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PIANTA DELLA CITTÀ DI

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COME RAGGIUNGERE VENAFRO

Venafro, con i suoi oltre undicimila abitanti, è il quarto centro per dimensione demo- grafica della regione , il secondo della provincia di . La sua posizione è stra- tegica: posta a ridosso del confine occidentale del Molise, il suo comprensorio si incunea tra , ed Abruzzo. La città è facilmente raggiungibile sia grazie ai colle- gamenti ferroviari da e per Roma, Napoli e sia per la comoda viabilità. In- fatti è collegata a Roma e a Napoli dall'Autostrada del Sole. Dista circa 150 chilometri da Roma, quasi tutti percorribili in autostrada con uscita al casello di San Vittore del La- zio (a 15 km), circa 90 chilometri da Napoli (uscita autostradale al casello di , circa venti chilometri da Venafro), 70 chilometri da Campobasso, 80 chilometri da Fro- sinone, 90 chilometri da Benevento, 160 chilometri da Pescara e da Foggia. Il casello più vicino dell'autostrada A14 Adriatica è quello di Vasto che dista circa 100 chilometri. opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 3

PRESENTAZIONE

a storia di Venafro dura da almeno 26 secoli, anzi secondo alcuni dura da più tempo e se si volesse dar retta alla leggenda che vuole la Città fondata da Dio- Lmede, i secoli che hanno visto dipanarsi le alterne fortune della nostra comunità diventano addirittura 33. storia di Venafro, sui monumenti che rendono la nostra Città unica e particolare, sui personaggi illustri che hanno attraversato questi secoli ar- 8 ricchendo il prestigio della nostra comunità, sulle sue tradizioni, sui suoi musei, sulle risorse naturali, ambientali, storiche, artistiche, architettoniche sono state scritte decine di libri e tanti altri ancora ne saranno scritti. Questa breve guida della Città, voluta dall'Amministrazione comunale che mi onoro di rappresentare, non ha certo la pretesa di svelare al visitatore in queste poche pagine tutte le bellezze di Venafro né di lasciare soddisfatto chi avrà la possibilità di leggerla. Tutt'altro. E' uno strumento agile che, fornendo le informazioni essenziali sulla storia e sui principali monumenti e sui più importanti siti di interesse turistico, ha proprio la funzione di stimolare la curiosità, di alimentare la voglia di saperne di più, di scoprire, di approfondire. Anche per questo motivo è incompleta. Mancano cioè tanti luoghi che meritano di essere visitati, molte chiese e i tanti palazzi signorili, come la Dimora del Prete di Belmonte, che rappresentano tante piccole gemme preziose incastonate in un centro storico meraviglioso che è esso stesso un grande inesauribile museo, un luogo che evoca mille suggestioni, le stesse che quasi duecento anni fa fecero scrivere a Vin- cenzo Lomonaco sulla rivista “Poliorama Pittoresco” (1837-l838) che “Il passeggiero che giunge a Venafro non può evitare una tempesta di pensieri nella sua mente, e forti emozioni nel suo cuore. Egli calca una terra monumentale”. La terra dell'olio, l'olio più antico e prelibato, celebrato dagli scrittori latini già oltre duemila anni fa quando Strabone nella sua opera “Geografia” scriveva, a proposito della nostra Città: “Venafro, da dove proviene la migliore qualità dell'olio d'oliva”. La cultura dell'olio continua a vivere nella nostra comunità at- traverso l'attività di tanti coltivatori di e produttori di olio e soprattutto grazie alla presenza del Parco regionale dell'Olivo, unico nel suo genere, che custodisce un altro importante monumento del nostro territorio: gli uliveti secolari. Venafro è un tesoro che tanti devono ancora scoprire ed apprezzare, è un viaggio che molti devono ancora compiere. La mia speranza è che questa breve guida possa es- sere un piccolo ma utile compagno nel viaggio alla scoperta della nostra Città

Prof. Antonio SORBO Sindaco di Venafro opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 4

4 VENAFRO

LE ORIGINI E L'ANTICA 263 a.C., Colonia Julia nel 59 a.C., dedotta nuovamente come colonia da Augusto La leggenda narra che Venafro fu fondata nel 14 a.C.. Per circa quattro secoli (III sec. da Diomede, il mitico eroe di Argo che a.C.- I sec. d.C) Venafro conobbe un'epoca combattè nella guerra di Troia ferendo di grande splendore. Fu meta della mi- Enea in battaglia e fu poi “eroe della civi- gliore aristocrazia romana (tra coloro che lizzazione” dell'Adriatico e dell'Italia vennero a “riposarsi” nelle campagne ve- dove gli viene attribuita la fondazione di nafrane anche Attilio Regolo), importante molte città tra cui, appunto, Venafro: centro manifatturiero e soprattutto agri- siamo nel XII secolo a.C.. Le origini di Ve- colo dove veniva prodotto il migliore olio nafro sono comunque antichissime. Il dell'epoca, città arricchita da importanti primo vero insediamento urbano risale opere pubbliche e infrastrutture come l'ac- all'epoca sannitica intorno al V secolo quedotto romano voluto da Augusto, il a.C., come testimoniano le possenti mura teatro romano, l'anfiteatro, le terme. ciclopiche che cingono i rilievi di Monte Santa Croce. La città fu fondata ai piedi della montagna che domina la grande piana solcata dal fiume . Nel III secolo a.C. Venafro era già una città im- portante, tanto che batteva moneta pro- pria. Poi la città passò sotto il controllo di Roma dopo che quest'ultima aveva scon- fitto definitivamente i Sanniti al termine della terza guerra sannitica nel 290 a.C.: Municipio romano nel 272 a.C., Civitas sine suffragio nel 268 a.C., Prefettura nel La”Venere” di Venafro (Ph. T. Paolone)

Le”possenti” mura ciclopiche (Ph. T. Paolone) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 5

GUIDA BREVE DELLA CITTÀ 5

IL MEDIOEVO, IL RINASCIMENTO aver tradito Carlo V. Ad Enrico Pandone si devono importanti interventi nel ca- Dopo la caduta dell'Impero Romano stello, con i grandi e preziosi affreschi che d'Occidente, Venafro visse un lungo pe- rappresentano a grandezza naturale i ca- riodo di declino anche se nel V secolo è valli che lui allevava. In quest'epoca visse documentata la presenza nella città di un ed operò un altro grande venafrano, An- vescovo. Sottomessa dai Longobardi, sac- tonio Giordano (1459-1530), giureconsulto cheggiata dai Saraceni (867), solo nel X se- e insegnante di diritto alle università di colo Venafro cominciò la sua rinascita, in Napoli, Bologna e Firenze, presidente del- concomitanza con la crescita dell'in- l'Università di Siena e consigliere e fluenza dei due grandi monasteri di Mon- “primo ministro” del conte senese Pan- tecassino e di San Vincenzo al Volturno. dolfo Petrucci. Proprio in quest'ultima ve- Nel 954 Venafro era gastaldato del princi- ste Antonio Giordano è citato nel “Prin- pato di Capua. Proprio in questo periodo, cipe” di Machiavelli (cap. XXII) come sotto il conte Paldefrido, fu realizzato il esempio di “buon ministro”. Nei decenni mastio longobardo che rappresenta il successivi la città passò agli esponenti di primo nucleo del Castello di Venafro. varie famiglie, con un lungo periodo Dopo i longobardi, con l'arrivo dei Nor- (1533-1582) in cui fu nelle mani della fa- manni la città fu ridotta a sub-feudo fino miglia Lannoy. Tra il XV e il XVI secolo si all'avvento degli Angioini quando Carlo registrò una forte ripresa economica e de- I d'Angiò ricostituì la contea. Ma fu nel mografica di Venafro (che nel 1586 con- XV secolo che Venafro conobbe un nuovo tava più fuochi di Isernia e Bojano ed era periodo di splendore. Quando, nel 1437, già uno dei centri più popolosi del territo- Alfonso d'Aragona conquistò il Regno di rio che corrisponde all'attuale Molise). In Napoli, il feudo di Venafro fu assegnato questo periodo la città conobbe un grande alla famiglia Pandone che lo mantenne sviluppo urbanistico, con la realizzazione per circa un secolo, da Francesco Pandone dello splendido borgo medievale, e una (1437) fino all'ultimo conte della dinastia, fioritura culturale e scientifica con impor- Enrico, giustiziato nel 1528 a Napoli per tanti personalità.

Il castello Pandone (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 6

6 VENAFRO

LA STORIA RECENTE denza. Con l'Unità d'Italia la città fu stac- cata dalla e aggregata al Nel 1734 Carlo III di Borbone stabilì a Ve- Molise. Con Regio Decreto nel 1914 fu nafro una residenza reale che utilizzava concesso a Venafro il titolo di “Città”. Il 15 nei frequenti periodi in cui si recava a marzo del 1944 Venafro fu bombardata caccia nella tenuta di Torcino e che fu abi- per errore dagli alleati che la scambiarono tata anche nei decenni successivi dai Bor- per provocando decine di morti bone. La città fu interessata dalle vicende tra civili e militari, evento che è valso alla politiche legate alla rivoluzione parteno- città la medaglia d'oro. Nel XX secolo, so- pea del 1799 e alla successiva occupazione prattutto nel secondo dopoguerra, Vena- francese, periodo in cui fu fondato l'ospe- fro è stata interessata da un periodo di dale civile (1810). Nell'800 in città, sotto i grande sviluppo che nel giro di qualche Borbone, si formò una classe borghese i decennio ne ha fatto uno dei centri più cui esponenti si affermarono in vari campi importanti del Molise dal punto di vista della cultura, della scienza e dell'ammini- economico e demografico, con la nascita strazione.A Venafro soggiornò, nel pa- del nucleo industriale e il consolidamento lazzo Cimorelli, il futuro Re d'Italia, Vitto- dell'agricoltura e del terziario. Oggi, con rio Emanuele, la notte prima dell'incontro i suoi oltre undicimila abitanti, è il quarto a Teano con Garibaldi. Un illustre vena- centro più popoloso della regione Molise, frano, Leopoldo Pilla, grande geologo, il secondo della provincia di Isernia. Fino docente universitario a Napoli e Pisa, agli anni '80 del secolo scorso è stata sede morì in battaglia come volontario a Cur- vescovile, oggi fa parte della Diocesi di tatone il 29 maggio del 1848 ucciso dagli Isernia-Venafro e il duomo è concattedrale austriaci nella prima guerra di indipen- insieme alle cattedrale di Isernia.

Palazzo cimorelli (Ph. T. Paolone)

Red bull statunitensi al Campaglione (Ph. Museo Winterline) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 7

GUIDA BREVE DELLA CITTÀ 7

I PRINCIPALI MONUMENTI tonina (II sec. d.C.), raro esempio in Italia E I LUOGHI DA VISITARE di copia di una Venere ellenistica perve- nutaci completa della testa, due impo- (I numeri rossi nel quadratino fanno riferi- nenti statue virili complete di testa (metà mento alla loro posizione in pianta a pag. 2.) del I sec. d.C.) che probabilmente rappre- sentano gli imperatori Augusto e Tiberio, La città è ricca di monumenti di varie la grande “Tavola acquaria” di epoca au- epoche. Il borgo medievale, con le sue gustea, che riporta le norme contenute tante chiese, i suoi vicoli, le piazze, i ma- nel famoso editto di Augusto emanato gnifici palazzi signorili, le dimore storiche proprio per regolamentare la costruzione è uno dei centri storici più belli dell'intera e la gestione del grande acquedotto di regione. circa 30 chilometri (di cui restano ampi tratti visitabili) che l'imperatore fece co- 1 IL MUSEO ARCHEOLOGICO struire tra il 17 e l'11 a.C. appositamente per portare l'acqua dalle sorgenti del Vol- Venafro è ricca soprattutto di testimo- turno fino a Venafro, le tombe della necro- nianze dell'epoca romana - durante la poli sannitica scoperta a (VII-IV quale conobbe un periodo di grande sec. a.C.), i famosi Scacchi di Venafro, ri- splendore -, molte delle quali sono conser- tenuti a lungo gli scacchi più antichi del vate presso l'importante Museo archeolo- mondo (in virtù di una prima datazione al gico di Santa Chiara, ospitato nell'impo- II-IV sec. d.C.), datati successivamente e nente e splendido monastero ultimato nel di recente al X sec. d.C. (980 d.C.) grazie 1654 grazie alla donazione di un nobile alla datazione radiocarbonica che ne fa venafrano. Nel Museo sono conservati re- comunque gli scacchi più antichi trovati perti di ogni tipo provenienti dalle varie in Italia e tra i più antichi d'Europa. Un'ala “domus”, dalle ville rustiche, dal teatro del Museo è dedicata ai reperti prove- romano di Sant'Aniello e da altri siti. Tra nienti dagli scavi del grande e importante le altre opere sono attualmente conservate monastero benedettino di San Vincenzo al nel Museo archeologico la celebre Venere Volturno. Al Museo è annessa la splen- di Venafro, bellissima statua di epoca an- dida chiesa seicentesca di Santa Chiara.

Gli Scacchi di Venafro (Ph. T. Paolone) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 8

8 VENAFRO

2 L'ANFITEATRO ROMANO 3 IL TEATRO ROMANO

All'epoca romana risale l'anfiteatro del Allo stesso periodo o ad una fase di qual- Verlasce, struttura a forma di ellisse con il che anno precedente a quella di realizza- perimetro esterno con il diametro mag- zione del Verlasce, risale il teatro romano, giore di circa 110 metri e quello minore di costruito a monte dell'abitato in località circa 85 metri, capace di accogliere fino a Sant'Aniello e modificato e ampliato fino 15 mila spettatori. La sua esistenza e il al II sec. d.C. per la realizzazione di im- suo utilizzo sono documentati almeno dal pianti per giochi d'acqua ed altre strut- I sec. d.C.. Vi si svolgevano giochi gla- ture. Le tecniche costruttive usate diatorii, battaglie navali ed altre sono di epoca tardo-repubblicana o gare. Successivamente l'impianto al massimo dei primissimi tempi romano fu trasformato ed adattato dell'impero. Nella sua prima fase al contesto rurale e alla cultura edilizia consisteva in una gradi- agraria della città. Furono realizzati nata, addossata alla montagna, di ambienti a due piani aggregati a cui sfruttava la pendenza natu- schiera ed utilizzati come stalla Maschera teatrale rale, che comprendeva ima e me- nella parte bassa e come fienile (Ph. MIBAC) dia cavea, separate da una prae- in quella superiore. La realizzazione di cinctio ed era chiuso in alto da un portico. tali interventi è attestata almeno al XVII Un primo grande ampliamento risale al secolo, una iscrizione data la realizza- periodo della dinastia Flavia (69-96 d.C.), zione di uno degli edifici al 1624. Oggi il successivamente in epoca antonina (II sec. complesso del Verlasce è oggetto di inter- d.C.) fu realizzato l'emiciclo che si innesta venti di recupero e valorizzazione a cura direttamente sulle strutture del teatro. Il del MIBAC ed una parte è già fruibile e fronte della scena è di circa 60 metri, la ca- visitabile. vea poteva contenere circa 3.500 spetta- tori. Il teatro, che è stato chiuso per molti anni, oggi è visitabile. Ulteriori scavi po- trebbero consentire di far venire alla luce alcune strutture del teatro attualmente af- fiorate solo in parte. L’anfiteatro Verlasce fine ‘800 (Ph. Venafro.info)

L’anfiteatro Verlasce oggi Il teatro romano particolare delle gradinate (Ph. Archivio privato) (foto T. Paolone) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 9

GUIDA BREVE DELLA CITTÀ 9

4 IL CASTELLO PANDONE Piccolomini ma il promesso sposo morì prima delle nozze in un incidente. Succes- Il primo nucleo del Castello, il mastio lon- sivamente subì ulteriori trasformazioni e gobardo, fu realizzato nella parte più alta vi furono ricavati diversi appartamenti della città nel X secolo d.C. grazie al conte abitati fino alla seconda metà del secolo Paldefrido. Al Castello, circondato da un scorso. Poi l'edificio, passato nella pro- ampio fossato, successivamente vennero prietà dello Stato, ha subito importanti e aggiunte le torri circolari (XIV sec.), laboriosi lavori di recupero e di restauro quindi venne completamente trasformato ed oggi è tornato al suo splendore e nella dai Pandone nel XV secolo. Fu proprio piena fruizione dei visitatori, diverse mi- Enrico Pandone a trasformarlo in una ele- gliaia ogni anno, che ne possono ammi- gante residenza rinascimentale con la rea- rare l'imponenza e l'eleganza. Vi si svol- lizzazione di un ampio loggiato e di un gono convegni e seminari, viene utilizzato giardino all'italiana. A lui si devono gli af- per mostre ed esposizioni. E' Museo na- freschi che ritraggono 26 stalloni, i mi- zionale, sede della Pinacoteca nella quale gliori esemplari del suo celebre alleva- sono esposte opere di importanti artisti mento di cavalli, a grandezza naturale come Luca Giordano e Francesco Soli- che rendono il Castello di Venafro unico, mena. Nel Castello Pandone inoltre è con- meta di studiosi e storici dell'arte. Dopo la servato il famoso e preziosissimo polittico morte violenta di Enrico Pandone, giu- tardogotico in alabastro realizzato in In- stiziato per aver tradito Carlo V, il Ca- ghilterra con la rappresentazione in sette stello di Venafro passò a varie famiglie formelle della passione di Cristo. Il polit- nobili (Lannoy, Peretti Savelli, di Capua). tico era ospitato nella chiesa dell'Annun- Giovanni di Capua, agli inizi del '700, lo ziata ma, dopo essere stato rubato negli trasformò per farne la sua residenza in anni '80, è stato recuperato e sistemato vista del matrimonio con Maria Vittoria nel Castello, sito sicuramente più sicuro.

Pitture di cavalli a grandezza naturale nel castello Pandone (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 10

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5 LA CATTEDRALE 6 LA CHIESA DELL'ANNUNZIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA Nel tempo si è consolidato il convinci- La costruzione della Cattedrale di Venafro mento che la fondazione della chiesa e risale al IV o V secolo. L'impianto origina- della Confraternita dei Battenti che la co- rio ha subito nei secoli diverse trasforma- struì risale al primo gennaio del 1387, zioni. Trasformata prima in modo radi- data in cui il notaio Cicco Antonio de cale nell'XI secolo, in cui probabilmente Parma redasse l'atto con cui i procuratori avvenne una vera e propria ricostruzione, della Confraternita sottoponevano all'au- ed arricchita successivamente con pitture torità del vescovo l'edificio sacro che a e affreschi realizzati tra il XIV e il XVIII se- quell'epoca risultava già realizzato. La colo, la chiesa è stata sede vescovile da chiesa fu ampliata nel XVI secolo con una epoca antichissima. E' documentata l'oc- serie di interventi affidati a mastro G. Bat- cupazione della cattedra dal vescovo Co- tista Bifano (1591). Nelle epoche succes- stantino nel 496. Gli elementi più remoti sive furono realizzati ulteriori lavori ed evidenziati dall'attuale edificio possono abbellimenti, tra cui le decorazioni risa- datarsi alla fine dell'XI secolo o al princi- lenti al XVII secolo, e commissionati qua- pio del XII, epoca in cui si deve la sostitu- dri ed affreschi. Di grande valenza la pala zione dell'architettura di ispirazione bi- che sovrasta il bellissimo altare maggiore zantina con quella romanico cluniacense raffigurante l'Annunciazione ed attribuita di derivazione monastica. Oltre all'impo- a Girolamo Imparato, artista attivo tra il nente architettura, restaurata negli anni 1573 e il 1621. Al XVIII secolo risalgono '60 del secolo scorso, si possono ammirare ulteriori opere murarie che hanno dato alcuni antichi affreschi di assoluto valore. alla chiesa la sua forma definitiva e deco- E' stata sede vescovile fino agli anni '80 razioni con stucchi ed affreschi. Tra il 1757 quando la diocesi di Venafro fu unita a e il 1759 l'intera chiesa fu affrescata per quella di Isernia. Oggi il duomo di Vena- mano del pittore Paolo Sperduti, allievo a fro è chiesa concattedrale della diocesi di Roma di Agostino Masucci, segnalato dal Isernia-Venafro. Ha il privilegio di avere Vanvitelli per decorare la reggia di Ca- la Porta Santa fin dal 1508. serta dove in effetti lavorò insieme a Gia- (Ph. T. Paolone) (Ph. F. Cappllari)

La Cattedrale “Settecappotti” fregio della Cattedrale opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 11

Chiesa dell’Annunziata, interno (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 12

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cinto Diano, Fedele Fischetti ed altri pit- LA CHIESA DI SAN FRANCESCO 7 tori. L'opera più notevole dello Sperduti è l'affresco della volta dell'aula, dove la Ver- Secondo una leggenda la sua fondazione gine è ritratta al centro di uno stuolo di sarebbe da attribuire addirittura a San angeli e santi che affollano l'empireo.Gli Francesco intorno al 1220, ma verosimil- altari laterali furono arricchiti nel 1771 da mente essa fu edificata dai successori del pregevoli tele tra cui tre del celebre pittore Santo d'Assisi in epoca successiva. Il re- napoletano Giacinto Diano. Da Napoli fu perto più antico ritrovato nella chiesa, importato a Venafro un raro e prezioso un'iscrizione, porta la data del 1332. E' polittico tardogotico in alabastro realiz- certo che il convento annesso alla chiesa zato in Inghilterra con la rappresenta- esisteva già nel 1399. Le linee medievali zione in sette formelle della passione di dell'edificio furono modificate a partire Cristo, attualmente custodito presso il Ca- dal XVI secolo, epoca in cui avvenne una stello Pandone. Per realizzare la facciata prima significativa trasformazione che della chiesa furono utilizzate pietre e fregi continuò anche nel secolo successivo. Nel provenienti da edifici di epoca romana e 1732, grazie all'opera dell'architetto Do- in particolare dal teatro romano di S. menico Antonio Vaccaro, la chiesa fu og- Aniello. La chiesa dell'Annunziata, esem- getto di una radicale trasformazione su- pio pregevole di architettura barocca, rap- bendo gli influssi del roccocò napoletano. presenta oggi una delle più belle chiese Danneggiata e più volte restaurata nei se- del Molise per la sua imponenza, per la coli successivi, la chiesa è rimasta chiusa sua struttura e per la ricchezza degli ele- per circa venti anni in seguito al terremoto menti decorativi realizzati al suo interno. del 1984. Durante i lavori di riattazione sotto il pavimento sono venuti alla luce i resti di un antico tempio paleocristiano, visibile e visitabile.

Chiesa dell’Annunziata, portale (foto F. Cappellari)

Chiesa dell’Annunziata, campanile Chiesa S. Francesco , facciata (foto F. Cappellari) (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 13

GUIDA BREVE DELLA CITTÀ 13

8 LA BASILICA migliaia di fedeli soprattutto nei tre giorni E IL CONVENTO DI SAN NICANDRO (16, 17 e 18 giugno) di solenni festeggia- menti in onore dei Martiri. Nel 1573 ac- Secondo il Martirologio romano i santi canto alla chiesa fu fondato il convento e Nicandro e Marciano, ufficiali dell'eser- da quest'epoca la custodia dei resti dei cito romano, si convertirono al Cristiane- Santi protettori è affidata ai frati cappuc- simo e, rifiutandosi di rinnegare la loro cini. La chiesa presenta alcune opere di religione, insieme a Daria, moglie assoluto valore, come il monu- di Nicandro, subirono il marti- mentale complesso in noce con rio il 17 giugno del 303 d.C. a stupendi intarsi che ricopre Venafro durante gli anni della tutto il presbiterio, opera sette- persecuzione ordinata da Dio- centesca di Fra Berardino da cleziano. Nel punto in cui fu- Lunetta del portale Mentone (al secolo Pietro Cam- rono uccisi, poco fuori dal centro (Ph. F. Cappellari) pana) in cui è incastonata la ta- urbano, sempre secondo la tradizione già vola raffigurante i tre Martiri con San dopo il 313, anno dell'editto di Costantino Francesco opera del pittore fiammingo che decretava la libertà di culto ponendo Dirk Hendricks (1550-1618), e l'affresco fine alla persecuzione dei Cristiani, fu della lunetta del portale principale in cui eretta una chiesa in loro onore. I tre mar- sono raffigurati i Santi Martiri realizzato tiri divennero i protettori della Città ed at- nel 1949 dall'importante artista molisano tualmente sono i protettori anche della Amedeo Trivisonno. Diocesi di Isernia-Venafro. Il primo docu- mento scritto attestante l'esistenza della chiesa dei Ss. Martiri è del tempo del Duca Arechi (758-778), il quale si recò a Venafro per prelevare alcune reliquie dalla chiesa di San Nicandro per portarle a Benevento. Della chiesa parla anche il Chronicon Vulturnense nel 955. La Chiesa di San Nicandro è una basilica cimiteriale la cui attuale struttura risale al X-XI se- colo, sovrapposta all'edificio preesistente. Fu eretta sul punto in cui furono sepolti i resti dei santi martiri, che rimasero na- scosti per oltre 15 secoli. A farli venire alla luce furono due frati cappuccini, Pa- dre Leone Patrizio, superiore del con- vento di San Nicandro dal 1928, e Frate Angelantonio Carusillo i quali, a partire dal dicembre del 1930 iniziarono a scavare di notte di nascosto sotto l'altare maggiore della basilica e dopo quaranta notti di la- voro trovarono il sarcofago che custodiva i resti di San Nicandro. Fu quindi scavata la cripta sotto l'altare della basilica nella quale sono custoditi i corpi dei Martiri e Basilica di San Nicandro , facciata che è meta di pellegrinaggio da parte di (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 14

Basilica di San Nicandro, interno (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 15

GUIDA BREVE DELLA CITTÀ 15

PADRE PIO NEL CONVENTO 9 IL MUSEO WINTER LINE DI SAN NICANDRO Il Museo della guerra Winter line è stato A Venafro, nel convento di San Nicandro, inaugurato nel 2008 ed è gestito dall'omo- visse Padre Pio da Pietrelcina. Fu inviato nima associazione costituita da appassio- qui, poco più di un anno dopo essere stato nati ed esperti della materia che hanno consacrato sacerdote, dopo una visita me- realizzato una mostra permanente incen- dica a Napoli in seguito alla quale il fa- trata su reperti di interesse storico riguar- moso medico molisano Antonio Carda- danti il secondo conflitto mondiale. Sono relli gli aveva dato pochi mesi di vita. A esposti negli spazi ricavati nello storico Venafro soggiornò circa 40 giorni, dalla palazzo de Utris, nel cuore del centro sto- metà di ottobre fino all'inizio di dicembre rico, reperti unici ed originali rinvenuti del 1911. Qui ebbe le “visioni” e fu visitato nella zona compresa tra Venafro e le Mai- varie volte dal diavolo nelle forme più narde, scenario di aspre battaglie durante strane. Le estasi del Santo frate, le appari- la seconda guerra mondiale. Un territorio zioni e i fatti misteriosi che accaddero in attraversato dalla linea di combattimento quei giorni venafrani furono descritti mi- denominata Winter line. Armi, uniformi, nuziosamente dagli altri frati che ne fu- utensili, oggetti di uso : nel per- rono testimoni.Oggi nel convento di San corso di visita al Museo della guerra è Nicandro è stata ricostruita una zona, il possibile rivivere, grazie all'allestimento più fedele possibile alla struttura e alla suggestivo che ricostruisce fedelmente forma che poteva avere il convento nel ambienti e situazioni, momenti di vita al 1911, quando vi soggiornò Padre Pio, che fronte. L'esposizione è accompagnata da rappresenta una vera e propria zona mu- una “narrazione” che illustra eventi sto- seale. La Cella riporta le misure esatte, la rici, personaggi e consente al visitatore di disposizione degli arredi, che sono origi- approfondire e conoscere le vicende che nali dell’epoca, e alcuni oggetti apparte- caratterizzarono la seconda guerra mon- nuti a Padre Pio come l’apparato da diale e in particolare il territorio del Mo- Messa completo, l’apparato da camera lise occidentale. con un saio, un guanto bianco ed uno marrone. In questa area vi sono oggetti antichi del convento risalenti al '700 e all’800. (Ph. archivio privato) (Ph.Museo Winterline)

Padre Pio a Venafro Il Museo Winterline opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 16

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10 IL PARCO DELL'OLIVO LA CULTURA DELL'OLIO A VENAFRO

Il Parco Regionale dell'Olivo di Venafro è Il Comune di Venafro è stato tra i fonda- la prima area protetta dedicata all'olivo, tori, nel 1994, dell'associazione “Città del- unica nel suo genere nel Mediterraneo. l'Olio”. La coltura dell'olivo a Venafro è La sua istituzione intende promuovere e antichissima, tanto che Cosmo de Utris conservare l'olivicoltura tradizionale che scriveva che “Venafro, duecento anni prima a Venafro ebbe fasti e splendori, tanto che di nascer Cristo, era celebre per l'abbondanza i Romani ritenevano l'olio prodotto in dell'olio e del grano”. loco il più pregiato del mondo antico. L'antichità di questa coltivazione è testi- Nessun luogo al mondo coltivato ad moniata anche dalla presenza nel territo- olivo, infatti, può vantare simili tradizioni rio venafrano di diversi uliveti secolari. e citazioni letterarie. Le escursioni nel L'olio prodotto a Venafro era considerato Parco si svolgono risalendo per i sentieri il migliore ed è citato in molte opere di di- panoramici e le antiche mulattiere siste- versi importanti scrittori antichi, romani e mate e perfettamente percorribili attra- greci. Ne parlano Marco Porcio Catone versando gli uliveti secolari ben tenuti (proprietario di un uliveto a Venafro), dell'area del Campaglione, risalendo la Orazio (secondo il quale l'oliva di Taranto costa di Monte Santa Croce, che sovrasta gareggiava con quella di Venafro), Colu- la piana di Venafro, dirigendosi verso mella, Varrone, Ovidio, Marziale, Plinio il e passando per l'antica Tor- Vecchio (“Il primato in tutto il mondo l'ha ot- ricella, la torre di avvistamento costruita tenuto l'Italia, grazie soprattutto al territorio in epoca medievale e avvolta da varie leg- di Venafro e a quella sua zona da cui si ricava gende e da tanti misteri, oggi restaurata e l'olio liciniano, per cui è divenuta di gran accessibile ai visitatori, prima di inoltrarsi pregio anche l'oliva Licinia”), Giovenale (“Il in un ambiente suggestivo, tra falesie e signore innaffia il suo pesce con l'olio di Ve- boschi primevi e speroni di roccia. nafro”), Strabone (“Venafro, da dove pro- viene la migliore qualità dell'olio d'oliva”), Palladio, Macrobio Teodosio ed altri. Nes- sun altro territorio in cui è presente la col- tivazione dell'oliva può vantare una “cer- tificazione di qualità” così antica e prestigiosa. Successivamente il rinomato olio vena- frano è stato oggetto di studio e di atten- zione anche da parte di diversi importanti studiosi, come Giovanni Presta, Bartolo- meo Gandolfi, Horst Schafer Schuchardt ecc. e lo è ancora oggi. Nel territorio di Ve- nafro si coltivano particolari tipi di oliva, come la tipica aurina (la liciniana cele- brata dagli antichi scrittori latini). L'olio extravergine di oliva è ben presente nella tradizione culinaria venafrana che prevede diversi piatti tipici in cui l'olio la La raccolta delle olive fa da padrone. (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 17

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Il Parco regionale Storico Agricolo dell’Olivo (foto F. Cappellari)

11 L'OASI LE MORTINE (Germano reale, Moriglione, Fischione, Marzaiola, Alzavola, Mestolone, Moretta, L'Oasi Le Mortine è stata inaugurata nel Codone), aironi (soprattutto l'Airone ce- settembre 2001 grazie ad una conven- nerino, più rara la presenza dell'Airone zione stipulata tra WWF Italia ed Enel. rosso, più frequente quella della Garzetta Estesa per 32 ettari, l’Oasi è situata in e di recente anche dell'Airone bianco un'area attigua al fiume Volturno ed è maggiore). E ancora il Cavaliere d'Italia, la parte di una più estesa zona umida carat- Folaga, il Porciglione, lo Svasso maggiore, terizzata da un bellissimo bosco fluviale, il Nibbio bruno, il Nibbio reale, il Falco ricco di numerose specie faunistiche e flo- pellegrino, l'Albanella e la Poiana, più ristiche. A partire dal 5 maggio 2008 l’area rari l'Astore e lo Smeriglio. Tra le presenze è stata affidata alla Onlus Pianeta Terra. In più rare vanno annoverate anche quelle quest'area, interposta tra le Mainarde ed della Cicogna nera e del Fistione turco. il Matese, il Volturno penetra una fitta coltre boschiva igrofila, frazionata dai suoi rami secondari che circoscrivono isole impenetrabili dalle caratteristiche uniche nel corso del fiume. Il comprenso- rio abbraccia una estesa isola demaniale fluviale ed un lago artificiale, interes- sando in totale oltre 50 ettari. L'intero comprensorio è da considerare, sia dal punto di vista storico che paesaggistico, il limite settentrionale della Reale Caccia Borbonica di Venafro e Torcino. E' possi- bile effettuare escursioni nel bosco flu- viale, osservare animali di varie specie e praticare il bird watching. La sua ubica- zione favorisce la frequentazione della ti- l’Oasi le Mortine pica avifauna delle zone umide: anatre (foto T. Paolone) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 18

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12 CIMITERO MILITARE FRANCESE zione delle tombe suggerisce la possibilità che i caduti musulmani, qualora siano Il Cimitero Militare Francese di Venafro è stati disposti sul fianco destro, abbiano il stato costruito nel 1946. Vi sono circa 6000 volto rivolto verso la Mecca. Su ciascuna tombe di soldati del Corps Expedition- lapide è riportato il nome (se noto) e la di- naire Français, di cui circa due terzi di citura (in francese) "Mort pour la France" origine marocchina, algerina e tunisina, (morto per la Francia). oltre ad alcuni africani, caduti in gran parte durante la battaglia di Cassino e nell'aggiramento di Montecassino (1943- 1944). Qui sono state traslate successiva- mente le sepolture di Miano. E' stato eretto all'interno del cimitero un monu- mento che richiama esplicitamente i mi- nareti nord-africani, decorato con pia- strelle di ceramica azzurre, che risaltano sul bianco delle mura, e con alcune iscri- zioni. Al suo interno vi sono alcune tombe, di cui una al milite ignoto musul- mano e tre dedicate a militi con nome, uno tunisino, uno algerino, uno maroc- chino. Tutte le tombe sono disposte sul- l'asse Nord-Est Sud-Ovest, con le lapidi ri- volte a Nord-Est, ad eccezione di alcune tombe, poste dietro il minareto, di soldati ebrei (riconoscibili dalla stella a sei punte il Cimitero militare francese sulla lapide) e animisti (che sulla lapide (foto T. Paolone) hanno un sole stilizzato). Questa disposi-

NUMERI UTILI

- Castello Pandone Museo Nazionale del Molise Tel. 0865 904698 - sito internet: www.castellopandone.beniculturali.it - Museo Archeologico di Santa Chiara Tel. 0865 900742 - sito internet: archeologi- camolise.beniculturali.it/index.php?it/172/museo-archeologico-di venafro - Parco Regionale dell'Olivo di Venafro Tel. 0865 902251 - 338 8618979 sito internet: www.parcodellolivodivenafro.eu - Oasi Le Mortine Tel. 335 7447271 - sito internet: www.oasilemortine.it - Museo Winterline Tel. 339 7014272 - 349 5976578 www.winterlinevenafro.it - Polizia Municipale Tel. 0865 906700 - 906703

VENAFRO, breve guida alla città a cura della Amministrazione comunale di Venafro Realizzazione editoriale: Volturnia Edizioni - Tel. & fax 0865 953593 www.volturniaedizioni.com Supplemento alla Rivista Trimestrale “altri ITINERARI” Anno XII, n. 26 - Primavera 2014. L’amministrazione comunale ringrazia il fotografo Franco Cappellari per aver messo a disposizione, dal suo archivio privato, alcune tra le foto più belle della città di Venafro. opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-2014 10:57 Pagina 19

Particolare dei campanili del centro storico (foto F. Cappellari) opuscolo_venafro:opuscolo_chiese_frosolone 23-05-201410:57Pagina20

(Ph. F. Cappllari - tutte)