Arte e Architettura liberty in Sicilia

a cura di CARLA QUARTARONE, ETTORE SESSA, ELIANA MAURO

introduzione di NICOLA GIULIANO LEONE P.O.R. 2000/2006 – ASSE III – MISURA 3.17 (EX 2.04) PROGETTO N° 1999/IT.16.1.PO.011/2.04/7.2.4/109 “BENI CULTURALI E SVILUPPO LOCALE – VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI” CORSI DI SPECIALIZZAZIONE POST LAUREAM UNIONE EUROPEA Fondo Sociale Europeo D.D.G. N. 78/FSE DELL’01 GIUGNO 2005 REGISTRATO ALLA CORTE DEI CONTI L’11/07/2005 REG. 01 FG.36

PROMOSSO E ATTUATO DAL DIPARTIMENTO DI STORIA E PROGETTO NELL’ARCHITETTURA REPUBBLICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, CON IL COFINANZIAMENTO DEL FONDO SOCIALE EUROPEO, DEL MINISTERO Ufficio Centrale per l’Orientamento e la Formazione Professionale dei Lavoratori DEL LAVORO E DELL’ASSESSORATO AL LAVORO DELLA REGIONE SICILIANA

DIRETTORE DEL PROGETTO PROF.ARCH.CARLA QUARTARONE

COORDINATORE DEL PROGETTO REGIONE SICILIANA PROF.ARCH.NICOLA GIULIANO LEONE ASSESSORATO LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE FORMAZIONE PROFESSIONALE ED EMIGRAZIONE Dipartimento Regionale Formazione Professionale PROGETTO DOTT.STEFANIA GUCCIONE

SEGRETARIO AMMINISTRATIVO DOTT.JOLANDA CAROLLO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura SEGRETERIA TECNICA DELIA ARDIZZONE,MARIANNA DE CANZIO, TOMMASO DI MARCO,ROBERTA LO SARDO

RENDICONTAZIONE PROGETTO BENI CULTURALI E SVILUPPO LOCALE DEMETRA S.R.L.

In copertina, Ettore De Maria Bergler, pitture decorative nell’interno degli sportelli del secretaire in mogano rosso (E. Basile, A. Ugo, esecuzione Ducrot) esposto alla V Biennale di Venezia del 1903 (estrazione dell’inchiostro di china e dello strumento scrittorio) (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; fotografia Vasari, Roma).

ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA a cura di Carla Quartarone, Ettore Sessa, Eliana Mauro ISBN 13 978-88-8207-324-4 EAN 9 788882 073244

Arte e architettura liberty in Sicilia / a cura di Carla Quartarone, Ettore Sessa, Eliana Mauro. – Palermo : Grafill. (Architettura e storia ; 3) ISBN 978-88-8207-324-4 1. Arte Liberty – Sicilia. 2. Architettura Liberty – Sicilia I. Quartarone, Carla. II. Sessa, Ettore <1956->. III. Mauro, Eliana <1957>. 704.4580904 CDD-21 SBN Pal02223111 CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”

© GRAFILL S.r.l. Via Principe di Palagonia, 87/91 – 90145 Palermo Telefono 091/6823069 – Fax 091/6823313 – Internet http://www.grafill.it – E-Mail [email protected] Tutti i diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica e di riproduzione sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcuna forma, compresi i microfilm e le copie fotostatiche, né memorizzata tramite alcun mezzo, senza il permesso scritto dell’Editore. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita a norma di legge. Nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici. Per le fotografie riportate nel presente volume, gli autori dei singoli testi sono responsabili delle relative liberatorie ai fini della riproduzione. ARTE E ARCHITETTURA ITINERARI LIBERTY IN SICILIA A CURA DI CARLA QUARTARONE, ETTORE SESSA,ELIANA MAURO

COMITATO SCIENTIFICO DIREZIONE E COORDINAMENTO INDICAZIONI LOGISTICHE NICOLA GIULIANO LEONE ELIANA MAURO DARIO DOTTORE ELIANA MAURO CARLA QUARTARONE FRANCESCA LI VOTI CARLA QUARTARONE ETTORE SESSA VINCENZA POLIZZANO ETTORE SESSA MARCELLO RIGGIO COORDINAMENTO GRUPPI DI LAVORO ROSARIO ROMANO COORDINAMENTO SCIENTIFICO NUCCIA DONATO VALENTINA SARRI ETTORE SESSA RICERCA BIBLIOGRAFICA DISEGNI ARCHITETTONICI COORDINAMENTO REDAZIONALE MARIA GRAZIA CARDALI GIUSEPPE LO BOCCHIARO ELIANA MAURO STEFANIA CONSAGRA ANTONINO PANZARELLA ETTORE SESSA DANIELA DAINOTTO NUCCIA DONATO ICONE COLLABORATORI MARIA ANTONIETTA ESPOSITO SERENA CALDERARO NUCCIA DONATO ILARIA MARTORANA CATENA LA GUIDARA GAETANO RUBBINO ANTONINO MESI ANTONINA SCIACCA PATRIZIA MICELI IMPAGINAZIONE E GRAFICA SARA PAPARONI SCHEMI ITINERARI GRAFILL S.R.L. ANGELO PETTINEO GIUSEPPE LO BOCCHIARO VALERIA PUCCIO NUCCIA DONATO DAVIDE VENTIMIGLIA ANTONINO PANZARELLA

RICERCHE D’ARCHIVIO CONCETTA CLARA BONANNO ROSETTA CORTINA PAOLA IRACI LAURA MANDALÀ ALBERTO MANNINO ANTONINO MESI MARCELLO RIGGIO GAETANO RUBBINO

RILIEVO FOTOGRAFICO SERENA CALDERARO CONCETTA CAUCHI DANIELA DAINOTTO SOFIA PILAR DI BUONO DARIO DOTTORE GIAMPAOLO LA PAGLIA ANGELO PETTINEO SALVATORE PORTANOVA ROSARIO ROMANO IGNAZIO SAITTA

I curatori ringraziano tutti i docenti e gli esperti che hanno parte- cipato ai corsi, i collezionisti e gli enti che hanno permesso la pub- blicazione di immagini e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa pubblicazione.

INDICE

INTRODUZIONE E PROFILO STORICO

Introduzione...... p. 11 NICOLA GIULIANO LEONE Società e cultura in Sicilia dalla fine del periodo umbertino all’avvento del fascismo...... ˝ 15 ETTORE SESSA

SAGGI TEMATICI

La stagione liberty nelle forme della città siciliana ...... ˝ 63 NICOLA GIULIANO LEONE I paesaggi della Sicilia Liberty ...... ˝ 73 CARLA QUARTARONE Istituzioni artistiche e cenacoli in Sicilia fra Ottocento e Novecento ...... ˝ 91 ANTONELLA PURPURA Autonomia ed eteronomia nella cultura architettonica siciliana dalla Restaurazione all’età umbertina ...... ˝ 103 ELIANA MAURO Arte e Architettura in Sicilia fra «Belle Époque» e «Anni Ruggenti»...... ˝ 131 ETTORE SESSA L’economia e la società siciliana dall’Ottocento preindustriale alla prima guerra mondiale ...... ˝ 171 ROSARIO LENTINI

APPROFONDIMENTI Modi e forme del modernismo in Sicilia

Il diorama simbolico del Salone degli Specchi di Villa Igiea: alle origini del Liberty italiano...... ˝ 183 ETTORE SESSA Ernesto Basile e Salvatore Caronia Roberti: professione e didattica dell’architettura nella Sicilia occidentale in età modernista ...... ˝ 205 GAETANO RUBBINO

ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA 5 INDICE

Progettisti e imprenditori a Catania nei primi anni del Novecento...... p. 221 ROSANGELA ANTONELLA SPINA 1890-1925. Progettisti e costruttori nel Valdemone e nelle città dello Stretto...... ˝ 233 FRANCESCA PASSALACQUA L’industria edilizia e la “maniera” di costruire a Palermo (1897-1925) ...... ˝ 249 VIRGINIA BONURA Il Liberty ibleo ...... ˝ 261 PAOLO NIFOSÌ Le arti visive in Sicilia nella stagione del Liberty: ancora un intreccio tra tradizione e innovazione...... ˝ 275 ANNA MARIA RUTA La scultura nel periodo liberty ...... ˝ 297 MARIA ILARIA RANDAZZO La pittura in Sicilia fra ’800 e ’900 e il coevo panorama nazionale: brevi considerazioni e alcuni inediti...... ˝ 307 MASSIMILIANO MARAFON L’architettura delle esposizioni siciliane fra innovazione e gusto dell’effimero...... ˝ 317 ELISA BONO La stagione della committenza bancaria siciliana...... ˝ 329 NUCCIA DONATO Gli edifici postali in Sicilia nella “Scuola” di Ernesto Basile ...... ˝ 341 GIOVANNA CANTONE Il nuovo stile di vita della Palermo borghese e la ricerca di una produzione edilizia di qualità ...... ˝ 351 GIOVANNI RIZZO L’architettura dei luoghi della produzione nella Sicilia del “sogno industriale” ...... ˝ 361 FRANCESCA MALLEO

APPROFONDIMENTI Variabili della cultura liberty in Sicilia

Ernesto Basile e la via siciliana alla riforma modernista della cultura dell’abitare...... ˝ 373 PATRIZIA MICELI I committenti del Liberty in Sicilia. Celebrazioni pubbliche e private nella Belle Époque...... ˝ 389 ANGELA PERSICO

6 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA INDICE

La circolazione delle idee e dei repertori: la presenza in Sicilia della pubblicistica specializzata nazionale e internazionale ...... p. 401 ELEONORA MARRONE L’industria editoriale siciliana del periodo liberty ...... ˝ 413 LUISA LA COLLA La grafica editoriale liberty in Sicilia (1897-1925)...... ˝ 429 MARIA LEONE La cultura del Grafic Design nel primo Novecento siciliano...... ˝ 441 RAFFAELLA GIAMPORTONE Lo studio delle tradizioni popolari in Sicilia tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento...... ˝ 447 MARIA EMANUELA PALMISANO Cultura musicale e spettacoli nella Belle Époque ...... ˝ 455 MARCELLO RIGGIO Il Circolo matematico di Palermo ...... ˝ 469 GUIDO MASOTTO Cultura e letteratura in Sicilia tra il 1890 e il 1920...... ˝ 479 MARIA CONCETTA QUARTARONE Il Liberty siciliano fuori dalla Sicilia. L’attività di Ernesto Basile e dei principali protagonisti dell’“Arte Nuova”...... ˝ 483 GIUSI LO TENNERO La rinascita di tra “Positivismo” ed “Ermetismo” spirituale...... ˝ 499 GAETANO PALAZZOLO La casa delle quattro torri e l’albero della vita. Architettura e simbolismo a Roma agli inizi del Novecento ...... ˝ 509 LUCA SCALVEDI Fotografia siciliana e pittorialismo: un ambiguo rapporto ...... ˝ 517 ERMINIA SCAGLIA I siciliani e il volto nuovo della Tunisia ...... ˝ 527 ETTORE SESSA

APPENDICI

Biografie...... ˝ 553 a cura di GIULIA DAVÌ (arti figurative), ROSARIO ROMANO (architettura e società) Bibliografia ...... ˝ 603 a cura di PATRIZIA MICELI Glossario...... ˝ 609 a cura di DANIELA DAINOTTO,ENZA POLIZZANO

INDICE 7 PROFILO STORICO

SOCIETÀ E CULTURA IN SICILIA DALLA FINE DEL PERIODO UMBERTINO ALL’AVVENTO DEL FASCISMO

Ettore Sessa

Nel periodo compreso fra il 1897 e il con tanto di fase ascendente e suc- 1925 si consuma una delle fasi più cessiva discendente che nel 1925 co- importanti della storia della Sicilia nosce il suo minimo storico dai tem- d’età contemporanea. È poco più di pi dell’uscita dell’isola dalla crisi eco- un quarto di secolo durante il quale nomica internazionale degli anni Set- l’isola, dopo le vicende risorgimenta- tanta del XIX secolo. li antiborboniche e indipendentiste Nell’agosto del 1897 la cittadinanza (nelle quali avevano avuto parte atti- palermitana, con in testa la borghesia va, e di concerto, la più avvertita bene e gli ambienti intellettuali (e so- classe egemone, gli intellettuali e va- prattutto i giornalisti), si ritrova soli- sti strati della borghesia e del prole- dale nell’esultare per lo smacco subi- tariato) e il non facile adeguamento to dal governo nazionale nel suo ten- alla pur tanto auspicata nuova com- tativo di fiaccare le forti spinte auto- pagine dell’Italia unita, inizialmente nomiste che avevano caratterizzato si avvia ad una stabilizzazione eco- gli ultimi dieci anni di vita politica nomica e ad un generale progresso della regione; terminava, infatti, con sociale. Sono condizioni significative un bilancio fallimentare il mandato del raggiungimento, a cavallo dei due del conte Codronchi, inviato dalla secoli, di una specifica fisionomia capitale del regno come Commissario propositiva della sua società come Straordinario per la Sicilia. Si trattava di emergente area mercantile; tuttavia una nuova carica istituzionale che, esse avranno, nell’arco di tempo in “provata” per la prima volta proprio questione, un andamento a parabola nell’isola, si era dimostrata partico-

Mario Borgoni, manifesto pubblicitario per il «Giornale di Sicilia» di Palermo, 1903 (coll. privata, Palermo)

Manifesto per la Grande Gara di Aviazione nell’ambito delle Feste di Palermo in occasione delle celebrazioni del cinquantenario del 1860, 1-7 maggio 1910 (coll. privata, Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA 15 PROFILO STORICO

da Ernesto Basile nel 1888 (vedi ca- so dopo aver effettuato una visita La contessa di Mazzarino, la esplorativa all’indipendentista Bar- signora Galai e altre dame di cellona dell’Exposición Universal del associazioni filantropiche fra 1888), era palesemente motivata da le tribune dell’ippodromo istanze di autostima, quasi ai limiti nel Parco della Real Favorita a Palermo, in occasione delle del compiacimento nazionalista. Nel feste primaverili del 1906 (da riproporre forme siculo-normanne, «Regina», settembre, 1906) accordate con sapienza all’ordina- mento modulare del complesso con smisurato fronte sul viale della Li- bertà, per quella che era la quarta esposizione italiana nell’arco dei pri- mi trent’anni del nuovo stato unita- rio, Basile e il Comitato Organizza- Il cav. Ciuppa (su vettura tore, oltre a concedersi una fuga ro- Spa) vincitore del primo premio della IV Targa mantica in un passato medievale Florio, 1909 (da «La Sicile idealizzato (nel quale la Sicilia era Illustrée», VI, 11, 1909) stata un ricco, colto e potente regno, con possedimenti territoriali che an- larmente invisa al popolo siciliano. davano dalla costa della Tunisia al Esso, anche a causa del ricordo della meridione d’Italia e a parte delle co- recente repressione seguita all’epo- ste occidentali della penisola balcani- pea sociale dei suoi proletari (riuniti- ca), mettevano in pratica un preciso si nei Fasci dei Lavoratori di Sicilia,di programma ideologico di riconosci- prevalente orientamento socialista), bilità della loro regione che nel nuo- autentica esperienza moderna di tipo vo contesto nazionale si presentava, sindacale stroncata appena tre anni ora, non più come gregaria ma come prima, si vedeva minacciato nelle sue una delle protagoniste dello sviluppo prerogative libertarie (conquistate economico. sulle barricate e nelle autentiche bat- Una serie di congiunture favorevoli, a taglie campali dei moti del 1848 e partire dal blocco antinapoleonico dell’insurrezione del 1860) e in quel quale alleata dell’Inghilterra, avevano disegno di unione di tipo federativo lentamente portato la Sicilia, nel cor- con l’Italia tanto ventilato durante le so di tutto il XIX secolo a sviluppare vicende risorgimentali e mai conse- una società mercantile e imprendito- guito (e rilanciato, ora, dalle nuove riale; questa, anche se ben lontana logiche autonomiste e non più indi- dall’avere la forza e forse la volontà di pendentiste come, invece, nell’ultimo risolvere atavici mali, aveva innescato periodo del regno borbonico). meccanismi di diffuso miglioramento Persino la scelta dei codici architetto- economico e sociale, con la ramifica- nici per il complesso dell’Esposizione zione, proliferazione e differenziazio- Nazionale di Palermo del 1891-1892 ne della classe borghese e con la crea- (manifestazione che per la sua eco zione di una classe operaia articolata internazionale tante avversioni pro- (non solamente impiegata negli opifi- vocò presso gli ambienti influenti di ci manifatturieri, ma soprattutto nelle altre città italiane, anche del meridio- miniere, nella marineria, e in certi ne, che si volevano candidare a terzo comparti avanzati dell’industria ali- polo economico della nazione, dopo mentare e dell’agricoltura) e un irro- quelli di Milano e Torino), progettati bustimento del ceto artigiano.

16 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO

Nelle nuova compagine statale del Regno d’Italia, però, le potenzialità produttive della Sicilia e la sua recen- te vocazione mercantile erano poco considerate presso i vertici della clas- se politica nazionale che, certo non all’altezza di un Camillo Benso conte di Cavour, nei primi anni dell’unità, ma soprattutto durante il regno di Umberto I di Savoia, si era macchia- ta di non pochi casi macroscopici di cattiva gestione ai limiti della intran- sigenza e della rapacità colonialista. L’isola, come poi avrebbe fatto anche il fascismo e il nuovo “stato provvi- sorio” del governo Badoglio, era con- Raffaello Lucarelli, fotografo siderata un immenso serbatoio di ri- e cineasta, mentre riprende serve agricole, indispensabili nei mo- la Targa Florio, foto 1908 menti di bisogno della nazione; una (coll. privata, Palermo) prerogativa che non permetteva di ri- conoscerle altro orientamento in fat- spinte a stragrande maggioranza dal- to di sviluppo economico. la Camera dei Deputati. La sedizione del popolo palermitano Era, dunque, un orientamento politi- del 1866 (l’ultima rivolta violenta co autoritario particolarmente odio- della storia siciliana e l’ultima insur- so per l’opinione pubblica dell’unica rezione risorgimentale italiana con regione meridionale che aveva coral- superstiti echi repubblicani) fu in mente partecipato, attivamente e con buona misura una delle ricadute più entusiasmo, al risorgimento; questo eclatanti dello scenario da nazione sia con gli intellettuali fuoriusciti an- occupata segnato dalle repressive tiborbonici (fra cui il liberista Fran- misure amministrative varate dal cesco Ferrara, poi divenuto braccio nuovo stato, alla cui adesione, para- destro di Cavour e successivamente dossalmente, il 21 ottobre del 1860 grande protagonista della svolta in avevano dato la loro adesione più materia di legislazione economica del novantanove per cento degli al- dell’Italia unita), sia con la generale lora pochi aventi diritto al voto in Si- adesione alla campagna di liberazio- cilia (anche se sulla correttezza di ne del 1860 di Giuseppe Garibaldi svolgimento del plebiscito non po- sia, ancora, con i precedenti slanci che furono le riserve). Si trattò di insurrezionalisti (fra i quali, ancor una “politica” dissennata nei con- più dell’eroico ma disperato e vano fronti dell’isola, contro cui poco riu- tentativo del palermitano quartiere scirono a fare i pur autorevoli sicilia- della Fieravecchia capeggiato nel ni chiamati a far parte dei primi go- 1850 da Nicolò Garzilli, eccellono i verni nazionali. Persino le proposte moti liberali del gennaio 1848 propa- di inchieste parlamentari sul discuti- gatisi, poi, a tutta l’Europa proprio a bile operato di alti funzionari e ver- partire dall’instaurazione del “Go- tici militari provenienti dall’ex regno verno Provvisorio” di Palermo pro- sabaudo (come quella presentata il mulgato da Ruggero Settimo, mar- 10 dicembre 1863 dal palermitano chese di Giarratana e principe di Fi- Vito D’Ondes Riggio) venivano re- talia, e da altri notabili progressisti

SOCIETÀ E CULTURA IN SICILIA 17 PROFILO STORICO

Veduta dal mare di Catania e dell’Etna sotto la neve; fotografia 1920 ca. (da Sicilia, Consociazione Turistica Italiana, Milano 1940)

fra cui lo stimato archeologo, e archi- Sul modello “alto” di statisti e intel- tetto “dilettante” Domenico Lo Faso lettuali come Amari, Ferrara, Lo Fa- Pietrasanta, duca di Serradifalco). so, Ruggero Settimo, Stabile si era Del resto la garibaldina campagna dei formata più di una generazione di Mille era stata ben preparata all’este- esuli politici, soprattutto dopo il ro, cioè al di fuori del Regno delle biennio 1848-1849. Quello del cospi- due Sicilie, proprio con alcuni dei più ratore siciliano, spesso di “buona fa- in vista fuoriusciti siciliani (fra i quali miglia” e quindi di buona cultura, che , Enrico Fardella di per la libertà del suo popolo viveva Torrearsa, Vincenzo Fardella, Giu- da esule nel regno Sabaudo, nel gran- seppe La Masa, Giuseppe La Farina, ducato di Toscana oppure a Londra o Rosolino Pilo, Luigi e Alfonso Scalia) a Parigi, era divenuto uno dei tanti e nell’isola con i tanti “patrioti” rima- stereotipi del tardo romanticismo eu- sti a svolgere azioni clandestine e ropeo. Alcuni come Enrico Fardella propagandistiche contro il regime di Torrearsa (che fra le tante imprese borbonico (fra cui Niccolò Turrisi- poteva annoverare la partecipazione, Colonna e Antonio Starrabba mar- come volontario ma sempre con in- chese di Rudinì, entrambi poi sindaci carichi di comando, al conflitto di di Palermo, Enrico Albanese, Gaeta- Crimea del 1855 nella Legione An- no La Loggia, Isidoro La Lumia, Lui- glo-Italiana, alla spedizione dei Mille gi La Porta, Tommaso Lo Cascio, e alla guerra di Secessione americana) Giacinto Lo Monaco, Antonino Lo arrivarono ad assumere un vero e Monaco-Ciaccio, Eliodoro Lombar- proprio profilo da eroi avventurieri; di, Gregorio Ugdlena). un tipo di figura risorgimentale che

18 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO poi sarebbe stata considerata ai limiti Liguria, oltre ad aggiudicarsi la fab- dell’approvazione, secondo la sedati- bricazione dei motori e del corredo va visione delle virtù patriottiche del meccanico di tutte le navi da guerra vincente modello di società sabauda. della Reale Marina Sabauda. Gli Or- Lo stesso sbarco dei Mille a Marsala, lando sono esemplificativi di una ad onta della presunta casualità della classe circoscritta ma incisiva di in- scelta del luogo, è indiziario di una traprendenti imprenditori siciliani, concertazione complessa (quand’an- oramai insofferenti alle restrizioni che subentrata “in corso d’opera”). del regime borbonico, che proiettati La fortuita (non si sa fino a quanto) con entusiasmo verso un progresso presenza al largo di questa laboriosa sociale ed economico generalizzato cittadina costiera della Sicilia occi- avevano abbracciato la causa dell’u- dentale di una piccola squadra navale nità d’Italia con sincero slancio rivo- britannica, a protezione dei bagli vi- luzionario e alte motivazioni etiche. nicoli dei residenti inglesi (Woodhou- In effetti l’armata garibaldina che si se e Ingham, ma non lontano c’era presenta alla battaglia del Volturno, anche il baglio dei Florio), fu un de- ultimo atto della liberazione del meri- terrente per le prevedibili azioni di dione dalle truppe borboniche, era interdizione da parte delle unità na- pervenuta alle ventimila unità grazie vali della Reale Marina borbonica anche al determinante apporto dei si- presenti, non certo casualmente. Le ciliani. Non a caso Garibaldi nel 1862 operazioni di sbarco del contingente partirà proprio dall’isola (e ancora di Giuseppe Garibaldi dai due disar- una volta da Marsala), forte dell’indi- mati piroscafi della genovese Com- scussa popolarità e credito della sua pagnia Rubattino, avvenute proprio figura, per tentare l’unificazione di sul molo dello stabilimento Ingham, Roma con il resto dell’Italia; una vi- non poterono così essere disturbate cenda il cui esito sull’Aspromonte, dalle navi da guerra borboniche. E con l’intervento ostile del Regio Eser- forse non è un caso che a militare fra cito Italiano, segna un’altra cicatrice i garibaldini, in un primo tempo co- insanabile fra una parte dell’opinione me capo macchine di uno dei due pi- pubblica siciliana e il regime sabaudo. roscafi requisiti da Garibaldi, vi fos- I siciliani, dopo appena poco più di se quel Giuseppe Orlando, affiliato due decenni di unità dell’Italia, si della Giovane Italia, che con i fratelli sentivano profondamente traditi (an- Luigi, Paolo e Salvatore, è uno dei cora alla fine dell’Ottocento si la- pionieri dell’industria meccanica ita- mentava persino la mancata assegna- liana. La loro impresa palermitana zione dei fondi stanziati da Garibaldi già durante la restaurazione aveva per le storiche università di Palermo esteso il suo raggio di azione a Na- e di Catania) e del tutto misconosciu- poli e a Roma. Prima di impiantare il ti per il ruolo che avevano svolto nel- celebre cantiere navale di Livorno le vicende risorgimentali (sempre più (che per un certo periodo fu il più intestate unicamente ad altre aree grande d’Italia), dopo i moti del della nazione). Fu inoltre varata una 1848, i fratelli Orlando avevano subdola propaganda che nell’inneg- aperto a Genova un grande cantiere giare le virtù sabaude operava un’im- nei pressi di Porta Pila; grazie alla ra- placabile rimozione delle tradizioni pida ascesa della loro impresa aveva- istituzionali (in alcun i casi tutt’altro no ottenuto dal ministero Cavour- che disprezzabili) e della stessa me- Paleocapa l’incarico di effettuare le moria storica e di quella popolare dei escavazioni dei principali porti della vari stati la cui annessione, in realtà,

SOCIETÀ E CULTURA IN SICILIA 19 PROFILO STORICO

(tipica forma di urbanizzazione rura- le diffusa in prevalenza nel sud) subi- vano un’equiparazione fiscale analo- ga a quella degli abitanti delle grandi città (senza minimamente beneficiar- ne dei servizi), alla vergognosa diver- sificazione fra emigrazione stagiona- le ed emigrazione duratura (quest’ul- tima, a quell’epoca, in stragrande prevalenza praticata dal proletariato urbano e dai contadini del sud) in quanto a misure cautelative consi- stenti nell’istituzione di fondi di sus- sidio, provenienti dalla tassazione degli stessi emigranti, per coloro che rientravano in patria; nell’uno e nel- l’altro caso a farne le spese erano principalmente i meridionali. Per non parlare della disparità nella realizzazione di opere e infrastrutture pubbliche. Fino agli anni Novanta del XIX secolo (quando una ristretta ali- quota eccellente della classe politica isolana riuscendo a raggiungere gli al- ti ranghi dell’amministrazione dello stato influirà positivamente, sia pure per poco, sulle sorti siciliane) scuole, ospedali, istituti detentivi, caserme, edifici dell’amministrazione pubblica, biblioteche, archivi e persino sedi uni- versitarie in Sicilia vengono allocate, alla meno peggio, nei tanti complessi conventuali soggetti al provvedimen- to di Esproprio dei Beni Ecclesiastici del 1866. Un provvedimento che, sul- la scorta di una più che legittima e op- portuna spinta laicista di matrice libe- rale (certo esacerbata dall’ingerenza Veduta del fronte di via VI era avvenuta per libera scelta e con sulla questione di “Roma capitale” del Aprile a Catania con sullo tanto di plebiscito; una manovra che, nuovo corso della politica estera della sfondo le ciminiere del a cominciare dai livelli più bassi del- Francia del Secondo Impero), ebbe distretto delle raffinerie di zolfo di viale Africa; l’istruzione fino alla creazione di una su tutto il territorio del regno conse- fotografia Dierna 1920 ca. “mistica protocollare”, venne mag- guenze nefaste, sia per il venir meno (da S. Nicolosi, Vecchie foto di giormente esercitata sulle province di istituzioni assistenziali ben radicate Catania, Edizioni Greco, meridionali, sulle quali si agitava an- sia per la vandalica dispersione (il più Catania 1991) cora lo spettro del deposto, e non a delle volte per mera incuria dei nuovi amministratori) dei documenti, delle Piano Regolatore di Risanamento tutti inviso, regime borbonico. ed Ampliamento della Città di Dall’iniqua imposta immobiliare ap- collezioni (antiquarie, bibliografiche, Catania, B. Gentile Cusa 1888 plicata a quei contadini che in quan- artistiche, naturalistiche, ecc.…) e del- to abitanti nei grossi centri agricoli le opere conservate nei complessi re-

20 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO ligiosi sia, infine, per le pesanti mano- missioni di questi ultimi, oramai sog- getti all’adeguamento a nuove funzio- ni; un fenomeno che in Sicilia, in con- siderazione della formidabile consi- stenza del suo patrimonio ecclesiasti- co, fu particolarmente devastante. Non meno gravi, nell’ottica di garan- tire eque condizioni iniziali di svilup- po all’intero territorio nazionale, fu- rono le sperequazioni in materia di opere pubbliche; dal 1862 al 1896 per il potenziamento della rete idrica e la realizzazione di invasi artificiali in Sicilia vengono spesi solamente unmilionetrecentomila lire contro gli oltre quattrocentocinquantamilioni di lire impiegati nelle regioni dell’Ita- lia settentrionale. Persino la disinvolta applicazione del- la legge Siccardi, che prevedeva la vendita dei beni ecclesiastici espro- priati (e che in Sicilia, complici i fun- zionari sabaudi, contribuì alla creazio- ne di immense proprietà in mano ad una nuova borghesia agraria spesso di incerta formazione) e il reimpiego nelle stesse regioni per la realizzazio- ne di opere pubbliche e infrastrutture, si tradusse nell’ennesima rapina ai danni del popolo siciliano; l’iniquo trasferimento in altre aree continenta- li del regno dei proventi della vendita dei beni ecclesiastici confiscati nell’i- sola (in barba all’apposita legge ri- spettata, però, in tutto il resto del ter- ritorio nazionale) fruttò ben seicento- milioni di lire che, per di più, contri- buirono in maniera determinante a per i singoli abitanti delle regioni set- Pianta della Città di Trapani, quel pareggio del bilancio dello stato tentrionali, mentre relativamente al B. Mannone & F. tip., trionfalmente annunciato dal mini- debito pubblico il concorso dell’isola Trapani 1899. Particolare con gli isolati stro Marco Minghetti il 16 marzo era solo nell’ordine del cinque per dell’ampliamento di via 1876. D’altronde dall’ex Regno delle cento, corrispondente a poco più di Fardella e indicazioni Due Sicilie provenivano quasi i due un decimo di quello del Piemonte. servizio aggiunte postume terzi delle risorse monetarie del nuo- Erano condizioni inaccettabili che (Archivio Storico vo Regno d’Italia; ad onta di ciò anco- iniziarono a segnare quel divario fra Comunale di Trapani) ra nel 1900 Francesco Saverio Nitti ri- nord e sud apportatore, di lì a poco, Piano di Ampliamento e levava che lo stato italiano spendeva oltre che di mancato sviluppo anche Regolatore della Città di per ogni abitante della Sicilia poco di quel decadimento della società civi- Siracusa, G. Cristina 1917 meno di un terzo di quanto spendeva le che, alla lunga, avrebbe marcato la

SOCIETÀ E CULTURA IN SICILIA 21 PROFILO STORICO

Veduta aerea dal dirigibile di vita politica siciliana e delle regioni dell’ex regno della dinastia dei Bor- Palermo durante i lavori meridionali per buona parte del No- bone di Napoli (territori definiti solo della via Roma; fotografia vecento. Tale esito si sarebbe manife- all’occorrenza “giardino d’Europa” della Regia Aeronautica stato in tutta la sua gravità soprattut- ma sempre con la clausola dell’irri- Italiana 1925 ca. (coll. Mauro-Sessa, Palermo) to in seguito alla prima grande mano- nunciabilità di un “riscatto” dal pas- vra di “inquinamento organizzato” sato, con palese obiettivo di esaltare Veduta aerea di Messina dei quadri politici meridionali varato le qualità del nuovo istituto monar- durante la ricostruzione post con machiavellico cinismo dal pur chico, quello dei Savoia), il meridio- 1908; fotografia della Regia abile statista, e promotore della cre- ne, non tanto in relazione alle grandi Aeronautica Italiana ante 1930 (da Sicilia, scita industriale dell’Italia settentrio- realtà urbane come Napoli, Palermo, Consociazione Turistica nale, Giovanni Giolitti. Catania, Messina, Bari, Reggio Cala- Italiana, Milano 1940) In un clima di sospetti pregiudiziali bria, Benevento, Salerno, Trapani, Si- (prossimi al razzismo) e di estremiz- racusa, Caltanissetta, Lecce, Taranto La marchesa di Rudinì; zazioni denigratorie sul tipo delle abi- o anche alle città intermedie, quanto fotografia ante 1908 (da «La Sicile Illustrée», VI, 11, 1909) tudini sociali delle popolazioni dei invece per i grossi centri rurali, e per territori, sia insulari che continentali, gli insediamenti montani e costieri,

22 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO

Franca Jacona Notarbartolo di San Giuliano, contessa di Gallitano (Palermo 1873 – Migliorino Pisano 1950), moglie di Ignazio Florio, dama di corte e filantropa; fotografia 1896 (Archivio Paladino, Palermo)

Rosalina Angelotti Notarbartolo (Palermo 1888-1972), scrittrice e poetessa (pseud. Sara Sidus); fotografia 1915 ca. (da Siciliane. Dizionario biografico, a cura di M. Fiume, Emanuele Romeo Editore, Siracusa 2006)

Ignazio Florio (Palermo 1869-1957), imprenditore; come del resto per la stragrande mag- dro a fosche tinte sul mezzogiorno fotografia 1900 ca. (Archivio gioranza del suo territorio agricolo e d’Italia tracciato da iniziative come le Paladino, Palermo) pastorale, era considerato alla stregua inchieste del 1876 sulla Sicilia redatte di un dominio riottoso al nuovo ordi- da Leopoldo Franchetti e da Sidney Pina Menichelli (Castroreale ne costituito. Sonnino. Le conclusioni dei due par- 1890 – Milano 1984), attrice; fotografia 1915 ca. In un simile difficile contesto le aree lamentari della Destra si erano dimo- (da Siciliane. Dizionario emergenti della Sicilia, inserite da strate fin troppo di facile presa sul- biografico, a cura di M. Fiume, tempo nel circuito dei traffici inter- l’immaginario dell’opinione pubblica Emanuele Romeo Editore, nazionali e con proprie marineria e delle regioni centro-settentrionali del Siracusa 2006) compagine armatoriale (oltre che regno; ma in sostanza esse furono re- Mario Sangiorgi (Catania con i propri istituti assicurativi spe- datte con malcelati intenti diffamato- 1860-1916), imprenditore; cializzati in ambito navale), avevano ri nei confronti di quella società iso- fotografia 1900 ca. (da tutte le intenzioni di far riconquistare lana che alle elezioni si era sempre di- Album d’Onore delle Famiglie alla regione il proprio rango di prota- mostrata un’inespugnabile roccaforte Italiane, Editore A. Bossi & gonista delle vicende del Mediterra- della Sinistra. L’idea di una insor- C., Roma 1902) neo. Questo ad onta, anche, del qua- montabile “questione meridionale”

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Tommaso Malerba (Catania 1866-1962), ingegnere; fotografia con la moglie Annina Pilo contessa di Capaci 1900 ca. (da A. Rocca, Il Liberty a Catania, Edizioni Magma, Catania 1984)

Saverio Fragapane (Caltagirone 1871 – Firenze 1957), ingegnere e architetto; fotografia 1910 ca. (da S. Salomone, La Sicilia intellettuale contemporanea, Catania 1911)

Annina Alliata di Montereale (Palermo 1885-1911), moglie di Vincenzo Florio; fotografia ante 1909 (Archivio Paladino, Palermo)

Gaetano Vinci (Avola 1888- 1964), architetto; fotografia 1910 ca. (da C. Apolloni, Avola Liberty, Avola 1985)

aveva finito con il prendere piede di- conte Codronchi era ben motivata; ventando un ottimo alibi per una questo anche in considerazione del cronica latitanza delle istituzioni na- fatto che tale carica era stata svolta zionali, nonostante il compiaciuto e con tale biasimevole disinvoltura (fra sedicente efficientismo sabaudo. le tante devianze amministrative la Dunque nel 1897, l’avversione nei buona società palermitana non gli confronti della carica ricoperta dal perdonò lo scandaloso uso improprio

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di ingenti somme portate da Roma D’altronde in piena Belle Èpoque i più Pietro De Francisco per manovre elettorali) che, anche in in vista fra gli imprenditori, gli artisti, (Palermo 1873 – Mentone considerazione dei parallelismi susci- i professionisti e gli esponenti del 1969), pittore; fotografia 1901 nel suo studio di Roma tati allora con la difficile situazione ir- mondo culturale e scientifico attivi in (da F. Grasso, Pietro De landese, finì con l’alienare le residue Sicilia rivestono un ruolo nevralgico, Francisco, catalogo della simpatie isolane per Antonio Starrab- e in più settori, nella vita della giova- mostra della Civica Galleria ba, marchese di Rudinì (Palermo ne nazione italiana. Fra di essi pri- d’Arte Moderna, Palermo 2 1839 – Roma 1908), allora Presidente meggiano: gli imprenditori Giuseppe dicembre – 2 gennaio 1990, del Consiglio dei Ministri, succeduto D’Alì, Vittorio Ducrot, Alberto Fas- Palermo 1989) al ben più popolare Francesco Crispi sini, Ignazio junior e Vincenzo Florio, Aleardo Terzi (Monreale (Ribera 1819 – Napoli 1901), travolto Francesco Lombardo Gangitano, 1870 – Castelletto Ticino l’anno prima dalla ricaduta politica Eugenio Oliveri, Filippo Pecoraino, 1943), pittore e grafico; della disfatta coloniale di Adua. Mario Sangiorgi, Giuseppe Tasca fotografia 1903 ca. nello I due abili statisti siciliani, irriducibi- Lanza conte di Almerita, Ignazio Te- studio di Milano (da M. Quesada, Aleardo Terzi. Tra li antagonisti e “campioni” degli op- stasecca, Matteo e Arturo Verdera- Lberty e Déco, Edizioni posti schieramenti politici italiani del me, Joseph Whitaker (più noto degli Novecento, Palermo 1982) periodo umbertino (il primo della altri suoi due fratelli residenti a Paler- Destra, ma con poco seguito nell’i- mo, Joshua e Robert, anche per la sua sola, il secondo della Sinistra, quasi attività di stimato ornitologo e ar- idolatrato in Sicilia tanto dalla bor- cheologo); gli architetti Ernesto Basi- ghesia quanto da una grande mag- le e Giuseppe Damiani Almeyda; gli gioranza del proletariato, nonostante scultori Mario Rutelli, Domenico qualche precedente di impopolari Trentacoste, Antonio Ugo ed Ettore misure d’ordine pubblico), domina- Ximenes; i pittori Ettore De Maria no con alterne fortune la scena poli- Bergler, Francesco Lojacono, Rocco tica nazionale del decennio che pre- Lentini, Antonino Leto, e Aleardo cede la nascita del Liberty in Italia, Terzi; il poeta e scrittore Nino Mar- contribuendo non poco a quelle toglio; il fotografo Eugenio Intergu- condizioni di avanzamento della so- glielmi; l’archeologo Antonio Salinas; cietà che favorirono, poi, il generale i numismatici Raffaello Mondini e miglioramento del tenore di vita del- Salvatore Pennisi Alessi barone di la prima età giolittiana. Floristella (quest’ultimo famoso an-

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Giulio Moschetti (Ascoli Piceno 1847 – Catania 1909), scultore; fotografia di inizio XX sec. (da P. Giansiracusa, La fontana di Diana, nella Piazza Archimede di Siracusa, in «Quaderni del Mediterraneo», 2, 1994)

Giovanni Ameglio (Palermo 1854 – Roma 1921), generale e Governatore della Libia; fotografia 1912 ca. (da La formazione de l’Impero Coloniale Italiano, vol. I, Fratelli Treves Editori, Milano)

che come fotografo documentarista no Di Marzo; i costruttori Emanuele e d’arte); i giuristi Giovan Battista Rutelli e Michele Utveggio; il genera- Impallomeni e Francesco Empedo- le Giovanni Ameglio. A questo nove- cle Restivo; l’avvocato Antonio Mari- ro di personalità di rilievo vanno ag- nuzzi; l’economista Fabrizio Natoli; giunte figure istituzionali determi- il magistrato e scrittore Nicola Ni- nanti per le vicende politiche dell’o- ceforo; i chirurghi Francesco Duran- ramai consolidato Regno d’Italia co- te, Gaetano Parlavecchio ed Ernesto me Giacomo Armò, Pietro Bonan- Tricomi; i medici e demopsicologi no, Napoleone Colajanni, Francesco Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomo- Crispi, Giuseppe De Felice Giuffri- ne-Marino; il medico-legale Giusep- da, Salvatore Favitta, Camillo Finoc- pe Ziino; il medico e geologo Gaeta- chiaro Aprile, Ludovico Fulci, Ni- no Giorgio Gemmellaro; il fisiologo colò Gallo, Pietro Lanza di Scalea, Francesco Todaro; il botanico Anto- Pasquale Libertini, Angelo Majorana, nio Borzì; il cristallografo e minera- Nunzio Nasi, Vittorio Emanuele Or- logista Ruggero Panebianco; il natu- lando, Antonio Paternò Castello di ralista Francesco Minà Palumbo; il San Giuliano, Antonio Starrabba di letterato e critico Giovanni Alfredo Rudinì e Luigi Sturzo. Cesareo; gli editori Salvatore Biondo, Era una costellazione di personalità Niccolò Giannotta, Remo Sandron e eccezionali che, a meno di coloro i Antonino Trimarchi; gli attori Ange- quali si trasferirono nel continente, lo Musco e Pina Menichelli; il musi- condivideva con gli altri esponenti cista Luigi Sandron; il matematico locali della classe intellettuale, dei ce- Giovan Battista Guccia; i filosofi nacoli artistici, della politica, dell’alta Giuseppe Amato Pojero, Cosmo finanza e con la superstite aristocra- Guastella, Giovanni Gentile e Fran- zia la frequentazione degli stessi luo- cesco Orestano; il chimico Stanislao ghi dell’interscambio; teatri, cinema- Cannizzaro; gli scrittori Luigi Capua- tografi, caffè, oppure sedi depositarie na, Emanuele Navarro della Miraglia, di specifiche funzioni culturali (co- Luigi Pirandello e Giovanni Verga; me, a Palermo, il Museo Nazionale, gli storici Michele Amari e Gioacchi- la sede della Società della Storia Pa-

26 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO

tria, la Biblioteca Comunale negli an- duttivo difformemente esteso anche Francesco Crispi (Ribera ni in cui è diretta da Gioacchino Di al mercato estero; questo si verificava 1819 – Napoli 1901), Marzo e principalmente la Civica tanto nel settore agricolo quanto in statista, Presidente del Consiglio dei Ministri del Galleria d’Arte Moderna, fondata nel quello estrattivo quanto, ancora, in Regno d’Italia; fotografia 1910 da Francesco Empedocle Resti- quello industriale (tuttavia il meno in- 1901 (coll. privata, Palermo) vo con la consulenza di Basile, De cisivo fra i tre quanto a esportazioni). Maria e Ducrot) ma soprattutto cir- Non mancava nell’isola un’apprezza- Antonio Starrabba, marchese coli, che unitamente alle sedi istitu- bile tradizione di iniziative sindacali; di Rudinì (Palermo 1839 – zionali preposte alla preparazione dei alla fine dell’Ottocento la regione era Roma 1908), statista, Presidente del Consiglio dei nuovi quadri di esponenti del mondo la terza in Italia, dopo la Lombardia Ministro del Regno d’Italia; culturale, professionale e artistico so- e l’Emilia Romagna, per associazioni ritratto di G. Boldini 1898 no da considerare i veri “luoghi di operaie. Metà di esse erano di orien- (Galleria d’Arte Moderna, formazione” di questo periodo (se- tamento socialista; l’altra metà era di Palermo) gnatamente in casi come il Circolo ispirazione cattolica. Matematico, il Circolo Giuridico, il Le rivendicazioni salariali dell’ultimo Circolo Artistico e la Biblioteca Filo- triennio del XIX secolo, che certo sofica, tutti a Palermo, come il Real non mancarono (persino nell’ambito Circolo Musicale Bellini di Catania o delle imprese di Casa Florio, la più ri- come gli esclusivi salotti culturali pri- spettata fra le dinastie imprenditoriali vati di casa Alfano a Palermo o della attive nell’isola), soprattutto nelle aree contessa D’Ajala a Catania). più evolute, come nel caso di Catania, Oltre ad essere una delle regioni con Messina e Palermo, dunque possono maggior numero di abitanti della na- essere considerate fisiologicamente zione (e con il maggior concentra- inevitabili per una società capitalista mento di grandi centri urbani) la Sici- in via di ridefinizione e nella quale vi- lia, nonostante il permanere di aree geva l’ambiguo principio meliorista rurali depresse e l’affacciarsi di alcuni dell’intesa fra classe imprenditoriale e gravi fenomeni di inurbamento (de- proletariato basata sull’idea della con- teriori per le condizioni di vita e por- vergenza di interessi. Quello della tatori di degrado sociale), poteva consistenza ed attivismo della com- contare su un articolato sistema pro- ponente associazionista del proleta-

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riato è, comunque, un dato rilevatore emergenti del regno d’Italia; ma la dell’entità del sistema produttivo (in- nuova mappa dello sviluppo indu- teso in senso più lato, cioè industriale, striale nazionale non comprendeva estrattivo, mercantile, artigianale, più la loro terra natìa. La più consi- commerciale); e questo a dispetto di stente ondata migratoria dall’isola ri- certa storiografia degli ultimi anni sale al periodo che va dal 1901 al che, in controtendenza con le prece- 1915, con una discontinua ripresa denti ricostruzioni storiche spesso per pochi anni a partire dal 1921. Su esageratamente retoriche e di taglio poco più di otto milioni di emigranti agiografico, tende a minimizzare la italiani dei primi due decenni del se- portata di quell’economia siciliana colo XX ben 1.126.513 erano sicilia- che sostenne il tipo di società votata ni (e in prevalenza diretti verso il all’avventura del gusto liberty. continente americano). Una diaspora Va anche detto che nonostante i senza precedenti che nella seconda molti settori economici in espansio- metà del XIX secolo si era manifesta ne la Sicilia, proprio nella stagione di in maniera più contenuta delle altre passaggio fra Ottocento e Novecen- regioni (con sole 226.449 partenze), to, vive per la prima volta in maniera anche se principalmente diretta ver- eclatante il dramma dell’emigrazio- so le città del nord Africa. Si trattava ne. Ultimi (in ordine cronologico) a di Alessandria d’Egitto, di Tripoli, di partire in massa, rispetto alle popola- Tunisi, di Algeri e di Casablanca; in zioni delle regioni d’Italia maggior- alcuni casi nacquero delle vere e pro- mente interessate dal fenomeno del- prie comunità di siciliani, come nel l’emigrazione (che fra il 1876 e il caso di La Goulette e di Tunisi dove 1900 sono il Veneto, il Friuli Venezia si formano due quartieri entrambi Giulia, il Piemonte e la Campania), i denominati petite Sicile. lavoratori siciliani andranno ad in- Del resto l’isola nel corso del XIX grossare quelle file degli emigranti scolo era diventata una delle terre italiani che con le loro “rimesse” più densamente abitate del Mediter- contribuiranno inconsapevolmente raneo; dai censimenti ufficiali gli abi- alla ripresa economica delle aree tanti risultano 2.391.000 nel 1861,

Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano (Catania 1852 – Roma 1914), umanista, politico e Ministro degli Esteri del Regno d’Italia; fotografia ante 1910 (da «La Sicilia Illustrata», IX, VI, 1911)

Camillo Finocchiaro Aprile (Palermo 1851 – Roma 1916), giurista, politico e Ministro di Grazia e Giustizia del Regno d’Italia; fotografia 1907 («La Sicile Illustrée», V, I, 1908)

28 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO per diventare 2.584.000 dieci anni La presenza ufficiale italiana in Afri- dopo e 2.926.000 nel 1881. ca era stata veicolata da un lato dalla Negli anni Settanta le comunità di compagnia di navigazione Rubattino italiani formatesi nel Maghreb aveva- di Genova, con l’acquisto della baia no spinto il governo di Roma a in- di Assab e con l’assunzione della ge- staurare accordi con il bey della reg- stione della ferrovia da Tunisi a La genza tunisina. D’altronde in quegli Goulette (investimento di capitali che anni la politica estera non aggressiva spinse la Francia, allarmata, ad occu- della prima “italietta” liberale (im- pare la Tunisia), dall’altro dallo stori- permeabile persino all’invito del co e arabista siciliano Michele Amari “club delle grandi potenze” a parte- (Palermo 1806-1889) che a partire cipare all’ultimo importante appun- dal 1877 promuove le prime missioni tamento per la spartizione di ciò che scientifiche in Africa del giovane Re- restava del mondo libero, cioè al gno d’Italia, nell’ambito delle iniziati- congresso di Berlino del 1878) aveva ve del Comitato per l’Esplorazione del- guadagnato le caute simpatie dei ver- l’Africa. Non va, infine, dimenticato il tici degli stati arabi nord africani. Da fatto che il ritrovato mondo maghre- qui l’impennata dell’immigrazione bino era anche assurto a depositario dall’Italia, con apprezzabile preva- di un immaginario esotismo metasto- lenza di siciliani, ma anche di maltesi rico, comune ad un più ampio scac- di lingua italiana (questi ultimi sem- chiere geografico di riferimenti, an- pre più intolleranti nei confronti del che sull’onda di un neofitismo colo- regime coloniale inglese sulla loro nialista, alimentato dal subentrare al- terra), sia in Marocco che in Tunisia l’inizio degli anni Novanta del XIX e in Egitto, con la conseguente for- secolo dell’improvvisa ideologia im- mazione di vere e proprie comunità perialista di Francesco Crispi e da di italiani, laddove fin dal terzo de- episodici quanto significativi accadi- cennio del XIX secolo la sporadica menti bellici che avevano finito con presenza di essi era limitata ai fuoriu- l’assegnare ai siciliani un imprevisto, sciti della “carboneria” e in genere quanto prevalentemente indesidera- agli esuli attivisti del “risorgimento”. to, posto di rilievo nell’ambito delle

Cerimonia inaugurale del monumento equestre a re Umberto I di Savoia (Mario Rutelli, 1910) in piazza Roma a Catania, alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena; fotografia del 30 maggio 1911 (da «La Sicilia Illustrata», IX, VI, 1911)

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Visita ufficiale di Giovanni prime spedizioni in Africa e in Asia nerale palermitano Giovanni Ame- Giolitti, Presidente del del Regio Esercito Italiano. glio che, già distintosi nel 1887 nella Consiglio dei Ministri del Fra gli eventi di maggiore eco, in difesa dei confini della Colonia Eri- Regno d’Italia, e di Camillo Finocchiaro Aprile, Ministro questo intersecarsi della Sicilia post trea dalle razzie delle bande del Ti- di Grazia e Giustizia del unitaria con le vicende d’oltremare, grai, fu l’unico invitto ufficiale supe- Regno d’Italia, durante hanno particolare risalto: il continuo riore nella sfortunata campagna d’A- l’inaugurazione dell’Ospizio e positivo impiego in tutte le campa- bissinia del 1895-1896. Ameglio si dei Ciechi di Catania gne d’Africa Orientale di fine XIX sarebbe definitivamente assicurato (Filadelfo e Francesco secolo della Brigata di Fanteria “Pa- un posto di assoluto rispetto nella Fichera, 1903-1910) alla presenza dei reali d’Italia lermo”; il fondamentale supporto lo- storia del colonialismo italiano con il fotografia del 30 maggio gistico alle guerre coloniali fornito suo operato durante la spedizione in- 1911 (da «La Sicilia dalle navi mercantili delle unificate teralleata in Cina (cui seguì la “Con- Illustrata», IX, VI, 1911) flotte Florio di Palermo e Rubattino cessione italiana” di Tien-Tsin) e so- di Genova; l’eroico sacrificio nella prattutto durante le conquiste della Ricevimento nuziale a palazzo Di Martino in via battaglia di Adua del 1896 delle co- Tripolitania, della Cirenaica, di Rodi Libertà a Palermo per il siddette “batterie siciliane” (in quan- e del Dodecanneso durante il con- matrimonio di Carolina Di to formate quasi interamente da flitto italo-turco del 1911-1912; a lui Martino e del senatore montanari dei Nebrodi e delle Ma- si deve, tra l’altro, la vittoria della ce- Giovanni Roberto; donie) dell’XI Reggimento di Arti- lebre “battaglia delle Due Palme” in fotografia 1910 (da «La Sicile Illustrée», VII, V, 1910) glieria da Campagna di Messina (uni- Cirenaica e il risolutivo sbarco a Ro- co reparto di artiglieria nazionale im- di. Infine, quasi a conferma del pre- piegato in quelle operazioni) la cui stigio di cui ancora per poco godeva condotta, divenuta legenda nei rac- Palermo, nel maggio del 1915 viene conti degli ascari superstiti, subito istituito con Regio Decreto il XXX entrò nella mitologia coloniale, con Reggimento Cavalleggeri Palermo, al tanto di monumenti celebrativi (il quale il 4 agosto dello stesso anno più considerevole dei quali è a Mes- verrà consegnata la bandiera di guer- sina), che ricordano i trecento, quasi ra in occasione della partenza per il tutti siciliani, immolatisi contro l’ar- deserto della Libia, dove verrà impie- mata degli abissini per garantire il ri- gato (combattendo con i colori della piegamento di ciò che rimaneva del città) al posto delle truppe nazionali contingente coloniale del Regio mandate al fronte nord-orientale del- Esercito italiano comandato dal ge- la prima guerra mondiale. Ed è du- nerale Albertone); le imprese del ge- rante quest’ultima che i siciliani dan-

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Giuseppe D’Alì (Trapani 1832-1909), industriale e politico; fotografia 1900 ca. con la famiglia (coll. privata, Trapani) no un ulteriore e gravoso sacrificio le (oltre che a Malta e in alcune città per la causa nazionale; la Sicilia sarà del nord Africa), il monopolio sicu- infatti fra le prime regioni d’Italia lo-ligure dei traffici marittimi (con la (insieme alla Lombardia, al Veneto e fusione delle flotte Florio e Rubatti- alla Toscana) per numero di caduti e no), la tenuta del primato siciliano di decorati al valor militare. nell’estrazione dello zolfo e, infine, la La Sicilia del secondo decennio del grande espansione del mercato del- secolo si sentiva ancora protagonista l’industria enologica di Marsala e del- di primo piano delle vicende del Re- l’inscatolamento del tonno sono so- gno d’Italia; ma in realtà aveva inizia- lo le punte emergenti di questa sta- to a vivere di rendita dell’eredità del gione di grande slancio che, al giro di periodo comprensivo dell’ultimo boa dell’inizio del secondo decennio quarto dell’Ottocento e del primo del Novecento, si sarebbe infranta in decennio del XX secolo. Un periodo maniera irreversibile. durante il quale l’isola per la prima L’uscita nel 1915 dell’Italia dalla Tri- volta dal Medioevo, e in particolare plice Alleanza aveva comportato la dai tempi del regno normanno di Si- perdita per la Sicilia degli importanti cilia, si era imposta come uno dei ful- mercati degli imperi germanico e au- cri propositivi del progresso econo- stro-ungarico; ma aveva tempora- mico e dell’elaborazione di forme e neamente abbattuto quei trentennali modi culturali nuovi. Il successo del- dissapori fra il governo italiano e le partecipazioni di Basile e del suo quello francese che tanto avevano cenacolo alle Esposizioni di Torino nuociuto alle esportazioni siciliane 1902, di Milano 1906, di Venezia di vino e che da parte francese si 1903, 1905 e 1909, il proliferare nel- erano tradotte in aperto boicottag- le maggiori città del regno quali Ro- gio delle attività imprenditoriali degli ma, Milano, Torino e Napoli di suc- italiani (in grande prevalenza sicilia- cursali di vendita del mobilificio Du- ni) residenti nei possedimenti fran- crot (che, così, diffondeva la “via si- cesi del nord Africa. Un’ostilità ciliana” all’arredo modernista, essen- montante anche nelle aree della do la sua produzione di quegli anni Francia dove più consistente era la prevalentemente liberty), la presenza presenza di emigrati di varie regioni di progettisti e di imprese di costru- d’Italia (fra cui la Sicilia) e che avreb- zione siciliane sul territorio naziona- be portato nel 1893 al misfatto della

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strage di decine e decine di operai Rispetto allo stato unitario una certa italiani nelle saline di Aigues-Mortes, frattura, sempre in odore di risveglia- avvenuta in seguito alla rivolta degli re slanci autonomisti, si era pesante- stessi a causa delle modalità di sfrut- mente manifestata nell’ultimo decen- tamento cui erano sottoposti e delle nio del XIX secolo; una condizione disparità di trattamento rispetto agli dalla chiara impronta sociale che operai francesi. Proprio molti di affondava le sue radici anche negli questi ultimi furono i promotori di ambienti progressisti e massonici di quella “caccia all’italiano” che, no- gran parte della classe dirigente cata- nostante i tentativi di depistaggio e nese, palermitana e trapanese. di insabbiamento da parte delle au- Tuttavia, dopo gli anni della repres- torità francesi, sconcertò l’opinione sione seguita alla corale protesta so- pubblica europea. E sempre in que- ciale (la più organizzata sindacalmen- gli anni fra gli abitanti delle isole di te dalla creazione dello stato unitario) Malta e di Gozo prendeva piede un dei Fasci dei Lavoratori di Sicilia fonda- pacifico orientamento irredentista ti da Giuseppe De Felice Giuffrida favorevole alla riunificazione con l’I- (Catania 1859-1920) e dopo lo Stato talia; un fenomeno che già allo stato di Assedio promulgato dallo stesso larvale impressionò non poco gli oc- Crispi nel 1894, il mancato “decen- La contessa D’Ajala nel suo cupanti inglesi (entrati definitiva- tramento” prefettizio testato proprio salotto delle riunioni mente in possesso del piccolo arci- nell’isola (con Codronchi e decisa- letterarie a palazzo D’Ajala pelago alla caduta di Napoleone in mente osteggiato dalle forze vive del- (Paolo Lanzerotti, 1914) in totale dispregio agli accordi del trat- la regione) vanificava provvisoria- corso Italia Catania; tato di Vienna) e che, anche in rela- mente, anche con ricaduta di livello fotografia post 1915 zione alle precedenti tensioni con la nazionale, la montante vocazione au- (da A. Rocca, Il Liberty a Catania, Edizioni Magma, Francia (l’invasione nel 1881 della toritaria della monarchia sabauda Catania 1984) Tunisia non finì mai di essere valuta- inaugurando, per la regione, un breve ta come un evento negativo per la periodo di relativa pace sociale. Franca Florio con il Kaiser fiorente locale comunità siciliana), Qualche mese dopo il rientro di Co- Guglielmo II nel parco ebbe una eco non indifferente sulla dronchi nel continente la visita di dell’Olivuzza in prossimità del Villino Florio; diffusa convinzione circa l’indiffe- Vittorio Emanuele di Savoia e delle fotografia 1904 (Archivio renza dello stato italiano in merito consorte Elena (ancora per poco so- Paladino, Palermo) alle questioni siciliane. lamente in qualità di principi di Na-

32 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO poli) assume il valore di una mossa logica e quella dei distillati, le compa- diplomatica della corona sabauda per gnie di navigazione, la cantieristica riconquistare la posizione perduta re- navale, gli istituti di credito, l’indu- lativamente al consenso siciliano, e stria di mobili e arredi, la pesca e l’in- segnatamente palermitano. dustria di inscatolamento del tonno, Dopo la pesante crisi economica che l’industria delle lavorazioni in cemen- affligge buona parte della prima to, l’industria olearia, la produzione e metà degli anni Novanta del XIX se- lavorazione del sale, l’industria chi- colo la Sicilia vive due condizioni al- mica e farmaceutica, la produzione quanto dicotomiche: da un lato si af- agrumaria e l’estrazione di bitumi. faccia per la prima volta in maniera L’industria estrattiva, oramai alla sua consistente sulla scena dei grandi ultima stagione fortunata, era con- flussi intercontinentali dell’emigra- centrata nel famoso triangolo zolfi- zione; dall’altro conosce una formi- fero esteso sui territori delle attuali dabile proliferazione di attività im- province di Agrigento, Caltanissetta, prenditoriali che, aggiungendosi al Catania, Enna e Ragusa; un compar- contenuto ventaglio di storicizzati fi- to minerario di tale vastità da assicu- loni imprenditoriali risalenti alla tar- rare all’isola il primato mondiale in da restaurazione (e irrobustitisi nei questo settore, con il controllo, an- primi tre decenni del nuovo regno che se non solo da parte di imprese d’Italia), lasciava presagire l’alba di locali, del 50% del relativo mercato una “età felice”, in perfetto tempi- internazionale. Era un settore così smo con l’esaltazione per il progres- consistente della vita economica del- so e il benessere propria dell’immagi- la nazione da poter soffrire di crisi di nario modernista internazionale. sovrapproduzione, dovute anche ad Invero quella siciliana era una realtà una certa anarchia nella proliferazio- moderatamente (o meglio settorial- ne delle concessioni e ad uno sfrut- mente) dinamica e, in qualche modo, tamento selvaggio dei giacimenti e costretta dal peso negativo di grandi della forza lavoro (tuttavia conside- aree (soprattutto nell’interno dell’i- rata privilegiata rispetto alle condi- sola e in alcuni suoi territori centro- zioni dei braccianti). Il crollo dei meridionali) innegabilmente affette prezzi causato nel 1884 dal raggiun- da profonda arretratezza. gimento del tetto delle quattrocento- Nonostante la discontinuità del suo assetto economico-sociale (fra aree emergenti e sacche di miseria atavica, fra vivacità di alcune realtà urbane, prevalentemente costiere ma in talu- ni casi anche dell’interno, assoluta- mente al passo con i tempi e anacro- nistico immobilismo di tanti centri abitati rurali), era stata in grado di oc- cupare, anche se solo per alcuni com- parti produttivi, posizioni di media, se non alta, rilevanza nell’ampio scacchiere della tarda età della “ci- Ferrovieri al caffè della viltà capitalista” europea. Fra i setto- Stazione di Xirbi, nel ri trainanti dell’economia siciliana distretto minerario di Belle Èpoque Caltanissetta; fotografia 1905 della ad eccellere erano ca. (coll. privata, l’industria estrattiva, l’industria eno- Caltanissetta)

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mila tonnellate di produzione (più America ma anche nei vicini posse- del doppio di un decennio prima) dimenti francesi del nord Africa) era- avrebbe aperto una lunga stagione di no legati i tanti ‘distretti’ delle raffi- incertezze, nella cui fase acuta termi- nerie costiere; i più importanti di nale, dieci anni dopo, si paventò (in questi erano a Porto Empedocle e a un clima arroventato dalla vicende Licata (città nelle quali primeggiava- dei Fasci dei Lavoratori) la perdita di no, rispettivamente, le imprese dei ben sessantamila posti di lavoro per Fragapane e dei Verderame), ma so- il solo tracollo della miriade di im- prattutto a Catania, città nella quale il prese minori. Una eventualità scon- comparto delle raffinerie (fra cui le giurata, nel giro di appena un anno, più importanti ad inizio Novecento in seguito alla costituzione a Londra, erano quella della Ditta Pandeli e il nel luglio 1896, della Anglo Sicilian complesso degli stabilimenti della Sulphur Company-Limited; a questo Ditta Trewhella, le cui sole miniere “cartello”, promosso essenzialmente di Grottacalda e di Stretto occupava- da Ignazio Florio e passivamente as- no ben duemilaottocento operai) co- secondato dal governo nazionale, si stituiva, principalmente lungo il viale deve quel programma di razionaliz- Africa, uno dei più cospicui concen- zazione e “bonifica” delle attività tramenti del Mediterraneo di opifici dell’intero comparto estrattivo che impiegati in questo settore. riportò l’industria mineraria siciliana La produzione di vini di qualità era ai tradizionali livelli di competitività concentrata principalmente a Marsa- e di solidità, introducendo anche il la (con i più antichi e famosi bagli vi- principio di condizioni lavorative re- nicoli Woodhouse e Ingham-Whi- lativamente meno disumane che nel taker, con il vasto e avanzato stabili- passato. Alla vasta produzione mine- mento Florio, ma anche con le indu- raria delle zolfatare (la cui mano d’o- strie enologiche Alagna, Genna, Laz- pera era talmente numerosa da fare zara, Martinez, Oneto, Pellegrino, della figura del minatore siciliano Spanò, Tumbarello e tanti altri), ma una specialità di lavoratore partico- si praticava con successo anche nella larmente accreditata all’estero, in città con la maggiore flotta di pe-

Operai e sorveglianti del Mulino Pastificio Velis, già in via del Bosco, a Catania; fotografia Salvo Bonsignore 1906 (da S. Nicolosi, Vecchie foto di Catania, Edizioni Greco, Catania 1991)

34 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO scherecci del regno, cioè a Mazara del tonno. La marca più diffusa sui del Vallo (dove operavano l’antica mercati europei e americani, oltre ad Fattoria Hopps e poi fabbriche più essere quella maggiormente apprez- recenti ma ugualmente apprezzate, zata per la bontà del prodotto nono- anche per la modernità di concezio- stante il costo relativamente elevato, ne, come lo Stabilimento Favara), ed è ovviamente quella Florio, le cui era fiorente anche a Trapani (stabili- confezioni di latta riportano nell’eti- menti Aula & Virgilio, D’Alì & Bor- chetta la riproduzione del leo bibens donaro, Catalano e Lombardo), a (motivo dell’antica insegna, scolpita Zucco (Fattoria d’Orleans), a Paler- da Francesco Quattrocchi, per il ne- mo (Tenuta Camastra, Baglio Ah- gozio di droghe e generi coloniali rens), a Catania (fra i tanti di piccole aperto a Palermo in via dei Materas- dimensioni eccelleva, per qualità e sai nel secondo lustro del XIX seco- consistenza, lo stabilimento Lamber- lo da Paolo Florio, cioè dal fondatore ger), a Riposto (Feletti, Grassi Nico- della futura dinastia di imprenditori tra, Mazzullo) e a Noto (Reale Canti- da poco giunto in Sicilia da Bagnara na Sperimentale); ed una voce non Calabra). L’industria dell’inscatola- indifferente delle esportazioni, so- mento del tonno diviene una prero- prattutto in Francia, era quella della gativa tutta siciliana con decine di im- produzione vinicola “grezza” da ta- prese di successo e piuttosto longeve; glio, cioè ad alta gradazione. molte sopravviveranno, anche se in Un comparto storico dell’economia dimensioni più localistiche ma sem- siciliana che già negli anni Ottanta del pre con prodotti ritenuti di grande XIX secolo è interessato da un forte pregio, al crollo del sistema industria- impulso innovativo sul piano della le siciliano. L’attività delle tonnare, organizzazione del lavoro e della ragguardevole già nell’antichità e nel commercializzazione, e quindi da un medioevo (tanto da divenire preroga- autentico rilancio di competitività tiva regia con i normanni), potenzia- (con successive gemmazioni di inizia- ta nel periodo vicereale e tecnologi- tive anche al di fuori della regione), è camente affinata in età positivista, so- quello della pesca e conservazione prattutto per quanto attiene alla con-

Operaie del Baglio Vinicolo Florio sul litorale di Marsala, addette alla Sezione etichettatura e spedizione; fotografia post 1915 (coll. privata, Palermo)

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servazione (fondamentale settore provincia di Palermo. Tonnare di sici- della produzione di derrate alimenta- liani verranno aperte in Tunisia (la ri a lunga durata per esportazione ma più importante delle quali era a Sidi anche per uso delle stesse marinerie) Daud), mentre i Florio, i cui stabili- relativamente alla quale sono proprio menti delle isole di Formica e di Fa- i Florio a sperimentare la formula vignana sono i maggiori e quelli più vincente dell’inscatolamento sott’o- modernamente organizzati, tenteran- lio, all’inizio del Novecento risulta no di trapiantare questo importante particolarmente estesa lungo gran segmento del loro impero imprendi- parte delle coste della Sicilia e delle toriale anche nelle Canarie. vicine isole. A quell’epoca, infatti, so- Insieme all’industria vinicola, all’e- no in funzione le tonnare di: San strazione dello zolfo, alla pesca del Giorgio dei Genovesi e Vergine Ma- tonno e alla lavorazione ed esporta- ria nel palermitano (mentre l’antica zione dei sommacchi (per le indu- tonnara dell’Arenella era stata tra- strie chimiche continentali) un setto- sformata negli anni Quaranta del re trainante dell’economia siciliana XIX secolo in residenza costiera dei nel XIX secolo era stato quello dei Florio e dotata dell’ala neogotica, traffici marittimi. Già sul finire della detta dei “Quattro Pizzi”, progettata Restaurazione si verifica un apprez- da Carlo Giachery); Magazzinacci, zabile potenziamento delle prime Castellammare del Golfo, Scopello, compagnie di navigazione isolane di Secco, Bonagia, San Giuliano, Maza- un certo peso, formate con il con- ra del Vallo nella provincia di Trapa- corso dei capitali di Benjamin In- ni; Formica e le due di Favignana nel- gham, di Vincenzo Florio, di Gio- le isole Egadi; Capo Passero, Marza- vanni Riso, di Gabriele Chiaramonte meni, Vendicari, Fiume di Noto, San- Bordonaro, di Camillo Campostano, Contadina della piana di ta Panagia, Brucoli, sulla costa ionica; di Antonio Sgobel e di altri commer- Catania in pausa durante la Sant’Antonino, Caldara, Oliveri, Roc- cianti e finanzieri attivi a Palermo. fase meccanizzata dei lavori cabianca, San Giorgio, Caronia, Tusa Dall’emancipazione mercantile del agricoli; fotografia Giuseppe lungo la costa tirrenica della provin- 1840 di Palermo dal “Pacchetto di Signorello 1912 (da S. Nicolosi, Vecchie foto di cia di Messina; Cefalù, Resulana, Tra- Napoli” alla fusione nel 1881 dell’o- Catania, Edizioni Greco, bia, San Nicola l’Arena, Solanto, ramai affermata compagnia di navi- Catania 1991) Sant’Elia nella parte orientale della gazione Florio e della storica Rubat- tino di Genova (allora in “cattive ac- que”), con la conseguente nascita della Navigazione Generale Italiana (po- tente società a capitale siculo-ligure che si sarebbe lungamente assicurata anche il monopolio dei traffici marit- timi sovvenzionati dallo stato) e l’i- stituzione anche a Palermo del Com- partimento Marittimo (il secondo del Regno d’Italia, dopo quello di Geno- va), passano solo pochi decenni du- rante i quali, però, l’armatoria sicilia- na si impone sulle rotte commerciali del Mediterraneo, del Mar Nero, del Mar Rosso e dell’Atlantico. Oltre al- la N.G.I. (Navigazione Generale Italiana – Società Riunite Florio & Rubattino),

36 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO che sostituiva la Florio Società Italiana Centrale di Risparmio Vittorio Ema- di Navigazione (che nella sua storia nuele, avevano sedi centrali a Palermo aveva assunto anche la denominazio- e filiali in molti centri dell’isola e in al- ne Società in Accomandita dei Piroscafi cune altre province del regno, oltre Postali di I. e V. Florio) ed arriverà a che nei possedimenti d’oltremare, ed contare centodue piroscafi, nel pe- ebbero un ruolo decisivo nella fase di riodo compreso fra la metà del XIX decollo dell’economia della stagione secolo e il primo decennio del XX del “sogno imprenditoriale” siciliano. secolo nell’isola operano una gran Ma avevano anche un certo peso nel- quantità di armatori (fra cui i paler- l’economia di questa area del Mediter- mitani Corvaja, Laganà, Tagliavia e raneo la pletora di piccole banche sor- Trifileti, il catanese Galatiolo, i mes- te in altre realtà urbane e rurali dell’i- sinesi Bonanno) e importanti com- sola (come pure a Palermo, dove ad- pagnie di navigazione come la Sica- dirittura operava un istituto di credito nia, la Sicula Americana, la Società Sicu- siculo-americano) e persino della Tu- lo Transatlantica e la Trinacria. nisia, dove la Banca Commerciale di La cantieristica navale, anche se no- Tunisi contava una rilevante presenza tevolmente diffusa in tutte le città di capitali siciliani, oltre ad avere Igna- portuali dell’isola (Trapani, Palermo, zio Florio come presidente. Terrnini Imerese, Milazzo, Messina, La produzione di mobili e arredi, che Catania, Augusta, Siracusa, Licata, per tutto l’Ottocento mantiene in Si- Porto Empedocle, Mazara del Vallo, cilia i tradizionali alti livelli di artisti- Marsala) era in prevalenza destinata cità (abilmente traghettati nella ten- al piccolo cabotaggio (velieri mer- denza alla innovazione formale “og- cantili, “schifazzi” da carico e pe- gettiva” scaturita grazie agli stretti scherecci); una realtà produttiva ca- contatti, già sul finire del secolo pre- pillare ma di modeste risorse, rispet- cedente, con la cultura dell’abitare to alla quale emergevano Messina e britannica) sul finire del secolo cono- Palermo. Nella prima già dalla secon- sce un sorprendente impulso indu- Gruppo di profughi del da metà degli anni Ottanta del XIX striale in relazione ad un generale in- terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 a bordo del secolo operavano, con sistemi e tec- nalzamento dei consumi ma soprat- piroscafo Savoia; fotografia nologie particolarmente aggiornati, i tutto grazie all’impennata della pro- 1909 («La Sicile Illustrée», Cantieri Rodriquez. Di contro Palermo duzione edilizia (verificatasi nei lotti VII, II, 1910) vantava un vero “colosso”, in grado di mettere in linea piroscafi e navi da guerra; si trattava del complesso, an- cor oggi attivo, dei Cantieri Navali – Bacini e Stabilimenti Meccanici Siciliani di Palermo (fondati allo scadere del- l’Ottocento da Ignazio Florio junior riconvertendo parte dei reparti pro- duttivi della storica Fonderia Oretea) che certo sormontava gli altri im- pianti principali di costruttori navali di medio livello, fra cui quelli paler- mitani di Napoleone Santocanale e di Antonino La Rocca e quello trapa- nese di Luca Bascone. I principali istituti di credito dell’isola, come il Banco di Sicilia e la Cassa

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Monumento agli artiglieri delle “Batterie siciliane” della battaglia di Adua, Messina; cartolina d’epoca (coll. Riccobono, Messina)

disegnati dai programmi di espansio- to di qualità tecnologica e organizza- ne di Palermo e Catania, principal- tiva indispensabile ad una espansione mente, ma anche di Siracusa, Caltagi- del mercato, la produzione di mobili rone e Trapani), al diffondersi di una e “arredi completi” compie, soprat- nuova cultura dell’abitare, all’esten- tutto nel giro di pochi lustri dall’at- dersi a più strati sociali delle migliori tuazione dei vari piani regolatori e di condizioni di vita e, non ultimo, al- ampliamento che diffonderanno in l’exploit della moda della villeggiatura, maniera formidabile le tipologie del che dissemina alcune aree a vocazio- palazzo da pigione e delle palazzina ne vacanziera dell’isola (fra cui Taor- o villa unifamiliare (le cui concezione mina, Valderice, Cefalù, Ganzirri, e logica abitativa imponevano nuovi Santa Flavia, Casteldaccia e i dintor- stili di vita e quindi nuovi criteri e ni di Palermo, di Catania, di Messina, forme dell’arredo borghese), un salto di Milazzo, di Licata) di residenze di qualità industriale davvero porten- stagionali in prevalenza concepite se- toso. Il forte processo di europeizza- condo i dettami internazionali della zione delle principali città nord afri- civilisation du plaisir, ma spesso senza cane (lungo la costa dei possedimen- derogare a citazioni di specificità for- ti francesi del Maghreb e nel nord del mali locali. Precedentemente limitata protettorato britannico dell’Egitto), ad una dimensione squisitamente ar- con la conseguente produzione edili- tigianale, con ebanisti qualificati e zia per i nuovi quartieri dei residenti apprezzati anche all’estero (il caso europei, fu un’ulteriore sponda per i del colto “dilettante” palermitano più aggiornati mobilifici della Sicilia, Andrea Onufrio con le sue prestigio- avvantaggiati rispetto ai più avanzati se ambientazioni storiciste d’interni e opifici inglesi e francesi dalla posi- preziosa mobilia medievalista, sia in zione geografica e dalle condizioni di stile siculo-normanno sia neogotica, produzione (minor costo del lavoro, e con i suoi decadenti arredi e deco- abbattimento degli oneri di trasporto razioni islamizzanti è fra i più ap- grazie alla disponibilità della flotta prezzabili del tardo gusto del revival mercantile siciliana attiva nell’area di in Italia) tuttavia incapaci di quel sal- questi nuovi mercati, possibilità di

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Miniera di zolfo Gessolungo-Maurelli, Caltanissetta; fotografia 1900 ca. (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo) stoccaggio di grandi quantità di le- tri mobilifici minori, sia industrializ- gname pregiato, quindi con minore zati (come Ahrens, Albanese, Berto- incidenza economica, la cui prove- lino, Cricchio, Dagnino, Favara, For- nienza dalle colonie europee delle te, La Monaca, Mucoli, Petrì) che ar- zone tropicali e sub tropicali era ga- tigianali (come Amante, Barraja, Gia- rantita dal circuito delle considerevo- comazzi, Li Muli, Li Vigni). li esportazioni vinicole). Pertanto, Fra i settori trainanti dell’economia quella dell’industria di mobili e arre- siciliana, soprattutto nei primi due di divenne, a partire dall’inizio del decenni del XX secolo, l’industria XX secolo, una prerogativa del risve- delle lavorazioni in cemento e dei glio imprenditoriale isolano, con materiali edilizi riveste un ruolo si- produzioni altamente qualificate so- gnificativo, anche in termini occupa- prattutto ad Acireale e a Catania, ri- zionali. Questo principalmente con spettivamente con la Ditta Sardella e opifici tecnologicamente avanzati co- con la Ditta Wackerlin (entrambe nel me quelli delle ditte Garibaldi Perro- campo dei mobili in faggio curvato a ni, Patriarca e Inserra di Catania, Do- vapore “uso Vienna”), oltre che a Pa- nia di Messina, Ghilardi, Finocchiaro lermo, principalmente con il grande e Li Vigni di Palermo, Giuffrè di Ter- stabilimento industriale Ducrot (che mini Imerese e Dierna di Siracusa nel 1911, a tre lustri dalla formidabi- che erano in grado di esportare le le ristrutturazione aziendale dell’ori- proprie produzioni di piastrelle a in- ginaria ditta Carlo Golia & C., sareb- tarsio, lavamani, colonne, compo- be arrivato a contare fino quattro- nenti ornamentali, “marmette a mo- centoquarantacinque operai, divenuti saico e alla veneziana”, serbatoi per il duemilacinquecento negli anni Venti, vino, vasche, sanitari, mangiatoie, tu- dopo avere aperto prestigiosi magaz- bi per condotte idriche, fontane e se- zini di vendita anche a Milano, Ro- dili in tutte le regioni d’Italia. Alcune ma, Napoli, Torino, Genova e ad di queste imprese, come la ditta Fi- aver esteso, già ad inizio secolo, il nocchiaro e la Ghilardi (il cui stabili- proprio raggio di azione a Tunisi, al mento palermitano era stato aperto Cairo e ad Istanbul) ma anche con al- nel 1887 dal cavaliere Conigliaro in

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società con la “casa madre” di Mila- Messina, ma anche con stabilimenti no, attiva sul territorio del regno con di più contenute potenzialità, ma di altri opifici succursali anche a Berga- indubbia specializzazione, come mo e a Bari) realizzavano anche ope- quello trapanese di Saverio Bruno e re in conglomerato di cemento arma- quelli palermitani di Giovanni Cam- to sia limitatamente alle “ossature” pisi e di Giovanni Dato) come pure strutturali ed ai solai, sia come com- la produzione, di qualità ma forse ec- ponenti di insiemi architettonici (an- cessivamente frammentata, degli che per arredi urbani); specializzazio- oleifici (con oltre un centinaio di fab- ne, quest’ultima, nella quale le ditte briche di grandi dimensioni e una in- Giuffrè (che realizza anche opere co- finità di piccole imprese attive princi- me il chiosco antistante alla Stazione palmente ad Avola, Barcellona Poz- Centrale di Termini Imerese), Inserra zo di Gotto, Caltanissetta, Campo- e Patriarca conseguirono risultati bello di Licata, Canicattini, Carini, davvero eccellenti, tali da assicurarsi Castelvetrano, Catania, Catenanuova, un posto di tutto rispetto nel vasto Cefalù, Comiso, Falcone, Favara, panorama italiano delle arti decorati- Furnoro, Giardini, Giarre, Gibellina, ve e industriali liberty (grazie a pro- Mascali, Melilli, Meri, Messina, Mi- dotti convenzionali, ma di facile pre- lazzo, Militello in Val di Catania, Mi- sa, oramai prevalentemente rimossi). stretta, Monforte San Giorgio, Naso, Connessa all’industria enologica era Niscemi, Palermo, Partinico, Patti, anche l’attività delle distillerie (per la Ragusa, Recalbuto, Reitano, Riposto, produzione di cognac, di amari, ecc.) Roccalumera, Salaparuta, Sant’Agata anch’esse principalmente a Marsala di Militello, San Fratello, Santa Maria (dove in questo settore primeggia su di Licodia, Santa Lucia del Mela, tutti il Baglio Florio, seguito da In- Santa Teresa di Riva, Santo Stefano gham-Whitaker e da Spanò) ma an- di Camastra, Scordia, Siracusa, Sorti- che a Caltanissetta (Averna), a Cata- no, Termini Imerese, Trapani, Tusa, nia (Monaco), a Palermo (Tutone), a Villarosa, Vittoria). Sia pure solo per Trapani (Aula & Virgilio); un’indu- alcuni casi, queste due categorie di stria che, sebbene di nicchia, assicu- produzioni costituirono, anche se rava all’isola una certa immagine di per fasi non continuative, apprezza- evoluta imprenditoria in occasione bili flussi di esportazioni; tuttavia es- delle esposizioni commerciali nazio- si non saranno mai lontanamente pa- nali e internazionali. ragonabili ai picchi raggiunti in cam- Centrale elettrica a gas Un certo rilievo nell’economia sici- po enologico, in quello della estra- povero della Miniera liana ebbero anche gli stabilimenti zione e raffinazione dello zolfo, in Trabonella di Gedeone chimici e farmaceutici (soprattutto quello dell’inscatolamento del tonno, Nuvolari & C., Caltanissetta; fotografia 1900 ca. con la Chimica Arenella di Palermo e nell’agrumicoltura (le cui esportazio- (da Rivista Industriale, con la Sanderson & Sons, poi Bosurgi,a ni, soprattutto in America e nel Re- Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

Settore di stoccaggio dei panetti di zolfo da esportazione della raffineria Phoenix, già in via Messina, a Catania; fotografia 1910 (da S. Nicolosi, Vecchie foto di Catania, Edizioni Greco, Catania 1991)

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Stazione marittima di Porto Empedocle per l’imbarco degli zolfi e centrale elettrica municipale (Giovan Battista Filippo Basile jr, 1927); fotografia 1928 ca. (da Sicilia, Consociazione Turistica Italiana, Milano 1940) gno Unito, furono talmente conside- menti” produttivi più significativi di revoli da impegnare gli imprenditori, questa classe di attività di trasforma- piccoli e grandi che fossero, in una zione di un certo respiro emergono fantasiosa gara di promozione d’im- le concerie, le filande, le tessorie e le magine tutta giocata sulla grafica per industrie alimentare, argentiera, cera- gli imballaggi) o, ancora, nella produ- mica, dei mobili in metallo e mecca- zione e lavorazione del sale (allora nica. Concerie, filande e tessorie, in esercitata in molte parti della Sicilia, realtà, non riescono quasi mai a supe- ma con il maggior concentramento rare la dimensione localistica; questo nei “distretti” delle saline di Trapani anche in casi di una certa rilevanza e Marsala, gestite da storiche famiglie come, per la prima categoria, le im- di possidenti come gli Adragna, gli prese palermitane Bacchi Salerno, Aula, i Burgarella, i D’Alì, i Maurigi, Barocchieri & Pusateri, Gauci, In- i Platamone, i Sieri Pepoli, gli Staiti, i grassia, Soldano, quelle catanesi Cala- Todaro), mentre già negli anni imme- tabiano, Guzzardi e Pennisi, o come diatamente prima della Grande le tante altre distribuite nel territorio Guerra l’estrazione di bitumi, soprat- siciliano, a Barcellona Pozzo di Got- tutto nel territorio di Ragusa (ancora to (Duci), a Bisacquino (Salvaggio), a non promosso a provincia) con la So- Comiso (Divita), a Campobello di Li- cietà Sicula per la Esportazione dell’Asfal- cata (Terranova), a Francavilla di Sici- to e con imprese italiane e straniere lia (Genovese), a Messina (Alessi & (come la United Limmer Company e al- Consoli, Amato, Lanza Trombetta, tre francesi) si avvicinava a quel 70 % Loteta, Pracanica), a Termini Imerese della produzione mondiale che per (Marcellino), e come, per la seconda e lungo tempo si configurò come uno la terza categoria, le imprese messine- specifico monopolio siciliano. si Ainis, Arcuri, Eatoa, Garufi e le al- A questi settori trainanti vanno ag- tre ad Acireale (Patanè), a Fiumedini- giunti altri che, seppure solamente di si (Gregorio), a Palermo (Florio, Iuni- incidenza regionale oppure occasio- pero), a Roccalumera (Papandrea), a nalmente presenti sul mercato nazio- Rometta (Cardullo). nale o su quelli delle vicine città del Più consistente si dimostra la ramifi- nord Africa europeizzato, contribui- cata compagine dell’industria ali- vano ugualmente alla stabilità econo- mentare che, oltre al settore prima- mica dell’isola e garantivano un buon rio dell’inscatolamento del tonno numero di posti di lavoro. Fra i “seg- (nel quale primeggiava senza con-

SOCIETÀ E CULTURA IN SICILIA 41 PROFILO STORICO

Fronte ad oriente dello Stabilimento delle Industrie Agrumarie Di Mauro a Giarre (Catania); fotografia 1900 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

Il re Vittorio Emanuele III in visita alle cantine degli Stabilimenti Florio a Marsala accompagnato da Ignazio fronti l’impresa dei Florio), era costi- ad una rete di piccole imprese a bas- Florio e da autorità siciliane, fotografia 1922 tuita da una miriade di piccole azien- so potenziale occupazionale (ma con (coll. privata, Palermo) de in prevalenza conserviere, ma an- alcune di grande prestigio come le che dolciarie (fra le quali le più pre- ditte Fecarotta, Ghilardi e Mercurio stigiose erano le celebri ditte paler- di Palermo), la produzione di stovi- mitane Bruno, Caflisch, Gulì, - glie e suppellettili in ceramica e di og- res e Valenti, ma anche quelle messi- getti, vasi, elementi scultorei, partico- nesi Arcidiacono, Busazza, Ecora e lari architettonici e componenti di ri- Vachier, quelle catanesi Amato, Fi- vestimento in terracotta conosce, fi- chera, Leotta, Triconi e la nissena no allo scadere del primo decennio Infantolino), oltre che dagli impianti del Novecento, un grande sviluppo per la molitura del grano e per la con considerevole impiego di mano- fabbricazione della pasta (categoria dopera, anche se costretta da sistemi alla quale appartenevano, però, an- di lavorazione poco più che artigiana- che alcuni rilevanti concentramenti li. Questo si verifica sia in realtà pro- produttivi tecnologicamente avanza- duttive contenute, e destinate a ti, come la Società Anonima “La Spiga” scomparire nel giro di qualche lustro, e la Società Anonima per la Macinazione come quelle di Enna (con i due labo- dei Grani e la Fabbricazione di Paste Ali- ratori della famiglia Melfa), di Marsa- mentari “La Sicilia” ad Agrigento, la la (con gli opifici Cappitelli, Lombar- Ditta Cuffaro a Bagheria, la Ditta Sa- do e Sorrentino) e di Partinico (con la porito – Di Bella & C. a Castelvetra- sola ditta Giacalone), sia in aree di no, la Società del Molino a Vapore Santa grandi concentramenti manifatturieri Lucia a Catania, il Pastificio Lucà e il quali Santo Stefano di Camastra (do- Molino e Pastificio a Vapore Pulejo a ve operano le ditte Gerbino, Paler- Messina, il Molino a Vapore “Perseve- mo, Patti, Raguzzo Rizzo, Zafino) e rante” di Marullo & C. e il Molino Lo- Caltagirone (dove sui tanti eccelle la presti a Milazzo, il Gran Mulino a Va- dinastia dei Vella), sopravvissute poi pore Pecoraino e lo Stabilimento a Vapo- alla subentrante crisi dei distretti pro- re Paste Alimentari Carrella a Palermo, duttivi siciliani, mentre a Palermo im- il Molino e Pastificio Russo, a Termini prese come le storiche ditte Arena e Imerese, il Molino a Vapore Aula & Giachery e come la più recente Cera- C. a Trapani, il Molino a Cilindri Coni- mica Florio (rapidamente divenuta ad gliaro a Siracusa, che operavano an- inizio Novecento la più accreditata che sul mercato estero). della regione, tanto da essere valutata E se l’industria argentiera e orafa, no- come temibile concorrente anche da nostante la grande diffusione e una parte di fabbriche ben più consolida- consolidata tradizione di media qua- te nel contesto nazionale), pur essen- lità commerciale, rimaneva ancorata do organizzate in modo prettamente

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Sala delle macchine dello stabilimento vinicolo Fratelli Favara & Figli, Mazara del Vallo; foto 1900 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

Stabilimento vinicolo D’Alì & Bordonaro di Trapani; foto 1900 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e industriale, operavano ad un livello guardo), rientra pienamente in una Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, qualitativo davvero rimarchevole, dimensione da “civiltà” industriale di Milano 1903) tanto con linee di prodotti economi- medio livello e si assicura un apprez- ci di buona fattura quanto con prege- zabile credito nazionale già sul finire voli articoli artistici e pezzi unici. del periodo umbertino e nei primi In una dimensione in bilico fra arti- anni dell’età giolittiana con poche ma gianato evoluto e sistemi protoindu- qualificate imprese di “nicchia”: a striali operano intensivamente, fino Catania con l’Officina Meccanica con agli anni del primo conflitto mondia- Fonderia Briaco (particolarmente ap- le, anche le officine produttrici di prezzata, anche sul mercato conti- mobili in ferro e in leghe metalliche nentale, per gli elementi costruttivi e (spesso corredati da pannelli decora- di arredo in ghisa); a Messina con tivi smaltati a fuoco e con applicazio- l’Opificio Meccanico con Fonderia Celesti ni polimateriche); un mercato che, (attivo nel settore delle casseforti ol- inizialmente soddisfatto con la sola tre che nella realizzazione di saraci- offerta di letti (identificati nella storia nesche, porte, persiane, chiusure on- dell’arredo italiano dell’Ottocento dulate in ferro ed elementi metallici maturo con la sola produzione sicilia- artistici di arredo, quali recinzioni e na), è lungamente dominato dall’in- candelabri) e con lo Stabilimento Mec- dustria catanese Sangiorgi, la più pro- canico Panzera (impegnato prevalente- gredita tecnologicamente e la più at- mente nella realizzazione di macchi- tiva nelle esportazioni (estese a buo- ne a vapore, pulegge, alberi di tra- na parte del bacino del Mediterra- smissione, pompe, idrauliche, mac- neo), seguita ad una certa distanza chinari agricoli, serbatoi); a Palermo dagli opifici o dalle officine Aiello, con la Ditta Caraffa (resasi subito fa- Pappalardo e Sgroi di Catania, Allatta mosa per la qualità artistica e tecnica di Enna, Casciano, Luca, Miloro, Ro- dei suoi apparecchi di illuminazione meo e Salemi di Messina, Palmieri di in leghe metalliche), lo Stabilimento Di Modica, Catalano, Diotti, Muzio, Maggio (specializzato, oltre che in Naccari, Pansò e Rutelli di Palermo, componenti meccanici e in forniture Allacco di Trapani, Urzè di Siracusa. metalliche per l’edilizia, nella realiz- Al contrario di quanto avveniva nel zazione di elementi, anche artistici, ramo della fabbricazione di arredi in per l’arredo urbano), lo Stabilimento metallo e negli altri di dimensione Diotti (prevalentemente impegnato in poco più che regionale, la produzio- costruzioni meccaniche, in compo- ne metallurgica e delle fonderie, pur nenti in ferro per l’edilizia e in arredi nella limitata diffusione (comune a in metallo), la Ferriera Ercta (attiva nel tutte le regioni meridionali, ad onta campo delle costruzioni meccaniche dei precedenti tentavi borbonici a ri- pesanti), l’Opificio Ferrara (produttore

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principalmente di caldaie e di im- baudo, o come le grandi capriate per pianti idraulici), l’Officina Martorella la Galleria delle Macchine nel com- (fra le più qualificate in Italia per la plesso dell’Esposizione Nazionale di realizzazione di finiture artistiche in Palermo del 1891), lo Stabilimento metallo per l’edilizia), lo Stabilimento Meccanico e Fonderia Panzera (i cui pro- di Costruzioni Meccaniche Oliveri (fra i prietari, imparentati con quelli dell’o- cui prodotti oltre ai motori idraulici, monimo opificio messinese, orienta- alle “locomobili” per la trebbiatura, no la propria attività nella costruzio- ai meccanismi per mulini e pastifici, ne di caldaie e motori a vapore, di alle pompe centrifughe, ai macchina- torchi per vinacce o per oli, di piat- ri marini a triplice ed a quadruplice taforme girevoli per strade ferrate, di espansione, ai ponti e alle travature macchinari agricoli e di componenti metalliche, agli argani e gru, e ai mo- meccanici vari) e lo Stabilimento Savet- tori a gas, all’inizio del Novecento fi- tiere (specializzato nella produzione gurano ben tre linee di “vetture auto- di oggetti in zinco, di fanali, di scato- mobili”, a benzina, a vapore ed elet- le per conserve alimentari e, quindi, triche), la Fonderia Oretea (impiantata nella cromolitografia su latta). da Vincenzo Florio all’inizio degli A partire dall’attuazione dei piani re- anni Quaranta del XIX secolo origi- golatori e di ampliamento delle prin- nariamente per le sole riparazioni dei cipali città siciliane, in un arco tem- motori navali della propria flotta di porale che va dalla metà degli anni mercantili, ma presto sviluppatasi Novanta del XIX secolo alla metà come progredito stabilimento abili- degli anni Venti del XX secolo, sarà tato anche a realizzazioni meccani- l’industria edilizia a fare la sua com- che complesse come i motori a tripla parsa prepotente nello scenario delle espansione da novecento a milledue- attività produttive dell’isola. In effet- cento HP per piroscafi, le caldaie ad ti soprattutto i primi tre lustri del alta pressione per macchine da otto- Novecento vedono alcune fra le più centocinquanta HP, le macchine a attive città siciliane impegnate in vapore per le lavorazioni industriali e complessi fenomeni di rinnovamen- per l’agricoltura, i materiali di arti- to. A parte il caso limite di Messina, La fase della “mattanza” glieria, i rimorchiatori a vapore e, in- interamente distrutta dal sisma e dal nella pesca del tonno svolta fine, gli elementi decorativi e costrut- maremoto del 1908 e già in fase di ri- dalle squadre della Tonnara tivi per l’edilizia, come l’ossatura del- costruzione alla metà degli anni Die- Florio dell’isola di Favignana; fotografia fine la cupola del Teatro Massimo di Pa- ci sulle linee del Piano Regolatore re- XIX secolo lermo e l’intelaiatura portante e i datto da Luigi Borzì nel 1911 (men- (coll. privata, Palermo) pannelli dell’antistante chiosco Ri- tre ancora facevano bella mostra di sé i quartieri delle baracche in legno, esibendo un ampio ventaglio di pre- gevoli soluzioni tecnologiche, tipolo- giche e formali), si registrano consi- stenti mutazioni della forma urbana in città come Caltagirone, felicemen- te investita dall’attivismo del movi- mento municipalista di Luigi Sturzo, Siracusa, proiettata con il Piano Re- golatore di Luigi Mauceri (nella ver- sione del 1910) verso un salto di qua- lità urbana e infrastrutturale poi in parte disatteso, Agrigento, con il suo

44 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO episodico ma cospicuo ampliamento prescindere dalle diversificazioni a se- panoramico lineare del viale delle conda delle varie fasce sociali, al gene- Vittorie, per non parlare di Caltanis- rale innalzamento della qualità della setta (primo fra i comuni dell’Italia vita, oltre che al diffondersi dei detta- appena unificata a dotarsi di un pia- mi della nuova cultura dell’abitare, de- no regolatore), Catania, Palermo e riverà la formazione di una consisten- Trapani, che nei due decenni antece- te compagine di costruttori, murifab- denti al primo conflitto mondiale bri, carpentieri, stuccatori, scalpellini, vanno completando, con considere- decoratori e, infine, maestri del ferro vole presenza di architetture liberty, i battuto (fra i quali si distinguono il la- rispettivi nuovi assetti delineati dai boratorio di Salvatore Martorella a piani regolatori e di ampliamento Palermo e le officine Andolina, d’età positivista. È la ricaduta della D’Antona, Forte e Prazio attive nel consistente accumulazione di capita- ragusano e nel siracusano) talmente li, verificatasi nella seconda metà del qualificati da imporsi anche all’estero XIX secolo, e che però riguarda solo (soprattutto in Tunisia, ma anche in alcune aree e contesti urbani econo- Egitto, in Algeria, in Marocco, in micamente emergenti, vuoi per atti- America Latina), oltre che nell’Italia vità industriali, mercantili o estrattive continentale (fra le imprese edili più (emblematici in tal senso sono, tra quotate si distinguono particolarmen- l’altro, i casi di Marsala e di Licata ol- te le palermitane Albanese, Amoroso, tre, ovviamente, Caltagirone, Calta- Bonci & Rutelli, tra l’altro aggiudica- nissetta, Catania, Messina, Palermo, taria della realizzazione di chiese val- Ragusa e Trapani), vuoi per un rilan- desi in alcune delle principali città ita- cio della produttività agricola (che liane, Caronia, Ciulla, Corrao, Di Pisa, interessa centri come Avola, Cani- Garofalo, Li Vigni, Messina, Piazza, cattì, Canicattini Bagni, Ispica, Modi- Ponte, Varrica, Utveggio). ca, Palazzolo Acreide, Scicli, Vittoria, Va anche detto che alcuni settori im- ma anche Caltagirone, Licata e Mar- prenditoriali come l’editoria (che sala) propugnato e sostenuto da una contava produzioni librarie di grande agguerrita fazione riformista di pro- livello intellettuale e letterario, più prietari terrieri di orientamento filan- che tipografico, grazie alle ditte San- tropico (con in testa il barone Lom- dron, Biondo, Pedone Lauriel e, poi, Batteria per la cottura bardo Gangitano, il barone Chiara- alla società Industrie Riunite Editori Si- del tonno da inscatolare nella nuova Tonnara Florio monte Bordonaro, il conte Tasca ciliani, tutte di Palermo) e l’industria a Favignana; fotografia 1905 d’Almerita, il principe Bruno di Bel- del cinema, pur impiegando pochi la- ca. (Archivio Paladino, monte). La fioritura di imprendito- voratori e procurando limitate risor- Palermo) rialità e il potenziamento dell’assetto economico dell’isola innestano un vasto processo di produzione edilizia in un arco temporale limitato; un fe- nomeno la cui dimensione, relativa- mente alla storia isolana, ha come precedenti solamente le ricostruzioni settecentesche (in realtà ben più di- luite nel tempo) di Messina, di Cata- nia e delle città e dei paesi del Val di Noto dopo i rispettivi cataclismi. Dalla repentina impennata della do- manda di residenze più consone, a

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Mercantili a vapore nel porto di Palermo; fotografia 1900 ca. (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

se, suscitavano una certa eco, assicu- ca Illustrata») e la stimata Scuola Cine- rando all’isola una presenza tutt’altro matografica “Azzurri” (dal suo fonda- che gregaria in diversi circuiti cultu- tore, l’allora celebrato professore rali nazionali. La capitale dell’isola, Paolo Azzurri). Era la naturale rica- infatti, nei primi tre lustri del XX se- duta di un diffuso interesse cittadino, colo poteva vantare una dignitosa at- fra i più precoci in Italia, per gli spet- tività cinematografica, contenuta ma tacoli di proiezioni cinematografiche. di livello, anche se principalmente le- Un fenomeno che nel breve arco di gata alla firma prestigiosa del docu- tempo di due decenni a partire dal mentarista fiorentino Raffaele Luca- 1905, anno in cui per la prima volta il relli, la cui omonima casa di produ- neonato civico Comitato Esecutivo delle zione palermitana oltre a documen- Feste formula un programma organi- tare eventi mondani (come le feste e co (ma inizialmente in gran parte di- le cerimonie dei Florio e, in genere, satteso) sia per manifestazioni ludi- del “bel mondo” cittadino) e sportivi che che per la realizzazione di edifici (come le gare automobilistiche della d’uso collettivo per attività di svago, Targa Florio, le esibizioni aviatorie di comporta una fenomenale prolifera- Mondello del 1910 e le corse dei ca- zione di cinematografi, con una in- valli all’ippodromo del Parco della credibile fioritura di iniziative im- Real Favorita) realizzava pellicole av- prenditoriali in questo settore e una valendosi di rinomati attori profes- crescita esponenziale di posti per as- sionisti (fra cui Liana Noris). Inoltre sistere agli “spettacoli filmici”. Fra le a Palermo fioriscono, quasi alle so- più qualificate sale o fabbriche per glie del primo conflitto mondiale, proiezioni cinematografiche palermi- molteplici iniziative orientate verso la tane, inizialmente consistenti in am- “nuova arte”, per quanto effimere, bienti semplicemente adattati alla fra cui l’Accademia d’Arte Cinematogra- nuova funzione (anche se spesso con fica (prevalentemente tenuta in alcuni insistito decoro) e successivamente saloni, appositamente adattati, del- divenute oggetto di non indifferenti l’Excelsior Palace in piazza Croci), sperimentazioni tecnologiche e stili- due ricercati periodici di settore stiche, si distinguono l’Edison Saal («Teatro ed Arte. Rivista Illustrata Cinematografo in piazza Verdi d’Arte Scenica e Cinematografica» e (1905), il Gran Salone Biondo in via «Cosmo Film. Rivista Cinematografi- Roma (di Nicolò Mineo e Antonio

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Varo del piroscafo trans- oceanico Duca d’Aosta nel bacino dei Cantieri Navali di Palermo; fotografia 19 settembre 1909 (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

Lo Bianco, 1906), il Cinema-Teatro XX secolo) è una “febbre” che si Lucarelli in via Cavour (1911, poi di- propaga repentinamente in gran par- venuto Cinema Grande Italia nel te della Sicilia; tutte le sue principali 1919), il Cine-Teatro Olympia nel città, infatti, e in genere le municipa- viale della Libertà (di Salvatore Gian- lità più attive (non escluse quelle di dalia Oliva e di Salvatore Gregorietti, limitate dimensioni) nella seconda 1910-1911, poi divenuto Cinema- metà del XIX avevano promosso l’e- Teatro Savoia nel 1927), il Kursaal dificazione di teatri per la lirica (as- Biondo in via Emerico Amari (di Er- surti al ruolo di tipologia d’eccellen- nesto Basile, 1913-1914), il Cinorke- za per la valutazione delle virtù civi- stron, poi Excelsior, poi Modernissi- che di una comunità), ma anche l’im- mo, in via Mariano Stabile (di Salva- pianto di giardini pubblici non di ra- tore Caronia Roberti, 1914), il Cine- do dotati di comparti o di opere ar- ma Utveggio in piazza Verdi (di Er- chitettoniche per lo svolgimento di nesto Armò, 1914-1915), il Cinema attività ludiche collettive (dalle siste- Massimo in piazza Verdi (di Giovan mazioni di piazzole per occasionali Battista Santangelo, 1921-1922), il intrattenimenti teatrali o concertisti- Cinema Modernissimo in via Rugge- ci ai caffeaus, dai chioschi per le esi- ro Settimo (di Gaetano Pavone, bizioni delle bande musicali alle più 1922), il Cinema Diana in via Rugge- diversificate forme di costruzioni de- ro Settimo (di Gaetano Pavone, stinate a spettacoli d’evasione). A 1922-1924), il Cinema-Teatro Finoc- queste realizzazioni, sempre entro il chiaro in via Roma (di Paolo Bonci, primo quarto del XX secolo, si ag- 1923), il Nuovo Supercinema Excel- giungono oltre un centinaio di cine- sior in via Cavour (di Salvatore Caro- matografi di un certo rilievo architet- nia Roberti, 1923-1924), il Cinema tonico (per non parlare della miriade Imperia in via E. Amari (di Giovan di sedi cinematografiche improprie, Battista Santangelo, 1925) e il il Cine- occasionali o di ordine minore) che ma Orfeo in via Maqueda (di Vin- contribuiscono in modo determi- cenzo Alagna, post 1925). nante a diversificare quell’offerta di Quella della “crociata dei cinema” luoghi ed attività di svago sulla quale (secondo la definizione adottata nel i Florio ed altri previdenti imprendi- 1971 da Gianni Pirrone nel suo volu- tori siciliani (fra i quali emergono a me sull’architettura palermitana del Catania Sangiorgi e a Palermo Bion-

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secolo) come: il Cinema Eldorado nel palazzo Modò e il Teatro-Arena Eden del 1905 di Vincenzo Paradiso nel Giardino Belvedere ad Acireale; il Cinema-Teatro Ingrassia del 1920-23 di Saverio Fragapane a Caltagirone; il Cinema-Teatro Bauffremont del 1915 a Caltanissetta; il Cinema Eden del 1909 e il Cinema Marconi del 1911 a Castelvetrano; il Cinema San Marco del 1915 (attribuibile a Erne- sto Armò) a Enna; il Cinema Trina- cria del 1909 di Saro Cutrufelli, il Ci- nema-Teatro Mastroieni del 1910 e il Cinema-Concerto Trinacria Centrale del 1911-1924 (entrambi di Vincen- Operai addetti alla do, Ragusa e Utveggio) incomincia- zo Vinci) e, infine, il Cinema Peloro lavorazione del legno no a puntare all’inizio del secondo del 1922 di A. Manfredini a Messina; curvato per sedie tipo lustro del Novecento, quando il nuo- il Cinema Moderno del 1925 di F. Thonet nel Mobilificio Sangiorgi di Catania; vo scenario nazionale delle aree di lì Profetto a Modica; il Cinema Benzo fotografia 1902 a poco promosse ai vertici dell’azio- a Noto; il Cine-Teatro Roma del (da A. Rocca, Il Liberty ne governativa di sostegno per lo 1913 a Paceco; il Politeama-Cinema a Catania, Edizioni Magma, sviluppo industriale rese inderogabi- Mariano Rossi del 1911 a Sciacca; il Catania 1984) le un’ampia, per quanto tardiva, ma- Cinema-Teatro Eden del 1916 di novra di riconversione di capitali; del Giuseppe Indovina a Termini Imere- resto è dalla Sicilia che il barone Al- se; il Kursaal Casina delle Palme del berto Fassini (amministratore di non 1922 di Francesco La Grassa a Tra- poche imprese di Ignazio Florio, suo pani; il Cinema-Teatro Excelsior del socio in affari e committente di Er- 1910 ca. e il Teatro-Cinema Garibal- nesto Basile) muove i suoi primi pas- si quale futuro pioniere dell’industria cinematografica italiana, nella sua fa- se di assestamento successiva alla lunga stagione degli esordi. È, tuttavia, nel clima di ripiegamento della propositività imprenditoriale si- ciliana che si assiste alla maggiore proliferazione di sale cinematografi- che della storia del cinema in Sicilia. Tutto ciò non senza una diffusa ri- cerca di qualità che, anche se solita- mente ben lontana dai risultati con- seguiti a Palermo e a Catania (que- st’ultima vero fulcro del settore, di li- Ingresso della distilleria degli vello nazionale, anche in relazione al- Stabilimenti Averna a la produzione filmica), configura un Caltanissetta; fotografia 1902 ciclo di realizzazioni apprezzabili (nel ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della panorama della pletora di cinemato- Sicilia, Bontempelli & grafi, spesso dalla breve vita, aperti Trevisani, Milano 1903) nell’isola nel primo quarto del XX

48 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO di del 1920 (attribuito a Giuseppe concorrono vari artisti fra cui Salva- Mangione) di Vittoria. tore Giuffrida, Salvatore Di Grego- Un caso a parte è quello di Catania i rio e Carmelo Florio); il Cinema Sala cui cinematografi non scapitano af- Roma (già Hall) del 1913 in via Et- fatto in un confronto con Palermo; nea di Paolo Lanzerotti; il Cinema anzi se la tipologia del cinema affer- Diana del 1925 in via Umberto sem- matasi nella capitale dell’isola è diffi- pre di Paolo Lanzerotti; il Cinema cilmente riproponibile, per vastità e Mirone del 1926 in via Giovanni Di aulicità delle sale, la formula vincen- Prima di P. Giandinoto; il Supercine- te catanese, almeno per gli esordi, si ma (già Cinema Vittoria) del 1927 in dimostra quella di una maggiore at- via Gisira, di Luciano Franco. D’al- tenzione alla specificità della pro- tronde è proprio Catania a distin- prietà distributiva e alla differenzia- guersi maggiormente fra le città del- zione formale e compositiva dagli l’Italia meridionale e insulare come edifici teatrali. Nel 1913 il Cinema una delle prime centrali propositive Olympia di piazza Stesicoro, opera della nascente industria cinemato- prima in questo settore dell’allora grafica nazionale. All’ombra dell’Et- giovane Francesco Fichera, è forse na sorgono nel giro di pochi anni la uno degli esempi di cinematografo la Katana Films,l’Etna Film, la Sicula più all’avanguardia e di maggiore ri- Film; sono case cinematografiche ag- cercatezza figurale dell’Italia giolittia- guerrite che per una lunga stagione na. Ugualmente validi, ma con le do- realizzano anche films d’autore. Si vute differenze, sono altri cinema ca- avvalgono, infatti, delle collaborazio- tanesi del periodo liberty e della tar- ni di L. Capuana, di L. Pirandello, di da stagione modernista quali: la sala F. Narbonne, di G. De Liguoro, di V. per proiezioni dello Stabilimento de Lussac; fra le tante pellicole ricor- Sangiorgi del 1900-1903 in via Anto- diamo «La coppa avvelenata», «La nino di Sangiuliano (grande com- Guerra», «Valeria», «Latitante», «Per plesso ludico alla cui definizione te amore», «La sfinge dell’Jonio», «La

Sedia in mogano (esecuzione officine Ducrot, 1907) della serie derivata dall’Ufficio Tecnico del mobilificio Ducrot dal modello detto “tipo Faraglia” di E. Basile del 1906; fotografia del 2008 (propr. Mauro-Sessa, Palermo)

Poltroncina in noce (esecuzione officine Ducrot, 1906) della serie derivata dall’Ufficio Tecnico del mobilificio Ducrot dal modello in mogano del 1902 di W. Keppler; fotografia del 2008 (propr. Cottone, Palermo)

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danza del diavolo», «Fiore selvatico». “divine” per antonomasia del cinema Sono produzioni di un certo livello muto italiano come Pina Menichelli, artistico, con alcune punte decisa- nata a Castroreale (Messina) e di- mente rimarchevoli, per le quali le scendente da una storica famiglia si- pubblicità spesso assicurano «gran- ciliana di teatranti, che con il primo diosità di allestimento» filmico, quasi recita sia ne «Il Fuoco» che in «Tigre a voler esorcizzare quel carattere ap- Reale», in entrambi i casi con la regìa prossimativo tanto ricorrente nella del grande Giovanni Pastrone (per la coeva cinematografia. Per la realizza- celebre casa cinematografica «Itala zione di queste produzioni di livello Film» di Torino) che di lei avrebbe le case cinematografiche catanesi di- saputo esaltare quell’aura di femme fa- spongono di maestranze specializza- tale, inquieta e funestamente sensua- te, di tecnici competenti, in taluni ca- le, che l’avrebbe accompagnata per si di appropriati stabilimenti di posa tutta la sua breve ma formidabile e, infine, di attori e attrici apprezza- carriera (non poco osteggiata da una bili, talvolta anche di consumata pro- censura, ancora per pochi anni, rela- fessionalità, nonostante la prevalente tivamente possibilista). provenienza da esperienze teatrali o Anche quello cinematografico è un del varietà. D’altronde che vi fosse comparto dell’industria siciliana che una buona tradizione isolana di tea- alla metà degli anni Venti subisce un tranti affermatisi sui palcoscenici na- declassamento tale da ricondurne la zionali, prevalentemente provenienti produzione in un ambito poco più dalla Sicilia orientale, è confermato che provinciale. da alcune eccellenze anche nel cam- Parallelamente alla perdita di compe- po del cinema muto; fra questi pri- titività della compagine produttiva meggiano il messinese Alfredo Ro- isolana nella tarda Belle Èpoque si va driguez, in arte Febo Mari, consuma- diffondendo un crescente interesse, to attore oltre che abile regista e raf- presso alcuni degli ambienti finanzia- finato sceneggiatore di soggetti de- ri locali (sempre più dubbiosi sul fu- cadenti (fra i quali il più famoso resta turo industriale e armatoriale della quello de «Il Fuoco»), e una delle regione nel nuovo assetto dell’Italia

Manifesto pubblicitario del Marsala chinato-ferruginoso del Prof. J. Pitis, 1903 (coll. privata, Palermo)

Cartolina pubblicitaria (esecuzione tipolitografia C. Visconti) degli Oleifici Siciliani – Soc. Anon. di Palermo con stabilimento a vapore in Termini Imerese (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

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Borgata industriale delle saline di Trapani; fotografia 1900 ca. (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo) giolittiana), per la vocazione della Si- coste nord-orientali e sui litorali ioni- cilia quale stazione climatica. Sulla ci. Sono gli ultimi segnali di una vita- scia dell’oramai consolidato successo lità economica ancora in grado di ri- internazionale di Taormina gruppi di verberarsi in forme urbane. Ma con facoltosi uomini d’affari, sostenuti la crisi apportata dalla prima guerra da esponenti del locale mondo scien- mondiale, soprattutto a causa della tifico, promuovono un’immagine perdita di interlocutori economici dell’isola quale ideale meta turistica come gli imperi austro-ungarico e sia per le sue bellezze naturali e arti- germanico (che erano arrivati a inte- stico-monumentali, sia per gli inne- ressare ben un terzo delle merci in gabili risvolti salutiferi legati al suo uscita dai principali porti dell’isola), clima. Fra le realizzazioni o i pro- il sistema delle città siciliane perde grammi finalizzati a questa svolta mordente. A meno della “nuova Ra- imprenditoriale (che, tra l’altro, nel gusa”, privilegiata dal governo fasci- 1903 aveva tentato una prima con- sta (grazie all’attivismo politico e alla cretizzazione con il fallimentare pro- aderenze di regime del suo banchiere getto dell’Associazione Siciliana pel Be- Pennavaria), e di Messina, in via di ri- ne Economico di impiantare una Sta- costruzione dopo il sisma del 1908, a zione Climatica Estiva montana a partire dal 1918 non si registrano che Gibilmanna), la fondazione urbana parziali completamenti dei preceden- di Mondello, città balneare nelle vici- ti piani regolatori, sia per quanto ri- nanze di Palermo per la cui costru- guarda la realizzazione di nuove zione viene fondata la società italo- grandi arterie urbane e delle relative belga Le Tramwais de Palerme, rappre- palazzate (si vedano le vicende di via senta a partire dal 1911 l’intervento Roma a Palermo, del viale delle Vit- più riuscito. È un esempio presto torie ad Agrigento o della via del Lit- emulato, ma senza similari asseto ur- torio a Siracusa) sia per le lottizzazio- banistico e dimensione organizzati- ni ed edificazioni di aree interessate va, dagli insediamenti stagionali di da programmi di sventramento e di Sferracavallo, Santa Flavia e Castel- risanamento; il tutto con scelte for- daccia (anch’essi vicino Palermo) e mali e tipologiche, quand’anche abili da piccoli nuclei villerecci lungo le a pregevoli risultati, sempre meno

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partecipi dei progressi della cultura revole liberale Vittorio Emanuele Or- architettonica internazionale, quasi lando (Palermo 1860 – Roma 1952), che la classe di rango della commit- già a capo di quel governo nazionale tenza dell’isola (sia quella pubblica che aveva portato il Regio Esercito a che quella privata) fosse oramai con- riprendersi sorprendentemente dal sapevolmente proiettata ad una pro- disastro di Caporetto e a concludere pria ricollocazione in un nuovo am- vittoriosamente (1918) il drammatico bito provinciale, prima aborrito dal- conflitto italo-austriaco (insieme al l’intellighènzia dell’età dei Florio e maresciallo Armando Diaz fu consi- del “sogno imprenditoriale” sicilia- derato, tra l’altro, l’artefice della ri- no. Una sindrome che la stessa clas- scossa di Vittorio Veneto). Ed è pro- se professionale dell’isola, anche la prio con le elezioni amministrative di migliore, sembra voler assecondare, Palermo (seguite poi da quelle delle subito dopo l’avvento del fascismo, altre città italiane) che il fascismo, an- quasi incondizionatamente. cora in rodaggio, mette a punto quei A distanza di poco più di un quarto di coercitivi meccanismi di controllo secolo dal fallito tentativo autoritario istituzionale della società che presto manifestatosi con la carica di Codron- lo porteranno alla definitiva trasfor- chi (alla cui partenza i cittadini non si mazione in “regime”. peritarono di esternare una inconteni- Intimidazioni, chiusura dei giornali, bile soddisfazione), con le elezioni retate con arresti durante i comizi, amministrative del 1925 (2 agosto) a addirittura la sospensione dei servizi Palermo, le prime dall’insediamento telegrafici fra la Sicilia e l’Italia conti- del governo di , si nentale, oltre ad un pesante clima infrange la breve avventura dell’Unio- persecutorio già in pieno stile dittato- ne Palermitana per la Libertà; una com- riale, caratterizzarono tutta la campa- posita formazione politica, di ampie gna elettorale che vedeva principal- alleanze (liberali, socialisti, ma anche mente contrapposti la lista di Orlan- alcuni repubblicani, qualche simpatiz- do e quella governativa, fascista, del zante dei popolari. ecc…), che può sindaco in carica dal 1920 al 1924, essere annoverata fra i movimenti quel Giuseppe Lanza, principe di programmaticamente contrari al fa- Scalea (Palermo 1870-1929), che, ad scismo e che era coordinata dall’auto- onor del vero, tanto si era adoperato

Stabilimento Industriale Trinacria (mulino, fabbrica del ghiaccio e oleificio a vapore) a Canicattì; fotografia 1902 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

52 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO per significativi miglioramenti infra- de fascista o che sarebbero stati inve- strutturali della città, oltre che per va- stiti di importanti incarichi di regime rare il piano di edilizia economica che a livello nazionale. Al contrario si in- avrebbe portato alla realizzazione vertiranno definitivamente i rapporti della seconda “generazione” di com- fra la classe dirigente della Sicilia e il plessi abitativi popolari (poi dell’Isti- potere centrale. Esso si appoggerà, a tuto Autonomo Case Popolari). seconda dei vari settori specifici, ad Le conseguenze della sconfitta della alcuni potentati locali, sovente di lista di Orlando non si sarebbero fat- nuovo “conio” e non necessaria- te aspettare; il fascismo da allora sa- mente apprezzati negli ambienti più rebbe stato sempre molto guardingo esclusivi dell’isola. con quella che fino a quel momento In cambio della legittimazione o era stata la classe egemone della “ca- conferma della loro supremazia loca- pitale” dell’isola. È pur vero che fu- le gli interlocutori privilegiati del re- rono relativamente limitate le ritor- gime manterranno un rapporto di sioni nei confronti degli oppositori consapevole e opportunista subalter- del 1925 (anche se alcuni, fra cui lo nità con il potere centrale nelle sue stesso Orlando, dovettero andare in varie diramazioni (politica, ammini- esilio). Del resto sarebbe stato inop- strativa, culturale, scientifica o artisti- portuno attuare, in quella fase stori- ca che fosse); il tutto all’insegna di un ca, misure persecutorie contro i più tacito patto scellerato che porterà al- influenti sostenitori della lista anti- la devitalizzazione dei vertici della governativa; questi avversari prove- società civile siciliana (e, quindi, alla nivano in massima parte da quella successiva caduta di rango della sua società di notabili che l’ancora im- classe dirigente), predisponendo l’i- berbe regime aveva intenzione di sola al decadimento della sua società coltivarsi. Esso tenderà a instaurare del secondo dopoguerra. rapporti solo con singole personalità Come se non bastasse il primo de- della “Palermo bene” senza, però, cennio di vita del regime fascista regi- coinvolgimenti più estesi. Negli anni stra una sorta di rivincita della fazio- a seguire, infatti, si conteranno i no- ne più reazionaria degli agrari dell’in- mi di quegli esponenti dell’alta so- terno dell’isola; una categoria di pro- cietà cittadina definibili di sincera fe- prietari terrieri ingombrante, anche

Stabilimento Puleo (mulino e pastificio a vapore) a Gazzi (Messina); fotografia 1900 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

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tifondista oramai sclerotizzatosi e in- capace di prospettive economiche. Del resto già dalla fine degli anni Venti la classe verticistica siciliana aveva perso smalto. Negli ultimi tre lustri dell’arco tem- porale compreso fra il 1897 e il 1925, a partire cioè dallo scadere della pri- ma decade del XX secolo, la sfavore- vole congiuntura economica e politi- ca avrebbe decimato, o irrimediabil- mente debilitato, le imprese siciliane di maggior rilevanza, avviando quel declino che avrebbe ridotto l’isola, già negli anni Trenta (e massima- mente nel secondo dopoguerra), a terra di conquista per rapaci avven- turismi politici e finanziari allogeni e per l’affermazione di deprecabili gruppi di potere endogeni. Relativamente al passo con i tempi, certamente anche su un piano artisti- co e architettonico, all’inizio di questo Stabilimento Meccanico storicamente, che però si sarebbe percorso (e perfettamente inserita in Nunzio Panzera & Figli, detta prossima ad essere giubilata quella “internazionale” delle periferie Messina; pubblicità 1900 ca. proprio nella fase matura della Belle culturali europee che, come la Catalo- (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Èpoque siciliana, cioè negli anni del gna, la Scozia, la Boemia, e la Finlan- Sicilia, Bontempelli & “sogno imprenditoriale”, galvanizzati dia, furono culla di alcune delle più vi- Trevisani, Milano 1903) dall’irresistibile e forse spericolato di- tali manifestazioni del modernismo namismo dell’ultima generazione dei regionalista) la Sicilia già nel primo Florio, e della rinascita della produtti- decennio successivo alla prima guerra vità agricola (intensiva e non estensi- mondiale accusa derive provinciali va), trainata dall’azione lungimirante che sono l’esatta riverberazione di (e dallo slancio filantropico) di quel una crisi generalizzata che tuttavia “partito” progressista di proprietari non ne impedisce una sorprendente di “tenute modello” capeggiato da produzione edilizia, anche se affetta personalità come il conte Lucio Ma- da edulcorati convenzionalismi. strogiovanni Tasca d’Almerita, il ba- Precedute dalla visita ufficiale di rone Francesco Lombardo Gangita- Mussolini a Palermo, ospite di Giu- no e il barone Gabriele Chiaramonte seppe Lanza, le elezioni municipali Bordonaro di Gebbiarossa (dei quali palermitane del 1925 segnano il pas- gli ultimi due, come i Florio, furono saggio della Sicilia ad un rango poli- committenti di Ernesto Basile). ticamente secondario; anche se, in Solo alle soglie del Secondo Conflit- questa prima fase, non pochi notabi- to Mondiale il regime, attivato tanto li siciliani avrebbero ricoperto im- da sincere attenzioni sociali quanto portanti cariche governative; sono da strumentali programmi di produt- infatti del 1924 le nomine a Ministro tivismo autarchico, avvierà una vo- delle Colonie e a Ministro della lenterosa, ma tardiva, azione di rifor- Guerra, rispettivamente, di Pietro ma e di rimozione di un sistema la- Lanza, principe di Scalea, e del gene-

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Recinzione per sepoltura gentilizia eseguita dall’Opificio Meccanico Celesti di Messina; fotografia 1900 ca. (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della Sicilia, Bontempelli & Trevisani, Milano 1903)

Oggetti d’arte dell’Oreficeria Fecarotta di Palermo e dell’Italia) e ulteriore indebolimento ventaglio della Ditta Ignazio dei comparti produttivi. Martinetti & C. di Palermo presentati nella vetrina in La società siciliana che alla metà degli acero della saletta minore anni Venti rimane legata ad un Li- (progetto di Ernesto Basile, berty ancora dalle forme preziose ma esecuzione officine Ducrot) del tutto “fuori tempo” è ben diversa della mostra “Napoli e da quella che nel biennio 1897-1898, Sicilia” alla V Esposizione di forte di ideali e animata da un inarre- Venezia del 1903, fotografia (Archivio Ducrot, Facoltà di stabile ottimismo, aveva considere- Architettura di Palermo) volmente ridotto tanto le distanze culturali quanto quelle delle condizio- Collier dell’Oreficeria ni sociali, con alcune delle aree fulcro Ghilardi di via Ruggero dell’Art Nouveau europea. Era ora- Settimo a Palermo, 1910 ca. (da «La Sicilia Illustrata», rale Antonino Di Giorgio (sposato mai, invece, una società duramente IX, VI, 1911) con Norina Whitaker, dell’omonima provata da una serie di rovesci in cre- famiglia inglese, da lungo tempo re- scendo dopo il primo lustro del nuo- sidente in Sicilia, produttrice di uno vo secolo, ma soprattutto dal giro di dei più apprezzati vini Marsala allora boa rappresentato dal triennio 1908- in commercio). Evidentemente nel 1910. Il 28 dicembre 1908 il catastro- 1924 era ancora indispensabile, per il fico sisma e il conseguente maremo- neonato fascismo, assicurarsi prima to che distruggevano tanto Messina, delle elezioni la benevolenza di una storicamente una delle più operose parte dell’elettorato cittadino ricono- città portuali del Mediterraneo, quan- scendo il valore di alcuni suoi nota- to al di là dello Stretto, sull’estrema bili più in vista; ma già a partire dal- costa meridionale peninsulare, Reg- l’anno dopo il fascismo tenderà a ri- gio (oltre ai rispettivi sob- durre il più possibile la presenza o borghi e centri delle immediate vici- l’influenza di siciliani nei quadri alti nanze) causavano la morte di più di della nomenclatura di regime. Le settantamila abitanti nella sola città conseguenze non tarderanno a mani- peloritana. Inoltre il sisma aveva festarsi in senso negativo per la ri- comportato la totale cancellazione presa dell’economia dell’isola; man- del considerevole comparto di attività cata elettrificazione delle linee ferra- produttive: dalla fiorente cantieristica te, stasi nelle opere infrastrutturali (nella quale erano impiegati anche ca- (fra cui il dirottamento dei materiali pitali dei Florio) alle tante compagnie ferroviari nei territori d’Oltremare), di navigazione, dalle industrie chimi- mancato potenziamento dei com- che (anche se la celebre Sanderson- plessi portuali, risibile realizzazione Bosurgi riuscirà a risorgere già dal di acquedotti (contro le migliaia di 1909 e a potenziarsi nei due decenni chilometri per le regioni continentali successivi alla prima guerra mondia-

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Stabilimento delle Officine Meccaniche Diotti, Palermo, S. Caronia Roberti 1914; fotografia d’epoca (Fondo Caronia Roberti, Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura, Università degli Studi di Palermo)

gnale conclusivo del “sogno impren- Automobile dello ditoriale” palermitano. Al crollo del- Stabilimento di Costruzioni l’economia cittadina farà seguito un Meccaniche con Fonderia di diffuso indebolimento delle principa- Eugenio Oliveri, Palermo; li attività produttive della Sicilia occi- fotografia 1902 ca. dentale; precise avvisaglie di questa (da Rivista Industriale, Commerciale e Agricola della destabilizzante congiuntura si erano Sicilia, Bontempelli & registrate, sempre durante il governo Trevisani, Milano 1903) di Giovanni Giolitti, con l’esclusione della Navigazione Generale Italiana le) agli opifici meccanici (fra cui il ri- dai servizi marittimi sovvenzionati nomato e pluripremiato Stabilimento dallo stato, a vantaggio della società Celesti che, oltre alle ricercate cas- genovese di Piaggio. seforti, già alle scadere del XIX seco- È il primo segnale della perdita di lo produceva anche una elegante li- contrattualità politica della classe ege- nea liberty di lavori in ferro e in leghe mone siciliana; all’uscita della N.G.I metalliche). E sempre in quel triennio dai servizi marittimi sovvenzionati del nefasto, oltre a manifestarsi chiari sin- Regno d’Italia (quasi contemporanea tomi di una prima crisi a ventaglio di al ridimensionamento del ruolo dei alcuni importanti settori dell’impero capitalisti siciliani nel controllo della economico dei Florio (tuttavia anco- prestigiosa compagnia di bandiera) ra per poco ben saldo), risultava evi- seguirà, per un’incredibile congiuntu- dente che sui quasi ottant’anni di mo- ra di eventi avversi, il progressivo e nopolio siciliano nell’estrazione dello inesorabile smantellamento dell’ora- zolfo stava per calare il sipario. Infine mai quasi secolare impero economico nel 1910 la soppressione del Compar- della famiglia Florio la cui vastità, per timento Marittimo di Palermo (uno diversificazioni (armatoria, industria dei due, insieme a quello di Genova, estrattiva ed enologica, pesca e con- creati dopo l’unità d’Italia) dà il se- servazione del tonno, industria cera-

56 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO mica e tessile, turismo, editoria, finan- za, cantieristica e industria meccanica) e per dislocazioni (con attività pro- duttive o finanziarie a Palermo, in va- rie città della Sicilia sud-occidentale, nell’arcipelago delle Egadi, nel nisse- no, in Tunisia, nell’arcipelago delle Canarie, a Genova e in parte delle co- lonie italiane), ne aveva assicurato un posto di tutto rispetto nell’ambito della mitizzazione tutta Belle Époque dell’epopea del progresso. Fra le altre principali cause dell’inizio del declino della Sicilia, poi croniciz- zatosi nel corso del XX secolo, hanno dunque particolare rilevanza: la perdi- Centrale elettrica municipale ta del primato nella produzione mine- di Caltagirone, E. Basile 1907; fotografia ante 1910 raria e nelle raffinazione dello zolfo, (coll. Di Benedetto, in seguito all’entrata dirompente e im- Biblioteca Comunale prevedibile dell’industria mineraria di Palermo) degli Stati Uniti d’America che, in questo settore, divenne una micidiale vertiti solo a partire dalla fine del se- concorrente per l’insostenibile com- condo lustro del XX secolo (anche petitività dei costi (dovuti alla possibi- come contraccolpo della crisi mon- lità, per la natura stessa dei giacimen- diale di sovrapproduzione del 1907, ti, di applicare più moderne tecnolo- condizione che attesta a quella data il gie minerarie estrattive e quindi di ab- persistere di un profilo capitalista battere il gravoso sfrido di materiale della Sicilia), l’industria edilizia sici- che affliggeva i procedimenti dell’in- liana conosce invece una formidabi- dustria zolfifera siciliana); la flessione le impennata che, iniziata sul finire delle esportazioni agrumaria e vinico- del XIX secolo, raggiunge l’apogeo la, quest’ultima particolarmente sacri- nell’ultimo decennio della Belle Épo- ficata dalla politica daziaria del gover- que, per riprendere a ritmi sostenuti no italiano a sostegno dello sviluppo subito dopo il primo conflitto mon- dell’industria delle regioni settentrio- diale durante la prima fase degli An- nali; la caduta dei considerevoli traffi- ni Ruggenti. Ma già sul finire degli an- ci mercantili con gli “imperi centrali” ni Venti alcune città, nelle quali il fe- durante la prima guerra mondiale; l’e- nomeno liberty si era sviluppato in siguo coinvolgimento degli opifici termini di qualità sia pure in maniere isolani nell’industria bellica; la pro- difforme e discontinua, segnano il gressiva esclusione dell’industria can- passo: si tratta di Palermo, “capitale” tieristica palermitana dalle grandi storica dell’isola (oramai duramente commesse navali a vantaggio di altre colpita nella sua competitività im- città portuali tirreniche del regno e prenditoriale) che inizialmente si ri- poi anche degli stabilimenti adriatici fugia in una sdegnosa impermeabi- delle “terre redente”; la soppressione lità tardo-modernista alle nuove sol- nel 1910 del Compartimento Maritti- lecitazioni dello “Stile Littorio” (tra- mo di Palermo. dizionaliste o novecentiste che sia- Ad onta degli indubbi e praticamen- no), ma soprattutto si tratta di altri te concomitanti segnali di crisi, av- capoluoghi di provincia come Agri-

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lando, intimo amico e compagno di battaglia di Gabriele D’Annunzio e, poi, votato nel primo dopoguerra al- la “crociata” contro le amministra- zioni socialiste dell’enclave “rossa” dell’altipiano ibleo). Ma in quegli an- ni la Sicilia sud orientale (oramai di- venuta una delle principali aree mon- diali di giacimenti asfaltiferi) registra dinamiche sociali ben diverse da quelle di Palermo e di Catania che, come altri importanti centri urbani dell’isola, nel primo dopoguerra ac- cusano una caduta in verticale delle proprie potenzialità produttive. Va Fronte principale dello gento, Caltanissetta, Siracusa e Tra- detto anche che il fascismo in Sicilia Stabilimento delle Industrie pani o di altre cittadine come Calta- si scontrava da un lato con la tradi- Agrumarie Di Mauro a girone, Cefalù, Licata e Marsala tutte zione (addirittura di ascendenza illu- Giarre (Catania); fotografia 1900 ca. (da Rivista animate, fino alla metà del terzo de- minista) del liberalismo di orienta- Industriale, Commerciale e cennio del Novecento, da dinamici mento anglofilo persistente presso al- Agricola della Sicilia, per quanto periferici esponenti di un cuni esclusivi e influenti ambienti pa- Bontempelli & Trevisani, aggiornato mondo imprenditoriale e, lermitani (fedeli alla linea di Orlan- Milano 1903) poi, condannate all’isolamento cultu- do), dall’altro con la solida schiera a rale, riflesso anche della crisi in atto Catania dei seguaci del pensiero e nei rispettivi settori produttivi e del- dell’azione socialista di Giuseppe De la ricaduta negativa sull’agricoltura Felice Giuffrida. Il fascismo, infine, dello sforzo locale a sostegno della in Sicilia doveva fare i conti anche contromisure autarchiche del fasci- con l’esperimento politico municipa- smo. Il regime tenderà a penalizzare lista (ma di aspirazione regionalista) quelle realtà che si erano dimostrate varato a Caltagirone già ad inizio se- impermeabili, se non ostili, alla sua colo dal sacerdote Luigi Sturzo (Cal- ascesa, come la Caltagirone dei po- tagirone 1871 – Roma 1959) che, fu- polari di Luigi Sturzo che verrà turo fondatore nel 1919 del Partito esclusa, a vantaggio di Ragusa e di Popolare, nello sconcerto di conser- Enna, dal programma di istituzione vatori e di progressisti (nonché degli delle altre due province da aggiunge- alti “quadri” del Vaticano) aveva dato re alle sette già esistenti, o come vita ad una fortunata e concorrenzia- Marsala, Siracusa e la stessa Palermo. le risposta cattolica di marca popola- In effetti fino alle elezioni comunali re al rivendicazionismo sociale della del 1925 il fascismo non aveva regi- Sinistra storica. strato grandi successi in Sicilia, né Già alla metà degli anni Venti sem- consistenti coinvolgimenti a meno bravano lontani i tempi in cui fra le dell’area ragusana che aveva cono- dame di corte della regina Elena pri- sciuto la durezza degli scontri fra le meggiava per bellezza, eleganza, ric- formazioni delle locali “guardie ros- chezza, prestigio e charme la figura di se” e gli agguerriti manipoli di “cami- Franca Iacona Notarbartolo, contes- ce nere” della prima ora, sostenuti da sa di San Giuliano e consorte di Igna- buona parte della popolazione locale zio Florio (celebrata da D’Annunzio e organizzati dal banchiere Filippo e immortalata da Canonica e da Bol- Pennavaria (già allievo a Roma di Or- dini), unica fra le nobildonne italiane

58 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA PROFILO STORICO ad essere talmente influente, e insu- perabile sul piano del “buon gusto”, da convertire, anche se episodica- mente, i reali sabaudi (pervicacemen- te restii ad emanciparsi dal tradizio- nalismo) al nuovo “sentire” estetico; a lei, che nel 1904 alla regina avrebbe donato il fitomorfico servizio in oro da puerpera disegnato da Basile per conto della stimata Oreficeria Feca- rotta di Palermo, si deve l’interesse della reale coppia per gli allestimenti modernisti all’esposizione di Torino del 1902 e alla mostra di Venezia del 1903 (con relativi acquisti anche per istituzioni culturali nazionali). regione italiana a poter vantare un ci- Sala di proiezione del D’altronde è nello stesso periodo che clo consistente di architetture moder- Cinema Hall, Catania, con l’incarico a Basile di progettare niste, anche se in quasi assoluta preva- P. Lanzerotti 1913 (velario di vetri policromi l’ampliamento di Palazzo Montecito- lenza firmate dal solo E. Basile) con la piombati di S. Gregorietti); rio, per il suo riadattamento a sede Prima Esposizione Agricola Regionale Sici- fotografia d’epoca della Camera dei Deputati (incarico liana organizzata a Palermo e a Marsa- (coll. privata, Catania) conferito da Zanardelli e poi, alla pre- la celebra il diffuso entusiasmo per il matura morte di questi, riconfermato progresso economico oramai ritenuto da Giolitti in un periodo in cui il suo solido e duraturo (una volta rimosso governo era bisognoso dell’appoggio pure il ricordo della crisi economica e del vecchio, ma ancora autorevole, delle tensioni sociali della prima metà Antonio Starrabba marchese di Ru- degli anni Novanta del XIX secolo), dinì), il Liberty siciliano assicura alla mentre il brillante politico trapanese cultura architettonica modernista un Nunzio Nasi, ministro della Pubblica successo insperato; nonostante le cri- Istruzione particolarmente apprezza- tiche diametralmente opposte al com- to per il suo attivismo culturale e per promissorio edificio di Basile, per la lo slancio riformatore della sua azione prima volta in Europa il modernismo legislativa, si avviava ad assurgere al veniva declinato per la categoria più ruolo di successore “designato” di importante delle sedi istituzionali. Zanardelli come Primo Ministro del Ma la lunga storia del cantiere di regno (una probabilità talmente invisa Montecitorio, che per la più rappre- all’altro pretendente, e futuro vincito- sentativa sede istituzionale dell’Italia re, Giovanni Giolitti da scatenare una liberale si avvale in buona misura del pretestuosa quanto mirata persecu- determinante contributo esecutivo di zione giudiziaria ad personam); nel stimate imprese fornitrici siciliane 1918, anno della seduta inaugurale (prima fra tutte la fabbrica palermita- dell’Aula dei Deputati alla presenza di na di mobili e arredi Ducrot), copre re Vittorio Emanuele III (manifesta- temporalmente quasi tutta la parabo- zione solenne, avvenuta il 20 novem- la della fortuna delle società siciliana bre, cui partecipa lo stesso Basile), la dell’ultima stagione della Belle Èpoque: Sicilia ha già un’economia in caduta li- nel 1902, anno del conferimento ad bera. Infatti, oltre alla congiuntura av- Ernesto Basile dell’incarico per il pro- versa successiva al primo decennio getto di massima del palazzo dell’Au- del secolo, l’apparato industriale della la dei Deputati, la Sicilia (che è l’unica regione era stato sistematicamente

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guerra. Essa poteva ancora contare su una compagine scientifico-intellet- tuale di peso tutt’altro che disprezza- bile, ma tuttavia non più di diffuso li- vello internazionale. Così l’alta bor- ghesia e la superstite aristocrazia lo- cali, nonostante i disagi bellici, gode- vano ancora di grandi disponibilità economiche, ma non erano più in grado di svolgere con risultati ap- prezzabili il ruolo di classe dirigente (in parte per la subentrata incapacità a fronteggiare l’inevitabile logora- mento epocale e, soprattutto, per la constata contrazione delle proprie capacità di influire sulle politiche na- zionali); infine nell’isola continuava ad agire una consistente media bor- ghesia delle professioni e del com- Corpo d’ingresso del Cinema Excelsior- mercio dalla buona coscienza sociale, Supercinema in via Cavour a ma sempre più lontana dal dinami- Palermo, S. Caronia Roberti smo e dall’etica produttivistica dei 1923; fotografia d’epoca con venti anni a cavallo dei due secoli. i tavolini della Birreria Italia L’epopea mercantilistica e imprendi- in primo piano (Fondo Caronia Roberti, toriale siciliana, oramai vanificata, en- Dipartimento di Storia e trava nel mito di un’età felice, alimen- Progetto nell’Architettura, tando una pletora di mistificanti luo- Università degli Studi di ghi comuni. Al pari della memoria Palermo) dell’oramai compromessa vocazione culturale internazionalista della più Galleria della sala di proiezione del Cinema escluso dalle grandi commesse belli- avanzata società civile isolana, questo Massimo, Palermo, che, a meno della fornitura di idrovo- mito si avviava a perpetuare un co- G.B. Santangelo 1921-1923; lanti cacciabombardieri assegnata al mune senso di rimpianto per una fa- fotografia d’epoca (Fototeca mobilificio Ducrot, dell’approvvigio- se storica, corrispondente alla lunga del Centro per il Catalogo e namento di munizionamenti di gros- stagione liberty, durante la quale si la Documentazione della Regione Siciliana) so calibro e di materiali per l’artiglie- erano manifestate con prepotenza ria affidata alla Fonderia Panzera e di condizioni collettive cariche di pro- pochi altri casi tutti di minor portata. spettive; una realtà, tuttavia, che già La Sicilia, dunque, si sarebbe presen- allo scadere degli anni Venti la super- tata in condizioni piuttosto sfavore- stite più avveduta classe intellettuale voli all’appuntamento con gli stravol- riteneva, con ragionevole inquietudi- gimenti socio-economici del dopo- ne, irrimediabilmente perduta.

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