COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

PARERE n. 74 del 03 Agosto 2012 (o.d.g. 4 del 03 Agosto 2012)

OGGETTO: di Campodarsego (PD). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio.

PREMESSO CHE

– ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; – La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 03 Agosto 2012 come da nota n. 347024 del 26.07.2012 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione; – Il Comune di Campodarsego (PD) con note n. 13140 del 18.08.2011, n. 4579 del 26.03.12, n. 9899 del 03.07.12, n. 10910 del 20.07.12 ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS;

– ITER PROCEDURALE PER LA VAS DEL PAT Il Comune di Campodarsego ha approvato con DGC n. 23 del 14.02.06, integrata successivamente con DGC n. 49 del 16.03.06 il “Documento Preliminare e lo schema di accordo di pianificazione”, ai sensi della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale; In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del P.A.T., oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Campodarsego con DGC n. 47 del 18.05.07 ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 14 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Campodarsego con DCC n. 27 del 25.07.11, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 14 della LR n. 11 del 23.04.04. Come da documentazione presentata, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, nel Bur n. 62 del 19.08.11, nel sito Web e nei quotidiani: “il Gazzettino” e “il mattino di Padova” del 19.08.11. Come emerge dalla dichiarazione n. 4276 del 20.03.12 del Responsabile del Settore del Comune attestante le osservazioni pervenute: n. 119 osservazioni, delle quali n. 1 riferita alla proposta di Rapporto Ambientale.

− PARERE DELLA COMMISSIONE V.A.S. SUL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE La Commissione Regionale V.A.S., con parere n. 97 del 18.12.07, aveva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sulla relazione ambientale allegata al documento preliminare per la redazione del Piano di Assetto Territoriale Comunale del Comune di Campodarsego.

− INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Campodarsego si trova a circa 12 km a nord del capoluogo della Provincia di Padova nell’ambito territoriale del Camposampierese.

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Il territorio Comunale si estende per una superficie di 25,61 km 2, ha una popolazione 14.041 abitanti e una densità abitativa di 548,2 ab/km 2 (dati 31 Dicembre 2010). Le quote altimetriche del comune variano tra 12 e 20 m s.l.m., con il capoluogo a 17 m s.l.m., e diminuiscono con andamento da nord- ovest verso sud-est. Campodarsego confina, a partire da nord e con verso orario, con i Comuni di S. Giorgio delle Pertiche, , Villanova di , , e . Le principali vie di comunicazione nel territorio di Campodarsego sono la Strada Regionale 307 Strada del Santo e la Strada Regionale 308 Nuova Strada del Santo, entrambe con direzione NNE-SSW, la linea ferroviaria a doppio binario Padova – Belluno con medesima direzione e le Strade Provinciali 11 di Sant’Andrea con direzione E-W, e la Strada Provinciale 34 delle Centurie con direzione NNE-SW. Il territorio in esame risente del fenomeno della centuriazione romana del 1° sec. a.C.. Tale operazione di suddivisione del territorio secondo un regolare piano geometrico a maglie quadrate di circa 710 m di lato, ha caratterizzato l’attuale reticolato antropico, che assume una prevalente orientazione parallela agli assi del graticolato romano; questa struttura, assai evidente nel settore orientale del comune, va via via sfumandosi nella parte più occidentale del territorio. Le località abitate del territorio poste tutte alle intersezioni degli assi di centuriazione sono: il capoluogo Campodarsego, e le frazioni di Bronzola, Fiumicello, Sant’Andrea, Reschigliano; di minore rilevo è poi la località di Bosco del Vescovo. Il tessuto insediativo diffuso è come accennato a sviluppo lineare lungo i principali assi viari. Il territorio è interessato dall’attraversamento del Torrente Muson dei Sassi, dal Fiumicello Tergola, dal Fiume Lusore e dagli scoli Fiumicello e Caltana.

− INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO Il sistema insediativo Il Comune di Campodarsego è caratterizzato dalla presenza di cinque insediamenti residenziali: Campodarsego, Bronzola, Fiumicello, Reschigliano e S. Andrea. Sono tutti di antico insediamento e sorgono agli incroci di assi stradali. Località storiche che oggi hanno una certa concentrazione di edificato sono poi Campanigalle e Bosco del Vescovo. Campodarsego è il capoluogo ed è collocato in posizione baricentrica rispetto al territorio comunale e si sviluppa attorno all’incrocio tra via Antoniana (S.R. 307 del Santo), via Caltana (S.P. 11) e via De Toni (S.P. 70). È posto lungo gli assi stradali che collegano, Padova e Camposampiero in direzione sud-nord, e Santa Maria di Sala e in direzione est-ovest, ed è attraversato dal Torrente Muson dei Sassi. È il più grosso centro residenziale comunale, completo di servizi di ogni tipo e dotato da una vivace realtà economico-commerciale. Presenta un centro storico caratterizzato dalla Parrocchiale, dalla canonica, dal palazzo municipale e dalla villa Mattiazzo con annesso giardino. Vanta la presenza di attività insediate di rilevanza internazionale (Ilve cucine, Carraro trattori, Roncato valigeria), nonché di un Istituto di credito con annesso Centro Servizi di interesse territoriale (Centro Servizi ed Istituto Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Padovana). Un’ampia area del centro si estende tra la strada del Santo e la linea ferroviaria Padova – Castelfranco . Reschigliano, secondo centro del territorio per abitanti, è un importante centro posto a sud-est del capoluogo, all’incrocio tra via Bassa I (S.P. 34) e via Pontarola – Lovati (strada per Codiverno di Vigonza). Il centro, con spiccate caratteristiche residenziale, vanta una zona industriale di vecchia formazione, posta lungo via Botte, oltre alla Villa Romiati con ampio parco. Il tessuto insediativo compatto si spinge a sud fino a fondersi con la località – già periferia di Padova – Castagnara di Cadoneghe, favorendo la già accennata vocazione residenziale dell’area. Terzo centro per numero di abitanti, S. Andrea è posta a cavallo del fiume Tergola, e all’incrocio tra via Bassa I, via Bassa II (S.P. 34) e via Caltana (S.P. 11). Con la presenza di alcuni fabbricati storici ha un carattere prettamente residenziale. Particolarmente interessante è il complesso di villa Guillet-Fonzago con annesso parco. Fiumicello risulta essere il quarto centro per popolazione. Si sviluppa lungo via Bassa III (S.P. 34) e via Capitelli, nella porzione nord-orientale del territorio comunale, e si caratterizza come nucleo residenziale. Analogamente per Bronzola – il quinto centro per popolazione – posto a ridosso delle rive del fiume Tergola, in sinistra idraulica, lungo via dell’Olmo (S.P. 34), nella parte settentrionale del Comune. Della località di Campanigalle o Panigale, collocata lungo la destra idrografica del Tergola e assai prossima alla frazione di Bronzola, è bene ricordare l’edificio più antico di Campodarsego: la Chiesetta campestre di S. Maria di Panigale sembra essere del periodo paleocristiano. Dell’antico centro del “vescovado” dove i vescovi di Padova avevano una villa per UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 2

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trascorrere la villeggiatura non resta oggi che la località di Bosco del Vescovo, sita lungo via Cappella al confine con San Giorgio delle Pertiche. Oltre ai centri sopra descritti vi e poi un tessuto edificato sparso che si sviluppa prevalentemente lungo la viabilità minore, soprattutto lungo gli assi principali del reticolato romano nella parte settentrionale del Comune, mentre nella parte meridionale sono propaggini, lungo le provinciali, che si allontanano dai centri principali. Popolazione Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che la popolazione complessiva del Comune di Campodarsego risultava alla fine del 2010 pari a 14.041 abitanti. Al 31 dicembre 2009 rappresentava l’1,49% dell’intera popolazione provinciale, essendo, a quella data, il numero di abitanti della Provincia pari a 927.730 e quelli del Comune 13.840. Dal 1970 ad oggi il trend di crescita è stato continuo, ad eccezione degli anni 1984 e 1988. Un contributo importante all’aumento complessivo della popolazione è dato dalla presenza di stranieri che sono aumentati costantemente in percentuale dal 1998 al 2010, eccetto nel 2001 e nel 2010. Al 31/12/2010 erano 1.234. Al 31/12/2009 erano 1.261, valore pari ad una percentuale del 9,11% della popolazione totale residente, in linea con la media della Provincia di Padova alla stessa data (9,28%). Dall’analisi complessiva dei dati emerge, dunque, che anche sul territorio di Campodarsego, come nel resto della Provincia di Padova, si sia verificato un progressivo invecchiamento della popolazione. Tale dato è confermato anche dal confronto dell’indice di vecchiaia provinciale con quello comunale (pop. con età ≥ 65 anni*100/ pop. con età ≤ 14 anni) dal 2001 al 2009: si vede chiaramente come le due tendenze, comunale e provinciale, abbiano andamento concorde, anche se a Campodarsego il trend è meno accentuato, se non in fase di assestamento negli ultimi anni (2007-2009). Quanto sopra riportato si ricava anche dal confronto delle piramidi di età per gli anni 1991 e 2009 . Dallo stesso diagramma si vede anche come, recentemente, vi sia una ripresa delle nascite rispetto al 1991. Confrontando i dati relativi ai residenti presenti per classi di età al 1991 ed al 2009, si vede, infatti, come, sia per i maschi che per le femmine, si vadano allargando le classi di età più elevate, ma anche – dato positivo – quelle tra 0 e 5 anni e tra 5 e 9 anni, mentre la classe che si e contratta maggiormente, è quella tra i 15 ed i 24 anni. Particolarmente significativo è poi l’incremento assoluto che si registra nella classe di età 35 – 44 anni. Un altro dato di notevole importanza per esaminare le tendenze demografiche in atto e per verificare la necessità di nuovi alloggi sul territorio comunale riguarda il numero di famiglie e la composizione media di queste ultime. Il fenomeno generale rilevato sia a livello nazionale che locale è quello di una consistente e costante contrazione della dimensione media delle famiglie. Diviene pertanto rilevante analizzare il fenomeno in oggetto in quanto, a fronte di una riduzione del numero dei componenti il nucleo familiare, saranno necessari, a parità di popolazione, nuovi spazi abitativi allo scopo di sopperire, appunto, a questa particolare evoluzione. Infatti, il numero medio dei componenti il nucleo familiare si riduce costantemente nel tempo, passando da 5,89 componenti nel 1951, a 4,75 nel 1961, a 4,51 nel 1971, a 3,67 nel 1981, a 3,33 nel 1991, a 2,99 nel 2001 e, infine a 2,67 del 2010. Riassumendo nel complesso le dinamiche demografiche si può dire che Campodarsego è caratterizzato dall’aumento: − della popolazione residente; − del numero di famiglie, cui corrisponde una diminuzione del numero medio di componenti per famiglia; − del numero di stranieri; − delle nascite. Salute Umana Il valutatore afferma che non sono a disposizione dati relativamente a questo aspetto per il Comune di Campodarsego. Ciò che è possibile specificare è che il Comune appartiene alla zona competente dell’U.L.S.S. 15 distretto 1 SUD-EST (che serve i Comuni di Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, , , , San Giorgio delle Pertiche, , , Vigodarzere, Vigonza, e Villanova di Camposampiero). L’inquinamento acustico Il Comune di Campodarsego è dotato di Piano di Classificazione Acustica, strumento guida completo di relazione, regolamento e cartografia redatto nel 2002. Inoltre il Consiglio Comunale con propria deliberazione n° 77 del 23 dicembre 2003 ha approvato un “Regolamento delle attività rumorose”. Le

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA fonti di inquinamento presenti sul territorio comunale sono: la ferrovia Padova - Camposampiero, le strade regionali (n° 307 e n° 308) e le strade provinciali (n° 11 di S. Andrea, n° 34 delle Centurie e n° 70 del Mulino). Dall’analisi dei dati emerge come la situazione più grave si presenti nell’A.T.O. 1 dove è presente la ferrovia e dove è forte la presenza di edifici residenziali. Il valore elevato dell’A.T.O. 5 è invece meno importante in quanto in questa zona il numero di edifici residenziali è molto inferiore. Radiazioni non ionizzanti L’inquinamento elettromagnetico e da impianti RTV e SRB non interessa particolarmente il Comune di Campodarsego. Il territorio è attraversato da ovest verso est, nella zona sud, da un elettrodotto a terna singola la cui tensione di esercizio è di 132 kV, l’ente gestore è ENEL distribuzione S.p.A.; la sua fascia di rispetto, riportata nella mappa degli elettrodotti della Provincia di Padova redatta in collaborazione con A.R.P.A.V., è di 50 m dall’asse con una superficie totale vincolata pari a circa l’1,5% dell’intero territorio comunale. Il valutatore afferma che, dai dati della popolazione oggi esposta ad inquinamento elettromagnetico si osserva come l’esposizione stimata risulti complessivamente molto bassa. La zona “più colpita” è quella degli A.T.O. 4 e 5. Infine, si segnala la presenza di otto stazioni radio base, di cui cinque nell’A.T.O. 2, e una in ciascuno degli ATO 1, 4 e 5. L’inquinamento da radon Il radon è la principale causa di inquinamento da radiazioni ionizzanti nella Provincia di Padova. Campodarsego non rientra tra i comuni classificati “ad alto potenziale di radon”, infatti e stata stimata sul suo territorio una percentuale di abitazioni che superano il livello di riferimento pari a 0,1% a raffronto di una media provinciale pari all’1,55%. L’inquinamento luminoso Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Il territorio del Comune di Campodarsego risulta caratterizzato da un valore del rapporto fra brillanza artificiale e naturale compreso fra 3 e 9, ma al contempo esso sia anche al confine (verso sud) con la zona che invece rientra nella categoria peggiore (città di Padova e zone limitrofe). É possibile inoltre paragonare, relativamente al parametro appena descritto, la situazione relativa al 1998, assimilabile con la situazione attuale, con quella del 1971 e in previsione con quella del 2025. Dal confronto emerge come gli attuali modelli di sviluppo urbanistico porterebbero, in poco più di vent’anni, al manifestarsi di una situazione fortemente degradata per quel che riguarda la qualità del cielo notturno; in particolare si vede come tutta la Provincia di Padova, e quindi anche il Comune di Campodarsego, si presenterebbe in uno stato simile a quello che oggi caratterizza solo il centro della città. La L.R. n° 17 del 7 agosto 2009 ha introdotto, oltre al contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici. Tale norma definisce i compiti di Regione, Province e Comuni, imponendo a questi ultimi l’adozione del Piano dell’Illuminazione per il Contenimento dell’Inquinamento Luminoso (P.I.C.I.L.), istituisce un Osservatorio permanente sul fenomeno dell’inquinamento luminoso, impone inoltre la tutela degli osservatori astronomici e le norme minime per le sorgenti di luce e per l’utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna. In particolare si osserva come il Comune faccia parte della zona protetta da inquinamento luminoso in quanto rientrante nel raggio di 50 km dagli osservatori astronomici professionali. Campodarsego aveva attivato gli studi necessari per dotarsi di un Piano di Illuminazione Pubblica previsto dall’abrogata L.R. 22/1997, mentre non ha ancora un Piano dell’Illuminazione per il Contenimento dell’Inquinamento Luminoso (P.I.C.I.L.) previsto dalla vigente L.R. 17/2009. Il rischio industriale Dall’Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell’art. 15, comma 4 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999 n° 334 e ss.mm.ii., aggiornato ad ottobre 2010, risulta che nel territorio di Campodarsego è presente un’attività classificate a rischio di incidente rilevante, corrispondente alla Nord Italia Resine S.r.l. (codice del Ministero DF031 – tipologia: stabilimento chimico o petrolchimico). Essa è situata nell’A.T.O. 5 in via Antoniana, in adiacenza alla S.R. del Santo (S.R. 307), vicino al confine con il Comune di Cadoneghe. Il P.T.C.P., nell’apposito documento relativo al rischio tecnologico, ha dedicato una scheda (n° 3). Nell’azienda è possibile si verifichino rilasci e incendi con interessamento di TDI e schiume poliuretaniche. Dal punto di vista ambientale è segnalata

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la presenza di un corso d’acqua (Muson dei Sassi) e della falda freatica ad una profondità dal piano campagna fra 1,5 e 2 m il sito è classificato a media pericolosità idraulica. Sono potenzialmente interessate residenze, industrie ed aree agricole. Sono inoltre comprese nell’area di attenzione, chiese, cimiteri e scuole (presso la località Terraglione). In sintesi è da segnalare un coinvolgimento urbanistico e di punti sensibili nonché di zone ambientalmente interessanti. Sistema produttivo Il valutatore osserva che l’attività produttiva secondaria – industria, soprattutto, e l’artigianato – assume, tra le funzioni produttive, un ruolo prevalente. Essa presenta caratteri di organizzazione spaziale e di relativa concentrazione per le realtà più importanti di tipo industriale in alcune zone, mentre per attività di tipo artigianale esiste un notevole grado di dispersione nel territorio. Nel complesso si possono distinguere i seguenti principali insediamenti produttivi: − insediamento tra le vie Antoniana, Pontarola e Pioga: area di recente urbanizzazione che presenta unità locali di notevole interesse; − insediamento industriale di via Frattina, costituito da tre nuclei: due a nord verso via Caltana, ed uno posto all’incrocio tra le vie Frattina con relative laterali, Pontarola e Parpaiola; − insediamento lungo via Botte, a Reschigliano; − insediamento lungo via Bassa I, tra Reschigliano e Sant’Andrea; − insediamenti di via Arzari e di via Straelle, presso Fiumicello; − insediamento lungo via Caltana, presso il cimitero del capoluogo; − insediamento lungo la parte settentrionale della via Antoniana: questo, dato l’affaccio sull’importante arteria viaria, ha spiccate caratteristiche sia di tipo produttivo che commerciale. Oltre a queste aree di notevole ampiezza, con più unità insediate, il territorio è caratterizzato da zone produttive mono - attività: si ricordano in particolare, senza i fini di una classificazione, le aree produttive del Gruppo Maschio in via Marcello, quelle del gruppo Carraro in via Olmo a Campanigalle, e ancora le attività Carraro, Ilve e Roncato nel capoluogo. La maggior parte delle attività produttive risulta comunque concentrate nell’A.T.O. 5. In generale si osserva come il settore industriale sia in crescita nel Comune; il numero di unità locali, dai dati del censimento I.S.T.A.T. del 2001, ammonta, infatti, a 548, con un aumento percentuale dell’8,3% rispetto al 1991. Anche il numero di addetti nel settore, che risulta pari a 4.856, è in netto aumento, con un incremento che raggiunge quasi il 9% dal 1991 al 2001. L’agricoltura e l’allevamento Poche sono le informazioni che riguardano le attività legate al settore primario per il Comune di Campodarsego e in genere risalenti al censimento dell’agricoltura del 2000. Da tali dati si osserva come il numero di unità locali sia nettamente inferiore a quello del settore industriale (8 unità locali) e in calo rispetto al 1990 (12 unità locali). Anche il numero di addetti è in diminuzione: dal 1991 al 2001 si registra infatti un calo del 45,8%. Gli A.T.O. dove si concentrano maggiormente le attività agricole sono l’A.T.O. 3 e l’A.T.O. 1. Della superficie agricola totale solo 0,6 ha sono dedicati all’agricoltura biologica (1 azienda). L’allevamento zootecnico assume una ridotta importanza sull’economia dell’intero assetto agricolo. La presenza di bovini è ridotta ed in fase di ulteriore diminuzione sia per quel che riguarda le aziende che praticano l’allevamento di bovini da carne che per le vacche da latte. Gli allevamenti con presenza di suini e avicoli evidenziano una ridotta presenza di allevamenti specializzati con un numero medio di capi non elevato e una diminuzione rispetto al 1990 sia per i suini che per gli avicoli. Risultano presenti quattro allevamenti intensivi: due a Bronzola, uno a Sant’Andrea e uno in via Capitelli. I servizi Per quanto riguarda i servizi il Comune di Campodarsego è dotato di tutti i servizi di base alla residenza. Sul territorio sono presenti tre farmacie, due nel capoluogo (Farmacia Adami e Farmacia Santa Maria Assunta) e una a Reschigliano (Farmacia Comunale Reschigliano), due uffici postali (via Antoniana 220 I a Campodarsego e via Caltana 167 a Sant’Andrea), otto istituti di credito (Unicredit Banca, Banca Antonveneta, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Popolare di Ravenna, Banca Popolare di Verona, Cassa di Risparmio del Veneto, Banca Padovana Credito Cooperativo).

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Per quanto riguarda l’istruzione nel Comune si trovano sei scuole materne, di cui una pubblica e cinque private, la prima a Campodarsego (in via da Cavino 2), facente parte dell’istituto comprensivo comunale, che include anche una scuola elementare e una media, mentre quelle private sono a Campodarsego (Scuola Materna non statale Don Bortolo Oregna, via Giovanni XXIII, 4), a Sant’Andrea (Scuola Materna non statale Maria Immacolata, via Caltana 213), a Reschigliano (Scuola Materna non statale Romiati, via Ca Brion 1), a Bronzola (Scuola Materna non statale San Giuseppe, via Olmo 146) e a Fiumicello (Scuola Materna non statale San Nicola, via Maiset 2). Inoltre sono presenti la scuola elementare di Bronzola, quella di Fiumicello (via Bassa II, 70), quella di Reschigliano (via Bassa I, 70), quella a Sant’Andrea (via Caltana, 151) e quelle di Campodarsego (in via Verdi 87 e l’istituto comprensivo gia citato). Infine c’e la scuola media (secondaria di 1° grado) dell’istituto comprensivo. Inoltre nel territorio comunale sono presenti due palestre comunali: in via Giovanni da Cavino a Campodarsego e in via Bassa II a Fiumicello. In via Hermagor c’e la stazione dei carabinieri di Campodarsego. Sono presenti nel territorio comunale sei impianti di rifornimento carburante, uno in via Caltana, due in via Antoniana, uno in via Bassa I, uno in via Bassa III e uno in via De Toni. Il Comune di Campodarsego ha anche una dinamica realta commerciale di interesse provinciale. Le tante aziende produttive della zona sono, infatti, spesso affiancate da punti di esposizione e vendita delle merci: tra tutti risulta interessante il settore dei mobili per la casa, con punti vendita concentrati lungo la strada del Santo. Il numero di unita locali nel settore dei servizi e pari a 756 nel 2001 e risulta in crescita di quasi il del 36% rispetto al 1991. Anche il numero di addetti (2.106 al censimento del 2001) e in aumento rispetto al dato del 1991 (+ 34,6%). Le infrastrutture Le principali vie di comunicazione nel territorio di Campodarsego sono la S.R. 307 Strada del Santo e la S.R. 308 Nuova Strada del Santo, entrambe con direzione NNE-SSW, la linea ferroviaria a doppio binario Padova – Belluno con medesima direzione e le strade provinciali S.P. 11 di Sant’Andrea con direzione E-W, e la S.P. 34 delle Centurie con direzione NNE-SW. Il reticolo stradale minore ricalca gran parte dell’antico reticolato romano. Le stazioni più vicine sono quella di Padova e quella di Camposampiero. In totale sono presenti sul territorio circa 123 km di strade di cui 28 km circa di strade regionali e provinciali, pari a circa il 23% del totale. Nel piano provinciale della viabilità della Provincia di Padova aggiornato al 2005 risulta che sulla S.R. 308 nella tratta Borgoricco – Cadoneghe (sezione 5 al ridosso del confine tra Cadoneghe e Campodarsego), il traffico presenti due picchi, uno mattutino (tra le 7.00 e le 8.00) ed uno pomeridiano (tra le 18.00 e le 19.00) con un numero di veicoli massimo pari a circa 970 veicoli all’ora, di cui circa l’11,5% rappresentato dal traffico pesante, per un totale di circa 21.500 veicoli in media al giorno tra le due direzioni. La mole di veicoli che percorrono la regionale è notevole e rappresenta una criticità per la mobilita cittadina, sia nella situazione attuale che nelle previsioni al 2015. Il punto di rilievo lungo la S.R. 307 è posto in via Pontevigodarzere in Comune di Padova, ma si può presupporre che sia significativo anche per il traffico in Comune di Campodarsego. Risulta un elevato flusso di traffico, soprattutto in direzione sud (verso Padova), con un picco serale attorno alle 1.500 unita all’ora accompagnato comunque da una media diurna attorno ai 1.100 veicoli all’ora per un flusso medio totale giornaliero intorno ai 40.300 veicoli (di cui circa 1,6% rappresentato dal traffico pesante). Proprio per ridurre i disagi sono previsti vari interventi che interessano direttamente il territorio del Comune di Campodarsego: in primis il Grande Raccordo Anulare (G.R.A.) attorno alla citta di Padova (che nel progetto intercetta il territorio comunale nella porzione meridionale), quindi il potenziamento della S.R. 308 e la variante alla S.P. 70. Come specificato nel 2° atto aggiuntivo alla intesa generale quadro tra Governo e Regione del Veneto per l’integrazione del 7° programma delle infrastrutture strategiche, il G.R.A. rientra tra le infrastrutture di preminente interesse nazionale. Nel P.T.R.C. adottato (D.G.R.V. n° 372 del 17 febbraio 2009) come nel P.T.C.P. della Provincia di Padova (tav. 4 Sistema Insediativo Infrastrutturale) è evidenziata la previsione di una linea del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (S.F.M.R.) in corrispondenza dell’attuale linea ferroviaria esistente. La linea Padova - Castelfranco Veneto apparteneva alla prima fase – lotto A dei lavori ed e già stata realizzata, compresa la fermata di Campodarsego. Nel piano triennale dei lavori pubblici della Provincia di Padova 2008/2010 e 2010/2012 sono previsti tre interventi che interessano il Comune di Campodarsego:

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− allargamento di via Brenta a Campodarsego per collegamento S.P. 70 con cavalcavia S.F.M.R.; − allargamento via Straelle (S.P. dir 34 fino a S.P. 88) a Campodarsego; − realizzazione passerella e opere connesse lungo itinerario ciclopedonale MUSON DEI SASSI in Comune di Campodarsego. Per quanto riguarda le piste ciclabili sono già presenti sul territorio comunale circa 20 km di percorsi, altri circa 3 km sono in corso di realizzazione e il Comune ha in progetto di realizzarne quasi altri 3 km per un totale sul territorio di oltre 25 km. L’A.T.O. dove oggi sono presenti la maggiore quantità di percorsi ciclabili e l’A.T.O. 4, mentre quello in cui sono in corso più interventi e l’A.T.O. 2. I progetti delle nuove piste ciclabili mirano soprattutto a migliorare la viabilità alternativa e sono concentrati per la maggior parte in corrispondenza delle nuove lottizzazioni. Inoltre si deve aggiungere il percorso ciclopedonale naturalistico lungo il Muson dei Sassi (di circa 8 km entro il territorio comunale), che parte da Loreggia e arriva fino alla confluenza con il Brenta lungo le sommità arginali, e quello naturalistico lungo il Tergola (altri 4 km); entrambi sono inseriti nel Piano provinciale delle Piste ciclabili della Provincia di Padova. I consumi di energia Il problema della disponibilità delle fonti energetiche è dei loro costi e tutt’ora legato alla disponibilità di petrolio, che risulta la fonte di energia maggiormente utilizzata. A livello provinciale il settore che assorbe più consumi di energia è quello industriale, seguito a distanza da quello terziario. L’unico dato confortante nel quadro generale deriva dal fatto che è in aumento soprattutto il consumo di energia idroelettrica e di gas naturale. Per quel che riguarda quest’ultimo dato la Regione ha messo a disposizione, per ogni Comune, nel quadro conoscitivo, i consumi di metano a potere calorifico superiore a 38,1 MJ/m 3 espressi in milioni di m 3/anno. Osservando tali dati si vede come nel Comune di Campodarsego vi sia stato un aumento del consumo di metano dal 2000 al 2005; tale incremento riflette quello tendenziale della Provincia di Padova e della Regione Veneto. Più significativo risulta l’osservazione dell’andamento del consumo procapite a Campodarsego con quello provinciale e regionale. Il Comune è attraversato da tre metanodotti: due in senso est-ovest, entrambi della linea Cremona – Mestre, uno a nord e l’altro a sud del capoluogo, e uno in senso nord-sud, appartenente alla linea Campodarsego – Padova. Tutti sono ad alta pressione (64 Bar di esercizio). Interessante e anche il trend dei consumi petroliferi nella Provincia di Padova nell’intervallo 1998- 2005 che mostra che è diminuito il consumo di benzine mentre è aumentato il consumo di gasolio. Molto basso invece è il consumo di olio combustibile, GPL e lubrificanti. Risparmio ed efficienza energetica Si riportano di seguito le azioni attuate e quelle ad oggi in corso presso il Comune di Campodarsego, finalizzate al risparmio, efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera: − Sarà realizzata una pensilina fotovoltaica da 24 kW presso la sede del magazzino comunale. L’intervento consentirà anche di evitare di immettere nell’atmosfera circa 13.850 kg di anidride carbonica all’anno. − Le forniture di energia elettrica per tutte le utenze comunali (compresa illuminazione pubblica) vengono aggiudicate a mezzo di gara ad un fornitore del libero mercato. Per la sede municipale si è provveduto ad acquistare energia la cui produzione è certificata e deriva da fonti rinnovabili. − È in atto una attività di sperimentazione sulla pubblica illuminazione, avviata con una procedura di selezione pubblica, di tecnologie innovative ad alta efficienza e risparmio energetico. − Nel corso degli ultimi 8 anni il Comune di Campodarsego ha provveduto a realizzare 7 nuove rotatorie in luogo di altrettanti incroci a raso (maggiore fluidità del traffico con minori emissioni). − Nello stesso periodo sono state realizzate piste ciclabili e percorsi naturalistici che permettono il collegamento tra tutte le frazioni e con il capoluogo, con aumento quindi dei percorsi alternativi, specificatamente dedicati alla mobilita sostenibile. − le caldaie comunali sono tutte alimentate da gas naturale; l’amministrazione comunale provvederà alla sostituzione di quelle progressivamente più vetuste con altre “a condensazione dei fumi”. Rifiuti Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani approvato dalla Regione Veneto alla fine del 2004 suddivide il territorio regionale in bacini di utenza. Campodarsego appartiene al bacino PD1, assieme ai

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Comuni di Borgoricco, , Camposampiero, Carmignano, , Curtarolo, , , Gazzo, , Loreggia, Massanzago, , Piombino Dese, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, , , Tombolo, Trebaseleghe, Villa del Conte, Villanova, Vigodarzere e Vigonza. Dal 1996 il bacino PD1 si è posto come obiettivo primario una raccolta differenziata spinta, ottenendo una conseguente riduzione dei conferimenti in discarica, ridotti alla sola frazione secca non riciclabile, con benefici anche in termini di gestione della stessa per effetto della minore produzione di percolato e odori, ecc. L’ultima caratterizzazione merceologica ha dato risultati confortanti in questa direzione: la frazione organica ha raggiunto, infatti, percentuali molto basse, proprio per effetto di un’efficiente raccolta differenziata, con conseguente miglioramento della qualità dei rifiuti conferiti. I dati utilizzati per l’analisi sono quelli messi a disposizione dall’A.R.P.A.V. tra il 2003 e il 2006 e, infine, per il periodo 2007-2009 sono stati considerati i dati messi a disposizione dal Comune (E.T.R.A.). Il Comune di Campodarsego, adottando una politica di gestione dei rifiuti in linea con quella del bacino di appartenenza, ha raggiunto degli ottimi esiti da questo punto di vista, superando sempre la media del bacino, mantenendosi sempre su valori percentuali di rifiuto differenziato superiori al 60% a partire dal 2003; dal 2008 le percentuale di differenziata è superiore al 70%. Questo dato conferma come il sistema di raccolta differenziata porta a porta sia ormai una realtà consolidata nel Comune. Soffermandosi infine sui dati degli ultimi anni relativi alla produzione totale di rifiuti, si segnala come, in termini complessivi, la produzione dal 2003 al 2009 sia aumentata quasi del 27% pur registrando una diminuzione nel 2009 rispetto al 2008, a fronte di un aumento “solo” del 16,1% a livello di bacino PD1 e del 13,3% a livello provinciale. Infine si segnala che a Campodarsego, sono presenti due dei 58 ecocentri provinciali: uno in via Pioga gestito da ETRA S.p.A. e uno in località Pontifuri presso la discarica di Campodarsego; inoltre sono presenti cinque impianti di recupero (in procedura semplificata), tutti per rifiuti non pericolosi . L’impronta ecologica Il valutatore afferma che non avendo a disposizione per il Comune di Campodarsego, i dati procapite relativi alle categorie di consumo necessari per dare una stima dell’impronta ecologica del Comune, si è pensato di utilizzare il dato nazionale e di prendere come riferimento la produzione di rifiuti solidi urbani adeguatamente confrontati al livello provinciale, regionale ed infine nazionale. L’anno di riferimento della produzione di rifiuti è il 2006 così come i dati relativi alla popolazione. Si è scelto questo anno in quanto è quello in cui è stato effettuato il calcolo dell’impronta ecologica per l’Italia, dato cui fanno riferimento tutte le valutazioni successive. Osservando il risultato ottenuto si vede come l’IC procapite sul territorio di Campodarsego sia inferiore a quella della Provincia, della Regione e più in generale dell’Italia. Al contrario dal dato sull’IC territoriale emerge come il Comune sia in “deficit di territorio” rispetto al valore nazionale (quasi doppio) e regionale, mentre lo stesso dato a livello provinciale risulta leggermente inferiore. In altri termini l’estensione del territorio comunale per soddisfare all’esigenza dell’impronta ecologica di 12.723 abitanti dovrebbe essere di circa 485 km 2 pari ad 19 volte la reale estensione territoriale.

− STATO DELL’AMBIENTE La valutazione della situazione ambientale iniziale ha lo scopo di individuare, descrivere e presentare informazioni sullo stato dell’ambiente nel territorio del Comune di Campodarsego. Si riportano di seguito una sintesi del Quadro Conoscitivo Ambientale: Clima Il clima del territorio di Campodarsego rientra, come quello della Provincia di Padova e di tutto il Veneto, nella tipologia mediterranea pur presentando caratteristiche tipicamente continentali per la posizione climatologica di transizione: inverni rigidi ed estati calde e umide. I dati relativi a temperature, precipitazioni, umidità e radiazione solare fanno riferimento alla stazione meteorologica di Campodarsego, gestita dall’ARPAV. Il valutatore afferma che, facendo riferimento a tali dati, si osserva che dal 1996 al 2005, si è registrato un trend positivo di crescita della temperatura (sia nei valori massimi che in quelli minimi) tanto più forte nel periodo estivo (+0,9) che in quello invernale (+0,03). Dai dati relativi alle precipitazioni si osserva un leggero incremento dei giorni piovosi nell’anno, cui corrisponde un aumento delle UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 8

COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA precipitazioni complessive: sino a 1200 mm/anno. Entrando nello specifico della distribuzione annua delle precipitazioni, si ha un aumento dei giorni piovosi nei mesi estivi ed invernali, cui corrisponde una diminuzione delle piogge in autunno (non si registrano variazioni significative nei mesi primaverili). Da ciò si può dedurre che nel complesso ci registra un trend con precipitazioni caratterizzate da una maggiore intensità, con conseguente aggravio sulla rete di smaltimento delle acque meteoriche. Aria I venti Per l’analisi dei dati anemometrici sono state prese in considerazione le misure effettuate alla stazione meteorologica di Campodarsego, in gestione all’A.R.P.A.V.. La direzione del vento prevalente a 2 m dal piano campagna registrata alla stazione di Campodarsego tra il 1° Gennaio 2001 e il 31 Dicembre 2005 è in linea con quella registrata nelle altre stazioni della Provincia di Padova ed e NE. La velocità media del vento, in [m/s], a 2 metri da terra, risulta, invece, minore rispetto ai valori registrati altrove nella provincia. La qualità dell’aria Il valutatore afferma che l’analisi sulla qualità dell’aria sono risultate difficoltose a causa della mancanza nel territorio Comunale di centraline di rilevamento e di monitoraggio. Il valutatore ha quindi scelto di fare riferimento ai dati a disposizione, dal quadro conoscitivo della Regione Veneto, per le città di Padova e Treviso, dando un maggiore peso al dato di Padova essendo quest’ultima la più vicina al Comune di Campodarsego. Dalle analisi, emerge che il Comune di Campodarsego rientra per tutte le tipologie di inquinanti prese in considerazione dal “Piano di risanamento e tutela dell’atmosfera” nella zona C, fatto salvo per le polveri sottili per le quali è stato elaborato nel 2006 un aggiornamento del piano, da cui risulta che tutto il territorio della provincia di Padova rientra in zona A. Sono stati analizzati, inoltre, i dati relativi al biossido di azoto, l’ozono, il monossido di carbonio, il benzene, le polveri sottili e il benzopirene forniti dal quadro conoscitivo regionale, riferiti al 2007. Dall’analisi emerge che nel territorio di Campodarsego, come del resto nella vicina città di Padova, vi sia un problema in relazione alla presenza nell’atmosfera di polveri sottili (PM 10 ) con un numero di superamenti del limite giornaliero annuo di 50 g/m 3 pari a 135 e una media annua di concentrazione in atmosfera di circa 49,57 g/m 3. Per quanto riguarda la presenza di ozono (O 3) si ha un numero di superamenti della soglia di informazione (Numero superamenti nell’anno solare del valore orario di 180 g/m 3) pari a 14 e del valore obiettivo (per il massimo giornaliero della media mobile su 8 ore: numero di superamenti nell’anno solare del valore di 120 g/m 3) a lungo termine pari a 50. Per il biossido di azoto (NO 2) è a disposizione nel quadro conoscitivo regionale solo il dato che riguarda la concentrazione media annua pari a circa 40,33 g/m 3. Per il benzene e il benzopirene si registrano concentrazioni medie annue rispettivamente di 2,8 g/m 3 e 1,20 ng/m 3. Quest’ultimo valore supera il valore obiettivo di qualità per la media annuale fissato a 1 ng/m 3. Da questo quadro, seppur incompleto, emerge come la maggiore criticità sia individuata nelle polveri sottili, come nel resto della Regione Veneto, in particolare appare critica la situazione per il PM 10 . Preoccupante appare inoltre la situazione relativa alla concentrazione di ozono in atmosfera. Le emissioni per fonte Dall’osservazione dei dati relativi ai gas inquinanti, svolta dal valutatore, per ciascun gruppo di sorgenti prodotte in termini di emissioni totali annue dei dati a livello comunale e di questi con quelli provinciali emerge un’importante emissione di metano (CH 4) sul territorio dovuta essenzialmente alla presenza della discarica e alle attività agricole e di allevamento. Il Comune di Campodarsego, con propria delibera di Consiglio Comunale (n° 20 del 19 giugno 2009), ha approvato il “Patto dei Sindaci” per la riduzione dei gas serra secondo le direttive della Comunità Europea per l’energia sostenibile, impegnandosi a raggiungere gli obiettivi del suddetto documento e, in particolare, la riduzione delle emissioni di CO 2 nel territorio comunale di almeno il 20% entro il 2020. Acqua Il valutatore afferma che relativamente al tema delle acque che interessano il Comune essendo questo un sito nell’entroterra si è soliti ricorrere alla classificazione delle acque: superficiali, sotterranee, potabili, bacino scolante.

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Le acque superficiali interne Gli elementi idrografici principali sono il Torrente Muson dei Sassi, il Fiume Tergola ed il Fiume Tergola Vecchio. Il Torrente Muson dei Sassi attraversa con andamento pressoché rettilineo e con direzione NNE–SSO la porzione occidentale del territorio comunale, il Fiume Tergola scorre con andamento meandriforme nel settore centro – orientale mentre il Tergola Vecchio, derivazione del Tergola, dall’abitato di Sant’Andrea corre lungo il confine sud-est tra il Comune di Campodarsego e quello di Vigonza. Tutta la rete consortile è gestita dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (ex Consorzio di Bonifica Sinistra Medio Brenta - (istituito con L.R. 12/2009 e conseguente D.G.R. 1408/2009). I tre principali corsi d’acqua suddividono il territorio in quattro parti corrispondenti a quattro diversi bacini afferenti: Muson dei Sassi, ad occidentale, sulla destra idrografica del Torrente Muson dei Sassi, di cui risulta tributario; Tergola, centrale, tra il Muson dei Sassi ed i Fiumi Tergola e Tergola Vecchio, per la maggior parte tributario prima del Rio dell’Arzere e quindi del Fiume Tergola; Lusore, ad oriente, sulla sinistra idrografica del Fiume Tergola, che convoglia le proprie acque verso est, nel bacino del Lusore; Pionca, molto piccolo, vicino alla confluenza tra il Tergola e il Tergola Vecchio. Inoltre tutta la porzione di territorio comunale ad est del Torrente Muson dei Sassi ricade dentro il bacino scolante della Laguna di Venezia. Ai corsi d’acqua principali si associano infine numerosi altri elementi, a carattere temporaneo, costituiti da fossati e scoli agricoli, per irrigazione o per lo sgrondo dei campi, e dalle scoline stradali. La valutazione sulla qualità delle acque superficiali di un territorio viene eseguita attraverso l’analisi delle loro caratteristiche chimico-fisiche riassunte a mezzo dei seguenti indicatori: LIM, IBE, SECA e SACA. Relativamente alla qualità biologica delle acque superficiali, i corsi d’acqua analizzati dall’ARPAV sono il Muson dei Sassi e il Tergola, quest’ultimo suddiviso in due parti: tratto 2 a monte di Sant’Andrea e tratto 1 a valle di Sant’Andrea. La stazione di monitoraggio del Tergola è ubicata lungo il corso d’acqua nelle immediate vicinanze della parrocchiale di Sant’Andrea. Dai valori misurati si può complessivamente affermare che a Campodarsego non si rileva la presenza di acque idonee al consumo umano e alla vita dei pesci, ma lo stato, sia pur non completamente soddisfacente, presenta un lento trend di miglioramento. Infatti, dai dati distribuiti dalla Provincia di Padova relativi all’I.B.E. misurati nel 2008 risulta che la qualità delle acque del Torrente Muson dei Sassi e in classe II-III, mentre quella del Fiume Tergola in classe II e I, rispettivamente presso la stazione di S. Andrea di Campodarsego e la stazione di S. Giustina in Colle. Le stazioni di rilievo sono la n° 26, 31a e 31 della rete di monitoraggio della Provincia di Padova. Le acque sotterranee Dal punto di vista idrogeologico il territorio si colloca a sud del limite inferiore della fascia delle risorgive in zona di Bassa Pianura alluvionale. In questo settore si è già realizzata la differenziazione dell’acquifero freatico, alloggiato nel materasso alluvionale dell’alta pianura, in un sistema multi falde, alloggiate in orizzonti granulari permeabili (sabbie ed in profondità ghiaie) e separate da livelli di terreni più fini argillosi e limosi, praticamente impermeabili. Si è quindi in presenza di una serie di acquiferi sovrapposti (i più profondi in pressione – artesiani), a potenzialità variabile, di cui il più superficiale (freatico) si colloca a profondità limitata dal piano di campagna. La prima falda, alloggiata nei livelli permeabili presenti nei primi metri dal piano di campagna, presenta caratteristiche di tipo freatico, nello specifico di tipo non risalente. Si ha un acquifero freatico (condizioni di falda libera) in presenza di materiali sabbiosi, permeabili, mentre se è presente una copertura impermeabile o poco permeabile (terreni limosi - argillosi sabbiosi) si hanno condizioni di sub-artesianesimo (falda risalente). Per la sua caratterizzazione si fa riferimento a quanto riportato nella Carta Idrogeologica predisposta per il P.R.G. 1983, riferita al febbraio 1983 (fase di morbida-piena della falda). Da questa risulta una direzione del deflusso verso sud-est, talora variabile, soprattutto, nella parte centrale del territorio comunale, sia per l’azione drenante, in sinistra, ed alimentante, in destra, del Torrente Muson dei Sassi, sia per locali variazioni della permeabilità dei terreni, se non per l’azione alimentante attribuibile alle precipitazioni meteoriche. Le oscillazioni della superficie della falda sono ridotte e stimate mediamente attorno ad 1 m. Il massimo innalzamento si ha normalmente nel mese di novembre, il minimo nel periodo estivo (in corrispondenza dei periodi di massima e minima attività meteorica, rispettivamente). Il livello dell’acquifero freatico risulta in

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA prevalenza compreso tra 1 e 2 m dal piano campagna, ma in alcune aree la falda si trova ad una profondità compresa tra 2 e 5 m dal piano campagna; in particolare i valori minimi di soggiacenza (profondità < 1 m) si hanno nella parte centrale del Comune (Bronzola sud, Sant’Andrea e Reschigliano sud). Il valutatore afferma che dalla lettura della Carta Idrogeologica, redatta dallo Studio Rech, contestualmente al P.A.T., emerge che il primo acquifero produttivo presente a profondità di 5-10m viene sfruttato solamente per scopi irrigui data l’elevata vulnerabilità dell’inquinamento anche naturale dovuto a ferro, manganese, ioni ammonio e arsenico presenti e rilasciati dalle argille superficiali. Relativamente al tema delle acque profonde si sottolinea come il territorio sia interessato dal complesso di falde della percolazione profonda proveniente dal nord-nord-ovest ove il grande acquifero indifferenziato dell’alta pianura viene alimentato dalle dispersioni dei corsi d’acqua in uscita dalle valli alpine che si sommano al contributo delle precipitazioni e dell’irrigazione. La valutazione dello stato ambientale delle acque sotterranee dovrebbe tenere conto di due diverse classificazioni di tipo chimico, qualitativo e quantitativo. Le misure quantitative si basano sulla valutazione del grado di sfruttamento della risorsa idrica; per la classificazione quantitativa vengono considerati due indicatori: La portata delle sorgenti o delle emergenze idriche naturali e il livello piezometrico. La valutazione delle misure quantitative definisce l’indice SQuAS – Stato Quantitativo Acque Sotterranee. Le misure chimiche si basano sulla valutazione di parametri fisici e chimici definiti “Parametri di Base Macrodescrittori” ed “Addizionali”. Il confronto dei dati chimici ottenuti dai campioni d’acqua sotterranea prelevati nel corso delle varie campagne qualitative, consente di rilevare l’indice SCAS – Stato Chimico Acque Sotterranee. Nel Comune di Campodarsego, in via Olmo presso la località di Campanigalli, è localizzato un pozzo per estrazione d’acqua da acquifero artesiano (n° 60) posto a -230 m dal piano campagna. L’ARPAV tiene costante monitoraggio delle caratteristiche chimico-fisiche di tali acque, da cui si deduce lo SCAS. La serie storica dal 2000 al 2007 indica – come lo SCAS sia complessivamente peggiorato negli anni 2003 – 2007 a causa della presenza di metalli pesanti tra cui emerge il piombo. Servizio Idrico La rete comunale di approvvigionamento idrico si estende per complessivi 122 km circa, andando a servire il 100% della popolazione. Sono presenti forme di approvvigionamento anche da altra fonte (pozzi o cisterne) localizzate in aree rurali e limitate numericamente a poche unità. La rete di fognatura serve il 70% della popolazione (dato 2010 fornito dal gestore del servizio: E.T.R.A. – Energia Territorio Risorse Ambientali). Essa è di tipo separato (con alcune zone residue miste concentrate soprattutto nel centro del capoluogo) e si sviluppa per 52 km circa tra collettori principali e rete secondaria. Il materiale delle condotte è prevalentemente il PVC (24%), ma esistono anche condotte in cemento amianto (24%), ghisa (19%), calcestruzzo (12%) e gres (11%). Complessivamente la stima della percentuale di abitazioni dotate di collegamento alla rete di fognatura è di circa il 70%. Le aree attualmente scoperte sono concentrate nel settore nord-occidentale in località Bosco del Vescovo e nell’area rurale compresa tra Bronzola, Fiumicello e Sant’Andrea. Nella Provincia di Padova sono localizzati numerosi depuratori, nessuno di questi, però, è situato nel Comune di Campodarsego. La rete si appoggia all’impianto di depurazione delle acque reflue urbane di Cadoneghe. Il depuratore di Cadoneghe in gestione a ETRA S.p.A. è un depuratore di 1^ Categoria (> 13.000 AE) attivo dal 1984 con potenza effettiva di 40.000 Abitanti Equivalenti, dopo il trattamento, le acque vengono restituite al fiume Brenta. Suolo e sottosuolo (Inquadramento geomorfologico – Ex Cave) Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che l’area del Comune di Campodarsego ha un carattere essenzialmente alluvionale ed è definita da forme che presentano variazioni di quota poco pronunciate, che vanno dai 18,5 ai 11,5 m s.l.m.. Trattandosi di un territorio completamente pianeggiante, le forme morfologiche naturali sono limitate e riconducibili a modeste ondulazioni del terreno. Malgrado ciò, analizzando la carta del microrilievo di pianura, è stato possibile suddividere il territorio in porzioni omogenee, di cui la parte più occidentale, in corrispondenza della località di Bosco del Vescovo, è quella che presenta quote altimetriche maggiori. L’altimetria degrada poi da nord – ovest verso sud – est. L’antropizzazione dell’area avvenuta nei secoli ha nascosto le antiche forme, ma da una ricostruzione morfologica delle principali caratteristiche del territorio è possibile individuare alcuni elementi importanti tra cui: le aree depresse in pianura alluvionale, più facilmente soggette a drenaggio superficiale difficoltoso, con ristagni idrici e condizioni di saturazione dei terreni; e le aree rialzate

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA rispetto al piano campagna circostante. L’individuazione cartografica di tali forme è consultabile nella Carta geomorfologica, redatta dallo Studio Rech. Alle forme “naturali” si sommano poi quelle derivanti dall’intervento antropico: tra queste si sono rilevate quelle legate all’attività estrattiva di cava, iniziata agli inizi del 1900 e cessata del tutto verso la fine degli anni ’80. Le aree di cava ricadono nella fascia centrale del territorio comunale che si estende in senso meridiano da Bronzola a Reschigliano, sulla destra idrografica del Tergola, e risultano concentrate in un settore centrale, tra via Pioga – via Bazzati – via Bassa I – via Cà Brion e via Pioga Laterale 1. Il sistema di escavazione si basava sull’asporto, su ampie aree, di spessori di argilla dell’ordine del metro, e l’area “ribassata” veniva successivamente restituita all’uso agrario. Dove la potenza del livello argilloso era maggiore è stata adottata invece l’escavazione “a vasche”, con profondità di scavo anche superiori a 5 m, operando in questi casi sottofalda (es. ex cave in località Fornace Nuova). Tali vasche si riempiono d’acqua di falda formando dei laghetti, alcuni dei quali ancora esistenti, altri colmati con materiali eterogenei di risulta o di discarica. Normalmente le aree scavate sono state riportate ad una quota prossima a quella delle zone circostanti, tranne una porzione a destra della vecchia Fornace Ferrarin, ripristinata ad una quota superiore di oltre un metro. In altri casi, le aree di ex cava sono state utilizzate come discarica per rifiuti solidi urbani. Una, di dimensioni ridotte e non più utilizzata già all’epoca del P.R.G. del 1983, è ubicata subito a nord-ovest del cimitero del capoluogo; una seconda, molto più importante e tuttora attiva, si colloca poco a nord di Reschigliano, lungo la variante alla strada del Santo. La geolitologia Il sottosuolo di Campodarsego è caratterizzato da una frequente alternanza di materiali coesivi (limi e argille), poco o per nulla permeabili, e granulari (sabbie e sabbie limose), da mediamente a poco permeabili. I passaggi tra i diversi litotipi sono graduali e normalmente eteropici, legati a fenomeni di interdigitazione dei depositi dei corsi d’acqua principali ed alle divagazioni e/o esondazioni succedutesi nel tempo. In particolare dall’analisi della Carta Litologica, redatta dallo Studio Rech, e dei dati disponibili è emersa una prevalenza dei litotipi limoso – argillosi ad est della Strada del Santo, in una fascia lungo il corso del Fiume Tergola (località Bronzola e Sant’Andrea), nelle località Fiumicello e Reschigliano, nonché all’estremità nord-ovest, presso il Bosco del Vescovo; una prevalenza dei terreni sabbiosi nei settori occidentale e centro meridionale del territorio comunale (zona produttiva – Pontarola e capoluogo). Dall’analisi condotta dal valutatore emerge come circa l’80% dell’intero territorio comunale presenti un terreno con caratteristiche scadenti, e tra gli A.T.O. il più penalizzato sia il n° 4 (Reschigliano - Sant’Andrea), in particolare in corrispondenza di un’ampia fascia a cavallo del fiume Tergola. Terreni con caratteristiche meccaniche mediocri formano “isole” di estensione variabile, concentrate nei settori occidentale e nord-orientale del territorio comunale in queste aree risulta compresa buona parte dell’abitato storico del capoluogo. Dall’analisi della compatibilità geologica ai fini edificatori emerge inoltre come vi sai la presenza di aree non idonee all’edificazione e legata soprattutto ai fiumi (Muson dei Sassi e Tergola) e alla discarica, mentre la maggior parte del territorio sia caratterizzato da aree idonee all’edificazione sotto condizione. Idrogeologia Il sistema idrografico del Comune di Campodarsego si articola in una rete idrografica maggiore costituita dai fiumi Tergola, Torrente Muson dei Sassi e Muson Vecchio, e una minore costituita dagli scoli e dai canali consortili che rappresentano elementi fondamentali nell’equilibrio di tutto il sistema idrografico di superficie. Gli scoli Fiumicello, Selgari, Dosso e Garelli in sinistra del Tergola; gli scoli del Pioga, del Frattina e di Rio Dell’Arzere tra il Muson dei Sassi ed il Tergola; e i canali Marin, Salvi, Marcello, Saragiotto e Feltre in destra del Muson dei Sassi. Il Tergola, è un tipico corso d’acqua di pianura ad andamento meandriforme costeggiato da argini di modesta altezza che ha origine dalle risorgive a sud di Cittadella e confluisce nel fiume Brenta, attraversa il territorio di Campodarsego da Bronzola verso Sant’Andrea e Codiverno. Il Torrente Muson dei Sassi e il Muson Vecchio, hanno origine dai colli Asolani ed attraversano il territorio del Comune di Campodarsego da nord a sud fino a sfociare nel fiume Brenta. Il Bacino del Muson dei Sassi, tributario di sinistra del Brenta, alla confluenza situata a Vigodarzere, riveste un interesse particolare in merito alle problematiche legate alla sicurezza idraulica. Esso raccoglie le acque meteoriche di un limitato

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA bacino montano che interessa i colli di Asolo e le pendici sudorientali del Monte Grappa e si chiude presso Castelfranco, alla confluenza del torrente Bretone in destra e del fosso Avenale in sinistra. Il torrente Muson dei Sassi e il suo bacino ricadono all’interno della perimetrazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) e pertanto è soggetto alla regimazione del relativo Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione. Discarica Il valutatore segnala, sul territorio di Campodarsego, la presenza di una discarica attiva ( chiusura luglio 2012 ), che occupa una superficie di circa 10,5 ettari e la cui gestione, inizialmente affidata alla ditta Rossato Fortunato S.r.l., è ora assegnata a ETRA S.p.A.. Si tratta di un sito pianeggiante posto ad una quota di circa 14 m s.l.m., poco a sud-est del centro di Campodarsego, tra la nuova S.R. 308 del Santo e la S.P. 34, via Bassa I, nei pressi di Reschigliano; rientra quindi all’interno dell’A.T.O. 4. Entro un raggio di 500 m dall’impianto, sono presenti degli edifici residenziali che in ogni caso non si configurano come nuclei abitativi, ma piuttosto come case isolate o sparse; ci sono, però, parecchi edifici ad uso artigianale o industriale. La zona in passato è stata interessata da attività di tipo estrattivo (cava di argilla). Per quanto riguarda la situazione idrogeologica, uno studio condotto nel 1986 dal dott. Sabatini ha confermato che il deflusso della falda freatica avviene con direzione nord - sud e che il primo livello acquifero di una certa importanza si trova ad una profondità di circa 20 m. Terminato lo sfruttamento a fini estrattivi, è rimasto nella zona un insieme di fosse colme d’acqua stagnante e terreno incolto, la cui bonifica ha permesso di ricavare le vasche su cui è sorto l’attuale impianto. Ai sensi del D. Lgs. 36/2003 la discarica in oggetto è classificata come discarica per rifiuti non pericolosi (ex impianto di I° categoria L.R. 3/2000) e in essa è consentito lo smaltimento, secondo la normativa vigente, di: rifiuti urbani, rifiuti assimilabili agli urbani, fanghi non pericolosi. Attualmente, essa serve tutto il bacino di utenza PD1 e il regime di rifiuti conferiti è pari a circa 120 ton/giorno, con prevalenza di rifiuto urbano (circa 115 t/d). I rifiuti conferiti dal 1984 al 2006 cono circa 1.100.000 m 3, considerando solo la porzione a sud (circa i 2/3 della discarica). Riguarda la parte nord, in coltivazione negli anni precedenti, non si hanno dati certi, ma si presume vi siano stati abbancati all’incirca 400.000 m 3. Attualmente la discarica opera in virtù dell’Autorizzazione Integrata Ambientale n° 114/IPPC/2009 rilasciata alla Provincia di Padova. La data presunta di fine conferimento è maggio 2012. I quantitativi autorizzati dal 22 giugno 2009 fino a tale data sono di 93.182 tonnellate. La data di chiusura non è certa in quanto, in virtù dell’aumento della percentuale di raccolta differenziata, si è assistito, nel corso degli ultimi anni, alla riduzione della quantità di rifiuti solidi urbani conferiti in discarica. In altre parole, la data di chiusura è determinata da una proiezione relativa al tempo necessario per saturare la capacità residua fissata. La discarica è dotata di relativi impianti di captazione del biogas e del percolato. L’estrazione del biogas prodotto dalla degradazione dei rifiuti avviene mediante una rete di 75 pozzi trivellati indipendenti e gestiti da tre stazioni di regolazione principali, supportate da 9 sottostazioni a 10 – 12 ingressi su basamento e struttura metallica, posizionate sulla superficie della discarica; la captazione del biogas avviene mediante l’applicazione di opportune depressioni ai singoli pozzi, modulando l’estrazione con gli appositi organi di controllo. Il biogas estratto viene convogliato, tramite tubazioni in HDPE, alla centrale di cogenerazione, dove viene recuperato, attraverso un processo di combustione, ottenuto attraverso l’utilizzo di due motori endotermici, con produzione finale di energia elettrica immessa in rete. L’impianto, entrato in funzione nel 1998, produce annualmente circa 2.500 MW. Il biogas in esubero viene inviato ad una torcia, costituita da una camera di combustione cilindrica verticale, e bruciato mediante un bruciatore multi fiamma. La rete di captazione ha subito negli anni molte variazioni, in particolare è stata potenziata per ottenere un efficace miglioramento nella raccolta. Sono in previsione nuove trivellazioni. Si osservi come il sistema nel suo complesso garantisca che le immissioni in atmosfera siano inferiori a quelle prescritte dalle normative tedesche TA – LUFT. Il percolato prodotto, invece, viene estratto dai pozzi presenti e immediatamente convogliato alla stazione di stoccaggio, da dove, con frequenza costante, viene trasportato ad idoneo impianto di trattamento mediante autobotte. I pozzi presenti lungo il perimetro di base della discarica sono 20 (14 in calcestruzzo, 100x100x100, e 6 in HDPE, DN 800) mentre sulla superficie sommitale sono presenti altri 14 pozzi. Nella prospettiva delle operazioni di bonifica/messa in

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA sicurezza finali, la Provincia di Padova sta valutando il progetto definitivo che prevede la realizzazione di un diaframma bentonitico perimetrale “impermeabile”, il potenziamento del sistema di captazione ed emungimento del percolato e del biogas. Sensibilità del suolo La porzione di territorio comunale ad est del torrente Muson dei Sassi rientra nelle zone vulnerabili per i nitrati, in quanto rientrante all’interno del bacino scolante della laguna di Venezia. Lo spargimento delle deiezioni è normato con le limitazioni temporali e territoriali contenute nella nuova normativa “direttiva nitrati”, recepita con D.M. 7 aprile 2006 a livello nazionale e in ambito regionale con D.G.R. 7 agosto 2006 n. 2495 e successive modifiche ed integrazioni. Il fatto che il Comune di Campodarsego rientri nelle zone vulnerabili per i nitrati è confermato dallo studio agronomico, prodotto unitamente al P.A.T., dal dott. Gazzin. Biodiversità Il valutatore afferma che per la matrice biodiversità sono stati presi in esame i corridoi ecologici e gli ambiti naturalistici, non essendo presenti sul territorio comunale aree ad alta naturalità, S.I.C. e Z.P.S., emergenze naturalistiche, unità eco sistemiche o biotopi. Il complesso di fattori biotici e abiotici che ci circonda caratterizza l’ambiente. L’insieme degli esseri viventi di un ambiente, che viene di regola raggruppato nelle due essenziali macroclassi di flora e fauna, e la varietà e il numero degli esseri viventi appartenenti alle due classi ci da poi la biodiversità. Flora e fauna sono, in forte relazione con la conformazione fisica e lo sviluppo antropico del territorio: quindi - per Campodarsego - con il reticolo idrografico maggiore e minore e con quello risultato dalla centuriazione romana. L’urbanizzazione dispersa nella pianura padano - veneta e lo sviluppo intensivo dell’agricoltura offrono ben pochi rifugi alla fauna locale; di conseguenza assai modesta è la biodiversità per Campodarsego, e si può esclusivamente osservare lungo le reti ed i corridoi ecologici, elementi del paesaggio connettori di due o più macchie di habitat naturale. Sono esempi di corridoi ecologici le fasce arboree ed arbustive che circondano i margini dei terreni coltivati, i sistemi ripariali ovvero la vegetazione delle fasce di pertinenza fluviale – Tergola e Muson dei Sassi –, le fasce arboree ed arbustive legate ad infrastrutture lineari (strade, ferrovie, canali artificiali) ed i corridoi lineari di vegetazione erbacea entro matrici boscate. Già in sede di P.T.C.P. della Provincia di Padova è stata individuata una rete di corridoi ecologici principali (tavola 3 “Sistema Ambientale”). In particolare si riscontrano quelli lungo il torrente Muson dei Sassi, il fiume Tergola e Tergola Vecchio. I corridoi raccordano aree di connessione naturalistica di 2° grado, nonché isole ad elevata naturalità (stepping stone), cioè unita di elevato valore funzionale. A questi si aggiungono l’ambito per l’istituzione del parco fluviale Tergola e gli ambiti di buona integrità paesaggistico ambientale e agricola. Ambiti naturalistici La porzione di territorio di Campodarsego lungo il fiumicello Tergola (compreso il ramo di Reschigliano) rientra nell’ambito naturalistico di interesse regionale n° 91 denominato “Palude di Onara e sorgenti del Tergola e relativo ambito fluviale” (art. 19. Norme Tecniche e tav. 2 P.T.R.C. del 1992, ripreso dal P.T.C.P. art. 18 punto B Norme Tecniche e tav. 1). Inoltre, lungo il confine nord-orientale, in corrispondenza dello scolo Lusore, il Comune è interessato dall’ambito naturalistico di interesse regionale denominato “Ambito dello Scolo Lusore” (art. 19. Norme Tecniche e tav. 2 P.T.R.C. del 1992, ripreso dal P.T.C.P. art. 18 punto B Norme Tecniche e tav. 1). Su tali aree dovranno essere perseguiti obiettivi di salvaguardia, tutela, ripristino e valorizzazione delle risorse che caratterizzano l’ambito stesso, così come previsto nel P.T.R.C.. Anche il nuovo P.T.R.C., adottato nel febbraio 2009, riconosce, all’interno del tema della biodiversità (tavola 2), l’importanza delle aree come corridoi ecologici e quindi l’obiettivo operativo di tutela e prevenzione della frammentazione. Flora Il valutatore afferma che la flora di Campodarsego è influenzata da due fattori principali: la presenza di corridoi ecologici legati ai corsi d’acqua arginati (torrente Muson dei Sassi, fiumicello Tergola e rio Tergola) e la suddivisione geometrica dell’area legata alla centuriazione di età romana, che ancor oggi caratterizza gran parte del territorio padovano in sinistra Brenta tra Camposampiero e Padova. Questa geometrizzazione del territorio, influendo sulla distribuzione degli insediamenti antropici lungo e agli incroci degli assi stradali, è responsabile della concentrazione delle parti più estese di campagna

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA all’interno dei riquadri del graticolato attualmente destinati all’agricoltura intensiva. Seppur le conoscenze a livello provinciale siano piuttosto lacunose ed è assente un atlante floristico a livello regionale, alcune considerazioni possono essere fatte sul tipo di ambiente esistente a Campodarsego. Si possono individuare in sostanza due tipi di ambiente: l’ambiente urbano e quello rurale. In relazione alla flora, l’ambiente urbano nelle aree residenziali è caratterizzato dalla prevalenza di giardini e parchi. I giardini privati in genere sono di limitata estensione e quasi essenzialmente legati alle residenze di tipo uni-bifamilare, o a schiera: si riscontrano essenze autoctone e non, che variano dalle latifoglie alle conifere. Tra le specie arboree prevalgono: l’acero, il carpino, il tiglio, il frassino, il salice, la betulla, la magnolia, l’ontano, il tiglio, la quercia, il noce, il pioppo, il ciliegio, l’olmo e il pino. Nei nuovi impianti si assiste ad una sensibile riduzione dei sempreverdi a favore dei latifoglia indigeni. Nei giardini e parchi pubblici tenuti a prato prevalgono le essenze locali: ancora acero, carpino, frassino, tiglio, salice e olmo. Assai limitata è la presenza di specie arboree nelle aree verdi a ridosso delle zone produttive. Discorso a parte meritano i giardini privati di notevole dimensione che sono legati ai grandi edifici residenziali. A Campodarsego esistono otto ville; sei di queste sono, tra l’altro, individuate all’Istituto Regionale Ville Venete. Cinque di questi complessi monumentali sono arricchiti da grandi giardini: Villa Marcello-Guillet Fanzago Loni, Villa Mattiazzo Gelmi, Villa Romiati, Villa Menini, e Villa Aghito. In essi si trovano le più tradizionali essenze ornamentali locali affiancate da specie non indigene (palme, conifere, cedri, bambù). Si sottolinea come il Giardino di Villa Menini sia stato riconosciuto dalla Provincia di Padova come giardino storico. La Provincia di Padova ha inoltre censito le architetture vegetali di pregio; molte sono però localizzate solo geograficamente per mancanza di dati documentali, per indisponibilità al sopralluogo da parte dei proprietari o, infine, per scarsa definizione compositiva. Tra queste nel Comune di Campodarsego rientrano Villa Aghito, Villa Ferrarin e Villa Mattiazzo Gelmi. Diversamente, la Provincia ha raccolto una considerevole documentazione relativa ai giardini di Villa Romiati, Villa Menini, Villa Mattiazzo Geppino e Villa Marcello-Guillet Fanzago Loni. In particolare si ricorda una Magnolia grandiflora entro il perimetro di Villa Romiati e le magnolie di Villa Marcello-Guillet Fanzago Loni, oltre alle conifere e al boschetto di bambù di Villa Menini. L’ambiente rurale, ovvero l’ambiente degli spazi aperti dove gli insediamenti antropici sono minori è il risultato dell’azione umana legata alla messa a cultura intensiva del territorio: di conseguenza, come risulta dal Rapporto dello studio agronomico, risultano assai frequenti tutte quelle specie vegetali legate al seminativo, alla produzione di ortofrutta, alla coltivazioni viticole, foraggiere e legnose; resta poco spazio quindi alle specie vegetali naturali limitate agli spazi di risulta in prossimità di corsi d’acqua e strade. Patrimonio arboreo e arbustivo: i grandi alberi e le siepi All’interno del territorio di Campodarsego si trovano tre aree boscate: una a nord di via Caltana (A.T.O. 3), costituita da un impianto di latifoglie, un’altra poco a sud di via Bazzati (A.T.O. 2), costituita da saliceti ed altre formazioni riparie, e l’ultima tra via Garelli e via Alfieri, costituita da un impianto di latifoglie. Secondo fonti regionali, la prima è soggetta ad un vincolo forestale. L’intera pianura padano-veneta sino al basso medioevo era caratterizzata dal bosco planiziale (querco- carpineto); a seguito della sistematica messa a cultura delle terre in epoca basso medioevale e veneziana tale ambiente si e profondamente modificato, e del bosco primigenio sono rimaste poche tracce nell’intera Provincia. A Campodarsego lungo i corsi d’acqua e nelle zone meno soggette al controllo umano, è ancora possibile scorgere insiemi di salici, pioppi, robinie, olmi e sporadicamente ontani neri. Anche oggi possiamo osservare una modesta area arbustiva di circa 1,2 ettari poco a sud di via Bazzati (A.T.O. 2), individuata anche nella tav. 3 del P.T.C.P. come macchia boscata. L’organizzazione rurale degli spazi aperti è d’altra parte responsabile della sopravvivenza dei filari arborei e delle siepi: questi, oltre a delimitare i principali corsi d’acqua, sono spesso gli elementi di suddivisione interponderale. Le specie arboree che in genere compongono le siepi nelle aree agricole oscillano dai salici ai pioppi, dai platani alle robinie, dalla sanguinella al biancospino. Dalla campagna di rilievo condotta in occasione dello studio agronomico sono risultati presenti 23 grandi alberi, tra cui risaltano i grandi platani del filare arboreo lungo la via Antoniana (SR 307) nei pressi del centro comunale.

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Fauna Con il termine fauna s’intende l’insieme delle specie animali presenti in un dato territorio: la varietà e il numero di tali specie presenti è poi strettamente legata alla conformazione fisica e allo sviluppo antropico del territorio stesso, e quindi, per Campodarsego, territorio pianeggiante, sia dalla presenza del reticolo idrografico che dalla maglia geometrica della centuriazione romana. Per una conoscenza del “patrimonio” faunistico territoriale, risulta essenziale lo studio condotto per l’“Atlante dei Mammiferi del Veneto”, attraverso il quale una volta discretizzato geograficamente l’intero territorio regionale con maglie quadrate di 10 km di lato, si è rilevata la presenza di 82 mammiferi a livello regionale; tale valore per la Provincia di Padova è di 42 elementi, mentre per il Comune di Campodarsego si sono rilevate 28 specie. Gli esemplari presenti sono per la maggior parte costituiti da roditori campestri, nutrie, lepri, volpi, donnole e ricci, che trovano rifugio nei pochi spazi lasciati liberi dall’agricoltura intensiva, ed in genere a ridosso dei corsi d’acqua. Grazie al dettagliato “Atlante degli uccelli nidificanti nella Provincia di Padova Gruppi NISORIA & C.OR. V.O. (1997) G. Padovan Editore, Vicenza”, operando la suddivisione del territorio a maglie quadrate di 10 km di lato, si è potuta rilevare la presenza a Campodarsego di ben 58 specie di uccelli (105 a livello provinciale); i principali tra essi sono la cincia, la capinera, il merlo, il pettirosso e il cardellino, e tra gli uccelli acquatici le gallinelle d’acqua, i germani e gli aironi cinerini. L’ittiofauna dell’area è rappresentata, come riportato nella Carta Ittica della Provincia di Padova, da tinche, carpe, trote, lucci e persici, concentrati nei due corsi d’acqua del Muson e del Tergola un tempo molto abbondante, e oggi molto ridotta a causa dell’aumento dell’inquinamento delle acque. Per favorire l’esercizio della pesca sportiva e incrementare il patrimonio ittico, la Provincia provvede all’immissione nei corsi d’acqua del territorio provinciale di idoneo materiale ittico, seguendo le indicazioni tecniche dettate dalla Carta Ittica provinciale. Non sono presenti nel Comune in oggetto ne aziende faunistico - venatorie, ne aziende agrituristico venatorie, sono invece presenti due campi addestramento per cani senza sparo. Paesaggio Il valutatore afferma che la definizione del tipo di paesaggio si basa sul grado di naturalità e artificialità. Campodarsego ha avuto una netta trasformazione del suo agro a partire dai primi secoli dell’era cristiana come conseguenza dell’operazione di bonifica e messa a cultura delle sue terre tramite l’operazione della centuriazione. La centuriazione ha suddiviso la campagna secondo un piano geometrico a maglie quadrate, partendo da due assi principali del cardo e decumano, con assi secondari ad essi paralleli. Le maglie principali quadrate avevano i lati di 710,40 m, perimetricamente definiti da vie e scoli, internamente suddivisi da scoli per lo sgrondo delle acque. L’organizzazione del territorio era quindi finalizzata al suo sfruttamento agricolo, e questo ne ha influenzato l’evoluzione. Già in epoca medievale l’area assume la fisionomia attuale, con un paesaggio essenzialmente di tipo rurale affiancato da quello di tipo urbano. Il disegno della zona agricola si presenta con uno schema fisso che si ripete su tutto il territorio senza sostanziali variazioni. Vi è inoltre un’accentuata parcellizzazione dei fondi agricoli con una diffusa presenza di colture a seminativo. Per quanto riguarda la distribuzione degli insediamenti, questi tendono a concentrarsi in corrispondenza degli incroci della rete viaria principale e a distribuirsi poi in modo lineare lungo le direttrici della viabilità, con interruzioni tali da permettere la percezione dei retrostanti spazi aperti. È possibile estrapolare la classificazione del paesaggio di Campodarsego dalla suddivisione in ambiti paesaggistici operata con il nuovo P.T.R.C. a cui si accompagnerà il Piano Paesaggistico Territoriale. Questo Comune rientra in due diversi ambiti paesaggistici: una piccola porzione ad occidente, comprendente ciò che è a sud-ovest del capoluogo, in destra idraulica rispetto al Muson dei Sassi, appartiene all’ambito di paesaggio n° 29 della “Pianura tra Padova e Vicenza”, mentre tutto il resto del territorio fa parte dell’ambito n° 28 della “Pianura Centuriata”. Per ciascun ambito l’Atlante Ricognitivo del P.T.R.C. contiene una scheda che ne descrive le caratteristiche. Il territorio della “pianura centuriata” è fortemente caratterizzato dalla regolarità dell’antica centuriazione romana che ha come cardo massimo l’asse Padova – Camposampiero ed ha fortemente condizionato la distribuzione e la struttura sia dei centri urbani che della maglia insediativa diffusa. Inoltre è contraddistinto da un paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa, il che equivale alla presenza di condizioni di crisi della continuità ambientale ed a stati di diffusa criticità legati in particolare alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento. Le principali vulnerabilità del territorio sono legate all’espansione degli insediamenti produttivi e commerciali, in particolare lungo le principali direttrici stradali e la linea ferroviaria Padova - Castelfranco. Il paesaggio della “pianura tra Padova e Vicenza” si presenta invece meno frammentato e con un significativo grado di reversibilità a tale condizione, anche se comunque la frammentazione rimane alta, con una frequente dominante agricola e sub – dominante infrastrutturale forte. Anche in questo caso, comunque, tra le principali vulnerabilità del territorio è da segnalare la continua espansione degli insediamenti, che ha innescato importanti processi di consumo e compromissione del suolo, con densificazione ed eccessivo incremento del carico urbanistico, aumento del traffico, fenomeni di inquinamento atmosferico, acustico e di congestione. La rete ecologica e i Siti Natura 2000 Il territorio comunale non rientra all’interno di S.I.C. e/o Z.P.S. Il sito più vicino (sia Sito di Interesse Comunitario che Zona a Protezione Speciale) è, verso sud-ovest a circa 2 km, il sito IT 3260018 “Grave e zone umide della Brenta”. Patrimonio culturale, architettonico, archeologico Il Comune presenta cinque centri storici importanti, già individuati nell’Atlante Regionale: Campodarsego, Bronzola, Fiumicello, S. Andrea e Reschigliano. Le prime citazioni delle località presenti nel territorio del Comune, riscontrate nei documenti di archivio, sono di epoca medioevale, e risalgono precisamente al sec. X e XI. A tale periodo si ritiene accreditare la fondazione dei centri così come li conosciamo oggi, con l’istituzione delle parrocchie. Campodarsego si trova citato per la prima volta in un atto del 21 gennaio 1199, mentre in un altro documento del 1297, relativo alle Decime Vaticane, si nomina la chiesa parrocchiale del centro (Ecclesia S. Martini de Campoarsico) costruita con materiali romani di epoca medioevale. Il Cittadella (1605) testimonia attraverso un suo scritto che le sue dimensioni sono di piedi 58 x 28 (un piede corrisponde a circa 35 cm); essa, inoltre, ha tre altari e una rendita di 250 ducati. Nel 1744 si attesta il buono stato di conservazione dell’edificio, e nel 1795 la chiesa è consacrata. Già nel 1888 il fabbricato abbisogna di riparazioni e nel 1904 risulta pericolante e di dimensioni non più sufficienti, tanto che da parte dell’ingegnere Zanovello e del capomastro Nebulosi nello stesso anno viene steso un nuovo progetto di parrocchiale. La nuova costruzione in stile romano – gotico con cinque altari venne eretta nel giro di quattro anni e dedicata a “S. Maria Assunta e S. Martino vescovo”. Nel 1945 il vescovo Carlo Agostani consacra la chiesa restaurata. La località di Bronzola è nominata molto anticamente: appare in atti del 828, e poi nel 1123. Il centro, situato sulle rive del fiume Tergola, è pertanto di antica origine e probabilmente in passato era un sito dove facevano scalo le imbarcazioni cariche di merci. L’area in cui oggi sorge la chiesa parrocchiale, giunta sino a noi e dedicata ai santi Pietro e Paolo, è stata interessata da quattro successive ricostruzioni. La prima risale al 828 ed è dedicata a S. Michele. La seconda ricostruzione, ricordata come chiesa di S. Pietro, è citata nelle decime Vaticane del 1297. In epoca rinascimentale avviene la terza ricostruzione. Inizialmente dedicata a S. Pietro, nel 1599 ha già assunto il nome con cui oggi viene chiamata. Infine tra il 1744 e il 1766 l’originario edificio fu demolito e ricostruito secondo il gusto barocco del tempo. Il centro di Fiumicello prende il nome dal corso d’acqua che l’attraversa e, data la vicinanza con Bronzola, ne divide vicende e sorti. Pure di antica origine (nominato in un documento del 828 e poi nel 1123) sorge lungo una via pubblica del graticolato romano, sul V cardine ad est della via Aurelia, strada percorsa dai pellegrini per i quali viene creato l’ospedale di S. Giuliano. Ha una sua chiesa già nel 828, dedicata a San Nicola. L’edificio a noi pervenuto in stile barocco a cinque altari fu però realizzato tra il 1760 e il 1764. La località di Sant’Andrea, un tempo conosciuta come Codiverno di S. Andrea, risulta nominata in atti già a partire dal 1142. Il centro posto a cavallo tra il cardo via Caltana e il fiume Tergola doveva essere fornito di un castello posto nei presso della parrocchiale, come appare citato in un documento redatto nel 1148: “in castello S. Andree”. L’originaria chiesa intitolata a Sant’Andrea, nota già a partire dal 1192, venne sostituita perché fatiscente e non più idonea alle nuove esigenze tra il 1898 e il 1911 secondo lo stile neorinascimentale. Il piccolo centro assieme agli edifici storici pervenutici posti in prossimità dell’intersezione del fiume Tergola con via Caltana ci ricorda l’importanza che tale corso d’acqua ebbe per lo sviluppo della zona. La località di Reschigliano risulta citata già a partire dal 1146, mentre la chiesa dedicata a San Daniele viene citata in un famoso atto del 1192. Le testimonianze pervenute

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA attestano la decadenza e l’abbandono dell’edificio già nel 1454, tanto che nel 1581 il vescovo propone di ricostruirlo a fundamentis. Successivamente la situazione migliora, ma nel 1888 la chiesa è in pessime condizioni e nel 1950 l’edificio viene demolito. Dell’originaria parrocchiale non rimangono tracce essendo stata sostituita con una nuova chiesa consacrata nel 1976. Assieme alle note storiche sui centri sembra importante elencare le realtà architettoniche di valore che caratterizzano il territorio comunale. In primo luogo è doveroso citare la Chiesa Campestre di S. Maria di Panigale a Campanigalli, localita tra Bronzola e Campodarsego. La chiesetta sorge al centro di un’area verde ampia e ben curata e al suo fianco è presente un campanile a due campane su un rialzo di terra di circa 90 cm. L’edificio di pur modeste dimensioni e di grandissimo interesse storico-artistico: si tratta di un esempio di architettura romanica, probabilmente realizzato tra il VIII-IX sec. d.C.. Tra i maggiori edifici di architettura civile si annoverano le seguenti Ville Venete: • Villa Marcello, Guillet-Fonzago, Loni (XVIII° secolo) a Sant’Andrea in via Caltana; • Villa Mattiazzo Gelmi (XVIII° secolo) a Campodarsego in via Caltana; • Villa Mattiazzo Geppino (XIX° secolo) in centro a Campodarsego in via Verdi; • Villa Romiati (XIX° secolo) a Reschigliano in via Bassa; • Villa Bano (XIX° secolo) a Campodarsego in via Marcello; • Villa Moranti Ferrarin (XIX° secolo) a Campodarsego adiacente alla fornace dismessa di via Pioga; • Villa Menini (XIX-XX° secolo) in via Pontarola; • Villa Aghito (XX° secolo) a Campodarsego lungo la strada del Santo. Vincoli In questo paragrafo vengono riportati i temi della legislazione osservata per la formazione del P.A.T., vengono citati i riferimenti normativi e si rimanda per eventuali approfondimenti alle N.T. del piano. Vincoli Culturali : interessano tutti gli immobili, sottoposti a tutela diretta ed indiretta ai sensi del D. Lgs. n° 42/2004 art. 10 e 12, che sono sottoposti a vincolo monumentale. Il vincolo interessa i seguenti edifici storici: − Chiesa di S. Martino a S. Maria Assunta di Campodarsego; − Campanile della chiesa di S. Martino a S. Maria Assunta di Campodarsego; − Casa canonica della chiesa di S. Martino a S. Maria Assunta di Campodarsego; − Strutture parrocchiali della chiesa di S. Martino a S. Maria Assunta di Campodarsego; − Municipio del capoluogo; − Chiesa di S. Maria di Panigale; − Chiesa e strutture parrocchiali dei S.S. Pietro e Paolo di Bronzola; − Chiesa e strutture parrocchiali di Fiumicello; − Chiesa e strutture parrocchiali di S. Andrea Apostolo; − Casa canonica della chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo; − Capitelli. Vincoli geologici : in particolare in questo caso si fa riferimento al vincolo sismico cosi come individuato nell’O.P.C.M. n° 3274/2003, ovvero zona 3 Vincoli Paesaggistici : sono normati dall’art. 136 e dall’art. 142 del D. Lgs. n° 42/2004, Codice dei Beni culturali e del Paesaggio”, ed interessano: − i corsi d’acqua (D. Lgs. n° 42/2004 art. 142., lett. c; ex R.D. 1775/1933) il vincolo interessa le fasce di rispetto dei corsi d’acqua Torrente Muson dei Sassi, Fiumicello Tergola (ramo di Reschigliano), Fiume Lusore, Scolo Caltana, Scolo Fiumicello; − filare di platani esistenti lungo la S.R. 307 (Padova - Resana), con fascia di 20 m ai lati della stessa (D.M. 22 novembre 1969); − la zona di interesse archeologico dell’agro centuriato (art. 142, lettera m – art. 27 N.T.A. del P.T.R.C.); − vincolo di destinazione forestale (L.R. 52/78 – artt. 14-15-16). Vincoli derivanti dalla pianificazione di livello superiore , tra questi il territorio del Comune in oggetto e interessato dalla presenza di:

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− ambiti naturalistici di livello regionale (del Tergola e del Lusore), secondo quanto stabilito dall’art. 19 delle N.T. del P.T.R.C. del 1992; − l’agro centuriato (D. Lgs. n° 42/2004 art. 142, lettera m – art. 28 N.T.A. del P.T.R.C.); − aree a pericolosità idraulica ed idrogeologica (P1 – area a moderata pericolosità) identificate dal P.A.I. (L. n° 267/1998 e L. n° 365/2000). − Inoltre è necessario tenere presente l’individuazione dei centri storici, disciplinata dal P.T.R.C. – art. 24: sono individuati i due centri di Campodarsego e Reschigliano. − Zone di tutela e fasce di rispetto, relative a tutti quegli elementi generatori di vincolo, che la normativa individua e disciplina e che nel dettaglio riguardano: − discarica e fascia di rispetto (D. Lgs. n° 36/2003); − idrografia (fiumi, torrenti e canali, scoli d’acqua consorziali); − cimiteri e fasce di rispetto (R.D. n° 1265 del 27/07/1934); − metanodotti e fasce di rispetto (D.M. 24/11/1984); − elettrodotti e fasce di rispetto (L.R. 27/1993); − rete ferroviaria esistente e fascia di rispetto (D.P.R. n° 753/1980); − impianti di comunicazione elettronica (D. Lgs. n° 259/03 – L. n° 35/01); − viabilità e fasce di rispetto (D.M. 1°/4/1968 n° 1404 – D.P.R. n° 495/1992 – D. Lgs. n° 285/1992); − aree a rischio di incidente rilevante (D. Lgs. n° 334/1999 - D. Lgs. n° 328/2005); − limite dei centri abitati; − allevamenti zootecnici intensivi (L.R. n° 11/2004). Il rischio sismico A seguito dell’ordinanza del P.C.M. 3274/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” l’intero territorio comunale di Campodarsego ricade in zona sismica 3 – primo livello di attenzione. Dalla stessa circolare si desume che l’accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni è compresa tra 0,075 e 0,10 ag/g (sismicità moderata). Rischio idraulico Il valutatore afferma che, l’analisi della cartografia fornita dalla Regione Veneto (Autorità di Bacino – P.A.I.), dalla Provincia, dalla Protezione Civile, dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (ex Sinistra Medio Brenta), unitamente alla suddivisione territoriale per A.T.O. ha consentito di effettuare uno studio inerente alle problematiche maggiori sull’intera rete idrografica del Comune di Campodarsego. Il territorio in esame rientra nell’ambito di gestione dell’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione. L’Autorità di Bacino con delibera del 3 marzo 2004 n° 1, ha adottato il “Progetto di piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta - Bacchiglione”, comprese le Norme di Attuazione e le prescrizioni di piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) e con delibera n° 4 del 19 giugno 2007 ha adottato una variante ai sensi del D. Lgs. 3 aprile 2006 n° 152. Il territorio di Campodarsego, non è attraversato né dal fiume Brenta né dal Bacchiglione, nonostante questo, essendo il torrente Muson dei Sassi un affluente del Brenta, la maggior parte del territorio posta a cavallo del suo corso (15% circa di tutto il territorio comunale) è compresa in aree a pericolosità moderata (P1). Il territorio è caratterizzato da aree a deflusso naturale difficoltoso, come quelle in corrispondenza del Torrente Muson dei Sassi. In queste zone, altimetricamente soggiacenti ai livelli di piena del fiume, in occasione di precipitazioni meteoriche eccezionali di breve, ma forte intensità caratterizzate da piene del corso d’acqua, i canali della rete di bonifica che in condizioni normali drenano il territorio, non possono più recapitare a gravità le acque al corpo idrico. Nel passato a causa di questo fenomeno si sono verificati frequenti allagamenti di aree sia agricole sia urbane. Il sistema di drenaggio a scolo meccanico affidato alla rete di bonifica si è rilevato in molte occasioni insufficiente e per questo è stato sviluppato nel 2004 un progetto di realizzazione di nuovi impianti idrovori a “potenziamento e ammodernamento del sistema scolante a bonifica meccanica alternata del sottobacino del Muson dei Sassi interessante i Comuni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego, Vigodarzere” a cura dell’ex Consorzio di Bonifica Sinistra Medio Brenta.

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I manufatti idrovori esistenti sono concentrati soprattutto a ridosso del torrente Muson dei Sassi, mentre altre strutture a servizio del sottobacino del Muson dei Sassi, sono posizionate territorialmente al di fuori dai confini amministrativi di Campodarsego. Le elaborazioni condotte dall’Ing. Raulli hanno permesso di delineare un quadro riassuntivo sulla situazione idraulica - idrologica di Campodarsego: più del 60% del territorio è stato soggetto ad allagamenti nel decennio che va dal 1995 al 2006 (Dati forniti dal Consorzio di Bonifica). In relazione alle problematiche idrauliche, una volta considerato l’aspetto relativo alla perimetrazione delle aree critiche, secondo le indicazioni fornite dalla Provincia di Padova e dal Consorzio di Bonifica, l’ing. Raulli ha provveduto a redigere una Carta del rischio idraulico. Il rischio idraulico, in base alle indicazioni contenute negli atti di indirizzo del D.P.C.M. del 29 settembre 1998, riprese successivamente anche nel P.A.I., ha evidenziato per Campodarsego una situazione di: − franco garantito (rischio 1) per gran parte del territorio; − basso rischio di allagamento (rischio 2) nella zona in corrispondenza dello scarico di Rio dell’Arzere e dello scolo Dosso e Garelli; − medio rischio di allagamento (rischio 3) nell’area in corrispondenza dello scolo Selgari e dello scolo Fiumicello, in una piccola area al confine sud-est e in corrispondenza del tratto in cui la canaletta Feltre si immette nel Muson dei Sassi; − alto rischio di allagamento (rischio 4) in due aree di estensione limitata; la prima al confine nord-est del comune in corrispondenza della canaletta Peron, la seconda a sud in corrispondenza della canaletta Pisani e del tratto terminale del Rio dell’Arzere. Le stesse valutazioni, riportate per A.T.O., permettono di affermare come la situazione peggiore si manifesti nell’A.T.O. 3 Fiumicello-Bronzola, dove quasi il 70% del territorio è interessato dal rischio di allagamento, e nell’A.T.O. 4 Reschigliano-Sant’Andrea, dove il rischio coinvolge più del 50% del territorio. Meno preoccupante è la situazione negli A.T.O. 1 Bosco del Vescovo e 5 Zona Produttiva, mentre la situazione più tranquilla corrisponde all’A.T.O. 2 Capoluogo. Il valutatore analizzando i dati raccolti, esprime delle considerazioni di carattere generale, relativamente all’utilizzo del territorio, e non solo ai fini edificatori: − le condizioni idrogeologiche della maggior parte del territorio comunale, con presenza di falda freatica a profondità limitata dal piano campagna o affiorante, costituiscono una caratteristica che dovrà essere tenuta in debito conto nel caso di realizzazioni che prevedono scavi (ad es. costruzioni di interrati) con necessita di adottare accorgimenti particolari; − le condizioni idrauliche, soprattutto quelle relative alla rete minore e di bonifica, comportano la necessita di adeguate misure di manutenzione e di salvaguardia del reticolo idrografico. Pertanto si rende necessario un adeguato dimensionamento degli interventi di progetto in modo che essi non riducano o compromettano il già fragile equilibrio in cui versano molti canali consortili.

− CRITICITÀ AMBIENTALI EMERSE Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che le problematiche relative al territorio di Campodarsego sono le seguenti: − la qualità dell’aria è deteriorata dall’alta concentrazione di polveri sottili e ozono; − le condizioni delle acque superficiali risultano generalmente non buone con qualche segnale di compromissione, ma in lento miglioramento; − la qualità delle acque sotterranee risulta periodicamente di scarsa qualità e con compromissioni a causa della presenza di metalli pesanti; − date le caratteristiche del suolo del Comune (78% scarsa qualità) e la posizione della falda freatica rispetto al piano campagna (92% tra 0-2 m dal p.c.), un’alta percentuale del territorio comunale risulta idoneo all’edificazione sotto condizione o non idoneo; − data la generale sofferenza della rete idrografica minore, a causa del sottodimensionamento di rii e fossati, il rischio di allagamenti sul territorio è complessivamente elevato in caso di intense e cospicue precipitazioni;

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− la porzione ad est del Torrente Muson dei Sassi rientra nella zona vulnerabile a nitrati di origine agricola; − l’agricoltura mantiene una certa importanza nel Comune; nonostante questo è necessario sottolineare la pressione esercitata dalla presenza dell’uomo sul territorio, ben documentata dalla diminuzione della S.A.U. nel tempo e dalla convergenza verso la monocoltura; − esiste un discreto numero di edifici appartenenti al patrimonio architettonico monumentale (ville venete), e tradizionale (case rurali); per essi è augurabile un recupero ed una promozione anche in una politica di auto-conservazione; − le sorgenti di inquinamento acustico – ferrovia e assi viari maggiori – penalizzano particolarmente tutte le fasce frontalizie degli stessi: l’A.T.O. 1 risulta il più penalizzato; − la presenza di un’azienda a rischio di incidente rilevante penalizza particolarmente il territorio dell’A.T.O. 2 (Campodarsego centro); − dal punto di vista socio – demografico il territorio si presenta come una realtà particolarmente dinamica, dove, a fianco di un corposo aumento della popolazione si ha un ancor più evidente aumento del numero delle famiglie, favorito da una progressiva diminuzione del numero medio di componenti familiari. Questo dato fa emergere una continua domanda di nuovi alloggi; − la distribuzione insediativa, anche se focalizzata nelle rispettive località, risulta tuttavia diffusa con la prevalente distribuzione lungo gli assi viari; ciononostante le reti tecnologiche (fognature e acquedotto) garantiscono il servizio a gran parte della popolazione; − si individuano aree con elementi di degrado, zone in cui si ha presenza di attività produttive in zona impropria o fabbricati in corrispondenza di ambiti agricoli di cui si vorrebbe mantenere l’integrità; − il numero di veicoli per abitante risulta prossimo all’unità; di conseguenza risulta ovvio il carico di traffico sulla rete viaria comunale. Si è stimato che l’uso contemporaneo di tutti gli autoveicoli privati porterebbe ad individuare la presenza di una macchina ogni 29 m; − l’impronta ecologica pro capite del Comune è inferiore ai valori provinciali, regionali e nazionali mentre quella territoriale risulta molto maggiore di quella nazionale e regionale e quasi allineata con il valore provinciale.

ATO Il P.A.T. individua n° 5 Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) ricomprendenti più zone territoriali omogenee sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico e insediativo: A.T.O. n° 1 – Bosco del Vescovo A.T.O. n° 2 – Capoluogo A.T.O. n° 3 – Bronzola - Fiumicello A.T.O. n° 4 – Reschigliano – S. Andrea A.T.O. n° 5 – Zona Produttiva

SCENARI ALTERNATIVI La V.A.S. analizza in particolare due scenari, lo scenario 1 e lo scenario 2, e considera poi un terzo scenario (scenario 3) ad inerzia tendenziale (opzione zero).

Opzione 1 Lo scenario 1 prende in considerazione i sistemi ambientale, territoriale e socio – economico ed elabora una serie di azioni di piano che si muovono nell’ottica di un possibile sviluppo per tutte e tre le componenti. La collocazione territoriale delle singole azioni deriva da un’attenta analisi della struttura del territorio del Comune, che mette in luce le peculiarità dello stesso, i punti di forza e i punti deboli dai diversi punti di vista. In particolare si attribuisce un’importanza rilevante al sistema del graticolato romano, che disegna l’intero territorio, e si opera in un’ottica di salvaguardia dello stesso, azione che influenza le strategie di sviluppo del sistema insediativo e produttivo, di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio agrario. In particolare si osserva, come proprio con lo scopo di proteggere il graticolato romano, si pensi di mettere in atto una politica di riqualificazione e riconversione degli edifici industriali o residenziali collocati in zone non idonee e si arrivi ad indicare, in alcuni casi, la

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA demolizione di questi. Di grande rilievo è anche la tutela degli edifici storici e delle aree parco annesse ad essi e l’incentivazione all’uso di fonti di energia rinnovabile (alternativa solare termico e fotovoltaico, biomasse e biogas). Con lo scopo di valorizzare l’ambito naturalistico del Tergola inoltre si vuole creare in questa zona un parco agrario. A queste specifiche azioni si associa inoltre la volontà di salvaguardare il patrimonio naturalistico del Comune tutelando le essenze arboree esistenti. Interventi di difesa idraulica sono previsti soprattutto nelle zone dove è elevato il rischio di esondazione e/o allagamenti, e comunque sono previsti dei potenziamenti della rete scolante e la creazione di bacini di laminazione, anche in concomitanza con le nuove espansioni residenziali e produttive. Consistenti sono gli interventi sulla rete infrastrutturale, per la maggior parte derivanti da scelte di livello superiore (P.T.C.P.) sia sull’impianto stradale e ciclabile che su quello di trasporto pubblico regionale. Le altre azioni mirano a migliorare il sistema socio – economico attraverso un uso più razionale del territorio sia per lo sviluppo delle realtà peculiari del territorio (beni culturali e storici) sia per le espansioni urbane nell’ambito del produttivo, del residenziale e dei servizi. Non trascurabile è, infine, l’aspetto relativo alla promozione dello sfruttamento di fonti di energia rinnovabile e a tutte le pratiche per la salvaguardia delle risorse naturali connesse con le scelte edilizie, senza trascurare l’apporto derivante dal biogas prodotto nella discarica comunale. Gli interventi previsti per lo scenario 1 sono elencati nella tabella riportata di seguito. Inoltre è stato predisposto uno specifico elaborato cartografico che mostra in concreto le azioni di piano che si possono individuare nel territorio comunale: “A.5.1 - Carta dello scenario 1”. Opzione 2 Lo scenario alternativo 2 corrisponde ad un’alternativa alla soluzione precedente dalla quale è stata eliminata l’azione legata al sistema ambientale che riguarda l’istituzione del parco agrario del Tergola e le azioni legate alla tutela del sistema agro-centuriato (coni visuali e ambiti agricoli di buona integrità) e alla salvaguardia del territorio rurale (riqualificazione ambientale delle aree con elementi di degrado). Inoltre è stata eliminata l’azione legata alla realizzazione di parcheggi interscambio nell’ottica di un potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (S.F.M.R.). I criteri che hanno determinato l’assunzione di questa alternativa sono stati sostanzialmente due. Infatti, non essendo emerse durante la fase di consultazione / partecipazione delle alternative progettuali, si è proceduto eliminando (1) alcune azioni che non rientravano espressamente tra gli obiettivi del Documento Preliminare (es. l’istituzione del parco agrario del Tergola) e (2) non prevedendo alcune azioni la cui scelta è strettamente legata alla sola realtà locale di Campodarsego (coni visuali, ambiti agricoli di buona integrità, riqualificazione ambientale delle aree con elementi di degrado). Questo allo scopo di individuare, comunque, un’alternativa plausibile e per evidenziare l’importanza di ciascuna delle proposte di piano, cogliendone per sottrazione la loro importanza a livello complessivo per uno sviluppo globale (economico, sociale e ambientale). In altre parole, si è creata un’alternativa “di minima” in risposta alle esigenze più pressanti per il territorio e la popolazione, senza rinunciare a tutte le misure di salvaguardia per l’ambiente e alla ricerca dell’equilibrio naturale, continuando ad assicurare la coerenza esterna con gli strumenti di pianificazione di livello superiore già vigenti o adottati, P.T.C.P. della Provincia di Padova in particolare. Inoltre è stato predisposto uno specifico elaborato cartografico che mostra in concreto le azioni di piano che si possono individuare nel territorio comunale: “A.5.2 - Carta dello scenario 2”. Opzione zero: Lo scenario alternativo 3 Ai due scenari alternativi sopra descritti viene aggiunta l’ “opzione zero” secondo quanto previsto dalla Direttiva 42/2001/CE, che prevede l’analisi della possibile evoluzione dello stato dell’ambiente in assenza di qualsiasi intervento previsto dal P.A.T. sul territorio, dando solo attuazione a quanto ancora no attuato del P.R.G. vigente: − individuazione di una zona di tutela ambientale attorno al Tergola (parco agrario del Tergola); − realizzazione di nuovi percorsi ciclo-pedonali; − attuazione dei progetti di espansione delle zone residenziali previste nei centri abitati di Campodarsego, Bronzola, Fiumicello e S. Andrea; − tutela degli edifici di valore storico-ambientale; − potenziamento delle aree a servizi a Bronzola, Campodarsego, S. Andrea e Reschigliano.

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− METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Il valutatore dichiara che per sviluppare la Valutazione Ambientale Strategica del P.A.T. di Campodarsego è stata scelta la metodologia D.P.S.I.R. (Determinanti – Pressioni – Stato – Impatto – Risorse). Al fine di studiare lo stato dell’ambiente, sono state individuate, le componenti ambientali di riferimento, a partire da quanto stabilito dagli atti di indirizzo della L.R. 11/2004, e gli indicatori ambientali per settori omogenei. Le 13 componenti ambientali individuate sono: aria, clima, acqua, suolo e sottosuolo, flora e fauna, biodiversità, paesaggio, uso agricolo, patrimonio culturale, architettonico e archeologico, salute umana, popolazione, beni materiali, pianificazione e vincoli. Le varie azioni di piano proposte dai tre scenari sono state quindi analizzate per valutare gli effetti sulle componenti ambientali. Il valutatore dichiara che dal confronto è emerso che l’alternativa figurata dallo scenario 1 sia nel complesso molto più equilibrata rispetto agli altri scenari; infatti, pur garantendo lo sviluppo del territorio dal punto di vista economico, si muove anche nella direzione di una maggiore tutela dell’ambiente in conformità con l’idea di “sviluppo sostenibile” che anima oggi la politica di azione sul territorio. Il valutatore conclude che, pur non dimenticando le notevoli difficoltà e incertezze che tuttora esistono nell’affrontare la valutazione degli effetti sull’ambiente apportati da un piano strategico, e ricordando che l’essenza del processo di valutazione sta nella comparazione delle conseguenze associate a ciascuna alternativa e non nella prefigurazione di una decisione tramite l’indicazione dell’alternativa migliore, si conclude sottolineando che ai fini di garantire una maggiore tutela dell’ambiente lo scenario 1 sia sicuramente quello preferibile.

− CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PAT Le scelte progettuali del P.A.T. includono obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. In merito alla sostenibilità ambientale, si definiscono i seguenti obiettivi: − tutela del suolo e del sottosuolo dall’inquinamento; − difesa della qualità delle acque di falda e delle fonti di approvvigionamento idrico; − difesa del rischio sismico; − difesa dal rischio idraulico; − risanamento e riqualificazione delle aree in situazioni di degrado e dei paesaggi rurali, urbani e peri- urbani; − riduzione del consumo di suolo agricolo e della frammentazione territoriale; − definizione di standard a sostegno della qualità urbana ed ecologico-ambientale; − tutela dei suoli a vocazione agricola con promozione dell’agricoltura sostenibile; − salvaguardia e valorizzazione delle aree di valore paesaggistico-ambientale e del patrimonio vegetale e faunistico esistente; − connessione tra le zone costituenti elementi di valore ambientale, in modo da avviare la formazione di una rete ecologica, integrata da percorsi pedonali e ciclabili; − salvaguardia e ricostruzione dei processi che favoriscono la biodiversità; − definizione di interventi di sostenibilità ambientale e paesaggistica delle infrastrutture viarie; − riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico e riorganizzazione degli spazi urbani lungo le principali arterie stradali, anche con interventi di mitigazione e compensazione degli impatti; − tutela della salute delle persone rispetto all’inquinamento elettromagnetico, acustico, atmosferico e luminoso. In particolare, dal punto di vista economico, si pongono come obiettivi: − riequilibrio della struttura insediativa esistente e potenziamento della residenzialità e dei servizi; − interventi sulla struttura produttiva e terziaria esistente nell’ottica della razionalizzazione e del potenziamento limitatamente alle necessità locali; − incentivazione alla riconversione e riqualificazione delle attività produttive intercluse tra aree residenziali;

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− miglioramento dell’assetto funzionale degli insediamenti, individuando le parti da riqualificare, riconvertire e quelle in conflitto funzionale; − dimensionamento delle nuove necessità insediative, in relazione ai fabbisogni locali; − riorganizzazione della viabilità di livello sovracomunale e locale anche con interventi di potenziamento della rete esistente e la previsione di nuove infrastrutture. Dal punto di vista sociale, invece, si perseguono le seguenti finalità: − miglioramento dell’assetto funzionale degli insediamenti, individuando le parti da riqualificare, riconvertire e quelle in conflitto funzionale; − recupero e valorizzazione dei centri storici e delle aree centrali; − riqualificazione delle aree periurbane e/o marginali; − tutela, salvaguardia e valorizzazione dei beni di interesse storico, architettonico, archeologico ed ambientale; − potenziamento delle attrezzature per attività culturali, amministrative, direzionali, sanitarie, ecc., nonché di spazi da destinare ai parchi ed al tempo libero; − potenziamento e completamento della rete viaria ciclopedonale e miglioramento dell’accessibilità al sistema insediativo e ai servizi.

− DIMENSIONAMENTO Dall’analisi svolta dal valutatore sul dimensionamento complessivo del P.A.T. nella relazione di progetto è emerso che il calcolo decennale 2011-2021 del fabbisogno insediativo residenziale, commerciale, direzionale, produttivo e relativi standard urbanistici primari e secondari è analiticamente riportato nella relazione tecnica del P.A.T. ed è pari a: − fabbisogno residenziale: m 3 625.000 pari a 3.125 abitanti equivalenti, tenuto conto di un parametro di 200 m 3/ab a fronte di un dato di fatto complessivo pari a 276 m 3/ab; − fabbisogno commerciale/direzionale in zona residenziale: m 3 62.500 pari a m 2 20.834 di s.l.p.; − fabbisogno per attività produttive commerciali – direzionali (sup. territoriale): m 2 130.000. Tale fabbisogno viene soddisfatto nel rispetto della superficie agricola utilizzata (S.A.U.) trasformabile, tenuto conto della potenzialità edificatoria residua del P.R.G. vigente. Sono escluse dal calcolo del dimensionamento le aree oggetto di piani urbanistici attuativi convenzionati, nonché le aree a destinazione produttiva finalizzate al trasferimento di attività produttive insediate in zona impropria, per una superficie non superiore a quella di pertinenza dell’attività da trasferire. Per il Comune di Campodarsego il Rapporto S.A.U./S.T.C.: 67,50% > 61,3 %, e trattandosi di Comune classificato a forte tensione abitativa: + 10% – ha 1.617,91 x 1,3% x 1,10= ha 23,13

− COERENZA INTERNA ESTERNA DEL PIANO Il valutatore afferma che la verifica di coerenza interna, finalizzata a verificare la rispondenza tra gli obiettivi e le diverse tipologie d’azione previste dal piano, non ha rilevato alcuna incoerenza. Per quanto riguarda la coerenza esterna emerge che il Comune di Campodarsego ha aderito all’elaborazione del P.A.T.I. del Camposampierese. Il redigendo PATI coinvolge oltre che il territorio di Campodarsego, i Comuni di Borgoricco, Camposampiero, Loreggia, Massanzago, Piombino Dese, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, Trebaseleghe, Villa del Conte e Villanova di Camposampiero. I tematismi trattati dal PATI: sistema ambientale e naturalistico, viabilità, connettività e innovazione tecnologica, turistico - ricettivo, sviluppo e promozione delle fonti di energia rinnovabile, servizi a scala territoriale sono ripresi e sviluppati in accordo con quelli del P.A.T. di Campodarsego. Alla luce dell’analisi del valutatore emerge che gli obiettivi del P.A.T. di Campodarsego sono in linea con le linee programmatiche del nuovo P.T.R.C.. e in coerenza con la pianificazione dei Comuni limitrofi.

− MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI Il valutatore afferma che gli effetti negativi generati dalle azioni di piano si manifestano sulle seguenti componenti ambientali:

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− sulla qualità dell’aria (ARIA), per effetto del potenziamento della viabilità che genera un incremento dei livelli di traffico sul territorio; − sull’inquinamento e la qualità delle risorse idriche superficiali (ACQUA) e sul funzionamento del paesaggio e le relazioni strutturali e percettive (PAESAGGIO), a causa dell’espansione delle aree produttive e residenziali; − sulla compatibilità geologica (SUOLO E SOTTOSUOLO), come conseguenza della realizzazione di bacini di laminazione; − su frutteti e vigneti, seminativo, ortaggi, vivai e serre e altre colture (USO AGRICOLO), come risultato di tutte le azioni che sottraggono aree all’agricoltura; − sul patrimonio insediativo storico e le presenze archeologiche (PATRIMONIO CULTURALE ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO), a causa dell’espansione dell’industrie nell’A.T.O. 5; − su reti tecnologiche, industria e fabbricati (BENI MATERIALI), per effetto, rispettivamente, dell’espansione di aree produttive e residenziali, della riconversione e infine perché porzioni di territorio vengono sacrificate per scopi diversi dalla realizzazione di nuovi fabbricati. Il Rapporto Ambientale riporta le linee guida per la realizzazione delle opere di mitigazione. Il valutatore afferma inoltre che specifici interventi di mitigazione dovranno essere esplicitati in considerazione degli ambiti d’intervento e della tipologia.

− VALUTAZIONE D’INCIDENZA AMBIENTALE Con nota n. 10910 del 20.07.2012, acq. al prot. reg. al n. 340865 del 24/07/2012, il Comune di Campodarsego (PD), ha fatto pervenire la dichiarazione di non necessità di procedura di Valutazione di Incidenza ai sensi dell’allegato A, paragrafo 3, alla D.G.R. n. 3173 del 10 ottobre 2006 “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative” a firma del Dott. Arch. Giuseppe Cappochin. Il Piano in esame identifica delle strategie il cui ambito di interesse è esterno ai siti della rete Natura 2000 del Veneto e che quindi il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Campodarsego (PD) non interferisce con habitat, habitat di specie e specie riconosciuti nei siti della rete Natura 2000 del Veneto.

− PARERI DELLE AUTORITÀ AMBIENTALI Con nota n. 9899 del 03.07.12, acquisita al prot. reg. al n. 313028 del 06.07.12, il Comune di Campodarsego ha fatto pervenire − Parere n. 13171 del 18.10.11 della Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso; − Parere n. 0012671 del 06.09.11 della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto;

− AGGIORNAMENTO DEGLI ELABORATI CARTOGRAFICI CON IL REALE UTILIZZO DEL TERRITORIO Con nota n. 4579 del 26.03.12, acquisita al prot. reg. al n. 148430 del 28.03.12, il Comune di Campodarsego ha fatto pervenire dichiarazione del 13.09.11 con la quale il Responsabile del Settore attesta che gli elaborati grafici del PAT riportano le reali destinazioni d’uso del territorio;

− COERENZA DELLE LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO CON EVENTUALI PROGETTI DI OPERE/INFRASTRUTTURE LA CUI APPROVAZIONE È DI COMPETENZA DELLA REGIONE/PROVINCIA Con nota n. 4579 del 26.03.2012, acquisita al prot. reg. al n. 148430 del 28.03.12, il Comune di Campodarsego ha fatto pervenire dichiarazione del 13.09.2011 con la quale il Responsabile del Servizio attesta che prima dell’adozione del Piano è stata verificata l’assenza di eventuali variazioni di utilizzo del territorio rispetto ai vigenti strumenti urbanistici comunali, e che non vi è in corso nel territorio comunale alcuna autorizzazione regionali e/o provinciali.

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− PIANO DI MONITORAGGIO Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che gli obiettivi che dovrebbe perseguire la procedura di monitoraggio sono: − valutare dell’evolversi della situazione ambientale; − garantire l’identificazione immediata di eventuali situazioni non previste; − verificare l’efficienza delle misure di mitigazione; − fornire per le fasi esecutive del P.A.T. gli elementi necessari alla corretta esecuzione delle procedure di monitoraggio.

− OSSERVAZIONI Dalla documentazione trasmessa dal Comune di Campodarsego, con nota n. 4579 del 26.03.12, acquisita al prot. reg. al n. 148430 del 28.03.12, dichiarazione n. 4276 del 20.03.2012 del Responsabile del Settore, risulta che sono pervenute complessivamente n. 119 osservazioni, delle quali n. 1 riferita alla proposta di Rapporto Ambientale. Si prende atto dell’osservazione pervenuta e della proposta di controdeduzione

− L’ Unità di Progetto Coordinamento Commissioni, esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che: Il Rapporto Ambientale del PAT ha opportunamente considerato nel complesso le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano. La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione. Il Rapporto Ambientale, nel confermare i criteri assunti dal PAT, approfondisce gli obiettivi del Documento Preliminare evidenziando le specifiche azioni inserite nelle NTA, divise sia per componenti ambientali e socio-economiche, che per obiettivi. La verifica della coerenza esterna è stata fatta in relazione ai principi di sostenibilità ambientale ed alla pianificazione sovraordinata. Il piano di monitoraggio, come in seguito descritto, dovrà essere opportunamente integrato al fine di controllare gli effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente e di predisporre quindi eventuali mitigazioni.

VISTE

− la Direttiva 2001/42/CE ; − la LR 11/2004; − il D.Lgs. n.152/2006; − la LR 4/2008; − la DGR 791/2009

RITENUTO

che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE, nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS

ESPRIME PARERE POSITIVO

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sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del Comune di Campodarsego (PD) a condizione che:

prima dell’approvazione del Piano , si ottemperi alle seguenti prescrizioni:

1. Le Norme Tecniche di Attuazione dovranno essere integrate con tutte le prescrizioni poste dalle competenti Autorità Ambientali. 2. Le NTA, all’articolo 27, dovranno essere integrate al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, e gli effetti cumulativi ancorché non direttamente derivanti dalle azioni di piano. Dovranno essere sottoposte a monitoraggio, integrando gli indicatori presi in considerazione nel Rapporto ambientale, i seguenti indicatori così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive:

FONTE Note/periodicità

INDICATORI u. m. dei dati per la costruzione dell'indicatore monitoraggio Dotazione di verde pubblico mq ed ubicazione comune annuale (totale e pro capite e per ATO)

ITA’ ITA’ Superficie boscata mq Comune annuale

BIODIVERS Aree dedicate alla rete ecologica mq Comune annuale Classificazione acustica (valori misurati per la redazione del Piano di Localizzazione e comune annuale Zonizzazione Acustica e successivi descrizione delle aree aggiornamenti) Dati relativi alla rumorosità delle strade Localizzazione e Comune, ARPAV,

RUMORE RUMORE in particolare vicine agli ambiti edificati annuale descrizione delle aree Provincia ad uso residenziale Comune - Provincia - Interventi di bonifica acustica n ubicazione e tipologia annuale ARPAV Sorgenti di inquinamento ELETTRO elettromagnetico e elementi vulnerabili n, caratteristiche ARPAV, Enti Gestori annuale MAGNETISMO posti in prossimità degli stessi (abitazioni, scuole, etc.) Controllo emissioni - fonti verso la volta n, ubicazione e Comune annuale celeste caratteristiche TO Emissioni legate agli impianti di n, ubicazione e LUMINOSO

INQUINAMEN Comune annuale illuminazione pubblica caratteristiche Residenti n Comune annuale Alloggi sfitti - disabitati n, caratteristiche ISTAT - Comune annuale NE NE Attuazione sup. espansioni reside nziali mq, mc Comune annuale

POPOLAZIO Superficie urbanizzata mq Comune annuale “Equipaggiamento verde” delle aree Caratteristiche quantitative (mq verde/mq totale, n elementi produttive (aree verdi, presenza alberi, Comune annuale vegetazionali presenti, etc. ) e filari, siepi, etc.) qualitative (caratteristiche) Aziende con sistemi di gestione n, settore, Comune annuale ambientali tipologia, % sul totale Aziende e superfici ad agricoltura ubicazione e tipologia Comune annuale biologica ATTIVITA’ PRODUTTIVE PRODUTTIVE ATTIVITA’ Intensità agricola (area utilizzata per mq Comune annuale agricoltura intensiva) Parco veicolare circolante n° di veicoli per categoria Autoritratto ACI biennale TRASPORTO E MOBILITA’ Tratte viabilistiche e punti ubicazione e caratteristiche comune - polizia stradale biennale

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maggiormente critici per incidentalità Mobilità ciclabile e pedonale km, ubicazione, tipologie comune biennale Consumi gas metano mc/ab/anno ente gestore annuale Consumi energia elettrica kWh/ab/anno ente gestore ann uale Produzione locale di energia da fonte n ubicazione tipol ogia ENERGIA ENERGIA comune - gestori mensile/annuale rinnovabile kW/anno RIFIUTI % Raccolta differenziata t/anno ente gestore annuale Produzione gas mc/ab/anno ente gestore annuale

Controllo q ualità delle acque varie ente gestore annuale superficiali Controllo qualità delle acque

DISCARICA varie ente gestore annuale sotterranee Qualità dell’aria varie ente gestore annuale

3. La carta n° 4 delle Trasformabilità dovrà essere aggiornata con l’inserimento di tutti gli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. Le Norme Tecniche dovranno quindi essere aggiornate ai sensi del Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n°334 e ss.mm.ii. Viste le tipologie di attività, gli ampliamenti qualora previsti dovranno essere, in sede di PI, subordinati a progetti di mitigazione degli impatti volti a tutelare la salute umana e la tutela delle componenti ambientali, in particolar modo ad evitare o comunque a contenere i possibili inquinamenti del suolo in caso di sversamenti accidentali. Sarà opportuno prevedere la realizzazione di fasce vegetate per mitigare gli impatti sulle edificazioni vicine e sul paesaggio rurale circostante. L’amministrazione comunale ha il compito di informare la cittadinanza sui rischi per l’ambiente e per la salute umana. 4. Relativamente ai “Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi”, individuate nell’elaborato 4 “Carta delle Trasformabilità”, alla fine dell’art. 18.2.7 delle NTA, va aggiunto il seguente comma: “Ai fini della procedura VAS gli interventi di cui al presente articolo dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla verifica di assoggettabilità ad eccezione delle destinazioni residenziali, servizi alla residenza e funzioni centrali”. 5. Al fine di compensare gli effetti negativi sulle componenti vegetazionale, faunistica e sulla degradazione del suolo dovuti all’espansione delle aree urbanizzate, il piano degli interventi dovrà provvedere a: − definire gli ambiti, destinati alla realizzazione di opere di compensazione e di riqualificazione ambientale, in particolare per la realizzazione delle masse boscate (anche di uso pubblico); − individuare, tutelare e valorizzare le zone boscate pubbliche in conformità con gli indirizzi dell’Azienda Regionale Veneto Agricoltura, integrando le previsioni del PAT sulla base di un aggiornamento del quadro conoscitivo di maggior dettaglio; − specificare le modalità, attraverso le quali, ogni singolo intervento di trasformazione edilizia dovrà contribuire a garantire e aumentare le presenze arboree all’interno dell’area edificata e permettere la connessione dei differenti tipi di spazi aperti; − specificare le modalità, attraverso le quali, ogni singolo intervento di trasformazione edilizia dovrà contribuire a garantire la superficie permeabile all’interno dell’area edificata; − specificare le modalità, attraverso le quali, ogni singolo intervento di trasformazione urbanistica dovrà contribuire a potenziare le misure di mitigazione e/o di compensazione. in sede di attuazione del Piano: 6. gli ambiti ad edificazione diffusa individuati sull’elaborato 4 “Carta delle Trasformabilità”, al fine di contenere il consumo di suolo naturale/seminaturale, dovranno essere attentamente riconsiderati. 7. il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal PAT in ambito urbano con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale. 8. il Piano comunale di zonizzazione acustica dovrà essere adeguato in relazione alle previsioni attuative del Piano degli Interventi.

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9. in sede di monitoraggio, dando applicazione alle modalità e criteri contenuti nel precedente punto 2, dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO FIRMATO Il Presidente Il Vice Presidente della Commissione Regionale VAS della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale per le Infrastrutture) (Segretario Regionale per l’Ambiente) Ing. Silvano Vernizzi Ing. Mariano Carraro

FIRMATO Il Segretario della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV) Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 29 pagine

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