La Scomparsa Di Ettore Majorana: Un Affare Di Stato?
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Umberto Bartocci LA SCOMPARSA DI ETTORE MAJORANA: UN AFFARE DI STATO? * La storia impossibile * Al carissimo Giacomo Radegondo, con l'augurio che possa almeno lui vivere un giorno tra persone che capiscano che se non può farsi la storia senza spirito di carità, pure non può darsi alcuna carità senza spirito di verità. 5 PREFAZIONE Chi ha paura della storia ? "Io sono nato suddito e come tale nell'oscurità avrei dovuto morire; ma ho raggiunto la vetta del potere! Come? Non domandarlo." (A.S. Pushkin, Boris Godunov , Scena XX) Or sono esattamente 60 anni scompariva, senza lasciare alcuna traccia dietro di sé, un giovane fisico nucleare italiano, Ettore Majorana, che fu detto - da una fonte autorevole come Enrico Fermi - appartenere alla categoria dei geni isolati, quali Galileo e Newton 1. La sua probabile sorte è stata discussa in diverse pubblicazioni, ricostruita in spettacoli televisivi, fatta oggetto perfino di sceneggiature di albi a fumetti 2; ma, in tutte queste occasioni, è sempre rimasta marginale la considerazione di quella che avrebbe potuto essere viceversa seguita come la pista più promettente, dagli investigatori di allora, e dagli studiosi di adesso - i quali ultimi dovrebbero avere, nei confronti dei primi, almeno il vantaggio del "senno di poi". Sorprendente? No, almeno per chi è consapevole dell'inattendibilità della ricerca storica ufficiale, quando essa ha a che fare con argomenti potenzialmente scabrosi, perché riguardanti le convinzioni etico- politiche riconosciute come uniche legittime dallo spirito del proprio tempo. Accade così solitamente che gli storici più prudenti e/o sinceri 1 Vedi l'epigrafe al Capitolo II, e il commento che ne viene fatto nel Capitolo V. 2 Vedi ad esempio Martin Mystère , NN. 191 e 192, Ed. Sergio Bonelli, Milano, febbraio e marzo 1998. 6 si astengano dall'approfondire con occhio critico certe questioni 3, le quali restano allora quasi esclusivo appannaggio o di chi non possiede strumenti professionali adeguati, o di chi invece, possedendoli, ha però come unico scopo quello di compiacere i propri committenti , diretti o indiretti che essi siano. Nel caso in esame, per di più, trattandosi di una vicenda italiana, ci si deve confrontare con l'atavica tendenza degli intellettuali del nostro paese di procurarsi sempre un posto comodo sul "carro dei vincitori" 4, il che rende assai difficile che su certi interrogativi, che pure vengono in mente in modo naturale a tutti, si apra un esauriente dibattito 5. Si spiegano così le reticenze e le 3 Viene bene citare a questo proposito i commenti di uno 'storico pentito', Fabrizio Battistelli, la cui divertente "Appendice - Lettera di accompagnamento" al suo bel primo romanzo ( Il Conclave , Ed. Einaudi, Torino, 1991) si raccomanda comunque di leggere integralmente. Spiegando al 'suo' professore i perché di un "ripensamento", sottolinea come "I rapporti tra la feudalità delle Legazioni e il governo di Roma, come pure il suo eventuale ruolo di tutela degli interessi delle comunità mediate subjectae , hanno costituito l'oggetto di un appassionante dibattito storiografico nel quale i magistrali contributi forniti da Lei, Chiarissimo Professore, hanno rappresentato la parola definitiva. É anche per questo motivo che ho ritenuto di non addentrarmi, ultimo arrivato, in tale dibattito". Mentre, a proposito delle attuali "capacità formative" dell'università italiana, coglie l'occasione "per spezzare una lancia in favore della bistrattata università italiana. La sua capacità formativa si esercita essenzialmente in negativo, questo è vero. Ma non è perciò meno efficace: chi sopravvive a essa possiede indiscutibilmente quelle doti di abnegazione, tenacia, sconsideratezza indispensabili al vero ricercatore". 4 Ciò che, nella capitale, si enuncia ancora validamente con il motto: "Franza o Spagna, purché se magna". 5 E la questione non riguarda soltanto la storia, ma anche altre discipline, come il presente autore può testimoniare con cognizione di causa almeno per certe materie. Per quanto riguarda la fisica, si veda anche soltanto quello che si avrà modo di dire nel seguito; a proposito della matematica, si può consultare per esempio del presente autore: "Riflessioni sui fondamenti della matematica, e oltre", Synthesis , N. 4, Di Renzo Ed., Roma, 1994. 7 omissioni di cui ancora pullula tutta la ricostruzione della storia a noi più vicina, che non può ovviamente svilupparsi rigogliosamente all'ombra di tanti e forti vincoli, quali il rispetto di giudizi di valore a priori , imposti in qualche caso addirittura a forza di legge. Questo libro intende riscattare almeno in parte tali lacune, sperando di non urtare alcuna rispettabile suscettibilità con la sua proposta di un ulteriore scenario alternativo in cui possibilmente inquadrare un avvenimento ancora tanto avvolto nel mistero, e probabilmente non del tutto secondario anche ai fini della comprensione di altri eventi ad esso collegati - molto più rilevanti, e decisivi, per la storia generale di questo nostro travagliato secolo. Va da sé, questo lavoro è un ulteriore esempio di applicazione del metodo indiziario nella ricerca storiografica, secondo i principi delineati nel Capitolo I del mio precedente libro, America: una rotta templare , al quale rimando eventuali lettori interessati a saperne di più 6. In effetti, tale metodo è davvero l'unico che possa praticarsi nel caso in parola, dal momento che è assolutamente improbabile che nuovi documenti e/o ricerche d'archivio - tanto graditi agli storici di professione - possano venire alla luce, a dare qualche nuovo contributo al mistero che avvolge la scomparsa del geniale scienziato italiano. Naturalmente, cosa ben diversa sarebbe il caso sempre possibile di una nuova testimonianza, ma è passato ormai così tanto tempo... (senza tenere conto però delle ancora possibili e auspicabili confidenze di chi certe cose può averle sentite riferire per via 'riservata'). A proposito del rinvio al precedente lavoro, c'è però da sottolineare che, mentre per quel che riguarda la questione colombiana esiste sicuramente un oceano di materiale da cui poter selezionare con intelligenza le informazioni necessarie, per quanto concerne l'affare 6 America: una rotta templare - Un'ipotesi sul ruolo delle società segrete nelle origini della scienza moderna, dalla scoperta dell'America alla Rivoluzione copernicana , Ed. Della Lisca, Milano, 1995. 8 Majorana tale oceano si riduce a poco più di un modesto laghetto. Come dire che, nell'affrontare insieme al lettore il dilemma della scomparsa del geniale scienziato italiano, dovremo procedere esattamente nelle stesse condizioni nelle quali si venne a trovare Monsieur Dupin, l'investigatore creato dal genio letterario di Edgar Allan Poe, allorquando si occupò del caso dei terribili omicidi della Via Morgue. Il famoso investigatore risolse il mistero avendo a propria disposizione soltanto le dichiarazioni dei testimoni riportate dalla stampa. Ben poco, si potrebbe erroneamente presumere, tanto più che si trattava di materiale a disposizione anche degli altri inquirenti ufficiali, incapaci però di trarne lo stesso profitto. Un materiale, invece, sufficiente a chi possedeva occhio acuto e mente sgombra da pregiudizi. E, poiché sono in argomento, chiedo al lettore di perdonare la vanità del matematico che scrive queste righe (ma a mia parziale discolpa tenga anche conto del fatto che mi trovo frequentemente a dovermi giustificare di fronte all'osservazione che mi viene rivolta: "Ma come mai un matematico come te sta a perdere tempo ad occuparsi di certe cose?!") se non sa trattenersi dall'estrarre dal racconto in parola la seguente considerazione: "La facoltà di soluzione è forse molto rafforzata dallo studio della matematica". Inoltre, è propria del corredo intellettuale e morale del matematico la tensione a immettere sempre ordine e logica, attributi della 'verità', nella 'realtà' (anche spirituale) in cui si trova a vivere, o a cercare di rimetterceli, quando siano stati in qualche modo perturbati... Detto ciò, esprimo in conclusione un'ulteriore speranza, e cioè che questa mia fatica riesca a conseguire l'obiettivo contenutistico e metodologico che si propone; vale a dire, persuadere il lettore che sarà arrivato fino alla fine del libro, che la soluzione più realistica di questo caso è probabilmente ben diversa da quella verso cui ci hanno sempre indirizzato, e che è possibile arrivare ad essa semplicemente esaminando senza pregiudizi gli stessi fatti e le stesse ragioni che ci sono stati raccontati per sostenere la tesi contraria. Se l'identico metodo si applicasse in molte altre situazioni nelle quali un intelletto 9 sensibile non può non avvertire l'ingombrante presenza e le incongruenze di una verità ufficiale , probabilmente assai poche di queste resterebbero in piedi... Agosto, 1998 Umberto Bartocci Dipartimento di Matematica Università - Perugia 10 AVVERTENZA Per non cadere nell'accusa di "plagio scientifico", si informa in modo esplicito il lettore che, in conformità a quanto dichiarato nella Prefazione, questo libro è stato programmaticamente costruito 'ritagliando' il più possibile quanto si può trovare nei seguenti testi, che verranno quindi nel seguito ampiamente utilizzati, anche mediante citazioni integrali (tutte però opportunamente segnalate): [1] - l'ampio e documentato lavoro dell'amico Erasmo Recami (citato nel seguito con la sigla ER), professore di fisica prima presso l'Università di Catania, e attualmente presso quella di Bergamo: Il caso Majorana , Bestsellers Saggi, Mondadori, Milano, 1991 (Le Scie, 1987);