Comunità Montana Valle Seriana

Corolle regali Una vita da guardiano Con Gesù in spalla Fra rocce e sentieri Alle origini delle Le rappresentazioni i colori e i profumi cascate del Serio, con le di San Cristoforo PRIMAVERA della natura. sentinelle del Barbellino. in ValSeriana. 24 2020 p.10 p.21 p.44 www.valseriana.eu

BENVENUTI TRA NOI

Maurizio Forchini presidente di PromoSerio

UNO STUPORE DA CAPOGIRO

La storia, la natura, la vita ci attendono, ci circondano, ci sorridono, e se la preoccupazione per il coronavirus ci rende giustamente prudenti, tuttavia dobbiamo essere consapevoli che si tratta di una fase transitoria, che presto passerà. La ValSeriana rimane ad aspettarci con le sue storie, con la sua arte. Con le montagne e le valli e i corsi d’acqua. VAL cerca di portare nelle case questa realtà complessa, affascinante, di uomini e donne che lavorano, in mezzo a tanta bellezza. Perché è il lavoro dell’uomo che in molti casi ha modellato ed esaltato, che si è alleato alla natura per creare il paesaggio.

In questo numero raccontiamo le storie dei guardiani della diga del Barbellino, il grande sbarramento che chiude i cosi d’acqua della grande conca dove si affacciano il pizzo di Coca, lo Scais, il Recastello: uno dei luoghi più affascinanti della Bergamasca. Qui si trova il rifugio Curò e qui da decenni si incontra la casetta dei guardiani che tengono sotto controllo lo sbarramento da cui prendono l’acqua le vertiginose cascate del Serio.

Storie di uomini che con il lavoro hanno reso la valle interessante, importante. E allora ecco il coro Idica di , fondato sessantatré anni fa (ancora sono in attività due fondatori, Cesare Ferrari e Alberto Rondi) che ha portato il canto della valle in tutto il mondo. La vicenda dei roccoli, quelle strutture a forma di torre costruite in un passato talvolta molto lontano per l’uccellagione, per secoli una delle fonti di sostentamento della gente di montagna. Un’altra storia, di quelle che si ricordano, ha come protagonista Andrea Messa che ha voluto riportare in valle le pecore da latte, ben presenti un tempo, prima che le vacche le soppiantassero. Andrea crede nella produzione di questo latte e dei formaggi che ne derivano. Un progetto che prevede l’uso di terreni oggi magari abbandonati e quindi si inserisce in un lavoro di salvaguardia del territorio. A proposito di latte e formaggio un articolo lo dedichiamo anche al nuovo riconoscimento che l’Unesco ha attribuito a , quello di “Città creativa per la gastronomia”. Ce lo ha attribuito proprio per la nostra maestria nel creare formaggi dal sapore sopraffino.

Tante storie, sì, talora stupefacenti. Anche nell’arte. Abbiamo seguito le tracce di San Cristoforo, il santo grande e grosso che porta sulle spalle Gesù Bambino. E abbiamo trovato dipinti e affreschi in tanti paesi della valle... un itinerario affascinante. E poi la natura, come sempre, sui sentieri dei fiori e delle erbe, da Lonno alla Valle di Scalve, per poi arrivare a lanciarsi nell’azzurro senza confini, con il parapendio...

Qualche volta, dopo avere finito di comporre il giornale, ci stupiamo anche noi: questa terra diValSeriana e Val di Scalve è così ricca di storia, arte, industrie e natura da far venire il capogiro. i colori della valle

Alchimia nucleare, Nemmeno In cammino i Pinguini terzi a con un fiore sull’Alta Via delle Grazie Sanremo L’Alta Via delle Grazie è il nuovo percorso Hanno portato la ValSeriana tra arte, fede e natura sullo stile di sul prestigioso palco del Teatro quello (celeberrimo) di Santiago de Ariston, scalato la classifica sino Compostela. L’idea di Gabriella Castelli a un memorabile terzo posto e, ed altri volontari prevede 315 chilometri in tredici tappe, da Bergamo a e soprattutto, colorato e accompagnato all’Alta Val Seriana, toccando poi il lago in musica l’orgoglio di tutti noi. d’Iseo, Val e Media Valle Seriana. Fra i protagonisti assoluti della A breve una guida (percorsi anche in settantesima edizione del Festival bici) su www.altaviadellegrazie.it di Sanremo, condotta da Amadeus e Fiorello, ci sono i Pinguini Tattici Nucleari, la band bergamasca che Strutture alberghiere, a ha proposto il brano “Ringo Starr”. Oltre all’ottima posizione in classifica breve il bando regionale (dietro al vincitore Diodato e a L’assessore Lara Magoni, ha Francesco Gabbani), il gruppo ha annunciato la prossima uscita di ottenuto l’ampio gradimento del un bando di Regione Lombardia pubblico, al punto da meritare il disco da 17 milioni di euro, per la d’oro dopo soli dieci giorni dall’uscita A partire dalla Giornata competitività delle strutture ricettive. del repack “Fuori dall’hype - Ringo Internazionale contro la violenza I fondi sosterranno realizzazione e Starr”. La band è guidata da Riccardo sulle donne, dello scorso novembre, riqualificazione di alberghi e aziende Zanotti di Albino, voce del gruppo i musei aderenti al Circuito Mus.E.O. ricettive all’aria aperta. «Puntiamo e compositore di testi e musiche. hanno proposto incontri, installazioni sulla qualità - ha affermato - in vista Insieme a lui ci sono il chitarrista e visite guidate dal titolo “Nemmeno dell’Olimpiade di Milano-Cortina 2026. Lorenzo Pasini di Villa d’Ogna, il con un fiore”. La quinta edizione, Ci sarà l’opportunità di finanziare, al bassista Simone Pagani di Bergamo, legata in particolare al tema della 50% e a fondo perduto, progetti per il batterista Matteo Locati di , violenza domestica, si è chiusa un minimo di 80.000 euro, con la Nicola Buttafuoco (chitarrista) ed Elio domenica 8 marzo, Festa della possibilità di ricevere un contributo Biffi (tastierista) di . Donna. massimo fino a 200.000 euro». Festival pianistico, Sapori d’arte, Su e giù tre date in ValSeriana la cultura vien per gli Altipiani "Armonie sospese" è il titolo del 57° mangiando Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dedicato a due grandi compositori romantici: Franz Schubert e Anton Bruckner. Quarta edizione, domenica 7 Considerato da molti il massimo giugno, del “Trail degli Altipiani”, sinfonista dopo Beethoven, Bruckner gara di corsa in montagna fra la Val è una novità per il Festival. Orchestre Gandino e l’Altopiano di Clusone, e solisti provenienti da tutto il con partenza e arrivo a . mondo eseguiranno le principali Percorsi da 56 km (dislivello pagine musicali dei due compositori 3100 mt.) e 34 km (dislivello 1850 austriaci. Il Festival è considerato mt.). Sabato 6 giugno anteprima una delle più importanti rassegne Da sabato 9 maggio quinta edizione pomeridiana per i ragazzi delle mondiali dedicate al pianoforte di Sapori d’Arte, viaggio culturale scuole con la Young Trail su circuito ed è nato nel 1964 come omaggio di otto tappe che unisce luoghi cittadino. Info e iscrizioni al grande Arturo Benedetto artistici e degustazioni di prodotti www.traildeglialtipiani.it Michelangeli. In cartellone ci sono tipici, secondo la filosofia operativa anche tre importanti appuntamenti del tavolo “Serio Art”, coordinato in ValSeriana. Giovedì 14 maggio il da Orietta Pinessi. Dopo l’apertura Berghem Bug, pianista Andrea Bacchetti si esibirà al Santuario del Frassino di Oneta, in Sala Testori a , mentre toccherà ad Albino, , arrivano i Maggiolini venerdì 15 maggio toccherà ad , Cazzano Sant'Andrea, Alzano Dal 3 al 5 aprile Bergamo e le Valli Alexander Gadjiev, protagonista Lombardo e . Al saranno invase... dai Maggiolini. all’Auditorium Modernissimo Santuario di San Patrizio di È in programma infatti Berghem di . Venerdì 29 maggio (foto), arte, musica e buona cucina Bug #12, raduno dei mitici mezzi appuntamento nella Sala Consiliare dialogheranno il 27 giugno in un Volkswagen che coinvolgerà Albino, del Municipio di Cene, con la pianista esclusivo evento conclusivo. Cesti di Nembro, Bergamo e San Pellegrino Leonora Armellini. I concerti iniziano Sapori Seriani per chi seguirà tutte le Terme. Info su alle ore 21. tappe. Info su www.valseriana.eu. www.berghembug.blogspot.com i colori della valle

Rete Promoserio, Affitti turistici, “Padri del Folklore” a Vilminore il primo corso per operatori premio a Lina Cabrini Ufficio scalvino di È stato inaugurato il 12 febbraio Prestigioso riconoscimento per l’Ufficio per il Turismo della Comunità Lina Cabrini, fondatrice a Gorno Montana Val di Scalve e del Parco (nel 2006) e presidente del Gruppo delle Orobie Bergamasche, che ha Taissine, legato alla tradizione sede nello storico Palazzo Pretorio a mineraria. Il premio è stato conferito il 10 gennaio a Villa d’Almè dalla Vilminore. «Si concretizza il dialogo Federazione Italiana Tradizioni da anni in corso tra Promoserio Popolari (Fitp), nell’ambito della e la Val di Scalve - sottolinea Rassegna di Musiche e Canti Maurizio Forchini, presidente di Folklorici. Promoserio - e si apre un nuovo capitolo di valorizzazione del Un’utile opportunità di formazione, territorio. Garantiremo la massima per dare qualità alle risorse della disponibilità per la formazione di Valle. È in programma dal 16 personale qualificato e l’elaborazione marzo all'11 maggio (sette incontri di nuove strategie di sviluppo. dalle 18.30 alle 21 all'Infopoint Crowfounding Il territorio della Val di Scalve è Borghi della Presolana di ) per il Giardino fortemente connotato da antiche il corso sugli affitti turistici delle Biodiversità tradizioni, prodotti gastronomici e da per privati, amministratori, un patrimonio naturalistico fra i più operatori e albergatori. Esperti in Fondata a Leffe da Alessandra Riva, Vittoria’s Farm ha sede a Leffe e incontaminati della Bergamasca». ambito legislativo, turistico e di propone attività didattiche per Presenti all’inaugurazione, con comunicazione web coinvolgeranno scuole e accoglienza per famiglie, gli amministratori locali, anche i partecipanti rispetto a normative, con escursioni tematiche in l’assessore regionale al turismo, bonus fiscali, agevolazioni bancarie ValSeriana e Val di Scalve. Online marketing territoriale e moda Lara e promozioni social, proponendo nella sezione ospitalità del sito Magoni e il presidente del Parco casi pratici virtuosi e servizi valseriana.eu trovate il progetto delle Orobie Bergamasche Yvan aggiuntivi su cui lavorare. Info e di crowfounding per creare un Caccia. iscrizioni su www.valseriana.eu Giardino delle Biodiversità. Energia a mille, torna Orobiestyle, , accoglienza dal 26 al 28 giugno l’ambizione di una sui pedali Presolana E-Bike natural experience Grem Bike Hostel è la nuova Tre giornate di sport e struttura nata in ValSeriana, esattamente a Premolo, per gli divertimento all’insegna della bici amanti della bicicletta. Dispone di elettrica, per scoprire con poca ventiquattro posti letto, con deposito fatica i percorsi incastonati tra custodito per le bici, area lavaggio e incantevoli scenari montani. Da officina attrezzata anche per e-bike, venerdì 26 a domenica 28 giugno lavanderia a gettoni con lavatrice e torna in ValSeriana il Presolana asciugatrice. E-Bike, che, dopo il successo Info su www.grembikehostel.it dell’edizione inaugurale del 2019, propone un vero e proprio villaggio Leffe, il gelato a tema, con stand espositivi in cui compie cento anni scoprire le novità del settore, una Pubblico delle grandi occasioni ricca area food, esibizioni di bike il 25 novembre a Clusone per la trial, dj-set, bike park dedicato ai “prima” di Orobiestyle, progetto più piccoli e tour guidati in e-bike che promuove un modello virtuoso con diversi livelli di difficoltà. e condiviso che unisca ValSeriana, Venerdì 26 e sabato 27 giugno Val Brembana, Lago d’Iseo, Val l'evento animerà Castione della Cavallina, Bassa Val Camonica e Val Presolana (via Donizetti), mentre di Scalve. Obiettivi principali sono il Un traguardo da celebrare... con domenica 28 giugno si trasferirà miglioramento dell’offerta turistica gusto. La storica Gelateria Leffese, e della qualità ricettiva. Orobiestyle, fondata nel 1920 a Leffe, compie 100 a Clusone in piazza Manzù. Qui è costituito da imprenditori e privati, anni, espressione di un’apprezzata prevista la partenza della seconda punta a ricostruire un’identità locale arte artigianale. Dal fondatore Luigi, edizione del Raduno, sviluppato attraverso tradizione, cultura e quattro generazioni della famiglia su un percorso di 45 km e 1500 stile, per immergere i turisti in una Castelli hanno dedicato passione e mt di dislivello. Per informazioni e “Natural Experience”. cura alla produzione di gelati, panna iscrizioni: www.valseriana.eu Info su www.orobiestyle.it montata e semifreddi. Auguri! DAL 9 MAGGIO AL 27 GIUGNO maggio ONETA Capolavori d’arte e devozione 9 al Santuario della Madonna del Frassino

ALBINO SAPORI Gli uomini e le terre 17 dell’Abbazia San Benedetto FINO DEL MONTE I misteri del Monastero… 23 visita e buffet con sapori seriani

GROMO d’ARTE Meraviglie d’arte sacra nel V EDIZIONE 30 borgo medievale Torna l’annuale evento in un suggestivo Serio Art, un’occasione viaggio culturale: otto per scoprire le eccellenze appuntamenti che storico-artistiche e abbinano una visita GIUGNO gastronomiche che guidata a una ricca CAZZANO caratterizzano la degustazione di prodotti SANT’ANDREA ValSeriana e Val di tipici. 6 Sapori e luoghi del passato Scalve. tra torri e casolari L’EDIZIONE 2020 SI Edifici e luoghi CONCLUDERÀ CON UN ALZANO affascinanti, ricchi di EVENTO ESCLUSIVO LOMBARDO storie e aneddoti da CON CONCERTO E 13 Villa Belvedì, un luogo raccontare, apriranno CENA AL SANTUARIO antico, una casa-museo, un le porte per condurvi DI SAN PATRIZIO paesaggio incontaminato VILMINORE La prenotazione a tutti gli eventi è obbligatoria: DI SCALVE T. 035.704063 - [email protected] 20 Palazzo Pretorio, segreti e storia dell’Antica Repubblica di Scalve NOVITÀ 2020 A chi parteciperà a tutti gli eventi saranno offerti cesti di Sapori Seriani COLZATE Arte, fede e melodie d’Europa Per tutti i dettagli sul programma: 27 al Santuario di San Patrizio WWW.VALSERIANA.EU DAL 9 MAGGIO AL 27 GIUGNO 24 maggio PRIMAVERA ONETA 2020 Capolavori d’arte e devozione Corolle regali 10 9 al Santuario della Madonna Tra rocce e sentieri i colori e i profumi della natura / di Fabio Busi del Frassino Dove va a finire il cielo 15 ALBINO Fra Campelli e Campione, il paradiso in Val di Scalve / di Angelo Corna Una vita da guardiano SAPORI Gli uomini e le terre 21 dell’Abbazia San Benedetto Alle origini delle cascate del Serio, fra cunicoli e gallerie con le sentinelle 17 del Barbellino / testo e foto di Mirco Bonacorsi Roccolare, arte senza tempo FINO DEL MONTE 26 I misteri del Monastero… Alla scoperta dei roccoli di montagna, scrigni senza tempo dell’arte dell’uccellagione: natura, amore, passione / di Claudia Manera visita e buffet con sapori 23 Un coro nella valle seriani 30 La prestigiosa storia del Coro Idica: da Clusone nel mondo fra note e amicizia di Clara Bassani GROMO Oltre lo Zuccarello d’ARTE Meraviglie d’arte sacra nel 33 Dal Santuario al borgo di Lonno lungo un'antica mulattiera / di Paolo Aresi 30 borgo medievale Quelli del formaggio 37 V EDIZIONE Grazie a Cheese Valleys, Bergamo è “Città Creativa Unesco" / di G.B. Gherardi Torna l’annuale evento in un suggestivo Un futuro da pecora 40 Il progetto Pan Prat traccia il sentiero per il ritorno ai formaggi ovini freschi Serio Art, un’occasione viaggio culturale: otto della tradizione / di Fabio Cuminetti per scoprire le eccellenze appuntamenti che Con Gesù in spalla 44 storico-artistiche e abbinano una visita GIUGNO Le rappresentazioni di San Cristoforo in ValSeriana / di Orietta Pinessi gastronomiche che guidata a una ricca CAZZANO Quando ti spuntano le ali caratterizzano la degustazione di prodotti SANT’ANDREA 52 L’emozione di un volo panoramico e silenzioso in parapendio: da Rovetta a ValSeriana e Val di tipici. 6 Sapori e luoghi del passato un passo dal cielo / di Serena Bonetti Scalve. tra torri e casolari Pedali ruggenti L’EDIZIONE 2020 SI 55 Fra discese ardite e risalite: Mountain Bike fra natura e passione Edifici e luoghi CONCLUDERÀ CON UN ALZANO di Clara Bassani Con le Orobie nel cuore affascinanti, ricchi di EVENTO ESCLUSIVO LOMBARDO 59 storie e aneddoti da CON CONCERTO E 13 Villa Belvedì, un luogo Da Clusone il sogno olimpico di Martina Bellini / di Andrea Rossetti raccontare, apriranno CENA AL SANTUARIO antico, una casa-museo, un Da allievo a Maestro 62 le porte per condurvi DI SAN PATRIZIO paesaggio incontaminato Viaggio alle sorgenti dei maestri del Cinquecento / di Orietta Pinessi

VILMINORE Direttore Responsabile: Ettore Ongis - [email protected] La prenotazione a tutti gli eventi è obbligatoria: DI SCALVE Redazione: Paolo Aresi, Andrea Rossetti, Orietta Pinessi, Giambattista Gherardi, Palazzo Pretorio, segreti e Serena Bonetti, Martina Biffi, Alessandra Visini, Claudia Manera e Clara Bassani. T. 035.704063 - [email protected] 20 Traduttrice: Narcisa Jigau storia dell’Antica Repubblica di Scalve Foto di: Angelo Corna, Lino Olmo, Giambattista Gherardi, Marco Presti, Myvalley.it, archivio PromoSerio, Valseriananews.it, Pierino Bigoni, Mirco Bonacorsi, archivio fotografico della NOVITÀ 2020 A chi parteciperà a tutti gli Diocesi di Bergamo, archivio Coro Idica, Paolo Aresi, bergamocittacreativa.it, Severo eventi saranno offerti cesti di Sapori Seriani COLZATE Ruggeri, di Bergamo, Vincenzo Piramide e Adi Corbetta. In copertina: Crocus albiflorus alle baite del Möschel - foto di Pierino Bigoni Arte, fede e melodie d’Europa Per tutti i dettagli sul programma: al Santuario di San Patrizio Primosegno Edizioni S.r.l. © COPYRIGHT VALSERIANA E SCALVE MAGAZINE: 27 Via Teodoro Frizzoni, 22 - 24121 Bergamo TESTI ED IMMAGINI DELLA PRESENTE PUBBLICAZIONE WWW.VALSERIANA.EU NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI CON MEZZI Ente proprietario GRAFICI, MECCANICI, ELETTRONICI O DIGITALI SENZA PromoSerio - www.valseriana.eu PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE. Tel. 035.704063 OGNI VIOLAZIONE SARÀ PERSEGUITA A NORMA DI LEGGE. VALSERIANA E SCALVE MAGAZINE, PERIODICO Progetto grafico e impaginazione DI INFORMAZIONE LOCALE REGISTRAZIONE: N.15 ANNO Emanuele Simone - linoolmostudio.it 2014 DEL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI BERGAMO Segreteria [email protected] Crediti fotografici: Per le immagini senza crediti, Primosegno Edizioni S.r.l. ha cercato di rintracciare i titolari dei diritti Eriophorus scheuchzerii in Valsanguigno Stampa fotografici, senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a disposizione foto di Pierino Bigoni Graphicscalve SpA - Vilminore di Scalve (BG) per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti. VAL 10 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Corolle regali Mille fiori fanno primavera, fra rocce, sentieri, colori e profumi della natura. E lo spettacolo di esclusive rarità

di Fabio Busi - foto di Pierino Bigoni

anno quasi tutte dei nomi femmi- Saxifraga presolanensis, Primula albe- nili, perché sono le regine delle nensis, Linaria tonzigii. Mettono soggezio- Hnostre montagne. E in quanto ne fin dal nome. E ognuna ha un suo palazzo tali, difficili da avvicinare. Quelle lunghe e preferito (che chiamano più prosaicamente complicate parole latine sembrano titoli no- “stazione”), il luogo dove regnare dall'alto biliari, d'una dinastia il cui tratto distintivo è sulla valle. La Saxifraga ad esempio predi- una ritrosa e timida bellezza. lige i coni d'ombra che guardano a nord, il la copertina VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 11 suo capriccio è quello. Ma lei può permetterselo, perché è “la regina dei fiori di roccia” come titolano Renato Ferlinghetti ed Enula Bas- sanelli. Una vita solitaria, eremiti- ca, per “uno dei gioielli di maggior splendore della flora bergamasca”.

La Linaria (detta bergamasca) ha gusti diversi, ama muoversi len- tamente, impercettibilmente per noi uomini, insieme ai ghiaioni su cui dimora. Pattina insieme ai sas- si sui monti, piano piano. Essendo specie esclusiva delle Orobie, è stata scelta come simbolo del grup- po Flora Alpina Bergamasca (Fab).

La Primula porta nel suo nome il regno su cui troneggia: l'Alben, con le sue rocce calcaree. Un'altra Primula albenensis sovrana, la Viola comollia, è detta anche “del Coca”, perché sceglie Rhododendron hirsutum invece gli ambienti silicei dell'al- ta valle, come appunto il Coca, la zona del Curò. Si trova general- mente tra i 2200 e i 3000 e recen- temente è stata valutata “quasi a rischio” per via del riscaldamento globale.

La bellezza aristocratica di que- sti che sono alcuni dei fiori ende- mici - esclusivi - della ValSeriana (e Brembana) non è solo rara, non è solo nascosta. È anche perigliosa. Pierino Bigoni del gruppo micolo- gico Bresadola di Villa dʼOgna rac- conta di quando veniva qui il bo- tanico scozzese Sidney J. Clarke, di Edimburgo. Cercatore appassio- nato di primule, fu lui a trovare un ibrido dellʼalbenenesis ancora in fase di studio - e pure una sua ra- rissima varietà albina -. Una volta, arrampicandosi sulle rocce, avido di scoperte, cadde e prese un brutto colpo, fratturandosi alcune costole.

Lui e Pierino, nelle avventure sui monti, non parlavano in ingle- se, ma latino. Il latino dei fiori. Ne- gli ultimi anni però il botanico si è ammalato e ha dovuto rinunciare alle sue esplorazioni seriane. VAL 12 SERIANA & SCALVE MAGAZINE

Lo stesso Pierino, nel suo pere- Pierino Bigoni con il botanico scozzese Sidney J. Clarke grinare tra boschi e monti alla ricer- ca di funghi, si occupa pure di fiori e pollini. Li fotografa, li raccoglie, analizza e cataloga nella palinote- ca. «Lo scorso giugno, attraversa- vo un canalone per incontrate un meraviglioso Cypripedium. Sentii dei rumori e riuscii a sottrarmi per un soffio a una violenta scarica di sassi, che piovvero dall'alto».

Il Cypripedium calceolus è un'orchidea sublime, che Pierino s'è divertito a cercare per alcu- ni anni, in Val di Scalve. «Ha un periodo breve di fioritura, quindi- ci-venti giorni, in concomitanza del pino mugo, che ti penetra nelle Cypripedium calceolus narici. Su e giù per i canaloni, cerca e cerca, in ambienti ostili. Ma che urlo di gioia, quando l'ho trovato».

Ci sono anche i fiori che ama- no impantanarsi nelle torbiere. È il caso della Drosera rotundifolia della Val Sanguigno. In quegli ambienti, solo poche specie di animali e piante riescono ad adat- tarsi. Come quelle carnivore, che sopperiscono alla carenza di sali di azoto nelle acque con l'azoto organico dei piccoli artropodi che catturano con i loro peli appicci-

Drosera rotundifolia VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 13

Parüc e ortiche, il trionfo è in tavola

Se i fiori rari sono intoccabili e aristocrati- con le ortiche riprendono fedelmente la Alpine herbs ci, c'è un altro dono della terra che invece tradizione. Mi sono stati insegnati dalle If we talk about untouchable and possiamo raccogliere, manipolare e, so- signore del posto». In alta valle il parüc prattutto, mangiare. Sono le erbe sponta- viene invece lautamente rinforzato con marvellous flowers, there is, in- nee, che colorano le nostre valli e i nostri panna e salame. Nella Valcanale questa stead, another gift from the earth piatti in tavola. Ortiche, tarassaco, silene, ricetta prevede la Polygonum bistorta that we can pick up, manipulate piantaggine, barba di becco. (detta in dialetto mès cundìt). Annamaria and then eat. They are the alpine La Salvia pratensis si può fare impanata e in primavera prepara il delizioso miele di herbs which colour our lives and fritta, oppure prenderne le cime per il mi- tarassaco, una melassa che viene fatta meals every day. Nettles, dan- sto delle erbe. La moglie di Pierino Bigoni, con l'estratto di questi fiori. «La preparia- delion, silene, plantains, salsify. Mariangela, sfrutta le erbe che lui racco- mo in casa, per accompagnare i formaggi In ValSeriana, there are plenty glie per creare piatti succulenti. «Gnocchi della valle». All'Hotel San Marco di Schil- of delicious dishes realized with con le ortiche, frittata con le erbe, risotti» pario, Mea Tagliaferri (con il padre Enzo) racconta lui. Una tappa alla baita Valle ed Antonio Pizio non sono certamente da herbs. Mea Tagliaferri, from the Azzurra di è d'obbligo. meno. La signora ha scritto un libro di ri- Hotel San Marco of , Annamaria Marchesi propone le tagliatel- cette, “I sapori delle erbe”. Raccoglie di has written a book of recipes cal- le verdi al parüc con formaggio di monte. persona gli ingredienti dei suoi piatti, i cui led <> «Sapori delle nostre montagne, raccolti e colori sembrano dipinti. Risotto con i fiori which collects every ingredient prodotti in alpeggio». Ma il parüc viene mantecato con il Formaggio Nero, ravioli of her fantastic cuisine. utilizzato in generale per la pasta verde, con la borragine, polenta e fiori di zucchi- dalle lasagne ai ravioli. Oppure come na. Insomma, sbocciano i sapori, e noi contorno, con l'uovo. «I nostri gnocchetti non possiamo resistere.

cosi. Qui la bellezza aristocratica di neve che cade dolcemente, so- Il sentiero dei fiori, un dei fiori di pietra lascia spazio a un spesa nel tempo, vive e prospera itinerario ideale tra fascino selvaggio, un poʼ crudele. sempre in quelle melmose torbiere specie pregiate, è un La Drosera è agguerrita. dove la Drosera va a caccia. percorso ad anello: dal rifugio Capanna 2000 Si riprende candore con l'E- Una figura imprescindibile si attraversa in quota la riophorus scheuchzerii, sempre in quando si parla di fiori bergama- Val d'Arera fino al passo Val Sanguigno. «Sembrano campi schi, è il professor Claudio Brisso- Gabbia. Poi la Corna di cotone» dice Pierino. E lʼincred- ni. Fu lui a individuare il sentiero Piana e giù al lago ibile suggestione delle sue foto lo dei fiori, un itinerario ideale tra Branchino. testimonia. Questa bellezza come specie pregiate come, oltre alle già VAL 14 SERIANA & SCALVE MAGAZINE

citate, il Galium montis-arerae, Saxifraga vandelii l'Allium insubricum, la Silene eli- sabethae, la Campanula raineri. Si tratta di un percorso ad anello: dal rifugio Capanna 2000 si attra- versa in quota la Val dʼArera fino al passo Gabbia. Poi la Corna Pia- na e giù al lago Branchino. Il sen- tiero è il numero 221. Ritorno lun- go il 222, più basso di 200 metri.

Esiste infine una bellezza un poʼ più accessibile. Che tutti pos- siamo ammirare senza inerpicar- ci chissà dove. Pierino consiglia la Valzurio, lungo la passeggiata per le baite del Möschel. Qui po- treste imbattervi nel Crocus albi- florus in primavera e altri durante l'anno. Percorsi fattibili anche in Lilium martagon Val Sanguigno, dalla centrale di Aviasco in poi. Ancora, tra il rifu- gio Parafulmine, Farno e il Pizzo Formico: ottime fioriture di Pri- mula orecchia d'orso e Saxifraga vandelii. Al monte Poieto e Cor- nagera, fioriture di Rhododendron nano (chamaecistus), hirsutum, e ancora Primula auricola.

Regal flowers Almost all of them have femini- ne names, Latin words difficult to pronounce and they are the rare and exclusive flowers which grow in the ValSeriana: Saxifraga pre- solanensis, Primula albenensis, Primula auricula Linaria tonzigii. Every flower has its favourite place to grow in, for example the Saxifraga is conside- red to be the <> because it stays in dark areas looking to north; the Linaria stays in the boulders; the Primula can be found on calcareous rocks and then the Viola Camollia can usually be found between the 2.200 and the 3.000 metres and it’s con- sidered to be also at risk because of the global warming. However, the rarest flower nowadays is the Cypripedium calceolus, a sublime orchid in ValSeriana. natura ti, rendendola ConcadeiCampelli il luogo zona, tingono le colline dei montisoprastan- te varietà botaniche,alcuneunichediquesta in un giardino fatto di fiori e profumi. Le tan- durante la stagione primaverile si trasforma quasi come in una sorta di scrigno, quello che le Dolomiti della Val di Scalve” racchiudono, belle della provincia bergamasca. Le“Picco non ospita solo alcune tra le montagne più luogo, conosciuto come Conca deiCampelli, riture ecoloriuniconelsuogenere.Questo primavera si fonde in un caleidoscopio di fio- un ambiente incontaminato che durante la di in Val diScalve unangolodiparadiso ma anche Gardena, CampioneeCampioncino: La concadeiCampellieilCimondellaBagozza, il a finire va Dove C Angelo Corna una coronadimontagne racchiude Orobie Alpi delle confine al vine, ircondata dalle severe cime scal- cielo

- vecchie fornaci e di visitare i resti degli edi- percorsi segnalati consentono di osservare le miniere di ferro della Val di Scalve. Alcuni versiamo la zona cheuntempo ospitava le attra abetaia, magnifica una in Immersi ne. strada che sale al famoso Passodel Vivio- il borgo di Schilpario e continuare lungo la insieme. nel cuoredella Val diScalve.Scopriamoli no alla scoperta di questo angolo di Paradiso famiglie e tracciati per escursionisti ci porta- re connubiodi emozioni. Facili percorsi per fauna e bellezza si sposano in uno spettacola perfetto per una gita adatta a tutti, dove flora, Per la nostra gita dobbiamo raggiungere SERIANA &SCALVE MAGAZINE

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15 VAL 16 SERIANA & SCALVE MAGAZINE fici minerari, che per centinaia di anni sono stati il sostentamento di questa zona. Superati i casolari di Fondì, un tempo baite di minato- ri, la strada raggiunge la località di Cimalbosco, dove nei pressi del bar-ristorante Baita Rossa è possibile trovare parcheggio. L’e- scursione ha inizio in prossimità del Rifugio Cimon della Bagoz- za, struttura gestita dalla famiglia Visini da oltre vent’anni e sem- pre aperta, estate e inverno (per informazioni: 349.3016270). Un cartello, posto all’esterno del ri- fugio, ricorda allegramente a tutti gli avventori che al Bagozza non manca mai una «polenta e chél che ghè» (tradotto dal dialetto: “Polenta e quello che c’èˮ). Oltre- passata la struttura, imbocchiamo l’ampia carrareccia che sale in di- rezione del Passo, un percorso che fin da subito permette di ammi- rare le fioriture primaverili. Con facile cammino raggiungiamo la Madonnina dei Campelli, scul- tura in bronzo (opera dello scul- tore scalvino Tomaso Pizio) che si affaccia sulle pareti del severo Cimon della Bagozza, montagna riservata agli esperti. Vale la pena soffermarsi qualche minuto a os- servare il panorama sulle vicine montagne scalvine, veri torrioni di roccia che si stagliano nel cie- lo azzurro. Un ambiente di per sé già magnifico, ma che raggiunge l’apice della sua bellezza durante l’ascesa alle vette della zona, al- cune di queste accessibili a tutti: davanti a noi spiccano il monte rassaco e dai Botton d’Oro. In un nostri occhi lo spettacolo offerto Gardena, il monte Campioncino matrimonio tra profumi e colori, dalle montagne valtellinesi, bre- e il monte Campione, cocuzzoli sotto lo sguardo attento delle Pic- sciane e bergamasche. Un disegno panoramici che possiamo toccare cole Dolomiti Scalvine, continu- della natura praticamente perfetto, con pochi sforzi. iamo la nostra salita fino a toccare che difficilmente riusciremo a di- l’antecima del monte Gardena, menticare. Il ritorno avviene sul Per raggiungere il vicino monte dove troviamo ad attenderci una percorso all’andata. I più Gardena dobbiamo abbandonare scultura in ferro e un panorama esperti possono invece continuare la carrareccia che sale al Passo a 360 gradi, che spazia fino alla lungo il sentiero Cai 428 e rag- dei Campelli e imboccare il largo Val Camonica e al Monte Ada- giungere, con circa un’ora di cam- sentiero marchiato dal segnavia mello. Toccati i suoi 2077 metri, mino, il Passo del Vivione e l’o- Cai 428. Siamo tra i verdi prati non possiamo che assaporare la monimo rifugio (per informazioni della “Valle dei Teiassi”, una zona bellezza di questo luogo: sotto di sulle aperture: 333.8984490) con- caratterizzata dal giallo del Ta- noi un giardino di fiori, davanti ai cludendo l’escursione con un giro VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 17 ad anello. Dal Passo, grazie alla comoda strada asfaltata, si ritorna all’auto in circa un’ora.

Altrettanto panoramiche sono le vette dei vicini monti Campione e Campioncino. Per raggiungere quest’ultime dobbiamo, dalla già citata Madonnina dei Campelli, proseguire sul largo sentiero che sale in direzione del Passo omoni- mo. Continuiamo in questo luogo incantevole costeggiando la Mal- ga Alta, avvolta dalle fioriture, e seguendo il panoramico tracciato raggiungiamo la testata della valle e i 1892 metri di quota. Superato il valico continuiamo in falsopiano, seguendo le chiare indicazioni che ci porteranno al Rifugio Campio- ne, ormai raggiungibile con pochi minuti di cammino. Dalla bella struttura in 15 minuti si può vin- cere il Monte Campioncino (metri 2096) o raggiungere in meno di VAL 18 SERIANA & SCALVE MAGAZINE un’ora il Monte Campione (metri garden made of flowers and fra- I sentieri descritti 2174), veri terrazzi panoramici a grances: the Conca dei Campa- sono di facile accesso cavallo tra le valli bergamasche e nelli. The many botanical varie- e perfetti per una bresciane. Anche in questo caso il ties, some of them typical of this gita in famiglia. Il ritorno avviene sul percorso co- area, enrich with their colours the tutto in un ambiente mune all’andata. hills, make the Conca dei Cam- unico nel suo pelli the perfect place for a trip genere, che porterà I sentieri descritti sono di facile suitable for everyone. It starts at turisti e villeggianti accesso e perfetti per una gita in the Schilpario, then the road goes alla scoperta famiglia. Il tutto in un ambiente to the Passo del Vivione. Once ar- di un paradiso unico nel suo genere, che porterà rived at the Baita Rossa, there is a incontaminato. turisti e villeggianti alla scoperta parking for leaving the cars, then di un paradiso incontaminato. Il the adventurous trip can start. gruppo Fab (Flora Alpina Berga- The first destination, after more masca) ha inserito la Conca dei or less 40 minutes, is the Madon- Campelli tra i “30 luoghi verdi na dei Campelli, a bronze sculptu- del cuoreˮ. Uno spettacolo che re which overlooks on the Cimon ogni anno si ripete come per ma- della Bagozza, a mountain avai- gia, dallo scioglimento dell’ultima lable only to experts. Near, very neve fino al primo autunno, rega- high rock towers almost reach the lando fioriture pressoché continue. sky: the Gardena mountain, the Un piccolo Eden tra crocus, orchi- Campioncino mountain and the dee, botton d’oro e anemoni... Campione mountain, panoramic tops which can be reached fol- lowing the large path going in the Wonderful Val di Scalve direction of the Passo dei Cam- The <> enclose, in a sort the Conca dei Campelli is among of treasure trove, the scenario the <>. VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 19

Semplicemente... un Campione

Ai piedi dei monti Campione e Campioncino, al confi- ne tra la Val di Scalve e la Valcamonica, troviamo ad accoglierci il rifugio Campione. Durante la stagione in- vernale la struttura viene lasciata a ciaspolatori e scial- pinisti, che prediligono questa zona per il basso rischio di valanghe, ma anche per la bellezza che l’altopiano regala coperto dalla neve. In primavera e in estate rag- giungere il rifugio diventa una facile passeggiata per tutti, un percorso tra bellezze incontaminate.

«È una gestione familiare - racconta Luca Pizio, tra i gestori del Campione - che continua ormai dal 2013. Il rifugio può essere facilmente raggiunto da famiglie e bambini, anche in mountain bike, per chi sale da Schil- pario. Siamo felici dei risultati ottenuti, è comunque un lavoro impegnativo e le difficoltà non mancano. Le soddisfazioni però, per chi ama questi luoghi e le no- stre valli, valgono i sacrifici». La struttura, posta a 1946 metri di altitudine e in posizione assolata, dispone di tre camere, tutte servite da bagno e doccia, per un totale di dodici posti letto. A disposizione degli ospiti troviamo cinquanta posti a sedere interni e cinquanta esterni. Le aperture sono continuative da metà giugno a metà settembre, ogni weekend e festivi per il resto dell’anno.

«Cerchiamo sempre di prediligere i prodotti tipici del territorio - aggiunge Luca - come salumi e formaggi che provengono delle malghe della zona. Abbiamo poi una vasta scelta di primi e secondi piatti legati alle tradizioni di montagna: dai classici pizzoccheri, ai brasati con po- lenta, fino alle torte fatte in casa. La stagione invernale è stata perfetta, l’alternarsi tra sole e neve ci ha per- messo di mantenere aperto il rifugio senza imprevisti. Con l’arrivo della primavera e le tantissime fioriture, il paesaggio diventa ancor più suggestivo, grazie in par- ticolare ai rododendri: uno spettacolo che si ripete fino a estate inoltrata». Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 347.2571167.

Campione Refuge At the foot of the Campione and Campion- cino Mounts, on the border between Val di Scalve and Valcamonica, we found the Cam- pione refuge. During the winter season, the establishment is held by snow shoers and skiers, who prefer this area for the lower risk of avalanches, but also for the beauty of the landscape covered by the snow. During spring and in summer, reaching the refuge is an easy adventure for everybody, a path surrounded by nature, flowers and colours of an uncontaminated land. The refuge can be easily reached with the whole family, also in mountain bike for those who goes through the Schilpario. cultura e lavoro testo efotodi alle originidellecascatedelSerio Fra cunicoliegallerieconlesentinelledelBarbellino: da guardiano Una chi cheancoracadevanodalcielo». fioc- enormi con mattina alla svegliarti potevi racconti iguardianipiùanziani-eamaggio loro nei ricordano - ottobre fine a nevicare a in passatoeraperòmoltodiverso.«Iniziava Quassù, alcospettodelladigadelBarbellino, inverno nonsonoriusciteadammantarletutte. dalla neveperchélemiserenevicatediquesto G Nella loro casetta in quota non manca nul- manca non quota in casetta loro Nella no, molte rocce affiorano ancora ancora affiorano rocce molte no, vrebbe vederetuttobianco.Invece do- si finestra dalla fuori uardando Mirco Bonacorsi vita creste pergiorniinteri. vento che, aquestequote, può spazzare le giorno magari accompagnato dal sibilo del do il buio vince la sfida con le ultime luci del superflua, non durante quello invernale quan- utilità nel periodoestivopotrebbe risultare della sinistra stanza si trova invece il televisore. La sua parte Nella altezza. di metri Coca, il“RedelleOrobie”conisuoi3050 tre l’altra sullamoleingombrante delPizzo affaccia sull’enorme muro della diga, men- si una finestre: due ha pranzo da sala La la.

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Sopra il divano è appeso un qua- poggiano le funi. Poco oltre si apre sita ispettiva della diga. Come le dretto che racconta la storia dei un baratro, un burrone di oltre tre- marmotte, che in estate si sentono guardiani. Vi sono infatti elencati cento metri dal quale precipitano fischiare in lontananza, il -guar tutti i nomi di coloro che nel corso le acque che danno origine alle diano si insinua in un comples- degli anni hanno prestato servizio cascate del Serio. so sistema di cunicoli e gallerie, come custodi della diga più grande In un’altra stanza si trova in- uscendo parecchi minuti dopo sul della bergamasca. vece tutta la strumentazione, la versante opposto della montagna. Le imposte sulle finestre sono parte tecnologica che consente di rigorosamente in ferro, un pezzo tenere costantemente monitorato Con l’arrivo dell’estate, invece, unico privo di pertugi per impedi- l’impianto. si rivedranno in quota gli escur- re alla neve trascinata dal vento di sionisti, nonché i tanti animali che trovare un facile varco. È da questa postazione che, trascorrono la stagione avversa in Sul fondo del corridoio si trova cinque volte all’anno, i guardiani luoghi più comodi. I “funamboli invece la rampa di scale che con- manovrano lo scarico di mezzo- con gli zoccoli”, come qualcuno li sente di accedere alla stazione di fondo per liberare i seimila litri di ha battezzati, torneranno a sfida- arrivo della funivia utilizzata, an- acqua al secondo che danno vita a re la legge di gravità compiendo che d’inverno, per salire in quota. questo grandioso spettacolo. le loro acrobazie sul muro della Gettando lo sguardo verso valle si Ogni mattina, senza soluzione diga. può vedere uno dei tre pali su cui di continuità, viene eseguita la vi- VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 23 Milioni di metri cubi e cinque date da ricordare

La diga del Barbellino, con la sua capacità di 18,5 milioni di metri cubi d'acqua e un perimetro di poco inferiore ai 4 chilometri, è il più grande lago artificiale della bergamasca. Il suo muro raggiunge i 69 metri di altezza ma il livello dell’acqua non può comunque superare i 61 poiché l’eccedenza si riversa nello “sfioratore” e, per mezzo di una galleria, raggiunge il triplice salto delle cascate del Serio. Il progetto di sfruttamento idrico dell’Alto Serio prese forma nel 1917 grazie alla Società Idroe- lettrica del Barbellino. In sei anni venne portata a termine la costruzione della diga di Valmorta, mentre quella del Barbellino fu realizzata tra il 1927 ed il 1931.

Numerose furono poi le opere ingegneristiche a essa correlate, come la galleria di 8,5 chilometri scavata sulla destra orografica del fiume Serio e in grado di raccogliere le acque meteoriche di oltre 50 ruscelli per convogliarle nel bacino di Valmorta. La funivia fu invece costruita nel 1975 ma en- trò in servizio solo tre anni più tardi. Fino a quel momento, per raggiungere il posto di guardiania veniva utilizzato il Piano inclinato, lo “scivolo in cemento” che ancora oggi si può intersecare sa- lendo verso Maslana.

Alcuni suoi tratti (a pendenza più blanda) restano percorribili, mentre quelli più suggestivi e da bri- vidi (come ad esempio il lungo ponte che si trova a poche centinaia di metri della stazione a mon- te) sono stati chiusi per questioni di sicurezza. Una volta giunti in località Pinacolo, i guardiani utilizzavano poi un trenino su rotaia che, grazie a una galleria, permetteva loro di raggiungere il Piano del Barbellino. Il cunicolo si snoda anche in senso opposto, fino alla località Avert, per una lunghezza totale di quasi cinque chilometri. In occasione dell’apertura delle cascate, l'inva- so del Barbellino lascia defluire tra gli 8.000 e i 10.000 metri cubi di acqua, che vanno ad aumen- tare la portata del Serio di circa 5 metri cubi al secondo. Le cascate del Serio sono le più alte in Italia e le seconde in Europa: i tre salti principali che le compongono hanno un’altezza di 166, 74 e 75 metri, per un totale di 315 metri. Suggestiva e di grande impatto è l'apertura in notturna, fissa- ta quest’anno per sabato 18 luglio 2020 dalle 22 alle 22.30. Le aperture diurne sono fissate per domenica 21 giugno, 16 agosto, 13 settembre e 11 ottobre 2020, tutte dalle ore 11 alle 11.30. VAL 24 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Sospesi nel vuoto Sono stati 49 finora i guardia- dicembre - ricorda - ma fortuna- attivò da subito, vennero avvisati i ni che hanno prestato servizio al tamente non aveva ancora nevica- capi e i tecnici che conoscevano cospetto della diga del Barbellino. to. Alle 17 salimmo sulla funivia l’impianto a fune per compren- Bonacorsi Angelo di per tornare in paese: eravamo io, dere l’entità del guasto. «Il tempo è il più anziano di quelli rimasti e Rodari Attilio e Rodigari Vitale. passava, era buio pesto e la cabi- di aneddoti potrebbe raccontarne Poco dopo il cavalletto, e appena na spesso ondeggiava a causa del per ore. «Ho iniziato nel maggio affacciati sul baratro delle cascate, vento. Iniziavamo ad avere freddo del 1970 - esordisce - assieme questa si bloccò bruscamente on- e a bordo c’era una sola coperta all’amico Balicco Vincenzo. An- deggiando per diversi secondi. che continuavamo a scambiarci a dammo ad affiancare, tra gli al- vicenda. Dopo un po’ ci dissero tri, Morandi Romolo e Bonacorsi Lo spavento fu enorme. Dopo per telefono che quattro colleghi Guido che, se non ricordo male, lo smarrimento iniziale contattam- erano già partiti a piedi da Valbon- furono i primi nel 1969 ad aprire mo il macchinista con il telefono dione in direzione delle cascate le cascate. A Pianlivere si prende- a manovella presente a bordo, il del Serio con viveri e coperte. A va il carrello per salire in direzio- quale ci disse che aveva già pro- quel punto, alla luce di un accen- ne del Pinacolo e poiché i telefoni vato a rimettere in moto ma senza dino, togliemmo dal cassone tutte non esistevano si comunicava con esito». La macchina dei soccorsi si le corde presenti iniziando a unirle il macchinista a monte tramite segnali convenzionali. Sul lato destro delle rotaie erano infatti presenti dei pali in ferro che reg- gevano degli isolatori in porcella- na su cui veniva ancorato un filo di rame. Ebbene, con una verga di legno (dotata di una terminazione in rame) si “batteva” su questo per far giungere il segnale in sala macchine: un colpo per fermare la corsa, due per avanzare, tre per tornare a ritroso. Durante la salita poteva anche capitare di scorgere qualche fungo nel bosco e allora si chiedeva lo stop del carrello per alcuni minuti (ma, in rispetto all’indole misteriosa dei fungaioli, questo Angelo lo ricorda sottovo- ce, ndr). In quota avevamo delle galline che mangiavano quanto avanzato dei pasti al rifugio Curò. Purtroppo non sempre facevano le uova nelle loro cassette ma si na- scondevano tra i pini mughi e, in quei casi, bisognava spiarle con il cannocchiale per scoprirne il na- scondiglio».

L’esperienza indelebilmente stampata nella sua memoria è le- gata alle ore trascorse in funivia sopra le cascate del Serio, con ol- tre trecento metri di vuoto sotto il pavimento. «Era un pomeriggio di VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 25 tra loro nella speranza che giun- a different room there is the equi- is Angelo Bonacorsi of Valbondio- gessero fino a terra. Verso le 23 pment which allows to monitor ne and one of the experiences that vedemmo le pile spuntare dal bo- the system. It is from here that, he remembers the most is con- sco e portarsi sotto di noi. Aprim- five times a year, since 1969, the nected to a sudden failure he had mo quindi la botola sul pavimento keepers operate directly on the to handle... so many hours in the per calare un’estremità, che for- drainage in order to free almost cable car, swaying on the Serio tunatamente li raggiunse. Aveva- six thousand litres of water in one waterfalls in the dark: <>. cupero della corda non finiva più, dam are 49 until now. The oldest furono attimi interminabili culmi- nati dalla gioia di vedere spuntare dal buio l’enorme saccone. Una volta svuotato lo calam- mo nuovamente per recuperare i viveri. Dopo mangiato ci acco- vacciammo in un angolo con la cabina che non smetteva di on- deggiare.

In piena notte, verso le 4, squil- lò il telefono. “Siamo pronti a ti- rare” ci disse il macchinista. Po- tete solo immaginare quale fu la nostra gioia nel sentire ripartire la funivia e vedere sempre più vicine le luci di Valbondione».

The dam of Barbellino The dam of Barbellino, with a capacity of 18,5 million cubic metres of water, and a perimeter of nearly four kilometres, is the biggest artificial lake of Berga- mo. Realized between 1927 and 1931, its wall reaches the 69 me- tres high, but the level of the wa- ter doesn’t exceed the 61 metres. The guardians who control the water during the entire year live in a little house at high altitude in which nothing is missing. The di- ning room has two windows: one overlooks the big wall, the other one overlooks the Pizzo Coca, the <>, with its 3050 metres high. On the wall above the sofa there is a small painting which tells their incredible story. There are writ- ten, in fact, the names of all those who became brave keepers of the big dam during the last years. In 26 SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL natura e tradizione di Roccolare natura, amore, passione. scrigni senzatempodell’artedell’uccellagione: Alla scopertadeiroccolidimontagna, re, poi divenuta pratica regina per la cattura re, poidivenutapraticareginaperlacattura per secolifontedisostentamentoalimenta- e della Val diScalve.L’uccellagione èstata permeato lasocialitàstessadella ValSeriana “luoghi delcuore”perun’attivitàcheha veri epropripresididistoriatradizione, micircolare oaferrodicavallo.Sitratta detto filare doppio e rampicantimimetici,l’arcodialberiin ma ditorredettocasello,ricopertaerbe Claudia Manera Roccolo Selvadagnone() A arte fondamentali: lastrutturaafor possiamo che notare due cose vvicinandoci aunroccolo,non tondo, solitamentese- senza - fatta di rami e no inunavoltadettasigalérfattadiramie degli uccelli.Lecimealberisiunisco- mo perpermettereunapiùadeguatacattura con unoopiùarchiarboreicollegatialpri- velli. Sitrovanotuttiinposizionidominanti, dimensioni, dispostosuquattroocinqueli- lo inlegnoopietra,normalmentedipiccole zione finoaigiorninostri. tività tramandatadigenerazioneingenera- risalgono all’epocamedioevaleedèun’at- di richiamiviviutiliaicacciatori.Leorigini Esistono svariatitipidiroccolo:concasel- tempo

VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 27 fronde. Spesso definita arcunada, avanti questa passione con costan- come richiami vivi per i capanni è un impianto che costituisce un za, non sa quanto tempo ci si im- fissi. vero e proprio monumento arbo- piega a potare gli alberi, a stendere reo. A tal proposito si parla spesso le reti, a creare le condizioni per Dal 2017 la pratica dell’uc- di “architettura di montagna”: no- compiere un buon lavoro. Avevo cellagione è vietata e già da una nostante i mutamenti delle finalità dieci anni quando mi sono approc- decina d’anni sono stati imposti e delle funzioni degli impianti, il ciato per la prima volta all’uccel- dei limiti numerici sulle specie roccolo rimane infatti un elemento lagione, ma quante cose sono cam- catturabili, perlopiù merli, cesene tipico del nostro paesaggio rurale. biate da allora». e tordi. «Ognuno è libero di pen- sarla come vuole, - spiega Vico - Nel tempo, i roccoli sono di- La domanda di Vico, «lei lo sa, ma questo divieto non fa bene al venute postazioni con funzioni di signora, come si fa a roccolare?», territorio. Pensi che ora Regione censimento dell’avifauna, spesso poi arriva perentoria. «Quando si Lombardia ha messo alcuni incen- collegate ad attività scientifiche avvicinano gli uccelli al casello, tivi per la manutenzione di roccoli e di ricerca. Gli uccellatori sono incuriositi dal canto dei richiami, e trovo sia un controsenso mante- dotati di un apposito patentino per dalla sommità il roccolatore lancia nere intatti gli impianti arborei e la gestione dei roccoli, rilasciato lo spauracchio, visto dai volatili vietare nel contempo l’attività per dall’ISPRA di Bologna. Sono mu- come un rapace. A quel punto gli cui sono stati costruiti». Le norma- niti di richiami vivi e registri su cui uccelli tentano una fuga a volo tive e il mutato approccio rispetto annotare tutti gli uccelli inanella- radente dove vengono intercettati a questa attività di montagna (una ti. La cattura avviene solitamente dalle reti». La mia banale spiega- vera e propria arte) porteranno ine- da settembre a dicembre, special- zione rende l’idea dell’operazione, vitabilmente a un abbondono mas- mente la mattina. «Per la verità si certamente più complessa e meno siccio delle strutture. A tal propo- inizia a preparare il roccolo già in meccanica. «Gli uccelli non sono sito, Monica Dentella, insegnante agosto. - spiega Pietro Ludovico stupidi», sorride Guana. Una volta di professione nonché proprietaria Guana proprietario del roccolo tolti dalle reti, gli uccelli vengono del roccolo del Magret ad Aviati- Selvadagnone di Valgoglio e atti- inanellati e registrati. Alcuni ven- co, racchiude in tre parole ciò che vo in questo campo da più di qua- gono liberati, per studiare i flussi per lei rappresenta il roccolo: pas- rant’anni -. Ci vuole pazienza. Io e migratori, la maggior parte vengo- sione, natura e amore. «La storia mio fratello Giansandro portiamo no distribuiti nei centri di raccolta dei roccoli nella Bergamasca è la

Pietro Ludovico Guana VAL 28 SERIANA & SCALVE MAGAZINE storia di tante famiglie come la mia, degli affetti vissuti in quel contesto. La natura è l’ambiente in cui il roccolo si costruisce, in mez- zo alle nostre montagne; l’amore è la passione che il roccolatore mette nel creare queste cattedrali verdi». Aggiunge: «Continuiamo a tener pulito e intatto l’impianto ar- boreo, ma ormai ci andiamo poco perché non ci interessa la caccia da capanno. L’uccellagione era per noi un momento di festa, era bel- lo stare in compagnia e sentire il canto dei tordi, in estate aprivamo il roccolo ai turisti incuriositi. Non credo però che l’attività didattica possa svilupparsi adesso, con roc- coli non più funzionanti».

Fra il 1950 e il 1969, in Lom- bardia erano in funzione più di mille roccoli e circa trecento era- no in provincia di Bergamo. Poi ci fu un’interruzione per una ven- tina d’anni. Dal 1980 nuove di- sposizioni permisero una ripresa dell’uccellagione con attività nelle due valli per una ventina di roccoli, gradatamente scesi nel 2015. Gui- do Giudici, proprietario del Roc- colo La Clusorina a Schilpario, in Val di Scalve roccola dagli anni ’80. Vive per quell’angolo di pa- Roccolo Selvadagnone radiso. Il panorama, incantevole, si affaccia sul Monte Tornone, sul Pizzo Tornello, sulle Valli del Vò e del Venerocolino. «Io continuo a frequentare il Roccolo, sono anche cacciatore da capanno, ma è inne- gabile l’ostilità che si è venuta a creare contro gli impianti di cattu- ra. Le normative si son fatte strin- genti, già da anni i prelievi possi- bili agli impianti autorizzati sono diminuiti e anche per i capannisti le specie sono state ridotte. Ormai tanti roccoli sono stati riqualificati e riconvertiti a uso abitativo».

E allora che resta, dottor Giu- dici, se non si può far più niente? «Resta la passione, resta il territo- rio, resta la “malattia”. Sa, è pro- prio questo... i roccoli sono una Giansandro Guana VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 29 malattia incurabile!». E, detta da un medico, è semplicemente una verità.

A special history The roccolo is a place used by the <> to captu- re migratory living birds. It has the shape of a tower covered by plants and vines (to disguise the construction) and it is surrounded by trees in double row, horseshoe - shaped. They are all in a domi- nant position, upon the hills, and they represent a typical element of our landscape. They are also cal- led <>. The capture of the birds is done throu- gh nets. Historically, this practice was a source of nutrition support, then it turned into a way to grab living birds for the hunters. Nowa- Roccolo La Clusorina a Schilpario days it has also the role of census of the birds, connected to resear- ches and scientific studies. The capture is done usually from Sep- tember to December. Since 1950 until 1969, in Lombardia, more than a thousand roccoli were fun- ctioning and more than three hun- dred in Bergamo. Since 2017 some limits were imposed, mainly on the numbers of species that could be captured, especially battlemen- ts and thrushes. In the last years many roccoli has been converted Monica Dentella al roccolo Magret con un gruppo di turisti in buildings for residential use.

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musica di da Clusonenelmondofranoteeamicizia La prestigiosastoriadelCoroIdica: nella Un Clara Bassani coro valle

VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 31 l Coro Idica (acronimo di presente). Il primo viaggio si tenne in giro per il mondo, facendo co- Coro Italiano di Canti Al- nel 1964, quando il coro raccolse noscere i canti e le tradizioni della Ipini) nacque quasi per caso gli elogi della stampa locale per il nostra terra. E poi il ricordo delle in una notte di Natale del 1956, grande coinvolgimento suscitato udienze con i vari Pontefici in Va- quando un gruppo di amici si ritro- nel pubblico; nel 1967 festeggiò ticano, i dischi incisi, i libri. La vò per le vie di Clusone a cantare il decennale con la vittoria della tentazione di vagare lontano con la le “pastorelle” natalizie care alla Palma D’Oro; nel 1973 si esibì in mente e farsi sopraffare dai ricordi tradizione. Il maestro Kurt Du- un kibbutz e in un campo militare; è forte. biensky, un ebreo viennese giunto nel 1979 ebbe l’ di cantare la a Clusone per scampare alle perse- Santa Messa nella Grotta della Na- Legata indissolubilmente al cuzioni e poi rimasto per amore, li tività di Betlemme. Coro Idica “che ha girato il mon- sentì e propose loro di creare un do” è però anche Clusone, con le coro: fu così che il 19 marzo 1957 Girando pagina, ci si ritrova a sue strade e antiche piazze, le stes- fu fondato ufficialmente il Coro Città del Messico, nel 1968, con se dove i giovanotti cantavano le Idica di Clusone. la storica esibizione in coincidenza “pastorelle” e dove la tenacia del con le Olimpiadi. Dopo il tradizio- coro è riuscita a portare canti da Sfogliando l’album dei ricordi, nale repertorio di canti di monta- ogni parte del globo in occasione sono tante le pagine da incornicia- gna, il coro intonò il famoso brano delle sette edizioni del Festival In- re, come le quattro partecipazioni messicano “Guadalayara” guada- ternazionale dei Cori di Clusone al Festival Mondiale dei Cori a Tel gnandosi una standing ovation. Il (fra il 1972 e il 2007) a cui hanno Aviv (Israele, unico coro italiano successo a seguito di quella magica partecipato oltre sessanta gruppi serata li portò poi negli anni a esi- dei vari continenti. Sentirli parlare birsi in giro per il mondo: nel 1990 lingue diverse ma cantare all’uni- al Festival Internazionale dei Cori sono la “Madonnina dei Campelli” a Missoula in Montana (USA), nel del Maestro Dubiensky ha certa- 1994 in Brasile, nel 1997 in Thai- mente ripagato gli sforzi dei coristi landia ospiti dell’Ambasciata Ita- e l’entusiasmo del pubblico. liana. E ancora nel 2002 al museo Hermitage di San Pietroburgo, nel A 63 anni di distanza, del gruppo 2010 in Argentina, nel 2018 una fondatore sono rimasti solo in due: tournée in Libano e nel 2019 in Cesare Ferrari, presidente onora- Lettonia e Lituania. rio, e Alberto Rondi, che ancora Tante ancora le pagine che ricor- canta. Accanto a loro, tanti vetera- dano i successi ottenuti dal Coro ni e qualche giovanotto, anche se le Idica nelle sue tournée in Italia e nuove leve purtroppo scarseggia- VAL 32 SERIANA & SCALVE MAGAZINE

Viva la gioventù viva l'anzianità (cantando insieme)

Andrea Scandella e Gabriele Barzasi, due giovani componenti del Coro Idica hanno composto un canto, legato allo spirito che unisce i coristi. Il brano è ancora senza tito- lo... aspettiamo suggerimenti dai lettori!

TESTO

1) Essere giovani, essere giovani voglia di vivere tempo di ridere Essere giovani, essere giovani voglia di vivere e di cantar

E per i giovanotti no. Due prove a settimana, concerti smo dei coristi e il calore del pub- è sempre primavera e trasferte sono certo un bell’impe- blico sapranno ricompensarvi. e quando vien la sera gno, ma amicizia e coesione legano si vanno a divertir. i coristi di tutte le età, così come gli E con le ragazzine, straordinari incontri nelle trasferte. Clusone Idica Choir: la gioia dentro al cuore, Il coro Idica è questo: quaranta voci a 63 years long history e scoprono l'amore che poi li brucerà. e un’anima sola. Chi non c’è più The Idica Choir (Italian Alps Ah, ah rivive nei ricordi e nelle voci dei Choir) was born by accident du- Viva la gioventù! compagni. Ricordiamo Vincenzo ring a Christmas night in 1956, Mazzoleni, detto Doro, scomparso when a group of friends met to 2) Essere anziani, essere anziani di recente, che incarnava appieno sing Christmas Carols through con l'esperienza lo spirito del gruppo, e gli storici the streets of Clusone. The teacher con la coscienza Essere anziani, essere anziani maestri: il fondatore Dubiensky e Kurt Dubiensky, a Viennese Jew cantare ancora Gianluigi Bigoni. Da loro la bac- who came to Clusone to escape con emozion chetta è passata a Marco Rovaris the persecutions and then stayed e poi all’attuale direttore, Gianlo- here because he felt in love, he- E per i vecchierelli renzo Benzoni. Sotto la sua guida, ard them and suggested to create è ancora primavera, anche quest’anno si svolgerà la a choir. Thus, on the 19th of Mar- se scende già la sera Rassegna Corale Città di Clusone, ch of 1957 the choir was officially sen vanno a riposar. E guardano negli occhi giunta alla trentottesima edizione. created. The Choir performed in l'amore di una vita Si terrà sabato 21 marzo al Teatro many extraordinary events, such e non è ancor finita mons. Tomasini di Clusone. Oltre as the World Choir Festival in la lor felicità. al Coro Idica, canteranno i Conge- Tel Aviv, the victory of the Palma Ah, ah dati del Coro Brigata Alpina Tauri- d’Oro in 1967, the Santa Messa in Viva l'anzianità! nense e il Coro Gospel S. Antonio Bethlehem and the great exhibition FIN.) Anziani e giovani, David’s Singers di Bergamo. at the Olympic Games in Mexico cantando insieme, City. Nowadays, only two people si voglion bene Ma perché limitarsi a fare da from the founding group are still e bevon vin! spettatori? Le porte del Coro Idica involved, but the group keeps sin- I vecchi guidano, sono sempre aperte per chi crede ging with 40 voices and a unique i ragazzi imparano nella bellezza del cantare insieme: soul. Next meeting? Saturday 21st che nella musica non esiste età! per una prova è possibile contattare of March at the Tomasini di Cluso- Tito (tel. 347.2143445). L’entusia- ne Theatre. percorsi Zuccarello di fra lostoricoSantuarioeilborgodiLonno A Nembrolungoun’anticamulattiera, come sievolverà lametereologia. Ai primi mavera, con largo anticipo. Poi, vai a sapere primula edirespirarecosì un sensodipri- della ranuncoli, dei dell’elleboro, fioriture corso, giàpotevacapitarvi diammirarele a metàgennaioaffrontavate questobelper Paolo Aresi L riscaldamento globale.Difatto, se fondersi, èvero,magariperviadel e stagioni tendono un po’ a con- Oltre lo - donna delloZuccarello, saleaLonnoè co- ra, che da Nembro, e in particolare dalla Ma- Ma ilpercorsovita,lungol’antica mulattie- te moltobasse,intornoai settecento metri. e più piovoso. Addirittura con la neve a quo- arrivò ilmaggiopiùfreddo checisiricordi, aprile, ad fino calda, parte prima una dopo insegna: 2019 il Ma fioriture. altre e tiepide di febbraioabbiamoavutogiornatemolto

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33 VAL 34 SERIANA & SCALVE MAGAZINE munque bellissimo. Nella prima parte, cento metri di dislivello, il sentiero presenta delle piccole cappelle, le tribuline, che rap- presentano i Misteri del Rosario. Si arriva al Santuario e quindi si attacca un sentiero a tratti anche impervio, che dai 450 metri della chiesa dello Zuccarello, porta fino ai 700 metri di Lonno.

Camminando in maniera tran- quilla, da Nembro a Lonno ci vo- gliono cinquanta-sessanta minuti. Dallo Zuccarello al paese siamo intorno ai quaranta, sempre senza fretta. Ma ognuno ha la sua anda- tura e va rispettata. Se poi si de- cide di affrontare tutti gli esercizi del percorso vita, il tempo di per- correnza aumenta, senza dubbio.

Da Nembro si sale seguendo i segnavia che indicano il santua- rio; è possibile anche salire in auto: appena sotto il complesso religioso si trova un ampio par- cheggio. Si prende il sentiero CAI 535 e si imbocca l’antica mulat- tiera che è stata sistemata, tutta in pietra, in anni recenti, con tanto di illuminazione inserita dentro a muretti che si trovano rego- larmente sulla salita: il sentiero risulta perciò percorribile, e sug- gestivo, anche di notte. Ma prima di imboccarlo, se non avete fret- ta, affacciatevi dal sagrato della chiesa e guardate che bel colpo d’occhio si gode sulla valle e sul- la pianura. Nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino agli Ap- pennini. Merita una sosta anche lo stesso santuario, le cui origini risalgono al 1374, per decisione di Bernardo Vitalba, nobiluomo. I Vitalba restarono proprietari della chiesa fino alla metà dell’Otto- cento; al principio, c’era soltanto una cappella, addossata al castel- lo dei Vitalba. La cappella di- ventò una vera chiesetta nel XVI secolo e fu poi ampliata all’inizio del Novecento. All’interno opere d’arte di valore, dipinti del Sal- VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 35 meggia e del Cavagna, della fine del Cinquecento, e un affresco più antico che raffigura la Madonna Addolorata.

Dopo il Santuario, il sentiero parte con pendenza notevole, dise- gnando alcuni stretti tornanti dav- vero impervi. Ma se si cammina lentamente, non si fa troppa fatica perché la parte così dura è abba- stanza corta. Ci si trova immersi nel bosco di latifoglie, spiccano alcuni alberi di agrifoglio, poi si vedono frassini, robinie, noccio- li... si raggiunge il colle Bastia, si trova una fontanella sulla destra e si sale ora con pendenza mo- derata, costeggiando gli attrezzi del percorso vita. Soprattutto al sabato e alla domenica mattina la vecchia mulattiera è utilizzata an- che da parecchi ciclisti appassio- nati di mountain bike; la maggior parte è rispettosa di chi passeggia e degli escursionisti. Poi ci sono sempre le eccezioni.

Si superano un paio di vallet- te e una fontanella e dopo trenta minuti di passeggiata si arriva in vista delle prime case di Lonno; si esce dal bosco, si incontrano prati e qualche mucca o asino al pasco- lo. Ancora dieci minuti ed ecco- ci nella piazza del paese, davanti alla chiesa. Si trova qui la pizzeria “anarchica” con tanto di cartelli che ricordano Gaetano Bresci, co- lui che nel 1900 uccise re Umber- to I per vendicare il massacro di Milano, quando l’esercito prese a cannonate il popolo che manife- stava. Nel borgo, 450 abitanti, ci sono anche un minimarket dove si trovano ottimi formaggi, e un buon ristorante-albergo.

Si può addirittura continuare: da qui è possibile scegliere diver- se passeggiate. Ci sono quella che porta a Selvino attraverso i sen- tieri 532 e 534, oppure quella che porta al Monte Podona, o ancora l’itinerario che conduce al Canto VAL 36 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Basso o Canto Alto e poi scende in Maresana e quindi a Bergamo. Itinerari che riportano a un mon- do simile a quello di un tempo, che regala l’idea di uno stile di vita molto diverso da quello delle nostre città, più rispettoso dei rit- mi umani. Un mondo che abbia- mo sull’uscio di casa.

The path from Nembro to the Zuccarello to Lonno, following the life path The life path, which from Nem- bro, in particular from the Ma- donna dello Zuccarello, goes to Lonno is extraordinary. In the first part, with a difference in alti- tude of a hundred metres, the path shows some beautiful chapels. Going forward, it gets to the San- ctuary, then from the 450 metres of the Zuccarello Church, it goes to Lonno, at 700 metres high. The path is walkable and very fascina- ting and if you have time, before going to Lonno, just try to enjoy the view of the amazing valley and the downhill. Once arrived in piazza of Lonno, a little village of 450 inhabitants, in front of the church there is a famous pizzeria called <> which re- calls Gaetano Bresci, the one who killed king Umberto I in 1900.

OSTELLO di OLERA nel 2020 della Valle Seriana...

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www.ostellodiolera.com infoostellodiolera.com Tel. 39 351 6134140 ostelli in Italia sapori di Quando ilciboènatura, arteecultura. grazie alprogettoCheese Valleys. Bergamo è “Città Creativa Unescoperlagastronomia” Quelli per l'Educazione, laScienzaeCultura. Il Unite Nazioni delle organizzazione nesco, in tuttoilmondorealtàselezionate dall’U- Creativa perlaGastronomia”, cheunisce rigi), Bergamo puòvantare iltitolodi“Città bre 2019(quandoèarrivato l’annuncioaPa- del nostroterritorio.Damercoledì 30otto- Giambattista Gherardi I di partenzastrategicoperlosviluppo grande eccellenza,maancheunpunto l premiomeritatoaunprogettodi formaggio del Città Alta, che coinvolge l’intero territorio so nel recente passato per le Mura Venete di prestigioso, chefailpaiocon quelloconces- no perartigianatoeartepopolare. Untitolo mia, Torino per il design, Carrara e Fabria- per lamusica,Parmae Alba perlagastrono- Milano perlaletteratura,Bologna ePesaro (new entryper artigianato e arte popolare), città italiane:oltreaBergamo, cisonoBiella circuito “Creative Cities” comprende undici

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37 VAL 38 SERIANA & SCALVE MAGAZINE orobico, comprese la ValSeriana e città ha l'obiettivo di valorizzare intesa” - spiegano i promotori - la Val di Scalve. la produzione casearia delle valli ricco di soluzioni innovative per L’Unesco ha riconosciuto il e di contribuire così alla sosteni- mantenere la montagna viva e per pregio unico e inimitabile della bilità economica del settore e alla fornire prospettive economica- nostra arte casearia, proposta at- conservazione del paesaggio». mente sostenibili. Creare nuova traverso il progetto Cheese Val- economia preservando conoscen- leys, che annovera trenta produ- Cheese Valleys rappresenta un ze e pratiche tradizionali, paesag- zioni storiche, con ben nove Dop e piccolo grande libro dei sogni (a gi, patrimoni culturali materiali tre presidi Slow Food. «Bergamo occhi assolutamente aperti) per la e immateriali è la sfida appassio- entra nella rete delle 246 città cre- Bergamo del nuovo millennio e nante che dovrà vedere città e val- ative del mondo - ha dichiarato il ha il merito di fondare convinzio- li, pianura e montagna, territori sindaco di Bergamo Giorgio Gori ni e prospettive non su cervellotici bergamaschi, lecchesi, valtellinesi - grazie al valore della produzione algoritmi da ateneo, ma su cultura perseguire uniti l'obiettivo di va- casearia del suo territorio monta- e tradizione popolari che possono lorizzare il ruolo di città e territori no. Nel nostro Paese esistono cin- davvero fare di Bergamo «una de- creativi divenendo volano di svi- quanta formaggi Dop e Bergamo, stinazione alternativa e comple- luppo». da sola, ne vanta quasi un quinto: mentare per i grandi flussi turisti- nessuna provincia in Europa può ci che gravitano, per esempio, su Poca grammatica e tanta, tanta vantare un record simile, ma so- Milano e Venezia», come afferma pratica, di qualità. «Lavoriamo prattutto nessun altro territorio Roberto Amaddeo, che per il Co- ogni giorno - ha detto Maroni in italiano vanta un “saper fare” mune di Bergamo ha lavorato al occasione della presentazione a come quello bergamasco nell’arte progetto insieme a Francesco Ma- Bergamo - con piccoli operatori casearia. È stata una candidatura roni, dell’Associazione “Le Tre agricoli. Ne viviamo ogni giorno nata intorno all’ideale alleanza Signorie”, nata a nel 2007. le difficoltà al limite dell'eroico, tra il capoluogo e le sue valli: la «Si tratta di un “protocollo di ma abbiamo anche un profondo VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 39 rispetto per la cultura di cui sono ma non è una semplice medaglia locale. La strategia turistica deve custodi. Idealmente, la polenta al valore. Ci vogliono consape- andare verso la montagna, perchè taragna fonde in sè questi valori, volezza e azione per trasformare questo è attrattivo e rappresen- unendo mais antichi e formaggi in virtù ció che oggi è sacrificio e ta uno stimolo sostenibile per i d'alpeggio e diventa biglietto da pura passione». territori, senza presupporre con- visita gustoso e percepibile per i sumo di suolo. A livello di co- turisti. Il riconoscimento Unesco «Bergamo negli anni - ha af- municazione dobbiamo imparare punta a muovere questo sistema, fermato Roberto Amaddeo - era dai francesi, che hanno esaltato diventata un poco “fighettaˮ. Ab- champagne e formaggi. Bergamo biamo bisogno di tornare al senso ha eccellenze che nulla hanno da e alla pratica delle cose. Con il invidiare, anzi». Promoserio è fra BERGAMO Festival del Pastoralismo abbia- i sostenitori del progetto insieme mo fatto passare pecore, capre e alle maggiori realtà territoriali, fra CHEESE VALLEYS mucche in città: un segno che vale cui anche Comunità Montana Val- più di mille tavoli. Oggi il turismo le Seriana, Gal Valle Seriana e dei UNESCO CREATIVE non è solo guardare monumenti. I Laghi Bergamaschi, il Gal Valca- CITIES NETWORK turisti per alcuni giorni “cambia- monica e Val di Scalve, Parco delle no città” e voglio vivere, o meglio Orobie Bergamasche e Consorzio G A S T R O N O M Y far parte, di storia e tradizione BIM. «Il titolo di Città Creativa per la gastronomia - ha sottolineato il presidente di Promoserio Maurizio Forchini nella lettera di sostegno al progetto - è un’opportunità unica, che consentirà di confrontarsi con altre best practices della rete Une- sco, che unisce realtà che “hanno identificato la creatività come ele- mento strategico per lo sviluppo sostenibile”».

The ones of the cheese Since the 30th of October 2019 Bergamo has the title of <>, which involves the different rea- lities of the entire world, selected by the Unesco. A prestigious title - just as the one for the Venetian Wall of Città Alta - which involves the whole Orobic territory, inclu- ding the ValSeriana and the Val di Scalve. The Unesco has reco- gnized the great and unique dairy art of Bergamo, proposed by the Cheese Valleys project, with many historical production, nine DOP and three Slow Food Presidium. None of the European cities has a similar record, but above all none of the Italian territories claims such a <> like the Bergamo’s one in the dairy art. Promoserio is among the suppor- ters of the project. 40 SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL cultura e lavoro di Nasolino, lericotteetomeall’aromadimontagna formaggi ovini freschi dellatradizione. Ilgreggepilotadi Il progettoPan Prattracciailsentieroperritornoai Un pensiamo immediatamentealmaiale,non un generedinicchia:perfareunagrigliata bergamasca, soprattutto),èpure,danoi, mitigare. Lacarnedipecora(razzagigante zazione (possibile)dipiccolenicchiepotrà valoriz- la solo che Follia, speciale. rifiuto centesimi alkg.perpoterlasmaltirecome lana non rende più: si arrivano a pagare 10 S Fabio Cuminetti in mente:lalanaecarne.Ma re, sonoduelecosecheglisaltano e aunBergamasco parlidipeco- futuro da pecora cavallo dibattaglia Andrea Messa,pro- secoli, primadelboomdellevacche-èil ValSeriana -dovesonostatepresentiper articolata ancoramanca. di formaggiovinic'è,madanoiun'offerta za (ovvia)via:illatte.Perchéladomanda to dellapecoraappetibilec’èperòunater la Toscana ingiù. Per renderel'allevamen- certo all'agnello,moltodiffuso invecedal- L'idea delritornodellepecoredalattein - VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 41 motore del progetto Pan Prat (Pan Se ne è parlato anche nell’am- come il dio, e acronimo di “Peco- bito del Festival del Pastoralismo «nessuno ha mai fatto re Allevamento Nasolino”; Prat lo scorso autunno, con tanto di partire un progetto come prato, e acronimo di “Polo giornata dedicata ed esposizione strutturato come Recupero Agricoltura Tradiziona- di diverse razze all’ex monastero questo, che pensa alla le”) partito a febbraio 2018. di Valmarina, sede del Parco dei salvaguardia del nostro Un progetto che Messa ha stu- Colli. All'interno del convegno il territorio, sempre diato, con tanto di business plan, professor Michele Corti, di Uni- più abbandonato. in collaborazione con studenti mont, ha spiegato che «per non Un'opportunità in più dell'Università della Montagna abbandonare la montagna servo- per il riscatto delle Unimont di Edolo (Bs) e un paio no sistemi estensivi differenziati, nostre Terre Alte». di classi del Centro di Forma- basati sulle ampie risorse pascoli- zione Professionale ABF/CFP di ve inutilizzate. Per far questo ca- Clusone. «Abbiamo selezionato pre e pecore sono spesso più adat- sentito a Bergamo di incassare il le razze che fossero più idonee te dei bovini. Perché l’operazione titolo di Città Creativa Unesco al nostro scopo: la scelta è ca- abbia senso economico è anche per la gastronomia». duta sulla pecora delle Langhe - necessario differenziare il pro- racconta Messa - e sulla Roasca dotto, valorizzare il latte crudo Messa da bravo pioniere ha Frabosana, del Cuneese. Non a km zero, ritornare ai formaggi costituito un gregge pilota: con i abbiamo inventato l'acqua calda, ovini freschi della tradizione. C’è parti di queste settimane è arri- perché qualcuno già alleva pecore scetticismo nell'ambiente, ma è vato a diciassette capi. Scopo del da latte in zona. Ma nessuno ha lo stesso scetticismo che accolse piccolo gregge è creare interesse mai fatto partire un progetto strut- la capra: la provincia di Berga- intorno al progetto, che potrebbe turato come questo, che pensa alla mo era l’ultima in Lombardia per diventare una sorta di “Centro salvaguardia del nostro territorio, numero di capre mentre oggi è la Addestramento Alpeggio”, indi- sempre più abbandonato. Un'op- prima. E solo superando quello rizzato a giovani, d’età compresa portunità in più per il riscatto del- scetticismo si è arrivati alla va- tra i 18 e i 25 anni, che desiderano le nostre Terre Alte». rietà casearia di oggi, che ha con- avvicinarsi all’allevamento. «Sia- VAL 42 SERIANA & SCALVE MAGAZINE mo anche stati ospiti ad Artigia- no in Fiera grazie a Promoserio, Visit Bergamo e Camera di Com- mercio - aggiunge Messa - facen- do delle demo dal vivo di come si caseifica il latte di pecora, con decine di spettatori interessati». Molto apprezzata, tra le produ- zioni di Pan Prat, “Fiore di Cam- po”, la tometta da mezzo chilo, aromatizzata allo zafferano. Ri- chiestissime anche le ricotte, per- ché il latte di pecora è molto più grasso di quello vaccino, quindi perfetto per questo tipo di produ- zione. Niente pecorini, invece: ce ne sono già di altissima qualità, in questo senso, in zone d’Italia in cui non si fa altro da secoli: «Inutile misurarsi su un'area di mercato già satura - chiosa Mes- sa - piuttosto bisogna puntare su un marchio, magari da abbinare ad altri esistenti come quello del Parco delle Orobie, per denotare la nostra provenienza specifica».

La pecora da latte potrebbe co- stituire una cospicua integrazio- ne al reddito degli allevatori. In media ogni capo produce 225 litri di latte l'anno «e con dieci peco- re - specifica Messa - si possono ricavare circa quattrocento chili di formaggio, del valore lordo di circa settemila euro. È evidente che con trenta pecore si arriva a una cifra annua interessante. Io, però, faccio da nave pilota: ho già settantʼanni, serve qualcun altro che si lanci nell'impresa». Ecco perché nella prossima bella sta- gione verrà realizzato un pascolo semistanziale delle pecore nella Valzurio, finalizzato alla eventua- le messa in prova del già citato “Centro Addestramento Alpeg- gio” destinato a giovani (quattro o cinque) che apprenderanno tec- niche di allevamento, mungitura e caseificazione. «Entro l’anno è prevista l’implementazione dell’attuale piccolo allevamen- to produttivo in Alta ValSeriana, che si affiancherà alle due realtà VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 43 bergamasche che già operano nel saraceno, orzo, e segale. L’ho fatto del “Negozio a km 0” alla Valzella settore», aggiunge Messa. memore del fatto che mio nonno di Ardesio e il “Ristorante ASTA negli anni ’30 ha vinto, a mille Agribirrificio” di Messa, manager di multinazio- metri d'altezza, la medaglia d'oro dove si trovano e gustano for- nali ormai in pensione, ha svi- della battaglia del grano lanciata maggi, carni, salumi, gelati, pane, luppato il progetto nell’ambito da Mussolini, con la collaborazio- birra, biscotti e pasta prodotti di un’altra iniziativa. È stato lui ne del noto ibridatore Nazareno con “grani” prodotti in alta Val- a fondare “Grani Asta del Serio”, Strampelli. Nel 2014, sollecitato Seriana». Poi, data la fatica nella con sede a Nasolino di Oltressen- e supportati dal CReA di Berga- fienagione sulla sua mini azienda da Alta. «Attraverso l'associazione mo, abbiamo aggiunto il “Mais di sei ettari e viste le pendenze in- - ricorda Messa - abbiamo reintro- Locale delle Fiorine di Clusone”, credibili, è nata l'idea di mettere dotto dal 2013 in Alta ValSeriana prelevato e catalogato nel 1952. qualcosa a pascolo per mantenere (a scopo sperimentale) tradiziona- Frutto dell’impegno professiona- i prati esistenti. I bovini avrebbero li coltivazioni di frumento, grano le di alcuni soci è stata l’apertura rovinato la cotica erbosa del terre- no, facendo dei sentieri rovinando in modo permanente i terreni a prato. Le pecore, invece, leggere e ottime pascolatrici sono l’ideale. Un cambiamento ragionato, all'in- segna di due massime di Messa da incorniciare: “Chi vive nel passato muore disperato” e “Distinguersi per non estinguersi”.

Dairy sheep, one more chance for the Valley The demand for sheep cheese is high, but it is not the same for the offer, less complete and articula- ted. For this reason, Andrea Mes- sa has decided to track the return to a traditional cream cheese pro- duction. The presence of sheep in ValSeriana is more ancient com- pared to the cows’ one. The Andrea Messa’s project, in collaboration with the University of Unimont of Edolo, is very appreciated and it started on February 2018, with the name <>. It all began with the association <> which reintroduced since 2013 in the high ValSeriana traditional culti- vations such as wheat, buckwhe- at, barley and rye. Because of the difficulty of haymaking due to the slope, the idea of putting grazing animals, to help the land, was born. The cattle with its wight would have damage the grass of the ground, the sheep, instead, li- ghter and great grazers were the ideals animals. 44 SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL

arte che avvienenell’acqua, spessoinunfiume. gio, effettuato da chisitrova“inviaggio” e passag- il è significativo più l’elemento ci: effica- ed semplici molto simboli da quindi zionale diSanCristoforo è caratterizzata L’iconografia tradi- bastone. grosso un con mento diuncorsod’acqua, mentresiaiuta rappresentato nelmomentodell’attraversa- Con in di eaffascinante un percorsoinfinito Le rappresentazionidiSanCristoforo in ValSeriana, S Orietta Pinessi, Gesù in spalla, ed è generalmente Gesù inspalla,edègeneralmente te: èilSantocheportaBambin an Cristoforosiriconoscefacilmen- Gesù Foto: Archivio fotograficodellaDiocesidiBergamoe Vincenzo Piramide spalla i viandantidaunarivaall'altra diunfiume. starsi conlasuaforzaerculea atrasportare rinnegò Satanapervotarsi a Cristoepre- te cananeodallacorporatura gigantescache tire dalsecoloXI,dellaleggenda delbrigan- ricordano ladiffusione inOccidente,apar Colzate, e Clusone Parre, Gromo, a edifici campeggiano sullemuraesternedivecchi C’è un legame speciale tra questo Santo C’è unlegame specialetraquestoSanto che Cristoforo, San di figure grandi Le

- VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 45 e la ValSeriana e sono oltre una cinquantina (tra sculture, pale, parti di polittico, affreschi interni o esterni) le raffigurazioni che ve- dono protagonista San Cristoforo: da Alzano a Olera, Nese, Nem- bro, Albino, , , , Leffe, Gandino, Casni- go, in bassa e media ValSeriana e poi risalendo da Vertova e Colzate a Clusone, , Parre, Ardesio, Gromo, Valgoglio, Valbondione, . Del resto il traghettare e l’at- traversare corsi d’acqua e fiumi, sono strettamente legati alla mor- fologia del nostro territorio e alla memoria collettiva, essendo stati esperienza quotidiana per millenni nella nostra Valle solcata oltre che da innumerevoli ruscelli, dal fiu- me cui deve il nome. I ponti non erano numerosi: ogni corso d’ac- qua importante costituiva una bar- riera sul cammino del viandante. La difficoltà dell’attraversamento dei fiumi aumentava il pericolo e le incognite di ogni spostamento dal luogo in cui si viveva.

Le leggende raccontano... Il fiume Serio nasce da una leg- genda: «Cʼera una volta una no- bildonna - raccontavano le nonne nelle baite di Maslana - che si in- namorò di un pastore, ma il pasto- re amava una giovane e bella fan- ciulla della Valle. La dama, presa dall’ira e dalla gelosia, fece rapire la giovane e la rinchiuse in una se- Una leggenda riguarda anche attraversarlo. Una notte fu sveglia- greta del suo castello, tra i dirupi San Cristoforo: si narra, nella Le- to da un bambino che gli chiese di del Barbellino. La prigioniera in- genda Aurea di Jacopo da Varagi- aiutarlo a raggiungere la sponda cominciò a piangere fiumi di lacri- ne (ca. 1229-1298), che fosse «un opposta. Cristoforo prese il bim- me. I suoi pianti si trasformarono giovane gigante che voleva servire bo sulle spalle ed entrò nel fiume, in laghi e torrenti, l'acqua tracimò il signore più potente, quindi pas- ma più avanzava, più il bambino inondando la valle, in un impeto sò da un re a un imperatore e quin- diventava pesante tanto che stentò grandioso. La nobildonna, i suoi di al Demonio, ma qui apprese che ad attraversare il guado malgra- sgherri e il castello furono spaz- era Cristo il “più forte” e decise do si aiutasse con il suo bastone. zati via dalla potenza dell'onda». quindi di servire Lui, innanzitut- Quando depositò il bambino gli Nacque così la ValSeriana, così to convertendosi al cristianesimo. chiese come mai era così pesan- nacque il fiume Serio, “Sarius in Avendo imparato i precetti della te. Questi gli rispose che era Gesù latino”, che starebbe a significare carità volle mettersi al servizio de- Cristo e che lui in questo momento flusso, corrente, oppure “cammina gli altri. Andò ad abitare presso un non aveva trasportato solo lui ma con l'acqua”. fiume per aiutare i viaggiatori ad il mondo intero». VAL 46 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Dunque ai fiumi, e nel nostro parte la diffusione, che si svilup- Va sottolineato tuttavia che nel caso al Serio, si lega la grande pa in Occidente secondo modelli più antico martirologio della chiesa devozione nei confronti di questo piuttosto differenti. Tuttavia, no- occidentale, risalente al V secolo, è Santo. nostante le diversità dei modelli presente la festa di San Cristoforo Ma aldilà della leggenda, cosa iconografici, il gigante traghetta- collocata al 25 luglio. Si tratta del sappiamo di San Cristoforo? Cer- tore in Occidente e il cinocefalo Martirologio Geronimiano, a suo tamente poco e c’è addirittura chi soldato in Oriente (Cristoforo vie- tempo attribuito a San Gerolamo ne ha messo in dubbio l’esistenza. ne raffigurato in moltissime icone ma più probabilmente opera di un e affreschi bizantini con le fattezze anonimo dell’epoca che aveva pe- La nostra ricerca parte proprio di Cinocefalo, ossia corpo d’uomo scato informazioni anche da altri da qui: siamo nella splendida piaz- e testa di cane) mantengono nel documenti precedenti, compreso za di Gromo e sulla facciata del tempo una rilevante similitudine. uno forse redatto in queste terre. castello Ginami spicca un grande affresco a effetto, che raffigura San In Occidente, San Cristoforo è Un altro “segnaleˮ ci viene dagli Cristoforo, dipinto intorno agli generalmente raffigurato, come atti del Concilio di Costantinopo- anni Cinquanta. Sono in compa- detto, con Gesù Bambino in spal- li (anno 381): fra i firmatari vi fu gnia di un amico, un amministra- la, nell’atto di attraversare un cor- un certo Fotino “del monastero di tore della nostra Valle, cui dico: so d’acqua. È l’immagine più dif- San Cristoforoˮ. Nulla sappiamo di «Guarda anche qui San Cristofo- fusa del Santo, successiva al XIII questo Fotino, tuttavia la sempli- ro!». Mi risponde: «Dicono che secolo, che trae ispirazione dalla ce sua appartenenza al monastero non è mai esistito». Legenda Aurea di Jacopo da Va- intitolato a San Cristoforo è suffi- L’affermazione ha un suo fon- razze. ciente per dimostrarci l'esistenza di damento: i dati storiograficamente Nell’edizione più recente (2001) quest'ultimo. E anche San Gregorio verificabili sulla vita di Cristofo- del Martirologio Romano il nome Magno papa, in uno dei suoi tan- ro, martirizzato in Licia forse sot- di San Cristoforo non è stato tolto; ti scritti, parlò di un monastero in to Decio, sono infatti sfuggenti e c’è stata una severa selezione che onore di questo martire, a Taormi- mescolati con elementi tipici delle ha escluso il nome di santi di cui na. Sono testimonianze sommarie e leggende, tanto da indurre molti non risultano documenti storici indirette, ma altrettanto certamente studiosi a dubitare della sua reale che ne legittimino l’esistenza. La ci dimostrano l'esistenza storica di esistenza, nonostante il culto sia dizione tuttavia è laconica; al 25 questo martire orientale, che se- documentato nella Chiesa d’O- luglio è scritto: “In Licia, attuale condo il citato Martirologio Gero- riente a partire dalla metà del V Turchia, San Cristoforo martire”. nimiano, fu ucciso nel 250 durante secolo d.C. Il precedente Martirologio Roma- la persecuzione dell'imperatore ro- no, del 1914 auspice il Papa San mano Decio. L’immagine legata a Cristoforo, Pio X, era più esplicito soprattutto nasce quindi in Oriente e da qui riguardo al suo martirio. Diventa quindi arduo il compi- to di cernere tra gli innumerevoli racconti leggendari (miracolosi, fantastici, simbolici) e gli elemen- ti più verosimili, per tratteggiare una consistente personalità del martire e dare una ragione dello spettacolare culto che ebbe nella Chiesa, particolarmente dopo la citata Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, domenicano, arcivesco- vo di Genova. Jacopo raccolse e riordinò quanto, anche di approssi- mativo, trovò nei manoscritti del- le varie “Passioni” o “Atti di San Cristoforo” scritte in latino (secolo VIII) e tradotte dai testi greci. Tra i 182 racconti da lui redatti quello di San Cristoforo ha un posto pri- vilegiato. VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 47 L’immagine di San Cristoforo li, ma soprattutto un guado sicuro There is a special link between offriva ai viandanti, secondo le cre- per l’attraversamento del fiume. È this Saint and our valley: from Al- denze medievali, una celeste pro- interessante rilevare il legame di zano to Olera, Nese, Nembro, Al- tezione nel viaggio o negli sposta- questa figura a un’attività diffusa bino, Pradalunga, Aviatico, Gaz- menti quotidiani. Numerose chiese nel passato, quella di traghettato- zaniga, Leffe, Gandino, Casnigo o santuari, specie nell’arco alpino e re. I fiumi, dove non c’erano ponti, in the lower and the middle Val- nelle Prealpi, sono dominate, nel- venivano attraversati con una bar- Seriana and then going up from la facciata esterna, da dipinti del ca, seguendo una corda tesa tra le Vertova and Colzate to Clusone, santo che assumono dimensioni due rive. Il trasporto dei passegge- Piario, Parre, Ardesio, Gromo, ragguardevoli, fino a coprire ampie ri, nei pressi di un guado, poteva Valgoglio, Valbondione, Colere, estensioni di intonaco. San Cristo- anche avvenire a piedi, portando i there are more than fifty works foro, come suggerisce il nome in viaggiatori sulla schiena. (including sculptures, altarpieces, latino Christum fero (porto Cristo) parts of polyptychs, internal or ex- reca sulle spalle Gesù Bambino, fa- ternal frescoes) wherein San Cri- cendogli attraversare un fiume. San Cristoforo stoforo is the protagonist, throu- The traditional iconography of ghout the ValSeriana. La nuova epoca offrì comunque San Cristoforo is characterized In fact, crossing waterways and al viandante la certezza della pro- by some very 'basic' and effective rivers is closely linked to the mor- tezione del Santo, che era al tempo symbols: the most significant ele- phology of our territory and to the stesso una promessa di protezione ment is the passage, carried out collective historical memory; it fisica (San Cristoforo è sempre un by those who are 'traveling', and was a daily experience for millen- gigante nerboruto). Fornisce quin- which takes place in the water; it’s nia in our valley, furrowed as well di ogni garanzia per il superamen- mainly a river that must be cros- by countless canals as by the Serio to dei pericoli, materiali o spiritua- sed. river, which it takes its name of.

I Polittici

Alzano Lombardo. Frazione Olera Chiesa della SS. Trinità e tutti i Santi: Polittico di San Rocco, scomparto: San Cristoforo olio su tavola, cm 96.0x30.5 Nel 1575 San Carlo Borromeo indicava nell’Oratorio di San Rocco di Olera un’icona dorata: si tratta, molto probabilmente di quella che indichiamo come trittico di Olera e si trova ora nella Chiesa della Santissima Trinità detta anche Chiesa Vecchia o Chiesa dei Morti. Il trittico presenta una nicchia centrale con la statua lignea di San Rocco, mentre i due pannelli laterali rappresentano San Cristoforo e Sant’Antonio Abate. Contrariamente a quanto affermato da altre fonti il trittico va certamente attribuito a Lucano da Imola detto “Gaggio” (Gaggio di Fontanelice, 1495 circa - Imola, 1566). Lucano iniziò a dipingere a Imola nella bottega del padre ma i suoi più grandi lavori gli furono commissionati a Bergamo e nella provincia dalle congre- gazioni ecclesiastiche e da famiglie nobili bergamasche. La docu- mentazione rimasta del pagamento dei disegni (tutt’ora conservati) commissionatigli per il Coro in Santa Maria Maggiore di Bergamo te- stimonia la sua presenza nella bergamasca nel 1532. La permanenza di Lucano a Bergamo è comunque documentata dal 1530 al 1563. Bellissimo questo San Cristoforo che mostra un’inusuale torsione del busto dovuta all’inaspettato peso del Bambino retto sulla spalla destra. San Cristoforo è vestito da una tunica di color rosso, solcata da fitte pieghe e stretta in vita da una sorta di corda o cintura. I piedi sono immersi nell’acqua del fiume che il Santo attraversa a fatica, aiutandosi col grosso bastone, mentre Gesù Bambino si aggrappa con la mano destra ai suoi capelli. VAL 48 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Nembro Chiesa di San Sebastiano, altare maggiore Antonio Marinoni e bottega: Polittico di S. Sebastiano; Madonna del latte e San Sebastiano con San Giovanni Battista, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina d'Alessandria, San Bartolomeo, San Martino vescovo, San Rocco, San Cristoforo e Sant'Antonio abate. Particolare (scomparto): San Cristoforo guada il fiume col Bambino sulle spalle, olio su tavola cm 111.0x40.0; 1540 circa Proprio nel San Cristoforo si riconosce la mano dei Marinoni: ritroviamo la stessa figura nel San Cristoforo della Parrocchiale di Nese (parte di po- littico smembrato) e negli affreschi della Chiesa di San Rocco a Gazzaniga. S. Cristoforo è rappre- sentato come un gigante barbuto con un tronco di palma come bastone, sulla sua spalla Gesù Bambino, in un atteggiamento di grande solennità, e con il globo in una mano, simbolo dell'universo. Nel Bimbo e nel passaggio da una riva all’altra si può leggere il ciclo della morte e della resurrezio- ne, accostando San Cristoforo al mito di Caronte, traghettatore di anime dalla vita alla morte. Le genti di montagna vivevano quindi il Santo come portatore di salvezza oltre che prezioso aiuto nella vita quotidiana.

Pale

Albino Parrocchiale San Giuliano. Cavagna Giovan Paolo: Madonna in gloria con San Cristoforo, San Rocco e San Sebastiano (1600-1624). Altare dei SS. Rocco, Sebastiano e Cristoforo, olio su tela cm 225x130. La tela proviene dalla chiesa di S. Rocco nell'Oltre Serio di Albino, da dove fu trasportata nella parrocchiale di S. Giuliano all'inizio del secolo scorso La chiesa di San Rocco è posta sul Monte Misma sulla parte sinistra del fiu- me Serio; costruito sopra un antico castello fortilizio Il piccolo oratorio fu ornato di molte opere pittoriche che però furono rimosse e locate in altre sistemazioni. L'altare maggiore presentava una pala raffigurante la Madonna con i santi Cri- stoforo, Rocco e Sebastiano di Gian Paolo Cavagna, quello di sinistra aveva la pala di Cristo in gloria con i santi Pantaleone e Margherita d’Antiochia del pittore Francesco Zucco, a destra sempre del Cavagna il dipinto “Madonna con i santi Barnaba e Matteo”. Tutti queste opere furono portate nella chiesa parrocchiale di San Giuliano nel corso del XIX secolo. Il dipinto “Cristo che porta la Croce”, lavoro di Giovan Battista Moroni, fu invece portato nel Santuario Madonna del Pianto. La pala del Cavagna fu trasferita in S. Giuliano poco dopo il 1819 e collocata sul terzo altare a sinistra. La tela è firmata sul cartellino posto nell’angolo a sinistra: “IO. PAULUS CAVANEUS FACIEBAT”. Cristoforo viene raffigurato nell’atto di attraver- sare un corso d'acqua con il Bambino seduto sulle spalle che tiene con una mano il globo sormontato dalla croce, immagine simbolica di tutte le fatiche e le pene del mondo, e con l’altra si regge al santo aggrappandosi con tenacia ad un ciuffo di capelli. Cristoforo indossa una corta veste e un mantello. Con una mano regge un ramo di palma, simbolo del martirio. Sullo sfondo è evidente la veduta di Albino. VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 49 Albino. Frazione Vall’Alta Chiesa di Santa Maria Assunta. Enea Salmeggia: I Santi Sebastiano, Antonio Abate, Rocco e Cristoforo, Olio su tela, cm. 230x140 pala datata 1597 La tela raffigura alcuni dei Santi cari alla devozione della nostra Valle. Il dipinto, firmato e datato in basso a destra “AENEAS SALMETIUS BGMAS MDXCVII” costituisce uno dei punti saldi del percorso giovanile dell’artista. Salmeggia si conferma artista di vocazione naturalistica e in profondo de- bito con la tradizione locale. Accantonata la magniloquenza degli esempi milanesi, il Salmeggia si vota a una pittura quasi intimistica, fatta di dialoghi sussurrati tra i personaggi, in cui grande risalto è dato alla cornice paesag- gistica, descritta con particolare cura. L’alta qualità del dipinto, nel recupero degli sfavillanti impasti cromatici e degli accorti passaggi di luce e ombra, si percepisce soprattutto nelle figure dei primi piani: come nel San Cristoforo, in energica torsione del busto, con effetto di sfondamento del campo visivo dello spettatore. La fisionomia del Gesù Bambino, qui benedicente, nella sfumata morbidezza dell’incarnato, nei colpi di luce sulle chiome ricciute, in quel manto mosso dal vento, dà vita a un prototipo che tornerà in altre opere del medesimo periodo.

Alzano Lombardo Museo d’Arte Sacra San Martino Jacopo Tintoretto Madonna con San Cristoforo e due committenti, olio su tela cm 347.0x160.0 Databile al 1570 circa il dipinto raffigurante San Cristoforo venne giudicato da Mariolina Olivari come di mano del maestro e non opera del figlio Domenico. È oggi conservato nel “Museo d’Arte Sacra San Martino” di Alzano Lombardo e proviene dalla Chiesa di Santa Maria dell’Or- to in Cannaregio a Venezia, chiesa assai cara all’artista. Legato alla Confraternita dei Mercanti in seguito alla soppressione dell’omonima Scuola per i decreti napoleonici del 1806, fu messo a disposizione del Viceré d’Italia Eugène Beauharnais e portato all’Accademia milanese di Brera. Dopo la caduta di Napoleone e il ritorno a Milano degli Austriaci, venne acquistato dalla Fabbriceria della Basilica di San Martino nel 1819. Il dipinto venne collocato in una delle cor- nici a stucco che ornano l’ottagonale Cappella del Rosario della Basilica alzanese solo dopo che, nel 1863, in seguito a una lunga diatriba “Agar nel deserto”, il capolavoro di Giovanni Carnovali, il Piccio, venne rifiutato dai fabbriceri perché non attinente ai dettami storici e clas- sicistici delle altre tele di soggetto mariano (opere databili tra fine settecento e primi dell’Ot- tocento di Appiani, Camuccini, Dell’Era, Diotti). Nonostante il suo soggetto non si confacesse alle tematiche degli altri dipinti (esaltanti eroine bibliche prefiguranti la Vergine Maria) il dipinto rimase nella Cappella del Rosario fino al 2001, quando il quadro del Piccio (appena acquisito dall’Accademia Carrara di Bergamo) venne collocato, in deposito, nella sua originaria sede. Il “San Cristoforo” di Tintoretto, venne quindi sistemato nel museo adiacente alla Basilica Il San Cristoforo appare caratterizzato da una vibrante tensione spaziale e compositiva, sot- tolineata dalla complessa visione prospettica, dall’accensione dei toni cromatici e dall’esaspe- razione dei contrasti luministici. Ciò conferisce all’opera effetti carichi di notevole suggestione drammatica. In alto la Vergine in gloria appare come massa scura sul fondo luminoso non interrotto dallo svariare dei putti appena segnati, caratterizzati da un gioco di movimenti e pose concitate. Il volto di Maria appare appena definito da lievi luci e ombre e da linee brevi e sfuggenti. Più sotto, in una profonda zona chiara, il Bambino Gesù, vero e proprio fulcro simbolico della rappresentazione sacra, si pone al limite di un semicerchio di angeli fra cui spiccano i due laterali a grande figura intera. Poi, a sostenere il Bambino, la gran mole di San Cristoforo, tutta immersa nell’ombra, colta nel momento in cui attraversa il fiume. È un vero protagonista il fiume: Cristoforo è rappresentato nell’acqua, impegnato a portare a termine il suo compito di traghettatore e nel contempo a lottare per la sua stessa sopravviven- za. La cupa acqua in cui s’immerge e l’ombrosa sponda boscosa alle sue spalle sono rese vibranti dai tocchi di luce, che sembrano accendere il dipinto nel loro contrastarsi chiaroscura- le. Il vigorosissimo San Cristoforo che sembra porgere dalla spalla il Bambino alla Madonna, si tiene ancora al robusto bastone, ha la veste raccolta, che lascia nude le gambe possenti. VAL 50 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Sculture Gandino Clusone Museo della Basilica Parrocchia di Santa Maria Assunta Giovanni Antonio di Francesco Terandi da e San Giovanni Battista Gandino: San Cristoforo, legno, 1515 circa; Andrea Fantoni: San Cristoforo, 1732 provenienza: Gandino, antica chiesa di La cappella di sinistra, della Basilica di Clusone, Santa Maria è dedicata alla Deposizione di Gesù ed era, un Nel museo della basilica di Gandino si conservano tempo, sede dei Disciplini. Il paliotto dell'altare cinque statue simili per stile ed esecuzione dell’in- è decorato con le statue di San Cristoforo, San taglio, tra esse uno splendido San Cristoforo; ese- Rocco e del Redentore tra la Preghiera e la Pe- guito con un altorilievo molto raffinato... soltanto nitenza, realizzate tra il 1725 e il 1730. Marmo da vicino ci si rende conto che non è una statua a bianco di Carrara scolpito, cm 30X15, tutto tondo... queste statue lignee... in particolare La statua venne eseguita da Andrea, presumibil- i santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo ricordano mente nel 1732, due anni prima della sua morte. gli esempi più importanti della scultura milanese... Il santo presenta testa e mani enormi, indossa l’analisi dei documenti... e delle loro caratteristiche una corta veste, stretta in vita da una fascia, formali induce a ritenere che siano state realizzate e un mantello appoggiato. Cristoforo volge lo poco dopo il... 1512... Al momento è possibile attri- sguardo verso il Bambino, a sinistra il bastone al buire un autore noto tre delle cinque statue, scrive quale si regge, che sembra flettersi leggermente Andrea Franci (2012) cui si deve l’attribuzione sotto il peso. Il bastone è costituito più che da un dell’opera, tra le quali il nostro San Cristoforo, a tronco d'albero, da una palma, simbolo, come Giovanni Antonio Terandi di Francesco da Gandi- dicevamo, del martirio. I piedi scalzi poggiano no... La statua di San Cristoforo mostra soluzio- sul piedistallo. Il Bambino, seduto sulla spalla ni preziose ed elaborate come il mantello che si destra del santo è rivolto di fronte, verso i fedeli, stacca dal corpo quasi a mostrare la velocità con con il globo nella mano destra, mentre con la si- cui il santo attraversa il corso del fiume. nistra sembra abbracciare teneramente il Santo.

Affreschi Gazzaniga Chiesa di San Rocco: Polittico ad affresco, presbiterio San Cristoforo e San Sebastiano cm 160X128 L’opera è parte di un monu- mentale polittico ad affresco su due registri la cui attribuzio- ne alla bottega dei Marinoni è assolutamente inconfutabile. In particolare San Cristoforo è molto simile al medesimo Santo in una tavola, scomparto di un polittico oggi smembrato, nella chiesa di San Giorgio a Nese. L’artista riprende fedelmente i punti salienti della leggenda del Santo: viene infatti raffigurato in piedi, con dimensioni gigan- tesche, intento ad attraversare un fiume con il minuscolo Gesù Bambino a cavalcioni di una spalla. Indossa un mantello rosso e impugna un bordone (il classico bastone da pellegrino) che termina con la palma. VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 51

Pradalunga Giovan Battista Moroni: Stendardo, San Cristoforo (recto) Gloria eucaristica (verso) era conservato nella Chiesa dei Santi Cristoforo e Vincenzo (ora al Museo Diocesano di Bergamo) Questo stendardo processionale, dipinto su entrambi i lati, è stato com- missionato al pittore dalla Confraternita del Santissimo Sacramento in- Clusone torno al 1562. La sua funzione era quella di essere esposto durante la Chiesa di Sant’Anna processione del Corpus Domini per le vie del paese. Affresco di facciata, 1525 Il verso è dedicato alla rappresentazione dell’Ostia e del Calice: sullo sfondo dell’empireo, formato da una corona di nubi e dalle teste dei putti, L'affresco, come gli altri della facciata, è stato riportato alla luce da un spicca in tutta la sua luminosità il calice eucaristico: è l’unico elemento che restauro nel 1991: era stato coperto nel 1856 da una decorazione di nei suoi riflessi metallici appare reale in quanto unica “verità” simbolica Carlo Rota. A destra del portale vi è di San Cristoforo: doveva sicura- della fede cattolica. Colpisce, soprattutto il paesaggio sottostante per la mente essere segno di buona accoglienza nel convento per i pellegrini. presenza “incombente” del massiccio roccioso della Cornagera, visibile Sulla parte alta vi è un cartiglio datato 1525: cita l'indulgenza per chi sia da Albino che da Pradalunga. Il verso, invece, è dedicato all’episodio vuole visitare la chiesa con una frase di Sant'Agostino: l'ingratitudine in cui San Cristoforo, con un enorme mantello gonfiato dal vento aiuta umana secca la fonte della misericordia di Dio. Resti di altri affreschi Gesù bambino a guadare il fiume. La figura del gigante, come abbiamo coprono la facciata, e due finestre a sesto acuto tornati alla luce dopo visto era cara alla devozione popolare e diffusa non solo a Pradalunga, i restauri dell'intera facciata. Come in questo caso sulle pareti esterne ma in tutti i paesi disposti lungo il Serio e nella vita dei quali la presenza di molte chiese medievali si possono ancora vedere le enormi figure del fiume era fondamentale. Il Santo, a cui è dedicata la chiesa, diventò, di San Cristoforo affrescate a beneficio dello sguardo dei viandanti. appunto, il protettore di diversi paesi situati lungo il fiume Serio. Il pae- L’immagine del santo gigante era posta a protezione dei pellegrini che saggio, identico a quello dipinto nel recto, diventa elemento di unione tra fin da lontano potevano affidarsi, con un solo colpo d’occhio, alla sua le due facce dello stendardo. A partire da questo stendardo, il paesaggio benevola efficacia salvifica. Chiunque avesse potuto guardarla sareb- nelle opere sacre del Moroni acquisterà un ruolo sempre più importante be stato certo che almeno per quel giorno nessuna sciagura avrebbe sia come “presenza” sulla tela, sia come strumento per coinvolgere emo- interrotto il suo cammino. tivamente il fedele. 52 SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL

adventure scondere quella sanapauradichistaper viaggio. Mifaccio avanti cercando dina- posto giusto:sonoloroimiei compagnidi correnti ascensionalitermiche. Sononel zaini enormi,scrutanoilcielo, parlanodi frizzante, dalleautoscendono ragazzicon nalina. Al puntodi ritrovol’atmosferaè si sentire e, penso, si trasformerà in adre- far a inizia agitazione po’ di Un fissato. è Camera, presidentedi AlpiFly di Rovetta, tivo diRovetta.L’appuntamento conLuca di in parapendio: daRovetta aunpassodalcielo L’emozione diunvolo panoramicoesilenzioso ti Quando dino. Siamoandatiavederecomefunziona. Castione dellaPresolana, Aviatico eaGan- questo lo si pratica tutto l’anno a Rovetta, colarmente adattaperilvololiberoe ValSeriana ha una conformazione parti- chilometri dibellezza.Ilterritoriodella al ventoepermettediconquistareinvolo Serena Bonetti I Domenica, ore11, ritrovoalcampospor spuntano pendio: un’ala colorata che si gonfia si che colorata un’ala pendio: l’uomo conoscapervolareèilpara- l mezzopiùsempliceeleggeroche

- - napà (Castione dellaPresolana),ma si sapere). abbandonare ilcieloproprio nonnevoleva ha fattovolareunasignoradi 79annichedi anni epoinoncisonolimiti ulteriori(Luca possono provareibambinidialmenootto lo fisiche: abilità particolari richiede non e questo tipodivoloèattivitàadattaatutti per guidareilbiposto.Miraccontanoche appassionati. Fralorocinquesonoabilitati di AlpiFly, cheunisceunacinquantinadi vede tuttalaloropassione.Fannoparte spiegano neldettagliodicosasitratta, sa inpiùdiquestapraticaoutdoor:iragazzi lancio perfettoperivoliinparapendio. ni alMonteBlum(1972mt),trampolinodi degli Cappella alla Alpi- fino trasporterà ci da tempo. Una MitsubishiPajerodel1988 provare una nuova esperienza, desiderata Propongono voli dalBlumodalloSca- Durante il viaggio cerco di capire qualco- le ali

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possono organizzare lanci in base no quello che dovrò fare: qualche Un grazie a Luca Camera, pre- ai desideri del clienti: anche dal passo in avanti poi, nel momento sidente di AlpiFly, che ci ha Vaccaro di Parre o magari dal in cui mi sentirò tirare all’indietro guidato in questa incredibile Monte Farno a Gandino, che pure e la vela inizierà a spiegarsi, sarà esperienza. L’associazione or- ganizza durante tutto l’anno vanta una storia importante. Basta l’ora di correre, senza esitazione e lanci con parapendio biposto e farsi coraggio e organizzare l’u- fino a quando i piedi non si saran- partecipa ad alcuni eventi sul scita insomma. no staccati da terra. A quel punto territorio. Info e prenotazioni: è fatta. Ci si posiziona comodi sul www.alpifly.it - [email protected] - Ci siamo, ecco la Cappella seggiolino e si accende la GoPro. +39 348.9591491 degli Alpini. La vista è di una Luca chiede più volte se va tutto bellezza incredibile, la cornice è bene... È l’ora di godersi il viag- L'evento quella delle Orobie, da una parte gio. Il 12 e 13 settembre 2020 Rovetta la Valzurio e a dominare Redorta ospiterà il primo campionato italia- e Timogno, dall’altra l’Altopiano Mentre sono in alto, per la pri- no di Hike and Fly, organizzato dal clusonese, il Monte Pora e il Lago ma volta così in alto senza avere club Volomania di Ponte Nossa. d’Iseo luccicante con al centro i piedi poggiati, penso che è in- La manifestazione vedrà coinvolti Montisola. La manichetta rossa e credibilmente semplice quello esperti piloti in una competizione bianca tira da sud ovest: significa che l’uomo può fare: volare con che abbinerà la tecnica del volo di che le condizioni meteo per vola- un’ala di 42 metri quadrati, com- cross e quella dell'escursionismo nella cornice delle Prealpi Orobie, re ci sono. Il tempo di un respi- posta da piccole cellette traforate, ai piedi della Presolana. Per tutti i ro profondo e sono chiamata in i freni, l’acceleratore, i cordini a dettagli: www.volomania.it postazione; mentre mi aiutano a reggere il sellino, alla faccia del mettere l’imbragatura mi spiega- mitologico e fallimentare volo di VAL 54 SERIANA & SCALVE MAGAZINE Icaro che diventò monito per chi ziché ostacoli sembrano traguardi When you suddenly decide di andare oltre le capacità vicini, il bosco disegna sotto di noi sprout wings! umane. L’ala con cui sto volando ricami geometrici dolci e spumosi, The easiest and lightest way to si chiama proprio Icaro. Rifletto mi incuriosiscono le case, i cam- fly is the paragliding, a colourful sul fatto che il mito oggi ha sen- panili, i rettangoli verdi dei giar- wing which swells in the wind so se letto come invito a vivere in dini; è immensamente piccola la and allows to conquer many kilo- sintonia con quello che ci circon- distanza fra un paese e l’altro, fra metres flying. The territory of the da, perché da lassù bisogna essere una cima e l’altra, fra una casa e ValSeriana has an ideal confor- capaci di ascoltare il vento, asse- l’altra. Il territorio della ValSeria- mation for free flight which can condarlo, farsi aiutare abbraccian- na ha davvero una cifra stilistica: be practiced during the whole dolo laddove il suo soffio è più la bellezza naturale è in costante year in Rovetta, Castione della caldo; l’abilità fisica necessaria dialogo armonico con le tracce di Presolana, Aviatico and Gandi- per praticare questo sport è nulla una storia che oggi è cultura. no. We couldn’t wait to try it, so rispetto alla forza psicologica di we took advantage of it and of chi si mette alla guida di queste Il pilota mi richiama sul piane- course we were so excited at the ali leggere. Ci vuole certo un po’ ta Terra, è ora dell’atterraggio e end that we would immediately di follia, quella che spinge alcu- torna l’ansia, ma il tempo per pen- have repeated it! For the lovers, ni piloti a fare voli anche di oltre sare è poco. Con una certa veloci- remember that on the 12th and duecento chilometri, senza mai tà ci si avvicina al campo e in un on the 13th of September, Rovet- atterrare, ma servono anche co- attimo siamo di nuovo alla base. ta will host the first Hike and Fly stanza, pazienza, forza di volontà Un compagno di avventura ci con- Italian championship, organized e astuzia. tatta via radio per assicurarsi che by the Volomania Club of Ponte tutto sia andato per il verso giusto. Nossa. Don’t miss the opportuni- Da questa prospettiva stupore e La risposta mi viene spontanea: a ty! meraviglia si alternano fra infinite quando il prossimo lancio? emozioni: attorno le montagne an-

ALTRE ASSOCIAZIONI DI VOLO LIBERO IN VALSERIANA Volo libero Monte Farno - Gandino • Volomania parapendio Valle Seriana - Ponte Nossa • Ali Orobiche loc. Ganda - Aviatico sport tuale presidente SeveroRuggeri,chene ha dello stessoanno laguidaèpassataall’at - dicembre Nel Parre. Bike Mountain tistica roli, nel fondare la società sportiva dilettan- gruppo diamici,capitanati da Cesare Verze- passione che,nelgennaio1990, haunitoun Mountain Bike Parre franaturaepassione Fra discesearditeerisalite: di ruggenti Pedali Gara allievi/esordienti2019 Clara Bassani L che vogliamoraccontarvi. Quella la veraprotagonistadellastoria a passione per la mountain bike è

A lorosideve infatti lacuraeilmanteni - con utensilidi potatura,rastrelliesacchetti. di Clusonepotresteincontrarli indaffarati dell’Alta ValSeriana. confini i oltre ben da atleti richiama soci e Ruggeri di formula della successo il mitrofi, gioranza deitesseratiprovienedaipaesili- accompagnato lacrescita:anchesemag- Passeggiando perlameravigliosa Pineta SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL

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Partenza Gran Premio “Pais de Par” 2019

mento (boschivo e territoriale) di la” di mountain bike. Fra le gare de l’emozione e il fermento per una vasta area della Pineta, con la va ricordato il “Gran Premio Pais questo evento che attirerà un vasto bonifica dalle sterpaglie per ren- de Par” per le categorie master, pubblico di appassionati. dere utilizzabili per le bici e per organizzato dal 1991 e giunto alla i pic-nic ampie zone dal contesto ventitreesima edizione, colonna La scuola “sui pedali”, altro suggestivo. La Pineta, oltre a ospi- portante del circuito provinciale fiore all’occhiello dei Mountain tare un tratto di pista ciclabile, un Orobie Cup. Bike Parre, è nata nel 2011 per av- percorso vita, un circuito di skiroll vicinare i giovani a questo sport. e diversi chilometri di tracciati Quest’anno il gran premio non È portata avanti da un gruppo di pedonali, è infatti uno dei luoghi si terrà, ma solo per proporre una maestri abilitati dalla Federazione prediletti per l’allenamento degli bella alternativa a sorpresa: una Ciclistica Italiana. I numeri della atleti, che si svolge principalmente gara nazionale sulle nostre mon- scuola sono in costante crescita: in Alta Valle e sull’altopiano, nella tagne. Grazie all’impegno profuso proprio pensando a questi ragazzi zona di San Lucio e in Val di Tede (e alla collaborazione dei comita- la società organizza due gare per (usando la pista ciclabile per i vari ti di Bergamo e Lombardia della le categorie giovanissimi e esor- spostamenti). Mantenerla e ren- FCI, dei comuni di Parre e Cluso- dienti/allievi/junior. I ragazzi par- derla fruibile a sportivi ed escur- ne e Piario e di Promoserio) mar- tecipano inoltre a diversi circuiti, sionisti è un servizio prezioso per tedì 2 giugno si svolgerà a Cluso- anche nazionali. il nostro territorio. ne, in località Fiorine (Pineta), il I valori della scuola sono chiari: XCO Altopiano 4^ Prova Camp. promozione dello sport attraverso I soci di Mountain Bike Parre Italiano Società Giovanile, gara l’apprendimento della mountain si dedicano comunque anche, e per le categorie esordienti/allievi/ bike sia come mezzo che come soprattutto, all’organizzazione di juniores del Campionato Italiano attività appassionante, e crescita gare e a una vera e propria “scuo- Giovanile di società 2020. Gran- umana dei ragazzi nello sport at- VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 57 traverso dedizione e rispetto delle Mountain Bike Parre, sia per i ri- servizio. Poi l’aspetto agonistico, regole fin da piccoli. Gli obiettivi sultati sportivi che per la coesione sperando nel successo della Gara agonistici arrivano in seguito, di- che lega gli atleti. E poi il sogno Nazionale 2020 per accrescerne il versi per ogni ragazzo. Ruggeri è di organizzare una gara nazionale, livello negli anni a seguire. molto chiaro su questo punto: l’at- che da “idea pazza” si è finalmente tenzione è incentrata sulla crescita tramutato in realtà, grazie alla te- Infine, ma non meno importan- globale dei ragazzi, perché sono il nacia e alla passione. te, continuare ad arricchire il vi- futuro. «In un mondo automatiz- I progetti per il futuro non man- vaio dei ragazzi perché, sottolinea zato - sottolinea - fatto di macchi- cano, primo fra tutti la possibilità Diego Brasi, tecnico allenatore ne, è fondamentale andare contro di acquisire ufficialmente la ge- di 3° livello, «la bicicletta è vita, corrente per insegnare e mantene- stione della Pineta di Clusone, per polmoni, fatica e divertimento: re la potenza uomo». avere finalmente una “casa” dove tutti dovrebbero avere il privilegio spostare la propria sede e su cui di provare queste emozioni». La Il 2019 è stato ricco di soddi- investire ancor di più in termini ValSeriana e la Pineta di Clusone sfazioni per la grande famiglia di ambientali e di infrastrutture di sono il posto giusto.

Mountain Bike Parre: passion and growth The passion for the mountain bike has brought together some friends and they founded in 1990 the Mountain Bike Parre which attracts athletes also from outsi- de the High ValSeriana. The sport society organizes competitions for different categories such as for beginners and for juniors of the Italian Junior Championship, but it created also a school in or- der to make young people join the world of the mountain bike, whose members are gradually growing in number. PARTNER:

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Comune di con le Castione Comune di della Clusone Orobie Presolana nel cuore Martina Bellini di Clusone, giovane promessa dello sci di fondo nazionale. E un sogno olimpico a due passi da casa

di Andrea Rossetti SPONSOR VAL 60 SERIANA & SCALVE MAGAZINE «Serenità». Lo dice col sorriso e gli occhi che, giusto per un istante, paiono staccarsi dall’obiettivo per vagare tra le mille polaroid scatta- te negli anni dal suo cervello e dal suo cuore. Martina Bellini non ha dubbi quando le si chiede cos’è, per lei, la ValSeriana. Clusone e lo Orobie sono molto più di casa. Sono il suo rifugio, il suo punto di equilibrio. E sa Dio quanto sia fondamentale averne uno quando non hai nemmeno 22 anni e da al- meno sei vieni ritenuta l’astro na- scente dello sci di fondo italiano. La pressione e le paure di un’at- leta che si aggiungono a quelle di un’adolescente. In questi casi, è fondamentale avere radici profon- de e salde alle quale aggrapparsi per evitare di farsi abbattere dai venti e dalle intemperie.

«Tra una competizione e l’altra, viaggio molto. Quando però inizio a vedere stagliarsi all’orizzonte il profilo di Città Alta e le nostre montagne, ogni tensione se ne va. Casa, finalmente. Vedere le mie strade, le mie montagne, mi tran- quillizza, mi fa stare bene. Avere vicino le persone che mi voglio- no bene, che mi conoscono, è una cosa bella. So che comunque an- dranno le cose, qua sarò sempre Martina». Cioè la bambina che, per imitare i due cugini più grandi («Sono i fratelli che non ho, prati- camente»), a cinque anni ha volu- to indossare un paio di sci e non li ha più mollati. Specialità, fondo. Da sempre. «Non so come mai. Non c’è un motivo particolare. È stato il destino forse. Fatto sta che non ho più cambiato». Anche perché Martina è andata subito fortissimo. Vinceva, ecco- me se vinceva. Impossibile non notarla. A 18 anni, col diploma in Ragioneria ancora da conquistare, è entrata nell’Esercito, lasciando per la prima volta lo Sci Club 13 Clusone. Il primo salto tra i gran- di, pur restando nella categoria junior. Poi, a 19 anni, il secondo VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 61 salto, quello tra i senior. «E lì la propria pelle tornando ad alti i servizi, però. Per portare qui la ho traballato un po’. La stagione livelli dopo tanto lavoro e tante gente e soprattutto tenerla, dob- scorsa è stata la più dura. Cambia difficoltà. Lo ha capito anche a biamo migliorare ancora tanto. E tutto, ti rendi conto che ogni cosa inizio febbraio, quando alla se- manca anche un po’ di coraggio, deve ruotare solo attorno a quello. conda edizione del Bergamo Ski di voglia di osare. L’estate scorsa, Cambia il centro di gravità, dalle Tour ha ottenuto un bronzo nello quando l’Atalanta è venuta in ri- ore di allenamento alla cura che sprint e un argento della distance. tiro a Clusone, è stato fantastico. devi prestare a ogni minimo det- «È stato bellissimo fare risultato a Un bellissimo delirio. Gente dap- taglio. Ero spaesata, anche perché casa, davanti alle persone che mi pertutto, feste. Dovrebbe essere da Junior andavo forte ed ero abi- conoscono da sempre. Abbiamo così ogni estate». tuata bene, tra i grandi invece il gareggiato a Gromo. Prima delle livello degli avversari è più alto gare ero tesa, ma la spinta del tifo Magari un giorno, in un futuro e per quanto tu possa essere pre- mi ha caricato un sacco. In più lontano, Martina penserà a mo- parata l’impatto è un’altra cosa». l’evento era stato organizzato ve- strare al mondo le bellezze della Al suo fianco, però, c’era un altro ramente benissimo». sua terra. Perché nonostante sia bergamasco, seriano doc: Renato Ovviamente, mentre ne parla il giovane e talentuosa, lo sguardo Pasini, tecnico della nazionale sorriso è stampato sul suo volto. è già rivolto all’orizzonte: studia U23 di sci di fondo. E di Gromo. Sta parlando di casa, della sua Economia all’Università («Mi «C’è sempre stato, ha creduto in Valle, della «serenità» quindi. piacciono i numeri, un sacco») me. Mi ha dato la forza di andare Qualcosa che, a suo parere, tut- e sa che la carriera di un atleta è avanti. Vivere in modo così diffi- ti dovrebbero scoprire. «Lo dico soggetta a tante, troppe incognite. cile la scorsa stagione mi ha per- seriamente: qui abbiamo tutto. In La sua razionalità, però, barcolla messo di capire tante cose». estate, durante gli allenamenti in quando le si ricordano le Olim- bici o di corsa, giro la ValSeriana piadi Invernali di Milano-Cortina Dopo ogni temporale spunta il in lungo e in largo e abbiamo po- 2026. «Mamma mia, che sogno! Sole. E Martina lo ha capito sul- sti stupendi, fantastici. Mancano Le Olimpiadi in generale, ma quelle in particolare. Nel 2026, poi, avrei l’età perfetta... sarebbe stupendo esserci, un sogno che si realizza. A casa per di più». Già, a casa. Perché gira che ti rigira, alla fine sempre lì si torna. Il luogo perfetto, la “serenità”.

Martina Bellini, skiing with the Orobic Alps Martina Bellini, almost 22 ye- ars old, is considered the rising star of Italian skiing. Clusone, the village she was born and grew in, and the ValSeriana are more than home for her: they are her refuge, her equilibrium point. An emo- tion she describes with one word: <>. Trained by a trainer from Bergamo, Renato Pasini, she is part of the National team Under 23. She has a dream: reaching the winter Olympic ga- mes of Milano-Cortina 2026. <>. quaecturinum nem vendiae. 62 SERIANA &SCALVE MAGAZINE VAL

ValSeriana e dintorni di Tiziano; iconografiadellamusica; sogget- zione egiovinezza diPeterzano,all’ombra forma- previste: sezioni le Nove risposte. ne nazionali einternazionali,cerca didarealcu- poco notoma,grazieaimportanti prestiti, solo indagailtalentodiun pittoretroppo ro deiprimiannidiCaravaggio? sua vicendapotrebbesvelareilgrandemiste- un tempo distanti? Quanto uno studio della conti tra Venezia eMilano, mondiculturali degli insegnamentidi Tiziano, quantirac- XVI secolo.Quantorimanenellasuapittura della culturaartisticasecondametàdel è unodeiprotagonisti,purtroppopoconoti, di alle sorgentideimaestridelCinquecento al17maggiounviaggio all’Accademia Carrarafino “Tiziano eCaravaggio inPeterzano”, Da allievo a Orietta Pinessi A La mostra dell’Accademia Carrara, non La mostradell’Accademia Carrara, non mone Peterzano (c. 1535 - 1599) mone Peterzano(c.1535-1599) estro a Milano di Caravaggio, Si- llievo a Venezia di Tiziano ema- Maestro capolavori cruciali. capolavori cruciali. alle sessantaopere inmostra,illustrandotre borazione dellesueinvenzioni. Attingiamo nel laboratoriodell’artista seguendo l’ela- serie didisegni,checonsentono dientrare i grandi dipinti d’altare e una straordinaria profani diispirazionemitologico-letteraria, temi principalidellasuaproduzione:idipinti carriera diSimonePeterzano,scanditadai ravaggio. Unpercorsochericostruiscela del suomaestro Tiziano edell’allievoCa- Bergamo capolavoridiSimone Peterzano, no; MichelangeloMerisidaCaravaggio. romeo; l’affermazione lombarda di Peterza- pale periBarnabiti;laMilanodiCarloBor tra Veneto e Lombardia; l’arrivo aMilano:le letterari; Peterzanoelapraticadeldisegno ti erotici; Angelica eMedoro:echiriflessi Una grande mostra, dunque, che porta a Una grande mostra, dunque, che porta a

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Il maestro Tiziano L’analisi delle opere superstiti relative a questa fase iniziale del percorso artistico di Peterzano porta alla prima metà degli anni ‘50 del Cinquecento, quando l’artista era circa ventenne. Quanto invece al suo alunnato in laguna presso Tiziano è lo stesso pittore a fornirci informazioni esplicite, ponendo spesso in calce alle sue firme l’indicazione “Titiani alumnus”.

Tiziano Vecellio, Marte, Venere e Amore Olio su tela, Vienna Kunsthistorisches Museum Quella di Tiziano è un’opera singolare dove, come in altre di mano del Maestro, il ruolo delle sue donne è tutt’altro che domestico e la sensualità non è incorniciata dalla fami- glia. Una donna eroina di poesie d’amore, la “bella” anonima, donna in quanto donna. La donna, Venere, e il suo amante, Marte, rap- presentano la pienezza della vita, accompa- gnati dall’amore, Cupido. La donna è nuda, l’uomo è vestito, a differenza del famoso di- pinto “Le tre età dell’uomo”, ma i suoi capelli d’oro, il rosso delle guance e delle labbra, il candore della carnagione ne caratterizzano la bellezza: non ha bisogno di un altro mez- zo di identificazione oltre la bellezza stessa. Ma l’uomo, Marte, è sè stesso, un individuo specifico. Particolare importante: la coppia ha già avuto e continua ad avere un rappor- to amoroso, ma i due amanti non sembrano avere uguale importanza, anzi, il partner dominante è certamente Venere, la donna. VAL 64 SERIANA & SCALVE MAGAZINE

L’allievo Caravaggio È riconducibile al 1584 l’ingresso nella bottega di rapporto di discepolato presso Peterzano dovette rap- Peterzano del giovanissimo Caravaggio, all’epoca non presentare un passaggio nodale nella formazione del ancora tredicenne, il cui contratto di apprendistato pre- Merisi. Al di là dei suggestivi rimandi alle invenzioni vedeva la permanenza per quattro anni nello studio di del maestro individuabili in alcune delle prime opere Peterzano che si impegnava a insegnare all’allievo il romane di Caravaggio, la frequentazione costituì per mestiere di pittore e a fornirgli vitto e alloggio. Per il giovane allievo l’occasione di un approfondimento quanto l’effettivo ruolo svolto da Caravaggio accan- delle esperienze naturalistiche e luministiche del Cin- to al maestro, così come l’intera precoce fase mila- quecento lombardo, fondamentale riferimento stilisti- nese dell’artista, siano tuttora avvolti nel mistero, il co e culturale di tutta la sua attività.

Caravaggio, I musici Olio su tela, New York, The Metropolitan Museum of Art “I musici” rappresentano uno dei dipinti gio- vanili di Caravaggio eseguito su commis- sione del cardinale Francesco Maria Del Monte, che scoprì il talento dell’artista e fu il suo primo mecenate. L’idea è imprimere sulla tela il clima culturale della corte del car- dinale: l'opera, infatti, ritrae tre giovani intenti nell'esercizio dell'arte musicale, tra spartiti e strumenti a corda. È importante sottolineare come Caravaggio inventi una composizione moderna e origi- nale dedicata alla musica e all’amore: mette in scena i tre ragazzi “ritratti al naturale” con panneggi bianchi e camicie succinte, impe- gnati nei preparativi di un concerto. Intanto Cupido rimane in disparte e concentra tutta la sua attenzione sui grappoli d’uva che tiene in mano. Per la prima volta Caravaggio speri- menta una composizione a più figure scalate in profondità secondo linee diagonali, dove è evidente la ricerca di un contatto diretto con l’osservatore invitato a unirsi ai musici e a prendere parte a un reale concerto. VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE 65

L’opera che proponiamo di Peterzano, fra le un drappo. La grande varietà di stile e sug- Simone “icone” della mostra alla Carrara, rappresen- gestioni racchiuse nel dipinto lascia suppor- Peterzano, ta forse il miglior dipinto legato a un momen- re che la tela sia stata realizzata a Milano, to di grande attenzione per la pittura vene- dove l’artista godeva di molta autonomia. Venere e Cupido ziana contemporanea di cui l'artista riprende Se il cromatismo intenso ci riporta a Tizia- non solo precise formule compositive (la Ve- no, l’inserimento della natura morta in primo con due satiri nel nere del Pardo di Tiziano, oggi al Louvre) ma piano sembra invece un tributo a Leonardo. la stessa ricchezza della gamma cromatica. Attorno a Venere, sospesa tra l’indifferenza paesaggio La Venere trova origine nelle Metamorfosi del sonno e la maliziosità della sua nudità, si Olio su tela, Milano, di Ovidio e viene riprodotta da Peterzano muovono due satiri che mangiano e bevono Pinacoteca di Brera abbandonata languida nel sonno, stesa su con un’inquietante bramosia negli occhi.

Peterzano, a crucial figure A pupil of Titian and the master of Caravaggio, Simone Peterzano, was a crucial figure in the art of the Re- naissance. In his painting we find Venetian colours and the down-to-earth naturalistic tradition of . A legacy that appears overwhelmingly in the work of Caravaggio. In an exhibition with a wealth of masterpieces by Titian, Tintoretto, Veronese and Caravaggio, the rediscovery of Peterzano's work is shown in the setting it deserves - among the greatest names in the history of Italian art.

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