Carola Della Porta 289

XIV.5. PROVINCIA DI MANTOVA

5.1. Il territorio: linee generali ti a sud-ovest lungo il corso dell’Oglio e a sud lungo il Po, che però in antico scorreva più a sud Dal punto di vista fisico la provincia di Manto- dell’attuale letto3. È chiaro quindi che restavano va può essere distinta in tre fasce di diversa esten- esclusi il Viadanese, che si trova ad ovest del fiume sione: a nord si trova l’anfiteatro morenico del Oglio e in epoca romana era compreso nell’agro di Garda, nella fascia centrale si estende il livello Cremona4, e parte dell’Oltrepò mantovano (comu- fondamentale della pianura, mentre a sud si collo- ni di Gonzaga, , , Schive- ca la bassa pianura del Po1. noglia, Sermide e ), che in età romana Le colline moreniche sono rilievi dolci e sinuosi, apparteneva all’ VIII Regio. caratterizzati da depositi glaciali. Il rinvenimento Non c’è identità di vedute tra gli studiosi circa i più significativo di questa zona è la necropoli della limiti nord-occidentali e orientali dell’agro manto- Cavallara di . vano, dove esso veniva a confinare con i territori di La fascia centrale di pianura, costituita da depo- Brescia e di Verona. Il Tozzi5 sostiene che ad est siti alluvionali, è solcata, talvolta anche profonda- esso non doveva superare il Mincio, dal momento mente, dalle valli alluvionali scavate dai corsi che la li m i t a t i o mantovana si estendeva esclusiva- d’acqua, in particolare l’Oglio, il Chiese e il Mincio. mente a sud-ovest di quel fiume. Altri studiosi, tra In questa zona si trova Mantova, città che ha cono- cui il Mommsen6, sembrano collocare il confine sciuto un insediamento fin da epoca etrusca, anche sostanzialmente poco a sud-ovest dell’attuale confi- se l’abitato antico è poco conosciuto archeologica- ne provinciale, comprendendo i territori di Rover- mente e gli scavi effettuati sono stati di limitata bella, e . A Verona appar- estensione e in genere non pubblicati integralmen- tenevano senz’altro i territori di , Castel te. Il territorio è conosciuto soprattutto per il rinve- d’Ario, Serravalle e . A nord è possibile che nimento di tombe isolate o di piccoli nuclei di necro- il confine di età antica ricalcasse i limiti della anti- poli (ad esempio Asola, Canneto sull’Oglio, Casalro- ca diocesi di Mantova, arrivando fino alle colline mano, , , e Virgilio). moreniche e comprendendo in parte il territorio di A sud si colloca la bassa pianura del Po, che è Cavriana. Verso ovest è abbastanza sicuro che i ter- stata sempre influenzata geologicamente e geo- ritori di Medole, Asola, Canneto sull’Oglio e Casal- graficamente dal regime fortemente irregolare del romano appartenessero al municipio di Brescia. grande fiume. Questa area è stata indagata per Dall’analisi dei resti di età romana in provincia mezzo delle ricerche di superficie, soprattutto nei di Mantova risulta un quadro di un popolamento comuni di Gonzaga, Pegognaga, Poggio Rusco, San sparso (con ville e piccoli nuclei abitativi) su un Benedetto Po, , Sermide e Suzzara. territorio pianeggiante e ricco di acque che veniva I confini della provincia di Mantova riflettono sfruttato a fini agricoli7. La maggior parte degli la storia del Ducato dei Gonzaga e si distinguono insediamenti si trovava nella zona centuriata, nettamente da quelli di epoca romana2. Gli studi anche se si ha notizia di piccole necropoli al di là di topografia antica infatti permettono di assegna- del Mincio. L’anfiteatro morenico del Garda dove- re a M a n t u a soltanto parte del territorio provin- va ospitare nuclei abitativi più grandi, come sem- ciale. I confini sicuri dell’ager possono essere fissa- bra indicare la necropoli della Cavallara di

1 Per un inquadramento geologico della provincia di Mantova si 3 Il caso mantovano 1984, figg. 27, 28. veda tra gli altri M. Cremaschi in Il caso mantovano 1984, pp. 4 Cfr. L. Agnesotti in Il caso mantovano 1984, pp. 102-105. 13-17. 5 TOZZI 1972, pp. 61-62. 2 Per una sintesi sui confini del territorio di si veda Il 6 caso mantovano 1984, in particolare il testo di E. Mutti Ghisi CIL, V, pp. 328, 403, 406, 413, 414, 440. (Ibidem, pp. 38-40). 7 Cfr. A.M. Tamassia, in Il caso mantovano 1984, pp. 41-44, in particolare fig. 28. 290 CERAMICHE IN LOMBARDIA TRA II SECOLO A.C. E VII SECOLO D.C. - RACCOLTA DEI DATI EDITI

Cavriana, sepolcreto con più di cento tombe che Mantova. Fornaci non dovevano certamente man- copre i primi due secoli dell’impero. care, dal momento che non scarseggiava né l’argil- Si riscontrano delle analogie tra i manufatti la, reperibile nelle aree golenali e nei bacini di rinvenuti nella fascia di pianura e in una parte esondazione dei fiumi, né l’acqua e neppure il della zona dell’Oltrepò e i materiali provenienti legname per alimentarle11. Del resto le fonti anti- dalla provincia di Cremona, dall’Emilia (soprat- che tramandano che il padre di Virgilio era un tutto dai siti presso Modena) e dal Veneto, mentre v a s a i o1 2. Le testimonianze sull’attività ceramica la zona dell’anfiteatro morenico trova maggiori nel Mantovano in epoca medievale e postmedieva- similitudini con i materiali tipici del bacino garde- le sono piuttosto cospicue, ma permettono soltanto sano (si pensi ad esempio alla massiccia presenza di immaginare quale fosse la situazione antica13. di boccali n. 4, attestati solo sporadicamente in Scarsi sono i reperti ceramici peculiari del altre aree) e con la provincia di Brescia. Mantovano, che possano suggerire una produzione in loco. Per esempio si può citare un’olla ansata (n. 5.2. Stato della documentazione 9), che è attestata esclusivamente nel Mantovano e a Sirmione (BS). Inoltre si possono menzionare i Per comprendere le attestazione ceramiche della numerosi esemplari di coppe tipo Sarius (forma provincia di Mantova è di basilare importanza chiari- Mazzeo 13D), di cui il Mantovano sembra partico- re lo stato della documentazione, in quanto esso può larmente ricco rispetto alle altre province lombar- dare un’immagine distorta della realtà antica. Non de. Tuttavia la maggior parte dei rinvenimenti tutti i risultati delle ricerche archeologiche sono provengono dall’Oltrepò ed è quindi possibile che attualmente pubblicati, inoltre la carta archeologica siano da ricollegare a produzioni emiliane. del territorio mantovano non è stata ancora termina- ta. I rinvenimenti degli stanziamenti romani riportati 5.4. Le attestazioni ceramiche sulla carta di distribuzione proposta dalla Tamassia nel 19848 non sono tutti utilizzabili per il presente Fase della romanizzazione lavoro, perché spesso le notizie sono ricavate da fonti che prestano poca o nessuna attenzione alla ceramica. Pochissimi sono i reperti rinvenuti nel Manto- La maggior parte dei dati usufruibili risulta vano ascrivibili al periodo della romanizzazione. dalle pubblicazioni di ampie ricerche di superfi- In particolare sembrano quasi assenti le forme in cie9. Tuttavia queste indagini non possono fornire ceramica di tradizione celtica. Infatti informazioni sui contesti originari di provenienza gli unici reperti assegnabili a quella tradizione, un della ceramica e quindi contribuire alla sua data- esemplare di ciotola/coppa n. 1 e uno di vasetto a zione. Inoltre il materiale raccolto si presenta alta- fiasco n. 12, provengono da una tomba di Casalro- mente frammentario e spesso non consente l’e- mano che in età antica faceva parte del territorio laborazione di tipologie significative. di Brescia e quindi era pertinente ai Cenomani14. Frequenti sono le pubblicazioni sotto forma di Queste due forme sono particolarmente attestate notizia, che risultano senz’altro utili per quanto proprio nella necropoli di Remedello (BS), che riguarda l’attestazione di ceramiche fini, come la dista pochi chilometri da . terra sigillata o la ceramica a vernice nera, le cui La scarsità di reperti tipicamente tardoceltici tipologie sono ormai fissate, ma sono del tutto inu- potrebbe essere dovuta al fatto che il territorio tili per la ceramica a pareti sottili e soprattutto per mantovano non fu completamente celtizzato, ma le ceramiche comuni10. conservò un’impronta etrusca fino all’età romana, almeno da quel che ci tramandano le fonti 1 5. 5.3. I centri di produzione Anche nei periodi precedenti, LT B e C, i rinveni- menti mantovani ascrivibili ai Cenomani16 si tro- Attualmente non sono disponibili sicure infor- vavano collocati ai margini di quello che poi sarà il mazioni circa la presenza di impianti produttivi di territorio di Mantua. ceramica o di laterizi di età antica in provincia di I restanti reperti dell’età della romanizzazione

8 Vd. nota precedente. GILIVS PRINCEPS (PONTIROLI 1974, p. 195, n. 275, tav. 9 Si vedano per esempio BOTTURA 1988 e CALZOLARI 1989. CXLII = STENICO 1974, p. 55, fig. 3). 13 10 Si veda per esempio “NotALomb”, 1990, pp. 87-88 e pp. 91-98. Si veda F. Negrini in Il caso mantovano 1984, pp. 180-183; “NotALomb”, 1984, pp. 82-83; “NotALomb”, 1987, pp. 91-93. 11 Il caso mantovano 1984, p. 17 e p. 180. 14 12 Le necropoli, rinvenute nel comune di Asola e presentate in modo Vd. M. MAYER, El oficio del padre de Virgilio y la tradicion molto preliminare da E. Menotti al recente Seminario di Studi su “Insu- biografica virgiliana, in “Annuario de filologia, Universitad de bri e Cenomani tra Sesia e Adige”, tenutosi a Milano il 27-28/2/1998, Barcelona”, 1975, p. 68, cit. in Il caso mantovano 1984, p. 180. sembrano presentare corredi analoghi a quelli di Casalromano (MN) e Un particolare abbastanza interessante è la presenza in Lom- di Remedello (BS), località a poca distanza da Asola. Si ringrazia Cristi- bardia su due coppe tipo Sarius, Mazzeo 13D, di due bolli asso- na Ambrosini, Civico Museo di Asola, per la segnalazione. ciabili alla gens del grande poeta: a Pegognaga, MN, [····M]AGI- 15 STRO VERGILI[O····]) (BOTTURA 1988, p. 134, B1 = CALZO- R. De Marinis in Il caso mantovano 1984, pp. 24-28. LARI 1991, pp. 70-72, n, fig. 11, 16) e a Ostiano, CR, L. VER- 1 6 Per esempio le necropoli di Carzaghetto e di Castiglione delle Stiviere. Carola Della Porta 291

sembrano indicare una f a c i e s culturale diversa con depressione sotto l’ansa n. 4, in genere atte- rispetto a quella cenomane. In particolare trovia- stati in dimensioni medio piccole, che non si trova- mo diffusi i m o r t a r i a a pasta grigia (nn. 1 e 2), no nel resto del territorio mantovano. Legato a manufatti presenti abbondantemente nel Veneto e questi, per analogie formali e di impasto, è il bic- in Emilia Romagna, ma non ad occidente di Cre- chiere n. 18, proveniente sempre dalla medesima mona. Attualmente è difficile collocare i centri pro- necropoli e con confronti nel Bresciano. I contatti duttivi di questi reperti e non si può escludere una di questa necropoli con il territorio di Brescia sono loro importazione proprio dall’area veneta. Anche dimostrati anche da alcune olpi, come la n. 14. le olle n. 36 sembrano indicare stretti legami con Gli altri siti mantovani presentano maggiori l’area veneta e con il Modenese, anche perché i siti affinità con il Cremonese, a partire dallo scavo di dove esse sono state rinvenute appartenevano in San Cassiano di Cavriana, posto all’incontro tra le età romana all’agro veronese (Castel d’Ario e Vil- colline moreniche e la pianura. Qui alcune forme, limpenta) e alla VIII Regio (Sermide). Queste olle come i coperchi n. 12, i recipienti ad orlo decorato potrebbero avere come ascendente morfologico n. 2, le olle nn. 55 e 56, presentano gli stessi impa- alcuni grandi recipienti ad orlo ingrossato presen- sti rinvenuti nel Cremonese. Non mancano però ti nella produzione etrusco-padana17. forme tipiche della pianura bresciana come i mor - Ad un ambiente già fortemente romanizzato taria n. 15. appartengono il balsamario n. 1 rinvenuto a Via- Tra le ceramiche comuni, le olle nn. 55 e 56 dana e quello n. 2 rinvenuto a Cavriana, che pre- risultano bene attestate in tutto il territorio man- sentano le stesse caratteristiche degli altri balsa- tovano fino all’Oltrepò e sembrano appartenere, mari, comuni in tutta la Lombardia e in generale come il grande recipiente con listello n. 14, ad un nella pianura padana. unico filone produttivo insieme ai rinvenimenti La ceramica a vernice nera, considerata fos- cremonesi e quelli modenesi20. sile guida della romanizzazione, è ben presente nel Da Mantova, dal Viadanese e dall’Oltrepò pro- Mantovano, dove già arrivava importata vengono alcuni frammenti di tegami a vernice dall’Etruria tra il III e la prima metà del II sec. rossa interna (nn. 1 e 10). a.C.18. Accanto a pezzi forse importati19, sono stati Per quanto riguarda le ceramiche fini, colpisce rinvenuti esemplari di probabile produzione pada- come il repertorio formale della ceramica a pare- na e in particolare alcuni che si discostano dalle ti sottili sia piuttosto limitato. Ciò può essere tipologie canoniche e che trovano confronti soltan- dovuto al fatto che la maggior parte dei rinveni- to con rinvenimenti dal territorio cremonese. Si menti proviene da ricerche di superficie e quindi si tratta della coppa ad orlo ingrossato e arrotondato presenta in uno stato molto frammentario difficil- e della coppa ad orlo ingrossato a mandorla, rinve- mente classificabile. Prevalgono nettamente le nute a Mantova, e della coppa a corpo conico rin- coppe (Angera 1, Angera 2 e Angera 3 o generica- venuta a Cavriana. In generale sono soprattutto mente Marabini XXXVI) a pasta grigia decorate à attestate le coppe Lamb. 27 e 28 e le patere Lamb. la barbotine, a strigilature e più di rado a rotella, 5. Non manca neppure la produzione più tarda mentre a pasta chiara si rinvengono soltanto a della ceramica a vernice nera, cioè le coppe Lamb. Cavriana e sporadicamente nell’Oltrepò. Piuttosto 16 e le patere Lamb. 5/7 e 7/16. comune è anche il bicchiere a tulipano, che si trova nelle necropoli tra la fine del I sec. a.C. e la prima Fase di età imperiale metà del I sec. d.C. Inoltre sono documentate forme che non sembrano trovare confronti al di fuori del A partire dall’età augustea, per la conoscenza territorio mantovano come l’olletta Pegognaga e il della ceramica romana presente nella provincia di boccalino monoansato Cavriana. Invece rari sono Mantova diventano di fondamentale importanza i gli altri tipi tra cui i bicchieri Ricci 1/12 e le ollette rinvenimenti delle necropoli, in primo luogo quella Marabini X e Ricci 1/364-1/365. Infine non manca- della Cavallara di Cavriana. Questo sepolcreto no le forme di matrice centroitalica, come i bicchie- presenta delle ceramiche molto simili a quelle ri Marabini I e VII e le ollette Marabini V. recuperate in altre necropoli del bacino gardesano La ceramica tipo Sarius è particolarmente (ad esempio Salò, BS) e in generale nel territorio diffusa nella provincia di Mantova, rispetto al resto bresciano. Caratteristica è la massiccia presenza della Lombardia. La produzione è sempre vernicia- (praticamente uno in ciascuna tomba) dei boccali ta di rosso, con decorazioni a matrice fitomorfe, a

1 7 Per esempio: Gli Etruschi a nord del Po, catalogo della 20 Oltre ai contributi citati nelle schede della ceramica comune, mostra (Mantova 1986-87), a cura di R. DE MARINIS, Manto- si veda anche N. GIORDANI, C. CORTI, La ceramica grezza va 1986, vol. 1, p. 267, fig. 162. nel Modenese: analisi del materiale proveniente dalla media e 18 R. De Marinis in Il caso mantovano 1984, pp. 34-35, con iscri- bassa pianura, in Il contributo delle analisi archeometriche allo zioni in etrusco. studio delle ceramiche grezze e comuni. Il rapporto forma/fun - a 19 z i o n e / i m p a s t o. Atti della 1 giornata di archeometria della Pegognaga, S. Lorenzo (S. Lorenzo di Pegognaga1996, p. 112, n. ceramica (Bologna, 1997), Bologna 1997, pp. 178-180. 11, fig. 11, n. 11: variante Morel 1443: importazione volterrana ?; p. 108, n. 2, fig. 10, n. 2: Morel 2617: produzione adriese ?). 292 CERAMICHE IN LOMBARDIA TRA II SECOLO A.C. E VII SECOLO D.C. - RACCOLTA DEI DATI EDITI

festoni di nastri, peculiari di questa produzione. La zicate n. 4, l’olpe trilobata n. 56 e il boccale biansa- classe è attestata principalmente da frammenti di to n. 9 (quest’ultimo è documentato anche a Goito). parete, ma è quasi sempre possibile riconoscere la L’Oltrepò mantovano, invece, presenta analogie tipica coppa a doppia bombatura (forma Mazzeo sia con il territorio di Cremona sia con quello di 13D). Particolarmente ricco di rinvenimenti è Modena, a cui probabilmente apparteneva. In par- l’Oltrepò mantovano, dove frammenti di coppe tipo ticolare qui si rinvengono le olle biconiche n. 80, Sarius sono emersi da quasi tutte le ricerche di attestate frequentemente in contesti tardoantichi- superficie. Alcuni esemplari presentano in mezzo altomedievali dell’Italia settentrionale e dell’Italia alla decorazione anche il marchio di fabbrica: adriatica. Spesso a questi recipienti si trovano asso- [····M]AGISTRO VERGILI[O····] (Pegognaga), ciati anche i tegami n. 5. In questa zona non man- ACV/TVS (), [L. S]ARI[VS L. L. cano anche i mo r t a r i a a listello n. 18, tipici dell’oriz- SV]R[VS] (Gonzaga). zonte tardoantico e non mancano i reperti in terra La ceramica tipo Aco in territorio mantovano sigillata chiara, soprattutto del tipo C e D21 . è documentata soltanto da sei esemplari, di cui tre Tra la ceramica invetriata si può citare sol- inediti dalla necropoli della Cavallara di Cavriana. tanto un esemplare di una coppa n. 5 da Cavriana, Si tratta per lo più di bicchieri tipo Lavizzari 2, località Castagna, databile al IV/VII sec. d.C., ma decorati a K o m m a r e g e n. Sono attestati i bolli di attribuzione ipotetica. BVCCIO [NORBANI?], [····]PHILADE[LPHVS] e [ACO DIOPH]ANES. 5.5. I laterizi Il panorama della terra sigillata ricalca il qua- dro complessivo della regione (vd. capitolo sulla La provincia di Mantova ha restituito un note- terra sigillata). Nel territorio mantovano giungono vole numero di bolli laterizi, per un totale di 27 sia pezzi padani che centroitalici. In particolare tra nominativi diversi. Il discreto numero di attesta- la ceramica centroitalica è da segnalare l’unica cop- zioni potrebbe essere spiegato, oltre che dalla petta Consp. 33.2 (Pucci XXXVII, varietà 2) rinve- abbondanza di materia prima, di acqua e di legna- nuta in regione. Meno attestate che altrove risulta- me, che favorivano la presenza di officine, anche no le forme tardopadane come le coppe Drag. 35, dal fatto che la provincia di Mantova non è ricca di 35/51, 46 o 46B e le patere Curle 15, Drag. 36 o 36/51. materiale lapideo. Questo vale soprattutto per la bassa pianura del Po, dove sono stati rinvenuti la Fase di età tardoantica-altomedievale maggior parte di questi bolli. È possibile quindi che la domanda di laterizi Scarsi rinvenimenti illustrano la fase tardoanti- per l’edilizia fosse più alta qui rispetto ad altre ca-altomedievale della provincia di Mantova, non- zone della Lombardia (ad es. Varesotto e Comasco) ostante numerosi toponimi della provincia testimo- che potevano usufruire di pietra da costruzione. nino ancora oggi una forte e precoce germanizzazio- Non bisogna però dimenticare che la zona intorno ne del territorio (ad es. Goito, , Castel ad Ostiglia e l’Oltrepò mantovano sono stati d’Ario ecc.). Tale situazione è soprattutto dovuta alla costantemente oggetto di ricognizioni di superfi- mancata pubblicazione integrale di necropoli come cie, che hanno favorito il reperimento e la pubbli- quella di Goito e al fatto che raramente le tombe cazione di questi bolli laterizi22. altomedievali presentano un corredo ceramico. Dall’esame dei bolli è possibile evincere la pre- Le principali testimonianze ceramiche deriva- senza di officine per lo più con diffusione a corto e no da Canneto sull’Oglio e dall’Oltrepò mantova- medio raggio, che dovevano essere localizzate nelle no. Nel territorio di Mantua è collocata soltanto la tenute agricole23 e che usufruivano delle vie d’acqua su citata necropoli di Goito. per la distribuzione della merce. I rapporti con il Le tombe di Canneto sull’Oglio, sicuramente Veneto e l’Emilia sono facilmente spiegabili con la appartenente in antico al territorio di B r i x i a, si stretta prossimità geografica di questi luoghi. allineano a quelle, databili tra la fine del III e gli Soltanto la figlina Pansiana2 4, di proprietà inizi del V sec. d.C., che si rinvengono nella pianu- imperiale, ha avuto un raggio di smercio a caratte- ra tra i fiumi Adda e Chiese. Presenze tipiche sono re interregionale, dal momento che i suoi bolli sono tra la ceramica comune l’anforetta ad anse piz- reperibili in più zone dell’Italia settentrionale25. (Carola Della Porta)

2 1 F. BIONDONI, Rinvenimenti di terra sigillata africana a Orlandini in Il caso mantovano 1984, pp. 172-179, e di CALZO- Ostiglia e nel Basso Mantovano, in “Quaderni del Gruppo LARI 1991. Archeologico Ostigliese”, 2, 1992, pp. 7-70; D. MARTELLI, R. 23 BUCHI 1987, p. 154. NOBILI, L’importazione e lo smistamento della sigillata africa - 24 na in Lombardia e il ruolo del delta padano tra tarda antichità L’officina PANSIANA presenta bolli diversi (TIBERI PAN- e Alto Medio Evo, in “Padusa”, XVIII, pp. 99-124. La maggior SIANA, CLAUDI PANSIANA), ma i marchi lacunosi si possono parte dei rinvenimenti rimane per ora sotto forma di notizia: ricostruire semplicemente con PANSIANA. per esempio A.M. Tamassia in “NotALomb”, 1990, pp. 97-98. 25 Cfr. MATIJASIC 1983. Si veda anche la parte del CI L , V, dedi- 22 Di fondamentale importanza sono gli studi di M. Casali e S. cata all’instrumentum domesticum, dove, soprattutto nella Re g i o X, i laterizi con i vari bolli PANSIANA sono molto attestati.