conoidi di deiezione, riconoscendo la particolare valen- za di forma di paesaggio a rete caratterizzato da filari alberati, muri, strade e sentieri, campi e frutteti e ne persegue la tutela. I Comuni, nei PGT e nelle loro varianti, provvedono alla miglio- re definizione cartografica di tali zone, e dettano le disposizioni specifiche per il perseguimen- to della tutela sopradescritta.”

Figura 22 – Stralcio della carta 7.3 delle reti tecniche del PTCP

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Circa le reti tecnologiche il PTCP individua le presenze significative di elettrodotti (impatto anche pae- saggistico), la rete del metanodotto di III specie che percorre la piana agricola a nord della ferrovia, quindi i tracciati del teleriscaldamento che dall’ambito produttivo (PIP) condiviso con Morbegno, rag- giungono i fabbricati industriali all’interno del comparto medesimo, ma in territorio di Talamona. At- tualmente le realtà residenziali non sono raggiunte dal teleriscaldamento.

2.4.3. La pianificazione provinciale di settore

Parallelamente al Piano Territoriale di coordinamento provinciale sono in vigore altri piani di settore che si affiancano allo stesso e costituiscono il riferimento programmatico in specifiche aree tematiche. Tali studi di settore, alla scala vasta, sono articolati in apparati analitici specifici e quadri programmati- ci.

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Considerato come il presente Rapporto Ambientale si faccia carico di approfondire gli specifici ambiti tematici facenti capo ad ognuno di tali piani nei capitoli che seguono, in questa sede si propone il solo elenco dei Piani di settore dei quali il Rapporto Ambientale, di concerto con il Documento di Piano del PGT, terranno conto di:

 Il Piano di Bilancio Idrico  Il Piano Cave Provinciale  Il Piano di Faunistico Venatorio  Il Piano di Provinciale di Gestione dei Rifiuti

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2.5. Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Val- tellina di Morbegno

Le Norme Forestali della Comunità Montana Valtellina di Morbegno, all’art. 80 RdA del PIF “Superfici assoggettate al Piano”, escludono la competenza sui territori compresi nel Parco delle Orobie Valtelli- nesi; il territorio di Talamona, quindi, è assoggettato per una cospicua parte (70% circa) alle norme fo- restali vigenti della Comunità Montana di Morbegno, di cui appartiene amministrativamente.

Figura 23 – Stralcio della tavola D.2.2.2 del Documento di Piano (Piani di Indirizzo Forestale)

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L’analisi della cartografia del PIF della CMV di Morbegno è utile ai fini della comparazione dei conte- nuti della pianificazione di indirizzo forestale della CM medesima con quelli del POV, ai fini di una loro successiva integrazione all’interno del PdR del PGT. Dall’analisi emerge come siano estremamente limitate le ricadute, in termini urbanistici, delle porzioni di bosco non trasformabile dettate dalla CMV di Morbegno. Esse sono soggette alla specifica norma di cui all’art. 96 del Regolamento Territoriale (RT).

 (Art. 96) Aree non disponibili alle trasformazioni in ambito urbanistico Non potranno essere rilasciate le autorizzazioni ai sensi dell’art. 43, comma 2 della L.R. 31/2008 nei seguenti casi: i) soprassuoli forestali ricadenti nella classe di fattibilità 4 in accor- do con le indicazioni riportate nelle carte e nelle norme di fattibilità geologica degli strumenti urbanistici comunali; ii) boschi non trasformabili riconosciuti nell’ambito del PIF e cartografate nella Tavola “carta delle trasformazioni ammesse”; iii) boschi a “trasformazione speciale con attenzioni naturalistiche” o a “trasformazione speciale con attenzioni naturalistiche e protetti- ve”, riconosciuti nell’ambito del PIF e cartografate nella Tavola “carta delle trasformazioni ammesse”. Secondo le disposizioni dell’articolo 10 della L. 353/2000 non sono temporaneamente dispo- nibili alla trasformazione urbanistica le superfici percorse da incendio. Nei boschi non trasformabili sono comunque realizzabili le seguenti tipologie di intervento: opere pubbliche, interventi di sistemazione del dissesto idrogeologico, viabilità silvo-pastorale prevista nel piano VASP. Le opere pubbliche di carattere edilizio o infrastrutturale e la viabilità silvo-pastorale possono essere eseguite in detti boschi a condizione che venga dimostrata tecnicamente l’impossibilità di realizzarle altrove, in termini ambientali, sociali ed economici.

Viene mantenuta l’opportunità di trasformazione del bosco laddove già espressa in sede di pianificazione locale (PRG o PGT).

 (Art. 94) Trasformazioni ordinarie a perimetrazione esatta […] conseguenti all’attuazione delle previsioni di espansione e trasformazione degli strumenti urbanistici (PRG e PGT) vigenti; alle delimitazioni da Piano Cave provinciale; all’attuazione dei progetti infrastrutturali per il fondovalle previsti dal PTCP provinciale. Individua inoltre le super- fici di possibile ulteriore espansione urbanistica in ambito forestale per il periodo di validità del PIF. La localizzazione presentata nella tavola “carta delle trasformazioni ammesse” delle zone di ulteriore espansione urbanistica ha invece solo significato indicativo in termini di localizzazio- ne.

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Nell’ambito delle predisposizione del PGT ogni comune potrà infatti definire la localizzazione delle zone trasformabili per motivi urbanistici in relazione al proprio progetto di governo del territorio, fino ad un’estensione massima nel periodo di validità del Piano

Altra classe che può comportare effettive ricadute nel territorio comunale di Tartano ai fini del- la trasformabilità urbanistica del territorio boscato è quella delle trasformazioni ai fini speciali, che, per il Comune, è rappresentata dal verde pubblico attrezzato. E disciplinata dall’art. 95 del RT.

 (Art. 95) Trasformazioni a perimetrazione esatta per attività sportive all’aperto […] è ammissibile la trasformazione del bosco finalizzate all’esercizio di sport all’aperto e delle relative strutture di servizio. L’autorizzazione alla trasformazione, se effettivamente concedibile in relazione agli esiti delle indagini di dettaglio correlate alla procedura di trasformazione del bosco, è comunque subor- dinata all’assunzione dell’impegno a non destinare a diversa finalità l’area trasformata per un periodo di trenta anni.

La maggior parte del territorio di Tartano ricadente sotto la disciplina forestale della CMV di Morbegno ricade nella classe delle Trasformazioni speciali non cartografate di cui all’art. 98.

 (Art. 98) Trasformazioni speciali non cartografate Costituiscono trasformazioni speciali non cartografabili le trasformazioni non comprese nei precedenti casi per la loro esigua estensione, diffusione sul territorio e l’impossibilità di pianifi- cazione preventiva (sistemazioni idraulico forestali, interventi sulla rete sentieristica, piccoli in- terventi sulla viabilità agro-silvopastorale, interventi nelle pertinenze di edifici rurali, piccoli in- terventi e strutture per la fruizione delle aree boscate – posa di bacheche, segnaletica, arredi per la sosta, interventi, infrastrutture e strutture a sostegno dell’attività agro-silvo-pastorale); sono altresì autorizzabili allacciamenti tecnologici e viari, ampliamenti o costruzioni di perti- nenze, manutenzione, ristrutturazione, restauro conservativo purché tali interventi siano rea- lizzati a servizio di edifici esistenti. individuabili catastalmente. Il rilascio delle autorizzazioni alla trasformazione tiene conto della natura dei soprassuoli in termini di forma di governo, tipologia forestale, attitudine funzionale, pendenza ed esposizio- ne. […] Oltre ai casi di cui sopra, potranno inoltre sempre essere realizzati interventi di tra- sformazione con finalità paesaggistica o faunistica, senza obbligo di compensazione, con le seguenti attenzioni:

 nei boschi a “trasformazione speciale con attenzioni naturalistiche” potranno essere autorizzate ulteriori trasformazioni di maggiore estensione solo se funzionali anche alla rico- struzione degli habitat seminaturali di ambienti aperti;  nei boschi a “trasformazione speciale con attenzioni naturalistiche e protettive” dovrà invece essere valutata con attenzione il significato per la stabilità dei luoghi della trasformazio-

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ne, da contenere al minimo indispensabile. la superficie da trasformare dovrà essere valutata in funzione della stabilità dei luoghi.

Di rilevante importanza ai fini del riuso e del recupero di ambiti territoriali soggetti a forme di degrado da abbandono (maggenghi abbandonati), come già identificati dal PTR e dal relativo PPR.

 (Art. 97) Trasformazioni ordinarie a delimitazione areale […] Tali trasformazioni sono finalizzate allo svolgimento dell’attività primaria in montagna e consistono nel recupero di superfici in passato stabilmente utilizzate a fini agricoli, colonizzate dal bosco in epoca recente (massimo 30 anni) e da destinare all’agricoltura non intensiva (vi- te, prati, prato-pascoli, pascoli, erbai di piante officinali, coltivazioni di piccoli frutti, frutteti, ca- stagneti da frutto, coltivazioni biologiche, ecc.) nonché nei miglioramenti ambientali finalizzati alla tutela della biodiversità e alla creazione di ambienti di ecotono per la fauna selvatica, fino ad un massimo di 20.000 mq contigui.

2.6. Elementi di riferimento per l’analisi di coerenza esterna

Di seguito vengono classificati gli obiettivi del PTR in base alla rappresentatività che di essi è fatta nel PGT. Lo scopo è quello di comprendere da quali obiettivi di respiro più generale definiti dalla pianifica- zione regionale è caratterizzato il PGT, considerato come alcuni obiettivi debbano essere comunque sempre garantiti, pur non necessariamente costituendo un elemento caratterizzante la struttura di Piano. Il raffronto successivo è quindi da intendersi al fine di inquadrare l’ordine globale della strategia per- seguita attraverso il PGT.

Aderenza degli obiettivi del PGT agli obiettivi della pianificazione sovralocale

SPECIFICATAMENTE PERSEGUITO  PERSEGUITO, MA NON CARATTERIZZANTE 

NON SPECIFICATAMENTE PERSEGUITO 

Obiettivi PTR per i territori della fascia alpina Giudizio

Tutelare gli aspetti naturalistici e ambientali propri dell'ambiente montano (ST2.19)  Tutelare gli aspetti paesaggistici, culturali, architettonici ed identitari del territorio  (ST2.2) Garantire una pianificazione territoriale attenta alla difesa del suolo, all'assetto idro-  geologico e alla gestione integrata dei rischi (ST2.3) Promuovere uno sviluppo rurale e produttivo rispettoso dell’ambiente (ST2.4) 

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Obiettivi PTR per i territori della fascia alpina Giudizio

Valorizzare i caratteri del territorio a fini turistici, in una prospettiva di lungo periodo, senza pregiudicarne la qualità (ST2.5)  Programmare gli interventi infrastrutturali e dell’offerta di trasporto pubblico con ri- guardo all’impatto sul paesaggio e sull’ambiente naturale e all’eventuale effetto inse-  diativo (ST2.6) Sostenere i comuni nell'individuazione delle diverse opportunità di finanziamento (ST2.7)  Promuovere modalità innovative di fornitura dei servizi per i piccoli centri (ST2.9)  Promuovere un equilibrio nelle relazioni tra le diverse aree del Sistema Montano, che porti ad una crescita rispettosa delle caratteristiche specifiche delle aree (ST2.10)  Limitare l’ulteriore espansione urbana nei fondovalle  Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio con conservazio- ne degli elementi della tradizione  Conservare i varchi liberi nei fondovalle, per le eventuali future infrastrutture  Coordinare a livello sovracomunale l’individuazione di nuove aree produttive e di ter- ziario/commerciale 

Tabella 4 – Aderenza degli obiettivi del PGT a quelli della pianificazione e programmazione regionale

Obiettivi PTCP per il territorio provinciale Giudizio Valorizzazione e tutela delle peculiarità paesistico ambientali del territorio, pro-  muovendo le componenti ambientali del territorio provinciale, attribuendo ad esse valenza di risorsa paesaggistica, storico, culturale, nonché fattore di produzione del reddito. La molteplice valenza di tali risorse comporta un equilibrio corretto tra la necessità di tutela e la valorizzazione dei territori, con lo scopo di tradurre le azioni di tutela in un vantaggio economico utilizzabile sia dal turismo che dall’agricoltura. Il PTCP al riguardo analizza e costruisce gli elementi di significati- vo valore ambientale e le eccellenze territoriali, introducendo una normativa che risponda all’esigenza di tutela e valorizzazione delle peculiarità paesistico ambien- tali diffuse. Miglioramento dell’accessibilità sia riguardo ai collegamenti strategici di scenario  interessanti i sistemi interregionali e transfrontalieri che quelli riguardanti la riquali- ficazione degli assi viari delle strade statali SS.36 e SS 38. Il Piano affronta le pro- spettive di scenario relativamente ai collegamenti interregionali ed internazionali, rappresentati dalle ipotesi di traforo ferroviario lungo la direttrice Mesolcina-Ticino e del traforo del Mortirolo per il collegamento del tiranese e dell’Alta Valtellina con la provincia di Brescia. Punto essenziale è comunque la previsione dell’intero pro- getto di riqualificazione delle Strade Statali SS.36 e SS. 38. Razionalizzazione dell’uso delle acque e riqualificazione dei corpi idrici quali ele- menti costitutivi del paesaggio montano e vallivo, attraverso la predisposizione di  un Piano di Bacino che analizzi le complesse relazioni di criticità del sistema idrico

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Obiettivi PTCP per il territorio provinciale Giudizio

connesse agli usi plurimi delle risorse, al coordinamento delle pianificazioni, alle ripercussioni paesistico ambientali. Razionalizzazione dell’uso del territorio con l’obiettivo di riduzione del consumo di  suolo, ottimizzazione delle scelte localizzative, sviluppo della cooperazione inter- comunale. Le problematiche riguardo alla necessità di razionalizzazione dell’uso del suolo emergono dalla lettura dei processi di trasformazione in atto, che hanno prodotto una trasformazione importante del tessuto urbano consolidato senza la presenza di una razionalizzazione degli insediamenti produttivi di valenza sovrac- comunale. Il PTCP al riguardo prevede norme orientate alla razionalizzazione dell’uso del suolo e dei rapporti tra gli enti locali. Riqualificazione territoriale finalizzata a rimuovere le principali criticità paesaggisti-  che esistenti, che hanno determinato ambiti di degrado e di compromissione pae- saggistica del territorio; il piano introduce indirizzi per la pianificazione comunale tesi a ridurre i fenomeni antropici quali la destrutturazione delle frange urbane e periurbane, la formazione delle conurbazioni e l’abbandono dei nuclei storici. Innovazione delle reti attraverso lo sviluppo delle tecnologie delle comunicazioni e razionalizzazioni delle reti di trasporto dell’energia, che costituiscono un elemento  di degrado paesistico ambientale diffuso sul territorio provinciale. Innovazione dell’offerta turistica finalizzata alla diversificazione dell’offerta integra- ta orientata alla maggiore sostenibilità e allo sviluppo diffuso.  Valorizzazione e salvaguardia dell’agricoltura nel rispetto della molteplicità delle sue funzioni, riconoscendone il ruolo svolto nella conservazione del paesaggio (che nel Piano adottato era avvenuto con l’identificazione delle zone agricole di fondovalle e di mezzacosta, dei varchi inedificabili, del paesaggio dei terrazzamen-  ti, delle conoidi) in un’ottica più estesa di articolazione del sistema rurale paesisti- co ambientale e mediante l’introduzione di specifiche normative di tutela e di indi- rizzi per i comuni.

Tabella 5 – Aderenza degli obiettivi del PGT a quelli della pianificazione e programmazione provinciale

Obiettivi PIF (PTCP) per il territorio di Talamona

Per quanto attiene agli obiettivi del PIF, in linea generale il PGT non intende proporre azioni o norme che che agiscano diversamente rispetto a quanto già normato dai PIF della Comunità Montana Valtel- lina di Morbegno e dall’Ente Parco delle Orobie Valtellinesi. Si riscontra un possibile fattore di contra- sto, per il quale tuttavia il PGT propone un forte intervento mitigativo, nell’eliminazione di una porzione di bosco non trasformabile, da potersi utilizzare, come propone il DdP, esclusivamente ai fini agricoli; a compensazione di questa variante al PIF, l’introduzione della non trasformabilità della parte boscata interessata dal corridoio per la nuova SS38, oggi decaduto vista la rivisitazione del progetto della nuo- va arteria.

Tabella 6 – Aderenza degli obiettivi del PGT a quelli della pianificazione e programmazione provinciale (PIF)

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3. Il quadro degli obiettivi strutturali del Docu- mento di Piano del PGT

3.1. Il quadro della strategia amministrativa

Analizzando in questa fase le singole tematiche prese in considerazione all’interno del piano di svilup- po e considerando le potenzialità e le criticità messe in evidenza nella fase di analisi, risulta possibile definire con maggiore chiarezza, le strategie operative, individuate sottoforma di progetti di sviluppo e relative azioni, necessarie ad affrontare con chiarezza e coerenza, la programmazione futura del terri- torio comunale di Talamona. Punto di partenza nell’affrontare tale processo, resterà ovviamente la propensione ad una visione so- stenibile e locale che sappia valorizzare e promuovere le peculiarità già esistenti sul territorio. Di seguito, pertanto, si cercherà di affrontare all’interno delle singole tematiche, le possibili azioni rivol- te al perseguimento degli obiettivi territoriali di sviluppo del contesto talamonese, analizzati sotto un’ottica politico strategica generale. La suddivisione di seguito esposta, risulta tuttavia riduttiva nell’affrontare una singola tematica in quanto spesso si assiste ad un’interconnessione tra le singole tematiche analizzate, per le quali, una singola azione rivolta al perseguimento di specifici obiettivi, può comportare favorevoli ricadute anche sotto altri punti di vista, mettendo in chiara evidenza la complessità del territorio e dei suoi singoli pro- cessi interagenti. (Cfr. Relazione illustrativa generale del Documento di Piano).

Tema ambiente

OBIETTIVI:  Miglioramento verde urbano;  Rafforzamento dell’attività agricola esistente;  Contrastare l’abbandono della pratica agricola;  Generare una riqualificazione paesistica ed ambientale diffusa (sia in ambito urbano che in quello extraurbano)  Ridurre il più possibile il consumo di suolo;  Diminuire il più possibile le emissioni inquinanti e l’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili.

TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Ambiente 1. Miglioramento verde ur- 1. Mitigazione ambientale a. Evoluzione del sistema bano dei fabbricati impattanti socio-economico dal punto di vista turistico 2. Creazione di spazi at- b. Maggiore vivibilità del trezzati per le attività so- territorio comunale ciali/sportive 3. Collegamenti ci- c. Miglioramento della sa- clo/pedonali tra le aree lute pubblica e della verdi qualità della vita 4. Creazione di un’asse d. Creazione di intercon- Pagina 45 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI verde lungo il Fiume Ad- nessioni con le attività da che sfrutti le peculia- turistiche, commerciali rità delle zone ripariali e e culturali/formative della risorsa idrica nel suo complesso e. Migliore fruibilità degli spazi aperti 2. Rafforzamento della 5. Incentivare la pratica f. Miglioramento della attività agricola esi- agricola e l’allevamento qualità del paesaggio stente zootecnico 6. Istituzione di associazio- g. Rilancio dell’attività ni o consorzi di agricolto- agricola, commerciale ri/ allevatori in grado di ed artigianale che po- affrontare e gestire le trebbe guidare il Paese problematiche legate ad ad una maggiore offerta una gestione frammen- di lavoro per i residenti tata delle risorse h. Sviluppo produttivo le- gato alle attività ricetti- ve e turistiche nel setto- re agroalimentare i. Creazione di intercon- nessioni con le attività turistiche, commerciali e culturali/formative j. Aumento delle biodi- versità naturali 3. Contrastare l’abbandono 7. Promuovere le coltiva- k. Riuso degli immobili della pratica agricola zioni tipi-che del territo- rurali di versante esi- rio tuttora abbandonate stenti o in fase di decadenza come ad esempio la ca- stagna 8. Definire finanziamenti l. Recupero e valorizza- rivolti a disincentivare zione del territorio di l’abbandono del compar- versante to agricolo/rurale del ter- ritorio 9. Promuovere iniziative m. Mantenimento delle col- legate alla valorizzazio- tivazioni esistenti e di ne degli alpeggi “sfrut- quelle da tempo ab- tando” anche il lascito bandonate Tirinzoni al FAI n. Maggiore manutenzio- ne del territorio 4. Generare una riqualifi- 10. Sviluppare modelli ricet- o. Creazione di intercon- cazione paesistica ed tivi o turistici rivolti al riu- nessioni con le attività ambientale diffusa (sia in tilizzo delle zone turistiche, commerciali ambito urbano che in d’alpeggio e culturali/formative quello extraurbano) 11. Promozione del compar- p. Maggiore manutenzio- to boschivo e delle attivi- ne del territorio tà forestali ad esso lega- to 12. Riqualificazione e boni- q. Recupero e valorizza- Pagina 46 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI fica del conoide del Tar- zione del territorio di tano creando intercon- versante nessioni con il paese 13. Prevedere un ambiente r. Valorizzazione e svi- urbano omogeneo at- luppo di figure lavora- traverso la regolamen- tive tipiche della tradi- tazione di arredi urbani zione locale della filie- e specifici parametri an- ra forestale che per oggetti d’arredo esterno dei privati 14. Realizzazione di s. Profitti legati all’utilizzo un’illuminazione pubbli- del legname come fon- ca adeguata, efficiente te energetica e com- ed omogenea merciale 15. Definire progetti che va- t. Recupero di aree de- lorizzino le risorse idri- stinate alla coltivazio- che nella loro comples- ne sità 5. Ridurre il più possibile il 16. Recupero del patrimo- u. Risparmio di territorio consumo di suolo nio edilizio esistente destinato al comparto anche attraverso incen- agricolo tivi 6. Diminuire il più possibi- 17. Definire una politica v. Risparmi energetici ed le le emissioni inquinan- energetica virtuosa con economici ti e l’utilizzo di fonti utilizzo di fonti rinnova- energetiche non rinno- bili e la promozione vabili dell’efficienza energeti- ca 18. Organizzare iniziative w. Miglioramento della culturali rivolte alla salute e della qualità comprensione locale della vita delle problematiche energetiche ambientali in corso 19. Prevedere e monitorare x. Maggiore consapevo- i fattori di rischio che lezza in merito alle possano comportare problematiche ambien- impatti inquinanti sul tali territorio Tabella 7 - Tema ambiente: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema turismo OBIETTIVI:  Definizione di attività turistiche legate alle peculiarità ambientali, alimentari e produttive locali;  Valorizzare il territorio e le sue potenziali risorse ambientali, storiche, artistiche e legate alla tradi- zione;  Dare vita ad un sistema economico eterogeneo che possa creare una serie di opportunità lavora- tive.

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Turismo 1. Definizione di 1. Creazione di Bed & a. Creazione di in- attività turistiche Breakfast o di agritu- terconnessioni legate alle pecu- rismi legati ad attività con le attività agri- liarità ambienta- locali cole, commerciali li, alimentari e e cultura- produttive locali li/formative 2. Impostare una pro- b. Definizione di mozione turistica si- pacchetti turistici stemica in grado di vari e completi permettere collabo- razione con gli attori locali e sovra locali 3. Adozione di misure c. Miglioramento d’incentivazione le- dell’offerta turisti- gate a tali attività ca territoriale 4. Creazione di progetti d. Recupero di spazi con il Consorzio turi- storico/rurali inuti- stico provinciale lizzati e. Creazione di posti di lavoro 2. Valorizzare il 5. Creazione di una re- f. Creazione di in- territorio e le te di percorsi tematici terconnessioni sue potenziali con possibilità di con le attività agri- risorse ambien- escursioni guidate cole, commerciali tali, storiche, ar- e cultura- tistiche e legate li/formative alla tradizione 6. Predisposizione di g. Migliore fruibilità una cartellonistica degli spazi aperti tematica 7. Definire progetti che valorizzino le risorse idriche nella loro complessità conside- rando il Fiume Adda come elemento di fulcro di tali valoriz- zazioni 8. Promuovere iniziati- ve legate alla valo- rizzazione degli al- peggi “sfruttando” anche il lascito Tirin- zoni al FAI 3. Dare vita ad un 9. Creazione di iniziati- h. Creazione di attivi- sistema econo- ve culturali legate tà legate mico eteroge- anche alla formazio- all’ospitalità di neo che possa ne professionale di studenti creare una serie qualità di opportunità 10. Creazione di struttu- i. Creazione di in- lavorative re ricettive legate terconnessioni all’ospitalità di giova- con attività agrico- ni e studenti le, commerciali e culturali/formative

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Tabella 8 - Tema turismo: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema commercio OBIETTIVI:  Salvaguardare le attività commerciali locali “di vicinato”;  Ridare nuova linfa al sistema commerciale del Comune attraverso un’identità economica propria;  Migliorare le condizioni paesistiche e strutturali del “core” cittadino;  Risolvere il problema che potrebbe essere dato dallo spostamento del tracciato dell’attuale S.S. 38;  Avviare una politica di collaborazione tra realtà diverse con la creazione di un “sistema Paese” che possa competere in un mercato mondiale globalizzato.

TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Economia e com- 1. Salvaguardare le 1. integrazione di punti ven- 1. Definizione di un com- mercio attività commerciali dita/ristoro tematici incen- mercio locale consape- locali “di vicinato” trati sulla qualità dei pro- vole e sostenibile dotti locali artigianali o agroalimentari 2. Rilanciare l’attività agrico- 2. Creazione di intercon- la integrandola ad altre nessioni con le attività forme economiche che agricole, turistiche e cul- possano aumentarne il turali/formative reddito degli operatori (agriturismo, maneggi, punti vendita dei prodotti tipici, punti di sommini- strazione tipici, ecc.) 3. Recupero di spazi nel centro storico e maggio- re vitalità del paese 4. Creazione di un mercato a “chilometro zero” con vendita diretta dei pro- dotti 2. Ridare nuova linfa 3. Creazione di punti vendita 5. Creazione di intercon- al sistema com- specifici legati alla produ- nessioni con le attività merciale del Co- zione di prodotti locali agricole, turistiche e cul- mune attraverso turali/formative un’identità econo- 4. Promuovere sistemi di 6. Miglioramento mica propria vendita rivolti ad un mer- dell’offerta di occupazio- cato sovralocale nale locale 5. Promuovere sistemi di 7. Miglioramento servizio che unifichino le dell’efficienza produttiva varie attività commerciali, locale e della sua visibili- attraverso sistemi di cre- tà globale dito concordati con age- volazioni e promozioni 6. Promuovere un turismo 8. Incremento delle risorse territoriale che valorizzi le per una maggior compe- peculiarità di pregio del titività all’interno del Pagina 49 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI territorio comunale mercato 7. Coinvolgere nella politica di rilancio economico an- che le attività diverse da quella agricola (commer- cio, artigianato, terziario, ecc.) 8. Proporre una strategia di marketing mirata per la promozione del territorio 3. Migliorare le con- 9. Incentivare il recupero 9. Prevenzione dizioni paesisti- degli edifici esistenti favo- dell’abbandono delle at- che e strutturali rendo l’inserimento di tività commerciali dal del “core” cittadi- spazi artigianali e com- centro del paese no merciali legati alle tipicità locali 10. Possibile pedonalizzazio- 10. Maggiore vitalità del ne delle strade centrali in paese conseguenza ad un mag- giore sviluppo delle attivi- tà commerciali all’interno del nucleo storico 4. Risolvere il pro- 11. Definire uno studio di va- 11. Predisporre tempestive blema che po- lutazione sulle possibili ri- soluzioni che possano trebbe essere da- percussioni derivate dalla affrontare un potenziale to dallo sposta- nuova rete viaria sugli problema locale mento del traccia- esercizi commerciali e to dell’attuale S.S. predisporre, se necessa- 38 rio interventi mirati 5. Avviare una poli- 12. Creazione di percorsi ci- 12. Creazione di nuovi flussi tica di collabora- clopedonali e/o trasporti turistici/commerciali zione tra realtà pubblici che colleghino diverse con la Talamona con la realtà creazione di un commerciale di Morbegno “sistema Paese” 13. Formazione culturale che 13. Miglioramento della che possa com- faccia capire l’importanza mobilità sostenibile tra i petere in un mer- di una stretta collabora- due centri urbani (Tala- cato mondiale zione tra operatori per po- mona e Morbegno) globalizzato ter rilanciare il sistema economico del Comune Tabella 9 - Tema commercio: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema artigianato e industria OBIETTIVI:  Integrare la zona industriale all’interno del territorio in termini di fruizione e vivibilità;  Valorizzare le produzioni artigianali di pregio;  Mettere a disposizione una serie di prospettive occupazionali nuove, soprattutto dal punto di vi- sta dei giovani con una formazione universitaria.

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Artigianato ed indu- 1. Integrare la zona 1. Mitigazione ambienta- a. Maggiore vivibilità del stria industriale all’interno le dei fabbricati impat- Comune in generale del territorio in ter- tanti mini di fruizione e vi- 2. Creazione di percorsi b. Migliore fruibilità tra le vibilità tra il paese e la zona varie zone del Comu- industriale ne 3. Sviluppo di servizi alla persona locali o sovra locali legati alla pre- senza dei lavoratori nell’area industriale 2. Valorizzare le pro- 4. Ampliamento delle c. Gestione controllata e duzioni artigianali di aree artigianali anche sostenibile pregio attraverso Piani di In- dell’espansione delle sediamento Produtti- attività vo, rivolti alla riduzio- ne dell’impatto am- bientale 5. Definire visite guidate d. Creazione di intercon- istruttive/culturali sulle nessioni con le attività attività e i relativi cicli culturali e commerciali produttivi locali 6. e. Miglioramento dell’offerta occupazio- nale locale 3. Mettere a disposi- 7. Collaborazioni con gli f. Creazione di intercon- zione una serie di istituti scolastici e con nessioni con le attività prospettive occupa- le strutture tecnologi- culturali e commerciali zionali nuove, so- che per l’inserimento locali prattutto dal punto di di attività legate al ter- vista dei giovani con ziario avanzato una formazione uni- g. Maggiore attrattività versitaria del territorio h. Limitazione del feno- meno di abbandono del proprio paese da parte dei giovani 8. i. Aumento delle figure professionali Tabella 10 - Tema artigianato e industria: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema cultura OBIETTIVI:  Utilizzare la cultura come materia prima per lo sviluppo sociale ed economico del Paese e dell’intera Provincia;  Incentivare la presenza di persone giovani provenienti da diverse parti d’Europa all’interno del comparto di riferimento;  Promuovere e valorizzare il territorio non solo per le sue peculiarità storiche, ambientali ed arti- stiche, ma anche per il capitale sociale presente.

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Cultura 1. Utilizzare la cultura 1. Promozione di mani- a. Creazione di interconnes- come materia prima festazioni ed esposi- sioni con le attività agricole, per lo sviluppo socia- zioni artistiche legate turistiche e commerciali lo- le ed economico del anche al territorio e cali Paese e dell’intera alla sua riqualifica- Provincia zione 2. Promuovere incontri b. Maggiore valore e visibilità con personaggi della territoriale cultura in grado di tra- smettere “saperi” 3. Creazione di un mu- c. Ampliamento dell’offerta seo diffuso a carattere turistica etnografico legato an- che ad oggetti e me- stieri passati 2. Incentivare la pre- 4. Promuovere corsi di d. Monitoraggio e gestione senza di persone lingue straniere che delle attività sociali giovani provenienti possano formare attori da diverse parti in grado di promuove- d’Europa all’interno re i propri prodotti e at- del comparto di rife- tività in ambito inter- rimento nazionale e relazio- narsi con essi 5. Definire spazi legati e. Maggiore vitalità del paese all’aggregazione gio- anche durante le ore serali vanile sfruttando le aree esterne dalla zo- na residenziale 6. Promuovere attività, f. Limitazione del fenomeno incontri o feste temati- di abbandono del proprio che rivolte ad un pub- paese da parte dei giovani blico giovane locale e sovra-locale 3. Promuovere e valo- 7. Promozione di forme g. Maggiore visibilità e attrat- rizzare il territorio non di cooperazione tra i tività territoriale nello svi- solo per le sue pecu- diversi attori/enti pub- luppo delle attività liarità storiche, am- blici bientali ed artistiche, 8. Organizzare iniziative h. Maggiore attrattività del ma anche per il capi- culturali rivolte alla territorio tale sociale presente trasmissione di “sape- ri” e conoscenze (loca- li e non) ai cittadini 9. Presentare iniziative i. Limitazione del fenomeno rivolte ai più giovani al di abbandono del proprio fine di far conoscere e paese da parte dei giovani promuovere il proprio territorio nell’ottica di un percorso di crescita

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI condiviso 10. Creazione di una serie j. Maggiore conoscenza da di dotazioni che per- parte dei cittadini mettano la pratica di diversi sport e lo svol- gimento di attività ludi- che e culturali 11. Promuovere la realiz- zazione di strutture ri- cettive per la gioventù Tabella 11 - Tema cultura: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema servizi OBIETTIVI:  Gestione controllata delle sviluppo sostenibile del territorio;  Definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità promuovendo forme di spostamento soste- nibili e integrando le varie modalità di spostamento;  Riorganizzazione del sistema dei parcheggi;  Riduzione degli impatti delle infrastrutture sull’ambiente e il territorio.

TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Servizi 1. Gestione controllata 1. Utilizzo di figure pro- a. Coerenza nell’evoluzione delle sviluppo soste- fessionali specifiche programmata del piano di nibile del territorio che sappiano control- sviluppo comunale in fun- lare e orientare le zione delle condizioni socio/ scelte di sviluppo economiche future all’interno di un’ottica ambientale sostenibi- le per l’intero territorio comunale b. Maggiore confronto tra pub- blico e privato sugli sviluppi del territorio 2. Definizione 2. Realizzazione di nuo- c. Creazione di interconnes- dell’assetto viabilisti- ve piste ciclo/pedonali sioni con le attività ambien- co e della mobilità di collegamento e/o tali, culturali e turistiche lo- promuovendo forme ricreative cali di spostamento so- 3. Incentivazione d. Maggiore vivibilità del Co- stenibili e integrando nell’utilizzo di mezzi mune in generale le varie modalità di pubblici spostamento 4. Studio di un sistema e. Miglioramento della salute di percorsi dedicati al- pubblica e delle qualità am- la mobilità ciclopedo- bientali del territorio nale anche sfruttando itinerari esistenti ma, oggi, non attrezzati o

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI abbandonati f. Migliore fruibilità degli spazi aperti g. Riduzione delle fonti inqui- nanti 3. Riorganizzazione del 5. Riorganizzazione del h. Migliore fruibilità degli spazi sistema dei parcheggi sistema dei parcheggi cittadini in relazione alle reali esigenze espresse (attraverso il loro uti- lizzo o meno) dai re- sidenti nel Comune i. Riduzione delle fonti inqui- nanti 4. Riduzione degli im- 6. Individuare i principali j. Maggiore vivibilità del Co- patti delle infrastruttu- interventi di messa in mune in generale re sull’ambiente e il sicurezza, oltre a mi- territorio sure di mitigazione e compensazione, per i tratti a maggiore im- patto ambientale (esi- stenti e previsti) 7. Mitigazione ambien- k. Miglioramento della salute tale delle maggiori in- pubblica e della qualità della frastrutture vita l. Migliore fruibilità degli spazi aperti m. Riduzione delle fonti inqui- nanti Tabella 12 - Tema servizi: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Tema insediativo OBIETTIVI:  Approfondimento e perfezionamento dell’offerta insediativa (residenziale e produttiva) sulla base degli esiti emersi dalle indagini del quadro conoscitivo e ricognitivo;  Contenimento della dispersione degli insediamenti ed incentivazione del recupero del patrimonio edilizio esistente;  Definizione di criteri localizzativi e di indicatori con cui governare la sostenibilità dello sviluppo;  Ridefinizione del ruolo dell’area produttiva come parte integrante del Paese;  Mitigazione e conversione degli interventi edilizi meno qualificanti.

TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI 1. Sistema territo- 1. Approfondimento e 1. Definizione degli am- a. Coerenza nell’evoluzione riale insediativo perfezionamento biti di trasformazione programmata del piano di dell’offerta insediativa tenendo conto della sviluppo comunale in fun- (residenziale e produt- quota residua di pre- zione delle condizioni socio/ Pagina 54 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI tiva) sulla base degli visioni non attuate economiche future esiti emersi dalle in- (prevalentemente re- dagini del quadro co- sidenziali) contenute noscitivo e ricognitivo nel vigente P.R.G. 2. Programmazione del- b. Risparmio di territorio desti- lo sviluppo urbano in nato al comparto agricolo adiacenza e continui- tà con l’edificato esi- stente 2. Contenimento della 3. Incentivazione degli c. Risparmio di territorio desti- dispersione degli in- interventi di recupero nato al comparto agricolo sediamenti ed incenti- del patrimonio edilizio vazione del recupero esistente piuttosto del patrimonio edilizio che la realizzazione esistente di nuove edificazioni 3. Definizione di criteri 4. A seguito di adeguate d. Coerenza nell’evoluzione localizzativi e di indi- valutazioni, eventuale programmata del piano di catori con cui gover- riconfigurazione delle sviluppo comunale in fun- nare la sostenibilità scelte localizzative zione delle condizioni so- dello sviluppo non attuate cio/economiche future 4. Ridefinizione del ruolo 5. Mitigazione ambienta- e. Maggiore vivibilità del Co- dell’area produttiva le fabbricati impattanti mune in generale come parte integrante 6. Creazione di percorsi f. Migliore fruibilità tra le varie del Paese tra il paese e la zona zone del comune industriale 7. Sviluppo di servizi alla persona locali o sovra locali legati alla presenza dei lavora- tori nell’area indu- striale 8. Programmazione del- lo sviluppo ponendo attenzione alle zone di particolare pregio paesistico ed ambien- tale 5. Mitigazione e conver- 9. Creare le condizioni g. Maggiore vivibilità del Co- sione degli interventi per definire un am- mune in generale edilizi meno qualifi- biente urbano che canti possa essere acco- gliente e gradevole dal punto di vista paesistico 10. Progettare un sistema h. Migliore fruibilità tra le varie di aree verdi, a misu- zone del comune ra d’uomo, diffuse in tutto il contesto co- munale e collegato da

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TEMATICHE MACRO OBIETTIVI AZIONI RISULTATI IPOTIZZABILI una rete di mobilità sostenibile 11. Mitigazione ambienta- le dei fabbricati impat- tanti Tabella 13 - Tema insediativo: sviluppo sistemico del rapporto tra obiettivi, azioni e risultati ipotizzabili

Figura 24 – Stralcio della tavola “D.14 – Sintesi delle previsioni” di Piano del Documento di Piano

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4. Analisi di coerenza interna: qualità criticità e rischi del sistema territoriale

4.1. Popolazione ed economia (A)

4.1.1. Aspetti demografici

Anno Residenti Variazione Note 1861 2.504 Minimo 1871 2.517 0,5% 1881 2.619 4,1% 1901 2.723 4,0% 1911 2.792 2,5% 1921 3.052 9,3% 1931 3.038 -0,5% 1936 2.931 -3,5% 1951 3.150 7,5% 1961 3.578 13,6% 1971 3.789 5,9% 1981 4.057 7,1% 1991 4.261 5,0% 2001 4.506 5,7% 2010 ind 4.767 5,8% Massimo

Tabella 14 – L’andamento della popolazione tra il 1861 e il 2010

Figura 25 – Grafico dell’andamento del numero di residenti

Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi 0-4 125 105 230 4,8% 54,3% 5-9 140 122 262 5,5% 53,4% 10-14 131 124 255 5,3% 51,4% 15-19 122 113 235 4,9% 51,9%

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Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi

20-24 123 118 241 5,1% 51,0% 25-29 123 126 249 5,2% 49,4% 30-34 159 150 309 6,5% 51,5% 35-39 186 187 373 7,8% 49,9% 40-44 212 194 406 8,5% 52,2% 45-49 219 206 425 8,9% 51,5% 50-54 167 151 318 6,7% 52,5% 55-59 137 131 268 5,6% 51,1% 60-64 142 142 284 6,0% 50,0% 65-69 97 125 222 4,7% 43,7% 70-74 121 128 249 5,2% 48,6% 75-79 79 124 203 4,3% 38,9% 80-84 49 86 135 2,8% 36,3% 85-89 20 48 68 1,4% 29,4% 90-94 4 16 20 0,4% 20,0% 95-99 1 10 11 0,2% 9,1% 100+ 0 4 4 0,1% 0,0% Totale 2.357 2.41 4.767

Tabella 15 – Distribuzione della popolazione per fasce di età 2010

Tabella 16 – Distribuzione della popolazione per fasce di età nell’anno 2011

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Fortunatamente, per via del fatto che le giovani famiglie sono state spinte, negli ultimi, anni all’esterno dei centri principali per trovare sistemazioni più vantaggiose nell’immediata periferia, Talamona vive una situazione di progressiva e consolidata espansione delle popolazione. La stessa favorita anche dalla presenze di forti attività produttive insediate nel PIP che hanno garantito negli anni numerosi po- sti di lavoro. Detto ciò non si trascuri come la crisi economica e sociale in atto abbia già in questi ultimi anni (2011-2012-2013) segnato profondamente il tessuto produttivo, il quale ha perduto molte delle operose imprese prima dì insediate. Il richiamo delle opportunità di lavoro che ha favorito quello della residenza, quindi, potrebbe prospet- tare, visti i cambiamenti, una contrazione anche significativa dal punto di vista della crescita che po- trebbe quindi attestarsi su valori più esigui di quelli verificati in passato. Nonostante ciò, la struttura della popolazione così come attualmente insediata, presenta una compo- nente compresa tra i 25 e i 44 anni, vale a dire quella più propensa per la procreazione, tale da garan- tire, ipotizzando un regime statico, un buon ricambio per i prossimi anni. Anno Residenti Anno Residenti Var. % 1991 4289 2008 4676 1992 4315 2009 4732 1993 4331 2010 4767 1994 4363 2011 4768 1995 4373 2012 4815 1996 4404 2013 4822 1997 4424 2014 4848 1998 4423 2015 4874 1999 4441 2016 4900 2000 4472 2017 4927 2001 4506 2018 4953 + 2.87 2002 4588 2019 4980 2003 4616 2020 5006 2004 4623 2021 5030 2005 4624 2022 5053 2006 4620 2023 5075 +2.47 2007 4648

Tabella 17 – Proiezione del numero di residenti al 2023 (+10 anni)

Il PGT è fondato, tra le altre cose, sul valore della popolazione prevista: tanto più tale previsione risul- terà corretta e articolata, tanto più lo strumento risulterà aderente alle esigenze reali. Tuttavia, giova ricordare come più i numeri sono contenuti, più il trattamento statistico dei dati possa dare luogo ad accentuazioni poco attendibili di fenomeni di scarso rilievo. A tal proposito si tenga presente come il Comune di Talamona conti, alla fine dell’anno 2012 (dati incrociati ISTAT e Ufficio Anagrafe Comuna- le), 4815 abitanti. Per tale motivo si è scelto di produrre lo scenario demografico futuro attraverso il metodo statistico della proiezione, il quale, nel caso specifico, assicura maggiore prudenzialità rispetto

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ad un metodo di tipo previsionale12, nel senso in cui si ipotizza un andamento della popolazione all’incirca simile a quello manifestatosi negli ultimi venti anni.

Figura 26 – Proiezione del numero di residenti al 2023 (+10 anni)

Gli incrementi di popolazione ipotizzati rispetto agli andamenti pregressi s’attendono una crescita del 2.87% per il primo quinquennio previsionale e del 2.47% per il secondo quinquennio previsionale. Si tenga presente come il Documento di Piano abbia decorrenza quinquennale, tuttavia pare opportuno, ai fini di operare adeguate scelte di pianificazione strategica, procedere ad un calcolo decennale quantomeno di riferimento. Segue la panoramica sulla popolazione straniera residente a Talamona con particolare riferimento al periodo temporale 2002-2010. Var. Anno Da Dove Quanti %Maschi %Totale Prec. Europa 40 47,5% 39,2% 8,1% Africa 33 54,5% 32,4% -10,8% Asia 19 52,6% 18,6% 35,7% America 10 40,0% 9,8% 11,1% Totale 102 50,0% 5,2%

Tabella 18 – Provenienza per continente (2010)

Var. Anno Pos Nazione Residenti %Maschi Prec. 1 Marocco 31 54,8% -11,4%

12 Si operi la seguente distinzione tra proiezione e previsione: a) la proiezione consiste nell’estendere al futuro la dinamica demografica di una popolazione così come è stata riscontrata in un certo periodo passato; in sostanza, quindi, s’assume che la popolazione nel prossimo futuro continuerà a crescere o a diminuire così come ha fatto in passato; b)la previsione demografica rappresenta la determinazione della popolazione futura basata i) sulla variabilità delle componenti di crescita, il che implica l’esplicitazione di quelle di natura demografica, ii) sulla capacità di considerarne gli effetti sulla struttura della popola- zione, iii) su un metodo di previsione in grado di tener conto delle modifiche nella composizione strutturale della popolazione, poiché esse possono incidere sui risultati dell’applicazione dei tassi, così come il valore dei tassi stessi può variare nel tempo. Pagina 61 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

Var. Anno Pos Nazione Residenti %Maschi Prec. 2 Romania 18 38,9% 28,6% 3 Repubblica Popolare Cinese (Cina) 15 46,7% 66,7% 4 Ucraina 7 42,9% 16,7% 5 Bolivia 6 66,7% 20,0% 6 Moldova 6 83,3% 0,0% 7 Sri Lanka (ex Ceylon) 4 75,0% 0,0% 8 Turchia 3 66,7% -40,0% 9 Brasile 2 0,0% 0,0% 10 Venezuela 1 0,0% 0,0% 11 Svizzera 1 100,0% 0,0% 12 Germania 1 0,0% 0,0% 13 Stati Uniti d'America 1 0,0% 0,0% 14 Portogallo 1 0,0% 0,0% 15 Spagna 1 100,0% 0,0% 16 Polonia 1 0,0% 0,0% 17 Repubblica Ceca 1 0,0% 0,0% 18 Togo 1 100,0% 0,0% 19 Libia 1 0,0%

Tabella 19 – Residenti stranieri per nazionalità (2010)

o-

Anno Residenti Stranieri Residenti T tale % Stranieri Minorenni Famiglie con almeno uno straniero Famiglie con capofamiglia straniero Nati in Italia % Maschi 2005 48 4.624 1,0% 11 45,8% 2006 49 4.62 1,1% 8 6 46,9% 2007 75 4.648 1,6% 14 41 27 9 46,7% 2008 75 4.676 1,6% 17 43 25 13 48,0% 2009 97 4.732 2,0% 25 48 31 16 53,6% 2010 102 4.767 2,1% 50,0%

Tabella 20 – Dettaglio sulla distribuzione della popolazione straniera

Figura 27 – Dettaglio sulla distribuzione della popolazione straniera

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VAS – Rapporto Ambientale

4.1.2. Aspetti socio economici

Grazie all’ausilio delle banche dati TARSU (oggi TARES), è stato possibile ricostruire una quadro cir- ca le attività economiche e commerciali e la loro distribuzione tra gli insediamenti all’interno del comu- ne. Seguono alcuni grafici e tabelle relativi a tale aspetto. Anzitutto si noti la presenza molto forte delle attività artigianali, le quali rappresentano quasi la metà dell’intero numero di attività (88 su 206). Fanno seguito le attività terziarie legate a studi privati banche ed uffici, che rappresentano il 19% circa sul totale. Quindi gli esercizi pubblici alimentari (in prevalenza bar, ristoranti, botteghe) e gli esercizi commerciali non alimentari. Dai dati non è stato possibile derivare le quantità (mq a ruolo) di ciascuna attività, poiché le metrature considerate dall’archivio

Categoria Conteggio % Alberghi, locande, pens., ristor., bar 22 10.7 Attivita' di agriturismo 3 0.7 Bed & breakfast 1 0.5 Distributori carburanti 2 0.5 Edifici industriali 15 7.3 Esercizi artigianali 88 42.7 Esercizi comm.li, negozi - alim./fiori 13 6.3 Esercizi comm.li, negozi, non alimentari 21 10.2 Scuole pubbl./priv., istit. priv., coop. 3 1.5 Studi privati, banche, uffici 39 18.9 Supermercati (medie e grandi strutture) 2 1.0 Totale 206 100.0

Di seguito si osservino gli addensamento lungo le vie del Comune.

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VAS – Rapporto Ambientale

-

i-

Via o località

Alberghi, locande, pens., r stor., bar Attivita' agriturismo di Bed & breakfast Distributori carburanti Edifici industriali Esercizi artigianali Esercizi comm.li, negozi alim./fiori Esercizi comm.li, negozi, non alimentari Scuole priv., istit. pubbl./priv., coop. ufficiStudi banche, privati, Supermercati (medie e grandi strutture) Totale LOCALITA' AL TARTANO 1 1

LOCALITA' SAN GREGORIO 1 1

PIAZZA IV NOVEMBRE 1 4 2 2 9

VIA ALLA PROVINCIALE 1 5 1 3 10

VIA CAURGHETTO 1 1

VIA CERRI 1 2 3

VIA CIAPONI CARLO 1 1

VIA CIVASCA 1 1

VIA COLOMBERA 1 1

VIA COSEGGIO 1 4 5

VIA COSEGGIO DI MEZZO 1 1

VIA COSEGGIO DI SOPRA 1 1

VIA DON CUSINI 1 2 1 3 9 16

VIA ELIPORTO 1 1

VIA ERBOSTA 1 1 7 9

VIA GAVAZZENI 3 8 3 3 2 8 1 28

VIA LIGURIA 1 3 1 5

VIA LOMBARDIA 1 5 6

VIA MAESTRI DEL LAVORO 1 1

VIA MAFFEZZINI 1 2 3

VIA MAZZONI 1 1

VIA MURADA 1 1

VIA PIEMONTE 4 4 2 10

VIA ROMA 1 3 11 2 3 1 5 26

VIA SAN GIORGIO 3 2 5

VIA SPINI 2 2

VIA STELVIO 5 1 2 1 13 7 1 29

VIA TARTANO 2 1 3 2 7

VIA TORRE 1 2 1 4

VIA VALENTI 2 1 3

VIA VALLE D'AOSTA 1 1

VIA VANONI 2 4 6

VIA VENETO 1 3 1 5

VIA XX SETTEMBRE 2 2

Totale 22 1 1 1 15 88 13 21 3 39 2 206 Tabella 21 – Elenco delle attività economiche per via e categoria Pagina 64 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Figura 28 – Distribuzione delle attività economiche per categoria e via

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4.2. Aria e fattori meteo climatici (B)

4.2.1. Fattori meteo climatici

Il Comune di Talamona appartiene alla fascia climatica temperata, in particolare al clima alpino, carat- terizzato da estati brevi e fresche ricche di fenomeni temporaleschi, nonché da inverni lunghi e, anche grazie alla localizzazione ed alla morfologia del territorio in prossimità dello spartiacque tra Alpi e Prealpi, tendenzialmente nevosi. La cresta prealpina, infatti, in prossimità delle vallate orobiche segna uno dei passaggi tra l’ambito in- fluenzato dalla presenza del catino padano e la regione alpina e, proprio per questo motivo, le correnti tiepide ed umide di provenienza mediterranea, in risalita lungo i versanti orobici danno origine ad in- stabilità meteorologica lungo la catena medesima.

Figura 29 – Carta delle precipitazioni massime annue del territorio alpino lombar- do 1891/1990 (fonte DG Territorio e Urbanistica, UO Rischio idrogeologico e si- smico)

Figura 30 – Carta delle precipitazioni medie annue del territorio alpino lombardo 1891/1990 (fonte DG Territorio e Urbanistica, UO Rischio idrogeologico e sismico)

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Figura 31 – Carta delle precipitazioni minime annue del territorio alpino lombardo 1891/1990 (fonte DG Territorio e Urbanistica, UO Rischio idrogeologico e sismico)

Oltre a questo, anche la posizione lungo il fondovalle valtellinese, in prossimità della strozzatura del culmine di Dazio e del Crap del Mezzodì (Tartano), per via della risalita di correnti umide lungo il fon- dovalle valtellinese dal Lario (venti di “breva”) determina una consistente piovosità, specie estiva, nell’ambito della bassa Valtellina cui Talamona appartiene.

Figura 32 – Morfologia ed altimetria del territorio Figura 33 – Esposizione alla radiazione solare

Figura 34 – Pendenza del terreno Figura 35 – Incidenza della radiazione solare

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Figura 36 – Carta della ventosità in m/s

Figura 37 – Carta della produzione potenziale di energia eolica in MWh/MW

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I fattori sopracitati fanno menzione anche di aspetti legati alla ventosità dei luoghi. In linea generale il territorio della provincia di Sondrio non è adatto allo sfruttamento delle correnti eoliche. Talamona non fa eccezione, nonostante la sua posizione leggermente rialzata rispetto al fondovalle grazie al conoide ed alla presenza della strozzatura compresa tra il Culmine di Dazio e il Crap del Mezzodì la renda ben esposta a venti locali.

Sempre sotto al profilo dello sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili non si segnala per il Co- mune, in special modo per la parte insediata (conoide) la presenza di particolari picchi di energia me- dia annua della radiazione solare che raggiunge il suolo, tali da rendere più appetibile che altrove lo sfruttamento dell’energia solare. I valori si allineano quindi alla media.

I fattori morfogeografici sono quindi caratterizzanti le condizioni meteoclimatiche del territorio talamo- nese; per tale motivo il quadro analitico generale del Documento di Piano, unitamente al Rapporto Ambientale, hanno tenuto conto di tali elementi, anche grazie all’ausilio della modellazione tridimen- sionale del terreno, la quale ha consentito il calcolo di numerosi fattori dettati dalle condizioni morfolo- giche del territorio.

4.2.2. Fattori di inquinamento dell’aria

Oltre all’inquadramento meteo climatico sono da considerare i fattori di inquinamento dell’aria. Tale analisi si avvale delle banche dati INEMAR e delle elaborazioni prodotte da ARPA Lombardia median- te l’utilizzo delle banche dati INEMAR medesime. INEMAR (INventario EMissioni ARia), è un database progettato per realizzare l'inventario delle emis- sioni in atmosfera, attualmente utilizzato in sette regioni e due provincie autonome. Il sistema permet- te di stimare le emissioni dei principali macroinquinanti (SO2, NOx, COVNM, CH4, CO, CO2, N2O, NH3, PM2.5, PM10 e PTS) e degli inquinanti aggregati (CO2eq, precursori dell'ozono e sostanze aci- dificanti) per numerosi tipi di attività e combustibili. Inizialmente realizzato nel periodo 1999-2000 dalla Regione Lombardia, con una collaborazione della Regione Piemonte, è dal 2003 INEMAR gestito e sviluppato da ARPA Lombardia. Dal 2006 il suo uti- lizzo è condiviso nel quadro di un accordo interregionale, fra le regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche e le Provincie Autonome di Trento e di Bolza- no. ARPA della Lombardia partecipa alla convenzione con funzioni di supporto tecnico, formazione e coordinamento.

Alla verifica del dato aggregato provinciale, si osservi come la combustione non industriale rappresenti il fattore di maggiore criticità connesso alle emissioni in atmosfera. Del resto le fasce climatiche ed il fabbisogno di energia espresso in gradi giorno secondo la classifica- zione dell’ENEA e riportata dal DPR 412/1993, verificano come il territorio provinciale sia complessi- vamente energivoro sotto al profilo del riscaldamento invernale, con classi E ed F. A seguire la pano- ramica dei dati provinciali, quindi quella successiva delle dinamiche locali riscontrate a Talamona ed archiviate nel sistema informatico INEMAR di ARPA Regione Lombardia. Pagina 69 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

Figura 38 – Sostanze acidificanti in t/anno*kmq (fonte ARPA)

Figura 39 – Precursori dell’ozono troposferico (COV equivalenti) in t/anno*kmq (fonte ARPA)

Figura 40 – Particolato aerodisperso in t/anno*kmq (fonte ARPA)

SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS eqCO2 Precurs. O3 Tot. (H+) Acidif.

DESC MA- CROSETTORE

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno kt/anno Produzione ener- gia e trasform. 1.6 36 1.3 14 7.1 6.4 0.8 0.8 1.7 2.3 46 0.8 combustibili

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SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS eqCO2 Precurs. O3 Tot. (H+) Acidif.

DESC MA- CROSETTORE

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno kt/anno

Combustione non industriale 389 363 1.798 493 7.151 340 86 15 350 362 378 377 3.035 21

Combustione nell'industria 196 97 49 5.1 33 86 10 0.7 14 17 23 89 171 8.3

Processi produtti- vi 122 1.2 4.0 4.9 122

Estrazione e di- stribuzione com- 102 142 3.0 104 bustibili

Uso di solventi 1.696 0.0 0.1 0.1 16 1.696

Trasporto su strada 11 1.586 1.149 55 3.911 364 14 61 108 135 164 369 3.514 38

Altre sorgenti mobili e macchi- 3.5 245 106 1.9 321 19 8.1 0.0 33 34 37 22 440 5.4 nari

Trattamento e smaltimento rifiuti 0.1 5.8 1.6 1.781 4.2 0.1 0.4 0.4 0.5 37 34 0.1

Agricoltura 0.7 1.7 2.659 320 1.382 7.5 16 26 155 40 81

Altre sorgenti e assorbimenti 3.3 14 5.104 202 422 0.1 3.3 46 49 51 4.3 5.171 0.6

Totale 605 2.347 10.131 5.352 11.849 809 444 1.462 562 618 685 1.075 14.373 156

Tabella 22 - I dati delle emissioni di inquinamenti in t/anno o kt/anno in base ai macro settori di utilizzo (INEMAR 2005 - dati finali assoluti)

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VAS – Rapporto Ambientale

DESC MA-

CROSETTO-

RE

SO2 COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM10 PTS PM2.5 CO2_EQ SOST_AC PREC_OZ

NOx

Combustione 1.66 4.11 47.16 12.43 186.91 1.81 0.91 0.39 9.00 9.38 8.71 2.35 0.16 72.92 non industriale

Combustione 4.34 4.99 2.13 0.15 24.49 0.85 0.16 0.03 0.86 1.06 0.75 0.90 0.25 10.92 nell'industria

Processi produt- 0.00 0.00 9.29 0.00 0.00 0.19 0.00 0.00 0.03 0.03 0.01 0.19 0.00 9.29 tivi

Estrazione e di- stribuzione com- 0.00 0.00 5.77 0.80 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.02 0.00 5.78 bustibili

Uso di solventi 0.00 0.00 79.53 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.42 0.00 79.53

Trasporto su 0.41 59.10 30.66 1.63 113.09 13.23 0.49 1.85 4.69 5.68 3.77 13.42 1.41 115.23 strada

Altre sorgenti mobili e macchi- 0.10 6.85 2.13 0.04 6.36 0.53 0.23 0.00 0.91 0.99 0.89 0.60 0.15 11.18 nari

Agricoltura 0.00 0.00 0.03 51.28 0.00 0.00 4.96 22.70 0.05 0.12 0.02 2.62 1.33 0.75

Altre sorgenti e 0.00 0.00 72.80 0.00 0.37 0.00 0.00 0.00 0.24 0.24 0.24 0.00 0.00 72.84 assorbimenti

Tabella 23 – Suddivisione delle quantità di emissioni per macrosettore in g/mc di aria per il Comune di Talamona (fonte INEMAR 2005)

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Dalla lettura delle precedenti map- pature ARPA, Talamona prospetta un panorama mediamente più sca- dente rispetto alle medie provinciali per i tre gruppi di inquinanti indaga- ti, vale a dire le sostanze acidifi- canti (SO2), i composti organici vo- latili (COV) e il particolato aerodi- sperso (tipo PM10). Il dato è da interpretare sulla base

della rilevante presenza del com- Figura 41 – Sintesi degli indirizzi operativi di ARPA Lombardia per la quali- parto industriale. tà dell’aria sul territorio regionale

Si noti bene come la sintesi degli indirizzi operativi di ARPA Lombardia per la qualità dell’aria sul terri- torio regionale esprima il sufficiente grado complessivo della qualità dell’aria di Talamona, il cui territo- rio ricade, infatti, in una zona avente come indirizzo operativo il mantenimento, così come la più parte della realtà provinciale sondriese, fatta eccezione per il solo comune Sondrio.

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4.3. Acque (C)

4.3.1. Il sistema e la disponibilità idrica

Tale paragrafo farà ampio riferimento al Piano di Bilancio Idrico della Provincia di Sondrio (2008), vale a dire lo strumento di settore che correda gli aspetti della pianificazione territoriale di livello intermedio, ossia provinciale, ed è complementare al PTCP sulla base degli aspetti di competenza riconosciuti dalla legislazione nazionale e regionale, proprio alle province.

Figura 42 – Reticolo idrografico della Provincia di Sondrio, come rappresentato nel PBI

L’asta idrica principale del territorio provinciale ed in particolare della Valtellina è il Fiume Adda. che si configura come il più lungo affluente (313 km) e come il secondo adduttore d’acqua del Po, essendo la sua portata media alla confluenza inferiore solo a quella del Ticino. Esso attraversa la Provincia di Sondrio nella sua intera parte sopralacuale. Nasce dal Passo dell’Alpisella a quota 2285 s.l.m. e, dopo aver disceso la Valle di Fraele giunge nel comune di Bormio. Il suo corso prosegue attraversando l’intera Valtellina, ivi lambendo anche la città di Sondrio, e successivamente si immette presso Colico (Provincia di Lecco) nel Lago di Como.

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VAS – Rapporto Ambientale

Il Piano di Bilancio Idrico si è preoccupato di indagare, per quanto attiene il territorio di Talamona, gli aspetti quantitativi e qualitativi che riguardano il T. Tartano e il F. Adda, i due corpi idrici di maggiore portata e le cui acque sono maggiormente soggette ad usi antropici.

Figura 43 – Carico di mm di pioggia annui nei bacini idrografici della Provincia di Sondrio. Si noti la posizione di Tala- mona, sul versante nord della catena Orobica (fonte PBI)

L’incrocio della carta delle precipitazioni totali (nel cui database, per ciascun bacino elementare, è in- dicata la precipitazione totale media annua) con la carta della permeabilità derivata ha consentito di ottenere la matrice delle superfici di infiltrazione in ciascun bacino idrografico elementare.

Figura 44 – Carta della permeabilità derivata elaborata a partire dalla "Carta della Permeabilità della Provincia di Son- drio" (Carte Geoambientali - Regione Lombardia)

Si tratta in particolare della Carta della permeabilità dei suoli (derivata dall’interpretazione delle basi dati geoambientali di Regione Lombardia) e della derivata carta dell’infiltrazione specifica media an- Pagina 75 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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nua riferita alla bacinizzazione SIBCA. La capacità di infiltrazione delle acque meteoriche nei bacini del talamonese è alta in prossimità dei conoidi e della piana di fondovalle. Essa è influenzata dalla permeabilità dei suoli (di origine alluvionale) che influisce mitigando il rischio di erosione, pur tuttavia rendendo le falde più fragili rispetto all’infiltrazioni di sostanze inquinanti. Segue la carta di sintesi degli impianti esistenti o concessi al 2008.

Figura 45 - Carta dell’infiltrazione specifica media annua riferita alla bacinizzazione SIBCA (l/s/kmq)

Figura 46 - Carta di sintesi degli impianti idroelettrici esistenti o concessi al 2008 (aggiornamento al 2008 del catasto – Studio Montana della Provincia di Sondrio)

La presenza di suoli e sottosuoli che garantiscano una buona permeabilità alle precipitazioni ed all’acqua in genere garantisce un minore rischio di erosione dei suoli, con conseguente riduzione di

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rischi idrogeologici legati ad eventi improvvisi (debrit flow e colate). Tali caratteristiche si associano ad una pendenza del terreno, per quanto riguarda le parti antropizzate, mai troppo elevata. Si verifichi ora la presenza delle derivazioni per usi idroelettrici esistenti al 2008 sulla base dell’elaborazione del PBI con riferimento ai dati raccolti per la redazione del medesimo e dei dati derivanti al SIBCA. Il territorio e le sue acque sono interessati da due opere di presa: quella del T. Tartano (diga della Colombera in Comune di Tartano) ed invaso di Ardenno, per metà ricadente in Talamona, sul F. Adda.

Figura 47 - Indice rappresentativo delle lunghezze dei corsi d’acqua non sottesi dagli impianti idroelettrici per settori del territorio provinciale

Tabella 24 - Portate derivate per i diversi usi nei settori considerati e corrispondente indice di derivazione

Figura 48 - Portate derivate per i diversi usi nei settori considerati e corrispondente indice di derivazione

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VAS – Rapporto Ambientale

Al fine di stimare globalmente i quantitativi sottratti dal principale “consumatore” si presti attenzione alla carta successiva per la macro area di indagine “Tartano e limitrofi” del PBI. Sulla base delle stime operate dal PBI utilizzando i dati del Sistema Informativo dei Bacini e dei Corsi d’Acqua (SIBCA) si osservi come le derivazioni per i vari usi siano prevalentemente connesse a due settori: l’agricoltura e la produzione energetica. Si osservi come il settore sia interessato in modo con- sistente dall’utilizzo idroelettrico nel suo complesso. Tuttavia è da segnalare come ciò avvenga per la presenza del bacino artificiale detto Lago della Colombera, che sbarra il corso del torrente Tartano all’ingresso della gola che scende verso il fondovalle e si apre nella conoide del Tartano, proprio a Ta- lamona. A questo si aggiungano le quantità di acqua captate dall’invaso di Ardenno sul F. Adda, al fi- ne di alimentare la centrale di Dubino.

Figura 49 - Carta dell’indice della portata media annua antropizzata rappresentativo, per ogni tratto del reticolo idrogra- fico, del rischio indotto dalle derivazioni rispetto alla portata media annua naturale

Si evince un utilizzo complessivo piuttosto consistente delle acque analizzate per il territorio di Tala- mona, che raggiunge, in termini di portata media annua antropizzata anche valori di criticità media. Tuttavia giova ricordare come oltre all’Adda ed al Tartano, vi siano anche i Torrenti Ranciga, Roncaiola, Malasca. Su di essi il PBI non conduce analisi, ma è da sottolineare come gli stessi non siano partico- larmente soggetti a forme di utilizzo antropico. Le uniche possibili problematicità possono ri- scontrarsi nella stagione estiva, allorquando le loro acque sono utilizzate in alpeggio e/o dalle Figura 50 - Carta dell’indice portata media annua antropizza- ta (stralcio) seconde abitazioni sul versante orobico.

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Segue la tabella dei bacini idrici provinciali e delle relative capacità: in rosso quelli sopra descritti per il talamonese. Serbatoio mln mc Serbatoio mln mc 1 S.Giacomo di Fraele 64.000 15 Lago dell'Inferno 4.170 2 Lago di Cancano 124.100 16 Lago di Trona 5.350 3 Invaso di Valgrosina 1.340 17 Lago Panigai 0.120 4 Lago di Belviso (Frera) 50.100 18 Invaso di Ardenno 0.500 5 Invaso di Ganda 0.070 19 Lago di Montespluga 32.600 6 Lago di Mezzo 0.490 20 Lago di Isola 1.760 7 Lago di Santo Stefano 0.630 21 Lago di 0.161 8 Lago di Scais 9.060 22 Lago del Prestone 0.059 9 Lago Venina 11.190 23 Bacino di Truzzo 14.000 10 Bacino di Campo Gera 68.100 24 Invaso di 0.935 11 Bacino di Campo Moro 10.750 25 Forni 0.011 12 Lago del Publino 5.190 26 Diga di Vedello 0.013 13 Campo Tartano 1.280 27 Vasconi di 0.050 14 Lago di Pescegallo 1.110 28 Invaso di 0.705

Tabella 25 – I bacini artificiali in Provincia di Sondrio e la loro portata in milioni di metri cubi. A Talamona ricade solo parte dell’invaso di Ardenno (F. Adda); della diga ENEL di Tartano si hanno ricadute sulle portate del T. Tartano

Infine si vuole quantomeno citare la presenza, in territorio Talamonese, così come indicate nello specifico studio geologico che accompagna il PGT, la presenza di 7 sorgenti/captazioni per usi idropotabili, così come normate dal DPR 236/1988 s.m.i. Sono indicate le relative fasce di ri- spetto. Indicazione preziosa ai fini del mantenimento di una buono stato qualitativo delle acque è il rispetto anche delle distanze di rispetto (200m) rispetto alla stabulazione del bestiame nei pascoli, aspetto che sovente in molte realtà provinciale ha dettato alcuni abbassamenti, an- che significativi degli indicatori di qualità.

Figura 51 – Le sorgenti c/o le località S. Gregorio, Grum, Figura 52 – Le sorgenti c/o la località Pedroria Buonanotte, Crocette

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4.3.2. La qualità delle acque

Sempre con riferimento al PBI, questa volta riguardo alla qualità delle acque, i dati disponibili, limitati ai tratti dell’Adda e del T. Tartano che scorrono a Talamona, mostrano uno stato chimico-fisico delle acque che non pare particolarmente critico. Tuttavia, la presenza di un massiccio sfruttamento della risorsa idrica, nell’ambito provinciale, comporta il fatto che si possano determinare contesti (dati dal periodo dell’anno e dalle caratteristiche dei tratti fluviali considerati) in cui le portate risultino insuffi- cienti al fine di garantire la necessaria diluizione dei carichi inquinanti. L’effettiva classe di qualità dei diversi corsi d’acqua nello scenario peggiore possibile, ossia in presenza dello stress idraulico più grave, è mappata nella carta dell’indice di inquinamento LIM.

Figura 53 - Carta dell’indice rappresentativo, per ogni tratto del reticolo idrografico, del rischio di inquinamento LIM nello scenario “portate medie annue antropizzate di magra”.

Figura 54 - Carta dell'indice rappresentativo, per ogni tratto del reticolo idrografico, del rischio di mancato raggiungi- mento degli obiettivi di qualità ambientale del corso d’acqua, con esclusione dei piccoli bacini < 5 kmq

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In linea globale, il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori13 (LIM), non presenta sostanziali criticità nell’arco della media delle portate annuali, anche se, in condizioni di stress idrico (usi idroelettrici, irri- gui, periodi siccitosi, etc.) il rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale è piuttosto manifesto sia per il F. Adda, che per i T. Tartano e Roncaiola. Il Comune di Talamona non ha un proprio impianto di depurazione, ma i propri reflui vengono collettati nel depuratore di Morbegno, nella tabella sottostante sono elencati gli impianti esistenti in bassa valle ed i comuni serviti.

Metri cu- Popolazione Impianti Comuni serviti bi/anno de- servita purati Sondrio, , Faedo, , , Poggiriden- Sondrio 35.000 5.800.000 ti,

Morbegno Morbegno (parzialmente), Talamona, (parzialmente) 17.000 2.000.000

Rogolo, , , , Civo (parzialmente), Cosio Val- 14.000 3.000.000 tellino, , Mello, Morbegno (parzialmente), , Torre , , , , Torre S.Maria 6.500 1.400.000 S.Maria Ponte in Val- , , Castello dell’Acqua 5.500 950.000 tellina Castione 1.600 250.000 Andevenno Tabella 26 - Dati provenienza Secam

In termini di capacità di carico il depuratore di Morbegno, che copre il fabbisogno di Morbegno, Tala- mona e parzialmente anche di Civo, non pare avere particolari margini rispetto ai carichi di popolazio- ne massima serviti, poiché tenuto conto dei 12.000 abitanti di Morbegno, cui si assommano i circa 4800 di Talamona, non vi è pressoché capacità residua per Civo o per eventuali episodi di picco (ma- nifestazioni, eventi, afflussi turistici. A livello provinciale i dati forniti da ARPA Lombardia sono riportati nella tabella seguente:

Impianto di depurazione Parametri Potenzialità di pro- Comune Bod5 Cod Solidi sospesi P totale N totale getto (AE) (mg O2/l) (mg O2/l) (mg/l) (mg N/l) (mg P/l) Sondrio 49 500 17 54 16 0,90 15,97 40 000 8 21 12 0,40 11,38 32 000 6 18 8 1,30 5,66 Rogolo 30 000 8 34 13 0,70 4,24 30 000 11 32 11 0,90 10,47 25 000 12 35 14 0,90 10,26 21 500 38 84 4 1,70 10,11

13 Essi sono: ossigeno disciolto; COD; BOD5; azoto ammoniacale; azoto nitrico; fosforo totale; Escherichia coli Pagina 81 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Impianto di depurazione Parametri Potenzialità di pro- Comune Bod5 Cod Solidi sospesi P totale N totale getto Torre Santa Ma- 20 500 7 2 1 0,90 7,46 ria Morbegno 18 000 6 25 11 0,50 5,40 Mese 16 500 17 62 15 1,30 11,64 Ardenno 12 000 13 37 11 1,10 10,73 Chiuro 10 000 24 6 23 1,40 9,09 9 000 1 2 1 0,60 10,19 8 500 9 16 2 1,70 6,96 Dubino 5 000 15 58 17 1,30 11, Valmasino 5 000 8 34 13 0,90 8,68 Civo-Dazio 4 300 39 108 46 2,00 17,53 3 000 12 42 16 0,30 12,58 2 500 19 74 12 1,40 11,10 Piateda 2 100 115 234 61 3,50 22,68 Livigno 2 000 15 34 11 1,50 17,95 Tabella 27- RSA ARPA Lombardia 2009 - qualità dell'effluente

Figura 55 – Carta della localizzazione dei depuratori della Provincia di Sondrio tematizzati in base alla capacità di cari- co

Segue un estratto della matrice di monitoraggio delle acque riferita a prelievi eseguiti nel 2009 da AR- PA Lombardia di Sondrio per il monitoraggio della qualità delle acque.

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5 5 (mg/L)

Fosfato (mg/L)

-

-

Escherichia (u.f.c.)coli

Data 06000 pH (pH) 07000 Conducibilità elettrica a 20°C (µS/cm) 08000 Cloruri(mg/L) Solfati09000 (mg/L) 20001 Azoto nitrico (mg/L) 22001 Azoto ammoniacale (N) (mg/L) 37002 Fosforo totale (P) (mg/L) 46000 Cadmio (µg/L) Piombo51000 (µg/L) 23100 Azoto totale (mg/L) 24010 BOD 24020 COD (mg/L) 37010 Orto 18010 Ossigeno disciolto (mg/L) 49000 Mercurio (µg/L) Solidi40000 sospesitotali (mg/L) Portata99050 (m³/s) 05003 Temperatura acqua (°C) 64999

7.2 57 1.82 9.95 0.7 < 0.04 < 0.05 < 0.3 < 1 1.15 < 2 < 5 0.014 13.42 < 0.05 103 0.2 3.40 200

12/03/2009

< 0.3 < 1 < 0.05

14/04/2009

< 0.3 < 1 < 0.05

21/05/2009

7.2 62 0.72 9.31 1.26 < 0.04 < 0.05 < 0.3 < 1 1.87 < 2 < 6 0.004 10.23 < 0.05 12 0.5 14.0 4000

10/06/2009

Tabella 28 – Estrazione dati di monitoraggio della qualità delle acque del torrente Tartano presso Talamona (fonte AR- PA Lombardia, sede di Sondrio)

Ciò che si può notare è la differenza netta tra la stagione invernale (rilevamento 12 marzo 2009) e quella estiva (rilevamento 10 giugno 2009), nella presenza di Escherichia Coli nella acque del torrente Tartano all’altezza di Talamona, prima dell’immissione in Adda. Si tratta di un’evidente criticità che, come detto si manifesta in estate, a causa sia dei carichi dovuti ai villeggianti e alla carenza del siste- ma di depurazione delle acque della Valtartano, sia a causa della forte presenza di animali al pascolo oltreché ai lavaggi delle casere e delle stalle con le acque del reticolo minore. Le stesse acque, si fa nota, sono utilizzate dalla centrale idroelettrica ENEL di Talamona, pertanto il problema deve essere verificato.

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4.4. Suolo e sottosuolo (D)

4.4.1. Aspetti generali

Il Comune di Talamona, appartenente alla Provincia di Sondrio, confina a nord con i Comuni di Mor- begno, Dazio e Ardenno; a est con il Comune di Tartano (ESE) e con quello di Forcola (ENE); a sud con il Comune di Albaredo per San Marco (SW) e il Comune di Tartano (SE) ed a ovest con il Comu- ne di Morbegno (WNW) e con quello di Albaredo per San Marco (WSW). Esso si estende per una superficie di 2.124 ettari ed è dunque un territorio relativamente ristretto, su- perando di poco la metà della dimensione media dei comuni della Provincia di Sondrio. La sua altitudine varia da un minimo di 231 m sul livello del mare a un massimo 2322 m del Monte Cu- lino. Altre cime che interessano l’area, procedendo da ovest verso est, sono: il Monte Pisello (2270 m), la Cima Paglia (2122 m) e il Monte Piscino (2.092 m). E’ interessato dalla presenza di quattro torrenti appartenenti al reticolo idrico maggiore che, da ovest verso est, sono: il torrente Ranciga, il Roncaiola, il Malasca ed il Tartano; le acque di questi torrenti affluiscono da sinistra all’Adda, dopo aver contribuito alla formazione dei due conoidi che caratterizza- no il territorio. In particolare, sul conoide più occidentale (dovuta principalmente al Roncaiola) sorgono tutti gli abitati permanenti. Da studi precedenti (“Aggiornamento relativo al reticolo idrico minore del territorio comunale”, Volpatti 2004) sono stati individuati 72 corsi d’acqua attribuibili al reticolo idrico minore, più un unico elemento presente sulla carta catastale e non classificato: la “roggia dei mulini”, attualmente non più in funzione come corso d’acqua (Volpatti, 2004).

Figura 56 – Modello digitale del terreno del comune (cella 2 m)

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L’area in esame si colloca poco a sud rispetto alla Faglia Insubrica, la famosa linea di contatto tra la placca Indo-Europea a nord e la placca Africana a sud. In tutta l’area affiora la Formazione degli Gneiss di Morbegno, gneiss biotitici ad albite, talora granatiferi e quarzitici che costituiscono parte del basamento cristallino orobico. Dal punto di vista geomorfologico elementi di rilievo sono le due adiacenti conoidi: quella del torrente Roncaiola a ovest, sulla quale è situato l’abitato di Talamona, e quella del torrente Tartano. Da studi precedenti (Azzola) sono state evidenziate morfologie glaciali all’interno dell’area comunale. Inoltre, nella limitrofa Val Gerola il livello massimo raggiunto dal Ghiacciaio Valtellina (Trimline) è stato identificato a quota 1920 m. Considerando che l’area in esame si trova poco a monte rispetto alla trimline rilevata in Val Gerola, si può asserire che il ghiacciaio Valtellina raggiungeva quote di poco superiori rispetto a quelle raggiunte in Val Gerola. Tenendo conto che l’altitudine massima del Comune è 2322 m ne consegue che durante l’ultimo mas- simo glaciale (circa 16.000 anni fa) quasi tutta l’area fosse ricoperta da un coltre di ghiaccio che supe- rava i 1000 m di spessore.

Figura 57 – Stralcio dall’atlante dei geositi della Lombardia di ERSAF/IREALP

Al di là della natura variegata delle peculiarità morfologiche che si riscontra la significativa presenza del geosito della conoide del Tartano, sul quale molti approfondimenti e studi sono stati condotti. Se- gue uno stralcio dalla descrizione delle schedature ERASF.

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Il Torrente Tartano nasce dalla confluenza dei torrenti di Val Corta e Val Lunga in Val Tartano: con una corsa complessiva di 14 chilometri, distribuita su 1835 metri di dislivello, il torrente si getta nella piana di fondovalle confluendo nell’Adda poco a monte dell’abitato di Talamona, fiorente paese della Bassa Valtellina lambito dalla statate 38 dello Stelvio. La conoide che il torrente forma al suo sbocco nella piana, in corrispondenza dell’improvvisa diminuzione di pendenza, è unica in Valtellina non tanto per le sue dimensioni, non eccezionali con i suoi 190 ha = 1.9 km2, o per la sua simmetria, non perfetta, quanto per il suo elevatissimo grado di at- tività recente: la granulometria ciclopica dei detriti, l’ampiezza dei canali distributori attivi e la discontinuità della copertura vegetale ne fanno uno dei migliori esempi di conoide valliva attiva non solo in Lombardia, ma nell’intero arco alpino. L’ultima fase di attività parossistica della conoide ha coinciso con l’evento alluvionale del 1987, quando il considerevole trasporto solido ha provocato un innalzamento generalizzato (aggradazione) della conoide. In seguito all’evento sono stati realizzati interventi di sistema- zione idraulica. Alcuni spaccati, artificiali e naturali, consentono di effettuare interessanti os- servazioni sedimentologiche sull’architettura del deposito. In rari casi è possibile riconoscere un’alternanza di ghiaie grossolane e angolose, relativamente pulite data la scarsità di matrice limoso-sabbiosa, e di sabbie ciottolose con rozze laminazioni parallele; questi sedimenti si or- ganizzano, più che in strati regolari, in lenti grossolane, compatibilmente con una dinamica al- luvionale di alta energia dominata dai processi di trasporto in massa e flusso granulare, sia in depositi relativamente antichi, esposti in spaccati trasversali, sia in depositi recentissimi espo- sti a piano campagna, è possibile apprezzare l’embricazione dei ciottoli che si accavallano l’uno sull’altro nel verso della corrente e, in rari casi, veri e propri “depositi setaccio”, barre di blocchi grossolani che hanno trattenuto accumuli di ghiaia più fine, impedendone il deflusso. Dal punto di vista naturalistico-ambientale l’area presenta particolare interesse per la vegeta- zione forestale presente sulla conoide. I successivi spostamenti a “tergicristallo” dell’alveo at- tivo del torrente Tartano nel corso degli anni, hanno favorito la coesistenza di formazioni fore- stali a diverso grado di evoluzione, in genere sviluppate su suoli di spessore esiguo.

Figura 58 – Ortofoto della conoide

Gli usi del suolo che vengono condotti nel territorio comunale sono di seguito indicati in base alle quantità che li descrivono. Pagina 86 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Figura 59 – Stralcio della carta degli del suolo del Documenti di Piano

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Uso del suolo Superficie (mq) % Accumuli detritici e affioramenti litoidi privi di vegetazione 247611,61 1,2 Alvei fluviali e corsi d'acqua artificiali 122898,18 0,6 Aree degradate non utilizzate e non vegetate 12922,77 0,1 Boschi conifere a densita media e alta 6154481,95 29,0 Boschi di conifere a densità bassa 108761,28 0,5 Boschi di latifoglie a densità bassa 29397,48 0,1 Boschi di latifoglie a densità media e alta 3017593,60 14,2 Boschi misti a densità media e alta 4133764,54 19,5 Cantieri 51561,12 0,2 Cascine 6658,64 0,0 Cave 46046,58 0,2 Cespuglieti 1363299,54 6,4 Cespuglieti con presenza significativa di specie arbustive alte ed arboree 87225,41 0,4 Cespuglieti in aree di agricole abbandonate 14029,09 0,1 Cimiteri 12464,15 0,1 Formazioni ripariali 269419,58 1,3 Frutteti e frutti minori 130208,88 0,6 Impianti sportivi 11129,57 0,1 Insediamenti industriali, artigianali, commerciali 589935,26 2,8 Insediamenti produttivi agricoli 12915,27 0,1 Pioppeti 5153,06 0,0 Praterie naturali d'alta quota assenza di specie arboree ed arbustive 130669,26 0,6 Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse 655906,87 3,1 Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive 2374231,37 11,2 Reti stradali e spazi accessori 22716,22 0,1 Seminativi arborati 27300,99 0,1 Seminativi semplici 58910,90 0,3 Spiagge, dune ed alvei ghiaiosi 325931,49 1,5 Tessuto residenziale discontinuo 766107,86 3,6 Tessuto residenziale rado e nucleiforme 106587,54 0,5 Tessuto residenziale sparso 14700,23 0,1 Vegetazione dei greti 236469,82 1,1 Vegetazione rada 24923,60 0,1 Vigneti 17511,71 0,1 Totale 21189445,43 100,0 Tabella 29 – Distribuzione dell’uso dei suoli

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Figura 60 – Distribuzione degli usi del suolo

4.4.2. Aspetti pedologici ed agronomici

Segue una caratterizzazione del territorio comunale circa la qualità pedologica dei suoli. La carta della capacità d'uso del suolo delinea sul territorio aree che presentano analoghe limitazioni fisiche, sulle quali vengono poi effettuate valutazioni sull'attitudine ad uso agro-silvo-pastorale. Le in- formazioni sono state elaborate e sintetizzate dalle carte di base e da osservazioni desunte nel corso delle campagne di rilevamento attraverso la metodologia derivata dalla Land Capability Classification o LCC (Klingebiel Montgomery, 1961). Questo sistema di classificazione è organizzato gerarchica- mente secondo due livelli: classe e sottoclasse.

Classe Superficie % (mq) III classe 449025.247 2.1 IV classe 4957307.079 23.4 VI classe 3176520.596 15.0 VII classe 10941424.99 51.7 VIII classe 1655847.464 7.8 Totale 21180125.38 100.0

Tabella 30 – Distribuzione delle classi pedologiche Figura 61 – Distribuzione delle classi pedologiche

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Il grado di capacità d'uso, ovvero l'entità delle limitazioni all'utilizzo agro-silvo-pastorale, viene indicato dalla classe: nel sistema sono prese in considerazione 8 classi, designate ciascuna con un numero romano da I a VIII; all'aumentare della cifra corrisponde un aumento del grado di limitazione e di con- seguenza una diminuzione del numero delle scelte economicamente attuabili riguardo l'utilizzo dei suoli.

Tabella 31 Caratterizzazione delle classi pedologiche

Tabella 32 – Classi di capacità d’uso dei suoli (fonte ERSAF)

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Le limitazioni prese in esame riguardano due aspetti: il suolo, di cui sono valutate la profondità, la pie- trosità, il drenaggio, l'idromorfia, e l'ambiente di cui sono valutati il clima, il rischio d'erosione, ecc. Queste ultime, che nelle aree montane risultano essere preponderanti, concernono l'acclività dei ver- santi, la presenza o la suscettibilità a presentare fenomeni di erosione e di franosità, la rocciosità dell'area e la pietrosità del suolo, la frequenza o la suscettibilità a subire inondazioni, le avversità cli- matiche che assommano considerazioni sui regimi pluviometrici e termometrici, sull'altimetria, sull'e- sposizione e sull'assolazione. Le banche dati di Regione Lombardia hanno consentito di mappare anche le forme di degrado del suolo prevalenti. Si osservi la carta che segue.

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4.5. Ecosistemi e biodiversità (E)

La realtà comunale è interessata dalla presenza del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi e, mar- ginalmente dal Parco Locale di Interesse Sovralocale della Bosca, che per la più parte ricade su Mor- begno. Al di là di tali di tali istituti pare opportuno considerare come gli elementi che fisicamente partecipano alla formazione e costituzione del sistema della biodiversità all’interno di una limitata porzione di terri- torio, qual è Talamona. Anzitutto è utile osservare la complessità morfogeografica dell’ambito, che va a determinare la pre- senza di un articolato di ambienti e di paesaggi i quali influenzano ampiamente le presenze di fauna e flora. Ambiti fluviali e dei torrenti

La forte presenza idrica in ambiti ben specifici è all’origine delle sue peculiarità: gli ambiti pianeggianti di fondovalle sono, infatti, originati dalla presenza del Fiume Adda, mentre i due conoidi, quello fertile di più antica formazione su cui sorge l’abitato e quello più recente e di particolare dinamicità in cui si è sviluppata la pineta a nord est del paese, sono legati rispettivamente al Torrente Roncaiola ed al Tor- rente Tartano, oltre al Torrente Malasca.

Ambito pianeggiante del fondovalle

Rappresenta tutto l’ambito pianeggiante agricolo di origine alluvionale, caratterizzato da particolare fertilità e propensione all’utilizzo agronomico. I grandi spazi aperti di tali aree hanno favorito la presen- za di attività legate principalmente all’allevamento e all’agricoltura. Qui la presenza antropica è forte in termini di zootecnia ed spandimenti agronomici. L’ambito si esten- de in buona parte anche sulla vicina Morbegno. Nonostante le presenze faunistiche si trovino a convivere con la pratica agricola, risulta significativa la connessione con il vicino Parco della Bosca e le aree fluviali dell’Adda.

Ambiti di conoide

Si tratta di due aree originate da condizioni idrogeomorfologiche analoghe, ma molto differenti per come si sono evolute e sono state utilizzate nei secoli dall’uomo. L’ambito di conoide su cui sorge il paese, infatti, interessato dalla presenza dei Torrenti Roncaiola e Malasca, è stato storicamente utiliz- zato ai fini agricoli, come molte altre fertili conoidi della provincia. L’uso agricolo di tali luoghi ha pla- smato il paesaggio e rimodulato anche le presenze faunistiche, poiché la formazione della matrice ru- rale, fatta di strade campestri modellate sulle isometriche e congiungenti i diversi nuclei rurali, piccoli canali agricoli, muracche e muri a secco, ha favorito l’insediamento di specie di insetti, piccoli rettili e mammiferi, che hanno trovato riparo con frequenza proprio all’interno di tali muracche e muri. Per quanto riguarda l’area del conoide di Tartano è importante sottolinearne la peculiarità e la vastità, oltreché l’intrecciarsi di ambienti di varia natura che ivi si sono sviluppati (pietraie, forme di vegetazio- ne pioniera, pecceta di pino silvestre).

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Ambiti di versante

I versanti, qui come su tutte le Orobie, la vegetazione è fitta e si dirada solo per azione antropica (maggenghi e radure). La presenza del bosco risalendo il versante, vede l’alternarsi:

 Castagneti ad ovest e querceti a valle di Dondone;  Faggeti e betuleti;  Abieteti alteranti a peccete, peccete di Pino silvestre e betuleti;  Oltre i 1200 m s.l.m. piceo-faggeti, peccete e peccete di Piano silvestre.

Ambienti sommitali

Al di fuori della fascia boscata, superati i 1800 m s.l.m., cominciano a profilarsi ambienti quali praterie stabili di alta quota, anch’esse interessate dalle presenze pastorali nel corso della stagione estiva. Il livello di conservazione di tali ambienti è comunque elevato.

A tutela dello scambio di biopotenzialità degli ambiti descritti, il DdP formula, ai fini del maggiore det- tagliamento della Rete Ecologica Regionale e di quella provinciale, la propria proposta di Rete Ecolo- gica Comunale. Essa, recependo quanto istituito e tracciato in linea di massima a livello sopralocale, provvede ad as- segnare uno specifico ruolo ai tasselli ed elementi della Rete Ecologica, finalizzando il proprio disegno a favorire la permeabilità tra ambiti e situazioni di differente grado e tipo di naturalità.

Figura 62 – Stralcio della tavola D.12 “Proposta di Rete Ecologica Comunale” del PGT

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Le scelte di seguito esposte fanno riferimento alla carta D.12 del Documento di Piano “Proposta di Re- te Ecologica Comunale” e muovono a partire da quanto sopra citato circa la Rete Ecologica Regiona- le, adeguato alla scala operativa della realtà comunale, anche in considerazione dello Schema Fisico della Tavola delle Previsioni di PGT ver. 4.3. del dicembre 2012. Segue una panoramica del Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Sondrio.

Figura 63 – Il versante retico sopra Ardenno e la relativa zona di ripopolamento e cattura

Figura 64 - Il Culmine di Dazio e la relativa zona di ripopolamento e cattura, oltre al confine tra i settori di caccia agli ungulati tra orobico e retico

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Figura 65 – Zona di Tartano adatta all’addestramento di tutti i tipi di cani, e Crap del Mesdì solo per cani da ferma

Figura 66 – La piana agricola in sponda sinistra dell’Adda e la relativa zona di ripopolamento e cattura, oltre al confine del settore di caccia agli ungulati tra settore orobico e retico

Per quanto attiene all’ittiofauna è da segnalare l’invaso di Ardenno o di Selvetta, il quale, sbarrando il corso dell’Adda nell’omonima località, determina una forte limitazione al ciclo di vita dei pesci che abi- tano il complesso sistema idrico alla confluenza dei T. Masino e Tartano in Adda. Questo è stato vero sino al 2011, quando è stata inaugurata la scala di risalita ittica per favorire la mobilità dei pesci nell’Adda. Il progetto curato da ENEL, Regione Lombardia – Sede Territoriale di Sondrio, Provincia di Pagina 96 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Sondrio e Comune di Talamona. Ha permesso alle specie che abitano il fiume Adda il superamento definitivo dello sbarramento di Ardenno, il quale alimenta l’impianto idroelettrico di Monastero (Poten- za 56 Mw) ubicato a Dubino, a circa 12 km a valle. In questo modo le diverse specie di pesci presenti nel Lago di Como potranno continuare il loro ciclo biologico all’interno dei fiumi e dei laghi della media ed alta Valtellina. Il progetto prevede la possibilità di utilizzare le strutture realizzate anche per avviare il monitoraggio del numero di pesci e delle specie transitate consentendo, attraverso la acquisizione dei dati, di orientare e modulare la politica di gestione della ittiofauna. È stato realizzato uno studio idrologico/ambientale finalizzato a migliorare sia l’inserimento ambientale delle centrali sia la gestione dell’intero sistema idraulico di confluenza nel fiume Adda dei torrenti Ma- sino e Tartano. Dal punto di vista idroelettrico i lavori hanno riguardato: sull’asta del torrente Tartano, il rinnovamento della centrale esistente di Talamona (18 Mw) e la costruzione di due nuove centrali de- nominate Talamona 2 (3 Mw) e Talamona 3 DMV (05 Mw); e sull’asta del Masino, le attività di revisio- ne e manutenzione della centrale di Ardenno (58 Mw). Questo rilevante progetto, oltre a garantire la produzione di energia elettrica pulita ed eliminare l’interruzione dovuta allo sbarramento è stato pen- sato per assicurare il rilascio del Deflusso minimo vitale (DMV) pari a circa 8,5 mc/sec scaricato in par- te dallo sbarramento di Ardenno ed in parte dall’opera di presa sul Masino. Viene così ad essere ga- rantito un salto di qualità a tutto l’alveo fluviale sia a monte fino a Tirano sia a valle dello sbarramento quasi fino al lago di Como.

4.6. Paesaggio e beni-storico culturali (F)

4.6.1. Cenni storici

Paiono esservi testimonianze che riportano l’origine di Talamona ad alcuni secoli prima dell'era cri- stiana, che nacque, s’ipotizza, per via dell'occupazione del territorio celtico da parte di una popolazio- ne di Tirreni o etruschi. L’identità comunale è stata costruita attorno alla realtà rurale d’appartenenza. La sua conformazione caratteristica, infatti, si basa sulle contrade, una decina da fine Ottocento, tutte facenti riferimento a una chiesa o a una cappella votiva, testimonianze del sentimento religioso forte- mente radicato tra i talamonesi. Essi vantavano il primato di non aver mai annoverato tra di loro un so- lo protestante e addirittura, gli antichi statuti vietavano il commercio di grano con gli abitanti della fa- scia retica valtellinese perché questi erano stati gli ultimi a convertirsi al cristianesimo. Sul finire del XIX secolo, il Comune comprendeva anche la Val Tartano e contava circa 2000 abitanti le cui abitazioni erano disperse tra i prati, dal fondovalle ai maggenghi, ma collegate tra loro da una fitta rete di strade sterrate, mulattiere spesso delimitate da muracche - i caratteristici e spessi muri a secco ricavati dalla roncatura delle pietre trasportate dai torrenti che tagliano il territorio del paese - che avevano il compito di dividere ogni appezzamento, rimarcando l'importanza della proprietà privata e, conseguentemente, il carattere chiuso ed indipendente della popolazione della zona. Come quella degli abitanti degli altri centri valtellinesi della fascia orobica, anche l'esistenza dei tala- monesi era segnata dal susseguirsi delle stagioni, tanto che, dall'avvento dei Grigioni nel XVI secolo

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sino all'Unità d'Italia, la loro vita non aveva subito rilevanti variazioni: gli stessi ritmi e i medesimi schemi si perpetravano ben poco dissimili di secolo in secolo, così da denotare nella popolazione se- gregata tra le montagne un certo immobilismo economico e culturale dovuto alla particolare gestione del patrimonio fondiario.

Infatti, la suddivisione della scarsa terra e la sua conduzione erano intimamente connesse alla struttu- ra della società e ai caratteri della sua tradizione. Dell'intero territorio, come accadeva nel resto d'Italia, gli appezzamenti migliori e le porzioni più vaste facevano capo alle poche famiglie agiate e di antica origine nobiliare come i Valenti, gli Spini e i Maz- zoni (di esse oggi rimangono le discendenze ed i palazzi e giardini). Diffidenti e chiuse nei confronti di altre attività economiche, al pari delle classi inferiori, tali famiglie le- gavano i loro interessi esclusivamente alle rendite fondiarie, senza per altro interessarsi direttamente alla gestione delle terre. Secondo la mentalità del valligiano, volta alla difesa della propria indipenden- za, era di basilare importanza poter contare sulla proprietà diretta di uno o più fondi. La maggior parte dei contadini, però, poteva usufruire solo di miseri appezzamenti che faticavano a raggiungere l'am- piezza di una pertica; addirittura “non è infrequente il caso che nell'arare si volgano i buoi sull'altrui proprietà mancando lo spazio di farlo nella propria”.

Nella diffusione della piccola e piccolissima proprietà si collocava il carattere peculiare dei valtellinesi e dei talamonesi. La consistenza del patrimonio di ogni famiglia era minacciata dai lasciti ereditari: ogni padre divideva tra tutti i suoi figli, anche le femmine, le proprie sostanze, dai beni fondiari alle stanze delle abitazioni, dagli arredamenti agli abiti, tanto che prati, campi e boschi venivano frazionati al punto di perdere valore e in una stessa casa convivevano più famiglie alcune proprietarie anche soltanto di mezzo locale. Molto diffusa era la locazione ereditaria, il contratto agrario conosciuto col nome di livello, particolar- mente caratterizzante la provincia di Sondrio è stats l’unica forma contrattuale usata in alcune vallate. Infatti, in un contesto territoriale particolarmente complesso quale quello valtellinese, il patto livellario si rivelava il più idoneo a promuovere l'attività agricola e gli stessi nobili avevano tutti gli interessi a salvaguardarlo a causa della valenza sociale che possedeva: sui livelli si fondava, “specialmente nella Valtellina centrale, la distinzione dei ceti della società, essendo composta la rendita delle famiglie più agiate da una quantità di canoni livellarj”. Il titolo di direttario valeva perciò come dimostrazione e ga- ranzia del proprio rango attraverso il quale antichi casati riuscivano a mantenere gli agricoltori in posi- zione subalterna. Nel caso specifico di Talamona, i livellari che potevano contare su appezzamenti migliori erano i Valenti e i Mazzoni. A livello venivano gestiti anche i beni di proprietà della parrocchia e delle chiese sparse sul territorio comunale, in particolare, quelle facenti capo le confraternite di S. Giorgio, S. Girolamo e S. Maria Na- scente; queste ultime, grazie ai lasciti dei fedeli, avevano potuto acquistare un intero alpeggio, il mon- te Pedena.

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I fondi ricavati dalla diffusa usanza di devolvere i propri beni in suffragio alle anime dei defunti e le do- nazioni delle famiglie abbienti permisero, inoltre, l'istituzione di una casa di ricovero, di un Asilo Infanti- le, della scuola elementare e di una biblioteca ambulante. Oltre che dalla lavorazione dei piccoli appezzamenti privati nel fondovalle e da quelli gestiti dalla par- rocchia, la sussistenza dei talamonesi era garantita dallo sfruttamento dei beni demaniali.

Per consentire ad ogni paesano di far uso di boschi, pascoli e castagneti, il Comune si faceva garante della salvaguardia del territorio: gli statuti comunali dedicavano ampio spazio alla regolamentazione del taglio della legna. I boschi, infatti, costituivano una preziosa fonte di introiti, preservavano il territo- rio talamonese dalle frane e consentivano l'arginatura dei numerosi corsi d'acqua le cui esondazioni spesso minacciavano l'abitato. Il fiume Tartano, ad esempio, recava “frequenti rovine”, tanto che, sul finire dell'Ottocento, l'arciprete Ciaponi lasciava scritto: “nella notte del 27 settembre 1885, dopo tre giorni di insistenti piogge, nella val lunga del Tartano essendo cadute varie frane arrestarono per pa- recchie ore il corso delle acque; indi irruppero con violenza traendo seco piante e macigni […], la fiu- mana si divise in più rami nelle sottostanti praterie che rimasero distrutte per circa la metà del territo- rio. La strada provinciale e conseguentemente la ferrovia […] rimasero distrutte per oltre 300 metri. Varie famiglie soffersero gravissimi danni e perdite di bestiame”. Secondo quanto conservato presso l'archivio comunale, “i danni nelle praterie furono calcolati in lire 120 mila”. In un suo studio sulla provincia di Sondrio, Francesco Visconti Venosta aveva tracciato il profilo del lavoratore valtellinese ricordando come “egli è troppo esclusivamente agricolo, e forma in questo una specialità fra gli abitatori delle montagne che tutti si aiutano o con qualche ramo di com- mercio, o qualche arte industriale.” Al contrario, il caso del valligiano si presentava quasi paradossale: “persino le arti più comuni del ferraiolo, del legnaiolo, del muratore vi sono esercitate da forestieri, e mentre esso esce nel verno in cerca di pane, altri entra per soddisfare ai bisogni di questi esercizi”. Anche in Talamona una buona metà della popolazione trovava occupazione nell'ambito agricolo, men- tre solo una ridotta parte degli uomini lavorava come muratore, falegname e boscaiolo; le donne erano per lo più dedite alla famiglia e davano una mano nei campi. Le acque dei torrenti e delle rulge - i ca- naletti scavati tra i prati -, appositamente incanalate, fornivano forza motrice a mulini e segherie e favorirono l'impianto di filande; la diffusione della lavorazione della seta aveva spinto le fami- glie talamonesi ad allevare in casa i bachi per poter ricavare denaro dalla vendita dei bozzoli o dalla trattura e dalla prima lavorazione del filato grezzo.

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Figura 67 – Antica fotografia di Talamona: sullo sfondo la Figura 68 – Fotografia successiva alla costruzione della strozzatura del Culmine di Dazio e del Crap del Mesdì Chiesa di S. Maria Nascente (1920 c.ca)

Nelle vigne, a lato delle muracche, iniziarono ad essere piantati numerosi gelsi. L'estensione dei prati e degli alpeggi insieme alla qualità delle colture foraggiere, che era tra le migliori della provincia, consentì nell'ultimo ventennio del XIX secolo di incentivare qualitativamente e quan- titativamente l'allevamento di bovine da latte. Di particolare rilievo divenne la produzione di burro e formaggio presso la Latteria Valenti - avviata nel 1880 dall'ing. Clemente Valenti – che aveva raccolto in cooperativa oltre 150 proprietari di bestiame. La durezza della vita spingeva, però, costringeva parte della popolazione maschile a cercare lavoro anche fuori dal paese; durante la stagione invernale si era soliti emigrare in Svizzera o in Francia, ma da fine Ottocento molti talamonesi presero la via meno usuale del Sud America o dell'Australia. In par- ticolare, l'Argentina divenne la meta favorita dei talamonesi. In totale, furono 2358 i valtellinesi che raggiunsero il paese sudamericano, e di questi 139 erano origi- nari di Talamona, per il 70% uomini e per il 30% donne. Più della metà degli emigrati aveva un'età compresa tra i 18 e i 37 anni, mentre solo il 14% era costituito da minorenni tra i 5 e i 17 anni; si trat- tava dei figli di agricoltori e braccianti partiti per Buenos Aires i quali, una volta sistemati, ottenevano il permesso di congiungersi con i propri famigliari. In generale, l'attaccamento alla propria terra, comun- que, favoriva il rientro al paese; anzi, molti paesani erano disposti a emigrare solo in vista di un rien- tro, per investire quanto guadagnato nell'ampliamento e nel miglioramento della conduzione degli ap- pezzamenti appartenenti alla propria famiglia. La società talamonese si basava sul patriarcato e si strutturava attorno alla famiglia allargata, i giovani rimanevano a stretta dipendenza degli anziani genitori e dividevano con essi l'abitazio- ne. Ogni nucleo abitativo, inoltre, faceva capo ad una stalla o ad una caneva – un ampio magazzino seminterrato che fungeva pure da ricovero per il bestiame - dove il vicinato si ritrovava a passare in- sieme le rigide serate invernali, lavorando, chiacchierando e pregando. Tale spinta alla condivisione di stili di vita, di credenze e di lingua portava a rimarcare il forte senso d'appartenenza al gruppo e lo spirito d'identità che ancora oggi caratterizza Talamona rispetto ad altri paesi della zona.

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Figura 69 – Un antica mappa delle frazioni di Talamona all’epoca degli statuti (archivio comunale e ricostruzione)

4.6.2. Elementi costituitivi ed unità tipologiche di paesaggio

Gli approfondimenti riportati nella cartografia del Documento di Piano circa i vincoli storico culturali e paesaggistico ambientali, oltreché la definizione di maggior dettaglio delle unità tipologiche di paesag- gio e delle viste, sono di seguito sinteticamente riportati.

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Figura 70 – Stralcio della carta 5.2 del Documento di Piano

Figura 71 – Panoramica dai versanti orobici verso la bas- Figura 72 - Panoramica dai versanti orobici verso le reti- sa Valtellina che e Dazio

Figura 73 - Panoramica dai versanti orobici Figura 74 – L’Alpe Pedroria

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Figura 75 – Antico tracciato rurale tra muri a secco e mu- Figura 76 – Antico sentiero vicinale tra le muracche racche

Figura 77 – Prati dal fieno lungo le pendenze del conoide Figura 78 –Vigne in prossimità tra gli abitati del conoide

Figura 79 – Edificio Torre (bene tutelato DLgs 42/04) Figura 80 – Antichi edifici in pietra

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Il Documento di Piano, con riferimento al Titolo II delle NdA del PTCP, opera una definizione di detta- glio delle unità tipologiche e degli elementi costitutivi del paesaggio. Nel predisporre tale operazione è stato particolarmente tenuto conto di quanto indicato dalle NdA del PTCP in qualità di:

Capo 3 - Eccellenze territoriali  Art. 14 - Viste passive e attive, statiche e dinamiche, di importanza paesistica  Art. 15 - Centri storici e nuclei antichi  Art. 16 - Edifici e manufatti di valore storico e culturale  Art. 17 - Terrazzamenti  Art. 18 - Itinerari di interesse paesistico, turistico e storico  Art. 19 - Aree di particolare interesse geomorfologico  Art. 20 - Conoidi di deiezione  Art. 21 - Forre

4.6.3. La carta delle sensibilità paesaggistica

Sulla scorta di quanto precedentemente analizzato, è redatta, in conformità ai disposti della LR 12/05 e delle DGR 11045 e 8/2121 s.m.i., la carta della sensibilità paesaggistica, strumento di riferimento per la valutazione di incidenza dei progetti architettonici ed edilizi sula qualità paesaggistica. Segue una breve panoramica di riferimento.

Figura 81 – Le classi di sensibilità paesaggistica di cui alla tavola D.06 del Documento di Piano

Sono compresi nella classe V, molto alta, gli ambiti inclusi all’interno del Parco delle Orobie Valtelline- si, i nuclei di antica formazione e parte del nucleo centrale del paese, le aree pianeggianti di fondoval- le. In classe III, media, le aree libere a cavallo del T. Roncaiola, gli ambiti artigianali di Cà Barri per i

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quali è da meditare un ripensamento della qualità percettiva dei luoghi, la fascia di transizione tra il PIP ed il versante boscato che lo sovrasta. In classe II, bassa, la più parte degli ambiti di recente ur- banizzazione, sia residenziali che produttivi, quindi in classe IV, il resto del territorio comunale.

Classe Superficie (mq) % Molto bassa 0.0 0.00 Bassa 1090532.4 5.15 Media 415670.7 1.96 Elevata 12272496.0 57.90 Molto elevata 7416220.7 34.99

Totale 21194919.75 100.00

Tabella 33 – Distribuzione classi di sensibilità paesaggistica Figura 82 – Distribuzione delle classi di sensibilità pae- saggistica

Figura 83 – Prati dal fieno lungo le pendenze del conoide Figura 84 –La trama insediativa di recente formazione

Figura 85 – Santelle e affreschi sono numerosi sulle fac- Figura 86 – Chiesa di S. Gerolamo ciate delle antiche case talamonesi, ora in degrado

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4.7. Rischi naturali ed antropici (G ed H)

4.7.1. Il rischio legato a fattori naturali

Lo studio geologico comunale che accompagna il PGT non ha evidenziato particolari criticità, localizzandosi la maggior parte degli insediamenti, all’interno di aree in classe I o II di fattibilità geologica. La messa in sicurezza della realtà comunale sotto al profilo idrogeologico è un aspetto che è stato apprfondito anche attraverso studi ed opere facenti seguito anche aglli episodi allovianali del luglio 2008.

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Figura 87 – Quadro complessivo della fattibilità geologica e delle fasce PAI dell’Adda

Figura 88 - Fabbricati rurali in classe IV in località Ponte dei Frati

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Gli studi sono stati redatti a cura di enti quali CNR ed IRPI, che hanno approfindito lo specifico episodio della colata di debris del T. Malasca e che hanno verificato come siano registrate 6 segnalazioni di eventi riguardanti lo stesso (1479, 1885, 1888, 1896, 21 agosto 1911 e 17 giugno 1991), anche se molto probabilmente più ascrivibili a piene torrentizie con forte trasporto solido, piuttosto che a debris flow

Figura 89 – Stralcio di dettaglio del territorio insediato di fondovalle e della conoide abitata

Figura 90 - Stralcio di dettaglio della conoide del Tartano interessato dalla classe IV di fattibilità

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Figura 91 – Fabbricati rurali in prossimità di fasce di rispetto del Reticolo idrico minore e principale sul versante a sud ovest di Colombini

Georischio Superficie % (mq) CLASSE I 2372070.5 11.07 CLASSE II 2761128.8 12.88 CLASSE III 7830070.7 36.53 CLASSE IV 8472355.7 39.52 Totale 21435625.8 100.00 Tabella 34 – Distribuzione delle classi di fattibilità geologica

Figura 92 – Distribuzione della classi di georischio

Figura 93 - Area interessata dalla colata di detrito del T. Ma- Figura 94 – Area interessata dalla colata di detrito del T. lasca del luglio Malasca del luglio 2008

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Segue una mappatura del rischio idrogeologico totale come operata da ARPA Lombardia al fine di studiare la pericolosità dei fenomeni sull’intero territorio Regionale. Tali analisi hanno ovviamente il pregio di restituire un quadro generale coerente, pur perdendo in un certa misura alcuni elementi di dettaglio. Nel caso di Talamona, la mappatura, che scaturisce da un’analisi aggregata delle superifici soggette ad elevata pericolistà geologica in rapporto all’estensione territoriale, esprime una situazione sicuramente di elevata pericolosità in relazione al quadro PAI del rischio idrogeologico considerata la presenza di copertura, da parte delle fasce di esondazione definite dal PAI per il Fiume Adda, per il Torrente Tartano e la relativa conoide di deiezione, oltrechè per quanto riguarda il Torrente Malasca e il Torrente Roncaiola.

Figura 95 – Mappatura del rischio idrogeologico totale per comune (elaborazione ARPA Lombardia/FLA)

Figura 96 –Mappa delle classi di sismicità della Lombardia (fonte ARPA)

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ARPA Lombardia si è occupata anche della mappatura sismica del territorio lombardo; per Talamona non emergono elementi degni di particolare nota essendo il Comune ricompreso tra quelli in zona 4 di sismicità (bassa). Si riporta lo stralcio della carta degli ambiti di amplificazione sismica derivanti dagli approfondimenti dello studio geologico comunale.

La componente del rischio naturale implica di trattare, tra gli agenti fisici, il radon, gas radioattivo di grande pericolosità. Si tratta di un gas nobile radioattivo, incolore ed inodore, derivante dal decadimento dell’uranio, presente naturalmente nelle rocce e nei suoli quasi ovunque, con concentrazioni variabili a seconda della tipologia di roccia. Per esempio, rocce come lave, tufi, pozzolane e graniti, essendo più ricche d’uranio possono presentare e rilasciare maggiori quantità di radon rispetto ad altri tipi di rocce.

Figura 97 – Mappa delle concentrazioni di radon indoor (fonte ARPA Lombardia)

Essendo il radon un gas nobile, può liberamente muoversi attraverso le porosità del materiale e raggiungere l’aria in superficie. Il grado di emanazione del radon dal suolo non dipende solamente dalla concentrazione dell’uranio nelle rocce, ma anche dalla particolare struttura del terreno stesso. Tanto maggiori sono gli spazi interstiziali presenti nei minerali e le fessurazioni delle rocce che compongono il terreno, tanto più radon sarà liberato nell’aria dal sottosuolo. Nell’aria esterna non raggiunge mai concentrazioni significative e pertanto il rischio di esposizione delle persone è estremamente basso. Tuttavia se il gas radon entra in un ambiente chiuso, quale un’abitazione o un luogo di lavoro, a causa del limitato ricambio d’aria, questo può raggiungere concentrazioni in aria rilevanti e tali da esporre la

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popolazione a rischi per la salute. Come già detto, attualmente gli studi scientifici confermano che il radon è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo per molti paesi del mondo. È inoltre stato verificato che vi è una maggior probabilità di induzione di tumore al polmone per persone che fumano o che hanno fumato in passato, rispetto a coloro che non hanno mai fumato durante la loro vita e in ogni caso, che il radon è la prima causa di tumore al polmone per i non fumatori. In particolare, recenti studi sul tumore al polmone in Europa, Nord America e Asia ne attribuiscono al radon una quota di casi che va dal 3% al 14 %.

Gli studi indicano che il rischio del tumore al polmone aumenta proporzionalmente con l’aumentare dell’esposizione al radon. Tuttavia, essendo un numero molto alto di persone esposto a concentrazioni medio basse, ne deriva che la maggior parte dei tumori al polmone correlati al radon, sono causati da livelli di concentrazione medio - bassi piuttosto che da alti. Sulla base delle campagne di misurazione condotte (su impulso dell’APAT) è stata redatta da ARPA Lombardia la relativa carta.

Figura 98 - La colata di detrito del T. Malasca ha lesionato un’abitazione costruita a pochi metri dall’alveo del torrente; l’edificio, originariamente una stalla, era in via di ristrutturazione per uso di civile abitazione

Figura 99 – I bacini idrografici dei T. Roncaiola e Malasca Figura 100 – Foto degli eventi alluvionali del 2008

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4.7.2. Rischio antropico: inquinamento acustico

Passando oltre, il comune di Talamona è dotato di Piano di Classificazione Acustica redatto ai sensi della LR 13/2001.

Figura 101 – Il Piano di Classificazione acustica del territorio comunale

Figura 102 – L’estendersi della classe V lungo la SS38 Figura 103 – Gli ambiti urbani storicamente consolidati in classe II

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Di seguito una breve descrizione del quadro caratterizzante e la verifica delle condizioni, premettendo come non via siano aspetti valutativi specifici legati a tale strumento, pur tuttavia dettando, la classifi- cazione acustica del territorio, delle limitazioni all’utilizzo urbanistico dello stesso e implicando, con la presenza di classi IV e V, lo studio di impatto acustico nel caso di nuovi edifici residenziali o abitativi ricadenti all’interno di tali classi. La distribuzione delle classi acustiche, posto l’obiettivo primario del DPR 447/1995 e delle successive normative regionali (LR 13/2001), vale a dire la salvaguardia della salute umana rispetto a fonti di in- quinamento acustico, nel complesso rispecchia la distribuzione degli usi urbanistici dei suoli e si coe- renzia rispetto ad essi. Tuttavia si vuole quantomeno osservare come la perimetrazione della classe acustica V nella fascia a sud della SS38 dello Stelvio, nel tratto interno al limite dell’abitato ANAS, e che interessa gli ambiti ar- tigianali ed abitativi che si sono conurbati lungo l’asse stradale, non pare essere una scelta volta a tu- telare gli usi misti, anche in parte residenziali, che di tali ambiti sono stati fatti negli anni. Eventuali ricettori di tipo residenziale, ad esempio, quando ricadano all’interno di tali ambiti, non si tro- vano ad essere pienamente tutelati, poiché eventuali misurazioni dell’inquinamento effettuate per norma di legge al ricettore, ammettono elevate soglie di rumore.

Classi Superficie (m) % I 15012735.2 70.9 II 1126665.1 5.3 III 3905109.8 18.4 IV 702081.0 3.3 V 442712.5 2.1 Totale 21189303.5 100.0

Tabella 35 – Distribuzione delle classi acustiche

Figura 104 – Distribuzione delle classi acustiche

Tempi di riferimento Classi di destinazione d’uso del territorio diurno notturno (06:00 – 22:00) (22:00 – 06:00) I Aree particolarmente protette 45 dB(A) 35 dB(A) II Aree prevalentemente residenziali 50 dB(A) 40 dB(A) III Aree di tipo misto 55 dB(A) 45 dB(A) IV Aree di intensa attività umana 60 dB(A) 50 dB(A) V Aree prevalentemente industriali 65 dB(A) 55 dB(A) VI Aree esclusivamente industriali 65 dB(A) 65 dB(A) Tabella 36 - Tabella B DPCM 14 novembre 1997 – valori limite di emissione - Leq in dB(A)

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Tempi di riferimento Classi di destinazione d’uso del territorio diurno notturno (06:00 – 22:00) (22:00 – 06:00) I Aree particolarmente protette 50 dB(A) 40 dB(A) II Aree prevalentemente residenziali 55 dB(A) 45 dB(A) III Aree di tipo misto 60 dB(A) 50 dB(A) IV Aree di intensa attività umana 65 dB(A) 55 dB(A) V Aree prevalentemente industriali 70 dB(A) 60 dB(A) VI Aree esclusivamente industriali 70 dB(A) 70 dB(A) Tabella 37 - Tabella C DPCM 14 novembre 1997 – valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)

Tempi di riferimento Classi di destinazione d’uso del territorio diurno notturno (06:00 – 22:00) (22:00 – 06:00) I Aree particolarmente protette 47 dB(A) 37 dB(A) II Aree prevalentemente residenziali 52 dB(A) 42 dB(A) III Aree di tipo misto 57 dB(A) 47 dB(A) IV Aree di intensa attività umana 62 dB(A) 52 dB(A) V Aree prevalentemente industriali 67 dB(A) 57 dB(A) VI Aree esclusivamente industriali 70 dB(A) 70 dB(A) Tabella 38 - Tabella D DPCM 14 novembre 1997 – valori di qualità - Leq in dB(A)

4.7.3. Rischio antropico: inquinamento elettromagnetico

Talamona è interessato dal transito linee in alta tensione proveniente dalla centrale Enel Comacina14, oltreché da quelle in transito sull’asta di fondovalle dell’Adda, in sponda pedemontana orobica. Per quanto attiene al rischio dettato da sorgenti di inquinamento elettromagnetico si prenda in consi- derazione il vincolo dettato dagli elettrodotti in alta tensione (AT) e media tensione (MT). Per quanto attiene agli elettrodotti a MT, il cui tracciato è stato fornito da ENEL con un’approssimazione della tensione che li attraversa (fino a 15 kV), si è optato, in seguito alla lettura del DPCM 8 luglio 2003; DM 29 maggio 2008, “Approvazione della metodologia di calcolo per la de- terminazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti” redatto dal gestore nazionale in conformità alla normativa vigente, per una DPA cautelativa di 10 m sul sia a sinistra che a destra del palo, riferita ai tronchi di MT in cavo aereo con tensione fino a 15 kV. Per quanto riguarda gli elettrodotti AT che, si è potuto verificare dalla banche dati messe a disposizio- ne da TERNA S.p.a., come le tratte in transito nel comune abbiano tensione pari a 132 kV; TERNA si è anche preoccupata di fornire le tipologie di palificazione e sbraccio, nonché il calcolo delle DPA.

14 Centrale esistente di Talamona Comacina (18 Mw) e quelle previste denominate Talamona 2 (3 Mw) e Talamona 3 DMV (05 Mw). Pagina 114 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Figura 105 – Stralcio del documento di Terna indicante le DPA da applicarsi nel territorio di Talamona per gli specifici tronchi in AT

Si osservino le due mappe successive che intendono definire solamente la posizione di transito degli elementi oggetto d’analisi. Le fasce di rispetto sono state confrontate con gli edifici residenziali così come mappati nel database topografico. Eventuali imprecisioni sono attribuibili alla scala di dettaglio dello stesso (1:2000).

Figura 106 – Le fasce di rispetto degli elettrodotti (MT aerei e AT) in transito sul territorio comunale di Talamona

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Figura 107 – Le fasce di rispetto delle linee di alta tensione intransito sul paese e dirette agli insediamenti del comparto industriale interessano alcuni edifici residenziali, così come quelle pedemontane dirette alla centrale ENEL

Figura 108 – Le fasce di rispetto delle linee di alta tensione in nel territorio pedemontano dirette alla centrale ENEL in- teressano alcuni edifici residenziali

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Figura 109 – Le fasce di rispetto degli elettrodotti nella parte nord est del paese non manifestano criticità particolari

Figura 110 – Stralcio dalle linee guida per la definizione delle DPA

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Segue la panoramica di tutti gli impianti radioemittenti installati sul territorio comunale, con i dati deri- vanti dalle banche dati di ARPA Lombardia. Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) e-via S.p.A. WiFi Località Civo Ortesida > 7 e <= 20

Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) H3G S.p.A. Telefonia Via alla Provinciale c/o cimitero > 300 e <= 1000

Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) INTRED S.p.A. WiFi Via Coseggio c/o Azienda Agricola <= 7

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Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) RAI WAY S.p.A. Televisione Località Civo Ortersida <= 7

Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) Telecom Italia S.p.A. Telefonia Via alla Provinciale c/o cimitero > 20 e <= 300

Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) VODAFONE Omnitel N.V. Telefonia Via alla Provinciale c/o cimitero > 20 e <= 300

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Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) VODAFONE Omnitel N.V. Telefonia Località Civo Ortesida > 20 e <= 300

Gestore Tipo impianto Indirizzo Potenza (W) WIND Telecomunicazioni S.p.A. Ponte Via della Centrale c/o centrale Enel <= 7

E’ da segnalare come si tenda a preferire l’installazione delle stazioni radioemittenti ad una distanza di circa 50 m da ambiti abitati ai fini residenziali con apparecchi su palo tipo raw-land, che, a differenza del tipo roof-top, non sono posizionati sopra a degli edifici, magari residenziali, ma sono direttamente posizionati a terra. Ad ogni modo è facoltà del Comune prevedere una mappatura del territorio comu- nale che definisca, sulla base dei criteri di legge e della dottrina, le aree in cui è possibile insediare tali apparecchiature senza determinare pericolosità.

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Figura 111 – Stralcio della carta dei vincoli: le aree tutelate per legge dall’inquinamento elettromagnetico (asili, scuo- le, case di riposo e di cura, ospedali, etc..) non sono direttamente interessati dalla presenza di SRB

Al fine di verificare la bontà della localizzazione delle installazioni è stato predisposto un areale attorno a ciascuna antenna di 100 m di raggio. Si tiene e precisare che si tratta di una misura assolutamente cautelativa e che non è prevista in termini di legge. A fronte di ciò non si sono manifestate particolari criticità.

4.7.4. Rischio antropico: inquinamento luminoso

Il Comune di Talamona intende procedere alla redazione del quadro completo della pianificazione comunale. Per tale motivo, all’atto della redazione del PGT è in corso di redazione anche il piano di settore specifico per l’illuminazione pubblica comunale. Esso, contestualmente alla raccolta ed omo- geneizzazione dei dati, procederà a produrre un quadro analitico specifico relativo all’inquinamento luminoso dettato dall’utilizzo di lampade che utilizzano gas inquinanti, piuttosto che con fascio lumino- so non conforme ai recenti disposti legislativi in materia di inquinamento luminoso (orizzonte del fascio e tipologia dei proiettori), oltreché dall’inquinamento indotto da apparecchi ad elevato consumo ener- getico. Pagina 121 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Per tali motivazioni gli approfondimenti del caso sono demandati al redigendo Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale, anche al fine di non duplicare dati ed informazioni in merito.

Figura 112 – Elettrodotti in transito nel centro della conoide su cui sorge il paese

4.8. Struttura degli insediamenti (I)

In questa sede si indagano le relazioni tra le previsioni del PGT e quelle del previgente PRG al fine di verificare la compatibilità ambientale delle scelte del nuovo strumento rispetto all’analisi di coerenza interna. Anzitutto, vista la disponibilità dei geodati (file shape) sin qui raccolti e/o implementati, si farà riferimento alla banca dati del redigendo PGT, già uniformata agli schemi di consegna della tavola del- le previsioni di Piano della Regione Lombardia, ed alla banca dati MISURC (Mosaico Informatico degli Strumenti Urbanistici Comunali) per il PRG. In quest’ultimo caso non si tratta di dati redatti e puntual- mente verificati in loco, pertanto le quantità ricavate dagli stessi sono da considerare al rango di stime di riferimento.

Figura 113 – Stralcio della tavola di azzonamento della Figura 114 – Stralcio della tavola di azzonamento della variante generale del PRG 2008 variante generale del PRG 2008

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Figura 115 –Mappatura degli ambiti produttivi, residenziali e per servizi dal sistema informatico MISURC

SUAP

SUAP

Autorizzazioni provincia per SUAP impianto trattamento inerti

Figura 116 - Mappatura degli ambiti produttivi, residenziali e per servizi dalla banca dati del PGT

Ad un riscontro morfologico preliminare le scelte operate dal PGT non sconvolgono la struttura inse- diativa comunale, la quale, effettivamente, non presenta molti margini di manovra entro le maglie della compatibilità del PTCP, oltreché agli obiettivi regionali di contenimento dell’uso del suolo.

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Destinazioni prevalenti MISURC PGT var% Residenziale (mq) 800676 847323 0.06 Produttivo (mq) 485983 517902 0.07

Tabella 39 – Ripartizione delle destinazioni d’uso dei suoli urbanizzati (escluso servizi ed impianti) e variazione percen- tuale

Figura 117 – Ripartizione delle destinazioni d’uso dei suoli Figura 118 – Variazione delle superfici residenziali e pro- urbanizzati duttive tra la soglia MISURC (PRG) e quella del PGT

Le variazioni osservate, si può affermare, sono dettate in parte da allineamenti cartografici, alla nuova base Database topografico provinciale, in parte da lievi modificazioni della perimetrazione degli ambiti insediabili determinate dal processo di raccolta delle istanze dei cittadini (processo VAS/PGT), in par- te dalla necessità di definire una perimetrazione definitiva e certa alla città consolidata, oltre la quale, nuovi ed ulteriori eventuali interventi prevedibili, sia con il redigendo PGT, sia con ulteriori e future re- visioni degli stessi (scadenza quinquennale del DdP), dovranno essere trattati alla stregua di ambiti di trasformazione, quindi almeno assoggettati a VAS e con durata quinquennale.

Oltre a questo hanno giocato un ruolo anche gli accordi pubblico privati inerenti cessioni e scambi che sono avvenuti lateralmente al processo di Piano. Segue una panoramica delle destinazioni d’ambito definite dal PGT rispetto alle disposizioni e defini- zioni della LR 12/05.

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Figura 119 – Ambiti definiti dal PGT

Destinazioni ed usi del suolo Superficie (mq) AMBITI URBANIZZATI (Tessuto urbano consolidato) 1792121.1 di cui a prevalente destinazione residenziale 1199915.8 di cui a prevalente destinazione produttiva 592205.3 di cui aree per servizi 183220.9 SERVIZI (esistenti ed in previsione esterni al TUC) 72617.3 AMBITI AGRICOLI 18076598.3 di cui prativi 3363378.6 di cui boscati 14424086.7 di cui per la coltivazione di piccoli frutti 223652.7 di cui aree libere soggette ad ambiti di trasformazione 65480.3 AMBITI DI NON TRASFORMAZIONE URBANISTICA 1136847.9 di cui cave 204725.5 di cui alvei e altre aree in assenza di suolo 932122.4 INFRASTRUTTURE ED IMPIANTI 443842.9 Aree di circolazione ferroviaria 23460.6 Aree di circolazione stradale esterne al TUC 257955.5 Aree di circolazione stradale interne al TUC 162426.8 Impianti esterni al TUC 30945.27 Tabella 40 – Distribuzione delle destinazioni d’uso degli insediamenti

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Detto ciò, per quanto attiene alla definizione del TUC non si riscontano sotto al profilo quantitativo se- gnali di criticità manifesta, quanto piuttosto problematiche rilevanti in termini qualitativi, vale a dire di distribuzione degli ambiti edificati o edificabili. Si osservi quanto segue.

Figura 120 – La perimetrazione del TUC, in particolare i due ambiti (destra e sinistra del T. Roncaiola) sui quali si è operato il calcolo del rapporto di forma

Superficie Raggio del cer- Perimetro Rapporto (mq) chio equivalente (m) di forma Conurbazioni principali della conoide e 1693788.37 / 21620.89 4.7 del fondovalle Cerchio di superficie 1693788.37 734.45 4612.37 1.0 equivalente

Altri nuclei 8478.54 97801.11 /

Tabella 41 – Rapporto di forma

Figura 122 - Distribuzione statistica della grandezza Figura 121 – Distribuzione statistica della grandezza “pe- “area” del TUC (2 conurbazioni principali del conoide) rimetro” del TUC (2 conurbazioni principali del conoide)

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Data la natura frastagliata della realtà insediativa comunale si è operato un semplice calcolo, il rappor- to di forma o indice di compattezza, al fine di definire un valore che esprimesse proprio quale fosse il grado di compattezza dell’armatura insediativa di Talamona, con particolare riferimento ai due blocchi principali in sponda sinistra e destra idrografica del Torrente Roncaiola. Tale verifica ha dato dimostrazione di come effettivamente, se non si ravvisano, per il tessuto urbano consolidato, particolari emergenze di ordine quantitativo, tuttavia la situazione è più allarmante sotto al profilo qualitativo, ossia in termini di distribuzione e spaziale degli insediamenti, frastagliatura, disper- sività. Il perimetro del TUC di Talamona è infatti 4,7 volte più grande rispetto a quello della forma compatta di riferimento (cerchio) di equivalente superficie. Quanto detto è utile al fine di individuare, quale obiettivo per la programmazione degli scenari futuri che interessano il territorio comunale, la razionalizzazione e qualificazione degli usi degli spazi già in- sediati e, compatibilmente con la programmazione amministrativa, il concepimento di meccanismi di gestione degli indici edificatori fondiari che permettano il pieno e razionale sfruttamento della capacità edificatoria esistente all’interno del Tessuto urbano consolidato.

Figura 123 – Elettrodotti in transito in prossimità dell’abitato

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4.9. Energia (J)

Figura 124 – Carta della radiazione solare media annua al terreno (DTM 5 m sky flat) valori espressi in kWh*mq/anno

Figura 125 – Carta dell’ esposizione solare al terreno (DTM 5 m)

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L’approvvigionamento ed il consumo energetico sono aspetti legati strettamente alla morfologia e alla geografia dei luoghi. Le carte dell’incidenza della radiazione solare media annua espressa in kWh*mq/anno e la carta dell’esposizione solare sono un supporto all’interpretazione. La tabella successiva mostra come nel morbegnese, in linea di massima, il valore medio annuo della radiazione solare al suolo sia di circa 4635 MJ/mq (1300 kWh/mq) per ogni anno, lievemente su- periore a quella del resto della provincia, tuttavia senza particolari guadagni. sigla comune gen feb mar apr mag giu lug ago set ott Nov dic anno SO Chiavenna 3.9 6.5 11.7 15.7 19.0 21.2 21.1 17.9 13.3 9.1 5.2 3.6 4540 SO Morbegno 4.2 6.9 12.2 16.0 19.2 21.4 21.4 18.1 13.5 9.3 5.3 3.8 4635 SO Sondrio 4.0 6.7 11.9 15.9 19.1 21.3 21.2 17.9 13.5 9.2 5.2 3.7 4589 SO Tirano 3.9 6.6 11.8 15.8 19.1 21.2 21.1 17.7 13.4 9.2 5.2 3.7 4559

Tabella 42 – valori della radiazione solare media annua da tabelle ENEA (valori in MJ/mq; per ottenere il valore in kWh/mq occorre dividere per 3,6)

In Regione Lombardia è stato istituito il Catasto Energetico degli Edifici Regionali (CEER), un impor- tante strumento conoscitivo a disposizione di Regione Lombardia, degli Enti Locali e di altri soggetti autorizzati alla sua consultazione che consente loro di conoscere la prestazione energetica dei sistemi edifici-impianti certificati, così da promuovere una nuova cultura volta alla progettazione e costruzione di edifici a basso consumo energetico. Segue una panoramica di dati. Emerge come il comune di Talamona si allinei alla realtà provinciale nei termini quantitativi, di destinazioni d’uso e prestazioni energetiche degli edifici residenziali. Ovvia- mente è superiore alla media provinciale il numero di ACE accatastati per gli edifici ad uso industriale, essendo forte e molto presente (oltre la media provinciale) la realtà produttiva.

I- I- I- I-

E- S- S-

U- U- U- U-

O-

Comune

VA

IANALI ED ASS

BAR, RISTORANTI,SALE DA BALLO CINEMA E TEATRI, SALE DI NIONE PER CONGRESSI RI COLLEGI, CONVENTI, CASE DI P NA E CASERME EDIFICI ADIBITI AD PENSIONI ED ATTIVITA' SIMILARI ALBERGO, EDIFICI ADIBITI COMMERCIALIED ASSIMILABILI AD EDIFICI ADIBITI ATTIVITA' AD ATTIVITA' IND STRIALI ED ARTIG EDIFICI ADIBITI AD ATTIVITA' SC MILABILI LASTICHE DI TUTTI I LIVELLI E A EDIFICI ADIBITI AD OSPEDALI, CL SIMILABILI NICHE O CASE DI CURA ED EDIFICI ASS ADIBITI AD MILABILI UFFICI ED A SIMILABILI EDIFICI RESIDENZIALI CON OCC PAZIONE CONTINUATI EDIFICI RESIDENZIALI CON OCC PAZIONE SALTUARIA LUOGHI DI CULTO, MOSTRE, MUSEI E BIBLIOTECHE PALESTRE ED ASSIMILABILI SERVIZI DI SUPPORTO ALLE ATT SPORTIVEVITA' Totale complessivo ALBAREDO PER SAN MARCO 4 4

ALBOSAGGIA 1 1 3 4 2 1 61 6 1 1 1 82

ANDALO VALTELLINO 2 1 5 1 13 1 23

APRICA 3 23 1 1 2 218 224 1 473

ARDENNO 1 1 16 3 98 4 123

BEMA 3 1 4

BERBENNO DI VALTELLINA 2 9 10 7 103 1 1 133

BIANZONE 1 2 3 3 2 35 46

BORMIO 15 12 46 10 18 376 167 644

BUGLIO IN MONTE 2 2 1 42 47

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CAIOLO 1 1 4 2 15 1 24

CAMPODOLCINO 1 1 1 8 1 119 54 185

CASPOGGIO 1 5 3 1 75 64 1 150

CASTELLO DELL'ACQUA 12 1 13

CASTIONE ANDEVENNO 13 4 4 39 2 62

CEDRASCO 1 2 9 12

CERCINO 1 1 1 1 26 30

CHIAVENNA 2 1 2 21 7 1 25 371 8 438

CHIESA IN VALMALENCO 3 4 12 4 139 164 326

CHIURO 2 1 10 10 2 48 1 74

CINO 9 9

CIVO 4 1 18 4 27

COLORINA 3 27 1 31

COSIO VALTELLINO 1 2 1 10 10 1 4 177 3 3 212

DAZIO 1 1 1 41 9 53

DELEBIO 7 13 1 1 5 81 2 110

DUBINO 3 2 13 3 1 11 136 169

FAEDO VALTELLINO 12 12

FORCOLA 7 7

FUSINE 1 13 14

GEROLA ALTA 1 1 7 16 25

GORDONA 2 6 7 37 52

GROSIO 2 3 1 6 71 1 84

GROSOTTO 1 43 3 47

LANZADA 4 1 3 47 26 81

LIVIGNO 11 14 44 6 1 13 231 41 361

LOVERO 1 9 3 13

MADESIMO 6 2 10 3 1 1 94 171 288

MANTELLO 2 3 22 27

MAZZO DI VALTELLINA 2 1 15 4 22

MELLO 20 1 21

MENAROLA 2 1 3

MESE 1 1 1 1 50 54

MONTAGNA IN VALTELLINA 1 1 4 4 1 112 3 126

MORBEGNO 10 64 22 49 688 4 837

NOVATE MEZZOLA 2 81 7 90

PEDESINA 1 2 7 10

PIANTEDO 10 8 6 54 78

PIATEDA 3 4 4 3 56 3 73

PIURO 4 1 59 4 68

POGGIRIDENTI 1 1 3 1 63 69

PONTE IN VALTELLINA 1 1 1 5 4 76 1 89

POSTALESIO 5 37 42

PRATA CAMPORTACCIO 2 2 4 2 1 67 78

RASURA 6 6 Pagina 130 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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ROGOLO 5 3 1 23 32

SAMOLACO 7 3 34 44

SAN GIACOMO FILIPPO 1 1 10 6 18

SERNIO 1 12 13

SONDALO 3 1 1 8 3 1 114 4 135

SONDRIO 24 1 1 200 21 1 1 150 1445 18 1 1 1864

SPRIANA 2 9 11

TALAMONA 1 5 14 1 6 114 141

TARTANO 1 2 3 6

TEGLIO 1 5 9 1 2 161 17 196

TIRANO 8 1 2 6 36 8 2 29 380 8 1 481

TORRE DI SANTA MARIA 1 27 3 31

TOVO DI SANT'AGATA 2 4 21 27

TRAONA 2 1 5 1 86 95

TRESIVIO 1 2 1 1 121 5 131

VAL MASINO 2 1 9 2 14

VALDIDENTRO 4 1 4 7 1 2 8 145 97 269

VALDISOTTO 4 5 5 2 5 119 67 1 208

VALFURVA 1 8 2 1 4 58 54 128

VERCEIA 1 20 1 22

VERVIO 3 1 4

VILLA DI CHIAVENNA 21 1 22

VILLA DI TIRANO 1 9 5 4 4 74 1 98

Totale complessivo 133 7 9 87 648 247 16 7 416 7277 1311 2 7 4 10171

Tabella 43 – Il numero di Attestati di Certificazione Energetica (ACE) per comune della Provincia di Sondrio

Provincia Sondrio N. ACE per classe energetica %

A+ 40 0.33

A 197 1.63

B 949 7.84

C 1524 12.58

D 1624 13.41

E 1476 12.19

F 1439 11.88

G 4861 40.14

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Totale 12110 100.00 Figura 127 – Numero di ACE per classe energetica Figura 126 - Numero di ACE per destinazione d'uso

Figura 128 – Numero di per provincia suddivisi per casse energetica

Figura 129 – Numero assoluto di ACE in base alla destinazione d’uso

Figura 130 – Ombra invernale a Talamona; il versante reti- co è invece soleggiato

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4.10. Reti tecnologiche ed infrastrutturali (K)

E’ buona la dotazione infrastrutturale e di reti tecnologiche comunali grazie alla localizzazione lungo l’asta di fondovalle intensamente urbanizzata, alla prossimità del polo attrattore di Morbegno, nonché alle attività produttive insediate nel territorio comunale, sia in termini di artigianato, sia in termini di in- dustria.

Figura 131 – Stralcio della carta D.9 del Documento di Piano, Quadro delle infrastrutture

Segue un panoramica cartografica relativa alle principali reti di sottoservizi che s’è potuto mappare in base ai dati operabili archiviati.

 Rete fognaria  Rete acquedottistica  Rete elettrica  Teleriscaldamento

La presenza di tali geodati consente di verificare da un lato la dotazione delle stesse ed il grado di servizio che le queste possono potenzialmente rendere, piuttosto che le eventuali carenze e la neces- sità di potenziarle, dall’altro consente di verificare anche l’opportunità di introdurre modalità di edifica- zione non diretta e/o convenzionata, finalizzata a potenziare le urbanizzazioni primarie ed i sottoservi- zi in relazione alle nuove previsioni edificatorie.

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Figura 132 – La distribuzione delle reti degli elettrodotti e delle sta

Figura 133 – La rete del metanodotto di III specie in transito nella piana agricola a lato dell’Adda e le fascia di rispetto

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Figura 134 – Rete fognaria e di scarico (direzione Morbegno depuratore)

Figura 135 – Rete del Teleriscaldamento proveniente da Morbegno

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Figura 136 – Rete acquedottistica idonea e da potenziare

A fronte di quanto illustrato si tenga presente come un maggiore grado di approfondimento circa la do- tazione di reti di sottoservizi è demandata allo specifico piano di settore previsto per legge (LR. n. 23/2006 e RR n. 6/2010 s.m.i.), vale a dire il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (PUGSS), la quale la disciplina vigente assegna la funzione di strumento di analisi e verifica della do- tazione e promotore delle normative d’uso, di programmazione degli interventi e di razionalizzazione delle opere del sottosuolo.

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4.11. Rifiuti (L)

Segue una panoramica relativa alla produzione di rifiuti nell’anno 2010 a Talamona. Emerge un dato interessante circa la raccolta differenziata, vale a dire che il sistema di raccolta comunale permette di sfiorare l’obiettivo del 60%. In tal senso il Comune è virtuoso.

Produttore - 2010 Comune di Talamona Abitanti 4676 Accumulatori nd Carta 241200 Farmaci 263 Ferro 54580 Frigo 7560 Gomme 50 Imballi plastica nd Latte nd Latte vernici nd Legno 84580 Umido nd Neon 173 Olio minerale 0 Olio vegetale 310 Pile 501 Plastiche nd RAEE 34380 Plastica e lattine 52100 Verde 217180 Terre spazzamento 269480 Toner 117 Vernici 3135 Vetro 193390 Video 5390 Ingombranti rec 60% 117636 Totale RD 1282025 Vaglio nd Ingombranti sma 40% 78424 RSU 836300 Totale smaltimento 914724 Totale generale 2196749 RD% 58 Ingombranti 196060 Tabella 44 – Riepilogo della raccolta rifiuti nel Comune

Segue ora una breve disamina delle carte di sintesi relative al Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti, che, in base agli specifici approfondimenti, permette di individuare, almeno in linea generale, le aree

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che presentano un grado di propensione all’accoglimento di nuove discariche, nuovi termovalorizzatori e nuovi impianti di trattamento. La lettura della cartografia del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti deve essere affrontata con la dovuta consapevolezza circa il livello di dettaglio che essa riporta, trattandosi di uno strumento di sca- la provinciale che, per forza di cose, fornisce elementi di valutazione che siano funzionali alle differenti realtà della provincia di Sondrio e pertanto sia costretto a tralasciare alcuni elementi di dettaglio che sono quindi da verificare di volta in volta. Emerge, pertanto, quanto di seguito è riportato.

Figura 137 – Stralcio dal Piano di Gestione dei Rifiuti Provinciale: possibilità di localizzazione di nuove discariche

Figura 138 – Stralcio dal Piano di Gestione dei Rifiuti Provinciale: possibilità di localizzazione di impianti di termovalorizzazione

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Figura 139 – Stralcio dal Piano di Gestione dei Rifiuti Provinciale: possibilità di localizzazione di impianti di trattamento

Il territorio di Talamona, in linea generale risulta essere, per le sue caratteristiche geomorfologiche, per le dimensioni e la distribuzione degli abitati, per la presenza di ambiti di naturalità fluviale o perico- losità idrogeologica, assolutamente non propenso alla realizzazione di impianti per la termovalorizza- zione dei rifiuti, mentre pochi sono i margini per la realizzazione sia di discariche, sia di impianti per il trattamento. Si ricordi come sono in previsione all’interno del PGT, in recepimento di iter già avviati con pareri di compatibilità espressi positivamente dagli enti competenti, in particolare la Provincia, due impianti per i rifiuti Il primo, in località Cà Barri, non lontano dall’ambito di non trasformazione urbanistica dell’alveo del Torrente Tartano, rappresenta un sito per il trattamento e lo stoccaggio di inerti provenienti da attività edili; il secondo, sito in ambito pedemontano ed all’interno del PIP Talamona – Morbegno, del quale rappresenta una variante, è un impianto di raccolta mandamentale adeguato alle normative ed alle esigenze emerse di spostamento di quello attuale non lontano dalla località Serterio, in via di dismis- sione.

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5. Valutazione delle azioni di PGT

5.1. Il dimensionamento e l’impianto strategico di PGT

Il PTCP, all’art. 61 commi 2.2, 3.2 e 4 delle NdA, fornisce le indicazioni per il dimensionamento dei PGT; si considerano di interesse sovra comunale le previsioni insediative che prevedono la crescita rispetto allo strumento urbanistico vigente, espressa in termini volumetrici e valutata in mc vuoto per pieno per la domanda endogena ed esogena, determinata come da parametri successivi.

Capacità insediativa residenziale

Tipologie comuni Crescita endogena (mc) Crescita esogena (mc) Fino a 1000 abitanti 10.000 5.000 Fino a 3000 abitanti 15.000 7.500 Sopra 3000 abitanti 20.000 10.000 Capo mandamento 40.000 20.000 Comune di Sondrio 80.000 20.000

Tabella 45 – Indicazioni dimensionali per la residenza (Norme di Attuazione del PTCP)

La localizzazione delle nuove previsioni abitative, secondo il PTCP deve essere effettuata sulla base dei seguenti criteri:

 massimo utilizzo del patrimonio edilizio esistente del quale va favorito il recupero nelle sue di- verse forme;  massimo utilizzo delle aree interstiziali, dei vuoti urbani e delle aree anche dismesse collocate all’interno della parte di territorio già urbanizzato;  contenimento dello sviluppo urbano in prossimità dell’attuale area urbanizzata, evitando di de- terminare saldature tra nuclei originariamente distinti, nonché i creare insediamenti continui lungo gli assi stradali di livello sovra comunale.

Si consideri in linea generale che la capacità insediativa residua all’interno delle ex zone residenziali di PRG sia pressoché esaurita, al di là di pochi lotti di modeste dimensioni rimasti ancora liberi. La pe- rimetrazione del Tessuto Urbano Consolidato e la sua ripartizione in ambiti a differente indice edifica- torio massimo, ha tenuto conto di alcune richieste della cittadinanza pervenute all’avvio del procedi- mento di PGT, oltreché di convenzioni sottoscritte tra l’A.c. e soggetti privati che sono intervenute pa- rallelamente al processo di Piano e delle quali pertanto, il PGT tiene conto in qualità di specifiche “Modalità di attuazione” nel Tessuto Urbano Consolidato assoggettate a Permesso di Costruire Con- venzionato (PCC 02 e 03 nell’ambito produttivo definito dal PGT in prossimità di Cà Barri) ed a Per- messo di Costruire Convenzionato (PCC residenziali 05 e 06) presso il nucleo centrale, ad est dell’area per servizi di previsione ove sarà localizzato il nuovo plesso scuola materna/asilo nido. Pertanto, rispetto a tali scelte intervenute a PRG ancora vigente, il PGT interviene senza andare so- stanzialmente ad alterare la capacità edificatoria della città consolidata, come verificabile, in estrema sintesi, attraverso il raffronto cartografico successivo. Pagina 140 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

Figura 140 – Stralci di raffronto tra perimetro del TUC e zone omogenee di PRG

Pagina 141 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

Alcune modeste addizioni che il TUC ha subito e che sono verificabili attraverso il raffronto morfologi- co con la carta di azzonamento del PRG, sono rinviabili al cambio di destinazione d’uso di alcuni fab- bricati in zone agricole di PRG intercluse rispetto alle zone di completamento o espansione (B e C), piuttosto che realizzati a cavallo tra zone agricole ed edificabili. I terreni pertinenziali, cogliendo l’occasione offerta dal nuovo strumento urbanistico di definire un perimetro invalicabile della città con- solidata, sono stati, anche in seguito al confronto con i mappali catastali inclusi o esclusi, nel rispetto dei requisiti di cui all’art. 10 LR 12/2005, nel TUC. Oltre a queste considerazioni sul Tessuto Urbano Consolidato si tenga conto di quanto segue circa la verifica dimensionale degli Ambiti di trasformazio- ne.

Figura 141 – ATR 02, 03, 04 Figura 142 – ATR 05, 06, 11

! ! !

Confine comunale ! Ambiti agricoli Ambiti agricoli ordinari

! ! ! Ambiti agricoli strategici ! ! ! Ambiti agricoli boscati

Ambiti agricoli per la coltivazione di piccoli frutti

Ambiti agricoli soggetti a previsione di ATR ATR ATR Perimetro del TUC Aree di tessuto urbano consolidato

Verde privato

Verde privato nei nuclei di antica formazione

In previsione

Esistenti

Alvei e pietraie

Cave di inerti Modalità di attuazione nel Tessuto Urbano Conoslidato Piano per Insediamenti produttivi

Permesso di costruire convenzionato in ambito residenziale Piano di Recupero Permesso di costruire convenzionato in ambito produttivo artigianale Figura 143 – ATR 01, 07, 08, 09, 10 Ambiti di trasformazione Perimetro degli Ambiti di trasformazione

Pagina 142 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

ATR

A B1 B2 C1 C2 TR D1 D2 E Std_Parc heggi Std_Vpa Totale 1 R 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 719.7 1573.1 2292.7 2 R 0.0 0.0 0.0 0.0 5153.6 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 5153.6 3 R 0.0 0.0 0.0 0.0 4250.6 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 4250.6 4 R 0.0 0.0 0.0 5262.8 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 5262.8 5 R 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 5102.6 0.0 0.0 5102.6 6 R 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 3706.3 3706.3 7 R 0.0 0.0 2036.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 4312.4 6348.9 8 R 0.0 0.0 0.0 0.0 322.0 0.0 0.0 0.0 7640.3 79.8 0.0 8042.0 9 R 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 6415.9 0.0 0.0 0.0 2269.0 0.0 8684.9 10 P 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 2319.0 0.0 2696.8 0.0 1341.8 4770.4 11128.1 11 P 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 6340.9 0.0 0.0 6340.9 Tot 0.0 0.0 2036.5 5262.8 9726.2 8734.9 0.0 2696.8 19083.7 4410.3 14362.1 66313.3 Tabella 46 – Ripartizione dell’incidenza degli ATR sulle ZTO del PRG

Zona omogenea Superficie (mq) % A 0.0 0.0 B1 0.0 0.0 B2 2036.5 3.1 C1 5262.8 7.9 C2 9726.2 14.7 TR 8734.9 13.2 D1 0.0 0.0 D2 2696.8 4.1 E 19083.7 28.8 Std_Parcheggi 4410.3 6.7 Figura 144 – Ripartizione dell’incidenza degli ATR sulle ZTO del PRG Std_Vpa 14362.1 21.7 Totale 66313.3 100.0

Tabella 47 – Ripartizione dell’incidenza degli ATR sulle ZTO del PRG: in evidenza le incidenze su E, Parcheggi, Verde attrezzato

La disamina delle quantità soggette a previsione di ATR ha fatto emergere come, su circa 67074 mq di St soggetta a previsioni di espansione, 37856 mq (56.4%) siano di effettiva nuova previsione, poi- ché interessanti aree a standard o agricole. Se ne desume che, applicati gli indici edificatori territoriali che il PGT assegna ai relativi ATR, le quantità di edificabilità residenziale aggiuntiva rientrano nei limiti imposti dal PTCP, come di seguito illustrato. Pagina 143 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Destinazione ATR Sup. ex E, Std P, Std Vpa It max (mc/mq) Volume max (mc) Residenziale 25403 0.8 20322

Tabella 48 – Incremento volumetrico determinato dagli Ambiti di trasformazione che non sottendono zone edificabili di PRG

Tipologie comuni Crescita endogena (mc) Crescita esogena (mc) Complessivo (mc) Sopra 3000 abitanti 20.000 10.000 30.000

Tabella 49 – Lo scaglione di crescita previsto dal PTCP è rispettato

! ! !

Confine comunale ! Perimetro del TUC

Aree di tessuto urbano consolidato

Verde privato

Verde privato nei nuclei di antica formazione Modalità di attuazione nel Tessuto Urbano Conoslidato Piano per Insediamenti produttivi

Permesso di costruire convenzionato in ambito residenziale

Piano di Recupero

Permesso di costruire convenzionato in ambito produttivo artigianale Aree per servizi In previsione

Esistenti Alvei e pietraie

Cave di inerti

Perimetro degli Ambiti di trasformazione Ripartizione degli ATR rispetto alle ZTO del PRG

A

B2 C1

C2

TR D2

E

P

Vpa Ambiti agricoli Ambiti agricoli ordinari ! ! ! ! Ambiti agricoli strategici ! ! ! ! Figura 145 – Ripartizione degli ATR rispetto alle ZTO del PRG Ambiti agricoli boscati Ambiti agricoli per la coltivazione di piccoli frutti

Pertanto, tenuto conto di quanto sin qui illustrato ed anche del fatto che l’ATR n. 07 sia completamen- te intercluso all’interno del Tessuto Urbano Consolidato, si può determinare come siano rispettati i parametri dimensionali residenziali dettati a livello provinciale.

Nonostante questo è opportuno, anticipando il contenuto delle schede di valutazione degli ATR, che si avvii una riflessione ponderata circa il consumo di suolo indotto dalle previsioni di PGT, in particolare su quelle aree che, libere da precedenti previsioni edificatorie, possono essere più agevolmente ricon- siderate.

Pertanto si osservino i valori dimensionali, in termini di insediabilità, che derivano dall’attuazione degli ATR, con specifico riferimento ai singoli Ambiti di trasformazione, nonché alle previgenti previsioni di PRG.

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ATR Totale It_max(mc/mq) Capacità insediativa

1 Res 2292.7 12

2 Res 5153.6 27

3 Res 4250.6 23

4 Res 5262.8 28

5 Res 5102.6 27 0.8 6 Res 3706.3 20

7 Res 6348.9 34

8 Res 8042.0 43

9 Res 8684.9 46

Totale 48844.4 260

Tabella 50 – Ripartizione della capacità insediativa degli ATR residenziali

A fronte dell’incremento della popolazione previsto per i dieci anni a partire dal 2013 sino al 2023 e pari a 250 unità, come riportato in tabella, gli ATR residenziali esprimono, con parametro 150 mc/ab o 50 mq/ab, una capacità insediativa pari a 260 abitanti. Anno Residenti Anno Residenti Var. % 1991 4289 2008 4676 1992 4315 2009 4732 1993 4331 2010 4767 1994 4363 2011 4768 1995 4373 2012 4815 1996 4404 2013 4822 1997 4424 2014 4848 1998 4423 2015 4874 1999 4441 2016 4900 2000 4472 2017 4927 2001 4506 2018 4953 + 2.87 2002 4588 2019 4980 2003 4616 2020 5006 2004 4623 2021 5030 2005 4624 2022 5053 2006 4620 2023 5075 +2.47 2007 4648

Tabella 51 – Proiezione del numero di residenti al 2023 (+10 anni)

Tali valori, considerato anche che il PGT intende rilanciare il risanamento dei nuclei storici al fine di riguadagnarne centralità, se uniti alla capacità insediativa residua o recuperata rispettivamente all’interno del TUC e dei NAF, consente di soddisfare le esigenze per i prossimi anni, nei limiti imposti dalla LR 12/2005 e dal PTCP.

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Per coerenza si riportano le capacità insediative derivanti dalla previgenti zone di PRG oggi interessa- te da ATR residenziali. ATR Totale Capacità insediativa con Insediabilità rispetto It (0.8 mc/mq) alle ex zone PRG A 0 0 B1 0 0 B2 2036 11 C1 5263 28 ex ZTO che generava- 125 C2 9726 52 no volumetria TR 6416 34 D1 0 0 D2 0 0 E 12743 68 ex ZTO che non gene- Std_Parcheggi 3068 16 135 ravano volumetria Std_Vpa 9592 51 Totale 48844 260 260

Tabella 52 – Ripartizione delle capacità insediativa degli ATR sulle ex zone di PRG

Capacità insediativa produttiva

Il PTCP (art. 61 comma 3.2. delle NdA) definisce come di interesse sovra comunale le aree a destina- zione artigianale ed industriale che superano i seguenti parametri:

 Comuni fino a 2000 abitanti 1 ha  Comuni sopra 2000 abitanti 1,5 ha

La superficie degli ATR 10 e 11, a destinazione artigianale, è tale per cui ricoprono una superficie complessiva di 17397 mq, dei quali 12381 mq, pari al 70%, determinano consumo di suolo non sog- getto ad altre forme di edificabilità dal PRG previgente. Per tale motivo pare opportuno ponderare la loro introduzione, tenuto conto anche di quanto descritto nelle schede di valutazione degli ATR.

ATR

A B1 B2 C1 C2 TR D1 D2 E Std_Parc heggi Std_Vpa Totale 10 P 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 2319.0 0.0 2696.8 0.0 1341.8 4770.4 11128.1

11 P 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 6269.5 0.0 0.0 6269.5 Tot 0 0 0 0 0 2319 0 2696.8 6269.5 1341.8 4770.4 17397.6

Tabella 53 – Dettaglio della ripartizione dell’incidenza degli ATR artigianali sulle ZTO del PRG

La valutazione complessiva deve anche tenere conto che il PGT, pur se già inseriti all’interno del Tes- suto Urbano Consolidato poiché afferenti a Convenzioni o varianti automatiche (SUAP) sottoscritte a latere del processo di redazione del PGT, introduca due ambiti produttivi di tipo artigianale assogget- tati a Permesso di Costruire Convenzionato (per i quali sono previste opere di mitigazione e compen-

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sazione ambientale prescritte all’interno della Rete Ecologica Comunale, (PCC 02 e PCC 03) che ri- coprono una di superficie 12591 mq, e per i quali è previsto l’indice di edificabilità territoriale pari a 0.4/0.5 mq/mq di Slp, che generano quindi, considerata l’altezza indicativa di circa 10 m, un volume prossimo ai 50.000 mc.

Destinazione ATR Sup. ex E, Std P, Std Vpa Ut max Slp max Vol (mq/mq) (mq) (mc con H 10 m) ATR Artigianali (10 e 11) 12381 0.4 4952 49520 PCC Artigianali (02 e 03) 12591 0.4 5036 50360

Tabella 54 – Aree di espansione artigianale (ATR e PCC)

In base a quanto sin qui descritto si verifica la generale rispondenza delle previsioni di PGT a quanto stabilito, in termini dimensionali, dal PTCP, sia per quanto riguarda gli ATR residenziali, sia per quanto riguarda gli ATR produttivi. Tuttavia, non essendo sufficiente il giudizio relativo alla verifica dimensionale, ma necessitando di un approccio anche qualitativo, come effettivamente richiesto dalla LR 12/2005 e dal PTCP, si leggano le schede di valutazione e dei criteri di intervento negli ATR, le quali esprimono le criticità, emerse in termini qualitativi, rispetto agli specifici casi.

5.2. Il giudizio di sostenibilità degli Ambiti di trasformazione (ATR)

Per quanto attiene al giudizio di sostenibilità specifico relativo a ciascuno degli Ambiti di trasformazio- ne previsti dal Documento di Piano, si rimanda integralmente alle relative schede dei criteri di inter- vento e valutazione (elaborato DR.02_valutazione e criteri di intervento negli Ambiti di trasformazio- ne).

Di seguito solo la panoramica che emerge in seguito alla loro valutazione rispetto ai seguenti aspetti:

 classe di fattibilità geologica o georischio;  classe di sensibilità paesaggistica;  capacità di uso del suolo;  classificazione acustica del territorio comunale;  proposta di Rete Ecologica Comunale;  previsioni del previgente PRG;  quadro vincolistico complessivo;  giudizio sintetico di sostenibilità rispetto alla strategia di PGT ed alla disciplina sovraordinata.

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Quanto emerge rispetto agli ATR è di seguito riportato.

Codice ATR Destinazione Generatore di nuova volume- Giudizio sintetico tria rispetto al PRG 01 Residenziale SI Sostenibile 02 Residenziale NO Sostenibile con prescrizioni 03 Residenziale NO Sostenibile con prescrizioni 04 Residenziale NO Sostenibile 05 Residenziale SI Consistenti limitazioni 06 Residenziale SI Sostenibile con prescrizioni 07 Residenziale IN PARTE Sostenibile con prescrizioni 08 Residenziale SI Consistenti limitazioni 09 Residenziale IN PARTE Sostenibile con prescrizioni 10 Artigianale IN PARTE Consistenti limitazioni 11 Artigianale SI Consistenti limitazioni

Tabella 55 – Giudizio sintetico sugli ATR

5.3. Possibili indicatori di monitoraggio

Sono di seguito riportati alcuni possibili indicatori per il monitoraggio del sistema ambientale e, soprat- tutto, dell’evoluzione del PGT e del Documento di Piano, in particolare, nel suo periodo di vigenza. Il numero degli indicatori è nutrito e fa tendenzialmente riferimento a dati disponibili tra la banche dati di Regione Lombardia (ARPA, Sit(i), etc.).

Indicatore Descrizione indicato- Stato PGT 2012 Fonte Componente re di riferimento quantità qualità

Densità abitativa Rapporto tra la popola- ab./kmq ISTAT - Data ba- zione residente e la se topografico superficie territoriale CMV Morbegno così come definita nella sezione "indicatori" di uso del suolo". Densità abitativa su Rapporto tra la popola- ab./ ha = ISTAT - Banche superficie urbaniz- zione residente e la ab/ha dati shapefiles A zata superficie urbanizzata PGT così come definita nella sezione 'Indicatori di uso del suolo". Popolazione flut- Popolazione tempora- Dato da repe- tuante neamente presente (tu- rire risti, pendolari, ecc). Popolazione resi- Popolazione residente abitanti al 31 ISTAT Pagina 148 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Indicatore Descrizione indicato- Stato PGT 2012 Fonte Componente re di riferimento quantità qualità

dente al 31 dicembre. dicembre 2012 Trend demografico L'andamento della po- (2001) - ISTAT polazione residente in (2011) un determinato periodo di tempo, disaccop- piando le dinamiche di lungo periodo, ben espresse dalla caden- za decennale del Cen- simento della popola- zione delle abitazioni dell'ISTAT, da quelle di breve periodo. Unità locali delle Numero di unità locali, Industria = 24; ISTAT imprese, istituzioni così come definite nei Servizi e ter- pubbliche e impre- Censimenti Industria e ziario = 73 im- se no profit Servizi dell'ISTAT. prese Imprese attive Imprese attive nel regi- Agricoltura = ; Registro Imprese stro delle imprese per Industria = ; settore di attività Costruzioni = Servizi = Concentrazione La concentrazione me- CO2 =; PM10 INEMAR 2008 media stagionale dia stagionale di PM10, =; CO2_eq =; dei principali inqui- NO2, CO, SO2, O3, PREC_OZ =; nanti come rilevata dalle sta- N2O =; CH4 zioni di rilevamento =; CO =; della qualità dell'aria, PM2.5 =; COV se presenti. =; PTS =; SO2 =; Nox =; NH3 =; SOST_AC B = Zona d'appartenen- La zona di appartenen- Obiettivo di Sintesi indirizzi za za secondo la d.g.r. n. qualità dell'a- operativi ARPA 5290 del 2 agosto 2007 ria: manteni- Lombardia per la "Suddivisione dei terri- mento qualità dell’aria torio regionale in zone e agglomerati per l'at- tuazione delle misure finalizzate al conse- guimento degli obiettivi di qualità dell'aria. Carico organico po- Potenzialità di progetto AE complessi- SECAM spa tenziale degli impianti pubblici vi a fronte di di depurazione, residenti e flut- espressa in abitanti tuanti (depura- C equivalenti (AE). tore di) Stato Ecologico dei Lo Stato Ecologico dei SECA = ; RSA Arpa Lom- Corsi d'Acqua - Corsi d'Acqua (SECA) LIM = ; bardia anno SECA esprime lo stato ecolo- IBE = 2005-2006 gico di un corso d'ac- Pagina 149 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Indicatore Descrizione indicato- Stato PGT 2012 Fonte Componente re di riferimento quantità qualità

qua, come sintesi della componente biologica [IBE) e della compo- nente fisico-chimica [LIM). Incidenza superficie Rapporto fra la superfi- (TUC Banche dati urbanizzata cie del territorio urba- mq/Comune shapefiles PGT nizzato e la superficie mq) = % del territorio comunale. Indice di boscosità Rapporto tra la superfi- mq bosco/6 D cie a bosco e la super- mq comune = ficie territoriale. % Indice di frammen- Rapporto tra il perime- perimetro Banche dati tazione perimetrale tro dell'urbanizzato e la TUC/cerchio shapefiles PGT dell'urbanizzato circonferenza de! cer- con area TUC chio di superficie equi- = valente. Superficie territorio Rapporto tra la superfi- fatt 4/ comune Banche dati comunale ricadente cie ricadente nella = % shapefiles PGT - in classe geologica classe geologica 4 componente geo- 4 "Fattibilità con gravi logica limitazioni", ai sensi G della d.g.r. n. 8/1566 del 22 dicembre 2005 "Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano Incidenza superficie Rapporto tra la superfi- classe I = %; Comune - Piano classificata in zone cie ricadente nelle classe II = %; Classificazione 4-5-6 classi 4, 5 e 6 della zo- classe III = %; Acustica nizzazione acustica classe IV = %; H prevista dalia I. classe V = % 447/1995 "legge qua- dro sull’inquinamento acustico" e la superficie territoriale. Edifici con certifica- Numero di edifici con Dato da repe- Catasto energe- J zione energetica certificazione energeti- rire tico nazionale ca. (ENEA) Densità degli im- Rapporto tra il numero Densità = CASTEL Arpa pianti radio base di impianti radio base e Lombardia la superficie territoriale. K Impianti telecomu- Numero di impianti per impianti censiti CASTEL Arpa nicazione e radiote- le telecomunicazione e Lombardia levisione radiotelevisione pre- senti. Produzione di rifiuti Quantitativo annuo di t di rifiuti com- Archivio MUD - L urbani rifiuti urbani prodotti plessivi SECAM spa 2012 Pagina 150 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

VAS – Rapporto Ambientale

Indicatore Descrizione indicato- Stato PGT 2012 Fonte Componente re di riferimento quantità qualità

Produzione di rifiuti Rapporto tra la produ- kg/ab rifiuti Archivio MUD - urbani pro capite zione di rifiuti urbani e complessivi SECAM spa gli abitanti residenti. 2012 Raccolta differen- Quantitativo di rifiuti % indifferen- Archivio MUD - ziata raccolti in modo diffe- ziato - % diffe- SECAM spa renziato. renziato 2012 Tabella 56 – Matrice degli indicatori ambientali di monitoraggio

Pagina 151 di 152 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI TALAMONA

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Allegato: Report dei dati geostatistici comunali

Pagina 152 di 152 SINTESI BANCHE DATI TERRITORIALI (Polo Territoriale di Direzione) Comune: TALAMONA(SO) Codice ISTAT: 014063 Comunità Montana: VALTELLINA DI MORBEGNO CAP: 23018

Rete stradale (S.I.Tra. 2006) Rete ferroviaria (S.I.Tra. 2006)

Tipologia: Strade provinciali Lunghezza (Km): 2,26 Lunghezza (Km): 5,14 N° di stazioni: 1 Tipologia: Strade statali Lunghezza (Km): 3,35

Parchi

Denominazione:...... Parco delle Orobie Valtellinesi Superficie (ha):...... 648,84 % di superficie a parco: 30

Dati geografici Superficie territoriale [ha] 2.124,42 Superficie territoriale 3D [ha] 2.496,04 Perimetro [m] 23.170,56 Perimetro 3D [m] 24.786,99 Quota minima [mslm] 233,63 Quota massima [mslm] 2.313,26

Popolazione (Censimento ISTAT 2001) Popolazione residente 4.506

Popolazione da 15 anni a 64 anni 3.116

Popolazione residente - femmine 2.278

Popolazione residente - maschi 2.228

Popolazione <= 14 anni 718

Popolazione >= 65 anni 672

Densità demografica 212

Indice di vecchiaia 94

Uso suolo DUSAF - dettaglio superfici (2000)

Boschi di conifere634,72 [ha]

Boschi misti di conifere e di latifoglie410,63 [ha]

Boschi di latifoglie333,29 [ha]

Prati permanenti di pianura210,99 [ha]

Vegetazione arbustiva e cespuglieti150,57 [ha]

Aree urbanizzate141,14 [ha]

Pagina 1 di 16 www.sistemarurale.regione.lombardia.it elaborazione a cura di SINTESI BANCHE DATI TERRITORIALI (Polo Territoriale di Direzione) Comune: TALAMONA(SO) Codice ISTAT: 014063 Comunità Montana: VALTELLINA DI MORBEGNO CAP: 23018

Prati e pascoli109,16 [ha]

Aree sabbiose, ghiaiose e spiagge39,17 [ha]

Accumuli detritici e affioramenti litoidi privi di vegetazione24,60 [ha]

Vegetazione dei greti19,46 [ha]

Seminativo semplice14,72 [ha]

Frutteti e frutti minori11,81 [ha]

Alvei fluviali e corsi d'acqua artificiali9,47 [ha]

Aree estrattive4,72 [ha]

Seminativo arborato3,61 [ha]

Ambiti degradati soggetti ad usi diversi2,64 [ha]

Vigneti 1,64 [ha]

Vegetazione rupestre e dei detriti1,58 [ha]

Pioppeti 0,52 [ha]

Uso Suolo ISTAT 10 (Censimento Nazionale Agricoltura 2000)

Pascoli 1.050,00 [ha]

Fustaie 818,88 [ha]

Prati permanenti358,72 [ha]

Cedui 250,29 [ha]

Altra superficie aziendale53,85 [ha]

Altra superficie agraria non utilizzata18,97 [ha]

Fruttiferi 3,70 [ha]

Vivai 0,48 [ha]

Orti familiari 0,31 [ha]

Cereali per la produzione di granella0,06 [ha]

Uso suolo SIARL (2003)

Tipologia di utilizzo: Piante arboree Superficie utilizzata (ha): 27,79 % su totale sup agricola utilizzata: 9,37%

Tipologia di utilizzo: Foraggiere Superficie utilizzata (ha): 267,72 % su totale sup agricola utilizzata: 90,30%

Pagina 2 di 16 www.sistemarurale.regione.lombardia.it elaborazione a cura di SINTESI BANCHE DATI TERRITORIALI (Polo Territoriale di Direzione) Comune: TALAMONA(SO) Codice ISTAT: 014063 Comunità Montana: VALTELLINA DI MORBEGNO CAP: 23018

Tipologia di utilizzo: Fabbricati Superficie utilizzata (ha): 0,98 % su totale sup agricola utilizzata: 0,33%

Riepilogo dati SIARL (2003)

Superficie agricola utilizzata (mq):...... 2.780.059

Superficie non agricola utilizzata (mq):...... 184.848

Superficie totale utilizzata (mq):...... 2.964.907

Superficie aziende SIARL (mq):...... 8.535.910

Malghe

Nome: --- Superficie reale (ettari): Superficie planimetrica (ettari): Superficie catastale: --- Quota minima (metri): Quota massima (metri):

Superficie bruciate causa incendio boschivo, periodo 1997 - 2004

Superficie totale [ha]: 18,00 - Superficie boscata [ha]: 18,00 - Superficie non boscata [ha]:

Malattie delle piante (Servizio Fitosanitario Regionale 2006)

Anoplofora Flavescenza - Totale piante abbattute: MALUS...... ACER...... PLATANUS...... Erwinia AESCULUS...... PRUNUS...... - BETULA...... PYRUS...... CARPINUS...... ROSA...... Sharka CRATAEGUS...... SALIX...... - CORYLUS...... COTONEASTE...... FAGUS...... POPULUS...... LAGESTROEM...... ULMUS...... LAUROCERAS...... ALNUS......

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Fascia collinare

Denominazione zona:

Fonte informativa:

Raccolta funghi

Tipo Raccolta: Raccolta non riservata Denominazione area: - Note: Raccolta libera nel rispetto della Legge Regionale n°24 del 23 giugno 1997

Azienda Sanitaria Locale: Sondrio Sede: Sondrio Provincia: Sondrio Indirizzo: Via N.Sauro, 33 - 23100 SONDRIO (SO) Telefono: 0342521111

Unità di Gestione caccia

Nome: Tipo: Scadenza PFVP:

Canali di bonifica e irrigazione

Nome:...... Tipologia:...... Funzione:...... Consorzio di bonifica:..

Aree agricole di pregio

% superficie comunale interessata: 1,5 , pari a ettari: 32,4

Aree omogenee agroforestali

Descrizione:...... Zona montana

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Superficie comunale interessata (ha): 2.124,4

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Specie animali (ordinate in base alla % comunale potenzialmente interessata)

Nome italiano...... Volpe Nome scientifico...... Vulpes vulpes Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Pernice bianca Nome scientifico...... Lagopus mutus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Pernice bianca Nome scientifico...... Lagopus mutus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Gabbiano comune Nome scientifico...... Larus ridibundus Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Gabbianello Nome scientifico...... Larus minutus Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Lepre alpina Nome scientifico...... Lepus timidus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Nottola di Leisler Nome scientifico...... Nyctalus leisleri Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Martora Nome scientifico...... martes martes Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Ghiandaia Nome scientifico...... Garrulus glandarius Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

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Nome italiano...... Moscardino Nome scientifico...... Muscardinus avellanarius Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Ermellino Nome scientifico...... Mustela erminea Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Vespertilio mustacchino Nome scientifico...... Myotis mystacinus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Ghiro Nome scientifico...... Myoxus glis Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Toporagno d'acqua Nome scientifico...... Neomys fodiens Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Fistione turco Nome scientifico...... Netta rufina Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Marmotta Nome scientifico...... Marmota marmota Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Cigno reale Nome scientifico...... Cygnus olor Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Coturnice Nome scientifico...... Alectoris graeca (saxatilis) Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Coturnice Nome scientifico...... Alectoris graeca (saxatilis) Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

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Nome italiano...... Aquila reale Nome scientifico...... Aquila chrysaetos Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Moretta tabaccata Nome scientifico...... Aythya nyroca Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Moretta grigia Nome scientifico...... Aythya marila Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Francolino di monte Nome scientifico...... Bonasa bonasia Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Strolaga mezzana Nome scientifico...... Gavia artica Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Cornacchia nera Nome scientifico...... Corvus corone corone Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Strolaga minore Nome scientifico...... Gavia stellata Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Quercino Nome scientifico...... Eliomys quercinus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Zigolo muciatto Nome scientifico...... Emberiza cia Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Gheppio Nome scientifico...... Falco tinnunculus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

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Nome italiano...... Peppola Nome scientifico...... Fringilla montifringilla Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Fringuello Nome scientifico...... Fringilla coelebs Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Tasso Nome scientifico...... Meles meles Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Francolino di monte Nome scientifico...... Bonasa bonasia Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Scoiattolo Nome scientifico...... Sciurus vulgaris Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Cesena Nome scientifico...... Turdus pilaris Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Talpa europea Nome scientifico...... Talpa europaea Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Venturone Nome scientifico...... Serinus citrinella Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Toporagno alpino Nome scientifico...... Sorex alpinus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Rinolofo minore Nome scientifico...... Rhinolophus hipposideros Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

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Nome italiano...... Picchio rosso maggiore Nome scientifico...... Picoides major Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Pipistrello di Nathusius Nome scientifico...... Pipistrellus nathusii Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Merlo Nome scientifico...... Turdus merula Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Rinolofo maggiore Nome scientifico...... Rhinolophus ferrumequinum Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Orecchione meridionale Nome scientifico...... Plecotus austriacus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Orecchione Nome scientifico...... Plecotus auritus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Cincia dal ciuffo Nome scientifico...... Parus cristatus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 100

Nome italiano...... Luì bianco Nome scientifico...... Phylloscopus bonelli Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 96

Nome italiano...... Gufo reale Nome scientifico...... Bubo bubo Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 96

Nome italiano...... Allocco Nome scientifico...... Strix aluco Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 91

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Nome italiano...... Astore Nome scientifico...... Accipiter gentilis Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 90

Nome italiano...... Codirosso Nome scientifico...... Phoenicurus phoenicurus Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 90

Nome italiano...... Colombaccio Nome scientifico...... Columba palumbus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 89

Nome italiano...... Cincia bigia Nome scientifico...... Parus palustris Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 89

Nome italiano...... Picchio muratore Nome scientifico...... Sitta europaea Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 89

Nome italiano...... Rampichino Nome scientifico...... Certhia brachydactyla Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 88

Nome italiano...... Cornacchia grigia Nome scientifico...... Corvus corone cornix Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 88

Nome italiano...... Rampichino alpestre Nome scientifico...... Certhia familiaris Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 87

Nome italiano...... Picchio nero Nome scientifico...... Dryocopus martius Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 86

Nome italiano...... Nibbio bruno Nome scientifico...... Milvus migrans Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 85

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Nome italiano...... Rondine montana Nome scientifico...... Ptynoprogne rupestris Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 81

Nome italiano...... Rondone maggiore Nome scientifico...... Apus melba Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 81

Nome italiano...... Civetta capogrosso Nome scientifico...... Aegolius funereus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 80

Nome italiano...... Picchio muraiolo Nome scientifico...... Tichodroma muraria Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 79

Nome italiano...... Gallo cedrone Nome scientifico...... Tetrao urogallus Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 78

Nome italiano...... Vespertilio di Daubenton Nome scientifico...... Myotis daubentoni Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 78

Nome italiano...... Nocciolaia Nome scientifico...... Nucifraga caryocatactes Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 77

Nome italiano...... Gallo forcello Nome scientifico...... Tetrao tetrix Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 74

Nome italiano...... Gallo forcello Nome scientifico...... Tetrao tetrix Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 74

Nome italiano...... Gracchio alpino Nome scientifico...... Phyrrhocorax graculus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 74

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Nome italiano...... Allodola Nome scientifico...... Alauda arvensis Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 73

Nome italiano...... Cinghiale Nome scientifico...... Sus scrofa Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 71

Nome italiano...... Rondine Nome scientifico...... Hirundo rustica Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 70

Nome italiano...... Merlo acquaiolo Nome scientifico...... Cinclus cinclus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 70

Nome italiano...... Passero d'Italia Nome scientifico...... Passer italiae Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 69

Nome italiano...... Civetta nana Nome scientifico...... Glaucidium passerinum Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 69

Nome italiano...... Tortora Nome scientifico...... Streptopelia turtur Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 68

Nome italiano...... Passero mattugio Nome scientifico...... Passer montanus Abbondanza...... Molto abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 67

Nome italiano...... Tortora dal collare Nome scientifico...... Streptopelia decaocto Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 62

Nome italiano...... Canapino Nome scientifico...... Hippolais polyglotta Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 60

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Nome italiano...... Barbagianni Nome scientifico...... Tyto alba Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 59

Nome italiano...... Merlo dal collare Nome scientifico...... Turdus torquatus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 58

Nome italiano...... Albanella reale Nome scientifico...... Circus cyaneus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 57

Nome italiano...... Cannaiola verdognola Nome scientifico...... Acrocephalus palustris Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 56

Nome italiano...... Corvo Nome scientifico...... Corvus frugilegus Abbondanza...... Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 53

Nome italiano...... Zigolo nero Nome scientifico...... Emberiza cirlus Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 50

Nome italiano...... Beccaccia Nome scientifico...... Scolopax rusticola Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 47

Nome italiano...... Stiaccino Nome scientifico...... Saxicola rubetra Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 42

Nome italiano...... Codirossone Nome scientifico...... Monticola saxatilis Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 38

Nome italiano...... Passero solitario Nome scientifico...... Monticola solitarius Abbondanza...... Rara % comunale potenzialmente interessata.. 38

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Nome italiano...... Arvicola delle nevi Nome scientifico...... Chionomys nivalis Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 37

Nome italiano...... Succiacapre Nome scientifico...... Caprimulgus europaeus Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 36

Nome italiano...... Smeriglio Nome scientifico...... Falco columbarius Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 34

Nome italiano...... Organetto Nome scientifico...... Carduelis flammmea Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 33

Nome italiano...... Balia dal collare Nome scientifico...... Ficedula albicollis Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 29

Nome italiano...... Bigiarella Nome scientifico...... Sylvia curruca Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 27

Nome italiano...... Fringuello alpino Nome scientifico...... Montifringilla nivalis Abbondanza...... Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 20

Nome italiano...... Crocidura minore Nome scientifico...... Crocidura suaveolens Abbondanza...... Comune % comunale potenzialmente interessata.. 16

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Specie pesci

Nome italiano...... Nome scientifico...... Lunghezza massima...... Peso massimo (gr)...... Mese di inizio riproduzione...... Mese di fine riproduzione......

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