Studi in Memoria Di Francesco Degrada
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Fertonani-397-2-prime 26-03-2009 10:09 Pagina 2 Finché non splende in ciel notturna face Studi in memoria di Francesco Degrada a cura di Cesare Fertonani Emilio Sala Claudio Toscani SOMMARIO Cesare Fertonani Introduzione 7 Cesare Fertonani (a cura di) Nota bibliografica degli scritti e delle edizioni musicali 13 di Francesco Degrada Anna Laura Bellina Tre gobbi per Anagilda 27 Lorenzo Bianconi Indagini sull’Incoronazione 53 Gianmario Borio Discorso analitico e immagine del passato. Note sulla ricezione 73 di Debussy tra i compositori di musica seriale Paolo Emilio Carapezza ‘Musurgía naturalis’ 99 Giovanni Carli Ballola Requiem per Bellini 107 Fabrizio Della Seta «D’amor sull’ali rosee». Analisi della melodia e prospettiva genetica 113 Roberto De Simone Francesco Degrada: rigore dello scritto, libertà dell’orale 137 Gilles de Van Élisabeth reine d’Angleterre entre Baroque et Romantisme 143 Paolo Fabbri Visione e ascolto nell’opera italiana del Seicento. Un’esperienza 151 a due sensi Enrico Fubini Musica e rivoluzione 161 Paolo Gallarati Il melodramma ri-creato. Verdi e la ‘trilogia popolare’ 171 5 Sommario Philip Gossett The skeleton score of Una vendetta in domino. 187 Two surviving fragments Adriana Guarnieri Corazzol Poeta e compositore nella produzione lirica italiana 203 del primo Novecento. Una proposta di tipologia dei ruoli Giuseppina La Face Bianconi La linea e la rete. La costruzione della conoscenza 225 in un quartetto di Haydn Mario Messinis Ricordando Francesco Degrada 251 Gian Paolo Minardi Un lontano incontro 253 Jean Mongrédien Spontini et les débuts de l’opera seria en France 255 Giovanni Morelli Tope là: identificazione di un inno crittato. Parigi 1860 ca. 269 Riccardo Muti Ricordo di Francesco Degrada 279 Giorgio Pestelli Derivazioni e invenzioni nella Sonata op. 6 di Mendelssohn (1826) 283 Pierluigi Petrobelli Altri modelli linguistici per il libretto di Aida 299 Carlo Piccardi L’ombra di Mozart nello spazio Biedermeier 307 Franco Piperno Loreto, 1573: come, perché e fra quali candidati scegliere 343 il nuovo maestro di cappella Herbert Schneider Analytische Anmerkungen zu Luigi Cherubinis Messe de Requiem c-Moll 353 Michael Talbot Some little-known compositions of Torelli in the British Library 371 Mercedes Viale Ferrero Aida prima di Aida 397 Gianfranco Vinay L’arte coreografica di Aurelio Milloss 415 nello specchio dell’arte musicale di Stravinskij Indice dei nomi 423 6 Cesare Fertonani INTRODUZIONE Se si scorrono i dati biografici di Francesco Degrada (Milano, 23 maggio 1940 - ivi, 20 maggio 2005) e i titoli della sua bibliografia si notano subito l’ampiezza d’interessi e il respiro culturale del grande studioso. Del resto, come storico della musica Degrada aveva la competenza di pochi. Si diplomò in pianoforte e in composizione al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano, dove aveva stu- diato anche direzione d’orchestra, frequentando altresì la Scuola di Paleografia musicale di Cremona. Nel frattempo conseguì la laurea in lettere all’Università degli Studi di Milano, l’ateneo di cui sarebbe diventato docente dopo aver inse- gnato in alcuni conservatori (Bolzano, Brescia, Milano). In qualità dapprima di assistente (1965-1973), professore incaricato (1973-1980) e quindi professore ordinario (1980-2005), Degrada fu qui attivo per quarant’anni. In particolare, il periodo in cui fu titolare della cattedra di Storia della mu- sica segnò l’autentico radicamento e l’espansione delle discipline storico-mu- sicali nell’ateneo milanese. Quando Degrada prese servizio come professore ordinario, si trovò nella situazione di costruire dalle fondamenta una realtà nuova e adeguata all’enorme sviluppo che la musicologia stava conoscendo all’epoca in Italia (oltre a Degrada, tra i vincitori del concorso bandito nel 1979 c’erano tra gli altri Lorenzo Bianconi, Giovanni Carli Ballola, Gioacchino Lanza Tomasi, Pierluigi Petrobelli, Thomas Walker). Sino ad allora, infatti, nell’Uni- versità degli Studi l’insegnamento della Storia della musica era vissuto in una situazione di precarietà, affidato a liberi docenti o professori incaricati, sia pure illustri, che in precedenza avevano ricoperto il posto di bibliotecario presso il Conservatorio «Giuseppe Verdi»: Gaetano Cesari (1924-1934), poi Federico Mompellio (dal 1950) e Guglielmo Barblan (dal 1960); all’insegnamento era mancata nei decenni quella continuità che permette a una disciplina di radicar- si nella vita e, per così dire, nella coscienza stessa di un’istituzione universitaria sino a divenirne parte organica (con tutto ciò che questo comporta: si pensi soltanto al problema di costituire una biblioteca di settore). Grazie all’impegno caparbio e tenace di Degrada, la presenza della musi- cologia nella Facoltà di Lettere e Filosofia cresce sino a dar vita all’Istituto di Discipline musicologiche e dello spettacolo e quindi alla Sezione Musica del 7 Cesare Fertonani Dipartimento di Storia delle arti, della musica e dello spettacolo che arriverà a comprendere, oltre a chi scrive, Emilio Sala, Nicola Scaldaferri e Claudio To- scani. Inoltre, nel corso degli anni, hanno collaborato con l’insegnamento di Storia della musica numerosi altri studiosi e docenti a contratto come Virgilio Bernardoni, Maria Caraci Vela, Davide Daolmi, Laura Mauri Vigevani e Renato Meucci. Della sua cattedra, Degrada seppe fare un importante punto di riferi- mento della vita culturale milanese e della musicologia italiana e internaziona- le, riuscendo ad aggregare intorno a sé una comunità di studiosi appartenenti a generazioni più giovani, dei quali sapeva apprezzare il valore e l’indipendenza anche in caso di conflitto (caso non rarissimo dato il suo carattere puntuto). D’altronde, a differenza di altri studiosi che in fondo considerano l’inse- gnamen to non più che un mezzo per guadagnarsi da vivere, Degrada nutriva per la didattica una vera passione e per tutta la sua vita di docente e organizza- tore universitario dedicò molto tempo ed energie affinché gli allievi avessero modo di trovarsi nelle migliori condizioni possibili per svolgere i loro studi. Nell’insegnamento di una disciplina così delicata come la storia della musica Degrada aveva l’ambizione – e la preoccupazione – di rivolgersi a un pubblico composito, in cui lo studente privo di qualsiasi preparazione specifica sedeva accanto a quello iscritto in una classe di composizione del conservatorio. Era un’ambizione alta, perché l’obiettivo di raggiungere e coinvolgere anche gli studenti di Lettere, Lingue, Filosofia che s’accostassero per la prima volta alla storia della musica – o addirittura alla musica tout court – non era affatto sentito da Degrada come mortificante ma, al contrario, come un preciso dovere cultu- rale ancor prima che istituzionale. Non è un caso se i suoi corsi universitari erano sempre molto frequentati dagli studenti, sia per il fascino degli argomenti trattati sia per l’ampiezza di orizzonti e prospettive in cui essi venivano conte- stualizzati. Chi ha avuto poi la fortuna di laurearsi o addottorarsi sotto la sua guida sa che Degrada non ha mai imposto alcunché, lasciando la massima li- bertà nella ricerca per trasmettere piuttosto, in una lezione di rigore e umanità prodiga di suggerimenti e indicazioni, l’imperativo di un’onestà intellettuale assoluta, la chiarezza cristallina e, al contempo, la flessibilità metodologica e l’ampiezza dell’apertura culturale. Alla sua scuola all’Università degli Studi di Milano si sono formati in molti che poi avrebbero fatto della musicologia la loro professione o comunque lavorato in diversi campi della vita musicale; si posso- no ricordare, tra gli altri, Sonia Arienta, Giorgio Colombo Taccani, Raffaele Mellace, Carla Moreni, Cristiano Ostinelli, Franco Pavan, Antonio Polignano, Marco Riboni. Che d’altra parte Degrada fosse riconosciuto a livello internazionale tra i maggiori musicologi italiani della sua generazione è testimoniato da molteplici aspetti: l’attività di docente all’estero, specie negli Stati Uniti, in Francia, in Por- togallo e in Giappone; l’organizzazione di numerosi convegni (oltre a quelli di cui curò in prima persona la pubblicazione degli atti, meritano di essere menzionati almeno i due convegni organizzati al Teatro alla Scala di Milano, rispettivamente su Musorgksij nel 1981 e su Stravinskij nel 1982); la presenza 8 Introduzione in svariati comitati scientifici, direttivi ed editoriali (tra cui quelli delle riviste «Il Saggiatore musicale» e «Studi musicali»); la direzione di alcune collane («Discan- to» poi «Contrappunti» per La Nuova Italia; «Musica e spettacolo» e «Civiltà musi- cale napoletana» per Ricordi); l’appartenenza a prestigiose istituzioni, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Ce cilia. Come studioso, i suoi interessi spaziavano dal Rinascimento alla contempo- raneità; e se vi si potevano individuare alcuni temi conduttori questi erano an- zitutto l’opera italiana, con le sue mutevoli vicende e implicazioni internazio- nali dalle origini al primo Novecento; il Settecento strumentale e della civiltà musicale napoletana; il genere della cantata da camera; il dibattito estetico e la storia delle idee ma anche certe tendenze della nuova musica tra gli anni Set- tanta e Novanta. Tra gli autori da lui più studiati e amati – giacché per Degra- da l’interesse storico-critico non era mai disgiunto dal sincero apprezzamento estetico – s’incontrano Monteverdi e Vivaldi, Domenico Scarlatti e Pergolesi, Gluck e Mozart, Verdi e Gian Francesco Malipiero. Ora, se si prendono in considerazione i primi scritti di Degrada, vi si rav- visano già alcuni