Cent'anni Di Proust. Echi E Corrispondenze Nel Novecento Italiano
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
CENT’ANNI DI PROUST ECHI E CORRISPONDENZE NEL NOVECENTO ITALIANO a cura di ILENA ANTICI, MARCO PIAZZA, FRANCESCA TOMASSINI 2016 Università degli Studi Roma Tre CENT’ANNI DI PROUST ECHI E CORRISPONDENZE NEL NOVECENTO ITALIANO Atti di convegno Roma, 30-31 ottobre 2014 a cura di ILENA ANTICI, MARCO PIAZZA, FRANCESCA TOMASSINI 2016 Coordinamento editoriale: Gruppo di Lavoro Edizioni: © Roma, febbraio 2016 ISBN: 978-88-97524-58-8 http://romatrepress.uniroma3.it Quest’opera è assoggettata alla disciplina Creative Commons attribution 4.0 International Licence (CC BY-NC-ND 4.0) che impone l’attribuzione della paternità dell’opera, proibisce di alterarla, trasfor- marla o usarla per produrre un’altra opera, e ne esclude l’uso per ricavarne un profitto commerciale. Immagine di copertina: © Leggere dentro, foto di Ilena Antici Sommario PREMESSA di Simona Costa 5 PREFAZIONE 7 MARIOLINA BERTINI, Il Proust di Carlo Ginzburg tra paradigma indiziario e straniamento 11 GIULIO FERRONI, Presenze proustiane in scrittrici del Novecento italiano 19 ROBERTA COLOMBI, Gadda e Proust: due ‘grandi uomini’. La ‘vittoriosa iper-cognizione’ della scrittura e la Storia bugiarda 33 UGO FRACASSA, Celati e Proust: per una lettura antropologica della Recherche 53 KAREN HADDAD, Moravia-Proust, via Godard ou comment faire un film proustien 69 FRANC SCHUEREWEGEN, Proust aurait-il aimé lire Calvino? Réflexions sur la littérature comparée 79 RAFFAELLO ROSSI, Estetiche mondo: Proust nella teoria letteraria contemporanea 93 MARCO PIAZZA, Gli anni Trenta e le prime letture filosofiche italiane di Proust 113 ELEONORA SPARVOLI, Visconti lettore ideale della Recherche 131 ILENA ANTICI, Il lessico proustiano: usi e abusi tra autori e critici 145 Indice dei nomi 163 Premessa Gli Atti che qui si pubblicano sono frutto di un Convegno tenutosi il 30 e 31 ottobre 2014 all’Università di Roma Tre, pres- so il Dipartimento di Studi Umanistici, con la collaborazione del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, e che ha visto confrontarsi e interagire sull’opera proustiana, a più di cent’anni dalla pubblicazione del primo volume della Recherche, studiosi italiani e francesi, intesi a fare il punto sulla situazione critica dei rispettivi ambiti. Tale iniziativa congressuale nasce in realtà da una pregressa rete di rapporti interuniversitari, avviati a partire da una collaborazione a livello di Dottorati di ricerca tra l’Università di Roma Tre e l’Univer- sité Paris Ouest Nanterre, e quindi allargatasi all’Université Paris Est Créteil e all’Université d’Anvers. Questo ha permesso non solo un pro- ficuo scambio tra docenti ma ha anche aperto ai giovani in formazione nuovi orizzonti di ricerca con cui misurarsi, dando a qualcuno di loro la possibilità di completare il proprio ciclo di studi al di fuori dell’universi- tà di origine, secondo il concetto stesso insito nell’universitas studiorum. Il Convegno si è dimostrato momento estremamente vivace e fecondo di confronto fra generazioni diverse, aprendo il dibattito critico fra studiosi dal consolidato profilo scientifico e più giovani ricercatori, già tuttavia in possesso di una corretta e sicura metodolo- gia. Il colloquio aperto con i colleghi delle università francesi ha avuto l’apporto non solo dei colleghi di quattro università romane (oltre a Roma Tre, Roma “La Sapienza”, Roma “Tor Vergata” e LUMSA), ma anche di altri specialisti proustiani provenienti dalle Università di Milano, Parma e Siena. Per l’organizzazione e realizzazione di questo progetto, si ringrazia anzitutto il Dipartimento di Studi Umanistici, nella persona del suo Direttore, prof. Mario De Nonno, che ha voluto sostenere e promuo- vere tale rete di rapporti e dare spazio a questo Convegno, secondo 5 S. COSTA una vocazione di internazionalizzazione della ricerca scientifica radi- cata nell’Università di Roma Tre. Un grazie, per il fattivo sostegno organizzativo apportato, va inoltre al Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, a cominciare dal suo Direttore, prof. Paolo D’Angelo. I ringraziamenti comprendono ovviamente tutti coloro che si sono spesi, a vario titolo, nell’organizzazione del conve- gno, dal personale tecnico amministrativo del Dipartimento di Studi Umanistici ai molti giovani, e meno giovani, che hanno prestato la loro opera per la buona riuscita dell’iniziativa: dai curatori dei presenti atti a quanti hanno dato più nell’ombra il loro appoggio e i loro suggerimenti. Un sentito grazie, infine, a tutti gli amici e colleghi che hanno partecipato, come relatori o presidenti di sessione, alla riuscita del Convegno: dimostrazione, ancora una volta, della serietà e passione scientifica che ancora sa rendere estremamente vitale e proiettata nel futuro della ricerca la nostra troppo spesso e ingiustamente mortificata istituzione universitaria. Simona Costa 6 Prefazione Nell’anno 2013, per il centenario della pubblicazione di Du côté de chez Swann, il primo volume di À la recherche du temps perdu (1913- 1927), numerosissimi sono stati in Francia gli omaggi, le pubblica- zioni e le conferenze dedicate a Marcel Proust, seguite da alcune rare iniziative italiane. Le giornate di studio tenutesi all’Università di Roma Tre nelle date 30-31 ottobre 2014, di cui questo volume raccoglie gli atti, hanno inteso arricchire tale agenda, in un’ideale prosecuzione del centenario stesso. Con quell’evento si è cioè ritenuto opportuno fare il punto sui nuovi andamenti della critica proustiana d’oltralpe e pure arricchire la riscoperta di Proust attraverso lo sguardo di critici e letterati italiani. L’idea di dedicare un’occasione pubblica di confronto tra gli studiosi dell’opera di Proust ha dunque rappresentato, per gli organizzatori dell’iniziativa, una forma di continuazione e di appro- fondimento degli studi proustiani intrapresi nell’ultimo decennio, situandosi in una prospettiva sostanzialmente di taglio comparatistico. Il presente volume, nella sua complessità e nelle diverse letture interpretative cui dà spazio, si prospetta quindi come un nuovo e significativo contibuto per ragionare sugli effetti che la ricezione del romanzo francese ha provocato – e continua a provocare – sulla letteratura italiana. In particolare, è interessante rileggere la prima produzione proustiana e analizzare i suoi rapporti con l’Italia non tanto per mettere in luce la forte presenza dell’arte e della cultura italiane già attestata nella scrittura di Marcel Proust, ma soprattutto per sottolineare l’eco che il proustismo degli anni Venti e Trenta ha lasciato in eredità anche alla letteratura italiana del tardo Novecento. Di quel fervore culturale, in cui si avverte costante la presenza della Recherche, offre ora testimonianza tangibile questo volume, che rin- traccia le riletture proustiane più inedite e arricchisce la bibliografia critica dell’autore francese, già vasta, con un nuovo studio a più voci, 7 tutte suggestionate dalla miniera di spunti che la letteratura italiana del Novecento offre al lettore di oggi. I primi volumi della Recherche vedono la luce in un’Europa carat- terizzata da una grande vivacità intellettuale: l’intellighenzia italiana è particolarmente attiva e avida di letture «intimiste», che indaghino l’animo umano, il tempo e la verità soggettiva dei sentimenti. In tutto il Vecchio Continente, intellettuali come Giuseppe Ungaretti e Giacomo Debenedetti, così come un giovanissimo Samuel Beckett o il filosofo spagnolo Ortega y Gasset, si interessano a Proust e ne scrivono come di un autore ‘sentimentale’, bergsoniano, psicologico. Questa gene- razione di pensatori si scontra e si confronta con un nuovo concetto di memoria, basato sull’elasticità del tempo e le sue intersezioni con i ricordi, in una prospettiva profondamente umana che si afferma anche contro l’avanzamento dei regimi totalitari e la logica della razionalità. Se l’interesse per Proust andrà diminuendo all’inizio degli anni Trenta, la sua fortuna conoscerà un nuovo momento di interesse nell’Italia del dopoguerra, quando per la prima volta Proust viene tradotto in italiano e raggiunge così un pubblico più ampio: la Recherche non ha dunque mai smesso di incuriosire gli intellettuali italiani – siano essi romanzieri, poeti o critici letterari –, invitandoli ad intraprendere una nuova e personale ‘ricerca del tempo’. Dai primissimi studiosi che scoprivano o giudicavano un Proust ancora sconosciuto, come Lucio d’Ambra o Benedetto Croce, fino alle critiche più mature di Giovanni Macchia, di Giacomo Debenedetti e poi di Gianfranco Contini, il romanzo francese di Proust ha conti- nuato a interrogare il lettore colto italiano, grazie alle potenzialità introspettive declinabili sotto varie forme e alla ricchezza degli spunti filosofici presenti nella sua opera. I contributi qui raccolti confermano l’opera di Proust come motore della rivoluzione non solo narrativa ma anche critica e filosofica che si verifica nel Novecento italiano ed europeo, dimostrando il roulo di primaria importanza che il nome dell’autore francese assume nella riflessione teorica e nella creazione artistica di autori diversi tra loro quali Bassani, Calvino, Celati, Gadda, Natalia Ginzburg, Montale, Morante e Moravia, fino alle sperimentazioni cinematografiche di registi come Luchino Visconti e Jean-Luc Godard. La natura comparatistica di queste ricerche si rivela essenziale per fare luce su alcuni passaggi importanti della complessa triangolazione tra lettura personale, assimilazione del modello e riscrittura originale 8 che vede sempre Proust quale punto di riferimento (a volte celato, latente o addirittura negato)