8 per terra e per mare

NUMERO 10 - MARZO/APRILE 2015

Alla scoperta delle Colori, chimica Frammenti di storia lingue del diavolo e cucina con la Torretta perchè gli alimenti di San Fruttuoso La Tonnarella, cambiano colore da quattro secoli a

Organo di Informazione del Parco e dell’Area Marina Protetta di Portofino PORTOFINO PER TERRA E PER MARE Organo di Informazione bimestrale free-press di Ente Parco e Area Marina Protetta di Portofino Linea grafica e impaginazione: Area Marina Protetta Portofino Testi: Area Marina Protetta e Parco di Portofino Registrazione Tribunale di n. 180/2008 Direttore Responsabile: Silvia Barbagelata Sede Legale e Amministrativa Viale Rainusso, 1 - 16038 In copertina: L’Abbazia di San Fruttuoso di Tel. +39 0185 289479 - Fax +39 0185 285706 Capodimonte, oggi di Camogli (foto G. Massa) e-mail [email protected] Notizie 3 web www.parcoportofino.it

Le lingue Scarica iPortofino per iPhone Scarica iPortofino per iPad direttamente dall’App Store direttamente dall’App Store del diavolo 4 Ecco le orchidee più originali della nostra flora

La Tonnarella Sede Legale Da quattro secoli Castello Brown - Via alla Penisola - 16034 Portofino si rinnova Sede Amministrativa il “rito” di 9 Viale Rainusso, 1 - 16038 Santa Margherita Ligure preparazione della Rete Tel. +39 0185 289649 - Fax +39 0185 293002 e-mail [email protected] web www.portofinoamp.it Colori, chimica e cucina I fenomeni del 18 cambio di colore

degli alimenti Scarica iAMPPortofino per Scarica iAMPPortofino per ricavati dal mare iPhone direttamente dall’App iPad direttamente dall’App Store Store

Ci vuole un fiore... 22 La Torretta I perché del divieto Frammenti di storia 27 di raccogliere fiori nei a San Fruttuoso Parchi di Camogli

Lo scrigno delle meraviglie Viaggio tra i gioielli dell’uomo e della Natura i gioielli di Portofino

LA “MISSIONE” DEL PARCO DI PORTOFINO

Lo statuto dell’Ente che salvaguarda la natura sul Promontorio di Portofino definisce non solo questa finalità primaria, ma anche altre assai importanti, ù che indirizzano tutte le attività gestionali. Di seguito è riportato uno stralcio dello statuto con le principali finalità: L’Ente parco opera al fine di: a) tutelare e conservare le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e storico culturali del territorio protetto; b) tutelare e valorizzare la diversità biologica e in particolare le specie tipiche della flora e della fauna presenti sul territorio e i relativi habitat; c) conservare il patrimonio storico ed archeologico dell’area protetta; d) promuovere attività di ricerca scientifica e di educazione ambientale; e) promuovere interventi di miglioramento ambientale, di ripristino degli ecosistemi e di riqualificazione degli insediamenti; f) garantire la fruizione ai fini didattici, culturali, scientifici e ricreativi e turistici; g) promuovere la valorizzazione delle attività agricole, silvicole e artigianali tradizionali C’è una nelle aree ad esse vocate; h) favorire la conservazione del paesaggio tradizionale incentivando le pratiche di manutenzione e presidio del territorio; i) migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni residenti promuovendo attività economiche sostenibili, anche in attuazione dei piani e progetti europei, nazionali e regionali sullo sviluppo sostenibile. La parete mostra a 24 del dragone 31 San Fruttuoso Parco di Portofino Area Marina Protetta di Portofino L’appuntamento annuale realizzato da FAI, Echi di e Aree Protette Sommario NOTIZIE NOTIZIE DALLE AREE PROTETTE L’educazione ambientale va a scuola ■ Si tratta di un’importante novità, che nasce da un progetto del Ministero dell’Ambiente concordato con quello dell’Istruzione e che, già dal prossimo anno, potrebbe coinvolgere i bambini delle scuole materne ed elementari ed i giovani che frequentano le scuole secondarie. Per tutti questi alunni, l’educazione ambienta- le diventerà materia scolastica obbligatoria. In pratica tutte le nuove proposte, sulle quali da diversi mesi sta lavorando il sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani, sono già state redatte in un fascicolo corposo di almeno 150 pagine. L’obiettivo è di insegnare agli studenti come porsi in modo corretto nei confronti dell’ambiente che li circon- da. Attualmente il progetto, ideato dal Ministero dell’Ambiente, è vagliato dagli esperti del Ministero dell’Istruzio- ne per definirne le modalità di applicazione ai diversi livelli scolastici. Il programma scolastico si svilupperà trattando una decina di argomenti principali: dalle problematiche rela- tive ai rifiuti, sino alla biodiversità. Gli argomenti saranno trattati anche all’interno di altre materie scolasti- che. Dalle parole del sottosegretario: «È un progetto molto importante che avrà una grande ricaduta su tutto il Paese», si evince il livello dell’iniziativa ed il valore a livello nazionale. Il Parco e l’Area Marina Protetta di Portofino, nell’apprezzare questa innovazione, opereranno per mettere a disposizione della scuola tutta l’esperienza maturata in oltre un decennio di attività. Nuove collaborazioni internazionali per l’Area Marina Protetta ■ L’Area Marina Protetta di Portofino in collabo- razione con il Parc National de Port-Cros (Fran- cia), sotto l’egida di MedPan, l’organizzazione internazionale che raggruppa i Parchi Marini e le Aree Marine Protette del Mediterraneo, sta dando vita al network delle Aree Marine Protette inseri- te nell’area geografica del Santuario dei Cetacei (Pelagos). Lo scopo di questa ampia collaborazione tra sog- getti istituzionali che hanno la finalità di tutelare e conservare l’ambiente marino è quello di attivare azioni a più ampio respiro e di maggiore condivi- sione, volte alle finalità suddette, e di creare un partenariato europeo che miri a svolgere attività di ricerca, studio e gestione condivise e uniformate. Nei giorni 16 e 17 febbraio si è svolta, presso la sede dell’Area Marina Protetta di Portofino, in Corso Rainusso a Santa Margherita Ligure, il primo incontro plenario fra le nove aree marine protette inserite in Pelagos, nel quale si sono discusse e af- frontate le modalità di creazione della rete e avviati i primi programmi di studio e collaborazione. PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 3 meraviglie terrestri

Le lingue del diavolo Ecco le orchidee più originali della nostra flora di Giorgio Massa

4 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE mano queste orchidee lingue del diavo- lo, nome che in qualche modo richiama anche il cane infernale. Sul Promontorio, fino a qualche tem- po fa erano segnalate quattro specie di serapidi: la lingua, la maggiore, quella tirrenica e quella cuoriforme. La più diffusa in assoluto è la serapide lingua, una specie dalla morfologia va- ria. Si trovano infatti esemplari picco- li e con pochi fiori accanto ad altri più grandi e con steli abbastanza slanciati. Anche le caratteristiche dei fiori sono molto variabili, non tanto per la forma quanto per il loro colore che va dal rosa acceso al panna, con sfumature e riga- ture in alcuni esemplari. Cresce sia nei prati che lungo o sui sentieri ed è forse la specie più adattabile, che si trova in prati asciutti e soleggiati o umidi e om- brosi. L’adattabilità è proprio il segreto del suo successo. Tutti e tre gli ibridi ritrovati sul Promontorio hanno come genitore proprio quest’orchidea. Sul nostro territorio è anche abbondan- te la serapide tirrenica, una specie il cui areale è limitato alla Corsica e alla fa- scia tirrenica compresa tra la Provenza e la Toscana, con qualche segnalazione Passeggiando per i sentieri del parco, in Emilia Romagna e in Piemonte. Si dove la campagna e l’oliveto sono par- tratta quindi di un endemismo che cre- ticolarmente presenti, capita spesso di sce solo in un territorio ristretto e no- Nella pagina ac- osservare strane piante, dai fiori spesso nostante la sua diffusione è quindi una canto: una sera- poco appariscenti, ma certamente origi- specie preziosa e oltretutto molto bella pide tirrenica (Se- rapias neglecta). nali. Si tratta di orchidee, ben diverse della nostra flora. In questa pagina, dalle altre della nostra flora, che appa- Meno comuni, segnalate qualche tempo dall’alto: serapide iono invece come copie in piccolo delle fa e non più ritrovate, la serapide mag- minore (Serapias più appariscenti orchidee tropicali. giore e quella cuoriforme, che balzano parviflora), osser- Si chiamano anche serapidi, italianiz- agli occhi, la prima per l’altezza (25-55 vata recentemente nel Parco. zando il nome del loro genere (Sera- cm.) ed il fusto fiorale arrossato, e la pias), e nella descrizione utilizzeremo seconda per l’ampio labello a forma di questo termine, ma non è facile indivi- cuore. Escludendo gli ibridi, sono cer- duare i motivi per cui si sono meritate tamente le specie più appariscenti insie- un riferimento al Dio Serapide. Forse me alla tirrenica. perché questa divinità con origini greco Recenti ricerche hanno portato alla sco- egizie era rappresentata con a fianco un perta di una specie mai segnalata nel cerbero, cane e tre teste, sul quale pog- parco, la serapide minore. giava la mano. In effetti alcune di que- Abbiamo tenuto per ultimo il ritrova- ste orchidee hanno due o più fiori che, mento recentissimo di un’altra rara spe- con molta fantasia, potrebbero riprodur- cie provenzale, inserita nella lista rossa re delle fauci dalle quali esce il labello delle piante minacciate di estinzione. Si a forma di lingua. Inoltre alcuni chia- tratta di Serapias olbia, cha somiglia va- PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 5 A sinistra: l’ibrido Serapias x semi- lingua, che deriva Nei prati dove abbonda è presente anche dall’incrocio di Se- l’onnipresente serapide lingua e le due rapias lingua e Se- specie danno origine ad un raro ibrido rapias parviflora. Al Serapias x semilingua, comunque molto centro il probabile ibrido tra Serapias bello e appariscente, nonostante i geni- parviflora e Sera- tori. In questi prati l’abbondanza della pias neglecta. A serapide tirrenica sembrerebbe origi- destra: Serapide nare quindi anche l’ibrido tra Serapias maggiore (Sera- parviflora e Serapias neglecta. pias vomeracea). (foto M. Bonifaci- Oggi, grazie ad ulteriori ricerche ope- no). Quest’orchi- dea deve il nome alla forma del fiore, ripiegato all’indie- tro e simile ad un aratro.

gamente ad una piccola serapide mag- giore. Questa pianta si rinviene solo in alcuni prati soleggiati. La serapide minore è abbondante, ma localizzata anch’essa solo in alcuni pra- ti umidi e piuttosto rara in alcuni prati asciutti. A prima vista mostra steli verdi e allungati, che sembrano privi di fiori. In realtà guardando bene i fiori ci sono ma sono piccoli e quasi insignificanti. Contrastano con il fusto fiorale che non è per nulla gracile e spesso molto robu- sto. 6 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE di Benedetto Mortola

Sopra una sera- rate da diversi appassionati, si sono po- pide cuoriforme tuti osservare altri ibridi, probabilmente (Serapias cor- derivanti dalle specie presenti nei prati, digera). A lato infiorescenze e ossia Serapias x meridionalis, e Sera- colori diversi nella pias lingua x olbia, ma anche una va- serapide lingua rietà particolare della serapide lingua, (Serapias lingua). dal fiore che si mostra aperto rispetto a Nella foto in alto quello caratteristico delle altre forme, al centro una rara varietà: Serapias con il casco superiore formato dai tepali lingua var. distenta del fiore . e subito sotto una Questi ibridi, ovviamente, si trovano forma ipocromica nei prati dove abbondano le diverse (foto J. Calevo). specie e non è per nulla facile indivi- duarli, per via della forte variabilità che presentano in alcuni casi. Tra quelli ci- tati, ve ne sono alcuni molto belli per colore e forma. Per il momento non sono stati trovati ibridi di serapidi con orchidee di altri generi. Spesso queste piante si ibrida- PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 7 no con il giglio caprino o con l’orchi- dea farfalla, dando origine a bellissimi e coloratissimi esemplari. Il motivo potrebbe risiedere nella rarità delle spe- cie genitrici. Il giglio caprino è raro sul Promontorio, mentre l’orchidea farfal- la era segnalata, ma non è stata più os- servata da decenni anche se non si può escludere la sua presenza. Probabilmente non c’è più molto da scoprire in merito a queste bellissime piante sul Promontorio, ma non si esclu- de qualche nuova sorpresa. In effetti ad oggi vi sono ancora alcune osservazioni che lasciano dubbi e fanno pensare alla presenza di specie o di ibridi non ancora segnalati. Si tratta quindi di approfondi- re le ricerche, dedicando ancora qualche stagione alle osservazioni sul campo.

A destra la bella e rara Serapias olbia. (foto M. Maglio). Nelle immagini sotto alcuni ibridi. Da sinistra il probabile ibrido tra Serapias lingua e Se- rapias olbia, quello, altrettanto probabile, tra Serapias neglecta e Serapias olbia e Sera- pias x meridionalis, ibrido tra Serapias lingua e Serapias neglecta. In questo caso si tratta di un ibrido dall’aspetto molto variabile.

8 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE tradizione La Tonnarella Si rinnova a Camogli il rito di preparazione della rete che da più di quattro secoli pesca nelle acque del Promontorio intervista di Benedetto Mortola

In questo articolo andremo alla scoperta Promontorio di Portofino? della tradizione che sta dietro alla fab- Io non lo so di preciso, ma ho sentito nu- bricazione di uno degli attrezzi da pesca merosi racconti in merito. Anticamente più famosi della Liguria, quella “ton- alcuni andavano per lisca sul monte, Nella pagina una narella” che ha consentito per secoli a soprattutto a Cala dell’Oro, e altri face- suggestiva immagine della molte famiglie di Camogli di soprav- vano il filato di due misure con la lisca. rete stesa sul Molo vivere grazie ai proventi ricavati dalla Lo realizzavano a San Fruttuoso nelle di Camogli. Foto V. pesca. fasce in corrispondenza di un casotti- Paolillo. Una grande risorsa sfruttata ancora no che esiste ancora, chiamato proprio oggi, ma certamente molto più in passa- “battilisca”. Ci lavoravano in quattro o to, quando le opportunità di guadagno cinque persone. erano molto scarse nel Levante Ligure. Ricorda quando si è deciso di abbando-

Lo faremo attraverso le parole di Filippo nare la lavorazione della lisca per pas- Peragallo, che si occupa delle operazioni sare alla fibra di cocco? relative alla “costruzione”della tonnarel- Non saprei dirlo con esattezza perché in la, che ci descriverà le pratiche e le tecni- quel periodo facevo altri lavori. Quan- che relative alla realizzazione di questo do ho iniziato a lavorare nella tonnarel- attrezzo di pesca. Prima di iniziare con la, circa 12 anni fa, ormai da tempo le l’intervista si precisa che molti termini corde e le reti erano realizzate con fibra tra virgolette sono espressioni antiche di cocco, tutto cocco. In ogni caso con utilizzate dai pescatori locali e giunte la lisca si realizzavano solo i cavi della sino a noi attraverso la tradizione orale. tonnarella, mentre la rete era realizza- Ricorda ancora quando la tonnarella si ta con una fibra diversa chiamata “ca- faceva con le foglie di lisca raccolte sul gnea”.

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 9 Ogni anno, perché il filato vecchio si che sono le conche di plastica usate dai deteriora e diventa fanghiglia, la Co- muratori. Poi con questo filato vengono operativa Pescatori di Camogli ordina riempite 10-15 “aguggie”. L’aguggia è nuova fibra di cocco in India, dove la una specie di fuso lungo. Ci vuole la preparano e costruiscono il filato, che mano grossa per afferrare questi gomi- viene poi imballato, pressato e caricato toli, ossia le “aguggie” con il filato tutto sui camion. Arriva in Italia nel Porto di intorno. Solo allora puoi cominciare a Livorno e da lì il camion della Coope- tessere la maglia della rete. rativa carica il materiale e lo trasporta Questa è la procedura per realizzare la a Camogli. Qui il filato viene smistato e rete, una procedura lunga e monotona. In alto un piccolo consegnato a chi lo lavorerà. Io, a febbraio, sono già due mesi che branco di ricciole Un tempo, nella costruzione delle reti tiro maglie. (Seriola dumerili) erano coinvolte molte più persone e Ogni anno ci riuniamo per vedere se vale intrappolate nella succedeva che venivano date da fare le ancora la pena costruire la tonnarella e tonnarella. Foto (V. Paolillo). parti della rete un po’ a uno e un po’ fino ad oggi si è deciso di realizzarla. In basso, la lavora- all’altro e anche ad alcune donne. Ci Si tratta però di un’operazione sempre zione del filato, per volevano circa due mesi per realizzare più difficile perché siamo in pochi, solo realizzare le corde le reti della tonnarella. quattro persone, a conoscere le tecniche della tonnarella, a Oggi il filato arriva in balle già realizza- per realizzare la rete di quest’attrezzo di San Fruttuoso di Camogli. Foto Ar- te e queste vengono affidate a chi dovrà pesca, e giovani che siano in grado di chivio Ente Parco realizzare le parti della rete. Ogni anno aiutare in questo lavoro non se ne tro- Portofino. vengono inviate anche quattro balle da un quintale e mezzo a San Fruttuoso, dove vengono realizzati i cavi. In ogni balla ci sono da 67 a 68 “asse”, che sono segmenti di filato grezzo in ma- tasse molto pressate. Chi lavora questo materiale si deve “tirare giù ogni assa” e per far questo occorre sbatterla più volte per terra per togliere gli attorcigliamenti prodotti dall’essere stata fortemente pressata. Quindi viene travasata nelle “baie”,

10 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE vano. Ci vorrebbero ragazzi con voglia di imparare questo mestiere, anche ri- guardo alle cose da fare in mare perchè l’esperienza serve pure lì quando si è costretti ad uscire la notte, magari con il brutto tempo o il mare in burrasca… Oggi i giovani ci sono, ma lavorano solo nelle operazioni di pesca. In che periodo arriva il filato di cocco a Camogli? Non c’è un periodo preciso, general- mente intorno al mese di ottobre. L’im- portante è che arrivi per i primi di no- vembre, altrimenti ne risentirebbe la tonnara. Qui a Camogli ci mettiamo a lavorare il filato almeno in quattro. Al- cuni anni ne veniva acquistato più del necessario, così l’anno seguente si di- sponeva di un quantitativo da lavorare in anticipo prima del nuovo approvvi- gionamento. I pescatori non fanno nessuna concia del filato o delle reti? No, diversamente da altre reti, quelle della tonnara non vengono tinte, perché le fibre di cocco sono già scure. Dopo sei mesi, soprattutto in superfi- cie per l’effetto del sole e dell’acqua di mare, questa rete inizia a deteriorarsi e altri lavori. si degrada, così va controllata ed even- Ma cosa sono i “rumexelli”? tualmente riparata, anche attraverso il Sono quel filato che noi tiriamo giù, ma lavoro di sub. ridotto in matassine per poter lavorare. Nell’immagine a I primi anni che ho passato in tonnara la Immaginate un filo che prendiamo in fianco, l’attrezzatu- rete era più resistente e secondo me si mano doppio. Prima lo avvolgi in un ra utilizzata a San degrada perché oggi il sole è più “for- senso e poi in un altro e formi un go- Fruttuoso di Camogli te”. Quest’anno, però, il filato mi sem- mitolo che riesci a maneggiare, perché per realizzare le corde bra particolarmente bello. con una matassa voluminosa non riesci della tonnarella. Foto Archivio Ente Parco Quando ognuno degli addetti ha prepa- a lavorare. Portofino. rato la “propria” parte, cosa fate? Cosa viene realizzato a San Fruttuoso? Quando tutti noi che abbiamo realizzato A San Fruttuoso vengono fatti cavi e ci maglie su maglie tutti i santi giorni ab- lavorano circa 4 o 5 persone. Per chi è biamo terminato il lavoro, il presidente della zona e si vuole immaginare quanti della cooperativa ci chiama un giorno sono i cavi quando vengono trasportati prestabilito e ci vediamo tutti sul molo. basta pensare che qui si è soliti dire che Come prima procedura bisogna fare i “i sun na barca-a da Loana”, ossia un “rumexelli”, precisamente fare i “rume- carico dell’imbarcazione tradizional- xelli” doppi e i “rumexelli” semplici. mente adibita al trasporto della spazza- Vi spiego perché è una cosa importan- tura da San Fruttuoso a Camogli, chia- te: quelli doppi servono per armare la mata “Loana”. Nel borgo fanno cavi di superficie (doppio è più forte), e quelli tre misure: le “costue”, che sono di due semplici servono per cucire e fare gli misure, un tipo più piccolo e uno più

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 11 grosso, e le “sente”, spesse come un è profondo circa 40 metri e la rete deve pollice, che servono per armare la rete essere lunga altrettanto. Sia all’inizio quando viene assemblata sul molo. che alla fine del molo ci sono perni ad Cosa accade ancora sul Molo di Camogli? occhiello dove si lega bene la struttura. Una delle prime cose che facciamo è il Ogni pezzo di rete è largo 20 maglie da controllo dei cavi principali della ton- 72 centimetri ciascuna e viene chiamato narella, chiamati “atti”. In gergo si dice “ferciu”. Di questi segmenti ne devi ag- che bisogna “passare tutti gli atti”. Gli giungere 20. Alla fine ci sarà un pezzo “atti” sono cavi grossi che si vedono unito di 400 maglie. A quel punto apri i ben fissati sul molo tutto l’anno e con venti nodi e stacchi il pezzo dal palo e tutti i sugheri attaccati. Servono per te- lo fai cadere per terra. nere sospesa la rete in mare. Questi cavi Un bel momento si prendono le “sente”, vengono riutilizzati ogni anno. Sono ossia il cavo meno spesso, e se ne mette cavi grossi di nylon e occorre controlla- una a distanza di due maglie e mezza o re che siano in ordine, che abbiano tutti tre dal punto in cui sarà armata la rete, i sugheri e che non siano deteriorati, al- perché in questa fase non è ancora arma- trimenti i pezzi vanno sostituiti; in mare ta, ma solo collegata. Un’altra “senta” va sarebbe complicato. distante 4 braccia dalla prima ed un’altra Dopo aver fatto i “rumexelli” si inco- ancora a distanza di ulteriori 4 braccia. In basso un mincia a lavorare sul molo. Si prende un Nella rete ci vanno poi le “costue” che momento della le- palo “innocenti” molto lungo, che vie- sono i cavi fatti a San Fruttuoso della gatura delle parti di ne legato e fermato bene, e poi si inizia misura media, che vengono messi per rete. Si può osser- vare un “rumexel- a fare il primo pezzo. Si attacca per pri- lungo collegandoli ad una traversa. lu” nelle mani del ma una corda di quelle più grandi fatte La “costua” viene tagliata a circa un pescatore. Foto V. a San Fruttuoso e si lavora “per lungo” metro e mezzo e serve per legarci i cavi Paolillo sul molo, immaginando sempre che la delle boe. rete sarà posizionata in verticale. Que- Ci sono poi altre due fasi di lavoro che sto perché non si può fare altrimenti. Il sono piuttosto complesse e molto tec- fondale dove andrà posizionata la rete niche e che, pur essendo fondamentali,

12 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE non è il caso di descrivere. cirli bene alla rete per evitare che questa Quando viene finita la rete? sia irregolare. Di solito riusciamo sempre per marzo, Quando mettete la tonnarella in acqua? ma la messa in acqua può avvenire an- La prima cosa che prepariamo è lo sche- Nell’immagine in alto i che intorno alla prima decade di aprile. letro in mare. Si tratta di posizionare nel- diversi pezzi della rete principale (grande) Dipende dagli eventi atmosferici. la zona dove andremo a mettere la rete, della tonnarella pronti La rete è un po’ cambiata negli anni e le ancore con i cavi. Le ancore a seconda per essere assem- comunque tutta quella che facciamo del loro utilizzo sono riunite in gruppi. blati tra loro. Foto V. serve per il “pedale”, per il “grande” Ci sono quattro ancore principali, due Paolillo. che è il rettangolo di rete che va verso traversine, una chiave, una “del peda- Camogli, e per l’altro pezzo, il più com- le”, una “sotto la barca della tonnara”, plicato, che passa sotto la barca utiliz- una “dal pallone” (boa dell’Asino), una zata durante la levata. “grande” e otto “cruxette”. Questo ultimo pezzo è il più difficile da Poi, quando tutto è pronto a mare, ar- realizzare. In corrispondenza della prua riva il giorno, sempre indicato dal Pre- della barca si realizza un pezzo diverso sidente della Cooperativa, di imbarcare dagli altri, lungo 30 metri e largo 90 ma- la rete. glie e non 20 come i pezzi del “grande”. Anche le operazioni di imbarco devono Per chi lo deve realizzare è certamente essere precise perché la rete va disposta noioso e faticoso. Sarebbe il “giun” di in modo da poterla calare perfettamen- prua e ci vogliono, dandoci dentro, al- te, altrimenti bisogna sbarcare nuova- meno 16 giorni per realizzarlo. mente tutto il materiale. Il “pedale” è invece a forma irregola- Alla fine per queste operazioni ci sa- re ,perché va dalla tonnarella (circa 40 ranno volute circa tre ore, lavorando in metri di profondità) verso terra ed è fis- quattro persone. sato allo Scoglio del Pedale. Posizionare tutta la tonnarella in mare Viene quindi il momento che si sono è un’operazione precisa dove si fanno terminate le tre reti. Ora vanno aggiunti molti sforzi e si resta spesso impigliati tutti i rinforzi per traverso, che sono sei nella rete. Poi ci sono pietre o blocchi e attraversano la rete a scalare. Se non di cemento da gettare fuori bordo per si mettessero, la rete si distruggerebbe ancorare la rete al fondo, che sono circa in poco tempo. 160. Ma il vero ancoraggio è realizzato Anche i rinforzi sono realizzati dai San- con le 19 ancore posizionate (recupera- fertusini. Noi a Camogli dobbiamo cu- te a fine stagione) in punti strategici e

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 13 unite alla tonnarella con cavi di acciaio. di pesci più piccoli che altrimenti scap- chiamati in gergo “pamelle”. perebbero. Per mettere la tonnarella si lavora con- Alla tonnarella vanno ancora messe due temporaneamente, chi su di una rete chi cime che si chiamano ritenute, una di su di un’altra, a piccoli gruppi. Alla fine prua e una di poppa, che servono quan- a posizionarla si può essere un totale di do viene fatta la levata. Queste cime In basso le maglie 13-15 persone. servono anche per tenersi durante la le- in filo sintetico del- Una volta che le pietre o i blocchi han- vata, quando c’è vento. la “lea”. Si nota la no raggiunto il fondo ed è stata svuota- corda trasversale L’operazione di pesca, la levata, che in fibra di cocco e ta la barca con la rete e quindi tutto il viene eseguita dai pescatori, da apri- i particolari legami “cocco” è in mare, viene il momento, le a fine stagione, consiste nel tirare la su una delle corde magari il giorno dopo, di caricare a Ca- “lea”, posizionata in mare tra la barca principali. Foto V. mogli una seconda barca, dove viene principale, sulla quale stanno i tonnaio- Paolillo. posizionata tutta la “lea” (levata), una li, e quella più piccola, chiamata “Asi- rete costruita di 6-7 “ferci” di nylon no”, che si trova di fronte alla prima. e una volta realizzata in fibre naturali Con questa intervista abbiamo voluto molto più pesanti. Questa è la rete che raccontare qualcosa di più sul lavoro cattura il pesce e che viene appunto “le- artigianale che sta dietro all’immagine vata” tutti i giorni. delle reti stese sul Molo di Camogli. È La barca che porta la rete arriva sino una pratica antica, che sta diventando alla barca della tonnarella e qui si ini- quasi un’attrazione turistica, perché or- ziano a collegare le reti. Per poter fare mai in zona non si vedono più reti stese il collegamento occorre aspettare una sui porti, mentre un tempo i pescatori le giornata di mare piatto. mettevano ad asciugare e le riparavano Ora ci sono da fare due cose: collegare sulle banchine. I tempi stanno cambian- i boccaporti, che sono di nylon e van- do. Speriamo che, dopo oltre 400 anni no imbarcati giustamente in modo che di presenza nelle acque del Promonto- combacino bene, e si collegano, legan- rio di Portofino, la tonnarella non scom- doli dalla parte di terra e di fuori, nelle paia per sempre. “croci” della rete di cocco. Quest’operazione, che richiede anch’es- sa forza, va fatta in due o tre persone e ripetuta in molti punti. I legami vengono rinforzati in modo da resistere al mare. Una volta che sono collegati i bocca- porti, la “lea” e la rete in cocco, due persone per gozzetto risalgono la rete in modo parallelo per “accipullà” lega- re la rete stessa, maglia per maglia, per circa un centinaio di metri, arrivando in corrispondenza della “camera della morte” della tonnarella. Anche per le operazioni seguenti oc- corre molto tempo perché questa parte della rete è fatta a sacco. A questo pun- to vanno prese alcune parti specifiche della rete e collegate alla barca. La “lea” posizionata è lunga e profonda e andando verso Punta Chiappa, cioè verso la sua estremità, le maglie si re- stringono proprio per catturare banchi

14 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE educazione ambientale ed escursioni È Primavera! Torniamo sul Monte Le nuove opportunità di visita e di svago sul Promontorio di Portofino

VISITA CON NOI IL SENTIERO DEI TUBI!! TUTTE LE DOMENICHE DI MARZO, APRILE e MAGGIO Marzo: 1, 8, 15, 22 e 29 Aprile: 6 (Pasquetta), 12, 19 e 26 Maggio: 3, 10, 17, 24 e 31 Un’occasione per ripercorrere l’antico tracciato dell’acquedotto (fine ‘800) che riforniva d’ac- qua la cittadina di Camogli. I lavori per realizzare l’Acquedotto delle Caselle furono progettati ed eseguiti dalla Ditta F.lli Sandrini e Magherini di Firenze e iniziarono il primo ottobre 1897. L’inaugurazione avvenne l’8 ottobre 1899. Ampie finestre panoramiche e l’immersione nel buio di gallerie scavate nel conglomerato hanno concorso a farne uno dei percorsi più spettacolari ed emozionanti del Monte di Portofino. Il sentiero – la cui percorrenza richiede una certa pratica e una buona forma fisica – è accessibile solo se accompagnati dalle guide del Parco di Portofino ed ha un tracciato altamente spettacolare e suggestivo tra tunnel, scalette e passaggi a strapiom- bo. L’appuntamento è alle ore 9.00 davanti Chiesa di San Rocco di Camogli Fine dell’escursione alle 13.00 circa in località “Caselle”. Al termine i partecipanti possono scendere autonomamente a San Fruttuoso o rientrare a San Rocco. Itinerario: San Rocco - Sentiero dei Tubi - Caselle Difficoltà: escursione impegnativa Attrezzatura consigliata: scarpe da trekking e torcia elettrica Prenotazione obbligatoria entro le 12.00 del sabato precedente al 348/0182556 o 348/0182557oppure scrivendo una email a [email protected] L’escursione è garantita con un min. di 7 persone Massimo partecipanti: 15 persone Quota di partecipazione: 10,00 euro

LabTer Parco di Portofino viale Rainusso, 1 16038 Santa Margherita Ligure (GE) [email protected] 0185.289479 (interno 6) 3480182556 oppure 3480182557 VISITA CON NOI L’ABBAZIA DELLA CERVARA! Da marzo a ottobre, è possibile visitare l’Abbazia la prima e la terza domenica del mese, accompagnati da guide accreditate, alle ore 9.30, 10.30 e 11.30. I giorni di visita sono i seguenti: 1 e 15 Marzo; 5 (Pasqua) e 19 Aprile; 3 e 17 Maggio; 7 e 21 Giugno; 5 e 19 Luglio; 2 e 16 Agosto; 6 e 20 Settembre; 4 e 18 Ottobre. Un viaggio nel tempo, un equilibrio dinamico tra sacro e profano, un luogo unico per la sua bellezza e la sua posizione che si affaccia sul mare. In Liguria c’è un solo giardino storico all’italiana affacciato sul mediterraneo: è quello della Cervara. Dall’Agave americana alla Sterilitzia, dalla palma cinese alla bougainvillea, dalle camelie al pepe rosa, dai pini d’Aleppo al monumentale glicine della corte interna. Il tutto contornato dalle siepi di bosso, sagomate secondo gli antichi dettami dell’arte topiaria. E il piccolo giardino di piante aromatiche ed officinali è un omaggio all’antica tradizione del sapere botanico che si coltivava nelle abbazie. Il Convento di San Girolamo della Cervara venne edificato a partire dal 1361 su idea di Ottone Lanfranco, cappellano della Chiesa di Santo Stefano di Genova, che aveva avuto il consenso dei monaci certosini, proprietari del terreno. Dopo un travagliato periodo ca- ratterizzato dai conflitti tra Guelfi e Ghibellini, che causarono danneggiamenti all’edificio, il convento venne affidato, nel 1420, ai monaci benedettini di Cassino, che ne ebbero il possesso per anni. Papa Eugenio IV nel 1435 dispose dei lavori di restauro dell’edificio, che si arricchì nei decenni successivi di pregevoli opere prevalentemente di cultura fiamminga. Sono gli anni in cui si sancisce il predominio del Convento della Cervara (eletto poi ad Abbazia nel 1546) sull’Abbazia di San Fruttuoso. Numerosi personaggi famosi hanno visitato il complesso monumentale: da Petrarca, Papa Gregorio XI, Santa Caterina da Siena, a Massimiliano d’Austria e, suo malgrado, Federico I di Francia che vi rimase prigioniero nel 1525 dopo la sconfitta a Pavia. In quegli anni vennero effettuate importanti ristrutturazioni nei chiostri e venne costruita la torre contro le scorrerie dei pirati turchi che flagellavano i borghi della costa limitrofa con le loro scorribande. Prenotazione obbligatoria entro le 16.00 del sabato precedente al 348/0182556 o 348/0182557oppure scrivendo una email a [email protected] Quota di partecipazione: ADULTI: 7 euro - RIDOTTI: 5 euro LE STELLE VISTE DAL PARCO Venerdì 24 Aprile Il Labter Parco di Portofino organizza una serata astronomica osservativa presso il Centro Visita delle Batterie. Una possibilità unica in una location spettacolare: una serata speciale per gli appassionati di astronomia e non solo! Lontano dai centri abitati, immersi com- pletamente nella natura del Parco di Portofino sarà possibile osservare la volta celeste ed imparare a riconoscere le stelle e le costellazioni grazie all’aiuto di un esperto astrofilo. Appuntamento al centro visita delle batterie alle ore 18.30. E’ consigliato un abbigliamento sportivo. Il centro visita delle Batterie si può raggiungere da San Rocco di Camogli lungo il sentiero che prende avvio dal lato destro della facciata della chiesa. Seguendo il segnavia “2 pallini rossi” in circa mezzora si giunge sino alle Batterie. Prenotazione obbligatoria entro le 16.00 del giorno precedente al 348/0182556 oppure scrivendo una email a [email protected] . Il corso base è garantito con un min. di 5 persone L’attività è GRATUITA (attività finanziata con le Risorse del Progetto “CostruiAMO una Liguria, verde, sicura e per tutti - Seconda Edizione”)

CORSO BASE DI NORDIC WALKING Domenica 29 Marzo Facile, divertente e rispettoso dell’ambiente. È il Nordic Walking, disciplina che si sta affermando in tutto il mondo. Sport per tutti e per tutto l’anno che offre agli appassionati delle attività all’aria aperta un modo facile e poco costoso per gustare uno stile di vita sano e attivo e per fruire degli splendidi per- corsi escursionistici che offre il Promontorio del Monte di Portofino. Gli Istruttori certificati della Scuola Italiana di Nordic Walking “Parco di Portofino” propongono corsi di avviamento a questa disciplina. Il corso base consiste in un incontro di avvicinamento alla tecnica nel Parco di Portofino. Appuntamento alle ore 9.30 presso parcheggio auto Parco Casale Fine attività: indicativamente ore 12.00 Prenotazione obbligatoria entro le 16.00 del sabato precedente al 348/0182556 oppure scrivendo una email a [email protected] . Il corso base è garantito con un min. di 5 persone Il corso è GRATUITO (attività finanziata con le Risorse del Progetto “CostruiAMO una Liguria, verde, sicura e per tutti - Seconda Edizione”) Monoo Marino

Colori, chimica e anche cucina I fenomeni del cambio di colore degli alimenti ricavati dal mare di Simone Bava

A cosa servono i colori agli organismi artigianale e sostenibile, rappresenta un marini? Perché alcuni presentano colo- patrimonio da tutelare per le generazio- In alto: dondice razioni appariscenti, come il gambero ni future, a maggior ragione nelle aree (Dondice banyu- lensis), una bella rosso ed i nudibranchi, ed altri invece protette. L’uomo attua da millenni for- e appariscente “indossano” colori neutri? Perché il co- me di prelievo diretto in mare, tuttavia lumachina di lore dell’astice con la cottura passa da dove ha messo in atto una “predazione” mare. Come molti un misto di tonalità blu, bianche e nere (concedetemi il termine trattandosi di altri nudibranchi ad un rosso acceso? fauna selvatica) sostenibile, continua si mostra in modo quasi eccessivo Non pensiate che siamo impazziti se a vivere in equilibrio con l’ambiente. proprio per ricor- parliamo di biologia marina e di culi- Cosa sarebbe Porto Pidocchio (il mi- dare ai predatori naria in un’Area Marina Protetta. Infat- nuscolo approdo prossimo a Camogli), di non essere ti, le Aree Marine Protette di moder- senza i suoi pescatori, gli antichi attrez- commestibile. Foto na concezione, riconoscendo il fatto zi in banchina, gli immancabili gatti, la A. Eusebio che l’uomo fa parte in tutto e per tutto tonnarella a pochi metri verso ponente e dell’ambiente, cercano di tutelare sia le la mugginara a levante? risorse biologiche che il patrimonio cul- Ma torniamo ai colori. In mare, esatta- turale. Come stabilito nella Convenzio- mente come in terra, servono talvolta a ne di Barcellona, la piccola pesca pro- rendere meno visibili gli organismi, sia fessionale, quando praticata in modo per non essere predati che per cacciare

18 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE godendo del fattore sorpresa. Alcuni or- La luce visibile è scomposta nei colori ganismi, però, difesi da sostanze repel- dell’iride i quali, in base alle loro fre- lenti o velenose, si possono permettere quenze d’onda, riescono a penetrare di “indossare” colori molto vistosi per nell’acqua in modo differente. I colori l’ambiente in cui vivono, in modo che caldi (rosso, arancio e giallo) penetrano l’incauto predatore che li attacchi una meno di tutti in profondità. Per questo volta nella vita, associ per sempre tali motivo lo scorfano rosso, quando è im- colorazioni di avvertimento (colori apo- mobile sul fondale, appare con colori sematici) alla brutta esperienza, un po’ neutri, a meno che un sub non lo illumi- come avviene con le api in terra. ni con torce o flash. Ma gli organismi marini vedono gli Gli organismi animali che vivono in stessi colori che vediamo noi? Come mare non sono in grado di assumere co- li percepiscono? Alcuni dispongono di lori rossi, arancioni o gialli. Nonostante cellule più o meno organizzate in ocelli, ciò sono molti quelli che mostrano co- forme di occhi primordiali, che permet- lori del genere. Per farlo questi organi- tono di notare i cambi di luce; altri, di- smi traggono dalla loro dieta particolari spongono di occhi simili ai nostri, come sostanze coloranti, concentrandole in i pesci, i cetacei (vertebrati marini) ed specifiche parti del loro corpo. i molluschi cefalopodi. Il diverso rap- I pigmenti carotenoidi, quelli rossi, porto numerico tra coni e bastoncelli gialli, ecc..., infatti, sono prodotti uni- può agevolare la vista in bianco nero o camente dal regno vegetale (il pomodo- il multy color. ro, la carota ed il peperone ne sono la

Nella foto grande della pagina, un polpo (Octopus vlulgaris) si muove tra le alghe. Foto A. Serafini. Gli occhi dei polpi hanno struttura simile a quella di quelli dei vertebrati. PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 19 dimostrazione eclatante), e entrano nel- I pigmenti carotenoidi presentano una la dieta degli animali attraverso le com- struttura chimica che li porta ad essere plesse catene o reti alimentari, veicolati liposolubili, mostrano cioè una affinità addirittura in ambienti dove la luce non e una solubilità nelle sostanze grasse. permetterebbe la fotosintesi clorofillia- Quando si friggono i gamberi nell’olio, na e, con essa, la vita dei vegetali. È il infatti, questo si colora di arancione, caso, ad esempio, del prelibato gambe- mentre invece, quando li si bolle, non ro rosso, che vive nelle profondità del- accade nulla all’acqua la scarpata continentale tra 200 e 1000 In questo secondo caso, però, qualcosa m di profondità. Il gambero, ma anche succede comunque al colore del gambe- altri crostacei, immagazzina nella sua ro. corazza l’astaxantina, un pigmento del Per comprendere il meccanismo che gruppo dei carotenoidi, prodotto da di- porta alla mutazione di colore della co- versi generi di alghe e plancton, renden- razza dei crostacei dopo bollitura dob- dola cosi di colore rosa-rosso. In realtà, biamo fare un’importante premessa. come vedremo questo pigmento non è Nella corazza degli animali vivi, i ca- Nell’immagine in bas- l’unica molecola ad essere coinvolta rotenoidi si presentano spesso uniti, so un astice (Homa- nella colorazione dei crostacei. attraverso legami chimici, ad alcune rus gammarus). Foto Ma cosa ci guadagna il gambero rosso proteine, formando così una particolare A. Eusebio).

ad essere proprio di colore rosso, se nel categoria di sostanze: le carotenopro- suo habitat la luce solare giunge solo teine. Nello specifico, le carotenopro- con le tonalità del griglio e del blu, e teine, doneranno ai diversi crostacei con intensità insignificante? colorazioni differenti rispetto al colore Nessuno lo sa, almeno per ora. Di sicu- di partenza del solo pigmento carote- ro i pigmenti carotenoidi del gambero noide. aiutano quei predatori dotati di “lampa- Un esempio di quanto detto lo possia- dine”, note come fotofori, ad individua- mo verificare nell’astice, che in natura re i crostacei e a cibarsene. presenta i colori più svariati. Una volta

20 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE In alto particolare di cotto, l’astice, invece presenta unica- schiusa appaiono nerastre. Queste uova, due aguglie (Belone mente il colore rosso, poiché le proteine attaccate all’addome della femmina, in belone). si sono denaturate ed hanno rotto il le- natura rimangono esposte all’acqua e in game con i carotenoidi. questo modo maggiormante ossigenate. A questo punto il crostaceo rivela il reale La proteina di color verde che colo- colore del carotenoide accumulato nella ra le uova, in particolar modo quelle sua corazza, che, in questo caso, è aran- di aragosta, si chiama ovoverdina ed è cio acceso. Anche le aragoste sono sog- presente nei gusci sotto forma di com- gette allo stesso fenomeno, anche se il plesso con il già citato carotenoide asta- viraggio appare un pò meno eclatante. xantina. Tra i “fenomeni culinari” possiamo ci- Al termine di queste simpatiche osser- tare ancora quello delle aguglie, che è vazioni, da “biologo dello sviluppo”, sempre molto appariscente per chi si aver concluso con le uova di scampo trova ad osservarlo per la prima volta. non è casuale perchè, anche se sarebbe Cosa succede in questo caso alla spina meglio evitare che nella pesca profes- dorsale (colonna vertebrale) delle agu- sionale fossero catturati esemplari con glie, che una volta nel piatto presenta uova, allo scopo di consentire il ripopo- colori verde smeraldo, tanto da “disin- lamento del mare, può capitarne sempre vogliare” addirittura il commensale a uno, con il suo piccolo fardello, negli mangiarle, quando non è a conoscenza acquisti di pescheria. del lo strano fenomeno? In questo caso, ormai di fronte a qual- Semplicemente le aguglie accumulano cosa che dispiace ma che non si può più i prodotti azotati del catabolismo delle evitare, si può almeno provare a stac- proteine (i rifiuti che nell’uomo forma- care il piccolo gruppo di preziose uova no la urina) sotto forma di sali nelle pro- dall’animale crudo (purché lo stesso sia prie vertebre, e questi sali hanno colore freschissimo), utilizzando una forchet- verde. ta, per spalmarlo su un crostino imbur- Anche le uova di scampo cambiano co- rato. Otterremo così un ottimo stuzzi- lore in base alle fasi del loro sviluppo. chino di mare. Quando sono piccole presentano tonali- Un particolare curioso su questa leccor- tà verde petrolio e blu, mentre quando nia è che sembra, a detta di pescatori, un sono finalmente mature e prossime alla potente afrodisiaco. PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 21 buone pratiche

Ci vuole un fiore… Il divieto di raccogliere fiori non è solo per una questione estetica

di Giorgio Massa

Prendiamo spunto dalla famosa frase fertili, prodotti dalle piante per potersi scritta da Gianni Rodari in una canzo- riprodurre, e non perché l’uomo, o più ne portata al successo da Sergio Endri- spesso la donna o ancora l’uomo per re- go, autore della musica insieme a Luis galarli ad una donna, li raccolga. Bacalov, per ricordare che “ci vuole un In realtà esistono fiori più comuni e più fiore”. abbondanti di altri, la raccolta dei qua- Ma per cosa? li non provocherebbe grossi danni alla Il fiore ha effetti generalmente positi- natura, ma, chissà come mai, i fiori più vi sull’animo umano. A meno che non belli, più appariscenti e più profumati sia quello dell’erba serpentaria, che sono sempre anche i più rari. Nella pagina il fiore profuma di sostanze decomposte e che Così, va ricordato, specie se ci si la- dell’erba serpentaria risulterebbe sgradito a molte persone, scia guidare solo dall’istinto e non dal- (Dracunculus vulga- di solito una bella corolla riesce ad “ad- la conoscenza, che è buona norma non ris). Foto G. Massa. dolcire” gli animi e ad “aprire” i cuori e ci consente di onorare i nostri cari, tutte azioni in fondo belle per chi le fa o le riceve. Che i fiori siano tanto contenti di essere “usati” in questo modo è poco proba- bile, ma non possiamo chiederglielo. Però, la gran parte di quelli utilizzati e prodotti dai vivaisti, sono pronti a sboc- ciare proprio per questi scopi e molti hanno perso o ridotto la loro funzione primaria. Quale? Quella di consentire alle piante la strate- gia che ha permesso ad esse di giungere sino ai nostri anni, ossia quella ripro- duttiva. Nei fiori coltivati, i numerosi incroci hanno fatto sì che alcune delle specie da regalare, che si comprano co- munemente dal fiorista, siano di fatto sterili o poco fertili. Ora però passiamo alle specie vegeta- li che producono fiori e che si trovano in natura. A parte rare eccezioni, questi organismi mostrano fiori perfettamente

22 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE In alto l’orchidea “ma- raccogliere fiori selvatici, e che in un in infiorescenze (ossia gruppi di fiori), nina rosea” (Gymna- parco, come quello di Portofino, questa che se lasciati produrre frutti e semi, denia conopsea), rara pratica è anche vietata. ripopolano naturalmente i nostri prati e e localizzata sul Pro- Esistono diversi motivi per questo di- le radure. Se raccolti, invece, la ripro- montorio di Portofino. vieto. duzione di queste straordinarie piante si Foto G. Massa. Il primo, meno importante, è legato al riduce enormemente. fatto che un fiore, specie se bello, non Oggi, a maggior ragione con la presen- appartiene solo a noi, ma a tutti quel- za dei cinghiali sul territorio, capaci di li che si trovano a passare dalla nostra creare gravi problemi alla flora, la rac- stessa strada e in un parco il fiore, in colta dei fiori, soprattutto di quelli poco fondo rappresenta un valore anche pa- comuni, che già risultava una pratica esaggistico. poco civile, si va ad associare all’azione Ora torniamo a Gianni Rodari. Il moti- degli ungulati, creando rischi di estin- vo più importante è quello che scrisse zione delle specie che li producono. lui. “Ci vuole un fiore…per fare un al- Anche se già nei Parchi la raccolta di bero”, e noi, anche se abbiamo invertito fiori è vietata, per il motivo indicato so- i termini, aggiungiamo che “ci vuole un pra ossia la presenza dei cinghiali, sa- fiore” anche per fare una pianta erba- rebbe ancor meglio evitare questo tipo cea, un prato colorato e ricco di insetti, pratica su tutto il territorio, proprio per un paesaggio naturale ricco di specie. tutelare il nostro verde che è patrimonio Di questi tempi i meccanismi della na- di tutti. tura subiscono già molte alterazioni, e In fondo i fiori appassiscono tristemen- può capitare che, proprio per la loro bel- te in un vaso, magari dimenticati. Per lezza, vengano raccolti da più persone, ricordarli, possiamo invece fargli una molti fiori di specie poco comuni. bella fotografia, con la speranza di ve- Ad esempio, ci sono fiori rari, come derli sbocciare ancora negli anni a ve- quelli di alcune orchidee, riuniti spesso nire. PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 23 lE ATTIVITA NELLE AREE PROTETTE C’è una mostra a

San Fruttuoso… Dalla collaborazione con il FAI si sviluppa il tradizionale appuntamento annuale

Tutti sanno che a San Fruttuoso di Ca- ra e coltivato da millenni e in parte sel- mogli esiste un complesso monumenta- vaggio. le molto suggestivo. Si tratta dell’abba- Non tutti sanno, però, che ogni anno, zia benedettina e delle costruzioni che all’interno dell’Abbazia, il FAI (Fondo la circondano, che appaiono al visitato- per l’Ambiente Italiano), proprietario In basso uno dei re che giunge nel piccolo borgo quasi della struttura monumentale, organizza pannelli esposti nella completamente integrate nel paesaggio suggestive mostre ispirate ai tesori della mostra “Le pietre retrostante, in parte strappato alla natu- nostra natura e del nostro territorio. raccontano”.

24 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE Da qualche anno il cisione da FAI, Associazione Culturale FAI, nella realizza- “Echi di Liguria”, Ente Parco e Area Abbazia di San Fruttuoso zione della mostra, Marina Protetta di Portofino, con la col- Camogli (Ge) ha chiesto la col- laborazione del Comune di Camogli, di laborazione delle Assocoral di Torre del Greco e del Mu- Aree Protette di seo del Sigillo di La Spezia. Portofino, non solo Nello spazio espositivo, “le pietre” han- perché l’abbazia no raccontato la storia del territorio e dei si trova tra il Par- monumenti, parlato di saperi, dei loro co e l’Area Marina segreti, e di come sappiano conservare Protetta, ma anche memorie di eventi e persone. L’uomo le perché ha ritenuto ha studiate e catalogate, nel corso dei Lo scrigno importanti e fonda- secoli le ha utilizzate per costruire, per delle meraviglie mentali i contributi realizzare manufatti artistici, per curare che possono arriva- e per dare vita a originali sculture che Viaggio tra i gioielli re dagli Enti citati, possono essere suonate, come le “pie- della natura e dell’uomo Foto di Alberto Girani Alberto di Foto al cui interno esisto- tre sonore” di Pinuccio Sciola, suonate no settori che hanno proprio dall’artista nel momento inau- www.cromaticaprinting.it • • www.cromaticaprinting.it 30 marzo - 13 ottobre 2013 maturato specifiche gurale della mostra.

Per informazioni Con il patrocinio di Enti promotori In collaborazione con competenze e ca- Il percorso espositivo si apriva con un

a s s o c i a z i pacità, oltre ad una focus sulla storia geologica del Pro- o n e c u l t u r a l e FAI - Abbazia di San Fruttuoso Omnia Service Regione Provincia Città di Città Associazione ASSOCORAL T. 0185.772703 Liguria di Genova Campo Ligure di Camogli Culturale [email protected] T. 0185.64396 Torre del Greco www.fondoambiente.it www.omniaeventi.com conoscenza appro- montorio di Portofino. Ad esso face- fondita, e non solo va seguito la curiosa sezione dedica- naturalistica, del territorio. ta alle “pietre dell’equilibrio”, curata Gli spazi espositivi all’interno delle co- dall’Area Marina Protetta, che permet- struzioni non sono molto ampi, ma gli teva al pubblico di scoprire cosa sono organizzatori ogni anno realizzano vere gli otoliti presenti nell’orecchio interno In alto il manifesto promozionale della e proprie “chicche”, curando la qualità dei pesci, vere e proprie sculture della mostra “Lo scrigno dei materiali esposti, solitamente ricer- natura. delle meraviglie”, cati, rari o preziosi, la pannellistica, con La mostra proseguiva guidando i visi- realizzata nell’anno una gradevole linea grafica e con mes- tatori alla scoperta delle pietre che cu- 2013. saggi chiari ed essenziali, e facendo in stodiscono fossili e minerali, per la gran In basso il manifesto della mostra “Ali di modo che la mostra si sviluppi lungo un parte provenienti dalla straordinaria Portofino”, dedicata suggestivo filo conduttore che porta il collezione di Giancarlo Pallavicini, e all’avifauna presente visitatore a percorrere un itinerario lo- continuava con le pietre che raccontano sul Promontorio di gico ed accattivante. la storia dei monumenti, con un focus Portofino. Negli anni scorsi si sono succedute numerose mostre. Vale la pena citare l’ultima in ordine di tempo, intitola- ta: “LE PIETRE RACCONTANO”: Memorie, segreti e antichi saperi, dal- le origini ai giorni nostri. L’affascinante tema è stato al centro della mostra, orga- nizzata per la pre-

25 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE sul reimpiego dei marmi antichi di San ricercando oggetti interessanti e sogget- Fruttuoso che consacrano anche a Ca- ti che possano realizzare le iniziative, podimonte il fasto e il potere dell’Am- nonché gran parte delle attività organiz- miraglio Andrea Doria. zative, di supporto e di collegamento tra Di particolare interesse la sezione sulle i vari soggetti espositori e gli Enti. Si “pietre che curano” e che “curavano”. tenga inoltre conto dell’ulteriore diffi- Gli antichi avevano infatti ben interpre- coltà ad organizzare, sia la mostra che tato le potenzialità salutistiche e cura- i diversi eventi, in un luogo così isolato tive nell’assumere alimenti dal mondo come San Fruttuoso di Camogli. L’as- vegetale e animale, senza trascurare sociazione organizza mostre che hanno anche il mondo, inanimato, dei mine- un legame con il territorio e che esplo- rali. L’uso curativo di minerali, pietre rano temi connessi alla storia, all’arte, e metalli è stato raccontato da Eugenio all’ambiente e al mare. Anche le mostre Ragazzi, docente di farmacologia del realizzate a San Fruttuoso si configu- Dipartimento di Scienze del Farmaco rano nello spirito di progetti culturali, dell’Università degli Studi di Padova, dove arte e natura si incontrano nella attraverso un’accurata pannellistica e splendida cornice del territorio ligure. l’esposizione di antichi medicamenti di Un lavoro importante e complesso per origine minerale. una mostra che ogni anno si rinnova, ri- Il percorso consentiva anche di osser- cercando sempre temi nuovi e suggesti- vare le originali sculture “da suonare”, vi da approfondire. In basso uno dei pan- ovvero le pietre sonore dello scultore Squadra vincente non si cambia, così da nelli esposti nella mo- stra “Lo scrigno delle sardo Pinuccio Sciola che, attraverso le qualche anno le mostre sono organizza- meraviglie” realizzata vibrazioni insite nelle pietre che scolpi- te sempre dai soggetti citati in preceden- nell’anno 2013. sce, crea veri e propri concerti, con per- za, e si fregiano di importanti patrocini, formance apprezzate in tutto il mondo. come quello del Ministero dell’Am- Infine nella sezione destinata alle “pie- biente e della Tutela del Territorio e del tre che adornano” sono stati esposti gio- Mare, del Ministero dei Beni e delle ielli, sculture e oggetti in pietre dure e Attività Culturali e gemme multicolori realizzati da valen- del Turismo, di Re- ti artigiani e gioiellieri, oltre ad alcuni gione Liguria e di I gioielli di Portofino

La filigrana in questo caso è ricca di motivi floreali, che richia- pregevoli sigilli del Civico Museo del Città Metropolitana mano forme di fiori diversi. In alto a sinistra è raffigurata probabilmente un’orchidea, man- cante del sepalo superiore, che è invece presente, come si Sigillo di La Spezia, che per lungo tem- di Genova (ex Pro- vede nell’immagine di un fiore di Cephalanthera longifolia, nei fiori osservabili in natura. L’orchidea citata si trova spesso all’interno di leccete o, nell’entroterra, in prossimità di boschi po sono stati simboli del potere. vincia di Genova). costituiti da querce o da altre essenze. In alto a destra, la filigrana raffigura un fiore simile ad una dip- Quest’anno, senza svelare ancora l’in- Vi invitiamo quindi sacacea, come Knautia arvensis, comune nei nostri prati. In basso a destra è raffigurata una pianta che produce fiori dalla comunissima forma a 5 petali. L’autore potrebbe essersi ispirato a più piante o a piante particolari da giardino, o anche trigante titolo dell’esposizione, si può a visitare la prossi- a piante della flora locale, come Omphalodes verna (che si osserva nel vicino Parco dell’Aveto) o Legousia speculum ve- anticipare che nell’ambito della mostra ma mostra che sarà neris. In basso a sinistra è chiaramente raffigurata una pianta in pro- cinto di fiorire. I bottoni fiorali sono ben visibili e simili a quelli della perlina gialla (Odontites lutea), una pianta emiparassita verranno realizzati numerosi eventi ai inaugurata ad aprile che si sviluppa su terreni asciutti e soleggiati. quali il pubblico presente sarà invitato 2015, magari nei a partecipare. Va anche ricordato che giorni nei quali ver- la visita alla mostra, attraverso il paga- rà organizzato uno mento di un piccolo contributo, consen- dei numerosi eventi te inoltre di visitare l’abbazia e di dare particolari previsti, Non sono poi molte le farfalle europee con le estremità delle ali dalla for- ma ondulata come quella raffigurata nella filigrana. A parte la buona per- una mano al FAI, che da anni è impe- per cogliere ancor centuale di fantasia, una delle farfalle più simili al gioiello è Nymphalis polychloros, un lepidottero che predilige climi temperato caldi. gnato nel recupero e la valorizzazione meglio la “dinami- del patrimonio architettonico, e non cità” di questa pic- solo, italiano. cola ma suggestiva

Nelle opere artistiche i gigli sono soggetti piuttosto comuni e spesso ri- Da sottolineare lo sforzo dell’Associa- “perla” culturale. prodotti. Pur non potendo sapere quale giglio può avere ispirato l’artista che ha creato questa filigrana, essa appare simile nelle sue forme alla zione Culturale Echi di Liguria che ogni corolla del giglio di S. Giovanni (Lilium bulbiferum subsp. croceum),. anno, dal 1994, si accolla la gran parte Aree Protette di Portofino del lavoro di realizzazione della mostra,

26 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE storia e cultura

Frammenti di storia La Torretta di Benedetto Mortola a San Fruttuoso di Camogli

Nella foto grande, lo Quando si percorrono i sentieri situati più massicce sconvolge l’arco ligure scorcio di Punta del nel lato meridionale del Monte di Por- orientale: approfittando dell’assenza Buco visto dall’interno tofino o si attraversa in battello il tragit- delle navi genovesi, partite per colpire della Torretta. Foto B. Mortola. to tra Punta Chiappa e San Fruttuoso, è nelle loro basi gli infedeli, i Saraceni Sopra in alto, il profilo impossibile non imbattersi con lo sguar- piombarono sui borghi rivieraschi, por- della Torretta. Foto M. do nel caratteristico profilo squadrato di tandovi distruzioni e saccheggi. “A San Malatesta. In basso, il questo manufatto, opera dell’uomo, che Fruttuoso fu uno sterminio: rovesciate Promontorio visto da contrasta immediatamente con l’am- le mura, rubati i calici, le croci, gli arre- sopra l’antico manu- fatto. Foto B. Mortola. biente selvaggio della natura circostan- di preziosi, doni di regine e imperatrici, te. i bei codici e gli intarsi dati alle fiamme, È la “Torretta”, che ha attraversato se- le ville rigogliose di viti e uliveti diser- coli di eventi e ora sembra messa lì ap- tate, i religiosi o trucidati o volti in fuga posta, testimone di un passato difficile su per i dirupi del monte” per tutti i borghi della Riviera Ligure. Dopo l’importante inciso, per parlare La sua storia, però, non è poi così vec- della nostra protagonista dobbiamo fare chia, mentre risale ai primordi della Re- un salto temporale di mezzo millen- pubblica di Genova l’evento che riporta nio: siamo nella metà del Secolo XVI nei suoi “Annali di Santa Margherita e l’espansione dei turco-barbareschi nel Ligure” Attilio Regolo Scarsella. Mediterraneo è diventata molto intensa. Siamo nel 936 e una delle incursioni Le coste italiane sono sottoposte ad im-

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 27 provvisi attacchi da parte di veloci scia- becchi che raggiungono all’improvviso piccole città e paesi sul mare. I danni maggiori vengono sofferti dalla popola- zione civile. Uccisioni, saccheggi, vio- lenze di ogni tipo, distruzioni e, non ul- timo, uomini, donne e fanciulli predati e condotti in schiavitù. Le poche galee a disposizione della Re- pubblica di Genova non possono impe- dire alle navi della flotta turco-barbare- sca di imperversare sul mare del quale detengono ormai il controllo. Nonostante le misure prese e le quattro galee che incrociano in mare, le conti- nue scorrerie non diminuiscono d’in- tensità, anzi si intensificano dopo la vit- toria ottomana nella battaglia dell’Isola mo tempo pensa di disporre alcune sen- Particolare dell’in- di Jerba in Tunisia avvenuta nel maggio tinelle, per la precisone tre sulla punta senatura di San 1560, nella quale una coalizione tra Re- all’entrata di San Fruttuoso e tre sulla Fruttuoso, dalla “Pianta delle due pubblica di Genova, Repubblica di Ve- punta che guarda la Cala dell’Oro. riviere della Sere- nezia, Spagna, Stato Pontificio e Duca- Dallo scambio di lettere emergono qua- nissima Repubblica to di Savoia viene sconfitta dalla flotta si subito le perplessità dello stesso Vi- di Genova divise dell’Impero Ottomano. valdi circa questa soluzione. ne’ Commissariati Sempre nel 1560 vengono attaccati e Inoltre, la presenza continua di sei uo- di Sanità” di Matteo Vinzoni (sec. XVIII) saccheggiati Bonassola, , Vol- mini pagati dalle diverse comunità vie- (Civica Biblioteca tri, e . ne calcolata come troppo onerosa, con- Berio di Genova) La situazione è ormai diventata critica. siderando anche che la posizione così in Ma cosa succede sul Promontorio di basso sulla costa, in punti pericolosi nel Portofino? caso di un attacco improvviso dei pirati, Sopra Punta Chiappa è da tempo po- potrebbe indurre facilmente le sentinel- sizionata una guardia che vigila sulla le ad abbandonare i posti di guardia. zona circostante. A questo punto viene l’idea della co- I leudi che perlustrano le coste tra gli struzione di una piccola torre sul crina- attuali golfi Paradiso e Tigullio rileva- le di San Fruttuoso di Capodimonte, in no spesso la presenza di navi ostili e una posizione strategica, per avvistare qualche volta denunciano anche possi- in tempo e quindi difendere dai corsari i bili connivenze dei pirati con alleati del borghi circostanti. posto. Questa costruzione non è necessaria - La sorgente d’acqua dolce perenne del- come alcuni inevitabilmente possono la Cala dell’Oro è facilmente accessi- pensare ai tempi nostri - soltanto per la bile dal mare e viene spesso utilizzata difesa di San Fruttuoso, ma ha una fun- dai pirati che scendono a terra, si rifor- zione ben più vasta, perché diviene uno niscono dell’acqua necessaria e quindi dei molti punti d’avvistamento sulle co- salpano indisturbati per continuare le ste italiane, posizionati “a vista”, uno loro scorrerie. di fronte all’altro, che - tramite il fuoco Sotto il perdurare di questa continua e di notte e il fumo di giorno - permetto- terribile minaccia, nel 1561, le autorità no di segnalare la presenza in zona di locali ed il Senato di Genova decidono navi nemiche. Con questo sistema, se di provvedere. per esempio a Livorno viene avvistata Il capitano di Chiavari, Ottaviano Vi- un’imbarcazione, in pochissimo tempo valdi, si occupa del problema. In un pri- la segnalazione arriva a Savona, aller-

28 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE tando contemporaneamente tutti i punti La torre garantisce la vigilanza di un d’avvistamento tra queste due località. largo tratto di mare e per questo com- Leggiamo insieme dai cartigli del tem- pito possono essere impiegati soltan- po che la suddetta torre verrà costruita to tre uomini, al posto dei sei previsti “sopra d’uno montexello il quale goar- inizialmente con i due punti di guardia da benissimo non sollo la calla de Santo dislocati sulla costa. Questo significa un Fructuoso, ma la calla dell’oro et un’al- risparmio di 25 lire ogni mese. Diverse immagini tra calla quale è similmente perigliosa, Il 29 luglio 1561, il capitano di Chiava- della Torretta. la quale torre obiveria etia che il corssa- ri, Ottaviano Vivaldi, accompagna sul Foto M. Malatesta e A. Girani le non potria intrar dentro a questo Frut- luogo un maestro di sua fiducia che ha tuoso a levar aqua.” lavorato in precedenza alle fortificazio- ni di Camogli e . Il preventivo iniziale viene valutato in 800 lire. La posizione scelta in alto sul costone roccioso che divide Cala dell’Oro dal- la Baia di San Fruttuoso, permette una visuale ottimale sulle due baie ed anche sul borgo. Si procede alla costruzione della torre senza ulteriore indugio. L’edificio è a forma piramidale tron- ca, con la base quadrata. Due feritoie grandi (troniere) permettono l’utilizzo di due smerigli, cannoncini di piccolo calibro. Dalle altre feritoie di dimensioni minori possono essere usati gli archibugi. Lo spessore e la solidità dei muri ga- rantisce ai guardiani di essere sufficien- temente protetti, al riparo dai tiri delle imbarcazioni nemiche. A lavori già iniziati, nel settembre dello PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 29 stesso anno, viene tagliato un sentierino con funzioni diverse da quelle della tor- Immagine sotto trat- nella parete rocciosa tra San Fruttuoso retta. ta da una tavola del e la torre, per permettere un più agevo- La Torre Doria infatti non viene utilizza- 1982 di Aurelio Ro- bertella 1982 “Nave le trasporto dei materiali che occorrono ta tanto per la sorveglianza, ma per dare mercantile genove- per la costruzione. possibilità di riparo agli abitanti di San se del XIII Secolo I lavori sono ancora in prosecuzione, Fruttuoso in caso di attacco dei pirati. nell’insenatura di che già i responsabili delle popolazio- Al suo interno, oltre ad una riserva d’ac- San Fruttuoso”. ni di Nervi, Recco e Camogli chiedono qua, vengono predisposti altri accorgi- che una volta terminata l’opera, venga menti, anche un forno per la cottura del abolita la guardia di Punta Chiappa, per pane, per poter permettere ai rifugiati di evitare in questo modo di pagare un sostenere un lungo assedio. servizio nel frattempo divenuto inutile. Si è a conoscenza che i lavori per la La mezzaluna sconfitta realizzazione della torre devono essere L’espansione musulmana in Europa subirà una battuta pagati, tra gli altri, anche da Chiavari, d’arresto solo dopo la sconfitta della flotta ottomana a La Spezia, Portovenere, San Terenzo, Lepanto il 7 ottobre 1571 ad opera della Lega Santa, Lerici, Vernazza, Riomaggiore, Ma- una coalizione di stati cristiani. Una vittoria importan- narola, Corniglia, Levanto, Framura e te per il mondo cristiano, tanto che il Papa Pio V, nel Bonassola. 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, succes- Mentre la costruzione prosegue, conti- sivamente trasformata nella festa del SS. Rosario, per nuano gli attacchi dei pirati. celebrare ogni anno l’anniversario della storica vittoria Il 26 luglio una nave è catturata e data ottenuta si disse, “per intercessione dell’augusta Madre alle fiamme. Il giorno dopo viene as- del Salvatore, Maria.” salito un vascello dai pirati e il custo- Negli anni successivi, i vincitori non riuscirono però ad de di Capodimonte non segnala con il avere la coesione interna necessaria per sfruttare pie- fumo il fatto. Per questo motivo viene namente questa grande vittoria. urgentemente convocato al Senato per Ma questa è un’altra storia… rispondere personalmente di questa grave omissione. La notte del 2 agosto, un prete che abita in una capanna di San Fruttuoso, man- da un messaggio al capitano di Camo- gli, Marco Pietrasanta, avvisandolo che davanti alla Baia di San Fruttuoso han- no incrociato alcune navi nemiche. La torretta viene terminata, e in una nota del 28 agosto 1562, il capitano di Chiavari, Giuseppe Usodimare, riceve il conto di Jacopo Vassallo, l’”impre- sario”, le cui maestranze hanno eretta la costruzione. Il totale ammonta a 940 lire, 10 soldi e 8 denari, esclusi i suoi salari non esattamente quantificati, ma che dovranno essere – secondo il capi- Per approfondire l’argomento tano - “di qualche importanza poi che il Scarsella A.R. “Annali di Santa Margherita Ligure dai travaglio che ci ha avuto a suo giudizio suoi primordi all’anno 1863”, Rapallo 1914 è stato grandissimo.” Dioli Franco – Leali Rizzi Tina “Un monastero, una sto- Viene nuovamente presa in considera- ria – San Fruttuoso di Capodimonte dalle origini al XV zione l’idea, che era stata temporanea- Secolo” Recco, Microart’s, 1985 mente sospesa, di costruire nel Borgo Dioli Franco – Leali Rizzi Tina “Storie di pirati e di for- di San Fruttuoso, accanto all’abbazia, tezze: i Doria a San Fruttuoso dal XVI al XIX Secolo” un’altra torre più grande, un edificio Recco, Microart’s, 1987 30 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE scopri le Aree protette

La Parete del Dragone

di Simone Bava

Il suggestivo sito di immersione chia- mato “Dragone”, all’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino, deve il suo nome al particolare toponimo usato da molti anni per indicare il corrisponden- te tratto di falesia al di sopra delle acque marine, sotto il quale ha inizio la ripida parete descritta in quest’articolo. Nel sito, il corpo morto della boa d’or- meggio è situato su un fondale di -29 metri, si consiglia pertanto di iniziare l’immersione dalla parete, ed esatta- mente dall’angolo stretto (spaccatura) presente di fronte al gavitello galleg- giante della struttura di ormeggio. Lungo la parete, in prossimità dei 10 metri, si incontra la parte superiore di un grosso masso squadrato, che può es- sere preso come riferimento anche du- rante le fasi di risalita e il ritorno. Tra In alto, rami di corallo rosso, foto M. Calabrese. In basso a la sommità di questo enorme masso e la sinistra un doride tricolore (Hypselodoris tricolor), foto A. Se- falesia stessa è nascosto l’ingresso di un rafini In basso a destra il porifero Axinella verrucosa, foto M. Caòabrese.

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 31 sifone sub-verticale, che scende per una smi sono soltanto i più appariscenti in decina di metri, all’interno del quale si questa zona, ricchissima comunque di possono osservare colonie di corallo specie tipiche delle biocenosi del coral- rosso (Corallium rubrum) e individui di ligeno e delle grotte semi-oscure. margherita di mare (Parazoantus axi- Ancora in profondità si incontrano mol- nellae). ti grandi massi. Nell’itinerario all’aperto è normale pro- Da qui, risalendo e raggiungendo i 28- cedere tenendosi la parete alla propria 22 metri di profondità. anche per l’esi- sinistra, per ammirare, scendendo in genza di non uscire dalla propria curva profondità, le belle gorgonie gialle (Eu- di sicurezza, si può trovare un piano- Sotto esemplari nicella cavolinii) che crescono in questa ro formato da massi intercalati, ricchi di gorgonie rosse. zona. di ciuffi sparsi di Posidonia oceanica. Foto M. Calabrese. Sulla parete al di sotto dei 30 m di pro- Zigzagando intorno a questi massi, fondità si osservano invece molte gor- che giacciono irregolari, sono comuni i In basso un disegno che raffigu- gonie rosse (Paramuricea clavata), il grossi sparidi spesso presenti nella co- ra il sito del “Dra- madreporario (Leptopsammia pruvoti) lonna d’acqua sovrastante, come dentici gone”. Immagine e ancora corallo rosso. Questi organi- e saraghi, COST.

In alto una cernia bruna (Epinephe- lus marginatus) si aggira nella parte superiore della sec- ca. (foto B&B Diving CARATTERISTICHE Center). In basso un IMMERSIONE disegno che raffigu- ra la secca. profondità: da 6-7 m a 30-40 m.

difficoltà: medio-alta anche per presenza di passaggi difficili e profondità elevate in molti per- corsi. Rare invece le forti corren- ti. Sito non adatto a subacquei inesperti, se non accompagnati da guide.

32 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE Vicino alla superficie, tra i 12 ed i 7 me- CRONACA DI UN’IMMERSIONE tri di profondità, si trova un tetto colo- nizzato da organismi bentonici sciafili, La parete sommersa rispecchia simile per la sua composizione specifica l’imponenza di quella emersa, alle pareti osservate più in profondità. infatti precipita vertiginosamente Questa struttura naturale è particolare fino alla profondità di oltre 30 metri. e sotto di essa si creano condizioni dif- Uno splendido camino ha l’in- ferenti e idonee ad organismi che altri- gresso a circa 12 metri, passan- menti vivrebbero solo in profondità. do attraverso un’interessante Al di sotto del tetto riappaiono indivi- camera si esce ai piedi della dui di madrepora gialla (Leptopsammia parete, qui una lunga e profonda pruvoti), attaccati dagli organismi per- spaccatura ospita molte colonie foratori tipici della biocenosi del coral- di corallo rosso e piccoli crosta- cei come le galatee. ligeno, come il bivalve Gastrochaena Proseguendo alle quote più pro- dubia, ed i poriferi, qui abbondanti, del fonde la parete appare piuttosto genere Cliona. Anche qui si gode della spoglia per l’assenza delle pa- presenza di comuni corvine, mustelle, ramuricee e delle eunicelle, che murene, polpi e sparidi di grossa di- sono invece presenti sui massi mensione. che giacciono poco più in là ad una profondità compresa tra i 30 Vale la pena, quando si dispone di una e i 35 metri di profondità, e sono Nella pagina gli orga- buona riserva di aria e ci si trova a fare qui predilette dagli squali gat- nismi della biocenosi tappa in corrispondenza del grosso tuccio come luogo ideale dove del coraligeno che masso squadrato che nasconde l’ingres- fissare le proprie uova. colonizzano la parte so del sifone, osservare la parete posta Ancora, verso il largo, a sud, la inferiore di un tetto parete svolta di 90° in direzione spiovente. Si possono a ponente e dedicare attenzione alle abbondanti cernie comuni presenti sul di levante. Esattamente come osservare coralli, brio- in superficie, in prossimità della zoi e poriferi. Foto M. pianoro o agli organismi di più piccole punta, grandi scogli si ergono Calabrese. dimensioni. verso il largo, favorendo l’incon- tro con pesce di passo, oltre che con dentici e saraghi, e condu- cono ad una dorsale ricoperta di posidonia, al di là della quale ci Incontri: pesci, crostacei, di si imbatte nei resti di uno scho- tutte le taglie e di molte specie, oner che trasportava oggetti in molluschi e spugne particolari vetro, affondato durante una ma- reggiata intorno alla fine del XIX e perforanti, tunicati, madrepore secolo, di cui sono ancora visibili corallo, gorgonie e tutta la fauna le strutture in metallo come gli particolare e diversissima pre- argani e il sartiame. sente nel coralligeno. Perlustrando il fondale circo- stante non è difficile riconoscere qualche oggetto di bordo, seb- bene la profondità elevata non permetta lunghe permanenze entro i limiti di minima deco. Sulla via del ritorno, ad una quo- ta di 12 metri, un grande tetto, completamente ricoperto da madreporari solitari (Leptopsam- mia pruvoti) e da rare madrepore coloniale, offre rifugio ad una coppia di musdee che convivono con due piccole cernie.

Bruno Borrelli

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 33 UnderWaterProject il mare in classe sul web

TUTTO UN MONDO DI VITA VI ASPETTA DIRETTAMENTE A SCUOLA! Immaginate che insegnanti e alunni si trovino comodamente seduti in classe e che un video- operatore subacqueo equipaggiato di microfono e telecamera, immerso nei fondali dell’Area Marina Protetta di Portofino li guidi alla scoperta della biodiversità. Oggi tutto questo è diventato realtà e si può assi- stere da tutte le scuole d’Italia ad un vero docu- Per i i Piccoli! mentario in diretta. Non solo. I partecipanti potranno vivere l’emo- zionante avventura dell’immersione subacquea, guidare l’operatore, dirigere le riprese video e seguire il racconto dell’esplorazione in tempo reale. È possibile realizzare il laboratorio, grazie alla for- mula viaggio d’istruzione, oltre che nella propria scuola, anche nei locali dell’Area Marina Protetta di Portofino a Santa Margherita Ligure, abbinan- Il Capitano Nemo vuol far partecipare tutti i bimbi ad un’immer- dolo eventualmente ad una gita in battello a San sione sul suo Nautilus. Il suo fidato collaboratore Ned, videope- Fruttuoso di Camogli o a Portofino o ad un’escur- ratore subacqueo e cacciatore di racconti della natura, porterà i sione trekking sul Monte di Portofino. piccoli alla scoperta del meraviglioso mondo sottomarino. Il laboratorio, presentato e realizzato da Soprae- Ned, equipaggiato di telecamera, microfono e di un congegno sottoilmare per il Festival della Scienza di Geno- unico al mondo capace di far sentire la voce degli abitanti del va, è realizzato con il patrocinio dell’Area Marina mare, si farà narrare le loro incredibili storie che arriveranno Protetta di Portofino e si avvale della collabora- fino alle orecchie dei bimbi, grazie al futuristico macchinario. zione dell’ Istituto di Scienze Marine del Consiglio Per la prima volta scopriremo insieme come fanno a muoversi Nazionale della Ricerche (ISMAR-CNR) che forni- le stelle marine, cosa mangiano i coralli, quali abitudini curio- sce i biologi e l’assistenza tecnica e dell’Associa- se regolano la vita di una spugna e tutto quello che ci verrà in zione “Scientifi cast” che propone la divulgazione mente di chiedere agli abitanti del mare che incontreremo in scientifica attraverso il podcasting e il blogging. questo incredibile viaggio. Così, grazie al Capitano Nemo, a Ned e ai loro mirabolanti con- UNDER WATER PROJECT È ADATTO AI GIO- gegni, al termine di questa emozionante avventura potremmo VANI DI OGNI FASCIA D’ETÀ, DALLA PRIMARIA dire di essere stati in fondo al mare ma soprattutto che le stelle ALLE SECONDARIE DI 2° GRADO marine parlano…

Alla scoperta dei fondali Maggiori info su proposte, periodi e costi: Associazione Sopraesottoilmare dell’Area Marina Resp. Organizzativo Luca Tassara protetta Tel. +39 335 7259754 mail: [email protected] in videoconferenza! web: www.sopraesottoilmare.net