ANTENOR QUADERNI

Di r e z i o n e Irene Favaretto, Francesca Ghedini

Co m i t a t o s c i e n t i f i c o Maria Stella Busana, Jacopo Bonetto, Paolo Carafa, Marie Brigitte Carre, Heimo Dolenz, Christof Flügel, Andrea Raffaele Ghiotto, Giovanni Gorini, Stefania Mattioli Pesavento, Mauro Menichetti, Athanasios Rizakis, Monica Salvadori, Daniela Scagliarini, Alain Schnapp, Gemma Sena Chiesa, Desiderio Vaquerizo Gil, Paola Zanovello, Norbert Zimmermann

Co o r d i n a m e n t o s c i e n t i f i c o Isabella Colpo

Se g r e t e r i a r e d a z i o n a l e Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno conclusivo del Progetto di Ateneo dell’Università di Padova 2009-2011 “La lana nella Cisalpina romana” (responsabile scientifico Maria Stella Busana) ed è pubblicato con il finanziamento dello stesso Progetto.

Volume con comitato internazionale di referee. Volume with international referee system.

Layout grafico: Matteo Annibaletto

Università degli Studi di Padova Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica Piazza Capitaniato, 7 – 35139 Padova [email protected]

ISBN 978-8897385-30-1 © Padova 2012, Padova University Press Università degli Studi di Padova via 8 febbraio 1848, 2 - 35122 Padova tel. 049 8273748, fax 049 8273095 e-mail: [email protected] www.padovauniversitypress.it

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In copertina: Pascolo Foppe con pecore (foto http://www.franciacortainbianco.it/home.php?idp=146). università degli studi di padova dipartimento dei beni culturali archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica

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LA LANA NELLA CISALPINA ROMANA Economia e Società

studi in onore di Stefania Pesavento mattioli

atti del convegno (padova-Verona, 18-20 maggio 2011)

a cura di Maria Stella Busana e Patrizia Basso con la collaborazione di Anna Rosa Tricomi

PADOVA UNIVERSITY PRESS

La lavorazione d e l l a l a n a n e l l a b a s s a p i a n u r a d e l Po: d a i p e s i d a t e l a i o a l p a e s a g g i o d i e t à r o m a n a Mauro Calzolari

Allo stato attuale delle ricerche, i documenti di età romana relativi alla lavorazione della lana nella bassa pianura del Po, che comprende i lembi estremi dell’Emilia, della Lombardia e del Ve- neto, risultano piuttosto disomogenei1. Una stele da Brixellum, quella del sodalicum lanariorum carminatorum attivo nella città, ci suggerisce una vivace attività manifatturiera nel settore cir- cumpadano, che non trova alcun cenno specifico nelle fonti letterarie2. Sul versante archeologico, non si riscontrano peraltro segnalazioni di tracce di attività tessili negli insediamenti sparsi nel nostro areale: un dato che si spiega con la mancanza di scavi editi di contesti rustici, noti perlopiù da ricognizioni di superficie, alle quali anch’io ho dato un contributo più che decennale3. Unica testimonianza con diffusione articolata nel territorio sono i pesi fittili da telaio, recu- perati generalmente in contesti abitativi risalenti spesso alla tarda età repubblicana o alla prima età imperiale, ma con una vitalità che in diversi casi si protrae ben oltre il II secolo d. C., ren- dendo problematica la definizione di un arco cronologico di impiego di questi oggetti. Gli esemplari della bassa Pianura Padana hanno una forma a piramide tronca con base ret- tangolare, un foro pervio nella parte superiore, un’altezza compresa tra i 12 e i 18-20 cm, e un modulo ponderale variabile da un minimo di circa 400 a 1200 g, con punte fino anche a 1700 g.4 Modellati con stampi in legno, in un’argilla depurata (talora con inclusi) che assume, dopo la cottura, una colorazione tra il beige e il rossiccio o il rosato, si possono distinguere in due ti- pologie: a facce lisce e con una faccia decorata. Appartengono al tipo a facce lisce molti dei pesi della nostra area: non si hanno ancora dati precisi per stabilirne la consistenza numerica, anche solo in percentuale, rispetto al secondo gruppo. Si può solo osservare l’estrema variabilità delle associazioni nei rinvenimenti: in alcuni

* Mi sia consentito esprimere un vivo ringraziamento a Patrizia Basso e Maria Stella Busana per l’opportunità di ritornare, anche con dati nuovi, su una tematica che ho affrontato in più contributi fino al 2001, e a Elena Maria Menotti, Direttrice del Museo Nazionale Archeologico di Mantova per avermi consentito di pubblicare i pesi ine- diti conservati nei Musei di e di Viadana. Sono inoltre grato a Mauro Vincenzi, Presidente del Gruppo Ar- cheologico Ostigliese, a Daniela Benedetti, Conservatrice del Museo Civico di Viadana, a Sergio e Antonio Anghi- nelli, Ispettori Archeologici Onorari e collaboratori dello stesso Museo, per la disponibilità dimostrata in occasione dell’esame autoptico dei pesi; ad Angela Donati e Daniela Rigato, del Dipartimento di Storia Antica dell’Università di Bologna, per il proficuo confronto su alcuni aspetti problematici legati all’interpretazione dell’iconografia dei pesi da telaio delle terre lungo il corso del Po. 1 Per la celebrata produzione lanaria della Cisalpina: Vi c a r i 2001, pp. 37-47, con le relative fonti; Co t t i c a 2003. Inoltre i contributi di ambito padano presentati in questo Convegno. 2 CIL, XI, 1031; sulla quale: Vi c a r i 2001, p. 46. 3 Per questo territorio: Ca l z o l a r i 1986, 1989, 1991, 1992, 1996, 1997, 2001a, 2001b, con ulteriore bibliografia. 4 Costituiscono un’eccezione alcuni pesi rinvenuti nel Mantovano e nella Bassa Modenese, che, pur presen- tando la medesima forma, risultano alti appena 7-8 cm e con un modulo tra gli 80 e i 170 g. Ca l z o l a r i 1986, pp. 248- 249 e fig. 214, da Ostiglia (Mn);I d. 1996, p. 306 e fig. 37,5, da Pegognaga (Mn); Id. c.s., da Mirandola (Mo) e Finale Emilia: un dato che forse è da collegare a specifiche tecniche di lavorazione o a tessuti particolari.

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contesti essi costituiscono l’unica tipologia documen- tata o perlomeno quella pre- valente, in altri invece risul- tano di gran lunga inferiori rispetto agli esemplari deco- rati. Talora presentano segni incisi sulla faccia principale nell’argilla ancora cruda op- pure graffiti dopo la cottura (ad es. una o più X). I pesi del secondo tipo recano, sulla faccia princi- pale, una decorazione otte- nuta con una matrice lignea incisa in negativo in modo Fig. 1 – Le terre lungo il corso medio del Po, da Cremona a Brescello, a Man- tova e a Ferrara. Nella cartina si sono evidenziate, con un reticolo, le tracce di da restituire un disegno in centuriazione di età romana, note attraverso l’esame del terreno e delle foto rilievo. Questo consiste in aeree (rielaborazione da Ca l z o l a r i 1986, fig. 27). un’iconografia figurativa o in un’iscrizione o in en- trambi gli elementi: una caratteristica che, come è noto, risulta particolarmente frequente negli esemplari rinvenuti nella bassa Pianura Padana. L’iconografia figurativa comprende numerose composizioni di carattere perlopiù geometrico, con alcuni motivi che si ripetono e che risultano di significato non immediatamente chiaro. Il più diffuso è quello definito «a lisca di pesce» o «a ramo secco», da solo o associato, in modo estrema- mente vario, a uno o più globetti, a un cerchio con più raggi, a una sorta di edicola, a un motivo a tridente, ad altri elementi ancora5. Ora, sulla base dei contesti di rinvenimento – di solito raccolte di superficie –, risulta im- possibile stabilire una seriazione cronologica dei pesi da telaio in modo da poter proporre un modello interpretativo dell’iconografia che li contraddistingue. Si è pertanto tentato di individuare, sulla base dei soli elementi formali (pur con tutti i ri- schi che comporta un tale procedimento), almeno un “soggetto” di significato certo, dal quale sarebbero poi derivate numerose varianti con l’aggregazione o la disaggregazione degli elementi originari, dovute sia a fraintendimenti sia a rese approssimative, sia ancora all’introduzione di nuovi elementi dettati dal gusto personale. L’esame dei reperti del corso medio del Po porta a riconoscere, in un gruppo di esemplari, quella che io intenderei come la rappresentazione, seppure schematica, del telaio verticale e del- la tessitura, con una valenza quindi concreta, legata all’utilizzo primario di questa classe stru- mentale. In un peso di Bondeno e in due di Mantova la figura stilizzata del telaio è completata con i fili tesi dell’ordito, dietro ai quali, e in parte sovrastante, si nota la sagoma dell’addetto alla tessitura, di cui è evidenziata la testa (resa con un globetto). All’estremità inferiore dell’ordito compare poi una serie di brevi segmenti verticali, identificabili con gli stessi pesi da telaio6. A questo “tipo iconico” sono probabilmente da ricondurre numerosi altri pesi, contraddistinti da elementi che, in seguito a stanche ripetizioni, vengono semplificati o associati ad altri particolari

5 Per una descrizione di questi elementi: Be r g a m i n i 2009. 6 Per esemplari con una tale iconografia:B e r t i 1978, p. 168 fig. 291 (dal Bondenese) eR i g a t o 1988, p. 261 (con la proposta che si tratti di una «probabile rappresentazione di tessitura su peso da telaio»); Ca l z o l a r i 1996, pp. 306-308, nn. 7-11 (dall’Oltrepò Mantovano); Ru g g i e r o , Me n o t t i , Sc a l a r i 2003, pp. 117-119 e fig. 68 (quattro pesi da telaio dalla città di Mantova, decorati con il motivo del telaio verticale, a cui lavora un addetto alla tessitura, reso con alcuni tratti stilizzati).

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Fig. 2 – Pesi fittili da telaio di età romana della bassa pianura del Po: proposta di un modello con varianti sullo stesso tema iconografico, in questo caso il telaio con il tessitore o tessitrice, l’intreccio dei fili dell’ordito e, in più esemplari, gli stessi pesi da telaio. Rielaborazioni grafiche da: 1)B e r t i 1978, fig. 291, provenienza sconosciuta, ma dal Ferrarese; 2) Ru g g i e r o , Me n o t t i , Sc a l a r i 2003, fig. 68, da Mantova; 3)U g g e r i 1987, fig. 9, da Bondeno (Fe); 4)U g g e r i 1989, fig. 92, da Bondeno (Fe); 5)C a l z o l a r i 1996, fig. 38 n. 10, da Pegognaga (Mn); 6)C a l z o l a r i 1996, fig. 38 n. 9, da Pe- gognaga (Mn); 7) Ca l z o l a r i 1997, fig. 2 n. 1, da Mirandola (Mo); 8) Ca l z o l a r i 1986, fig. 143, da Sermide (Mn); 9) Ca l z o l a r i 1997, fig. 1 n. 4, da Mirandola (Mo). accessori, frutto della libera creatività degli artigiani che intagliavano le matrici lignee7 (si veda, come semplice ipotesi, la successione di accostamenti suggeriti nelle figg. 2e 3). Non sono però in grado di affermare se il modello qui proposto costituisca soltanto un seg- mento di un più complesso percorso evolutivo, in cui ad un certo momento, iniziale o in itine- re, l’iconografia risulterebbe ispirata al mondo religioso di matrice celtica (tramite il motivo del pino, pades): problema che lascio ad altri discutere8. Da parte mia osservo che la diffusione dei pesi negli insediamenti lungo il Po in un arco di almeno tre secoli consente lo sviluppo, in pa- rallelo, di temi decorativi autonomi, con esiti diversificati ma anche con contaminazioni e rein- terpretazioni. Restano infatti da spiegare altri elementi decorativi, più volte riscontrati, come la ruota, l’edicola, l’àncora, e così via9. Un ristretto gruppo di esemplari ha un’iconografia che conserva i caratteri descrittivi. Due pesi, uno dal Bondenese (Ferrara), l’altro da San Bellino (Rovigo), recano, a tutto campo sulla fac-

7 In questo senso, già si è sottolineata l’esigenza di individuare una linea evolutiva dell’iconografia figurativa dei pesi da telaio: Be r g a m i n i 2009. 8 Ri g a t o 1988, pp. 261-264; cfr. anche il contributo della stessa in questo volume. 9 Si veda, ad es., la lettura proposta, per alcuni pesi, nel contributo di S. Bergamini in questo volume.

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Fig. 3 – Pesi fittili da telaio di età romana della bassa pianura del Po: varianti sullo stesso tema iconografico, che, sot- to l’aspetto morfologico, sembra un’ulteriore elaborazione della serie di cui alla figura precedente. Incerto è però, in questa fase, il significato che veniva attribuito ai motivi iconografici dagli artigiani esecutori delle matrici lignee dei pesi. Rielaborazioni grafiche da: 1)C a l z o l a r i 1989, fig. 196, da Serravalle Po (Mn); 2)C a l z o l a r i c. s., da Mirandola (Mo); 3) Be r t i 1978, fig. 93, da Cassana (Fe); 4) Co r t i 2004, tav. 70 n. 1, da Carpi (Mo); 5) Ug g e r i 1989, fig. 91, da Bondeno (Fe); 6) Me d i c i 1996, fig. 364, da Calvatone (Cr); 7) Ca l z o l a r i 1997, fig. 2 n. 4, da Finale Emilia (Mo); 8) Ca l z o l a r i 1997, fig. 2 n. 2, da Finale Emilia (Mo); 9)C a l z o l a r i 1996, fig. 37 n. 4, da Pegognaga (Mn). cia principale, una sagoma umana stilizzata in atto di muoversi verso sinistra, di significato incer- to: un tessitore al lavoro o, adottando una lettura cultuale-religiosa, Ercole con la clava? Un unico peso dal di Viadana (Mantova), lungo il Po, presenta invece la raffigurazione, su due regi- stri, di quella che sembra una scena di caccia, con cervi e caprioli e cacciatori.10 Entrambi i motivi lasciano spazio a diverse interpretazioni, non solo naturalistiche ma anche simboliche. In qualunque senso si orienti la nostra lettura, è comunque evidente che siamo di fronte a decorazioni elaborate in un ambito popolare e facilmente recepite nell’ambiente di produzione e di utilizzo dei pesi stessi. L’iconografia alfabetica compare anch’essa sulla faccia principale di numerosi pesi, talvolta as- sociata all’apparato figurativo figg.( 4e 5). Il testo risulta di solito disposto entro una corniciatura in rilievo, su più registri separati da un listello orizzontale, mentre in pochi casi è steso su un’unica linea con andamento verticale, dall’alto al basso. Le lettere, di norma capitali quadrate, talora con

10 Ca l z o l a r i 2001, p. 329. Una «figura umana stilizzata», impressa a rilievo da matrice, è pure presente in un altro peso fittile rinvenuto nello scavo di un edificio rustico a nell’Oltrepò Mantovano (Ru g g i e r o , Me n o t t i , Sc a l a r i 2003, p. 118).

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Fig. 4 – Pesi fittili da telaio di età romana della bassa pianura del Po: esemplari con iscrizione impressa a matrice: 1) C(aius) Magius C(ai) f(ilius) Macco, da Sermide, Mn (Ca l z o l a r i 1991, fig. 8 n. 1); 2)Atilius , da Mirandola, Mo (Ca l - z o l a r i 2001, fig. 3 n. 10); 3) Sex(ti) Papi Q(uinti) [o S(exti)?] f(ilii?) o(...) m(...), da Ostiglia, Mn (Ca l z o l a r i 1986, fig. 220); 4) Manes, da Concordia sulla Secchia, Mo (Ca l z o l a r i 2001b, fig. 1 n. 1); 5) C(ai) Pedesieni, da Sermide, Mn (Ca l z o l a r i 1991, fig. 8 n. 2); 6) Q(uinti) Sulpici S[..?] f(...), da Pegognaga, Mn (Ca l z o l a r i 1996, fig. 37 n. 2); 7) [T(itus) Se]rtorius [f....], da Pegognaga, Mn (Ca l z o l a r i 1996, fig. 37 n. 3); 8) L(uci)? Veclaei, da Sermide, Mn (Ca l - z o l a r i 1991, fig. 8 n. 4); 9)Hilarus [...], da Pegognaga, Mn (Ca l z o l a r i 1996, fig. 37 n. 1). intrusione di elementi corsivi (come nel caso della E ridotta a due segmenti verticali: II), hanno aste a bastoncini di fattura non sempre accurata e, in alcuni casi, forse per un errore nell’esecuzio- ne della matrice, risultano retroverse, dando luogo a scritture sia destrorse sia sinistrorse. La frammentarietà degli esemplari rinvenuti o il loro cattivo stato di conservazione non consentono sempre una sicura decrittazione dei testi. Pur con diversi problemi interpretativi, l’analisi dei pesi dell’area centro-padana ha portato a individuare, in tutte le iscrizioni, una for- mula onomastica che talora è integrata da altre indicazioni11. Rara appare la trascrizione completa del nome di un ingenuus, con i tria nomina e il patro- nimico, che ricorre, ad es., su un esemplare da Sermide (Mantova): C(aius) Magius C(ai) f(ilius) Macco (fig. 4.1). Più frequente il solo gentilizio, spesso con il praenomen, talora con il patronimico: C(aius) Pedesienus in tre pesi identici, uno dei quali lacunoso, sempre da Sermide (fig. 4.5); M(arcus) Vale- rius, L(ucius) Nonius, Q(uintus) Ca[-]urius C(ai) filius, tutti dal Bondenese; Atilius, da Mirandola nella Bassa Modenese (fig. 4.2). Non so se in questi casi la mancanza del cognomen risponda effet-

11 Per una prima rassegna delle caratteristiche dei pesi da telaio con iscrizione scoperti nell’area centro-padana: Ri g a t o 1988, pp. 256-260; Ca l z o l a r i 2001a.

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tivamente a un sistema ono- mastico ancora bimembre e quindi costituisca un indica- tore di cronologia anteriore alla metà del I secolo d.C., oppure sia soltanto dovuta a esigenze di brevità. Diffuso anche il nome singolo, che sembra indica- re un lavorante di condizio- ne servile: Bassus, Hilarus (fig. 4.9), Colonus, Germa- 1) 2) 3) nus (fig. 5.5), Beietes o Bele- tes dal Mantovano (fig. 6.1); Narcissus, dal Ferrarese; Ma- nes, dal Modenese (fig. 4.4). Gli elementi accessori che accompagnano il siste- ma onomastico ci assicura- no, in alcuni casi, che si tratta dei nomi dei figuli, cioè vasai di condizione libera, liberti- na o servile che hanno fab- bricato gli oggetti: M(arcus) 4) 5) 6) Vassius P(ubli) f(ilius) fic(u) lus, da Fratta Polesine (fig. 12 Fig. 5 – Pesi fittili da telaio di età romana della bassa pianura del Po: esemplari 5.1); Bassus ficulus b(...?) , con iscrizione impressa a matrice: 1) M(arcus) Vassius P(ubli) f(ilius) fig(u)lus, da dal Mantovano (fig. 5.2); San Bellino, Ro (Ze r b i n a t i 1991, fig. 20); 2)Bassus ficulus b(...), da San Benedet- P(ublius)? Atiedi(us) S(exti)? to Po, Mn (foto 1988 di un privato, esemplare disperso); 3) P(ublius)? Atiedi(us) f(ilius) ficulus ...., dal Bonde- S(exti)? f(ilius) ficulus ...?, da Bondeno, Fe (Be r t i 1978, fig. 276); 4) T(itus) Vin- donius?, da Sermide, Mn (Ca l z o l a r i 1986, fig. 86); 5)Germanus , da Forlì (Do- nese (fig. 5.3); M(arci) Apro- n a t i 1989, fig. 100, qui riprodotta) e da C( a l z o l a r i 1986, p. ni C(ai) f(ilii) ficuli, da Gai- 120 nota 130); 6) Phades o Hades?, da Mirandola, Mo (Ca l z o l a r i c.s.). ba di Rovigo13. In altri casi tale qualifica professionale è resa con una formula che indica l’esecuzione del manufatto: fi(n)xi te14; forse anche o(...) m(...)15. Resta comunque da chiarire se si tratta di artigiani autonomi che fornivano una parte degli strumenti della lavorazione della lana oppure di artigiani alle dipendenze di un proprietario ter- riero che era anche un imprenditore tessile che si fabbricava i propri attrezzi di lavoro; o ancora, se si tratta di ingenui, degli stessi proprietari terrieri/imprenditori tessili16.

12 Incerta l’integrazione di questa sigla finaleb(...) . Qui si suggeriscono due ipotesi: 1) una indicazione del ruo- lo del personaggio nell’ambito del processo produttivo dell’officina fittile; 2) una specificazione di carattere ammi- nistrativo-geografico relativa alla sede dell’officina, del tipo B(rixellensis) o B(ononiensis), se pensiamo alle due città più vicine all’area dei rinvenimenti, o altro ancora, se si vogliono avanzare ipotesi diverse. 13 Per le attestazioni di figuli su altri prodotti fittili di età romana:R o s s i Al d r o v a n d i 1997, pp. 130-133. 14 Infra, Appendice 1. Per l’impiego di questo termine in riferimento alla produzione fittile:R o s s i Al d r o v a n - d i 1997, pp. 134-147. 15 Per la sigla OM si veda infra Appendice 1. Sulla sua possibile lettura come opus manuum o opus manibus di un fi- gulus si vedano i passi di Rufino e della Vulgata in cui compaiono tali espressioni:R o s s i Al d r o v a n d i 1997, p. 126 e p. 128. 16 Come già osservato da Ri g a t o 1988, p. 258. Cfr. le analoghe problematiche relative ai bolli su laterizi e su ceramiche.

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Nella maggior parte delle iscrizioni, i personaggi menzionati sui pesi non hanno invece una qualifica professionale: vale anche per essi l’idea che fossero artigiani di fittili? E inoltre fino a che punto possiamo supporre uno stato sociale differenziato, soprattutto per gli ingenui con gentilizi di una qualche notorietà, come, ad es., i Nonii? Va poi precisato che, sul versante prosopografico, l’analisi dei dati onomastici ci riporta a gentes comunemente attestate in area padana, in diversi ambiti municipali, anche se non si è in grado di procedere a identificazioni puntuali e sicure. A titolo di ipotesi, è comunque possibile supporre un legame tra L. Nonius dei pesi bondenesi e la gens Nonia di Modena, stante la stretta relazione tra le due aree17, oltre che fra Iec(ius?) o Iec(idius?) Tran(...?), ancora dei pesi bondene- si, e membri di questa gens presenti vicino a Modena e a Brescello sul Po o dediti, nella Venetia meridionale, alla produzione di terra sigillata18. Interessante il caso di C. Magius C. f. Macco, su un peso del Sermidese. Il gentilizio Magius è diffuso in Cisalpina, sia al di qua che al di là del Po: ad esempio, in Emilia centrale (Reggio e Bologna), a Brescia e Verona, ad Aquileia19. Secondo la tradizione già documentata in età ro- mana, questo era il gentilizio portato dalla madre di Virgilio, Magia Polla: ed è perlomeno una singolare coincidenza che, secondo la stessa tradizione, il padre del futuro poeta esercitasse l’at- tività di figulus20. Il cognomen Macco si ritrova in Transpadana e sembra di origine celtica21. Al medesimo orizzonte culturale ci rimanda anche il gentilizio Vindonius, che si legge, con ogni probabilità, su un altro peso sermidese (fig. 5.4)22. Si segnalano infine i casi singolari di nomi servili, piuttosto rari nel mondo romano, come Manes, Hades o Phades? e Beletes (fig. 4.4; fig. 3.2; fig. 5.6; fig. 6.1), riconducibili a origini allo- gene o a sopravvivenze di una onomastica indigena. Qualche ulteriore riflessione è infine suggerita dall’analisi dei contesti di rinvenimento e dalla diffusione areale di esemplari identici. La rassegna delle scoperte evidenzia, in numerosi insediamenti rustici di modeste dimen- sioni, la presenza di pesi che si giustifica pensando ad attività tessili destinate a un ambito dome- stico. Più consistenti concentrazioni si hanno in “ville rustiche”, nell’accezione che il termine ha per la nostra area, ossia proprietà verso una consistenza media: in questi casi sono da ipotiz- zare attività produttive rivolte non solo all’autoconsumo ma anche al mercato23. In alcuni siti si sono trovati sia pesi con iconografia figurativa sia pesi con iscrizioni riferite a personaggi diver- si: mancando una seriazione cronologica precisa, non sappiamo se siamo di fronte a più forni- tori concomitanti degli strumenti fittili oppure ad acquisizioni successive nel tempo. Il recupero di esemplari identici in insediamenti anche distanti fra loro induce invece a pen- sare a un commercio di pesi da telaio realizzati da artigiani locali. Mi limito a tre esempi. Bassus figulus b(...) ha prodotto pesi che sono stati rinvenuti a San Benedetto Po, a e a Sermide, in uno spazio di oltre trenta chilometri lungo l’asta del fiume Po. Esemplari con l’iscri- zione MANI/IEC/TRAN sono noti sia nel Bondenese sia a San Lorenzo di Pegognaga, ad una

17 Per il possibile legame con i Nonii del Modenese: Ri g a t o 1988, p. 258. Cfr. anche L. Nonius, bollo su terra sigillata aretina e nord-italica: Corpus Vasorum Arretinorum, 1127-1138. 18 Per il gentilizio Iegius: CIL, XI, 893 (Modena) e 1027 (Brescello). Per il gentilizio Iegidius su bolli in terra sigillata rinvenuta a Verona, Brescia e Adria: CIL, V, 8114,67. 19 Ad es., CIL, XI, 962 (Reggio Emilia), e 6846 (Bologna); Inscr. It., X, V, Brixia, nn. 55, 441, 443, 524, 861, 928, 1065, ecc. (Brescia); CIL, V, 3784 e 3409, AE 1995, n. 600 e AE 2000, n. 620 (Verona); CIL, V, 781 (Aquileia). 20 De l l a Co r t e 1991, pp. 3-4, con l’indicazione delle fonti di età imperiale romana. 21 Per il cognomen Macco: CIL, V, 1464 e 6908; E. Pa i s , Supplementa Italica, 897; Ho l d e r 1896-1907, II, col. 365 s. v.; Lö r i n c z , Re d ö 1994-2002, III, p. 42. 22 Per il gent. Vindonius: Supplementa Italica, n.s., 9, Ticinum-Laumellum et vicinia, pp. 332-333, n. 127, da Gambalò, prima età imperiale; AE 1985, n. 702: C. Vindonius Successus, dal Norico, I sec. d.C.; cfr. CIL, V, 7228: T. Vindonus, dalle Alpes Cottiae. Per la sua origine celtica: Ho l d e r 1896-1907, III, col. 349. 23 Per gli insediamenti romani dell’area del medio corso del Po si veda supra, nota 3.

La lana nella Cisalpina romana 458 m a u r o c a l z o l a r i distanza maggiore24. I pesi di C(aius) Pedisienus o Pedesienus sono presenti non solo nel Manto- vano ma anche ad Este e a Forlì, in luoghi ancora più lontani, dove questi oggetti sembrano do- cumentare una inedita quanto vivace organizzazione imprenditoriale (con la mobilità della sola attrezzatura o anche degli addetti?). Da ultimo, in un’ottica più generale, la contestualizzazione territoriale dei pesi da telaio im- pone di affrontare la problematica del rapporto fra produzione della lana e modello di paesaggio proposto per l’età romana nelle terre lungo il corso medio del Po. Si è ormai accertato che in que- sto settore i regolari disegni agrari delle centuriazioni (Cremona, Mantova e Verona nella Venetia; Brescello, Reggio e Modena nella Cispadana) sono sostituiti da un paesaggio “a dossi e a valli”, con spazi a prati, a boscaglie e ad acquitrini, con aree riservate allo sfruttamento comunitario e pubblico, e con numerosi insediamenti rustici che si distribuiscono lungo le morfologie fluviali25. Nel complesso quindi un comparto territoriale con proprie caratteristiche ambientali che si rive- lano adatte ad accogliere l’allevamento ovino, stanziale e di transumanza (lo si riscontra pure per tutto il Medioevo e l’età moderna), integrando le risorse dell’agro centuriato, e ad attivare un’eco- nomia tessile di cui non conosciamo nel dettaglio gli aspetti organizzativi, ma che i pesi da telaio ci segnalano opportunamente.

App e n d i c e 1 Is c r i z i o n i s u i p e s i d a t e l a i o d e l l ’a r e a c e n t r o -p a d a n a (t a b e l l a a g g i o r n a t a a l 2011) N.B.: dal presente elenco, che segue la ripartizione delle attuali province, si omettono le iscrizioni incomplete o di lettura molto dubbia.

Is c r i z i o n e Pr o v e n i e n z a d e l p e s o Bib l i o g r a f i a

Hilarus Castagnaro (Verona) NSc 1888, p. 172 M(arcus) Acinius o M(arcus) Castagnaro (Verona) NSc 1888, p. 173 Licinius? D?(...) M(...) T(...) Castagnaro (Verona) Tr e cc a 1900, p. 10 nota 3 C(ai) Atili Valli Grandi Veronesi Ricerche A. De Bon - 1930 (comunicazione del m.° A. Bologna di Legnago) G(aius) H (...) F (...) Cologna Veneta (Verona) Bu o n o p a n e 1990, pp. 79-81 n. 35 e p. 80 fig. 35 C(ai) Rassidi Agro veronese CIL, V, 8113, n. 8 Rustici Este (Padova) NSc 1888, pp. 169-170 e tav. II fig. 5 C(ai) Pedesieni Este (Padova) ? CIL, V, 8113, n. 16 M(arcus) Vassius P(ubli) San Bellino (Rovigo) Ze r b i n a t i 1991, p. 49 e fig. 20 f(ilius) fig(u)lus M(arci) Aproni C(ai) f(ilii) Gaiba (Rovigo) NSc 1905, p. 371 e p. 372 fig. 2. ficuli Altro esemplare dagli scavi di H. Büsing: M. Calzo- lari, schede 2006 (in attesa di pubblicazione) [---] / lli C(ai) / f(ili) Pud/ Gaiba (Rovigo) Bü s i n g Ko l b e , Bü s i n g 2000, p. 286, Abb. 12, primo enti peso a sinistra; Id. 2002, p. 85 Abb. 133, primo peso a sinistra. Germanus Forlì NSc 1960, p. 267 C(ai) Pedisieni Forlì NSc 1960, p. 267 Anneius Rufus Forlì NSc 1960, p. 267 Antimi? Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 246

24 Si veda infra, Appendice 1. 25 Oltre ai lavori ricordati supra, nota 3, si veda una proposta di sintesi in Ca l z o l a r i 1992.

La lana nella Cisalpina romana l a lavorazione d e l l a l a n a n e l l a b a s s a p i a n u r a d e l p o 459

P(ublius)? Atiedi(us) S(exti)? Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 252 e p. 164 fig. 276 f(ilius) ficulus...? L(ucius) Nonius Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 250 Narcissi Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 249 MANI/IEC/TRAN Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 248 Q(uintus) Ca[.?]urius C(ai) Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 247 filius M(arcus) Valerius Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 251 AN(...) Bondeno (Ferrara) Be r t i 1978, p. 145 n. 254 HEI MUL(...) L(iberti?) Calvatone (Cremona) CIL, V, 8113, n. 10 L. Maci Mars(...) Calvatone (Cremona) CIL, V, 8113, n. 11 Hilarus […] Pegognaga (Mantova) Ca l z o l a r i 1996, pp. 303-305 n. 1; AE 1996, n. 721 a Q(uinti) Sulpici SO?F Pegognaga (Mantova) Ca l z o l a r i 1996, p. 305 n. 2 e p. 304 fig. 37 n. 2;AE 1996, n. 721b [T(itus) Se]rtorius [f...] Pegognaga (Mantova) Ca l z o l a r i 1996, p. 305 n. 3 e p. 304 fig. 37 n. 3;AE 1996, n. 721c MANI/LEC?/TRAN Pegognaga (Mantova), A. Nizzoli, lettera a G. Mantovani del 17 dicem- loc. San Lorenzo bre 1897 (Bergamo, Biblioteca Comunale “Mai”, Specola Epistolari, n. 574) Germanus San Benedetto Po Ca l z o l a r i 1986, p. 120 nota 130 (Mantova) Bassus ficulus b(...) San Benedetto Po Esemplare disperso: notizia raccolta nel 1988 (Mantova) Priamus San Benedetto Po CIL, V, 8113, n. 15; Ca l z o l a r i 1986, p. 120 nota (Mantova) 131 e p. 121 fig. 87 Colonus fe(cit?) (Mantova) Ca l z o l a r i 1986, p. 120 nota 130 e p. 145 T(itus) Sertorius f[inxi te?] Revere (Mantova ) Ca l z o l a r i 1986, p. 120 nota 130 Sex(ti) Papi Q(uinti)? [o Ostiglia (Mantova) Ca l z o l a r i 1986, p. 256 fig. 220. S(exti)?] f(ilii?) OM Altro esemplare da Ostiglia, Corte Tencarola (Os- tiglia, Museo Civico, sito GAO 18) [B]assus ficulu[s b(...)] Carbonara di Po Ostiglia, Museo Civico, sito GAO 101 (Mantova) Beietes o Beletes? Carbonara di Po Ostiglia, Museo Civico, sito GAO 101 (Mantova) Luci Pupi PRII? Ostiglia, Museo Civico (Mantova) [Anti]ocus fi(n)xi te (Mantova) Ostiglia, Museo Civico, sito GAO 170 Antiocus fi(n)xi te Agro mantovano CIL, XI, 6709, n. 3 T(itus) Sertorius fi(n)x[i te]? Agro mantovano o Su s i n i 1960, p. 167 cremonese Q. Sulpici XI? Agro mantovano o Su s i n i 1960, p. 168 cremonese C(aius) Magius C(ai) f(ilius) Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1991, p. 64 n. a e p. 63 fig. 8 n. 1 Macco Atilianus Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1986, p. 170 C(ai) Pedesieni Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1991, p. 64, p. 63 fig. 8 n. 2, p. 65 fig. 9 nn. 4-5 Mamuli ROM? o M(arci) Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1991, p. 64-65 e fig. 9 n. 2 Amuli ROM? Bassus ficulus b(...) Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1991, p. 65 fig. 9 n. 1 e p. 66 (con lettura da correggere) T(itus) Vindonius? Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1986, p. 121 fig. 86 e p. 191 fig. 156 L(uci)? Veclaei Sermide (Mantova) Ca l z o l a r i 1991, p. 66 e p. 63 fig. 8 nn. 3-4

La lana nella Cisalpina romana 460 m a u r o c a l z o l a r i

L? Veclaei Mirandola (Modena) Ca l z o l a r i 1997, p. 161 e p. 165 fig. 1 n. 2 Atilius Mirandola (Modena) Ca l z o l a r i 1986, p. 121 nota 130; Phades o Hades? (nome di Mirandola (Modena) Ca l z o l a r i 1997, p. 161; altri due nuovi esemplari persona) identici: Ca l z o l a r i c. s. Manes (nome di persona) Mirandola (Modena) CIL, XI, 6709, n. 4; Ca l z o l a r i 1997, p. 161 Manes (nome di persona) Concordia (Modena) Ca l z o l a r i 2001b, p. 165, nn. 1 e 2

App e n d i c e 2 Pe s i i n e d i t i d a l l e t e r r e l u n g o i l c o r s o d e l Po m a n t o v a n o

N.B.: in tutti gli esemplari l’argilla è depurata, con rari inclusi, di colore arancio-rosato o rosato.

La r g h . N° Lu o g o d i Al t . Sp e s s . b a s e e Pe s o De c o r a z i o n e o Fi g . Pr o v e n i e n z a Ca t . c onservazione (c m ) (c m ) s o m m i t à (g) i s c r i z i o n e Fo t o (c m ) Carbonara di Po MCAO, Be/ie/tes o Be/le/ 1 (Mn), 13 5 7,4 - 6 600 6.1 non inv. tes loc. Carbonarola Carbonara di Po (Mn), MCAO, cons. [B]as/sus /ficu/ 2 5,5 lac. 6.2 loc. Carbonarola non inv. 11 lu[s b(...)?] Carbonara di Po (Mn), MCAO, cons. Lato sin: [---]LENE 3 4,5 lac. 6.3a-b loc. Carbonarola non inv. 9,2 Lato destro: [---L?]EK Carbonara di Po (Mn), MCAO, cons. 4 4,5 lac. PR/[---] 6.4 loc. Carbonarola non inv. 4,6 Ostiglia (Mn), loc. 5 MCAO, n. i 14 5,5 8-6 600 SEX P/API/ CFO/M 6.5 Corte Tencarola MCAO, cons. 6 Bagnolo S. Vito (Mn) 5,5 lac. LVCI / PVPI /PRII? 6.6 non inv. 11,5 Villimpenta (Mn), MCAO, cons. [ANTI]/OC/VS FI/ 7 5 lac. 7.1 loc. Pra Mantovani non inv. 10,5 XI TE San Benedetto Po MCAO, IOS?/VV[…]/V[…]/ 8 14,2 5 7.2 (Mn), loc. Dosso non inv. E[..] San Benedetto Po MCAO, cons. 9 (Mn), 4,5 lac. […]S / TVS /FINX 7.3 non inv. 12,5 loc. Ca del Vento San Benedetto Po MCAO, cons. 10 (Mn), 5 lac. [---] /[.]V /S FIX 7.4 non inv. 8,5 loc. Ca del Vento Carbonara di Po MCAO, spina di pesce, glo- 11 (Mn), 15,2 4,3 8-5,5 600 7.5 non inv. betto, segmenti radiali loc. Carbonarola motivi geometrici: un quadrilatero che Roncoferrraro (Mn), MCAO, cons. racchiude un triangolo 12 5 lac. 7.8 Fondo Allegrezza non inv. 13,7 con tre globetti ; nella metà inferiore “spina di pesce” decorazione a sole Mantovano o 8.1 13 MCV, T. 27 11,5 5 6,8-5 620 esamero sulla faccia cremonese a-b superiore

La lana nella Cisalpina romana l a lavorazione d e l l a l a n a n e l l a b a s s a p i a n u r a d e l p o 461

Viadana (Mn), loc. globetto, spina di pesce, 14 MCV, T. 45 13 4,5 8,8-5,2 820 8.2 Cicognara segmenti verticali spina di pesce e cer- Casalmaggiore (Cr), 15 MCV, T. 46 16,5 4,6 10,5-7,5 1150 chio contentene un 8.3 loc. Fossa Caprara fiore a quattro petali Viadana (Mn), loc. spina di pesce e fila di 16 MCV, T. 44 14,2 4,7 9,5-7,7 820 8.4 Buzzoletto segmenti verticali Viadana (Mn), loc. 17 MCV, T. 43 15,6 4,6 8-7,7 750 spina di pesce 8.5 Buzzoletto Borgoforte (Mn), cons. spina di pescee e 18 MCV, T. 47 4,6 8.6 loc. Romanore 10,3 globetti

2) 1) 2) 1)

3a)

4)

3b) 3a) 4)

5) 6) 5) 6)

Fig. 6 – Pesi fittili di età romana nel Museo Civico di Fig. 7 – Pesi fittili di età romana nel Museo Civico di Osti- Ostiglia (Mn), presentati nell’Appendice 2: 1) catalogo glia (Mn), presentati nell’Appendice 2: 1) catalogo n. 7, da n. 1, da Carbonara Po (Mn); 2) catalogo n. 2, da Carbo- Villimpenta (Mn); 2) catalogo n. 8, da San Benedetto Po nara Po (Mn); 3a e 3b) catalogo n. 3, da Carbonara Po (Mn); 3) catalogo n. 9, da San Benedetto Po (Mn); 4) ca- (Mn); 4) catalogo n. 4, da Carbonara Po (Mn); 5) cata- talogo n. 10, da San Benedetto Po (Mn); 5) catalogo n. 11, logo n. 5, da Ostiglia (Mn); 6) catalogo n. 6, da Bagnolo da Carbonara Po; 6) catalogo n. 12, da (Mn) San Vito (Mn) (foto M. Calzolari). (foto M. Calzolari).

La lana nella Cisalpina romana 462 m a u r o c a l z o l a r i

1a) 1b) 2) 3)

4) 5) 6)

Fig. 8 – Pesi fittili di età romana nel Museo Civico di Viadana (Mn), presentati nell’Appendice 2: 1) catalogo n. 13, dal Mantovano o dal Cremonese; 2) catalogo n. 14, da Viadana (Mn); 3) catalogo n. 15, da Casalmaggiore (Cr); 4) catalogo n. 16, da Viadana (Mn); 5) catalogo n. 17, da Viadana (Mn); 6) catalogo n. 18, da Borgoforte (Mn) (foto M. Calzolari).

Ri a s s u n t o

I ritrovamenti archeologici di età romana nella bassa pianura padana (da Mantova a Rovigo e da Brescello a Ferrara) evidenziano il consistente numero di pesi fittili da telaio, che testimoniano la lavorazione della lana in questo territorio, ai margini delle centuriazioni e occupato da un paesaggio con ampi spazi a prato, a bosco e a “zone umide”. I pesi da telaio delle terre lungo il Po si distinguono per la presenza, in numerosi esemplari, di una faccia con una decorazione impressa a stampo. Questa consiste anzitutto in un’iconografia figurativa, sul cui significato si discute nel contributo. In alcuni esemplari è possibile vedervi il lavoro della tessitura, e in particolare il telaio verticale con i fili dell’ordito e altri elementi accessori. In un buon numero di esemplari la decorazione consiste invece in un’iscrizione a lettere capitali, che è riconducibile a una formula onomastica: nomi di ingenui o di servi. Talora questi personaggi sono qualificati come figuli, ossia vasai. Nel contributo si svolgono considerazioni sul loro ruolo nell’ambito dell’attività tessile. La distribuzione dei ritrovamenti e il carattere rurale dell’insediamento inducono a ritenere che in questo territorio l’attività tessile fosse prevalentemente destinata alle esigenze domestiche.

La lana nella Cisalpina romana l a lavorazione d e l l a l a n a n e l l a b a s s a p i a n u r a d e l p o 463

Ab s t r a c t

The archaeological discoveries of the Roman age in the Lower Po Valley (from Mantova to Rovigo and from Brescello to Ferrara) emphasize the great number of fictile loom weights, which testify the wool manufacture in this territory on the edge of the centuriations and occupied by a landscape with grass, wood and marshes. The loom weights of the land around the Po river have often a face with a decoration impressed by a mould. This decoration consists in a figurative iconography, whose significance is dealt with in this paper. In some weights it is possible to identify the wool weaver at the loom, and particularly the vertical loom with the warp-yarns and other accessory elements. In many weights the decoration is an inscription in capital letters, with an onomastic formula: names of ingenui or slaves. Sometimes they are referred to as figuli, “potters”; their role in the textile pro- duction is discussed in this paper. The distribution of the discoveries and the rural character of the settlement lead us to assume that in this territory the textile activity was mainly intended for the domestic requirements.

La lana nella Cisalpina romana 464 m a u r o c a l z o l a r i

Bi b l i o g r a f i a

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