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Relazione Generale

Il PS di Pienza è stato redatto da un gruppo di lavoro costituito da:

Andrea Filpa (coordinamento)

Silvia Arnofi (urbanistica, schede strutturali di indirizzo progettuale e valutazioni)

Marco Antoni, Armando Costantini, Antonio Lazzarotto (geologia)

Carlo Blasi, Leopoldo Michetti, Riccardo Copiz (ecologia del paesaggio)

Vincenzo De Dominicis, Chiara Centi (ecologia vegetale)

Cristina Felici (archeologia e censimento dei BSA)

Pietro Clemente, Federico Scarpelli, Valeria Trupiano (antropologia)

Massimo Ferrini (trasporti e mobilità)

Mario Zanzani, Sortito Casali, Rocco Savino, SMP srl (Economia territoriale)

Francesco M. Galloppa (GIS, Cartografia)

Renata Giavara (Editing)

Paolo Frezzi e Alessandro Ciali, di Etruria Telematica, hanno collaborato alla redazione delle cartografie.

Si ringraziano per la loro gentile e insostituibile collaborazione Giuseppina Ferrigno e tutto l’Ufficio Tecnico del di Pienza, nonché i componenti della “Consulta per le strade rurali”.

Comune di Pienza - Piano Strutturale Relazione Generale

INDICE

PARTE I. I CARATTERI DEL PIANO ED IL SUO DISEGNO DI GOVERNO...... 1

1 PIENZA: STATO ATTUALE E TENDENZE IN ATTO ...... 2 1.1 Dinamiche ed effetti dello sviluppo turistico...... 2 1.2 Perdita di varietà del sistema produttivo ...... 3 1.3 Il ritorno delle attività agricole...... 4 1.4 L'invecchiamento della popolazione ...... 4 1.5 Il crescente ruolo della logica di area vasta...... 5 1.6 Considerazioni sul sistema Pienza e sul deposito pubblico delle attuali catene di valore ...... 6 2 L’IDEA DI CITTÀ ...... 7 2.1 Cosa significa proporre una idea di città...... 7 2.2 Lo scenario di lungo periodo: pensare la Pienza oltre il 2020 ...... 7 3 POLITICHE E LINEE DI INTERVENTO DEL PS...... 11 3.1 Politiche per la qualità insediativa...... 11 3.2 Politiche per la diversificazione delle attività produttive e della fruizione turistica...... 23 3.3 Politiche per la mobilità e la sosta...... 27 3.4 Politiche di gestione del paesaggio e del patrimonio archeologico, storico e architettonico diffuso ...... 30 3.5 Le politiche per la sostenibilità e la tutela delle componenti ambientali ...... 33 3.6 Politiche di area vasta...... 36 4 LA FORMA DEL PIANO...... 38 4.1 Alcune scelte di base ...... 38 4.2 La struttura organizzativa del PS ...... 39 4.3 Il PS nella logica di area vasta: alcune note sull’ANPIL e sull’invaso di S. Pietro in Campo...... 41 4.4 Riflessioni in merito agli orizzonti temporali del PS e del RU ...... 42 4.5 Le componenti ed i contenuti del PS ...... 44 4.6 Note sulle articolazioni spaziali della componente statutaria...... 46 PARTE II. LA COMPONENTE STATUTARIA ...... 47

5 LE INVARIANTI STRUTTURALI...... 48 5.1 Il significato delle invarianti ...... 48 5.2 Gli elementi cardine della identità dei luoghi...... 48 6 LO STATUTO DELL’ARIA...... 51

7 LO STATUTO DELL’ACQUA...... 52 7.1 Tutela e gestione delle risorse idriche ...... 52 7.2 Tutela dal rischio idraulico...... 52 8 LO STATUTO DEL SUOLO ...... 54

9 LO STATUTO DEGLI ECOSISTEMI E DEL PAESAGGIO ...... 55 9.1 Finalità generali...... 55 9.2 Le ripartizioni spaziali adottate e la disciplina dello Statuto...... 56 9.3 La filiera attuativa dello Statuto...... 67 10 LO STATUTO DELLA CITTÀ E DEGLI INSEDIAMENTI ...... 68 10.1 Finalità generali...... 68 10.2 Le partizioni spaziali adottate...... 68 10.3 I contenuti dello Statuto...... 69 11 LO STATUTO DELLE RETI ...... 70 11.1 Finalità generali e ripartizioni spaziali adottate ...... 70

Comune di Pienza - Piano Strutturale I Relazione Generale

11.2 I contenuti dello Statuto e la loro filiera attuativa ...... 70 PARTE III. LA COMPONENTE STRATEGICA ...... 71

12 STRATEGIE ED OPERATIVITÀ DEL PS ...... 72 12.1 Premessa ...... 72 12.2 Le strategie dello sviluppo territoriale ...... 72 12.3 Le strategie di sviluppo delle UTOE...... 79 12.4 Il Disegno strategico della città pubblica e le schede strutturali di indirizzo progettuale delle ATI ...... 83 12.4.1 Il tema del controllo della forma urbana nei Piani Urbanistici ...... 83 12.4.2 Le scelte metodologiche operate dal PS di Pienza a garanzia della qualità degli esiti formali delle previsioni di PS...... 84 12.4.3 Il ruolo del Disegno strategico della città pubblica ...... 85 12.4.4 Il ruolo delle Schede strutturali di indirizzo progettuale...... 85 12.4.5 I contenuti del Disegno strategico della città pubblica di Pienza...... 87 12.4.6 I contenuti del Disegno strategico della città pubblica di ...... 90 12.4.7 I contenuti delle Schede strutturali di indirizzo progettuale ...... 92 12.4.8 ATI n. 1: “Ex Fornace Crestini” ...... 93 12.4.9 ATI n. 2: “Espansione Pienza-nord”...... 97 12.4.10 ATI n. 3: “Approdo Nord” ...... 99 12.4.11 ATI n. 4 : “Ex Foro Boario”...... 102 12.4.12 ATI n. 5: “Riqualificazione e rifunzionalizzazione della espansione di Monticchiello” ...... 103 12.5 I raccordi del PS con atti e strumenti di governo del territorio ...... 104

Comune di Pienza - Piano Strutturale II Relazione Generale

SIGLE E ABBREVIAZIONI

AATO: Autorità d'ambito territoriale ottimale ANPIL: Area Naturale Protetta di Interesse Locale ARSIA: Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agro-forestale della Regione Toscana art.: articolo artt.: articoli BSA: Beni storico-architettonici co.: comma CO2: Anidride carbonica d.lgs.: decreto legislativo DCR: Delibera del consiglio regionale Del. C.C.: Delibera di consiglio comunale DGR: Delibera della giunta regionale DTM: Digital terrain model (Modello digitale del terreno) l.reg.: legge regionale lett.: lettera mc.: metri cubi mq.: metri quadri n.: numero NTA: Norme tecniche di attuazione (del PS) PAERP: Piano provinciale delle attività estrattive, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili PAI: Piano di assetto idrogeologico PCI: Piano complesso d’intervento PFE: Pericolosità geomorfologica elevata PIE: Pericolosità idraulica elevata PIME: Pericolosità idraulica molto elevata PIT: Piano di indirizzo territoriale (della Regione Toscana) PMAA: Piano aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale PRAE: Piano regionale delle attività estrattive PRAER : Piano Regionale delle Attività Estrattive, di Recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili PRG: Piano regolatore generale PS: Piano strutturale PTC: Piano territoriale di coordinamento (della Provincia di ) PTCP: Piano territoriale di coordinamento provinciale (della Provincia di Siena) QC: Quadro conoscitivo RG: Relazione generale (del PS) RU: Regolamento urbanistico SIR: Siti di Interesse Comunitario SIC: Siti di Interesse Regionale Tav.: Tavola UTOE: Unità territoriali organiche elementari

Comune di Pienza - Piano Strutturale III Relazione Generale

Parte I. I caratteri del Piano ed il suo Disegno di governo

Comune di Pienza - Piano Strutturale 1 Relazione Generale

1 PIENZA: STATO ATTUALE E TENDENZE IN ATTO

Il comune di Pienza sta vivendo un periodo in cui sono percepibili con sufficiente chiarezza i processi che hanno influenzato ed influenzeranno in modo sensibile il suo futuro.

Si tratta in particolare:

– della crescita dei flussi turistici, particolarmente veloce nel decennio 1990/2000 ed attualmente stabilizzatasi senza esser stata compiutamente metabolizzata dal sistema urbano e territoriale;

– della perdita di varietà del sistema produttivo dell’artigianato e dell’industria;

– del ritorno delle attività agricole e agroindustriali legato alla forte immagine internazionale del prodotto tipico senese;

– dell’invecchiamento della popolazione, fenomeno che presenta interrelazioni complesse sia con macro- tendenze che con fenomeni evolutivi prettamente locali;

– della affermazione di nuove dimensioni di area vasta nella valorizzazione delle risorse locali. Ci si riferisce in particolare: all’attività di coordinamento nell’erogazione di servizi comprensoriali svolta nell’ambito della Comunità montana Amiata-Val d’Orcia; al ruolo della Val d'Orcia come elemento unificante l'identità dei comuni di Pienza, S. Quirico, Castiglione, e , nonché all’attuale ANPIL che ha sviluppato il precedente “Parco naturalistico culturale”. Questo processo è stato ulteriormente rafforzato dal riconoscimento della Val d'Orcia come patrimonio mondiale dell'UNESCO (2004).

I profili sintetici di queste dinamiche, illustrati compiutamente nel Quadro Conoscitivo (QC), sono di seguito descritti in sintesi e costituiscono, unitamente al censimento delle risorse territoriali e ambientali contenuti nel QC stesso, i riferimenti essenziali che hanno guidato la redazione del PS .

1.1 Dinamiche ed effetti dello sviluppo turistico

La crescita dei flussi turistici avvenuta negli ultimi 10 anni si presenta come uno dei principali motori delle trasformazioni in atto; hanno avuto una recente impennata (dal 1993/94 in poi) ed oggi si sono stabilizzati su livelli prossimi ai limiti fisici di sostenibilità, soprattutto per il capoluogo.

Si tratta di flussi la cui componente principale è classificabile come mordi e fuggi (permanenze di durata variabile dalle poche ore alla giornata) e che hanno come oggetto principale il cuore di Pienza capoluogo, ovvero il complesso architettonico ideato dal Rossellino.

Accanto a questa componente se ne è affermata, fortunatamente, una seconda che trova i suoi elementi di interesse anche nelle altre risorse culturali, paesaggistiche ed ambientali del territorio pientino e della Val d’Orcia.

La crescita del turismo nel suo complesso ha comportato importanti modificazioni territoriali, differenziate tuttavia nelle tre componenti principali del sistema insediativo comunale: Pienza capoluogo, Monticchiello e territorio aperto.

A Pienza capoluogo il turismo crescente ha indotto sensibili variazioni nella vita quotidiana dei cittadini, a causa di tre fenomeni in particolare.

II primo riguarda la pressione che l'aumentato traffico veicolare esercita sull'insieme della struttura urbana. Oltre ai fenomeni di congestione che nei periodi di punta interessano il crocevia di Piazza Dante, risulta particolarmente incidente sulla qualità di vita dei cittadini la sosta delle auto dei turisti, che satura le vie della città recente (essendo il centro storico, come è , interdetto ai veicoli).

Un secondo effetto di rilievo riguarda la modificazione del sistema del commercio al dettaglio, che - soprattutto nel centro storico - è quasi esclusivamente orientato alle esigenze del turista; non va sottovalutato che il mercato naturale costituito dal centro storico di Pienza svolge un ruolo importante nella

Comune di Pienza - Piano Strutturale 2 Relazione Generale commercializzazione di molti prodotti (soprattutto formaggio, olio e vino) effettivamente locali - con ruolo positivo di volano - ma occorre altresì tener conto del fatto che questa componente del sistema commerciale presenta funzioni di scarso rilievo in termini di servizio per i residenti, e che ha quasi totalmente sostituito le precedenti botteghe artigianali.

Un terzo effetto riguarda la forzata condivisione con i turisti di spazi ed eventi (sociali e religiosi) in precedenza vissuti come elementi fondamentali di identità della comunità locale.

A Monticchiello la crescita dei flussi turistici è stata meno impetuosa ed è stata assorbita in modo più fisiologico: non si registrano problemi indotti, e anche la sosta lungo il viale di accesso è ancora gestibile, salvo in occasione di particolari eventi (ad esempio le rappresentazioni estive del Teatro Povero). Comporta di converso elementi problematici la ridotta taglia demografica dell’insediamento, che non consente l’estensione dell’offerta di servizi turistici all’intero arco dell’anno e che, soprattutto, ha fortemente compromesso la tenuta dei servizi rivolti ai residenti.

Per quanto concerne infine la terza componente del sistema insediativo pientino, ovvero il territorio aperto, i flussi turistici hanno indotto la formazione di una rete capillare di agriturismi e affittacamere; la connotazione ricettiva, che solo pochi anni fa era presente (e neppure molto) nei soli centri principali della Val d'Orcia, si presenta oggi come un elemento unificante del territorio aperto. Gli effetti positivi sono rilevanti, soprattutto perché i redditi prodotti sono ripartiti su di una ampia fascia di popolazione locale.

La diffusione nel territorio aperto dei flussi turistici ha però accentuato la tendenza alla chiusura delle strade vicinali a difesa delle proprietà, rendendo più difficile la fruizione del territorio anche da parte dei cittadini residenti. Molte residenze, infatti, sia primarie che secondarie, sono costituite da edifici storici sorti in stretto rapporto di prossimità con la viabilità, e risentono ora degli effetti del maggiore utilizzo della rete viaria minore in termini aumento di polveri, rumore, e diminuzione della sicurezza della qualità dell’abitare in generale.

1.2 Perdita di varietà del sistema produttivo

Dal dopoguerra ad oggi, il sistema produttivo pientino ha attraversato almeno due stagioni di cambiamento. La prima è stata indotta dal crollo della mezzadria, cui ha fatto riscontro l'immigrazione di lavoratori prevalentemente provenienti dalla Sardegna, con conseguente sviluppo della pastorizia e della trasformazione dei suoi prodotti. La seconda - tuttora in corso – ha visto il progressivo affermarsi dei settori turistico e commerciale, con contestuale declino del sistema dell'artigianato e dell’industria, soprattutto quello legato alla lavorazione dell'argilla e del ferro.

In termini complessivi, ovvero letto attraverso il dato generale dell'equilibrio tra domanda ed offerta di lavoro, il sistema produttivo di Pienza risulta oggi in buona salute, presentandosi tuttavia non privo di problematiche che - anche a breve termine - possono insidiarne l'efficienza.

La notorietà - l'immagine - di Pienza sono divenuti un marchio di qualità che veicola la commercializzazione di prodotti prevalentemente esterni (in alcuni casi venduti a soggetti neppure fugacemente transitati nel comune, come è il caso delle vendite per posta) con conseguente perdita di interesse per le altre componenti del sistema produttivo.

Sotto il profilo territoriale il declino del sistema produttivo è leggibile con singolare chiarezza nel capoluogo.

I luoghi deputati al commercio - in ispecie il centro storico di Pienza - si presentano gradevoli e curati, mentre i luoghi della produzione artigianale ed industriale, che occupano un territorio di dimensioni analoghe a quello degli insediamenti abitativi, si presentano come un comparto disordinato e con segni evidenti di dismissione. La percezione dell’abitato ne risulta vulnerata; anche se l'impianto del centro storico di Pienza è stato concepito principalmente in funzione del suo affaccio sulla Val d'Orcia, appare oggi inaccettabile la profonda diversità tra la percezione di Pienza che si ha dalla direttrice proveniente da e quella percepibile provenendo da S. Quirico oppure dalla Val d'Orcia.

Oltre ad indurre separatezze in un organismo urbano concepito come unitario, e che fino ad un passato recente ha governato con successo le sue evoluzioni spaziali, sono da considerarsi in tutta la loro importanza le ricadute demografiche della perdita di varietà del sistema economico pientino; il successo della monocultura turistica e commerciale non offre infatti un ventaglio qualitativo di occasioni di lavoro capace di stabilizzare le leve emergenti del mercato del lavoro.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 3 Relazione Generale

1.3 Il ritorno delle attività agricole

In Val d’Orcia si è verificato nel passato decennio un fenomeno del tutto originale, consistente in un certo decollo dell’agricoltura locale, dopo la lunga crisi in cui il settore versava dal crollo della mezzadria.

Segnali di tale ripresa sono l’incremento delle aziende agricole, l’aumento della superficie agricola utilizzata (SAU), in controtendenza rispetto all’andamento provinciale, nonché delle dimensioni medie delle superfici aziendali. L’incremento della SAU ha interessato sia i seminativi sia le coltivazioni arboree. A Pienza, però, è aumentato ogni tipo di superficie agricola, anche se va rilevata una diminuzione della superficie a vite (e anche del numero delle aziende; ma i dati statistici sono precedenti al recente affermarsi del Rosso Val d’Orcia) a fronte di un aumento della superficie a olivo.

I motivi di tale positivo “ritorno” delle attività agricole risiedono principalmente nella forte identità e visibilità (immagine) del territorio rurale, che è stata alla base della specializzazione nei prodotti tipici di qualità e dell’aumento del numero di aziende sensibili alle problematiche ambientali. Ne è derivata una consistente crescita del PIL agricolo, in particolare proprio quello legato ai prodotti locali, tipici e biologici.

Esistono però anche alcuni fattori che, se non contrastati per tempo, possono compromettere il pieno dispiegarsi, o quantomeno il consolidamento di tali segnali positivi. In primo luogo questioni demografiche, quali l’invecchiamento della popolazione, la scarsità di forza lavoro, e dunque l’aumento dell’età media degli agricoltori.

In secondo luogo il sottodimensionamento delle imprese agricole e la loro scarsa propensione alla integrazione reciproca. La limitata presenza di processi associativi induce infatti una grave debolezza dei legami di filiera e delle relazioni con settori esterni, necessari per competere con le altrettanto dinamiche realtà limitrofe.

Esistono poi una serie di problematiche legate ai singoli prodotti, in particolare cereali, carne, formaggi, olio e vino.

Per i cereali si apre un fase complessa: è necessario infatti aumentare la qualità del prodotto e cercare di indirizzarlo sempre di più verso la filiera della produzione di panetteria e dolciumi nonché verso la produzione di pasta. Si dovranno inoltre valorizzare anche le carni di pregio legate alla presenza di razze autoctone; il declino costante degli allevamenti di capi bovini e suini dovrà trovare un punto di equilibrio nella costruzione dei nuovi mercati.

Nel settore lattiero-caseario, alcuni osservatori ritengono che una conseguenza della nuova PAC potrebbe essere lo sviluppo di forme nuove di pastorizia e di allevamento. Comunque, sono da registrarsi alcune situazioni contraddittorie: per esempio, il latte per il formaggio tipico proviene spesso da fuori area, mentre vi sono casi di produttori esterni che lavorano latte locale. Queste situazioni richiedono un ripensamento della filiera del formaggio.

Per l’olio di oliva si è registrata una ripresa della produzione con un reimpianto di olivi. La commercializzazione di questo olio di pregio si svolge in ambito quasi esclusivamente locale; si tratta infatti di quantità per le quali non si pone la questione della competitività di altre aree del nostro paese o del mediterraneo.

Per il vino si è entrati in una fase assai delicata. Con il boom è aumentata la superficie coltivata, la capacità di lavorazione, le tecnologie e le tecniche di vinificazione (soprattutto a Montalcino, perché a Pienza diminuiscono sia le imprese che la superficie a vite, anche se questo potrebbe essere il segno di una riorganizzazione con una elevazione della qualità); oggi però siamo entrati in una fase di assestamento e ci sono segni di eccedenze produttive difficili da smaltire ai livelli di prezzo raggiunti. Questa situazione interessa soprattutto Montalcino, ma di conseguenza l’Orcia DOC ha bisogno di uscire da una dimensione locale e trovare canali di penetrazione commerciale nei mercati dei paesi avanzati.

1.4 L'invecchiamento della popolazione

Pienza ha un indice di vecchiaia pari a 3 (sono presenti tre persone con età superiore ai 65 anni per ciascun adolescente di età inferiore ai 14 anni) e si colloca all’11° posto della graduatoria provinciale.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 4 Relazione Generale

L’aumento della quota di popolazione anziana è una tendenza demografica generale; tuttavia, non bisogna dimenticare che gli abitanti del comune di Pienza si sono dimezzati dagli anni cinquanta ad oggi. Le dinamiche sociali si sono quindi allentate, con problemi conseguenti nella coesione sociale e nella percezione culturale dei processi evolutivi.

Attesa la complessità delle politiche di riequilibrio demografico, le strategie che allo stato attuale appaiono suscettibili di aggredire il problema riguardano la disponibilità di alloggi a basso costo, la diversificazione del sistema produttivo, la presenza di servizi socio-assistenziali e la qualità dei servizi offerti, soprattutto di quelli rivolti specificamente ai giovani.

1.5 Il crescente ruolo della logica di area vasta

Processi di area vasta di recente affermazione, dapprima la creazione del “Parco naturalistico culturale” e della Comunità Montana, poi della ANPIL Val d'Orcia e in ultimo il riconoscimento della intera Val d'Orcia come patrimonio mondiale dell'UNESCO (che per Pienza si aggiunge al riconoscimento UNESCO del suo centro storico), evidenziano come non si possa costruire il futuro di Pienza esclusivamente all'interno del suo pur ampio confine comunale.

Forse più rilevante della istituzione stessa dell'ANPIL - e del suo braccio operativo “Val d'Orcia srl” – o dei riconoscimenti internazionali, è da ritenersi la costruzione del soggetto politico amministrativo rappresentato dalla Conferenza dei Sindaci, che ha finora operato con una unità di intenti non consueta.

Fino ad oggi le linee di lavoro perseguite con successo hanno riguardato soprattutto la promozione delle attività turistiche e la gestione del territorio, in particolare con l’approvazione del Regolamento ANPIL e l’avvio di studi per la redazione di un Regolamento Edilizio1 unificato. Vanno inoltre segnalate quantomeno altre due promettenti iniziative:

– la creazione di una “Consulta per la viabilità rurale”, incaricata di proporre modelli di gestione differenziati per le strade vicinali (par. 4.2, linea d’intervento B.3). Tale gruppo di lavoro, sebbene istituito a livello del comune di Pienza, si avvale della partecipazione attiva della Comunità Montana, lasciando dunque supporre, nell’immediato futuro, l’avvio di processi di unificazione dei criteri di gestione delle strade rurali a livello intercomunale.

– la creazione del “Comitato Tecnico Ambientale Intercomunale Valdorcia”, a partire da un accordo di programma tra i comuni di Pienza, San Quirico d'Orcia e Castiglione d'Orcia in cui si delinea l'opportunità di dotarsi di una struttura – nella quale siano chiaramente identificati compiti, responsabilità, risorse, metodi e procedure (codificate e certificabili), ecc. - in grado di “recepire le politiche ambientali dei comuni e di trasformarle in proposte di pianificazione e di regolamentazione”, nonché di creare consenso intorno ad esse utilizzando le tecniche della comunicazione ambientale (il Comitato ha ottenuto la certificazione ambientale UNI ISO EN 14001 nel settembre 2005)2.

Altre prospettive promettenti derivano sicuramente dalla prosecuzione di azioni già avviate; in particolare dalla maturazione della ANPIL, attualmente povera di politiche attive, e dalla trasformazione della Val d’Orcia S.r.l. in Fondazione (anche allo scopo di ampliare i fenomeni partecipativi), nonché dalle opportunità, ma anche dagli impegni, legati al riconoscimento UNESCO; infine, dalla ricerca di ulteriori forme di associazione dei servizi tra i cinque comuni e/o tra i sette comuni della Comunità montana.

Ma vi sono anche opportunità legate all’avvio di nuove iniziative, in particolare l’ampliamento di politiche unitarie capaci di raggiungere la massa critica indispensabile per candidare l'area ad ospitare funzioni ed eventi di rango provinciale o regionale, anche tenendo conto delle opportunità di sistema (ad esempio inerenti il termalismo, le strade del vino, la rete museale, la via Francigena, la rete delle aree protette, i sentieri pedonali ed i percorsi ciclabili) che legano Pienza alla Val d'Orcia, e questa a territori più vasti.

1 “I Regolamenti edilizi comunali dettano norme in tema di modalità costruttive, ornato pubblico ed estetica, igiene, sicurezza e vigilanza” (Art. 64 l. reg. 1/2005). 2 Grazie anche al finanziamento da parte del GAL LEADER SIENA nell’ambito della dell’Azione 2.2 dell’I.C. LEADER PLUS, e al contributo della Provincia di Siena.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 5 Relazione Generale

1.6 Considerazioni sul sistema Pienza e sul deposito pubblico delle attuali catene di valore

Pur presentandosi come un organismo composto da molteplici realtà insediative – ovvero il capoluogo (a sua volta articolato in centro storico, espansioni recenti e aree produttive), Monticchiello, insediamenti storici e recenti del territorio aperto - il comune di Pienza offre oggi ai suoi cittadini una qualità di vita complessivamente omogenea ed elevata, con aspetti positivi e negativi ma coerenti tuttavia con la sua taglia demografica.

Si tratta di una situazione certamente non precaria (almeno non sono percepibili segnali preoccupanti in tal senso) ma non priva di incertezze future, soprattutto legate alle già citate dinamiche demografiche.

Come avviene anche in sistemi più ampi e più complessi, le incertezze future divengono più comprensibili qualora si ragioni sulle modalità di utilizzo delle risorse che sostengono il modello di sviluppo operante.

Nel caso di Pienza è piuttosto evidente che l'attuale modello di sviluppo è stato costruito sulle risorse ereditate dal passato, da quelle storico-architettoniche a quelle del paesaggio, presenti nel territorio con particolare concentrazione e quindi capaci di attirare i flussi turistici che alimentano direttamente o indirettamente l'intero sistema.

Scaturiscono da questo due semplici riflessioni:

– consistendo nell'uso oculato di risorse esistenti, le politiche sono complessivamente di matrice conservativa, e lasciano poco spazio alla innovazione;

– il sistema produttivo, quasi totalmente privato, è alimentato in misura sostanziale da una res publica che non beneficia di alcun sostegno diretto (se si esclude una piccola quota delle tassazioni, ICI compresa) da parte del sistema stesso.

Emerge da questa situazione la necessità che la pubblica amministrazione, ed in particolare la amministrazione comunale, operi in due direzioni complementari: stimolare l’innovazione ed assicurare la manutenzione della casa comune, ovvero delle risorse che alimentano il circuito virtuoso attuale.

Fa parte integrante del mantenimento della casa comune, ovviamente, anche la gestione di un buon livello, coerente con le dimensioni demografiche del comune, di welfare.

Per far questo occorrono risorse economiche, e tali risorse non è credibile vengano reperite attraverso futuri incrementi dei trasferimenti e della tassazione locale.

Tali risorse potranno di converso essere reperite qualora l'amministrazione comunale riesca - anche attraverso le sue politiche territoriali e dunque anche attraverso il suo PS - ad inserirsi nelle catene di valore che oggi sostanziano il sistema Pienza, ed a renderle fonte di un deposito pubblico costante da impiegare per politiche di mantenimento delle risorse.

Le linee d’intervento più promettenti in tal senso appaiono quelle inerenti la trasformazioni urbane (soprattutto delle aree dismesse) e la gestione della sosta; anche a questi aspetti il PS tenterà di dare risposte.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 6 Relazione Generale

2 L’IDEA DI CITTÀ

2.1 Cosa significa proporre una idea di città

L’idea di città è il motore del PS, ed esprime l’orizzonte di lungo periodo da realizzarsi progressivamente attraverso la concretizzazione delle politiche, degli obiettivi e delle azioni contenuti nel PS, nonché attraverso l’azione amministrativa intesa nel suo insieme.

L’idea di città considera in maniera unitaria i cittadini, la città costruita, gli insediamenti ed il paesaggio del territorio aperto, le risorse naturali e tutte le relazioni – vicine e lontane – che alimentano e che influenzano la comunità pientina.

L’idea di città sintetizza le ragioni delle politiche e delle azioni.

In generale l’esperienza contemporanea dimostra che in una città – e nel territorio in cui si colloca – non è possibile introdurre cambiamenti rapidi e radicali; nel caso specifico di Pienza questa considerazione è particolarmente vera non solo perché la città attuale è il prodotto di una storia lunga che non si può negare o stravolgere in quanto fa parte dell’identità profonda dei cittadini, ma anche perché si tratta di una realtà che nel complesso già offre ai propri cittadini una qualità di vita elevata, sia rispetto alla media toscana che alla media nazionale.

Questo non significa che non si possano migliorare molte cose, ma si tratterà di cambiamenti che da un lato devono attentamente tener conto del patrimonio ambientale, storico e sociale di cui già si dispone, e dall’altro debbono essere finalizzati a sviluppare le forme e le tendenze maggiormente suscettibili di incrementare la vivibilità e la coesione sociale.

La qualità dell’idea di città assunta dal PS non sarà quindi misurabile soltanto in grandi opere, o in grandi operazioni di riassetto: in una città come Pienza si interviene soprattutto con una grana fine, che tuttavia ha un grande significato nella vita quotidiana dei cittadini e degli utenti della città.

L’idea di città non è quindi una utopia, ma un quadro di riferimento concreto che serve ad orientare e singole scelte ed azioni compiute quotidianamente in modo che tra di loro siano coerenti e che contribuiscano nel loro insieme alla realizzazione di cambiamenti.

L‘idea di città influenzerà per lungo tempo l’azione il governo del territorio: per questo è fondamentale sia discussa e condivisa il più possibile.

Al centro dell’idea di città del PS di Pienza vi sono le persone, ovvero la società insediata; si tratta di una scelta che si intende sviluppare con coerenza, coscienti che si tratta di una scelta non facile da porre in essere, poiché il sistema degli interessi in gioco esprime anche conflittualità manifeste e latenti.

2.2 Lo scenario di lungo periodo: pensare la Pienza oltre il 2020

Gli elementi conoscitivi ed interpretativi emersi nel corso degli studi redatti per il PS hanno evidenziato la sostanziale assenza di criticità di rilievo (ovvero criticità riconducibili a forme di degrado sociale, urbanistico ed ambientale) ma anche la diffusa sensazione, nella popolazione, di un progressivo allentamento dei rapporti sociali e di una appropriazione eccessiva degli insediamenti (soprattutto di Pienza capoluogo) da parte di cicli economici di recente affermazione.

II governo del territorio, di cui il PS è interprete e strumento, può contribuire alla soluzione di questi problemi inscrivendosi in uno scenario di lungo periodo che trasformerà Pienza ponendo al centro quattro grandi finalità.

Una città con forte identità e coesione sociale

Si è detto che gli studi condotti hanno evidenziato un certo disagio degli abitanti dovuto alla percezione di una progressiva perdita di possesso del territorio: spazi pubblici, mobilità, sistema commerciale, sono

Comune di Pienza - Piano Strutturale 7 Relazione Generale sempre più organizzati per finalità turistiche, con indubbi benefici economici ma con parallelo depauperamento delle loro funzioni di servizio per la collettività locale.

Questo fenomeno è vissuto con maggiore intensità a Pienza capoluogo rispetto a Monticchiello (che attraverso la straordinaria esperienza del “Teatro povero” manifesta apertamente la sua identità e si riappropria anche fisicamente dei suoi luoghi), nonché dagli abitanti delle case sparse, che percepiscono la perdita dei luoghi centrali di incontro e di servizio, anche se non fruiti quotidianamente.

Anche il calo demografico -più forte in passato ma che al presente sta maturando ancora effetti negativi- contribuisce ad ampliare questo senso di allentamento dei legami sociali.

Senza drammatizzare (il Comune di Pienza è un luogo dove comunque oggi si vive bene) ma non ignorando queste sensazioni espresse dai cittadini, occorre anzitutto premettere che non si tratta di un problema suscettibile di essere risolto con ricette banali (ad esempio quelle modulate sui registri della chiusura all'esterno) o con improbabili ritorni al passato: vi sono linee di lavoro più promettenti, in grado di coniugare presente, passato e futuro.

La prima è quella di porre rimedio ad alcuni disagi funzionali, in buona parte legati alla mobilità, ad esempio distinguendo con chiarezza gli spazi di sosta a disposizione dei cittadini da quelli dedicati ai turisti, nonché attenuando gli effetti negativi del traffico di attraversamento.

La seconda è quella di tutelare l'intimità di alcune porzioni dell'insediamento, sia assicurando la permanenza del tradizionale rapporto di contiguità tra città e territorio aperto (si pensi ad esempio alla inopportunità di mantenere la previsione del precedente PRG inerente la “circonvallazione” a sud-est dell'abitato, che invaderebbe una zona di transizione tra insediamento e territorio aperto ricca di attività per i residenti, orti soprattutto) nonché di realizzare spazi dedicati ai residenti (soprattutto luoghi di incontro, dall’internet point al giardino, dalla piccola attrezzatura sportiva agli orti urbani).

In termini generali, occorre operare nella convinzione che Pienza e Monticchiello, prima di essere beni storico architettonici di eccezionale qualità, sono organismi urbani la cui finalità è quella di ospitare con soddisfazione la comunità insediata: certo, con regole e modalità che ne salvaguardino ed accrescano la bellezza, ma tenendo presente che vivere in un contesto bello (e funzionale) è una esigenza ed una tradizione prima di tutto degli abitanti, e solo in seconda battuta un richiamo per i turisti.

Va inoltre sottolineata una dimensione innovativa della identità pientina - dimensione che sta prendendo piede da relativamente pochi anni - ma che appare densa di significati - legata alla appartenenza alla comunità della Val d'Orcia e, ad oggi in minor misura, a quella dell' Amiata senese.

Non si tratta di una prospettiva astratta: sia funzioni di base (uffici tecnici scuola, servizi sociali) che nuove funzioni di rango elevato hanno maggiori probabilità di essere gestite e/o attratte se promosse congiuntamente dai cinque comuni, e tali funzioni costituiscono un elemento di qualità insediativa e di identità non trascurabile.

Una città accogliente

Gli studi demografici hanno evidenziato una situazione preoccupante: una parte consistente della popolazione attiva che uscirà dal mercato del lavoro (per raggiunti limiti di età) nei prossimi 20 anni non potrà essere sostituita da residenti in età lavorativa: questi ultimi infatti sono numericamente insufficienti. Si aprirà un vuoto nel mercato del lavoro pari a circa un terzo della consistenza attuale dell’occupazione extragricola, pari a circa 200 posti di lavoro.

Questo vuoto potrà essere colmato con l’afflusso di lavoratori immigrati e delle loro famiglie (non necessariamente dall’estero) oppure ritardando più possibile l’uscita dal mercato del lavoro della popolazione che ha raggiunto i limiti di età. A questo ultimo proposito, è bene ricordare che la popolazione anziana è anche una risorsa e come tale va considerata: trasferimento di conoscenza e di saper fare, occupazione in lavori socialmente utili, e così via.

Naturalmente l’eventuale e probabile crescita di nuove e vecchie attività economiche, richiedendo ulteriori forze di lavoro, è destinata ad aggravare questo problema.

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Pienza ha necessità quindi non solo di offrire ai suoi attuali abitanti - soprattutto giovani, ovviamente - ragioni ed opportunità per rimanere, ma anche di organizzarsi per favorire l'immigrazione, pena il drastico ridimensionamento della sua struttura funzionale, che non significa solo contrazione della base produttiva, ma anche rischio di perdere servizi civili di base.

Sotto il profilo del governo del territorio, attrezzarsi per migliorare l’accoglienza stabile significa essenzialmente tre cose:

– assicurare la disponibilità di alloggi a basso costo e/o in affitto, atteso che il patrimonio attuale (sia all'interno del centro storico che nelle aree di recente espansione) è in grado di coprire le esigenze abitative delle fasce medio-alte;

– garantire la disponibilità di spazi e di contenitori per nuove iniziative produttive, in particolare nel settore artigianale ed in quello della trasformazione dei prodotti agricoli;

– sostenere e ove possibile migliorare l'attuale sistema dei servizi alla persona (ed alle imprese), sviluppando forme di complementarietà sia con i comuni della Val d'Orcia sia con altri comuni (in particolare Amiata senese, Montepulciano e Chianciano). Va tenuto presente che queste politiche di sostegno al sistema dei servizi rendono indispensabili elevati livelli di collaborazione con altre amministrazioni; infatti in realtà a bassa densità insediativa quale quella in cui si colloca Pienza, non è indispensabile che un dato servizio sia fisicamente presente nel territorio comunale, mentre occorre ragionare in termini di servizi raggiungibili in tempi accettabili (ad esempio 30/40 minuti).

Una città che pratichi la sostenibilità come risorsa

La sostenibilità ambientale è un tema notoriamente complesso, ma suscettibile comunque di essere misurato, anche se con differenti gradi di approssimazione.

Uno dei metodo speditivi messi a punto per la misura della sostenibilità è quello della impronta ecologica, che consiste nel calcolare la superficie di suolo necessaria per sostenere i consumi (in particolare vengono considerati il cibo, le abitazioni, i trasporti, i beni di consumo, le risorse incorporate nei servizi ricevuti) di ciascun abitante insediato.

Nell'ambito degli studi per il PS non è stata calcolata l'impronta ecologica di Pienza, ma un utile riferimento è costituito da studi analoghi redatti per la città di Siena nel 1999, ove è stato calcolato (con le inevitabili approssimazioni di cui si è detto) che il territorio necessario per sostenere i consumi di un cittadino senese medio è pari a 4 ettari circa.

Tenendo conto del fatto che ogni cittadino di Pienza dispone di circa 6 ha di territorio (Pienza ha come noto una estensione di 13.200 ha, e vi risiedono 2.250 abitanti circa) in linea generale si può affermare che già ad oggi Pienza è una realtà sostenibile.

Può apparire retorico, ma va sottolineato che questa sostenibilità ha già prodotto risultati concreti, costituiti sia dalla istituzione dell'ANPIL, sia dal riconoscimento del territorio della Val d'Orcia come patrimonio mondiale dell'UNESCO. Anche nell’immaginario collettivo, Pienza è percepita come un insediamento modello.

Gli studi svolti per il PS hanno tuttavia evidenziato che in materia di sostenibilità ambientale si può fare ancora molto.

In particolare, sul lungo periodo, risultano di grande potenzialità operativa i paradigmi legati alla costruzione della rete ecologica, che avrà effetti positivi:

– sulla qualità del paesaggio, ad esempio attraverso il recupero e l'incremento della vegetazione non colturale (siepi, filari, boschetti isolati), in grado di attenuare la relativa monotonia dominante della cerealicoltura che ha sostituito, a partire dal dopoguerra, il ben più articolato (e suggestivo, agli occhi di oggi) paesaggio dell'appoderamento mezzadrile;

– sulla biodiversità, in quanto viene ampliato e diversificato il mosaico degli habitat, e dunque migliorata l'ospitalità del territorio per la fauna selvatica;

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– la risposta idraulica del territorio, in quanto l'incremento della vegetazione naturale e seminaturale attenua i fenomeni di erosione e dilavamento.

II percorso teso ad incrementare la sostenibilità ambientale può trovare sostegni significativi nel PS, ma è superfluo sottolineare che dovrà inscriversi - in una logica di mutua complementarietà - nel progetto più ampio di gestione dell'ANPIL (meglio se coincidente con la gestione del sito Unesco), non solo per incrementarne la fattibilità (ad esempio sotto il profilo delle opportunità di reperimento delle risorse) ma anche per valorizzare al meglio le potenzialità tipiche di un'area protetta (turismo naturalistico, educazione ambientale, etc.).

Una città capace di gestire la sua bellezza

Non è necessario dilungarsi sul grado di bellezza che esprimono gli insediamenti ed il territorio aperto di Pienza, bellezza che rappresenta una vera e propria risorsa differenziale; è più importante considerare che questo patrimonio va gestito e mantenuto, che non è omogeneo sull'intero territorio, e che infine può essere migliorato.

Le linee di intervento di lungo periodo sono molteplici, ed interessano versanti complementari:

– assicurare la manutenzione urbana, tesa essenzialmente ad assicurare la permanenza della bellezza degli insediamenti storici compiuti;

– intervenire (ove necessario) per la riqualificazione dei margini (linee di contatto) tra città storica e città recente, nonché tra insediamenti recenti (anche produttivi) e territorio aperto (assume rilevanza anche l'inserimento delle infrastrutture viarie, soprattutto se di nuova costruzione, nei contesti attraversati);

– garantire la buona qualità architettonica ed il coerente inserimento nel contesto paesistico (sia urbano che agricolo) delle operazioni di trasformazione urbanistica ed edilizia (espansioni urbane, recupero di aree dismesse);

– assicurare la persistenza (e ove necessario il recupero) dei rapporti figurativi tra beni storico architettonici ed il loro contesto territoriale;

– garantire la qualità edilizia e la collocazione coerente delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie necessarie per lo svolgimento delle attività agricole.

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3 POLITICHE E LINEE DI INTERVENTO DEL PS

Come accennato in precedenza, l’idea di città posta alla base del PS di Pienza delinea – proiettate su un orizzonte temporale di lungo periodo – le grandi linee evolutive auspicabili per il futuro di Pienza.

Al PS viene affidato il compito – in una logica di complementarietà sia con altri strumenti ed atti di governo del territorio (tra i quali è particolarmente rilevante il Regolamento Urbanistico), sia con una molteplicità di azioni promosse dalla amministrazione comunale oppure da altri soggetti – di progettare un primo itinerario di lavoro volto a concretizzare l’idea di città.

La progettazione di questo itinerario prende avvio dal nucleo di politiche e di linee di intervento sintetizzate nella tab. 1 e descritte nel testo che segue; idea di città, politiche e linee di intervento sono state oggetto di processi partecipativi ed istituzionali; e quindi costituiscono la base utilizzata per la redazione degli elaborati del PS (Relazione, Norme, Cartografie), utilizzando la forma del piano descritta nel successivo cap. 4.

3.1 Politiche per la qualità insediativa

Ci si è già soffermati nel considerare che la qualità urbana del centro storico di Pienza, se da un lato ne assicura la notorietà, dall’altro comporta una inevitabile dicotomia tra parte antica e parte moderna del centro capoluogo, ambienti le cui differenze sono state scritte dalla storia e non potranno essere riscritte. La considerazione vale anche per Monticchiello, che beneficia tuttavia sotto questo aspetto della minore dimensione e della ridotta consistenza delle espansioni recenti.

Il PS ritiene che la marcata differenza fisica tra le componenti storiche e moderne degli insediamenti di Pienza e Monticchiello non debba necessariamente tradursi in una marcata differenza di qualità insediativa dei cittadini; è questo il denominatore comune ed il senso del primo pacchetto di linee di intervento.

A1) Assicurare la integrità fisica e percettiva degli insediamenti storici di Pienza e Monticchiello

Si tratta di una linea di intervento che potrebbe apparire retorica e scontata; già con i precedenti strumenti urbanistici era operante una disciplina delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie in grado di tutelare fisicamente il costruito storico.

Il PS si propone di continuare su questa traccia, integrandola tuttavia da una accresciuta considerazione delle relazioni percettive tra centri storici e contesti circostanti, attraverso una riqualificazione delle fasce di contatto sia verso il territorio aperto (si tratta in particolare dei paesaggi agrari immediatamente prossimi alle mura di Pienza e di Monticchiello) che verso gli insediamenti recenti (piazza Dante e via delle Mura a Pienza).

Strumenti di questa riqualificazione saranno soprattutto il ridisegno degli spazi verdi limitrofi ai centri storici, l’arredo urbano e la regolamentazione della sosta.

Afferisce in particolare a questa linea di intervento la riqualificazione del margine del tratto L.go Roma – Via delle Mura, a Pienza. Tale riqualificazione non può prescindere da un notevole ridimensionamento della sosta riservata ai residenti, ma i posti auto rimossi saranno comunque ripristinati grazie alla sistemazione della vicina Via Mencattelli ed anche destinando una parte del parcheggio nell’area ex Foro Boario ad un loro incremento .

A2) Assicurare una disponibilità aggiuntiva di alloggi, con particolare riferimento a tipologie rivolte alla fascia giovane di popolazione

Gli squilibri nel rapporto tra attività, servizi e alloggi rivolti ai residenti e tra le stesse opportunità rivolte ai turisti e/o coloro i quali fruiscono del territorio pientino a scopo ricreativo (proprietari di seconde case, ecc.), possono – se non contenuti - minacciare la vitalità stessa del sistema insediativo, in particolare nella misura in cui l’aumento dei valori immobiliari conduce alla espulsione dei residenti originari dalle aree più pregiate (centri storici e poderi) trasformando le unità residenziali in seconde case.

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Tab. 3.1. PS di Pienza: Politiche e linee di intervento

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Nel territorio comunale di Pienza questo problema è particolarmente sentito, e induce molte giovani coppie a cercare alloggi più a buon mercato nei comuni vicini, accentuando così la tendenza all’invecchiamento della popolazione.

Peraltro, gli studi demografici hanno evidenziato che una parte della popolazione attiva che uscirà dal mercato del lavoro (per raggiunti limiti di età) non potrà essere sostituita da residenti in età lavorativa, essendo questi numericamente insufficienti.

Per ovviare a questo tipo di problematiche il PS propone una politica di realizzazione di alloggi a fitto calmierato o comunque accessibili ai giovani. Si tratta di una politica già da tempo perseguita dall’amministrazione comunale, e che ha già dimostrato un certo successo nel centro urbano di Pienza. Il problema si presenta oggi comunque acuto anche a Monticchiello, dove il processo di espulsione delle giovani coppie rischia di far scendere la già esigua popolazione residente.

D’altra parte, va considerato che, anche a causa della scadenza prematura del PRG vigente a seguito della necessità di adeguamento alle nuove leggi regionali sul governo del territorio, le nuove espansioni residenziali previste sono state attuate solo in parte (vedi prospetto di tab. 3.2); sono infatti stati realizzati nel complesso 137 alloggi (pari al 37% degli alloggi previsti) mentre altri 163 (pari al 45%) sono in corso di realizzazione oppure appartengono a comparti edificatori il cui piano attuativo è stato già approvato.

Tab. 3.2. Stato di attuazione del PRG vigente: previsioni di espansione residenziale con piani di comparto unitari (zone C)

N. ALLOGGI* N. ALLOGGI* N. ALLOGGI RESIDUO DENOMINAZIONE COMPARTI ATTUATIVI PROGRAMMATI O DA REALIZZATI DI PIANO IN CORSO DI REALIZZARE (A) (B + C) REALIZZAZIONE (B) ( C) ZONA C.a - nuova 167 di Pienza 87 43 32 75 ZONA C.b - Lottizzazione Loc. Pod. Rodi 18 18 ZONA C.c - Lottizzazione Loc.S.Carlo 24 22 22 ZONA C.d - Lottizzazione Via degli Ulivi 10 10 ZONA C.e -Lottizzazione Via G.Santi-Il Sassetta 8 11 11 ZONA C.f - Lottizzazione S. Gregorio 12 ZONA C.g - Lottizzazione Foro Boario 6 6 6 Totale Pienza 137 76 66 142 ZONA C.h - Lottizzazione Via delle Macchie 87** 69** Totale Monticchiello Alloggi totali 137 163 66 229 % sul totale 37% 45% 18% * N.B. Il n° degli alloggi è in parte derivato da stime fondate sulle potenzialità edificatorie, e dunque soggetto eventualmente a piccole variazioni ** N.B. In seguito all’avvio da parte del MIBAC - in data 24.01.07 - delle procedure per l’apposizione di un vincolo ministeriale di tutela indiretta inerente la cinta muraria di Monticchiello gli alloggi programmati sono sati ridotti di 18 unità, per cui il residuo di PRG è ridotto a 69 alloggi.

Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Ufficio tecnico comunale di Pienza

I 66 alloggi ancora da realizzare si trovano tutti a Pienza: circa metà (32) sono destinati ad Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), mentre i rimanenti 34 sono destinati ad edilizia libera; a Pienza, dunque, il residuo di piano, tra alloggi già programmati (76) e da realizzare (66), ammonta a 142 abitazioni, delle quali circa la metà (75) di ERP.

A Monticchiello il residuo di piano consiste in sola edilizia libera, tutta concentrata nella lottizzazione di Via delle Macchie (in corso di realizzazione, anche denominata “Aia del popolo”), per 69 alloggi di taglio medio- piccolo.

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Avremo dunque, tra Pienza e Monticchiello, un residuo di piano di circa 211 alloggi, che saranno confermati solo in parte.

Nel loro complesso, queste previsioni appaiono, sotto il profilo quantitativo, più che sufficienti a soddisfare la domanda primaria prevedibile con un orizzonte temporale di 10/15 anni, che negli studi per il PS è stata stimata in circa 120 alloggi per la popolazione residente.

Sotto il profilo qualitativo, però, è emersa chiaramente dal QC la necessità di prevedere - e possibilmente rendere disponibili in tempi rapidi - alloggi di edilizia pubblica a Monticchiello.

A3) Prevedere finalità multiple nelle operazioni di trasformazione urbana, assicurandone la qualità urbanistica, ambientale, paesaggistica ed architettonica

Questa linea di intervento prevede la riproposizione del delicato intreccio tra qualità urbanistica, architettonica, paesaggistica e ambientale che caratterizza l’eccezionalità dei centri storici del territorio di Pienza; traducendolo, naturalmente, nelle forme più adeguate alla modernità.

Ferma restando l’ispirazione a questo principio anche delle operazioni “minute”, tale intenzione presenta i margini operativi maggiori laddove si rendano opportune operazioni di trasformazione urbana di una certa consistenza, come quelle proposte nelle Aree di Trasformazione Integrata (ATI) di cui al successivo par. 12.4.

Sotto il profilo funzionale, tale intenzione implica innanzitutto la rinuncia alle destinazioni urbane monofunzionali, optando piuttosto a favore della mixitè, maggiormente suscettibile di creare occasioni interessanti per ri/costruire pezzi di città ricchi di relazioni formali al loro interno e con il contesto urbanistico- architettonico; offre inoltre maggiori pretesti per il consolidarsi delle relazioni sociali, già oggi messe a rischio, oltre che dall’ assedio turistico degli spazi pubblici del centro storico, dalla scarsa qualificazione urbanistico- sociale delle nuove aree residenziali, percepite sovente nel vissuto degli abitanti come città dormitorio, nonostante la generale buona qualità architettonica degli edifici.

Sotto il profilo formale, l’opzione a favore della molteplicità delle finalità nelle operazioni di trasformazione urbana implica anche una speciale attenzione nel garantire una elevatissima qualità urbanistica, architettonica, paesaggistica e ambientale dei nuovi interventi, da ricercarsi in particolare attraverso:

– una lettura del ruolo dell’area di intervento nel rafforzamento dell’intelaiatura urbana antica così come essa si proietta al di fuori del centro;

– la redazione di accurate analisi di intervisibilità anche ad ampio raggio;

– la scelta di materiali e colori;

– l’attenzione ai rapporti di scala, specie in riferimento allo skyline delle città;

– il privilegio del disegno urbanistico sull’autonomia dell’oggetto architettonico.

Nel seguito si riportano due estratti sintetici dello studio urbanistico utili ad illustrare i passaggi logici per i quali dalla lettura della morfologia urbana sono stati derivati i temi urbanistici di attenzione. A loro volta, questi ultimi hanno originato, successivamente al loro arricchimento con i contenuti dei vari studi di settore, le sei “Aree di Trasformazione Integrata” (ATI)” di cui al par. 12.4 del presente documento.

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1. Pienza. Analisi pre-progettuale con individuazione dei temi urbanistici di attenzione (ESTRATTO STUDIO URBANISTICO DI S. ARNOFI)

La lettura sintetica dei principali fattori tipo-morfologici ordinatori della città di Pienza ha portato all’individuazione dei seguenti elementi (illustrati nella Mappa 5 riportata di seguito): - un Margine urbano di “tipo forte” (quello del bordo meridionale dell’insediamento), caratterizzato da un notevole salto di quota e tipologie edilizie che si aprono con logge, giardini, e percorsi panoramici, in direzione della Val d’Orcia, con l’eccezione del grande volume sporgente dell’abside della Cattedrale, cui corrisponde anche la porta meridionale di accesso alla città (porta al santo); - un Margine urbano di “tipo debole” (quello a nord dell’insediamento), caratterizzato da percorsi a pettine che dalla direttrice principale di orientamento della città - parallela al margine urbano “forte” – servono le espansioni residenziali settentrionali, prima di perdersi nel reticolo interpoderale; da notare che la fascia di territorio ove avviene il vero e proprio passaggio dal tessuto urbano a quello agricolo, è caratterizzata da tipici fenomeni di “proto-abusivismo” (piccole capanne, sgabuzzini per attrezzi, pollai, ecc. realizzati con materiali di recupero, e piccoli depositi degli stessi materiali a cielo aperto); - tre elementi architettonici cospicui dello skyline urbano (il campanile della cattedrale, la torre del palazzo comunale e la torre dell’acquedotto), anche se la relazione visiva tra essi non è osservabile dai percorsi di avvicinamento privilegiati a Pienza (lato sud-ovest) ma solo dalla strada proveniente da Montepulciano; Per quanto riguarda le direttrici principali di espansione della città, le griglie ordinatrici da esse generate ed i relativi “incroci significativi”, sono stati individuati: - una direttrice principale di espansione in direzione est-ovest (asse Corso Rossellino- Via della Madonnina), con l’asse minore costituito dalla via di collegamento tra la porta “al Santo” e la porta “alle Mura”. All’incrocio dei due assi, non a caso è sorta la piazza rinascimentale, luogo centrale per eccellenza; - una direttrice di espansione più recente, costituita dalla S.P. 146 per Montepulciano, e con asse minore coincidente con Via Fontanelle (il più lungo “dente del pettine” cui si è accennato a proposito del “margine debole” della città). All’incrocio dei due assi è in corso di completamento una grande nuova piazza sulla quale affaccia un nuovo albergo e sovrastante un parcheggio altrettanto ampio, segnalata nella mappa come “incrocio significativo già risolto” Le griglie generate dai due sistemi si incrociano poi in altro punto significativo. Si tratta di Piazza Dante, nella quale l’asse maggiore del primo sistema interseca l’asse minore del secondo. Inoltre, essa costituisce lo snodo obbligato del bellissimo percorso pedonale (Via del Casello - Via di Santa Caterina) che costeggia tutto margine “forte della città”, dall’estremità est della rupe ove sorge Pienza, fino ad intercettare la S.P. per S. Quirico, oltre il cimitero. Osservati utilizzando la chiave di lettura morfologica, i “temi urbanistici di attenzione” individuati nella mappa assumono i seguenti significati: il n.1 – inerente l’“arcipelago produttivo” che si sviluppa lungo la S.P. per Montepulciano - risponde all’intenzione di riportare entro parametri urbanistici e caratteristiche qualitative di tipo “urbano” l’attuale situazione di “diffuso periurbano” cui Pienza non è riuscita a sottrarsi del tutto; il n.2 – by pass sulla S.P. 146 per Montepulciano - consolida la “saldatura” tra le due griglie ordinatrici prima individuate, costituendo al tempo stesso una occasione per il trattamento paesaggistico del margine nord-occidentale del centro urbano; il n. 3 intende provvedere – assecondando la sua vocazione di nuovo “luogo centrale”– al completamento dei segmenti mancanti del telaio urbano attuale, “mettendo in rete” due elementi di grande importanza attualmente trascurati: il parco urbano previsto a sud dell’insediamento (tema n. 4), e la citata passeggiata pedonale Via di S. Caterina-Piazza Dante – Via del Casello, che costeggia tutto il “margine forte” della città; il n. 5 affronta decisamente il tema del trattamento paesaggistico del “margine debole”, anche in funzione della aumentata visibilità del prospetto nord della città in conseguenza della eventuale trasformazione dell’area ex Fornace Crestini (tema 1) e, al contempo, affronta il tema della rammagliatura parziale degli stretti cul de sac attualmente esistenti, al fine di soddisfare le esigenze di accessibilità automobilistica a questa parte di città, cresciute parallelamente al suo “completamento edilizio”; il n. 6 – vertente sulla creazione di un percorso ciclo-pedonale dall’ex Foro Boario all’area della ex Fornace Crestini, rappresenta una sorta di “chiusura del cerchio” costituito fisicamente dai percorsi e dai nodi da valorizzare e/o completare di cui ai cinque punti precedenti.

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Fig. 3.1

PIENZA: ANALISI PRE-PROGETTUALE CON INDIDIVUAZIONE DI TEMI URBANISTICI DI ATTENZIONE

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2. Monticchiello. Analisi pre-progettuale con individuazione dei temi urbanistici di attenzione (ESTRATTO STUDIO URBANISTICO DI S. ARNOFI)

La lettura sintetica dei principali fattori tipo-morfologici ordinatori della città di Monticchiello ha consentito l’individuazione dei seguenti elementi, rappresentati schematicamente nella Mappa 8: - innanzitutto, una organizzazione urbana articolata in due nuclei principali formalmente indipendenti: la città murata, con l’appendice di “S. Rocco”, e la zona di espansione sorta progressivamente lungo viale Cappelli nel corso degli ultimi settant’anni. - in margine urbano di tipo forte del centro storico (città murata), che occupa il quadrante sud occidentale della collina circolare cui sorge Monticchiello. - un forte elemento ordinatore, costituito dall’asse stradale di via Cappelli, intorno alla quale si è articolata la zona di espansione. Tale percorso – terminale del collegamento di Monticchiello con la SS Cassia - incrocia, in corrispondenza della espansione urbana, la strada che collega direttamente Monticchiello con Chianciano (in direzione sud) e Pienza (verso nord) - un margine urbano indefinito (quello dell’area di espansione), caratterizzato dall’assenza della gradualità tipica che caratterizza, in provincia di Siena, il passaggio dall’edificato al seminativo agricolo. - due edifici lunghi e stretti ad un piano privi di qualità architettonica e di un qualsiasi rapporto con l’intorno, che costituiscono un notevole detrattore ambientale di tipo paesaggistico, compromettendo in parte la magnifica veduta che si ha di Monticchiello provenendo da Chianciano. Tali elementi corrispondono, sotto il profilo urbanistico-formale, ad altrettanti temi di attenzione (vedi Mappa 8): il tema n. 1 mirante a mitigare l’impatto visivo degli edifici realizzati sul versante sud della collina di Monticchiello, con ipotesi di abbattimento/ricostruzione in forme più congrue; il n. 2 centrato sulla riprogettazione unitaria di Viale Cappelli, concepito come futuro “luogo centrale” principale dell’area di espansione ad uso dei suoi residenti, ma anche necessariamente condiviso dai flussi turistici, data la sua natura di canale di transito; il n. 3 risponde alla logica di attenuare l’isolamento cui sembra destinata, quando e se verrà finalmente realizzata, la nuova lottizzazione residenziale privata “Aia del Popolo” prevista a Monticchiello dal precedente PRG; il n. 4, infine, mira a estendere alle nuove espansioni almeno parte della qualità paesaggistica che caratterizza il rapporto tra centro storico e territorio aperto.

L’ipotesi iniziale è variata in sede di stesura definitiva del PS, a causa del sopravvenuto vincolo ministeriale di tutela indiretta inerente la cinta muraria di Monticchiello.

Tale vincolo ha comportato innanzitutto la riduzione degli alloggi programmati di 18 unità (corrispondenti ai 3 lotti posizionati alla quota più elevata, da lato delle mura di Monticchiello). Il tema della mitigazione dell’impatto visivo degli edifici realizzati sul versante sud, di cui al tema 1 è stato poi arricchito dalla previsione di uno specifico Progetto di Paesaggio (ex d.lgs. n. 42/2004) inerente tutto il contesto figurativo di Monticchiello (UTOE 7).

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Fig. 3.2

MONTICCHIELLO: ANALISI PRE-PROGETTUALE CON INDIDIVUAZIONE DI TEMI URBANISTICI DI ATTENZIONE

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Sulla base dei temi urbanistici di attenzione individuati, il PS concretizza l’intenzione di assicurare qualità urbanistica, ambientale, paesaggistica ed architettonica alle operazioni di trasformazione urbana a questi corrispondenti anche prevedendo la compresenza di una pluralità di funzioni.

Per garantire i requisiti di qualità attesi si prevede, in primo luogo, un attento controllo in sede di redazione degli strumenti attuativi e regolamentari e, in seconda battuta, la sperimentazione di procedure pubbliche di affidamento di servizi di progettazione guidate da termini di riferimento in cui vengano chiaramente esplicitati i requisiti di qualità desiderati (v. par. 12.4).

Infine, una osservazione in merito all’applicazione di tale principio alla città storica.

Se è vero che una linea di intervento finalizzata, come la presente, all’integrazione fisica delle funzioni urbane presenta i margini operativi maggiori laddove si rendano opportune operazioni di trasformazione urbana di una certa consistenza, è anche vero che la sua assunzione come principio guida è ugualmente opportuna anche per le operazioni di rifunzionalizzazione di singoli edifici storici.

Tale è il caso, ad esempio, di due complessi edilizi : la fattoria Angheben, situata nel cuore del centro storico di Monticchiello, e l’annesso agricolo sito in prossimità della Chiesa di S.Rocco attualmente adibito a centro aziendale.

Il primo è un complesso di circa 2.000 mq di superficie utile lorda e di notevole valore storico-architettonico (l’epoca di costruzione risale alla fine del ‘700/ primi dell’’800); pur presentando buone caratteristiche funzionali, è al momento ampiamente sottoutilizzato (la sola “oliviera”, ossia il locale che ospitava il frantoio, ha una superficie di circa 1.000 mq) e necessita di lavori di manutenzione.

Il secondo spazio si presterebbe invece – previo trasferimento delle funzioni aziendali attualmente svolte - a risolvere in gran parte una esigenza molto avvertita dai residenti del centro storico di Monticchiello, ovvero la disponibilità di box auto (se ne potrebbero ricavare circa una ventina) ad una distanza ragionevole dalle loro abitazioni. Tale ipotesi può essere ritenuta allettante soprattutto alla luce della inopportunità (per motivi geomorfologici, tecnici ed estetici e, in generale per uno sfavorevole rapporto costo-benefici) delle ipotesi di realizzazione di tali strutture a ridosso delle mura meridionali della città.

A4) Incrementare la qualità ambientale degli insediamenti e la loro dotazione di spazi pubblici, di verde urbano e di servizi di base per i residenti

La presente linea di intervento si riferisce particolarmente alla qualità delle trasformazioni minute nei tessuti urbani già esistenti o in via di consolidamento, e va pertanto considerata come complementare ai criteri di ricerca di qualità per le aree di trasformazione enunciati nella precedente linea di intervento A.3.

Va detto che la situazione di partenza appare generalmente già piuttosto buona: gli studi urbanistici hanno infatti restituito livelli di dotazione di verde pubblico e servizi ampiamente soddisfacenti; non solo sul piano quantitativo (con 33 mq pro-capite complessivi contro i 18 minimi richiesti dagli standard urbanistici), ma anche su quello della qualità. Essa si presenta infatti mediamente piuttosto alta (su una scala da 1 a 10, il punteggio è di 8,3 per Pienza e 8,7 per Monticchiello). Ciò significa che gli spazi verdi sono bene attrezzati (con strutture per il gioco e panchine), sufficientemente protetti e ben manutenuti sia dal punto di vista della vegetazione che degli arredi; anche gli edifici scolastici denotano una qualità architettonica buona (sono soggetti peraltro a continui miglioramenti funzionali). Gli spazi adibiti ad attività sociali, poi, sono quasi sempre collocati in immobili storici di grande prestigio (l’ex Conservatorio S. Carlo Borromeo a Pienza, un granaio del 1700 a Monticchiello) o in edifici nuovi appositamente realizzati (centro sociale Auser a Pienza).

E’ inoltre imminente la sistemazione dell’attuale rudere sito a ridosso delle mura che sostengono i cortili dell’ex convento di S. Carlo Borromeo (nonché adiacente la porta orientale della città storica: la porta “al ciglio”), come giardino d’inverno direttamente comunicante con il sovrastante Museo della città, ovvero come spazio polifunzionale per mostre ed esposizioni inquadrate nell’ambito dell’attività di gestione di quest’ultimo.

Stante la buona situazione generale, la presente linea d’intervento si traduce sostanzialmente nell’intenzione di ampliare le tipologie di servizio e nel miglioramento di alcuni aspetti quali-quantitativi di quelle presenti.

Alcune carenze sono state riscontrate, ad esempio, nella dotazione di luoghi di ritrovo giovanili, che si vorrebbero di rango e qualità tali da attrarre anche giovani dai centri vicini, in modo da ampliare le relazioni sociali e inserire Pienza nella rete degli spostamenti giovanili finalizzati alla frequentazione di luoghi di ritrovo

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Quanto ai servizi scolastici, si comincia a delineare, in prospettiva, una certa carenza dimensionale: già ora le richieste per la scuola materna sono superiori alle disponibilità, mentre alcuni spazi della scuola elementare sono in corso di riprogettazione per ospitare un piccolo asilo-nido. Sotto il profilo qualitativo, andrebbe poi migliorato il contesto ambientale di due scuole che presentano spazi esterni piuttosto ridotti e affacciano su una strada a (relativamente) alta intensità di traffico, almeno fin quando non sarà realizzato il previsto by-pass sulla SP 146 (vedi par. 3.3.).

Come supporto alla presente linea di lavoro, si segnala la strategia già messa in atto dei sette comuni del circondario dell’Amiata-Val d’Orcia (i cinque comuni della Val d’Orcia con l’aggiunta di Abbadia S.Salvatore e ) per l’attivazione di servizi intercomunali, grazie ad una intensa cooperazione istituzionale. Ricorrendo alla delega di funzioni e di servizi è stato infatti possibile avviare, in particolare, importanti servizi associati, quali il Corpo di Polizia Municipale associato, lo Sportello Unico per le attività produttive, il Difensore civico, la gestione del vincolo idrogeologico e del Catasto.

Sarà utile procedere in questa direzione, superando i tal modo le problematiche legate alle soglie minime di utenza indispensabili per l’attivazione di taluni servizi.

A5) Attenuare la pressione turistica sul CS di Pienza

L’attenuazione della pressione turistica sul centro storico sarà perseguita dal PS:

– diversificando ed arricchendo qualitativamente l’offerta di spazi di fruizione turistica ad oggi non ancora valorizzati; in particolare Via di Santa Caterina, i parchi urbani già previsti dal PRG vigente sotto le mura di Pienza e di Monticchiello, i percorsi storico-archeologici nel territorio aperto (vedi ATI n. 3, par. 14.4);

– favorendo la creazione, all’esterno del centro storico, di nuovi luoghi centrali di qualità, animandoli con la localizzazione di funzioni culturali e di spazi urbani e ricreativi attraenti, destinati alla frequentazione di entrambi residenti e visitatori (vedi anche la politica B4 e i contenuti delle ATI n. 3 e 5);

– procedendo ad una riorganizzazione funzionale di servizi per i visitatori, ovvero ampliando e migliorando il sistema della sosta e integrandolo con ulteriori servizi alle attività turistico ricreative (elemento affrontato praticamente in tutti i temi progettuali proposti).

A6) Migliorare i sistemi idrici e fognari

L’approvvigionamento idrico generale dei centri urbani del territorio pientino può – al momento - considerarsi quantitativamente sufficiente, oltre che di buona qualità. I bilanci idrici prospettati nel Piano d’Ambito n. 6 con un orizzonte ventennale (2018) segnalano per quella data un deficit idrico del 46%, che tuttavia viene ritenuto annullabile senza difficoltà con un aumento dei prelievi dall’attuale fonte di approvvigionamento (ramo destro dell’acquedotto del Vivo, che capta le acque della sorgente dell’Ermicciolo, sita sulle pendici meridionali dell’Amiata).

Quella che invece presenta gravi carenze parrebbe essere la rete di distribuzione interna al Centro urbano di Pienza. L’uso del condizionale è obbligato, perché al momento non sono disponibili né dati esatti, né una mappa delle infrastrutture di distribuzione. Tuttavia, dai colloqui con i responsabili dell’ente gestore (S.p.A “Ente Acquedotto del Fiora”) è emersa una situazione che - nei momenti di picco estivo e primaverile indotti dalla intensa frequentazione turistica – presenta livelli di insufficienza nell’approvvigionamento idrico stimabili intorno all’80%. E’ facile immaginare la gravità delle ripercussioni di questa situazione sulla vita quotidiana dei residenti e sulla qualità della ricettività turistica urbana (alberghi, affittacamere, ristoranti, ecc.), i cui gestori corrono ai ripari generalmente realizzando serbatoi idrici individuali.

Le cause del problema – sempre stando alle descrizioni ufficiose dei gestori – risiederebbero in due fattori principali:

– insufficienza dell’attuale serbatoio di distribuzione, la cui capienza andrebbe quantomeno triplicata;

– disorganicità nel disegno della rete riguardante sia il lay-out che il dimensionamento dei diametri della rete di distribuzione, sviluppatasi in assenza di un disegno ordinato e gerarchico dell’intero sistema di distribuzione e, in particolare delle condotte secondarie e capillari di distribuzione. A parziale giustificazione di tale carenza progettuale può essere addotta un certa naturale lentezza del processo di completamento della città novecentesca, ora consolidata. Il problema dell’allaccio idrico veniva infatti

Comune di Pienza - Piano Strutturale 20 Relazione Generale

spesso risolto con provvedimenti individuali (anche autogestiti) ed estemporanei, con sezioni appena sufficienti a servire i nuovi edifici.

Appare dunque urgente procedere innanzitutto ad una verifica dettagliata dello stato delle reti, attraverso un apposito studio conoscitivo. Se la situazione si dovesse confermare grave, si renderebbe indispensabile avviare una progettazione circostanziata di tutta la rete di distribuzione locale, a partire dall’ampliamento del serbatoio.

Nel frattempo, gli esperti consultati avrebbero suggerito un provvedimento che – una volta verificato nella sua fattibilità ed efficacia – potrebbe tamponare la situazione nel capoluogo. Tale intervento riguarderebbe lo sdoppiamento della rete di distribuzione fin dal suo distacco dal serbatoio, in modo da servire con due reti distinte la Pienza alta e la Pienza bassa evitando che le abitazioni situate a quota inferiore siano privilegiate rispetto a quelle a quota superiore.

La situazione del sistema di smaltimento dei reflui fognari è anch’essa in parte compromessa dalla disorganicità della rete di collettamento capillare, per gli stessi motivi di cui si è detto. Si aggiunga a questo la necessità di adeguare le caratteristiche dei 4 impianti di depurazione esistenti, prevedendo il trattamento secondario (fanghi attivi + eventuale fitodepurazone) per gli impianti in agglomerati con numero di abitanti equivalenti compreso tra 2.000 e 10.000 recapitanti in acque dolci e di transizione.

A tale scopo il Piano d’Ambito n. 6 ha previsto la realizzazione di due interventi principali:

– dismissione dei vecchi impianti (fognature: “Pienza centro storico”, “Pienza nuova”, “Pienza area P.I.P.”), e realizzazione di un nuovo impianto centralizzato di 2100 ab.eq. a servizio di tutto il capoluogo. Gli scarichi delle tre fognature verranno convogliate all’impianto mediante un collettore di raccordo lungo circa 5 km;

– manutenzione dell’impianto di Monticchiello, di 400 ab.eq.;

Tali opere, stimate al 1998 di un importo complessivo pari a 3.050 milioni di lire, dovrebbero ricadere tra le opere da finanziarsi con il piano – stralcio 2002-2005, anche se al momento (aprile 2005) non vi sono informazioni certe in merito.

Una ultima segnalazione merita l’opportunità di realizzare il Progetto per il rifacimento dei sottoservizi dell’intero centro storico di Pienza, in particolare: acquedotto, fognatura bianca e nera, cavidotto elettricità, cavidotto fibra ottica e cavidotto telefono (dunque con la sola esclusione della rete di distribuzione del gas). La realizzazione del progetto, presentato nel maggio 2004 la Soc. Acquedotto del Fiora (S.p.A), dando seguito ad un Accordo di Programma appositamente stipulato con il Comune di Pienza, dovrebbe, in particolare, consentire un aumento dell’efficienza distributiva (ad esempio, grazie all’adeguamento delle sezioni dei diametri ai deflussi idrici previsti nelle diverse sezioni delle reti idrica e fognaria), e una riduzione dei costi di gestione (ad esempio grazie alla riduzione delle perdite idriche grazie all’impiego di nuovi materiali per le condutture).

A7) Promuovere lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza favorendo l’accesso alle reti telematiche a banda larga di istituzioni, imprese e cittadini

Nei territori a bassa densità di popolazione, uno dei principali temi con i quali le pubbliche amministrazioni sono obbligate a confrontarsi è quello di assicurare una dotazione di servizi e attrezzature adeguata, senza compromettere definitivamente il sempre più precario equilibrio dei loro bilanci economici.

Per affrontare questo genere di problematiche, una delle strategie ormai più accreditate consiste nell’estensione del bacino di utenza dei servizi all’ambito intercomunale, mettendo metaforicamente “in rete” le strutture esistenti e quelle previste. Tale è la filosofia che informa, ad esempio, l’attività della Comunità Montana Amiata-Val d’Orcia, così come la stesura dei piani di gestione dell’ANPIL e del nuovo sito patrimonio dell’umanità UNESCO, entrambi coincidenti con il territorio dei cinque comuni della Val d’Orcia.

Naturalmente, questa strategia risulta decisamente favorita dalla scelta di dare una consistenza fisica alla metafora della “messa in rete”, procedendo alla realizzazione di infrastrutture tecnologiche per la comunicazione telematica, in particolare per la comunicazione a banda larga. Così riformulata, tale strategia si è trovata peraltro a convergere spontaneamente nell’ultimo decennio, sulle problematiche legate al tema

Comune di Pienza - Piano Strutturale 21 Relazione Generale dei “diritti digitali di cittadinanza” (digital divide), comprendenti, tra l’altro, il diritto all’accesso e il diritto alla formazione.

A tali linee politiche si ispira, ad esempio, la legge Regione Toscana n.1/2004, “Promozione dell'amministrazione elettronica e della società dell'informazione e della conoscenza nei sistema regionale. Disciplina della Rete telematica regionale toscana”, tra le cui finalità (art. 1) è esplicitata l’intenzione di “promuovere lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza in ambito regionale a fini di progresso sociale e miglioramento della qualità della vita, favorendo la realizzazione personale e professionale nonché forme di cittadinanza attiva”.

Nel perseguimento di tale finalità la Regione e gli altri “soggetti della rete”3 operano conformandosi a una serie di principi e criteri guida, tra i quali vale sottolineare:

– l’incentivazione, qualificazione e coordinamento dei servizi di rete per uno sviluppo socio-economico equilibrato del territorio regionale, anche attraverso la costituzione di punti di accesso assistito4;

– l’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione con modalità adeguate a stimolare lo sviluppo economico del territorio in termini di competenza, di qualificazione delle opportunità professionali, di innovazione e di avanzamento della conoscenza;

– la valorizzazione del complesso delle conoscenze e dei risultati scientifici, al fine di promuovere il trasferimento culturale e tecnologico e l'innovazione sociale e produttiva.

Al di là di tali disposizioni generali, l’oggetto specifico della l. reg. 1/2004 è la disciplina della Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT), intesa quale forma stabile di coordinamento del sistema regionale delle autonomie locali e di cooperazione del sistema stesso con altri soggetti, pubblici e privati. Per la sua implementazione la Regione adotta, nell'ambito delle politiche definite dal programma regionale di sviluppo, il “Programma regionale per la promozione e lo sviluppo dell'amministrazione elettronica e della società dell'informazione e della conoscenza nel sistema regionale”, nonché Piani di attività annuale della rete, cui competono, tra l’altro, la definizione delle attività di gestione e sviluppo della rete con riguardo alle infrastrutture, ai servizi e ai contenuti, il recepimento e il raccordo delle linee programmatiche dalle quali discendono vari provvedimenti e finanziamenti

In territori a bassa densità come quello pientino, il problema principale non consiste tanto nella stesura di dorsali in fibra ottica, quanto nell’infrastrutturazione capillare, ovvero nel rendere conveniente la copertura del cosiddetto “ultimo miglio”, scegliendo la tecnologia wireless più appropriata5.

Nella zona di Pienza esiste già un Progetto di rete di telecomunicazioni – con una dorsale di circa 700 chilometri di fibra ottica – il cui completamento è previsto entro il 2007. Il progetto dovrebbe comprendere anche la messa in opera della rete di distribuzione e degli allacciamenti, utilizzando le più recenti ed innovative tecnologie.

La sua realizzazione, che richiederà un investimento di circa 85 milioni di euro, è affidata al Consorzio “Terrecablate”, costituito dagli Enti Locali nell’aprile 2002, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e sostenere lo sviluppo socio-economico in Provincia di Siena.6 Secondo gli estensori del progetto, il cablaggio del territorio pientino porterà vantaggi tanto alle famiglie, che avranno la possibilità di navigare in modo semplice ed economico, accedendo a Internet, alla tv via cavo, e ai servizi di videocomunicazione, quanto alle aziende e alle istituzioni amministrative, sanitarie, culturali e sociali che potranno stabilire collegamenti reciproci per trasferimento dati ad alta velocità, con ottimizzazione del rapporto costi-benefici.

3 Enti e agenzie regionali, enti e aziende sanitarie pubbliche, comuni singoli o associati, province, comunità montane, ecc.. Fanno altresì parte della rete, mediante le convenzioni di cui all'art. 10, le università e gli istituti ed enti di ricerca, le amministrazioni periferiche dello Stato, i soggetti del servizio socio-sanitario regionale, le aziende di servizi pubblici locali, le camere di commercio e le altre autonomie funzionali, nonché le categorie economiche, le libere professioni e le altre associazioni. 4 Si tratta di postazioni per l'accesso in via telematica a servizi pubblici, da utilizzare con l'assistenza di personale addetto 5 Vedi, a tale proposito: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), “Vademecum sulle nuove tecnologie a banda larga nelle aree periferiche”, Quaderno n° 4, maggio 2005. 6 Le quote di partecipazione al Consorzio spettano: per il 20% alla Provincia di Siena, per un altro 20% al Comune di Siena, per il restante 60% agli altri 35 Comuni della Provincia (quote delle quali a Pienza, in particolare, spetta circa l’1,16%). Vedi sito www.terrecablate.it.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 22 Relazione Generale

Alla luce di quanto sopra, il perseguimento di tale linea di intervento consisterà innanzitutto nel favorire, per quanto nelle possibilità di una amministrazione comunale, la realizzazione del progetto nei tempi previsti. In tal senso, la realizzazione del Progetto per il rifacimento dei sottoservizi del centro storico di Pienza descritto a proposito della precedente linea d’intervento A6 assume una valenza multipla, in quanto prevede anche la stesura di un cavidotto in fibra ottica.

In secondo luogo, sarà incentivato, attraverso la costituzione di punti di accesso assistito l’utilizzo dei servizi di rete da parte dei cittadini e di loro particolari categorie, come ad esempio gli operatori turistici (vedi linea d’intervento B4) e gli artigiani (vedi linea d’intervento B1).

3.2 Politiche per la diversificazione delle attività produttive e della fruizione turistica

B1) Garantire la disponibilità di spazi e servizi avanzati per nuove iniziative artigianali e per il consolidamento del settore agro-alimentare di qualità

Gli studi condotti nell’ambito del quadro conoscitivo hanno evidenziato come il settore agro-industriale sia divenuto un settore-chiave per la provincia di Siena e per la Val d’Orcia: l’occupazione è aumentata, e sono aumentati i bisogni non solo di spazi e forza lavoro generica ma anche di lavoratori specializzati, di strutture di consulenza e formazione, di ricerca e innovazione su prodotti e processi.

Si rende dunque necessario, ai fini del perseguimento di politiche per la diversificazione delle attività produttive, in grado di sottrarre il territorio pientino ai rischi della monocultura turistica, puntare su una linea d’intervento che adegui la disponibilità di spazi e servizi per nuove iniziative artigianali alle esigenze specificamente rilevate.

IL PS intende perseguire tale linea d’intervento principalmente attraverso la riqualificazione urbanistica e funzionale della “Ex fornace Crestini” (ATI n.1), nell’ambito della quale collocare nuove funzioni quali un centro di servizi avanzati alla produzione con annessi spazi espositivi aperti a tutti i produttori della zona, spazi espositivi privati, attività consortili legati alle produzioni agricole di qualità, laboratori per l’artigianato artistico e di qualità, il tutto in un contesto urbanistico-architettonico di grande qualità e ben dotato di verde e spazi pubblici, data anche la funzione di “vetrina delle produzioni del territorio” ad esso assegnate.

La realizzazione degli interventi previsti nell’ATI 1, conferiranno inoltre nuovo significato alle previsioni insediative artigianali-industriali previste dal vigente PRG nelle aree confinanti con l’ATI 1, che si avvantaggeranno sul piano qualitativo, sebbene a fronte di una drastica riduzione quantitativa dei volumi, prevista dal PS, della prossimità con le nuove funzioni di rango elevato, assicurando a loro volta ad esse una più congua “massa critica” di utenza che ne favorisca il decollo.

B2) Sostenere le attività artigianali nel centro storico di Pienza

La presente linea d’intervento è suggerita dagli studi effettuati sul sistema commerciale dei due centri urbani del territorio pientino, alla luce delle problematiche segnalate dalla Amministrazione Comunale in sede di avvio del procedimento per la redazione del PS. Allora era emerso – in particolare nel centro storico di Pienza – un certo disagio per i residenti indotto dallo squilibrio tra le attività rivolte esclusivamente a soddisfare la domanda dei turisti e quelle rivolte anche alla popolazione residente.

Gli approfondimenti effettuati hanno però indicato che, se è vero che tale squilibrio esiste (nel Centro storico di Pienza solo il 27% degli esercizi è rivolto specificamente ai residenti, a fronte di un 38% rivolto ai turisti e un 35% rivolto a entrambi), è anche vero che le dotazioni complessive di spazi per pubblici esercizi (attività commerciali, artigianali rivolti alla persona e di servizio) di prima e seconda necessità rivolte esclusivamente ai residenti sono più che sufficienti (circa il doppio), rispetto agli standard pro-capite comunemente adottati per questo genere di verifiche.

Non si ritiene dunque necessario cercare di riorientare la domanda di mercato per pubblici esercizi rivolti ai turisti se non cercando, con interventi indiretti, di sostenere le attività che commercializzano prodotti artigianali locali, in una logica di sinergia con la intenzione di diversificare le attività produttive pientine di cui alla precedente linea d’intervento B.1).

Tra le misure di sostegno possibili rientrano le iniziative previste dal “Programma integrato per la rivitalizzazione della rete distributiva” (ex art. 8 Regolamento Regionale n. 8/99) e, in particolare, la

Comune di Pienza - Piano Strutturale 23 Relazione Generale costituzione di un Centro Commerciale Naturale (coincidente con l’attuale centro storico di Pienza) e la valorizzazione commerciale e turistica di Piazza Galletti e Via Gozzante.

Con il primo intervento si intende razionalizzare, incentivare, promuovere e sviluppare il sistema economico costituito dall’insieme delle attività, pubbliche e private, presenti nel centro storico di Pienza. La sua costituzione come Centro commerciale naturale sarebbe dunque un passo essenziale per rivitalizzare il sistema distributivo, ricettivo ed economico, incentivando quelle condizioni che – di norma – spingono i consumatori a servirsi dei centri commerciali, anziché della distribuzione di dettaglio. Se non nell’economicità dei prodotti, tali condizioni dovrebbero risiedere nella qualità degli stessi e nella disponibilità di un adeguato sistema di parcheggi realizzato unitamente ad una riorganizzazione delle sedi stradali. Peraltro, in tale prospettiva sono già stati recentemente realizzati:

– la sistemazione di Viale (il viale che collega la S.P. 146 e Via delle Fontanelle con Viale Enzo Mangiavacchi, dal quale si accede al centro storico), consistente essenzialmente nella sistemazione del manto stradale, nella pavimentazione dei parcheggi esistenti e di tutti i marciapiedi, e nella posa in opera di apparecchi illuminanti;

– un percorso pedonale lungo Viale Risorgimento, con sistemazione dei parcheggi e abbattimento delle barriere architettoniche.

Un ulteriore intervento consiste nella sistemazione di Piazza Galletti per renderla idonea ad ospitare (ad esempio con cadenza mensile o bisettimanale) un mercato del biologico e dei prodotti alimentari tipici della Val d’Orcia, perseguendo il duplice scopo di rilanciare i settori del biologico e dell’artigianato e di ampliare l’area frequentata dai flussi turistici coinvolgendo Piazza Galletti (già recentemente oggetto di sistemazioni, quali pavimentazione, rifacimento impianti, ecc.) e la sottostante Via Gozzante (in parte destinata a parcheggio). Quest’ultima, peraltro, è inserita lungo la passeggiata che accompagna tutto il lato sud della città, dalla porta al Ciglio (estremità est), lungo tutte le mura, fino al cimitero, all’estremità ovest del centro urbano, consentendo il godimento costante dei più bei panorami della Val d’Orcia visibili da Pienza (Via del Casello-Via di Santa Caterina).

B3) Diversificare le attività ricettive, anche incrementando la fruibilità delle risorse archeologiche, storico-architettoniche, ambientali e paesaggistiche del territorio aperto

Gli studi economici hanno evidenziato come la costante ascesa della domanda di fruizione turistica nel territorio pientino abbia indotto una consistente crescita dell’offerta di ricettività, principalmente di tipo agrituristico. La struttura della domanda ed il ritmo della sua soddisfazione sono però tali da non consentire una calmierazione del costo dei pernottamenti, che ormai sono da considerarsi generalmente accessibili solo a utenti con fasce di reddito medio-alte, nonché muniti di mezzi propri di spostamento.

Rimane dunque inevasa una certa quota di domanda di ricettività, in particolare quella del turismo studentesco e giovanile in genere, il che costituisce un elemento di discriminazione che certo non giova all’arricchimento culturale degli adulti di domani.

Per ovviare a questo problema, il PS prevede due strategie principali.

La prima è volta a prevedere a Pienza due piccole strutture ricettive per tali segmenti trascurati, da localizzarsi nelle principali aree di trasformazione. Si propone in tal senso di realizzare nell’area di trasformazione “ex Fornace Crestini” (ATI n.1) un’area attrezzata per tende e camper. Inoltre troveranno spazio a Pienza alcune piccole strutture ricettive rivolte specificamente (anche se non esclusivamente) ai ciclo-turisti (ATI n.3 e sue immediate vicinanze).

L’attenzione a quest’ultimo genere di utenza offre il pretesto per illustrare la seconda strategia, consistente nell’ampliamento delle risorse fruibili, sia nei centri urbani che nel resto del territorio pientino, ai fini di allungare la durata media della permanenza dei turisti (al momento piuttosto ridotta), nonché di attenuare la pressione turistica concentrata sul centro storico di Pienza (linea d’intervento A5). Le risorse che si intende valorizzare riguarderanno tanto la storia e la cultura locale e il paesaggio rurale quanto gli aspetti naturalistici (vegetazione, fauna e geositi).

In particolare, il tema della valorizzazione delle risorse del territorio aperto è intimamente connesso a quello della disponibilità di percorsi per la sua fruizione.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 24 Relazione Generale

A tale scopo il PS prevede la progettazione unitaria di una rete di itinerari, assumendo principi, metodologie e tecniche propri della redazione di Piani di interpretazione di ispirazione francese7, intesi quali progetti, contenenti allestimenti e azioni e di diversa natura, la cui realizzazione consente di comunicare ai visitatori il significato, le interrelazioni ed il valore del patrimonio naturale e culturale di un dato territorio, in modo che essi si possano rendere conto di fatti e valori non percepibili altrimenti e, allo stesso tempo, in modo da rendere più piacevole la loro visita8. Obiettivo solo apparentemente secondario di un Piano di interpretazione è quello di ottenere la collaborazione del pubblico per il rispetto di alcune misure di protezione adottate. In questo senso, il Piano di interpretazione è uno strumento molto importante per coniugare le azioni di tutela e valorizzazione delle risorse territoriali, non sempre di facile composizione.

Ferma restando la necessità di redigere studi specialistici, nell’ambito dei Piani di interpretazione, per selezionare le particolari risorse che si intendono valorizzare nell’ambito di ciascuna categoria, si segnalano i seguenti approfondimenti già forniti con il quadro conoscitivo:

– l’ampliamento dei beni storico-architettonici del territorio aperto dagli attuali 20 censiti dal PTCP a 128, comprensivi anche dei poderi della bonifica degli anni Trenta (vedi Studi di Urbanistica e Archeologia, Tav. UA 3);

– il censimento dei siti di interesse archeologico del territorio pientino (vedi Studi di Urbanistica e Archeologia, Tav. UA 3);

– la proposizioni di tre percorsi “pilota” ad anello con partenza/arrivo in località “la Foce” e di un percorso nel parco urbano sottostante le mura meridionali dell’abitato di Pienza, per la fruizione dei valori archeologici, storico-architettonici e paesaggistici (vedi QC, volume I);

– il censimento di 19 geositi (5 di interesse panoramico e 14 localizzati) operato nell’ambito degli studi di geologia (cfr. QC vol. IV). Si tratta di “monumenti naturali” attraverso i quali, con il supporto di appositi materiali illustrativi, è possibile “leggere” la geografia di milioni di anni fa: la presenza del mare pliocenico, i processi che avvenivano al suo interno, i fiumi e i delta di allora, gli avanzamenti e i ritiri del mare, le erosioni e le successive deposizioni, il lento accumulo dei sedimenti marini, gli effetti degli agenti esogeni sul paesaggio, ecc..

Nell’ambito della redazione dei Piani di interpretazione sopra richiamati, i criteri che il PS assume come validi per l’identificazione dei percorsi fruitivi del territorio pientino, sono i seguenti:

– inquadrare la progettazione rete dei percorsi nell’ambito dell’intera Val d’Orcia (vedi anche linee d’intervento F1 e F2);

– integrare nel disegno della rete gli itinerari e i servizi turistico- ricreativi già esistenti e quelli previsti nel disegno di governo, avendo cura di integrarvi il più possibile le risorse storico-archeologiche e naturalistiche di nuova individuazione precedentemente elencate ;

– stabilire uno o più fili conduttori delle visite, anche in funzione delle diverse tipologie di pubblico;

– improntare la definizione dei percorsi alle diverse modalità di trasporto utilizzabili, e tenendo conto dei particolari regimi proprietari delle strade rurali e dei sentieri. A quest’ultimo proposito vale accennare ad una problematica, peraltro già al centro dell’attenzione dell’Amministrazione Comunale, inerente la necessità di combinare la persistenza delle strade rurali (in quanto elemento espressivo dei rapporti storicamente consolidati di ordine paesaggistico-formale e socio- economico che contribuiscono alla comprensione e alla fruizione della qualità del territorio della Val d’Orcia), con la sostenibilità economica degli oneri per la manutenzione della rete stessa. Non è infatti possibile coprire adeguatamente, con la sola fiscalità locale, tutti i costi di manutenzione di tutte le strade vicinali, anche in considerazione della frequenza con la quale tale manutenzione si rende necessaria.

7 Sul modello dei Plan d’interpretation messo a punto dall’Atelier Techniques des Espaces Naturels di Montpellier. 8 Si parla anche di azioni, oltre che di allestimenti, in quanto il piano di interpretazione non di rado assume tra i propri obiettivi quello di modificare la distribuzione del pubblico nel tempo (oltre che nello spazio), per esempio creando degli “avvenimenti” al di fuori dell'alta stagione.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 25 Relazione Generale

Allo scopo di comporre le due esigenze sopra accennate è stata istituita una apposita “Consulta comunale delle strade rurali”, il cui lavoro sta dando già risultati concreti, come ad esempio la predisposizione di contratti-tipo di gestione, o di metodologie di calcolo delle quote millesimali per la ripartizione delle spese di gestione tra vari proprietari, in una logica di gestione “condominiale”.

Il lavoro della Consulta ha compreso anche una verifica sistematica della classificazione delle strade rurali9 attribuendo loro diversi gradi di fruibilità, cui far corrispondere modelli di gestione diversi (consorzi di gestione, convenzioni pubblico-privato, ecc.) ma tali, nel loro complesso, da essere economicamente sostenibili per l’A.C..

B4) Procedere a una strutturazione organica sia dei servizi al turismo sia dei servizi a sostegno degli operatori turistici

Pur godendo di buona salute, il settore turistico sta attualmente attraversando una “crisi di crescita”, da leggersi come contraccolpo del suo recente tumultuoso sviluppo; e se tale crescita ha riguardato tutta la Val d’Orcia, essa ha presentato i massimi valori, relativamente ai diversi parametri, quasi sempre nel territorio pientino. Aggravano il già crescente disagio degli operatori turistici alcune congiunture internazionali e nazionali all’origine, se non della riduzione dei visitatori in valore assoluto, di modifiche nella composizione della domanda che si riflettono, in ultima analisi, nella contrazione della permanenza media e della capacità di spesa dei visitatori.

I sintomi più evidenti di tali difficoltà sono rappresentati dal manifestarsi di fenomeni di concorrenza che, superati i livelli fisiologici, anziché consentire un miglioramento costante del sistema dell’offerta stanno assumendo un carattere sterilmente conflittuale, senza peraltro calmierare i prezzi.

D’altra parte, gli stessi operatori turistici - che erano e, in molti casi, continuano ad essere coltivatori, operai, pensionati o liberi professionisti - cominciano a comprendere che, per valorizzare la rendita iniziale di posizione radicata nella tradizionale (e tuttavia lungimirante) attenzione al mantenimento della qualità del patrimonio culturale e urbanistico pientino, non è più sufficiente investire nel rinnovo e nel restauro degli immobili: la gestione di un comparto turistico maturo richiede infatti soprattutto competenze specialistiche e investimenti su beni immateriali come la comunicazione o la pubblicità.

Pertanto, è intenzione dell’amministrazione affrontare la crisi di crescita del settore turistico provvedendo risposte “strutturali”, ossia che consentano la crescita del sistema dell’offerta turistica senza accentuare gli elementi di conflittualità presenti al suo interno. Al contrario, va sostenuta la cooperazione tra gli operatori dell’intera Val d’Orcia, semmai rilanciandola su basi più evolute, ossia fondate sulla specializzazione dei servizi.

Facendo propria tale politica esplicita dell’amministrazione comunale e dell’intera Comunità Montana, il PS intende procedere sviluppando due linee di lavoro complementari:

– proseguire il processo di qualificazione e diversificazione tipologica dei servizi rivolti ai turisti - cui fanno già esplicitamente riferimento le intenzioni espresse nella politica B3, a favore della fruibilità delle risorse archeologiche, storico-architettoniche, ambientali e paesaggistiche del territorio aperto - con politiche complementari innovative. Queste ultime saranno fondate, ad esempio, su un maggiore utilizzo delle tecnologie (affitto di guide-audio, pubblicazioni web, ecc) o sull’intensificazione del già consistente impegno delle amministrazioni e associazioni locali sul piano della creazione di eventi culturali (come quelli realizzati dal Teatro Povero di Monticchiello, senza però trascurare le attività del Teatro Urgente di Pienza, e dei vari gruppi musicali già operanti) che potrebbero assumere un deciso carattere di ciclicità, associandosi a rassegne delle ultime produzioni culturali nei relativi campi, fino a costituire degli appuntamenti fissi sul modello del Festival dei Due Mondi di .

– strutturare un sistema comprensoriale di servizi agli operatori turistici adeguato alla maturità raggiunta dal sistema dell’offerta, provvedendo, ad esempio, alla fornitura di servizi di assistenza tecnica alla progettazione edilizia ed ambientale, all’allestimento e aggiornamento di siti internet, alla commercializzazione dell’offerta di ricettività e intrattenimento degli ospiti, all’organizzazione dei loro spostamenti, ecc), rispondendo così al bisogno di professionalità sopra rilevato. La creazione di strutture

9 Tecnicamente, così come definite dal Nuovo Codice della Strada: le strade locali extraurbane comunali, comprensive anche delle strade vicinali (o poderali o di bonifica) ossia delle “strade private fuori dai centri abitati ad uso pubblico”.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 26 Relazione Generale

di questo tipo, oltre a costituire occasione per incrementare l’occupazione, consentirebbe poi di rendere il sistema dell’offerta turistica del comprensorio Amiata-Valdorcia più sensibile ai mutamenti, spesso consistenti e repentini, della domanda. Tale rapidità di registrazione, unitamente ad una certa dose di flessibilità nelle caratteristiche dell’offerta, dovrebbe consentire di ridurre l’esposizione ai contraccolpi cui ormai l’instabilità del quadro politico internazionale ci ha abituato.

Nei limiti delle sue competenze, il PS intende perseguire queste linee d’intervento rendendo disponibili spazi per lo svolgimento delle attività di servizio sopra richiamate, e in particolare:

– spazi per la localizzazione di Uffici Turistici rivolti al pubblico che lavorino in rete con l’Ufficio Turistico Comunale in procinto di essere trasferito all’interno del Museo Diocesano di Pienza. Tali spazi sono stati orientativamente collocati a Pienza, nella struttura oggetto dell’ATI n. 3, e a Monticchiello in un locale da ricavarsi nell’ambito del progetto di risistemazione di Viale Cappelli (ATI n. 5). Si tenga presente che la nuova piazza urbana prevista nell’ATI n.3, si dovrebbe anche prestare, per qualità dimensioni e caratteristiche costruttive ad ospitare eventi teatrali e musicali accennati nella stessa linea d’intervento.

– spazi per la creazione di un Centro servizi avanzati agli operatori turistici da collocarsi anch’essi a Pienza, nell’ATI n.3, in rete con “sportelli” locali situati a Monticchiello e negli altri comuni del comprensorio Amiata-Val d’Orcia.

3.3 Politiche per la mobilità e la sosta

Nel loro complesso, le politiche per la mobilità e per la sosta intendono dare risposte ai problemi connessi all’intensa frequentazione turistica nei mesi primaverili ed estivi, operando sia sul versante degli adeguamenti infrastrutturali (nuovo by-pass della S.P. 146; nuovi parcheggi per bus; nuovi parcheggi interrati) sia su quello della regolamentazione della sosta.

I criteri generali che guidano le scelte di PS sono quelli di allontanare dal centro abitato i flussi di attraversamento (direttrice Montepulciano-S. Quirico) e di organizzare spazi di sosta per i residenti distinti da quelli per i turisti.

C1) Riorganizzare il sistema degli accessi turistici del capoluogo, in una logica di integrazione con i percorsi pedonali

Con questa linea di intervento ci si propone da un lato di evitare la eccessiva concentrazione di turisti nei punti di approdo ( che oggi giungono con bus utilizzando esclusivamente piazza Dante) e dall’altro di estendere la fruizione turistica a parti dell’insediamento oggi poco considerate (in particolare la splendida passeggiata di S. Caterina), alleggerendo l’intensità della frequentazione delle aree centrali ed offrendo ai turisti opportunità maggiori di fruizione del paesaggio e dei beni storico-architettonici.

Si tratta in particolare di affiancare all’approdo tradizionale di Piazza Dante, che in prospettiva verrà utilizzato soprattutto da persone con problemi di mobilità (ad esempio anziani), una nuova piazza/area attrezzata in prossimità del campo sportivo (accessibile con immediatezza dal nuovo by-pass illustrato nel paragrafo successivo) dove saranno realizzati un piccolo museo, servizi igienici, piccoli spazi commerciali e un centro di informazioni, e dalla quale sarà possibile raggiungere il centro attraverso il percorso pedonale di via di S. Caterina, che affaccia sulla Val d’Orcia.

C2) Alleggerire dal traffico di attraversamento il nodo di Piazza Dante.

A tal fine viene ripresa - con piccole modifiche - una proposta già contenuta nel precedente PRG, ovvero quella di realizzare un by-pass che, staccandosi dalla S.P. 146 Montepulciano-S.Quirico in prossimità della Fornace Cherubini, intercetterà nuovamente la S.P. 146 in prossimità del limite nord-ovest dell'edificato, lasciando la villa Casa al Piano sulla destra.

Il nuovo tracciato consentirà dunque di escludere dal traffico di attraversamento Via di S. Gregorio, Piazza Dante e Via della Madonnina; fungerà inoltre da margine settentrionale all'abitato di Pienza, la cui maglia viaria rimarrà indipendente (non vi saranno intersezioni) in modo da distinguere nettamente i due flussi.

Come si è detto in precedenza, in corrispondenza dell’incrocio tra la nuova strada e la S.P. 146 per S. Quirico verrà realizzata, in adiacenza al campo sportivo, un nuovo punto di approdo per bus ed auto.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 27 Relazione Generale

La nuova strada sarà dotata di una fascia di ambientazione della larghezza di 10/15 m per parte, che sarà utilizzata verso nord per creare una fascia di coltivazioni legnose (al fine di inserirla meglio nel paesaggio agrario) e verso sud per migliorare anche attraverso la modellazione del suolo (duna antirumore) il confort acustico delle residenze più vicine.

C3) Evitare le sovrapposizioni tra aree di sosta necessarie ai residenti e quelle utilizzate dai turisti.

I residenti della parte moderna di Pienza hanno spesso difficoltà di parcheggio a causa della presenza massiccia delle auto dei visitatori del centro storico. Per risolvere questa situazione il PS prevede la messa in campo di due strategie: da una parte l’incremento dei posti auto disponibili, dall’altra l’articolazione della quantità complessiva dei parcheggi in due sistemi indipendenti di sosta, uno rivolto ai residenti ed uno ai turisti.

Fermo restando che tali intenzioni possono trovare una formulazione compiuta solo in fase di redazione di un Piano del Traffico (neanche un Piano della sosta sarebbe esaustivo, perché molte possibilità di parcheggio sarebbero offerte, ad esempio, da un aumento dei sensi unici nella regolamentazione della viabilità), la rilevanza del tema per la vivibilità dell’intero centro urbano di Pienza è tale che si è ritenuto utile fornire alcune ipotesi di tipo localizzativo e organizzativo/regolamentare, al solo scopo di fornire un’idea generale dei risultati attesi dal perseguimento di questa linea d’intervento (vedi tab. 4).

Secondo tale ipotesi la disponibilità di posti auto a Pienza dovrebbe subire un incremento complessivo di circa il 73%, passando dagli attuali 416 posti a 720 mediante un insieme coordinato di azioni.

Innanzitutto Il PS prevede che l’attuale parcheggio a pagamento dell’ex foro Boario (di proprietà comunale) sia interessato dalla realizzazione di piani interrati attrezzati a box, o posti auto, da vendersi preferibilmente a residenti nel centro storico o persone che ivi svolgono la propria attività (ATI n.4). Essi manifestano infatti difficoltà nel reperimento di spazi di servizio (parcheggi privati ma anche cantine e depositi) a causa della scarsa disponibilità di tali spazi, almeno a prezzi accessibili. La realizzazione di questo progetto dovrebbe consentire di elevare gli attuali posti auto da 125 a 170, mantenendone comunque almeno un centinaio per la sosta a pagamento.

In secondo luogo, atteso lo scontato mantenimento del divieto di accesso con veicoli al centro storico, saranno destinati ai residenti dello stesso tutti gli attuali parcheggi già riservati a ridosso delle mura, fatta eccezione per i 58 parcheggi riservati nel tratto Largo Roma-Via delle Mura che saranno del tutto o in parte dislocati per consentire la riqualificazione di tale fascia di contatto tra centro storico e città nuova (vedi linea d’intervento A1). I posti auto rimossi saranno comunque ripristinati nelle immediate vicinanze: nell’ipotesi di una dislocazione totale potrebbero rendersi disponibili 36 posti grazie alla sistemazione della vicina Via Mencattelli (24 semplicemente riservando ai residenti i posti liberi esistenti, e 12 di nuova realizzazione (vedi ATI n.4, par. 12.4). I rimanenti 25 (o più) potrebbero essere reperiti nel parcheggio di superficie dell’ex Foro Boario, o direttamente nel piano interrato previsto nella stessa area, da destinarsi a box e posti auto da assegnare a condizioni di favore e in via preferenziale ai residenti del centro storico.

Infine, i circa 194 posti auto liberi nella città nuova – sebbene ridotti a 170 per la decurtazione dei 24 parcheggi di Via Mencattelli che il PS intende riservare ai residenti - subiranno un incremento considerevole, arrivando ad un totale di 450 con le seguenti modalità:

– ampliando il parcheggio presso il campo sportivo fino a contenere circa 200 posti auto. In considerazione della maggiore distanza dal centro, si potrà parcheggiare gratuitamente.

– localizzando i circa 40 posti auto dovuti – a titolo di standard urbanistici - dai realizzatori della nuova piazza sita lungo il primo tratto di Via Fontanelle nel tratto terminale della stessa via.

– reperendo ulteriori 40 posti nella città nuova, laddove maggiore si presenta la domanda.

L’uso di tale considerevole stock di parcheggi liberi sarà – previ opportuni studi specialistici di dettaglio - regolato in modo da riservare – limitatamente ai periodi di maggiore afflusso turistico – i necessari posti auto per i residenti. In tal modo, si dovrebbero eliminare forse il “conflitto” più ricorrente tra residenti e turisti, garantendo, al tempo stesso, la possibilità di un agevole parcheggio libero per i visitatori nei periodi meno affollati.

Per i pullman turistici verrà predisposto un parcheggio a pagamento nell’area della ex Fornace Crestini.

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Per quanto concerne Monticchiello, dove il problema della domanda insoddisfatta di parcheggi è comunque meno acuto (presentandosi in particolare in concomitanza con le rappresentazioni del Teatro Povero), la conformazione dei luoghi e la delicatezza del contesto hanno sconsigliato le previsioni di ulteriori aree di parcheggio a ridosso del centro storico, attesa anche la recente realizzazione dell’area a parcheggio prossima alle mura, in località S. Rocco per circa 60 posti auto. Si intende procedere di converso ad una riorganizzazione del viale di accesso al centro – viale Marino Cappelli – accompagnando il miglioramento dell’arredo verde e della viabilità pedonale con il riordino della sosta veicolare e la conferma dei due piccoli parcheggi già previsti dal vigente PRG in prossimità della ex casa cantoniera.

Tab. 3.4. Bilancio Parcheggi auto a PS realizzato per Tipologia di sosta

N° POSTI A PS N° POSTI TIPOLOGIA ED UBICAZIONE PARCHEGGI REALIZZATO ATTUALI (CIRCA) (CIRCA) Parcheggi a pagamento

Ex Foro Boario (superficie) 125 100 Ex Foro Boario (interrato) 70 Totale parcheggi a pagamento 125 170

Parcheggi riservati ai residenti del CS

Largo Roma 23 0 Via delle Mura 35 0 Altri parcheggi riservati a ridosso del CS 39 39 Ridestinazione a parcheggi riservati dei posti auto liberi a via Mencattelli 24 Posti auto aggiuntivi a via Mencattelli 12

Posti auto aggiuntivi foro Boario (superficie) 25 Totale riservati residenti 97 100

Parcheggi liberi (in parte riservati ai residenti nei giorni di maggiore afflusso turistico)

Via Mencattelli 24 0 Altri parcheggi liberi nella città recente 170 210 Approdo nord 200 Via Fontanelle 40 Totale parcheggi liberi 194 450 Totale generale 416 720

Incremento percentuale 73%

fonte: elaborazioni su dati dello studio di settore ( Massimo Ferrini, TAGES)

C4) Attenuare gli effetti negativi della frequentazione intensa della viabilità minore del territorio aperto

La viabilità minore del comune è prevalentemente di origine storica, e costituisce oggi la rete privilegiata per la fruizione intima del territorio: gli insediamenti del territorio aperto, ed in particolare quelli di maggior pregio storico architettonico, sono infatti collocati in prossimità – quando non in adiacenza - di tali tracciati storici.

Conseguentemente, la rete viaria minore ha subito negli ultimi anni un incremento considerevole della frequentazione, causando fenomeni di disturbo per i residenti (stabili o temporanei) degli edifici limitrofi, percepito in termini di eccessivo aumento di polvere e rumore e, soprattutto, di riduzione della sicurezza. Per tali motivi questi residenti hanno in più occasioni manifestato l’esigenza di poter chiudere alla pubblica frequentazione tali tracciati viari o di deviarne il percorso nel tratto più prossimo alle residenze.

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Attesa la rilevanza storica e paesaggistica della rete viaria minore, ma anche considerando che la qualità insediativa è stata assunta dal piano come un valore da promuovere sia nei centri abitati che nel territorio aperto, il PS fissa criteri e modalità per contemperare l’esigenza di non stravolgere l’assetto e le funzioni della rete minore e quella di salvaguardare la qualità dell’abitare.

3.4 Politiche di gestione del paesaggio e del patrimonio archeologico, storico e architettonico diffuso

Le politiche per il paesaggio e per il patrimonio diffuso sono finalizzate alla tutela di risorse che connotano l’identità profonda di Pienza, risorse la cui qualità è riconosciuta ampiamente, ma che sono tuttavia soggette a dinamiche evolutive non sempre positive.

D1) Migliorare le caratteristiche percettive ed ambientali del territorio aperto L’eccezionale qualità paesaggistica del territorio pientino è innanzitutto ascrivibile alla quasi totale assenza di processi di dispersione insediativa, fatta eccezione per l’”arcipelago produttivo” che caratterizza l’area a nord del centro urbano di Pienza, per l’area caratterizzata da funzioni miste produttivo-residenziali, denominata “Borghetto”, (sita in prossimità dell’innesto della strada comunale “Fonteggiano-Borghetto” e la S.P. 146 per Montepulciano nel tratto in cui quest’ultima coincide con il confine occidentale del Comune di Pienza) nonché per le aree dedicate alla lavorazione degli inerti presenti in prossimità dell’alveo dell’Orcia.

Facendo proprie le linee di politica territoriale contenute nel PIT vigente (art. 62) e gli obiettivi di governo del sistema insediativo provinciale del PTCP (artt. L2 ed L3), nonché tenendo conto delle nuove linee evolutive proposte dal PIT adottato nel gennaio 2007, il PS conferma in primo luogo l’intenzione di contrastare l’affermazione della città diffusa e degli agglomerati lineari lungo le strade, individuando nel sistema urbano provinciale, dati i suoi caratteri di alta densità e fitta articolazione nei suoi rapporti col territorio aperto, la struttura del sistema insediativo e la condizione localizzativa essenziale per la previsione di ulteriori addizioni edilizie, residenziali e produttive.

In tale logica rientra infatti l’intenzione di redimere la prima delle due situazioni sopra accennate inserendola tra le aree di trasformazione (ATI n.1), e di contenere gli interventi in località Borghetto nei limiti indispensabili al miglioramento ambientale e funzionale dell’insediamento. In secondo luogo, il PS - sviluppando una linea di lavoro suggerita dal PTCP di Siena e successivamente ripresa dal Regolamento per l’ANPIL Val D’Orcia - ha operato una ricognizione delle tessiture del paesaggio agrario, proponendone una gestione orientata:

– alla tutela delle biancane e dei calanchi, un tempo dominanti nel paesaggio agrario della Val d’Orcia e fortemente ridotte dai processi produttivi maturati nel secondo dopoguerra: la tutela delle biancane è peraltro prescritta dal PIT regionale;

– alla tutela delle tessiture agrarie a maglia fitta, (promiscuo del seminativo, vite ed ulivo) presenti soprattutto nei dintorni degli insediamenti principali;

– all’incremento della vegetazione non colturale (boschetti isolati, vegetazione riparia e degli impluvi, siepi) nelle aree dove l’estensivizzazione del seminativo asciutto ha provocato una radicale semplificazione del mosaico agrario;

– alla riqualificazione delle tessiture agrarie della bonifica di fondovalle (localizzate soprattutto in prossimità dell’Orcia) sia attraverso l’incremento della vegetazione non colturale (siepi, filari) sia attraverso la conservazione della rete scolante.

In termini generali, la strategia di gestione del paesaggio punta alla complessificazione del mosaico agrario, in questo introducendo alcuni elementi (soprattutto la presenza di vegetazione non colturale) eliminati dai processi di estensivizzazione. Va specificato che non si vuole tentare una operazione antistorica di reintroduzione del paesaggio della mezzadria, ma più semplicemente recuperarne alcuni aspetti che presentano ricadute positive non solo in termini percettivi, ma anche ai fini della tutela della biodiversità e della stabilità dei suoli (come è noto, infatti, la presenza di siepi, arbusteti e vegetazione di ripa attenua parzialmente il dilavamento dei suoli).

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Trattandosi di un tema cruciale si ritiene indispensabile proporre una riflessione in merito alle modalità di concretizzazione di questa linea di intervento del PS, che scontano una palese contraddizione.

Da un lato il paesaggio si presenta come una risorsa assolutamente centrale per la realtà pientina (e della Val d’Orcia), dall’altro sono ad oggi molto labili le opportunità e gli strumenti per il suo governo.

E’ possibile, certo, inibire una serie di trasformazioni urbanistiche ed edilizie suscettibili di abbassare il livello di qualità del paesaggio, ma vi sono oggi potenziali strumenti per promuovere una gestione attiva quale quella proposta dal PS di Pienza.

Strumenti di natura generale sono il Piano di gestione dell’ANPIL che, una volta redatto, potrebbe prevedere (e finanziare) specifici progetti di riqualificazione paesistica, ed il piano di gestione del sito unisco, attualmente in fase di elaborazione. Strumento ancor più interfacciabile con il PS si presenta il progetto di paesaggio è una promettente innovazione tratteggiata dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.Lgs 42/2004) ma priva ad ora di mature sperimentazioni applicative; non sarebbe tuttavia irragionevole che l’ANPIL si candidasse come laboratorio disponibile ad avviare questa nuova esperienza.

Un ulteriore strumento è rappresentato dal programma di miglioramento agricolo e ambientale (PMAA) introdotto dalla l. reg. 64/95, novellato dalla l. reg. 1/2005 e successivamente disciplinato dal Regolamento di attuazione del capo III della legge stessa); questo argomento è sviluppato nel successivo punto D4.

D2) Migliorare le caratteristiche delle fasce di contatto tra insediamenti urbani e territorio aperto

Il PTCP di Siena pone particolare attenzione, anche attraverso la proposizione di specifiche aree di pertinenza paesistica, alla qualità delle fasce di contatto tra insediamenti urbani e territorio aperto, che nella fattispecie della realtà senese (e Toscana, ma non solo) sono storicamente determinate della sequenza ricorrente (procedendo dall’interno all’esterno) abitato – mura – coltivazioni promiscue – seminativi – pascoli – boschi.

In termini generali si tratta di un tema presente nelle analisi di morfologia urbana, in particolare quelli facenti capo all’analisi percettiva della forma urbana teorizzata da Kevin Lynch. Egli riconosce cinque elementi principali in grado di orientare la lettura della forma della città, anche al fine di indirizzare una eventuale progettazione urbana: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti. I margini, in particolare sono definiti come “gli elementi lineari che non vengono usati o considerati come percorsi dall’osservatore”; ad esempio rive, linee ferroviarie incassate, margini di sviluppo edilizio, mura.

Tuttavia il margine non va pensato come necessariamente coincidente con una barriera fisica: possono infatti darsi margini che svolgono un ruolo di sutura tra due zone della città dalle caratteristiche diverse o, a maggior ragione, tra l’edificato e la campagna circostante.

Per quanto riguarda lo specifico del PS, questa linea di lavoro si propone – sulla base del pattern ora rammentato – di assicurare qualità percettiva ai margini di Pienza e Monticchiello, operando in maniera differenziata a seconda dei contesti.

I materiali su cui lavorare per garantire questa ambientazione (o ri-ambientazione) degli insediamenti sono le colture agrarie, la vegetazione non colturale, le tessiture del suolo, la morfologia, i percorsi e gli eventuali elementi costruiti.

Concretamente, questi aspetti saranno curati in primo luogo attraverso la progettazione di dettaglio del nuovo by-pass della S.P. 146 (che rappresenterà il nuovo margine di Pienza verso nord-ovest) e delle principali aree di trasformazione, che interessano nel loro complesso buona parte dei margini dell’insediamento di Pienza, nonché una parte significativa di quelli di Monticchiello.

Un ulteriore tema di grande rilevanza riguardante la ricucitura delle espansioni recenti di Monticchiello – in ispecie quelle recentissime della lottizzazione “Aia del popolo” – con il contesto circostante.

Per assicurare organicità a questo insieme di aspetti, il PS prevede due specifici progetti di paesaggio.

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D3) Tutelare l’integrità fisica dei BSA del territorio aperto, nonché i loro rapporti figurativi e funzionali con il contesto

La redazione del PS di Pienza è stata accompagnata da una accurata schedatura degli aggregati e dei beni storico-architettonici del territorio aperto (BSA) che costituiscono i fulcri attorno cui ruota l’organizzazione del paesaggio, sia sotto il profilo funzionale (agricoltura) che sotto quello percettivo.

Il PS intende, con questa linea di intervento, garantire una gestione di questi beni coerente con il loro valore culturale e sociale, disciplinando in particolare:

– le trasformazioni edilizie ed urbanistiche che li coinvolgono, e che dovranno rispettare le originarie caratteristiche tipologiche e distributive;

– le trasformazioni che riguardano gli spazi aperti (le aie, i viali alberati, i giardini disegnati, le siepi, le recinzioni) e gli annessi (pozzi, giardini d’inverno, fienili, stalle) intimamente legati ai BSA;

– le trasformazioni suscettibili di modificare negativamente i rapporti percettivi storicamente consolidati tra i BSA ed il loro contesto figurativo agricolo e ambientale.

I primi due aspetti saranno compiutamente sviluppati dal RU (il PS conterrà comunque indirizzi e criteri in merito), mentre la tutela dei rapporti percettivi dei BSA con il contesto figurativo verrà perseguita sviluppando l’approccio proposto dal PTCP di Siena, ovvero individuando – per i BSA di maggiore rilevanza – aree di pertinenza paesistica ove applicare una specifica disciplina che può giungere alla inedificabilità.

D4) Orientare la redazione dei PMAA in coerenza con il contesto paesistico e ambientale

Come è noto, i PMAA sono i principali strumenti che regolano le trasformazioni nel territorio aperto, e sono quindi oggetto di grande attenzione da parte del PS che, pur salvaguardando le esigenze espresse dalle attività agricole, intende orientare le trasformazioni in una logica di coerenza e compatibilità con il contesto.

I rapporti tra PS e PMAA sono impostati su tre profili complementari; urbanistico, edilizio ed ambientale.

Per quanto concerne il profilo urbanistico, il PS individuerà come si è già accennato alcune aree (le aree di pertinenza paesistica, sia dei centri abitati principali che dei più rilevanti BSA, ad esempio Castelluccio, Spedaletto, S. Anna in Camprena, etc.) ove sarà inibita la realizzazione di nuove residenze ed eventualmente di annessi agricoli. Queste norme saranno dettate da considerazioni di carattere paesistico, ed avranno di conseguenza valore di Piano Paesaggistico ai sensi del D. Lgs 42/2004.

Ulteriori indicazioni di natura urbanistica riguarderanno:

– criteri specifici di localizzazione per i nuovi manufatti edilizi, modulati in funzione della tipologia insediativa e delle tessiture agrarie in cui andranno a collocarsi;

– criteri per le variazioni da apportare alla viabilità poderale;

– la inibizione, in una logica di coerenza con il disposto dell’art. 41, co. 5, lett. c) della l. reg. 1/2005, delle variazioni di destinazione d’uso degli annessi agricoli, la disciplina per le trasformazioni degli edifici in caso di cambio di destinazione d’uso nonché le regole per lo smantellamento degli annessi inutilizzati;

Per quanto concerne gli aspetti edilizi il PS contiene (ed il RU in prospettiva conterà):

– indicazioni morfotipologiche e costruttive inerenti le nuove residenze rurali da realizzarsi attraverso PMAA. Si tratterà in particolare di assicurare alle nuove costruzioni un certo grado di coerenza con gli edifici realizzati in passato (ad esempio utilizzo di mattoni o pietra; assenza di elementi quali porticati e terrazze; forma quadrangolare o comunque compatta; tetto a falde; altezza massima di due piani. Sarà utile in proposito far riferimento alle tipologie utilizzate dagli anni '30 agli anni '60);

– indicazioni inerenti le caratteristiche costruttive degli annessi agricoli da realizzarsi attraverso i PMAA. L’art. 41 della l. reg. 1/2005 ha fortunatamente interrotto il circuito vizioso in base al quale gli annessi agricoli venivano trasformati in edifici residenziali (e talvolta costruiti già in questa prospettiva). Ai PS

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spetta ora il compito di regolamentare la realizzazione dei nuovi annessi evitando che la loro natura provvisoria induca alla costruzione di oggetti incongruenti con il paesaggio agrario circostante.

Per quanto riguarda infine il profilo ambientale, il PS specifica ulteriormente le indicazioni – contenute nel Regolamento dell’ANPIL e a loro volta mutuate dal PTCP – in merito agli interventi di miglioramento ambientale da prevedere nei PMAA; si eviterà in particolare che tali interventi abbiano natura estemporanea, curando di converso che, in funzione dei luoghi, abbiano effetti positivi sulla rete ecologica.

Nel medesimo spirito, il PS contiene criteri per la individuazione degli interventi di riqualificazione ambientale da applicarsi nelle operazioni di deruralizzazione;

D5) Tutelare l’integrità fisica delle aree archeologiche

Gli studi del QC inerenti il patrimonio archeologico hanno messo in evidenza, oltre ad una area già vincolata (necropoli di Catelluccio), la presenza di 374 aree di interesse storico archeologico: da queste sono stati selezionati 20 siti10 dove affiora massicciamente materiale archeologico o dove rimangono tracce delle antiche strutture.

Sotto il profilo della tutela, il PS segnala l’esistenza di questi 20 siti e vi applica una disciplina atta a garantire che eventuali trasformazioni di rilievo (lavorazioni profonde, scavi di fondazioni, realizzazione di infrastrutture) siano accompagnate da indagini preventive tese ad individuare incompatibilità con l’integrità fisica dei reperti. In casi specifici tali indagini potranno accompagnare anche le fasi di cantiere delle opere.

Sotto il profilo della valorizzazione, i siti più significativi sono da includersi in percorsi fruitivi.

3.5 Le politiche per la sostenibilità e la tutela delle componenti ambientali

Il PS assume la sostenibilità come un orizzonte cruciale ai fini del mantenimento e dello sviluppo dei positivi processi in atto, ed a tal fine intende tutelare ed incrementare, attraverso una pluralità di linee di intervento, la qualità del ciclo dell’acqua, del suolo e degli ecosistemi.

E1) Regolare le trasformazioni e gli usi del suolo in funzione della vulnerabilità degli acquiferi soggiacenti

La Carta della vulnerabilità degli acquiferi e delle aree di tutela, è stata redatta coerentemente a quanto indicato nell’Allegato del PTCP di Siena, utilizzando anche come riferimento di base la cartografia del PTCP stesso.

La carta della vulnerabilità è stata redatta seguendo il principio della vulnerabilità intrinseca, ovvero, in funzione delle litologie ospitanti l’acquifero e quindi della loro porosità, del loro grado di fratturazione e quindi della loro permeabilità primaria e/o secondaria.

In particolare si sono prese come riferimento le situazioni idrogeologiche indicate nell’Allegato 1 del PTCP sotto la voce “Caratteristiche degli acquiferi” al fine di catalogare per confronto diretto sia gli acquiferi rinvenuti che le litologie probabilmente sede di acquifero.

Per quanto fin qui esposto risulta evidente come la base della Carta idrogeologica sia il riferimento essenziale per la redazione della vulnerabilità.

Inoltre, per quanto indicato negli Art.A2, Art.A3 del PTCP, sono state individuate le Aree sensibili di classe 1 e di classe 2.

Nelle aree sensibili di classe 1 il PTCP prevede una serie di norme di tutela degli acquiferi che sostanzialmente riguardano il divieto di realizzare aree di raccolta e trattamento rifiuti; mentre la realizzazione di impianti fognari è subordinata alla previsione di specifici accorgimenti tecnici (tubazioni a tenuta e depuratori dotati di sistemi di sicurezza atti a garantire fermi impianto fino a 24 ore senza sversamenti di liquidi non trattati). In agricoltura si richiede il contenimento dell’uso di fitofarmaci e l’indirizzo

10 I 20 siti sono ripartiti in 2 di periodo pre-protostorico, 5 di periodo etrusco, 7 di periodo romano e 6 medioevali.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 33 Relazione Generale di non fertirrigare con fanghi di depurazione. In tali aree non devono prevedersi nuovi carichi urbanistici ed i movimenti di terreno dovranno essere realizzati in modo da non compromettere la vulnerabilità della falda sottostante e comunque evitati se profondi.

Nelle aree sensibili di classe 2 il PTCP prevede che le trasformazioni urbanistiche siano realizzate mettendo in essere una serie di misure di salvaguardia atte a evitare fenomeni di inquinamento e in agricoltura le pratiche agricole dovranno seguire le Proposte tecniche dei disciplinari di produzione proposti dall’ARSIA.

Nella carta sono state ubicate e classificate le potenziali fonti di inquinamento (allevamenti, distributori di carburanti, punti di scarico fognari, etc.) e sono stati riportati tutti i corpi idrici rilevati nel territorio, le sorgenti e i pozzi sfruttati ad uso idropotabile e non.

Per quanto concerne i punti di captazione di acque sotterranee destinate al consumo umano, viene confermata l’applicazione della disciplina indicata dal PTCP,

E2) Eliminare il rischio idraulico

In riferimento al rischio idraulico sono stati effettuati studi geologici che hanno definito le aree esondabili così come indicate dalla DCR 230/94. Nel rispetto del PIT e coerentemente con il PTCP di Siena e con gli strumenti di governo delle autorità di Bacino dell’Arno e dell’, sono state individuate le aree a diversa pericolosità idraulica, per le quali il PIT definisce le possibilità di trasformazioni urbanistiche, nonché le tipologie e le modalità di intervento.

E’ da rilevare che, pur trattandosi di norme piuttosto restrittive (comunque discendenti da un quadro normativo sovraordinato) non sono da attendersi influenze negative sulle attività produttive in essere.

Il Comune di Pienza ricade sia nel Bacino del fiume Ombrone che nel bacino del fiume Arno, ed è quindi interessato dai PAI (Piano Assetto Idrogeologico) delle due Autorità di bacino competenti. I PAI definiscono con attenzione gli interventi di mitigazione del rischio idraulico, che diverranno parte integrante del PS.

E3) Garantire la coerenza delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie con le caratteristiche di stabilità dei versanti

In applicazione del PTCP è stata redatta una specifica cartografia che, in funzione di parametri geologici (rocce e terreni affioranti), delle pendenze e dei vari tipi di uso del suolo - individua le aree a differente grado di instabilità: da aree stabili ad aree fortemente instabili.

L’analisi dei dati permette di poter osservare come un corretto uso del suolo sia essenziale per la stabilità dei suoli e per preservarli dai fenomeni erosivi, nella realtà di Pienza legati prevalentemente al ruscellamento delle acque. Le differenti destinazioni colturali (vigna, oliveto, seminativo…etc.) e soprattutto le metodologie di coltivazione agraria influenzano notevolmente i processi erosivi, e spesso possono essere la causa primaria di dissesti.

In funzione dei vari gradi di instabilità dei versanti individuati nella cartografia, il PS indicherà le limitazioni da rispettare; saranno inoltre indicati i metodi di lavorazione agraria e di coltivazione atti a diminuire l’instabilità dei versanti ed i processi erosivi.

La Carta della stabilità potenziale dei versanti, concorre a formare la Carta della Pericolosità geologica (DCR 94/85). Questa è lo strumento essenziale per definire le aree ove è possibile prevedere le trasformazioni urbanistiche e soprattutto i vincoli relativi. Saranno identificate aree a pericolosità da 1 (irrilevante) a 4 (elevata).

Per le aree 1 e 2 non saranno previsti vincoli particolari e sarà possibile definire, nel caso, nuove destinazioni urbanistiche e trasformazioni.

Per le aree a pericolosità 3 sarà possibile definire interventi edificatori e di trasformazione, ma solo a seguito di indagini dettagliate.

Per le aree a pericolosità 4 le restrizioni edificatorie saranno forti ed in alcuni casi vietate le nuove edificazioni e molti interventi di modifica del suolo (scavi, pozzi etcc.).

Comune di Pienza - Piano Strutturale 34 Relazione Generale

E4) Evitare fenomeni di amplificazione della faglia sottostante il centro storico di Pienza

In relazione al sistema di fratture che interessa il centro storico di Pienza, con particolare riguardo al Duomo ed a Palazzo Piccolomini, gli studi geologici hanno riguardato non solo la superficie ma anche il rilievo di fratture in cavità naturali e antropiche presenti nel sottosuolo.

Questi dati sono stati riportati in dettaglio su una cartografia in scala 1:500, che ha permesso di definire con grande accuratezza l’area interessata dal fenomeno, le sue dinamiche nonché di approfondire ed integrare le conoscenze scientifiche in merito.

E’ stato confermato che il corpo interessato dal movimento si estende fuori del centro storico, ed interessa un’ampia superficie che si sviluppa a valle del Duomo fino in aperta campagna.

Trattandosi di una criticità che minaccia una risorsa centrale di Pienza, il PS -nei limiti propri di uno strumento urbanistico- intende porre in essere una serie di misure di salvaguardia atte a mitigare eventuali effetti che, nel tempo, potrebbero accentuare il fenomeno.

Si prevederà in particolare:

– La perimetrazione di una vasta area dove inibire trasformazioni urbanistiche ed edilizie;

– L’allontanamento del traffico pesante lungo la strada che costeggia a valle il Duomo;

– L’accurata manutenzione delle reti idriche e fognarie e del sistema di regimazione delle acque superficiali nell’area rurale a valle del Duomo;

– L’indicazione di appropriate metodologie di intervento nelle ristrutturazioni edilizie dei fabbricati ubicati nell’area del dissesto;

– Indicare metodi di monitoraggio a medio – lungo periodo per definire le dinamiche deformative del centro storico in modo da indicare zone a diverso rischio a cui associare interventi appropriati per la messa in sicurezza degli edifici e/o dei terreni.

E5) Tutelare le risorse naturali (aria acqua suolo e materie prime), assicurando in particolare la compatibilità delle aree estrattive e il risparmio energetico

La ricognizione delle risorse operata con il Quadro Conoscitivo del PS fa ritenere indispensabile una modifica alle indicazioni dell’attuale PRAE, che prevede l’ampliamento dell’area di cava di Fosso Rigo (CEA1, 921 BO) e l’apertura di due aree di cava attualmente non avviate, denominate Pian Porcino (CEA1, 921 CO) e Salvadominici (CN1, 921 D4).

Nel caso di Fosso Rigo e Pian Porcino, questa scelta è suggerita dalla particolare tipologia e collocazione delle risorse potenzialmente utilizzabili per attività estrattive – si tratta di ghiaie poste in prossimità dell’alveo dell’Orcia – che non solo non attivano significative filiere produttive (vedi art. O2 del PTCP) ma insistono su contesti delicati, tutti interni al SIR n.97 “Crete d’Orcia e del Formone”; Nel caso di Pian Porcino, va inoltre sottolineata anche la adiacenza alla Riserva Naturale Provinciale di Lucciolabella mentre la cava di Fosso Rigo interesserebbe aree limitrofe all’albero monumentale “Roverella delle Checche”. Nel caso di Salvadominici, si andrebbe ad interessare un’area oggi caratterizzata da un mosaico paesaggistico di grande pregio.

Si ritiene, in sostanza, che il PRAE risulti desueto in rapporto sia alle politiche di tutela maturate con l’istituzione dell’ANPIL e con il riconoscimento UNESCO dell’intera Val d’Orcia, sia con le forme di turismo naturalistico e culturale che innervano da un decennio a questa parte le attività economiche dell’area, e che le modificazioni paesaggistiche e le esigenze funzionali connesse alle nuove cave (impianto di cantieri, trasporto materiali sul tracciato di interesse paesaggistico europeo della strada della bonifica, ecc.) siano incompatibili con le strategie territoriali tanto comunali quanto di area vasta.

Nel contempo, si ricercheranno modalità per assicurare una migliore funzionalità e compatibilità ambientale alle attività in essere, anche derivanti da pregresse attività di cava, che ad oggi presentano profili problematici.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 35 Relazione Generale

Si ritiene di converso praticabile una ulteriore attività estrattiva molto mirata.

Occorre tener presente, infatti, che i fabbricati dei centri storici di Pienza e Monticchiello, sono stati realizzati prevalentemente utilizzando blocchi di arenaria estratti da giacimenti siti nel Comune, dei quali quello storico è ubicato a Pienza in loc. S. Caterina, dove si scorgono ancora i segni dei processi estrattivi. E’ prevedibile che, in occasione di interventi di restauro e riuso (ma anche di nuova edificazione) risulti utile la disponibilità di pietra locale. Il PS conterrà in tal senso una specifica disciplina delle modalità di approvvigionamento di tale materiale (arenaria locale) in modo da evitare fenomeni di sciacallaggio del territorio e demolizioni di muri di contenimento nelle aree rurali.

A tal fine saranno identificate le aree di approvvigionamento e, in accordo con l’Amministrazione Provinciale (titolare del PAERP) definiti i siti e le regole di escavazione. I volumi scavati saranno dedicati ai soli fabbricati edificati nel territorio comunale, collegando le concessioni edilizie ai volumi richiesti e quindi controllando il reale fabbisogno di arenaria, realizzando quindi un’attività estrattiva di stretto supporto ai processi edificatori locali.

E6) Incrementare la tutela della biodiversità e la continuità ambientale

Gli studi di ecologia del paesaggio redatti per il PS di Pienza hanno sviluppato una linea di lavoro già presente negli studi per il regolamento dell’ANPIL, individuando sistemi e sottosistemi omogenei e definendo per ciascuno di essi i profili di una gestione tesa ad incrementarne la qualità ambientale.

Sono indicazioni che, come già rilevato in precedenza, presentano valenze positive anche in termini di qualità del paesaggio agrario. Oltre al tema legato alla conservazione delle biancane e dei calanchi (aree ad elevata diversità e presenza di endemismi), si tratta infatti di ampliare la consistenza della vegetazione non colturale, introducendo ad esempio boschetti in aree coltivate intensamente a seminativo, oppure di rafforzare la vegetazione presso i corsi d’acqua e lungo gli impluvi, ovvero di azioni che vanno nella medesima direzione richiamata a proposito della gestione del paesaggio (linea di intervento D1). In sostanza, gestione del paesaggio, tutela della biodiversità ed interconnessione/creazione delle reti ecologiche sono aspetti complementari e come tali si intende trattarli nel PS.

Il PS, nel proporre questa linea di intervento, sottolinea la necessità che venga inscritta nel più ampio programma di gestione dell’ANPIL, in una logica di coordinamento sia con il Piano di gestione della riserva di Lucciolabella sia con quelli dei SIR (Siti di Importanza Regionale).

E7) Tutelare e valorizzare i geositi

Ciascun corpo roccioso contiene al proprio interno informazioni che permettono di risalire al suo ambiente di sedimentazione o di formazione e, talvolta, anche le testimonianze di travagliati piegamenti o traslazioni.

Il PS di Pienza ha potuto contare su studi geologici molto accurati, che hanno messo in luce alcune pagine belle ed interessanti della storia profonda del territorio – i geositi – la cui tutela e valorizzazione presenta interessanti potenzialità a fini didattici e scientifici; di qui la opportunità di prevedere questa linea di intervento, che peraltro opera nell’alveo di una scelta già operata a livello regionale.

3.6 Politiche di area vasta

Numerosi studi di settore – dalla economia territoriale alla ecologia del paesaggio – hanno evidenziato la rilevanza e l’opportunità dei recenti processi di integrazione dei comuni della Val d’Orcia, materializzatisi fino ad ora nella istituzione dell’omonima ANPIL e nel riconoscimento dell’UNESCO, oltre che nell’attività della Comunità Montana dell’Amiata-Val d’Orcia.

Il PS assume questi processi come un elemento di grande importanza, da sviluppare in futuro non solo attraverso il rafforzamento dell’azione congiunta tra i comuni della Val d’Orcia, ma anche puntando ad un incremento delle relazioni con territori più ampi.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 36 Relazione Generale

F1) Realizzare progetti di riqualificazione ambientale da sviluppare a livello di ANPIL

Per quanto riguarda questa linea di lavoro, il PS si pone in una logica di continuità con il percorso avviato con l’approvazione del regolamento dell’ANPIL, primo atto in direzione della formulazione di un vero e proprio piano di gestione dell’area protetta.

Il PS propone in particolare, offrendo elementi conoscitivi e progettuali in tal senso, di portare avanti due progetti già tratteggiati negli studi per l’ANPIL, ovvero:

– Il progetto speciale “rete ecologica” che, a partire dalle core areas costituite dalle riserve naturali provinciali (in specie quella di Lucciolabella) persegua una migliore funzionalità dei processi ecologici dell’area, integrando le aree a dominante naturalistica. – Il progetto speciale “piano di interpretazione”, finalizzato a diffondere la conoscenza dei valori naturalistici, storici e paesaggistici, nonché delle misure adottate per la loro gestione (vedi anche linea d’intervento B3).

L’ambito di area vasta, anche più ampio dell’ANPIL, si presenta inoltre quello in cui maturare scelte inerenti l’eventuale riuso delle strutture a suo tempo realizzate per la diga di S. Piero in Campo

F2) Innervare le strutture ricettive e i percorsi di fruizione del territorio aperto nel disegno complessivo dell’ANPIL e della via Francigena

Si tratta di una linea di intervento per molti versi complementare alla precedente, che il PS intende concretizzare:

– proponendo la realizzazione di una struttura per la ricettività giovanile funzionale a fungere da “tappa” per percorsi, soprattutto ciclabili, facenti parte di un circuito potenzialmente esteso all’intera provincia; – proponendo itinerari di fruizione del territorio non ripiegati sulle risorse specifiche di Pienza, bensì aperti ai territori circostanti.

F3) Coordinare la collocazione di funzioni e strutture di rango elevato

Il PS ha rilevato la contraddizione costituita dal fatto che un territorio, la cui qualità è oggetto di riconoscimenti di importanza a livello mondiale, sia sede attualmente di un novero molto limitato di strutture e funzioni di rango elevato, quali ad esempio servizi alle attività produttive o sedi di istituti di alta formazione.

Coinvolgendo una utenza proveniente da territori molto ampi, la collocazione in un comune di funzioni di rango elevato è ovviamente il prodotto di una decisione che non può essere assunta autonomamente dalla singola amministrazione, presentandosi di converso come l’esito di un processo di coordinamento dei differenti soggetti coinvolti.

Il PS intende partecipare all’avvio di questi processi prevedendo in particolare la possibilità di:

– realizzare una attrezzatura di interesse generale quale potrebbe essere, ad esempio, la cantina sociale del Rosso Val d’Orcia (area dell’ex Fornace Crestini); – realizzare un centro servizi avanzati alle attività produttive (area dell’ex fornace Crestini); – collocare funzioni legate alla alta formazione in contenitori storici del centro di Monticchiello.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 37 Relazione Generale

4 LA FORMA DEL PIANO

4.1 Alcune scelte di base

Il PS di Pienza si colloca in una stagione di sperimentazione della nuova l. reg. Toscana 1/05 “Norme per il governo del territorio”, e l’intenzione della Amministrazione Comunale è quella di procedere alla redazione di un piano che si misuri pienamente con le innovazioni introdotte; saranno garanzie di buoni risultati sia la riflessione maturata all’interno del gruppo di lavoro e della amministrazione comunale, sia una stretta collaborazione con la Regione Toscana e con la Provincia di Siena.

Prima di illustrare la struttura organizzativa del PS, oggetto dei paragrafi che seguono, si ritiene importante esplicitare alcuni requisiti che si è inteso porre alla base del PS stesso.

Il primo requisito che si è inteso assicurare al PS è la chiarezza: questa scelta nasce dalla convinzione che il PS sia prima di tutto uno strumento per amministrare, e come tale debba presentare un linguaggio e una struttura facilmente comprensibili; se inevitabile – data l’ampiezza dei temi trattati – può risultare complessa, ma non inutilmente complicata. Anche le regole che contiene debbono risultare di facile interpretazione, e dunque di agevole applicazione.

Il secondo requisito consiste nella capacità di interagire con gli altri atti di governo del territorio.

IL PS è definito dalla nuova l. reg. 1/05 lo strumento comunale di governo del territorio, ovvero lo strumento che racchiude in sé un disegno organico di lungo periodo che verrà progressivamente attuato attraverso una pluralità di atti di governo del territorio, tra i quali assume particolare rilevanza il Regolamento Urbanistico (RU).

Il PS deve quindi essere da un lato comprensivo di tutte le tematiche di governo e dall’altro capace di indirizzare gli altri atti con coerenza reciproca, mantenendo quel grado di flessibilità che l’esperienza indica come indispensabile per garantire la capacità di risposta ai problemi che il territorio man mano pone.

In tal senso va rammentato che il PS di Pienza presenta una peculiarità, ovvero quello di interessare un comune che fa parte di un territorio più ampio – la Val d’Orcia – in cui sono in atto o in gestazione politiche di area vasta riguardanti l’ANPIL ed il sito UNESCO.

I confini comunali, quindi, se da un lato saranno i confini amministrativi entro i quali il PS eserciterà la propria disciplina, dall’altro non saranno i confini entro i quali verranno concepite ed attuate le scelte di governo.

Il terzo requisito riguarda la capacità di guidare la qualità delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie; il PS di Pienza è chiamato infatti a gestire un territorio ed un insediamento di grande qualità, cui si intende assicurare una qualità ancora maggiore.

Le trasformazioni urbanistiche ed edilizie che il PS promuove non possono essere dunque guidate esclusivamente da indicazioni quantitative (quanti metri cubi costruire, quali funzioni prevedere), esigendo anche delle forme di orientamento dei loro esiti formali.

Un PS non può tuttavia contenere anche i progetti delle trasformazioni stesse, non solo perché non sarebbe coerente con la sua natura, ma anche perché tali progetti sono influenzati da elementi che emergeranno man mano che ci si avvicinerà alle fasi più avanzate di attuazione, soprattutto nei casi di operazioni (e sono sempre più frequenti) da realizzarsi con la collaborazione tra pubblico e privato.

Per dar risposte a questo aspetto cruciale di governo, il PS di Pienza, come si vedrà in dettaglio nel successivo cap. 12, contiene una scelta per molti versi innovativa, consistente nel far seguire alla tradizionale definizione delle UTOE due ulteriori passaggi – il disegno strategico della città pubblica e le schede strutturali di indirizzo progettuali – contenenti prestazioni spaziali ed organizzative (ad esempio in merito alla articolazione degli spazi pubblici, alle modalità di fruizione, alla qualità e distribuzione dell’arredo vegetale) ritenute indispensabili per il successivo inserimento progettuale nel contesto urbano e nel paesaggio.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 38 Relazione Generale

Tali prestazioni saranno man mano specificate nei futuri passaggi contenuti nel RU, nei piani attuativi, nel disegno architettonico, assicurando – si ritiene – una maggiore efficacia al PS.

4.2 La struttura organizzativa del PS

Unitamente agli aspetti disciplinari e normativi, nel definire la forma del piano, ovvero la sua struttura logica, si sono tenuti presenti i requisiti illustrati in precedenza; la struttura organizzativa adottata è schematizzata nella Fig. 4.1.

Il motore del PS è l’idea di città, che ha un orizzonte temporale lungo, stimabile in 20/25 anni, e che è stata costruita attraverso la convergenza e sintesi sia di elementi preesistenti e/o esterni al Quadro Conoscitivo (QC), sia dagli studi e ricerche redatti per il QC. L’idea di città si radica nella storia lunga di Pienza (urbana e sociale) e sintetizza il contributo contemporaneo che accompagnerà il segmento temporale della vita della città che sarà guidato dal PS. L’idea di città non è un prodotto tecnico, ma soprattutto politico e sociale, e viene costruita ed affinata con il contributo di processi partecipativi

Dall’idea di città si avvia la strutturazione del PS, che matura con costante riferimento ai contenuti del QC.

Dall’idea di città discende in primo luogo la componente politica del PS, che assume il Disegno di Governo, presentato ai cittadini nel dicembre 2005 e successivamente oggetto di confronto con la società pientina, e lo riassume nei caratteri del piano, ove sono illustrate le politiche che, in una logica di coerenza con l’idea di città, esplicitano le intenzioni del PS, e dunque le linee di lavoro assunte.

A valle delle politiche, il PS specifica le regole e le azioni che ne sostanzieranno l’attuazione, le prime prevalentemente contenute nella componente statutaria del piano, le seconde nella componente strategica.

La componente statutaria definisce le Invarianti strutturali e gli Statuti del territorio, contenenti le regole di gestione di ciascuna risorsa.

La componente statutaria ha come oggetto quindi le risorse essenziali del territorio11, ed esplicita le condizioni di uso coerenti sia con la loro conservazione/tutela che con il loro uso ai fini delle politiche. La componente statutaria fissa in sostanza le condizioni che la componente strategica deve rispettare al fine di perseguire le politiche di piano in una logica di sostenibilità.

La successiva componente strategica indica invece le cose da fare, ovvero le trasformazioni da realizzarsi alle diverse scale (di area vasta; comunale; di sistema o sottosistema; di singola Unità Territoriale Organica Elementare- UTOE; di Area di Trasformazione Integrata ATI) e da programmare attraverso i RU.

I contenuti della componente strategica sono nel complesso destinati ad assicurare la attuazione del PS, ed in tal senso sono accompagnati dalla esplicitazione dei raccordi (indirizzi e prescrizioni) finalizzati sia a trasferire le opzioni del PS nel RU, sia a garantire la compatibilità (e l’interazione) tra PS ed altri strumenti ed atti di governo del territorio.

Come già accennato in precedenza, infatti, il PS è lo strumento di governo del territorio comunale, ovvero un quadro di riferimento di lungo periodo le cui indicazioni vengono concretizzate da una pluralità di atti di governo del territorio.

Il principale di questi atti è il Regolamento Urbanistico (RU) che, ai sensi dell’art. 55 della l. reg. 1/2005, disciplina l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale. Il RU si compone di due parti:

– la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti;

– la disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio.

11 L’insieme delle risorse essenziali del territorio (art. 3 della l. reg. Toscana 1/2005) è costituita da: a) aria, acqua, suolo e ecosistemi della fauna e della flora; b) città e sottosistemi degli insediamenti; c) paesaggio e documenti materiali della coltura; d) sistemi infrastrutturali e tecnologici.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 39 Relazione Generale

Fig. 4.1. Forma e struttura del PS di Pienza

Comune di Pienza - Piano Strutturale 40 Relazione Generale

Accanto al RU, la l. reg. 1/2005 indica come atti di governo del territorio anche i piani complessi di intervento ed i piani attuativi, nonché i piani e programmi di settore, gli accordi di programma e gli altri atti della programmazione negoziata.

Il PS interagisce inoltre con la modulazione della spesa comunale: con il bilancio, quindi, e con il piano triennale delle opere pubbliche.

I raccordi con altri strumenti ed atti di governo del territorio dovranno quindi garantire le interazioni del PS con l’attività di governo del territorio in senso lato, comprendendo dunque anche quella promossa da altri soggetti istituzionali.

Il PS contiene infine, a conclusione della sua componente strategica, le valutazioni delle scelte compiute, anche in rapporto ai profili di coerenza con il PIT regionale e con il PTC provinciale.

In conclusione, Idea di città, politiche, componente statutaria e componente strategica esprimono nel loro complesso i contenuti del PS, e sono formulate in due modi complementari:

– in forma argomentativa, costituendo la Relazione Generale del piano;

– nel linguaggio della pianificazione, ovvero nelle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) e nelle Cartografie di piano.

4.3 Il PS nella logica di area vasta: alcune note sull’ANPIL e sull’invaso di S. Pietro in Campo

Processi di area vasta avviati da oltre un decennio, dapprima la creazione del “Parco naturalistico culturale” della Val d’Orcia e della Comunità Montana, poi della ANPIL Val d'Orcia nonché del suo braccio operativo “Val d’Orcia srl” e in ultimo il riconoscimento della intera Val d'Orcia come patrimonio mondiale dell'UNESCO, evidenziano come non si possa costruire il futuro di Pienza esclusivamente all'interno del suo confine comunale.

Fino ad oggi le linee di lavoro perseguite, pur con luci ed ombre, con successo hanno riguardato soprattutto la gestione del territorio (Regolamento edilizio unificato; Regolamento ANPIL) e la promozione delle attività turistiche.

Prospettive promettenti per il futuro derivano sicuramente dalla prosecuzione di azioni già avviate; in particolare dalla maturazione della ANPIL, attualmente povera di politiche attive, e dalla trasformazione della Val d’Orcia S.r.l. in Fondazione (anche allo scopo di ampliare i processi partecipativi), nonché dalle opportunità, ma anche dagli impegni legati al riconoscimento UNESCO, che esigono la formulazione di uno strumento – il piano di gestione del sito – garante del suo governo unitario; infine, dalla ricerca di ulteriori forme di associazione dei servizi tra i cinque comuni e/o tra i sette comuni della Comunità montana.

Ma vi sono anche opportunità legate all’avvio di nuove iniziative, in particolare l’ampliamento di politiche unitarie capaci di raggiungere la massa critica indispensabile per candidare l'area ad ospitare funzioni ed eventi di rango provinciale o regionale, anche tenendo conto delle opportunità di sistema (ad esempio inerenti il termalismo, le strade del vino, la rete museale, la via Francigena, la rete delle aree protette, i sentieri pedonali ed i percorsi ciclabili) che legano Pienza alla Val d'Orcia, e questa a territori più vasti.

In questo contesto il PS di Pienza intende svolgere il proprio ruolo, ma non vanno sottaciuti i limiti propri di uno strumento che matura all’interno di un singolo comune.

Questi limiti riguardano ad esempio le prospettive dell’ANPIL Val d’Orcia, che stanno maturando attraverso un rapporto tra conferenza dei sindaci dei cinque comuni interessati ed amministrazioni provinciale e regionale: gli scenari futuri sui quali si ragiona sono molteplici – riconfigurazione ANPIL, istituzione di una rete di riserve provinciali, progressiva identificazione del piano di gestione dell’ANPIL con quello del sito UNESCO – ma al momento della adozione del PS non sono maturate ancora scelte definitive.

Il PS ha contribuito a questo processo in corso incrementando la quantità e la qualità delle informazioni disponibili di natura ambientale (in particolare attraverso gli studi degli ecologi vegetali e degli ecologi del paesaggio) ed ha assunto e specificato le scelte di gestione contenute nel Regolamento dell’Anpil in vigore, operando tra l’altro un aggiornamento cartografico delle aree a dominante naturalistica e di quelle a

Comune di Pienza - Piano Strutturale 41 Relazione Generale dominante agricola; non ha potuto, per ovvie ragioni, adottare l’uno o l’altro degli scenari in discussione, decisione che spetta ad un network istituzionale più ampio del consiglio comunale chiamato ad adottare prima ed approvare poi il PS di Pienza.

Considerazioni analoghe riguardano il tema – da anni sul tappeto – delle prospettive del processo interrotto che avrebbe dovuto condurre alla realizzazione dell’invaso di S. Pietro in Campo.

Il PS di Pienza non contiene indicazioni in merito, in quanto il futuro dell’invaso dovrà – alla luce dell’attuale riparto delle competenze in materia di risorse idriche, radicalmente differente da quello vigente al tempo in cui fu presa la decisione originaria – coinvolgere in maniera determinante Regione, Provincia e AATO.

4.4 Riflessioni in merito agli orizzonti temporali del PS e del RU

A differenza della precedente l. reg. 5/95, che prevedeva per il PS una vigenza massima di 10 anni, la nuova l. reg. 1/2005 non indica la durata del PS; specifica invece che le previsioni del RU debbono essere tarate su di un arco temporale quinquennale, (a partire dalla data di approvazione), oltre il quale vengono a cadere anche i vincoli preordinati all’esproprio.

In questo contesto, nella redazione del PS di Pienza, e nella prospettiva di procedere a breve alla redazione del RU, si è scelto di adottare tre orizzonti temporali di riferimento:

– un orizzonte di lungo periodo (20 anni), utile per concepire l’idea di città, si è detto valida come scenario di riferimento sufficientemente lontano nel tempo da poter ipotizzare il superamento di tutte le attuali criticità, offrendo risposte mature e soddisfacenti alle aspettative ed alle aspirazioni delle comunità insediate;

– un orizzonte di medio periodo (10-15 anni), utile per focalizzare un disegno di governo fondato su politiche ed obiettivi ragionevolmente suscettibili di essere perseguiti in un arco di tempo simile alla vigenza del PS; il medio periodo è quindi il tempo delle politiche;

– un orizzonte di breve periodo (i cinque anni di durata del RU) in cui vengono definiti i connotati operativi della gestione territoriale (intesa nel suo senso più ampio; dalla manutenzione dell'esistente alla promozione di nuove iniziative) capace di avviare la concretizzazione degli obiettivi indicati dal PS, verificandone la validità. Il breve periodo è quindi il tempo delle trasformazioni.

La scelta di considerare questa pluralità di orizzonti temporali si ritiene presenti almeno due vantaggi significativi. Il primo è quello di assicurare al governo del territorio una maggiore razionalità e coerenza interna, in quanto viene evidenziata una filiera delle decisioni che divengono man mano più concrete quanto più si riduce l'orizzonte temporale: schematicamente, nello scenario di lungo periodo sono tratteggiate le linee evolutive auspicabili, in quello di medio periodo gli obiettivi da perseguire (e le regole conseguenti), in quello di breve periodo le azioni e gli interventi da porre in essere. In questo modo interventi anche di limitate dimensioni sono riconducibili a strategie più ampie e, di converso, procedendo dal generale al particolare, si può verificare la effettiva corrispondenza tra gli obiettivi dichiarati e gli interventi ed azioni avviati. II secondo vantaggio risiede nella potenziale capacità di questa filiera di rispondere ad eventuali modificazioni delle condizioni al contesto, ovvero nella sua maggiore flessibilità.

Va sottolineato infatti che un piano, in generale, cerca mediazioni tra due esigenze complementari.

Da un lato deve presentare un certo grado di rigidità, in quanto deriva da un processo di formazione complesso (che coinvolge amministrazioni, cittadini e progettisti) in cui sono assunte decisioni rilevanti che non è possibile mettere continuamente in discussione (va applicato in sostanza il principio della continuità amministrativa).

Dall'altro lato, la durata ultradecennale del PS lo espone - soprattutto quando la sua attuazione non coinvolge soltanto la volontà della amministrazione comunale, ma anche quella di partners pubblici o privati - a mutamenti non prevedibili al momento della sua approvazione.

Tradizionalmente a questa esigenza di flessibilità si risponde con il ricorso alle varianti che tuttavia, se molto numerose, rischiano di dare eccessivo spazio ad esigenze contingenti, con pericolo di disarticolare il disegno complessivo del piano e di renderlo quindi meno riconoscibile.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 42 Relazione Generale

II piano costruito con orizzonti temporali plurali (cui corrispondono strumenti differenti di attuazione) consente invece - soprattutto se viene utilizzato il ricorso al metodo della valutazione - di considerare gli effetti di variazioni puntuali sia sul sistema degli obiettivi che sullo scenario di riferimento di lungo periodo, e dunque di compatibilizzare i mutamenti (singole trasformazioni, oppure obiettivi da adottarsi in sostituzione o ad integrazione di altri) correggendo la rotta (con il RU) senza modificare l'impianto del PS assentito dal procedimento amministrativo e dunque dai cittadini.

Fig. 4.2. La struttura delle NTA del PS di Pienza

Titolo I. Norme di carattere generale

Parte I Titolo II. Definizioni I caratteri del Titolo III. Obiettivi generali Piano Titolo IV. Criteri generali di attuazione del PS Titolo V. Efficacia delle norme Titolo I. Le invarianti Sezione I. Gli obiettivi e le Capo I. Lo statuto dell’aria prestazioni Sezione II. I criteri di gestione Sezione I. Gli obiettivi e le Capo II. Lo statuto dell’acqua prestazioni Sezione II. I criteri di gestione Sezione I. Gli obiettivi e le Capo III. Lo statuto del suolo prestazioni Sezione II. I criteri di gestione Parte II La Titolo II. Sezione I. Gli obiettivi e le prestazioni componente Obiettivi e criteri di statutaria gestione delle risorse Capo IV. Lo statuto degli Sezione II. I criteri di gestione ecosistemi e del paesaggio delle unità di paesaggio Sezione III. I criteri di gestione delle forme del paesaggio rurale Sezione I. Gli obiettivi e le Capo V. Lo statuto della città e prestazioni degli insediamenti Sezione II. I criteri di gestione generali Sezione I. Gli obiettivi e le Capo VI. Lo statuto delle reti prestazioni Sezione II. I criteri di gestione Capo I. Le strategie per la tutela degli inquinamenti e per la difesa del suolo Titolo I. Capo II. Le strategie di governo degli ecosistemi e del paesaggio Parte III Le strategie dello sviluppo Capo III. Le strategie di governo per le aree agricole La territoriale componente Capo IV. Le strategie per l’evoluzione della città e degli insediamenti strategica Capo V. Le strategie per l’evoluzione della mobilità e delle reti Titolo II. Le trasformazioni nei progetti delle UTOE e delle ATI Titolo III. I raccordi con gli strumenti ed atti di governo del territorio

Comune di Pienza - Piano Strutturale 43 Relazione Generale

4.5 Le componenti ed i contenuti del PS

Coerentemente con le indicazioni della l. reg. 1/2005 e con le riflessioni sviluppate in precedenza, il PS di Pienza è costituito da: a) Quadro conoscitivo (QC) comprendente i seguenti elaborati:

– Relazioni

- Volume I: Studi di Urbanistica e Archeologia, con allegato Censimento dei Beni Storico Architettonici (BSA) del territorio aperto

- Volume II: Studi sulla Mobilità

- Volume III: Studi di Economia territoriale

- Volume IV: Studi di Antropologia

- Volume V: Studi di Ecologia Vegetale ed Ecologia del Paesaggio

- Volume VI: Studi di Geologia

– Tavole:

- Tav. U1 - Ricognizione dello stato di attuazione del PRG vigente - Pienza; 1: 3.000

- Tav. U2 - Ricognizione dello stato di attuazione del PRG vigente - Monticchiello; 1:3.000

- Tav. UA3 - Sistema degli insediamenti e documenti materiali della cultura; 1/10.000, (a,b,c)

- Tav. U4 - Uso del suolo; 1/10.000, (a,b,c)

- Tav. U5 - Vincoli Urbanistico-ambientali e Reti tecnologiche; 1/10.000, (a,b,c)

- Tav. E1 – Uso e copertura del suolo; 1:10.000 (a,b,c)

- Tav. E2 – Sottosistemi di paesaggio; 1:10.000 (a,b,c)

- Tav. G1 - Carta geolitologica e dei geositi 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G2 - Sezioni geologiche 1/10.000 – 1/2.000

- Tav. G3 - Carta delle pendenze 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G4 - Carta della stabilità potenziale 1/10.000 (a,b,c,)

- Tav. G5 - Carta della stabilità potenziale integrata 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G6 - Carta geomorfologica 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G7 - Carta idrogeologica 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G8 - Carta della vulnerabilità 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G9 - Carta degli aspetti sismici 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G10 - Pienza - Carta geolitologica e dei geositi 1/2.000

- Tav. G10.1 - Pienza – Carta delle Fratture 1/500

Comune di Pienza - Piano Strutturale 44 Relazione Generale

- Tav. G11 - Pienza - Carta delle pendenze 1/2.000

- Tav. G12 - Pienza - Carta della stabilità potenziale 1/2.000

- Tav. G13 - Pienza - Carta della stabilità potenziale integrata 1/2.000

- Tav. G14- Pienza - Carta geomorfologica 1/2.000

- Tav. G15 - Pienza - Carta idrogeologica 1/2.000

- Tav. G16 - Pienza - Carta della vulnerabilità 1/2.000

- Tav. G17 - Pienza - Carta degli aspetti sismici 1/2.000

- Tav. G18 – Carta dei dati di base 1/10.000 (a,b,c)

- Tav. G19 – Pienza – Carta dei dati di base 1/2.000

Il Progetto di piano è costituito dai seguenti elaborati:

– Relazione Generale;

– Relazione geologica;

– Norme Tecniche di Attuazione;

– Tavole:

- PS01 Invarianti strutturali 1/25.000;

- PS02 Unità di paesaggio 1/25.000;

- PS03 Forme del paesaggio rurale 1/10.000 (a,b,c);

- PS04 Sistema funzionale degli insediamenti 1/10.000 (a,b,c);

- PS05 Sistema funzionale delle infrastrutture a rete 1/10.000 (a,b,c);

- PS06 Unità territoriali organiche elementari – UTOE 1/25.000 (a,b,c);

- PS07 Strategie dello sviluppo territoriale 1/10.000 (a,b,c);

- PS08 Carta della Pericolosità idraulica e delle salvaguardie 1/10.000 (a,b,c);

- PS08d – Pienza - Carta della Pericolosità idraulica e delle salvaguardie 1/2.000;

- PS08.1 - Carta di adeguamento al PAI per l’aspetto idraulico 1/10.000 (a,b,c);

- PS08.1d – Pienza -Carta di adeguamento al PAI per l’aspetto idraulico 1/2.000;

- PS09 Carta della Pericolosità geologica 1/10.000 (a,b,c);

- PS09d – Pienza - Carta della Pericolosità geologica 1/2.000;

- PS09.1 - Carta di adeguamento al PAI per l’aspetto geomorfologico 1/10.000 (a,b,c);

- PS09.1d – Pienza -Carta di adeguamento al PAI per l’aspetto geomorfologico 1/2.000

Comune di Pienza - Piano Strutturale 45 Relazione Generale

Il QC (testi e tavole), raccoglie l’insieme degli studi di settore redatti al fine di disporre di uno stato dinamico del territorio e dell’ambiente sufficientemente aggiornato, indispensabile riferimento per il fondare l’impianto complessivo delle scelte di piano.

La RG illustra, in forma argomentativa, le scelte di governo assunte dal PS; le medesime scelte sono contenute nelle NTA, tradotte nel linguaggio tecnico della pianificazione, e la cartografia restituisce la dimensione spaziale delle discipline.

Si è curato che l’articolazione della RG (parti, capitoli, paragrafi) fosse il più possibile corrispondente analoga a quella delle NTA (parti, titoli, capi, sezioni), in modo da consentire una agevole confronto tra le scelte di piano (e relative motivazioni) e la sua disciplina.

Le Tavole di Progetto territorializzano i contenuti strutturali e strategici del Piano.

4.6 Note sulle articolazioni spaziali della componente statutaria

La disciplina della componente statutaria è riferita alle articolazioni spaziali suggerite dalla l. reg. 1/2005, selezionate di volta in volta in funzione della natura e caratteristiche delle risorse oggetto dei singoli statuti.

A) Tutto il territorio comunale

La disciplina estesa all’intero territorio comunale è quella valida indipendentemente dalle caratteristiche di contesto, oppure la cui specificazione viene affidata a strumenti di settore: sono stati riferiti in tal senso all’intero territorio comunale lo statuto dell’aria (comprensivo degli inquinamenti luminoso, acustico, elettromagnetico e atmosferico), anche se sarà operativamente rivolto alla soluzione di problematiche puntuali.

B) Classi di sensibilità/vulnerabilità

Si tratta di una disciplina formalmente estesa all’intero territorio comunale, ma modulata in funzione delle caratteristiche (la sensibilità o la vulnerabilità) della risorsa cui è applicata, e quindi interessa di fatto porzioni limitate di territorio.

Questo tipo di articolazione spaziale è stato adottato per gli statuti dell’acqua e per quello del suolo.

C) Sistemi e sottosistemi territoriali

I sistemi e i sottosistemi territoriali sono stati utilizzati per articolare una disciplina da applicarsi a territori di una certa estensione e che, nel QC, sono stati riconosciuti come aventi caratteristiche omogenee.

Questo tipo di articolazione è stata utilizzata per lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio.

D) Sistemi funzionali

L’articolazione in sistemi e sottosistemi funzionali è stata ritenuta la più adatta per gli statuti maggiormente influenzati dalla componente antropica: hanno quindi utilizzato questa articolazione spaziale sia lo statuto della città e degli insediamenti che lo Statuto delle reti.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 46 Relazione Generale

Parte II. La componente statutaria

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5 LE INVARIANTI STRUTTURALI

5.1 Il significato delle invarianti

Il PS di Pienza, coerentemente con le indicazioni della l. reg. Toscana 1/2005, assume la seguente definizione di invariante strutturale:

Le invarianti strutturali costituiscono un particolare modo di essere del territorio – ossia di risorse, beni e regole di uso degli stessi connesse con i livelli di qualità e le relative prestazioni minime – che si ritiene garantisca irrinunciabili equilibri ambientali ed insediativi non negoziabili nel processo di trasformazione del territorio stesso (ovvero gli «elementi cardine dell’identità dei luoghi», art. 5, co. 2, l.reg. Toscana n. 1/2005) ed in quanto tale la loro tutela e salvaguardia risulta indispensabile al mantenimento dei caratteri fondamentali e delle risorse essenziali del territorio.

Si rileva una inevitabile contiguità tra il concetto di risorsa e quello di invariante; l’invariante non è tuttavia soltanto una risorsa delicata da tutelare (la tutela può essere assicurata dagli Statuti delle risorse), bensì una configurazione territoriale che per motivi diversi – spesso la qualità e la rarità di una data risorsa, ma più sovente per la compresenza di più risorse e soprattutto per le funzioni che svolge o che potenzialmente potrebbe svolgere – assume una rilevanza tale da poter essere considerata un perno della identità collettiva della comunità insediata e/o un elemento che garantisce la persistenza, od il recupero, di irrinunciabili equilibri ambientali e insediativi.

Le invarianti sono in sostanza delle situazioni la cui gestione è da ritenersi particolarmente importante e complessa non solo per la qualità e/o vulnerabilità delle risorse presenti, ma anche per la signficatività – talmente elevata da comportarne la irrinunciabilità – delle prestazioni e dei benefici, di natura intrinsecamente pubblica, che è in grado di erogare.

La correttezza di questa linea interpretativa – l’invariante come situazione la cui gestione attinge livelli di complessità tali da richiedere il ricorso ad una espansione del campo di operatività della amministrazione comunale – è confermata dall’art. 6 “Limitazione alle facoltà di godimento dei beni compresi nello statuto” della l.reg.Toscana 1/2005 che recita:

L’individuazione, nell’ambito dello statuto, delle invarianti strutturali, costituisce accertamento delle loro caratteristiche intrinseche e connaturali dei beni immobili in esso ricompresi. Le conseguenti limitazioni alle facoltà di godimento dei beni immobili, individuati sulla base dei principi stabiliti dalla legge statale, contenute nello statuto medesimo, ma non danno luogo ad alcun indennizzo.

La individuazione nel PS di una invariante non è dunque da interpretare come una prevaricazione nei confronti dell’uso ordinario di un dato territorio (ovvero, nella fattispecie del PS, quello regolato dallo statuto e dalla disciplina che da esso scaturisce) quanto un impegno della amministrazione comunale nel gestire una porzione di territorio (la invariante ha inevitabilmente una connotazione spaziale) con modalità tali da trarne il beneficio più ampio possibile, ovvero quello costituitivo l’identità collettiva, che di volta in volta si alimenta di oggetti e spazi urbani, di storia, di paesaggio, di qualità degli equilibri ambientali.

5.2 Gli elementi cardine della identità dei luoghi

La prima invariante riguarda il ruolo dei centri storici di Pienza e Monticchiello come condensatori della identità sociale della comunità pientina, ruolo fortemente avvertito dagli studi di antropologia redatti per il QC del PS e, soprattutto, fortemente voluto dai cittadini.

Atteso che l’integrità fisica dei due insediamenti è comunque garantita dalla normativa urbanistica ed edilizia tradizionale, le prestazioni riguardano un insieme complesso di azioni e di politiche volto a contrastare fenomeni di affermazione della monofunzionalità turistico commerciale (Pienza) e di espulsione dei residenti stabili (sia Pienza che Monticchiello) nonché il mantenimento e l’incremento di spazi ed attività ove le comunità locali – indipendentemente dall’età – possano ritrovarsi.

L’impegno che il PS si assume non è semplice da condurre a buon fine, ma può contare su di un incondizionato appoggio dei cittadini, e soprattutto su due perni di grande significato:

Comune di Pienza - Piano Strutturale 48 Relazione Generale

– l’esperienza consolidata del “Teatro povero di Monticchiello”, che mostra con chiarezza come una piccola comunità possa con successo mantenere il possesso profondo dei propri spazi;

– la buona dotazione di spazi ed edifici di proprietà pubblica, soprattutto a Pienza.

La seconda invariante individuata riguarda alcuni elementi che si pongono alla radice della nascita di Pienza come insediamento umano ed urbano, ovvero un insieme di percorsi storici che, in epoche diverse e con ruoli differenti, hanno alimentato il corridoio della via Francigena e, successivamente, l’evoluzione degli assetti insediativi.

Al di là della difficoltà di operare una ricognizione e selezione dei percorsi originali, stante le modifiche da essi subite nel tempo, ci si è riferiti principalmente alle indicazioni desumibili dalla lettura del catasto Leopoldino nonché alle trasformazioni connesse alle bonifiche degli anni ’30.

Sono stati selezionate in tal senso, con il concorso di una apposita consulta costituita dalla AC di Pienza:

– i percorsi della via Francigena;

– le principali strade carrabili presenti nel catasto Leopoldino;

– la viabilità vicinale, uso di un pubblico che privato, di particolare interesse storico e paesaggistico;

– i tracciati di interesse paesaggistico europeo individuati dal PTCP di Siena ed in particolare la strada della bonifica lungo il fondovalle dell’Orcia.

Le prestazioni che il PS richiede a questa invariante sono (vedi tab. 5.1) il mantenimento della attuale configurazione dei tracciati – che si ritiene assicuri, soprattutto nei tracciati “minori”, una percezione originale del territorio di Pienza rispetto a quella proposta dalla viabilità più consueta e frequentata – nonché la possibilità di essere fruiti, non necessariamente con veicoli a motore, dal pubblico.

Le prestazioni stabilite per questa invariante sono anche ispirate a quelle fissate dal PTCP di Siena per i tracciati di interesse paesaggistico europeo, i cui tratti ricompresi nel territorio comunale sono stati come si è detto considerati tra le invarianti stesse.

Le ragioni che hanno portato alla individuazione delle ulteriori quattro invarianti sono suggerite da criteri di carattere prettamente ambientale, e sono finalizzate a garantire la persistenza di un patrimonio consegnato dal tempo, ovvero i luoghi che ad oggi presentano i più elevati livelli di biodiversità e di qualità paesaggistica, nonché i geositi.

Si tratta anzitutto di aree di elevata qualità ambientale e paesaggistica, istituite in riserva naturale provinciale (la riserva di “Lucciolabella”) e dei SIR ricadenti nel territorio comunale, ovvero i SIR 96 “Lucciolabella” (in parte già ricompreso nella omonima riserva naturale provinciale) e l’esteso SIR 97 “Crete dell’Orcia e del Formone”, che attraversa l’intera Val d’Orcia. Le prestazioni non negoziabili indicate dal PS sono riprese dal Piano di gestione della RNP “Lucciolabella” e dalle indicazioni contenute nella deliberazione della Giunta Regionale Toscana del 5 luglio 2004 n. 644, redatta in attuazione della l. reg. 56/00 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”.

Una ulteriore invariante riguarda i calanchi e le biancane che, oltre a costituire un carattere distintivo del paesaggio delle crete della Val d’Orcia, sono interessate da formazioni pioniere di elevato valore biogeografico, costituendo inoltre habitat per specie rare di uccelli, protette dalla direttiva 79/409/CEE.

Il PS, coerentemente con le indicazioni del PIT regionale, ne stabilisce l’intangibilità e le propone all’attenzione di specifici interventi di gestione – da sviluppare a livello di ANPIL Val d’Orcia – tesi a guidarne i processi evolutivi.

La penultima invariante riguarda un insieme di corridoi che, nelle intenzioni del PS ed in coerenza con le scelte finora maturate in merito alla gestione dell’ANPIL, costituiscono (insieme alla RNP ai SIR, ai calanchi ed alle biancane) l’ossatura della rete ecologica territoriale.

Si tratta in particolare dei corridoi fisico-biologici costituiti dagli principali alvei dei corsi d’acqua, sino al ciglio della scarpata, comprensivi della vegetazione arborea ed arbustiva igrofila circostante.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 49 Relazione Generale

Le prestazioni non negoziabili sono la continuità ambientale, ovvero l’assenza di barriere suscettibili di frammentare gli habitat, la tutela della qualità delle acque, la tutela della biodiversità negli ambienti acquatici. I livelli attuali di continuità ambientale costituiscono la prestazione minima di garantire, suscettibile di essere incrementata nel futuro sia con misure gestionali che con veri e propri interventi di deframmentazione.

Non sono inoltre consentite trasformazioni edilizie ed infrastrutturali.

L’ultima invariante del PS di Pienza presenta caratteri di una certa originalità, essendo costituita dai principali geositi individuati dagli studi geologici del QC; i geositi sono come noto dei corpi rocciosi ove è possibile leggere con particolare chiarezza la storia geologica di un territorio (gli avanzamenti ed i ritiri del mare, le erosioni e le deposizioni, gli effetti provocati dagli agenti esogeni etc.) e come tali rivestono dunque un elevato interesse a fini cognitivi, educativi e scientifici.

Le prestazioni fissate dal PS riguardano la tutela della loro integrità fisica e la loro valorizzazione, anche mediante l’inserimento in percorsi fruitivi.

La tab. 5.1. riassume le caratteristiche essenziali e le prestazioni delle invarianti individuate dal PS di Pienza: tali elementi sono alla base della disciplina contenuta nella Parte II, Titolo I delle NTA.

Tab. 5.1. Invarianti e relative prestazioni

INVARIANTE RISORSE PRESENTI PRESTAZIONI REGOLE ED INTERVENTI - Beni storico - Tutela della integrità - Disciplina del RU architettonici fisica - Promozione di iniziative Centri storici di Pienza e - Pluralità di funzioni - Tutela delle funzioni di per il rafforzamento del Monticchiello come luoghi urbane elevato valore sociale identità locale privilegiati della identità - Qualità e fruibilità degli - Progetti di paesaggio sociale spazi pubblici - Riqualificazione dei margini - Tracciati di interesse - Mantenimento della - Intangibilità delle storico; attuale configurazione caratteristiche peculiari - Punti d vista - Fruibilità pubblica dei tracciati La via Francigena e la rete privilegiati sul - Eliminazione della dei percorsi storici territorio aperto e sui cartellonistica non beni storico- necessaria alla fruizione architettonici - Forme di gestione pubblico/privata - Habitat DIR 92/43/CEE - Tutela integrità fisica - - Paesaggi di rilievo - Conservazione forme - Piano gestione RNP internazionale erosive e praterie aride - Piani gestione SIC Tutela della biodiversità: la - Conservazione - Piani di interpretazione RNP di Lucciolabella ed i ecosistemi fluviali ANPIL SIC - Incremento eterogeneità - Progetto rete ecologica mosaico ambientale e ANPIL paesaggistico - Fruibilità pubblica - Emergenze - Divieto di trasformazioni - Interventi di gestione Tutela della biodiversità: morfologiche e edilizie e colturali - Piano gestione ANPIL i calanchi e le biancane vegetazionali - Progetto rete ecologica - Habitat DIR 92/43/CEE ANPIL - Reticolo idrografico - Continuità ambientale - Divieto di - Vegetazione igrofila - Tutela biodiversità frammentazione della - Habitat umidi - Qualità delle acque rete - Divieto di trasformazioni - Mitigazione di eventuali edilizie e infrastrutturali trasformazioni La tutela della biodiversità: - Interventi di i corridoi fisico-biologici ampliamento e ricostituzione vegetazione igrofila - Progetto rete ecologica ANPIL - Emergenze storiche, - Tutela integrità fisica; - Manutenzione Geositi geologiche, - Valorizzazione a fini - Inclusione itinerari paesaggistiche educativi e scientifici fruitivi ANPIL

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6 LO STATUTO DELL’ARIA

Lo Statuto dell’aria si propone di contenere quattro forme di inquinamento – luminoso, acustico, elettromagnetico e atmosferico – la cui incisività nel contesto di Pienza è complessivamente molto modesta, ma comunque degna di attenzione.

Anche se la ridotta dimensione dell’insediamento urbano non fa riscontrare problematiche inerenti l’inquinamento luminoso, la previsione di una gestione accurata degli impianti di pubblica amministrazione contenuta nel PS avrà positivi effetti sia in materia di risparmio energetico che di eliminazione di luci superflue.

In tal senso il PS rimanda all’apposito strumento di pianificazione di settore, il Piano comunale per l’illuminazione pubblica (PCIP), i cui profili operativi sono delineati nella componente strategica (art. 150).

Per quanto concerne l’inquinamento acustico, l’amministrazione comunale ha recentemente avviato la redazione della zonizzazione acustica del territorio comunale, che non ha individuato l’esigenza di interventi di bonifica acustica.

Il PS prevede in ogni caso (art. 47) la verifica preventiva del comfort acustico delle future trasformazioni urbanistiche, nonché la verifica degli effetti di trasformazione di natura infrastrutturale.

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7 LO STATUTO DELL’ACQUA

Lo Statuto dell’acqua contiene da un lato il contributo del livello di governo comunale alla tutela gestione e delle risorse idriche e dall’altro la specificazione della disciplina tesa a rendere compatibili insediamenti ed attività con le dinamiche fluviali, ovvero a eliminare i rischi connessi con le esondazioni.

Si tratta di due aspetti che coinvolgono la medesima risorsa – l’acqua – ma che presentano significative differenze in termini operativi e normativi: per chiarezza espositiva si preferisce pertanto trattarli partitamente.

7.1 Tutela e gestione delle risorse idriche

La gestione delle risorse idriche, soprattutto a fini idropotabili, non è più demandata ai singoli Comuni o a loro consorzi, dato che la legislazione nazionale e regionale (L. 183/89, L 36/94, L. 152/99 e l. reg. 81/95) ha individuato soggetti specifici, le AATO.

Questo non significa che le amministrazioni comunali non abbiano alcuna responsabilità su di un tema così cruciale per i cittadini; significa che la loro azione non è più diretta ma mediata in ambito Provinciale, di AATO e di Bacino Idrografico; si opera in sostanza in una logica di governance.

Per quanto concerne l’approvvigionamento idropotabile non sono emerse criticità particolari, ed anche il bilancio idrico al 2018 redatto dall’AATO colloca Pienza nella fascia di criticità medio-bassa. Stante le modeste previsioni insediative aggiuntive contenute nel PS, non sono da attendersi per il futuro problemi inerenti la scarsità di risorse idropotabili.

Discorso più complesso riguarda la tutela dell’inquinamento degli acquiferi più vulnerabili, che nella fattispecie di Pienza sono costituiti da quelli collocati nei fondovalle.

Così come indicato dal PTCP la disciplina per la tutela degli acquiferi ha assunto come riferimento il grado di sensibilità degli acquiferi, così come risultante dagli studi del QC: si tratta quindi di una disciplina applicata all’intero territorio comunale, ma graduata in funzione della sensibilità degli acquiferi soggiacenti.

La disciplina che riguarda gli acquiferi in classe di sensibilità 1 (la più elevata) restringe in maniera notevole gli usi e le attività consentite nelle aree sovrastanti gli acquiferi stessi; l’obiettivo è infatti quello di evitare le sostanze inquinanti – dai pesticidi alle acque reflue di origine umana, dagli idrocarburi a sostanze chimiche sversate accidentalmente – possano infiltrarsi nel suolo e inquinare le falde, nonché interferire con i flussi di acque termali.

La disciplina per gli acquiferi in classe di sensibilità 2 interessa una percentuale maggiore del territorio comunale, ma è meno restrittiva; consente ad esempio, ma limitandoli allo stretto necessario, nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali. Va in questo caso osservato che gli acquiferi di sensibilità 2 sono collocati prevalentemente nei fondovalle dove la possibilità di operare trasformazioni è fortemente condizionata dallo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio.

7.2 Tutela dal rischio idraulico

La disciplina del PS in materia di rischio idraulico è stata definita con riferimento alla normativa ed agli strumenti di livello regionale e provinciale: la sua finalità è quella di evitare che persone e cose vengano esposte alle piene fluviali, regolando le trasformazioni in funzione dei differenti livelli di rischio.

Si specifica che:

– la disciplina degli ambiti A1 A2 e B è stata derivata dalle prescrizioni degli art. 75-77 della DCR n. 12/2000;

– la disciplina delle classi di pericolosità è stata derivata dall’art. 80 della medesima DCR n. 12/2000: la individuazione sul territorio delle differenti classi di pericolosità è stata operata con riferimento al PAI

Comune di Pienza - Piano Strutturale 52 Relazione Generale

(Piano di Assetto Idrogeologico) del bacino regionale dell’Ombrone, e del Bacino Nazionale dell’Arno, alla Carta geologica della Toscana in scala 1:10.000 ed infine sulla base di notizie storiche.

A tale disciplina è affiancata (artt. da 58 a 61) la disciplina delle quattro classi di pericolosità idraulica in cui è stato articolato il territorio comunale.

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8 LO STATUTO DEL SUOLO

Lo statuto del suolo assume tre obiettivi complementari.

Il primo è quello di garantire la coerenza delle trasformazioni agricole, edilizie ed urbanistiche con le caratteristiche dei suoli e la stabilità dei versanti: a tal fine contiene una disciplina ancorata alla Carta della pericolosità geologica. La carta della pericolosità geologica è il risultato dell’integrazione della carta della stabilità potenziale integrata dei versanti con alcuni elementi derivanti dalla carta geomorfologia (frane attive, quiescenti e passive e doline) e con le conoscenze acquisite dalla redazione della carta degli aspetti sismici.

Il secondo obiettivo concerne l’attenzione dei fenomeni di erosione, ed il suo perseguimento è affidato alla complessa disciplina dello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio.

Il terzo obiettivo concerne la compatibilità delle aree estrattive.

Lo statuto del suolo individua vari livelli di “attenzione” da tener presenti qualora si intenda procedere ad una qualsivoglia modifica dell’attuale assetto del territorio e, conseguentemente, degli equilibri che ne derivano.

La disciplina dello statuto è coerente con il disposto della DCR 94/85, e dunque riferita alle quattro canoniche classi di pericolosità (artt. da 65 a 68 delle NTA).

- Classe 1 – Pericolosità irrilevante

In questa classe ricadono le aree in cui sono assenti limitazioni derivanti da caratteristiche geologico- tecniche e morfologiche e non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica.

- Classe 2 – Pericolosità bassa

Corrisponde a situazioni geologico-tecniche apparentemente stabili sulle quali però permangono dubbi che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica di supporto alla progettazione edilizia.

- Classe 3 – Pericolosità media

Non sono presenti fenomeni attivi, tuttavia le condizioni geologico-tecniche e morfologiche del sito sono tali da fa ritenere che esso si trova al limite dell’equilibrio e/o può essere interessati da fenomeni di amplificazione della sollecitazione sismica o di liquefazione o interessato da episodi di alluvionamento o difficoltoso drenaggio delle acque superficiali.

In queste zone ogni intervento edilizio è fortemente limitato e le indagini di approfondimento dovranno essere condotte a livello dell’area nel suo complesso, sono inoltre da prevedersi interventi di bonifica e miglioramento dei terreni e/o l’adozione di tecniche fondazionali di un certo impegno.

- Classe 4 – Pericolosità elevata

In questa classe ricadono aree interessate da fenomeni di dissesto attivi (frane – forte erosione – fenomeni di subsistenza – frequenti inondazioni) o fenomeni di elevata amplificazione della sollecitazione sismica e liquefazione dei terreni.

L’art. 69, che chiude lo statuto del suolo, è dedicato alle aree a pericolosità geomorfologica elevata (PFE) individuate dal PAI del Fiume Ombrone.

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9 LO STATUTO DEGLI ECOSISTEMI E DEL PAESAGGIO

9.1 Finalità generali

Lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio intende, congiuntamente alle iniziative contenute nella componente strategica del PS, guidare la coevoluzione degli aspetti naturalistici, paesaggistici ed agricoli del territorio comunale, perseguendo tre finalità – incrementare il grado di naturalità del territorio, tutelare e migliorare la qualità del paesaggio, sostenere una attività agricola efficiente e compatibile - distinte sotto il profilo concettuale ma rese complementari e concorrenti in termini di disciplina ed azione di governo. Sono di seguito illustrati i profili essenziali delle finalità ora accennate, mentre nei paragrafi seguenti sono esplicitate le motivazioni e le modalità organizzative dello Statuto stesso.

A) Incrementare il grado di naturalità del territorio

Accanto alla scelta di incrementare la continuità ambientale (di cui si fanno interpreti anche alcune delle invarianti strutturali descritte nel cap. 5) una fondamentale opzione del PS in materia di ecosistemi è quella di incrementare il grado di naturalità del territorio, misurato negli studi di ecologia del QC attraverso indici strutturali ed in particolare attraverso l’ILC (Index of Landscape Conservation; Indice di conservazione del paesaggio), che esprime il grado di naturalità residua di un dato territorio12.

Atteso che non è possibile né ragionevole puntare ad avere un ILC identico in ciascuna porzione di territorio, ma considerando comunque che alcune differenziazioni rilevanti sono state introdotte da processi recenti (soprattutto l’estensivizzazione delle colture collinari) il PS intende tenere in debito conto gli esiti degli studi di ecologia del paesaggio utilizzandoli per impostare politiche mirate di riequilibrio e di compensazione della pressione antropica, in una logica complessiva di incremento del livello di naturalità del comune.

B) Tutelare e migliorare la qualità del paesaggio rurale

Il PS ha ripreso la lettura del paesaggio agrario proposta dal PTCP, sviluppata successivamente dal Regolamento dell’ANPIL, e la loro logica di gestione; lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio non intende dunque soltanto regolare l’evoluzione degli insediamenti e delle infrastrutture al fine di tutelare i paesaggi più significativi e più sensibili, ma anche promuovere una crescita qualitativa diffusa nel paesaggio agrario mediante interventi e criteri operativi tesi ad attenuare le alterazioni avvenute ed in corso.

In questa chiave vanno lette anche scelte significative del PS, in parte mutuate dal PTCP di Siena, e che matureranno compiutamente nel RU, ovvero:

– il coinvolgimento dei programmi di miglioramento agricolo ed ambientale (PMAA) nelle strategie di governo del paesaggio;

– la attenta considerazione, in aggiunta ai tradizionali aspetti edilizi e formali, degli esiti paesaggistici delle trasformazioni che interessano gli edifici del territorio aperto (soprattutto se di valore storico), ovvero delle modifiche che riguardano l’area di transizione tra l’edificio ed il paesaggio;

– subordinare alcune trasformazioni (ad esempio le variazioni di destinazione d’uso) non tanto e non solo a garanzie di carattere edilizio (il rispetto comunque indispensabile rispetto delle matrici storico-tipologiche dell’edificio) ma anche al miglioramento delle relazioni tra edificio e contesto.

In tal senso si il PS ha creato un collegamento inscindibile tra la disciplina del paesaggio e la disciplina delle trasformazioni sia degli assetti agricoli che dei beni storico-architettonici (e degli edifici in generale) del territorio aperto.

Si è convinti che la creazione di questo collegamento arricchisca in maniera determinante il novero degli strumenti di governo del paesaggio (come è noto attualmente molto carenti, anche se il recente Codice dei

12 Si tratta di un indice proxy, costruito sulla base delle categorie di uso del suolo e dunque significativo per la lettura o comparazione di territori di grande estensione; il valore massimo dell’indice è 1, corrispondente ad ambiti totalmente naturali; i valori riscontrati sono quindi tutti inferiori all’unità e sono espressi numericamente dallo 0 seguito da due o tre cifre decimali.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 55 Relazione Generale beni culturali e paesaggistici ha aperto notevoli prospettive) oltre a creare una oggettiva – ed indispensabile – complementarietà tra lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio e lo Statuto degli insediamenti.

In alcuni contesti particolari, lo Statuto costruisce i presupposti per azioni ancora più incisive – i progetti di paesaggio – sviluppati nella componente strategica del PS.

C) Sostenere una attività agricola efficiente e compatibile

Nell’attuale quadro di incertezza – legato alle evoluzioni della politica agricola comunitaria (PAC), il PS intende con il presente statuto sostenere l’attività agricola migliorandone il contesto, ovvero promuovendo la permanenza di un paesaggio la cui notorietà consenta di assicurare una risorsa differenziale all’attività agricola stessa.

La permanenza ed il miglioramento del paesaggio agrario attuale, caratterizzato prevalentemente dalle colture del seminativo, dipende ovviamente anche da altri fattori, ed in primo luogo dalla ricerca di nuove condizioni di mercato per le produzioni cerealicole, con innalzamento della qualità e trasformazione in filiera; in secondo luogo può essere sorretta da soluzioni per così dire esterne al mercato, che siano in grado di stimolare le aziende meno competitive a continuare le colture seminative e a manutenere il territorio rurale (per esempio, contratti di manutenzione del territorio da definire sia a livello comunitario che locale)

9.2 Le ripartizioni spaziali adottate e la disciplina dello Statuto

Lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio è riferito a due cartografie complementari:

– le Unità di Paesaggio (Tav. PS02) delimitate sulla base degli studi di ecologia del paesaggio, la cui disciplina è contenuta nelle Sezioni I e II del relativo Statuto. Nel lessico della l.reg. Toscana 1/2005 le UDP corrispondono a Sistemi territoriali;

– le Forme del Paesaggio rurale (Tav. PS03), derivate dall’aggiornamento e dalla specificazione delle analoghe cartografie redatte nell’ambito del PTCP di Siena del Regolamento dell’ANPIL Val d’Orcia; la loro disciplina è contenuta nella Sezione III dello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio.

La corretta denominazione delle Unità di Paesaggio (UDP) della Tav. PS02, sarebbe “Unità territoriali a prevalente definizione litologica”; è stata tuttavia adottata quella di UDP sia perché più vicina al linguaggio corrente, sia perché analoga a quella utilizzata dal PTCP di Siena

Le UDP assunte dal PS sono infatti sostanzialmente coerenti, specificandole, con le unità di paesaggio del PTCP di Siena, che colloca la maggior parte del territorio comunale nella UDP 14 Val d’Orcia, mentre la parte nord-occidentale appartiene alla UDP 10 – Crete di Monte Oliveto. Il vasto territorio di Pienza interessa anche una parte della UDP 11 Dorsale sommersa e, in piccola misura, anche la UDP 15 – Monte .

Sono state individuate sette UDP caratterizzanti il territorio di Pienza denominate rispettivmente:

– Pianure di Fondovalle;

– Colline argillose;

– Piattaforma calcarea di Pienza;

– Rilievi di Monticchiello;

– Rilievi di S. Anna in Camprena;

– Rilievi di Poggio San Pietro;

– Rilievi della Foce.

La fig. 9.1. illustra il quadro complessivo delle UDP cui è riferito lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio, corredato dai corrispondenti valori di ILC, e le figg. da 9.2. a 9.7. dettagliano le indicazioni per ciascuna UDP.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 56 Relazione Generale

Fig. 9.1. PS di Pienza: articolazioni spaziali di riferimento per lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio, corredate dalla indicazione dei rispettivi ILC

Pianure di fondovalle 0.36

Colline Argillose 0.35

Piattaforma Calcarea di Pienza 0.39 Unità di Paesaggio (intero comune) Rilievi di Monticchiello 0.40 0.72

Rilievi di S. Anna in Camprena 0.69

Rilievi di Poggio San Pietro 0.55

Valore ILC Rilievi della Foce 0.77

Comune di Pienza - Piano Strutturale 57 Relazione Generale

Fig. 9.2. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio delle Pianure di Fondovalle

cod. classe di descrizione ettari % CLC naturalità 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 25,356 1,28 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 3,822 0,19 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 45,207 2,28 1 13 Zone estrattive 16,922 0,85 1 14 Zone verdi 0,049 0,00 2 211 Seminativi in aree non irrigue 904,653 45,67 2 212 Seminativi in aree irrigue 581,804 29,37 2 221 Vigneti 6,004 0,30 2 222 Frutteti 6,226 0,31 2 223 Oliveti 0,041 0,00 2 224 Altre colture permanenti 8,636 0,44 2 24 Zone agricole eterogenee 0,048 0,00 3 3112 Boschi di querce caducifoglie 145,054 7,32 5 3116 Boschi di specie igrofile 72,984 3,68 5 312 Boschi di conifere 0,367 0,02 3 321 Prati-pascoli naturali e praterie 0,692 0,03 4 322 Brughiere e cespuglieti 134,822 6,81 4 33 Zone aperte con vegetazione rada o assente 6,638 0,34 5 3332 Biancane 0,017 0,00 5 51 Acque continentali 21,399 1,08 5 Totale complessivo 1.980,741 100,00

ILC = 0,36

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 58 Relazione Generale

Fig. 9.3. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio delle Colline Argillose

cod. classe di descrizione ettari % CLC naturalità 111 Zone residenziali a tessuto continuo 16,751 0,21 1 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 129,555 1,62 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 19,091 0,24 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 148,502 1,86 1 13 Zone estrattive 30,55 0,38 1 14 Zone verdi 1,95 0,02 2 211 Seminativi in aree non irrigue 5.935,154 74,39 2 212 Seminativi in aree irrigue 44,639 0,56 2 221 Vigneti 80,648 1,01 2 222 Frutteti 0,107 0,00 2 223 Oliveti 255,421 3,20 2 224 Altre colture permanenti 27,335 0,34 2 24 Zone agricole eterogenee 0,402 0,01 3 3111 Boschi di leccio 2,142 0,03 5 3112 Boschi di querce caducifoglie 774,584 9,71 5 3116 Boschi di specie igrofile 4,127 0,05 5 312 Boschi di conifere 25,557 0,32 3 321 Prati-pascoli naturali e praterie 2,944 0,04 4 322 Brughiere e cespuglieti 356,522 4,47 4 33 Zone aperte con vegetazione rada o assente 4,415 0,06 5 3332 Biancane 92,122 1,15 5 51 Acque continentali 25,623 0,32 5 Totale complessivo 7.978,141 100,00

ILC = 0,35

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 59 Relazione Generale

Fig. 9.4. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio della Piattaforma calcarea di Pienza

cod. descrizione ettari % classe di CLC naturalità 111 Zone residenziali a tessuto continuo 13,856 13,37 1 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 7,605 7,34 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0,063 0,06 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 6,259 6,04 1 14 Zone verdi 1,55 1,50 2 211 Seminativi in aree non irrigue 29,243 28,22 2 221 Vigneti 0,211 0,20 2 223 Oliveti 15,547 15,00 2 3111 Boschi di leccio 0,17 0,16 5 3112 Boschi di querce caducifoglie 29,117 28,10 5 Totale complessivo 103,621 100,00

ILC = 0,39

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 60 Relazione Generale

Fig. 9.5. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio dei Rilievi di Monticchiello

cod. descrizione ettari % classe di CLC naturalità 111 Zone residenziali a tessuto continuo 2,922 0,57 1 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 4,46 0,88 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 7,003 1,38 1 14 Zone verdi 0,867 0,17 2 211 Seminativi in aree non irrigue 119,467 23,46 2 221 Vigneti 12,321 2,42 2 223 Oliveti 28,546 5,60 2 224 Altre colture permanenti 5,635 1,11 2 3111 Boschi di leccio 27,184 5,34 5 3112 Boschi di querce caducifoglie 294,381 57,80 5 321 Prati-pascoli naturali e praterie 1,317 0,26 4 322 Brughiere e cespuglieti 4,83 0,95 4 51 Acque continentali 0,363 0,07 5 Totale complessivo 509,296 100,00

ILC = 0,72

aree % cumulative delle classi di naturaità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 61 Relazione Generale

Fig. 9.6. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio dei rilievi di S. Anna in Camprena

cod. descrizione ettari % classe di CLC naturalità 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 3,169 0,85 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0,175 0,05 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 5,896 1,58 1 211 Seminativi in aree non irrigue 92,04 24,71 2 221 Vigneti 2,301 0,62 2 223 Oliveti 30,766 8,26 2 224 Altre colture permanenti 1,73 0,46 2 24 Zone agricole eterogenee 1,046 0,28 3 3112 Boschi di querce caducifoglie 205,337 55,12 5 312 Boschi di conifere 16,805 4,51 3 321 Prati-pascoli naturali e praterie 0,615 0,17 4 322 Brughiere e cespuglieti 10,226 2,75 4 33 Zone aperte con vegetazione rada o assente 2,233 0,60 5 51 Acque continentali 0,163 0,04 5 Totale complessivo 372,502 100,00

ILC = 0,69

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 62 Relazione Generale

Fig. 9.7. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio dei Rilievi di Poggio San Pietro

cod. descrizione ettari % classe di CLC naturalità 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 28,97 3,00 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 1,181 0,12 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 18,409 1,91 1 211 Seminativi in aree non irrigue 380,88 39,45 2 221 Vigneti 46,237 4,79 2 223 Oliveti 70,655 7,32 2 224 Altre colture permanenti 8,751 0,91 2 24 Zone agricole eterogenee 1,234 0,13 3 3111 Boschi di leccio 1,937 0,20 5 3112 Boschi di querce caducifoglie 386,565 40,04 5 3116 Boschi di specie igrofile 0,628 0,07 5 312 Boschi di conifere 4,091 0,42 3 321 Prati-pascoli naturali e praterie 2,46 0,25 4 322 Brughiere e cespuglieti 12,313 1,28 4 51 Acque continentali 1,231 0,13 5 Totale complessivo 965,542 100,00

ILC = 0,55

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 63 Relazione Generale

Fig. 9.8. Livelli di naturalità della Unità di Paesaggio dei Rilievi della Foce cod. CLC descrizione ettari % classe di naturalità 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 5,668 1,66 1 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0,11 0,03 1 122 Reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche 9,392 2,75 1 211 Seminativi in aree non irrigue 74,615 21,88 2 221 Vigneti 0,652 0,19 2 223 Oliveti 1,167 0,34 2 224 Altre colture permanenti 5,911 1,73 2 3112 Boschi di querce caducifoglie 239,14 70,13 5 322 Brughiere e cespuglieti 4,228 1,24 4 33 Zone aperte con vegetazione rada o assente 0,02 0,01 5 3332 Biancane 0,003 0,00 5 51 Acque continentali 0,083 0,02 5 Totale complessivo 340,989 100,00

ILC = 0,77

aree % cumulative delle classi di naturalità

100

80

60

40

20 aree % cumulative

0 12345 classi di naturalità

Comune di Pienza - Piano Strutturale 64 Relazione Generale

L’UDP delle Pianure di Fondovalle presenta le alluvioni come litotipo prevalente,e fa registrare un grado di trasformazione abbastanza elevato (ILC = 0,36; la media del comune è 0,40) in quanto il territorio di questa unità è stato profondamente modificato dall’uso antropico. In linea di massima, soltanto lungo l’asta fluviale dell’Orcia e intorno ai relativi affluenti sono presenti superfici ad elevata naturalità, coperte da comunità vegetali igrofile e ripariali.

L’UDP delle Colline Argillose (litotipo prevalente: argille; ILC = 0,35) è la più estesa delle sette unità identificate nel comune di Pienza e interessa essenzialmente i rilievi collinari argillosi. Le caratteristiche morfologiche e pedologiche favorevoli hanno determinato un forte uso agricolo e residenziale, a discapito delle superfici naturali. Ma, viste le notevoli dimensioni del sottosistema, la piccola percentuale di querceti caducifogli e di cespuglieti equivale comunque a discrete superfici reali, dell’ordine delle centinaia di ettari. Tali estensioni totali vanno relazionate però al numero dei poligoni, cioè alla frammentazione, che essendo elevata si traduce in una scarsa funzionalità ecologica delle singole piccole tessere naturali.

Due ulteriori elementi da considerare sono le biancane e i corpi idrici. Le prime rappresentano delle importanti emergenze morfologiche e vegetazionali, mentre i secondi sono elementi decisivi alla corretta funzionalità della rete ecologica territoriale.

Nell’UDP della Piattaforma calcarea di Pienza (litotipo prevalente: calcari, marne e flysch carbonatici; ILC = 0,39) insiste, in buona parte, il nucleo urbano di Pienza. Nonostante ciò il valore dell’ILC non è particolarmente basso, in quanto sono ancora presenti alcune discrete porzioni di territorio a determinismo naturale. L’agricoltura, inoltre, gioca qui un ruolo minore ma non marginale. In quest’unità occorre privilegiare l’efficienza dei servizi ambientali e lo sviluppo delle aree verdi artificiali all’interno o ai margini dell’edificato. Vista la posizione strategica, il nucleo urbano storico di Pienza si presta bene per diventare, e in parte già lo è, un punto di osservazione privilegiato del paesaggio della Val d’Orcia, per finalità non solo turistiche ma anche didattico-educative.

L’UDP dei Rilievi di Monticchiello (litotipi prevalenti: formazione di S. Fiora e della scaglia toscana, arenarie, conglomerati; ILC = 0,72) è presente un mosaico di affioramenti litologici differenti che rendono molto complesso il sistema ambientale e che sono alla base dell’articolazione territoriale derivante dall’uso antropico. Anche le caratteristiche morfologiche hanno determinato lo stato attuale dei luoghi, in cui è evidente una discreta prevalenza di superfici naturali, quasi totalmente forestali. Non può essere trascurata l’indicazione della presenza del borgo di Monticchiello, nei cui pressi sono tra l’altro presenti alcuni lembi di lecceta, dovuti sicuramente alla presenza di affioramenti calcarei e sabbioso-arenacei. Le leccete sono gli elementi di questo ambito che meritano la maggiore attenzione, ferma restando l’importanza di tutelare e monitorare tutte le superfici naturali e la funzionalità della rete ecologica.

L’UDP dei Rilievi di S. Anna in Camprena (litotipi prevalenti: calcari, marne, flysch carbonatici e arenarie; ILC = 0,69) è caratterizzata essenzialmente dall’esteso bosco che circonda il Monastero di S. Anna. Meritano quindi particolare attenzione la tutela e il monitoraggio delle comunità vegetali di quest’ambito naturale, che rappresenta un’altra “core area” della rete ecologica territoriale. Bisogna considerare, però, che alcune superfici boscate sono costituite da rimboschimenti a conifere per le quali sarebbe importante ragionare nell’ottica della graduale trasformazione verso boschi maggiormente coerenti con le caratteristiche fisiche e biogeografiche di quest’area.

L’UDP dei Rilievi di Poggio San Pietro (litotipo prevalente: arenarie; ILC = 0,55) è abbastanza pronunciato un certo dualismo territoriale, essendo piuttosto equilibrate le superfici agricole, con quelle naturali. Altro elemento positivo è dovuto alla presenza di boschi di dimensioni considerevoli che permettono indubbiamente di sostenere una maggiore funzionalità ecologica. In alcuni settori è stata l’acclività, poco favorevole all’uso del suolo, a determinare la diffusa presenza di formazioni arboree e secondariamente arbustive, in quanto utili nell’impedire l’erosione del suolo e nel prevenire dissesti idrogeologici superficiali.

L’UDP dei Rilievi della Foce (litotipi prevalenti: conglomerati e arenarie; ILC = 0,77) è per circa il 70% coperta da querceti caducifogli, per cui riveste un discreto ruolo nell’ambito della rete ecologica di questo territorio. Le coperture vegetali naturali dominano nettamente nelle porzioni caratterizzate da una maggiore acclività, e rivestono un importante ruolo di “core areas” della rete ecologica.

Per quanto concerne invece le forme del paesaggio rurale (Tav. PS03) il PS di Pienza ha ripreso l’articolazione in zone a dominante naturale e zone a dominante agricola proposta dal Regolamento dell’ANPIL.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 65 Relazione Generale

Per le zone a dominante naturale sono state individuate quattro tipologie areali:

– Zone N1 Greti fluviali e vegetazione ripariale, la cui disciplina è stata rimandata a quella dell’art. 41 delle NTA essendo state già in precedenza individuate come invariante;

– Zone N2 Calanchi e Biancane, anch’esse già individuate come invarianti e disciplinate dall’art. 40;

– Zone N3, Boschi, distinti in N3a boschi di caducifoglie, N3b boschi di leccio e N3c boschi di conifere e disciplinati dall’art, 85, co. 3.

– Zone N4, Aree seminaturali in evoluzione, disciplinate dall’art. 74 co. 4.

Per le zone a dominante agricola sono state riconosciute e cartografate le Zone A1 – Tessuti agrari a maglia fitta con prevalenza del promiscuo, le Zone A2 – Seminativi collinari e le Zone A3 Seminativi di fondovalle con permanenze del tessuto agrario della bonifica: le specifiche discipline sono contenute nell’art. 86 e ad esse si dovrà far riferimento nella redazione dei PMAA.

Rimandando alle NTA per una disamina di dettaglio dei contenuti richiamati in precedenza, si ritiene utile in questa sede esplicitare brevemente i passaggi e le motivazioni che hanno portato a declinare la disciplina di questo fondamentale Statuto.

La finalità di incrementare il grado di naturalità del territorio è stata considerata, sotto il profilo operativo, coincidente con quella di incrementare l’ILC (Indice di Conservazione del Paesaggio).

Considerando che l’ILC è un indice costruito sulla base dei valori percentuali di copertura delle diverse fisionomie vegetazionali e dell’uso del suolo, il suo incremento può essere perseguito in vari modi, ovvero:

– mantenendo od incrementando (e assolutamente non diminuendo) la presenza di fisionomie vegetazionali a naturalità alta (boschi, zone umide, praterie e pascoli, acque continentali) o almeno medio-alta (boschi misti, praterie e pascoli, arbusteti) oppure media (boschi di conifere, formazioni arboree artificiali miste);

– incrementando la presenza di vegetazione non colturale nelle aree agricole caratterizzate da bassa naturalità (seminativi irrigui e non irrigui, colture permanenti);

– compensando l’estensione di aree di qualità molto bassa (aree urbanizzate) con contestuali previsioni di incremento di superfici semi-naturali (ad esempio verde urbano, ma anche forme di restauro di paesaggi agrari.

Per quanto concerne infine gli aspetti legati alla evoluzione delle attività agricole, lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio interagisce in maniera sostanziale con i Programmi di Miglioramento Agricolo ed Ambientale (PMAA) che le aziende abilitate redigono per programmare le proprie attività ed esigenze.

Come è noto, i PMAA debbono contenere, oltre alla indicazione delle trasformazioni agrarie e talvolta edilizie necessarie allo sviluppo dell’azienda, anche alcuni interventi di miglioramento ambientale, che in genere vengono scelti in maniera casuale o comunque banale (si pensi all’inflazione dei filari di cipressi).

Coerentemente con una linea di lavoro suggerita dal PTCP di Siena, ripresa e sviluppata dal Regolamento dell’ANPIL Val d’Orcia, lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio indica per ciascuna UDP gli interventi di miglioramento ambientale più efficaci per incrementare la biodiversità e/o migliorare il mosaico paesaggistico.

Lo Statuto individua inoltre le UDP e le forme del paesaggio rurale dove motivazioni di carattere urbanistico rendono possibile e necessaria la previsione di addizioni edilizie nonché quelle dove la relativa robustezza della struttura produttiva agricola e le caratteristiche del paesaggio consentono la previsioni di nuove residenze e/o annessi agricoli da richiedersi attraverso i PMAA (cfr. fig. 9.8).

Comune di Pienza - Piano Strutturale 66 Relazione Generale

9.3 La filiera attuativa dello Statuto

Gli obiettivi generali e specifici, nonché la disciplina esplicitata per ciascuna UDP, si prestano ad essere utilizzati:

– nella predisposizione di strategie di miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica estese all’ANPIL: si tratta di strategie di natura pubblica, che utilizzano prevalentemente risorse pubbliche e che si traducono nel rafforzamento della rete ecologica attraverso interventi di riqualificazione ambientale, nonché nella attuazione di progetti di paesaggio tesi a migliorare la qualità percettiva degli insediamenti esistenti;

– per assicurare alle trasformazioni urbanistiche e territoriali ai vari livelli (dal mutamento della destinazione agricola di uso di un singolo edificio alla trasformazione urbana complessa) una migliore compatibilità paesaggistica, tale da connotarle in alcuni casi come occasione di riqualificazione o comunque di compensazione;

– per orientare la scelta degli interventi di miglioramento ambientale da prevedere all’interno dei PMAA, offrendo agli operatori la possibilità di selezionarli in funzione della collocazione dell’azienda in un determinato sistema e sottosistema (art 126).

Va infine rammentato che la disciplina contenuta nella Sezione I dello Statuto degli Ecosistemi e del Paesaggio individua ambiti paesaggistici e fissa prescrizioni generali ed operative così come richiesto dall’art. 143, co. 1, lett. d) ed e) del D.lgs 22 gennaio 2004 n. 42. Anche la disciplina contenuta nelle Sezioni II e III ha valore di prescrizioni generali ed operative di cui all’art. 143 co. 1, lett. e) nonché di determinazione dei caratteri connotativi e dei criteri di gestione degli interventi di valorizzazione di cui all’art. 143 co. 1, lett f) del d.lgs. medesimo.

Fig. 9.9. Statuto degli ecosistemi e del paesaggio: possibilità di realizzare nuove edificazioni nei diversi sistemi e sottosistemi

Possibilità di nuova edificazione (*) Unità di Paesaggio Addizioni edilizie Nuove edificazioni PMAA programmate da PS e RU Residenze rurali Annessi agricoli Pianure di Fondovalle Colline Argillose ● ● ● Piattaforma calcarea di Pienza ● Rilievi di Monticchiello ● Rilievi di S. Anna in Camprena ● Rilievi di Poggio San Pietro ● Rilievi della Foce ●

Note (*) Il simbolo ● indica esclusivamente la “possibilità” di prevedere le trasformazioni, che sono ovviamente graduate e specificate dalla disciplina di piano, sia nel PS che nel RU

Comune di Pienza - Piano Strutturale 67 Relazione Generale

10 LO STATUTO DELLA CITTÀ E DEGLI INSEDIAMENTI

10.1 Finalità generali

Lo Statuto della città e degli insediamenti intende garantire la qualità urbana, sia in termini insediativi che in riferimento alla dotazione di servizi di base e avanzati.

Lo Statuto contiene dunque obiettivi e discipline inerenti la regolazione degli usi e delle trasformazioni degli insediamenti, da applicarsi all’intero territorio comunale ma differenziata nei contenuti in funzione dei sottosistemi funzionali individuati nella tavola PS04.

Sia gli obiettivi che le discipline dello Statuto della città e degli insediamenti, si pongono alla radice ed alimentano le iniziative contenute nella successiva (componente) strategica - da sviluppare poi nel RU – ed intendono assicurare ai cittadini una qualità abitativa elevata ed il più possibile omogenea, attenuando le attuali differenze tra le diverse parti del sistema insediativo. Coerentemente con questa finalità più generale lo Statuto della città e degli insediamenti intende coordinare le differenti componenti che contribuiscono a determinare la qualità insediativa, ed in particolare:

– la gestione del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici esistenti;

– le addizioni e le trasformazioni urbanistiche, sia di natura residenziale che produttiva e di servizio;

– la consistenza e la distribuzione dei servizi, sia di rango elevato che di uso quotidiano.

Come si illustrerà con maggiore dettaglio nella successiva componente strategica del PS, nel solco disegnato dalla l. reg. 1/2005 alcune trasformazioni rilevanti che rendono necessaria la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, si affideranno a strumenti di moderna concezione quali i programmi complessi integrati (PCI), che operano affinché gli interventi di riqualificazione possano dispiegare i loro effetti positivi su ampie porzioni degli insediamenti, applicando i principi perequativi al fine di assicurare il contestuale perseguimento di interessi pubblici e privati.

10.2 Le partizioni spaziali adottate

Lo Statuto della Città e degli Insediamenti è riferito al Sistema funzionale degli insediamenti, articolato in otto Sottosistemi caratterizzati da elevata omogeneità interna sia sotto i profili della forma urbana e insediativa, sia delle caratteristiche prevalenti degli edifici e delle funzioni insediative:

– Il Centro storico di Pienza, comprendente l’insediamento murato del capoluogo;

– Il Centro storico di Monticchiello, comprendente l’insediamento murato omonimo ed alcune sue immediate pertinenze funzionali;

– L’Espansione residenziale di Pienza, costituita dalle addizioni compatte cresciute all’esterno delle mura;

– L’espansione residenziale di Monticchiello, costituita dall’edificato cresciuto lungo la via di accesso al centro storico e nelle sue immediate vicinanze;

– L’Arcipelago produttivo di Pienza, comprensivo delle realtà produttive (ed in minima parte residenziali), sia attive che dimesse, allineate lungo la direttrice per Montepulciano;

– Il Contesto figurativo di Pienza, ricomprendente il territorio visivamente interconnesso con il capoluogo;

– Il Contesto figurativo di Monticchiello con caratteristiche e funzioni analogiche al precedente;

– Gli Insediamenti rurali, comprendenti la parte più consistente dell’ampio territorio pientino.

Con la scelta che da un lato intende sottolineare i legami di continuità tra componente statutaria e componente strategica del PS, e che dall’altro recepisce il richiamo alla semplicità contenuto nel par. 4.1.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 68 Relazione Generale della presente Relazione, i sottosistemi funzionali degli insediamenti coincideranno con le UTOE della componente strategica del PS.

10.3 I contenuti dello Statuto

Lo Statuto fissa in primo luogo (nella Sezione I, art. 89) gli obiettivi generali validi per l’intero sistema funzionale degli insediamenti, che in qualche modo riassumono i termini delle politiche urbanistiche del PS.

Viene in primo luogo sottolineata la volontà di evolvere gli insediamenti in coerenza con le rispettive matrici e con la finalità di assicurare, compatibilmente con le situazioni pregresse, una qualità insediativa e percettiva il più possibile omogenea.

Vengono poi riassunte le linee di comportamento che il PS pone a presidio di questo disegno, ed in particolare:

– la realizzazione delle addizioni edilizie in forme compatte, evitando ogni forma di sprawl urbano e limitando al minimo indispensabile l’incremento del carico urbanistico delle zone rurali, dove è più difficile (e comunque costoso) assicurare ai cittadini elevati livelli di servizio;

– la scelta di privilegiare il recupero urbano ed edilizio;

– la scelta di promuovere il recupero ed il riuso delle aree dismesse, in ispecie produttive, anche attraverso forme di partenariato pubblico-privato;

– la volontà di assicurare la produzione di abitazioni a costi contenuti e di sostenere il mercato dell’affitto, anche attraverso il ricorso alla perequazione;

– la ricerca di una configurazione reticolare del verde pubblico urbano e territoriale.

Lo statuto della città e degli insediamenti fissa successivamente (artt. da 90 a 97) gli obiettivi da perseguire nei singoli sottosistemi, che costituiscono declinazioni e specificazioni degli obiettivi generali richiamati in precedenza, e che si pongono alla base delle successive strategie di sviluppo di ciascuna delle UTOE individuate nella componente strategica.

Al fine di evitare inutili duplicazioni espositive, non ci si sofferma nella descrizione di questi obiettivi specifici – comunque desumibili dalla lettura delle NTA -, tenuto conto del fatto che saranno ripresi puntualmente nel successivo par. 12.2., dove si darà conto delle strategie di sviluppo territoriale assegnate dal PS a ciascuna UTOE.

La Sezione II dello Statuto della città e degli insediamenti contiene invece i criteri di gestione generale inerenti la disciplina delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche, il verde urbano, le misure per la riduzione della impermeabilizzazione superficiale, la promozione della edilizia sostenibile: si tratta nella maggior parte di indicazioni da sviluppare nel RU.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 69 Relazione Generale

11 LO STATUTO DELLE RETI

11.1 Finalità generali e ripartizioni spaziali adottate

Lo Statuto delle Reti fissa i requisiti per un insieme di sistemi di natura reticolare o puntuale – taluni elementari - che, con ruoli differenti, garantiscono funzionamento e relazioni alle varie componenti del sistema insediativo, influenzando in maniera determinante la qualità dell’abitare.

Lo Statuto si applica a sei Sistemi funzionali denominati:

– Sistema della Rete Viaria, articolato al suo interno in tre Subsistemi corrispondenti alle indicazioni del nuovo codice della strada (rete extraurbana secondaria; strade extraurbane locali, comprensive delle strade vicinali; strade urbane locali);

– Sistema del Ciclo dell’Acqua;

– Sistema del Ciclo dei Rifiuti;

– Sistema delle Reti di Trasporto e Distribuzione della Energia Elettrica;

– Sistema delle Reti di Trasporto e Distribuzione del Gas Metano;

– Sistema delle Reti di Telecomunicazione (cavi telefonici e fibre ottiche)

11.2 I contenuti dello Statuto e la loro filiera attuativa

Lo Statuto delle Reti presenta una sua peculiarità, dovuta ai regimi di gestione che oggi contraddistinguono le reti stesse, ognuna delle quali risulta caratterizzata da differenti livelli di autonomia, sovente piuttosto marcati.

In questo contesto, lo Statuto delle reti ha il compito difficile – ma indispensabile – di coniugare l’efficienza e le razionalità settoriali di ciascun sistema con le esigenze espresse dagli insediamenti intesi nel loro complesso.

Lo Statuto opera in tal senso esplicitando le attese (declinate in obiettivi di gestione) che il Sistema insediativo ripone nei differenti tipi di reti, affidando la loro concretizzazione ad una complessa attività di collaborazione tra istituzioni e soggetti gestori, puntualmente richiamati nella Sezione II dello Statuto.

Rimandando alla lettura delle NTA per una disamina dettagliata dei requisiti richiesti dal PS alle singole reti, si ritiene utile sottolineare che l’articolo che chiude lo Statuto riguarda un aspetto piuttosto innovativo, ovvero la previsione – per le infrastrutture viarie di nuova realizzazione, tra le quali il nuovo by-pass del capoluogo, ma anche per quelle esistenti – di una fascia di ambientazione finalizzata a raccordarle percettivamente e funzionalmente con i contesti attraversati, nonché per attenuare la frammentazione ambientale attraverso la realizzazione di sovrappassi/sottopassi per animali.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 70 Relazione Generale

Parte III. La componente strategica

Comune di Pienza - Piano Strutturale 71 Relazione Generale

12 STRATEGIE ED OPERATIVITÀ DEL PS

12.1 Premessa

Come si è avuto modo di esporre nel cap. 4 della presente Relazione Generale (ed in particolare nel par. 4.2., dedicato alla struttura organizzativa del PS) alla Componente Strategica è affidato il compito di individuare e quantificare le cose da fare per concretizzare gli obiettivi del PS.

Nella logica della l. reg. 1/2005 i contenuti della Componente Strategica debbono presentare due requisiti essenziali:

– essere coerenti con lo Statuto del territorio, ovvero proporre trasformazioni ed usi delle risorse non contraddittori rispetto alle regole e discipline della componente statutaria del PS;

– essere suscettibili di forme di attuazione programmata, ovvero articolata nel tempo. Si è già osservato che il PS opera con orizzonti temporali ragionevolmente stimabili in 10/15 anni, mentre il RU, che opera in una dimensione quinquennale, rappresenta l’atto di governo del territorio incaricato di selezionare le priorità attuative del PS.

La Componente Strategica del PS esplicita pertanto il patrimonio complessivo (il “parco progetti”) di azioni ed interventi da porre in essere nel lungo periodo; da questo patrimonio il primo RU attingerà le operazioni ritenute più urgenti, affidando successivamente al secondo RU il compito di verificare i risultati raggiunti e quindi di rimodulare la strategia del PS.

Nel PS di Pienza la Componente Strategica è stata concettualmente articolata in tre parti, corrispondenti ad altrettanti titoli delle NTA:

– le strategie dello sviluppo territoriale, che contiene la manovra complessiva del PS, compresa la tradizionale quantificazione delle trasformazioni edilizie e urbanistiche;

– le trasformazioni dei progetti delle UTOE, che quantifica e qualifica le trasformazioni da realizzare, sviluppando attraverso le schede ATI (Aree di Trasformazione Integrata) il dettaglio delle operazioni di maggior rilievo da realizzare nelle differenti parti omogenee del territorio comunale;

– i raccordi del PS con gli strumenti ed atti di governo del territorio, ove sono richiamati alcuni riferimenti suscettibili di affiancare utilmente il RU nella regolazione dei processi attuativi del PS.

– le valutazioni.

12.2 Le strategie dello sviluppo territoriale

Le strategie dello sviluppo territoriale sono state organizzate con una struttura che richiama – con una certa semplificazione – quella dello Statuto del territorio, e contiene in primo luogo le cose da fare per assicurare una migliore tutela dagli inquinamenti e per la difesa del suolo (Capo I, art. da 115 a 119).

Il Capo I richiama anzitutto eventuali interventi inerenti l’inquinamento luminoso e acustico – da attuarsi con atti settoriali di governo – e successivamente le necessità di adeguamento degli impianti di depurazione per le acque reflue (in coerenza con le indicazioni del Piano d’Ambito n. 6) e del sistema di raccolta dei rifiuti.

Il Capo I della componente strategica termina con un articolo che contiene proposte per la riconfigurazione dei siti estrattivi nel territorio comunale, finalizzate ad assicurare l’adeguamento delle attività ai mutamenti territoriali occorsi negli ultimi anni. Tali proposte sono supportate da una estesa attività di valutazione integrata (cf. par. 15.2), derivano da una ricerca concreta di tutela delle risorse essenziali e sono peraltro coerenti con gli obiettivi di cui all’art. O1, co. 2 e con i criteri e parametri contenuti nell’art. O2 del PTCP.

Il Capo II (artt. da 120 a 124) esplicita gli interventi attivi per il governo degli ecosistemi e del paesaggio.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 72 Relazione Generale

Viene richiamata in tal senso l’adesione del PS al progetto reti ecologiche tratteggiato dagli “Studi e proposte per l’ANPIL” redatti nel 2002, e vengono definite condizioni tese ad incentivare i processi di rinaturazione spontanea che interessano superfici una volta coltivate: le formazioni arbustive che si affermano con il tempo svolgono infatti un importante ruolo ecologico13, ma vengono spesso eliminate non perché vi sia la volontà di riprendere forme di coltivazione, bensì perché i proprietari temono che con la trasformazione dell’arbusteto in bosco il loro suolo possa essere riclassificato catastalmente, inibendo per il futuro la possibilità di coltivarlo di nuovo.

Fig. 12.1. Articolazione delle strategie dello sviluppo territoriale del PS di Pienza

Capo I: Le strategie per la tutela degli inquinamenti e per la difesa del suolo

Capo II: Le strategie di governo degli ecosistemi e del paesaggio

Le strategie dello Capo III: Le strategie di governo per le aree agricole sviluppo territoriale

Capo IV: Le strategie per l’evoluzione della città e degli insediamenti

Capo V: Le strategie per l’evoluzione della mobilità e delle reti

Il PS fissa in tal senso regole (art. 122) atte a rendere reversibile la crescita del bosco su suoli attualmente classificati come coltivabili, nella convinzione che anche un bosco temporaneo svolga funzioni più utili di un incolto, e che questo sia un modo per valorizzare il lavoro della natura in assenza di lavoro dell’uomo.

Il successivo articolo è dedicato al verde urbano e territoriale, ed enumera le componenti (Parco Urbano della Pieve di Corsignano, Parco Urbano delle Piagge, aree verdi urbane pubbliche e private, fasce di rispetto, etc.) che – nelle intenzioni del PS – dovrebbero assumere una configurazione sistemica inscrivendosi all’interno del quadro più ampio della rete ecologica territoriale.

Un ulteriore elemento di innovatività del PS consiste nella proposizione di progetti di paesaggio (introdotti recentemente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio) riguardanti due aree-chiave costituite dalla UTOE 6 - Contesto figurativo di Pienza e dalla UTOE 7 – Contesto figurativo di Monticchiello.

Il Capo III delle strategie dello sviluppo riguarda un aspetto essenziale per il governo dell’ampio territorio pientino, ovvero le trasformazioni in aree agricole.

Viene classificato il territorio rurale come “a prevalente funzione agricola” (art. 125) ed esplicitati criteri per la redazione dei PMAA (art. 126).

13 Ad esempio nel calcolo dell’indice ILC viene loro attribuito il valore 5 di naturalità, ovvero quasi il massimo.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 73 Relazione Generale

Questa parte contiene anche il recepimento e la specificazione della disciplina del PTC di Siena inerente le aree di pertinenza dei centri urbani, degli aggregati e dei BSA e del territorio aperto.

Il Capo IV delle strategie di sviluppo introduce il nodo essenziale della evoluzione della città e degli insediamenti.

Sono delimitate le 8 UTOE, che ricalcano, come si è già avuto modo di osservare, i sottosistemi funzionali individuati nello Statuto della città e degli insediamenti: si tratta di una corrispondenza che assicura maggiore semplicità e nitidezza al PS, resa possibile dalla pregressa buona organizzazione per parti omogenee degli insediamenti pientini.

Le UTOE sono in tal senso denominate:

1. Centro Storico di Pienza

2. Centro Storico di Monticchiello

3. Espansioni Residenziali di Pienza

4. Espansioni Residenziali di Monticchiello

5. Arcipelago Produttivo di Pienza

6. Contesto Figurativo di Pienza

7. Contesto Figurativo di Monticchiello

8. Insediamenti Rurali.

L’art. 137 introduce un ulteriore elemento di innovatività del PS di Pienza, consistente nella scelta di affidare il coordinamento e la programmazione degli interventi di particolare rilevanza alle aree di trasformazione integrata (ATI) in totale cinque, ovvero:

ATI n. 1 – Ex Fornace Crestini (Pienza)

ATI n. 2 – Nuova espansione residenziale Pienza

ATI n. 3 – Approdo Nord (Pienza)

ATI n. 4 – Ex Foro Boario (Pienza)

ATI n. 5 – Riqualificazione e rifunzionalizzazione della espansione di Monticchiello

Le cinque ATI - ed in questo risiedono i profili innovativi accennati in precedenza - sono state oggetto di un approfondimento progettuale inusuale per un PS (le relative schede sono parte integrante delle NTA) redatte anche attraverso confronti non occasionali con i possibili partner in operazioni pubblico/private, muovendo in tal modo i primi passi del processo attuativo del PS, con riflessi positivi – si ritiene – sia sulla credibilità delle proposte in esso contenute, sia sulla loro realizzabilità (cfr.successivo par. 12.4).

La manovra complessiva prevede innanzitutto un programma di demolizioni di edifici dismessi o comunque inadeguati riguardante circa 71.000 mc, pari al 40% dei nuovi volumi previsti, i quali ammontano – tra interventi di recupero edilizio (RE), completamento e recupero urbanistico (CRU) e nuova urbanizzazione (NU) - a 177.300 mc.

In particolare, l’articolazione di questi ultimi secondo le tre categorie d’intervento citate (vedi tab.12.2) prevede: il 57% dei nuovi volumi (101.700 mc) derivanti da operazioni di completamento e recupero urbanistico, il 19% di volumi ricavati da recuperi edilizi e solo il 23% (41.200 mc) di nuova urbanizzazione, derivanti quasi esclusivamente da residui del vecchio PRG in parte confermati.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 74 Relazione Generale

Tab. 12.1. Il quadro complessivo delle trasformazioni programmate dal PS

Residenziale e commerciale di prima necessità (primario + Direzionale e servizi Servizi pubblici di rango Ricettivo Produttivo secondario + alloggi speciali) privati elevato UTOE RE RE RE RE NU NU NU NU (NU) CRU CRU CRU CRU Nuova insediabili demolizioni demolizioni e Recupero abitanti teorici Urbanizzazione Completamento Recupero Edilizio Urbanistico (CRU) MC alloggi MC alloggi mc alloggi mc n° mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc 1 0070023.00010700250 000000000000 2 00000000 0 06.5000000000000 3 32.700 100 20.800 46 0 0 0 352 2.500 3.500 6.500 0 0 0 6.900 0 0 0 6.000 0 0 4 00001.1004070 00006.0000000000 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7.200 0 0 49.300 0 63.400 0 7.500 0 0 5.000 0 6 00001.80050120 000000000000 7 00007002050 000000000000 8 0 0 5200 15 8.800 25 0 93 0 0 0 0 2.500 0 0 0 0 0 0

32.700 100 26.700 63 15.400 46 700 494 2.500 10.700 13.000 0 51.800 6.000 70.300 0 7.500 0 6.000 5.000 0 TOT

% sul alloggi realizzati nella Dati di sintesi mc tot PS categoria di intervento Totale Nuova Urbanizzazione (NU) mc 41.200 23% 100 Totale Completamento e Recupero Urbanistico (CRU) mc 101.700 57% 63 Totale Recupero Edilizio (RE) mc 34.400 19% 46 Totale previsioni di PS (NU + CRU + RE) mc 177.300 100% 209 Totale demolizioni mc 71.000 40%

Articolando la lettura della manovra complessiva per destinazione d’uso dei circa 177,300 mc previsti (v. tab. 12.2), si osserva che il 42%, pari a 74.800 mc) è riservata all’edilizia residenziale (e commerciale di vicinato). Quote consistenti delle volumetrie sono riservate alle attività produttive (33%, pari a 57.800 mc) e alle attività ricettive (15%, pari a 26.200 mc, quasi esclusivamente ricavati da operazioni di recupero edilizio ed urbanistico), mentre circa 11.000 mc (il 6%) e 7.500 mc (4%) spettano rispettivamente a servizi pubblici di rango elevato e alla categoria di destinazione d’uso direzionale e servizi privati. Quanto alle demolizioni, fatta eccezione per alcuni piccoli volumi incongrui siti a Pienza, esse interessano esclusivamente volumi industriali-artigianali (ex fornace Crestini).

Tab. 12.2. Riepilogo generale delle variazioni dei volumi edilizi previsti dal PS per categorie di intervento (valori in mc)

Destinazione delle volumetrie

previste (NU) Totale (mc/150) Demolizioni n° alloggi totali alloggi n° urbanistico (CRU) urbanistico Recupero edilizio (RE) edilizio Recupero Nuova urbanizzazione urbanizzazione Nuova Completam. e recupero e recupero Completam. Abitanti teorici insediabili teorici Abitanti

Residenziale e commerciale di vicinato 32.700 26.700 15.400 74.800 700 209 494 di cui ERP + edilizia con finalità sociali 26.200 0 1.100 27.300 0 84 159 di cui alloggi speciali 0 2.500 0 2.500 0 6 12 Direzionale e servizi privati 0 7.500 0 7.500 0 Ricettivo 2.500 10.700 13.000 26.200 0 Produttivo 0 51.800 6.000 57.800 70.300 Servizi pubblici di rango elevato 6.000 5.000 0 11.000 0 TOTALE 41.200 101.700 34.400 177.300 71.000

La manovra residenziale (v. tab. 12.3) prevede la realizzazione di 209 alloggi, pari a 494 abitanti teorici insediabili; 100 alloggi (pari al 48% circa) saranno edificati in suoli da urbanizzare (comunque limitrofi all’attuale centro abitato), 46 (circa il 22%) attraverso operazioni di recupero edilizio (stimate prudenzialmente) ed i rimanenti 63 (30%) attraverso operazioni di completamento (edificazione di lotti interstiziali agli abitati esistenti) e di recupero urbanistico (riutilizzo di aree dismesse).

Come sopra accennato, la maggior parte dei nuovi alloggi previsti consistono di previsioni residue del precedente PRG, rimaste inattuate in primo luogo a causa della sua scadenza prematura dettata dalle

Comune di Pienza - Piano Strutturale 75 Relazione Generale necessità di adeguamento alle nuove leggi regionali sul governo del territorio, e in parte riconfermate anche sulla base della apposita valutazione integrata condotta nel par. 15.2.

Inoltre, coerentemente al perseguimento degli obiettivi di PS volti al contrasto dell’espulsione della popolazione residente a basso reddito indotte dalla vertiginosa crescita dei valori immobiliari, il 40% (84 alloggi) degli alloggi complessivi previsti sono attribuibili all’ Edilizia Residenziale Pubblica o ad edilizia con finalità sociali, mentre un ulteriore 3% (6 alloggi) interesserà “alloggi speciali” (nella fattispecie case per anziani).

Tab. 12.3. Alloggi ripartiti per UTOE e categorie di intervento

Alloggi ERP e con finalità Alloggi ed. privata Alloggi speciali sociali Tot. UTOE NU CRU RE NU CRU RE NU CRU RE Residenze rurali nuove rurali territ. aperto Recup. edifici Recup. 1 -210------12

2 ------3 20 40 - 80 - - - 6 - - - 146 4 - - - - -4 - - - - - 4 5 ------6 ------55 7 ------22 8 ------152540

204210800406 01532209 Tot

In tema di dotazioni di standard residenziali, il PS ha potuto contare su di una situazione pregressa molto positiva (tabb. 12.4. e 12.5.), con circa 30 mq di servizi pubblici procapite, contro i 18 imposti dalla normativa.

Tab. 12.4. Stato attuale delle dotazioni (Standard) per UTOE superfici totali

standard (mq)

spazi attrezzature attrezzature totale UTOE abitanti attrezzati a di interesse per parcheggi standard parco, comune l'istruzione gioco, sport

1. Centro storico di Pienza 461 3.952 0 2.025 6.513 12.490

2. Centro storico di Monticchiello 122 200 0 1.393 5.366 6.959

3. Espansione residenziale Pienza 830 6.499 7.469 2.480 22.127 38.575

4. Espansione residenziale 87 768 0 824 8.149 9.741 Monticchiello 5. Arcipelago produttivo 46 0 0 0 0 0 6. Contesto Figurativo Pienza 193 0 0 0 0 0

7. Contesto Figurativo Monticchiello 28 0 0 0 0 0

8. Insediamenti rurali 461 0 0 0 0 0 Totale 2.228 11.419 7.469 6.722 42.155 67.765

Comune di Pienza - Piano Strutturale 76 Relazione Generale

Tab. 12.5. Stato attuale delle dotazioni procapite (standard) per UTOE

standard (mq/ab)

spazi attrezzature attrezzature totale UTOE abitanti attrezzati a di interesse per parcheggi standard parco, comune l'istruzione gioco, sport

1. Centro storico di Pienza 461 8,6 0,0 4,4 14,1 27,1

2. Centro storico di Monticchiello 122 1,6 0,0 11,4 44,0 57,0

3. Espansione residenziale Pienza 830 7,8 9,0 3,0 26,7 46,5

4. Espansione residenziale 87 8,8 0,0 9,5 93,7 112,0 Monticchiello 5. Arcipelago produttivo 46 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 6. Contesto Figurativo Pienza 193 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

7. Contesto Figurativo Monticchiello 28 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

8. Insediamenti rurali 461 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 2.228 5,1 3,4 3,0 18,9 30,4

Gli standard aggiuntivi hanno dunque riguardato moderati incrementi delle attrezzature scolastiche (al momento leggermente carenti), concentrandosi invece sul verde e sui parcheggi, previsti non tanto in base alle quantità minime prescritte dal DM 1444/68 quanto sulla base della consistenza pregressa ed in rapporto alle esigenze emerse in ciascuna UTOE di riferimento (tab. 12.6). La dotazione di parcheggi, in particolare, viene quasi quadruplicata, passando da uno standard di 3 mq per abitante residente a 9,6 mq, in considerazione della fortissima domanda aggiuntiva indotta dai non residenti (city users), in conseguenza dei consistenti ritmi di crescita della fruizione turistica del territorio.

Il quadro complessivo delle dotazioni disponibili a PS attuato è contenuto nelle tabb. 12.6. e 12.7.

Tab. 12.6. Previsione aggiuntiva delle dotazioni (standard) per UTOE: superfici totali

standard (mq) abitanti previsti a spazi attrezzature attrezzature totale UTOE PS attrezzati a di interesse per parcheggi standard realizzato parco, comune l'istruzione (1) gioco, sport

1. Centro storico di Pienza 486 4.892 0 2.025 8.549 15.466

2. Centro storico di Monticchiello 122 400 0 1.393 9.009 10.802

3. Espansione residenziale 1.260 7.211 11.869 8.505 35.787 63.372 Pienza 4. Espansione residenziale 211 1.364 0 6.369 16.858 24.591 Monticchiello 5. Arcipelago produttivo 46 0 0 9.594 6.030 15.624 6. Contesto Figurativo Pienza 205 0 0 0 0 0 7. Contesto Figurativo 33 0 0 0 0 0 Monticchiello 8. Insediamenti rurali 554 0 0 0 0 0 Totale 2.917 13.867 11.869 27.886 76.232 129.855

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Tab. 12.7. Dotazioni procapite (standard) per UTOE a PS realizzato

standard (mq/ab) abitanti previsti a spazi attrezzature attrezzature totale UTOE PS attrezzati a di interesse per parcheggi standard realizzato parco, comune l'istruzione (1) gioco, sport

1. Centro storico di Pienza 486 10,1 0,0 4,2 17,6 31,8

2. Centro storico di Monticchiello 122 3,3 0,0 11,4 73,8 88,5

3. Espansione residenziale 1.260 5,7 9,4 6,8 28,4 50,3 Pienza 4. Espansione residenziale 211 6,5 0,0 30,1 79,8 116,4 Monticchiello 5. Arcipelago produttivo 46 0,0 0,0 208,6 131,1 339,7 6. Contesto Figurativo Pienza 205 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 7. Contesto Figurativo 33 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Monticchiello 8. Insediamenti rurali 554 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 2.917 4,8 4,1 9,6 26,1 44,5

(1) comprensivi dei 117 abitanti teorici insediabili nei volumi in corso di realizzazione nell'UTOE 4 (lottizzazione Aia del popolo) e dei 78 abitanti teorici insediabili nelle lottizzazioni già approvate e convenzionate di S.Carlo (Comparto C.c) e Via G.Santi (C.e)

Il Capo IV si chiude con le misure di tutela per le aree archeologiche (art. 138) e con la proposizione di un indicatore quantitativo del verde da prevedere nelle aree di trasformazione.

Le strategie per l’evoluzione della mobilità e delle reti (Capo V) sono incentrate su tre aspetti complementari:

– gli interventi sul sistema della accessibilità e della sosta, (art. 140) comprensivi del by-pass sulla SP 146, del parcheggio in struttura previsto nell’ATI 4, di parcheggi per bus turistici;

– la creazione di una rete di itinerari fruitivi sia di livello urbano che territoriale (artt. 141, 142. 143) comprensiva del progetto “Piani di interpretazione”, dell’anello ciclopedonale attrezzato di Pienza e dell’anello pedonale attrezzato di Monticchiello;

– il completamento degli impianti di distribuzione idrica.

In tema di mobilità il PS propone quindi una strategia complessiva che mette in gioco tutte le componenti di questo aspetto della qualità insediativi di importanza cruciale.

Va sottolineato che gli interventi previsti per il riordino del sistema della mobilità urbana richiederanno necessariamente verifiche in termini di coordinamento delle fasi di cantierizzazione e di avvio degli interventi stessi. In presenza, ad oggi, di una carenza strutturale dell’offerta di sosta, più marcata in presenza di un’elevata domanda turistica, si renderà opportuno, in particolare, valutare l’intervento previsto per il parcheggio di Foro Boario (realizzazione di un parcheggio multipiano sotterraneo; ATI n. 4) in un contesto di complessivo riordino della regolamentazione della sosta e al contempo dei possibili effetti indotti nel periodo di realizzazione delle opere strutturali, che comporterà necessariamente una chiusura del parcheggio attualmente disponibile.

A fronte di questo scenario occorrerà pertanto avviare preventivamente un riordino della regolamentazione della sosta estendendo la zona blu oggi limitata al Foro Boario alle zone più immediatamente adiacenti e consentire la sosta ai soli residenti del centro storico lungo v. di Circonvallazione; i residenti del centro storico potranno inoltre avere un permesso per sostare nelle zone blu.

Lo scopo di tali provvedimenti è di allontanare la sosta di media-lunga durata della domanda occasionale e/o attratta dalle aree disponibili nelle immediate adiacenze del centro storico, che preferibilmente dovranno in alternativa e in prospettiva essere occupate dai residenti per consentire una riqualificazione sostanziale di

Comune di Pienza - Piano Strutturale 78 Relazione Generale largo Roma e via delle Mura, dove attualmente la sosta veicolare dei residenti costituisce un elemento di forte impatto urbano, che condiziona e penalizza pesantemente la fruibilità di questi spazi di pregio in adiacenza del centro storico.

L’avvio graduale di un recupero di spazi urbani attualmente occupati in modo improprio dalla sosta veicolare è non solo un obiettivo del PS, ma costituisce anche un indispensabile incentivo, unitamente all’applicazione di politiche di regolamentazione della sosta, per realizzare nuovi parcheggi funzionali per la sosta dei veicoli di superficie e/o in struttura. Del resto la razionalizzazione della sosta e l’attuazione di politiche di regolamentazione della stessa anche a titolo oneroso (sosta a pagamento per non residenti), sono azioni necessarie per rendere autofinanziabili a livello di mercato opere strutturali come il parcheggio sotterraneo previsto per Foro Boario.

Per valutare più attentamente la tipologia di offerta di parcheggio (box, posto auto, ecc.) valida per la domanda dei residenti occorrerà svolgere delle specifiche indagini di mercato mirate ad apprezzare i parametri economici e i requisiti funzionali che potranno rendere appetibili l’acquisizione a titolo di proprietà o altro (affitto, abbonamento, ecc.) del posto auto.

È però evidente che qualora rimanesse invariata l’attuale organizzazione e regolamentazione dell’accessibilità difficilmente un parcheggio in struttura quale quello proposto nella ATI n. 4 potrebbe risultare economicamente sostenibile, in quanto verrebbero a mancare i necessari incentivi per il mercato della domanda di sosta che attualmente trova comunque un soddisfacimento, a discapito però ovviamente della qualità e fruibilità dell’ambiente urbano occupato.

La ricerca di un volano economico che sostenga l’avvio di un programma di interventi strutturali sul sistema della mobilità dovrà comprendere anche la sosta dei bus turistici che possono rappresentare un significativo segmento di domanda ad oggi di grande impatto per l’offerta di sosta disponibile e senza peraltro nessuna positiva ricaduta sotto il profilo economico.

L'estensione della sosta blu e l'applicazione di tariffe specifiche per la sosta dei bus turistici potranno quindi costituire in definitiva la prima fase di avvio per un programma di investimenti più generale che potrà anche eventualmente prevedere l’individuazione di un soggetto unico affidatario per la realizzazione degli interventi e la gestione della sosta.

Come già precedentemente evidenziato, stimando ragionevolmente per la fase di cantierizzazione delle opere necessarie per la realizzazione del parcheggio di Foro Boario una significativa riduzione della capacità di sosta disponibile, è opportuno prevedere contestualmente, a compensazione, la realizzazione, anche se in modo estremamente parziale e provvisorio (parcheggio in terra battuta) della nuova area di sosta individuata dal PS (approdo nord) come attestamento di approdo finalizzato ad assolvere in particolare alle esigenze della domanda turistica. Tale processualità consentirà di garantire una sufficiente capacità ricettiva del capoluogo nei giorni di maggiore afflusso turistico, ove altrimenti si determinerebbero estesi e frequenti fenomeni di congestionamento della mobilità urbana e saturazione dell'offerta di sosta.

12.3 Le strategie di sviluppo delle UTOE

Le strategie di sviluppo proposte dal PS per ciascuna UTOE sono ovviamente coerenti con gli obiettivi e la disciplina fissate, per ogni componente del sistema insediativo, dallo Statuto della città e degli insediamenti, le cui indicazioni vengono sviluppate in chiave progettuale.

Se ne richiamano di seguito gli elementi essenziali, che nelle schede UTOE contenute nell’art. 147 nelle NTA sono iscritti nel quadro dettagliato delle trasformazioni proposte.

UTOE 1 - Centro storico di Pienza

Il perseguimento di un equilibrio accettabile sotto il profilo della sostenibilità dello sviluppo nel rapporto tra usi residenziali e usi turistici del centro storico figura tra le missioni maggiormente strategiche affidate al nuovo PS, nei limiti di agibilità operativa ad esso consentiti.

In particolare vuole essere salvaguardato il suo ruolo di luogo rappresentativo della comunità pientina, attraverso la limitazione degli effetti di esclusione sociale e la regolazione del mix degli usi della struttura fisica della città. A questo scopo, la strategia del PS è rivolta a:

Comune di Pienza - Piano Strutturale 79 Relazione Generale

– conservare l’integrità dell’impianto urbanistico e architettonico del centro antico attraverso l’attività di manutenzione e restauro del patrimonio storico.

– contrastare il fenomeno di affermazione della monofunzionalità turistico-commerciale favorendo la diversificazione delle funzioni e delle attività economiche di qualità nel tessuto storico, tutelando gli esercizi commerciali e l’artigianato di servizio di valore storico e favorendo la permanenza dell’edilizia residenziale.

– sostenere il settore agro-alimentare di qualità, consolidando il mercato del biologico e dei prodotti alimentari tipici della Val d’Orcia di Piazza Galletti;

– promuovere attività ed iniziative di elevato livello culturale e sociale,

– migliorare il sistema della sosta di auto e bus turistici, con particolare riguardo alla sosta riservata ai residenti nel centro.

Considerata la caratterizzazione dell’UTOE come Sito Unesco, il PS indica anche elementi utili per giungere alla stesura e all'approvazione di un documento che possa concretamente essere alla base delle politiche di conservazione, gestione e sviluppo del bene paesaggistico e storico-artistico, rappresentato dal Centro Storico di Pienza in quanto patrimonio da consegnare alle future generazioni

UTOE 2 - Centro storico di Monticchiello

La strategia di sviluppo territoriale per il CS di Monticchiello si fonda sul mantenimento del ruolo di luogo rappresentativo delle identità e delle funzioni espresse dalla comunità insediata, anche attraverso la limitazione degli effetti di esclusione sociale e la regolazione del mix degli usi della struttura fisica della città.

Così come per il CS di Pienza (UTOE 1) la ricerca di equilibrio tra attività di supporto al turismo e attività volte al mantenimento e, possibilmente, all’accrescimento della popolazione residente figura infatti tra le missioni maggiormente rilevanti affidate al PS, pur nei limiti di agibilità operativa ad esso istituzionalmente consentiti, configurando una precisa declinazione del concetto di sostenibilità dello sviluppo. A questo scopo, la strategia del PS è rivolta a:

– conservare l’integrità dell’impianto urbanistico e architettonico del centro antico attraverso l’attività di manutenzione e restauro del patrimonio storico.

– favorire il mantenimento del ruolo sociale del Teatro Povero di Monticchiello, in quanto attività socio- culturale e identitaria per eccellenza,

– favorire la diversificazione delle funzioni e delle attività economiche di qualità nel tessuto storico, tutelando gli esercizi commerciali e dell’artigianato di servizio di valore storico e favorendo l’insediamento di edilizia residenziale.

– promuovere attività ed iniziative di elevato livello culturale e sociale

– migliorare il sistema della sosta, con particolare riguardo alla sosta riservata ai residenti nel centro.

UTOE 3 - Espansioni residenziali di Pienza

Il PS colloca in questa UTOE la quota più consistente della edilizia residenziale (146 alloggi), coerentemente con la scelta di collocare gli abitanti aggiuntivi nei luoghi ove più facilmente risulta possibile assicurare la più elevata dotazione di servizi.

La strategia di sviluppo territoriale prevede inoltre la valorizzazione dell’elemento forse più qualificante sotto il profilo urbanistico e paesaggistico di questa UTOE, ossia il percorso pedonale di Via di Santa Caterina, che bordeggia il lato meridionale dell’insediamento urbano offrendo lungo tutto il suo tracciato una magnifica veduta dell’intera Val d’Orcia.

La valorizzazione consisterà nel rafforzamento della parte di intelaiatura urbana nel quale esso si inserisce, grazie alla creazione di una nuova centralità di grande qualità architettonica e dotata di funzioni di rango

Comune di Pienza - Piano Strutturale 80 Relazione Generale elevato, che faccia da snodo a nuovi itinerari esistenti o di progetto. Tale è appunto la finalità principale delle trasformazioni previste nell’ATI n.3.

Sotto il profilo funzionale, la realizzazione degli interventi previsti nell’ATI 3 consentirà di:

– arricchire l’offerta di spazi di grande qualità urbana e/o paesaggistica (nuova piazza, Via di Santa Caterina, Parco urbano sotto le mura, altri percorsi storico-archeologici del territorio pientino) e di attrezzature anche di rango elevato (Ecomuseo, Centro servizi turistico-ricreativi, ecc.) rivolti ad entrambi turisti e residenti;

– procedere ad una riorganizzazione funzionale di servizi per i visitatori, ampliando e migliorando il sistema della sosta e integrandolo con ulteriori servizi alle attività turistico ricreative, tali da sviluppare al massimo sinergie con la diversificazione dell’offerta di fruizione turistico-culturale e ricreativa del territorio (urbano, periurbano e comunale).

– provvedere spazi di qualità per la realizzazione di un Centro di servizi avanzati agli operatori turistici, funzionale alle strategie di sostegno all’innovazione e alla qualità dell’offerta nel settore, stante la sua recente tumultuosa crescita quantitativa;

– alleviare la pressione turistica sul centro storico, contribuendo al perseguimento degli obiettivi di contenimento del rischio di musealizzazione che il PS si è dato per la sua tutela.

Nell’ambito del completamento e ridisegno dell’intelaiatura urbana di questa UTOE si colloca anche l’inserimento paesaggistico del previsto by-pass sulla S.P. 146, con funzione di “margine nord-occidentale all’insediamento urbano” e, al tempo stesso, di fascia verde nella quale inserire i percorsi ciclo-pedonali di collegamento con l’UTOE n.5 (ATI 2).

In secondo luogo, si procederà all’incremento della dotazione e della qualità degli spazi pubblici specificamente destinati ai residenti, e in particolare degli spazi a corte intorno ai quali si articolano le più recenti espansioni edilizie, con l’obiettivo di farne nuovi spazi della socialità (in primo luogo anziani, adolescenti, bambini, badanti, ecc.) (ATI 2).

Infine, sarà riorganizzato il sistema della sosta, garantendo spazi riservati ai residenti e adeguati spazi per la sosta dei pullman turistici nella limitrofa UTOE 5, in sostituzione degli attuali. Saranno migliorati inoltre i sistemi di distribuzione idrica e di allontanamento dei reflui fognari.

UTOE 4 - Espansioni residenziali di Monticchiello

L’elemento principale della strategia di sviluppo territoriale consiste nel contrastare la lenta emorragia di popolazione, provvedendo alla realizzazione di alloggi di recupero a fitto calmierato per persone giovani e/o a basso reddito e, in modo complementare, ad incrementare la dotazione e la qualità degli spazi pubblici specificamente destinati ai residenti (particolare di Viale Cappelli e degli spazi pubblici da questo accessibili) e a migliorare l’integrazione funzionale con il centro storico attraverso la creazione di percorsi pedonali in sede protetta.

Sotto il profilo paesaggistico, al fine di tutelare i valori figurativi degli insediamenti, saranno curati in particolar modo il rapporto tra le espansioni esistenti o corso di realizzazione (Aia del Popolo) e il territorio agricolo circostante, anche prevedendo il recupero di edifici privi di qualità.

UTOE 5 – Arcipelago produttivo di Pienza

Il PS intende affrontare le problematiche di rarefazione fisica, di mancanza di qualità urbana ed ambientale e de-qualificazione funzionale dell’Arcipelago Produttivo con interventi miranti da un lato alla riqualificazione urbanistica,funzionale e paesaggistica di alcune isole al momento dismesse o comunque prive di servizi pubblici o alle imprese, dall’altro alla loro messa in rete funzionale.

Molte delle isole (quali il PIP Podere Trieste) sono infatti troppo lontane per tentare interventi di ritessitura urbana, e la saldatura urbanistico-funzionale è dunque affidata alla creazione di collegamenti fisici, protetti e piacevoli tra le varie isole produttive e di esse con la città, sostenuti da una messa in rete informatica delle aziende.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 81 Relazione Generale

Gli interventi di densificazione e riqualificazione urbanistico-edilizia e paesaggistica, inclusa la creazione di una nuova centralità urbana, riguarderanno principalmente l’isola più grande, più degradata nonché più visibile da Pienza, ossia l’area della ex Fornace Crestini (ATI n.1). In essa troverà spazio un mix di funzioni produttive, commerciali, ricettive e di servizio anche di rango elevato. I relativi interventi saranno realizzati grazie allo strumento del PCI. In particolare, l’intervento nell’ATI 1 consentirà – grazie a precise prescrizioni di coordinamento progettuale di cui all’art. 134 - di saldare in un complesso produttivo e di servizio organico i volumi residui delle lottizzazioni industriali previste dal precedente PRG a nord e a sud della ex fornace Crestini (Zona artigianale-industriale privata in località Ponticino a sud e Zona artigianale-industriale privata limitrofa al lato ovest). Tali volumi sono stati ridotti dal PS complessivamente dell’85%.L’intervento di messa in rete fisica si concretizzerà nella realizzazione dell’Anello Ciclo-pedonale Urbano di cui all’art. 142, eventualmente integrato, qualora economicamente sostenibile, da un servizio di navetta pubblico o privato.

Sotto il profilo formale, particolare attenzione sarà posta al riassetto paesaggistico dell’incongrua alternanza, lungo la SP 146 per Montepulciano, di edifici industriali-artigianali isolati e aggregati edilizi di servizio all’agricoltura, talvolta anche interessati da processi di de-ruralizzazione a vantaggio di un uso prettamente residenziale.

UTOE 6 – Contesto figurativo di Pienza

La strategia di sviluppo territoriale di questa UTOE si propone di tutelare e ove possibile migliorarne le funzioni di basamento figurativo dell’abitato di Pienza, ripristinando la qualità delle relazioni percettive tra edificato e contesto rurale.

Questo compito è affidato da un lato alla regolazione minuta delle trasformazioni, dall’altro alla realizzazione di due reti – a tratti coincidenti - che interessano anche territori più ampi:

– il consolidamento della rete ecologica;

– il riassetto della rete di percorsi ciclo-pedonali di primo e secondo livello, così come definiti all’art. 141, che faccia da connettore fisico tra le funzioni presenti e previste nei centri urbani e le numerosissime risorse, naturali, archeologiche, architettoniche, culturali e naturalistiche presenti nel territorio aperto.

L’intervento di maggiore rilievo consiste nella istituzione del Parco Urbano della Pieve di Corsignano prospiciente le mura meridionali di Pienza (circa 25 ha), la cui fruibilità è garantita dalla formazione di rete una sentieristica, in accordo con i proprietari privati, e la regolazione delle attività ricreative ed educative in funzione della tutela degli habitat.

UTOE 7 – Contesto figurativo di Monticchiello

La strategia che connota questa UTOE è sostanzialmente simile – cambia la natura e la configurazione dei luoghi – a quella della UTOE 6: anche al territorio ricompreso nella UTOE 7 viene affidato il compito di tutelare, riqualificare, rendere fruibile il contesto rurale di un insediamento storico, in questo caso Monticchiello.

Viene previsto in tal senso il rafforzamento della rete ecologica, il riassetto dei percorsi ciclopedonali nonché l’istituzione del Parco Urbano delle Piagge.

UTOE N. 8 – Insediamenti rurali

La strategia di sviluppo di questa UTOE è riassumibile nel mantenimento degli assetti insediativi esistenti e nella complessificazione del mosaico del paesaggio agrario, con conseguente incremento dei livelli di naturalità

L’elemento principale che connota la strategia di sviluppo territoriale in questa UTOE è dato dalla realizzazione di due reti – a tratti coincidenti - che interessano il territorio comunale, ma con connessioni estese all’intera Val d’Orcia:

– il consolidamento della rete ecologica, contestuale alla complessificazione del paesaggio agrario;

Comune di Pienza - Piano Strutturale 82 Relazione Generale

– il rassetto della rete di percorsi ciclo-pedonali di primo e secondo livello, così come definiti all’art. 141, che faccia da connettore fisico tra le funzioni presenti e previste nei centri urbani e le numerosissime risorse, naturali, archeologiche, architettoniche, culturali e naturalistiche presenti nel territorio aperto.

Per quanto riguarda le attività artigianali già insediate (due in località Borghetto e impianti di frantumazione limitrofi all’alveo dell’Orcia), il PS prevede interventi di riqualificazione, da realizzarsi contestualmente alla concessione di piccoli ampliamenti necessari al loro ammodernamento.

Nella UTOE 8 insistono – oltre che l’ANPIL e il Sito Patrimonio UNESCO “Val d’Orcia – la riserva provinciale di Lucciolabella e due Sic p SIr: il n. 96 – Lucciolabella, e il n. 97 “Crete d’Orcia e del Formone”. Quest’ultimo in particolare comprende tutta la zona compresa tra l’Orcia e la SP della bonifica. In tale fascia il precedente PRG prevedeva, in attuazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE), la realizzazione di due cave di inerti (Fosso Rigo e Pian Porcino), mentre una terza cava (di argilla) era prevista a presso il confine nord del Comune di Pienza, in località Salvadominici.

Costituisce questione di cruciale importanza, ai fini del perseguimento delle finalità di conservazione ambientale e paesaggistica del territorio aperto cui è improntato l’intero PS, l’eliminazione delle tre cave previste sopra accennate. Tali interventi sono infatti risultanti incompatibili con le risorse essenziali e con il PS a seguito della Valutazione Integrata delle previsioni del PRG vigente effettuata ai sensi dell’art.6 del Regolamento 3/R di attuazione della l. reg. 1/2005 emanato con DPGR 9 febbraio 2007 (cfr. Relazione Generale par. 15.2). Dando concretezza ai processi partecipativi avviati per la redazione del PRAER, il PS contiene pertanto proposte per la riconfigurazione dei siti estrattivi nel territorio comunale (art. 119). Tali proposte sono comunque coerenti con gli obiettivi di cui all’art. O1, co. 2 e con i criteri e parametri contenuti nell’art. O2 del PTCP di Siena.

12.4 Il Disegno strategico della città pubblica e le schede strutturali di indirizzo progettuale delle ATI

12.4.1 Il tema del controllo della forma urbana nei Piani Urbanistici

Fin dagli anni Ottanta, il tema della messa a punto di strumenti in grado di stabilire un rapporto, all’interno del piano urbanistico, tra regola e progetto fisico dello spazio (forma urbana) è, , con i piani cosiddetti di “terza generazione”, al centro della riflessione teorico-operativa della pianificazione urbanistica.

A fronte dell’esaurirsi della fase di crescita impetuosa della città, e dell’inevitabile obsolescenza degli strumenti per il suo controllo (piani cosiddetti di “seconda generazione”, essenzialmente riconducibili all’assunzione senza riserve della logica dello zoning e della pianificazione per aree omogenee) sono stati sperimentati nuovi strumenti posti a cavallo tra la progettazione urbana e quella architettonica e intenzionati a garantire la qualità morfologico-formale delle aree sottoposte ad intensa trasformazione, e in particolare a configurare paesaggi insediativi coerenti con gli assetti ambientali e infrastrutturali generali, oltre che rispondenti a esigenze di scala locale.14

Tali strumenti – ricadenti nella famiglia delle schede-norma (schemi di progetto, progetti-norma, schemi di assetto preliminare, ecc.) - contengono generalmente una parte descrittiva, una normativa e una grafica, sebbene caratterizzate da una grande variabilità, tra piano e piano, di valenze, pesi e rapporti reciproci tra le parti stesse. Essi costituiscono dunque un importante ambito di sperimentazione di materiali grafici e normativi non consueti, con diverso grado di prescrittività, oscillanti tra i due estremi degli “schizzi” (figurazioni mimetiche non misurabili) e di rappresentazioni tecniche realizzate con le modalità del disegno planivolumentrico.

In particolare, con riferimento ai due estremi precedentemente accennati, si può dire che se da una parte le suggestioni non cogenti fornite con gli “schizzi” rappresentativi delle esplorazioni progettuali compiute difficilmente resistono alle deformazioni inflitte loro dallo svolgersi del processo realizzativo, dall’altra le rappresentazioni molto tecniche, volte a restituire immediatamente le intenzioni del piano, hanno come contropartita una dose di determinismo tale da entrare rapidamente in contrasto con esigenze di flessibilità, peraltro tanto maggiori quanto più l’attuazione del progetto urbano è dilazionata nel tempo.

14 Tra i PRG che hanno affrontato il tema in tali termini, ricordiamo il PRG di Bologna (1986-89), il PRG di Jesi (1987-1993), il PRG di Torino (1987-93), il PRG di Reggio Emilia (1987-95), i PRG di Seregno e Voghera.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 83 Relazione Generale

Un altro dei problemi non ancora compiutamente risolti nel delicato passaggio tra il piano urbanistico e l’attuazione delle sue intenzioni in merito al perseguimento della qualità urbana si individua proiettando il problema del controllo della qualità del Progetto urbano alla scala dell’insieme delle aree a trasformazione intensa, in quanto è indispensabile anche tenere conto delle relazioni formali e funzionali di queste tra loro e con il resto della città.

Tale problema è stato recentemente affrontato secondo diverse prospettive. Ad esempio, privilegiando gli aspetti formali di disegno organico dello spazio aperto, con la redazione di “progetto di suolo”15, oppure, privilegiando gli aspetti funzionali, attribuendo al Piano dei Servizi una valenza di “disegno della città pubblica” in grado di re-iniettare l’interesse pubblico nella definizione dei contenuti vari Programmi Integrati, troppo spesso delegata alle singole fasi di contrattazione con i privati, con conseguente difficoltà di far valere eventuali scelte e priorità programmatiche.

In generale, però, anche tali soluzioni innovative rivelano elementi di debolezza sul piano delle realizzazioni concrete, elementi essenzialmente riconducibili alla mancanza di “selettività” strategica e – al solito – alla eccessiva rigidità.

12.4.2 Le scelte metodologiche operate dal PS di Pienza a garanzia della qualità degli esiti formali delle previsioni di PS

I riferimenti nell’ambito dei quali ricercare un rapporto innovativo tra progetti urbani e piano urbanistico si arricchiscono, nel caso dei piani toscani, dello sdoppiamento in Piano Strutturale e Atti di governo del territorio (nella fattispecie Regolamento Urbanistico, Piani complessi di intervento e Piani attuativi)16, così come previsto – nei contenuti e nelle valenze conformative - dalla legge 1/2005.

In particolare la legge prevede, tra i contenuti propri del PS, il dimensionamento massimo delle quantità edilizie nell’ambito di ciascuna UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari), distinte per destinazioni urbanistiche.

E’ indubbio, a tale proposito, che una verifica preventiva delle implicazioni sulla forma urbana di tali quantità costituisce una condizione necessaria – sebbene non sufficiente - ai fini di un efficace orientamento delle trasformazioni urbane verso esiti di qualità formale. Si è ritenuto dunque utile anticipare alla fase di redazione del PS, affiancandola alle allocazioni quantitative in particolare delle aree di Trasformazione Integrata (ATI), anche la definizione dei criteri di ordine tipologico, morfologico e ambientale cui improntare la forma urbana che tali quantità assumeranno.

Nel caso del PS di Pienza tale anticipazione si sostanzia in due elaborati tipologicamente affini alle categorie sopra accennate (disegno di suolo e schede-norma), ma dotati di una fisionomia particolare, definita anche facendo tesoro degli esiti delle esperienze di pianificazione accennate nel precedente paragrafo, e denominati rispettivamente:

– Disegno strategico della città pubblica

– Schede strutturali di indirizzo progettuale

Si tratta di documenti che, per quanto pensati come graficamente allusivi e non cogenti sul piano localizzativo (oltre che non conformativi della proprietà), afferiscono – si ribadisce - ad un livello di approfondimento formale che in parte esula dai contenuti del Piano Strutturale ma che tuttavia si ritiene importante ai fini di un aggancio diretto degli esiti formali e funzionali delle più rilevanti trasformazioni urbane alle linee di assetto territoriale fissate dal PS.

Come ultima notazione, vale ricordare che nel PTC della Provincia di Siena figura tra gli obiettivi finalizzati all’incremento della qualità ambientale e funzionale e della dotazione di servizi negli insediamenti urbani di formazione recente (PTCP Art. L7), “l’uso sinergico di strumenti urbanistici attuativi che prevedano sia

15 Ad esempio il “progetto di suolo” del PRG di Jesi consente di inquadrare i progetti fisici di trasformazione coerentemente a un “impianto urbano” formato dagli spazi aperti, ivi incluse le connessioni fisiche e gli elementi di qualità formale. 16 Nonché piani e programmi di settore, accordi di programma e atti della programmazione negoziata comunque denominati “qualora incidano sull’assetto costituito dagli strumenti di pianificazione territoriale in vigore, determinando modifiche o variazioni di essi”.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 84 Relazione Generale un’articolazione equilibrata di tipi edilizi e di spazi pubblici, sia condizioni di attuazione che concorrano alla formazione di ambienti urbani armonici sul piano delle forme architettoniche e della qualità insediativa”.

L’intenzione di perseguire operativamente tale obiettivo può essere dunque considerata la cornice nella quale sono stati elaborati gli strumenti descritti nel seguito.

12.4.3 Il ruolo del Disegno strategico della città pubblica

Il Disegno strategico della città pubblica (DSCP) si fonda su un riorientamento dei concetti di “disegno di suolo” e “disegno della città pubblica” nel Piano dei Servizi in direzione di un disegno della struttura dello spazio pubblico, ossia tale da restituire una selezione degli elementi formali e funzionali del piano ritenuti in grado di svolgere un ruolo di riferimento anche in ordine al funzionamento dei singoli interventi previsti nelle ATI come un sistema integrato alla scala della città, e dunque in ordine alla massima esplicazione delle loro valenze urbanistiche.

Senza entrare del dettaglio della ormai annosa polemica sulla natura e sul significato del Progetto Urbano in relazione ai connotati che dovrebbero differenziarlo da una parte dal piano urbanistico, e dall’altra dal progetto di architettura (sebbene anche esteso ad una porzione rilevante di città), possiamo affermare che nell’impostazione del PS il Disegno strategico della città pubblica (uno per ciascuno dei centri urbani presenti nel territorio comunale) coincide con l’intendimento dei progettisti del PS circa il significato di “Progetto Urbano”, i suoi contenuti e il ruolo di raccordo che esso dovrebbe svolgere nello spazio nebuloso ed elastico che si interpone tra piano urbanistico e progetto di architettura, e che nel caso il primo consista di un Piano Strutturale assume i connotati di un desolante vuoto.

Il DSCP non contiene proposte progettuali ulteriori rispetto a quelle contenute nelle UTOE e nelle ATI, ma ne disvela la trama complessiva, recuperando il senso unitario del centro urbano e superando in tal modo la frammentazione – pur necessaria funzionalmente – delle UTOE.

Per tale motivo i DSCP sono tanti quanti sono i centri urbani (nel caso del Comune di Pienza due: Pienza e Monticchiello), e si situano ad una scala di progettazione strutturale intermedia tra quella del piano comunale e quella delle singole ATI.

Più concretamente, il Disegno strategico della città pubblica contiene la graficizzazione di tutti quegli elementi di rango “strutturante” proposti nelle singole UTOE in risposta alla problematiche scaturite dal Quadro conoscitivo relazione all’assetto formale e funzionale dei centri urbani.

Tra esse giocano naturalmente un ruolo determinante i temi scaturiti dalle analisi urbanistiche incentrate sulla morfologia urbana e sull’assetto dei sistema dei servizi, nonché dalle analisi di economia territoriale ed antropologiche; tuttavia elementi concreti volti all’incremento della qualità urbana derivano a pieno titolo anche dagli studi sul paesaggio agrario (in specie per quello che riguarda le tessiture agrarie a maglia fitta dei contesti figurativi dei centri urbani), o da quelli a carattere più spiccatamente naturalistico-ambientale.

Sul piano concettuale, i DSCP si configurano come approfondimenti di scala (1: 5.000) dei contenuti della tavola PS07 (1: 10.000), “Strategie di sviluppo territoriale”. Pertanto essi sono stati inseriti come tasselli nella tavola stessa, utilizzando per la loro redazione una grafica allusiva (ossia non cogente sul piano normativo) e incentrata sulle relazioni formali tra i maggiori elementi progettuali del PS tra loro e con il contesto ambientale, paesaggistico e sociale nel quale si inseriscono.

12.4.4 Il ruolo delle Schede strutturali di indirizzo progettuale

Le Schede strutturali di indirizzo progettuale sono finalizzate a fissare gli elementi formali, funzionali e programmatici considerati cogenti per la realizzazione dei progetti che riguardano le cinque Aree di Trasformazione Integrata (ATI) individuate dal PS.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 85 Relazione Generale

Comune di Pienza - Piano Strutturale 86 Relazione Generale

In altri termini, le Schede strutturali sono assimilabili ad una versione illustrata (nel DSCP) e sintetica di ipotetici “termini di riferimento per la progettazione delle Aree di Trasformazione Integrata” che si dovrebbero eventualmente proporre - ad esempio, in occasione della stesura del bando per un concorso pubblico di progettazione - per assicurare che il progetto architettonico contemperi i desiderata fissati alla scala di progettazione/ pianificazione urbana superiore. Questo genere di prestazione delle Schede, peraltro, si ritiene particolarmente utile nel caso si pensasse di ricorrere allo strumento del concorso di progettazione per lo sviluppo dei temi più delicati sotto il profilo urbanistico; in primis, il Progetto dell’ATI n. 3 “Approdo nord” a Pienza..

La Scheda strutturale di indirizzo progettuale (cfr. art. 148 delle NTA) si compone di due parti:

1) La prima riguardante gli aspetti funzionali, in termini di volumi edilizi, destinazioni d’uso previste per essi, servizi di base da prevedere nell’area, dimensioni minime delle aree e degli immobili da acquisire alla proprietà pubblica. ecc..

2) La seconda riguardante la morfologia urbana, in termini di principi di progettazione di carattere prescrittivo, ma non univocamente determinati sul piano degli esiti architettonici corrispondenti. Tale genere di prescrizioni avrà una configurazione testuale, facendo riferimento, per la grafica, al DSCP di riferimento. In altre parole, il testo non restituirà la dimensione analitica di un assetto insediativo già definito dalla dimensione grafica, ma racconterà l’insieme degli elementi cogenti e prestazionali cui deve conformarsi il progetto, che si andranno aggiungere alle previsioni quantitative e alle relative destinazioni d’uso richieste dal PS.

Resta inteso che laddove l’intervento di progettisti particolarmente capaci e sensibili alle tematiche indicate nelle schede proponesse esplicitazioni formali dei desiderata del PS non perfettamente coerenti agli indirizzi compositivi fissati, si potrà discostarsene motivatamente.

A sostegno di questa possibilità – da amministrare con oculatezza - si cita il caso del PRG di Reggio Emilia (1987-95, firmato da Campos Venuti), nella cui fase attuativa degli interventi previsti per un’area di trasformazione di rilevanza strategica (circa 8 ettari), viene concordata tra amministrazione e operatore privato l’opportunità di attivare una procedura concorsuale per la definizione del progetto preliminare. In questa occasione le indicazioni localizzative contenute nella scheda-norma (invero più rigide di quelle proposte nelle schede del presente PS) vengono significativamente modificate dal progetto conclusivo con la seguente motivazione: “la proposta progettuale configura un risultato insediativo di grande interesse, non solo per la specifica qualità architettonica ma per le soluzioni urbanistiche e ambientali sviluppate, che reinterpretano con sensibilità compositiva le indicazioni progettuali della scheda, in coerenza con le strategie complessive del piano e con gli obiettivi prestazionali specifici della trasformazione”.17

Il rispetto degli indirizzi progettuali delle Schede è comunque indispensabile in merito alle indicazioni che rimandano a relazioni di complementarità con i progetti previsti nelle altre ATI (così come graficizzate nel Disegno Strategico della città Pubblica e nella Tav. PS07), a garanzia della “coerenza urbanistica” delle singole progettazioni.

Rimandando ai paragrafi seguenti ed alle singole Schede inserite nelle NTA (art. 148) per l’illustrazione dei contenuti specifici di ciascuna ATI, si ribadisce che gli indirizzi progettuali oggetto delle parti seconde delle cinque Schede sono da considerarsi a tutti gli effetti linee di indirizzo di PS per la progettazione urbanistica attuativa, ovvero per la progettazione dei diversi atti di governo del territorio previsti dall’art. 10 della l.reg. 1/2005 (RU, PCI, piani attuativi, i piani e i programmi di settore, accordi di programma e altri atti della programmazione negoziata comunque denominati).

12.4.5 I contenuti del Disegno strategico della città pubblica di Pienza

Il “Disegno strategico della città pubblica” di Pienza (illustrato nelle fig. di seguito e nella tav.PS07) contiene gli elementi considerati in grado di strutturare le nuove previsioni di PS sotto il profilo della morfologia urbana.

17 Vedi Arcidiacono, A., Piano e Forma Urbana, Libreria CLUP, Milano, 2004.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 87 Relazione Generale

Non a caso tali elementi derivano da una operazione di riconferma e completamento dell’ordine conferito alla città dall’intelaiatura urbana principale, così come essa si proietta all’esterno del centro storico, ottenuta tramite la realizzazione dei percorsi e dei nodi percepiti come “mancanti”.

Su questa base sono stati poi localizzati gli elementi funzionali, individuando:

– nei nuovi nodi venutisi a creare, le nuove funzioni pubbliche che essi sono deputati ad ospitare;

– nella continuità dei percorsi originata dall’estensione del telaio urbano (ma in un tratto anche sconfinante nel territorio agricolo) i collegamenti privilegiati – con carattere ciclo-pedonale o di “mobilità sostenibile, se si vuole - destinati a integrare e “mettere in rete” le funzioni urbane esistenti e di nuova localizzazione, stante peraltro l’impossibilità di soddisfare autonomamente, all’interno di ciascuna UTOE, tutte le dotazioni di servizio necessarie.

La segnalazione allude, in particolare, all’opportunità di prestare particolare attenzione alla risoluzione progettuale del tema urbanistico-progettuale dell’innesto dell’Anello ciclo-pedonale attrezzato, proprio in quanto elemento cui è affidata, alla scala urbana, la continuità pedonale tra nuovi spazi urbani, attrezzature ed aree a verde pubblico.

Si osservi anche l’impossibilità di subordinare gerarchicamente – in questo senso – i nodi ai percorsi. Ad esempio, alla base dell’individuazione del nodo urbano interessato dalla localizzazione dell’Approdo nord di Pienza (ATI n.3) è sottesa la volontà di valorizzare la Via si S. Caterina, tutta affacciata sull’incantevole panorama della Val d’Orcia, fino al successivo nodo urbano esistente di Piazza Dante, quale percorso di avvicinamento lento alla fruizione dei valori urbanistico-architettonici dello stesso Centro storico.

L’Anello ciclo-pedonale previsto dal PS svolge dunque la funzione di collegamento tra nuovi luoghi centrali e di questi con il centro storico e le attrezzature urbane esistenti e di progetto, e dunque si estende fino a “mettere in rete” il PIP podere Trieste in direzione nord, e il nuovo Parco urbano in direzione sud.

Alla “traversa by-pass S.P. 146 – ex Foro Boario” è invece delegato il compito di “mettere in rete” con gli altri tre nuovi nodi il luogo centrale previsto nell’ATI 2, distribuendo nel contempo capillarmente l’accessibilità a gran parte della UTOE 3 (espansione di Pienza).

Passando in territorio agricolo (tratto ATI 1 – ATI 4), il percorso utilizzerà preferenzialmente la maglia interpoderale già esistente; per la sua realizzazione si potranno stipulare eventuali accordi con i proprietari.

Il Disegno strategico per la città pubblica di Pienza contiene le quattro tipologie principali di notazioni, che si riportano di seguito con le relative articolazioni:

La mobilità

– By-pass della S.P. 146 e sua fascia di ambientazione

– Anello ciclo-pedonale attrezzato di Pienza e sua traversa principale

– Sistema della accessibilità veicolare

– Localizzazione di box e/o parcheggi di superficie

Le nuove funzioni

– Perimetro Aree di Trasformazione Integrata

– Piazze e nuovi luoghi centrali della socializzazione.

– Realizzazione insediamento misto ERP/edilizia privata

Comune di Pienza - Piano Strutturale 88

Relazione Generale

I criteri e temi di attenzione progettuali

– Riammagliamento dei sistemi infrastrutturali di distribuzione interna

– Visuali privilegiate da preservare

– Situazioni che richiedono particolare attenzione al trattamento del raccordo altimetrico ciclo-pedonale di accesso ai luoghi centrali

– Asse trasversale di separazione tra gli interventi a dominante pubblica e quelli a dominante privata

Il trattamento degli spazi aperti

– Verde agricolo

– Trattamento paesaggistico del margine urbano secondo i criteri enunciati nello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio

12.4.6 I contenuti del Disegno strategico della città pubblica di Monticchiello

Il Disegno strategico della città pubblica di Monticchiello (vedi Tav. PS07) contiene gli elementi considerati in grado di strutturare le nuove previsioni di PS sotto il profilo della morfologia urbana, essendo particolarmente incentrato sulla riqualificazione urbana dell’area di espansione, storica e recente, del paese.

Data la forte pendenza che caratterizza quest’ultima, luogo il ruolo di ricucitura della mobilità sostenibile di collegamento interno tra centro storico ed area di espansione è affidato ad un percorso esclusivamente pedonale (Anello pedonale attrezzato), che d’altra parte, in quanto tale, si presta particolarmente a strutturare un luogo centrale – di sosta e passeggio - a sviluppo lineare. In tal senso si intende anche valorizzare il filare di antichi e imponenti cipressi che attualmente caratterizza Viale Cappelli.

La funzionalità dell’Anello pedonale è in parte correlata alla realizzazione dei parcheggi pubblici previsti in prossimità dell’ex casa cantoniera.

Al raggiungimento di una soglia di utenza adeguata per le pur piccole attrezzature pubbliche collocate lungo viale Cappelli collaborerà la creazione di nuovi alloggi ERP di recupero in un edificio pubblico esistente sul suo lato sinistro (salendo) che si andranno ad aggiungere alla lottizzazione Aia del popolo in corso di realizzazione, sebbene con una decurtazione di 18 alloggi sugli 87 previsti, a seguito dell’apposizione del Vincolo di tutela indiretta delle mura di Monticchiello da parte del MIBAC.

Alla realizzazione del Parco urbano delle Piagge è infine affidato in gran parte il miglioramento paesaggistico delle fasce di contatto tra la zona di espansione ed il verde agricolo, che avverrà in linea con i criteri enunciati nello Statuto del paesaggio.

Disegno strategico della città pubblica contiene dunque tre tipologie principali di notazioni, che si riportano di seguito con le relative articolazioni:

La mobilità

– Anello Pedonale Attrezzato di Monticchiello

– Parcheggio di attestazione dell’anello pedonale

Comune di Pienza - Piano Strutturale 90 Relazione Generale

Comune di Pienza - Piano Strutturale 91 Relazione Generale

Le nuove funzioni

– Perimetro Aree di Trasformazione Integrata

– Nuovo luogo centrale lineare della socializzazione (riprogettazione unitaria di Viale Cappelli)

– Realizzazione attrezzature di interesse comune

– Realizzazione alloggi ERP in edificio esistente

Il trattamento degli spazi aperti

– Trattamento paesaggistico del margine urbano secondo i criteri enunciati nello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio

12.4.7 I contenuti delle Schede strutturali di indirizzo progettuale

I paragrafi da 12.4.8 a 12.4.12. illustrano i contenuti delle trasformazioni previste nelle cinque ATI individuate dal PS, inclusa l’indicazione circostanziata delle funzioni urbane previste; tali contenuti sono formalizzati nell’art. 148 delle NTA.

La logica seguita muove dalla sintesi degli elementi emersi dall’insieme degli studi redatti per il QC; tale sintesi aveva consentito di individuare – già in sede di Disegno di Governo – i sei principali temi di attenzione progettuale del PS, la cui fisionomia è stata poi precisata in termini di specificazione degli obiettivi dell’intervento, delle funzioni urbane da insediarvi e delle volumetrie pubbliche e private corrispondenti.

Nel passaggio successivo, ovvero la redazione del Piano Strutturale, i temi progettuali hanno finalmente assunto la configurazione di cinque Aree di Trasformazione Integrata (ATI):

ATI n. 1: “Ex Fornace Crestini” (Pienza capoluogo), inerente la riprogettazione e rifunzionalizzazione di un elemento centrale dell’ arcipelago produttivo sorto lungo la S.P. 146.

ATI n. 2: “Espansione Pienza-nord” (Pienza capoluogo) comprendente la realizzazione di edilizia pubblica e privata e la sistemazione del margine nord-occidentale della città in previsione della realizzazione del by-pass sulla S.P.146.

ATI n. 3: “Approdo nord” (Pienza capoluogo) inerente la creazione di un nuovo “luogo centrale” urbano, ovvero un Polo culturale e di servizio contenente un ecomuseo, un centro servizi turistico-ricreativi di introduzione ai percorsi fruitivi pedonali diretti al centro storico e al parco urbano limitrofo.

ATI n. 4: “Ex Foro Boario” (Pienza capoluogo) incentrato sulla riprogettazione del parcheggio di superficie, nella creazione di box sottostanti, e nella sostituzione di parte degli edifici del Consorzio Agrario con residenze, nell’ambito del trattamento paesaggistico del margine figurativamente debole della città.

ATI n. 5: “Riqualificazione e rifunzionalizzazione della espansione di Monticchiello”, comprendente la realizzazione di spazi, percorsi e servizi pubblici, nonché residenze pubbliche di recupero

Esse sono graficizzate nella Tav. PS07 “Strategie dello sviluppo territoriale”, in quanto la loro realizzazione coordinata è da considerarsi a tutti gli effetti il principale elemento strategico per il perseguimento delle politiche che ispirano il PS, nella loro articolazione in linee di intervento illustrata nel cap. 3 della presente Relazione Generale. L’efficacia attesa da ciascuno dei cinque interventi previsti ai fini del perseguimento delle suddette politiche è specificamente illustrata nella tab. 12.8 di seguito riportata.

Dall’osservazione della tabella si può notare come le prestazioni da parte del complesso degli interventi previsti nelle ATI si concentrino – com’è ovvio, trattandosi di aree urbane – nel perseguimento degli obiettivi delle politiche di PS a favore della qualità insediativa, della diversificazione delle attività produttive e della fruizione turistica e per la mobilità e la sosta. In tutte e cinque le ATI – tuttavia – viene fornito un contributo decisivo all’attuazione delle politiche di gestione del paesaggio, in particolare nei termini di un miglioramento delle caratteristiche delle fasce di contatto tra insediamenti urbani e territorio aperto.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 92 Relazione Generale

Notevoli sono anche le prestazioni delle trasformazioni previste in ordine al perseguimento di obiettivi non generici di governo del sistema insediativo espressi in sede regionale e provinciale, incentrati sulla riduzione dei processi di dispersione insediativa,18 così come sulla salvaguardia del paesaggio19 e sulla riorganizzazione delle attività produttive e di servizio alla produzione.

In merito a quest’ultimo aspetto, in particolare, gli interventi previsti nell’ATI 1 (ex Fornace Crestini) e 3 (Approdo nord) esauriscono addirittura il perseguimento dei seguenti obiettivi:

– “Allocare negli insediamenti dei capisaldi del sistema funzionale dei servizi all’agricoltura alle diverse scale sovralocali e locali” (PIT, Art.62)

– “Privilegiare, negli insediamenti prevalentemente produttivi, le attività connesse all’agricoltura, al turismo ed alla valorizzazione delle risorse energetiche endogene, assicurando la minimizzazione dell’impatto sull’ambiente e sul paesaggio ed utilizzando in primo luogo i siti produttivi dismessi. (PIT, Art. 62)

– “Incrementare la formazione di economie esterne logistiche per le imprese, ovvero la accessibilità alle infrastrutture ed ai servizi necessari allo svolgimento delle attività produttive” (PTCP, art. P1);

L’introduzione di elementi innovativi nel PS – quali si ritengono i Disegni strategici della città pubblica e le Schede strutturali di indirizzo progettuale precedentemente presentati – risponde alla logica di non disperdere il notevole lavoro di sintesi del Quadro conoscitivo compiuto, al di là dei suoi esiti in termini di redazione dei pochi ma decisivi elementi richiesti al PS dalla l.reg. 1/2005. Alla valorizzazione di tale lavoro – riportato di seguito in qualità di apparato giustificativo delle scelte progettuali - è affidato infatti il consolidamento del legame – troppo spesso labile - tra analisi urbanistiche, scelte di governo ed esiti progettuali di PS.

Si tratta di un apparato giustificativo ampio ed articolato, ricco di riferimenti circostanziati a specifici passaggi delle analisi territoriali redatte nonché alle relazioni di complementarità tra gli interventi nelle diverse ATI. Proprio questa ricchezza rende tali elaborazioni inadatte – se non per brevi cenni - al format delle Norme Tecniche, che si presume asciutto e orientato a evidenziare la cogenza normativa del testo.

Si suggerisce dunque una lettura parallela delle cinque Schede strutturali di indirizzo progettuale di cui all’art. 148 delle NTA e dei cinque successivi paragrafi, in modo da avere una restituzione completa del senso delle prescrizioni e degli indirizzi progettuali in esso riportate.

12.4.8 ATI n. 1: “Ex Fornace Crestini”

L’area è di grandi dimensioni, ed è quindi suscettibile di ospitare una pluralità di funzioni di cui andrà ricercata progettualmente la compatibilità. La dimensione ampia favorisce le potenzialità di riqualificazione in quanto la collocazione di funzioni diverse consentirà non solo di valorizzare l’area in sé, ma anche di moltiplicare le forme di fruizione dell’arcipelago produttivo nel quale si trova20, innescando sinergie ad oggi non presenti. La dimensione ampia consentirà inoltre di ottimizzare la localizzazione di ciascuna funzione.

L’area si trova in posizione privilegiata, in quanto si configura come un ampio pianoro – una sorta di crinale molto dolce – che si affaccia verso sud-est sugli insediamenti di Pienza e di Monticchiello, nonché su una delle parti più suggestive del paesaggio agrario pientino, in quanto ricca di vegetazione non colturale (siepi, boschetti, boschi ripariali) alternata ai campi coltivati. Attualmente questa caratteristica viene poco percepita a causa dell’effetto schermo prodotto dal fabbricato della ex-fornace, parallelo alla strada Pienza- Montepulciano, che costituisce oggi il punto di vista privilegiato e più frequentato. La visibilità e la posizione panoramica dell’area la rendono disponibile ad ospitare funzioni privilegiate che normalmente non è agevole

18 Ad es: “Contrastare l’affermazione della città diffusa e degli agglomerati lineari lungo le strade” (PTCP, art. L2) e “Privilegiare il completamento e la ricucitura delle espansioni esistenti rispetto all’apertura di nuovi fronti di costruito” (PTCP, art. L2). 19 Ad es.: “Riorganizzazione dei margini degli insediamenti da definirsi in relazione con la disciplina dell’assetto del territorio rurale” (PIT, art.62). 20 Pienza è stata interessata, a partire dagli anni Trenta fino ai giorni nostri da un fenomeno di “periurbanizzazione industriale”, che ha prodotto l’allineamento di “isole” industriali disseminate su entrambi i lati della S.P.146 per Montepulciano. Esse si presentano come troppo lontane – tra loro e dalla città – per costituire un fronte tipico di insediamento diffuso periurbano, e troppo vicine – tra loro e alla strada – per essere considerate come fatti isolati. Si tratta di uno dei temi centrali che il nuovo PS si è incaricato di affrontare, sia sotto il profilo funzionale (si tratta di tutte aree monofunzionali, alcune delle quali degradate e dimesse o comunque sottoutilizzate), sia sotto quello squisitamente urbanistico-progettuale.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 93 Relazione Generale collocare in ex aree industriali. Si aggiunge, per completezza, che l’area è ben servita dalla viabilità e dotata delle principali reti tecnologiche.

In termini generali, l’ipotesi progettuale assume come opzione di fondo quella di collocare le nuove funzioni in posizione molto arretrata dalla strada, con il duplice risultato di:

– creare una ampia fascia libera da edificato lungo la strada Pienza-Montepulciano; tale fascia rimarrà in parte a disposizione dell’attuale proprietà, per essere utilizzata per coltivazioni officinali funzionali alla confezione dei prodotti marchiati “Bottega verde” e comunque destinata a verde agricolo. Con tali trattamenti si intende sia migliorare percettivamente il percorso di avvicinamento al capoluogo (verrebbe interrotta l’attuale configurazione di “strada corridoio” circondata da edifici di bassa qualità architettonica), sia assicurare un contesto di qualità agli interventi da realizzare.

– collocare le nuove funzioni di rango elevato e gli spazi pubblici di qualità in posizione panoramica, pur con altezze molto contenute, assicurando loro una maggiore qualità localizzativa: si tratta di una scelta abbastanza controcorrente (in genere si tende a nascondere i nuovi edifici) e comporterà l’impegno a garantire una elevatissima qualità architettonica degli edifici e delle sistemazioni a terra.

E’ dunque prevista nell’area la collocazione di:

– strutture direzionali, espositive e di servizio della “Bottega Verde”, avendo cura di mediare visivamente, con sistemazioni ambientali e vegetazionali, il passaggio tra i nuovi edifici e il paesaggio agricolo circostante, ad esempio destinando a verde agricolo e/o privato vincolato i terreni più meridionali interessati dalle attività di cava;21

– una nuova area produttiva articolata in due comparti principali di dimensioni analoghe:

- un comparto pubblico, riservato ad attività consortili (Cantina Sociale, Frantoio sociale, Consorzi Agrari, ecc.) di supporto ai vari settori produttivi. Saranno collocati in tale spazio anche un “Centro di servizi avanzati alle imprese per l’innovazione” con annesso centro espositivo consortile e i magazzini comunale e provinciale attualmente esistenti nell’area dell’ex Foro Boario.

- un comparto privato – la “Galleria degli artigiani” - destinato ad ospitare botteghe artigiane di qualità.. Le indagini sulle prospettive di evoluzione del sistema produttivo pientino hanno registrato la presenza di una domanda in tal senso. La struttura sarà realizzata e dimensionata in funzione di una domanda preventivamente accertata nel dettaglio (fino a giungere alla pre-vendita degli spazi), e l’Amministrazione Comunale offrirà a tal fine la più completa ed attiva collaborazione ai promotori dell’iniziativa.

– una struttura ricettiva alberghiera da realizzarsi con iniziativa privata, che si avvantaggerà di un affaccio privilegiato sulla valle;

– un campeggio per tende e camper a gestione pubblica (o privata convenzionata), con annesso piccolo edificio per i servizi;

– un parco pubblico la cui sistemazione consenta di mediare visivamente il passaggio tra i nuovi edifici e il paesaggio agricolo, creando un paesaggio di boschetti ed alberi isolati, come quelli che normalmente intervallano il paesaggio agricolo locale;

– un parcheggio a pagamento per pullman turistici, collocato in un posizione sufficientemente interna da consentire alle sistemazioni a verde di cui sopra di ridurne al minimo l’impatto visivo, sia dall’abitato di Pienza, sia dalla strada Pienza-Montepulciano.

21 A tale proposito, è opportuno far precedere tali sistemazioni da uno studio finalizzato alla messa in sicurezza dei versanti che definiscono l'impluvio generato nel corso della coltivazione della cava di argilla posta sul retro dell'ex complesso industriale; questi si presentano infatti fortemente acclivi e, date le litologie prevalentemente argillose, soggetti a processi morfogenetici attivi.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 94 Relazione Generale

Tab. 12.8. Efficacia attesa delle prescrizioni e degli indirizzi progettuali proposti per le ATI nelle Schede strutturali di indirizzo progettuale ai fini del perseguimento delle Politiche di piano

PREVISIONI POLITICHE LINEE DI INTERVENTO NELLE ATI

1 2 3 4 5

Assicurare la integrità fisica e percettiva degli insediamenti storici di Pienza e A.1. Monticchiello Assicurare una disponibilità aggiuntiva di alloggi, con particolare riferimento a A.2. tipologie rivolte alla fascia giovane di popolazione Prevedere finalità multiple nelle operazioni di trasformazione urbana, A A.3. assicurandone la qualità urbanistica, ambientale, paesaggistica ed architettonica Politiche per la Incremento della quantità e qualità degli spazi pubblici, del verde urbano e dei A.4. qualità servizi di base per i residenti insediativa A.5. Attenuazione della pressione turistica su CS di Pienza

A.6. Migliorare i sistemi idrici e fognari Promuovere lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza A.7. favorendo l’accesso alle reti telematiche a banda larga di istituzioni, imprese e cittadini Garantire la disponibilità di spazi e servizi per nuove iniziative artigianali e per il B B.1. consolidamento del settore agro-alimentare di qualità Politiche per la B.2. Sostenere le attività artigianali nel centro storico di Pienza diversificazion e delle attività Diversificare le attività ricettive, anche incrementando la fruibilità delle risorse produttive e B.3. archeologiche, storico-architettoniche, ambientali e paesaggistiche del territorio della fruizione aperto turistica Procedere a una strutturazione organica sia dei servizi al turismo sia dei servizi B.4 a sostegno degli operatori turistici Riorganizzare il sistema degli accessi turistici del capoluogo, in una logica di C.1 C integrazione con percorsi pedonali C.2 Alleggerire dal traffico di attraversamento il nodo di Piazza Dante Politiche per la Evitare la sovrapposizioni tra le aree di sosta necessarie ai residenti e quelle mobilità e la C.3 sosta utilizzate dai turisti Attenuare gli effetti negativi della frequentazione intensa della viabilità minore C.4 del territorio aperto D D.1 Migliorare le caratteristiche percettive del paesaggio del territorio aperto Migliorare le caratteristiche delle fasce di contatto tra insediamenti urbani e Politiche di D.2 gestione del territorio aperto Tutelare l’integrità fisica dei BSA del territorio aperto, nonché i loro rapporti paesaggio e D.3 del patrimonio figurativi e funzionali con il contesto archeologico Orientare la redazione dei PMAA in coerenza con il contesto paesistico e D.4 storico e ambientale architettonico D.5 Tutela l’integrità fisica delle aree archeologiche diffuso . Regolare le trasformazioni e gli usi del territorio in funzione della vulnerabilità E.1. degli acquiferi soggiacenti E E.2. Eliminare il rischio idraulico Garantire la coerenza delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie con le Politiche per la E.3. sostenibilità e caratteristiche di stabilità dei suoli per la tutela E.4. Evitare fenomeni di amplificazione della faglia sottostante il CS di Pienza delle Tutelare le risorse nazionali (aria, acqua, suolo e materie prime), assicurando componenti E.5. ambientali in particolare la compatibilità delle aree estrattive E.6. Incrementare la tutela della biodiversità e la continuità ambientale

E.7 Tutelare e valorizzare i geositi

Prevedere progetti di riqualificazione ambientale da sviluppare a livello di F.1. F ANPIL Innervare le strutture ricettive e i percorsi di fruizione del territorio aperto nel Politiche di F.2. area vasta disegno complessivo dell’ANPIL e della via Francigena F.3. Coordinare la collocazione di funzioni e strutture di rango elevato

Comune di Pienza - Piano Strutturale 95 Relazione Generale

Il comparto destinato a “Bottega verde” sarà servito direttamente da una viabilità interna innestata sull’attuale svincolo “a goccia”, mentre tutti gi altri comparti accederanno da una nuova strada di progetto che, dal rettilineo della S.P. 146 penetrerà all’interno del nuovo PIP. raccordandosi alla strada, attualmente a fondo cieco, che si trova attualmente a sud del capannone settentrionale dell’area industriale in corso di realizzazione/ completamento in “Località Ponticino” (strada del resto confermata dal piano di lottizzazione). In questo caso tale tratto di strada dovrà essere acquisita al patrimonio pubblico e assumere le caratteristiche dimensionali e qualitative adeguate.

I parcheggi, dimensionati secondo gli standard urbanistici, in relazione al “carico urbanistico” fissato per ciascuna attività insediata, saranno convenientemente articolati e tutti accessibili dalla strada di progetto (ad eccezione di quelli di pertinenza della “Bottega verde”), nonché trattati – quando non localizzati al coperto - con pavimentazione in formelle permeabili, piantumazione di alberi tra i posti-auto, ecc..

Resta inoltre inteso che le nuove previsioni localizzative sono subordinate all’adeguamento del sistema di depurazione dei reflui ai nuovi carichi insediativi, portando a compimento le ipotesi di riorganizzazione e potenziamento del sistema previste dal Piano d’ATO n. 6.

La localizzazione di tali nuove funzioni consentirà, dunque, di coniugare il perseguimento degli obiettivi del proprietario delle aree e degli obiettivi pubblici, in particolare in merito al miglioramento della qualità insediativa e al mantenimento e incremento della varietà del sistema produttivo, anche promuovendo la localizzazione di attività e servizi rari.

In merito a quest’ultima strategia occorre approfondire brevemente due aspetti: le aspettative di sviluppo delle attività dell’azienda “Bottega verde”, e le funzioni affidate al “Centro di servizi avanzati alle imprese per l’innovazione” previsto a supporto tanto delle attività già esistenti, quanto di quelle che si vorrebbe nascessero nella “Galleria degli artigiani”.

Intervento “Bottega verde”

Il marchio “Bottega verde” non vive attualmente di legami tra i prodotti commercializzati (cosmesi ed erboristeria) e i “saperi locali” fondati sulla conoscenza e l’uso delle erbe locali, soprattutto per uso veterinario. Al momento viene infatti fatta valere un’associazione tra “immagine” dei prodotti e qualità dell’ambiente “naturale” del territorio pientino puramente virtuale: a Pienza non si trova infatti che un call- center e un punto di raccolta e distribuzione postale di merci prodotte e commercializzate altrove. In un certo senso, si potrebbe dire che Pienza, in questo caso, fa del “marketing urbano” involontario semplicemente “vendendo” il suo prefisso telefonico e il suo timbro postale, in quanto indizi della provenienza dei prodotti da un territorio di qualità riconosciuta.

Conseguentemente, l’indotto delle attività di “Bottega verde” sull’economia locale è limitato alla presenza di addetti al call center e alla piccola “vetrina” su Corso Rossellino. D’altra parte, l’ambiente locale si va rapidamente impoverendo proprio di quelle erbe officinali considerate tipiche del territorio, a causa soprattutto della meccanizzazione dell’agricoltura e dell’uso di diserbanti chimici.

Quello che ci si aspetta dall’insediamento della “Bottega verde” nelle aree ex fornace Crestini è quindi una fuoriuscita dell’azienda dal mondo “virtuale” nell’ambito del quale attualmente opera, creando un indotto diretto sia nelle attività agricole (coltivazione di piante officinali, possibilmente legate al patrimonio della biodiversità locale), sia nel campo della trasformazione artigianale/industriale (lavorazione e confezione dei prodotti) sia nel campo della commercializzazione (a distanza, ma anche diretta). Tale radicamento delle attività nella realtà locale dovrebbe concretizzarsi poi in interventi di elevatissima qualità architettonica e paesaggistica, utili anche per confermare sul piano delle realizzazioni concrete l’immagine di qualità generica del territorio “di provenienza” sulla quale si fonda l’attuale marketing dei prodotti.

Questo mix di attività primarie, secondarie e terziarie (cui si potrebbero aggiungere anche quelle “avanzate” di ricerca specializzata nel settore, e/o di formazione superiore in campo farmaceutico, nonché qualche residenza per gli addetti) si ritiene presenti elevata coerenza con operazioni di trasformazione urbana della ex Fornace Crestini, improntato a finalità multiple (mixité) e di grande qualità percettiva.

Il Centro di servizi avanzati alle imprese per l’innovazione

Il Centro Servizi sarà rivolto a sostenere, con l’offerta di servizi avanzati, l’innovazione nel settore industriale e artigianale con particolare attenzione all’artigianato (eventualmente anche “artistico”) e al settore agro-

Comune di Pienza - Piano Strutturale 96 Relazione Generale alimentare. In particolare, quest’ultima vocazione risulta motivata dagli esiti degli studi di economia territoriale per il Quadro Conoscitivo del PS, del quale si riporta una sintesi nella scheda seguente.

1. Le funzioni affidate al “Centro di servizi avanzati alle imprese per l’innovazione” (ESTRATTO STUDIO DI ECONOMIA TERRITORIALE DI M. ZANZANI)

Nel rapporto di economia territoriale viene rilevato come il settore agro-industriale sia divenuto un settore- chiave per la provincia di Siena e per la Val d’Orcia: l’occupazione è aumentata, e sono aumentati i bisogni non solo di forza lavoro generica ma anche di lavoratori specializzati, di strutture di consulenza e formazione, di ricerca e innovazione su prodotti e processi. “Le prospettive gestionali delle aziende agricole sono, come si può immaginare, sempre in bilico: le nuove generazioni sono sempre meno disponibili a seguire le orme paterne, a meno che non trovino a disposizione servizi qualificati e a buon prezzo nell’ambito di una buona redditività aziendale. Per cui è necessaria la presenza di strutture di servizio, di professionalità, di contoterzisti in grado di svolgere attività specializzate: in grado di sostenere la conduzione, informare i coltivatori sulle tecniche e pratiche colturali, in grado soprattutto di svolgere importanti servizi per conto del conduttore. Questa è una condizione necessaria per trasformare il lavoro agricolo in modo accettabile da parte delle nuove generazioni.” In particolare, le produzioni che beneficerebbero maggiormente del Centro servizi proposto sono: • il vino, specie in relazione al riconoscimento, nel 1999, della DOC di Val d’Orcia (vini rosso, novello, bianco e vinsanto). Il Consorzio del vino della Val d’Orcia dovrà infatti impegnarsi a fondo nella ricerca di mercati e clienti per il nuovo entrato; • l’olio. L’olio è attualmente una coltura di alta qualità ma marginale, con una resa produttiva molto bassa (7 litri di olio al quintale di olive a Pienza, contro 15 litri di olio a quintale di altre zone); potrebbe essere meglio commercializzato se divenisse disponibile in quantità superiori. • i cereali. Il settore subirà ben presto i contraccolpi del venire meno del supporto economico fornito dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC), con il rischio anche di pesanti ripercussioni sul paesaggio della Val d’Orcia. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’abbreviazione delle filiere agro-industriali del grano, sostenendo – con politiche di marchio - le lavorazioni locali di farine e pasticceria, di pasta di qualità, di prodotti di grano duro e di pasta fresca fatta con grano tenero (pici) • la catena del pecorino, che va in qualche maniera disciplinata, possibilmente aumentando la disponibilità di latte locale e puntando sulla qualità. • l’agricoltura biologica in genere, che risente di una certa confusione circa i protocolli che istruiscono le diverse fasi della produzione (non limitati certo al divieto di uso di prodotti chimici). • e produzioni biologiche zootecniche, campo nel quale si muovono ancora i primi passi, benché a Pienza nel 2000 operassero già 4 aziende con una Sau di oltre 400 ha. Altre funzioni importanti che il centro servizi potrebbe svolgere consistono: • nel favorire i processi associativi. Le imprese sono infatti sottodimensionate e poco integrate fra di loro, determinando anche la debolezza dei legami di filiera e delle relazioni con settori esterni. In tal senso, la localizzazione, adiacente al Centro servizi per l’innovazione, degli spazi per le attività consortili (Cantina sociale, frantoio sociale, ecc.), intende proprio corroborare tale politica. • nel valutare la convenienza a elaborare dei contratti di manutenzione ambientale previsti dalla PAC con i coltivatori o con nuove figure di specialisti, riguardo ai territori destinati gradualmente ad uscire dalla produzione sovvenzionata in conseguenza dell’allargamento dell’Unione Europea e della revisione delle “zone obiettivo”. • nel sostenere l’artigianato di servizio, creando dei centri appositi in grado di attingere a bacini di domanda di scala sovracomunale.

12.4.9 ATI n. 2: “Espansione Pienza-nord”

Questo intervento si articola in due oggetti principali:

– la realizzazione del by-pass sulla SP 146 Montepulciano-S.Quirico d’Orcia, accompagnata da un progetto di inserimento paesaggistico dell’infrastruttura finalizzato anche alla definizione/sistemazione del margine nord-occidentale della città

– la progettazione urbanistica e ambientale della parte ancora non edificata dell’area triangolare compresa tra l’ansa della S.P. 146 nel suo attraversamento del centro urbano di Pienza, così come ritagliata dal by-pass di cui sopra.

Il primo intervento si rende necessario per dirottare all’esterno del centro urbano i flussi automobilistici Montepulciano-S.Quirico (e SS Cassia). Si tratta di un intervento già previsto dal PRG vigente e riconfermato tra gli interventi del PS. Le specifiche del tema progettuale sono state arricchite ponendo una particolare cura agli aspetti formali, inerenti in particolare l’inserimento e trattamento paesaggistico della strada e delle sue pertinenze.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 97 Relazione Generale

Il secondo intervento riguarda la progettazione urbanistica di una zona già destinata dal precedente PRG ad espansione residenziale (comprensori Ca e Cb). La riconferma dell’Edilizia Residenziale Pubblica già prevista (80% dei nuovi volumi, di cui circa un terzo ridestinata esplicitamente ad edilizia con finalità sociale), si ritiene particolarmente importante per soddisfare sia il fabbisogno dei pientini indotto dalla tendenza all’aumento di nuclei familiari, sia quello espresso dai flussi migratori (in particolare di origine extracomunitaria), supposti in crescita nell’ambito delle analisi socioeconomiche redatte nel QC del PS (vedi anche il precedente par. 3.1. “politiche per la qualità insediativa”).

La progettazione urbanistica dell’area sarà incentrata sul riammagliamento della rete viaria di distribuzione, al momento alquanto disordinata. Nel ridisegno dei percorsi e nella definizione dell’arredo urbano si terranno presenti, coordinandoli, alcuni interventi parziali già programmati dall’A.C. (rifacimento di Via dell’Aia, la trasformazione in parcheggio per auto dell’attuale parcheggio per pullman turistici di via Sassetta).

Il progetto dovrà anche contribuire alla razionalizzazione del sistema di distribuzione idrica, al momento alquanto carente – in quanto frammentato in una moltitudine di interventi di allaccio “occasionale” - possibilmente in una logica di integrazione futura con le altre reti tecnologiche. Resta inoltre inteso che le nuove previsioni localizzative sono subordinate all’adeguamento del sistema di depurazione dei reflui ai nuovi carichi insediativi, portando a compimento le ipotesi di riorganizzazione e potenziamento previste dal Piano d’ATO n. 6.

Particolare cura infine sarà riservata alla qualificazione della vasta area di verde pubblico già prevista nel cuore dell’espansione già pianificata, per conferire ad essa i caratteri di luogo di ritrovo ed aggregazione, come parziale risposta alle problematiche sociali rese evidenti dallo studio antropologico condotto in occasione della formazione del PS, e delle quali si presenta un estratto – a riguardo - nella seguente scheda.

2. Le esigenza di socializzazione a Pienza (ESTRATTO STUDIO ANTROPOLOGICO DI P. CLEMENTE, F. SCARPELLI, V. TRUPIANO)

Nello studio antropologico emerge chiaramente, in svariate testimonianze, una radicata e pervasiva “nostalgia” per il “chiostro perduto” (quello di S. Francesco, utilizzato come centro ricreativo ACLI prima di diventare un albergo di lusso), soprattutto in virtù della sua collocazione nel cuore del centro storico (percepito ora come dolorosamente “espropriato” dal turismo di massa) e del carattere intergenerazionale della sua frequentazione. Se il primo aspetto non verrebbe comunque risolto, e il secondo risente – sempre secondo la relazione antropologica – di una forte dose di idealizzazione, si ritiene tuttavia che l’offerta di spazi pubblici “riservati” di qualità possa comunque contribuire ad attenuare concretamente la percezione di “quartiere- dormitorio” che caratterizza il vissuto degli abitanti di questa parte di città. In particolare, quello che viene lamentato dai ragazzi è la mancanza di “possibilità di aggregazione (…), di confronto con altre persone, con persone diverse da quelle che di solito incontri nella piccola realtà di Pienza” (intervista 22): questo è ciò che piace dei luoghi in cui studiano, come Siena. Sembra questo quello che si cerca al cinema di Chianciano, in un pub di , al bowling in Umbria, o a San Quirico, a Montepulciano, a come anche a Perugia, Castiglion del Lago che vengono citati come esempi che Pienza dovrebbe seguire. “Io sono in parte convinta che per la fascia d’età che va dai 15 ai 16 ai 30 e oltre qui manca qualcosa (…). Penso che servirebbero dei locali, dei posti proprio loro, non ci sono” (intervista 20) conferma un’insegnante. Quando i ragazzi dicono di desiderare di avere un teatro con i corsi di recitazione, come a Torrita, o come c’è a Monticchiello o ad Acquaviva o di volere la piscina a Pienza sembra che il desiderio che esprimono sia quello di far diventare Pienza un luogo di attrazione per altri giovani dei dintorni.”

Si consideri che l’intenzione di procedere ad una progettazione urbanistica e ambientale unitaria dell’ATI non prelude ad una sua immediata completa realizzazione. Essa dovrà infatti avvenire nella misura in cui si manifesta una effettiva domanda. Nella progettazione urbanistica si dovrà quindi anche tenere conto di articolare le previsioni insediative secondo “pacchetti organici” da realizzarsi in fasi temporali diverse.

In tale prospettiva, appare ragionevole prevedere nell’arco temporale corrispondente al primo RU la progettazione urbanistica unitaria dell’intero intervento secondo le linee tracciate nella successiva parte seconda della presente scheda, nonché la progettazione esecutiva di un primo stralcio.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 98 Relazione Generale

12.4.10 ATI n. 3: “Approdo Nord”

L’intervento consiste nella creazione di un nuovo “luogo centrale”, utilizzato come Polo culturale e di servizio alle attività turistico-ricreative, laddove l’analisi morfotipologica dell’intelaiatura urbana di Pienza sembra maggiormente suggerirne la presenza.

L’intervento di trasformazione urbana ha il suo fulcro nella realizzazione di un nuovo edificio, immaginato di due piani e conformato a corte, in modo da racchiudere una piazza. Tale piazza potrebbe essere in leggero declivio22 e predisposta tecnicamente ad ospitare spettacoli e concerti all’aperto (accorgimenti acustici, per la sicurezza, per l’aggancio di tensostrutture di coperta in caso di pioggia, ecc.). Particolare cura dovrebbe essere poi posta nel trattamento del raccordo – possibilmente ciclabile - con il parco urbano sottostante.

La piazza e l’edificio che la racchiude sarebbero dunque destinati contemporaneamente ad “approdo per i turisti” (in particolare del turismo giovanile) e luogo di ritrovo per i pientini stessi, in particolare quelli appartenenti alla stessa fascia di età. Il piano terreno dovrebbe essere estremamente permeabile, con ampi vuoti che consentano scorci visivi sulla Piazza interna, nonché un accesso diretto dal parcheggio retrostante (ampliamento di quello già in corso di realizzazione) e al centro sportivo limitrofo (campo di calcio con tribune e campi da tennis).

Come sopra accennato, sotto il profilo formale le ragioni dell’intervento risiedono nella volontà di rafforzare l’ordine conferito alla città dall’intelaiatura urbana principale, così come essa si proietta all’esterno del centro storico, secondo la lettura che ne è stata fatta - in sede di redazione del quadro conoscitivo - nello studio di settore urbanistico del quale si riporta un estratto nella scheda successiva, da leggersi unitamente allo schema grafico. L’intervento proposto si inquadra dunque nella riproposizione della logica di sottolineatura dei punti di incrocio (nodi) degli elementi ordinatori del “telaio” (percorsi urbani privilegiati) già chiaramente percettibili oggi, anche completandolo con la realizzazione dei “segmenti mancanti” (tav. PS07).

In tal senso, nel nuovo Polo culturale e di servizio sono previsti anche servizi turistico-ricreativi di introduzione ai percorsi fruitivi pedonali diretti al centro storico e al parco urbano di Pienza.

3. Consolidare il telaio urbano con la creazione di un nuovo luogo centrale (ESTRATTO STUDIO URBANISTICO DI S. ARNOFI)

Si riconoscerà, nella metafora dei “nodi,” il ricorso alla teorie analitiche interpretative della “forma della città” di Kevin Lynch, il quale intende per “nodi” i “luoghi strategici in una città, nei quali un osservatore può entrare, e che sono i fuochi intensivi verso i quali e dai quali egli si muove”, dunque spesso caratterizzati dal marcare l’incrocio di percorsi urbani privilegiati, o che si voglia divengano tali, come in questo caso. L’idea di fondo sottesa a questo progetto è quella per la quale, se è vero che l’incrocio di due percorsi urbani importanti facilmente produce un “nodo” in senso lynchiano, dovrebbe anche essere possibile enfatizzare l’importanza di alcuni tratti del telaio urbano che si vuole rafforzare – in quanto attualmente sottovalutati (nella fattispecie la passeggiata pedonale di Via di Santa Caterina, da Piazza Dante al cimitero) o non ancora “marcati” (discesa al parco urbano dalla S.P. 146) - creando al loro incrocio un nodo/luogo centrale: sostanzialmente un edificio che racchiude una piazza, ricco di spazi funzioni interessanti ed esso stesso notevole sotto il profilo architettonico. In tal senso, la categoria lynchiana del “nodo” si interseca con quella di “riferimento”, inteso quale elemento puntuale, visibile da lontano (il nodo dell’ATI 3 svolgerebbe il ruolo di terminale visivo dalla prospettiva di avvicinamento a Pienza provenendo da Montepulciano, grazie alla realizzazione dl nuovo by-pass sulla SP 148 e “frequentemente usato come indizi di identità e persino di struttura” (sono riferimenti torri isolate, cupole dorate, grandi colline, ma anche insegne, alberi ed altri elementi che “riempiono le immagini di gran parte degli osservatori).

Grazie all’attenzione prestata al tema dei percorsi, poi, le ragioni formali dell’intervento proposto si integrano spontaneamente con quelle funzionali che, in particolare, rispondono all’obiettivo di alleggerire la pressione turistica sul centro storico e di incrementare la conoscenza delle risorse archeologiche, storico- architettoniche, ambientali e paesaggistiche attraverso tre strategie principali:

– diversificare ed arricchire qualitativamente l’offerta di spazi all’aria aperta (nuova piazza di qualità, Via di Santa Caterina, Parco urbano sotto le mura, altri percorsi storico-archeologici del territorio pientino)

22 Come a Siena, o come la Piazza di accesso al Beau-bourg di Parigi; questo elemento sembra effettivamente moltiplicare il piacere stesso di “stazionare” nelle piazze.

Comune di Pienza - Piano Strutturale 99 Relazione Generale

– procedere ad una riorganizzazione funzionale di servizi per i visitatori, ampliando e migliorando il sistema della sosta e integrandolo con ulteriori servizi alle attività turistico ricreative, che possano sviluppare al massimo sinergie con la diversificazione dell’offerta di fruizione del territorio (urbano, periurbano e comunale) di cui alla prima strategia.

– provvedere spazi di qualità per la realizzazione di un centri di servizi avanzati agli operatori turistici.

Resta inteso che le nuove previsioni localizzative sono subordinate all’adeguamento del sistema di depurazione dei reflui ai nuovi carichi insediativi, portando a compimento le ipotesi di riorganizzazione e potenziamento previste dal Piano d’ATO n. 6.

La realizzazione dell’“Approdo Nord” costituisce inoltre l’occasione per perseguire gli obiettivi di PS di favorire l’insediamento di funzioni di rango elevato e di incrementare la quantità e qualità degli spazi gli spazi pubblici, rispettivamente:

1. inserendo nel nuovo “luogo centrale” alcune funzioni culturali “prestigiose” e vitali (istituzioni accademiche, di ricerca, o museali), in risposta ai timori diffusi di “congelamento” e “musealizzazione” di Pienza, nonché in grado di attenuare il senso di espulsione dei residenti dalla piazza principale del paese (Piazza Pio II) causata dalla pressione turistica.

2. assecondando l’esigenza, già rilevata nella redazione del QC (vedi relazione dell’urbanista e degli antropologi), di un punto di ritrovo per i giovani pientini. Se, infatti, la popolazione anziana si è rapidamente adattata, dopo la privatizzazione del chiostro di S. Francesco (ex centro sociale ACLI), ad usare gli spazi alternativi resi disponibili dall’amministrazione al di fuori del cento storico (in primis il centro sociale AUSER), non altrettanto è successo per la fascia giovanile, il cui uso degli spazi pubblici sembra per il momento confinato in un paio di locali di ristoro del centro storico. A conferma di tale caratterizzazione è da rilevarsi la disponibilità della polisportiva pientina – che attualmente gestisce gli impianti sportivi limitrofi all’area di intervento - a prendere in gestione alcuni degli spazi di servizio previsti.

Sotto il profilo funzionale, l’elenco delle opere facenti parte del nuovo Polo culturale e di servizio, da realizzarsi tramite un Piano attuativo di iniziativa pubblica (previa acquisizione delle aree necessarie, del resto già destinate a servizi pubblici), è pertanto il seguente:

Ecomuseo Si tratta di una funzione in grado di rispondere a un sentimento diffuso – rilevato nell’ambito dello studio antropologico - di “perdita di centralità culturale attiva di Pienza, in un processo di ‘oggettivazione’ della sua qualità culturale nonché di perdita di profili socializzanti di intellettualità.” L’esigenza di un Ecomuseo, è stata esplicitamente rilevata nell’ambito dello studio antropologico, con gli obiettivi e le caratteristiche di cui alla scheda seguente.

4. Bisogno di museo, rilettura sociale del paesaggio (ESTRATTO STUDIO ANTROPOLOGICO; P. CLEMENTE, F. SCARPELLI, V. TRUPIANO)

Nella contrapposizione obiettiva tra storie personali di vita legate alla campagna o alla città e città di Pio II (città degli storici dell’arte, degli architetti, dei turisti colti e via via del turismo post ‘Paziente inglese’) emerge il desiderio di una ‘presenza’ delle storie individuali nella vita del territorio, quasi il bisogno di un ‘museo’ come punto di raccordo delle molteplici storie e delle molteplici voci che hanno fatto questa terra per tanti anni dopo la sua felice nascita in una congiuntura del papato. E’ un tema questo presente nella grande tensione sociale della museografia postbellica europea, l’idea francese degli ecomusei e dei musei di società, si muove nella critica radicale dei musei d’arte fatti per gli uomini colti e divenuti emblema di ceti sociali privilegiati, si tratta di musei nei quali al centro è l’uomo storico cresciuto in sintonia ambientale con un territorio, la rappresentazione della vita e della trasformazione. Tutta la comunità è potenziale custode e guida del museo perché è il museo delle loro vite, una forma che ha avuto a Monticchiello una originalissima forma di coniugazione teatrale, ma che può essere proposta anche in forma di ecomuseo e museo territoriale del quale gli stessi musei artistici entrerebbero a far parte ricomponendo però il rapporto arte-vita, arte-storia, arte-territorio. Entro esso come un ‘polo’ o una ‘sala di regia’ il museo, il centro di documentazione, la raccolta di storie personali, la memoria del territorio e delle persone, un possibile luogo in cui connettere diverse visioni della esperienza della città. Museo in senso moderno, non come raccolta di oggetti, ma come raccolta di storie e di visioni (centro di ascolto, stanza della memoria, archivio dei racconti di vita, installazione sociale…). Un museo che potrebbe connettersi con momenti di gestione collettiva della immagine urbana e paesistica secondo alcune linee congeniali alla nuova legge relativa al Codice dei Beni Culturali e del paesaggio. La nascita di commissioni provinciali e/o comunali di tutela e

Comune di Pienza - Piano Strutturale 100 Relazione Generale

interpretazione del paesaggio potrebbe configurare una sorta di dialogo tra le diverse componenti (per generazione, sesso e attività) in una sorta di ‘assemblea’ dell’identità territoriale.

Centro servizi turistico-ricreativi, contenente:

– funzioni di servizio alla persona, quali bar, e punti di ristoro, roof garden, ecc.;

– piccolo ostello per ciclo-turisti, eventualmente collegato, organizzativamente, con un nuovo ostello di maggior consistenza da realizzarsi in un’area limitrofa, all’interno del tessuto residenziale consolidato e con le attrezzature per la ricettività extralberghiera previste nell’ATI 1 (ex Fornace Crestini);

– funzioni di servizio alle attività turistico-ricettive (ufficio informazioni-prenotazioni, affitto mountain bike, riparazioni biciclette, ecc.);

– piccolo spazio dedicato alla illustrazione (con pannelli illustrativi vari) dei percorsi di fruizione turistica del territorio, in particolare quello del sottostante “parco urbano” .

Centro servizi avanzati agli operatori turistici La creazione di questa struttura persegue l’obiettivo di strutturare un sistema comprensoriale di servizi agli operatori adeguato alla maturità raggiunta dal sistema dell’offerta pientino. Nell’ambito delle attività del Centro si potrà provvedere, ad esempio, alla fornitura di servizi di assistenza tecnica alla progettazione edilizia ed ambientale, all’allestimento e aggiornamento di siti internet, alla commercializzazione dell’offerta di ricettività e intrattenimento degli ospiti, all’organizzazione dei loro spostamenti, ecc), rispondendo così al bisogno di professionalità rilevato.

Parcheggio auto e area di discesa pullman turistici Si tratterebbe di ampliare il parcheggio attualmente in corso di realizzazione (a servizio principalmente del centro sportivo) in modo da rendere disponibili ulteriori posti per auto private (in particolare destinati a soddisfare la domanda di turisti “non organizzati”), nonché un’ampia area per la discesa dei turisti viaggianti in pullman. La capacità di sosta complessiva nell’area dovrà assolvere efficacemente alle esigenze della domanda attratta dalle nuove funzioni insediate (aree parcheggio permanente). Le aree a parcheggio permanente nonché eventuali aree di parcheggio aggiuntive (da utilizzarsi in occasione di eventi speciali) dovranno essere realizzate con tecniche che ne assicurino il completo inerbimento, allo scopo di ridurre drasticamente l’impatto visivo e ambientale in genere del parcheggio al di fuori dei periodi di picco della frequentazione turistica.

Accessi dalla S.P. 146 L’accesso al Centro servizi dalla S.P. 146 avverrà secondo due modalità:

– tramite l’Anello ciclo-pedonale attrezzato previsto dal Disegno strategico della città pubblica (v. 12.4.5). Nei limiti consentiti dalle esigenze tecniche la giacitura del tratto di anello che interessa l’ATI 3 dovrà essere allineata al tratto proveniente dall’ATI n. 2 (ovvero parallela a quella del by-pass sulla S.P 146). In tali condizioni, l’accesso ciclo-pedonale all’ATI n.3 costituirà l’asse ordinatore longitudinale dell’intervento. La progettazione di dettaglio del percorso dovrà curare particolarmente il suo inserimento paesaggistico, così come la collocazione di elementi di arredo e spazi per la sosta.

– tramite una nuova strada carrabile possibilmente adiacente al limite delle espansioni esistenti (fatte salve le esigenze di rispetto dell’edificato) con funzioni anche di accesso al parcheggio previsto e di raccordo con la maglia viaria esistente a sud di questo. La posizione compositivamente defilata dell’accesso carrabile intende privilegiare l’asse di accesso ciclo-pedonale – nella collocazione sopra indicata - e con esso la qualità paesaggistica e ambientale delle sistemazioni a verde pubblico previste.

Attrezzatura del parco urbano e sistemazione dell’accesso ciclo-pedonale dalla nuova piazza E’ prevista la realizzazione di un percorso didattico-ricreativo per la fruizione del Parco urbano - attrezzato con pannelli esplicativi, aree di sosta, ripari occasionali, ecc. - i cui contenuti, in termini di fruizione delle risorse archeologiche e paesaggistiche presenti sono illustrati nella successiva scheda.

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5. I valori archeologico-paesistici del parco-urbano (ESTRATTO STUDIO SULLE RISORSE ARCHEOLOGICHE DI CRISTINA FELICI)

Il percorso troverebbe una naturale discesa dal punto di partenza (Piazza del Centro servizi) verso la valle. I siti di interesse archeologico in quest’area del banco di arenaria di Pienza sono numerosi e coprono un arco temporale amplissimo: PREISTORIA E PROTOSTORIA: Uno dei siti di maggior interesse visitabile in questo percorso è quello scavato fra gli anni ’70-’80 nell’area dell’ex Cava Barbieri. Oggi del sito non rimangono molte tracce ma un’adeguata ripulitura e una pannellistica potrebbero rendere il sito ancora ben comprensibile. L’arco temporale interessato dall’insediamento di quest’area va dal Neolitico all’Età del Bronzo. PERIODO ROMANO: Questa fase storica è presente nell’ambito del Parco urbano in forma soprattutto di affioramenti di materiale archeologico in superficie, quindi di difficile comprensione all’occhio del visitatore. Anche in questo caso i pannelli potrebbero rivelarsi probabilmente il modo migliore per informare il turista sulle grandi dimensioni che occupava l’abitato romano imperiale (circa 2 ettari di spargimento di materiale archeologico). Materiale in buono stato di conservazione è ancora custodito nella baracca adibita a magazzino presente nei pressi della Cava Barbieri (potrebbe entrare a far parte del materiale informativo? Questione da sottoporre alla Soprintendenza e al responsabile del magazzino ispettore onorario Alberto Dondoli). MEDIOEVO: I monumenti presenti nell’area del Parco urbano sono numerosi e di interesse notevole. Certamente rilevante è il Romitorio, un eremo scavato nell’arenaria con altorilievi a grandezza naturale di figure di santi, una cappella, vari ambienti adibiti alla vita eremitica. La connessione fra questo monumento rupestre e la vicinissima pieve di Corsignano (antica San Vito in Rutiliano) è un elemento facilmente percepibile dal visitatore. La pieve di Corsignano, nota già dal 714 d.C. è un elemento architettonico di altissimo valore, immerso nel suo contesto e nello scenario di utilizzo romano dell’area sul quale la chiesa ha avuto origine. La pieve con il suo campanile cilindrico di ispirazione ravennate e le sue decorazioni architettoniche tipiche della fase romanica, può essere considerato il monumento “simbolo” - insieme alla fonte legata alla sorgente che si trova nelle sue vicinanze - del percorso del Parco urbano. Anche le fonti che si trovano nei pressi del podere Porciano sono una bella testimonianza medievale di questa porzione di territorio. EPOCA MODERNA: La chiesa di Santa Caterina può benissimo inserirsi in questo percorso anche in virtù delle scalette che conducono direttamente al sottostante Romitorio. Il percorso, oltre ai siti di interesse storico-archeologico, offre al visitatore la fruizione di una porzione di paesaggio agricolo rimasto praticamente immutato negli ultimi 50 anni. Un analisi del volo base (Gai 1954) della zona ha permesso di evidenziare una aderenza strettissima con le partizioni agrarie e le destinazioni d’uso attuali. Andando più indietro nel tempo, la viabilità del percorso stesso utilizza per lo più strade presenti nel Catasto Leopoldino ottocentesco, che rivelano esse stesse una forte conservazione paesaggistica. Naturalmente la posizione del percorso e del Parco urbano come “terrazza” privilegiata sul panorama della valle, ne fa un ambiente naturale gradevole oltre che ricco di spunti e fonti di interesse.

12.4.11 ATI n. 4 : “Ex Foro Boario”

Obiettivo principale di questo tema progettuale è la rifunzionalizzazione e riqualificazione dell’area dell’ex Foro Boario e di quella attualmente occupata dal Consorzio Agrario, anche funzionale a fornire un sostanziale contributo alla riqualificazione paesistica del margine settentrionale della città.

Lungo il margine settentrionale dell’insediamento pientino si aprono infatti una serie di percorsi “a pettine” di servizio alle espansioni residenziali, destinati poi a perdersi nel reticolo interpoderale. Alcuni di essi – in particolare Via Fontanelle - necessitano di un intervento di riammagliatura, se non altro per consentire il ritorno alla rete viaria principale di tale serie di cul de sac, al momento reso molto difficoltoso dalla ridottissima dimensione delle strade (percorribili solo a senso unico alternato).

Sotto il profilo formale, gli interventi previsti nell’ATI dovranno dunque confrontarsi la preservazione dell’integrità fisica degli insediamenti storici, innanzitutto sotto il profilo paesaggistico e dell’intervisibilità. Ciò equivale a implementare un trattamento dei margini urbani che consideri le relazioni percettive tra centri storici e contesti circostanti, in funzione della riqualificazione delle fasce di contatto.

L’area consiste di uno spazio urbanizzato asfaltato di circa 5.000 mq, di proprietà comunale, accessibile da via Mencattelli, in parte occupato da un piccolo locale adibito come magazzino e autorimessa comunale e provinciale, e per la restante parte utilizzato come parcheggio a pagamento, salvo nel giorno del mercato settimanale. In tal senso tale spazio si configura come “area attrezzata multifunzionale”23

23 “Area progettata per ospitare ciclicamente attività sociali e commerciali (mercatini rionali, spettacoli all’aperto, mostre itineranti, luna

Comune di Pienza - Piano Strutturale 102 Relazione Generale

Buona parte di questo spazio è stato acquisito alla proprietà pubblica, nell’ambito dell’attuazione del precedente PRG, grazie ad una permuta con diritti edificatori sui suoli retrostanti.

L’elenco degli interventi da sviluppare nell’ambito dell’ATI n. 4 è così articolato:

Ampliamento dell’area multifunzionale attrezzata Tale intervento presuppone la verifica della possibilità di portare a compimento l'ampliamento dell'area multifunzionale esistente con ulteriori spazi già previsti dal precedente PRG, vagliando l'attuabilità odierna delle condizioni in esso stabilite (permuta con diritti edificatori a completamento dell’edificato circostante).

Sistemazione area ex-Foro boario e realizzazione box interrati L’attuale area attrezzata multifunzionale sarà interessata dalla realizzazione di volumi interrati attrezzati a box-auto, da vendersi preferibilmente a residenti nel centro storico o persone che ivi svolgono la propria attività. Essi manifestano infatti difficoltà nel reperimento di spazi di servizio (parcheggi privati ma anche cantine e depositi) a causa della scarsa disponibilità oggettiva di tali spazi, almeno a prezzi accessibili. La realizzazione degli interventi di cui sopra costituisce inoltre l’opportunità per una risistemazione dell’area soprastante i box, che verrebbe almeno in parte liberata dalle auto, assumendo anche i caratteri di un belvedere/spazio pubblico di qualità. Resta fermo il mantenimento complessivo dell’attuale capacità di sosta, da garantirsi grazie ad un’opportuna riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi disponibili. Particolare cura sarà inoltre dedicata alla sistemazione paesaggistica del fronte nord dell’intervento, anche in prospettiva dell’aumentata visibilità dall’ATI n.1 (ex Fornace Crestini), e alla progettazione degli innesti e dei tracciati di attraversamento dell’ATI da parte dell’Anello ciclo-pedonale attrezzato. Per quanto riguarda i soggetti realizzatori e gestori dell’intervento, si propone la realizzazione delle opere attraverso accordi tra soggetti pubblici e privati.

Recupero dei volumi dei magazzini comunali e provinciali presenti, da destinarsi a piccole attività di servizio Le funzioni di magazzini ed autorimesse di mezzi pubblici svolte da tali volumi saranno rilocalizzate in un’area funzionalmente più congrua, da reperirsi preferibilmente nell’ambito dell’intervento dell’ATI n.1, in prossimità del parcheggio per i pullman turistici. In tale prospettiva, i volumi esistenti potranno essere recuperati – anche previo abbattimento e ricostruzione - per attività di servizio al pubblico connesse alla riprogettazione dell'Area attrezzata multifunzionale;

Riprogettazione area Consorzio Agrario L’area di proprietà del Consorzio Agrario è al momento occupata da due lunghi edifici paralleli, sostanzialmente privi di qualità architettonica. Parte di questi edifici, e precisamente la testata sud dell’edificio più interno, è attualmente adibita a punto vendita di prodotti alimentari tipici. Il resto dei volumi è invece utilizzato come deposito e vendita di prodotti e attrezzi per l’agricoltura. Alla luce della vicinanza del sito al centro storico, non si ritiene complessivamente utile mantenere gli usi e gli edifici attuali; si prevede pertanto di eliminarli e sostituirli con delle residenze, ad eccezione della testata di una delle stecche, nella quale sarà mantenuto l’attuale negozio di generi alimentari. Le funzioni rimosse troveranno una localizzazione più conveniente nell’ATI n. 1 ex Fornace Crestini). Verranno inoltre garantiti i posti riservati ai residenti già esistenti, possibilmente incrementandoli.

12.4.12 ATI n. 5: “Riqualificazione e rifunzionalizzazione della espansione di Monticchiello”

La lettura sintetica dei principali elementi morfo-tipologici analizzati nel quadro conoscitivo ha portato alla individuazione di alcuni fattori di degrado nel centro urbano di Monticchiello. Essi sono essenzialmente riconducibili alla scarsa qualità urbanistica complessiva della zona di espansione, particolarmente evidente a fronte della compiutezza del centro storico. Tale situazione è poi aggravata da un margine urbano paesaggisticamente indefinito, caratterizzato dall’assenza della gradualità tipica che caratterizza il passaggio dall’edificato al seminativo agricolo.

D’altra parte, sotto il profilo socio-economico, è emersa dal QC l’urgente necessità di alloggi a prezzo calmierato, per arrestare l’emorragia di giovani coppie che non possono accedere ad un mercato immobiliare ormai conformato alla domanda di seconde case da parte di facoltosi non residenti. Tale emorragia di residenti, inoltre costituisce contemporaneamente causa ed effetto dell’impossibilità di sostenere un adeguato sistema di servizi di base (sia pubblici che commerciali e di servizio privato). Si tratta

park, manifestazioni di partiti politici o associazioni, ecc.. nonché sosta e/o parcheggio per veicoli) in quanto singolarmente non troverebbero finanziamenti per l'allestimento di specifiche infrastrutture”. Se dotata di elisuperficie e pozzetto autopulente, un’area multifunzionale attrezzata può essere altresì utilizzata dalla Protezione Civile in caso di emergenza

Comune di Pienza - Piano Strutturale 103 Relazione Generale dunque di due temi – la presenza di alloggi a prezzo accessibile e la dotazione di servizi – che vanno affrontati contemporaneamente.

Quale elemento positivo, sotto questo aspetto, va segnalata la realizzazione in corso di un nuovo consistente insediamento residenziale al limite orientale dell’UTOE 4. Per quanto non specificamente rivolto alla popolazione residente, esso presumibilmente contribuirà ad elevare la domanda di servizi di base oltre la soglia minima della loro sostenibilità economica. In sintesi, infatti, gli abitanti della UTOE 4 aumenteranno di circa il 63% passando dagli 87 censiti nel 2001 ai 138 abitanti teorici previsti.

Pertanto, l’intervento di riqualificazione proposto dal PS risulta articolato in quattro temi principali:

1. Riprogettazione unitaria di Viale Cappelli, Viale Cappelli, già parzialmente arredato con due filari di grandi cipressi, si presta a costituire una sorta di piccolo “luogo centrale lineare”, a servizio sia dei residenti della UTOE 4 (Espansione residenziale di Monticchiello, al momento priva di spazi urbani attrezzati di qualità), sia dei visitatori. La riqualificazione di Viale Cappelli verte principalmente: sulla realizzazione dell’Anello pedonale attrezzato nel quale si incentra il Disegno strategico della città pubblica, di cui al precedente par. 12.4.6.; nella integrazione di questo con un sistema di spazi di sosta da realizzarsi nella ampia fascia di terreno libero compreso tra il filare destro dei cipressi e le case (alternati agli spazi di accesso carrabile alle case retrostanti); nell’inserimento in tale sistema dei servizi pubblici previsti in adiacenza (parcheggio e attrezzature di interesse comune), di cui a punto successivo

2. Arricchimento della dotazione di servizi di base La funzionalità del percorso pedonale come piccolo “luogo centrale lineare” è intimamente correlata all’inserimento di servizi pubblici di base (parcheggi, verde pubblico e aree di interesse comune) da coordinarsi – sotto il profilo funzionale - con il Parco Urbano delle Piagge previsto nell’ATI 7 (contesto figurativo di Monticchiello.. In particolare sarà correlato alla realizzazione dei parcheggi pubblici previsti dal vigente PRG in prossimità dell’ex casa cantoniera, e alla realizzazione di alcune attrezzature di interesse comune rivolte ai residenti della zona di espansione (preferenzialmente un ritrovo per anziani) nell’edificio di proprietà pubblica, adiacente a viale Cappelli stesso, precedentemente utilizzato come seggio elettorale.

3. Realizzazione di alloggi di edilizia a basso costo o in affitto per i residenti Data l’urgenza di questo genere di domanda, si ipotizza la realizzazione immediata di 4 alloggi di edilizia popolare nell’edificio “Ex Casa Dimessi OO.PP” di Viale Cappelli.

4. Trattamento paesaggistico del margine urbano secondo i criteri forniti nello Statuto del paesaggio Si tratta di interventi volti a migliorare le relazioni percettive tra l’insediamento recente di Monticchiello ed il contesto agricolo limitrofo, in una logica di coerenza con gli obiettivi e della disciplina dell’Unità di paesaggio delle “Colline argillose” (vedi Tav. PS02) contenuti nello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio, e con le indicazioni relative al Sottosistema paesaggistico del Contesto figurativo di Monticchiello (coincidente anche con L’UTOE n.7), contenute nello Statuto della città e degli insediamenti.

12.5 I raccordi del PS con atti e strumenti di governo del territorio

Il titolo che conclude le NTA contiene prescrizioni per il monitoraggio del PS e degli atti di governo del territorio (art. 149), finalizzati a porre le basi per le periodiche redazioni dei RU che attueranno il PS, e prescrizioni per la redazione (eventuale) di due piani di settore:

– il Piano comunale per l’illuminazione pubblica (PCIP) di cui alla l. reg. Toscana 37/2000;

– il Piano di indirizzo e di regolazione degli orari.

Le NTA si concludono (art. 152) con il richiamo ai necessari raccordi da porre in essere tra PS, Piano di gestione dell’ANPIL e Piano di gestione del sito UNESCO e con le misure di salvaguardia del PS (art. 153) definite in base alla Valutazione Integrata dell’opportunità o delle condizioni di riconferma delle previsioni del precedente PRG (cfr. par. 15.2), ai sensi del Regolamento 3/R di attuazione della l. reg. 1/2005.

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