DI PROVINCIA DELL’AQUILA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

Numero 9 Del 30-01-2018

Oggetto:Approvazione Programma Triennale per la prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018/2020.

L'anno duemiladiciotto il giorno trenta del mese di gennaio alle ore 12:00, presso questa Sede Municipale, convocata nei modi di legge, si è riunita la Giunta Comunale per deliberare sulle proposte contenute nell'ordine del giorno unito all'avviso di convocazione.

Dei Signori componenti della Giunta Comunale di questo Comune:

DI CESARE GIANNI SINDACO P ISIDORO ROBERTO VICESINDACO A PACE VINCENZO ASSESSORE ESTERNO P ne risultano presenti n. 2 e assenti n. 1.

Assume la presidenza il Signor DI CESARE GIANNI in qualità di SINDACO assistito dal Segretario Comunale dott.ssa FANIA COLANGELO

Il Presidente, accertato il numero legale, dichiara aperta la seduta ed invita la Giunta Comunale ad esaminare e ad assumere le proprie determinazioni sulla proposta di deliberazione indicata in oggetto.

Soggetta a ratifica N Comunicazione ad altri Enti S Immediatamente eseguibile S LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO CHE:  in attuazione dell’articolo 6 della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell’ONU il 31 ottobre 2003 e ratificata ai sensi della L. 3 agosto 2009, n. 116, e degli artt. 20 e 21 della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 e ratificata ai sensi della L. 28 giugno 2012, n. 110, l’Autorità nazionale anticorruzione e gli altri enti pubblici indicati dalla legge nazionale sono tenuti ad adottare attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell’illegalità in genere nella Pubblica Amministrazione;  la L. 190 del 2012 all’art. 1, comma 7, quale norma di ratifica della Convenzione della Nazioni Unite contro la corruzione, dispone che per la finalità di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell’illegalità in genere nella pubblica amministrazione l'organo di indirizzo politico, su proposta del responsabile anticorruzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il proprio piano triennale di prevenzione della corruzione;  l'articolo 10 comma 1 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 prevede che ogni amministrazione adotta il Programma Triennale per la Trasparenza dell'integrità (PTT), da aggiornare annualmente; DATO ATTO CHE il programma triennale per la trasparenza dell'integrità, in relazione alla funzione che lo stesso assolve, va considerato come sezione del piano triennale di prevenzione della corruzione della illegalità, dovendosi considerare residuale la facoltà dell'amministrazione di approvare detto programma separatamente, come raccomandato dall'aggiornamento 2015 al piano nazionale anticorruzione approvato con determinazione numero 12/2015 ANAC; TENUTO CONTO CHE la Relazione del Responsabile alla Giunta evidenzia condizioni di particolare difficoltà organizzativa dovute alla limitata dimensione dell’amministrazione ed alla conseguente esiguità delle risorse umane e finanziarie disponibili ; CONSIDERATO  Che i contenuti del Piano Anticorruzione devono essere in linea con i contenuti indicati nel Piano Nazionale Anticorruzione che costituisce ex lege (art. 1, comma 2-bis, L. n. 190/2012) atto di indirizzo per gli enti tenuti ad approvare il proprio piano triennale di prevenzione della corruzione;  che l’Autorità Amministrativa Indipendente c.d. ANAC ha approvato il Piano Nazionale Anticorruzione attraverso i seguenti atti amministrativi di riferimento: - delibera n. 72/2013; - determinazione n. 12/2015; - deliberazione n. 831/2016; - deliberazione n. 1208 del 22 novembre 2017, di aggiornamento del piano per il 2017; CONSIDERATO CHE sia il PNA che il PTPC sono rivolti, unicamente, all’apparato burocratico delle pubbliche amministrazioni; PRESO ATTO  della nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione, avvenuta con decreto del Sindaco nella persona del Segretario Comunale Dott.ssa Fania Colangelo;  dei contenuti del piano anticorruzione redatto dal responsabile della prevenzione della corruzione ed allegato al presente atto e ritenuto lo stesso pienamente aderente alle esigenze di questo Comune;

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 2  delle indicazioni di cui alla determinazione ANAC n. 12/2015 di integrazione al PNA , della deliberazione ANAC n. 831/2016 di approvazione del nuovo PNA e deliberazione n. 1208 del 22 novembre 2017;  degli allegati del piano, ed in dettaglio: - le schede di rilevazione dei rischi; - le misure specifiche di prevenzione della corruzione (Allegato B); - Il codice di comportamento dei dipendenti adottato ai sensi e per gli effetti dell’art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001 e del D.P.R. n. 62/2013;

Tutto ciò premesso e considerato

DELIBERA

DI ADOTTARE il piano triennale 2018/2020 anticorruzione allegato al presente atto, dando atto che il Programma per la Trasparenza per l'Integrità (PTTI), costituisce una sezione del Piano di Prevenzione della Corruzione; DI DARE ATTO che copia del Piano Triennale 2017/2019 verrà trasmessa a tutti i dipendenti dell’Ente; DI DARE ATTO CHE il piano anticorruzione, con tutti i suoi allegati, sarà pubblicato sul sito del Comune in AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE e precisamente nella sezione “Anticorruzione” e che lo stesso rimanga in pubblica visione di chiunque.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 3 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI PROVINCIA DELL’AQUILA ______

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2018-2020

(Art. 1, commi 8 e 9 della L. 6 novembre 2012, n. 190, recante le disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione) Approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. in data 30 Gennaio 2018

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 4 PREMESSA La sempre maggiore attenzione alla prevenzione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione ha portato all’approvazione della Legge 6 novembre 2012 n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, che ha disciplinato in modo organico un piano di azione, coordinato su tutto il territorio nazionale, volto al controllo, prevenzione e contrasto della corruzione e dell’illegalità. La L. n. 190 del 2012 impone alle pubbliche amministrazioni l’obbligo di redigere un piano anticorruzione e introduce principi già in vigore per le aziende private attraverso i c.d. modelli organizzativi previsti dall’art. 6 del D.Lgs. 231 del 2001, che prevede che se il reato è stato commesso dalle persone indicate nell'articolo 5, comma 1, lettera a), l'ente non risponde se prova che il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo. In termini analoghi, l’art. 1, comma 12, della L. n. 190 del 2012 dispone che in caso di commissione, all'interno dell'amministrazione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato, il responsabile individuato ai sensi del comma 7 risponde ai sensi dell'art. 21 del D.Lgs. n. 165 del 30 marzo 2001 e successive modificazioni, nonché sul piano disciplinare, oltre che per il danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione, salvo che provi di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il piano di anticorruzione e di aver osservato le prescrizioni previste nella L. n. 190 del 2012 e di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano. Una prima rilevante distinzione tra i modelli organizzativi di cui all’art. 6 del D.Lgs. n. 231 del 2001 ed il piano di cui all’art. 1 della L. n. 190 del 2001 attiene all’ambito di applicazione oggettivo in quanto, mentre i modelli organizzativi devono essere generati per prevenire una pluralità di figure delittuose di natura sia dolosa e colposa, il piano di cui alla L. n. 190 del 2012 è perimetrato alla prevenzione di una figura di reato ben delimitata e circoscritta che coincide con il reato di corruzione. Ne consegue che tutto il piano dovrà precostituire una rete di controlli che troveranno nella prevenzione del reato di corruzione la sua esclusiva modalità applicativa. Le motivazioni che possono indurre alla corruzione trovano riscontro nei seguenti due ordini di ragioni: - ragioni economiche, derivanti dal bilanciamento tra l’utilità che si ritiene di poter ottenere, la probabilità che il proprio comportamento sia scoperto e la severità delle sanzioni previste; - ragioni socio-culturali: la corruzione è tanto meno diffusa quanto maggiore è la forza delle convinzioni personali e di cerchie sociali che riconoscono come un valore il rispetto della legge: dove è più elevato il senso civico e il senso dello Stato dei funzionari pubblici, i fenomeni corruttivi non trovano terreno fertile per annidarsi. La corruzione, e più in generale il malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ha un costo per la collettività, non solo diretto (come, ad esempio, nel caso di pagamenti illeciti), ma anche indiretto, connesso ai ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici, alla sfiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni, arrivando a minare i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione: uguaglianza, trasparenza dei processi decisionali, pari opportunità dei cittadini.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 5 Il Comune di Anversa degli Abruzzi, in un’ottica di costante aggiornamento alle linee guida emanate, ha adeguato il proprio Piano Anticorruzione alle indicazioni di cui alla determinazione ANAC n. 12/2015 di integrazione al PNA e della deliberazione ANAC n. 831/2016 di approvazione del nuovo PNA Nell’ambito della realizzazione del piano di prevenzione della corruzione l’aspetto economico non è tuttavia l’unico da tener presente, anche in ragione del fatto che ex lege viene individuato un soggetto, interno e nominato dall’organo politico, al quale viene appositamente attribuito il ruolo di organo di vigilanza e di determinazione delle attività a rischi corruzione . Sarà quindi onere del soggetto, previa indagine dei settori a rischio, precostituire l’elenco delle attività da inserire nella tutela del piano. Sul punto il legislatore al comma 9 lett. a) chiarisce che le attività elencate nel comma 16 sono già in re ipsa a rischio corruzione. L’elenco non è tuttavia tassativo, giacché al comma 9 si puntualizza che tra l’elenco delle attività a rischio ci sono appunto quelle di cui al comma 16 rimanendo impregiudicato l’esito della verifica del responsabile. Fondamentale è il postulato secondo cui il piano deve essere concretamente idoneo a prevenire la realizzazione del delitto di corruzione; ne consegue che il soggetto non solo dovrà volere la realizzazione del reato, ma dovrà altresì, per poterlo realizzare, aggirare fraudolentemente le indicazioni del piano medesimo. Solo in questo caso il responsabile potrà essere esonerato dalla responsabilità in oggetto. Con l’entrata in vigore del d.lgs. 97/2016 sono state introdotte novità in materia di trasparenza riguardanti il definitivo chiarimento sulla natura, sui contenuti del PNA e, in materia di Trasparenza, la definitiva delimitazione dell’ambito soggettivo di applicazione della disciplina, la revisione degli obblighi di pubblicazione nei siti delle pubbliche amministrazioni unitamente al nuovo diritto di accesso civico generalizzato ad atti, documenti e informazioni non oggetto di pubblicazione obbligatoria. La nuova disciplina tende a rafforzare il ruolo dei Responsabili della prevenzione della corruzione (RPC) quali soggetti titolari del potere di predisposizione e di proposta del PTPC all’organo di indirizzo. È, inoltre, previsto un maggiore coinvolgimento degli organi di indirizzo nella formazione e attuazione dei Piani così come di quello degli organismi indipendenti di valutazione (OIV). Questi ultimi, in particolare, sono chiamati a rafforzare il raccordo tra misure anticorruzione e misure di miglioramento della funzionalità delle amministrazioni e della performance degli uffici e dei funzionari pubblici. La nuova disciplina persegue, inoltre, l’obiettivo di semplificare le attività delle amministrazioni nella materia, ad esempio unificando in un solo strumento il PTPC e il Programma triennale della trasparenza e dell’integrità (PTTI) e prevedendo una possibile articolazione delle attività in rapporto alle caratteristiche organizzative (soprattutto dimensionali) delle amministrazioni. Con lo stesso Piano si definiscono procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Il PTPC rappresenta lo strumento attraverso il quale il Comune di Collelongo mette a sistema e descrive un processo, articolato in fasi tra loro collegate concettualmente e temporalmente, finalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno della corruzione. Il PTPC costituisce il programma di attività concrete, con indicazioni delle aree di rischio e dei rischi specifici, dei responsabili per l'applicazione di ciascuna misura e dei relativi tempi. Il PTPC è soggetto a revisione entro il 31 gennaio di ogni anno trattandosi di documento programmatico dinamico che pone in atto un processo ciclico, nell'ambito del quale le strategie e le misure ideate per prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi sono sviluppate e modificate a secondo delle risposte ottenute in fase di applicazione. Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla Trasparenza essi sono contenuti in apposita sezione di questo Piano.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 6 OBIETTIVI STRATEGICI IN MATERIA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA In via preliminare, si ritiene che costituiscano obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e Trasparenza le seguenti azioni: Promozione di maggiori livelli di trasparenza attraverso la pubblicazione di dati, informazioni e documenti maggiori rispetto quelli previsti dal D.Lgs n. 33/2013. Nel dettaglio si ritiene di pubblicare, oltre a quanto già stabilito dal D.Lgs. n. 33/2013: - Art. 30 del D.Lgs. n. 33/2013 (beni immobili) - Oltre a quanto previsto nel testo dell’articolo si dovranno pubblicare altresì le informazioni identificative degli immobili detenuti (e non solo posseduti); Si dovranno pubblicare altresì le informazioni identificative degli immobili a prescindere dai canoni locativi o di affitto. - Art. 42 del D.Lgs. n. 33/2013 (ordinanze straordinarie) - Oltre a quanto previsto nel testo dell’articolo, tutte le ordinanze emesse dagli organi dell’ente, con l’osservanza di quanto stabilito dal D.Lgs. n. 196/2006 e di quanto stabilito dall’art. 26, comma 4, del D.Lgs. n. 33/2013, saranno pubblicate integralmente, a prescindere dall’oggetto in libera visione di chiunque e per il tempo della loro efficacia giuridica nel link Altri contenuti sottosezione Atti amministrativi delle posizioni organizzative dell’Amministrazione trasparente. Promozione e valorizzazione della motivazione del provvedimento. Non appare superfluo rammentare che la stessa Corte Costituzionale (con la pronuncia n. 310/2010) ha sottolineato che “laddove manchi la motivazione restano esclusi i principi di pubblicità e di trasparenza dell’azione amministrativa ai quali è riconosciuto il ruolo di principi generali diretti ad attuare i canoni costituzionali dell’imparzialità e del buon andamento dell’amministrazione (art. 97). Essa è strumento volto ad esternare le ragioni ed il procedimento logico seguito dall’autorità amministrativa.” Per cui ogni provvedimento ammnistrativo deve menzionare il percorso logico - argomentativo sulla cui base la decisione è stata assunta, affinché sia chiara a tutti la finalità pubblica perseguita. Promozione e valorizzazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa nella materia degli appalti quale strumento ordinario di selezione delle offerte anche laddove possa essere utilizzato il criterio del prezzo più basso.

CONTENUTI GENERALI LA REDAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Entro il 31 gennaio di ogni anno, salvo diverso altro termine fissato dalla legge, il Responsabile per la prevenzione, anche sulla scorta delle indicazioni raccolte dai Responsabili di Area, elabora il Piano di prevenzione della corruzione, recante l'indicazione delle risorse finanziarie e strumentali occorrenti per la relativa attuazione, e lo trasmette al Sindaco ed alla Giunta per l’approvazione. Il Piano, una volta approvato, viene pubblicato in forma permanente sul sito internet istituzionale dell'Ente in apposita sottosezione all'interno di quella denominata “Amministrazione Trasparente\Altri contenuti – corruzione”. Nella medesima sottosezione del sito viene pubblicata, a cura del Responsabile, entro il 15 dicembre di ciascun anno la relazione recante i risultati dell'attività svolta. Il Piano può essere modificato anche in corso d'anno, su proposta del Responsabile per la prevenzione della corruzione, allorché siano state accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano rilevanti mutamenti organizzativi o modifiche in ordine all'attività dell'amministrazione. I SOGGETTI CHE CONCORRONO ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno del Comune di Anversa degli Abruzzi e i relativi compiti e funzioni sono: a) Sindaco:  designa il responsabile dell’Anticorruzione (art. 1, comma 7, della l. n. 190);

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 7 b) Giunta Comunale:  adotta il Piano Triennale della prevenzione della Corruzione e i suoi aggiornamenti (art. 1, commi 8 e 60, della l. n. 190);  adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione;  propone lo stanziamento delle risorse economiche necessarie ad attuare il Piano. c) Il Responsabile per la prevenzione: La figura del responsabile anticorruzione è stata l’oggetto di significative modifiche introdotte dal legislatore del decreto legislativo 97/2016. La rinnovata disciplina: 1) ha riunito in un solo soggetto, l’incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT); 2) ne ha rafforzato il ruolo, prevedendo che l’organo di indirizzo assuma le eventuali modifiche organizzative necessarie “per assicurare che al responsabile siano attribuiti funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività”. In considerazione dei compiti del RPPC, secondo l’ANAC risulta indispensabile che tra le misure organizzative, da adottarsi a cura degli organi di indirizzo, vi siano anche quelle dirette ad assicurare che il responsabile possa svolgere “il suo delicato compito in modo imparziale, al riparo da possibili ritorsioni”. Pertanto l’ANAC invita le amministrazioni “a regolare adeguatamente la materia con atti organizzativi generali e comunque nell’atto con il quale l’organo di indirizzo individua e nomina il responsabile”. Pertanto secondo l’ANAC è “altamente auspicabile” che: 1.il responsabile sia dotato d’una “struttura organizzativa di supporto adeguata”, per qualità del personale e per mezzi tecnici; 2.siano assicurati al responsabile poteri effettivi di interlocuzione nei confronti di tutta la struttura. Quindi, a parere dell’Autorità “appare necessaria la costituzione di un apposito ufficio dedicato allo svolgimento delle funzioni poste in capo al responsabile”. Se ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno assumere atti organizzativi che consentano al responsabile di avvalersi del personale di altri uffici. Il decreto delegato 97/2016, sempre per rafforzare le garanzie del responsabile, ha esteso i doveri di segnalazione all’ANAC di tutte le “eventuali misure discriminatorie” poste in essere nei confronti del responsabile anticorruzione e comunque collegate, direttamente o indirettamente, allo svolgimento delle sue funzioni, mentre in precedenza, era prevista la segnalazione della sola “revoca”. In tal caso l’ANAC può richiedere informazioni all’organo di indirizzo e intervenire con i poteri di cui al comma 3 dell’articolo 15 del decreto legislativo 39/2013.

Il comma 9, lettera c) dell’articolo 1 della legge 190/2012, impone, attraverso il PTPC, la previsione di obblighi di informazione nei confronti del responsabile anticorruzione che vigila sul funzionamento e sull’osservanza del Piano. Gli obblighi informativi ricadono su tutti i soggetti coinvolti, già nella fase di elaborazione del PTPC e, poi, nelle fasi di verifica e attuazione delle misure adottate. Pertanto, secondo l’ANAC, l’atto di nomina del responsabile dovrebbe essere accompagnato da un comunicato

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 8 con il quale si “invitano tutti i dirigenti e il personale a dare allo stesso [responsabile] la necessaria collaborazione”. È imprescindibile, dunque, un forte coinvolgimento dell’intera struttura in tutte le fasi di predisposizione e di attuazione delle misure anticorruzione. Il PNA 2016 sottolinea che l’articolo 8 del DPR 62/2013 impone un “dovere di collaborazione” dei dipendenti nei confronti del responsabile anticorruzione. Dalle modifiche apportate dal decreto legislativo 97/2016 emerge chiaramente che il responsabile deve avere la possibilità di incidere effettivamente all’interno dell’amministrazione e che alle sue responsabilità si affiancano quelle dei soggetti che, in base al PTPC, sono responsabili dell’attuazione delle misure di prevenzione. Dal decreto 97/2016 risulta anche l’intento di creare maggiore comunicazione tra le attività del responsabile anticorruzione e quelle dell’OIV, al fine di sviluppare una sinergia tra gli obiettivi di performance organizzativa e l’attuazione delle misure di prevenzione. A tal fine, la norma prevede: 1.la facoltà all’OIV di richiedere al responsabile anticorruzione informazioni e documenti per lo svolgimento dell’attività di controllo di sua competenza; 2.che il responsabile trasmetta anche all’OIV la sua relazione annuale recante i risultati dell’attività svolta. Il Segretario Comunale Dr.ssa Fania Colangelo, in convenzione con altri due comuni, ai sensi dell’art. 1 comma 7 secondo capoverso della Legge 190/2012, è stato nominato Responsabile anticorruzione del Comune di Anversa degli Abruzzi ,. Il responsabile esercita i compiti attribuiti dalla legge e dal presente piano, in particolare: - Elabora la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione da sottoporre all’organo di indirizzo politico ai fini della successiva approvazione; - Verifica periodicamente l’efficace attuazione del piano e la sua idoneità, nonché propone la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’amministrazione; - Individua previa proposta dei responsabili, il personale da inserire nei programmi di formazione;

- comunica agli uffici le misure anticorruzione e per la trasparenza adottate (attraverso il PTPC) e le relative modalità applicative. d) Tutti i Responsabili di Area:  Svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile per la prevenzione della corruzione, dei referenti e dell’autorità giudiziaria (art. 16 d.lgs. n. 165 del 2001; art. 20 d.P.R. n. 3 del 1957; art.1, comma 3, l. n. 20 del 1994; art. 331 c.p.p.);  partecipano al processo di gestione del rischio;  propongono le misure di prevenzione (art. 16 d.lgs. n. 165 del 2001);  assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione;  osservano le misure contenute nel presente piano (art. 1, comma 14, della l.  n.190 del 2012);  osservano l'obbligo di procedere, in tempo utile, prima della scadenza dei contratti aventi per oggetto la fornitura dei beni e servizi, alla indizione delle procedure di selezione secondo le modalità indicate dal D.Lgs. 163/2006.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 9  Provvedono, avvalendosi dei responsabili di procedimento o dell’istruttoria, al monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali e alla tempestiva eliminazione delle anomalie. Il monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti è oggetto del più ampio programma di misurazione e valutazione della performance individuale e collettiva (ex Decreto Legislativo n. 150/2009) e di controllo della gestione secondo gli articoli 147,196 – 198-bis del Decreto Legislativo n. 267/2000 e s. m. i. e sarà verificato in sede di esercizio dei controlli preventivo e successivo di regolarità amministrativa;  Avvalendosi dei responsabili di procedimento e di istruttoria, con particolare riguardo alle attività a rischio di corruzione, informano, tempestivamente, e senza soluzione di continuità l’RPCT, in merito al mancato rispetto dei tempi procedimentali e a qualsiasi altra anomalia accertata, integrante una mancata attuazione del presente piano. Conseguentemente, adottano le azioni necessarie per eliminare tali anomalie, oppure propongono azioni al responsabile della prevenzione della corruzione.  Propongono al responsabile della prevenzione della corruzione, i dipendenti da inserire nei programmi di formazione.

e) Nucleo di Valutazione:  svolge compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013);  esprime parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001);  verifica, ai fini della propria attività, la corretta applicazione del piano di prevenzione della corruzione da parte dei Responsabili delle Posizioni Organizzative e dei servizi.  La corresponsione dell'indennità di risultato ai Responsabili di Area e dei servizi con riferimento alle rispettive competenze, è collegata anche all' attuazione del piano triennale della prevenzione della corruzione dell'anno di riferimento e al rispetto degli obblighi previsti dal Codice di Comportamento dell’Ente. f) tutti i dipendenti dell’amministrazione:  partecipano al processo di gestione del rischio;  osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n. 190 del 2012);  segnalano le situazioni di illecito al proprio responsabile o all’U.P.D. (art. 54 bis del d.lgs. n. 165 del 2001);  attestano, con riferimento alle rispettive competenze, di essere a conoscenza del piano di prevenzione della corruzione approvato con il presente atto, e provvedono ad eseguirlo. In caso di conflitto d'interessi, ai sensi dell'art. 6-bis legge 241/1990 vi è l'obbligo di astensione e di segnalazione tempestiva della situazione di conflitto, anche potenziale. g) i collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione:  osservano le misure contenute nel P.T.P.C.;  segnalano le situazioni di illecito (Codice di comportamento) ATTORI ESTERNI: La strategia nazionale di prevenzione della corruzione è attuata mediante l’azione sinergica dei seguenti soggetti: . Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC., ex C.I.V.I.T.) che svolge funzioni di raccordo con le altre autorità ed esercita poteri di vigilanza e controllo per la verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione adottate dalle amministrazioni, nonché sul rispetto della normativa in materia di trasparenza; . Corte dei conti, che partecipa ordinariamente all’attività di prevenzione attraverso le sue fondamentali funzioni di controllo;

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 10 . Comitato interministeriale, che ha il compito di fornire direttive attraverso l’elaborazione delle linee di indirizzo; . Conferenza unificata, che è chiamata a individuare, attraverso apposite intese, gli adempimenti e i termini per l’attuazione della legge e dei decreti attuativi; . Dipartimento della Funzione Pubblica, che opera come soggetto promotore delle strategie di prevenzione e come coordinatore della loro attuazione; . Prefetto, che fornisce, su apposita richiesta, supporto tecnico ed informativo in materia; . Scuola Nazionale di Amministrazione, che predispone percorsi, anche specifici e settoriali, di formazione dei dipendenti. LE RESPONSABILITÀ Del Responsabile per la prevenzione. A fronte dei compiti che la legge attribuisce al responsabile sono previsti consistenti responsabilità in caso di inadempimento, in particolare all’art. 1, comma 8, della l. n. 190 e all’art. 1, comma 12, della l. n. 190. L’art. 1, comma 14, individua due ulteriori ipotesi di responsabilità:  una forma di responsabilità dirigenziale ai sensi dell’art. 21, d.lgs. n. 165 del 2001 che si configura nel caso di: “ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal piano”;  una forma di responsabilità disciplinare “per omesso controllo”. Dei dipendenti per violazione delle misure di prevenzione. Le misure di prevenzione e contrasto alla corruzione adottate e trasfuse nel P.T.P.C. devono essere rispettate da tutti i dipendenti; “la violazione delle misure di prevenzione previste dal piano costituisce illecito disciplinare” (art. 1, comma 14, l.n. 190). Dei Responsabili di Area per omissione totale o parziale o per ritardi nelle pubblicazioni prescritte. L’art. 1, comma 33, l. n. 190 stabilisce che la mancata o incompleta pubblicazione, da parte delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni di cui al comma 31 costituisce violazione degli standard qualitativi ed economici ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del d.lgs. n. 198 del 2009, va valutata come responsabilità dirigenziale ai sensi dell'art. 21 del d.lgs. n.165 del 2001;eventuali ritardi nell'aggiornamento dei contenuti sugli strumenti informatici sono sanzionati a carico dei responsabili del servizio.

IL CONTESTO ESTERNO Così come indicato nella determinazione ANAC N°12 DEL 28/10/2015, e ribadito dal nuovo PNA, l’analisi del contesto esterno rappresenta la prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio, attraverso la quale ottenere informazioni necessarie a comprendere come il rischio di corruzione possa manifestarsi all’interno dell’amministrazione o dell’ente per via della specificità dell’ambiente in cui la stessa opera in termini di strutture territoriali e dinamiche sociali, economiche e culturali. Anversa degli Abruzzi è un comune di poco più di 300 abitanti della provincia dell'Aquila in . Fa parte del circuito dei i borghi più belli d'Italia.Nel territorio del comune si trovano la Riserva naturale guidata Gole del Sagittario e la suggestiva frazione di Castrovalva. Stato dell’ordine e della sicurezza. Al fine di delineare una visuale del contesto esterno sul quale opera il Comune di Anversa degli Abruzzi, come consigliato dall’Anac, si fa riferimento alla Relazione del Ministro dell’Interno sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica, relativamente all’intera Regione Abruzzo ed alla Provincia di L’Aquila trasmessa dal Ministro dell’Interno alla Presidenza della Camera dei deputati il 4 gennaio 2017”, disponibile alla pagina web: http://www.camera.it/leg17/494?idLegislatura=17&categoria=038&.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 11 IL CONTESTO INTERNO La struttura organizzativa interna è estremamente semplice, a causa del ridotto numero di dipendenti e Responsabili, tanto che lo stesso Responsabile della Prevenzione della Corruzione è Responsabile dell’Area Amministrativa. L’Ente è organizzato in 3 Aree - AREA AMMINISTRATIVA (n. 1 dipendente cat. D) - AREA FINANZIARIA (N. 1 Responsabile in convenzione al 50%) - AREA TECNICA (N. 1 Responsabile ex art.110 comma 1 TUEL e n. 1 dipendente di cat.B)

COLLEGAMENTO AL CICLO DI GESTIONE DELLE PERFORMANCE Il sistema di misurazione e valutazione della performance”, pubblicato sul sito istituzionale, costituisce uno strumento fondamentale attraverso cui la “trasparenza” si concretizza. Si prevede l’inserimento di obiettivi gestionali assegnati al Responsabile per la prevenzione della corruzione e ai Responsabili, contenenti specifiche iniziative in materia di trasparenza e prevenzione corruzione.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO L’ANAC,conladeterminazionen.12del2015 ,ha previsto che il Piano triennale di prevenzione della corruzione dia atto dell’effettivo svolgimento della mappatura dei processi. E’ stata effettuata la mappatura dei procedimenti a rischio come da Allegato 1 – Tabella Riepilogativa dei Livelli di Rischio. La prima fase del processo di gestione del rischio comporta la individuazione dei processi amministrativi, o di fasi di essi, riconducibili alle Aree a rischio corruzione come individuate nel presente Piano. Il “processo” si intende “un insieme di attività interrelate che creano valore trasformando delle risorse (input del processo) in un prodotto (output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all'Amministrazione (utente)”. La “mappatura” consiste, pertanto, nell’identificazione dei prodotti o dei servizi principali (output) e nella ricostruzione dei processi che li hanno generati, individuandone le fasi e le Responsabilità. In questa prima fase viene effettuata la “mappatura dei processi” con riferimento a tutte le aree di rischio comuni e obbligatorie individuate nel PNA muovendo dall’analisi delle funzioni amministrative di competenza dell’Amministrazione. Nella fase attuativa ogni Responsabile di P.O. con i rispettivi Responsabili di procedimento faranno la ricognizione dei procedimenti amministrativi dell’Ente individuati e pubblicati nel sito web istituzionale, sezione Amministrazione Trasparente, e per ogni procedimento si analizzeranno i processi per individuare i rischi di corruzione utilizzando le modalità operative indicate con il presente Piano. Sono state, dunque, esaminate le seguenti “aree di rischio” individuate dal legislatore come comuni a tutte le Amministrazioni:  acquisizione e progressione del personale;  provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto e immediato per il destinatario;  provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario. Per quanto concerne l’ affidamento di lavori, servizi e forniture, questo Ente ha aderito alla CUC dei Comuni della Valle del Sagittario con comune capofila, per cui non è stata effettuata la mappatura dell’Area .

GESTIONE DEL RISCHIO La fase di trattamento del rischio consiste nell’individuazione e valutazione delle misure che debbono essere predisposte per neutralizzare o ridurre il rischio e nella decisione di quali rischi trattare prioritariamente rispetto agli altri.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 12 La gestione del rischio si completa con la successiva azione di monitoraggio delle misure di prevenzione introdotte e delle azioni attuate. I monitoraggi verranno effettuati in concomitanza con le sessioni di controllo degli atti amministrativi stabilite dal regolamento dei controlli interni. Le fasi di valutazione delle misure e del monitoraggio sono propedeutiche all’aggiornamento del Piano nel Triennio successivo. LE MISURE DI CONTRASTO GENERALI E OBBLIGATORIE I CONTROLLI INTERNI A supporto del perseguimento degli obiettivi del presente piano, è da considerare il sistema dei controlli interni che l’ente ha dovuto approntare in attuazione del D.L.10.10.2012 n. 174 . Per dare attuazione a tale disposizione, è stato approvato il Regolamento comunale dei controlli interni. In particolare, rilevante ai fini dell’analisi delle dinamiche e prassi amministrative in atto nell’ente, è il controllo successivo sugli atti che si colloca a pieno titolo fra gli strumenti di supporto per l’individuazione di ipotesi di malfunzionamento, sviamento di potere o abusi, rilevanti per le finalità del presente piano. IL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI Nella G.U. n. 129 del 4 giugno 2013 è stato pubblicato il DPR n. 62 del 16 aprile 2013 avente ad oggetto “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”, come approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 marzo 2013, a norma dell’art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alla dipendenze delle amministrazioni pubbliche”. Esso completa la normativa anticorruzione nelle pubbliche amministrazioni prevista dalla L. 190/2012, definendo in 17 articoli i comportamenti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche i quali dovranno rispettare i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta. I destinatari della materia non sono più soltanto i dipendenti di tutte le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001, ovvero i dipendenti a tempo indeterminato e determinato ivi compresi i dipendenti di diretta collaborazione con gli organi politici, ma anche, per quanto compatibile, tutti i collaboratori o consulenti con qualsiasi tipo di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, i titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche e tutti i collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi che realizzano opere in favore dell’amministrazione. La violazione delle disposizione del Codice, fermo restando la responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile del dipendente, è fonte di responsabilità disciplinare accertata all’esito del procedimento disciplinare, nel rispetto dei principi di gradualità e proporzionalità delle sanzioni. L’amministrazione, contestualmente alla sottoscrizione del contratto di lavoro o, in mancanza, all’atto di conferimento dell’incarico, consegna e fa sottoscrivere ai nuovi assunti, con rapporti comunque denominati, copia del Codice di comportamento. Le previsioni del Codice sono state integrate e specificate dal Codice di Comportamento Comunale adottato con Delibera di Giunta Comunale. Il Comune di Anversa degli Abruzzi , ha pubblicato il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici sul proprio sito web istituzionale e lo ha altresì inviato a tutto il personale dipendente, nonché ai consulenti e collaboratori, tramite posta elettronica con conferma di presa visione da parte degli stessi. Per ciò che riguarda i collaboratori delle imprese che svolgono servizi per l’amministrazione, il Comune di Anversa degli Abruzzi si impegna a consegnare copia del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici a tutte le imprese fornitrici di servizi in sede di stipula del contratto con le medesime. RESPONSABILITA’: Responsabile per la prevenzione della corruzione, DOCUMENTI: Codice di Comportamento Comunale MONITORAGGIO DEI TEMPI DI PROCEDIMENTO

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 13 Strumento particolarmente rilevante è quello relativo al monitoraggio dei termini del procedimento, che ai sensi dell’art. 1 comma 9 lett. d) della legge 190/2012 costituisce uno degli obiettivi del Piano. Con riferimento all’individuazione del soggetto a cui attribuire il potere sostitutivo in caso di inerzia (comma 9bis), l’Ente ha adottato il Decreto sindacale n. 11 del 27/05/2014. L’obbligo di monitoraggio è divenuto ora più stringente dal momento che la legge 190 del 6 novembre 2012 all’art. 1 comma 28 chiede di regolare il monitoraggio periodico, la tempestiva eliminazione delle anomalie e la pubblicazione dei risultati sul sito web istituzionale di ciascuna amministrazione-La mappatura di tutti i procedimenti, pubblicata nell’apposita sezione del sito istituzionale, è in fase di realizzazione. Reiterate segnalazioni del mancato rispetto dei termini del procedimento costituiscono un segnale di un possibile malfunzionamento, che va non solo monitorato ma valutato al fine di proporre azioni correttive. RESPONSABILITA’: Responsabili di Area/ Segretario Comunale PERIODICITA’: Semestrale (in sede di controllo successivo sugli atti amministrativi) DOCUMENTI: Elenco dei procedimenti LA FORMAZIONE La legge 190/2012 impegna le Pubbliche Amministrazioni a prestare particolare attenzione alla formazione del personale, considerandola uno degli strumenti principali per la prevenzione della corruzione. La formazione relativa ai dipendente assegnati ai settori a rischio corruzione viene assicurata con cadenza annuale. La formazione può essere condivisa ricorrendo a collaborazioni tra comuni; La formazione costituisce elemento di valutazione delle performance individuali Nel corso del 2017tutti i dipendenti sono stati coinvolti in un percorso formativo esterno finalizzato all’approfondimento della normativa più recente in materia di anticorruzione, svolto insieme ai limitrofi Comuni. RESPONSABILITA’: Responsabile per la prevenzione della corruzione PERIODICITA’: Annuale MODALITA’: Formazione residenziale oppure on line ALTRE INIZIATIVE DI CONTRASTO ROTAZIONE DEL PERSONALE La rotazione non può essere applicata in quanto la struttura organizzativa dell’ente prevede n. 2 responsabili infungibili tra loro. Le eventuali sostituzioni , se necessarie, potranno essere assicurate tramite personale di altri enti . RESPONSABILITA’: Responsabile per la prevenzione della corruzione ATTIVITA’ E INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI Il cumulo in capo ad un medesimo funzionario di incarichi conferiti dall’amministrazione può comportare il rischio di un’eccessiva concentrazione di potere su un unico centro decisionale. La concentrazione del potere decisionale aumenta il rischio che l’attività amministrativa possa essere indirizzata verso fini privati o impropri determinati dalla volontà del funzionario stesso. Inoltre, lo svolgimento di incarichi, soprattutto se extra-istituzionali, da parte del funzionario può realizzare situazioni di conflitto di interesse che possono compromettere il buon andamento dell’azione amministrativa, ponendosi altresì come sintomo dell’evenienza di fatti corruttivi. Per l’attuazione delle azioni di contenimento del rischio è utile richiamare quanto contenuto nel Codice di Comportamento adottato dall’Ente RESPONSABILITA’: Segretario Comunale

INCONFERIBILITÀ ED INCOMPATIBILITÀ L’ANAC, con delibera n. 833 del 3 agosto 2016 ha definito le Linee guida in materia di accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 14 Il responsabile del Piano anticorruzione cura che nell’amministrazione siano rispettate le disposizioni del D.Lgs. n. 39/2013 sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. A tale fine laddove riscontrate, il responsabile contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità previste dalla legge. Inconferibilità Qualora il Responsabile venga a conoscenza del conferimento di un incarico in violazione delle norme del D.Lgs. n. 39/2013 o di una situazione di inconferibilità, deve avviare di ufficio un procedimento di accertamento. Nel caso di una violazione delle norme sulle inconferibilità la contestazione della possibile violazione va fatto sia nei confronti tanto dell’organo che ha conferito l’incarico sia del soggetto cui l’incarico è stato conferito. Il procedimento avviato nei confronti del suddetto soggetto deve svolgersi nel rispetto del principio del contraddittorio affinché possa garantirsi la partecipazione degli interessati. L’atto di contestazione deve contenere - una breve ma esaustiva indicazione del fatto relativa alla nomina ritenuta inconferibile e della norma che si assume violata; - l’invito a presentare memorie a discolpa, in un termine non inferiore a dieci giorni, tale da consentire, comunque, l’esercizio del diritto di difesa. Chiusa la fase istruttoria il responsabile del Piano anticorruzione accerta se la nomina sia inconferibile e dichiara l’eventuale nullità della medesima. Dichiarata nulla la nomina, il responsabile del Piano anticorruzione valuta altresì se alla stessa debba conseguire, nei riguardi dell’organo che ha conferito l’incarico, l’applicazione della misura inibitoria di cui all’art. 18 del D.Lgs. n. 39/2013. A tal fine costituisce elemento di verifica l’imputabilità a titolo soggettivo della colpa o del dolo quale presupposto di applicazione della misura medesima . Incompatibilità L’accertamento da parte del responsabile del Piano anticorruzione di situazioni di incompatibilità di cui ai Capi V e VI del D.Lgs. n. 39/2013 comporta la decadenza di diritto dall'incarico e la risoluzione del relativo contratto, di lavoro subordinato o autonomo. La decadenza opera decorso il termine perentorio di quindici giorni dalla contestazione all'interessato, da parte del responsabile, dell'insorgere della causa di incompatibilità. ATTIVITA’ SUCCESSIVA ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dell’ente nel triennio successivo alla cessazione del rapporto con l’amministrazione, qualunque sia la causa di cessazione (e quindi anche in caso di collocamento in quiescenza per raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione), non possono avere alcun rapporto di lavoro autonomo o subordinato con i soggetti privati che sono stati destinatari di provvedimenti, contratti o accordi. L’Ente attua l’art. 16 ter del D. Lgs 30.3.2001, n. 165 introdotto dalla legge 6.11.2012, n. 190, come modificato dall’art. 1, comma 42 lettera l) della legge 6.11.2012, n.190 prevedendo il rispetto di questa norma quale clausola da inserirsi nei bandi di gara, a pena di esclusione dell’impresa (operatore economico) la quale si impegna ad osservarla. RESPONSABILITA’: Segretario Comunale DOCUMENTI: Procedure di affidamento/Contratti TUTELA DEL DIPENDENTE CHE EFFETTUA SEGNALAZIONI DI ILLECITO (C.D. WHISTLEBLOWER) Chiunque venga a conoscenza di fatti e/o comportamenti che possano considerarsi in violazione del presente piano anticorruzione è tenuto a segnalarlo al Responsabile del Piano. In dettaglio, si ritiene che le condotte illecite che costituiscono oggetto di segnalazioni intercettano sicuramente - comportamenti che si materializzano in delitti contro la pubblica amministrazione di cui al Titolo II, Capo I, del codice penale (ossia le ipotesi di corruzione per l’esercizio della

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 15 funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari, disciplinate rispettivamente agli artt. 318, 319 e 319-ter del predetto codice); - comportamenti dai quali possa riscontrarsi l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, nonché i fatti in cui - a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un mal funzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ivi compreso l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo. A titolo meramente esemplificativo, si rammentano i casi di sprechi, nepotismo, demansionamenti, ripetuto mancato rispetto dei tempi procedimentali, assunzioni non trasparenti, irregolarità contabili, false dichiarazioni, violazione delle norme ambientali e di sicurezza sul lavoro, ecc. In buona sostanza costituiscono oggetto di segnalazione le situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. I fatti devono essere riportati secondo modalità circostanziate e chiare, se possibile con dovizia di particolari. La presente sezione disciplina il procedimento volta alla segnalazione di fatti che possano avere attinenza al piano anticorruzione segnalati unicamente da dipendenti della struttura organizzativa allorquando il segnalante renda nota la sua identità. L’Autorità nazionale anticorruzione il 28 aprile 2015 ha approvato, dopo un periodo di “consultazione pubblica”, le “Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d. whistleblower)” (determinazione n. 6 del 28 aprile 2015, pubblicata il 6 maggio 2015). La tutela del whistleblower è un dovere di tutte le amministrazioni pubbliche le quali, a tal fine, devono assumere “concrete misure di tutela del dipendente” da specificare nel Piano triennale di prevenzione della corruzione. La legge 190/2012 ha aggiunto al d.lgs. 165/2001 l’articolo 54-bis.

Il 15 novembre 2017 la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge n. 3365-B, già licenziato dal Senato il 18 ottobre 2017. La novella reca le “Disposizioni a tutela degli autori di segnalazioni di condotte illecite nel settore pubblico e privato”. La nuova legge sul whistleblowing ha riscritto l’articolo 54-bis. Secondo la nuova disposizione il pubblico dipendente che, “nell'interesse dell'integrità della pubblica amministrazione”, segnala al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, oppure all'ANAC, o all'autorità giudiziaria ordinaria o contabile, “condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione”. Secondo il nuovo articolo 54-bis e come previsto nel PNA 2013 (Allegato 1 paragrafo B.12) sono accordate al whistleblower le seguenti garanzie: a)la tutela dell'anonimato; b)il divieto di discriminazione; c)la previsione che la denuncia sia sottratta al diritto di accesso. L’articolo 54-bis delinea una “protezione generale ed astratta” che, secondo ANAC, deve essere completata con concrete misure di tutela del dipendente. Tutela che, in ogni caso, deve essere assicurata da tutti i soggetti che ricevono la segnalazione. Il Piano nazione anticorruzione prevede, tra azioni e misure generali per la prevenzione della corruzione e, in particolare, fra quelle obbligatorie, che le amministrazioni pubbliche debbano tutelare il dipendente che segnala condotte illecite.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 16 Il PNA impone alle pubbliche amministrazioni, di cui all’art. 1 co. 2 del d.lgs. 165/2001, l’assunzione dei “necessari accorgimenti tecnici per dare attuazione alla tutela del dipendente che effettua le segnalazioni”. Le misure di tutela del whistleblower devono essere implementate, “con tempestività”, attraverso il Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC). MISURA: Al fine di dare concretezza alla tutela dell’anonimato, si prevede di attivare un canale differenziato e riservato per la ricezione delle segnalazioni attraverso un applicativo che risponda a tutti i requisiti indicati dall'ANAC nelle Linee Guida per tutelare il dipendente che segnala gli illeciti e garantire quindi l’efficacia del processo di segnalazione. Si richiama l’obiettivo sopra indicato specifico sull’Istituto del Whistleblowing. Non rientrano in questa disciplina le segnalazioni anonime, quelle poste in essere da soggetti esterni in cui il segnalante renda nota la sua identità ovvero denunce obbligatorie all’autorità giudiziaria che devono essere fatte da soggetti il cui l’obbligo è previsto direttamente dalla legge. Ricevuta la segnalazione, il responsabile del Piano valuta entro e non oltre 30 giorni dal suo ricevimento la condizioni di procedibilità e se del caso redige una relazione da consegnare al responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari per l’esercizio delle eventuali azioni di competenza. Nel caso in cui, in ragione della segnalazione, una persona sia sottoposta ad un procedimento disciplinare, questa può accedere mediante lo strumento del diritto di accesso anche al nominativo del segnalante, pur in assenza del consenso di quest’ultimo, solo se ciò sia “assolutamente indispensabile” per la propria difesa. Spetta al responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari valutare, su richiesta dell’interessato, se ricorrano le condizioni di assoluta indispensabilità della conoscenza del nominativo del segnalante ai fini della difesa. Va da sé che sia in caso di accoglimento dell’istanza, sia in caso di diniego, il responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari deve ai sensi dell’art. 3 della L. n. 241/1990 motivare la decisione. Il responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari può venire a conoscenza del nominativo del segnalante solamente quando il soggetto interessato chieda allo stesso che sia resa nota l’identità del segnalante per la sua difesa. In questo caso, sul Responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari gravano gli stessi doveri di comportamento, volti alla tutela della riservatezza del segnalante, cui sono tenuti il Responsabile della prevenzione della corruzione. Va assicurata la riservatezza dell’identità del segnalante sin dalla ricezione ed in ogni fase successiva del procedimento. La tutela della riservatezza trova tuttavia un limite nei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, reati per i quali deve, in relazione al fatto oggetto di segnalazione, esservi stata almeno una sentenza di condanna di primo grado sfavorevole al segnalante. Funzioni del Nucleo di valutazione e prevenzione della corruzione Rappresenta l’organo istituzionale cui il Responsabile della prevenzione della corruzione ha il compito di segnalare le disfunzioni delle misure di prevenzione Il Nucleo deve verificare la coerenza del Piano con gli obiettivi previsti nel documento di programmazione strategico gestionale dell’ente e tiene conto degli obiettivi previsti nel piano ai fini della valutazione delle performance. Il Nucleo verifica la relazione che ogni anno (15 dicembre) il Responsabile della prevenzione della corruzione deve redigere e consegnare all’organo di indirizzo politico. Relazione avente ad oggetto i risultati dell’attività svolta durante l’anno. La verifica concerne lo stato di corretta e concreta attuazione degli obiettivi del piano così come scaturenti dalla relazione del responsabile della prevenzione della corruzione.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 17 MISURE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Ai sensi dell’art. 1, comma 9, della Legge 190/2012, sono individuate le seguenti misure, comuni e obbligatorie per tutti gli uffici: 1)nella trattazione e nell’istruttoria degli atti si prescrive di: a)rispettare l’ordine cronologico di protocollo dell’istanza; b)predeterminare i criteri di assegnazione delle pratiche ai collaboratori; c)rispettare il divieto di aggravio del procedimento; d)distinguere, laddove possibile, l’attivita istruttoria e la relativa responsabilita dall’adozione dell’atto finale, in modo tale che per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggetti l’istruttore proponente ed il responsabile della posizione organizzativa; 2)nella formazione dei provvedimenti, con particolare riguardo agli atti con cui si esercita ampia discrezionalita amministrativa e tecnica, occorre motivare adeguatamente l’atto; l’onere di motivazione e tanto piu diffuso quanto e ampio il margine di discrezionalita; 3)nella redazione degli atti attenersi ai principi di semplicita, chiarezza e comprensibilita; a.nei rapporti con i cittadini, va assicurata la pubblicazione di moduli per la presentazione di istanze, richieste e ogni altro atto di impulso del procedimento, con l’elenco degli atti da produrre e/o allegare all’istanza; nel rispetto della normativa, occorre comunicare il nominativo del responsabile del procedimento, precisando l’indirizzo di posta elettronica a cui rivolgersi, nonche del titolare del potere sostitutivo; 4)nell’attivita contrattuale: a)rispettare il divieto di frazionamento o innalzamento artificioso dell’importo contrattuale; b)ridurre l’area degli affidamenti diretti ai soli casi ammessi dalla legge e/o dal regolamento comunale; c)privilegiare l’utilizzo degli acquisti a mezzo CONSIP, MEPA (mercato elettronico della pubblica amministrazione) ovvero START (piattaforma regionale); d)assicurare la rotazione tra i professionisti nell’affidamenti di incarichi di importo inferiore alla soglia della procedura aperta; e)assicurare il libero confronto concorrenziale, definendo requisiti di partecipazione alla gare, anche ufficiose, e di valutazione delle offerte, chiari ed adeguati; f) allocare correttamente il rischio di impresa nei rapporti di partenariato; g)verificare la congruita dei prezzi di acquisto di cessione e/o acquisto di beni immobili o costituzione/cessione di diritti reali minori; h)validare i progetti definitivi ed esecutivi delle opere pubbliche e sottoscrivere i verbali di cantierabilita; i) acquisire preventivamente i piani di sicurezza e vigilare sulla loro applicazione; 5)nella formazione dei regolamenti: a)applicare la verifica dell’impatto della regolamentazione; 6)negli atti di erogazione dei contributi, nell’ammissione ai servizi, nell’assegnazione degli alloggi: a)predeterminare ed enunciare nell’atto i criteri di erogazione, ammissione o assegnazione; 7)nel conferimento degli incarichi di consulenza, studio e ricerca a soggetti esterni:

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 18 a)allegare la dichiarazione resa con la quale si attesta la carenza di professionalita interne; b)far precedere le nomine presso enti aziende, societa ed istituzioni dipendenti dal Comune da una procedura ad evidenza pubblica; 8)nell’attribuzione di premi ed incarichi al personale dipendente operare mediante l’utilizzo di procedure selettive e trasparenti; 9)nell’individuazione dei componenti delle commissioni di concorso e di gara, acquisire, all’atto dell’insediamento la dichiarazione di non trovarsi in rapporti di parentela o di lavoro o professionali con i partecipanti alla gara od al concorso; 10)nell’attuazione dei procedimenti amministrativi: a)favorire il coinvolgimento dei cittadini che siano direttamente interessati all’emanazione del provvedimento, nel rispetto delle norme sulla partecipazione e l’accesso, assicurando, quando previsto, la preventiva acquisizione di pareri, osservazioni e la pubblicazione delle informazioni sul sito istituzionale dell’ente.

Oltre alle specifiche misure indicate nelle allegate schede, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente piano, si individuano in via generale per il triennio 2018-2020, i seguenti obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza, che costituiscono anche contenuto necessario del piano della performance per il medesimo triennio.

OBIETTIVI 2018 2019 2020 Prevenzione Attivazione applicativo per Monitoraggio Monitoraggio corruzione Whistleblower (Dicembre 2018) semestrale semestrale segnalazioni segnalazioni Protocollo di Predisposizione e approvazione Monitoraggio Monitoraggio legalità protocollo di legalità annuale annuale dell’impiego del dell’impiego del protocollo di protocollo di legalità nei legalità nei contratti pubblici contratti Potenziamento Piano formazione con riferimento Piano formazione Piano formazione formazione specifico a ciascuna area di rischio che con riferimento con riferimento prevede per ciascun settore almeno una specifico a specifico a giornata formativa ciascuna area di ciascuna area di rischio che rischio che prevede per prevede per ciascun settore ciascun settore almeno una almeno una giornata giornata formativa formativa

L’amministrazione ritiene la trasparenza sostanziale della PA e l’accesso civico le misure principali per contrastare i fenomeni corruttivi. Nel piano trasparenza, parte integrante del presente PPTC, sono individuati specifici obiettivi. RESPONSABILE ANAGRAFE STAZIONE APPALTANTE (RASA) Il "PNA 2016" prevede inoltre, tra le misure organizzative di trasparenza volte alla prevenzione della corruzione, l'individuazione del soggetto preposto all'iscrizione e all'aggiornamento dei dati nell'Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti che deve essere riportato all'interno del P.T.P.C.T., evidenziando come "tale obbligo informativo - consistente

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 19 nella implementazione della BDNCP presso l'ANAC dei dati relativi all'anagrafica della s.a., della classificazione della stessa e dell'articolazione in centri di costo - sussiste fino alla data di entrata in vigore del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti previsto dall'art. 38 del nuovo Codice dei contratti pubblici (cfr. la disciplina transitoria di cui all'art. 216, co. 10, del d.lgs. 50/2016)". L’individuazione del RASA è intesa come misura organizzativa di trasparenza in funzione di prevenzione della corruzione. Il Responsabile dell’anagrafe stazione appaltante del comune di Anversa degli Abruzzi è stato individuato nella figura del responsabile del settore tecnico, ing. Elio Di Cesare.

LA TRASPARENZA COME MISURA ANTICORRUZIONE Questa amministrazione ritiene la trasparenza sostanziale e l’accesso civico le misure principali per contrastare i fenomeni corruttivi.

Lo strumento principale per contrastare il fenomeno della corruzione è la trasparenza dell’attività amministrativa, elevata dal comma 15 dell’art. 1 della L. n. 190/2012 a “livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lett. m) della Costituzione”. I commi 35 e 36 dell’art. 1 della L. n. 190/2012 hanno delegato il governo ad emanare un “decreto legislativo per il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, mediante la modifica o l’integrazione delle disposizioni vigenti, ovvero mediante la previsione di nuove forme di pubblicità”. Il Governo ha adempiuto attraverso due decreti legislativi: - D.Lgs. n. 33/2013; - D.Lgs. n. 97/2016. La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Essa rappresenta la condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali. Integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 20 La trasparenza dell’azione amministrativa è garantita tramite l’accesso civico e tramite la pubblicazione di documenti, informazioni e dati così come previsto in dettaglio dal D.Lgs. n. 33/2013, così come modificato da ultimo dal D.Lgs. n. 97/2016. La pubblicazione consiste nella pubblicazione nei siti istituzionali di documenti, informazioni, dati su organizzazione e attività delle pubbliche amministrazioni. L’accesso civico consiste nell’esercizio del diritto, da parte di chiunque, di: - richiedere la pubblicazione di documenti, informazioni e dati dei quali sia stata omessa la pubblicazione obbligatoria (accesso civico cd. “reattivo”, art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 33/2013); - accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, con le modalità stabilite nel D.Lgs. n. 33/2013 e nel rispetto dei limiti di cui all’art. 5-bis del medesimo decreto, relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti (accesso civico cd. “proattivo”, artt. 5 e ss. D.Lgs. n. 33/2013). Definizione della pubblicazione. Alla pubblicazione corrisponde il diritto di chiunque di accedere alle informazioni direttamente ed immediatamente, senza autenticazione ed identificazione. È necessario garantire la qualità dei documenti, dei dati e delle informazioni, assicurandone: integrità, aggiornamento, completezza, tempestività, semplicità di consultazione, comprensibilità, omogeneità, facile accessibilità e conformità ai documenti originali. La pubblicazione deve consentire la diffusione, l’indicizzazione, la rintracciabilità dei dati con motori di ricerca web e il loro riutilizzo. Documenti, dati ed informazioni devono essere pubblicati in formato di tipo aperto ai sensi dell’art. 68 del CAD (D.Lgs. n. 82/2005). Ove l’obbligo di pubblicazione riguardi documenti in formato non aperto, prodotti da soggetti estranei all’Amministrazione e tali da non potersi modificare senza comprometterne l’integrità e la conformità all’originale, gli stessi sono pubblicati congiuntamente ai riferimenti dell’ufficio detentore dei documenti originali, al quale chiunque potrà rivolgersi per ottenere immediatamente i dati e le informazioni contenute in tali documenti, secondo le modalità che meglio ne garantiscano la piena consultabilità, accessibilità e riutilizzabilità in base alle proprie esigenze. Documenti, dati e informazioni sono pubblicati tempestivamente, e comunque entro i termini stabiliti dalla legge per ogni obbligo di pubblicazione, e restano pubblicati per cinque anni computati dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui vige l’obbligo di pubblicazione. Se gli atti producono effetti per un periodo superiore a cinque anni, devono rimanere pubblicati sino a quando rimangano efficaci. Fanno eccezione i documenti, i dati e le informazioni concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo, i titolari di incarichi dirigenziali e i titolari di incarichi di collaborazione e consulenza, che sono pubblicati nei termini temporali stabiliti dall’art. 14, comma 2 e dall’art. 15, comma 4 del D.Lgs n. 33/2013. Sono inoltre fatti salvi i diversi termini di pubblicazione eventualmente stabiliti dall’ANAC con proprie determinazioni ai sensi dell’art. 8, comma 3-bis del D.Lgs. n. 33/2013. Allo scadere del termine, i dati sono rimossi dalla pubblicazione e resi accessibili mediante l’accesso civico cd. “proattivo”. Individuazione degli obiettivi di trasparenza La presente sezione del Piano dedicata alla trasparenza indica i Responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, documenti e informazioni, ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. n. 33/2013, come modificato dal D.Lgs. n. 97/2016, e definisce obiettivi organizzativi e individuali volti a garantire: - la promozione di maggiori livelli di trasparenza; - la legalità e lo sviluppo della cultura dell’integrità; - massima interazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione; - totale conoscibilità dell’azione amministrativa e delle sue finalità.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 21 Obiettivi del Responsabile unico della trasparenza Nell’esercizio delle sue funzioni il Responsabile della trasparenza si avvale dell’ausilio dei Responsabili di Area. Il Responsabile unico della trasparenza, in osservanza alle disposizioni di legge provvede: - alla programmazione, tramite il Piano, delle attività necessarie a garantire l’attuazione corretta delle disposizioni in tema di trasparenza; - a rapportarsi con i referenti per lo svolgimento delle attività di controllo sull'adempimento da parte dei responsabili degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate; - segnalare al Nucleo di valutazione, all'Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all'ufficio di disciplina, e ad ogni altro interlocutore previsto per legge, i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione; - a fornire ad ANAC le informazioni da questa richieste nell’ambito di procedimenti sanzionatori e in ogni altra circostanza inerente le attività istruttorie, di verifica e di controllo operate dall’Autorità; - a fornire le linee guida necessarie in tema di accesso civico, FOIA e privacy; - a individuare sistema e soggetti coinvolti per la raccolta delle istanze di accesso e la loro evasione, predisponendo un meccanismo univoco valido per tutti gli Enti, in grado di soddisfare il cittadino; - ad attivarsi nei modi e tempi previsti dalla legge e dal Piano per tutte le competenze attribuitegli; - ad avere particolare sensibilità nel coinvolgere stakeholders e cittadini, anche organizzando eventi/attività di interesse nei temi toccati dalla trasparenza. Il Responsabile per la trasparenza avrà cura di gestire tutti gli ulteriori e dovuti adempimenti previsti dalla legge, dai regolamenti e dalle deliberazioni ANAC, dal PNA e dal presente Piano, con particolare riferimento all’adozione, nei tempi e con le modalità di seguito stabiliti, degli atti organizzativi di integrazione al Piano necessari alla puntuale individuazione dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria. I Responsabili di Area hanno il compito istituzionale, ciascuno per gli atti, dati ed informazioni di competenza di provvedere alla corretta e completa pubblicazione dei provvedimenti, dati ed informazioni previste dal D.Lgs. n. 33/2013 come successivamente modificato ed integrato. I responsabili in dettaglio devono garantire: - la tempestiva, corretta e completa pubblicazione dei documenti, dati e informazioni da pubblicare (inclusa l’indicazione della corretta collocazione sui siti web istituzionali); - l’integrità, l’aggiornamento, la completezza, la comprensibilità, l’omogeneità, la conformità agli originali dei documenti, dei dati e delle informazioni da pubblicare e/o da comunicare alle suddette banche dati, assicurandone altresì la conformità alle norme vigenti in materia di tutela della riservatezza e gli standard tecnici che ne consentano la riutilizzabilità (formato aperto). I provvedimenti, dati ed informazioni vanno pubblicati a seconda della loro natura nei termini previsti dalla legge e sino a che non sia predisposto un programma di pubblicazione automatizzato dovranno essere caricati manualmente. Anche dalla data di attivazione del programma di pubblicazione automatizzato i dati e le informazioni che non possono essere caricate in modo automatico dovranno essere pubblicate in via diretta dai responsabili sempre ciascuno per propria competenza. Monitoraggio continuo della trasparenza Il Responsabile Unico della trasparenza con cadenza annuale redige un rapporto sull’attuazione degli obblighi di trasparenza, sulla base delle rilevazioni operate dai titolari di posizione organizzativa.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 22 Il tutto sulla base dei criteri stabiliti da ANAC con propria delibera n. 43 del 20 gennaio 2016, con particolare riferimento ai seguenti parametri di rilevazione di qualità dei dati: - pubblicazione; - completezza del contenuto; - aggiornamento; - apertura formato. I suddetti criteri potranno subire variazioni a seguito di diversa e successiva determinazione da parte di ANAC, cui dovranno in ogni caso conformarsi le modalità di rilevazione ai fini del monitoraggio continuo. Le stesse rilevazioni sono altresì compilate e trasmesse dal Responsabile unico della trasparenza al Nucleo di Valutazione, nei termini da questi comunicati, anche ai fini delle rispettive attività di valutazione, controllo e monitoraggio sull’adempimento degli obblighi di trasparenza previste dalla legge. Obiettivi strategici specifici relativi alla trasparenza Sono individuati i seguenti ulteriori obiettivi strategici specifici in merito alla trasparenza: a) Formazione trasversale interna Allo scopo di fornire ai dipendenti un’adeguata conoscenza delle norme e degli strumenti di attuazione della trasparenza, nonché di favorire l’aggiornamento continuo delle professionalità coinvolte nell’attuazione degli obblighi di trasparenza, si ritiene necessario lo svolgimento di una giornata di formazione trasversale interna annuale, nonché in occasione di eventuali novità normative o se dovesse ravvisarsi la necessità di approfondimento di taluni aspetti critici della materia. La formazione sarà curata e gestita dal Responsabile della trasparenza. b) La motivazione dei provvedimenti come strumento di trasparenza A garanzia della massima trasparenza dell’azione amministrativa, come già sopra indicato nell’ambito degli obiettivi strategici, ogni provvedimento amministrativo deve menzionare il percorso logico-argomentativo sulla cui base la decisione è stata assunta, affinché sia chiara a tutti la finalità pubblica perseguita. Solo attraverso una adeguata e comprensibile valutazione della motivazione si è concretamente in grado di conoscere le reali intenzioni dell’azione amministrativa. Non appare superfluo ribadire che la stessa Corte Costituzionale (con la pronuncia n. 310/2010), anche recentemente, ha sottolineato che “laddove manchi la motivazione restano esclusi i principi di pubblicità e di trasparenza dell’azione amministrativa ai quali è riconosciuto il ruolo di principi generali diretti ad attuare i canoni costituzionali dell’imparzialità e del buon andamento dell’amministrazione (art. 97). Essa è strumento volto ad esternare le ragioni ed il procedimento logico seguito dall’Autorità amministrativa.” c) Promozione di maggiori livelli di trasparenza attraverso la pubblicazione di dati, informazioni e documenti ulteriori rispetto quelli previsti dal D.Lgs. n. 33/2013 Oltre a quanto previsto nel testo dell’art. 23 del D.Lgs. n. 33/2013 come modificato dal D.Lgs. n. 97/2016, si dovranno pubblicare altresì tutte le deliberazioni degli organi collegiali, i decreti e/o le ordinanze sindacali, gli atti di determinazione e/o ordinanza, sempre evitando di pubblicare eventuali dati od informazioni che non possono essere divulgate o rese pubbliche. A tutela del principio del buon andamento, di cui la trasparenza si pone in funzione di strumento attuativo, si ritiene infatti di valorizzare massimamente la messa a disposizione di ogni atto amministrativo prodotto dalla Pubblica Amministrazione e di cui chiunque potrebbe richiederne l’accesso, agevolando e garantendo la tempestiva conoscibilità dell’azione amministrativa. Tali atti saranno pubblicati sul sito Amministrazione trasparente, nella sezione integrativa.

ACCESSO CIVICO : DISCIPLINA

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 23 Il comma I dell'articolo 2 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 è sostituito dal seguente: 1. “Le disposizioni del presente decreto disciplinano la libertà di accesso di chiunque ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni e dagli altri soggetti di cui all'articolo 2-bis, garantita, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, tramite l'accesso civico e tramite la pubblicazione di documenti, informazioni e dati concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni e le modalità per la loro realizzazione”. Accanto al diritto di chiunque di richiedere alle pubbliche amministrazioni di pubblicare documenti, informazioni o dati per i quali è previsto l’obbligo di pubblicazione, nei casi in cui sia stata omessa , viene introdotta una nuova forma di accesso civico equivalente a quella che nel sistema anglosassone è definita Freedom of information act (FOIA), che consente ai cittadini di richiedere anche dati e documenti che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare. La nuova forma di accesso civico disciplinata dagli art. 5 e 5 bis. Del d.lgs.33/13, prevede che chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, possa accedere a tutti i dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto di alcuni limiti tassativamente indicati dalla legge. L’accesso civico è previsto esattamente allo scopo di consentire a chiunque, non a soggetti specifici, di esercitare proprio un controllo diffuso sull’azione amministrativa, specificamente rivolto alla verifica dell’efficienza e della correttezza nella gestione delle risorse. Secondo l’art. 46, inoltre, “il differimento e la limitazione dell’accesso civico, al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 5-bis, costituiscono elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine dell'amministrazione e sono comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili”. I limiti previsti e per i quali l’accesso (motivatamente) può essere rifiutato discendono dalla necessità di tutela “di interessi giuridicamente rilevanti” secondo quanto previsto dall'art. 5-bis e precisamente:  evitare un pregiudizio ad un interesse pubblico: difesa e interessi militari; sicurezza nazionale; sicurezza pubblica; politica e stabilità economico-finanziaria dello Stato; indagini su reati; attività ispettive; relazioni internazionali.  evitare un pregiudizio ad interessi privati: libertà e segretezza della corrispondenza; protezione dei dati personali;tutela degli interessi economici e commerciali di persone fisiche e giuridiche, tra i quali sono ricompresi il diritto d’ autore, i segreti commerciali, la proprietà intellettuale. È escluso a priori nei casi di segreto di Stato e negli altri casi di divieti di accesso o divulgazione previsti dalla legge, ivi compresi i casi in cui l'accesso e' subordinato dalla disciplina vigente al rispetto di specifiche condizioni, modalita' o limiti, inclusi quelli di cui all'articolo 24, comma 1, della legge n. 241 del 1990. ACCESSO CIVICO: PROCEDURA Per quanto riguarda la procedura di accesso civico, operativamente il cittadino pone l’istanza di accesso identificando i dati, le informazioni o i documenti richiesti. Può attuarlo anche telematicamente rivolgendosi: 1) all’ufficio che detiene i dati, le informazioni o i documenti; 2) al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (qualora abbia a oggetto dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria ma non presenti sul sito) e che comunque mantiene un ruolo di controllo e di verifica; Il responsabile a cui viene inoltrata l’istanza dovrà valutarne l’ammissibilità non più sulla base delle motivazioni o di un eventuale interesse soggettivo, ma solo riguardo l’assenza di pregiudizio a interessi giuridicamente rilevanti, facendo riferimento anche alle Linee Guida ANAC – Garante Privacy. Il tutto deve svolgersi ordinariamente al massimo entro 30 giorni.

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 24 Se l’amministrazione individua soggetti contro-interessati (ossia altri soggetti pubblici o privati con interessi giuridicamente rilevanti), dovrà darne comunicazione a questi. Essi avranno 10 giorni per motivare una loro eventuale opposizione alla richiesta di accesso. L’amministrazione dovrà quindi accertare la fondatezza o meno delle motivazioni e della presenza dell’interesse dei terzi da tutelare. Qualora l’amministrazione ravvisi la fondatezza e la necessità di diniego di accesso, provvederà a darne comunicazione a chi ha presentato l’istanza motivando tale decisione. Il richiedente può presentare richiesta di riesame al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, che deciderà con provvedimento motivato eventualmente sentito anche il Garante per la protezione dei dati personali. In ultima istanza, il richiedente potrà proporre ricorso al tribunale amministrativo regionale o al difensore civico. Ovviamente anche il contro interessato potrà ricorrere con le medesime modalità al difensore civico.

OBBLIGHI DI PUBBLICAZIONE E RESPONSABILITA’ Il Responsabile della Trasparenza, che è compreso nel ruolo del Responsabile alla prevenzione della corruzione, ha il compito di:  provvedere alle specifiche misure di monitoraggio sull’attuazione degli obblighi di trasparenza;  controllare l’adempimento da parte dell’ Ente degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate;  segnalare al Sindaco e, nei casi più gravi, all’Autorità nazionale anticorruzione i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione, ai fini dell’attivazione del procedimento disciplinare e delle altre forme di responsabilità;  controllare ed assicurare la regolare attuazione dell’accesso civico. Come chiarito nel PNA 2016, § 4, in una logica di semplificazione e in attesa della realizzazione di un’apposita piattaforma informatica, il PTPCT è pubblicato sul sito istituzionale al massimo entro un mese dall’adozione. Non deve essere trasmesso alcun documento ad ANAC. I contenuti del Piano della Trasparenza sono coordinati con gli obiettivi indicati nel presente Piano e inseriti nel Piano delle Performance.

PARERE: in ordine alla Regolarita' tecnica

Data: Il Responsabile del servizio F.to

DELIBERA DI GIUNTA n.9 del 30-01-2018 COMUNE DI ANVERSA DEGLI ABRUZZI Pagina 25 Letto, approvato e sottoscritto a norma di legge.

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE DI CESARE GIANNI dott.ssa FANIA COLANGELO

______ATTESTATO DI PUBBLICAZIONE Della suestesa deliberazione viene iniziata oggi la pubblicazione all'Albo Pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma 1 della Legge n.267/00 e contemporaneamente comunicata ai capigruppo consiliari ai sensi dell’art.125, comma 1 della Legge n.267/00. Lì, 20-02-2018 IL SEGRETARIO COMUNALE dott.ssa FANIA COLANGELO

______Viene comunicata inoltre, con lettera n. in data ad altri Enti ai sensi dell’art. 135, comma 1 della Legge n.267/00. Lì, 20-02-2018 IL SEGRETARIO COMUNALE dott.ssa FANIA COLANGELO

______La presente deliberazione è stata dichiarata immediatamente eseguibile con le modalità previste dall’art.134, comma 4 della Legge n.267/00. Li, 30-01-2018 IL SEGRETARIO COMUNALE dott.ssa FANIA COLANGELO

______CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE Il sottoscritto segretario comunale certifica che copia della presente deliberazione è stata pubblicata all’albo pretorio per 15 giorni consecutivi dal 20-02-2018 al 07-03-2018, ai sensi dell’art.124, comma 1 della Legge n.267/00 senza reclami. Lì, 08-03-2018 IL SEGRETARIO COMUNALE dott.ssa FANIA COLANGELO

______ESECUTIVITÀ La presente deliberazione è divenuta esecutiva in data 30-01-2018 per il decorso termine di 10 giorni dalla pubblicazione ai sensi dell’art.134, della Legge n.267/00. Lì, 31-01-2018 IL SEGRETARIO COMUNALE dott.ssa FANIA COLANGELO

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