Inchiesta San Marino 35 6 Canada, Il Ritorno Di Vito Rizzuto Giovanni Spampinato Ricordare 24 60 La Santa Dei Narcos 2 | Ottobre 2012 | Narcomafie

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Inchiesta San Marino 35 6 Canada, Il Ritorno Di Vito Rizzuto Giovanni Spampinato Ricordare 24 60 La Santa Dei Narcos 2 | Ottobre 2012 | Narcomafie 1 | ottobre 2012 | narcomafie Inchiesta San Marino 35 6 Canada, il ritorno di Vito Rizzuto Giovanni Spampinato Giovanni Ricordare 24 60 La santa dei Narcos 2 | ottobre 2012 | narcomafie numero 10 | ottobre 2012 Il giornale è dedicato a Gian carlo Siani simbolo dei giornalisti uccisi dalle mafie Fondatore Luigi Ciotti Direzione Manuela Mareso (direttore responsabile) Livio Pepino (condirettore) Redazione Stefania Bizzarri, Marika Demaria, Davide Pati (Roma), Matteo Zola Comitato scientifico Enzo Ciconte, Mirta Da Pra, Nando dalla Chiesa, Daniela De Crescen- zo, Alessandra Dino, Sandro Donati, Lorenzo Frigerio, Tano Grasso, Leopoldo Grosso, Monica Massari, Diego Novelli, Stefania Pellegrini Collaboratori Fabio Anibaldi, Pierpaolo Bollani, Ferdinando Brizzi, Maurizio Campisi, Gian Carlo Caselli, Stefano Caselli, Elena Ciccarello, Rinaldo Del Sor- do, Stefano Fantino, Jole Garuti, Andrea Giordano, Gianluca Iazzolino, Piero Innocenti, Alison Jamieson, Alain Labrousse, Bianca La Rocca, Davide Mazzesi, Giovanna Montanaro, Marco Nebiolo, Dino Paterno- stro, Davide Pecorelli, Antonio Pergolizzi, Osvaldo Pettenati, Guido Piccoli, Francesca Rispoli, Lillo Rizzo, Pierpaolo Romani, Adriana Rossi, Peppe Ruggiero, Paolo Siccardi, Elisa Speretta, Lucia Vastano, Monica Zornetta Progetto grafico Avenida grafica e pubblicità (Mo) Impaginazione Acmos adv In copertina Foto San Marino Fotolito e stampa Giunti Industrie Grafiche S.p.A. 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Addirittura c’è chi Picasso fronte alla categoria dei forti com- propone emendamenti per agevo- plessivamente considerati. Accade lare ulteriormente la corruzione o così che, a pochi lustri da Mani assicurate l’impunità ai corrotti puliti, due suoi protagonisti con- passati e futuri. Esattamente l’op- Mentre il governo e la sua mag- di pochi euro e via seguitando cludano amaramente che «Mani posto di ciò che chiedono – anche gioranza predicano – e praticano potenzialmente all’infinito. È un pulite è stata inutile, ma anche con specifiche iniziative – milioni – una politica di sacrifici a pre- fenomeno eterogeneo che nel lin- controproducente: inutile perché di cittadini (da quelli che hanno scindere per i più deboli, il dena- guaggio comune viene definito, in non mi pare che abbia causato un aderito all’iniziativa di Libera per ro pubblico, i beni comuni sono modo onnicomprensivo, corruzio- contenimento della corruzione; la confisca dei beni dei corrotti a oggetto di una rapina quotidiana ne. Ed è un fenomeno di propor- controproducente perché ha con- quelli che, in questi giorni, stanno senza precedenti. Non c’è metodo, zioni spropositate giunto, in Italia, fermato il senso di impunità che sottoscrivendo richieste e appelli anche il più fantasioso, che non ai massimi storici. La Corte dei già prima accompagnava questo nella stessa direzione). sia praticato. Basta leggere le prime conti ha calcolato, con riferimen- tipo di reati» (Gherardo Colombo) Ancora una volta la politica si pagine dei giornali: c’è il pubblico to al 2011, che la sola corruzio- e che «per l’attività di contrasto mostra incapace di cogliere che funzionario o il parlamentare che ne in senso proprio (quella con- alla corruzione in Italia potrebbe la misura è colma e che i rischi riceve case, denaro e persino la- sistente nello scambio di denaro rivelarsi addirittura profetico quan- per la tenuta delle istituzioni voro «a sua insaputa» da soggetti e favori) sottrae alle casse dello to Joseph Roth scriveva a propo- sono sempre più elevati. Se la in attesa di commesse dalla pub- Stato 70 miliardi di euro, pari al sito della protagonista di uno dei situazione dovesse degenerare blica amministrazione, c’è chi decuplo di quanto veniva sot- suoi racconti: “Nessuno aveva sarà inutile e fuorviante attribu- incassa mazzette senza alcun pu- tratto venti anni fa, nel 1992. desiderato che restasse in vita e irne la responsabilità a chi pro- dore o riservatezza (così ostentan- Parallelamente Transparency perciò era morta”» (Piercamillo testa (magari in modo maldestro). do il proprio potere) e chi ricorre International ci colloca, sempre Davigo). Alessando Robecchi ha ricorda- a conti esteri, ci sono politici che con riferimento al 2011, al ses- È in questo contesto – e con que- to qualche giorno fa su «Il Ma- considerano impegni istituziona- santanovesimo posto nella clas- ste implicazioni, anche culturali nifesto» la risposta di Picasso li (da pagare con denaro pubblico) sifica dei Paese meno corrotti. – che si colloca la scandalosa vi- agli ufficiali nazisti che, avendo i viaggi propri e dei propri partner Eppure un secolo fa le indagini di cenda del pluriennale ritardo nel- visto Guernica gli chiedevano e amministratori pubblici che non Mani pulite sembravano avere la approvazione del disegno di se l’avesse fatto lui: «No, questo disdegnano vacanze pagate da “girato l’Italia come un calzino”. legge sulla corruzione (destinato, l’avete fatto voi». Difficile trova- amici in affari con i propri uffici, Ma, nonostante le indagini, gli tra l’altro, a recepire delle conven- re un richiamo più puntuale! c’è chi redige veri e propri tariffa- arresti, i dibattimenti, le condanne, zioni europee vincolanti...). È sot- ri delle percentuali su appalti e la mobilitazione della piazza e to gli occhi di tutti l’incapacità ERRATA CORRIGE. Per un errore, opere pubbliche e chi vende in- della stampa, i processi di allora (meglio, la mancanza di volontà) nello scorso numero la frase nell’ar- ticolo “La Metro che verrà” di Man- terventi chirurgici, permessi di non sembrano aver lasciato tracce del Parlamento di licenziare il pur lio Melluso «l’ingegner Galluzzo [...] soggiorno, titoli di studio o licen- durature nel sistema. A poco a modesto testo in discussione. Ed che non è iscritto nel registro degli ze edilizie, c’è chi distribuisce poco, i fattori extragiudiziari che è una responsabilità di tutte le indagati» è stata pubblicata come incarichi ai propri familiari (natu- avevano favorito indagini e pro- forze politiche nessuna delle qua- «è iscritto nel registro degli indaga- ralmente per la loro bravura...) e cessi si sono modificati e i pro- li mostra, al riguardo, la determi- ti». Sebbene dal contesto si deduca che si è trattato di un refuso, ce ne chi ricorre a maldestri artifici fi- messi interventi istituzionali tesi nazione necessaria. Da mesi in scusiamo con l’interessato, con il nanche per lucrare rimborsi spese a prevenire e disincentivare la Parlamento è in atto una melina giornalista e con i lettori. 6 | ottobre 2012 | narcomafie Mafie in Canada La mattanza di Montréal La seconda guerra di mafia in Québec aveva relegato il clan Rizzuto a un ruolo da comprimari. Adesso la famiglia potrà contare sulla scarcerazione del padrino Vito, pronto a vendicarsi contro i Bonanno e a riconquistare il potere con il sangue. Ma nell’ombra si muove la ’ndrangheta che potrebbe diventare il terzo incomodo della faida Foto Le Studio 1 di Saul Caia 7 | ottobre 2012 | narcomafie Nell’immaginario collettivo anche con il sangue, quello La mattanza di Montréal. il Canada è legato alla florida che gli antagonisti gli hanno Lentamente inizia una guerra vegetazione, alle catene mon- tolto negli ultimi anni. fredda fra le due famiglie che tuose, ai grandi laghi. Descri- si contendevano il potere. I vendo il paese non vengono Alle origini dell’impero. La porti del Canada sono fon- in mente la parola mafia, i storia dei Rizzuto ha come damentali per il commercio giochi di potere, gli attentati, inizio la Sicilia. A Cattolica dell’eroina,
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    Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato.
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