Proceedings Atti

35th INTERNATIONAL CONGRESS OF THE WORLD ASSOCIATION FOR THE HISTORY OF VETERINARY MEDICINE

IV CONGRESSO ITALIANO STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA Nella stessa collana sono stati pubblicati seguenti volumi:

l - 1979 Infezioni respiratorie del bovino 2 - 1980 L’oggi e il domani della sulfamidoterapia veterinaria 3 - 1980 Ormoni della riproduzione e Medicina Veterinaria 4 - 1980 Gli antibiotici nella pratica veterinaria 5 - 1981 La leucosi bovina enzootica 6 - 1981 La «Scuola per la Ricerca Scientifica» di Brescia 7 - 1982 Gli indicatori di Sanità Veterinaria nel Servizio Sanitario Nazionale 8 - 1982 Le elmintiasi nell’allevamento intensivo del bovino 9 - 1983 Zoonosi ed animali da compagnia 10 - 1983 Le infezioni da Escherichia coli degli animali 11 - 1983 Immunogenetica animale e immunopatologia veterinaria 12 - 1984 5° Congresso Nazionale Associazione Scientifica di Produzione Animale 13 - 1984 Il controllo delle affezioni respiratorie del cavallo 14 - 1984 1° Simposio Internazionale di Medicina veterinaria sul cavallo da competizione 15 - 1985 La malattia di Aujeszky. Attualità e prospettive di profilassi nell’allevamento suino 16 - 1986 Immunologia comparata della malattia neoplastica 17 - 1986 6° Congresso Nazionale Associazione Scientifica di Produzione Animale 18 - 1987 Embryo transfer oggi: problemi biologici e tecnici aperti e prospettive 19 - 1987 Coniglicoltura: tecniche di gestione, ecopatologia e marketing 20 - 1988 Trentennale della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche di Brescia, 1956- 1986 21 - 1989 Le infezioni erpetiche del bovino e del suino 22 - 1989 Nuove frontiere della diagnostica nelle scienze veterinarie 23 - 1989 La rabbia silvestre: risultati e prospettive della vaccinazione orale in Europa 24 - 1989 Chick Anemia ed infezioni enteriche virali nei volatili 25 - 1990 Mappaggio del genoma bovino 26 - 1990 Riproduzione nella specie suina 27 - 1990 La nube di Chernobyl sul territorio bresciano 28 - 1991 Le immunodeficienze da retrovirus e le encefalopatie spongiformi 29 - 1991 La sindrome chetosica nel bovino 30 - 1991 Atti del convegno annuale del gruppo di lavoro delle regioni Alpine per la profilassi delle mastiti 31 - 1991 Allevamento delle piccole specie 32 - 1992 Gestione e protezione del patrimonio faunistico 33 - 1992 Allevamento e malattie del visone 34 - 1993 Atti del XIX Meeting annuale della S.I.P.A.S., e del Convegno su Malattie dismetaboliche del Suino 35 - 1993 Stato dell’arte delle ricerche italiane nel settore delle biotecnologie applicate alle scienze veterinarie e zootecniche - Atti 1a conferenza nazionale 36 - 1993 Argomenti di patologia veterinaria 37 - 1994 Stato dell’arte delle ricerche italiane sul settore delle biotecnologie applicate alle scienze veterinarie e zootecniche 38 - 1995 Atti del XIX corso in patologia suina e tecnica dell’allevamento 39 - 1995 Quale bioetica in campo animale? Le frontiere dell’ingegneria genetica 40 - 1996 Principi e metodi di tossicologia in vitro 41 - 1996 Diagnostica istologica dei tumori degli animali 42 - 1998 Umanesimo ed animalismo 43 - 1998 Atti del Convegno scientifico sulle enteropatie del Coniglio 44 - 1998 Lezioni di citologia diagnostica veterinaria 45 - 2000 Metodi di analisi microbiologica degli alimenti 46 - 2000 Animali, terapia dell’anima 47 - 2001 Quarantacinquesimo della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche di Brescia,1955- 2000 48 - 2001 Atti del III Convegno Nazionale di Storia della Medicina Veterinaria 49 - 2001 Tipizzare le salmonelle 50 - 2002 Atti della giornata di studio in Cardiologia Veterinaria 51 - 2002 La valutazione del benessere nella specie bovina 52 - 2003 La ipofertilità della bovina da latte 53 - 2003 Il benessere dei suini e delle bovine da latte: punti critici e valutazione in allevamento 54 - 2003 Proceedings of the 37th international congress of the ISAE 55 - 2004 Riproduzione e benessere in coniglicoltura: recenti acquisizioni scientifiche e trasferibilità in campo 56 - 2004 Guida alla diagnosi necroscopica in patologia suina 57 - 2004 Atti del XXVII corso in patologia suina e tecnica dell'allevamento 58 - 2005 Piccola storia della Medicina Veterinaria raccontata dai francobolli WORLD ASSOCIATION FOR THE HISTORY OF VETERINARY MEDICINE (WAHVM)

CENTRO ITALIANO DI STORIA SANITARIA E OSPITALIERA (CISO) SEZIONE DI STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA

Proceedings Atti

35th INTERNATIONAL CONGRESS OF THE WORLD ASSOCIATION FOR THE HISTORY OF VETERINARY MEDICINE

IV CONGRESSO ITALIANO DI STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA

Edited by A cura di Alba Veggetti - Ivo Zoccarato - Elisabetta Lasagna

Grugliasco (Torino), Italy, September 8-11, 2004

FONDAZIONE INIZIATIVE ZOOPROFILATTICHE E ZOOTECNICHE – BRESCIA Via Bianchi, 1 – 25124 Brescia © Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche - Brescia, Giugno 2005 Tipografia Camuna - Brescia 2005 WORLD ASSOCIATION FOR THE HISTORY OF VETERINARY MEDICINE (WAHVM) CENTRO ITALIANO DI STORIA SANITARIA E OSPITALIERA (CISO) SEZIONE DI STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA

35th International Congress of the World Association for the History of Veterinary Medicine IV Congresso Italiano di Storia della Medicina Veterinaria

HONORARY COMMITTEE COMITATO D’ONORE

Rinaldo Bertolino, Rector of University of Turin – Rettore dell’Università di Torino Carlo Girardi, Dean of Veterinary Medicine Faculty of Turin - Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino Bruno Giau, Dean of Agricultural Science Faculty of Turin - Preside della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Torino Romano Marabelli, Ministry of Health, Director of General Services of Veterinary Health and Food - Ministero della Salute, Direttore della Direzione Generale Sanità Ve- terinaria e Alimenti Arnaldo Triani, Italian Army Logistic Inspectorate, Department of Veterinary - Briga- dier General, Ispettorato logistico dell’Esercito, Dipartimento di Veterinaria Brigadiere Generale Marcello Mazzù, Grugliasco’s Mayor - Sindaco di Grugliasco Corrado Corghi, Honorary President CISO - Presidente onorario CISO Danilo Morini, President CISO - Presidente CISO Martin Kaplan, OMS-WHO Geneva - Ginevra Mario Gobetto, President of Veterinary College of Turin - Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Torino Sergio Andruetto, Director of Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Li- guria e Valle d’Aosta - Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemon- , Liguria e Valle d’Aosta Stefano Capretti, General Secretary of Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zoo- tecniche, Brescia - Segretario Generale della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche, Brescia Gian Luigi Gualandi, Scientific Director of Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche, Brescia - Direttore Scientifico della Fondazione Iniziative Zooprofilatti- che e Zootecniche, Brescia WORLD COMMITTEE COMITATO MONDIALE

SCIENTIFIC ORGANIZING SCIENTIFICO ORGANIZZATORE

Peter Koolmees Alba Veggetti Marco Galloni Adriano Mantovani Bruno Cozzi Aristarco Seimenis Mario Valpreda

ITALIAN NATIONAL COMMITTEE COMITATO NAZIONALE ITALIANO

SCIENTIFIC ORGANIZING SCIENTIFICO ORGANIZZATORE

Alba Veggetti Maria Grazia Catellani Francesco Cristofori Elisabetta Lasagna Ivo Zoccarato Roberto Rasero Laura Gasco Mario Marchisio Paola Bigatti Marco Prunotto

ACKNOWLEDGEMENTS RINGRAZIAMENTI

Un particolare ringraziamento ai seguenti sponsors A special mention should be given to following sponsors

FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DI TORINO

FONDAZIONE INIZIATIVE ZOOPROFILATTICHE E ZOOTECNICHE,BRESCIA

TORO ASSICURAZIONI

The Editors are grateful to dr. Luca Cartoceti, of Ercolani library of Veterinary Medicine of Bologna University, who helped in the preparation of proceedings

I curatori degli Atti ringraziano il dott. Luca Cartoceti della Biblioteca Ercolani della Facoltà di Me- dicina Veterinaria dell’Università di Bologna per l’aiuto prestato nella revisione informatica dei contributi INDEX - INDICE

PROCEEDINGS ATTI 35th INTERNATIONAL CONGRESS OF THE WORLD ASSOCIATION FOR THE HISTORY OF VETERINARY MEDICINE IV CONGRESSO ITALIANO DI STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA

PREFACE PREFAZIONE ...... pag. 15

OPENING OF THE SCIENTIFIC PROGRAM SEDUTA INAUGURALE ...... pag. 17

Civil and Academic Authorities. Welcome Address Saluti delle Autorità prof. Carlo Girardi, dean of Veterinary Medicine Faculty of Turin...... pag. 19 dr. Peter Koolmees, president WAHVM ...... pag. 21 avv. Danilo Morini, president CISO ...... pag. 25 prof. Alba Veggetti, president CISO Section Veterinary Medicine ...... pag. 27

MAIN THEME: VETERINARY MEDICINE IN THE ANCIENT MEDITERRANEAN WORLD SEZIONE A TEMA: LA MEDICINA VETERINARIA NELL’ANTICO MONDO MEDITERRANEO

- R. RONCALLI AMICI (USA), Keynote lecture Virgil, the Georgics. Veterinary reflections (Virgilio, le Georgiche. Riflessioni veterinarie) ...... pag. 31 - M. ZULIAN (Italy), La figura del medico veterinario nell’Antico Egitto. Una rara scena di macellazione e ispezione nell’Antico Regno (2700-2195 a.C.) (The veterinarian figure in the Ancient . A rare scene of slaughter- ing and flesh examination in the Old Kingdom (2700-2195 B.C.) ...... pag. 41 - J. BLANCOU (France), Early methods of control and treatment of rabies in the Mediterranean world (Primi metodi di controllo e trattamento del- la rabbia nel mondo mediterraneo)...... pag. 51 - A. MANTOVANI, S. PROSPERI, A. SEIMENIS, D. TABBAA (Italy, Greece, Syr- ), The Mediterranean and zoonoses: a relationship (Mediterraneo e zoonosi, una relazione) ...... pag. 59 -G. BOMPADRE AVONI (Italy), Curae ad dysurian (Ars Veterinaria, Pelag. 139-162) ...... pag. 63 -G. BOLOGNI, L. CIAMPI (Italy), Introduzione alla biologia di Aristotele. La medicina veterinaria dello Stagirita (Introduction to the Aristotele’s biology. The veterinary medicine in the Stagirite’s works) ...... pag. 71 - A. PUGLIESE, D. ALAIMO, M. PUGLIESE, O. GARRAFFO (Italy), Il rapporto uomo animale nell’antica Akragas (The relationship man-animal in the Ancient Akragas) ...... pag. 77 - M. PUGLIESE, C. CANANZI, A. PUGLIESE (Italy), La medicina veterinaria nell’antica Roma: Lucio Giunio Moderato Columella (Veterinary Medi- cine in old Rome: Lucio Giunio Moderato Columella)...... pag. 87 - M. TURCHETTO, A. LAFISCA (Italy), The preservation of food of animal ori- gin in the history of the Mediterranean peoples (La conservazione degli alimenti di origine animale nella storia delle popolazioni mediterranee).... pag. 93 - M.L. LUCCHI (Italy), Storia e valenza simbolica del caduceo (History and significance of the caduceus) ...... pag. 101 - A. SEIMENIS,N. CHARISSIS (Greece), Veterinary Medicine in Ancient Greece (La medicina veterinaria nell’antica Grecia) ...... pag. 109 - P. B IGATTI. (Italy), “Un solo soffio vitale”: gli animali nella Bibbia - (“One vital breath for all”: the animals in the Bible) ...... pag. 117 - R. GRIMM. (Germany), Cattle depicted on Roman Imperial coins - (Monete imperiali romane raffiguranti bovini) ...... pag. 127 - M.A. CAUSATI VANNI (Italy), Il De Medicina Equorum ovvero l’arte di curare i Cavalli (De Medicina Equorum, or the art of curing the horse) ...... pag. 129 - E. LASAGNA, A. SENIGALLIESI (Italy), Le piaghe d’Egitto (Esodo 7,1- 11,10) (The plagues of Egypt [Exodux 7, 1-11, 10]). Poster...... pag. 135 - G. PAINO, M. PERNA (Italy, USA), L’allevamento ovi-caprino nella Gre- cia micenea (Sheep and goat breeding in Mycenaean Greece). Poster .... pag. 139 - J.SCHAEFFER, H. MEYER, P.R. FRANKE (Germany), Domestic pigs in - tiquity morphology and husbandry (Suini domestici nell’antichità - mor- fologia e allevamento). Poster...... pag. 145 - A. GENOVESE, S. AUDINO, M. DI GERIO, D. RUSSO, M.P. VITIELLO (Italy), Aspetti dell’allevamento suinicolo nell’antica Pompei (Some aspects of pig production in ancient Pompei). Poster ...... pag. 149

MAIN THEME: VETERINARY MEDICINE IN WORLD WAR I SESSIONE A TEMA: LA MEDICINA VETERINARIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

- R. BRUNEAU (France), Keynote lecture Equids in the great war (L’impiego degli equidi nella I° Guerra mondiale) pag. 153 - F. DE GIOVANNI, F. TRAPANI (Italy), La penuria di alimenti sofferta in Ita- lia durante e dopo il primo conflitto mondiale (The food shortage before and after the First World War)...... pag. 163 - D. CURCA, I.C. ANDRONIE,V. ANDRONIE (Romania), Romanian veteri- nary medicine in the First World War (La medicina veterinaria rumena nella I Guerra Mondiale) ...... pag. 173 - M. GALLONI (Italy), La Scuola di Medicina Veterinaria di Torino durante la prima guerra mondiale (The School of Veterinary Medicine in Turin in World War first) ...... pag. 181 - M. FURMANSKI (USA), Equine mobilization and influenza in the Great War (Mobilitazione equina e influenza nella Grande Guerra) ...... pag. 197 - I. ALITALO (Finland), Finnish Veterinarians in World War I (La Veterina- ria finlandese nella I guerra mondiale) ...... pag. 199 - S.D. JONES (USA), Antrax as a biological weapon in Word War I (Car- bonchio come arma biologica nella I guerra mondiale)...... pag. 203 - M. MARCHISIO,W. NOREISCH (Italy, Germany), L’impiego delle armi chimiche durante la prima Guerra mondiale (1914-1918). Considerazio- relative ai cavalli impiegati dalle maggiori nazioni combattenti (Che- mical warfare during World War One (1914-1918). Remarks related to the horses employed in the main armies) ...... pag. 205 - I. KATIC (Denmark), First World War as reflected in some veterinary journals (La I guerra mondiale descritta in alcune riviste veterinarie) .... pag. 211 - G. MOREI,M.MARCHISIO (Italy), L’impiego dei piccioni viaggiatori du- rante la prima guerra mondiale (The employment of carrier-pigeons du- ring the first world war) ...... pag. 215 - M. FURMANSKI (USA) Defense against biological warfare in the Great War: the victory of veterinary “Public Health” (Difesa contro la guerra biologica nella Grande guerra: la vittoria della Sanità Pubblica Veteri- naria)...... pag. 225 - M. MARCHISIO, A. WILMA (Italy, USA), L’impiego delle armi chimiche durante la prima Guerra mondiale (1914-1918). Le maschere antigas per cavalli impiegate dalle maggiori nazioni combattenti (Chemical warfare during World War One (1914-1918). The gas masks used to protect hor- ses in the main armies) ...... pag. 227 - M. MARCHISIO (Italy), Il corpo veterinario militare italiano nella prima Guerra mondiale (The Italian veterinary corps during World War One) ...... pag. 237 - M. MARCHISIO,G. NERVI,V. SCISCIO (Italy), Lo sforzo logistico in termi- ni di acquisizione, produzione, distribuzione e consumo di carne e pe- sce durante la prima guerra mondiale. I principali compiti del corpo ve- terinario militare italiano (The logistic effort in terms of acquisition, pro- duction, distribution and consumption of meat and fish during World War One. Main tasks of the Italian army veterinary corps)...... pag. 243 - R.MORETTI,G. MOREI, M. MARCHISIO,F. MEDORI (Italy), L’organizza- zione dei parchi buoi militari nell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale (The organization of the military cow houses in the Ita- lian army during First World War)...... pag. 251 - E. DUMAS (France), French veterinary support during the First World War (Il supporto dei veterinari francesi nella I guerra mondiale) ...... pag. 257 - M. MARCHISIO,F. MEDORI (Italy), Animals at war: pictures from the front line (Animali in guerra: fotografie dalla linea del fronte). Poster .... pag. 263

MAIN THEME: HISTORY OF VETERINARY PUBLIC HEALTH SEZIONE A TEMA: STORIA DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA

- V. KOUBA (Czech Republic), History of global animal health informa- tion system of the United Nations (Storia del sistema globale di infor- mazione della sanità animale delle Nazioni Unite) ...... pag. 267 - G. DONELLI, E. LASAGNA, A. MACRÌ, A. MANTOVANI (Italy), Sull’affe- renza dei servizi veterinari all’Amministrazione pubblica italiana: una ricostruzione storica (On the belonging of veterinary services in the Ita- lian public administration) ...... pag. 273 - G. BATTELLI, M. GHINZELLI, A. MANTOVANI (Italy), Historical notes on zoonoses as occupational diseases (Note storiche sulle zoonosi come malattie occupazionali)...... pag. 285 - G. BATTELLI,V. CAPORALE, A. MANTOVANI, M. MARTINI (Italy), La va- lutazione delle conseguenze socio-economiche delle malattie animali e degli interventi sanitari: l’esperienza italiana nel XX secolo (The evalua- tion of the socio-economic impact of animal diseases and health ac- tions: the Italian experience during the 20th century) ...... pag. 295 - M. ALEANDRI, L. CIAMPI, (Italy), Dalla prima condotta igienico-veterina- ria all’ufficio veterinario comunale di Prato (1879-1922) (From the ori- ginal hygiene and veterinary country practice in the community of Prato to the local Council Veterinary Surgery 1879-1922) ...... pag. 305 - D. CURCA˘ ,V. ANDRONIE, I.C. ANDRONIE (Romania), Control and eradi- cation of glanders reflected by the romanian researches (Controllo e sra- dicazione della morva nel contesto delle ricerche rumene). Poster ...... pag. 311 - N. CHARISSIS, A. SEIMENIS (Greece), Mediterranean Zoonoses Control Programme of the World Health Organization History and activities sin- ce 1978 (Il programma di controllo delle zoonosi mediterranee del World Health Organization. Storia ed attività dal 1978). Poster ...... pag. 317 - L. SALA, C. BRINI, C. MARTINA, M. LUCIA, M. TORRIONE (Italy), La do- manda di Salute e Protezione dalle zone marginali e di montagna: la - sposta di Sanità, Servizi Pubblici e Volontariato (The demand for Health and Protection of the marginal and mountain areas: the response by Pu- blic Health, Public Services and Volunteerism). Poster ...... pag. 319

FREE COMMUNICATIONS COMUNICAZIONI A TEMA LIBERO - M.A. MARQUEZ (Mexico), The ornithological findings of the Royal Spa- nish Botanical Expedition to New Spain, 1787-1803 (Le risultanze orni- tologiche della Reale Spedizione Botanica spagnola in Nuova Spagna, 1787-1803) ...... pag. 327 - V. G IORMANI, A. VEGGETTI (Italy), L’epizoozia del 1783-84 nel Veneto dominio: Giuseppe Orus e le proteste di un chiacchierone (The 1783- 1784 livestock epizootic in the Veneto region. Giuseppe Orus and the protests of a chatterbox) ...... pag. 331 - G. BOLOGNI (Italy), L’epidemia del male bovino nei bandi granducali della Toscana dal 1737 al 1749 (The epizooty of bovine disease as re- ported in the Tuscany bandi granducali from 1737 to 1749)...... pag. 341 - J. BROBERG (United Kingdom), Rowels and Setons, ancient therapies. Illo- gical and logical logic (Fontanelle e setoni, vecchie terapie. Logicità e il- logicità logica) ...... pag. 345 - J.M. GUTIERREZ GARCIA (Spain), Bovine tuberculosis in other domestic species: repercussions on human health in Spain seen from a historical perspective (La tubercolosi bovina nelle altre specie: ripercussioni sulla salute umana in Spagna analizzate dal punto di vista storico)...... pag. 351 - A. GRANDI (Italy), “Una rilevantissima industria da custodire”. Gli stru- menti di conservazione del patrimonio ittico a Mantova in età moderna (The rules for the preservation of the fishing heritage in Mantua in the modern age)...... pag. 357 - A. CARLI, B. COZZI (Italy), Anatomia comparata, antropologia criminale e arte ai tempi della Scapigliatura lombarda (Comparative anatomy, cri- minal anthropology and art at the times of the “Scapigliatura”, an Ita- lian literary movement of the late 19th century) ...... pag. 369 - G. BOLOGNI, L. CIAMPI (Italy), La celebrità e i maltrattamenti dell’asino (The donkey fame and abuses)...... pag. 379 - C. MADDALONI (Italy), La bolla di Gregorio IX e l’olocausto del gatto nero (Pope Gregory IX and the black cat’s sacrifice) ...... pag. 383 - R. RONCALLI AMICI (USA), An illustrated history of the flea and its life cycle (La storia illustrata della pulce e del suo ciclo vitale) ...... pag. 391 - L. BRUNORI CIANTI, L. CIANTI (Italy), Alle origini della moderna zootec- nia: la fattoria modello di Albarese dei Lorena alla fine del XIX secolo (At the sources of the modern livestock production: the Lorena farm of Albarese in the late 19th century) ...... pag. 397 - C. DI PIETRO, A. PASSANTINO, M.R. RUSSO, M. PASSANTINO (Italy), Ani- mali e ricerca scientifica: origine ed evoluzione storica-culturale e scien- tifica (Animals and scientific research: origin and historical-cultural-so- cial and scientific evolution). Poster ...... pag. 407 - J. M. CERVANTES, A.M. ROMÁN, E.L. GONZÁLEZ (Mexico), The in- fluence of the Italian agronomists on the Mexican veterinary medicine at principles of 20th century (L’influenza degli agronomi italiani sulla me- dicina veterinaria messicana all’inizio del secolo XX). Poster...... pag. 409 - J.M. CERVANTES, A.M. ROMÁN (Mexico), The importance of the animals in the conquest of Mexico (1519-1521) (L’importanza degli animali nel- la conquista del Messico [1519-1521]). Poster ...... pag. 413 - J.M. CERVANTES, A.M. ROMÁN (Mexico), The influence of the Mexican revolution (1910-1920) on the livestock production and the veterinary medicine (L’effetto della rivoluzione messicana (1910-1920) sulla pro- duzione animale e sulla medicina veterinaria). Poster ...... pag. 417 - L.G. GONZÁLEZ, A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES (Mexico), Historical analysis of the development of groups of Italian emigrates to Mexico and Brasil (Analisi storica dello sviluppo di gruppi di emigranti italiani in Messico e in Brasile). Poster...... pag. 421 - M. RIPPA BONATI,J. PARDO TOMÁS, M. TURCHETTO (Italy), Le tavole a colori d’embriologia di Girolamo Fabrizio d’Acquapendente (1533- 1619) (The embryological paintings of Hieronymus Fabricius of Acqua- pendente [1533-1619]). Poster ...... pag. 425 Topic: Schools, teaching, institution, people Sottosezione: Scuole, insegnamento, istituzioni, personaggi

- M. MORINI,S. BIAVATI (Italy), L’anatomia patologica veterinaria nella storia: dal 1200 agli inizi del secolo scorso (The history of veterinary gross pathology: from 1200 to the beginning of the last century)...... pag. 431 - O. DI GIACINTO, P. BERARDINELLI, A. MARINO (Italy), La medicina vete- rinaria in Abruzzo ultra I nel periodo preunitario (The veterinary medici- ne in Abruzzo ultra I in the preunification period) ...... pag. 439 - M. PRUNOTTO (Italy), L’insegnamento dell’Anatomia nella Scuola vete- rinaria di Torino (The teaching of Anatomy in the Veterinary School of Turin)...... pag. 447 - M. MAZZUCCHI, A. VEGGETTI. (Italy), The “Naldo Maestrini” antique book collection of “G.B. Ercolani” library of Veterinary Faculty of Bo- logna University (Il fondo antico “Naldo Maestrini” della Biblioteca Centralizzata “G.B.Ercolani” della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna)...... pag. 449 - D. FONDA (Italy), L’inventario dei libri della biblioteca chirurgica vete- rinaria dell’Università di Milano redatto da Felice Cinotti nel 1948 (The inventory list of books in veterinary surgical library of the University of Milan, compiled by Felice Cinotti in 1948)...... pag. 455 - S. TWARDZIK (Italy), L’Archivio della Scuola di Veterinaria di Milano, 1808-1932 (The archives of the Veterinary School of Milan, 1808-1932) pag. 471 - O. SONZOGNI,S. CARLI (Italy), Sull’insegnamento delle discipline far- macologiche veterinarie nell’Ateneo milanese. (In ricordo del prof. Re- mo Faustini (1915-1983) (On the teaching of Veterinary Pharmacology in Milan. In memory of Prof. Remo Faustini [1915 -1983]). Poster...... pag. 481 - F.C. HERNÁNDEZ, A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES (Mexico), Geographic distribution of the veterinary medicine schools in Mexico (Attuale distri- buzione geografica delle scuole di Medicina veterinaria in Messico). Poster...... pag. 487 - S. DI PIETRO, A. GRUPPILLO, A. PUGLIESE (Italy), Oftalmojatria veterina- ria: una disciplina d’altri tempi (Veterinary ophtalmoiatric: an old times discipline) ...... pag. 489 - A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES, B. VELÁZQUEZ (Mexico), Perspective of woman in the veterinary medicine and zootechnics faculty of the Natio- nal University of Mexico, a review from 1853 to 2003 (Prospettiva fem- minile nella facoltà di Medicina Veterinaria e Zootecnica dell’Universi- tà Nazionale del Messico nel 2003) ...... pag. 493 - J. SÁNCHEZ DE LOLLANO, C. BALLESTEROS (Spain), Oral history. Expe- rience and methods in veterinary history (Storia orale. Esperienza e me- todi nella storia veterinaria) ...... pag. 499 - M. GENNERO (Italy), Le radici della Scienza Veterinaria: Giovan Battista Pignatelli (The roots of Veterinary Science: Giovan Battista Pignatelli) .. pag. 505 - V. CALDERONI. (Italy), Giovanni Battista Codronchi (1547-1628) veteri- nario ante-litteram (Giovanni Battista Codronchi (1547-1628), veterina- rian ante litteram) ...... pag. 511 - V. MARAZZA, R. MARABELLI (Italy), Robert Fauvet (1791-1864) allievo e ripetitore della R. Scuola Veterinaria di Milano, primo Veterinario canto- nale ticinese (Svizzera), docente della Pontificia Scuola Veterinaria di Leone XII (Robert Fauvet (1791-1864) student and tutor (1813-14) at the R. Veterinary School of Milan; first Cantonal Vet of Canton Ticino (Switzerland); teacher of Veterinary School founded in Rome by Pope Leo 12th) ...... pag. 515 - D. FONDA (Italy), Nicola Lanzillotti-Buonsanti (1846-1921) direttore della chirurgia nella scuola veterinaria milanese (Nicola Lanzillotti- Buonsanti. Head of the surgery in the Veterinary School in Milan) ...... pag. 525 - W. SELEN (Holland), History of veterinary cauterization (Storia della cauterizzazione in veterinaria) ...... pag. 539 - M.T. DE MELLO (Brasil), History of veterinary medicine in Brazil (Sto- ria della Medicina veterinaria brasiliana) ...... pag. 541 - A. VEGGETTI (Italy) La Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna (The Veterinary Medicine Faculty of Bologna University). Poster...... pag. 545 - I. ZOCCARATO, C. LAZZARONI, L. GASCO (Italy), L’Istituito Nazionale di Coniglicoltura di Alessandria e l’attività di Francesco Maiocco (The Ita- lian National Institute for Rabbit Production in Alessandria and the pro- fessor Francesco Maiocco activity). Poster...... pag. 547 - L.G. GONZALEZ (Mexico), The converted veterinary medicine curricu- lum to an animal husbrandy and veterinary medicine curriculum bet- ween 1928, 1930 and 1934 in the Mexican contest (La conversione del curriculum in Medicina Veterinaria a quelli in Produzioni Animali e Medicina Veterinaria fra 1928, 1930 e 1934 nel contesto messicano). Poster...... pag. 553 - V. PEDINI (Italy), Viaggio a Budapest (Journey to Budapest). Poster ...... pag. 555 - IZSM Portici (Italy), L’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzo- giorno (The Institute Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno). Poster...... pag. 559 - G. SALI, R.VERMI (Italy), Alcuni famosi veterinari illustrati e selezionati da Praxis Veterinaria (Some famous Veterinarians, illustrated and selec- ted from Praxis Veterinaria). Poster ...... pag. 561 - V. MARAZZA, P. RASORI (Italy), In memoria del prof. Luigino Bellani (In memory of Prof. Luigino Bellani). Poster ...... pag. 563 - H. QUIROZ ROMERO (Mexico), Contribution of Manuel Chavarria to the treatment of cysticercosis by Tenia solium (Il contributo di Manuel Cha- varria Chavarria al trattamento della cisticercosi da Tenia solium). Po- ster...... pag. 565 - M. GRAZIANI,V. CAPORALE (Italy), Giuseppe Caporale: una vita per la veterinaria (Giuseppe Caporale: a life for veterinary medicine). Poster .. pag. 569 - A. PASSANTINO, C. DI PIETRO, M.R. RUSSO, M. PASSANTINO. (Italy), Ge- nesi del contratto di compravendita degli animali (Origin of the contract of sale of animals). Poster ...... pag. 571 - L. RAVA ROT TO , L. BERTONI, R. ZOLETTO,S. SANDRIN, I. ANDRIGHETTO (Italy), Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: 75 anni di at- tività a sostegno della sanità animale, della sicurezza alimentare e della zootecnia (Institute Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: 75 years of activity to support animal health, food safety and animal production). Poster...... pag. 575 - A. FERRARI, L. DOGLIONE (Italy), L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: storia ed evoluzione di una istitu- zione sanitaria (The veterinary medical research Institute for Piemonte, Liguria and the Valle d’Aosta. History and development of an institute for disease prevention and control). Poster...... pag. 577 - S. CARACAPPA,S. DARA, R.P. GIUNTA, A. SELVAGGIO, A.M.F MARINO (Italy), 1928-2003: 75 anni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia al servizio della Medicina Veterinaria e della salute pubblica (1928-2003: the 75 years of Sicily’s Experimental Zooprophylactic In- stitute at the service of the veterinary medicine and the public health). Poster...... pag. 579 - L. MARVASI (Italy), Omaggio alla memoria dei Padri della Medicina Unica vissuti tra XV e XVIII secolo in Italia (Tribute to the memory of the Fathers of the concept of One Medicine lived between 15th -18th cen- tury in Italy). Poster ...... pag. 583 - M. GENNERO,D. BERGERO (Italy), Un recente ritrovamento di una lettera di Carlo Lessona (A recently discovered letter by Carlo Lessona). Poster .. pag. 585

THE AUTHORS GLI AUTORI ...... pag. 587

“CHEIRON” MEDAL AWARDING CONSEGNA DELLE MEDAGLIE “CHIRONE” ...... pag. 595

EXIBITION ESPOSIZIONI ...... pag. 607 FOREWORD PREFAZIONE

In this 58th recordbook of the Foundation Zooprophylactic and Zootechnical Initiatives, Brescia, all the papers are reported presented at the 35th International Congress of the World Association for the History of Veterinary Medicine held jointly with the 4th Nation- al Congress of History of Veterinary Medicine convened in Turin in September 2004. It is a great pleasure to been able to contribute to disseminate information on the surveys presented at this exceedingly important meeting which was attended by Researchers and Scholars from many parts of the world. Actually, Italian, English, American, Mexicans, Brasilian, Spanish, French and other scholars have dealt with any item pertaining to an- cient history, biology, animal wellbeing, prophylaxis, and zoonotic and non-zoonotic diseases in 4 sessions (Veterinary Medicine in the Mediterranean area in Ancient Times - History of Veterinary Public Health - Animals during the first world war and, finally, a free-subject session. Each session was complemented by posters). Of special interest was also the sub-session on University Schools, teaching, institutions, personalities. Due attention has been paid also to the Italian Istituti Zooprofilattici (Animal Health Insti- tutes) meant as Institutions for research on and control of local pathologies. Well-deserved congratulations are due to the world scientific committee and to the or- ganizing one for being able to secure the success of this Congress and especially for in- forming young graduates and all veterinarians in general about the history of this ani- mal medicine to which we are grateful for all it did during both the happy days of peace and the stormy days of war.

Dr. STEFANO CAPRETTI General Secretary Foundation Zooprophylactic and Zootechnical Intiatives Brescia (Italy)

In questo 58° quaderno della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche di Brescia vengono riportati tutti i lavori presentati al 35° Congresso Internazionale del- la Associazione Mondiale per la Storia della Medicina Veterinaria associato al 4° Congresso Nazionale di Storia della Medicina Veterinaria, svoltosi a Torino nel set- tembre 2004.

È grande la soddisfazione di aver potuto contribuire alla divulgazione delle ricerche comunicate in questa assise della massima importanza alla quale hanno partecipato Ricercatori provenienti da molte parti del mondo. Infatti studiosi italiani, inglesi, ame- ricani, messicani, brasiliani, spagnoli, francesi ed altri, in quattro sezioni (La Medici- Veterinaria in area Mediterranea nell’Antichità – La storia della Sanità Pubblica Veterinaria – Gli animali nella Prima Guerra Mondiale e, in fine, anche una sezione a tema libero, ciascuna completata da poster) hanno trattato quanto può interessare sul- la veterinaria dalla storia antica, alla biologia, al benessere degli animali, alle profi- lassi e alle malattie zoonosiche e non. Di particolare interesse anche la sottosezione inerente alle Scuole Universitarie, all’insegnamento, alle istituzioni, ai personaggi. 15 Non sono poi stati dimenticati gli Istituti Zooprofilattici Italiani nella loro funzione di istituti di ricerca e di controllo delle patologie del territorio.

Al comitato scientifico mondiale e a quello organizzatore le più meritate congratulazioni per quanto hanno saputo portare a termine per una buona riuscita di questo Congresso e, particolarmente, per aver fatto conoscere ai giovani laureati ed a tutti i veterinari in genere la storia di questa medicina degli animali alla quale si deve essere riconoscenti per quanto fatto nei tempi felici della pace oppure turbolenti della guerra.

DOTT. STEFANO CAPRETTI Segretario Generale Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche - Brescia

16 OPENING OF THE SCIENTIFIC PROGRAM SEDUTA INAUGURALE

CIVIL AND ACADEMIC AUTHORITIES. WELCOME ADDRESS

SALUTI DELLE AUTORITÀ

– prof. CARLO GIRARDI dean of Veterinary Medicine Faculty of Turin

–dr. PETER KOOLMEES president WAHVM

– avv. DANILO MORINI president CISO

– prof. ALBA VEGGETTI president CISO Section Veterinary Medicine

17

Porto il saluto della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino e mio per- sonale ai partecipanti al 35° Congresso internazionale ed al 4° Congresso nazionale di Storia della Medicina Veterinaria. Ringrazio l’Associazione Mondiale di Storia della Medicina Veterinaria ed il Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospitaliera per aver voluto organizzare il congresso presso la nostra Facoltà. Ci troviamo in un moderno campus, , come voi sapete, la nostra Scuola ha antiche origini. Infatti è stata fondata nel 1769, per volere di Carlo Emanuele III, prima nel no- stro paese e quarta nel mondo, dopo Lione, Maison Alfort e Vienna. Purtroppo i molte- plici trasferimenti che la Facoltà ha subito nei 235 anni di vita e le distruzioni della II guerra mondiale hanno limitato notevolmente il materiale storico in nostro possesso. Siamo però molto orgogliosi della nostra storia e delle nostre antiche origini, per questo motivo consideriamo un grande onore poter ospitare questo congresso che ci consente di celebrare degnamente il VI Centenario del nostro Ateneo. Oltre agli studiosi della nostra Facoltà ringrazio i Colleghi delle altre Facoltà italiane e del Dipartimento di Veterinaria dell’Ispettorato Logistico dell’Esercito, che hanno col- laborato fattivamente nell’organizzazione del convegno. Formulo a tutti i partecipanti i più sinceri auguri di buon lavoro. La Facoltà è a vostra disposizione, saremo particolarmente lieti di organizzare delle visite alle nostre strutture. Ringrazio l’Assessore regionale alla Cultura, Università e Ricerca per averci onorato con la sua presenza all’inaugurazione del Congresso. Il Sindaco della Città di Grugliasco, che è sempre stato con noi in tutti i momenti im- portanti della vita della Facoltà e che anche in questa occasione doveva essere presente, purtroppo, per motivi indipendenti dalla sua volontà non potrà esserci. Lo ringrazio per l’aiuto che ci ha assicurato nell’organizzazione del congresso. Grazie per l’attenzione

CARLO GIRARDI Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino

I bring the regards of the Faculty of Veterinary Medicine of the University in Turin and my own personal to participants to the 35th International Congress and the 4th National Congress of History of Veterinary Medicine. I thank the World Association of History of Veterinary Medicine and the Italian Center of Sanitary History to have wanted to organize the congress in our Faculty. We are in a modern campus, but, as you know, our School has ancient origins. In fact it has been founded in 1769, on the wish of Carlo Emanuele III, first in our country and fourth grade in the world, after Lyon, Maison Alfort and Vienna. Unfortunately the many transfers that the Faculty has suffered in the 235 years of life and the destructions of the II world war have limited notably the historical material in our possession. We are very proud however of our history and of our ancient origins, for this reason we consider a great honour for us to be able to hold this congress that allows us to worthi- ly celebrate 600 years of our University. Besides the researchers of our Faculty I thank the Colleagues of the other Italian Facul- ties and the Department of Veterinary of the Logistic Inspectorate of the army, that ac- tively has collaborated in the organization of the conference.

19 I formulate the most sincere wishes of good work to all the participants. The Faculty is open to you, we will be particularly pleased to organize some visits to our facilities. I thank the regional councillor of the Culture, University and Research for her hon- oured presence at the inauguration of the Congress. The Mayor of the City of Grugliasco, who has always been with us in all the important moments of the activities of the Faculty and that also in this occasion he would be pres- ent, but unfortunately, for reasons beyond his control cannot be here. I thank him for the help that he has assured us in the organization of the congress. Thanks for your attention

CARLO GIRARDI Dean of Faculty of Veterinary Medicine

20 Signor Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Universitá di Torino; Presi- dente della Sezione di Storia della Medicina Veterinaria, Centro Italiano di Storia Sani- taria e Ospitaliera (CISO); Membri del comitato organizzatore; stimati amici e colleghi. Come presidente dell’Associazione Mondiale sento molto onorato di aprire questo convegno internazionale di storia della medicina veterinaria. Dear ladies and gentlemen, it is a pleasure to welcome you all in Turin and to open this congress! I am happy that we are together again on the occasion of the 35th internation- al and 4th Italian national congress on the history of veterinary medicine. I want to thank all organizing societies and institutes as well as the organizing and programme committees. In particular, I want to thank Marco Galloni, Adriano Mantovani, Elisabet- Lasagna, Alba Veggetti, Ivo Zoccarato and Laura Gasco for their great efforts in making this meeting possible. Our gratitude also goes to the sponsors; of course such a congress is impossible without their financial support. We are gathered here at the new Faculty of Veterinary Medicine, University of Turin, which was inaugurated in Grugliasco in 2001. The school was founded in 1769. It is the oldest in Italy and the fourth oldest faculty in the world. The University of Turin is celebrating its 6th centenary, since it was founded in 1404. Apart from the old universi- ty, the city of Turin has a rich history itself. The initiative for national unity under Cavour started here, and Turin was the first capital of the united Italy. Today, Turin is famous – among other reasons – for its design school and for a certain car that is produced. However, according to my Italian colleague in Utrecht - who orig- inates from Southern Italy - many Italians don’t consider people from Turin as being really Italians. They see inhabitants from Turin as a kind of Frenchmen, or at least not really Italian. Anyway, for me Turin is Italian and I am happy that we participate in the celebration of the 6th centenary of the university. In 2006, the attention of the world will be drawn to Turin again, on the occasion of the Olympic Winter Games. Italy played a significant role in ancient and early modern veterinary medicine. Scrip- tures from Roman writers learned us much about the care for animals by people in An- tiquity. In he Renaissance much attention was paid to comparative medicine, for in- stance by the Italian philosopher and physician Giovanni Filippo Ingrassia. After France, Italy was one of the first countries which recognised the importance of the new scientific discipline of veterinary medicine and which founded veterinary schools in the 18th century. The choice for a main theme for a veterinary history congress in Italy was not difficult, in light of the rich sources from Antiquity. Next to ‘Veterinary Medicine in the Ancient Mediterranean World’, ‘Veterinary Medicine in World War I’ represents a main theme in our congress. Unfortunately, wars continue to be one of the major world problems. History shows that the veterinary involvement in wars has been rather significant, par- ticularly if one considers the use and misuse of various animals that needed veterinary care. Therefore, it is very appropriate that our Association is now devoting the neces- sary attention to this theme, from an international perspective. This year we will focus on World War I, next year in Minneapolis particular attention will be given to the Sec- ond World War and its aftermath. In addition to the two main themes, a wide variety of free communications and posters will be presented. One of the main goals of the World Association is to present a common forum for veteri- nary historians around the world. In total there are about 27 national societies devoted to veterinary history and the number is still growing With our international congresses we try to promote communication between veterinary historians. One important tool in international communication is our homepage. I invite you all to regularly visit the homepage, and to send updates on developments in your country to the webmaster. 21 Due to the work of our past president Dr. Mathijsen the VetHistDatabase has more than 15,000 references now. Of course with these projects we depend very much on the ac- tivities of our members. For instance, with our International Biography project we have made a good start and received biographies from several countries. However, we still miss the contributions of many other countries. Please report this to your national soci- ety and help us to make this project successful! Another important issue in our Association is the promotion of veterinary history courses in veterinary education programmes. In Italy, unfortunately, the history of vet- erinary medicine is not part of the veterinary curricula. Compared to many other na- tional veterinary history societies, the quality of the research done by the members of the Veterinary History Division of CISO, is rather high. This is shown by the proceed- ings of the meetings of CISO – including abstracts in English of all papers - which are edited by Prof. Alba Veggetti. Of course, the only matter left for the Veterinary History Division of CISO is to become a national member of the World Association. In addi- tion, the high quality of research should also be reflected in veterinary education at the Italian faculties. I hope that efforts will be made - and I am looking at the Dean now – to include veterinary history courses in the curriculum. With respect to education, another drawback is the lack of available handbooks. There are some good handbooks, but they are not useful in teaching because they are outdat- ed, contain too many pages, are too expensive for students, or cover a limited language area. Therefore, our Association Board took the initiative to compile a new concise handbook, which will be put on our website, or published when a sponsoring is ob- tained. This is the first time that we meet in Italy, and we are very eager to meet our Italian colleagues. I hope that you will find the programme interesting, and I would like to thank all contributors for preparing their lectures and posters. In addition, the social programme provides us the opportunity to learn more about Italian and Piedmontese culture. I wish you all an interesting and enjoyable meeting.

PETER A. KOOLMEES President WAHVM

Signor Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino; Presi- dente della Sezione di Storia della Medicina Veterinaria, Centro Italiano di Storia Sa- nitaria e Ospitaliera (CISO); Membri del comitato organizzatore; stimati amici e colle- ghi. Come presidente dell’Associazione Mondiale mi sento molto onorato di aprire questo convegno internazionale di storia della medicina veterinaria. Gentili signore e signori, è un piacere dare il benvenuto a tutti voi a Torino ed aprire questo congresso! Sono felice che noi siamo nuovamente insieme in occasione del XXXV convegno internazionale e del IV congresso nazionale italiano di storia della medicina veterinaria. Desidero ringraziare le associazioni e gli istituti organizzatori cosi come i comitati organizzatori. In particolare, desidero ringraziare Marco Galloni, Adriano Mantovani, Elisabetta Lasagna, Alba Veggetti, Ivo Zoccarato e Laura Gasco per il loro grande impegno per rendere possibile questo convegno. La nostra gratitudi- ne va anche ai finanziatori; chiaramente tale congresso è impossibile senza il loro ap- poggio finanziario. Siamo riuniti qui nella nuova sede, inaugurata a Grugliasco nel 2001, della Facoltà di 22 Medicina Veterinaria, dell’Università di Torino. La scuola fondata nel 1769, è la più vecchia in Italia e la quarta nel mondo. L’Università di Torino sta celebrando il suo se- sto centenario, essendo stata fondata nel 1404. Oltre all’antica Università, la città di Torino può vantare una ricca storia. L’iniziativa per l’unità nazionale sotto Cavour co- minciò qui, e Torino fu la prima capitale dell’Italia unita. Oggi, Torino è famosa -fra le altre ragioni - per la sua scuola di disegno e per una cer- ta auto che qui è prodotta. Comunque, secondo il mio collega italiano in Utrecht - ori- ginario dell’Italia del sud - molti italiani non considerano i torinesi come veri italiani, ma come un qualche genere di francesi, o almeno non proprio italiani. Per me Torino è in ogni modo italiana ed io sono felice che noi partecipiamo alla celebrazione del sesto centenario dell’Università. Nel 2006, l’attenzione del mondo sarà di nuovo attratta da Torino, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali. L’Italia ha avuto un ruolo significativo sia nell’antica che nella recente medicina vete- rinaria. Gli scrittori romani ci hanno insegnato molto sulle cure degli animali nell’an- tichità. Durante il Rinascimento molta attenzione fu riservata alla medicina compa- rata, ad esempio dal filosofo e medico italiano Giovanni Filippo Ingrassia. Dopo la Francia, l’Italia fu uno dei primi paesi a riconoscere l’importanza della nuova di- sciplina scientifica della medicina veterinaria e a istituire scuole veterinarie nel XVIII secolo. La scelta di un tema principale per un congresso di storia veterinaria in Italia non è stata difficile, alla luce delle ricche fonti dell’Antichità. Accanto a “La Medicina Vete- rinaria nel Antico Mondo Mediterraneo”, “La Medicina Veterinaria nella Prima Guer- ra mondiale” rappresenta il tema principale nel nostro congresso. Sfortunatamente, le guerre continuano ad essere uno dei più gravi problemi mondiali. La storia mostra co- me il coinvolgimento veterinario nelle guerre sia stato piuttosto significativo, in parti- colare se si considera l’uso e l’abuso di vari animali che hanno avuto bisogno di cure veterinarie. Perciò, è molto appropriato che la nostra Associazione stia ora dedicando, in una prospettiva internazionale, la necessaria attenzione a questo tema. Questo anno noi focalizzeremo la nostra attenzione sulla Prima Guerra mondiale, il prossimo anno in Minneapolis particolare attenzione sarà dedicata alla Seconda Guerra Mondiale e alle sue conseguenze. Oltre ai due temi principali, una ampia gamma di comunicazioni libere e posters sarà presentata. Uno dei principali obiettivi dell’ Associazione Mondiale è presentare un forum di discus- sione comune per storici veterinari in tutto il mondo. In totale vi sono circa 27 società nazionali di storia veterinaria ed il numero sta crescendo. Con i nostri congressi inter- nazionali noi cerchiamo di promuovere la comunicazione tra i cultori di storia veteri- naria. Un’importante strumento di comunicazione è la nostra homepage. Invito tutti voi a visitare regolarmente la nostra homepage, e ad inviare aggiornamenti sugli svi- luppi nel vostro paese al webmaster. Grazie all’impegno del nostro past presidente Dott. Mathijsen il VetHistDatabase conta ora oltre 15,000 referenze. Ovviamente per questi progetti noi dipendiamo moltissimo dalle attività dei nostri soci. Ad esempio, il nostro progetto di una Biografia Internazionale ha avuto un buon inizio e ha ricevuto biografie da molti paesi. Tuttavia mancano ancora, i contributi di molti paesi. Per fa- vore diffondete questo messaggio tra le vostre associazioni nazionali e aiutateci per la riuscita di questo progetto ! Un’altra importante questione per la nostra Associazione è la promozione di corsi di storia veterinaria nell’ambito dei programmi di istruzione veterinaria. In Italia, sfortu- natamente la storia della medicina veterinaria non è parte dei curricula veterinari. Confrontata a molte altre associazioni di storia veterinaria nazionali, il livello della ri- cerca svolta dai membri della Divisione di Storia Veterinaria del CISO è piuttosto ele- 23 vato. Ciò è confermato dagli Atti dei convegni CISO- contenenti i riassunti in inglese di tutti i lavori – che sono curati dalla Prof. Alba Veggetti. Naturalmente, l’unica questio- ne aperta per la Divisione di Storia Veterinaria del CISO è che deve diventare membro nazionale della Associazione Mondiale. In aggiunta, l’elevata qualità della ricerca do- vrebbe riflettersi anche nell’istruzione veterinaria delle facoltà italiane. Io spero che sforzi saranno fatti - ed ora sto guardando il Preside – per includere corsi di storia ve- terinaria nel curriculum. Relativamente all’istruzione, un altro inconveniente è la mancanza di manuali. Ci sono alcuni buoni manuali, ma non sono utili nell’insegnamento perché datati, contengono troppe pagine, sono troppo costosi per gli studenti, o coprono un’area linguistica limi- tata. Perciò, il Consiglio della nostra Associazione ha preso l’iniziativa di compilare un manuale conciso e nuovo che sarà messo in rete sul nostro website o pubblicato quando si sarà trovato uno sponsor. Questa è la prima volta che ci riuniamo in Italia, e siamo molto ansiosi di incontrare i nostri colleghi italiani. Io spero che troverete i programmi interessanti, e vorrei ringra- ziare tutti gli intervenuti per la preparazione delle comunicazioni e dei posters. Inoltre, il programma sociale ci offre l’opportunità di conoscere la cultura italiana e piemontese. Auguro a tutti un interessante e piacevole congresso.

PETER A. KOOLMEES Presidente WAHVM

24 Sono lieto ed onorato di portare a questo IV Congresso Italiano di Storia della Medici- na Veterinaria, associato al XXXV WAHVM Congress il saluto del CISO, anche a no- me del Presidente Onorario e fondatore prof. Corghi. L’acronimo CISO – Centro Italiano di Storia Ospedaliera – ricorda l’origine dell’istitu- zione che venne fondata quasi 50 anni fa limitata, o meglio, dedicata solo alla storia delle istituzioni ospedaliere che è una storia gloriosa di volontariato e di carità grazie ai tanti benefattori privati che destinavano dapprima ingenti e cospicui patrimoni terrieri ma anche immobili urbani al mantenimento delle attività assistenziali ospedaliere; è una storia d’impegno anche delle comunità locali. Con la riforma sanitaria del 1978 che ha istituito il S.S.N. il CISO ha conseguentemen- te ampliato il suo statuto, ed anche la sua attenzione alle nuove entità istituzionali: le Unità Sanitarie Locali; e ciò ha comportato di studiare la storia di tutte le discipline sa- nitarie e mediche di competenza delle USL. Per così dire ci si è necessariamente aperti al territorio, ed ecco lo spazio giustamente dedicato alla medicina veterinaria ed alla sua antica e gloriosa storia. È da oltre un secolo che in Italia la medicina veterinaria come assetto sia istituzionale che operativo è collegata con l’organizzazione sanitaria pubblica. Se mi è consentito ricordare la gloriosa figura del medico condotto (sono figlio di un medico che quando vinse il suo primo concorso ebbe in regalo dal padre un cavallo da sella). Al medico condotto va affiancato nel ricordo storico anche il veterinario condotto. Colgo l’occasione per ricordare un veterinario autorevole, scomparso da non molti an- ni, Dante Graziosi, sicuramente laureatosi in questa Università che fu parlamentare au- torevole per più legislature e Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari e che ha pubblicato libri di successo con i ricordi della sua iniziale attività professionale di veterinario condotto. La scelta legislativa volta ad inserire la medicina veterinaria e le sue articolazioni ope- rative all’interno del complesso Servizio Sanitario Pubblico è antica ed è positiva, ma è una scelta che và costantemente difesa dalle ricorrenti tentazioni di stralciarla dal con- testo istituzionale del S.S.N. per inserirla nel contesto istituzionale delle attività produt- tive agricole o agro-industriali. Anche oggi non mancano le spinte o le tentazioni in questa direzione da parte del Mini- stero dell’Agricoltura o politiche agricole che dir si voglia, in quanto in gran parte dei Paesi della Comunità Europea non si è operata la scelta “sanitaria”, come lodevolmente avvenne nel nostro Paese, ma bensì ivi vige una scelta, per così dire, “economicistica”. Ecco l’attualità di questo congresso, se la storia è maestra di vita richiamare le virtù del passato della medicina veterinaria è un incoraggiamento per il presente: la tutela della salute degli allevamenti animali e la tutela della salubrità degli alimenti di origine ani- male è inscindibilmente legata alla tutela della salute dell’uomo e quindi la medicina veterinaria deve rimanere all’interno e inserita a pieno titolo all’interno del Servizio Sa- nitario Nazionale.

DANILO MORINI Presidente CISO

It is a great pleasure for me, on behalf of professor Corghi founder and honorary presi- dent of CISO to welcome you to the 35th WAHVM Congress and the 4th Italian Congress of History of the Veterinary Medicine. The acronym CISO- Italian Center of Hospital History - recalls the origin of the insti- tution founded 50 years ago, devoted especially to the history of the hospital institu- 25 tions which is a glorious history of voluntary and charity, thanks to the many benefac- tors who devolved, at the beginning huge and conspicuous land patrimonies and suc- cessively city real estates, for the maintenance of the hospital charitable activities; it has also a history of involvement in local communities. In 1978 the healthcare reform founded the National Health Service (S.S.N.) The CISO has consequently widened its statute, and paid more attention to the new institutional entities: the Local Sanitary Services (USL). This has induced the increase of interest in history of all the sanitary and medical disciplines of competence of the USL. We can agree that it is necessary for the CISO to open itself to the territory, from here derive the space reserved to ancient and glorious history of the veterinary medicine. It is more than one century that in Italy the veterinary medicine is linked to public sani- tary organization from institutional and operational point of view. I’d like to remember the glorious figure of the local medical doctor (I am son of a physician that when he got his first position he received as a gift from his father a saddle horse). Together with the figure of local physician, it should be kept in mind the veterinary. I take the occasion to recall an important veterinarian graduated in this University, Dante Graziosi, who had passed away a few years ago and surely was an authoritative member of Italian parliament for many legislations and President of the National Fed- eration of the Colleges of the Veterinarians and he wrote successful books with the memories of his early practical activity as local veterinarian. The political decision aimed to put the veterinary medicine and its activities in the context of S.S.N. is tradi- tional and positive, but this decision must be constantly defended by the recurrent at- tempts to take it from the context of the S.S.N. and put it in the context of the productive agriculture or agro-industrial activities. From this point of view, even today there are requests and attempts from the ministry of agriculture, now called ministry of agricultural politics, because in large extent of the EU Countries the sanitary option is not practiced as commendably as in our Country. Here is the topical interest of this congress, if the history is teacher of life, to recall the virtues of the past of the veterinary medicine is an encouragement for the present: the control of animal health and the control of hygienic characteristics of the animal origin foodstuff this is indissolubly tied to the human health control and therefore the veteri- nary medicine has to remain inside the S.S.N.

DANILO MORINI President CISO

26 Le ricorrenze bicentenarie che nella seconda metà del secolo scorso hanno coinvolto le più antiche tra le Scuole veterinarie italiane sono state la felice occasione per una sor- prendente ripresa degli studi storici che nel nostro paese, a far data del 1700 hanno avuto illustri cultori quali lo Zanon, l’Ercolani, il Del Prato, il Paltrinieri e il Chiodi, per citare solo i maggiori. Nonostante i nostri ordinamenti universitari non contemplino insegnamenti storici, que- sto felice risveglio ha portato alla nascita in seno al CISO (Centro Italiano d Storia Sa- nitaria e Ospitaliera) di una sezione di storia della medicina veterinaria la quale dal 1990 ha organizzato congressi che hanno visto di anno in anno crescere l’interesse e la partecipazione fino a questa sorprendente assise che riunisce, per la prima volta in Ita- lia ospiti della più antica tra le nostre Scuole, cultori provenienti da ben 14 nazioni sot- to l’egida dell’Associazione mondiale di Storia della Medicina Veterinaria (WAHVM). Grande è la nostra soddisfazione per aver scelto Torino per questo 35° Congresso e nel- la speranza che i suoi apporti siano all’altezza della nostra migliore tradizione, a nome della Sezione veterinaria del CISO, che ho l’onore di presiedere, porgo a tutti i conve- nuti il più caloroso benvenuto.

ALBA VEGGETTI Presidente Sezione di Storia della Medicina Veterinaria del CISO

The bicentenary celebrations that in the second half of the last century involved the oldest Italian schools of veterinary medicine saw a welcome rekindling of interest in the historical studies that in Italy, since the 1700s, have captured the attention of such illustrious scholars as Zanon, Ercolani, Del Prato, Paltrinieri and Chiodi, to name just those of greatest importance. Despite the fact that the veterinary medicine faculties of our universities do not con- template historical studies, this fortunate rebirth has led to the foundation as part of the CISO (Italian Centre of Health and Medical History) of a section dedicated to the history of Veterinary Medicine. Since 1990, this organisation has held congresses that have attracted larger numbers of participants from year to year and it is therefore a great honour that for the first time in Italy, the oldest of our schools will now be the venue for scholars from some 14 nations under the World Association of the History of Veterinary Medicine (WAHVM). It is a matter of great pride that Turin has been chosen for this 35th Congress and in the hope that it is worthy of our best tradition, on behalf of the CISO, which I have the ho- nour of chairing, I wish all the participants a very warm welcome.

ALBA VEGGETTI Chairman of the CISO’s History of Veterinary Medicine Section.

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MAIN THEME: VETERINARY MEDICINE IN THE ANCIENT MEDITERRANEAN WORLD SEZIONE A TEMA: LA MEDICINA VETERINARIA NELL’ANTICO MONDO MEDITERRANEO

R.RONCALLI AMICI (USA), Keynote lecture. Virgil, the Georgic.Veterinary reflections (Virgilio, le Georgiche. Riflessioni veterinarie) M.ZULIAN (Italy), La figura del medico veterinario nell’Antico Egitto. Una rara scena di macellazione e ispezione nell’Antico Regno (2700-2195 a.C.) (The veterinarian fig- ure in the Ancient Egypt. A rare scene of slaughtering and flesh examination in the Old Kingdom (2700-2195 B.C.) J. BLANCOU (France), Early methods of control and treatment of rabies in the Mediter- ranean world (Primi metodi di controllo nel trattamento della rabbia nel mondo medi- terraneo) A.MANTOVANI, S.PROSPERI, A.SEIMENIS,D.TABBAA (Italy, Greece, ), The mediter- ranean and zoonoses: a relationship (Mediterraneo e zoonosi: una relazione) G. BOMPADRE AVONI (Italy), Curae ad dysurian (Ars Veterinaria, Pelag. 139-162) G. BOLOGNI, L.CIAMPI (Italy), Introduzione alla biologia di Aristotele. La medicina ve- terinaria dello Stagirita (Introduction to the Aristotele’s biology. The veterinary medici- ne in the Stagirite’s works) A.PUGLIESE, D.ALAIMO, M.PUGLIESE,O. GARRAFFO (Italy), Il rapporto uomo animale nell’antica Akragas (The relationship man-animal in the Ancient Akragas) M. PUGLIESE,C.CANANZI, A. PUGLIESE (Italy), La medicina veterinaria nell’antica Ro- ma: Lucio Giunio Moderato Columella (Veterinary Medicine in old Rome: Lucio Giu- nio Moderato Columella) M. TURCHETTO, A. LAFISCA (Italy), The preservation of food of animal origin in the hi- story of the Mediterranean peoples (La conservazione degli alimenti di origine animale nella storia delle popolazioni mediterranee) M. L. LUCCHI (Italy), Storia e valenza simbolica del caduceo (History and significance of the caduceus) A.SEIMENIS,N.CHARISSIS (Greece), Veterinary Medicine in Ancient Greece (La medici- na veterinaria nell’antica Grecia) P. B IGATTI (Italy), “Un solo soffio vitale”: gli animali nella Bibbia (“One vital breath for all”: the animals in the Bible) R. GRIMM (Germany), Cattle depicted on Roman Imperial coins (Monete imperiali ro- mane raffiguranti bovini) M. A. CAUSATI VANNI (Italy), Il De Medicina Equorum ovvero l’arte di curare i cavalli (De Medicina Equorum, or the art of curing the horse) E. LASAGNA, A.SENIGALLIESI (Italy), Le piaghe d’Egitto (Esodo 7, 1-11, 10) (The pla- gues of Egypt, Exodux, 7, 1-11, 10). Poster G. PAINO, A. PERNA (Italy, USA), L’allevamento ovi-caprino nella Grecia micenea del- l’età del bronzo (Sheep and goat breeding in Mycenaean Greece). Poster J.SCHAEFFER, H. MEYER, P. R. FRANKE (Germany), Domestic pigs in antiquity morpho- logy and husbandry (Suini domestici nell’antichità- Morfologia e allevamento). Poster A. GENOVESE,S. AUDINO, M. DI GERIO,D. RUSSO, M.P. VITIELLO (Italy), Aspetti del- l’allevamento suinicolo nell’antica Pompei (Some aspects of pig production in Ancient Pompei). Poster 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

VIRGIL, THE GEORGICS. VETERINARY REFLECTIONS RAFFAELE RONCALLI AMICI

RIASSUNTO VIRGILIO – LE GEORGICHE. RIFLESSIONI VETERINARIE Fra il 37 ed il 30 a.C., Publio Virgilio Marone (71-19 a.C.), il poeta di Cesare, scrisse le Georgiche uno dei più splendidi lavori poetici dell’epoca romana. Il poema composto da quattro libri è dedicato alla terra ed alla gente che la lavora. Tuttavia, Virgilio non limita i suoi versi alla descrizione del lavoro dei campi attraverso le stagioni, ma, in particolare con il terzo libro, fornisce agli agricoltori conoscenze pratiche di allevamento degli animali che includono anche informazioni di natura veterinaria. Attraverso i suoi versi si percepisce l’a- more del poeta per i cavalli, ma anche per i bovini, pecore e cani. Nel terzo libro descrive co- me la peste alata (mosche Hypoderma), chiamata Oestrus dai Greci e Asilus dai Romani, spingesse le mandrie attraverso i boschi terrorizzate. Virgilio descrive, molto accuratamente, il problema causato dalla rogna negli ovini ed il suo trattamento con catrame, grasso e lavag- gio. Il poeta fu anche conscio dei rischi delle epidemie e raccomandava l’abbattimento degli animali infetti per evitare la contaminazione. Egli descrisse la rabbia nei cani ed anche altre malattie nei suini, nelle pecore e nei bovini. Molto nota la descrizione di una condizione deva- stante nel bovino, che è stata interpretata da alcuni storici veterinari come carbonchio emati- co e da altri come pleuropolmonite contagiosa del bovino. Occorre anche sottolineare che, sebbene, i suoi versi siano di “incomparabile bellezza”, come ebbe a dire Sir Frederick Smith, lo storico inglese, la loro traduzione è molto difficile e ciò rende la loro interpretazione piut- tosto complessa. La bellezza dei versi di Virgilio e la natura delle malattie degli animali nelle Georgiche hanno ispirato numerosi artisti – dai codici medioevali di ignoti scriba fino alle il- lustrazioni di moderni artisti - come Aristide Maillol (1881 – 1944); in molte di queste la cura degli animali è splendidamente dipinta.

The Georgics – one of the most beautiful Virgil, during his boyhood and early poetry works in the world – has been, for youth, no doubt, had a good opportunity centuries, the object of unabated study. to master the agricultural and animal hus- The Georgics [from the Greek Ge (earth) bandry systems practiced in the Po Valley. and ergon (work)] were composed by Vir- After finishing grammar school in Cre- gil [Publius Virgilius Maro], the Caesarean mona, he moved first to Rome to study poet, at the suggestion of Maecenas, his oratory and rhetoric and then to Nola, protector, probably between 37 and 30 near Naples, to dedicate himself to philo- B.C. To better understand the Georgics one sophical studies and, in particular, to epi- should review the life of Virgil as well as cureanism. The Bucolics was one of his study the different translations of the poem first works; it was written between 42 and both in verse and in prose; this took place 39 B.C. mostly during his stay in the over many centuries in different countries. Neapolitan region, completed in his home in Andes near Mantua, and published in Rome. However at that time, while in An- The life of Virgil [Publius Virgilius Maro] des, Virgil witnessed the confiscation of his property and its assignation to the sol- Publius Virgilius Maro was born on Octo- diers of Octavianus. Virgil, who was very ber 15, 70 A.C. in Andes [today probably attached to his land, greatly suffered for Pietole] a small village near Mantua in this loss. Returning to Rome he published northern Italy. Born into a farming family, the Bucolics (39 A.C.) and entered the lit-

31 erary circle of Maecenas, who along with Octavianus offered a house to Virgil in the Esquilino district. After his arrival in Rome, according to his biographer, Aelius Donatus, Virgil met with Octavianus’ sta- ble master and had an opportunity to cure “ the diseases many and various, that had been consuming the horses…”; also, ac- cording to the same source, Virgil had the prerogative to discuss horses and dogs with Octavianus. However, the poet pre- ferred to spend long periods in the Neapolitan region near the sea and under the Mediterranean sun, instead of Rome. There is no doubt that Virgil, born in a farming environment, was a keen observer of the agricultural and husbandry system practiced in the Neapolitan and Calabrian regions. It was indeed during that period (37-30 B.C.) that Virgil composed the Georgics. This work generated a great reputation for Virgil and moved him clos- er to Maecenas, who had assisted him during the writing of the poem. In the summer of 29 B.C., Octavianus, who had returned to Italy after his victory over An- thony and Cleopatra, stopped at Atella (an Fig. 1. Etching by Pierre Lombart (1612-1682) old Roman town near Aversa in the “The stooping warriors, aiming head to head en- Neapolitan region) where Virgil and at gage their clashing horns; with dreadful sound times Maecenas read the four Georgics the forest rattles and rocks rebound”. Book III books to Octavianus. After this event Vir- (verses 340-342). Transl. J. Dryden (1697). gil was selected as Caesarean poet, the cantor of the new empire and its leader. From that time until his death Virgil was busy composing the Aeneid, an epic po- of four books. The first book deals with em on the origin of Rome. In 19 B.C. Vir- nature and field crops—mainly cereals; gil visited Athens in Greece, but weary the second book is concerned with the cul- from travel and exhausted by the heat he tivation of plants, in particular grapevines rushed to return to Naples. He landed in and olive trees. The third book is dedicat- Brindisi in precarious health and died ed to raising livestock; the first part deals there on September 22 of the year 19 with horses and cattle, the second part B.C. His remains were then transferred to with sheep and goats; it concludes with a Naples and buried in Pozzuoli. description of the “Noric animal plague.” The fourth book is a “sublime treatise” on the raising and management of bees. The Georgics Virgil deals with animal husbandry and animal diseases primarily in the third The Georgics, a didascalic poem, written book of the Georgics; however, he also in 2183 hexameters, which are among the refers to animals and animal husbandry in most perfect in Latin literature, consists the other books. 32 Translators and illustrators of the Geor- Malatesta and F. Venuti, (Venice, 1741), gics of Virgil through the centuries enriched by small woodcuts depicting the pastoral life. Le Georgiche di Virgilio vol- The Georgics, although a most beautiful garizzate da D. Strozzi (Prato, 1831), with poem, is quite difficult to translate and in- beautiful etchings by well-known artists, terpret; of the four books, the third one is was another text which was quite popular certainly the most difficult. Over the cen- for many decades. Finally, there is a clas- turies, it has been translated into prose or sic publication, richly illustrated, Le into verse in many languages; a review of Georgiche (Turin, 1970) by L. Firpo, an some of the major translations and best il- eminent Italian historian. lustrations will assist in better understand- ing Virgil and his opus. The Georgics are nearly always published attached with the The third book of The Georgics other works of the Caesarean bard. France: There are at least two great trans- The Georgics’ third book, the most inter- lations of the Georgics published in esting from a veterinary standpoint, but France. The first translation was printed also the most difficult to understand and several times in Lyons, France early in comment upon, begins with an invocation the 16th century; the edition of 1529 pub- to Pales, a very old Italic divinity, the lished by Giovanni Crespini is enriched goddess of shepherds, sheep flocks and by great illustrations of an unknown pastures and to Amphrysus or Apollo, artist, who was under Albrecht Dürer’s the Greek god of the sun, who once for (1471-1528) influence. The second great punishment had been sentenced by his father translation was the work of the abbot Jupiter to work as a shepherd on the Jacques DeLille (1738-1813) which was banks of the river Amphrysus in Thessaly. originally published in 1770 and later re- Virgil then, after recalling the green coun- published in 1950, this time enriched by try of Mantua, washed by the river Min- the woodcuts of Aristide Maillol (1861- cius, moves to the subject of breeding 1944), the celebrated French artist. sturdy bullocks for ploughing and race- Great Britain: Over the centuries the horses for the Olympic Games. He first British have shown a keen interest in the describes the physical characteristics of a Georgics and, as a result, a number of good breeding cow: she should have a translations have been made. The most very large head, brawny neck, a dewlap celebrated is the translation into verse by hanging from the chin down the legs, and John Dryden (1631-1700) which was a other distinctive features including long part of his The Works of Virgil published flanks, large feet and straight ears under in London in 1697; this edition was ac- the curved horns. Virgil prefers cows, companied by stunning etchings by cele- streaked with white spots, physically sim- brated artists of that time. Of interest also ilar to a bull, and with a tail close to the is the translation of Joseph Davidson (18th soil. At that time, two bovine species Cent.), published in London in 1743, were present in Italy: Bos taurus or do- reprinted many times and used by the mestic cattle and Bos bubalus or wild buf- British veterinarian/historian Sir Frederic falo (Billiard, 1928); Virgil distinguishes Smith (1857-1929) for his studies on the them by calling the true domestic cattle Georgics. bos and the wild buffalo urus. According Italy: Also in Italy, numerous editions of to the poet, a cow should always be bred the works of Virgil have been printed over at four years of age and continue until the the centuries. Noteworthy are:“L’opere di age of ten; he points out that this is the Virgilio mantovano…commentate in lin- best period for reproduction. Care should gua volgare toscana” by G. Fabrini, C. be exercised for the culling process and 33 the selection of new stock for breeding of too much fat, [and this should not fill purposes. It should be emphasized that the inert cervical channel] and as a result Virgil lived in a place—Italy—which, at causing a poor [ineffective mating], but that time was considered, especially by that [it] avidly absorb the semen [Venus] the Greeks, to be cattle country. Cattle and keep it internally hidden.” Virgil with were, in fact, raised both in the North of his anti-obesity concept is extremely the peninsula in the Po Valley pastures as modern and he is—nowadays—occasion- well as in the deep South, where under ally quoted, especially by the media. different climatic conditions, cattle could After that, Virgil (Lib. III, verses 145- graze during the summer on the wooded 156) provides the reader with one of the slants of the Sila Mountains. It is interest- first parasitological descriptions of his ing to note that in ancient Greek the word time. He narrates how a winged pest, itali was used for bulls; from this word called Oestrus by the Greeks and Asilus the name Italy, or cattle country, was de- by the Latins, was driving cattle herds in rived. The poet then proceeds with the de- terror through the green groves of ilex scription of the selection of the best foal, oaks in the mountains of Alborno and the which must run well and fearlessly river Sele in southern Italy. Terrified by through the fields. The foal should have the buzzing and vicious stinging of these “his barrel (belly and loins) short, his insects, whole cattle herds broke up and back well fleshed; his gallant chest rip- stampeded through the woods. As trans- pled with muscles.” Virgil also mentioned lated by Wilkinson (1982, p 114), “The that the best colors for a foal are “bay and very air, the woods and Tanager’ parched roan” and the worst “white and dun.” His banks are shattered and maddened by waving mane should be thick and rest on their bellows.” British translators such as his right shoulder; a double spine runs Dryden (1697) and Davidson & Buckley straight along his loins [the poet alludes (1892) refer to these insects as gad-flies; to the insertion of the ribs on the two sites gad-fly is a popular name for a fly which of the vertebrae]; through his hoof the bites and goads cattle, especially a fly of foal should hollow out the ground, pro- the genuses Tabanus or Oestrus. Buckley ducing a deep sound with the solid horn. in his commentary (p 73) goes further, Virgil then describes the feeding regimen stating that the banks of the river Sele for the bull or stallion selected for breed- “were much infested with the gadfly.” ing; both should be fed flowering grass and There is a difference of opinion as to leeks. On the contrary, the dams should be whether or not Virgil is referring to oe- kept lean until mating and should receive stroids or to tabanids; however, as N. Pa- the best care in terms of feeding and rest- pavero reported (1977), “Virgil here most ing. It is of interest to note that a number of certainly referred to Hypoderma.” Re- translators, especially those of the Victorian turning to Buckley’s mention of gadflies era, did not translate—or if they did, they being present along the banks of the river did so poorly—the following verses (Lib. Sele at the end of the 19th century, it III, verses: 135-138) should be pointed out that, in the year Hoc faciunt, nimio ne lux(u) 2004, hypodermosis is still present in cat- obtunsior usus tle raised in this area; hence, the same sit genital(i) arv(o) parasitic infestation described by Virgil et sulcos oblimet inertes, some 2000 years ago is still lingering in sed rapiat sitiens Vener(em) that corner of Italy, in spite of the fact that interiusque recondat hypodermosis in cattle has been eradicated An acceptable translation would be: in most parts of Europe. “They do this, so that the matrix [the gen- Virgil was also a keen observer; in fact, he ital area] does not become inert because reports that this insect attacks the pregnant 34 Fig. 2. Woodcut by unknown artist (16th cent.). “Turpis ovis temptat scabies……..” (Book III, verses 441-463). Sheep are bathed, treated for scabies with ointments; crusts are removed with blades; blood letting.

Fig. 3. Woodcut by Aristide Maillol (1861-1944). Fig. 4. Water-color by Roberto Moschini (1937). “….idem dilectus equino….” (Book III, verses “…nec longo deinde moranti tempore contactos 72-122). artus sacer ignis edebat.”. (Book III, verses… 566-567). 35 cattle most fiercely during the mid-day moves to far away lands. Here again, a heat; as a result, the cattle herds or the number of Anglo-Saxon translators either flocks with pregnant sheep should be pas- skipped the word “formosa” or altered the tured in the morning when the “sun is meaning of this Latin word. Over the cen- fresh risen” or in the evening when “the turies, the description of the bull fight has stars usher in the night.” It is very probable inspired a number of artists and beautiful that when Virgil mentions that the flocks illustrations have been produced to depict of sheep should not be pastured during the this episode; among them, a superb hot hours of the mid-day, he was referring miniature depicting a bull-fighting scene to the attacks of the Oestrus ovis flies— in an engaging red background offered by this is a very valid observation. To support an unknown artist (6th century) from the this, the writer of this paper, would like to Virgilian Vatican Codex and an extremely report that, while working as a parasitolo- beautiful and realistic etching produced gist in Rio Grande do Sul, Brazil, he has by Pierre Lombart (1612-1677) and pub- personally observed that, especially during lished by Dryden (1697). Virgil then ex- the hot hours of the mid-day of the sum- tends the description of this ritual to other mer months, grazing sheep tried to take animal species, i.e., horses, swine, refuge in the shadow of eucalyptus groves. wolves, dogs and so on. The poet now In addition, the sheep also tended to group moves along to sheep and goat hus- together in order to hide the nostrils, which bandry, recommending the provision of are the target of the O. ovis flies. Returning dry bedding in pens housing sheep and to cattle, Virgil mentions that the goddess goats in winter in order to avoid scabies Juno once sent this winged pest to ‘glut and foot rot (scabiem…turpique podagra) her dreadful wrath” against the Inachian (Lib. III, verses 297-300). Here once heifer. According to legend Io, daughter of more Virgil shows his animal King Inachus, being loved by Jupiter, had husbandry/veterinary knowledge since been transformed into a heifer by Juno, scabies is a winter disease and foot rot is and by her placed under the custody of Ar- a condition very common in sheep raised gus. Upon being liberated by Mercury on in the Po Valley due to the high humidity order of Jupiter, the heifer Io was chased of the pastures of that part of Italy, which by the winged pest throughout its Euro- Virgil, raised along the banks of the river pean travels. Mincio, must have known quite well. In After this parasitological interlude, Virgil this connection it is of interest to note that goes back to his animal husbandry in Italy, in fact, foot rot is called “zoppina knowledge and describes the care that new- lombarda” or “Lombard lameness”. born calves should receive during their After a description of management condi- rearing, also noting that they should be tions of sheep and goats in Italy and in branded to identify the breed. From calves, other countries, both in hot and cold cli- the poet moves to training foals for racing. mates, Virgil reviews the production of wool, This should begin in summer after they showing marked preference for the white reach the age of three; again, the ultimate color and, for this purpose, he recommends goal of training is to bring horses to the the selection of white and soft-fleeced Olympic Games; in addition, horses rams; Virgil also recommends that rams should be developed and trained to draw with a black tongue should be discarded the Belgian war carts. because this “may beget blotchy lambs.” While describing the management of According to Wilkinson (1982, p 31) this bulls, the poet aptly describes the fierce advice, once considered to be a myth, “ has battles of bulls to conquer a “formosa ju- been independently confirmed in the case venca” [shapely heifer] in the Sila moun- of Turkish Karakul sheep (1936) and tains and how the defeated bull retires and Swedish Gotland sheep (1963).” The poet 36 then issues recommendations to improve (probably with and without lesions) in the production of milk by suggesting the fresh running water as a hygienic measure. feeding of clover, lotus and plenty of salted In particular, to dampen the fleece of grass; this will induce the sheep to drink the ram (the main spreader of scabies), more water and, as a result, increase the the latter should be plunged into the pool production of milk, which will have a salty and sent to float along the stream. Other- flavor. The milk drawn at daybreak and in wise,(in case of lesions) the shorn bodies the daylight hours should be left to curdle should be smeared with dreg (oil of at night [to make ricotta and cheese], while pressed olives) and a mixture of silver, “the milk drawn at gathering dusk and at virgin sulfur pitch of Ida [Ida is the name nightfall should be trudged at dawn by the of a mountain near Troy where resinous shepherds to the town or lightly salted and trees grew copiously], wax ointment, stored up for the winter.” It should be re- squill grass, strong-smelling hellebore, membered that, even today, the majority of and black bitumen. [Two types of helle- sheep raised in Italy belong to milking bore were used as medicaments in those breeds. times: a black one considered being the Virgil, known for his interest in dogs – he best treatment for mental diseases includ- had given advice to Augustus on some ing epilepsy, and a white one (to which species from Spain – mentions that the Virgil is referring) used for skin condi- swift whelps from Sparta and the strong tions]. However, the best remedy for the Molossian dogs should be fed rich whey. treatment of scabies is to cut the festering With these dogs the owner will be pro- surface of the lesions with a blade; if the tected from incursions by wolves, night hidden disease (lesions are not visible) thieves, and restless “Iberian bandits.” persists and spreads, then the shepherd, “These hounds also will chase away wild “…. will sit hopeless praying his gods for asses, hare or fallow deer and with their signs of better luck.” If the disease wors- barking wild boars will be routed away ens and the pain penetrates to the depth of from their woodland wallows and the stages the bones (here Virgil refers to the ex- driven with shouts into the nets.” Virgil also tremely painful itch produced by the sca- urges shepherds and herdsmen to protect bies mites) of the bleating sheep and their beasts from the attacks of vipers and “parching fever consumes their limbs, it other reptiles. Then, Virgil again shows his helps to draw away the fiery heat (pro- familiarity with animal diseases and an- duced by the fever) by cutting through the nounces it with the well known verse: vein that throbs with blood in the middle Morborum quoque te causa et signa of the hoof.” Here the poet is referring to docebo blood-letting, that shameful practice used “I will teach you causes and signs of dis- in both animals and humans for many eases” (Lib.III, verses 437-438). centuries after Virgil. A beautiful rendi- The poet then describes scabies in sheep tion of this episode appeared in the 1529 (Lib. III, verses 441-463) showing a fair Crespin edition (Lib. III, p 127) of Lyons; knowledge of this condition which must in this illustration the artist depicts some have been ravaging the flocks of northern farmers, in their German garb, treating Italy. Virgil, very correctly, reports that sheep affected with mange. The poet then scabies is a winter disease and advances embarks on a description of measures to the theory— albeit incorrect —that sca- be practiced to prevent the diffusion of bies may be caused after shearing “with the disease: sweat clots unwashed adhering and with Quell the offence immediately by tangled briars cutting their bodies.” He slaughter before the terrible contagion then recommends bathing the entire flock spreads (Lib. III, verses 468-469)

37 The masterpiece of Virgil—the ated for a poetical effect, though of this description of the Noric plague we must not judge too harshly. In his other At the end of his third book, after the des- descriptions of kindred subjects in the cription of the sheep mange and its cure, same poem we find great accuracy, and a Virgil reports on cases of epizootics fidelity which will hold good even now, which start with isolated cases of disea- and for all time: therefore we must con- sed sheep and then spread to the entire clude that an adherence to truth was his flock. The poet then relates the feeling of great object, and that the real value of his solitude, caused by the livestock deaths precepts was never sacrificed to his poeti- produced by epidemics in diseased sheep cal genius, but only polished and embel- and then spread to the entire flock. The lished by the mind of a great master.” poet then relates the feeling of solitude, The description of this epidemic as de- caused by the livestock deaths produced scribed by Fleming has been differently by epidemics in diseased sheep and then interpreted; but among the various dis- spread to the entire flock and describes eases mentioned three of them deserve to (Lib. III, verses 464-567) how “a doleful be analyzed as probable causes of the epi- sweeping plague arose from the distemper demics: I) bovine contagious pleuro- of the air, and grew more and more infla- pneumonia; II) plague; III) anthrax. med through the whole heat of the autumn; and delivered over to death all the race of I) Bovine contagious pleuro-pneumonia cattle, all the savage race; poisoned the la- Valentino Chiodi (1896-1970), the noted kes, and tainted the pastures with conta- Italian veterinary historian, in his book, gion (infecit pabula tabo)” (Davidson, La storia della Veterinaria (1957, pp 101- 1880, p 83). Virgil continues, mentioning 102 ) affirmed that Virgil had described that the animals did not die a simple death, the epidemic “in modo mirabile” [in an but “the burning fever, revelling in every admirable fashion] and identified the ig- vein, had shrunk up their wretched limbs, nis sacer as “peste bovina” [contagious again the dropsical humour overflowed, bovine pleuropneumonia]; he then report- and converted into its substance all the bo- ed that Virgil had also described equine nes piecemeal consumed by the disease.” influenza, ulcerative conditions in rams, (Lib. III, verses 484-487). swine erysipelas and rabies in dogs. An interpretation of this epidemic – the Noric pest – which ravaged cattle and II) Plague other animal species, is not easy and may Davidson, the British translator, used the differ according to translators, historians words “a doleful swiping plague” for the and readers. As the British historian, translation of “tempesta miseranda..” (p George Fleming (1833-1901), put it in 83). Léon Moulé, the noted French vet- his book on animal plagues (1871, pp 18- erinarian, also reported (1891) that the 23) – “Some authorities imagine that he epizootic [the plague] described by Lu- [Virgil] has attempted to describe the dif- crece ( 99 ca b.c.-53 b.c.) in De natura ferent diseases of each species: the malig- rerum. (Lib. III, verses 1125-1126), nant exanthematous affections or the ar- Ovid (43 b.c.-17 or 18 a.d.) in Metamor- dent pestilential fever accompanied by phoses (Lib. VII, verses 517-660) and vertigo of the horse, the pleuro-pneumo- Virgil in the Georgics, (Lib. III, verses nia of the cow, the inflammatory fever of 464-567) was the same. According to the sheep, the malignant sore-throat of the Moulé the description of the epizootic pig, the rabies of the dog; but in all proba- described by Virgil is the very best, in bility it is an account of one of those spite of the fact that he appears to have dreadful calamities that smote all, from confused a number of diseases of a dif- man downwards, perhaps a little exagger- ferent nature. 38 III) Anthrax Sacer ignis. Edoardo Bellarmino Perroncito (1847- Virgil noted that the epidemic strikes both 1936), the renowned Italian parasitologist domesticated and wild animals and final- from the University of Turin, was one of ly spreads to the human population; he al- the first authors to report in his book Il so suggested that burying the animals in carbonchio [Anthrax] (1885, p 7) that pits does not stamp-out anthrax; in fact, it Virgil in the Georgics (see above) as well is known that the spores of Bacillus an- as Ovid in the Metamorphoses (see thracis can persist in the soil for many above) had reported outbreaks of anthrax. decades. The poet also notes that it was Major-General Sir Frederick Smith, the not possible to use the skin of diseased distinguished British veterinary historian, cattle nor the wool of sheep because of its was also one of the first authors to inter- potential danger to human beings. pret this plague “which delivered over to While in the past the Latin words sacer death all the races of cattle” as anthrax. ignis (holy fire) have been applied to her- Smith, in fact, in his The early history of pes zoster, ergotism (St. Anthony’s fire), veterinary literature (Vol. 1, p 15) stated erysipelas, and other diseases, in recent that “anthrax is clearly indicated, for he times they have been employed mostly in [Virgil] speaks of the dangerous condition reference to anthrax. It is in the “grand fi- of the fleece and hides to human beings nale” of his magnificent Book III, that handling and using them, resulting in Virgil describes the painful aspect of the “fiery pustules and filthy sweat over- lesions in humans by using the well spreading his noisome body.” Smith used known words, sacer ignis: the Georgics translated by Davidson ….invisos si quis temptarat amictus, (1880) as the source for his studies and ardentes papulae (inflamed papules), interpretation of the third Georgics book. atque immundus sudor (filthy exudate) se- Davidson describes the epidemic as “ a quebatur olentia membra; nec longo doleful swiping plague”. Smith, on the deinde moranti tempore contactos artus other hand, in reviewing the signs of dis- sacer ignis (holy fire) edebat (Lib. III, ease described by Virgil interprets the verses 563-567). plague as anthrax. Smith performed an The Noric plague, exemplified by the sac- excellent study on this Virgilian epidemic er ignis, is a tragedy which unites animals description; however, in his overview, with human beings in suffering and death. while referring to the Mantuan bard, he Dirckx concludes, in his essay, with reported that it was “doubtful whether he well-supported observations, that the possessed any practical knowledge of Noricum pest was an epidemic of an- agriculture or of animals.” In this context, thrax; he also points out “a particularly Smith is incorrect, perhaps because he interesting feature of Virgil’s account, was unfamiliar with the life of the poet, from an historical point of view, is that it who was born and lived in his youth on a contains all the data needed for the elab- farm in northern Italy and spent quite a oration of a coherent germ theory of dis- bit of his mature life in the Neapolitan ease, except the crucial information sup- and Calabrian areas, where both agricul- plied by microscope during the 19th cen- ture and animal husbandry flourished. tury.” Today, anthrax, some 2000 years Nevertheless, Smith described the lan- after the description of Virgil, is still a guage of Virgil as being of “unparalleled dreaded disease. According to Dirckx, beauty.” Also, in recent years, a number “it is estimated that as many as 100,000 of authors [including J. H. Dirckx (1981), cases of human anthrax occur annually Eitel (2003)] have described Virgil’s throughout the world, though the report- Noric plague supporting the attribution of ed incidence is much lower. The case fa- anthrax to the epidemic. tality rate of human anthrax was 10-30% 39 before antibiotics; it is now almost nil.” American Journal of Dermatopathology. Another factor to be considered today is 3: 191-195, 1981. the possibility of using anthrax spores A. MACINELLI, A. DONATUS. Georgico- for terrorist purposes; episodes of bio- rum. Giovanni Crespini, Lyons, 1529, terrorism have already occurred in the Lib. III, p 127. United States in New York City and J. DRYDEN, The works of Virgil: contain- Washington, D. C. in September 2001. ing his Pastorals, Georgics, and Aeneis. Following the attacks numerous articles Translated into English verse by Mr. Dry- appeared both in the lay and scientific den. Adorn’d with a hundred sculptures. press reviewing the history of anthrax— Jacob Tonson, London, 1697. 640 pp. sacer ignis—a zoonotic disease dreaded J. EITEL, Sacer ignis, quam pustulam vo- over the centuries; in most of these arti- cant pastores: Anthrax — kulturhistori- cles Virgil and the anthrax epidemic in sche Spuren einer Zoonose. Schweiz. the third book of the Georgics are often Arch. Tierheilk145: 7-16, 2003. quoted. Anthrax has today emerged as a G. FABRINI, C. MALATESTA,F. VENUTI, weapon to be used by terrorists; indeed, L’opere di Virgilio mantovano cioè, la after a span of some 2000 years, the Bucolica, la Georgica e l’Eneide, com- verses of Virgil are still relevant. mentate in lingua volgare toscana. Stam- peria Baglioni, Venezia, 1741. 535 pp. L. FIRPO, Le Georgiche. UTET, Torino, 1970, 228 pp. BIBLIOGRAPHY G. FLEMING, A chronological history of animal plagues from B.C. 1490 to A.D. ANONYMOUS, Virgilian Vatican Codex. Ms 1800. London, 1871. pp. 18-23. 3225, Late VI Cent. Folio 5. Vatican Li- L. MOULÉ, Histoire de la Médecine brary, Rome. Vétérinaire par L. Moulé Médecin-Vétéri- R. BILLIARD, L’agriculture dans l’antiqui- naire, Contrôleur du service de l’inspec- té d’après les Géorgiques de Virgile. E. tion des viandes de Paris. Première Péri- de Boccard, Paris, 1928. 537 pp. ode—Histoire de la Médecine Vétérinaire V. C HIODI, Storia della Veterinaria. Edizio- dans l’Antiquité. A. MAULDE & CI`E. ni Farmitalia, Milano, 1957, pp.100-103. Paris, 1891, pp 26-27; 124; 139-141. J. DAVIDSON. The Works of Virgil—lite- N. PAPAVERO, The world oestridae (dipte- rally translated into English prose by ra), mammals and continental drift. Dr. Davidson. A new edition, revised with W. Junk—The Hague 1977, p 11. additional notes by Theodore Alois Buc- E. PERRONCITO, Il carbonchio—mezzi pre- kley of Christ Church. George Bell & ventivi e curativi. UTET, Torino, 1885, p 7. Sons, London, Bohn’s Classical Library, F. SMITH, The early history of veterinary 1880. 440 pp. literature and its development. J. A. AL- J. DE LILLE, Virgile—Les Géorgiques. LEN & CO., London, 1976, Vol. I, p. 15. Texte latin et version française de l’abbé D. STROCCHI, Le Georgiche di Virgilio Jacques DeLille, gravures sur bois d’ volgarizzate da Dionigi Strocchi. Gia- Aristide Maillol. Philippe Gonin, Paris, chetti, Prato, 1831, pp. 199. 1950. Vol. II. 156 pp. L. P. WILKINSON, The Georgics. Viking J. H. DIRCKX, Virgil on anthrax. The Press, New York, 1983. pp 31; 114.

40 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA FIGURA DEL MEDICO VETERINARIO NELL’ANTICO EGITTO UNA RARA SCENA DI MACELLAZIONE E ISPEZIONE NELL’ANTICO REGNO (2700-2195 a.C.)

MAURIZIO ZULIAN

SUMMARY THE VETERINARIAN FIGURE IN THE ANCIENT EGYPT: A RARE SCENE OF SLAUGHTERING AND FLESH EXAMINATION IN THE OLD KINGDOM (2700-2195 B.C.) Though the Ancient Egypt history is more than five thousand years old, that civilization keeps still unchanged its fascination towards the moderns. As regards to the main features of that civilization, have can say medical art is rather misunderstood. Some basic characteristics are almost ignored, as well as some undocumented marvels are appreciated. The ancient Egypt- ian term indicative of physician was formed by some graphic signs (phonemes) we read swnw, the literal meaning of which is: “He who cares for suffering people”. In the Ancient Egypt, physicians were subdivided into general practitioners and specialists. Besides that, a distinc- tion was made not only between a physician and a surgeon, but also between a doctor for hu- man beings and that one for animals. In fact, some documents refer to veterinarians, whose professional class was carefully hierarchized. Such necessity was attributable to the truth that, in the society of the time, animals represented a great deal of wealth and nourishment for peo- ple. The subject of the present research is the portray of a bull slaughtering, settled on a chapel wall of the Ptah-hotep and Ankh-hotep mastaba in Sakkara. In the portrait a slaugh- terman puts his left hand, wet by the sacrificed animal blood, right under functionary’s nose. After smelling it, he gives his assent to the slaughtering continuation. This character has the title of “Grande Casa” doctor, that means he is very close to Pharaoh’s court. Egyptologists agree on setting him up as a veterinarian. Therefore we think Iri-en-Akhei has been one of the early colleagues in the mankind history, and the first one we have had both identity and por- tray handed down.

La storia dell’Egitto ha più di cinquemi- non finisce di stupire l’uomo moderno, la anni, ma la sua civiltà mantiene tutto- quello dell’arte medica è alquanto mi- ra intatto il fascino sull’uomo moderno. I sconosciuto “nel senso che se ne igno- primi che descrissero questo paese con rano alcuni meriti essenziali, per attri- dovizia di particolari furono i mercanti e buirle poi meraviglie che non sono te- viaggiatori greci che seguirono i loro stimoniate”.2 connazionali, Lari e Ioni, che nella pri- Omero così declamava l’Egitto: “Terra ma metà del VII secolo a.C. prestarono fertile che produce droghe in abbon- servizio come mercenari nell’esercito danza; alcune sono medicine, altre ve- del faraone Psammetico I (c.a. 664 – 610 leni; è il paese dei medici più sapienti a. C., XXVI Dinastia, Saitica). Molti dei della terra”.3 nomi da loro usati per descrivere luoghi Grande era la fama dei medici egizi an- e oggetti di quella terra sono divenuti per che al di fuori dei confini del loro Paese noi di uso comune: le piramidi (torte di e le richieste di prestazioni da parte di grano), gli obelischi (piccoli spiedi), lo sovrani stranieri sono documentate negli stesso Aigyptos usato da Omero per desi- archivi reali di , in epoca rames- gnare tanto il fiume che la regione.1 seide, e nell’Epoca Tarda.4 Tra i molti aspetti di questa civiltà, che 41 Innanzitutto tra medici (swnw) generici e specialisti. Erodoto così scrisse: “In Egitto hanno diviso la medicina come segue: cia- scun medico é medico di una sola malattia, non di più. Dappertutto dunque è pieno di medici: ci sono medici degli occhi, della te- sta, dei denti, delle malattie del ventre, delle malattie di identificazione incerta”,6 facendo così pensare non esistessero medici generi- ci, cosa che alla luce della documentazione pervenuta non sembra essere esatta. Vi era poi una distinzione tra medico vero e proprio e chirurgo e tra medico dell’uo- mo e dell’animale: i documenti di alcuni swnw appaiono infatti più esattamente ri- feriti a veterinari. Questi ultimi erano pro- babilmente gerarchizzati con attenzione.7 C’erano il “veterinario del faraone” e il “veterinario semplice” e la corporazione comprendeva il Fig. 1. Sakkara Mastaba di Ptah-hotep e Ankh- “capo veterinario” e “l’ispettore hotep. veterinario” .8 Il termine egizio per indicare il personag- gio che assolveva le funzioni di medico era costituito da segni grafici rappresen- L’importanza di questa figura e la sua ge- rarchizzazione è facilmente spiegabile se tanti una freccia indicante il fone- consideriamo che i bovini (Fig. 2-3) rap- ma swn e un vaso globulare il fone- presentavano gran parte del sostentamento e della ricchezza economica dell’Antico ma nw; è aggiunto il segno di un perso- Regno (c.a. 2700 – 2195 a. C.) (usati per il naggio seduto un determinativo che lavoro nei campi, macellati e destinati alle non si legge, che sta a significare che l’e- offerte cultuali), che nel Medio Regno (c.a. spressione fonetica è riferita a un uomo. 2133 – 1786 a. C.) i cani di razza divenne- L’insieme del complesso geroglifico si ro di gran moda tanto da essere costante- legge swnw. mente rappresentati nelle tombe dei no- L’etimologia di questa parola non è chiara. marchi 9 e dei dignitari (Fig. 4–5) e che nel Probabilmente deriva dal verbo swn5 che si- Nuovo Regno (c.a 1552 – 1069 a. C.) l’al- gnifica “essere ammalato, avere male, sof- levamento dei cavalli introdotto poco tem- frire”: ecco quindi che swnw significhereb- po prima dagli invasori Hyksos fu forte- be “Colui che solleva quelli che hanno ma- mente incrementato (Fig. 6– 7). le”, “Colui che si interessa a chi soffre”. La figura del medico – veterinario com- Anche per l’uomo moderno credo non esi- pare sia in alcune rare scene di ispezione sta una definizione migliore del medico. e macellazione del bestiame, sia in un I documenti a nostra disposizione (testi contesto non specialistico. letterari, ostraka, bassorilievi, graffiti, È argomento di questo lavoro la raffigura- iscrizioni su stele, papiri medici) ci infor- zione della macellazione di un toro colloca- mano che i medici si distinguevano se- ta sulla parete di una cappella della masta- condo diversi parametri. ba di Ptah-hotep e Ankh–hotep a Sakkara.

42 Fig. 2. Meir, Gruppo B Tomba n° 1 di Ukhotep figlio di Senbi; parete sud.

Fig. 3. Meir, Gruppo D Tomba n° 2 di Pepi'ankh il Medio figlio di Sebkhotep e Pekherneferet; parete ovest - lato sud. 43 Fig. 4. Beni, Hasan Tomba n° 3 di Khnum-hotep. Parete Nord.

Fig. 5. Meir, Gruppo D Tomba n° 2 di Pepi-ankh-il il Medio figlio di Sebkhotep e Pekherneferet; pare- te ovest - parte centrale. 44 Fig. 6. Tell el Amarna, Tomba sud n° 9 di Mahu.

Fig. 7. Tell el Amarna, Tomba nord n° 4 di Meryre I. 45 Fig. 9. Sakkara - Mastaba di Ti. Nella cappella di questa tomba la scena raf- figura il toro già abbattuto e immolato a ter- ra e i macellai al lavoro a sezionare le parti destinate al banchetto funebre (Fig. 10).

Fig. 8. Sakkara. Cappella della mastaba di Ptah- hotep e Akh-hotep. Parete est (parete d'ingresso, lato destro).

La cappella di questa mastaba, chiusa ai turisti, conserva uno dei gioielli dell’ar- te dell’Antico Regno (c.a 2654 – 2190 a. C.), costituito da superbi basso-rilievi Fig. 10. Sakkara Mastaba di Ptah-hotep e Akh- dipinti di una rara e squisita raffinatez- hotep. za.10 Nella parete d’ingresso della cappella Nell’ultima scena del registro superiore (Fig. 8) possiamo ammirare la rappresen- (Fig. 10) un macellaio senza allentare la tazione del sacrificio di un toro; gli Egizi presa dell’animale abbattuto mette la sua solevano rappresentarla fin dall’inizio in mano sinistra bagnata del sangue dell’ani- tutte le sue fasi (Fig. 9): come si afferrava male sacrificato, sotto il naso di un alto il toro per le corna per piegargli la testa funzionario che assiste, accompagnando all’indietro e farlo così cadere, come ve- questo gesto con le parole: niva legato, iugulato, sezionato con una pietra affilata da macellai esperti sino a raffigurare come venivano trasportati i pezzi da portatori nel corteo funebre per l’alimentazione del defunto. “Guarda questo sangue” 46 Questi (il funzionario) per niente turbato condotto sulle parti interne dell’animale, piega leggermente il capo ed annusa di- ma molto probabilmente anche un’ispe- cendo (Fig. 11 – 12): zione sulle modalità di macellazione. Gli antichi Egizi controllavano con attenzione nei minimi dettagli tutte le operazioni di macellazione e non solo consideravano alcuni indicatori esterni per riconoscere lo “È puro” stato di purezza degli animali, ma essi li esaminavano nuovamente e scrupolosa- Abbiamo qui una scena di sacrificio ritua- mente anche dopo la morte, per assicurar- le unica nell’iconografia dell’Egitto Anti- si che non presentassero traccia di alcuna co e il personaggio che dà l’assenso è un malattia organica, di alcuna lesione inso- swnw di nome Iri-en-Akhti.11 spettabile in vita, di una di quelle infermi- tà descritte nei Libri Sacri che rendevano la carne impura. Lo scopo finale era co- munque stabilire se l’animale era comme- stibile da un punto di vista igienico.14 Noi sappiamo dagli autori classici a qua- le disciplina rigorosa gli Egizi erano sot- tomessi non solo per quanto concerne l’igiene corrente, ma anche relativamen- te a quanto impiegato nell’alimentazio- ne, in particolar modo alle carni destina- Fig. 11. Sakkara Mastaba di Ptah-hotep e Ank- te al consumo. I bovini venivano affidati hotep. ai macellai solo dopo un esame minuzio- so praticato da particolari sacerdoti – Il professor Montet colloca questo medi- funzionari che, esaminata la lingua, mar- co tra i veterinari (Fig. 13).12 chiavano gli animali riconosciuti puri. A Iri-en-Akhti é certamente un medico par- tale riguardo dice Erodoto: “Loro (gli ticolare in quanto il suo titolo di swnw è Egizi) credono che i tori appartengano a 15 preceduto da (per-aa, Grande Epafo e per questo li esaminano così: se si vede che c’è un pelo nero, anche casa)13 il che significa che è legato ammi uno solo, si ritiene che l’animale non sia nistrativamente alla corte dove esercita la puro. La ricerca è fatta da uno dei sacer-

c doti che vi sono preposti, mentre l’ani- funzione di imy-r w b swnw, male ora sta in piedi ora sta supino; il sa- letteralmente capo medico purificatore. cerdote gli tira fuori anche la lingua per Siccome il termine wcb designa anche il sa- vedere se è pura da determinati segni, di cerdote, è possibile che wcb swnw indichi cui parlerò in un altro racconto. Osserva un medico con funzione rituale e abbiamo anche se i peli della coda sono cresciuti così una nuova figura che si aggiunge a secondo natura. quella dei medici dell’Antico Egitto. Se è puro da tutto questo, lo contrasse- L’esame che Iri-en-Akhti fa del sangue gna con un papiro che avvolge attorno del toro ha lo scopo di stabilire se questo alle corna; poi lo spalma di creta da si- sangue è puro e non presenta tracce di gilli e vi impone il sigillo; quindi porta- malattie, che presso gli Egizi potevano es- no via l’animale. Per chi ne sacrifichi sere riconosciute attraverso l’odore, il co- uno senza contrassegno, come pena é lore, l’aspetto in genere ed anche il sapo- prescritta la morte”16 re. Si tratta di un esame post – mortem Si può quindi concludere che nella cappel-

47 Fig. 12. Sakkara, Mastaba di Ptah-hotep e Ank-hotep.

Fig. 13. Sakkara, Tomba di Ptah-hotep e Akh-hotep. 48 la di Ptah-hotep si tratta di un comporta- bourg, fascicule 24, Oxford University mento puramente igienico, usanza questa Press, 1925. che comunque non sembra essere stata 9 Nomos (plur. Nomoi): parola greca en- molto diffusa, perché non si registra che trata in uso in epoca tolemaica per desi- poche volte, e che Iri-en-Akhti sia stato gnare le province. Tale suddivisione del uno dei primi colleghi nelle storia del- territorio prese avvio in Egitto sin dal l’Uomo, sicuramente il primo del quale ci Periodo Protodinastico (c. 3185 – 2845 sia pervenuta l’identità e la raffigurazione. a. C.). Ogni provincia era governata da un nomarca. 10 R.F.E. PAGET, A.A. PIRIE, The Tomb of RINGRAZIAMENTI Ptah – hetep. London 1898. 11 F.JONECKER, Le cadre professionel et Si ringrazia vivamente il Supreme Coun- administratif des médicins égyptiens in cil of Antiquities of Egypt per il permesso Chronique d’Egypte, n° 52, Jullet 1951, accordato alla visita e all’uso del materia- pp. 248 – 9. le fotografico, nonché i funzionari della 12 P. M ONTET, Scenes de la vie privée des Sovrintendenza di Sakkara che cortese- Egyptiens dans l’Ancien Empire, Uni- mente hanno prestato la loro opera nel si- versité de Strasbourg, Oxford Universi- to archeologico. ty Press, 1925, p. 156. 13 Termine usato nell’Antico Regno (2700 – 2195 a. C.) in riferimento al palazzo o NOTE alla corte regale e non alla persona del sovrano. Solo in seguito XIX Dinastia 1 A.GARDINER, Egypt of the Pharaohs. (1292 – 1186 a. C.) il termine divenne An Introduction, Clarendon Press, Ox- una designazione del re (Bresciani E. ford, 1961. Antico Egitto ecc). Da qui deriva il ter- 2 S. CURTO, Medicina e Medici nell’Anti- mine faraone. co Egitto; quaderno n° 5, Museo Egizio 14 J. LEIBOVITCH,. Dipartimento delle Antichi- di Torino. tà , Israele, J.N.E.S. 1953, 12, pp. 59-60. 3 OMERO, Odissea, IV, 229 – 232. 15 “Api o Epafo è un vitello che nasce da 4 A.P.LECA, La medicine egyptienne au una vacca che non è più in grado di temps des pharaons, Ed. R. Da Costa, concepire nel ventre altra prole” (ERO- 1983, p. 89. DOTO, Le storie, Libro III, cap. 28). Il 5 K.SETHE, Zu den mit wr “der Groste” culto del toro Api, il più importante de- beginnen den alten Titeln, dans ZÄS 55, gli animali sacri, è attestato storicamen- 1918, p.65, nota 1. te già al tempo del faraone Aha della I° 6 ERODOTO, Le Storie, Libro II, cap. 84. Dinastia (c.a 3125 – 3095 a. C.). 7 M.E. CHASSINAT, Note sur le tite , Forse in origine l’animale era conside- Bullettin de l’Istitut Francais d’Archeo- rato una divinità autonoma strettamente logie Orientale, IV, Le Caire, 1905, pp. associata al faraone al quale conferiva il 223 – 228. suo potere e la sua forza (Bresciani E., 8 P. M ONTET, Publications de la Facultè L’Antico Egitto, p. 49, 1998, Novara). des Lettres de l’Universitè de Stras- 16 ERODOTO, Le storie, Libro II, cap. 38.

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EARLY METHODS OF CONTROL AND TREATMENT OF RABIES IN THE MEDITERRANEAN WORLD

JEAN BLANCOU

RIASSUNTO PRIMI METODI DI CONTROLLO E TRATTAMENTO DELLA RABBIA NEL MONDO MEDITERRANEO

È nel mondo Mediterraneo che le osservazioni sulla rabbia sono le più precise fin dagli albori delle prime civiltà. Ciò ha agevolato grandemente la raccolta delle informazioni storiche con- tenute in questa presentazione che inizia con quelle per le quali disponiamo delle notizie più vecchie. Vengono quindi descritti tutti gli aspetti relativi alla storia della rabbia (osservazioni cliniche ed epidemiologiche, metodi di controllo, trattamenti etc.) in ognuno di questi Paesi, anche se i loro confini sono cambiati profondamente con il corso della storia, fino all’inizio del diciannovesimo secolo. La storia della rabbia nel mondo antico è senza dubbio uno degli argomenti più affascinanti per tutti coloro che si interessano all’epidemiologia delle malattie degli animali e dell’uomo. Certamente è la malattia per la quale esiste il maggior numero di vecchi documenti alcuni dei quali descrivono la rabbia in modo abbastanza simile alla malat- tia che conosciamo oggi. Questa certezza deriva dalle recenti scoperte dell’epidemiologia molecolare, che data l’origine di alcuni ceppi di virus della rabbia ad alcune migliaia di anni fa, e da certi segni clinici ed epidemiologici della rabbia, che sono patognomonici sia nella medicina umana sia in quella veterinaria.

It is in the Mediterranean World that ra- ten dogs belonging to Anubis, his own bies observations are the most precise son, remove your poison with spells, take since early times. This has greatly facili- now away from me your saliva. If you do tated the collection of the historic data not remove your poison with spells and contained in this presentation, that will if you do not take now away from me start with those for which we have the your saliva, I shall bring you to the most ancient information. courtyard of the temple of Osiris. In It will deal successively with all of the those days, the treatment of a person various aspects of the history of rabies who had been bitten by a dog consisted (clinical and epidemiological observa- of applying crushed garlic to the wound.1 tions, control methods, treatment, etc.) in Nevertheless, other historians thought each of these countries, even though their that the “poison” referred to in this text borders have changed considerably over could have been another pathogen that the course of history, and is confined to contaminates through bites. the period before the nineteenth century. However, a Coptic text from the fourth century A.D. is much more convincing, as witnessed by the following account: Egypt Now Saint Tarabon met a rabid dog and the drool was dripping from its mouth Historians are divided about whether or and it was staggering around like a crip- not the rabies infection in ancient Egypt ple, staring hither and thither, and its did actually occur. Leca (quoted by eyes were glittering like gold and it re- Théodoridès) believed that the following sembled a drunken man (in the way it passage, from a book of spells written was walking). during the 3rd Century A.D., applied to In the twelfth century, human rabies was rabies: O dog, ye which are one of the so common in Egypt that Chief Judge 51 El-Fadel asked Maimonides [Moses ben tion of the dog) had a detrimental effect Maimon] to write a short popular treatise on human health, a belief that was also offering practical advice to people who widespread in Egypt.6 had been bitten by stray dogs.2 However, an in-depth study of numerous In the fifteenth century, the Egyptian au- medical works subsequent to this period thor, Sidi Siouti, gave an account of the convinced Théodoridès that human ra- disease “Addat-el-Kalb” which was ram- bies could not have been known to either pant among dogs at the beginning of Hippocrates or the authors of the Hippo- winter (“due to an excess of bad hu- cratic corpus, although this in no way mours”). He described these dogs with proves that animal rabies did not exist in tongue hanging out, arched back, wag- Greece. Indeed, in Volume VIII, Chapter ging head, an abstracted air and disposed 21 of his History of Animals, written in to bite, saying that their disease could be the fourth century B.C., Aristotle does transmitted to humans through biting, specify that: Dogs are subject to three leading to hydrophobia after 40 days of diseases, namely rabies, quinsy and gout. incubation. The fox and stone marten One of these diseases, rabies, produces could also contaminate humans.3 raging madness and if the patient bites, Another anonymous treatise, written in all of the animals that are bitten, with the Egypt in 1467, reported cases of rabies in exception of man, become rabid.7 camels and horses, and described the rabid By contrast, an apocryphal document dog as drooling, with a lowered head, red from the first century, entitled Letters eyes, blurred vision, tail between its legs, from Hippocrates to Democritus, con- and biting anything that got in its way. The firmed the possibility of rabies being author even proposed a treatment for the transmitted to humans, and other cases animal (inhalation of Helleborus niger and of rabies were mentioned in dogs, as applications of cucumber boiled in wine), well as in jackals, lions, wolves and oth- which were efficacious, “God willing...”.4 er animals “which are distinguishable by Although the disease was absent, or very excessive heat”.8 rare, during the eighteenth century (ac- In the third century, Philumenos de- cording to Brown, Larrey or Prince) it was scribed canine rabies, for which, though common in Alexandria and Cairo at the the disease was always fatal, he never- end of the nineteenth century according to theless proposed a treatment based on a Pruney and Piot-Bey.5 powder made from crayfish and gentian There appears to be no doubt, then, that root dissolved in old wine, a remedy that urban and sylvatic rabies have indeed was already being advocated by Dis- coexisted since very ancient times in the corides as far back as the first century. region now known as Egypt. Subsequent anonymous texts describe the anorexic rabid dog, frothing at the mouth and with an abstracted look 9 and, Greece in the fifth century, Caelius Aurelianus reported that canine rabies was very The terms “rabies” and “rabid” have common in Crete.10 been employed on several occasions in All of these texts clearly suffice to con- various texts from Ancient Greece, no- firm the existence of canine rabies as an tably in Homer’s Iliad (ninth century enzootic disease in Greece at least B.C.) where Teucros called Homer a 2000 or 3000 years ago, and the con- “rabid dog”. Moreover, historians be- comitant existence of secondary out- lieve that Homer was referring to rabies breaks (or of a reservoir of virus?) when he stated that Sirius (the constella- among wild carnivores. 52 Israel, the Lebanon, Malta, reported the existence in a village in the Palestine, Syria province of Alep (Syria) of a “dog well”: people who had been bitten by a rabid Curiously, biblical texts, which frequently dog could escape death if they drank wa- refer to dogs, do not expressly mention ter from this well no more than 40 days canine rabies, although they do allude to after being bitten.17 During the same peri- the danger of attacks by wild beasts.11 od, in Israel, Moshe ben Nackman recom- This is surprising, particularly as rabies mended isolating anyone who had been had already been mentioned in very an- bitten by a rabid dog,18 cient times in neighbouring regions, espe- When, in the sixteenth century, a rabid cially in Mesopotamia (Iraq) in the Es- dog entered the Oman Mosque in hunna Code, written 23 centuries B.C., Jerusalem, the Cadi ordered each Jew and and in Persia (Iran) in the Avesta, written Christian in the city to bring a dog and seven centuries B.C. have it sacrificed (at their own expense), By contrast, the various versions of the in exchange for a receipt testifying that Talmud (fourth and fifth centuries) do they had complied with their duty.19 mention this subject on several occasions In 1847 canine rabies appeared in Malta, and, in particular, give an excellent de- supposedly for the first time.20 scription of a rabid dog: Its jaws are As with other countries in the eastern open, it froths at the mouth, its ears are Mediterranean Basin, canine rabies there- lowered, its tail is between its legs, it fore clearly appears to have been promi- walks to the side of roads, and is so nent in the four above-mentioned territo- hoarse that its bark cannot be heard.12 ries, even if its existence prior to the The Talmud also reports that about the Christian era remains difficult to establish. second century A.D. a German slave was bitten by a rabid dog in Galilee and died in spite of the usual treatment recom- Italy mended in this time: consumption of the diaphragm of the biting dog.13 In those Greek and Roman authors mentioned ra- days, controlling canine rabies involved bies in the Roman Empire on several oc- slaughtering affected animals. However, casions, although Galen (second century) as dogs were considered to be unclean, mistakenly wrote that it affected only they had to be killed without being dogs and man. As early as the first centu- touched. For the self-same reason, the ry; the term rabies “virus” (but in the treatment of infected people by making sense of poison or venom) was used by them eat liver from a biting dog was con- Celsus, and Pliny stated that dogs were demned by the rabbis.14 especially prone to rabies during hot In the ninth century, Jahiah-Ibn-Serapion weather. He proposed making them eat from Syria treated people who had been hen droppings in order to prevent the dis- bitten with honeyed water.15 In the twelfth ease. Like the Greeks, Pliny attributed ca- century, Sultan Saladin’s physician (Mai- nine rabies to the existence of a small monides) estimated the incubation period worm (lyssa), situated under the frenum of rabies in humans to be at least seven of the dog’s tongue, the removal of which days. His book, Treatise on Poison, report- prevented the disease. Like Columella, ed an experimental method for diagnosing Pliny also proposed another means of pre- canine rabies: to give bread, soaked in vention: to cut the tail of puppies at 40 blood from the bite, to a healthy dog, days of age.21 which would refuse it if the biting dog Shortly before the beginning of the Christ- were rabid.16 ian era, Ovid in Metamorphoses and Virgil Also in the twelfth century, Al-Quazmini in the Georgics mentioned the disease in 53 humans and animals.22 Seribonius Largus Turkey (first century) reported that Sicily was fre- quently beset by rabid dogs,23 affirming There is a wealth of information about that the disease was always fatal in man.24 this region, as Greek and Byzantine au- In the thirteenth century, Pietro d’Abani, thors transferred knowledge of Greek and a teacher from Padua, spoke of a rabid Roman medicine to the region for over dog which was walking along with its one thousand years. In the fourth century, tongue hanging out and its tail between Priscianus described the rabid dog as its legs, howling hoarsely. He proposed panting, ravenous and thirsty, with its ears treatment by scarification, cupping glass lowered and no longer able to recognise and sea bathing to save people who had its master. Posidonius proposed treating been bitten.25 people who had been bitten by making In the fifteenth century, Ferrari reported them eat the liver from the biting dog, the case of a Venetian lord who died from with salt and oil.36 rabies after having probed the mouth of a During the same period, both Apsyrte rabid dog.26 (veterinary surgeon to the armies of the In 1546, Fracastor stated that rabies was Emperor Constantine) and Eumelos pro- common in both Italy and France, often vided good descriptions of equine rabies, caused by wolf bites.27 He studied the for which they recommended local treat- disease closely and attributed it to germs ments (cauterisation) or general treat- (semina) “creeping slowly, which resem- ments (blood-letting, castration, etc.). In ble organs such as nerves”.28 In 1557, the fifth century, Timotheus of Gaza de- Cardamos affirmed that the saliva of a scribed hydrophobia in rabid humans, rabid dog had the power to infect.29 In which he advised treating by administer- 1610, Codronchi described cases of ing a pill made from the flesh of the right- equine rabies and estimated that the in- hand flank of a hyena.37 During the same cubation of human rabies could vary period, Caelius Aurelianus reported canine from 40 days to [...] 40 years.30 In 1691, rabies in south-eastern Anatolia.39 He also then again in 1693, a major epidemic of cited rabies in wolves, foxes, leopards, animal rabies (especially among dogs) bears, donkeys and even birds. Vegetius was reported in several Italian described cases of rabies in cattle and provinces.31,32 In 1779 a number of peo- horses that had been bitten by rabid ple and domesticated animals were bit- dogs, which he treated by cauterisation ten in the district of Belluno by a mad and the administration of nitre or bitumen wolf, and many died.33 in wine.39 In the sixth century, Aetius of It was in Italy in 1799 that Eusebio Valli Amida reported cases of hydrophobia in proposed the first anti-rabies vaccine rabid dogs, and also treated exposed peo- (for human and veterinary use), which ple by administering the liver from the was composed of the saliva from a rabid biting dog, as well as hyena hairs, cat in- dog, neutralised using the gastric juice testine, etc. He was the first to describe a of a frog.34 diagnostic method that would be taken up Canine rabies has therefore been well- again over the centuries (and was even known and feared in Italy for at least proposed to the French Academy of Sci- two thousand years. Secondary out- ence in the eighteenth century!): it con- breaks must also have existed in wild sisted of sponging the dog-bite wound animals up to the nineteenth century: with an homogenate of walnuts, which in 1804, a rabid wolf came down from was then administered to hens that died the mountains into the town of Crema from it only if the dog was indeed rabid.40 and bit thirteen people, nine of whom In the thirteenth century, Actuarius, a died of rabies.35 renowned Byzantine physician, attributed 54 rabies to overheated bile.41 Animal rabies France was therefore very common in Asia Mi- nor during the early centuries of the According to most historians, rabies was Christian era and appears to have subse- rare in France prior to the Middle Ages. quently continued to be prevalent among However, numerous cases of the disease both dogs and wild carnivores: on July 7 were reported in dogs and wild animals: 1852, a rabid wolf entered the town of towards the year 900, a rabid bear bit Adalia in Anatolia and in one day and one twenty people in Lyon, six of whom died night bit or wounded 135 people and from rabies.51 massacred 85 sheep.42 In 1271, rabies among wolves was re- ported in Franconia.51 Henri de Ferrières, in 1379, then Jacques du Fouilloux Portugal and Spain (1573), described the various forms of canine rabies (“desperate, running, Rabies was reported by Pliny in Lacetania dumb, falling, sleeping and lanke”), (Spain) in the first century A.D., where he which were later taken up by English au- told the story of a Roman praetorian guard thors, namely Tuberville in 1576.52 who had been saved from rabies after hav- 43 He reported an experimental method of ing drunk the juice of a wild rose tree. diagnosing canine rabies, which consist- In the sixth century, Isidore, archbishop ed of placing the rump of a cock over the of Seville, believed that humans could bite-wound: if the dog truly was rabid, contract rabies simply through contact 53 44 the cock would swell up and die. with the drool of a rabid dog. In France, as in most other European In the eleventh century, Avenzoar, a countries up until the fifteenth century, physician in Islamic Spain, mentioned people suffering from rabies were con- cases of rabies in mules (already reported by Avicenna in the previous century). He sidered to be incurable. The authorities described the signs observed in a rabid therefore agreed to them being put to death by strangulation, blood-letting or animal thus: Its madness is a sort of fren- 54 zy. After this has lasted for some time and suffocation. has arrived at crisis point, it avoids water and very soon dies. This disease affects all animals, especially wild beasts and Algeria, Morocco, Tunisia dogs: it also sometimes affects horses and mules.45 There are few documents about these In the fifteenth century, the Catalan countries, although canine rabies was de- physician, Arnau de Vilanova, believed scribed in the tenth century by a Tunisian that a dog could contract rabies by eating author, Ibn-Al-Jazza.55 infected carcasses 46 and, according to In 1776 and 1780, travellers reported that Nocard and Leclainche, the disease was the carcasses of wolves and foxes lay very widespread in Spain around 1500.47 strewn about the roads in the region of In Madrid in 1763, 700 dogs were slaugh- Bône and La Calle, in Algeria. Some of tered as part of a campaign to control ra- the signs described in these animals are bies.48 Portugal appears to have been the reminiscent of rabies: trembling, loss of only European country where the wearing the instinct of self-preservation, unsteady of a muzzle was compulsory from the gait, etc.56 In 1858 the disease was so ex- eighteenth century: in 1788 dogs wander- tensive in Algeria that the Governor Gen- ing about the town without a collar or eral issued a circular relative to preventive muzzle could be slaughtered.49 measures.57 55 Conclusions 10 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 26. 11 A. SHOSHAN, Animals in Jewish litera- The history of rabies in ancient times is ture. The Jew and his animal. Shoshanim doubtless one of the most fascinating sub- Publisher, Rehovot., 1971, p. 108. jects of all for anyone interested in the 12 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 53. epidemiology of animal and human dis- 13 A. SHOSHAN, op. cit. p. 109. eases. Indeed, it is the disease for which 14 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 53. there exists the greatest number of ancient 15 G. FLEMING, Rabies and Hydrophobia. documents, which we are fairly certain Their history, nature, causes, symptoms actually correspond to rabies as we know and prevention. Chapman and Hall Ed., it today. This certainty stems both from London, 1872, p. 23. recent discoveries in molecular epidemi- 16 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 54. ology, which date the origin of some 17 Ibidem p. 54. strains of the rabies virus to several thou- 18 A. HADANI, A. SHIMSHONY, op. cit. p. 589. sand years ago,58 and from certain clinical 19 Ibidem p. 589. and epidemiological characteristics of ra- 20 J.H. STEELE,P.J. FERNÁNDEZ, op. cit. p. 7. bies, which are quite pathognomonic in 21 J. THÉODORIDÈS, op. cit. pp. 30-36. both human and veterinary medicine. 22 P.G. JANSSENS,J. MORTELMANS, Rabies. Ann. Soc. Belge Méd. Trop., 1963, 6: 893-1044. BIBLIOGRAPHY 23 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 15. 24 P.G. JANSSENS,J. MORTELMANS, op. cit. p. 897. 1 J. THÉODORIDÈS, Histoire de la rage. Ca- 25 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p.56. ve Canem. Fondation Singer Polignac, 26 Ibidem p. 61. Masson Publications, Paris, 1986, p 18. 27 R. MOREAU, La rage de l’Antiquité au 2 A. HADANI, A. SHIMSHONY, Traditional siècle des lumières. Inf. Tech. Serv. Vét., veterinary medicine in the Near East: 1985, 92 ÷ 95: p.27. Jews, Arab Bedouins and Fellahs. Rev. 28 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p.65. Sci. Tech. Off. Int. Epiz., 1994, 13(2): 29 J.H. STEELE,P.J. FERNÁNDEZ, op. cit. p. 1. 581-597. 30 J. THÉODORIDÈS., op. cit. p.90. 3 M. TORNERY (DE), Essai sur l’histoire de 31 J. J. PAULET, Recherches historiques et la rage avant le XIXe siècle. Th. Méd. physiques sur les maladies épizootiques Paris. Vol. I, Jouve, Paris 1893. pp. 70 avec les moyens d’y remédier, dans tous and 256. les cas. Part I. Ruault Publications, Paris, 4 J. THÉODORIDÈS, op.cit. p. 51 1775, p. 110. 5 G. CURASSON, Traité de pathologie exo- 32 C.F. HEUSINGER, Recherches de tique vétérinaire et comparée. Tome I. pathologie comparée. Cassel chez H. Ho- Maladies à ultra-virus. Deuxième édition, top, Vol. I, 1853, p. 655 Paris 1942, pp 308-309. 33 G. FLEMING, op. cit. p.32. 6 J.H. STEELE,P.J. FERNÁNDEZ, History of 34 J. THÉODORIDÈS., op. cit. p.145. rabies and global aspects. In: The Natur- 35 A. BARBIER, Les sources de la virulence al History of Rabies. 2nd Edition. G.M. rabique. Histoire d’une épizootie de rage Baer Publications, CRC Press. Boca Ra- sur le renard et le blaireau dans la région ton, 1991, p 1. dijonnaise. Bernigaud et Privat, Dijon 7 ARISTOTLE, Histoire des animaux. P. 1929, 252 p. Louis Publications, Les Belles Lettres. Vol. 36 J. THÉODORIDÈS, op. cit. pp. 41-42. III, books VIII to X, Paris, 1969, p 50. 37 Ibidem, p. 44. 8 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 33. 38 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 26. 9 Ibidem p. 29. 39 L. VITET, Médecine vétérinaire. Vol. III, 56 part II. Périsse Publications, Lyon, 1771, p. 37. nary literature and its British develop- 40 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 37. ment. Vol. I. J.A. Allen &C. Ed. London, 41 Ibidem, p. 57. 1976, p. 180. 2 J.W. BARBER-LOMAX, The biting of 53 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 59. Madde Dogges. J. Small Animal Practice, 54 H. HEUCKENKAMP, R. GROSSMANN,R. 1960, 1: 101-108. FROEHNER, Zur Geschichte der Hundswut. 43 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 51. Veterinarhistorisches Jahrbuch, 1937, IX: 44 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 54. 45 II Das Krankheitsbild, p. 76. Ibidem, p. 50. 55 46 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 49. Ibidem, p. 55. 56 47 C.F. HEUSINGER, Recherches de patho- E. NOCARD, E. LECLAINCHE, Les mala- dies microbiennes des animaux. Vol. II. 3rd logie comparée, Cassel chez H. Hotop. edition. Masson, Paris, 1903, p. 429. Vol. II, 1853, p. 256 (CCLVI). 57 48 M. TORNERY (DE), op. cit. p. 209. J.H. STEELE,P.J. FERNÁNDEZ, op. cit. p. 8. 58 49 J. THÉODORIDÈS, op. cit. p. 110. H. BOURHY,Y. ROTIVEL, Récents déve- 50 J.H. STEELE,P.J. FERNÁNDEZ, op. cit. p. 4. loppements diagnostiques et épidémiolo- 51 C.F. HEUSINGER, op. cit. p. 655. giques concernant la rage. Point Vét., 52 F. SMITH, The early history of veteri- 1995, 28 (167): 23-33.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

THE MEDITERRANEAN AND ZOONOSES: A RELATIONSHIP ADRIANO MANTOVANI, SANTINO PROSPERI, ARISTARCO SEIMENIS, DAREN TABBAA

RIASSUNTO

MEDITERRANEO E ZOONOSI: UNA RELAZIONE

Il Mediterraneo (M) comprende alcuni dei 25 Paesi nei tre continenti dove si sono sviluppate le principali civiltà. È stato definito culla della coesistenza uomo-animale (concentrazione di ani- mali domestici, loro sfruttamento e adattamento alla promiscuità con l’uomo) e come punto d’incontro delle zoonosi (Z). Questi due aspetti possono essere spiegati da: concentrazione in uno spazio ristretto; varietà geografica; biodiversità animale e vegetale; sovraffollamento uma- no e animale; differenti condizioni di vita e di lavoro; migrazioni umane ed animali; intenso scambio commerciale; guerre ed eventi politici; stile di vita e abitudini alimentari; tipo di alle- vamento e sfruttamento animale; macellazione e trasformazioni alimentari; randagismo. Le maggiori Z (il core) mediterranee sono il carbonchio ematico, la brucellosi, l’idatidosi, la mor- va, la leishmaniosi, la febbre Q, la rabbia, la trichinellosi, la teniosi/cisticercosi. La percezione che le malattie degli animali potessero infettare gli uomini è presente dall’antichità. Probabil- mente gli eventi e le idee che indicavano le malattie comuni all’uomo e agli animali furono can- cellate o dimenticate. Alcune Z (per es. brucellosi, leishmaniosi, dermatomicosi), inoltre, sono facilmente confuse e inserite in complessi (malaria, influenza, lebbra) comprendenti diverse ma- lattie. L’evoluzione di ogni Z spesso segue la storia del/dei vettore/i animale/i. Nel 1979 la crea- zione del Programma Mediterraneo di Controllo delle Zoonosi dell’OMS ha ufficialmente rico- nosciuto l’importanza delle Z per il M e la centralità di quest’ultimo nel problema delle Z.

1. The Mediterranean Region restricted spaces of different ani- mal species and breeds and of hu- A previous paper1 discussed the peculiari- man beings with different living ties of the Mediterranean region (M) ac- habits and genetic characteristics counting for the local high prevalence of (susceptibility), of vectors belong- zoonoses (Z), which led the World Health ing to different species and, of Organisation to launch the Mediterranean course, parasites; Zoonoses Control Programme. b) the close man-animal coexistence, The Mediterranean area is formed by because of which infective agents three continents and more than twenty in- which have animals as their natural dependent states, each of which is divided hosts found humans available and into more or less autonomous regions. As infected them in spite of their be- far as the peoples inhabiting this area are ing paratenic, dead-end hosts in the concerned, there is a mixture of popula- majority of cases. As a matter of tions that are difficult to differentiate and fact, zoonotic agents had the possi- classify exactly. bility of becoming established in Two factors are considered to have influ- animals (and, whenever necessary, enced and to be still influencing the de- in vectors); under such circum- velopment of the Z in the M: stances, the ready availability of a) biodiversity, i.e. the presence man has led to human infections. (availability) within comparatively These two related factors may be ex- 59 plained by: 3. The agents 1. geographical variety When preparing a history of zoonoses, it is 2. animal and vegetablebiodiversity essential to consider the strategy which 3. human and animal overcrowding rules the biology of parasites, the aim of 4. various living and working which is to survive as species with their conditions natural hosts that constitute their “pabu- 5. human and animal movements lum”. In most cases the natural host of a 6. trade zoonotic agent is one (or more) animal(s), 7. wars and political events whereas humans are dead-end (paratenic) 8. living and food habits hosts, unimportant for the lifecycles of par- 9. types of farming and animal asites. Exceptions are Taenia saginata and exploitation T. solium which have human beings as their 10. slaughtering and food- final hosts and cattle and swine as interme- processing habits diate hosts, respectively. For Echinococcus 11. abundance of stray (wild) dogs granulosus and Trichinella spp. humans 12. presence of different wild have now virtually become dead-end hosts, although it is possible that in the remote animals and vectors past they could have played a role in secur- ing the survival of these parasites, as it still happens in the Turkana region. 2. The hosts Considering the limited role of man in the biology of most zoonoses, we will The animal species which have been do- try to base our discussion on the rela- mesticated in the M derive, with the ex- tionships between the environment and ception of the horse and the chicken, animals, within the framework of the from previously existing wild animals. Mediterranean civilisation, with humans The relationship between humans and as witnesses. We will be able to formula- these animals started with hunting/feed- te only hypotheses on the possible deve- ing activities. The primitive form of do- lopmental patterns of zoonoses in rela- mestication may have been associated tion to the human/animal/environment with a sort of nomadism, with herds and interactions. Accordingly, very few spe- humans migrating together towards culations can be made about the Palaeo- those places where pasture and climate lithic period when the relationship bet- were favourable. This kind of relation- ween the sparse human population and ship has eventually turned into true no- animals was almost exclusively consi- madism which over the years may have sting in hunting large preys. evolved into transhumance. Some popu- Conditions more appropriate for the de- velopment/establishment of zoonoses are lations, linked to their residence and/or found in the Mesolithic period during cultivated fields, may have established a which hunting involved smaller preys and permanent stay also for their animals. agriculture and animal breeding were ini- The produce and utilities derived from tiated; this - along with the increase and animals were at first only meat (initially concentration of the human population - raw, then cooked) and fur; in time, they al- created situations suitable for the multi- so included milk and later dairy products, plication (in animals) of agents of draft, guard, and other services. Of zoonoses and for their more or less occa- course, these processes have lasted for sional transmission to humans. centuries and showed conspicuous dif- Specific viruses, bacteria, fungi, protozoa, ferences in various Mediterranean areas. helminths and arthropods established in 60 certain animal species, sometimes as mal species (one of which possibly harmless hosts (symbionts, commensals), being most important) and may be sometimes as agents of disease. Most of transmitted to animals of other species them restricted their action to the ex- including man. Examples are the der- ploitation of one or few related animal matophytes Microsporum canis, Tri- species. Other organisms were occasion- chophyton mentagrophytes and T. ver- ally able to cross the species barrier and rucosum. These agents may have tak- infect humans originating zoonoses. From en advantage of the concentration and the biological point of view, this was a proximity of animals and humans; mere accident because most of times hu- c) Agents requiring two hosts, i.e. a final man beings are dead-end hosts. one and an intermediate one. An ex- It may be speculated that most agents of ample is cystic echinococcosis, with zoonoses have eventually lost this dogs (and canids) as final hosts and epochal opportunity to use human beings herbivores as intermediate hosts; man as complete (not dead-end) hosts. is also included as an occasional, Only “classical” zoonoses caused by in- unimportant intermediate host. In the fections agents will be considered here. case of Taenia solium and T.saginata, The “zoonoses of the future”1 are also im- man is the final host while swine and portant in the M, but have developed only cattle are the essential intermediate in recent times. hosts. Echinococcus granulosus may The above evolutionary events we may have taken advantage of the formation have led to the selection of the following of herds and of the slaughtering of ani- (zoonotic) parasites: mals in close vicinity of domesticated a) Agents that become permanently es- dogs, whereas infections by T. solium tablished by affecting one animal and T. saginata may have been species or more related ones. Relevant favoured by bovine and porcine herds’ examples are brucellosis, glanders and closeness to human settlements, by co- rabies. As for brucellosis, the forma- prophagy among these animals, by tion and movements of bovine, ovine ubiquitous slaughtering and by the con- and caprine herds and flocks have sumption of uncooked infected meat. surely played an important role. In ad- d) The agent Leishmania infantum has dition, their closeness to the human the dog (and occasionally other mam- habitat and their use for work and as a mals) as the intermediate host and the source of food and fuel (dung) are sandfly (Phlebotomus spp.) as the fi- likely to have favoured the occasional nal one. Both hosts are essential. On infection of man as a dead-end host. the one side human settlements have Glanders has probably profited of concentrated dogs while, on the other donkeys and related equine species side, human dwellings have offered prevailing in the M, and affected hors- sand flies a favourable habitat. es when they were introduced; con- e) Agents (Trichinella spp.) whose larval versely, it is also possible that the in- stages are found in the muscles of in- fection was introduced by the horse fected mammals and are transmitted and was then spread to donkeys and via carnivorism. The infection mainly became later prevalent favoured by the occurs in carnivores and omnivores concentration and movements of these and man is virtually a dead-end host. animals. The association of dogs with The concentration and multiplication of humans may have favoured the con- pigs and their use for human feeding centration leading to their spread of (often along with consumption of wild rabies with man as a dead-end host; boars and other susceptible animals, b) Agents that succeeded in preserving dogs included) have caused the agents their infectivity by affecting more ani- to become endemic. 61 f) The agent Bacillus anthracis is able to Roman mythologies have been listed by survive for long periods in the soil and Lasagna et al.3 It is clear that these men- is pathogenic for animals from which tions go back only to about 200 human it may be transmitted to humans. The generations and that rabies was already multiplication and spread of this agent so well known as to enter mythology, may have been largely favoured by poetry and medicine. farming and pastoralism. Infections now we suspect to be anthrax are reported in the Bible (Plagues of 4. The relationship Egypt), in Homer’s Iliad and by writers such as Aristotle, Livy, Ovid, Plutarch, The research for the previous stages of Dionysius, Lucretius, Virgil, Columella. the parasitic relationship is the task of pa- Hippocrates avoided dealing with animal leopathology. Our interest begins in a diseases, but mentioned hydatid cysts in more advanced period when infections cattle, sheep and swine to explain their were already established. role in human hydatids. In their vaticina- Only scanty documents are available on tions, the Etruscans used models of sheep zoonoses present in the M, drawn from livers with hydatid cysts. mythology and from historians, poets and Glanders has been mentioned by Aristotle physicians. We shall report some avail- Some zoonoses (e.g. brucellosis, Q fever, able information dating back to at least boutonneuse fever, leptospirosis, murine 2000 years ago. Our purpose is to demon- typhus, salmonellosis, tularaemia) may strate that at the beginning of history the have been confused and included in a cate- agents of Z were already present. gory of diseases now defined as the It should also be considered that our “malaria complex” or “flu complex”. The knowledge of the remote past has been same applies to such other zoonoses as cu- largely forgotten or removed for cultural, taneous anthrax, leishmaniosis, dermato- political and religious reasons. We do not mycosis and erysipelas which may have know the amount and kind of information been included in the “leprosy complex”. directly or indirectly connected with Data on occupational zoonoses reported zoonoses that has gone lost following such in historical periods are analysed in the events as the destruction of the library of paper by Battelli et al. (this congress). Alexandria. A well-known, important fac- tor is that the official culture especially BIBLIOGRAPHY prevailing in the Middle Ages tended to stress rather the peculiarities (differences) 1 A. MANTOVANI,S. PROSPERI, The Medi- of the human being created in God’s like- terranean Zoonoses, Information circular ness than those diseases and other charac- WHO Mediterranean Zoonoses Control teristics that man shares with animals.2 Centre, special issue, January 1995, A paper dedicated to the history of rabies in MZCC/MED.ZN95 pp. 1-14. the M 3 starts with the sentence “When his- 2 A. ASCOLI, Le malattie trasmissibili da- tory began, rabies was already there”. This gli animali all’uomo. Annuario Italiano, emphasises the fact that we do ignore the ac- 1934-35, Roma, 1935, pp. 571-584. tual origin of diseases and that our knowl- 3 E. LASAGNA, A. MANTOVANI, R. MARA- edge starts from the moment when they BELLI, Cenni storici sulla rabbia canina are met and described. nel Mediterraneo. Atti III Conv. Naz. di Regarding rabies in the M, the first men- Storia della Medicina Veterinaria, Fonda- tion dates back to the codex of Eshma zione Iniziative Zooprofilattiche e Zoo- (23th century B.C.).4 Other quotations of tecniche, Brescia, 2001, pp. 93-100. the infection reported by the epic poem of 4 J. BLANCOU, Histoire de la surveillance et Gilghamesh (over 2000 B.C.), the Bible du control des maladies trasmissibles,Offi- and authors of the Egyptian, Greek and ce International des epizooties, Parigi, 2000. 62 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

CURAE AD DYSURIAN (Ars Veterinaria, Pelag. 139-162)

GIULIA AVONI BOMPADRE

SUMMARY CURAE AD DYSURIAN (ARS VETERINARIA,PELAG. 139-162) The aim of the present historical work is to evaluate the recurrence of the words dysuria, stranguria and ischuria in the medical greek and latin literature, taking into particular consi- deration the chapter VIII of the Ars Veterinaria of Pelagonius (“Curae ad dysurian”), in which the author, arguing with his friend and disciple Festiano, enumerates in the horses the symptoms of the dysuria, that he considered a pathology, not a symptom. Then he differentiates dysuria from some pathologies of the large intestine and characterizes few pathogeneses cau- ses. At last the author remembers a list of therapies, in which there is also the therapy by Absyrtus, the illoustrious greek vet lived in II-III A.D. who is the writer of the handbook used by Pelagonius as model and historical source for his Ars.

L’Ars veterinaria è il primo trattato latino distinguere un cavallo in colica da uno af- di medicina veterinaria. L’autore, Pelago- fetto da disuria o stranguria. Infatti prose- nio Salonino, la cui attività si colloca tra gue (Pelag. 140,1): nec multo dissimilia il 350 e il 400 d.C., utilizzò come fonte signa adfert is, qui intestinorum dolorem principale e modello per la sua Ars il ma- patitur, et is, qui stranguria vexatur.3 nuale del celebre ippiatra Apsirto (150- Se ne deduce che a quei tempi fosse pras- 200 d.C.).1 Nel capitolo VIII, dopo la de- si mettere in diagnosi differenziale la co- dica all’amico e discepolo Festiano, Pela- lica e le altre patologie del grosso intesti- gonio polemizza con quanti, non sapendo no con la disuria e la stranguria, conside- riconoscere i segni della disuria nei caval- rate perciò malattie, i cui sintomi sono, li, ne mettono in serio pericolo la vita, so- appunto, i seguenti (Pelag. 140,1): prattutto quando, in situazioni estreme o nam in eo, qui dysurian sustinet, haec si- d’emergenza, tali animali vengono curati gna invenies, naribus stertit, terram pedi- come se la causa delle loro sofferenze bus crebrius pulsat, cauda ventrem percu- fosse localizzata altrove (Pelag. 139): tit et se ipse volutat, et cum elevare se vo- Nam cum equus vel aliud genus animalis luerit, in posteriora subsidit. frequenter dysuria vexatur et maxime succurrendum sane et vult meiare et videtur quasi posse, est huic, velut strofum aut tormenta ven- sed non meiat. nam et summittit, quasi tris vel intestinorum sperantes quasi duri meiet, et se sic tendit; tunc etiam et caput ventris medentur et tunc, cum aliud in habebit in terram demissum.4 causa est, alii rei adhibetur cura et peri- Dopo i sintomi della patologia, segue una culum subit, et quod verius dicendum est, lunga lista di rimedi terapeutici appresi rumpitur. nam qui dysuria temptatur aut dalla tradizione. Fra tutti il primo ad esse- stranguria, festinandum est, ut possit uri- re ricordato è il salasso, terapia d’elezio- nam facere.2 ne, pare, per coloro che, nel vano tentati- Pelagonio accusa dunque coloro quibus vo di urinare, si trovano ad avere la testa cordi est educatio vel cura generis equini abbassata a terra (Pelag. 140,6): di commettere spesso un errore diagnosti- huic sanguinem de temporibus aut de fa- co molto grave, e cioè quello di non saper cie detrahendum esse necessarium, in 63 opisthotonis contrarium est.5 mentre l’autore (o chi prima di lui) si sof- Tuttavia lo stesso Pelagonio nel c. XVII ferma solo sulla patogenesi da freddo e su (Ad opisthotonos, Absyrti) della sua Ars quella legata all’umore amaro. In en- Veterinaria elenca, fra i vari presidi tera- trambi i casi la causa dovuta ad un ec- peutici raccomandati per il tetano, proprio cesso viene neutralizza con l’eccesso il salasso (Pelag. 271): opposto della terapia: il calore se la cau- Ad opisthotonos, Eubuli [quod est vitium sa è il freddo, il miele e gli alimenti di nervorum, qui retro trahunt] sanguinem pari sapore nel caso dell’umore amaro de cervice detrahe et aut in balneo sudet (Pelag. 152,5): aut unctionibus iis curato, quae calefa- potiones frequenter melle et passo mixtis ciant corpus.6 cum aquae calidae sextariis prope duobus Questa indicazione terapeutica rappresen- per sinistram narem infundere. facit etiam ta un’incongruenza del testo pelagoniano, ipsi passioni et prodest aqua, in qua be- e la discrepanza con quanto si legge al c. tae aut malvae fuerint decoctae, cum mel- XVII è ancora più evidente se si considera le data. cibos virides dare quod si tempus che il rimedio prescritto, appunto il salas- non patietur, fenum melicrato aspergere so, aggrava la sintomatologia della disuria et de hordeo tisanem cum melicrato dare (Pelag. 140,8): utilissimum est. his autem rebus praebitis non tantum enim siccantur sanguinis omne intrinsecus malum, quod ex acerbis emissione nervi et corpus contrahitur, sed umoribus nascitur, dulcedine ipsa mellis et passio ipsa anorectos facit, et cum in- vel aliarum rerum similium dissolvitur at- validum sanguinaveris, laedis.7 que curatur.9 Come altre che sovente si riscontrano nel Secondo la teoria degli umori, il miele e testo pelagoniano, tale incongruenza testi- gli alimenti dolci (idromele) contrastano monia il carattere compilativo, più che l’umore amaro che scendendo impedisce sperimentale, dell’Ars Veterinaria. al cavallo di orinare. È interessante notare come i differenti Dopo una lunga lista di “fitofarmaci”, tra presidi terapeutici, di cui segue la descri- cui decotto di assenzio, ligusticum silve- zione, vengano messi in relazione alle di- stre (erba panacea), seme di radix Syriaca verse patogenesi della disuria: eccessiva (ravanello), rhododafnen (oleandro, que- attività o totale inattività dell’animale st’ultimo è citato come pianta tossica, ca- (quest’ultima causa è in accordo con la pace di provocare la rottura della vescica teoria degli umori), ed occasionalmente il e la morte nel bardotto che ne avrà man- freddo (Pelag. 141): giato, ma non nel cavallo), Pelagonio in- evenit autem suprascripta passio nimio troduce una serie di prescrizioni accomu- cursu, sed frequentius de itinere, cum per nate da trattamenti terapeutici ai genitali. totum diem ambulaverit et potestas Fra queste la terapia appresa da Absirto meiandi non fuerit data; unde oportet fre- presso gli abitanti della Sarmazia (Pe- quentius adhortari, ut urinam faciat. in- lag. 151): terdum et nimio otio, descendens enim Item aliud Absyrti, quod se apud Sarma- acrior umor urinam prohibet. interdum tas vidisse adseveravit. nam dicit cooperi- nimio frigdore, cum satis alserit aut loco ri debere equum diligenter, ita ut usque frigido aut umecto steterit: hic, qui frig- ad terram coopertoria demittantur, ne fu- dore hoc patitur, calore curatur, aut in ca- mus thymiamatis exeat, et sic castoreo lido stet aut contra focum aut aqua calida carbonibus imposito omnem ventrem et foveatur.8 testes ipsius equi fumigari: statim meiat. A sostegno del carattere compilativo del- prodesse tamen mel coctum salibus iungi l’opera, è interessante osservare come et facere pilulas in modum ovi et in ano manchi una terapia specifica nel caso di ponere. hoc etiam prodest eis, qui strofum disuria da eccessiva attività locomotoria, patiuntur.10 64 Ed ancora (Pelag. 152,1 e 153,1): come lo era la medicina ippocratica, ma cui etiam pro diligentia et pro amore anche alla patogenesi e alla semeiotica, equorum remedium et medellas negare ha ulteriormente impoverito la medicina non debes, sed calidis rebus uti, ita ut del periodo successivo. spongias calidas locis omnibus naturali- La trattazione sistematica delle tre patolo- bus admoveas ... Item. ad eo , Emeriti mulomedici. rosmari- ge al § 152 dell’Ars pelagoniana: num decoque et de calida ipsa testes fove- Sane ipsius passionis genera sunt tria: to. quod si tardius meiaverit, cimicem vi- unum quod dicitur dysuria, quando tar- vum in aurem equi mittito et alterum su- dius meiat, alterum stranguria, quando pra natura, qua meiat, confricato. certis- cum dolore et difficultate meiat, tertium simum remedium est.11 ischuria, quando omnino non meiat, quod È evidente che Absirto, al pari di Ippocra- non facile curatur. cui etiam pro diligen- te, non avesse precise conoscenze anato- tia et pro amore equorum remedium et miche dell’apparato urogenitale. Nel V medellas negare non debes, sed calidis sec. a.C. Ippocrate, che pur ignorava l’e- rebus uti, ita ut spongias calidas locis sistenza della prostata, tuttavia come cli- omnibus naturalibus admoveas, et potio- nico intuì che in certe situazioni di distur- nes frequenter melle et passo mixtis cum bi minzionali la causa potesse essere aquae calidae sextariis prope duobus per ostruttiva ed identificò tale causa a livello sinistram narem infundere.12 del collo vescicale. Questa medesima tripartizione della ma- Ecco perché presso i Sarmati era consue- lattia la ritroviamo in Hippiatrica Beroli- tudine fare terapia ai testicoli anziché al- nensia 33,9,1-13 (cf. 33,12,1): l’uretra prostatica o alla stessa prostata: th`~ de; ejn thú ` ourhj seiv oduj nh~v eisij ; gevnh organi anatomicamente sconosciuti per triva, w»n kata; to; sumbai`non hJ prosh- quei tempi. Fu la scuola medica Alessan- goriva paralambavnetai. dusouriva ga;r drina con Erofilo di Calcedonia ed Erasi- levgetai, o{tan hú \ duskovlw~ oujrw`n: strato di Ceo (III sec. a.C.) ad apportare straggouriva dev, o{tan kata; stravgga nuove conoscenze in campo urologico. h« proi>evmeno~ ijscouriva dev, o{tan kaqo- Sembra doversi ad Erofilo la prima de- ú » scrizione anatomica della prostata, da lui lou mh ; dunhtaiv ourhj sai.` wn aiJ me;n duvo definita prostatai adenoides, mentre Era- bohqou`ntai, kaqw;~ gevgraptai. oJ de; sistrato descrive l’uso di sonde d’argento kaqovlou mh; dunavmeno~ oujrei`n ouj raJ ú- per esplorare l’uretra nei casi di ritenzio- divw~ bohqei`tai, ajlla; kinduneuvei. pro- ne urinaria. Del resto Ippocrate nel suo sferomevnwn de; tw`n diourhtikw`n dri- famoso giuramento proibiva ai medici di mevwn o[ntwn, ejpiteivnetai to; pavqo~, eseguire la litotomia, cioè l’intervento di knhsmonh;n e[conto~ tou` povrou. dei` de; estrazione dei calcoli dalla vescica, a quei twú ` toiouvtwú ta;~ puriva~ prosavgein ta;~ tempi procedura chirurgica dolorosa e pe- dia; qermou` u{dato~ spovggwú peri; th;n ricolosa. Questo precetto condizionò pe- cwvran legomevnhn, kai; ejgcumatismoi`~ santemente tutta la pratica medica da Ip- crh`sqai glukevsi kekramevnoi~ ejn pocrate in poi per quasi duemila anni, fa- cendo sì che si delegassero molte attività qermwú ` u{dati i[son eJkatevrou mh; pleivw chirurgiche a personaggi diversi dai medi- kotulw`n duvo. to; aujto; de; kai; di∆ uJdro- ci che nel corso dei secoli si identificaro- mevlito~ poiou`nta, wJsauvtw~ ejgcumativ- no nelle figure dei “barbieri-incisori”. zein dia; th`~ ajristera~` rinoJ ~v .13 Tutto ciò, unito alla perdita del patrimo- Per quanto riguarda la tradizione antica, in nio scientifico alessandrino, in particolare Ippocrate (e nel Corpus Hippocraticum) delle opere di Erofilo ed Erasistrato, inte- non è mai attestata l’iscuria. In Aphorismi ressati non solo alla pratica terapeutica, 3,31,2, la stranguria e la disuria sono men- 65 zionate fra le malattie più frequenti che gonfiori che premono sulla vescica, oppu- colpiscono gli anziani. In 7,48,1 (cf. e.g. re di uteri pieni di sangue (mestruale). De morbis popularibus 2,6,20,1) si legge Fra i rimedi, stare sedute in acqua tie- che fra i rimedi per l’eliminazione della pida e bere vino, oppure infusi alle er- disuria è indicata la flebotomia e l’ebbrez- be o clismi.15 za. Nel De humoribus (14,4) la disuria Forse il passo ippocratico più completo in viene annoverata tra le metereopatie: relazione alla stranguria è in De affectio- “Quando imperversa la tramontana, com- nibus 28,1-10: paiono varie malattie, tra cui ritenzione “Molti e diversificati sono i modi con cui d’urina accompagnata da brividi”. Lo insorge stranguria. Essa si verifica se dal- stesso dicasi nel De difficultate respira- l’esterno si sottopone il corpo all’effetto tionis libri III (7,933,15), in cui Galeno rilassante di bagni caldi, dall’interno se si imputa la causa della disuria al raffredda- introducono liquidi nell’intestino tramite mento della temperatura per l’arrivo del l’assunzione di cibi, che contengono mol- vento boreale. ta acqua, e se si favorisce l’aumento di In Coa praesagia (63,4) la disuria è as- liquidi nella vescica tramite bevande dal- sociata a patologie infiammatorie o neo- l’elevato potere diuretico. La stranguria è plastiche a carico della vescica. Nel De un effetto indesiderato di farmaci diureti- aere aquis et locis (9,1) anche la stran- ci, che secondo il trattato sui medicinali guria è associata a patologie tumorali, [oggi perduto, ndt] hanno il potere far come conseguenza dell’uso di acqua cessare il dolore. La malattia nasce per malsana. via del flegma [cf. De fistulis 8,3]; e tutte Della stranguria si faceva già menzione in le volte in cui la vescica è secca o raffred- diversi trattati ippocratici. Nel De morbis data o svuotata, dà dolore; meno, se è popularibus, la stranguria è menzionata umida, piena e nella sua massima esten- come sintomo in moltissimi passi. Ad es. sione. La malattia è più lunga negli in 7,1,19,2 si menziona come morì Bione: anziani, più breve nei giovani, ma mortale affetto da idropsia e a digiuno da molti per nessuno”. Fra le cause alimentari del- giorni, sopravvenne stranguria, quindi la stranguria, nel De diaeta I-IV 54,14 un’infiammazione al ginocchio sinistro viene citato il nasturzio. con pus e morte. In Coa praesagia 465,1 Dobbiamo arrivare al III sec. d.C. con Fi- e ss. la stranguria, associata all’itterizia, è lomeno per reperire gli stessi termini in indice di prognosi infausta, mentre in Coa trattati di veterinaria. Nel De venenatis praesagia 579,2 sono descritti i sintomi animalibus eorumque remediis 15,7,4 la che precedono il manifestarsi della stran- disuria è uno degli effetti del morso della guria: tarantola, effetto successivo al rigonfia- “La stranguria è preceduta da sintomi co- mento del corpo, del volto e della cavità me blocco della minzione e pesantezza orale, quindi all’annebbiamento delle fa- nella parte più bassa del ventre”. coltà mentali e in certi animali appunto la Nel De diaeta salubri 8,1-5 (cf. De mor- disuria; in De venenatis animalibus eo- bis I-III 2,12,6) i sintomi delle malattie rumque remediis 35,3,3 si parla della encefaliche sono messi in diagnosi diffe- puntura di un tipo di ragno, che provoca renziale con quelli della stranguria14 ed problemi all’ipocondrio, eritema, disuria ancora nel De morbis I-III 1,3,16 la stran- e qualche volta soffocamento. Di aiuto in guria è annoverata tra le malattie serie e questi casi il cumino selvatico di Tebe o il potenzialmente mortali. Nel De semine, seme dell’agnocasto, le foglie del pioppo de natura pueri, de morbis IV 15,32, così o l’aglio oppure deglutire vino puro. come nel De natura muliebri e nel De Apollonio, trattatista di ignota collocazio- mulierum affectibus (passim), la strangu- ne geografica e cronologica, autore di un ria è menzionata come effetto di cisti e De facilibus remediis, consiglia inoltre 66 l’assunzione di aglio dopo i pasti, e di cu- di Pelagonio per i cavalli viaggiatori (cf. mino con pari dose di agnocasto accom- Pelag. 155): pagnato da vino puro. “Infondi attraverso le narici fango di stra- Nei testi ippiatrici forte è la somiglianza da, vale a dire fango composto dall’urina col testo pelagoniano. Sappiamo, infatti, di un cavallo qualunque mescolato al vino che l’Ars era stata tradotta in greco ed esi- e filtrato; il fango, quando si sarà seccato, stono di questa traduzione quattro versio- avrà la stessa efficacia del vino”. ni sostanzialmente rimaneggiate, tutte ri- Gli Hippiatrica Parisina, a differenza de- salenti al IX sec. d. C.: Hippiatrica Bero- gli Hippiatrica Berolinensia, sono una linensia, Parisina, Cantabrigensia cum raccolta di materiali disparati in cui presi- additamentis Londiniensibus, Excerpta di terapeutici contro la disuria e la stran- Lugdunensia. Gli Hippiatrica Berolinen- guria si mescolano a formule magiche e sia 33,t,1 contengono un estratto del trat- invocazioni divine (fonte egizia), a un- tato su disuria, stranguria, iscuria e i dolo- guenti a base di sedano, genziana siriaca, ri del ventre nei cavalli di Apsirto. resine, ruta etc. In 33,1,4 (cf. Pelag. 139) l’ignoto autore Tuttavia anche nell’opera di Pelagonio si lamenta la mancanza di conoscenze ade- riscontrano formule magiche e taumatur- guate da parte degli ippiatri: giche e la loro analisi linguistica ha mes- “Spesso gli ippiatri, per mancanza di basi so in luce il potere attribuito alle parole e di patologia, portano cure contrarie a quel al suono, tanto che, secondo la De- che dovrebbero, e soccorrono il cavallo schamps, la ricerca di un effetto ritmico e che ha dolori intestinali come se avesse sonoro può aver determinato alcune scelte problemi ad urinare.” morfologiche. Da notare in 33,1,10 la descrizione dei Interessante è il passo 1068,7 degli Hip- sintomi della disuria: piatrica Berolinensia, in cui la disuria è “Il cavallo colpito da disuria si agita, mo- citata come causa, assieme al raffreda- stra il punto dove gli fa male, si frusta con mento, di una delle principali malattie la coda”; nonché in 33,2,1-17 la terapia equine: la podagra. per la malattia stessa: Torniamo per un momento a Galeno. Nel “La terapia per il cavallo che fa fatica a De symptomatum differentiis liber, la va- urinare consiste in infusioni per via nasa- lenza dei termini dusouriva e ijscouriva è le di preparati a base di succo di foglie, di quella di sintomi e non più di malattie. In vino, di olio. Quindi il cavallo dovrà pas- 7,59,8, infatti, dopo aver discusso sui sin- seggiare, muoversi intorno e quindi urine- tomi dell’epilessia e del “colpo apopletti- rà senza impedimento. Lo stesso si può co”, Galeno prosegue con la descrizione ottenere con infusioni di assenzio bollito di quei danni relativi all’attività psichica nel vino, oppure – sempre con cottura nel che non hanno nome appropriato, ma che vino – di gomma di panace, o di semi di sono segnalati da sintomi come la disuria rafano (cavolo o ravanello), di sedano o di e l’iscuria. Nel De symptomatum causis macerone, di cipolla (depurata e schiac- libri III (7.248.6) e nel De naturalibus fa- ciata)”. Ancora in 33,7,7: cultatibus (2.31.5) si dice che le affezioni “Si consigliano terapie, tramite infusione alla kuvsti~ (vescica) hanno come comu- a base di orzo e olio, sia per il cavallo con ne sintomo l’iscuria. vermi sia per quello ammalato di disuria”. Allo stesso modo, in In Hippocratis apho- Per le cause della disuria è da segnalare rismos commentarii VII (19a,153,12) anche un ulteriore passo (33,5,2): la disuria e la stranguria sono connesse alla “Una delle cause della disuria è senza vescica in quanto sintomi. Nel De locis af- dubbio quando il cavallo sta in viaggio fectis (8,406,4) iscuria e stranguria sono an- per tutto il giorno senza urinare” (cf. an- cora sintomi, questa volta però di tumefa- che Pelag. 141). Ecco dunque il rimedio zioni e patologie tumorali alla vescica. 67 Dunque la valenza ippocratica dei termini stesse urinando e si sforza effettivamen- ricercati diventa con Galeno, e ancor pri- te di farlo: allora avrà anche la testa ab- macon la scuola dei medici Alessandrini, bassata a terra”. per i quali purtroppo non abbiamo piu 5 “Si rende necessario togliere ad esso il fonti dirette (ma di cui peraltro Galeno si sangue dalle tempie o dalla faccia, al servì), sempre piùcorrispondente a quella contrario di quanto avviene nel caso attuale di sintomo o segno. Potremmo ci- dell’opistotono”. tare molte altre opere di Galeno, e più tar- 6 “Secondo Eubulo, per curare l’opistoto- de, per cogliere questo processo di cam- no, [che è un difetto dei nervi, che tirano biamento semantico dei termini disuria, all’indietro, ndt] preleva sangue dal collo, stranguria ed iscuria nella letteratura me- dopodichè o l’animale sudi in un ambien- dica greca e latina. Ci si accorge così che, te chiuso o sia curato con unguenti che ri- addirittura all’interno di una stessa opera, scaldano il corpo”. lo stesso temine assume entrambe le ac- 7 “Infatti non solo i nervi si disseccano per cezioni: quella di segno e quella, più pri- l’emissione di sangue ed il corpo si mitiva, di malattia. contrae, ma la stessa malattia rende l’a- nimale inappetente e facendolo sangui- nare ne aggrava lo stato”. NOTE 8 “La malattia sopra descritta si verifica a motivo di una gran corsa, ma più frequen- 1 Per la contestualizzazione storica dell’ope- temente per un tragitto quando abbia ra si rimanda al mio contributo Fonti gre- camminato per tutto il giorno e non gli sia che dell’Ars Veterinaria di Pelagonio: l’o- stata data la possibilità di urinare. è per pistotono (Pelag. 267-275, 294-301),in questo che conviene esortare con una cer- “Atti del III Convegno di Storia della Medi- ta frequenza l’animale ad urinare. Talvol- cina Veterinaria”, Lastra a Signa (FI) 2000. ta la malattia si verifica a motivo di una 2“Quando un cavallo o altro genere di eccessiva inattività: infatti l’umore più animale è affetto da disuria, e bisogna as- acre (amaro), che discende, impedisce di solutamente prestargli soccorso, sperando urinare. Talvolta, invece, la malattia in- che si tratti di colica o sofferenza al ven- sorge per il freddo eccessivo, quando ab- tre e agli intestini viene curato come se bia patito eccessivamente il freddo o sia soffrisse di pesantezza al ventre, poi inve- rimasto in un posto freddo o umido. L’a- ce quando altra è la causa, si adotta la cu- nimale che è affetto dal disturbo della dis- ra per un’altra malattia: allora corre peri- uria dovuto al freddo venga curato con il colo e, cosa che bisogna effettivamente calore, sia messo al caldo o davanti al dire, muore. Bisogna quindi affrettarsi af- fuoco o sia curato con acqua calda”. finchè il cavallo che è colpito da disuria o 9 “Infondere attraverso la narice sinistra stranguria possa urinare”. pozioni cui spesso siano mescolati miele e 3 “Chi soffre di dolore agli intestini pre- passito con quasi due sestari di acqua cal- senta sintomi non molto diversi da chi è da. Allo stesso disturbo giova anche ac- affetto da stranguria”. qua, in cui siano state cotte bietole o mal- 4 “Infatti, nel cavallo che è affetto da dis- va, somministrata assieme al miele. Chè uria troverai questi sintomi: arriccia il na- se il tempo non permetterà di sommini- so emettendo gemiti, batte gli zoccoli a strare cibi verdi, è utilissimo aspergere il terra con una certa frequenza, si percuote fieno con idromele e somministrare una - il ventre con la coda e si rotola; nel mo- sana d’orzo con idromele. Poi, sommini- mento in cui vorrebbe alzarsi, cade sui strati tutti questi rimedi, ogni malattia in- posteriori. Assai di frequente vuole urina- trinseca, che nasce dagli umori amari, vie- re e sembra che possa farcela, ma di fat- ne curata dalla dolcezza stessa del miele o to non urina. Infatti si accascia come se di altri alimenti simili e quindi scompare”. 68 10 “Parimenti un altro rimedio è quello uria si dice allorquando il cavallo urini proposto da Absirto, che egli affermò di malvolentieri, stranguria quando emetta aver visto presso gli abitanti della Sar- l’urina a goccia, iscuria quando non ri- mazia [Come detto, Pelagonio si servi esca a urinare per nulla. Le prime due come fonte principale e modello per la di esse possono essere curate, secondo sua Ars del manuale di Absirto, la cui quanto è stato scritto. Il cavallo che pe- attività si colloca al 150-200 d.C. e il rò non riesce a urinare per nulla non è cui testo, al pari di quello pelagoniano, facile da curare, anzi corre dei rischi. doveva strutturarsi in forma epistolare, Se si applicano diuretici potenti, la sof- ndt]. Infatti sostiene che il cavallo deve ferenza si estende, perchè il foro d’usci- essere coperto con cura in modo che le ta dell’urina si irrita. Occorre in tal caso coperture siano fatte scendere fino a fare fomenti di acqua calda con una terra affinchè il vapore del timiama non spugna attorno alla regione di cui si di- esca e così, posto dell’olio di castoro ceva, e servirsi di infusioni dolci misce- sopra i carboni, tutto il ventre ed i testi- late in acqua calda, in quantità eguale coli del cavallo stesso devono essere per entrambi gli ingredienti, non più di suffumicati: subito orinerà. Infine è uti- due cotili [un cotile è uguale a l. 0,273 le aggiungere al sale del miele cotto, nel sistema attico, a 0,205 in quello to- preparare delle pillole a forma di uovo e lemaico, ndt]. Lo stesso anche facendo porle nell’ano. Questo rimedio giova un’infusione di idromele, da iniettarsi anche a quelli che soffrono di colica”. nella narice sinistra”. 11 “Anche per zelo personale ed amore 14“I sintomi delle malattie che partono dei cavalli, non devi negargli rimedi e dall’encefalo si confondono con quelli cure, ma devi servirti di cose calde e ap- della stranguria. L’emissione di acqua o plicare spugnature calde ai genitali [...]. muco dal naso o dalle orecchie è il se- Anche Emerito, mulomedicus, si occupa gnale che l’affezione sta passando; se- di animali che non orinano. Cuoci bene gue un’abbondante minzione ‘bianca’, del rosmarino e tieni caldi i testicoli con finchè in venti giorni non passa. Quindi la stessa acqua calda di cottura, chè se il scompare il mal di testa e, al guardare, cavallo tarderà ad orinare, metti una ci- dà fastidio la luce”. mice viva nel suo orecchio e sfregane 15Anche Oribasio (IV d.C.), nelle Eclogae un’altra sopra l’organo con cui urina. È medicamentorum 62,8,3, consiglia a tutti un rimedio sicurissimo”. i malati affetti da disfunzioni alle vie uri- 12 “Senza dubbio sono tre i generi della narie di bere vino aromatizzato. malattia stessa: il primo è chiamato dis- uria e si ha quando si orina ad intervalli piuttosto lunghi; il secondo stranguria BIBLIOGRAFIA quando si orina con dolore e difficoltà, il terzo iscuria, quando non si orina affatto, Edizioni e commenti disturbo che non si cura facilmente. An- che per zelo personale ed amore dei ca- Pelagonii Ars veterinaria ex Riccardiano valli, non devi negargli rimedio e cure. codice excripta et a mendis purgata ab Jo- Devi servirti di cose calde, applicare spu- sepho Sarchiano nunc primum edita cura gnature calde ai genitali e infondere attra- C. Cionii. Accedit Sarchianii versio Itali- verso la narice sinistra pozioni cui spesso ca, Florentiae 1826. siano mescolati miele e passito con quasi Pelagonii artis veterinariae quae extant. due sestari di acqua calda”. Recensuit praefatus commentatus est M. 13 “Tre sono le tipologie di dolore nel- Ihm, Lipsiae (Teubner) 1892. l’urinare, ognuna delle quali prende il Corpus Hippiatricorum Graecorum. Edi- nome dal modo con cui si verifica. Dis- derunt E. Oder et C. Hoppe, I (Hippiatri- 69 ca Berolinensia) Lipsiae (Teubner) 1924, K.D. FISCHER, Ancient Veterinary Me- II (Parisina, Cantabrigensia, Londiniensia, dicine: a Survey of Greek and Latin Lugdunensia) Lipsiae (Teubner) 1927. Sources and Some Recent Scholarship, Pelagonius. Ars veterinaria, ed. K.D. Fi- «Medizin-historisches Journal» XXIII scher, Lipsiae (Teubner) 1980. (1989) 191-209. V. G ITTON, Maladies humaine et mala- dies équines chez Pélagonius. Interac- Studi e altri sussidi tions entre les deux lexiques, in Nom- mer la maladie. Recherches sur le lexi- J.N. ADAMS, Notes on Pelagonius, que gréco-latin de la pathologie, textes «CQ» XL (1990) 532-534. réunis et édités par A. DEBRU et G. Id., Note on the Text, Language and SABBAH, Saint Étienne (Publications de Content of Some New Fragments of Pe- l’Université de Saint-Étienne) 1998, lagonius, «CQ» XLII (1992) 489-509. 107-118. Id., Pelagonius and Latin Veterinary Terminology in the Roman Empire, Lei- K. HOPPE, Die Commenta artis medicinae den-New York-Köln (Brill) 1995. veterinariae des Pelagonius, «Veterinärhi- G. BJÖRCK, Apsyrtus, Julius Africanus storisches Jahrbuch» III (1927) 203-219. et l’hippiatrique grecque, Uppsala K. HOPPE, Pelagoniusstudien, «Veterinär- (Uppsala Universitets Årsskrift) 1944. historisches Jahrbuch» IV (1928) 7-22. Black’s Veterinary Dictionary, ed. by O.E. NYBAKKEN, Greek and Latin in G.P. WEST, London 1976. Scientific Terminology, Ames (Iowa State L. DESCHAMPS, Ambivalences linguisti- University Press) 1959. ques dans l’énoncé des remedes magi- V. O RTOLEVA, Note critico-testuali ed ese- ques contre le mal au ventre de l’«Ars getiche al primo libro dei Digesta artis veterinaria» de Pelagonius, «Paideia» mulomedicinalis di Vegezio, «Wiener Stu- LVII (2002) 99-108. dien» CXIII (2000) 245-280.

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INTRODUZIONE ALLA BIOLOGIA DI ARISTOTELE. LA MEDICINA VETERINARIA DELLO STAGIRITA

GIUSEPPE BOLOGNI, LUIGI CIAMPI

SUMMARY

INTRODUCTION TO THE ARISTOTELE’S BIOLOGY. THE VETERINARY MEDICINE IN THE STAGIRETE’S WORKS Before considering the biological works of Aristotle, in particular Historia animalium and De partibus animalium, the Authors use introductory remarks from De anima. Subsequently they review the observations and thoughts of the great Stagirite regarding ani- mal behaviour. Aristotle compares the function of the different parts of animals (the fins of fish with the wings of birds) and compares the morphology of the various organs, reason for which he is called the Father of comparative anatomy.

Aristotele si può considerare il fondatore da qui deriva la difficoltà dei filosofi me- della scienza biologica, perché pur aven- dievali a cristianizzare Aristotele. do indagato sulla natura in genere, molto Aristotele porta un esempio per affermare si è interessato della natura vivente, cioè l’unità indissolubile di corpo e anima; del mondo vegetale e specialmente di l’occhio senza la vista sarebbe un occhio quello animale. Nel Corpus Aristotelicum soltanto di nome, paragonabile a un occhio le opere biologiche, Historia animalium, dipinto, allo stesso modo un essere vivente De partibus animalium, De generatione privo dell’anima sarebbe tale solo di nome. animalium e le altre minori, De incessu Si evince che l’anima è la causa formale, animalium, De motu animalium e Parva teleologica e di moto per il fine interno dei naturalia, sono precedute dal De Anima, corpi viventi (De Anima, II, 4). intendendo Aristotele per anima, psyché, La vita, secondo Aristotele, presenta varie non l’anima dell’uomo, ma quella comune a funzioni che si possono riunire in tre tutti gli esseri viventi, da confrontarsi con la gruppi: vis vitalis, per la quale questi si distinguono a) Funzione in rapporto alla nutrizione dai corpi inanimati (De Anima, II, 1). e alla riproduzione, comune a tutti i L’Anima è l’atto primo essenziale, cioè lo corpi viventi, compreso quelli del stato di perfetta attuazione della sostanza, mondo vegetale, cioè funzione ve- entelécheia. Essa è dunque la “forma” de- getativa o nutritiva. gli esseri viventi, dove per forma, eidos, b) Funzione connessa al movimento e s’intende l’organizzazione interna degli alla percezione, comune a tutti gli elementi formativi e strutturali che danno animali compreso l’uomo, cioè fun- ai corpi la capacità di vivere (De Anima, zione sensitiva o percettiva. II, 1). Ne deriva che un corpo privo di c) Funzione connessa al pensiero e a anima è un corpo inerte, ma se dotato di tutte le attività ad esso correlate, anima è un essere vivente; inoltre l’anima propria dell’uomo, cioè funzione non è contrapposta al corpo né può esser- razionale o intellettiva. ne separata. E’ evidente che così si viene Aristotele considera la nutrizione una mo- a negare l’immortalità dell’anima, la qua- dalità di cottura prodotta dal calore vitale le non può sussistere separata dal corpo e e la riproduzione il fine di tutti gli esseri 71 viventi, animali e piante, per perpetuare la sizione, mentre tra gli animali di specie vita in eterno (De Anima, II, 4). Ne deriva diverse riscontra rapporti di analogia mor- che la causa finale non è un progetto con- fologica e funzionale di organi e apparati sapevole, ma un evolversi naturale per la strutturati diversamente, come ad esempio conservazione della specie, per il cui fine i polmoni nei mammiferi e le branchie nei viene a incontrarsi con la forma ossia con pesci, come la pinna del pesce, l’ala del- la perfezione dei viventi. l’uccello e la mano dell’uomo. Queste in- Il trattato De plantis nel Corpus Aristote- dagini fanno di Aristotele il fondatore licum non ci è pervenuto; è forte il dubbio dell’anatomia e della fisiologia compara- che non sia mai esistito, mentre ci è per- ta. Egli eleva lo studio degli animali a ve- venuta una Storia delle piante dell’allievo ra scienza, ricercando le cause dei feno- di Aristotele, Teofrasto, che viene consi- meni biologici. Quattro cause sono da derato il fondatore della scienza botanica. considerarsi, la funzionale, la formale, la La Historia animalium, in dieci libri, i cui efficiente e la finale. Per Aristotele la cau- due ultimi sono di controversa autenticità, sa più importante è la formale, la forma, non va intesa secondo il significato di og- vale a dire la struttura degli esseri viventi gi, ma come descrizione degli animali. che permette ad essi le funzioni vitali, co- Circa cinquecento sono le specie animali me crescere, conservarsi e riprodursi. prese in esame da Aristotele, con partico- Importante nella biologia aristotelica è il lare riguardo alla loro costituzione, ripro- finalismo. La struttura del corpo è orga- duzione e comportamento. nizzata in modo idoneo per raggiungere il Nel De partibus animalium Aristotele fine e la funzione crea l’organo. “La concentra la sua attenzione sulle parti scienza della natura non può su alcuno ar- che compongo l’animale, cioè sui tessuti gomento risultante da astrazione, poiché e sugli organi. la natura fa tutto in visione di un fine” Aristotele, nella grande costruzione delle (De partibus animalium, I, 641 b, 1). Ari- sue opere biologiche, oltre all’indagine stotele afferma che una cosa è finalizzata propria, verosimilmente si è servito del- allo scopo e che in natura da ciascun se- l’esperienza e delle descrizioni fatte “da- me non scaturisce in modo fortuito un gli uomini dediti alla pesca e all’alleva- corpo. Dal seme, potenza, viene generato mento degli animali”. Inoltre si è attenuto un corpo, atto, che già esiste nella poten- all’osservazione diretta mediante la disse- zialità del seme. Viene confermato il con- zione. Elabora un particolare metodo a ri- cetto di potenza e atto (De partibus ani- guardo dello studio delle vene, dal mo- malium, I, 642 a, 1). mento che “... l’osservazione è difficile ed Nel De generatione animalium Aristotele è [dunque] possibile raccogliere adeguate considera quattro modi di generazione: la informazioni, se si ha effettivo interesse generazione spontanea, la generazione per tali problemi, soltanto sugli animali per accoppiamento, la generazione per uccisi per soffocamento dopo averli fatti gemmazione e la generazione sessuale. dimagrire” (Historia Animalium, III, 12). La generazione spontanea, generatio ae- Con questa metodica, nell’animale mor- quivoca, per Aristotele avviene per opera to per strangolamento dopo averlo fatto sul fango del calore psichico e del pneu- dimagrire, le vene non vuotate di sangue ma vitale ubiquitari, per cui si differenzia appaiono evidenti come se l’animale una particella organica da cui origina un fosse vivo. essere vivente. Tale generazione per l’au- Nell’indagine sulle parti degli animali, torità di Aristotele, ipse dixit, venne ac- Aristotele confronta gli animali della stes- cettata senza discussione fino alla metà sa specie e dello stesso genere, che sono del secolo XVII. Dopo venne dimostrata riconoscibili per avere organi simili per l’impossibilità della generazione sponta- aspetto ma differenti per grandezza e po- nea dal Redi, dallo Spallanzani, dal Pa- 72 steur e da Giovacchino Carradori, noto un’incisione sotto la lingua. Un’altra ma- medico di Prato vissuto a cavallo del lattia dei maiali è la cisticercosi. Gli effet- XVIII e XIX secolo. ti di questa infestazione sono le carni Dopo questa concisa introduzione alla flaccide nelle gambe, nel collo e nelle biologia aristotelica, si dà uno sguardo al- spalle, perché in queste zone sono presen- la medicina veterinaria dello Stagirita ti maggiormente i cisticerchi. I maiali af- contenuta nell’ultima parte dell’ottavo li- fetti da cisticercosi si riconoscono per bro della Historia animalium. Questa par- l’ispezione sotto la lingua, dove sono più te da molti commentatori è ritenuta apo- numerosi i cisticerchi, e dallo strappo crifa, come già accennato, non compilata della cotenna delle setole che appaiono dunque da Aristotele, ma accettata come con il bulbo sanguinante, inoltre non un’aggiunta dei peripatetici, forse opera stanno fermi con i piedi posteriori. Fin- di Teofrasto, Antigone o Caristo. ché si nutrono del latte materno non so- Si tralasciano gli argomenti sulle malattie no affetti da cisticercorsi. La cura contro dei pesci, di poco interesse, anche perché questa malattia consiste nell’alimentare secondo Aristotele, non sembra che i pe- il maiale con rizoma di thipe (tifa è una sci siano affetti da alcuna malattia conta- pianta palustre con rizoma ricco di ami- giosa per gli uomini a differenza, spesso, do, di essa esiste una varietà, Tyha latifo- delle malattie dei vivipari quadrupedi, dei lia, anche in Italia). cavalli, dei buoi e di diverse specie di ani- Il cibo più adatto per la crescita dei mali domestici o selvatici. maiali è costituito da ceci e fichi. Tutta- Fra i quadrupedi, i maiali vanno soggetti via è bene che l’alimentazione non sia a tre malattie. Quella chiamata branchos uniforme ma varia. La nutrizione con le è un’infiammazione che aggredisce in ghiande, bene gradite dall’animale, ren- prevalenza i bronchi, la mascella, ma può de la carne flaccida. Le scrofe, mangian- estendersi a qualsiasi parte del corpo, tal- do ghiande in abbondanza durante la ge- volta anche ai piedi e agli orecchi. Il stazione, abortiscono al pari delle peco- maiale rifiuta l’alimentazione dal momen- re. Sembra che solo il maiale possa esse- to in cui è aggredito dal male e muore re affetto da cisticercorsi. quando l’infiammazione ha invaso tutto Tre sono le malattie a cui vanno soggetti i l’apparato respiratorio. La terapia consi- cani: la rabbia, la squinanzia, sinonimo di ste, ai primi segni della malattia, nell’a- angina, cioè l’infiammazione delle fauci e sportazione da parte degli allevatori di della laringe che rende difficile la respira- tutta la parte colpita. Questa terapia sem- zione e la deglutizione, e la gotta. bra irrazionale e non attuabile, forse prati- La rabbia provoca nei cani e negli animali cabile in piccole parti circoscritte. Le al- morsi da cani rabbiosi eccitazione, idro- tre due malattie sono ambedue chiamate fobia e infine la morte, a eccezione del- krauros. Dolori e pesantezza di testa sono l’uomo. Questa strana eccezione, secondo presenti nella prima di queste, che nella alcuni, è forse dovuta agli indumenti in- maggioranza dei casi porta alla morte; dossati che impediscono al morso di arri- nell’altra vi è enterocolite diarroica, incu- vare alle carni dell’uomo. La squinanzia rabile. La prima è alleviata con impacchi uccide la totalità dei cani e dalla gotta se di vino alle narici e in genere il maiale ne salvano pochi. muore dopo tre o quattro giorni. I suini Anche i cammelli possono essere affetti soffrono di branchos maggiormente dalla rabbia, mentre vi è la convinzione quando nell’estate i fichi sono in abbon- che gli elefanti siano immuni da tutte le danza e molto grossi. Per combattere que- malattie a eccezione della flatulenza. sta malattia può essere utile nutrire gli Due malattie, la gotta e il krauros, posso- animali con more, sottoporli a bagni con no aggredire i buoi delle mandrie. La got- molta acqua calda e praticare ad essi ta si manifesta con gonfiore dei piedi, ma 73 i buoi non perdono gli zoccoli, migliora- gestione di staphylinos, che probabilmen- no se si spalma pece calda sulla parte cor- te è un insetto o un mollusco di forma ro- nea e quindi non muoiono. Grave è il tonda, grosso come una vertebra, spondy- krauros, l’equivalente della febbre per gli le, ingerito accidentalmente durante il pa- uomini, che si manifesta con il pendere scolo. Il topo ragno con il suo morso è delle orecchie e con l’impossibilità di - pericoloso per i cavalli perché provoca trirsi e che porta rapidamente alla morte. pustole; il morso è tanto più pericoloso se Alla dissezione i polmoni appaiono ne- è dato a una femmina gravida perché le crotici, putrefatti. pustole si aprono. Letale per i cavalli, o Aristotele si sofferma più estesamente comunque causa di atroce sofferenza, è il sulla veterinaria dei cavalli. morso della lucertola chiamata da alcuni I cavalli bradi sono immuni da tutte le chalis e da altri zignis. malattie a eccezione della gotta, che fa Alcuni osservatori affermano che quasi perdere loro gli zoccoli, i quali poi posso- tutte le malattie proprie dell’uomo sono no riformarsi rapidamente perché, con- comuni anche al cavallo e alla pecora. Il temporaneamente alla caduta, ne ricresco- farmaco chiamato sandrale, di cui non è no di nuovi. I sintomi di questa malattia specificata la natura, è mortale per il caval- sono la contrazione del testicolo destro e lo e per qualsiasi animale da soma; viene una ruga, a modo di cavità, situata cen- somministrato filtrato nell’acqua. Proba- tralmente sotto le narici. I cavalli allevati bilmente questo veleno veniva sommini- nelle stalle vanno soggetti a molte affe- strato a scopo terapeutico diluito in modo zioni. Spesso sono colti da una colica che tale da impedirne l’effetto letale. La caval- si manifesta con il sollevamento delle la gravida abortisce se annusa l’odore di gambe posteriori verso quelle anteriori una lampada spenta, allo stesso modo sotto il corpo, tanto che quasi si urtano. abortisce anche una donna incinta. L’animale assume questa posizione di L’ippomane, hippomanes, è un’escrescen- rannicchiamento per diminuire la tensio- za che hanno sulla fronte i puledri appena ne dell’addome e quindi il dolore. La cura nati, che le cavalle staccano leccandola. Le consiste in un salasso, se il cavallo è stato proprietà attribuite a questa escrescenza a digiuno nei giorni precedenti all’acces- non sono altro che il frutto di credenze ma- so colico. I cavalli possono contrarre il te- giche e stregonesche. Gli stessi attributi fa- tano, che si manifesta con tensione di tut- volosi sono dati al polion, emesso dalle ca- te le vene della testa, del collo, con gli ar- valle prima di iniziare la gestazione del pu- ti rigidi nella marcia e con accessi di spa- ledro. (Infatti era credenza degli antichi smi tonici (ortotono, opistotono, empro- Greci e Latini che l’ippomane avesse il po- stotono, pleurostotono). Un’altra malattia tere di rendere gli uomini forsennati di è la krithiasis, i sintomi della quale sono amore dopo essersene cibati. Allo stesso il palato molle e il respiro affannoso e modo, inghiottire l’umore viscido, polion, caldo. Probabilmente si tratta di una indi- emesso dalla vulva della cavalla durante gestione di orzo (vegetius) o di erbe, co- l’estro, avrebbe prodotto una forte eccita- me erba medica, che per la fermentazione zione sessuale). degli alimenti nei visceri produce un gra- I cavalli riconoscono dal nitrito gli avversari ve timpanismo addominale. Il tetano e la con i quali hanno avuto la ventura di com- krithiasis sono malattie incurabili. Anche battere. Si trovano bene nelle zone erbose e il mal di cuore, il cui sintomo è la contra- paludose e preferiscono bere acque torbide e zione dei fianchi, è incurabile, come è in- intorbano con gli zoccoli quelle pure. Ama- curabile lo spostamento della vescica che no bagnarsi dopo aver bevuto. L’amore per si manifesta con l’impossibilità di urinare il bagno produce in Aristotele la curiosa os- e il trascinamento degli zoccoli. Incurabi- servazione sulla costituzione della natura del le è anche la malattia procurata con l’in- cavallo di fiume, cioè dell’ippopotamo. 74 Contrariamente al cavallo, il bue si rifiuta sonnia. Giova applicare carne di maiale di bere l’acqua se non è pura e fresca. arrostita quando hanno dolori alle spalle. Gli asini soffrono particolarmente di una Alcuni elefanti bevono olio, altri no. E’ malattia comune a tutti gli equini chiamata opinione che gli elefanti, bevendo olio, moccio (o cimurro). Essa incomincia dalla possano più facilmente espellere fram- testa e dalle narici fuoriesce un catarro den- menti di ferro accidentalmente ingeriti; a so e rossastro. Se la malattia guadagna il quelli che non bevono olio viene sommi- polmone conduce a un esito letale, se rima- nistrato per cibo radici cotte in olio. ne circoscritta alla testa non è mortale. (Ve- Con la rassegna delle malattie dei quadru- rosimilmente si tratta di un morbo, dovuto pedi si conclude la medicina veterinaria al malleomyces mallei, che ha il nome di aristotelica. Con questa ristretta esposi- morva). L’asino fra gli equini è quello che zione non si ha la presunzione di aver fat- non sopporta il freddo e perciò non si tro- to un commento all’imponente opera del- vano asini nel Ponto e nella Scizia. lo Stagirita, ma un breve richiamo storico Gli elefanti soffrono di flatulenza al punto sulla medicina veterinaria del più grande che non riescono a urinare e a evacuare le pensatore dell’antichità. feci. Se sono soliti mangiare terra, nel ca- so che cessino tale abitudine, si indeboli- scono, mentre se continuano senza inter- BIBLIOGRAFIA ruzione, non accusano alcun danno. L’ele- fante è capace di ingoiare anche i sassi. Storia della Scienza - vol. I La scienza Vanno soggetti a diarrea che viene curata antica. Roma, 2001, pp. 662-666. dando loro a bere acqua calda e da man- ARISTOTELE. Opere biologiche a cura di giare foraggio intriso di miele. Il massag- M. VEGETTI,D. LANZA. Grugliasco,1996. gio sulle spalle con sale, olio e acqua cal- ARISTOTELE. Le parti degli animali a cura da è la cura dall’affaticamento per l’in- di A. CARBONE. Bergamo, 2002.

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IL RAPPORTO UOMO-ANIMALE NELL’ANTICA AKRAGAS ANTONIO PUGLIESE, DOMENICO ALAIMO, MICHELA PUGLIESE, ORNELLA GARRAFFO

SUMMARY THE RELATIONSHIP MAN-ANIMAL IN THE ANCIENT AKRAGAS

After a brief historical, artistic and literary review on the animal-man relationship in the Greek culture and Hellenistic, the AA. bring the attention on archaeological and literary finds of the ancient Akragas. By the documents of the epoch it is deduced as this relationship, out by practical contest, can determine, also in old times, some effects synergic of psycho-physical order on the man. The burial of a cat near the grave of the owner, datable around 7000 b.C. in the island of Cyprus, and the fragments of Mycenae’s vase of the 13th century b.C., in which figures of animals are stylized together with the human ones, they are among the most ancient testimony sources of a narrow relationship man-animal, showing in the attitude of depth af- fection and in the harmonic relationship of the figures. In the ancient Akragas there was a particular attention for the pleasure and the comfort that a good relationship with the animals could bring. In a lot of funeral steles and in sarcophagi are represented animals that recall the bond among the dead one, during it own terrestrial existence, with the life and the joys of the nature. A bottle, with the form of little donkey of the end of the 6th century, as in the modern production of games and objects for children and newborns, it is test of the use of the image of the animal to playing and educational aims with the involvement of the psycho-affective sphere. Two footsteps of the Historical Library of Diodoro Siculo demonstrate that the presence of fishes, birds, swan offered a great delight to those that observed;…. The sumptuousness of the funeral monuments that they built some ones to the horses from race, others to the birdies of the young girl and of children raised in the house is a peculiar aspect of the narrow relationship man-animal and of a forma mentis where the animal is an important element for the moments of enjoy, for the equestrian compe- titions and for the rides to recreational and therapeutic aims. These are testimonies that show that the elevated cultural level, accompanied by a relative comfort, has consolidated a privi- leged relationship with the domestic animal and has produced the awareness of the psycho- physical comfort from the relationship with these living beings. An atavistic connection un- changed that, go out in the endless space in the time, reaches our days what primordial base of the modern pet-therapy.

Premessa menti di supporto alla sopravvivenza, dal- La storia dell’uomo, sempre strettamente la produzione di sostanze medicamentose legata a quella degli animali, passa inalte- per prevenire e curare processi infettivi ed rata nello spazio infinito del tempo attra- infestivi, diventano vere essenze farmaco- verso una connessione socio-culturale de- logiche indicate nella terapia del corpo e finita “rapporto uomo-animale”. dell’anima. Un rapporto atavico che, noto fin dalla Difatti, il rapporto con gli animali non è notte dei tempi, ha trovato una evidente solo di tipo utilitaristico ai fini dell’ali- centralità nella società contemporanea, mentazione, del trasporto, della fabbrica- passando da un livello di percezione ad zione di utensili o di abbigliamento, né un altro per arrivare ad una oggettivazio- può essere ricondotto soltanto ad una vi- ne differenziata in cui gli animali, da ele- sione taumaturgica e/o relativa alla me- 77 tempsicosi dell’animale, ma gli viene at- propria presenza, del proprio pensiero tribuito un valore, una referenza per la re- della propria vita. L’impronta dipinta lazione ed il piacere che può determinare esprime il bisogno latente di lasciare in nell’uomo, per la capacità di dare affetto qualche modo un segno di se stesso, una incondizionato, per essere foriero di inte- traccia, una documentazione della presen- sa con il partner. Un animale non più za, del proprio pensiero. estraneo all’uomo o vicino solo per moti- Così, fin dai tempi più remoti, sono gli vi egoistici, ma un soggetto che partecipa animali il tema dominante, insieme al- con un ruolo definito alla vita di tutti i l’uomo, della gran parte dei dipinti, del- giorni e con il quale si instaura un rappor- le sculture e dei bassorilievi. Partendo to” umano” basato sulla psiche. da epoche antichissime fino ad arrivare Prescindendo dalla nutrita letteratura sul- all’epoca greca e successivamente a l’argomento, in questa nota portiamo la no- quella romana vediamo come la raffigu- stra attenzione sull’importanza del rapporto razione degli animali risulti un tema co- uomo-animale presso gli antichi greci, uo- stante, dominante. mini colti e di innata lungimiranza, che in La scelta di questi temi che in epoca pa- tempi non sospetti, hanno evidenziato le leolitica era dovuta a ragioni magiche, in peculiarità di questo rapporto proteso al de- epoca greca diventa il simbolo di una terminismo dell’eucenestesi dell’uomo. stretta interrelazione di vita. Sulle vestigia di questa antica cultura è sta- L’intento non è quello di riprodurre la to possibile costruire l’attuale pet therapy, natura, malgrado l’oggettiva apparenza, ausilio metodologico nel trattamento di ma di cogliere le sue caratteristiche es- quelle patologie che, definite “della civiliz- senziali, tutto è movimento, tutto è vita. zazione”, affliggono l’uomo moderno, sen- Naturalismo dunque, ma non soltanto za trascurare il ruolo principe degli animali nel significato dei temi trattati dalla na- nei confronti dei bambini e degli anziani. tura, ma in quello più profondo di una Nell’ antica cultura greca e in quella del loro resa, franca, spontanea, naturale, bacino del Mediterraneo gli animali da tant’è che i soggetti a volte sono figure compagnia, cani, gatti, uccelli e cavalli reali, talvolta mitiche. (questi ultimi intesi non solo come mez- La rappresentazione degli animali diventa zo di trasporto, ma come compagni) go- rappresentazione della vita, della cultura devano di una grande considerazione di un popolo. che è testimoniata da numerosi docu- Attraverso l’analisi dei documenti dell’e- menti presenti nella letteratura, nella poca si evince come il rapporto uomo- storia e nell’arte. animale, prescindendo dalle finalità utili- Prima di addentrarci sugli aspetti peculiari taristiche, anche in tempi molto remoti di questo atavico rapporto presso l’antica poteva sortire effetti sinergici di ordine cultura greca, portando in particolare la psico-fisico sull’uomo. nostra attenzione sulla fiorente Akragas, ri- Durante il Neolitico (20.000 a.C.) – come teniamo opportuno effettuare una breve testimoniano i disegni ed i graffiti, raffi- rassegna storico- artistica per tratteggiare guranti scene di caccia, nelle grotte di alcuni elementi importanti di tale rapporto. Niaux ad Ariège in Francia o in Val Cano- nica in Italia – l’animale addomesticato risulta di particolare ausilio all’uomo nel- Il rapporto uomo-animale nell’arte e lo svolgimento dei gravosi compiti della nella cultura antica vita quotidiana. La rappresentazione degli animali nelle pitture rupestri, in un epoca L’arte nasce come significato profondo in cui il sostentamento dell’uomo è basa- della necessità dell’uomo di esprimere, di to sulla caccia, ne è la testimonianza; il comunicare, di lasciare una traccia della raffigurare animali sulle pareti ha il signi- 78 ficato di propiziarne la cattura e, nell’atto vane guarda, corrisposto, il cane in un at- in cui se ne ferma l’immagine, si cerca di teggiamento di profondo affetto come di- anticiparne magicamente il momento. mostra l’armonico rapporto prossemico Con il trascorrere del tempo e con il delle due figure (Fig.2); simile armonia progredire della civiltà, gli animali co- ritroviamo nella stele di Alxenor, sempre minciarono ad essere investiti di una di un artista della Beozia, databile intorno connotazione divina, quali divinità nel al 500 a.C. (Fig.3). senso stretto del termine o loro messag- geri, figure ancestrali da venerare e commemorare, progenitrici dell’umana stirpe. Tra le prime testimonianze ar- cheologiche, la sepoltura di un gatto presso la tomba del proprietario a Skil- lourokambos nell’isola di Cipro, databi- le intorno al 7000 a.C., sta ad indicare quanto profondo e radicato potesse esse- re il legame con questi animali. Nell’antico Egitto dei Faraoni il cane di- ventò sacro al dio Anubis, protettore della medicina, mentre il gatto, identificato con la dea Bast, simbolo di fertilità e buona salute per le piante e per la donna, veniva Fig. 2. Stele del VI secolo a.C. di un artista della mummificato e sepolto con gli stessi ri- Beozia, reperita a Thespiae. tuali riservati all’uomo. Un’altra testimonianza artistica di tale rapporto è documentata nei frammenti del vaso miceneo del XIII secolo a.C. prove- niente da Tirino (Fig.1), in cui vengono stilizzate figure di animali (cavalli e cani) insieme agli umani. Nella stele del VI secolo a.C. di un artista della Beozia, reperita a Thespiae, il gio-

Fig. 3. Stele di Alxenor, sempre di un artista della Beozia , databile intorno al 500 a.C.

Nella base di kouros (500 a.C. ) di Atene cane e gatto tenuti a guinzaglio nell’atto di azzuffarsi, al di là della valenza artisti- ca, testimoniano come il detenere pet e condurli a spasso fosse una consuetudine consolidata (Fig.4). Fig. 1. Vaso miceneo del XIII secolo a.C. prove- La gioiosa rappresentazione delle sorelle niente da Tirinto, in cui vengono stilizzate figure di Alcesti, mentre si trastullano con uccel- di animali (cavalli e cani) insieme agli umani. li e piante, raffigurate con raffinatezza 79 psicologica dal pittore di Eretria in un va- Nel marmo in stile pario, 470 a.C. so (Fig.5) risalente al 430 a.C., dimostra (Fig.6), raffigurante un banchetto eroico o quanto l’amore per gli animali sia un sen- funerario, cane ed uccello fanno capire timento antico. come gli animali domestici fossero com- pagnia quotidiana. La stele funeraria di Egina, 430-420 a.C., ci mostra il defunto che saluta il gatto e gli uccelli compagni spensierati di diverti- mento e gioia (Fig.7). Nello Skiphos apulo (375-350 a.C.), con- servato presso il Museo delle Arti Scuola di Design di Rhode Island, il tema dell’a- more da un lato è accompagnato dall’al- tro dalla raffigurazione di un uccello che sembra rendere più piacevole la relazione tra i due amanti (Fig.8). Fig. 4. Base di kouros (500 a.C.) di Atene cane e gatto tenuti a guinzaglio nell'atto di azzuffarsi.

Fig. 5. Le sorelle di Alcesti, mentre si trastullano con uccelli e piante, raffigurate con raffinatezza psicologica dal pittore di Eretria in un vaso risa- lente al 430 a.C. Fig. 7. Stele funeraria di Egina, 430-420 a.C.

Fig. 6. Marmo in stile pario, 470 a.C., raffiguran- Fig. 8. Skiphos apulo (375-350 a.C.), Museo delle te un banchetto eroico o funerario. Arti Scuola di Design di Rhode Island. 80 Fig. 9. Anfora apula con collo del 330-300 a.C. Il Fig. 10. Statua in bronzo, di piccole dimensioni cigno toccato da Eros diventa messaggero d'amo- del II sec. d.C., proveniente dagli scavi effettuati re tra i due amanti. nelle case di Efeso, raffigurante Eros.

Nell’anfora apula con collo del 330-300 fino (Fig.10). Essa sembra tradurre in ter- a.C. (Fig.9) il cigno toccato da Eros di- mini plastici la frase di Plutarco Soltanto venta messaggero d’amore tra i due il delfino possiede per natura nei confronti amanti. dell’uomo ciò che i migliori filosofi ricer- Ancora a testimonianza del rapporto in- cano, ossia l’amore disinteressato. tenso, che nel corso dei secoli ha avuto Sicuramente un importante ruolo è stato come protagonisti l’uomo e gli animali, in rivestito dall’animale anche nell’ambito particolar modo nella civiltà greca, un della filosofia greca, che pur prendendo cenno deve essere fatto ad Alessandro sempre in considerazione una visione di Magno che, ancora giovinetto, riuscì a tipo antropocentrica, rivolge il proprio domare e cavalcare il terribile cavallo Bu- sguardo verso gli animali. cefalo; il grande condottiero non cavalcò Plutarco mettendo in evidenza la comuni- altro destriero nel corso della sua vita e, cazione esistente fra uomo e animale, alla morte di questo, fondò attorno alla esorta ad esercitare la filantropia, non so- sua tomba la città di Bucefala, l’odierna lo diretta verso l’uomo, ma anche verso Dilawar in Pakistan, quasi a voler simbo- gli animali con i quali dividiamo impor- leggiare il forte legame che intercorreva tanti funzioni. con il mitico cavallo. Un altro aspetto di particolare importanza Al Museo di Efeso è esposta una statua, relativo al rapporto uomo-animale è quel- del II sec.d.C., proveniente dagli scavi ef- lo taumaturgico che trova la sua principa- fettuati nelle case di Efeso, raffigurante le espressione nella civiltà greca. Ad Eros; in bronzo, di piccole dimensioni, Asclepio, dio della medicina, erano sacri doveva fungere da rubinetto in una vasca e il cane, l’oca e la serpe che lambendo le raffigura la divinità mentre cavalca un del- ferite aiutavano la guarigione e il dio si 81 serviva del canto degli uccelli come tera- e il 555 a.c.) che ne organizzò la politica, pia nei trattamenti psichici. Fra mito e a cui seguì cento anni dopo Terone, primo realtà, si narra di alcuni che, avendo perso re mecenate che favorì la costruzione di la vista da entrambi gli occhi, si recavano grandi opere pubbliche. da Asclepio chiedendo di essere leccati Nel 210 a.C. ebbe inizio l’occupazione ro- dai cani a lui sacri, per via del potere gua- mana, la città cambiò il proprio nome in ritore della loro lingua, credenza che an- Agrigentum e visse un breve periodo di cora oggi si riflette in un antico proverbio stabilità a cui seguì un lento declino coin- francese: la langue du chien serte de cidente con quello dell’Impero Romano. medicine (la lingua dei cani serve alla Iniziò quindi la dominazione bizantina, e medicina). Il tema del rapporto uomo- con gli arabi nell’828 la ricostruzione del animale è quindi ben rappresentato nei nucleo urbano sulla collina, l’attuale città. vari periodi dell’arte greca nelle diverse Nel 1401 dopo il crollo del tempio di aree geografiche. Giove, comincia il totale abbandono della Di questo pullulare di interessi verso gli Valle dei Templi. Segue un periodo oscu- animali, in particolar modo nella civiltà ro in cui si susseguono le dominazioni greca, un non trascurabile influsso si ha spagnole e borboniche fino allo scempio nelle colonie che i Greci fondarono in architettonico del ‘700: con i resti del Italia nel V sec. a.C.: la cosiddetta Ma- tempio di Giove venivano ricostituiti i gna Grecia. moli di Porto Empedocle. In questo lavoro l’attenzione verrà rivolta Nel 1927 la città, denominata fino ad al- al rapporto uomo-animale, attraverso l’e- lora Girgenti, diventa Agrigento, ed oggi same e lo studio dei reperti archeologici e tra i vicoli e le chiese, tra palazzi nobi- letterari ritrovati ad Agrigento, antica- liari e templi, Agrigento offre una si- mente nota come Akragas, famosa colo- multanea immersione nelle antichissime nia greca dell’Italia insulare. origini, in un affascinante gioco di mo- derno e millenario. Parte integrante della vita dell’uomo, gli Akragas: cenni storici animali hanno rappresentato fin dall’anti- chità una presenza costante in tutto ciò Le origini di Agrigento vengono narrate che l’uomo ha costruito, inventato, creato da Tucidide, che riconduce la nascita del- e Agrigento, a tal proposito, è uno dei più la città all’insediamento di coloni di Rodi luminosi esempi. e Creta, gli stessi che un secolo prima avevano costruito Gela. Akragas per i greci, Agrigentum per i ro- Akragas e il rapporto con gli animali mani, la più bella città dei mortali per Pindaro, Agrigento, storica città sicula, le Anche nella cultura dell’antica Akragas vi cui origini e la cui storia sprofondano nel- era un’attenzione particolare per il piace- la notte dei tempi, oggi è nota per l’impo- re ed il benessere che una buona relazione nente Valle dei Templi, il verde dei man- con gli animali poteva apportare. dorli in fiore in gennaio e il caratteristico In molte stele funerarie e in sarcofagi, colore della terra bruciata dal caldo sole conservati presso il locale Museo Archeo- in agosto. logico, sono raffigurati animali che, quan- Akragas sorgeva intorno alla seconda me- do non sono simboli dell’evento luttuoso, tà del V secolo a.C, in pieno periodo clas- richiamano il legame che il defunto aveva sico, quando la Grecia si espandeva costi- durante la propria esistenza terrena con la tuendo colonie nel Mediterraneo, espor- vita e le gioie della natura; significativo tando le proprie idee e la fiorente cultura. risulta anche il materiale ceramico e in Il suo primo tiranno fu Falaride (tra il 570 particolare i vasi, specialmente quelli in 82 cui l’animale è raffigurato in relazione con figure umane. Tra i numerosi reperti presenti nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento, al- cuni risalgono alla fase più antica della storia della città: è il caso dell’askòs, il poppatoio a forma di asinello della fine del VI secolo a.C., proveniente dalla ne- cropoli di Contrada Pezzino (Fig.11). Nello stesso museo sono conservati og- getti simili: un askòs tardo corinzio raffi- gurante sulla spalla due cigni in bruno e Fig. 11. Askòs tardo corinzio (reperto necropoli paonazzo (reperto necropoli contrada contrada Pezzino, tomba 1477, databile alla se- Pezzino, tomba 1477, databile alla secon- conda metà del VI sec. a.C. da metà del VI sec. a.C.); un askòs con coniglietti (tre coniglietti sono disposti sul lato superiore) di cui non è indicata la provenienza né la datazione; un askòs a forma di topolino proveniente da Eraclea Minoa, (tomba a 120, necropoli di piano Virzì, fine VI- inizi V sec. a.C.). Come nella moderna produzione di giochi e oggetti per bambini e neonati, è già pre- sente l’utilizzo dell’immagine dell’anima- le a fini ludici ed educativi, ricorrendo agli aspetti psico-affettivi della relazione con l’animale. Se nell’anfora attica del VI secolo (Fig.12) è raffigurato il cane da guerra, in un rapporto utilitaristico ma che presup- pone la fiducia, in altri reperti il rapporto Fig. 12. Anfora attica del VI secolo. uomo-animale assume significati diversi: nell’anfora attica attribuita al pittore di Dikaios (Fig.13) è ritratto Apollo seguito da un cerbiatto e da una colomba in volo; nel lekitos a figure rosse (Fig.14) ai piedi di una donna seduta c’è un uccello. Nel cratere attico, che raffigura un caprio- lo saltellante al suono di una menade che suona la lira e un sileno danzante (450- 440 a.C.), reperito nella necropoli di Vas- sallaggi (Fig.15), è idealizzato il momen- to dello svago e del divertimento. Un altro cratere attico, a campana con fi- gure rosse della fine del V secolo a.C., an- ch’esso conservato al Museo archeologico regionale di Agrigento, raffigura una fan- ciulla che regge un’anatra ed un giovane che ha sul braccio un gatto tigrato; i due Fig. 13. Anfora attica attribuita al pittore di Di- sono posti l’uno di fronte all’altra; la pas- kaios. 83 sione comune per gli animali sembra age- volare e rendere più piacevole la loro rela- zione: lo sguardo dell’anatra è visibilmen- te indirizzato verso il ragazzo che le sta di fronte; entrambe le figure umane sorreg- gono i rispettivi animali con posture ele- ganti e disinvolte (Fig.16). Emblematico di una relazione che si configura come gioco, con sfumature affettive e di tene- rezza, è il coperchio di lekane in cui una donna accoglie un leprotto (Fig.17). In al- tri due reperti vascolari si può cogliere l’evoluzione della referenza animale e il Fig. 16. Cratere attico a campana con figure rosse più elevato valore attribuito agli animali della fine del V secolo a.C., al Museo archeologi- domestici come generatori di piacere. co regionale di Agrigento.

Fig. 17. Emblematico di una relazione che si con- figura come gioco, con sfumature affettive e di te- nerezza, il coperchio di lekane in cui una donna accoglie un leprotto. Fig. 14. Lekitos a figure rosse. Sempre a testimonianza di questo legame affettivo tra uomo e animale, in particola- re uccelli e pesci d’acquario, riportiamo due passi della Biblioteca storica di Dio- doro Siculo:

DIODORO XI, 25

Gli Agrigentini costruirono anche la Ko- limbetra (vasca) sfarzosa che aveva il pe- rimetro di sette stadi (7x180 m) e una profondità di 20 cubiti (1 cubito = m 0,443). Adducendo in essa acque fluviali Fig. 15. Cratere attico, 450-440 a.C., reperito nel- e sorgentizie divenne un vivaio di pesci la necropoli di Vassallaggi. che procurava per l’alimentazione e per il

84 divertimento; accadde che, poiché in essa ta sensibilità con una visione “moder- volavano moltissimi cigni, lo spettacolo na” del rapporto uomo-animale, non ci di essa fu assai piacevole. Ma codesta Ko- si può esimere dal considerare, in sede limbetra nei tempi successivi poiché fu tra- conclusiva, il meritorio impegno dei scurata si riempì di terra e in un lungo arco nostri predecessori e l’importante ruolo di tempo fu distrutta. Gli Akragantini resero che gli animali hanno avuto nella cultu- tutto quanto il terreno coltivato abbondan- ra greca, tanto da lasciare un imperitu- temente di viti e fitto d’alberi di ogni genere ro ricordo nella letteratura e nell’arte. sì da ricavare da essa grandi guadagni. I reperti archeologici, le testimonianze artistico-letterarie, la storiografia del- l’epoca stanno ad indicare come l’ele- DIODORO, XIII, 83 vato livello culturale, accompagnato da un relativo benessere, ha consolidato C’era anche in quel tempo fuori della cit- un rapporto privilegiato con l’animale tà un lago artificiale che aveva il perime- da compagnia e ha generato la consa- tro di 7 stadi, la profondità di 20 cubiti, pevolezza del benessere psico-fisico nel quale adducendo le acque allevavano originato dalla relazione con questi es- un gran numero di pesci per pubblici seri viventi. banchetti. Assieme ad essi vivevano dei Cosi l’animale, anche presso gli agrigen- cigni e un gran numero di altri uccelli, sì tini, si è trovato vicino all’uomo, rappre- da offrire un grande diletto a quelli che li sentando un amico per gli adulti e un osservavano. Dimostra il loro (degli agri- compagno di gioco per i più giovani, im- gentini) lusso la sontuosità dei monumen- pegnato a coadiuvare e sostenere con la ti funebri che costruirono alcuni ai caval- sua presenza le variazioni dello spirito o li da gara, altri agli uccellini delle fan- meglio dell’anima. ciulle e dei bambini allevati in casa che Questo a dimostrazione che l’uomo, per Timeo dice di aver visto fino al tempo in quanto mosso da una visione antropocen- cui egli era in vita. trica della vita, non ha mai trascurato lo spirito zoofilo, dimostrando di avere avu- In entrambi i passi, Diodoro sottolinea il to sempre bisogno dell’animale. diletto offerto dall’osservare gli animali; Una necessità che, per quanto diversa e nel secondo, in particolare, fa riferimento diversificata nel tempo, rimane sempre un alle sepolture, veri e propri monumenti elemento di cui la specie umana sembra funebri, sia per gli animali allevati in casa non possa prescindere. che per i cavalli. Questi ultimi per gli antichi abitanti di Akragas, oltre che come mezzo di tra- RINGRAZIAMENTI sporto e oggetto di scambi commerciali con tutto il Mediterraneo, erano un ele- Ringraziamo: la dott.ssa Graziella mento importante per i momenti di sva- Fiorentini, già Soprintendente ai Beni go, per le gare equestri e per le cavalcate Culturali ed Ambientali di Agrigento, a fini ricreativi. per le preziose indicazioni bibliogra- fiche; il prof. Pietro Zarbo, docente di Italiano Latino e Greco presso il Liceo Conclusioni “Empedocle” di Agrigento, per la seg- nalazione e la traduzione dei passi di Dopo aver passato in rassegna una par- Diodoro Siculo; il dott. Giuseppe te di quanto un antico popolo ha voluto Castellana, Direttore del Museo Archeo- lasciare a futura memoria, quale testi- logico regionale di Agrigento, per aver monianza di nobiltà d’animo e di eleva- agevolato le nostre ricerche. 85 BIBLIOGRAFIA AA.VV. Da Gela ad Akragas, Provincia Regionale di Agrigento- Lions Club, M.E. MAYO, K. HAMMA, The art of South Agrigento, 1998. Italy, Vases from Magna Graecia, Rich- A. COMELLA, I rilievi votivi greci di pe- mond, Virginia Museum of fine art, 1982-83. riodo arcaico e classico, Diffusione, Musei del Mondo, Museo archeologico ideologia, committenza, Bari, Edipuglia, nazionale di Atene, Milano, A. Mondado- 2002. ri editore, 1982. Calendario 2003, Museo Archeologico E. SELAHATTIN, Efeso, Istanbul, 1988, Regionale di Agrigento, introduzione di NET edizioni. Giuseppe Castellana, Palermo, 2003. C. ROLLEY, La sculture grecque, 1 des C. FRANCO, Senza ritegno. Il cane e la origines au milieu du V siècle, Paris, Pi- donna nell’immaginario della Grecia an- card éditeur, 1994. tica, Bologna, il Mulino, 2003. G. DI GIOVANNI, Agrigento, The Valley of I grandi musei del mondo; 13. Museo ar- the Temples, The Regional Museum, cheologico nazionale di Atene, Gruppo edi- Agrigento, Lo Studente, s.d. toriale l’Espresso e, e-ducation.it, 2004.

86 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA MEDICINA VETERINARIA NELL’ANTICA ROMA: LUCIO GIUNIO MODERATO COLUMELLA MICHELA PUGLIESE, CARMELA CANANZI, ANTONIO PUGLIESE

SUMMARY

VETERINARY MEDICINE IN OLD ROME:LUCIO GIUNIO MODERATO COLUMELLA The Authors through an analysis of the Libri rei rusticate of L.G. Columella show the “moder- nity” of the Latin author that already in the 1th century after Christ, age in which lives, gets the accent on some important aspects in the care and in the prophylaxis of the animals. Columel- la underlines the importance and the necessity of more appropriate knowledge for the care of the animals, without neglect the care of the practical ones that to that epoch they cir- culated with frequency. He shows himself farsighted in the choice of the place destined to the construction of the house, a part of which, the rustic house, will received the animals. The building has to be situated in the healthiest point of the zone, because the unhealthy air (aer corruptus) it is cause of many illness, and above all the house must be away from the swamps that produce all that animals armed with prickly stings that damage our organism in summer. Besides the location of the cowshed and the structures, make notable importance to the drain of some dirty liquids, at the distance between an animal and the other and to the stay of the cattlemen that, for avoid to be infected by some illnesses of the animals, has to sojourn in near rooms to the cowshed. In the book 4th and 6th of his work Columella treats in detailed way also the breeding also the cares to be lent to the animals, to improve the production and the survival to make healthier. Columella mentions to a lot of illnesses of cow, horses, goats and pigs, showing the symptomatology of the principal illnesses and suggesting empirics reme- dies, based on the administration of vegetables, decoctions and mineral salts, as well as inter- ventions manual to the reduction of the blood mass. Among the treated illnesses the Authors have been takings in consideration the ones at endemic characters, showing the peculiar as- pects of the lesions and the medicines employed for taking care of these illnesses. C. recom- mends to avoid inside the bovine breeding the promiscuity of species; in the case of an infec- tious illness with epidemic character it needs to move the animals and to separate the affected subjects from those healthy.

Introduzione che, meccaniche ed economiche.7 La sua biografia è incerta e solo dalla sua Lucio Giunio Moderato Columella, opera ricaviamo notizie essenziali. maestro di tecniche di coltivazione e La città che gli diede i natali fu Cadice procedure di allevamento, architetto ru- (Res Rustica VIII, 16, 9; X185); ebbe cit- rale e tecnologo nella trasformazione tadinanza romana (I, praef.I 13), tribuno delle derrate, fu sicuramente il primo fra militare in Siria e Cilicia forse nel 36 i Romani che rivolse la propria attenzio- d.C., ebbe possedimenti in Italia a Cere ne verso il mondo degli animali. Senza (III 3, 3), Ardea, Carseoli e Alba (III 9, alcuna delimitazione specialistica egli 2). I limiti cronologici si possono solo fis- riassunse nella maggiore delle sue ope- sare col cenno a Marco Varrone (116-27 re, De Rustica, tutte le nozioni necessa- a.C.) contemporaneo del nonno di Colu- rie all’uomo dei campi per la cura e l’al- mella ed a Seneca contemporaneo dello levamento del bestiame, coprendo con stesso autore. estrema diligenza e precisione le diverse La sua attività letteraria comprende al- sfere delle conoscenze agrarie, biologi- meno quattro scritti: Libri Rei Rusticae, 87 Liber de Arboribus, Liber singularis ad debitamente la sorveglianza degli animali. Eprium Marcellum ed un’ opera Adversus Quindi dopo aver dato consigli di caratte- Astrologos. re generale, passa a parlare, più compiu- Soltanto i primi due testi sono giunti a tamente e in modo più particolareggiato, noi, costituendo nella tradizione mano- dell’allevamento e della cura del bestiame scritta un corpo di 13 libri, dove la medi- nel libro VI e VII. cina veterinaria è largamente trattata. I 12 libri del De Rustica si aprono con una prefazione, in cui l’Autore lamenta la Libro VI decadenza dell’agricoltura. I libri da noi presi in considerazione sono il VI e il VII Nell’ introduzione al libro VI Columella dove Columella sottolinea l’importanza sottolinea l’importanza dell’allevamento del conoscere le patologie relative agli “la maniera più antica di vita campagnola animali e la necessità di avere maggiore […] e la maniera più redditizia di sfrutta- cura di questi, senza però trascurare l’im- mento della terra”, polemizzando con Ca- piego dei pratici che all’epoca circolava- tone che riteneva l’allevamento, anche se no con frequenza. Nella prefazione, infat- fatto male (si quis vel male pasceret), una ti, viene riportato “un buon villico deve fonte di guadagno. Columella, sostiene essere esperto in veterinaria: medicina invece, che un allevatore inesperto può in- prudens esse debet; ogni giorno visiterà correre in perdite molto più forti degli gli animali e farà trasportare i malati in stessi guadagni.3 infermeria (valetudinaria)”.3 Prima di ad- Articolato in capitoli relativi alle diverse dentrarsi nella cura e nella profilassi delle specie, tratta in modo dettagliato sia l’alle- principali malattie infettive, l’autore, mo- vamento quanto le cure da prestare agli strandosi perspicace e lungimirante deno- animali per migliorare la produzione e ta l’importanza del luogo destinato alla co- rendere più salubre la sopravvivenza, co- struzione della villa e alla costruzione del- me per esempio riguardo ai buoi che van- le stalle, elemento basilare per eludere l’in- no tenuti all’aperto durante il periodo esti- sediamento e la diffusione dei patogeni. vo, al chiuso durante la stagione invernale, Secondo Columella, l’edificio deve essere variando a seconda delle stagioni. Nel li- situato nel punto più salubre della zona, bro VI, l’autore accenna a molte malattie in quanto l’aria malsana (aer corruptus) è dei bovini, dei cavalli, delle capre e dei causa di molti malanni; inoltre i fabbricati suini, descrivendo con tono dimesso e non devono essere locati vicino la palude spoglio di qualsiasi veste scientifica, la quod illa coloribus noxium virus eructat sintomatologia delle principali malattie e et infestis aculeis armata gignit animalia, suggerendo rimedi empirici, basati per lo quae in nos densissimis examinibus invo- più sulla somministrazione di erbe, decotti lant. Infatti la palude d’estate esala un va- e sali minerali, nonché interventi manuali pore nocivo e genera tutti quegli anima- deputati alla riduzione della massa sangui- letti armati di pungenti aculei, che poi vo- gna come il salasso. Fra le molte affezioni lano a nuvole intere su di noi. Trattasi in- trattate, prenderemo in considerazione, dubbiamente di zanzare, già note presso i principalmente, quelle malattie a carattere romani quali vettori di malattie contagio- epidemico, mettendo in risalto gli aspetti se.3 peculiari delle lesioni e i medicamenti im- Ancora per evitare che alcune malattie piegati per la loro cura. degli animali possano contagiare l’uomo (antropozoonosi) suggerisce che i bovari debbano soggiornare in stanzette vicine Malattie dei bovini e loro medicamenti alle stalle, evitando così il contagio diret- to e nello stesso tempo possano effettuare L’autore ritiene molto importante, evitare 88 all’interno di un allevamento la promi- virus, che non trovano modo di moltipli- scuità delle specie, in quanto la presenza carsi.6 La dissenteria verde, caratterizzata di galline o scrofe, ed in particolare dei invece da spossatezza, dimagramento e loro escrementi, possono condurre gli dolori addominali, rende l’animale inabile animali a morte.Verosimilmente a tal ri- al lavoro. Per questa affezione vengono guardo Columella fa riferimento ai paras- consigliate, oltre ai rimedi sopraelenca- siti intestinali non ancora noti per la loro ti somministrazioni di lauro e abrotano specificità di specie, responsabili di entità cipollino. nosologiche a volte mortali.1 Successiva- Altre malattie molto pericolose, come di- mente passa a parlare delle pestilenze dei ce Columella sono le affezioni polmonari bovini e del modo di prevenirne la diffu- a carattere ulceroso, i cui sintomi princi- sione. Secondo Columella quando una pali sono: tosse, macilenza e da ultimo malattia infettiva a carattere epidemico, etisia. Anche per queste lesioni da ascri- come la pestilentia, colpisce il bestiame vere presumibilmente nelle affezioni di ti- bisogna spostare gli animali in altre zone, po tubercolare, l’autore consiglia, per evi- separarli da quelli sani ed evitare il pasco- tare la morte dell’animale, di inserire le lo ad altri animali per eludere il contagio. radici di consiligo, in un’apertura del pa- L’isolamento degli animali appestati e il diglione auricolare, aggiungendovi per trasferimento in zone indenni conferisco- via orale del succo di porri con olio e vi- no all’Autore il merito di aver applicato no. Nell’ambito della stessa specie, l’au- in modo primordiale le basi della moder- tore porta una particolare attenzione verso na profilassi, che negli allevamenti mo- le affezioni oculari, prendendo in consi- derni, a carattere intensivo, viene definito derazione il gonfiore, l’intuminescenza “tutto pieno o tutto vuoto”.4 del bulbo e l’albugine, sintomi peculiari Per quanto riguarda la terapia, Columella della blefarocongiuntivite e della cheratite ritiene che la somministrazione di rimedi infettiva del bovino.5 Nel caso della blefa- adatti, può essere un valido contributo per rocongiuntivite viene consigliata l’appli- eliminare o eradicare un processo infetti- cazione di miele, misto ad acqua e farina vo. A tal riguardo, viene consigliata una di grano, nella cheratite invece sale am- mescolanza di radici di panacea e di erin- moniaco mescolato al miele, oppure osso gio con semi di finocchio, farina di finoc- di seppia polverizzato e soffiato dentro gli chio, farina di grano tostato e macinato, il occhi per tre giorni. tutto unito ad acqua bollente. Altro rime- dio può essere una mistura di cassia, mir- ra, sangue di tartaruga marina, unita a tre Malattie dei cavalli e loro medicamenti sestarii di vino vecchio, somministrata per via nasale. Columella dimostra di avere una buona Relativamente alle enteriti, l’Autore af- conoscenza dell’allevamento dei cavalli, fronta una prima classificazione dividen- effettuando una prima classificazione do la dissenteria violenta dalla dissenteria della razza: nobile, da circo e da gara, da verde, la prima infatti si manifesta in for- carne, da tiro e per i lavori pesanti. Fra le ma violenta, con presenza di acqua mista affezioni più frequenti della specie equi- a muco, per la quale consiglia di sommi- na oltre alle patologie interessanti lo nistrare pigne di cipresso e cacio vecchio, zoccolo per la cattiva igiene delle lettie- mescolato a vino aspro, cime di lentisco, re, vengono ritenute affezioni frequenti mirto e oleastro. Trattandosi, verosimil- le coliche renali e intestinali. Per le pri- mente di una forma virale, la sommini- me consiglia dell’olio mescolato a vino strazione dei rimedi ad azione astringente da cospargere sui fianchi e sulla groppa, sulla mucosa intestinale, ne modificano il o ancora l’inserimento di una piccola substrato, limitando la riproduzione dei parte di incenso o di una mosca viva sui ge- 89 nitali allo scopo di stimolare l’urinazione. Malattie delle pecore Le coliche addominali vengono distinte in coliche da costipazione e coliche Relativamente alla specie ovina l’autore parassitarie, per le prime si consiglia lo sostiene che tra le pecore e i grossi ani- svuotamento dell’ampolla rettale e l’in- mali esistono delle similitudini riguar- troduzione di miele cotto, origano ed er- danti sia le patologie quanto i rimedi. ba acaricida, con clisteri a base di acqua Una particolare attenzione viene rivolta di mare e salamoia; lo stesso medica- alla peste ovina, sottolineando le pecu- mento viene anche utilizzato per le coli- liarità sintomatologiche ed alcuni sistemi che parassitarie caratterizzate da dolori di prevenzione: cambiare pascoli ed ac- acuti che inducono l’animale a rotolarsi qua, clima e luogo dell’allevamento, a terra e percuotersi violentemente il spostare gli animali a piccoli gruppi per ventre, muovendo la coda e scalciando evitare la diffusione del contagio e il tra- in modo incontrollato.2 sporto non sia né troppo lento, né troppo Fra le lesioni cutanee del cavallo vengo- veloce in modo tale da ridurre lo stress e no citate l’impetigine e la scabbia, che l’eccessiva letargia. diffondendosi velocemente negli alleva- Successivamente l’autore tratta la pedai- menti possono infestare l’uomo e nel ca- na, al tempo clodigo, distinta in due for- so particolare della scabbia portare a me: una a carattere eczematoso-purulen- morte l’animale. In ultimo Columella to da trattare con rubigine infuriata, ov- parlando di cavalli contempla quali se- vero rame , così come avviene oggi con gni da prendere in debita considerazione l’impiego del solfato di rame, sostanza l’epistassi, sintomo peculiare di alcune ad elevato potere astringente e disinfet- malattie infettive e diffusive degli ani- tante;6 una seconda forma a carattere no- mali: diatesi emorragica, setticemia, dulare da curare con una semplice inci- carbonchio ematico e morva. sione del tubercolo, in modo da far usci- Il cavallo può contrarre anche se rara- re il verme e drenare la ferita. Particola- mente la rabbia, che secondo l’autore è re risalto viene dato al carbonchio ema- determinata dalla visione della propria tico, bollicola per i pastori dell’epoca; immagine nell’acqua, cui segue anores- affezione caratterizzata dall’elevata dif- sia e deperimento organico.Poiché l’e- fusibilità, che se non viene arrestata pre- ziologia virale della malattia era pres- cocemente produce un’elevatissima socchè sconosciuta all’epoca è possibile mortalità. Come oggi anche allora si da- riferire questo dato all’idrofobia, sinto- va molto risalto alla profilassi, le carcas- mo peculiare della malattia.Vengono in se degli animali venivano distrutte col seguito descritti con esattezza i sintomi fuoco in una fossa profonda, intorno alla della meningoencefalite: eccitazione, quale veniva evitato di far pascolare il scarso orientamento e deficit visivo, an- gregge. che se i trattamenti descritti sono empi- rici e dettati dalla superstizione. Malattie delle capre

Libro VII L’autore nella trattazione delle malattie delle capre fa riferimento alle pecore con Nel libro VII Columella rivolge la pro- le quali vi sono numerose similitudini; in pria attenzione agli animali di piccola modo particolare Columella fa riferimen- mole quali pecore, capre, suini e cani. to ad una patologia delle capre che le por- Egli traccia le linee essenziali riguardan- ta improvvisamente e velocemente a mor- ti l’allevamento e le patologie cui più te in poche ore, al contrario delle pecore frequentemente sono soggetti. che si ammalano e muoiono lentamente. 90 Animali in buono stato di salute cadono a Columella. L’Autore attraverso questi terra tremanti e poco dopo muoiono. Trat- studi rimanda ad un’azienda ineccepi- tasi presumibilmente dell’enterotossiemia bile dal punto di vista organizzativo, degli ovi-caprini, sostenuta da Clostri- ma allo stesso tempo ricca di idilliache dium perfringens che nell’arco di poche suggestioni virgiliane. Columella non ore porta a morte l’animale. rappresenta più il piccolo fondo a ce- reali del romano antico o il latifondo al pascolo della tarda repubblica e del Malattie dei suini meridione. Egli rappresenta il proprie- tario del complesso di edifici e di strut- Riguardo ai suini l’Autore fa riferimento ture, a vario ambiente naturale e molte- esclusivamente ad una sintomatologia plice sfruttamento del terreno, che con- febbrile accompagnata da ripiegamento torna e costituisce la villa. su un fianco dell’animale, spasmi addo- Un’ azienda agricola in perfetta regola, minali vertigini e prostrazione al suolo. questo il panorama ideale di Columel- La malattia sembra avere carattere epide- la, condotta con accortezza, ma non mico in quanto può colpire tutto l’alleva- senza piacere, con minore pena che nel mento, ma non risulta facilmente codifi- Virgilio e con più garbo che in Varrone, cabile poiché non vengono riportati sinto- in un contesto gradevole già minacciato mi clinici sufficienti. La stessa considera- di disfacimento e amore. zione potrebbe essere fatta per il dolore di L’Autore del De Rustica è un uomo che milza, che compare a seguito di una co- nell’ attività agricola vede qualcosa di piosa ingestione di frutti di alberi. più di un mero modo di vivere e guada- gnare, la natura è per lui una giovane e fertile madre, equilibrata, sapiente e Malattie dei cani benevola con i suoi figli, che la ricam- biano con svogliatezza e inoperosità.3 Dopo aver preso in considerazione le af- Il fine di Columella non è la poesia, né fezioni da ectoparassiti, Columella porta la ricerca raffinata e formale dei termi- la sua attenzione verso la scabbia ed per ni, in lui rustico cittadino spagnolo dal- la terapia rimanda agli stessi interventi te- lo spiccato senso pratico e dal forte at- rapeutici usati per gli altri animali. Per la taccamento alla terra predomina l’utili- prima volta fa riferimento al fatto che tali tas. L’obiettivo è di richiamare la clas- medicamenti, quali gesso, sesamo e pece se patrizia all’amore per la res rustica, liquida possono esssere usati anche per che all’epoca cominciava a non essere l’uomo. Da ciò si evince come i romani più curata. erano a conoscenza dell’aspetto antropo- La sua opera è un manuale disteso, leg- zoonosico della scabbia nel cane, in quan- gerlo è come contemplare un quadro to il parassita non avendo una specificità dai contorni distensivi e riposanti, un di specie può passare indistintamente dal trattato il suo, ampio e particolareggia- cane all’uomo, e viceversa. to, necessariamente tecnico, ma ralle- grato da pause, spunti personali, con quel tanto di popolaresco che ben si Conclusioni adatta all’uomo dei campi.3 Egli sor- prende fin dall’inizio, infatti profondo La concretezza del modo di porsi nei conoscitore dell’argomento che tratta, confronti della vita, la caratteristica stupisce per la conoscenza di tante ma- praticità e la peculiare tangibilità, ele- lattie, e per come in alcuni casi ne ri- menti distintivi tipici dei romani, di- esca a individuare la causa e la terapia. ventano elemento basilare dell’opera di Sorprende quando, nell’introduzione 91 dell’opera dà precetti sulla costruzione BIBLIOGRAFIA della villa e della casa rustica, a cui so- no annesse le stalle. 1 J. BOCH, R. SUPPER, Parassitologia Cli- Ancora di più quando invita a non co- nica Veterinaria Ed. Italiana a cura di struire dove l’aria è malsana, oppure a HORST O. Huber Essegivi, Piacenza, 1980. proposito delle pestilenze, quando sug- 2 L. CASAROSA, Parassitologia Degli Ani- gerisce di isolare gli animali e quando ri- mali Domestici Casa Editrice Ambro- conosce l’importanza delle malattie in- siana (MI), 1985. fettive ravvedendo in essa una possibile 3 L.G. MODERATO COLUMELLA, L’arte causa di morte. L’acume di questo conta- dell’Agricoltura e Libro sugli Alberi, dino spagnolo si esplica con stile dili- Trad. ROSA CALZECCHI ONESTI, Einaudi gente, semplice e duro, tipico della pre- (To), 1977. cettistica tecnica tradizionale.7 4 V. C HIODI, Storia Della Veterinaria, Milton ne consigliava la lettura ai gio- Farmitalia, Milano, 1957. vani, tra la cena e il letto. Oggi forse 5 N.K. GELATT, Veterinary Opthalmology, Columella non è l’ideale fra i libri da Lea Febigetre, Philadelphia, 1981. tenere sul comodino, ma sicuramente 6 W.R. KIRK, Current Veterinary Therapy, può sollevare lo spirito, quando percor- W.B.Saunders Company- Philadelphia, rendo con calma i frutteti, osserviamo i 1979. buoi, i cavalli e il meraviglioso mondo 7 SERENI E., Storia del paesaggio agrario delle api. italiano, Bari, 1972.

92 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

THE PRESERVATION OF FOOD OF ANIMAL ORIGIN IN THE HISTORY OF THE MEDITERRANEAN PEOPLES

MARGHERITA TURCHETTO, ANDREA LAFISCA

RIASSUNTO LA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE NELLA STORIA DELLE POPOLAZIONI MEDITERRANEE Al di là del controllo della salute e della produttività degli animali da lavoro e di utilità, una delle principali funzioni della Medicina Veterinaria è il controllo della sanità degli alimenti di origine animale. Nell’antichità questa funzione, spesso affidata ad esperti artigiani prepara- tori di carni conservate, era regolamentata, presso le popolazioni meglio organizzate, da un’appropriata legislazione. Salatura, essiccatura, affumicatura, acidificazione, processi di fermentazione e uso di sostanze vegetali con proprietà antibiotiche ed insetticide furono pro- cessi noti e applicati nell’antichità e costituirono oggetto di studio e di scambi culturali. Nella maggior parte dei casi sono entrati silenziosamente nella tradizione popolare, ma talvolta ne è rimasta traccia documentata in letteratura e nella legislazione. Molte guerre ed esplorazioni geografiche furono possibili grazie ad abili ed antiche tradizioni che consentivano l’accumulo e la conservazione delle derrate e, viceversa, molte guerre e spedizioni si fecero per appropri- arsi di sostanze adatte alla conservazione delle carni. Ne sono esempio le guerre dei Romani per la conquista di saline o le spedizioni in Oriente dei Veneziani prima, di Cristoforo Colom- bo e Vasco da Gama poi, per l’acquisizione di droghe. Per questo motivo presso molti popoli del Mediterraneo, anche lontani spazialmente e cultu- ralmente, si trovano preparazioni culinarie coincidenti e metodi di conservazione importati da contrade lontane (come a Venezia le aringhe o il baccalà, di origine Nord-Atlantica).

Introduction mount, were slaughtered only when they were ill, wounded or too old. Greeks In the earliest european world the meal and Romans limited their meat con- consumption was a rare event, that hap- sumption to particular recurrences, in pend few times in the year. The reason which gods were thanked by the sacri- of this alimentary habit can be found fice of one (an ox, the Greeks) or more both in the higher expenses in breeding animals (the sacrifice of a pig, a sheep cattle compared to cultivating crops and and an ox was called Suovetaurilia by in the unknowledge of efficient systems the Romans). The bones, the incorupt- to preserve the food of animal origin. In ible parts were offered to gods, the en- the warm-climate areas, such as the trails were used to predict the future and Mediterranean Basin, the hunted or the meat was distributed to the people. fished animals must be immediately eat- Few ancient peoples reared mammals en or sold. The animal breeding was for the alimentar use only and we know made on a little scale, and overall of it by the study of the bones found in poultry, porks, sheeps and cows. their disposal sites. The archeological The latters were bred more for their se- findings testify that, those Kelts named cundary products (milk, eggs, butter, by the Romans Gauls, bred dogs for cheeses and wool) than for the meat. food. The pre-roman people living in the Bovines and horses, that were mainly Padana Plain, such as the Paleovenets used for the farm works and for the and the stilt-house men (the Terra-Mare 93 civilization) let a lot of swine bones, but Contaminants and main preservating none of the posterior legs. They proba- methods bly used the thighs to make hams and sold or exchanged these with neighbour That of foods of animal origin is a very peoples.1 large and eterogeneous group, that con- True breedings, with a closed reproduc- tains any food from the meat, to cheese, tive circles appeared very late. Romans fish products and honey. These foods can were used to build fish ponds to keep be a pabulum for a wide range of micro- the fishing products alive (but this can- organisms, that could adulterate them. not be called breeding!). In the North- Adulteration of foods is not just connect- Adriatic lagoons the fishing valley were ed to a bad taste of these foods, but also built. These exploited the reproductive can make them poisonous for those who cicle of some fish species, the larvae of eat them (food-borne disease were known which, go to the brackish lagoons to and reported since the ancient times). The grow. Eventhought, mediterranean peo- micro-organisms that adulterate foods can ple lived eating most cereals (crops), be grossly divided into several classes: legumes and other vegetables, (onions, viruses; bacteria; moulds and funguses; olives, chesternuts, walnuts, acorns, arthropods, … ...), their flours and products derived To prevent the spoiling action of these or- from these (pasta, pizza, loaves…), ganisms, many methods have been deve- because they were easily dryable and loped, that make foods an unsuitable en- preservable. Barbarians called scorn- vironment for them. Variations of pH, of fully Greeks and Romans, bulbs-eater water activity, oxygen, storing temperatu- and soup-eaters for this reason. re, can affect the growth and multiplica- Since the early Middle Age the con- tion of micro organisms. The addiction to sumption of meal has begun to increase, the foods of preservative chemical com- and this has sharpened the techniques pounds, such as those that are present in used for animal-breeding and for food- the smoke or in some plants (spices) can preservation. The incentive to the con- also be used to achieve the same results. sumption of more meal, from many more animals, had probably a religious origin: Catholics considerd all animal Drying and smoking species the same as all created by God. The Jewishes, instead, must limit the The wide set of environments that are animals to be eaten only to those named present in Europe strongly influenced the in the Genesis, i.e. to those directly cre- availability of techniques for the preser- ated by God, excluding the others, con- vation of foods of animal origin. The sidered hibrids, which could damage Mediterranean climate, dry and warm, even the man.1 promoted the preservation through dry- The knowledge of the techniques of ing, most especially of meat. Also the food preservation allowed the survival wide availability of salt made the preser- of populations during famines, the great vation through dehydratation easy and migrations of peoples throughout the cheap. It is known that Babylonians used whole Europe, the movements of great to dry fish and make a fish-meal, that was armies and the conquest of new lands. later re-hydratated and used to prepare The possession and avaiability of food meatballs, paps, or to add it to other preservatives, as salt, pepper, spices, foods. This meal was also traded with and the sale of preserved foods enriched Egyptian, that, instead, preferred to pre- entire nations. serve fish under salt.

94 In central Europe, where climate is humid war against the Sabins, for the salt mines and sun is scarce, food preservation and the route from Rome to the Appenins through drying was not common, and meat was nomed “Via Salaria”. was often eaten raw as it was available, Erlier peoples, as Egyptians, commonly hunted or slaughtered (Greeks and Latins used sea salt as food preservant, most es- called the barbarians “raw meat eaters” and pecially for fish, the greatest source of ani- called “barbarian” any people who was mal proteins. Phoenicians built salt works used to eat raw meat). Going even norther, in many mediterranean islands, and made the climate gets much dryer and colder, al- a trust of salt until they were overcame by lowing the preservation of meat, and most Greeks and Romans. especially fish, through air-drying. The use of smoke has often gone together with drying. It is probably because dried meat was often kept close to the fireplace to keep it dry during the cold and humid winters. The discovery of the peculiar taste of smoked fish or meat made them highly required by rich persons in central and south Europe.

A Salt (NaCl)

Salt (Sodium Chloride) is a biological ne- cessity for human and all animals because it contents sodium (Natrium), that is in- dispensible in the animal metabolism, while is toxic for the plants. The prehis- toric men, living overall of hunting, prob- ably had a sufficient salt supply from their game, but afterwards the farmers, eating grown vegetables, must add salt to their diet. It was so discovered that the salt in great quantities is one of the best B preservatives of food and food storage is vital for any society. Salt can be obtained from the sea water, by water evaporation in arid and warm climates, or it can be found in mines. The latter is the “sweetable salt”, because it is pure sodium chloride, without any other ion that is present in the sea water, and for this reason it is the most tasty and the best preservant. Even if peoples living around the Mediterranean Basin had no problems to produce salt in salt works, they preferred mineral salt for the food, C using the former as preservative. The Ro- Fig. 1. Fish preservation by salt. mans, for exemple, though they had very A: Egyptian preparation; B: Romans' salt works; near the works at Ostia, made a winning C: Fish salting in Middleage. 95 The true richness was of those, that made a Crusades became a way to make business of salt with the countries far from favourable exchanges of salt and drugs for seas or salt mines. Romans had understood long time with Arabic merchants (drugs this fitness and made many wars to con- and spices were either imported by the quire the coasts of the Mediterranean sea, Arabic merchants from the narrow arabic where it was possible to make salt works, region or from India). The mediterranean or salting fish industries (Fig. 1). salt was shipped to Venice and then sold at The salt became more important than the very high prices to customers of central money. Roman soldiers were payed with and northern Europe. Venetian monopoly salt (“salario”, salary), and salt became was maintained until 1600, even if the ve- monopoly of the states, subject to taxes netian trust suffered the arrival of Turkish- and, consequently smuggled. es (Ottomani) and their piracy inference. After the fall of the Roman Empire, many Until the end of Middle Age, the Mediter- of the salt works or the italian salt springs ranean Sea was the center of the richness, were closed or destroyed by barbarians, and Venice was the incontrastate queen of Longobards overall, who were not used to salt, spices and tissues trading.3 The preserve meat by salt. This happened, for Venice’s monopoly ended when Por- example, to the salted-water springs of the tougueses reached India by sea, crossing lower Padana Plain (Emilia), that are basic the Cape of Good Hope and Spanishes, for ham, bacon and cheese production. with the same extent, arrived to America These springs kept being closed until Car- (New Indias). Venenetians had too little lo Magno opened them again and called ships to sailor the opened ocean and their the neighbour village “Salso” (now the routes trough Indian Ocean, Red Sea, name of this village is “Salsomaggiore”, Egypt (or Syria) and Mediterranean and and is a well known thermal resort). Adriatic Sea became not competitive. The The extraction of salt from salt mines was Mediterranean Sea lost its primary impor- also well developed in Central Europe, tance as commercial route. most especially Bavaria, Poland and Aus- tria. The name of many cities containing the roots “salz” or “halle” (from Greek The history of cod (Gadus morhua): als-alos = salt) as Salzburg, Salzkam- from the North Sea to the New World mergut, Halle, Hallein, Hallstatt, etc… confirms the importance of the salt mines Cod is, by certain, the most commercially in the economy of middle-European re- important fish that lives in the sea. His gions. The extraction of the rock-salt was habitat is restricted to the cold waters of yet very expensive and dangerous, and in the Northern Atlantic Ocean, the Barents the earlier Middle Age the roman salt Sea and the North Sea, but, under salt or works of the Adriatic sea, run under the air-dried it is known worldwide. The com- control of the Seafaring Republic of mercial importance of cod comes for two Venice, with the help of the Bizantine Em- reasons: the first is that during the winter, pire, had a renewed importance. Venice every year, millions of cods leave the cold made the conscious decision to concen- waters of the Barents sea to go southward trate the salt trade under its power, and to spawn in the seas off Norway, where winning the conflict with Genoa (1380), it they concentrate and can be easily fished had the control of the all mediterranean in large quantities. The second reason is, salt business. Salt, first and spices later, that his body is very poor in fats (0,3% of were the “gold” of Venice, toghether with the fish’s weight) and rich in proteins. This an illuminated government.2 Venice quality makes the preservation through obteined the leadership of salt market with drying very easy, because the risk of rancid few wars and many agreements: even the turning of the fats is very low. The fish- 96 products, that comes from the air drying of drying (Fig. 2). The diffusion of the salted cod is called “stock-fish”, from the norwe- cod first came through the Basque whale gian word “stokk”, that indicates the stakes fishermen during the 16th century. They ap- where cods are hung to dry during a 3 plied to these fishes the same preservation months-time. Stockfish first entered the technique, they used to preserve the whale history of European trade when the Venet- meat: they made barrels that were filled ian nobleman Piero Querini, in 1432, ship- with alternated layers of salt and whale wrecked on the Lofoten islands, that are meat stripes (or cods).6 This way of preser- the centre of the norwegian stockfish in- vation of cod meat allowed them to stay dustry. He understood very well that, for fishing for longer times, and made them their being well preservable, light weight- the best whale hunters of the world. ed, nutrient and easy to store, stockfishes Preserved cod crossed the Atlantic Ocean were a perfect food for those sailors and together with those ships, that carried fishermen, that had to stay away for long African slaves to the Spanish and Por- times. Since then, Italy has been one of the tuguese colonies in South America for the principal buyers of norwegian stockfish.4-5 collection of sugar, cotton and later, coffee. Preservation through air drying was not These slaves had often stockfish or salt the only way, cod was preserved. Norwa- preserved cod to eat, because it was very gians preserved it also under salt (this cheap, rich in proteins and in those salts, product is called in Italian “baccalà”, in the slaves lost sweating during the hard Portuguese, “bacalão”, and in Spanish “ba- field work. Since those times, the tradition calao”), even if not so frequently as by air of Central and South America has been very rich in receipts to cook the preserved cod. The search for those enormous cod banks was very important during the past cen- turies for the Norwegians. There is no his- torical evidence, but it seems that, before the year 1000 A.D., Erik the Red reached the coasts of Greenland, searching for cod’s banks. Probably his son, Larsen, reached the coasts of Labrador and North America.

The herring (Clupea arengus) A The common and scientific species name of this fish come from an ancient german word: heri or heer that respectively mean: “many people” and “army”. This is to make a comparison between people and the enormous banks of these small fishes, that periodically were available to fisher- men of the northern Atlantic seas. The large amounts of herrings that were peri- odically fished required to be preserved, in order to make them available and com- B mercially valuable for a while.6 Com- Fig. 2. A: Cod preserved as “stockfish”; B: Ga- pared with cod, herring’s meat it much dus morhua. more fat and the simple air-drying would 97 Spices and drugs

Men recognised and used those proper- ties, plants coevolved together with their predators to defend themselves (toxic compounds, insecticides, antibiotics compounds), or to attract pronubic in- sects (polyciclic scented molecules) since the very ancient times, and used all these biochemical compounds to pro- duce medicines, food preservatives and perfumes. Spices were fundamental to preserve the foods of animal origin, to make the Fig. 3. Monks eating herrings. spoiled foods eatable again and to make foods and beverages more tasty. Most of the spices, that are used since the times make the fats turn rancid. of the Roman empire, come from the In- For this reason herrings have been, since dian subcontinent, from the Mollucan is- the middle age, preserved under salt, in lands and, in a minor part, from equato- large barrels, or smoked and then sold all rial Africa. After the discovery of Ameri- over Europe5. The value of this product ca, many new spices were imported in varied, according to the region and the Europe, used for the preservation of food natural availability of it. In Norway, of animal origin and here cultivated. where herrings are common, they were a Above all, the different kinds of chilli food for poor people, as in central Eu- (Capsicum spp.). rope, they were so much expensive, that were considered a symbol of richness by merchants. Pepper (Piper nigrum) In the Mediterranean region they were so rare, that in Naples (Southern Italy) a What is, for us, just a spice we buy at the miracle is required to turn a basket of supermarket, has been, in the past cen- pilchards (sardines) into herrings by S. turies so important, that it was considered Tommaso d’Aquino. even more precious than gold and used as The commercial importance of preserved money to pay sailors (in 1545 a british fish, both cods and herrings, and of the ship called “Mary Rose” wrecked close to media that were required to preserve them Great Britain. Inside the ship many bod- (salt, above all) had a religious explana- ies of the sailors were found. Everyone tion as, during the middle age, there were had a small bag containing grains of this strict rules on food consumption and, dur- spice). We are dealing on pepper, the ing most of the year, it was not allowed to berry of the plant named Piper nigrum, eat red meat, milk, eggs, birds or game originarian from the Indian subcontinent. animal. During these days of abstinence, Since the time of the ancient Egyptians, it was allowed to consume almost only in all Mediterranean basin, spices were fish meat (Fig. 3). Among “fishes”, the widely used for the preservation of meat. large ones, such as tuna, cetaceans or Egyptian considered spices fundamental seals were not liked, as they were too for the embalming of the dead. On the “bloody” and too luxurious for a day of other side of the Mediterranean basin, abstinence and prey. where embalming of the dead persons was not used, but where famine was a 98 constant fear for the populations, spices, This flourishing market lasted for some together with salt and drying were widely six centuries, until in 641 the muslim used to preserve meat during winters. We took Alexandria, restoring the monopoly cannot forget that spices don’t just pre- of Arabians on spice trade, that at the serve, but also give flavour to the meat, time had widened to the entire Europe. making the spoiled one edible again, The prices of pepper began again to rise covering any kind of bad taste.1 and, if this was tremendous for the Rich Romans were truly addicted to whole Europe, it was very positive for spices: their books of cooking are full of Venice, that made a deal with the Arabi- receipts made using a lot of different ans, becoming their preferred (only) dis- berries, in a way we would never use to- tributor of spices for the entire Europe. day, and they paid a lot for these, they im- A little part of the spices market still ported from the Middle East through Ara- evaded the control of the muslims, passing bic merchants, who had, in fact, the mo- overland through Costantinopolis. In nopoly on this trade, applying so high 1453 the Ottoman Turks took Costanti- prices to pepper and other spices, that Ro- nopolis, shutting down even this small mans, in 24 BC begun a war to invade Ara- trade. Again the prices of spices rose up… bia, that ended in a tremendous defeat. Association of spices with money and gold was beginning to rise up: a little less than 60 years later, where sword failed, commerce won, as the Greek merchant Hippalus discovered that monsoon winds, that took the ships in the Red Sea east- ward (to India), periodically reversed and could take the same ships, full of spices, back to Egypt, where a short overland travel could take the precious loads to the Mediterranean countries.

A

B Fig. 4. Spices’ routes toward India: Venetian rou- te by land; De Gama route eastward by sea; Co- Fig. 5. A: black pepper Piper nigrum from India; lombo route westward. B: red pepper Capsicum spp. from America. 99 Spices price was so high at the time competion each other, were of mer- (and spices were so important for the chants of the two kingdoms, which wan- preservation of foods) that many coun- ted to reduce competition among them, tries thought of looking for an indipen- share costs and realise the economy of dent sea-route to India avoiding the scale. After them, every country had its strangling Arabic monopoly. Spain and own “East India Company”, but no one Portugal financed dozens of expeditions was as successful as the English and therefore. Few of them could come back Dutch. [By 1670, the Dutch East India to the fatherland. Company had 200 ships, 50,000 emplo- The first who achieved the new route yees and 30,000 fighting man. Every passing the Africa’s Cape of Good Hope year 40% of the investments were paid was the Portuguese Vasco da Gama.7 (Fig. to their shareholders. Globalisation was 4) As he opened this new route, the price beginning. of pepper in Lisbon fell to 1/5 compared to that in Venice. The Spanish counterpart was not happy therefore. They had sent Christopher Columbus, who tried to go BIBLIOGRAFIA west, and didn’t find the India, but anoth- er continent. In his zeal to convince his 1 AA.VV., Atlante dell’alimentazione e paymasters that he had succeeded, he della Gastronomia, a cura di M. Monta- called the natives of this new found land, nari e F.C. LANE, Storia di Venezia, Ed. Indians and the spice they used (chilly: Einaudi, 1978. Capsicum) as “red pepper” (Fig. 5).8 3 F.C. LANE, I mercanti di Venezia, Ed. During the 16th century the Portuguese Einaudi Tascabili, Saggi n. 398, 1996, became the top European clover importer, Sabban, Ed. UTET, Torino, Vol. I e II, but they needed a distribution net in the 2004. whole Europe, most especially the rich 4 V. T EPEDINO,P. MANZONI, La vera sto- north and western Europe. They allowed ria dello Stoccafisso, Eurofishmarket, the Dutch to be their chief distributors. 1, 2004. At the end of the 16th century, in 1580, 5 C. CORVINO, La regina dei giorni di ma- Spain gobbled Portugal from the com- gro, Medioevo, Ed. De Agostani, Riz- mercial point of view. English and zoli, Milano, 8, 2004. Dutch decided to begin to play a master 6 M. LAZZARA, Il pesce del Nord, La Cu- role in the commerce of spices (not only cina Italiana, Ed. Quadratum, Milano spices, but principally). 11, 1998. The last day of 1600 the East India 7 AA.VV., Atlante storico Garzanti, Ed. Company was created in London and in Garzanti, Milano, 1999. 1602 the Dutch East India Company 8 S.E. MORISON, Cristoforo Colombo Uo- was founded6. Both the associations, in mo di mare, Ed. Longanesi & C., 1991.

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STORIA E VALENZA SIMBOLICA DEL CADUCEO MARIA LUISA LUCCHI

SUMMARY

HISTORY AND SIGNIFICANCE OF THE CADUCEUS

The word ‘caduceus’ has a Greek root (cherukeion) and means ‘herald’s emblem’.However, the significance of the Caduceus should not be linked to Greek mythology and the winged staff of Hermes (Mercury, for the Romans). The symbol of the Art of Medicine is, rather, an old mystic symbol common to various peoples and civilisations. Images showing this symbol have been found not only in Greek temples, but also on ancient Vedic tablets, on Egyptian monu- ments and in Babyloinan myths associated with the god Mingzida. The oldest example, from the Bronze Age, was found in the Mesopotamian city of Lagash, in the region of the conflu- ence of the Tigris and the Euphrates and one of the oldest centres of Sumerian civilisation, in- scribed on a goblet belonging to the king Guda (2300 BC). Such a widespread diffusion serves only to emphasise the importance and significance of the symbol. The appearance of the Caduceus is not always the same, but in all cases is composed of the same elements: the rod, the snake and the wings, symbols which conceal an ancient wisdom which was subsumed into myths, beliefs and religions. Analysis of the symbolic meaning that these elements have had for mankind reveals the universal values which determine the choice of the Caduceus as the symbol of the Art of Medicine. The rod, snake and the wings of the Caduceus are archetyp- al symbols which express, at both physiological and metaphysical levels, the enigma of the complexity of human beings and their infinite possibilities of positive development when in harmony with the Supreme Being.

Dal regolamento sulla pubblicità veterina- ciato al dio Mingzida. Nel “Libro dei ria approvato il 6/5/1995 dalla Federazio- Morti” dell’antica religione egizia, Anu- ne Nazionale degli Ordini dei Veterinari bi, il dio che insieme con Iside ricompo- Italiani (F.N.O.V.I.): se le membra di Osiride e che presiedeva “Le insegne degli ambulatori veterinari alla cerimonia dell’imbalsamazione, è non possono contenere disegni, simboli descritto col caduceo nella mano destra. grafici ad eccezione di quello rappresen- Nella regione dove confluiscono il Tigri tativo della professione, individuato nel e l’Eufrate, nella città mesopotamica di caduceo su croce azzurra”.1 Lagash, uno dei più antichi centri della La parola italiana, “caduceo”, deriva dal civiltà sumera è stata rinvenuta una cop- latino “cadùceus”, che a sua volta riman- pa, risalente all’età del bronzo, su cui è da al greco “Cherùcheion” che significa inciso il caduceo. insegna dell’araldo. Nella mitologia gre- Una così ampia diffusione non può che ca, l’araldo, il messaggero degli dei, era avvalorare l’importanza del simbolo e il dio Ermes, da cui i Romani derivarono dargli un significato diverso da quello il dio Mercurio; per questo motivo il ca- collegato al dio greco in quanto Ermes duceo viene comunemente collegato ad viene così descritto da Platone: Ermes/Mercurio, trascurando che esso “Dio, interprete, messaggero, ladro, in- appartiene anche ad altre civiltà. gannevole nei discorsi e pratico degli af- Immagini del caduceo sono state, infatti, fari, in quanto esperto nell’uso della pa- rinvenute in India, incise su tavolette rola; suo figlio è il Logos.” (Pl. Crat. della civiltà vedica e in Babilonia, asso- 407a-408d).2 101 Secondo la tradizione antica le tecniche della “medicina dei tre regni” furono rive- late agli uomini da un dio che la tradizio- ne ermetica chiama Hermanubi (sincreti- smo di Hermete/dio Thoth e dio Anubi) o comunque da un personaggio semi-divino come Ermete Trismegisto che la leggenda ritiene autore del Corpus Hermeticum raccolta di scritti ermetici3 che ebbero grande influenza sul pensiero filosofico e sulla ricerca alchemica. Alla fine del 1400 il caduceo compare sullo stemma nobiliare di Sir William Butts, il medico del re d’Inghilterra Enrico VIII. Il caduceo nei suoi elementi costitutivi: verga, All’inizio del 1500 il caduceo è contras- serpenti, ali. segno della tipografia Frobenius in Basi- lea. Secondo l’interpretazione di alcuni Se ripercorriamo la storia, possiamo, in- studiosi, il caduceo riportato su un mez- fatti, trovare riferimenti ben diversi da zo di divulgazione, quale è il libro, sa- quello al dio mercante e scoprire che il rebbe collegato alla funzione di messag- caduceo è uno strumento magico e mi- gero divino di Mercurio e non avrebbe sterioso, simbolo della guarigione dello alcun riferimento alle Arti mediche. Ma spirito e del corpo. Frobenius non era un semplice stampa- I Greci derivarono Ermes e il caduceo tore; egli viveva e alimentava la cultura dal mito egizio di Ermete, risalente alla alchemica del tempo. civiltà egizia più antica. Ermete, re, sa- Frobenius è stato mecenate di Paracelso, cerdote e filosofo è considerato il fonda- considerato il riformatore della medicina tore dell’Arte Magica, intesa come sin- di Galeno e di Avicenna. Personalmente tesi del sapere universale in ogni sua ap- ritengo che Frobenius avesse scelto il ca- plicazione (medicina, matematica, astro- duceo in quanto simbolo della tradizione nomia, legge morale, religione, filoso- ermetica, così come, tre secoli più tardi, fia, scienze naturali). la casa editrice M. Churchill usò il cadu- Per queste sue conoscenze, Ermete fu ceo come contrassegno dei libri di medi- definito Trismegisto (tre volte grandis- cina. simo) e assimilato a Thoth, dio della Infine, nel 1856 il Corpo Medico della saggezza e della cultura; nel mito del Marina degli U.S.A. adottò il caduceo tardo ellenismo, l’uomo e il dio furono come distintivo a sottolineare il caratte- identificati. re non combattente della classe medica La connessione Caduceo-Arte della gua- dell’esercito. Inizia, quindi la grande rigione inizia a diffondersi attraverso gli diffusione del caduceo come insegna di eredi della dottrina di Ermete Trismegi- molte associazioni la cui attività è legata sto, gli alchimisti. L’Alchimia, l’antica alla salute. Ars Regia, che dal XII al XVII secolo si Le rappresentazioni grafiche del Cadu- diffuse soprattutto nel bacino mediterra- ceo oggi sono molteplici e talvolta adat- neo in seguito alle invasioni arabe, era tate per l’impatto visivo, trascurando detta “medicina dei tre regni” in quanto l’allegoria originaria alla verga, ai ser- comprendeva l’alchimia metallurgica, penti e alle ali che per le tradizioni mi- l’alchimia dell’Elisir (farmacologia) e steriosofiche sono simboli, cioè modi di l’alchimia dello Spirito. esprimere e rappresentare un sapere che 102 non può essere espresso con il linguag- fra il corpo umano e l’universo, giungen- gio che noi usiamo comunemente. do così ad elaborare una strana fisiologia In questo senso, i simboli servono per di tipo simbolico (una medicina filosofi- tramandare e comunicare la Conoscen- ca) in cui tutta l’attenzione è rivolta alla za; sono, cioè, il luogo dell’epifania, forma degli organi (non alla loro funzione). della rivelazione di realtà relative al- Dopo aver osservato che lo scheletro, la l’Uomo e a Dio. La deformazione del struttura portante, può essere paragonato simbolo comporta la perdita del collega- alla Terra, il sangue all’Acqua, il pneuma mento a quel sapere all’Aria e la testa, in quanto sede dell’in- Cosa nasconde il caduceo? Cosa ha tra- telletto, al Fuoco (Terra, Acqua, Aria, mandato la sapienza antica attraverso Fuoco: i quattro elementi fondamentali), questo simbolo composito a coloro che Platone sottolinea nella sfericità del cra- professano le Arti mediche? La chiave nio l’elemento più evidente della corri- di lettura ci è offerta dalla ricerca dei si- spondenza Universo-Uomo. gnificati che le antiche dottrine misteri- Prima d’essere rifiutata dalla scienza, a sofiche hanno nascosto nella verga, nei partire dal XVII sec., questa teoria attra- serpenti e nelle ali. versò ogni fase della cultura, sia in Orien- te che in Occidente, fornendo la base teo- rica per una diversificata gamma di scien- Ermeneutica della verga, ze: la medicina degli umori, tesa ad in- dei serpenti e delle ali staurare un favorevole e benefico equili- brio fra microcosmo e macrocosmo. LA VERGA: è la verticale che sul piano La verga corrisponde al pilastro centrale trascendente rappresenta l’axis mundi; il dell’Albero della vita della Cabala, nel pilastro intorno a cui si arrotola e si sroto- quale è rappresenta l’unione di tutte le fa- la tutta la “manifestazione”; è’ il cammi- coltà umane. I tre pilastri dell’Albero del- no di discesa lungo il quale il creato ha la Vita corrispondono alle tre vie che ogni raggiunto la sua forma attuale, ma è an- essere umano ha davanti: l’Amore (de- che il sentiero di risalita, attraverso cui stra), la Forza (sinistra), e la Compassione l’intero creato può ritornare al traguardo (centro). Solo la via mediana, chiamata cui tutto anela: l’Unità. anche “via regale”, ha in sé la capacità di L’axis mundi rappresenta la congiunzione unificare gli opposti. fra microcosmo e macrocosmo. Congiun- L’asse del caduceo è il braccio verticale zione presente nel principio ermetico “co- della croce ed è anche l’ago della bilancia me in alto così in basso, come in basso come misura di giustizia. così in alto”, principio di universale appli- La bacchetta araldica è una retta e sul pia- cazione e manifestazione sui vari piani no etico può indicare rettitudine. dell’esistenza. Dal punto di vista antropologico la verga Ogni uomo è un microcosmo, ossia un rappresenta la colonna vertebrale, l’asse mondo in miniatura, poiché le leggi che dell’uomo con tutto ciò che comporta dal governano la sua struttura (sia anatomica punto di vista anatomico, ma è anche vei- che psichica) ripetono in piccolo quelle colo di energie che si distribuiscono a tut- dell’universo. to il corpo. La teoria dell’identità fra uomo ed univer- so, fra microcosmo e macrocosmo è una IL SERPENTE: è certamente un animale dottrina molto antica, rintracciabile quasi che non ha lasciato nessun popolo indiffe- negli stessi termini nelle più differenti rente; affascinante e misterioso, esso susci- culture. Platone nel Timeo intese dimo- tò negli antichi grande impressione per la strare la corrispondenza Uomo-Universo sua vita misteriosa e sotterranea, per la sua attraverso un confronto particolareggiato capacità di secernere veleni mortali e per la 103 sua grande velocità pur senza arti, nonché mezzo che, allo stato dormiente, risiede per la sua capacità di rinnovare la sua pelle. nell’osso sacro di ogni essere umano nel- Nell’antichità era considerato un simbolo l’attesa di essere risvegliato per risalire divino, ma ha avuto significati molto con- lungo la colonna vertebrale fino al capo, traddittori; a volte è stato un emblema di consentendo così all’uomo di ottenere la saggezza, altre volte di negatività e questo realizzazione del Sé. dimostra la capacità del linguaggio sim- Il serpente è considerato il più grande al- bolico di integrare aspetti diversi e con- chimista: divora le sue prede intere, anco- traddittori della verità. ra vive, e nel suo stomaco avviene la lun- Il popolo sumero conserva memorie ance- ga alchimia che trasforma l’alimento in strali degli Anunnaki, entità che forgiaro- energia. Nella cabala il serpente è la For- no l’uomo grazie al potere del serpente, za creativa, l’energia cosmica, fonte della suggerendo in tal modo che contemplas- vita e dell’eterno trasformarsi delle cose. sero nel serpente un’Energia Madre quale L’immagine di un serpente avvolto in un scaturigine della vita. cerchio per mordersi la coda compare in Presso i Caldei esiste una sola parola Egitto 1600 anni a.C. Questo serpente, per indicare e la vita e il serpente; così detto mehen, cioè colui che avvolge, è at- nella lingua araba al-ayyah, indica il tribuito all’antica alchimista egizia Cleo- serpente, mentre “al-ayyar” è la vita. patra che volle rappresentare in questo In Egitto, a conferma di un culto per il simbolo l’unità del cosmo. Il serpente che serpente celeste, spicca la magnifica pira- si morde la coda fu ripreso dai Fenici e mide a gradini di Zoser, a Saqqara, che dai Greci che lo chiamarono Ouroboros: guarda una serie di strutture sacre contor- “En to pan”, “Uno il Tutto”, è il motto nate da file di cobra in pietra. Ogni tem- con cui gli alchimisti greci accompagna- pio egizio portava scolpito sul frontone il vano il simbolo ofidico a significare la lo- simbolo del disco solare alato vigilato da ro fede nell’Unità globale di ciò che esi- cobra ritti. Osiride stesso, divenuto ser- ste e che può essere concepito. pente nel Duat (regno dei morti), aveva Il serpente che si morde la coda, che è di- una dimora di “cobra vivi” nell’acqua. re l’inizio e la fine coincidono, rappresen- Come simbolo di potenza della mente, il tava la capacità di rinascere, cioè la meta- rettile andò ad ornare, il copricapo dei morfosi della natura che si nutre di se Faraoni, con il nome di uraeus (femmina stessa e ritorna alla sua origine: l’alfa e del cobra). l’omega di ogni manifestazione. Nella Nel mito Yoruba (Africa occidentale) tradizione gnostica l’ouroborus che repli- Oxumaré è il serpente arcobaleno che, co- ca se stesso all’infinito in un ciclo chiuso me i sette colori dell’iride, percorre l’inte- di morte e rinascita, rappresenta l’uomo ro universo. che, dopo un percorso iniziatico, ricono- Il Buddha, nona incarnazione di Vishnu, sce la propria identità e ritorna così alla divenne l’illuminato quando il re–cobra a propria essenza. sette teste, Mucalinda, gli porse riparo È possibile rintracciare in questo simbolo durante una tempesta: metafora di eleva- anche il principio di conservazione dell’e- tezza nel caos della vita. nergia (nulla si crea e nulla si distrugge). Nella tradizione atzeca è il dio Quetzal- Nella cultura ebraico-cristiana il serpen- coatl che divenne per i Maya Kukulcan, te appare come simbolo sia del bene che che significa “Serpente Piumato”; il ser- del male. pente piumato, rappresenta il principio Come immagini positive ricordiamo dalla cosmico della dualità: ciò che striscia e Bibbia, quando, durante l’Esodo, l’Eterno ciò che vola, riuniti nello stesso simbolo. disse a Mosè: “Fa un serpente ardente e Nella tradizione indiana la Kundalini è un mettilo sopra un’asta; e avverrà che serpente avvolto su se stesso in tre spire e chiunque sarà morso e lo guarderà, vi- 104 Rappresentazioni del caduceo. 105 vrà”. Mosè fece allora un serpente di C’è perfino chi ha visto nella spirale dei bronzo e lo mise sopra un’asta; e avveni- serpenti una anticipazione della doppia eli- va che, quando un serpente mordeva qual- ca del DNA di Watson e Crick, matrice e cuno, se questi guardava il serpente di impronta ancestrale indelebile dei viventi. bronzo, viveva» (Num. 21:4-9). Dal Vangelo (Giovanni 3, 14): “E come LE ALI: nel mito di Icaro si nasconde l’e- Mosè innalzò il serpente nel deserto, così terna aspirazione dell’uomo a distaccarsi bisogna che il Figlio dell’uomo sia innal- dal suolo e il fascino della libertà assoluta. zato, affinché chiunque crede in lui abbia Dionigi l’Areopagita dichiara: “L’ala sim- vita eterna”. boleggia la prontezza ad elevarsi, il cele- Nel Paradiso Terrestre lo troviamo, inve- stiale che dà l’accesso verso l’alto e, con ce, come immagine negativa, in quanto l’ascesa, il superamento di tutte le bassez- istigazione diabolica e negazione della vi- ze”. Sul piano intellettuale le ali rappre- ta immortale: Adamo ed Eva cedono alla sentano, pertanto, il primato dell’intelli- sua tentazione e seduzione e il serpente genza che si pone al di sopra della mate- appare come il primo “contestatore” della ria per poterla dominare. parola di Dio (mentre, per lo gnosticismo A proposito del piumaggio che riveste le è colui che ha aperto la mente alla Cono- ali si dice nel Fedro di Platone (427-347 scenza rappresentata dai frutti dall’albero). a.C.) che esso possiede la forza di “trarre Nel Nuovo Testamento, il demonio è verso l’alto le cose pesanti, sollevandole chiamato “ l’antico serpente “ ed è sem- fin dove la stirpe degli dei ha la propria pre portato ad esempio per la sua intelli- dimora. Esso partecipa inoltre largamente genza malvagia e per la sua astuzia ingan- della corporeità del divino”. Elevazione, natrice. Presso i Padri della Chiesa, nel dunque, dello spirito. Medio Evo, il serpente divenne definitiva- Nella tradizione cristiana richiamano gli mente il simbolo del male. angeli, termine che in greco significa Nei geroglifici egiziani due serpenti attor- messaggero. cigliati in senso inverso fino alla sommità Le ali maestose sono anche l’espressione e posti l’uno di fronte all’altro erano ma- di correnti di energia vitale molto potenti schio e femmina: il serpente maschio, di che si irraggiano dagli Angeli. Così, più ascendenza solare, è posto a destra, men- l’Angelo è in alto nella gerarchia, mag- tre quello femmina, di ascendenza lunare, giore sarà il numero delle sue ali e mag- è posto a sinistra e astronomicamente, la giore la loro apertura. L’angelo muovendo testa e la coda dei due rettili rappresenta- le ali, concentra in sé la forza spirituale no i punti dell’eclittica in cui il Sole e la che poi dirigerà verso chi lo ha invocato. Luna si incontrano, quasi in un abbraccio. Così, negli ex voto per in un intervento di Come simboli alchemici i due serpenti guarigione, è possibile osservare l’Angelo rappresentano l’equilibrio fra gli elementi che batte le ali proprio sopra il malato. sulphur et mercurius, in altre parole un si- Allo stesso modo, le immagini popolari stema dualistico dei principi della caduci- che presentano l’Angelo che cinge con le tà e della rigenerazione. ali colui che assiste, sono perfettamente I due serpenti del caduceo, nel porsi spe- realistiche; abbracciando l’uomo con le cularmente l’uno di fronte all’altro attor- sue ali, egli comunica una forza che rivi- no all’asse del mondo, rappresentano due talizza tutto il suo essere (fisico, emozio- percorsi lungo una direzione fissata (dalla nale, mentale e spirituale). terra al cielo) le cui polarità si neutraliz- Le ali non contraddistinguono soltanto gli zano a vicenda creando equilibrio ed ar- angeli del mondo cristiano ma anche monia tra elementi diversi come l’acqua, creature quali i geni, le fate e i silfi e divi- il fuoco, la terra e l’aria. nità della mitologia greca (Nike, dea della 106 Vittoria, Cronos, dio del tempo, Cupido, sabilità che deve contraddistinguere l’eser- dispensatore di amore). cizio della professione. Ai diavoli non sono concesse le leggere A coloro che si fregiano di questo simbolo ali dell’uccello ma le coriacee ali del pipi- il compito di “decodificare” in ogni circo- strello. stanza il messaggio nascosto nello strumen- La parziale adozione dell’aspetto di un to mistico di Ermete Trismegisto e tendere uccello esprime l’appartenenza alla sfera ai valori universali che il simbolo esprime del cielo, il sollevarsi con la leggerezza sia sul piano metafisico che antropologico. non tanto in senso fisico, quanto piuttosto La loro professione si svolgerà secondo in senso metafisico, sollevarsi, cioè dalla scienza e coscienza (come recita il codice materia. deontologico) e sarà giusta e illuminata. Personalmente ritengo che la valenza del caduceo superi quella del bastone di Conclusioni Esculapio perché rappresenta non solo l’Arte della guarigione, ma anche la con- Attraverso i significati che civiltà diverse dotta onesta ed equilibrata di chi pratica e popoli lontani hanno nascosto nella ver- questa Arte. ga, nei serpenti e nelle ali si può perveni- re ad una percezione di quei valori uni- versali che giustificano la scelta del Ca- NOTE duceo a simbolo delle Arti mediche e tro- vare anche una chiave interpretativa per 1 Raramente, tuttavia, è dato di trovare cogliere il vero senso della professione. rappresentato su croce azzurra il caduceo Sul piano metafisico il caduceo sintetizza tradizionale. la scienza sacra; possederlo significa aver 2 Per questo riferimento al dio greco, poco compiuto la Grande Opera alchemica sul qualificante per le Arti mediche, molte as- proprio Io. Nel caduceo è nascosto un sociazioni attive nel campo della salute principio di unità e di ordine che è alla ba- hanno preferito, come logo, il bastone di se del legame indivisibile tra l’Io e l’Uni- Esculapio: un ramo d’ulivo con un solo verso (inteso come manifestazione del di- serpente (il colubro) attorcigliato. Una vino). L’Io può superare le dualità insite lunga lista di lettere all’editore sull’argo- nella sua natura e conseguire pace e armo- mento è comparsa sulla rivista medica: nia stringendosi (come i due serpenti) at- Annales Internal Medicine, 140(4): 309- torno all’asse del mondo (la verga) secon- 312, 2004. Da una indagine svolta negli do l’ordine che governa l’Universo (la U.S.A. da WALTER J. FRIELANDER risulta doppia elica tracciata dai serpenti) ed ele- che il 37% degli ospedali ha come logo il varsi (le ali) fino alla consapevolezza che bastone di Esculapio, mentre il 63% ha tutto dall’Uno discende e all’Uno ritorna. adottato il caduceo ed è sottolineato che Il caduceo è, dunque, un veicolo emblema- questi ultimi hanno a latere anche una or- tico di un ancestrale messaggio di libera- ganizzazione commerciale che giustifi- zione dello spirito e guarigione del corpo. cherebbe il riferimento al dio greco. Sul piano antropologico, vuole rappresen- 3 Tradotti da Marsilio Ficino (1433-1499), tare il conseguimento dell’equilibrio tra ra- filosofo e umanista alla corte di Cosimo gione e istinto, tra bene e male. Equilibrio de’ Medici al quale erano stati consegnati indispensabile per quell’etica della respon- dal monaco Leonardo di Macedonia.

107 BIBLIOGRAFIA in medicine. N. Y. Greenwood, 1992. R. GUENON, L’esoterismo cristiano e W. BURKERT, Antichi culti misterici. La- San Bernardo. Parigi, Le Voile d’Isis, terza, Bari, 1991. 1929. B. de RACHEWILTZ, Egitto magico e miste- R, GUENON, La double spirale. In: Etudes rioso. Fratelli Melita Editori, La Spezia, traditionalles, marzo 1936. 1989. M. HEDSEL, L’iniziato: un viaggio alla ri- E.TRIMEGISTO, La pupilla del mondo,a cerca della verità nascosta negli antichi cura di C. POLTRONIERI, Marsilio, Venezia misteri. Mondadori, Milano, 1999. 1994. P.R. PRATES, Do bastao de Esculapio ao W.J. FRIEDLANDER, The golden wand of caduceu de Mercurio. Arq. Bras. Cardiol. Medicine: a history of the caduceus symbol 79 (4),434 - 436, 2002.

108 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

VETERINARY MEDICINE IN ANCIENT GREECE ARISTARCO SEIMENIS, NICOLAU CHARISSIS

RIASSUNTO

LA MEDICINA VETERINARIA NELL’ANTICA GRECIA

La necessità di una assistenza medica agli animali comincia a farsi evidente quando questi ven- gono addomesticati e quindi economicamente utili, ovvero quando compare la zootecnia. I prin- cipi remoti e la conoscenza primordiale del concetto di veterinaria trae origine dagli sforzi di far fronte ai problemi sanitari della popolazione animale. Nel tempo e con l’aiuto dell’osserva- zione e dell’esperienza, così come l’influenza di altri fattori, la medicina veterinaria è divenuta una scienza indipendente. Durante il primo periodo di civilizzazione la medicina degli animali – come pure quella dell’uomo – nella loro sostanza furono di origine mediterranea e quasi esclu- sivamente limitate ai paesi del litorale. Sino alla genesi della filosofia greca, la medicina – uma- na e veterinaria – era empirica, magica, clericale e teologica. Solo quando i filosofi greci appli- carono le loro conoscenze teoriche alla medicina, questa arte diventò scienza. I primi elementi della medicina veterinaria greca risalgono alle antiche civilizzazioni Egeica, Minoica e Mice- nea. Le informazioni su questi periodi, tuttavia sono molto limitate e spesso confuse. La prima branca scientifica staccatasi dalla filosofia è stata la medicina. Più tardi, durante il periodo el- lenistico, altre scienze, tra le quali la medicina veterinaria, diventarono autosufficienti. La cono- scenza veterinaria e l’esperienza, dirette principalmente attraverso la ricerca zoologica aristo- telica con la sua anatomia comparativa, embriologia, fisiologia, infezioni, malattie parassitarie ed ereditarie, così come attraverso la patologia comparativa di Ippocrate o l’anatomia e la fi- siologia di Galeno, contribuirono alla graduale uniformità degli studi medici dell’antica Grecia.

The great civilizations encountered 2000 cantly influenced in the internal medicine years before the classic Greek civilization by magic and theurgic concepts. long the Indou, Euphrates, Tiger and Nile Up to the genesis of the Greek philoso- rivers, as well as these that flourished in phy, the human and animal medicines the Mediterranean coasts, the Aegean is- were instinctive, empiric, magic, clerical lands and Crete, developed trade ex- and theurgic. Only when the Greek changes and cultural relationships. The philosophers would implement their theo- first Greeks received and exerted very retical knowledge into the medicine, it early, influences to their neighbouring will become from art into science. The populations, as this is proved from Egypt- first elements of the Greek veterinary sci- ian and eastern sources, as well as by the ence started to “hatch” in the context of fact that Cretans established their country the very ancient civilizations of Egyptian, as the Centre of the Mediterranean life. Minoan and Mycenaic periods. Mediterranean in its substance the animal However, the information available for medicine, being also true for human med- these periods is very limited and frequent- icine, will be cultivated in the countries ly unclear. around the Mediterranean littoral. In the The beginning of the Greek science had its first known civilizations of the antiquity, place in Miletos (Minor Asia, end 6th cen- the veterinary medicine keeps, as a gener- tury B.C.) with Thalis (625-546 B.C.), one al aspect, its primitive character. Thera- of the seven philosophers of antiquity. peutics, basically empiric in the domain The philosophers of Miletos (known as of chirurgical pathology, has been signifi- Ionian School) conceived the idea that the 109 world is a classified “whole”, governed the animals are referred in the context of by rules that the human mind could dis- the comparative anatomy and pathology. cover. For example coenurosis in caprines and Initially, the different scientific branches echinococcosis with brain localisation are were part of the philosophy. The first excluded to be of divine origin. branch to detach as an independent sci- ence was Medicine. Later on, during the hellenistic period (323–146 B.C.) differ- Aristoteles (384-322 B.C.) ent branches of science, among which also veterinary medicine, became self- The first “seeds” of animal medicine ap- sufficient. peared with the contribution of Aristote- Among the ancient well known physi- les research. This great systematic cians, Alkmeon (6th – 5th cent. B.C.), philosopher first suggested in his book should be mentioned. He founded the fa- “About Animals”, the application of sci- mous medical school of Croton. He was entific methods for their study. He is con- practicing dissection and making experi- sidered as the founder of the biological ments upon animals as well as he first de- research. He left five books of compara- fined that the brain is the central organ of tive anatomy, embryology and physiolo- the body, in the mechanisms of senses gy. Concluding, he is considered the most and intellect. global spirit in the world’s history. Alkmeon together with Empedocles (492- 432 B.C.), founder of the Sicilian medi- cine, they contributed to the presentation The Alexandrian Medical Studies and of the first rudimental theory regarding Ippiatrics During the Hellenistic Period the causes producing the diseases. (323-146 B.C.) From the subsequent philosophers, Democritus from Abdira in Thrace (460- Alexandria, built by the architect De- 370 B.C.), should be referred. He is con- nocrates the 332 B.C., under the dynasty sidered as the “father” of the atomic theo- of Ptolemeos became the centre of letters, ry. Among his research work, Zoology, art and scientific research. Characteristics The Causes of Epidemics, Dissection of are the great University called Mouseion Animals are included. Regarding mules he (i.e. place of Mouses adoration) and the stated that it is not a natural creature but Library including 700.000 books as man- an artificial result of human invention. uscripts in cylinders. The fame of Alexandria as educational centre was mainly due to the medical Hippocrates (probably 460-377 B.C.) studies offered there. Among the scientific personalities gathered in Alexandria, two Hippocrates is known as the most famous physicians were dominating: Erophilos ancient Greek physician. With his work, (end 4th beginning of 3rd cent. B.C.) and he left behind a uniform and clear science Erassistratos (born around 300 B.C.). that his correct thinking and judgement During the relatively short but particular- released it from magic, astrologic and ly illuminating period of the Alexandrian other concepts. medicine, a solid basement was created From the veterinary historic research side upon which the veterinary medicine (or and critical study of the historic docu- even more accurately “hippiatrics”) of ments, it is understood that the medicine Alexandrian and primary – Byzantine era of animals was included by the hip- was built. It was a branch with new aspect pocratean physicians in the whole spec- and content. trum of the medical science. Frequently, It seems that the ptolemean dynasty, com- 110 bining local traditions with these of Greek matter, reaching its high level during the cities, created the first state medical serv- first period of Byzance. ice based on a social system of medical Since the 8th century A.D. the Greek “hip- assistance, may be the first ever existed in piatros” are becoming known by Arabs. the history. A special tax was paid by Later on, with the Arabic and Greek in- horse and other animal owners to receive fluence into the Middle-aged West, “hip- the services of the “hippiatros”. In paral- piatrics” will become the basic source of lel, it seems very probable the existence of knowledge for the western veterinary au- a public veterinary service organised with thors. the logic of a public health service.

The “Hippiatrika” “Hippiatrics” and the Greek “Hippiatros”

The medicine of animals, living for many Two collections of Codices have been centuries under the “shadow” of the hu- saved to our days: the Geoponica and the man medicine, borrowed its knowledge Hippiatrika. The first is a mixed collec- and experience. The animal and its tion of agronomic (mainly) writings. The pathology became the means to approach second is clearly a veterinary work in- and affront many medical problems in hu- cluding three Codices of works, the older mans. During the Hellenistic years (323- among them being of the 10th century 146 B.C.) it will take place the opposite. A.D. They are composed of anonimal or The animal and its medicine are becom- entitled articles of veterinary authors of ing now the target and the relatively short the first Byzantine period or even before. but highly illuminating Alexandrian med- icine, will become a powerful element for the establishment of the veterinary medi- Galenos: the second great physician of cine, or better “hippiatrics” of the antiquity (129-200 A.D.) Alexandrian and proto-Byzance years. The “hippiatros” of the first Byzantine Among the most distinguished scientists period, continuing methodically the work of ancient times, Galenos should also be of their predecessors, are studying and included. He is considered as the higher adapt on the horse, with particular suc- medical personality after Hippocrates. cess, all the known at these times diag- He left a very reach collection of med- nostic and therapeutic methods which had ical writings which were used by physi- been applied in humans. Combining the cians for about 14 centuries. medical knowledge with the clinical ob- He made many studies and experiments servation and experience, they are imple- menting the hippocratean art in animals on the anatomy and physiology of ani- and most particularly in the horse, as in mals. He was frequently transferring his humans. Among the most eminent of the observations upon animals in to hu- “hippiatros” to be mentioned are: Apsyr- mans, with mistakes, however, several tos (300 A.D.) Ierocles (middle 4th cent. times. A.D.) and Theomnestos (middle 3rd or 5th He recognised the high value of the ex- cent. A.D.) perimentation to study problems of Therefore, in parallel to medicine, “hippi- physiology and for understanding patho- atrics” will be intensively promoted by logical phenomena. Therefore, he is the Greeks. Through the years will be- considered as the founder of the experi- come an independent and self-sufficient mental physiology. 111 The Prevention from Infectious Diseases present impressive achievements of veteri- nary science. The “hippiatros” of the Hellenistic and Following the thoughts and knowledge of first Byzantine years possessing the hip- our ancient hippiatrics teachers, through illu- pocratean education of “better prevent- sions and errors, surpassed or rejected ing than treating”, they are paying par- knowledge interventions left aside or im- ticular attention to prevention. In front proved, we could easily localize what can of an infectious disease and the danger not be considered as passed ages medical art of its appearance, they suggest concrete in animals. preventive and therapeutic care. They This is to say that the modern animal medi- usually include different infusions, ther- cine knowledge could not reach its high apeutic herbs and wine. quality and efficiency levels if not based in One of the more important measures for the perceptible and penetrating spirit, fre- combating infectious diseases it was quently associated with experimental re- isolation. It seems that its effectiveness search, of the ancient medical and hippiatrics had been observed at early times. workers. Another important action implemented since very old times was the disinfection during the disease, after recovering or BIBLIOGRAPHY death. Since the Homeric years, at least 2.500 years before Pasteur’s period, to- G. PILAVIOS, The Veterinary Medicine in gether with the perception of infectious Ancient Greeks, Athens, 1894 (Re-edition diseases divine origin, was coexisting by the Hellenic Veterinary Medical Soci- the vague idea of their contagious trans- ety in 2002); Hippology in ancient mission, therefore, empiric means of Greece, Athens, 1901. cleanliness and disinfection were imple- A. SENET, Histoire de la Medicine Veteri- mented. Water, fire and sulphur were the elements used. Many centuries later, the naire, Presses Universitaires de France “hippiatros” recommended cleaning the (ed), Paris,1953. stables and air disinfection with aromatic PAPYROS, History of Medicine, Athens, 1968. herbs exhalation. C. BRESSOU, Histoire de la Médecine Vétérinaire, Presses Universitaires de France (ed), Paris, 1970. Conclusion H. SFADEN, Experiment and Experience in Hellenistic Medicine, Bull. Inst. Classical Wishing to summarize what very briefly ex- Studies, University of London, 1975, 22, posed, veterinary medicine as an independ- 178-179. ent medical branch was based on the Alexan- A.M. DOYEN, Les texts d’hippiatrie drian Greek medical studies centre. It be- grecque. Bilan et perspectives: l’ Antiqui- came self-dependent, in first place as medi- tée Classique, 1981,50, 258-273. cine of horses, during the period of letters de- B. STOYANNOS, Medicine in Ancient cline in Greece and Rome, reaching its high- Greece, in: Greece, History and Civiliza- er development with the Greek “Hippiatros” tion,3rd vol., Tsakiras L. (ed), Malliaris and “Hippiatrika” during the primary Paedia (publ.), 1981, pp. 158-165. Byzance period. A. TSAKNAKIS, History of the Greek Vet- In our days, the ancient knowledge may be, erinary Medicine, University Studio Press in fact, surpassed in many aspects and is- (ed), Thessaloniki, 2002. sues. However, it is sure that such knowl- J. BLANCOU, Greece and Byzantium, in: edge has been demonstrated very useful as History of the Surveillance and Control of step to the advancement of the scientific re- Transmissible Animal Diseases, Office search. In many occasions it became starting International des Epizooties (ed), Paris, point to further research before reaching the 2003, pp 4-6. 112 113 114 115

35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

“UN SOLO SOFFIO VITALE”: GLI ANIMALI NELLA BIBBIA PAOLA BIGATTI

SUMMARY

“ONE VITAL BREATH FOR ALL”: THE ANIMALS IN THE BIBLE.

We can find the presence of animals since from the first pages of the Bible, in the book of Gene- sis. The animals in fact share with the human beings the condition of being “creatures”, made by God, and to have inside them “one vital breath”, the same that God gave to Adam. The mention of “one vital breath” is taken from the book of Qoèlet (3, 19-21) who remarks that one is also the fate for all the beings on the earth. The aim of this work is neither to find out which were the zoological species known in the biblical period, nor to point out the medical and scientific knowledge of that age. It seems rather interesting for us to provide a critical examination of some texts of the Bible in order to develop new ethical ideas and to give some critical hints about the misinterpretations of the relations between the man, God and the ani- mals through the centuries. Some texts will be commented upon, starting with Genesis 1, 26- 31, in which will be analysed the rising of the “dominium terrae” idea (and, with it, the dan- gerous anthropocentric interpretation of the man as undisputed and tyrannical master of the world). It will be demonstrated that the original hint of the Scripture was to define the role of the man as guardian and careful keeper of the creation. Many precepts in the first five books of the Bible (Pentateuch) are in favour of animals. Not all of them have been written with this aim, but, without any doubt, they have worked to create an ethics towards them (see also Lv 25, 67; Es 23,45; Dt 22,13; Dt 5, 13-14; Es 20,10; Lv 22,26-27; Dt 22, 67). Finally we can conclude saying that the za’ar ba’alè chajjim, in other words the living beings care, is by God devoted to all the creatures, not only the man, as the suggestive tale in the book of Giona (4,1- 11) remind us.

Introduzione ed una originale riflessione sulla realtà animale nel mondo biblico. Non potrà Per chi si accosta ad un mondo vasto e, purtroppo essere presente oggi, ma il suo se così possiamo dire, evocativo (in sen- pensiero e i suoi spunti, oltreché alcune so storico, morale ed emotivo) come delle sue opere citati nella bibliografia, quello della Bibbia è inevitabile la sen- hanno costituito il materiale fondamen- sazione di inadeguatezza. Questo è tanto tale da cui ha presso le mosse quanto og- più vero per chi, come chi vi parla, non è gi vado a presentarvi. per professione uno studioso di tale ma- L’indagine sulla rappresentazione degli teria. L’unica attenuante che posso ad- animali nella Bibbia potrebbe avere mol- durre a mio favore per essermi voluta ci- teplici approcci: in questa sede noi ne mentare con un tema simile è che ho abbiamo tentato uno che non è quello avuto la fortuna di godere i benefici che storico in senso stretto, ma che ci pareva la frequentazione con gli scritti di Paolo offrisse suggestioni più ampie e provoca- De Benedetti ha prodotto. Paolo De Be- zioni più profonde. nedetti, per quanti non lo conoscessero, Dall’analisi di alcuni testi biblici2 emer- è insigne studioso del mondo giudaico1 e gono con chiarezza quesiti che investono fine conoscitore della Bibbia. Da molti questioni rilevanti come la teodicea o la anni ha condotto un’approfondita ricerca concezione dell’uomo all’interno del 117 creato. Concezione che condiziona ancor • animali volatili (comprendono gli uc- oggi il nostro modo di pensare il ruolo celli, ma anche il pipistrello, la ca- dell’uomo nell’universo. valletta, l’acridio e il grillo; Lv 11, 19-20). • animali terrestri: sono tutti i quadru- Gli animali nella vita di Israele pedi, domestici e selvaggi. Tra gli animali domestici abbiamo il bestia- Senza dubbio la convivenza tra animali e me piccolo (pecore e capre) e il be- uomini era più stretta nei tempi antichi ri- stiame grosso (bovini, cammelli). spetto all’età moderna. Era un fatto asso- Fanno parte di questa categoria an- lutamente naturale che l’uomo vivesse a che i rettili. stretto contatto con animali sia domestici sia selvatici: i primi fornivano all’uomo aiuto nel lavoro, cibo, vestiario; dai se- Animali puri e impuri condi spesso l’uomo era costretto a difen- dersi e a lottare per la conquista dello Un’importanza senza dubbio maggiore spazio vitale. aveva, nella mentalità biblica, la distin- Gli animali avevano perciò il tratto ambi- zione tra animali puri e impuri. Nel capi- valente di amici o nemici dell’uomo e tolo 11 del libro del Levitico troviamo nelle culture geograficamente vicine a l’insieme delle norme sulla purità anima- quella ebraica erano fatti simboli divini di le. Gli animali puri possono essere man- realtà naturali e soprannaturali. giati e usati nei sacrifici, gli altri no. Non è facile stabilire il motivo per cui alcuni animali abbiano cominciato ad essere Conoscenze zoologiche e sistemi di considerati impuri. Si può supporre che classificazione alcuni siano stati bollati di impurità per- ché messi in relazione con culti pagani Gli ebrei conoscevano e distinguevano (ad esempio i suini); altri perché si nutro- molte specie animali, tuttavia non esisteva no di carogne o di sangue 3 (gli uccelli un metodo sistematico e scientifico di rapaci e i carnivori), altri infine perché classificazione zoologica, per il quale si frequentano luoghi lugubri o infausti, co- sarebbe dovuto attendere fino al XVIII me rovine e deserti (la civetta, il gufo, secolo con gli studi di Linneo. l’ùpupa). Gli animali venivano denominati con ap- Tra gli animali domestici sono puri solo pellativi descrittivi e onomatopeici, e fu- gli animali che hanno lo zoccolo spaccato rono classificati secondo criteri di somi- e sono ruminanti (bue, pecora, gazzella, glianza e differenza piuttosto esteriori e in cervo, daino, antilope), tutti gli altri sono base alla visione religiosa del mondo. La esclusi (cane, asino, cavallo, mulo, ecc.). prima e più macroscopica distinzione si Tra gli animali acquatici sono commesti- basava sull’elemento (acqua, aria, terra) bili solo quanti hanno pinne e scaglie. Ri- in cui i singoli animali vivevano. guardo agli uccelli sono considerati “ripu- Nella Bibbia perciò troviamo che gli ani- gnanti”, e quindi impuri, l’aquila, l’ossi- mali sono distinti in: fraga, l’aquila di mare, il nibbio. Anche i • animali acquatici (i pesci propria- rettili sono considerati animali immondi, mente detti, con scaglie e squame, e tra essi sono annoverati anche la talpa e tutti i piccoli esseri che pullulano il topo. “L’orrore per i rettili derivava, al- nell’acqua, compresi quelli senza meno parzialmente, dall’atteggiamento pinne e scaglie (Lv 11, 9-12); gli an- ebraico verso il serpente e verso il ruolo fibi come la rana; i “mostri”, come culturale che esso aveva nei riti pagani l’ippopotamo e il coccodrillo). della fertilità”.4 118 Un superamento di questa mentalità In Palestina e in tutto il Medio Oriente le emergerà nel Nuovo Testamento: Gesù pecore erano davvero numerose. Se stia- insegnerà che il puro e l’impuro sono mo alla tradizione biblica, Giobbe, che dentro l’uomo, non fuori.5 abitava nella terra di Uz, possedette, dopo la prova e la benedizione 14.000 (Gb 42,12) pecore. Mesa, re di Moab, pagava Gli animali nel culto e nei sacrifici al re di Israele un tributo annuo di 100.000 agnelli (2Re 3,4). Sicuramente si La religione monoteistica di Israele costi- tratta di cifre esagerate dalla tradizione tuiva un’eccezione in un panorama poli- popolare, mentre più verosimile pare il teistico in cui gli animali venivano divi- numero delle pecore di Nabal, ricco alle- nizzati. Pertanto il divieto di raffigurare in vatore di Moab (nella bassa Giudea): alcun modo la divinità, sia in forma uma- 3000 pecore e 1000 capre (1Sam 25,2). na sia in forma animale, era un precetto Giacobbe, dopo 14 anni di allevamento di che rafforzava l’identità e la specificità pecore alle dipendenze dell’avido suocero ebraica in mezzo agli altri popoli. Labano, deve disputargli il gregge da I sacrifici di animali erano ammessi nel prendere prima di andarsene (Gen 30). mondo ebraico, sia pur compiuti secondo L’accudimento del gregge era una delle rituali e prescrizioni molto precise. Si attività più diffuse nel mondo biblico. Il avevano sostanzialmente tre tipi di sacrifi- pastore conduceva le pecore al pascolo, cio: l’olocausto, il sacrificio di comunio- spostando il gregge a seconda delle sta- ne e il sacrificio di espiazione (Lv 1-7). gioni e della disponibilità di foraggio. La Nel primo la vittima veniva tagliata a pez- sua era una vita dura “Di giorno mi divo- zi, interamente bruciata e offerta a Dio. rava il caldo e di notte il gelo, e il sonno Nel secondo le parti più pregiate dell’ani- fuggiva dai miei occhi” (Gn 31,40) si la- male venivano offerte a Dio; il resto veni- menta Giacobbe con Labano. Almeno una va consumato dagli offerenti in un ban- volta al giorno le pecore andavano con- chetto sacro, segno di comunione con dotte a bere, perlopiù presso un pozzo, Dio. Nell’ultimo l’animale veniva offerto che, nella letteratura biblica, divenne un in espiazione dei peccati dell’offerente, importante e simbolico luogo di incontro.7 sciogliendolo da ogni impurità. Il gregge era esposto al pericolo dei ladri Va ricordato che comunque viene più vol- e delle bestie feroci (leoni, orsi e, soprat- te ribadito nella Bibbia il concetto espres- tutto, lupi) e compito del pastore era di- so nel Salmo 51 (v. 19): Uno spirito con- fenderlo con l’aiuto del cane (Gb 30,1). trito è sacrificio a Dio, un cuore affranto Nel Nuovo Testamento è molto importan- e umiliato, Dio, non disprezzi, segno di te la figura del pastore: Gesù stesso si de- un possibile, se non obbligato, supera- finisce “buon pastore” (“Io sono il buon mento della pratica del sacrificio rituale. pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.” (Gv 10,11)) immagine simbolica di un Dio che si cura del suo popolo a co- I tre animali più nominati nella Bibbia: sto della vita, e a tutti è nota la parabola la pecora, l’asino e il bue della pecorella smarrita (Mt 18, 12-14). Gesù viene però identificato anche con La pecora, in quanto a diffusione e a utili- l’agnello. Già nella letteratura profetica tà, può a buon diritto essere considerata il l’agnello era stato assunto, per la sua mi- più importante animale domestico del tezza e docilità, come simbolo del giusto mondo antico. Quanto poi a numero di ci- che sopporta pazientemente la persecu- tazioni, nella Bibbia è senza dubbio l’ani- zione e la morte: male più nominato.6 Noi tutti eravamo sperduti come un greg- 119 ge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il biato facendo passare i buoi sopra le spi- Signore fece ricadere su di lui l’iniquità ghe stese per terra, in modo che essi le di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare calpestassero con gli zoccoli. Per schiac- e non aprì la sua bocca; era come agnel- ciare meglio le spighe spesso i buoi do- lo condotto al macello, come pecora muta vevano trascinare dei pesi. La Legge di fronte ai suoi tosatori e non aprì la sua proibiva di mettere la museruola al bue bocca. (Isaia 53, 6-7). che trebbia (Dt 25,4), per permettere al- L’agnello era l’animale sacrificale più co- l’animale di nutrirsi durante questo duro mune fra gli ebrei. Durante la festività di lavoro. Pasqua, in cui si commemorava la libera- Il bue serviva anche per trascinare carichi zione degli Israeliti dalla schiavitù d’Egit- pesanti (anche l’arca del Signore veniva to, veniva immolato un agnello maschio, trasportata su un carro trainato da buoi,10 nato nell’anno e senza difetti. Doveva es- la sua carne era gradita come cibo delle sere arrostito e mangiato senza spezzare grandi occasioni (si veda ad esempio la alcun osso, dopo aver segnato con il suo festa indetta al ritorno del Figliol Prodi- sangue gli stipiti delle porte, poiché il go11 con l’uccisione del vitello grasso) e il sangue dell’agnello era simbolo di salvez- suo corpo frequentemente usato nei sacri- za (Es 12). fici rituali. Nel Nuovo Testamento Gesù appare come Per la sua pazienza, forza e mitezza il bue l’agnello sacrificale8 e nell’Apocalisse è diventato il simbolo dell’evangelista (dove viene nominato 29 volte) è simbo- Luca, che, più di altri mette in risalto la leggiato dall’agnello che, pur recando i misericordia di Dio testimoniata da Cri- segni del supplizio, è in piedi vittorioso, sto. Dante, nel De Monarchia (I, 16) lo perché è risorto dopo aver vinto la morte. chiama Scriba mansuetudinis Christi. Lui solo è degno di “prendere il libro e Come abbiamo detto l’asino (eb. Hamor, aprirne i sigilli”, ovvero di svelare il sen- ‘aton; gr. Onos) è l’animale domestico so ultimo della storia. Come si può evin- più presente nella Bibbia (appare 144 vol- cere da questo esempio, nella letteratura te nell’Antico Testamento, 14 volte nel neotestamentaria il ruolo degli animali è Nuovo) dopo la pecora e il bue. più spesso simbolico che concreto.9 Mentre questi ultimi erano utili sia come Il bue, dopo la pecora, è l’animale più no- animali da lavoro, sia per il culto, sia per minato nella Bibbia. I termini che lo desi- l’utilizzo della loro carne e pellame, l’asi- gnano, bakar e sor, alludono ai bovini in no era considerato impuro e serviva genere, come il termine greco bous, che esclusivamente come animale da lavoro. indica indistintamente il maschio e la La legge sui primogeniti prescriveva che femmina. Era annoverato tra il “bestiame ogni primo parto del bestiame, se di sesso grosso” per distinguerlo da quello minu- maschile, fosse offerto in sacrificio al Si- to, ed era apprezzato soprattutto come gnore. Il primogenito dell’asina, invece, animale da lavoro, più che per la produ- doveva essere riscattato “Riscatterai ogni zione di latte, come accade oggi. Avere primo parto dell’asino mediante un capo una mandria di buoi era segno di grande di bestiame minuto” (Es 13,13). Parados- ricchezza (cfr. Gb 1,3) e permetteva di salmente quindi l’asino, animale impuro, svolgere i duri lavori agricoli come arare eppure in qualche modo prediletto, viene o trebbiare. Di regola l’aratro era trainato così apparentato con l’uomo, per il quale da una coppia di buoi, che, con l’incedere la Torà prevede che venga anch’egli ri- lento ma potente, riuscivano a smuovere scattato (“Riscatterai ogni primogenito la terra. La trebbiatura invece avveniva dell’uomo tra i suoi figli” Es 13,13). sull’aia, situata su un terreno piano, di Quasi ogni famiglia possedeva almeno un norma ben ventilato, adatto alla fase della asino: veniva usato nei campi (Is 30,24; vagliatura del grano. Il grano veniva treb- 32,20) o per far girare la macina del muli- 120 no (Mt 18,6), o come animale da soma.12 le, manda a chiamare l’indovino Balaam L’asino biblico inoltre era piccolo e facile perché maledica Israele, perciò Balaam da cavalcare; fin dai tempi dei Patriarchi parte con la propria asina: divenne la cavalcatura abituale degli Egli cavalcava l`asina e aveva con sé due ebrei: Mosè, moglie e figli lo usarono (Es servitori. L`asina, vedendo l`angelo del 4,20), e, nel Nuovo Testamento, chi non Signore che stava sulla strada con la spa- ricorda che l’asino fu la cavalcatura di da sguainata in mano, deviò dalla strada Maria durante la fuga in Egitto e del e cominciò ad andare per i campi. Ba- Buon Samaritano nella parabola narrata laam percosse l`asina per rimetterla sulla da Gesù ? 13 strada. Allora l`angelo del Signore si fer- È interessante anche osservare che, men- mò in un sentiero infossato tra le vigne, tre il cavallo è sempre associato, nella che aveva un muro di qua e un muro di là. Bibbia, ad immagini ed eventi di guerra, L`asina vide l`angelo del Signore, si serrò l’asino simboleggia invece l’umile labo- al muro e strinse il piede di Balaam con- riosità dei periodi di pace. Non per nulla tro il muro e Balaam la percosse di nuo- Isaia (9,5 e sgg.) profetizza che il Messia, vo. L`angelo del Signore passò di nuovo “principe della pace”, si presenterà non su più avanti e si fermò in un luogo stretto, un cavallo (simbolo di grandezza militare tanto stretto che non vi era modo di riti- e politica) ma su un umile asino. Questa rarsi né a destra, né a sinistra. L`asina profezia per i cristiani si adempie con vide l`angelo del Signore e si accovacciò l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a ca- sotto Balaam; l`ira di Balaam si accese vallo di un asino il giorno delle Palme ed egli percosse l`asina con il bastone. (cfr. Mt 21,1-11; Mc 11,1-11; Lc 19, 28- Allora il Signore aprì la bocca all`asina 38; Gv 12, 12-15). ed essa disse a Balaam: “Che ti ho fatto Anche il profeta Zaccaria sottolinea le perché tu mi percuota già per la terza differenza tra cavallo e asino: volta?”. Balaam rispose all`asina: “Per- Esulta grandemente, figlia di Sion, giubi- ché ti sei beffata di me! Se avessi una la, figlia di Gerusalemme. Ecco, a te vie- spada in mano, ti ammazzerei subito”. ne il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, L`asina disse a Balaam: “Non sono io la umile cavalca un asino… tua asina sulla quale hai sempre cavalca- Farà sparire i carri da Efraim i cavalli da to fino ad oggi? Sono forse abituata ad Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spez- agire così?”. Ed egli rispose: “No”. Allo- zato, annunzierà la pace alle genti (Zc ra il Signore aprì gli occhi a Balaam ed 9,9-10) egli vide l`angelo del Signore, che stava Un’immagine, poi, fortemente radicata sulla strada con la spada sguainata. Ba- nell’immaginario cristiano, anche se non laam si inginocchiò e si prostrò con la suffragata da alcun testo scritturale, è faccia a terra. L`angelo del Signore gli quella dell’asino presente col bue nel pre- disse: “Perché hai percosso la tua asina sepe. Il vangelo di Luca accenna ad una già tre volte? Ecco io sono uscito a osta- mangiatoia nella quale venne deposto Ge- colarti il cammino, perché il cammino da- sù appena nato (Lc 2,7): è lecito quindi vanti a me va in precipizio. Tre volte supporre una presenza animale nel luogo l`asina mi ha visto ed è uscita di strada dove nacque il Cristo, anche se a traman- davanti a me; se non fosse uscita di stra- darcene la memoria è solo un’antichissi- da davanti a me, certo io avrei già ucciso ma tradizione orale, che i Padri della te e lasciato in vita lei”. Allora Balaam Chiesa (da Origene in poi) e l’iconografia disse all`angelo del Signore: “Io ho pec- cristiana hanno raccolto e tramandato. cato, perché non sapevo che tu ti fossi po- Vale la pena infine di ricordare l’episodio sto contro di me sul cammino; ora se que- dell’asina di Balaam. Il re di Moab, per sto ti dispiace, io tornerò indietro”.14 arrestare l’espansione del popolo di Israe- Laddove l’uomo è incapace di scorgere la 121 presenza di Dio e di intuirne i disegni e le Non trascurabile è l’interrogativo finale intenzioni questa capacità è invece posse- che inquieta la nostra coscienza antropo- duta da un animale, che può, a buon dirit- centrica. to essere considerato “pius”, cioè religio- so, nel senso più profondo del termine. Curare la vita, custodire la vita

Un solo soffio vitale Nel mondo antico ebraico la fede abbrac- ciava ogni ambito della vita individuale e Nella Bibbia gli animali sono considerati sociale, politica e religiosa, senza fratture innanzitutto come opera e creature di o contraddizioni: per questo le prescrizio- Dio, come dimostrano i racconti della ni della legge riguardavano anche gli ani- Creazione contenuti in Gen 1 e 2, su cui mali, che occupavano un ruolo importante torneremo più avanti. Essi condividono nella vita quotidiana del popolo di Israele. con l’uomo l’appellativo di “esseri vi- Il riposo del sabato, ad esempio, è pre- venti”. L’ambito semantico che nella scritto anche per gli animali: Bibbia indica la “vita” in senso lato Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, comprende tre termini ebraici fondamen- ma il settimo giorno è il sabato per il Si- tali: nefesh, ruach, chajjim.15 gnore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né La parola nefesh si può tradurre con alito, tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo gola, vita; ruach significa soffio, fiato, schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, vento, spirito, vitalità; chajjim significa vi- né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, ta (in relazione col verbo chajjà, vivere). né il forestiero che sta entro le tue porte E’ interessante notare che l’espressione (Deuteronomio, 5,13-14). nefesh chajjà, essere vivente, usata nel Come pure c’è una delicata attenzione al racconto della Genesi, si riferisce indi- tema della maternità nel mondo animale: stintamente all’uomo e agli animali: in non si può sottrarre subito alla madre per Gen 2,7 si narra che Dio soffia nelle nari- sacrificarlo un capretto o un vitello o un ci dell’uomo un alito di vita (nishmat agnello; bisogna lasciarlo almeno sette chajjm), e il Salmo 104, 29 recita Se na- giorni sotto la madre (Levitico 22,26-27); scondi il tuo volto vengono meno, togli né, del resto, si può uccidere una vacca o loro il respiro (“rucham” da ruach), una pecora lo stesso giorno con il suo pic- muoiono. E ancora, in un brano di grande colo (Levitico 22,28) o far cuocere un ca- suggestione, tratto dal libro di Qoèlet pretto nel latte di sua madre (Esodo 23, (3,18-21): 19). Un brano del Deuteronomio (22, 6-7) La sorte degli uomini e quella delle bestie così recita: è la stessa; come muoiono queste muoio- Quando, cammin facendo, troverai sopra no quelli; c’è un soffio 16 vitale per tutti. un albero o per terra un nido d’uccelli Non esiste superiorità dell’uomo rispetto con uccellini o uova e la madre che sta a alle bestie perché tutto è vanità. Tutti so- covare gli uccellini o le uova, non pren- no diretti verso la medesima dimora: tut- derai la madre sui figli; ma scacciandola, to è venuto dalla polvere e tutto ritorna lascia andare via la madre e prendi per te nella polvere. Chi sa se il soffio vitale i figli, perché tu sia felice e goda lunga dell’uomo salga in alto e se quello della vita (Deuteronomio 22, 6-7). bestia scenda in basso nella terra. Per questo atto di rispetto verso la mater- In questo brano viene con vigore affer- nità viene promesso un compenso di lon- mata non soltanto la sostanziale ugua- gevità e felicità. Si tratta della stessa ri- glianza fra uomo e animali ma anche la compensa di chi rispetta il comandamento comunanza del destino degli uni e degli di onorare il padre o la madre (cf. Es altri e del loro “fragile” principio vitale. 20,12 e Dt 5,16) ed è uno dei due soli casi 122 in cui la Torà assegna un compenso per mo a fare altrettanto. L’uomo è vita parte- l’osservanza dei precetti. cipata e ricevuta: se gli è stato assegnato Anche il comando Non devi arare con un un dominio sui viventi, questo non signi- bue e con un asino aggiogati insieme fica che egli sia padrone della vita. (Deuteronomio 25,4; cfr. Corinti 9,9; Bellissimo il racconto finale del libro di Timoteo 5,18) indica un profondo ri- Giona. Al profeta irritato perché era sec- spetto per la vita e, se mi concedete l’e- cata la pianta di ricino alla cui ombra ri- spressione, “la fatica di vivere” degli posava, Dio risponde: animali. Non aggiogare insieme due Tu ti dai pena per quella pianta di ricino animali dalla forza diversa significa non per cui non hai fatto nessuna fatica e che sottoporre il più debole dei due ad uno tu non hai fatto spuntare, che in una notte sforzo eccessivo. è cresciuta e in una notte è perita; e io non Questa tensione in difesa della vita, que- dovrei avere pietà di Ninive, quella grande sta “teologia della vita”, se così la possia- città, nella quale sono più di centomila mo chiamare, permea tutta la Scrittura, persone che non sanno distinguere fra la fin dalle pagine della Genesi (cap. 9) che mano destra e la sinistra, e una grande sanciscono (vv. 8-17) l’alleanza eterna quantità di animali? (Gn 4, 10-11). tra Dio e ogni essere che vive in ogni car- Bambini (coloro che non distinguono la ne che è sulla terra. È evidente che Dio destra dalla sinistra) e animali (entrambi stipula un’alleanza non solo con l’uomo innocenti) stanno a cuore a Dio, che ne ha ma con tutto ciò che è vivo. C’è addirittu- compassione, nel senso etimologico del ra un passo del libro del Deuteronomio termine. che prescrive un atteggiamento rispettoso anche per il mondo vegetale: Quando cingerai d’assedio una città per E che dire del precetto di rispetto nei lungo tempo, per espugnarla e conqui- confronti dell’asino del nemico? starla, non ne distruggerai gli alberi col- pendoli con la scure; ne mangerai il frut- Quando incontrerai il bue del tuo nemico to, ma non li taglierai, perché l’albero o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricon- della campagna è forse un uomo, per es- durre. Quando vedrai l’asino del tuo ne- sere coinvolto nell’assedio? (Dt 20,19). mico accasciarsi sotto il carico, non ab- Più volte viene ribadito che Dio si cura bandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad della sopravvivenza degli animali, fornen- aiutarlo (Es 23,4 e sgg.). do loro di che vivere (cfr. il Salmo 104 Un precetto che sembra anticipare, ma “Tutti da te aspettano che tu dia loro il ci- addirittura anche ampliare, il comando bo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, evangelico dell’amore verso il nemico, ol- essi lo raccolgono, tu apri la mano, si sa- treché indicare all’uomo una via inequi- ziano di beni”). vocabile: il rispetto e la tutela del mondo Non solo la straordinaria varietà degli animale. animali creati è fonte di stupore per l’uo- mo e di ammirazione per la sapienza creatrice di Dio17 ma anche sono famose I racconti della Creazione e il rapporto le ammonizioni del libro dei Proverbi do- tra l’uomo e gli animali ve si invita l’uomo a prendere esempio dagli animali (“Va’ dalla formica, o pigro, Il libro della Genesi contiene due racconti guarda le sue abitudini e diventa saggio” della creazione. Nel più antico (che è il se- Pro 6,6). condo che incontriamo Gen 2, 4b-25) gli Potremmo dire, tentando un’interpreta- animali sono creati dopo Adamo come un zione di quanto letto finora, che Dio crea tentativo di rimediare alla sua solitudine: la vita e se ne prende cura 18 e invita l’uo- Poi il Signore disse: - Non è bene che 123 l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto custodisse (Gen 2,15). che gli sia simile. Allora il Signore Dio I quattro verbi qui utilizzati, ‘avad (colti- plasmò dal suolo ogni sorta di bestie sel- vare), shamar (custodire), kavash (soggio- vatiche e tutti gli uccelli del cielo e li con- gare) e radà (dominare), riassumono la dusse all’uomo, per vedere come li avreb- posizione che l’uomo ha nel creato secon- be chiamati: in qualunque modo l’uomo do l’intenzione divina. L’uomo (adam, avesse chiamato ognuno degli esseri vi- vocabolo forse connesso ad adamà, suolo venti, quello doveva essere il suo nome. – si pensi anche al latino homo-humus) è Così l’uomo impose nomi a tutto il bestia- creato ad immagine di Dio e, nell’esplica- me, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le re le quattro azioni richiamate dai quattro bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un verbi sopra esposti, si deve riallacciare a aiuto che gli fosse simile (Gen 2, 18-20). tale immagine. Il suo è un compito di Questo passo è interessante e suggestivo grande responsabilità: coltivare e custodi- poiché ci fa notare che il primo atto com- re l’opera del creato, non farsene tiranno. piuto dall’uomo/Adam fu un atto per gli Come ribadisce il versetto del Levitico animali. Il nome, nella concezione semiti- (25,23) (“Mia è la terra e voi siete fore- ca è l’essenza dell’individuo: nominando- stieri e inquilini presso di me”) la terra è li Adamo li introduceva nel mondo uma- di Dio: all’uomo il compito di custodirla no e creava con loro una comunità di co- e coltivarla, cioè di promuoverne il mi- noscenza e di rapporto. Ripeteva per gli glioramento, l’evoluzione, anche oltre la animali un gesto di qualità creatrice quale creazione. Sempre in quest’ottica vanno Dio aveva compiuto per l’uomo. intesi anche i verbi “soggiogare” e “domi- Nell’altro racconto delle origini, posto in nare”. L’essere “dominus” implica tutto il apertura della Bibbia benché redatto dopo peso della responsabilità di un buon go- il secondo, viene esposta la creazione dis- verno e la costante coscienza di non esse- tribuendola su sei giorni (Gen. 1, 20-26). re il diretto artefice del creato. In questo Sul racconto della creazione nel primo senso anche il rispetto della norma dello capitolo della Genesi conviene ancora shabbat implica che l’uomo sappia ferma- soffermarsi perché da questo testo sono re la propria attività creatrice nel giorno scaturiti molti dei fraintendimenti che di sabato, ricordandosi così chi è il vero hanno in un certo senso segnato la conce- Creatore. zione dell’uomo e del suo ruolo all’inter- La vera via per rapportarsi con il mondo no del creato e dei suoi rapporti col mon- passa attraverso la berakhà (benedizione) do animale. I problemi che ne sono sorti e la zedaqà (giustizia). non sono di poco momento; al contrario Non per nulla i maestri di Israele dissero costituiscono un problema centrale sia di “All’uomo è vietato godere di questo antropologia teologica sia di teodicea. E’ mondo senza benedizione” e ancora necessario partire da quel punto del testo “Chiunque usasse delle cose di questo biblico in cui si parla della creazione del- mondo senza benedizione, è come se abu- l’uomo: sasse di cose sacre al cielo” (Talmud ba- Dio creò l’uomo a sua immagine; a im- bilonese, Berakhot 35°) magine di Dio lo creò; maschio e femmi- Vale la pena qui di citare quanto Paolo De na li creò. Dio li benedisse e disse loro: Benedetti afferma in proposito in quello Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la splendido piccolo libro che è E l’asina terra; soggiogatela e dominate sui pesci disse…19 del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni La berakhà è in contraddizione con lo essere vivente, che striscia sulla terra sfruttamento, il saccheggio del creato, la (Gen 1, 27-28). crudeltà verso la vita, l’egoismo e l’etno- Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel centrismo, l’assolutizzazione del posses- giardino di Eden perché lo coltivasse e lo so. E poiché l’uomo signore del mondo è 124 anch’esso una creatura, la berakhà ci in- tandoci a non prenderci troppo sul serio: troduce al rapporto di zedaqà (giustizia), Dio è altrettanto presente nelle trippe di cioè alla considerazione di tutto il creato un topo quanto lo è nel nostro spirito.23 come mio prossimo, al riconoscimento della mia responsabilità verso tutte le creature. NOTE È sotto gli occhi di tutti quanto la cultura cristiana sia stata formidabilmente caren- 1 Docente di Giudaismo alla Facoltà Teo- te circa questa impegnativa consapevolez- logica dell’Italia Settentrionale di Mila- za. Come afferma Michel Damien20 “Il no. cristiano ha anzi un handicap: una cultura 2 È stato inevitabile operare una scelta, filosofica arcaica che polarizza l’attenzio- sarebbe stato infatti impossibile preten- ne su se stesso a spese dell’ambiente”. dere di affrontare in maniera esaustiva Anche Schopenhauer stigmatizza con un tema così vasto. caustica lucidità l’effetto devastante che 3 Il “sangue”, simbolo della vita, appar- ha avuto una concezione cristiana che ha tiene a Dio solo (cfr. cap. 9 della Gene- tentato di separare l’uomo dalla sua ani- si, vv. 4-5) malità.21 L’effetto negativo di questo at- 4 Grande commentario biblico, Brescia, teggiamento non è ricaduto solo sull’uo- 1973, p. 73 mo, ma anche sugli animali, troppo spes- 5 Cfr. Mc 7,1-23 so maltrattati o negletti senza ragione. 6 G. SILVESTRI ci informa che tra Antico e Paradossalmente, dal punto di vista eti- Nuovo Testamento, (Gli animali nella co, essi avrebbero meno motivi per sof- Bibbia, Milano, San Paolo, 2003, p. 95) frire di noi: il mondo animale rappresen- la pecora (con tutte le sue varianti: arie- ta la sfera in cui la violenza e sofferenza te, montone, agnello, gregge) è nomina- non possono collegarsi con una colpevo- ta 727 volte. lezza personale.22 7 Al pozzo di Carran il servo di Abramo incontrò Rebecca, sorella di Labano, che divenne moglie di Isacco (Gn 24, Conclusione 10-67). Sempre a Carran Giacobbe, fi- glio di Isacco, incontrò Rachele, che Bisogna ammettere, anche alla luce di poi sposò. Sempre vicino ad un pozzo quanto è emerso finora, che non tanto Gesù incontrò la Samaritana (Gv 4, 5 s) manca una tradizione scritturale a sostegno 8 Egli è l’agnello di Dio, che toglie il della dignità animale e della “cura dei vi- peccato del mondo (Gv 1,29). venti”, quanto piuttosto questa è stata tra- 9 P. S TEFANI, Stava con le fiere e gli ange- scurata o disattesa nelle tradizioni interpre- li lo servivano, in: Gli animali e la Bib- tative successive, sia ebraiche sia cristiane. bia: i nostri minori fratelli, Roma, Ga- Indubbiamente le sollecitazioni “esterne” ramond 1994, p. 51. di stampo ambientalista e animalista han- 10 Sam 6,12. no indotto in tempi recenti ad un riesame 11 Luca 15. e ad una nuova riflessione su quanto la 12 Trasportava ogni genere di carico: Covo- Bibbia recava in sé come messaggio circa ni, vino, uva, fichi e ogni genere di cari- il mondo animale. chi Ne 13,15; Per compiere il sacrificio Da tutto ciò scaturisce spontaneo un ane- di Isacco Abramo sale sul monte Moria lito, che chi vi parla sente di poter far pro- con un asinello carico di legna (Gn 22); prio, al recupero di un etica verso gli ani- Giuseppe manda al padre Giacobbe a mali libera dall’arroganza antropocentrica Canaan dieci asini carichi dei migliori e cosciente della loro dignità. Come dice- prodotti dell’Egitto e dieci asine cariche va, non senza ironia, Martin Lutero invi- di grano, pane e viveri. Gn 45,23. 125 13 Luca 10,25-37. Piemme, Casale Monferrato 1987, p. 28. 14 Nm, cap. 22. 21 A. SCHOPENHAUER “Un altro errore 15 Si noti che non è semplice tradurre que- fondamentale assolutamente inspiega- ste parole senza ricorrere al termine bile del cristianesimo, errore che mani- “anima” che, tuttavia, non appartiene né festa le sue conseguenze micidiali ogni alla lingua né alla mentalità ebraica. La giorno, è il fatto che il cristianesimo, distinzione tra anima e corpo è senza contrariamente alla natura, ha staccato dubbio di matrice platonica. l’essere umano dal mondo degli ani- 16 Nel testo originale ruach. mali, al quale esso appartiene essen- 17 Si legga in proposito il brano del libro zialmente, dando valore esclusivamen- di Giobbe interamente dedicato agli te all’uomo e considerando gli animali animali, le cui caratteristiche sono de- addirittura come cose” Sulla religione scritte in modo vivace e suggestivo. Cfr. in Parerga e Paralipomeni vol. II, Bo- Gb 38,39- 39,30. ringhieri, Torino, 1963, pp. 1049-1056. 18 Bella l’espressione, nel linguaggio rab- 22 P. S TEFANI, Etica, religione e animali in: binico, za’ar ba’alè chajjim, che signi- Il regno/attualità 10 (1989), p. 282. fica “cura per tutti i viventi”. 23 H. GOLLWITZER, Il poema biblico del- 19 P. D E BENEDETTI, Edizioni Qiqajon, l’amore tra uomo e donna. Cantico dei Magnano (Bi) 1999. Cantici, Claudiana, Torino, 1979, p. 76. 20 M. DAMIEN, Gli animali, l’uomo e Dio,

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CATTLE DEPICTED ON ROMAN IMPERIAL COINS RAINER GRIMM

SUMMARY

Roman imperial coins (1st – 4th Century A.D.) were made of gold (aureus), silver (denarius) or a mixture of metals (sestertius and as). On the face of the coins (avers) is a portrait of the em- peror introducing himself to the people. On the back (revers) one finds temples and gods, buildings, victories and sometimes domestic animals. Cattle can be seen on coins of the Em- perors Augustus (27 B.C. – 14 A.D.), Vespasianus (69 – 79 A.D.), Traianus (98 – 117 A.D.), Caracalla (198 – 217 A.D.), Gallienus (253 – 268 A.D.) and Julianus Apostata (360 – 363 A.D.). The realistic portrayal of cows, bulls, calves and oxen is very artistic. One can recog- nize what these animals were used for, like farming and ploughing, and in some cases their significance was sacrificial or mythological. One can also distinguish between the large long- horned and the small short-horned cattle, both of which were important in ancient times. These coins were in circulation in Europe, in Asiatic provinces and colonies as well as in North Africa, altogether a much larger region than our new Euro currency region. Today Greece is the only country with a mythological motif on its 2-Euro coin, that of Europa riding on a bull, a picture similar to the one on an antique coin of Traianus (98 – 117 A.D.). The characteristics of cattle are represented in modern art, for example in paintings by Picasso, Chagall, Warhol and Lichtenstein. It is interesting and amusing to compare their paintings with those on Roman imperial coins. Cattle are among the most beautiful domestic animals and are very important patients of veterinarians

RIASSUNTO

MONETE IMPERIALI ROMANE RAFFIGURANTI BOVINI

Le monete dell’Impero Romano (1 – 4 secolo d.C.) erano realizzate in oro (aureus), argento (denarius) o in lega di metalli (sestertius). Sulla faccia delle monete (dritto) è raffigurato l’imperatore che si presenta al popolo. Sul retro (rovescio) sono raffigurati tempi e dei, co- struzioni, vittorie e talvolta animali domestici. I bovini possono essere osservati sulle monete degli imperatori Augusto (27 a.C. – 14 d.C.), Vespasiano (69 – 79 d.C.), Traiano (98 – 117 d.C.), Caracalla (198 – 217 d.C.), Gallieno (253 – 268 d.C.) e Giuliano Apostata (360 – 363 d.C.). La realistica rappresentazione di vacche, tori, vitelli e buoi è molto artistica. Si può ri- conoscere l’uso di questi animali, come l’allevamento e l’aratura, e in certi casi il loro signi- ficato era sacrificale o mitologico. È possibile distinguere anche tra grandi bovini dalle corna lunghe o piccoli animali dalle corna brevi entrambe importanti all’epoca. Queste monete cir- colarono in Europa, nelle province asiatiche e nelle colonie come anche nel nord Africa, in un’area più ampia rispetto a quella dell’attuale Euro. Oggi la Grecia è il solo stato ad avere una moneta, quella da 2 Euro, con la riproduzione di un motivo mitologico, Europa in groppa al toro, un’immagine simile a quella di un’antica moneta di Traiano (98 – 117 d.C.). Le carat- teristiche dei bovini sono rappresentate nell’arte moderna, ad esempio nei dipinti di Picasso, Chagall, Warhol e Lichtenstein. È interessante e dilettevole confrontare i loro dipinti con le immagini riprodotte sulle monete dell’Impero Romano. I bovini sono tra i più belli animali domestici e sono pazienti molto importanti per i medici veterinari.

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IL DE MEDICINA EQUORUM OVVERO L’ARTE DI CURARE I CAVALLI

MARIA ANNA CAUSATI VANNI SUMMARY DE MEDICINA EQUORUM, OR THE ART OF CURING THE HORSE DE MEDlCINA EQUORUM, or the art of curing the horse was compiled in 1.250 by the Cal- abrian nobleman Giordano Ruffo, at the inspiration and encouragement of Emperor Frederick II. It is a volume that fills a gap of over three centuries, with cultural roots and points of refer- ence from the most remote historical profile of Italian veterinarian medicine, covering a peri- od from the ancient Latin writers up to the Renaissance. In fact, it follows the fertile line of reasoning from which would spring, in the following centuries, the “scuole ippiatriche” i.e. veterinary medicine schools of southern Italy, specializing in horse diseases. Two of its promi- nent practitioners, the Neopolitans, Pignatelli and Grisone, would divulge the schools’ veteri- nary medicine with its relative cures, training and exercise of the horse, in Europe. M. A Causati edited the translation, from latin of the above-mentioned treatise with relative glos- sary. The above work, already published in various European countries but not translated from the Latin into Italian since the XV century, manifests a notable scientific interest which is well-founded even today. It treats the life of the horse, its psychology and the diseases which afflict it, examines up to 57 diseases and suggests remedies for them, many of which are still effective.The writing is extremely clear and scientifically rigorous and although one must naturally give due exception to those therapies which the means and knowledge of the period would not consent, it is nevertheless astounding to note that many of the remedies adopted, even if only symptomatic, appear even today, to be surprisingly valid.

Questo manuale, dell’aristocratico Gior- cum avibus, opera dell’imperatore mede- dano Ruffo, codifica e raccoglie quanto simo in 6 libri. egli apprese dal suo imperatore Federico Il metodo scientifico di trattare il sogget- II, durante la propria permanenza alla to, la linearità e la logica dell’esposizio- sua corte. ne, il rifiuto critico di accettare fatti non La carica da lui ricoperta era quella di comprovati da osservazioni dirette, lo sti- Miles in Marestallas, ovvero di Marestal- le essenziale e lapidario, lo rendono unico lus, ruolo che nel medioevo designava il fra tutti gli scritti del tempo. veterinario maniscalco, il detentore del La chiarezza di pensiero indice di una nuo- potere di guarire i cavalli come si legge va capacità di disciplina mentale nel mon- nel Liber de Animalibus di Alberto Magno. do medioevale sommerso dalle superstizio- La dignità di tale mansione era assimilata, ni, è alla base anche del trattato del Ruffo per livello, a quella dei dignitari di corte in cui egli mette a frutto tutto quanto appre- più importanti. so nelle scuderie imperiali. La splendida corte federiciana era punto Scarse le notizie intorno alla sua vita; la fa- di incontro per i dotti, i saggi e gli scien- miglia, la Gens Ruffa, sarebbe giunta per ziati del tempo e il sovrano stesso, inco- alcuni in Calabria al seguito di Giovanni raggiava e seguiva personalmente qualsia- Fulconio, emissario bizantino; altri la riten- si tipo di studio e di esperimento. gono di origine normanna come le omoni- Nasce in questa fucina, la prima opera di me casate Rufus e Ruffus presenti nell’XI e disciplina razionale applicata alla ricerca nel XII secolo in Inghilterra, colà giunte scientifica, quel trattato di falconeria, in con Guglielmo il Conquistatore. realtà di ornitologia, il De Arte Venandi Il ramo italiano invece si sarebbe insediato in 129 Calabria al seguito di Roberto il Guiscardo. quenti e reiterate ripetizioni di concetti Equites per rango, sarà Federico II a trarli quasi a volerli fissare nella memoria dei dall’ombra facendoli ascendere ai vertici discepoli, ma senza atteggiamenti catte- del potere. dratici e solenni. Pietro Ruffo infatti, sarà Gran Giustizie- Egli è il primo in assoluto a trattare in re e Maresciallo del Regno, Giordano, modo chiaro e preciso della ferratura, suo nipote, nasce intorno al 1200 per il ignota nel mondo antico, anche se i rozzi Roth, a Gerace in Calabria, per la Klein, e brutali Sciti, i leggendari cavalieri della a Vibo Valentia. steppa, già proteggevano lo zoccolo con Abilissimo nel cavalcare, senza pari nel- una sorta di rudimentale calzare, e ad esa- l’arte della doma, dell’addestramento e minare con scrupolosa competenza i pro- della cura delle malattie dei cavalli, verrà blemi relativi agli zoccoli fornendo, a chiamato a corte da Federico II, selezio- questo proposito, quasi un trattatello di natore di razze elette, e gli verrà affidata podologia nel trattato stesso. Il Ruffo esa- la responsabilità e la guida degli alleva- mina così diligentemente ed a fondo le- menti imperiali. sioni e malanni che possono sopravvenire Giordano Ruffo era senz’altro a cono- nelle unghie del cavallo per strapazzo ed scenza delle opere di ippiatria greche imperizia imputabili all’uomo, che le sue quali il Geoponicum e l’Ippiatricum, del osservazioni in merito risultano essere va- trattato di Absyrto sulla dentizione quale lide per la maggior parte ancora oggi. mezzo per riconoscere l’età dell’animale L’autore abbraccia ed affronta con grande e anche del testo del Vegezio (V secolo), sicurezza diverse problematiche connesse autore dell’Artis Veterinaria, sive Dige- all’allevamento, all’addestramento, sino a storum Mulomedicina. spingersi, compito ardito per l’epoca, alla Il nostro autore poi doveva aver letto gli trattazione delle diverse patologie e della scritti bizantini sul cavallo e gli Albeitha- loro cura, soffermandosi infine su consi- ria arabi, comprovanti l’abilità dei Sara- derazioni di tipo estetico che potrei già ceni nel curare gli equini. definire valutazioni di tipo zootecnico. Nel periodo arabo del medioevo la veteri- L’attualità dello scritto si manifesta, inol- naria avrà grande sviluppo. Molte le ope- tre, nella accurata analisi psicologica del re circa la medicina del cavallo nonché cavallo, nella cautela e nella prudenza sull’equitazione: Mohammed Ibn Ikub è dell’autore riguardo il suo addestramento, l’autore di un Ars Veterinaria, ma il più quando insegna che esso deve essere do- grande studioso di cavalli sarà l’arabo mato, corretto ed addestrato con modi Abu Beker. dolci e misurati onde non pregiudicarne il Nell’opera del Ruffo, poco o nulla traspa- carattere futuro. re di tutto ciò. Egli solo raramente cita Altro concetto modernissimo, la necessità pratiche di cura altrui e, non le applica ma di diversificare il lavoro addestrativo dei le critica. Tutta la sua scienza si fonda giovani cavalli affinché questo non giun- sull’apporto federiciano e sulla propria ga loro a noia, nonché l’indispensabile applicazione continua, sulla riflessione esercizio, costante e progressivo, fatto di acuta e precisa, su quanto egli tocca con galoppi su piste in piano per assicurare al mano attraverso la personale esperienza cavallo atleta un lavoro di condizione. ed osservazione Questa sorta di training corrisponde infat- Si evidenzia dalla lettura del trattato che ti, al recente concetto per la medicina il ruolo dell’autore è quello di un mae- sportiva del cavallo, del lavoro di resi- stro, di un docente che in maniera sempli- stenza aerobica fatto di galoppi lunghi e ce mette a disposizione dei discenti il pro- moderati, tesi a garantire un buon fondo prio sapere e la pratica acquisita. senza cui la costruzione dell’atleta divie- Il fine primario del testo, quello didascali- ne improponibile. co. Esso traspare chiaramente dalle fre- Quanta premura e preoccupazione Ruffo 130 nutrisse per la salute del cavallo si rileva schema seguito, sempre sistematico e me- dai consigli circa il di lui impiego, il suo todico, nel sesto ed ultimo libro, è essen- governo, la sua alimentazione e dai mol- ziale e fisso: il nostro autore ,per ciascuna teplici avvertimenti a non farne mai un patologia, in primo luogo ne osserva i sin- uso sconsiderato, specie se si tratta di in- tomi, quindi descrive la malattia, poi pas- dividui giovani; abitudini rigorose e vali- sa ad enumerare le cause da cui possa de, senza tempo, oggi purtroppo, sempre aver tratto origine. Fatta la diagnosi, pro- più disattese. pone le cure, i rimedi, tutte preparazioni Degna di nota è la puntuale, coscienzio- magistrali, su ricette da lui suggerite tran- sa trattazione e l’accurato studio circa le ne il salasso, la focatura e gli interventi imboccature da imporre al puledro in chirurgici. Talora poi, spiega anche l’eti- considerazione delle nefande ed irrepa- mologia da cui trae nome il malanno. rabili conseguenze che l’uso improprio L’impostazione seguita è moderna, razio- delle stesse arreca alla bocca, uso che nale, specie in rapporto ai tempi ed all’e- egli bolla con giudizio inappellabile: per poca, e sottolinea l’accurata indagine e la un frequente cambio improprio di mor- singolare conoscenza ed esperienza di cui so, le bocche dei cavalli sogliono essere l’autore è depositario. devastate. Non moderne possono essere considerate Una pratica particolare suggerita dall’au- le conoscenze relative alla patogenesi del- tore, per noi inconsueta, l’estrazione nei le malattie trattate e, conseguentemente, maschi e, nelle femmine scaglionate, dei alle terapie adottate che potevano essere quattro denti canini detti appunto scaglio- solo sintomatiche, in virtù delle cognizio- ni. Il fine di tale abitudine, una migliore ni e dei mezzi scientifici di allora. accettazione del morso. Alcune considerazioni però quali quelle In una trattazione così accurata però, si ri- relative all’importanza del drenaggio in leva una incomprensibile lacuna: l’assen- caso di ascessi, ovvero alla netta distin- za di un qualsiasi accenno o studio sulle zione fra malattie acquisite e quelle con- malattie genitali della femmina, numerose genite, denotano una mentalità ed una e complesse, ma che l’autore ignora com- consapevolezza insolite per quei tempi. pletamente poiché egli tratta la cavalla so- Il limite dell’opera di Ruffo? le scarse co- lo nel suo ruolo di fattrice. noscenze di anatomia proprie del periodo, Stupiscono poi gli insistenti inviti ed i dovute alla mancanza della disciplina ripetuti ammonimenti circa le norme stessa, da cui conseguono le descrizioni igieniche da osservare, che egli suggeri- imprecise e l’assenza di dati concernenti i sce di continuo. rapporti anatomici degli organi tra loro ed Il De medicina equorum o Hippiatria, si il ricorso frequente alla teoria umorale. orienta in due direzioni: l’ippologia e Rimedio principe, anche se estremo, e di l’ippiatria. cui il riflessivo Ruffo non fa altro che sot- Esso ricalca l’impostazione scientifica del tolineare la pericolosità, qualora non ven- succitato De arte venandi ed è quindi ga applicato a dovere: la focatura. Il fuo- suddiviso, in 6 libri intitolati come segue: co prevale numericamente nei rimedi sug- 1. Sul concepimento e la nascita del geriti sull’incisione chirurgica presumi- cavallo; bilmente perché quest’ultima risultava più 2. Sulla cattura e sulla doma; pericolosa per le conseguenti complica- 3. Sul governo e sull’addestramento; zioni settiche ed emorragiche. 4. Sulla conoscenza dei canoni estetici; Il fuoco infatti, per le conoscenze ed i 5. Sulle infermità naturali e accidentali; mezzi del tempo, era insostituibile secon- 6. Sulle malattie e sui rimedi per curare do il detto di Ippocrate: quae medicamen- il cavallo. tum non sanat, ferrum (il bisturi) sanat, Le malattie elencate sono ben 57!. Lo quae ferrum non sanat, ignis sanat, quae 131 ignis non sanat, insanabilia e trova anco- prendo le tante virtù terapeutiche di erbe ra oggi convinti sostenitori. e piante spontanee e coltivate, tese ad of- Quanto alle altre pratiche, il salasso, in frire un valido aiuto naturale nella cura di voga fin quasi ai giorni nostri, e l’uso di svariate malattie sostanze vegetali, minerali e animali di Il trattato di Giordano Ruffo, fu terminato cui solamente pochissime possono mera- dopo la scomparsa dell’imperatore nel vigliarci, come ad esempio il ricorso allo 1250. Il marestallus, che sottoscrisse per- sterco umano, a quello di capra, all’urina sino il testamento di Federico, e ciò a ri- di fanciullo, alle teste di lucertola. prova dell’alto grado di considerazione e Diversi rimedi prescritti, adoperati di rou- di amicizia intrattenuto con lui, lo affer- tine nel passato, rientrano ancora oggi nel ma, siglando la propria opera, quando di- bagaglio empirico dei vecchi uomini di chiara: (Parigi, B.N. lat.5503, fol.53): scuderia, ultimi depositari della tradizione Ego Jordanus Rufus calabriensis miles, in veterinaria che in Italia fa capo a Ruffo. Mariescalla quondam Domini Imperato- Essa tramandatasi oralmente, è giunta si- ris Frederici sacrae memoriae recolen- no ai giorni nostri, attraverso la pratica dae..... trasmessa di generazione in generazione. In ogni caso comunque non bisogna - Una curiosità moderna: l’uso di una par- gersi oltre il 1256, in quanto questo è l’an- ticolare imbracatura per sollevare il caval- no della morte di Giordano, che travolto lo da terra al fine di curarlo se non può dalla rovina della sua casata, catturato, stare in piedi! muore prigioniero, nel febbraio del 1256, Tale ausilio sembrava invece essere arri- dopo che gli sono stati cavati gli occhi. vato da poco dai modernissimi USA. Il De medicina equorum o Hippiatria, dal Assenti del tutto, nel trattato, il ricorso a XIII secolo avrà un’ampia diffusione nel- formule magiche, a santi, a messe, a ne- l’arco di 4 secoli. gromanzie,ad influssi astrali, ed a partico- Il testo è infatti, alla base di molti trattati lari rituali, strani e fantastici, a pietre ad di veterinaria come quelli di Pietro de amuleti dotati di facoltà prodigiose, tipici Crescenzio, nel XIII sec; di Lorenzo Ru- dell’epoca, citati in tanti bestiari e testi sio, veterinario in Roma nel 1340; di Di- medioevali. no di Pietro Dini, fiorentino del medesi- Fonte preziosa onde risalire alle proprietà te- mo periodo; di Bartolomeo Grisone e di rapeutiche delle sostanze proposte dal Ruffo, Guiglielmo de Viliers del XV sec.; non- sono stati per me i tre volumi dei Medica- ché del magnifico volume Anatomia del menta, la guida teorico pratica per sanitari, Cavallo, edito a Bologna nel 1598, di alla sua V edizione, degli anni ‘40. Carlo Ruini ed illustrato da splendide ta- Con sommo stupore, alle soglie del 2000, vole anatomiche. mi sono dovuta arrendere all’evidenza del L’Hippiatria, verrà tradotto in numerose fatto che i medicamenti galenici suggeriti lingue, nell’età di mezzo e di esso, si co- dal Ruffo, tutti rigorosamente naturali in noscono ben 26 manoscritti in latino, 5 in quanto provenienti dal mondo animale, da francese tra cui La marechaucie des che- quello vegetale, e da quello minerale, sino vaus; Le livre de la cure et garde des che- a pochi decenni fa erano ancora quasi tut- vaus; Le livre de marescallie des che- ti attuali ed in uso, e che persino quelli vaus; alcuni in siciliano come Lu libru di desueti, sono comunque citati.. La moder- maniscalchia; in italiano come La cirogia na industria farmaceutica negli ultimi de- de li cavalli e Manascalia; in provenzale cenni, ha completamente superato la tra- come Lo libre de la marescalcia des dizionale medicina dei semplici, con il cheals; ed in tedesco come Von des pferds trionfo dei rimedi chimici e sintetici. geburt und von seiner empfachung. Oggi però si avverte un graduale, se pur La sua prima edizione stampata italiana, è lento, ritorno alla natura e si vanno risco- del 1492, di Gabriele Bruno - Venezia - 132 Arte de cognoscere la natura d’caval…; trattato l’argomento, la recente edizione quindi si avranno sia il Libro dell’arte de in Francia,ad opera di B. Prevot, di una marascalchi...... G.Padovano -Venezia traduzione del testo del 1300, in un dia- 1554; che quello Delle mascalti de coval- letto francese non ben identificato, (forse lo… R. Borgominiero, - Venezia 1561. quello dell’Ile de France): La science du Seguiranno il dottissimo Mascalzie de co- cheval au moyen age - La traité d’hippia- vallo... del De Rossi - Bologna 1561 ed il trie de Jordanus Rufus, Editore Klinck- Libro dell’arte de Marascalchi, curato da siech 1991. F. de Leno, Venezia 1563; ripubblicato a La versione italiana da me curata3, ha cer- Brescia nel 1611 e nel 1640. cato di mantenersi, nei limiti del possibi- I diversi manoscritti però, come d’altron- le, letterale, vale a dire aderente e fedele de anche le edizioni del passato, pre- all’originale latino e ciò spiega, ad esem- sentano lacune, errori, interpretazioni pio, talune ripetizioni, e taluni tipi di co- personali, travisamenti, contaminazioni struzione. arbitrarie con diversi testi ed altro, che Non ho volutamente proposto una tradu- alterano il valore originario dell’opera zione più libera, servendomi di un lin- stessa de Ruffo. guaggio più attuale, proprio per lasciare In Italia l’edizione più recente quella in all’opera quel certo sapore arcaico, pati- latino a cura di Hieronymo Molin, “Jor- nato dal tempo in cui, in fondo, risiede il dani Ruffi Calabriensis - Hippiatria -Pa- suo maggiore fascino. tavii - 1818”. Onde facilitare la comprensione del testo Il Molin, professore di veterinaria a Pado- poi, ho ritenuto opportuno curare ed ag- va, ha curato con grande rigore ed atten- giungere un glossario riguardante la termi- zione il testo, sforzandosi, attraverso uno nologia equestre, i termini veterinari ed studio lungo, accurato ed attento dei vari organici, le proprietà terapeutiche dei ri- codici, di riportarlo il più vicino possibile medi di cui fa uso il Ruffo, ed il loro elen- alla forma originaria. co, nonché una sintetica elencazione mo- Lo spirito che ha sostenuto il Molin nel derna, esplicativa delle varie patologie suo difficile lavoro, il proprio orgoglioso, trattate dall’autore che però, come si potrà desiderio di restituire alle diverse scuole verificare, sono in verità modernissime. di Medicina Veterinaria all’epoca operanti in Italia, Bologna (1783), Ferrara (1786), Modena e Napoli (1791), Roma (1806), BIBLIOGRAFIA Milano (1808), questo strumento di stu- dio, più conosciuto all’estero che non in 1 R. ROTH, R., Die Pferdeheilkunde des patria. Jordanus Ruffus. Inaugural Dissertation Patria che, dopo circa due secoli dalla zur Erlangung der Wurde eines Doctor succitata edizione patavina, sino ad oggi, medicinae veterinariae der Preuss. Tie- non aveva ancora una edizione in lingua rarztlitlichen Hochschule zu Berlin, italiana attuale dal lontano XV sec., men- Berlin, 1928. tre, all’estero, c’è stata l’edizione e la tra- 2 L. KLEIN, studien zur “medicina equo- duzione in tedesco nel 1928 ad opera di rum” des Jordanus Ruffus (1250). Inau- Robert Roth - Die Pferdeheilkunde des gural Dissertation zur Erlangung des Jordanus Ruffus, ed ancora nel 1969, a Grades eines Doctor Medicinae Veteri- cura di Leiselotte Klein, Studien zur “me- nariae, Hanovre, 1969. dicina equorum”, tratto dalla versione 3 M.A. CAUSATI VANNI (a cura di). Gior- dell’omonimo manuale in francese. dano Ruffo. Nelle scuderie di Federico Una particolare menzione merita, per II imperatore ovvero l’arte di curare il l’accuratezza e la serietà con cui è stato cavallo, Editrice Vela, Velletri, 1999.

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LE PIAGHE D’EGITTO Esodo 7,1-11,10 ELISABETTA LASAGNA, ANDREA SENIGALLIESI

SUMMARY

THE PLAGUES OF EGYPT (EXODUX 7,1-11,10) During the 13th century B.C., under the reign of Rameses the 2nd and his son Mernephatah, ten terrible events followed one another along the banks of the river Nile, and still today, when reference is made to a particulary devastating situation of the ecosystem, the “plagues of Egypt” are cited. Such calamities, which according to the Bible forced the paraoh to free the Israeli people from slavery, are historical events in all respects. Our survey, complemented by studies of biblical texts and papyrus, confirms that Egypt was stricken by a series of deadly epidemics stemming from a unique initial contamination. After consulting also the work of the chief epidemiologist of the Public Health Department of New York, yet without professing to be able to explain everything, we maintain that a scientific answer can be given for the many questions raised by the Exodus, starting from the first stirring event to the eventual death of all forst-born children. Our “natural explainations are meant to repropose the ancient dual- ism between faith and science; on the other hand, today’s official religious circles, rather than talking about a “miracle”, refer instead to divine will that would have allowed ten natural plagues to follow one another in fast sequence.

La Bibbia è certamente stata scritta a più più probabilmente, è la copia di uno scrit- mani ed il compilatore del libro dell’Eso- to più antico. Il primo egittologo ad esa- do sembrerebbe avere una fantasia sfrena- minare dettagliatamente questo documen- ta quanto a descrizione di catastrofi, se to è stato sir Alan Gardiner (1909),3 che non fosse che queste descrizioni si trova- lo ha classificato come una cronaca della no anche in altri testi che, pur difficilmen- XII dinastia, e quindi verso la fine del te collocabili in un’epoca esatta,1 confer- Primo Periodo Intermedio. Altri archeolo- mano che le cosiddette “piaghe d’Egitto” gici invece datano il papiro alla VI dina- sono ascrivibili a tutti gli effetti tra gli stia (2345-2184 a.C.). Purtroppo il papiro eventi storici. è in pessime condizioni e mancano tanto Le “piaghe d’Egitto” sono talmente note l’inizio quanto la fine; non è tuttavia da che ancora oggi vengono citate quando si escludere che il saggio scriba Ipuwer de- vuole indicare una situazione particolar- scrivesse al faraone l’epoca terribile dei mente disastrosa per l’ecosistema e se il grandi disastri, quando siccità e carestia faraone capitolò e consentì la partenza dei attanagliarono l’Egitto: “…i campi non “figli d’Israele”, fu perché il suo paese danno più grano, il bestiame muore per era stato colpito da una serie di epidemie, malattia, l’acqua del fiume è sangue…”. micidiale conseguenza di un’unica conta- L’analisi parallela dei due testi (Bibbia e minazione iniziale. Ammonizioni di Ipuwer), conferma mol- La nostra indagine si basa su testi biblici, ti particolari dei dieci eventi calamitosi talmudici e su papiri; per la conferma di che si susseguirono lungo le sponde del quanto tramandato dall’Esodo ci è stata di Nilo nel tredicesimo secolo avanti Cri- particolare aiuto la decifrazione del Papi- sto, sotto il regno di Ramesse II e di suo ro di Leida 334, detto “Le ammonizioni figlio Mernephtah. di Ipuwer”.2 Lo stile suggerisce si tratti di Avvalendoci anche del risultato delle ri- una composizione della XIX dinastia ma, cerche dell’epidemiologo John Marr, ca- 135 po del Dipartimento di Sanità Pubblica di brio naturale perché questi anfibi teneva- New York, pur senza avere la pretesa di no a bada le zanzare. Passando al campo spiegare tutto, riteniamo di poter dare delle ipotesi verosimili, cioè non suffra- una risposta scientifica a molti degli in- gate da ricerche e/o scoperte recenti, terrogativi suscitati dall’Esodo, partendo possiamo supporre che la scomparsa del- dal primo evento scatenante sino a giun- le rane abbia fatto esplodere il numero gere ad un’ipotesi per quanto riguarda la degli insetti la cui crescita era da esse morte di tutti i primogeniti, che pur resta contenuta. misteriosa. Terza piaga: … stendi il tuo bastone e Con le nostre spiegazioni “naturali” non batti la polvere del suolo: ci saranno zan- intendiamo riproporre l’antico dualismo zare in tutto il paese d’Egitto. tra fede e scienza; del resto oggi, in am- L’Esodo parla di “pidocchi, tanti da sem- bienti religiosi ufficiali, più che di “mi- brare polvere che si sollevasse dai sentie- racolo” si parla piuttosto di volere divi- ri, penetrasse dalle finestre”, mentre l’edi- no che avrebbe consentito il verificarsi zione italiana ufficiale della Bibbia e il in rapida sequenza di una serie di pia- papiro di Leida parlano di “zanzare”. É ghe naturali. possibile che si trattasse di culicoides,re- La prima piaga parla dell’acqua del Nilo sponsabili anche dell’encefalomielite afri- tramutata in sangue. Il Signore disse a cana dei cavalli e della febbre catarrale Mosé: il cuore del faraone si è indurito maligna delle pecore. Simili a moscerini, rifiutando di lasciare andare il popolo. questi insetti provocano irritazioni simili Va’ dal faraone di mattina, proprio quan- a quelle provocate dai morsi dei pidocchi, do esce verso l’acqua (…) ecco, con il ma sono in grado di trasmettere virus che bastone (…) e l’acqua che è nel fiume si in poche ore possono decimare il bestia- cambierà in sangue; ci sarà sangue in me. Le zanzare sono state, insomma, la tutto il paese d’Egitto (…) i pesci che era- causa diretta della terza piaga. no nel fiume morirono, il fiume puzzò e Quarta piaga: … i mosconi riempiranno le gli egiziani non poterono berne le acque. case d’Egitto e anche il suolo in cui stan- Per il Nilo che si colora di rosso è possi- no… bile chiamare in causa i cianobatteri, mi- Nel frattempo, l’Egitto, il cui ambiente crorganismi che, oltre a provocare una co- era già fortemente deteriorato, viene inva- lorazione rossa di laghi e fiumi, privano so dalle mosche (quarta piaga) che, insie- l’acqua di ossigeno, producendo inoltre me alle zanzare, saranno il vettore biolo- tossine nocive per i pesci che, come noto, gico dell’epidemia che sterminerà gli ani- sono voraci predatori di rane. mali (quinta piaga). É probabile che si Seconda piaga: … ecco io colpisco tutti i trattasse della mosca cavallina, la Sto- tuoi confini con delle rane. Il fiume pullu- maxys calcitrans, insetto che trasmette lerà di rane: saliranno e verranno nella un’infezione batterica da Actinobacillus tua casa, nella camera dove riposi e sul mallei, nota anche agli antichi Romani. tuo letto… Quanto alla quinta piaga, la Scrittura af- La scomparsa dei pesci ha certamente fa- ferma … ecco, la mano del Signore sarà vorito un’esagerata riproduzione di rane su tutto il bestiame che tu possiedi in che sulle rive del Nilo sottoposte a perio- campagna, su cavalli, asini, cammelli, diche inondazioni trovavano un habitat sulle mandrie e il gregge: una peste molto ideale. Una parte delle rane sono morte a pesante… Secondo gli “Ammonimenti di causa delle acque infette; quelle che sono Ipuwer” la “peste” colpì molti animali, riuscite ad allontanarsi e a raggiungere i “ma non i cavalli”. La stessa Bibbia con- centri abitati hanno fatto la stessa fine per ferma che i cavalli non vennero colpiti opera dell’uomo. Con la moria delle rane quando racconta che il faraone, pentitosi si viene però ad alterare un altro equili- di aver autorizzato la partenza degli 136 schiavi ebrei, li fa inseguire con i cavalli. paese d’Egitto, un buio da poterlo palpa- La patologia micidiale per gli allevamen- re…, l’oscuramento del cielo durato tre ti, il cui virus è trasmissibile anche all’uo- giorni, il fenomeno potrebbe essere attri- mo, potrebbe essere identificata con il buibile ad una prolungata tempesta di carbonchio, ma anche con una epidemia sabbia o anche ad un violento terremoto epizootica selettiva nei suoi effetti morta- nella vicina Rift Valley, cui fece seguito li, come per esempio la “lingua blu”, fata- un’imponente eruzione di polveri. le per capre e pecore ma che risparmia Dalla prima alla nona piaga, la scienza cavalli e maiali. può effettivamente spiegare la sequenza La sesta piaga, invece, colpisce tanto gli dei fenomeni. Resta la decima ed ultima animali quanto gli uomini: … e produrrà piaga: la morte dei primogeniti: … mori- sugli uomini e sugli animali delle ulcere rà dal primogenito del faraone che siede con eruzioni e pustole… In questo caso sul suo trono sino al primogenito della potrebbe trattarsi di pseudimonas mallei, serva che sta dietro la mola, e ogni pri- malattia fortemente contagiosa, trasmes- mogenito del bestiame… Secondo il dott. sa dal contatto con le mosche che inocu- Marr4 e i suoi collaboratori, la decima lano, nelle persone e negli animali, ogni piaga è una conseguenza diretta della set- genere di batteri e virus; si infetta, inol- tima e dell’ottava calamità (grandine e lo- tre, anche chi mangia carne contaminata. custe). Gli egiziani, timorosi del castigo Con la sesta piaga l’Egitto è decisamente divino annunciato da Mosé, si affrettaro- in ginocchio: ha subito un disastroso im- no ad ammucchiare nei magazzini il gra- poverimento, l’acqua è talmente inquinata no e foraggi umidi che, ammuffendo, pro- che non la si può usare neppure per lavar- dussero quantità letali di tossine velenose. si, non c’è più pesce e ora vengono a Se la teoria di Marr corrisponde al vero, mancare anche carne e latte. Solo il Gos- possiamo immaginare che i fatti si siano hen, la zona dove si trovano gli Ebrei, svolti in questo modo: i primogeniti, per viene risparmiato, probabilmente perché tradizione, ricevevano doppia razione di si tratta di una collina ben ventilata. pane, fatto con i cereali contaminati, e be- La settima piaga, la grandine, non è una vettero, sempre per primi, la birra fatta epidemia: pur non essendo una zoonosi con quegli stessi cereali, per cui soccom- dobbiamo tuttavia ricordarla nel contesto bettero all’attacco dei funghi micidiali. generale dei fatti che stavano conducen- Stessa cosa per gli animali: l’individuo do l’Egitto alla rovina. La grandine, in- dominante, il primogenito, mangiò per fatti, sopraggiunge quando la popolazio- primo il cibo diventato tossico. ne non è in grado di procurarsi proteine Una seconda teoria potrebbe essere la se- animali; distrugge le messi, le spighe guente: di fronte alla fame, si decise di imputridiscono. andare a prelevare quanto era stato salva- Per l’ottava piaga, l’invasione di locuste to dalla grandine e dalle locuste. Ovvia- che …mangeranno ogni albero, riempi- mente toccava ai primogeniti, responsabi- ranno le case di tutto l’Egitto…, non è li della sorte della famiglia, entrare nei necessario formulare ipotesi perché il fe- magazzini. Ma il cibo, immagazzinato nomeno continua ad essere drammatica- umido, aveva prodotto grandi quantità di mente attuale: nei territori africani questi Stachibotrys atra, micotossina che inala- insetti periodicamente continuano a di- rono e che provocò la loro morte. L’im- struggere l’economia agricola di interi provvisa morte dei primogeniti mise in al- Paesi, provocando grandi carestie. Nel larme la popolazione e gli animali. Le 1988 la Locusta migratoria ha invaso il porte dei granai vennero spalancate ed en- Madagascar, distruggendo il 90% dell’in- trò l’aria pulita. Una conferma a questa tera produzione agricola. ipotesi sulle micotossine la si trova nella Per la nona piaga … ci sarà il buio sul tradizione ebraica, che inizia propria allo- 137 ra, riguardante le formalità da rispettare e artigianale, Edizioni Arci Postiglione, per mangiare l’agnello pasquale: agnello Salerno, 2004. sano e robusto appena macellato, erba 3 Alan Gardiner (1879-1963) è stato uno fresca, pane non lievitato fatto con cereali dei maggiori egittologi del XX secolo. appena macinati… tutti alimenti che non Nato ad Eltham nel 1879, iniziò giovanis- possono essere stati contaminati da mico- simo ad occuparsi dell’antico Egitto. Lau- tossine. reato ad Oxford in Lingue (arabo ed ebrai- co) fu in grado di coltivare il suo interesse e dedicarsi alle ricerche sull’Egitto dei fa- NOTE raoni grazie al generoso contributo finan- ziario di suo padre, Henry John Gardiner, 1 Nonostante gli sforzi degli studiosi per che, in pratica, gli consentì di non doversi tentare di stabilire una cronologia per l’e- mai dedicare ad una attività lavorativa re- tà del Bronzo antico, non esistono date tribuita. Il primo dei suoi numerosi articoli esatte nell’archeologia delle prime civiltà sull’Egitto dei faraoni è del 1902; il suo li- protostoriche. Il tempo, in questo caso, è bro più famoso, Egyptian Grammar, è ap- un concetto elastico: più che giorni, mesi parso nel 1927 e vi troviamo, oltre alla ed anni, si possono solo definire in modo grammatica, un elenco dei geroglifici con approssimato i secoli entro i quali è acca- la relativa traduzione/spiegazione. L’ulti- duto un particolare avvenimento. mo dei suoi libri, pubblicato nel 1961, è 2 J.F. OATES, The Duke Data bank of Do- Egypt of the Pharaohs. Si veda anche E.T. cumentary Papyri, Tucson, Londra, 1993, WILLIAMS and C.S. NICHOLLS, Dictionary pp. 63-72; C. SCHAEFER, Computer und of National Biography, Oxford University antike Texte, st. Katharinen, 1993, pp. 23- Press, 1981, pp. 418-20. 28; A. CAFFARO,G. FALANGA, Il papiro di 4 Si veda l’intervista di Luigi dell’Aglio a Leida. Un documentto di tecnica artistica J. Marr in “Avvenire” del 15/02/2000.

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L’ALLEVAMENTO OVI-CAPRINO NELLA GRECIA MICENEA GIUSEPPE PAINO, MASSIMO PERNA

SUMMARY SHEEP AND GOAT BREEDING IN MYCENAEAN GREECE During the excavation of the Knossos Palace in Crete at the beginning of past century, sir Arthur Evans founded an archive of about 5000 tablets hardened by a fire that destroyed the Palace. Those documents report information written in “Linear B” regarding the economy of 14th century B.C.; incised 800 tablets provide information concerning the rearing of ovine and caprine. Three English researches, M. Ventris, J. Chadwick and J.T. Killen deciphered the signs and ideograms founded on these documents. The tablets that refer to ovine provide rather detailed information regarding the numeric composition and identity of flocks (i.e., rams, sheep, lambs), wool production, flock location, shepherd’s name and, sometimes, infor- mation about another personage. The tablets which mention only the herds were the property of the palace and were entrusted to a shepherd who had to guarantee the good health of the animals, the birth of a given number of lambs and the production of a given quantity of wool. Likely, in exchange for his services he received his sustenance. The tablets which did mention the other personage, referred to flocks which were conceded to this personage of rank. A group of tablets that refer to caprine, report data regarding the slauthering of few animals and the number of horns collected. It is interesting to note that there corresponds to each pair of horns signs a recording of a kilogram of a product which can justifiably be interpreted as wool of goat.

Uno dei principali archivi di documenti di tavolette d’argilla, denominata da sir Ar- epoca micenea relativo alla fine del se- thur Evans, lo scopritore di Cnosso, “li- condo millennio a.C. è quello rinvenuto neare B”. La loro interpretazione ci ha ri- nel Palazzo di Cnosso (Creta). Si tratta di velato che le genti che abitavano la Gre- un archivio di circa 5000 tavolette d’argil- cia sei secoli prima di Omero erano i pro- la all’epoca usate come supporto per tra- genitori dei Greci stessi. Infatti la decifra- scrivere dati relativi all’amministrazione zione della scrittura lineare B ha permes- del Regno di Cnosso e che si sono conso- so di stabilire che dietro questa scrittura si lidate in seguito all’incendio che distrusse nascondeva una lingua greca un pò più ar- il Palazzo . caica, più vecchia di sei secoli ma pur Ben 800 di questi documenti riportano sempre greca. notizie relative all’allevamento degli ovi- Nel Palazzo di Cnosso sir Arthur Evans, ni, ma trattandosi di brevissime, anche se in effetti, rinvenne tre scritture; due di es- precise, annotazioni composte da massi- se presentavano dei segni disposti su linee mo tre-quattro parole, da alcuni ideo- parallele e pertanto vennero chiamate “li- grammi e da cifre, è risultato molto com- neare A” e “lineare B”. Mentre la scrittu- plesso poter stabilire esattamente quali in- ra lineare B è stata decifrata nel 1952, la formazioni contenessero relativamente al lineare A, a tutt’oggi, risulta non decifra- patrimonio zootecnico dell’epoca. ta. La terza scrittura che presentava un Il merito di questa impresa è da attribuirsi andamento apparentemente disordinato a tre studiosi inglesi : M. Ventris, J. Chad- dei segni venne definita “geroglifica” per wick e J.T. Killen. I primi due hanno an- la somiglianza con alcuni segni del gero- che decifrato la scrittura incisa su queste glifico egiziano. Anch’essa è tuttora inde- 139 cifrata. Si è scoperto, in seguito, che la li- volette delle serie classificate come Da, neare A ed il geroglifico erano due scrit- Db, Dc, Dd, De, Df e Dg trattano solo di ture usate dai Minoici, una popolazione ovini, senza riportare registrazioni riguar- che aveva occupato Creta e l’Egeo prima do la lana; le tavolette Dn sono dei docu- dei Micenei, mentre la lineare B era la menti che registrano solo grandissimi scrittura dei Micenei che, provenienti dal- quantitativi di ovini il cui numero com- la Grecia continentale, avevano invaso plessivo si riferisce, molto verosimilmen- Creta conquistandola . te, a più greggi di una stessa località. M. Ventris e J. Chadwick, nel corso del Le tavolette delle serie Dk e Dl registrano loro lavoro di decifrazione della scrittura, invece notizie riguardanti animali e lana avevano riconosciuto gli ideogrammi re- insieme. La serie Do registra insieme pe- lativi al montone e alla pecora, oltre a core ed agnelli, dato questo estremamente quelli dei principali animali domestici co- importante per scoprire ulteriori dettagli me la capra il becco, la mucca il toro, il dell’allevamento in epoca micenea. vitello, il cavallo, l’asino ecc. Spetta però Tutte le tavolette delle serie Da fino a Dg a J. Killen, studioso dell’Università di sono molto simili nel loro schema. Infatti Cambridge, aver risolto il rompicapo rap- cominciano tutte con l’indicazione del presentato su queste 800 tavolette relative nome di un uomo, probabilmente un pa- agli ovini. Ciò è stato possibile anche gra- store scritto con caratteri più grandi delle zie alle ottime conoscenze in campo zoo- altre parole. La tavoletta è poi divisa da tecnico di J. Killen. una linea orizzontale che divide il rima- Questi documenti sono stati classificati nente spazio in due registri uno superiore con due lettere, una prima maiuscola che ed uno inferiore. Nel registro superiore indica che si tratta di una registrazione ri- compare sempre la quantità di ovini e tal- guardante gli ovini (D), ed una seconda volta anche il nome di un altro personag- minuscola che dà ulteriori informazioni gio indicato al genitivo. riguardo al contenuto. Ad esempio le ta- Nel registro inferiore, invece si trova il

Da 1147 Montoni 100 Totale 100 Dc 1148 Montoni 95 “pe” Montoni 5 Totale 100 Dd 1150 Montoni 70 Pecore 29 “pa” Montoni 1 Totale 100 Dc 1154 Montoni 91 “o” Montoni 9 Totale 100

140 nome della località dove stazionano que- piuttosto che di pecore. Ma Killen con- sti animali ed anche una registrazione vincentemente fece notare che se il sesso supplementare sempre relativa agli ani- degli animali non fosse stato un elemento mali registrati al rigo superiore. Un’altra stabilito a priori, non ci sarebbe stata ra- interessante informazione che si può co- gione di indicarlo così dettagliatamente gliere da questi testi è che la somma delle nei documenti. Fra l’altro per quale ra- cifre delle varie voci riguardanti il nume- gione i micenei avrebbero dovuto alleva- ro degli animali di ogni singolo documen- re un così alto numero di montoni se to è sempre una cifra tonda, cioè 50, 60, economicamente e più conveniente avere 70, 80, 100 ecc. delle pecore? La cosiddetta registrazione supplementare La risposta a questo interrogativo arrivò registra notizie più dettagliate in merito da una tavoletta che non registra pecore agli ovini che sono identificati con le si- ma buoi. Questi ultimi erano definiti we- gle: o, pa, pe e ne. ka-ta, vale a dire “lavoranti”. Ora è noto La sigla o è già conosciuta da altri testi ed che i buoi sono animali che hanno subito è l’abbreviazione della parola o-pe-ro, la castrazione al fine di renderli docili e di (greco ofelos) che in miceneo significa migliorare la qualità della carne che pro- mancante, quindi con questa sigla sono ducono. Ma il segno che lo scriba aveva indicati degli animali non più (o non an- usato per indicare il bue non era diverso cora) presenti nel gregge per una serie di da quello che veniva usato per indicare il ragioni che spiegheremo in dettaglio. toro. A Killen venne quindi l’idea che La sigla pa fu interpretata come pa-ra-jo, poteva essere lo stesso per i montoni. palaios che in greco significa vecchio, Pertanto fu considerato verosimile che che indicava animali vecchi; pe fu inter- con l’ideogramma del montone venisse- pretata come pe-ru-si-nu-wo, perusinòs ro indicati non solo gli animali interi, ma che in greco vuol dire “dell’anno prece- anche quelli castrati. In questo modo tut- dente”; ne venne interpretata come ne-o, te le stranezze apparenti di questi rendi- neòs che vuol dire nuovo, nel senso di conti di greggi vennero spiegate. I ca- animali inseriti nel gregge al posto di ani- strati, infatti, rispetto ai soggetti interi mali vecchi. sono migliori produttori di lana, anche Se osserviamo la tavoletta Dd 1150 ab- più delle pecore, e forniscono carne di biamo 71 montoni a fronte di 29 pecore. qualità nettamente superiore. Un gregge composto di 71 montoni e 29 E’ stato così possibile confermare che pecore è un non senso. Innanzitutto per- queste registrazioni riportavano in modo ché in qualunque gregge un solo monto- abbastanza dettagliato la composizione ne può riuscire a coprire fino a 50 peco- delle greggi con l’indicazione della sua re. Quindi tutti questi montoni non han- esatta ubicazione, il nominativo del suo no nessuna utilità; in secondo luogo un pastore e, in qualche caso, anche il no- tale numero di montoni nel gregge me di un altro personaggio di cui si dirà avrebbe generato una situazione estre- in seguito. mamente caotica dovuta agli inevitabili Questa conclusione è di non poca impor- continui scontri per il possesso delle tanza da un punto di vista storico in femmine fino alla morte di un elevato quanto analizzando i nomi di tutte le lo- numero di pecore gravide. calità che vengono elencate negli 800 te- Ventris e Chadwick tentarono di spiegare sti rinvenuti, si deduce che il Palazzo di questa stranezza sostenendo che non si Cnosso teneva la contabilità di tutte le trattava di greggi costituite ma soltanto di greggi che si trovavano sull’intera isola elenchi di animali che comunità e persone di Creta; il fatto poi che il totale degli singole inviavano come tributo da pagare animali registrati è di circa 100.000 capi, al Palazzo di Cnosso. Tali elenchi riporta- significa che il Palazzo gestiva, con cri- vano un forte quantitativo di montoni teri oculati, precisi e in maniera centra- 141 lizzata, una ricchezza immane. della serie Dk per ogni unità di lana sono Esiste un altro gruppo di documenti che registrati 4 animali. ci permette di penetrare ancora più a fon- 19+ 6 = 25, e 25 è la quarta parte di do nell’economia del patrimonio zootec- 100. Sei sono le unità di lana che man- nico ovino del regno miceneo di Cnosso. cano all’appello ma la quantità totale Le tavolette delle serie Dk e Dl registrano prevista è 25. contemporaneamente sia la composizione Questi dati vanno spiegati, perché potreb- del gregge, sia la produzione di lana. Nei bero sembrare strani. Infatti alcune greggi testi della serie Dl il rapporto fra il nume- producevano un’unità di lana ogni quattro ro di animali e le unità di lana prodotta è animali ed altre fornivano solo una unità di 1:10, vale a dire che ogni unità di lana di lana ogni 10 animali. Premesso che corrisponde a 10 ovini, mentre nei testi l’unità di peso per la lana presso i Mice-

Dl 938 A ]re-jo OVISf 50 ki OVISm 40 LANA 7 B ] o ki OVISm 10 o LANA 3

Dk 1074 A OVISm 100 LANA 19 B e-ru-to-ro / ku-ta-to, o LANA 6 nei era di circa tre Kg, ne consegue che In effetti la produzione si riferiva solo alle certe greggi davano 3 Kg di lana ogni 50 pecore registrate, per cui si ha che il quattro animali, cioè 750 g a testa, ed al- rapporto tra numero di pecore tosate e uni- tre greggi davano 3 kg di lana ogni 10 tà di lana è di 1÷5 con un quantitativo di ovini, cioè solo 300 g a testa. L’enigma lana pari a 600 g per ogni pecora. La pro- venne interpretato da J. Killen, il quale duzione con un rapporto 1÷4, pari a 750 g notò che nelle tavolette relative a greggi di lana prodotta, si riferisce a greggi com- con un indice di produttività in lana più poste prevalentemente da soggetti castrati basso, erano registrati ovini preceduti da che danno, quindi, una resa nettamente un segno che in miceneo si legge ki. Fu migliore in termini di produzione di lana. una geniale intuizione, insieme al fatto Anche il dettaglio di greggi composte di che aveva approfondito il tema dell’alle- un uguale numero di pecore ed agnelli vamento degli ovini, a portarlo a capire non è da considerarsi casuale. Killen in- che ki poteva essere l’abbreviazione della fatti studiando i registri di allevamenti parola “agnello”. Questa sembrò subito la dello Yorkshire nell’Inghilterra medioeva- spiegazione più logica, innanzitutto per- le si accorse che per le mandrie di muc- ché era naturale che gli agnelli venissero che e per le greggi date in gestione a pa- registrati assieme alle loro madri. stori, per ogni mucca e per ogni pecora Pertanto la resa in lana non poteva che es- affidata al pastore il proprietario del feu- sere di gran lunga inferiore se paragonata do si aspettava di ricevere in media un vi- a quella che si riferiva a greggi costituiti tello ed un agnello all’anno. Il dato del- da pecore e castrati, tenuto conto anche l’Inghilterra medioevale coincideva quin- del fatto che gli agnelli nel primo anno di di perfettamente con quello di Creta del- vita non producono lana. Quindi, un greg- l’età del Bronzo a dimostrazione del fatto ge di 100 ovini composto da 50 pecore e che l’allevamento nel corso dei secoli pri- 50 agnelli dimezzava in pratica le attese ma dell’avvento delle moderne tecniche, di lana per quel gregge arrivando ad una procedeva con delle metodiche che si mo- unità di lana, cioè 3 Kg per 10 animali. dificavano poco nel corso dei secoli. 142 Molte altre conclusioni di Killen sono state di una unità di lana per quattro montoni ca- confermate puntualmente dallo studio di strati si ritrova in questo archivio di docu- questi registri dell’Inghilterra medioevale. menti che trattano dell’allevamento di greg- Ad esempio nella contea dello Yorkshire il gi di ovini. rapporto fra pecore e castrati era di 10 ca- Come è stato precedentemente sottolinea- strati per ogni pecora. Ebbene nei testi di to, oltre al nome del pastore in qualche Cnosso a fronte di 8217 montoni registrati caso veniva indicato anche il nome di un vi erano 1554 pecore. Inoltre, questi dati altro individuo. sono stati confermati da registrazioni ap- Killen ha avanzato l’ipotesi che le greggi partenenti ad un archivio della città di Ala- senza il nome di questo secondo indivi- lakh in Siria databile alla fine del II millen- duo erano di proprietà del Palazzo e veni- nio a. C.. Addirittura la stessa proporzione vano affidate ad un pastore che non era

certo il proprietario ma solo il responsabi- Una particolare serie di documenti, quelli le che doveva garantire al Palazzo stesso della serie Mc di Cnosso, registra piccoli la nascita di un certo numero di agnelli, gruppi di caprini e prodotti ricavati in se- doveva rispondere della morte o della guito al loro abbattimento. Ogni docu- sparizioni di capi di bestiame, doveva as- mento presenta il nome della località di sicurare un certo quantitativo in termini di provenienza degli animali ed il nome di produzioni quali il latte, il formaggio, la un personaggio, verosimilmente il pastore lana ecc., ricevendone in cambio i mezzi responsabile. per il suo sostentamento. Invece le greggi Quattro sono gli ideogrammi che com- con la menzione di un altro individuo so- paiono in questi documenti. Due di questi no probabilmente concesse dal palazzo a (l’ideogramma *150 e *142), restano tut- personaggi con uno stato privilegiato. t’oggi non identificati. Gli altri due iden-f Le greggi di capre nei testi di Cnosso so- tificano la capra e le corna (CAP e no registrate nelle serie C e Co. In queste CORN). La natura di questi ultimi due serie di documenti, ovini e caprini (e tal- ideogrammi ci permette, però di ipotizza- volta bovini) sono registrati assieme. In re a quale ambito appartengono gli ideo- alcuni casi queste registrazioni si riferi- grammi *150 e *142. scono a gruppi di animali trasferiti nello È lecito, infatti, immaginare che essi siano stesso pascolo in seguito a transumanza. collegati all’allevamento e all’abbattimento 143 di caprini. A tal proposito occorre notare A tal proposito, va sottolineata la totale che anche l’ideogramma *150 sembra ave- assenza, nei documenti in lineare B, del re una certa parentela con l’ideogramma pelo di capra, mentre nei documenti del che identifica il genere caprino. Vicino Oriente frequentemente le regi- Quale che sia la natura dell’ideogramma strazioni di lana di pecora sono accompa- *150, resta il fatto che nel registro supe- gnate da quelle di pelo di capra. riore delle tavolette Mc, si registrano dei Questo prodotto, in effetti, nell’antichità caprini in piccoli gruppi, infatti le cifre era utilizzato per la manifattura di corde, sono decisamente più contenute rispetto tappeti, feltro ed indumenti di grande re- alle registrazioni delle serie C e Co, e sistenza. Proprio in virtù di queste carat- questi piccoli gruppi sono messi in rela- teristiche, era utilizzato per la fabbrica- zione ad un personaggio ed una località. zione di tessuti destinati ad usi bellici co- Nel registro inferiore, invece, troviamo me le tende per i soldati e le vele per le l’ideogramma *142 che si riferisce ad un imbarcazioni. A Roma addirittura erano prodotto pesato. Va sottolineato, infine, allevate due tipi di capre, di cui uno a pe- che le cifre relative ai quattro prodotti so- lo lungo proprio per sfruttarne il pelo. no tra di loro in un rapporto approssimati- Inoltre, come ricorda J. Chadwick, la vamente costante seguendo una propor- Grecia negli anni Cinquanta ha prodotto zione di 5 : 3 : 2 : 4 di cui ci occuperemo annualmente più di 2000 tonnellate di pe- in seguito più dettagliatamente. Per il mo- lo di capra. mento occorre sottolineare che le cifre È, dunque, molto strano che di tale pro- dell’ideogramma CORN sono sempre il dotto non si sia conservata traccia nei do- doppio dei Kg del prodotto *142. cumenti d’archivio della Creta micenea. Ma quale potrebbe essere la natura di E’ quindi verosimile che l’ideogramma questo prodotto? Innanzitutto il fatto che *142 possa riferirsi al pelo di capra. A tal nel registro superiore siano registrati dei proposito è interessante notare che la ca- capi di bestiame e nel registro inferiore lo pra cretese produce all’incirca 1 Kg di pe- siano due prodotti uno dei quali, il corno, lo all’anno, e calcolando che ogni anima- proveniente dall’abbattimento di un capri- le ha due corna, è evidente che ad ogni no, ci porta a pensare che anche l’altro Kg di pelo corrispondono due corna. In prodotto potrebbe avere la stessa prove- tal modo si può ben spiegare il rapporto nienza. Qualunque ipotesi riguardo a que- fisso di 1 : 2 tra le cifre dell’ideogramma sto prodotto deve essenzialmente rendere *142 e quelle dell’ideogramma CORN. conto del fatto che: 1) il prodotto deve avere delle caratteri- stiche che giustifichino la sua misu- BIBLIOGRAFIA razione in peso, 2) il prodotto deve avere un suo logico M. VENTRIS,J. CHADWICK, Documents in utilizzo in base alle finalità della se- Mycenaean Greek, Cambridge 1973. rie di documenti che proviene quasi J. T. KILLEN, The Wool Industry of Crete tutta dall’ Arsenale. Questo è il luogo in the Late Bronze Age, BSA 59, 1964, di raccolta delle armi che nell’anti- pp. 1-15. chità venivano realizzate mediante M. LIVERANI, Antico Oriente, Storia So- svariati prodotti di provenienza ani- cietà Economia, Roma, 1988, pp. 608- male, quali il corno, le ossa, l’intesti- 609. no, la pelle etc.. J. CHADWICK, Il mondo miceneo, Ed. ita- 3) deve rendere conto del fatto che il liana, Milano. 1980, p. 175. numero dei Kg di questo prodotto, M. PERNA, Le tavolette della serie Mc di deve essere la metà del numero del- Cnosso. Atti del II Congresso Internazio- le corna. nale di Micenologia, 1996, pp. 411-419. 144 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

DOMESTIC PIGS IN ANTIQUITY MORPHOLOGY AND HUSBANDRY JOHANN SCHAEFFER, HELMUT MEYER, PETER ROBERT FRANKE

RIASSUNTO SUINI DOMESTICI NELL’ANTICHITÀ – MORFOLOGIA E ALLEVAMENTO. Per la caratterizzazione di differenti tipi di suini allevati nella Grecia classica ed in Italia (VII secolo a.C. fino IV secolo d. C.) sono state impiegate fonti scritte, pittoriche e osteoarcheolo- giche. Quasi 200 immagini di suini domestici su monete, gemme, glaspastes, vasi, rilievi, scul- ture e statue forniscono testimonianza circa l’allevamento del suino. Usando queste fonti pos- sono essere individuati i seguenti tipi di suini: dalle gambe lunghe (profilo rettilineo, orecchie diritte), a conformazione compatta (profilo lievemente concavo, orecchie in prevalenza dirit- te), grossa ossatura (principalmente a profilo rettilineo, più grandi, talvolta con orecchie pen- denti), con il treno posteriore più alto dell’anteriore (probabilmente erano usati in modo più intensivo) e di media taglia (ampia gamma di singoli dettagli). Per alcuni dettagli i seguenti sviluppi sembrano accettabili: durante i tempi antichi le dimensioni delle orecchie aumenta- rono inclinandosi in avanti fino a diventare flosce. La linea dorsale era per lo più estesa in modo orizzontale. Con il tempo il diametro delle cosce mostrò una tendenza a una maggior conformazione. Il numero di coppie di capezzoli in media da 5 a 6 (variazione da 3 a 6). Le setole sul dorso erano ben marcate all’inizio ma scomparvero nel tempo. L’ampia variazione delle caratteristiche morfologiche può essere il risultato di specifici sforzi locali di allevamen- to. Il passaggio da branco di animali grufolanti in foresta ad un sistema di allevamento con aumento dell’ingestione di alimenti facilmente digeribili ha favorito una forte differenziazione della forma del corpo causata da una diminuzione dei fattori di selezione naturale e probabil- mente da un aumento dell’azione dell’uomo. Non esistono indicazioni sull’introduzione di sui- ni da paesi fuori dall’area mediterranea.

Subject of the study is the morphology up to the times of the Roman Empire. and husbandry of domestic pigs in classic They were kept in forests as well as on Greece and Italy (7th century BC to 4th extensive pastures. With the decline of the century AD).1 forests they were moved back to marginal For the characterisation of the different lands (Fig. 1-4).2 varieties of swine pictorial, osteoarchaeo- logical and written sources were evaluat- Pigs with a compact stature: They are ed. Nearly 200 images of domestic pigs characterised by a chest depth of > 60 %, on coins, gems, glasspastes, vases and re- short bend-in snout (sometimes pug- liefs as well as sculptures and statues pro- like) and with mostly erect but bigger vide evidence about pig breeding. Using ears. After sporadic occurence in very these sources the following varieties of early times they are demonstrated in swine may be distinguished – in a more Greek and Etruscian documents from 6th or less schematic way: and 5th century BC, but mostly in Italy during the Roman Empire. In all proba- Long-legged pigs: With a relative chest bility these were quickly maturing pigs depth < 50 % most of them display long that may have been used for intensive straight snouts and erect ears. Their exis- feeding with more easily digestible for- tence has been proved for early times in age (i. e. young green-fodder, grains) Greece and Asia Minor but also in Italy (Fig. 5-7). 145 Fig. 1-2-3. Boars, Aspendos, ca. 420-360 BC. Fig. 4. Sow, Rome, 77/78 AD

Fig. 5. Sow, Kyzikos, Fig. 6. Sow, Roman, Fig. 7. Fattening pig, Etruscan, ca. 550-520 BC. 1st cent. BC. 5th cent. BC.

Large-framed pigs: They are charac- 3rd century BC on coins and gems from terised by a large body conformation, South Italy, Sicily and Asia Minor. They medium sized, mostly straight snouts and have probably been used in a more in- bigger, sometimes lop ears. This type is tense way (Fig. 11-13). mostly found on illustrations from Roman times. Their utilisation was presumably Medium-sized pigs: This group dis- located between the two varieties men- played a large variety of single details in tioned above, with more affinity to the size of ears, diameter of limbs and profile long legged type (Fig. 8-10). of the skull. These animals were presum- ably primarily fed with garbage and by- Pigs with higher rear than front part: products from vegetables, fruits and This variety was depicted in the 5th to the arable lands (Fig. 14-16).

Fig. 8. Sows, Roman Empire. Fig. 9. Sow, Aes graeve, Roman, Fig. 10. “Laurentinske so” ca. 275-242 BC. (Kopenhagen), 2nd cent. AD.

146 Fig. 11. Sow, Abakainon/Sicily, Fig. 12. Boar(?), Abakainon/Sicily, Fig. 13. Sow with necklace, ca. 450 BC. ca. 420-410 BC. Greek(?), 5th/4th cent. BC.

Fig. 14. Sow, Roman, Fig. 15. Sow with piglets, Fig. 16. Two sows and a 1st cent. BC. Etruscan-Italian, 5th cent. BC. boar, Roman, 1st cent. AD.

Morphological details: For some mor- spongy appearance. The number of visi- phological details the following evolution ble teat pairs averaged from 5 to 6 (vari- seems to be reasonable: during antique ation from 3 to 6). Within the investigated times the size of the ears got bigger period no tendency of a change was ob- (probably for better thermal regulation), served. The bristle on the back was leaning forward or became floppy. The well marked in early times but disap- backline did mostly extend in a horizon- peared by time, so that since the first tal direction. By the time the diameter of century AD only few animals were seen legs showed a tendency to a gross, more with this feature.

Fig. 17. Sow, type of landrace, Fig. 18. European landrace, 1886. Roman, 77/78 AD.

147 Fig. 19. Sow, Roman, 1st cent. BC. Fig. 20. Small Yorkshire, 1886.

Fig. 21. Sacrificial pig, Rome, ca. 100 AD. Fig. 22. Sow, modern Pietrain race, ca. 1970.

The large variation of morphologic NOTES qualities in pig populations of antique 1 H. MEYER, P. R. FRANKE,J. SCHAEFFER: times may be the result of specific local Hausschweine in der griechisch-römis- breeding efforts (Fig. 17-22). chen Antike. Eine morphologische und The change from forest herding (with an kulturhistorische Studie. Isensee Verlag, intensive selection pressure for fitness Oldenburg, pp. 128, 2004. qualities which are typical for wild pigs) 2 All pictures of this paper are taken from to an increasing intake of easily digestible the book of Meyer, Franke and Schaeffer feeds (by-products, garbage, young (see Note 1), where the references are to green-fodder) promoted an intensive dif- be found in detail. ferentiation of body shape caused by di- minished natural selection factors and probably by increasing human interven- tions. References of pig importation from countries outside the Mediterranean re- gion do not exist.

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ASPETTI DELL’ALLEVAMENTO SUINICOLO NELL’ANTICA POMPEI

ANGELO GENOVESE, SILVIO AUDINO, MICHELE DI GERIO, DOMENICO RUSSO, MARIA PIA VITIELLO

RIASSUNTO

In questo studio sono stati analizzati i reperti ossei di suini di allevamento rinvenuti nell’area archeologica vesuviana del 79 d.C. (Pompei e dintorni) e particolari situazioni ambientali ri- conducibili all’allevamento del maiale. I dati ottenuti sono stati confrontati con le infor- mazioni derivanti dalla letteratura classica del I sec d.C. riferita all’area campana (Columel- la e Plinio) e con le raffigurazioni di suini rinvenute nella medesima area archeologica. I dati ottenuti hanno permesso di ipotizzare la presenza di almeno due differenti tipologie suine e di portare un contributo alla comprensione delle tecniche di allevamento/stabulazione, di macel- lazione e di utilizzo del maiale nell’antica Pompei. In particolare si è osservata la presenza di una razza di piccole dimensioni dalle caratteristiche morfologiche semiselvatiche e dal manto chiaro che appariva particolarmente domestica e che, probabilmente, assumeva anche una funzione utilitaristica nell’ambito delle ville rustiche. Si è notata, inoltre, la presenza di una razza più grande, verosimilmente dal manto scuro e con caratteristiche morfologiche più sim- ili a quelle dei moderni suini di allevamento. I suini venivano macellati intorno ad un anno di età e sezionati secondo precisi schemi simili a quelli moderni. Questo studio contribuisce a chiarire l’evoluzione dell’allevamento suino che in epoca romana ha un suo chiaro primato nell’Italia meridionale e, in particolare, in Campania.

SUMMARY

SOME ASPECTS OF PIG PRODUCTION IN ANCIENT POMPEI Swine bone findings from vesuvian archaeological area of 79 AD (particularly Pompei and its surrounding) and environmental breeding conditions were studied. The data were compared with information deriving from classical literature of 1st century AD referred to Campanian area (particularly Columella and Plinius) and with artistic swine representations found in the same archaeological area. This study led us to suppose the existence at least of two different swine types and to contribute a better understanding of the breeding/stalling, slaughtering, and uses of swine in the ancient Pompei. In particular it was observed the presence of a small race with wild-like morphological features, light mantle and domestic attitudes. Probably it had a utilitarian role into the rural villas. It was possible to detect another bigger race, likely with a dark mantle but with modern-like morphological features. Swine were slaughtered at the age of about 1 year and shattered in a modern-like way. This study contributes to clarify the evolution of swine breeding in the roman age when the south- ern Italy (the Campanian area, particularly) had the primacy.

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MAIN THEME: VETERINARY MEDICINE IN WORLD WAR I SESSIONE A TEMA: LA MEDICINA VETERINARIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

R. BRUNEAU (France) Keynote lecture Equids in the great war (L’impiego degli equidi nella I Guerra mondiale) F. DE GIOVANNI,F. TRAPANI (Italy) La penuria di alimenti sofferta in Italia durante e dopo il primo conflitto mondiale (The food shortage before and after the First World War) D. CURCA, I.C. ANDRONIE,V. ANDRONIE (Romania), Romanian veterinary medicine in the First World War (La medicina veterinaria rumena nella I Guerra mondiale) M. GALLONI (Italy), La Scuola di Medicina Veterinaria di Torino durante la prima guer- ra mondiale (The School of Veterinary Medicine in Turin in First World War) M. FURMANSKI (USA) Equine mobilization and influenza in the Great War (Mobili- tazione equina e influenza nella Grande Guerra) I. ALITALO (FINLAND), Finnish Veterinarians in World War I (La Veterinaria finlandese nella I Guerra mondiale) S.D. JONES (USA), Antrax as a biological weapon in Word War I (Carbonchio come ar- ma biologica nella I Guerra Mondiale) M. MARCHISIO,W. NOREISCH (Italy, Germany), L’impiego delle armi chimiche durante la prima Guerra mondiale (1914-1918). Considerazioni relative ai cavalli impiegati dalle maggiori nazioni combattenti (Chemical warfare during World War One (1914- 1918) Remarks related to the horses employed in the main armies). I. KATIC (Denmark), First World War as reflected in some veterinary journals (La I guerra mondiale descritta in alcune riviste veterinarie) G. MOREI, M. MARCHISIO (Italy), L’impiego dei piccioni viaggiatori durante la prima guerra mondiale (The employment of carrier-pigeons during the First World War) M. FURMANSKI (USA), Defense against biological warfare in the Great War: the vic- tory of veterinary “Public Health” (Difesa contro la guerra biologica nella Grande Guerra: la vittoria della Sanità Pubblica Veterinaria) M. MARCHISIO, A. WILMA (Italy, USA), L’impiego delle armi chimiche durante la pri- ma Guerra mondiale (1914-1918). Le maschere antigas per cavalli impiegate dalle maggiori nazioni combattenti (Chemical warfare during World War One (1914- 1918).The gas masks used to protect horses in the main armies) M. MARCHISIO (Italy), Il corpo veterinario militare italiano nella prima Guerra mondia- le (The Italian army veterinary corps during World War One) M. MARCHISIO, G. NERVI,V. SCISCIO (Italy) Lo sforzo logistico in termini di acquisizio- ne, produzione, distribuzione e consumo di carne e pesce durante la prima guerra mon- diale. I principali compiti del corpo veterinario militare italiano (The logistic effort in

151 terms of acquisition, production, distribution and consumption of meat and fish during World War One. Main tasks of the Italian army veterinary corps) R. MORETTI, G. MOREI, M. MARCHISIO, F. MEDORI (Italy), L’organizzazione dei parchi buoi militari nell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale (The organization of the military cow houses in the Italian army during First World War) E. DUMAS (France), French veterinary support during the first world war (Il supporto dei veterinari francesi nella I Guerra mondiale) M. MARCHISIO,F. MEDORI (Italy), Animali in guerra: fotografie dalla linea del fronte (Animals at war: pictures from the front line). Poster

152 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

EQUIDS IN THE GREAT WAR ROLAND BRUNEAU

RIASSUNTO

L’IMPIEGO DEGLI EQUIDI NELLA I GUERRA MONDIALE. L’Autore descrive il ruolo dei cavalli, muli ed asini impiegati dall’esercito francese durante la I Guerra mondiale. Gli animali erano acquistati o requisiti in Francia, ma anche importati dall’America. I tipi ed il numero di questi animali che erano stati addestrati è esaminato. Il lavoro svolto dagli equini nell’Esercito differiva in relazione ai reggimenti in cui il servizio era richiesto. Mentre la cavalleria fu principalmente coinvolta all’inizio delle ostilità, tutti i tipi di animali furono usati per il trasporto durante tutto il conflitto. Nonostante l’aumento dell’uso dell’automobile, gli animali rimpiazzavano i treni ed i camion quando i campi di battaglia erano danneggiati dall’artiglieria. Gli asini furono indispensabili durante le battaglie a Verdun e sul fiume Somme. In seguito al progresso tecnico ed ai problemi economi- ci che sopraggiunsero ci furono dei cambiamenti nell’alimentazione degli animali che fa- vorirono incidenti e malattie. Nello stesso momento il servizio veterinario si trovò di fronte a vari tipi di ferite in conseguenza di spari, bombardamenti o gas come anche a malattie conta- giose (principalmente morva e rogna). E’ presentata una sintesi delle attività che hanno coin- volto gli animali durante la campagna 1914-1918. Infine l’autore ricorda i modi con i quali gli uomini hanno espresso la loro gratitudine verso gli Equidi dopo la Grande Guerra.

Introduction young horses to create a reserve, and adults to maintain or increase numbers. In Daily contact between men and equids principle, purchases were made through- can be summed up in the action words out France according to regional re- “choosing”, “feeding”, “working”, “tend- sources: troop, artillery and officers’ hors- ing”, “suffering” and “remembering”. We es, mules, etc. There were enough hors- will look at these aspects with regard to es for heavy draught, but changes were the horses, mules and donkeys taking part occurring in breeding patterns as a re- in the theatre of operations of the French sult of the development of the automo- army during the Great War. bile truck, the static steam engine and the rail network. Since the war of 1870-71, there had been Numbers and their movements a shortage of saddle horses for cuirassiers and dragoons, because animals were se- 1) Purchasing lected on the basis of race-course per- In peace time, the army required only a formance the trot and gallop. The artillery small number of equids for instructing horse had to be capable of being ridden conscripts and professional staff, for ma- and/or harnessed. La Remonte militaire noeuvres and for small-scale military in- complained of not being able to find ani- terventions. Every year, the War Ministry mals meeting this model on the market, determined the number and use of ani- and had no choice but to buy animals of mals needed by the army.1 La Remonte inferior quality. Militaire (the service charged with the Stud farms, whose mission was to en- purchase, care and training of horses for courage and develop horse production for the army) filled the orders by purchasing industry, trade and military needs, came 153 in for criticism. The stallions destined of 250 to 300 men at its disposal, had to for siring war horses were imposed via mobilize 25,000 men, and provide requi- the political and financial power of the sitioned horses and vehicles for teams.5 Société du demi-sang (half-bred horse In 1916 and 1917, there were only pur- society).2 However, annual purchases of chases, with 55,000 and 50,000 animals La Remonte amounted to 3,000 to respectively. Statistics for 1915 and 1918 4,000 artillery horses and 7,000 to did not differentiate purchases and requi- 8,000 saddle horses. sitions, thus in 1915 there were 145,000 On the eve of the first world war, the animals (130,000 in France, 15,000 in Al- French army (including Algeria and geria) and in 1918 (France, Algeria and Tunisia) had 156,000 horses, of which Tunisia) 150,000. Numbers purchased or 100,000 saddle horses, 40,000 to 50,000 requisitioned from the national stock carriage horses, plus 7,500 young 3- to were very high.6 4-year old horses. In Morocco, 25,000 horses were mobilized and were thus unavailable in Metropolitan France.3 3) Imports To what extent was the national equine For the first time in its history, France im- stock quantitatively and qualitatively ad- ported large numbers of horses and equate to ensure the country’s security mules. At the beginning of the war, some in the event of requisition? According to mules were bought in Spain. A French the military veterinarians Jacoulet and military mission of the Remonte was soon Chomel,4 the situation was positive in established in New York. Its buyers, either terms of the total population estimated permanent or itinerant, were non-uni- at 3,230,000, including 750,000 brood formed officers.7 These “purchasing com- mares, but negative in terms of the over- missions” were composed of a trooper or all aptitude of the stock and the empha- artilleryman and a veterinarian. While the sis on breeding. majority of animals came from North America (excluding Canada), several tens of thousands originated from the Argen- 2) Requisitions tine Republic. These had little training The requisition of stock was the culmi- but were hardy. Health problems during nation of enormous work of identifica- the sea-crossing were frequent and poorly tion and classification. The aim of the controlled. classification commission was to attrib- Figures for horse and mule imports were ute a specific military function to each as follows: animal liable for requisitioning. This 1914 30,000 commission included a veterinarian (civ- 1915 250,000 il or military) and was chaired by an of- 1916 230,000 ficer of a mounted corps who had the 1917 45,000 casting vote. Donkeys were excluded from the requisition plan. i.e. a total of 575,000 animals. Importa- As a result of requisition, numbers rose tions were stopped due to the German sharply, and by the 5th month of the war sub-marine offensive, with priority given 730,000 equids had been requisitioned in to war supplies and particularly to feeding France and 20,000 in Algeria. Units on a the civil and military population. In 1917, war footing had to be provided with hors- confronted with the problem of feeding es and vehicles. For example, the Trans- its animals, the French army reduced its port Corps (responsible for military trans- stock by 100,000 head, while continuing port), which in peace-time had squadrons to motorize its forces. 154 It is not known how many donkeys were 5) Annual variations imported into France and worked during The data below concern the total numbers the Battles of the Somme and Verdun. of animals in the army zones of North These small equids came from North and North-East France: Africa (Algeria), and the domestic stock, estimated at approximately 1914 (31st December) 955,000 (5 months) 274,000 head, does not seem to have di- 1915 (1st January) 589,799 minished due to military requirements. 1915 (31st December) 793,293 The French expeditionary corps in the 1916 (31st December) 888,919 Orient used donkeys bought or requisi- 1917 (31st December) 686,003 tioned locally. 1918 (December) 430,986 These figures show a marked decrease of 4) Registration the livestock. Between 1915 and 1918, To make up losses and provide fresh losses amounted to a minimum of mounts for the new units, the army con- 960,000 animals; during the 5 months of tinued the registration procedure started 1914 they exceeded 180,000. Thus the in peace-time. early part of the war saw the highest num- The following figures are a summary ber of casualties for livestock as well as statement of the horses and mules in the for men.9 army throughout the war: 1914 955,000 The work 1915 395,000 1916 285,000 1) The cavalry section 1917 95,000 It was the marches and waiting which ex- 1918 150,000 hausted the French cavalry, advancing sometimes rapidly, sometimes at a walk- Between 1914 and December 1918, there ing pace. The French high command was were 1,880,000 horses and mules in the constantly in fear of being surprised or army. During this period, 100,000 animals overtaken by the enemy. Many orders were supplied to the American army. were given such as “all considerations for Requisitions and purchases in Metropoli- personnel must give way to the necessity tan France, including the colonies, of winning the battle”, with no account amounted to 1,355,000 horses and mules taken of the animals. (i.e. 72% of total numbers); 525,000 head After the Battle of the Marne (6 – 9 Sep- were imported (i.e. 28% of the total). At tember 1914), the cavalry branch provid- the Armistice, prior to demobilisation, ed only minimal service; it was not in- there were 740,000 animals in the French volved in any major battle, and the state army. The number of animals which died, of its animals steadily deteriorated. The disappeared, were killed or invalided out horses were principally handicapped by was thus 1,880,000 – 740,510 = the rapid wearing out of their shoes due 1,140,000. According to the veterinary to the length of the day’s march, some- section, these figures do not show the true times up to 100 kilometres. The forge extent of losses. wagon, pulled by four horses, was un- About 150,000 mules were used in the able to follow the main cavalry, so that army, of which approximately 35,000 were the blacksmiths had to work in emer- bought or requisitioned in 1914. There are gency conditions and were unable to no statistics available for donkeys.8 meet all the needs. The animals were not 155 unsaddled for days at a time and were horses). At mobilisation, 60% of these ani- unable to recuperate. mals were requisitioned. The drivers had Letard,10 a veterinary surgeon who went to work their animals in teams, which on campaign on 31st July 1914, noted in caused problems throughout the conflict. his memoirs at the end of August: “The The artillerymen wanted dual-purpose saddles are put back on cleaned and horses, so that if necessary an off-horse dressed wounds, the horses bending their could replace a near-horse, or even con- backs and moaning like men anticipating tinue on its way if one animal was miss- renewed suffering”. With regard to the ing. Depending on their position in the saddle, it is surprising to find instructions team, the animals had greater or lesser in veterinary publications at the begin- demands placed on them, but moving off, ning of the 20th century which indicate the manoeuvring on soft or waterlogged speed at which animals become incapaci- ground and lengthy periods of trot, all led tated and the need to keep a careful watch to the fatigue of heterogeneous teams, on their backs. and explains the chronic overworking of Other factors accelerated the fall in num- the artillery horses, unlike those of the bers. Exhausted riders had little time to cavalry units. The field gun was designed look after their mounts and the supply of in such a way that in a complete all-pur- oats and hay soon became difficult: how pose team each horse would pull roughly could a large number of horses, and not 350 kg. only those of the cavalry, be fed while the In 1914, the artillery had 3,840 “75” guns army was constantly on the move, com- and 308 heavy guns; in 1918, there were munication lines jammed and retreating 4,968 field guns and 5,128 heavy guns. At units in disarray? Living off the country the same time, the proportion of foot sol- soon reached its limits once the area had diers in relation to the total number fell been occupied by troops. Inadequate wa- from 69% to 48%, while artillerymen tering, together with their heavy packs, rose from 20% to 37%.13 contributed to the collapse of the stock Moving heavy guns involved partially during the hot days of August. As for the dismantling them; transporting them was requisitioned horses in the active very slow and the distance travelled re- squadrons, their presence proved to hin- mained small. Teams of 8 to 10 horses der the fighting ability of the cavalry. The were involved, but in difficult passages nearly thoroughbred officers’ horses, this number had to be doubled or even more accustomed to the stable with a rug trebled. The gun and its components than to the bivouac, barely survived. Part- weighed up to 7 tons. The teams could ly dismounted, reorganised, better armed stretch 10 meters in length; the columns and trained, the metropolitan cavalry lengthened and turning became awkward. stayed close to the trenches, waiting for Alternatives to draught horses were the manoeuvre warfare, of which it never be- railway (special heavy artillery), automo- came a player.11 bile traction (towing by wheeled or cater- pillar tractors, or by lorry) or carriage by truck. 2) Draught horses The power and compactness of the petrol At the onset of war, the French command engine, its ability to work continuously in thought that its “75” calibre field gun spite of frequent incidents, improved the would cover most of its needs.12 Teams mobility of the units. In the time taken for consisted of 6 horses, three of which were a team of horses to cover 30 to 40 kilo- mounted (the near/left-hand horses) and metres, the same unit conveyed by an au- three not mounted (the off/right-hand tomobile covered 60 to 100 kilometres. 156 While the motor engine was suitable for because a swaying load exhausted the ani- loads exceeding 3.5 tons, the horse re- mal. In general, the pack animals had a mained useful for drawing loads in diffi- specific function (guns, munitions, etc.) cult conditions. but could adapt to other uses. The mule In 1914, apart from the cavalry and ar- columns could be long because the load tillery, the military transport unit mobi- each animal could carry was relatively lized 140,000 animals, more than 100,000 small compared to a horse-drawn wag- men and 50,000 horse-drawn vehicles. on.15 At the outbreak of war, the Automobile A mule herd required careful attention by Service had 9,000 requisitioned vehicles; the veterinarian: preventing and treating at the end of 1915 it doubled its fleet and wounds, sore feet, watching for worn-out in 1918 it had 43,000 vehicles. From shoes. The blacksmiths had mobile 1914 to 1916, the tonnage carried rose forges. A wise precaution was not to spe- from 27,000 tons to 747,000 tons, and the cialize an animal in one type of transport: transport of troops increased from loss of one animal could result in too 200,000 men to nearly 800,000. In June many animals of the same type, or of sol- 1918, the Automobile Service was able to diers if the mule track was the only means transport two entire divisions comprising of communication. The mule companies the infantry, machine guns, mobile horse- were insufficient for transporting provi- drawn kitchens and artillery with enough sions and equipment in the Vosges, close horses to follow the infantry into battle. to the trenches. In 1915, new mule com- The development of these units, which re- panies of about 600 animals were created quired 150 bus per division, was halted at to supplement the pack dogs and cable the Armistice.14 cars. In November 1918, the French writer 3) Pack animals Roger Vercel 16 with the army in the Ori- La Remonte militaire had little interest in ent army wrote about the mules: In the mules. These were bought in the United morning, it took ten men to put the pack States which still had a traditional and saddles on their raw backs: 50 kilos on a prosperous mule trade. In 1917 and 1918 sore drove them mad! In the evening, they the Americans imported male and female collapsed onto the sharp stones of the mules from their country for their expedi- road and the mule drivers stood by till tionary corps in Europe. These sturdy ani- they finally died before removing their mals were harnessed to vehicles and even packs, because of the kicks they gave in to “75” field guns. their death throes. According to certain soldiers, the real war In the Verdun sector in July 1916, the horse was the mule. As a pack animal, the staff experimented with donkeys carrying mule was greatly appreciated for its sure- native pack saddles, because no vehicle footedness in the mountains and in hot could venture into the bomb-damaged climates. According to their size, they countryside. Batches of small donkeys weighed between 350 and 400 kg. were used to provide the soldiers with They were used in the machine-gun com- water, tools, grenades, etc. panies of the infantry (sometimes har- The commanding authorities studied the nessed to small carts) and in the mountain animals’ ability to go into any type of ter- batteries (65 mm calibre jointed guns), rain, the load they could carry, their be- only as pack animals. Sturdy mules could haviour under fire, the width required to carry up to 170 kg, much less in harsh allow the pack through and the number of working conditions. The load had to be animals killed. The trials showed that a well-balanced and if possible not bulky, load of 50 to 60 kg was sufficient, which 157 was considerably more than a foot-sol- in 11 French départements. Managing na- dier’s pack. In practice, these loads were tional resources in and behind army-occu- considerably exceeded. pied areas soon became inadequate, and it The small donkeys walked exposed or in became necessary to find supplies from the trenches; the baskets rubbed against abroad. Setting up and carrying out plans their sides and their legs, hampering their proved difficult. Allied economic aid had movements. According to witnesses, the not yet been considered.19 donkeys were passive while they were be- In 1914, war broke out in the middle of ing loaded, and under fire they were the wheat harvest, and with the influx of sometimes indifferent and sometimes refugees, imports of cereals became es- frightened.17 To make the donkeys stay sential. In the last few months of 1916, silent, their upper lip was cut vertically needs increased and the French govern- under one nostril, causing them pain ment gave priority to feeding the people, whenever they wanted to bray. Donkeys subject to rationing, and to the supply of were used by the infantry, the engineering war materials. The winter of 1916-1917 corps and the artillery in the Somme, was harsh. In October 1917, military Flanders, Artois and the Aisne, forming warehouses had only a few days supply the final link in the transport chain. The of oats. The submarine war destroyed small donkeys were treated affectionately many of the Allies’ ships and the French by the soldiers. merchant navy lost 30% of its capacity.20 Throughout the war, officers and veteri- narians sought ways of saving oats or of Feeding and care finding new substitutes: maize, barley, paddy, horse beans, broad beans, etc. By 1) Statutory feeding and watering the beginning of 1917, rations had fallen Daily rations were determined according so low that experts considered it impossi- to the weight and work of the animals ble to reduce the quantity of grain any and comprised oats and hay.18 The ration further. Substitutes were also found for of a heavy draught horse could exceed 7 hay, such as molasses, apple pulp, shred- kg of oats and 6 kg of hay; that of a ded vine branches and reeds, carob etc. mule was less than 5 kg of oats and 3.4 Most of the oats or its substitutes were kg of hay. Substitute feedstuffs could be supplied from North Africa. By 1915, all given for hygiene reasons or due to the the hay in France was requisitioned and scarcity of fodder. An average of 20 litres some was imported from the United of water per head per day was needed, States and Canada, often of inferior quali- excluding grooming, and required good ty. The soldiers’ vermin-infested bedding quality water. straw was sometimes used as a substitute for hay.21 Animals in the French army in the East 2) The realities of war were more maltreated than those in met- In peace-time, domestic arable production ropolitan France. A veterinary officer re- was adequate to meet livestock needs, ported that: apart from maize. The length and extent For long periods of weeks or months no of the war caused major disruptions to hay has been distributed. These priva- agriculture: the mobilisation of workers, tions have never been compensated by the requisition and purchase of animals any strong reparative rations. The lack of and the disruption of transport. The drop fodder and the poor diet alter the diges- in agricultural production was aggravated tive organs: the liver atrophies, the size of by the partial or total German occupation the intestine diminishes and the animals 158 cannot recuperate. They suffer from pica, The veterinary service eating earth and their excrement, result- ing in serious disorders.22 1) Injuries and diseases In France, feedstuff consisting of grain At the beginning of the 20th century, ex- was heavy, while hay was bulky and re- ternal ailments comprised a number of quired pressing. These perishable goods different pathologies: lesions to the motor had to be kept dry. Some feedstuffs needed system, skin complaints and wounds, ei- processing (flattening, crushing), requiring ther directly caused by the war or as a re- workers with machines. Storing and trans- sult of harnessing. One horse in seven porting fodder was difficult. Standard was hit by gunshot, and out of 7 horses gauge (or narrow gauge at Verdun) railway thus affected at least 3 died; 1918 saw the could transport enormous quantities highest number of injuries. In spite of (there was a shortage of carriages), but to these losses, the statistics do not give any get the goods as close to the front as pos- evidence of improvements in the Veteri- sible required transferring them to other nary Service. Harness wounds affected means of transport. Horse-drawn wagons just over a quarter of the entire popula- proved to be slow and inadequate. tion, and mange affected roughly the In 1915, trench warfare obliged the com- same number. Morbidity rates increased manding authorities to organise a water during preparatory periods and the time department, charged with supplying in battle, with mortality rates rising simi- troops and animals both in transit and sta- larly but slightly later. The battles of Ver- tioned. Supply systems had to be re-es- dun (1916, 1917) and Champagne (1915, tablished or created and pumps set up to 1917), and particularly the German and increase the number of outlets. In the French offensives in 1918, saw large Champagne and Somme regions, where numbers of animals killed. water was scarce and deep down, field en- The main contagious diseases observed in gineers dug wells. The construction of the military livestock were glanders and wooden drinking troughs and damming mange. Glanders developed rapidly from small streams required careful monitoring the beginning of the war, but the veteri- to avoid human or animal contamination. narians were unable to control the spread A common method for treating drinking because of the nature of the manoeuvre water for horses was to remove suspend- warfare. The disease was first reported at ed matter using a filter composed of coal the beginning of 1915, hospitalisations debris and small stones. reaching their peak during the first quar- In what condition were the animals kept ter of that year. This disease steadily de- during the conflict? Veterinary officer creased up to Armistice, at which point it Floriot 23 stated that: “Absence or lack of affected less than one confirmed or sus- care are major factors in morbidity and pected case in 12,500 horses. This de- mortality. Whenever care is relaxed, the crease was possibly due to general state of health suffers.” Did drivers and screening of visible or latent forms of riders abandon the currycomb, brush and glanders (mallein intradermal test) and sponge? Animals in the infantry, artillery culling. It seems that slaughtering was and transport units were often required carried out over-systematically. mostly at night, and consequently were Mange was found in all the fighting often groomed only once a day instead of armies. One horse in four in the French twice. Rudimentary stables, or no shelter army had mange. The increase in this dis- at all, left animals exposed to the weather, ease was enormous, with 30 per thousand further weakening those that were already affected in 1915, rising to 213 per thou- suffering from physiological hardships. sand in 1918. The common treatment 159 consisted of shaving the horse and rub- thousand. In the expeditionary corps, the bing it with ointment. This method, effec- incidence of disease was high between tive for small-scale work, was not appro- 1916 and 1918, and in the army zone in priate for the large number of horses af- France was at its highest in 1917 and fected and a change in method and scale 1918. Total morbidity per disease catego- was required. Dipping in a medicinal so- ry was as follows: lution, used successfully by the British Contagious diseases 16%; Internal disor- during the Boer War, was used in France ders24%; External disorders 60% (Statis- in 1916. An additional procedure was in- tics of Veterinary Service). troduced whereby one or more horses Contagious diseases were widespread, were enclosed in a space just big enough and included multiple pathologies. The to contain them, their heads held outside high number of external disorders com- by an airtight collar. Sulphur dioxide pared to internal disorders was probably (produced by burning sulphur) was intro- due to the system of classifying animals duced into the room and covered the pre- according to visible symptoms. viously shaven animals. At least two such Mortality was calculated for the army by treatments were required at 10-day inter- including all health establishments, with vals. Mortality caused by mange fell 853 per thousand deaths of horses in rela- slightly from 15.8% in 1917. Whether or tion to the overall average numbers. With not this was due to the dipping treatment reference to the average numbers for the is not certain. Strangles affected a fifth of main armies, the expeditionary corps lost all horses. Internal disorders included di- its entire stock, and in France there were gestive tract ailments, overwork and ex- 801 per thousand deaths. haustion. This simplified classification In 1925, the statistics of the British veteri- system used during the war showed little nary service showed an average annual variation in the rate of disease. Livestock mortality rate of 15% of horse and camel in the French Army in the Orient was a numbers, the latter dying in greater num- significant exception to this on account of bers. This result was better than that of its extreme denutrition. previous wars. In the German army, About 30% of the horses and mules in the 2,500,000 horses were used during the French army were imported from the war, each animal being treated on average American continent, the majority from three times. Of the 7 million sick animals, the United States. The health conditions 666,000 were killed or died after treat- on board the ships and at disembarkation ment, i.e. 27% of the horses used for war were unpredictable. Animals from Ar- purposes. gentina fared better in spite of a more dif- The ability of the French veterinary serv- ficult crossing. The British, buying horses ice to treat its animals and reintegrate in the United States and using their own them into the army was poor in periods of fleet and personnel, suffered minimal both low and high military activity. losses.

3) Difficulties and reforms 2) Assessment of the campaign Close to the firing lines, wounded horses From 1st August 1914 to 31st December were killed, even if they had only minor 1918, every horse or mule in the French injuries. Priority was given to humans and Army had been sick (including injuries) to continuing war operations. In the regi- on average 7.16 times. The overall inci- mental treatment stations, the veterinari- dence of disease varied over time: it was ans treated animals who were able to at its highest in 1914 (2,694 per thousand stand and move and could recover within horses), and then fluctuated in the follow- a week. Behind the battle zone there were ing years between 1,521 and 1,673 per series of centres where lame or sick ani- 160 mals were held for 30 to 40 days, with In traditional equestrian statuary, the veterinary hospitals at the furthest point person represented is a sovereign, a great where a large number of animals could captain or a patron saint. The memorial be treated for specific problems for up in front of the cavalry school is unusual to 3 months. in that it is decorated and dedicated on In 1915, a number of articles, some both sides. At the centre of the monu- signed and some anonymous, began to ment are two centaurs, mythical crea- appear in the professional press criticiz- tures which express the fusion of man ing the way the veterinary service and horse and the cavalry army’s hom- worked, particularly its irrational organi- age to its dead. On either side of the cen- sation, lack of means and the large num- taurs are two bas-reliefs, one showing ber of losses. The British veterinary serv- the traditional warfare of 1914 with na- ice was cited as a model. tive riders. The other represents the war Between 1917 and the Armistice, changes in 1918, with dismounted troops guard- were made to the Veterinary Service ing the trenches, tanks crossing the no- aimed at creating a unified system based man’s-land of the battle field, and aero- on and adapted to the retreats and ad- planes flying overhead. On the other side vances of the armies. Sick animals need- of the monument there is an imaginary ed to be replaced more rapidly, and sick scene in the centre: lit by a brilliant sun- and wounded animals had to be treated beam breaking through storm clouds, an earlier, in order to maintain the supply of imposing horse commands the respect of horses to the units. The veterinarian’s an eagle, symbolising imperial Germany. technical activity became more specific, A dedication under this panel reads: To but he remained subordinate to an officer the memory of the cavalry officers, mili- of a mounted unit with regard to the staff, tary veterinarians, sub-officers, corpo- site and management of treatment cen- rals and troopers who gave their lives tres. A Ministerial Dispatch of 23 No- for France. Two bas-reliefs depict the vember 1918 announced that a veterinari- role of military veterinarians, one show- an had been attached to the General ing the instruments (ropes, nooses, hob- Headquarters as technical adviser, a post bles, surgical instrument set), and the previously held by a colonel of the caval- other a blacksmith’s belt on which hang ry, not qualified to treat animals. his tools. Other bas-reliefs show saddles, horse-shoes, bits and flame-throwers, or- namented with seton needles. There is a Remembrance plaque dated 1923 in a room in Saumur castle, dedicated: To the 1,140,000 hors- 1) The French Army es of the French Army which died during The First World War was one in which the 1914-1918 World War. The grateful death and injury took place on a massive horse museum. scale for both humans and equids. There On the war memorial in Arras, military are countless memorial plaques and subjects are depicted alongside rural monuments in schools, companies, activities, because the North of France cemeteries, public places, etc.24 was occupied for a long time by the In France, the town of Saumur is well- Germans. known for its military cavalry school and In North Africa, the young Algerian Re- its horse museum. In such a place, what public kept the war memorial of the memorial is there to this noble animal? colonial period in its capital. The one in The local war memorial, erected in 1925, Casablanca, on which a spahi and a is a stone sculpture of an anonymous rid- French trooper shake hands, is now in er with a winged woman symbolizing France, which is why Senlis, and many Victory sitting side-saddle behind him. other towns, have two war memorials. 161 2) The Allied Armies vice Automobile pendant la grande King Albert 1st of Belgium used his per- guerre 1914-1918, Association Nationale sonal prerogative to command the army. des Anciens Combattants du Train, Paris, His grateful compatriots, with the support s.d . of the war veterans, erected an equestrian 6 Archives du Service Historique de l’Ar- statue in his memory. This has been in mée de Terre à Paris, Dossiers sur la Re- Nieuport since 1938, at the centre of an monte militaire enormous double circular brick peri- 7 Ibidem style.25 8 Bulletin Vétérinaire, 1924,1925. In France, the British Marshal Douglas 9 Archives du Service Historique de l’Ar- Haig, mounted on his horse, dominates mée de Terre à Paris, op.cit. the town square of Montreuil (Pas-de- 10 É. LETARD: Trois mois au premier corps Calais département), where the general de cavalerie, Plon, Paris, 1919. headquarters of the British army was es- 11 F.L.L. PELLEGRIN, La vie d’une armée tablished from 1916 to 1918. The bronze pendant la Grande Guerre, Flammarion, statue was unveiled in 1931 and again in Paris, 1921. 1950, having been taken and melted down 12 Colonel ALVIN, Commandant ANDRÉ, in Germany during the Second World Les canons de la victoire, Charles- War. Lavauzelle, Paris, 1923. The most moving monument is probably 13 J. CAMPANA, Les progrès de l’artillerie that of the London Division in the centre française pendant la guerre 1914-1918, of the village of Chipilly (Somme): a Charles-Lavauzelle, Paris, 1923. British soldier is kissing the muzzle of his 14 Commandant DOUMENC, Les transports wounded horse. This work was created by automobiles sur le front français, 1914- the French sculptor, H. Gajoué. 1918, Plon-Nourrit, Paris, 1920. Under the auspices of the animal care 15 É. ROUSSEAU, Mules et mulets des ani- section of the American Red Cross, a maux d’exception, éditions Geste, 85150, plaque was placed at the Ministry of War La Mothe-Achard, 2003. in Washington, with the words of General 16 R. VERCEL, Capitaine Conan, Albin John Pershing: “The horses and mules of Michel, Paris, 1934. the army have shown inestimable value in 17 R. BOISSY, L’âne de gloire, Imprimerie bringing the war to a happy conclusion. Centrale Usseloise,Ussel, 1994. They were found in all the theatres of 18 Vétérinaire major MARCENAC, Alimenta- preparation and operation, fulfilling their tion du Cheval de Guerre, École spéciale task faithfully and in silence, without the militaire, section cavalerie. possibility of expecting any reward or 19 La Vie Agricole et Rurale, Baillière, compensation.” Paris, 1918. 20 M. AUGÉ-LARIBÉ, L’agriculture pendant la guerre, Presse Universitaires de BIBLIOGRAPHY France, Paris. 1 Général G. PÉDOYA, La Commission de 21 G. NONY, L’intendance en campagne, l’armée pendant la Grande Guerre, Charles-Lavauzelle, Paris,1918. Flammarion, 1921. 22 A. GERAUD Déclaration des Droits de 2 J.M. DE BUSSCHER, Les folies de l’indus- l’Animal, Bibliothèque André Géraud. trie, Aux archives d’architecture mod- 23 F.L.L. PELLEGRIN, La vie d’une armée erne, Bruxelles, 1981. … cit. 3 Revue Vétérinaire Militaire, 1922. 24 A. BECKER, Les monuments aux morts, 4 J. JACOULET , C. CHOMEL, Traité d’hip- Mémoire de la Grande Guerre, Éditions pologie, Saumur. s.d. Errance. 5 Colonel ASTOUIN, Chef d’escadron 25 A. AMATO, Monuments en exil, Éditions IZARD, Le Train des Équipages et le Ser- de l’Atlanthrope, Paris, 1979. 162 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA PENURIA DI ALIMENTI SOFFERTA IN ITALIA DURANTE E DOPO IL PRIMO CONFLITTO MONDIALE FRANCESCO DE GIOVANNI, FRANCESCA TRAPANI

SUMMARY

THE FOOD SHORTAGE BEFORE AND AFTER THE FIRST WORLD WAR The AA. considering the aspects relatively to human feeding and food supplying policy during the First World War. The arguments discussed have been obtained from one of the boock pu- blished by the Carnegie Foundation for the International Peace. Data concern the foods con- sumption of animal origin in the years 1915, 1916, 1917 and 1918, remembering also the foods of plant origin and beverages. Data set regarding the Italian population and specific areas are presented. Moreover some recalls are devoted to the Army’s foodstuffs.

Gli Autori intendono richiamare l’atten- condizioni di iposurrenalismo o pauperi- zione, con questa breve nota, sulla penu- smo organico e quindi con scarsissima re- ria di alimenti sofferta in Italia negli anni sistenza e difesa di fronte alla grave epi- dolorosissimi del primo conflitto mondia- demia di spagnola”.3 le. Elementi e notizie sono stati attinti L’autorevolissimo scritto del celebre me- prevalentemente da uno dei volumi pub- dico induce a riflettere sui sacrifici e sulle blicati sotto il patrocinio della Fondazio- sofferenze inaudite sopportate dall’uma- ne Carnegie per la Pace Internazionale.1 nità coinvolta nell’immane tragedia della Se si volge lo sguardo a tale argomento, guerra. Ed è fuor di dubbio che la popola- con l’occhio scevro da influssi emotivi zione italiana fu anche tormentata, in che il lungo intervallo di tempo consente quelle tristi circostanze, da privazioni de- di avere, si colgono elementi di sicuro in- rivanti dalla penuria di alimenti. teresse per i cultori di storia delle discipli- Dai dati contemplati nella tabella n.1, de- ne sanitarie. sunti da Patrizi e Ciani,5 emerge che la Narra Cesare Frugoni,3 all’epoca maggio- quantità media, pro capite e per anno, di re medico al fronte, che quando iniziaro- carne bovina dal 1911 al 1915 fu di Kg no a serpeggiare i primi casi di colera, 6,6; tale quantitativo aumenta di poco (Kg questo termine non doveva mai essere 8,8) negli anni tra il 1916 e il 1920 men- pronunciato né scritto, bisognava parlare tre raddoppia all’incirca nel periodo di “enterite specifica!”. 1921-1925. “E furono prese le disposizioni opportu- Basta dividere 6,6 per 365 (giorni dell’an- ne per i sospetti di colera, tanto più che no) per notare che la disponibilità media due appartenevano all’intendenza e più pro capite e pro die fu di 18 grammi di precisamente al rifornimento e distribu- carne bovina. zione viveri”. 3 Paragonando poi i contenuti della tabella E il racconto professionale continua n.1 con i dati desunti da Bachi 1 come si “…dopo l’armistizio nei miei ospedali fra osserva nelle tabelle n.7 (generi alimenta- Brenta e Piave giungevano a frotte e ad ri soggetti a dazio nella città di Torino) e ondate soldati già prigionieri che rientra- n.8 (generi alimentari soggetti a dazio vano denutriti dalle privazioni ed esausti nella città di Milano) si resta colpiti dal- dalle fatiche e marce; moltissimi erano in l’accentuata diversità delle indicazioni ri- stato di grande ricettività morbosa e in guardanti ad esempio il consumo di carne 163 bovina nelle due città appena citate. utile evidenziare l’apparente elevato con- Benché possa apparire improprio con- sumo di carne bovina in due grandi città frontare dati riguardanti la disponibilità di dell’Italia settentrionale, argomento del alimenti di origine animale con altri dati quale si parlerà più diffusamente esami- concernenti i consumi degli stessi, torna nando le tabelle n.7 e n.8. Per la disponi-

Tab. 1: Disponibilità media, in chilogrammi pro capite e per anno, di alimenti di o.a. in Italia. (Patrizi e Ciani, 1949).

Alimento Anni Anni Anni 1921 - 1925 1911 - 1915 1916 - 1920 Carne bovina 6,6 8,8 16,9 Carne suina 5,2 5,6 4,9 Carne ovi –caprina 1,5 1,5 1,1 Carne equina 0,2 0,3 0,2 Carne di pollame e selvaggina 1,1 1,3 1,4 Carne di coniglio 0,3 0,4 0,4 Frattaglie 1,7 1,7 1,8 Pesce fresco 2,6 2,0 3,0 Pesce conservato (baccalà e stoccafisso) 1,0 0,7 1,3 Pesce conservato (altro) 0,5 0.6 1,0 Uova 7,5 6,1 6,7 Formaggio 4,1 4,4 4,1 Lardo e strutto 3,7 4,1 3,6 Burro 1,1 1,1 1,1 bilità di tale alimento si ritengono vicinis- E’ da ricordare che la disponibilità di uo- simi alla realtà i dati riportati dal Patrizi 5 va (vedi tabella n.1) ebbe un andamento e riferiti all’Italia in toto. Non è da trascu- tendente al costante (circa Kg 7 all’anno) rare, infatti, che il Patrizi fu fine cultore dal 1911 al 1925 e che nel nostro paese la degli approvvigionamenti annonari, pro- produzione di questo alimento derivava fondo conoscitore del mercato delle carni dall’allevare ovaiole sia in ambito rurale e della sua storia, ed ebbe, inoltre, per i sia in ambito familiare nei piccoli centri e vari incarichi ricoperti, grandi possibilità nelle grandi città. di attingere alle più disparate fonti uffi- E’ da notare che la quantità di formaggio ciali riguardanti le statistiche sugli ali- (tabella n.1), la cui disponibilità media fu menti di origine animale. di circa kg 4 all’anno, dal 1911 al 1925, è Una considerazione quasi analoga trova leggermente superiore ai dati riguardanti giustificazione anche per quanto attiene il lardo e lo strutto e per quanto attiene al alla carne suina, la cui disponibilità è co- burro si riscontrano dati costanti nel pe- munque minore rispetto alla bovina. riodo considerato (Kg 1,1 all’anno).

164 È da osservare che furono trascurabili, I dati contenuti nella tabella n.2 e n.3 de- nello stesso periodo (tabella n.1), sia le sunti da Bachi1 mostrano l’esiguità pro quantità di frattaglie che le quantità di capite e per anno di frumento e di mais, carne ovi-caprina, equina, di pollame e soprattutto in considerazione del fatto che selvaggina e di coniglio. l’alimentazione, in quel periodo, dei ceti meno abbienti era incentrata quasi esclu- Tab. 2: Consumo medio in chilogrammi sivamente sul consumo di farinacei. Basta pro capite di FRUMENTO in Italia. eseguire un semplice calcolo per com- (Bachi, 1926). prendere che negli anni 1914-1918 il con- sumo pro capite e pro die di farina di fru- Periodo Quantità mento era di circa 346 grammi mentre 01/08/1913-31/07/1914 158 quello di farina di mais era di circa 177 grammi. 01/08/1914-31/07/1915 158 01/08/1915-31/07/1916 158 01/08/1916-31/07/1917 158 Tab. 4: Consumo medio in chilogrammi 01/08/1917-31/07/1918 158 pro capite di OLIO in Italia. (Bachi, 1926). 01/08/1918-31/07/1919 178 01/08/1919-31/07/1920 178 Periodo Quantità 01/08/1920-31/07/1921 178 01/03/1914-28/02/1915 4,41 01/08/1921-31/07/1922 178 01/03/1915-28/02/1916 4,41 01/08/1922-31/07/1923 178 01/03/1916-28/02/1917 4,41 01/03/1917-28/02/1918 4,41 Per quanto riguarda il pesce fresco (tabel- 01/03/1918-28/02/1919 4,41 la n.1) il consumo medio pro capite fu di 7 grammi pro die dal 1911 al 1915, scese 01/03/1919-28/02/1920 5,25 poi a 5 grammi pro die dal 1916 al 1920 01/03/1920-28/02/1921 5,25 ed aumentò a 8 grammi dal 1921 al 1925. 01/03/1921-28/02/1922 5,25 L’esiguità dei dati sul pesce conservato è 01/03/1922-28/02/1923 5,25 da ritenere trascurabile dal 1911 al 1925.

Tab. 3: Consumo medio in chilogrammi Le indicazioni riguardanti il consumo me- pro capite di MAIS in Italia. (Bachi, dio pro capite e per anno di olio, tenuto 1926). conto del fatto che in Italia tradizional- mente si utilizza olio d’oliva, e che non è Periodo Quantità possibile stabilire se si tratti d’olio extra 01/10/1913-30/09/1914 72 vergine d’oliva, d’olio d’oliva, d’olio di 01/10/1914-30/09/1915 72 sansa, d’olio di morchia, d’olio lampante 01/10/1915-30/09/1916 72 o di oli di altro genere, mostrano l’avvi- 01/10/1916-30/09/1917 72 lente disponibilità di questo alimento- 01/10/1917-30/09/1918 72 condimento. Anche in questo caso basta effettuare un 01/10/1918-30/09/1919 66 semplice calcolo per accertare che la quantità di olio pro capite e pro die è di 01/10/1919-30/09/1920 66 12 grammi (circa 75 gocce). 01/10/1920-30/09/1921 66 La quantità di vino, pro capite e pro die, 01/10/1921-30/09/1922 66 esaminando i dati riportati nella tabella 01/10/1922-30/09/1923 66 n.5, limitatamente al periodo 1914-1918, 165 appare sufficiente tanto più che si tratta di ticolare la concentrazione dei consumi di una bevanda. carne bovina, si vuole qui sottolineare ciò Attraverso l’analisi dei dati riportati nella che più volte è ricordato dal Bachi 1 a pro- tabella n.6 appare evidente che il consu- posito dei documenti parlamentari il cui mo di zucchero, pro capite e pro die, dal contenuto sociologico verte sulle condi- 1913 al 1917 fu di circa 13 grammi. zioni di alcuni ceti e categorie di individui Per quanto concerne il caffè, nello stes- delle regioni meridionali ed insulari d’Ita- so periodo, fu di circa 3 grammi pro lia; in alcuni di questi documenti si riferi- capite e pro die. scono le condizioni di vita quasi al limite di sopravvivenza di varie categorie che Tab. 5: Consumo medio in chilogrammi non consumavano la carne se non quando pro capite di VINO in Italia. (Bachi, qualche animale veniva colpito da malat- 1926). tia, o interessato da traumi rilevanti. Il consistente consumo di carne bovina nella città di Torino dal 1912 al 1922 ri- Periodo Quantità spetto alle altre carni consumate è verosi- 01/12/1913-30/11/1914 107 milmente da imputare sia alle possibilità 01/12/1914-30/11/1915 107 economiche delle classi più agiate che al- 01/12/1915-30/11/1916 107 le tradizioni gastronomiche piemontesi. 01/12/1916-30/11/1917 107 Per le altre carni, i pesci, i formaggi, il 01/12/1917-30/11/1918 107 burro e il miele i consumi furono abba- stanza contenuti se non, per qualche ali- 01/12/1918-30/11/1919 96 mento, trascurabili. 01/12/1919-30/11/1920 96 Una considerazione analoga a quanto già 01/12/1920-30/11/1921 96 detto (tabella n.7) può essere fatta per il 01/12/1921-30/11/1922 96 consumo di carne bovina nella città di Milano. È da sottolineare che in Milano, 01/12/1922-30/11/1923 96 in confronto a Torino, ci fu un consumo più consistente di carne suina e di carne Tab. 6: Consumo medio in chilogrammi di pollame. Furono del tutto trascurabili i pro capite di zucchero e caffè in Italia. consumi di carni conservate, pesce fresco e pesce sott’olio. (Bachi, 1926). Giova menzionare che il Bachi 1 non ri- porta indicazioni dettagliate, come per Anno Zucchero Caffè Torino e Milano, relative ad altre città ita- 1913 4,66 1,05 liane. L’assenza di dati al riguardo avvalo- 1914 4,66 1,05 ra ancor più ciò che asserisce il Patrizi 5 1915 4,66 1,05 relativamente alla disponibilità di alimenti 1916 4,66 1,05 di origine animale in tutta l’Italia, negli 1917 4,66 1,05 anni che corrono tra il 1911 e il 1925. 1918 5,41 1,7 Si ritiene, in particolare, di richiamare 1919 5,41 1,7 l’attenzione sullo stridente contrasto tra i 1920 5,41 1,7 contenuti della tabella n.8 riguardante il consumo medio pro capite di alimenti in 1921 5,41 1,7 Milano (ivi compresi gli anni 1917, 1918, 1922 5,41 1,7 1919, 1920 e 1921) e l’adozione da parte del Comune di Milano del tesseramento o Prima di vagliare i dati delle successive razionamento viveri dal Novembre 1917 tabelle n.7 e n.8 riguardanti, come detto al Giugno 1921 (tabelle n.9, 10, 11, 12, nella parte iniziale di questa nota, in par- 13, 14). 166 Tab. 7: Consumo medio in chilogrammi pro capite di generi alimentari, soggetti a dazio, nella città di Torino. (Bachi, 1926).

Alimento Anni Anno Anno Anno Anno Anno Anno Anno Anno 1912-14 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922

Carne bovina 45.3 42.3 34.2 27.0 19.1 18.8 29.0 30.8 35.1 Carne suina 5.8 5.9 5.8 4.1 3.4 3.4 4.4 5.8 5.9 Carne ovina 5.5 5.9 5.4 5.1 4.5 5.7 4.9 4.9 5.5 Carne equina 0.7 0.8 0.7 2.3 4.4 3.2 2.3 1.4 0.7 Carne mac. fresca 1.7 2.0 4.7 2.4 4.9 7.4 7.0 6.1 7.6 Carne salata 0.6 0.5 0.5 0.6 1.7 2.4 1.4 1.2 1.2 Pollame e selvaggina 3.0 3.0 2.6 1.9 1.8 2.4 2.6 2.4 2.5 Pesci 2.2 2.2 1.8 1.4 2.0 2.6 3.0 2.1 2.1 Formaggi 5.8 6.4 6.2 5.8 4.2 4.8 4.9 5.8 6.4 Burro 6.1 6.0 5.5 4.2 4.3 4.4 5.3 5.3 5.0 Miele 0.2 0.2 0.2 0.8 0.7 0.3 0.5 0.1 0.1

Tab. 8: Consumo medio in chilogrammi pro capite di generi alimentari, soggetti a dazio, nella città di Milano. (Bachi, 1926).

Anno Carne Carne Carne Carni Pesce Pesce bovina suina di pollame conservate fresco sott'olio

1914 30,3 15,5 7,1 0,2 1,1 0,6

1915 24,0 13,3 6,5 0,2 0,8 0,5

1916 20,5 14,0 5,7 0,2 0,7 0,6

1917 18,4 11,6 4,0 0,2 0,9 0,7

1918 23,1 6,0 4,4 0,9 0,9 1,2

1919 19,2 8,1 6,3 2,3 * 1,9

1920 37,8 10,5 6,7 1,8 0,9 1,2

1921 35,4 12,6 6,6 0,9 0,7 0,4

* Dato non disponibile. 167 Sembra molto strano che siano riferiti dal Tab. 10: Anno 1917 – Razionamento Bachi 1 dati riguardanti il consumo di der- mensile di generi alimentari nella città rate, anche se soggette a dazio, nella città di MILANO (quantità espressa in di Milano (vedi tabella n.8) proprio quan- grammi). (Bachi, 1926). do il Comune di quella città pianificava e realizzava il razionamento dei viveri, pe- raltro protrattosi di alcuni anni dopo la fi- Alimento Novembre Dicembre ne della guerra. Burro (*) - - 200 Secondo Bachi,1 inoltre, tra il 1911 ed il Burro misto - - - - 1916 furono adottate dapprima forme blande di razionamento per lo zucchero, Lardo - - - - la carne e qualche altra derrata, mediante Carne fresca - - - - contingenti stabiliti per date zone o centri. Carne congelata - - - - Formaggi e stracchini - - - - Formaggi molli - - - - Tab. 9: Razionamento pro die del pane Formaggi duri - - - - nella città di MILANO: quantità in Tonno sott'olio - - - - grammi distribuite, secondo categorie prefissate, dal 1°Gennaio 1918 al 31 (*) Distribuito ai titolari di tessera A, B, C, Giugno 1921. (Bachi, 1926). Cs/d, Cs /u. (vedi categorie indicate nella ta- bella n.9). Categoria Quantità La politica annonaria cui fecero ricorso i Bambini (tessera A) 120 vari paesi che presero parte al primo con- Possidenti, professionisti, flitto mondiale diede origine ad una in- industriali e commercianti, tensissima attività annonaria di cui sareb- esercenti, impiegati e be superfluo e monotono elencare anche i pensionati superiori e più comuni provvedimenti. tutti coloro che tengono Il Bachi,1 per quanto attiene al raziona- domestiche (tessera B) 200 mento realizzato dal Comune di Milano, Pensionati ed impiegati fornisce un esauriente elenco delle tessere annonarie elaborate tenendo conto dei ce- inferiori, casalinghe, ti e delle categorie di appartenenza; in es- scolari etc. (tessera C) 250 so compaiono tessere per bambini, operai, Operaie (tessera Cs/d)* 350 operaie, pensionati, impiegati, industriali, Operai e salariati possidenti, commercianti, ed altre perso- (tessera Cs/u) 400 ne che potevano permettersi il lusso di avere dei domestici. *Nei giorni del mese di Gennaio 1918, la ra- Questi documenti opportunamente con- zione distribuita fu di 400 grammi. trassegnati per categorie furono suddivisi in A, B, C, Cs/d e Cs /u (le ultime due Il razionamento o tesseramento è storica- tessere si riferiscono al supplemento don- mente noto per essere stato praticato sin na ed uomo). dai tempi dell’antica Roma, per garantire I dati concernenti il razionamento del pa- il sostentamento della plebe urbana. Tale ne potrebbero apparire in un certo qual pratica venne adottata anche in epoche modo sufficienti ma bisogna ricordare che successive soprattutto in coincidenza del- il Bachi 1 afferma che sin dai primordi le guerre come avvenne anche in Italia della guerra venne adottato l’espediente nel secolo scorso durante le due Guerre di produrre alimenti in modo da renderne Mondiali. meno gradevole il consumo. 168 Il caso tipico fu costituito dal pane “molto venduto raffermo, in grosse forme e otte- crudele a vedersi e a mangiarsi” secondo nuto secondo regole che portavano ad una la definizione del Villani citata da Bachi.1 pessima preparazione, tanto è vero che Sulla base di quanto riferisce lo stesso au- nel complesso risultava sgradevole, mal tore si stabilì che il pane potesse essere conservabile e soprattutto mal digeribile. Tab. 11: Anno 1918 – Razionamento mensile di generi alimentari nella città di MI- LANO (quantità espressa in grammi)(*). (Bachi, 1926).

Mese Burro Burro Lardo Carne Carne Formaggi Formaggi Formaggi Tonno misto fresca congelata e stracchini molli duri sott’olio

Gen 220 ------Feb 240 ------Mar 240 ------Apr 200 ------Mag 200 - - 120 ------Giu 200 - - 120 ------Lug 200 - - 300 ------Ago 200 - - 300 ------Set 200 - - 350 250 300 ------Ott 200 - - 300 250 450 120 ------Nov 200 - - 300 250 450 240 ------Dic 200 - - 300 300 800 240 ------(*) Distribuito ai titolari di tessera A, B, C, Cs/d, Cs /u. (vedi categorie indicate nella tabella n.9).

Tab. 12: Anno 1919 – Razionamento mensile di generi alimentari nella città di MI- LANO (quantità espressa in grammi). (Bachi, 1926). (*)

Mese Burro Burro Lardo Carne Carne Formaggi Formaggi Formaggi Tonno misto fresca congelata e stracchini molli duri sott’olio Gen 200 - - 300 300 700 220 - - - - 150 Feb 240 - - 350 - - 1000 240 ------Mar 240 - - 350 - - 1000 200 ------Apr - - 260 350 - - 1000 200 ------Mag - - 260 - - - - 1000 200 ------Giu ------1000 ------Lug - - - - 150 - - 1000 200 ------Ago - - - - 300 - - - - 200 ------Set - - - - 300 ------100 - - Ott - - 200 300 ------100 - - Nov - - 200 300 ------100 - - Dic - - 200 300 ------100 50 (*) Distribuito ai titolari di tessera A, B, C, Cs/d, Cs /u. (vedi categorie indicate nella tabella n°9).

169 Dai dati della tabella n. 10 si osserva che quantitativo di 100 grammi di formaggi il razionamento ebbe inizio dal Novembre duri venne distribuito negli ultimi 4 mesi. 1917. Colpisce la mancata distribuzione Di estremo interesse appare la distribu- di alimenti connessa alla penuria di mate- zione del tonno sott’olio che riguardò i ria prima; l’unico alimento distribuito nel mesi di Gennaio (150 grammi) e Dicem- Dicembre del 1917 fu un esiguo quantita- bre (soltanto 50 grammi!). tivo di burro. Dai dati contemplati nella tabella n.13 Dai dati che compaiono nella tabella n.11 emerge innanzitutto quello del burro dis- si evince che la distribuzione del burro fu tribuito nel mese di Aprile sotto la deno- costante nell’arco dell’ anno. Negli ultimi minazione di burro naturale. Ciò induce a 8 mesi fu distribuito lardo mentre la carne rilevare che tutto l’altro burro indicato in fresca e la carne congelata compaiono ne- questa e nelle altre tabelle del raziona- gli ultimi 4 mesi. In Ottobre, Novembre e mento viveri nella città di Milano sia da Dicembre vennero elargite quantità di ritenere burro non propriamente detto. La formaggi e stracchini. distribuzione del burro avvenuta nei 5 Dai dati che appaiono nella tabella n.12 mesi successivi ad Aprile fu costante. risulta che il burro fu distribuito nei primi Il burro misto venne distribuito solo nei 3 mesi, il burro misto è stato distribuito in primi 4 mesi. La distribuzione del lardo 5 mesi mentre il lardo venne elargito du- riguardò l’intero anno. rante 10 mesi. È del tutto singolare che la Vennero distribuiti piccoli quantitativi di carne fresca sia stata distribuita soltanto formaggi molli durante 6 mesi. La distri- nel mese di Gennaio. buzione di piccoli quantitativi di formaggi La carne congelata fu costantemente distri- duri avvenne in 5 mesi. buita durante i primi 7 mesi; formaggi e I dati riportati nella tabella n. 14 riguar- stracchini vennero distribuiti in 6 mesi. Un dano solo la distribuzione di burro nei

Tab. 13: Anno 1920 - Razionamento mensile di generi alimentari nella città di MI- LANO (quantità espressa in grammi) (a). (Bachi, 1926).

Mese Burro Burro Lardo Carne Carne Formaggi Formaggi Formaggi Tonno misto fresca congelata e stracchini molli duri sott’olio

Gen - - 200 200 ------100 - - Feb - - 200 150 ------100 - - Mar - - 120 100 ------100 - - - - Apr 200* 120 150 ------100 - - - - Mag 200 - - 150 ------100 - - - - Giu 200 - - 150 ------100 - - - - Lug 200 - - 150 ------100 - - - - Ago 200 - - 150 ------100 - - - - Set 200 - - 150 ------Ott 200 - - 100 ------70 - - Nov - - - - 100 ------70 - - Dic - - - - 200 ------80 - -

(*) Burro distribuito come “ burro naturale”. Nota degli Autori: sorge il sospetto che tutto l’altro burro, indicato come tale, sia da ritenere burro non propriamente detto. (a) Distribuito ai titolari di tessera A, B, C, Cs/d, Cs /u. (vedi categorie indicate nella tabella n°9).

170 Tab. 14: Anno 1921 - Razionamento mensile di generi alimentari nella città di MI- LANO (quantità espressa in grammi) (*). (Bachi, 1926).

Mese Burro Burro Lardo Carne Carne Formaggi Formaggi Formaggi Tonno misto fresca congelata e stracchini molli duri sott’olio

Gen 120 ------Feb 200 ------Mar 200 ------Apr ------Mag ------Giu ------(*) Distribuito ai titolari di tessera A, B, C, Cs/d, Cs /u.(vedi categorie indicate nella tabella n.9). primi 3 mesi dell‘anno 1921. polazione accettò i rigori annonari, anche Infine per quanto riguarda le precedenti quelli vanamente importuni, anche quelli tabelle sul razionamento è da osservare insipienti e palesemente dannosi; soppor- che la mancanza di dati riguardanti diver- tò le adulterazioni di alimenti sia clande- si alimenti sta a significare una grave ca- stine che ufficialmente proclamate e an- renza a monte degli stessi che altrimenti che quelle più fastidiose o addirittura ri- sarebbero stati distribuiti. pugnanti”. Gli autori intendono inoltre richiamare Ad avviso degli Autori, le indicazioni at- l’attenzione sull’appendice scritta da Gae- tinte dalla bibliografia e citate in questa tano Zingali, e facente parte integrante del nota, riflettono la drammatica realtà del volume di Bachi,1 intitolata “Il rifornimen- primo conflitto mondiale vissuta dalla po- to dei viveri dell’Esercito italiano”. polazione italiana anche attraverso priva- Di particolare interesse i dati in essa rife- zioni alimentari che indubbiamente con- riti dallo Zingali che riguardano la carne tribuirono a deprimere lo stato d’animo in conserva. Trattasi delle produzioni rea- degli individui. La prima guerra mondia- lizzate negli storici stabilimenti militari le, come tutti i conflitti, provocò un totale di Casaralta (sobborgo di Bologna) di stravolgimento dei fenomeni sociali rele- Scanzano (pressi di Foligno in provincia gando gli individui ad adattarsi a condi- di Perugia) e di Alghero in Sardegna. Ne- zioni di vita, che oggi a distanza di un se- gli anni 1915-1918 vennero prodotte colo appaiono inconcepibili, basti per un 109.909.849 scatolette di carne bovina momento pensare alle carenze alimentari nello stabilimento di Scanzano, 70.578.387 e ai comportamenti fraudolenti ufficializ- scatolette di carne bovina nello stabilimen- zati 1 o meno in questo campo come già è to di Casaralta. Negli anni 1917 e 1918 fu- stato accennato. rono prodotte 5.460.270 scatolette di carne Si ritiene di dover citare, a conclusione di bovina nello stabilimento di Alghero. questa nota, ciò che in TRENT’ANNI, Le scatolette contenenti carne suina furo- Piero Calamandrei – definito da Luti 4 no 28.623.241 e vennero ottenute nei soli “insigne giurista, fine politico, uomo di anni 1917 e 1918 nello stabilimento di lettere che penetra oltre le apparenze per Casaralta. cercare nel cuore degli uomini una testi- Merita di essere ricordato ciò che Bachi 1 monianza di poesia, di libertà e di giusti- afferma con riferimento all’aspro biennio zia” –, ricordando il 2 Novembre 1918 1917-1918. Fu in quel periodo che “la po- trascorso al fronte, scrive “….alle ore 15 171 del giorno dei Morti si iniziò l’avanzata. …..In quell’ora, per tutta Italia, file di donne vestite a lutto andavano a portar fiori ai cimiteri per un morto che non ave- va lì la sua tomba: e i morti, che nulla vo- gliono perché tutto hanno dato regalano ai vivi, in cambio di quei pochi fiori, questo giorno di vittoria creato col loro sangue”.2

BIBLIOGRAFIA

1 R.BACHI, L’alimentazione e la politica annonaria in Italia, Gius.Laterza e Figli Editori, Yale University Press, New Haven, 1926. 2 P. C ALAMANDREI, L’oro di noi poveri ed altri scritti letterari, a cura di C. FORTI, Ponte alle Grazie, Firenze, 1994. 3 C. FRUGONI, Ricordi e incontri, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1974. 4 G. LUTI, Prefazione in CALAMANDREI, L’oro… cit. 5 F. PATRIZI,G. CIANI, Gli alimenti di ori- gine animale, Istituto Editoriale Cisalpi- no, Varese, Milano, 1949.

172 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ROMANIAN VETERINARY MEDICINE IN THE FIRST WORLD WAR DUMITRU CURCA˘, IOANA-CRISTINA ANDRONIE, VIOREL ANDRONIE

RIASSUNTO LA MEDICINA VETERINARIA RUMENA NELLA I GUERRA MONDIALE. Gli Autori descrivono lo sviluppo del servizio veterinario militare rumeno prima e durante la I Guerra Mondiale. In conseguenza del trattato di Adrianopoli del settembre 1829, l’esercito rumeno fu riorganizzato sulla base dello Statuto Organico del 1831 dove fu incluso un “Rego- lamento militare”; in questo regolamento venne prevista la figura del “medico veterinario” per i cavalli necessari all’esercito. Poiché all’epoca non vi erano scuole di medicina veterina- ria un grande numero di “maestri di chirurgia e conoscenza veterinaria” furono assunti dopo il 1831 ed operarono nelle differenti strutture militari. Dopo il 1869 i medici veterinari milita- ri vennero reclutati tra i laureati della Scuola Veterinaria di Bucarest, fondata nel 1856. Pri- ma della Grande Guerra sia il servizio veterinario militare sia quello civile erano sotto il con- trollo del Servizio di Medicina Umana. Al fine di ottenere l’autonomia del servizio veterinario militare e quindi dipendere dal Servizio Medico Militare vi fu la necessità di una intensa atti- vità organizzativa. Fra il 1884 ed il 1914 l’Istituto Medico Militare forni all’Esercito 322 me- dici, 29 medici veterinari e 20 farmacisti. Tra il 14 e il 27 agosto del 1916 il Consiglio della Corona di Romania dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Nel 1929 fu fondata la Società Scientifica del Corpo Veterinario Militare che nel 1933 contava 244 soci sparsi in diversi cir- coli. Nacque insieme alla società, nel 1929, la Rivista della Veterinaria Militare pubblicata, come strumento scientifico del Corpo Veterinario Militare, sotto la super visione del veterina- rio in capo Vintila˘ Ra˘dulescu (1879-1937), comandante del servizio militare e illustre figura del Corpo Veterinario Rumeno.

As a consequence of the Adrianopole mania is situated on the 14th place, taking Treaty of September 1829, the Romanian into account the chronology of establish- army was reorganized based on the Or- ing different veterinary schools in the ganic Statute of 1831, where a “Military world (fig.1). Regulation” was included in Chapter 9; in From 15 May 1861, the Veterinary School this regulation a position of “veterinary became an independent institution 4, 5. doctor” was installed for the horses nec- Dr. Carol Davila is the founder of Mili- essary to the army. tary Medicine, human medicine and vet- Because at that time there weren’t schools erinary medicine, at 21 August 1862 6, 7. of veterinary medicine, a large number of Among the names of these surgeons we “masters in surgery and veterinary knowl- mention: I. Leding, C. Vasarhely, I. Rip- edge” were hired and they functioned in son, M. Walner, I. Huboti, G. Steindel, I. different military facilities after 1831 1, 2, 3. Schumacher, A. Enicek, M. Engel, C. In 1853, Dr. Carol Davila, General of Di- Prokesch etc 8, 9. vision, founded the National School of On looking in the Military Annual of the Medicine and Pharmacy of Bucharest, in- Romanian Army for 1865, published by cluding a section for veterinarian studies. the Ministry of War, one may conclude The veterinary school settled by V. Lucaci that at the time the following veterinary in 1856 is the 23rd at world level, and Ro- doctors were enlisted with the military or 173 from Nucet – Dambovita, recently founded to this purpose. In order to ensure the existence of quality breeding horses were also founded the horse farms of Pas¸cani (1872) and Cisla˘u (1892), followed by the horsing facilities and horse farms of Jega˘lia, Zilis¸tea, Fla˘mânzi and Comis¸ani. Outside their activities within the military facilities, the War of Independence of ders specific to that period: 1877 gave military and reserved veteri- nary doctors the opportunity to take part Fig. 1. Mihai Voda Monastery in Bucharest in the glorious combat done by the active where The School of Small Surgery activated. army, by ensuring the health of the horses Here the state protoveterinarian Vasile Lucaci of the cavalry and artillery regiments, as taught “The Lecture of Veterinarian Medicine”, well as that of traction animals, as in between 1855-1856. those times there were no automatic means of transportation. Moreover, they also had to fight different epizooties such • Regiment veterinary doctors, sec- as the plague brought by the Russian ond class: M. Colben (Lancers); C. troupes 10, 11, 12, 13. Prokesch – (Central Service); I. During this period the veterinary in chief Andronic (Lancers); I. Cuparencu of the Romanian army was Mauriciu Col- (Mountain Rangers); M. Engel ben, who served in this position between (Artillery regiment); 1871 and 1893, when he was retired. As • Artillery battalion veterinary doc- veterinary in chief M. Colben organized tors, first class: M. Rechesanu the Military Veterinary Service and took (Regimental train); steps so that several veterinary doctors • Artillery battalion veterinary doc- could be sent abroad to specialize, par- tors, second class: A. Sarateanu ticularly in zootechnic, diagnosis and (Military Police); C. Fometescu – treatment of catching diseases 14, 15, 16. (Fire-fighting battalion). The training of the medical staff neces- After 1869 military veterinary doctors sary to the Romanian army raised a were recruited among the graduates of the Veterinary School of Bucharest, founded in 1856. We could mention here D. Preotescu, I. Popescu, P. Constanti- nescu, G. Persu and Gh. Udriski, who are going to be also teachers at the School of Veterinary Medicine in Bucharest. In 1874 General E. Florescu, then Min- ister of War, starts a commission made of several officers including Mauriciu Colben the veterinary in chief of the army, whose mission was to purchase number of issues. In the years after the Arabian thoroughbred stallions directly from Arabia. Ten stallions were pur- Fig. 2. The Army Central Hospital built in 1859, chased in August 1874 and they were where Vasile Lucaci continued to teach. “The distributed to the military horse farm Lecture of Veterinarian Medicine”. 174 War of Independence of 1877, the num- the state only during assembly. After the ber of military doctors had become utter- war of 1877, a dire shortage of horses ly insufficient for the growing effectives was naturally noted in the entire Roman- of the regular facilities and completing ian cavalry. Starting with 1882, the state the rank of the medical staff by hiring made an effort to bring horses from students of the medical school as sub abroad, the majority of which were des- surgeons and then battalion doctors was tined to the sale to civilians who did their a strenuous affair. military service in the territorial cavalry. A law passed on April 15/27, 1882 regu- Ensuring the necessary barracks and wear lating the organization of the army’s sani- houses for the troupes of the Territorial tary service, tried to tackle this problem Army represented a difficult problem for by providing some advantages to the a long time. medical students taking upon themselves These measures were unable to cover to serve in the army and the romanian the whole number of doctors needed by military uniforms in 19th century. the army. The same thing was tried in 1883 by the As a consequence, a decision to re-open the Central Military Hospital’s (Fig.2) hiring Military Medical Institute, which had been medical students as sub surgeons, by the founded in Bucharest as early as 1871, was measure taken around the same time of made in December 1884 23, 24, 25, 26. sending two military doctors per year to The Institute received students of the first specialize in France 17, 18, 19, 20. and second year in medical school and In 1910 the Military Medical Institute sub surgeons in the army. It functioned (Fig.3) was split in two sections: under the supervision of the Central Mili- • the training section, tary Hospital in Bucharest, and the cours- • the section for student sanitary of- es took five years to complete. In 1889 ficers, consisting of three subparts: the Institute was closed again. Thus, there medical, veterinary and pharma- was a return to the system of training mil- ceutical. Upon completing the itary doctors by hiring students of the fourth year, the students were ad medical school as sub surgeons in the vanced to doctor (veterinary, re- army. In 1892, following the new law spectively), student junior lieu ten- concerning the organization of the sani- ant and pharmacist student jun ior- tary service, “the founding in Bucharest lieutenant 21, 22. and Ias¸i of two military medical institutes Between 1884 and 1914 the Military to function under the military hospitals of medical Institute gave to the army: 322 these cities” was stipulated among other doctors; 29 veterinary doctors; 20 phar- things. macists. In 1897 the Ias¸i Institute was closed and Between 1876 and 1914, 97 officers were the one in Bucharest was left, functioning sent to study in Belgium, France, Austria- under the Central Military Hospital until Hungary, Germany, Italy and England, as 1910, when it was subordinated to the follows: 35 infantry, 16 marines, 12 ar- Ministry of War. The legislation of the tillery, 10 medical, 7 cavalry, 6 technical, time stipulated that they should be built 4 engineer corps, 4 geodesy, 2 veterinary according to a standard draft approved by and 1 administration; 69 other officers of the Ministry of War, with money from the all armies went through a training in fa- districts where the ca˘la˘ras¸i and dorobant¸i cilities of the Austrian-Hungarian, Ger- (foot soldiers) troupes were active. This is man and Belgian armies. the reason why some of the locations of The horses of the territorial cavalry (the the Territorial Army did not meet the “ca˘la˘ras¸i”) had to be up to well-defined standards. standards and they were taken care of by For instance, in 1895 both the ca˘la˘ras¸i and 175 the infantry troupes of Corps 1 were weapon handling (sword, rifle and re- spread in various private buildings, inap- volver, target shooting), introduction to propriate for quartering the effectives and hyppology, theoretical knowledge of rented at high costs. This situation ren- managing a squadron, theoretical knowl- dered the process of supervising, manag- edge of guard service and watchwords. ing, training and disciplining difficult, es- The assembly for the training of this pecially in view of a call to arms. squadron lasted for 3 months and it was The problem could be solved gradually, followed by an examination of the gradu- as the state provided the necessary found- ating ca˘la˘ras¸i. ing for the Ministry of War to build their The dorobant¸i regiments comprised both own facilities destined to the territorial exchange battalions and regular troupes; troupes. Normally, the HQ of the the personnel and the troupes of all sub- dorobant¸i regiments was manned by two units went through training in various de- senior officers, as were those of the line in- grees. The training of the territorial in- fantry. Half of the 240 companies had just fantry troupes consisted of a theoretical like the regular units, 7 officers each, the and a practical side. The general inspector other half had only two. In order to bracket of the cavalry guided the training of the the ca˘la˘ras¸i units in 1880, the following ca˘la˘ras¸i. All the ca˘la˘ras¸i had the duty to personnel structure was decided on: learn writing and arithmetic’s during win- • 4 regiments had a colonel and a ter, when they stay at home. Also, the lieutenant-colonel; troops of genists, provision with ammuni- • 2 regiments had a lieutenant- tion, sanitary and means of conveyance colonel and a major; for the veterinary military service. • 30 squadrons out of the existing 48 In 1914 Romania had the following mili- had the complete number of offi- tary effectives: cers, • Infantry: Mountain rangers: 10 • namely a captain, a lieutenant and battalions (4,714 military men); a junior lieutenant; Line infantry: 40 regiments • 16 squadrons were led by a lieu- (56,933 military men); Reserve in- tenant, with the help of two junior fantry: 40 regiments (4,800 mili- lieutenants; tary men); Total number: 80 regi- • 2 squadrons only had two officers. ments and 10 battalions (66,447 Each regiment had two accountant offi- military men). cers, of whom one was captain and one • Cavalry (Fig. 4.): Regular junior lieutenant. In 1881 a training (ros¸iori): 11 regiments; Territorial squadron was founded in Bucharest in or- (ca˘la˘ras¸i): 10 regiments; Total: 21 der to train the junior ranks of the ca˘la˘ras¸i regiments (10,098 military men). regiments. The squadron numbered 110 • Artillery: 32 regiments (48,809 people, consisting of 88 brigadiers, 11 military men). sergeants and 11 trumpeters, selected • Engineer corps: 9 battalions with among the best soldiers of each regiment 44 companies (4,042 military and training together with their horses. men). The training program resembled in scope • Marines: 2 divisions (2,562 mili- and intensity to this used in order to train tary men). the personnel of the ros¸iori regiments. • Sanitary troops. Thus, the training consisted of the follow- During the night of August 14/27 to 15/28, ing sections: individual training on foot, 1916 at midnight, all Romanian military training the group and squadron on foot, forces were called to arms. There were: 365 riding school, training the group and battalions and 104 squadrons with a total squadron on horseback, company service, number of 833,601 military men 27, 28, 29. 176 This number was completed by the arrival of contingents of volunteers from Tran- sylvania and Bucovina on May 27/June 9, 1917, comprising: officers: 206, aspiring students: 244, troupes: 8,063, total num- ber: 8,513 military men. Before the First World War both the mili- tary and the civilian veterinary services were under the jurisdiction of the Human Medical Service. In order to receive the autonomy of the military veterinary serv- ice, then depending on the Military Med- ical Service (Fourth Direction, Medical) Fig. 3. Military Medical Institute built in there was the need for an intense manag- Bucharest (1896). ing activity and the magazine called Mili- tary Sanitary Review 29, 30, 31, 32. Thus, during the Congress of Zootechnic The authorities counted on an additional held in Cluj on September 12-13, 1924, number of 420,870 military men avail- among the voting of several regulations able to be called to arms should the situ- there is the decision regarding “the auton- ation require it. omy of the Military veterinary service” in The call to arms of 1916 represented a order to eliminate the shortcomings of number of military men 7 times larger this dependence, although this idea had then the effectives in time of peace and been formulated as early as 1913-1914. the number of horses for the cavalry divi- Separating the two services, medical and sions was 281,210. veterinary, was accomplished much later, The cavalry (ca˘la˘ras¸i) represented 4% of through the law regarding the modifica- the total number and was organized in tion of the organizing and functioning of two divisions (22 regiments), but there the Minister for National Defence, pub- were also territorial cavalry units and sub- lished in the Official Gazette, issue 132 units within the infantry divisions and on June 8, 1932, when the Military Vet- brigades. erinary Service is given autonomy by the When it joined the 1916 campaign, the founding of an autonomous Veterinary of- Romanian army had the following com- fice, one of the chiefs office was General position which is presented in Table 1. Dr. Vintila Radulescu. Building in 1900-1901 a military veteri- nary hospital in Bucharest was a very im- portant accomplishment during the time of lt.-col. Nicolae Ba˘dulescu as veterinary in chief of the army 33, 34. The hospital comprised the following units: surgery, internal medicine and con- tagious disease and included a consulta- tion service as well as a pharmacy and a laboratory with two units: bacteriology and pathoanatomy and biochemical tests. It also included a library and a bacterio- logical and pathoanatomical museum which provided teaching and practical Fig. 4. Cavalry school, lecture of hipology. materials for the veterinary officers of the 177 application school, the students of the service of the army and an illustrious fig- school for veterinary junior officers and ure of the Romanian Veterinary Corps. horse orderlies, schools functioning next Several military veterinary doctors re- to the military veterinary hospital; this vealed their talent for the written word, was where courses for the reserve veteri- either by writing scientific articles, or nary officers took place. One of the Chief by publishing books, which were very of Veterinary Military Hospital was Prof. valuable in their days. Among these Dr. I. Bucica. many scientific articles published in In 1929, The Scientific Society of the the Military Veterinary Review we can Military Veterinary Corps was founded mention: and in 1933 it had 244 members spread in • Veterinary captain Nicolae Moga seven circles: a central one in Bucharest published the brochure Musca and six branches in Bârlad, Ias¸i, Chis¸ina˘u, columbaca˘, issued in Bucharest in Sibiu, Timis¸oara and Focs¸ani. Civilian 1891, which was in fact his thesis veterinary doctors often attended their for the title of veterinary doctor, meetings from those towns. held in 1890, then Improving Born together with the Society in 1929, Horses and Cattle in Romania the Military Veterinary Review was is- and Artificial Meadows, issued in sued as a scientific tool of the Military 1904 in Bra˘ila; Keeping Bees,is- Veterinary Corps, under the supervision sued in 1905 in Braila; of veterinary in chief Vintila˘ Ra˘dulescu • Veterinary general Grigore Hor- (1879-1937), the head of the Veterinary topan35 is the author of the 900-

Tab. 1: The Romanian army composition.

178 Tab. 2: Epizootological Romanian bulletin.

Nr Diseases Nr. of Nr.of Species Old New Total Dead Slaugh- Vac- Districts Communes diseases diseases tering cination 1 Capri pox 3 451 Sheep 4824 617 5441 49 - 7 2 Infectious 4 4 Pig 5 17 22 12 - - pneumonia 3 Rabies 6 7 Dog - 21 21 4 17 - Ox - 4 4 1 3 - Cat - 1 1 - 1 - Pig - 1 1 - 1 - 4 Anthrax 3 3 Horse - 2 2 - - 85 Ox - - - - - 45 5 Classical 7 8 Pig 149 69 218 44 - - swine fever 6 Dourine 2 4 Equine 24 - 24 - 4 - 7 Swine 1 1 Pig 7 - 7 - - - erysipelas 8 Glanders 2 5 Horse 3 7 10 - 9 - 9 Pasteurelosis 1 4 Horse - 1 1 - - - 10 Scabies 12 25 Horse 215 67 282 - - - Sheep 1409 100 1509 - - - 11 Foot and 32 557 Ox 48764 30000 78764 9 - 4803 mouth disease Pig 2400- 2315- 4715 - - - Sheep 98 - - -

From bulletin 21/3/1914 by General Direction of Sanitary Service Veterinary Division

page veterinary encyclopaedia BIBLIOGRAPHY named The Rearing of Domestic Animals and Their Diseases, pub- 1 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a lished in Bucharest; poporului român, vol. V, Centrul de • Veterinary general Petre Stavrescu Studii s¸i Cerceta˘ri de Istorie s¸i Teorie 36 published two 600-page papers, Militara˘, Editura Militara˘, Bucures¸ti, The Science of Horse Rearing after 1988. Modern Concepts, 1930, Bucharest 2 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a and Hyppology 1900, Bucharest, poporului român, vol. VI, Centrul de which received the Adamache Studii s¸i Cerceta˘ri de Istorie s¸i Teorie prize of the Romanian Academy. Militara˘, Editura Militara˘, Bucures¸ti, After the Second World War horses lost 1989. the importance they once held and the 3 C.C. GIURESCU,D. GIURESCU, Istoria number of military veterinary doctors Românilor din cele mai vechi timpuri was dramatically reduced; most of pâna˘ azi, Ed. Albatros, Bucures¸ti, them entered the civilian service and 1971. worked in production or in research 4 *** 75 de ani de la întemeierea and educational institutes. The frequen- înva˘t¸a˘mântului medicinei veterinare în cy of animal diseases in Romania from România, 1856-1931, Tipografia Cul- year 1914, is reported in Table 2 tura, Bucures¸ti, 1931. 179 19 5 D. CURCA˘, Formarea primelor s¸coli de I. STANCU, Reprezentant¸i de seama˘ ai agricultura˘ s¸i a celor de medicina˘ vet- medicinei veterinare românes¸ti (1856- erinara˘ din România, Simpozion Facul- 2001), Ed. Coral Sanivet, Bucures¸ti, tatea de Medicina˘ Veterinaara˘, Rezu- 2002. 20 mat, p.11-13, Bucures¸ti, 11 oct. 2002. V.A. URECHIA, Istoria s¸coalelor de la 6 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a 1800-1864, vol. I-IV, Bucures¸ti, 1892- poporului român, vol. V, op.cit. 1901. 21 7 D. IOAN,N. MARINESCU, Istoricul în- S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a va˘t¸a˘mântului sanitar militar în Româ- poporului român, vol. V, op.cit. 22 nia, Tipografia ”Ion C. Va˘ca˘rescu”, Bu- D. IOAN,N. MARINESCU, op.cit. cures¸ti, 1935. 23 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a 8 *** Personalita˘t¸i din trecutul medi- poporului român, vol. V, op.cit. cinei veterinare, Vol. I, Societatea de 24 S¸i col. S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a Medicina˘ Veterinara˘, Bucures¸ti, 1987. poporului român, vol. VI, op.cit. 25 9 C. SIMIONESCU,N. MOROS¸ANU, Pagini D. IOAN,N. MARINESCU, op.cit. din trecutul medicinii veterinare 26 ST. B.LAN, M. MIHA˘ ILESCU, Istoria românes¸ti, Ed. Ceres, Bucures¸ti, 1984. s¸tiint¸ei s¸i tehnicii în România, Ed. 10 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a Academiei Române, Bucures¸ti, 1985 poporului român, vol. V, op.cit. 27 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a 11 S¸i col S¸T. PASCU, Istoria militara˘ a poporului român, vol. V, op.cit. poporului român, vol. VI, op.cit. 28 D. IOAN,N. MARINESCU, op.cit. 29 12 N. IORGA, Istoria înva˘t¸ a˘mântului CH.D. DRUT¸U, Istoricul înva˘t¸a˘mântu- românesc, Bucures¸ti, 1928. lui agricol în România, Bucures¸ti, 13 N. IORGA, Istoria Românilor, vol. VI- 1906. II, Bucures¸ti, 1938. 30 D. CURCA˘ , Romanian priorities in 14 D. CURCA˘ , I. C. ANDRONIE,V. AN- control and eradication of epizootic DRONIE, Romanian priorities in control diseases in veterinary medicine, op.cit. and eradication of epizootic diseases in 31 D. CURCA˘, The Romanian Scientist- veterinary medicine, In: 32nd Congress Prof. Victor Babes¸, Historia Medicinae on the History of Veterinary Medicine, Veterinariae, 27, (5-6), p.333-347, 2002. 15-19 August, Oslo, Norway, Abstracts, 32 C.S. MOTAS¸, Piroplasmoze, Arhiva p.20-21, 2001. Veterinara˘, vol. V, nr. 6, p. 350-359, 15 D. CURCA˘ , Romanian priorities in Bucures¸ti, 1908. control and eradication of epizootic 33 D. IOAN,N. MARINESCU, op.cit. diseases in veterinary medicine, 34 C. SIMIONESCU,N. MOROS¸ANU, op.cit. Lucra˘ri s¸tiint¸ifice U.S¸.A.M.V., Seria C, 35 GR. HORTOPAN, Enciclopedie veteri- vol. XLIV-XLV, p.127 - 140, 2001- nara˘. Cres¸terea s¸i boalele animalelor 2002. domestice. Not¸iuni de hipologie, Editia 16 R. IFTIMOVICI, Istoria medicinei, Ed. a II-a, Tipografia ”Revista Geniului”, All, Bucures¸ti, 1994. Bucures¸ti, 1912. 17 D. CURCA˘, Formarea primelor s¸coli 36 P. S TAVRESCU, Hipologie întocmita˘ de agricultura˘ s¸i a celor de medicina˘ pentru ofit¸eri, cresca˘tori s¸i amatori de veterinara˘ din România, op.cit. cai, Stabilimentul grafic I.V. Socecu˘, 18 C. SIMIONESCU,N. MOROS¸ANU, op.cit. Bucures¸ti, 1900.

180 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA SCUOLA DI MEDICINA VETERINARIA DI TORINO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE MARCO R. GALLONI

SUMMARY THE SCHOOL OF VETERINARY MEDICINE OF TURIN IN FIRST WORLD WAR. During First World War the School of Veterinary Medicine of Torino, the oldest in Italy, played a significant role from different points of view. Teachers and students were called to arms also because at the beginning of the war horses were still considered as important means for the battle. As the conflict soon became more and more technological, cavalry lost its main func- tion and mules became the most useful animals in the mountain war against Austria. Guido Finzi, professor of Clinics, was asked to take care of the preparation of an anti-pyogen serum that could be used both in animals and men to prevent bacterial infections in wounds. The production of the serum was carried out with the horses kept in the stables of the School and all the laboratory work was made in the Veterinary Clinic, according to the methods proposed by Emmanuel Leclainche and Henri Vallée. Professor Edoardo Perroncito, the famous para- sitologist, known for his humanitarian tendencies, offered his villa on the hills near Torino to give hospitality to the war orphans. Observations are dedicated to the controversial relations between the Military Veterinary Corps and the Italian Blue Cross organization, moreover it is curious to see how the censor intervened in the veterinary journals. Six students of the School died in the war and they received a degree “Honoris causa”.

Le origini della Scuola torinese appaiono e, più generalmente, scientifiche, che ave- legate alle esigenze militari, in particolare vano insegnato e lavorato con grande im- per favorire l’incremento dell’allevamen- pegno ed originalità, contribuendo a qua- to dei cavalli, che veniva tradizionalmente lificare questo Ateneo come il centro di trascurato in Piemonte, così che essi do- propagazione dello spirito positivista. Ar- vevano essere acquistati all’estero. La pri- tefici di questo risultato erano stati perso- ma sede, nel 1769, fu a Venaria Reale, naggi come i fisiologi Jacob Moleschott e ove la reggia, dedicata particolarmente al- Angelo Mosso, l’anatomico Carlo Giaco- le cacce, era circondata da caserme ed mini, il medico naturalista Michele Les- edifici militari, mentre nel 1793 la Scuola sona, il chirurgo Antonio Carle, il patolo- fu trasferita alla Mandria di Chivasso ove go Giulio Bizzozero, quest’ultimo fu an- si producevano i cavalli per l’esercito. che direttore per qualche tempo della Queste lontane premesse permettono di Scuola veterinaria torinese. La Scuola to- comprendere come la Scuola torinese ab- rinese, appunto, ottenuta nel 1859 la sede bia potuto partecipare alle vicende della di Via Nizza, che avrebbe poi occupato Prima Guerra Mondiale con grande impe- per quasi un secolo e mezzo, benché fos- gno di uomini, mezzi tecnici e risorse, ri- se ancora formalmente un istituto di istru- spondendo forse ad una vocazione che le zione superiore esterno all’Università, derivava dalla propria storia. partecipava vivamente di questo spirito Il primo decennio del XX secolo rappre- innovatore che vedeva negli istituti di ri- sentò per l’Università di Torino la fine di cerca tedeschi un riferimento d’obbligo. un cinquantennio di grande importanza Nella preparazione di molti scienziati ed per il valore di molti docenti allora pre- anche di alcuni docenti di veterinaria i senti, in particolare di discipline sanitarie viaggi in Germania a Berlino, Heidelberg 181 e Monaco presso i laboratori di Robert carico di Polizia Sanitaria e Ispezione Koch, Julius Liebig, Carl Ludwig, Ru- delle carni da macello, fu segretario della dolph Virchow o Hermann von Helmholtz Reale Accademia di Veterinaria, fino allo avevano costituito una tappa fondamenta- scioglimento dell’ente nel 1913, e conti- le e in lingua tedesca erano scritte le più nuò la pubblicazione del periodico che ne importanti riviste. Torino manteneva natu- era l’organo ufficiale. Assunta la cattedra ralmente anche stretti rapporti con la di Igiene Veterinaria nel 1905, ebbe spes- Francia, ed i nomi di Louis Pasteur, Clau- so atteggiamenti di forte contrasto con al- de Bernard e Jules Marey bastano a ricor- tri docenti della scuola torinese, sfociati dare il valore degli studi svolti a Parigi, anche in alcuni processi. Sul suo giornale non vi è dubbio però che con la Germania assunse non di rado posizioni molto nette, vi fossero rapporti di grande amicizia. ad esempio di tipo interventistico e, dopo Questo fu un fattore che pesò sull’atteg- la guerra, di opposizione alle sinistre mar- giamento di molti scienziati, restii a mo- xiste fino ad una adesione critica al fasci- dificare i loro sentimenti al rapido cam- smo, su posizioni sempre molto personali. biare delle alleanze politiche, essendo per Per completare il panorama a livello na- di più intrisi di uno spirito internazionali- zionale abbiamo considerato sistematica- sta che era stato favorito per vari decenni mente anche il “Moderno Zooiatro” fon- dai viaggi, dai congressi, dalla comune dato a Torino nel 1890 e trasferito a Bolo- appartenenza a società e accademie. gna nel 1905, e “La Clinica Veterinaria” Per poter delineare un quadro che permet- edito a Milano. ta di comprendere le situazioni e gli even- La guerra, in cui si dispiegarono le tecno- ti nel periodo della guerra 1914-18 dallo logie di cui era capace un continente or- specifico punto di vista della Scuola vete- mai ampiamente industrializzato, apparve rinaria torinese, abbiamo fatto soprattutto rapidamente capace di nuove e terribili ricorso alle collezioni delle riviste presen- conseguenze e tutti i professionisti della ti nella biblioteca centrale della Facoltà, sanità, e fra questi naturalmente i veteri- considerando un arco di anni precedenti e nari, ne percepirono la gravità, come te- successivi al conflitto. stimoniato da una recensione di vari scrit- Nel periodo in esame a Torino erano edite ti1 che compongono un panorama di os- due riviste di settore: il “Nuovo Ercolani” servazioni relative a un periodo di vari fondato a Pisa nel 1896 da Andrea Va- decenni, analizzando l’andamento di di- chetta e portato da questi a Torino al mo- verse malattie infettive degli animali in mento del suo trasferimento nel 1916, e il molte nazioni. I problemi igienici causati “Giornale di Medicina Veterinaria” nato dagli spostamenti e dagli ammassamenti nel 1913 dalla trasformazione del prece- di grandi quantità di animali e uomini dente “Giornale della Reale Società Na- portarono un drammatico incremento del- zionale Veterinaria”. Notizie interessanti le patologie, il rapporto nei soldati fra si trovano non tanto in articoli ma soprat- morti per ferite e morti per malattie infet- tutto nelle rubriche di brevi notizie riguar- tive passò da 2/10 nella guerra di Crimea danti gli interessi di categoria e professio- del 1855, a 20/10 nella guerra russo-giap- nali ovvero nelle recensioni. ponese del 1904-05, fino a 70/10 nella Scorrere le annate del “Giornale di Medi- prima G.M.2 cina Veterinaria” presenta un quadro net- Dopo l’inizio del conflitto, ma quando tamente diverso da quello che si ottiene ancora l’Italia non era coinvolta, i giornali dalla lettura del coevo “Nuovo Ercolani”, cominciarono a riportare notizie sull’im- organo ufficiale della Scuola torinese. Il pegno dei veterinari negli eserciti; è cu- primo era diretto e posseduto da Giovanni rioso notare la frase: “I nostri lettori non Mazzini (1862-1930), che fu assistente di si meraviglieranno se le notizie che finora Edoardo Perroncito e dal 1899 ebbe l’in- abbiamo riportato sulla guerra riguardano 182 solo i tedeschi. È che dalla Francia e dal Scuola torinese decisero di offrire una Belgio non arrivano giornali professionali giornata di stipendio al mese per tutta la … al prof. Robert von Ostertag è stata durata della guerra a favore delle famiglie conferita la croce di ferro …”3 Qualche dei militari richiamati, e il prof. Pietro mese dopo una simile frase non sarebbe Ghisleni (1878-1957) mise l’apparato ra- più stata riportata, ma era significativa diologico della clinica chirurgica a dispo- dell’atteggiamento di molti intellettuali sizione delle Autorità Militari e del Comi- italiani che, come abbiamo ricordato, ave- tato di Preparazione civile.8 vano visto fino ad allora nelle scuole te- Il prof. Ferruccio Faelli (1862-1943), do- desche la fonte più importante di nuova cente di zootecnia, pubblicò nei primi cultura scientifica. mesi del conflitto una serie di lettere Nel gennaio del 1915 il clima stava cam- aperte al Ministro della Guerra per evi- biando e leggiamo che gli studenti di To- denziare “I problemi economici per la rino aderirono alla proposta, venuta dai nostra guerra”9 in cui scriveva, fra l’altro: colleghi della Scuola di Pisa, per un corso “… certamente in un’altra guerra, che si straordinario di traumatologia “… come spera lontanissima, la trazione animale viene impartito agli studenti di medicina sarà interamente sostituita dal motore: umana per l’eventualità di una mobilita- ma ora il cavallo è ancora assolutamente zione”4. Il corso si tenne a partire dal 17 indispensabile e ne occorre ancora un maggio, ma non ci è rimasto il program- numero enorme…”. ma, conosciamo invece quello seguito Nel dicembre 1915 la Scuola torinese do- dalla Scuola di Milano5 in cui, razional- veva lamentare il primo caduto: il capita- mente, il prof. Lanzillotti Buonsanti trat- no di fanteria Ettore Pellizzaro, studente tava di “Ciò che si fa nella guerra attuale per i quattro anni di corso dal 1905 al dai veterinari francesi e tedeschi”, proba- 1909, ma mai laureato. Le condizioni bilmente anche sulla scorta delle prime speciali della guerra e l’esigenza di dis- relazioni provenienti dai fronti,6 mentre porre di medici veterinari per l’esercito un panorama piuttosto esauriente delle fecero introdurre facilitazioni per gli stu- problematiche fu presentato con il con- denti richiamati alle armi sia con sessioni corso di docenti di clinica, chirurgia, ma- straordinarie di esami, sia per le lauree, lattie infettive e zootecnia. per le quali certamente si seguirono criteri Il 1° maggio 1915 il “Giornale di Medi- di grande agevolazione. cina Veterinaria” ospitò un saggio del ve- L’evoluzione tecnologica della guerra tro- terinario provinciale di Cuneo, dr. Gio- vò eco anche nei periodici della Scuola, vanni Giugiaro,7 che, partendo da consi- come testimonia un articolo del 1916 sui derazioni sull’economia zootecnica euro- gas asfissianti:10 “L’atroce mezzo di morte pea modificata dai primi otto mesi di escogitato dalla raffinata crudeltà dei no- guerra, proponeva la proibizione della stri barbari nemici …”. macellazione di vitelli sotto i 200 chili Un primo segno dell’attenzione rivolta al- poiché “… si verrebbe ad ottenere, come la sicurezza delle notizie divulgate sulla naturale conseguenza, di poter disporre, stampa scientifica si trova in una breve fra pochi mesi, di una maggiore dotazio- nota del novembre 191611 che, con tono ne di carne …” e aggiungeva la notazio- piuttosto polemico, riferisce di una circo- ne che: “Il titanico e sanguinoso conflitto lare che obbliga a sottoporre tutti gli scrit- al quale partecipano, con eguale ed impa- ti di veterinari sotto le armi a una valuta- reggiabile bravura, milioni e milioni di zione di merito. Non stupisce che a parti- uomini, trae, se non intieramente, almeno re dal 1917 compaiano nelle pagine delle in parte la sua origine da competizioni di riviste i segni dell’intervento della censu- indole economica …” ra, con articoli rimossi o, più raramente, Nel giugno del 1915 i professori della con sovraimpressioni per cancellare brani 183 già stampati. È curioso e non facilmente L’idea originale di un servizio sanitario di comprensibile, a distanza di tanto tempo, guerra per animali, analogo alla Croce quali fossero le motivazioni delle censure Rossa, sembra sia dovuta al veterinario che, oltretutto, furono oggetto di polemi- militare francese Decroix nel 1866, que- che fra le due riviste torinesi di settore, sta notizia apparve nel marzo del 1915 su contrapposte già per molti altri motivi.12 “Il Moderno Zooiatro”14 come citazione Il 3 luglio 1918 si tenne una seduta di lau- dal Corriere della Sera, con un accenno rea, presieduta dal prof. Ferruccio Faelli, al loro sviluppo in Francia ed Inghilterra. in cui si presentarono due studenti en- Nel maggio due riviste riportano una let- trambi tenenti e combattenti, mentre furo- tera della “Associazione Zoofila Lombar- no attribuite le prime lauree honoris cau- da” che si associa all’iniziativa della “So- sa ai caduti Lucio Caprilli, Sovrano Cha- cietà romana per la protezione degli ani- bloz e Antonio Casetta.13 mali” per l’istituzione di una “Croce Az- zurra Italiana”.15 Del giugno, a guerra ini- ziata, è la notizia della fondazione della La Croce Azzurra “Croce Azzurra”16 con sede a Roma, pre- sieduta dal conte Felice Scheibler, con la I docenti, i laureati, i liberi professionisti, proposta di arruolamento per veterinari, infine anche gli studenti rapidamente lau- maniscalchi e sellai. reati furono in grande maggioranza arruo- Il primo progetto prevedeva l’istituzione lati nel Corpo Veterinario Militare, ma di quattro ospedali per 1000 cavalli, di cui questa non fu l’unica formazione in armi uno anche a Torino ove, nel frattempo, si ad occuparsi di sanità animale, perché fu era costituito un comitato guidato dal presto affiancata dalla “Croce azzurra”. conte Giuseppe di Gropello. In questa vi- 184 cenda, segnata dalla massiccia partecipa- realizzazioni, avendo assistito oltre 3.400 zione, anche economica, della nobiltà tra- cavalli in sette stabilimenti di cura e cin- dizionalmente legata al mondo ippico, en- que convalescenziari.19 Appare significati- trarono presto due docenti della Scuola vo il totale silenzio che segue sulla stam- torinese, Ferruccio Faelli e Pietro Ghisle- pa periodica di categoria, interrotto solo ni, della cui partecipazione ad una riunio- da uno sferzante commento de “Il Moder- ne a Milano nel settembre si ha una rela- no Zooiatro” da cui citiamo: zione17 in cui appare chiaro come si ado- perassero per valorizzare la presenza e la Nel nostro bel paese i grandi problemi si funzione dei veterinari all’interno della vogliono sempre risolvere con dei pal- nuova istituzione. Non tardarono però a liativi. Così il grande problema della sorgere attriti fra la Croce Azzurra e il conservazione del materiale quadrupe- Corpo Veterinario, in cui confluiva la di, che è uno dei più importanti e com- maggioranza dei laureati chiamati alle ar- plessi fattori anche nelle guerre moder- mi: “Riceviamo – non per la prima volta ne, si vuole dare ad intendere di risol- – lamenti per il contegno che ci limitere- verlo con le poche risorse di una istitu- mo a chiamare poco corretto che presso zione privata dal nome affascinante qualche Comando di Armata tiene la Cro- Croce Azzurra … il governo, con il dare ce Azzurra di fronte al Corpo Veterina- alla Croce Azzurra, istituzione affatto rio”.18 inadeguata al compito cui dovrebbe as- Comunque le notizie relative al primo an- solvere, materiale e personale, (gli Uffi- no di vita dell’ente risultarono positive ciali Veterinari compresi), ha dimostrato come bilancio economico, con addirittura non solo di non voler comprendere la un avanzo di oltre 40.000 lire, e come vastità e l’importanza del servizio vete-

185 rinario e l’urgenza di sistemarlo, ma ha gna; egli contrasse, durante ricerche spe- bensì commesso un atto di ingiustizia rimentali, l’infezione da Tripanosoma verso gli Ufficiali Veterinari stessi.20 evansi, la malattia del sonno, e per curarsi dovette ricorrere più volte a ricoveri pres- Il maggior motivo di contrasto dipendeva so l’Institut Pasteur di Parigi.22 Lanfranchi dalla funzione di comando assunta da era stato un famoso corridore ciclista nei esponenti della nobiltà e della ricca bor- primi anni del secolo; si interessò di ma- ghesia, che relegava i veterinari in una lattie infettive e inventò nel 1914 la famo- umiliante funzione subordinata, a diffe- sa “infrapalpebro-reazione” per la dia- renza del ruolo svolto dai medici all’inter- gnosi e profilassi della morva.23 no della Croce Rossa. L’attività continuò Nel 1907 il clinico Henri Vallée (1870- tuttavia, nella manifesta indifferenza della 1957) successore di Edmond Nocard classe veterinaria, e la Croce Azzurra fu (1850-1903) sulla cattedra di malattie in- sciolta solo nel 1930. fettive ad Alfort, lavorando col suo mae- stro Emmanuel Leclainche (1861-1953) allievo di Nocard e infettivista alla scuo- Il siero antipiogeno polivalente la di Tolosa, immunizzò il cavallo contro vari batteri piogeni ed ottenne un siero Dall’esame delle vicende della Scuola to- che si dimostrò molto valido, così che rinese nel periodo bellico appare che un nel 1914 il laboratorio di microbiologia evento di grande rilievo sia scientifico che di Alfort fu trasformato in centro milita- militare fu la produzione del siero anti- re di sieroproduzione. I due clinici fran- piogeno polivalente da parte della Clinica cesi pubblicarono una prima nota di ca- medica veterinaria. Già dal 1888 il prof. rattere divulgativo,24 rivolta ad affermare Perroncito aveva introdotto a Torino la l’efficacia del loro siero antipiogeno pratica delle vaccinazioni anticarbonchio- polivalente anche come agente profilat- se ed aveva aperto un laboratorio dedicato tico in situazioni chirurgiche di emer- a Pasteur che costituì il nucleo d’inizio di genza, con asepsi critica. quello che poi divenne a Milano l’Istituto Finzi fu richiamato alle armi nel febbraio Sieroterapico, dapprima guidato da Pro- del 1915, prima dell’ingresso in guerra spero Airoldi, poi da Serafino Belfanti. dell’Italia, nel quadro dei preparativi che Il clinico Guido Finzi (1884-1959), aiuto venivano sollecitati dall’ala interventista e libero docente a Parma, fu chiamato a del paese, che stava diventando maggio- Torino nel 1913 a sostituire Lorenzo Bru- ranza. Nominato capitano di complemen- sasco (1838-1919) sulla cattedra di Pato- to, l’8 febbraio 1915 fece domanda al 1° logia Speciale e Clinica Medica. Egli ave- Corpo d’Armata per avere assegnati dei va potuto studiare a Parigi nei laboratori cavalli riformati da usare come sieropro- di Elie Metchnikoff e all’Istituto Pasteur, duttori, ed ottenne i primi cinque cavalli. poi alla Scuola veterinaria di Alfort con Egli fu incaricato dal comando del 1° Henri Valée. Naturalmente aveva avuto Corpo d’Armata di organizzare e dirigere ampia esperienza con le terapie mediante il “Laboratorio Militare per la preparazio- vaccini e sieri, pubblicando, ad esempio, ne del siero Antipiogeno Polivalente nel 1913 i primi risultati dell’uso del siero «Lanfranchi-Finzi»” per il trattamento antistreptococcico nella cura della polmo- specifico delle ferite, usabile sia in medi- nite contagiosa del cavallo.21 cina veterinaria che umana, prodotto in Al nome di Finzi si deve affiancare quello fiale da 20 e 30 ml. del suo maestro Alessandro Lanfranchi Una sintesi delle caratteristiche e delle in- (1877-1958), fiorentino, che fu docente di dicazioni era contenuta nel “Metodo Clinica Medica a Modena, Parma e Bolo- d’impiego” allegato alle confezioni: 186 Il siero antipiogeno polivalente preparato ospitati in locali della scuola, mentre due secondo le indicazioni dei Proff.ri Le- assistenti, i dott. Luigi Sani e Ferdinando clainche e Vallée e secondo il metodo Sanlorenzo, vennero aggregati col grado Lanfranchi-Finzi agisce per le sue pro- di sottotenenti. prietà specifiche assicurando una rapida Nel giugno del 1915 apparve la notizia: “I fagocitosi ed una rapida distruzione dei proff. Finzi e Lanfranchi, che alla Scuola di germi: impedisce e modifica rapidamente Torino preparano da tempo un siero anti- i processi suppurativi e, per la sua azione piogeno, ne hanno offerto gratuitamente sui microbi che favoriscono la pullulazio- notevoli quantità a quella Autorità Milita- ne degli anaerobi, evita indirettamente le re”.26 complicazioni di gangrena gassosa. Per Nel luglio il medico chirurgo L. Cuvillier le sue proprietà specifiche il siero anti- presentò una nota sulla sperimentazione piogeno polivalente è indicato nel tratta- in medicina veterinaria del siero,27 facen- mento profilattico del tetano. Contraria- do cenno alla prima comunicazione di mente all’azione degli antisettici che Leclainche e Vallée all’Académie des paralizzano e coagulano insieme i micro- Sciences nel marzo del 1912. Dopo due bi e le cellule dei tessuti, il siero protegge anni di utilizzo positivo del siero sull’uo- queste e agisce solo sui microbi.25 mo in vari ospedali parigini, con l’aiuto di un veterinario e di uno studente, l’autore I cavalli sieroproduttori erano ricoverati aveva verificato l’efficacia, risultata note- nelle stalle della Scuola mentre il labora- vole, nella cura delle piaghe infette nei torio era all’interno dell’Istituto di Clinica cavalli; il lavoro fu puntualmente recensi- Medica. I cavalli passarono dai primi 12 a to sulla stampa veterinaria italiana.28 18, i militari impegnati nel lavoro erano Il clima di generale ottimismo e fiducia 187 nella sieroterapia che si ricava dalla let- nell’aprile del 1916.33 Il sospetto di par- tura di articoli in ambito veterinario ri- zialità veniva respinto fin dall’inizio: sulta un po’ ridimensionato dall’osserva- “Nulla quindi che s’avvicini alle solite zione che l’illustre prof. Ottorino Uffre- speculazioni laudative dei medicamenti duzzi, cattedratico torinese di chirurgia, nuovi, ma la relazione pura e semplice di inserì in un trattato del 1915: “… l’uso quanto osservammo in sette mesi di cure di vaccini polivalenti è di efficacia piut- chirurgiche sui quadrupedi della nostra tosto dubbia …”.29 guerra.”34 “Di sperimenti e tentativi molti Un primo bilancio di questa iniziativa di ne facemmo e tutti non potremmo descri- sanità militare fu presentato da Lanfran- verli: consumammo parecchie migliaia di chi e Finzi nel 1916, con un lavoro im- dosi del siero in parola, inteso che volem- prontato ad un notevole entusiasmo, an- mo di proposito studiarne le sue proprietà che per i vantaggi ipotizzati nella preven- ed il suo effettivo valore terapeutico.”35 Le zione del tetano: “… i microbi banali, osservazioni originali e i riferimenti ad al- propri dei processi suppurativi, neutraliz- tri autori, portavano il Mensa ad afferma- zano l’attività e la funzione dei fagociti re che “Esse autorizzano già a concludere lasciando libere le spore tetaniche e as- favorevolmente per l’uso del siero anti- sorbono l’ossigeno che, se fosse lasciato piogeno Lanfranchi e Finzi, in ragione del libero, ostacolerebbe lo sviluppo del ba- suo notevole valore terapeutico, preventi- cillo di Nicolaier il quale esige una vita vo e curativo, sperimentato ed accertato anaerobica …”30 Il collegamento scientifi- in molti casi della chirurgia umana e vete- co con i maestri francesi autori della me- rinaria.”36 todica veniva confermato dal fatto che tre Dopo pochi mesi Attilio Mensa tornò a il- ceppi microbici sui 21 utilizzati per l’im- lustrare la casistica chirurgica più interes- munizzazione erano forniti direttamente sante che la sua funzione di capitano ve- da Henri Vallée. terinario lo aveva portato ad affrontare:37 L’interesse per la sieroterapia e la sua at- in un caso di ferita complessa alla regione tualità sono ancora testimoniate da una ischio-coccigea di un mulo e in una perio- breve ma interessante notizia pubblicata, stite da trauma all’omero di un cavallo, significativamente, da “La Clinica Veteri- veniva citata la medicazione di ampie ca- naria” nella rubrica “Repertorio pel vete- vità fistolose mediante il siero antipioge- rinario pratico”, ad indicare che nella pra- no, con risultati rapidamente positivi. tica professionale la terapia delle ferite, Leclainche e Vallée continuarono a man- spesso eseguita in condizioni molto pre- tenere viva l’attenzione sul loro siero e carie, stesse diventando una consuetudine nel luglio del 1916 apparve il testo di una per i molti chiamati alle armi.31 loro comunicazione letta alla Società di Nel febbraio dello stesso 1916 il tenente Chirurgia di Parigi:38 la trattazione appare veterinario L. Masotto pubblicò sul “Nuo- più articolata, ricordando che le ricerche vo Ercolani” una prima relazione32 prove- iniziarono nel 1907 e portarono alla rea- niente dalla “zona di guerra” sull’effica- lizzazione del siero nel 1910, mentre alla cia del siero antipiogeno in reali situazio- data della pubblicazione erano state pro- ni belliche, saggiato su animali con ferite dotte 300.000 fiale da 5 cc. Gli autori am- infettate, ottenendo buoni risultati. mettevano la relativa incertezza di deter- La valutazione – e la pubblicizzazione – minazione delle specie batteriche utilizza- del siero prodotto presso la Scuola torine- te per sensibilizzare i cavalli siero-dona- se non poteva essere trascurata nella rivi- tori: “… une série des germes théorique- sta ufficiale “Il Nuovo Ercolani”, ed Atti- ment indéfinie, encore que pratiquement lio Mensa (1888-1960), allora aiuto di limitée”39 ma ribadivano l’efficacia reale Ghisleni nella Clinica chirurgica e capita- della terapia, verificata al microscopio no al fronte, propose le sue osservazioni con studi sulla fagocitosi da parte di leu- 188 cociti, e anche l’azione neutralizzante sivo articolo di Guillaume e Bittner45 che verso le endotossine microbiche. I due presentava una casistica di ferite gravi studiosi affermavano che la loro intenzio- trattate presso un ospedale per cavalli, ne di valutare ancora il farmaco era stata con risultati totalmente positivi. forzatamente impedita dagli avvenimenti Ancora nel novembre del 1917 un artico- bellici, che imponevano l’uso immediato lo francese discuteva dell’efficacia del di tutte le risorse terapeutiche, soprattutto siero polivalente nel cimurro,46 confer- per i soldati feriti ed a rischio di compli- mando come le applicazioni veterinarie cazioni settiche, compresa la cancrena del farmaco venissero valutate in modo gassosa. graduale, e solo successivamente all’af- Nell’ottobre dello stesso 1916 Finzi inter- fermazione in campo medico chirurgico. venne sulle pagine della rivista ufficiale Il siero polivalente venne testato dopo che della Scuola per segnalare il rischio di quello antistreptococcico dell’Institut Pa- reazioni anafilattiche40 nelle sieroterapie, steur si era dimostrato incapace di con- attribuendo la causa alla presenza di iso- trollare le complicazioni batteriche della sensibilisine e di isolisine, colpevoli degli malattia virale. incidenti troppo facilmente attribuiti a Stabilite anche con l’esperienza sul cam- prodotti sieroterapici male preparati. po le reali capacità terapeutiche del siero La campagna di supporto scientifico della antipiogeno ed essendo ormai a regime il Scuola per il siero polivalente proseguì lavoro del laboratorio di produzione, si ri- con ritmo sostenuto e C. Barile, assistente dusse l’attenzione sull’argomento; nel e libero docente di chirurgia, intervenne 1917, troviamo il Finzi impegnato soprat- con una pubblicazione in cui venivano tutto sui problemi della morva47 anche presentati due soli casi clinici ma se ne grazie all’esperienza maturata nel labora- traevano responsi lusinghieri: “Ampliate torio annesso al Sanatorio Antimorvoso di notevolmente le conoscenze sulla biolo- Brian-Caorle. gia microbica, applicati con una serie nu- Anche nel 1918 “Il Nuovo Ercolani” pro- merosa di esperimenti i concetti dottrinali poneva aggiornamenti tratti dalla stampa di eminenti maestri sul meccanismo del francese, ad esempio sulla efficacia del- processo immunitario, colle nuove moda- l’accoppiamento del trattamento con siero lità di attenuazione dei virus e colla scelta antipiogeno e antitetanico in casi di am- abile dei soggetti fornitori di immunsieri, putazioni48 oppure una entusiastica espo- la profilassi e la terapia dei morbi infettivi sizione di risultati ottenuti, sempre sul- si sono incamminate verso quel radioso l’uomo.49 orizzonte che già era stato auspicato e La presenza di diversi atteggiamenti nei profetizzato dai benemeriti precursori confronti della reale efficacia delle siero- della vaccino e siero-terapia.”41 “La siero- terapie affiorava tuttavia anche in trattati terapia, coll’annoverare fra i suoi moderni francesi pubblicati nel 1918, perciò alla e preziosi trovati anche il siero antipioge- luce di una esperienza che avrebbe dovu- no polivalente Lanfranchi-Finzi, cammina to essere già ampiamente acquisita. Ad così trionfante verso nuove e non meno esempio Henri Hartmann, parlando pro- importanti conquiste, riponendo affida- prio del siero di Leclainche e Vallée, af- mento nelle rinnovate energie investiga- fermava: “Nous n’avons pas d’opinion ar- trici dei suoi appassionati cultori.”42 retée sur la valeur de ces divers traite- Nel marzo del 1917 Leclainche e Vallée ments des plaies de guerre, ne les ayant pubblicarono una breve nota,43 ripresa poi experimentés que dans un très petite nom- dalla “Clinica Veterinaria”,44 per sottoli- bre de cas; nous devions cependant vous neare l’utilità del loro siero in campo ve- les mentionner parce qu’il s’agit là d’une terinario per applicazioni esterne su feri- thérapeutique nouvelle, à la quelle on doit te. Si trattava di una prefazione al succes- attacher de l’importance étant donne l’au- 189 torité de leurs auteurs.”50 Anche Albert a cui non era probabilmente estranea l’a- Policard, della scuola medica lionese, ci- desione alla massoneria, sia da più razio- tava il siero polivalente, ma solo in una nali convincimenti. Non dimentichiamo la nota sul tema dell’attivazione leucocita- sua parentela acquisita tramite la prima ria, e in termini dubitativi: “Lés serums moglie con Giulio Bizzozero (1846- immunisants (serum polyvalent de Le- 1901), patologo, istologo e igienista del- clainche et Vallée) constituent une catego- l’Ateneo subalpino, che seppe anche es- rie spéciale. Leur action leucogène, réel- sere un senatore attivo e battagliero nelle le, n’est qu’accessoirement visée dans lotte per il miglioramento delle condizio- leur emploi.”51 ni sanitarie di vita del popolo in quello Sembra significativo il fatto che nel gen- scorcio finale di XIX° secolo. naio 1919, poco dopo la fine della guerra, Perroncito era stato anche un pioniere nel apparisse una pubblicazione sull’uso del campo delle vaccinazioni, contribuendo a siero antipiogeno nella terapia delle otiti creare le premesse per la fortunata epopea del cane,52 evidentemente il prezioso del siero antipiogeno polivalente, e aveva agente terapeutico poteva ormai trovare fondato a Torino nel 1887 il “Laboratorio uso anche sugli animali da affezione. Pasteur” per la produzione del vaccino Nello stesso mese, su un’altra rivista, anticarbonchioso, che aveva personal- usciva una nota sul siero polivalente, ma mente finanziato,57 e che volle si fondes- questa volta è quello di Leclainche e Val- se nel 1894 con il nascente Istituto Sie- lée prodotto dal Laboratorio Pasteur, pro- roterapico Milanese. Pochi anni dopo babilmente quello di Bologna diretto dal egli stesso ricordò questi eventi in occa- Lanfranchi. Il dott. Attilio Gardenghi, ve- sione di un festeggiamento, rivolgendo terinario condotto di Argelato, in provin- un pensiero: cia di Bologna, lo utilizzò con soddisfa- zione per prevenire l’espansione di una All’egregio dott. Belfanti, direttore dell’I- probabile epizoozia di peste suina.53 stituto Sieroterapico Milanese, che rac- Infine, all’inizio del 1920, apparve la no- colse il laboratorio Pasteur per la vacci- tizia54 della chiusura del Laboratorio Mili- nazione carbonchiosa quando esso sem- tare per la preparazione dei sieri, accom- brava pericolante per insipienza di go- pagnata da un encomio speciale al tenente verno e per malevolenza di uomini ... Al colonnello prof. Guido Finzi. Troviamo dott. Belfanti che generosamente e giusta- ancora in Francia nel 1923 un articolo mente ha voluto attribuire a me il merito isolato sull’uso del siero in una applica- della diffusione delle vaccinazioni car- zione di artrologia.55 bonchiose in Italia dico grazie ed un gra- zie di cuore mando pure al dott. Airoldi che mi fu dopo il 1887 fedele compagno Edoardo Perroncito finché non venne assicurata l’esistenza e l’avvenire del Laboratorio Pasteur da me Ci è quasi impossibile non fare un cenno fondato appunto a Torino nel 1887 con particolare alla figura di Edoardo Perron- lui preparatore ed assistente.58 cito (1847-1936),56 patologo e parassitolo- go di fama mondiale, personaggio polie- Dalle prime esperienze del patologo tori- drico attivo anche in campo sociale, par- nese, nate dalla collaborazione – poi tra- tecipe, pur se in una posizione del tutto sformata in amicizia – con Louis Pasteur personale, del periodo d’oro del positivi- sulle vaccinazioni per la peste aviaria, per smo scientifico torinese. Di umili origini, quella anticarbonchiosa e per il siero anti- Perroncito ebbe spesso atteggiamenti fi- rabbico, si erano aggiunte nuove conqui- lantropici, segno di una sensibilità in- ste come il siero antidifterico di Emil von fluenzata sia da sentimenti di laica carità, Behring (1854-1917), che avrebbe avuto 190 il premio Nobel nel 1901. La conduzione Nel suo podere-scuola di Cavoretto il dell’Istituto milanese avrebbe impegnato Perroncito accolse infatti i profughi della ancora per molti anni il direttore Serafino Turchia prima della Grande Guerra, Belfanti (1860-1939), medico laureato a quelli del terremoto d’Avezzano, Calabria Torino nel 1886, e il presidente Camillo e Sicilia e poi, nel 1915, i bimbi dei ri- Golgi (1844-1926), allievo di Bizzozero e chiamati, sotto la guida della prof.ssa primo italiano a ricevere il premio Nobel Paola Carrara Lombroso ed il protettora- per la medicina nel 1906. to della principessa Laetitia. Nello stesso Nel clima febbrile che accompagnò il pe- podere, dopo la guerra, messo da lui a riodo immediatamente precedente l’ingres- disposizione della Sanità Militare di Tori- so in guerra dell’Italia, la posizione politi- no, si stabilì un Centro per l’applicazione ca del Perroncito si delineò in modo chia- della cura Bergoniè per gli invalidi di ro: “… nel sanguinosissimo conflitto inter- guerra per speciali ferite e lesioni e per i nazionale, che ci tiene commossi, e pronti feriti giudicati guaribili con particolari anche ad una patria riscossa … occorren- esercizi e lavori agricoli.61 do!”59 Certamente aveva giocato un ruolo importante l’adesione alla massoneria, no- toriamente su posizioni interventiste. Il dopoguerra Il tono bellicoso di quell’intervento lasciò però immediatamente spazio a scelte di L’attesa notizia della conclusione del tipo umanitario, rese possibili dalla dispo- conflitto venne data con particolare enfa- nibilità di una villa sulla collina torinese, si dal giornale diretto da Giovanni Maz- in cui avevano già trovato sede iniziative zini, il quale aveva assunto gradualmente culturali quali il Museo di Apicoltura e una figura pubblica di rilievo come rap- Bachicoltura. presentante della stampa, testimoniata del fatto che partecipò all’annuncio della Il prof. Edoardo Perroncito fin dall’inizio vittoria dal balcone della Prefettura in e organizzazione del Comitato di prepa- Piazza Castello: razione per la guerra cedette per essere utilizzata dai profughi, feriti o convale- Un’ossessione collettiva, un vero delirio scenti la sua villa già Monneret sul colle ha invaso tutta l’immensa folla … là sul di Torino presso Cavoretto in Val Pattone- balcone poi avvengono scene impreviste: ra. La Presidente Paola Carrara Lombro- tutti ci abbracciamo e ci baciamo mentre so avendola trovata meglio adatta come lagrime di gioia scendono dai nostri oc- asilo pei figli dei richiamati, d’accordo chi, ha ragione l’amico Mussolini di col Comitato di Preparazione e con quel- stampare sul Popolo d’Italia: «La lunga lo femminile, posto sotto l’alto patronato pazienza, coronata alfine dal trionfo, della Principessa Laetizia, la villa del strappa le lagrime della gioia anche agli prof. Perroncito venne destinata pei bimbi occhi, che molto videro e molto pianse- dei richiamati vedovi. Ora sappiamo che ro» … è vero che abbiamo avuto Capo- ormai l’asilo magnifico è al completo e retto, ma ora abbiamo il Capo-Eretto ben 35 figli dei nostri eroi che combatto- dinnanzi ai teutoni sconfitti, umiliati e no per la grandezza e l’indipendenza del- chiedenti pace.62 la terza Italia vi si trovano ricoverati e con ogni cura mantenuti ed educati.60 Nel mondo della medicina veterinaria la fine della guerra significò la smobilitazio- Questa nota del 1915 trova conferma e ul- ne di molti ufficiali e il loro ritorno, non teriori dettagli in un brano di un successi- privo di problemi, a una vita civile fatta di vo biografo, che rivela una continuità nel condotte con i relativi problemi di catego- tempo di gesti di grande generosità: ria. Altre conseguenze si ebbero sull’eco- 191 nomia zootecnica, con la discesa delle della veterinaria di guerra, molto differen- quotazioni dei prodotti che erano state te dalla analoga branca della medicina precedentemente spinte dalle oggettive umana: “… se questa tendenza può giu- difficoltà causate dalla guerra ma anche stificarsi in umana, avvenendo quivi in molto dalla speculazione.63 prevalenza assoluta lesioni d’arme, essa Quello fu anche un periodo di gravi proble- non si concilia con la nostra chirurgia, do- mi sanitari: la famosa influenza “spagnola” ve l’accennata prevalenza non tocca alle sulla quale il Lanfranchi fece un lucido in- lesioni d’arme, ma alle lesioni conseguen- tervento in una riunione del Consiglio Su- ti più genericamente alle cause di guerra, periore di Sanità,64 discutendo delle analo- armi escluse.”70 gie fra la gravissima epidemia che accom- Gli animali sono danneggiati soprattutto pagnò la fine della guerra e alcune epizoo- dagli sforzi acuti e dalle fatiche eccessive zie, in particolare quella di influenza equi- dei trasporti di salmerie, dalle carenze nel- na, o grippe, e altre malattie infettive del le cure prestate al loro benessere, dai trau- cane, del maiale, dei polli e dei bovini, tutte mi dovuti a finimenti e basti inadatti o a causate da quelli che erano noti da non ferrature inadeguate. Ricordiamo che il molti anni come “virus filtranti”. Mensa fu fatto prigioniero nel 1917 du- Vi furono interessanti riflessioni sulle rante la ritirata di Caporetto. esperienze maturate in guerra, ricordiamo Alla luce di queste osservazioni, la vasta il saggio del chirurgo Attilio Mensa65, trattazione di Antonio Buccella sulle feri- pubblicato nel 1920 quando era aiuto e li- te d’arma da fuoco nei cavalli,71 apparsa bero docente a Torino, prima di divenire nel “Giornale di Medicina Veterinaria”, caposcuola a Bologna, in cui sottolineava sembra perciò approfondire un aspetto lo specifico impegno del veterinario di minore, anche se più coinvolgente dal valutare sempre il costo e il risultato della punto di vista emotivo e tecnico. sua azione: “Ai chirurghi dell’uomo non Le casistiche considerate comprendevano toccano codeste responsabilità; la loro comunque sempre centinaia di cavalli e prognosi non ha che un valore umano, di muli, e le specifiche caratteristiche della speranza, di conforto: anche il soldato guerra sono testimoniate anche dal dato morente deve essere assistito e curato che il 20% dei casi riguardava ferite da …”.66 Inoltre “Al chirurgo veterinario, più proiettili di fucile, mentre il restante 80% ancora che al chirurgo umano, incombono era dovuto alle palle dei proiettili da can- stringenti doveri di sue personali iniziati- none tipo shrapnel o alle più pericolose ve … se pure mancherà il filo di seta, si schegge di granata. Sottolineando anche provvederà con altro filo, anche di ferro vari aspetti dell’impreparazione dei sani- …”.67 Riaffiorano polemiche di cui abbia- tari alle specifiche esigenze della chirur- mo già parlato: “Molto avrebbero potuto gia di guerra, il capitano Buccella avanza giovare a questo fine la Croce Azzurra e una critica severa sull’uso degli antisettici le Società protettrici degli animali, ricche più aggressivi, sostituiti “… integrando il di capitali ingenti, ma anch’esse non vi trattamento curativo locale con le iniezio- hanno provveduto …”.68 ni di sieri antipiogeni, ottenendo risultati Per quanto riguarda i medicinali, soprat- molto soddisfacenti ed efficaci …”72 e an- tutto per le disinfezioni “… codeste cose cor più verso la prassi dell’estrazione o non c’erano od erano di difficilissima acritica dei proiettili, pratica addirittura provvigione … avemmo invece l’occasio- proibita nell’esercito austro-ungarico. ne di sperimentare largamente e con suc- Ancora da segnalare le riflessioni di Raf- cesso il siero antipiogeno polivalente di faele Pietro Rossi sul problema degli aiu- Lanfranche e Finzi …”.69 tanti dell’ufficiale veterinario,73 soprattut- Mensa propone una teorizzazione nuova to dei soldati-infermieri necessari per la 192 gestione delle grandi concentrazioni di misi con il motto “Ars Vegetii nobilitas equini e bovini, i quali avrebbero proba- mea” dettato dal prof. Ettore Stampini, bilmente esercitato abusivamente il lavoro donata dagli studenti goliardi.74 Il diretto- del veterinario al ritorno alla vita civile. re, prof. Pietro Ghisleni, disse allora: Si trattava di un reale rischio di riacutiz- zare il problema dell’empirismo, contro il … su semplice accenno di un nostro do- quale la classe veterinaria aveva sempre cente, concepire l’idea del goliardico li- combattuto, e concludeva: “… sicchè un no; quando vedo la stessa gioventù ordi- po’ alla volta tutta la verminaia fastidiosa narsi a schiera sotto sì fulgido, eloquente dei maniscalchi ed infermieri che eserci- vessillo, su cui leggiamo non i motti do- tavano abusivamente la veterinaria, sia mandanti e scelti con frivole motivazioni, spazzata via.” ma sebbene i motti concettosi, ispirati al- Le tragiche conseguenze della guerra non l’idea del lavoro… in quest’ora grande cessarono purtroppo con la fine del con- della nostra storia … incombe maggior- flitto, che lasciò una scia di malati cronici mente l’obbligo di efficace propaganda di e di mutilati, fra i quali si ebbero ancora riordinamento morale, di essere luce e perdite: fra gli ultimi caduti l’aspirante guida costante a quelle moltitudini indot- ufficiale dei bersaglieri Leopoldo Calli, te le quali, in modo opportuno illuminate, laureando a cui il Consiglio della Scuola si sono sempre lasciate, nei momenti so- attribuì la laurea ad honorem che fu an- lenni dei bisogni della Patria, condurre al nunciata nel gennaio del 1919 sulle pagi- trionfo dei più sacri ideali …75 ne del “Nuovo Ercolani”. Ancora nel 1920 ritornavano ampi accen- Nel novembre del 1920 fu scoperta una ni alle vicende della Scuola e dei suoi al- lapide, opera dello scultore Augusto Re- lievi nella guerra in occasione della pre- duzzi, che portava la seguente iscrizione, sentazione di una bandiera di velluto cre- dovuta al prof. Ferruccio Faelli:76

I NOMI DEI PRODI STUDENTI DELLA SCUOLA SUPERIORE VETERINARIA DI TORINO CADUTI COMBATTENDO PER LA PATRIA QUESTA PIETRA TRAMANDA AI POSTERI PERCHE’ DI ESSI RIMANGANO IL RICORDO SACRO E L’ESEMPIO GLORIOSO CAPRILLI LUCIO CASETTA ANTONIO CHABLOZ SOVRANO GALLI LEOPOLDO BARDESONO PIETRO PELLIZZARO ETTORE Dottori in Zooiatria honoris causa - MCMXX

BIBLIOGRAFIA di traumatologia. Giornale di Medicina Veterinaria, anno LXIV, n. 5: 118, 1915. 1 Le epizoozie e la guerra. La Clinica Ve- 4 N. LANZILLOTTI BUONSANTI, Corso di terinaria, anno XXXVIII, n. 5: 150-159, Medicina e Chirurgia veterinaria di guer- 1916. ra. La Clinica Veterinaria, anno XXXVI, 2 U. AICHELBURG, Problemi sanitari di guer- n. 6: 262-264, 1915. ra. Bompiani, Milano, 1943. (vedi p. 10) 5 R. EBERLEIN, Alcune osservazioni sul- 3 La guerra. La Clinica Veterinaria, anno l’opera del veterinario in guerra. La Cli- XXXVI, n. 19: 851-852, 1914; Gli stu- nica Veterinaria, anno XXXVI, n. 3: denti delle Scuole Veterinarie per un corso 116-119, 1915. 193 6 G. GIUGIARO, L’industria zootecnica ita- anno XXVI, n. 41: 550, 1915. liana nell’eventualità della guerra. Gior- 19 Veterinari e Croce Azzurra. Il Mo- nale di Medicina Veterinaria, anno LXIV, derno Zooiatro, anno XXVII, n. 13: n. 18: 393-405, 1915. 196-197, 1916. 7 Per la preparazione civile. Il Moderno 20 G. 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Giornale di Medicina Veteri- polyvalent en médecine vétérinaire. Re- naria, anno LXVII, n. 27: 421-422, 1918. vue Générale de Médecine Vétérinaire, t. 13 La Croce Azzurra. Il Moderno Zooia- XXIV, n. 284-285: 392-402, 1915. tro, anno XXVI, n. 11: 218, 1915. 27 Sieroterapia delle ferite e piaghe. Il 14 La Croce Azzurra Italiana per l’assi- Nuovo Ercolani, anno XX, n. 18: 284- stenza e la tutela dei cavalli. Il Moder- 285, 1915. no Zooiatro, anno XXVI, n. 21: 413- 28 L. CUVILLIER, Sull’uso del siero poliva- 414, 1915. lente in medicina veterinaria. La Clinica 15 La costituzione della “Croce Azzurra” Veterinaria, anno XXXVII, n. 13-14: 607- per la cura dei quadrupedi dell’esercito. 608 1915. Giornale di Medicina Veterinaria, anno 29 O. UFFREDUZZI, Guida per il chirurgo LXIV, n. 23: 534, 1915. in guerra. UTET, Torino, 1915. (vedi p. 16 Riunione del Comitato centrale della 65). Croce Azzurra. Il Moderno Zooiatro, an- 30 A. LANFRANCHI,G.FINZI, Sulla prepa- no XXVI, n. 38: 688-689, 1915. razione e sulle proprietà del siero anti- 17 Il contegno della Croce Azzurra di piogeno polivalente. Annali di Igiene fronte al Corpo Veterinario. Giornale di Sperimentale, vol. XXVI: 6-21, 1916. Medicina Veterinaria, anno LXIV, n. 38: (vedi p. 15-16). 894, 1915. 31 La terapia con siero delle piaghe. La 18 La Croce Azzurra nel suo primo an- Clinica Veterinaria, anno XXXVIII, n. 6: no di esercizio. Il Moderno Zooiatro, 188-189, 1916. 194 32 L. MASOTTO, Sull’utilità dell’uso del 48 L’impiego simultaneo del siero anti- siero antipiogeno Lanfranchi-Finzi. (Con- piogeno polivalente e antitetanico. Il tributo alla chirurgia di guerra). Il Nuovo Nuovo Ercolani, anno XXIII, n. 12: Ercolani, anno XXI, n. 4: 53-56, 1916. 157-158, 1918. 33 A. MENSA, Sull’impiego e sull’efficacia 49 R. MOSTI, Il trattamento delle ferite di del siero antipiogeno polivalente Lan- guerra col siero antipiogeno polivalente. franchi-Finzi. Il Nuovo Ercolani, anno Il Nuovo Ercolani, anno XXIII, n. 16: XXI, n. 10: 145-163, 1916. 205-206, 1918. 34 Ibidem, p. 145. 50 H. HARTMANN, Les plaies de guerre et 35 Ibidem, p. 157. leurs complications immédiates. Mas- 36 Ibidem, p 148. son, Paris, 1918. (vedi p. 21) 37 A. MENSA, Di alcuni interessanti ca- 51 A. POLICARD, L’évolution de la plaie si chirurgici osservati in guerra. Il de guerre. Masson, Paris, 1918. (vedi p. Nuovo Ercolani, anno XXI, n. 22-23: 121 in nota) 368-380, 1916. 52 L. SANI, Sulla terapia delle otiti suppura- 38 E. LECLAINCHE, H. VALLÉE, Le traite- te col siero antipiogeno polivalente. Il Nuo- ment sérique spécifique des plaies. Revue vo Ercolani, anno XXIV, 1919; prima parte Générale de Médecine Vétérinaire, tomo n. 1-2: 5-11; seconda parte n. 3: 19-23. XXV, n. 294: 306-316, 1916. 53 A. GARDENGHI, Il siero polivalente di 39 Ibidem, p. 309. Leclainche e Vallée nella cura delle ma- 40 G. FINZI, Reazioni anafilattiche nel ca- lattie contagiose dei suini. Il Moderno vallo secondarie ad iniezione endovenosa Zooiatro, anno XXX, n. 3: 17, 1919. di siero di cavallo. Il Nuovo Ercolani, an- 54 Notizie diverse. Il Nuovo Ercolani, an- no XXI, n. 28-29: 461-463, 1916. no XXV, n. 5: 62, 1920. 41 C. BARILE, Sul valore del siero antipio- 55 F. PAGNON, Genou couronné. Traite- geno polivalente Lanfranchi-Finzi. Il ment par le sérum polyvalent Leclain- Nuovo Ercolani, anno XXI, n. 30-31: che et Vallée. Guerison rapide et sans 501-509, 1916. (vedi p. 501) cicatrice apparente. Revue Générale de 42 Ibidem, p. 509. Médecine Vétérinaire, tomo XXXII, n. 43 E. LECLAINCHE, H. VALLÉE, Le sérum 381: 505-507, 1923. polyvalent dans la thérapeutique vété- 56 M. GALLONI, Edoardo Perroncito rinaire. Revue Générale de Médecine (1847-1936) Il Platano, anno XII: 51-57, Vétérinaire, tomo XXVI, n. 302-303: 1987. 65-67, 1917. 57 E. PERRONCITO, La vaccinazione car- 44 E. LECLAINCHE, H. VALLÉE, Sierotera- bonchiosa ed il laboratorio Pasteur in pia specifica delle piaghe e delle infezioni Italia. Annali R. Accademia di Agricoltu- consecutive. La Clinica Veterinaria, anno ra di Torino, vol. XL: 65-81, 1898 XL, n. 1-2: 21-23, 1918. 58 E. PERRONCITO, [discorso in occasione 45 A. GUILLAUME,G. BITTNER, Le traite- di] Le onoranze al prof. E. Perroncito. ment des plaies par le sérum polyvalent Giornale R. Società Veterinaria, anno des professeurs Leclainche et Vallée. Re- XLVIII: 930-934, 1899. (vedi. p. 933) vue Générale de Médecine Vétérinaire, 59 Discorso pronunciato dal prof. comm. tomo XXVI, n. 302-303: 67-79, 1917. Edoardo Perroncito all’Assemblea Ge- 46 C. BRESSOU, Le”serum polyvalent” nerale del Comizio Agrario di Torino dans “la maladie des chiens”. Revue Gé- del 28 febbraio 1915. Giornale di Medi- nérale de Médecine Vétérinaire, tomo cina Veterinaria, anno LXIV, n. 12: 264- XXVI, n. 311: 533-538, 1917. 267, 1915. 47 Malattie infettive. La Clinica Veterinaria, 60 Munificenza. Giornale di Medicina Ve- anno XXXIX, n. 21-22: 657-660, 1917. terinaria, anno LXIV, n. 27: 631, 1915.

195 61 C. BIANCHI, Edoardo Perroncito. To- 70 Ibidem, p. 55. rino, anno XXVII: 27-29, 1951. 71 A. BUCCELLA, Le ferite d’arma da fuo- 62 Italia, Italia!!! Giornale di Medicina co negli equini. Appunti di Chirurgia Ve- Veterinaria, anno LXVII, n. 45: 681- terinaria di guerra (1915-1919). Giornale 682, 1918. di Medicina Veterinaria, anno LXVIII, n. 63 S. LISSONE, Primi effetti della cessazio- 38: 465-468; n. 42: 513-517; n. 44: 548- ne della guerra nelle campagne. Il prezzo 551; n. 45: 561-565; n. 46: 580-582; n. del bestiame e delle derrate diminuito. 50: 641-647; n. 51: 657-665, 1919. Giornale di Medicina Veterinaria, anno 72 Ibidem, p. 550 LXVII, n. 48: 729-731, 1918. 73 R.P. ROSSI, Infermieri e maniscalchi mi- 64 A. LANFRANCHI, L’attuale pandemia litari. Il Nuovo Ercolani, anno XXV, n. febbrile dal punto di vista della patologia 21-22: 281-286, 1920. comparata. Giornale di Medicina Veteri- 74 Una bella e patriottica cerimonia alla naria, anno LXVIII, n. 5: 69-73, 1919. R. Scuola Superiore Veterinaria di Torino. 65 A. MENSA, Visioni chirurgiche di guer- Gli studenti offrono alla Scuola una splen- ra. Il Nuovo Ercolani, anno XXV, n. 5: dida bandiera. Giornale di Medicina Vete- 49-56; n. 6: 65-76, 1920. rinaria, anno LXIX, n. 22: 281-296, 1920. 66 Ibidem, p. 49. 75 Ibidem, p. 289. 67 Ibidem, p. 51. 76 P. G HISLENI, “Dulce et decorum est pro 68 Ibidem, p. 52. patria mori”. Il Nuovo Ercolani, anno 69 Ibidem, p. 53. XXVI, n. 1: 1-10, 1921.

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EQUINE MOBILIZATION AND INFLUENZA IN THE GREAT WAR

MARTIN FURMANSKI

SUMMARY The military mobilization of World War I resulted in an unprecedented global transportation of horses and mules. From 1914 to 1918, over 1.4 million horses and mules were collected in North America and transported to the battlefields of Western Europe. The concentration of so many immunologically naïve young animals and the rigors of long-distance rail and steamship transportation caused significant losses due to equine influenza and its complica- tions. The British North American Remount Commission, in conjunction with the British Army Veterinary Corps established a staged transportation network to minimize equine wastage. Equine influenza became established as a “steady-state” epizootic in this transportation net- work. Such conditions favour the emergence of recombinant or mutant variants of the influen- za virus, and veterinary interventions to control the epizootic may have further favoured such emergences. There is evidence that such variant Equine strains did develop. Recently similar “steady-state” epizootics among birds in Asian live-bird markets have been implicated in the emergence of recombinant avian influenza viruses, including avian strains capable of infect- ing humans. Such interspecies jumps have raised the concern of the emergence of a new pan- demic strain. Because the 1918 pandemic human influenza virus appears to have resided in another mammalian host for a significant period before its adaptation into humans, the 1914- 1918 equine influenza “epizootic” should be a primary candidate for an animal source. Anec- dotes from the historical record are presented that support such an equine-to-human jump for the 1918 pandemic human influenza virus.

RIASSUNTO

MOBILITAZIONE EQUINA E INFLUENZA NELLA GRANDE GUERRA La mobilitazione militare della I Guerra mondiale rappresentò uno spostamento globale di cavalli e muli senza precedenti. Tra il 1914 ed il 1918, oltre 1.4 milioni di cavalli e muli furo- no raccolti nel nord America e trasportati nei campi di battaglia dell’ovest europeo. La con- centrazione di così tanti giovani animali immunologicamente “sprovveduti” ed i rigori di un lungo trasporto ferroviario prima e su piroscafo poi causò perdite significative in seguito al- l’influenza equina ed alle sue complicanze. La Commissione Nord Americana per la Rimonta, insieme al Corpo Veterinario dell’Esercito inglese stabilì una rete di trasporto per gradi per minimizzare le perdite equine. Fu stabilito che l’influenza equina diventasse una “steady-sta- te” in questa rete di trasporti. Tali condizioni favorirono la comparsa di varianti ricombinanti o mutanti del virus dell’influenza e gli interventi veterinari per controllare l’epizoozia posso- no aver ancor più favorito tali comparse. Vi è la prova che tali tipi di variante Equina si svi- lupparono. Recentemente una simile “steady-state” nei mercati asiatici di specie avicole vive è stata co- involta nella comparsa di virus ricombinanti dell’influenza aviare tra cui alcuni tipi aviari in grado di infettare gli uomini. Tali salti interspecie hanno fatto crescere la preoccupazione del- la comparsa di un nuovo tipo pandemico. Nel 1918 la comparsa della pandemia di influenza umana fu causata dal passaggio del virus in un altro ospite mammifero per un significativo periodo prima del suo adattamento nell’uomo, l’influenza epizootica equina dovrebbe essere il candidato principale come fonte animale. Vengono presentati aneddoti fra i documenti sto- rici che testimoniano il salto equino - uomo per la pandemia di influenza umana del 1918.

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FINNISH VETERINARIANS IN WORLD WAR I ILKKA ALITALO

RIASSUNTO I VETERINARI FINLANDESI NELLA I GUERRA MONDIALE. La Finlandia durante la Grande Guerra faceva parte dell’Impero Russo. All’epoca, in Finlan- dia, gli sforzi per l’indipendenza divennero più forti. Oltre 1500 giovani ripararono in Ger- mania per ricevere un addestramento militare. Essi volevano liberare il loro Paese. Gli stu- denti finlandesi di veterinaria che studiavano in Germania furono tra i primi attivisti. In tota- le 29 tra veterinari e studenti di veterinaria finlandesi aderirono a questo movimento di libe- razione. Il 27° Battaglione Prussiano Cacciatori Reali fu creato per le truppe finniche. L’ad- destramento avvenne a Lockstedt Camp nei pressi di Amburgo. Il primo a raggiungere il bat- taglione fu l’aspirante veterinario Georg Öhman che aveva studiato a Dresda. Per tutta la vi- ta fu chiamato “Jaeger Eins”. Il 27° Battaglione combatté tra il 1916 ed 1917 sul fronte balti- co nei pressi di Mittau (Jelgava) e Riga. Il 6 dicembre 1918, la Finlandia dichiarò la sua indi- pendenza. I soldati russi furono cacciati dal Paese. Una parte di essi si unì alla Sinistra Fin- landese. La guerra civile scoppiò tra i ribelli rossi dell’esercito e l’Armata Bianca indipen- dente. Il generale C.G. Mannerheim fu il comandante in capo dell’Armata Bianca. Il 27° Bat- taglione con i veterinari rientrò in patria nel febbraio del 1919. Grazie all’addestramento mi- litare e all’esperienza di guerra i cacciatori costituivano il core dell’Armata Bianca. I Rossi furono battuti nel maggio del 1919, da allora la Finlandia divenne indipendente. Sei veterina- ri caddero da eroi durante la guerra civile. Già nel 1918, il generale Mannerheim nominava il veterinario Juho Talvitie, uno dei cacciatori, veterinario capo dell’esercito; fu l’organizza- tore del Dipartimento Veterinario del Ministero della Difesa Finlandese. In totale 19 veterina- ri vennero nominati, otto di loro erano stati cacciatori. In seguito 10 ufficiali veterinari mili- tari completarono i loro studi avanzati in Germania.

Finland was part of the Swedish king- in the shelter of autonomy. At the turn dom for many centuries. Resulting from of the 20th century the period of Russifi- the meeting at Tilsit of the two emper- cation started. Finland’s autonomy was ors, Napoleon of France and Alexander reduced. The Finns, however, did not I of Russia, Finland was occupied by obey all new acts and restrictions of the Russian army in 1808. ced- civil liberties. When World War I broke ed the eastern half of the kingdom in up in 1914, Finland did not wage war the treaty of peace. Finland was joined due to their previous passive resistance. to the Russian Empire as an au- The Finns escaped shedding their blood tonomous Grand Duchy from 1809. In on the Russian front. Finland was the Finnish House of Estates, the joined, however, to a belligerent power. Finnish people pledged their fealty to The programme confirmed by the zar the Russian Tsar, who, in turn, ratified for the total Russification of the Grand the religion and fundamental Laws of Duchy became public knowledge at the the Land, as well as the privileges and very start of the war. Immediately, in rights which each estate in the said the autumn 1914, the new activist Grand Duchy, in particular, and all the movement rose among students. They inhabitants, in general, by their posi- understood that the only alternative to tion high or low, have hitherto enjoyed.1 national doom was complete secession The Finnish national identity was born from Russia. Everything had to be 199 staked on one card: Russia’s defeat in rank of Veterinary Colonel, and he bore the war, which would make armed re- the honorary title Jaeger Eins (Jaeger bellion possible.2 One) for the rest of his life.4,5 The Finnish activists looked to Ger- The Jaegerbattalion 27 was sent in 1916 many, Russia’s main enemy, who had as a unit into open battle on the Baltic gained victories on its Eastern Front, front. The troops were stationed at vil- and in whose interest it was to sever lages near the city of Mitau (present Finland from Russia. Germany promised Latvian Jelgava) and Riga. Four veteri- to give military training to Finnish nary officers, Arne Höckert (1890 – volunteers, and men began to be enlist- 1918), Väinö Kaisla (1890 – 1964), ed systemically towards the creation of Juho Talvitie (1887 – 1950) and Georg a liberation army for Finland. More Öhman completed military veterinary than 1500 young men managed, in spite studies. Talvitie attended courses also of the close control undertaken by on the Western Front, and Kaisla, as a Russian gendarmes, to cross the border member of editorial board of the to Sweden and from there make their Finnish Military Handbook, wrote an way to Germany. wide veterinary part of the book.6 The Military training started in February battalion achieved combat experience in 1915 at Lockstedt Camp near Hamburg. battles against Russian troops in Libau The camp was at first called Pfadfinder- (Liepaja) and on the river Aa. Kursus Lockstedt Lager (Scout Camp) The unselfish, patriotic motives of the because military training for foreigners, Jaegers cannot be denied, for they realised who came to Germany from a hostile that there was no return for them to Fin- country, was not possible. The men land while the country was under Russian were called Pfadfinders (Scouts). At rule. last in August 1915, the name Ausbil- The Tsar was turned out of power in dungsgruppe Lockstedt (Military train- March 1917. In November, the Bolshe- ing group) was given by the Kaiser viks seized power in St. Petersburg and, William II. Jaegerbattalion 27 (the 27th after this revolution, events started to Prussian Light Infantry Battalion) com- move in Finland. posed of those Finns now called The public declaration of independence Jaegers.3 was given by the Finnish Parliament in Finnish veterinarians studied in Ger- December 6, 1917. The Russian troops, many. They participated in the Activism who had no desire to fight, were dis- Movement. The very first “Pfadfinder” armed after slight encounters. They was veterinary surgeon Georg Öhman were withdrawn from Finland. Only (1891 – 1957). He completed his candi- some revolutionary troops chose to stay date degree 1914 in Dresden. When the on as volunteers joining to the Finnish war broke up, he came back to Finland, leftists. A civil war broke up between attended as a founder member at the the Reds (socialists) and the Whites Movement’s secret meetings, and then (non-socialist liberation army) in January returned to Germany. He recruited Finns 1918. living in Germany, not only veterinary The Jaeger Battalion 27 including the students but also students from other veterinarians, who also had been in bat- universities. tles on the Baltic front, arrived back to A total of 16 veterinarians and veteri- Finland after a difficult and severe voy- nary students joined to the Jaegerbattal- age along the Swedish coast on the ion 27. That was about 10 % of the half-frozen Baltic Sea in February number of veterinarians in Finland. 1918. The Jaegers were the core of the Georg Öhman was later promoted to the White Army. General C.G. Mannerheim 200 was the Supreme Commander of the BIBLIOGRAPHY Army. He had served in the Tsarist forces and managed to escape from the 1 E. JUTIKKALA, K. PIRINEN, A History of Revolution at the last moment, and he Finland, WS Bookwell Oy, Juva, 2003, was named commander in chief imme- pp. 383-403. diately after return to his native land. 2 Ibidem. The reds were beaten in May 1918. 3 M. LAUERMA, Kuninkaallinen Preussin Seven veterinarians and students lost Jääkäripataljoona 27 (The 27th Prussian their lives in the Liberation War. A total Light Infantry Battalion), WSOY, Porvoo, of 127 Jaegers died a hero’s death.7,8 1966, pp. 93-115. One of the Jaegers, Veterinary Captain, 4 Ibidem, pp. 985-994; later Veterinary Colonel, Dr.med.vet., 5 A. OKSANEN, Ennen omaa korkeakoulua Dr. med. Juho Talvitie was appointed by opiskelleiden suomalaisten eläinlääkärei- General Mannerheim as a Chief Veteri- den koulutus ja toiminta (Education and narian of the Army. He organized the work of Finnish veterinarians before Veterinary Department of the Finnish founding of the Finnish Veterinary Military Ministry according to the Ger- School), Thesis for the Degree of Licenci- man model, particularly veterinary ate, University of Helsinki, Faculty of services, equine hospitals and training Arts, 2004, unpublished. of farriers. A total of 19 veterinarians 6 M. LAUERMA, Kuninkaallinen ... cit., pp. were appointed to serve in the Army, 15 1039-1062. of them being Jaegers.9 7 Ibidem. After the war, 10 military veterinary of- 8 A. OKSANEN, Ennen omaa korkeakoulua ficers completed their advanced studies ... cit. in Germany.10 The military veterinary 9 The Veterinary Institutions in Finland collaboration lasted until the 1930s. 1843 I/X 1943, Oy Felix Ab, Helsinki, The Finnish veterinarians were educat- 1945. ed mainly in German-speaking coun- 10 M. WARIS, Ratsuväen vuosikirja 3 (Year tries until World War II. Book of Cavalry 3), Helsinki 2001.

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ANTHRAX AS A BIOLOGICAL WEAPON IN WORLD WAR I SUSAN D. JONES

SUMMARY Most histories of chemical and biological warfare have characterized World War I as the “chemical” war, due to the use of chlorine, phosgene, mustard and other irritant gases in combat areas. However, the first modern allegations of the use of anthrax as a biological weapon were made against Germany during World War I, and the targets were animals, not humans. The United States was allegedly the victim of a biological attack on its animal popu- lations during the War. According to a top-secret 1943 report written by George W. Merck, pharmaceutical magnate and biological-warfare adviser to President Roosevelt, the U.S. pos- sessed “incontrovertible evidence” that “as early as 1915” German agents in New York City’s harbor “inoculated horses and cattle with disease-producing bacteria.” Other U.S. military documents have revealed that in 1916 a Prussian medical officer associated with Johns Hop- kins University, Dr. Anton Dilger, cultivated anthrax spores in a secret laboratory in Chevy Chase, Md., for use against animals in Baltimore’s port. Approximately 3000 horses, mules and cattle were inoculated and then sent to Allied forces in Europe, where they reportedly in- fected several hundred military personnel. These activities were part of an international net- work of German operatives who were attempting to use anthrax and glanders to disrupt ani- mal populations in France, Argentina, Mesopotamia, Romania, and Norway. While their ac- tivities in the United States had no military importance, they did impact animal populations locally and spread alarm among veterinarians. Veterinarians were expected to be on the front line of surveillance for such diseases, but they were not informed about the covert activities suspected of the German operatives. Moreover, local fears of German subversion may have been greater than the threat itself. Finally, the American government, although officially neu- tral until 1917, had begun its own small-scale efforts at germ warfare: experiments were be- ing conducted with ricin, a substance made from castor beans that is highly toxic to human beings. While often neglected in histories of World War I, the year 1915 may be considered to be the beginning of 20th-century anti-animal biological warfare . RIASSUNTO CARBONCHIO COME ARMA BIOLOGICA NELLA I GUERRA MONDIALE La maggior parte delle storie di guerra chimica e biologica ha etichettato la Grande Guerra come la guerra “chimica” a causa dell’uso di cloro, fosgene, iprite ed altri gas irritanti nelle zone di combattimento. Tuttavia, la prima asserzione sull’uso del carbonchio come arma bio- logica fu fatta contro la Germania durante la I Guerra mondiale ed il bersaglio non fu l’uo- mo, ma gli animali. Si asserisce che gli USA furono vittime di un attacco biologico ai loro animali durante la guerra. Secondo un documento riservato del 1943 scritto da G.W. Merck, magnate farmaceutico e consigliere per la guerra biologica del Presidente Roosevelt, gli USA possedevano “prove incontrovertibili” che “fin dal 1915” agenti tedeschi nel porto di New York “inoculavano cavalli e bovini con batteri causanti malattia”. Altri documenti militari USA hanno svelato che nel 1916 un ufficiale medico prussiano, collegato con la Johns Hop- kins University il dr. Anton Dilger, coltivava spore di carbonchio in un laboratorio segreto a Chevy Chase, Md., per l’uso contro gli animali nel porto di Baltimora. Circa 3000 tra cavalli, muli e bovini furono inoculati e quindi inviati agli Alleati in Europa, dove si dice essi ebbero alcune centinaia di soldati infetti. Queste attività rientravano in una rete internazionale di mi- sure tedesche nel tentativo di usare il carbonchio e la morva per creare disordine nelle popo-

203 lazioni animali di Francia, Argentina, Mesopotamia, Romania e Norvegia. Le loro attività ne- gli USA non avevano importanza militare, mentre avevano impatto localmente sulle popola- zioni animali e diffondevano allarme tra i veterinari; questi ultimi si aspettavano di essere sulla linea del fronte della sorveglianza per tali malattie, ma non erano informati circa le atti- vità segrete di cui erano sospettati i tedeschi. Inoltre, i timori locali di una sovversione tede- sca potevano essere più grandi che la minaccia stessa. Alla fine, il governo americano, ben- ché ufficialmente neutrale fino al 1917, cominciò, in piccola scala, i suoi sforzi di guerra bio- logica: esperimenti furono condotti con la ricina, sostanza ottenuta dal ricino altamente tossi- ca per l’uomo. Sebbene spesso dimenticato nelle storie della I Guerra mondiale, il 1915 può essere considerato come l’inizio nel XX secolo della guerra biologica contro gli animali.

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L’IMPIEGO DELLE ARMI CHIMICHE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918). CONSIDERAZIONI RELATIVE AI CAVALLI IMPIEGATI DALLE MAGGIORI NAZIONI COMBATTENTI MARIO MARCHISIO, WOLFRAM NOREISCH

SUMMARY

CHEMICAL WARFARE DURING WORLD WAR ONE (1914-1918). REMARKS RELATED TO THE HORSES EMPLOYED IN THE MAIN ARMIES

In 1899, Czar Aleksandr III of Russia cajoled the Nations of the world into meeting at a Con- gress in The Hague, the Netherlands, codifying rules of war. Some delegations fought hard to- wards a strong ban against chemical warfare, but a watered-down version was signed by all the major military powers. Included was a ban on projectiles which could diffuse asphyxiating or deleterious gases. In addition, the Hague Convention of 1899 outlawed any weapon which could cause unnecessary suffering. Only 15 years later, the European Nations blundered into World War One. The use of gasses in warfare, largely employed in the First World War, was neither new nor re- cent. Several references made by historians and scholars indicate that even in ancient times man used smoke, gasses, vapours and artificial fogs alone or combined with other methods to hide from and fight the enemy. However, so-called scientific chemical warfare begins with the First World War, even if the use of gas was far from determinant. On the contrary, it caused thousand of casualties with dev- astating psychological effects on soldiers. The use of gas was terrible not only for man, but al- so for the animals used by man in war: horses, mules, dogs and pigeons. The Authors give some information about the effects of chemical warfare on the horses employed in the main fighting Nations.

L’uso dei gas a scopo bellico, di cui fu volmente fornendo prodotti indispensabili fatto largo impiego nel corso della Prima al progresso, dalle straordinarie capacità. Guerra Mondiale, non è in realtà né nuo- Anche se preparate con finalità di pace, vo né recente. molte sostanze rivelarono proprietà tossi- Numerose testimonianze di storici e di che ben superiori ai prodotti normalmente studiosi riferiscono che fin dall’antichità usati in chimica industriale. più remota, ad ausilio di più sicuri e fero- La novità e l’imprevisto rappresentato ci mezzi distruttivi, l’uomo si è servito di da tali aggressivi, la saltuarietà del loro fumi, di gas, di vapori e di nebbie provo- impiego e la difficoltà della diagnosi cate artificialmente per snidare e combat- differenziale eziologica fra le malattie tere il nemico. Tuttavia l’impiego di que- da essi provocate e quelle di origine bat- sti prodotti tossici non influenzò l’anda- terica, furono le cause principali per cui mento dei conflitti, anche perché le cono- le statistiche nosografiche del Servizio scenze di chimica rimasero scarse sino a Veterinario presso i vari Eserciti bellige- tempi piuttosto recenti. ranti o tacquero al riguardo o furono in- A partire, però, dagli ultimi decenni del complete e non sicure. 1800 e l’inizio del 1900 le condizioni ge- Molto spesso i casi di malattie da aggres- nerali della chimica migliorarono note- sivi chimici negli animali vennero com- 205 presi (se non confusi) con le malattie me- sul fronte russo – tedesco fu fatto lar- diche comuni. Le cifre riportate nelle va- go e ripetuto impiego di aggressivi da rie statistiche furono, comunque, sempre parte tedesca. molto inferiori al vero, anche per il fatto Dati utili vennero forniti, invece, dal che fra i morti sul campo era impossibile Maggior Generale J. Moore relativi al- discriminare quelli dovuti ad aggressivi. l’Armata Inglese la quale, su un effettivo Le statistiche russe, ad esempio, non di 450.000 quadrupedi portati in Francia riportarono alcun caso di malattia da ebbe circa 250.000 perdite. L’effetto dei aggressivi chimici, mentre è noto che gas è indicato nella tabella seguente. Tab. 1: Effetto dei gas.

Gas Proiettili Periodi e località morti malati morti malati Totale 1916: 1°luglio – 1° 33 352 3941 6063 10389 dicembre (Somme e Ancre) 1917: gennaio – marzo - - 771 1260 2031 1917: aprile (Arras) - - 771 1260 2031 1917: 1° maggio – 1° 68 1138 10590 25258 37054 ottobre (Belgio) 1917: 28 ottobre – 16 marzo 6 33 4096 8889 13024 1918 (Cambrai)

1918: 17 marzo – 14 luglio 78 451 14122 13154 27805 (offensiva tedesca)

1918: 15 luglio –11novembre 26 246 22500 23251 46023 (offensiva inglese) Totale 211 2220 56791 79135 138357

Una relazione sul Servizio Veterinario veterinario Bressou e la terza del Capita- dell’Esercito Tedesco durante la guerra ri- no veterinario Plantureux. portò che in 13 mesi ( agosto 1917 – ago- Marcenac aveva osservato in una Divisio- sto 1918) su 2259 cavalli gassati ne mori- ne, in 40 mesi di campagna, le perdite ri- rono 322. portate nella tabella 2. Schulze e Otto (cit. R. Andreoni) riferiro- Bressou negli anni 1917 – 1918, su un ef- no che sul fronte occidentale tedesco nel- fettivo medio di 5500 cavalli ebbe le per- l’aprile 1918 si ebbero 312 cavalli gassati dite riportate in tabella 3. dei quali 54 morirono mentre nel mese di Plantureux riferì di aver curato 117 caval- giugno dello stesso anno i colpiti furono li colpiti da aggressivi soffocanti fra i 286 con 45 morti. quali registrò 8 morti. Particolarmente in- Nelle statistiche del Servizio Veterinario teressanti furono le osservazioni che que- Francese non furono distinte le malattie sto Autore fece a riguardo della notevole da gas che, invece, restarono comprese tra variazione individuale di sensibilità (da le lesioni di guerra. Interessanti furono, una leggera indisposizione fino alla mor- invece, tre statistiche personali: del Mag- te) negli animali sottoposti presumibil- giore veterinario Marcenac, del Maggiore mente alle identiche condizioni di intossi- 206 Tab. 2

Mortalità Colpiti Totale % Proiettili (40 mesi) 1386 544 39,2 Soffocanti (dal luglio 1916 cioè in 27 mesi) 137 32 23,3 Caustici (dal settembre 1917 cioè in 13 mesi) 507 1 0,19 cazione e circa l’influenza nettamente ag- tanza, deve essere fatto non nell’ambito gravante esercitata dal movimento e dal- dei quadrupedi di tutto l’Esercito, ma fra l’affaticamento nella nube tossica. quelli delle singole unità attaccate. Così Lusztig (cit. R. Andreoni) curò, sul fronte un primo gruppo di 21 morti per aggressi- Austro – Italiano (Altipiano dei Sette Co- vi soffocanti (non è noto il numero dei muni, inverno 1917 – 18) 50 cavalli colpi- colpiti né il totale degli effettivi) si ebbero ti da gas, di questi 18 morirono. il 29 giugno 1916 sul San Michele tra i Per l’Esercito Italiano le difficoltà dei ri- quadrupedi di due reggimenti di fanteria fornimenti di cavalli, dovute alle riduzio- della III Armata (XI Corpo d’Armata). ni di disponibilità sia in ambito nazionale La III Armata ebbe altri 10 morti nel sia all’estero, furono particolarmente sen- 1917. tite tanto che, specie nell’ultimo periodo Nel novembre 1917 presso l’infermeria di della guerra, i depositi vennero quasi tappa di Breganze furono ricoverati 14 esclusivamente rinsanguati con equini re- cavalli del XXII Corpo d’Armata per le- stituiti dai luoghi di cura. sioni boccali, faringee e respiratorie da Malgrado ciò la forza media dei quadru- iprite. Nessuno morì. La I Armata, a cui pedi dell’Esercito mobilitato, bilanciata apparteneva il XXII Corpo d’Armata, dalle continue perdite ed immissioni, rag- giunse ed oltrepassò i 300.000 capi (nel Tab. 3 periodo agosto 1916 – fine guerra, rag- giunse 471.879 capi) su una popolazione Mortalità equina italiana di circa 1 milione di capi. Colpiti In totale le perdite ammontarono a 76.028 Totale % soggetti pari a circa il 21% degli effettivi (calcolati su una media di 350.000). Tali Proiettili 260 87 33,5 perdite furono così ripartite: Lacrimogeni 2 0 0 • per malattia: 54.048; • per ferite in combattimento: 8.202; Soffocanti 38 2 5,2 • per aggressivi chimici: 61; Caustici 65 2 3 • macellati, riformati e dispersi: 13.717. Da questo prospetto risulta che le perdite per aggressivi chimici furono esigue in possedeva effettivi in quel mese 83.415 confronto con le perdite per altre cause. quadrupedi dei quali ne furono curati per Però, tenendo presente che sul fronte Ita- malattie e lesioni varie 6.481 e ne moriro- liano gli attacchi chimici furono ridotti ad no 227 pari al 3,5% dei curati e allo un numero molto limitato ed a brevi tratti 0,27% dell’effettivo. I 14 malati da gas di fronte, è evidente che il confronto, per costituirono quindi lo 0,02% dell’effettivo rivestire un significato di qualche impor- e lo 0,21% del totale dei curati. 207 Nel dicembre 1917 presso la stessa infer- ma di nube emessa da bombole sistemate meria furono ricoverati 147 equini, anco- nelle prime linee. Tale nube, portata dal ra del XXII Corpo d’Armata, colpiti da vento, raggiungeva le posizioni avversarie gas asfissianti e caustici; 30 morirono per ma veniva poi rapidamente dispersa dal complicazioni polmonari (pari al 20,4%). vento stesso e solo raramente penetrava in Nello stesso mese erano effettivi alla I Ar- profondità per qualche chilometro. E’ mata 128.866 quadrupedi dei quali ne fu- comprensibile quindi che, avendo il con- rono curati, per malattie e lesioni varie, flitto assunto la caratteristica di guerra di 5.830 e ne morirono 304 cioè il 5,21% posizione, i quadrupedi, dislocati nelle re- dei curati e lo 0,23% dell’effettivo e il trovie e perciò lontani dalle prime linee, 2,5% del totale dei ricoverati. potevano essere raggiunti di rado dalla Nello stesso periodo i morti del XXII nuvola aggressiva peraltro in concentra- Corpo d’Armata furono 135 così ripartiti: zione poco pericolosa. Ma nelle occasioni • per malattie: 52; in cui, sia pur eccezionalmente, si trova- • per traumi gravi: 9; vano investiti o avvolti da intensa azione • per macellazione: 5; chimica, la efficacia degli aggressivi si ri- • per armi da fuoco: 39; velò notevole come dimostra l’elevata • per aggressivi chimici: 30. percentuale di mortalità fra i gassati. A ta- Da questi dati risalta, per la sua notevole le proposito si veda la tabella 4, ricavata importanza, il fatto che il numero dei dalle statistiche sopracitate. morti per aggressivi chimici quasi ugua- Come si vede, queste percentuali sono gliò quello dei morti per armi da fuoco. molto elevate anche nel confronto con la Come si rileva da tutte le statistiche ripor- mortalità (tabella 5), verificata nell’eserci- tate e, pur tenendo conto che esse furono to italiano, fra i quadrupedi ricoverati pres- frammentarie, le perdite di quadrupedi so stabilimenti di cura per malattie e ferite per aggressivi chimici sui vari fronti furo- (per quelli non ricoverati si conosce solo il no in numero molto limitato (poche mi- numero dei morti ma non la morbilità). gliaia) rispetto a quelle dovute ad altre cause (malattie, ferite in combattimento, Tab. 4: Mortalità fra i quadrupedi rife- ecc.). Ciò principalmente in dipendenza rita alla morbilità. delle condizioni in cui si svolse l’aggres- sione chimica e della particolare situazio- Colpiti Colpiti da ne nella quale si trovarono i quadrupedi. dai gas altri mez- I gas di guerra, infatti, furono portati sul zi bellici campo di battaglia quasi a titolo speri- Armata inglese 8,7% 41,8% mentale e come strumento bellico se- condario. Per questo motivo l’impiego Armata tedesca 14,2% - di aggressivi chimici non fu generaliz- Schulze – Otto 16,5% - zato e venne limitato a singoli settori di Marcenac 5,1% 39,2% fronte e ad episodi isolati. Per quanto ri- guarda il fronte Italiano, infatti, le azio- Bressou 3,8% 33,5% ni a gas importanti si ebbero il 29 giu- Plantureux 6% - gno 1916 a clorofosgene (San Michele Lusztig 36% - del Carso), il 23 – 24 ottobre 1917 a di- fosgene e arsine (Caporetto), nel giugno XXII Corpo 1918 a liquidi speciali (battaglia del Pia- d’Armata italiano ve) e nell’ottobre 1918 a iprite (Piave – (dicembre 1917) 24,4% Vittorio Veneto). - Inizialmente, inoltre, gli aggressivi gasso- Media generale 13,8% 38,1% si (soffocanti) furono impiegati sotto for- 208 Tab. 5

Curati Morti Mortalità

Malattie mediche 30.810 8.415 27,3% Malattie infettive 13.829 3.488 25,2% Ferite in combattimento 9.380 1.523 16,2% Malattie chirurgiche 85.895 9.985 11,6% Malattie cutanee parassitarie 66.462 8.098 11,5% Cause varie 54.410 5.087 9,3%

Tab. 6: Mortalità nell’uomo riferita alla morbilità.

Colpiti da gas Colpiti da altri mezzi bellici

Esercito britannico 3,3% 36,6% Esercito francese 3,1% 36% Esercito tedesco 2,9% 43% Esercito americano 2% 25,7%

Interessante è anche il confronto con la bassissima mortalità, mentre minor numero mortalità riscontrata nell’uomo (statisti- di colpiti ma una mortalità molto più eleva- che di Gilchrist, cit. R. Andreoni, tabella ta provocarono gli aggressivi soffocanti. Di 6) presso alcuni eserciti belligeranti (ec- scarsa importanza e non mortali si dimo- cettuati i morti in combattimento). strarono gli aggressivi lacrimogeni. I dati di quest’ultima tabella coincidono Indipendentemente dai numeri, che pos- con le perdite registrate fra i quadrupedi sono avere una finalità squisitamente sta- colpiti da armi da fuoco e da taglio (si ve- tistica, quello che più interessa sottolinea- da la tabella sopra riportata). Divario no- re è che, sulla base delle esperienze matu- tevole esiste, invece, fra l’uomo ed il ca- rate nel corso della Grande Guerra, gene- vallo nei riguardi della mortalità per gas, ralmente gli animali vennero considerati divario però giustificato dal fatto che sensibili ai gas quanto l’uomo. Nel perio- mentre gli uomini erano provvisti di una do compreso fra le due Guerre Mondiali maschera protettiva contro i gas, poco di gli studi sugli effetti dei gas di guerra sul- efficace fu fatto durante la guerra per la l’uomo e sugli animali proseguirono, con- protezione del cavallo. testualmente si fece più radicata la convin- Un’ultima considerazione si può fare circa zione che, un eventuale conflitto futuro, la gravità delle lesioni provocate dai vari avrebbe comportato l’impiego di questi gruppi di aggressivi. Appare in modo in- strumenti d’offesa non soltanto al fronte dubbio dalle tabelle statistiche di Mercenac ma anche contro la popolazione inerme. e Bressou che il maggior numero dei colpi- Fortunatamente la storia riferita al se- ti si verificò per azione degli aggressivi ve- condo Conflitto Mondiale smentì questa scicanti o caustici, i quali però diedero una previsione. 209 RINGRAZIAMENTI M. MARCHISIO, G.NERVI,V.SCISCIO, Gli animali e la guerra chimica. Cenni storici Gli Autori desiderano ringraziare i figli sull’impiego dei gas. Sensibilità degli ani- del Colonnello Veterinario Rodolfo An- mali nei confronti dei gas da combatti- dreoni che, mettendo a disposizione la mento”. Atti del III Convegno Nazionale notevole produzione scientifica del papà, di Storia della Medicina Veterinaria , La- hanno reso possibile la stesura del presen- stra a Signa (FI) , 23-24 Settembre 2000; te lavoro. Gli animali e la guerra chimica. Patologia e terapia speciale delle malattie da ag- gressivi chimici. Atti del III Convegno Na- BIBLIOGRAFIA zionale di Storia della Medicina Veterina- ria, Lastra a Signa (FI) 23-24 Settembre R. ANDREONI, Aggressione chimica degli 2000. equini durante il conflitto 1914 – 1918. MOORE, Army Veterinary Service in war, Estratto dalla Rivista Militare di Medici- Londra, 1921. na Veterinaria Anno I, N. 3, Novembre – G. NERVI, M. MARCHISIO,V. SCISCIO,Gli Dicembre 1938, XVII; Difesa antigas de- animali e la guerra chimica. Dispositivi gli equini durante il conflitto 1914-1918. di protezione per animali ed alimenti. Atti Estratto dalla Rivista Militare di Medici- del III Convegno Nazionale di Storia del- na Veterinaria Anno II , N.2, Marzo – la Medicina Veterinaria, Lastra a Signa Aprile 1939, XVII. (FI) 23-24 Settembre 2000. BRESSOU, Les gaz de combat et les che- PLANTEREUX, Contribution à l’étude de vaux, Rev. Vét. Mil., 1926. l’action des gaz asfixiants sur les che- C.E. HELLER, Chemical Warfare in World vaux, Rec. Med. Vét., 1919. War I: The American Experience, 1917- REGIO ESERCITO ITALIANO, Comando Su- 1918”- Leavenworth Papers No.10, Com- premo, Attacchi con i gas asfissianti e bat Studies Institute, U.S. Army Com- mezzi di protezione – notizie sommarie, mand and General Staff College, Fort Roma, 1917. Leavenworth, Kansas 66027 – 6900, Sep- C.E. RICHTERS, Gli animali e la guerra tember 1984. chimica, Traduzione sulla III Edizione N. MANTOAN, La guerra dei gas 1914- Tedesca, Istituto Sieroterapico Milanese, 1918, Paolo Gaspari Editore, Monfalcone 1939, XVII. (Gorizia), 1999. U.O. SCHULZE, Das Militärwesen im MARCENAC, Le cheval et la guerre des Kriege 1914-1918, Zeitschr. f. Veterinär- gaz,– Rev. Vét. Mil., 1923. kunde, 1921.

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FIRST WORLD WAR AS REFLECTED IN SOME VETERINARY JOURNALS IVAN KATIC

RIASSUNTO

LA I GUERRA MONDIALE DESCRITTA NELLE RIVISTE VETERINARIE Le riviste veterinarie pubblicate nel periodo che va dal 1914 al 1920 sono una buona fonte per studiare gli effetti negativi della guerra. Vi è una penuria di tutti i prodotti freschi e le au- torità veterinarie sempre più ne raccomandavano la sostituzione per l’alimentazione delle popolazioni. Le importazioni dalle altre nazioni erano molto limitate o interrotte a causa del- la guerra marittima. Nelle aziende agricole private vi era una mancanza di personale e di cavalli poiché erano stati mandati in guerra. Le perdite tra i cavalli militari erano elevate a causa della scarsa igiene, della scabbia, morva e delle coliche. C’era una carenza di medicinali, bende e strumenti. Alcuni materiali particolari usati prece- dentemente per la produzione di strumenti medici sono stati adoperati in quegli anni per la produzione di materiale da guerra. L’educazione nelle scuole veterinarie era difficile poiché alcuni insegnanti erano stati inviati al fronte per organizzare i lazzaretti per i cavalli feriti. Numerosi studenti e veterinari servi- rono nelle forze militari. Nei giornali veterinari dell’epoca si poteva leggere chi era stato feri- to o era morto in guerra. Inoltre, la produzione scientifica veterinaria era limitata, in parte a causa della mancanza di carta o per le difficoltà di spedire del danaro all’estero, spedendo la posta da un continente all’altro o dalla grande inflazione durante gli ultimi anni di guerra. Alcuni colleghi che parte- ciparono alla Prima Guerra Mondiale descrissero la situazione durante la guerra nei giornali veterinari, alcuni altri ci arricchirono con memorie. La Prima Guerra Mondiale impedì anche il 10° Convegno Internazionale della Medicina Veterinaria di Londra che si tenne, sempre a Londra (come 11° Convegno) nel 1930.

Introduction War and libraries

In 1964 I started working at the Danish One of the aspects which impressed me Veterinary and Agricultural University, very much and which is actually not sur- where I remained for my whole working prising was the fact that wars are not life. One of my first tasks was to spend 2- friends of libraries. Soon I found out that 3 hours daily in stocks and study the con- in the war years 1914-1918 journals were tents of veterinary journals, that is, by received ever more irregularly until they turning page by page to get a general im- stopped coming. For example, journals pression of what was written in different from India, Japan or two Americas were periods. After that I had to do the same not received any more due to attacks on with journals in the field of animal sci- convoys, fire on board or sacks. ence, dairy science and agriculture. In Some of the gaps were later filled with this way, indeed, I learned a lot, so I doublets, photocopies or microfilms, but could use this knowledge in the next 30- that was not always possible. During the 40 years in many situations. First World War it was also difficult to transfer money from one country to an- other, so you could not order literature from abroad. Also, at that time inflation 211 was very high, and in Germany, for exam- ple, in Czechoslovakia and Croatia, where ple, prices of books in Germany rose ac- new veterinary schools in Brno and Za- tually from hour to hour. greb, respectively, were founded shortly There are countries where fire and other after the dissolution of the Austro-Hun- inconveniences, such as political affairs garian Monarchy in the autumn of 1918. had an adverse influence on books and Beginning with 1920s in Italy we can see journals in the libraries. For example, the that journals started to use a new way of Tartu Veterinary School, Estonia, was counting calendar years, that is, in the evacuated to South Russia twice and so style used by the new power men under “saved” for the future but the library Duce, indicating a new fascist epoch (Ro- holdings were never returned. man figures starting with I). During the 1st World War some journals stopped to appear for good, among them the German Zeitschrift f. Thiermedizin1 It came like a tornado and the Russian Veterinarny Archiv.2 It was also announced that the (Ellenberg- In the first half of the year 1914 there ers) Jahresberichte … would not be pub- were no clear and visible signs that there lished any more, but it survived. would be a war. In our Danish veterinary As reported in figure below in France re- journal published in the summer months cent paper by Toma highlighted a de- of 1914 we can read that one hundred creasing of number of pages printed per American veterinarians will visit different year in the Revue générale de medicine European veterinary schools and after that veterinarie caused by WWIst. take part in the 10th International Veteri- My general impression is that the pub- nary Congress in London in August. lishers had ever more difficulties during Great Britain was chosen in memory of the war years to purchase good and John Gamgee, who took the initiative in equal quality printing paper as before, the organization of the 1st International therefore, some journals were forced to Veterinary Congress in Hamburg half a reduce the numbers of pages. On the century earlier, where the congress fo- other hand, subscription prices increased cused on discussions on the control of rapidly year by year. rinderpest in Europe within the interna- We can also see that the creation of new tional forum. countries after the WWIst called to life Many delegates came to London several some new veterinary journals, for exam- days before the official opening of the

212 Congress. They wished to enjoy the coun- to time instructions were given about try as tourists or simply to get in time a what could be used as replacement. At the free room in a good hotel, not far from end of the war actual falsifications of the Crystal hotel where the Congress medicines could be seen in Germany. should have taken place. In Italy and the UK, the manufacture of But then, like in Rossini’s “La gas masks for horses and dogs was intro- calugna…”, a shocking communication duced. In order to protect animals in the came: THE OUTBREAK OF WAR. war, we can see that already at the end of Many delegates escaped to the continental 1914 L’etoile rouge was founded in Swe- Europe under great difficulties, among den, Croce Azzura in Italy and Blue them the president of the Permanent Veteri- Cross in the UK. nary Congress Board, the German Dr. A chapter per se is food situation both for Lydtin and his colleague, dr. Hutyra from military purposes and civilians. Many Budapest. It seems that the home return food products that were earlier used only of the Scandinavians was a little less in limited amounts were now welcome dramatic. In Denmark, however, which (blood, spleen, uterus, and intestines). In was neutral during the war, many young order to save as much proteins as possi- veterinarians were enlisted as military ble, the slaughters were centralized. In reserves. towns the breeding of rabbits and hens was encouraged and the eating of fish and mushrooms recommended. In front of Horses, mules and dogs going to war theatres and in parks of big towns orna- mental plants were replaced by vegeta- As expected, in the veterinary journals bles and some other more useful plants. from that time there is much about the proper use of, say, military horses and dogs, about feeding, how to avoid the Veterinary schools, students, teachers, spread of different infectious diseases, veterinarians some of them being zoonoses. Some high-ranked veterinary officers in Ger- Also, veterinary schools in different many gained plenty of experience during countries were brought to “suffering posi- the first two years of war. They published tions”. Some of them were forced to give a useful booklet on incidence of diseases away some of their facilities for military in the “Kriegslazarett”. purposes and some other were closed to- Under war conditions it was sometimes tally. In Vienna, the number of veterinary necessarily to change the white colour of students in 1914 was 862, but in 1915 it horses into a darker colour, and this prob- was reduced to only 252. lem was solved by pharmacists who were Many of the teachers had to take part in also working at veterinary military hospi- the military service. From time to time tals (they used potassium parchment to we can see that some promising young make the colour of the skin darker). people were “saved” from their going to As the war advanced, it was ever more front line due to the fact that they were difficult if not impossible to obtain good working on their doctoral theses. surgical instruments, since many precious Despite the fact that Denmark remained metals were used for weapon production. neutral during WWI, the staff of the Roy- A request was sent out through journals al Veterinary & Agricultural University in to collect, for example, quicksilver when Copenhagen felt that something should be thermometers broke. Also, purchasing of done. Therefore, the director of the medicines for general practice became school, Prof. Oscar H. Ellinger, decided ever more difficult. Therefore, from time in the spring of 1917 to organize a cele- 213 bration of the anniversary of the Royal 1918. Epizootics, sufferings, malnutrition Veterinary and Agricultural High School or shortage of food continued for at least (today Danish Veterinary and Agricultural 3-4 years and attacked both veterinarians University) on 8 March, honoured with and veterinary students in Austria. the presence of the King. The teachers In Poland, veterinarians from Denmark and and students, surrounded by flowers and Czechoslovakia helped to eradicate rinder- flags, enjoyed the day and sang patriotic pest and their hard work gave good results. and academic songs. Since that time the During the war years a lot of scientists dis- ceremony has taken place nearly every appeared from the veterinary or medical year. During these difficult times it was scene not mainly for reasons caused by also decided to build a student dormitory the war but due to their old age, diseases, with approximately one hundred rooms, etc. (e.g. Behring, Chauvoei, Ehrlich, but the project could not be realized be- Gerber, Golgi, Löffler, Lydtin and Metch- fore the end of the WWII. nikoff). Further, in 1917 there was a ceremony in In some countries veterinarians fallen in Vienna, celebrating the 150th anniversary the war were not forgotten, and their of the Veterinary School under the actual names were inscribed on some memorial conditions of war. plaques. In some other countries even In Germany, on the occasion of Kaiser’s military horses got a memorial. birthday, Professor Frohner spoke about At the end, I would like to mention that the progress of the veterinary science an American military veterinarian, Mr. during WWI. Harry Frank Hunt, wrote letters to his family from France and Belgium. A few Summarizing, one could say that the war, years ago the letters were published by as always, also contributed to progress, Fayde Brown under the title “Letters for example, some military veterinary home” (available). units introduced the use of x-ray for diag- nosis purposes. Progress can also be seen in better control and eradication of some NOTES diseases, such as malleus and rinderpest, which often spread in wars. 1 MAANEDSSKRIFT FOR DYRLÆGER 1914/1915 However, the difficulties did not disap- - 1924/1925. pear when the end of the war was de- 2 ZEITSCHRIFT FÜR FLEISCH - UND MILCH- clared in Compiegne in the autumn of HYGIENE 1914-1920.

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L’IMPIEGO DEI PICCIONI VIAGGIATORI DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE GIOVANNI MOREI, MARIO MARCHISIO

SUMMARY THE EMPLOYMENT OF CARRIER - PIGEONS DURING THE FIRST WORLD WAR During “The Great War” a large number of animals were employed by all the fighting Na- tions. Horses, mules, donkeys, cattle were used to sustain men’s effort in one of the most cruel conflicts of the Twentieth Century. During the war carrier – pigeons were also widely em- ployed due to the lack of sophisticated means of communication. The Authors describe the use of pigeons pointing out some aspects related to physiology, diseases, and protection against chemical warfare of these “war birds”.

Tutti i colombi hanno l’istinto di fare ri- Come per tutte le specie primordiali, è torno alla propria dimora, ma il colombo difficile stabilire, anche approssimativa- viaggiatore lo possiede in maniera più mente, le origini del colombo e, per quan- spiccata. Esso si affeziona alla propria co- to si sappia, il suo ricordo si perde nella lombaia e tale affetto cresce maggiormen- notte dei tempi. te di anno in anno, specialmente quando Una cosa è certa, l’utilizzo del piccione vi procrea e vi trova tutte le comodità di messaggero è conosciuto fin dall’antichità. cui abbisogna. Alcune tavolette Sumere di 5000 anni fa, Nei viaggi di ritorno alla propria dimora, infatti, alludono al piccione. il colombo difficilmente perde l’orienta- Se nessuno storico è in grado con esattez- mento e se per cause varie stenta ad za di stabilire quando l’uomo decise di orientarsi, non ferma il volo, ma facendo utilizzare questo volatile per portare mes- continue esplorazioni in tutte le direzioni, saggi, dei papiri egizi e delle iscrizioni si sforza di trovare quella che lo porta al rinvenute su alcuni monumenti dell’anti- proprio nido. co Egitto testimoniano che il suo addo- Nei soli casi di stanchezza, di malessere o mesticamento risale almeno alla quinta di fame, si ferma o entra in qualche altra dinastia cioè a 3000 anni a.C. . colombaia. Ma appena ristabilito, se ne Al tempo dei Faraoni i navigatori si servi- ha la possibilità, riprende il volo per fare vano dei piccioni per annunciare con molti ritorno alla sua colombaia. giorni di anticipo il loro arrivo al porto. Sa- Il desiderio di fare ritorno varia a seconda ranno imitati in questo dai Fenici e dai Ci- dell’età del soggetto e del tempo in cui ha prioti e da quasi tutte le flotte dell’antichità. vissuto in una colombaia. Dopo Salomone, che si narra impiegasse Il Capitano del Genio Giuseppe Malagoli, esclusivamente i piccioni per trasmettere i autore negli anni ‘20 del libro “I Colom- suoi ordini, la maggior parte dei popoli bi”, tendeva a dimostrare che il colombo dell’antichità si servì di questi volatili per viaggiatore è di origine antichissima e ci- il trasporto dei dispacci. Fu così presso i tava la Colomba Livia, la famosa Colom- Persiani, presso un gran numero di popo- ba che fece ritorno all’Arca di Noè con il li dell’Asia e poi in Europa presso i Greci ramoscello d’ulivo ad annunziare la fine e i Romani. del diluvio universale, quale capostipite. Tutti compresero che era un mezzo per il 215 potere centrale di essere informati al più nei diversi territori dell’Impero. presto sugli avvenimenti che riguardava- Sotto il regno di Diocleziano, verso la fi- no gli angoli più remoti dei loro territori. ne del terzo secolo, le legioni utilizzavano In Europa i Greci furono il primo popolo ancora i piccioni come messaggeri. che all’inizio del sesto secolo a. C. utiliz- Nella storia risalente all’ottocento ed al no- zò i piccioni. Il loro impiego divenne così vecento, il piccione viaggiatore venne im- comune che si videro atleti recarsi ai gio- piegato da quasi tutti gli eserciti del mondo. chi olimpici portando con sé dei piccioni Tale impiego fu la naturale conseguenza al fine di far sapere al più presto, alle loro degli insegnamenti tratti principalmente rispettive città, i nomi dei vincitori. dalla guerra Franco – Prussiana, nel 1870, I Romani già prima della conquista del e in particolare dall’assedio di Parigi. Paese di Socrate e Demostene si serviro- La guerra, dichiarata dalla Francia alla no delle rondini, per annunciare agli Prussia il 19 luglio 1870, per la capito- scommettitori i risultati delle corse delle lazione di Sédan e conseguente caduta bighe. Fu, però, all’epoca della repub- dell’Imperatore Napoleone III (1 set- blica che i piccioni iniziarono a rivestire tembre 1870) e per una serie ininterrotta un ruolo veramente importante nelle di rovesci subiti dall’Esercito Francese, guerre d’assedio. condusse l’Esercito Prussiano sotto le Una delle prime testimonianze scritte ri- mura di Parigi stretta d’assedio il 19 set- guardo l’utilizzo dei piccioni in qualità di tembre. L’assedio durò 135 giorni e ter- messaggeri militari è di Plinio il Vecchio minò con la capitolazione di Parigi il 31 nella sua “Storia Naturale” (Naturalis Hi- gennaio 1871. storia). Plinio il Vecchio racconta come Nella città cinta d’assedio fu sentito il nel 43 a. C. quando Modena era accer- grave disagio della mancanza assoluta di chiata dalle legioni di Antonio, Decimo notizie delle altre parti della Francia. Bruto, difensore della città, fece pervenire Il servizio postale fu regolato dapprima al campo dei Consoli alcune lettere attac- con palloni sferici ma ben presto si accor- cate alle zampe dei piccioni con fili di se- sero che i palloni erano utili solo per in- ta. Plinio conclude: a cosa servivano ad viare le notizie dall’interno della città al- Antonio le sue profonde trincee, la vigi- l’esterno. lanza delle sentinelle e i fili tesi attraver- Le notizie delle altre parti della Francia, i so il fiume quando è possibile comunicare parigini non le ricevevano che frammen- all’esterno attraverso la via del cielo?. tarie o inesatte, attraverso i giornali tede- Nella stessa opera l’autore latino sottoli- schi che si trovavano indosso ai prigionie- nea l’importanza assunta dai colombi mi- ri, o anche fatti penetrare in Parigi a bella litari romani e cita delle imponenti co- posta dai prussiani stessi. struzioni a forma di torre che potevano Fu un belga, residente in Parigi, appassio- contenere fino a 2500 coppie di piccioni. natissimo allevatore di colombi viaggiato- La loro cura era affidata a degli schiavi ri, M. Steenakers, che offrì i suoi colombi appositamente addestrati a tale compito. perché Parigi potesse ricevere notizie All’epoca della conquista della Gallia, esatte di quanto avveniva fuori dalla città Cesare informava il Senato delle sue vit- cinta d’assedio. torie tramite i piccioni viaggiatori. In se- I dispacci venivano applicati ai piccioni guito fece istituire un sapiente sistema di per mezzo di un tubetto di penna d’oca comunicazioni basato sull’impiego dei lungo tre centimetri. Le due estremità del piccioni viaggiatori al fine di essere co- tubetto venivano otturate con mastice o stantemente informato sulla situazione cera vergine. Per mezzo di due fori prati- 216 cati alle suddette estremità, un filo molto teggersi appena dai tiri dei medi calibri di resistente assicurava il tubetto allo stelo artiglieria. Una fitta rete di colombaie di una timoniera. avanzate, fisse e mobili, assicurò all’Eser- Tale sistema fu poi adottato con qualche cito Italiano un mezzo di collegamento fra lieve modifica dalle colombaie militari le truppe operanti in prima linea ed i co- italiane fino al 1917. mandi retrostanti che in alcuni casi, nei Come già accennato, l’esperienza del- momenti più gravi, si rivelò preziosissimo. l’impiego del piccione viaggiatore matu- Le colombaie avanzate potevano essere rata durante l’assedio di Parigi, indusse fisse, in fabbricati adattabili (fienili, sotto- quasi tutti gli Eserciti del mondo ad adot- tetti, torri, ecc.) o baracche smontabili ap- tarlo come mezzo di corrispondenza; il positamente costruite, oppure potevano suo utilizzo, però, fu inizialmente molto essere mobili. limitato principalmente perché il mondo Le colombaie mobili si suddividevano in: • Autocolombaie: consistevano in spe- ciali carri automobili attrezzati con dispositivi di una vera e propria co- lombaia avente la capacità da 90 a 100 colombi; • Colombaie rimorchio: costituite da carri a due ruote con gomme pneuma- tiche. Erano attrezzate con dispositivi di colombaia ed erano capaci di conte- nere da 100 a 120 colombi. La loro dislocazione avveniva a mezzo di autocarri, possibilmente leggeri, muniti dello speciale dispositivo per il rimorchio. visse un periodo di relativa pace, durante I carri colombaia si differenziavano dai il quale i progressi della scienza elettro- carri rimorchio solo perché avevano magnetica fecero dimenticare i servigi re- quattro ruote a cerchioni di ferro ed un si dall’umile colombo viaggiatore, il qua- timone o stanghe mobili perché potevano le si limitò a raccogliere qualche alloro essere sia a trazione meccanica sia a tra- solo nelle competizioni sportive. zione animale. L’Esercito Italiano fu il primo a dimostrar- Colombaie avanzate fisse. Chi riceveva i ne la grande utilità, impiegando il colom- colombi all’atto del popolamento di una bo viaggiatore nella guerra libica contro la colombaia avanzata fissa, aveva l’obbligo Turchia e contro le tribù libiche ribelli. Nei primi anni della “Grande Guerra” quasi tutti gli eserciti facendo affidamento sui moderni mezzi di comunicazione, ten- nero alquanto in disparte il piccione viag- giatore, anche perché il suo impiego lo si riteneva utile soltanto nelle piazzeforti in caso di assedio. In Italia l’utilizzo esteso di questo mezzo di comunicazione lo si ebbe a partire dal 1917, lungo tutta la linea del fronte, ad una distanza dalle prime linee tale da pro-

217 durante l’operazione di “sgabbiamento” di controllare il numero esatto dei sogget- ti che riceveva e di assicurarsi dello stato fisico di ogni soggetto al fine di evitare l’introduzione nella nuova colombaia di soggetti portatori di malattie infettive. Le colombaie avanzate erano sempre popola- te con soggetti giovanissimi di facile adattabilità. L’addestramento dei piccioni di una colombaia avanzata richiedeva po- chissimo tempo. Esso poteva iniziare do- La colombaia mobile doveva essere dis- po 20 – 25 giorni di allenamento all’ester- locata in posizione scoperta, in una loca- no della colombaia e consisteva in lancia- lità tranquilla, soleggiata e preferibil- te di 2, 5, 10 e 20 chilometri, con distacco mente elevata, accessibile ai carriaggi e di un paio di giorni l’una dall’altra, in lontana da boscaglie, reti telegrafiche e giornate possibilmente calme e limpide. telefoniche. Colombaie mobili. Le colombaie mobili Circa 10 giorni dopo la dislocazione della presentavano il vantaggio di poter essere colombaia, quando i colombi si erano ben utilizzate in qualsiasi località e richiede- adattati al nuovo posto, si poteva iniziare vano tempi d’installazione più brevi ri- l’addestramento, effettuando lanciate pro- spetto alle colombaie fisse. gressive da 1, 5, 10, 15 e 20 chilometri con L’utilizzazione di una colombaia mobile due giorni di intervallo l’una dall’altra. in una data località presentava tre casi: Allo scopo di garantire una perfetta effi- 1. La colombaia mobile veniva portata cienza dei piccioni viaggiatori, durante nella località in cui doveva essere la Prima Guerra Mondiale vennero adot- impiegata già popolata di piccioni tate, sia nelle colombaie fisse sia nelle novelli che non erano mai usciti al- colombaie mobili, delle misure di medi- l’aperto, oppure veniva portata vuota cina preventiva al fine di limitare l’insor- e popolata con piccioni nelle stesse genza di patologie mediche comuni ed condizioni sopra citate; infettive. Grazie alle esperienze maturate 2. La colombaia mobile era già popola- nel corso del conflitto, nel primo dopo- ta da qualche tempo ed aveva prece- guerra venne redatta, dall’Ispettorato del dentemente stazionato in un’altra lo- Genio, la “Istruzione sui colombi viag- calità dove i piccioni avevano volato giatori e sul servizio delle colombaie mi- all’esterno della colombaia senza pe- litari”. Le seguenti tabelle riportano le rò avere compiuto viaggi di addestra- principali patologie di interesse dei pic- mento; cioni viaggiatori, le cause che le deter- 3. La colombaia già popolata da tempo minavano e le cure proposte riportate nel aveva stazionato in un’altra località predetto documento. dove i piccioni addestrati avevano Dall’attenta disamina delle tabelle appare prestato servizio di corrispondenza. evidente come venisse rivolta particolare Le difficoltà di adattamento ad una nuova attenzione non soltanto al riconoscimento località dei piccioni che popolavano una e cura delle malattie ma anche all’analisi colombaia mobile erano in rapporto diret- delle cause che le determinavano, ulterio- to con il periodo di tempo trascorso nella re dimostrazione dell’importanza assunta località precedente. da questo “strumento di comunicazione”. 218 MALATTIE DELLA DIGESTIONE

Tipo di malattia Causa Cure

Indigestione Quantità di cibo “Fare inghiottire un po’ di mollica di mangiato pane inzuppata nel vino o nel rhum”

Grandi fatiche e cattivo “Dare da bere acqua con cremore di Costipazione nutrimento tartaro e solfato di soda oppure un po’ di olio di olivo”

Correnti fredde e umide, “Cambiamento della qualità di grani Diarrea insalubrità del locale e con aggiunta di pan secco, riso e cattiva nutrizione impasto igienico”

Vermi intestinali “Fare ingoiare al colombo, come (ascaridi e unico cibo, un mezzo biscottino di “lombrici”) santonina, inzuppato nel latte per circa due giorni”

Mancanza d’aria, di materie terrose o saline “Estirpazione della membrana gial- (impasto igienico) lastra con una pinzetta, o colle dita, Mughetto giallo alimentazione con evitando di far sanguinare le parti granaglie deteriorate, malate; lavatura delle parti con soluzione borica od acido fenico od acqua inquinata dell’ab- acqua ossigenata” beveratoio, poca libertà

“Praticare pennellature di tintura di Difterite iodio mista a glicerina sulle parti ma- late, mattina e sera per tre giorni. In casi gravi sopprimere il soggetto” Il colombo non può “Si cura mettendo sotto la coppia Metastasi del latte sgravarsi di tutto il uno o due piccioncini nati da due o siero latteo tre giorni. Altrimenti si opera come per l’indigestione”

“Per le benigne, lavarle due o tre vol- te al giorno con decotto di orzo satu- rato di aceto e raddolcito con miele. Per le maligne: bagnarle con aceto Afte benigne e molto forte o con sugo di limone e al- maligne l’occorrenza con una soluzione debo- le di nitrato d’argento. Praticare delle pennellature con un pennello o con un’asta di legno munita all’estremità di un batuffolo di ovatta”

219 MALATTIE DEGLI ORGANI RESPIRATORI

Tipo di malattia Causa Cure

Volo forte che fa “Pungere con cautela la pelle con un ago Enfisema infiltrare aria nella in modo di far uscire l’aria introdottasi” pelle e nei muscoli

Etisia Mancanza d’aria o “Isolare il colombo malato e distribuire di libertà cibi nutrienti; nei casi gravi abbattere il soggetto”

“Lavatura delle parti malate con acqua Umidità, correnti borica e successiva pulizia con cotone Corizza d’aria e strapazzi in idrofilo. Nell’acqua dell’abbeveratoio di- genere luire del solfato di ferro, nella proporzio- ne di un grammo per un litro d’acqua. Purgare i soggetti”

Insalubrità dei locali “Sopprimere immediatamente tutti i sog- Morva e nutrizione getti ammalati; sotterrarli a distanza dalla impropria o malsana colombaia. Trasportare i soggetti rimasti in altro locale e disinfettare radicalmente la colombaia e le suppellettili con lavatu- ra di acqua di calce”

Tosse “Riposo e riparati dalla corrente” “Nel primo caso si cura con il riposo Asma Spaventi, eliminando la causa dello spavento. Nel spossamenti o secondo caso invece sospendere la principio di etisia procreazione e se la forma è grave abbat- tere il soggetto”

Rantolo “Bevanda di tiglio, veronica e ad interval- li due o tre pillole di rabarbaro”

220 MALATTIE DELL’ORGANO GENITALE

Tipo di malattia Causa Cure

Infiammazione o “Al momento dell’evacuazione dell’uovo, strettezza naturale dare bevande rinfrescanti con lavativi Ritenzione dell’ovidotto, d’acqua di malva, con parecchie gocce dell’uovo sproporzione o d’olio d’olivo. Si tenta altresì di aiutare nell’ovidotto deformità dell’uovo l’uscita dell’uovo, premendo colle dita dall’avanti all’indietro avendo cura però di non romperlo”

Indebolimento, “Separazione del soggetto, buona vecchiaia o difetto nutrizione, impasto igienico a volontà, della femmina. mettendogli a disposizione gusci di uova Aborto Anche la privazione di gallina. Se il soggetto non guarisce di materie calcaree converrà scartarlo dalla riproduzione” (impasto igienico) ne può essere causa

MALATTIE DELL’APPARATO NERVOSO Tipo di malattia Causa Cure

Torcicollo “Di massima nessun rimedio” “Bromuro di potassio in dose di due o Epilessia Per spaventi tre centigrammi per colombo”

MALATTIE DELLA PELLE

Tipo di malattia Causa Cure

Vaiuolo “Cibo leggero e bevanda rinfrescante” Umidità, privazione “Si svellono e si tagliano con un piccolo Porri d’aria e agglomerati coltello o con una forbice, bruciando la di colombi in locali ferita con pietra caustica” piccoli “Operare una diligente pulizia con cotone idrofilo, bagnare poscia le ferite con tintura di iodio e d’arnica. Le fratture si Ferita e fratture curano steccando le parti lese fasciandole accuratamente. Nel periodo di cura il co- lombo è lasciato al buio per costringerlo all’immobilità”

221 MALATTIE PARASSITARIE

Tipo di malattia Causa Cure

Scarsa pulizia della “Lavare i colombi con decozioni leggere Pulce colombaia di tabacco, oppure spargendo polvere di piretro fra le penne”

Scarsa pulizia della “Come per la pulce” Pidocchio pollino colombaia

Pidocchio Scarsa pulizia della “Si distrugge con polvere di piretro o bacchetta colombaia qualche insetticida” Scarsa pulizia della “Ungere il corpo del colombo con Acaro colombaia essenza di trementina o olio minerale o olio d’olivo”

Mosca parassita Scarsa pulizia della “Come per la pulce e bagno frequente colombaia per i colombi”

MALATTIE DIVERSE

Tipo di malattia Causa Cure

Umidità e fatiche “Fare frizioni col pollice nella parte Mal d’ala eccessive malata, praticando su essa frequenti pennellature di iodio”

“Si imbecca il colombo che ne è malato, Pepite Scarsità e cattiva perché rifiuta il cibo. Si svelle con qualità d’acqua l’unghia l’astuccio e si unge la parte operata con olio e burro”

Oftalmia o male Umidità o stato di “Frequenti lavature con soluzione d’occhi languore prodotto borica tiepida” dalla muda

“Porre i piccioni in un locale tiepido od entro un cesto sul fondo del quale sia Difficoltosa muda Clima freddo disposta paglia inumidita. Nutrizione delle penne abbondante di frumento con aggiunta di granaglie riscaldanti (canape o miglio)”

222 Durante il primo conflitto mondiale ven- sempre più sofisticati di intercettazione ne fatto largo uso di gas a scopo bellico. delle comunicazioni rendono queste ulti- L’esperienza maturata dimostrò che i pic- me non completamente sicure. Potrebbe, cioni erano poco sensibili ai tossici di guer- in qualche modo, il piccione viaggiatore ra. Nonostante la resistenza ai gas di guerra ovviare a questo problema? vennero predisposti dei mezzi di protezione sia individuali che collettivi come è docu- mentato anche da foto dell’epoca. BIBLIOGRAFIA Grazie ai notevoli successi derivati dal- l’impiego del piccione viaggiatore duran- MINISTERO DELLA GUERRA, Ispettorato del te la Prima Guerra Mondiale, il suo utiliz- Genio, N.2358, Istruzioni sui colombi zo continuò non solo negli anni successivi viaggiatori e sul servizio delle colombaie militari, Roma, Istituto Poligrafico dello alla fine del conflitto ma anche durante la Stato Libreria, 1932, Anno X. Seconda Guerra Mondiale e, al termine A. BIGLIA, Il messaggero alato. Cenni della stessa, fino agli inizi degli anni ‘60. sulla coltura del colombo viaggiatore ap- Oggigiorno, nell’era della trasmissione plicata allo sport ed al servizio militare, dei dati in tempo reale, l’impiego del pic- Tipografia G. Quaglino, Brescia, 1926. cione viaggiatore come strumento di co- M. MONESTIR, Les animaux soldats. Hi- municazione in ambito militare appare stoire militaire des animaux des origines à anacronistico. È pur vero che i sistemi nos jours, Le cherche midi éditeur, 1926.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

DEFENSE AGAINST BIOLOGICAL WARFARE IN THE GREAT WAR: THE VICTORY OF VETERINARY “PUBLIC HEALTH” MARTIN FURMANSKI

SUMMARY

The Imperial German Army pursued a program of biological sabotage using glanders and an- thrax bacteria, directed against military livestock in both enemy and neutral countries during World War I. The veterinary impact of these attacks has been the subject of unsubstantiated claims, but has not before been examined critically. Detailed information is available from the records of the British Army Veterinary Corps (AVC) and the British Remount services. Claims made by German agents that the program had killed thousands of allied animals cannot be substantiated. Evidence for the German biological campaign is identifiable but remarkably scant in the British records, and its effect was negated by the preexisting, routine practices of the AVC. Effects of the Campaign on other Allied Countries are less clear, due to less complete docu- mentation, more uncertainty about the German campaign’s operations, and because glanders was in some cases more widely endemic in these countries. However, where it operated, modern veterinary public health dealt effectively with all out- breaks that did occur whether natural or induced, and on the western front, the German bio- logical campaign never affected the supply of military livestock to combat or support units. On the eastern front, a devastating glanders epizootic developed, but in an area where glan- ders was previously highly endemic and where military defeat, civil war, and famine destroyed the veterinary services.

RIASSUNTO

DIFESA CONTRO LA GUERRA BIOLOGICA NELLA GRANDE GUERRA: LA VITTORIA DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA L’Armata Imperiale Tedesca seguì un programma di sabotaggio biologico adoperando la morva ed il carbonchio, direttamente contro il bestiame dei nemici o dei paesi neutrali duran- te la I° Guerra Mondiale. Le implicazioni veterinarie di questi attacchi sono state oggetto di infondate rivendicazioni, ma non sono state finora esaminate in modo critico. Informazioni dettagliate sono disponibili dagli archivi della British Army Veterinary Corps (AVC) e della British Remount services. Le rivendicazioni, fatte dagli agenti tedeschi, che il programma abbia determinato la morte di migliaia di animali non possono essere comprova- te. La prova della campagna biologica tedesca è identificabile anche se molto scarsamente, negli archivi britannici, ed i suoi effetti furono negati dalle preesistenti pratiche di routine del- l’AVC. Gli effetti della campagna biologica nelle altre Nazioni Alleate sono meno chiari, a causa di una documentazione meno completa e perché la morva era, in alcuni casi, più largamente en- demica in queste nazioni. Tuttavia, dove operativo, il moderno servizio pubblico veterinario ebbe effettivamente a che fare con le epidemie che si verificarono, in modo naturale o indotto, e sul fronte occidentale, la campagna biologica tedesca mai interessò il rifornimento di ani- mali per il combattimento o per le unità di supporto. Sul fronte orientale, una devastante epi- zoozia di morva si sviluppò, ma in un’area dove la morva era altamente endemica e dove la sconfitta militare, la guerra civile e la carestia avevano distrutto i servizi veterinari.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’IMPIEGO DELLE ARMI CHIMICHE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918). LE MASCHERE ANTIGAS PER CAVALLI IMPIEGATE DALLE MAGGIORI NAZIONI COMBATTENTI MARIO MARCHISIO, ALISA WILMA

SUMMARY CHEMICAL WARFARE DURING WORLD WAR ONE (1914-1918). THE GAS MASKS USED TO PROTECT HORSES IN THE MAIN ARMIES “The Great War” broke out in the late summer of 1914. After the initial German advance through Belgium and France was stopped at the gates of Paris, the Western Front stabilized into a massive trench battlefield extending from the English Channel to Switzerland. Hundreds of thousands of men lived, fought, and died in these trenches for years. Their Commands grasped at any technology which might break the vicious, bloody stalemate and win the war. Germany turned to its chemical industry, the most advanced in the world, for a way to break the military stalemate. On the morning of 22 April 1915, with the east wind behind them, the Germans opened up the valves of the Chlorine tanks and a greenish cloud blew toward the French and Algerian troops confronting them. The Allied defenders had no idea what they were being hit with. Suddenly, many clutched their throats, choked, and fell. Many died almost immediately, and the rest were paralysed with fear. They had no training and they had no pro- tective equipment. During World War One, the prime mover was the horse, who also needed to be protected. The Authors give some information about the gas masks used to protect horses in the main fighting Nations.

Le perdite di equini dovute ad aggressivi vita degli equini era rappresentato dalle chimici, durante il primo Conflitto Mon- lesioni dell’apparato respiratorio provoca- diale, fecero sorgere anche per loro la ne- te dalla penetrazione di aggressivi gassosi cessità di una protezione antigas sulle or- mescolati all’aria. Raramente mortali so- me di quanto si stava facendo per l’uomo. no state, invece, le lesioni cutanee e boc- Data però l’esiguità di tali perdite e il li- cali da iprite e mai lo furono quelle ocula- mitato impiego dei quadrupedi in prossi- ri da aggressivi irritanti e da iprite. mità delle prime linee, il problema della Le principali attenzioni vennero rivolte, protezione dei quadrupedi fu considerato perciò, alla protezione delle vie respirato- argomento di primo piano solo molto tar- rie cercando di ottenere la depurazione di e la sua soluzione non poté raggiungere dell’aria inspirata mediante filtrazione at- la perfezione desiderabile principalmente traverso materiali assorbenti (foraggio, se- a causa delle gravi difficoltà che il proble- gatura, terra, cotone, garza, ecc.), meglio ma presentava. D’altronde la perfezione e se imbevuti di sostanze neutralizzanti, la l’efficacia degli apparati protettivi di ogni più semplice delle quali è l’acqua che ha belligerante seguì (come ben si compren- azione solvente e anche idrolizzante nei ri- de) un vero rapporto diretto con la gravità guardi di alcuni aggressivi (es. cloro). delle perdite subite da ciascuno. Furono così improvvisati i primi apparati Dopo il primo impiego dei diversi aggres- di fortuna dai quali derivarono poi le ma- sivi, si rese ben presto evidente che il schere regolamentari. maggiore e più immediato pericolo per la Vennero indicati come “apparecchi di for- 227 tuna” quelli che potevano essere costruiti La Francia, l’Austria e la Russia si orien- presso le unità con il materiale di cui esse tarono, invece, fin da principio verso ma- disponevano o che poteva essere acquista- schere che incappucciavano tutta l’estre- to a poco prezzo e senza che fosse neces- mità del muso risalendo fino oltre le com- sario ricorrere, per la loro confezione, a messure labiali. Maschere di questo tipo mano d’opera specializzata. imponevano la sostituzione dei mezzi di Come era logico attendersi, l’efficacia di guida (guida a capezzone o con morso questi mezzi improvvisati non fu certo ta- fissato nell’interno della maschera stessa) le da consentire una utile protezione. Ga- o adattamenti particolari per permettere il ranzia maggiore diedero invece le ma- passaggio delle redini o dei cannoni del schere studiate e definite in seguito con morso attraverso la parete della maschera criteri tecnici biologici e materiali adatti. (fessure, manichette) pur impedendo la Era noto dalla fisiologia che negli equini, penetrazione dell’aria. a causa della particolare disposizione ana- Col moltiplicarsi delle sostanze aggressi- tomica del palato molle, la via di introdu- ve, le soluzioni neutralizzanti per l’imbi- zione dell’aria nell’albero respiratorio era bizione del materiale assorbente della ma- rappresentata esclusivamente dalle narici. schera si resero sempre più complesse Partendo da questo principio fu realizzato mantenendo, però, sempre carattere di in Inghilterra un tipo di maschera per la specificità. protezione delle sole vie nasali e quindi Difetti principali di tutti questi apparecchi da applicare sul mascellare superiore. furono: Questa maschera lasciava libera la bocca a) l’ostacolo opposto al passaggio del- e perciò permetteva la guida dell’animale l’aria e dovuto sia allo spesso strato con la briglia regolamentare. di imbottitura filtrante, sia alla densi- Furono derivazioni della maschera inglese tà della soluzione neutralizzante quella italiana, la americana e la tedesca. (contenente glicerina od olio per im- Nonostante il facile entusiasmo per la bril- pedire un rapido essiccamento), sia lante soluzione, fu però constatato che “nes- ancora al fatto che il vapore d’acqua suno di questi apparecchi o procedimenti ba- dell’aria espirata e la saliva, oppure sati su questo principio ha dato completa la pioggia, inumidivano ancor più lo soddisfazione”(Banzet 1918, cit. R. Andreo- strato filtrante. Inoltre durante la in- ni). Osservazione di grande importanza spirazione la parete della maschera per l’indirizzo futuro della protezione. veniva, dal flusso d’aria, portata con- tro le narici, aumentando così l’osta- colo respiratorio; b) la incerta aderenza del bordo del sac- co attorno al muso, alle barre in cor- rispondenza del punto di uscita del morso e nel canale sottomascellare; c) la limitata polivalenza delle soluzioni neutralizzanti di fronte alla varietà degli aggressivi, la breve durata di attività dovuta alla rapida neutraliz- zazione del filtro e, infine, la ineffi- cacia verso concentrazioni elevate di aggressivo, dipendente dal tempo oc- corrente per il compiersi delle rea- Fig. 1. Maschera inglese. zioni chimiche. 228 Maschera inglese Maschere italiane

La maschera inglese (Istruzione luglio Fino a molto tardi, in rapporto anche al- 1918, cit. R. Andreoni), a protezione delle l’esiguità delle perdite, la protezione delle sole narici, era costituita da un sacchetto di vie respiratorie si limitò a mezzi improv- flanella trattenuto al muso da un elastico visati. A tale proposito, di seguito, vengo- laterale che rimontava sulle guance fino al- no riportate le norme consigliate in una la nuca. L’imboccatura era guarnita da un circolare dell’aprile 1918 di un Corpo rinforzo di canovaccio dalla parte che do- d’Armata Italiano: veva andare in bocca al cavallo, per impe- […] “In attesa che possano essere dis- dire che la flanella venisse strappata coi tribuite apposite maschere, si dovrà ri- denti e, in corrispondenza della parte dor- correre ai seguenti ripieghi: sale, portava un lembo di tela con occhielli a. mettere al quadrupede la musetta ri- e bottoni per allacciare la maschera alla empita con paglia, fieno, erba o ter- cinghia nasale della capezza. ra e rivestirla all’esterno con coper- Nell’interno del sacco, verso l’apertura e te o iuta di sacchetti bagnata possi- in corrispondenza del naso, era cucita una bilmente con soluzione di soda o li- striscia di canovaccio in modo da impedire sciva o, in mancanza, anche solo con che la parete, manticiando durante la respi- acqua; oppure: razione otturasse le narici. b. avvolgere il muso con coperte o sac- L’imbibizione era fatta in primo tempo con chi bagnati con le stesse soluzioni; glicerina, in seguito con miscela di fenolo, c. introdurre il muso in sacchetti (possi- formalina, ammoniaca e glicerina, e infine bilmente bagnati) e riempiti con con esametilentetramina, solfato di nichel, paglia, fieno, erba o terra”. […] carbonato di sodio e glicerina. Quando il respiratore non era in uso, veniva Nel 1918 venne fatta una limitata distri- ripiegato e riposto in una busta di tela fissata buzione di maschere regolamentari del con cinghie alla museruola della briglia o al- tipo di quelle inglesi, salvo alcune lievi la cinghia che reggeva il pettorale. varianti. In caso di prevedibile pericolo la maschera andava aggiustata nella posizione di “pron- Si trattava infatti di un sacchetto di tela ri- ti” allacciando alla museruola il prolunga- vestito internamente da diversi strati di mento dorsale di tela e coprendo la ma- garza e con l’imboccatura protetta, sia schera, lasciata arrotolata, con la sua busta sulla faccia interna che sulla esterna, da che così proteggeva anche dalla pioggia. Per l’uso si srotolava il respiratore, si infi- lava in bocca al cavallo l’imboccatura di canovaccio facendola rimontare fino alla commessura delle labbra e si sistemava l’elastico dietro le orecchie. In questa posi- zione di difesa la guida non era impedita. Alcuni studiosi dell’epoca riferirono che questa maschera, in pratica, non ottenne i risultati sperati anche per il fatto che i con- ducenti non sempre riuscivano ad indos- sarla in tempo utile ai cavalli e che questi, nel momento critico dell’aggressione chi- mica, il più delle volte si ribellavano alle manovre per l’applicazione. Fig. 2. Maschera americana. 229 una robusta placca di tela cucita in corri- che escono dalla guaina dell’imboccatura spondenza della parte destinata ad essere della maschera, tirandoli energicamente introdotta nella bocca del cavallo. Questa in modo da stringere l’imboccatura stessa protezione aveva lo scopo di riparare la sopra il muso del quadrupede al di sopra mucosa orale dall’azione irritante del li- delle narici; sempre tenendo teso l’elasti- quido neutralizzante e la maschera dallo co lo si passa avanti la fronte e sopra gli strappamento da parte dei denti. orecchi e lo si adagia sulla nuca. In tal modo il sacchetto viene ad essere Un robusto nastro di tela, disposto ad an- sostenuto in avanti dalla cinghia nasale sa nell’interno, sorreggeva la parete supe- della capezza o briglia, o dietro per mez- riore opponendosi al manticiamento. zo dell’elastico alla nuca; le narici sono L’imboccatura era anche munita di un ermeticamente chiuse entro la maschera e lungo elastico incrociato in modo da for- il quadrupede respira attraverso le pareti mare due anse, una delle quali, scorrente di essa. […] entro apposita guaina dell’orlo dell’aper- Così applicata, la maschera non disturba tura stessa, serviva per stringere la ma- per nulla il regolamentare funzionamento schera al naso del quadrupede al di sopra della briglia e del morso, e quindi il qua- delle narici e l’altra, passando sopra la drupede può essere ugualmente guidato nuca, impediva alla prima di allentarsi. senza difficoltà. […] Alla parte superiore dell’imboccatura era Modo di riporre la maschera nella custo- fissato un largo lembo rettangolare di tela dia. – Prima di rimettere la maschera en- munito di bottone a pressione. tro la custodia bisogna avere l’avvertenza La soluzione neutralizzante per l’imbibi- di ripulirne accuratamente le diverse par- zione della garza era quella inglese oppu- ti. La si arrotola quindi e la si introduce re venivano applicate le garze già imbe- nella custodia”. […] vute e cioè: sei strati al solfanilato di so- Nell’impiego pratico la maschera si adat- dio e due al solfato di nichel. tava male al muso lasciando una facile Si riportano dall’”Istruzione” le norme penetrazione d’aria attraverso la chiusura. originali per l’impiego. Il primo tipo di maschera a filtro asciutto […] “Modo di applicare la maschera ai con organizzazione simile al respiratore quadrupedi. – La maschera entro la ri- inglese in dotazione alla truppa fu ideato spettiva custodia, si applica trasversal- nel 1918 dal Dottor Villata. Essa consiste- mente sul dorso del naso del quadrupe- va in un sacchetto di tela gommata al cui de oppure lateralmente alla testa e si fondo era sistemata una scatola di latta assicura mediante gli appositi correg- contenente il materiale filtrante, mentre ai gioli ai montanti della briglia o della lati, in corrispondenza delle narici, erano capezza. […] applicate due valvole espiratorie. Il sac- In presenza dei gas, si apre la custodia senza toglierla dal posto dove è stata precedentemente applicata, e si estrae la maschera. Si allarga quindi l’imboccatu- ra della maschera e, preso fra le mani il suo orlo posteriore, protetto da grosso strato di tela greggia, lo si introduce en- tro la bocca del quadrupede, spingendolo fino alla commessura delle labbra. Si as- sicura quindi la maschera alla cinghia nasale della briglia o capezza mediante la parte sporgente dell’orlo anteriore. Si afferrano quindi i due capi dell’elastico Fig. 3. Maschera americana. 230 chetto veniva stretto al muso mediante un L’impregnazione dei singoli strati di gar- nastro circolare e trattenuto da apposita za si eseguiva con immersione in misce- bretella alla nuca. L’imboccatura del sac- la per 15 minuti, strizzamento in macchi- co era imbottita ed il morso usciva all’e- na rotativa da bucato fino a un dato peso sterno attraverso una fessura che lo guar- ed infine asciugamento in essiccatoio ad niva tutt’attorno. aria calda fino a peso costante. In condizioni di riposo il sacchetto dove- La produzione americana complessiva fu va essere ritirato sotto il canale delle ga- di 378.000 maschere con un ritmo di nasce e fissato ai montanti della briglia. 5000 al giorno. Tale apparecchio, razionalmente idea- to, non corrispose però alle necessità pratiche. Maschera tedesca

La Germania iniziò l’applicazione della Maschera americana protezione individuale dei quadrupedi so- lo nel 1917 cioè quando anche per essa si Secondo Fries gli americani usarono due fece seria la ritorsione alleata con aggres- tipi di maschere per cavalli. La prima, si- sivi chimici. mile a quella inglese e fornita di nastro Dopo un primo impiego di maschere im- frontale e nucale, era imbevuta di miscela provvisate e di vari tipi sperimentali (es. (cosiddetta “Complexene mixture” ) di Auer) la protezione si orientò sull’indiriz- urotropina, glicerina, soda caustica e sol- zo della maschera inglese (Richters). fato di nichel. Essa fu presto abbandonata La maschera tedesca era costituita da un perché provocava una elevata resistenza sacchetto cilindrico di tela da calzare sul- respiratoria, e sostituita da un tipo a pareti la mascella superiore, rivestito interna- formate da due pacchetti di garze sovrap- mente da più strati di garza. La faccia da poste: l’uno impregnato di “Complexene” introdurre in bocca era protetta da una e l’altro di “Simplexene mixture”. Le mi- placca di cuoio nella quale erano inserite scele erano così composte: due piastre metalliche longitudinali a con- trasto con le arcate dentali. L’imboccatura era orlata da un largo cuscinetto di cuoio Complexene imbottito la cui aderenza al muso veniva ottenuta mediante la trazione di una cin- urotropina libbre 39 ghietta circolare. La maschera era trattenuta alla testa da glicerina libbre 37,5 una cinghia frontale ad Y che si collegava solfato di nichel libbre 27,5 alla testiera della capezza. Due moschet- carbonato di soda libbre 11,8 toni assicurati ai lati della maschera e ag- ganciati alle campanelle del morso contri- acqua q.b. buivano a mantenere in posto l’apparato. Le garze furono dapprima imbevute di so- Simplexene luzione “U” così composta:

olio di ricino libbre 107 alcool a 95° libbre 81 esametilentetramina p.175 glicerina libbre 10,7 carbonato di potassio p. 50 idrato sodico libbre 3,1 Acqua p. 600

231 Per ogni maschera occorrevano 400 – 500 cia interna e lungo tutta la circonferenza g. di questa soluzione. In seguito si trovò da un cercine di garza che migliorava l’a- più efficace la seguente soluzione: dattamento al muso; in corrispondenza poi del canale sottomascellare l’aderenza urotropina g. 5 era ottenuta mediante un cuscinetto di co- tone. Il sacchetto era rivestito internamen- idrato sodico g. 15 te con i tamponi di garza delle maschere fenolo g. 11,75 umane M2 fuori uso per i deterioramenti meccanici. Tali garze erano riunite in due acqua g. 15 pacchetti, l’uno imbevuto di solfato di ni- alcool industriale q.b. a 100 cc. chel (strato verde) e l’altro di solfocianato di sodio (strato bianco). Questa maschera avrebbe dovuto trattenere anche il fosgene La maschera era costruita in tre taglie e e l’acido cianidrico di probabile impiego. conservata in apposita scatola di latta, per Con queste maschere la guida era possibi- impedire l’evaporazione del liquido di le solo a capezzone. impregnazione, assicurata alla sella o ai Si tentò di eliminare tale inconveniente finimenti. con la maschera Avignon in tutto para- Questo tipo di maschera fu impiegata per gonabile alla Tasset ma la cui imbocca- la prima volta nell’offensiva contro l’Ita- tura era tagliata su un piano obliquo al- lia e successivamente sul fronte occiden- l’asse della testa in modo che la faccia tale. Essa permetteva l’uso della briglia, dorsale risaliva in alto sul naso mentre non provocava gravi disturbi respiratori e, secondo Fost, diede risultati apprezzabili. la faccia ventrale si arrestava subito die- tro la barbozza. Più razionale, specialmente nell’aderenza Maschere francesi attorno al muso e nella possibilità di gui- da a briglia, si dimostrò la maschera idea- Le prime maschere antigas per quadrupedi ta dal maggiore veterinario Decaux resa apparvero fin dal marzo 1916 (Banzet). poi regolamentare verso la fine del 1917. Una maschera semplice ed improvvisabile Essa comprendeva il solito sacco di tela era costituita da un sacchetto a doppia pa- da calzare sul muso, rivestito internamen- rete il cui interspazio era riempito di ovat- te da più strati di garza imbevuti di solu- ta. La maschera doveva essere imbevuta in zione neutralizzante (strato interno al sol- una soluzione di carbonato di sodio e quin- fato di nichel, urotropina, carbonato di so- di applicata al muso del cavallo ove era dio e glicerina e strato esterno all’idrato trattenuta da un nastro naso-frontale e da di sodio, alcool, glicerina e olio di ricino). un legaccio circolare. Tale impregnazione Per permettere la applicazione sul cavallo poteva neutralizzare solo il cloro. munito di briglia, essa era provvista, sui Successivamente (alla fine del 1916) fu lati, di due fessure longitudinali partenti resa regolamentare la maschera Lanusse dall’imboccatura e lunghe circa un terzo costruita sul modello della precedente ma della lunghezza totale del sacco. All’e- nella quale l’ovatta era impregnata, anzi- stremo di ogni fessura erano applicati due ché di soda, di olio di ricino. ganci metallici imperniati fra loro a tena- Un altro modello di maschera improvvi- glia che venivano rinchiusi attorno al sabile fu la Tasset pure costituita da un morso. I due lembi dell’imboccatura era- sacchetto di tela, di 45 cm. di lunghezza e no di tessuto elastico e portavano ad un 75 cm. di circonferenza, trattenuto alla estremo un gancio e all’altro un occhiello nuca da due nastri laterali e fibbia. L’im- in modo da poter aderire ed essere stretti boccatura del sacco era guarnita sulla fac- attorno al muso in avanti degli zigomi. 232 riore dopo aver protetto se stesso. Fu anche riconosciuta la necessità di dis- tribuire maschere di almeno due grandez- ze o taglie: la taglia ordinaria, di 32 cm. di larghezza, per i cavalli con teste di vo- lume medio e piccolo e la taglia grande, di 36 cm. di larghezza, per i cavalli da tiro pesante con testa molto voluminosa. In Francia vennero ideati molti altri model- li di maschere (es. Griveaux, Cousot, ecc.). Interessante è la maschera Aubron, pro- posta verso la fine del 1918, nella quale il pacco di garze neutralizzanti era sorretto Fig. 4. Maschera francese. e distanziato dal naso da una armatura ar- ticolata in filo di ferro che si agganciava Nell’interno del sacco era cucita una la- al morso. In questo modo era evitato il mina di latta che, dal fondo, arrivava fino manticiamento della parete dorsale duran- al bordo elastico; in corrispondenza della te la respirazione ed era permesso l’uso metà di essa si fissavano gli estremi di un della briglia; però essa non consentiva cerchio di filo di acciaio situato nello l’applicazione in posizione di attesa come stesso piano della lamina e che sosteneva la maschera Decaux 2° tipo. così la faccia anteriore della maschera. Da Decaux fu anche proposta, in sostitu- La maschera veniva protetta dalla pioggia zione della maschera, il tamponamento da una copertura di tela gommata e con- delle narici con garze di maschere M2 fis- servata, quando non era in uso, in un sac- sate con spille di sicurezza alle ali del na- co impermeabile assicurato alla sella o ai so e ai bordi delle narici dei quadrupedi. finimenti. L’applicazione veniva fatta come per una normale musetta tanto sul cavallo con bri- Maschere austro-ungariche glia che con capezza. Nelle prove di impiego pratico il disturbo Fino al 1918 anche l’Esercito Austro-Un- respiratorio provocato dalla maschera era garico non si servì, per la protezione dei debole tanto da consentire l’utilizzazione suoi cavalli, che di musette a doppia pare- dei cavalli, a lenta andatura, ad un lavoro te contenenti erba o stoffa che venivano di media intensità. In atmosfera contenen- te cloro la protezione si dimostrò efficace. In 17 mesi ne furono allestite 300.000 esemplari. Nel maggio del 1918 lo stesso ideatore propose alcune modifiche allo scopo di rendere più efficiente la maschera. Così nel nuovo tipo il sacco fu lasciato aperto al fondo in modo da poter permet- tere al cavallo di portare la maschera in posizione di attesa continuando a respi- rare liberamente.Il soldato, in questo modo, poteva indossare la maschera al suo cavallo prima di avviarsi in una zona pericolosa ed in caso di pericolo chiude- re, mediante alcuni lacci, l’apertura ante- Fig. 5. Maschera austro-ungarica.

233 imbevute in una soluzione di calce e così menomassero la visione, la protezione de- tenute pronte per l’uso. gli occhi non fu, in genere, considerata Successivamente vennero distribuite ma- indispensabile e ad ogni modo fu applica- schere a sacchetto da infilare su entrambi ta solo molto tardi quando si resero note i mascellari (guida a capezzone) e con il le gravi lesioni oculari provocate dai va- fondo aperto da chiudere a sacco al mo- pori di iprite. mento di necessità. Lo strato filtrante era Ad eccezione di alcune maschere russe, ottenuto con garze delle maschere umane. normalmente gli occhiali non facevano Nell’estate del 1918 il maggiore Molnar corpo con la maschera. In Francia furono Zoltan vi apportò alcune modifiche tra- proposte delle larghe bende di tela da sformandole a protezione della sola ma- stringere attorno alla testa dell’animale e scella superiore sul tipo della maschera successivamente degli occhiali di celluloi- tedesca. Alle prove, eseguite nella zona di de che però non entrarono in dotazione. Campomulo, ne ebbe risultati soddi- sfacenti. Protezione delle vie digerenti

Maschere russe Fu sufficiente, mettendo la musetta da biada agli animali, impedire ad essi di Fin dall’inizio del 1917 una speciale mangiare l’erba e le foglie durante l’attra- Commissione esaminò alcuni tipi di ma- versamento di regioni bombardate con schere per quadrupedi e precisamente la aggressivi caustici (iprite). Così pure si “Semgora”, la “U45”, la “Zaporogez”, la evitò di lasciarli bere o di abbeverarli con “Giarodei”, la “Torba n. 2” e una del tipo acqua raccolta nelle buche scavate dallo “Lavrinovicia”, tutte a filtro umido imbe- scoppio delle granate a iprite o con acque vuto con soluzione di iposolfito e urotro- comunque sospette. pina. Le dosi della soluzione variavano, a Sulla base dell’esperienza maturata nel seconda del tipo della maschera, da 400 a corso del conflitto 1914 –1918, la proget- 1400 g. .Le prove al cloro e al fosgene tazione di nuovi apparecchi di protezione diedero risultato negativo. individuale continuò anche nel periodo Nello stesso anno furono studiati e adottati compreso fra le due Guerre Mondiali. Tali altri tre tipi di maschera a filtro umido: modelli, però, non ebbero occasione di “Gontarev”, “Lavrinovicia” e “Torba vete- essere “collaudati” nella Seconda Guerra rinaria”, sacchi di forma diversa stretti at- Mondiale in quanto, fortunatamente, i torno al muso del cavallo e fissati alla testa belligeranti non fecero ricorso alle armi con cinghie e fibbie. Nei primi due tipi, chimiche. tutto il davanti della testa, compresi gli oc- chi, era coperto, questo allo scopo di fissa- re meglio il sacco. Le redini passavano at- BIBLIOGRAFIA traverso speciali fessure (“Gontarev”) o apposite manichette (“Lavrinovicia”, R. ANDREONI, Aggressione chimica degli “Torba veterinaria”). Anche il risultato di equini durante il conflitto 1914 – 1918. queste maschere fu poco incoraggiante. Estratto dalla Rivista Militare di Medici- na Veterinaria Anno I, N. 3, Novembre – Dicembre 1938. XVII. Protezione degli occhi R. ANDREONI, Difesa antigas degli equini durante il conflitto 1914 – 1918, Estratto Sia per la scarsa sensibilità del cavallo dalla Rivista Militare di Medicina Veteri- agli aggressivi lacrimogeni, sia per la dif- naria Anno II, N.2, Marzo – Aprile 1939, ficoltà di fornire mezzi protettivi che non XVII. 234 C. BRESSOU, Les gaz de combat et les G. NERVI, M. MARCHISIO, V. SCISCIO, Gli chevau, Rev. Vét. Mil., 1926. animali e la guerra chimica. Dispositivi C. E. HELLER, Chemical Warfare in World di protezione per animali ed alimenti, Atti War I: The American Experience, 1917 – del III Convegno Nazionale di Storia del- 1918, Leavenworth Papers No.10. Com- la Medicina Veterinaria, Lastra a Signa bat Studies Institute. U.S. Army Com- (FI) 23 – 24 Settembre 2000. mand and General Staff College. Fort PLANTUREUX, Contribution à l’étude de Leavenworth, Kansas 66027 – 6900, Sep- l’action des gaz asfixiants sur les che- tember 1984. vaux, Rec. Med. Vét., 1919. N. MANTOAN, La guerra dei gas 1914 – REGIO ESERCITO ITALIANO, Comando Su- 1918, Paolo Gaspari Editore, Monfalcone premo, Attacchi con i gas asfissianti e (Gorizia), 1999. mezzi di protezione – notizie sommarie, MARCENAC, Le cheval et la guerre des Roma, 1917. gaz, Rev. Vét. Mil., 1923. C. E. RICHTERS, Gli animali e la guerra M. MARCHISIO,G. NERVI, V. SCISCIO, Gli chimica, Traduzione sulla III Edizione animali e la guerra chimica. Cenni storici Tedesca, Istituto Sieroterapico Milanese, sull’impiego dei gas. Sensibilità degli ani- 1939. XVII. mali nei confronti dei gas da combatti- U. O. SCHULZE, Das Militärwesen im mento, Atti del III Convegno Nazionale di Kriege 1914 – 1918, Zeitschr. f. Veteri- Storia della Medicina Veterinaria, Lastra närkunde, 1921. a Signa (FI) 23 – 24 Settembre 2000. M. MARCHISIO,G. NERVI, V. SCISCIO, Gli animali e la guerra chimica. Patologia e RINGRAZIAMENTI terapia speciale delle malattie da aggres- sivi chimici, Atti del III Convegno Nazio- Gli Autori desiderano ringraziare i figli nale di Storia della Medicina Veterinaria, del Colonnello Veterinario Rodolfo An- Lastra a Signa (FI) 23 – 24 Settembre dreoni che, mettendo a disposizione la 2000. notevole produzione scientifica del papà, MOORE, Army Veterinary Service in war, hanno reso possibile la stesura del presen- Londra, 1921. te lavoro.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

IL CORPO VETERINARIO MILITARE ITALIANO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE MARIO MARCHISIO SUMMARY THE ITALIAN VETERINARY CORPS DURING WORLD WAR ONE. Italy on the third of August 1914, with Salandra’s Government, declared the military agree- ment with the Triple Alliance (Italian – German – Austrian agreement) annulled and pro- claimed her neutrality. This decision was taken due to the fact that Austria came into war against Serbia without consulting her Allies. On the third of May 1915, Italy took off herself officially from the Triple Alliance and on 24th of May declared war against Austria. The Veterinary Corps was also employed in the First World War. At the beginning of the war the Army Veterinarians numbered 219, at the end of the war they numbered 2819. During World War One the Veterinary Service Support included the following tasks: - food safety and quality during all stages of procurement and distribution; - veterinary health care and welfare of all government – owned animals; - public health enhancement through zoonotic disease and food – borne illness surveillance and mitigation; - defense biomedical research, development, and acquisition to effectively defeat disease and operational threats to warfighter success. The Author describes in detail the tasks and the organization of the Italian Army Veterinary Corps during the First World War.

Il 3 agosto 1914 il Governo Salandra di- maggio viene dichiarata guerra all’Au- chiara sciolto, per colpa dell’Austria, en- stria. trata in guerra contro la Serbia senza L’entrata in guerra dell’Italia vede, ov- consultare i suoi alleati, l’impegno di in- viamente, coinvolto anche il Servizio Ve- tervento militare con la Triplice Alleanza terinario Militare. All’inizio del conflitto (accordo italo – tedesco – austriaco) e gli ufficiali veterinari sono 219, alla fine proclama la neutralità dell’Italia. Nel della guerra il numero raggiunge le 2819 Paese si formano due schieramenti: i unità. “neutralisti” (socialisti, cattolici, libera- Il Servizio Veterinario in guerra deve: li), tendenti ad ottenere vantaggi da una • provvedere al ricovero e cura dei qua- “neutralità negoziata”, e gli “interventi- drupedi malati e feriti; sti” (nazionalisti, repubblicani, socialisti • vigilare sull’igiene di tutti i quadrupe- riformisti), che sostengono la necessità di dell’Esercito mobilitato, compresi i dell’intervento a fianco dell’Intesa per la buoi destinati al rifornimento della liberazione delle “terre irredente” del carne; Trentino e della Venezia Giulia. • accertarsi della buona qualità della Il rifiuto austriaco di cedere i territori carne, sia macellata che congelata e negoziati induce il Governo Salandra a dei foraggi; stipulare con l’Intesa il Patto di Londra, • provvedere al rifornimento del mate- che prevede l’intervento in guerra entro riale di veterinaria. maggio, in cambio, in caso di vittoria, L’ordinamento del Servizio Veterinario, del Trentino, dell’Alto Adige fino al all’inizio della guerra, è quello previsto Brennero, di Trieste con l’Istria e le isole dai regolamenti e tale, fondamentalmente, costiere. esso è rimasto durante tutta la campagna, Il 3 maggio 1915 l’Italia si stacca uffi- salvo qualche variante dovuta ad esigenze cialmente dalla Triplice Alleanza e il 24 nuove ed impreviste. 237 Organi direttivi Presso i Corpi, Reparti, servizi provvisti di quadrupedi: Ufficiali veterinari (in nu- Presso l’Intendenza generale: la Sezione mero diverso, a seconda della forza in Veterinaria (alle dirette dipendenze del quadrupedi dei Reparti), per disimpegna- Capo di S.M. dell’Intendenza generale), re il servizio ordinario di visita e cura; coordina il Servizio Veterinario di tutte le maniscalchi, che coadiuvano gli Ufficiali Armate e dei Corpi d’Armata indipenden- veterinari nella cura dei quadrupedi e ne ti, sulla base delle direttive date dall’In- mantengono la ferratura. E’ degno di tendente generale. menzione il fatto che, non bastando il get- Presso le Armate: una Direzione Veterina- tito della normale fonte di reclutamento ria d’Armata, che fa parte dello S.M. del- (Scuola di Mascalcia annessa alla Scuola l’Intendenza d’Armata. di cavalleria) a ripianare le richieste di Presso i Corpi d’Armata: un Ufficio di Ve- maniscalchi per il servizio presso i Repar- terinaria di Corpo d’Armata, che fa parte ti, si devono nominare “maniscalchi per la dello S.M. del Corpo d’Armata. durata della guerra” (senza il compimento Sono organi direttivi di nuova istituzione di alcun corso) quei militari che si dimo- nel corso della campagna: strano in possesso dei necessari requisiti. • l’Ispettore del Servizio Veterinario (incarico istituito nel gennaio 1916), inquadrato nell’Intendenza generale Rifornimento dei materiali veterinari con il compito di effettuare speciali ispezioni igienico – sanitarie ai qua- I materiali occorrenti per il Servizio Vete- drupedi ed ai parchi buoi e quale con- rinario sono di due categorie: sigliere in materia di igiene e di pro- a) materiali di medicazione e medicinali; filassi veterinaria militare, nonché b) materiali per la ferratura (ferri, chio- deputato al controllo sulle Commis- di, carbone). sioni di vigilanza dei quadrupedi I primi vengono prodotti in Italia dalla presso le Armate; Farmacia Centrale Militare; i secondi • le Commissioni di vigilanza quadru- vengono acquistati a cura di alcune Dire- pedi, create presso ogni Armata, con zioni Territoriali di Artiglieria. lo scopo di esercitare una continua Il Ministero della Guerra (Direzione Ge- vigilanza su quanto ha attinenza all’i- nerale dei Servizi Logistici ed Ammini- giene dei quadrupedi ed alle condi- strativi, dapprima, e Direzione di Sanità zioni, in genere, del loro lavoro e del- Militare, poi) dispone per l’avviamento: la loro vita. a) dei mezzi di medicazione e dei medi- Queste Commissioni sono state, però, do- cinali: ai depositi centrali di materiale po qualche tempo, soppresse, trasferendo- veterinario (che fanno parte dei depo- ne le mansioni alle Direzioni di Veterina- siti centrali di materiale sanitario); ria d’Armata. b) dei materiali per le ferrature: ai de- positi centrali di artiglieria. I mate- riali per le ferrature vengono, poi, Organi esecutivi spediti ai magazzini avanzati di arti- glieria, mentre quelli di medicazione Presso le Divisioni: un Ufficiale veterina- veterinaria restano al deposito cen- rio, per il servizio veterinario dei Corpi, trale di materiale sanitario. Reparti e servizi divisionali sprovvisti di Il rifornimento dei medicinali e degli og- Ufficiale veterinario. Esso serve anche getti di medicazione ai corpi si effettua come organo consulente ed ispettivo a dagli Uffici veterinari di Corpo d’Armata disposizione del Capo di S.M. della Divi- e dalle Direzioni di Veterinaria d’Armata: sione. nell’ultimissimo periodo della guerra, 238 qualche Direzione di Veterinaria di Arma- dei cambi della moneta rende difficile e, ta istituisce un deposito avanzato dei sud- in ogni modo assai costoso, l’acquisto al- detti materiali presso una delle infermerie l’estero di quadrupedi. L’Italia, inoltre, quadrupedi da campo opportunamente si- notoriamente deficitaria di popolazione tuata, esonerandone gli Uffici veterinari equina, non può attingere ulteriormente di Corpo d’Armata; per i materiali di fer- dalle sue scarse risorse, già falcidiate dal- ratura occorre, invece, interessare i ma- le severe requisizioni: il valore d’uso dei gazzini avanzati di artiglieria. quadrupedi esistenti, indispensabili ed in- Durante la guerra si costituisce, presso il sostituibili, viene di conseguenza, ad es- magazzino avanzato di materiale sanita- sere assai maggiore del loro valore com- rio, un’aliquota di magazzino per i mate- merciale in tempi normali, e ciò giustifi- riali di medicazione veterinaria, che si ca, rendendole rimunerative e proficue, chiama magazzino avanzato di materiale quand’anche lunghe e dispendiose, le cu- veterinario. re rivolte ai quadrupedi. La catena di rifornimento regolamentare Le disposizioni prebelliche per il servizio viene così, anche per il servizio veterinario, di cura dei quadrupedi prevedono quanto completata con il nuovo anello, ma perma- segue: ne l’inconveniente delle due diverse fonti a) i soggetti ammalati o feriti in modo alle quali occorre rivolgersi per ottenere i leggero sono curati presso i corpi da- materiali di medicazione o di ferratura. gli Ufficiali veterinari, coadiuvati dai Presso qualche Armata, per ovviare a maniscalchi dei corpi stessi; questo inconveniente, si costituisce – b) i quadrupedi ammalati o feriti in mo- guerra durante – un magazzino avanzato do grave sono sgomberati sulle infer- di materiale veterinario ed un magazzino merie quadrupedi da campo, stabili- avanzato di materiale di mascalcia, en- menti mobili (assegnati alle Armate, trambi alle dipendenze della Direzione di in ragione di 2 per Corpo d’Armata) Veterinaria d’Armata, ma riforniti l’uno, capaci di curare 150 quadrupedi cir- dal deposito centrale di materiale sanita- ca, od anche un numero maggiore, rio, e l’altro, dal deposito centrale di arti- quando è possibile ingrandirle con glieria. Un ente direttivo unico, la Dire- mezzi locali. Si hanno, anche, infer- zione di Veterinaria d’Armata, presiede, merie e posti di soccorso quadrupedi così, ad entrambi i rifornimenti con propri di tappa, impiantati, in gran parte magazzini autonomi. con risorse locali, in sussidio alle in- fermerie quadrupedi da campo; c) i quadrupedi che, per la gravità della La cura dei quadrupedi malattia o della ferita, sono giudicati definitivamente inidonei al servizio, Gli organi preposti al funzionamento del vengono abbattuti o venduti al com- servizio veterinario hanno, naturalmente, mercio. come compito precipuo quello di recupe- rare il maggior numero possibile di qua- drupedi ammalati o feriti. Tale compito, necessariamente connesso ad ovvi principi di saggia gestione del- l’ingente capitale rappresentato dalla massa dei quadrupedi militari, viene ad assumere importanza ancora più sentita, per effetto delle circostanze speciali nelle quali si svolge la Prima Guerra Mondiale. Lo stato di blocco relativo e l’elevatezza

239 combattuta coi malleinamenti profilattici sistematici. Il metodo classico della sotto-cute- rea- zione richiede molto tempo e molto impe- gno di personale; il metodo della oftalmo- reazione si dimostra in pratica poco sicu- ro; perciò, ad eliminare gli inconvenienti dei due precedenti, si adotta, in seguito, il metodo dell’intrapalpebroreazione, idea- to dal Professor Lanfranchi che, in prati- ca, si dimostra facile e sicuro, in modo da soddisfare pienamente le esigenze di una rigorosa ed efficace profilassi. La malattia viene ridotta, prima, e debel- Ma le necessità già enunciate fanno sor- lata, poi. I gravi danni che essa apporta gere i seguenti altri stabilimenti: agli altri Eserciti sono scongiurati. Non Convalescenziari per quadrupedi: luoghi viene riportato alcun caso di trasmissibili- di cura di carattere stabile, impiantati nel- tà all’uomo. la zona più arretrata delle Armate, in Rogna sarcoptica. Viene importata in zo- prossimità di linee ferroviarie e destinati na di guerra dai quadrupedi di requisizio- al ricovero di soggetti assai deperiti e bi- ne: contenuta per lungo tempo in propor- sognevoli di cure abbastanza lunghe. Essi zioni ristrette, divampa in modo impres- sono dotati di vasti pascoli tipo “pad- sionante all’epoca del ripiegamento. La docks”. La Croce Azzurra, associazione lotta è vittoriosa e moltissimi animali so- nazionale per la cura ed assistenza dei no condotti a guarigione. quadrupedi, impianta taluni di questi con- I buoni successi ottenuti contro tali flagel- valescenziari che, per l’eccezionale com- li equini sono dovuti all’abilità del perso- petenza dei dirigenti, riescono dei veri nale veterinario, che si dimostra non sol- modelli. Anima di questa istituzione è il tanto con la cura, ma, anche con la bontà noto sportsman conte Felice Scheibler. della organizzazione profilattica. Dermatosari per quadrupedi: sono creati, Infatti, mentre nulla è previsto a tale ri- in armonia con i criteri di istituzione dei guardo dalla regolamentazione prebelli- convalescenziari, per la cura dei quadru- ca, durante la guerra si crea, presso ogni pedi affetti da malattie della pelle. Direzione di Veterinaria d’Armata, un gabinetto batteriologico, con lo scopo di compiere gli accertamenti necessari nel- Lotta contro le malattie infettive le forme infettive ed infestive di natura contagiosa (moccio, carbonchio, tuber- Se preoccupanti sono le conseguenze del- colosi, rabbia, forme cutanee, ecc.). le malattie sorte nei quadrupedi per effet- Presso i gabinetti batteriologici si prepa- to della mancanza di allenamento o dei rano, inoltre, sieri curativi e vaccini, in- disagi della guerra, ben più pericolose e tegrando in tal modo l’opera del gabinet- gravi sono le minacce portate alle masse to batteriologico di veterinaria del Mini- equine dalle malattie infettive subito svi- stero, che produce grandi quantità di luppatesi. malleina e di siero antistreptococcico. Le più gravi tra esse sono: la morva e la Presso qualche Armata sono anche crea- rogna sarcoptica. te, guerra durante, delle sezioni di disin- Morva. Gravissima per il modo subdolo e fezione veterinaria, le quali hanno il rapido della sua diffusibilità e per la sua compito di intervenire energicamente e trasmissibilità all’uomo, la morva è subito prontamente (quando si sviluppano ma- 240 lattie infettive contagiose) per la disinfe- L’afta, divenuta epizootica per il continuo zione di locali, bardature, coperte, ecc. . movimento di bestiame che viene effet- tuato nei parchi, è combattuta con perdite relativamente lievi; un focolaio di peste I parchi buoi bovina, grazie agli energici provvedimen- ti prontamente adottati, viene estinto al La regolamentazione prebellica prevede suo primo insorgere. la costituzione di parchi buoi al seguito delle truppe mobilitate per provvedere la carne alle truppe. Gli stabilimenti digestori Durante il conflitto, benché si è fatto grandissimo uso di carni congelate, pur Sono stabilimenti creati durante la guerra tuttavia ingenti sono le agglomerazioni di per ottenere un’ultima utilizzazione dei bovini che si costituiscono in zona di quadrupedi morti. Anziché procedere al guerra (la forza media giornaliera dei par- loro infossamento, come è sancito dai re- chi buoi si aggira sui 60.000 capi) e che golamenti, si ritiene economicamente ed sono affidate al servizio veterinario per igienicamente più vantaggioso distruggere quanto riguarda la loro cura ed igiene. le carogne, per mezzo di digestori (spe- L’opera svolta, a tale riguardo, è vera- ciali caldaie a vapore compresso), con cui mente lodevole. Le condizioni di salute si ottiene anche il recupero di materiali nei parchi si mantengono soddisfacenti: il preziosi (grasso, glicerina, concimi). carbonchio ematico, il carbonchio sinto- Dell’entità assunta dal Servizio Veteri- matico, la poliartrite infettiva dei vitelli e nario durante la Prima Guerra Mondiale le setticemie emorragiche sono pronta- parlano eloquentemente le cifre dei dati mente represse senza gravi danni. statistici riportati nella seguente tabella.

DATI STATISTICI Infermerie quadrupedi da campo in funzione 33 Infermerie quadrupedi di tappa in funzione 20 Convalescenziari per quadrupedi 12 (di cui 4 della Croce Azzurra) Numero complessivo dei quadrupedi 260.700 (224.000 furono rinviati ai Corpi curati nelle infermerie da campo perfettamente ristabiliti ed in efficienza) Perdite di quadrupedi presso le infermerie 36.596 Perdite di quadrupedi fuori dalle infermerie 39.432 Percentuale delle perdite sulla forza totale 21.22 Percentuale delle perdite sul numero dei curati 12,5 Numero complessivo di quadrupedi sgomberati in Paese dalla zona di guerra 6.000

Maniscalchi assegnati ai corpi 1 per ogni 200 quadrupedi

241 Oltre 260 mila equini vengono, comples- che costituire il miglior elogio per il Cor- sivamente, ricoverati negli stabilimenti di po Veterinario Militare. cura, senza tener conto dell’enorme nu- mero di animali curati presso i reparti. La percentuale delle perdite sulla forza BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE totale si mantiene intorno al 21%. Tale percentuale rappresenta un eccezionale MINISTERO DELLA GUERRA – “I rifornimen- successo tenuto conto, sia del fatto che ti dell’Esercito mobilitato durante la guer- molte delle perdite stesse sono determina- ra alla fronte italiana (1915 – 1918)” – te dalle gravi lesioni da arma da fuoco o Stabilimento Poligrafico per l’Amministra- da gas asfissianti sia delle condizioni sfa- zione dello Stato – Roma – 1924. vorevoli e delle cause morbigene prece- AA.VV. – “1915 – 1918 Memorie per la dentemente esposte. pace – Il museo della Grande Guerra” – Questa valutazione conclusiva non può Musei Provinciali di Gorizia – 1993.

242 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LO SFORZO LOGISTICO IN TERMINI DI ACQUISIZIONE, PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE E CONSUMO DI CARNE E PESCE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE. I PRINCIPALI COMPITI DEL CORPO VETERINARIO MILITARE ITALIANO MARIO MARCHISIO, GIANCARLO NERVI, VINCENZO SCISCIO SUMMARY THE LOGISTIC EFFORT IN TERMS OF ACQUISITION, PRODUCTION, DISTRIBUTION AND CONSUMPTION OF MEAT AND FISH DURING WORLD WAR ONE. MAIN TASKS OF THE ITALIAN ARMY VETERINARY CORPS During World War One meat supply consisted of “standing meat”, frozen meat, and tinned meat. After the first two years of war preserved fish partly replaced meat due to the lack of cattle in Italy. The Authors analyse the situation in terms of acquisition, production, distribution, and con- sumption of meat and fish during “The Great War” in the Italian Army. The Authors, also, em- phasize the activities of the Italian Army Veterinary Corps in this field

Il rifornimento della carne all’Esercito Carne in piedi durante la Prima Guerra Mondiale fu ese- guito mediante: “carne in piedi”, carne Nel primo mese di guerra l’approvvigio- congelata e carne in conserva. namento della carne bovina per i bisogni In particolare, per ogni specie di carne il dell’Esercito fu garantito sia mediante in- rifornimento si effettuò come riportato cette eseguite direttamente presso i pro- nella tabella seguente. prietari di bovini, con la forma della libe-

Tipo di carne Tipo di rifornimento Bovini comprati dalle Direzioni di Commissariato Milita- re Territoriali “Carne in piedi” Bovini comprati dagli Enti mobilitati Bovini incettati Fornita dall’Impresa Unione Importatori Bestiame Carne fresca (U.I.B.) Comprata dai Presidi Militari Importata e distribuita dall’U.I.B. nel periodo 1915 – 1916 Importata dall’Amministrazione militare e distribuita nel Carne congelata territorio dall’U.I.B. (1915 – 1916) e direttamente (1917 – 1918) Ottenuta dalla congelazione in Italia Prodotta negli stabilimenti militari Carne in conserva Prodotta negli stabilimenti privati Importata 243 ra contrattazione o della requisizione, sia dell’Esercito, non trascurasse, anzi tute- mediante contratti stipulati con ditte spe- lasse, le esigenze dell’economia agricola cializzate. I bovini venivano raccolti in e della produzione zootecnica senza pe- parchi costituiti in varie località del terri- raltro provocare eccessivo turbamento al torio nazionale per essere poi fatti affluire mercato della carne. gradualmente alle località di consumo. Il nuovo sistema di incetta e di requisizio- Vi era inoltre l’impresa unica “Unione ne dei bovini fu così sancito nel Decreto Importatori Bestiame” (U.I.B.) vincolata Luogotenenziale n. 1053 dell’11 luglio con un contratto quinquennale dal 1911 e 1915, che fissò anche l’organizzazione che nel primo periodo della guerra conti- del servizio. nuò a fornire la carne fresca, sebbene in Contemporaneamente furono emanate le piccolissima quantità e successivamente norme esecutive ed esplicative per l’ado- distribuì la carne congelata di proprietà zione del sistema. dell’Amministrazione militare sino alla Furono esclusi dalle operazioni di incetta scadenza del contratto (dicembre 1916). il Corpo d’Armata di Palermo e la Divi- Questi diversi sistemi di incetta e special- sione militare della Sardegna: il primo al mente il primo, adottato anche nei luoghi fine di lasciare le disponibilità dell’isola di raccolta delle truppe, richiedevano per il vettovagliamento delle truppe del provvedimenti rapidi con conseguente posto; la seconda sia per la lontananza speculazione da parte dei venditori del dalle zone dove i bovini dovevano essere bestiame. D’altro canto, la concentrazio- raccolti e per le conseguenti maggiori dif- ne dei bovini in parchi dislocati nelle va- ficoltà di trasporto, sia per costituire una rie regioni era causa di non poche spese e certa riserva per eventuali maggiori biso- perdite, sia per le mutate condizioni igie- gni. In seguito tale disposizione si dimo- niche e di vita degli animali, sia per la strò molto opportuna in quanto negli ulti- diffusione di epizoozie facilitate dall’ag- mi due anni di guerra (1917 – 1918) le ri- glomerato. sorse zootecniche della Sardegna contri- Per evitare i casi di malattie infettive, o buirono in misura notevole al rifornimen- almeno per circoscriverli, furono emanate to di carne per le esigenze militari. disposizioni e presi provvedimenti per: L’organizzazione delle incette e requisi- • frazionare i buoi di un parco in vari re- zioni fu la seguente: parti composti da un limitato numero a) una Commissione Temporanea in Ro- di capi; ma, presso il Ministero della Guerra; • scegliere località possibilmente eleva- b) 11 Commissioni di Corpo d’Armata, te, al coperto e soprattutto separate per con sede presso ciascun comando di poter isolare i casi di epidemia; Corpo d’Armata territoriale; • riparare i buoi dalle intemperie e dai c) 60 Commissioni Provinciali con sede forti calori, affittando stalle o tettoie o nel Capoluogo di Provincia. costruendo, in mancanza, ricoveri con La Commissione Centrale e le Commis- robusti sostegni di legname, coperti di sioni di Corpo d’Armata erano costituite, stuoie, frasche, ecc. oltre che da rappresentanti dell’Esercito, A causa degli inconvenienti di varia origi- da rappresentanti degli agricoltori e da un ne brevemente accennati, l’Amministra- delegato dell’Amministrazione ferroviaria zione Militare decise di approvvigionare per il necessario collegamento del lavoro la carne bovina mediante l’organizzazio- di requisizione con il servizio ferroviario. ne su tutto il territorio nazionale di un si- Ogni Commissione Provinciale si compo- stema di rifornimento con carattere meto- neva di rappresentanti dell’Esercito, degli dico e continuativo, ripartito nel tempo, il agricoltori e di un delegato della Camera quale, mentre doveva assicurare per quali- di Commercio del luogo, quale esperto tà, quantità e tempestività il fabbisogno nel commercio del bestiame. Per il con- 244 trollo tecnico si faceva capo al veterinario Nella tabella seguente vengono riepilo- provinciale o, in mancanza, ai veterinari gate le composizioni delle varie Com- dei comuni o a quelli privati. missioni.

Commissione di Corpo Commissione Centrale Commissione Provinciale d’Armata • un Ufficiale Generale • un Ufficiale superiore • un Ufficiale superiore o (presidente); (presidente); Capitano (presidente); • un Tenente Colonnello • un rappresentante degli • un rappresentante degli o Maggiore; interessi agricoli; interessi agricoli; • due rappresentanti del • un rappresentante del- • un delegato della Ca- Ministero dell’Agricol- l’Amministrazione fer- mera di Commercio; tura Industria e Com- roviaria; • un veterinario (provin- mercio; • un Ufficiale subalterno ciale o comunale o li- • un rappresentante della (segretario) bero esercente); Direzione Generale • un Ufficiale subalterno FF.SS.; (segretario) • due rappresentanti del- le istituzioni agrarie del Regno; • un Ufficiale inferiore (segretario)

La Commissione Centrale prese il nome terminate dalla Commissione Centrale; di “Commissione Centrale Mista d’Incet- • notificare ai sindaci, per la conseguen- te”. Oltre all’incetta dei bovini, infatti, la te comunicazione ai detentori, la Commissione si occupò anche dell’incet- quantità di peso bovino da prelevare ta dei foraggi e dei cereali. nei rispettivi Comuni; La Commissione Centrale aveva compiti • esaminare, nei luoghi di concentra- essenzialmente direttivi, di coordinamen- mento e nei giorni stabiliti, i bovini to generale, rivolti ad assicurare con l’ap- che i detentori esibivano spontanea- provvigionamento dell’Esercito la pere- mente in seguito alla notifica ricevuta quazione degli oneri nelle varie Province per il tramite dei sindaci; e la disciplina del mercato. • accedere nei fondi rustici per scegliere Le Commissioni di Corpo d’Armata oltre il bestiame ancora occorrente per a costituire il necessario legame fra l’au- completare il quantitativo attribuito al torità centrale e gli enti periferici esecuti- territorio comunale; vi, doveva provvedere ad organizzare, in • contrassegnare, uno per uno, i capi relazione al servizio ferroviario, il lavoro spontaneamente offerti ed accettati e di incetta e di spedizione dei bovini da quelli scelti direttamente sul posto; parte delle Commissioni Provinciali. • indicare la località e la data di conse- Le Commissioni Provinciali avevano gna del bestiame. compiti puramente esecutivi e cioè: La determinazione del prezzo era effet- • ripartire fra i singoli comuni la quantità tuata al momento della consegna da parte di peso vivo bovino da prelevare com- della Commissione Provinciale sulla base plessivamente nella Provincia, regolan- dei prezzi massimi stabiliti dal Ministero dosi in relazione alla densità della popo- della Guerra mediante notificazione sulla lazione bovina rilevata dal censimento Gazzetta Ufficiale, visto il Decreto Luo- generale del 1908 ed alle esclusioni de- gotenenziale n.1228 dell’8 agosto 1915. Il 245 prezzo massimo era stabilito dal Ministe- L’incetta per i bisogni militari ebbe termi- ro della Guerra per quintale di peso vivo, ne nei primi mesi del 1919 e quella per la riferito per ciascuna Regione a tre catego- popolazione civile nel giugno dello stesso rie di animali bovini (buoi, vacche e man- anno, dopodiché l’organizzazione creata zi) e poteva essere proporzionalmente di- per la guerra fu definitivamente sciolta. minuito in relazione allo stato di nutrizio- ne, alla finezza della razza, ecc. . Quando il detentore non accettava il prezzo fissato Carne congelata dalla Commissione Provinciale si proce- deva alla immediata requisizione dei bo- Dal 1906, con l’accentuarsi del rincaro del- vini al prezzo stabilito dalla Commissione le carni dovuto all’espandersi dell’uso di stessa, contro il quale era escluso ogni di- esse fra le classi meno abbienti e all’insuf- ritto ad azione o ricorso. ficienza del patrimonio zootecnico nazio- Determinata la percentuale (un decimo) nale in relazione ai crescenti bisogni, co- del peso vivo della popolazione bovina minciò in Italia l’introduzione della carne sulla quale occorreva eseguire gradual- congelata in sostituzione di quella fresca. mente i prelievi necessari ad assicurare il L’Amministrazione militare incominciò la fabbisogno dell’Esercito, furono stabilite distribuzione della carne congelata nel norme speciali per le operazioni di incetta. 1909 limitatamente ai mesi da ottobre ad Erano esclusi i bovini di peso inferiore ai aprile. Il servizio venne affidato alla U.I.B. 350 chili, i riproduttori maschi e femmine (Unione Importatori Bestiame) con un di particolare pregio, le giovenche e le vac- contratto quinquennale dal 1911 al 1916. che in gestazione, le vacche da latte di ele- Allo scoppio della guerra, però, sebbene vata produzione, i buoi dai 5 agli 8 anni nei capitoli d’oneri che regolavano la for- necessari ai bisogni agricoli. Non sempre nitura fosse prescritta la costituzione, da però fu possibile risparmiare i sopra elen- parte dell’impresa di magazzini frigoriferi cati soggetti. Il tipo ideale di bovino per in ciascuna sede di Enti di Commissariato l’alimentazione della truppa doveva essere Militare, di un fondo di carne di almeno 10 il soggetto maschio castrato e domato, di giorni e la tenuta di autocarri e vagoni re- età adulta e in buono stato di nutrizione. frigeranti, l’Amministrazione Militare non Con appositi treni, prestabiliti all’inizio di poteva fare affidamento su un adeguato ogni mese con ordini di movimento, sulla spazio frigorifero adatto alla conservazione base delle disposizioni della Commissio- delle carni nella quantità occorrente ai cre- ne Centrale, i bovini venivano fatti afflui- sciuti bisogni militari. re ai parchi buoi o agli stabilimenti per la L’industria del freddo in Italia non aveva, congelazione della carne o agli stabili- del resto, una organizzazione tale che po- menti per la produzione delle scatolette. tesse consentire un immediato maggior Ogni treno comprendeva normalmente da sviluppo e adattamento alle esigenze mili- 250 a 300 capi. tari, in quanto l’uso della carne congelata Il bestiame bovino acquistato od incettato non era ancora entrato nelle abitudini del- dal gennaio 1915 al giugno 1919 fu di la popolazione italiana. 2.709.765 capi del peso complessivo di Al 30 novembre 1915 le Province che più 11.737.386 quintali e per l’importo di cir- si distinguevano nell’applicazione del ca 2 miliardi di lire. freddo artificiale per la conservazione Notevole fu anche il contributo dei suini delle sostanze alimentari erano quelle del- per l’alimentazione dell’Esercito: circa l’Italia settentrionale, in particolar modo 164.000 quintali con una spesa di circa 30 quelle della Lombardia e del Piemonte. milioni di lire; per quanto riguarda gli Le sole Province di Milano e Torino rap- ovini e i caprini se ne acquistarono per ol- presentavano un terzo di tutti gli impianti tre 4000 quintali. frigoriferi del Regno. 246 In mancanza di una adeguata organizza- la Cina, l’ostacolo maggiore era rappre- zione di impianti frigoriferi, si dovette sentato dalla mancanza dei mezzi di tra- provvedere nei primi mesi di guerra al sporto. In seguito ad accordi presi con il servizio carneo per le truppe mobilitate Ministero della Marina, presso cantieri con bovini nazionali, che venivano con- italiani ed inglesi furono trasformati per il centrati in appositi parchi, sistema questo trasporto di carne congelata, mediante quanto mai costoso e deleterio per il pro- l’applicazione del macchinario necessario fondo logorio del patrimonio zootecnico per la produzione del freddo (-10°C / - italiano. Contemporaneamente, però, si 12°C), sei piroscafi ex austriaci. Essi furo- preparava lo spazio frigorifero necessario no pronti solo verso la fine del primo se- per l’importazione delle carni congelate e mestre del 1916 ed insieme ad altri due pi- per la distribuzione delle stesse sia nella roscafi requisiti ed uno ceduto dalla Regia zona di guerra sia nell’interno del Paese. Marina costituirono la flotta frigorifera Una razionale organizzazione richiedeva italiana, della capacità complessiva di cir- infatti: ca 20.000 tonnellate di carne. • la sistemazione di basi di approdo in Fu, inoltre, allestita una barca frigorifera porti marittimi, con impianti frigorife- di 55 tonnellate per il trasporto della car- ri capaci di ricevere e conservare in- ne congelata a Valona. genti quantitativi di carni al loro arrivo Flotta quindi molto modesta, tanto che ol- d’oltre mare, e numerosi frigoriferi nel tre un terzo della quantità di carne asse- Paese e nella zona delle Armate; gnata mensilmente all’Italia venne tra- • una flotta frigorifera; sportata con piroscafi del “Board of Tra- • l’allestimento di vagoni e di treni per de” (Ministero del Commercio inglese). il trasporto della carne congelata ai Per la spedizione della carne congelata luoghi di consumo oppure ai depositi dai porti di sbarco o dagli stabilimenti di frigoriferi più vicini alle truppe ope- congelazione alle località di consumo ranti; vennero impiegati i vagoni frigoriferi. • un adeguato numero di cofani per il In seguito ad accordi intervenuti fra servizio di distribuzione alle truppe l’Amministrazione Militare e quella fer- mobilitate. roviaria furono adattati a frigoriferi o co- Si trattava di un’organizzazione costosa e struiti ex novo complessivamente 810 va- delicata ma unica in grado di consentire il goni, che rimasero sempre di proprietà trasporto nello spazio e la conservazione delle Ferrovie dello Stato. nel tempo della carne congelata e la sosti- Il rifornimento e la distribuzione al fronte tuzione di essa a quella fresca in condi- della carne congelata nelle migliori con- zioni di sicurezza igienico – sanitaria. dizioni di commestibilità si basava sugli Grazie agli sforzi organizzativi sostenuti autocarri frigoriferi e sui cofani. nel corso degli anni di guerra, lo spazio L’Esercito Italiano ebbe a disposizione 207 frigorifero di cui si poteva disporre per le autofrigoriferi, di cui 100 furono costruiti esigenze militari nel 1918 raggiunse circa nel 1918. Il passaggio della carne congelata i 60.000 metri cubi, sufficiente per 20.000 dagli autofrigoriferi ai corpi richiese la dis- tonnellate di carne. ponibilità di cofani speciali isolanti per la La possibilità di approvvigionamento dal- buona conservazione del genere alimentare. l’estero di carne congelata si basò essen- Furono, pertanto, costruiti e distribuiti zialmente sulla disponibilità di un adegua- complessivamente 8500 cofani della ca- to naviglio frigorifero. Nel 1915, mentre si pacità di 50 chili che bene risposero allo poteva attingere quasi senza limiti dalla scopo. produzione di carne congelata degli Stati La quantità di carne congelata importata Uniti, dell’Argentina, del Brasile, dell’Au- dall’estero per i bisogni militari fu di stralia, della Nuova Zelanda ed anche del- 4.114.000 quintali circa con una spesa di 247 804 milioni di lire. degli stabilimenti militari, fu necessario Nella quantità di carne congelata è stata ricorrere all’industria privata, cioè alle compresa anche quella di montone e fabbriche di conserve alimentari. Esse quella suina. Degno di nota il dato relati- prepararono così, mediante opportuni vo all’importazione, nel luglio del 1917, adattamenti ai loro macchinari, circa 62 di 400 tonnellate di carne suina congelata milioni di scatolette di carne. dalla Cina. Le relazioni dell’epoca ripor- tarono commenti particolarmente favore- voli sulla qualità di predetta carne. Pesci conservati

Se ne fece una notevole somministrazione Carne in conserva alla truppa in sostituzione della carne, spe- cie dopo i primi due anni di guerra, quando Il sistema di vettovagliamento con viveri di cioè si rese manifesta la necessità di rispar- riserva ebbe durante la guerra larga appli- miare il patrimonio zootecnico nazionale. cazione nonostante il carattere prevalente- Il baccalà, il salmone e il tonno furono mente statico assunto dalle operazioni mi- quindi introdotti nella razione viveri ordi- litari, questo a causa delle peculiari condi- naria del soldato, distribuendoli alternati- zioni del terreno in cui si svolse la lotta. vamente, a seconda delle disponibilità, Nelle azioni di movimento, per i bisogni due o tre volte alla settimana. delle truppe immediatamente prima, du- Le aringhe e le sardelle furono distribuite rante e dopo il combattimento, nella im- specialmente ai prigionieri di guerra. Una possibilità di far giungere o di preparare aringa del peso medio di 120 grammi era sul posto il vitto con viveri ordinari, il con- data in sostituzione di due razioni di for- sumo della carne in conserva fu rilevante. maggio da 40 grammi ciascuna. Venivano Nel giugno 1916 si distribuirono ben somministrate arrostite e condite con olio 14.500.000 scatolette di carne e durante la oppure lasciate prima in acqua e poi cotte ritirata del novembre 1917 il rifornimento come pesce fresco. alle truppe operanti dal solo stabilimento Ai prigionieri di guerra si arrivò anche a militare di Casaralta raggiunse in quattro tre distribuzioni alla settimana, rispettiva- giorni il numero di 13.000.000 di scatolet- mente in sostituzione della razione di car- te. Dopo l’offensiva del novembre 1918 il ne, della minestra e del formaggio. predetto stabilimento spedì al fronte circa Tranne piccoli acquisti eseguiti dagli Enti 14.000.000 di scatolette di carne. militari territoriali e mobilitati, al fabbiso- In Italia gli stabilimenti militari destinati gno dei predetti generi provvide l’Ammi- alla produzione di carne in conserva furo- nistrazione civile mediante cessioni a no il già citato stabilimento di Casaralta quella militare. (Bologna) e quello di Scansano (Foligno), ai quali nel 1917 si aggiunse lo stabili- mento di Alghero in Sardegna. Servizio Veterinario Militare Per quanto riguarda il concorso dell’indu- stria privata nel fabbisogno di prodotti in- Sull’imponente apparato logistico legato scatolati bisogna ricordare che in Italia all’acquisizione, produzione, distribuzio- non esistevano veri e propri stabilimenti ne e consumo di carne e pesce, il Servizio organizzati ed attrezzati razionalmente Veterinario dell’Esercito fornì, durante per la preparazione di scatolette di carne tutta la Guerra, il suo supporto tecnico al- in conserva. Siccome le esigenze dell’E- lo scopo di ridurre i rischi di patologie di sercito nei riguardi dei prodotti inscatolati origine alimentare che potevano insorgere furono superiori alla capacità produttiva fra le truppe al fronte.

248 BIBLIOGRAFIA MINISTERO DELLA GUERRA, Rifornimenti dell’Esercito mobilitato durante la guerra F. ZUGARO, R. RATIGLIA, Statistica dello alla fronte italiana (1915-1918), Stabili- sforzo militare italiano nella Guerra mento Poligrafico per l’Amministrazione Mondiale. I Servizi Logistici, Vol. I, Mini- dello Stato, Roma, 1924. stero della Guerra, Provveditorato Gene- E. ACERBI, G. VINCENZONI, La Guerra Ita- rale dello Stato, Roma, 1929, Anno VII. liana. Cronistoria degli avvenimenti, Ca- MINISTERO DELLA GUERRA, Comando del sa Editrice Sonzogno, 1919. Corpo di Stato Maggiore, Istruzione sui A. KOZLOVIC, Storia fotografica della parchi e depositi centrali buoi, Enrico Vo- Grande Guerra, Gino Rossato Editore, ghera, Tipografo Editore del Giornale Mi- 1988. litare, Edizione 1911.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’ORGANIZZAZIONE DEI PARCHI BUOI MILITARI NELL’ESERCITO ITALIANO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE ROBERTO MORETTI, GIOVANNI MOREI, MARIO MARCHISIO, FRANCO MEDORI SUMMARY THE ORGANIZATION OF THE MILITARY COW HOUSES IN THE ITALIAN ARMY DURING FIRST WORLD WAR During World War One meat supply consisted of “standing meat”, frozen meat, and tinned meat. The military organized a very efficient service to provide meat and milk to the soldiers. The Veterinary Service accomplished its mission assuring technical advice to the Supply Corps. The Authors analyse the organisation of the military cowhouses and the activities in this field of the Veterinary Service during the First World War.

Il rifornimento della carne alle truppe I buoi venivano acquistati dal commercio mobilitate durante la prima Guerra Mon- o requisiti; dovevano essere in perfette diale venne fatto, quando possibile, attra- condizioni di salute e in buono stato di verso lo sfruttamento delle risorse locali nutrizione. oppure per mezzo dei parchi e dei deposi- Venivano ritenuti sani i buoi che presenta- ti centrali buoi. vano il pelo liscio e lucido, la pelle mor- I parchi buoi, così come era stato disposto bida, non aderente ai tessuti sottostanti, la dalla “Istruzione sui Parchi e Depositi temperatura ugualmente distribuita su tut- Centrali Buoi” – Edizione 1911 del Mini- ta la superficie del corpo, lo sguardo tran- stero della Guerra – Comando del Corpo quillo, il musello umido, la bocca fresca e di Stato Maggiore, erano assegnati alle i movimenti sciolti e liberi. Si dovevano Sezioni Sussistenze delle unità di prima rifiutare i bovini che in qualsiasi modo linea (Divisioni di Fanteria, Divisioni di presentassero segni di malessere o di ma- Cavalleria, truppe suppletive di Corpo lattia. d’Armata), alle Sezioni Sussistenze delle A tale scopo, prima di ammettere i bovini truppe e servizi d’Armata (stabilimenti nei parchi e depositi centrali, gli Ufficiali avanzati) e alle Truppe Alpine. veterinari dovevano procedere alla visita I depositi centrali buoi facevano parte dei sanitaria per accertarsi che gli animali depositi centrali di vettovagliamento di non presentassero sintomi morbosi di Armata, ed avevano lo scopo di rifornire i qualsiasi natura. Era fondamentale, inol- parchi dei buoi necessari. tre, che l’acquisto non avvenisse in locali- Per la custodia di detti stabilimenti veni- tà dove erano in corso o si erano da poco vano impiegati uomini pratici del governo concluse epizoozie. dei bovini, come bovari di professione o I buoi accettati o ammessi a far parte del contadini, in ragione di uno per ogni 10- deposito centrale e del parco buoi d’Ar- 12 buoi circa. mata venivano contrassegnati con un mar- I parchi e depositi centrali dovevano essere dotati di un certo numero di “razioni di car- ne in piedi”1 a disposizione delle unità cui erano assegnati. I depositi centrali doveva- no, inoltre, disporre di una scorta sufficien- te al fabbisogno di dieci giorni per l’ali- mentazione del bestiame in termini di fieno compresso, o di generi di sostituzione, sale e farina di frumento, segala ovvero orzo.

251 chio a fuoco sulla groppa. Ai soggetti che lande, i panelli, i residui della fabbricazio- presentavano le corna troppo lunghe ed ne dello zucchero, ecc. La quantità di fie- acuminate, venivano segate loro la punta, no necessario per la buona nutrizione di arrotondandola con la raspa, al fine di evi- un bue del peso medio di cinque quintali tare che potessero ferire gli altri animali e era considerata pari a 15 chilogrammi, che gli uomini addetti alla loro custodia. veniva comunemente consumata in tre ri- Per facilitare la marcia, la custodia e la prese nell’arco della giornata. cura igienica del bestiame, venivano co- Dopo il fieno, l’erba era uno degli ali- stituite delle aliquote omogenee di parchi menti più convenienti per i bovini; essa e depositi centrali buoi, raggruppando gli veniva fatta generalmente consumare al animali secondo la loro attitudine alla pascolo; talvolta veniva somministrata marcia, la provenienza geografica, il si- falciata. stema (stallino o brado) con il quale erano Il fieno e l’erba dei prati, però, non pote- stati allevati e il grado di mansuetudine. vano costituire sempre, specie in guerra, A tale scopo, secondo quanto impartito un regime alimentare sufficiente per i bo- dalle disposizioni dell’epoca, si destinaro- vini al seguito delle truppe. Si rese, per- no al macello prima i buoi di andatura ciò, necessario aggiungere alla razione lenta e quelli indocili o di indole cattiva. ordinaria una certa quantità di paglia di Quando fu possibile, vennero sfruttate le frumento, di segala, di avena o di orzo, risorse locali o impiegate le ferrovie per il nella proporzione di due chilogrammi trasporto dei buoi da macello dalle retro- delle dette paglie in sostituzione di un vie fino agli stabilimenti di prima linea, chilogrammo di fieno. questo allo scopo di evitare gli inconve- Gli altri alimenti in sostituzione potevano nienti legati alle marce dei parchi per via essere somministrati nella seguente quan- ordinaria al seguito delle truppe. tità giornaliera: 5 chili di avena, 5 chili di Durante la prima Guerra Mondiale, venne orzo, 4 chili di fave. data notevole importanza all’alimentazio- Qualunque fosse il regime alimentare ne ed al governo dei buoi. La “Istruzione adottato, la distribuzione della razione sui parchi e depositi centrali buoi” a tale giornaliera venne effettuata in tre riprese proposito riportava quanto segue: e, possibilmente, sempre alle stesse ore L’alimentazione degli animali da macello della giornata, in modo da lasciare fra un deve sempre formare oggetto di cura spe- pasto e l’altro un intervallo di tempo non ciale. Sarebbe infatti grave errore econo- minore alle sei ore, per dare tempo agli mico nutrire insufficientemente, o con ali- animali di compiere la loro normale rumi- menti poco sani, i buoi destinati ad una nazione. più o meno prossima macellazione, perché, A causa della situazione contingente, du- oltre al diminuito reddito di carne che ne rante la prima Guerra Mondiale, era con- deriverebbe, gli animali non offrirebbero sentita la distribuzione ai bovini di ali- la necessaria resistenza alle marce, e, più menti alterati purché fossero “corretti” ancora, all’azione delle cause morbose. aggiungendo agli alimenti stessi, come Perciò i buoi destinati all’alimentazione condimento, una certa quantità di sale da delle truppe in campagne devono ricevere cucina o di sale pastorizio. Normalmente regolarmente la loro razione alimentare fi- se ne somministravano trenta grammi per no al giorno della macellazione. capo, sciolti nell’acqua dell’abbeverata, o Il fieno ed il pascolo costituivano l’ali- cosparsi sul fieno. mento ordinario del bovino. Però, a secon- Anche l’acqua veniva considerata parte in- da delle circostanze e delle risorse locali, tegrante la razione alimentare dei bovini. durante la guerra si rese necessario som- La “Istruzione sui parchi e depositi cen- ministrare ai buoi alimenti più nutritivi, trali buoi” stabiliva i seguenti requisiti per quali l’avena, l’orzo, il granoturco, le bor- l’acqua destinata ai bovini: 252 L’acqua per abbeverate, provenga da ci- te, per quanto possibile, agglomerazioni sterne o da correnti superficiali, deve es- di buoi troppo numerose. I parchi e i de- sere limpida, incolore, senza odore e sen- positi centrali vennero normalmente divi- za sapore e deve contenere dell’aria, os- si in aliquote o mandrie con una forza, in sia l’ossigeno e l’acido carbonico che la generale, non superiore ad una cinquanti- rendono più leggera e più atta a favorire na di capi. la digestione. Occorre perciò, per quanto Come già accennato veniva data molta è possibile, che un ufficiale veterinario si importanza alla visita veterinaria giorna- assicuri che l’acqua sia buona e non in- liera; la “Istruzione sui parchi e depositi quinata. centrali buoi” evidenziava questo aspetto I buoi venivano abbeverati due volte al della gestione dei bovini e riportava le se- giorno, al mattino e alla sera. Le ore più guenti disposizioni: convenienti per l’abbeverata erano, al È assolutamente necessaria una continua mattino, dalle 10 alle 12, alla sera, verso ed attenta sorveglianza da parte del per- l’imbrunire. Nella stagione calda l’abbe- sonale di custodia e di quello direttivo, verata veniva fatta tre volte al giorno. per potersi accorgere, fin dall’inizio, dei Il governo dei buoi era un altro aspetto buoi che presentano sintomi morbosi di dei parchi e dei depositi centrali partico- qualsiasi natura. larmente curato. Il governo veniva gene- Come norma del personale di custodia, il ralmente fatto all’aperto, almeno una vol- bue ammalato si riconosce dai seguenti ta al giorno. sintomi: perdita dell’appetito, assenza Prima di iniziare il governo, gli animali della ruminazione, espressione di tristez- venivano sottoposti ad una attenta visita za e di abbattimento, pelo arruffato, occhi veterinaria per accertare il buono stato di fissi, quasi vitrei, rossi e lacrimosi, scolo salute. I piedi venivano ispezionati con la di liquido viscoso dalle narici, respirazio- massima attenzione non solo perché i ne accelerata con movimenti dei fianchi buoi venivano sottoposti a lunghe marce brevi e frequenti. Allorché un bue presen- ma anche perché negli spazi interdigitali ta qualcuno di questi sintomi deve essere si evidenziavano molto spesso le prime tosto segregato dagli altri e deve essere manifestazioni esterne dell’afta epizooti- fatto visitare da un ufficiale veterinario. ca (eruzione di vescicole). Quando qualche malattia infettiva serpeg- Per quanto concerneva gli aspetti legati giava fra i bovini, quelli sospetti venivano agli alloggiamenti, i buoi potevano essere sistemati in aperta campagna o in località tenuti in aperta campagna, ossia all’ad- sufficientemente distante dall’abitato e diaccio o in appositi ricoveri. dagli altri branchi di buoi sani, con i ri- Era considerato più igienico tenerli al- spettivi custodi ai quali veniva proibito il l’addiaccio anziché al coperto, sia perché contatto con il rimanente personale e con la loro sistemazione in appositi ricoveri il bestiame del parco o del deposito buoi. non sempre era possibile, per la difficoltà Le malattie comuni venivano curate in ap- di averne a disposizione un numero suffi- posite infermerie, dimensionate per 10 – ciente, sia perché igienicamente non con- 15 capi di bestiame, situate in locali sepa- veniva riunire in uno stesso locale chiuso rati (generalmente sotto tettoie o in stalle un gran numero di animali di diversa pro- a seconda delle stagioni), lontano sia da- venienza. gli animali sani sia dagli animali affetti da La scelta degli alloggiamenti dipendeva patologie contagiose. dalle condizioni locali, dalla durata della Gli animali malati ricevevano le cure e la sosta e, principalmente, dalla maggiore o razione alimentare prescritta dall’Ufficia- minore prossimità delle truppe e dei ser- le veterinario addetto all’infermeria a cui vizi addetti alle Grandi Unità. spettava anche l’onere di proporre l’ab- Dal punto di vista sanitario vennero evita- battimento di quelli affetti da gravi lesio- 253 nolettiche delle carni. Durante le marce, venivano preferite le strade alberate, quelle meno dure e polve- rose e quelle che erano meno frequentate dalle colonne di truppe o carreggi; veni- vano, inoltre, evitati, per quanto possibile, i centri abitati con particolare riferimento a quelli dove erano stati segnalati casi di malattie infettive nel bestiame. Prima della partenza, l’Ufficiale veterina- rio addetto al parco sottoponeva a visita i buoi per verificare che tutti fossero in gra- ni, nonché di stabilire se le carni di quelli do di compiere la marcia. abbattuti per traumatismi potessero essere L’invio dei buoi fino agli stabilimenti di distribuite alle truppe oppure vendute a prima linea veniva effettuato per ferrovia profitto dell’erario. quando era possibile e conveniente per Le disinfezioni degli oggetti che erano l’Amministrazione Militare. Anche la fer- stati in contatto con gli animali ammalati, rovia, però, presentava gli inconvenienti come pure la rimozione degli animali legati allo stress da trasporto. I buoi veni- morti o abbattuti, della loro lettiera e de- vano trasportati in carri bestiame, secon- gli altri rifiuti, dovevano essere sempre do quanto stabilito dal regolamento sul effettuati sotto la sorveglianza di un Uffi- servizio dei trasporti per ferrovia. Un car- ciale veterinario. ro bestiame da 10 a 12 tonnellate poteva Durante le soste il personale addetto ai contenere otto buoi, ragguagliati com- parchi e depositi centrali buoi doveva, plessivamente a cinquemila razioni di car- inoltre, essere indottrinato sulle “cause ne. delle malattie nei bovini, sui sintomi coi I carri destinati al trasporto dei buoi dove- quali tali malattie si riconoscono, e sulle vano permettere la libera circolazione precauzioni igieniche e sanitarie da usare dell’aria e, prima che vi si caricassero gli ogniqualvolta si manifestino malattie in- animali, dovevano essere conveniente- fettive”. mente disinfettati, secondo quanto stabili- Nella “Istruzione sui parchi e depositi to dalle disposizioni regolamentari vigenti centrali buoi” venivano anche impartite all’epoca. Il pavimento dei carri doveva precise direttive concernenti “le marce per essere coperto con paglia, strame e foglie via ordinaria”, “il trasporto di buoi per fer- secche; in mancanza di tale lettiera si uti- rovia”, “il trasporto dei buoi per mare”. lizzava uno strato di sabbia, di segatura di In particolare, è interessante sottolineare legno o di torba, dello spessore di circa quanto veniva riportato a premessa delle cinque centimetri. marce per via ordinaria: Il trasporto per mare esponeva i buoi a I buoi, per la loro corpulenza e per la po- stress maggiori rispetto al trasporto in fer- ca resistenza delle loro unghie ai corpi rovia sia per il modo con cui venivano si- duri, in generale non sono adatti a com- stemati a bordo sia per gli spazi ristretti a piere lunghe e celeri marce, le quali, se loro destinati. eccessivamente faticose, producono le co- A bordo i buoi potevano essere sistemati sì dette febbri da strapazzo, in conseguen- o in stalle sottocoperta o in box sopraco- za delle quali la carne diventa impropria perta. In sottocoperta l’aria, sempre calda, all’alimentazione delle truppe, e spesso rarefatta e difficilmente rinnovabile rap- nociva, per i veleni che vi si formano. presentava un rischio per la salute dei bo- Già all’epoca veniva evidenziato lo stress vini. Per tale motivo risultava fondamen- come causa influente sulle qualità orga- tale non imbarcare un numero di animali 254 superiore alla capacità della nave. Era “Istruzione sui parchi e depositi centrali considerato indispensabile uno spazio a buoi”, in merito alle malattie infettive, ve- disposizione per ogni animale pari alme- niva riportato quanto segue: no a 2 metri di lunghezza per 1,5 metri di I bovini vanno soggetti a malattie infetti- larghezza. ve, alcune delle quali sono comuni agli L’alloggiamento sopracoperta garantiva animali ed all’uomo, altre proprie degli migliori condizioni di respirazione ai buoi animali e non trasmissibili all’uomo. Del e, pertanto, era adottato ogniqualvolta primo gruppo sono il carbonchio emati- possibile. co, l’edema maligno o setticoemia gan- La “Istruzione sui parchi e depositi cen- grenosa, la tubercolosi, la morva, il teta- trali buoi” riportava, inoltre, le seguenti no, l’actinomicosi, la botriomicosi, l’afta disposizioni sanitarie in merito al traspor- epizootica, il vaiuolo e la rabbia. Appar- to via nave: tengono alle infezioni proprie degli ani- I continui sforzi che i bovini devono so- mali: la peste bovina, la pleuro – polmo- stenere per opporsi ai movimenti di bec- nite essudativa dei bovini, la setticoemia cheggio e di rollio della nave, li mettono emorragica dei bovini, barbone dei bufa- presto in uno stato di abbattimento e di li, la pielonefrite bacillare dei bovini, il prostrazione che predispone a gravi ma- carbonchio sintomatico, ed alcune altre lattie, e se per poco il viaggio è di una proprie a ciascuna specie di animali do- certa durata, le perdite possono raggiun- mestici commestibili. gere percentuali altissime, fino al 20%. Delle malattie elencate quelle più impor- Perciò è assolutamente indispensabile tanti e di più facile diffusione nei parchi e evitare di esporre ai disagi di un viaggio depositi centrali buoi furono il carbonchio per mare quegli animali che non sono in ematico, l’afta epizootica, l’edema mali- perfette condizioni di salute. A tale scopo, gno, la peste bovina, la pleuro – polmoni- tutti i buoi partenti devono essere sempre te essudativa dei bovini e il carbonchio sottoposti a rigorosa visita sanitaria, per sintomatico. escludere rigorosamente dal viaggio È interessante evidenziare quali norme quelli che presentano sintomi di malattie di medicina preventiva erano riportate acute o croniche, e specialmente di ma- nella “Istruzione sui parchi e depositi lattie infettive e sospette. Ciò è tanto più centrali buoi” al fine di scongiurare la necessario in quanto che sui piroscafi è diffusione di malattie trasmissibili dagli difficile, se non impossibile, potere isola- animali all’uomo che potevano essere re gli animali ammalati. contratte dal personale addetto al gover- Prima di iniziare le operazioni d’imbarco, no del bestiame: l’Ufficiale veterinario destinato a disimpe- La facilità con cui in campagna possono gnare il servizio a bordo aveva il compito svilupparsi malattie contagiose nei par- di ispezionare i locali destinati all’alloca- chi e depositi centrali buoi impone in- zione dei bovini e di prendere accordi con nanzi tutto al personale direttivo che vi è il comando della nave al fine di predispor- addetto l’obbligo di curare la stretta e re quanto occorreva sotto il profilo igienico costante applicazione di quelle misure e profilattico. L’Ufficiale veterinario co- generiche d’igiene che esercitano tanta mandato a bordo doveva, inoltre, presen- influenza nel mantenere sano il corpo ziare alle operazioni d’imbarco e di sbarco. umano, e, nel tener lontano il contagio Nella corretta gestione dei parchi e dei dal personale addetto ai detti stabilimen- depositi centrali assumevano importanza ti. Tali misure sono: basilare le misure di polizia sanitaria. a. Alimentazione buona; viveri di buona Gli Ufficiali veterinari avevano il compito qualità; oggetti di cucina in buono di esercitare sui parchi e depositi centrali stato; sana composizione e prepara- una continua ed assidua vigilanza. Nella zione del rancio. 255 b. Acqua salubre. di una adeguata organizzazione di im- c. Sobrietà; guardarsi da ogni eccesso pianti frigoriferi necessari per lo stoccag- nel mangiare e bere, dai vizi, dalle gio della carne congelata. cattive abitudini; uso di spiritosi nul- Le dettagliate disposizioni impartite per lo o modicissimo; una corretta gestione dei parchi e depositi d. Maggior possibile nettezza del corpo centrali buoi, la professionalità e lo spiri- e delle vestimenta. to di sacrificio del personale addetto alla e. Evitare gli strapazzi non necessari, le gestione degli stessi consentì l’ottimizza- non necessarie esposizioni a brusche zione delle risorse disponibili e un buon variazioni atmosferiche; profittare supporto logistico alle truppe mobilitate. dei riposi concessi; sonno sufficien- te; evitare luoghi e persone sudici. f. Mantenere puliti, asciutti, areati, non NOTA affollati i locali dove si accantona, e massima pulizia, pronto e completo 1 Un bue rendeva in carne circa il 50% del allontanamento d’ogni immondizia suo peso da vivo; quindi si poteva calco- nei campi. lare che un bue di media taglia (circa 5 In caso di sviluppo di malattie contagiose quintali a peso vivo) potesse dare in me- negli animali dei parchi e depositi centrali dia 600 razioni da 375 grammi ciascuna. buoi, gli Ufficiali veterinari, oltre a prov- vedere a tutto quanto era di competenza della loro professione, dovevano istruire BIBLIOGRAFIA minutamente tutto il personale addetto al parco sui pericoli ai quali poteva andare MINISTERO DELLA GUERRA, Comando del incontro e sui comportamenti da adottare Corpo di Stato Maggiore, Istruzione sui allo scopo di evitare il contagio. Al perso- parchi e depositi centrali buoi. Enrico Vo- nale addetto alle infermerie doveva essere ghera, Tipografo Editore del Giornale Mi- rivolto un particolare indottrinamento mi- litare, 1911. rato all’uso dei disinfettanti, sia per i lo- MINISTERO DELLA GUERRA, I rifornimenti cali sia per gli oggetti, le medicature, ecc. dell’Esercito mobilitato durante la guerra Il personale addetto alle infermerie dove- alla fronte italiana (1915-1918), Stabili- va essere dotato, inoltre, di sopravvesti e mento Poligrafico per l’Amministrazione di guanti, preferibilmente impermeabili, dello Stato, Roma, 1924. da indossare entrando nell’infermeria e da E. ACERBI,G. VINCENZONI, La Guerra togliere appena ne usciva, per immergerli Italiana – Cronistoria degli avvenimenti, in bagni antisettici. Casa Editrice Sonzogno. 1919. L’uso dei parchi e depositi centrali buoi V. D EL GIUDICE, A.SILVESTRI, Il Corpo fu notevole soprattutto nei primi mesi di Veterinario dell’Esercito. Storia e unifor- guerra questo per sopperire alla mancanza mi, Edagricole, Bologna, 1984

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FRENCH VETERINARY SUPPORT DURING THE FIRST WORLD WAR EMMANUEL DUMAS RIASSUNTO IL SUPPORTO DEI VETERINARI FRANCESI NELLA I GUERRA MONDIALE Nel corso della prima guerra mondiale, i veterinari furono mobilitati assieme ad altri nove mi- lioni di cittadini francesi. Prima della mobilitazione, l’esercito francese contava su 552 veteri- nari militari, impiegati prevalentemente a supporto dei 175.000 cavalli dell’esercito.Dopo po- che settimane, ebbe inizio la lunga guerra di posizione. Con questa guerra di trincea la caval- leria non fu più ingaggiata nei campi di battaglia. La fine dell’impiego della cavalleria in bat- taglia non significa la fine del ruolo del cavallo nell’esercito. Nonostante l’importanza del tra- sporto su rotaia e lo sviluppo delle auto, i cavalli rimangono essenziali per il traino dell’arti- glieria e la sussistenza dell’esercito. L’esercito francese impiegò 2.755.000 cavalli perdendone 1.140.000. Queste gravi perdite portarono alla creazione di ospedali militari da campo per ogni armata vicino al fronte. I veterinari militari furono impiegati nell’acquisto e nel trasporto degli animali dall’estero (Canada, Stati Uniti, Argentina). Veterinari militari di carriera e mo- bilizzati contribuirono al supporto veterinario degli animali impiegati dall’esercito francese (colombi, cani); furono inoltre coinvolti nell’approvvigionamento alimentare e nell’ispezione delle carni nei macelli militari creati nei pressi del fronte per fornire carne fresca ai soldati. Dopo il 1916, alcuni veterinari parteciparono alla ricerca sui gas da combattimento. Durante la prima guerra mondiale, i veterinari francesi contribuirono con le loro competenze alla vitto- ria alleata, 139 di loro persero la vita nel conflitto.

Introduction tor with the rank of Brigadier is created. At the beginning of the First World War, After a presentation of the organization of the 522 military vets had obtained all the Veterinary Service before the war, its ranks from Second Lieutenant to Briga- evolution between 1914 and 1918, its tra- dier (Table 1). ditional missions and those that appear The high level posts were occupied by 23 during the war are presented. Vet Principals.2 The missions of the military vets were: • health conservation and treatment of Organization of the Veterinary Service the horses of the Army; • farriery control; History and organization in time of peace • forage inspection; French military veterinary surgeons were • butchery animals and meat inspection created in 1769, seven years after the for troops.3 creation of the Veterinary School of Lyon Their main mission was to take care of by Claude Bourgelat. the 175.000 horses of the Army. Initially, they were non commissioned of- In time of peace, military vets served in ficers. The progress of science and their mounted troops: Cavalry is composed of efficiency permitted them to obtain the 91 regiments with usually three vets. Ar- statute of officer in 1852. tillery had 64 regiments of campaign ar- In 1884, the ranks of the veterinary sur- tillery with three vets. geons were assimilated to the other offi- There was a vet in each transport squa- cer’s ranks of the military hierarchy.1 drons of the Army Service Corps and in In June 1913, a post of Veterinary Inspec- the regiments of the Engineer Corps. 257 Other vets served in remounting depots war would be short. Army equipments and in military schools. were very lights to allow rapid move- The Veterinary Service of a regiment is ments that were supposed to be the key of usually directed by one of the 265 Vet success. Majors.4 Each Vet had just a box with 50 kilos of The management of the Veterinary Servi- medicines, field-dressings and few surgi- ce depends on a veterinary department cal instruments. There was just a chariot commanded by a Vet Principal. with a stock of medicines for each army.7 Eleven districts of the Veterinary Service At the beginning of the war, the vets are existed since 1878. They are directed by a dispatched in every unit with horses: ca- Vet Principal, controlling the Veterinary valry squadrons, artillery field-batteries Service of one, two, or three Army Corps. and artillery-park, supply and ammuni- The Veterinary Inspector had a permanent tion columns. mission of inspection of the Veterinary A Vet Principal is in each of the five cam- Service.5 paign armies to direct the Veterinary Ser- vice. Organization at the beginning of the war He is assisted by two Vet Majors or Prin- The soldiers of the Army were provided cipal. These vets can serve in one of the by a national service of three years for army corps. every young man. The Vet Principal had to organize at the With the general mobilization at the be- level of the army: ginning of the war, the French army in- • a depot for wounded or sick horses; crease of 3.400.000 soldiers. The five • veterinary care and inspection of but- campaign armies counted 1.700.000 sol- chery animals following the army to diers in 91 divisions (81 infantry divi- feed the troops; sions and 10 cavalry divisions). • horse depots to supply remount units. Cavalry, artillery and logistics required a There were no vets and soldiers to do the- great number of horses. se tasks. They must be taken from other Horses were rapidly furnished to the units according to the needs. army by a system of registration and re- At the level of the army corps, light quisition of the horses of the whole co- wounded horses depots can be created. untry. The vets for these depots must be taken In August 1914, 730.000 horses were mo- from other units.8 bilized. The first weeks of war caused the loss of During the war, the French Army will ha- a lot of horses because of the great moves ve, on an average, one million of horses. of the armies from Belgium to the Marne. Civilian vets serving in the reserve army Exhaustion killed as much as fire. More were mobilized too. During the war, 3200 than 180.000 horses died in 1914, in less of them served in the army. than 5 months of war. Artillery and ma- A great number of vets were necessary chine-guns showed their superiority to ca- because of the number of horses: valry and a long static warfare begun.9 • in December 1914, veterinary students Cavalry units are progressively dismoun- of 4th year are mobilized; ted and their soldiers are employed as in- • in September 1915, veterinary stu- fantrymen in the trench war. dents of 3rd year are mobilized to serve Trench war was not the end of the use of as assistant with the rank of sergeant; horses. They were indispensable for guns • in February 1916, veterinary students traction and for food and ammunition of 2nd year are mobilized to serve as transports. corporal in the Veterinary Service.6 Supplying an army of more than 4 mil- French Headquarters believed that the lions of men became the most important 258 problem. Horses, donkeys and mules re- The statistics of the Veterinary Service gi- main necessary to the transport from rail- ve a idea of the main diseases and causes way stations to the front line. of death (Tables 2 and 3). War wounds are counted in external diseases. Conta- Evolution of the organization of the Vete- gious diseases were very important be- rinary Service cause of the large requisitions of horses at Isolated vets without material were not the beginning of the war. sufficient to treat the great number of Glanders will be slowly eradicated with wounded or sick horses. depistage by injection of malleine in the With the stabilization of the frontline, a eyelid and systematic slaughtering of in- reorganization of the Veterinary Service is fected horses. It will be more difficult done. with epizootic lymphangitis imported The depot for light wounded or sick hor- with horses of North Africa. ses is now at the level of the division and Scabies continue to increase during the not at those of the army corps. More war because of bad conditions of horses. equipment allow to do surgical opera- In 1918, a treatment by sublimation of tions. sulphur is experimented in Army Veteri- A vet is posted at the headquarters of the nary Hospitals and have good results.12 division. It’s important to remember that vets had A bigger depot for wounded or sick hor- not our efficient medicines, as antibiotics. ses is now in each army corps. Vets work At the beginning of war, there was not in army kennels too. When it’s necessary, enough medicines because of the needs of there is more vets in units with a lot of the Medical Service. animals.10 The French Army knew that the number The lack of horses and the necessity of of French horses was not sufficient. long treatments leads to the creation of Since the first weeks of war, cavalry offi- bigger treatment facilities. cers and vets were sent in Argentina and In 1917, a new reorganization is done: in the United States of America to buy Veterinary Ambulances are created in horses. In 1916, there were 30 vets in the each army corps and Army Veterinary USA. Hospitals are founded. During the war, 555.000 horses were The evacuation of horses is now of the re- bought in these countries, 500.000 of sponsibility of vets and done by veteri- them in the USA. nary evacuation sections.Veterinary units As there were a lot of death and sick hor- are more independent.11 ses during their transport by sea, in some boats, a vet travel with the horses. There was from 2 to 4 vets in each horse Missions of the Veterinary Service stations in the ports of arrival : La Ro- chelle, Bordeaux, Saint-Nazaire and Horse care and remounting Brest. Each station can have between 2 Horse care remain the principal activity. and 4 thousands horses.13 On an average, French Army have one million of horses. During the war, more Creation of the War Dogs Service than six millions of horses will be admit- At the beginning of the war, the French ted for treatment in the veterinary structu- Army integrate about 250 sanitary dogs res. trained by civilian associations. As the More than 700 thousands of them will stretcher-bearers of the Medical service died or will be slaughtered because of the are not used to work with these dogs, gravity of their wounds or of the length their efficiency is irregular. Their use is and cost of treatment. officially stopped after 6 months of war. 259 Tab. 1: Ranks and hierarchy of the 522 French Military Vets of the active army in 1913.

Veterinary hierarchy Number of vets Military hierarchy

Vet. Inspecteur 1 Brigadier Vet. Principal 1st class 5 Colonel Vet. Principal 2nd class 18 Lieutenant Colonel Vet. Major 1st class 65 Major Vet. Major 2nd class 200 Captain Vet. Aide Major 1st class 233 Lieutenant Vet. Aide Major 2nd class Second Lieutenant

Tab. 2: causes of morbidity and mortality during WWI among French horses (Statistics of the Veterinary Service).

Contagious Internal External diseases diseases diseases Cause of morbidity 16% 24% 60%

Cause of 20% 38% 42% mortality

Tab. 3: Cases of principal contagious diseases among French horses during WWI (Statistics of the Veterinary Service).

Year 1915 1916 1917 1918 Disease

Glanders 32.000 15.000 6.000 2.000

Scabies 77.000 100.000 116.000 153.000

Epizootic - 7.000 36.000 18.000 lymphangitis

260 French soldiers discovered quickly the su- control canned beef and other tinned periority of German patrols. This superio- foods.15 rity is imputed to German sentinel dogs. The chief of this lab was a veterinary sur- The German Army has 6000 trained dogs geon. Other military labs directed by vets as the French Army has just few dogs in were created in 1907. During the war, some regiments. The creation of a War with 8 millions of soldiers to feed, these Dogs Service is decided in December labs have a great development.16 1915. Three categories of dogs are used: Vets work with the Commissariat and in- sentry dogs, patrol dogs to help patrols, spect meat for can fabrication. They ve- link dogs to carry messages. In 1918, car- rify that canning factories apply military rier dogs are created. regulations for sterilisation.17 This Service has a complicated organiza- Behind the front line, the vets supervise tion with: the slaughtering of butchery animals for • 8 recruiting kennels, the troops. They inspect the meat of • a quarantine kennel in Paris, slaughtered animals. As there were no re- • 10 preparation kennels around Paris frigeration, the animals are slaughtered for a first training of ten days, the day before the consumption. • a Central kennel in Satory near Paris There was no slaughtering facilities at the for a training of three weeks where the beginning of the war. During the war, mo- dogs get used to the sounds of guns, dern slaughterhouses will be built behind • Field Army kennels for a training of the front. two weeks with the master of the dog. The meat is transported in wagon or in A Canine Veterinary Hospital is opened trucks to the wheeled kitchen just behind in the quarantine kennel of the Acclimati- the front line. These wheeled kitchen allow zation Garden in Paris. All new dogs are to prepare soups or basic meals for the sol- examined and identified in this kennel. diers. Twice a day, soldiers have to bring As most of the preparation kennels are the meals to the first line trenches. A lot of around Paris, five canine hospitals are soldiers on cookhouse duty died during created near Paris and behind the front li- this mission because of artillery fire. ne. All canine hospitals are well equipped Because of the difficulties to feed soldiers with the gifts of an English Charity Asso- in the trenches, the use of canned food ciation: the Blue Cross. will increase, especially canned fruits and According to the number of dogs, one or ready-to-eat meals in cans. This was a two vets work in army kennels. Dogs of good solution to hygiene problems and infantry regiments are treated by the nea- allow long storage everywhere. rest vet. Food supply is a logistical daily challen- As a lot of dogs of different origins are ge. For 1 million soldiers, you have to regrouped, the vets have to treat a lot of provide 2000 tons of food and 1 million distemper diseases with a high rate of litters of wine. Bread has a large place in mortality. Other main diseases were sca- French alimentation. There is a mobile bies and enteritis. bakery in each division.18 About 15.000 French war dogs will be used during the First World War. 5.000 of them Other missions will died of disease or on the battlefield.14 • Service in the Serbian Army. As the army of Serbia had not enough veteri- Meat inspection and food hygiene nary surgeons, the French Ministry of Since 1882, military vets are in charge of War accept in August 1916 to send 56 butchery animals and meat inspection for military vets. In fact, 54 French vets the Army. In 1901, a specialized labora- served in the Serbian Army. Two of tory is created by the Commissariat to them died during their missions.19 261 • Participation to chemical warfare. 3 VADE-MECUM DES VÉTÉRINAIRES MILITAI- Asphyxiating gases are used for the RES. Berger-Levraut et Fournier, Paris, first time during the First World War. 1909. pp. 3-1128. Vets specialized in toxicology, physio- 4 M. AUREGGIO, Communications sur les logy and pathologic anatomy begin to cadres des vétérinaires militaires 1899. work on gases in the Powder-Factory Archives de l’Inspection Technique des of Le Bouchet. Other vets try to treat Services Vétérinaires des Armées (AIT- gased horses and dogs and work on SVA). protection systems for horses. As hor- 5 Y. S ÉRAPHIN, L’histoire…, cit. pp. 1-105. ses were not in the first lines, non per- 6 V. S CHOUTEETEN, Les chevaux pendant sistent toxic gases as chlorine were la grande guerre. Th. Méd. Vét. Lyon, not a big problem. Yperite, the mu- 1994, 100. pp. 1-250. stard-gas was more dangerous and 7 VADE-MECUM DES VÉTÉRINAIRES MILITAI- cause cutaneous wounds that were dif- RES, cit. pp. 3-1128. ficult to treat.20 8 Ibidem 9 Y. S ÉRAPHIN, L’histoire…, cit. pp. 1-105. 10 C. BRESSOU, Le service vétérinaire d’u- Conclusion ne division pendant la guerre 1914-18. Rev. Vét. Mil. 11: 357-373, 1927. We can see that vets contribute to the de- 11 Y. S ÉRAPHIN, L’histoire…, cit. pp. 1-105. fence of France. 12 Ibidem It’s important to remember that 133 13 N. GAY, Etude sur le fonctionnement du French vets died for their country during dépôt de réception de chevaux étrangers de this war. For the collective veterinary ac- La Rochelle (novembre 1914 - septembre tion during the war, the three French Ve- 1916). Rev. Vét. Mil. 8, 166-196, 1924. terinary Schools received the legion of 14 N. GAY, Le chien dans la guerre de honour and the War Cross. 1914-1918. Th. Méd. Vét. Lyon; 1980, The First World War is an important step 73. pp. 1-93. in the evolution of the Veterinary Service 15) C. MILHAUD, J.L. COLL, Schéma géné- in the French Army. It’s the beginning of ral… cit. pp. 171-182. major evolutions: 16 F. LEBERT, P. ACKER, Historique des La- • the development of food hygiene; boratoires des Subsistances et leur rôle • the start of employ of military dogs; en matière de contrôle de la qualité, de la • the participation in military scientific sécurité et de la conservation des denrées researches; alimentaires. Texte de la conférence réali- • the decreasing of the role of horses re- sée à l’Ecole Supérieure de l’Intendance placed by trucks and tanks. le 29 avril 1968. (AITSVA). The Second World War will confirm these 17 VADE-MECUM DES VÉTÉRINAIRES MILITAI- evolutions. RES, cit. pp. 3-1128. 18 A. PORCHET, Plus de huit millions d’- hommes à nourrir. 14-18 Le magazine de NOTES la grande guerre 3, 17: 50-55, 2003. 19 D. DIVLJANOVITCH, Le personnel vétéri- 1 C. MILHAUD, J.L. COLL, Schéma général naire français dans l’armée serbe au de l’histoire des vétérinaires militaires front de Salonique pendant la première français. Médecine et Armées 31 (2): guerre mondiale. Kultura, Belgrade, 171-182, 2003. 1977, pp. 3-27. 2 Y. S ÉRAPHIN, L’histoire des vétérinaires 20 DAVESNE, Etude des gaz asphyxiants sur militaires français. Th. Méd. Vét. Lyon le cheval. Rev. Vét. Mil. 16: 221-243, 1976, 12. pp. 1-105. 1932. 262 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ANIMALS AT WAR: PICTURES FROM THE FRONT LINE

MARIO MARCHISIO, FRANCO MEDORI

SUMMARY

During the First World War a large number of animals were employed by all the fighting Na- tions. Horses, mules, donkeys, dogs, pigeons and cattle were used to sustain men’s effort in one of the most cruel conflicts of the Twentieth Century. The purpose of this poster is to give a small account about the use of animals at the front line illustrated by some photos. Each pho- to “will speak for itself”. A short explication will give the observer some information related to the date of the photo, the place, the nationalities of the soldiers and the use of animals.

RIASSUNTO

ANIMALI IN GUERRA: FOTOGRAFIE DALLA LINEA DEL FRONTE

Durante la Prima Guerra Mondiale un considerevole numero di animali venne impiegato da tutte le Nazioni combattenti. Cavalli, muli, asini, cani, piccioni e bestiame vennero utilizzati al fine di sostenere lo sforzo umano in uno dei conflitti più cruenti del ventesimo secolo. Sco- po del poster è quello di fornire un’idea circa l’impiego degli animali ai fini bellici attraverso le foto d’epoca. Ciascuna foto “parlerà da sola”; una breve spiegazione fornirà all’osserva- tore alcune informazioni relative al periodo in cui è stata scattata, la località, le nazionalità dei soldati e l’utilizzo degli animali.

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MAIN THEME: HISTORY OF VETERINARY PUBLIC HEALTH SEZIONE A TEMA: STORIA DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA

V. K OUBA (Czech Republic), History of global animal health information system of the United Nations (Storia del sistema globale di informazione della sanità animale delle Nazioni Unite). G. DONELLI, E. LASAGNA, A. MACRÌ, A. MANTOVANI, (Italy) Sull’afferenza dei servizi veterinari all’Amministrazione pubblica italiana: una ricostruzione storica (On the be- longing of veterinary services in the Italian public administration). G. BATTELLI, M. GHINZELLI, A. MANTOVANI (Italy), Historical notes on zoonoses as oc- cupational diseases (Note storiche sulle zoonosi come malattie occupazionali). G. BATTELLI,V. CAPORALE, A. MANTOVANI,M. MARTINI (Italy) La valutazione delle conseguenze socio economiche delle malattie animali e degli interventi sanitari: l’espe- rienza italiana nel XX secolo (The evaluation of the socio-economic impact of animal diseases and health actions: the Italian experience during the 20th century). M. ALEANDRI, L. CIAMPI, (Italy), Dalla prima condotta igienico-veterinaria all’ufficio veterinario comunale di Prato (1870-1922) (From the original hygiene and veterinary country practice in the community of Prato to the local Council Veterinary Surgery, 1870-1922). D. CURCA˘,V. ANDRONIE, I.C. ANDRONIE, (Romania), Control and eradication of glan- ders reflected by the romanian researches (Controllo ed eradicazione della morva nel contesto delle ricerche rumene). Poster N. CHARISSIS, A. SEIMENIS, (Greece), Mediterranean Zoonoses Control Programme of the World Health Organization. History and activities since 1978 (Il programma di con- trollo delle zoonosi mediterranee del World Health Organization. Storia ed attività dal 1978). Poster L. SALA, C. BRINI, C. MARTINA, M. LUCIA, M. BORRIONE (Italy), La domanda di Salute e Protezione dalle zone marginali e di montagna: la risposta di Sanità, Servizi Pubblici e Volontariato (The demand for Health and Protection of the marginal and mountain areas: the response by Public Health, Public Services and Volunteerism). Poster

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

HISTORY OF GLOBAL ANIMAL HEALTH INFORMATION SYSTEM OF THE UNITED NATIONS

VACLAV KOUBA

RIASSUNTO STORIA DEL SISTEMA GLOBALE DI INFORMAZIONE DELLA SANITÀ ANIMALE DELLE NAZIONI UNITE L’anima dell’organizzazione del sistema di informazione della salute animale è stato l’Annua- rio della Sanità animale FAO/WHO/OIE programma fondato dal dr. H.O. Konigshofer nel 1956. L’obiettivo era di fornire informazioni basate sui rapporti delle singole nazioni da ogni parte del mondo. Il programma prevedeva di raccogliere, analizzare e disseminare informa- zioni su circa 130 malattie trasmissibili. I dati riguardavano le malattie di 15 specie e gruppi animali. La frequenza delle malattie fu classificata secondo una scala di 15 gradi e le misure di controllo furono suddivise in 16 tipi. L’Annuario conteneva circa un migliaio di note espli- cative, dati nazionali sulla popolazione animale e umana, e sulla manodopera veterinaria. Inoltre erano incluse tabelle sperimentali (22) sulle zoonosi nella popolazione umana e per alcune nazioni la natalità e la mortalità animale. Regolarmente erano pubblicati: principali cambiamenti nella situazione epizootica, rapporti delle organizzazioni internazionali di con- trollo dell’afta (compresi sull’identificazione dei virus), attività del servizio di sanità animale della FAO e degli uffici regionali della FAO, notizie dalla WHO, OIE e IAEA, elenco dei pro- getti sulla sanità animale della FAO, pubblicazioni e meeting, elenco dei laboratori di refe- renza della FAO e WHO. La versione computerizzata dell’annuario fu introdotta nel 1984. Più di 6500 copie dell’annuario trilingue (inglese, francese e spagnolo) venivano distribuite ogni anno a giugno. Erano inviate gratuitamente ai governi, ai servizi veterinari ufficiali, alle fa- coltà di veterinaria, ai laboratori di referenza e alle istituzioni internazionali in genere. Nel 1996, in seguito al passaggio del sistema informativo all’Ufficio Internazionale delle Epizoo- zie l’annuario cessava la pubblicazione.

The backbone of the United Nations country governments and to FAO Repre- global animal health information system sentatives and by Chief, Animal Health was FAO/WHO/OIE Animal Health Year- Service to all Chief Veterinary Officers book Programme founded by Dr H.O. together with necessary instructions. The Konigshofer in 1956 as an integral com- deadline for sending filled questionnaire ponent of the FAO global information to FAO HQs was by the end of February system. It was providing official informa- next year. The deadline for submitting tion from individual countries on animal completely edited new issue to printing diseases which were of international in- factory in Napoli was the end of May to terest due to their socio-economic and be in distribution at the beginning of July. public health importance and conse- The number of annual reports was in- quences and for both international and creasing from about one hundred at the domestic trade. FAO/WHO/OIE Animal beginning up to 165 countries in 1990 in- Health Yearbook Programme belongs to- forming on 142 diseases (16 of the List A, day only to the history. In 1996 after four 95 of the List B and 31 of the List C). decades of servicing satisfactorily to all The yearbook started with following data the countries in the world, the yearbook and components: tables on animal dis- disappeared due to not-easy-understand- eases, number of livestock, human popu- able reasons. lation and veterinarians according to indi- The data were collected using a particular vidual countries; main changes in global questionnaire sent every autumn by Di- epizootiological situation, types of the rector General, FAO to all the member virus of FMD identified at Pirbright 267 World Reference Laboratory, report of the list of FAO reports on animal health European Commission for the Control of meetings. Foot-and-Mouth Disease and report of • From 1988: experimental tables on Pan American Foot-and-Mouth Disease animal natality and natural mortality, Centre. Data on livestock and human pop- FAO/WHO Experimental Table – Ca- ulations were obtained from Statistic Di- ses of animal diseases (zoonoses) in vision, FAO HQs (FAO Production Year- human population, report of the Joint book) and thus it was avoided to publish FAO/IAEA Division of Nuclear Tech- different values of the same indicator in niques in Food and Agriculture, report FAO/WHO/OIE Animal Health Yearbook of the Organization of African (using different sources cannot avoid pub- Unity/FAO Pan African Rinderpest lishing different values on livestock popu- Campaign (PARC), list of FAO field lations, as it is today in the OIE World veterinary and other projects back- Animal Health yearbook). stopped by the Animal Health Service Considering the results of global opinion as well as list of software packages re- surveys and thanks to FAO HQs initia- lated to animal population, veterinary tives, the contents of the yearbook was economics, management and epizoo- gradually enlarged by further types of in- tiology. formation useful for member-country • From 1989: report on the FAO Animal governments: Health Service activities, report of • From 1982: Report of the FAO Regio- FAO Regional Offices: for Africa nal Production and Health Commis- (RAFR), Latin America and the Carib- sion for Asia and Pacific (APHCA) on bean (RLAC), Asia and the Pacific FMD in Asia and Western Pacific. (RAPA) and Near East (RNE), report • From 1983: professional and technical on West Asia Rinderpest Eradication veterinary manpower (number of vete- Campaign (WAREC), lists of rinarians-total, government, labora- FAO/WHO and WHO/FAO Collabora- tory/university and private veterina- ting Centres, list of WHO Zoonoses rians; number of animal health auxi- Centres and WHO Collaborating Cen- liary personnel – total, animal health tres. assistants, field assistants or vaccina- • From 1990: Report of Screwworm tors and involved in food hygiene), Emergency Centre for North Africa number of animal deaths caused by (SECNA), report of the International disease (experimental table using data Office of Epizootics (OIE), list of In- of selected countries), total food los- stitutions of the FAO Technical Co- ses caused by animal diseases (experi- operation Network on Animal Produc- mental table), number of born and tion and Health Biotechnology. death due to natural causes and edito- The country tables on animal diseases r’s note defining exactly disease inci- were divided according to 8 geographical dence and prevalence. groups, each subdivided into 8 pages (A- • From 1984: news from World Health H). Initial disease codes were based on Organization (WHO) - Veterinary Pu- the symbols identified by a capital letter blic Health, list of FAO Reference La- with a small letter (e.g. FMD = Aa). In boratories for emergency diseases, list 1985 it was introduced a new computer- of other FAO Reference Laboratories ized system using updated disease classi- and list of FAO/WHO Collaborating fication according the disease Lists A, B Centres. (In 1986 – previous experi- and C: list type and three digit number mental tables were abolished). (e.g. FMD = A010). This new disease • From 1987: list of FAO publications classification was elaborated during and documents on animal health and 1982-1985 to be used uniformly by all 268 three participating international inter- animals (in farms), wild fauna, fish, mol- governmental organizations. This classifica- luscs and crustaceans. Country reports ta- tion facilitated in decisive manner also bles were grouped according to the conti- the computerization. The new disease nents, i.e. Africa, Americas, Asia, Europe code system was developed and further and Oceania. improved by OIE Specialists of Animal For disease occurrence were used sym- Health Information System Drs P. Acha bols characterizing epizootiological situa- (Peru), R. Morris (New Zealand) and V. tion: never reported, not reported, year of Kouba (Czechoslovakia) together with last occurrence, suspected but not con- Drs Mc Callon (USA) and V. Caporale firmed, exceptional occurrence, low spo- (Italy) assisted by the Secretariat staff of radic occurrence, enzootic, high occur- the OIE – Drs L. Blajan (France), Direc- rence, serological evidence and/or isola- tor General, V.R. Welte (Brazil) and T. tion of causative agent (no clinical dis- Chillaud (France). ease), disease exists - distribution and oc- Data on the diseases were subdivided ac- currence unknown, confined to certain re- cording to susceptible animal species or gions, ubiquitous, recognized in country species groups: cattle, buffaloes, sheep, for the first time, only in imported ani- goats, pigs, camelidae, equidae, birds, mals (quarantine) and no information hares/rabbits, bees, dogs, cats, fur-bearing available. Absolute data were not used (unlike the Tab. 1: FAO/WHO/OIE Animal OIE information system) due to the fact Health Yearbook symbols on disease that the real numbers of disease cases occurrence. were not known.1 Strongly underreported numeric unreliable data (garbage in, Symbol Definition garbage out) confuse decision-maker fa- 0000 Never reported cilitating diseases spreading through in- - Not reported ternational trade due to underestimating their risk. Disease occurrence symbols year Year of last occurrence system extremely important for necessary ? Suspected but not epizootiological analyses, including the confirmed cases of animal disease import, unfortu- (+) Exceptional occurrence nately disappeared together with the FAO/WHO/OIE Animal Health Yearbook + Low sporadic occurrence being replaced by one almost not inter- ++ Enzootic pretable cross “+” in the OIE World Ani- +++ High occurrence mal Health yearbook. For disease control measures following +? Serological evidence and/or isolation of causative agent, symbols were used: control of non-verte- no clinical disease brate vectors, control of wildlife reser- voirs, prohibition of import from infected + Disease exists; distribution and occurrence unknown countries, control programme for only some areas of the country or certain types ( ) Confined to certain regions of breeding, control programme for the )( Ubiquitous whole country, quarantine, movement ! Recognized in country for control and other precautions at frontier the first time and inside the country, quarantine and other precautions at frontier, quarantine <= Only in imported animals (quarantine) measures and movement control inside the country, stamping-out policy, modi- … No information available fied stamping-out policy, treatment, test- 269 ing, voluntary testing, vaccination, vacci- equine infectious anaemia, equine in- nation prohibited and notifiable disease. fluenza (virus type A), equine piroplas- Lists of diseases were subdivided accord- mosis (babesiosis), equine rhinopneu- ing to their importance and animal monitis, glanders, horse pox, infectious species: The most dangerous diseases arteritis of horses, Japanese encephalitis, were located in the List A diseases: foot- horse mange, surra and Venezuelan and-mouth disease (FMD), FMD - virus equine encephalomyelitis. O, FMD - virus A, FMD - virus C, FMD - List B pig diseases included: atrophic virus SAT 1, FMD - virus SAT 2, FMD - rhinitis, cysticercosis (C. cellulosae), virus SAT 3, FMD - virus Asia 1, FMD - porcine brucellosis (B. suis), transmissible virus not typed, vesicular stomatitis (VS), gastroenteritis of pigs, trichinellosis, en- VS - virus Indiana, VS - virus New Jer- terovirus encephalomyelitis, porcine re- sey, VS - virus not typed, swine vesicular productive and respiratory syndrome. disease, rinderpest, peste des petits rumi- List B poultry diseases included: avian in- nants, contagious bovine pleuropneumo- fectious bronchitis, avian infectious nia, lumpy skin disease, Rift Valley fever, laryngotracheitis, avian tuberculosis, bluetongue, sheep pox and goat pox, duck virus hepatitis, duck virus enteritis African horse sickness, African swine (duck plague), fowl cholera, fowl pox, fever, hog cholera, fowl plague and New- fowl typhoid (S. gallinarum), infectious castle disease. bursal disease (Gumboro disease), List B diseases were introduced by multi- Marek’s disease, mycoplasmosis (M. gal- ple species diseases: anthrax, Aujeszky’s lisepticum), psittacosis and ornithosis and disease, echinococcosis / hydatidosis, pullorum disease (S. pullorum). heartwater, leptospirosis, Q-fever, rabies, List B lagomorphs diseases included: paratuberculosis and from 1989 also myxomatosis, tularaemia and viral screwworm (Cochliomyia hominivorax). haemorrhagic disease of rabbits. List B cattle diseases included: anaplas- List B fish diseases included: viral haem- mosis, babesiosis, bovine brucellosis (B. orrhagic septiceamia, spring viraemia of abortus), bovine genital campylobacterio- carp, infectious heamatopoietic necrosis, sis, bovine tuberculosis (Mycobacterium epizootic heamatopoietic necrosis and bovis), cysticercosis (C. bovis), der- Oncorhynchus masou virus disease. matophilosis, enzootic bovine leukosis, List B mollusc diseases included: haemorrhagic septicaemia, infectious bonamiosis, haplosporidiosis, perkinsosis, bovine rhinotracheitis (lBR/IPV), theile- marteiliosis, iridovirosis and microcytosis riosis, trichomoniasis, trypanosomiasis, (Mykrocytos mackini). bovine malignant catarrh and from 1990 List B bee diseases included: acariasis of also bovine spongiform encephalopathy bees, American foul brood, European foul (BSE). brood, nosematosis of bees and varroasis. List B sheep and goat diseases included: List B diseases of other animal species: ovine epididymitis (Brucella ovis), leishmaniaosis. caprine and ovine brucellosis (B. meliten- List C included following diseases: Mul- sis), caprine arthritis/encephalitis, conta- tiple species diseases: listeriosis, toxo- gious agalactia, contagious caprine pleu- plasmosis, melioidosis, blackleg , botu- ropneumonia, enzootic abortion of ewes, lism, other clostridial infections, other pulmonary adenomatosis, Nairobi sheep pasteurelloses, actinomycosis, intestinal disease, salmonellosis (S. abortus ovis), Salmonella infections, coccidiosis, dis- scrapie and maedi-visna. tomatosis (liver fluke) and filariasis. Cat- List B horse diseases included: conta- tle diseases: mucosal disease/bovine virus gious equine metritis, dourine, epizootic diarrhoea, vibrionic dysentery and warble lymphangitis, equine encephalomyelitis, infestation. Sheep and goat diseases: con- 270 Tab. 2: History of FAO/WHO/OIE ANIMAL HEALTH YEARBOOK data.

Number of Animal Diseases Number of Year Country Reports Total List A List B List C 1960 106 99 99 99 99 1965 123 99 99 99 99 1970 141 99 99 99 99 1975 156 99 99 99 99 1980 163 99 99 99 99 1985 151 127 16 79 32 1990 165 142 16 95 31 1995 132 127 15 80 32 tagious pustular dermatitis, foot-rot, con- vant data to include them in the annual tagious ophthalmia, enterotoxaemia, questionnaire for the FAO/WHO/OIE caseous lymphadenitis and sheep mange. Animal Health Yearbook to be sent to Horse diseases: equine coital exanthema, FAO HQs. The cases of following ulcerative lymphangitis, strangles and sal- zoonoses in man were monitored: Rift monellosis (S. abortus equi). Pig diseases: Valley fever, anthrax, echinococcosis-hy- swine erysipelas. Poultry diseases: infec- datidosis, leptospirosis, Q-fever, rabies, tious coryza, avian encephalomyelitis, screwworm (Cochliomyia hominivorax), avian spirochaetosis, avian salmonellosis bovine tuberculosis, bovine cysticercosis, (excluding fowl typhoid and pullorum dis- glanders, Japanese encephalitis, Venezue- ease) and avian leukosis. Dog and cat dis- lan equine encephalomyelitis, porcine eases: canine distemper. cysticercosis, trichinellosis, avian Due to the fact that the World Health Or- chlamydiosis, tularaemia, leishmaniosis, ganization did not monitor and dissemi- listeriosis, toxoplasmosis, swine nate information on zoonoses in human erysipelas, brucellosis and salmonella in- populations, it was officially agreed be- fections. This extremely important table tween WHO and FAO that the pro- unfortunately disappeared from the glob- gramme of FAO/WHO/OIE Animal al animal health information system to- Health Yearbook would collect and pub- gether with the FAO/WHO/OIE Animal lish this type of data dealing with human Health Yearbook in 1996. health. In 1988 so called “FAO/WHO All texts were in English, French and Experimental Table – Cases of animal Spanish. Introduction text and symbols diseases (zoonoses) in human population definitions were also in Arabic, Russian, (as officially reported to Ministry of Chinese and German. Chinese govern- Health)” was introduced. This required ment was translating the whole FAO/ Chief Veterinary Officers to contact na- WHO/OIE Animal Health Yearbook into tional Ministry of Health and collect rele- Chinese language. 271 There were many three language Ex- and giving practical examples to avoid planatory Notes (e.g. 981 in 1979) com- any misunderstanding. These so impor- menting data on disease diagnosis, occur- tant precise international definitions al- rence and control measures. so disappeared together with the In order to introduce the uniformity of FAO/WHO/OIE Animal Health Year- animal population morbidity terms used book in 1996 without being transferred in the text of the Yearbook a particular into following OIE global animal health Editor’s Note was attached from 1983. information system. It was defining exactly (i.e. expressed The Chief-Editors of the FAO/WHO/OIE scientifically - mathematically) the Animal Health Yearbook were also re- terms of disease prevalence rates and in- sponsible officers for FAO-UN global an- cidence rates respecting time aspects imal health information system:

Tab. 3: Chief-Editors of the FAO/WHO/OIE.

Year Chief-Editors Country 1956 - 1977 H.O. Koenigshofer Switzerland 1978 - 1983 V. Kouba Czechoslovakia 1984 V. Kouba and M. Bellver-Gallent Czechoslovakia - Spain 1985 - 1986 M. Bellver-Gallent Spain 1987 V. Kouba and L. Velloso Czechoslovakia - Brazil 1988 L. Velloso Brazil 1989 P. Pinelle France 1990 M. Bellver-Gallent Spain 1991 - 1995 V.R. Welte Brazil

The Assistants to Editor were e.g. Laura mation on FAO animal health activities Contaldi (Peru), Egiziana Fragiotta (Italy) was modified and transferred to Internet and Barbara Tagliatti (Italy). pages. Global animal health information There were produced up to 6.500 copies system was left only with the OIE pub- of the yearbook every year. The majority lishing World Animal Health yearbook was distributed free of charge to all: FAO, and operational reports on the occurrence WHO and OIE member country govern- of animal diseases. ments, Chief Veterinary Officers, veteri- nary faculties, FAO and WHO animal health reference laboratories and collabo- NOTE rating centres, institutions of major inter- national importance and selected interna- 1 Example: “It is assume that, for every tional specialists. case of salmonellosis recorded in humans The rest was left for FAO Distribution in the United States, at least nine are not and Sales Section. reported.”TOMA et al.: Dictionary of Vet- In 1996 FAO/WHO/OIE Animal Health erinary Epidemiology, Iowa State Univer- Yearbook Programme disappeared. Infor- sity Press, 1999, p. 147. 272 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

SULL’AFFERENZA DEI SERVIZI VETERINARI ALL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA ITALIANA: UNA RICOSTRUZIONE STORICA GIANFRANCO DONELLI, ELISABETTA LASAGNA, AGOSTINO MACRÌ, ADRIANO MANTOVANI

SUMMARY ON THE BELONGING OF VETERINARY SERVICES IN THE ITALIAN PUBLIC ADMINISTRATION The Italian public veterinary services belong to the health administration, thus representing a peculiarity that deserves investigation. Our analysis came to the conclusion that public veteri- nary medicine (i.e. the control of communicable diseases of/from animals and hygiene of food of animal origin) in Italy was “born” inside the health administration. This situation has been found appropriate by the Italian academic and public managements and was maintained as such over the years. Indeed, public veterinary services have permanently belonged to the health administration since the early years of the 19th century, save the period between 1896 and 1901 when they belonged to the Ministry of Agriculture. Our position is supported by the following material: 1) legislation of the different states before the unification of Italy; 2) or- ders dealing with: i. animal diseases; ii. food of animal origin; iii. animals in the human envi- ronment; 3) legislation concerning public health (constantly including veterinary public health) from the national unification in 1860 to the constitution of the National Health Service in 1978; 4) legislation on medical professions which has always included under this term physicians, pharmacists and veterinarians; in addition, the members of National (and Provin- cial) Health Councils also included chemists, naturalists and other health professionals; 5) Italian “pioneers” in the discovery and control of human and animal infections who support- ed the concept of “one medicine”.

Leggi e regolamenti antecedenti l’unità d’Italia pienti, l’isolamento degli animali amma- lati, il sequestro delle stalle infette, la Tra il 1800 ed il 1802 Napoleone dà un marcatura del bestiame infetto o sospetto nuovo assetto territoriale all’Italia, di cui di essere tale e l’abbattimento dei capi in- assume poi il titolo di re il 18 marzo fetti con risarcimento da parte dello Stato. 1805, mentre viceré è nominato il princi- La facoltà di dare esecuzione a queste pe Eugenio di Beauharnais: ed è proprio a leggi era demandata ai Comuni, sotto la quell’epoca che si muovono i primi passi vigilanza delle commissioni dipartimenta- verso un’organizzazione “italiana” di as- li di sanità, composte dal prefetto, da due sistenza e vigilanza zooiatrica. primi consiglieri di prefettura, dal presi- Al neonato Regno d’Italia, nato dall’unio- dente del tribunale di prima istanza, da un ne dell’attuale Lombardia con il Veneto, medico, da un chirurgo e da uno speziale. l’Emilia, la Romagna e la Repubblica Li- Nel Regno Lombardo-Veneto, tra il 16 gure, vennero infatti estese le disposizioni gennaio ed il 2 novembre 1817, veniva ap- delle leggi repubblicane del 1798, dirette provato un “Regolamento sulla prevenzio- alla prevenzione e all’eliminazione delle ne e repressione delle malattie contagiose” malattie diffusive del bestiame. Queste che contemplava norme contro la diffusio- leggi, che continueranno a rappresentare ne della rabbia e delle epizoozie in genere, un modello di riferimento anche per le tra cui il sequestro degli animali sospetti, moderne organizzazioni di profilassi il divieto delle importazioni, la chiusura zooiatrica, prescrivevano l’obbligatorietà dei mercati, l’abbattimento coattivo e l’as- della denuncia delle epizoozie, accompa- segnazione delle relative indennità. gnata da severe sanzioni per gli inadem- Nel Granducato di Toscana, con le “Istru- 273 zioni” del 28 settembre 1806 veniva dis- primo tempo, venne estesa alle province posta l’uccisione dei cani vaganti e l’in- annesse e poi riproposta, con minime va- terramento degli animali morti, mentre riazioni, dalla legge 20 marzo 1865, alle- con il decreto 22 ottobre 1849, ai paragra- gato C n. 2248 (regolamento di esecuzio- fi 215-216 e 229-231, si dettavano le nor- ne n. 2322 dell’ 8 giugno 1865 e n. 2120 me relative alla prevenzione delle malat- del 6 settembre 1874, poi modificato con tie contagiose dell’uomo e degli animali. il decreto n. 3634 del 14 giugno 1877). Nel Regno di Napoli, con la Legge 20 ot- Tra le principali novità introdotte in cam- tobre 1819 ed il successivo Regolamento po veterinario dalla legge 20 marzo 1865 del 1° gennaio 1820 venivano dettate nor- e dai relativi regolamenti ricordiamo che: me di polizia sanitaria ed impartite dispo- a) i veterinari sono chiamati a far parte sizioni dirette a prevenire e contenere i del Consiglio superiore di sanità e dei contagi tra persone e animali. Consigli provinciali e circondariali; b) è Nel Regno di Sardegna, le Regie patenti demandata ai Consigli sanitari la sorve- 11 luglio 1833 sulla propagazione della glianza sulla professione zooiatrica e sul- morva e delle malattie contagiose degli le malattie epizootiche, con obbligo di de- animali facevano obbligo della denuncia nuncia di queste da parte dei veterinari, delle infezioni, del sequestro e dell’even- dei proprietari e dei guardiani di bestia- tuale abbattimento degli animali infetti. me; c) in caso di accertata epizoozia, il L’Editto 30 ottobre 1847 istituiva poi i prefetto è obbligato a darne immediata Consigli provinciali di sanità, con funzio- comunicazione al Ministero dell’Interno. ni di tutela della pubblica salute e di vigi- Queste norme resteranno in vigore sino lanza delle epizoozie ed un Consiglio su- alla promulgazione della legge n. 5849 periore di sanità cui, con successivo decre- del 22 dicembre 1888, la Legge sulla tute- to 24 luglio 1848, veniva anche assegnata la dell’igiene e della sanità pubblica che la vigilanza sulle professioni sanitarie, tra segna l’avvio della riforma, in senso mo- cui quella di veterinario. Più tardi, con la derno, dell’organizzazione sanitaria italia- legge 12 maggio 1851, il Regno di Sarde- na, voluta da Francesco Crispi e ispirata gna assegnò l’ordinamento degli studi per da Luigi Pagliani, primo direttore della le professioni sanitarie alla competenza sanità del Regno. Per l’attuazione di que- del Ministero della pubblica istruzione, sta legge venne approvato dapprima il re- fatta eccezione per la professione di vete- golamento n. 6442 del 9 ottobre 1889 che rinario che veniva posta sotto la vigilanza venne successivamente modificato con il del Ministero di agricoltura e commercio. regolamento generale sanitario n. 45 del 3 Nello Stato Pontificio infine, il 25 novem- febbraio 1901. bre 1818 venne emanata la Legge genera- La legge 22 dicembre 1888 riaffermò il le sulla sanità ed il 25 agosto 1824 la principio stabilito dalla legge 20 marzo Legge sull’ordinamento delle facoltà me- 1865, ovvero l’unicità dell’organizzazio- diche e sulla abilitazione all’esercizio del- ne sanitaria contro le malattie infettive le professioni sanitarie, mentre il 30 ago- dell’uomo e degli animali, per cui i due sto 1831 venne promulgata la Legge sulla servizi – medico e veterinario – erano po- prevenzione delle malattie infettive. sti entrambi alle dipendenze di uno stesso Ministero, quello dell’Interno, mentre pri- ma del 1865 erano separati. La legislazione veterinaria dopo l’unità Otto anni dopo, tuttavia, con Regio decre- to 9 luglio 1896 il servizio veterinario L’organizzazione di servizi veterinari si verrà trasferito alle dipendenze del Mini- sviluppa nel nuovo Stato prendendo spun- stero dell’agricoltura. Tra il 1897 ed il to dalla legge sanitaria piemontese n. 1900 i ministri Alessandro Fortis e Anto- 3793 del 20 novembre 1859 che, in un nio Salandra presentarono al Parlamento 274 ben quattro disegni di legge che avevano alla sanità pubblica. L’intreccio tra assi- in comune l’obiettivo di dar vita all’orga- stenza sanitaria e pubblica beneficenza nizzazione di un servizio veterinario qua- imponevano un riordinamento di questo le organismo autonomo alle dipendenze settore, divenuto uno degli assi portanti del Ministero dell’agricoltura. Tuttavia, della società, riordinamento che venne dei quattro disegni di legge solo uno avviato mediante la legge n. 753 del 1862 giunse alla discussione in Parlamento ma che istituiva in ogni Comune la Congre- venne respinto e poco dopo, in data 3 feb- gazione di carità. braio 1901, fu emanato il regolamento ge- Ma le spinte del mondo politico e degli nerale sanitario che stabilì in modo ine- igienisti condussero sempre più ad affer- quivocabile il ritorno del servizio di poli- mare la necessità della prevenzione, della zia veterinaria al Ministero dell’interno. Il medicina sociale, dell’alimentazione volta Regio decreto 5 maggio 1901 stabilì inve- a debellare la pellagra, della ristruttura- ce che i servizi zootecnici propriamente zione ospedaliera e della formazione in- detti restassero alle dipendenze del Mini- fermieristica. stero dell’agricoltura, scelta che non subirà Si deve quindi dare atto a Francesco Cri- modifiche fino al 1935. spi di aver sbloccato una situazione che Trascorreranno quindi oltre trent’anni pri- era ormai in stallo da molti anni, riuscen- ma che il legislatore ponga nuovamente do a far approvare dal Parlamento una attenzione alla normativa sanitaria, cosa legge che riconduceva il tema sanitario- che avverrà con il Regio decreto 27 luglio assistenziale nella sfera d’azione statale, 1934 n. 1265, composto di 394 articoli e segnando così il necessario passaggio dal- otto tabelle allegate, emanato in base alla l’azione caritatevole e sussidiaria al dove- legge 6 luglio 1933, n. 947 che, autoriz- re sociale di servizio, proprio di uno Stato zando il governo all’emanazione di un te- moderno ed efficiente. sto unico delle leggi sanitarie, conferiva A cavallo tra i due secoli, il Ministero ad esso il potere di coordinare e modifica- dell’interno istituì già nel 1887 la Dire- re le norme da riunire. Il testo unico ave- zione generale di Sanità , con il compito va, quindi, efficacia legislativa propria. di elaborare un insieme di prescrizioni at- È qui opportuno ricordare che, con il suc- te a guidare gli interventi dei Comuni nei cessivo Decreto legislativo 12 luglio diversi settori igienico-sanitari ed a stimo- 1945, n. 417, fu istituito l’Alto Commis- lare le strutture preposte ad attuare misure sariato per l’igiene e la sanità, al quale igieniche più incisive e rigorose. vennero trasferite, con Decreto legislativo La legge Crispi-Pagliani rispose quindi 31 luglio 1945, n. 446, tutte le attribuzio- alla richiesta di controllo igienico-sanita- ni già spettanti al Ministero dell’interno rio della popolazione, unitamente a quella in forza del suddetto testo unico e delle del necessario contenimento delle malat- altre disposizioni vigenti, in materia di tie “diffuse e di origine virale”. Va ricono- igiene e sanità pubblica; e che, a sua vol- sciuta perciò ai legislatori dell’epoca una ta, l’Alto Commissariato verrà soppresso chiara visione di ciò che oggi intendiamo dall’art. 11 della legge 13 marzo 1958, n. con globalità della tutela della salute psi- 296, istitutiva del Ministero della sanità e, co-fisica e centralità della prevenzione nel pertanto, al Ministero dell’interno - e ad rapporto sanità-ambienti di vita e di lavo- ogni altra eventuale amministrazione del- ro, da cui derivano i successi più rilevanti lo Stato richiamata nelle disposizioni del contro le malattie infettive e non; della suddetto Testo Unico – dovrà intendersi necessità di valorizzare figure e ruoli pro- sostituito il Ministero della sanità. fessionali come il medico condotto, il ve- Nel momento in cui si realizzò l’unità terinario, l’ostetrica, l’infermiera, ecc.; di d’Italia, si presentarono sul tavolo del go- far riferimento all’Igiene quale dottrina verno tutti i problemi relativi all’igiene e basata su quel principio di multidiscipli- 275 narietà che, non tenendo conto delle pro- Giolitti, quale ministro dell’Interno del fessioni sanitarie tradizionali, faceva ben governo Zanardelli, riporta i servizi vete- operare assieme medici, veterinari, fisici, rinari alla Direzione generale di sanità del biologi, ingegneri, ecc. per bonificare luo- proprio ministero, riordinandoli con una ghi malsani, intervenire sulla potabilità serie di provvedimenti ma sempre tenen- delle acque, controllare l’ambiente e gli do come base la legge Crispi-Pagliani. alimenti, sviluppare nuovi vaccini per le Nel 1902 modifica cinque articoli (18, 19, più temibili malattie infettive. 20, 21 e 55) della legge 22 dicembre 1888, Emerge infine dal dibattito parlamentare n. 5849 relativi alla tutela dell’igiene e del- svoltosi in occasione dell’approvazione la sanità pubblica, istituisce i veterinari della legge Crispi-Pagliani la serietà e il provinciali come veterinari di stato e, nel rigore con cui venne affrontato il tema contempo, punta ad incrementare il fondo della formazione del personale; tema che, per i sussidi all’istituzione delle condotte ieri come oggi, non significa solo necessi- veterinarie comunali e consorziali. tà di collegamento tra università e sistema Nel 1907, come presidente del Consiglio sanitario, ma anche e soprattutto capacità e ministro dell’Interno, vara il testo unico autonoma della Sanità di definire e prepa- delle leggi sanitarie e nel 1910 la legge rare nuove figure professionali e di dare costitutiva degli Ordini sanitari, di cui nel risposta ai bisogni in continua espansione 1911 disciplina il funzionamento, facendo che in ogni epoca emergono dalla dinami- approvare nello stesso anno la legge sui ca della medicina e della sanità pubblica. diritti di stabilità e sul licenziamento dei Luigino Bellani, terzo direttore generale veterinari municipali. Sempre per quanto dei servizi veterinari (1967-1991), dopo riguarda i Servizi veterinari, nel 1912 in- Iginio Altara e Aldo Ademollo, ha ampia- dirizza ai prefetti del Regno una circolare mente analizzato la Crispi-Pagliani in un di coordinamento “di verifica applicativa articolo del 1991 (La Sanità Pubblica dei provvedimenti sinora approvati e di nella nascita dell’Italia contemporanea, interpretazione autentica”. In questa cir- 1878-1888 – da Depretis a Crispi in Ac- colare Giolitti premette che i provvedi- cademia Nazionale Virgiliana di Scienze menti approvati negli anni precedenti de- ed Arti – Atti e memorie, vol. 59: 31-67, vono intendersi per “disciplinare il servi- pubblicato anche in Archivio Veterinario zio di assistenza e vigilanza zooiatrica nei Italiano, 42: 49-71) e nel suo intervento comuni del Regno, plasmando esattamen- al I° Congresso nazionale di storia della te le condotte veterinarie su quelle medi- medicina veterinaria (1992). che nei rapporti giuridici tra veterinari e Per quanto riguarda i “padri” della “medi- amministrazioni comunali”. Richiede cina unica”, che hanno contribuito alla inoltre ai prefetti di redigere e inviare en- fondazione della teoria delle malattie tra- tro l’anno rapporti dettagliati, indicando smissibili ed alla lotta contro le malattie presso quali Comuni è stato istituito il degli uomini e degli animali ed al pro- servizio veterinario, sia per spontanea ini- gresso della scienza medica con uno spi- ziativa dei Comuni, sia in seguito alla di- rito scientifico che ha segnato la strada chiarazione di obbligatorietà. Vuole inol- per la moderna medicina, rimandiamo al tre essere informato se “esistano speciali volume La medicina veterinaria nel pen- capitolati di condotta contenenti tutto siero di Luigino Bellani (Bergamo 2003). quanto attiene alla multiforme materia dei Nel 1896, senza che vi sia un particolare rapporti tra i veterinari e le amministra- dibattito sull’argomento, il servizio sani- zioni comunali, nel campo della polizia tario veterinario passa dal Ministero del- zooiatrica”. Quanto agli stipendi dei vete- l’interno all’allora Ministero dell’agricol- rinari precisa che “vanno commisurati al- tura, industria e commercio, ma nel 1901, le effettive condizioni di fatto delle varie dopo un deludente quinquennio, Giovanni località e alla potenzialità finanziaria dei 276 comuni, pur tenendo presenti gli altri ce- terinaria italiana, da cui nasce l’Associa- spiti di entrata dipendenti dal libero eser- zione nazionale veterinaria italiana. Finita cizio professionale del veterinario”. An- la prima guerra mondiale, i veterinari re- che nel settore veterinario, Giolitti sugge- clamano maggiore considerazione da par- risce di “concedere sempre con la mag- te delle Amministrazioni comunali e in giore lentezza e cautela possibili e quan- diverse province l’Associazione sarà co- do un rinvio non sia più concedibile senza stretta a “deplorare la connivenza dell’au- reale pericolo, limitando le spese e sem- torità nel sistema di sfruttamento dei co- pre, in ogni modo, quelle pubbliche stata- muni che corrispondono stipendi da fa- li”. Il fatto che sia stato Giolitti stesso a me”, mettendo in sottordine i servizi pre- mettere i veterinari provinciali a carico stati nel pubblico interesse per la conser- dello Stato, è segno che il provvedimento vazione del patrimonio zootecnico e per non era più rinviabile. la profilassi zooiatrica, rispetto a quelli In una decina d’anni, con la collaborazio- dell’assistenza. ne del Direttore generale di sanità Rocco Il 30 dicembre 1923 il R. decreto di “Ri- Santoliquido, succeduto a Pagliani, Gio- forma degli ordinamenti sanitari” ricon- litti delinea i Servizi veterinari nel quadro ferma la legittimità e la pertinenza delle istituzionale della sanità pubblica. Quale rivendicazioni dei veterinari. Il decreto, presidente del Consiglio e ministro del- tra l’altro, conferma provvedimenti presi l’Interno, ha sostenuto in prima persona il da Giolitti, inclusi quelli del 1904 e del dibattito in Parlamento riguardante le mo- 1911 riguardanti l’estensione ai veterinari difiche alla Crispi-Pagliani per l’istituzio- comunali delle norme riguardanti le no- ne dei veterinari provinciali. Ma quando mine, il conseguimento della stabilità e il si deve decidere se i veterinari devono o licenziamento; precisa le funzioni del ve- meno dipendere dai medici provinciali, terinario provinciale quanto ai suoi rap- Giolitti dichiara di avere porti con il medico provinciale ed il pre- un’opinione fissa in questo senso: che la fetto; determina, agli effetti dell’assisten- dipendenza del veterinario dal medico sia za sanitaria e zooiatrica, l’obbligo dei Co- una necessità per il regolare andamento muni di provvedere “alla compilazione di del servizio sanitario. Non è possibile uno speciale elenco dei possessori di be- perfetto accordo quando vi sono due per- stiame, che hanno diritto alle prestazioni sone di autorità che tutte e due si occupa- gratuite dei veterinari municipali”, mentre no della stessa cosa. Evidentemente, biso- in precedenza era previsto un “elenco uni- gna mettere il medico alla dipendenza del co dei poveri di ciascun comune”, in base veterinario o viceversa: se si lasciano in- al quale si poteva godere dell’assistenza dipendenti, raramente avremo l’accordo; sanitaria gratuita e della somministrazio- questo è sicuro solo quando l’uno coman- ne di medicinali, ma non esisteva un elen- da e l’altro obbedisce. E siccome ci sono co degli aventi diritto all’assistenza zooia- delle malattie degli animali che si propa- trica. Lo stesso provvedimento legislativo gano agli uomini, io preferisco che la di- è tassativo: “si fa divieto ai Comuni di rezione del servizio venga affidata a colui istituire condotte sanitarie per la generali- che cura gli uomini. tà degli abitanti”. L’opinione di Giolitti è pienamente con- Il 24 luglio 1930, con R. decreto 1313 so- divisa dal Parlamento, ma non dai veteri- no approvati gli Statuti del Sindacato na- nari che intendono propugnare l’autono- zionale e dei Sindacati provinciali fascisti mia dei Servizi veterinari, che sarà l’o- dei veterinari, già inquadrati dal 1928 nel- biettivo delle lotte sindacali degli anni la Confederazione nazionale dei sindacati successivi. Nel 1912, a Parma, si tiene un fascisti dei professionisti e degli artisti. Congresso in cui si fondono la Reale so- Come si legge nell’Annuario veterinario cietà veterinaria di Torino e l’Unione ve- italiano 1934-35, nel giugno del 1931 è 277 stato lo stesso Mussolini ad indicare per i Messieri analizzerà tutte le disposizioni di veterinari il ruolo di “divulgatori e inter- legge che ”direttamente o indirettamente preti presso il popolo agricoltore dei prin- si riflettono sulla medicina veterinaria” cipi di risanamento sociale posti a base nonché i “regolamenti che emanano dalla della politica rurale del fascismo”, riba- legislazione sanitaria e che specificata- dendo che ritiene il loro lavoro “della mente riguardano le funzioni pubbliche massima importanza politica, per il con- del veterinario”. Luigi Leinati imposterà tatto continuo che essi hanno con gli agri- invece le motivazioni che consigliano coltori dei quali godono la meritata fidu- l’aggiornamento e il riordinamento degli cia”. Il 21 aprile 1933, durante il primo studi di veterinaria. Dino Desiderio Nai Raduno scientifico-culturale, oltre 1.500 affronterà infine le questioni del Servizio veterinari vengono presentati, a Roma, al veterinario, proponendo di scindere netta- capo del Governo che ripete lo stesso mente nelle condotte il servizio clinico da messaggio alla categoria di cui afferma quello di ispezione annonaria e vigilanza “conoscere ed avere a cuore i problemi”. zooprofilattica e di istituire i veterinari Nel 1938, a Salsomaggiore, il Congresso igienisti come funzionari statali, regionali nazionale di medicina veterinaria è aperto o provinciali “inizialmente destinati solo dal ministro dell’Agricoltura e Foreste, in quei Comuni dove le particolari favore- Edmondo Rossoni. voli condizioni zootecniche consentono la Dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia, nel separazione del servizio di assistenza da 1943, il governo militare del col. Charles quello di vigilanza”. Poletti istituisce gli Uffici provinciali: tut- A novembre del 1945 i veterinari si riuni- te le attribuzioni dei prefetti in materia di scono nuovamente a Firenze, dove eleg- sanità vengono trasferite ai medici pro- gono Paolo Girotti presidente della risorta vinciali, quali responsabili dei nuovi uffi- Associazione nazionale veterinari italiani. ci ed i veterinari vengono quindi a trovar- In questa occasione Nai ribadisce le pro- si di nuovo alle dipendenze della Direzio- poste di qualche mese prima, ma con gli ne generale di sanità pubblica. stessi risultati: “la condotta non deve es- Alla fine del 1945, come abbiamo già ri- sere sostanzialmente modificata nella sua cordato, l’organizzazione sanitaria nazio- struttura e nelle sue funzioni”, al contra- nale compie un passo storico, con l’istitu- rio, è necessario “addivenire a ogni possi- zione dell’Alto commissariato per l’igie- bile frazionamento delle condotte e dei ne e la sanità pubblica. Nello stesso anno consorzi che lo consentano senza pregiu- parte dalle Marche e dall’Umbria l’inizia- dizio dei diritti acquisiti e nell’interesse tiva per la costituzione di un sindacato na- del servizio”. Per i veterinari ci sono da zionale dei veterinari: i rappresentanti risolvere alcune questioni urgenti: la ri- delle Associazioni già costituite in molte apertura dei concorsi, l’adeguamento del- province si riuniscono a Firenze il 20 lu- le tariffe professionali e il trattamento glio 1945, nominando una giunta esecuti- pensionistico. Il Congresso chiede inoltre va provvisoria, incaricata di redigere una che la Sezione veterinaria dell’Istituto su- bozza di statuto della futura Associazione periore di sanità venga elevata a laborato- sindacale nazionale, preordinando lo stu- rio, che presso il Consiglio nazionale del- dio dei problemi di categoria e preparan- le ricerche si costituisca un comitato per do il primo congresso nazionale. Le indi- la veterinaria e che venga istituita una Di- cazioni emerse dal convegno di Firenze rezione generale autonoma dei servizi ve- verranno approfondite e sviluppate a metà terinari presso l’Alto commissariato per settembre di quell’anno al convegno di l’igiene e la sanità pubblica, proposta Cadenabbia, dove tre docenti delle uni- quest’ultima che verrà ben presto accolta. versità di Bologna, Milano e Perugia pre- Con l’appoggio della categoria, il Consi- senteranno proposte di riforma: Albino glio dei ministri nomina infatti direttore 278 generale per i servizi veterinari Iginio Al- 20 marzo: la Legge n. 2248 per l’unificazione tara, che presiederà a Napoli nel 1951 il II amministrativa del Regno, proposta dal mini- Congresso dell’Associazione nazionale stro dell’Interno Giovanni Lanza, dà facoltà al dei veterinari italiani. Governo affinché pubblichi e renda esecutive in tutte le province alcune leggi allegate alla stessa, riguardanti, tra l’altro, anche la sanità pubblica. L’allegato C, dedicato in particolare ALLEGATO A alla sanità pubblica, istituisce il Consiglio su- periore di sanità, organo di consulenza del mi- Cronologia storico-legislativa sulla nistero e prevede inoltre “per ogni capoluogo Sanità (1861-1888) di provincia un Consiglio di sanità presieduto dal prefetto e composto da un vicepresidente, (dalla Unità d’Italia sino alla approvazione dal procuratore del re presso il tribunale del della legge Crispi-Pagliani) si tratta di una circondario, di consiglieri ordinari e straordi- cronologia selezionata, che evidenzia in parti- nari” (tra questi è prevista la presenza di un ve- colare le leggi che in qualche modo interessa- terinario) con il compito di “vegliare sulla sa- no la veterinaria nità pubblica”. Questa legge, che estende la vi- gilanza della sanità pubblica ad ospedali, car- 1861 ceri e scuole, non disciplina tuttavia l’intero 18 febbraio: dopo le elezioni (27 gennaio-3 settore sanitario e alcune materie restano rego- febbraio 1861) Vittorio Emanuele III apre la late dalle leggi preesistenti nei diversi Stati. prima legislatura del Regno d’Italia (ottava 7 maggio: il R. decreto n. 2289 pone alle di- per numerazione se si considera in continuità pendenze del ministero dell’Interno il servizio con le precedenti del Parlamento Subalpino), della sanità marittima. in seguito alla annessione di gran parte delle 8 giugno: il R. decreto n. 2322 approva il Re- “regioni” italiane al Regno Sabaudo golamento di attuazione dell’allegato C alla I° aprile: è varato il Decreto n. 4824 relativo alla legge 20.3.1865; n. 2248, modificato poi con ricostituzione del servizio sanitario marittimo R.R. decreti n. 2799 del 30 dicembre 1865 e 30 giugno: è varata la legge n. 64 sulle norme n. 3003 del 14 giugno 1866. relative al servizio di sanità marittima (la leg- 25 giugno. È varata la legge n. 2359 sulle ge era stata presentata dal ministro della Mari- espropriazioni per cause di “pubblica utilità na Camillo Benso di Cavour) (imperversa il colera; è quindi necessario co- 9 ottobre: la Legge n. 249 ed i relativi Decreti struire lazzaretti). 252 e 254 estendono all’Emilia la Legge 20 30 dicembre: Il R. decreto n. 2729 modifica novembre 1859 n. 3793 sulla sanità pubblica. gli artt. 17 e 18 del regolamento n. 2322 dell’8 Le diverse condizioni regionali non consento- giugno sulla sanità pubblica, istituendo una no di realizzare contemporaneamente su tutto commissione municipale di sanità. il territorio italiano l’unificazione legislativa. Il R. decreto n. 251 delega ai prefetti varie at- 1866 tribuzioni già del ministero dell’Interno nella 28 giugno: con la Legge n. 3012 sono abolite direzione “delle Amministrazioni dei comuni, le direzioni di sanità marittima (i prefetti sono delle province (…) della salute pubblica”. investiti delle loro attribuzioni) 16 dicembre: è approvato il R. decreto n. 3391 1864 sul riordinamento del servizio sanitario marit- sino a tutto il 1864 la legislazione sanitaria ri- timo sulta pressoché inesistente ed anche i progetti 21 maggio: Federico Pescetto, ministro della su singoli interventi non sempre giungono al- Marina, propone al Senato il conferimento di l’approvazione. attribuzioni speciali al Consiglio superiore mi- litare di sanità (il progetto viene poi ritirato il 1865 successivo 22 luglio) 5 gennaio: Giovanni Lanza ( ministro dell’In- 28 agosto: con R. decreto n. 3872 viene stabi- terno) presenta alla Camera un progetto di lito il conio di una medaglia destinata a coloro legge per la promulgazione nelle province to- che “si rendono in modo eminente benemerite scane e meridionali della Legge sanitaria 20 in occasione di qualche morbo epidemico pe- novembre 1859, n. 3793 (nessun seguito). ricoloso” 279 12 settembre: un veterinario è chiamato a far 18 settembre: il segretariato generale del mini- parte della commissione ministeriale istituita stero dell’Interno invia una circolare ai prefet- con decreto luogotenenziale, “composta di uo- ti raccomandando la “vigilanza sulla attuazio- mini versati nelle materie amministrative e sa- ne nei Comuni delle norme contenute nel nuo- nitarie” con il compito di “allestire un proget- vo regolamento sanitario, soprattutto in merito to di legge sanitario che abbracci tutti gli ar- ai regolamenti di igiene pubblica” gomenti di igiene pubblica e di risolvere, co- ordinare e ridurre in articoli dispositivi tutte le 1875 questioni relative” 13 dicembre: i deputati Paolo Borselli e Giu- seppe Orlandi presentano un progetto di legge 1869 per il passaggio del servizio della sanità marit- 6 novembre: il R. decreto n. 5991 estende alla tima al ministero della Marina (nessun segui- provincia di Roma la legge 20 marzo 1865 n. to) 2248 e il regolamento 8 giugno 1865 sulla sa- 15 dicembre: il deputato Francesco Saverio nità pubblica Vollaro propone di fondere gli uffici di porto e 16 dicembre: è approvato il decreto di esten- di sanità marittima. La proposta è ripresentata sione alla provincia di Roma della legge e del il 29 marzo dell’anno dopo e presa in conside- regolamento della sanità pubblica del 1865 razione il 13 maggio (nessun seguito) 6 dicembre: Giovanni Lanza, ministro dell’In- terno, presenta al senato il progetto per un co- 1876 dice sanitario della commissione creata con 9 luglio: è approvata la legge n. 3228 , con cui decreto luogotenenziale 12 settembre 1866, di il servizio di sanità marittima è affidato alle cui è presidente il senatore Carlo Burci (la capitanerie di porto, sotto la dipendenza dei discussione viene rinviata a causa di “impegni prefetti e del ministero dell’Interno per quanto ritenuti più urgenti”) riguarda il servizio tecnico sanitario 24 dicembre: riordino del servizio sanitario 22 dicembre: Giovanni Nicotera, ministro del- marittimo in base al Decreto n. 6174 l’Interno, presenta al senato un nuovo proget- to di codice sanitario; la parte che si riferisce 1871 alla “sanità interna” è frutto delle modifiche 30 novembre: il presidente del Consiglio e mi- apportate dal Consiglio superiore di sanità al nistro dell’Interno Giovanni Lanza presenta precedente progetto Lanza; la parte riguardan- nuovamente il progetto di codice sanitario del te la “sanità marittima” non è inclusa nel pro- 6 dicembre 1870 getto (verrà affrontata con disegno di legge a parte, da concordare con il ministro dell’Agri- 1872 coltura, industria e commercio) I° maggio: dopo 23 sedute di discussione (a 18 dicembre. Dopo dieci sedute, la discussio- partire dal 12 marzo), il Senato approva con 58 ne al senato sulla proposta Nicotera per un co- voti favorevoli e 16 contrari, il progetto di codi- dice sanitario viene insabbiata (crisi ministe- ce sanitario; il progetto, presentato alla Camera riale); il progetto è insabbiato il seguente 13 maggio, non avrà alcun seguito 1878 1874 21 dicembre: Antonio Toaldi (deputato) pre- 22 giugno: è approvata la legge n. 1964 che senta alla Camera la proposta per convertire in allarga la Legge sanitaria 20 marzo 1865 n. legge alcune disposizioni relative alla sanità 2248 alle province venete e a Mantova pubblica contenute nel regolamento 6 settem- 18 agosto: il segretariato generale del ministe- bre 1874. Nessun seguito ro dell’Interno invia un circolare ai prefetti af- finché “il rinnovo triennale dei Consigli sani- 1881 tari avvenga contemporaneamente in tutte le 25 ottobre: è promulgato il R. decreto n. 465 province del regno” con cui si approva il regolamento organico de- 6 settembre: il R. decreto n. 2120 approva il gli istituti scientifico-pratici delle facoltà me- nuovo regolamento di sanità pubblica, che diche del regno modifica il precedente dell’8 giugno 1865, in ordine all’esecuzione delle leggi 20 marzo 1882 1865 all. C n. 2248 e 22 giugno 1874 n. 1964 25 giugno: varata la Legge n. 1882 n. 869 sul- 280 la bonificazione delle paludi e dei terreni pa- risultante degli studi di quanto, nei due rami ludosi da attuare “soprattutto per il migliora- del Parlamento e fuori, fu detto, scritto e desi- mento igienico e possibilmente agricolo delle derato”. Il progetto non viene tuttavia discus- zone interessate” so a causa dello scioglimento della camera dei 5 luglio: è varata la Legge n. 895 relativa alle deputati: ripresentato al Senato il 3 luglio, non penalità per le contravvenzioni alla legge sulla verrà mai portato in aula per la discussione sanità pubblica di cui al regolamento del 6 set- 21 agosto: con decreto ministeriale vengono tembre 1874 stabilite speciali cautele a tutela della salute 26 agosto: con circolare del ministero dell’In- pubblica nel commercio degli stracci e dei terno, direzione generale della sanità si istitui- cenci scono i bollettini sanitari mensili (la circolare è inviata a prefetti e sindaci) 1887 30 giugno: con la Legge n. 4647 sono modifi- 1883 cati alcuni articoli della legge 20 marzo 1865, 27 gennaio: il senatore Luigi Torelli presenta all. C sulla sanità pubblica un progetto per la bonifica delle regioni mala- 3 luglio: su proposta del presidente del Consi- riche (la discussione è interrotta il 15 maggio glio e ministro dell’Interno Francesco Crispi, 1884) viene promulgato il Regio decreto 4707: ordi- namento dell’amministrazione centrale del 1885 ministero dell’Interno e istituzione della dire- 9 gennaio: il presidente del Consiglio e mini- zione della sanità pubblica stro dell’Interno Agostino Depretis invia una 12 agosto: il R. decreto n. 5699 stabilisce il circolare ai prefetti, disponendo la distribuzio- ruolo organico del personale e la nomina del ne a tutti i sindaci di un questionario (prepara- direttore della sanità to dal Consiglio superiore di sanità insieme al- 22 agosto: con circolare ministeriale. Direzio- la Direzione generale della statistica) per rea- ne della sanità pubblica, si dispongono misure lizzare un’ampia inchiesta sulle condizioni preventive contro la diffusione del colera nei igieniche e sanitarie del Regno. Tra le doman- Comuni del regno; si insiste in particolare sul- de, la presenza e le condizioni di salute del la necessità della denuncia e dell’isolamento, bestiame, l’alimentazione, l’organizzazione sulla disinfezione delle case e degli oggetti e sanitaria, le vaccinazioni, le malattie ricorren- degli animali, sulle cautele per la tumulazione ti. I risultati dell’inchiesta, particolarmente ur- dei cadaveri gente dalle manifestazioni di colera verificate- 22 novembre: Francesco Crispi, presidente del si nel 1884, sono raccolti dall’ufficio della sta- Consiglio e ministro dell’Interno, presenta al tistica sanitaria e pubblicati nel 1886 Senato il suo progetto di legge sulla tutela del- 15 gennaio: è varata la Legge n. 2892, presen- l’igiene e della salute pubblica come “la sinte- tata dal presidente del Consiglio e ministro si dei passati studi e delle nuove indagini” dell’Interno Agostino Depretis, che contiene 27 novembre: il R. decreto n. 5103 istituisce disposizioni per provvedere al risanamento e l’insegnamento di ingegneria sanitaria presso all’igiene pubblica della città di Napoli l’Istituto d’igiene dell’università di Roma; si 12 marzo: il R. decreto n. 3004 approva il re- decide inoltre la creazione di laboratori di in- golamento per la procedura che deve seguire dagini tecniche e sanitarie che dovranno inol- la giunta speciale di sanità di Napoli tre servire per le ricerche richieste dalla dire- zione della sanità pubblica del ministero del- 1886 l’Interno 13 aprile: conclusa l’indagine sulle condizioni 24 dicembre: circolare del ministero dell’In- igienico-sanitarie dei Comuni del regno il pre- terno, Direzione della sanità pubblica, indiriz- sidente del Consiglio e ministro dell’Interno zata a tutti i sindaci dei Comuni, relativa al Agostino Depretis (spinto ed appoggiato dal- bollettino sanitario mensile e a bollettini l’on. Agostino Bertani, medico, studioso delle straordinari sullo sviluppo delle malattie infet- condizioni igieniche e sanitarie delle popola- tive, da inviare direttamente al ministero zioni delle campagne e propugnatore di una riforma radicale della legislazione sanitaria) 1888 presenta al senato un nuovo progetto di codice 22 dicembre: a 27 anni dall’Unità d’Italia e sanitario, composto da 188 articoli che è “la dopo numerosi falliti tentativi di riordino dei 281 servizi sanitari ed elaborazione di disposizioni 19-07-1906. Regolamento assistenza sanitaria organiche a difesa della salute, è varata la leg- 01-08-1907. Testo unico leggi sanitarie ge n. 5849, di tutela dell’igiene e della sanità 05-07-1908. Convenzione relativa ufficio in- pubblica. Questa prima riforma sanitaria ita- ternazionale di igiene pubblica liana, presentata da Francesco Crispi, è pre- 07-07-1910. Modifica regolamento sanità ma- sentata al senato da Stanislao Cannizzaro nel- rittima la seduta del 15 marzo 1888 e approvata con 10-07-1910. Legge sugli ordini professionali modifiche il I° maggio, con 53 voti favorevoli sanitari e 21 contrari. Passata alla Camera il 16 mag- 27-04-1911. Interpretazione autentica della gio successivo, illustrata del relatore Mario legge 25 febbraio 1904, relativa Panizza il 18 giugno, sarà approvata il 19 di- ai diritti di stabilità e al licenzia- cembre senza ulteriori modifiche, con 145 voti mento dei veterinari municipali a favore e 69 contrari. La legge, di solo 71 ar- 12-08-1911. Regolamento per l’esecuzione ticoli, tende a fornire l’impostazione generale della legge 10 luglio 1910, sugli dell’organizzazione sanitaria, rinviando ad un ordini sanitari successivo regolamento da approvare con de- 22.10.1912. Pubblicazione della circolare creto reale, sentito il Consiglio di Stato, le “Notevoli disposizioni del mini- norme di applicazione; rinvia altresì a regola- stero dell’Interno per i servizi di menti speciali, sentito il Consiglio superiore vigilanza zooiatrica e per i vete- di sanità, l’esecuzione delle singole materie. Il rinari” regolamento per l’applicazione della legge, 16-07-1916. Disposizioni sanitarie sulle ac- composto da 120 articoli, è approvato con R. que minerali decreto 9 ottobre 1889, n. 6442. 03-12-1923. Decentramento competenze au- torità sanitarie 30-12-1923. Riforma degli ordinamenti sani- ALLEGATO B tari 30-12-1924. Impiego delle materie coloranti Elenco di principali leggi e decreti negli alimenti riguardanti direttamente o 16-01-1927. Regolamento per i laboratori indirettamente la Sanità Pubblica provinciali e comunali di igiene Veterinaria (anni 1888-1988) e profilassi 20-01-1927. Utilizzazione e consumo acqua 23-12-1888. Tutela dell’igiene e della sanità minerali pubblica 29-03-1928. Lotta contro le mosche 03-08-1890. Vigilanza igienica sugli alimenti, 09-05-1929. Vigilanza igienica del latte bevande e oggetti di uso dome- 01-12-1930. Obbligatorietà delle concimaie stico 12-06-1931. Nuova disciplina per la vivise- 29-09-1895. Regolamento della sanità marit- zione sugli animali vertebrati a tima sangue caldo 09-07-1896. Attribuzione del servizio sanita- 07-06-1934. Fondazione dell’Istituto di Sani- rio veterinario dal ministero del- tà Pubblica l’Interno al ministero dell’Agri- 27-07-1934. Testo unico delle leggi sanitarie coltura, Industria e Commercio (il precedente testo era stato 26-06-1902. Tutela dell’igiene e della sanità emanato il 04-02-1915) pubblica: modificati cinque arti- 28-01-1935. Norme rivolte a diminuire le coli cause di malaria 29-03-1903. Assunzione diretta dei pubblici 05-03-1935. Nuova disciplina giuridica del- servizi da parte dei Comuni l’esercizio delle professioni sani- 25-02-1904. Modificazione e aggiunte alle tarie disposizioni vigenti intorno al- 25-06-1938. Ordinamento del servizio veteri- l’assistenza sanitaria, alla vigi- nario lanza igienica e all’igiene degli 10-02-1940. Regolamento del servizio veteri- abitati nei comuni del Regno nario territoriale 18-06-1905. Fabbricazione e vendita di vacci- 23-04-1940. Disposizione sulle malattie infet- ni, virus, sieri e tossine tive e diffusive 282 12-07-1945. Istituzione dell’Alto commissa- 30-05-1967. Istituzione dell’Istituto speri- riato per l’igiene e la sanità pub- mentale per l’igiene e il control- blica lo veterinario del pesce 31-07-1945. Ordinamento e attribuzioni del- 23-01-1968. Profilassi della peste bovina, del- l’Alto commissariato per l’igie- la pleuropolmonite dei bovini, ne e la sanità pubblica dell’afta epizootica, della morva, 13-07-1946. Decreto legge del capo provviso- della peste suina ed equina. rio dello stato: ricostituzione de- 27-01-1968. Norme per gli alimenti surgelati gli ordini delle professioni sani- 10-12-1968. Vaccinazione obbligatoria anti- tarie e per la disciplina dell’eser- rabbica dei cani cizio delle professioni stesse 23-06-1970. Ordinamento degli istituti zoo- 04-10-1949. Decreto del Presidente della Re- profilattici sperimentali pubblica: norme relative ai servi- 13-12-1971. Vaccinazione obbligatoria anti- zi e ai ruoli dell’Alto commissa- morbica dei cani riato per l’igiene e la sanità pub- 12-10-1973. Norme sanitarie per l’importa- blica zione di carne fresca 05-01-1953. Organizzazione del Consiglio 27-04-1974. Servizio periferico del ministero superiore di sanità della sanità per la profilassi in- 08-02-1954. Regolamento di Polizia veterina- ternazionale delle malattie infet- ria tive e diffusive 31-07-1954. Regolamento sanitario interna- 23-12-1975. Trasferimento alle regioni degli zionale approvato dall’OMS istituti zooprofilattici sperimen- 28-06-1955. Costituzione della Commissione tali europea per la lotta contro la 6-12-1976. Norme sanitarie per l’importa- febbre aftosa zione di equini 15-02-1958. Istituzione dell’Ente nazionale di 27-04-1978. Norme concernenti i requisiti previdenza ed assistenza per i microbiologici, biologici, chimi- veterinari ci e fisici delle acque destinate 13-03-1958. Istituzione del ministero della alle molluschicolture Sanità. Coadiuvato dal Consiglio 29-04-1978. Vaccinazione contro le malattie superiore di sanità quale organo quarantenarie da parte degli uffi- consultivo e dall’Istituto superio- ciali sanitari di porto e aeroporto re di sanità quale organo tecnico- 23-12-1978. Legge di riforma sanitaria. Isti- scientifico tuzione del servizio sanitario na- 15-02-1960. Disciplina sanitaria dell’alpeggio zionale e transumanza del bestiame 24-04-1982. Ordinamento dei ruoli professio- 20-12-1961. Forme morbose da qualificarsi nali dei sanitari della Polizia di malattie sociali Stato 30-04-1962. Norme per la salubrità degli ali- 21-09-1985. Piano nazionale per il controllo menti ed il risanamento degli alleva- 09-06-1964. Bonifica sanitaria degli alleva- menti bovini dalla leucosi bovi- menti dalla tubercolosi e brucel- na enzootica losi 12-03-1987. Produzione, acquisto, distribu- 31-03-1965. Disciplina degli additivi chimici zione ed impiego dei vaccini per per la conservazione delle so- la profilassi immunizzante obbli- stanze alimentari gatoria degli animali 30-12-1965. Norme sanitarie per scambi di 20-06-1988. Misure per la lotta contro l’afta animali e carni tra Italia e Stati epizootica ed altre malattie epi- della CEE zootiche degli animali.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

HISTORICAL NOTES ON ZOONOSES AS OCCUPATIONAL DISEASES GIORGIO BATTELLI, MASSIMO GHINZELLI, ADRIANO MANTOVANI RIASSUNTO NOTE STORICHE SULLE ZOONOSI COME MALATTIE OCCUPAZIONALI Il fatto che le persone che lavorano con gli animali o loro organi e prodotti possano contrarre alcune infezioni è conosciuto da secoli, molto prima dell’introduzione del concetto di “zoono- si”. Il carbonchio ematico e la morva sono le piu’ importanti infezioni di una lunga lista di zoonosi occupazionali storicamente citate. L’interesse per queste malattie fu inizialmente rivol- to alle vie ed alle modalità di trasmissione, e solo successivamente alle misure di controllo ed ai lavoratori a maggior rischio. Successivamente, l’interesse fu esteso dalle zoonosi a tutte le malattie correlate al lavoro con animali, i loro ambienti e le produzioni animali. La legislazio- ne italiana iniziò ad occuparsi del problema nel 1865, evolvendo sino agli attuali sviluppi. Il coinvolgimento della Sanità Pubblica Veterinaria (SPV) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ebbe inizio sin dalla fondazione (1948) e si sviluppò negli anni in collaborazione con altre organizzazioni internazionali. Nel 1975, il Comitato esperti FAO/OMS per la SPV classificò le zoonosi come segue: 1) Zoonosi con gravi effetti sulle produzioni animali; 2) Zoo- nosi con gravi conseguenze per l’uomo e per gli animali economicamente importanti; 3) Zoo- nosi con gravi conseguenze per l’uomo, ma di scarsa gravità per gli animali. Questa classifica- zione tiene conto del significato sanitario e socio-economico delle zoonosi. Molte zoonosi che possono essere associate ad attività occupazionali (ad es. brucellosi, tubercolosi bovina, car- bonchio ematico, dermatomicosi, leptospirosi) appartengono alle prime due categorie.

Foreword One of the factors considered when choosing the animals to be domesticated Humans must have become very soon was certainly docility, i.e. the limited risk aware of the danger linked to contacts in the man-animal relationship, and one with animals. The first known form of ac- of the goals of domestication was the tivity, hunting, especially of big mammals taming of the animal, diminishing (and, if as it was practised in the Palaeozoic era, possible, eliminating) the risks involved. was certainly a hazardous work. Also As activities evolved, specialisations de- hazardous were harvesting and animal ex- veloped and (in our opinion) surely also ploitation for food, because anyone in- diseases developed connected with them. volved in this activity must surely have No documentation is available about this individually or collectively experienced item. It is possible that someone had es- the risks connected with the obtainment tablished a link between the type of work of such a food. and contacts with animals and diseases, It can be hypothesised that any kind of but such possible records did not reach us human occupational relationship with an- (lost? destroyed?). Mariani-Costantini and imals was associated with specific dis- Capasso underline that man approached eases. More or less serious (even fatal) cattle for food in the Neolithic era and that traumas were certainly the result of hunt- the first evidence of human bone tubercu- ing and pasturing activities with the first losis traces back right to this period.1 partially domesticated animals. It should An obstacle to the identification of some be borne in mind that in those early times occupational zoonoses could have been hunters and breeders were also consumers their long incubation periods (e.g. tuber- in that they ate hunted or reared animals culosis, cystic echinococcosis) and/or the and this involved handling of (i.e. con- fact that the lesions are internal and tacts with) the food being prepared. evolve slowly (e.g. cystic echinococcosis, 285 tuberculosis, deep mycoses). Another ob- piatory and sacrificial role among Jews stacle might have derived from the fact and Romans (“scapegoat”) and finally, in that contacts with animals were part of the Middle Ages, to the he-goat of the de- every-day life thus making it difficult to moniac sabbath. Of course, this did not classify them as a risk factor. Some prevent goats from being reared and their zoonoses have probably been included in products being normally used. a category of diseases now defined as The zoonoses whose occupational rela- “malaria complex” and “flu complex” tionship was first recognised were those (e.g. brucellosis, Q fever); others were with evident skin lesions and short incu- confused with leprosy (e.g. erysipelas, bation periods, such as ringworm (der- cutaneous anthrax, dermatomycosis by matomycoses, defined as “scabies”), cuta- Trichophyton verrucosusm). neous anthrax and glanders. Some quota- The above hypotheses are based on the tions of human diseases linked to contacts broadened concept of zoonosis, which in- with animals will be here reported in cludes traumas and poisonings. Refer- chronological order. 3,4 ences to classical occupational zoonoses One of the first reports of an occupational (i.e. presumably due to infectious agents) zoonosis comes from Titus Livius, who are found only in historical times. narrates that in the Roman year 328 (425 BC), under the consulate of Aulus Cor- nelius Cosus and Titus Pennus, a form of A glance at the past “scabies” affected almost all of the live- stock and spread among peasants, later Even before the concepts of infection and among slaves, and finally also among the zoonosis became clear, the possibility of city’s inhabitants. It is possible that it was transmission of diseases from animals to dermatomycosis. man appeared to be confirmed by the ob- Renatus Vegetius (IV century) described servation of the diseases affecting people glanders as a diseases transmissible not taking care of animals or having contacts only to horses but also to their caretakers. with them and their products. In the Middle Ages, the Senate of the The first example we know of a link be- Venetian Republic prohibited the slaughter- tween work activities with animals and ing of anthrax-affected animals and the diseases regards “epilepsy”, which was consumption of their meat on pain of death. believed to be due to contact with goats. In 1705, Ramazzini described a serious No direct reference is available on this disease, presumably anthrax, affecting statement, which is denied by Herodotus hide dealers and tanners. (484-425 BC) and Hippocrates (460-380 The contagiousness of “malignant an- BC) who affirm that Libyan nomads liv- thrax” was so well recognised that Bonsi, ing with goats are “the healthiest of in his Veterinary Dictionary of 1745, af- men”. Such authoritative affirmations, firms that “… it is contagious not only for however, were not sufficient to change the those of the same species that cohabit to- belief. Indeed, Plutarch (47-127 AD) at- gether… [but] invariably affects also hu- tributes the total alimentary and contact mans handling them without the neces- bans on goats to an attempt at avoiding sary precautions”.5. contamination with an animal often af- The contagiousness of glanders and its fected by epileptic seizures.2 transmissibility to man were debated in This (frequent epilepsy) is perhaps one of the XVII and XVIII centuries. The result- the reasons for the discrimination the goat ing underestimation of the risk resulted in suffered throughout the centuries: from a high mortality in the (civil and military) its symbolic and magic significance personnel taking care of horses and other among Assyrians and Chaldeans to its ex- equine animals, and this eventually led to 286 the recognition of glanders as an occupa- worker that had carried an infected tional disease. bovine animal on his back after disinter- The first application of a vaccine (small- ring its carcase previously condemned by pox) started from an occupational infec- Prof. Maffei at the slaughterhouse. In ad- tion. Indeed, on the 14th May of 1796, Ed- dition, he cited many occupational human ward Jenner collected pus from a lesion cases in Mediterranean countries. of the milkmaid Sara Nilmes and injected In 1878, in Vienna, anthrax was recog- it to a young peasant, James Phipps, thus nised as an occupational disease under realising the first vaccination. the name of “ragmen’s disease”. Two In 1818, Veith, director of the Veterinary years later, the infection was recognised School of Vienna, warned students and in England as “carder’s disease” after the veterinarians against anthrax-infected ani- occurrence of numerous cases in a wool- mals and viscera. processing factory. It should be remem- In February 1820, three stablemen who bered that Alessandro Lanfranchi, in his had taken care of a horse in the market of lessons on infectious animal diseases held Bergamo were affected by “scabies” that in 1946 to 1948 at the Bologna Universi- later infected more than 30 people. ty, spoke of “malattia dei cenciaioli” The first case of compensation for occu- (“ragmen’s disease”) as a respiratory pational zoonoses was in 1828, when form of occupational anthrax. Francis Bourbon I granted a life pension In 1886, Perroncito reported that der- to a stableman who contracted scabies matomycosis was a mild ailment lasting along with another two stablemen while 6-7 months that affected milkmen and taking care of infected dromedaries. Until caretakers of cattle and horses. then, to our knowledge, compensations In 1894, Galli-Valerio published his man- had been allowed only in case of loss of ual on zoonoses and included among oc- animals or compulsory slaughtering fol- cupational diseases scabies and tri- lowing epidemics. chophytosis (animal caretakers), actino- Between 1830 and 1840, Breschet and mycosis (coachmen, carters, veterinarians Rujer underlined the high contagiousness and physicians), and anthrax (bricklayers of anthrax in horses and the growing and personnel processing horsehair and number of acute cases in caretakers, such brushes). Anthrax could derive as an oc- as veterinarians, veterinary students and cupational disease from pricks with con- stablemen. taminated tools or handling of horsehair In 1838, Gobbani, in his booklet “Quadro and brushes, and be transmitted through delle malattie contagiose che si propagano flies or via inhalation. da un genere all’altro di animali e da In 1905-6 Debray and in 1912 Guy, cited questi all’uomo” (A review of those conta- by Forgue and Jeanbrau,6 discussed two gious diseases that spread from animal to dissertations on occupational anthrax at animal and from these to man), described the Universities of Paris and Toulouse, re- skin lesions, probably due to Trichophyton spectively, and stressed the frequency of verrucosum or other related fungi, in sta- the infection and the need for continuing blemen, peasants, veterinarians, coach- attention by physicians to workers with men, millers and soldiers. Anthrax was suspicious lesions. believed to be a disease of workers in- As for comparatively recent times, the volved in all hide-processing operations. first exhaustive document we know on In 1861, Gamgee described a case of an- occupational diseases of veterinary inter- thrax in a shepherd who had had his arm est is “Considerazioni generali sopra scratched while medicating the leg of a l’importanza della medicina veterinaria in sheep. He also described another case oc- campo assicurativo (uomo)” (General curred in Ferrara in August 1854 in a considerations about the importance of 287 veterinary medicine in the insurance field 1. Anthrax (especially linked to direct –man), presented by Elio Barboni and contact with sick animals, carcases, Giulio Menesini at the Third internation- hides, horsehair and wool): workers al Congress on life insurance medicine processing hides, hairs and wool (tan- convened in Rome in June 1949.7 The pa- ners, manufacturers of related prod- per (where the term zoonosis is not men- ucts, shearers, carders, furniture mak- tioned) aimed at calling the attention of ers, etc.), sellers of products of animal insurance companies to those diseases origin, butchers, skinners, ragmen, which domestic animals directly or indi- coachmen, paper manufacturers, shep- rectly transmit to humans. These are di- herds, veterinarians; vided according to the species of trans- 2. Glanders (especially linked to activities mitter animals: horses, cattle, sheep and with infected, dead or alive equine ani- goats, swine, dogs, cats, chickens, ducks, mals): butchers, carters, farmers, farri- pigeons, domestic parrots. Later on, re- ers, riding instructors, stablemen, sol- garding some of the diseases listed, their diers serving in the cavalry or in con- transmissibility from animals to man tact with equines, veterinarians. failed to be confirmed. This work antici- The interest in these diseases was initially pated by some decades the involvement devoted to infection routes and modes, of Veterinary Public Health (VPH) in oc- and only afterwards to control measures cupational diseases. and to workers at higher risk (sometimes In Italy, the interest of Veterinary Medi- also to their families). cine in occupational diseases of workers Later on, the interest was extended to of zootechnical and parazootechnical in- zoonoses, identified in time in an ever- dustries has evolved, starting from the growing number, to all diseases connect- seventies and in accordance with interna- ed with activities with animals (domestic, tional Organisations such as World Health wild, synanthropic, experimental), to their Organisation and FAO, with a number of living and breeding environments, and to investigations, publications, meetings and the processing of their products. These courses aiming at arousing the interest of pathologies include allergies (e.g. to envi- operators, veterinarians and students, fos- ronmental dusts, mites and moulds of tering and soliciting legislation, and seek- feeds), intoxications (e.g. by contact with ing inter-professional collaboration in a or ingestion of chemicals, etc.), traumas continuously evolving sector. and wounds. Unfortunately, even nowa- days some of these conditions are still re- ceiving poor attention in spite of their im- Evolution of the concept of occupational portance as both acute and chronic prob- zoonosis lems. Over the years, the conviction has gained The two diseases which first led to the ground, at least at the ideological level, concept of occupational zoonosis (and, that animal health, human health and eco- along with rabies, to the concept of nomics represent three fundamental, in- zoonosis) certainly are anthrax, caused separable pillars of a modern, efficient by Bacillus anthracis, and glanders, and “healthy” animal husbandry. Working caused by Burkholderia (Pseudomonas, places physically, chemically and biologi- Malleomyces …) mallei, which we may cally unfit for man are also unfit for farm define as “the Mothers of all occupation- animals, with negative (often serious) so- al zoonoses”. The categories of workers cio-economic consequences for the indi- that have historically been reported as vidual, the industry and the consumers. being at higher risk of contracting such Accordingly, the prevention of occupa- infections are: tional diseases (among which those of 288 veterinary interest such as zoonoses) rep- populations, from the improvement of resents not only an instrument of work- trade of animals and their products, from ers’ safeguard but also a factor of qualita- the increasing attention to school educa- tive-quantitative promotion of animal pro- tion and health information of citizens. ductions and of a proper man-animal-en- In 1865, at the dawning of the Italian vironment relationship. Reign, the first organic health regulation As for occupational zoonoses, also con- of the Italian State was issued in the form sidered in the strict sense of the word, al- of an annex to the law on the Administra- though some success has been obtained tive unification of the State. This regula- by control measures in animals, a lot is tion, a substantial reproduction of a Sar- still to be done for a correct health infor- dinian law of 1859, attributed the health mation and education of workers (espe- competences to the local administrative cially of the foreign ones who by now authorities, in co-operation with a high represent a conspicuous part of the per- health Council and with provincial and sonnel of animal husbandry and related territorial health Councils. A professor of industries). veterinary science was included among Finally, from the legislative point of view, the temporary counsellors of the high it should be stressed that only recently health Council. The regulations of 1865 have some relevant normative gaps been were modified in 1888 by the health Law, filled. called Crispi-Pagliani, that was given its executive rules in 1901, pending the title discipline on the practice of health profes- Occupational zoonoses and the Italian sions which was issued only by the Royal legislation Decree of the 1st of August of 1907. The first health Laws, a result of the eagerness The history of animal-associated occupa- for reforms which shaped the new State, tional diseases was reviewed at the First have laid the foundations of the Italian International Conference on the history health services and sanctioned the belong- of occupational diseases and environmen- ing of veterinary action to public health. tal prevention held in Rome in October In the field of meat safeness, Royal De- 1998.8 cree 3298 of 1928 Regulation for the On that occasion the evolution was ex- health surveillance of meat centralised plained of the Italian legislation on occu- slaughter in public abattoirs promoted to pational zoonoses that was the fruit of the the level of health structures and ruled by political and cultural climate of previous a veterinarian, thus becoming the focal times and a mirror of the role attributed to point of zoonoses control. This Regula- physicians and veterinarians. This chapter tion was a pillar of the public veterinary is coupled with the paper on the evolution practice until 1994, when it was replaced of Veterinary Services presented by by the EC regulations. Donelli et al. at this congress.9 The fascism wanted to give its mark to The instruments enabling an efficacious the Italian health organisation by issuing, zoonoses control are becoming more and in 1938, the Consolidation act of health more efficient following the advancement laws, partially still in force, which pro- of scientific knowledge, availability of vides for health personnel, veterinarians new diagnostic procedures, development included, the obligatory notification to the of vaccines and drugs. However, the dra- mayor of infectious and diffusive diseases matic changes that led to the progressive including zoonoses. introduction of Laws and VPH actions in After the 2nd World War, the Regulation of the fight against zoonoses have come from veterinary police of 1954 provided the the economic and social progress of rural still current legal instruments for the con- 289 trol of infectious diseases on farms. The the prevention of biological occupational Regulation gives a list of zoonoses which risks, also in the veterinary field. Employ- require reciprocal notification between ers are invested with their responsibilities the municipal veterinarian and the health and the concept is introduced of the pre- officer. The need for medical-veterinary ventative evaluation of occupational risks. collaboration in the fight against Public veterinarians, although not directly zoonoses is stated by law, and will be involved by Labour Decree 626, must to- confirmed by Presidential Decree 264 of day comply with the duties they are given 1961. by the pre-existing regulations in collabo- In 1956, Presidential Decree 303 General ration with the new administrative figures regulations for occupational health estab- committed to prevention. lished basic rules, still relevant and indis- pensable in the prevention of occupation- al diseases. Occupational zoonoses and World Health In 1965, the Consolidation act of regula- Organisation tions for compulsory insurance against work accidents and occupational diseases The involvement of VPH of the WHO is issued, which constitutes a milestone in started since the foundation of the latter the social rules of labour protection. A (1948) and has developed during years in distinction is here made between occupa- cooperation with other international Or- tional diseases and accidents, whereas ganisations. Such an involvement was the zoonoses were previously considered “ac- subject of Seimenis’s contribution pre- cidents”, thus actually creating serious sented on the occasion of the above-cited difficulties in obtaining compensation for Conference on the history of occupational many occupational zoonoses. In 1973, the diseases held in Rome.10 “tables” are published of those occupa- Among the many initiatives, documents tional diseases liable to insurance com- and expert meetings promoted by the pensation, but another 31 years shall pass WHO, mention must here be made of two before many occupational zoonoses of the events we believe to be fundamental in zootechnical and parazootechnical sectors the sector of occupational diseases in ani- are included in the lists by the Ministerial mal husbandry and related activities, Decree of the 27th of April 2004 (List of since they have strongly committed pre- compulsorily notifiable diseases under vention and surveillance of these patholo- article 139 of the consolidation act, ap- gies to the competence of VPH. proved by the Presidential Decree of 27 The first, of 1975, is the joint WHO/FAO April 1965 and subsequent integrations). meeting of VPH experts 11 which recog- The institution of the National Health nised zoonoses and traumas caused by Service in 1978 strongly promotes pre- different species of animals as occupa- vention and definitively recognises the of- tional risks and stressed the need for spe- ficial veterinarian’s role in the prevention cific knowledge for their prevention and of diseases transmissible from animals control. At the meeting, the expert com- and their products. mittee, upon Italian proposal, classified Finally, on the 19th of September 1994, in zoonoses from the socio-economic view- compliance with some EC Directives, point as follows: 1) Zoonoses with serious Labour Decree 626 is issued (Implemen- effects on animal production; 2) Zoonoses tation of Directives 89/39/EC, 89/655/EC, with serious consequences both for man 89/656/EC, 90/270/EC and 90/679/EC and for economically important animals; concerning the improvement of workers’ 3) Zoonoses with serious consequences safeness and health, on the workplace), for man, but much less serious in eco- which represents a real turning point in nomically important animals. Such a 290 classification takes into account the so- and led to the gradual decrease in the cio-sanitary and socio-economic signifi- number of diseases associated with obso- cance of zoonoses: Many zoonoses possi- lescent production cycles or farming tech- bly associated with occupational activities niques and, as a result, to the reduction or (e.g. brucellosis, bovine tuberculosis, an- disappearance of some biological risks thrax, dermatomycosis, leptospirosis) be- for workers involved in farming or related long to the first two categories. activities. The second, more recent event is the As an example, glanders has become ex- meeting of the WHO expert group con- tinct in Italy not only thanks to the en- vened in Teramo in 1999 to discuss the forcement of Veterinary Police regula- “future” of VPH in the XXI century, with tions but also to the disappearance of the participation of FAO and Office Inter- huge concentrations of equines in the national des Epizooties (now World Or- army and civil transport. The destruction ganisation for Animal Health). The issue of infected carcases by substituting heat of occupational diseases associated with for the traditional burial has made anthrax work with animals and their products is an occurrence linked to the introduction included both in the final document12 and of infected hides from the Third World. in the working contributions, since it is The improved hygienic standards of considered an emerging component of the zootechnical workers, along with a “less VPH competences and activities. close” promiscuity with income-generat- ing animals and the availability of effec- tive antimycotic drugs caused fungal Final remarks zoonoses to become a still frequent but scarcely important eventuality from the In the long run, the application of preven- sanitary viewpoint. tative veterinary medicine, such as abat- The advent of the “antibiotic era”, im- toir inspection, diagnostic tests, vaccine proved living conditions of animal indus- prophylaxis and farming hygiene, has try workers, accessibility of health struc- largely modified the prevalence and the tures have mitigated the consequences of incidence of zoonoses in animals and their zoonoses as well as of other infectious impact on man. Governmental prophylac- diseases. tic campaigns have strongly reduced the Although no statistical are available on diffusion of bovine brucellosis and tuber- this item, we may affirm that animal-as- culosis. The condemnation (ad destruc- sociated accidents decreased in time due tion) of infected carcases and viscera at to the drastic reduction in the number of the slaughterhouse have limited the spread zootechnical workers and to the changes of cystic echinococcosis, trichinellosis, in the type of contacts. taeniosis/cysticercosis, and of many other Over the years new farming forms have pathologies of humans and animals. developed such as pisciculture, rearing of Contextually, dramatic changes have oc- wildlife for repopulation, of ratids or curred in the animals’ role in farming companion animals, while activities with techniques and in the types of animal- exotic animal species have become im- man contacts. Relevant examples are the portant in scientific experimentation or disappearance of exploitation of animals for recreational purposes. The rearing of for work (draft, etc.), the introduction of some “traditional” species such as pigs or machine milking or the marginalisation of poultry has conversely undergone so pro- the horses for sporting purposes due to found a change that it has actually be- the advent of agricultural, military and come a reality exceedingly different than transport motorisation. Each change has the past. influenced the epidemiology of zoonoses New activities and technologies have gen- 291 erated new forms of zoonotic and occupa- not perceived as an occupational accident. tional risk. Examples are sensitisation to In addition, people in contact with ani- zootechnical drugs or allergic alveolitis mals (cowboys, shepherds, swineherds, due to organic dusts on farms. soldiers, etc.) were usually not considered Scientific research is still to fully explain so important as to deserve medical care. the impact of some so-called emerging Finally, available knowledge did not al- zoonoses (transmissible encephalopathies, low the different diseases to be always West Nile disease, Escherichia coli distinguished. O157:H7 infection, avian influenza, etc.) The professionalisation of zootechnical on farm personnel’s health and the risk of and parazootechnical activities led to a infection they take. definition of work and risks. The social Emerging (and re-emerging) zoonoses role of the workers and availability of re- may derive by alterations of the ecologi- sources (including medical ones) in- cal balances, natural or artificial muta- creased gradually. The knowledge of dis- tions of infectious agents, wildlife migra- eases has enabled diagnoses to be made tions, introduction of allochthonous and timely and efficacious therapies to be species, trade globalisation, movements applied, especially in countries (or locali- of people from distant areas of the planet. ties) with advanced social services. They may also derive from changes in Present challenges are the safeguard (de- working conditions or workplaces, fence) of laboriously attained social serv- lifestyles, defence capabilities of persons ices and their extension to areas in want to infections. of them, adequate instruction of the per- But also “classical” zoonoses, often sonnel involved in zootechnical and relat- wrongly considered a problem of the past, ed activities, and the monitoring of such affect people in near countries and may activities in order to identify all existing again spread also in Italy should the bal- or emerging diseases that they imply. This ance cease reached over the last decades. shall be done also with the contribution Tuberculosis is an evident example of this. and involvement of international health It is not a memory of the past century but Organisations. a still present problem for so many inhabi- Labour and health laws must follow this tants of the planet. Reappeared in the process and be tailored to needs in modes ghettoes of megalopolises of most devel- and times. oped countries, it worms its way among people seeking new opportunities in the immunological vulnerability of individu- BIBLIOGRAPHY als and inattention of health systems. Should also bovine mycobacterium be 1 R. MARIANI-COSTANTINI, L. CAPASSO, La shown to play a significant role in this preistoria delle infezioni, Il Polso 15: 46- reappearance and in the increase of human 52, 1991 cases then, in areas where eradication has 2 IPPOCRATE, La malattia sacra (a cura di been achieved in livestock and many A. Roselli), Marsilio Ed.i, Venice, 1996, workers come now from zones with high pp. 53, 75, 91, 92. prevalence of tuberculosis, we should 3 A. MANTOVANI, R. BALDELLI, G. BATTEL- speak of health risks for both workers and LI,F. BENVENUTI, F.M. CANCELLOTTI,A. animals, with serious socio-economic CATALANO, M. GHINZELLI, L. LOLI PIC- repercussions on the community. COLOMINI, R. MARABELLI, M. MUSTI,A. For many years man had been living in SEIMENIS, A historical overview of occu- close promiscuity with animals and the pational diseases connected with animals, occurrence of diseases, especially when in: Contributions to the History of Occu- these had long incubation periods, was pational and Environmental Protection 292 (A.Grieco, S.Iavicoli & G.Berlinguer razione Vita (Rome, June 1949), pp. 1-19 Eds.), Elsevier Science B.V., Amsterdam, (abstract). The Nederlands, International Congress 8 A. MANTOVANI et al., 1999, cited Series No. 1189, 1999, pp. 239-246. 9 G. DONELLI, E. LASAGNA, A. MACRÌ,A. 4 A. MANTOVANI, Considerazioni sul con- MANTOVANI, Sull’afferenza dei Servizi cetto di zoonosi – Nuove proposte per un veterinari all’Amministrazione pubblica termine antico, Argomenti 6 (5): 16-21, italiana: una ricostruzione storica, at this 2003. Meeetingin. 5 F. BONSI, Dizionario ragionato di Veteri- 10 A. MANTOVANI et al., 1999 cited naria teorico-pratica ed erudita, Vol II, 11 WORLD HEATH ORGANISATION, Contrib- Stamperia Albertiniana, Rimini, 1745, p. uto della Medicina veterinaria alla sanità 95. pubblica (traduction by P. BENAZZI,R. 6 E. FORGE, E. JEANBRAU, Guide pratique ZANETTI from the original The Veterinary du médecin dans les Accidents du Travail, contribution to public health practice, III Ed., Masson et C. Ed.s, Paris, 1914, WHO Technical Report Series No. 573, pp. 318-319. Geneva 1975), Nuovi Annali d’Igiene e 7 E. BARBONI,G. MENESINI, Consider- Microbiologia 27: 314-403, 1976. azioni generali sopra l’importanza della 12 WORLD HEALTH ORGANISATION, Future medicina veterinaria nel campo assicura- trends in Veterinary public health, WHO tivo (uomo), in: Atti del III Congresso In- Technical Report Series No. 907, Geneva ternazionale di Medicina dell’Assicu- 2002.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA VALUTAZIONE DELLE CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE DELLE MALATTIE ANIMALI E DEGLI INTERVENTI SANITARI: L’ESPERIENZA ITALIANA NEL XX SECOLO GIORGIO BATTELLI, VINCENZO CAPORALE, ADRIANO MANTOVANI, MARCO MARTINI SUMMARY THE EVALUATION OF THE SOCIO-ECONOMIC IMPACT OF ANIMAL DISEASES AND HEALTH ACTIONS: THE ITALIAN EXPERIENCE DURING THE 20TH CENTURY In Italy, the attention on socio-economic aspects of animal health augmented by 1930s. By 1960s, as integration of the development of zoothecny, special interest was devoted to control programmes against bovine tuberculosis, brucellosis, foot-and-mouth disease and swine fever. Ever-increasing attention was focused to the negative effects of these diseases on animal pro- duction, to their socio-economic consequences, and to the costs and benefits of the control campaigns. Around 1975, conferences, seminars, training activities, and a research project of the National Research Council were devoted to the subject and increased in importance with the National Health Reform. Leader of these activities was L. Bellani, general director of Vet- erinary Services. The most significant national and international contributions were the fol- lowing: i) the evaluation of the socio-economic impact of diseases in the different animal species and of main zoonoses; ii) the cost/benefit analysis of the national control campaigns; iii) the proposals for the creation of an international information system on veterinary socio- economics and for the survey of the status of veterinary services at the international level; iv) the attempt at evaluating the national veterinary expenditures. Later, other subjects, especial- ly health indicators, interprofessional cooperation, veterinary urban hygiene, and veterinary action in emergencies, were faced also by a socio-economic point of view.

Premessa reddito) spesso sono state oggetto di at- tenzione e di valutazione da parte degli Le malattie degli animali, attraverso dan- studiosi. Basti ricordare, come esempio e ni di tipo diretto ed indiretto, sono in gra- senza andare troppo indietro nel tempo, le do di causare conseguenze negative alla considerazioni di diversi autori del ‘700 “qualità” della vita ed alla “salute” del- sulle conseguenze negative per il lavoro, l’uomo, intesa questa come stato di com- il commercio e l’alimentazione umana pleto benessere fisico, psichico e sociale e causate dalla peste bovina (e da altre ma- non soltanto come assenza di patologie. lattie) e sulla necessità di mettere in opera La valutazione di tali conseguenze e degli adeguate misure preventive per difendersi interventi atti a prevenirle o ridurle risulta da tale calamità. Ancora, alla fine perciò attività di primaria importanza per dell’800, il Perroncito scrive nella prefa- la Sanità pubblica veterinaria (SPV), ri- zione del suo celebre testo sulle malattie sultando la valutazione stessa indispensa- degli animali domestici1 che lo scopo del bile per identificare i problemi sanitari di suo lavoro è “lo studio delle malattie più maggiore rilevanza, per decidere quali comuni…nell’interesse dell’agricoltura e azioni intraprendere e quali risorse desti- della società”. Lo stesso Perroncito, nelle nare al loro controllo o alla loro elimina- sue opere, riporta valutazioni sui danni zione e per verificare l’efficacia e l’effi- economici da malattie, quali ad esempio cienza delle azioni di lotta e dei servizi. il carbonchio ematico. Storicamente, le conseguenze socio-eco- La presente nota riguarda il secolo appe- nomiche delle malattie degli animali (da na trascorso e prende in rassegna i contri- 295 buti italiani al tema della valutazione del- menti considerevoli nelle produzioni di le conseguenze socio-economiche delle carne, lana, formaggio e ricotta. Da sotto- malattie animali e degli interventi sanita- lineare che nelle conclusioni Coppini sol- ri. Per brevità, è stata operata una scelta, lecita …coloro che sono preposti alla sal- con l’intento comunque di rendere suffi- vaguardia e al potenziamento del patri- cientemente chiari il percorso storico e monio ovinicolo nazionale a trovare i culturale delle esperienze italiane e i mo- mezzi perché la lotta contro questa, che è menti durante i quali tali esperienze sono la più comune malattia della pecora, non nate e si sono sviluppate. Alcuni dei per- venga più lasciata all’iniziativa indivi- sonaggi che verranno citati sono già entra- duale, ma sia effettuata con metodo e co- ti, nonostante che le loro opere e le loro stanza presso tutti gli allevatori colpiti. idee siano così vicine nel tempo, nella sto- Lo stesso Coppini, nel 1948, pubblica, ria della Veterinaria e della SPV italiane. “sulla scorta di un’indagine statistica compiuta negli anni 1942-46”, una valu- tazione sulle perdite economiche causate I primi contributi dalla pseudopeste aviare in provincia di Terni e in Italia, queste ultime stimate pa- Nell’aprile del 1933, Albino Messieri pre- ri a circa 10 miliardi di lire, il 90% circa senta, al 1° Raduno scientifico-culturale rappresentato da perdite in uova.5 Secon- veterinario di Roma, una relazione dal ti- do l’Autore …tali perdite giustificano… tolo Le brucellosi considerate dal punto un più attivo intervento dello Stato e degli di vista igienico-economico-sociale.2 I agricoltori nella lotta contro questa che termini economico e sociale forse vengo- costituisce la più grande insidia al patri- no utilizzati per la prima volta, riferiti ad monio avicolo nazionale. una malattia, in un consesso nazionale di L’esigenza di una pianificazione degli in- Veterinaria e testimoniano la particolare terventi sanitari a livello nazionale e del co- attenzione di Messieri per gli aspetti so- involgimento, in prima persona, dello Stato cio-economici della sanità animale. Nelle nella gestione e nel finanziamento delle mi- conclusioni vengono elencate le principali sure di lotta comincia a farsi sentire. conseguenze negative della brucellosi per la salute pubblica. Ricordiamo questo contributo soprattutto perché ci sembra Inizia lo sviluppo zootecnico anticipi alcune delle motivazioni che sa- ranno alla base della futura bonifica sani- Negli anni ’50 iniziano i primi tentativi e taria degli allevamenti. le prime esperienze di pianificazione del- Gli anni ’40 segnano l’inizio di valutazio- la lotta alle malattie del bestiame di mag- ni e ricerche sui danni da malattie. Esem- giore importanza socio-economica, sup- pi molto interessanti sono quelli di Remo portate da linee di indirizzo e da normati- Coppini, che negli anni 1942-43 pubblica ve ministeriali. La bonifica sanitaria degli i risultati di analisi, anche di tipo speri- allevamenti viene ritenuta azione indi- mentale, sui danni prodotti dalla distoma- spensabile e non procrastinabile per lo tosi epatica, sui costi dei trattamenti fa- sviluppo zootecnico del Paese e in vista sciolicidi e sui benefici economici deri- del Mercato Comune Europeo. In alcune vanti da tali trattamenti. Le valutazioni, province, soprattutto del Nord, vengono dapprima riferite alla provincia dell’Aqui- attuati piani rigorosi di controllo igienico- la,3 vengono estese a tutto il Paese:4 …si sanitario in “stalle-pilota”, in particolare può calcolare che una campagna sistema- di bovine da latte. L’impegno degli agri- tica [negli ovini], applicata razionalmen- coltori italiani diviene sempre più attivo e te, apporterebbe un beneficio economico responsabile. intorno ai 48 milioni di lire…, con au- Di queste attività e dei “fattori di studio 296 per l’organizzazione dei programmi profi- sce questo concetto, presentando i risulta- lattici” Giuseppe Comotti, nel 1962, pre- ti ottenuti, con la collaborazione di Livio senta un’analisi storica completa, accom- Leali, nel risanamento delle stalle-pilota pagnata da dati statistici relativi a diverse di bovine da latte. Risanamento inteso regioni.6 Nel contempo fornisce una valu- …nella sua compiutezza, come lotta e tazione estremamente dettagliata delle prevenzione sia contro le varie infezioni a perdite economiche attribuibili alla tuber- carattere contagioso (afta, tubercolosi, colosi bovina, alla brucellosi, alla mastite mastite, brucellosi) sia contro le malattie streptococcica e alla sterilità bovina di condizionate (zoppina, sterilità, affezioni origine infettiva. Considera inoltre gli neonatali, ecc.). Indici di produzione ed aspetti socio-economici della brucellosi e indici sanitari, prima e dopo il risanamen- della tubercolosi nell’uomo. Analizza in- to, vengono chiaramente riportati, sia nei fine i primi risultati delle campagne profi- metodi di valutazione sia nei risultati. lattiche, con particolare riguardo al 1961. L’Autore sottolinea infine il ruolo prima- Le perdite causate dalle patologie indicate rio dello Stato nella gestione del “control- vengono stimate complessivamente in cir- lo sanitario degli allevamenti”, ritenuto ca 200-250 miliardi di lire l’anno e ven- “indispensabile per i singoli, indispensa- gono giudicate da Igino Altara, nell’ inter- bile per lo Stato” e stima in 50 miliardi di vento seguito alla relazione di Comotti lire, “distribuiti in cinque esercizi, così “ingentissime, se si pensa che il reddito come il Piano Verde, la somma necessaria del settore zootecnico ammonta a circa per il finanziamento della campagna di 1600 miliardi”. Prosegue Altara: …L’a- bonifica sanitaria”. spetto economico, connesso al problema del risanamento, è quindi di grandissima importanza…e troppe volte il sanitario è Nasce la socio-economia veterinaria stato incolpato di aver evidenziato quasi esclusivamente quello che è l’aspetto igie- A livello internazionale, soprattutto nei nico-sanitario del problema. In realtà il paesi anglo-sassoni e presso gli organismi sanitario è in grado di valutare appieno sanitari internazionali, in primis l’Orga- sia i riflessi economici che quelli igienico- nizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sanitari connessi al risanamento degli al- la necessità di valutare da un punto di vi- levamenti. Ancora sottolinea …l’assoluta sta socio-economico gli interventi sanitari, mancanza di mezzi che ha semprre carat- rendendo più efficiente ed efficace l’uso terizzato il nostro servizio [veterinario]. delle risorse, produce una letteratura sem- Basti pensare che per i programmi di bo- pre più specifica e gruppi di studio e di nifica noi possiamo disporre di non più di esperti di notevole prestigio. Nel contem- 200-250 milioni, mentre, ad esempio, il po si affinano i metodi di analisi economi- servizio veterinario francese dispone, an- ca ed epidemiologica applicate alla sanità nualmente, per il settore programmazione animale e si migliorano le attività di sor- bonifica sanitaria, di circa 10 miliardi, ed veglianza sanitaria e di monitoraggio. Na- il servizio inglese può spendere, per la so- sce una nuova disciplina, denominata So- la tubercolosi, oltre 20 miliardi all’anno. cio-economia veterinaria (gli autori di lin- La convenienza economica da parte dello gua inglese utilizzano vari termini, quali Stato e dei singoli “di dar corso ad una Veterinary socio-economics, Veterinary campagna di risanamento di largo respi- economics, Animal health economics). ro” era già stata illustrata da Dino Deside- Siamo nel periodo a cavallo tra gli anni rio Nai, in occasione del 1° Convegno ’60 e ’70, e in Italia si da impulso alle della bonifica sanitaria del bestiame, te- campagne di profilassi nei confronti della nutosi a Roma nel maggio 1959. In tubercolosi bovina, della brucellosi, del- un’ampia relazione del 1960,7 Nai ribadi- l’afta epizootica e della peste suina classi- 297 ca, regolate da precise norme legislative e ternazionale. Il lavoro risulterà, nella let- a carico dello Stato. Si guarda con sempre teratura italiana, una pietra miliare di so- maggiore attenzione, soprattutto da parte cio-economia veterinaria e di riferimento della Veterinaria pubblica e di qualche per tutti i successivi scritti sull’argomen- studioso, agli effetti negativi delle malat- to. tie animali e delle zoonosi sul reddito del- Fra i punti salienti di quel contributo, pre- la zootecnia e delle attività correlate e me ricordare le definizioni di “salute” per sull’economia nazionale nel suo comples- gli animali da reddito e per quelli d’affe- so, sulla quantità e qualità dei prodotti di zione, che tengono conto sia …dei fattori origine animale, sul commercio, sulla si- economici che delle possibilità di trasmis- curezza e salute dei consumatori, sul cor- sione di malattie all’uomo o agli altri ani- retto rapporto uomo-animali-ambiente. mali, coniugando sanità animale, salute Su questo punto e sull’aspetto qualitativo dell’uomo, zootecnia ed economia. La de- dei prodotti l’approccio italiano è sicura- finizione data per la salute degli animali mente originale. da reddito, che già l’anno precedente era Comincia a farsi strada, pur con qualche stata proposta alla riunione dell’Interna- difficoltà e con un certo scetticismo da tional society of veterinary epidemiolo- parte dell’Accademia e di molti veterina- gists a Città del Messico, è a dir poco in- ri, l’idea che la socio-economia veterina- novativa se non “rivoluzionaria” per quei ria è campo di studio multidisciplinare da tempi: …stato in cui l’animale è capace di approfondire e soprattutto da applicare fornire il suo massimo rendimento in rela- anche nel nostro Paese, per fornire valuta- zione agli investimenti effettuati (in ali- zioni e strumenti decisionali per la gestio- mentazione, ricoveri e selezione), e nessu- ne della sanità animale e della sanità pub- na malattia può essere trasmessa all’uo- blica. Di questa idea si fa promotore e ar- mo o agli altri animali. Dalle conclusioni tefice di iniziative Luigino Bellani, diret- traiamo alcuni passi significativi: tore generale dei Servizi veterinari e gran- …La salute degli animali costituisce un de uomo di cultura e di azione. problema che interessa non solamente gli È del settembre 1972, forse non il primo, allevatori e l’industria degli alimenti di ma certamente il più importante e fonda- origine animale, ma la Nazione tutta. In- mentale contributo italiano al problema fatti la salute dell’uomo è strettamente delle conseguenze socio-economiche del- connessa a quella degli animali, sia per le malattie degli animali. Al Convegno sui le zoonosi, che per la possibilità di inqui- problemi di attualità zootecnica di Forlì, namento (sia dell’ambiente che dei pro- Bellani presenta con Adriano Mantovani dotti di origine animale) e la sottrazione una rassegna originale e dettagliata del- di alimenti nobili in conseguenza di ma- l’argomento.8 In essa vengono discussi lattie degli animali. …Esse costituiscono sui piani storico, concettuale ed analitico i soprattutto un grave problema economi- principali problemi sanitari ed organizza- co, in quanto sottraggono circa il 15% tivi che devono essere affrontati dalla Me- del reddito della zootecnia (che corri- dicina veterinaria. Alla completezza del- sponde ad un danno equivalente a circa il l’intervento contribuiscono dati statistici 6% del reddito dell’agricoltura e a circa ed epidemiologici, valutazioni socio-eco- l’1% del reddito nazionale).…Di conse- nomiche dei danni da malattie, con identi- guenza, ogni provvedimento atto a limita- ficazione delle varie componenti di danno re i danni da malattie…costituisce un in- diretto ed indiretto, e dei benefici dei pia- vestimento produttivo. …Contro i proble- ni di lotta, considerazioni sulla formazio- mi di sanità pubblica e di zoo-economia ne dei veterinari, sull’organizzazione dei che vengono posti dalle malattie degli servizi e sull’esigenza di migliorare servi- animali, i servizi veterinari oppongono le zi ed interventi sanitari, anche a livello in- loro strutture.…Se si escludono però i 298 grandi piani di profilassi e la vigilanza l’apporto italiano sull’argomento risulta alle frontiere, tutta la organizzazione (so- importante ed apprezzato. Ad esempio, prattutto quella che fa capo all’iniziativa nel 1975, il Comitato esperti FAO/OMS privata) ha il difetto di essere strutturata per la Sanità pubblica veterinaria, su pro- principalmente in funzione della soluzio- posta italiana, classifica le zoonosi da un ne dei problemi, e non della loro preven- punto di vista socio-economico come se- zione. È necessario…modificare la nostra gue: a) Zoonosi con gravi effetti sulle filosofia dei servizi veterinari: questi deb- produzioni animali; b) Zoonosi con gravi bono essere infatti intesi non più come conseguenze per l’uomo e per gli animali “polizia veterinaria” ma come servizio economicamente importanti; 3) Zoonosi civile offerto dalla collettività ai cittadini con gravi conseguenze per l’uomo, ma di in stato di bisogno.…Questa ristruttura- scarsa gravità per gli animali.11 zione dei servizi veterinari sarà possibile Vengono affrontati sia temi generali (ad solo attraverso un’opera di aggiornamen- es. piani di profilassi, ipofecondità), an- to dei pubblici amministratori, degli alle- che di carattere metodologico, sia argo- vatori e dei veterinari. menti specifici, quali la valutazione del- Due anni dopo appare un altro importante l’impatto socio-economico causato da contributo, relativo alle malattie parassita- singole o gruppi di malattie (ad es. rabbia, rie.9 Probabilmente si tratta del primo scrit- echinococcosi, dermatofitozoonosi, sin- to italiano che affronta nell’ottica socio- dromi respiratorie dei bovini, elmintiasi economica e nella sua globalità le parassi- dei ruminanti, ipodermosi…). Particolare tosi animali e le zoonosi parassitarie. interesse viene dato anche alle malattie e A partire dalla metà degli anni ’70, sem- ai rischi biologici occupazionali degli ad- pre più numerose sono le iniziative (con- detti alla zootecnia, che ad esempio ven- ferenze, seminari, attività di formazione, gono discussi al VII Congresso dell’Asso- ecc.) nelle quali sono inseriti temi o inter- ciazione medica internazionale per lo stu- venti che toccano gli aspetti socio-econo- dio delle condizioni di vita e di salute mici della sanità animale e della SPV. (Bologna, 1976), durante la tavola roton- Di particolare rilievo è la conferenza da Le responsabilità sociali della Medici- stampa Lotta contro gli sprechi in zootec- na veterinaria. nia tenutasi a Roma nel 1974,10 durante la Iniziative e studi aumentano di importan- quale viene discussa la Veterinaria italia- za con la Riforma sanitaria. Anche un na nel suo complesso, dando particolare Progetto finalizzato di ricerca del Consi- rilievo ai principali problemi zoosanitari, glio Nazionale delle Ricerche (CNR) con- ai risultati ottenuti negli ultimi anni nella templa un’unità operativa, presso l’Uni- lotta alle malattie animali ed alle zoonosi, versità di Bologna, che si dedica, a partire allo stato attuale delle strutture e dei ser- dal novembre 1976, a studi sugli aspetti vizi veterinari e alle principali riforme ri- socio-economici ed epidemiologici delle tenute necessarie. La “tassa da malattie malattie animali e delle zoonosi. 12 degli animali” viene definita “cospiqua”, Da ricordare ancora la Conferenza sull’i- e viene stimata, annualmente, pari a circa spezione degli alimenti di origine animale il 7,5% del reddito dell’agricoltura e a e sulle campagne nazionali di profilassi circa il 15% del reddito della zootecnia. (aprile 1977), durante la quale viene pre- La conferenza raggiunge il suo scopo e in sentata da Gabriele Ghilardi un’analisi poco tempo i concetti connessi con il co- dettagliata sui danni da malattie oggetto sto delle malattie entrano nel linguaggio di piani nazionali di profilassi e sui costi e comune. ricavi dei piani stessi,13 che sarà la base di Anche a livello internazionale, soprattutto partenza per le successive valutazioni pre- in riunioni di esperti e in documenti e sentate all’Office International des Epi- pubblicazioni ufficiali inerenti la SPV, zooties (OIE) nel 1980. 299 L’esperienza all’Ufficio Internazionale in sintesi quelle sulle perdite produttive delle Epizoozie nelle varie specie di animali da reddito in Italia e la stima dei benefici economici Bellani sente l’esigenza di proporre il te- derivati dalle campagne nazionali di pro- ma della socio-economia veterinaria co- filassi. me argomento di discussione e di con- Le produzioni reali rispetto alle produzio- fronto a livello internazionale. È infatti ni ottimali, a causa di problemi sanitari, anche per merito Suo, che nella 48a Ses- risultano inferiori (stima 1979) del 17% sione generale dell’OIE, nel maggio per i bovini, del 13% per i suini, del 29% 1980, viene inserito il tema tecnico Ani- per gli ovi-caprini, del 13% per gli equini, mal health and economics. L’anno suc- del 23% per i conigli, del 15% per le spe- cessivo, il tema viene ampliato, toccando cie aviarie, del 25% per i pesci e del 38% gli aspetti dell’informazione sanitaria, per le api, per un totale stimato di perdite della programmazione e della valutazione economiche pari a circa 2.550 miliardi di degli interventi (Animal health: informa- lire l’anno.18 tion, planning and economics). La parte- I benefici netti derivati dalle varie campa- cipazione italiana ai lavori di entrambe le gne di profilassi, dal loro inizio, vengono sessioni ottiene un lusinghiero successo. stimati (valori 1979) pari a 359,6 miliardi Le relazioni presentate risultano “frutto di lire per la tubercolosi bovina; 195,3 per non di improvvisazione, ma di un impe- la brucellosi bovina; 11,1 per la brucellosi gno comune, severo e rigoroso” 14 di tanti ovi-caprina; 646,1 per l’afta epizootica; rappresentanti delle Istituzioni e delle Or- 53,5 per la peste suina. Complessivamen- ganizzazioni, non solo veterinarie, italia- te, il totale dei benefici netti risulta pari a ne. I contributi riguardano in particolare: circa 1.266 miliardi ed il rapporto benefi- a) analisi e considerazioni sulle conse- ci/costi pari a 2,47.20 La diminuzione dei guenze socio-economiche delle malattie casi umani di tubercolosi da micobatterio animali e delle zoonosi e la loro valuta- bovino e di brucellosi attribuibile all’a- zione per quanto riguarda le malattie de- zione profilattica negli animali aggiunge nunciabili e quelle della lista A del- un beneficio, stimato a valori 1978, di cir- l’OIE;15,16,17 b) la valutazione complessiva ca 200 miliardi di lire.19 dei danni subiti per problemi sanitari dai vari comparti zootecnici nel 1979;18 c) la valutazione dei costi e dei benefici delle Gli anni del cambiamento della politica campagne nazionali di profilassi nei con- veterinaria fronti della tubercolosi bovina, della bru- cellosi, dell’afta epizootica e della peste Il periodo che va dalla fine degli anni ‘70 suina;19,20 d) le proposte di creazione di un alla metà degli anni ‘80 è un periodo di sistema informativo veterinario, epide- profondi cambiamenti, anche legislativi, miologico21 e socio-economico,22 e di nella Veterinaria ed in generale nella Sa- un’indagine sullo stato dei Servizi veteri- nità italiana. Bellani chiede la collabora- nari a livello internazionale.23 Le relazioni zione di veterinari pubblici e di studiosi vengono pubblicate dall’ OIE sul Bolletti- per fotografare lo stato sanitario del Pae- no (1980, 1981), sulla Rivista scientifica e se, per mettere a fuoco i problemi, per va- tecnica (1982) e nel volume Animal lutare l’impatto socio-economico delle health and economics (1983). In questo malattie, gli investimenti e la spesa pub- testo, che raccoglie i contributi ritenuti blica veterinaria, per migliorare i sistemi più significativi presentati nelle due Ses- informativi di sanità animale, per costrui- sioni, sei dei 45 lavori pubblicati sono ita- re gli strumenti di verifica (indicatori) liani.24 delle azioni veterinarie nell’ambito del Delle valutazioni presentate, riportiamo Servizio Sanitario Nazionale. Offre lui 300 stesso contributi personali con scritti ed …Per ogni problema sanitario si dovrà interventi, partecipando a dibattiti, gior- specificare il tipo di allevamento, il nu- nate di studio, convegni, ricerche. Ricor- mero di animali presenti, il numero di diamo, in particolare, due pubblicazioni animali interessati al problema, nonché le significative: la prima sul tentativo di va- componenti del danno economico subito. lutazione della spesa pubblica Se le caratteristiche del problema lo per- veterinaria,25 in collaborazione con Man- mettono, sarà opportuno valutare anche i tovani; la seconda sull’avvio di un siste- costi delle misure adottate e le loro con- ma di indicatori per la verifica della sani- seguenze economiche. Dovranno essere tà animale e dell’efficacia ed efficienza inseriti nella relazione [sullo stato sanita- delle attività dei Servizi veterinari pubbli- rio del Paese] i dati disponibili…delle ci,26 in collaborazione con Vincenzo Capo- conseguenze sanitarie ed economiche di rale. eventuali misure.28 Sempre in quegli anni si adopera per l’i- Nella stessa conferenza, viene ribadita la stituzione, presso l’Università di Bologna, necessità di collaborazione tra Servizi di un Centro studi di epidemiologia e so- medici e Servizi veterinari e vengono an- cio-economia delle malattie animali e che discusse nuove attività e competenze delle zoonosi e favorisce la costituzione della Veterinaria pubblica di rilevante im- del gruppo di lavoro su Informatica in Ve- portanza sociale ed economica, quali terinaria, nell’ambito del Progetto fina- quelle richieste in situazioni di emergen- lizzato del CNR Informatica, composto za, nella sorveglianza e gestione dei rap- da rappresentanti del CNR, del Ministero porti uomo-animali, nel controllo della fi- della Sanità, degli Istituti Zooprofilattici, liera produttiva. dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’U- I problemi connessi con i costi delle ma- niversità. lattie e con le valutazioni degli interventi Nell’aprile del 1983, si svolge a Perugia e dei servizi sanitari sono entrati ormai un importante Convegno nazionale su nel linguaggio dei Ministri, delle Com- Medicina veterinaria, produzione zootec- missioni parlamentari e del Parlamento e nica e salute pubblica, dove trova ampio dei Legislatori italiani. Le Associazioni risalto, anche negli Atti, il tema delle ma- degli allevatori ed i giornali specialistici lattie e dei danni produttivi.27 fanno normalmente riferimento a questi Sempre nel 1983, l’OMS riunisce a Was- temi. Temi che le Facoltà di Medicina ve- hington un comitato esperti sul Ruolo del- terinaria, invece, sembrano ancora consi- la medicina veterinaria nell’assistenza derare poco nei programmi didattici e sanitaria di base, con partecipazione ita- nelle esigenze formative. Anche diversi liana. Le valutazioni delle conseguenze veterinari pubblici stentano a comprende- economiche e sociali delle malattie e dei re e ad accettare il cambiamento della po- benefici dei programmi di intervento ven- litica sanitaria e le nuove responsabilità gono considerati normali strumenti delle socio-economiche loro attribuite dalla Ri- attività veterinarie forma sanitaria, in particolare l’esigenza Nel 1984, la 2^ Conferenza sullo stato sa- di “visibilità” e di valutazione delle pro- nitario del Paese, voluta dal Consiglio prie attività e delle risorse impiegate. Saniario Nazionale, viene dedicata ai rap- porti tra sanità animale e sanità pubblica. L’evento è di grande rilevanza per la Vete- Gli anni recenti rinaria, e più in generale per la sanità ita- liana. Il tema dei danni da malattie e della Nel panorama della Sanità mondiale, ed valutazione dei piani di lotta viene nuova- europea in particolare, si affacciano nuovi mente sottolineato, accompagnato da pro- problemi e nuove esigenze. Alcuni riguar- poste operative: dano direttamente le competenze e le atti- 301 vità della Veterinaria. Aspetti sociali, an- zootica, la brucellosi, la morva, la rabbia, corchè economici, investono temi quali: la la trichinellosi, la tubercolosi bovina ed tutela dei consumatori e la richiesta sem- altre ancora. Senza una valutazione socio- pre crescente di prodotti di origine animale economica dei danni e dei costi e benefici di elevata qualità; la convivenza uomo-ani- dei programmi di lotta le pubbliche am- mali, in particolare nelle aree urbane (igie- ministrazioni non avrebbero potuto trova- ne urbana veterinaria) e gli aspetti etici di re le motivazioni e le risorse necessarie. tale convivenza; la gestione della fauna Senza il controllo delle infezioni citate selvatica e sinantropica; la tutela dell’am- non sarebbe stato possibile ipotizzare una biente; l’utilizzazione degli animali per fini unificazione del mercato unico europeo e educativi e riabilitativi; le emergenze lega- perciò dell’Unione Europea. La perma- te a disastri naturali o causati dall’uomo, nenza nel mercato comune comporta una comprese le guerre e la fame ; l’assistenza continuità di controlli sanitari che debbo- ai paesi in via di sviluppo; l’informazione no essere in accordo con l’economia, e e l’educazione sanitaria della popolazione; ciò implica che quella che all’inizio pote- e altri numerosi ancora. va sembrare una ipotesi di lavoro (una fi- Nel 1996, un intervento del Ministro della losofia) è ora una prassi. Sanità, On. Rosi Bindi, alla cerimonia di Senza aver cancellato gli abituali obietti- insediamento del Comitato permanente vi, la globalizzazione ne ha introdotti e ne veterinario e zootecnico, nuovo organi- sta continuamente introducendo di nuovi. smo di coordinamento tra Agricoltura e Ad esempio il controllo delle malattie da Sanità, ribadisce il contributo della SPV prioni, in primo luogo la BSE, dell’in- all’economia zootecnica.29 fluenza aviare, delle “nuove zoonosi” co- Nel marzo 1999, e qui si conclude la no- me le diossine, della presenza di sostanze stra rassegna storica, a Teramo ha luogo nocive nei prodotti alimentari. Si è entrati la riunione del gruppo di studio dell’OMS nell’era della liberalizzazione degli scam- sul “futuro” della SPV nel 21° secolo. Di- bi, pertanto il ruolo delle malattie animali versi italiani ne fanno parte. Nel docu- non è più solo quello di indurre danni alle mento finale,30 tra le attività e competenze produzioni o alla salute umana ma è an- della SPV che possono offrire un contri- che quello di “regolare” questi scambi, e buto significativo alla Sanità pubblica di influire negativamente sul commercio, vengono indicati: …Analisi del rischio, sulle esportazioni e sulle economie di in- economia sanitaria, analisi costi- benefici tere regioni. e costi-efficacia e altri metodi atti a valu- Da considerare inoltre il problema del be- tare i servizi sanitari e i programmi di sa- nessere animale. Il consumatore ormai nità pubblica…e vengono discusse, in un comincia a pretendere che gli animali dai capitolo a parte, le implicazioni economi- quali proviene il cibo siano, oltre che sa- che dei programmi di SPV. ni, anche allevati, trasportati e macellati rispettandone il benessere, che diventa quindi un valore aggiunto. Considerazioni finali È necessario pertanto continuare l’appli- cazione delle già collaudate valutazioni Le attività descritte hanno contribuito a dei costi e dei benefici, anche sociali, per costruire una reciprocità tra politica (pub- i controlli abituali, che forniscano tran- blica amministrazione) e medicina veteri- quillità e costanza a consumo, produzione naria. Hanno concorso a pilotare i settori e commercio, ed aggiornare i metodi di zoosanitario e zooeconomico attraverso controllo e valutazione per i problemi l’epoca delle grandi profilassi, che in Ita- emergenti, tenendo conto anche dei valori lia ha visto il controllo (non sempre l’era- aggiunti dovuti a fattori (problemi) com- dicazione) di infezioni come l’afta epi- merciali e sociali. 302 BIBLIOGRAPHY ria alla sanità pubblica (traduzione a cu- ra di P. BENAZZI, R. ZANETTI dell’origina- 1 E. 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304 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

DALLA PRIMA CONDOTTA IGIENICO-VETERINARIA ALL’UFFICIO VETERINARIO DI PRATO (1870-1922) MARIANO ALEANDRI †, LUIGI CIAMPI Ricordo di Mariano Aleandri passionato cultore di tutte le branche del sapere. S’interessava di arte così come È con grande rammarico che mi accingo a dell’evoluzione della società italiana del presentare questa comunicazione, nata dal dopoguerra, riuscendo a cogliere, al tem- desiderio di approfondire e divulgare la po stesso, i segni del passato e le proble- storia di un territorio e dei suoi protagoni- matiche del presente. sti, da solo. Una volontà che ho condiviso Al suo ritorno nella casa fiorentina, che con il professor Mariano Aleandri. Lui, tanto amava, i nostri incontri si sono fatti meglio di me, avrebbe potuto presentare e via via sempre più frequenti. discutere, da par suo, gli argomenti che Ormai entrambi a riposo, in questi ultimi fra poco cercherò d’illustrare. Consentite- anni, abbiamo avuto modo di rivisitare, mi, prima, di ricordarlo. insieme, i nostri luoghi, apprezzarne il fa- Il professor Aleandri, erudito e apprezza- scino e la storia. Da qui, nasce il lavoro to docente, è scomparso all’inizio di que- che mi appresto a comunicare. Fu durante sta estate. una delle nostre passeggiate, in quella Val Ci conoscemmo 50 anni fa. Mezzo seco- di Bisenzio che mi aveva visto per quindi- lo. Io, veterinario interino presso il Co- ci anni veterinario condotto, che decidem- mune di Firenze; lui, dirigente responsa- mo insieme di trasmettere il nostro condi- bile della sezione fiorentina dell’Istituto viso patrimonio di conoscenze e d’amore zooprofilattico. del territorio. I nostri rapporti furono subito e sono Sono qui a presentare, dunque, l’ultimo sempre stati improntati a una grande, re- lavoro del professor Mariano Aleandri; ciproca stima. una delle ricerche che ci hanno visti im- Non si sono mai interrotti; neppure allor- pegnati, insieme, in questi ultimi anni. ché il professor Aleandri fu chiamato a Consentitemi ancora, brevemente, di ri- dirigere, a Roma, gli Istituti zooprofilatti- volgere un pensiero deferente a una per- ci del Lazio e della Toscana. sona d’animo gentile che mi ha permesso Per me, fu quella un’occasione per appro- di apprezzare il suo acume e la sua vasta fondire, attraverso intensi scambi episto- e varia cultura e che, soprattutto, mi ha lari, la conoscenza di uno studioso, ap- donato la sua amicizia.

SUMMARY FROM THE ORIGINAL HYGIENE AND VETERINARY COUNTRY PRACTICE IN THE COMMUNITY OF PRATO TO THE LOCAL COUNCIL VETERINARY SURGERY (1870-1922)

In 1870 a hygiene-veterinary country practice was set up in the community of Prato, to meet requests made by the most important farms within the territory since 1866. Its rules and regula- tions lay down the characteristics of “residential” country practice: the council vet must there- fore reside within the territory of the Municipality, he may, or rather must, carry out veterinary visits to animals “both by day and by night” with the right to be paid by private individuals, re- specting precise fees set by the Council, compatible however with the commitment of primary obligation for visits “before and after” butchering of animals, in the same way as for butchered meats introduced into the city. In compliance with “orders by the Lord Mayor” he will have to control “epizootic or epidemic” diseases in any animal species. “Global treatment” country practice means the vet has the obligation of carrying out free visits for all private individuals

305 who request them, as well as large landowners, and will be permanently replaced much later in 1923, after claims and battles for doctors and vets in other municipalities, by the “Health rules and regulations reform”. Following Public announcement, the Prato country veterinary prac- tice is assigned for the first time to a pupil of Professor Antonio Alessandrini of the School of Bologna, Dr. Giuseppe Simoneschi, in service until 1875. In 1910, services of the original practice having doubled, the position of veterinary superintendent for slaughterhouses is creat- ed. With its institution in 1922 of the Council veterinary surgery, Prato is a forerunner with a provision that will not be taken up on a national scale until 1961.

Attraverso la ricerca, la consultazione e lo stema nazionale sempre più collegato con studio dei documenti conservati e accessi- l’autorità sanitaria centrale del Ministero bili presso gli atenei, finora la storia della e con quella periferica dei medici e dei veterinaria è stata soprattutto quella delle veterinari provinciali, fino a quando, nel radici, dell’evoluzione e del consolida- 1961, con l’istituzione dell’Ufficio Veteri- mento dei suoi caratteri scientifici; è stata nario Comunale, l’antica figura del veteri- quindi prima storia delle scuole e poi de- nario condotto finisce sotto una duplice gli istituti e infine delle facoltà universita- dipendenza: a quella originaria del sinda- rie. Al di là dell’aneddotica, nel linguag- co si aggiunge quella del veterinario pro- gio proprio degli atti e nella concretezza vinciale, venendosi così a creare un vero delle deliberazioni, poco invece si è scrit- e proprio organo capillare del Ministero to sull’effettiva storia delle condotte vete- della Sanità. rinarie, dovendosene rintracciare le ulti- Le condotte si distinguono e si caratteriz- me testimonianze dirette e l’indispensabi- zano quindi come condotte “a cura piena” le documentazione anche presso i piccoli o come condotte “residenziali”, legate comuni non di rado con gli archivi in dis- queste all’obbligo di residenza e ad un ca- ordine. pitolato di compiti d’istituto assegnati al Le condotte veterinarie, in analogia a veterinario comunale o consorziale. Il ve- quelle mediche di più antica origine, sono terinario comunque è tenuto a prestare infatti istituzioni tipicamente comunali e pure assistenza zooiatrica su richiesta dei come tali autonomamente rette e sostenu- privati, ma sono gli stessi Comuni a stabi- te dalle singole Amministrazioni locali. lirne le tariffe, a tutela degli allevatori In origine il medico condotto veniva in- utenti e al tempo stesso del decoro profes- gaggiato con promessa di “soldo” da isti- sionale del veterinario. tuzioni benefiche, comunità locali, autori- Negli atti del Consiglio comunale di Prato tà cittadine, e impegnato, “condotto” ap- compare all’ordine del giorno la questione punto, a curare “pauperes et miserabiles della condotta veterinaria il 31 maggio del sine mercede”. Opere di misericordia che 1867. Il Sindaco, Gaetano Guasti, legge in- diventeranno organizzazioni sanitarie per fatti la lettera inviatagli un anno prima, il l’assistenza medica agli indigenti. Da 28 maggio 1866, da un gruppo di possi- questa stessa impostazione e finalità cari- denti di bestiame con la quale si chiede di tativa deriva quindi “la condotta a cura “istituire una condotta da conferirsi ad uno piena”, medica prima e poi veterinaria. Zoiatro rivestito di gradi accademici”. La Precaria e soggetta a conferma la posizio- lettera lamenta “l’assoluta mancanza di ne dei condotti; diverso il trattamento uomini competenti che siansi di proposito economico da Comune a Comune. dedicati alla Zoiatria” e pertanto “rimane Nel tempo, con il progressivo sviluppo una importante ricchezza quale è il bestia- delle conoscenze scientifiche e l’evolu- me alla mercè di gente priva di ogni cogni- zione della legislazione sanitaria, l’istitu- zione scientifica e imbevuta soltanto di tra- to della condotta sarà inquadrato in un si- dizionale empirismo”. 306 Nella stessa seduta viene presentato il matricola gli studenti esteri”. Il Simone- rapporto della commissione competente schi, proveniente dal Granducato di To- che “convinta della necessità e della utili- scana, pur avendo compiuti gli studi rego- tà di salariare un Veterinario approvato lari nel 1841, non potette essere abilitato; propone al Consiglio la istituzione di una “poté esercitare in quell’epoca la veteri- Condotta semplicemente residenziale con naria nel Comune della sua Patria e in lo stipendio da determinarsi”. molte parti del Compartimento Pisano ma La questione torna in Consiglio il 3 set- non appena poté per grazia speciale, e tembre 1870 dove la stessa “Commissio- forse in vista dei suoi meriti non comuni” ne Municipale avendo preso in esame il ottenne il rilascio, il 14 giugno 1856, da progetto di Regolamento per il posto di parte dell’Università stessa di Bologna, Veterinario pubblico l’ha riconosciuto dei suoi legali Diplomi e Matricole. corrispondente all’uopo, onde ne propone Si può immaginare con quale soddisfazio- al Consiglio l’adozione”. ne l’Alessandrini, patriota e combattente, In base al Regolamento risulta prioritario assieme all’Ercolani, contro gli austriaci a l’obbligo del veterinario municipale rela- Bologna, rilasciasse al suo allievo Simo- tivo al servizio presso il pubblico macel- neschi i suoi legali Diplomi e Matricole, lo, dove dovrà prestarsi alla visita degli che l’Università di Bologna, sotto il go- animali “prima e dopo” la macellazione, verno Pontificio non aveva potuto prima nonché al controllo delle malattie epizoo- rilasciare. tiche; si fa altresì carico allo stesso Veteri- Nel 1849, lo stesso Alessandrini, per il nario di compiere visite zooiatriche “tanto suo patriottismo, dovette lasciare la catte- di notte che di giorno”. Se ne stabilisce dra, ove poi fu richiamato. Con l’avallo di pure l’onorario e l’obbligo dei richiedenti un tale Maestro, divenuto poi anche Ret- di mettere a disposizione “decente vettu- tore Magnifico della stessa Università di ra” quando si tratti di visite che comporti- Bologna, il Comune di Prato assegna al no il percorso di oltre un chilometro dalla Simoneschi la sua prima condotta veteri- città. naria. Il Simoneschi presta servizio fino Al veterinario viene accordata la facoltà al 1875. di sostituire ai prestabiliti diritti di visita Nella seduta del 14 aprile 1909 si discute “l’appalto annuale in generi o contanti si in Consiglio comunale del servizio veteri- per le malattie ordinarie che straordinarie nario e se ne proprone lo sdoppiamento: come per le operazioni chirurgiche”. Una ad un veterinario sarà affidata la condotta forma di pagamento che sotto la voce e la sorveglianza delle carni macellate in “accordi o patti” resterà ancora consuetu- campagna e all’altro “la soprintendenza dinaria per molti anni. del macello”. La condotta, come residenziale, nasce In seguito a disposizioni della Giunta pro- quindi a Prato fino dal 1870 ed è regola- vinciale amministrativa di Firenze, il Co- mentata da precise e chiare norme, muni- mune di Prato, nel 1920, procede alla re- te del visto di legge da parte del Prefetto visione del Capitolato dei servizi veteri- di Firenze. nari, approvato dalla stessa Giunta pro- Partecipano al primo concorso per il po- vinciale amministrativa nello stesso anno. sto di veterinario condotto quattro veteri- Successivi rilievi ai servizi di Prato sono nari. Il punteggio più alto, in base ai do- stati mossi da parte del veterinario pro- cumenti presentati, è ottenuto da Giusep- vinciale, in particolare per quanto concer- pe Simoneschi ne: “mancata o insufficiente vigilanza sul- Un certificato rilasciato nel 1856 dal pro- le carni macellate nel forese, ritardo nella fessor Antonio Alessandrini, “avverte che denuncia delle malattie infettive e nell’ap- dopo i rivolgimenti politici del 1831 era plicazione delle misure profilattiche rela- inibito nello Stato Pontificio di fornire di tive, focolai epizootici passati inosservati 307 per incompleta vigilanza zooiatrica, nes- anni, si giunge nel 1910, ad un servizio suna vigilanza sulle stazioni di monta con meglio articolato che copre le esigenze gravi diffusioni epizootiche a mezzo di dell’attività zooiatrica, della lotta contro queste, ecc”. le malattie epizootiche e dell’ispezione L’attenzione critica si appunta in partico- delle carni degli animali macellati nel lare sulla “organizzazione irrazionale e Pubblico Macello e in campagna, isti- non più rispondente alla natura e alla au- tuendo con lo sdoppiamento del servizio, mentata importanza dei servizi veterinari il posto di Veterinario-soprintendente del moderni, la quale organizzazione rende i Macello. servizi stessi disordinati, senza alcun le- Gli Amministratori pratesi sono attenti al- game fra loro, quindi mancanti di un indi- lo svolgimento e alle esigenze del servi- rizzo omogeneo ed efficace”, nonché del- zio veterinario e, all’occorrenza, assumo- l’indicazione completa e dell’attribuzione no anche posizioni critiche e deliberazio- delle mansioni e dei distitnti doveri dei ni sanzionatorie. È così che, ad esempio, due veterinari. nel 1896, non viene rinnovato il contratto Adeguandosi alle osservazioni del vete- triennale al Veterinario che si è rifiutato di rinario provinciale, viene quindi appro- eseguire un’ispezione fuori dell’orario vato il 16 dicembre 1922 un nuovo Capi- previsto, assumendo un atteggiamento tolato che istituisce l’Ufficio Veterinario che, per quanto incensurabile dal punto di Comunale, con sede nel palazzo comu- vista formale, non viene ritenuto corri- nale composto da “un Veterinario-Capo spondente ai fini superiori della tutela direttore di tutti i servizi e da un Veteri- della salute pubblica. L’Amministrazione nario-ispettore”. comunale, peraltro, è pronta ad apportare All’ufficio è assegnato un vigile-sanitario modifiche all’ordinamento del servizio al- e da esso dipende il personale addetto al lo scopo di evitare che, in seguito, si pos- pubblico macello ed al mercato bestiame. sano ancora verificare situazioni di caren- Il Veterinario-capo ha alle sue dipendenze za quali quelle lamentate, istituisce quindi il Veterinario-ispettore e tutto il personale il Veterinario-soprintendente dei macelli. addetto all’ufficio. Dirige tutti i servizi, Né manca però di comminare precisi mo- provvede alla loro esecuzione personal- niti e di sanzionare l’operato dello stesso mente o a mezzo del Veterinario-ispetto- Soprintendente e di sospenderlo dal servi- re. Esegue le disposizioni del Regolamen- zio, in seguito a particolari rilievi mossi to interno dello stabilimento di mattazio- dal Prefetto di Firenze e provvedendo alla ne e del mercato bestiame e presiede alla necessaria supplenza onde assicurare la disciplina del personale dipendente ed al continuità dei servizi. buon ordine all’interno dello stabilimento Il Capitolato dei servizi veterinari, già e del mercato. sottoposto a revisione nel 1920, è ancora Il Veterinario-ispettore coadiuva il Veteri- oggetto di rilievi da parte del veterinario nario-capo nella esecuzione di tutti i ser- provinciale, viene quindi modificato, nel vizi; in caso di assenza lo sostituisce “in 1922, con l’istituzione dell’Ufficio veteri- tutto e per tutto”. nario comunale, autonomo rispetto al- In sintesi e concludendo, sono i proprieta- l’Ufficiale sanitario. ri di bestiame a sollevare nel 1866 l’istan- Prato, partendo dalla prima condotta del za per la istituzione di una condotta vete- 1870, si dà così, nel 1922, un assetto or- rinaria a Prato. Il Comune se ne fa carico ganizzativo dei servizi più corrispondente assumendosene l’onere finanziario nel alle esigenze di un territorio con una su- 1870 e regolamentandone il funziona- perficie di 13.233,12 ettari, con una popo- mento. lazione di 60.194 abitanti, con un patri- Dall’istituzione della prima condotta re- monio di 5.481 bovini, 1.370 equini, sidenziale igienico-sanitaria, dopo 40 1.470 suini, 3.549 ovini. 308 FONTI INEDITE BIBLIOGRAFIA

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

CONTROL AND ERADICATION OF GLANDERS REFLECTED BY THE ROMANIAN RESEARCHES DUMITRU CURCA˘ , VIOREL ANDRONIE, IOANA-CRISTINA ANDRONIE

RIASSUNTO CONTROLLO ED ERADICAZIONE DELLA MORVA NEL CONTESTO DELLE RICERCHE RUMENE La morva è stata una delle più gravi malattie del cavallo fino alla metà del XIX secolo, essen- do considerata incurabile in quei tempi. L’impegno economico dovuto alla malattia era enor- me in relazione anche alle misure sanitarie e veterinarie applicate al fine del suo controllo. Vi furono periodi in cui la mortalità equina, dovuta alla morva, superò le perdite dovute a tutte le altre malattie insieme in questa specie. In Romania il controllo ufficiale della morva comin- ciò nel 1897, quando il numero di cavalli colpiti raggiungeva i 300-350 capi l’anno. L’esten- sione nel 1938 comprendeva 16 contee con 215 villaggi e 803 aziende, per un totale di 1098 cavalli infetti, di cui 96 morti e 1002 abbattuti. Nel 1946 la morva fu dichiarata in 45 contee con 346 villaggi e 706 aziende colpite per un totale di 827 cavalli infetti di cui 19 morti e 808 abbattuti. Grazie all’adozione di misure di profilassi e all’abbattimento di migliaia di cavalli infetti la morva si è gradualmente ridotta di intensità. Nel 1957 furono registrati 18 casi, e nel 1960 la Romania fu dichiarata indenne da morva.

The glander was one of the most serious killed. In 1946 the glander was declared horse infections disease till the middle of in 45 counties with 346 villages and 706 the 19th century, being considered impos- infected yards with a total of 827 ill hors- sible to be treated in those times. The es from which 19 died and 808 were economical bases due to this disease were killed. enormous, in conection with the sanitary- Later on, together with veterinary sur- veterinary measures applied in order to geons C. Fometescu, Al. Locusteanu, G. control it.1, 2 Pers¸u, I. S¸t. Furtuna˘ and together with A. Glanders, a severe zoonosis which attacks Babes¸ established the diagnostic value of horses and humans, reached a high fre- “morvina” (maleine). Together with P. quency 100 years ago. In 1889, V. Babes¸ Riegler (Fig. 1.), C. Motas¸ (Fig. 2.) and and C. Starcovici pointed out glanders Al. Ciuca˘ (Fig. 3.), V. Babes¸ carried out bacillus in the smears of pus and histolog- investigations regarding “Glanders toxins ic samples taken from an ill man. In and anti-glanders serum”, in 1897; “ex- 1890, biochemist A. Babes¸ (the brother of perimental glanders in bovines”, in 1905; V. Babes¸), extracted a substance called by then “toxic activity of death glanders him “morvina” from glanders bacilli cul- bacilli”, in 1906; about “toxic disease tures, by precipitation with alcohol.3, 4 caused by the administration of death There were periods of time when the glanders bacilli inside the stomach” in horses mortality due to the glander, over- 1907.5, 6, 7, 8, 9, 10 look the loses due to all the others dis- Many of those who were themselves to eases, together of this species. In Roma- become leaders of the schools of Patholo- nia, the official glander control begin in gy and Bacteriology, as well as founders 1897, when the number of affected horses or brilliant representatives of veterinary rised to 300 – 350 yearly. medicine schools: Professor P. Riegler – The disease extinction in 1938 comprised General Pathology and Microbiology; 16 counties with 215 villages and 803 in- Professor C. Motas¸ and Professor Al. Ciu- fected yards, with a total of 1098 ill hors- ca˘ – Experimental medicine and Epidemi- es, from which 96 died and 1002 were ology.11, 12, 13 311 Fig. 1. Professor P. Riegler Fig. 2. Professor C. Motas¸ Fig. 3. Professor Al. Ciuca˘ (1867 - 1936) (1869 - 1931) (1880 - 1972) Close collaborator of the illustrious scien- assimilation of the best results obtained in tists, Victor Babes¸ and Ion Cantacuzino, the science of his time, in the whole whom he assisted in many of their works, world. The main sources of the scientific in the department of glanders, being one information of V. Babes¸ were, with no of the principal conductors in the fight doubt, the western training, especially the against this infection, in our country. Pul- German and French medical science. monary glanders and the other nodular Glanders lesions in the branchial glands lesions which may be mistaken for it. 8th are most frequently found at the same International Congress of Veterinary time as these pulmonary lesions. Some- Medicine, Budapest – Hungary, 1905; times calcified lesions of the lung are of published in “The Journal of Comparative glanderous nature. These lesions are Pathology and Therapeutics”, London, sometimes absolutely sterile, but often 1905, p. 277, by Professor Paul Riegler. enough one may succeed in obtaining This glanders, having an evolution of a mild cultures of the glanders bacillus, or slow, insidious or latent character, cannot positive inoculations into animals. be suspected, unless use is made of the The best way to success lies in the con- thermometer, of mallein injections, or the comitant employment of inoculation into sero-diagnosis. The proportion of horses guinea pigs and microscopic examination suffering from this kind of pulmonary (these results are citated in Topley and glanders may rise to 30 or 50 per cent of Wilson’s treatise, Principles of Bacteriolo- the effectives of a group of horses. The gy and Immunity, Ed. V. London, 1964, lesions of pulmonary glanders are many chapter, pp. 1711-1712). Prophylaxis in and varied; but the principal and as it glanders constituted for a long time one were specific lesion is the glanderous of the principal preoccupations of veteri- nodule, with different aspects, dimen- nary surgeons in the world. sions, and transformations, which often Among the great Romanian scientists co-exist in the same animal. These lesions with renowned names, who by their undergo, rarely and in a slight degree, the works contributed largely in limiting the calcareous infiltration. effects of this severe disease, both in hu- The formation of a scientific spirit of a man and animal, we must mention at the scientist is, undoubtedly, a complex head of them, Professor P. Riegler. In process, which necessarily supposes the daring reaserches in the first half of the 312 twentieth century, together with Profes- During the First World War, glanders con- sor Al. Ciuca˘, he strove to obtain a thera- stituted a threat when for those countries peutic serum and to use the natural re- where the incidence of the disease is very sistance of bovines towards this infec- rare and even inexistent during peace tion.14, 15 time (Table 1.).

Table 1. The frequency of animal diseases in Romania from 1940.

The incidence and the great extension of that date, based on experiments, namely, the infection during the war, show us that that the action of sulphathiazole is bacte- the prophylactic measures, based on de- riostatic and not bactericidal, “that it tection and killing of diseased animals ef- stops the multiplication of bacilli, leaving ficient in peace time, with all the sacrifi- the organism with its own means of pro- cies imposed by slaughtering a great tection to get rid oneself of the germs” number of animals, could not hinder the corresponds wholely with the principle spreading of the disease in war time. admitted today by the Russian authors, Chemotherapy in experimental glan- that the antibiotics (in the large sense of ders. As we have already, stated, the first the word) have a double action, - a direct experimental work is the one published one on the germs (bacteriostatic), and an- by us in 1943 in which we show that sul- other one, indirect, on the organism (stim- phatiazole administered per os to the ulating the natural means of protection). guinea pig, 5 days consecutively, yields a The therapy for glanders in humans was car- high protection to these animals towards ried out with sulphonamides by the veteri- the infection, even when the latter is due nary surgeon N. Muntiu (1909-1977) in 1943 to the high quantities of germs, up to (Schutzwirkung des Sulfamides bei akziden- 1000 mortal doses.16,17,18 tellen und experimental Rotzinfektionen. The conclusion at which we arrived at Dtsch. trzt. Wschr., 1943, 1, pp. 37-38). 313 Investigations made by N. Muntiu to- 319, Bucharest, 1884 gether with St. Nemteanu, 1949, when we 3 V. B ABES¸, P. RIEGLER, C. PODASCA, Sur showed that the bacteriostatic “in vitro” les toxines de la morve et leur raport avec action of sulphathiazole is evident up to les bacilles morveux et le serum anti- the dilution of 1:8 millions in relation to a morveux. Archives des sciences médi- small number of germ, but that it decreas- cales, p. 161-173, 1897. es gradually as the number of germs culti- 4 V. BABES¸, P. RIEGLER, C. PODASCA, Cerc- vated in medium with sulphamide eta˘ ri asupra act¸iunii bacililor mort¸i ai grows.19, 20, 21 The close relation between morvei s¸i încerca˘ri de seroterapia morvei. the quantity of germs and he quantity of Analele Institutului de Patologie s¸i Bacte- sulphathiazole does not only exist in the riologie, vol. VI, Bucures¸ti, p. 202-233, appreciation of the bacteriostatic value, 1898. but also in the appreciation of the bacteri- 5 I. CANTACUZINO,P. RIEGLER, De la mal- cidal value of this sulphamide. ladie toxique provoquée par l’injection S. Oeriu and N. Muntiu in 1952, succeed- intrastomachale de bacilles morveux tués. ed to demonstrate that the bactericidal ac- Annales de l’Institut Pasteur, 21, p. 194, tion of suphathiazole (0,1 mg to 100 ml. Paris, Mai 1907. medium) is directly proportional with the 6 A.V. CORNIL,V. BABES¸, Les bactéries et degree of its concentration in medium, leur rôle dans l’anatomie et l’histologie and inversely proportional with the quan- pathologiques des maladies infectieuses. tity of cultured germs.22 Although strepto- Ed. Félix Alcan, Paris, 1885. mycin as its derivative (sulphosalicilate – 7 C. MOTAS¸, P. RIEGLER,AL. CIUCA˘, L’ac- alithiocyanate streptomycin) showed a tivité du service de serovaccins pour la pronounced bacteriostatic action “in vit- prophylaxie des maladies contagieuses ro”, in our researches on guineapigs it des animaux en Roumanie, Arhiva Veteri- proved feebly active. In the same re- nara˘, vol. IV, p. 154, Bucures¸ti, 1907. searches, hidraside of the isonicotinic 8 P. R IEGLER,AL. CIUCA˘, La morve expéri- acid was totally inactive for glanders mentale des animaux bovins. Buletinul bacillus, an much “in vitro” as “in vivo”. Societa˘¸iit de Medicina˘ Veterinara˘, Bu- Neither did sulphona, tried “in vitro”, cures¸ti, 1904-1905. manifest a bacteriostatic action, worthy of 9 P. R IEGLER,AL. CIUCA˘ , Rolul sero-vacci- being considered. By prophylactic meas- nat¸iunilor în prevenirea s¸i combaterea ures, severely applied, by slaughtering, bolilor infect¸ioase. Analele Academiei every year, thousands of ill horses, glan- Române, Bucures¸ti, 1924. ders decreased gradually in intensity. 10 P. R IEGLER,AL. CIUCA˘ , La morve ex- Consequently, in 1957, there were 18 cas- périmentale des animaux bovins. Arhiva es of glanders in horses, and in 1960 Ro- Veterinara˘ , nr. 2, p. 17, Bucures¸ti, 1905. mania was declared free of glanders. 11 *** 75 de ani de la întemeierea înva˘t¸a˘mântului medicinei veterinare în România, 1856-1931, Tipografia Cultura, BIBLIOGRAPHY Bucures¸ti, 1931. 12 D. CURCA˘ , The Romanian Scientist- 1 D. CURCA˘ , Romanian priorities in con- Prof. Victor Babes¸, Historia Medicinae trol and eradication of epizootic diseases Veterinariae, 27, 5-6, p.333-347, 2002. in veterinary medicine, Lucra˘ri s¸tiint¸ifice 13 D. CURCA˘ , I. C. ANDRONIE,V. ANDRONIE, U.S¸.A.M.V., Seria C, vol. XLIV-XLV, Romanian priorities in control and eradica- p.127 – 140, 2001-2002. tion of epizootic diseases in veterinary med- 2 M. MAGUREANU, Comptes-rendus sur le icine, The 32nd WAHVM, 15-19 August, premier Congrès des médicins, vétéri- Oslo, Norway, Abstracts, p.20-21, 2001. naires et pharmaciens de Roumanie,p. 14 P. R IEGLER,AL. CIUCA˘ , La morve ex- 314 périmentale des animaux bovins, op cit. 19 N. MUNTIU,ST. NEMTEANU, Glanders in 15 P. R IEGLER,AL. CIUCA˘ , Rolul sero-vac- man and animal. Actual possibilities of cinat¸iunilor în prevenirea s¸i combaterea prevention. Rev. Ig., Microbiol., and Epi- bolilor infect˛ioase, op.cit. demol., 1952, 5, p. 34. Comunicarile 16 N. MUNTIU, Protective action of sul- Acad. R.P.R., Sec. Biologie, 1, 9-10, p. phathiazole in accidental and experimen- 921, 1951. tal infections. (preliminary notes). – 20 N. MUNTIU,ST. NEMTEANU, Observa- Deutsche Tierarztliche Wschrft. 37/38 tions on the dissociation of a strain of and Deutsche Tierarztliche Rundschau, glanders bacillus on media with sul- 51/49, p.361, 1943. phathiazole. Rev. Ig., Microbiol., and 17 N. MUNTIU, Chemotherapy of glanders Epidemol., 1, p. 40, 1952. with sulphathiazole. Protective action in 21 N. MUNTIU, C. BARBER, C. HEYTMANEK, accidental and experimental infections. Complete antigen from glanders bacillus. Rev. Med. Vet. and Zooteh. 52, 9 – 10, Biologic proprietes. Rev. Ig., Microbiol., p.145 – 154, 1943. and Epidemol., 4, p. 55, 1953. 18 N. MUNTIU, Chemotherapy of glanders 22 S. OERIU,N. MUNTIU, Contributions in with sulphathiazole. Protective action ex- the chemtotherapy of glanders. Bacterio- perimental infections in guineapigs. Rev. static and bactericidal action of sul- Med. Vet. and Zooteh. 11 – 12, p.634 – phathiazole. Bul. Stiintific, S. Biologie, 648, 1948. Academia Româna˘ , 4, 1, p. 99, 1952.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

MEDITERRANEAN ZOONOSES CONTROL PROGRAMME OF THE WORLD HEALTH ORGANIZATION. HISTORY AND ACTIVITIES SINCE 1978 NICOLAU CHARISSIS, ARISTARCO SEIMENIS

SUMMARY

The WHO/MZCP is an interregional (Mediterranean and Middle East) Programme on Zoonoses and Related Foodborne Diseases, surveillance and control, promoting Intersectoral co-operation and co-ordination through Veterinary Public Health Activities.

RIASSUNTO

IL PROGRAMMA DI CONTROLLO DELLE ZOONOSI MEDITERRANEE DEL WORLD HEALTH ORGANIZATION. STORIA ED ATTIVITÀ DAL 1978.

Il WHO/MZCP è un Programma interregionale (Mediterraneo e Medio Oriente) sulle Zoonosi e sulle correlate Malattie Alimentari, sorveglianza e controllo, sviluppo della cooperazione Intersettoriale e del coordinamento tra le attività della Sanità Pubblica Veterinaria.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA DOMANDA DI SALUTE E PROTEZIONE DALLE ZONE MARGINALI E DI MONTAGNA: LA RISPOSTA DI SANITÀ, SERVIZI PUBBLICI E VOLONTARIATO LUCA SALA, CARLO BRINI, CLAUDIO MARTINA, MAURIZIO LUCIA, MARTINO BORRIONE

SUMMARY

THE DEMAND FOR HEALTH AND PROTECTION OF THE MARGINAL AND MOUNTAIN AREAS: THE RESPONSE BY PUBLIC HEALTH,PUBLIC SERVICES AND VOLUNTEERISM. Starting from historical experience, such as the Vallestrona flooding of 1968, one realises how a health emergency associated with a natural event can involve both humans and farm animals thus requiring the adoption of joint, coordinated operational protocols, and that the actors do speak to one another! In normal times the presence of Physicians, Veterinarians, Fire Brigades, Alpine Rescuers, ready to intervene upon possible calls, guarantees that confi- dence and security in the future representing an indispensable condition of well-being. In the territory of the Biella Province, 913 km2, there are 82 municipalities (communes). 70% of them, with about 90,000 residing inhabitants, i.e. 50% of the provincial total population, are sited in mountain territories. The question is: do the inhabitants of these territories have the same right to health as those living in urban areas? Since the answer is predictable, it is im- perative that the activities of Sanitary Aid: Emergency and Reception Department –118; Alpine Speleological Rescue National Corp; of Prevention: Public Veterinary Health Service and of Urgent Technical Aid: Fire Brigade, should be coordinated in order to avoid waste of resources and to optimise the Service. The answer Veterinary Medicine must give in the third millennium include Health and Security for citizens in order to allow them to remain in terri- tories where they find it “difficult” to live due to the oro-geographical situation, distance from medical care and relief Centres, and lack of communication routes. It must be stressed that should such Services disappear, also their important action of environmental protection of mountain areas would cease.

Introduzione all’uso di entrambi gli strumenti tutto il personale che di fatto può essere presente Investire in salute non significa solo desti- in una situazione di emergenza.2 È neces- nare più risorse finanziarie ai servizi sani- sario offrire eventuali interventi di primo tari. Finanziamenti generici dei sistemi soccorso direttamente a destino, che pos- sanitari rischiano di favorire opere presti- sono essere eseguiti da un operatore gene- giose, di norma ospedali, per favorire rico e guidati a distanza, ad esempio via l’accesso di gruppi urbanizzati, che per radio, traducendo in seguito il paziente a questa ragione risultano privilegiati.1 For- centri di eccellenza, collocati in posizione se è il caso di domandarsi quanto risulti centrale. Ciò per promuovere la raziona- efficace una politica sanitaria, se non lizzazione sul territorio di risorse umane e avremo posto correttivi utili ad attualiz- materiali e per evitare dispersioni, che zarla, rispetto alle reali necessità della po- non permetterebbero il mantenimento di polazione, determinate per esempio anche adeguate professionalità, né l’uso econo- dalle caratteristiche geografiche del terri- mico di quanto disponibile. torio. A tale proposito si ricorda come, La salute umana dipende per circa il 15 % per offrire una risposta il più possibile dai servizi sanitari: prevenzione primaria, tempestiva ed efficace in caso di attacco secondaria e terziaria, diagnosi, cura e te- cardiaco, da più parti si sostenga la neces- rapia. Per il restante 85% da fattori socia- sità di affiancare agli estintori antincendio li: scolarizzazione, nutrizione, alimenta- un apparecchio defibrillatore, addestrando zione, stato sociale, lavoro, accesso ai ser- 319 vizi, tranquillità, fiducia nel futuro, lega- essere svolta a tempo pieno o part time, mi con le proprie radici e col territorio di da parte di coloro che hanno altra occupa- appartenenza. Partendo dall’esperienza zione, per lo più nel settore tessile. Così storica, l’alluvione della Vallestrona del la vita di queste popolazioni ed i loro in- 1968, che ha duramente colpito il territo- sediamenti sono strettamente connessi al- rio biellese: 58 tra morti e dispersi; oltre la presenza di animali ed alla possibilità 100 feriti; 13.000 dipendenti dell’indu- di trarre dal loro allevamento prodotti stria senza lavoro; tutti gli 82 comuni commerciabili, secondo le regole del mer- biellesi più o meno disastrati o in grave cato. E’ importante sottolineare che, ve- crisi; danni calcolati per circa trenta mi- nendo meno la presenza costante dell’uo- liardi di lire dell’epoca, si è cercato di mo in questi territori, verrebbe meno delineare un’analisi dello sviluppo delle l’importante azione di presidio ambienta- attività di prevenzione: Servizio Sanità le della montagna. Tutto ciò rappresenta Pubblica Veterinaria – SSPV; di Soccorso la ricchezza culturale di un popolo di Sanitario: Dipartimento Emergenza e Ac- montanari e un utile presidio, per la pre- cettazione - DEA/118 e Corpo Nazionale venzione di catastrofi naturali che si pre- Soccorso Alpino e Speleologico – vede continueranno a verificarsi, con CNSAS; e di Soccorso Tecnico Urgente: maggiore frequenza.3 Vigili del Fuoco - VdF. Dopo una valuta- La domanda: Gli abitanti di questi comu- zione dei dati di attività, delle esperienze ni, hanno lo stesso diritto di salute di professionali acquisite dai servizi nel cor- quelli che vivono in città? Dato che la ri- so di esercitazioni provinciali di protezio- sposta è scontata, come coordinare al me- ne civile e delle emergenze alluvionali glio le attività di soccorso e prevenzione? che si sono verificate nel territorio bielle- se (1994, 2000, 2002), si è cercato di in- dividuare una chiave di lettura dei proble- Ricerca e analisi dati territoriali mi, che possa offrire utili spunti di rifles- sione, sia in stato di emergenza che nella Sono state considerate le principali attività routine quotidiana. di vigilanza dei SSPV nei comuni oggetto di studio: anni 2002/2003, rivolte agli ani- mali e alla salubrità degli alimenti, che da Il territorio questi hanno origine: sanità animale, al- peggi, indagini post mortem, impianti di La provincia di Biella comprende un ter- vendita, produzione e conservazione dei ritorio di 913 km2, sul quale insistono 82 prodotti di origine animale.4 Si è constatato comuni. Il 70% di questi, nei quali risiede che nei comuni di cui sopra: sono presenti una popolazione di circa 90.000 abitanti, oltre il 30% degli allevamenti e il 27% de- pari al 50% del totale provinciale, è collo- gli animali; sono stati esaminati post mor- cato in territorio montano. Si è constatato tem il 28% degli animali morti; alpeggiano che la distribuzione della popolazione di oltre il 40% dei capi bovini e ovicaprini, questi comuni incide per circa il 30% su che vengono caricati per 5 mesi all’anno; un territorio che vede l’accesso svantag- la distribuzione degli esercizi dove si tra- giato ai servizi centrali dovuto anche a sformano, commercializzano, conservano problematiche di viabilità e di condizioni alimenti di origine animale: negozi, macel- meteorologiche: distanza minima: 11 km. lerie, laboratori di smielatura, caseifici L’economia della gente di montagna è aziendali, incide per oltre il 26%. Analiz- spesso radicata a schemi tradizionali di zate le attività dei VdF nei comuni oggetto attività agro-zootecniche: allevamento di di studio, si è rilevato che oltre il 30% del bovini ed ovicaprini e trasformazione del totale degli interventi e oltre il 40 % degli latte in prodotti caseari. Tale attività può interventi potenzialmente intersettoriali si 320 sono svolti nei comuni ad accesso svantag- ciazioni o enti, pronti a rispondere alle giato. L’analisi di attività del DEA/118 e eventuali chiamate, garantisce quella si- del CNSAS ha dato risultati sovrapponi- curezza e fiducia nel futuro che rappre- bili ai dati su esposti. senta una condizione irrinunciabile di be- nessere. Si auspica che, attraverso un percorso di Riflessioni conclusive formazione intra e interdisciplinare degli operatori,5, 6, 7 di confronto e di relazione, La risposta alla domanda di salute deve si possano destinare in queste zone Pro- essere data in pari misura a tutti i cittadini. fessionisti in grado di rispondere, almeno La popolazione del biellese conta oltre il in emergenza, ai diversi bisogni di salute 22 % di cittadini in fascia di età superiore e, per quanto riguarda l’attività quotidia- a 65 anni e molti gruppi familiari sono co- na, facilitare l’accesso ai servizi sanitari e stituiti da due o addirittura da una sola per- di soccorso. sona. Presumibilmente, nei comuni in esa- Tale coordinamento potrà realizzarsi solo me, tale percentuale è destinata in un pros- tramite precisi protocolli operativi condi- simo futuro ad assumere valori ancora più visi. Non si tratta quindi di un ritorno al rilevanti. L’incidenza della popolazione passato ma di utilizzare quanto a disposi- anziana è direttamente proporzionale ai bi- zione, comprese le conoscenze storiche, sogni, e questi sono vincolati alla disponi- come strumenti per costruire il futuro. bilità di risorse. I costi degli interventi in questi comuni, per i tre SSSPV, si attestano approssimativamente per l’anno 2003 nelle BIBLIOGRAFIA seguenti cifre (stimate: per il SSPV si è calcolato il 70% del totale, per le attività in 1 ANONIMO, Povertà e salute, Quaderni di esame): SSPV: 2.016.000; 118: 2.500.000; Sanità Pubblica OECD – OMS; 132, a.26, CNSAS: 16.000; VdF: 2.500.000. dic. 2003. Secondo le stime di alcune organizzazioni 2 A. ROGHI, La catena della sopravvivenza, internazionali, una vita umana costa alla Italian Heart Journal, Suppl. 2000;1 (1): società circa 500.000. La necessità di of- 24-29. frire ai cittadini-clienti della sanità servizi 3 Impacts of Europe’s changing climates, efficaci ed efficienti, che considerino an- European Environment Agency, 2, 2004; che valori di equità e di umanità, invita i http://reports.eea.eu.int/climate_re- decisori ad intraprendere una strategia di port_2_2004/en finanziamento degli interventi che risulti 4 Atti d’archivio del Servizio Sanità Pub- da un tavolo di programmazione interdi- blica Veterinaria, ASL 12 di Biella. sciplinare. Il coinvolgimento ed il coordi- 5 C.W. SCHWABE, Veterinary Medicine and namento degli enti e degli operatori che Human Health, William & Wilkins, Balti- svolgono attività in queste aree “disagia- more, 1969. te” appare un utile metodo di lavoro, fina- 6 Corso di aggiornamento, Collaboration lizzato ad ottimizzare le attività di promo- between Medical and Veterinary Services zione della salute, sia nell’ambito della in emergency situations, 25-27 aprile prevenzione che in quello della cura, del- 1994, CEMEC, San Marino. l’urgenza e dell’assistenza. La presenza di 7 S. C. KALHER, Veterinary Profession de- operatori che possano erogare le attività serves bigger role in Interdisciplinary di soccorso sanitario, di prevenzione, di Health Care, Journal of the American Ve- soccorso tecnico urgente e di altre asso- terinary Medical Association, 15/9/2002.

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FREE COMMUNICATIONS

COMUNICAZIONI A TEMA LIBERO

M.A. MÁRQUEZ (Mexico), The ornithological findings of the Royal Spanish Botanical Expedition to New Spain, 1787-1803 (Le risultanze ornitologiche della Reale Spedi- zione Botanica spagnola in Nuova Spagna, 1787-1803). V. G IORMANI, A. VEGGETTI (Italy), L’epizoozia del 1783-84 nel Veneto dominio. Giuseppe Orus e le proteste di un chiacchierone (The 1783-1784 livestock epidemic in the Veneto region. Giuseppe Orus and the protests of a chatterbox). G. BOLOGNI (Italy), L’epidemia del male bovino nei bandi granducali della Toscana dal 1737 al 1749 (The epizooty of bovine disease as reported in the Tuscany bandi grandu- cali from 1737 to 1749). J. BROBERG (United Kingdom), Rowels and Setons, ancient therapies. Illogical and lo- gical logic (Fontanelle e setoni, vecchie terapie. Logicità e illogicità logica). J.M. GUTIÉRREZ GARCÍA (Spain), Bovine tuberculosis in other domestic species: reper- cussions on human health in Spain seen from a historical perspective (La tubercolosi bovina nelle altre specie: ripercussioni sulla salute umana in Spagna analizzate dal punto di vista storico). A. GRANDI (Italy), “Una rilevantissima industria da custodire”. Gli strumenti di conser- vazione del patrimonio ittico a Mantova in età moderna (The rules for the preservation of the fishing heritage in Mantua in the modern age). A. CARLI, B. COZZI (Italy), Anatomia comparata, antropologia criminale e arte ai tempi della Scapigliatura lombarda (Comparative anatomy, criminal anthropology and art at the times of the “Scapigliatura”, an Italian literary movement of the late 19th century). G. BOLOGNI, L. CIAMPI (Italy), La celebrità e i maltrattamenti dell’asino (The donkey fame and abuses). C. MADDALONI (Italy), La bolla di Gregorio IX e l’olocausto del gatto nero (Pope Gre- gory 9th and the black cat’s sacrifice). R. RONCALLI AMICI (USA), An illustrated history of the flea and its life cycle (La storia illustrata della pulce e del suo ciclo vitale). L. BRUNORI CIANTI, L. CIANTI, (Italy), Alle origini della moderna zootecnia: la fattoria di Albarese dei Lorena alla fine del XIX secolo (At the sourges of the modern zootecny: the Lorena farm of Albarese in the late 19th century). C. DI PIETRO, A. PASSANTINO, M.R. RUSSO, M. PASSANTINO (Italy), Animali e ricerca scientifica: origine ed evoluzione storica-culturale e scientifica (Animals and scientific research: origin and historical-cultural-social and scientific evolution). Poster J. M. CERVANTES, A.M. ROMÁN, E.L. GONZÁLEZ (Mexico), The influence of the Ital- ian agronomists in the veterinary medicine in Mexico at beginning of 20th century (L’influenza degli agronomi italiani sulla medicina veterinaria messicana all’inizio del secolo XX). Poster.

323 J.M. CERVANTES, A.M. ROMÁN (Mexico), The importance of the animals in the con- quest of Mexico (1519-1521) (L’importanza degli animali nella conquista del Messico [1519-1521]). Poster J.M. CERVANTES , A.M. ROMÁN (Mexico), The influence of the Mexican revolution (1910-1920) on the livestock production and the veterinary medicine (L’effetto della rivoluzione messicana (1910-1920) sulla produzione animale e sulla medicina vete- rinaria). Poster L.G. GONZÁLEZ, A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES (Mexico), Historical analysis of the de- velopment of groups of Italian emigrants to Mexico and Brasil (Analisi storica dello sviluppo di un gruppo di emigranti italiani in Messico e in Brasile). Poster M. RIPPA BONATI,J. PARDO TOMÀS, M. TURCHETTO (Italy), Le tavole a colori d’embrio- logia di Girolamo Fabrizio d’Acquapendente (1533-1619) (The embryological pain- tings of Hieronymus Fabricius of Acquapendente, 1533-1619). Poster

Topic: Schools, teaching, institution, people Sottosezione: Scuole, insegnamento, istituzioni, personaggi M. MORINI,S. BIAVATI (Italy), L’anatomia patologica veterinaria nella storia: dal 1200 all’inizio del secolo scorso (The history of veterinary gross pathology: from 1200 to the beginning of the last century). O. DI GIACINTO, P. BERARDINELLI, A. MARINO (Italy), La medicina veterinaria in Abruz- zo ultra I nel periodo preunitario (The veterinary medicine in Abruzzo ultra I in the preunification period). M. PRUNOTTO (Italy), L’insegnamento dell’Anatomia nella Scuola veterinaria di Torino (The teaching of Anatomy in the Veterinary School of Turin). M. MAZZUCCHI, A. VEGGETTI. (Italy), The Naldo Maestrini antique book collection of the “G.B.Ercolani” library of Veterinary Faculty of Bologna University (Il fondo antico “Naldo Maestrini” della Biblioteca Centralizzata “G.B.Ercolani” della Facoltà di Me- dicina Veterinaria dell’Università di Bologna). D. FONDA (Italy), L’inventario dei libri della biblioteca chirurgica veterinaria dell’Uni- versità di Milano redatto da Felice Cinotti nel 1948 (The inventory list of books in ve- terinary surgical library of the University of Milan, compiled by Felice Cinotti in 1948). S. TWARDZIK (Italy), L’Archivio della Scuola di Veterinaria di Milano, 1808-1932 (The archives of the Veterinary School of Milan, 1808-1932). O. SONZOGNI, S. CARLI (Italy), Sull’insegnamento delle discipline farmacologiche vete- rinarie nell’Ateneo milanese (In ricordo del prof. Remo Faustini, 1915-1983) (On the teaching of Veterinary Pharmacology in Milan. In memory of Prof. Remo Faustini, 1915-1983). Poster F.C. HERNÁNDEZ, A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES (Mexico), Geographic distribution of the veterinary medicine schools in Mexico (Attuale distribuzione geografica delle scuole di Medicina veterinaria in Messico). Poster S. DI PIETRO, A. GRUPPILLO, A. PUGLIESE (Italy), Oftalmojatria veterinaria: una discipli- na d’altri tempi (Veterinary ophtalmoiatric: an old times discipline).

324 A.M. ROMÁN, J.M. CERVANTES, B. VELÁZQUEZ (Mexico), Perspective of the woman in the veterinary medicine and zootechnics faculty of the National University of Mexico, a review from 1853 to 2003 (Prospettiva femminile nella facoltà di Medicina Veterina- ria e Zootecnica dell’Università Nazionale del Messico dal 1853 al 2003). Poster J. SÁNCHEZ DE LOLLANO PRIETO, C. BALLESTEROS (Spain), Oral history: experience and methods in veterinary history (Storia orale: esperienza e metodi nella storia veterina- ria). M. GENNERO (Italy), Le radici della Scienza Veterinaria: Giovan Battista Pignatelli (The roots of Veterinary Science: Giovan Battista Pignatelli). V. C ALDERONI. (Italy), Giovanni Battista Codronchi (1547-1628) veterinario ante-litte- ram (Giovanni Battista Codronchi (1547-1628), veterinarian ante litteram). V. M ARAZZA, R. MARABELLI (Italy), Robert Fauvet (1791-1864) allievo e ripetitore del- la R. Scuola Veterinaria di Milano, primo Veterinario cantonale ticinese (Svizzera), do- cente della Pontificia Scuola Veterinaria di Leone XII (Robert Fauvet (1791-1864) stu- dent and tutor at the R. Veterinary School of Milan; first Cantonal Vet of Canton Ticino (Switzerland); teacher of Veterinary School founded in Rome by Pope Leo 12th). D. FONDA (Italy), Nicola Lanzillotti-Buonsanti (1846-1921) direttore della chirurgia nella Scuola veterinaria milanese (Nicola Lanzillotti-Buonsanti. Head of the surgery in the Veterinary School in Milan). W. SELEN (Holland), History of veterinary cauterization (Storia della cauterizzazione in Veterinaria). Poster M.T. DE MELLO (Brasil), History of veterinary medicine in Brazil (Storia della Medici- na veterinaria brasiliana). A. VEGGETTI (Italy) La Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna (The Veterinary Medicine Faculty of Bologna University). Poster I. ZOCCARATO, C. LAZZARONI L. GASCO (Italy), L’Istituito Nazionale di Coniglicoltura di Alessandria e l’attività del professor Francesco Maiocco (The Italian National Insti- tute for Rabbit Production in Alessandria and the professor Francesco Maiocco activi- ty). Poster L.G. GONZÁLEZ (Mexico), The converted veterinary medicine curriculum to an ani- mal husbandry and veterinary medicine curriculum between 1928, 1930 and 1934 in the Mexican contest (La conversione del curriculum in Medicina Veterinaria a quelli in Produzioni Animali e Medicina Vetrinaria fra 1928, 1930 e 1934 nel contesto mes- sicano). Poster V. P EDINI (Italy), Viaggio a Budapest (Journey to Budapest). Poster IZSM (Italy), L’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno (The Institute Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno). Poster G. SALI, R.VERMI (Italy), Alcuni famosi veterinari illustrati e selezionati da Praxis Veteri- naria (Some famous Veterinarians, illustrated and selected from Praxis Veterinaria). V. M ARAZZA,P. RASORI (Italy), In memoria del prof. Luigino Bellini (In memory of Prof. Luigino Bellani). Poster

325 H. QUIROZ ROMERO (Mexico), Contributions of Manuel Chavarria Chavarria to the treatment of cysticercosis by Tenia solium (Il contributo di Manuel Chavarria Chavar- ria al trattamento della cisticercosi da Tenia solium). Poster M. GRAZIANI,V. CAPORALE (Italy), Giuseppe Caporale: una vita per la veterinaria (Giuseppe Caporale: a life for veterinary medicine). Poster. A. PASSANTINO, C. DI PIETRO, M.R. RUSSO, M. PASSANTINO. (Italy), Genesi del contrat- to di compravendita degli animali (Origin of the contract of sale of animals). Poster L. RAVA ROT TO , L. BERTONI, R. ZOLETTO,S. SANDRIN, I. ANDRIGHETTO (Italy), Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: 75 anni di attività a sostegno della sanità animale, della sicurezza alimentare e della zootecnia (Istituto Zooprofilattico Sperimen- tale delle Venezie: 75 years of activity to support animal health, food safety and animal production). Poster. A. FERRARI, L. DOGLIONE (Italy), L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: storia ed evoluzione di una istituzione sanitaria (The veterinary medical research Institute for Piemonte, Liguria and the Valle d’Aosta. History and de- velopment of an institute for disease prevention and control). Poster S. CARACAPPA,S. DARA, R.P. GIUNTA, A. SALVAGGIO, A.M.F MARINO (Italy), 1928- 2003: 75 anni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia al servizio della Medicina Veterinaria e della salute pubblica (1928-2003: the 75 years of Sicily’s Exper- imental Zooprophylactic Institute at the service of the veterinary medicine and the public health). Poster L. MARVASI (Italy), Omaggio alla memoria dei Padri della Medicina Unica vissuti tra XV e XVIII secolo in Italia (Tribute to the memory of the Fathers of the concept of One Medicine lived between 15th -18th century in Italy). Poster M. GENNERO,D. BERGERO (Italy), Un recente ritrovamento di una lettera di Carlo Le- siona (A recently discovered letter by Carlo Lessona). Poster

326 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

THE ORNITHOLOGICAL FINDINGS OF THE ROYAL SPANISH BOTANICAL EXPEDITION TO NEW SPAIN, 1787-1803

MIGUEL A. MÁRQUEZ

RIASSUNTO LE RISULTANZE ORNITOLOGICHE DELLA REALE SPEDIZIONE BOTANICA SPAGNOLA NELLA NUOVA SPAGNA, 1787-1803 Sul finire del XVIII secolo, la Nuova Spagna era un immenso regno con un territorio di oltre 4 milioni di km2, confinante al nord con Alta California, Utah, Nevada, New Mexico, Arizona, Texas e Louisiana Francese ed a sud con la Capitaneria Generale del Guatemala, El Sal- vador e l’Honduras. La ricca e sorprendente biodiversità di piante, animali e minerali di questa immensa area geografica era già stata studiata e usata per l’agricoltura, per la pro- duzione di alimenti, a scopi medici e terapeutici, per l’allevamento e per l’estrazione dalle culture native pre-ispaniche, come pure, dai primi esploratori, conquistatori e pionieri. Stra- ordinari studiosi come il protomedico di Filippo II, don Francisco Hernandez esplorarono e studiarono le risorse naturali di questi territori del nuovo mondo. Tuttavia molto era ancora da esplorare e scoprire. L’Illuminismo fu la spinta ideale tra i monarchi in Europa. Carlo III di Spagna aveva già inviato ambiziose spedizioni scientifiche nei possedimenti di Nuova Granada, in Perù, a la Plata in sud America. La più ambiziosa e promettente di queste spedi- zioni fu quella in Nuova Spagna. Tra il 1787 ed il 1803 un gruppo di eminenti scienziati spagno- li e neospagnoli, molti dei quali medici, trasformati in botanici, naturalisti, vulcanologi, antropologi, linguisti, tassodermisti e illustratori, viaggiarono in condizioni dure ed incredi- bili (alcuni morirono) attraverso l’attuale Messico, USA, Canada, Alaska, Cuba, Porto Rico ed America centrale, raccogliendo e classificando campioni, disegnando e sezionando ed in- viando, al Reale Gabinetto di Storia Naturale a Città del Messico e a Madrid, per ulteriori studi, migliaia di piante, animali e minerali. Le risultanze ornitologiche di questa splendida esplorazione furono molto ricche. Gli studi furono opera principalmente di Martín de Sessé y Lacasta, José Mariano Mociño de Suárez y Lozada, José Longinos Martínez.. Tutto il materi- ale fu raccolto nel 1803 a Madrid, tuttavia i moti conseguenti all’invasione napoleonica nel 1808 causarono la perdita ed il danneggiamento di parte del materiale. Nel 2000, presso la biblioteca del Museo di Storia Naturale di Madrid è stato ritrovato un manoscritto, dei ricer- catori spagnoli e messicani, dal titolo Descrizione in lingua latina di distinte specie di uccelli del regno della Nuova Spagna secondo ordine e famiglia. L’indice riporta 3 ordini, 49 famiglie e 278 specie di uccelli classificati secondo il sistema di Linneo, tra questi il risplen- dente Quetzal (Pharomachrus mocino) uccello sacro dei maya ed oggi simbolo nazionale del Guatemala e del Chiapas in onore dello scopritore il messicano don José Mariano Mociño.

This ambitious expedition was part of the tals of the kingdom of Spain. Besides the enlightened project planned and launched huge wealth produced by the silver and from Spain having as it’s main objective gold mines, mainly in New Spain, Peru to implement the Borbonic reforms in the and Bolivia, this Illustrated project had as overseas Spanish colonies. To do so, a objective to increase the wealth of the first step was to carry out scientific recon- kingdom by exploiting the botanical and naissance and exploration of the Ameri- animal resources, in medicine, agriculture can territories, to get an extensive knowl- and livestock, in order, to improve the edge of the natural resources and the in- wellbeing and quality of life of its sub- digenous population, in order to build an jects, and to keep Spain as a leading na- inventory of the botanical wealth, capable tion among its European neighbours. of enriching the medical and therapeutical Casimiro Gómez Ortega, director of the resources for the pharmacies and hospi- Royal Botanical Garden of Madrid, with 327 the support of José Moñino, Count de The ornithological findings Floridablanca, Minister of State and José Gálvez, Minister of Indies, obtained the The main objectives of the Royal Botani- approval of King Chales III , who by cal Expedition, from the very beginning, Royal Order dated on October 27, 1786 were to correct the botanical errors exist- ordered the foundation of a Botanical ing in the European pharmacopoeias, to Garden in the capital of New Spain, the study the amazing unknown flora of the Cathedra of Botany (the first in America), New World, to achieve the description and the organization of an expedition to and classification of the plants and to find find and complete the research of the lost medical, commercial and industrial appli- drawings produced during the Francisco cations of the new botanical discoveries, Hernandez expedition of 1570.1 From that following the steps of the Protomédico moment, Gómez Ortega carefully select- Francisco Hernández studies, carried out ed the team of naturalists, who were prac- two centuries before. This emphasis on tically all physicians and planned the fi- botanical results has oriented the special- nancial support of the expedition. ists to focus on the botanical findings By march 1787, the expeditionary group published in Plantae Novae Hispaniae, consisted of Martín de Sessé, director of Flora Mexicana and Flora de Guatemala, the expedition, and of the Botanical Gar- rather than the zoological data, which can den of México City; Vicente Cervantes, be found dispersed in a wide number of professor of Botany; José Longinos manuscripts and documents that show the Martínez, naturalist; Juan del Castillo and constant shipments of desiccated animals, Jaime Senseve, botanists. many of them unknown to the Illustrated The scientists travelled to the capital of science by the end of 18th. Further more, New Spain, established the botanical gar- the loss of manuscripts and scientific den and started the botanical courses. sketches masterly drawn by the novo Among the most advanced students were Spaniard artists and painters of the expe- two young physicians who belonged to the dition Atanasio Echeverría and Vicente de Illustrated local social and intellectual la Cerda, recently published by the Hunt elite, José Mociño and José Maldonado. Institute of the Carnegie Mellon Universi- The scientific and professional signifi- ty, 3 can explain the lack of interest in the cance that the Botany courses, the intro- zoological samplings and findings duction of the Linnean system, etc, had on achieved by the expedition. the Mexican scientific community can be evaluated by the outstanding number of distinguished professors practicing medi- Ornitología Mexicana, a recent discovery cine, surgery, pharmacy, and other sci- ences, such as Luis Montaña, Daniel O’- During the search of the Royal Botanical Sullivan, Ignacio Pérez de León, Dionisio Expedition to New Spain material, a Larreategui, Andrés del Río, Miguel Con- manuscript was found at the Museum of stazó, José Joaquín Altamirano, among Natural History Library of Madrid in 1998. many other Novo Spaniard scientists. This 18th century unknown document During the third exploratory expedition to was entitled: “Descripción en lengua Michoacán and Sonora, carried out in 1790, Latina de distintas especies de aves del Mociño and Maldonado were integrated in- Reino de Nueva España, según sus ór- to the expeditionary group. Since that mo- denes y familias.” (Ms. 21-22). The two ment until 1803, Mociño would become a volume manuscript, written in Latin, (I: key member of the group and during the 539 pages; II: 432 pages. Size: 38.5 x following 13 years, shipments of dissected 24.5 cm, has parchment binding covers).4 birds were periodically sent to Spain.2 The whole structure, style, writing and 328 type of paper correspond to the same dus, Colius, Loxia, Tanagra, Fringilla, technique employed in the Plantae Novae Muscicapa, Motacilla, Pipra, Larus, Hispaniae book. Hirundo and Caprimulgus. The first volume contains the description To an avian pathologist at the beginning of four orders, thirty five genres and a one of 21th century, the most surprising fact is hundred and nine species. Volume two that the names and classification of the describes two orders, fifteen genres and birds described in this manuscript have one hundred and seventeen species. The changed, but not as much as one could two volumes systematically present a de- have thought. The accuracy of the Lin- scription of each species of bird, starting naean criteria already structured and ap- with the scientific name. Sometimes, the plied by those Illustrated scientists at the local name is given as registered in the end of the Century of the Lights, is amaz- Francisco Hernández work. The taxo- ing. One example is the Trogon viridis, nomical classification was strictly done later reclassified as Pharomacrus mocin- according to Carolus Linneus and its no in honour of the Mexican savant, Systema Naturae, according to the major member of the expedition, Don José Mar- works that gave birth to scientific or- iano Mocino Suárez y Losada. The Re- nithology during 18th century: Or- splendent Quetzal, sacred bird of the nithologie by Brisson (1760). This work Mayans and national symbol of Chiapas iestablished the morphological criteria and Guatemala, is the most spectacular and Histoire Naturelle des Oiseaux by bird of the New World, with it’s intense, Georges Louis Leclerc, Comte de Buffon bright emerald and golden green and of- in 1770-1783, who included more bio- ten metallic plumage, it is a rain forest logical criteria, such as habitat, sexual di- bird with short neck, broad stubby bills, morphism, feeding patterns, etc.5 The with long steaming tail. The feet are very morphology of each of the structures is small and heterodactyl (1st and 2nd toes described according to the norms and turned backward). Solitary, quiet, erect works of reference. Some of the ornitho- when perched, it hovers in the air when logical descriptions are accompanied by a plucking small fruits. Quetzals eat fruits scientific illustration. The drawings are and insects, and ranges mainly in the scattered in several institutions, including tropical forests of Mexico and Central the Madrid Museum of Natural History America.6 Among the Mayans it was itself. In the end, one can find the descrip- known as “Ah K’uk’um”, and “Quetzalto- tion under the popular name and local us- tolt” among the Aztecs. It was highly es of the birds and the locations where the prized by the ancient Mexicans due to its animals where collected giving an ethno- impressive beauty. Besides its religious zoological input to the manuscript. and symbolic implications, its feathers The Orders described are: Accipitres, Pi- were used as currency and sometimes cae and Passeres. The genres are: Vultur, were valued above gold and silver. The Falco, Strix, Lanius, Psittacus, Ram- common people that hunted and killed phastos, Crotophaga, Corvus, Coractas, one of these valuable birds were punished Oriolus, Gracula, Trogon, Picus, Alcedo, by death. Quetzal feathers were used for Certhia, Trochilus, Anas, Mergus, Alca, the Art of “Plumaria” in head dresses, tu- Pelecanus, Plotus, Colymbus, Laurus, nics, banners, shields, etc..7 Platalea, Cancroma, Ardea, Scolopax, The ornithological findings of this ex- Tringa, Charadrius, Recurvirostra, Fuli- traordinary expedition offer a rich field to ca, Parra, Rallus, Meleagris, Phaisanus, be studied and discovered in the near fu- Tetrao, Columba, Alauda, Sturnus, Tur- ture.

329 BIBLIOGRAPHY mentation, 1998. 4 M.A. PUIG-SAMPER,G. ZAMUDIO, Un 1 F. HERNÁNDEZ, Historia Natural de la manuscrito inédito de la Real Expedición Nueva España. Obras Completas, Edito- Botánica a la Nueva España (1787-1803) rial Universidad Nacional Autónoma de sobre Ornitología Mexicana, in Asclepio, Mexico, 1960. Vol. I, 1998, pp. 251-254. 2 J. L. MALDONADO, M. A. PUIG-SAMPER, 5 P.L.FARBER, The Emergence of Ornithol- La Aventura Ultramarina de Sessé y Mo- ogy as a Scientific Discipline:1760-1850, ciño. La Real Expedición Botánica a Dordrecht-Boston-London, Reidel Publi- Nueva España (1787-1803). En EL cations, 1982. Águila y El Nopal. Lunwerg Editores, 6 R.T. PETERSON, E. CHALIF, A field Guide Barcelona, 2000. pp. 35-52. to Mexican Birds. Houghton Mifflin 3 J.J. WHITE, R. MCVAUGH, R.W. KIGER, Company Boston, 1973. pp. 108-109. The Torner Collection of Sessé & Mociño 7 C. AGUILERA, Flora y Fauna Mexicana, Biological Illustrations, CD-Rom, Pitts- Mitología y Tradiciones. Editorial Everest burg, Hunt Institute for Botanical Docu- SA. León, España, 1985, pp. 47-49.

330 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’EPIZOOZIA DEL 1783-84 NEL VENETO DOMINIO. GIUSEPPE ORUS E LE PROTESTE DI UN CHIACCHIERONE VIRGILIO GIORMANI, ALBA VEGGETTI SUMMARY THE 1783 - 84 LIVESTOCK EPIDEMIC IN THE VENETO REGION. GIUSEPPE ORUS AND PROTESTS OF A CHATTERBOX An examination of the correspondence between Luigi Ballarini, agent and attorney of the aris- tocratic Dolfin family, and the Venetian Public Health Authorities, allows a reconstruction of the events that in July 1783 led to the spread of a severe livestock epidemic in the Veneto area, originating in cattle from Dalmatia and destined for slaughter. In order to avoid economic damage, instead of quarantining the cattle, meat contractors released the animals for sale and thus distributed them over a vast area. The reader has a lively overview of everyday life where merchants’ interests entwine with the not always prompt decisions of the public authorities, the obtuseness of the peasants and the impotence of the medical profession of the era, which when faced with epidemics was unable to do any more than enforce the strict prevention measures indicate by Lancisi, given that effective treatment methods were at the time unheard of. This explains Ballarini’s hostility towards the Professor of Veterinary Medicine, Giuseppe Orus, founder of the Collegium Zooiatricum patavinum. It would seem that having been called upon by the authorities to tackle the outbreak on his return to Padua from a summer vacation in his native city of Parma, Orus received inaccurate information concerning the dis- persion of the infected cattle and thus initially underestimated the scale of the epidemic, pre- scribing remedies that were fashionable at the time and that were obviously inadequate for guaranteeing the desired effects. The epidemic disappeared towards the end of the year, due partly to the intervention of the armed guard, who were ordered to supervise the peasants, en- suring that the health cordons were respected and that carcasses were buried and stables dis- infected according to the indications provided by the health authorities and Orus himself.

L’antefatto po la vendita dei buoi al Lido continuava: tale Andrea Perlasca ne portò otto a Lu- Nel luglio del 1783, dieci buoi della Dal- ghetto, nel Padovano. Poichè verso il 17 mazia, arrivati via mare al Lido di Venezia agosto se ne ammalò uno il Perlasca ri- da Zara, all’appaltatore delle carni Giusep- mandò indietro “furtivamente […] gli altri, pe Bagattella, furono acquistati dal macel- pure appestatiglisi”. Analogamente a Ru- laio di Cavarzere, Francesco Visentin. bano, sempre nel Padovano, ove “li buoi «Sbarcati a Brondolo ed incaminati lungo forestieri al primo apparir del morbo” fu- la riva del Gorzone», spaventati «dall’im- rono passati nottetempo nelle Beccarie di proviso assalto di un cane» si dispersero in Padova. Anche all’Arcella, alla periferia di varie parti, arrivando alcuni a S.Anna di Padova, nelle stalle dell’appaltatore delle Chioggia e nel pascolo delle Bebbe ed altri carni, si ammalarono “cinque bovini fore- nel Cavarzerano, «in vicinanza delle stalle stieri”, dei quali si disse “essersi acciden- di Ca’ Dolfin». Nel frattempo, tra di essi e talmente offesi, né potendo più caminare il resto della partita rimasta al Lido si veri- furono col carro tradotti alle Beccarie” in ficarono delle morti, ma la loro carne trovò tre volte: così, si ammalarono anche i buoi ugualmente compratori, essendo offerta a usati per il trasporto.1 poco più della metà del prezzo usuale. Al- tri buoi, prelevati “da un pascolo del Ca- varzerano, dove […] era insorto il morbo”, Prime denuncie alle autorità sanitarie furono venduti ad Anguillara, nel Padova- no diffondendovi la malattia. Nel frattem- Tra i primi a dare l’allarme fu Luigi Bal- 331 larini, agente e procuratore della famiglia duzione di animali bovini nel circondario Dolfin che il 9 agosto informò Daniele 1° segregato” e richiamasse “l’obbedienza Andrea Dolfin S. Pantalon, allora amba- dei villici ad astenersi da qualunque co- sciatore veneto a Parigi, che nella stalla municazione con le stalle sequestrate e padronale di Cà Dolfin a Cavarzere con le persone destinate alla custodia dei erano morti cinque manzi ed altri otto era- bovi in esse racchiusi”.7 no sofferenti e che aveva provveduto a de- La Sanità accolse le richieste del Trento nunciare il fatto al Magistrato della Sanità e, poiché il medico di Cavarzere dottor 2 ed al sopraprovveditore alla Sanità, Fran- Vianelli ed “altri professori” si erano cesco 2° Lorenzo Morosini S. Stefano 3 espressi “sull’indole non epidemica” del- chiedendo che si provvedesse a far fare un la malattia, si disse fiduciosa che il male soprallulluogo a “persona intendente […] venisse debellato senza estendersi ai terri- posto che il professor Orus si trovava a tori limitrofi.8 Per precauzione dispose Parma a divertirsi da cinque mesi […] in però che il sequestro delle stalle non fosse grazia della protezione del signor Alvise tolto prima di 21 giorni dall’ultimo deces- Contarini, fratello di un Riformator”! 4 so e prima che le stesse venissero diligen- A seguito di queste segnalazioni la Sani- temente ripulite e risanate con le consuete tà, il 7 agosto, incaricò Zuanne Berna, profumazioni.9 “perito de’ bovini”, di visitare il Lido, A distanza di tredici giorni, il 29 agosto, Chioggia e Cavarzere,5 ma senza alcun ri- il Ballarini informò il Dolfin che neppur sultato visto che già il 16 successivo, il le misure prese dal Trento avevano frena- Ballarini scriveva al Dolfin che, nonostan- to la disastrosa strage perché i decessi te la visita del perito, nelle stalle degli af- nella stalla padronale era saliti a 72. Dopo fittuali nessun bovino si era salvato e nel- aver detto che finalmente l’Orus era arri- la stalla padronale ne erano già morti 45 vato e si stava adoperando per salvare il nonostante che con l’aiuto di due mani- salvabile, il Ballarini questa volta infieri- scalchi, avesse provveduto a separare i sa- sce sull’appaltatore delle carni Bagattella ni dagli ammalati. Certo per scaricarsi di il quale, a suo dire, avrebbe corrotto i mi- responsabilità non esita a denunciare che nistri del Magistrato alla Sanità, perché si questa calamità è da imputare alle ina- facesse credere che il male era stato ca- dempienze delle pubbliche autorità le gionato dai pascoli troppo grassi e non quali, nonostante da tre anni si parlasse di dai buoi che aveva importato dalla Dal- sospetti di peste in Dalmazia, non vieta- mazia.10 E tutto questo nonostante che vano l’importazione del bestiame come nelle passate epidemie il Senato avesse stavano invece facendo gli Stati limitrofi. vietato l’importazione di bestiame dalla Inoltre, a causa di un discutibile contratto Dalmazia nella stagione calda.11 stipulato con l’appaltatore delle carni Ba- gattella, tolleravano che a Venezia si ven- desse a prezzo dimezzato la carne dei bo- Diagnosi di Giuseppe Orus e rimedi vini morti al Lido.6 prescritti Poiché il contagio dilagava, il Magistrato alla Sanità delegò “alla difesa” del distret- Il 28 agosto, l’Orus, in base all’esame to di Cavarzere il podestà di Chioggia, autoptico su tre buoi morti nel Padovano, Ottavio Trento, il quale provvide subito a dichiarò che non si trattava della “suppo- mettere in “segregazione” le stalle infetta- sta infiammazione di petto” e nemmeno te e a bloccare le strade, onde evitare pas- “del mal del morbio, o del langio” ma di saggi di animali. Per questo chiese alla “dissenteria maligna e contagiosa”, cau- Sanità un “rinforzo delle milizie” e il per- sata da “soverchia copia di bile acre”, messo di bandire un proclama che vietas- prodotta dai “cattivi alimenti”, sommini- se “in risoluta forma la estrazione o intro- strati durante l’inverno, “attesa la scar- 332 sezza dei foraggi”. Infatti i buoi, partico- to di vino.14 Per bocca, due volte al gior- larmente “magri, distrutti ed affamati”, no, decozione di riso con cremor di tarta- quando “l’erbe incominciarono a cresce- ro. In caso di estrema prostrazione di for- re” in primavera, “le divorarono ingorda- ze, quando l’animale “giace per lo più mente”, riprendendo “in pochissimo tem- coricato, si potrà ricorrere all’uso del ni- po” il loro peso. Da questo “passaggio tro, e della canfora”: “la bevanda ordina- immediato da cibi cattivi ad alimenti ria deve essere l’acqua biancheggiata col- buoni e succulenti”, poteva “facilmente la crusca di frumento, o con una brancata risultare una depravazione degli umori” di farina d’orzo per cadaun secchio, in con conseguente comparsa della forma cui si aggiungerà due oncie di salnitro, dissenterica.12 Orus da poco rientrato da ovvero un’oncia di tartaro di botte polve- Parma non era di certo stato messo al rizzato”. Da evitare il “fieno, l’erbe, e le corrente della dispersione in Terraferma foglie degli alberi, le cime di sorgo tur- dei bovini infetti importati dalla Dalma- co”, durante la malattia: il nutrimento de- zia per cui non esitò ad individuare nella ve essere “orzo, avena, segala, che si ab- qualità dei pascoli la contemporanea in- bia fatto bollire, e pomi, cocomeri, zuc- sorgenza del male in diverse località non- che ben cotte”. Non si dovranno mai usa- ostante la tempestiva introduzione di rigi- re “in bevande, ed in clisteri gli oleagino- di cordoni sanitari. 13 si, i detersivi, gli astringenti, gli aromati- Anche in seguito ad altre necroscopie ci, i sudoriferi, gli spiritosi, i purganti l’Orus riconfermò la sua prima diagnosi, drastici, ed i rimedj acri, ed incendiarj, di prescrivendo i seguenti rimedi. cui la maggior parte dei maniscalchi fa Separare innanzi tutto gli animali malati grandissimo uso, imperciocchè i predetti dai sani, perché “infettando l’aria della medicamenti, anziché moderare, e render stalla, la rendono tanto insalubre, che mite la dissenteria, l’accrescerebbero, e vengono anche i sani attaccati. Si terran- cagionerebbero inevitabilmente la morte no in luogo ove l’aria campeggi, e possa dell’animale.” continuamente o spesse volte rinnovarsi, “Per preservare i sani”, consiglia di “pra- e purificarsi, praticando inoltre dei profu- ticare alcune incisioni nella cute, procu- mi fatti coll’aceto sopra una pietra info- rando in tal modo delle piaghe artificiali, cata, a cui si può aggiungere qualche po- ovvero passando la giogaja con alcuni cri- co di zolfo”. Da non usarsi, per i suffu- ni uniti colle loro due estremità in forma migi, “l’aglio, le foglie di ramerino, di di anello, acciochè nel rimmoverli più salvia ed altri aromi, le bacche di gine- volte al giorno, non escano dalla lor situa- pro, di lauro, la polvere di schioppo etc.”. zione.” Egli assicura che “questo metodo All’inizio della malattia, “se le bestie non è tanto salutare, che non sono mai stati at- sieno abbattute di forze, e se non sono taccati dalla corrente malattia quegli ani- dapprincipio con febbre, e particolarmen- mali, ai quali è stata praticata questa ope- te se il polso sarà pieno, duro e teso”, si razione”.15 Consiglia inoltre di aggiungere faccia subito un salasso, “aprendo la vena un mezzo bicchiere di aceto per ciascun jugulare”. In caso contrario non si farà, secchio d’acqua per l’abbeverata e di trat- “perché potrebbe rendersi micidiale una tare con aceto, prima e dopo del lavoro, la tale operazione”. “Vantaggiosissimi ef- bocca dell’animale. Ancora, “di adoprare fetti” si avranno con “il setone applicato con maggior forza la striglia, onde viepiù colle radici di elleboro nero alla parte in- accrescere la traspirazione, di non lasciar feriore della giogaja”, mantenendo però soggiornare il letame nelle stalle, di tener- “una durevole ed abbondante suppurazio- le sempre pulite, ed aperte, acciocchè l’a- ne […], medicandolo due volte al giorno ria possa liberamente circolare, e proffu- col semplice digestivo animato e compo- mate spesso abbruciando qualche poco di sto” di terebentina, tuorlo d’uovo e spiri- zolfo, e aceto”. 333 Propagazione dell’epidemia Lo Zambelli si portò subito a Cavarzere e resosi conto, con il prof. Orus che l’ac- La Sanità, constatata l’inefficacia “sin compagnava, della gravità della situazio- ora”, dei rimedi applicati, il 31 agosto in- ne, ottenne dal Senato un aumento delle formò il Senato della gravità della situa- milizie per custodire le stalle infette.22 I zione,16 a ciò mossa – oltre che dall’esten- suoi sforzi non portarono però a nessun dersi dell’infezione nel Padovano e nel miglioramento stando a quanto scrive il Feltrino – dalla notizia arrivata dal prov- Ballarini: “ quanto più l’aria rinfresca, il veditore generale in Dalmazia, di “una mal infierisce…, e il professor Orus medi- nuova insorgenza epidemica di animali ca senza salvare un solo bovino”.23 Ne’ po- nel Contado di Zara”, provocata dal transito teva essere altrimenti, diciamo noi, visto di bovini provenienti dalle zone limitrofe che la medicina di allora era impotente della Bosnia e diretti al “Caricatore” di verso queste calamità. Infatti, prima del- Zara, per essere imbarcati alla volta del- l’avvento della batteriologia, tra il XVIII e l’Istria e di Venezia. Informava altresì di il XIX secolo, solo le misure profilattiche aver provveduto a mettere in quarantena i raccomandate dal Lancisi nel 1715, si di- bovini nel frattempo giunti al Lido, a so- mostravano efficaci nel corso delle epide- spendere l’importazione di bestiame dalla mie: isolamento dei capi malati o abbatti- Dalmazia, a vietare i mercati e le fiere pu- mento, ma con precise istruzioni sul come re nei luoghi limitrofi e a mettere sotto se- abbatterli (senza spargimento di sangue), questro le stalle infette. Inoltre assicurava come seppellirli (in fosse profonde con che avrebbe rigorosamente vigilato sulle calce viva e senza previa apertura dei cor- poche partite di buoi imbarcate per il Li- pi). Inoltre, la disinfezione dei materiali do prima del divieto e che, a tutela della contaminati e la fumigazione delle stalle.24 salute dei consumatori, si sarebbero im- messe al consumo solo le carni di perfetta qualità.17 Aggravamento della situazione A seguito di queste informazioni il procu- ratore Tron, ben conscio delle inadem- Mentre si cercava di porre qualche rime- pienze che avevano portato al peggiora- dio alla peste bovina, arrivarono purtrop- mento della situazione, propose l’elezione po altre allarmanti notizie circa la com- di un Provveditore Straordinario alla Sa- parsa nei villaggi veneti della Dalmazia nità per la terraferma.18 La cosa fu in par- della peste umana.25 “Che vadano alla ma- te contrastata dal Magistrato alla Sanità lora tutti gli altri affari, ma questo della che si vedeva esautorato nelle sue prero- peste veramente fa terrore” 26 scrisse il gative,19 ma il Tron fu irremovibile e il 4 Ballarini che ritiene l’annata 1783, “la più settembre fu eletto a Straordinario di Sa- difficile di tutte le passate”: lo straordina- nità il Nobil Huomo Giacomo Zimbelli 20 rio raccolto del granturco ne ha fatto crol- e gli fu comandato di presentarsi subito lare il prezzo e sembra che il governo non alla Sanità per ricevere le commissioni pensi che a “rovinar tutti li affari. L’anno onde “provveder all’emergenza” e accor- scorso, in vista di una carestia, si lasciò rere immediatamente a Cavarzere, ove correr l’estrazione dallo Stato [e] in que- “procurerà di por in uso i rimedj, che tro- st’anno, con un abbondanza sotto gli oc- verà addattati, valendosi a tal effetto an- chi, si proibisce rigorosamente”.27 A Vene- che dell’abilità, et opera del pubblico pro- zia, “ancora non si pensa ai ripari. L’im- fessore Orus, e di qualunque altro, che se- perator, attesa l’ubertosa annata, lascia li- condo la diversità dei luoghi credesse bera l’estrazione dai suoi Stati, e quando convenienti”. Passerà poi “a misura del qui si penserà di far lo stesso, si troverà bisogno […] nel Polesine e nel Padovano per ogni parte le biave dell’Ongaria, e […] e ovunque fosse necessario”.21 Croazia, e sarà inutile la concessione”. Il 334 Ballarini conclude riferendo altre disgra- Dolfin che, nonostante lo Zambelli avesse zie: “una tempesta nel Veronese […] avrà riferito al Senato le prove che il male era distrutto il valore di 200 mila zecchini di stato importato dalla Dalmazia, era stato risi. Non capita tempo da pioggia che non deliberato un nuovo Partito “colle stesse si spargano dozine di saette. Tutto il mon- condizioni del passato sicchè in avvenire la do è in combustione. Pazienza tutto, basta nazione sarà sempre esposta ai medesimi che la peste [umana] non avanzi”.28 pericoli”.31 Per il Dolfin sarebbe stato più Nel frattempo arrivano al Ballarini dei “ri- giusto pretendere un indennizzo dal parti- scontri lagrimevoli” da Cavarzere. Un solo tante visto che era stato lui ad infestare Ca- fittavolo del Dolfin aveva la stalla senza varzere con i buoi introdotti da Zara.32 buoi malati, fino al 14 settembre, ma “in pochi momenti dovette seppellirli tutti. Si trova colà il Proveditor Estraordinario Accertamento sugli esiti delle cure Zambelli coll’Orus ch’è un ignorante di prima stampa, e fu sempre pagato dal Par- Quanto agli effetti delle cure mediche titante Bagatella. S’occupa adesso il Prov- predisposte, il 10 settembre 1783, il prov- veditore a far divisioni, e tirare cordoni, e veditore alla Sanità Grimani, chiese al- questi sono ottimi rimedj sul momento, l’Ufficio della Sanità di Padova – che gli ma dopo due mesi sono poco providi”.29 aveva riferito il 4 precedente, la guarigio- ne di due animali infermi nel villaggio di Carrara – se a questa avesse contribuito Difficoltà nell’approvvigionamento “qualche particolare metodo di cura, o delle carni quello recentemente istituito dal Pubblico Professore Orus, del quale siamo in aspet- La sospensione dei mercati della terrafer- tazione di vederne gli effetti”.33 ma e il blocco delle importazioni dalla “In Padovana”, riferisce il Ballarini, il con- Dalmazia misero in crisi anche l’approv- tagio “ va serpeggiando qua e là e si pren- vigionamento carneo della città di Vene- de l’affar con una tal lentezza e indolenza zia. Da una informazione al Senato del che fa orror e quando si continua di questo Magistrato alle Beccarie in data 5 settem- passo la tragedia si sentirà universale, per- bre, si apprende che i 1100 bovini di stan- ché anco in Veronese si sentono tristi noti- za al Lido a disposizione del Partitante zie.” 34 Si trasferisce poi nel Cavarzerano, delle carni dovrebbero bastare fino alla ove si trova con “il cuore lacerato in mez- prima settimana di ottobre, dato il fabbi- zo a queste disgrazie. Se il conforto delle sogno settimanale di trecento bovini. Fu miserie è la compagnia, si trovano altri a pertanto ordinato al Magistrato alle Bec- peggior condizione. Nelle altre stalle di 80, carie di rivedere i termini del contratto 90, 100 animali, sono periti tutti a Ca’ stipulato con il Partitante perché con la Tron, a Ca’ Contarini, e adesso a Ca’ Lab- sospensione degli arrivi da Zara (ove un bia, e tant’altre che non nomina”. bue da 400 libbre, costa lire venete 154), Il 4 ottobre, arrivò lo Zambelli, che cercò costui dovrebbe importare i bovini dagli “senza effetto di chiuder, divider, e presi- Stati Imperiali pagando 260 lire per un diar” le stalle infette. Infatti gli sarebbero capo di pari peso. Per il danno economico occorsi molti e valenti soldati mentre potè che gli sarebbe derivato il partitante chie- contare solo su “pochi schiavoni inabili. se di recidere il contratto, ma in seguito Gl’ignorantissimo professor Orus non fù fu convinto a provvedere alla fornitura di capace di guarirne uno, anzi sono periti buoi dalla Germania poiché il Magistrato tutti quelli [i bovini] che garantiva col suo gli assicurò un forte sconto sul dazio. 30 preservativo.” Poi lo Zambelli lasciò Ca- La cosa non piacque al sempre polemico varzere per il Padovano, dove vi erano 33 Ballarini che il 27 dicembre informò il villaggi attaccati dal morbo, e dopo la sua 335 partenza questo si diffuse anche nelle val- blici proclami”, si è cercato di “promovere li di Ca’ Emo, dove vi è un numero gran- li medici esperimenti” e si sono date nel de di bovini.35 Il Ballarini, tra le tante dis- proposito “commissioni a Periti […] per grazie, ha finalmente una buona notizia iscuoprire addattato antidoto a sì rio vele- per il suo padrone: non si è ammalato “il no”, ma “inutilmente”. Poiché i “Deputati superbo Toro del quale se ne parla per Villici e i Boari” non sono all’altezza di ogni parte”. “Il rarissimo Toro” e un “pic- eseguire correttamente gli ordini della Sa- colo avvanzo [di] altri 20 capi sortiti, dai nità, lo Zambelli ha ordinato “a’ respettivi quali componerà una Bovaria per poter Uffizi [di Sanità], la elezione in ogni vil- seminare più che si potrà”. I buoi di Ca’ laggio” di “Deputati benestanti” e conver- Dolfin che sono rimasti, “sono tenuti in rebbe “render stabile” questa disposizione, aperta campagna isolati da ogni commer- per “evitar” futuri “disordini”. Tra gli ordi- cio […]. Questa riserva porta un secondo ni dello Zambelli, il seppellimento degli imbarazzo che non si sa come condur il “animali morti di qualunque malattia, af- raccolto del formentone, per ripiego biso- finché per malizia, o inesperienza le conta- gna formar delle carrette e servirsi delle giose prendendosi per naturali, non si fa- cavalle, che in questa circostanza fortuna- cesse uso delle carni o de’ pellami sospetti, tamente si trovano al proposito”.36 Egli con pericolo di maggior difusione”.39 spera “che se ne potranno impiegar alcu- Fu anche proibito ai fabbricatori di salnitro ne anco all’aratro”.37 di poter scavare e asportare lo strato super- ficiale del pavimento in terra battuta delle stalle del Padovano “soggette al seque- Il contagio si espande anche nel Veronese stro”. Queste “terre nitrose” sono ricche di nitrati alcalini e alcalino-terrosi, converti- Anche nel Veronese, in autunno, arrivò il bili – mediante un trattamento con cenere contagio. Benedetto Del Bene, proprieta- di legna, che contiene carbonato potassico rio di terre a Volargna e a Soave e futuro – nel prezioso salnitro (nitrato potassico), segretario dell’Accademia di Verona, de- ingrediente necessario alla fabbricazione scrive brevemente l’epidemia, che, “non della polvere da sparo, unico esplosivo no- avendo incontrati, come faceva d’uopo, i to fino alla prima metà dell’ottocento.40 più pronti ripari, ha infierito lungamente La Sanità di Venezia è convinta come lo in più paesi” della destra Adige, quali “S. Zambelli, “che per preservare li sani, uni- Massimo, il Chievo, la Val Pantena, S. co mezzo si è l’impedire la comunicazio- Martino e altri villaggi [che] hanno per- ne degl’ammalati, lo che la ragione, e l’e- duto per questo flagello la maggior parte sperienza ha abbastanza in ogni tempo di- de’ loro buoi.” Ma “la Val-Pulicella, la Val mostrato”. A tale scopo, sono state inviate dell’Adige sulla riva sinistra” e, di conse- allo Zambelli anche delle truppe a caval- guenza, Volargna e Soave, “per Divina lo, “per far osservare l’esattezza di queste misericordia furono esenti”. “Impediti per separazioni da cui il tutto dipende”.41 ordine pubblico i mercati de’ buoi, e sta- biliti con severe cautele una total separa- zione d’uomini e d’animali da’ luoghi in- Estinzione del contagio fetti, invigilando sull’osservazione ed esattezza della disciplina, Sua Eccellenza Per fortuna, dal 1° novembre, potè consi- Giangiacomo Zambelli, Provveditore so- derarsi estinta la malattia contagiosa nelle pra la Sanità, mandato per ordine pubbli- contrade istriane 42 per cui da Venezia ven- co in Verona, sul finir dell’inverno è finito ne l’ordine di togliere il veto alle importa- col Divino ajuto il desolante contagio.” 38 zioni.43 Come risulta dalla documentazione esi- Nel Padovano, come annota il Gennari il stente nei vari Uffici di Sanità, con “pub- 31 ottobre, “il morbo contagioso de’ bovi 336 andava a poco a poco estinguendosi, quan- NOTE tunque la massima parte degli animali sia morta e nessuno sia guarito di quelli che 1 ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA (ASV), medicò il signor Orus professore di veteri- Sanità, b.715: relazione di Zan Giacomo naria” e il 27 novembre, “grazie a Dio eb- Zambelli, provveditor straordinario alla be fine e furono levati i sequestri”.44 Sanità in terraferma, alla Sanità, Venezia, Lo Zambelli – che con “dispacci 29 set- marzo 1784. tembre e 27 dicembre”, aveva informato la La situazione si ripetè sempre con dei Sanità di Venezia sulla “liberazione della buoi provenienti dalla Dalmazia, che l’ap- infesta Epidemia Bovina nel Distretto di paltatore delle carni aveva venduti a un Cavarzere, e Provincia Padovana” – solo il macellaio nel Feltrino, nei primi giorni di 3 marzo del 1784 potè assicurare il Senato agosto. Uno di questi, caduto “a terra sen- che, l’epidemia si era definitivamente za poter più camminare”, venne trasporta- estinta anche nei territori di Torcello, Ca- to a Feltre “con carro e buoi”, in una stal- stelfranco, Feltre e Verona e che, grazie al- la, dove, di lì a poco, si ammalarono tutti la continua vigilanza le perdite erano state i buoi. Lo stesso accadde in due stalle di dell’ordine di 1500 bovini, un numero montagna dove il macellaio aveva manda- contenuto rispetto a precedenti epizoozie, to – per ingrassarli – nove dei suoi buoi se si pensa che nel solo Veronese stanzia- della Dalmazia. vano circa 52.000 bovini “Ridonata la sa- 2 Uno dei tre provveditori alla Sanità, Bar- lute” a quelle province, chiedeva ora il tolomeo 1° Girolamo Gradenigo S. Bar- “sospirato sollievo dal peso della presente naba, era il cognato del Dolfin in quanto Deputazione”,45 data “l’inutilità della ulte- ne aveva sposata la sorella Giustiniana. riore sua dimora in Terraferma”.46 3 BIBLIOTECA DEL MUSEO CORRER DI VENE- In questi ultimi dispacci, l’Orus è nomina- ZIA (BMCV), mss. P.D. 255b, tomo II, let- to una sola volta, ma non lo si ringrazia tere di Luigi Ballarini a Daniele 1° Andrea per la sua attività: in una nota spese “dalli Dolfin S. Pantalon, ambasciatore veneto a 6 genaro scorso a li 26 febraro in Verona”, Parigi, 1783-1784, lettera n. 158, p. 173: compaiono 66 lire, spese “nel viaggio da Ballarini al Dolfin, Venezia, 9 agosto 1783. Padova a Verona del Proffessor Orus”.47 4 Ivi, lettera n. 159, pp. 177-178: Ballarini Varrà la pena di ricordare un episodio del al Dolfin, Venezia, 16 agosto 1783. Alvise 29 marzo 1775, quando viene letta in Se- Contarini 1° S.Trovaso è fratello del pro- nato la scrittura della Sanità, del 15 pre- curatore di S.Marco Alvise 2° detto Pietro, cedente, nella quale si informa “esser col Riformatore dal giugno 1782 al giugno divino agiuto del tutto cessato nella Dal- 1784. Il professore di veterinaria Giuseppe mazia mediante la vigilanza di quel Prov- Orus fondatore e direttore del Collegium veditore Generale, e l’opera del Pubblico Zooiatricum Patavinum era solito, al ces- Proffessore di Veterinaria Orus l’epidemi- sare delle lezioni, passare nella natia Par- ca influenza de’ Bovini, che affligeva la ma le vacanze estive. Che in quell’anno Provincia”, e si comunica al Senato la avesse ecceduto, come rimarca il Ballarini, partenza dell’Orus per l’Istria, ove, ad che certo non lo aveva in simpatia, è possi- Umago, non è “estinto per anco il pestife- bile visto che dal 1779 al 1787, non aveva ro morbo”. Il Senato – certo che “pur colà potuto tenere il suo corso di insegnamento con egual frutto”, saranno applicati “li per una serie di motivi sorti a seguito del- opportuni rimedj, e suggeriti li necessarj l’annessione della Scuola di veterinaria al- presservativi” – auspica un suo pronto ri- l’Università patavina, per i quali si riman- entro, “onde ripigliata la Pubblica Scuola da a A.VEGGETTI, B. COZZI, La Scuola di in Padova, ottener si possano ad universa- medicina veterinaria dell’Università di le vantaggio li oggetti contemplati nella Padova, Trieste, Edizioni Lint, 1996 (Con- sua istituzione”.48 tributi alla storia dell’Università di Padova, 337 29) e a V. GIORMANI, A. VEGGETTI, La tra- 7 ASV, Sanità, b. 715: commissione al no- vagliata riforma del corso di Medicina Ve- bil homo Giacomo Zambelli, eletto prov- terinaria nell’Università di Padova (1779- veditore di Sanità in terraferma, Venezia, 1787, Annali di Storia delle Università Ita- 10 settembre 1783 (in esecuzione del de- liane, 7: 307-324, 2003. Per i rapporti dell’ creto 4 settembre 1783, del Senato). Orus, con Alvise Contarini 1° vedasi VEG- 8 Ivi: Giacomo Grimani, provveditore alla GETTI,COZZI, La Scuola di medicina vete- Sanità, al rappresentante di Chioggia, dele- rinaria, cit. p. 58, 226-229; A.VEGGETTI, gato a Cavarzere, Venezia, 2 agosto 1783; B. COZZI, Giuseppe Orus fondatore del Grimani al savio alla scrittura, Venezia, 20 Collegium Zooiatricum patavinum e socio agosto 1783. Per la difesa di quel territorio della locale Accademia di Agricoltura, Atti veniva richiesto un rinforzo di trentotto sol- e Memorie Accademia Patavina di Scien- dati e di due sottufficiali. Ivi. Il Trento si ze, Lettere ed Arti, vol.CVIII (1995-96) era installato “colla sua pubblica delegazio- parte III, pp. 65-81 La corrispondenza “del ne nella Barchessa” del Dolfin, a Cavarze- pettegolo agente di Casa Dolfin”, Luigi re. BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. Ballarini, tanto “divertente” quanto “me- 160, Venezia, 23 agosto 1783, p. 184. diocre”, è stata utilizzata “dalla storiogra- 9 Quanto agli animali deceduti, deve esse- fia sul Settecento veneto […] casanovista e re effettuato il “totale interramento nelle salottiera”, portando ad “una visione pole- legali profondità di piedi dieci [ossia mica ed una meschina condanna dell’inte- 10x0,3477m = 3,477m], avvertendo che ro Settecento veneziano”, come quella di siano fatti li soliti tagli nella pelle e sia lo- F. MUTINELLI (Memorie storiche degli ulti- ro sovrapposto una conveniente quantità mi cinquant’anni della Repubblica Veneta, di calce a maggior sicurezza della mate- tratte da scritti e da monumenti contempo- ria”. ASV, Sanità, b. 715: Bartolomeo 1° ranei, Venezia, 1854). Al Mutinelli si con- Gradenigo, provveditore alla Sanità, al trappone G. DANDOLO (La caduta della rappresentante di Chioggia, delegato a Repubblica Veneta e i suoi ultimi cinquan- Cavarzere, Venezia, 14 agosto 1783. t’anni, Venezia, 1855) e, ancor più, P. 10 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. MOLMENTI (Un maldicente,in Studi e ri- 161, Venezia, 30 agosto 1783, p. 189. cerche di storia e d’arte, Torino-Roma, 11 Ivi, lettera n. 160, Venezia, 23 agosto 1892, pp. 245-350), che condanna la “ma- 1783, p. 183. lignità unita a servilità” del Ballarini, “ci- 12 ASV, Senato, Provveditori di terra e di nico millantatore, che ora adula e ora ca- mar (Senato, P.T.M.), b. 713: 1783, 4 set- lunnia” (p. 254). Se è vero che il Ballarini tembre, in Pregadi (e carte annesse, tra le sia “tutto dedito a piacere al suo padrone e quali la lettera alla Sanità di Venezia del a guadagnarselo” (ivi), è anche vero che pubblico professore Giuseppe Orus, Pa- certe malignità espresse dal “chiacchiero- dova, 28 agosto 1783). ne” Ballarini, possono servire tuttora di 13 Ivi. spunto per ulteriori ricerche. 14 Applicando il setone all’elleboro, “l’ani- 5 ASV, Sanità, b. 774, c. 109v, n. 206: 17 male si gonfia enormemente per l’accumu- settembre 1783. Per questa missione, dura- lo di liquido sieroso che si forma in corri- ta 24 giorni, il Berna ebbe un rimborso spe- spondenza della zona incisa. Questo liqui- se di lire 481 e soldi 10 oltre ad una “mer- do viene poi espulso e con esso le tossine cede” di 31 ducati effettivi (da lire 6 e soldi che hanno provocato la malattia dell’ani- 4, l’uno). Il Berna eseguirà poi un’altra male” da A. CANTELE, Le piante medicina- missione a Torcello per visitare sette bovini li dell’Altopiano di Asiago. Rimedi popo- di un certo Zuanne Allegri: Ivi, c.119 lari, cartografia ed itinerari, Vicen- 6 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. za,1997, p.60. Sull’uso dell’elleboro in 159: Ballarini al Dolfin, Venezia, 16 ago- medicina vedasi anche G. BOLOGNI, sto 1783, p. 177. L.CIAMPI, Dalla magia dell’elleboro,erba 338 nocca dei Toscani, all’ascesso da fissazio- corso”. G.GENNARI, Notizie giornaliere di ne, in “ Atti del III Congresso nazionale di quanto avvenne specialmente in Padova storia della Medicina veterinaria” a cura di dall’anno 1739 all’anno 1800, note ed ap- A.VEGGETTI , Lastra a Signa (FI), 23-24 parati di L.OLIVATO, Cittadella (PD), 1982, settembre 2000, Brescia, 2001, p.85-91. I, p. 308 alla data 12 settembre 1783. 15 Di tutt’altro avviso sembrano essere i 22 ASV, Senato P.T.M., b. 713, 18 settem- villici perché le lesioni cutanee fanno sof- bre 1783, in Pregadi [e carte annesse, tra frire gli animali al punto che non possono le quali le due lettere al Senato dello essere usati per i lavori nei campi. ASV, Zambelli (Cavarzere, 14 e 15 settembre Sanità, b.715, Giacomo Grimani, provve- 1783) e la scrittura al Senato di Pietro Pe- ditore alla Sanità, all’ufficio della Sanità saro, savio delle Ordinanze, del 17 set- di Padova, Venezia, 12 settembre 1783. tembre 1783. 16 ASV, Sanità, b.715, Bartolomeo 1° Gra- 23 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. denigo, provveditore alla Sanità, al prov- 165, Venezia, 27 settembre 1783, p. 214. veditore generale in Dalmazia a Spalato, 24 G.M.LANCISI, Dissertatio historica de Venezia, 14 agosto 1783. bovilla peste ex Campania finibus anno 17 Ivi, Senato P.T.M., b. 713: 1783, 4 set- MDCCXIII Latio importata,Thypogra- tembre, in Pregadi (e carte annesse, tra le phia Joannis Mariae Salvioni, Romae, quali la scrittura della Sanità al Senato, 1715. Sul Lancisi e sulle prevenzioni da del 31 agosto precedente). adottare nelle epizoozie vedasi: E.LASA- 18 BMCV, mss.P.D.,255 b/II, lettera GNA, A.MACRÌ, R.ZANETTI, A.MANTOVANI, n.162,Venezia, 6 settembre 1783, p.193 Lancisi, i suoi tempi e lo “stamping out”, 19 Ivi. Osserva il Ballarini, che “l’Uffizio “Atti II Convegno Nazionale di Storia della Sanità non è mai stato spinto dalle della Medicina Veterinaria” in “Annali premure private, la matteria è troppo gelosa della Sanità Pubblica (Nuova serie)” per se, ma in questo caso fù assai scandalo- vol.II, Roma,1997, pp. 71-72; A.VEGGET- so, e bisogna dire che unitamente al Mini- TI, Interventi terapeutici e misure preven- stero anche la signora Paolina Pizzamano tive sul bestiame nel Settecento, in “ Atti avesse sotto gli occhi una borsa d’oro”. Ivi. del III Congresso nazionale di storia della La Pizzamano, sorella del professore Simo- Medicina veterinaria” a cura di A.VEG- ne Stratico, è la favorita del sopraprovvedi- GETTI , Lastra a Signa (FI), 23-24 setten- tore alla Sanità, procurator Morosini. bre 2000, Brescia, 2001, pp.67-72. 20 BMCV, mss.P.D.,255 b/II, lettera 25 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. n.162,Venezia, 6 settembre 1783, pp.193- 163, Venezia, 13 settembre 1783, p. 200. 194. ASV, Sanità, b.774,c.14v,n. 18: decreto 21 ASV, Senato P.T.M., b. 713: 1783, 4 set- (?) della Sanità del 22 marzo 1783, tembre, in Pregadi; vedi anche, ivi, Sanità, 26 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. reg. 47, cc. 81-83. Nel riferire la nomina 163, Venezia, 13 settembre 1783, p. 200. dello Zambelli, il Gennari ricorda che, 27 Ivi, lettera, n. 161, p.192; lettera n. 162, “continuando a serpeggiare nel territorio la p. 196. malattia contagiosa de’ bovi con loro mor- 28 Ivi, lettera n. 163, pp. 204-205. talità, i magnifici signori deputati, unita- 29 BMCV, mss. P.D., 255 b /II, lettera n. mente coll’eccellentissimo signor provve- 164, Venezia, 20 settembre 1783, p. 208. ditore [Giampaolo Baglioni], ordinarono 30 ASV, Senato Terra, f. 2788: 1783, 13 set- un triduo di processioni colla benedetta tembre, in Pregadi (e carte annesse, tra le immagine di Nostra Donna che si venera quali la scrittura dei Provveditori e Aggiun- nel duomo per implorare il divino aiuto e il to alle Beccarie, del 5 settembre; il Pregadi primo giorno fu fatta la processione intor- del 6 settembre; la scrittura della conferen- no alle piazze, ieri alla chiesa del Santo, za del Magistrato alle Beccarie col savio oggi a quella de’ Carmini con molto con- cassier del Collegio, Filippo Calbo, del 12 339 settembre; l’offerta di Giuseppe Bagatella zia, 30 settembre 1783 (in risposta a lette- quondam Domenico, alla conferenza, alla ra del 22 settembre). I salnitrari sono ri- stessa data; la trascrizione di parte dei Ca- corsi contro tale proibizione, ma la loro pitoli a stampa del Magistrato alle Beccarie petizione viene respinta, “per uniforme e del Costituto 8 ottobre 1777, annotato da sentimento dei Proffessori Medici”: viene Giovanni Battista Calzani e Giuseppe Ba- altresì vietato l’asporto delle “terre nitro- gatella, nell’ufficio del savio cassier del se”, anche “dalle stalle non soggette a se- Collegio, del 2 ottobre 1777). questro, e libere dal sospetto di infezio- 31 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. 165, ne”. Sul salnitro, vedi V.GIORMANI, Il li- Venezia, 27 settembre 1783, pp. 214-215. bero uso dei concimi” nell’ultimo Sette- 32 Ivi, lettera n. 166: Padova, 2 ottobre cento veneto, in “Studi Veneziani”, n.s., 1783, p. 221. 24, 1992, pp. 147-218. 33 ASV, Sanità, b. 715: Giacomo Grimani, 41 L’11 ottobre 1783, lo Zambelli chiese provveditore alla sanità, all’ufficio della una compagnia di soldati a cavallo, vista Sanità di Padova, Venezia, 10 settembre “l’indisciplina che regna nei villici, la 1783. inosservanza delle separazioni, e dei se- 34 BMCV, mss. P.D., 255 b/II, lettera n. questri ed il conseguente languore delle 164, Venezia, 20 settembre 1783, p. 208. custodie di Sanità che mal presidiano li 35 Ivi, lettera n. 167; Cavarzere, 10 ottobre riguardi della materia”. ASV, Sanità,b. 1783, pp. 225-226. 715: Bartolomeo Gradenigo, provveditore 36 Ivi, lettera n. 162, Venezia, 4 settembre alla Sanità, allo Zambelli a Padova, Vene- 1783, p. 195. zia, 18 ottobre 1783, con la comunicazio- 37 Ivi, lettera n. 167, Cavarzere, 10 ottobre ne del “decretato suffragio” della cavalle- 1783, p. 226. ria. 38 B. DEL BENE, Giornale di memorie 42 Ivi, b.714: Lodovico Morosini, podestà (1770-1796), a cura di G.BIADEGO, Zup- e capitano di Capodistria, alla Sanità di pini, Verona, 1883, p. 57. Quanto alle “se- Venezia, Capodistria, 22 novembre 1783. vere cautele”, il rappresentante veneto a 43 Ivi, b. 715: Bartolomeo Gradenigo, Verona, “riflettendo […] ai mali effetti, provveditore alla Sanità, al rappresentante che derivar potrebbero da certe Radunan- veneto di Capodistria, Venezia, 30 no- ze de’ persone di più casati, che in tempo vembre 1783. di notte, durante l’inverno, sogliono farsi 44 GENNARI, Notizie giornaliere, cit., I, p. da villici nelle stalle, e che vengono vol- 314 alla data 31 ottobre 1783; p. 316 alla garmente chiamati Filò”, ha deciso di vie- data 27 novembre 1783. tarle. ASV, Sanità, b. 715: Girolamo Sa- 45 ASV, Sanità, Zambelli al Senato, Pado- vorgnan, capitano vice podestà di Verona va, 3 marzo 1784. allo Zambelli, Verona, 27 dicembre 1783. 46 Ivi: Zambelli alla Sanità di Venezia, Pa- Anche il protomedico di Verona Nicola dova, 2 marzo 1784. Bongiovanni reputa “molto lodevole […] 47 Ivi: Zambelli al Senato, Padova, 3 mar- l’interdetto dei femminili congressi” nelle zo 1784, con allegata Polizza per le “po- stalle bovine e consiglia anche di soppri- che estraordinarie spese […] incontrate” mere i cani domestici che sono soliti por- dallo Zambelli “per oggetti di sanità nel- tarsi da una stalla all’altra. Ivi, copia della l’intiero corso di sua commissione” e am- perizia eseguita dal Bongiovanni nella montanti a 978 lire venete. Si osservi che Contrada di S.Massimo, datata Verona 21 314 lire sono spese “in tela cerata per ve- dicembre 1783. stir li maniscalchi” e altre 237, “in medici 39 ASV, Sanità, b.715: relazione Zimbelli e medicine per le malattie dei soldati che alla Sanità, Venezia marzo 1784. erano lontani dagli ospitali”. 40 Ivi: Giacomo Grimani, provveditore alla 48 Ivi, registro 47: 1775, 29 marzo, in Pre- Sanità, al rappresentante di Padova, Vene- gadi. 340 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’EPIDEMIA DEL MALE BOVINO NEI BANDI GRANDUCALI DELLA TOSCANA DAL 1737 AL 1749

GIUSEPPE BOLOGNI

SUMMARY THE EPIZOOTY OF BOVINE DISEASE AS REPORTED IN THE TUSCANY BANDI GRANDUCALI FROM 1737 TO 1749 In the first years of the lorenese regency, after the death of Granduca of Tuscany Gian Gas- tone Medici on July 9, 1737, severe proclamations were emanated to contrast the spreading of two serious epizooties, one coming from the state of Parma and Piacenza while the other had come from France to the Piedmont and the Liguria. In these situations the commerce of cattle and sheep were prohibited with the neighbouring states where the contagion, is the markets and the fairs. The proclamations included hard punishments for transgressors, that went from fines, to jail and even to death penalty. The author’s opinion is that such epizooties were most- ly epizootic foot and mouth disease.

Durante lo studio dei Bandi e Leggi del febbraio 1738 [1739]3, essendo cessato il Granducato di Toscana dopo la fine della male epidemico bovino vengono revocate dinastia dei Medici, avvenuta il 9 luglio le precedenti ordinanze. 1737 1 dopo la morte di Gian Gastone, du- Il bando del 9 dicembre 1744, che convie- rante la reggenza al governo della Tosca- ne esaminare dettagliatamente, ci informa na del ministro plenipotenziario Marco di una nuova epidemia di male bovino. Beauvau, principe di Craon, nelle veci di Gli Ufficiali di Sanità di Firenze sono in- Francesco III, duca di Lorena e di Bar, 2 formati dai loro corrispondenti di un mor- sono apparsi nei primi anni severi bandi bo infettivo contagioso e maligno degli di sanità riguardanti due epidemie di male animali bovini e lanuti, che dalla Francia bovino. ha invaso alcuni luoghi del Piemonte e La prima epidemia ch si rileva dal bando che si è esteso nella Riviera di Ponente dl 30 agosto 1737 investe i ducati di Par- della repubblica di Genova. I segni princi- ma e Piacenza. Gli Ufficiali di Sanità di pali della malattia degli animali affetti so- Firenze proibiscono l’importazione dei no lamento, grande spossatezza con testa bovini, delle loro carni e delle loro pelli bassa, respirazione difficile, tremore par- fresche o secche dai suddetti stati, com- ticolarmente nelle parti anteriori, mucosi- minando pene severe fino alla pena della tà, bava viscosa e purulenta dalle narici, vita non solo agli importatori ma anche muco nella bocca sulle gengive e sulla alle persone che dessero loro consigli e lingua, occhi velati, stravolti, lacrimanti e aiuti. Inoltre proibiscono mercati e fiere, talvolta sanguigni. fino a nuovo ordine, nelle province e giu- I Magistrati della Sanità di Torino, Geno- risdizioni della Lunigiana, di Pontremoli va e Milano per riparo a tanto flagello e e di Pietrasanta. Il 5 luglio 1738, sem- per cautelare la pubblica salute hanno già brando cessato il male bovino viene revo- fatto a questo riguardo le loro ordinanze. cato questo bando. Allorché si è venuti a Gli Ufficiali di Sanità fiorentini, previa conoscenza dell’estensione del male nei l’approvazione della Reggenza, per la territori di Pesaro, Fano e Rimini dal 12 conservazione della buona salute che go- novembre 1738 viene proibito il commer- de il Reale Dominio della Toscana e per cio con la Romagna, Marche, Stato di Ur- seguire l’esempio dei loro corrispondenti, bino, Città di Castello, Perugina, Città con il presente editto sono pervenuti alle della Pieve e sono prescritte le stesse pene seguenti disposizioni: ordinano e dichia- contemplate nei bandi precedenti. Il 6 rano la proibizione di introdurre nel terri- 341 torio del Granducato, non solo gli animali I trasgressori di qualunque stato, grado e bovini, lanuti e porcini ma anche le ri- condizione saranno inquisiti sommaria- spettive carni, pelli fresche e salate prove- mente e rigorosamente, condannati alla nienti dagli stati di Sua Maestà Sarda, perdita del bestiame e alle pene soprad- esclusa la Sardegna, dallo stato di Geno- dette. Il ricavato dal bestiame caduto in va, di Parma e di Piacenza senza aver fat- commissum, un terzo andrà al denuncian- ta la dovuta contumacia. Viene proibita te segreto o palese e il rimanente alla cas- ogni sorta di commercio degli animali fra sa del Magistrato di Sanità in sgravio del- gli stati suddetti e il Granducato. Inoltre le spese. sono proibiti i mercati, le fiere e ogni al- Un’aggiunta di proibizione di commercio tra forma di raduno degli animali nelle bovino al bando, testé preso in esame province di Pontremoli, Lunigiana e Pie- viene fatta il 7 giugno 1746, essendo l’e- trasanta, essendo queste più esposte al pidemia bovina estesasi agli stati di Par- contagio per la vicinanza agli stati invasi ma, Piacenza e Reggio Emilia per cui dal morbo, per impedire l’accesso al be- vengono proibiti mercati e fiere nel terri- stiame infetto. torio di Barga e nel Capitanato della Nelle suddette province è proibito a qua- Montagna di Pistoia, oltre che a quelli lunque persona di frequentare stalle e ca- nel territorio di Pontremoli, della Luni- panne, per non dare occasione di sospet- giana e Pietrasanta. to, ed è proibito alloggiare e rifugiare va- Gli Ufficiali di Sanità di Firenze ritengo- gabondi e viandanti nelle case e nelle ca- no molto utile, in questa aggiunta, pubbli- panne per non dare l’opportunità alla pe- care il regolamento del Magistrato della netrazione del male. Inoltre in queste pro- Sanità di Reggio, diretto alla conoscenza, vince è vietato l’accesso ai pastori, ai ver- cura e prevenzione del così detto male gari e ad altre persone addette alla custo- epidemico. dia del bestiame. Li segni del male stati riconosciuti sono: Secondo le leggi e gli ordini veglianti del- L’obarrimento del cibo, la cessazione del la sanità, i proprietari e i custodi dei bovi- digrumar, la sete, la stanchezza e pigrizia ni, dei lanuti e porcini sono tenuti a de- al muoversi, la mestizia e torbidezza nunciare gli animali che presentassero se- degl’occhi, la raccolta di grossa patina gni manifesti del male o che fossero mor- negli angoli dei medesimi, l’immobilità e ti, ai giudici delle province, i quali imme- l’abbassamento del capo, una continua diatamente ordineranno la visita con rela- mucosità viscida e figurata nelle narici, zione ai periti e il seppellimento delle be- un tremore sussultorio ai fianchi, cosce e stie morte in una fossa profonda cospar- spalle, la febbre, la frequente oculare pul- gendole di calce viva e con una incisione sazione all’arterie del collo, il contatto sulla pelle. doloroso del petto, sicché fattavi pres- Chiunque occulterà o darà ad alcune spe- sione si scherniscono, inarcano il oso e si cie degli animali suddetti, favorendone risveglia la tosse, il respiro difficile, tal- l’introduzione, cadrà nelle pene secondo volta affannoso, gl’escrementi sciolti e di l’arbitrio rigoroso degli Ufficiali di Sanità colore verde-giallo. Si avverta in ordine a fino a comminare la pena della vita; le questi segni non essere necessario che medesime pene sono da applicarsi a colui tutti concorrino in ciascuna bestia infetta, che conoscendo le contravvenzioni non le ma bastare a renderla sospetta la sola paleserà. Inoltre gli Ufficiali di Sanità,af- comparsa di ciascuno di essi e forse an- finché siano eseguiti gli ordini predetti che di qualche altro, che non è accaduto con diligenza ed esattezza, ordinano ai di potere osservare. governatori e ai giudici delle tre province Quanto ai rimedj: di ispezionare le guardie addette ai confi- La causa che pecca è un coagulo di ni perché sia fatta un’attenta sorveglianza. sangue, però la principale indicazione è 342 quella di scioglierlo. Il primo principalis- dove saranno ricoverate le bestie inferme simo rimedio sarà la cavata del sangue coll’abbruciare per esempio incenso, fatta nel bel principio al peso di una libbra storace, bacche di ginepro o d’alloro, semi e mezzo, o due libbre più o meno a rag- di finocchio, castoro, assafetida, penne di guaglio dell’età, vigore, ed abito del corpo pollo, o altre cose simili in quella quantità della bestia inferma e replicata il giorno che sarà creduta proporzionata alla vastità susseguente in quantità più discreta, quan- del luogo da profumarsi, avvertendo di do le forze lo permetteranno e il male non aprire lì a non molto le porte, a fine di rimetta. E non permettendo, si passerà a rimuovere e rinfrescare l’aria. In luogo quei tagli che si sogliono fare dopo le degli accennati profumi, potrà servire la scapole, e che da’ professori si chiamano medesima polvere d’archibuso sempre però con nome di ventose. Dopo di queste o di cautamente accesa. quella si farà passaggio al setaccio detto Una semplice decozione di sambuco e di volgarmente laccio, e si farà non pure in cardo santo con una mezz’oncia di nitro quella parte di pelle che pende dal collo, depurato o pure due ottave di polvere da ma eziandio dalla calata dell’una parte e schioppio, data per alcune mattine accu- nell’altra nella solita maniera. ratamente, sarà un’ottimo preservativo Li rimedi interni saranno li seguenti: nelle bestie ancora sane dopo le cavate di Subito fatta la prima cavata di sangue si sangue assieme con li profumi suddetti. facciano inghiottire all’animale infermo La ripetuta proibizione del commercio del libbre due d’olio d’olivo, o pure una lib- bestiame, decretata dal rinnovo di bandi bra e mezzo di olio di semi di lino ed in restrittivi, documenta la lunga durata, la caso i stitichezza si raddoppierà la dose grande contagiosità e malignità del morbo sia dell’uno o sia dell’altro. Del restante che partito dalla Francia ha aggredito il le copiose bibite della seguente decazione Piemonte, la Lombardia, i territori di Par- al bisogno:piglia mezzo manipolo per ma, di Piacenza e di Reggio. L’editto del sorte di cardo santo, di ruta caparia, di 4 luglio 1747, sembrando cessata l’epide- scabbiosa, di fiori di sambuco, si faccino mia, annulla tutte le precedenti restrizioni bollire in sufficiente quantità di acqua co- al libero commercio dei bovini. Dopo mune per lo spazio di un mezzo quarto qualche mese, il 15 novembre 1747, il d’ora, si oli la decazione e ci si infondino Magistrato di Sanità di Firenze, informato dentro una oncia di nitro depurato e una della rilevante strage che il male epidemi- dramma e mezzo di canfora, o pure un co fa dei bovini nel Ferrarese, Veronese, oncia di polvere d’archibuso, con una Vicentino, Padovano, Cremasco e nel Fi- dramma sola di canfora. E non riuscendo nale di Modena, riattiva i precedenti ban- di far prendere in tal guisa alla bestia, gli di del 1 agosto del 1745 e 22 luglio 1746, si dia consistenza con pochissima quanti- estendendoli ai nuovi stati invasi dal con- tà di miele, ed in quella maniera si me- tagio, per provvedere con premura alla di- scolino con la decozione, facendo in- fesa ed alla conservazione dei bovini del ghiottire mattina e sera alla bestia infer- Granducato. I bandi sono di nuovo rinno- ma il tutto caldo a tolleranza, avvertendo, vati il 9 dicembre 1748, allorché il Magi- che se mancasse qualcuna dell’erbe pre- strato è avvisato dell’espandersi del male scritte, si potrà fare per allora la decozio- nelle legazioni di Bologna e Ravenna, con ne con quelle che si avranno in pronto. l’aggiunta di perseguire quelle persone, Due altre diligenze si dovranno praticare. suddite o forestiere che tentino di sottrarsi Una sarà di ripulire con aceto e salvia ai profumi tanto necessari, ordinati ai pas- mattina e sera le narici, la lingua e la boc- si di confine, eludendo la sorveglianza ca della bestia inferma. L’altra sarà un viaggiando per strade secondarie. I tra- profumo he parimenti si dovrà fare mattina scressori dovranno essere arrestati dalle e sera a porte chiuse alla stalla, o luogo ronde dei soldati e consegnati al tribunale 343 più vicino per essere sottoposti ai più se- Imperiale da luglio 1737 a tutto agosto veri castighi. 1746, n° IV, XVII,XXII,XXIII,XXXIII, Con una notifica degli Ufficiali di Sanità CLI, CXCVII, CIC ; 3426, Fondo Comu- del 23 luglio 1749 sono riaperti i mercati ne, Leggi e Bandi di Sua Maestà Imperia- dei bovini nel Capitanato delle montagne le dal 1 gennaio 1747 [1748]a tutto di- di Pistoia, nei vicariati di Firenzuola e cembre 1749, n° VIII, XVII, XXXIII, Scarperia, nelle giurisdizioni di Palazzuo- XXXIV, XLV, LXIII, LXV. lo, Marradi, Modigliana e in tutto il com- 2 Le grandi potenze, Spagna, Francia, missariato della Terra del Sole; non sono Austria e Inghilterra, avevano deciso che riaperte le fiere ancora soggette alle solite alla morte di Gian Gastone dei Medici la disposizioni. Toscana diventasse dominio di France- La riapertura totale del libero commercio sco III duca di Lorena e Bar, marito di del bestiame bovino, cessato il morbo, Maria Teresa d’Austria, per essere in- viene concessa con bando del 10 agosto dennizzato della perdita del suo Ducato 1749. Viene ordinato il ritiro delle guardie che era stato annesso alla Francia. Fran- e dei soldati posti per la vigilanza ai con- cesco al momento dell’investitura del fini della Toscana. Granducato non si recò personalmente in L’esame di questi bandi ci porta ad asseri- Toscana, perché impiegato nei Balcani re che l’epidemia del male bovino, per la nella guerra contro i Turchi, ma in sua chiara semiologia delle bestie infette, per vece Marco di Beauvau, principe di la grande contagiosità, estensione e mali- Craon, plenipotenziario assunse l’eserci- gnità è con certezza una epizoozia di afta zio dei sovrani poteri. epizootica. Colpisce la meticolosità delle 3 Il 6 febbraio 1738 è datato secondo lo ordinanze e la severità delle pene fino ad stile fiorentino ab Incarnatione inizian- arrivare alla pena della vita. Forse questa do l’anno il 25 marzo. La data con l’an- severità sarà dovuta alla rigidità dei mini- no in parentesi quadra è riferita allo stile stri della Reggenza asburgo-lorenese che moderno e della Circoncisione, iniziando in quel tempo governavano la Toscana. l’anno il primo gennaio. Quindi lo stile dell’incarnazione a modo fiorentino po- sticipa di 83 giorni sul moderno al quale NOTE corrisponde dal 25 marzo al 31 dicem- bre. L’uso dello stile moderno in tutto il 1 ARCHIVIO DI STATO DI PRATO, 3425, Fon- Granducato i Toscana ebbe inzio il pri- do Comune, Leggi e Bandi di Sua Maestà mo gennaio 1750.

344 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ROWELS AND SETONS, ANCIENT THERAPIES ILLOGICAL AND LOGICAL LOGIC JOHN BROBERG

RIASSUNTO FONTANELLE E SETONI, VECCHIE TERAPIE. LOGICITÀ E ILLOGICITÀ LOGICA Fontanelle e setoni compaiono nei manoscritti medioevali e sono probabilmente molto più vecchi, il loro uso continua anche in tempi moderni. Fontanelle sono materiale insolubile, abitualmente dei dischi di cuoio, sistemati sottopelle o tra i blocchi muscolari per favorire il flusso umorale. I Setoni sono dei fili o nastri che sono sistemati tra i tessuti, essi hanno molti scopi, alcuni magici, altri pratici. Fontanelle sono usate per trattare tutte le malattie dall’of- talmia alla polmonite. Si credeva che le malattie fossero il risultato di uno squilibrio degli umori, eliminare l’eccesso era un beneficio. Nel caso dell’oftalmia una fontanella era collo- cata al disotto dell’occhio malato per drenare il fluido nocivo dall’occhio. Gli effetti generali dalle fontanelle sono più certi nella polmonite e nella pleurite. In tal caso vi è un accumulo di liquido in e attorno i polmoni, fino a 24 fontanelle sono sistemate intorno al torace, all’addo- me, al collo e alle gambe in tal modo una copiosa quantità di siero dovrebbe fluire da questi, si presupponeva che questo flusso provenisse dai polmoni per facilitare la guarigione. Una lo- gica supposizione basata su un totale malinteso della patologia. La logica dietro l’uso dei se- toni variava. Nelle ferite potevano stimolare la granulazione, nelle fistole favorire il drenag- gio, nei bovini sani erano usati per prevenire le malattie (era questa la vaccinazione primiti- va?). Differenti sostanze erano aggiunte ai nastri setoni, comunemente grasso suino e varie erbe allo scopo di aiutare la salute. Molti di questi usi erano logici per gli standard correnti, il drenaggio delle ferite ora si ottiene per via chirurgica. Speciali strumenti erano concepiti per collocare fontanelle e setoni.

Having read a lot about rowels and setons Blackleg in cattle (Clostridium chauvioea I decided to look into these to find out and Cl. septique). how they were used to treat disease. From The humoural theory of disease taught this starting point the underlying logic that imbalance of the body’s fluids had to be considered. (blood, bile, black bile and phlegm) was the cause of disease and, therefore, the re- moval of excess fluids would improve the First some definitions.

A rowel is a piece of cloth, leather or any insoluble material, placed between the skin and underlying muscle or bone or between muscle blocks. They are not placed in wounds, their purpose is to stimulate a flow of humour (serum). Setons are strings or tapes threaded through skin and tissue, and through wounds, so the tape can be moved up and down through the part. Herbs were tied into the strings, or tapes were coated with From the top. A leather rowel and a two penny medicaments usually in pig’s grease. piece of 1797, 4 cm. diameter. A frog seton nee- These could take products in to damaged dle in its handle. An 18th cent. Seton needle suit- tissue, they promoted drainage and stimu- able for treating fistulous withers, 35cm. long. lated granulation of wounds. Setons were A three part French seton needle, 48cm. when also used to prevent disease, primarily fully assembled. 345 patient’s condition. So bleeding and purg- down so it can be drawn up and down ing were the main methods of systemic through the wound every 2 or 3 days once removal and rowels the more specific, or twice. Do this for 15 or 16 days, and with these it was believed that fluid could you will see it swell and at length it will be removed from a specific part. putrefy, stink, run and rot away, skin and However, Henry Bracken 1738,1 consid- all. By voiding so much corruption this ered that rowels placed anywhere would cleaneth the beast and makes him whole act systemically as each one would act as again. an extra anus to remove fluid! 9 is the healing number in witchcraft and Let us consider some specific conditions, here 9 leaves are recommended. how they were treated and the underlying The idea here is that all the bad humours logic. will be discharged in the purulent matter from the wound produced. In fact the 15 to 16 days probably gave the beast time to Leonard Mascall 1587 2 get better in spite of the treatment. Setons were not usually applied to be so severe “Against the rotting of a beast by drinking that they would rot away the skin, Lung- evil water, or often for the lack of water.” wort, used here, is a very strong irritant. If a beast be rotten of his body, ye shall slit the skin in the upper part of the dewlap two fingers straight downwards, Conrad Heresbach 1614 3 open the wound and extend it downwards a finger length. Then take 9 green leaves Against many diseases both of horses and of lungwort bind them together and place bullocks they use the root of the herb them in the wound and pass the thread called Black Hellebore, of some Bears- foot, or others Setterwort. Which they thrust in the breast of a beast. Making a hole before with a bodkin (large needle). “A sheep or swine […] you shall help by thrusting through their ear, the root of the Setterwort”.

Gervaise Markham. 1681 4

Speaks of rowelling for ophthalmic con- ditions such as Periodic Ophthalmia. “Moon eyes or Lunatic eyes”. The cure is to plaster the horse’s temples then under each eye with a sharp knife make slits of an inch long (2.5 cm) about four fingers beneath his eyes, and at least an inch wide of the eye veins: then with a cornet loosen the skin about the breadth of a groat , and thrust therein a piece of leather as broad as a two pence with a hole in the midst, to keep the hole open, and look to it once a day to see the matter may not be stopped, but continually run Bull's head with large seton in the neck. the space of ten days.

346 As the poisonous humour has descended from the head these rowels will draw the humour on downwards and out of the head. Logic applied to an illogical, or more correctly an inaccurate premise. Henry Bracken recommended systemic rowelling for headache, seizures and apoplexy. Markham describes this technique as a plain rowel. He warns that farriers misuse rowels and may do great damage. The benefits of Horse marked with possible rowelling points. rowelling are to separate and dissolve evil humours that are gathered together serted under the skin and turned to make in one place […] it gives strength to sick the sub-cutaneous space. joints and comforts any part that is op- Markham also gives instruction to treat pressed with cold phlegm or hot choleric fistulas by pulling setons made of med- substance. icated pieces of cloth tied on a thread through the wounds. The commonest fis- E.R. Gentleman, 1680 5 gives exactly the tulous wounds in horses were poll evil same advice and states that fore leg lame- and fistulous withers, purulent infections ness should be treated with a rowel in the of the bursae over the poll and withers breast and gives instructions on various which open dorsally. To get adequate ways of placing these. He also provides drainage from the infected withers seton little drawings of rowels in the margin of needles are passed down through the the page. wounds and out through the skin at the I think it is easiest to see the misplaced lowest point of the fistula. Long seton logic of rowelling in pleurisy and pneu- needles could be needed for this and if monia. On post mortem examination the infection penetrated deep below the there is a considerable excess of fluid in shoulder blade very long needles that and around the lungs and one can imagine could pass a seton down from the withers that early veterinarians thought that re- and out behind the elbow were needed. moving fluid from the body would be Thus many setons would be placed either beneficial and inserting 24 rowels was side of the shoulders. This will provide recommended. There was no realisation good drainage which is essential to cure that the fluid in the lungs was the result of fistulous wounds. Here we have a logical inflammation not the cause. Further fluid treatment. loss from 24 lesions must have weakened these poor animals even further. Edward Mayhew, 1893,6 offers excellent Markham instructed that rowels should be advice on performing this painful opera- placed by cutting through the skin 1 inch tion and on completing it: Never, however, (2.5 cm) and loosening it with a cornet, attempt to pass by the heels of a steed blunt spike such as an antler tine, then that has been pained. The animal may placing a piece of leather with a hole in suspect your motives and the hind feet of the middle within this space. Later the the horse are the most powerful weapons rowelling or rowelling bistoury of offence and of defence. Have the crea- were developed. These were beaked scis- ture backed from the ere you attempt sors that would pinch up a piece of skin to quit it. It is too easy in this modern and then cut a hole in it, the bistoury had world to forget that in the past all proce- a hooked finger hold, this point was in- dures were done without pain killers or 347 anaesthetics. Mayhew evidently carried impregnated threads into the wound and out this procedure on the standing horse! plastered it. Alternatively he drew the threads into the subcutaneous tissue with large suture needles. These animals all Downing, 1797 7 died, uninoculated controls lived. He con- tinued using fewer threads and air drying On The Murrain or Blackleg, recom- those he used. These later animals died mends setons in the dewlap as a preven- more slowly so Adami, realised that suc- tive: cessful immunization would require care- Take some plaited hair and draw through ful determination of inoculum dose. How- between the skin and the flesh and anoint ever, he was not able to continue the ex- the plaited hair with horse turpentine, periment. This attempt at virus attenua- this shall be pulled up and down through tion was over 100 years before Pasteur’s the wound. work. Excellent logic! Many authors up to the early 20th century recommended setons to prevent Blackleg From James White’s book of 18239 we when bullocks were turned out at spring learn a new operation has been practised but their reasons differed greatly. Some at the Veterinary College for chronic said the animals must be in very good lameness of the feet, which, it is said, has condition, others considered the benefit of been so far successful as to afford consid- the setons was to lower the condition of erable relief. It consists in passing a seton the animals as only the best animals suf- through the cleft of the frog and bringing fered from Blackleg. Nowhere have I it out at the at the pit or hollow part of found any explanation of why this was the heel. This is likened to establishing a believed to work. thrush which often seems to improve a Blackleg is caused by anaerobic Clostridia chronic lameness. which live in the soil and lie dormant in the body until the animal is bruised. They then multiply in this damaged tissue and soon cause death. The setons in the dewlaps would place open wounds in con- tact with the soil, could the Clostridia in this aerobic situation have stimulated im- munity without causing disease? I think this may be the true explanation. A colleague who worked as official veteri- narian at the Liverpool docks in 1963 told me that the bullocks imported from Ireland invariably had a wire seton in the brisket.

Paul Adami, Professor of Medicine and This picture shows a defect in the “shuttle Epizootiology at the University of Vien- bone” (marked h) which Bracy Clark10 points na, 1775 to 17808 experimented with se- out, we now call this the navicular bone and tons to vaccinate cattle against Rinderpest. these defects seen on x-ray are taken to be diag- He impregnated woollen threads with the nostic of Navicular Disease. In his textbook of saliva of infected animals. First he cut the 1903 Fleming11 describes this technique as a hair and incised the skin of healthy ani- treatment for Navicular Disease, he also de- mals over the 2nd or 3rd intercostal space 4 scribes various setoning methods to draw off finger breadths below the spine, allowed fluid from diseased or injured parts as would the wound to bleed freely, drew 8 saliva rowels. Further illogical interference. 348 Here it seems that the seton is used to es- BIBLIOGRAPHY tablish granulation tissue in a chronically inflamed part. This is also part of the use 1 H. BRACKEN, Farriery Improved, 1738, of a seton in the treatment of fistulous p. 99. withers, as well as drainage. The logic 2 L. MASCALL, The Gouernment of Cat- here is simply that it works, one cannot tell, 1587, p. 81. argue with that, but it seems an horren- 3 C. HERESBACH, The Whole Art and Trade dous measure. of Husbandry,3rd Book 1614, leaf 124. In the drawing below the approximate posi- 4 G. MARKHAM, Markham’s Master-Piece, tion of the seton is shown by the black line. 1734, pp. 144–145. By 1934 Prof. Wooldridge12 still recom- 5 E.R. GENTLEMAN, The Experienced Far- mended a seton for the treatment of rier 1680, pp. 117-119. Navicular Disease, fistulas, abscesses 6 J. DOWNING, A Treatise on the Disorders and inflamed bursas. All sound indica- Incident to Neat Cattle, 1797, pp. 23-24. tions and he points out that these are 7 E. MAYHEW, Mayhew’s Illustrated Horse less likely to be bitten or pulled out than Doctor, 1893. tubing, which can also be used for 8 D. KARRASZON, A Concise History of drainage. He describes the technique of Veterinary Medicine, Akademiai Kiado, rowelling but says simply that they can Budapest, 1988, pp. 325-326. be placed over diseased parts. At last 9 J. WHITE, A Treatise on Veterinary Med- these useless things were loosing their icine, Vol. 3, 1823, Appendix pp. 367- appeal. 368. A friend and colleague who has worked in 10 B. CLARK, Hippodonomia, 1829, Plate the remoter parts of the Middle East and XII, Fig. 1. Northern India tells me that setons are still 11 G. FLEMING, Fleming’s Textbook of Op- used there to treat fistulous withers. In Eu- erative Veterinary Surgery, 1903, p. 203. rope such wounds are now rare and would 12 G.H. WOOLDRIDGE, Encyclopaedia of be treated with Penrose Drains, the current Veterinary Medicine Surgery & Obstet- improvement on the seton. rics, 1934, pp. 1365 - 1368.

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BOVINE TUBERCULOSIS IN OTHER DOMESTIC SPECIES: REPERCUSSIONS ON HUMAN HEALTH IN SPAIN SEEN FROM A HISTORICAL PERSPECTIVE JOSÉ MANUEL GUTIÉRREZ GARCÍA RIASSUNTO LA TUBERCOLOSI BOVINA NELLE ALTRE SPECIE: RIPERCUSSIONI SULLA SALUTE UMANA IN SPAGNA ANALIZZATE DAL PUNTO DI VISTA STORICO La tubercolosi era un’infezione comune a tutti gli animali domestici, ma inizialmente fu sco- perto che non tutti gli animali erano infettati allo stesso grado o frequenza. I bovini, benché non fossero i soli animali infettati, erano, senza dubbio, i più colpiti ed i più devastati dalla malattia. Oggi, le rassegne storiche che hanno studiato l’origine animale dell’infezione tuber- colare nell’uomo si sono focalizzate quasi esclusivamente sui bovini. In passato, tuttavia, il ruolo di altre specie nella trasmissione zoonosica fu oggetto di interesse e discussione. Questo e l’aspetto che sarà sviluppato con questo lavoro: studiare l’importanza storica attribuita alle altre specie come fonte di infezione tubercolare nell’uomo e valutarne le conseguenze.

Tuberculosis was a common disease which not as a different species, but as a variety.1 affected all domestic animal species. How- This change of opinion originated from a ever, it was soon determined that it did not movement that reached its maximal de- affect them to the same extent, nor at the velopment in the 1920s and maintained same frequency. Beyond any doubt, cattle that the human, the bovine but also the were the most prone species to this illness avian tuberculous bacilli were a single and the most afflicted with it. species capable of adapting to the differ- The historical revisions that have studied ent organisms it infected and acquiring the animal sources of human tuberculosis distinctive features in each host.2 infection have almost exclusively focused An early example of this new tendency is on cattle. Nonetheless, in the past, the in- the paper presented before the Antituber- volvement of other species in the transmis- culosis Congress of Barcelona in 1910 by sion of this zoonosis was a matter of inter- Juan Manuel Díaz Villar (1857-1944), est and concern. This is precisely the aspect professor of hygiene in the Escuela de to be expounded in this paper: to study the Veterinaria de Madrid. He contended that historical importance that was once given the identity of avian and mammalian tu- to other animal species as a source of tu- berculosis was already accepted by al- berculous infection for the human species most all bacteriologists and that the clas- and to evaluate its consequences. sically brandished divergences between such illnesses lacked importance, since the human and avian-derived bacilli rep- Avian tuberculosis resented two varieties of the same species and that those differences were due to the At the beginning of the 20th century, one influence of the environment in which of the most discussed questions was the they lived. The author considered that all relationship between mammalian tubercu- types of tuberculosis were the same entity losis and avian tuberculosis. Until then, and added: “beyond any doubt, the avian the causative agent of avian tuberculosis bacillus plays an important role in the ae- had been considered to be an independent tiology of the tuberculosis developed in bacillus without any link whatsoever to mammals, since this microphyte can be the human and bovine tuberculosis germs. found in man and ox struck by the dis- However, it then started to be regarded ease”.3 As a preventive measure, he sug- 351 gested sacrificing all the affected birds on mune to the illness.8 That is why the use of the grounds of the danger they represent- goats’ milk instead of cows’ milk was fre- ed to humans: “Birds kept in cages are quently recommended as a measure to pro- more fearsome, on the basis of the close tect public health. Furthermore, goats’ milk contact they maintain with their owners. was relatively accessible to the population There are reported cases of human tuber- because of the high goat stock in many ar- culosis transmitted by affected birds, par- eas of the Spanish territory. Recognized ticularly the parrot, which transmits the doctors such as Espina y Capó (1850-1930) illness with the greatest ease”.4 9 and Lluis Sayé (1888-1975)10 were among In the Antituberculosis Congress in San the phthisiologists who regarded goats as Sebastián in 1912, the same author reaf- animals resistant to tuberculosis. firmed his points of view on the hygienic In the Antituberculosis Congress of repercussions of avian tuberculosis, em- Barcelona in 1910, veterinary surgeon José phasizing that, although most animals Mas Alemany (1868-1939) tried to banish could get infected, not all of them had the the false belief that goats were resistant to same susceptibility: “ Poultry are very the disease. This matter, which was first exposed to the contagium and they pos- discussed in the Congress of Zaragoza in sess a maximal degree of receptivity, es- 1908,11 was approached more extensively pecially hens, pheasants and ducks, where in Barcelona. Drawing on his own person- the infection spreads easily”.5 al experience as a technician in the Gener- In 1916, doctor and veterinary surgeon Pe- al Slaughterhouse of Barcelona, Mas stat- dro Farreras (1876-1955) claimed that the ed that he was able to demonstrate that vigorous fight against avian tuberculosis goats were much more susceptible to the helped avoid tuberculosis in many domes- disease than had been believed, even tic animals, above all, man. He presented among the veterinary surgeons themselves: some data concerning the frequency of the “Some years ago, when a real tuberculous disease in hens, pheasants and pigeons and goat was detected in the slaughterhouse, it underlined the pressing need to subject was cited as an extraordinary case, and we poultry meat to veterinary inspection.6 still know some veterinary surgeons who In the 1920s the pathogenic capacity of doubted whether it was a true case of tu- avian bacillus towards mammals was elu- berculosis”.12 cidated, when the theoretical principles In the Congress of San Sebastián, Mas on which it was based could not be scien- Alemany confirmed the viewpoint he had tifically proven. Indeed, the tuberculosis previously explained in Barcelona and acid-resistant bacillus was more stable that had led him to consider the milk goat than had been thought and the alleged en- as one of the most prone species to the ill- vironment-derived mutations or microbial ness.13 transformations from one type to another The confirmation of this fact 14 laid new did not actually exist. The ability to iden- grounds for concern among hygienists. tify a bacillus specific to avians made it However, the belief that small ruminants possible to state with complete certainty were resistant to the illness was so firmly that the avian disease was not a threat to rooted that Rafael Rodríguez Méndez the human species.7 (1845-1919), professor of hygiene in the Faculty of Medicine of Barcelona, de- clared himself in public in favour of the Caprine and ovine tuberculosis sacrifice of all the cattle stock and its sub- stitution by this other type of livestock. The case of tuberculosis in small ruminants In Rodríguez Méndez’s opinion, the fight was different, particularly in goats, which against bovine tuberculosis represented had traditionally been considered to be im- the best preventive measure against hu- 352 man tuberculosis. After showing the dif- phthisiogenic factors, similar to those re- ferent proposed methods to avoid this risk ported for small ruminants, during the and assessing their effectiveness, he con- zootechnical handling of these animals. cluded that faced with the threat of The public health consequences were bovine tuberculosis and the difficulties of fewer, as the use of horses as a food overcoming it, the sensible thing to do source has always been low in Spain.19 was to change the approach and replace With reference to pigs, veterinary sur- bovine-derived food by food coming from geons from northern Europe were the other less dangerous species. That is why first to approach the problem and he supported replacing cattle by sheep, demonstrate a high percentage of affect- goats and horses: “ I would say more: this ed animals, particularly among pigs fed agreement is urgent, and, each one must on milk plant waste.20 It could be as- strongly contribute to the execution of the sumed that the incidence in Spain was substitution soon, depending on his re- lower, since this route of transmission sources and situation”.15 was not present. This aspect was poorly To Pedro Farreras, goats and sheep were studied by the Spanish veterinary sur- less affected by tuberculosis; this was geons of the first half of the 20th century. probably due to their living outdoors, José Farreras and Sanz Egaña believed whereas cows spent their entire lives that the legislation should be much housed in unhygienic barns.16 stricter for pork than beef, as pork was Indeed, so it was the level of resistance of sometimes consumed raw.21 goats and sheep to tuberculosis was not In 1945, the publication of a report on due to their being less prone to it than swine tuberculosis, which Pedro Carda cows. It was not a matter of a species sen- had presented a year before to obtain the sitivity or resistance to the tuberculous in- diploma in advanced studies in Veterinary fection, but of several conditions depen- Science, did not make any conclusions as dant on the characteristic farming system to the harmfulness of pork to humans - for each type of livestock. Therefore, tu- but it did give some discrete percentages berculosis in sheep and goats, which was of the frequency of swine tuberculosis in rare and sporadic in general, became more the slaughterhouse of Madrid.22 In any frequent if these animals were raised in in- case, as the vector involved is meat, not tensive farming systems, which were com- milk, the possibility that humans are in- mon in cattle. This was especially impor- fected by consumption of meat can be tant in areas with large small ruminant considered to be exceptional. stock, the southern half of the Iberian Peninsula,17 for example. It is not surpris- ing that numerous antituberculosis treatis- Canine tuberculosis es, which were a popular source of in- struction and teaching methods designed Finally, one may allude to tuberculosis in to promote awareness of hygiene and ad- dogs, which could become infected by vice to prevent the illness, introduced a massive and repeated exposure when liv- specific note that warned against the dan- ing alongside human patients.23 Although ger entailed by goats’ and sheeps’ milk. a tuberculous dog unquestionably repre- sented a potential risk, only a few cases of transmission from dogs to humans Equine and swine tuberculosis have been proven, which leads to the sup- position that the occurrence of this form The low frequency 18 of equine tuberculo- of transmission has been very limited sis was possibly due to concurrent low from a historical point of view.

353 NOTES económica de la tuberculosis de las aves. Revista Veterinaria de España, 1916, 10: 1 E. FRÖHNER, Compendio de patología y 177-184. terapéutica especiales para veterinarios. 7 N. PLUM, Aportaciones a la lucha anti- Traducido y ampliado por Pedro tuberculosa en los animales domésticos. Farreras. Vol. 2, Barcelona, Imp. Pedro Problemas relativos a las infecciones tu- Ortega, 1913, p. 205. berculosas de tipo aviar. Revista de 2 This tendency was led, among others, by Sanidad Veterinaria, 1949, 4: 313-317. Calmette, who was the father of the BCG 8 The first reference I have found in the vaccine. In the Antituberculosis Congress Spanish literature that rejects the alleged held in Washington in 1908, Calmette immunity of the goat to tuberculosis dates maintained that the tuberculous bacillus from 1891. It consists of a translation of a was pleomorphic and that the transforma- note which was presented that very year tions resulted from the lengthy stays in the in the Academy of Sciences, Paris. In: different animal species. The learned Cabra no es refractaria a la tuberculosis Frenchman only referred to the transfor- (La). Quotation by Mr. G. Colin, retired mations from the bovine to the human type teacher of the School of Veterinary Medi- and vice versa. However, this position was cine in Alfort, and presented in the Acad- shared by other French and English repre- emy of Sciences in Paris, July 27th 1891 sentatives present in the congress, and it by Mr. BOUCHARD, La Veterinaria Es- represented the beginning of a tendency pañola, 1891, 34: 449-451. which would strengthen all over the world 9 A. ESPINA y CAPÓ, Profilaxia de la tu- and which soon after would apply the berculosis en las grandes poblaciones. same reasoning to the avian tuberculosis Comunicación leída en el Congreso Na- bacillus. Cf. B.G. ROSENKRANTZ, The cional de la Tuberculosis reunido en trouble with bovine tuberculosis. Coimbra, marzo de 1895. Madrid, Imp. Bulletin of the History of Medicine, Nicolás Moya, 1895, 29 pp. 1985,59: 155-175. 10 L. SAYÉ SEMPERE, Profilaxis de la tuber- 3 J.M. DÍAZ VILLAR, La tuberculosis aviar culosis. Barcelona, J. Horta, 1913, 22 pp. en sus relaciones con la tuberculosis de 11 R. GONZÁLEZ MARCO, El contagio de la los mamíferos, Revista Veterinaria de Es- tuberculosis de los animales al hombre paña, 1910, 5: 52-67. por intermedio de la leche. In: Primer 4 Ibidem. p. 62. Congreso Nacional contra la Tuberculosis 5 J.M. DÍAZ VILLAR, Relaciones de la tu- celebrado en Zaragoza del 2 al 6 de oc- berculosis aviaria, con la que padecen tubre de 1908, Zaragoza, Imp. del Hospi- los mamíferos. In: Tercer Congreso Es- cio provincial, Vol. 2, 1913, pp. 155-158. pañol de la Tuberculosis. Segundo con 12 J. MAS ALEMANY, La tuberculosis en la carácter Internacional celebrado en San cabra. Revista Veterinaria de España, Sebastián del 9 al 16 de Septiembre de 1910, 5: 100-103. 1912, San Sebastián, Soc. Esp. Papelería, 13 J. MAS ALEMANY, La tuberculosis en la Vol. 2, 1914, p. 178. In her monograph on cabra. In: Tercer Congreso Español de la tuberculosis in the American culture, Tuberculosis. Segundo con carácter Inter- Katherine Ott describes how the fear of nacional celebrado en San Sebastián del 9 birds as a source of contagion made many al 16 de Septiembre de 1912, San Se- canary owners regard their birds with bastián, Soc. Esp. Papelería, vol. 2, 1914, worry and anxiety. OTT, K., Fevered pp. 221-225. Lives. Tuberculosis in American Culture 14 The articles that merely registered cases since 1870. Cambridge, Harvard Univer- of tuberculosis in small ruminants be- sity Press, 1996, p. 117. came more frequent in the veterinary lit- 6 P. FARRERAS, Trascendencia higiénica y erature in those years. J. RAVETLLAT, 354 (1914-1915) Dos casos de tuberculosis en mopatológicos del tubérculo. La Veteri- la cabra. Revista de Higiene y Sanidad naria Española, 1903, 46: 55-57, 67-69, Veterinaria, 4, 874. MOUSSU, G. La tuber- 86-88, 99-101, 134-136, 235-237, 266- culosis de la cabra. Revista Veterinaria de 268, 358-359 y 458-460. SOLTYS, M.A. España, 11, 1917, 573-574. GRATACÓS Public health aspect of tuberculosis in MASSANELLA,J. SABATÉ, A., Tuberculosis domestic animals. British Medical Jour- atípicas en óvidos y caprinos observadas nal, 1958. 2, 1133-1136. en mataderos. Revista de Higiene y 19 P. C ANO RODRÍGUEZ,J. SÁNCHEZ DE Sanidad pecuarias, 1924, 14, 760-764. LOLLANO PRIETO, C. BALLESTEROS VI- 15 R. RODRÍGUEZ MÉNDEZ, ¿Convendría CENTE, La evolución del consumo de sustituir la ganadería bovina por la ov- carne de caballo (Hipofagia) en España ina, caprina y equina, para suprimir la en la transición del siglo XIX al XX. In: infección humana por las carnes y leches V Jornadas Nacionales de Historia de la de los bóvidos? In: Primer Congreso Na- Veterinaria, Barcelona, Facultat de Vet- cional contra la Tuberculosis celebrado en erinaria de la Universitat Autónoma de Zaragoza del 2 al 6 de octubre de 1908, Barcelona; Col.legi oficial de Veterinaris Zaragoza, Imp. del Hospicio provincial, de Barcelona, 2000, pp. 109-111. vol. 1, 1912, pp. 331-377. 20 P. CARDA APARICI, Contribución al es- 16 P. FARRERAS SAMPERA, ¿Convendría tudio de la tuberculosis en el cerdo. Re- sustituir en España la ganadería bovina vista Ciencia Veterinaria, 1945, 6: 1-23. por la ovina, caprina o equina para 21 J. FARRERAS SAMPERA, C. SANZ EGAÑA, suprimir la infección humana por las Manual del veterinario inspector de carnes y leches de los bóvidos? In: mataderos, mercados y vaquerías. 2 vol., Primer Congreso Nacional contra la Tu- Barcelona, Publicaciones de la “Revista berculosis celebrado en Zaragoza del 2 al Veterinaria de España”. 1917, pp. 349-350. 6 de octubre de 1908, Zaragoza, Imp. del 22 P. C ARDA APARICI, Contribución… cit. Hospicio provincial, Vol. 1, 1912, p. 486. 23 J. MAS ALEMANY, La tuberculosi del 17 Sanz Egaña emphasized that there were gos i el perill de la transmissibilitat a big cities, in Andalucía for example, l´home. In: VII Congrés de Metges de where goats’ milk represented more than Llengua Catalana. Palma de Mallorca, 90 % of the population’s consumption. Tipografia Occitània, 1932, pp. 285-289. This percentage was even higher in rural J. HOMEDES RANQUINI; A. MARTÍ MOR- areas. In: SANZ EGAÑA, C. Contribución al ERA; J.M. SÉCULI BRILLAS (1963) Veteri- estudio de la inspección y reglamentación naria práctica. 2ª Ed., Barcelona, Salvat del abasto de la leche de cabra. Revista Editores, 878 pp. Enfermedades del perro Veterinaria de España, 1918, 12, 97-116. y del gato (Las) (s.a.) V Estudio Mono- 18 R. GONZÁLEZ MARCO, Morfología del gráfico Neosan. Barcelona, Ed. Noticias bacilus tuberculoso y caracteres anato- Neosan, 318 pp.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

“UNA RILEVANTISSIMA INDUSTRIA DA CUSTODIRE” GLI STRUMENTI DI CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ITTICO A MANTOVA IN ETÀ MODERNA ALBERTO GRANDI SUMMARY THE RULES FOR THE PRESERVATION OF THE FISHING HERITAGE IN MANTUA IN THE MODERN AGE This paper examines the rules and regulations for the preservation of the fishing heritage in Mantua in the modern age. Fishing in the lakes was governed by a rigid system of rules which were laid down and enforced by the Fishermen’s Guild and the ‘Lakes Manager’, the person who had gained fishing rights at the special auction. The rules were not always justified by science or coherent in themselves; rather they appear to have been governed by previous us- age. It is therefore not useful to examine their efficiency, but more useful to look at application and enforcement. Local institutions determined the long-term productivity of the lakes. The ‘Lakes Manager’ played a central role. The gradual shortening of his term of office had im- portant consequences on the nature and actions of the Fishermen’s Guild. When the Manager was in office for seven to nine years, there was collaboration between the Manager and the Guild. It was not in the Manager’s interests to over-exploit the lakes, nor enter into conflict with the Guild. In practice, managing the lake was left to the Fishermen’s Guildut when the term of office was shortened to one year, at the beginning of the 17th Century, the Manager started to take advantage of the privileges allowed him by the regulations. The fishermen no longer enjoyed a monopoly. They no longer controlled the fishing calendar or equipment, but were determined by the Manager alone, on the basis of personal calculation. The conse- quence was disastrous; by the end of the 17th Century the lakes were almost barren and were no longer able to meet the requirements of the Mantua fish market.

Premessa influirono sia la forte riduzione dei giorni di astinenza, sia l’arrivo di nuovi prodotti Il pesce, che in epoca antica non fu mai dall’America.2 Quanto poi alla differenza un genere di primissima necessità, assun- tra il consumo di pesce d’acqua dolce e se solo a partire dal medioevo un ruolo ri- quello di mare, si consideri che essa era le- levante nel sistema alimentare europeo.1 gata esclusivamente a fattori geografici, di È proprio da questo punto di vista che la conseguenza risultava molto più diffuso diffusione del Cristianesimo è stata fon- quello d’acqua dolce, che si poteva trovare damentale; in una società costantemente quasi ovunque. Il pesce di mare, al contra- in precario equilibrio alimentare, la Chie- rio, veniva consumato fresco quasi esclu- sa, infatti, imponeva di mangiare “di ma- sivamente nelle zone costiere. Quando gro” almeno un giorno su tre.1 subiva uno dei molti processi di conserva- Quindi, tra condizionamenti economici e zione (salatura, essiccatura, marinatura, af- precetti religiosi, si può senz’altro afferma- fumicatura, ecc.), diventava un prodotto re che il pesce fosse uno degli alimenti più molto caro, anche a causa degli alti costi di di frequente presenti sulla tavola dall’ini- trasporto e poco accessibile alla maggior zio del medioevo fino al XVIII sec. Va, per parte dei consumatori. Il pesce lo mangia- altro, segnalato che molto probabilmente il vano tutti, ma era ben diversa la qualità a consumo di pesce tese a diminuire per tutti seconda delle classi sociali. Anzi esso era i secoli dell’età moderna,1 pur rimanendo uno status symbol che, quasi come l’abbi- una componente fondamentale della dieta gliamento, segnava le differenze socio- di tutte le classi sociali. Sarebbe molto lun- economiche: vi erano i pesci per i ricchi e go elencare motivi di questo calo, di certo quelli per i poveri. 357 Per questi motivi la pesca e il commercio che se lo statuto più antico che ci è perve- del pesce furono due tra le prime attività a nuto è solo quello del 1663, per altro solo essere regolamentate, fin dall’alto medioe- un estratto trascritto a mano dal massaro vo.2 Motivazioni di ordine fiscale, sanita- dell’Arte di quell’anno.2 In un documento rio e di tutela del patrimonio ittico incenti- della corporazione, risalente alla prima varono questa tendenza regolativa anche metà del XVI secolo si afferma che “più nelle epoche successive. Comuni ed enti di cento persone vivono di quest’Arte”.3 ecclesiastici rinnovarono costantemente i Evidentemente in questo computo sono propri diritti di pesca sulle acque interne compresi anche i garzoni e gli aiutanti. In e, contemporaneamente, intensificarono i un altro documento, di molto successivo, controlli sul commercio dei prodotti ittici.6 “si osserva che nel 1590 nel lago di sotto Il diritto di pesca veniva quasi sempre ap- vi erano 65 battelli di famiglie di pescato- paltato da chi lo deteneva, fosse stato esso ri, e 45 nel lago di sopra”.4 un Comune, un’abbazia o, più tardi, una Le uniche notizie certe, o quantomeno si- signoria. L’appaltatore, a sua volta, cede- stematiche, circa il numero di pescatori ri- va ai pescatori l’esercizio del diritto, die- salgono al 1663. L’unico libro delle obbe- tro il pagamento di una certa somma, o di dienze dell’Arte inizia, infatti, in quell’an- una determinata quantità di pesce o, mol- no e arriva fino al 1689. Dai dati contenuti to spesso, di tutte e due le cose insieme. in quel documento è stato possibile rico- Come vedremo in seguito, a Mantova struire l’andamento numerico della corpo- questo sistema, che aveva preso il nome razione presentato nella tabella 1. Tale an- di “Condotta dei Laghi”, rimase in vigore damento era strettamente legato alla pro- fino alla fine del XVIII sec., quindi anche duttività dei laghi e questa, a sua volta, era in regime di “ferma generale”.2 In questo fortemente influenzata dal livello di sfrut- lavoro intendo analizzare quegli aspetti tamento che dei laghi veniva fatto. Ma lo regolativi legati principalmente alla con- sfruttamento dei laghi non era legato servazione del patrimonio ittico. Una ri- esclusivamente al numero di pescatori, sorsa economica e alimentare come i la- bensì anche ad altri fattori di carattere isti- ghi doveva essere tutelata nel tempo, per tuzionale come si vedrà in seguito. poter assicurare sia l’approvvigionamento I compiti dell’Arte erano quelli di garanti- del mercato cittadino, sia il sostentamento re il rispetto dei divieti di pesca nei periodi di un certo numero di famiglie che vive- di ripopolamento e l’uso esclusivo degli vano di pesca e della vendita del pesce, strumenti di pesca ammessi dalle norme. sia, infine, la possibilità di conservare Da questo punto di vista un ruolo impor- questa risorsa per un tempo teoricamente tantissimo lo svolgeva anche il Conduttore infinito. Lo sfruttamento dei laghi, quindi, dei laghi. La “Condotta dei laghi” era, in doveva essere sottoposto a un rigido siste- sostanza, un insieme di tasse e diritti che la ma di controlli, che venivano effettuati Corte metteva all’asta con una cadenza dall’Arte dei Pescatori e dal “Conduttore che, a partire dal 1632, divenne annuale. Si dei Laghi”, da colui, cioè, che si aggiudi- vedrà che questa breve durata dell’appalto cava l’asta per i diritti di pesca. favorì un comportamento del conduttore inteso a massimizzare i profitti, anche a scapito del “buon uso dei laghi”.4 I gruppi professionali e il mercato del L’accordo con il Conduttore era comun- pesce que essenziale e costantemente richiama- to nelle varie fonti di carattere normativo, L’Arte dei Pescatori come gride e statuti. Ma anche dal punto L’Arte dei Pescatori era una delle più an- di vista del coordinamento vi erano con- tiche e numerose di Mantova. Tale corpo- dizionamenti legati alle forme che assu- razione esisteva già in età medioevale, an- meva il contratto d’appalto. 358 I pescivendoli che il loro numero avesse oscillato, per I pescatori non potevano vendere il pesce tutto il periodo qui considerato, da un mi- al dettaglio. Potevano solo i pescivendoli nimo di 15 a un massimo di 20.5 E’ assai anche se non costituivano una corporazio- probabile che i livelli più bassi vennero ne.5 Le due attività dovevano rimanere di- raggiunti e mantenuti dopo la drammati- stinte “per scappare da incomodi del pub- ca congiuntura del periodo 1630-32, al blico se il vendere et l’acquistare fossero termine della quale il numero di abitanti uniti nella stessa persona”.5 Nella logica della città non tornò più sugli standard corporativa, infatti, la divisione di una fi- precedenti.5 liera produttiva o commerciali in più isti- I pescivendoli per poter esercitare il pro- tuzioni era la migliore garanzia per il con- prio mestiere dovevano ottenere, dietro il sumatore finale. pagamento di una tassa, una particolare A causa di questa mancata istituzionaliz- autorizzazione dal Conduttore dei laghi. zazione le notizie sui pescivendoli sono Nei regolamenti della condotta non viene scarse e saltuarie. Da alcune testimonian- mai specificato l’importo di questa tassa ze non sistematiche è possibile affermare così come non viene indicato il numero di

Tabella 1: Numero dei pescatori e delle barche nei laghi di Mantova (1663-1689). Anno Lago di sopra Pietole (lago di sotto) Totale Pescatori barche Pescatori barche Pescatori barche 1663 18 22 18 18 36 40 1664 24 24 17 17 41 41 1666 16 19 15 16 31 35 1669 17 18 17 19 34 37 1670 25 25 15 16 40 41 1671 24 24 14 14 38 38 1672 25 26 15 15 40 41 1673 26 28 15 16 41 44 1674 26 27 16 16 42 43 1675 26 27 16 16 42 43 1676 28 28 16 17 44 45 1677 27 28 16 17 43 45 1678 30 30 16 17 46 47 1679 29 30 17 17 46 47 1680 30 30 18 18 48 48 1681 32 33 19 19 51 52 1682 33 34 19 20 52 54 1683 33 33 20 20 53 53 1684 36 36 20 20 56 56 1685 35 36 20 21 55 57 1686 33 35 20 21 53 56 1687 33 34 20 21 53 55 1688 29 30 20 21 49 51 1689 32 34 21 22 53 56 Fonte: ASMn, Camera di Commercio, b.110, Libro di entrata e uscita 359 autorizzazioni da concedere. È assai pro- sti e dettaglianti;10 ciò serviva forse a con- babile che in questi ambiti la discreziona- tenere il prezzo anche di questi prodotti. lità del Conduttore fosse massima; non è Il mercato del pesce aveva una configura- nemmeno da escludere che egli impones- zione economica e istituzionale del tutto se ai pescivendoli obblighi aggiuntivi.5 In particolare. La vendita al dettaglio era ri- ogni caso si può affermare che il control- servata a un ristretto numero di operatori lo del conduttore su questo gruppo pro- e poteva avvenire solo in un luogo ben fessionale fosse totale, fatta eccezione su determinato della città (le pescherie), in coloro che vendevano il pesce importato un lasso di tempo abbastanza contenuto che agivano spesso in regime di privativa. (entro mezzogiorno) e a prezzi di calmie- Analogamente a quanto avveniva in molte re.11 Come già detto, il numero dei pesci- altre città dell’Italia centro-settentrionale,6 vendoli non viene mai specificato, ma da la vendita del pesce era sottoposta a un re- alcune testimonianze indirette si può af- gime di controllo molto rigido. Come ve- fermare che, nel periodo da noi conside- dremo meglio nel quarto paragrafo, tale at- rato, dovette oscillare tra i 15 e i 20.12 tività si poteva svolgere in un solo luogo Il rifornimento di pesce alla città seguiva della città, le Pescherie, ad orari prestabiliti invece tre canali ben distinti: i pescatori dei e con modalità ben precise. Anche il prezzo laghi di Mantova (locali e forestieri), l’ap- di vendita del pesce era calmierato.7 paltatore (che si accaparrava un terzo di tut- Gran parte di queste regole valevano an- to il pesce pescato nelle acque di sua com- che per il pesce importato, che, anche se petenza) e gli operatori provenienti dai ter- teoricamente poteva essere venduto dai ritori circostanti (in particolare il lago di pescivendoli mantovani, doveva comun- Garda e il Po). Anche se in alcuni momenti que rimanere ben distinto dal pesce loca- una parte del pesce rimaneva invenduta, si le. I venditori forestieri che smerciavano può affermare che la produzione locale era questo prodotto erano in ogni caso obbli- mediamente inferiore alle necessità della gati a sottostare alle stesse regole; occorre città; ciò è dimostrato dal fatto che l’espor- però sottolineare che alcuni tipi di pesce tazione di pesce era vietata e penalizzata in proveniente dal Garda e dal Po non erano tutti i modi, mentre l’importazione avveni- soggetti al calmiere.8 Sembra infatti pos- va in esenzione di numerosi dazi.13 Nel sibile affermare che il pesce importato 1670, nella sola giornata di venerdì, arriva- fosse quasi esclusivamente riservato a vano dal Garda 60 pesi di trote e carpioni, consumatori di fascia medio-alta. Anche circa 50 Kg, attraverso una privativa con- per questo gli operatori stranieri non furo- cessa a due mercanti di Desenzano, Giovan no mai molti e raggiungevano Mantova Battista Chiereghini e Agostino Falavigna.14 solo nei giorni di vigilia, quando, cioè, la Altri pesci molto diffusi e apprezzati, come richiesta di pesce era più consistente.8 In lo storione, arrivavano dal Po. alcuni periodi gli importatori di pesci dal Questi tre canali di approvvigionamento Garda operarono in regime di privativa; in rappresentavano quote diverse del merca- queste fasi, ovviamente, il prezzo del pe- to cittadino. Come già detto, è ragionevo- sce importato saliva enormemente, fino a le pensare che il pesce importato rappre- raggiungere un livello tre volte superiore sentasse una percentuale limitata del pe- a quello del pesce mantovano.9 General- sce consumato a Mantova e riservata a mente, però, il funzionamento del merca- una clientela selezionata. Questo perché il to del pesce importato sembra assai simi- suo prezzo era notevolmente alto e solo in le a quello descritto da Giusberti a Bolo- parte soggetto al calmiere. In ogni caso gna. A Mantova, come nella città Felsi- l’importazione di pesce avveniva quasi nea, coloro che introducevano in città esclusivamente nei giorni di magro.15 Per questo tipo di alimenti da territori stranie- quanto riguarda, invece, il pesce pescato a ri operavano nella duplice veste di grossi- Mantova tutto veniva portato alle Pesche- 360 rie; come già detto, due terzi di questo pe- vietato portare il pesce alle Pescherie per- sce venivano portati direttamente dai pe- correndo un tragitto diverso dal Rio. Ov- scatori e l’altro terzo dal Conduttore. viamente, era vietato ai pescatori vendere La quota di pesce che spettava di diritto al il pesce a chiunque non fosse registrato Conduttore veniva effettivamente portata come pescivendolo dal conduttore.20 Non alle Pescherie da quest’ultimo. Il Condut- era prevista una divisione del mercato in tore, quindi, non veniva pagato in denaro quote, come avveniva, ad esempio, nel dai pescatori,16 magari attraverso una per- settore conciario.21 ma è chiaro che il nu- centuale sulla vendita del pesce, ma egli mero degli operatori (pescatori e pesci- si appropriava fisicamente di un terzo di vendoli) era rigidamente controllato dal tutto ciò che veniva pescato nelle acque di Conduttore. Quando quest’ultimo conce- sua competenza. Ciò veniva costantemen- deva troppe licenze agli uni o agli altri, o, te ribadito in tutti i contratti della Condot- per contro, ne concedeva troppo poche, si ta, ma, soprattutto, ciò è dimostrato dalle verificavano forti tensioni che portarono, modalità con cui il pesce arrivava alle Pe- in alcuni casi, a processi che potevano du- scherie. Tutto il pesce, presumibilmente rare anche alcuni anni.22 ancora vivo, veniva raccolto in due punti Il conduttore e i pescatori portavano il della città ben precisi: la Pallata e Porto proprio pesce alle Pescherie con tutta pro- Catena. Nel primo confluiva il pescato del babilità all’alba. Sulle modalità con cui i lago Superiore, nel secondo quello dei la- pescivendoli acquistavano la merce non ci ghi di Mezzo e Inferiore. La Pallata e il sono notizie. Sappiamo però che il pesce Porto Catena erano i due punti estremi del proveniente dal Garda veniva diviso per Rio, il canale che attraversava la città e al specie, pesato e messo all’asta.23 Anche se centro del quale vi erano proprio le Pe- non vi sono indicazioni sul funzionamen- scherie. E proprio attraverso il Rio il pe- to di queste aste, nulla ci impedisce di sce raggiungeva il luogo di vendita. Ogni pensare che le stesse modalità venissero altro percorso era espressamente vietato seguite anche per il pesce mantovano. sia nello statuto dell’Arte dei Pescatori, La differenza sostanziale tra il pesce im- sia nel regolamento della Condotta. portato e quello mantovano era che il pri- Queste regole possono essere ricondotte mo non era sottoposto a calmiere. Questo, alle classiche normative finalizzate al rag- ovviamente, influenzava in maniera molto giungimento della massima trasparenza forte l’eventuale asta. Il tutto, comunque, degli scambi, come tanti altri casi simili in doveva durare molto poco, perché la ven- età preindustriale. Tali regole erano parti- dita al dettaglio avveniva nell’arco di po- colarmente dettagliate quando la merce che ore. Dopo mezzogiorno, infatti, il pe- oggetto dello scambio era facilmente de- sce non poteva più essere smerciato; quello peribile, come la pelle,17 o, appunto, il pe- che era rimasto invenduto veniva regalato sce. In questo caso, però, sembra essere agli ospedali e alle carceri.24 I pescivendoli, stata prevalente l’esigenza di concentrare ovviamente, protestarono contro questo il pesce per permettere al Conduttore di obbligo, ma a protestare erano soprattutto i esercitare il proprio controllo e i propri di- pescatori.25 Evidentemente, in un regime di ritti.18 A questo proposito è interessante far prezzi calmierati, l’obbligo di consegnare notare che era vietato ai pescatori del lago gratuitamente a istituzioni pubbliche o di superiore arrivare in barca, attraverso il carità il pesce invenduto non intaccava so- Rio, a Porto Catena, così come ai pescato- lo gli interessi dei pescivendoli, ma in par- ri del lago Inferiore e di Mezzo di arrivare ticolare quelli dei pescatori perché ciò fini- alla Pallata.19 Ciò serviva ad evitare confu- va per condizionare fortemente le scelte sione e facilitava i compiti del Conduttore. dei pescivendoli e indurli ad acquistare Ai pescatori era vietato mettere il pesce meno pesce o a fissare, di comune accor- “in viva” in qualunque altro posto, era do, prezzi d’acquisto più bassi. 361 Il calmiere del pesce variava in maniera versi pesci non era uniforme nel corso considerevole nel corso dell’anno. Come dell’anno. Un’ultima annotazione sulla si può notare nella tabella 2, riferita al tabella 2 riguarda le sardelle, cioè le sar- 1646,26 le variazioni sullo stesso tipo di dine sotto sale, un pesce di mare quindi, pesce potevano anche essere dell’ordine ma che, a differenza di tutti gli altri pesci del 40%; come accadeva, ad esempio, al conservati o d’importazione, era sottopo- luccio che nel periodo tra Natale e Carne- sto a calmiere a causa del largo consumo vale passava dai normali 360 denari per che ne veniva fatto anche tra gli strati più libbra a 600 denari per libbra. Si può no- poveri della popolazione. tare anche che l’andamento dei diversi ti- I problemi tra pescatori, pescivendoli e ap- pi di pesce non era parallelo; la trota toc- paltatore erano all’ordine del giorno anche cava il suo massimo tra Natale e Carneva- a causa di altri fattori.27 Il contratto d’appal- le, mentre l’anguilla nel periodo di Qua- to, infatti, imponeva a colui che se lo aggiu- resima. Evidentemente il consumo dei di- dicava alcuni obblighi nei confronti della

Tabella 2: Calmiere del pesce del 1646 in denari per libbra. da Pasqua a da Natale a Carnevale Quaresima Natale (35 sett.) Carnevale (7 sett.) (4 sett.) (6 sett.) Trota 780 1080 780 960 Carpione 540 840 600 720 Anguilla 600 720 600 840 Luccio 360 600 480 600 Tinca 360 600 480 600 Sardelle 312 480 360 480 Fonte: ASMn, Gridario Bastia, T.12, F.65 (24/3/1646) Corte che venivano quasi sempre scaricati scadenza. Fu questo il primo clamoroso se- sui pescatori o sui venditori di pesce. In gnale che il sistema della Condotta aveva pratica il Conduttore doveva fornire alla subito un’involuzione molto grave. Un’in- Corte un certo quantitativo di pesce; come voluzione che da quel momento l’avrebbe vedremo meglio nel prossimo paragrafo, la resa pressoché ingovernabile. fornitura di pesce alla Corte, in alcuni pe- Il sistema di controlli sul mercato del pe- riodi divenne la variabile più importante sce non era comunque affidato esclusiva- nell’asta per aggiudicarsi la condotta. In mente al Conduttore; anche alcuni uffici ogni caso il Conduttore acquistava il pesce pubblici svolgevano funzioni molto impor- dai pescivendoli a un prezzo più basso di tanti. In primo luogo la Scalcheria, un or- quello normalmente praticato nel mercato gano di origine medioevale che aveva il all’ingrosso; non è da escludere, però, che compito di regolare i mercati dei generi il pesce per la Corte venisse in qualche mo- alimentari,29 i cui ufficiali (pesatori) aveva- do “scontato” dal terzo che il Conduttore no il compito di pesare il pesce e di con- stesso portava alle Pescherie. trollare il rispetto del calmiere30. Vi era poi Al Conduttore era assolutamente vietato ri- l’Ufficio di Sanità che doveva vigilare sul- vendere anche una piccola parte di questo la freschezza del pesce messo in vendita e, pesce, cosa che invece avvenne di sicuro quindi, sull’obbligo di consegnare quello sia nel 1610 sia nel 1618. 28 In quest’ulti- invenduto agli ospedali e alle carceri.31 In mo caso le proteste dei pescivendoli furono questo modo il potere cittadino riusciva a talmente forti da indurre il Conduttore a ri- sorvegliare le quantità, la qualità e il prez- nunciare all’appalto un anno prima della zo del pesce venduto a Mantova. 362 Quanto fossero precisi e dettagliati i con- Il tramacco, o per meglio dire tramaglio, trolli sulla vendita del pesce è dimostrato era senz’altro la rete più diffusa nei laghi dalla normativa che regolava l’arrivo di mantovani. Questo strumento, infatti, era quello proveniente dal Lago di Garda alle particolarmente adatto per la pesca tra i Pescherie. Il pesce doveva essere estratto canneti e nelle acque con poca corrente-35 dalle ceste nelle quali era contenuto, ripu- Era una rete da posta, solitamente fatta di lito dall’eventuale ghiaccio che lo conser- lino o cotone, che veniva calata in acqua vava (che era esente da dazio), riposto in alla sera e recuperata al mattino. Era co- ceste speciali utilizzate dagli ufficiali pe- stituita da tre reti parallele: le due esterne satori e quindi pesato da questi ultimi. erano a maglie più ampie e tese, mentre Solo dopo queste procedure poteva essere quella centrale era più fitta e allentata ed messo all’asta tra i pescivendoli mantova- era qui che il pesce rimaneva impigliato.36 ni o, quando ciò era possibile, venduto di- Il bartovello, ancor oggi molto diffuso, rettamente dagli importatori.32 era una sorta di trappola costituita da un cesto, più o meno grande, nel quale il pe- sce entrava agevolmente ma non riusciva La pesca nei laghi di Mantova ad uscirne per le presenza di alcune punte all’interno in corrispondenza con l’im- L’attività di pesca era sottoposta a norma- boccatura. Era fatto di canapa con l’inte- tive molto rigide che stabilivano soprat- laiatura di legno, veniva lasciato in acqua tutto i periodi in cui tale attività era vieta- anche per otto giorni ed era per questo ta e le tecniche ammesse. Per quanto ri- ancorato alla riva con delle corde.37 Esi- guarda queste ultime, bisogna sottolineare stevano molti tipi di bartovelli, le cui ca- la grande affinità con i sistemi tuttora uti- ratteristiche dipendevano dal pesce che si lizzati nelle acque interne: “lenze, o can- voleva catturare e al tipo di corso d’acqua ne, balanze, guade, ratelle, spaderne, tra- in cui venivano calati: fosso, fiume cor- macchi et bartavelli”,33 questi erano gli rente, stagno, ecc. Uno dei grandi vantag- unici strumenti tollerati. Gran parte della gi derivanti dall’uso dei bartovelli era raccolta avveniva grazie alle reti, i “tra- quello di poter lasciare il pesce “in viva” macchi” e quelle a sacco, e ai bartovelli, anche per molti giorni dopo averlo cattu- mentre le lenze e le bilance permettevano rato. Come abbiamo già visto, anche que- una pesca più selettiva, ma meno copiosa. sto aspetto era rigidamente regolamentato In realtà, nelle acque interne dell’area pa- e vi erano, sulle sponde del lago Superio- dana, erano in uso numerosissimi tipi di re, alcune zone riservate alla conservazio- reti, le cui caratteristiche tecniche erano ne del pesce vivo, già in età medioevale.38 legate al tipo di pesce che si voleva cattu- La ratella era una rete a sacco a una sola rare e al periodo dell’anno in cui si cala- armatura, fatta di lino con maglie più o vano in acqua. Alcune reti erano severa- meno fitte, a seconda della stagione e del mente vietate perché accusate di rovinare pesce che si voleva catturare. Veniva cala- i fondali di laghi e corsi d’acqua o, para- ta da una barca, trascinata per diversi me- dossalmente, di essere troppo efficaci e tri e poi recuperata grazie a due bastoni per questo non permettere il normale ri- dotati di ganci. Nel corso della nottata, o pristino della fauna ittica. Ma sembra della giornata, si facevano anche dieci o possibile affermare che i pescatori manto- più gettate. Dato che per il suo utilizzo vani utilizzassero quasi esclusivamente i bastavano due uomini e una sola barca, già citati tramacchi, i bartovelli e un parti- era decisamente la rete a sacco più diffusa colare tipo di rete a sacco denominata tra i pescatori mantovani.39 “ratella”, una rete abbastanza piccola, con Occorre, infine, citare, tra gli strumenti di tutta probabilità simile alla cosiddetta pesca più diffusi, anche le spaderne, che “spigonsola” in uso nel lago di Garda.34 erano lunghe lenze a più ami (fino a dodici) 363 che venivano gettate in acqua da una barca tiva applicazione di tali disposizioni. Ciò e lasciate per più ore. La loro importanza non dipende solo dalla mancanza di infor- era dovuta al fatto che erano particolarmen- mazioni, ma costituisce un elemento struttu- te adatte per la pesca alle anguille, pesce rale sul quale soffermare l’attenzione per la molto pregiato e facilmente conservabile.40 sua rilevante valenza interpretativa. Il siste- ma di controlli era “misto”, affidato sia al Conduttore che agli ufficiali dell’Arte dei Le norme e la prassi Pescatori, i cui interessi potevano divergere, soprattutto in relazione alla durata del con- I controlli sui periodi di divieto di pesca e tratto e dei costi di monitoraggio. Ne risultò sulle misure del pesce catturato erano un’ampia fascia di tolleranza. Il conduttore complessi e articolati. Gli obiettivi di puntava ad ottenere il massimo ricavo dalla questa composita regolazione erano, in- sua privativa nell’orizzonte temporale del fatti, molteplici. Si voleva impedire la pe- contratto, che si realizzava anche attraverso sca nei periodi di riproduzione, la cattura una quota di prelevamento fissa sulle quanti- del novellame, stabilizzare la quantità di tà di pescato. I controlli sull’uso di mezzi di pesce pescato ogni anno, adeguando l’of- pesca proibiti e sui periodi di divieto non ferta alla domanda, e, se possibile, pro- erano pertanto troppo puntuali. Ancor meno muovere i ripopolamenti.40 quando diminuì la durata del contratto di ap- I divieti variavano da specie a specie. La palto. Nel 1570, infatti, l’appalto durava 9 pesca della tinca era proibita dall’inizio di anni; venti anni dopo era stato ridotto a 7 an- maggio fino al giorno di S.Arcangelo (29 ni; nel 1615 durava 5 anni e, a partire, dal settembre). Quella del temolo era proibita 1632 ebbe una cadenza annuale.43 Questa dalla metà di maggio alla festa di tutti i evoluzione fu dettata da necessità finanziarie Santi (1 novembre). Il luccio, invece, non dello Stato. Appalti più brevi consentivano poteva essere pescato dalla metà di maggio aumenti delle entrate fiscali, ma nello stesso alla festa di S. Giovanni (24 giugno). L’a- tempo spingevano il Conduttore a cercare gone, infine, era interdetto per tutto il mese aumenti dei suoi ricavi di breve periodo.44 di maggio.41 Da notare che a Mantova non Le stesse motivazioni indussero gli appal- esistevano quei divieti, presenti in molte al- tatori che si susseguirono a partire dalla tre città, sulla vendita del pesce nei periodi seconda metà del XVII sec. a concedere, di ripopolamento. Evidentemente non si ai pescatori stranieri, sempre più licenze escludeva che tali pesci potessero arrivare di pesca nelle acque mantovane. Questo, sul mercato cittadino da altre aree di pesca. ovviamente, creava forti tensioni con gli I regolamenti mantovani, infatti, avevano operatori locali. Nel 1665 iniziò un lungo come scopo solo quello di impedire un ec- conflitto tra Conduttore dei laghi e Arte cessivo sfruttamento dei laghi mantovani, dei Pescatori proprio sull’eccessivo nu- senza penalizzare eccessivamente il fre- mero di licenze concesse a pescatori pro- quentatissimo mercato delle Pescherie. venienti da altri Stati. La protezione del novellame avveniva attra- Come accadeva spesso il pretesto per scate- verso un controllo molto rigido degli stru- nare il conflitto riguardava l’uso di stru- menti di pesca. Le reti, i bartovelli e i trama- menti riservati o proibiti da parte degli ulti- gli, infatti, non dovevano essere troppo fitti e mi arrivati. L’Arte dei Pescatori, il 31 otto- permettere quindi il passaggio dei pesci più bre del 1665, inviava una supplica al Magi- piccoli. Negli statuti e nei regolamenti non strato Camerale nella quale chiedeva di po- vengono specificate le misure minime di tali ter “esporre le proprie ragioni contro il reti, ma occorre ricordare che non potevano Conduttore de’ Laghi per l’inosservanza in nessun caso essere pescati lucci, tinche e de’ loro capitoli sull’oggetto de’ Pescatori trote del peso inferiore all’oncia (circa 30 forastieri che pescano con reti proibite ne- gr).42 È però molto difficile verificare l’effet- gli ordini ducali”.45 All’interno del sistema 364 corporativo lo strumento di lavoro rappre- liva che “non si possano crescere li terraz- sentava uno dei più importanti segni d’ap- zini di non più di quelli sogliano essere, ne partenenza e di esclusione, fino ad essere il anco con la licenza della Ducal Scalcaria, simbolo stesso del mestiere.46 se quella non sarà registrata in Maestrato, Come ho già detto, però, lo strumento di la- et toccata da uno dei Superiori dell’Arte dei voro diventava anche un pretesto. Nel caso Pescatori e dal Conduttore de Laghi”.52 degli strumenti utilizzati dai pescatori, l’u- Quest’ultimo aspetto, probabilmente per- so di reti “proibite” è un classico motivo di mette di fare maggior luce sui motivi del conflitto tra pescatori autoctoni e stranieri. conflitto. Al di là del palese contrasto tra Un lungo conflitto, che coinvolse, ad esem- statuto dei pescatori e regolamento della pio, i pescatori di Garda e quelli di Salò e condotta, infatti, sembra esservi un proble- che sfociò addirittura in una serie di atti ma più profondo legato al coinvolgimento violenti, riguardava proprio l’uso di un tipo che l’Arte dei Pescatori pretendeva le fosse di rete, il “remat”, che i pescatori di parte riconosciuto nella gestione dei laghi. veronese non volevano che fosse utilizzata Come già detto, tutte le fonti normative nelle loro aree di competenza.47 In realtà fanno esplicito riferimento al ruolo che gli tutto questo sembra essere stato solo un ufficiali dell’Arte avevano nella concessio- pretesto per tenere fuori da alcune ricche ne delle licenze e nell’applicazione di san- aree di pesca numerosi concorrenti. zioni. Tali decisioni non potevano essere Anche a Mantova si verificarono episodi prese autonomamente dal Conduttore dei abbastanza singolari: nell’estate del 1665, Laghi o da altre figure istituzionali, ma era ad esempio, alcuni pescatori mantovani sempre necessaria l’approvazione del Mas- vennero denunciati dal conduttore dei laghi saro o dei prevosti dell’Arte dei Pescatori.53 perché avevano piantato, nel centro del la- Con un atto clamoroso, che potremmo defi- go Superiore alcuni pali chiodati che ave- nire di sabotaggio, la corporazione cercava vano danneggiato le reti dei pescatori fore- di tornare in possesso di una sorta di diritto stieri.48 I pescatori denunciati si difendeva- di veto che, evidentemente, le era stato sot- no inviando una lettera al Duca Ferdinando tratto dal Conduttore dei Laghi. Il processo Carlo nella quale sostenevano di aver agito che ne seguì confermò il ruolo subordinato così per “amore degli ordini di Vostra Al- dell’Arte dei Pescatori nei confronti del tezza Serenissima”; quei pali, infatti erano Conduttore dei Laghi; solo intorno alla me- stati piantati per impedire l’uso delle reti tà del XVIII secolo, infatti, si verificò un cosiddette “terrazzini” 49 “prohibite dai suoi nuovo ribaltamento degli equilibri di potere capitoli accordati con la Ducal Camera”.50 tra corporazione e Conduttore. In sostanza i pescatori si presentavano co- me garanti della legalità, opposti sia ai pe- scatori forestieri sia al Conduttore, reo, Conclusioni quest’ultimo, di non far rispettare i divieti. In effetti i “terrazzini” erano esplicitamente Questa ricerca è iniziata con obiettivi mol- elencati tra gli strumenti di pesca proibiti to diversi; lo scopo iniziale, infatti, era nello statuto dell’Arte dei Pescatori. Il capi- quello di ricostruire il sistema istituzionale tolo 39, infatti, vietava l’uso di “Volandine, delle attività professionali legate ai laghi di Padiglioni, et Frossine et Terrazini” .51 Nel Mantova. Le fonti hanno poi indicato altri regolamento della Condotta, però, i “terraz- filoni di indagine, uno di questi era proprio zini” non erano vietati in maniera assoluta, il complesso di regole costruito per preser- ma solo nel periodo compreso tra “la sera vare il patrimonio ittico dei laghi. di San Martino e la Pasqua di Resurrezio- Tali regole non sono sempre coerenti e ne”;51 non solo, ma nel regolamento si af- scientificamente giustificate. Sembrano fermava chiaramente che i “terrazzini” era- condizionate più dalla consuetudine che no già utilizzati, dal momento che si stabi- dall’osservazione coerente del ciclo biolo- 365 gico delle diverse specie. Interrogarsi, laghi, né a mantenere buoni rapporti con i quindi, sulla loro reale efficacia non ha pescatori mantovani. Il risultato di tali com- molto senso. Il vero problema, semmai, sta portamenti fu disastroso: già alla fine del nella loro reale applicazione. Dato per XVII secolo, ma ancor più nella prima me- scontato che imporre misure minime del tà del XVIII, i pescatori denunciavano la pescato e periodi di moratoria sono co- grave “dispescosità” dei laghi, ormai quasi munque provvedimenti utili a evitare uno improduttivi e non più in grado di rispon- sfruttamento indiscriminato, la questione si dere alle esigenze del mercato cittadino.54 sposta sui sistemi di controllo e di applica- zione delle norme. Era quindi l’assetto istituzionale a determi- NOTE nare, in ultima analisi, la possibilità di pre- servare la produttività dei laghi nel lungo 1 Ciò vale particolarmente per i pesci con- periodo. E un ruolo centrale veniva giocato sumati freschi, cfr. A.GUENZI., Sistema dal Conduttore dei laghi. La progressiva ri- annonario e consumi alimentari, in W.TE- duzione della durata della Condotta, infat- GA (a cura di), Storia illustrata di Bolo- ti, produsse una serie di trasformazioni che gna, Milano, 1987, p. 72. incisero fortemente sulla natura e sui modi 2 ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA (ASMn), di agire dell’Arte dei Pescatori. Camera di Commercio, b. 110, “Libro di Con la Condotta di nove o sette anni, in- entrata e uscita 1663-1775” fatti, i rapporti tra appaltatore e Arte era- 3 ASMn, Camera di Commercio, b. 112, no abbastanza semplici e, obbligatoria- Ordini e ricorsi, f.20 mente, collaborativi. Non conveniva al 4 ASMn, Gridario Bastia, T. 5, F. 116, Nuo- Conduttore né sottoporre i laghi a uno ve norme riguardo la pesca, (4/1/1630) sfruttamento eccessivo (almeno non nei 5 Tra questi obblighi occorre ricordare primi anni del contratto), né instaurare l’acquisto forzato di una certa quantità di rapporti conflittuali con la corporazione. pesce, o, come avvenne effettivamente nel D’altro canto i costi della Condotta erano 1618, trasferisse ai pescivendoli l’onere talmente contenuti che a colui che se l’ag- di fornire il pesce alla corte; cfr. A.GRAN- giudicava bastava la quota di pesce a lui DI, Litigi a pesci in faccia, in “Quadrante riservata per ottenere un guadagno ap- Padano”, (n. 5) agosto 1995, pp. 21-22. prezzabile. Di conseguenza il governo dei 6 Cfr. F. GIUSBERTI, Regole e comporta- laghi era affidato quasi esclusivamente al- menti alla “Ruga delle Pescherie” (Bolo- l’Arte dei Pescatori. gna, sec. XVIII), in AA.VV., Popolazione Quando la Condotta, all’inizio del XVII se- ed economia dei territori bolognesi du- colo, passò prima a cinque anni e successi- rante il Settecento, Bologna, 1985, pp. vamente a un anno, il Conduttore, per moti- 553-574; G. MIRA, La pesca nel medioe- vi esclusivamente economici, cercò con vo nelle acque interne italiane, Milano, maggiore fermezza di far valere le preroga- 1937, pp. 57-90; L. HUETTER, Pescatori, tive che gli venivano riconosciute dai rego- pescivendoli e pesci romani, in “Roma. lamenti e, in sostanza, tolse ai pescatori il Rivista di studi e di vita romana”, n. 6 loro monopolio. Il calendario, gli strumenti (1928), pp. 361-374. e il numero di operatori non erano più sta- 7 ASMn, Gridario Bastia, T.12, f. 65, Cal- biliti autonomamente dalla corporazione, miero del pesce, (23/12/1746). ma venivano decisi dal Conduttore sulla 8 ASMn, A.G., 3046, f. 37. base di un calcolo esclusivamente persona- 9 ASMn, A.G., 3174, f.22. le: più licenze concedeva e più pesce face- 10 Cfr. F. GIUSBERTI,, La “Ruga delle Pe- va pescare, maggiore era il suo guadagno. scherie” de Bologne au XVIII siècle: con- Il suo breve orizzonte temporale non lo in- licts et trasactions, in “Annales E.S.C.”, duceva né a preservare la produttività dei n. 2, (1983), pp. 401-402. 366 11 ASMn, Gridario Bastia, T.12, f. 65, 1690 e del 1745; ASMn, Gridario Bastia, Calmiero del pesce, (23/12/1646). T. 12, f. 108 e T. 10, f. 91. 12 ASMn, Camera di Commercio, b. 110, 27 Cfr. GRANDI , Litigi...cit, pp. 21-22. Ricorsi dell’Arte dei Pescatori. 28 Ibidem, p. 21. 13 ASMn, Gridario Bastia, T. 12, F.81, 29 M. VAINI, Dal comune alla signoria, Esenzione dal dazio in entrata per il pe- Milano, 1986, pp. 63-65. sce delle parti estere (29/3/1746); i dazi 30 ASMn, A.G., b. 3046, f. 37. erano quelli della scalcheria, alcune raga- 31 Ibidem. lie e onoranze. 32 ASMn, A. G., b. 3046, f. 38. 14 ASMn, A.G., b. 3046, F. 37, 2/4/1670. 33 ASMn, Gridario Bastia, T. 5, f. 116, Nuo- 15 Ibidem. Considerando circa 100 il nu- ve norme riguardo la pesca, (4/1/1630) mero dei giorni nei quali era obbligatorio 34 Cfr. AA. VV., Le svariate maniere delle mangiare di magro, si può stimare in pescagioni del Garda. La pesca nell’Ot- 5000 kg la quantità di pesce importato dal tocento e le tavole del Marchese Gianfi- solo lago di Garda in un anno. Non è in- lippi, Brescia, 1996, p. 66. vece possibile effettuare stime sulla quan- 35 Ibidem, p. 80. tità di pesce proveniente dal Po. 36 Ibidem. 16 In realtà i pescatori pagavano al Condut- 37 Ibidem, p. 68. tore la licenza (2 lire all’anno) e una certa 38 Cfr. VAINI, cit., pp. 21-22. cifra, mai indicata nei documenti consul- 39 Cfr. AA.VV., Le svariate maniere...cit., p. 66. tati, per ogni strumento di pesca utilizzato. 40 Cfr. MIRA, cit., pp. 44-45. 17 Cfr. E. MERLO, Le corporazioni, conflit- 41 ASMn, Gridario Bastia, T.8, f. 19, Nuo- ti e soppressioni, Milano, 1996, pp. 49- vi ordini in materia di Laghi, (6/12/1619). 50; A. GRANDI La pelle contesa, Torino, 42 Ibidem. 2000, pp. 60-66. 43 ASMn, A.G., b. 3174, ff. 66, 70, 111, 124. 18 Vi sono molti altri esempi di concentra- 44 Solo dopo il 1648 la durata dell’appalto zione della merce in un unico luogo per tornò a salire, fino a tornare della durata fini fiscali: cfr. E. PARISI, Attività produt- di sette anni nel 1722, ASMn, A.G., b. tive a Roma nella seconda metà del Sette- 3174, ff. 434, 456, 461, 545, 550. cento: il caso delle arti spoliative, tesi di 45 ASMn, A.G., b. 3046, f. 23. dottorato in storia economica (IX ciclo), 46 Cfr. A.GRANDI, Il monopolio delle for- Università degli Studi di Bari, 1997; A. bici. Il conflitto tra Barbieri e Parruc- GRANDI, Carne, scarpe, candele e sapo- chieri a Bologna nel XVIII secolo, in A. ne: un sistema di filiere a Bologna nel GUENZI,P. MASSA, A. MOJOLI (a cura XVIII secolo, Parma, 2003. di), Corporazioni e gruppi professionali 19 ASMn, Camera di Commercio, b. 110, nell’Italia moderna, Milano, 1999, pp. Libro di entrata e uscita 1663-1775. 669-670. 20 ASMn, Gridario Bastia, T. 12, f. 50, 47 Cfr. N. MAFFEZZOLI, La corporazione Nuove norme sopra la pescagione nei la- degli antichi originari, Verona, 1991, pp. ghi, (10/2/1653). 43-52. 21 Cfr. E. MERLO, La lavorazione delle 48 ASMn, A.G., b. 3046, f.26. pelli a Milano fra sei e settecento. Con- 49 Non è stato possibile stabilire con preci- flitti, strategie, dinamiche, in “Quaderni sione la natura e la forma di questo tipo di storici”, n. 80 (1992), pp. 369-397; GRAN- rete. DI, La pelle...cit. 50 ASMn, A.G., b. 3046, f.26. 22 Cfr. GRANDI, Litigi...cit. pp. 21-22. 51 ASMn, A.G., b. 3046, f. 25. 23 ASMn, A.G., b. 3046, ff. 43-45. 52 Ibidem. 24 ASMn, A.G., b. 3046, f. 60. 53 ASMn, Gridario Bastia, T.8, f. 19, Nuo- 25 ASMn, A.G., b. 3046, f. 685. vi ordini in materia di Laghi, (6/12/1619). 26 Ne esistono altri due quasi identici del 54 ASMn, A.G., b. 3046, f. 37. 367

35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ANATOMIA COMPARATA, ANTROPOLOGIA CRIMINALE E ARTE AI TEMPI DELLA SCAPIGLIATURA LOMBARDA ALBERTO CARLI, BRUNO COZZI SUMMARY COMPARATIVE ANATOMY, CRIMINAL ANTHROPOLOGY AND ART, AT THE TIMES OF THE SCAPIGLIATURA, AN ITALIAN LITERARY MOVEMENT OF THE LATE 19th CENTURY In the Lombardy of the late 19th century, the scientific world was closely intertwined with the world of writers and literature. Here we describe some of the exchanges that occurred be- tween the Italian literary movement called scapigliatura (disheveled hair), inspired to roman- ticism and rebellion, and some positivistic currents. Positivism, in its early stages, had an ob- session with form, function and hereditary traits, frequently referring to examples taken from animals. This scientific movement had a great influence on contemporary Italian society. Here we discuss findings and opinions of great anatomists (especially comparative and veterinary) who provided the scientific basis for models of human evolution based on comparisons with the animal world. We report, among other contaminations in the works of outstanding posi- tivist scientists, the description of “criminal horses”, chevaux à nez busqué, in the writings of Cesare Lombroso (1835-1809). The tragic and romantic ennui present in the works of the scapigliatura took often inspiration from contemporary scientific discoveries, considered with a mixture of sincere admiration and fear, sometimes horror. In books, tales and poems written by authors from this movement, descriptions of anatomists were taken from the real world, sometimes turned into caricatures. The Academy of Arts of Brera, in Milan, was certainly a place where the literary and scientific scenarios met and mutually influenced one another. Human anatomy for artists was taught, among the others, by Alessandro Lanzillotti-Buonsanti (1857-1897), professor of veterinary anatomy at the School of Veterinary Medicine of Milan, capable dissector, but also embalmer and historian.

Nell’Europa della seconda metà del francesi e viennesi, la realizzazione di un XVIII secolo e per tutto il corso del XIX, Gabinetto di Anatomia e Fisiologia con il legame tra la medicina dell’uomo e annesso museo anatomico fu da subito ri- quella degli animali fu evidentemente tenuta fondamentale per lo stabilirsi della molto articolato.1 Nell’Italia del Nord, Scuola stessa. Oggi chiameremmo questa sottoposta alle alterne influenze austria- istituzione semplicemente Istituto di Ana- che e francesi, verso la fine del 1700 sor- tomia, e tuttavia nella dizione dell’epoca sero diverse Scuole di Medicina veterina- rimane qualcosa del tipo di attività insie- ria in risposta all’empirismo dilagante me scientifica e artigianale che vi si prati- nelle campagne. Le ragioni per la creazio- cava. Data l’assenza di mezzi idonei alla ne di queste istituzioni, ben descritte in conservazione dei cadaveri, a quel tempo diverse altre opere,2 furono fondamental- l’unico sistema valido per l’insegnamento mente due: militari (tutela della salute dei delle discipline morfologiche era la sezio- cavalli) ed economiche (salvaguardia del ne diretta e l’allestimento di preparati a bestiame dalle epizoozie). secco. In quell’epoca, come noto, il ruolo delle Il valore degli anatomisti dell’epoca si discipline morfologiche era ritenuto cen- misurava su metri diversi da quelli attuali. trale e indispensabile per la formazione di Oltre al prestigio derivante dalla stesura di ogni tipo di sanitario. Così quando con un testo, era certo prominente l’abilità Avviso di Fondazione del Governo Au- settoria, dimostra dalla realizzazione di striaco del Lombardo Veneto datato 15 di- preparazioni permanenti. Il museo della cembre 1790, la Scuola di Veterinaria mi- Scuola veterinaria milanese venne tra gli lanese sorse sul modello delle scuole altri arricchito da Luigi Volpi e in seguito 369 da Luigi Leroy (1760-1820), anatomista scienze versato, ignora quanti profondi francese già docente nella scuola di Mo- misteri della umana compagine si sono dena. Entrambi aumentarono il catalogo svelati e posti al chiaro per mezzo della del museo con statue miologiche di splen- zootomia […]. E per dir tutto il gran fi- dida fattura. Le statue vennero preparate siologo di Berna, l’immortale Alberto lavorando sulle masse muscolari dei sog- Haller, colla doppia guida della notomia getti (toro, cane, ariete):3 questi venivano umana e della comparata potè compilare impregnati di sublimato corrosivo e pro- quella grande fisiologia, che fu riguarda- babilmente di arsenico, quindi lasciati ta sempre per una stupenda opera di dot- seccare e rivestiti di cera per essere poi trina non meno che di erudizione, nella nuovamente reinseriti nella corretta posi- quale ad ogni capo avvi un transunto del- zione anatomica sullo scheletro originale. le cognizioni che la zootomia sommini- Proprio alle vicende personali del Leroy è stra alla fisiologia.7 legata gran parte della storia delle prepa- Di questi presupposti si sarebbe presto ar- razioni anatomiche milanesi. La sua mor- ricchita la scienza infelice del secondo te avvenne per avvelenamento, contratto Ottocento, con i suoi devianti spesso posti con l’uso dei preparati arsenicati.4 in relazione, per crudeltà e sospetta man- Le complesse vicende degli studi medico- canza di raziocinio, alle grandi scimmie chirurgici e medico-veterinari milanesi so- antropoidi o alle belve feroci. Si pensi, no state dettagliate in diverse altre sedi.5 per citare un unico esempio, alle teorie Basti qui ricordare che gli studi ufficiali di lombrosiane basate sul cranio del brigante medicina comparata a Milano, iniziati co- Vilella: la disposizione delle fosse crani- me abbiamo visto alla fine del XVIII se- che suggeriva che il cervelletto del delin- colo, hanno preceduto di molto l’apertura quente fosse dotato di un verme sporgen- dell’Università di Milano (istituita con te, come per la maggior parte dei mammi- R.D. 30.9.1923) e quindi del corso di lau- feri non umani.8 Da qui l’individuazione rea in Medicina e Chirurgia (il primo anno del tratto atavico, la tara criminale. In tal accademico si svolse nel 1923/24). Questa modo, prendendo le mosse dal teorema fi- circostanza favorì l’instaurarsi di rapporti sionomico settecentesco della somiglian- di proficua collaborazione tra docenti del- za fisica e morale tra animale e delin- la veterinaria milanese, professori dell’U- quente, passando attraverso le esperienze niversità di Pavia (dalla quale la veterina- organologiche di Franz Joseph Gall ria milanese dipese per lunghi periodi) e (1758-1828), il delinquente finiva per as- medici degli ospedali. surgere a simbolo di una non repressa e Illuminanti, a questo proposito, sono le atavica violenza insita nel genere umano. parole di Bartolomeo Panizza (1785- Nel delinquente, cioè, si poteva scorgere 1867).6 Allievo di Antonio Scarpa (1752- l’anima selvaggia dell’uomo primitivo, 1832), docente presso l’Università di Pa- non ancora abituato alle leggi e alle rego- via, prossimo suo Rettore, inaugurando le del vivere sociale. Quasi di colpo, nelle un corso scientifico che intrecciava all’a- stazioni di polizia di tutta Europa, sulla natomia generale, l’anatomia comparata e base di misurazioni spesso falsate, in buo- la zoologia, Panizza diede l’avvio a un na o in cattiva fede, i crani di assassini, percorso che avrebbe pure dato origine, stupratori e razziatori risultavano di forme anche attraverso l’ormai prossimo avven- diverse rispetto alla norma. Si trattava di to del darwinismo, alla successiva antro- un destino tristemente condiviso dalle po- pologia criminale. Scriveva infatti: polazioni diverse da quella bianca e occi- La zootomia suol essere scorta utilissima dentale. della notomia umana; a tal che gran luce L’anatomia comparata, e in particolare è venuta sempre da quella a questa scien- l’anatomia comparata veterinaria fu alla za. E niuno che sia alcun poco in queste base di molte di queste convinzioni. In- 370 fluenzò la letteratura e le arti in genere. volta persino con intento pedagogico e Tra i movimenti che più subirono l’in- progressista, miste a considerazioni reli- fluenza degli studi medico-comparativi fu giose sulla natura del male. Le descrizioni il movimento scapigliato, attivo sulla sce- della ferocia e della natura animale, i ri- na milanese della seconda metà del XIX chiami al mondo degli abissi morali, sono secolo. Delusi dagli ideali dell’ideale ri- sintomi di un’angoscia che i dibattiti sulle sorgimentale, ormai infranto dal cotidie teorie evoluzionistiche in via di diffusione vivere politico più concreto, nostalgici co- insinuavano nella coscienza occidentale, e smopoliti e insolitamente campanilisti al- della quale in fondo è figlia l’antropolo- l’unisono, gli scapigliati furono per lo più gia criminale. giovani romanzieri, poeti, giornalisti, pit- Tuttavia, senza addentrarci ulteriormente tori, scultori attivissimi sulla scena mila- in questo campo complesso e malinconi- nese dal 1861. La scapigliatura aveva in co, si potrà considerare quanto gli studi sé i germi dei prossimi capolavori veristi anatomici comparati abbiano più felice- e decadenti, ma pure seguiva la traccia in- mente offerto un ruolo di primo piano alla dicata da Charles Baudelaire, che nel scienza nel campo delle belle arti milane- 1857 aveva dato scandalo a Parigi con i si. Sul finire del secolo, infatti, presso suoi Fleurs du mal, e da Edgar Allan Poe, l’Accademia di Brera, a Milano, proprio senza dimenticare, per altro, Hugo e Zola. un veterinario, Alessandro Lanzillotti Le immagini di crudo realismo di que- Buonsanti,9 occupava la cattedra di Ana- st’ultimo soprattutto, lo spirito ancora ro- tomia Artistica: mantico del secondo, così come la moder- Ultimo arrivato - scrive lo studioso - in nità di Baudelaire suggerivano agli scapi- questa Accademia, ignorato e sconosciu- gliati il sublime della decadenza, la possi- to e, per mia mala ventura, succeduto bilità di immortalare artisticamente anche nell’insegnamento dell’anatomia a Gae- il non convenzionalmente bello, l’orrido, tano Strambio, che per oltre trent’anni ve il deforme, secondo una sensibilità ro- l’impartì con grandissimo plauso, la mia mantica, cimiteriale e necrofila. In questo situazione non era tale da lasciarmi tutta senso, preparati anatomici e dissettori, la calma dello spirito.10 anatomisti e alienisti, antropologi e crimi- Fratello del più celebre Nicola, figura nali non possono che diventare materia centrale negli studi milanesi di veterina- d’ispirazione letteraria per tetri canovacci ria, Alessandro Lanzillotti Buonsanti ven- in cui le disjecta membra circum delle nu- ne incaricato, tra il 1891 e il 1894, di un merosissime morgues si trasformano corso di Anatomia degli animali per gli spesso in metafora nell’indicare la suppo- artisti. Solo in seguito, dal 1895 al 1897, sta e pessimistica decadenza di un secolo fu insegnante titolare del corso di Anato- al suo tramonto. mia Artistica. Anche il Lanzillotti Buon- Di sicura pregnanza, sotto questo punto di santi aveva fama di buon preparatore ana- vista è il racconto del 1867 L’Alfier nero tomico, sebbene i suoi metodi non rag- di Arrigo Boito, non ancora assurto al giungessero l’efficacia di altri: ruolo di librettista di Giuseppe Verdi. Boi- Nelle ricerche fatte dal Dott. Prof. A. to descrive qui una simbolica partita a Lanzillotti Buonsanti dal 1893, si usò di scacchi tra un uomo di colore, Tom - ap- formalina e glicerina unite in varia dose. pare evidente il riferimento all’opera di - Questo metodo non serve però per ogni Harriet Beecher Stowe Uncle Tom’s Ca- genere di preparazione poiché nell’essic- bin, pubblicata pochi anni prima - e Gior- cazione i tessuti subiscono diminuizione gio Anderssen, facoltoso occidentale. Il di volume.11 racconto contiene descrizioni oggi per noi Nel programma accademico per l’inse- imbarazzanti tra le quali vengono inserite gnamento dell’Anatomia Descrittiva il nozioni di pseudo-scienza positivista, tal- Buonsanti torna ad affermare decisamente 371 l’importanza fondamentale dello studio tiano dell’anatomia e la metafora sub spe- dello scheletro e dei muscoli, sofferman- cie scientiae del Naturalismo letterario di dosi in particolar modo sulle articolazio- Zola, teso a descrivere il Bello identificato ni, che da sempre hanno avuto un ruolo nel Vero intendendolo nel suo più concreto fondamentale nella storia dell’anatomia realismo. L’anatomista rappresenta la per gli artisti. L’uso continuo di cadaveri scienza intesa come ricerca del Bello: egli umani è poi reso noto da un altro brano è l’artista-scienziato del Positivismo, pron- del Programma citato in cui il Buonsanti, to a fare del proprio laboratorio un atelier di proprio pugno, informa il lettore del di ritratti umani, tanto simili alla materia di proprio magistero braidense: quei «documenti umani» - per dirla con Da ultimo devo far notare che per una Capuana e Verga - ben noti alla Musa del fortunata combinazione, fin dall’anno Verismo. scolastico 1894-95 l’insegnamento è stato Come s’intuisce facilmente, fisiognomi- reso più completo e veramente compara- ca e frenologia erano ben note anche agli tivo coll’uso dei cadaveri umani che l’au- studi anatomici volti all’arte. Nelle acca- torità municipale mette a disposizione di demie di Belle Arti non era infrequente questo Istituto Anatomico [N.d.R.: l’auto- l’accostarsi alle discipline fisiognomiche re si riferisce all’Istituto di Anatomia ve- per meglio esprimere attraverso i tratti terinaria di Milano] in numero illimitato del volto l’animus del soggetto. L’anato- [...], i cadaveri vengono utilizzati anche mista Gulz, protagonista della novella di per le dimostrazioni agli allievi della R. Boito, è autore di un volume di anatomia Accademia di Belle Arti, dove io sono in- artistica ben noto al pittore suo antagoni- segnante di anatomia dell’uomo e degli sta nel racconto: la tensione artistica di animali. Non fa bisogno che io metta in Gulz e il suo ideale di ricerca anatomica evidenza l’importanza di questa innova- con presupposti organologici si legano, zione, per la quale è possibile dimostrare dunque, perfettamente. Infatti Un corpo ne’ suoi tratti fondamentali la corrispon- di Boito sottende con la figura dell’ana- denza dell’organizzazione dell’uomo con tomista un’idea cardine: le espressioni quella degli animali domestici.12 che egli conferisce ai suoi preparati ana- Nel 1870, Camillo Boito, fratello dello tomici non sono naturali, ma diventano scapigliato Arrigo, docente di Architettura un’elaborazione culturale dei segni che presso la stessa Accademia di Belle Arti di le emozioni, in vita, producono sul volto Brera, aveva dato alle stampe una lunga e nel corpo. Il processo è assimilabile al- novella tesa a riproporre il topos contur- le espressioni imposte ai propri soggetti bante del cadavere che la Scapigliatura, da pittori e scultori. Il corpo della splen- per tutto il decennio precedente, aveva rei- dida Carlotta, dunque, tende a imporre la terato nei propri versi e nelle proprie prose. sua lettura - l’interpretazione è fornita da Camillo Boito, in Un corpo, dava la stura questi studi sospesi tra scienza, filosofia alla disputa tra un giovane artista e un noto e arte -, creando e comunicando con le anatomista, Carlo Gulz, sul valore del Bel- membra morte, come un medium invo- lo e sulla sua più adeguata conservazione. I lontario, l’idea pura e neutra di quella pennelli e l’indole decadente dell’artista, bellezza positivamente investigata dal- naturalmente, non potranno difendere dal l’anatomista. bisturi di Gulz il corpo dell’amata Carlotta, Nel ricordare i primi studi intrapresi da modella diciottenne e metaforica incarna- giovanissimo autodidatta, nella trama di zione del Bello, sottratta dal destino all’i- Boito, Gulz dichiara inoltre di aver co- spirazione del pittore per finire imbalsama- minciato da ragazzino ad occuparsi “degli ta nel laboratorio dello scienziato. Ovvi altri animali”: come a dire che dal suo appaiono i legami che si possono a ragione punto di vista anche l’essere umano è un instaurare tra la figura di questo artista boi- animale a tutti gli effetti. L’influsso degli 372 studi darwiniani risulta evidente: nell’in- ria naturale, e pagine di Plinio, di Dau- sieme delle ricerche positivistiche le in- baiton e di Cuvier che contenevano lun- tuizioni zoo-antropologiche dello studio- ghe dissertazioni sulle qualità morali de- so inglese si incontrano con gli studi gio- gli animali, sulla loro intelligenza e in vanili di Gulz, che sfociano in un articolo ispecial modo sulla bontà della loro indo- perfettamente inserito, a giudicare dal ti- le […]. Eranvi riportati per intero i capi- tolo, nell’orizzonte di una psicologia an- toli di Buffon sui cani e sulle scimmie.15 cora positivistica e di marca spiccatamen- Tornando, comunque, al campo sospeso te anatomica: tra arte figurativa, tratti del volto e studio Sin da ragazzo mi occupai degli altri ani- scientifico, si ricordi che celebri nomi mali. Abitavo in campagna e mio padre della scienza, quali il Bell, il Duchenne, il era veterinario, [...] spesso attendevo che Mantegazza,16 e non ultimo, Charles Dar- tutti dormissero, mi rivestivo, e in punta win, svolsero ruoli fondamentali nello di piedi tornavo pian piano nella mia specifico settore degli studi dell’espres- stalla, dove talvolta lo strido di qualcuna sione e della muscolatura mimica,17 ripor- delle mie bestie mi tradiva, e dovevo, tando in auge e in parte giustificando piangendo, abbandonare il frutto della scientificamente alcune ragioni fisiogno- operazione. Passai quindi ai cani, ai gat- miche, più che frenologiche: ti, ai cavalli... Toccava però al Darwin l’onore di stu- E stampò - interruppe l’Herzfeld, che si- diare la mimica con metodi affatto nuovi, no allora aveva ascoltato tacendo - nella aprendoci una larga via di confronti col Rivista universale di Anatomia uno studio ricercare i primi lineamenti della mimica intitolato: L’indole morale degli animali negli animali, che più ci rassomigliano. I domestici ricercata anatomicamente.13 grandi anatomici o fisiologi [...] avevano Un titolo simile, sebbene d’invenzione, esaminato l’espressione nei rapporti col- andrebbe confrontato con quello del terzo l’arte o coll’estetica. Egli [...] con la sua capitolo del Trattato di frenologia di Mi- mente larga e comprensiva tracciava le raglia: Della differenza delle facoltà ani- leggi generali [...]. Il Darwin ha studiato mali; e delle speciali condizioni organiche la mimica delle principali emozioni negli da cui dipendono le loro manifestazioni, animali, nei bambini, nell’uomo adulto.18 ma soprattutto con una pubblicazione di Chiaramente, nel calderone degli studi Giovanni Rajberti, medico e scrittore: Sul scientifici di secondo Ottocento, la zoolo- gatto. Cenni fisiologici e morali.14 gia assurge a ruoli molto importanti. Ciò Il legame tra scrittura d’invenzione e era determinato soprattutto dalle teorie scrittura divulgativa o scientifica già dalla circa l’origine dell’uomo. Neppure la fi- prima metà dell’Ottocento si era andato siognomica, del resto, aveva dimenticato consolidando fino ad arricchire di nuovi il suggestivo rapporto di somiglianza tra stimoli e di nuovi impulsi le due parti co- alcuni visi umani e certi musi equini, ca- involte. Così se nella narrativa d’inven- nini, scimmieschi.19 Ancora val la pena di zione, dai romanzi più noti al feuilleton,il ricordare quanto scritto dal Lombroso sui linguaggio scientifico è sempre più in au- famigerati cavalli criminali,20 o la singola- ge, secondo la moda, altrettanto nei tratta- re comunanza tra gli studi sui cervelli dei ti scientifici di molti si manifesta evidente delinquenti e degli animali da lavoro nella un tentativo, spesso riuscito, di fabulazio- produzione di diversi scienziati positivisti ne artistica, a vantaggio di una sempre più e anatomisti veterinari.21 Ma era soprattut- capillare diffusione. Naturalmente, un no- to nell’ambito dell’anatomia comparata, to scapigliato come il piemontese Igino fortemente sospinta dal fervore del darwi- Ugo Tarchetti non avrebbe rinunciato a nismo, che il confronto con l’animale po- proporre legami di tal sorta: teva chiarire somiglianze e divergenze di Erano per la maggior parte brani di sto- grandissima importanza. 373 Da sinistra a destra e dall’alto al basso: Braccio miologico di cane (Milano); testa di uomo con vasi iniettati (Milano o Pavia); testa di cavallo con vasi iniettati (Milano o Pavia); braccio umano dise- gnato da Bossi (Accademia di Brera); aule della Scuola Superiore di Medicina veterinaria milanese; Alessandro Lanzillotti-Buonsanti; Cesare Lombroso; torace e addome scorticati disegnati da Bossi (Accademia di Brera); Il pensiero anatomico di Leonardo da Vinci in rapporto all’arte di Alessandro Lanzillotti-Buonsanti; Istituzioni di Anatomia Comparata di Luigi Leroy; Iginio Ugo Tarchetti; Tran- quillo Cremona che dipinge; Arrigo Boito; piazzale Vetra a Milano; il quartiere Bottonuto a Milano; libretto del Falstaff di Arrigo Boito per le musiche di Giuseppe Verdi; Carlo Dossi; Giuseppe Rovani. 374 L’espressione del volto veniva considerata vere il corso, normalmente di sei seme- al tempo stesso innata e pure acquisita nel stri, in due anni (quattro semestri): “I can- tempo: affiora, nella scienza darwiniana, didati al titolo di dottori zoojatri o medici un’altra inquietante traccia dei legami tra chirurghi veterinari laureati dovevano in- la natura umana e quella animale. Sono vece già possedere la laurea in medicina e queste tendenze confuse che legavano ar- chirurgia e seguire un corso di due anni” te e scienza, angosciose premesse della (Ibi, p. 62). realizzazione di una natura non divina 2 Si veda in particolare G. De SOMMAIN, La dell’uomo, che promuovono la nascita del storia della Facoltà di Medicina Veterina- movimento letterario scapigliato nell’am- ria di Torino. Annali della Facoltà di Me- biente milanese.22 La letteratura cerca nel- dicina Veterinaria di Torino. Vol. XVIII de- la scienza medica e in particolare nell’a- dicato al bicentenario della facoltà. Uni- natomia comparata gli spunti per racconti versità degli Studi di Torino, 1969, pp.1 – di facile presa, diremmo oggi dell’orrore. 364. A. VEGGETTI, B. COZZI, La Scuola di Eppure rileggendoli oggi appare in tra- medicina Veterinaria dell’Università di sparenza un disagio profondo dello scrit- Padova, Edizioni Lint, Trieste, 1996, pp. tore, un’angoscia involontariamente tra- 1-294. A. CECIO, Due secoli di Medicina smessa, una traccia di quelle inquietudini veterinaria a Napoli (1798-1998). Frideri- che la scienza del XX secolo seminerà ciana Editrice Universitaria, Napoli, 2000, poi in tanti campi della cultura moderna: pp. 1- 358. AA.VV. La pratica della vete- siamo qui ben lontani dalle affermazioni rinaria nella cultura dell’Emilia-Romagna pratiche che il grande anatomista tedesco e l’insegnamento nell’Università di Bolo- Giuseppe Hyrtl (1811-1894) attribuiva a gna, Facoltà di Medicina Veterinaria del- Riolano (1577-1657): “Si patibola desunt, l’Università degli Studi di Bologna e Isti- sues locum suppleant”.23 tuto per la Storia di Bologna, 1984, pp.1 - 272. V. CHIODI, Storia della Veterinaria. Edagricole, Bologna, 1981. NOTE 3 Altre statue coeve conservate a Milano sono probabilmente di origine pavese. Si 1 A questo proposito cfr. G. ARMOCIDA e veda a questo proposito B. COZZI, C. RO- B. COZZI, La medicina degli animali a VAT I , C.VIOLANI,F. BARBAGLI, Le statue Milano, Sipiel, Milano, 1991, p. 8: “Al miologiche del Museo di Storia naturale pari di altre scuole veterinarie europee, dell’Università di Pavia ed i loro rapporti quella milanese si avvalse largamente del- con i preparati coevi milanesi. Atti del III l’aiuto delle consorelle scuole di medici- Conv. Naz. Storia Med. Vet., Lastra a Si- na”. Nella fattispecie, illustri medici del- gna (FI), 23-24 sett. 2000, pp. 265-271. l’epoca (Cicognini, Franchetti) furono co- 4 È per lo meno suggestivo ricordare, in involti dalle autorità governative nell’alle- una concordanza davvero in tutti i sensi stimento dei progetti per la costituzione epidermica, la morte del pittore scapiglia- della Scuola e la Scuola stessa, una volta to Tranquillo Cremona (1837-1878), an- avviata, “formava parte integrante della ch’egli deceduto più di cinquant’anni do- Facoltà medico-chirurgica dell’I.R. Uni- po per avvelenamento contratto dai colori versità di Pavia”. Medici furono alcuni che era solito stemperarsi per vezzo sul dei primi direttori della Scuola, a comin- braccio, privo di una qualsivoglia tavoloz- ciare da Giovanni Pozzi. “Quasi tutti me- za. Sebbene si tratti solo di un particolare dici furono [...] gli insegnanti delle disci- suggestivo, sarà bene considerare la vici- pline patologiche generali”. Tra il 1858 e nanza di questi inconsci suicidi, sacrifici il 1859, la Scuola venne resa indipenden- a quell’arte universale e universalmente te dall’Università di Pavia. Si permetteva concepita, capace di coinvolgere tanto le ai medici e ai chirurghi laureati di assol- tele del Cremona, quanto l’ispirazione ar- 375 tistica di Leroy nel mai estinto connubio ore addizionali, per non diminuire quelle tra scienza e figurazione umanistica. segnate nel nostro orario”. 5 G.AURELI, B. COZZI, Il Museo anatomi- 10 A. LANZILLOTTI BUONSANTI, Il pensiero co dell’Istituto di Anatomia degli animali anatomico di Leonardo da Vinci in rap- domestici dell’Università di Milano,NA- porto all’arte, Milano, Manini-Wiget, TURA – Soc. ital. Sci. Nat., Museo civ. 1897, p. 3. Stor. Nat. e Acquario civ., Milano, 74 11 A. LOTTARI, Di un nuovo metodo di im- (1984): 129-156. Si cfr. anche A. VERGA, balsamazione, Francesco Fossati Tipogra- Sulle vicende dell’Ospedale Maggiore di fo, Milano 1902, p. 8. Milano nel secolo XVIII e specialmente 12 A. LANZILLOTTI BUONSANTI, Program- sulle sue scuole d’anatomia e di ma…, cit., p. 3. chirurgia, in “Atti dell’Istituto Lombardo 13 C. BOITO, Un corpo, in ID., Storielle va- di Scienze, Lettere e Arti”, da ora [A], 1, ne, a cura di M. GUGLIELMINETTI, Selva, 1859, p. 369. Roma 1971, p.124. 6 Cfr. G. ZOJA, Descrizione della testa di 14 G. B. MIRAGLIA, Trattato di frenologia, Bartolomeo Panizza, “Rendiconti dell’I- applicata alla medicina, alla giurispru- stituto Lombardo di Scienze, Lettere e denza criminale, alla educazione, alla mo- Arti”, da ora [R], 12 (1879), p. 412. rale, alla filosofia, alle belle arti, Del- 7 B. PANIZZA, Osservazioni antropo-zootomi- l’Ancora, Napoli 1853. G. RAJBERTI, Sul co-fisiologiche, Bizzoni, Pavia 1830, p. 1. gatto. Cenni fisiologici e morali, Bernar- 8 C. LOMBROSO, L’uomo delinquente,Na- doni, Milano 1845. Giovanni Rajberti nac- poleone Editore, Roma 1971, ristampa que a Milano nel 1805. Compì gli studi a dell’Edizione del 1876. Lecco e nella città natale, al Seminario e 9 A. LANZILLOTTI BUONSANTI, Program- al Liceo; s’iscrisse poi all’Università di ma dell’Insegnamento di Anatomia De- Pavia, dove nel 1830 conseguì la laurea in scrittiva, Stab. Tip. degli Artigianelli, medicina. Dal 1842 al 1861 fu vicediretto- Reggio Emilia 1897, p. 3. Si veda anche re, poi chirurgo primario dell’Ospedale ci- F. ZOCCOLI,G.PIMPINI, Annuario per vico di Monza. Amico del Giusti, dell’A- l’anno scolastico 1885-1886, Agnelli, leardi, del Manzoni, tra le pagine del “Po- Milano 1886, pp. 129-130: “Ma l’orga- litecnico”, Carlo Cattaneo celebrò in lui il nizzazione umana, che ci è servita spes- felice connubio tra scienza e letteratura. so di modello, doveva anch’essa in certo La sua opera sulla fisiologia e la morale qual modo essere studiata e conosciuta, del gatto, uscita nel 1845 presso il tipogra- appunto perché la comparazione tra le fo Giuseppe Bernardi, ebbe l’anno dopo specie domestiche e l’uomo fosse stata una seconda edizione ampliata e corretta. più pratica e positiva, meno ipotetica e A cento anni esatti da questa seconda edi- meno immaginaria. Si sentiva quindi il zione sarebbe stato Aldo Palazzeschi a ri- bisogno di fare contemporaneamente an- cordarsi del «medico-poeta» (come lo che un corso di anatomia pratica umana; stesso Rajberti amava definirsi) curandone e siamo ben lieti d’aver potuto realizzare una nuova edizione per Le Monnier. il nostro desiderio, avendo la Presidenza 15 I. U. TARCHETTI, Una nobile follia,in del Consiglio degli Istituti Ospitalieri ID., Tutte le opere, a cura di E. GHIDETTI, messi a disposizione del nostro insegna- Cappelli, Bologna 1969, pp. 408-409. mento i cadaveri che possono annual- 16 P. MANTEGAZZA, Prime linee di fisiono- mente occorrere e le sale anatomiche mica comparata delle razze umane,[A], 2 dell’Ospedale Maggiore. Ed è per questo (1860) p. 137. che, alle dissezioni pratiche sugli anima- 17 AA. VV., Nascita della fotografia psi- li, siamo stati in grado di associare quel- chiatrica, Catalogo della Mostra, a cura le sui cadaveri umani, che servono di di F. CAGNETTA, Amministrazione della complemento alle prime e perciò fatte in provincia di Venezia, Venezia 1981. 376 18 P. M ANTEGAZZA, Fisionomia e mimica, Med. Chir. Camerino, Tip. Savini, Came- Dumolard, Milano 1862, p. 24 rino, 1883. 19 CHARLES LE BRUN (1619-1690), primo 22 Si consideri anche quanto riportato da- pittore alla corte dei reali di Francia, ad- gli studi innovativi di elettrofisiologia in dirittura rese sistematica, secondo una sua merito alla stimolazione della muscolatu- spiccata “ossessione”, la comparazione ra del volto. Si confronti a questo propo- tra uomo e animale. sito A. VERGA, Rapporto sul concorso in- 20 C. LOMBROSO, op. cit., p. 11. torno ai fatti dell’elettrofisiologia appli- 21 Si consultino le opere di LORENZO TEN- cata alla medicina, in [A], 1 (1859), p. CHINI, Cervelli di delinquenti Memorie I- 370 e G. CIMINO, Introdution, in AA. VV., IV, Battei, Parma, 1885, 1887, 1891, 1895 Ninetheeth century foundations of the e quella scritta con FRANCESCO NEGRINI, neurosciences, in “Physis”, XXXVI anatomista veterinario di formazione mi- (1999), n.s., fasc. II, p. 318. lanese Sulla corteccia cerebrale degli 23 G. HYRTL Manuale di dissezione prati- equini e dei bovini studiata nelle sue ca ossia Guida agli esercizi ed ai prepa- omologie con quella dell’uomo, Battei, rati anatomici. Edizione italiana a cura di Parma 1889, e ancora lo stesso NEGRINI G. BASSI, Tipografia del Commercio, Bo- Sopra i lobi frontali di un suicida, Boll. logna 1886, p. 29.

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LA CELEBRITÀ E I MALTRATTAMENTI DELL’ASINO GIUSEPPE BOLOGNI, LUIGI CIAMPI

SUMMARY THE DONKEY FAME AND ABUSES The authors no longer see donkeys pulling carts and no longer hear them braying. Aware of the extinction of this animal they have decided to retrace the ironic and metaphoric literature of donkeys, from ancient times up to the modern age. After this reflective journey, they have come to the conclusion that as long as men exist, so too will donkeys.

Da tempo non udiamo più ragliare gli asi- ma al buon comportamento dell’asino ni per le vie e non assistiamo alle loro ba- nella vita di Gesù Cristo, si contrappone stonature, dalle quali trae origine il detto la crocifissione dell’asino per disprezzo che “il somaro non va se non con il basto- dei primi cristiani. Nella Domus Gelatia- ne”. Non ascoltando più i ragli, ci viene na furono scoperti nell’Ottocento graffiti da pensare con dispiacere che l’umile be- riferibili a una iconografia sacra nella stiola, la quale per millenni è stata al ser- quale il condannato al supplizio con la te- vizio dell’uomo, sia in via di estinzione sta di asino è in croce ed è adorato. In ciò per il progredire della motorizzazione. si vuole riconoscere il vilipendio alla reli- Tuttavia fin dall’antichità l’asino nella gione cristiana. Tertulliano (150-230, us- storia è stato celebrato da una ricca lette- que ad decrepitam aetatem) nell’Apolo- ratura metaforica, ironica, satirica e da geticus racconta come fosse circolata in una fioritura di favole, di novelle, di aned- Cartagine una caricatura rappresentante doti e di proverbi. Ci piace ripercorrere le una figura crocifissa con orecchie e zoc- più importanti note di questa letteratura e coli asinini, con toga, con un libro in ma- soffermarci in particolare sulle sofferenze no e con la scritta Deus christianorum dell’asino dovute ai maltrattamenti del- onocöetes, traducibile come “Dio dei cri- l’uomo. Si tralasciano gli idoli che con la stiani generato dall’accoppiamento di asi- testa d’asino in alcune antiche religioni ni”. Il Pascoli dall’Apologetico ebbe l’i- (vedi egiziana) furono adorati. Nella Bib- spirazione di un poemetto in latino, il bia, nel libro dei Numeri, si narra la storia Paedogogium, dove si vede un giovane di Balaam, l’indovino che, per ordine di adorare il Cristo in forma di asino. Altri Balak re di Moab, cavalcando un’asina, hanno però voluto vedere nell’attribuzio- andava a maledire gli Ebrei affinché ve- ne di forme asinine al Cristo non un’ in- nissero sconfitti. L’asina, vedendo l’An- tenzione blasfema o dissacratoria, ma gelo del Signore con la spada sguainata, piuttosto l’esaltazione dell’umiltà e della uscì dalla via rifiutandosi, nonostante so- sofferenza di chi si fa carico del male e lenni bastonature, di rientrare nella strada del dolore del mondo. Il regista francese finché parlò al suo padrone per dissuader- Robert Bresson è di questo avviso e trac- lo dai suoi propositi. Un asinello, secondo cia in Au hasard Balthasar (1966), storia la narrazione dei Vangeli Apocrifi, si tro- di un asino ambientata in un paese dei Pi- vava insieme ad un bue a riscaldare la renei, un’illuminante parabola sul male grotta di Betlemme e a portare sul dorso nel mondo, con evidenti riferimenti cri- Maria e il Bambino Gesù durante la fuga stologici. in Egitto. Su un asinello, secondo i Van- Diogene Laerzio (III sec.) narra che il fi- geli di Matteo, Marco e Luca, Gesù fece losofo Talete possedeva un asino adibito il suo ingresso trionfale in Gerusalemme, al trasporto di some di sale. L’asino una 379 volta, inciampando, cadde mentre guada- L’Asino del Machiavelli, (1469-1527), è va un fiume. Il sale a contatto con l’acqua sotto forma di un poemetto: in gran parte si sciolse e l’asino, rialzan- dosi, si accorse che il carico era diventato I vari casi, la pena e la doglia molto leggero. Avendo capito il meccani- che sotto forma d’un Asin soffersi smo, l’asino ogni volta che attraversava il canterò io, pur che fortuna voglia. (1-3) fiume con un carico di sale di proposito Sono da citare L’Asino, poema eroicomi- cadeva nell’acqua. Talete, irritato, volle co in dieci canti del padovano Carlo Dot- vendicarsi della sua bestia, anziché cari- tori, (1618-1683), L’Asino o Il Regno del- carla di sale gli mise sul dorso una soma la Stupidità dello scrittore portoghese Jo- di spugne. L’asino con questo nuovo cari- sè Agostino Macedo (1761-1831), L’Asi- co si lasciò cadere nel fiume e le spugne, no di Francesco Domenico Guerrazzi assorbendo l’acqua, aumentarono tanto di (1804-1873), romanzo polemico, partigia- peso per cui l’asino, che aveva avuta la no, catastrofico, ironico, burlesco e L’Asi- presunzione di saperne di più del suo pa- no, periodico di orientamento socialista drone filosofo, non riuscì a rialzarsi e af- diretto da Podrecca e Galantara, pubblica- fogò. Questo episodio è riferito in modo to dal 27 novembre 1892 fino alla prima- analogo in una favola di Esopo. vera del 1925. Una menzione merita l’asi- L’affamato asino del filosofo Giovanni no della poesia Davanti San Guido del Buridano (1300 - 1360?) non seppe deci- Carducci che, a differenza dei puledri che dersi fra due sacchi, uno pieno di fieno e nitrendo correvano lieti al passaggio ru- l’ altro di paglia, posti a eguale distanza, moroso di una “ansimante vaporiera”, ri- per cui morì di fame. Questo celebre maneva indifferente al progresso: esempio fu ripreso da Dante: l’uomo, do- tato di libero arbitrio, posto fra due cibi Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo ugualmente distanti e ugualmente allet- Rosso e turchino, non si scomodò: tanti morirebbe di fame prima di sceglier- Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo ne uno e mangiare. E a brucar serio e lento seguitò. (112-115) Un ritratto dell’asino, dell’aspetto ironi- Intra due cibi, distanti e moventi co, è descritto da Arturo Loria (1902) nel d’un modo, prima si morria di fame, Bestiario: che liber’uomo l’un recasse ai denti; (Par. IV, 1-3) Calura e mosche intorno a te, L’asino, oltre a profetizzare a Balaam, a mentre il padrone contratta o beve. riscaldare la grotta di Betlemme e portare Ma ecco l’evasione del tuo grido sul dorso Maria e Gesù durante la fuga in che si sprigiona da mille pelli Egitto, si è reso anche benemerito per il di un mantice rotto di pena servizio fatto all’Arcivescovo Sant’Anto- nella piazza dell’erbe nino Pierozzi (1389-1459) di Firenze, il e spazza l’aria d’ilarità. (1-7). quale poté, cavalcando un’asina bianca Questa immagine dell’asino che raglia su- presa in prestito dal priore di Santa Maria scita una similitudine con i suoni prodotti Novella e talora una grigia dello spedalin- da un mantice rotto, suoni penosi e affati- go di Santa Maria Nuova, fare la visita cati. Il raglio inoltre provoca una comica pastorale a tutte le chiese della sua vasta ilarità ai presenti. diocesi, impresa ritenuta quasi impossibi- Ci piace anche ricordare che una malattia, le per un vescovo in quell’epoca. la pertosse, oggi molto meno diffusa per Nell’Asino dell’umanista napoletano Gio- il trattamento preventivo con la vaccina- vanni Pontano (1426-1503) l’autore im- zione o comunque attenuata, quando è in maginò di aver perso il senno e di essersi atto, con la somministrazione di antibioti- innamorato di un asino. ci, era chiamata dal volgo, in passato, tos- 380 se asinina per il suono, simile al raglio di Nell’asino d’oro e nell’asino di San Giu- un asino, emesso dagli affetti. seppe è evidente la metafora: nel primo ca- Molto ci sarebbe ancora da citare dalla so l’uomo caduto nel male, dopo tante peri- letteratura sull’asino. Ci siamo limitati a pezie, trova il modo di risollevarsi, nel se- ricordare pochi casi, i più significativi, condo caso l’uomo, nato con il destino ne- perché il nostro scopo è quello di mettere mico, soccombe sotto il peso dell’avversità. in rilievo i duri trattamenti fatti all’umile La storia dell’asino, come abbiamo detto bestiola, ritenuta poco intelligente, capar- all’inizio, è piena di ironia, di satira, di bia e talora di pessimo temperamento. metafora, di favole, di aneddoti, di pro- Prima di tutto andiamo a rileggere il ro- verbi e di brutali maltrattamenti. manzo di Apuleio, La Metamorfosi, chia- Durante la nostra professione, nel tempo mato da Sant’Agostino L’Asino d’Oro. Il nel quale erano numerosi gli asini, abbia- protagonista Lucio chiede alla sua amante mo visto maltrattare senza pietà le povere Fotide l’unguento della maga Panfile per bestiole, quando per la loro caparbietà prendere le sembianze di uccello, volendo non rispondevano ai voleri del padrone. volare al di sopra di tutti. L’amante sba- Spesse volte siamo dovuti intervenire a glia nella scelta dell’unguento e Lucio si curare le ferite degli asini causate da so- trasforma perciò in asino. Sotto queste lenni bastonature e talora a constatare nuove sembianze, viene preso da alcuni fratture dopo una rovinosa caduta per ladroni che lo caricano del loro pesante avere inciampato in un ostacolo o per bottino nonché di legnate per farlo andare avere sul dorso un carico pesante. avanti di corsa. E il povero asino sarà Sembra che la temuta estinzione della sempre bastonato nei suoi tentativi di fu- razza asinina sia una vendetta per aver ga. Quando infine, inciampando in un l’uomo sfruttato, nel corso dei secoli, i sasso, cade, azzoppandosi alla gamba de- suoi componenti spesso con crudele vio- stra e ferendosi allo zoccolo sinistro, sarà lenza e per avere ad essi attribuito gli epi- fatto rialzare a suon di botte. Molto dovrà teti più vari e spregevoli. ancora soffrire Lucio sotto forma asinina Ci dispiace che questa razza sia sulla via prima di riprendere le sembianze umane, dell’estinzione, ma alcuni profetizzano che riacquisterà solo dopo aver mangiato ironicamente che finché ci saranno uomi- rose come antidoto. ni ci saranno anche asini. Più fortunata è la sorte di Bottom, nel So- gno di una notte di mezza estate: solo la sua testa verrà trasformata dall’ incantesi- BIBLIOGRAFIA mo di Oberon in una testa d’ asino, ma soprattutto, durante la sua breve perma- F. GABICI, Una nuova intrigante rubrica nenza sotto spoglie semi-asinine, egli sarà settimanale, Ravenna, 22 maggio 1943. oggetto non di bastonature ma dell’ amore La Sacra Bibbia, Numeri, XXII, 4-33. di Titania. Questa è veramente l’ eccezio- Vangelo dello Pseudo-Matteo in: I Vange- ne che conferma la regola delle botte e li Apocrifi, a cura di MARCELLO CRAVERI, dei maltrattamenti. Einaudi, Torino, 1969, pp. 66-101. Nella novella L’Asino di San Giuseppe di TERTULLIANO, Apologetico, testo e appara- Giovanni Verga c’è un asino che per avere to critico, traduzione francese e commen- il manto bianco e nero viene paragonato tario analitico, grammaticale e storico, all’asino della grotta di Betlemme. A que- J.P. Waltring, Parigi, 1919, II edizione. st’asino, passando di padrone in padrone, O. TESCARI, L’apologetico, testo e tradu- non vengono risparmiati lavori pesanti e zione, Torino, 1951. spietate bastonature. Infine l’asino stra- G. PASCOLI, Poemetti cristiani, a cura di mazza e muore sotto un eccessivo carico R. DE LORENZI, Napoli, 1912. di legna. DIOGENE LAERZIO, Vita e sentenze dei più 381 illustri filosofi e compendio breve delle J.A. MACEDO, As burros o reinado da opinioni prevalenti in ciascuna setta, En- Santice, pubblicato la prima volta nel ciclopedia Italiana G. Treccani, alla voce 1927 a Parigi. Diogene Laerzio. F.D. GUERRAZZI, L’asino, Classici Italia- ESOPO, Favole, G.T.E., Roma, 1995. ni, UTET, Torino, 1928. N. BUSSETTI, Carlo Dottori letterato pa- APULEIO, La metamorfosi o l’asino d’oro, dovano del secolo XVII, Città di Castello, a cura di F. CARLESI, T.G.B., Bergamo 1902. 1994. G. PONTANO, L’asino (asinus), a cura e G. VERGA, Storia dell’asino di San Giu- traduzione di M. CAMPODONICO, Lancia- seppe in Tutte novelle (novella rusticana), no, 1918. Milano 1992. N. MACHIAVELLI, Operette satiriche, a cura A. LIPPI, Storia di una pieve del contado di L. FOSCOLO BENEDETTO, Torino, 1920. fiorentino, Firenze, 1968.

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LA BOLLA DI GREGORIO IX E L’OLOCAUSTO DEL GATTO NERO CARMELO MADDALONI

SUMMARY POPE GREGORY 9TH AND THE BLACK CAT’S SACRIFICE In addition to some historical essential notes about the cat and the Inquisition, the author re- marks the Bull of Pope Gregory 9th dated 1233 and named “Vox in Rama”, which is an impor- tant document in the history of the persecution of the black cat.

Questa comunicazione si propone di illu- mentre il colpevole involontario veniva strare agli eminenti colleghi qui riuniti un punito dai sacerdoti con una sanzione am- caso interessante, dai molteplici significa- ministrativa. Le giovani donne egizie por- ti, di ostilità verso una specie animale tavano amuleti a forma di gatto chiamati giudicata nociva per motivi né sanitari né “utchat” allo scopo di esorcizzare l’infer- agroculturali, ma per superstizione e tilità e “utchat” è in molte lingue la radice ideologia. della parola “gatto” il cui etimo è tuttora Sappiamo tutti che il gatto è un animale incerto. Dopo la morte l’animale veniva da molti ritenuto inquietante1 e lasciando onorato con l’imbalsamazione e sepolto da parte la lunga casistica sulle sue attri- in tombe sacre nella città di Bubasti3, ca- buite capacità di segnalare variazioni cli- pitale della XVIII sede amministrativa del matiche, terremoti e forse anche la morte, Basso Egitto e centro di culto della dea nel corso della storia gli vengono accredi- Bastet4 che veniva raffigurata con testa di tati poteri speciali. In particolare a tutti gatto. Non soltanto il gatto, ma “tutte le noi, almeno in Italia, è capitato di riscon- bestie sono considerate sacre, e alcune vi- trare forme di antipatia verso i gatti neri vono insieme agli uomini, altre no. Se io considerati di malaugurio. Se lo stesso ac- volessi dire le ragioni per cui sono consi- cada altrove non so dire, di questo i colle- derate sacre, verrei a parlare di cose divi- ghi di altri Paesi potranno dare testimo- ne, che io rifuggo sopra ogni cosa dall’e- nianze precise, certo è che sul rapporto sporre”.5 uomo-gatto massimamente pesano tradi- Penso ad un altro atto di riverenza: si nar- zioni e culture diverse. ra che nel 525 a.C., nel corso della batta- Mosso da curiosità per un argomento di glia di Pelusio presso l’attuale Porto Said, cui oggi si parla e messo sulla strada da avendo fatto precedere le sue milizie da un interessante libro di Donald Engels,2 migliaia di gatti, il re di Persia Cambise con un vivo apprezzamento per la docu- abbia sbaragliato gli egiziani che rinun- mentazione e per i contenuti dell’opera ciarono a combattere per non compromet- ho dato potere agli autori classici, alla tere l’integrità degli animali. storia e al testo latino in particolare. Nel primo secolo avanti Cristo lo storico È così che sono giunto alla Bolla Vox in greco Diodoro Siculo riferisce dell’ucci- Rama ma prima ancora che la Bolla ve- sione in Egitto di un soldato romano non desse la luce, è bene ricordarlo, non sem- deliberatamente responsabile della morte pre i gatti, e quindi neppure i gatti neri, di un gatto: “Chi uccida un gatto o un hanno vissuto momenti difficili, penso a ibis, che lo faccia volontariamente o me- Bastet, la divinità egizia raffigurata con no, incorre certamente nella morte perché testa di gatto e corpo di donna: il felino la gente accorre e tratta il colpevole nel domestico era tutelato da leggi severissi- modo più spaventoso agendo così qualche me e per il colpevole volontario della sua volta senza neppure aspettare il processo. uccisione era in vigore la pena capitale Quando un Romano uccise un gatto e la 383 tano in questo modo anche quando i fondi per il viaggio vengono a mancare”. 6 Al di là del fatto in sé, lo stupore di Dio- doro Siculo di fronte a quelle usanze af- fatto civili ci fa pensare quanto diverso potesse essere nella sua Grecia l’approc- cio verso il mondo animale. Come riferi- sce Ateneo7, Anassandride8 infatti sbeffeg- giò gli egizi: “…Se vedi un gatto che se la passa male, tu piangi, invece io, ben contento, lo uccido e gli prendo la pel- le…”.9 “Il gatto in Grecia”, si legge in una nota10, “era ancora allo stato selvatico ed era considerato un pericoloso predatore di le- pri, anatre, piccioni e uccelli in genere; soltanto a Roma, in epoca tarda, il gatto domestico (Felis ocreata domestica) fu impiegato nei cortili come cacciatore di topi (cfr. Palladio, IV, 9, 4)”. Parlando della struttura dei pollai nel pri- mo secolo dopo Cristo Columella11 scrive- va: “…affinché gatti o serpenti non abbia- no accesso ai polli…” (…ne quae ad aves Fig. 1. Egitto, XI Dinastia, 2160-1991 a.C., gatti feles habent aut coluber adcessum…). reclinati: barretta divisoria in oro per bracciali. Dunque all’epoca i romani non conosce- vano il gatto domestico, nel libro VIII in folla accorse a casa del colpevole, né i cui tratta degli animali utili all’uomo, Co- magistrati mandati dal re (Tolemeo) a in- lumella infatti non accenna al gatto. tercedere per lui, né la paura verso Roma Nel secondo secolo dopo Cristo Claudio ebbero il potere di sottrarre l’uomo alla Eliano parla del processo di domestica- punizione, anche se l’uccisione non era zione avviato dagli egizi: “In Egitto i gat- volontaria. E noi abbiamo narrato questo ti, le manguste, i coccodrilli e inoltre i fal- episodio non per sentito dire, ma per chi offrono una buona testimonianza del avervi assistito di persona nel corso del fatto che la natura animale non è del tutto nostro viaggio in Egitto”. E parlando del indocile, quando siano ben trattati si mo- rispetto in cui vengono tenuti questi ani- strano capaci di ricordare le gentilezze ri- mali scrive: “Se quanto abbiamo detto a cevute. Vengono avvicinati allettandoli molti sembra incredibile e quasi fiabesco, con i cibi da loro preferiti e quando si sia assai più straordinario sembrerà quanto riusciti a renderli docili si mantengono ta- diremo in seguito. Infatti una volta – così li”.12 affermano -, quando gli Egiziani erano Gatti e divinità erano insomma alla pari, oppressi dalla fame, molti nell’indigenza né essere vivente potrebbe aspirare a nic- si assalirono l’un l’altro, ma assolutamen- chie più esclusive. te nessuno venne accusato di aver preso Saltando ora un lungo tratto storico attra- gli animali consacrati per mangiarli … e verso il quale non sembra che il gatto ab- se per caso nel corso di una spedizione bia riscosso particolare ostilità, si giunge militare si trovano in un altro paese, ri- al ben diverso quadro che si trova nel no- scattano i gatti e gli sparvieri in cattività e stro tredicesimo secolo, quando i gatti fi- li riportano in Egitto; e talora si compor- niscono al rogo perché ritenuti incarna- 384 zione del demonio oppure strumenti di maleficio nelle mani delle streghe. Come spiegarlo? Almeno superficialmen- te, porterei questa ipotesi: essendo il mi- stero un fenomeno di norma associato al- l’oscurità, si riteneva che le streghe potes- sero trasformarsi in gatti per percepire il mondo notturno tramite gli organi di sen- so già oggetto di osservazione da parte di Alessandro di Tralle13 che nel trattato “Sugli occhi” scrive: “Perché mai alcuni vedono di giorno e non di notte? Perché”, spiega, “sono in possesso di uno spirito vitale ottico più pesante che non fa vedere l’aria. Di notte infatti l’aria si fa più pe- sante a causa delle temperature più basse e del sole assente mentre di giorno è più calda e leggera. Essendo dotati di uno spi- rito vitale ottico più leggero, gatti, iene e pipistrelli vedono meglio di notte che di giorno”. Si tratta di un’ipotesi, ripeto, il terreno di Fig. 2. Liber Decretalim Gregorii IX, codice del- ricerca è completamente aperto. Sia quel la scuola miniaturistica di Bologna, prima metà che sia, siamo davanti a un documento del secolo XIV. certo a seguito del quale dai paradisi del culto i gatti precipitano nei penetrali della 1233” (Quattuor epistolae Gregorii IX persecuzione. papae de haereticis Alamanniae extirpan- Anno domini 1233, mala tempora per il dis, 1) ad [Sigefridum III] archiepisco- gatto nero e con l’istituzione dei Tribunali pum Moguntinum, [Conradum II] episco- d’Inquisizione Papa Gregorio IX 14 apre la pum Hildeshemensem et Conradum de campagna contro il Sabba prendendosela Marburg, 2) ad episcopos per Magunti- anche con lui che se fino a quel momento nam provinciam constitutos, 3) ad Fride- se la passa come tutti quelli della sua ricum Romanorum imperatorem, 4) ad stessa specie, né meglio né peggio, fra alti Henricum regem eius filium directae; de- e bassi, abbondanza e carestie, con la scribit ritus, quos quidam haeretici obser- Bolla “Vox in Rama”15 comincia a vedere vent, hortaturque ut contra eosdem spiri- i sorci verdi. Se ne parla soltanto nel pri- tualiter e temporaliter procedant. 1233, mo di quattro documenti ritenuto il più Iun. 13) importante, e di questo ci occuperemo. Al “Vox in Rama audita est”, è scritto in lati- sottotitolo si legge: “Quattro lettere di Pa- no tardo, “ploratus multus et ululatus, Ra- pa Gregorio IX sugli eretici di Germania chel plorat, videlicet pia mater ecclesia, da estirpare, dirette a Sigfrido III arcive- filios, quos diabolicus mactat et perdit, et scovo di Magonza, a Corrado II vescovo quasi consolationem non recipit, quia fi- di Hildesheim, a Corrado di Marburgo, ai lii, more vipere matris viscera lacerantes, vescovi della provincia maguntina, a Fe- ipsam interimere moliuntur. Nam multitu- derico imperatore dei romani e al re Enri- do…”16 Piace tradurre liberamente: “Da co suo figlio; in esse si descrivono i riti Rama scende una voce, è come un pianto, praticati da alcuni eretici e si raccomanda un forte lamento, Rachele, ossia la santa di procedere contro costoro secondo i po- madre chiesa, piange i suoi figli che un teri spirituali e temporali. 13 giugno essere diabolico uccide e annienta e certo 385 non si consola, giacché l’utero (viscera) le minacce del demonio e ai rischi della della madre viene dilaniato da vipere tentazione. (more vipere = secondo il costume viperi- Fa leva sulla fede, da Rama viene la voce no) e quindi i suoi stessi figli la distrug- di Dio che dall’alto dei cieli esprime la gono. Una quantità (multitudo) di atroci sua volontà, per i credenti Dio non è in dolori, infatti, che sono quegli stessi dolo- discussione giacché a lui e solamente a ri di una partoriente, la costringono a gri- lui si deve obbedienza totale. Voi che cre- dare: «O ventre mio dolente!, o ventre dete in Dio, dice, non avete vie d’uscita e mio dolente!» (ventrem meum doleo, ven- il suo vicario in terra che se ne fa portavo- trem meum doleo), come vaticinava il ce vi mette in guardia dalle deviazioni. profeta (Geremia, n.d.r.). Dovendo, se- Attenti, insiste, giacché non è nei loro condo l’apostolo (Paolo n.d.r.), massima- cuori, il demonio insidia dall’esterno il mente soffrire come tutte le creature du- cammino degli uomini di buona volontà e rante il parto, l’utero di madre chiesa è minaccia Santa Madre Chiesa, la vera sconvolto da lancinanti dolori che essi (fi- sposa di Cristo, infliggendole sofferenze gli) le procurano con ogni singolo mor- fisiche e morali. Prospettando la morte di so…, occorre dare precise istruzioni ai anima e corpo in tempi in cui il contrad- cuori carnali degli uomini. Non regnando dittorio è una realtà lontana a causa dell’i- nei cuori, il diavolo li combatte dall’ester- gnoranza e del clima di terrore imperante, no (contra eos pugnat extrinsecus), dal- Gregorio IX martella su viscerali emozio- l’esterno muove guerra e nuove persecu- ni (in amaritudine funditur spiritus) e zioni alla Chiesa (bella molitur foras, no- anatomie (omnia viscera sunt commota) e vam persecutionem ecclesie), la sposa di scaglia l’anatema: “cum hec pestis exce- Cristo, la vera sposa di Cristo per mezzo dat insaniam, immo ipsa etiam elementa dei suoi ministri di iniquità … Tutto il no- debent insurgere et armari”, (giacché stro spirito sprofonda nell’amarezza (to- questa sciagura va al di là dell’insania, tus namque in amaritudine funditur spiri- contro questo stesso ordine di cose biso- tus), la nostra rabbia (iecur = letteralmen- gna insorgere e armarsi). te bile, rabbia in senso lato) inonda la ter- All’immonda ammucchiata di uomini e ra (effusum est in terra iecur nostrum), bestie si richiama inoltre la Bolla e nel l’anima nostra è turbata e i nostri senti- trascinare l’incolpevole gatto nero nella menti (venter = ventre, interiorità, stato metafisica dell’ossessione punta sugli d’animo) sanguinano per la sofferenza aspetti più aberranti della macabra mes- (turbata est anima nostra valde ac imple- sinscena. tus doloribus venter noster), i nostri occhi Di nuovo ci soccorre il testo che così rac- sono rimasti senza lacrime (defecerunt conta le tappe del turpe rito (huius pestis): pre lacrimis oculi nostri) e fra tante igno- “quando un novizio viene accolto nel so- miniose nefandezze (et super tam nefan- dalizio (in ea) ed entra in quelle scuole di dis abominationibus) il nostro corpo fre- perdizione, gli appare qualcosa che qual- me (contremuerunt renes), tutte le viscere cuno chiama rana (bufonem). Il bacio del- sono coinvolte (omnia viscera sunt com- la dannazione alcuni glielo danno sull’a- mota) né abbiamo più la forza di contene- no, altri sulla bocca (damnabiliter oscu- re lacrime e dominare sospiri (reprimere lantes quidam a posterioribus et quidam lacrimas et continere suspiria non vale- in ore), ricevendo in questo modo la lin- mus).” gua e la saliva della bestia nella propria Com’è certamente noto, col nome Grego- bocca (intra ora sua linguam et salivam). rio IX Ugolino dei conti di Segni sale al Talvolta (interdum) c’è la presenza di un soglio nel 1227 e nell’isolare ed esorciz- certo numero di animali diversi, come zare il fenomeno si appella ai doveri del oche o anatre (quandoque anseris vel culto indulgendo all’enfasi descrittiva, al- anatis). Quindi un uomo con occhi neris- 386 simi, pallido, macilento e con la pelle tesa ma all’osservanza di quel rituale perverso sulle ossa come se non ci fosse più carne, nuovi e vecchi adepti e come in un biz- gli si avvicina e comincia a scrutare il no- zarro gioco di specchi spariglia le carte vizio che a questo punto lo bacia provan- della ragione, catalizza imbambolamento do la sensazione di un freddo glaciale e salvazione e in un clima di sottocultura (hunc novitius osculatur et sentit frigidum diventa signore e padrone. Il nero del sicut glaciem) e dopo il bacio il ricordo mantello somministra infernali beveroni, della fede cattolica esce del tutto dal suo abbaglia il pensiero e insegue tormenti. In cuore (et post osculum catholice memoria realtà recita la parodia ridicola e blasfema fidei de ipsius corde totaliter evanescit).” della religione e della spiritualità mentre Entriamo nel vivo dell’enclave: “Mentre irradiando con lo spauracchio della dan- banchettano se ne stanno sdraiati (dis- nazione eterna il brodo primordiale dell’i- cumbentibus) su giacigli e quando il con- gnoranza, la Chiesa festeggia la sua ege- vivio è finito, da una statua che di solito è monia su ataviche insicurezze, sulla diste- presente nel corso di queste sedute (per sa artica di verità ignorate e sugl’impervi quandam statuam, que in scholis huiu- percorsi della conoscenza. smodi esse solet), un gatto nero delle di- “Quello che sta seduto accanto al mae- mensioni di un cane di piccola taglia stro”, continua il testo, “conferma l’invo- scende all’indietro con la coda all’insù cazione e gli altri rispondono tre volte di- (descendit retrorsum ad modum canis me- cendo: noi conosciamo il maestro (scimus diocris gattus niger retorta cauda), il no- magister) e quattro volte: e noi ti dobbia- vizio bacia per primo l’ano del gatto, mo obbedire (et nos obedire debemus).” quindi tocca al maestro e infine con ordi- Dopo aver compiuto in quell’arena i più ne a tutti gli altri che sono degni e perfetti sfrenati atti di libidine anche contro natu- (quem a posterioribus primo novitius, post magister, deinde singuli per ordinem osculantur, qui tamen digni sunt et per- fecti); i non perfetti e coloro i quali non si ritengono degni ricevono una buona paro- la dal maestro e avendo ciascuno ripreso la propria posizione, intonate certe litanie e inchinata la testa al gatto, il maestro in- voca: “salvaci!” (imperfecti vero, qui se dignos non reputant, pacem recipiunt a magistro, et tunc singulis per loca sua po- sitis, dictisque carminibus, ac versus gat- tum capitibus inclinatis: parce nobis, di- cit magister). I ricorrenti ablativi assoluti pesano come un secco imperativo e caricano di foschie il rigore del rituale. L’atmosfera diffonde echi sinistri in cui ciascuno pensa al vici- no con sospetto, capo chino e occhi a ter- ra scongiurano aggressività, parlano solo il maestro e pochi altri che volentieri ne farebbero a meno, la voce potrebbe tradi- re il dissenso e accade così che le parole si spengono fra inquietanti silenzi. Incarnazione luciferina, il gatto nero che avanza all’indietro sulla passerella chia- Fig. 3. “Decretales”, stampato in Venezia nel 1591.

387 ra (contra naturam), così viene descritta presentazione di un mistero che fa parte l’apparizione del diavolo: “da un angolo integrante del più generale mistero del buio di quei raduni (de obscurum schola- mondo. rum angulo) avanza un uomo (quidam La Chiesa soffre ed è offesa, grida Grego- homo procedit) che ha la parte superiore rio IX, “che dolore!” (Proh dolor!), del corpo (a renibus sursum) più sfolgo- …“chi potrebbe non adirarsi per tanta ini- rante e più chiara del sole (fulgens et sole quità?” (quis tante nequitie poterit non clarior) mentre quella inferiore (deorsum) irasci?). Incita i fedeli alla lotta: “per aiu- è pelosa come il corpo di un gatto (ispi- tare il Dio di ciascuno di noi dovete alza- dus sicut gattus), la cui viva luce illumina re energicamente la vostra mano contro di tutto (cuius fulgor illuminat totum lo- loro” (ut exurgentes in adiutorium Christi cum). Quindi il maestro toglie al novizio sui contra eos viriliter se accingant) e una parte dei vestiti (tunc magister excer- promette indulgenze a tutti coloro i quali pens aliquid de veste novitii) e dice al si prodigheranno nello sterminio degli personaggio che splende (fulgido ille eretici (ad eorundem hereticorum exter- dicit): maestro, io ti porgo questo dono minium se accinxerint). (magister, hoc mihi datum tibi do), men- A questo punto, resta messo in evidenza tre il personaggio splendente risponde (il- un momento storico di grande importanza lo fulgido respondente): spesso mi hai che associa il gatto nero a attività riprove- servito bene e mi servirai meglio, lascio voli. Il documento che lo condanna è dunque alle tue cure colui che mi hai pre- nientemenoche una bolla papale. Da cre- sentato (bene mihi servisti pluries et me- dere che anche in altre importanti sedi lius servies, tue committo custodies, quod (vescovili, tribunalizie locali) e anche da dedisti), e dopo aver pronunciato queste altri documenti siano state pronunciate parole improvvisamente sparisce (et his condanne simili. Tutto un campo aperto. dictis protinus evanescit).” Appena da aggiungere che la storia che A lungo evocato, alla fine il diavolo entra ho raccontato può essere connessa a un in scena ma subito dopo l’immagine sva- vasto filone letterario e antropologico, do- nisce, tutto dura il tempo di un clic o ve intolleranza e superstizione sembrano quanto il gioco di un illusionista cui la le- incontrare sia pure implicitamente tradi- stezza dei movimenti serve a non com- zioni ancora vive. Tutti ricordiamo il gat- promettere l’incantesimo della magia. to nero di Poe, “…stava la bestia orribile L’attimo dell’apparizione è, sia pure disor- le cui arti mi avevano sedotto all’assassi- dinata, unica chiave di riferimento al tem- nio, e la cui voce rivelatrice mi consegna- po inteso come unità di misura che si va al boia. Io avevo murato il mostro den- scontra con le cadenzate sequenze di tutto tro la tomba”. il resto, un’apparizione insomma che Constatando che la forma melanica del sembra afferrabile soltanto nei tranelli dei felino domestico viene letta come mes- sogni, una dimensione virtuale legata a saggera di infausti presagi, guai se ci at- quel tanto di essenzialmente assurdo che traversa la strada, ci passeggia sul tetto o le permette di esistere e di far vivere i si accovaccia sulla porta di casa, darlo per fantasmi. “Il mondo”, ha scritto qualcuno, certo è forse un azzardo, ma chi può “è una sfida al senso comune”. escludere che tutto non abbia avuto inizio Sebbene presentato come incarnazione con la Bolla di Gregorio IX e che proprio del male, il diavolo in persona o sotto le da allora il gatto nero non abbia comin- sembianze di un gatto nero non l’ha mai ciato a vedere i sorci verdi rilanciando nei visto nessuno ma nell’eterno conflitto col secoli la sua fama di iettatore? bene càpita che sovente abbia la meglio. Il campo è aperto. Pubblicati lo scorso an- Nella realtà e nella finzione e nel loro am- no, negli Atti del Simposio Internazionale17 biguo rapporto, in tutte le culture è rap- che si è tenuto in Vaticano dal 29 al 31 ot- 388 tobre 1998, non una parola, per quanto se NOTE ne sappia, è stata spesa sul gatto nero, men che meno per officiare l’innocenza di una 1 “Gatti selvatici si incontreranno con ie- negritudine figlia di un ictus della natura, e ne, i satiri si chiameranno l’un l’altro; vi di quello soltanto. Mille capitoli si aprono faranno sosta anche le civette e vi trove- su genetica, zooantropologia, storia delle ranno tranquilla dimora.” (La Bibbia, religioni, del costume e quant’altro, ma a Isaia 34,14). noi basta averne offerto gli spunti al cui “Sul loro corpo e sulla testa (delle false centro si trova la figura del gatto nero. A divinità, n.d.a.) si posano pipistrelli, ron- questa ricerca invito me stesso, invito gli dini e altri uccelli e anche i gatti” (La eminenti Colleghi. Bibbia, Baruc 6,21). E mentre guerre di religione, conflitti in- “Il gatto è un servo infedele … e comeché teretnici, superstizioni e sette occulte de- questi animali, massimamente in età tene- stabilizzano gli equilibri del mondo fa- ra, abbiano gentilezza, nondimeno spiega- cendo a pezzi i diritti umani, si ricono- no una malizia innata, un carattere falso scono i diritti degli animali con nuove che viene aumentando col tempo, e dalla forme di venerazione: spuntano gioielli, educazione è soltanto mascherato. Ladri profumi e capi d’abbigliamento griffati, nati, quando sono bene educati diventano piscine e palestre che tengono d’occhio i docili e lusinghieri alla maniera dei fur- sedentari, parchi che incoraggiano fisio- fanti; hanno la medesima destrezza ed logie, strizzacervelli per il trattamento di acutezza, e lo stesso genio di fare il male, forme depressive, strutture sanitarie a le medesime inclinazioni ai piccoli furti cinque stelle e alloggi di pari livello per i … Prendono facilmente abitudini socie- proprietari di animali degenti, unità mo- voli, ma non mai buoni costumi; essi non bili di pronto soccorso, cimiteri esclusivi hanno che l’apparenza dell’affezione. È che viziano i morti, soggiorni dorati ciò mostrato dagli obbliqui loro movi- quando il padrone è in vacanza, maestri menti e dagli occhi equivoci. Non guarda- tolettatori che brevettano acconciature da no mai in faccia la persona amata” (Lo passerella, gare internazionali di abilità spirito della storia naturale tratto da Buf- e/o di bellezza, in un atelier di Parigi i fon e da’ suoi continuatori, co’ tipi di nostri pets posano per ritratti a olio su te- Giuseppe Antonelli ed.,Venezia, 1834, la, in un altro, a Londra, lenti a contatto pag. 35). ne rimettono a fuoco la vista e, secondo 2 DONALD ENGELS, Storia del gatto, tradu- una recente proposta di legge inglese, di- zione di FRANCESCO SABA SARDI, Edizio- ritti si vorrebbero estendere a tutti gli ni Piemme, 2001. animali che patiscono dolore, un mondo 3 dell’antichissima città nel mezzo del del- in cui potrebbero rientrare, se viene di- ta del Nilo, le rovine sono presso l’odier- mostrato che soffrono, insetti, lumache e na Tell Bastah. vermi. E se a qualcuno saltasse in mente 4 ERODOTO, Storie, II, 59-67. di aggiungere all’elenco virus e batteri? 5 ERODOTO, Storie, II, 65. “Dal momento che siamo tutti animali”, 6 DIODORO SICULO, Biblioteca Storica,I, ha scritto un umorista, “non vorremmo 83, 6/9 – I, 84,1/4. che ci fosse chiesto di donare il fegato a 7 Erudito greco, II-III secolo d.C. un maiale”. 8 Commediografo greco vissuto intorno al Chiari eccessi che dirottano una civile zoo- 400 a.C. filia verso i disordini, pur se paludati, della 9 ATENEO, I deipnosofisti, prima traduzio- zoomania. Un po’ come ai tempi degli Egi- ne italiana a cura di LUCIANO CANFORA, zi, allora gli animali erano sacri tanto quattro volumi, Salerno Editrice srl, Ro- quanto era la schiavitù pratica corrente. ma, 2001; Vol II, Libro VII, pag. 300 a-b.

389 10 Ibidem, pag. 299, nota 4. 16 “…dolorum urgentium, quibus ut partu- 11 De re rustica, VIII, 3. 6. riens mater ipsa circumdatur, vociferari 12 CLAUDIO ELIANO, Sulla natura degli eam et dicere: cum propheta compellit. animali, 4-44. Cum enim omnis creatura usque adhuc 13 Medico greco (527-565 d.C.) che si sta- ingemiscat secundum apostolum et partu- bilì a Roma dove esercitò la professione. riat, genitricis ecclesie sacer uterus visce- 14 Ricordato anche per aver tentato senza rum suorum dolore turbatur, que fere sin- successo l’unione con la Chiesa Orientale gularis morsibus discerpuntur…”. e per la compilazione della raccolta delle 17 L’Inquisizione, Collana Studi e Testi Decretales che entrarono a far parte del della Libreria Apostolica Vaticana, 2003. Corpus Juris Canonici. Si ringraziano il professor Francesco Pisel- 15 Città della Palestina che sorge sulle altu- li dell’Università di Parma per la rilettura re della Giudea, Rama in ebraico vuol dire del testo e la Bayerische StaatsBibliothek altezza, quindi, per estensione, eccelso, po- di Monaco che ha fornito in fotocopia la sizione elevata, edificato sul monte. Nella Bolla “Vox in Rama” ricavata da “Monu- Bibbia CEI ( è scritto: «Così dice il Signo- menta Germaniae historica. Epistolae sae- re: “Una voce si ode da Rama, lamento e culi XIII e regestis pontificium Romano- pianto amaro…”». (Geremia, 31-15). Dun- rum selectae per G. H. PERTZ. Ed. Carolus que “Vox in Rama” significa “voce in alto, Rodenberg Berolini, Weidmann,1982” e che viene dall’alto, voce di Dio”. Presente per le autorizzazioni concesse il professor nella Bibbia Ebraica, manca nella Vulgata: Enrico Malato della Salerno Editrice di “Haec dicit Dominus vox in excelso audita Roma che ha recentemente dato alle stam- est lamentationis fletus…” dove al posto di pe Ateneo, i deipnosofisti, quattro tomi di “Rama” troviamo “in excelso”. alto valore tipografico e culturale.

390 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

AN ILLUSTRATED HISTORY OF THE FLEA AND ITS LIFE CYCLE RAFFAELE RONCALLI AMICI

RIASSUNTO UNA STORIA ILLUSTRATA DELLA PULCE E DEL SUO CICLO VITALE La pulce, vettore della Yersinia pestis l’agente eziologico della Morte Nera è stato, indiretta- mente, uno dei protagonisti della storia dell’uomo. Galileo Galilei è stato il primo ad osser- vare microscopicamente una pulce (1624), ma l’onore di descriverla con uno sbalorditivo di- segno va all’astronomo inglese Robert Hooke nel 1665. Il primo scienziato a descriverne ed illustrarne il ciclo vitale fu l’olandese Antonie Van Leewenhoek in una serie di lettere alla Philosophical Transactions of the Royal Society of London (1667-1680); anche un naturalista italiano Diacinto Cestoni nel 1689 riferì sulla stessa rivista del ciclo vitale della pulce. Circa due secoli dopo, il medico francese Paul Louis Simond (1898) dimostrò il ruolo fondamentale giocato dalla pulce (Xenopsylla cheopis) nella trasmissione della Morte Nera.

The existence of the flea, a tiny, hematophagous, ubiquitous insect, has been noted since antiquity. In the papyrus of Buloq (Roncalli 2004), in a hymn dedi- cated to Ammon, the ancient Egyptian de- ity, god of fertility, it was reported that fleas, although harmful, were creatures protected by God. The word flea (dehert) was mentioned in the papyrus of Ebers (1550 B.C.) as well as in biblical citations. Fleas were known by the Greeks and de- scribed by philosophers such as Aristotle (384-322 B.C.) and by playwrights such as Fig. 1. The flea-stone. Museo Nacional de Aristophanes (V century B.C.). Roman Antropologia. Mexico City. writers such as Plauto (224-184? B.C.) and Marziale (ca 40-104 A.D.), veterinarians such as Columella (ca 2-4 B.C.-40 A.D.) The representation of the flea and physicians such as Celsus (30 B.C.-50 A.D.) also reported on several aspects of In the 1500’s the Aztecs, probably around the flea (i.e. treatment etc.). Arab physi- Mexico City, carved a number of stones cians such as Razhes (865-925) recom- depicting the flea. The extraordinary real- mended washing the floor to eliminate ism with which the sculptures were exe- fleas. In the Middle Ages, Albertus Mag- cuted, especially with regard to the mouth nus (1193?-1280), the German scientist/ used by the insects to suck blood, show philosopher provided information on the that the Aztecs were conscious of the life cycle and morphology of the flea in his hematophagous characteristics of the flea. treatise “De animalibus.” During the Re- A beautiful, relatively large (22 x 21,5 x naissance, the first extensive description of 36,6 cm) flea stone, is now housed at the the flea was the work of the Italian savant, Museo Nacional de Antropologia in Mex- Ulisse Aldrovandi (1522-1605?), who in ico City. his chapter “De pulice” in “De animalibus Early in the 17th, century the Italian scien- insectis” described the history of the para- tist Galileo Galilei (1564-1642), in addi- site over the centuries. tion to his astronomical studies, also di- 391 rected his attention to biology. In fact, having at his disposal one of the first in- struments called “perspicillo” for the study of “minute animals”, Galileo began to look at insects from the early 1600’s. There are at least two reports which con- firm these preliminary studies by Galileo. The first one was by one of his pupils, the Scotchman John Wodderborn [Joannes Wodderbornius], who in “Quator prob- lematum…. (Pavia, 1610), reported that Galileo had perfected a wonderful per- spicillo (admirabilis perspicillis perfec- Fig. 2. The flea - Robert Hooke - Micrographia tiones) with which he could observe the (London, 1665). organs and the behavior of the “minimi animalucci” (smallest animals). Four years later, a French visitor, Jean du Pont through the art of drawing, the anatomic du Tarde (1561-1636), noted in his diary characteristics of insects, a task which, that Galileo had reported to him his mi- for several reasons, Galileo had to re- croscopic observations of flies. On Sep- nounce. However, for political reasons, tember 24, 1624, Galileo, in presenting a the insect which was selected to be exam- “perspicillo” to Federico Cesi and the oth- ined under the microscope, designed and er members of the Academy of Linceans, then printed in 1629 was not the flea but stated in an accompanying letter that he the bee, which was a component of the had “contemplated very many “animaluc- coat-of-arms of the Pope, Urbano VIII ci” with admiration; among them the “or- (1568-1644), who was reigning at that ribilissima” [dreadful] flea. By offering time. The glory of immortalizing the flea the “perspicillo” to the Linceans, Galileo in its first graphic representation goes to gave up the opportunity to be the first sci- the British Robert Hooke (1635-1773) in entist to mould the world of animal mi- his treatise, “Micrographia,” published in croscopy. Why did Galileo gave up this London in 1665. Hooke, like Galileo, was opportunity? There could be several rea- also an astronomer and worked at the ob- sons, among them: procrastination, result- servatory in Greenwich. In his book, “Mi- ing from his perfectionism; poor health; crographia, ” he produced a series of pressure from the religious authorities [in stunning drawings; the flea – in great de- 1616, Galileo had been told by the Jesuit tail and large size – was one of them. Fas- theologian, Cardinal Roberto Bellarmino cinated by the image of the flea, a number (1542-1611), president of the “Santo Uf- of artists in Europe effected, in ensuing fizio” – who later was canonized – to de- years, several renditions of the insect. In sist from exposing and supporting the 1691 the Jesuit father Filippo Bonanni, Copernican doctrine or risk incarceration]; following in the footsteps of Hooke, pub- lack of time, due to his immersion in as- lished a tome, “Micrographia curiosa,” il- tronomy; lack of an accomplished artist to lustrating it with drawings obtained using draw the insects; some (or none) of these a microscope of his own design. In this reasons could have been the cause of the book, Bonanni recognizes that the image “defaillance” of Galileo in the field of ani- of his flea derives from that “ab Hookio mal microscopy. diligentemente expressa” [diligently ren- The Linceans, inspired by Francesco Stel- dered by Hooke]; the Bonanni flea, ex- luti (1577-1653), thought that it was op- cept for some minor variations, is a mir- portune to reproduce for the first time, ror image of Hooke’s drawing. 392 on the flea to the British physician Martin Lister (ca 1638-1730). This letter, which described graphically the life cycle of the flea, was published in the Philosophical Transactions of the Royal Society of Lon- don. Another account of the work of Ces- toni on the flea (Letter to Giambattista Andriani, 1711) – including a new graphic rendition of the life cycle of the flea – was published in the “Opero-Fisi- co-Mediche” di Antonio Vallisnieri (1733). The two illustrations of the life Fig. 3. The flea - Robert Hooke - Micrographia cycle of the flea by Cestoni, described (London, 1665). above, are slightly different; they were, however, because of their clarity, repro- duced many times in the years to come. The life cycle of the flea

Chronologically, Antonie van Leeuwen- The flea in human and veterinary hoek (1632-1723), the Dutch physician/ medicine naturalist, was the first to describe and il- lustrate the life cycle of the flea (Pulex ir- During the past two centuries more than ritans) (Bodenheimer, 1928). His initial 2000 species (order aphaniptera) affecting observations on the flea go back to the human beings and animals have been de- years 1677-1680 when in a series of let- scribed. An extremely large number of ters, some of which were directed to papers have also been published in rela- Robert Hooke, he described the anatomy tion to the veterinary and medical impor- of the flea and its life cycle: egg-larva-pu- tance of the flea. pa-adult. The Dutch scientist also noted Ctenocephalides canis (Curtis, 1826) and the presence of minute mites on the flea Ctenocephalides felis felis (Bouché, larvae; this observation would be one of 1835), the two primary flea species which the first observations of “hyperpara- parasitize both dogs and cats, are of great sitism” and gave rise to the famous lines importance in veterinary medicine. With of the Irish writer, Jonathan Swift (1667- regard to human medicine, in addition to 1745): Pulex irritans, which was described by Linnaeus in 1758, one should mention the Big fleas have little fleas flea Xenopsylla cheopis (Rothschild, Upon their back to bite them 1903), which the Frenchman Paul Louis Little fleas have lesser fleas Simond (1858-1947) described in 1898 as And so ad infinitum the parasite responsible for the transmis- In Italy, the first description and graphic sion of Yersinia pestis, the etiological rendition of the life cycle of the flea was agent of the Black Death. It was, in fact, effected by the pharmacist/naturalist, possible with Simond’s paper, along with Diacinto Cestoni (1637-1718), in that of the French/Swiss Alexander Emil Leghorn. Both the description and the Jean Yersin (1863-1943) published early graphic rendition of the life cycle of the in 1894, to establish that the triad—bac- flea were included for the first time in a terium (Y. pestis)/rat /flea (X. cheopis) letter to Antonio Vallisnieri (1661-1730) was responsible for the transmission of written in 1697 by Cestoni. A year later, the Black Death. Also, worth mentioning Cestoni sent a letter with his observations is the fact that X. cheopis and C. felis are 393 Fig. 4. Antonie van Leeuwenhoek. Morphology and life cycle of the flea. (ca 1677-1680). In: Bodenheimer (Berlin, 1928).

Fig. 5. Diacinto Cestoni. Life cycle of the flea (1711). In: Vallisnieri (1733).

394 the most common vectors of Rickettsia ty- 563-569. phi responsible for murine typhus. F. BONANNI, Observationes circa viventia, quae in rebus non-viventibus reperiuntur, cum micrographia curiosa. Tipis Domi- The rediscovery of the flea in veterinary naci Antonij Herculis, Roma, 1691. Vol. medicine II, pp 60-65. F. S. BODENHEIMER, Materialen zur The interest in the flea as a parasite of do- Geschichte der Entomologie bis Linné. mestic animals (dogs and cats) greatly in- Junk, Berlin, 1928. Band 1, pp 378-379. creased in the 70’s and 80’s when major D. CESTONI, Letter to Martin Lister. No. pharmaceutical concerns discovered the 249. Philosophical Transactions of the existence of a huge market for products Royal Society. London, 21: 42-43, 1699; intended to control fleas in small animals. Lettera all’Illustriss. Sig. Giambattista The interest in this field has generated a Andriani nella quale si dà notizia della great impulse, also taking advantage of nuova scoperta dell’origine delle Pulci the availability of the electron micro- nell’uovo. Padova 3 gennaio 1711. In: A. scope, to depict the flea for scientific, di- VALLISNIERI. Opere Fisico-Mediche. dactic and promotional purposes. Venezia. Sebastiano Coleti, 1733, Tomo Through the use of these techniques, 1, pp 212-214. thousands of microphotographs have been R. HOOKE, Micrographia; or some physi- effected to celebrate the very many ological description of minute bodies species of fleas in every manner and bio- made by magnifying glasses. With obser- logical phase. The saga of the depiction vations and inquiries thereupon…. Jo of the flea, which really began during the Martin and Ja Allestry, London, 1665. Aztec era, continues. R. RONCALLI AMICI,Ì. La storia della pul- ce nell’arte e nella letteratura. Parassi- tologia. 46: 15-18, 2004. BIBLIOGRAPHY P. L. SIMOND, La propagation de la peste. Ann. Inst. Pasteur. 12 : 627-687, 1898. U. ALDROVANDI, De animalibus insectis J. WODDERBORNIUS, Quatur problematum libri septem, cum singulorum iconibus ad quae M. Horky contra Nantium Sidereum viuum expressis. Autore Ulysse Aldrovan- de quator planetis novis disputanda pro- do in almo Gymnasio Bono: rerum natu- posuit, confutatio. Patavii, 1610. ralium professore ordinario….Cum indice A. E. J. YERSIN, La peste bubbonica à copiosissimo. Bonon.: apud Ioan Bapt. Honk-Kong. Ann. Inst. Pasteur. 8: 662- Bellagambam. 1602. Liber V, Cap. VI, pp 667, 1894.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ALLE ORIGINI DELLA MODERNA ZOOTECNIA: LA FATTORIA DI ALBERESE DEI LORENA ALLA FINE DEL XIX SECOLO LIA BRUNORI CIANTI, LUCA CIANTI SUMMARY AT THE SOURCES OF MODERN LIVESTOCK PRODUCTION SYSTEMS: THE LORENA FARM OF ALBARESE AT THE LATE OF 19TH CENTURY The authors have been analysing the project of breeding development of the farm-model of Al- berese through an unpublished documentary source realized in the late 19th century and con- served in the State Archives in Florence. This project has revealed interesting factors of inno- vation and the entrepreneurial organization of the owners, the Lorena, last Granduchi of Tus- cany. Such elements are connected to the historical-economic context of the age to show the high level of development of this project absolutely in the lead of the modern zootechnic sci- ence. The project contains a careful analysis of the agricultural production in the farm and a detailed search an bovine races. On all theese informations it is decided the project of the breeding. The program is completed with a meticulous structural job and cost analysis for the realization of the plan offering elements of reflection on the level of zootechnic science of age.

La diffusione delle idee fisiocratiche che l’acquisizione delle due grandi tenute attribuivano all’agricoltura il ruolo fonda- grossetane della Badiola e dell’Alberese mentale nella nuova società governata dai sulle quali si concentrò l’interesse lorene- princìpi liberisti, permise al governo illu- se per la sperimentazione di una moderna minato dei Lorena, subentrati ai Medici gestione agraria che rappresentasse per i nel reggimento della Toscana dal 1737 al letargici e scoraggiati latifondisti locali 1859, di sviluppare un innovativo rilancio un esempio di moderna imprenditoria delle attività agricole. A ciò contribuì l’i- agraria.2 stituzione dell’Accademia dei Georgofili In questo contesto assumono particolare che, nata a metà Settecento, fornì l’indi- significato le esperienze sviluppate nella spensabile supporto tecnico-politico faci- fattoria-modello dell’Alberese che, già fin litando la conoscenza e la diffusione dei dal XVI secolo aveva acquisito una pro- nuovi criteri elaborati a livello europeo.1 pria fisionomia aziendale. La tenuta si Tali idee furono alla base del riformismo estendeva per oltre 6.640 ettari, risultanti di Pietro Leopoldo (1765-90) che intra- dall’unione della Commenda dei Cavalie- prese bonifiche degli acquitrini e la rea- ri di Malta con l’azienda della Banditella, lizzazione di fondamentali infrastrutture posti a sud del fiume Ombrone ed affac- stimolando i nobili proprietari terrieri ad ciati sul mare.2 Al momento dell’acquisto, innovare le proprie aziende con la speri- la fattoria presentava le tipiche caratteri- mentazione di nuovi sistemi. stiche della tradizione agraria maremma- Continuò la sua opera il nipote Leopoldo na incentrata sul “campo ad erba” nella II (1824-59) che dal quarto decennio del- pianura, circondato da acquitrini, incolti a l’Ottocento in poi iniziò, in veste privata, pastura e macchie cedue; predominante una serie di investimenti terrieri che lo era l’arcaico sistema della coltivazione portarono ad acquisire un vasto patrimo- cerealicola e lo sfruttamento brado del nio personale ottenuto sia da privati che bestiame. In questo contesto di immobili- dal demanio statale e concentrato soprat- tà Leopoldo II e poi Ferdinando IV, il tutto nelle aree più emarginate della To- mancato Granduca, introdussero ampie scana.1 innovazioni inerenti opere di bonifica Durante la ripresa delle bonifiche marem- idraulica ed agraria che comportarono l’e- mane, tra il 1833 e il 18451, si colloca spansione dei coltivi, l’introduzione di 397 moderni macchinari ed un attento proces- interesse verso la zootecnia, allora in so di selezione ed introduzione di nuove “profondo rosso” poiché gravemente di- razze nel patrimonio zootecnico. Que- pendente dalle importazioni sia per nume- st’ultimo aspetto, in linea con gli avan- ro che per qualità. Per questi motivi il guardistici indirizzi dell’Accademia dei professor Bianchini sente la necessità di Gerogofili, che diffondeva le scelte pro- introdurre il suo studio lamentando che duttive dei paesi più progrediti,3 si rivela Per nessuno dei stati europei è tanto spro- particolarmente interessante in quanto at- porzionata la statistica tra l’esportazione tentamente documentato in una relazione e l’importazione del bestiame come per inedita conservata nell’Archivio di Stato l’Italia; quindi si spinge ad un’analisi del- di Firenze e denominata “Piano pell’alle- le cause della situazione individuandone vamento del bestiame all’Alberese”.3 tre motivi: Tale progetto fu commissionato al Profes- 1. poca e poco razionale coltivazione sor Bianchini di Zara che realizzò altri del bestiame piani per la bonifica idraulica e fondiaria, 2. gran numero di città sulle quali vi so- per i prati artificiali, per le colture arboree no abitanti i quali si nutrono con specializzate e per la pineta.4 Questo stu- molta carne dio risale al 1894, anno nel quale Albere- 3. poco diffusa coltivazione dei foraggi se fu interessata ad un ulteriore e podero- Indubbiamente il primo punto definisce so intervento di bonifica dovuto alla si- un quadro sconfortante della zootecnia tuazione estremamente critica del luogo a italiana testimoniando come l’interesse causa di ripetute recrudescenze malariche scientifico per questa disciplina, non- verificatesi negli anni ’70 e ’80 che colpi- ostante lo sviluppo di alcune esperienze a rono quasi tutti i dipendenti.5 Rispetto alla livello individuale, non riuscisse a trovare situazione di partenza i coltivi furono no- applicazioni pratiche su ampia scala.8 tevolmente aumentati così come fu incre- Il secondo punto si presenta come una va- mentato il patrimonio zootecnico 6 che lutazione che pecca di forte soggettività vedeva nell’allevamento brado dei bovini ma che indubbiamente, se letta in una lu- di razza Maremmana il principale indiriz- ce relativa alla disastrosa condizione ali- zo produttivo. mentare delle masse sociali nei secoli Il “Piano dell’allevamento” è costituito da precedenti, rappresenta il germe di una otto fascicoli formati da un numero varia- disponibilità nuova dell’offerta nutrizio- bile di fogli (in totale 90) nei quali vengo- nale che vedrà, sessant’anni più tardi, no puntigliosamente esaminati, anche at- l’affrancamento definitivo dal problema traverso dettagliatissime tavole, le qualità dell’iponutrizione come fenomeno socia- dei foraggi, le nuove razze da introdurre, le. Tuttavia in un periodo in cui l’ esigen- l’allevamento e la progressiva eliminazio- ze dietetiche erano ancora afflitte dall’in- ne dei bovini maremmani, i calcoli per le disponibilità di sufficienti quantitativi di spese e le rendite per almeno ventitre an- cerale e dal prevalere, nella dieta della ni, il fabbisogno per la costruzione di maggior parte della popolazione, della fa- stalle per 60, 100, 210 vaccine ed infine rina di mais o di castagne su quella di fru- un progetto per la realizzazione di un ca- mento, appare improbabile che città po- seificio e per l’approvvigionamento di polate di sottoproletariato potessero con- macchinari.7 dizionare, con la loro richiesta di carne, la Questo scrupoloso e consistente lavoro di zootecnia italiana. analisi e riorganizzazione dell’azienda na- Il terzo punto è uno degli elementi che sto- sce come conseguenza della riflessione ricamente hanno condizionato lo sviluppo sulla grave crisi attraversata dall’agricol- della bovinicoltura. La coltivazione di fo- tura italiana nel XIX secolo quando la ca- raggi per sfamare i bovini toglie terra che duta dei prezzi agricoli stimolò un nuovo potrebbe produrre alimenti vegetali per sfa- 398 mare gli uomini e nel XIX secolo la lotta L’approccio riservato nel “Piano” alla ri- per strappare al suolo terreni coltivabili era conversione zootecnica della tenuta rap- aspramente combattuta. Ciò nonostante al presenta un esempio di rara razionalità finire di quel secolo l’esplosione delle co- solidamente posato su considerazioni municazioni veloci meccanizzate si presen- tecniche che costituiscono uno dei primi ta come un fattore nuovo e non previsto ed esempi in Italia di applicazione su vasta apre le porte alla “globalizzazione”: il pri- scala dei concetti della zootecnia scien- mo risultato è l’arrivo di grandi quantità di tifica. cereali dall’America e dalla Russia con Il presupposto dell’intero programma è la conseguente crollo del loro prezzo di mer- rigida autarchia alimentare dell’alleva- cato. La coltura cerealicola non era più mento e quindi l’analisi del Bianchini ini- conveniente per i grandi latifondi della Ma- zia con un dettagliato esame delle poten- remma ed ecco che si rende necessario tro- zialità trofiche dell’azienda impegnandosi vare nuovi impieghi per recuperare la pro- sia nel meticoloso recupero delle coltiva- duttività di quei terreni e l’allevamento del zioni marginali che dei prodotti residuali. bestiame all’Alberese si presenta come il Le disponibilità dell’Alberese sono cosi più lucroso di tutti i rami d’agricoltura. sintetizzate:

1 Fieno di prati irrigui Da Quintali 72.100 a 96.200 2 Paglia Da Quintali 25.200 a 34.800 3 Foglia Da Quintali 1.900 a 3.800 4 Rapi e patate Da Quintali 35.000 a 50.800 5 Trifogliacee e leguminose Da Quintali 10.000 a 14.460 6 Foraggio acidulo Da Quintali 23.300 a 32.700 7 Grani Da Quintali 9.050 a 15.560 TOTALE Da Quintali 174.850 a 246.120

È da notare come sia la paglia che la fo- dettagliata trattazione. Le foglie erano rac- glia sono utilizzate a scopo alimentare e colte in autunno e principalmente sommi- la seconda viene presa in considerazione nistrate fresche, sebbene fosse in uso an- nonostante che l’esigua quantità (circa che conservarle secche o fermentate per 1,5% della disponibilità di alimenti) assu- l’alimentazione invernale. In pratica si rac- mano nell’economia della razione un si- coglieva foglia di tutte le piante ma princi- gnificato trascurabile. Degna di nota è in- palmente erano “frondati” l’acacia, l’olmo vece la grande quantità di rapi e patate e il pioppo mentre le foglie di salice erano (circa il 20% delle disponibilità) che sicu- utilizzate per i noti fini terapeutici. ramente vanno ad integrare per l’aspetto Anche l’utilizzo della patata deriva dalla energetico la scarsa disponibilità di gra- bassissima incidenza del costo della ma- naglie per altro costituite da avena, mais e nodopera. Fino ai primi anni del 1900 si fava (per ordine di quantità). Una disponi- utilizzò anche la parte epigea della pianta bilità di alimenti molto lontana dalle at- ma tale uso fu avversato dagli zootecnici tuali ma perfettamente adattabile ai con- poiché iniziarono ad aver coscienza della cetti di nutrizione zootecnica che hanno sua tossicità ed anzi anche la sommini- invalso fino al secondo dopoguerra e che strazione della buccia veniva sconsigliata derivavano dalla bassissima incidenza del nei bovini.10 La patata all’Alberese era de- costo della manodopera. stinata principalmente ai maiali ma una Tipico esempio è l’uso della foglia che an- certa quantità la si riservava anche per in- cora nel 1927 Faelli 9 asserisce essere dif- grassare i bovini: rigorosamente lavata, fusissimo tra gli allevatori e gli riserva una cotta a vapore, e schiacciata. 399 I rapi, altra voce importantissima in senso Da quest’ultimo si recupera il calcolo ponderale per le disponibilità dell’azienda, economico della razione fino alla defini- comprendevano una serie di radici principal- zione del costo delle varie componenti e mente le barbabietole: non risulta chiaro co- così sappiano che all’epoca il rapporto me fossero utilizzate poiché all’epoca ne esi- del valore di un Kg di zuccheri, uno di stevano molte varietà: di alcune si utilizzava grassi e uno di proteine era di 1:2:3. solo la foglia, di altre la foglia e la radice, di Ma ancor più appare interessante la valu- altre ancora solo la radice ma in ogni caso tazione del costo di alcune razioni l’utilizzo della radice prevedeva che fosse (esemplificate e riportate a 1000 kg di affettata sottilmente onde evitare il “soffo- peso vivo) da cui si apprende che l’erba camento” (occlusione esofagea e conse- verde, oltre ad essere il miglior alimento, guente morte per meteorismo ruminale era anche quello a miglior mercato co- acuto) degli animali. La somministrazione stando solo 1,5 centesimi di £ al Kg me- delle barbabietole avveniva mischiandole no della paglia e della pula che costava- al fieno e alla paglia ed erano considerate no 2 centesimi. La granaglia, da sommi- dotate di un alto potere galattogeno. nistrarsi sempre e solo frantumata, varia- All’Alberese erano previsti due regimi va dai 12 centesimi del mais ai 20 del alimentari: uno estivo di 165 giorni ed grano (questo dato si riflette direttamen- uno invernale di 200 giorni. L’alimento te, per l’alimentazione umana, sulla dif- per eccellenza era considerata l’erba fre- ficoltà di compensare una dieta quasi sca ed a questa si rapportavano gli altri monotematica basata sull’uso della fari- alimenti per definirne il valore nutritivo. na di mais). In sostanza c’erano due categorie: i forag- Dai riferimenti di cui sopra è facile calco- gi con grande capacità nutritiva in poco lare che il costo di una razione per una volume e quelli con molto volume e poca bovina di peso medio di 500 Kg poteva capacità nutritiva. variare da 75 centesimi ad una lira. Questi erano i criteri per stabilire la po- Si crede opportuno riproporre, a titolo tenzialità trofica dell’azienda e calcolare esemplificativo, alcune razioni estive ela- le razioni basandosi su dati pubblicati dal borate per l’Alberese considerando che le Prof. Wolff e quelli, di poco dissimili del produzioni medie delle vacche si aggira- Prof. Kühn. vano tra i 35 e i 45 quintali a lattazione.

1° esempio 2° esempio 1 50 Kg di erba di prati verdi valore £ 0,75 66 /2 Kg di erbe di prato valore £1.00 1 8,5Kg di paglia di avena valore £ 0,17 6 /2 Kg di avena frantumata valore £0,98 1 6,5Kg di granturco frantumato valore £0,78 3 /2 Kg di paglia formento valore £0,07 Totale £1,70 Totale £2,05 3° esempio 4°esempio 50Kg di sulla verde o trifoglio valore £0,60 60Kg granoturco verde valore £0,60 5Kg di formento frantumato valore £1,00 40Kg di trifoglio verde valore £0,48 2Kg di pula di formento valore £0.04 2Kg di pula valore £0,04 2Kg di granturco frantumato Valore £0,24 2Kg paglia di formento valore £0,04 1 6 /2 di paglia di formento valore £0,13 4Kg di fava frantumata valore £0,32 Totale £2,01 Totale £1,48

400 Nel valutare queste razioni si consideri come minimo la seguente sostanza secca che le tabelle del tempo consideravano (SS) per i foraggi verdi: Si tratta di percentuali di SS nettamente Erba de’ prati 12,4 inferiori a quanto mediamente considera- to oggi dagli alimentaristi e ciò, quindi, Sulla 18,6 penalizza il valore della razione ma se Gran turco verde 13,2 proviamo a elaborare la razione in base a Medicago sativa 16,5 dati medi attuali per il territorio della Ma- Lupinella 10,6 remma otteniamo i seguenti dati:

Razione Sost. Secca/kg Pg/ss % UFL Amido 1 24,18 8-9 0,77 16 2 23,45 10-12 0,80 17 3 23,43 11-11,50 0,76 18,50 4 28,90 12,5-13 0,82 10,40 È vero che non tutte le razioni appaiono Il lavoro dei buoi, nonostante che anche in equilibrate, si evidenzia il dato della SS Maremma iniziassero ad apparire le prime nella n°4 e il rapporto Pg/ss della prima trattrici a vapore appariva insostituibile e (indiscutibilmente la più povera) ma in- quindi la loro presenza e la loro produzio- dubbiamente si tratta di razioni perfetta- ne non era abbandonabile, per tanto dove- mente in grado di coprire le necessità nu- va essere mantenuto un nucleo di vacche tritive di quegli animali sia per gli aspetti brade che, per diminuire la forte mortalità produttivi che plastici. Gli elementi critici al parto, sarebbero state aiutate, nei mesi sorgono su due aspetti: invernali, con razioni di foraggio. Quindi 1. non esisteva ancora il concetto di di- pur riducendo i buoi a soli 100 capi, con- geribilità della fibra 11 e quindi si ec- siderato che le rimonte non sarebbero sta- cede nell’uso della paglia e della pu- te utilizzate fino al terzo anno di età e che la, pur considerando la necessità di non si ottenevano più di 65 parti/anno per compensare l’erba fresca 100 vacche, la residua mandria di marem- 2. non si ha certezza della reale inge- mane sarebbe stata di 258 capi. Il resto dei stione e quindi della possibilità di bovini allevati doveva essere progressiva- una forte capacità selezionatrice da mente sostituito con animali stabulati a parte degli animali così i rapporti tra vocazione prevalentemente lattifera e allo gli alimenti divenivano di fatto alea- scopo vennero scelte quattro razze, tutte di tori e molto probabili le disomoge- origine non nazionale poiché in Italia si neità di razione tra le singole bovine allevavano, secondo l’improbabile tesi so- e frequenti disturbi della funzione stenuta nel “Piano”, poche razze pure: la ruminale. Pugliese (simile alla Maremmana), la Car- Ipotizzate le razioni e stabilite le poten- magnola (in Piemonte), la Svizzera (in zialità produttive della tenuta, con buon Lombardia dove però era frequentemente margine precauzionale, non rimaneva che incrociata con la tirolese). Dunque le raz- definire le razze da introdurre, quelle che ze da introdurre saranno: l’Olandese, la meglio potessero sfruttare gli alimenti Svizzera, la Simmenthaller, la Müllthaller. prodotti trasformandoli in latte e carne. L’Olandese, al tempo conosciuta anche A quel tempo il patrimonio di bovini dell’ come razza di Amsterdam, appare come Alberese era costituito da 624 capi (di cui una scelta razionale nell’ottica di promuo- 343 vacche adulte e 121 buoi da lavoro), vere la produzione del latte. Il redattore tutti rigorosamente di razza maremmana. del “Piano” è ben cosciente che si tratta di 401 una razza esigente dal punto di vista nutri- cittadina oggi tedesca, dove nel favorevo- zionale ma capace di grandi produzioni: le periodo autunnale si potevano acquista- se la media per lattazione risulta di 3500 – re primipare a 5/600 marchi e manze gra- 4500 kg, registrando punte fino a 6000, e vide di 2/2,5 anni per soli 300/360 mar- l’attitudine alla caseificazione era stimata chi. Considerando che le prime prove di in 8/12 per Kg di formaggio. Il peggior mungitura effettuate dal “Libro Genealo- difetto dell’Olandese era identificato nella gico della Frisia Tedesca” 12 risalgono al sua suscettibilità alla tubercolosi. 1896/97, è interessante valutare i dati sul- Il miglior mercato di questo bestiame è la produzione dell’Olandese in rapporto reputato quello di Wecner, vicino a Leer, alle quattro razze prescelte.

Produzione Quanto Prodotto Ogni Peso vivo butirro annuo 100 Kg peso del corpo annua di latte contiene complessivo vivo danno il latte di butirro all’anno Latte Butirro Kg Kg Kg Kg Kg Kg Olandese 600 4000 3 120 665 20 Svizzera 600 2700 3,60 97 450 16,2 Simmenthaller 550 3500 3,80 135 640 24,2 Müllthaller 350 3000 3,80 114 860 32,6

La razza Svizzera o Schwijzer o Svitta fera ideale, nel piano si ritiene che i ma- come si storpiava in tutta la Toscana all’e- schi, però, avrebbero potuto produrre otti- poca, era in piena evoluzione. Il processo mi buoi, tali da sostituire i maremmani di miglioramento della razza fu iniziato con un evidente plus valore. praticamente intorno al 1880 e considera- La razza Simmenthaller, ovvero la Sim- to concluso solo nel 1922, ma come la- menthal, stava esplodendo in quegli anni. mentava il Prof. Giuliani della Facoltà di In Svizzera nel 1888 furono istituiti ben Agraria dell’Università di Firenze, la se- due sindacati di allevamento e ben presto lezione fu eminentemente morfologica in- fu la razza dominante in quel paese men- fatti si consolidò la conformazione, il ti- tre si estendeva alla conquista dell’Euro- po, la robustezza e il mantello ma non si pa, soprattutto dell’ est. In Toscana era già curò la definizione di famiglie con una presente dal 1870 nella Reale Tenuta di spiccata attitudine lattifera,13 Di fatto i da- Coltano e importanti nuclei di selezione ti forniti dal Prof. Bianchini indicano l’e- erano stati introdotti in Mugello, nella Val sistenza ancora di tre tipi: grande, medio d’Elsa e nella Val di Nievole, quindi la e piccolo e le vacche appartenenti a que- sua presenza all’Alberese era quasi d’ob- st’ultimo sono indicate come le più latti- bligo. Il nostro zootecnico non mostra pe- fere ma con soli 2700 kg a lattazione. rò un particolare amore per questa inva- Queste vacche avevano un peso da adulte dente razza fino a metterne in dubbio l’in- di circa 400 Kg in sintonia con i dati dif- discussa qualità della triplice attitudine fusi nel 1897 dai Consorzi Svizzeri di Al- (latte, carne, lavoro), anzi afferma che levamento (consociatesi in quell’anno) e queste bovine non sono adatte agli incroci sostanzialmente in accordo con lo stan- con le nostre razze per la produzione di dard di razza diffuso dal Ministero del- vacche da latte e soprattutto di buoi da la- l’Agricoltura e Foreste Italiano nel 1938 ( voro. Comunque nel Granducato di Ba- 500 Kg per vacche con 6-8 incisivi per- den e nel Miesback si potevano fare buoni manenti). Se la Svizzera non era una latti- acquisti di ottimi capi (ma la maggior im- 402 portazione arrivava dall’ Ungheria e Rus- rapporto tra tori e vacche e tra vacche e sia con capi di minor pregio) a prezzi non redi e quindi, nel 1902, l’avventura ma- certo concorrenziali se confrontati con remmana di quella razza alpina doveva quelli praticati per l’Olandese: da 500 a già considerarsi conclusa. 1000 marchi per una primipara, ovvia- Ciò è sintomatico del destino dell’intero mente in funzione del peso. “Piano” che non ottenne il successo spe- La razza Müllthaller costituisce la scoper- rato e naufragò nel giro di pochi anni in- ta, indiscutibilmente originale, del Profes- fatti l’analisi della situazione economi- sor Bianchini che la definisce un tipo del- co–sociale, idonea per i sistemi di condu- la così detta Schechige Vich. E’ evidente zione capitalistica delle aree europee più che si fa riferimento alla Mölltaler come sviluppate, non poteva trovare uguale ap- veniva definito fino al 1925 un tipo di plicazione nella realtà maremmana. La Pinzgauer allevato prevalentemente nella forza lavoro umana non viene considerata zona del Mölltal, Drautal, Geiltal e Liser- nell’analisi che privilegia l’aspetto mec- tal in Carinzia e attualmente identificato canizzato ed ignora come i sistemi di re- con la Pinzgauer.14 Si trattava di animali clutamento e di gestione paternalistica di taglia assai minuta (300/400 Kg le vac- della manodopera, introdotti a suo tempo che, 500/700 Kg i tori) con produzioni da Ferdinando IV Lorena, si scontrassero lattee modeste: 2000/2800 Kg per latta- con le nascenti rivendicazioni delle masse zione ma che probabilmente avevano af- lavoratrici sempre più turbolente e pronte fascinato il Professor Bianchini per la lo- all’utilizzo dell’arma dello sciopero.16 Ciò ro rusticità e per la loro capacità di adat- innescò la conclusione prematura di quel- tarsi a nuove condizioni. Anche i calcoli l’esperienza, infatti la necessità di sosti- teorici, che risultano dalla precedente ta- tuire la conduzione diretta con la mezza- bella sulle performance della quattro raz- dria, introdotta nel 1901,17 travolse il pro- ze prescelte, dovevano aver allettato non getto di basare l’assetto zootecnico azien- poco il professore infatti, teoricamente, la dale sulla produzione e la trasformazione bovina austriaca mostrava il più favorevo- diretta del latte. La dotazione di bestiame le rapporto produzione/peso vivo (parten- nei nuovi corpi poderali, le cui superfici do però da una previsione di produzione (di circa trenta ettari di media) erano cal- annua francamente ottimistica) . colate per uno sfruttamento intensivo del Nonostante ciò l’acquisto delle Mölltaler suolo agrario, era basata su animali da la- non fu portato a compimento come previ- voro poiché i progetti di meccanizzazione sto infatti nel 1902 era presente un grup- erano stati superati dalla parcellizzazione po di bovini così composto: mezzadrile. Inoltre la prevista lavorazione del latte in una unità centralizzata avrebbe Tori Vacche Vitelli Vitelle comportato ulteriori problemi di traspor- Pinzgauer 2 7 9 6 to, d’impianto e di gestione difficilmente Innthaler14 3 5 7 8 risolvibili. A ciò si aggiunga che un’ali- mentazione esigente dal punto di vista e di questo gruppo si proponeva la rapida energetico e proteico come quella delle vendita poiché i vitelli erano piccoli e bovine lattifere si scontrava con le neces- macilenti e chiaramente non concorren- sità di sostentamento delle famiglie che ziali con la rusticità dei maremmani men- vivevano sul podere. Non ultimo bisogna tre le vacche avevano una produzione di considerare che nell’unità mezzadrile latte così bassa da non giustificare il loro l’allevamento di animali con breve ciclo mantenimento.15 In realtà l’eliminazione era preferito rispetto al bovino poiché delle Pinzgauer doveva già essere iniziata fonte più immediata di reddito. (per vie commerciali o per mortalità) poi- Infine l’incalzare degli eventi non consen- ché risulta evidentemente squilibrato il tì nemmeno di condurre a termine, in 403 tempi opportuni, la sperimentazione del Si ringraziano per la preziosa collabora- piano e gli inevitabili errori di progetta- zione Dott. Herbert Lang e Dott. Mauro zione rimasero tali senza possibilità di Braga. correzione. Così la scelta delle nuove raz- ze evidenziò solo gli aspetti negativi co- me nel già citato caso della Mölltaler; NOTE l’Olandese si rivelò inadeguata all’esigen- ze della mezzadria, tanto che bisognerà 1 Per l’argomento cfr. D. BARSANTI, Ca- attendere ancora un mezzo secolo per la ratteri e problemi della bonifica marem- sua definitiva affermazione nel panorama mana da Pietro Leopoldo al Governo zootecnico italiano; i buoi prodotti con la Provvisorio Toscano, in AA.VV., Agricol- Svizzera non potevano competere con tura e società nella Maremma Grossetana quelli delle razze bianche tradizionali to- dell’800, Firenze 1908, pp. 39 e segg. scane sui duri terreni della Maremma né 2 Leopoldo II acquistò, al prezzo di su quelli altrettanto difficili dell’Appenni- 1.113.757 £ la tenuta di Alberese (5.295 no, dove erano spesso esitati; la Simmen- ettari) nel 1839 dal Demanio cui era tor- thal non poteva sviluppare, in quel conte- nata dopo la sua concessione a livello ai sto, la propria potenzialità di razza a tri- Principi Corsini, seguita alla confisca na- plice attitudine e come lattifera era troppo poleonica. Nel 1853 vi unì la Fattoria del- ingombrante per le stalle poderali. Anche la Banditella (1.284 ettari) pagata l’aspetto alimentare non rispettò le previ- 226.000 £ ed infine, nel 1855, la serrata sioni: i dati a disposizione a quei tempi Michela degli Stefanopoli di Grosseto, erano insufficienti per soddisfare con cal- estesa 64 ettari ed acquistata per 18.555 coli teorici le necessità nutrizionali di ani- £. Nel 1915 gli eredi di Ferdinando IV mali con esigenze metaboliche così diver- predisposero le vendite della Fattoria al se e soprattutto era miope il progetto di Duca Pietro Lante della Rovere ma, a se- costringere in condizioni di stabulazioni guito della vicenda bellica, la cessione animali abituati ai pascoli alpini o subal- non potè effettuarsi e lo Stato italiano pini come le Mölltaler. espropriò, nel 1923, questi beni perché Anche le leggi del mercato si rivelarono proprietà di sudditi nemici e li diede in ostili a queste innovazioni tanto che nel gestione all’Opera Nazionale Combatten- 1902 si riconosce che i vitelli che nasco- ti. (Cfr. D. BARSANTI, L. ROMBAI, I Lore- no, per quell’abitudine che hanno i nego- na imprenditori agrari nella Maremma zianti di comprare esclusivamente i pro- dell’800. latifondo, gran coltura mecca- dotti della nostra razza Maremmana, dif- nizzata e mezzadria all’Alberese e alla ficilmente vengono esitati, tuttal’più a Badiola in: G. COPPOLA (a cura di), Agri- prezzi bassi.18 Così che le spese erano su- coltura e aziende agrarie nell’Italia Cen- periori all’entrate! tro-Settentrionale (secoli XVI-XIX), Atti Nonostante la misera sorte che toccò a convegno di Trento 4-6 giugno 1981, Mi- questo coraggioso “Piano” rimane inalte- lano 1983, p. 542). rata la valutazione del suo valore tecnico 3 ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE (d’ora in per la metodologia utilizzata che al di là poi A.S.F.), Asburgo Lorena 110 (I, A delle limitazioni della conoscenza scienti- 227), Piano pell’allevamento del bestia- fica del tempo, imposta un sistema speri- me all’Alberese. mentale che rifugge da derive utopistiche 4 D. BARSANTI, L. ROMBAI, I Lorena im- per valutare su dati oggettivi, estratti da prenditori…, cit., pp. 556. esperienze di dimensione europea, la pos- 5 Idem, p. 548. sibilità di superare la crisi dell’agricoltura 6 Idem, Tab. 1, p. 560 e Tab. 2 p. 562. che per gran parte del XIX secolo afflisse 7 La trascrizione dell’intera relazione è la redditività delle nostre campagne. disponibile presso gli autori. 404 8 L’Esposizione fiorentina del 1857 mo- 14 L’Innthaler è un tipo di Pinzgauer pro- strò un panorama variegato e significativo veniente dalla vallata tirolese dell’Inntal dei nuovi indirizzi zootecnici sviluppati e con caratteristiche molto simili alla nelle Aziende del Principe Demidoff, del Mölltaler. Granduca, e dei principali aristocratici to- 15 A.S.F., Asburgo Lorena 6, Proposta di scani, cfr. D. BARSANTI, Allevamento e vendita del bestiame vaccino di razza Inn- transumanza in Toscana: pastori, bestia- thaler e Pinzgauer che esiste in questa tenu- mi e pascoli nei secoli 15°-19°, Medicea, ta per maggior economia (A22 n°11/291). Firenze, 1987, pp. 79-85. 16 D. BARSANTI, Padroni e dipendenti nel- 9 F. FAELLI , Trattato di Igiene Zootecnica, le campagne toscane di fine Ottocento: i Milano 1927, p. 258. Regolamenti di Ferdinando IV di Lorena 10 Idem, p. 256. in ‘Rivista di storia dell’Agricoltura’ 11 Il concetto di digeribilità della fibra è 1985, 1, pp. 117-150. stato elaborato da P.J VAN SOEST, Nutri- 17 D. BARSANTI, L. ROMBAI, I Lorena im- tional ecology of the ruminant, Cornel prenditori… cit., pp. 555-556 e segg. University Press, USA, 1984. 18 A.S.F., Asburgo Lorena 6, Proposta di 12 T. BONADONNA , Zootecnia speciale, vendita del bestiame vaccino di razza Milano 1946, vol. I, p. 318. Innthaler e Pinzgauer che esiste in questa 13 Così riferisce Giuliani riportato da BO- tenuta per maggior economia (A22 NADONNA, Zootecnia…, cit. pp. 300 - 301 n°11/291).

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ANIMALI E RICERCA SCIENTIFICA: ORIGINE ED EVOLUZIONE STORICA-CULTURALE-SOCIALE E SCIENTIFICA CARLOTTA DI PIETRO, ANNAMARIA PASSANTINO, MARIA RACHELE RUSSO, MICHELE PASSANTINO

SUMMARY ANIMALS AND SCIENTIFIC RESEARCH: ORIGIN AND HISTORICAL CULTURAL-SOCIAL AND SCIENTIFIC EVOLUTION Animals and man have had continuing interactions throughout the history of the world, gradual- ly modifying the attitudes of human society also according to the different significances of the animals’ role during the various historical periods and environments. Nowadays, the de- bate on the use of animals for experimental purposes has struck the deep chords of the con- temporary culture thus influencing the collective imagination which is actually often unpre- pared for the revolution roused by science and ethics. In view of such considerations, the au- thors have thought it interesting to make a short historical excursus on animal experimenta- tion in order to highlight its developments during the different times and within the different philosophical, religious and cultural contexts.

Excursus storico Galeno, dopo aver eseguito egli stesso os- servazioni sul funzionamento delle strut- La sperimentazione animale ha origini ture anatomiche. Nel 1628 il medico in- antichissime. Il primo documento scritto, glese William Harvey, nel suo libro De attestante atti chirurgici compiuti su ani- motu cordis, acuì i forti dubbi esistenti mali dagli assiro-babilonesi, è stato ela- sulle teorie di Galeno e ribadì che la spe- borato intorno al 2000 a.C.. rimentazione sugli animali era necessaria Sembra che la vivisezione, ossia il taglio per la ricerca fisiologica, seguito, nel praticato su animali vivi allo scopo di stu- 1667, da Robert Hooke e, poi, nel 1733, diarne la struttura interna e gli organi, ri- da Stephen Hales. salga all’antichità greca. Nel ‘700, le ricerche condotte sugli ani- Nel 500 a.C., il medico Alcmeone di Cro- mali consentirono di scoprire, fra l’altro, tone si avvalse di questa tecnica. Nel 300 l’esatto processo di digestione, il rapporto a.C., studiosi della c.d. Scuola Alessandri- tra nervi e contrazione muscolare, il ruolo na (Erasistrato di Coo - Erofilo di Calce- dell’ossigeno e della pressione arteriosa. donia) fecero ricorso alla vivisezione per Nei primi dell’800, Francois Megendie approfondire le loro teorie fisiologiche. riuscì ad imporre drasticamente la superio- Tuttavia, questi primi approcci si configu- rità del metodo sperimentale al fine di poter rano come mera osservazione piuttosto spiegare i processi fisiologici. Il suo allievo, che come vera e propria sperimentazione. Claude Bernard (1813-1878), sostenne nel- Fu il medico greco Galeno, nel 129-210 la sua opera Introduction à l’étude de la d.C. ca., a compiere i primi esperimenti, medicine expérimentale l’utilità, per gli es- dimostrando, attraverso la legatura degli seri umani e per il progresso della medici- ureteri, quale fosse la via che conduceva na, della sperimentazione animale. l’urina dai reni alla vescica. La medicina sperimentale si sviluppò via Fino al tardo medioevo si trascurò la ricer- via sempre più in seguito alla scoperta del ca sugli animali e, a partire da tale epoca, vaccino contro la rabbia, effettuata nel si diffuse la tendenza a contestare l’eredità 1885 da Louis Pasteur e, soprattutto, dopo scientifica tramandata dagli antichi. la sconfitta della difterite. Nel suo testo di anatomia del 1543 De Nella seconda metà dell’800, la speri- umani corporis fabbrica, il Vesalio, infat- mentazione animale proseguì con ritmo ti, si discostò dal sistema anatomico di crescente consentendo la nascita dell’en- 407 docrinologia e la scoperta della cura del l’acquisizione di una visione più ampia diabete (somministrazione di insulina). che, da un lato, tenga in considerazione i Nel 1900 l’utilizzo degli animali a fini progressi della scienza e, dall’altro, pren- sperimentali si estese oltre i limiti della da atto dell’avvenuto cambiamento della fisiologia e della farmacologia divenendo, sensibilità della società moderna nei con- nella civiltà moderna, strumento indi- fronti degli animali. spensabile della ricerca scientifica.

Conclusioni Storia dell’opposizione alla sperimentazione animale La volontà di salvaguardare gli equilibri naturali e il corretto rapporto tra le creatu- Parallelamente ai riconoscimenti circa re viventi si deve tradurre nel dovere di l’utilità e l’efficacia, si sono diffusi movi- porre fine ad ogni strumentalizzazione menti di obiezione alla sperimentazione avente scopi meramente egoistici. animale. L’indebolimento della visione antropo- I critici della sperimentazione sugli ani- centrica e la conseguente consapevolezza mali si sogliono dividere in due gruppi: gli dell’importante ruolo affettivo, ludico e di abolizionisti e i riformisti. I primi sosten- sostegno svolto dagli animali che, in que- gono la tesi secondo la quale nulla, nean- sti ultimi anni, ha caratterizzato la cultura che il fine dell’approfondimento delle co- della società moderna, ha comportato il noscenze scientifiche, giustifica il sacrifi- superamento della concezione di animale cio di un essere vivente. I secondi, invece, alla stregua di mera res (così come conte- ritengono che la sperimentazione sugli nuta nell’art. 812 cod. civ.) ed il ricono- animali è ammissibile solo se si apportano scimento, anche dal punto giuridico, della opportuni cambiamenti metodologici. natura di essere vivente, senziente, in gra- Nell’ottica dell’opposizione, in Italia si è do di provare sofferenza e dolore. costituito il Comitato Scientifico Antivivi- sezionista, in Svizzera la Lega Internazio- nale Medici per l’Abolizione della Vivise- BIBLIOGRAFIA zione (LIMAV), nei Paesi Anglosassoni l’Association of Veterinarians for Animal L. BATTAGLIA, Etica e diritti degli animali. Rights, la Doctors and Lawyers for re- Universale Laterza, 1997. sponsible Medicine, la Psychologist for the P. C ANZIANI, M. FRITTOLI,F. PEZZA, Il ethical treatment of animals e così via. rapporto uomo - animale – ambiente: no- Inoltre, sono stati pubblicati vari libri che te storico – sociali ed etico – giuridiche. contestano la sperimentazione animale. Rassegna D.L.M.L., anno 15, n. 4. 1981. Nel nostro Paese, nel 1930, il dott. Agabiti T. GILLAND,O. HALL, Animal experimen- ha scritto un testo intitolato Il problema tation, good or bad?. London, 2002. della vivisezione e, successivamente, il T. REGAN,P. SINGER, Animals Rights and dott. Ciaburri pubblicò un libro dal titolo Human Obligations. Prentice- Hall, En- La sperimentazione sugli animali, entram- glewood Cliffs, 1976. bi di chiaro stampo antivivisezionista. P. R HODES, An outline of the history of Intorno alla metà degli anni settanta, il fi- medicine. Butterworths, 1985. losofo australiano Peter Singer e il filoso- N.A. RUPKE, Vivisection in historical per- fo statunitense Tom Regan, proposero un spective. Croon-Helm, 1987. nuovo modo di rapportarsi al mondo ani- G.RUSSO, Bioetica animale. Torino,1998. male, criticarono aspramente lo “speci- P. S INGER, Liberazione animale. Milano, smo” e posero le basi per il c.d. Movi- 1991. mento dei diritti degli animali. J. WEBSTER, Animal Welfare. Blackwell, In questi ultimi anni si è resa necessaria UK., 2002.

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THE INFLUENCE OF THE ITALIAN AGRONOMISTS IN THE VETERINARY MEDICINE IN MEXICO AT THE BEGINNING OF 20th CENTURY JUAN M. CERVANTES S., ANA M. ROMÁN C., EUTIMIO GONZÁLEZ L.

RIASSUNTO L’INFLUENZA DEGLI AGRONOMI ITALIANI SULLA MEDICINA VETERINARIA MESSICANA ALL’INIZIO DEL XX SECOLO. Applicando la metodologia della scienza della storia sociale dell’America Latina è stata con- dotta una ricostruzione storica dello stato della medicina veterinaria messicana all’inizio del XX secolo, in cui spicca la partecipazione di un gruppo di agronomi Italiani che era stato in- gaggiato dal governo Messicano per introdurre il modello agricolo francese: scuola – stazione sperimentale – rivista di divulgazione agricola - sindacato agricolo. Fin dal 1902 il Ministero dell’Agricoltura in Messico contemplava la creazione di stazioni sperimentali per l’agricoltura e manteneva contatti con Silvino Bonansea, italiano esperto di genetica animale. Fu così che dal 1908 sette stazioni in diverse zone del Messico furono aperte e arrivarono altri agronomi italiani come Mario Calvino (orticoltore), Giovanni Rossi (foraggicoltore), Gabriel Itiè (frutti- coltore tropicale), David Thomastis (esperto tessile) ed altri. L’influenza di questi agronomi italiani fu notevole, in aggiunta alle loro competenze in diversi settori delle scienze agricole, essi portarono con se le nuove tecnologie ed i metodi di investigazione più avanzati all’epoca, sostituendo la predominante influenza francese. Sebbene nessuno di loro fosse veterinario, get- tarono le basi della zootecnia che fu sviluppata anni dopo. Silvino Bonansea fu il vettore ester- no del progetto e fondò le stazioni di agricoltura, la loro organizzazione, le funzioni e le linee di ricerca. Dall’altra parte Giovanni Rossi sviluppo la tecnologia dei prati artificiali, l’insila- mento così come l’applicazione dell’elettricità alla produzione dei foraggi e dei cereali. Grazie all’influenza degli italiani la zootecnica fu sviluppata dalla medicina veterinaria messicana.

Introduction sons the porfirist government made sever- al decisions: 1) he was applied to a plan When General Porfirio Diaz exerted in of pacification under the slogan of 1875, Mexico was debilitated by more PEACE and PROGRESS; 2) it was con- than 50 years of fights and internal strug- sidered that the Mexican agriculturists gles, with little lapses of peace. This leaded such a dull existence and they agreed with the frank expansion of the were looses, reasons why the Mexican European and American capitalist coun- border was opened to any foreign that he tries. However, President Diaz, after some wanted to work by the progress of the political stratagems managed to impose a country; 3) it was decreed the revision of temporary atmosphere of stability, being animals and vegetables imported; 4) in- reflected in a certain national prosperity structions were turned so that the Consuls in all scopes. of Mexico abroad sent information on Starting off of a theory which it was a plants and animals susceptibles to be op- mixture of liberalism (that put emphasis erated in Mexico. The porfirist govern- in the modernization and the industrial- ment following the positivist current, he ization) with the dogma of Spencer (that took very serious the statement “The only proclaimed the survival of most capable) way to be able to raise the railroad of the the ideological founders of the Diaz`s progress is the education” he began to government showed scorn by the Indian give structure to the Mexican agricultural town and they projected to colonize the system taking to the education like angu- country with immigrants. For these rea- lar stone.1 409 During the porfirian period there was a tempts to open stations in Puebla, great activity; they imported to Mexico a Campeche and Jalisco, nevertheless, there great amount of animals (180.000 bovines; are no evidences of their existence. On the 40.000 pigs; sheep; goats, ostriches; hens; other hand, there are documents that men- bees; fish; etc.) inputs (fertilizing; insecti- tion to the experimental agricultural sta- cides); machinery (for milky; meat, wines; tions in Colima, Jalisco and Chiapas.4 conserves; perfumes; stripping machines; The Mexican experimental agricultural steam tractors; irrigation equipment; kites; stations were constructed having like nu- tubes against the hail; etc.). medicines (ar- cleus the Central Agricultural Station of senical; vaccines), forages and nutritional San Jacinto, in fact, according to some re- compositions (hay; siles; conserves; artifi- ports to the station plants arrived and na- cial prairies) technical agriculturists; cul- tional and foreign seeds and of the city of ture without earth; dry land culture; electro- Mexico were sent to the other four agricul- culture); vegetal species: grains (maize, tural stations, so it seems that there was wheat, oats); forest (eucalyptuses); textiles some type of synchronization since the (linen; ramie; cotton; henequen); ornamen- same culture was seeded in approximate tal plants (roses; chrysanthemus) vegeta- dates in the Central Agricultural Station, in bles (radish; onion; carrot, lettuce); forages the Station of Oaxaca, the Station of Rio (rye grass, lucerne, Guinean, brachiaria, Verde and the Station of Tabasco.5 sorghum, hegari); medicinal (cocaine), One of the most important factors of the fruit trees (lemon, orange, cherry; apple); conception, foundation and development during the porfiriat introduced a great of the experimental agricultural stations amount of inputs, nevertheless; the amount was the group of foreigners who arrived of agronomists and veterinarians was very to Mexico during the decade of 1900. little based on the demand.2 They developed a series of investigations, After a very difficult stage and of budget- same that would be pioneering within ary restrictions in 1906 the porfirist govern- Mexican agriculture. In its east majority ment raises some reforms and takes to the group was constituted by experts in dif- farming sector as point of the spear. For ferent areas.6 this reason they sent some professors to - Silvino Bonansea, expert Italian agrono- Europe, so that they observed the methods mist in livestock. He was perhaps the for- of agricultural education. A group made up eign personage who influenced more in of professors Gomez, Basurto, Contreras the establishment of the Mexican experi- and three more, later another group gone: mental agricultural stations, from 1902 Basiliso Romo and Lauro Viadas. These began to publish in the Bulletin of the trips persecuted in addition the hiring to Mexican Agricultural Society several arti- foreign professors to invigorate the educa- cles that turned on the experimental agri- tional personnel of the school.3 cultural stations. The news of its stay in It was then that in 1906 opened the experi- Mexico beyond 1916 is not had.7 mental agricultural stations. The first - Mario Calvino, Italian, expert agrono- which it was opened was the one of Juarez mist in horticulture, in 1912 was named City, annexed to the Particular School of head of the Division of Horticulture in the Agriculture, institution directed by the Central Agricultural Station of San Jacin- brothers Escobar, two years after it opened to. He developed several works: investi- to the Central Agricultural Station of San gation in feed crops, grasses, cereals, Jacinto, annexed to the National School of grain legumes, in floriculture, gardening Agriculture and Veterinary medicine. In and arboriculture, in fertilization. He was 1910 the stations of Rio Verde are opened, a very active personage in the spreading San Luis Potosi Oaxaca, Oax, and San of the agricultural techniques in many re- Juan Buenaventura, Tabasco. It were at- gions of Mexico. So it seems that one 410 went of Mexico in 1914 and it was in Cu- Experimental Agricultural Station of San ba by many years.8 Juan Buenaventura, Tabasco, where he de- - David Thomastis, Italian, expert agrono- veloped a great investigation in the adap- mist in textile cultures. It was working in tation of different varieties from tropical the Agricultural Station of Oaxaca, on fruit trees. Ytié remained in Mexico after 1913 founded the experimental field of the revolution, in 1918 he was the director tropical agriculture in Chahuites, located of the Experimental Agricultural Station in Tapanatepec, district of Juchitán, in the of San Juan Buenaventura when it gave coast of the Pacific, in which it was ex- his facilities and as of that moment the perimenting with several introduced tex- Regional School of Agriculture of Tabas- tile cultures. On the other hand, it made a co was based. So it seems that Ytié re- valuable study in which it found some mained time in Mexico still more.12 plants indigenous that they had potential - Ralph Summers, expert agronomist in like textiles. Unfortunately after 1915 agricultural chemistry, worked in the Ex- there are no longer reports or evidences perimental Agricultural Station of Oaxa- of which Thomastis remained in Mexico.9 ca, in the chemistry laboratory until Sep- - Giovanni Rossi, Italian, expert agrono- tember of 1913, approximated date in mist in forages, worked as of 1911 in the which resigned to his position and left the Central Agricultural Station of San Jacin- country. Summers before resigning made to, where it made some experiments in in Oaxaca several chemical proximal foragers cultures. In 1912, Rossi wrote analyses, which reported in the article: several articles in the Bulletin of the Main “Forages value”, in which he makes a directorate of Agriculture on the tech- comparison between some forages of nique of the electroculture, type of vege- Oaxaca with other so many of Europe.13 tal production whose variant is the use of - Franz Hiti, French agronomist, were as- the electricity, and according to evi- signed to the Central Agricultural Station dences, this method was proven success- of San Jacinto in 1908, where work in the fully in the “Property of Pathé”, in the area of agricultural chemistry, his works state of Mexico. Years later he wrote sev- appear in the Bulletin of the Main direc- eral articles on the silage`s technique of torate of Agriculture to 1912, which forages in the Agricultural Magazine in makes suppose that his stay in Mexico 1920. In fact, Rossi was the most influen- was very short.14 tial figure in the forage area.10 - To this select group of foreigners other - Leon Fourton, expert French agronomist names must be added: Ernesto Simonetto in agricultural chemistry, work in the that was working under the orders of Central Agricultural Station of San Jacin- Gabriel Ytie in the Station of Tabasco. Al- to, in where he was head of the Division berto Toth, aggregate in the area of of Chemistry in 1910, his made the first zoothecnic at the Central Agricultural analyses of soils, water, foods and air. In Station, and he made several studies on 1913 he wrote several articles in the Bul- forages. Danes Cassabosch, foreign vet- letin of the Direction of Agriculture erinarian, who wrote several articles of where he shows his experiences in the in- the area of zoothecnics.15 vestigation fields on the sugar cane. So it This group developed several investiga- seems that he emigrated of Mexico in tions, in which it is possible to observe 1914 and his laboratory was destroyed what professional and very experimented during the revolution in 1915, two years they were. During his stay in the Mexi- later was reconstructed and assigned to can agricultural stations they were adapt- the Main directorate of Agriculture.11 ing: techniques, team, animals and - Gabriel Ytié, Italian, expert agronomist brought foreign plants, but in addition in tropical fruit growing, worked in the recognized that in Mexico there were al- 411 so national material that had potential ina en la cuenca de México. Tesis Doctor- production, as it were the case of the cot- al. Universidad de Colima. Colima, Col. ton of indigenous climbing plant. Fol- México. 1999. lowing the same thought it is possible to 2 J. M. CERVANTES S., A. M. ROMÁN C., say that the Mexican agricultural stations Índice del Boletín de la Sociedad Agríco- were a true laboratory of agricultural ex- la Mexicana (1880-1914). Fondo reserva- perimentation.16 do. Facultad de Medicina Veterinaria y The Mexican revolution was a point of Zootecnia. Universidad Nacional Autóno- contact and of shock between political in- ma de México. 2001. terests, ideologies, values and different 3 A. ARMENTA, Historia de la Escuela Na- cultures, It was the confrontation between cional de Agricultura. Universidad porfirian modernity, authoritarian and ex- Autónoma Chapingo. México. 1992. cluding, and a new world of social neces- 4 J. M. CERVANTES S., J. J. SALDAÑA G., sities of different origin, that did not Las estaciones agrícolas experimentales know like integrating themselves to an al- en México (1908-1921) y si contribución ternative project. The destruction of the a la ciencia agropecuaria mexicana. En: J. porfirian social order as of 1913 happens J. Saldaña. La Casa de Salomón. La between confrontations armed.17 primera institucionalización de la docen- The decade of 1910-1920 is of stagnation. cia y la investigación científica. Publi- As of 1920 there is a slight recovery of cación del proyecto Papiit IN 308399. the Gross Internal Product, grows 1, 8% Facultad de Filosofía y Letras. Universi- between 1922-1928 annually. dad Nacional Autónoma de México, pp: From 1910 the revolution begins. The 196-226, 2004. most critical stage of this war was devel- 5 Ibidem oped in the central part of Mexico be- 6 J. M. CERVANTES S., A. M. ROMÁN C., tween the last principle and 1914 months 2001, cit. of 1916. During this period great part of 7 J. M. CERVANTES S., A. M. ROMÁN C., the activities of the field became para- Las estaciones agrícolas en México. San lyzed, that was him more frequent scene Jacinto, primer intento de investigación of battle, the livestock during this confla- agropecuaria. Imagen Veterinaria. 2 (1), gration underwent a serious reduction.18 3-7, 2002 (México). It went so when the Mexican revolution at 8 Ibidem. the end of 1914 began to deteriorate itself 9 J. M. CERVANTES S., J. J. SALDAÑA G., that select group of foreigners left Mexico cit. not to return. Nevertheless, it left a deep 10 J. M. CERVANTES S., A. M. ROMÁN C., track in agriculture and the Mexican live- 2002, cit. stock. Their writings are a trustworthy ev- 11 Ibidem. idence of the form as they produced foods 12 Ibidem. at the beginning of century 20th in the 13 Ibidem. Mexican field.19 14 Ibidem. 15 J. M. CERVANTES S., J. J. SALDAÑA G., cit. BIBLIOGRAPHY 16 Ibidem. 17 J. M. CERVANTES S., op.cit. 1 J. M. CERVANTES S., Evolución del 18 J. M. CERVANTES S., J. J. SALDAÑA G., conocimiento sobre los sistemas de ali- cit. mentación de la producción animal bov- 19 Ibidem.

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THE IMPORTANCE OF THE ANIMALS IN THE CONQUEST OF MEXICO (1519-1521) JUAN M. CERVANTES S., ANA M. ROMÁN C.

RIASSUNTO L’IMPORTANZA DEGLI ANIMALI NELLA CONQUISTA DEL MESSICO (1519-1521). È stata condotta una ricostruzione storiografica sul modo in cui gli animali abbiano contri- buito alla conquista del Messico da parte degli Spagnoli. Nella fase precedente la conquista i nativi Messicani avevano sviluppato una cultura in armonia con l’ambiente circostante, ave- vano una grande affinità per l’osservazione degli animali quali il fagiano ed il cane messica- no, ed in particolare degli insetti (cocciniglia, api senza pungiglione). Dall’altra parte gli spagnoli portarono con sè cavalli, cani, vacche, suini, pecore, capre e altre specie così come i loro sistemi di allevamento e le forme di associazionismo dei commercianti di bovini (mesta) e albeytars. Non vi è dubbio che in aggiunta alcune malattie trasmissibili all’uomo e agli ani- mali siano state introdotte, delle quali però non si hanno notizie precise. Il cavallo ed il cane rappresentarono una grande innovazione tecnologica militare, che i nativi non conoscevano, rafforzata anche dall’uso del bronzo, delle armi da fuoco e del ferro. Completata la conqui- sta, suini, pecore, capre e altro bestiame furono introdotti e incrementati, ciò determinò cam- biamenti nel paesaggio del Messico centrale, deforestando una estesa zona. Inoltre, un gran- de numero di animali si sparpagliò dalle aie ad una estesa superficie e si inselvatichì danneg- giando l’agricoltura locale. In queste condizioni nel Messico indigeno si sviluppò la produ- zione della cocciniglia, la seta ed il miele delle api senza pungiglione, mentre nei ranches spagnoli cresceva l’allevamento dei bovini, dei cavalli, delle pecore e delle capre.

Antecedents of the use of animals at the was always present in the daily life and pre-Hispanic time knowing that it was not possible to be done without them to some it considered According to the Hispanic sources and Gods or representations of these. It is why those of the first Spanish chroniclers; the these towns shaped the figure animal in Mesoamerican flora and fauna character- temples, murals and rocks. Also they were ized by their great diversity and abun- used like symbols to take a chronological dance. The Mexican cultures had a partic- registry of the facts and in general for all ular conception of the animals, very dif- the activities. In general the animals had ferent from the European.1 Before the conquest several gallinaceans grew up in Mesoamerica: hoccos, turkeys, pheasants, ducks, wood cocks, among others, that they were very tasty. The turkey was in the New Spain in the back of mountain ranges from the Isthmus of Panama to the New England. Thousands of birds grew up in the pens of the palaces of Moctezuma, the wild turkeys were greater than the domestic ones weighing until 40 pounds.2 The use of the animals in the pristine Mexican civilizations was characterized by a wide versatility. The animal figure Aztec giving a tribute to the Aztec king.10

413 ductive units of each village, district or ter- ritorial jurisdiction lost their link with the central system that unified them and repro- duced globally; were disarticulated, put un- der the demands and interests of the holder, backing down them to a stage previous to the emerging of the political organisms.5 All the indigenous populations began to endure a process of wearing down and weakening that incapacitated them to re- produce themselves. The tribute was transformed into concession, changing its amount and regularity, because of being a tribute of value in use it became a tribute of merchandise.6 From to be an efficient but limited ex- ploitation of the natural resources and the Colonial landscape10 territory, in four decades it was journeyed to an extension, gigantic and constant of different uses in the mexica civilization: a) new land, climates and natural resources in the feeding, b) in commerce, c) in the that when being combined with the intro- medicine, d) in rituals e) in religion, f) in duction of new plants, animals and tech- the recreation. In the pre-Hispanic time al- niques caused a deep transformation of ready were made practices related to the land and ecology, a spectacular develop- veterinary medicine and zootechnics. The ment of the productive resources and a necessity to feed, to maintain and to cure continuous economy and coarsely diversi- the animals of the fierce houses and fied. By the fast penetration in these terri- aquariums or for sacrifices, gave origin to tories of men, European plants and ani- the Tecuanpixque or fierce guardian of mals, mount forests, valleys, forests and and to the Calpixque or guardian of birds. prairies soon became source of new activ- In the consumption markets there were ities and productions when introducing people who were in charge to review the new techniques, multiplied their uses and foods and animals of consumption so that they were transformed into fuels, food, they were in good sanitary conditions.3 raw materials and merchandise. 7 Very few animals of the mexica civiliza- tion were used and bred in deliberate form to serve like food, so is the case of huaux- olotl and xoloscuintle, animals that were fattened and only the emperor and his en- tourage consumed. The great herbivorous had been extinguished 6.000 years B. C.4

Thand barrels of the conquest cut

The swords and barrels of the conquest cut violently the economic and political expan- sion that the mexicas headed and in brief years were upset the land order and the Cuauhtinchan Battle. Sheet 36. destiny of the Indians. Suddenly the pro- Lienzo de Tlaxcala10 414 did not have any control thus ate the tempting sprouts again and combined to the immoderate cutting favoring the aeo- lian and hydric erosion of the region. In this region it had: ewes, horses, and cows. Given to the deterioration the crown de- cides to send horses to the North zone (chichimecas) and cows to the region of the lagoon, whereas the ewes remain in the valley of the Mezquital.9

BIBLIOGRAPHY Hernan Cortes with “Doña” Marina10 1 J.M. CERVANTES S., Evolución del cono- The new operation of the natural re- cimiento sobre los sistemas de alimenta- sources accompanied by a sudden ex- ción de la producción animal bovina en pansion and multiplication of the Euro- la cuenca de México. Tesis Doctoral. Uni- pean cattle and slow penetration of the versidad de Colima. Colima, Col. Méxi- plants and cultures that in brief years co, 1999. modified the ecology, the landscape and 2 A. HUMBOLDT, Ensayo político y the use of the land, then some territories económico del Reyno de la Nueva España, and resources that remained isolated Miguel Porrúa, México, D. F. 1985. they began to integrate themselves in a 3 M.A.SALINAS P., Los animales en la cul- new economic scheme that united to the tura mexica conforme a los relatos de mining centers of the north with the pro- Fray Bartolomé de las Casas. Tesis de li- ducing areas of firewood, coal and salt cenciatura. Facultad de Medicina Veteri- with the agricultural zones of the south naria y Zootecnia. Universidad Nacional and with the ports of the Gulf of Mexico Autónoma de México. 1997. and of the Pacific that exported agricul- 4 E. DE GORTARI, La ciencia en México, tural products and received manufactures Grijalvo. México, D. F., 1969. and other products of outside. This deep 5 F. CHEVALIER, Land and society in Colo- transformation of the territory and the nial México. Alvin Eustis, Berkeley. 1963. economy produced the new systems of 6 J.M. CERVANTES S., A.M. ROMÁN CAR- work that modified the life of the settlers LOS, Tendencias de la Ganadería en la of the New Spain.8 Nueva España. Memoria del II Congreso An example of the influence of the live- Iberoamericano de Historia de la Veteri- stock on the environment of the Valley of naria. Universidad de Zaragoza, Zarago- Mezquital, Emily Mcville describes in the za, España, 1998. book “plague of ewes”: For 1550 there 7 J.M. CERVANTES S., A. M. ROMÁN CAR- were erosion signs, and for 1570 the LOS, ibidem. diminution of the arable layer is seen and 8 CH. GIBSON, Los aztecas bajo el do- the species of tempered zone begin to dis- minio español, 1519.1810. Siglo XXI. appear in the level south and are replaced México, D.F., 1986. by arboreal vegetal species of semi-arid 9 E. MELVILLE, Plaga de ovejas. Fondo de zone, like for example: yucca, mezquite, Cultura Económica. MéxICO, D. F., 1998. xerophites, these plants were inedible for 10 T.A. MORENO, El siglo de la conquista. the ewes, therefore they were moved to- En: Historia general de México, Tomo 2. wards other zones. In 50 to 60 years a El Colegio de México. México D. F., great deterioration occurred. The ewes 1997. 415

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THE INFLUENCE OF THE MEXICAN REVOLUTION (1910-1920) ON THE LIVESTOCK PRODUCTION AND VETERINARY MEDICINE JUAN M. CERVANTES S., ANA M. ROMÁN C. RIASSUNTO L’EFFETTO DELLA RIVOLUZIONE MESSICANA (1910-1920) SULLA PRODUZIONE ANIMALE E SULLA MEDICINA VETERINARIA. È stata condotta una ricostruzione storiografica riguardante l’effetto che ha avuto la rivolu- zione messicana (1910-1920) sui ranch di bovini del Paese. L’allevamento messicano fin dai tempi coloniali era caratterizzato da una produzione di tipo estensivo, A partire dal 1880 si osservò un chiaro impulso del governo messicano teso a modernizzare l’agricoltura e l’alle- vamento animale; ne conseguì l’arrivo in Messico di un grande numero di conoscenze, tecni- che, procedure ed innovazioni tecnologiche, ma anche di nuove specie animali e vegetali, le stesse che furono sviluppate grazie a 7 stazioni agricole sperimentali supportate da un gruppo di stranieri. Purtroppo, a partire dal 1914 nella zona centrale del Paese, prese avvio la fase più cruenta della Rivoluzione Messicana. Grandi battaglie, nelle quali perirono oltre un mi- lione e mezzo di persone ebbero luogo; la maggior parte delle proprietà furono abbandonate, razziate, le infrastrutture distrutte, il numero di capi bovini diminuì del 50%, poiché era stato venduto al confine con gli Stati Uniti o barattato con armi. Il capitale investito nei campi fu trasferito alla città e indirizzato verso il settore tessile, o spedito all’estero. In questo modo, al termine della rivoluzione messicana, l’allevamento del bestiame era ritornato alle condizioni produttive preesistenti al 1880, con una riduzione del capitale del 50%. Furono necessari 30 anni perché l’allevamento del bestiame in Messico si riprendesse dagli effetti della guerra. Anche le pubbliche istituzioni ed il sistema dell’istruzione veterinaria furono interessate da questa situazione, ma in modo meno intenso.

Introduction ovine, goats, pigs, birds and other species that reproduced quickly, as it were the Until before the conquest of Mexico, the case of the silk worm, production that lat- animals had different functions within the er was suppressed by thus agreeing to the mesoamericanas cultures: ceremonial, of Spanish crown. In addition, the Spaniards adornment, like food, medicines, etc.1 brought the production systems, as well There was deer, peccary, turkey and the as the forms of cattle association and the Mexican dog, between the insects stand commercial channels of distribution.4 out the melipona bees, cochineal. The In this way the livestock was developed in great ruminants had been extinguished different parts from the New Spain in the about 6.000 years B.C.2 The mexicas had concessions, ranchs, and farms. Neverthe- obtained a great development respecting less, the climatic conditions of great part to the environment and mainly observing of the plateau made very irregular the carefully the animals and in special the good years for agriculture, the hail, the insects and birds. Nevertheless, it is not frosts, the whirlwinds, the floods or the possible to be spoken properly of live- droughts. Because of that the rich colo- stock.3 nial landowners devised a production unit The Mexican livestock begins at the early that allowed to remove benefit them: the of 16th century, when the Spanish con- property, this one was characterized at the querors brought to the New Spain the first beginning by a limitless ambition to accu- warfare animals: horses and dogs, after mulate earth, the economic sense was the completed the conquest in discreet but main factor of surviving), emphasizing continuous form introduced: bovine, the production of honey and wax, color- 417 ing cochineals, the work of the oxen and On the other hand it was consolidated the the horses and mules, as well as fat and Ministry of Promotion, fortified the Na- meat of pig.5 tional School of Agriculture and Veteri- This new operation of the natural re- nary medicine, it was founded the Mexi- sources accompanied by a sudden expan- can Agricultural Society, the Agricultural sion and multiplication of the European Cameras and finally set up 7 experimental cattle and the slow penetration of plants agricultural stations in different parts and cultures that in brief years modified from Mexico. Then the Mexican livestock the ecology, the landscape and the use of was favored by the arrival of European the soil, then some territories and re- and North American technology, bovine, sources that remained isolated began to medicines, insecticides, fertilizers, irriga- integrate in a new economic sketch that tion machinery, agriculturist, as well as united to the mining centers of the north vegetal species of different types: cereals, with the producing areas of firewood, fed crops, textiles, medicinal, timber coal and salt with the agricultural zones trees, fruit and of adornment. Finally, ar- of the south and with the ports of the Gulf rived to Mexico animals of improved of Mexico and of the Pacific that exported race, as well as some diseases like soil products and received manufactures erysipelas, tuberculosis, leptospirosis, and other products of the outside. This piroplasmosis, cholera, trichinosis, cys- deep transformation of the territory and ticercus, oestrus, among others.10 the economy produced the new systems No doubt, the Mexican livestock had a of work that modified the life of the set- great impulse, adapting diverse tech- tlers of New Spain.6 nologies. Nevertheless, this stage of The new animal production was common- prosperity occurred at the same time that ly a complementary activity of the mining, a great social movement was developed followed the swings of the new economy, that begins in 1910 and would conclude at the end of 18th century occurred an at- in 1920.11 tempt to modernize the economy of the The dictatorship of Porfirio Diaz from New Spain by means of the Bourbon re- 1876 to 1910 and the form as the wealth forms, nevertheless, this attempt was frus- were distributed were a factor that con- trated by the Independence war.7 tributed greatly in the beginning of the The Independence war had high social, revolution in 1910. The atmosphere of political and economic costs on Indepen- order and progress generated throughout dent Mexico. Between 1821 and 1870 three decades was being deteriorated Mexico one stayed in a state of social in- gradually until it made crisis (accidental- stability. Towards 1876 Porfirio Diaz as- ly) at the beginning of 1910, year in sumes the presidency of the republic and which the first centenary of the inde- establishes a state of artificial peace and pendence of Mexico was celebrated lux- initiates the modernization of the Mexi- uriously.12 can economy. However, this project was The substitution of a dictator by a demo- frustrated by the depreciation of the sil- cratic president greatly contributed to ver, main currency source for the Mexi- worsen the political situation. Later a se- can government.8 ries came from governments under a po- From this the agriculture received a great litical state characterized by the instabili- amount of financial resources, followed a ty and the fight by the power. Of this policy of opened borders for all the for- form the institutions of government began eigners whom they loved to come to work to be debilitated gradually.13 to Mexico. It was so a great amount from Having as scene the beginning of 1914 immigrants of many parts of the world ar- starts the bloodiest part of the Mexican rived.9 revolution; the countryside of the center of 418 Mexico was the most affected zone. The until before the revolution was changed properties underwent the harassment of by one new in which political groups the contenders groups, as well as the loss from other sectors took places moving to and damage of their infrastructure. The the agronomists and veterinarians, with cattle tenders, farmers even young boys which was debilitated the farming union were recruited by the army In the fight a greatly.21 million of Mexican died. The properties Between 1919 and 1920 they appeared in were left and their production diminished a large extent of the Mexican territory, to the minimum or, was interrupted in a adverse meteorological conditions. In good weather.14 The territories of sowing 1919 appeared one prolonged drought were left; the couples were sacrificed or followed of a year of floods which they flooded until the border with the United followed a great amount of agricultural States and sold there to buy arms (a cow plagues in the center and the south of had a value of 3 rifles with bullets).15 In Mexico.22 Reason why the president in the lapse of 10 years the inventory of the turn promulgated a decree declaring the Mexican livestock diminished in 50 %.16 combat of plagues like a subject of public Great part on the attempts that the Mexi- interest.23 can government had done throughout near An external factor that influenced greatly thirty years was destroyed and in the best was that the Mexican revolution occurred one of the cases interrupted. The inputs almost at the same time that World War I. for the animal production and agriculturist This coincidence had several effects. The let circulate and increased their prices. North American agricultural market had The lack of cattle an agricultural product been from before 1880 one of the main caused that the prices were increased, objectives of the Mexican livestock and some products disappeared of the market agriculture, but when beginning World like maize and beans.17 War I disappeared. Secondly, an impor- The capital that was in cash in the proper- tant source of technology in the stage pre- ties was confiscated by both revolutionary vious to the revolution was the European sides. A part of the capital had opportuni- countries and the United States. However, ty to leave in advance and transfer to- the outbreak of World War I interrupted wards the urban zones and was located in by some years this flow of technological the rising textile sector, or went to other transference and capitals. In addition after countries.18 finishing this war, the international trade The bad feeding and the unhealthy condi- stayed gotten depressed by many years. tions caused that some diseases in hu- In 1920 one of the leaders of the revolu- mans, plants appeared as much and ani- tion dies, reason why the fight by the mals. In these last ones we have evi- power begins again and arrives at the dences of probable buds of foot and presidency the Sonora`s group, and with mouth disease during and after the revo- this a substantial change in the revolu- lution19, tuberculosis, brucelosis, piroplas- tionary course is observed, leaving a side mosis, among others.20 the agriculture and the animal production, The institutions of government were to support the urbanization and the indus- closed at the end of 1914, and remained trialization of the center of Mexico.24 closed until beginnings of 1917. In the It was so the conjunction of internal case of the Ministry of Promotion, by po- structural factors agreed with external litical pressure it changed his name to factors that reinforced the social, politi- Secretariat of Agriculture and Promotion. cal, and economic effects of the revolu- All the dependencies of this sector were tion. When concluding the stage armed of adapted to the new circumstances. The the Mexican Revolution, the Mexican management that existed in the Ministry livestock return to the state of delay and 419 low productivity that it had before 1880, 11 Ibidem. but with the difference to have 50 % less 12 J. M. CERVANTES S, J. J. SALDAÑA G., of its inventory.25 It would take about 30 Las estaciones agrícolas experimentales years to recovering of this conflagration. en México (1908-1921) y su contribución The public institutions and those of vet- a la ciencia agropecuaria mexicana. In: J. erinary education also would be affected J. Saldaña. La Casa de Salomón. La by this process, but in a smaller degree. primera institucionalización de la docen- cia y la investigación científica. Publi- cación del proyecto Papiit IN 308399. BIBLIOGRAPHY Facultad de Filosofía y Letras. Universi- dad Nacional Autónoma de México, pp: 1 M.A. SALINAS P., Los animales en la 196-226, 2004. cultura mexicana conforme a los relatos 13 Ibidem. de Fray Bartolomé de las Casas. Tesis de 14 Ibidem. licenciatura. Facultad de Medicina Veteri- 15 P. SAUCEDO M., Historia de la naria y Zootecnia. Universidad Nacional Ganadería en México. Universidad Na- Autónoma de México. 1997. cional Autónoma de México. México D. 2 A. HUMBOLDT, Ensayo político y econó- F., 1985. mico del Reyno de la Nueva España. Mi- 16 D. LÓPEZ R., Historia de la Agricultura guel Porrúa, México, D. F. 1985. y la Ganadería. Editorial Herreros. Méxi- 3 J. M. CERVANTES S., Evolución del cono- co, D. F., 1972. cimiento sobre los sistemas de alimenta- 17 J. M. CERVANTES S, J. J. SALDAÑA G., cit. ción de la producción animal bovina en 18 J. M. CERVANTES S., cit. la cuenca de México (1880-1990). Tesis 19 J. M. CERVANTES S. La fiebre aftosa y el Doctoral. Universidad de Colima. Coli- desarrollo moderno de la medicina vet- ma, Col. México. 1999. erinaria mexicana (1946-1955). Montal- 4 J. M. CERVANTES S, A. M. ROMÁN C., bán. Nº 36, pp. 255-270 (2003). Tendencias de la Ganadería en la Nueva Venezuela. España. Memoria del II Congreso 20 J. M. CERVANTES S., Evolución del Iberoamericano de Historia de la Veteri- conocimiento sobre los sistemas de ali- naria. Universidad de Zaragoza, mentación de la producción animal bov- Zaragoza, España, 1998. ina en la cuenca de México (1880-1990). 5 Ibidem. op.cit. 6 Ibidem. 21 Ibidem. 7 Ibidem. 22 J. M. CERVANTES S, J. J. SALDAÑA G., 8 J. M. CERVANTES S., cit. cit. 9 Ibidem. 23 ANÓNIMO, Importante Decreto para la 10 J. M. CERVANTES S, A. M. ROMÁN C., extinción de plagas agrícolas. Revista Las estaciones agrícolas en México. San Agrícola, Tomo 7, p: 492. 1920. Jacinto, primer intento de investigación 24 J. M. CERVANTES S., Evolución del agropecuaria. Imagen Veterinaria Vol. 2, conocimiento....cit. Nº 1, pp: 3-7, 2002. 25 Ibidem.

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HISTORICAL ANALYSIS OF THE DEVELOPMENT OF GROUPS OF ITALIAN EMIGRANTS TO MEXICO AND BRAZIL EUTIMIO GONZÁLEZ L., ANA M. ROMÁN C., JUAN M. CERVANTES S.

RIASSUNTO ANALISI STORICA DELLO SVILUPPO DI UN GRUPPO DI EMIGRANTI ITALIANI IN MESSICO ED IN BRASILE Gli AA. hanno condotto un’analisi storica sullo sviluppo di un gruppo di emigranti provenien- ti da differenti province italiane che emigrarono verso il Messico ed il Brasile. Tanto in Messi- co quanto in Brasile gli immigranti italiani furono mandati in regioni non molto idonee all’a- gricoltura e all’allevamento del bestiame. Il gruppo del Brasile andò verso la provincia del Rio Grande do Sul, durante le prime due generazioni conservò le tradizionali attività agrico- le. Successivamente si adeguarono ai tempi cominciando a dedicarsi alla metallurgia ed alla viticoltura, influenzando anche lo sviluppo educativo della regione che favorì la creazione di gruppi industriali di esportazione. La situazione in Messico fu molto diversa, i gruppi erano più piccoli e con maggior coesione, un gruppo si insediò vicino a Città del Messico e con il passare del tempo i suoi componenti furono assorbiti dalla popolazione locale. Ciononostante vi fu un altro gruppo che si installò a Chipilo, Puebla. Questo gruppo si integrò con gli abi- tanti di Segusino e delle città vicine, a causa del loro relativo isolamento essi conservarono intatto il loro dialetto originale e continuarono a dedicarsi particolarmente all’agricoltura ed all’allevamento, diventando la punta di diamante nello sviluppo di nuove tecnologie nella produzione del latte e dei derivati, e dall’altra parte nel miglioramento e nei vantaggi della terra. Inoltre si caratterizzarono per il raggiungimento di uno standard di vita migliore di quello delle regioni limitrofe e ciò grazie ai loro sforzi e alla loro capacità di far fronte alle diverse avversità incontrate.

Mexican panorama and to update the agricultural knowledge In 19th century, the social situations of the with personnel and European techniques different American countries, they varied considered but outposts. remarkably: The panorama at the end of the century • The U.S.A. totally opened the Euro- was of which there were approximately pean emigration like a solution to fill 50 proprietary owners of but of million their enormous vacated spaces. Or oc- hectares each one and are easy to imagine cupied in small native areas by, the that if had had capital or influences to ac- undesired ones by the dominant class quire those enormous volumes of proper- of that country. ty, had not chosen poor territories and of • Brazil and Argentina had conditions bad quality, but the best ones. The best and thought similar to those of the earth was into the hands of few. Calcu- Americans, with less interest inside lating for 1900 approximately a rustic their territories. proprietor for each 20 inhabitants, in less • Mexico had great populations and in- than fifty years the Government had sold digenous cultures and was dominated approximately 50 million hectares, equiv- by racially mixed groups, of variable alent to one fourth part of the national ter- mentality towards its culture. ritory. Accepting this study, and consider- And between a movement and another ing the Mexican population in 15 million one, they followed one another by but of in 1900, the population of rustic propri- 60 years unstable and ephemeral govern- etors is considered in 750,000, with prop- ments, wars began and lost that could erties varying between parcels tax-free to have won, losing of step a great amount be worth less than $100.00 and those that of territory, giving origin to the idea that paid, it is possible to be calculated in it was imperative to occupy the territory around 487.000 the possessors of parcels 421 of but of 250 hectares and 262.000 those the bureaucrats demanded to them, like that had land of less than 25 ha and as it sarmientos of grapevine, stakes of morera indicates itself in the same study, 50 peo- and olive trees, wheat, Popes, etc.. With ple had territories of a million ha. cause knowledge they neglected the official By these cold numbers, it is possible to be experts and they seeded alfalfa, maize and deduced that the problem was not earth or frijol, but adapted to the hard ground. They technology, but the irrational, corrupt and alternated sowings of summer and winter. archaic system of operation of the Earth. Perhaps the greater success, in addition to The different governments almost unani- the united familiar effort, was the use of mously imitated, or tried to adopt, the the cattle operation combined with the American doctrine to impel groups of em- agriculturist, using particularly bovine igrants, in the course of 19th century, be- and swine and producing for sale basic tween 1823 and 1883 eight governmental products and their derivatives. Of 140 laws and decrees were emitted to foment bought initially, 10 years later already had the foreign colonization. In Mexico six 610, between which there were 136 cows colonies settled down: of milks. And in 1910 already they added around 2000 animals. Huatusco, E. de Veracruz 1,722 ha With ability, union and cleverness man- Barreto, E. de Morelos 12,973 ha aged to stay neutral and to avoid to be un- Mazatepec, E. de Puebla 1,390 ha dressed and perhaps massacred during the San Luis Potosí, E. de S.L.P. 5,266 ha Revolution, although at certain moments La Aldana, Distrito Federal 78 ha forts in their land were done defending it Y Chipilo, E. de Puebla 1,069 ha of invaders. From the aim of the Revolution the colony When Carlos Díez Gutiérrez occupied the has had an average of 5000 animals in ministry of Interior, he promoted European production, in spite of accelerated urban- immigration to Mexico. In 1881, the gov- ism. And a remarkable production and ernment of the republic granted earth to the milk model and derivatives of first quality. east of City of the Maize to 461 Italian im- migrants. In the national territory six Italian colonies settled down of which only three The colonies established in Brazil survived until aims of the porfiriato: the Porfirio Colony Diaz in Morelos, the Car- The emigrants to Brazil came from all the los Pacheco in Puebla and the Díez Gutiér- Italian territory. This diversity, lead them rez in San Luis Potosí. The colonies of Hu- to futures different from the one of the atusco, the Aldana and Chipilo at the end groups arrived at Mexico. of 19th century, still had majority of Italian, In the Imperial Brazil of the time, in scale the others were absorbed or they were much greater than the present thing, there changed without leaving marks. The best were enormous uninhabited earth exten- earth were in Huatusco, allowing that those sions; the political system was of the one of colonist resolved their debt and in few gen- Empire and the economic era in the base of erations they left the cattle land, leaving enormous large estates with dominance of earth into the hands of ordered or selling monocultures, using enslaved manual la- them. Another one of the groups, the locat- bor. Some of the emigrants were recruited ed one in Barreto, was recruited in the in New York and from there, along with wharves of New York, without experience coming from Italy they arrived at the port in agriculture and disappeared immediately of Saints, in the State of Sao Paulo. absorbed by the Capital. He is advisable to explain that the best In order to manage to survive, in the first earth, next to the ports and routes of com- place, they refused to work the cultures that munication, took the Portuguese. The fol- 422 lowing ones on guard were adjudged to L.A. DE BONI, A Italia e o Rio Grande do the emigrants German, at the beginning Sul, parte IV, Relatório de autoridades of Century 19th, about 50 years before the italianas sobre a colonização em terras arrival of Italian and polonaises. gaúchas. Ed. EST Porto Alegre, RS, Still with these inequalities, as much in Brasil, 1983. the Italian groups as in the Germans and L.A. DE BONI, N.R. GÓMES, Entre o pas- poloneses, the sufficient wealth was gen- sado e o desencanto” Ed. EST e Univer- erated to be able to establish industrial- sidade de Caxias do Sul, EST EDUCS- ization points, initially oriented to the Porto Alegre, RS, Brasil, 1983. self-sufficiency of the region and later to L.A. DE BONI, R. COSTA, Os italianos do reach all the State. Nowadays some of Rio Grande do Sul, Ed. EST Porto Ale- those industries have continental projec- gre, RS, Brasil,1982. tion, in individual the metallurgical ones, A.D. LORENZATTO , Os Vênetos” Nossos the one of foods and the farming one. antepassados”. Ed. EST, 1ª Ed. 1998. A great difference with the Mexican F. POZZOBON ZOLÁ , Uma Odisséia na groups, was the one of which when not América, Ed. Universidade de Caxias do having separated communities by the lan- Sul, EDUCS, 1997. guage and customs, being originating of D. VILLA História Esquecida a emigração all the Italian regions immediately, they italiana: O maior êxodo de um povo na were mixed eliminating immediately the historia moderna. Ed. EST, Porto Alegre, isolationist medieval barriers. RS, Brasil 2002. J.A. ZAGO, Los Cuah´tatarame de Chipíloc, Ed. Privada, 1ª Edición, Puebla, BIBLIOGRAPHY México, 1999. Información personal del Delegado de R. COSTA, Imigração italiana do Rio Italia durante la celebración del aniver- Grande do Sul, Ed. EST, Porto Alegre, sario de la migración. Chipilo, Puebla, RS, Brasil, 1975 2003.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LE TAVOLE A COLORI DI EMBRIOLOGIA DI GIROLAMO FABRIZIO D’ACQUAPENDENTE (1533-1619) MAURIZIO RIPPA BONATI, JOSÉ PARDO TOMÀS, ANDREA LAFISCA, MARGHERITA TURCHETTO

SUMMARY THE EMBRYOLOGYCAL PAINTINGS OF HIERONYMUS FABRICIUS OF ACQUAPENDENTE (1533-1619) Hieronymus Fabricius of Aquapendente has been in the Chair of Anatomy and Surgery of the University of Padua for about fifty years. His name is linked to the Anatomy Theatre (1595), the first permanent structure of this kind, built into the palace of Bo. Fabricius of Acquapendente, over his activity on human cadavers, dissected and studied also a great variety of animals. For this reason he is rightly considered a pioneer of vertebrate comparative anatomy and embryol- ogy. His grand editorial project should have been titled Totius animalis fabricae theatrum. This ambitious plan remained unfinished, but more than two hundred painted tables of anatomy are preserved in the National “Biblioteca Marciana” in Venice. About eighty paintings show the anatomy of different animals, both local and exotic. Among all the other representations, stand out those about the embryology, similar to the copper-plate engravings from his work De for- mato foetu (Venice, 1604).

Fabrizio d’Acquapendente: vita e carriera accademica

Girolamo Fabrizio nacque nella piccola cit- tà di Acquapendente, situata tra Siena e Ro- ma, probabilmente nel 1533. La sua fami- glia doveva appartenere alla nobiltà, come sembra dimostrare lo stemma riprodotto sul frontespizio della sua opera De formato foe- tu (Fig. 1). Poco si sa dei primi anni della sua vita, fino a quando arrivò a Padova all’età di sedici anni, ospite della nobile famiglia veneziana Lippomano. Incoraggiato dai suoi protetto- ri, Fabrizio attese agli studi superiori ed in seguito frequentò l’Università di Padova, seguendo dapprima l’indirizzo letterario, che abbandonò ben presto per lo studio del- la medicina. Il suo insegnante più importante fu Fallop- pio, di cui seguì attentamente le lezioni, fa- cendogli da assistente durante le dissezioni ed accompagnandolo anche durante le visite ai malati. Probabilmente nel 1559 conseguì la laurea in Medicina e Filosofia e continuò anche negli anni seguenti a seguire Fallop- pio nella sua attività dentro e fuori dall’uni- versità. Dopo la morte di Falloppio, la cattedra di Fig. 1. Ritratto di F. d'Acquapendente (incisione Medicina fu tenuta per undici anni da anato- dalla prima pagina del De formato foetu). 425 misti famosi, tra cui Andrea Vesalio,1 e Fabri- giose o presso privati, spesso nelle case di zio si dedicò alla professione medica e ad professori o studenti. Dall’iconografia ri- impartire lezioni private che lo resero famo- sulta che pochi erano gli spettatori, una de- so, tanto che nel 1565 il Senato di Venezia cina al massimo, quanti ne potevano stare gli affidò la cattedra di Chirurgia. Come Pro- intorno al tavolo settorio. Soltanto verso la fessore ordinario di Chirurgia e Anatomia, metà del 1500 si hanno descrizioni dei pri- egli insegnò fino al 1600, quando fu nomina- mi veri “teatri” anatomici, costruiti per la to Professore Supraordinario. Nel 1609 la partecipazione di un pubblico numeroso, cattedra di Chirurgia fu divisa da quella di composto soprattutto da studenti e prati- Anatomia; il suo discepolo prediletto, Cas- canti di medicina, strutture temporanee in sieri, divenne professore di Chirurgia, mentre legno, che spesso si erigevano all’esterno, Fabrizio mantenne la cattedra di Anatomia vicino alla sede universitaria o alla dimora (probabilmente il Senato lo considerava peri- del professore, con discutibili conseguenze coloso, data la sua tarda età!). Durante la sua igieniche. Queste strutture all’aperto, che lunga attività conobbe e curò numerosi capi duravano al massimo quanto durava l’in- di stato e fu amico o collega di famose perso- segnamento del docente e venivano nalità, come Frà Paolo Sarpi (che curò dopo smontate alla fine dell’anno accademico, il suo fallito attentato) e Galileo Galilei. furono sostituite a Padova nel 1583-84 Fabrizio, carico di gloria e di denaro, ma con un’ordinanza dei Riformatori di Ve- anche continuamente malato, si ritirò dal- nezia da una struttura, anch’essa tempora- l’insegnamento nel 1613 per dedicarsi com- nea, sita all’interno dell’Università. pletamente al suo monumentale lavoro To- Fabrizio d’Acquapendente, che usò en- tius animalis fabricae Theatrum. L’opera ri- trambi i tipi di struttura, sentì la necessità mase però incompiuta, poiché la morte lo di un teatro anatomico stabile, dove le le- colse nel 1619, all’età di ottantasei anni. zioni teoriche venissero affiancate da di- mostrazioni pratiche. Il teatro, che porta il suo nome, eretto all’interno del palazzo Il Teatro anatomico universitario del Bo, fu completato nel 1594 ed inaugurato nel gennaio successi- Le testimonianze della pratica settoria nel- vo ed è il più antico teatro anatomico per- l’Università padovana medievale sono cu- manente tutt’oggi esistente, ottimamente riosamente rare: le più antiche autopsie conservato e restaurato nel 1994, in occa- sono di tipo professionale ed avvengono, sione del quattrocentesimo anniversario spesso su accertamento richiesto dall’Au- della sua costruzione.2 torità giudiziaria, soprattutto in caso di epidemie, di morti sospette, omicidi o cause di morte inspiegabili o durante le pratiche di imbalsamazione. Solo a partire dal tardo Medioevo le dissezioni comin- ciano ad avvenire con una certa frequenza e all’ indagine di tipo professionale si af- fiancò lo studio dell’anatomia a fini cogni- tivi e didattici. Tuttavia restano molto po- che le descrizioni delle procedure, degli strumenti e dei luoghi dove si tenevano questi studi anatomici. Dalle prime imma- gini di autopsie, risalenti al 1400, si può presumere che esse avvenissero in luoghi di fortuna, talvolta negli ospedali, talaltra in locali pubblici, presso istituzioni reli- Fig. 2. Prospetto del Teatro (Tomasini, 1654). 426 dei padri dell’Anatomia comparata. Il suo più ambizioso programma fu la prepara- zione di un’opera monumentale che si sa- rebbe dovuta intitolare Totius animalis fa- bricae theatrum. A quest’opera si accinse in età già avanzata e, a partire dal 1591, programmò l’esecuzione di una serie di tavole a colori che avrebbero dovuto cor- redare i testi. L’opera rimase incompiuta, ma durante questo immane lavoro diede alle stampe altre opere, quali De visione, voce, auditu (1600), De venarum ostiolis (1603), la sua opera più famosa, De for- Fig. 3. Spaccato del Bo in cui si nota sulla sini- mato foetu (1604), l’opera più importante, stra il Teatro (F. Bertelli, XVII secolo). De musculi artificio; De ossium dearticu- lationibus (1614), De motu locali anima- Il teatro occupa in altezza due piani del pa- lium secundumtotum e De gula, ventricu- lazzo ed è costituito da un pozzo ovale con lum, intestinis (1618) e De formatione ovi al centro il tavolo settorio attorno cui si in- et pulli tractatus accuratissimus (1621), nalzano a chiocciola sei loggiati in legno da in cui descrive per la prima volta l’anesso cui gli spettatori potevano assistere alla dis- embrionale che prese il nome di “organo sezione a alla lezione degli anatomisti. di Fabrizio”, e altre opere minori. L’architettura del teatro, di cui restano ignoti gli autori (l’amico fra’ Paolo Sarpi? Il fisico Giuseppe Moleto? L’architetto Da- rio Varotari?), si ispirava alle grandi opere classiche per rappresentazioni di massa quali il Colosseo o l’Arena di Verona. Al- cune incisioni del XVII secolo, di cui la più nota e suggestiva è quella prospettica di To- masini (1654) (Fig. 2) ci danno l’idea di come fosse il Teatro e della sua collocazio- ne nel palazzo del Bo (Fig. 3). Il Teatro continuò ad essere funzionante fi- no al 1872, quando, sotto il Regno d’Italia, la Facoltà medica fu spostata dal Bo all’ex Convento di S. Mattia presso il settecente- sco Ospedale Nuovo. Al Palazzo del Bo il Teatro ancora suscita emozione nei visita- tori, che lo possono visitare dopo i restauri conservativi del 1994/95 (Fig. 4). Fig. 4. Visione dall'alto del Teatro Anatomico dopo il restauro del 1994. (da Il Teatro Anatomi- co. Storia e restauri, 1994). Gli scritti e le tavole anatomiche. Molte di queste opere presentano raffigu- Fabrizio ebbe interesse non solo per l’a- razioni eseguite con la tecnica dell’inci- natomia umana, ma anche per l’anatomia sione su rame, mentre le tavole a colori, animale, da cui trasse importanti spunti destinate al suo grande progetto, rimasero per l’interpretazione di funzioni di organi in cartelle in attesa del completamento e sistemi; per questo è considerato uno del testo. Nella Biblioteca Marciana di 427 pleta, De formato foetu, Fabrizio stesso afferma di voler scrivere un trattato sulla generazione che trova conveniente suddi- videre in tre parti: De instrumentis semi- nis, De formatione ovi et pulli e De for- mato foetu. La prima parte non fu mai pubblicata e probabilmente il manoscrit- to, forse incompleto, andò perso; le altre due parti, non edite nella loro sequenza logica, sono invece giunte fino a noi. Il De formato foetu, la terza e ultima parte della trilogia, fu stampato nel 1604 a Ve- nezia (editore Francesco Bolzetta). Curio- samente come prima di copertina fu usato lo stesso frontespizio del De visione, vo- ce, auditu con il titolo malamente raschia- to e corretto e la data (1600), in alcune copie, modificata a penna (figg. 5 e 6). La seconda parte della trilogia, De forma- tione ovi et pulli, fu stampata a Padova due anni dopo la sua morte, nel 1621, da Aloisio Bencio. Particolare della balaustra dei loggioni di cui Entrambe queste opere presentano nel- alla fig. 4 (da Il Teatro Anatomico. Storia e l’ordine gli apparati materni esterni al fe- restauri, 1994). to, gli annessi embrionali e lo sviluppo

Venezia si contano più di duecento tavole a colori eseguite a guazzo o a tempera, che raffigurano l’anatomia umana, l’ana- tomia di alcuni animali (uccelli, pesci, una scimmia e pochi altri) e tavole di em- briologia sia umana che animale. Una se- conda serie di tavole a colori di embriolo- gia, non completamente corrispondente a quella veneziana, è conservata nella bi- blioteca del College of Physicians of Phi- ladelphia (U.S.).

Trattati di embriologia e relativa iconografia

Le tavole a colori inedite presentate in questo Convegno di Storia della Medicina Veterinaria sono esclusivamente quelle inerenti l’embriologia animale. Riteniamo perciò utile spendere qualche parola sui trattati di embriologa di Fabrizio d’Ac- quapendente, che ci sono pervenuti. Fig. 5. Il frontespizio di De visione voce auditu Nella prefazione della sua opera più com- del 1600. 428 testo, per l’embriologia dell’uomo e degli animali esistono le corrispondenti tavole a colori, a guazzo o a tempera, in due serie, non del tutto corrispondenti, conservate l’una presso la biblioteca Marciana di Ve- nezia e l’altra presso il Collegio di Medi- cina di Filadelfia. Nella Biblioteca Mar- ciana le 25 tavole di embriologia animale sono conservate in una cartella e numera- te con la sigla “RARI 119 ..” seguita da un numero progressivo dall’1 al 25. La tecnica di esecuzione è molto innova- tiva e suggestiva, in quanto ogni figura è dipinta su fondo nero, che la contorna ap- pena, a sua volta delimitato da uno sfondo a pennellate color ocra. Tale tecnica mette in risalto molto bene i particolari anato- mici, riportati a colori naturali. Pennellate più chiare o addirittura bianche rendono perfettamente i rigonfiamenti e gli avval- lamenti dei preparati anatomici, creando un’immagine quasi tridimensionale. Co- Fig. 6. Il frontespizio modificato per il De forma- me esempio si riportano le immagini del to foetu. In questa copia la data non è stata mod- feto di cavallo a termine liberato dagli an- ificata. del feto nel tempo tramite descrizioni ed immagini in ordine di dissezione. Le raf- figurazioni sono incisioni poste sulla pa- gina destra, mentre sulla precedente pagi- na sinistra compare il numero della tavola (in numeri romani) con riassuntive spie- gazioni delle figure illustrate nella stessa (numerate con numeri arabi).3 Mentre per l’embriologia del pollo le uni- che immagini sono quelle stampate nel Fig. 8. Tavola a colori corrispondente alla fig. 9, conservata presso la Biblioteca Marciana con la sigla “Rari 119.22”.

nessi embrionali. La Fig. 7 è tratta dal De formato foetu, mentre la Fig. 8 rappresen- ta la corrispondente tavola a colori con- servata alla Biblioteca Marciana. La tabella riportata di seguito confronta le incisioni del testo a stampa con le tavole a colori di Venezia e di Filadelfia, queste ultime studiate da H. B. Adelmann nella Fig. 7. Tavola XXII da De formato foetu: feto pubblicazione anastatica con traduzione e equino a termine. commento del 1942. 429 Tab. 1: Sinossi delle tavole di embriologia. Soggetti delle incisioni del De formato foetu confrontate con le tavole a colori conservate a Venezia e quelle conservate a Filadelfia. (Tra parentesi il numero totale delle tavole). De Formato Tav. colori Tav. colori Foetu (33) Marciana (VE) (25) Philadelphia (30) I 1 UOMO II 2 UOMO III 3 UOMO IV 4 UOMO V 5 UOMO VI UOMO VII UOMO VIII 6 UOMO IX 7 UOMO X 119.07.00 8 UOMO XI 119.03.00 9 PECORA XII 119.10.00 10 PECORA XIII 119.05.00 15 PECORA XIV 119.11.00 11 PECORA XV 119.06.00 15 PECORA XVI 119.06.00 PECORA XVII 119.04.00 14 PECORA XVIII 119.08.00 PECORA XIX 119.15.00 17 BOVINO XX 119.16.00 18 CAVALLO XXI 119.21.00 20 CAVALLO XXII 119.22.00 21 CAVALLO XXII 119.20.00 19 CAVALLO XXIV 119.12.00 22 MAIALE XXV 119.13.00 23 MAIALE XXVI 119.14.00 24 MAIALE XXVII CANE XXVIII 119.24.00 25 CANE XXIX 119.17.00 26 TOPO XXX 119.18.00 27 CAVIA XXXI 119.25.00 28 SQUALO XXXII 119.19.00 29 SQUALO XXXIII 119.23.00 30 SERPENTE 12 119.01.00 illeggibile 119.02.00 illeggibile BIBLIOGRAFIA stauri. a cura di C. Semenzato, Invicta ed., Padova, pp.177, 1994. 1 AA.VV. L’Università di Padova. Otto 3 H.B. ADELMANN, The embriological secoli di storia. a cura di P. Del Negro, treaties of Hieronimus Fabricius of Aqua- Signumpadova ed., Padova, pp.294, 2001. pendente. Cornell Univ. Press, Itaca, New 2 AA.VV. Il Teatro Anatomico. Storia e re- York, pp.883, 1942. 430 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’ANATOMIA PATOLOGICA VETERINARIA NELLA STORIA: DAL 1200 ALL’INIZIO DEL SECOLO SCORSO MARIA MORINI, SERGIO BIAVATI

SUMMARY THE HISTORY OF VETERINARY GROSS PATHOLOGY: FROM 1200 TO THE BEGINNING OF THE LAST CENTURY The historical knowledge of the Veterinary Pathology begins in the schools (studia) of Bologna (1200), progresses in the Studium, actually named Archiginnasio, and he definitely manifests it into the Malvezzi’s Palace stables, now the head office of the Bologna University. The human medicine, as elder sister, has leaded the studies of animal pathology to make the first steps. The way begins in the 14th century with Mondino de’ Liuzzi, public reader into Bologna University, that in 1315 resumed the dissectoria practice on human and animal corpses, be- gun from Erofilo and Erasistrato (300-250 a.C.). The “golden” age of the medicine studies clashes with the teachings of Marcello Malpighi in the 17th century, that uses for the first time the microscope for the anatomical researches. In the following century, the autoptical studies of Giovan Battista Morgagni, documented in “Adversaria anatomica”, made a strong impact on the scientific world for the numerous discoveries concerning the organic structures. Morgagni works a lifetime to displace the ancient “humoral” pathology by a study based up- on the gross pathology. One of the major researcher in this field is Luigi Galvani, Appointed Reader in Anatomy at the Bologna University in the year 1762, considered a veterinary proto- patologist for your investigations into the gross morphology of animal organs and for the necropsy examinations executed in some cows suffering from anthrax. In the following years, Azzoguidi, Gandolfi, Alessandrini and Ercolani teaching the Veterinary Pathology at Univer- sity, although all human phisicians, and the first italian anatomo-histo-pathologist is Giampietro Piana, degree in veterinary doctor by the year 1873-74.

La conoscenza dell’anatomia patologica cina conventuale dei primi secoli del Me- veterinaria moderna, inizia nelle scuole dioevo e, per merito di Taddeo Alderotti (studia), progredisce nello Studium (l’at- (1223-1303), definito “Ippocratista” da tuale Archiginnasio) e si manifesta com- Dante nel Convito, fu incluso nel 1319 piutamente all’interno delle scuderie di con Bolla Papale nel programma universi- Palazzo Malvezzi, site di fronte a via tario delle arti.4 Francesco Acri, già via della Veterinaria, Nel XIII secolo la pratica dell’anatomia attuale sede centrale dell’Università degli in sede autoptica si sviluppa come branca Studi di Bologna.1 integrante l’insegnamento medico e già Prima di addentrarsi nel difficile cammi- nel 1265 l’esame del cadavere è effettuato no di quest’affascinante materia è neces- a scopo medico legale.5 Mondino de Liuz- sario rivedere, in breve, la storia della me- zi (1275-1326), scolaro di Taddeo, lettore dicina umana che, a guisa di sorella mag- pubblico all’Università di Bologna, nel giore, ha guidato la patologia veterinaria 1315 per primo riprese lo studio dell’ana- a muovere i primi passi, accompagnando- tomia e la pratica dissettoria su cadaveri la fino alla maggiore età e alla totale auto- umani ed animali “de visu et de tactu”, nomia.2 L’impulso iniziale è generato dal- iniziata nel mondo antico da Erofilo (330 la curiosità di poche persone volenterose, a.C.) ed Erasistrato (304 a.C.-250 a.C.).6 fornite di mezzi autonomi, che accanto Nel 1316 Mondino pubblicò il suo tratta- agli ormai noti studi di legge pensarono to anatomico, un manuale di dissezione di far progredire la conoscenza nel campo che resterà in uso per tre secoli, contri- della medicina.3 L’insegnamento medico buendo a rinvigorire l’interesse per gli a Bologna deriva direttamente dalla medi- studi in questo senso. Il manuale fu supe-

431 rato dal trattato di Andrea Vesalio, un bel- mani, onde m’incuriosij di molto in que- ga, insegnante di chirurgia e anatomia al- sta Professione.3 l’Università di Padova. Il Vesalio scrisse In questo periodo venivano eseguite le ne- “De humani Corporis fabrica”, uno dei croscopie in cadaveri umani e in carogne testi alla base dell’anatomia moderna, animali, soprattutto cani, che alle volte pubblicato a Basilea nel 1543.7 Nello stes- erano sezionati ancora vivi. Ercolani, a so secolo, a Bologna, fu celebre Jacopo proposito di Malpighi, scrive: “Come Barigazzi, detto Berengario da Carpi maestro e fondatore dell’anatomia minuta (1502-1527), che nel 1514 scrisse “l’Ana- e istologica, lo salutano oggi riverenti tut- thomia Mondini per Carpum Castigata”e ti gli anatomici e con un titolo di riveren- corredò la sua opera anatomica con inci- za uguale lo salutano anche gli embriolo- sioni lignee di anatomia figurata che rap- gi e i cultori dell’anatomia comparata”. presentano il primo esempio di illustra- Verso la fine del XVI secolo, le scuole zione anatomica a fini didattici.8 private di medicina si andarono concen- Nel 1562 Carlo Borromeo affidò la Catte- trando in un’area più ristretta, e cioè nei dra primaria di medicina a uno degli inge- locali appartenenti all’Ospedale della gni più travagliati e folli del tempo, Gero- Morte ed alla Fabbrica di San Petronio, lamo Cardano (1562), appassionato astro- tanto che si cominciò a parlare delle logo e incline alla speculazione astratta, il “Scuole di San Petronio”.9 I dottori e gli quale tentò di estrarre l’oroscopo di Cri- studenti di medicina trovavano negli am- sto e fu fonte di ispirazioni geniali per malati dell’Ospedale della Morte ed in Cesare Lombroso (1835-1909).3 quelli del contiguo Ospedale della Vita il Il periodo aureo della medicina bolognese loro materiale di studio. Nel 1347, a breve coincide nel XVII secolo con l’insegna- distanza dall’Ospedale della Vita, la con- mento di Marcello Malpighi. Il Malpighi fraternita di santa Maria della Morte, che ricorre al microscopio per le sue ricerche si occupava dell’assistenza ai condannati anatomiche e raccomanda la sezione dei a morte, fondò un ospedale specializzato cadaveri, allo scopo di trovare il nesso tra nella cura dei malati “acuti”, quelli cioè quadro anatomico e manifestazioni clini- che si trovavano all’improvviso in perico- che, prospettando l’idea di eseguire le ne- lo di morte.10 L’ospedale, attualmente mu- croscopie come riscontro diagnostico. seo civico, sorgeva nel complesso che og- Nato a Crevalcore nel 1628, venne a Bo- gi si estende da Via Clavature a via De’ logna quando aveva diciassette anni. I Foscherari. Nella Via De’ Musei esiste il suoi primi maestri nello studio della me- portico della morte. dicina furono Bartolomeo Massari e An- Già agli inizi del secolo XVI, nell’Uni- drea Mariani, ambedue uomini dottissimi versità cominciano a cambiare molte co- e aderenti alla scuola neoterica. Da loro, se. Un edificio fastoso, I’Archiginnasio, come dice Malpighi stesso, diventa la sede di tutti gli insegnamenti imparai a conoscere i libri più scielti, prima impartiti in vari luoghi e persino […] e perché all’hora incominciò a ren- nelle case dei docenti.11 Edificato dal Ter- dersi famosa la circolatione del sangue, e ribilia nel 1563 in soli 17 mesi, per volere le nascenti nove cognitioni anatomiche, il del Legato pontificio di Bologna, il cardi- Signor Dottor Massari incuriosito formò nale Carlo Borromeo, e del Vicelegato una radunanza in casa sua d’un Coro Pier Donato Cesi, per sanare una diatriba anatomico di 9 soggetti, fra’ quali hebbi fra Senato Bolognese e Papato, fu sede l’honore d’esser arolato. Questi facevano dell’Ateneo bolognese fino al 1803.11 Per privatamente una lettione anatomica a guadagnare tempo, il Terribilia decise di sua elettione, in oltre si facevano frequen- inglobare nella costruzione dell’archigin- ti settioni in varij animali vivi, e con l’op- nasio alcune piccole case che si trovavano portunità de i giustitiati, ne i cadaveri hu- nell’area assegnata a detta costruzione. 432 Rimasero così incorporate nell’Archigin- davere era adagiato sopra una lastra di nasio alcune scuole private dei Maestri marmo sorretta da un tavolo in un piccolo del tempo, la chiesa di Santa Maria dei recinto situato al centro della sala. Il let- Bulgari 12 e la chiesa di S. Cristoforo (co- tore titolare della lezione, in cattedra, leg- m’è dimostrato in una mappa antica del geva il testo e dava le indicazioni per la 1500). Nel 1637 è costruito al suo interno dissezione che veniva eseguita dall’inci- il teatro Anatomico, come luogo per l’in- sore. Oltre che da questo collaboratore, il segnamento dell’anatomia mediante la lettore era assistito dall’ostensore che, dissezione dei cadaveri. man mano che l’insegnante procedeva Tra il XVII e XVIII secolo Anton Maria nella lettura e nel commento, dal proprio Valsalva (1666-1723) studia l’anatomia posto sottostante la cattedra del professo- dell’occhio e dell’orecchio, dell’aorta, del re, con un lungo bastoncino indicava le colon, e propone un trattamento più uma- parti anatomiche nominate. Nella disse- no per i malati di mente (non più conside- zione anatomica venivano anzitutto stu- rati come invasati dal demonio). Pier Pao- diati gli organi dell’addome, poi quelli lo Molinelli (1702-1764) nel 1742 ottiene del torace e infine le altre parti del corpo. da papa Benedetto XIV il permesso di te- Per ultima veniva aperta la cavità cranica. nere il primo Corso di ostensioni delle Con questa metodologia nasce la tecnica operazioni chirurgiche nei cadaveri. Con delle autopsie e diagnostica cadaverica un analogo provvedimento del 28 novem- ancora oggi seguita in tutte le scuole di bre 1747 si stabiliva l’allestimento di una anatomia patologica veterinaria. Camera Anatomica alla quale veniva pre- Nel 1734, presenti autorità civili e religio- posto Ercole Lelli (1702-1766) in qualità se e come d’uso, dame e cavalieri, tenne di custode e ostensore. Le accademie ana- dottrina autoptica la celebre Laura Bassi tomiche si tenevano nel periodo invernale (1711-1778), lettrice di filosofia e fisica dopo le feste di S. Antonio abate durante sperimentale.4 le vacanze invernali e duravano dieci Il secolo XVIII si apre a Bologna nel se- giorni mattino e pomeriggio.13 Assieme gno di un lento declino della città, specu- con personaggi dello Stato cittadino, della lare a quello dello Stato Pontificio, segna- Religione, dello Studio, dall’umile frate a to da una pesante recessione economica e modesti cittadini, partecipavano anche da un complessivo indebolimento delle numerose dame prese da una morbosa cu- capacità di iniziativa della oligarchia che riosità. Il periodo in cui si tenevano le la governava. A questa tendenza, che si pubbliche esercitazioni era carnevale, e accentuerà nella seconda parte del secolo, così intervenivano anche personaggi in fa da contrappunto un’indiscussa vivacità maschera, creando un’atmosfera surreale sul piano scientifico e culturale che si ri- di tragica comicità, che risultava in forte flette nell’antico Studium. Lo Studio, in- contrasto con l’ambiente severo ed il mo- fatti, vede migliorate in parte le sue diffi- mento così grave.5 Le autopsie, fuori di coltà dal provvedimento adottato dal Car- questo tempo, continuavano ad essere dinale Casoni (1773), e grazie all’iniziati- eseguite presso l’Ospedale della Morte, va di Marsili il 13 marzo 1714 nasce comunicante mediante un criptoportico l’Accademia delle Scienze dell’Istituto, interposto fra lo stesso ospedale e il teatro che incorpora l’Accademia dei Filosofi Anatomico, come dimostrato da una lapi- Inquieti, nata nel 1691, cui apparteneva de di marmo sita nello stesso luogo. Nel- Morgagni, e quella delle arti.14 Così le l’ospedale c’era una sala anatomica, vera scienze ebbero la loro nuova casa. Tutte e propria palestra di studio per i docenti le autopsie venivano eseguite presso loca- che apprendevano questa scienza, perfe- li di Palazzo Poggi, congiunto a Palazzo zionandola e tramandandola come ancora Malvezzi, messi a disposizione dall’acca- oggi accade da maestro ad allievo. Il ca- demia e più tardi dalla Università trasferi- 433 tasi nella sede attuale nel 1803. L’unicità dio anatomo-patologico veterinario conti- di Palazzo Poggi, della quale Marsili era nuato dai successori di Morgagni, tutti del tutto consapevole, consisteva, infatti, laureati in Medicina, studiosi della tecni- nell’assunto di non scindere il momento ca autoptica nell’uomo e negli animali della discussione da quello della ricerca e presso l’Istituto delle Scienze e professori della dimostrazione e quindi dell’insegna- o incisori presso il Teatro Anatomico del- mento scientifico. l’Archiginnasio e docenti dell’Università Il personaggio che caratterizzò la scuola degli Studi di Bologna. medica del tempo fu Giovan Battista Morgagni (1682-1771) che studiò medici- na a Bologna, e fu collaboratore di Anton Luigi Galvani Maria Valsalva (a sua volta allievo di Malpighi). Eletto principe dell’Accade- Dopo aver acquisita la laurea in filosofia e mia dei Filosofi Inquieti, ne attuò la rifor- medicina, intraprende i primi passi per ac- ma in senso sperimentale e contribuì a cedere alla carriera accademica. Nel 1761 trasformarla nell’Accademia delle Scien- diviene alunno dell’accademia delle ze di cui divenne segretario perpetuo, do- Scienze di Bologna e nel 1762 discute e ve c’era la possibilità di eseguire le ne- pubblica la tesi De ossibus, che gli vale la croscopie, anche sperimentali, con conti- nomina ad anatomico e a lettore onorario nuità. I suoi studi autoptici sono docu- nell’Università. Tra gennaio e febbraio del mentati dagli “Adversaria anatomica”, 1768, Galvani affronta la funzione pubbli- letti nel 1705 all’Accademia degli Inquie- ca di anatomia, un ciclo di lezioni di ana- ti, che colpirono l’ambiente scientifico tomia umana sul cadavere, al teatro anato- per le molte scoperte che contenevano mico dell’università. Galvani non fu solo sulla struttura organica. Il suo maestro, medico chirurgo e ostetrico, ma può esse- Valsalva, non condivise però le sue teorie re definito un vero e proprio protopatolo- e si oppose alla pubblicazione dell’opera. go veterinario. Il Predieri ritrovò un ma- Morgagni, seguendo le indicazioni di noscritto di Galvani e ne parlò all’Accade- Malpighi, iniziò lo studio dei cadaveri mia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, non più con l’intento di esaminare solo i nella sessione del 29 novembre del 1860: fenomeni che apparivano all’esame ester- “Dirò ch’esso dimostra come, fra tanti no ma ricercando anche le lesioni interne pregi, il Galvani possedesse pur anche eventualmente già segnalate in vita con quello di conoscere la Medicina veterina- l’esame clinico. Scrive il De sedibus et ria, e perciò anche l’anatomia comparata, causis morborum per anatomen indagatis che di quello studio è necessario ornamen- introducendo così il concetto di ragiona- to”.17 Oltre a tale comunicazione il Predie- mento epicritico anatomo-clinico che è il ri inviava copia del manoscritto a Giovan momento più alto e conclusivo della ne- Battista Ercolani, allora direttore della croscopia. Da tutto il mondo Morgagni è Scuola Veterinaria di Torino, ed egli la considerato il fondatore della anatomia pubblicava integralmente nell’ultimo nu- patologica umana e veterinaria, come so- mero del Giornale di Medicina Veterinaria stiene J.F. Smithcors nel suo trattato Evo- dell’anno 1860 del qual giornale era diret- lution of the veterinary art15 Questo affer- tore-gerente, con il seguente titolo: Senti- ma il boemo Carl Rochytansky (1804- mento del dottore Luigi Galvani sopra la 1878), che lo riconobbe maestro indiscus- natura del male da cui sono attaccate le so scrivendolo sul frontale del suo istituto bestie bovine nelle comunità di Savigna- a Vienna e il suo allievo Rudolf Virchow no, di Vigo e Verzuno, di Burzanella e di (1821-1902), che lo definisce “maestro Montaguragazza, e di Camugnano (pro- del pensiero anatomo-patologico”.16 Dal vincia di Bologna). 17 Questo manoscritto 1761 quindi inizia a differenziarsi lo stu- conferma alcune deduzioni che derivano 434 dalla conoscenza della storia della medici- “per indagare la cagione delle malattie e na di Bologna. Il medico non era anche delle morti, come per iscoprire le parti veterinario, perché la competenza sulla sa- più recondite e difficile della macchina lute degli animali era ancora affidata ai umana”. maniscalchi, ma medico anatomico (ana- L’Alma Mater istituì fin dal 1784 una tomo-patologo comparato). Così potevano Cattedra di Medicina Veterinaria e affidò essere definiti quegli anatomici che opera- l’insegnamento prima a Giacomo poi al rono nell’Università o presso l’Istituto del- figlio Gaetano Gandolfi. Nel 1819 suc- le Scienze dopo che Morgagni, mediante i cesse a questi Antonio Alessandrini che si suoi scritti, insegnò la metodologia di ese- può dire fu il vero fondatore della scuola cuzione dell’esame autoptico come ri- Veterinaria bolognese. Alla sua morte scontro anatomo-clinico. L’assunteria del vennero separate le Cattedre e a lui suc- Comune di Bologna inviò Galvani ad esa- cessero nel 1861 Telesforo Tombari in minare i bovini colpiti o morti per cono- Notomia e Sebastiano Richiardi in Pato- scere le cause eziologiche e le descrizioni logia.18 Nel 1863 Giovan Battista Ercola- macroscopiche di Galvani, dettate durante ni, assieme al suo assistente e primo ana- l’esecuzione delle necroscopie, erano così tomo patologo veterinario italiano Giam- esatte che cento anni dopo fu abbastanza pietro Piana, ottenne la direzione del mu- agevole per i patologi veterinari riferirle seo di anatomia patologica. Ad Ercolani ad una epidemia di carbonchio ematico subentrò Vincenzo Colucci, che Rudolf che colpì i bovini nell’anno 1775 nell’alta Virchow, in una sua visita a Bologna, vol- valle del Reno. le conoscere e discutere con lui le dege- nerazioni dei parenchimi dal punto di vi- sta istopatologico. Carlo Mondini Dal 1887 la direzione di Anatomia pato- logica passò a Floriano Brazzola fino al All’età di 23 anni completò i suoi studi e 1921.1 divenne assistente presso l’ospedale di Tra il XVIII e IL XIX secolo ci furono dei Santa Maria della Morte. Nel 1757 gli fu mutamenti di governo e mutamenti nello conferita la laurea in filosofia e medicina. studio di Bologna, con ripercussione sulla Nei sette anni successivi concentrò i suoi attivazione della Scuola di Veterinaria.1 sforzi nello studio dell’anatomia e fu abi- Detti mutamenti non impedirono l’evol- litato lettore della facoltà di medicina. versi e il progredire della patologia Veteri- Nel 1782 successe a Luigi Galvani nella naria perché presso l’Istituto delle Scienze cattedra di anatomia, quando quest’ultimo continuavano la ricerca, l’insegnamento e ottenne la cattedra di ostetricia. Dopo il l’esecuzione delle necroscopie. 19 crollo dell’Impero Napoleonico, quando l’Università tornò allo Stato Pontificio, Mondini ottenne dal Delegato Apostolico Germano Azzoguidi Giustiniani la Cattedra di Anatomia, che accettò con la riserva di poter tenere co- Laureato in medicina, professore di Noto- me suo dissettore Antonio Alessandrini, il mia comparata presso l’Università di Bo- quale quindi fu nominato il 30 ottobre logna, nel 1801 tentò di far inserire nel- 1815. Nel 1811, poco dopo la sua secon- l’insegnamento della classe medica l’in- da laurea, Alessandrini era divenuto me- segnamento della Veterinaria proponendo dico astante presso l’Ospedale della vita. di modificare la dizione della sua cattedra In questi anni insieme con l’amico More- in “Notomia comparata e Veterinaria” 1, schi, professore di Notomia, stabilì che ma il tentativo non riuscì. Nel 1802, alla tutto il tempo che rimaneva dopo le cure morte di Giacomo Gandolfi, fondatore dei malati fosse speso a tagliare cadaveri, della Veterinaria Bolognese, venne chia- 435 mato dalla municipalità di Bologna a ri- pliato e divenuto un gioiello unico al mon- coprire la carica di Pubblico Veterinario do, ancora visitabile presso la Facoltà di dipartimentale il figlio Gaetano.20 Medicina Veterinaria di Bologna. Alessan- drini ebbe diversi allievi tutti laureati in medicina e fra questi il più noto fu certa- Gaetano Gandolfi mente Giovan Battista Ercolani.

Aveva ereditata dal padre la passione per la Medicina e Chirurgia disciplina in cui si Luigi Calori addottorò nel settembre 1801 e, dopo un breve periodo di studi anatomici nel 1805, Per sessanta anni fu professore di anatomia ottenne la nomina di Medico chirurgo pratica ed anche rettore all’Università di Istruttore e Medico Veterinario della Scuo- Bologna ed è considerato allievo, profondo la. Mondini rilasciò per Gaetano Gandolfi estimatore ed amico di Antonio Alessan- un attestato di proprio pugno per il corso drini. Alla morte di Alessandrini lesse l’e- di Anatomia e relative dimostrazioni tenute logio funebre all’Accademia delle Scienze all’Istituto delle Scienze (20 giugno in quattro sessioni consecutive il 10, 17 e 1801).1 Nel 1807 fu nominato custode di 24 novembre e 1 dicembre del 1864. Anatomia comparata dell’Università di Bologna, con l’incarico di eseguire per il Gabinetto medesimo le necessarie prepara- Giovan Battista Ercolani zioni, e fu il vero iniziatore dello studio della anatomia patologica veterinaria mo- Sebastiano Richiardi subentrò ad Ales- derna.1 Risale a questa nomina la nascita sandrini e per soli due anni ebbe la dire- organica della raccolta dei preparati ancora zione del Gabinetto di anatomia patologi- presenti nel Museo di Anatomia patologica ca veterinaria. Questo accadeva mentre e Teratologia Veterinaria dell’Università di Ercolani, l’allievo prediletto di Alessan- Bologna. I primi preparati vennero eseguiti drini, si trovava a Torino come Direttore con la supervisione di Azzoguidi nel della Scuola Veterinaria. 1807.18 Il 7 novembre dello stesso anno Ercolani (1817-1883), laureato a Bologna Gandolfi fu nominato anche ripetitore alla in medicina e in chirurgia, innamorato Cattedra di Anatomia comparata e Fisiolo- dello studio della patologia comparata, per gia tenuta dal suo Maestro Azzoguidi. ragioni politiche fu costretto a riparare in Toscana e più tardi in Piemonte dove di- venne Direttore della Scuola di Veterina- Antonio Alessandrini ria, scrisse la storia della Veterinaria e la- sciò il suo unico allievo piemontese Rivol- Allievo di Francesco Mondini e suo disset- ta.7 Nel 1861 furono separate le Cattedre tore di Anatomia, nel 1817 fu nominato di Anatomia comparata e di anatomia pa- medico di Lazzaretto, e, nel febbraio del tologica veterinaria. Ercolani rientrò a Bo- 1819, professore temporaneo o sostituto di logna nel 1863 come direttore del Gabi- Notomia Comparativa e di Patologia Vete- netto di Anatomia patologica comparata. rinaria, cattedra rimasta vacante per la im- Dall’anno 1871-72 la Scuola Veterinaria provvisa ed immatura morte di Gaetano Bolognese, che aveva trovata ancora in Gandolfi. Entrò in possesso della raccolta embrione, si sviluppò. La Facoltà medico- dei preparati (circa 450 come afferma Er- chirurgica divenne Facoltà medico-chirur- colani), conservati a secco o sotto spirito, gica e di Veterinaria. Ercolani, divenuto lasciati dai suoi predecessori Germano Az- Preside della nuova Facoltà, pretese che zoguidi e Gaetano Gandolfi e fondò il Mu- gli studenti di Chirurgia si esercitassero seo di Notomia Comparata Patologica, am- nella sala anatomica veterinaria per ese- 436 guire necroscopie soprattutto in cani, poi- ne del Museo di Anatomia patologica, de- ché in quei tempi non erano noti metodi nominato Museo di zootomia patologica; per sedare i pazienti durante gli interventi il direttore incaricato è il Brazzola, men- chirurgici. Nel 1876 la Scuola di veterina- tre il suo assistente è Pietro Gherardini.7 ria divenne indipendente con la dizione di Scuola superiore di Medicina Veterinaria, ed al quarto anno conservò ed approfondì Giampietro Piana l’insegnamento di Anatomia patologica. Come anatomo-patologo, Ercolani conti- Allievo di Ercolani di cui descrisse la bio- nuò la raccolta di materiale patologico ini- grafia,21 laureato in Medicina Veterinaria a ziata da Germano Azzoguidi e continuata Bologna fu il primo anatomo-patologo da Gaetano Gandolfi per fini didattici e veterinario italiano. dei casi più importanti faceva ritrarre l’a- Nell’annuario universitario dell’anno ac- spetto in quelle plastiche in gesso o in ce- cademico 1877-78 risulta assistente al ra colorate che ancora oggi si possono am- Museo di Anatomia patologica. Il posto mirare. Luigi Montroni scriveva riguardo però rimase ben presto vacante, perché all’opera di Giovanni Battista Ercolani: Giampietro Piana, che lo ricopriva, fu “…e soprattutto ci sono testimonianze del chiamato nel 1880 alla Cattedra di Patolo- suo grande amore per quella scienza che gia generale e Anatomia patologica pres- egli medico liberamente scelse, che colti- so la Scuola di Parma.1 vò per lunghi anni, che potentemente con- Dopo Parma, Piana fu chiamato alla catte- tribuì ad elevare con le sue opere, con le dra di anatomia patologica della Scuola Su- sue proposte, con l’autorità del suo solle- periore di Medicina Veterinaria di Milano cito giudizio”. A Bologna Ercolani ebbe ed è considerato uno dei più ingegnosi ri- Giampietro Piana come allievo di grande cercatori della sua epoca nel campo dell’a- ingegno, studioso ed introverso. natomia patologica veterinaria e primo vero anatomo-isto-patologo veterinario italiano.7 Da Alderotti o Alderotto al Morgagni, la Vincenzo Colucci Scuola Medica bolognese ebbe il signifi- cato di un attivissimo ed importante cen- Dopo la morte di Ercolani la direzione tro di espansione per le scienze positive. della Scuola venne assunta nel 1884 da La già definita ristretta e combattuta Girolamo Cocconi e l’insegnamento fu scuola di Malpighi ha, infatti, dato origi- coperto da Colucci, di estrazione clinica, ne alle moderne scienze mediche e natu- nominato professore incaricato di Anato- rali. Tutti i grandi medici, chirurghi e ana- mia patologica e Patologia Medica gene- tomo-patologi che seguirono si formarono rale e speciale, e direttore incaricato del all’insegnamento dei maestri bolognesi, Museo di Anatomia patologica. riformatori acuti e valenti, che imposero la loro scienza e la loro scuola. Volutamente terminiamo il nostro percor- Floriano Brazzola so storico alla fine dell’Ottocento, perché dall’inizio del Novecento l’anatomia pato- Nel gennaio 1887, in sostituzione di Vin- logica veterinaria ha già acquisita una pro- cenzo Colucci ed in seguito a concorso, pria fisionomia ed è in grado di accrescer- Brazzola venne da Milano e fu nominato si e di svilupparsi autonomamente. Ricor- professore straordinario dell’insegnamen- diamo che l’anatomia patologica veterina- to della Patologia Generale e Anatomia ria, nata a Bologna per merito di Morga- patologica veterinaria. Dall’esame del- gni e dei suoi successori, continua ad ac- l’annuario dello anno scolastico 1889-90, crescersi presso la Facoltà di Medicina ve- si rileva il cambiamento di denominazio- terinaria senza interruzioni fino ai giorni 437 nostri e verso fine Ottocento si dicotomiz- 10 M. FANTI, La Confraternita di S. Maria za originando due Scuole: Torino, con Er- della Morte e la Conforteria dei condan- colani e il suo allievo Sebastiano Rivolta nati in Bologna nei secoli XIV e XV, Qua- (1832-1893) che nel 1882 scoprì “il germe derni del Centro di Documentazione sul dell’actinomicosi“22 e Milano, con l’allie- Movimento dei Disciplinati 20, Perugina, vo bolognese di Ercolani, Giampietro Pia- 1978. na. Di questo grande patologo veterinario, 11 C. RICCI, I primordi dello Studio bolo- attraverso la lettura del trattato L’insegna- gnese. Nota storica, Bologna, 1887. mento Medico Veterinario a Parma,23 non 12 G. ROVERSI, Cenni sulla Cappella dei c’è ricordo del suo breve passaggio a Par- Bulgari e le sue pitture, Bologna, 1962. ma, ma è noto che il Piana a Parma, dopo 13 P. C APPONI, I grandi maestri e lo svilup- aver scoperto il ciclo biologico di Fasciola po degli studi medici nell’Ateneo bolo- epatica, decise di fare catturare tutte le lu- gnese fino al secolo XIX, in: Bologna nel- mache al fine di abbassare l’incidenza del- la storia d’Italia, Bologna, 1933. la infestazione nella specie bovina (da ap- 14 W. TEGA, Le sedi dell’antico Studio e le punti di Maestrini mai pubblicati e non ri- istituzioni dell’Illuminismo, in: I luoghi trovati dopo la sua morte). del conoscere, Milano, 1988. 15 J.F. SMITHCORS, Evolution of the veteri- nary art. A narrative account to 1850, BIBLIOGRAFIA Baillière, Tindall and Cox, London, 1958. 16 A. PAZZINI, Storia della Medicina, Mila- 1 A. VEGGETTI,N. MAESTRINI, L’insegna- no, 1947. mento della Veterinaria nell’Università di 17 P. P REDIERI, Di alcuni autografi del ce- Bologna in: La pratica della Veterinaria lebre Professore Luigi Galvani ultima- nell’Emilia Romagna e l’insegnamento mente rinvenuti, Memoria della Accade- nell’Università di Bologna, Bologna, mia delle Scienze dell’Istituto di Bologna 1984, pp. 145-264. Tomo XII, Tipografia Gamberini e Par- 2 L. MONTRONI, L’Opera scientifica di meggiani, Bologna, 1861. Giovanni Battista Ercolani. Prolusione 18 S. BIAVATI,S. BIAVATI, Il Museo di Ana- per l’inaugurazione dell’anno accademico tomia patologica e Teratologia veterina- 1958-59, Annuario dell’ Università di Bo- ria. Storia illustrata di Bologna. I Musei logna, Stesso anno. dell’Università, 10/VII, Milano, 1987. 3 A. VIANELLI, Fatti e vicende dello studio 19 L. CALORI, Vita di Antonio Alessandrini. Bolognese, Bologna, 1961. Memoria della Accademia delle scienze 4 A. VIANELLI, L’Antica Università di Bo- dell’Istituto di Bologna, Tomo IV, Tipo- logna, Bologna, 1978. grafia Gamberini e Parmeggiani, Bolo- 5 C. COLITTA: Il Palazzo dell’Archiginna- gna, 1864. sio e L’Antico Studio Bolognese, Bolo- 20 G.B. ERCOLANI, Ricerche storico-anali- gna, 1975. tiche sugli scrittori di veterinaria in due 6 D. BARDUZZI, Manuale di Storia della volumi, Tipografia Ferrero e Franco, Tori- Medicina, Torino, 1923. no, 1851, 1854. 7 V.C HIODI, Storia della Veterinaria, Mila- 21 G.P. PIANA, Gian Battista Ercolani,Ar- no, 1957. chives de Parasitologie, Parigi, 1902. 8 R. BERNABEO, Bologna 1088-1988. Il 22 A. CASTIGLIONI, Storia della Medicina, nono centenario dell’Università di Bolo- Milano, 1936. gna, Milano, 1987. 23 E. CABASSI,G.LIUzzo, L’Insegnamento 9 A. SORBELLI, Storia dell’Università di Medico Veterinario a Parma, Parma, Bologna, Vol. I. Bologna, 1947. 2001.

438 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LA MEDICINA VETERINARIA IN ABRUZZO ULTRA I NEL PERIODO PREUNITARIO ORIANA DI GIACINTO, PAOLO BERARDINELLI, ADELMO MARINO SUMMARY THE VETERINARY MEDICINE IN ABRUZZO ULTRA I IN THE PREUNIFICATION PERIOD The Authors have investigated the sanitary situation of Veterinary Medicine in Abruzzo Ultra I in the first sixties of 19th century. In that period the Veterinary Medicine was heterogeneous and subdivided in three different aspects: public health, animal health or zooiatry and forma- tion. Also in this Province of the Reign of Two Sicily, in these years of deep cultural transfor- mation which permitted the creation of the Schools of Veterinary Medicine including the mi- nor ones of Teramo and Penne, started a different approach to the pathologies and the affir- mation and the institutionalization of the figure of the Veterinary surgeon. The documents ana- lyzed demonstrate that since 1834, year of institution of the provincial veterinary services in all Provinces of the Reign of Two Sicilies, there is a transition from a sanitary attitude aimed to contain the endemics to an attitude that, instead, tries to comprise and to explain the ethiopathogenesis of diffusible diseases. It is in these years that the genesis of the epidemio- logical medicine can be observed, starting the fight on the epizootics, by controlling the slaughtering and the meat obtained from the animals; facing systematically what today we call “Veterinary public health” preventing single epizootic episodes. The Authors have also documented the presence of two minor veterinary Schools in the dis- tricts of Teramo and Penne, both belonging to the Province of Abruzzo Ultra I, that contributed to the diffusion of veterinary science contrasting the strong empiricism of the practicals.

L’affermazione della nuova scienza, la con un diverso approccio. Quello scienti- Medicina veterinaria, nella realtà agrico- fico per l’appunto. lo-pastorale dell’ Abruzzo Ultra I trovò, E’ in questa fase che si può documentare nell’arco temporale rappresentato in que- la transizione da un atteggiamento sanita- sta indagine archivistica, non poche diffi- rio mirato a contenere le endemie ad un coltà; ma anche notevoli facilitazioni do- comportamento che, invece, tentava di vute principalmente al mutato clima cul- comprendere e spiegarsi l’eziopatogenesi turale che veniva consolidandosi nel XIX di malattie diffusibili; il diverso approccio secolo in Europa, nonché in alcuni di- alla patologia era mirato a sconfiggere, stretti periferici del Regno borbonico. per quanto possibile, le epizoozie. Si può Le scelte politiche-economiche che indus- osservare la genesi della medicina epide- sero regnanti ad inviare le migliori menti miologica che avviò la lotta alle epizoo- ad attingere metodo e cultura scientifica zie, attuando il controllo della macella- alle Scuole di Bourgelat, fecero il resto. zione e delle carni prodotte dagli animali; È in questo contesto culturale che si col- affrontando in modo sistematico quella loca l’analisi storica oggetto del presente che oggi chiamiamo “ Sanità pubblica ve- lavoro. Si è potuto documentare la genesi, terinaria” ed attuando un’opera di preven- l’istituzionalizzazione e l’affermazione di zione in rapporto a singoli episodi di epi- una nuova figura professionale: il Medico zoozie. veterinario. Si è compresa la trasforma- La Provincia teramana fu l’unica delle tre zione da empirici in medici che posero Province abruzzesi ad avvertire l’impor- come fulcro del loro lavoro il metodo tanza sociale della pratica veterinaria, tan- scientifico; medici brevettati che formati- to da fondare, ad opera di veterinari bre- si nella Scuola medica del Regno, oramai vettati nel Real Collegio veterinario di istituzionalizzata, affrontarono le emer- Napoli, due scuole veterinarie provinciali genze di sanità pubblica e le epizoozie minori di Teramo e Penne. 439 Scuola veterinaria di Teramo naventura Palamolla e fu “legalmente co- stituito nella carica ed immesso nell’eser- Un impulso determinante che portò alla cizio delle funzioni affidategli”.4 costituzione di una scuola di veterinaria a Il regolamento della scuola fu redatto sin Teramo fu impresso da Emidio Marte- dall’agosto 1831 ad opera dell’Ispettore mucci “nato da padre ferraio il 5 maggio del 1° Distretto della Pubblica Istruzione 1809” allievo a piazza franca nel Real così come pure il calendario delle lezioni. collegio veterinario di Napoli dal 1826 al Nei giorni prefissati il lunedì, mercoledì e 1830, anno in cui conseguì il brevetto di sabato si stabilì una durata delle lezioni in Veterinario. due ore e mezzo. L’Istruttore oltre ad im- Con dispaccio del 30 dicembre 1830, partire nuove istruzioni doveva anche in- Martemucci supplicava l’Intendente di dirizzare i giovani frequentanti ad adem- Teramo di dare riscontro alla disposizione piere esattamente i doveri religiosi. Le del Consiglio provinciale diretta a stabili- materie impartite riguardavano: la Forgia re una Scuola Veterinaria, ed affidarne e Ferratura teoretica e pratica, il Trattato all’Oratore il Magistero, […] a pubblica- delle razze, l’Igiene veterinaria, l’Anato- re nel Giornale d’Intendenza un manife- mia, la Biologia e l’Ippologia. L’istruzio- sto in cui vengano invitati i Giovani del ne aveva una durata di tre anni. Distretto a concorrere all’indicata scuola Che al tempo il problema dell’istruzione […] a far avere all’Oratore il compenso veterinaria fosse particolarmente sentito delle sue fatiche.1 dal Governo centrale si evince dai rappor- Il successivo 3 gennaio, Martemucci co- ti che dal giugno 1832 vengono richiesti munica all’Intendente “sono pronto a dal Ministro degli Affari Interni all’Inten- prendere possesso della carica addossata- dente di Teramo per i “risultamenti che si mi di Maestro di Veterinaria” e, con sono ottenuti dallo Stabilimento della un’attenta valutazione geoeconomica, Scuola Veterinaria installata in codesto suggerisce sul luogo dove potesse aprirsi Comune Capoluogo”.5 Ed è in un rappor- la Scuola, e sarebbe questo, dove una ab- to del 5 maggio 1834 che Martemucci, in bondanza di animali tanto vaccini per i adempimento alla richiesta dell’Intenden- luoghi prossimi e più abbondanti di Agri- te di conoscere “lo stato attuale della coltura, come sono la pianura del Voma- Scuola Veterinaria”, affermava che la no e del Tordino, tanto Cavallini per la scuola era frequentata da due alunni “Bat- circostanza del continuo passaggio che tista Quartapalle di Teramo e Salvatore di fanno per qui gli Olivaroli, e i trafficanti Odoardo di Cerreto” e da due giovani di- di ogni sorte, presentano ad ora gli esem- lettanti “Pasquale Bonolis di questa città e pi istruttivi non essendo possibile provve- Girolamo Umani di Notaresco”. Nello derseli con tanta abbondanza e senza stesso rapporto emergeva la profonda co- spesa.2 noscenza che Martemucci aveva dell’eco- La richiesta di Martemucci di aprire scuo- nomia delle montagne teramane incentra- la a Notaresco non fu presa in considera- ta esclusivamente sulla pastorizia piutto- zione, anzi l’Intendente, nel successivo sto che sull’agricoltura e l’utilità che at- mese di febbraio, si attivò con il Sindaco tribuiva alla divulgazione della scienza di Teramo “onde invenisse un locale per veterinaria “in detti luoghi ove il solo og- aprirvi Scuola Veterinaria”.3 Individuata, getto di risorsa di ciascun abitante sia la non senza difficoltà, la sede, un quarto di Pastorizia, come il fatto lo dimostra, è qui casa di proprietà del Sig. Venanzo Cap- che più di qualunque altra parte è scono- pelli dal costo annuo di 18 Carlini, Emi- sciuta la veterinaria” come ebbe modo di dio Martemucci, prescelto maestro della verificare durante l’epizoozia suina svi- Scuola Veterinaria, il 15 luglio 1831 pre- luppatasi in quegli anni. Per favorire la stò giuramento davanti all’intendente Bo- conoscenza della pratica veterinaria, sug- 440 gerì all’Intendente di ordinare ai Sindaci riscattare la Veterinaria dall’empirismo dei comuni montani “di obbligare ciascun dilagante tanto che furono presentate due proprietario a mandare alla scuola perso- suppliche per l’apertura della Scuola ve- na della famiglia che sappia leggere e terinaria: la prima il 15 ottobre 1831 ad scrivere; il Venerdì o il Sabbato di ogni opera di Raffaele Ciantra di Penne e la se- Settimana […] o solo il Sabbato in occa- conda il 17 settembre 1832 da Pietro Pao- sione che vengono al mercato”.6 lo Nanni di Spoltore, “primo alunno tera- Il materiale didattico di cui la scuola go- mano che vi è tornato Privilegiato”.9 deva consisteva in uno scheletro di caval- Su deliberazione del 6 maggio 1834 del lo, utile nell’insegnamento dell’osteolo- Consiglio Generale della Provincia, e in gia, fatto costruire grazie ai fondi provin- considerazione del fatto che nel 1° Di- ciali. Ma tale supporto didattico non era stretto vi è una scuola veterinaria a cari- idoneo per l’insegnamento “dell’angeolo- co dei fondi provinciali. Che questa Scuo- gia, della miologia e della nevrologia” e la non può essere sufficiente per l’istru- per ciò che nel novembre del 1837, Mar- zione di una intera Provincia, tanto mag- temucci presenta una istanza all’Inten- giormente perché gli Alunni di essa ap- dente tesa all’acquisto di un “Cavallo e partengono per lo più a Famiglie biso- materia colorante… per l’ignazione dei gnose, non avrebbero la possibilità di vasi sanguigni” 7 dovendo ultimare uno manternerli in questo Capo-luogo fu deli- degli allievi, Nicola Merlonetti, il corso di berato che si stabilisca una Scuola di Ve- Anatomia. terinaria collo stipendio di annui ducati Le notizie circa la frequentazione della sessanta a carico della Provincia. 10 scuola e le sue attività didattiche, attestate La direzione fu affidata a Raffaele Ciantra dai carteggi relativi al rilascio, da parte e fu immesso nella carica il 20 luglio delle autorità amministrative, dei certifi- 1835 a seguito di sovrana risoluzione. cati di servizio, si esauriscono nel luglio Egli, nato il 2 marzo del 1810 da padre del 1840, anno in cui Martemucci si reca veterinario (maniscalco ndr) richiese, nel a Napoli per ottenere la forse più redditi- 1827, la piazza franca al Real Convitto di zia laurea in medicina. Come si rileva Veterinaria di Napoli. e concluse gli studi dalla nota inviata in data primo gennaio nell’ottobre del 1831 con l’ottenimento 1841 dall’Intendente di Teramo al Mini- del “Privilegio”. stro degli Affari Interni “Emidio Marte- La scuola fu aperta nella stessa casa in mucci Veterinario di questo distretto fin cui Ciantra abitava e già nel mese di no- dai principi di luglio dello scorso anno si vembre del 1835 era frequentata da due recò in Codesta Capitale dove rinunziò al- alunni, come si rileva da un dispaccio in- la comunale condotta veterinaria per otte- viato il 25 marzo 1836 dal Sottintendente nere la laurea in medicina”.8 di Penne all’Intendente di Teramo lamen- Ma fu certamente la passione per l’inse- tandosi che il numero esiguo di studenti gnamento che nel 1861 portò Emidio era da attribuire alla mancanza di avvisi Martemucci a essere nominato professore da diramare per tutto il Distretto. Al fine incaricato di patologia, epizoozie e anato- di “facilitare gli Alunni nell’istruzione mia patologica nella Reale scuola Supe- della professione” nel maggio del 1836 si riore di Medicina veterinaria di Napoli. ritenne utile dotare la scuola di strumenti didattici quali un “quadro zoometrico, un quadro ippologico ed uno scheletro caval- Scuola veterinaria di Penne lino per le lezioni zootomiche” 11 la cui spesa venne ripartita tra i Comuni del Di- Sull’esempio di Teramo anche a Penne, stretto. Successivamente fu acquistata l’o- capoluogo del secondo distretto dell’A- pera “Corso completo di veterinaria” del bruzzo Ultra I, si manifestò l’esigenza di prof. Vincenzo Mazza. In seguito alla ri- 441 volta del 1837 (23 e 24 luglio), scoppiata cale per la salvaguardia della salute pub- al grido “Viva la costituzione di Paler- blica; i rapporti e le informative dei sinda- mo”, Penne perse il Giudicato Regio, la ci di tutti i comuni della provincia all’In- Tesoria distrettuale e la Sottintendenze tendente per relazionare sui fenomeni ri- che furono trasferiti a Città Sant’Angelo. correnti epidemici e sul manifestarsi ed Anche la sede della Scuola si sarebbe do- evolversi delle epizoozie tra gli animali vuta trasferire a Città Sant’Angelo ma bovini, ovini e suini; la corrispondenza Ciantra, restio al trasferimento, con sup- intercorsa tra gli intendenti abruzzesi e tra plica documentata aveva esposto all’Inte- l’Intendente di Teramo e le autorità di dente di Teramo che niuna risorsa gli Napoli per arginare la diffusione delle presentò il Comune di Città Sant’Angelo, epidemie. che per la ristretta estensione territoriale Nell’agosto 1818 la Soprintendenza Ge- è privo di animali utili … inoltre non con- nerale e del Supremo Magistrato di Sanità facendogli quel clima fu attaccato da informava l’Intendente di Teramo che in Reuma generale … che fece dubitare di alcune Province del Regno si era diffusa sua vita … implora il permesso di tornare l’epizoozia tra gli animali Vaccini e al fi- a Penne per colà continuare l’istruzione ne di evitare la diffusione epidemica in veterinaria di questo 2° Distretto.12 tutte le Province del Regno e tutelare la In effetti, come attesta un rapporto inviato salute pubblica e gli allevamenti di bestia- dal SottoIntendente di Penne all’Inten- me furono emanati due Regolamenti:14 dente di Teramo datato 11 settembre uno amministrativo e l’ altro veterinario. 1840, Ciantra si è trattenuto in questo Co- I Sindaci dei comuni limitrofi alle Marche mune per un numero or più or meno furono prontamente incaricati di vigilare grande di giorni e vi ha fatto scuola di sull’introduzione di Animali Vaccini, “a Veterinaria ad un tal Saverio Cortella cagione di passaggio, o di pascolo” se …la scuola non era fatta con molta esat- prima non fossero stati riconosciuti sani tezza … promettendomi appena ristabilito da persone “intelligenti”. Il regolamento pienamente di recarsi in questo comune a amministrativo prevedeva che tutti i pro- fissa residenza e a farvi scuola con mag- prietari di animali Vaccini, “sia quelli te- giore impegno”.13 nuti al pascolo per l’industria di Pastori- Nel luglio 1841, in considerazione che zia, siano quelli destinati in dote a questi Ciantra era l’unico veterinario rimasto in Stabilimenti di Agricoltura” denunciasse- tutta la Provincia, il Ministro degli Interni ro alle Autorità Municipali il numero dei gli accordò il permesso di dimorare in capi posseduti, la loro dimora, il loro sta- Penne obbligando il Sindaco di Città San- to di salute e la vendita o la perdita per t’Angelo a firmare i certificati di servizio epizoozia o per qualunque altro motivo. dai quali si attestava che Ciantra prestava Era compito delle Autorità municipali vi- servizio come Direttore della Scuola vete- gilare attentamente ed accertarsi se l’epi- rinaria stabilita a Città Sant’Angelo. Nel zoozia si fosse introdotta in qualche stabi- 1842 la Scuola venne trasferita di nuovo a limento agricolo o allevamento rilascian- Penne dove è certificata fino a tutto il 1862 do “gratis” a ciascun proprietario un cer- sempre retta dal Ciantra. tificato che attestasse il sopralluogo effet- tuato. In caso di contagio i proprietari erano obbligati a separare gli animali sani Epizoozie da quelli infetti, facendo applicare il trat- tamento veterinario a loro spese. Gli ani- Dal materiale documentario esaminato, mali morti di epizoozia erano da bruciare sono molte le disposizioni generali e gli e non era consentito l’utilizzo delle loro atti attestanti i corrispondenti adempi- pelli e delle carni. Ai fini della macella- menti da porre in esecuzione a livello lo- zione i proprietari erano tenuti ad avvisa- 442 re le Autorità municipali che facevano ve- stata infusione di salvia, di rosmarino o di rificare le condizioni sanitarie del bestia- assenzio; alle erbe potevano essere sosti- me da “esperti Veterinarj” che dovevano tuite “la in polvere, la canfora, la imprimere la lettera S sulla spalla destra serpentaria” al fine di ottenere dei risultati degli animali ritenuti sani. Era fatto divie- più rapidi e certi. to di introdurre animali macellati in luo- Molta importanza, e a buona ragione, ve- ghi diversi da quelli stabiliti. Per i con- niva data alla corretta osservanza delle travventori erano contemplate pene di na- norme igieniche da parte delle persone tura economica ed amministrativa; una che dovevano somministrare i rimedi terza parte delle multe andava a beneficio avendo cura di non mettersi a contatto di di coloro che avevano scoperto la frode. animali sani senza prima essersi lavati ac- Nel Regolamento veterinario venivano in- curatamente le mani e le braccia con ac- vece descritti, in maniera dettagliata, i tre qua e aceto. Anche gli abiti, “sui quali ha stadi della malattia classificata tra quelle potuto cader della bava di animali infetti “aftose” e “Carbonese”, chiamata anche nell’atto della cura” dovevano essere ben “glosso antrace” a causa dell’edema che lavati. Ma il maggiore problema era rap- insorgeva quasi costantemente sulla lin- presentato dalla mancanza di persone gua. Al fine di salvaguardare il bestiame istruite alla Veterinaria che fossero in gra- gregario si vietava il pascolo in comune do di far applicare in maniera esatta i tra gli animali sani e quelli malati, di farli principi enunciati. Lo stesso Capitano abbeverare della medesima acqua e dimo- Comandante dei Fucilieri Reali della Pro- rare nelle medesime stalle se non si era vincia di Teramo, il 16 settembre 1818, precedentemente operata la disinfettazio- dopo essersi recato nella Masseria di Gio- ne che consisteva nel togliere o bruciare vanni Della Monica e aver trovato il colo- gli utensili di legno attaccati alle mangia- no Di Girolamo che assisteva una vacca toie, nel pulire i pavimenti con acqua e da fatica, faceva presente all’Intendente aceto o con acqua di mare nei siti maritti- che “non esistono in questo comune lumi mi, nell’imbiancare le pareti con calce Veterinarj, ma semplicemente pessimi praticandovi delle fumigazioni di nitro o Ferratori di cavalli”.15 di semplice aceto. Gli animali sani, per Dalla documentazione si rileva un’altra essere preservati dal contagio, dovevano virulenta epidemia verificatasi tra il 1826 pascolare in erbaggi freschi ed avere “fie- ed il 1827 originatasi nelle province di no asciutto” e “acqua alquanto acidulata” Fermo e di Ascoli e poi diffusasi nei terri- con dosi di acido solforico, per avere dei tori di frontiera dell’Abruzzo Ultra I. risultati più sicuri, o con infusioni di as- Il 31 ottobre 1826 Giacomo De Cuppis, senzio o rosmarino o salvia oppure me- Delegato apostolico, dava avviso del dif- scolata con una discreta dose di aceto. Le fondersi in alcuni territori dello Stato stalle erano da mantenere ben pulite sem- Pontificio del morbo epizootico bovino pre aperte e ventilate. Agli animali infetti detto “glosso Antrace” o “Cancro volan- bisognava pungere il turgore comparso te” e si impartivano gli ordini per arresta- sulla lingua o in altre parti della bocca, e re e debellare la trasmissione del morbo. lavarlo con una mistione di acqua, aceto o In breve tempo l’epizoozia si diffuse an- sale, o semplice vino; se lo stadio era che nella Provincia teramana, privilegian- avanzato bisognava “operarsene la scarifi- do i comuni di frontiera, tanto che nel cazione” o applicarvi il fuoco. L’alimen- mese di dicembre 1826 furono diramate tazione doveva essere a base di erbe fre- dall’Intendente del Primo Abruzzo Ulte- sche “e per quanto si può odorose”, acqua riore alcune circolari per informare i Sot- acidulata con dell’aceto in cui era stato tointendenti, i Sindaci, i Regi giudici e i sciolto del sale. Internamente doveva es- Comandanti la gendarmeria della Provin- sere somministrato del vino, in cui vi era cia sulla malattia epidemica diffusasi tra 443 il bestiame. L’Intendente sollecitava una riscontrata anche nei precedenti quaranta vigilanza scrupolosa e l’osservanza degli giorni. Durante il contagio era proibito la adempimenti prescritti per sopprimere macellazione delle carni suine; si consi- l’epidemia sul nascere ed arrestarne i pro- gliava di ben disinfettare i porcili con “fu- gressi poiché, pur sembrando di indole migazioni del Morveau” facendo anche benigna per gli animali bovini e curabile attenzione che i Custodi di detti animali mediante l’applicazione degli opportuni non si “facciano escoriazioni, con il mez- rimedi di ordine veterinario, si era mani- zo del quale il Morbo si può propagare si- festata con “veemenza e ferocia” nei suini no alla specie umana”.18 L’Intendente di delle vicine province dello Stato Papale. Teramo, prima di far adottare le misure L’Intendente sollecitava l’attenzione “di prescritte nello Stato Pontificio, consi- ogni ceto di persone. Trattasi di rimaner gliava di affrettare le provviste di carne privi di ogni genere principale di sussi- salata, “essendone già arrivata la stagio- stenza, e di commercio, e di vedere espo- ne”, al fine di diminuire il numero di Sui- sta la propria persona al contagio che si- ni e rendere più agevole, una volta intro- nora affligge i solo animali”.16 dotto il morbo, la cura. La “salata” era L’attenzione riscossa fu tale che il 21 di- permessa e raccomandata a condizione cembre 1826 il Vice-protomedico del Di- che i Suini fossero stati dichiarati, dal 1° stretto di Teramo, dott. Gaetano Cinthj, Eletto e da due Deputati, sani. Era proibi- inventò due strumenti veterinari facili da ta la vendita delle carni nocive e per im- costruirli e maneggiarli con franchezza, pedire l’occultamento degli animali infet- mediante li quali il Cancro s’incide, e si ti, le Autorità municipali ogni mattina do- estirpa senza che il pus, che dalla pusto- vevano ispezionare le carni esposte in la scaturisce, tocchi le altre parti della vendita ed ogni sera quelle rimaste. bocca, e molto meno della mano operan- Essendosi estesa l’epizoozia anche nel di- te … l’ordigno fatto a cucchiajo, che io stretto di Penne, veniva stabilito il cordo- denomino Puslegio, ossia raccoglitore ne sanitario sulla frontiera verso lo Stato del pus… Pontificio, verso tutti i luoghi di transito Il secondo strumento serviva per gli stadi per la provincia di Teramo e verso i terri- avanzati, quando la pustola fossesi in- tori interni per impedire il passaggio di grandita e molto elevata, conviene farne animali Bovini, Ovini e Suini. Lo stato di l’estirpazione especialmente di tutta la salute del bestiame destinato al macello pelle contenente il liquido, poiché ripor- era verificato dalle Autorità municipali e tandosi essa sulla parte carnosa, rico- da un veterinario. Gli animali riconosciuti mincerebbe il veleno … e perciò bisogna sani venivano bollati nell’orecchio così da adoperare l’ordigno che io chiamo Co- garantire i compratori circa l’identità del- pantrace.17 le carni. I proprietari erano obbligati a de- Le misure di profilassi da applicare erano nunciare i casi di contagio dei propri capi quelle adottate nel 1826 dallo Stato Ponti- di bestiame. Le pene inflitte per i contrav- ficio, dettate dalla Sacra Consulta di Ro- ventori erano alquanto severe come si ri- ma, e approvate dalla Facoltà Medica del leva da una sentenza, datata 2 gennaio Supremo Magistrato di Salute di Napoli. 1827, del Regio Giudicato del 1° Distret- Per evitare l’introduzione di bestiame so- to “di contravvenzione ai Regolamenti spetto, venivano proibiti i mercati e le fie- sull’epidemia delle Bestie, nella esposi- re. Gli animali provenienti da zone oltre zione degli animali non infetti in fiera”19 confine potevano far ingresso solo se ac- nei confronti di 12 imputati condannati ad compagnati da un Certificato Sanitario at- un’ammenda di 29 Carlini ciascuno e a testante il numero degli animali, il luogo 29 giorni di detenzione. Il successivo 10 di provenienza (dove non doveva regnare gennaio il Ministro degli Affari Interni in- alcun morbo epizootico), la buona salute formò l’Intendente che Sua Maestà aveva 444 disposto che venisse sciolto il Cordone È a partire dal 1834 che sono documentati Sanitario tra la Provincia di Teramo e lo numerosi rapporti a firma dei Veterinari Stato Romano. Al fine di sgravare i Co- Distrettuali (Martemucci o Ciantra) che muni “dal peso che soffrono”, venne tolto descrivevano puntualmente la malattia, i il divieto delle fiere e dei mercati degli modi di contagio, la profilassi da seguire, animali Bovini, Lanuti, e Suini “onde non le cure da somministrare. tenere più inceppato il commercio di es- si”.21 Veniva però imposto l’obbligo di un Certificato di Sanità per poter passare da Le Condotte veterinarie un Comune all’altro. Il Certificato di Sa- nità doveva essere rilasciato da una Com- Con un dispaccio del 3 dicembre 1834, il missione composta dal Sindaco, dal Pri- Ministro degli Affari Interni portava a co- mo Eletto e dal Parroco, nella giurisdizio- noscenza dell’Intendente di Teramo le dis- ne dove dimoravano gli animali che si vo- posizioni relative ai doveri dei Veterinari levano muovere. Detto Certificato doveva provinciali relativamente alle condotte. esibirsi, congiuntamente alla carta di Pas- Lo stesso dispaccio indicava quali erano so, dal conduttore degli animali al Sinda- le motivazioni dell’istituzione delle con- co del Comune ove erano diretti anticipa- dotte veterinarie: nel saggio fine di scuo- tamente all’entrata degli animali. Il Sin- tere l’empirismo cui, per l’ignoranza dei daco, riconosciuto il conduttore, con l’au- principi scientifici è stata finora soggetta silio di un veterinario, o professore sani- la cura dei bruti, tanto utili alla industria tario o di altra persona esperta procedeva ed agli altri usi della vita umana, dopo al riconoscimento degli animali che, se ri- aver per tal uopo provveduto allo stabili- tenuti sani, accedevano al mercato o alla mento delle condotte veterinarie nelle fiera. Qualora fossero stati trovati alcuni province, è diretta la sua sollecitudine ad capi affetti dal “cancro volante” o dal “ta- ordinare il servigio in modo che propa- glione” veniva sequestrato l’intero greg- gandosi la Scienza, ciascuno possa gio- ge. Restavano in pieno vigore le disposi- varsene 20 ed elencava, in maniera detta- zioni impartite precedentemente relative gliata, quali erano i compiti del veterinario alla denuncia degli animali infetti, alle provinciale. cure da somministrare da parte di persone Egli doveva dirigere la Polizia medica esperte, alla macellazione. della Provincia in tutti i casi di malattie, Negli anni seguenti si susseguirono nu- comprese quelle epidemiche e contagiose merose manifestazioni epizootiche ricor- per le quali cure occorreva la conoscenza renti ma di entità molto limita e riscontra- dei principi scientifici. In tali casi, era ob- bili solo in alcuni comuni, come la bligato a recarsi sul luogo per prescrivere “Schiavina”, malattia contagiosa degli non solo il metodo curativo ma anche le Ovini, riscontrata nel 1835 solo in alcuni misure precauzionali da prendere per sal- comuni montani; l’epizoozia suina nel vaguardare la salute pubblica. I maniscal- 1836 e nel 1844, l’epidemia aftosa ovi- chi che avevano in cura animali malati, caprina che nel 1839 afflisse Civitella del dovevano inviare rapporto al veterinario Tronto. provinciale descrivendo i sintomi della Le fonti studiate hanno messo in evidenza malattia, i rimedi approntati e il loro ef- come il rinnovamento auspicato attraver- fetto. Il Veterinario, analizzato il rapporto, so la fondazione delle scuole veterinarie e doveva suggerire tutto ciò che riteneva attuato con l’istituzione delle Condotte utile alla guarigione dell’animale ed in- veterinarie (1834) abbia contribuito ad ar- viare ogni fine mese un rapporto alla Fa- ginare e ad affrontare con cognizione di coltà veterinaria di Napoli descrivendo le causa le epizoozie che si susseguirono ne- malattie, indicandone le cause, i sintomi e gli anni. le cure prescritte. Doveva anche compila- 445 re dei “trattatini pratici” sulla cura delle smessi, tramite il Ministero degli Interni, malattie comuni agli animali e svolgere allo stabilimento Veterinario di Napoli. anche una funzione di “perito di tutte le Oggetto di detti rapporti erano la descri- contestazioni” che avevano per oggetto il zione della malattia che affliggeva l’ani- valore degli animali o la loro salute; veni- male, i metodi preventivi affinché non si va anche consultato per suggerimenti ine- diffondesse e infine la cura da sommini- renti il miglioramento delle razze. strare. Era compito della Facoltà Veterina- Il ruolo di Medico veterinario per il Di- ria di Napoli approvare o meno quanto stretto di Teramo fu ricoperto da Marte- prescritto dal Veterinario condotto. mucci fino al luglio 1840, mese in cui si rese vacante. Per il Distretto di Penne, la carica fu ricoperta con continuità, fin ol- NOTE tre il 1860, da Raffaele Ciantra. Lo stesso, il 6 maggio 1842 “mancando il veterina- 1 ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO, Fondo rio nel 1° Distretto… per apportare un Intendenza Borbonica, busta 69a, fasc. utile vantaggio come al primo, che al se- 378, fg. condo Distretto” inoltrò una supplica al- 2Ibidem, busta 69a, fasc. 378, fg. 3. l’Intendente per ottenere la nomina di Ve- 3 Ibidem, busta 69a, fasc. 378, fg. 7. terinario Provinciale ma che fu negata dal 4 Ibidem, busta 69a, fasc. 378, fg. 25. Ministro degli Interni il quale rispose che 5 Ibidem, busta 69a, fasc. 380, fg. 17. il non esservi per ora in Teramo un Veteri- 6 Ibidem, busta 69a, fasc. 378, fg. 38. nario condottato per la rinunzia del Mar- 7 Ibidem, busta 69a, fasc. 378, fg. 85. temucci, è una circostanza temporanea la 8 Ibidem, busta 69a, fasc. 384, fg. 21. quale può variare subito che sarà brevetta- 9 Ibidem, busta 66b, fasc. 328, fg. 153. to di esercizio qualche altro alunno della 10 Ibidem, busta 69a, fasc. 381, fg. 2. Provincia da questa Facoltà veterinaria. 21 11 Ibidem, busta 69a, fasc. 381, fg. 13. L’unica istanza a ricoprire il posto di Ve- 12 Ibidem, busta 69b, (non fascicolata). terinario del Distretto di Teramo fu pre- 13 Ibidem, busta 69b, (non fascicolata). sentata molti anni dopo, il 4 aprile 1859, 14 Ibidem, busta 251a, (non fascicolata). ad opera di Sabatino Di Francesco che 15 Ibidem, busta 251a, (non fascicolata). non ottenne la nomina forse per il rapido 16 Ibidem, busta 251b, (non fascicolata). susseguirsi degli avvenimenti politici che 17 Ibidem, busta 248b, (non fascicolata). interessarono il Regno delle Due Sicilie. 18 Ibidem, busta 251a, (non fascicolata). Dal 1834 si susseguirono diversi rapporti 19 Ibidem, busta 249a, (non fascicolata). inoltrati dai veterinari condottati dell’A- 20 Ibidem, busta 248a, (non fascicolata). bruzzo Ultra I all’Intendente e quindi tra- 21 Ibidem, busta 69b, (non fascicolata).

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L’INSEGNAMENTO DELL’ANATOMIA NELLA SCUOLA VETERINARIA DI TORINO MARCO PRUNOTTO

RIASSUNTO La scuola di Anatomia veterinaria di Torino vanta una lunga tradizione che trae origine fin dal XVIII secolo con la fondazione della locale Facoltà da parte di Carlo Brugnone (1741- 1818). Egli può essere considerato anatomico poiché ebbe la prima cattedra di “notomia” e scrisse il primo libro di morfologia animale. La tradizione anatomica fu quindi continuata da Carlo Giorgio Mangosio (1774-1848) che pubblicò un trattato anatomico, da Felice Perosino (1805-1887) che scrisse un altro testo anatomico e da Austa Secondo (1823-1852). Nel XX se- colo la scuola anatomica fu rappresentata da due importanti anatomici, Umberto Zimmerl (1872-1945) che contribuì allo studio anatomico del sistema nervoso centrale e degli annessi cutanei e da Giovanni Godina (1912-2000) che lavorò sulla istogenesi e sulla formazione del tessuto adiposo ma che è particolarmente famoso per i suoi studi in vitro sull’accrescimento delle fibre nervose.

SUMMARY THE TEACHING OF ANATOMY IN THE VETERINARY SCHOOL OF TURIN The Turin school of veterinary Anatomy has a long tradition that goes back to 18th century with the foundation of the local Faculty by Carlo Brugnone (1741-1818). He can be conside- red the first anatomist as he had the first teaching chair of “notomia” and wrote the first book of animal morphology. The anatomical tradition was then continued by Carlo Giorgio Mangosio (1774-1848), who published an anatomical treaty, by Felice Perosino (1805-1887) who wrote another anatomical tome and by Austa Secondo (1823-1852). In 20th century the anatomical school was represented by two important anatomists, Umberto Zimmerl (1872- 1945) who contributed to the anatomical study of central nervous system and skin annexes, and Giovanni Godina (1912-2000) who worked on histogenesis and fat tissue formation but is particularly famous for his studies on in vitro growth of nervous fibres.

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THE NALDO MAESTRINI ANTIQUE BOOK COLLECTION OF THE G.B. ERCOLANI LIBRARY, FACULTY OF VETERINARY MEDICINE, UNIVERSITY OF BOLOGNA MIRELLA MAZZUCCHI, ALBA VEGGETTI RIASSUNTO IL FONDO ANTICO “NALDO MAESTRINI” DELLA BIBLIOTECA CENTRALIZZATA “G.B.ERCOLANI” DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA La Biblioteca centralizzata “G.B. Ercolani” della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Univer- sità di Bologna possiede un rilevante fondo antico costituito da 2422 opere a stampa inerenti la mascalcia e la medicina veterinaria edite dal Cinquecento ai primi decenni del Novecento. Il fondo è intitolato a Naldo Maestrini (1941-1994) perché è stato costituito a seguito della ge- nerosa donazione della sua “Biblioteca antiquaria di medicina veterinaria” fatta alla Facoltà dai famigliari, dopo la sua prematura scomparsa. Il Maestrini, che della Facoltà era stato pri- ma allievo, poi professore ordinario di Patologia aviare, oltre ad essere uno scienziato rigoroso era anche un appassionato bibliofilo e un valido cultore di storia della medicina veterinaria. Alla donazione Maestrini, comprendente 715 opere a stampa (tra le quali 8 del Cinquecento, 11 del Seicento, 65 del Settecento, 274 dell’Ottocento e 357 della prima metà del Novecento, editti, manifesti, bandi e manoscritti), si sono in seguito aggiunti i libri antichi dei fondi librari delle sezioni di Anatomia e di Zootecnia del Dipartimento di Morfofisiologia veterinaria e Pro- duzioni animali e della sezione di Malattie Infettive e Parassitarie del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e Patologia animale, comprendenti, tra l’altro, 4 opere del Cinquecento, 7 del Seicento e 35 del Settecento. Bologna, che nella Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio custodisce la ricchissima raccolta di manoscritti e antichi testi di mascalcia appartenuti all’Er- colani, con l’acquisizione del fondo Maestrini è di certo diventata un centro di primaria impor- tanza per tutti coloro che si occupano di storia della medicina veterinaria.

The centralised ‘G.B. Ercolani’ library first half of the 20th century and was ac- of Bologna University’s Faculty of Veteri- companied by a handwritten index of the nary Medicine possesses an extensive his- entire collection. torical collection of 2422 books and other Antique books (including 4 from the 16th, printed items concerning farriery and vet- 7 from the 17th and 35 from the 18th cen- erinary medicine dating from the sixteenth turies) from the Anatomy and Animal century to the first decades of the twentieth. Science sections of the Department of The collection is named after Naldo Veterinary Morphophysiology and Ani- Maestrini (1941-1994) being based on the mal Production, and from the Infectious generous donation of his ‘Antique veteri- Diseases & Parasitology section of the nary medicine book collection’ by his Department of Veterinary Publich Health family following his premature death. and Animal Pathology, comprising, Maestrini, a former student of the Faculty among others, 4 works from the 1500s, 7 who later held the Chair of Avian Pathol- from the 1600s and 35 from the 1700s ogy, was, in addition to being a rigorous have now been added to the collection. scientist, a passionate bibliophile with a thorough knowledge of the history of veteri- nary medicine.1 Some of the most important works in the The Maestrini collection consisted of 715 Maestrini Collection printed works (books, manuscripts and public notices) of which 8 were from the In order to demonstrate the value of the 16th century, 11 from the 17th, 65 from the collection, below is a short list of just a 18th, 274 from the 19th and 357 from the few of the oldest volumes. 449 Sixteenth century publications: Opera Pavia. Nel quale si tratta della natura de’ della Medicina de cavalli composta da cavalli, del modo di domarli & frenarli; diversi antichi scrittori…. , translation in- et di tutto quello che a’ cavalli & a buon to the vernacular of the Hippiatricum, cavallerizzo s’appartiene printed in printed in Venice by Michele Tramezzino Venice by Giordano Ziletti All’Insegna in 1543; Liber 1, de simpatia & antipatia della Stella, in 1562; three copies of Glo- rerum. De contagione, & contagiosis ria del cavallo by Pasquale Caracciolo, morbis & eorum curatione libri tres by edited in Venice by Gabriele Giolito in Fracastoro, edited in 1550 by Gulielmum 1566, 1567 and 1585; Tractatus in mate- Gazeium; Opera di agricoltura… by ria equorum by Ippolito Bonacossa, Pietro Crescentio, edited in Venice in printed in Venice by Damiano Zenarium 1553 by the heirs of Giovanni Padovano; in 1590. Trattato dell’imbrigliare, maneggiare et The works dating from the seventeenth ferrare cavalli… by Cesare Fiaschi print- century include that by Neapolitan ed in Bologna in 1556 by Anselmo Giac- Grisone Ordini di cavalcare et modi di carelli; Naturalis historiae… by Pliny, conoscere le nature de cavalli… printed printed in Venice by Paulum Manutium in in Venice in 1610 by Andrea Muschio; 1559; Dottissimo libro non più stampato Cavallo frenato… by Neapolitan Antonio della mascalcia del cavallo del Sig. Gior- Ferraro, printed in Venice in 1620, by dano Rusto Calabrese…, printed in Francesco Prati; Quadrupedum omnium Bologna by Giovanni Rossi in 1561, with bisulcorum historia… by Ulisse Al- an additional treatise by Alberto Magno drovandi printed in Bologna by Sebas- translated into the vernacular from Latin; tiano Bonomji in 1621; Del modo di Cavallerizzo di m. Claudio Corte di conoscere la natura de’ cavalli et le medi- cine appartenenti a loro di Mastro Agostino Columbre edited in Venice in 1622 by Alessandro de’ Vecchi; the two editions of La perfezione del Cavallo by the Roman Francesco Liberati, printed in Rome by the heirs of Francesco Corbel- letti in 1639, the other by Michele Her- cole in 1669; La methode et invention nouvelle de dresser les chevaux…» by the Guillaume Count of Newcastle, Antwerp, by Iacques van Meurs, 1658, with splen- did figures; a copy of Le Parfait Mareschal… by De Solleysel, edited in Paris by Coluzier in 1679 and three copies of the 1682 edition; L’arte di ben conoscere e distinguere le qualità de’ caval- li… by Marino Guerzoni, edited in Venice by Andrea Poletti in 1692. The eighteenth century publications in- clude the seventh and last edition (1707- 1706) of the splendid Anatomia del caval- lo, infermità et suoi rimedi…by Carlo Ru- ini junior, printed in Venice by Lorenzo “The marshal's workshop” table from C. Fiaschi, Basegio (editio princeps, dated 1598 is Trattato dell'imbrigliare, maneggiare et ferrare present as an anastatic print)3; the funda- cavalli, Bologna, 1556. mental Dissertatio historica del bovilla 450 Table from C. Ruini, Dell'anotomia et dell'infir- Table from D.G. D'Alessandro, Opera, Napoli, mità del Cavallo, Bologna, 1598. 1723. peste… by Lancisi, edited in Rome by by Marc-Michel Bousquet in 1744; Della former printer Joannis Mariae Salvioni in contagiosa epidemia la quale inoltrassi 1715; two copies of Opera di Giuseppe ne’ buoi nel territorio di Padoa e quasi in D’Alessandro duca di Pesciolanciano di- tutto il dominio veneto…by Bernardino visa in cinque libri. Ne’ quali si tratta Ramazzini, printed in Bologna by Gas- delle regole di cavalcare, della profes- pare de Franceschi alla Colomba in 1748; sione di spada…con un trattato del modo Regole per conoscere perfettamente le di curare l’infermità de’ cavalli… edited bellezze e i difetti de’ cavalli… by the in Naples in 1723 by Antonio Muzio heir Count of Rimini Francesco Bonsi, printed of Michele Luigi; the curious Nuovo trat- in Rimini in 1751 by the Alberini heirs; tato utilissimo de’ canarini. Con la Elements d’hippiatrique… by Claude maniera d’allevarli e d’accoppiarli…le Bourgelat, vol. I from 1750, vol. II, part I cause delle loro infermità e molti segreti from 1751 and part II from 1753, by Hen- per guarirli… by Frenchman mons. ri Declaustre of Lyon; Guide du Hervieux, Italian translation printed in marechal… by M. Lafosse Paris, 1767, at Venice by Giambattista Regozza in 1724; Lacombe. a fifth copy of Le Parfait Mareschal… by The collection also includes the works of De Solleysel in the Paris edition dating the plagiarists of Ruini’s magnificent from 1733 by the Pierre-Jean Mariette; plates: The Anatomy of the horse di A. Anatomie generale du cheval…by Snape Snape (1683). L’Anatomie generale du in the French translation by de Garsault, Cheval (Paris, 1734) by De Garsault and Paris by Robert-Marc d’Espilly, 1734; Le lastly le parfait connoissance des nouveau Newcastle ou traite de caval- Chevaux (1734) by the most arrogant of lerie, geometrique, theorique et pratique plagiarists, De Saunier.4 by Claude Bourgelat printed in Lausanne The manuscripts, all of which originate 451 Title-page from Guillaume count of Newcastle, La methode et invention nouvelle de dresser les chevaux, Antwerp, 1658. from the Maestrini donation, include the the year conventionally established as the second volume slipsheeted by Ercolani, chronological limit for antique books, Ricerche storico-analitiche sugli scrittori di were catalogued in antique SBN (Nation- veterinaria (1854) with handwritten notes al Library Service) by specialised person- by the author5 and the handwritten notes on nel, entrusted with the task of cataloguing the surgery lessons by Professor Francesco all the antique texts belonging to the Al- Lombardi of the Parma Veterinary School, ma Mater Studiorum University of gathered together in a hefty volume entitled Bologna.7 The data entered is that re- simply Veterinaria 1870-1880 purchased quired for cataloguing by Author in com- on the antiques market by Maestrini, who, pliance with international standards (IS- after patient calligraphic research, succeed- BD/A International Standard Biblio- ed in identifying the Author.6 graphic description) for antique books8 and contribute to enriching the 325 items of the Bolognese System’s heritage (cata- Re-ordering and cataloguing work loguing of all the University, Municipal, Provincial libraries, etc.) from which they The Maestrini Antique Collection is migrate towards the national SBN index housed in a dedicated room of the Library (National Bibliographic System of the In- and has been reordered maintaining the stitute for the Single Catalogue (ICCU). unicity of the sections of which it is com- As all modern acquisitions, the remaining posed. The books bear the source of origin works, having been published later than and they are arranged in chronological or- 1830 were catalogued in compliance with der within each section. The oldest volumes SBN standards, as since its foundation the are kept in closed cabinets that allow Ercolani Library has participated in the ventilation and the others on open shelves. SBN project whereby all the material ac- Recently the books edited prior to 1830, quired becomes property of the State. 452 Virtual exhibition keep its valuable collection of antique books but also promotes initiatives aimed The University of Bologna’s Library Sys- at valorising it. tem has created a “Virtual Exhibition of Some of the most significant and inter- Antique Books”, 400 pictures taken from esting works, including some of icono- books and documents of historical inter- graphic value, are in turn displayed in est reproduced in a digital way, indicative special showcases so that this great cul- of the heritage possessed by the Libraries tural heritage can be used not only by of the University, the University Library scholars, but also and especially be and Bologna’s Main City Library (Bib- brought to the attention of the young- lioteca dell’Archiginnasio). sters who spend time in the library, in The images were obtained by digitalising the conviction that progress of veterinary significant parts of the abovementioned medicine necessarily involves a knowl- documents, in order to permit them to be edge of its past. Furthermore, on Faculty viewed at a good level of definition. The anniversaries and during national scien- single images can be accessed using a va- tific culture week, the most valuable riety of modes: preset courses, multiple or pieces are put on show to the public in punctual searches. initiatives that always generate lively in- The aim of the initiative was to open to a terest and appreciation. vast public the consultation of documents often only accessible to specialised schol- ars and to provide an example of the in- Bologna, the capital of veterinary terest and importance of the material bibliography present in the libraries pertaining to the University Library System or that belong With the acquisition of the Maestrini col- to the Bolognese SBN system. The virtual lection, Bologna, whose main City Library library contains books, illustrated manu- (Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio)9 scripts, music scores, valuable etchings possesses a wonderful collection of Er- and pamphlets, handwritten letters, old colani’s manuscripts and old books on far- documents, maps, herbaria, prints and li- riery, has undoubtedly made the city a cen- brettos. In order to allow visitors to make tre of primary importance with regard to the best possible use of Bologna’s li- antique veterinary bibliography, funda- braries, those that are most closely guard- mental to all those who study in the history ed or with the most interesting history, it of animal medicine. is possible not only to observe a showcase accompanied by captions, but also to “leaf” through the books and manuscripts NOTES from the first page to the last, to ‘unroll’ the scrolls from the first column to the 1 On Naldo Maestrini see Naldo Maestrini last, to perform research in catalogues Patologo aviare, Culture di storia della containing both the individual books, medicina veterinaria, Bibliofilo. Atti In- manuscripts and scores and their pages, contro commemorativo, Sant’Ippolito di plates and fragments. When it was not Vernio, 1997, Prato, 1998. possible to reproduce the documents inte- 2 The index compiled by Maestrini is of grally, it was decided in any case to show great interest as in certain parts in addi- a significant selection of each piece. tion to the relevant bibliographic data, the origin of the work and information on the Promotional activities author are also given. 3 The anastatic print of Ruini’s work, by The Library does not merely jealously the Li Causi publishing house, 1984, per- 453 formed on the original owned by the Bib- sity’s antique book cataloguing service. lioteca Comunale dell’Archiginnasio in 8 The cataloguing of antique books fol- Bologna, was promoted by the University lows ISBD(A), International Standard of Bologna’s Faculty of Veterinary Medi- Bibliographic Description for older cine to mark the bicentenary of the teach- Monographic Publications (Antiquarian) ing of Veterinary Medicine in Bologna. regulations, München, Saur, 1991, with The anastatic print was accompanied by a the amendments introduced by the Guida small volume entitled Ricerche su Carlo alla catalogazione in SBN: Libro antico, Ruini (1530-1598) the work of two emi- Rome, ICCU (Central institute for the sin- nent scholars, MARIO FANTI and ROSA gle catalogue of Italian libraries and bibli- CHIOSSI (on La famiglia, il personaggio, i ographic information), 1995. ISBD(A) tempi and Il trattato del Ruini nella vicen- regulations have in certain cases been in- da di edizioni, traduzioni, plagi, insidie e tegrated with more precise formulations riconoscimenti, respectively) who, on the taken from RICA, Regole italiane di cata- basis of archive sources only, not only logazione per autori, Rome, ICCU, 1979. shed light on unprecedented information, 9 The extremely vast collection of printed but also definitively dispelled the many antique texts and manuscripts concerning errors and mistakes that had previously farriery and veterinary medicine that Er- been written about the man and his work. colani, with great passion, provided 4 On this subject see the fundamental con- throughout his life after his death in 1884 tribution of ROSA CHIOSSI in the aforesaid was donated by his heirs to Bologna City Ricerche su Carlo Ruini published in 1984 Council to be kept in the Municipal Li- and the article by ALBA VEGGETTI, Carlo brary. In 1911, the Ercolani collection Ruini e le vicende della sua “Anatomia was further enriched by the donation del Cavallo in Obiettivi & Documenti Vet- made by the widow of Prof. Gian Pietro erinari, 9, 1997, pages 61-66, where cer- Piana, one of Ercolani’s former students, tain of Ruini’s plates are compared with of a number of manuscripts penned by the the corresponding works by plagiarists. latter. True treasures of the Ercolani col- 5 On the attribution to Ercolani of the lection kept at the Archiginnasio are the notes present in this slipsheeted volume, 121 manuscripts on farriery, of which purchased by Maestrini on the antiques three date from the 14th century, fourteen market in 1974, see: N.MAESTRINI, from the 15th century, nine from the 16th G.B.Ercolani: aggiunte, note e correzioni century, eighteen from the 17th century, autografe al II volume di Ricerche fifty-three from the 19th century and storiche analitiche sugli scrittori di veteri- twenty-four from the 19th century. Ac- naria, Il Nuovo Progresso Veterinario, cording to the work of Mario Fanti, the vol. 17, 1980, pages 3-16. Ercolani collection, excluding the manu- 6 On the attribution of the handwritten scripts listed previously, comprises 2622 collection of surgery lessons to Lombardi volumes and 270 miscellaneous bound see N. MAESTRINI, Francesco Lombardi pamphlets for a total of 2352 volumes, of (1815-1887) maestro di Clinica Chirurgi- which 95 are sixteenth century editions, ca Veterinaria della Scuola di Parma: 130 are from the seventeenth century and scritti inediti. Obiettivi Veterinari, n° 11, 289 date from the eighteenth century. (M. 1986, pages 50-51. FANTI, I libri e i manoscritti di Giovan 7 The work was performed by the staff of Battista Ercolani nella Biblioteca Comu- the Cooperativa Le Pagine, winner of the nale dell’Archiginnasio, Obiettivi Veteri- call for proposals organised by the Uni- nari, n° 5, 1986, pages 48-49, and ap- versity for the assignment of the Univer- pended bibliography.

454 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’INVENTARIO DEI LIBRI DELLA BIBLIOTECA CHIRURGICA VETERINARIA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO REDATTO DA FELICE CINOTTI NEL 1948 DIEGO FONDA SUMMARY THE INVENTORY LIST OF BOOKS IN VETERINARY SURGICAL LIBRARY OF THE UNIVERSITY OF MILAN, COMPILED BY FELICE CINOTTI IN 1948 During a rearrangement, a manuscript titled “Registro inventario dei beni mobili infruttiferi di proprietà della R. Università di Milano categoria Libri”, signed by Felice Cinotti and dated 31th october 1948, was recently found in this universitary institute (Clinica Chirurgica Veteri- naria). It consists of an inventory of 652 books, listed for author name, title, publisher, town and date of publishing, and inventory value. After a memory of the life and the character of Felice Cinotti, head of this institute in Milan from 1936 to 1948, an analysis of this inventory will be performed to document the scientific cultural stratification occurred in this veterinary surgical class, although many books have been diverted to other libraries or pillaged during site changes. In details, books published in the 17th century (1), in the 18th century (11) and in the first half of the 19th century (47) were particularly illustrated. A difference between hu- man and veterinary source will be carried out, as well as it will be considered the different importance attributed to the different domestic species. Language, publisher and town of pub- lishing, and inventory value will receive an adequate consideration.

Nel corso di un recente riordino, è stato dologia.1 Richiamato in Italia nel 1915 ritrovato un “registro inventario dei beni per la prima guerra mondiale, cui parteci- mobili infruttiferi di proprietà della R. pò nel servizio veterinario militare fino al Università di Milano. Categoria Libri” 1919, venne nominato presso la Scuola appartenente all’istituto di Clinica Chirur- Superiore Veterinaria di Napoli incaricato gica Veterinaria, redatto da Felice Cinotti nel 1920 e ordinario di Patologia e Clini- e controfirmato dal preside Luigi Leinati ca Chirurgica2 dal 1929, ove rimase fino in data 31 ottobre 1948. Si tratta di un alla chiamata alla Facoltà di Medicina Ve- elenco di 652 libri di cui viene specifica- terinaria di Milano nel 1936. Raggiunti i to, oltre al titolo ed all’autore, editore, cit- limiti di età nel 1953, si ritirò nel paese tà e anno di pubblicazione, nonché il va- natale a cui rimase tanto legato da tra- lore inventariabile. scorrervi gli ultimi venticinque anni, fe- Cinotti è stato direttore dell’istituto di cli- steggiando con alcuni colleghi il centesi- nica chirurgica a Milano dal 1936 al mo anno, e da desiderare come unica 1948. Prima di lui avevano retto la dire- “ambizione” l’aggiunta sulla pietra tom- zione Luigi Brambilla fino al 1870, An- bale della scritta: “cittadino di Montescu- drea Vachetta (1870-1871), Nicola Lan- daio”.3 Tra le opere più importanti, ha zillotti-Buonsanti (1873-1921), Domeni- pubblicato la traduzione del Manuale di co Bernardini (1921-1926) e Virginio Chirurgia veterinaria, UTET, Torino, Bossi (1926-1936). Nato a Montescudaio 1904 e 1927 di P.J. Cadiot, e tre testi Po- in provincia di Pistoia, Felice Cinotti dologia, Cisalpino, Milano, 1947; Patolo- (1878-1978) studiò veterinaria a Pisa ove gia e terapia chirurgica veterinaria, Val- divenne aiuto del Vachetta, ma, vinto nel lardi, Milano, 1948; Medicina Operatoria 1910 un concorso internazionale presso Veterinaria, Vallardi, Milano, 1952. l’Università di Buenos Aires, vi si trasferì Il corpus di questo inventario è in grado per insegnarvi patologia chirurgica, pato- di testimoniare nel tempo la stratificazio- logia medica, propedeutica clinica e po- ne della cultura scientifica dei chirurghi 455 universitari milanesi, nonostante alcune possedere questo testo in una versione stornazioni alla biblioteca centrale (ove francese può essere considerata una prima esiste un fondo Lanzillotti, di 1840 opere spia della prevalenza della lingua francese ed un fondo Chirurgia, ove sono raccolte nelle prime fonti veterinarie. 311 opere di argomento chirurgico, oltre In effetti, i primi quattro tra gli esemplari al fondo Antico con 620 opere pubblicate settecenteschi del fondo della biblioteca prima del 1830) ed alcuni irrimediabili chirurgica sono pubblicati in lingua fran- saccheggi in corso di trasferimento di se- cese. Di Etienne-Guillaume La Fosse, de, così che non tutte le opere elencate detto La Fosse padre (…-1765), figlio di nell’inventario risultano materialmente un maniscalco e divenuto “marechal” del- presenti negli scaffali. Obiettivi della pre- le piccole scuderie reali, è presente una sente ricerca sono costituiti dalla valuta- piccola opera intitolata Observations et zione di differenti aspetti delle opere découvertes faites sur des chevaux, Ho- elencate: ordine cronologico dell’anno di chereau, Paris, 1754, con l’aggiunta signi- pubblicazione, lingua e luogo di pubbli- ficativa di “une nouvelle pratique sur la cazione dei libri, differenziazione dell’in- ferrure” in cui propone una ferratura ra- fluenza di una componente culturale uma- zionale e non più basata sul pareggio.5 na e di una veterinaria, differente peso François Robichon de la Guerinière delle diverse specie domestiche, presunto (1688-1751), scudiero di Luigi XV e re- valore inventariale delle opere elencate. sponsabile della accademia d’equitazione Passando ad un esame particolare, se si delle Tuileries, pubblicò una prima edi- adotta l’ordine cronologico, sono inventa- zione della Ecole de cavallerie nel 1731, riati libri pubblicati nel secolo XVII (1), cui fece seguire una splendida edizione in XVIII (11), XIX secolo prima metà (47) e folio nel 1733, Ecole de cavalerie, conte- seconda metà (342) e i rimanenti nel No- nant la Connoissance, l’Istruction et la vecento. Conservation du Cheval con tavole del L’unico esemplare del Seicento è edito a Parrocel, mentre quella presente nella no- Parigi: J.Markam, Le nouveau et savant stra biblioteca è una riproduzione ridotta Mareschal, Loyson, Paris, 1666. Di que- del 1756.6 Del lionnese Louis Vitet (1736- sto inglese letterato poligrafo, Gervase (o 1809), medico formatosi alla scuola di Jervis) Markham (1568-1637), soldato di Montpellier, dopo aver partecipato alla ri- fortuna e capitano sotto Carlo I, di cui si organizzazione degli ospedali di Lione ed conoscono lavori drammatici e poetici essersi dedicato agli studi veterinari, è (compositore di sonetti tanto da essere presente Médicine Vétérinaire, Frères Pé- identificato nel “rivale“ di Shakespeare), risse, Lyon, 1771, opera ordinata e sinteti- e testi di agricoltura, pesca, e veterinaria ca nella quale cercò di sbarazzare la vete- (A Discourse of horsemanshipp, 1593; All rinaria dal fardello tradizionale importan- Knowledge belonging to the smith, farrier dovi la Méthode Nosologique di Boissier or horse-leech, 1610; The English Hu- de Sauvages, con l’anatomia e la fisiolo- sbandman, 1613; Faithfull Farrier, 1630), gia alla base, ed in cui nel terzo volume la biblioteca milanese possiede una tradu- pose la basi per un approccio alla farma- zione francese postuma «dans lequel il est cologia moderna.7 Philippe-Etienne La traité de la composition, de la nature, des Fosse, detto La Fosse figlio (1738-1820), qualitez, perfections et defauts des che- anch’egli scudiero reale ma escluso dal- veaux; plus les signes de toute les mala- l’insegnamento nell’appena fondata scuo- dies e des blesseurs qui leur peuvent arri- la di Alfort, editò a sue spese la sua opera ver;…. avec la méthode de les guérir par- più importante, Cours d’hyppiatrique, faitement traduit du célébre Markham par Edme, Paris, 1772 in folio, presente nella le sieur de Foubert» e che risente dell’e- nostra biblioteca, monumento all’ippolo- sperienza di precedenti ippiatri.4 Il fatto di gia ed alla ferratura. Dopo questa pubbli- 456 cazione, egli abbandonò la Francia per la dall’Austria, si ritirò ad Altona pur conti- Russia, quindi ritornò in patria parteci- nuando a praticare e a scrivere.10 Una tra- pando attivamente alla rivoluzione france- duzione italiana di un’opera di La Fosse se, ma continuando per trent’anni a pole- padre, apparsa nel 1766 in prima edizio- mizzare con la scuola di Alfort.8 ne, è presente nel nostro inventario Guida Nelle tre opere più strettamente veterina- del maniscalco accresciuta di varie note rie, non è difficile riconoscere la presenza ed osservazioni ed arricchita di molti ra- di due differenti correnti di pensiero nel- mi, Massara, Pinerolo, 1781. Nell’intro- l’interpretare la “medicina degli animali”: duzione al lettore, l’anonimo traduttore da una parte quella tradizionale della fa- torinese, “dilettante, e non professore”, si miglia degli scudieri del re, come i La propone di avvalersi delle “osservazioni Fosse, basata sulla ferratura, sulle ricette pratiche del sempre celebre signor De La e sui segni della conformazione esterna Fosse, il quale ha saputo ridurre la medi- del cavallo, e dall’altra quella innovativa cina spettante alla Mascalcia, in modo fa- del Vitet che cerca di adattare alla veteri- cile, conciso, prudente ed utile quanto naria i metodi nosologici della medicina mai sia possibile”, onde presentare “que- umana. sta materia in italiano, perché gli autori Gli altri testi pubblicati nella seconda me- francesi, quali ne hanno trattato sono infi- tà del Settecento sono al contrario in lin- niti… ma non è lo stesso da Noi, mentre gua tedesca o italiana. Del moravo, baro- sono pochissimi i buoni autori”. Dell’ita- ne J.B. von Sind (1709-1776), scudiero liano Francesco Toggia (1752-1825), tra i dell’elettore di Colonia e poi del vescovo fondatori con il Brugnone della scuola ve- di Münster, esperto di equitazione e auto- terinaria di Torino, nominato professore re di un metodo di dressage in L’art du nel 1810 ed abile insegnante di “pratica”, Manége pris dans ses vrais principes è presente l’opera medica più importante, pubblicato a Bonn nel 1762, e di cui si ri- Trattato delle malattie esterne del caval- corda una esplosiva plaquette postuma in- lo, pubblicata quando era direttore a Trino titolata Electuaire contre la morve des Vercellese dell’ospedale veterinario isti- chevaux, è presente l’edizione di Gottinga tuito nel 1785 da Vittorio Amedeo III di del 1775 delle istruzioni per il maestro di Savoia.11 L’ultima opera pubblicata nel stalla, Vollstandiger Unterricht in den Settecento, il Compendio di cognizioni Wissenschaften eines Stallmeisters, appar- veterinarie per medici e chirurghi è nel so a Gottinga in prima edizione nel 1770.9 presente catalogo anonima ma può essere Del fondatore e primo direttore della attribuita con certezza ad un personaggio scuola di Vienna (1777-1795), il chirurgo pubblico dell’epoca napoleonica, Pietro slesiano Johann Gottlieb Wolstein (1738- Moscati (1739-1824), medico e non vete- 1820), autore prolifico sui morbi conta- rinario. Professore all’Università di Pavia, giosi e sulle ferite dei cavalli, sono pre- illuminista e seguace del sistema bruno- senti tre opere, un’istruzione per mani- niano, presidente del magistrato centrale scalchi, Unterrich für Fahnenschiede,un di sanità e direttore generale della pubbli- libro per i veterinari di campagna, Das ca istruzione sotto il regno italico napo- Buch für Tierärtze in Kriege, ed un testo leonico, riformatore della “Scuola di per la gestione delle ferite negli animali, istruzione per l’arte veterinaria” a Milano Die Bücher der Wundärtzer der Thiere, nel 1808, imprigionato a Cattaro dagli au- tradotto in francese nel 1784 e nel 1793 striaci, scrisse questo Compendio di vete- ed in latino nel 1803. L’insegnamento rinaria per istruire medici e chirurghi a eminentemente pratico del Wolstein ven- lottare contro le epizoozie e a “redimere il ne bruscamente interrotto per ordine su- pubblico dalla umiliante necessità di ri- periore nel 1795, in seguito al sospetto di correre per tale importantissimo oggetto giacobinismo, ed il professore, esiliato ai soli maniscalchi, il superstizioso empi- 457 rismo de’ quali nuoce forse più spesso di Dovendo scegliere le principali figure quel che rechi vantaggio”.12 presenti testimonianti l’influenza della Passando all’elenco dei libri della prima cultura scientifica umana sui chirurghi ve- metà dell’Ottocento, se si tiene conto della terinari milanesi, tra quelle straniere mi lingua in cui sono scritte nel nostro inven- sembra significativa la presenza di opere tario sono elencate 47 opere, di cui 17 in di Geoffroy de Saint-Hilaire, Darwin, tedesco, 13 in francese, 16 in italiano, 1 in Flourens, Bernard, Virkow, Ranvier, Li- inglese. Il confronto con i libri pubblicati ster e Aschoff. nella seconda metà dell’Ottocento, che ve- Dello zoologo Isidore Geoffroy de Saint- de elencate 342 opere di cui 116 in tede- Hilaire (1805-1861), figlio del più famoso sco, 69 in francese, 118 in italiano, 12 in embriologo Etienne, nell’inventario è pre- inglese, 1 in danese, 1 in portoghese, con- sente un’opera teratologica importante ferma che in questo cinquantennio si è ac- Histoire générale et particulière des ano- quisita la gran parte del corpus di questa malies de l’organisation chez l’homme et biblioteca, sotto quindi la direzione di les animaux, III tomes, Haumann, Bruxel- Luigi Brambilla prima e Nicola Lanzillot- les, 1837. Nel dibattito sull’evoluzioni- ti-Buonsanti poi. Ciò è confermato anche smo, che stava rivoluzionando la biologia, dalla presenza delle opere in lingua tede- Etiennne Geoffroy de Saint-Hilaire fu tra sca, pari a quelle in lingua italiana, che i fondatori dell’embriologia sperimentale trova origine nel periodo dell’Imperial- e sostenitore del divenire continuo eracli- Regio Istituto veterinario (1834-1858) e teo, contro la teoria della fissità della spe- rispecchia alcune delle scelte scientifiche cie di Cuvier e Goethe, che sembrò preva- del Lanzillotti-Buonsanti, fortemente in- lere dagli anni Trenta fino quasi a fine se- fluenzate dalla cultura tedesca. colo.13 Il figlio Isidore fu studioso dei Un tale asserto trova conferma nell’elen- comportamenti animali e coniò il termine co dei luoghi di pubblicazione: Agen 2 “etologia”.14 Di Charles Darwin (1809- pubblicazioni, Aversa 1, Berlino 57, Ber- 1882) è inventariata la traduzione italiana na 2, Bologna 3, Bonn 2, Brema 1, Bru- immediatamente successiva alla prima xelles 8, Buenos Aires 1, Capodistria 1, edizione inglese (1859) Sull’origine delle Como 1, Copenhagen 1, Dresda 1, Edin- specie per elezione naturale, Zanichelli, burgo 2, Erlangen 4, Faenza 1, Ferrara 1, Udine, 1864. La tempestiva acquisizione Fidenza 1, Firenze 5, Forlì 2, Freiburg 1, di queste importanti opere segna l’interes- Furth 1, Gand 1, Gottinga 1, Hamburg 1, se e la partecipazione dei chirurghi veteri- Hannover 10, Imola 1, Jena 8, Karlsruhe nari milanesi a questo grande dibattito 1, Kassel 1, Kiel 1, Lipsia 47, Livorno 2, della scienza, che, sebbene riguardi mar- Londra 14, Lione 1, Madras 1, Milano 90, ginalmente la veterinaria, testimonia la Monaco di Baviera 5, New York 7, Napoli graduale emancipazione della scientificità 34, Parigi 123, Parma 2, Pavia 1, Perugia dalle interpretazioni non scientifiche. 1, Pinerolo 1, Pisa 10, Praga 1, Roma 11, Di Marie Jean Pierre Flourens (1794- S. Etienne 1, Stoccolma 1, Strasburgo 1, 1867) è presente la seconda edizione del- Stoccarda 34, Torino 52, Trani 1, Tubinga l’opera, Recherches expérimentales sur 2, Udine 2, Ulm 2, Utrecht 1, Venezia 2, les propriétés et les fonctions du système Vercelli 1, Verona 1, Vigevano 1, Vienna nerveux, dans les animaux vertébrés,Pa- 20, Wiesbaden 2, Zurigo 2. I due poli del- ris, Baillière, 1842. Flourens, antievolu- l’influenza culturale dei chirurghi veteri- zionista con Cuvier e rivale di Victor Hu- nari milanesi sono anche qui evidenti; Pa- go nell’elezione del 1840 all’Accademia rigi, sebbene risulti la città più frequente, di Francia, ha il merito di avere scoperto è tuttavia superata dal conteggio totale di il centro respiratorio nella medulla allun- 139 opere pubblicate in paesi di lingua te- gata e la funzione del cervelletto nella co- desca, in diciannove città diverse. ordinazione muscolare in una serie di 458 esperimenti classici sull’encefalo del pic- della patologia cellulare e della patologia cione. Secondo Sherrington, egli ha così comparativa tra uomo e animali, nonché introdotto in fisiologia l’idea della coordi- del partito liberale tedesco in antitesi a nazione nervosa.15 Questa seconda edizio- Bismark, ebbe all’epoca enorme influen- ne è corretta, aumentata e risente dei 18 za su tutto il mondo scientifico e anche su anni di esperienze nuove realizzate rispet- quello veterinario.18 to alla prima, pubblicata nel 1824. Nel Di Louis Antoine Ranvier (1835-1922), 1847 egli evidenziò l’effetto anestetico istologo lionnese, famoso per la scoperta del cloroformio. della mielina e per l’eponimo “nodi di Di Claude Bernard (1813-1878) sono pre- Ranvier”, sono presenti il trattato scritto senti le prime edizioni di quattro importan- insieme a V.A. Cornil, Manuel d’Histolo- ti opere, Leçons de physiologie expérimen- gie pathologique, Tome I-II, Bailliere, Pa- tal appliqué à la médicine, Baillière, Paris, ris, 1869 ed il Traité technique d’istologie, 1856; Leçons sur la physiologie et la pa- Savry, Paris, 1875-1882. La tempestiva thologie du système nerveux, Baillière, Pa- acquisizione di due opere di un istologo e ris, 1858; Leçons sur proprieté des tissus studioso del sistema nervoso centrale do- vivant, Baillière, Paris, 1866; Leçon de pa- cumenta l’interesse, anche per la prepara- thologie expérimentale, Baillière, Paris, zione del chirurgo, nella definizione della 1872. Figlio di un viticoltore, discepolo di diagnosi istologica di patologie prevalen- Magendie, Bernard è considerato fondato- temente chirurgiche ed una crescente at- re della fisiologia moderna, in quanto sco- tenzione nella seconda metà dell’Ottocen- pritore dell’attività secretoria del pancreas, to all’anatomia delle strutture nervose, si- della gliconeogenesi del fegato, della fun- no allora meno considerate.19 zione del sangue vettore di ossigeno, della Di Joseph Lister (1827-1912) è presente relazione tra vago e ritmo cardiaco, dell’a- in lingua francese, Chirurgie antiseptique zione vasomotoria del simpatico, dell’azio- et théorie des germes, Delahaye, Paris, ne del curaro, della stricnina e dell’ossido 1882, che testimonia il grande problema di carbonio.16 Bernard fu strenuo difensore dell’antisepsi, dibattuto dopo i morti della della medicina sperimentale come base guerra in Crimea e superato dalla regola della clinica, concetto che fu prontamente di Lister di passare acido fenico sulle feri- recepito nel 1874 dal direttore di questa bi- te.20 La lotta contro l’infezione chirurgica blioteca Lanzilotti-Buonsanti, come è testi- era anche la testimonianza di un primo moniato nella sua opera giovanile intitolata apparire della microbiologia come scien- La medicina sperimentale e le scuole vete- za clinica sperimentale, come si vedrà più rinarie.17 in dettaglio successivamente. Di Richard Virkow (1821-1902), patolo- Autore di un trattato di anatomia patolo- go, biologo e politico tedesco, sono pre- gica, Pathologische Anatomie: ein lehr- senti tre opere in tre differenti lingue, Bei- buch für Studierende und Ärzte, Fischer, trag zur Pathologie und Therapie, Enke, Jena,1909, è Karl Albert Ludwig Aschoff Stuttgard, 1854; La patologia cellulare, (1866-1942), che in effetti è più cono- Vallardi, Milano, 1865; Pathologie des tu- sciuto per l’eponimo “nodo atrioventrico- meurs, Baillière, Paris, 1867-9. Virkow fu lare o di Tawara-Aschoff”, avendo egli famoso per la regola “omnis cellula e cel- scritto la prefazione al testo di Sunao Ta- lula” con la quale si significava che pote- wara.21 Degne solo di menzione sono infi- va cadere malato non tutto l’organismo ne due opere ottocentesche che riguarda- ma solo alcuni gruppi di cellule, e con cui no due importanti rappresentanti della pose le basi di una nuova eziologia e pa- medicina umana del Settecento, Lorenzo togenesi. Nonostante la sua avversione Bellini, Discorsi di anatomia, Silvestri, per le novità scientifiche di Darwin, Pa- Milano, 1837, scopritore dei tubuli renali steur, Koch e Lister, in quanto fondatore e Richelot G., Ouvres completés de John 459 Hunter Vol. 3°, Masson, Paris, 1843, sul come introduzione allo studio delle ma- massimo chirurgo del ‘700 inglese.22 lattie parassitarie e delle alterazioni del- Meno semplice è la scelta delle figure ita- l’alimento degli animali domestici, Spe- liane testimonianti l’influenza sui chirur- ziani, Torino, 1873, e scritta in collabora- ghi veterinari milanesi della cultura scien- zione con F. Delprato, L’ornitoiatria e la tifica umana, anche se sicuramente spic- medicina degli animali domestici e semi- cano quelle di un medico Giovanni Raso- domestici, Uebelhart, Pisa 1880. Piemon- ri, e di tre veterinari, Sebastiano Rivolta, tese di Alessandria, venne chiamato nel ed Edoardo Perroncito e Giovan Battista 1861 da Ercolani all’Università di Torino, Ercolani, che hanno travalicato il mondo ove per trent’anni si dedicò a scrivere di veterinario. anatomia, istologia, fisiologia, patologia Di Giovanni Rasori (1766-1836) nel no- comparata, polizia sanitaria e parassitolo- stro inventario è presente l’opera princi- gia. Assurse alla notorietà per aver sco- pale, apparsa dopo la morte con il contri- perto (con Harz) l’agente dell’actinomi- buto di G. Chiappa, Opere complete, Spe- cosi, aver separato la tubercolosi degli uc- ranza, Firenze, 1837. Come il Moscati, celli da quella dei mammiferi e scoperto anche il Rasori, illuminista e brunoniano, il criptococco del farcino.25 Di Giovan tanto da tradurre gli Elementa medicinae Battista Ercolani (1817-1883) sono pre- di John Brown nel 1792, “ebbe vita agita- senti due testi, Nuovi elementi teorico- tissima”: dopo aver insegnato teoria delle pratici di Medicina Veterinaria, Monti, malattie all’Università di Pavia al posto di Bologna, 1859 e Pubblicazioni diverse G. Frank e sotto il regime napoleonico te- 1878–1909, 1909, includenti tra le altre, nuto la direzione dell’Ospedale militare Carlo Ruini. Curiosità storiche e biblio- di Milano e la carica di Protomedico dello grafiche intorno alla scoperta della circo- stato, cospirò contro il ritorno degli au- lazione del sangue, Gamberini e Parmeg- striaci, venne incarcerato dal 1814 al giani, Bologna 1853 e Nuove ricerche di 1818, e liberato finì per rifugiarsi a Geno- anatomia normale e patologica sulla pla- va ove prese parte alla redazione del centa dei mammiferi e della donna, Gam- “Conciliatore”. La sua teoria dei controsti- berini e Parmeggiani, Bologna 1883. Fi- moli, sviluppatasi dal Brown e basata co- gura preminente della veterinaria italiana, me terapia sul salasso, lo portò a scontri per le vicende storiche biografiche, per le anche con l’intera classe medica, in parti- scelte di vita, per i risultati scientifici in- colare per il suo odio, oltre che contro le teressanti la medicina umana, Ercolani passate istituzioni, contro Ippocrate.23 Di esercitò una grande e proficua influenza Edoardo Perroncito (1847-1936) nel no- sui medici veterinari italiani e sulle deci- stro elenco è presente la sua opera, Trat- sioni politiche circa la loro funzione pub- tato tecnico-pratico sulle malattie più co- blica.26 muni degli animali domestici, Utet, Tori- Per differenziare l’influenza della compo- no, 1886. Anatomopatologo alla Scuola nente veterinaria, è opportuno esaminare Veterinaria di Torino dal 1874 al 1923, nelle prossime pagine l’imponente corpus nonché parassitologo e batteriologo, ebbe delle 652 pubblicazioni, limitando per ra- grande notorietà come scopritore del co- gioni di spazio la citazione all’autore e al- lera dei polli nel 1878 (insieme a Sem- l’anno di pubblicazione. Si può allora no- mer) e soprattutto dell’anchylostoma duo- tare che il nostro elenco propone una co- denalis, quale responsabile dell’anemia spicua presenza di opere di altre scienze dei minatori del traforo del San Gottardo24 mediche (anatomia, fisiologia, farmacolo- nel 1882. Di Sebastiano Rivolta (1832- gia) che sono correlate alla chirurgia e 1892) sono presenti nell’elenco della no- che costituiscono il presupposto per la stra biblioteca le due opere principali in formazione del clinico chirurgo, oggidì edizione originale, Dei parassiti vegetali così come nel corso del XIX secolo. Inol- 460 tre dal confronto nel tempo di autori e ti- ed in quello veterinario da opere di A.De- toli delle opere, una seconda osservazione Martini (1848), G.Colin (1854), F.Muller generale è la progressiva differenziazione (1862), E.F.Gurtl (1865), C.F.H.Weiss di discipline specifiche dalle principali. (1869), G.Paladino (1871, 1876); Paladi- Nell’inventario, ad esempio, ben rappre- no-Frey (1875); W.Ellenberger (1890), si sentata è tanto l’anatomia umana, con assiste ad una differenziazione della bio- opere di J.Béclard (1865), J.Hyrtl (1871 e chimica nelle opere di C.L.Lehmann, 1873), W.Turner (1875), G.E.Meyer Précis de chimie physiologique animale, (1897), quanto l’anatomia veterinaria e 1855, e F.E. Hoppe-Seyle, Handbuch der comparata, presente con opere di Physiologisch und Patologisch Chemi- E.F.Gurtl (1831 e 1860), J.B.A.Chaveau schen Analyse, Hirschwald, Berlin, 1870. (1857 e 1879), H.Moeller (1871), L.Frank Ugualmente dalla materia medica rappre- (1883), Leisering-Moeller (1873), L.Va- sentata da opere di L.Moiroud (1843 e raldi (1900), P.Martin (1902), U.Barpi 1844), M.F.Tabourin (1853), A.Cantani (1907), R.Wiedersheim (1909). Sempre (1869), L.Brusasco (1889) comincia ad nell’inventario tuttavia, si nota chiara- emergere la farmacologia veterinaria rap- mente a partire dalla seconda metà del presentata dal trattato di Weiss–Hering, XIX secolo la progressiva specializzazio- Grundriss der Arzneimittellehre für Thie- ne di opere dedicate esclusivamente all’a- rärzte, Ebner, Stuttgard, 1870; da opere di natomia microscopica o istologia, rappre- E.J.Vogel (1872 e 1878), Chiappero-Bos- sentata, prima in umana, di A.Koelliker si (1879), M.Kaufmann (1879 e 1892), (1866), H.Frey (1867), A.Garbini (1887), P.Caguy (1892), L.Guinard (1899), da cui Hanneguy-Bolles-Lee (1887), A.Carazzi a sua volta si testimonia differenziarsi (1894), F.Abba (1902), L.Szymonowicz gradualmente la tossicologia tanto umana (1902) poi in veterinaria con quelle di con opere di C.Vibert (1907), quanto ve- G.Bizzozero (1882), Th.Kitt (1893), terinaria, A.F.Delaud-O.Stourbe, Pharma- W.Ellenberger (1887 e 1906), Nogar-Le- cie et toxicologique vétérinaires, Bailliè- clainche (1902), F.Glage (1910), all’ana- re, Paris, 1900; Joshua Nunu, Veterinary tomia topografica, rappresentata da opere toxicology, New York, 1907. di N.Ruedinger (1891), D.Boutigny (1899 Nello stesso modo si delineano più accu- e 1901), P.Rubay (1904), e all’anatomia ratamente i contorni dell’anatomia pato- chirurgica, sia umana, rappresentata da logica, sia in medicina umana con opere Wygoser (1868), F.Padula (1903), sia ve- di C.Rokitansky (1869), Tommasi-Crude- terinaria, presente colla traduzione del li (1876), Hirschfedl-Birch (1882), trattato di Leblanc-Trousseau, Anatomia G.Buch (1895), sia in campo veterinario, chirurgica dei principali animali domesti- E.F.Gurlt, Lehrbuch der Pathologische ci, Massali, Forlì, 1839. Così il campo ri- Anatomie der Haussäugethieren, Reimer, servato all’anatomia, sotto la spinta delle Berlin, 1831, E.F.Gurlt, Handbuch der applicazioni tecniche consentite dai pro- Vergleichenden Anatomie der Haussäuge- gressi della fisica e della chimica, si allar- thieren, Hirschwald, Berlin, 1860; Diete- ga fino alla biologia con la differenziazio- richs-Gurlt, Beitrage zur vergleichenden ne dell’embriologia in opere di O.Larcher pathologischen anatomie der Gelenkkran- (1878), F.M.Balfour (1883), Ch.Debierre heiten, Reimer, Berlin, 1853; C.F.Fuchs, (1886). Pathologische Anatomie der Haussäuge- Parallelamente, accanto alla fisiologia, thieren, Veif, Leipzig, 1859; C.Cadeac- che è ben rappresentata in campo umano J.Bournay, Pathologie générale et anato- da opere di C.Ludwig (1858), S.Tommasi mie pathologique générale des animaux (1860), F.A.Longet (1868), W.Wundt domestiques, Baillière, Paris, 1893. Da (1868), L.Hermann (1869), O.Funke essa gradualmente si comincia a separare (1870), Gullstrand-Kries-Nagel (1909), la tecnica delle autopsie, testimoniata da 461 opere di P.E. Alessandri (1886), G.Buch I.N. de Nussbaum, Guida alla cura anti- (1895), C.Cadeac-V.Ball Anatomie patho- settica delle ferite, Vallardi, Milano, logique et pratique des autopsies, Bailliè- 1880, Mac Cornac, Manuel de chirurgie re, Paris, 1907. antiseptique, Baillière, Paris, 1882; Simile diramazione si può individuare per P.Neuber, Antiseptischen Wundbehand- la patologia generale, presente sia in cam- lung, Tischen, Kiel, 1883; I.N. de Nus- po umano, J.Hartmann (1871), E.Wagner sbaum, Leitfaden zur antiseptischen (1874), L.Jullien (1875), J.Conheim Wundbehandlung, Enke, Stuttgart, 1887; (1880), E.Ziegler (1882), R.Thoma E.Schächter, Anleitung zur Wundbehand- (1894), Lustig-Galeotti (1911) sia in cam- lung, Bergmann, Wisbaden, 1887; G.Tu- po veterinario, P.Vatel, Elements de pa- razza, Antisepsi e antisettici, Vallardi, Mi- thologie vétérinaire, Gabon, Paris, 1828; lano, 1887; Troisfontaines, Manuel d’an- H.W.Koehne, Manuale di patologia gene- tisepsie chirurgicale, Steinheil, Paris, rale ad uso dei veterinari, Milano, 1873, 1888; C.Schimmelbusch, Anleitung zur C.Cadeac-J.Bournay, Pathologie générale Aseptischen Wundbehandlung, Hirsch- et anatomie pathologique générale des wald, Berlin, 1892; Alessandri-Pizzini, La animaux domestiques, Baillière, Paris, pratica delle disinfezioni, Hoepli, Milano, 1893 dalla quale gradualmente si diffe- 1902; F.Faelli, Trattato di igiene veterina- renzia la patologia speciale, testimoniata ria, Ed. Libraria, Milano, 1903; H.Rib- sia in medicina umana, J.L.Schoenlein, bert, Beitrage zur Entstellung der Gesch- Allgemeine und spezielle Pathologie und milste, Cohen, Bonn, 1907; Kocher-Tafel, Therapie, 1846; G.Schneidemühl, Spe- Vorlesungen über chirurgische Infektions zielle pathologie und therapie, Verlag, Krankheiten, Fischer, Jena, 1909; M.Ba- Berlin, 1853; Gottlich-Kraus, Compen- rachetti, Prontuario del disinfettatore, dium der speciellen Pathologie und The- Hoepli, Milano, 1911. rapie, Enke, Stuttgart, 1867; sia in medi- Questa problematica è strettamente legata cina veterinaria, M.F.Roell, Lehrbuch der alla strutturazione dei macelli veterinari e Pathologie und Therapie des Hausthiere, alla ispezione. Sui macelli sono presenti Braunmuller, Wien, 1867; P.Oreste, Le- De Sousa, O matadouro municipal de Li- zioni di patologia sperimentale veterina- sboa, Lallemont, Lisboa, 1878; P.A.Pe- ria, Maglia, Milano, 1871-2 e Zanaboni, sce, Macelli moderni, Milano, 1910. Sul- Milano, 1874; G.Schneidemühl, Lehr- l’ispezione delle carni l’inventario docu- buch der Vergleichenden Pathologie und menta opere straniere, L.Baillet, Traité de Therapie des menschen und des l’inspection des viandes, Paris, 1850; Haustiere, Engelmann, Leipzig, 1895; R.Ostertag, Handbuch der Fleischbe- Hutyra-Marek, Specielle pathologie und schau, Enke, Stuttgard, 1892; Morot, In- therapie der Haustiere, Fischer, Jena, spection sanitaire des viandes, Besançon, 1909. 1899; R.Ostertag, Leitfanden fùr fleisch- Inoltre si riconoscono facilmente nell’in- beschauer, Schoetz, Berlin, 1904; e italia- ventario temi e problematiche che tra- ne: S.Brusaferro, Igiene della carne, Utet, scendono questa clamidica evoluzione. Torino, 1898; G.Mazzini, Le ispezioni Ad esempio, il problema dell’antisepsi, delle carni da macello in rapporto alle pur essendo originariamente chirurgico, si infezioni, Cortellazzi, Vigevano, 1901; evidenzia solo dai titoli e percorre tutti gli Bertolini, Guida all’ispezione sanitaria di ultimi sessant’anni dell’Ottocento, intrec- animali e carni, Poligrafico, Roma, 1906. ciandosi con l’eziopatologia delle malat- Sulle malattie infettive sono presenti ope- tie infettive: A.Gendrin, Storia anatomica re in lingua italiana, F.Durante, Malattie delle infiammazioni, Gamba, Livorno, infettive chirurgiche, Vallardi, Milano, 1839; G.Du Pré, La chirurgie et le pense- 1874; A.Lustig, Immunità per le malattie ment antiseptique, Delahaye, Paris, 1879; da infezione, Bocca, Torino, 1897; P.Ore- 462 ste, Malattie infettive degli animali dome- H.Tillman (1888), E.Tricomi (1892), A. stici (III ed), Preisig, Napoli, 1910; Bel- Mosetig-Moorhof (1893), J.Marey fanti-Ascoli, Vaccini e sieri, Rosenberg, (1894), Th.Kocher (1907), W.Williams Torino, 1905; Ferretti, La profilassi delle (1907), C.Platschick (1907), T.Mancioli malattie infettive degli animali, Hoepli, (1908), F.Lejars (1909), E.Frohner Milano, 1906; A.Ascoli, Elementi di sie- (1910), V.Schmieden (1910), S.Mercadé rologia, C.Istria, 1911; A.Ascoli, La vac- (1910), G.Schoene (1912), Durante-Leot- cinazione antitubercolare con bacilli vivi ta (1913). negli animali, Cisalpina, Milano-Varese, Di chirurgia veterinaria sono presenti, 1928. quale corpus più consistente dell’intero Un’altra problematica nell’elenco dei li- inventario, 75 opere. Di queste la maggior bri inventariati riguarda l’informazione parte sono di alcuni importanti chirurghi sulla chirurgia militare, che sono testimo- tedeschi. Per esempio Johachim Friedrich niate da otto opere in campo umano, Christian Dieterichs (1792-1858), prus- P.Baroppio, Delle ferite d’arma da fuoco, siano, professore universitario ma poi Torino, 1862; D.Williamson, Chirurgia pratico a Berlino, autore anche di testi di militare, Milano, 1864; Sintesi della rela- ostetricia e patologia, di cui sono presenti zione sanitaria sugli eserciti tedeschi du- tre edizioni di un manuale (prima edizio- rante la guerra franco-germanica 1870- ne 1822) celebre per la proprietà del lin- 1871, Roma, 1888; W.Dettingen, Leitfa- guaggio e la diagnosi delle entità patolo- den der praktischen Krieg-Chirurgie, giche,27 Handbuch der Veterinaer-Chirur- Leipzig, 1914; A.Exner, Kriegschirurgie gie, Hamburg, 1829, 1851 e 1856. Da ri- in der Balcankrieg, Stuttgard, 1915; Sia- cordare sono anche tre altre autorità chi- to, Guida per il medico in guerra, Torino, rurgiche tedesche: Ernst Friedrich Gurtl 1915; O.Uffreduzzi, Guida per il chirur- (1794-1882), slesiano professore a Berli- go in guerra, Torino, 1915; G.Mendes, no dal 1827 al 1870, autore oltre che di Manuale di medicina e di chirurgia di testi di anatomia fisiologia e anatomia pa- guerra, Roma 1918; e tre in campo vete- tologica, anche di un manuale operatorio rinario, Lupinacci-Baruchello, Vademe- (insieme a Hertwig), Chirurgische Anato- cum di veterinaria militare, Udine, 1891; mie und operationlehre für Tierärzte, Rei- C.Goerte, Leitfaden des Hufbeschlages mer, Berlin, 1847;28 lo stesso Karl Heirich fùr die Schmiede der berittenes Truppe, Hertwig. (1798-1881), slesiano professo- Hirschwald, Berlin, 1912; H.Miessner, re a Berlino dal 1833 al 1877, presente Kriegstierseuchen und ihre Bekampfung, con la seconda e terza edizione di un ma- Hannover, 1918. nuale pratico edito nel 1850, Praktisches Passando ora ad esaminare la chirurgia Handbuch der Chirurgie für Tierärzte, umana sono elencate più di 40 opere, tra Hirschwald, Berlin 1859 e 1874; e con la cui spicca la ricorrenza di quelle del quarta edizione di un trattato di terapeuti- C.A.T.Billroth (1853 per il trattato con ca Handbuch der praktischen Arzneimit- Pitka, 1870, 1879) e poi ci sono opere di tellehre für Tierärtze, Veit, Leipzig, 1863, E.Follin (1830), E.Foucher (1865), Gau- edito in prima edizione nel 1833 e nel diot-Espillmann (1866), E.Erichsen (1867 quale descrive minuziosamente l’azione e 1890), A.Bardeleben (1869 e 1874), dei medicamenti;29 Eduard August von T.Holmes, System of surgery.Vol I-V, Hering (1799-1881), professore dal 1828 London (1870), S.Strikz (1871), F.Petro- al 1878 e direttore della scuola veterinaria nio (1871), V.Brums (1872), C.Hueter di Stoccarda, fondatore (con Gamgee) del (1873 e 1880), W.Fricker (1873), F.Koe- primo congresso internazionale di medi- nig (1882), Chauvet-Gallozzi (1883), cina veterinaria ad Amburgo nel 1863, au- L.Gosselin, Encyclopedie international tore oltre che di opere di fisiologia farma- de chirurgie. Vol.I-VIII (1884-1888), cologia e storia della veterinaria, di un 463 manuale di medicina operatoria edito nel Traité de Thérapeutique Chirurgicale des 1857, presente in questo inventario in due animaux domestiques, Asselin e Houzeau, successive edizioni, Handbuch der Tie- Paris, 1895; Cadiot-Almy, Trattato di te- rärztlichen operationlehre, Ebner, Stutt- rapia chirurgica degli animali domestici, gart,30 1867 e 1879 insieme ad una quinta UTET, Torino, 1898; P.J.Cadiot, Manuale edizione del Operationlehre für Tierärzte, di chirurgia veterinaria, UTET., Torino, Schickhard, Stuttgard, 1891. 1927 ed infine compaiono anche opere in Tra gli altri chirurghi di lingua tedesca so- lingua inglese, A.Liautard, Manual of no elencati: C.H.Th.Schreger, Opera- operative veterinary surgery, Sabioton & tionslehre für Thierärzte, Furth, 1803; Murray, New York, 1892; A. Merillat, Ve- J.Schüssele, Veterinair-Chirurgie.I-II, terinary surgical operations, Baillière, Karlsruhe, 1841; C.F.H.Weiss, (1867); London, 1918. L.Forster (1867); Rietez-Born (1877); Per la chirurgia veterinaria italiana del- A.Tereg (1890); H.Tillmanns (1891); l’Ottocento sono presenti nell’inventario H.Moeller (1893); J.G.H.Vennerholm due opere di veterinari legate agli inizi (1894); H.Frick (1906); Moeller-Frick della scuola veterinaria di Milano: (1908 e 1911); G.Übele (1910); W.Pfeif- G.B.Volpi, Compendio di medicina prati- fer (1912); Froehnez-Eberlein (1915); ca veterinaria, Pirotta, Milano, 1830; A.Tapken (1919). E’ presente inoltre un L.Volpi, Trattato di operazioni chirurgi- chirurgo danese Harald Viggo Stockfleth che degli animali domestici, Pirotta, Mila- (1824-1879), conosciuto al Lanzillotti- no, 1823. Figura simbolicamente riassun- Buonsanti, e presente in questo inventario tiva del primo periodo della Scuola Vete- con il suo trattato chirurgico, nella sua rinaria milanese è Giovan Battista Volpi edizione originale in lingua danese (1756-1821).31 Mantovano, già incaricato (Handbug i veterinari chirurgie, Kjoben- nel 1786 dal governo di Maria Teresa del- haven, 1867) e nella sua traduzione in lin- l’organizzazione di una scuola nei locali gua tedesca (Handbuch der Tierarztlichen del Lazzaretto fuori di Porta Orientale, Chirurgie, Koch, Leipzig, 1879). dal 1791 fu nominato presso la Scuola di A parte si riconosce la scuola di Vienna, Veterinaria Minore di Milano direttore, A.Armbrecht, Lehrbuch der Veterinaer- insegnante di mascalcia e operazioni chi- Chirurgie, Braumueller, Wien, 1862; rurgiche, nonché contabile. Dal 1808 al F.M.Roell, Lehrbuch der Arzneimittelleh- 1821, prima sotto il governo napoleonico re Tierärzte, Braumueller, Wien, 1866; presso la Scuola d’Istruzione per l’arte L.Forster, Compendium der operationleh- veterinaria, poi sotto quello austriaco, eb- re fùr Thierärzte, Braumueller, Wien, be l’incarico di “professore di pratica”. 1867; J.Bayer, Lehrbuch der Veterinaire Insieme con quelle di Leroy e Pozzi, la fi- Chirurgie, Braumueller, Wien, 1887 e gura di G.B. Volpi rese famosa la cosid- 1890. detta “scuola di Milano”. Oltre alla fama Tra i chirurghi di lingua francese spicca- di maestro nella mascalcia e di “valente no opere di due veterinari belgi, A.J. Bro- anatomico” nelle preparazioni anatomi- gniez, Traité de chirurgie vétérinaire, che, si ricorda che nel 1813, durante il Encyclopedie des Sciences, Bruxelles, governo napoleonico, pubblicò la prima 1839-1942-1945, e A.Degive, De la lapa- edizione del Compendio di medicina pra- ratomie chez les animaux domestiques, tica veterinaria qui presente. Dopo la sua Bruxelles, 1878; e altre di autori francesi, morte, dai manoscritti rinvenuti vennero J.Gourdou, Elements de chirurgie vétéri- estratti un Trattato della esterna confor- naire, Labé, Paris, 1854; Peuch-Tous- mazione del cavallo e degli altri animali saint, Précis de chirurgie vètérinaire,As- domestici, Silvestri, Milano, 1822 non selin, Paris 1876; Toussaint-Peuch, Chi- presente in questo elenco, pubblicato po- rurgie vétérinaire, 1887; Cadiot-Almy, stumo e senza tavole a cura dei figli Bal- 464 dassare e Luigi Volpi, ed il Trattato di rale e speciale degli animali domestici ad operazioni chirurgiche per gli animali uso degli studenti e dei veterinari pratici. domestici, qui inventariato, che il figlio Vol. I, Bocca, Milano, 1889; Vol. II, Boc- Luigi Volpi “allievo della Imperial regia ca, Milano, 1897; Vol. III, Como, Tip. Co- Scuola veterinaria”, dopo la dedica “a operativa Comense, 1911. Della prima Giovanni Pozzi illustre zooiatra direttore metà del Novecento sono presenti testi di della scuola”, ammette di aver perfezio- autorevoli chirurghi, A. Baldoni, Manuale nato da un abbozzo delle idee del padre.32 di Patologia e Terapia chirurgia speciale, Sono inoltre inventariate altre due opere Vallardi, Milano, 1911; A. Mensa, Le si- della prima metà dell’Ottocento, V.Maz- noviali tendinee normali e patologiche, za, Corso completo di chirurgia veterina- UTET, Torino, 1914; G. Vatti, Le plasti- ria, Coen, Firenze, 1842; F.Papa, Chirur- che cutanee in chirurgia veterinaria, Pisa, gia veterinaria, Torino, 1844. Vincenzo 1923; F. Cinotti, Patologia e terapia chi- Mazza (1794-1859), bolognese, diploma- rurgica veterinaria, UTET, Torino, 1948. tosi a Milano fu professore di chirurgia e La disciplina originaria della chirurgia clinica alla Scuola veterinaria di Napoli veterinaria, e cioè la tecnica della ferratu- ed è autore anche di un Compendio su le ra, è naturalmente presente lungo tutto fratture delle ossa del cavallo,33 Pisa, l’Ottocento con più di venti opere, che 1819. Francesco Papa (1804-1877), pie- mostrano l’evoluzione di una disciplina a montese, professore di patologia e clinica cavallo tra anatomia, fisiologia e patolo- alla Scuola veterinaria di Torino, fu gran- gia, a segnare il passaggio dalle regole de divulgatore, autore di un trattato di tradizionali della mascalcia francese a zooologia, e di osservazioni sull’afta epi- quelle più organiche e funzionali di quella zootica e sugli allevamenti di erbivori.34 inglese,35 T.Goodwin, A new system of Della seconda metà dell’Ottocento sono shoeing horses, London, 1820; S.von presenti opere di due direttori della Clini- Hoerdt, Unterricht über die Perde, Huf- ca Chirurgica della Scuola Veterinaria di beschlag, Tubingen, Stuttgrad, 1829; Milano, Vachetta e Lanzillotti-Buonsanti. J.Girard, Trattato del piede degli animali Di Andrea Alfonso Vachetta (1846-1933), domestici, Bravetta, Milano, 1838; J.Gi- direttore per un solo anno della chirurgia rard, Ippodontologia, Perelli, Milano, a Milano, prima di essere nominato pro- 1842; L.R.Schwab, Katekismus der Huf- fessore (1872) e poi direttore di chirurgia beschlagkunst, Ebner, Stuttgard, 1845; alla scuola di Pisa e di completare gli stu- M.H.Bouley, Traité de l’organisation du di di medicina e chirurgia umana (1874) pied du cheval, Labé, Paris, 1851; sono inventariate tre opere, Studi e ricordi M.H.Bouley, Traité du pied du cheval, clinici, Agnelli, Milano, 1873; Elementi Labé, Paris, 1851; M.Anker, Die Fuss- di patologia chirurgica degli animali do- krankheiten der Pferde und Rindviehes, mestici, Hoepli, Milano, 1877; Sull’embo- Bern, 1854; W. Percivall, Lameness in the lismo gassoso per penetrazione d’aria nel horse with coloured lithographic plates, sistema circolatorio, Uebelliar, Pisa, Longman, London, 1865-71; W.Baumei- 1880. Di Nicola Lanzillotti-Buonsanti ster, Anleitung für kenntniss des Äussern (1846-1926), direttore dal 1879 al 1924 des Pferdes, Ebner, Stuttgard, 1870; della Scuola di Milano, sono presenti, ol- J.Gamgee, A treatise on horse-shoeing tre al citato trattato di ostetricia, tre opere, and lameness, Longman, London, 1871; Pubblicazioni diverse. Vol. I (1869-91), Hugues-Hardy, Boiteriés chronique du Napoli, Milano, 1869-1891; Vol. II (1891- cheval - La nevrotomie, Maneraux, Bru- 1918), Milano, 1918; Manuale di veteri- xelles, 1876; V.Santoro, Patologia chirur- naria pratica, Dumolard, Milano, 1893 gica speciale e operatoria del piede ca- (insieme al fratello Alessandro); Trattato vallo, San Lorenzo, Aversa, 1880; A.Wa- di tecnica e terapeutica chirurgica gene- trin, Le pied du cheval et sa ferrure, 465 Theolier, Saint-Etienne, 1887; A.Liautard, ria, Ed.Torinese, Torino, 1937-1942. Lameness of horses and diseases of the Un’altra disciplina che è documentata locomotory apparatus, Jenkins, New- staccarsi dalla chirurgia raggiungendo la York, 1888; H.Moeller, Hufkrankheiten sua specificità è l’ostetricia e successiva- des Pferdes, Parey, Berlin, 1895; J.Bour- mente la ginecologia, presenti con alcune nay-J.Sandrail, Chirurgie du pied des ani- opere di medici, ad es. G.Braun, Compen- maux domestiques, Baillière, Paris, 1896; dio di ostetricia e ginecologia tradotto da A.Thary, Marèchalerie, Baillière, Paris, Gaetano Casati, Ed.Bibl.Med., Milano, 1896; Dollar-Wheatley, A handbook of 1865, K.R.Braun (1869), W.L.Kundke horse shoeing, Douglas, Edinburgh, 1898; (1869), C.L.E.Schroeder (1883), ed una Dalmacio Garcia Izcara, Tratados teorico ventina di trattati veterinari, S.von Ten- y pratico de arte de herrar, Fortanet, Ma- necker (1820), J.H.F.Günther (1830), drid, 1900; M.Lungwitz, Übungen am hü- J.F.C. Dieterichs (1863), F.R.Zürn (1863), fe für Studierende der Tierhielkunde, C.Harms (1867), W.Baumeister (1869), Schaper, Hannover, 1903; H.Caulton N.Lanzillotti-Buonsanti (1872), F.Saint- Reeks, Diseases of the horse’s foot, Bail- Cyr (1875), L.Franck (1876), A.Liautard lière, London, 1906; G.Fogliata, Ippopo- (1884), E.Rolland (1891), G.Fleming dologia, Vallardi, Milano 1908; V.Bossi, (1893), O.Lebrun (1903), W.H.Dalrymple Elementos del arte de herrar, De Gorni, (1907), A.Scheibel (1910), Schmaltz- Buenos Ayres, 1915. Reinholdt (1912), J.F.Craig (1912), Una tra le prime discipline che nell’in- Frank-Albrecht (1914), J.Hobday (1914), ventario cominciano a mostrare una sepa- F.Lindhorst (1918). razione dalla chirurgia è la patologia chi- Un’altra disciplina ad essersi gradualmen- rurgica, come è testimoniato in opere di te separata della chirurgia è quella dell’of- medicina umana, J.Paget, Lectures in sur- talmologia, che annovera nell’elenco, a te- gical pathology, London, 1853; L.De stimonianza del lento travaso culturale, Sanctis, Corso di patologia generale chi- una decina di testi di medicina umana : rurgica, Ghio, Napoli, 1867; C.Heitz- F.Baratta, Osservazioni pratiche sulle mann, Compendio di patologia chirurgica principali malattie degli occhi, Milano, e terapia, Jovene, Napoli, 1873; A.Berne, 1818 e 1858; F.C.Danders, Sulle anomalie Leçons de pathologie chirurgicale géné- dell’accomodazione e refrazione degli oc- rale, Masson, Paris, 1883; F.Durante, chi, Vallardi, Milano, 1864; H.Helmholtz, Trattato di Patologia e Terapia Optique physiologique, Masson, Paris, chirurgica, Dante Alighieri, Roma, 1904; 1867; D.Meyer, Compendium der Augen- e, con ritardo anche in opere veterinaria, heilkunde, Wien, 1871; Camunt-Albini, R.Bassi, Lezioni di patologia chirurgica Manuale di Oftalmologia, Detken, Napo- veterinaria, Torino, 1869; C.Cadeac- li, 1882; R. Schlampp, Leitfaden der Kli- J.Bournay, Pathologie générale et anato- nischen Untersuchung Methoden des Au- mie pathologique générale des animaux ges, Riger, Munchen, 1889; M. Del Mon- domestiques, Baillière, Paris, 1893; P.Le- te, Manuale pratico di Oftalmoiatria, blanc-C.Cadeac-C.Carougeau, Pathologie 1890; G.Rosmini, Pubblicazioni diverse chirurgicale generale, Baillière, Paris, di Oftalmologia, 1882-1895; Denti, Reso- 1902; C.Cadeac, Pathologie chirurgicale conto clinico del comparto oftalmico,Mi- de la peau et des vaisseaux, Baillière, Pa- lano, 1897; V.Morax, Précis d’ophtalmo- ris, 1905; J.Pader-C.Cadeac, Pathologie logie, Masson, Paris, 1907; e quattro ope- chirurgique des tendons, des muscles et re veterinarie, F.Blazekovic, Lehrbuch der des nerfs Baillière, Paris, 1905; veterinär Augenheilkunde, Seidel, Wien, C.Cadeac, Pathologie chirurgicale de 1882; H.Moeller, Lehrbuch der Augen- l’appareil digestif, Baillière, Paris, 1910; heilkunde für Thierärtzte, Enke, Stutt- A.Mensa, Patologia chirurgica veterina- gard, 1889 e 1910; E.Nicolas-C.Froma- 466 get, Précis de Ophthalmoscopie veteri- toires, Baillière, Paris, 1896; V.Galtier, naire, Baillière, Paris, 1898. Traité de legislation commerciale et mé- Il crescente interesse dei chirurghi in ge- dicine legale vétérinaire, Asselin, Paris, nere per gli studi sul sistema nervoso cen- 1897; B.Malkmus, Handbuch der Gerich- trale, che darà luogo alla nuova specializ- tlichen Tierheilkunde, Schape, Hannover, zazione della neurologia e neurochirurgia, 1910. è testimoniata, oltre che dalle opere di Circa il differente peso delle diverse spe- Flourens e Claude Bernard, da quelle di cie domestiche, il cavallo risulta senza F.A. Langet, Anatomie et physiologie du dubbio la specie ancora più studiata tanto système nerveux de l’homme et des ani- che si possono elencare, oltre quelle già maux vertebrès, Masson, Paris 1842; citate nelle precedenti sezioni, più di una A.Vulpian, Leçons sur la physiologie ge- ventina di opere, che sono state tutte pub- nerale et comparée du système nerveux, blicate dopo il 1860, di autori stranieri: Baillière, Paris, 1866; G.Albini, Trattato R.Günther, Der topographische Myologie delle funzioni vegetative, Vitali, Napoli, des Pferdes, Rumplei, Hannover, 1866; 1869; G.Huguenin, Anatomie des centres A.Liautard, Vademecum of equine ana- nerveaux, Baillière, Paris, 1879; M.Paniz- tomy, New York, 1879; A.Wautrin, Le za, La fisiologia nel sistema nervoso, cheval et sa femme, Theolier, St Etienne, Manzoni, Roma 1881; Marshall Hall, 1887; A.Goubaux, De l’exterieur du che- Aperçu du système spinal, Masson, Paris, val, Asselin, Paris, 1890; P.Champetier, 1885. Ancora dalla chirurgia è documen- Le maladies du jeune cheval, Baillière, tata nei suoi inizi la separazione dell’ane- Paris, 1892; P.J.Cadiot, Les exercises de stesiologia, presente con appena tre ope- chirurgie hippique, Asselin, Paris, 1895; re, G.Desombrje, Les anéstetiques en chi- H.Werner, Die Kolik des Pferdes und ihre rurgie vétérinaire, Assellin, Paris, 1896; Behandlung, Leipzig, 1904; P.Hello, Le P.Negri, I vari mezzi di anestesia, Squarti- cheval, Lavangelli, Paris, 1907; K.Ram- ni, Perugia, 1907; Frederick-Hobday, bach, Die Neuebildungen der Nasenhoeh- Anaesthesia and narcosis of animals and le des Pferdes, Schoek, Berlin, 1909; birds, Baillière, London, 1915. L.Born-H.Moeller, Handbuch der Pferde- Un cenno occorre anche per i numerosi kunde, Parey, Berlin, 1910; Ellenber- testi di medicina legale, sia italiani tra cui ger–Baum, Lehrbuch des Topographi- spiccano quelli di due direttori della scuo- schen Anatomie des Pferdes,Parey,Ber- la milanese Giovanni Pozzi, La zooiatria, lin, 1914; H.Vermeulen, Das Kehlkopfp- Pirotta, Milano, 1807 e La zooiatria lega- feifen beim Pferde, Utrecht, 1914; Bre- le, Ed. libraria, Milano, 1833 e di Siro ton-Larieux, Les maladies du cheval,As- Bonora, Trattato di Zooiatria legale,Pi- selin, Paris, 1917; ed altre di autori italia- coltz, Milano, 1848; ed inoltre D.Vallada, ni, G.Baraldi, Ricerche contribuenti alla Elementi di giurisprudenza medico vete- conoscenza tavola triturante o macinante rinaria, Bagliom, Paris, 1876; E.Noseda, nei denti mascellari degli equini, Pisa, La nuova legislazione sanitaria italiana e 1880; G.Fogliata, Manuale di ippopodo- gli alimenti, Hoepli, Milano, 1894; logia, Citi, Pisa, 1882; G.Fogliata, Tipi e E.Bassi, Legislazione e giurisprudenza razze equine, Citi, Pisa, 1882; V.Bossi, veterinaria, UTET, Torino, 1896; G.Maz- Effetto della cauterizzazione attuale,Val- zini, Manuale di legislazione e polizia sa- lardi, Milano, 1904. nitaria, Cassoni, Torino, 1904; A.Ascarel- Sulla specie bovina sono presenti otto testi, li, Compendio di medicina legale, Roma, sei dei quali in lingua straniera: 1912; sia stranieri J.Mejer, Commentar J.J.Rychner, Bujatrik oder systematische zur Bundesgesetzen über polizeiliche Handbuch der Krankheiten des Rindviehs, massregelugegen en Viehseuchen, Zurich, Bern, 1841; M.O.Delafond, Trattato sulle 1890; A.Gallier, Traité des vices redhibi- malattie del sangue delle bestie bovine, 467 Servaldo, Ferrara, 1853; E.Serres, Guide Due considerazioni finali possono essere hygienique et chirurgical pour la castration utili di fronte ad un tale corpus inventaria- et bistournage du cheval, du taureaux,As- le. La prima concerne la varietà di disci- selin, Paris, 1862; J.Cruzel, Traité pratique pline che concorrono alla preparazione di des maladies de l’éspèce bovine, Asselin, un chirurgo veterinario e che sono qui te- Paris, 1883; J.Guittard, Pathologie bovine, stimoniate. La seconda è dimostrata dalla Quillot, Agen, 1895; J.Guittard, Le manuel date di pubblicazione, che evidenziano un operatoire pour l’éspéce bovine, Quillot, grande impulso alle nuove acquisizioni a Agen, 1898; Scheideggen, Die Sterilität partire dal 1860 in poi, particolarmente in des Rindes, Semminger, Berlin, 1914; Gal- concordanza con la direzione del Lanzil- lina, La gravidanza nella femmina della lotti- Buonsanti. Ciò è confermato dal- specie bovina, Mattioli, Fidenza, 1939. l’osservazione che più della metà dei libri Sulla specie canina sono elencati solo che sono attualmente presenti negli scaf- cinque testi : F.H. Steel, A treatise on the fali, recano il timbro “ex libris” del Lan- diseases of the dog, London, 1888; Ellen- zillotti-Buonsanti, attestando la loro pre- berger–Baum, Anatomie des Hundes,Pa- cedente appartenenza alla di lui bibliote- rey, Berlin, 1891; J.B.Arnaus, Trattato ca, ed è in accordo colla notizia che la bi- delle malattie dei cani e delle loro cause, blioteca della scuola, fornita di 2000 vo- UTET, Torino, 1897; J.Hobday, Surgical lumi al 1880, ne acquisì altri 1900 solo diseases of the dog and cat, Ithaca, Lon- nel ventennio fino al 1900.36 don, 1906; H.Heuillet, Tous les chiens, La valutazione di un fondo bibliotecario Toulouse, 1934. deve presumere dai testi non presenti, che Nell’inventario sono presenti infine opere potrebbero sembrare mancanti. Nel com- non citabili per motivi di spazio e rag- plesso, in base alla valutazione qui effet- gruppabili sotto la voce miscellanea, che tuata, l’inventario della biblioteca chirur- riguardano svariati argomenti, quali ad gica veterinaria di Milano, pur con quello esempio, i dizionari, i vocabolari, la bota- di virtuale che comporta, dimostra di rap- nica, la fisica, l’elettricità, la fotografia. presentare un’ampia, europea, ed esausti- Se si esamina infine il presunto valore in- va scelta dei testi necessari per la prepara- ventariale dei libri elencati, occorre tener zione di studenti e docenti. conto della svalutazione delle lire nel cor- so del tempo, così che le cifre dichiarate riguardano per lo più pubblicazioni italia- BIBLIOGRAFIA ne del più recente Novecento. Ad esem- pio in ordine decrescente, si possono 1 S. PALTRINIERI, La medicina veterinaria elencare lire 3000: E.Wyssmann, Glied- in Italia dal XVIII al XX secolo (dalla massen Krankheiten - Monografie labora- fondazione delle scuole alle odierne Fa- torio, Co–fa, Milano, 1933; lire 400 : coltà universitarie), Cisalpino, Milano- Disselhorst-Mangoldt, Compendio di Varese, 1947, p.75. anatomia e fisiologia dei mammiferi do- 2 V. C HIODI, Storia della Veterinaria. II mestici, Ambrosiana, Milano, 1943; lire ed., Edagricole, Milano, 1981, p. 454. 384: A.Mensa, Patologia chirurgica vete- 3 B. MICHELETTO, Festeggiati nel paese rinaria, Torino, 1937-1942; lire 260: natale i cento anni del prof. Felice H.Heuillet, Tous les chiens, Toulouse, Cinotti, Il Nuovo Progresso Veterinario, 1934; lire 240: Enciclopedia Medica ita- 485, 1978. liana. Serie I e II. Volumi 18, Vallardi, 4 L.G. NEUMANN, Biographies Vétérinai- Milano, 1870-1910; lire 200: A.E.Brehm, res, Asselin & Houzeau, Paris, 1896, pp. La vita degli animali, Torino, 1910; lire 239-240; M.DE LA LANCE, Essais de bi- 70: L.Gosselin, Encyclopedie internatio- bliographie hippique, Dorbon, Paris, nal de chirurgie, vol I-VIII, Paris, 1888. 1971 [1915-1921], tome II, pp. 156-8; V. 468 CHIODI, cit., p. 230-231. 16 A.PAZZINI, Storia…cit., vol. II, p. 311, 5 L.G. NEUMANN, Biographies…cit., p. 354, 361; V. CHIODI, Storia…, cit., p. 298- 198; M.DE LA LANCE, Essais…cit., II, 301. pp.17-19 ; V. CHIODI, Storia…cit., p. 262. 17 N.LANZILOTTI-BUONSANTI, La medicina 6 F.R. LA GUERINIERE, Ecole de cavalerie, sperimentale e le scuole veterinarie. Aper- Paris 1756. Cfr. L.G.NEUMANN, cit., p. tura dell’anno scolastico 1873-74 della Re- 206; V. CHIODI, Storia… cit., p. 261. gia Scuola Superiore di Medicina Veterina- 7 G.B.ERCOLANI, Storia… sugli scrittori di ria di Milano, Zanaboni, Milano, 1873. veterinaria, II, Franco, Torino, 1854, 18 A.PAZZINI, Storia…cit., vol. II, p. 313, p.156-160; L.G. NEUMANN, Biographies 379, 415. … cit., p. 409;. V. CHIODI, Storia…cit., p. 19 Ibidem, p. 333.Anche per queste acqui- 265. sizioni può aver contribuito l’origine co- 8 L.G. NEUMANN, Biographies p 199; me istologo del Lanzillotti-Buonsanti a M.DE LA LANCE, Essais…, cit., II, pp.19- Napoli sotto la guida di Giovanni Paladi- 22; V. CHIODI, Storia…, cit., p. 262-264. no, la cui presenza nell’inventario è testi- 9 L.G. NEUMANN, Biographies...cit., p moniata da tre opere, Lezioni di istologia 362; M.DE LA LANCE, Essais…cit., II, pp. e fisiologia generale, Napoli, 1871; Fisio- 513-515; V. CHIODI, Storia… cit., p. 259. logia, Morano, Napoli, 1876; PALADINO- 10 L.G. NEUMANN, Biographies …cit., p. FREY, Manuale di tecnica microscopica, 425; M.DE LA LANCE , Essai...cit., II, pp. Pasquale, Napoli, 1875. 652-3; V. CHIODI, Storia… cit., p. 344 e 20 A.PAZZINI, Storia…cit., vol. II, p. 481. 468; R.RAUTSCHKA,CH. STANEK, Zur 21 S.TAWARA, Das Reizleitungsystem des Frühgeschichte der Wiener tierärztlichen Säugentierherzens. Eine anatomische Stu- Bildungsstätte (II): Johann Gottlieb Wol- die über das atrioventrikuläre Bündel und stein und der Wiener Jakobinerprozeß. die Purkinjeschen Fäden. Fischer, Jena, Wiener Tierärztl. Mschr. 85, 310–318, 1906. 1998; C.STANEK, C.MACHE, Zur Frühge- 22 A. PAZZINI, Storia…cit., vol. II, p. 46 e schichte der Wiener tierärztlichen Bil- 194. dungsstätte (VII): Johann Gottlieb Wol- 23 L.BELLONI, La medicina a Milano… stein (1738-1820) - Familie und soziales cit., p. 971-3; A. PAZZINI, Storia… cit., Umfeld, Wiener Tierärtzl. Mschrift., 90, vol. II, p. 226. 131-138, 2003. 24 G.DE SOMMAIN, La storia della facoltà 11 L.G. NEUMANN, Biographies …cit., p di Medicina Veterinaria di Torino, Annali 382; V. CHIODI, Storia…, cit., p. 332. della Facoltà di medicina Veterinaria di 12 L.BELLONI, La medicina a Milano dal Torino, vol. XVIII, 1969, p. 174-8; V. settecento al 1915, in: Storia di Milano, CHIODI, Storia… cit., p. 335. Fondazione Treccani, XVI, 945-7, 1962; 25 L.G. NEUMANN, Biographies cit., p. 333. A. PAZZINI, Storia della Medicina, Editri- 26 A.PAZZINI, Storia… cit., vol. II, p. 335 e ce libraria, Milano, 1947, vol. II, pp. 209; 516; L.G. NEUMANN, Biographies... cit., G. ARMOCIDA, B.COZZI, La medicina de- p. 112; V. L.G. NEUMANN, Biographies gli animali a Milano. I duecento anni del- cit., p. 324-6. la Scuola milanese, Sipiel, Milano, 1992, 27 L.G. NEUMANN, Biographies …cit., p. p. 36. 102; V. CHIODI, Storia…, cit., p. 343. 13 A. PAZZINI, Storia…cit., vol. II, pp. 325. 28 L.G. NEUMANN, Biographies L.-G.NEU- 14 D. COLLINS COOK, Neglected ancestors: MANN, cit., p. 161; V. CHIODI, Storia… Etienne and Isidore Geoffroy Saint-Hilai- cit., p. 329. re, Paleopathol Newsl, 116, 17-21, 2001. 29 L.G. NEUMANN, Biographies…cit., p. 15 L.T.MORTON, A medical bibliography 176; V. CHIODI, Storia… cit., p. 343. (Garrison-Morton), Lippincott, Philadel- 30 L.G. NEUMANN, cit., p. 172; V. CHIODI, phia, 1970, 1493. Storia… cit., p. 353. 469 31 S.ARVEDI, L.MINOIA, Cenni istorici sul- 32 L.VOLPI, Trattato di operazioni chirur- l’Istituto Veterinario di Milano, Il Politec- giche per gli animali domestici, Pirotta, nico, 7, 324, 1844; S.BONORA, Notizie sto- Milano, 1823, p. V. riche sulla Scuola Superiore di Medicina 33 L.G. NEUMANN, Biographies …cit.., p. Veterinaria in Milano, Brigola, Milano, 245; V.CHIODI, Storia…, cit., p. 456. 1863, pp.6-12; G.W.SCHRODER, E.HERING, 34 L.G. NEUMANN, Biographies L.-G.NEU- Biographisch-literarisches Lexicon der Tie- MANN, cit., p. 273; V.CHIODI, Storia… cit., rärtze aller Zeiten und Länder, Ebner & p. 336, 350. Seubert, Stuttgard, 1863, p. 455; G.B.ER- 35 V.C HIODI, Storia…cit., p. 347. COLANI, Ricerche storico-analitiche…cit., 36 G. PICCOLO, A. MOCCIA,S. BOSCHI,C. II, 133; N.LANZILLOTTI-BUONSANTI, La rea- ANGELETTI,D. FONDA, I libri antichi della le Scuola superiore di Medicina di Milano Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Uni- nel suo primo centennio (1791-1891): sto- versità di Milano. Catalogo informatizza- ria documentata, pubblicata in occasione to delle opere a stampa edite fino al 1830. delle feste pel centenario nel settembre Atti del III Convegno di Storia della Me- 1891, Agnelli, Milano, 1891, p. 69; L.G. dicina. Lastra a Signa 23-24 settembre NEUMANN, Biographies …cit., p. 414. 2000, pp. 279-284.

470 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

L’ARCHIVIO DELLA SCUOLA DI VETERINARIA DI MILANO, 1808-1932 STEFANO TWARDZIK SUMMARY THE ARCHIVES OF THE VETERINARY SCHOOL OF MILAN, 1808-1932 The archives preserved by the State University of Milan (Università degli studi di Milano), composed of 180 cases and 50 registers, consist of papers produced almost within the whole span of life of the institution from its start as a complete veterinary school in the early days of 1808, following the promulgation of the Napoleon decree of may 1807 up to its annexation to the Milanese Athenaeum as a Faculty of veterinary medicine, in 1932. Besides the institutional relevance of the School, owing to its lasting independence from the university ruling system, it is worth mentioning that a great part of these Archives has come down to us in its integrity. Among the various series which make up the Archives, the noteworthy ones are: the registers of the students academical careers over the period 1886-1932/33, the basic register of the “certified” ones in the school from 1812 to 1851, the students’ catalogues (1842-1857), the accounts of the clinical cases edited by the students (1835-1860), the students’ personal files, including their theses (1877-1932), and last, the long series of the general correspondence of the school administration from 1808 to about 1925. Especially this one reveals the process of increasing technicality in the management of the archives. The blanks of the series concern the latest period of the institution, that is the period of the change from Royal High School of veterinary medicine (a peripheric body of the Ministry of public education) into Royal Superi- or Institute of veterinary medicine (a corporate body with administrative autonomy). The papers show how this body worked as a preparatory school for future vets, gradually ap- proaching the university structure; but they also show the powerful activity carried on by the clinics to meet the demands of private citizens. So the Archives allow us to figure the different sides of the school administrative action as it really developed, through the examination of the actual effectiveness of the rules which have marked up its growth.

Due sembrano le ragioni principali per accompagna un archivio pervenuto nella considerare con particolare attenzione sua parte ottocentesca integro da gravi l’Archivio della Scuola veterinaria di Mi- dispersioni (diversamente dai casi di Na- lano, conservato oggi dall’Università de- poli e di Torino), pur dovendo lamentare gli studi della stessa città. Da un lato il la perdita di quasi tutti i registri di proto- suo rilievo istituzionale: la Scuola milane- collo, preziosi strumenti coevi di informa- se, insieme solo a quella di Torino e di tion retrieval. Le sue carte, che occupano Napoli, si è mantenuta per tutto l’Otto- lo spazio di 180 faldoni e 50 registri, ci cento e per il primo trentennio del Nove- permettono di leggere con buona conti- cento autonoma dagli atenei universitari; nuità le vicende di questo istituto come inoltre, è una delle poche scuole di alta scuola di preparazione per gli aspiranti veterinaria attive in Italia prima e dopo veterinari lungo un percorso di progressi- l’unificazione, e negli anni napoleonici, vo avvicinamento all’ordinamento univer- dal 1808 al 1815, è l’unico istituto pub- sitario, ma anche come servizio di ricove- blico d’istruzione veterinaria operante nei ro e cura degli animali (soprattutto caval- territori appartenenti al Regno d’Italia, li) produttivo di cespiti finanziari, svolto con sede appunto nella capitale.1 D’altro per rispondere alle necessità dei privati e, canto - ed è la seconda delle ragioni ad- in misura minore, dell’esercito. dotte - a tale importanza istituzionale si La parte più cospicua dell’archivio si tro- 471 va presso la Biblioteca della Facoltà di cura, ecc. Ma la natura della documenta- medicina veterinaria, ove è pervenuta nel zione qui rintracciabile è in realtà più 1992 da un locale di deposito delle Segre- estesa, poiché, soprattutto durante i primi terie studenti, ed è quella che al momento sessant’anni di attività dell’Istituto, la dell’avvio delle operazioni di riordina- quasi totalità dei documenti prodotti vie- mento,2 si presentava in condizioni di ne “fagocitata” dal carteggio, per l’uso in- maggiore scompaginamento. Un disordi- valso di registrare a protocollo non solo le ne risalente all’autunno del 1942 e dovuto missive ricevute e spedite, ma anche gli alla fretta e alla concitazione delle opera- innumerevoli prospetti e tabelle prodotte zioni di trasloco in una sede universitaria per rendere conto all’occhiuto controllo provvisoria, a causa dei bombardamenti governativo, dell’andamento dell’ammi- subiti dall’edificio che ospitava il rettora- nistrazione economica, del servizio delle to e gli uffici amministrativi dove era sta- infermerie, dell’attività scolastica. to trasferito l’archivio della Scuola dopo All’interno della lunga durata di questa la sua aggregazione all’Università. serie, è stato possibile individuare quattro partizioni cronologiche, coincidenti con altrettante tappe dell’evoluzione organiz- L’Archivio zativa dell’archivio dell’Istituto, o almeno della sua parte preponderante, fasi talora È un decreto del viceré Eugenio Beauhar- contraddistinte da momenti di transizione nais del 1° agosto 1805 che istituisce nel- tra uno stadio e quello successivo. la capitale del Regno d’Italia napoleoni- Il primo periodo, dal 1808 al 1840-41, si co, Milano, una scuola completa di veteri- caratterizza per la coesistenza di questa naria;3 il relativo regolamento di “organiz- serie con quella del Carteggio dell’Eco- zazione”, emanato quasi due anni dopo, il nomato, formato da 18 faldoni. Dunque, 25 maggio 1807, ne dispone l’apertura due partizioni del carteggio, corrispon- “col principio dell’anno 1808”,4 Il nuovo denti all’articolazione dell’amministra- istituto viene dotato di un convitto ed è zione della Scuola in due uffici con di- organizzato con un corso triennale (dive- stinte registrazioni di protocollo: da una nuto quadriennale nel 1811) aperto agli parte “il Direttore” e dall’altra “l’Ammi- alfabetizzati e frequentato soprattutto da nistrazione economica”, retta dall’econo- allievi spesati dai rispettivi dipartimenti di mo. Il regolamento del 1807, che conti- provenienza a da allievi militari.5 nua ad essere applicato anche dopo la fi- A Milano, l’istruzione scolastica veterina- ne del dominio napoleonico, prevede in- ria ha anche una storia precedente come fatti queste due figure con distinte re- scuola di veterinaria minore sorta per ini- sponsabilità, anche se è al direttore che ziativa del governo austriaco nel 1791, spetta “l’amministrazione generale della ma di questa prima fase l’Archivio non Scuola […] sotto gli ordini del ministro conserva testimonianze documentarie.6 dell’interno”. Tra le diverse serie che compongono Tutti i documenti ricevuti e spediti, suc- l’Archivio,7 quella di gran lunga più con- cessivamente alla loro registrazione e sistente (104 faldoni o cartelle) è rappre- trattazione, venivano archiviati anno per sentata dal Carteggio generale, che pren- anno secondo la periodicità annuale del de avvio proprio dal 1808 e prosegue con protocollo; ma mentre le carte della Dire- continuità fino all’inizio degli anni Venti zione seguono una ciclicità coincidente del secolo successivo. La serie compren- con l’anno solare, quelle dell’Economato de prevalentemente la corrispondenza in- si conformano a partire dal novembre trattenuta dalla Direzione con il governo, 1817 alla periodicità dell’anno camerale, col personale della Scuola, con gli stu- ossia dell’anno finanziario, con progres- denti, con i proprietari degli animali in sione numerica 1° novembre / 31 ottobre. 472 La registrazione a protocollo è coerente se l’audacia della riforma è rappresentata con la prassi burocratica della coeva am- dall’accoglimento in un’unica sede isti- ministrazione del Regno Lombardo-Ve- tuzionale di percorsi d’istruzione appar- neto, ma la mancata adozione di un tito- tenenti tradizionalmente a retaggi cultu- lario, ossia di un quadro di classificazio- rali e sociali del tutto differenti. Dall’au- ne degli affari trattati, raggruppati secon- tunno del 1834 l’insegnamento inizia in- do caratteristiche comuni, e l’inesistenza fatti ad essere impartito in corsi distinti a della “pratica” o fascicolo, per cui il pro- cui si accede con requisiti diversi: un cesso di un affare si trova frammentato in corso di un anno per maniscalchi ferrato- diverse posizioni di protocollo (corri- ri, un corso di due anni per maniscalchi spondenti spesso solo ad una lettera e al- operatori-ippiatri (ammissione dopo tre la relativa risposta), fa assumere alla me- anni di frequenza “con buon successo” moria documentaria della Scuola del pe- della scuola elementare maggiore), e un riodo 1808-1840 più l’aspetto dell’archi- corso di due anni per medici chirurghi vio di antico regime che non di quello veterinari laureati (ammissione con la dello Stato amministrativo della Restau- laurea in medicina e chirurgia). Specifici razione. Questa caratteristica inciderà, cicli di istruzione sono avviati per gli uf- per la parte relativa a questi anni, anche ficiali dell’esercito, gli economi rurali, nella prossima redazione dell’inventario gli esaminatori delle carni da macello. la cui descrizione, non dovendo giungere Requisiti simili a quelli degli ippiatri a livello di singoli documenti, troverà vengono richiesti per il corso di veteri- l’unità archivistica di riferimento nel car- nario comunale introdotto nel 1843/44,10 teggio di un’intera annata. diretto alla cura del bestiame bovino, Il secondo periodo, dal 1841-42 al 1867, è ovino, caprino e suino. contraddistinto da due novità di rilievo. La Questi anni sembrano corrispondere al prima è rappresentata dall’interruzione momento di maggiore limpidezza e linea- della serie del carteggio separato dell’eco- rità nella gestione dell’archivio, o meglio nomo, divenuto nel frattempo, in forza del della “registratura”, secondo la terminolo- regolamento del 1834, un “subordinato” gia asburgica, definibile come archivio del direttore.8 Contemporaneamente, vie- amministrativo o archivio corrente e di ne introdotto un incunabolo di titolario, deposito.11 Per ogni posizione di protocol- basato sulle categorie (chiamate “rubri- lo del carteggio, articolato anno dopo an- che”) A, B, C, D: “A” dovrebbe corrispon- no secondo le quattro rubriche indicate, è dere alla direzione dell’Istituto, “B” agli presente un foglio di trattazione che ri- studenti, “C” al personale e al servizio porta il mittente o il destinatario, l’ogget- dello “spedale” poi servizio delle cliniche, to del documento e i suoi passaggi suc- “D” all’amministrazione economica. cessivi. Sotto la categoria C troviamo tra Il cambiamento avvenuto nel metodo di l’altro i verbali delle sedute del consiglio gestione documentaria sconta dunque un dei professori, non rilegati e frammisti al- certo ritardo rispetto ai mutamenti del- la corrispondenza, e le “tavole nosologi- l’assetto istituzionale della Scuola. Con che” degli animali curati compilate trime- l’anno scolastico 1834/1835 è entrata in stralmente dai professori di clinica medi- vigore la nuova organizzazione dell’Im- ca e di clinica chirurgica; mentre all’inter- perial Regio Istituto veterinario di Mila- no della categoria A compaiono fino al no per le province venete e lombarde.9 1859 i rapporti annuali sull’andamento L’Istituto, dipendente dalla Direzione dell’istruzione veterinaria e sullo stato del dell’istruzione pubblica del Ministero personale, e sotto la D sono conservati dell’interno, viene a comprendere la numerosi esperimenti d’asta per l’appalto scuola e lo “spedale veterinario” per il delle forniture, dai foraggi ai medicinali servizio al pubblico. La peculiarità e for- al combustibile. 473 Il terzo periodo, dal 1868 al 1895-96, è driennale concluso da un “esame generale contrassegnato dalla vigenza di un vero e o di grado” col quale gli allievi ricevono proprio sistema di classificazione d’archi- “un diploma per l’esercizio col titolo di vio: un titolario o quadro di classificazione medici veterinari”. Permane però un corso di 14 voci, chiamate ognuna “pratica” con per “allievi maniscalchi militari” inviati evidente fraintendimento tra la fattispecie dai comandi militari dei diversi corpi del- astratta (una materia, una funzione) e quel- l’esercito. In base al regolamento, l’ammi- la concreta (uno specifico affare); proba- nistrazione della Scuola di Milano è posta bilmente ogni pratica-categoria, di durata sotto un direttore coadiuvato da un segre- annuale, era inserita in una camicia ripor- tario-economo; gli altri organi riconosciuti tante il riferimento all’anno e alla catego- sono il Corpo insegnante, formato dai pro- ria, anche se pochissimi dei contenitori ori- fessori ordinari e dagli assistenti, e il Con- ginali sono pervenuti. Pure in assenza dei siglio dei professori. registri di protocollo e di altri strumenti di Il successivo Regolamento per le Scuole corredo coevi, è stato possibile ricostruire superiori di medicina veterinaria di Tori- in modo quasi completo le voci in cui si no, Milano e Napoli del 7 marzo 1875, articolava il titolario, tenendo presente che poi modificato da un decreto del 20 gen- i titoli qui suggeriti potrebbero non coinci- naio 1876,13 rende più severi i requisiti di dere con la dizione originaria. accesso, con l’obbligo di essere stati pro- I: Calendario e orario scolastico; II: Con- mossi al terzo anno di studi liceali o di corso ai posti di studio gratuiti; III: Esa- aver superato tre anni di istituto tecnico. mi; IV: Personale docente e di segreteria; La Scuola entra a far parte del Consorzio V: Studenti; VI: Personale inserviente op- degli istituti d’istruzione superiore in Mi- pure - dopo il 1890 - Certificati; VII: Do- lano,14 creato per coordinare le risorse fi- ni oppure - a seconda degli anni - Mani- nanziarie e didattiche delle diverse strut- scalchi; VIII: Stipendi-retribuzioni; IX: ture di livello universitario presenti nel Dotazione finanziaria e rendiconti; X: capoluogo lombardo, e inizia così a bene- Contratti e forniture; XI: Beni mobili e ficiare dei vantaggi derivanti dall’attiva- immobili; XII: Servizio delle infermerie; zione di alcuni corsi in comune con la XIV: Miscellanea. Scuola superiore d’agricoltura di Milano, Ancora una volta, è interessante segnalare inaugurata nel 1871. un disallineamento tra i momenti di cesu- L’emanazione del regio decreto 29 gen- ra nell’organizzazione della memoria do- naio 189115 segna il compimento dell’uni- cumentaria di questa parte dell’archivio e ficazione normativa delle scuole veterina- le tappe del percorso istituzionale della rie del Regno e l’accelerazione della loro Scuola. Sotto questo aspetto, le date più marcia di avvicinamento all’ordinamento importanti sono il 1860, il 1875 e il 1891. didattico e amministrativo delle universi- Ancora prima della proclamazione del Re- tà, favorito dalla comune direzione del gno d’Italia, l’8 dicembre 1860 un decreto Ministero della pubblica istruzione: riferi- luogotenenziale approva il Regolamento menti espliciti al regolamento generale per le regie scuole superiori di medicina universitario (articolo 32), simile struttu- veterinaria di Milano e Torino:12 queste razione della carriera dei docenti (capo sono poste alle dipendenze del Ministero V), articolazione degli esami in speciali e dell’istruzione pubblica – sotto cui rimar- di laurea (art. 60), diploma abilitante al- ranno fino al 1923 – e vengono “collocate l’esercizio della professione (art. 1). fra le [scuole] universitarie” nonostante Tornando alla descrizione della serie del l’iscrizione non sia vincolata al possesso Carteggio generale, la formazione saltuaria del diploma di scuola secondaria nel caso a partire dai primi anni Novanta di dossier di superamento di un esame di ammissio- di affari formati da documenti di anni an- ne. Viene attivato un unico corso qua- che diversi, ci conduce al tratto caratteriz- 474 zante del quarto periodo, dal 1896-97 al Posizione 14 corsi sperimentali e 1921-1924, rappresentato dall’organizza- pratici zione dell’archivio in veri e propri fascicoli Posizione 15 leggi-regolamenti- di pratiche, articolate sulle “posizioni” organici d’archivio, che a questo punto sembrano Posizione 17 dispensa dal pagamento coincidere con 30 diverse voci di un titola- delle tasse rio. Sicuramente il valore euristico di que- Posizione 18 dichiarazione di decreti; sta parte del carteggio è potenziato dal cri- stati di servizio; terio di archiviazione originariamente adot- consegna di titoli e tato dal segretario della Scuola: non più la pubblicazioni inviati progressione dei cicli annuali comprendenti da Ministero anno dopo anno tutte le categorie, bensì la Posizione 19 elezioni di consigli e successione delle categorie (posizioni d’ar- commissioni chivio) e all’interno di esse la sequenza Posizione 25 forniture e lavori oppure cronologica. La documentazione relativa al contratti medesimo ambito di attività nel suo svilup- Posizione 26 certificati a studenti po diacronico si ritrova quindi per quei de- laureati cenni raccolta insieme, il che agevolerà la Posizione 27 certificati della clinica formulazione delle domande storiografiche medica e della clinica oggi sottoponibili alla fonte. chirurgica Da un attento esame delle vecchie segna- Posizione 30 cause civili ture riportate sulle camicie dei fascicoli si L’ultima fase di vita autonoma della può ragionevolmente supporre che più Scuola, contrassegnata dai mutamenti della metà del carteggio di questo periodo istituzionali del 1924-1925, coincide con sia andata perduta. Dal confronto delle l’adozione di un titolario ancora diverso, “posizioni” (che sono dei codici di classi- peraltro difficilmente riscostruibile a cau- ficazione) con i titoli dei fascicoli perve- sa delle notevoli dispersioni subite dai do- nuti emerge quindi in misura solo parziale cumenti degli anni 1920-1932, spesso ac- quella che doveva essere l’articolazione quisiti come precedenti di pratiche in del titolario, di cui viene qui proposta una svolgimento da parte degli uffici ammini- parziale ipotesi ricostruttiva. strativi dell’Università, dopo l’aggrega- Posizione 1 dotazione-rendiconti zione dell’Istituto all’Ateneo milanese. (rendiconti delle Sono anni caratterizzati da incessanti mu- anticipazioni ricevute tamenti normativi. Nell’autunno del 1923, sulla dotazione) l’anno della riforma del ministro Gentile, Posizione 2 conti giudiziali e avviene il trasferimento della direzione rendiconti dei proventi delle scuole superiori di veterinaria sotto di infermeria; indennità il neocostituito Ministero dell’economia certificati e diplomi; nazionale, contestualmente al cambia- pergamene per diplomi mento di denominazione in R. Istituto su- Posizione 6 retribuzioni ai professori periore di medicina veterinaria a decorre- incaricati; mandati a re dall’anno accademico 1924/25.16 Quin- disposizione di, un decreto legge del 30 novembre Posizione 12 liberi docenti (fascicoli 1924 17 definisce per primo inequivocabil- personali in ordine mente la “personalità giuridica e l’auto- alfabetico) nomia amministrativa e disciplinare […] Posizione 13 corsi di esercitazioni di sotto la vigilanza dello Stato” dei regi carattere scientifico o istituti superiori, introduce l’esame di pratico Stato per l’abilitazione all’esercizio pro- 475 fessionale, l’ammissione solo per i diplo- trasformatisi in veri e propri fascicoli, do- mati del liceo classico o scientifico e arti- vrebbe essere contestuale all’impianto cola le autorità accademiche nelle figure della matricola degli studenti: dico “do- del direttore, del consiglio di amministra- vrebbe” perché tra i Registri di matricola- zione e del consiglio accademico. carriera degli iscritti (10 grandi registri La vicenda della Scuola di veterinaria mi- dal 1886-87 al 1932-33) organizzati se- lanese come istituzione autonoma si con- condo la progressione della data di imma- clude nel 1932 con l’aggregazione alla tricolazione degli studenti, è andato perso Regia Università,18 dopo che quattro anni il primo riportante le matricole 1-195; che prima, nel 1928, gli istituti superiori di questo dovesse iniziare con l’anno scola- medicina veterinaria sono tornati nell’al- stico 1877-78 si desume dall’esame in- veo delle competenze del Ministero della crociato dei nomi e dei numeri di matri- pubblica istruzione.19 cola indicati nella Rubrica generale alfa- Fanno riferimento esclusivo agli otto anni betica degli iscritti,21 coi nomi e i numeri di attività come R. Istituto superiore di dei più vecchi inserti personali. Purtroppo medicina veterinaria di Milano un’unica risulta ugualmente impossibile tracciare cartella di corrispondenza, che reca i se- un quadro analitico dei primi 195 imma- gni delle “manipolazioni” apportate dal tricolati, dato che la prima parte dei fasci- personale dell’Università, una cartella coi coli personali (solo 3 cartelle fino alla bilanci di previsione e i conti consuntivi e matricola 315), risulta piuttosto lacuno- 12 registri tra giornali di cassa e mastri sa.22 È chiaro che i fascicoli personali, i delle entrate e delle spese. Vi sono poi registri di matricola-carriera e la rubrica due casi un po’ particolari di documenti alfabetica sono documenti tra loro com- non compresi in quest’archivio per quan- plementari e che la rubrica costituisce lo to in origine ne facessero parte: si tratta strumento essenziale per l’immediato re- dei primi fascicoli degli esami di Stato, perimento di un nominativo all’interno attivati dal 1926 e stralciati dall’archivio dei registri di matricola. Si noti che per di provenienza al momento dell’aggrega- quanto il termine “immatricolazione” zione all’Università, che non sono stati ri- compaia per la prima volta solo nel rego- mossi dalla loro attuale collocazione al- lamento delle scuole superiori di medici- l’interno dell’Archivio proprio dell’Ate- na veterinaria del 1891,23 di “matricola” neo poiché considerati ormai parte inte- parla esplicitamente il regolamento gene- grante di alcune serie che prendono avvio rale universitario del 1875 24 a cui sembra con questi documenti;20 ed è poi il caso quindi voler adeguarsi il nuovo sistema dei verbali delle adunanze del Consiglio della immatricolazione introdotto nella dei professori dal giugno 1923 al novem- Scuola veterinaria milanese. bre 1932, rintracciati assieme ai verbali Anche per gli anni precedenti al 1877 è delle sedute del Consiglio della Facoltà possibile, anche se con maggiori difficol- universitaria del periodo 1933-1936, in un tà, ricostruire un’anagrafe degli iscritti, unico registro che costituisce il primo del- utilizzando principalmente quattro stru- la serie dei registri del Consiglio della Fa- menti: il fondamentale Registro dei vete- coltà di medicina veterinaria. rinari patentati dal 1812 al 1851,25 i Cata- Una serie cospicua è invece rappresentata loghi degli scolari, pervenuti con conti- dai Fascicoli personali degli iscritti,43 nuità per il periodo 1842/43-1856/57, un faldoni dal 1877-78 al 1931-32. E’ artico- Registro di iscrizione degli studenti dal lata in due parti corrispondenti a due dif- 1866 al 1872 (non collegato ai successivi ferenti criteri di archiviazione adottati pri- registri di matricola), e gli elenchi degli ma e dopo il numero di matricola 316, os- studenti iscritti trasmessi al governo e sia prima o dopo il 1893-94. La formazio- presenti anno per anno all’interno del ne dei primi inserti personali, dal 1893 Carteggio generale. 476 I dati riportati nel registro dei veterinari rie delle malattie degli animali da loro cu- patentati, cognome, nome ed età del pa- rati sotto la guida del professore di clini- tentato, comune di nascita, provincia, Sta- ca, come pure le storie di tre animali am- to di provenienza, data della patente, dif- malati per l’esame finale.28 Per quanto un feriscono di poco dagli elementi indicati cenno relativo alla stesura di questi docu- nel successivo Registro dei veterinari lau- menti sia già presente nel regolamento reati dal 1892 al 1927; tale omogeneità napoleonico del 1807 (art. 34), l’archivio potrà facilitare le indagini di tipo storico- conserva in sei registri e quattro cartelle statistico, pur se parzialmente compro- le Storie delle malattie compilate dagli messe dalla lacuna pluridecennale che in- studenti dal 1835-36 al 1859-60,29 con al- tercorre tra i due registri, non colmata cune lacune, più quelle dell’anno scolasti- dalla presenza degli otto Registri verbali co 1869-70. Le carte dunque sembrano degli esami di laurea coprenti l’arco cro- restituire in modo abbastanza fedele la nologico 1888-1933. progressiva trasformazione e assimilazio- I Cataloghi degli scolari (quattro ne di questi documenti alle odierne tesi di cartelle),26 sono assimilabili a degli elen- laurea, testimoniata dai regolamenti suc- chi degli iscritti ai diversi corsi contenenti cedutisi nel tempo. le registrazioni degli attestati di diligenza L’avvicinamento dell’istruzione superiore e di profitto rilasciati. Rappresentano gli veterinaria all’ordinamento universitario si antesignani degli attestati di assiduità e riscontra nella serie dei registrini degli Ar- diligenza (poi certificati mensili di dili- gomenti delle lezioni, che prendono avvio genza e profitto) previsti dall’articolo 106 nel 1910-11, dopo che la legge Rava del del regolamento del 1860 e successiva- 19 luglio 1909 e il relativo regolamento di mente dall’articolo 56 del regolamento attuazione ne hanno prescritto la tenuta:30 del 1875; ma servivano probabilmente an- si conservano 5 faldoni contenenti i regi- che a comprovare il curriculum dei singo- stri fino all’anno accademico 1925-26. li studenti, funzione successivamente as- sunta dai registri di matricola-carriera. I fascicoli personali degli iscritti contene- I possibili “usi” storiografici vano e ancora in buona parte contengono di questa fonte le tesi di laurea. Le tesi dell’ultimo quin- quennio dell’Ottocento risultano il più Molteplici sono i filoni di ricerca che pos- delle volte illeggibili a causa del pessimo sono essere sollecitati da questo ricco ar- stato di conservazione dei fascicoli perso- chivio. Certo gli studi di storia della me- nali di quel periodo, mentre le tesi degli dicina veterinaria trovano qui un terreno anni 1881-1895 sono state in buona parte quanto mai favorevole: si pensi solo alla estratte (non è dato di sapere quando) dai migliore cognizione sul progresso della fascicoli di appartenenza per andare a for- disciplina, sulla terminologia medica, sul- mare una serie artificiosa di tre cartelle di la diffusione di certe patologie che può ri- Tesi di laurea, che a mio avviso non ha sultare dai profili diagnostici e terapeutici ragioni per essere mantenuta. contenuti nelle storie dei casi clinici, nelle Della presentazione di una tesi a scelta tesi di laurea e nelle tesi per la libera do- per l’esame generale di diploma parla per cenza, e dalle tavole nosologiche e dalle la prima volta il regolamento del 1875;27 il minute dei certificati emessi dalla clinica precedente regolamento del 1860 si riferi- medica. Le novità di un determinato pe- va ancora (art. 162) alla “compilazione di riodo e gli aspetti più dibattuti della una storia di una malattia” per gli esami scienza sono leggibili tra le carte della ca- scritti, riprendendo la formulazione del tegoria XIV ‘Miscellanea’, per un arco regolamento austriaco del 1834, che pre- cronologico - cruciale per lo sviluppo del- scriveva che gli allievi redigessero le sto- la medicina - che va dagli anni Settanta 477 agli anni Novanta dell’Ottocento: dagli il caso dell’archivio della Scuola di vete- esperimenti delle vaccinazioni carbon- rinaria di Milano, offre sempre la possibi- chiose, agli studi sulle carni trichinate, al- lità di ricostruire i diversi aspetti dell’atti- le conferenze sul mal rossino, alle rela- vità dell’istituzione quale realmente si è zioni sanitarie sul bestiame, all’uso di attuata, attraverso la verifica dell’operati- nuovi strumenti chirurgici. vità effettiva dei regolamenti che ne han- Diversi aspetti della storia della professio- no scandito l’evoluzione. ne possono emergere dai documenti del Chiudo questo mio intervento esprimendo primo congresso dei docenti veterinari del un doveroso ringraziamento alla Facoltà 1865 (nei documenti di quell’annata) co- di Medicina Veterinaria dell’Università me dalla corrispondenza, peraltro non fit- degli Studi di Milano e in particolare al tissima, con la Società medico veterinaria personale della sua Biblioteca e alle diret- lombarda, o dall’esame della provenienza trici Silvana Boschi e Angela Moccia, che geografica dei veterinari patentati nella si sono costantemente preoccupate di age- Scuola e dalla verifica della loro estrazio- volare il lavoro di riordinamento dell’Ar- ne sociale, attraverso lo spoglio dei cata- chivio, mettendomi a disposizione gli loghi degli scolari. spazi adeguati per operare con comodità e Ma gli indirizzi di ricerca percorribili so- procurando nuove unità di condiziona- no i più vari: dalla storia degli apparati mento atte a garantire la conservazione scolastici, dallo studio del percorso segui- nel tempo delle carte. to da uno dei rami dell’istruzione scienti- fica superiore in un lungo arco di tempo che va dall’età napoleonica fino all’Italia NOTE liberale, alla storia dell’amministrazione vista dalla peculiare angolazione dell’atti- 1 Cfr. S. PALTRINIERI, La medicina veteri- vità di quello che era pur sempre un uffi- naria in Italia dal XVIII al XX secolo, cio periferico del governo (anche per Milano, Cisalpino, 1947; N. MAESTRINI, aspetti normalmente poco documentati A. VEGGETTI, La veterinaria italiana dal- come i lavori pubblici), alla storia della la fondazione delle scuole allo Stato uni- ragioneria, attraverso l’esame dei prospet- tario. Da pratica empirica a scienza basi- ti contabili, delle verifiche di cassa, dei lare per il progresso dell’economia e la rendiconti e della incessante corrispon- salvaguardia della salute pubblica, in Atti denza in merito intrattenuta con le autori- del Convegno sulla storia della medicina tà governative, ad una storia della menta- veterinaria. Atti delle giornate di studi lità o dell’ideologia dominante in una de- storici della veterinaria, Reggio Emilia, terminata epoca, argomenti affrontabili a 18-19 ottobre 1990, 1991, pp. 33-38. partire da una lettura non superficiale dei 2 Le operazioni di riordinamento dell’Ar- temi compilati per gli esami di ammissio- chivio della Scuola veterinaria di Milano, ne alla Scuola (presenti dal 1862). Mi li- iniziate nel 2002, sono giunte ora alla fase mito a questi esempi, senza alcuna prete- conclusiva: è in preparazione un inventa- sa di circoscrivere all’interno dei filoni rio dell’Archivio. qui enunciati le innumerevoli possibilità 3 Per una ricostruzione dettagliata delle di indagine offerte dalle carte. vicende della Scuola, v. N. LANZILLOTTI In conclusione, non pare inutile ricordare BUONSANTI, La R. Scuola superiore di che l’archivio, visto come il residuo di medicina veterinaria nel suo primo cen- un’attività di gestione di uno specifico tennio (1791-1891). Storia documentata soggetto che opera in un determinato con- pubblicata nell’occasione delle feste pel testo storico, qualora non sia irrimediabil- centenario nel settembre 1891, Milano, mente depauperato da distruzioni o scarti Tip. Agnelli, 1891; G. ARMOCIDA,B. eccessivi, e fortunatamente non è questo COZZI, La medicina degli animali a Mila- 478 no. I duecento anni di vita della Scuola dell’I.R. Istituto veterinario, entrato in vi- veterinaria (1791-1991), Milano, Sipiel, gore con la Notificazione 25 ottobre 1834, 1992; La Scuola veterinaria di Milano. n. 33051-1859, Nuovo ordinamento del- Due secoli di ordinamenti e statuti, 1791- l’Imperiale Regia Scuola veterinaria, in 1991, Milano, Sipiel, 1992. Raccolta degli atti del governo, ora anche 4 Decreto 1 agosto 1805, n. 102, riguardan- in La Scuola veterinaria di Milano. Due te lo stabilimento in Milano d’una Scuola secoli di ordinamenti… cit., pp. 95-155. veterinaria; decreto 25 maggio 1807, n. 87, 9 Notificazione 25 ottobre 1834, cit. relativo all’organizzazione della Scuola ve- 10 Il corso fu formalmente introdotto con terinaria in Milano; entrambi pubblicati in Notificazione del 15 ottobre 1844, n. Bollettino delle leggi del Regno d’Italia. 34121-2759, ma dal testo stesso del prov- 5 Il convitto viene poi abolito nel 1827 per vedimento governativo, risulta già ope- iniziativa del governo motivata dalla vo- rante dall’anno precedente: Questo nuovo lontà di procedere ad economie di gestio- corso d’istruzione, con la contemporanea ne: v. ARCHIVIO DI STATO DI MILANO ammissione di allievi, ebbe già incomin- (ASMi), Atti di governo, Studi - parte ciamento col mese di novembre 1843. moderna, b. 1249, fasc. 3 11 Articolo 91 del Piano di organizzazione 6 Testimonianze documentarie di questa dell’I.R. Istituto veterinario… cit.: l’eco- prima fase si trovano invece presso l’A- nomo disimpegnerà e dirigerà esattamen- SMi, Atti di governo, Studi - parte antica, te tutti i correnti lavori di cancelleria e la bb. 465 e 467. Per il periodo ottocentesco, registratura dell’Istituto. oltre che l’archivio della Scuola, sono 12 D.lgt. 8 dicembre 1860, n. 4465 (mini- disponibili altre fonti, conservate per il stro della pubblica istruzione Terenzio periodo preunitario presso l’ASMi, e per Mamiani). quello postunitario presso l’ARCHIVIO 13 R.d. 7 marzo 1875, n. 2433, che appro- CENTRALE DELLO STATO (ACS), istituti do- va il regolamento per le regie scuole su- ve sono confluiti gli archivi delle autorità periori di medicina veterinaria di Torino, governative da cui dipendeva la Scuola di Milano e Napoli (ministro della pubblica Milano: ASMi, Atti di governo, Studi - istruzione Ruggero Bonghi); r.d. 20 gen- parte moderna, bb. 1212-1249 (ca. 1802- naio 1876, n. 2940, che modifica il rego- 1848); ASMi, Senato politico - Pubblica lamento delle regie scuole veterinarie di istruzione, 1836-1848; ACS, Ministero Milano, Napoli e Torino. della pubblica istruzione (M.P.I.), Divi- 14 Con l’emanazione del r.d. 10 novembre sione per l’istruzione superiore, versa- 1875, n. 2787, che approva il coordina- menti relativi agli anni 1860-1881, 1882- mento degli istituti d’istruzione superiore 1890, 1890-1895, 1870-1892 (Regola- esistenti nella città di Milano. menti); ACS, M.P.I., Direzione generale 15 R.d. 29 gennaio 1891, n. 120, che ap- per l’istruzione superiore, 1896-1910. prova il regolamento per le regie scuole 7 Non mi risulta che in Italia siano stati superiori di medicina veterinaria del Re- pubblicati contributi dedicati espressa- gno (ministro della pubblica istruzione mente agli archivi contenenti le testimo- Paolo Boselli). nianze dell’attività delle scuole o della 16 R.d. 30 settembre 1923, n. 2102, Dispo- professione medico veterinaria. In Gran sizioni sull’ordinamento dell’istruzione Bretagna è stata invece pubblicata di re- superiore; r.d. 31 ottobre 1923, n. 2492, cente una monografia sulle fonti archivi- Provvedimenti per gli Istituti superiori stiche per la storia della veterinaria nel agrari, di medicina veterinaria e di scien- Regno Unito: PAMELA HUNTER, Veteri- ze economiche e commerciali. nary medicine. A Guide to historical 17 R.d.l. 30 novembre 1924, n. 2172, Ordi- sources, Aldershot, Ashgate, 2004. namento dell’istruzione superiore agraria 8 Articolo 91 del Piano di organizzazione e di medicina veterinaria. 479 18 Il decreto ufficiale di aggregazione risa- 23 Articoli 33 e 41 del r.d. 29 gennaio le all’8 marzo del 1934, ma già il 19 no- 1891, n. 120. vembre 1932 si era svolto il passaggio di 24 Articoli 3 e 6 del r.d. 3 ottobre 1875, n. consegna dell’amministrazione, il cui ver- 2728, che approva il regolamento genera- bale riporta come data effettiva di con- le universitario. fluenza il 1° novembre 1932: v. ARCHIVIO 25 Occorre naturalmente tenere presente STORICO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI che il numero degli iscritti, anche per i MILANO, Archivio proprio, Carteggio ar- primi decenni di vita della Scuola, sarà ticolato sul titolario, b. 121 “6A-0 – Eco- superiore al numero dei patentati riportato nomato, pratica generale”. in questo registro. 19 R.d.l. 17 giugno 1928, n. 1314 26 Vedi i riferimenti contenuti negli artico- 20 Ne fanno parte integrante anche in li 34 e 36 del Piano di organizzazione del quanto vincolati dal canale d’accesso co- 1834, cit. stituito da uno schedario anagrafico gene- 27 Articolo 74 del r.d. 7 marzo 1875, n. rale tuttora in uso. 2433, poi modificato dall’articolo 6 del r.d. 21 La redazione di questa rubrica è relati- 20 gennaio 1876, n. 2940, che muta la de- vamente recente: con tutta probabilità fu nominazione in “dissertazione” per l’esame compilata nel 1949 contestualmente ai la- finale. I termini “dissertazione” e “tesi”, vori di riassetto dell’intero archivio delle collegati all’esame di laurea, sono ripresi Segreterie di facoltà dell’Università. La dall’articolo 69 del regolamento del 1891. rubrica rimanda - anche senza la cono- 28 Articoli 41 e 48 del Piano di organizza- scenza del numero di matricola - non solo zione del 1834, cit.; il secondo si riferisce ai nominativi degli iscritti contenuti nei esplicitamente all’esame finale dei veteri- registri di matricola-carriera della Scuola, nari-zooiatri. ma anche a quelli contenuti nei registri 29 Prevalentemente compilate dagli studen- successivi della Facoltà, fino al 1948/49. ti del corso di veterinario-zoojatra, ma dal 22 Ordinati con criterio alfabetico e non se- 1843-44 anche del corso di veterinario co- condo la progressione della matricola co- munale; mentre sono poche le “storie” re- me quelli successivi, sono stati rintracciati datte dagli studenti del corso per ippiatra. gli inserti corrispondenti alle iniziali dei 30 L. 19 luglio 1909, n. 496 e r.d. 20 ago- cognomi dalla A alla L e dalla V alla Z. sto 1909, n. 703.

480 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

SULL’INSEGNAMENTO DELLE DISCIPLINE FARMACOLOGICHE VETERINARIE NELL’ATENEO MILANESE (IN RICORDO DEL PROF. REMO FAUSTINI, 1915-1983) ORESTE SONZOGNI, SILVANO CARLI SUMMARY ON THE TEACHING OF VETERINARY PHARMACOLOGY IN MILAN (IN MEMORY OF PROF. REMO FAUSTINI 1915-1983) The chair of Veterinary Pharmacology was inaugurated in Milan in 1966. Remo Faustini, who had for years sought to elevate veterinary pharmacology to the dignity of a chair, was appoint- ed as first chair-holder. Veterinary medicine was first taught in Milan from 1791 in the Scuola Veterinaria Minore, located in Milan’s old plague hospital, the Lazzaretto. The first teachers were Volpi and Lucchini. In 1808 the School transferred to the church of S. Francesca Romana, where it became the Scuola Veterinaria Completa Teorico-Pratica and whose teaching includ- ed pharmacy and pharmaco-therapy. After the restoration of Austrian hegemony (1815) the school became the Imperiale Regio Istituto Veterinario: pharmacy and pharmacotherapy as- sumed important roles on the curriculum. Following the unification of Italy (1861) the school became the Regia Scuola Superiore di Medicina Veterinaria. As the century closed the anatomist Varaldi was appointed head; to be succeeded in turn by the clinicians Bernardini and Moretti, the physiologist Pugliese and the immuno-pathologist Ascoli. In 1927, with Ascoli still at its head, the school transferred to its present site in the Città Studi of Milan, and in 1933 became Faculty of Veterinary Medicine. Veterinary pharmacology was first taught as a special- ist subject by the physicians Valenti (1933-1944) and Adami (1944-1957). In 1957 Remo Faus- tini, graduate in veterinary medicine, succeeded Adami, but continued working in the nascent veterinary pharmaceutics industry. From 1966 he held the chair of Veterinary Pharmacology until 1980 when he transferred to the newly constituted chair of Veterinary Toxicology. From 1980 Carlo Beretta has been appointed as chair-holder of Veterinary Pharmacology.

Nel 1966, in coincidenza con il 175° an- venienti dalle Facoltà di Medicina e Chi- niversario di fondazione, la Facoltà di rurgia o altrettanto spesso a cultori della Medicina Veterinaria di Milano bandiva, materia non sempre specificamente com- prima in Italia, la Cattedra di Farmacolo- petenti. Il merito di Faustini é stato, fra gia Veterinaria (G.U. Repubblica Italiana, gli altri, quello di aver sostenuto, invece, anno 107, n° 34, 9.2.1966). che la farmacologia veterinaria, disciplina Ad occuparla venne chiamato Remo Fau- di primaria importanza per la preparazio- stini che, incaricato dell’insegnamento ne del moderno laureato in medicina vete- della disciplina fin dal 1957, già da molti rinaria, dovesse essere preferibilmente af- anni si batteva per elevare a dignità di fidata a medici veterinari. Cattedra la Farmacologia Veterinaria, co- L’elenco cronologico dei docenti (Tabella me già avvenuto in molte nazioni d’Euro- 1) che hanno impartito l’insegnamento pa ed in alcuni stati americani. La coper- della disciplina qui considerata, dalle ori- tura della Cattedra consolidava la posizio- gini alla nascita ufficiale dell’Istituto di ne dell’Istituto di Farmacologia Veterina- Farmacologia, conferma che in passato vi ria, esistente fin dal 1962 in sostituzione si erano impegnate illustri personalità di un precedente Centro di Terapia Speri- scientifiche, prive tuttavia, nella maggior mentale, attivo nella Facoltà di Medicina parte dei casi, di una qualificata esperien- Veterinaria fin dal 1957. za specifica. L’elenco, che si ritiene il più L’insegnamento della Farmacologia, della completo possibile, deriva dalla consulta- Terapia e della antica Materia Medica era zione di documenti d’archivio e da pub- stato sempre, nella Facoltà di Milano (co- blicazioni ufficiali della Facoltà. Nello me in altre Sedi), affidato a docenti pro- stesso si rilevano anche periodi di silen- 481 zio, come quello compreso tra il 1915 ed stituzioni ed avvicendamenti dei quali pe- il 1918, per ovvie ragioni. Nel triennio rò non si è, purtroppo, trovata alcuna do- bellico si verificarono, probabilmente, so- cumentazione ufficiale.

Tab. 1: elenco cronologico dei docenti di Farmacologia, terapia e materia medica veterinaria succedutisi nell’Ateneo milanese. 1791-1808 Giovanni Battista VOLPI e Giovanni Battista LUCCHINI 1808-1809 Joseph JAUZE 1809-1809 Louis COLLAINE 1810-1832/33 (In questo periodo l’insegnamento della Farmacologia e della Materia Medica venne assunto da vari docenti della Scuola, scelti fra coloro che, pur dediti ad altre discipline, volessero assumersene l’onere. Lezioni di farmacologia, con chimica farmaceutica, terapia generale e sperimentale, furono tenute da Luigi Maria MISLEY, da Giovanni Antonio ZANETTI, da Si- ro BONORA e dal Direttore della Scuola, Giovanni POZZI) 1833-1834 Antonio CAPELLI 1835-1838 Giovanni POZZI 1838-1839 Lucrezio MINOJA 1839-1847 Antonio CAPELLI 1848-1850 forse Giovanni POZZI 1850-1858 Antonio CAPELLI 1859-1861 Lorenzo CORVINI 1861-1861 Giuseppe LESSONA 1861-1870 Lorenzo CORVINI 1870-1891 Pietro PELLOGGIO 1891-1899 Giuseppe LEVI 1899-1900 Angelo BALDONI 1900-1905 Luigi VARALDI 1905-1907 Domenico BERNARDINI 1907-1921 Giampietro MORETTI* 1922-1925 Angelo PUGLIESE 1925-1932 Alberto ASCOLI 1932-1944 Adriano VALENTI 1944-1957 Enrico ADAMI 1957-1980 Remo FAUSTINI 1980- Carlo BERETTA * per colloquium con il Prof. Luigi Leinati I primi due docenti, Giovanni Battista Porta Orientale. Peraltro, qui, non erano Volpi e Giovanni Battista Lucchini, erano certo trascurati gli insegnamenti della certamente docenti “polivalenti”, in quan- Farmacologia e della Terapia: infatti nel to incaricati di molteplici incombenze di- Paragrafo VII del Decreto che stabiliva il dattiche e professionali: una situazione piano di studi (22 ottobre 1789) risulta contingente e pionieristica dovuta alla chiaramente che i Maestri Maniscalchi di- istituzione della Scuola Veterinaria Mino- plomati erano anche abilitati “alla cura re sorta nel lontano 1791 presso il Lazza- dei mali di qualsiasi genere del bestia- retto ed ubicata, dunque, nei dintorni di me”. Ne consegue che i due professori

482 nominati per l’insegnamento della Veteri- zioni dell’insegnamento e a prolungare la naria Minore dovevano necessariamente durata degli studi: proposte che la Regia impartire pure nozioni elementari di tera- Imperiale Conferenza, presa visione del pia, nonché di farmacologia e farmacia. A preventivo necessario al progetto, pun- riprova di ciò, si segnala quanto emerso tualmente bocciava. dall’osservazione di una antica pianta pla- Nel corso dei primi anni del Regno Itali- nimetrica conservata presso la Facoltà co, in forza delle riforme decretate da Na- (Lanzillotti-Buonsanti, 1884), dalla quale poleone I e con il trasferimento della risulta che i locali del Lazzaretto contras- Scuola presso il Convento degli Agostinia- segnati dai numeri 6 e 7 erano destinati ni (l’attuale Chiesa di Santa Francesca alla Spezieria ed al relativo laboratorio, Romana), la Scuola stessa mutò la propria ove venivano approntati i medicamenti denominazione in Scuola Veterinaria per le esigenze della pratica clinica. Completa Teorico-Pratica. Venne riforma- Non si deve dimenticare che a quel tempo to anche il piano degli studi e ai due inse- la maggioranza dei pazienti ricoverati gnanti preposti venne affiancato un pro- nelle cliniche della Scuola era rappresen- fessore aggiunto al quale si affidava l’in- tata da cavalli, in base all’importanza che segnamento della Materia Medica, della questi avevano nell’economia sostanzial- Farmacia, della Botanica e della Ferratura. mente agricola della regione e nelle esi- All’insegnamento di queste si aggiungeva genze militari degli eserciti, sempre in l’incombenza di provvedere ai vegetali e a continuo movimento, di Maria Teresa quant’altro fosse necessario per la prepa- d’Austria. Al cavallo erano infatti dedica- razione dei rimedi allestiti nella Spezieria te le maggiori attenzioni della Scuola ed è e successivamente utilizzati dal docente di per tale motivo che i numerosi trattati di Pratica. Il primo professore aggiunto fu “materia medica” e di “terapia” coevi si Joseph Jauze, proveniente dalla Scuola di riferiscono essenzialmente a questo ani- Alfort, più tardi sostituito da Louis Collai- male. In alcuni di essi, ancora preziosa ne, anch’egli proveniente da Alfort. proprietà della Biblioteca della Facoltà di Fino al 1832 si succedettero nell’insegna- Milano, appaiono descritte, accanto a ri- mento di tale gruppo di discipline diversi cette tuttora valide, medicamenti e cure di professori, ordinari o aggiunti, fra i quali il memoria medioevale. In tutte le ricette, Direttore della Scuola Giovanni Pozzi. però, anche nelle più “fantasiose”, i rime- Quest’ultimo fu anche autore di importanti di vegetali, minerali o animali, risultano pubblicazioni di terapia e di materia medi- minuziosamente descritti, oltre che corre- ca. Fra i quali si ricordano Epizoozie bovi- dati delle loro modalità di somministra- ne e metodi per impedire il contagio zione. Dai trattati si apprende che veniva (1812), Materia Medica (1816) ed Elemen- fatto largo uso di elettuari, vescicanti, ti di Fisiologia, Igiene e Terapia (1821). purganti, tinture. A titolo di curiosità si Dopo la restaurazione del dominio au- segnala poi che anche per gli animali ve- striaco su Milano, la Scuola subì altre due niva usato il celeberrimo “mitridato”, una riforme, una prima nel 1834 e una secon- miscela di circa trenta droghe e sostanze da nel 1859. Una volta ancora furono ag- medicamentose, considerata la panacea di giornati i piani di studio e maggiore im- tutti i mali di “uomini e bruti”, così come pegno venne assegnato all’insegnamento riferito in un trattato di materia medica della farmacologia. Consultando gli orari del 1824, che già la criticava come “ela- delle lezioni degli anni accademici corri- borata ed assurda”. spondenti, si apprende in primis che gli In tale contesto storico non è dunque stra- insegnanti della Terapia Generale e Spe- no che Volpi e Lucchini, ai primordi della ciale così come della Farmacologia furo- Scuola, sollecitassero ripetutamente no dapprima il Direttore della Scuola, ora l’Amministrazione a migliorare le condi- Imperial Regio Istituto Veterinario, e 483 quindi Antonio Capelli. In secondo luogo tions tracheales dans le cheval e, nel si evince che i due trattavano la disciplina 1895, un’edizione in forma di dispense per un cospicuo numero di ore settimana- del Corso libero di Materia Medica e Te- li. La cronaca riporta pure che Antonio rapia Comparata, corso impartito presso Capelli si era allontanato da Milano in se- la Scuola milanese. Quest’ultima opera guito agli eventi delle Cinque Giornate di risulterà poi essere un vero e proprio trat- Milano (1848) e che, rientrato nel feb- tato di Materia Medica Veterinaria dedi- braio 1849, era stato sospeso dall’incarico cato ai Veterinari Pratici. e dallo stipendio. Egli venne riammesso Oltre alle opere del Pozzi e del Levi non all’insegnamento nell’Anno Accademico rimangono testimonianze rilevanti da par- 1850-1851, per concessione personale del te di altri docenti deputati all’insegna- Maresciallo Radetzky, Governatore del mento, tenuto addirittura, alla fine del se- Lombardo Veneto. Capelli riassunse cioè colo, da un illustre anatomico: Luigi Va- il suo incarico “in via però di mera gra- raldi. A Varaldi faranno seguito Bernardi- zia”, come testualmente riportato nella ni e Moretti (clinici), Pugliese (fisiologo) lettera di riabilitazione. In seguito al rag- e Ascoli (patologo ed immunologo), al giungimento dell’unificazione nazionale, quale venne affidato l’insegnamento della la riforma Mamiani (1860) conferì alla Farmacologia e Terapia Sperimentale dal Scuola una nuova denominazione, quella 1925 al 1933. di Regia Scuola Superiore di Medicina Degli studi sperimentali del Bernardini ci Veterinaria; inoltre ai professori di Mate- restano, per quanto attiene la farmacolo- ria Medica e Farmacologia veniva attri- gia, una memoria sulle Iniezioni intramu- buito il ruolo di Assistente preparatore in scolari di etere nell’anestesia generale Chimica e Farmacia. del cavallo e una su Il cloralio idrato in Nell’ultimo quarto del secolo XIX venne- anestesia generale: si tratta di lavori so- ro compiuti grandi passi in campo medico prattutto applicati alle esigenze della Cli- e chimico. Notevoli progressi furono regi- nica Chirurgica. Al contrario, Moretti e strati anche dalle Scienze Veterinarie e Pugliese non hanno lasciato testimonian- contemporaneamente videro la luce nu- za di ricerche farmacologiche, così come merosi trattati di Farmacologia, Terapia e non ha fatto Ascoli. Materia Medica Veterinaria. Fra questi ri- L’insegnamento della farmacologia passa cordiamo la Farmacopea Veterinaria di di volta in volta da un Istituto all’altro, a Aiazzi Mancini (1875), il Nuovo Diziona- seconda della provenienza del professore rio Terapeutico Ragionato (1875) e il pre- incaricato (Cliniche, Istituti di Patologia e zioso Materia Medica e Therapeutica Ve- di Fisiologia), non potendosi ancora dis- terinaria (1889) di Brusasco, il Formulai- porre di una sede istituzionale propria. re des Veterinaires Practiciens compre- Durante questo periodo, un unico riferi- nant environs 500 formules del francese mento certo risulta essere il deposito di Cagny (1892), il Therapeutique et Phar- medicinali, droghe e veleni, allora collo- macodinamie di Guinard (1899), seguito, cato in un locale sito al piano terreno del- nel medesimo anno, da Materia Medica, l’attuale Istituto di Anatomia Patologica e Farmacologica e Tossicologica di Levi. Patologia Aviare. Giuseppe Levi insegnò la materia per cir- Già durante il magistero dell’Ascoli, la ca un decennio, segnalandosi per alcune Regia Scuola Superiore si trasferiva dal- ricerche sperimentali originali, fra le qua- l’ex Convento degli Agostiniani, in S. li un lavoro sulle iniezioni ipodermiche Francesca Romana, alla sua sede attuale, negli animali domestici, in cui si precisa- in Città Studi (1927), per assumere defi- vano le esatte posologie dei medicamenti nitivamente la denominazione di Facoltà impiegati. Tra le sue opere principali si ri- di Medicina Veterinaria nel contesto del- cordano il Manuel pratique des injiec- l’Ateneo milanese (1933). 484 La Farmacologia Veterinaria di Milano mondo accademico, dapprima presso la trova il suo primo specialista in Adriano Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, Valenti, medico, che insegnò la disciplina dove viene incaricato di un corso integra- dal 1933 al 1944, anno della sua scom- tivo di Chemioterapia Veterinaria, e, suc- parsa. cessivamente, presso la Facoltà di Milano L’attività del Valenti si compendia in oltre che gli affida, per il triennio 1954-1957, il cento pubblicazioni, per vero vertenti su corso di Terapia Clinica. ricerche di farmacologia generale, con Conseguita la Libera Docenza in Farma- proiezioni applicative per l’uomo. La sua cologia Generale e Terapia Sperimentale dedizione alla didattica farmacologica, ed in Fisiologia Generale e Speciale degli presso la Facoltà di Medicina Veterinaria Animali Domestici e Chimica Biologica, di Milano, ne fece un sicuro campione nel in qualità di incaricato di Farmacologia consolidamento della farmacologia vete- Veterinaria a Milano, Faustini promuove rinaria in seno all’Ateneo milanese. l’istituzione di quel Centro Sperimentale Con l’Anno Accademico 1943-1944 al- di Terapia Veterinaria già ricordato e ben l’insegnamento di Farmacologia Veterina- presto destinato a trasformarsi in Istituto ria subentra un allievo di Valenti: Enrico di Farmacologia Veterinaria. Adami, farmacologo umano. Adami pub- Sotto la spinta organizzativa di Faustini il blicava Farmacologia e Farmacoterapia, novello Istituto denuncia subito carenze indirizzato agli studenti di Medicina e di spazio, tanto da richiedere un trasferi- Chirurgia e di Farmacia, e Farmacologia e mento, che avviene nel 1972, verso una Farmacoterapia Veterinaria, destinato in- sede al di fuori delle mura perimetrali vece agli studenti di Medicina Veterinaria. della Facoltà. Solo dieci anni più tardi Adami cessava dall’incarico nel 1957 e il (1983), nel quadro di una più ampia ri- suo posto veniva ricoperto da Remo Fau- strutturazione della Facoltà, l’Istituto ha stini, primo docente della materia di potuto trovare una più degna collocazione estrazione veterinaria. Il Faustini, infatti, all’interno di essa. conseguita la laurea in Medicina Veterina- Nel 1980 Faustini passa all’insegnamento ria a Camerino, inizia la sua carriera pro- della tossicologia veterinaria, lasciando fessionale presso l’industria farmaceutica. l’incarico della Farmacologia Veterinaria Qui acquisisce esperienza e conoscenze a Carlo Beretta, attuale docente della Di- scientifiche atte a indirizzare un vivace sciplina nell’Ateneo Milanese. fervore di interessi verso la Farmacologia L’attività scientifica di Faustini si chiude- Veterinaria. rà nel febbraio del 1983 con l’improvvisa In questo contesto Faustini fonda Veteri- scomparsa dello studioso lamentata da naria, periodico di informazione e ag- quel mondo scientifico che, tra colleghi, giornamento, che si offre come vera ribal- amici e avversari, ne aveva circondato ta per le osservazioni e le istanze dei vete- l’opera. rinari pratici. Attraverso i contatti sopra accennati Fau- stini ottiene anche l’opportunità di colla- BIBLIOGRAFIA borare attivamente nella ricerca sperimen- tale con scienziati di chiara fama, fra i Annuario per l’Anno Scolastico 1883-84 quali Vittorio Erspamer. Ne consegue così della R. Scuola Superiore di Medicina Ve- l’occasione di pubblicare numerosi lavori terinaria in Milano, Tip. Agnelli, Milano. scientifici incentrati prevalentemente sui S. ARVEDI, L.MINOJA, Cenni storici sull’I- sulfamidici, sugli antistaminici e sulla se- stituto Veterinario di Milano, Il Politecni- rotonina (o 5-idrossitriptamina). co, Milano, 1844, pp.324.332. A riconoscimento della sua attività scien- AA.VV., La R. Scuola Superiore di Medi- tifica si aprono a Faustini le porte del cina Veterinaria di Milano, Storia ed Or- 485 dinamento, Programmi degli Insegnamen- N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La Regia ti, Istituti Scientifici (Pubblicazione Spe- Scuola Superiore di Medicina Veterinaria ciale fatta in occasione della Esposizione nel suo primo Centennio (1791-1891). Generale Italiana in Torino, 1884), Tip. Storia documentata pubblicata in occasio- Agnelli, 1884. ne delle Feste pel I° Centenario nel set- G. BALLARINI, Nascita delle Scuole Vete- tembre 1891. Tip. Agraria, Milano, 1891; rinarie, Rassegna di Scienze Vet., vol. 3, La Regia Scuola Superiore di Medicina 1984, pp. 233. Veterinaria dopo il suo primo Centennio L. BELLONI, Discorso celebrativo del (1898-1900). Appendice Ia alla Storia do- 175° Anniversario di Fondazione della cumentata pubblicata in occasione delle Scuola Superiore oggi Facoltà di Medici- Feste pel I° Centenario nel settembre na Veterinaria, Università degli Studi di 1891. Tip. Agraria, Milano, 1900. Milano, Milano, 1966. P. O RESTE, Discorsi d’Apertura degli Anni S. BONORA, Notizie Storiche sulla Scuola Scolastici 1871-1872 e 1874-1875 nella Superiore di Medicina Veterinaria in Mi- R. Scuola Superiore di Medicina Veteri- lano, Libreria Brigola, Milano, 1863. naria in Milano, Tip. Ronchi, Milano. V. C ANZIANI, Cenni Storici sull’Arte Vete- S. PALTRINIERI, La Medicina Veterinaria rinaria, Il Politecnico, Milano, 1842, pp. in Italia dal XVIII al XX secolo (dalla 193-210. Fondazione delle Scuole alle odierne Fa- V. C HIODI, Dello svolgimento delle Scien- coltà Universitarie), Ed. Cisalpino, Mila- ze Veterinarie dal secolo XVIII ai giorni no-Varese, 1947. nostri, Atti SISVET, IV, 1950, pp. 7-19; Regia Scuola Superiore di Medicina Vet. Storia della Medicina Veterinaria, Ed. Catalogo della Biblioteca, Tip. Agraria, Farmitalia S.p.A., Milano, 1957. Milano, 1908. A. DE DOMINICIS, Profilo storico della Relazione dell’Ingegnere Camerale BEL- Medicina Veterinaria, L’azione Veterina- LOTTI, de’ 19 luglio 1788 ed altra de’ 31 ria, 1942, p. 157. gennaio 1789: “Intorno alle Riparazioni N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Cenno stori- occorrenti al Lazzaretto”; Miscellanea co della Scuola dall’Origine fino a tutto “Lazzaretto”, Archivio Storico del Castel- l’anno 1879, in: ANONIMO, 1884. lo Sforzesco, Milano.

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GEOGRAPHIC DISTRIBUTION OF THE VETERINARY MEDICINE SCHOOLS IN MEXICO FERNANDO CARLOS HERNÁNDEZ, ANA M. ROMÁN C., JUAN M. CERVANTES S. RIASSUNTO ATTUALE DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE SCUOLE DI MEDICINA VETERINARIA IN MESSICO L’istruzione veterinaria in Messico inizia nel 1853, quando la prima scuola a Città del Messi- co è aperta. In seguito alla comparsa dell’afta, nel 1946, si venne a creare un clima propizio alla creazione di ulteriori scuole di medicina veterinaria, alla fine degli anni 50 erano 4, nel 1970 8 aumentate a 26 nel 1980, 32 nel 1990 e 40 nel 2004. Dal 1957 al 2004 hanno conse- guito la laurea 55815 veterinari, di questi il 59,94% sono stati laureati dalle 19 scuole pre- senti nella zona temperata, il 17,14% dalle 10 scuole della zona arida, e il 22,91% dalle 11 scuole della zona tropicale. 4 scuole hanno un curriculum a livello tecnico, 40 a livello lau- rea, 4 a livello di specializzazione, 24 di master e 13 a livello di PhD. La maggior parte dispone delle infrastrutture di base: aule, laboratori, aule multimediali, biblioteca, azienda zootecnica e ospedale veterinario. L’organico docenti è costituito da 1992 professori il 31% dei quali appartiene alle tre scuole situate a Città del Messico e la restante parte distribuita fra le altre 37. I laureati delle scuole di medicina veterinaria in Messico conseguono il titolo di medico veterinario zootecnico. Negli ultimi anni si sono osservate due particolari situ- azioni, da un lato, le specie produttive: capre, bovini, suini, uccelli, pecore sono state sostitu- ite dalle piccole specie; e dall’altro si è osservata una forte tendenza all’aumento del numero delle donne ed una diminuzione di quello degli uomini.

The Veterinary Education begins in Mexi- co at 1853, when the first school was Climatic % of Schools opened in Mexico City; that year the Zones Graduates courses began with seven students in 1856 Temperate 60% 19 and their students began to withdraw in Zone 1858.1 The name of the first veterinarian graduated was Ignacio Salazar.2 Arid Zone 17% 10 Tropical 23% 11 Year 4 Schools functioning Zone 1856 to 1946 1 * Estimated actual figure for active professionals 1959 4 Of which: 1970 8 By Level 4 Number of schools 1980 26 Technical 4 1990 32 Degree 40 2004 40 Specialty 4 The emergence of the foot and mouth dis- Master 24 ease epidemic in 1946 and its conse- PhD 13 quences for the next decade, a propitious atmosphere was created to establish more schools of veterinary medicine.3 Most of the schools have the required ba- Of the 55.815 veterinarians graduated * sic infrastructure: classrooms, laborato- 487 ries, multimedia rooms, library, farm and de la Facultad de Medicina Veterinaria y veterinary hospital, among others. Zootecnia de la UNAM. In: Quiroz R. H. The professorship plant consists of 1,992 Cervantes S. J. M.; Historia de la Facul- professors of which 31% attend three tad de Medicina Veterinaria y Zootecnia schools located in the City of Mexico and de la UNAM. Facultad de Medicina Vete- the rest is distributed between the other 37. rinaria y Zootecnia. Universidad Nacional The graduates from the schools of veteri- Autónoma de México, pp. 601-612. 2004. nary medicine in Mexico receive the title 2 A. BARREIRO, Reseña histórica de la 4 of Veterinary Doctor and Zootechnist. educación agrícola y veterinaria en Mé- In the last decade, two particular situa- xico. Secretaria de Fomento. México, D. tions have been observed: one is that the F., 1906. practice in productive species, like goats, 3 J. M. CERVANTES S. La fiebre aftosa y el cattle, pigs, birds, sheep, etc., is being re- desarrollo moderno de la medicina veteri- placed by the small and wild pet species, naria mexicana (1946-1955). Montalbán. especially in the big cities. Nº 36, pp. 255-270 (2003). Venezuela. And on the other hand, a change of gen- 4 res has being observed, showing a strong J. TAYLOR P, Historia de la Educación tendency to an increase of the number of Veterinaria en México. Universidad de women and a reduction in the one of men, Guadalajara. Guadalajara, Jal., México. it is particularly clear in the big cities.5 2004. 5 Finally we can say that the location of the A. M. ROMÁN C, B. VELÁZQUEZ C, J. schools of veterinary medicine in Mexico M. CERVANTES S. Perspectiva de la par- responds to demographic factors and not to ticipación de la mujer en la Facultad de the distribution of the domestic animals. Medicina Veterinaria y Zootecnia en la Universidad Nacional Autónoma de México en el año 2003. 2º Congreso In- BIBLIOGRAPHY ternacional de Ciencia y Género. Univer- sidad Nacional Autónoma de México. 1 J. M. CERVANTES S, Origen del nombre Febrero de 2004. México D. F.

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OFTALMOIATRIA VETERINARIA: UNA DISCIPLINA DI ALTRI TEMPI SIMONA DI PIETRO, ANNA GRUPPILLO, ANTONIO PUGLIESE

SUMMARY VETERINARY OPHTHALMOIATRIC: AN OLD TIMES DISCIPLINE In the present research the Authors carry out a historical review about the evolution of the ve- terinary ophthalmology, beginning by the first signalmen of ocular lesions in zooiatric field until to put in writing a practical manual to the veterinary students. On the basis of the elevated frequency and seriousness of the ocular disease on the livestock and after the first free teaching about the ophthalmoscopy at the Pisa and Perugia Veterinary School, the veterinary ophthalmoiatric became a official teaching, with the establishment of a university chair in “Veterinary Ophthalmology”.

“Nei nostri animali domestici, data la loro di molti studiosi di equipararsi alle scuole indocilità, s’incontrano per l’esame del- specialistiche già attive in America, Ger- l’occhio difficoltà talvolta insormontabili mania e Francia e far assurgere tale spe- […]”. Con queste parole ha inizio il Ma- cialità a dignità di insegnamento a parte. nuale di Oftalmoiatria Veterinaria ad uso Ma la storia internazionale dell’oftalmo- degli studenti e dei veterinari pratici, re- logia veterinaria ha origini antichissime, a datto dal Prof. Pietro Negri, Direttore del- testimonianza della continua necessità, da la Clinica Chirurgica nell’Università di parte dell’uomo, di garantire uno stato di Perugia e dal Dott. Vittorio Ricciarelli, ex salute ottimale dei suoi animali, conside- allievo ed assistente, ed edito da Ulrico rati sia pur inizialmente come fonte di Hoepli nel 1907. E ancora nel libro si ci- reddito e poi come compagni nella vita ta, “[…] le alterazioni del fondo dell’oc- quotidiana. chio o di altre sue parti costituiscono ve- I risultati delle ricerche relativi all’oftla- ramente dati semeiotici del più alto valore mologia veterinaria nel tempo tracciano clinico”.1 un sentiero storico che, pur originando Da queste citazioni si evince come già nei dal comune indirizzo medico, ad un certo primi anni del 900 l’attenzione dei clinici momento diverge, dimostrando quasi su- veterinari fosse stata indirizzata allo stu- bito la necessità di considerare tale dottri- dio dell’apparato oculare e come, non- na, a pieno titolo, quale branca speciali- ostante diverse difficoltà oggettive, la pra- stica della medicina generale. tica dell’oftalmoiatria venisse considerata Già nei papiri dell’antico Egitto, datati un momento di fondamentale importanza più di 4000 anni orsono, si ritrovano rife- nell’ambito della visita clinica generale, rimenti relativi alle malattie oculari del quale strumento diagnostico per alcune bestiame e dei cani. malattie d’organo e sistemiche. L’impor- Più tardi i Greci, nel 1000 a.C., riprendo- tanza del manuale, inoltre, risiede nel fat- no gli stessi argomenti in alcuni scritti, tra to che tale opera si inquadra in un mo- cui i più importanti sono rappresentati mento storico di grande rilevanza per la dall’opera dal titolo Hippiatrica, su cui medicina veterinaria specialistica in Ita- Apsyrto, medico veterinario del tempo, lia, in quanto precede l’istituzione di un era autore di numerosi lavori sull’argo- corso di insegnamento in “oculistica vete- mento. rinaria” nelle università del tempo, sulla Alla fine del V secolo, negli anni che van- base della sempre più pressante esigenza no dal 450 al 510 d.C., alcuni capitoli re- 489 lativi alle malattie oculari del cavallo e al ginale avrebbe avuto il seguente passo di loro trattamento terapeutico, furono tra- inizio: Nui Messeri Jiordanu Ruffu de Ca- dotte dal greco in latino ad opera di Pu- labria volimo insegnari a chelli chi avimu blius Vegetius Renatus, nella stesura del imparatu nella manestalla de lu Impera- suo Artis Veterinariae sive Digestorum turi Federicu chi avimu provatu e avimu Mulomedicinae. Commerciante di cavalli complita questa opira nelu nomu di Deu e più che veterinario pratico, Vegezio pos- di Santu Aloi. sedeva scarse nozioni di anatomia, a quel Giordano divide il suo libro in sei capito- tempo considerate facilmente trascurabili, li, ripresi fedelmente dal De Cruillys e ma si intendeva abbastanza bene di infe- poi da Spatafora: uno di questi capitoli zioni aeree e dell’uso di sostanze disinfet- tratta delle malattie naturali od accidentali tanti. Nel suo lavoro riferisce di alcuni in- e dei rimedi più idonei. In particolare, terventi chirurgici, non riportati dai suoi nella parte in cui si fa riferimento alle le- predecessori, eseguiti dai maniscalchi, al- sioni, viene descritta “la infirmatati di li l’epoca chiamati mulomedici e deputati al occhi” e il “rimediu” per curarla.3 mantenimento della salute e del benessere Tra gli altri Autori italiani che, nel perio- degli animali, con particolare riferimento do medievale, si impegnarono a riportare al trattamento della cataratta nel cavallo. nei loro testi le allora attuali conoscenze Questa antica opera letteraria, sebbene relative alle malattie dell’apparato oculare meno valida rispetto ad altre precedenti, degli animali, è bene ricordare Teodorico ha mantenuto tuttavia la sua popolarità Borgognoni (1206-1298), che nel 1266 per molti secoli, durante i quali le infor- incluse le patologie oculari del cavallo nel mazioni sulla pratica dell’oftalmologia suo trattato dal titolo Ippiatrica Mulome- veterinaria sono abbastanza limitati, fino dicinae. ad arrivare al XIII secolo, e quindi alla In Italia, Leonardo da Vinci si dedicò an- storia medievale, durante la quale gli ita- che allo studio “anatomico e filosofico” liani contribuirono in maniera rilevante dell’oftalmologia comparata. Egli con- all’evoluzione delle conoscenze sull’argo- dusse numerose dissezioni su cadaveri mento.2 umani ed animali e giunse alla constata- In particolare, ci preme sottolineare la fi- zione che la visione notturna degli anima- gura di Giordano Ruffo di Calabria, figlio li era correlata al rapporto esistente tra le di un alto dignitario di corte, che invece dimensioni dell’occhio e del cervello. Ta- di dedicarsi all’amministrazione della co- le considerazione nasceva dall’osserva- sa pubblica, legò il suo nome a quello dei zione che animali con occhi molto grandi cavalli e alla stesura di un trattato di me- possedevano una pupilla anch’essa abba- dicina veterinaria, che per molti secoli co- stanza ampia, che serviva evidentemente stituì un sicuro punto di riferimento, an- a vedere meglio durante le ore notturne. che oltre i confini della sua patria, per Le osservazioni del grande Leonardo era- ogni cultore di tale disciplina. no in realtà molto accurate sebbene le sue Del trattato di Mascalcia scritto da Gior- conclusioni risultavano un po’ troppo fan- dano Ruffo sono arrivate sino a noi nume- tasiose, ma certamente innovative per rosi codici, presenti nelle maggiori biblio- quei tempi.2 Ancora, un maniscalco bolo- teche italiane ed estere, alcune talvolta gnese Bartolomeo Grisoni fin dal 1429, con testi più o meno manomessi. Tra que- trattando di malattie dei bovini e dei ca- ste vogliamo sottolineare il Codice De valli, parlò prima di ogni altro della filaria Cruyillis-Spatafora in antico siciliano, del lacrimale individuando, come scrive il secolo XIV (1368), in cui viene riportata Perroncito (1882), la presenza di “bisso- una traduzione del trattato sulla Mascal- le” nel sacco congiuntivale dei bovini. 4 cia di Giordano Ruffo. Secondo quanto Si deve giungere al 1687 per ritrovare una riferito da Del Prato e da altri, l’opera ori- delle più antiche, ma anche metodiche ed 490 accurate descrizioni dell’anatomia del- fermava: “quando osservavo l’occhio di l’occhio del cavallo, in un libro scritto a un piccolo cane da una determinata posi- Londra ed intitolato L’anatomia del ca- zione, la luce sembrava spinta indietro, vallo di Andrew Snape, maniscalco di finché ho scoperto che essa veniva rifles- Sua Maestà. sa dalla superficie vuota della lente all’in- Nel 19° secolo venne dato un grande im- terno dell’occhio e poi tornava indietro. pulso scientifico da parte degli studiosi Quando l’esperimento veniva ripetuto ne- del tempo alle indagini sull’occhio degli gli esseri umani si poteva osservare lo animali, sia in Italia che in tutta Europa. stesso fenomeno: ecco allora che l’intera Nel 1819, Francesco Toggia, Direttore pupilla si colorava di un bel colore aran- Veterinario dell’Armata di S.M. e Mem- cione”. In seguito a tale scoperta prolife- bro di molte accademie letterarie, scrisse rarono un numero notevole di lavori un’opera in cui esponeva dettagliatamente scientifici che contribuirono tra l’altro al- le più comuni cause di cecità nel cavallo e la nascita dell’oftalmoscopio, quale stru- i principali metodi di prevenzione della mento diagnostico per l’osservazione del- stessa. le strutture interne dell’occhio. Nel 1850 Una rivista internazionale di quel periodo Helmholtz inventò il primo oftalmosco- (1818), chiamata “The Farrier Magazine” pio, che da allora ha rivoluzionato la dia- (Il giornale del maniscalco), pubblica un gnostica di numerose patologie oculari trattato di 46 pagine in cui si disserta sul- nell’uomo e negli animali ed ha aperto la “Patologia dell’occhio del cavallo”, nuovi orizzonti allo studio descrittivo di scritto dal Dottor J. Carver, medico vete- molteplici patologie retiniche. 2 rinario membro del Royal Veterinary Me- Alla luce di quanto detto si evince come dical Society di Londra. Si tratta di un la- gli studiosi europei siano stati dei pionieri voro sulle caratteristiche morfo-funziona- nello studio dell’oftalmologia veterinaria, li dell’occhio equino, la cui importanza che entrò addirittura a pieno titolo quale risiede sul tipo di utenza cui era rivolto: disciplina obbligatoria nelle scuole di ve- studenti in Medicina ed altri studiosi del terinaria già nel 1875. settore. Carver era un forte sostenitore In Italia, l’estendersi ed il perfezionarsi dell’igiene e delle pulizia, quale metodo degli studi zooiatrici negli ultimi anni di prevenzione di numerose malattie ocu- dell’800 e nei primi del ’900 ha visto le lari. Egli riteneva che la maggior parte Scuole di Pisa e di Perugia impegnate, an- delle patologie oculari erano primaria- che se non ancora in forma ufficiale, nel- mente causate dalle condizioni di scarsa l’insegnamento volontario e gratuito del- ventilazione e sporcizia degli ambienti in l’oftalmoiatria veterinaria, sotto forma di cui stabulavano gli animali: aveva, infatti, lezioni cattedratiche ed esercizi pratici. visitato diversi cavalli affetti da cataratta, Tale esempio ha spinto il Governo di allo- la cui origine a suo parere era da ricercare ra ad istituire una cattedra di oculistica nell’ambiente di vita di questi animali, e veterinaria, quale risposta all’esigenza di cioè stalle calde e mal ventilate. Un pro- impartire tali conoscenze agli studenti e tocollo terapeutico comune in quel tempo di fornire una guida pratica per coloro che per risolvere molte malattie oculari era si occupavano giornalmente di oftalmopa- quello di soffiare sull’occhio della polve- tie, considerata la frequenza e la gravità re di vetro e il Carver stesso applicava ta- delle malattie oculari nel bestiame dome- le manualità nella pratica clinica. stico e dei danni arrecati all’economia na- Gli studi scientifici sull’oftalmologia zionale. subirono un notevole incremento allor- Viene pubblicato in Italia, in questo pe- quando nel 1823 Johannes Purkinje de- riodo (1907) uno dei più completi manua- scrisse i propri esperimenti sull’esame del li di oftalmoiatria veterinaria a cura del fondo dell’occhio. Lo stesso Purkinje af- Dott. Negri, corredato da 87 illustrazioni 491 e 15 tavole, in cui viene raccolto materia- l’oftalmologia veterinaria, grazie ai note- le di osservazione e di studio originale voli sviluppi della moderna tecnologia proveniente dall’esperienza della Scuola applicata alla scienza medica. Ancora og- Veterinaria perugina, nonché vengono ri- gi, la consapevolezza che le patologie portati i risultati degli studi condotti fino specifiche dell’apparato oculare possono a quel momento insieme alle figure più spesso rappresentare entità cliniche esclu- dimostrative provenienti da testi illustri di sive, quale segno di malattie sistemiche, autori quali Cadiot ed Almy, Bayer, Nico- spinge gli attuali ricercatori ad intrapren- las, Fromaget e Vachetta. Il manuale si dere sempre nuove strade nello studio di compone di una prima sezione in cui vie- una disciplina specialistica in continuo di- ne chiaramente definito l’esame semiolo- venire, che ha ormai raggiunto livelli gico dell’occhio nelle sue varie parti, ob- scientifici tali da essere riconosciuta dal- biettivo e funzionale, con la descrizione l’intera comunità accademica. dettagliata degli strumenti specialistici a disposizione dei clinici pratici (cherato- scopio di Placido, colliri a base di fluore- BIBLIOGRAFIA sceina, oftalmoscopio a refrazione, reti- noscopio, etc.). Si passa dunque alla trat- 1 P. N EGRI,V. RICCIARELLI, Oftalmoiatria tazione delle principali malattie dell’oc- Veterinaria, Ulrico Hoepli Ed., Milano chio e dei suoi annessi, che colpiscono 1907. cavallo, bovini e cane, con disegni detta- GIORDANO RUFFO, L’arte di curare il ca- gliati raffiguranti i vari quadri patologici vallo, a cura di MARIA ANNA CAUSATI ampiamente discussi nel trattato.1 VANNI, Editrice Vela, 2000. In seguito alla stesura di questo manuale, 3 L. D’ESPOSITO, Di alcuni casi di infe- di elevato valore scientifico, dal secolo stazione del sacco congiuntivale dei bovi- scorso si sono moltiplicati le pubblicazio- ni da Thelazie, La Clinica Veterinaria, 72, ni di trattati specialistici nel campo del- pp. 108-118, 1949.

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PERSPECTIVE OF WOMAN IN THE VETERINARY MEDICINE AND ZOOTECHNICS FACULTY OF THE NATIONAL UNIVERSITY OF MEXICO, A REVIEW FROM 1853 TO 2003 ANA MARÍA ROMÁN C., JUAN M. CERVANTES S., BERTHA L. VELÁZQUEZ C.

SUMMARY PROSPETTIVA FEMMINILE NELLA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA E ZOOTECNICA DELL’UNIVERSITÀ NAZIONALE DEL MESSICO NEL 2003. Gli AA. presentano i risultati di un’analisi numerica e testimoniale, a tutto il 2003, della par- tecipazione femminile all’interno della struttura accademica della Facoltà di Medicina Veteri- naria e Zootecnica dell’Università del Messico. Viene evidenziato come tra il 1916 ed il 2003 vi sono stati 25 direttori uomini ed una donna. Per quanto riguarda le 39 aree della Facoltà, 4 di queste (10%) sono gestite, al momento, da donne. Quasi il 34% dei 295 professori ordinari sono accademici, il 32% dei 110 professori ed il 61% dei 75 tecnici universitari sono donne. Relativamente alla partecipazione all’interno dei compiti scientifici e nella rappresentanza accademica vi sono 4 professori, emeriti, uomini e 2 donne (33%). Il Consiglio Tecnico della facoltà di Medicina Veterinaria è composto da 16 uomini e una donna (6%). All’interno del contesto dell’Accademia Veterinaria Messicana si sono registrati 115 uomini e 10 donne che corrisponde al 9%. Relativamente al personale accademico, 144 donne hanno ottenuto il Ma- ster (32%), 19 possiedono il PhD (29%). Si è osservato un rimarchevole incremento delle donne, arrivando ad essere nel particolare caso della medicina veterinaria messicana più del 50%. Nei 150 anni dell’evoluzione storica (dalla prima scuola all’ultima facoltà) si è notato che sono trascorsi poco più che 90 anni senza donne. Ma a partire dal 1945 si è osservato un sostanziale aumento, che ha subito un’ulteriore accelerazione a partire dal 1995.

The female students a little more than 90 years for women be- gan interested in this profession. Perhaps On reviewing the events of these one hun- before that, may have been some brave dred fifty years of the veterinary educa- soul that tried it, but surely fled on per- tion in Mexico, we can perceive the im- ceiving the environment, or because of portant role that women have carried out family pressure or on receiving samples in the profession in the last 60 years. of rejection from the dominant men. Since the school was created, had to pass The first graduated were:1 Africa Medina (1944) Lupita Suárez Michel (1945)* Aurora Velázquez Echegaray (1946) Angeles Medina (1947) Aline Schunemann de Aluja (1949) Yolanda de León Zarzoza (1949) Irma Guerrero Ríos (1949) Irene Joyce Blank Hamer (1953) Graciela Gallegos Gómez (1954)* María Inés Izaguirre (1957)* Ana María Frías Godoy (1957) Hilda Díaz González (1959) Ma. Azucena Landeros y Valdes (1959) * Deceased Most of them are still among us, and very fended her of the ones who wanted to hurt active. and humiliate her. There were always In an interview to Dr. Gallegos, she com- some who wanted to throw her out of the mented on the many direct attacks pres- school, because, according to them, they suring her to abandon the School; but also could not speak freely things of men and mention the support of some companions, had to take care of their selves on their like “Nick the Reckless”, that always de- language and behavior. They even wrote 493 up a letter requesting her expulsion, letter particular the women. Also appeared in that of course were not sign for the ones the soccer games, as the School mascot.5 who opposed the action and supported Even as late as during the eighties some her.2 professors still had discriminating atti- However, for the foreigners, the entrance tudes toward the girls. Like a professor of was easier. According to Drs. Schune- the Pig Production Department who in mann (Suisse) and Blank Hamer (Eng- front of the group commented that “if lish) they were welcome with open arms, some woman insisted on making her so- although does not know exactly if it was cial service in the Department, she would because she was a foreigner or because have a typewriter to her disposition and she droved a model Ford T car, that im- would do well in not to expect anything pressed her colleagues. Dr. Blank has else”. very good memories from her school Nevertheless, throughout the years, the mates. So much that later on, she and her number of women entering this career has father even organized a study’s trip to the increased constantly. Following a global University of Texas at Austin.3 tendency, of a phenomenon observed in Today, for us is normal to have anywhere other places of the world, like in Ger- genre differentiated bathrooms, but these many, where 90% are women, in México girls faced a new situation in history, in during the decades of the 70`s and 80`s, which there was only one bathroom in the women population compounded about School. They had to request assistance 10% of the total with a growing tendency from their companions to enter. They re- that in 1999 reached 50% of the total vet- member that the room had swinging bar erinary student’s universe. And in 2003 doors; so each time any one of them had reached 54% and maintaining the ascend- to go in, one of their mates mounted ing tendency.6 guard at the entrance. Also the place was The above situation is particular to the very dirty and on leaving, always some National University, where the mentioned one barked to scare them.4 data was collected. In the other Veterinary As is customary in many places, there Schools of the Country, seems to have were heavy jokes laid on the newly arriv- differences; however the information ing students. Dr. Gallegos received a mes- might not be wholly trustable; it is ob- sage to present herself at the Director’s served that, in spite of the uncertainty of Office. On going there, felt something be- the data, in no school 50% of feminine hind her, and vaguely sort of perceived population is exceeded.7 two eyes watching her; hurried up the steps to the Office, where was informed that she had not be called. On returning The fight for escalating posts and by the same way, restless by some impre- positions cise feeling, suddenly looked back, and there it was...a puma was behind her! At Up to 1949 there was only one full time that moment it thought: If I ran, the ani- professor nominated, it was Dr. Daniel mal might jump on her, so she stopped, Mercado, a physiologist. At the time and look at it, and caressing him (although before, all the instructors had teaching as with fear, of course) said: “Hi precious! I a complementary activity, doing private always have liked big cats”. At seeing work in clinics, farms or with the Gov- this, their companions were very frustrat- ernment. As Director, Dr. Mercado as- ed for not have scared her. This much signed Dr. Aline Shunemann to minister tamed puma was called Casty, who used in Pathology the practice of autopsies, to walk free for the entire establishment, with it she decided to elaborate a book on and was used to scare the new arrivals, in the matter, a mark in the female activity.8 494 At about the same time Dr. Velazquez be- saying something like: “This is hellish”.10 came assistant to Dr. Ignacio Téllez Stands out the fact that in the National Girón in the Technical Area of Immunol- University, between 1916 and 2003 there ogy. Some years later she became a full have been 26 directors, of which 25 were professor of Virology and the founder of men and only one woman (and acting). the Department of Virology and Im- Professors with tenure are actually 295, munology.9 of which (34 %) are females. As far as the Drs. Blank and Gallegos gained by oppo- 39 Technical Areas in which the School is sition their posts in the chairs of Small divided, 4 (10%), at this moment are di- Animal’s Clinic and Zootechnics, but this rected by women. Also (32%) of the 110 was not easy. Dr. Blank for his exam had professors by subjet, and of the 115 aca- to obtain, for purposes of zootechnist, demic technicians 62% belong to the some individuals of dog’s races very rare feminine sex. With regard to the all time in the country, to expose its characteris- outstanding scientific and academic tics. She could locate the animals and achievements, there are 6 Emeritus Pro- gained the examination showing a great fessors: four men and 2 women. A very knowledge on the matter. Dr. Gallegos remarkable achievement.11 did not hesitated a second in answering The Technical Council of this School is the questions even the more difficult pre- composed today by 17 members, being sented by the experts judging her. Her only one woman (6%). competitor, who had a PhD from a for- At the inside of the Mexican Veterinary eign University at observing the difficulty Academy 125 members are registered, of of the questions renounce and went away, those 115 are men and 10 women (8%).

Women with a Doctor’s degree lecturing at the National Veterinary School of Méxi- co in 2003 (Datos obtenidos en entrevista personal con las propias doctoradas).

Degree Year Institution Support Parasitology 2001 National U. of México, Own support Vet School Parasitology 1995 Texas A & M, U.S.A. Ministry of Agriculture of Spain Veterinary Sciences Doctor 1998 National U. of México, National Council Vet School of Science and Technology of México Veterinary Sciences Doctor 2000 National Polytechnic National Council Institute of México of Science and CINVESTAV Technology of México and CINVESTAV Veterinary Sciences Doctor 2003 National U. of México, National Council Vet School of Science and Technology of México

495 In the context of the academic body, com- When Dr. Camargo, in was Director of posed of 480 professors, 144 women the Institute of Parasitology, at the Na- have achieved the rank of Masters (32%), tional School, Dr. Graciela Gallegos had 24 the degree of PhD’s (5%) and 12 are in became Chief of the Department of Para- working toward it, inside and outside sitology, and therefore of Dr. Manuel Mexico, in different areas from the Veteri- Chavarría. He was convinced that she was nary Sciences.12 sent there by the Direction to spy him and The increase of women who enter to pro- press him. Years later, at being Dr. fessional areas is a phenomenon observed Chavarría retired and very ill, Dr. Galle- in many parts of the world, a remarkable gos herself requested for him to be nomi- increase that in the particular case of the nated Professor Emeritus. It was ap- Mexican veterinary medicine is today as proved.17 high as 50% of the student’s population. In 1953 was installed in Mexico the first In the 150 years since its founding the Veterinary Clinic managed by woman, genre was absent for a little more than 90 the founders were Dr. Blank, associated years. But since 1945 a progressive in- with Dr. Schunemann, who divided her crease has being observed, accelerated as time between the University and the clin- of 1995, reaching a high 54% in 2003, ic; later on, she opted to concentrate in and going up.13 teaching, selling her part to Dr. Graciela It is worthwhile to observe in the com- Gallegos, who made a perfect team with memorative book of the 150 years of His- Dr. Blank: both were good clinicians, be- tory of the National Veterinary Medicine sides one being very good in anesthesia, School of México, more than 25% of the and the other in surgery. These two lady authors were women. We consider that it vets became very famous in Mexico be- reflects the clear incorporation and partic- cause they dared to took care and solved ipation of the Lady Veterinarians in all the clinical problems that many of the other activities of our profession.14 clinicians did not dare to face, or could not resolve, particularly in cats. In the Eighties, when Dr. Oscar Valdez The professional situation of lady Ornelas was the Vice Minister of Agricul- veterinarians in the field. ture, a group of lady veterinarians formal- ly requested him to give opportunities in In 1945, having the merits and back- command posts to women. He answered: ground, Dr. Aurora Velazquez was denied “Women do not have anything to do here; the post of Laboratory Assistant in the I do not have use of them”. However at main laboratory of the Agriculture and that time, there were already three women Livestock Ministry (Secretaria de Agri- occupying posts of Department Heads.18 cultura y Ganadería (SAG); she fought the authorities and gremial groups, and fi- nally gained it. Latter on, became head Conclusions of the Virology Veterinarians Department and a highly recognized national and in- Here are presented some conditions and ternational researcher.15 statistical events of the situation of In several occasions at the beginning of women in the Veterinary Medicine of her career, Dr. Aline Shunemann was México, from 1853 to 2003, with empha- placed on doubts to be approved. She sis to the period initiated at the first fe- mentions that in an occasion listened a male student in 1939 to the present, with cattle dealer commented to another: some samples of the atmosphere and con- “Look at her, it seems that really ditions in which the veterinary women in works”.16 Mexico were formed and established. 496 Although the oral history and statistical 8 A. SCHUNEMANN DE ALUJA. Experiencias data was collected from the profession- de una mujer. Conferencia presentada en als mentioned above, and from official la Reunión de la Academia Mexicana de sources at the National Veterinary Medicina Veterinaria. 20 de mayo de School, there is great work mobility at 2003. the School with regard to personnel and 9 A. VELÁZQUEZ ECHEGARAY, En el Home- number of students, as well as of the ac- naje a los Profesores Eméritos en la Fa- ademic situation, a reason for variations cultad de Medicina Veterinaria y Zootec- at the presentation time of this work. nia de la UNAM, 2002. Although it is mentioned in some veteri- 10 I. JOYCE BLANK HAMER, op.cit. nary works, that still exists genre discrim- 11 F. TRIGO TAVERA, In: La Facultad de ination and minor wages for women in Medicina Veterinaria y Zootecnia de la some posts, no longer it is perceived as Universidad Nacional Autónoma de Mé- noticeable or remarkable and an in- xico en el 150 aniversario de su funda- creased participation of the veterinary ción (1853-2003) 2003, reported 39 áreas, women is observed, as much in the field 25 directores, una directora interina, 4 as in the Academy.19 eméritos hombres y dos mujeres, 16 hom- To finish, we will say like ours, the words bres y una mujer en Consejo Técnico, 115 of Dr. Aline: hombres y 10 mujeres en la Academia Ve- “We the Women must know a little terinaria Mexicana. more than men, but that does not 12 F. TRIGO TAVERA, ibidem. require more effort from us” 13 H. QUIROZ R, J. M. CERVANTES S., His- toria de la Facultad de Medicina Veteri- naria y Zootecnia de la UNAM. Facultad BIBLIOGRAPHY de Medicina Veterinaria y Zootecnia. UNAM. 2003. 1 Datos obtenidos del Departamento de 14 H. QUIROZ R, J. M. CERVANTES S., ibi- Tesis de la Biblioteca de la Facultad de dem. Medicina Veterinaria y Zootecnia de la 15 A. VELÁZQUEZ ECHEGARAY, op.cit. UNAM, 2003. 16 A. SCHUNEMANN DE ALUJA, op.cit. 2 G. GALLEGOS GÓMEZ, Entrevista perso- 17 G. GALLEGOS GÓMEZ, op.cit. nal, 2002. 18 H. QUIROZ R, J. M. CERVANTES S., 3 I. JOYCE BLANK HAMER, Entrevista per- op.cit. sonal, 2002 19 J. LICEA DE ARENAS, M. ARENAS. 2003. 4 G. GALLEGOS GÓMEZ, op.cit. Las mujeres en las ciencias veterinarias y 5 G. GALLEGOS GÓMEZ, ibidem. su desempeño en la academia. Procee- 6 J. TAYLOR PRECIADO, Historia de la Edu- dings of XXXIV International Congress cación Veterinaria en México. Universi- on the Veterinary Medicine. Facultad de dad de Guadalajara. 2004. Medicina Veterinaria y Zootecnia. 7 J. TAYLOR PRECIADO, ibidem. UNAM. p. 116.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

ORAL HISTORY: EXPERIENCE AND METHODS IN VETERINARY HISTORY JOAQUIN SÁNCHEZ DE LOLLANO PRIETO, CARLOS BALLESTEROS

RIASSUNTO STORIA ORALE: ESPERIENZE E METODI NELLA STORIA VETERINARIA La Storia Orale (SO) è un metodo di ricerca le cui origini risalgono a circa trent’anni fa. Il suo uso è focalizzato sui seguenti settori: lo studio delle origini e delle condizioni di lavoro di certi gruppi professionali, il ruolo delle donne e della famiglia e l’etnografia. L’impiego di questo metodo, nondimeno, è stato allargato ad altre aree concentratesi anni dopo in partico- lare sia sulla storia locale sia sulla scuola. Oggi, SO può contare su un ampia gamma di ri- sorse quali una vasta bibliografia, associazioni professionali specializzate, giornali e gruppi di lavoro. Lo scopo di questa comunicazione e di mostrare la rilevanza del suddetto approccio in particolare per la sua potenziale applicazione allo studio della storia della medicina vete- rinaria. L’attrezzatura richiesta è un registratore ed un questionario ben formulato. SO forni- sce al ricercatore dati di prima mano circa le esperienze personali, sensazioni e percezioni dell’intervistato. Le informazioni ottenute per mezzo di questa tecnica devono essere confron- tate e completate con fonti alternative di informazione al fine di eliminare aspetti soggettivi e preferenze degli intervistati. Ciononostante, SO potrebbe rivelarsi un approccio molto utile per gli studi di etnoveterinaria, pratiche tradizionali nell’allevamento o nella veterinaria, gruppi professionali, raccolta di materiale biografico di veterinari. Il presente lavoro include la descrizione di differenti tipi di tecniche di intervista e questionari preliminari. Inoltre forni- sce dettagli relativamente alla trascrizione dei nastri e dei materiali sonori e le regole essen- ziali che accompagnano la registrazione come anche la sua validità come documento storico.

In the 40’s, the electronic recording of been to record the oral testimony of histo- oral testimonies was devised by the jour- ry makers, either élite members or not. nalist Allan Nevins in the United States, OH or historiographic research with oral setting the first OH centre in Columbia sources (OS) is differentiated from other University in 1948. This centre was a documentation such as a political meeting model for the ones created later in the or a discourse records in methodological 50’s in the United States. The first Inter- terms: oral sources were elaborated national Conference on OH was celebrat- through a questionnaire, responding to a ed in Bologne in 1976. From the 70’s, the theoretical background and a set of hy- OH spread among historians and related potheses. scientists, giving birth to a discussion be- Briefly, the method involves the follow- tween with long term effects. Initially, it ing sections: relevant questions are de- was embraced by historians and re- signed, necessary and optimum inform- searchers with a clear left-wing political ants are searched and interviews are car- ideology; in fact, it developed mainly in ried out. These oral testimonies are extra academic spheres. Successively, it recorded and duplicated, later transcribed, was included in archivistics, schools, uni- and all the material and papers are versities and so on, losing political asso- processed, filed, and made available for ciation. In spite of the critiques received, other researchers. The contributions it has strengthened and matured. OH, recorded are analysed and confronted originally conceived as a historiographic with similar researches and the bibliogra- method, has been lately adopted by histo- phy (source criticism). rians that used it not only as a method but OH as a method has enriched with per- also as a perspective to carry on historical sonal data, living experiences and feel- studies. The main objective of OH has ings the contributions on aspects of the 499 past. The avant-gardist tendency of this original nuclei or created new ones. For method and the focus on the protagonism instance, Italy, who is welcoming this and discourse of workers, illiterates, mar- congress, has many periodical publica- ginal groups, non-writing foreign cul- tions, groups and authors with a name in tures, etc. forced the first researchers into OH, such as Franco Ferrarotti, Alessandro a kind of history basically social, centred Portelli, Pietro Clementi, Giovanni Conti- in subjects like labour, family, feminism ni or even the group from this Turin Uni- and ethnographic history. Later on, it versity, such as Luisa Passerini, Giovanni gradually spread to other fields, intensive- Levi or Scaraffia. 3,4 ly focusing both on local and school his- In the History of Veterinary Medicine we tory. The most valuable studies, anyway, identify some study fields were this involved reduced communities that lacked methodology could be optimum. The aim previous documentation. of the present paper is to highlight the rel- Currently, some of the means available for evance of this approach and its potential this research are a large background bibli- application to the study of such History. ography, and some specific associations, The fields we consider could take advan- periodical journals and working groups. tage of the study using oral sources in- Due to time restrictions its is not possible clude ethnoveterinary medicine, livestock to enlarge here on the rich range of con- rearing or tradicional veterinary medi- tents both in periodical and non-periodical cines and practices, as well as biographies publications (either printed or electronic), and certain professional groups or histori- congresses, meetings, specific seminars cal periods (such as wars) where the in- and records around the world. In almost fluence of feelings is overriding, etc. In any main language there is already a large many countries, ethnoveterinary is the on- literature and enough periodical papers ly option available and in others tradition- (such as Oral History Review, Oral Histo- al veterinary medicine is lost every gener- ry, International Journal of Oral History, ation.5,6 When rigorously and systemati- Memory and Narrative, Historia y Fuente cally recording these practices and biog- Oral, Historia Oral, Canadian Oral Histo- raphies, the professional heritage is re- ry Association Journal, Oral History Asso- covered from a certain loss. ciation of Australian Journal, Oral History Although it has been already developed a in New Zeland, etc.). Apart from these spe- good bibliography with sourcebooks and cific papers on Oral History -or Oral guides about research in OH, we want to Sources, as it is also called- there is a con- mention a general outline. Once the topic siderable amount of publications of a di- has been selected, the research strategy verse kind incorporated in journals and should be designed. As a general rule, bibliography more clearly oriented to- each OH project requires a specific wards social history, archivistics, anthro- methodology that should be established pology, sociology, demography, etc. (for according to the topic, the hypotheses instance, Historia, Antropología y Fuentes postulated and the time available: number Orales, Bios, Bulletin de L’Institut d’His- and kind of informants, kind of interview, toire present. CNRS, etc.).1 person and method to do the transcrip- As regards research teams, we should tion, etc). In the case of Veterinary Histo- briefly mention the pioneer researchers ry, the outcome is very different for a pro- such as Paul Thompson and his emblem- fessional aspect or practice, a group, the atic The Voice of the Past, Oral History biography of a specific professional, etc. (1978).2 Ronald Fraser, Philipe Joutard, In this way, interview sessions are Francois Bédarida, Sandro Portelli, Luisa planned. In the case of interviewing the Paserini, etc. They were later joined by same person many times, it is advisory to other researchers that have enlarged the think of breaks, different meeting days, 500 etc. In OH projects concerning groups, agreed. An informal conversation before the criterion about the number and kind the final recording is useful in order to of informants is usually qualitative to in- obtain biographic data and to present the clude different professional categories or topics under consideration. The searching representative samples. There are many for files or photographic albums may es- ways to contact informants (resorting to timulate memories. It is always desired to official lists or institutions, with the establish a good harmony with the in- snowball technique where an informant formant from the beginning. A scheme of suggests another person to be inter- the interview should be ready. viewed, etc.). The basic equipment is a minimum one: a Previous to the interview, some forms are good quality tape-recorder, preferably with designed, including the authorisation to external microphone for the interview, and use the interview for research. The the forms mentioned above. Recently, in- methodological guides for OH in the dif- terview recording has been enriched by ferent languages include form models. In adopting videotape recording as some re- the authorisation, the research team is en- searchers state the informants get easily titled to preserve and guard the record- used to be filmed. Before the interview, a ings. The researchers, however, are brief text introducing the interviewer and obliged to guarantee the anonymity of the the informant, the date and place, and the interview in his/her quotations. There is topic under study. A previous informal another form to be used when the inform- conversation helps to relax the informant ants have no objection to the full commu- and to test the suitably of the equipment. nication of the interview and its reproduc- As regards the place for the interview, tion, signing the cession of their rights to some scientists prefer avoiding the in- use, transcribe, reproduce and print them, formants environment, such as their home as well as to present them in congresses, or workplace, in order to prevent possible seminars, expositions or the Internet. interruptions, moving to the researcher’s Two data record models should be elabo- office or a neutral place. Interviewing the rated: one for the informant’s personal data informants at their own place, however, and main observations, and the other for provides information about their environ- the interview itself including an abstract, ment, life-style, etc. The decision making project title, other details about the inform- depends upon the main topic under study, ant and the interviewer, duration and place the informant’s age, and so on. of the interview, sessions series, recorded Briefly, we can identify four methods for tapes and topics catalogued, a brief de- interviews: 1) closed questionnaires fol- scription of the interview and the files at- lowing very well designed and standard tached (photographs, original and copied items; this type is highly determined by files, personal files, other objects, etc.) the operational hypotheses. 2) Semi-open Between the interview and the previous or semi-guided questionnaires, where the review of current bibliography about the informant determines the rhythm of the case study, it is worth to learn as much as interview, allowing a guided or almost possible about the informants. Moreover, free monologue. 3) Open questionnaires a list of topics and sub-topics for the in- outlined by the topics agreed by both ac- terview should be considered in advance. tors as the interview develops, and 4) life A first approach to the informants ex- story questionnaires, a special subtype plaining the goals of the research as well where the informants describe their biog- as appreciating their participation value is raphies. Beyond the chosen type of ques- really important. The place, the recording tionnaires, in OH it must be avoided to method, the confidential terms, the record only irrelevant information. The anonymity, and other conditions must be equilibrium between the defined schema 501 and the new aspects suggested by the in- brary previously stated to enter its heritage formant should be achieved. and international databases (Research Li- Short, easy and straight questions are use- braries Information Network or others). ful to help the informants express them- Nowadays it is advisable to record the in- selves without prejudices or interruptions terviews in more durable CDs. Some by the interviewer. Moreover, the ques- countries count on National Sound tion should be an open one avoiding Archives. Moreover, the sound files in the “yes/no” replies. Questions such as “Is it libraries has been largely increased; for in- true that...?”, leading to implicit replies, stance, since the 90’s, several guides were should be discarded in advance. In general published with available data (cf. Barrera, terms, it is better to start with pleasant Martini and Mulé, 1993; Perks 1990) and topics and then move into more problem- were enlarged periodically in publications atic ones. Pauses should be respected be- by official institutions dealing with filing. cause they sometimes mean a hesitation Some institutional web pages linked to OH about what is going on. When the informant allows the direct access to transcriptions enters into non-relevant topics, the con- and oral recordings, such as, the virtual versation should be led to significant sound file of the California State Universi- themes using diplomacy. During the ty, Long Beach (http://back.acs.csulb.edu: retelling of certain facts, the emotional 8080/oralhistory/index/html).7 status of the informants is crucial to study Among the disadvantages of the research the impact of their memories when the with oral sources are: A) the reliability of transcription is done. the testimonies due to different reasons, More than two hours of interview is not such as memory loss. B) The subjectivity appropriate, preferring meetings of half of the testimony, and C) the silences, the and hour and arranging more appoint- so-called ignored history that the person ments if necessary. The informant may be avoids. These silences are also important asked about other possible informants or as they reveal certain aspects feared or files, photographs, or objects to be pho- troublesome.8 tographed or copied. The recorded mate- Personal partialities and subjectivity rial is identified in terms of the topic, should be confronted with more inform- place, informants, date, etc. filling in the ants and documents. There are authors technical form mentioned above. that demand a more pragmatic point of As regards transcriptions, there are many view, giving away the concept of OH and alternatives: 1) literal, advisable by most its political-ideological connotations and authors, which transcribes absolutely prefer the term use of oral sources in his- everything, including hoarseness, interjec- torical research. These authors resort to tions, silences, repetitions, laughs and oth- the pragmatic and unprejudiced use of er feelings, etc. 2) corrected by the person oral sources just as another documenta- interviewed, and 3) corrected by the inter- tion, such as traditional files, statistics, viewer, where hoarseness, repetitions, pet- the press, literature, images, etc. 9 phrases are eliminated. If any correction is A current challenge of OH is the incorpo- carried out, it should be stated in the ration of new technologies for storing and record. The quality of the transcription is recovering of data. Actually there are ef- important because it will be the source for forts to design webs for the exchange of further researchers. If the person tran- methods, visions, transcriptions and scribing is not the researcher, it is advis- recordings, the scanning of previous oral able to adapt writing details to make the sources, etc. In this sense, the Internet im- transcription more representative. plies a great advantage increasing the The tapes, papers, authorisations and tran- possibilities of communication. scriptions used must be recorded in the li- In our experience in Veterinary History, 502 this kind of historical research has been BIBLIOGRAPHY planned in two areas: a) as another method or view of historical research in History of 1 R. PERKS, Oral History: an Annotated Veterinary Medicine, kind of supplement Bibliography. The British Library Nation- of interviews, oral sources and documental al Sound Archive. London. 1990. records, and b) as an assignment for the 2 P. T HOMPSON, The Voice of the Past. students of the Veterinary College. The lat- Oral History. Oxford University Press. ter has facilitated their contribution of new 1978. recordings and materials for veterinary his- 3 P. C LEMENTE, Debate sobre las fuentes tory and their introduction to historical re- orales en Italia, Historia y Fuente Oral. search with a view visibly different to the vol 2, 14. pp 81-93. 1995. traditional research in bibliography and 4 G. BARRERA, A. MARTINI, A., MULÈ, documents. Slowly, year after year many Fonti Orali, Censimento degli Istituti di records of professionals or professional Conservazione. Ministero per i beni cul- practices are added. They are previously turali e ambientali. Roma. 1993 trained in interviews and participate in the 5 A. VON DEN DRIESCH, The contribution selection of informants among acquain- of Ethnoveterinary Medicine to the Histo- tances and relatives. In some cases, two or ry of Veterinary Medicine. Historia Medi- three students make many interviews writ- cinae Veterinariae, 22:1, p.6. 1997. ing a biography or short research about the 6 A. VON DEN DRIESCH, Ethnoveterinary profession based in oral data. We can also Medicine: an Aspect of the History of consult an important number of data about Veterinary Medicine. Historia Medicinae pedagogical experiences on oral sources Veterinariae, 27:1-4, pp.131-141. 2002. research carried out by students of History 7 D.K. DUNAWAY, La interdisciplinariedad and related subjects. de la Historia Oral en Estados Unidos. Contemporary historiography has con- Historia y Fuente Oral. Historia y Fuente sidered research based on oral records as Oral. 2,14; pp: 27-38. 1995. a fundamental element, and Veterinary 8 R. PERKS, A. THOMSON, The Oral Histo- History, as a constituent part of historio- ry Reader, London. 1988. graphic research, should incorporate the 9 G. CONTINI, A. MARTINI, Verba manent, improvements on this field. Roma, Nuova Italia Scientifica. 1993.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

LE RADICI DELLA SCIENZA VETERINARIA: GIOVAN BATTISTA PIGNATELLI MARIO GENNERO

SUMMARY THE ROOTS OF VETERINARY SCIENCE:GIOVAN BATTISTA PIGNATELLI During the Renaissance, the Italian society passed through a rebirth of moral, intellectual and political values with the Greek and Roman societies as models. Each human activity grew up as a form of art. Horseback riding also became a form of performed art. Horse riding Acade- mies were established in Naples, with the aim of teaching the new art. In the same City, the first horse riding treatise by Federico Grisone: “Gli ordini di cavalcare” was published. An- other well known horse man, Giovan Battista Pignatelli, was the teacher in a very well known Academy, with pupils coming from all European Royal Courts to Naples to learn riding art from him. Pignatelli published no books on horseback riding. On the contrary, a manuscript by him, “L’Arte veterale”, was conserved by several European libraries, copied several times but never published. In this manuscript the art of riding is not mentioned; on the contrary, the Author lists some “marvellous secrets” of farriery and, in general, of Veterinary Sciences be- fore their birth. In particular, horse medicine is discussed. Each riding Maestro, each stud farm leader had, at that time, to know how to maintain horses in good conditions and healthy, and had to treat ill horses too! This kind of knowledge, normally, was transmitted orally, from the Maestro to the pupil, and each one had special secret recipes (secreti) well established. The manuscript, recently published, is a testimony of the very early Renaissance Veterinary Science, and for this reason is here presented.

Nei secoli XV e XVI ebbe origine in Italia te le cose”. La Natura, ammirata in tutta la e si diffuse, più o meno rapidamente in sua bellezza, con occhi sereni, fa da sfon- tutta l’Europa, quel vasto e complesso do al trionfo dell’uomo, appare sotto una movimento conosciuto come Rinascimen- diversa visione, “bella di una giovanile to: un periodo nuovo della civiltà che in- bellezza” e la vita diventa deliziosa. veste tutti gli aspetti della vita, ma che si In questa rinascita anche il cavallo trova esprime, in particolare, nella produzione la sua piena realizzazione e proprio in Ita- artistica intesa nel senso più ampio del ter- lia, nel XVI secolo, nasce l’equitazione mine. Ogni momento dell’attività umana moderna, dove l’abituale atto di montare viene nobilitato ad espressione artistica. Il a cavallo, un gesto comunissimo allora, vivere elegante, la composta serenità, la una necessità, si trasforma in Arte eque- piena affermazione della propria coscien- stre, nasce l’equitazione accademica. Per za creatrice, tutti questi sogni limitati e la prima volta l’equitazione, insegnata e soffocati dal quotidiano, trovano la loro tramandata per secoli dalla tradizione ora- piena realizzazione nel mondo dell’arte. le e con l’esempio, si fonda sugli scritti L’artista rinascimentale non è solo facitore dei Maestri. Nel 1550 a Napoli viene di opere d’arte, ma, con la sua attività, tra- pubblicato il primo trattato di equitazione sforma la sua posizione sociale, interviene Gli Ordini di cavalcare di Federico Gri- nella vita della città, caratterizza i suoi sone. A Napoli e poi in altre città italiane rapporti con gli altri, insegna a “vivere”. si fondano Accademie di equitazione. Si Alla base dell’età nuova ferve una feconda impara ad andare a cavallo nel chiuso del- ed entusiastica fiducia nelle capacità crea- le cavallerizze, sotto la guida di illustri tive dell’uomo che diventa il dominatore maestri, contesi dalle corti. Il giovin si- del mondo, il “faber” della sua stessa for- gnore, tra le sue occupazioni, dedica mol- tuna, il centro della natura, il “volto di tut- to tempo a questa arte. 505 Il cavallo diventa il protagonista nelle arti noscritto 1778 della Biblioteca Civica di figurative, nelle pitture di Paolo Uccello, Verona collazionato con quello della Bi- Andrea del Castagno, nelle sculture eque- blioteca Nazionale di Parigi, i testi più stri di Donatello e del Verrocchio. Leo- completi a noi pervenuti. nardo da Vinci dapprima e poi il conte L’Arte veterale si limita ad una serie di Ruini di Bologna ne studiano l’anatomia. “bellissimo secreti” di mascalcia, termine In Italia si studiano le malattie dei cavalli, utilizzato in questo caso nel senso più si cercano i rimedi e si formano i primi ampio del termine, ossia medicina degli “ippiatri” ante litteram. animali, dei cavalli in particolare. Si riscoprono i classici latini e greci che All’epoca di Pignatelli non esisteva ov- hanno trattato di equitazione e si sono oc- viamente ancora la figura del veterinario. cupati di cavalli. Nel 1587 l’editore vene- Ancora nel Rinascimento ogni maestro di ziano Pietro Dusinelli edita la prima tra- equitazione, ogni capo scuderia, da vero duzione italiana dell’intera opera di Seno- “uomo di cavalli”, doveva istruire i propri fonte, autore del primo trattato di equita- allievi, addestrare i cavalli e mantenerli in zione L’Arte di Cavalcare. salute; in caso di malattia doveva essere Tra le figure più illustri del XVI secolo ri- in grado di curarlo. Le epidemie in que- splende quella di Giovan Battista Pigna- st’epoca ed ancora nei secoli successivi telli, fondatore di una delle più importanti erano frequenti e mietevano molte vitti- Accademie napoletane, maestri di altret- me. Molto spesso a causa di malattie in- tanti illustri allievi come i francesi Salo- fettive la cavalleria si trovava appiedata. mon de La Broue, Saint-Antoine, Antoine Et tanto più un maestro è nobile quanto de Pluvinel de la Baume. Pignatelli non più ragionevolmente fa suo mestiere; et lasciò ai posteri alcun scritto sulla sua ar- quando medicare bene, da altri non potrà te equestre. A lui è attribuita però L’Arte essere ripreso; sarà honor suo et utile del veterale, ossia sopra il medicare et altri padrone. E però si puol chiamar nobile secreti bellissimi de’ cavalli. L’opera con- quest’arte; per causa che medicano ani- siste, più che in uno scritto organico, in mali che non sanno parlare et dir il suo una serie di appunti, di “dispense” ad uso male scriveva Pignatelli nell’introduzione probabilmente dei suoi allievi, scritti, for- del suo trattato. se, in vista di una futura pubblicazione, Nel XVI secolo sono i maniscalchi - o mai realizzata. Potrebbe essere stata scrit- marescalchi - ad occuparsi delle malattie ta direttamente da un allievo; soltanto co- dei cavalli. Questa figura non era molto sì si spiega la presenza di manoscritti in ben vista, molto spesso considerata con Francia, in Inghilterra ed in Italia. Lo sospetto come riferisce Tomaso Garzoni scritto è stato infatti tramandato attraverso nella sua opera La piazza universale di almeno nove manoscritti. tutte le professioni del mondo (1585) rifa- Il nome di Giovan Battista Pignatelli è ci- cendosi, a sua volta, a quanto avevano tato in tutti i manuali di storia dell’equita- scritto in proposito Cassaneo e Santo An- zione, da tutti gli autori, a partire dai suoi tonino: tali [i marescalchi o ferrari] sono contemporanei. Tutti elogiano le sue ca- soliti intromettersi nel medicare giumenti, pacità nel campo equestre, sia come adde- cavalli e altri animali…l’arte loro è lecita stratore di cavalli, sia come cavaliere, sia, e onesta pur che sia fatta con scienza e soprattutto, come maestro. Nessun editore diligenza, e ch’essi s’astenghino da ogni però ha mai dato alle stampe il suo scrit- sorte d’incantesimi. E insieme coi cozzoni to. Questo è stato edito soltanto nel 2001 si sogliono intrometter nelle compre e dalla casa editrice Equilibri di Roma a cu- nelle vendite di mule, di asini, di cavalli, ra di Patrizia Arquint, studiosa di storia intendendosi loro comunemente di questi della lingua cinquecentesca e dallo scri- animali: dove che alle volte son sensari vente.1 Il testo pubblicato si basa sul ma- pericolosi, facendo vendere una carogna 506 per un corsiere e barattare un asino con una “carta” al collo dell’animale: prima una mula per via di ciancie e di parole, sagnate [salassate] il cavallo alla vena co- essendo sempre accordati secretamente mune in tre vennerdì alla fila, e poi scrive- con qualche parte. te in carte pergamena queste parole+ma- Ogni maestro di equitazione insegnava ga+gabulo+santus Iob+mags+ma gal- anche ai suoi allievi la difficile arte di cu- la+emalla+matulla+santus Iob+ e la le- rare i cavalli e di conservarli in buona sa- gate in canna al cavallo, dicendo tre pa- lute, oltre a quella del montare a cavallo ternoster e tre avemaria a honore de la ed addestrarli. Nelle Accademie di equita- Trinità benedetta. E detta carta si vuol zione la mascalcia certamente costituiva metter il venerdì avanti che leva il sole o lo la materia di insegnamento più importan- martedì, o lo mercoledì che si sanarà subi- te dopo la pratica equestre. Nobile impe- to, et è vero. gno perché si trattava di tramandare ai po- Rimedio principe di tutte le malattie era il steri una ricchezza ed un sapere avuto, a salasso da praticarsi in determinati giorni sua volta, in eredità dagli antichi. ed in determinati punti del corpo. “Sono Pignatelli ed i suoi contemporanei non molti principianti - scriveva Pignatelli - praticavano l’arte veterinaria. Il loro inse- che non hanno la vera notizia di tutte le ve- gnamento si basava su ciò, che in seguito ne e le sagnie utile, che presumeno di sa- venne chiamata la “scienza del maneg- pere e non sanno niente. Delle quali, dico- gio”. L’esperienza, l’osservazione quoti- no, il numero loro sono 26, incominciando diana di centinaia di soggetti, protratta a numerar dalla testa. Io dico che sono 23, per anni, il sapere dei vecchi che trasmet- incominciando da quella del palato…”. tevano di generazione in generazione, Per la scienza rinascimentale medica e quasi sempre per via orale, antiche ricet- veterinaria il ricorso alla Natura era d’ob- te, a volte “segrete”, costituivano la base bligo Et quando il maestro non può total- della scienza veterinaria del periodo rina- mente riparare con nulla medicina - an- scimentale. Ogni ricetta, ogni “secreto”, nota ancora Pignatelli - a tutte queste fe- era stato sperimentato in scuderia. Lo bre, non è colpa sua, perché vince più la scrittore ripete sovente al termine dei suoi natura che medicina alcuna, e se contra rimedi le frasi “et è cosa esperimentata e la natura volete andare a remediar per vera”, ”e questo è stato provato più volte” guarire il cavallo, quella medicina più “che sono cose laudabile et provate da me presto l’ammaza. Si che bisogna conosce- et dalli antecessori miei” “probatum est” re - puntualizza ancora il Maestro - bene e simili. Ricorrenti sono pure le espres- la causa donde vengono le dette febre, et sioni “subito guarirà” o “facilmente gua- perché il cavallo non sa parlare, è biso- rirà”, “ lo date al cavallo e sanarà”. gno che il maestro dimandi al patrone del Nel Rinascimento la farmacopea e la me- cavallo che governo gl’ha fatto, a ciò si dicina non seppero ancora trarre suffi- possa risolvere et medicarlo con ragione. ciente vantaggio dai, seppure timidi, pro- Malgrado i rinnovati tempi, l’uomo “nuo- gressi delle conoscenze botaniche. Il pen- vo” del Rinascimento invoca ancora i san- siero “scientifico” rimase legato all’auto- ti per curare i cavalli ed i maniscalchi rità di Galeno, Aristotele, Vegezio ed ai continuano a prescrivere preghiere avute classici medioevali. Le ricette veterinarie, in eredità dagli antichi del Medioevo. In ed anche quelle umane, erano elaborate a questo periodo e nei secoli seguenti, lun- base di metalli e pietre, preferibilmente go risultava l’elenco dei Santi guaritori e preziose, mescolate ad erbe, il tutto intri- protettori degli animali; qualcuno proteg- so ancora di occultismo e superstizione. geva tutte le specie, qualche altro era Per curare ad esempio un cavallo affetto “specializzato”: Sant’Antonio, per citare da morva, male molto diffuso per secoli, un esempio, era il protettore dei porcelli e specialmente nelle cavallerie, si legava del piccolo bestiame, Sant’Uberto era in- 507 vocato dai cacciatori per la cura delle ma- cuni vile di tutte le altre, et è nobile quan- lattie dei cani e dei cavalli, a San Biagio to ciascuna dell’altre… O quanta gratia si ricorreva per i mali di qualsiasi animale et nobiltà è dal supremo Cielo donata ad domestico, come pure San Giorgio, San un maestro c’habbia ingegno e sapienza Martino, San Nicola, Sant’Eligio… medicar un animale che non sa dire sua Pignatelli non si discosta da questa prati- ragione, suo male et sua inabilità… ca come si può dedurre, ad esempio, da Il Maestro di Pluvinel intravide forse più o questo “incanto de dolori di ventre”, ossia meno consciamente, alcuni principi che la comune colica: si vuol dire quello che saranno sviluppati dalla medicina moder- dice il prete quando dice la messa, che di- na, come appare evidente sfogliando mol- ce il paternoster, cominciando Oremus tissimi punti del manoscritto. Nel Capitolo preceptis salutaribus moniti finché finisce 148, ad esempio, il maestro indica il modo il paternoster dicendolo nell’orecchia si- “per curar li stranguglioni”, ossia il modo nistra del cavallo, che guarirà. E questo di affrontare quella che evidentemente direte tre volte, che è cosa esperimentata non era ancora nota come adenite equina. e vera. Tra i rimedi proposti, nel caso di ascessi Come per tutti gli altri scrittori di mascal- particolarmente sviluppati, si può leggere: cia esistono giorni “maligni” nei quali i E se ci avesse gonfiato assai, che avesse cavalli sono soggetti ad ammalarsi più fa- più di cinque dì, radeteci, e sopra ci onta- cilmente degli altri sappiate - si legge nel te con cose mollificative, cioè di malvavi- testo - che li cavalli sogliono ammalare sco come si dirà al suo capitolo e, come nelli sottoscritti giorni, quali sono molto sarà mollificato, ci date una ponta di foco tristi ed cattivi, perché la luna si trova mal o di lancetta, e poi lo medicate con un- disposta in detti giorni, perché si suole guento verde dolce.” molte volte incontrare il segno del sole con Parimenti molto interessante è la descri- quello della luna. zione delle coliche, i “dolori”, che si trova E proprio con gli influssi negativi e posi- al capitolo 285. Qui Pignatelli dice tra tivi della Luna sulla salute del cavallo ini- l’altro: Sappiate che li dolori sono di mol- zia il discorso di Pignatelli, protratto per te spetie. … il primo dolore che attestano 487 capitoli, dedicati alle malattie ed alla li maestri lo chiamano flemmatico, donde loro cura mediante ricette sperimentate si dice che produce flemma et inacqua lo dall’autore nella sua scuderia durante la stomaco, io dico il medesimo. L’altro do- sua lunga pratica con i cavalli. Soltanto lore s’addimanda malinconico, quale dis- cinque capitoli sono dedicati all’ippologia secca il fegato, l’altro s’addimanda colle- con una succinta descrizione dei mantelli rico, qual di continuo dà impaccio al bu- più comuni dei cavalli. Un lungo discorso dello, l’altro s’addimanda sanguigno, che viene rivolto alle febbri. Gran parte del- dà molti affanni e restringe il core. l’opera è dedicata alla descrizione di me- Infine, è da citare la descrizione e la cura dicine, le stesse o con personali varianti, i delle tare, dallo “spavano” (Capitolo 323) “secreti”, che ritroviamo nelle opere di al- alle “gerde”, termini sopravvissuti sino a tri trattati precedenti di “maestri di stal- noi solo un poco modificati in spavento e la”. Le stesse ricette continuano a traman- giarda. Per l’ultima affezione, si descrive darsi nei secoli successivi, tanto che le ri- la cura nei capitoli 319 e 320. Questa de- troviamo in manoscritti o libri a stampa scrizione riporto qui, a conclusione del ancora nel Settecento. mio intervento: Per conoscer la gerda al Pignatelli, benché non fosse questa la sua cavallo, farà questo segno: gonfia da l’una principale attività, teneva in alta conside- e l’altra banda del ginocchio dietro e non razione, questo mestiere, tanto da sottoli- lo può niente piegare… Fateli la seguente nearne l’importanza fin dall’incipit del cura, che guarirà. Premere con la mano suo lavoro: L’arte veterale si tiene per al- da la banda di dietro della gamba, cioè so- 508 pra la gonfiatione, poi, da la banda di fori, BIBLIOGRAFIA ci date con lo iettamo, che ne uscirà una certa acqua che è a modo di bianco d’ovo, 1 G. B. PIGNATELLI, L’arte veterale. Sopra qual è viscosa. Poi ci ponete l’unguento il medicare et altri secreti bellissimi dé della trementina caldo bene, et in capo di cavalli. A cura di PATRIZIA ARQUINT,MA- doi dì, ci rompete un’altra volta, et ontate RIO GENNERO. Equilibri, Bracciano (Ro- con il medesimo unguento, che guarirà. ma), 2001, 248 pp.

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GIOVANNI BATTISTA CODRONCHI (1547-1628) VETERINARIO ANTE-LITTERAM VALERIO CALDERONI SUMMARY GIOVANNI BATTISTA CODRONCHI (1547-1628), VETERINARIAN ANTE-LITTERAM Giovanni Battista Codronchi was one of the most important Italian doctors, lived between XVI and XVII centuries. He obtained a degree in medicine in 1572 in Bologna and always worked in Imola, Romagna countryside, becaming named also in Europe as a good doctor but also as author of important works, the most famous of which is the Methodus Testificandi the first book in thr world 0f legal medicine. He was a very religious man and once ha was wido- wer he became a clergyman, taking care of souls of the people after having treated the bodies for so many years. He died in 1628 at the age of 81. In this work we analyse particularly his image of veterinary ante litteram because during his carcer he was able to study deeply and with great attention the rage, he became the fist man to understand the ethiopathogenesis of the Diseage and giving an accurate diagnostic description of it. Only the centuries later we will see that his incredible intuitions were extraordinary time.

Imola, attorno alla metà del 16° secolo, bio da questo toponimo deriverà il suc- era una piccola città della provincia roma- cessivo cognome di Codronchi (dal dia- gnola pontificia, con una popolazione letto romagnolo dove appunto cà d’ronch oramai stabilizzata sui sei/sette mila abi- significa casa dei ronchi) con il quale la tanti ed un’economia prettamente agrico- famiglia scenderà ad Imola in occasione la: eppure, nonostante la semplicità delle di una successiva emigrazione avvenuta sue genti, da esse emerse la figura di un nel quattrocento, quando ormai la sua for- grande medico che riuscì addirittura a za ed il suo prestigio la facevano conside- raggiungere fama europea grazie al suo rare tra le maggiorenti della città. valore intrinseco di uomo di medicina ma Il giovane Battista, perché questo in effet- soprattutto per la grandezza delle sue ti era il suo nome anche se in molti scritti opere. Inoltre, si noti bene, tutto ciò av- viene indicato come Giovanni Battista, si venne al di fuori della ristretta cerchia de- dimostrò fin dalla tenera età un giovane gli ambienti universitari, che ne avrebbe- molto capace e particolarmente portato ro certamente facilitato la diffusione del agli studi tanto che, dopo la logica (per il nome e del prestigio: quest’uomo era Bat- tempo) preparazione umanistica, frequen- tista Codronchi. tò con successo l’ateneo bolognese nel Nacque ad Imola, nello Stato Pontificio, il corso di medicina, laureandosi medico- 25 agosto 1547 da Alessandro e Camilla chirurgo il 24 ottobre 1572 sotto la guida Maltachetti, nobile bolognese, secondo di di carismatici maestri del calibro di Ulis- una nidiata di nove fratelli; l’antica terra se Aldrovandi e Giulio Cesare Aranzio. d’origine della famiglia era la Toscana da Esercitò la professione medica sempre ad dove, dalle zone della provincia di Lucca, Imola, sia come libero professionista che era partita nel 12° secolo col cognome di presso il locale ospedale di S. Maria della Serantoni e si era trasferita ad abitare la Scaletta, acquistando allo stesso modo fa- zona con relativo castello di Castrum ma di bravo e valente medico presso la Runci, letteralmente castello dei Ronchi, popolazione e stima per cultura e rettitu- località collinare ancora oggi individuabi- dine presso la magistratura cittadina: ben le sulla sponda sinistra del fiume Santer- presto infatti, come tutte le persone colte no, a circa metà strada tra i comuni di e nobili, entrò a far parte, a soli venticin- Fontanelice e Castel del Rio. Senza dub- que anni, della vita civica comunale; ri- 511 mase nel Consiglio Cittadino per sedici ria, il De morbi veneficis ac veneficiis, anni arrivando persino ad essere eletto dove viene presa in esame la relazione (!) Gonfaloniere d’Imola, ma l’attività politi- tra avvelenamento e stregoneria, quest’ul- ca non l’appassionò mai più di tanto, pre- tima legata all’esistenza del demonio, e ferendo dedicare il suo tempo all’appro- dove si analizzano le corrispondenze tra fondimento e studio dell’arte medica. Si medicina popolare empirica e medicina dimise infatti dalle cariche cittadine nel ufficiale. Da queste pagine scaturisce la 1587, adducendo motivi di salute ben po- profonda religiosità dell’autore che, certo co attendibili considerato che morirà solo dell’esistenza del demonio e dei suoi quarant’anni dopo, pare per un attacco di agenti sulla terra streghe e stregoni, am- gotta. mette che contro le opere malefiche sulle Dal matrimonio con Irene Teodosi, par- persone nulla può la scienza medica ma si mense trasferitasi ad Imola e discendente è costretti a ricorrere al guaritore o all’e- del professore bolognese di medicina sorcista. Giovanni Teodosi, nacquero quattordici Un testo sull’anatomia della laringe e sul- figli, di cui però ben undici morirono in le sue affezioni compare nel 1597 a Fran- tenerissima età e tre soli, due femmine ed coforte, è il De vitiis vocibus, mentre è un maschio, sopravvissero. Il figlio ma- del 1603 un saggio pubblicato a Bologna schio, a sua volta valente medico, morirà dove viene per la prima volta descritto, appena ventiquattrenne, dopo aver tradot- De morbo novo, il prolasso della cartila- to in volgare l’opera del padre sulla ma- gine mucronata (xifoidea) dello sterno. lattia rabida. Rimasto vedovo nel 1618, il Grandissima fama derivò all’autore la ste- Codronchi prese i voti facendosi sacerdo- sura delle ottanta pagine del Methodus te- te, curando quindi nell’ultimo periodo stificandi, primo libro al mondo che codi- della sua esistenza le anime delle persone fica la disciplina della medicina legale: così come ne aveva curato per moltissimi questo è forse il lavoro più importante ed anni i corpi. La sua vita si concluse ad originale del Codronchi e da esso, pubbli- Imola il 21 febbraio 1628, come si evince cato nel 1597 sempre a Francoforte, pren- dall’atto di morte conservato nella parroc- deranno spunto tutti i successivi scrittori chia di S. Agata che ne elogia la vita di di medicina-legale, pur ampliandone e medico, filosofo e sacerdote: fu sepolto, sviluppandone i concetti fondamentali, dopo semplici esequie, nella cattedrale di tanto che l’autore imolese verrà conside- San Cassiano dove ancor oggi esiste la la- rato universalmente il fondatore di questa pide tombale. disciplina. Nella sua lunga vita il Codronchi fu un L’estrema versatilità scientifica e lettera- autore fecondissimo e versatile, le sue ria del Codronchi si estese anche ad un opere infatti abbracciano un campo assai interessante trattato che oggi definiremmo vasto delle scienze mediche senza però più di medicina veterinaria che di medici- mai scadere nella banalità o negli argo- na umana: è un lavoro sulla rabbia, la ter- menti scontati. La produzione letteraria ribile malattia degli animali e dell’uomo dell’imolese inizia con un libro edito a conosciuta fin dall’antichità che portava a Ferrara nel 1591, il De christiana ac tuta morte atroce i malcapitati contravventori. medendi ratione, un trattato di deontolo- Il De rabiae, hydrophobia communiter gia medica nel quale vengono elencati i dicta venne pubblicato a Francoforte nel comportamenti che il medico deve avere 1610 e dopo due anni fu tradotto in volga- nell’esercizio della professione; inoltre re dal figlio di Giovanni Battista, quel sono riportate le pene, spirituali e corpo- medico Tommaso che morirà prematura- rali, per espiare le negligenze, incompe- mente ad appena ventiquattro anni : l’o- tenze ed eccessive venalità professionali. pera compare a Bologna nel 1612 col tito- Del 1595 è invece un libro sulla stregone- lo Compendio della cura che si deve fare 512 alla morsicatura e saliva inghiottita degli classificata, in un periodo storico in cui animali arrabbiati. incombevano ancora streghe e tribunali Fino alla fine del cinquecento l’idrofobia dell’Inquisizione, come un non meglio era stata considerata dagli scrittori di me- definito “veleno” della saliva. dicina esclusivamente in relazione ai sin- Penso che quindi si possa tributare a pie- tomi, attribuendo a questi (delirio, paura no titolo a questa grande figura di scien- dell’acqua, umore melanconico) un valo- ziato oltre ai già citati appellativi di medi- re causale. Il Codronchi per primo, unen- co, filosofo e sacerdote, anche l’onore di do ad una grande intelligenza doti ecce- avere quello, meritatissimo, di veterinario zionali di osservatore ed un notevolissimo ante litteram e che si possa infine acco- intuito medico, affermò e provò che la glierlo, dopo secoli ma ad honorem, tra le malattia rabida era dovuta ad un “impre- fila dei veterinari italiani. cisato” veleno, presente nella saliva del- l’animale infetto e trasmessa ad altri sog- getti tramite il morso o il lambimento di BIBLIOGRAFIA ferite. Già Aristotele, nel quarto secolo a.C., aveva conosciuto e studiato la rab- B. CODRONCHI, philosophi ac medici imo- bia, negandone, sbagliando, il carattere lensis, De rabiae hidrofobiae comuniter zoonosico, cioè di male che prende sia dicta, libri duo -1610 A.S.C.I. l’uomo che gli animali; nel cinquecento il B. CODRONCHIO, medico imolensi, Com- medico italiano Girolamo Fracastoro de- pendio della cura che si deve fare alla scrisse brillantemente il decorso della ma- morsicatura e saliva inghiottita de gl’ani- lattia nell’uomo, con uno studio appro- mali arrabbiati -1612 A.S.C.I. fondito delle manifestazioni mentali, ma G. ALBERGHETTI, Storia della città di anch’egli non arrivò ad intuire l’eziologia Imola -1810 A.S.C.I. del morbo. Grazie alle scoperte innanzi- G. MAZZINI, Battista Codronchi medico e tutto di Pasteur e poi successivamente a filosofo imolese. Rivista di storia delle quelle di Negri, Leach ed altri studiosi, il scienze mediche e naturali, serie terza, virus RNA che causa l’encefalomielite ra- numero 11 e 12 -1903. bida non ha oggi quasi più segreti per noi. N. GALASSI, Figure e vicende di una città. Pur tuttavia rimane notevole e sbalorditi- vol. II, cop. Marabini editrice Imola, 1986 vo il fatto che il proto-veterinario Battista pp. 137-147; Dieci secoli di storia ospita- Codronchi già quattrocento anni fa avesse liera a Imola, 1989 pp. 230-236. intuito, con gli scarsissimi o nulli mezzi a D. SANGIORGI CELLINI, C. ANNA, La vita e sua disposizione, l’eziopatogenesi della le opere di Battista Codronchi imolese, malattia, sebbene l’avesse inevitabilmente Nuova grafica Imola. 1998.

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ROBERT FAUVET (1791-1864) ALLIEVO E RIPETITORE DELLA R. SCUOLA VETERINARIA DI MILANO, PRIMO VETERINARIO CANTONALE TICINESE (SVIZZERA), DOCENTE DELLA PONTIFICIA SCUOLA VETERINARIA DI LEONE XII VINCENZO MARAZZA, ROMANO MARABELLI SUMMARY ROBERT FAUVET (1791-1864) STUDENT AND TUTOR AT THE R. VETERINARY SCHOOL OF MILAN; FIRST CANTONAL VET OF CANTON TICINO (SWITZERLAND); TEACHER OF VETERINARY SCHOOL FOUNDED IN ROME BY POPE LEO 12TH French by birth, Fauvet was student and after tutor (1813-14) at the Veterinary School of Mi- lan. Shortly later he was applied to manage the stud farm, not far from Milan, belonging to prince Eugene Beuaharnais, vice-Roy of Italy. At the Napoleon’s fall, he leaded the whole flock to Munich, who his protector took refuge beside the father-in-law Maximilian. Rewarded with an horse, Fauvet went towards the France, but in Zurich was advised against to go on for political reasons and he decided to ride towards Lombardy. Rejected at the border of Ponte Tresa, he settled himself in Bellinzona (Switzerland), who his professional skill was highly pri- zed, so that was appointed Cantonal Veterinary by the Council of State of Canton Ticino. After a short stay on the Loire, with her mother, Fauvet practised the profession in Cassano d’Adda (MI), Soncino (CR) and then as Provincial Veterinary, in Cremona. At the age of 37, he moved to Rome as teacher at the new Veterinary School founded by Pope Leo 12th, abolished an year after. From then he devoted himself with large success the profes- sional job and 23 years later, at the reopening of the Veterinary Scholl by Pope Gregory 16th, he was appointed to the chair of Theoretical and practical surgery. Designed to attend at the 2nd Congress of Veteterinary Medicine of Wien, he was hit by the death for gastric tumour, in October 1864.

Spigolando tra le schede biografiche degli Scuola Veterinaria istituita dal Papa Leo- allievi diplomatisi nel primo centenario ne XII. della R. Scuola Superiore di Medicina ve- Con la recente scomparsa del caro collega terinaria di Milano,1 uno di noi si è imbat- svizzero abbiamo ritenuto di riprendere tuto nel nominativo di un virgulto di ori- l’argomento con l’intendimento di ricor- gine francese che destò curiosità per ave- dare in questa sede lo scomparso e di ap- re egli esercitato l’attività nel Canton Ti- profondire ed estendere la sua ricerca cino. La cosa venne segnalata al collega presso l’Archivio Segreto Vaticano. ed amico veterinario cantonale, dottor Iniziamo col dire che Robert Fauvet nac- Sergio Postizzi, che ne fece oggetto di que il 3 giugno 1791, da famiglia nobile, una ricerca storica sfociata in due memo- nel Castello di Chabord, sulla Loira, ove rie, apparse, rispettivamente, sulla Rivista visse, alternando i suoi soggiorni tra Blois di Bellinzona col titolo di “Il primo vete- e Parigi, fino all’età di diciassette anni. rinario cantonale” 2 e su un foglio locale Ebbe come padrino di battesimo Eugenio di Soresina (CR), comune nel quale lo Beauharnais, figlio di primo letto dell’Im- stesso veterinario – Robert Fauvet –aveva peratrice Giuseppina, adottato da Napo- successivamente operato nel corso della leone che lo aveva designato quale suo sua movimentata carriera professionale. 3 successore, qualora dal suo matrimonio Il Postizzi si riprometteva di completare il non fosse nato un figlio maschio, e messo lavoro estendendo la ricerca d’archivio al sul trono a Milano come vicerè del Regno periodo che lo stesso Fauvet trascorse a d’Italia. Mortogli il padre, il giovane Fau- Roma, ove era stato chiamato a ricoprire vet ,”chiamato da naturale impulso allo una cattedra di insegnamento nella nuova studio della Medicina veterinaria”, decise 515 di recarsi a Milano dal suo munifico pa- comune di Porto Mantovano.5 L’accordo drino che lo fece ammettere, a proprie prevedeva il rientro in Francia delle forze spese, alla Scuola di Veterinaria maggio- armate francesi, mentre consentiva alle re, istituita nel quadro della riforma napo- truppe italiane di Beauharnais di presidia- leonica, con la legge 4 settembre 1804,in re la parte del Regno d’Italia non ancora subentro alla Scuola di Veterinaria mino- occupata dagli alleati. re, che dal 1791 si svolgeva nel grande Svanito il tentativo di mantenere il trono, edificio storico del Lazzaretto, fuori Porta per l’ostilità del conte Melzi d’Eril, dopo Orientale, ora Porta Venezia. Nel citato che la sommossa “di quegli uomini che elenco ragionato degli allievi del primo non badano a perdere la patria per isfogar centenario della Scuola superiore, il Fau- un’ira, una vendetta o un’invidia” 6 costa- vet, che era stato ripetitore per gli anni ta la vita al Ministro delle finanze Prina, 1813-14, si ritrova primo dei diplomati trucidato nel suo palazzo devastato dalla del 1814, assieme ad altri 11 convittori, folla inferocita, il principe lasciava la tra i quali spiccano i nomi degli eccellenti Lombardia, per rifugiarsi a Monaco, pres- Giulio Sandri e Luigi Salina. so la Corte del suocero Massimiliano I, re Il neodiplomato Fauvet, conseguita la pa- di Baviera. tente di veterinario, rilasciatagli dal Mini- Nell’imminenza dell’occupazione di Mi- stro dell’Interno conte Luigi Vaccari, che lano da parte degli austriaci, avvenuta il gli consentiva di “poter esercitare la sua 28 aprile, il Fauvet lasciò la Pelucca diri- arte liberamente in tutto il Regno”,4 venne gendosi col suo prezioso branco verso la subito chiamato dal suo protettore ad oc- Svizzera, lungo la strada militare per Co- cuparsi della razza di cavalli che lo stesso mo, la Valassina del tempo, per poi sca- Vicerè aveva alla cascina Pelucca, annes- valcare il Gottardo e, attraverso la Svizze- sa all’omonima villa, in quel di Sesto ra orientale, raggiungere Monaco. S.G. sulla vecchia strada per Monza. Impresa non certo agevole all’epoca per La scheda biografica, riportata dall’anzi- un giovane neodiplomato per nulla rotto detto elenco, a proposito di questo alleva- ai disagi ed ai rischi della vita militare. mento, parlando di razza dà adito a rite- Giunto nella capitale bavarese e conse- nere che doveva trattarsi di un equide sul gnato il prezioso fardello, il Fauvet tipo di quello che a Lipizza era stato isti- espresse dopo qualche giorno il desiderio tuito per la produzione di cavalli carroz- di recarsi a Blois, per riabbracciare la ma- zieri destinati alle berline della Casa im- dre. Il Principe acconsentì e per ricom- periale d’Austria e i cui discendenti anco- pensarlo del servizio svolto gli donò uno ra oggi si ammirano alla Hochritterschule dei cavalli della Pelucca e gli affidò una nella Hofburg di Vienna. lettera per la di lui madre Giuseppina. Tempi incerti per il Nostro agli inizi della Da Monaco passò a Zurigo, ove fu scon- sua vicenda professionale. Il neodiploma- sigliato di proseguire verso il Giura in di- to Fauvet dovette infatti occuparsi quasi rezione della Loira, per non incappare subito di predisporre la messa in salvo nelle truppe avversarie alla Francia che dell’allevamento dall’uragano della re- già occupavano quelle parti. Optò allora staurazione che si profilava all’orizzonte, per il rientro in Italia attraverso il confine con l’abdicazione di Napoleone. Nei gior- di Ponte Tresa, presidiato da doganieri ni 16 e 17 aprile 1814, su proposta del- che, per ordine del Governo austriaco, l’austriaco conte Bellegard, venne stipu- non gli consentirono il passaggio, essen- lata una “convention onorable” ratificata do cittadino francese. poi il 25 e 26 dello stesso mese, conven- Il Fauvet riprese la via di Bellinzona, ca- zione nota anche come armistizio di Man- pitale del Canton Ticino, ove, nel novem- tova o di Schiarino-Rizzino, dal nome bre del 1814, chiese ed ottenne senza dif- della villa situata in località Schiarino del ficoltà un permesso di soggiorno e l’auto- 516 rizzazione ad esercitare la professione ve- è l’organo di comunicazione fra il Gover- terinaria, dal momento che la presenza di no e i comuni: soltanto le municipalità un veterinario era ritenuta non solo op- dovranno ricorrere nelle circostanze di portuna, ma anche apprezzata nell’am- pubblica sanità e da lui solo attendere gli biente agricolo nonché dallo Stato. ordini in materia di pari circostanze. Nell’Archivio storico cantonale il Postizzi Lo scorso anno si recò in questo Cantone ha rintracciato al riguardo una serie di do- il signor Roberto Fauvet, originario fran- cumenti interessanti. Il primo atto è del cese, già alunno regio e poscia professore 15 gennaio 1815, col quale il Consiglio di della Real Scuola Veterinaria di Milano. stato incarica il Fauvet di accertare la pre- Egli non tardò a farsi conoscere e render- senza di malattie contagiose nei comuni si commendevole per i suoi costumi e per del cantone e di dare le opportune dispo- le estese sue cognizioni nella medicina sizioni ai commissari distrettuali, alle au- dei Bruti (del bestiame). Il Governo deve torità comunali ed ai detentori del bestia- rendergli pubblica testimonianza per il me, dandogli atto “della rapidità e dello modo veramente lodevole per ogni titolo zelo dimostrati nell’esecuzione di ordini con cui designò le affidate incombenze. In governativi”. Il 26 aprile dell’anno suc- un Paese come il nostro nel quale il be- cessivo, il Fauvet chiese al Consiglio di stiame forma una delle principali risorse “rilasciargli un passaporto per potersi re- e ricchezze, dove non vi è persona che co- care in Francia nonché un estratto dei nosca positivamente la medicina dei Bru- buoni servizi prestati”, manifestando nel ti, dove solo l’empirismo ed una mal ac- contempo la sua disponibilità a prosegui- quisita pratica hanno deciso delle malat- re l’attività nel cantone, qualora gli venis- tie del bestiame e dei rimedi da applicar- se accordata un’indennità di residenza per si, vedressimo volentieri che si stabilisse il proprio sostentamento. una persona cognita di una scienza tanto Il 9 giugno il Governo presentò al Parla- importante. Possessore di estese cono- mento il seguente messaggio che merita scenze della scienza, modesto ed umile, di essere trascritto testualmente quasi per privo di qualsivoglia riguardo, esatto nel- intero, per rendersi conto delle condizioni le prescrizioni e fermo sul farle eseguire, ambientale ed epidemiologiche del tempo chiaro e preciso nei suoi rapporti, nei e perché vi viene scolpito il profilo pro- quali si rileva tutta la sua educazione, fessionale ed umano, l’identikit, del fun- discretissimo nelle sue esigenze, poco dis- zionario sanitario, quale vorremmo ri- pendioso nei suoi rimedi,, grato ed accet- scontrare anche ai giorni nostri: to a tutti nei suoi costumi, vi proponiamo Fra le importanti e necessarie istruzioni di dargli l’annua pensione di lire 500, col che mancano ancora nel Cantone, quella titolo di Veterinario del Cantoni”. si è certamente di una legge in punto alla La proposta venne esaminata favorevol- sanità del bestiame, il quale forma una mente da una commissione composta da 5 delle principali ricchezze degli abitanti… membri e quindi approvata dal Parlamento Considerando essere di tutta necessità di che autorizzava il Governo ad assumere in togliere per quanto possibile gli inciampi prova per un anno il Fauvet, assegnandogli in cui cadono giornalmente l’agricoltura un emolumento di 500 lire milanesi, paga- e il commercio per cagione di questi mor- bili in mensilità da 41,46 lire. bi che si sviluppano nel bestiame, il Con- Si sviluppò così un’intensa collaborazio- siglio di Stato chiede al Parlamento che ne tra lo Stato e il suo veterinario, il quale presso l’Autorità governativa vi sia un per ogni prestazione riferiva per iscritto medico degli animali, coll’impiego di sui fatti evidenziati e sulle conseguenti Commissario di sanità per le bestie. Que- disposizioni emanate, segnalando, all’oc- sti deve risiedere sempre nel comune ove correnza, al Prefetto dipartimentale del risiede il Governo: Il detto Commissario Lario o alla Reale Magistratura di sanità 517 di Milano i casi di epizoozie riscontrati Agricola di Parigi che utilizzerà più tardi nelle vicinanze del confine. Su incarico per affermare polemicamente che anche del Governo preparò anche un disegno di in Francia non era reputato l’ultimo dei legge sulla sanità del bestiame, come si professori. evince da una sua notula del 24 ottobre Resosi quindi molto noto ed apprezzato 1816, con la quale chiedeva la liquidazio- nella zona, accettò l’incarico di veterina- ne del compenso pattuito al riguardo. rio del Governo, in pratica veterinario Non è chiaro perché, il 26 febbraio 1817, provinciale, trasferendosi a Cremona ove forse per la mancata conferma definitiva “il suo credito, l’effetto delle sue cure, e dell’incarico, il Fauvet chiese al Consi- la sua morale condotta, conciliandogli glio di stato un passaporto per recarsi a l’altrui opinione, gli fornivano larghi Blois e un’attestazione “della maniera in mezzi di sussistenza”. cui si era diportato “e prega che tanto dal passaporto medesimo che dall’attestato risultasse che era ancora in servizio pres- L’avventura romana so il Governo e ciò unicamente per il pro- prio decoro”. Il Governo, aderendo alla Sul finire del 1828, all’età di 37 anni, ab- richiesta, gli riconobbe per iscritto “ le bandonò la Lombardia, con la moglie mi- evidenti prove delle sue vaste cognizioni lanese e tre figlie, lusingato dall’offerta nella professione zooiatrica”. della Cattedra di Clinica veterinaria - e Con la sua partenza scompare dalla scena non di Chimica, come afferma il Chiodi 7 - sanitaria del Canton Ticino un’antesigna- si trasferì in Roma, nella istituenda Scuo- no della sanità pubblica veterinaria che, la veterinaria di Papa Leone XII, per tra- come primo veterinario cantonale formal- scorrervi l’altra metà della sua esistenza. mente nominato, tanto ha contribuito, per A quel punto, il suo destino si intreccia quel tempo, alla profilassi delle malattie con le vicende della Scuola romana che contagiose del bestiame, anche in funzio- vale la pena di rievocare dalle origini rifa- ne della salvaguardia della salute umana. cendoci ad una relazione indirizzata dal Dopo circa tre anni di permanenza presso Cardinale Galleffi, Arcicancelliere della la madre, il Fauvet abbandonava la sua Sapienza, alla Santità di N.S. Pio Papa terra natale, senza che se ne conosca il Ottavo, felicemente regnante. motivo, e lo ritroviamo in Lombardia ad Beatissimo Padre : La premura de’ Roma- affermarsi sul piano professionale, in un ni Pontifici nel garantire le proprietà dei contesto zootecnicamente dotato. privati con quella estensione che merita Infatti, nel 1821 egli si insedia dapprima un oggetto di tanto rilievo, siccome appa- in provincia di Milano, a Cassano d’Ad- rì per tante soavissime leggi intorno alle da, per poco più di due anni, per poi tra- possidenze stabili, così non si vide prefe- sferirsi nel cremonese e precisamente a rire intorno ai mobili, tra i quali il bestia- Soresina, ove operò avendo come colla- me necessario pella pastorizia, e pel vit- boratore il veterinario Ambrogio Alieri. to. Di fatti la Sa.Me. di Pio VI fin dal Il Postizzi non riuscì ad avere notizie cir- 1786. chiamò in Ferrara dalla Francia il ca l’attività svolta nelle prima sede, men- Professor Le Roy per istabilire in quella tre dal Sindaco del comune di Soresina Città una Scuola della Medicina dei Bru- ottenne copia della relativa documenta- ti. In seguito la gloriosa memoria di Pio zione d’archivio, in base alla quale dedus- VII penetrato dagli stessi principi deter- se che il lavoro svolto dal Fauvet ricalca- minò di formare uno stabilimento sulle va esattamente l’attività e l’impegno pro- traccie degli Esteri, e perciò nell’anno fusi in quel di Bellinzona. 1804 spedì, e mantenne per tre anni con Risalirebbe a questo periodo la nomina a non lieve spesa del Governo alla Scuola Socio dell’Accademia Reale e Centrale di Alfort in Parigi il Ch. Dr Oddi, acciò si 518 istruisse nella Scienza veterinaria, e ri- malati e convalescenti, come pure per te- portasse negli Stati Pontifici non solo ner lontano dall’abitato ogni incomodo di que’ lumi, e cognizioni necessarie alla cattivo odore, proveniente dalle esalazio- preparazione di questa, ma ben anche i ni delle scuderie, dalle macerazioni, ca- metodi, ed i sistemi ivi praticati onde fon- daveri etc. , il che potrebbe essere nocivo dere in Roma una Scuola ad essa consi- alla pubblica salute. A rendere peraltro mile. Conscio pertanto delle vedute di più proficuo, e più estesi gli effetti di tale quel Pontefice Leone XII Augusto Prede- istituzione in tutto lo Stato, si credè op- cessore di Vostra Santità, e vedendole portuno di aprire un Collegio-Convitto di mandare pienamente ad effetto, dopo sen- alunni nominati dalle rispettive Delega- tita la Congregazione destinata alla Dire- zioni, le quali concorsero ben volentieri zione degli Studi ordinò nella Costituzio- al loro mantenimento, e se vi trovarono ne Quod Divina Sapientia l’erezione di da ridire, fu soltanto di non poter manda- uno stabilimento completo di veterinaria, re un maggior numero di giovani, che re- che difatti in esecuzione della Mente So- clamati dal pubblico bisogno erano esse vrana istituito venne nell’antico Palazzo pronte a spedire e a mantenere. di Giulio III, quale nel mentre presentava Un Collegio così stabilito, dedicando la fortunata opportunità di restituire in ogni applicazione ai Convittori alla sola tal circostanza alle Arti dell’Architettura, Scienza Veterinaria e non ammettendo al- e Pittura uno de’ monumenti più insigni tre distrazioni,doveva per necessità ren- di questa Capitale, si reputò altresì attis- derli perfetti, essendo certo che, non mai simo al fine cui si destinava, potendosi in avrebbe potuto ottenersi , o sperar un esso combinare quanto era necessario egual risultato da Giovani, i quali fre- per simile istituzione. quentando le Scuole dell’Archiginnasio, Non sembrò doversi riguardare come un si fossero contemporaneamente dedicati ostacolo la distanza di questo dalla Città, allo studio della Medicina umana e della mentre l’esempio di stabilimenti di simil Veterinaria. natura fù creduto sufficiente a togliere E per verità: come è mai possibile, che una tale eccezione. E di fatto in Londra nel Corso di soli quattro anni possano i trovasi un simile stabilimento situato nel- giovani studenti di Medicina apprendere la Contrada Camden-Jown fuori delle l’Anatomia, Fisiologia, Chimica, Bottani- Barriere, e molto lontana dalla centralità ca, Igiene, Patologia, Medicina teorico- e dall’abitato di quella Città medesima in pratica, Politico-Legale, e Farmacia, per Lione la Scuola Veterinaria esiste lungo la specie umana, e nello stesso tempo oc- le Rive della Senna fuori egualmente dal- cuparsi dello studio delli stessi rami le Barriere, distante da quell’Università scientifici in rapporto ai Bruti? Il tempo circa due miglia. In Milano questa Scuola materiale mancherebbe a questi, e da tal è fondata fuori della Porta Orientale oltre metodo risultar potrebbe che dagli allievi un miglio, e mezzo distante. In Napoli è imperfetti di ambe le facoltà, ed un danno situata a Capo di Chino, buon due miglia gravissimo all’una, ed all’altra, e tanto lontano dall’ultima estremità della Città; più che è una supposizione falsissima che tralasciando di parlare di Parigi, e Tori- siano tali facoltà così strettamente tra lo- no, ove si trovano delle Scuole a molte ro unite, che lo studio fatto per l’una, ap- miglia lontane da quelle Capitali. Dopo plicar si possa a quello dell’altra. questo sempre più il detto locale risultò Questa Scuola completa, com’è doppia- per espedientissimo tanto per le praterie mente sottolineato più sopra, a significare che in esso trovansi riunite e che sono in- l’importanza e l’autonomia dell’iniziati- dispensabili per l’esercizio della scienza, va, venne inaugurata l’8 dicembre 1828, sia per lo studio, e cognizione delle Erbe alla presenza del Card. Castaldi, Tesoriere da foraggio, sia pel pascolo degli animali generale e Rettore dell’Archiginnasio, e 519 precisamente il giorno dopo che la dozzi- La Santità di Nostro Signore dopo aver na dei giovani iscritti aveva terminato i esplorato il sentimento degli Em.ti Sig.ri Santi Esercizi. Cardinali che Essa suole consultare negli Come risulta da un relazione successiva affari di pendente sistemazione e dopo i alla chiusura della scuola medesima, più maturi esami, considerando che lo l’organico era così composto: 1) rev.ndo stabilimento di Veterinaria non ha guari sig. don Raffaele Bocci rettore cappella- eretto nel Palazzo Camerale detto di Papa no; 2) ill.mo sig. Margarucci direttore; Giulio non La rassicura abbastanza e cir- 3) ecc.mo sig. dr. Luigi Metaxà – profes- ca la convenienza di lasciare esistere più sore di Anatomia, e Fisiologia; 4) lungamente in quel luogo segregato dalla ecc.mo sig. dr. Carlo Donarelli – profes- Città de’ Giovani Alunni e che per la sua sore di Fisico-Chimica, Botanica e Far- lontananza dalla Città toglie affatto il co- macia; 5) ecc.mo sig. dr. Lodogario Per- modo ai maniscalchi apprendisti di Ro- sico – professore di Patologia generale, ma, ed ai Medici studenti della Università Terapeutica ed Igiene; 6) ecc.mo sig. della Sapienza di potervi apprendere i Roberto Fauvet – professore di Clinica primi la Chirurgia e Mascalcia propria- Medico-Chirurgica; 7) ecc.mo sig. dr. mente detta, ed i secondi la Medicina Ve- Gaetano Olivieri – settore anatomico e terinaria, la quale non erroneamente si custode del Museo anatomico-patologi- suppone collegata con la umana, e perciò co; 8) e 9) sig. Francesco Rossi e sig. a portata dei soli Medici, e ad essi essen- Nicola Deangelis – aggiunti; 10) sig. Pi- zialmente necessaria; per rimediare a scitelli – maniscalco ferrante; 11) sig. questi disordini ha comandato al sotto- Giuseppe Verni – giardiniere botanico; scritto Cardinale Segretario di Stato di 12) sig. Filippo De Rossi – economo; partecipare a Vostra Eminenza anche co- 13) sig. Filippo Dognazzi – vice-econo- me Arcicancelliere della Università le se- mo e dispensiere; 14) e 15) Onofrio Ro- guenti Sue Sovrane determinazioni, cioè: sci – cuoco e Giuseppe Rosci – sottocuo- Che sia intieramente soppresso lo Stabili- co. In tutto quindi una quindicina di ad- mento suddetto, restituito il Locale alla detti per un spesa annua complessiva di Camera Apostolica cui apparteneva ed 1770 scudi, 1600 dei quali per stipendi appartiene con tutti i suoi annessi e qua- ed il resto come indennità di trasporto. lunque ragione vi si fosse acquistata di Ma la scuola ebbe vita per lo spazio del so- più, e consegnato il medesimo a Monsig.r lo primo corso dei quattro programmati. Tesoriere, che avrà cura di separare Gli è che, allontanato l’intraprendente quanto possa riferirsi al Museo di Anato- Segretario di stato Card. Consalvi, con- mia Veterinaria per essere unito a quello vinto patrocinatore dell’iniziativa nel di Storia Naturale della Sapienza, come quadro della sua azione di adeguamento anche l’Erbe, e piante graminacee, e me- della politica papale all’evoluzione cul- dicamentose per essere collocate nell’or- turale e sociale del tempo, col soprav- to Botanico alla Longara, e formarvi, se vento della spinta reazionaria dei cosid- già non esiste, una classe distinta sotto il detti zelanti, alla morte di Papa Leone professore Direttore di quell’Orto; che XII la scuola venne affrettatamente sop- nell’Università stessa di Roma sia trasfe- pressa, essendo sul Soglio Pio VIII, che rita la Cattedra di Anatomia, e Fisiologia pure era considerato discepolo di Pio VII unite, la quale rimarrà affidata al Sig.r e del Consalvi stesso. Professore Metaxà, confermando al me- Per la storia, dalle Stanze del Quirinale, il desimo, come al presente quella di Zoolo- nuovo Cardinale di stato Albani indirizza- gia che da molti anni egli professa; va all’Arcicancelliere della Sapienza, Che i Giovani apprendisti si esercitino Card. Galleffi, in data 1° settembre 1829, durante il corso nella chirurgia teorico- il seguente ordine di servizio. pratica, e nella ferratura de’ cavalli sotto 520 la direzione del sig.r Nicola De Angelis, completa, autonoma ancorché aggregata veterinario romano, riservando alla Con- all’Alma Mater, in quel vecchio Palazzo gregazione degli Studi la nomina a pro- Giulio là fuori mano, per dirla col Giusti. fessore effettivo di questo ramo di inse- Il tutto comunque sulla base di discutibili gnamento; Che i rispettivi professori di argomentazioni verosimilmente influen- Medicina umana s’invitino ad aggiungere zate dalla lobby medica per sua natura a’ loro Trattati in forma d’appendice le tendenzialmente conservatrice e timorosa differenze fra la Medicina degli uomini, e di perdere l’egemonia nell’intero campo quella dei Bruti ad oggetto di facilitare della sanità e, perché no, di quella dei agli Studenti di Medicina l’acquisto ac- maniscalchi, se si pensa che il maggior cessorio della Veterinaria senza prolun- beneficiario della soppressione della gare e complicare il corso de’ loro studi scuola risultò proprio quel De Angelis medici; che non si fece scrupolo di insinuare fal- Che il sig.r Nicola de Angelis sia obbliga- sità e maldicenze nei confronti del Fauvet to a fare le operazioni chirurgiche, ed in- e di altri docenti della scuola stessa. segnare tanto la ferratura ordinaria, In documenti del tempo, si parla di “noio- quanto la patologica, e prevalendosi degli so affare veterinario” e si afferma che: animali che portansi a medicare nella sua “con la riforma che ha comportato la officina, istruisca gli Allievi nella Clinica; chiusura della Scuola di Villa Giulia si è Che i Maniscalchi non possino essere pa- dato all’insegnamento veterinario tutto tentati dal Collegio Medico-Chirurgico ciò che mancava per renderlo sodo e si è senza aver fatto l’intiero corso di Veteri- sceverato quanto ne paralizzava il buon nario in Sapienza, e subito l’esame a for- andamento sotto il prestigio di una dis- ma dei Regolamenti degli Studi; pendiosa e ridicola ostentazione”. Ed an- Che i Medici studenti siano eccitati ad in- che “si è tolto così quanto vi era di ciarla- tervenire alle lezioni di Anatomia e Fisio- tarismo con l’impianto di due cattedre cui logia Veterinaria, onde poter avere tanto si è giustamente ristretto l’insegnamento in Roma che nelle Condotte Mediche del- della Veterinaria nell’Arciginnasio”. lo Stato Pontificio abili persone per pre- Con riferimento al Fauvet, si mette in venire e riparare alle epizoozie, alcune dubbio niente meno che “l’asserita nazio- delle quali si comunicano fino alla specie nalità francese del supplicante” definito, umana, e perciò la istruzione veterinaria tra l’altro “rifiuto lombardo”. pe’ Medici essendo di pubblico, e non già Di altro tono le giustificazioni mutuate di privato interesse, vuole la Santità Sua, dalla cultura medico-centrica del momen- che lo studio fatto della Scienza Veterina- to che considerava comunque subalterna ria sia un requisito molto valutabile per o di bassa lega l’attività veterinaria, per- le condotte stesse, per altri impieghi di meata d’empirismo e di ciarlataneria, al sanità; Che finalmente per questa volta i livello di zotici, per lo più maniscalchi e Giovani Alunni scelti già dalle rispettive “sanaporcelle”. In risposta ai quesiti: a) se Provincie, ed a carico delle medesime, la Veterinaria medica debba essere distin- avvisati prima dello scioglimento del loro ta dalla chirurgica, b) se sia necessario Convitto a Papa Giulio, possino ritornare premettere la Medicina umana alla Veteri- in Roma per compiervi il Corso Veterina- naria medica, c) se l’istruzione promiscua rio non più che triennale, come ai mede- della Chirurgia e della Medicina veterina- simi era stato promesso, vivendo in pen- ria sia conciliabile coi progressi e con la sionati particolari da approvarsi dal Ret- diffusione della veterinaria medesima, tore della Università, e dando prova della vengono formulate le seguenti argomen- loro morigeratezza ed applicazione. tazioni che si leggono in una memoria Più espliciti di così! Si ritorna al solito della Segreteria della S. Congregazione modulo. Niente più scuola veterinaria degli studi, datata settembre 1829. E cioè 521 bisogna distinguere la Veterinaria medica pre frequentato in Sapienza la Scuola del dalla chirurgica, la quale è di più facile Prof. Oddi, benché non fosse obbligato- acquisizione e serve ed alimenta i mani- rio, quindi l’istruzione dei giovani medici scalchi. La Veterinaria medica, considera- non può dirsi interesse privato, ma assolu- ta accessoria a quella chirurgica, presup- tamente pubblico ed è pertanto più ragio- pone invece essenzialmente la conoscen- nevole di chiamare privata l’istruzione za della Medicina umana, tanto che, se- esclusiva dei sedici alunni isolati in un condo Riemann la Chirurgia non è che deserto lungi dalla città. parte della Medicina generale e in poco o In questa, per così dire, difesa d’ufficio nulla le due medicine differiscono tra lo- della classe medica non poteva mancare il ro. A sostegno di questo principio vengo- coinvolgimento di colui che era considera- no citati Vegezio con la sua Mulomedici- to il vero e proprio padre della Sanità pub- na e Ingrassia. Nelle epizoozie, infatti, blica, il tedesco Johann Peter Frank, il sempre si è ricorso a medici dai quali si grande riformatore della Sanità nella Lom- sono avute le più vere e dotte descrizioni bardia austriaca e degli studi medici dalla e i più solidi vantaggi; non solo, ma i mi- Cattedra dell’Università di Pavia – la “in- gliori libri di medicina animale sono stati subre Atene” –, evidenziando gli argomen- scritti da medici, a partire da Fracastoro, ti in favore della soppressione della Scuola Ramazzini, Vallisnieri, Lancisi ed altri. di Leone XII e sottacendo il fatto che le Le due medicine, essendo indivisibili, sue proposte non furono certo sconosciute fanno si che interessa l’umanità che i me- e disattese da chi doveva progettare il cor- dici conoscano la Veterinaria dal momen- redo d’istruzione e il piano di studi di una to che molte epizoozie si propagano fino istituzione veterinaria completa ed autono- alla specie umana come molte epidemie ma, quale venne poi a realizzarsi nella passano nei Bruti, tanto che, secondo Scuola milanese, contro le iniziali proposte Paulet di 92 epizoozie 21 coinvolgono la di insediarla a Pavia o a Mantova. specie umana, mentre per Buniva lo stes- Lo si cita infatti laddove afferma che: “il so si verifica per 8 malattie su 20. non aver fatto distinzione fra chirurgia e Il documento prosegue affermando che è medicina, l’aver cumulato entrambe e il quindi indispensabile premettere la Medi- non aver avvertito che alla veterinaria me- cina umana alla Veterinaria essendo quel- dica conviene premettere essenzialmente la dell’uomo tipo e modello della perfe- la medicina umana ha prodotto che gli zione e di più facile acquisto perché più stabilimenti d’Europa sono finora di po- evidente e perché riguarda una sola specie chissima utilità” tanto che considera la che è appunto quella umana fornita di lo- Scuola di Parigi un fabbricato troppo alto quela a differenza dei Bruti, nei quali tut- per un pigmeo, aggiungendo che” si è to deve dedursi dai segni esterni. E ag- preteso l’impossibile e si è data l’istitu- giunge, ben virgolettato, non è falsissima zione che colpiva più gli occhi di quello supposizione, ma verissima realtà che le che fosse utile, tanto che le scuole medi- due medicine non possono stare l’una che veterinarie furono frequentate più con senza l’altra e i soli studenti di medicina danno che con vantaggi da uomini non sono a portata della Veterinaria interna, la disposti ai lavori scientifici, poiché altri quale non può acquistarsi senza nozioni deve parlarsi ai sensi esterni, ad altri ai mediche, né il Governo può trascurare l’i- sensi interni, essendo impossibile che un struzione senza compromettere la pubbli- uomo di ingegno si sacrifichi ad intisichi- ca salute. Altro passaggio dirimente: da re al fumo di una fucina e pretendere che noi (intendendo gli Stati Pontifici) i gio- i maniscalchi debbano imparare la mate- vani stessi conoscendo l’identità delle due matica e la fisica è lo stesso che presenta- medicine e la necessità di apprendere ac- re ai cavalli un arrosto di vitello o un piat- cessoriamente la veterinaria, hanno sem- to d’ostriche”. 522 Da tale irrazionale promiscuità della parte Oppure, rimboccarsi le maniche e dimo- meccanica e della parte intellettuale non è strare coi fatti nel nuovo ambiente, a di- derivato vantaggio alla Scienza. Infatti ci spetto dei denigratori in malafede, che il si chiede, nel parere in parola, dove sono i suo non era poi millantato credito. veterinari dotti usciti dalle Scuole di Fran- Si dedicò quindi all’esercizio pratico in cia, dove le opere, dove le scoperte, dove i Roma stessa, con largo successo, tanto progressi. Non escono di là che chirurghi che di li a poco Papa Gregorio XVI lo no- e maniscalchi ferranti, mentre i giovani minò veterinario capo della Cavalleria istruiti si sono rivolti alla medicina umana pontificia e, per i servizi prestati, gli con- e convinti della necessità di premetterla, ferì la massima medaglia d’oro di bene- hanno abbandonato la veterinaria. merenza, mentre ebbe molte altre onorifi- Comunque, nessun ripensamento e la vi- cenze e nomine a socio di parecchie so- cenda di Villa Giulia doveva considerarsi cietà ed accademie. chiusa, nonostante le resistenze di Fauvet, Nel 1852 venne richiamato alla Cattedra il quale dovette accontentarsi di ricevere, di Chirurgia teorico-pratica e, nonostante a titolo di sanatoria, il compenso dei tre fossero trascorsi 23 anni dal precedente anni di mancato insegnamento rispetto al- incarico ed avesse ormai raggiunto l’età la durata quadriennale del contratto. di sessantun anni, si fece apprezzare da Per il resto, la strada dell’emancipazione meritare più tardi, dallo stesso Pontefice, della veterinaria rimaneva impervia e mol- la nomina a Cavaliere dell’Ordine Co- ta acqua doveva scorrere sotto i ponti del stantiniano, ricostituito sotto il titolo di Tevere prima che il riconoscimento della San Silvestro. reciproca sussidiarietà delle due medicine Era stato designato a partecipare al secon- nell’insegnamento e via via a livello ope- do Congresso internazionale di Medicina rativo nella organizzazione e nell’eroga- Veterinaria indetto a Vienna nel 1865 sot- zione del servizio, trovasse il suo impri- to la minaccia della peste bovina prove- matur ufficiale definitivo con l’art. 16 del- niente dalla Gran Bretagna, ma la morte la legge 833/78, l’unicum di Bellani, par- lo colse il 23 ottobre 1864, all’età di 73 tendo dall’elevazione scientifica che le no- anni, per cancro allo stomaco. stre scuole hanno strenuamente perseguito con i loro docenti, molti dei quali sono an- noverati tra i più rinomati scienziati, im- RINGRAZIAMENTI pegno che non si limitò nel chiuso delle aule e dei laboratori, ma seppe anche Particolare gratitudine dobbiamo alla proiettarsi all’esterno, portando validi dr.ssa Annamaria Papiri per la preziosa contributi sul piano operativo alla soluzio- collaborazione nella ricerca documentale ne di importanti problemi sanitari di pub- presso l’Archivio Segreto Vaticano. blico interesse, come hanno avuto modo di evidenziare Maestrini e Veggetti. 9 Al Nostro non rimaneva che riprendere la BIBLIOGRAFIA strada del Nord, scordando gli allettamenti che lo avevano invogliato a intraprendere 1 SOC. MEDICO-VETERINARIA LOMBARDA, l’avventura romana e cioè, sono parole Gli Allievi Diplomati nel Primo Centena- sue: “la speranza di far conoscere ancor rio della R. Scuola Superiore di Medicina meglio in progresso i suoi lumi sopra una Veterinaria di Milano (1791-1891). Ti- Scienza che solo di nome Roma conosce- pogr. P. Agnelli, Milano, 1891. va; il dare migliore e più conveniente edu- 2 S. POSTIZZI, Il primo Veterinario Cantona- cazione alle sue figlie e, non tacendola, la le. Rivista di Bellinzona, 1992, pp. 36-37. vista che aveva di lasciare alla moglie, 3 S. POSTIZZI, Roberto Fauvet. Cronache premorendole, il diritto ad una pensione”. Soresinesi, 36, 1992, p. 16. 523 4 La Scuola di Medicina Veterinaria di 8 L. BONANDRINI, Johann Peter Frank. In: Milano. Due Secoli di Ordinamenti e Sta- Poeti, Scienziati, Cittadini nell’Ateneo tuti 1791-1991, Ed. Sipiel, Milano, 1992, Pavese tra riforme e rivoluzione. Ed. Uni- pag. 94. vers. e Biblioteca Universitaria Pavia, 5 A. DU CASSE, Memoires et correspon- 2000, pp. 288-299. dance politique et militaire du Prince Eu- 9 N. MAESTRINI, A. VEGGETTI, La Veteri- gene. Ed. M. Lèvy Frères, Paris, 1860, naria Italiana dalla Fondazione delle pp. 163-184. Scuole allo Stato unitario. Da pratica 6 C. BALBO, Sommario della Storia d’Ita- empirica a Scienza basilare per il pro- lia. Ed. Universale Barion, Sesto S.G., 3° gresso dell’economia e la salvaguardia Ed., 1940, p. 403. della salute pubblica. Atti Convegno sul- 7 V. C HIODI, Storia della Veterinaria. Ed. la Storia della Medicina Veterinaria, Farmitalia, Servizio Veterinario, Milano Reggio Emilia, 18-19 ottobre 1990. Ed. 1957, pp. 459-460. CISO, 1990, pp. 29-46.

524 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

NICOLA LANZILLOTTI-BUONSANTI DIRETTORE DELLA CHIRURGIA NELLA SCUOLA VETERINARIA MILANESE DIEGO FONDA

SUMMARY NICOLA LANZILLOTTI-BUONSANTI, HEAD OF THE SURGERY IN THE VETERINARY SCHOOL IN MILAN The figure of Nicola Lanzillotti-Buonsanti (1846-1924), and particularly his leadership of this institute (clinica chirurgica veterinaria) in Milan, will be recalled. In the veterinary italian ni- neteen-century history, he has well known non only for his wide scientific production and his book celebrating the first century of the Milan veterinary school, but also for his central posi- tion in the policy of the “veterinary question” about private rules, universitary schools and veterinary teaching. In his universitary story, peculiar geographic and social sources intertwi- ned with positivist activity and determinism, so to allow him to build in Milan clinical and li- brarian facilities as well as to achieve teaching levels, worthy of the best contemporary euro- pean ones. Some contributes on his private life and complicated political scenario may impro- ve the re-evaluation on himself.

Nella storia della chirurgia nella scuola del contesto storico, che quelli della figu- veterinaria milanese,1 con la figura di Ni- ra pubblica. cola Lanzillotti-Buonsanti (1846-1924) ci Questo “uomo piuttosto tarchiato” – co- s’imbatte in una personalità a tutto tondo me lo descrive l’aneddotica di Guido che contribuì, come pochissimi altri, a Guerrini – “alto sì e no un metro e cin- portare in Italia la veterinaria da arte a quantacinque”, che “in giro d’istruzione scienza –una veterinaria che non fosse in- in Germania per studiarvi l’organizzazio- tesa principalmente come mulomedicinae ne dei macelli” si presentava con “una o “medicina de cavalli” ma scienza degli macchina fotografica a tracolla” parlando animali domestici– e che, fondando la “un tedesco da revolverate, anzi un...lin- professionalità del veterinario pratico su guaggio tedesco-lucano”3 riuscì in effetti una preparazione adeguata e un aggiorna- con cocciutaggine e passione a rinnovare mento simili a quelli del medico umano, ed organizzare dal fondo le strutture della innalzò e mantenne la veterinaria italiana didattica universitaria, le forme dell’ag- per quasi un trentennio a livello europeo. giornamento del sapere per il veterinario In effetti questa nota trae spunto dal fatto pratico, e, in parte, l’organizzazione pub- che in generale, sino ad oggi, della figura blica statale dei servizi veterinari. del Lanzillotti-Buonsanti, pur famosa e Per un giovane che veniva da un piccolo relativamente studiata,2 si è privilegiata la paese lucano e aveva studiato veterinaria presentazione pubblica, da lui stesso pro- a Napoli, trasferirsi a Milano a 25 anni posta, come direttore della Scuola Veteri- come assistente di Clinica chirurgica nel naria di Milano o consulente del Ministe- 1871, essere nominato l’anno successivo ro, ovvero quella, più generalmente con- alla direzione della Clinica Chirurgica4 e divisa, di uno dei rari professori universi- diventarvi ordinario di Patologia e clinica tari che ha fissato con documenti cartacei chirurgica a 27 anni, aveva certo il carat- lo stato della didattica e della professione tere dell’eccezionalità. Tuttavia già da veterinaria alla fine dell’Ottocento. L’otti- prima, dalle sue origini il Lanzillotti ave- ca qui adottata di presentarlo come chi- va mostrato d’eccellere in indipendenza rurgo o meglio direttore della chirurgia a intellettuale e velocità di assimilazione. Milano, lo propone in una differente pro- Nato nel 1846 a Ferrandina, in provincia spettiva che illumina più gli aspetti perso- di Potenza, da famiglia povera e rimasto nali, l’evoluzione intellettuale ed i riflessi orfano del padre a quattordici anni, aveva 525 proseguito gli studi grazie ai sacrifici del- fisiologo tedesco, che poi sarebbe diven- la madre e, avendo vinto per concorso un tato fisico insigne come Helmholz, sono posto gratuito al regio convitto della già significative di un positivismo agno- Scuola Veterinaria, si era trasferito a Na- stico e antimetafisico. Ancora maggiore poli nel 1865 per frequentare gli studi ve- rilevanza presenta quindi l’incipit dell’o- terinari e contemporaneamente quelli di peretta che recita: “La storia della Scien- lettere e filosofia, nelle cui materie conse- za della Natura ricorda un periodo fatale, guì pure la laurea, essendo, a detta dei in cui la Metafisica e la Religione invase- condiscepoli,5 “un novello Vico”. A Na- ro il suo campo. I filosofi si credettero in poli entra nel 1866 nel laboratorio di fi- diritto di creare la Filosofia della Natura, siologia di un altro lucano, Giovanni Pala- e qualcuno disse che filosofare sulla natu- dino, da cui, “trattato come un figliolo”,6 ra è crearla [corsivo dell’autore]; altri in- apprende “la tecnica istologica e speri- spirati alle divine carte o alle meraviglie mentale” e viene laureato con distinzione del creato che parlano di Dio, vennero su nel 1869, ottenendo il premio intitolato al con sogni, visioni o fantasie a spiegare i botanico lucano Gasparrini e la nomina fenomeni naturali”.11 “Pei metafisici puri ad assistente di quel laboratorio. Un anno la Natura era un oggetto della speculazio- dopo, nonostante fosse stato proposto dal- ne, come l’idea, il pensiero, pei teologi lo zoologo Paolo Panceri, per un posto di (che la pretendevano a naturalisti) un ta- assistente di zoologia ed anatomia com- bernacolo di Dio. È una ventura che que- parata all’università di Roma,7 ottiene la sto periodo non è il nostro, giacché la rea- nomina di assistente di clinica chirurgica zione alla Metafisica ed alla Religione è nella Scuola Superiore di Medicina Vete- stata potente…La Filosofia della Natura rinaria di Milano, diretta dal prof. Pietro di Hegel parve assurda a tutti i naturalisti, Oreste, laureatosi anch’egli a Napoli. e non ve ne fu un solo che accettò le sue Delle sue opere giovanili risalenti al pe- idee: fu allora che scienziati molto distinti riodo napoletano, che hanno la caratteri- bandirono dai loro lavori ogni considera- stica di presupporre la padronanza della zione filosofica, e non solo cedettero inu- lingua tedesca, non esclusa la permeazio- tile ogni specie di filosofia, ma la ritenne- ne di quel mondo, sono ricordate: una let- ro una occupazione nociva…”.12 tera ad un metafisico sull’indirizzo scien- Di fronte a questa manifesta presa di tifico moderno, la traduzione dal tedesco campo, tuttavia, quale vita culturale tro- di un lavoro del Gleisberg sull’istinto e li- vava a Milano il Lanzillotti negli anni bero arbitrio, la traduzione dal tedesco del 1870-80? Una temperie quanto meno di- Manuale di tecnica microscopica del versa. Era il momento infatti del trionfo Frey.8 Al 1869, due anni prima di trasfe- della scapigliatura, movimento letterario rirsi a Milano, sicuramente risale Sulla e artistico di giovani patrioti, critici della trasformazione delle forze naturali,9 il cui cultura italiana del tempo (Manzoni com- estratto è posto all’inizio delle pubblica- preso), ed ammiratori di quella straniera zioni raccolte dallo stesso autore, ed in (Heine, Gautier, Hoffmann, Jean Paul, cui sono presenti in limine due citazioni.10 Poe, Baudelaire), amanti dell’arte e ro- Questa breve operetta, assume il signifi- manticamente anticonformisti, “pronti al cato di una vera presentazione del pensie- bene quanto al male”.13 E tra i suoi rap- ro scientifico di Nicola Lanzillotti, e di ri- presentanti più famosi c’erano molti mila- flesso dello spirito e della mentalità che nesi o residenti a Milano, come Rovani, questo venticinquenne portava a Milano. Dossi, Valera, Arrigo Boito, Emilio Praga, In questa decina di pagine che trattano sul tra i letterati e Cremona e Ranzoni tra i principio di conservazione dell’energia, pittori. In questa romantica opposizione complicate nella forma e nelle argomen- alla borghesia dell’epoca, un filone degli tazioni, le citazioni e i riferimenti ad un scapigliati era sicuramente pervaso da un 526 gusto per il male e la morte (si pensi ai ro bisogno della classe medica veterinaria Fleurs du mal pubblicati nel 1857) tanto italiana.20 Pubblicati nel 1873 sono la da proporre in un crescendo il deforme, il nuova traduzione del Manuale di tecnica macabro, il cimiteriale, la necrofilia, la microscopica del prof. Frey, parte del cremazione, l’imbalsamazione. La classe Trattato di Istologia speciale di G. Pala- medica milanese, che nel turbolento de- dino21 e La Medicina sperimentale e le cennio postunitario stava organizzandosi scuole veterinarie22 Nel 1873 pubblica an- seguendo le direttive di Gaetano Strambio che il Trattato di patologia e terapia chi- ed Agostino Bertani,14 era sicuramente in- rurgica generale e speciale degli animali fluenzata dalla figura di Paolo Gorini domestici.23 Nel 1875 esce, in collabora- (1813-1881), matematico, geologo, biolo- zione con Gaetano Pini, il Dizionario dei go e imbalsamatore di personaggi illustri termini antichi e moderni delle scienze quali Rovani e Mazzini,15 amico di Carlo mediche veterinarie, nella cui prefazione, Dossi16 e dello stesso Strambio. D’altra oltre ad una breve storia dei dizionari les- parte, nella scienza di quegli stessi anni si sicografici delle scienze mediche e veteri- assisteva all’affermazione dell’evoluzio- narie, si sottolinea il confronto paritetico nismo darwiniano che poneva le basi del tra medicina e veterinaria, basato sul “nu- positivismo e di qualche sua pseudoscien- mero grandissimo di vocaboli comuni”.24 tifica deviazione, come la frenologia, In questo nuovo gruppo di opere giovanili l’antropologia criminale, la fisionomica.17 si può riconoscere un altro prezioso con- Di una tale temperie culturale dovette es- tributo al chiarimento del pensiero scien- sere pervaso non solo Nicola, ma soprat- tifico del Lanzillotti. Infatti, in La medici- tutto il suo più giovane fratello Alessan- na sperimentale e le scuole veterinarie dro che, venuto con lui a Milano quattor- innanzi tutto egli considera “fondatori dicenne nel 1871, avrebbe completato gli della filosofia naturale” Bacone, Leonar- studi veterinari a Bologna nel 1881, per do, Telesio, Della Porta, Bruno, Campa- diventare docente di anatomia a Camerino nella, Vanini contro i “depistatori” quali e, dal 1891, a Milano, oltre che professo- Aristotile, San Tommaso d’Aquino, Gale- re d’anatomia all’Accademia di Brera.18 no e riconosce fondatori della medicina Ecco un primo non casuale intreccio tra moderna Galileo, Borrelli, Bellini, Malpi- arte, scienza medica e veterinaria. ghi, Morgagni, Haller e Guglielmo e Gio- Appena giunto a Milano comunque, il vanni Hunter. Inoltre la sintesi del suo Lanzillotti ha modo di mostrare nei primi programma è già ben rappresentata nella quattro anni milanesi una febbrile attività citazione della dedica tratta dalle Leçons scientifica e editoriale. Nel 1871 pubblica de Pathologie expérimentale di Claude Sulla struttura dei tendini in cui, oltre al Bernard, “En recommandant l’expérimen- Ranvier, Güterbock e Bizzozero, cita “il tation en médicine, on le veut pas substi- mio maestro, professor Paladino, autore tuer la physiologie des laboratoires à la del Trattato di Istologia Generale.19 Del clinique de l’hôpital. On ne propose pas 1872 è il Manuale di Ostetricia che pre- de détrôner l’observation et de recourir senta una dedica significativa (A mia ma- qu’à l’expérimentation. Pour fonder la dre - Dedicando a voi madre impareggia- médecine scientifique l’observation est bile questo povero lavoro non vi do che insuffisante: il faut y ajouter l’expérimen- una piccola prova della gratitudine e del- tation. L’observation clinique ne peut que l’affetto immenso che sento per voi. Co- nous donner l’expression morbide, c’est à munque tenne l’offerta, pure vi varrà co- dire la forme extérieure de maladie e des me conforto di una vita travagliata e dei lois de leur évolution. L’expérimentation molti sacrifici durati pel vostro affettuoso nous fait remonter à la cause même de la e riconoscente figlio) e che fu accolto con maladie, nous en explique des mécani- entusiasmo perché soddisfaceva ad un ve- smes, et nous apprend comment nous 527 pouvons agir rationnellement sur eux».25 blicazioni sul controllo veterinario della Per lo spirito dei tempi ed il progressivo carne nel 1881 e delle antropozoonosi nel affermarsi del positivismo, tale citazione 1891.29 Così infine non è casuale che il sembra più che un programma d’intenti. Lanzillotti, insieme al Pini e al De Cristo- Inoltre, più importante di quel che sembri foris, sia presente nel 1882 tra gli illustri a prima vista è la citata collaborazione firmatari di una lettera di denuncia dello con una figura medica importante come stato igienico de L’Ospitale Maggiore e le quella del livornese Gaetano Pini (1846- case Pie annesse.30 1887), filantropo e cremazionista. Dopo La carriera universitaria del Lanzillotti un’esperienza risorgimentale culminata venne però profondamente influenzata da nella partecipazione a vent’anni alla bat- un secondo evento, essere cioè nominato taglia di Custoza e ad alla sconfitta di Ga- a 33 anni nel 1879 direttore della Regia ribaldi a Mentana nel 1867, il Pini si era Scuola Superiore Veterinaria con l’incari- laureato nel 1868 a Napoli e si era trasfe- co di sovrintendere alle celebrazioni del rito a Milano nel 1870 per ricevere dall’e- primo centenario di tale istituzione. La ditore Vallardi l’incarico della redazione serietà delle ricerche bibliografiche intra- della Enciclopedia Medica Italiana, cui prese e la capacità d’analisi statistica e parteciperanno fin dal primo volume tra pratica del Lanzillotti trasformarono ben gli altri Paladino, Panceri, Tommasi, non- presto la ricorrenza storica in un profondo ché il Lanzillotti.26 Questa sua attività di e coraggioso esame di coscienza che nel- pubblicista, ampliata ulteriormente da l’arco di dieci anni esitò in alcune celebri quella di redattore del Dizionario delle pubblicazioni,31 nelle quali, oltre all’im- Scienze mediche e degli Annali Universali plicito confronto col passato, veniva pre- di Medicina, sarà completata da quella sentato un illuminante “spaccato” dello medico-filantropica: la fondazione dell’I- stato attuale dell’istruzione veterinaria stituto dei Rachitici a Milano, dopo quel- milanese nel 1891. lo di Torino, sorto nel 1875, la costituzio- L’incarico della direzione della Scuola in- ne dal 1876 della Società per la cremazio- vero presupponeva implicitamente un se- ne, legata al Gorini ed all’ideologia mas- condo obbiettivo, la possibilità di riorga- sonica,27 ed infine la fondazione nel 1878 nizzare le strutture della clinica e della della Società Italiana d’Igiene e del suo chirurgia di Milano, occasione che il Lan- quindicinale “Igea”, volta a promuovere zillotti non si lasciò sfuggire, convinto co- la sanità delle classi meno abbienti e la si- m’era della necessità di rinnovamento curezza nel mondo del lavoro, la potabili- non solo della didattica universitaria, ma tà delle acque ed il risanamento dei Navi- soprattutto dell’aggiornamento chirurgico gli a Milano. Non è un caso perciò che - o meglio medico-chirurgico - dei “medi- nel 1879 il Lanzillotti pubblichi per la So- ci veterinari esercenti, giovani e vecchi”. cietà Italiana d’Igiene il testo di una con- Per realizzare meglio questo moderno ferenza dal titolo Conosci te stesso tenuta concetto d’educazione permanente, oltre nell’ambito delle pubblicazioni per “l’i- all’Archivio di medicina veterinaria, egli giene popolare”. L’intento è quello di aveva promosso già nel 1878 l’uscita di “formare lo strato della coltura fisiologi- una nuova rivista da lui diretta denomina- ca, giacché la fisiologia come scienza dei ta La Clinica Veterinaria che doveva fun- fenomeni vitali dell’organismo forma la gere “ non solo come un completatore e base dell’igiene, anzi questa altro non è rinnovatore della cultura teorico-pratica che fisiologia applicata” 28 e le citazioni già formata, ma anche come guida del ve- contro i difensori del “vitto pittagorico” ro indirizzo clinico razionale”.32 sono tratte da Spencer, Haller, Harvey, Nel decennio 1880-1890 tuttavia l’attivi- Tommasi e Longet. Simili intenti igienisti smo del Lanzillotti dovette misurarsi con sono presenti anche in altre due sue pub- una nuova problematica, che finì per cat- 528 turare gradualmente la sua attenzione, gresso nazionale dei docenti e pratici ve- portandola oltre i confini di Milano verso terinari italiani” ove il Lanzillotti, anche orizzonti e impegni nazionali che tocca- in qualità di rappresentante del Ministero vano la società, la politica, la burocrazia. dell’Interno, cerca di far confluire in un Si trattava di due problemi intrecciati, che unico movimento d’opinione anche i col- in quegli anni stavano per essere discussi leghi sostenitori degli interessi privati.35 in parlamento: l’organizzazione di un ser- Gli sforzi del Lanzillotti incontrarono le vizio statale pubblico veterinario e la re- pastoie della crescente burocrazia ammi- golamentazione delle scuole veterinarie. nistrativa e non ebbero che una parziale Quale scenario storico accoglieva il Lan- realizzazione nella legiferazione statale, zillotti alla sua entrata nella politica ita- in quanto la legge Pagliani-Crispi del liana? Era la gracile Italia post-unitaria in 1888, se istituiva la figura nuova del vete- cui non c’era ancora piena consapevolez- rinario provinciale, ignorava l’obbligato- za dell’abolizione di regno borbonico, rietà delle condotte comunali.36 Stato della Chiesa, granducato di Toscana Nei medesimi anni si discuteva anche in e mille altri ducati, in cui si discuteva sul- materia di riorganizzazione delle scuole la capitale e sulla sede del Papato, ed in veterinarie, sul loro numero, sul livello cui la classe dirigente era divisa tra mo- d’istruzione richiesto all’atto della imma- narchici e repubblicani, cattolici e laici.33 tricolazione, sul passaggio o meno delle Durante il governo della sinistra parla- scuole al neonato Ministero della Agricol- mentare (1876-1887), nonostante le spe- tura. Il Lanzillotti venne richiesto di un ranze di un qualche rinnovamento, tutta- parere e anche in tale materia, insieme via il suffragio elettorale era ancora censi- con l’Ercolani e il Brusasco, con lungimi- tario e l’istruzione elementare non ancora ranza sostenne la convenienza di una loro obbligatoria e, mentre il disagio delle riduzione numerica, la presentazione di campagne era documentato dall’inchiesta un titolo di studio per l’iscrizione a tutte Jacini, al contrario era favorito lo svilup- le scuole, la necessità di trasformarle in po industriale di ferrovie e navi così che il facoltà universitarie.37 Il primo punto non modello culturale e politico dominante, fu preso in considerazione. Il secondo eb- suggellato dalla vittoria di Sedan, diven- be una prima normativa col cosiddetto re- tava la Germania bismarkiana. Durante golamento Bonghi (1875) e poi col rego- questo periodo, si vengono stendendo in lamento Boselli (1891) ma senza richie- parlamento le leggi che danno configura- dere nessun diploma. Infine, la terza ri- zione a un servizio veterinario pubblico e chiesta venne subordinata dal ministero al che in particolare prevedono l’istituzione riordino delle università e quindi rinviata delle condotte comunali. Su tale materia di anno in anno, tanto da essere attuata il Lanzillotti aveva espresso il suo netto solo nel 1932.38 parere già nel discorso inaugurale dell’an- Da tali negative esperienze maturò l’unica no accademico 1877-78:34 nella lotta con- svolta nella sua metodica, rettilinea esi- tro le malattie contagiose del bestiame, stenza. Egli si decise a portare direttamen- egli prende posizione per un servizio pub- te la propria voce in parlamento e nel blico, indipendente dai privati o da inte- 1892, proprio quando un altro homo no- ressi locali, addirittura a carico dello stato vus, Giovanni Giolitti, saliva al governo se necessario come ai confini e nei porti accettò una candidatura “liberale” per la di mare, e per un servizio di prevenzione, Camera dei Deputati nel collegio di Trica- che, se presupponeva una corretta diagno- rico, nella sua Basilicata: nei suoi comizi si e cura delle malattie, fosse volto princi- si batté vigorosamente a favore della palmente al controllo dell’igiene pubbli- ”agricoltura industriale”, ma nonostante il ca. Tale moderna concezione sarà ribadita formale appoggio della Federazione Italia- al primo (1879) e secondo (1891) “Con- na Veterinari, non risultò eletto. Una sif- 529 fatta sconfitta, se non gli impediva nel ri e più intimi rapporti fra le Scuole Veteri- 1895 di bollare a fuoco quei “rappresen- narie, l’agricoltura e la polizia sanitaria. tanti ufficiali” che sostenevano “che deve Il veterinario è ricercato e tenuto in gran- l’iniziativa privata provvedere ai bisogni de estimazione come professionista e come molteplici delle malattie contagiose del tecnico, di cui non si discute la competen- bestiame”,39 gli lasciò tanto amaro da farlo za dal primo venuto”.43 ripiegare per i successivi trent’anni su ob- In un breve periodo, in mezzo a non pochi biettivi meno ambiziosi e da far maturare disagi, il Lanzilotti visitò dunque tutte le un mutamento percepibile anche nella di- più importanti scuole d’Europa, ad ecce- rezione de “La Clinica Veterinaria”, da un zione della “Russia, della Spagna, della atteggiamento elitario di gruppo di pres- Danimarca, e della Svezia e Norvegia”. La sione ad uno solidaristico verso i sosteni- descrizione della loro organizzazione non tori dell’agricoltura industrializzata.40 A gli impedisce di tenere d’occhio la questio- conferma di tale mutamento, il Lanzillotti ne veterinaria in Italia, nella quale egli si è nel 1897 si dichiarò favorevole al passag- “molto compromesso” e sulla quale egli gio delle scuole veterinarie sotto il Mini- appone questa conclusione che ha dell’afo- stero dell’Agricoltura “in quanto il Mini- risma: Gl’ideali si adorano, e la realtà del- stero della Pubblica Istruzione, per ven- le cose si accetta e si subisce anche. 44 t’anni, nulla aveva fatto per migliorare l’i- Il secondo punto, cioè il rinnovamento struzione veterinaria nel nostro paese”.41 delle strutture strumentali e edilizie della La somma di lavoro svolta senz’interru- scuola, in particolare della chirurgia, sono zione per quasi 50 anni alla direzione del- dal Lanzillotti meticolosamente descritte la Chirurgia dal Lanzillotti è già ben do- nella pubblicazione del centenario.45 Per cumentata e, poiché in questa sede è ne- la Clinica Chirurgica ad esempio sono ci- cessaria solo una breve esemplificazione, tati “stallini” per 46 cavalli, “le pareti ri- può essere riassunta in quattro punti prin- vestite…di cemento Portland”, la sala cipali, un modello europeo, nuove struttu- chirurgica con un travaglio ed un “grande re chirurgiche e cliniche, una didattica in- materasso per le operazioni, in paglia e tra ed extra moenia, una nuova biblioteca crine, alto più di 30 cent. E della superfi- con servizio bibliotecario. cie di 16 metri quadrati...innalzato fin Il modello europeo è frutto di una missio- quasi sotto in soffitto mediante una grossa ne ufficiale affidata al Lanzillotti da parte carrucola”, gli “irrigatori fissi e mobili del Ministero dell’Istruzione Pubblica per per le soluzioni antisettiche” da 50 o 25 prendere conoscenza dell’ordinamento di- litri, il tavolo “zincato” e concavo “per le dattico ed amministrativo delle più impor- operazioni dei cani”, il “forte riflettore tanti scuole veterinarie d’Europa,42 onde elettrico” provvisto di “cordone lungo più preparare uno schema di regolamento di 12 metri per consentirgli di “essere unico per le scuole italiane. Ma anche portato in qualsiasi punto del salone chi- nella pubblicazione ufficiale per il cente- rurgico e persino della stanza ottica ove nario scrive ...la prima impressione che un viene adoperato talvolta per l’esame of- italiano riceve visitando le scuole veteri- talmoscopico”, il “grande graticcio di le- narie all’estero, è questa, che in generale gno robusto (larice)” che funge da pavi- gli Stati spendono molto per le loro Scuo- mento funzionale nel posto medicazioni, le…il lusso di 7 Scuole come le ha l’Italia la sterilizzatrice a calore secco, il labora- non può essere vantato da nessun impero o torio fotografico, “un cavallino di gesso e repubblica. Un’altra ragione, che, secondo cartapesta con tutti i modelli delle fascia- me, non ha minore importanza delle altre ture contentive protettive di Bourgelat”.46 nell’obbligare lo Stato a tenere le Scuole “L’armamentario - scrive il Lanzillotti - è Veterinarie in una posizione molto elevata, stato straordinariamente arricchito in que- e quindi a spendere molto, sta nei maggio- sti ultimi anni. Esso contiene strumenti di 530 valore storico e quelli di uso moderno. la biblioteca della Scuola.52 L’ideale è di avere la collezione completa Per quanto riguarda il pensiero stretta- di tutti gli strumenti ed apparecchi antichi mente chirurgico, in sintesi si può far rife- e moderni, un vero arsenale da servire per rimento alla maggior opera del Lanzillot- la storia della chirurgia veterinaria”.47 ti, cioè il Trattato di tecnica e terapeutica La grande passione del Lanzillotti fu, terzo generale e speciale,53 pubblicato nel corso punto, il rinnovamento della didattica, che di 22 anni (dal 1889 al 1911) e considera- oggi definiremmo intra ed extra moenia. to “fondamentale“ ancora nel 1936.54 La Per la prima, le degenze permanenti am- sua analitica preparazione clinica e la sua montavano a 650-750 l’anno ed erano di europea cultura bibliografica sono trasfu- poco inferiori a quelle temporanee della se in questa opera in cui, all’impianto si- clinica cosiddetta “consultativa”. Tutti gli stematico ed alla pretesa di esaustività del interventi effettuati erano registrati e som- sapere di stampo positivistico, si sposa in- mati a fine anno. Per la seconda, già nel credibilmente una mediterranea passiona- 1876,48 egli aveva proposto nel tentativo di lità scientifica che si esprime principal- sopperire alla “deficienza dell’istruzione mente nel campo della didattica, nell’e- pratica” dei giovani veterinari “ che non sposizione e trasmissione del sapere. Con hanno mai veduto bovini e che sono buoni la presente opera - scrive infatti nella pre- a curare soltanto dei cavalli”,49 l’introduzio- fazione del 1889- io mi sono prefisso un ne nella didattica di visite o “gite” per l’os- duplice scopo: dare agli studenti ed ai ve- servazione, cura e piccoli interventi su bo- terinari pratici una guida esatta per lo vini e suini da effettuarsi gratuitamente in studio, e raccogliere nello stesso tempo, campagna (nel basso Milanese e Lodigia- come in un arsenale, tutto ciò che si rife- no) da parte di un professore e pochi stu- risce alla Tecnica e Terapia chirurgica denti dell’ultimo anno di corso “dietro ri- veterinaria sotto il rapporto storico-criti- chiesta dei proprietari o dei veterinari pra- co”.55 “Pel primo scopo – aggiunge – tutti tici”.50 Modello per tale proposta gli viene i miei sforzi sono stati diretti in modo che dalle “scuole veterinarie estere che si tro- l’esposizione riescisse sempre chiara, vano quasi nelle medesime condizioni del- esatta... Non ho mai perduto di vista l’i- le nostre”. Tale integrazione didattica verrà dea che chi legge deve poter imparare giudicata tanto utile da essere praticata dai con facilità, senza bisogno di andare alla suoi successori fino ai giorni nostri. ricerca del metodo, dei processi, dell’opi- Il quarto ed ultimo obbiettivo dell’attività nione dell’autore in mezzo ad un’accoz- frenetica del Lanzillotti fu la fonte dell’ag- zaglia informe di lungaggini più o meno giornamento culturale della maggior parte inutili, di divagazioni e di scioccherie, e di studenti e veterinari, cioè la biblioteca senza essere costretto a buttare via il li- della Scuola. Nel 1891 poteva essa contare bro collo sconforto di aver letto inutil- sull’imponente numero di 5129 volumi co- mente un capitolo senza aver potuto farsi stituenti 2253 opere.51 Quando nel 1879 il un concetto intorno a ciò che voleva im- Lanzillotti ne prende la direzione, la rinno- parare. Nell’esposizione mi sono attenuto va radicalmente riordinandola per materie, perciò sempre strettamente all’argomen- ampliando la collezione dei giornali veteri- to, ed ho cercato di essere in ogni caso nari e medici fino a ben 49 (10 italiani, 13 preciso ed assoluto. Ci tengo a far rileva- francesi, 22 tedeschi, 3 inglesi o americani, re questa caratteristica, perché ho la con- 1 danese) ed acquistando opere antiche e vinzione, che il mio libro, pur trattando la rare. Non a caso la sezione più corposa è materia in modo completo, non cessa di quella della materia chirurgica con 348 vo- essere, come io volevo che fosse, una gui- lumi per 258 opere. Il suo riordino culmina da elementare, un libro didattico”.56 con l’incarico al segretario Oreste Pupilli e Da tali proponimenti scaturì un testo chi- la pubblicazione nel 1908 del catalogo del- rurgico italiano che per la prima volta si- 531 stematizzava la medicina operatoria e la demia di Belle Arti; che Alessandro era chirurgia operativa e che era finalmente succeduto all’illustre Gaetano Strambio, all’altezza dei migliori trattati europei, te- “su proposta di lui e dell’intero Consiglio deschi compresi. Il Lanzillotti ebbe inol- Accademico”, nell’insegnamento dell’ana- tre la sensibilità tipografica di curare par- tomia artistica; e che infine egli era in pro- ticolarmente l’apparato iconografico, pro- cinto, “dopo torti ed ingiustizie” e tre anni fittando in maniera ancora una volta pio- di attesa, di partecipare al concorso per nieristica del “sistema molto economico” straordinario alla Cattedra di Anatomia della zincotipia, grazie a cui si poté avva- presso la Scuola Superiore Veterinaria di lere di illustrazioni e disegni apposita- Milano: “la sua grande sventura fu di tro- mente effettuati o approntati. L’attuazione varsi in una Scuola in cui il fratello, Diret- di tali intendimenti non riuscì ad opporsi tore, doveva essere indifferente e non pote- ovviamente al tumultuoso aggiornarsi va perorare la sua causa”.59 Ecco dunque della scienza di quei tempi, così come la un nuovo intreccio culturale di arte, scien- “parte storico-critico-curiosa” che oggi si za medica e veterinaria che può far luce legge volentieri, finì, come lo stesso auto- sulla personalità di Nicola, anche se alla fi- re temeva, per infarcire un poco il testo. Il ne degli anni Novanta, a quasi trent’anni vasto materiale riguardante operazioni su dal suo arrivo a Milano, i tempi erano solipedi, bovini, talora su cani, suini, ovi- cambiati ed ora dominava la letteratura ve- ni, ad esempio, è organizzato per ogni rista, impegnata a “fotografare” imperso- tecnica operatoria in minuziosa descrizio- nalmente realtà e condizioni delle nuove ne della strumentazione necessaria, del emergenti classi sociali. Alessandro Lanzi- posizionamento dell’animale, di quello lotti-Buonsanti (1857-1897), oltre ad innu- dell’operatore, degli atti operatori e del merevoli scritti d’attualità e politica veteri- trattamento consecutivo. Per un anestesi- naria in quanto redattore del settimanale sta curioso sembra infine non tanto il suo La clinica veterinaria, risulta autore di una atteggiamento nei riguardi dell’anestesia ventina di piccole monografie d’argomen- che, nonostante i progressi comprensibil- to veterinario,60 pubblicate perlopiù a Mila- mente faticosi compiuti nei suoi primi no (una a Firenze ed una a Reggio Emilia) cinquant’anni, “non ostante i perfeziona- tra il 1880 ed il 1897, di una monografia di menti della tecnica, non è divenuta e non argomento artistico,61 oltre che di una tra- diverrà mai molto comune nella pratica duzione del Compendio di anatomia com- veterinaria”,57 quanto le motivazioni prati- parata degli animali domestici di Luigi che di tale giudizio; “perché a) rappresen- Frank nel 1885,62 ed in collaborazione col ta in generale un pericolo per l’animale..; fratello Nicola di un Manuale del veterina- b) non sempre si può avere a disposizione rio pratico nel 1893.63 un collega incaricato esclusivamente del- Degli altri due protagonisti possibili del- l’anestesia; c) si perderebbe molto tempo l’intreccio, controversa, ma meno legata di per l’operazione”.58 quanto si creda al fratello Arrigo e quindi Nonostante i ricordati concreti e crescenti alla scapigliatura, è la figura di Camillo risultati, un avvenimento che in questi anni Boito (1836-1914) architetto, decoratore, viene sicuramente a turbare il Lanzillotti e ma anche scrittore (autore tra l’altro della contribuisce al ripiegamento su se stesso novella Senso). Chiamato ad insegnare ar- cui è stato accennato, è la morte improvvi- chitettura all’Accademia di Brera nel 1860 sa, a quarant’anni, del fratello Alessandro, e presente in tutte le commissioni dei più avvenuta nell’estate del 1897. Dal necrolo- importanti concorsi d’architettura del tem- gio si ha notizia che, ai funerali civili se- po, praticò la rivalutazione di uno “stile guiti da cremazione, Alessandro Lanzillotti nazionale del medio evo”, risorgimentale era stato commemorato tra gli altri da Ca- contro il classicismo ritenuto antirisorgi- millo Boito, presidente della Reale Acca- mentale ed avvallò i radicali sventramenti 532 dell’Italia post-unitaria.64 Il fatto che l’in- fratello fino al 1921, anno del suo pensio- tero consiglio dell’Accademia di Brera, ivi namento, si concentrò perciò, oltre che compreso il direttore, avesse affidato l’in- sul completamento del “Trattato di tecni- segnamento dell’anatomia artistica ad un ca chirurgica”, sulla valorizzazione di al- professore veterinario fu certamente segno lievi e collaboratori (Baldoni, laureato nel nell’ambito milanese di inconsueta ed ele- 1891, Bernardini nel 1898, Rivabella nel vata considerazione. Di due generazioni 1902), sulle polemiche sulla “questione più anziano, rispetto ad Alessandro Lan- veterinaria” riportate nella sua rivista e su zillotti, è la figura del medico Gaetano temi per lui non nuovi, ma non chirurgici, Strambio (1820-1905), qui già ricordato come la legislazione sanitaria, il controllo quale amico e coetaneo di Paolo Gorini. delle malattie infettive ed infestive degli Completati gli studi all’Università di Pa- animali domestici, l’ispezione degli ali- via nel 1845, è nominato dal Governo menti d’origine animale. A questo propo- provvisorio nel 1848 medico dell’ospeda- sito, un episodio pare indispensabile per le militare S. Ambrogio a Milano, e, dive- completare la descrizione della personali- nuto direttore nello stesso anno della Gaz- tà del Lanzillotti ed in particolare dell’in- zetta medica lombarda succedendo ad teresse per la polizia veterinaria del suo Agostino Bertani, promuove la fondazione ultimo periodo. Nel 1910 compare su La di un’associazione medica lombarda e di Clinica veterinaria a fascicoli, sotto la ru- una federazione della stampa medica ita- brica Questioni di attualità il suo reso- liana, sempre osteggiato dagli austriaci. conto del “processo della morva a Vigeva- Dopo l’unità e la nomina nel 1862 alla no”.69 Si tratta di un’infezione mocciosa, cattedra di anatomia artistica della Acca- causata dall’abbeverata promiscua e quin- demia di Brera supportata con la pubblica- di dal mancato isolamento dei quadrupedi zione di un Trattato,65 si dedica in qualità infetti in un reggimento d’artiglieria;la di consigliere provinciale a temi filantro- mancanza di misure adeguate, correlata pici sociali sanitari, promuovendo una alla morte sospetta di un soldato, aveva compagna in favore delle misure di igiene suscitato, da parte di un giornale locale e nel 1878, scrivendo sul contagio del cole- del veterinario direttore del pubblico ma- ra a Milano nel 1884, e promuovendo un cello, l’accusa al colonnello marchese asilo per giovani pellagrosi.66 Nicola Lan- Clavarino di non aver fatto le regolari de- zillotti non solo conosceva bene Strambio, nunce. In risposta a tali critiche il colon- ma anzi lo definisce “nestore della medici- nello intentò loro un processo per diffa- na e della stampa medica a Milano”, in mazione. Il Lanzillotti convocato in quali- una pubblicazione del 1889, quando, lui tà di perito, si schiera due volte dalla par- veterinario, in qualità di relatore dell’uffi- te della scienza e considera esemplare ta- cio di presidenza del comitato medico mi- le vicenda, da una parte per dimostrare lanese ed appoggiato dallo stesso Stram- che “all’elemento tecnico veterinario non bio, propone di separare l’associazione si dà ancora nel nostro esercito tutta l’im- medica lombarda dall’associazione medi- portanza che esso deve realmente avere” e ca italiana fondata nel 1862.67 Non a caso dall’altra perché “al processo si è voluto nel 1895, quando sono celebrate le ono- dare un colore politico, perché gli appunti ranze per il cinquantenario della laurea di fatti al Comandante del VI Reggimento Strambio,68 la triade della commissione in- artiglieria e considerati come diffamatori caricata dei festeggiamenti e scelta tra me- provenivano da un veterinario e da un dici, chirurghi, veterinari, farmacisti e giornale socialista. È stato a parer mio un dentisti, è composta da Nicola Lanzillotti- errore. Bisognava considerare la questio- Buonsanti, Luigi Mangiagalli, e Malachia ne sotto il punto di vista prettamente tec- De Cristoforis, che pronuncerà il discorso. nico ed obbiettivo come realmente essa si L’impegno del Lanzillotti, dalla morte del presentava e come è davvero, e come l’- 533 hanno considerato i periti”. Con i ritmi Veterinario Italiano 1934-1935, Confe- quasi di un feuilleton ma con la scansione derazione Fascista dei Professionisti e di un articolo scientifico (Origine del pro- degli Artisti, Roma, Sallustiana, 263, cesso, In dibattimento, Interrogatorio de- 1935; G. VECCHI-FINZI, Il centocinquan- gli imputati e del querelante, Testi di ac- tesimo anniversario della Facoltà di Me- cusa, Testi di difesa, Le perizie, Gli avvo- dicina Veterinaria della Reale Università cati ed il Pubblico Ministero, La degli Studi di Milano, Profilassi 14, 6, sentenza) il Lanzillotti riferisce prima co- 169, 1941; L. BELLONI, Discorso cele- me egli abbia confermato la mancata ot- brativo del 175° anniversario della temperanza delle prescrizioni di polizia Scuola oggi Facoltà di medicina Veteri- sanitaria da parte del comando militare e naria in Milano, Milano, Università de- poi come, nonostante il suo parere, il di- gli Studi di Milano, 1966; B. COZZI, Il rettore del pubblico macello ed il diretto- museo di anatomia degli animali dome- re del giornale siano stati condannati per stici di Milano, Obiettivi veterinari, 9, diffamazione a 10 e 11 mesi di reclusio- 10, 38, 1988; Duecento anni di sanità ne. Nel 1921 lasciato l’insegnamento, si animale a Milano: il Bicentenario della trasferì presso il figlio Nicola a Bergamo, Facoltà di Medicina Veterinaria dell’U- ove morì dando disposizione di non pro- niversità di Milano, Obiettivi veterinari, nunciare discorsi dinnanzi alla sua salma. 11, 9, 30, 1988 e 11, 10, 27, 1988; G. In conclusione, anche se questa ricerca si MANDELLI, A. LAURIA, B. COZZI, La è avvalsa solo di fonti provenienti dalle Scuola veterinaria di Milano. Due secoli pubblicazioni e che nuove acquisizioni di ordinamenti e statuti, 1781-1991,Si- potranno venire dal rinvenimento di fonti piel, Milano, 1992; G. ARMOCIDA,B. private o dal riordino dell’archivio della COZZI, La medicina degli animali a Mi- Scuola presente nella Facoltà di Medicina lano. I duecento anni della Scuola mila- Veterinaria di Milano,70 sembra di poter nese, Sipiel, Milano, 1992. riassumere che, oltre a qualche aspetto 2 Su Nicola Lanzillotti-Buonsanti si può storico che potrà essere valorizzato o in- consultare: P. BALDONI, Onoranze al prof. dagato in futuro, la figura di Nicola Lan- Lanzillotti, La Clinica Veterinaria, 29, 110- zillotti-Buonsanti acquisti nuova luce nel- 120, 1906; D. BERNARDINI, Prof. Nicola la prospettiva storica proposta, quale chi- Lanzillotti-Buonsanti, La Clinica Veterina- rurgo che seppe raggiungere assolute vet- ria, 47, 195, 1924; ANONIMO, Nicola Lan- te organizzative e politiche, e quale vete- zillotti-Buonsanti, La Basilicata nel mon- rinario che ottenne tanta considerazione do, 1924-1927; P. GHISLENI, L’opera scien- da venir cooptato nel gruppo dirigente tifica e didattica del Prof. Nicola Lanzillot- della medicina lombarda. ti-Buonsanti, Il nuovo Ercolani, 40, 305, 1935; ANONIMO, Nicola Lanzillotti-Buon- santi, in Annuario Veterinario Italiano, op. NOTE cit., p. 476-483; G. BALLARINI, La Veteri- naria pubblica nel pensiero di un insigne 1 Sulla scuola veterinaria di Milano, oltre lucano: Nicola Lanzillotti, Il Nuovo Pro- le citazioni nel testo, vedi: G. CANZIANI, gresso veterinario, 37, 1107-1119, 1982; Cenni storici sull’arte veterinaria, Il Po- La direzione di Nicola Lanzillotti-Buon- litecnico, 5, 193, 1842; A. AMORTH, Sag- santi, in G. ARMOCIDA, B. COZZI, La me- gio storico e letterario sull’origine e i dicina degli animali a Milano. I duecento progressi della Medicina degli Animali, anni della Scuola milanese, Sipiel, Mila- Milano, Ronchetti, 1850; A.C. BRUNI, Il no, 1992, pp. 107-114. Un elenco delle Reale Istituto Superiore di Medicina Ve- opere del Lanzillotti è contenuto in ANO- terinaria di Milano, Rivista mensile del NIMO, Annuario Veterinario Italiano, op. Comune, 7, 1, 1927; ANONIMO, Annuario cit., p. 481. 534 3 V. C HIODI, Storia della Veterinaria. II nismo attaccato da una commissione ac- ed., Milano, Edagricole, 1981, p. 396. cademica e difeso da Paolo Gorini, Wil- 4 Non mi è stato possibile stabilire l’anno mant, Lodi, 1853; Sull’origine dei vulca- dell’assunzione della direzione della Cli- ni, Wilmanr, 1871; Autobiografia, Dossi- nica Chirurgica a Milano da parte del Perelli-Levi, Roma, 1881. Sul riordino Lanzillotti. L’unico riferimento bibliogra- della sua eredità scientifica vedi A.FORTI- fico, riferentesi al 1872, è in: ANONIMO, MESSINA, Malachia De Cristoforis: un La Basilicata, op. cit., p. 1. medico democratico nell’Italia liberale, 5 L’informazione viene da un condiscepo- FrancoAngeli, Milano, 2003, pp. 92-94. lo del Lanzillotti, il dr. Ignazio D’Ales- 16 Sull’amicizia e l’ammirazione di Carlo sandro, ex direttore del pubblico macello Dossi per Paolo Gorini vedi C.A. PISANI di Benevento, in: ANONIMO, Annuario Ve- DOSSI, Note azzurre, Adelphi, Milano, terinario Italiano 1934-1935, op.cit., p. 19882, in particolare “ Gorini – Era sem- 477. pre sprovvisto di abiti perché dava tutto 6 Il riferimento è tratto da N. LANZILLOTTI- per carità: oggi i preti lo combattono col- BUONSANTI, Giovanni Paladino, La Clini- lo sciocco pretesto ch’egli fosse “masso- ca Veterinaria, 20, 38, 445-475, 1917. ne” mentre non lo era. Gorini invece fu 7 ANONIMO, Annuario Veterinario Italiano sempre in buoni rapporti con moltissimi 1934-1935, op.cit., p. 477. sacerdoti, specialmente Anelli e Vigna- 8 Vedi i necrologi ed in particolare P. BAL- ti…” Ibidem, p. 842. DONI, Onoranze… cit., p.111. Non mi è 17 Vedi negli atti di questo congresso: A. stato possibile consultare le opere scritte CARLI,B. COZZI, Anatomia comparata, a Napoli. antropologia criminale e arte ai tempi 9 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sulla tra- della scapigliatura lombarda, Atti del IV sformazione delle forze naturali, Napoli, Congresso di Storia della Medicina Vete- “Il nuovo Pensiero”, 1869. L’estratto è la rinaria, Grugliasco,2004, in stampa. prima opera rilegato nel volume N. LAN- 18 Sulla figura di Alessandro Lanzillotti- ZILLOTTI-BUONSANTI, Pubblicazioni diver- Buonsanti, oltre ai futuri rimandi di que- se. Vol.I (1869-91), Milano, 1891. sto articolo, si veda: A cavallo tra due se- 10 Si tratta di H. HELMHOLTZ, Über der coli. Il regolamento Boselli, in G. ARMO- Wechselwirkungen der Naturkräfte,Koe- CIDA, B. COZZI, La medicina….cit., pp. nisberg, 1854 e di A. LAUGEL, Les problè- 117. mes de la Nature, Paris, 1864. Per il pe- 19 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sulla strut- riodo napoletano vedi anche: A. CECIO, tura dei tendini, Ronchi, Milano, 1871. Due secoli di medicina veterinaria a Na- 20 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Manuale poli (1798-1998), Fridericiana Ed.Univ, di Ostetricia, Vietti, Milano, 1872. Napoli, 2003. 21 G. PALADINO, Trattato di Istologia spe- 11 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sulla tra- ciale preceduto dal Manuale di tecnica sformazione….cit., p. 72. microscopica del prof. Frey tradotto sul- 12 Ibidem, p. 73. l’ultima edizione tedesca dal prof. N.Lan- 13 G. CARNAZZI, Da Rovani ai perduti: zillotti-Buonsanti, Pasquale, Napoli 1873. giornalismo e critica nella Scapigliatura, 22 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La medici- Ed. Univ., Milano, 1992. na sperimentale e le scuole veterinarie. 14 L. BELLONI, La medicina a Milano dal Apertura dell’anno scolastico 1873-74 settecento al 1915, in: Storia di Milano, della Regia Scuola Superiore di Medicina Fondazione Treccani degli Alfieri, 1962, Veterinaria di Milano, Zanaboni, Milano, vol. XVI, pp. 934-1028. 1873. 15 Paolo Gorini fu autore di: Sull’origine 23 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Trattato di delle montagne e dei vulcani: studio spe- patologia e terapia chirurgica generale e rimentale, Wilmant, Lodi, 1851; Il plato- speciale degli animali domestici sviluppa- 535 to secondo i recenti progressi della fisio- Medicina di Milano nel suo primo centen- logia e dell’anatomia patologica. Volume nio (1791-1891): storia documentata, primo Patologia e terapia chirurgica ge- pubblicata in occasione delle feste pel nerale, Vallardi, Milano, 1873. centenario nel settembre 1891, Agnelli, 24 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI,G. PINI, Milano,1891; N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Dizionario dei termini antichi e moderni La medicina veterinaria all’estero: orga- delle scienze mediche veterinarie com- nizzazione dell’insegnamento e del servi- prendente l’etimologia greca e latina, la zio sanitario. Agnelli, Milano, 1891. traduzione francese, spagnuola, inglese e 32 La Clinica Veterinaria, 1, 3, 1878. tedesca, la sinonimia scientifica e 33 Illuminante può risultare a tal proposito volgare, Vallardi, Milano, 1875. un passo del Dossi: “La sinistra monar- 25 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La medici- chica attualmente al potere (1876-1881) è na sperimentale op.cit., p.17. un partito quasi illetterato. Né Cairoli, né 26 Enciclopedia Medica Italiana, diretta Depretis, né Crispi, né Zanardelli, né Ni- per le singole specialità dai professori Al- cotera lasciano alcun libro nel quale il berini, Vallardi, Milano, 1878-1884. Su pubblico possa leggere come la pensi- Gaetano Pini vedi anche L. BELLONI, La no…Al contrario la destra ha tutta una medicina…cit. p. 1013. letteratura, Minghetti, Mariani, Borghi, 27 Di Gaetano Pini nel fondo Lanzillotti Luzzati, Correnti….come l’ha la Sinistra della biblioteca centrale della Facoltà di repubblicana – Bovio, Saffi, Gabriele Ro- Medicina veterinaria di Milano, oltre al sa, Bertani, Carduccci, Gorini, ecc.” C. Dizionario, risultano presenti: Una que- DOSSI, cit. , p. 618. stione di igiene pedagogica, Sonzogno, 34 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La questio- Milano, 1879; Pro Aqua, Civelli, 1881, ne della medicina veterinaria in Italia, Milano; [in coll. con Agostino Bertani] Discorso inaugurale degli studi nella R. Esposizione Universale del 1878 in Pari- Scuola Superiore di Medicina Veterinaria gi. Classe XIV. Medicina Igiene ed assi- di Milano per l’anno scolastico 1877- stenza pubblica, Botta, Roma 1881. 1878, Agnelli, Milano, 1877. 28 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Conosci te 35 A. VEGGETTI,N. MAESTRINI, L’opera stesso. Schizzi fisiologici sulle funzioni dei congressi nazionali dei veterinari in nutritive, Società Italiana d’Igiene, Son- ordine alle proposte di legge sulla sanità zogno, Milano, 1879. pubblica e alla applicazione delle norme 29 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Della salu- della legge 22 dicembre 1888, in AA.VV., brità e dell’ispezione sanitaria delle carni Convegno sulla storia della medicina ve- da macello 1881 (estratto dal Giornale del- terinaria, Reggio Emilia, 18-19 ottobre, la Società Italiana d’Igiene), Civelli, Mila- 1990, p. 125. no, 1881; N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La 36 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sull’organiz- difesa delle malattie trasmissibili dagli zazione del servizio veterinario in Italia. animali all’uomo (estratto da La vita, pe- Lettera al prof. Giovanni Generali, La Clini- riodico popolare della Società bresciana ca veterinaria, 3-4, 3-21,1880-1881.Vedi an- d’Igiene), Brescia, 1891. che: La questione veterinaria negli anni del- 30 ’Ospitale Maggiore e le case Pie annes- la legge Pagliani-Crispi, in G. ARMOCIDA, se. Relazione al Consiglio Provinciale di B. COZZI, La medicina… cit., pp. 97-105. Sanità di Milano, Milano 1882, citato in 37 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sul proget- A. FORTI-MESSINA, Malachia De Cristo- to ministeriale dell’annessione delle foris…cit,. pp. 99. Scuole veterinarie all’Università, La Cli- 31 Reale Scuola Superiore di Medicina Ve- nica veterinaria, 10, 8-9, 23, 1887. Vedi terinaria di Milano. Storia e ordinamento, anche: La scuola negli anni del regola- Agnelli, Milano, 1884; N. LANZILLOTTI- mento Bonghi, in G. ARMOCIDA, B. COZZI, BUONSANTI, La Reale Scuola superiore di La medicina… cit., pp. 91-95. 536 38 Per una disamina del pensiero del Lan- Vol.I, , p. xxxi. zillotti sulla veterinaria pubblica e per la 56 Ibidem, pp. xxxi-xxxii. sua scelta a favore di pubblico-prevenzio- 57 Ibidem, p. 157. ne-igiene-sanità vedi G.BALLARINI, La Ve- 58 Ibidem, p. 157. terinaria pubblica… cit., pp. 11-19. 59 G.B. CARADONNA, Alessandro Lanzil- 39 La Clinica Veterinaria, 18, 209, 1895. lotti-Buonsanti (necrologio), La Clinica 40 L. BELLANI, Il vecchio e il nuovo nella Veterinaria, XX, 1987, 38, 445-450. questione veterinaria nei cento anni de 60 Delle diciannove monografie veterinarie “La Clinica Veterinaria”1878-1978,La citate dal Caradonna, nel fondo Lanzillotti Clinica Veterinaria, 100, 916, 1978. della Facoltà di Medicina Veterinaria di 41 S. PALTRINIERI, La medicina veterinaria Milano risultano presenti: L’anatomia ve- in Italia dal XVIII al XX secolo (dalla terinaria e Carlo Ruini in rapporto allo fondazione delle scuole alle odierne Fa- sviluppo della medicina degli animali do- coltà Universitarie), Milano-Varese, Ci- mestici: prolusione, P. Agnelli, Milano, salpino, 1947, p. 73. 1884; Contribuzione allo studio delle cir- 42 Relazione su alcuni punti più importan- convoluzioni cerebrali del cavallo, P. ti della medicina veterinaria all’estero Agnelli, Milano, 1884; L’indirizzo e il me- Roma, 1890, in: N. LANZILLOTTI-BUON- todo nell’insegnamento della anatomia SANTI, Pubblicazioni diverse. Vol.I (1869- veterinaria: discorso inaugurale degli stu- 91), Milano, 1891. di per l’anno scolastico 1886-87 pronun- 43 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La medici- ziato il giorno 15 novembre 1886 nella li- na veterinaria, cit., pp. 3-4. bera università di Camerino, P. Agnelli, 44 Ibidem, p. 7. Milano, 1886; Contribuzioni all’anatomia 45 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La Reale degli animali domestici. P. Agnelli, Mila- Scuola…cit., pp. 253-257. no, 1890; L’insegnamento di esteriore e 46 Ibidem, pp. 255-256. l’istituzione della cattedra di scienza ippi- 47 Ibidem, p. 222. ca nelle scuole veterinarie francesi, P. 48 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sulla istitu- Agnelli, Milano, 1890; Contributo alla zione di una clinica ambulante per gli ani- conoscenza delle glandole carpiche del mali bovini e suini nella R Scuola Superiore maiale. P. Agnelli, Milano, 1897; Ricerche di Medicina Veterinaria di Milano. Archi- intorno alla morfologia del muscolo vio di Medicina Veterinaria, 1, 1-31, 1876. estensore anteriore delle falangi nel ca- 49 Ibidem, p. 10. vallo. Tip. Fiorentina, Firenze, 1897; Ri- 50 Ibidem, p. 25. cerche sul peso del corpo e dei suoi prin- 51 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, La Reale cipali organi nel cane, secondo il sesso, Scuola…cit., p. 222. l’eta, l’altezza, la lunghezza e la razza, P. 52 A cavallo tra due secoli. Il regolamento Agnelli, Milano, 1897; Saggio di anato- Boselli, in G. ARMOCIDA, B. COZZI, La mia topografica del cavallo, Tip.Artigia- Scuola…cit., pp. 115-118. nelli, Reggio Emilia, 1897. Non citati nel- 53 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Trattato di l’elenco del Caradonna risultano inoltre: tecnica e terapeutica chirurgica generale L’uso della legatura elastica in chirurgia e speciale degli animali domestici ad uso veterinaria: rivista sintetica, P. Agnelli, degli studenti e dei veterinari pratici. Vol. Milano, 1880; Prospetto dei muscoli del I, Milano, Bocca, 1889; Vol. II, Milano cavallo secondo le regioni comprendente Bocca 1897; Vol. III, Como, Tip. Coope- la sinonimia latina, francese e tedesca, P. rativa Comense, 1911. Agnelli, Milano, 1884; Programma del- 54 P. G HISLENI, L’opera scientifica…cit.,p. l’insegnamento di anatomia descrittiva 305. impartito nella R. scuola superiore di me- 55 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Trattato di dicina veterinaria di Milano, Tip.Artigia- tecnica e terapeutica chirurgica op. cit., nelli, Reggio Emilia, 1897. 537 61 A. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Il pensiero naugurazione dell’asilo di giovani pella- anatomico di Leonardo da Vinci in rappor- grosi della Provincia di Milano in Inzago. to all’arte, Manini-Wiget, Milano, 1897. Rechiedei, Milano, 1890; Onoranze al 62 Compendio di anatomia comparata degli prof. comm. dr. Gaetano Strambio presi- animali domestici ad uso degl’istituti agra- dente dell’Ordine dei sanitari nel cin- ri, delle scuole veterinarie e per proprio quantenario della sua laurea (1 febbraio uso del fu dr. Luigi Frank, Prima versione 1845-1895). Pagnoni, Milano, 1895; Alla dal tedesco del Dr. Alessandro Lanzillotti- memoria di Gaetano Strambio. 3 novem- Buonsanti, Dumolard, Milano, 1885. bre 1820-9 marzo 1905. Lanzani, Milano, 63 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, A. LANZIL- 1905. LOTTI-BUONSANTI, Manuale del veterina- 67 N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Sulla sepa- rio pratico: repertorio tascabile pei biso- razione del comitato medico milanese gni dell’esercizio quotidiano, Dumolard, dall’associazione medica italiana e sulla Milano, 1893. sua trasformazione in associazione medi- 64 C. DE SETA, Il secolo della borghesia, ca lombarda (estratto dalla Gazzetta me- Torino, UTET, 1999. dica Lombarda), Rechiedei, Milano, 1889 65 G. STRAMBIO, Trattato elementare di in: N. LANZILLOTTI-BUONSANTI, Pubblica- anatomia descrittiva e preparazioni ana- zioni diverse. Vol. I (1869-91), Milano, tomiche, Vallardi, Milano, 1865. Su Gae- 1891. tano Strambio vedi anche L. BELLONI, La 68 Onoranze al comm. Dr. Gaetano Stram- medicina…cit. p. 959 e passim. bio, op cit, pag. 5. 66 Nel fondo Lanzillotti della Biblioteca 69 N.LANZILLOTTI-BUONSANTI, Il processo centrale della Facoltà di medicina Veteri- della morva a Vigevano, La Clinica Vete- naria, di Gaetano Strambio sono presenti: rinaria, 33, 2, 17, 1910. Galvano-ago-puntura dei vasi sanguigni 70 S. TWARDZIK, L’archivio della R. Scuola per curare gli aneurismi e le varici: studj Superiore di Medicina Veterinaria di Mi- storico-critici, Giuseppe Chiusi, Milano, lano (1808-1932), Atti del IV Congresso 1847; Cronaca del cholera indiano nel di Storia della Medicina Veterinaria, Gru- 1884, Rechiedei, Milano, 1884; Per l’i- gliasco, 2004, in stampa.

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HISTORY OF VETERINARY CAUTERIZATION WILLEM SELEN

SUMMARY Cauterization is one of the oldest means of treatment in the world: by glowing iron rods local 3rd degree burning marks are made in the skin. The site of applications vary for different dis- eases. Generally the location is anatomically related to the sites of the illness. The Arab Medi- cine has influenced the European Medicine in the Medieval times and cauterization became an important tool in the treatment of mankind and animals. Nowadays cauterization is still practiced in folk medicine all over the world. During my 12 years of employment in the kingdom of Saudi Arabia and traveling to many Arab countries, I came in touch with cauterized patients, animals (horses, camels, goats) and their healers. Since 1989, I built up an extensive collection of world literature of human and veterinary cauterization. I will present my findings on reviewing the literature related to the veterinary cauterization, I will discuss the disadvantages, complications the theory behind cauterization.

RIASSUNTO

STORIA DELLA CAUTERIZZAZIONE VETERINARIA La cauterizzazione è uno dei metodi di trattamento più vecchi nel mondo; con una bacchetta metallica rovente bruciature locali di terzo grado sono provocate sulla cute. La sede di appli- cazione varia per le differenti malattie. Generalmente la localizzazione anatomica è correlata alla sede della malattia. Nel Medioevo la medicina araba ha influenzato la medicina europea e la cauterizzazione è diventata un importante strumento nel trattamento del genere umano e degli animali. Oggigiorno la cauterizzazione è ancora praticata nella medicina popolare in tutto il mondo. Durante i miei 12 anni di attività nell’Arabia Saudita e viaggiando in molti paesi arabi, sono entrato in contatto con pazienti cauterizzati (cavalli, cammelli, capre) e con i loro guaritori. Dal 1989 ho raccolto una cospicua collezione di letteratura mondiale sulla cauterizzazione umana e veterinaria. Presenterò le mie conclusioni passando in rassegna la letteratura relativa alla cauteriz- zazione veterinaria, discutendone gli svantaggi, le complicazioni e la teoria alla base della cauterizzazione.

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HISTORY OF VETERINARY MEDICINE IN BRAZIL MILTON THIAGO DE MELLO

RIASSUNTO STORIA DELLA MEDICINA VETERINARIA IN BRASILE Le istituzioni brasiliane sono relativamente recenti se confrontate con quelle europee. Ad esempio, all’epoca della scoperta del Brasile da parte dei navigatori portoghesi, l’Università di Torino era già stata creata da 100 anni. I primi colonizzatori portarono con se i loro ani- mali domestici, soprattutto bovini e cavalli, e le loro malattie. All’inizio del XX secolo l’alle- vamento del bovino in Brasile era ben sviluppato nelle regioni del sud. Nel corso della I Guerra mondiale (1914-1918) il Brasile diventò un grande esportatore di carne fresca e con- servata. Le prime scuole veterinarie in Brasile furono fondate tra il 1910 ed il 1912. I primi veterinari furono laureati nel 1917. Tre anni dopo fu creata la Società brasiliana di medicina veterinaria (9 giugno 1920) ed il suo primo impegno fu il primo congresso brasiliano di medi- cina veterinaria (Rio de Janeiro, 1922). Si può affermare che la storia della medicina veteri- naria in Brasile si divide in due parti: prima e dopo la costituzione della Società di medicina veterinaria. Trenta congressi sono stati organizzati dalla Società durante i suoi 84 anni. Re- centemente, sono stati pubblicati due volumi sulla storia della Società (2001) e sui suoi con- gressi (2003). La professione veterinaria in Brasile è passata dalla clinica degli animali da reddito, la produzione zootecnica e l’igiene degli alimenti ad un grande numero di specializ- zazioni, Società e riviste. Tutto ciò è supportato da 70.000 medici veterinari che si sono lau- reati in una delle 110 scuole esistenti. È una delle ragioni per le quali il Brasile detiene il maggior numero di capi bovini commercializzati nel mondo (circa 180.000.000) e mantiene la propria leadership nell’esportazione della carne e del pollame.

The 35th International Congress on the Agriculture and cattle owners to treat dis- History of Veterinary Medicine 2004 and eases of cattle and horses. 4th Italian National Congress on the Histo- In the first years of 20th Century the cattle ry of Veterinary Medicine are held when industry in Brazil was well developed in the University of Torino celebrates its the Southern part of the country. It was 600th anniversary. So, with congratula- the time before refrigeration. So, the meat tions, it is appropriate to mention that was partially dehydrated with salt or un- Brazilian institutions, on the other hand, der the sun (jerked beef). Big farms with are comparatively young. When Brazil cattle of European breeds spread in the was ‘‘discovered” by Portuguese sailors, fertile Brazilian pampas. Packing houses the University of Torino was already al- owned mainly by European industries most 100 years old. flourished. The first settlers brought their domestic To support that huge enterprise many animals, mainly cattle and horses. From Veterinarians were hired from Europe the beginning of colonization until the (Italy, France and Germany). The adapta- end of 18th Century animal diseases were tion of men and animals to the harsh tropi- treated by empirical persons, as was usual cal conditions of those times was difficult. everywhere. Then, the first Veterinary The sanitary problems in cattle were Schools were founded (Lyon, 1763; Al- mainly parasitary diseases caused by pro- fort, 1765; Torino, 1769) and started tozoa, transmitted by ticks. Most of vet- graduating Veterinarians in Europe. Some erinary activities were the struggle of these European professionals were against ticks (immersion baths) and the hired in late 19th and beginning of 20th reduction of protozoa action by inoculat- Centuries by Brazilian Army, Ministry of ing cattle with controlled amounts of 541 Babesia (Piroplasma) and Anaplasma ter of concern, mainly because the dis- (premunition). ease, as a zoonosis, was transmitted from Among the horses, the high incidence of horses to soldiers, with high human mor- glanders in the Army animals was a mat- tality. Tab. 1: First Veterinary Schools in Brazil. DURATION and NAME FOUNDATION and INITIAL FIRST and CITY BEGINNING ORIENTATION GRADUATES Army Veterinary 3 years School 06 JAN 1910 French 6 Rio de Janeiro 17 JUL 1914 Inst. Pasteur 15 FEB 1917 School of Agronomics 20 OCT 1910 4 years 4 and Veterinary Medicine 10 JUL 1913 French — — 1917 Rio de Janeiro Course of Agronomics 4 years and Veterinary 03 NOV 1912 German Univ. 4 Medicine Olinda 05 FEB 1914 Berlin 11 NOV 1917

That situation led to the creation of Vet- During World War I, Brazil became a erinary Schools in 1910. The first was the great exporter of meat and jerked beef, to- Army Veterinary School (January, 1910), gether with Argentina and Uruguay. organized by a Brazilian Army Medical Three years after the first graduations, the Doctor, Colonel Moniz de Aragão, with Brazilian Society of Veterinary Medicine the support of missions of French Army was created (9 June 1920) by those new Veterinarians, who spent 25 years in Veterinarians and their professors, most Brazil (1910-1935), initially with the su- of them medical doctors. pervision of Pasteur Institute of Paris. The In its 84 years the Society has been the main reason for its creation was glanders. catalyst of all activities related with the So, public health orientation. The second Veterinary Profession in Brazil. It can be School, at the same year (October, 1910) said that the history of Veterinary Medi- was created by the Ministry of Agricul- cine in Brazil can be divided in two parts: ture; its main objective was to fight before and after the foundation of Brazil- Babesia (Piroplasma) - Anaplasma dis- ian Society of Veterinary Medicine. eases of cattle, under the orientation of The initial main realization of the Society French and Belgian Veterinarians. One of was the organization of the First Brazilian them was Octavio Dupont, from Belgium; Congress of Veterinary Medicine, Rio de a short biography of him was published Janeiro, 1922. Almost all the papers pre- recently in “Historia Medicinae Veterinar- sented were related with animal diseases. iae”.1 Both Schools were located in Rio Since then, 30 Brazilian Congresses of de Janeiro, then the Capital of Brazil. A Veterinary Medicine were held. Their third School was created in Olinda, Per- Proceedings give a real picture or Brazil- nambuco, in the Northeastern part of the ian Veterinary Medicine in more than 80 country (November, 1912) under the years. guidance of German Veterinarians. The In 1991 the 24th World Veterinary Con- first Veterinarians graduated in Brazil by gress was held in Rio de Janeiro, organ- the 3 Schools, in 1917, were 14 (6, 4 and ized by the Society. The 2nd Panamerican 4, respectively). Table 1. Veterinary Congress (PANVET) was held 542 in São Paulo (1954) and 15th PANVET in started in Rio de Janeiro: “South America Campo Grande (1996), both supported in Conference of Veterinary Medicine”, at- part by the Society. In the last years, be- tended by thousands of Veterinarians. The sides the traditional congresses organized 4th Conference was held a few days ago by the Society, another important series (26-29 August 2004). Tab. 2: HIGHLIGHTS OF THE BRAZILIAN VETERINARY HISTORY.

Figures Beginnings Present Feat Year No (Aug. 2004) Schools1910 - 1912 3 110

Veterinarians 1917 14 > 70,000 Societies 1920 1 27 (States) Congresses 1922 1 31

Councils 1968 1 26 (regional) Accademies 1983 1 8 (States)

Recently, with colleagues, we published traceability, animal welfare, applied two books on the History of the Society2 biotechnology and informatics, environ- and its Congresses3, both edited by the mental education and conservation medi- Society. Another book, organized by Prof. cine, is observed. Miguel Cione Pardi, was edited by the The highlights of the situation of Veteri- Brazilian Academy of Veterinary Medi- nary Profession in Brazil can be summa- cine and the Federal Council of Veteri- rized as follows (Table 2): nary Medicine, an overview of the Histo- • More than 70,000 Veterinarians, about ry of Veterinary Profession in Brazil.4 half of them women; When traceability of animals and animal • 110 Veterinary Schools graduating cir- products became mandatory for interna- ca 3,000 Veterinarians each year, tional trade, we published a book with the about two thirds of them women; history of traceability and the update of • The Brazilian Academy of Veterinary Brazilian legislation on the subject.5 Medicine and Regional Academies in The Veterinary Profession in Brazil some States; evolved from cattle and horse clinics, ani- • The Brazilian Society of Veterinary mal production and meat hygiene, to a Medicine and a Regional Society in large amount of specializations and their each State (27); societies. Among the successful activities • The Federal Council of Veterinary in past years were: a) fighting glanders, Medicine and a Regional Council in foot-and-mouth diseases, rinderpest, each State (27); African and classical swine fever, brucel- • Dozens of Specialist Associations and losis, tuberculosis, dog and cattle rabies; Journals. b) improvement of cattle, swine and Thus, the Veterinary Profession in Brazil is chicken production. Presently a great in- the support for the confortable situation of terest in wild and company animals, the country concerning the commercial cat- 543 tle population, the biggest in world (more cina Veterinária. 1922-2003. Retrospecti- than 180,000,000 head), and the world va Histórica (Brazilian Congresses of Ve- leadership in meat and chicken export. terinary Medicine. 1922-2003. Historical Retrospect). Sociedade Brasileira de Me- dicina Veterinária, Brasilia, Brazil, 2004. BIBLIOGRAPHY pp. 1-180. 4 M.C. PARDI et al., (Ed.) História da Med- 1 G. THEVES. Octave Dupont (1888-1981). icina Veterinária no Brasil (History of Vet- Un vétérinaire belge à l’honneur. Historia erinary Medicine in Brazil). Conselho Medicinae Veterinariae, 24(4): 129, 1999. Federal de Medicina Veterinária and Acad- 2 R. DUBOIS, M.T. MELLO, P.I. HATS- emia Brasileira de Medicina Veterinária, CHBACH, Sociedade Brasileira de Medici- Rio de Janeiro, Brazil, 2002. pp. 1-228. na Veterinária. Trajetória de 80 anos 5 R. DUBOIS, M.T. MELLO, A.P. FREIRE, (Brazilian Society of Veterinary Medicine. Rastreabilidade. Pilar da Saúde Pública Trajectory of 80 years). Sociedade Brasi- e Passaporte para Exportação (Trace- leira de Medicina Veterinária, Brasilia, ability. Pillar of Public Health and Pass- Brazil, 2001. pp. 1-260. port for Exportation). Sociedade 3 R. DUBOIS, M.T. MELLO, P.I. HATS- Brasileira de Medicina Veterinária, CHBACH, Congressos Brasileiros de Medi- Brasilia, Brazil, 2003. pp. 1-205.

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LA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ALBA VEGGETTI

RIASSUNTO In sei pannelli si ripercorrono le fondamentali tappe dell’insegnamento della Medicina Veteri- naria nell’Università di Bologna a partire dal 1780, quando sotto il governo senatorio lo Stu- dio si attivò per istituire una lettura di Veterinaria, fino ai giorni nostri con il trasferimento della Facoltà nella moderna sede di Ozzano Emilia, nell’interland bolognese. Viene tracciato anche un breve profilo dei Maestri ai quali sono dedicate la biblioteca e le au- le della Facoltà: Giovan Battista Ercolani, anatomo patologo (1817-1883); Angelo Antonelli, ostetrico (1895-1970); Giuseppe Borgatti, fisiologo (1899-1966); Valentino Chiodi, anatomi- co; Antonio Cugnini,zootecnico (1883-1955); Alfio Falaschini, zootecnico (1904-1980); Pie- tro Gherardini, anatomo-patologo (1863-1951); Alessandro Lanfranchi, clinico medico ed in- fettivista (1887-1958); Attilio Mensa, chirurgo (1888-1960); Albino Messieri, clinico medico (1896-1960); Luigi Montoni, anatomo-patologo (1902-1978); Ivo Peli, ostetrico (1900-1975). Infine si riportano e si descrivono il sigillo e il gonfalone dell’Alma Mater e il logo della Fa- coltà di Medicina Veterinaria di Bologna.

SUMMARY

THE VETERINARY MEDICINE FACULTY OF BOLOGNA UNIVERSITY University of Bologna are considered starting from 1780 when the Studio founded a lecture of veterinary. Nowadays the Faculty was moved to the modern seat of Ozzano Emilia, not far from Bologna. A short profile of some masters to whom the library and some lecture-halls were dedicated are reported: Giovan Battista Ercolani (1817-1883), anatomo-pathologist; Angelo Antonelli (1895-1970), obstetric; Giuseppe Borgatti (1899-1966), physiologist; Valentino Chiodi (1898-1970), anatomist; Antonio Cugnini (1883-1955), zootechnic; Alfio Falaschini (1904-1980), zootechnic; Pietro Gherardini (1863-1951), anatomo-pathologist; Alessandro Lanfranchi (1887-1958), clinician and microbiologist, Attilio Mensa (1888-1960), surgeon; Albino Messieri (1896-1960), clinician; Luigi Montoni (1902-1978), anatomo- pathologist; Ivo Peli (1900-1975), obstetric. At the end the seal and the gonfalon of Alma Mater Studiorum and the logo of Veterinary Medicine Faculty of Bologna are shown and described.

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L’ISTITUTO NAZIONALE DI CONIGLICOLTURA DI ALESSANDRIA E L’ATTIVITÀ DEL PROFESSOR FRANCESCO MAIOCCO IVO ZOCCARATO, CARLA LAZZARONI, LAURA GASCO

SUMMARY THE ITALIAN NATIONAL INSTITUTE FOR RABBIT PRODUCTION IN ALESSANDRIA AND THE PROFESSOR FRANCESCO MAIOCCO ACTIVITY In 1926 Carlo Pacchetti, owner of homonym Manifattura Italiana, founded in Alessandria the Italian National Institute for Rabbit Production. The aim was to develop and spread the rabbit farming in order to allow the hair supplying for felt production to Borsalino, famous firm that, in the same town and in the same years, had got an annual production of about 750,000 hats. The economic interest for rabbits was high, as in the same years Italy imported skins for about 100 millions lire, the 50% of the needs. Professor Francesco Maiocco played an important role in the Institute foundation and he worked together with Pacchetti from the beginning. Graduat- ed in 1905, cum laude, in “Zooiatria” (old name of Veterinary Medicine degree) at the Royal School of Turin University, later he became lecturer at Parma University. Maiocco worked as veterinary officer in Alessandria and, in the same time, was charged of Institute direction. Un- der Maiocco direction, the activity of the Institute was improved, both regarding the spread of knowledge on rabbit production, as on research work specially devoted to breeds improvement, resulting in the creation of “Grigia Pacchetti” and “Grigia precoce di Castagnole” breeds. Maiocco gave an improvement also to the fur animal production: in Alessandria first tried the rearing of nutria and Karakul sheep, and in Courmayeur that of silver fox.

In Italia l’allevamento del coniglio, da limento di coniglicoltura in questa città, sempre ampiamente diffuso a livello rura- colle razze più stimate. I fratelli Costama- le quale fonte primaria di sostentamento gna fecero tutto il possibile per diffondere alimentare per la famiglia, solo all’inizio la coltura del coniglio col loro sistema, del 1900 ha cominciato a ricevere mag- ma i risultati dell’intrapresa non furono giori attenzioni zootecniche. A riprova di soddisfacenti.2 ciò valga quanto scritto nel 1883 negli At- Tale condizione di marginalità della coni- ti dell’Inchiesta Jacini.1 In particolare per glicoltura perdurò ancora per alcuni de- il Piemonte, il Commissario, onorevole cenni; fu intorno ai primi decenni del No- Francesco Meardi, descrive una situazio- vecento che, complice anche la scarsa ne di scarso sviluppo palesando, inoltre, disponibilità di grossi animali destinati al- una certa avversione da parte dei proprie- la macellazione che dovevano prioritaria- tari terrieri che riconoscono nel coniglio mente soddisfare le necessità della Nazio- un animale in grado di arrecare danno ai ne coinvolta nella I Guerra Mondiale, il fabbricati, tanto da proibirne l’allevamen- coniglio nostrano o comune divenne una to nelle locazioni. A rafforzare l’immagi- realtà diffusa in gran parte delle aziende ne negativa di tale allevamento il Meardi agricole.3 Non si trattava dell’animale che riferisce di un tentativo, non riuscito, di conosciamo oggi: per il Faelli che fu pro- introduzione di allevamento razionale in fessore di zootecnia per un quarantennio apposite gabbie, con soggetti di buona presso l’Ateneo Torinese4 il coniglio ordi- razza, le cui pelliccie potessero servire al nario o comune è piuttosto piccolo ed il commercio di pellicceria. A tal proposito suo peso varia tra uno e due chilogram- meritano lodevolissima menzione i fratelli mi: il colore della pelliccia tende al gri- Costamagna, negozianti di pelliccie in gio fulvo come quello del coniglio selvati- Torino, che apersero un grandioso stabi- co, ma alcune volte è pezzato di nero, o di 547 grigio fulvo alle parti posteriori od alla to Nazionale di Coniglicoltura con sede testa, e bianco alle altre regioni; le orec- in Alessandria. Correva l’anno 1924 e tra chie sono corte e piccole, il muso aguzzo; i primi entusiasti sostenitori dell’iniziati- le regioni posteriori del corpo abbastanza va vi fu il prof. Francesco Maiocco.8 Il ben forniti di muscoli; è rustico; è alleva- governo fascista prestò non poca attenzio- to presso i contadini in semi libertà nei ne all’Istituto, vedendo in esso lo stru- cortili e nelle stalle.5 mento per la propaganda a favore dello Tuttavia il coniglio non riscuoteva inte- sviluppo e dell’incremento della conigli- resse solo per la produzione della carne, coltura italiana. Ciò consentiva peraltro di ma anche per la produzione della pellic- avviare una razionalizzazione di tale alle- cia e soprattutto del pelo da utilizzare nel- vamento e di usufruire di un importante la produzione del feltro. A tal riguardo il aiuto da parte dell’allora Ministero del- Faelli6 scriveva che il coniglio come pro- l’Agricoltura e Foreste. Inizialmente l’at- duttore di pelli e peli dà vita ad un’indu- tività dell’Istituto era incentrata su propa- stria lucrosa servendo essi alla confezio- ganda scritta ed orale; diffusione di sog- ne di pelliccie e di feltro per la fabbrica- getti miglioratori appartenenti a razze zione di cappelli da uomo e da donna. Ed elette; organizzazione sindacale. Ovvia- anzi a proposito di quest’ultima industria mente l’attività di propaganda non era è facile dimostrare l’utilità che l’alleva- disgiunta da una particolare attenzione mento del coniglio si diffonda da noi pen- posta nei confronti della profilassi e della sando che annualmente si importano per cura delle malattie; tale azione era de- circa ventotto milioni in oro di pelli e pel- mandata alla Direzione Generale di Sani- liccie quasi tutte provenienti da conigli tà pubblica. dopo avere subite delle manipolazioni at- Nella relazione presentata al Congresso di te a farli passare per pelli d’altri animali, Lipsia, nel 1930, il Maiocco (1947) 8 rife- mentrechè avendo a disposizione molti riva che all’epoca si poteva stimare una conigli non solo resterebbe in casa una produzione annua compresa tra i 25 ed i somma non indifferente, ma potrebbero 30 milioni di capi e, cosa assai interessan- avere una vita florida e produttiva diverse te, un notevole aumento del consumo di industrie quali quelle delle cappellerie, carne di coniglio: viene infatti riferito di delle pelliccerie del conciatore, del tinto- un consumo settimanale, nella città di Mi- re, del fabbricante di feltri. lano, di circa 20.000 capi. Inoltre, nella In tale contesto economico, all’inizio de- stessa occasione l’autore riferisce di come gli anni ‘20 si fa strada nel commendatore l’industria della pellicceria cominciasse a Carlo Pacchetti, industriale manifatturiero lavorare parte della materia prima prodot- milanese titolare dell’omonima Manifat- ta che, non va dimenticato, era la princi- tura Italiana Pelliccerie, l’idea di svilup- pale ragione per la quale si propagandava pare una serie di iniziative per promuove- la diffusione dell’allevamento cunicolo. re, diffondere e qualificare l’allevamento La dipendenza dall’estero per quanto ri- del coniglio. In occasione della Mostra di guardava l’approvvigionamento della ma- Avicoltura e Coniglicoltura annessa alla teria prima da trasformare era sempre sta- Fiera di Milano del 1923, Carlo Pacchetti ta elevata e, successivamente all’adozione bandì un concorso per la stesura di un delle Sanzioni da parte della Società delle manualetto divulgativo di coniglicoltura Nazioni nei confronti dell’Italia,9 aumen- familiare. Il concorso fu vinto dal dottor tò ancora. Da questo punto di vista le ra- Alberto Pancera ed il manualetto fu pron- gioni che avevano spinto, e spingevano, il tamente pubblicato a cura della Manifat- Pacchetti allo sviluppo della coniglicoltu- tura stessa.7 ra sono molto chiare. Un ruolo fondamen- Lo spirito d’intraprendenza del Pacchetti tale nello sviluppo dell’Istituto fu giocato portò ben presto alla creazione dell’Istitu- dal senatore Teresio Borsalino, industriale 548 di Alessandria titolare dell’omonima ta delle indicazioni del Maiocco si può af- azienda produttrice di cappelli.10 Negli an- fermare che all’epoca in tutte le province ni successivi alla fondazione l’Istituto, del Regno erano stati inviati soggetti mi- grazie alla volontà del suo fondatore al- glioratori provenienti dall’Istituto di Ales- l’interessamento anche finanziario del se- sandria. Come precedentemente accenna- natore Borsalino ed alla collaborazione to, altro compito dell’Istituto era di prov- tecnica del Maiocco, ricevette un notevole vedere alla propaganda ed alla diffusione impulso ed una funzionale sistemazione della conoscenza dell’allevamento cuni- avendo ricevuto in cessione dal Ministero colo; allo scopo l’ufficio propaganda nei della guerra un appezzamento di 110 mila primi anni di attività dell’Istituto medesi- metri quadri di cui 10 mila coperti e 35 mo, oltre a fornire assistenza tecnica, mila cintati. pubblicò e distribuì 50 mila opuscoli dal Ben presto l’Istituto cominciò ad operare titolo ”L’allevamento famigliare del coni- non solo con la propaganda, ma produ- glio” e successivamente 100 mila copie cendo soggetti migliorati, partendo dalle del manualetto “L’allevamento del coni- razze allora più affermate. Intorno al glio per la pelliccia”; questo ultimo pre- 1930 l’Istituto possedeva circa 300 ripro- parato con l’ausilio di materiale fornito duttori suddivisi tra le razze gigante bel- dal Ministero dell’Agricoltura del Gover- ga, normanna, fulva di Borgogna, lepre no Belga. L’attività divulgativa si concre- belga, blu di Vienna, blu di Beveren, ar- tizzò, a partire dal 1929, con la pubblica- gentata, cincillà, bianca di Vandea, bianca zione della “Rivista di coniglicoltura ed di Tarmonde, Angora, nostrana migliorata allevamento degli animali da pelliccia”, (col gigante di Fiandra, col normanno, col organo ufficiale, diretto dal Maiocco, del- fulvo e col lepre belga). Secondo quanto l’Istituto che veniva inviata gratuitamente riportato dal Maiocco11 l’interesse dell’I- a tutte le Cattedre Ambulanti di Agricol- stituto era rivolto verso la diffusione di tura, alle Scuole Agrarie ed a tutti gli or- soggetti miglioratori della razza gigante ganismi, a diverso titolo, interessati all’al- di Fiandra della quale i maschi sono rite- levamento cunicolo. nuti particolarmente adatti a migliorare L’attività dell’Istituto per molti anni coin- la popolazione cunicola italiana in vista cise con l’attività professionale del prof. specialmente della massa; la razza nor- Francesco Maiocco e si può affermare, manna è ritenuta più consigliabile della con certezza, che i successi dell’Istituto precedente, specialmente allo scopo di furono merito soprattutto del suo impe- produrre soggetti dotati di robusta costi- gno e della sua passione per il coniglio e tuzione e precocità; la fulva di Borgogna gli animali da pelliccia in genere. è adatta specialmente a migliorare la raz- Francesco Maiocco era nato a Montegros- za locale per la produzione del pelo per il so, allora in provincia di Alessandria, il cappellificio: la razza lepre belga incro- 29 maggio del 1883 e, dopo aver frequen- ciata col coniglio comune a manto grigio tato il liceo Gioberti a Torino, si iscrisse da dei prodotti di ottima conformazione, alla Regia Scuola di Veterinaria di Torino assai precoci e dotati robustezza e vivaci- nel 1901 e nel 1905 conseguì la laurea tà quali non è possibile ottenere con cum laude in zooiatria. Successivamente qualsiasi altro elemento incrociante. conseguì la libera docenza presso l’Uni- I soggetti ottenuti erano ceduti all’età di versità di Parma. La sua attività professio- quattro mesi con tanto di certificato di nale era iniziata come veterinario gover- origine a quanti ne facevano richiesta, nativo prima a Verona e successivamente previo pagamento di un prezzo che po- a Ventimiglia. Vinto il concorso a veteri- tremmo oggi definire “politico”, ma spes- nario provinciale fu inviato a Sondrio e so anche a titolo gratuito quando il richie- successivamente a Modena dove, a sca- dente era un ente assistenziale. Sulla scor- valco, resse anche l’Ufficio di veterinario 549 provinciale di Reggio Emilia. Trasferito gia Pacchetti” ed il “Coniglio precoce di ad Alessandria, insieme al Cav. Pacchetti Castagnole”,14 che continuarono ad essere collaborò fattivamente sia alla creazione presenti negli allevamenti italiani fino alla sia al funzionamento dell’Istituto Nazio- fine degli anni ‘60, ma che, come tutte le nale di Coniglicoltura, assumendone la altre razze pure, vennero progressivamen- direzione fin dall’inizio. Nel 1935, lascia- te sostituite da razze più idonee ad una to l’incarico di veterinario provinciale si coniglicoltura intensiva che aveva neces- dedicò a tempo pieno all’Istituto fino alla sità produttive molto diverse dalla coni- metà degli anni ‘60, morì infatti in Ales- glicoltura sviluppata dal Maiocco. sandria il 26 agosto del 1966. I suoi inte- L’Istituto, che nel corso degli anni aveva ressi furono molteplici, fin da studente si mutato la propria denominazione in Istitu- interessò di argomenti legati alla fisiolo- to Piemontese di Coniglicoltura ed Alleva- gia frequentando il Laboratorio di Fisio- menti Minori, tra non poche difficoltà, logia Umana diretto dal professor Treves. continuò la propria attività fin verso la Nel 1905, laureando, presentò alcune me- metà degli anni ‘90, momento in cui la morie preventive alla Reale Accademia di Regione Piemonte decise di sopprimere e Agricoltura di Torino e alla Reale Società mettere in liquidazione l’Istituto. Inesora- Veterinaria.12 bilmente, anche se a distanza di molti an- Nonostante i giovanili interessi fossero ri- ni, l’Istituto seguì il destino delle razze volti principalmente alla fisiologia e, in “Grigie” alle quali il Maiocco, favorito an- relazione all’incarico di veterinario pro- che dal contesto politico, sociale ed eco- vinciale, ai problemi zootecnici ed al con- nomico aveva dedicato tutto il suo impe- trollo delle malattie del bestiame, quasi gno. Ancora sul finire degli anni 50 le due tutta l’attività professionale del Maiocco razze venivano citate nell’Enciclopedia si incentrò principalmente sull’allevamen- Agraria Italiana. La loro ultima “comparsa to del coniglio e degli animali da pellic- ufficiale” avviene nel 1959, quando il cia. Si deve al Maiocco anche l’introdu- Maiocco presentava ai soci dell’Accade- zione in Italia dell’allevamento degli ani- mia di Agricoltura di Torino i risultati del- mali da pelliccia. Nel 1927, unitamente al l’attività dell’Istituto di Coniglicoltura di Conte Marone, avviò il primo allevamen- Alessandria.15 L’interesse nei riguardi di to di volpi argentate presso Courmayeur. queste razze viene meno e progressiva- Nel 1928 introdusse il nutria dall’Argen- mente vengono sostituite da razze più pro- tina, nel 1931 fu la volta dell’introduzio- duttive, cambiamento che coinvolge inevi- ne delle pecore di razza Karakul ottenute tabilmente anche le scelte tecniche dell’I- dal centro di selezione dell’Istituto zoo- stituto, come si evince dalla relazione pre- tecnico di Halle in Germania. In realtà un sentata dal nuovo direttore incaricato, Cla- precedente tentativo di importazione di un ra Pajuzza, in occasione della XVII Fiera gregge di una sessantina di capi 13 dalla re- Nazionale Avicunicola e degli Animali da gione di Buckara attraverso l’Afghanistan Pelliccia, tenuta ad Ascoli Piceno.16 era stato tentato cinque anni prima, ma All’inizio degli anni ‘80, nel contesto del era fallito a causa della rivoluzione scop- rinato interesse per la conservazione del piata in questo Paese. Sia nel caso del nu- germoplasma animale, un lavoro di recu- tria che della pecora Karakul, apposite pero di una razza popolazione di conigli strutture furono allestite presso l’Istituto grigi, avviato dall’allora Istituto di Zoo- di Alessandria. Tuttavia tali iniziative si tecnica generale della Facoltà di Agraria, esaurirono col progredire dello sviluppo consentì di individuare un nucleo di ani- politico ed economico dell’Italia. Il mag- mali che presentavano pressapoco ancora gior successo del Maiocco può essere le caratteristiche delle due razze create considerato la creazione di due razze na- dal Maiocco. Tale lavoro di salvaguardia zionali di conigli e precisamente la “Gri- continua tuttora e sembra in grado di assi- 550 curare al coniglio grigio, oggi detto di 7 AS.PRO.AVIC., La Bionda…, cit. p. 57. “Carmagnola”, un futuro promettente co- 8 F. MAIOCCO, L’allevamento del coniglio me razza autoctona. in Italia e mezzi di diffusione, relazione tenuta al Congresso Internazionale di Co- niglicoltura, Lipsia 23-27 agosto 1930, NOTE Industria Grafica O. Ferrari & C. Alessan- dria 1930, pp. 1-8. 1 Conte Stefano Jacini presidente della 9 ASPROAVIC, La Bionda…. ,cit. p. 60. Le Commissione per l’inchiesta sulla produ- Sanzioni erano state applicate come con- zione agraria e sulle condizioni della clas- danna in seguito alla guerra avviata dal- se agricola nominata in seguito al dibatti- l’Italia contro l’Etiopia. L’embargo deter- to parlamentare conclusosi nel 1876. L. minò una notevole riduzione delle impor- BELLANI, La sanità pubblica nella nascita tazioni, nel 1936 vi fu un calo del 30% dell’Italia contemporanea, 1861-1877: da circa, come anche delle esportazioni. Cavour a Depetris (parte prima), in: Atti L’effetto delle Sanzioni fu soprattutto del Convegno sulla Storia della Medicina quello di accelerare la scelta autarchica Veterinaria, CISO Emiliano - Romagno- del regime verso l’autosufficienza e di lo, 1990, pp. 217-248. sviluppare al massimo qualsiasi attività 2 Atti della Giunta per l’inchiesta agraria produttiva e tra queste, ovviamente, anche e sulle condizioni della classe agricola, la coniglicoltura. vol. VIII, relazione del commissario avv. 10 Ibidem, p. 59. L’azienda Borsalino fu Francesco Meardi deputato al Parlamen- fondata, nel 1857 da Giuseppe Borsalino to, sulla VII Circoscrizione (Provincie di (1834-1900). Sul finire del 1800 la Borsa- Cuneo, Torino, Alessandria, Novara, Pia- lino, che aveva sede ad Alessandria conta- cenza e circondari di Bobbio e Voghera), va circa 300 dipendenti con una produzio- tomo I, Forzani e C. Tipografi del Senato, ne di circa 165.000 cappelli; nei primi an- Roma 1883, p. 183. ni del 900, sotto la guida del figlio Tere- 3 AS.PRO.AVIC., La Bionda, la Bianca e il sio, senatore del Regno, l’azienda rag- Grigio vol. 3 “Il Grigio” Storia e futuro giunse la massima espansione con circa del coniglio Grigio di Carmagnola, Ver- 2500 dipendenti ed una produzione di cir- celli 2003, pp. 1-103. ca 750.000 pezzi anno, il 60% dei quali 4 I. ZOCCARATO, A. BOSTICCO, L. GASCO, destinati all’esportazione. L’insegnamento della zootecnica nell’Ate- 11 F. MAIOCCO, L’allevamento …cit. pp. 1-8. neo Torinese dal 1860 ad oggi. Atti del III 12 Il 30 aprile 1905 il Maiocco, laureando Convegno Nazionale di Storia della Medi- in medicina veterinaria, presentò ai soci cina Veterinaria, 2000, pp. 215-219. Per della Reale Accademia di Agricoltura una molti anni Ferruccio Faelli (1862-1943) memoria preventiva dal titolo “Del lavoro rappresentò un punto di riferimento impor- che gli animali compiono per portare il tante per la zootecnia piemontese e nazio- proprio peso”. In seguito, nello stesso an- nale e la sua opinione sulle possibilità di no, l’attività di ricerca svolta presso il La- sviluppo di una coniglicoltura destinata al- boratorio del prof. Treves costituì l’oggetto l’industria derivava dalle esperienze matu- di una memoria dal titolo “Sulla crioscopia rate negli anni tra le due guerre mondiali. del latte”. Ancora nell’adunanza del 26 no- Lo stesso Maiocco si formò alla sua scuola. vembre dello stesso anno, ma come neo- 5 F. FAELLI, Animali da cortile, 2ª edizio- laureato, il Maiocco presentò un’ulteriore ne, Ulrico Hoepli editore, Milano 1914, memoria dal titolo “Contributo sperimen- pp. 362-363. tale al calcolo del lavoro di trazione dei 6 F. FAELLI, Animali da cortile, 4ª edizione bovini nell’aratura”. Queste memorie furo- riveduta, Ulrico Hoepli editore, Milano no pubblicate tutte nel XLVIII volume de- 1939, pp. 406-407. gli Annali della Reale Accademia di Agri- 551 coltura di Torino. Il Maiocco divenne socio 1941, pp. 1-16. In entrambe i casi si trat- di quell’Accademia nel 1930. Sempre nel tava di razze ottenute dal miglioramento corso del 1905 ebbe l’opportunità di co- della razza “nostrana migliorata” con in- municare anche ai soci della Reale Società croci alterni di fulvo e di lepre per Grigia ed Accademia Veterinaria; anche in questo Pacchetti, di lepre e gigante di Fiandra caso il lavoro dal titolo “Osservazioni sulla per la Precoce di Castagnole; le due raz- produzione media di lavoro degli equini” ze, caratterizzate dal mantello grigio dif- trovò collocazione editoriale nei fogli del- ferivano sostanzialmente per la sola taglia l’Archivio Scientifico della Società ai nu- avendo la prima una mole maggiore ri- meri 1, 2 e 3 del 1905. spetto alla seconda. L’Istituto fu incarica- L’impegno del prof. Maiocco a livello di to ufficialmente dal governo fascista di la- organizzazioni professionali e culturali fu vorare al miglioramento ed allo sviluppo ingente: fu tra i promotori della Società delle due razze sopraccitate oltre che del- Piemontese – Ligure di Coltura Veterina- la coniglicoltura. Con apposita legge (n. ria inaugurata nel marzo del 1931. Tale 1635 del 30 ottobre 1940) all’Istituto fu società, che aveva come finalità e compiti erogata, per la durata di cinque anni, la quelli di promuovere, attraverso il contri- somma di un milione di lire allo scopo di buto di tutti i soci, il progresso della scien- favorire l’ulteriore sviluppo della produ- za veterinaria e la soluzione dei molteplici zione cunicola nazionale, anche in vista suoi problemi, era presieduta dal prof. dei bisogni alimentari del Paese, correva Edoardo Perroncito. In occasione dell’i- l’anno 1940 e da pochi mesi l’Italia era naugurazione della Società il prof. Maioc- entrata in guerra. co presentò una relazione dal titolo “L’al- 15 F. MAIOCCO, Considerazioni sui più mo- levamento degli animali da pelliccia”. derni sistemi di allevamento del coniglio 13 F. MAIOCCO, L’allevamento degli ani- per una produzione rapida ed economica mali da pelliccia fine in Italia. Conferen- della carne, Annali dell’Accademia di za tenuta il 2 aprile 1932 per il corso di Agricoltura di Torino, 101: 89-106, 1959. perfezionamento zootecnico a Bologna. 16 C. PAJUZZA, Le razze di conigli allevate 14 F. MAIOCCO, Conigli da profitto, Stabili- in Italia, Coniglicoltura e allevamento mento Tipografico E. Grasso, Alessandria animali da pelliccia, 35 (6): 1-12, 1965.

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THE CONVERTED VETERINARY MEDICINE CURRICULUM TO AN ANIMAL HUSBANDRY AND VETERINARY MEDICINE CURRICULUM BETWEEN 1928, 1930 AND 1934, IN THE MEXICAN CONTEXT LOPEZ GERMÁN GONZÁLEZ

SUMMARY To develop Animal Production on an efficient basis, the Science of Animal Husbandry and Animal Health and disease control are of great importance. Animal Husbandry practices cannot achieve their full contributions unless diseases are under control or abated, Disease-free animals cannot achieve the productivity expected without good animal husbandry practices (Hodgson R.E., 1967). The Veterinary School in México was founded in 1853, its Veterinaries curricula were changed five times before 1928 when a sixth redefinition was written, with thirty-two subject- matter it was a four year studies, in the third year and Animal Husbandry and Bromatology subject matter for the first time taught. In this sixth curriculum, three subject-matters were re- lated to the animal Husbandry field. Animal Husbandry is defined as a branch of Agriculture, which is concerned with farm animals breeding care and production. To an Animal Hus- bandry and Veterinary Mexican undergraduate it means the Science and application of genet- ics and breeding to farm animals, including performance and progeny testing; nutrition and feeding supplying nutrient requirements and evaluation of feeds and feeding supplies as well as knowledge of metabolic diseases. It also means both physiologies of reproduction and lac- tation, growth, fattening, production of milk, meat eggs and wool. It furthermore is a resource to study animal adaptability and management practice that promote environmental situations conductive to optimum animal performance. Subsequently four recontextualizations of the Animal Husbandry and Veterinary Medicine curricula have taken place (1941, 1955, 1963 and 1969) with two third of General Animal Health and one third of Animal Husbandry and Economic disciplines.

RIASSUNTO

LA CONVERSIONE DEL CURRICULUM IN MEDICINA VETERINARIA A QUELLI IN PRODUZIONE ANIMALE E MEDICINA VETERINARIA FRA 1928, 1930 E 1934 NEL CONTESTO MESSICANO Per sviluppare le Produzioni animali su basi efficienti, le Scienze Zootecniche e della Sanità animale ed il controllo delle malattie sono di grande importanza. La pratica zootecnica non può raggiungere la massima espressione senza il controllo delle malattie, e gli animali sani non possono raggiungere la produttività attesa senza le buone pratiche di allevamento (Hodg- son R.E., 1967). La scuola veterinaria in Messico è stata fondata nel 1853, i suoi curricula veterinari furono cambiati 5 volte prima del 1928 quindi una sesta ridefinizione fu scritta, con 32 materie di studio ripartite in quattro anni; nel terzo anno la Zootecnica e la Bromatologia vennero inserite per la prima volta. In questo sesto curriculum, erano presenti tre insegna- menti collegati alle produzioni animali. La Zootecnica è definita come una branca dell’agri- coltura che è riferita all’allevamento, alla cura e alle produzioni animali nell’azienda agra- ria. Per un laureato messicano in Zootecnica e in Veterinaria ciò significa la Scienza e l’ap- plicazione della genetica e dell’allevamento agli animali di interesse zootecnico, includendo i performance ed i progeny tests; la nutrizione e l’alimentazione per soddisfare i fabbisogni e la valutazione degli alimenti e la conoscenza delle malattie metaboliche. Significa inoltre la conoscenza della fisiologia della riproduzione e della lattazione, dell’accre- scimento, dell’ingrassamento, della produzione del latte, della carne, delle uova e dalla lana. Inoltre è una risorsa per lo studio dell’adattabilità e della gestione dell’ambiente per promuove- re in maniera ottimale le produzioni animali. Conseguentemente 4 riformulazioni dei curricula in Zootecnica e Medicina Veterinaria si sono susseguiti (1941, 1955, 1963 e 1969) con due terzi delle discipline attinenti alla sanità animale ed un terzo alla zootecnica e all’economia.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

VIAGGIO A BUDAPEST VERA PEDINI

SUMMARY JOURNEY TO BUDAPEST The origin of the veterinary school in Perugia dates back to the 1700s, when a specific lec- tureship was established. In the 1860s, the school was considered to be a branch of the School of Medicine and was called “Scuola di Medicina e Chirugia Veterinaria” (School of Veteri- nary Medicine and Surgery). With the Royal Decree of 27th June 1864, the school was separated from the School of Medicine. The school was again reformed in 1896 and finally became an independent Faculty with the Royal Decree of 29th October 1925. Prof. Giovanni Battista Caradonna, holder of the chair of Veterinary Anatomy, became Dean of the School in 1909 and was mainly responsible for the construction of the Faculty’s present building which was inaugurated on 27th October 1929. In April 1923, Prof. Caradonna took a group of veterinary and agriculture students to Budapest for instruction and some traces of this trip have re- mained both in Perugia and at the Faculty of Veterinary Science of Budapest. In particular, a diary of the journey was found written by Prof. Caradonna; among other things, it relates sev- eral interesting historic moments that took place in Hungary at the end of the First World War. We would like to particularly thank Prof. Ferenc Hajós of the Faculty of Veterinary Science of Budapest and Prof. Giampaolo Asdrubali of the Faculty of Veterinary Medicine of Perugia for having furnished a part of the material.

Il Prof. Giambattista Caradonna, titolare Raggiunta la stazione superiore, ci portia- della cattedra di Anatomia Veterinaria, as- mo a visitare il Palazzo Reale, la Basilica sunse la carica di Direttore del Regio Isti- di S. Mattia, quindi dal Belvedere dei Pe- tuto Superiore di Veterinaria nel 1909. scatori, prospiciente alla Basilica, ammi- Nell’aprile del 1923 accompagnò un riamo il magnifico panorama della città. gruppo di studenti di Veterinaria ed Agra- Il giorno appresso 7 aprile alle ore 8,30 ria in un viaggio d’istruzione a Budapest siamo ricevuti nel Pubblico Mattatoio dal del quale sono rimaste alcune tracce sia a Direttore Dott. Breüer Alberto, Professo- Perugia che presso la Facoltà di Scienze re d’igiene delle carni nella Scuola Vete- Veterinarie di Budapest. In particolare è rinaria e da tutti i Veterinari addetti ai stato possibile trovare un diario del viag- servizi. In segno di festa è issata la ban- gio redatto dal Prof. Caradonna. diera ungherese nel torrioncino dello sta- “Ricevuti alla stazione dal Console Ita- bilimento, ed una quantità di lunghi sten- liano Conte Luigi Vinci, dal Dott. Ha- dardi sventolano sui padiglioni. Visitiamo razdy assistente, a nome del Direttore il primo padiglione ove sono gli uffici e la della Scuola Veterinaria e da molti stu- Direzione, successivamente tutti gli altri denti, si scende all’Hotel Imperial ove destinati separatamente per la macella- siamo ricevuti dal Prof. On. Hutÿra Dott. zione degli equini, dei bovini, dei suini, Francesco Direttore della Scuola Veteri- degli ovini, dei polli. Nel padiglione dei naria, il quale fa subito distribuire il pro- suini riuscì interessantissimo il metodo gramma delle visite. meccanico ad elettricità di abbattimento, Alle ore 16 quattro grandi carrozze a pa- di pulitura della pelle e rasamento del pe- riglia sostano innanzi all’Hotel. Prendia- lo, del taglio longitudinale e della sepa- mo posto su esse per una passeggiata nel- razione dei lardi. Un padiglione speciale le principali vie della città, giungendo, è destinato per la fabbricazione del dopo circa un’ora e mezza alla stazione ghiaccio; osserviamo in esso tutti gli im- della funicolare che porta al Castello. pianti più perfezionati, le annesse celle

555 frigorifere, ove si conservano gli animali lezioni divise in 26 Classi così ripartite: macellati, ed un grande locale attiguo al- Statistiche agricole, Geologia agraria, le celle, congiunto da guidovie aeree con Coltura delle piante, Giardinaggio, Pato- i padiglioni vicini, per la sosta delle carni logia vegetale, Animali utili e nocivi, Viti- di animali macellati, che debbono, per cultura e vinicultura, Stazione sperimen- disposizione regolamentare, rimanere al- tale, Latte e suoi prodotti, Industrie agri- la temperatura di +3°C per 24 ore prima cole, Laboratori agricoli, Storia dell’a- di essere licenziati per la vendita. gricoltura, Metereologia, Macchine ed Dopo oltre quattro ore di visita ove sono utensili agricoli, Architettura rurale, Alle- stati veduti funzionare tutti gli apparecchi vamento del bestiame, Igiene degli ani- ed osservati i diversi gabinetti annessi al- mali, Occupazione ancestale, Istruzione lo stabilimento, per gentile invito del Po- agricola, Canalizzazione delle acque e destà, ed a nome della città di Budapest miglioramento dei terreni, Apicoltura, Se- ci è offerta una colazione in un salone del ricoltura, Foreste, Pesca, Caccia, Bagni mattatoio. Siede al posto d’onore il Pode- ed acque minerali di Ungheria. La illu- stà, a sinistra lo scrivente a destra il Prof. strazione sommaria ma piena di dati sto- On. Hutÿra, tutti i Veterinari addetti al rici e statistici delle diverse classi, riesce macello, molti Professori della Scuola Ve- di sommo interesse, giacché ci viene mo- terinaria, una rappresentanza del Comu- strato come siano stati messi in confronto ne, i nostri studenti ed alcuni studenti ed i sistemi di agricoltura nazionale con assistenti della Scuola. ... quelli delle altre nazioni, il progresso tec- Prima di abbandonare lo stabilimento, nico delle macchine agricole, le scienze accompagnati dal sig. Reich, visitiamo i rurali e le invenzioni riconosciute utili laboratori comunali per l’alimentazione nella pratica, il funzionamento di macchi- della città di Budapest, ove si lavora e ne, di utensili, di Istituti, e laboratori de- confeziona con metodi ed apparecchi per- stinati al progresso delle varie industrie fezionatissimi una ingente quantità gior- agricole, a cominciare dai più primitivi ai naliera di carne suina e di vitello. più moderni e perfezionati. Alcune classi Usciti dal Mattatoio verso le ore 16 ci poi, come, quelle dell’allevamento del be- portiamo al Giardino Zoologico, ove ci stiame, dell’apicoltura, della sericoltura, tratteniamo oltre due ore per osservare della pesca e della caccia, hanno lo sco- quella ricca raccolta di moltissime specie po di riportarsi alla pratica di allevamen- di animali. ti e di produzioni remunerative, indican- Ritornati all’Hotel troviamo la notizia done i metodi commerciali, i modi di tra- trasmessaci dal Console Italiano che la sporto, le statistiche e la letteratura. mattina seguente alle ore 10, S. E. il mini- Se il tempo non avesse fatto difetto, pur stro di Agricoltura avrebbe ricevuto in avendo abusato della cortesia del sig. udienza privata lo scrivente ed avrebbe Dott. Hertelendry, che fuori delle ordina- desiderato gli fossero stati presentati gli rie consuetudini si intrattiene con noi fino studenti Italiani. alle 14, saremmo rimasti in questo inte- Il giorno 8 aprile alle ore 10 quindi ci re- ressantissimo Museo, pur facendo sacrifi- chiamo al Ministero di Agricoltura ac- cio della colazione, per approfondire an- compagnati dal Console Italiano Conte cora alcune osservazioni che riuscirono di Vinci. … sommo interesse. Dopo la colazione così Terminato il ricevimento unitamente agli ritardata abbiamo appena il tempo di por- studenti mi reco a visitare il Museo di tarci all’Ambasciata Italiana ove siamo Agricoltura fino alle ore 14. Ricevuti dal invitati per le ore 17 ad un thè d’onore. Direttore dei Museo Dott. Roòs Ieno e dal Molti gli invitati dei più autorevoli della suo Segretario Dott. Hertelendry, accom- colonia italiana a Budapest, fra i quali pagnati da quest’ultimo, visitiamo le col- trovo anche l’amico carissimo Professore 556 Comm. Bartolucci del Ministero dell’In- diretta dal Prof. Gnoth G. Endre, ed i due terno, di passaggio per Budapest quale fa- ultimi del lato destro sono per la Chimica cente parte della Commissione per le ri- diretta dal Prof. Gróh Gula, e la Fisiolo- parazioni di guerra. Il Conte Vinci con la gia diretta dal Prof. Faekas Géza e Prof. sua ben nota cortesia fa gli onori di casa; Deseö Dersö. Nel fondo a destra del re- per oltre un’ora e mezzo regna grande al- cinto due piccoli fabbricati sono adibiti, legria e cordialità, mentre gli studenti fan- uno per la Biblioteca, l’altro per la Men- no a gara per esprimere al nostro Console sa accademica. La grandiosità degli Isti- la loro grande soddisfazione e compiacen- tuti, la perfezione del loro funzionamento, za. La sera si passa assistendo allo spetta- il grande materiale scientifico accumula- colo musicale in cinque palchi di primo to ci rendono presto consapevoli della già ordine al Teatro Opera. La giornata di lu- nota grandiosità di questa Scuola che è nedì 9 aprile è quasi completamente dedi- stata sempre esempio e modello di tutte le cata alla visita dell’importantissima scuole europee. Scuola Veterinaria. È solo da lamentare la momentanea, e ci Ricevuti alle ore 9 dal Direttore Prof. auguriamo molto passeggera deficienza di Hutÿra e dal Collegio dei Professori, che mezzi, dei quali attualmente può disporre erano ad attenderci, visitiamo subito il quella scuola per le condizioni particola- primo padiglione degli uffici della Dire- ri in cui si trova oggi la Nazione, ma che zione e della Segreteria. Quindi si esce l’opera ed il valore degli insegnanti man- nel grande giardino ove sono disposti i tengono con fede e con costanza elevato singoli istituti scientifici. Dal primo padi- ancora il nome e la tradizione. Nella visi- glione di sinistra ove trovasi l’Istituto di ta fatta alla Scuola, oltre varie dimostra- Anatomia ed Odontologia, diretto dal zioni dei singoli insegnanti su fatti di no- Prof. Zimmermann si va a quello di Ana- tevole interesse nei riguardi della Patolo- tomia Patologica diretto dal Prof. Jármay gia, delle Cliniche dell’Anatomia, impor- Rároly con i relativi musei ricchissimi di tante fu specialmente la dimostrazione di collezioni interessanti. Il secondo padi- alcuni tipi di cavalli e di bovini di razza glione comprende la Farmacologia diret- indigena che, per l’occasione, furono fatti ta dal Prof. Magary Kossa e la Botanica venire alla Scuola. dal Prof. Szabó Zoltán. Il terzo padiglio- Alle 13,30 terminata la visita dei gabinet- ne è adibito per l’ospedale di animali pic- ti e laboratori, il Corpo Accademico al coli parte chirurgica, il quarto per le ma- completo, ed una parte degli studenti ci lattie interne, il quinto per malattie infet- offrono una colazione nella grande sala tive. Due altri grandi padiglioni eguali della Mensa accademica situata nei loca- comprendono la Clinica chirurgica e re- li della Scuola. Vi è invitato anche il Pro- lativo Gabinetto diretto dal Prof. Berrár fessore Bartolucci. Fra il canto dell’inno Mihály, e la Clinica delle malattie interne Fascista e degli inni goliardici Italiano ed e relativo Gabinetto diretto dal Prof. Ma- Ungherese, i brindisi dei Professori e de- rek József. Di prospetto vi sono la sala di gli studenti delle due nazioni, trascorrono operazione e la sala di medicazione inter- circa due ore. Alla fine della colazione il na. Nel piano superiore del padiglione Prof. Hutÿra con gentile pensiero, in mez- chirurgico vi è il Gabinetto di Zootecnia zo agli studenti tutti, offre allo scrivente col relativo Museo diretto dal Prof. Well- una grande sua fotografia con la seguente mann Oszkár, in quello del padiglione di dedica: Ricordo affettuoso al Sig. Prof. malattie interne, i Gabinetti delle malat- Caradonna e suoi allievi nell’occasione tie infettive diretto dal Prof. Hutÿra e della loro amabile visita a Budapest. 6-10 quello dell’Igiene del latte diretto dal Aprile 1923. Il Prof. Caradonna ha ri- Prof. Fettick Ottó. Un altro piccolo padi- cambiato con la sua fotografia, anche es- glione è adibito alla Scuola di mascalcia sa con dedica. 557 Nel poco tempo rimasto della giornata discorso al quale segue una mia breve ri- prima dell’imbrunire si visita il Palazzo sposta. Dopo essersi intrattenuto ad in- del Parlamento e la Basilica di S. Stefa- terrogare alcuni studenti, si accomiata ed no. al momento in cui S. A. si ritira gli stu- L’ultima giornata di nostra permanenza denti salutano romanamente. in Budapest, martedì 10 aprile, è corona- Mentre i giovani nel pomeriggio riman- ta da un importantissimo avvenimento. gono liberi ed attendono a prepararsi per Per espresso desiderio del Governatore la partenza, mi reco a porgere il mio sa- dell’Ungheria, Ammiraglio Horthy, siamo luto ed il mio ringraziamento al Podestà, da lui ricevuti nella sala delle udienze del al Direttore della Scuola ed ai Professori, Palazzo Reale. al Direttore del Mattatoio, al Console Ita- Su sei automobili precedute da quella del liano. Console Italiano ci portiamo a Castello, Alle 21,50 si parte per Vienna salutati al- ed a mezzogiorno preciso siamo presenta- la stazione dal Prof. Hutÿra, da molti As- ti a S. A. Serenissima dal Console Italia- sistenti in rappresentanza dei loro profes- no e dal Prof. On. Hutÿra. In italiano e sori, e da una quantità di studenti unghe- con ispirate parole S. A. pronuncia un resi.

In questa foto si riconoscono il ministro dell'agricoltura ungherese Stefan Szabò (X), alla sua destra il Prof. Caradonna, alla sua sinistra il console italiano Conte Vinci, il Prof. Hutÿra e la Sig.ra Caradonna.

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L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DEL MEZZOGIORNO IZSM RIASSUNTO Le origini dell’Istituto risiedono nella stretta unione di alcuni scienziati italiani e sua maestà Giuseppe Bonaparte che nel 1806 costituisce la Reale Società di Scienze Naturali. Nel 1908 fu fondata, la Stazione sperimentale per lo studio della patologia e la medicina preventiva delle ma- lattie del bestiame. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) è una istitu- zione della sanità pubblica con una gestione tecnica ed amministrativa indipendente connessa al SSN grazie alla Legge n. 503 del 23.06.1970. Costituisce una rete che copre due regioni: Campa- nia e Calabria con sette Laboratori Diagnostici di Distretto grazie alla Legge n. 101 del 11.06.1974. L’Istituto offre un’ampia gamma di servizi nella veterinaria pubblica riguardanti: - la ricerca sperimentale ed il servizio diagnostico per le malattie infettive degli animali do- mestici e selvatici, l’allevamento animale e la produzione; - l’implementazione delle analisi ufficiali degli alimenti; - laboratorio di analisi degli alimenti di origine animale; - produzione e distribuzione di biologici veterinari (vaccini, sieri, reagenti diagnostici); - sorveglianza epidemiologica attraverso le proprie unità veterinarie epidemiologiche; - formazione professionale per veterinari, tecnici, allevatori e altri operatori di settore; - cooperazione tecnico scientifica con organizzazioni nazionali ed internazionali. Conseguentemente al Regolamento internazionale UNI CEI EN ISO/IEC 17025/2000, Portici e i Laboratori Diagnostici di Distretto sono stati incaricati dell’accreditamento, da parte del- l’Istituto Nazionale di Sanità, per la lo competenza, affidabilità e autonomia. L’Istituto annualmente esegue un grande numero (oltre due milioni) di esami batteriologici, virologici, chimici, tossicologici ed immunologici. Il Laboratorio di Distretto di Salerno, dal 2002, ospita il Centro Nazionale di Referenza per l’allevamento e la gestione del bufalo (D.M. 8.05.2002) svolgendo programmi di ricerca sulla salute, sull’allevamento e sulla messa punto di procedure diagnostiche innovative per il bufalo.

SUMMARY THE ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DEL MEZZOGIORNO The origins of the Institute lie in the tight union of some Italian scientists and His Majesty Giusep- pe Bonaparte in 1806 to form the Royal Society of Natural Sciences. In 1908, the Experimental Si- te for the study of the pathology and the preventive medicine of livestock diseases was founded. Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) is a public health institution with an independent, technical and administrative management, connected to the National Health Service by Law 23.06.1970 n. 503. It sets up a network covering two regions: Campa- nia and Calabria with seven District Diagnostic Laboratories by Law 11.06.1974 n. 101. The Institute offers a broad range of services in the public veterinary concerning: the experimental research and diagnostic service for infectious diseases of domestic and wild animals, animal breeding and production; the implementation of official food analysis; animal food origin and foodstuffs laboratory testing; manufacturing and distribution of veterinary biologicals (vacci- nes, sera, diagnostic reagents); epidemiological surveillance via its own Veterinary Epidemio- logical Unit; professional training for veterinarians, technicians, breeders and others opera- tors; technical and scientific cooperation with national and international organizations. Con- sequent to the International Regulation UNI CEI EN ISO/IEC 17025/2000, Portici and the other District Diagnostic Laboratories charged of official recognition (Accreditation) by Ita- lian National Health Institute for their competence, reliability and independence. The Institute carries out annually a large amount of bacteriological, virological, chemical, toxicological and immunological laboratory tests (over two millions). Salerno District Laboratory has hou- sed the National Reference Centre for buffalo breeding and management (Ministerial Decree 8.05.2002) since 2002, carrying out research programs into buffalo health, farm management and innovative veterinary diagnostic procedures.

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ALCUNI FAMOSI VETERINARI ILLUSTRATI E SELEZIONATI DA PRAXIS VETERINARIA GIOVANNI SALI, RENATO VERMI

RIASSUNTO Vengono presentate le vite illustrate di alcuni personaggi, nel contesto di determinati periodi storici. La protoveterinaria con Giordano Ruffo di Calabria (Marescalcia equorum) il Rina- scimento con Carlo Ruini (Dell’anatomia e delle infermità dei cavalli), tra i precursori delle scuole veterinarie il buiatra inglese Michel Harvard, e Francesco Bonsi, che avviò tre scuole private di Medicina Veterinaria (Rimini, Roma, Napoli) e praticò (forse) una prima vaccina- zione, prima dell’era pasteuriana. Vi sono Claude Bourgelat, fondatore a Lione della prima Facoltà di Veterinaria del mondo, e William Moorcroft, il primo Veterinario inglese della sto- ria, diventato leggendario al servizio della Compagnia delle Indie. Nella galleria sono pre- senti Giuseppe Orus, fondatore del Collegium Zoiatricum Patavinum e il grecista Giulio San- dri, nonchè Ercolani, “bibliotecomane”, anatomico e storico della Veterinaria e l’umanista Nicola Lanzillotti Buonsanti, ricordato per la chirurgia scientifica e per il lustro apportato al- la Scuola Veterinaria Milanese. Fanno pure parte di questa selezione Daniel Elmer Salmon, fondatore del Servizio Veterinario degli Stati Uniti, Edoardo Perroncito, l’anatomopatologo dell’Università di Torino, che sconfisse l’anemia dei minatori del Gottardo, Ferenc Hutyra, famoso per i contributi alla clinica degli animali da reddito e, più vicino a noi, Gaston Ra- mon, il direttore dell’Istituto Pasteur di Parigi, scopritore delle anatossine. La scelta è stata per forza di spazio limitata tra il gran numero di personaggi e temi che Giovanni Sali, con la collaborazione artistica di Renato Vermi, da oltre 20 anni sta portando avanti nella rubrica divulgativa denominata Vetstory, che continua sulla rivista Praxis Veterinaria.

SUMMARY

SOME FAMOUS VETERINARIANS, ILLUSTRATED AND SELECTED FROM PRAXIS VETERINARIA We are going to present in poster the illustrated lives of some personalities, within fixed his- torical periods.The Protoveterinaria with Giordano Ruffo di Calabria (Marescalcia equo- rum), Renaissence with Carlo Ruini (Anatomia et infermità dei cavalli), among forerunners of the veterinary schools the English bovine practitioner Michel Harvard, and the Italian Francesco Bonsi, who set three private schools of Veterinary Medicine (Rimini, Roma, Napoli) and practised the maybe first vaccination, before the pasteurian era. After them, there are Claude Bourgelat, the fondeur of the first Faculty of Veterinary in the world, and William Moorcroft, the first English veterinary of history, who became famous for being in service in the Indian Company. In the gallery there are also Giuseppe Orus, promoter of the Collegium Zooiatricum Patavinum, and the hellenist Giulio Sandri, as well as the “library maniac”, anatomist and historian of Veterinary Giovanni Battista Ercolani, and the humanist Nicola Lanzillotti Buonsanti, remembered for the scientific surgery and for the prestige brought to the Veterinary School of Milan. In this selection there are also Daniel Elmer Salmon, fondeur of the Veterinarian Service of the United States, Edoardo Perroncito, anatomo-pathologist of the University of Torino, who defeated anaemia of the miners of Gottardo, Ferenc Hutyra, famous for his contributions to the clinic of the livestock, and, next to us, Gaston Ramon, director of the Pasteur Institute of Paris, discoverer of anatoxins. Because of the space, the choice has been limited among the big number of personalities and themes which Giovanni Sali, with the artistic collaboration of Renato Vermi, is carrying out, since more than 20 years, in the survey called Vetstory, which continues in the review “Praxis Veterinaria”.

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IN MEMORIA DEL PROF. LUIGINO BELLANI VINCENZO MARAZZA, PAOLO RASORI

RIASSUNTO Vengono ricordate la figura e le opere del prof. Luigino Bellani, già Direttore Generale dei Servizi Veterinari italiani come da Convegno “La Medicina Veterinaria nel pensiero di Luigi- no Bellani” tenutosi a Mantova lo scorso anno.

SUMMARY

IN MEMORY OF PROF. LUIGINO BELLANI An remembered the leading figure and deeds of prof. Luigino Bellani, former Chief of Italian Veterinary Service, as celebrated on the occasion of the meeting “The Veterinary Medicine in Luigino Bellani’s thought”, held last year in Mantova.

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CONTRIBUTIONS OF MANUEL CHAVARRIA CHAVARRIA TO THE TREATMENT OF CYSTICERCOSIS BY TAENIA SOLIUM HECTOR QUIROZ ROMERO RIASSUNTO IL CONTRIBUTO DI MANUEL CHAVARRIA CHAVARRIA AL TRATTAMENTO DELLA CISTICERCOSI DA TENIA SOLIUM Manuel Chavarria Chavarria nacque a Tlaltenco, una piccola città vicino a Città del Messi- co, nel 1909. Cominciò la sua attività di ricerca fin da giovane; nel 1933 egli lavorò insieme al dr. Isaac Ochoterena nell’Istituto di Biologia dell’UNAM dove scoprì una nuova specie di infusori, Ochoterenaia appendiculata, nel cieco di equino. Nel 1942 pubblicò il suo primo la- voro sulla Taenia solium, e negli anni successivi pubblicò più di 29 articoli su differenti aspet- ti della teniasi cisticercosi. La scoperta di un trattamento contro la cisticercosi muscolare e cerebrale nel suino (metacestode di Taenia solium) usando praziquantel fu un evento vera- mente trascendentale in particolare per quei paesi in via di sviluppo che hanno questo proble- ma di parassitismo. Per meglio conoscere l’effetto di questo composto contro la forma adulta o larvale di altri cestodi, egli somministrò a suini parassitari dosi di praziquantel fino a 10 volte quelle raccomandate per la dose per lo stadio adulto continuando per 15 giorni. In que- sto modo egli riuscì per la prima volta ad uccidere il parassita nel muscolo e nel cervello con un composto chimico. Consapevole dell’importanza della cisticercosi umana convinse il suo amico dr. Clemente Robles, un neurochirurgo, a sperimentare il praziquantel nell’uomo. I ri- sultati di questo primo caso di cisticercosi umana con praziquantel furono presentati all’Ac- cademia di Medicina il 30 novembre 1979.

Manuel Chavarria Chavarria was born in Cordero Amador, his teacher of literature. Tlaltenco, a small town near Mexico City, Amongst his fellow students of that time, in 1909; his father was Mr. Tomas Chavar- noteworthy was Don Andres Henestrosa, ria Infante, who worked as farmer and cat- distinguished man of literature and poli- tleman and Mrs. Epigmenia Chavarria, tics from Oaxaca. whose occupation was housewife. Led by his parents’ decision, he began He went to primary school in the professional studies in the National Agri- Parochial School of Tlaltenco, since the cultural School, that at that time was official primary had closed its doors due headed by Marte R. Gómez and was in to the revolutionary movement of that pe- the process of moving to the ex-hacienda riod. Junior high and high school left an of Chapingo, in the State of Mexico. He indelible impression on him. Professor was not happy as a student there, since he Chavarria used to mention that he had lacked vocation for those studies and so been greatly influenced by the famous un- he changed to the school of veterinary derstudy of Cervantes, Don Erasmo medicine and there his grades improved Castellanos Quinto and professor Alfonso notably. Simultaneously, he studied the Caso, who was Dean of the University career of biology, the first one gave him a and greatly valued anthropologist. He hands on character, while biology al- would also mention professor Bourgeouis lowed him to have a formation as a re- in mathematics, he took English with pro- searcher and teacher, finding that both ac- fessor Enrique Sosa; paleontology with tivities complemented each other ad- Mulleriard and geography with “Pedro” mirably in the field of parasitology. who was the director of the Observatory During his studies in the National School of Tacubaya, and he would also mention of Veterinary Medicine, he became a stu- Don Vicente Lombardo Toledano whose dent of Don Jose Enrique Zapata, veteri- immense culture he admired. And also, he nary doctor, at that time the director of frequently remembered professor Raul our National School of Veterinary Medi- 565 cine. On the other hand, in the School of that lasted many years and in certain cas- Biology he befriended Don Isaac es, all his life. Ochoterena, Mexican biologist, known On the 15th of September 1932 Manuel world wide, who made him his personal Chavarria presented his professional ex- laboratory assistant. These two notable am, in front of a jury formed by: D. Luis men, of both careers, were his godfathers, Santamaria, D. Salomon Moleres Alvarez led him and taught him many of the sci- y D. José E. Zapata. R., the title of his entific and humanistic teachings that thesis was “The intestinal protozoans of guided him during all of his life. In the the horse”. study plan for the veterinary medicine ca- In 1934, he participated in the course of reer, he took Parasitology and Practices Protozoology for graduates, given by Dr. with Don Samuel Macias Valadez and Edward Reichenow, director of the Tropi- Parasitic Diseases with D. Salvador Guer- cal Diseases Institute of Hamburg, who ra Aceves. In the career of Biology he spent some time in the Institute of Biolo- studied Analytical Biology with Don gy of the UNAM. After that, he partici- Isaac Ochoterena, Zoology Practices with pated in the course on Marine Biology Helia Bravo, Special Zoology with Don given by Dr Enrique Rioja in the Institute Demetrio Sokoloff and Entomology with of Biology of the UNAM in 1941. Carlos Hoffman, all of them distinguished Conscious of the importance of Parasitol- professors that influenced him to develop ogy and his vocation, in 1942, he ob- a solid formation. tained a scholarship to participate in spe- During his years as a student, young cial Parasitology Studies in the University Chavarria was elected University Council- of Lincoln, Nebraska and then in Iowa man. During those years he had the honor State College, in Ames, Iowa. of being present at memorable sessions that culminated in the autonomy of the Univer- sity. Those were long and fruitful sessions Teaching activities where truly learned orators gave their speeches, such as Alejandro Gómez Arias, Don Manuel Chavarria began his teaching Vicente Lombardo Toledano, Manuel activities as assistant teacher during Gómez Norin and Jose Vasconcelos, emi- 1929-31 at the side of professors D. nent teacher that headed this movement Samuel Macias Valadez and D. Salvador that culminated in a happy ending. Guerra Aceves. In 1934-36 he was substi- As a student of biology, his dedication to tute teacher for Parasitology and Prac- work and study in the School of Science, tices. From 1936 to 1968, he was profes- attracted the attention of his teachers who sor of Parasitology and Practices, and would vie for first place in line to make from 1955 to 1968 he was professor of him their assistant. Who finally tri- Parasite Diseases. During this same peri- umphed was the eminent professor Dr od he was the head of the Parasitology Isaac Ochoterena, and Chavarria became Department of the National School of his assistant from 1928 until 1931 inclu- Veterinary Medicine and Animal Hus- sive, occupying the post that was consid- bandry of UNAM. ered to be a great honor: “Student adjunct In his alma mater, the National High to the Institute of Biology” . School, he taught Botany from 1936 to It goes without saying that not only did 1940, and Zoology from 1936 to 1959. He he absorb the discipline and work meth- was also professor of Systematic Botany ods of Dr. Ochoterena, he also had the in the National Agriculture School in opportunity to deal with a large number Chapingo, State of Mexico, from 1937 to of national and international researchers 1939. Also, he was professor in the De- with whom he established academic links partment of Biological Sciences in the 566 Metropolitan Autonomous University, Venezuela; Speaker for FAO during Unit Iztapalapa from 1975 to 1976. He al- courses of Helminthology and Protozool- so taught the course of Protozoology in ogy in the Republic of Ecuador. the Laborers’ University of Mexico, and in the National School of Biological Sci- ences, the National Polytechnic Institute Professor Chavarria as a researcher between 1938 and 1940. He also taught Parasitology in the National School of He began his research activities at a young Homeopathy and Experimental Pathology age, in the Biology Institute of the UN- in the National School of Biological Sci- AM, where he did a series of important ences of the National Polytechnic Insti- studies on ciliates of the bovine and tute. As a teacher, he always distinguished equine intestine. In 1933, he discovered a himself by being a very strict professor, new species of infusorium of the caecum yet very punctual, kind, and a successful of equines and dedicated the genus guide for the formation of generations of Ochoterenaia appendiculata to his mentor distinguished university students. Don Isaac Ochoterena, who had so greatly influenced him in the field of research. From 1933 to 1986 he published 212 arti- Administrative activities cles on different aspects of Parasitology. At the beginning, a series of taxonomic studies He covered administrative activities as stand out, that establish the bases for Head of the Parasitology Laboratory of knowledge of the parasitic fauna of the National Institute of Livestock Re- bovines, swine, equines, sheep and doves, search from 1934 to 1957 and as Head of and domestic animals in general in our the Department of Parasitology of the Na- country. He published different articles on tional School of Veterinary Medicine and dove parasites, parasite control in horses, Animal Husbandry of the UNAM, from bunostomosis of ruminants, ascaridiasis in 1957 to 1968. In recognition for his pro- poultry, Taenia solium and cysticercosis in fessional merits, he was designated Direc- swine and the importance to public health, tor of the National School of Veterinary filariae in dogs, scabies, babesiosis in cat- Medicine and Animal Husbandry in 1957, tle, this being the first study of chemothera- nevertheless, there was a complaint py of this important parasitosis in Mexico. against this nomination by some profes- On echinococcosis, coccidiosis, anaplas- sors and students and after 15 days he re- mosis in cattle, Theileria, chemotherapy of signed and returned to his post as Head of Oestrus ovis, and this was one of the first the Department of Parasitology. reports on the treatment of miasis in sheep. During his professional life he had other Evaluation of different antihelmintics used administrative posts, amongst which we against gastroenteric nematodes in sheep, can cite: in the Office of Meats of the he also worked on trichinosis in swine and Supplies and Price Control Surveillance its importance as a public health problem; Commission of the Ministry of Health through thesis for graduation, chemothera- and Social Welfare and in the Campaign py results for ancylostomiasis in dogs, noti- against Paralytic Rabies, Campaign fication of ancylostomiasis in cats, treat- against Cattle Ticks, and the Campaign ment of Thysamosoma actinioides in sheep against Tuberculosis of the Ministry of and Hypoderma and Cochliomyia ho- Agriculture and Livestock. At the interna- minivorax in cattle. tional level he was a parasitologist of the He also published a series of articles on Pan American Health Organization (PA- topics other than Parasitology amongst HO), technical consultant for the Foot which we can cite: Q Fever, Artificial In- and Mouth Disease Institute in Maracay, semination, Foot and Mouth Disease, Par- 567 alytic Rabies, Leptospirosis, teaching and different aspects of cysticercosis, yet it different aspects of livestock rearing. was professor Chavarria’s, ingenuity that There are two topics or research lines that achieved -with scarce resources- the high- he covered in greater depth during differ- est benefit contribution to the treatment of ent periods of his professional life: cattle this problem. ticks, mainly the Boophilus genus, that He was a member of several associations: transmits cattle babesiosis, and of this of the first Mexican Veterinary Medicine theme he published 44 articles. These Academy, that was chaired by the also il- publications, many in technical informa- lustrious Professor Manuel H. Sarvide; of tion dissemination magazines, began cre- the Mexican Society of Natural History; ating a conscience of the importance of as well as, the American Society of Para- the complex: tick–Babesia-Anaplasma, sitology; of the Society of Protozoolo- amongst cattlemen, veterinarians and gists; of the National Hydatidosis Associa- government officials. We can justly say tion with seat in Argentina; of the Ento- that through those publications and a se- mological Society; of the Mexican Society ries of conferences and classes, the bases of Veterinary Parasitology; and the Mexi- were established in many persons for the can Entomology Society, amongst others. National Campaign against Cattle Ticks In recognition of his outstanding and un- during the seventies decade. tiring work as professor, researcher and The second research line, that occupies disseminator of culture, the University other periods of his life as researcher is Council of the National Autonomous Uni- cysticercosis caused by the metacestode versity of Mexico, on the 4th of Septem- of Taenia solium of which he published ber 1989, granted Dr. Manuel Chavarria 29 more articles. The discovery of the Chavarria, the title of Professor emeritus. treatment against muscular and cerebral Professor Chavarria died on the 10th of cysticercosis (metacestode of T. solium) June 1990, when he was 81 years old, in swine with pracicuantel, elevating the having worked in his Laboratory of the dose to 10 times more and 15 days of Department of Parasitology until one treatment, established the bases for the week before his death. The veterinary treatment in man. Aware of the impor- profession is very proud to have amongst tance of this problem, once he finished its members this distinguished scientist his experiments in swine, he convinced and teacher of so many generations. his friend Dr. Clemente Robles to do a tri- al in humans. The results of the first case of human cysticercosis treated with a BIBLIOGRAPHY chemical compound was presented in the Medicine Academy in the Medical Center Curriculum vitae of Dr. Manuel Chavar- of Social Security, in a solemn ceremony, ria Chavarria. Facultad de Medicina Vet- on the 30th of November 1979. erinaria y Zootecnia, Universidad Na- The discovery of the cerebral cysticercosis cional Autónoma de México. treatment, by professor Chavarria, caused R.C. FRAPPE MUCIÑO, Biografía del maes- a great amount of interest in Mexican and tro emérito de la UNAM. Manuel Chavar- international parasitologists, that took on ria Chavarria, Médico Veterinario. 1993. the task of verifying the results and apply- R. H. QUIROZ, Semblanza del Dr. Manuel ing them on a larger scale. This contribu- Chavarria Chavarria. En Diagnóstico y tion is responsible for the fact that today, a Control de Parásitos de Animales y el series of antihelmintics are available to be Hombre, Dedicado a la Memoria del Dr. used daily against this terrible parasite. Manuel Chavarria Chavarria. División del Several Mexican researches during this Sistema de Universidad Abierta, Facultad century have been interested in working de Medicina Veterinaria y Zootec., 1991. 568 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

GIUSEPPE CAPORALE: UNA VITA PER LA VETERINARIA MANUEL GRAZIANI, VINCENZO CAPORALE

SUMMARY GIUSEPPE CAPORALE: A LIFE FOR VETERINARY MEDICINE Giuseppe Caporale was born in S. Eusanio del Sangro, in Chieti province (Abruzzo- Italy), on August 3rd 1916. In 1946 he became Director of Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo (then IZS dell’Abruzzo e del Molise), and he was on charge until his sudden death, on April 11th 1976. Previously, from 1940 to 1945, he had been Assistant on charge and main Consultant at the Stazione Sperimentale Zooprofilattica dell’Umbria and, for a short time in 1946, main Consultant at Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Liguria. Teacher of In- fectious Diseases, Prophylaxis and Veterinary Surveillance, he distinguished himself for his in- valuable contribution to the research on Bovine Sterility and on development of the Artificial Insemination. These activities gave him acknowledgements from the International Scientific Community. From 1940 to 1976, he gave lectures in the most important National Universities and he was named by the Italian Government and the General Direction of Veterinary Services to represent Italy in international missions concerning training, education and scientific ex- changes. In 1950 he published “Croce Azzurra”, a scientific journal in Veterinary Public Health which became in a short time the official journal of all the Italian Istituti Zooprofilattici Sperimentali. In 1954 the journal changed its name in “Veterinaria Italiana” and, with the support of the High Commissariat for Hygiene and Public Health, the General Direction of Health Services and the Istituto Superiore di Sanità, widened its range of action in all over Italy and abroad. Giuseppe Caporale wrote more than 50 original scientific papers, besides the Italian translation of the famous handbook by F. Hutyra, R. Manninger, J. Marek “Spezielle Pathologie und Therapie der Haustiere. Erster Band: Infektionskrankheiten”.

L’Uomo te, Giuseppe Caporale morì a Teramo l’11 aprile del 1976. La sua vita cessò improv- Giuseppe Caporale nacque il 3 agosto del visamente a 60 anni, alla stessa età e per la 1916 a S. Eusanio del Sangro (CH), locali- stessa causa di suo padre Vincenzo. tà natale della madre Adele De Virgiliis, ma visse fino al 1935 nel limitrofo paese di Castelfrentano dove il padre svolgeva Gli Studi l’attività di veterinario condotto. Sin da bambino subì il fascino della medicina ve- Terminato il ciclo della scuola elementare a terinaria tanto da guadagnarsi il soprano- Castelfrentano nell’anno 1926/1927, Giu- me dialettale di “Peppinuccio Lu Veteri- seppe Caporale frequentò le scuole medie, nar”, riferito sia alla sua statura non altissi- allora chiamate ginnasio inferiore, presso il ma che alla professione del padre. Nel Liceo Classico “G.B. Vico” di Chieti, risie- 1939, ad appena 23 anni, rimase orfano di dendo nell’annesso e omonimo Convitto madre. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre Nazionale. Nell’anno scolastico 1929/1930 del 1943, già con una brillante carriera ve- si iscrisse al Liceo-Ginnasio “Vittorio Ema- terinaria in Italia e all’estero, tornò a Ca- nuele II” di Lanciano, dove raggiunse la stelfrentano per dare conforto al padre e al- maturità classica nel 1935. Nel 1939, con il la sorella Laura di quattro anni più giova- massimo dei voti, si laureò in medicina ve- ne. La perfetta conoscenza del tedesco gli terinaria presso l’Università degli Studi di permise inoltre, nel bel mezzo della Linea Perugia. Nel 1940 conseguì l’abilitazione Gustav, di proteggere e salvare letteral- all’esercizio professionale presso l’Univer- mente il suo paese dagli eccidi dell’occu- sità degli Studi di Napoli e diventò assi- pazione nazista. Colto da infarto fulminan- stente alla cattedra di Ostetricia e Ginecolo- 569 gia Veterinaria delle Università di Bologna in Veterinaria Italiana, ampliando il suo e di Perugia. Nel 1942 ottenne a Vienna la raggio d’azione in tutta Italia e all’estero. specializzazione in malattie infettive del Questa esperienza editoriale fu particolar- bestiame e preparazione di prodotti biolo- mente importante poiché coinvolse i mag- gici per uso veterinario presso l’Istituto di giori organi scientifici italiani come l’Alto Stato di Moedling. Nel 1951 conseguì la li- Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pub- bera docenza in Malattie Infettive, Profilas- blica, la Direzione Generale dei Servizi Sa- si e Polizia Veterinaria. nitari e l’Istituto Superiore di Sanità. Nel 1965 la sua militanza nelle fila del Partito Socialista Italiano lo portò ad es- Carriera sere eletto consigliere al Comune di Tera- Dal 1940 al 1944 è stato assistente inca- mo. Dal 1965 al 1976 fece parte del Con- ricato presso la Stazione Sperimentale siglio di Amministrazione degli Ospedali Zooprofilattica dell’Umbria, divenendo ed Istituti Riuniti di Teramo, dove si dis- aiuto di ruolo nel 1945. A giugno del tinse per il grande impulso che riuscì a 1946 venne nominato aiuto di ruolo dare alla costruzione di una nuova e più presso l’Istituto Zooprofilattico Speri- moderna struttura ospedaliera. mentale del Piemonte e della Liguria ma Molto appassionato di sport, per circa 10 vi rimase pochi mesi poiché, sul finire anni, dal 1953 al 1963, ricoprì anche la dello stesso anno, fu chiamato a ricopri- carica di presidente della Società Sportiva re la carica di direttore dell’Istituto Zoo- Teramo Calcio. profilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Tra i suoi maggiori contributi alla medici- del Molise che mantenne fino al 1976, na veterinaria sono da ricordare la lotta anno della sua scomparsa. Per quasi 20 alla sterilità bovina e l’evoluzione della anni, dal 1956 al 1975, è stato presidente pratica della fecondazione artificiale. dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Teramo. Riconoscimenti Dal 1940 al 1975 ha tenuto corsi universita- ri presso gli atenei di Bologna, Perugia, Mi- Nel 1966 fu insignito dal Presidente della lano e Camerino. Dal 1945 al 1973 è stato Repubblica Italiana dell’onorificenza di più volte chiamato dal Governo italiano, Commendatore della Repubblica. dalla Direzione Generale dei Servizi Veteri- Nel 1967 gli fu consegnata l’Attestazione nari e da diverse amministrazioni locali, a al merito della Sanità Pubblica. ricoprire il ruolo di formatore in corsi di formazione e addestramento di ambito me- Pubblicazioni dico-veterinario. Dal 1961 al 1976, per con- to del Ministero della Sanità italiano ed altri Tra i1 1945 ed il 1975 ha pubblicato più Enti statali, ha svolto importanti incarichi ed di 50 lavori scientifici originali (in lingua ha coordinato missioni internazionali in italiana, francese ed inglese) sulle più Francia, Austria, Germania, Cecoslovac- prestigiose riviste mondiali. chia, Russia, Cina, Israele, Uruguay, Para- Grande conoscitore della lingua tedesca guay, Colombia e Argentina. ha curato e tradotto in italiano il manuale di F. HUTYRA, R. MANNINGER,J. MAREK, Contributi alla medicina veterinaria Patologia speciale e terapia degli animali ed alla società domestici. Vol 1: Malattie Infettive, Casa Editrice Vallardi, Milano, 1949. Nel 1950, all’interno dell’Istituto Zooprofi- Come resoconto dei suoi primi venti anni lattico Sperimentale dell’Abruzzo e del alla direzione dell’IZS di Teramo ha scrit- Molise da lui diretto, creò la rivista scienti- to L’Istituto Sperimentale Zooprofilattico fica di medicina veterinaria Croce Azzurra. di Teramo negli ultimi 20 anni della sua Nel 1954 la rivista cambiò denominazione attività, CETI, Teramo, 1968. 570 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

GENESI DEL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA DEGLI ANIMALI ANNAMARIA PASSANTINO, CARLOTTA DI PIETRO, MARIA RACHELE RUSSO, MICHELE PASSANTINO

SUMMARY ORIGIN OF THE CONTRACT OF SALE OF ANIMALS The contract of sale of animals has its origins in very old regulations, habits and customs. Presumably preceded by an original stage of simple barter in a primitive epoch when no mon- ey existed, the history of sale starts from a real sale or immediate exchange of a thing against a price in which the conclusion of the transaction coincided with the accomplishment of the respective services. The sale was performed in the form of a barter or exchange of animals with animals, animals with products or services. Indeed, the term “pecunia” (money), etymo- logically derived from the Latin word pecus meaning livestock, indicates that the value of goods was determined by using livestock as a reference parameter. Also in the ancient Rome (454 and 452 B.C.) the amount of a fine was established and paid in head of animals. Later on, coined metal was adopted instead of livestock as a general measure of the value so that the contract of exchange was replaced by the contract of sale. The authors, considering that the current jurisprudence has its origins in the ancient peoples’ laws, thought it interesting to make a short historical-juridical excursus on the contract of sale.

Introduzione il bisogno di leggi speciali dirette a repri- mere il dolo e l’inganno”. Il contratto di compravendita del bestia- Considerato che il diritto vigente conser- me, che per la frequenza del suo impiego va l’impronta e l’indirizzo di quello anti- nella vita economica è stato uno dei con- co, anche se, per l’influenza del diritto tratti tradizionalmente più diffusi, fonda barbarico e di quello canonico, sono state le proprie radici su disposizioni, usi e apportate, successivamente, alcune inno- consuetudini assai remote. vazioni, gli AA., per meglio comprendere Nei tempi primitivi non esisteva la moneta la disciplina sulle obbligazioni e farla as- ed il commercio degli antichi Egizi, Assi- surgere a dignità di scienza nel campo ri, Caldei, Cartaginesi si esplicava con lo della medicina veterinaria forense, hanno scambio dei prodotti e dei servizi. Anche i ritenuto opportuno effettuare un excursus Greci si servirono del bestiame come mo- storico-giuridico sul contratto di compra- neta, poiché determinavano il valore delle vendita degli animali. cose con buoi e giovenche, come ci è tra- mandato, pure, dall’Iliade di Omero. Ai primordi il commercio degli animali Background non era sottoposto ad alcuna disciplina. Anzi, era lasciata ampia libertà alla con- Il primo tentativo di regolamentare la ma- trattazione e non vi era una vera e propria teria in oggetto risale alla fine della Glo- tutela nei confronti dei contraenti. Difatti, riosa Repubblica Romana, quando, con il Vallada (1883) sosteneva che “ … a l’Editto degli Edili, si ingiungeva ai ven- motivo di una maggiore semplicità e pu- ditori di bestie “di dichiarare quale fosse- rezza di costumi dovevansi per certo ro i difetti ed i morbi da cui le stesse fos- ignorare in massima parte le astuzie e le sero colpite” (qui iumenta vendunt, palam frodi che sogliansi usare oggidì per ma- recte diciunto, quid in quoquo eorum scherare i più gravi vizi o difetti del do- morbi vitiique sit). mestico bestiame, di maniera che doveva Nel caso di mancata osservazione di tale necessariamente assai meno essere sentito disposizione, all’acquirente si concedeva- 571 no sei mesi di tempo al fine di intentare per ottenere il trasferimento della proprietà un’azione redibitoria (actio redhibitoria) della cosa occorreva compiere altri negozi per la restituzione del denaro versato al giuridici, quali la traditio (modo di acqui- venditore, ed un anno per l’azione estima- sto della proprietà mediante consegna) o toria (actio estimatoria o quanti minoris), l’usucapione (modo di acquisto della pro- che gli attribuiva il diritto di ottenere una prietà attraverso il possesso in buona fede riduzione del prezzo, oltre all’indennizzo prolungato nel tempo). per gli eventuali danni subiti a causa del- Col diritto giustinianeo, il contratto di l’acquisto del bestiame viziato. Il com- compravendita divenne un contratto con- pratore era, inoltre, tenuto a dimostrare la sensuale, con la conseguenza che la pro- preesistenza, alla stipulazione del contrat- prietà si trasmette per effetto del mero to, dei vizi lamentati. consenso delle parti contraenti. Mentre al Erano considerati, ad esempio, vizi redi- tempo dell’Editto di Rotari (643 d.C.), la bitori nel cavallo la vertigine per tre gior- compravendita era concepita come un ni, il moccio per tre mesi, il farcino per contratto per il cui perfezionamento oc- un anno ed il restio (aequs retrogradus) correva che il prezzo fosse versato affin- fino a che il cavallo fosse stato cavalcato ché il venditore fosse obbligato alla con- tre volte. segna della cosa. Da ciò si deduce che il Presumibilmente, preceduta da un origi- concetto di vendita consensuale era estra- nario stadio di baratto, per l’epoca primi- neo ai longobardi. tiva che ancora non conosceva l’esistenza Solo successivamente, precisamente nel- della moneta, la storia della vendita inizia l’età post-classica, in Occidente come in da uno stadio di vendita reale, o scambio Oriente, la vendita si considerò conclusa immediato di una cosa contro prezzo, in con il trasferimento immediato della cosa cui la conclusione del negozio coincideva dietro pagamento del prezzo, o mediante con l’adempimento delle rispettive presta- ricorso a “stipulationes” documentate per zioni. La compravendita avveniva me- iscritto, al fine di impegnarsi all’adempi- diante baratto o permuta di animali con mento successivo delle prestazioni, quan- animali, di animali con prodotti o servizi. to meno, di quella consistente al paga- La parola pecunia, danaro, etimologica- mento del prezzo. mente derivata da latino pecus, che signi- Qualsiasi cosa poteva costituire oggetto fica bestiame, indicava, infatti che il valo- della prestazione del venditore; pur par- re dei beni era determinato utilizzando il tendo dal principio, derivato dal primitivo bestiame quale parametro. Anche nella stadio della vendita reale, che non si aves- Roma antica (454 e 452 a.C.) l’ammonta- se compravendita in mancanza della cosa re delle multe e delle ammende veniva da vendere. La giurisprudenza classica, stabilito e pagato in capi di bestiame. tuttavia, ammetteva la validità di una ven- Successivamente, in sostituzione del be- dita (aleatoria) di cosa futura indipenden- stiame venne adottato, quale misura gene- temente dal fatto che la cosa venisse o rale del valore, il metallo coniato, cosic- meno in essere (c.d. emptio spei). ché il contratto di permuta venne sostitui- Soltanto tra il XV e il XVI secolo, le Re- to con il contratto di compravendita. pubbliche ed i Comuni italiani affrontaro- Nel sistema del diritto romano, la vendita no le problematiche relative alle contrat- o compravendita, era un contratto in base tazioni di compravendita di bestiame, al quale un soggetto (venditore) si obbliga provvedendo all’introduzione di radicali a garantire il possesso del bene ad un altro riforme e sostituendo la disciplina del- soggetto (acquirente), il quale a sua volta l’antico Diritto Romano con statuti la cui si obbliga a pagare il pretium del bene applicazione venne spesso disattesa in fa- (merx). Il contratto, pertanto, in quell’epo- vore degli usi e consuetudini introdotte ca, aveva solo effetti obbligatori, in quanto dai commercianti. 572 In epoca ancora più recente, la compra- redibitori alla luce delle nuove esigenze vendita di animali venne regolamentata della scienza veterinaria. Questa regola- principalmente da usi locali, tra i quali mentazione potrebbe essere formata con appare opportuno citare i seguenti “capi- l’ausilio di un medico-legale veterinario, toli ed usi circa il vendere ed il comprare del Presidente dell’Ordine Provinciale dei li cavalli ed altri animali nella fedelissima Medici Veterinari e della Camera di città di Napoli: Commercio. • se si vende un cavallo e si dice – io te Evitare, quindi, che nel rapporto tra il lo dò da amico – il venditore è tenuto venditore e l’acquirente il soggetto più per sei mesi alla garanzia di tutte le in- abile possa trarne un ingiusto vantaggio. fermità e difetti di vecchia data; resta A tal proposito, nella compravendita degli il venditore obbligato per i malori e animali di un certo valore, sarebbe oppor- difetti antichi durante un anno, ven- tuno che l’acquirente si avvalesse della dendo l’animale da gentiluomo; collaborazione di un medico veterinario, • se si fosse venduto uno o più cavalli il quale sulla scorta delle proprie cogni- per tali quali sono, questo è patto riso- zioni tecnico-scientifiche e di un’attenta luto ed il venditore non resta obbligato conoscenza della giurisprudenza e degli a cosa alcuna; usi locali, possa rendere edotto il proprio • quando un cavallo comincia a tossire, cliente sulle reali condizioni dell’animale si ritrova con mala vista, o lunatico, il evitando così l’insorgere di contenziosi venditore è tenuto a riprenderlo e ren- civili dai tempi lunghissimi. dere il prezzo; Ciò, a nostro avviso, consentirebbe di sot- • se fra li quaranta giorni si scuoprisse trarre le controversie riguardanti la com- alcun male vecchio, ed il compratore pravendita di animali all’indeterminatez- avesse tagliato li crini o la coda al ca- za della disciplina generale o a quella non vallo, e poi fosse sopravvenuta qual- uniforme e ormai decisamente inadeguata che altra infermità alle gambe, in gui- degli usi locali. sa che il compratore non se ne potesse avvalere, non può tuttavia quest’ulti- mo approfittare dell’usanza di Napoli, BIBLIOGRAFIA e far riprendere l’animale al venditore, se prima non sarà guarita la nuova in- A. BISIO, La compravendita degli animali – fermità e non siano cresciuti i crini e Giurisprudenza Veterinaria, Roma, 1951. la coda, come eran dapprima”. P. G HISLENI,G. GHISLENI, Trattato di me- dicina veterinaria legale. Torino, 1925. D. GIOVINE, Errori ed inganni nel com- Considerazione conclusive mercio del bestiame, Roma, 1963. R. LUZZATTO, La compravendita, Torino, Oggi, la compravendita degli animali, in 1961. mancanza di leggi speciali, è disciplinata A. MESSIERI, Elementi di medicina veteri- dal codice civile e dagli usi locali, vale a di- naria legale, Faenza, 1957. re dalle consuetudini vigenti nel luogo nel G. PACCHIONI, Obbligazioni e contratti, quale è stata conclusa e perfezionata la Padova, 1950. vendita. Sarebbe, pertanto, auspicabile un A. TRABUCCHI A., Istituzioni di diritto ci- intervento da parte del legislatore al fine di: vile, Padova, 1950. regolamentare in maniera più attenta la D. VALLADA, Elementi di giurisprudenza materia con una classificazione dei vizi medico-veterinaria, Torino, 1883.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE: 75 ANNI DI ATTIVITÀ A SOSTEGNO DELLA SANITÀ ANIMALE, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DELLA ZOOTECNIA LICIA RAVAROTTO, LIDIA BERTONI, RENZO ZOLETTO, SAMANTA SANDRIN, IGINO ANDRIGHETTO

SUMMARY ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE: 75 YEARS OF ACTIVITY TO SUPPORT ANIMAL HEALTH, FOOD SAFETY AND ANIMAL PRODUCTION. The Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie had been linked from the real begin- ning of its activity to the School of Veterinary Medicine (“Collegium Zooiatricum”) founded at the University of Padua by Prof. Giuseppe Orus in 1774. The Institute was officially opened in Padua on the 14th of June 1929, but its constitution began in 1924. Since that year the local veterinary Authorities proposed to institute a scientific organisation to support farmers and veterinarians in the field of animal health and production, and 1928 the Provinces of the Venetian Regions agreed to found this institution. The University of Padua officially guaran- teed its scientific support to this new veterinary institute since 1935. In 1937, all the Provinces, including Gorizia and Ferrara, of the north-eastern part of Italy joined the initia- tive. Actually the Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie is functionally linked to the Ministry of Health and to the three Regions (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano) of the Venetian area. The Institute research activities are mainly related to animal health, animal production and food safety, and in these fields it also guarantees the scientific and laboratory support to farmers, veterinarians, national and regional veterinary Authori- ties. The Institute main facilities are located at Legnaro (Padua), whilst the ten Veterinary In- vestigation Centres are situated at Adria (Ro), Belluno, Bolzano, S. Donà di Piave (Ve), Tren- to, Treviso, Vicenza e Verona.

Nel 1765 presso la “Facoltà Medica” del- insegnamento complementare della Fa- l’Università di Padova, si incominciò ad coltà di medicina umana fino al 1873, an- insegnare “Veterinaria Sperimentale” e no in cui vennero definitivamente cancel- successivamente dal 1 ottobre 1774 prese late anche da questa facoltà. La Facoltà di avvio un regolare “Collegium Zooiatri- veterinaria ritornerà a Padova solo molto cum” organizzato e diretto dal Prof. Giu- più tardi con l’anno accademico 1992-93. seppe Orus, allievo di Bourgelat (fondato- L’Istituto nasce a Padova, quasi a conti- re della prima Scuola veterinaria francese nuare quell’eredità scientifica lasciata da a Lione, nel 1762): fu introdotto così nel G. Orus. Veneto Dominio lo studio sistematico del- Nel 1924 l’Ordine dei veterinari di Padova, la medicina veterinaria. in particolare il Dott. Ettore Gasparetto, e Padova, già prima in Italia ad avere isti- il Dott. Luigi Piantavigna, veterinario pro- tuito una cattedra di agricoltura, fu così vinciale di Padova, segnalarono la necessi- anche la prima città italiana ad avere una tà di realizzare un Istituto Sperimentale ad Scuola di medicina veterinaria, tenuto indirizzo scientifico e pratico che potesse conto del fatto che la Scuola veterinaria essere di valido aiuto ad allevatori e veteri- del Piemonte ebbe nei suoi primi anni or- nari nell’affrontare e risolvere i numerosi ganizzazione e finalità militari. problemi legati al mondo della zootecnia, Nel 1787 il “Collegium Zooiatricum” nonché per la diagnosi di laboratorio, la venne soppresso e nella Serenissima le produzione di sieri e di vaccini e per la di- Scienze Veterinarie sopravvissero come fesa del bestiame dalle malattie infettive. 575 L’Amministrazione provinciale di Padova, nel campo culturale e scientifico, pur ri- nella primavera del 1925, fece propria l’i- spettando l’assoluta autonomia e indipen- niziativa, seguita a breve distanza di tem- denza di ciascuno. Dalla fondazione al po dalla provincia di Venezia. Il 20 gen- 1950 la direzione dell’Istituto fu affidata naio 1926, dopo varie riunioni tenutesi al- al Prof. Plinio Carlo Bardelli, che prove- ternativamente a Padova e Venezia, molti niva dai laboratori dell’Esercito Italiano, esponenti delle province delle Tre Venezie coadiuvato da alcuni collaboratori tra cui e delle più rappresentative personalità del- Cesare Menzani, anatomo-patologo e fu- l’ambiente agrario-veterinario intervenne- turo secondo Direttore. ro a Padova, presso la sede dell’Ammini- Oggi questo Istituto, assieme agli altri nove strazione provinciale, e posero le basi del- dislocati nel resto del territorio nazionale, la nuova realizzazione. L’Istituto fu costi- contribuisce a comporre una rete di struttu- tuto inizialmente come consorzio interpro- re che con un centinaio di sedi provinciali vinciale “volontario”, fra le province di rappresenta un unicum nel panorama inter- Belluno, Bolzano, Fiume, Padova, Pola, nazionale. In particolare, esso copre il terri- Rovigo, Trento, Treviso e Vicenza, con torio di competenza con la sede centrale a decreto del capo del governo il 12 giugno Legnaro (Padova) e con i laboratori perife- 1928. In seguito, si aggregarono anche le rici situati ad Adria (Ro), Belluno, Bolzano, rimanenti province del Triveneto; con l’a- Pordenone, S. Donà di Piave (Ve), Trento, desione della provincia di Gorizia nel Treviso, Udine, Verona e Vicenza. 1937 e subito dopo di quella di Ferrara Gli Istituti sono giuridicamente definiti (questa più tardi si unì all’Istituto della “Enti sanitari di diritto pubblico” e dal Lombardia e dell’Emilia con la legge 101 punto di vista operativo sono di fatto stru- del 1974). L’attività dell’Istituto si estese menti tecnico-scientifici erogatori di ser- su tutto il territorio del nord-est. vizi: attività di prevenzione, di controllo e L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di ricerca nell’ambito della sanità anima- delle Venezie fu eretto su un’area offerta le, della sicurezza alimentare e a supporto dal comune ed inaugurato ufficialmente a della zootecnia. Padova, in via G. Orus, il 15 giugno 1929 da Arnaldo Mussolini fratello del Duce. Il 28 gennaio 1935 il Magnifico Rettore, BIBLIOGRAFIA. Prof. Carlo Anti, che già precedentemente aveva assicurato la cooperazione scientifi- G. GAGLIARDI, F.M. CANCELLOTTI, L’Isti- ca dell’Università di Padova, realizzò tuto Zooprofilattico per la salute degli l’aggregazione dell’Istituto all’Università animali e dell’uomo in: L’agricoltura Ve- di Padova con una convenzione approvata neta dalla tradizione alla sperimentazio- dai Ministeri dell’interno e dell’educazio- ne, Edizioni CLEUP, 1996, pp. 287-302. ne nazionale. Vennero così riconosciuti e I. ALTARA, Istituto Zooprofilattico Speri- confermati tra i due enti quei rapporti di mentale per le tre Venezie in: Gli Istituti collaborazione, già previsti dallo statuto, Zooprofilattici Sperimentali, Edizione a in cui veniva sancita l’unione morale del- cura della Direzione dei Servizi Veterina- l’Università e dell’Istituto Zooprofilattico ri, 1954, pp. 209-245.

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L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DEL PIEMONTE, LIGURIA E VALLE D’AOSTA: STORIA ED EVOLUZIONE DI UN’ISTITUZIONE SANITARIA

ANGELO FERRARI, LUCA DOGLIONE

SUMMARY THE VETERINARY MEDICAL RESEARCH INSTITUTE FOR PIEMONTE,LIGURIA AND THE VALLE D’AOSTA. HISTORY AND DEVELOPMENT OF AN INSTITUTE FOR DISEASE PREVENTION AND CONTROL In the mid-nineteenth century agriculture underwent a profound transformation, as intensive methods became increasingly widespread. One of the most important aspects of this modern- ization was ‘factory farming’ – the breeding of domestic animals according to industrial crite- ria – which saw the dawn of the intensive breeding units. The evolution of animal husbandry also affected scientific activities and veterinary medicine practices, which had until then been almost totally dedicated to the treatment of horses. One result of these changes was that the “Experimental Stations for the eradication of live- stock diseases”, later re-named Veterinary Medical Research Institutes were founded in Italy. 1914: The Veterinary Medical Research Institute for Piemonte, Liguria and the Valle D’Aosta was founded in Turin 1918: The institute published its first technical report 1921: 280 samples were examined 1928: The personnel comprised the Director, an Assistant Director, an Aide, an Accountant, a doorkeeper and three manual workers 1941: A centre for artificial insemination was opened. 1950: The first provincial branch was founded in Genova 1952 – 1958: Further provincial branches were founded 1970: Italian Law N° 503 decreed that all the Italian Veterinary Medical Research Institutes were to become Public Health Institutions, reporting to the Ministry of Health.

La storia sperimentale per la lotta contro le malat- tie infettive del bestiame in Piemonte e Dalla seconda metà dell’Ottocento avvie- Liguria” ne una profonda trasformazione dell’agri- 1918 Prima relazione tecnica. coltura, che progressivamente assume un 1921 Campioni esaminati: 280 carattere sempre più intensivo. Uno degli 1928 L’organico è costituito da Direttore, aspetti più salienti di tale trasformazione un Coadiutore, un Assistente, un Segreta- è l’allevamento degli animali domestici rio economo, un portinaio e tre inservienti secondo criteri industriali, con la nascita 1939 Produzione di un vaccino concen- degli allevamenti intensivi. L’evoluzione trato contro l’afta epizootica della zootecnia influenza l’attività scienti- 1941 Apertura del Centro di fecondazione fica e pratica della medicina veterinaria, artificiale sino ad allora dedita quasi esclusivamente 1950 Fondazione della prima Sezione alla cura del cavallo. provinciale, a Genova È in questo contesto che nascono in Italia 1952 – 1985 Fondazione delle altre Se- le “Stazioni Sperimentali per la lotta con- zioni provinciali tro le malattie del bestiame”, poi rinomi- 1970 Legge n. 503. Gli Istituti Zooprofi- nate Istituti Zooprofilattici Sperimentali. lattici italiani divengono Enti sanitari do- 1914 L’Istituto Zooprofilattico Sperimen- tati di personalità giuridica di diritto pub- tale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta blico” e sottoposti alla vigilanza del Mi- viene fondato a Torino come “Stazione nistero della sanità. 577 Il presente attività diagnostica, di sorveglianza sani- taria e di formazione. Dal 2001 sono stati L’istituto Zooprofilattico Sperimentale finora identificati 98 casi di positività su del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ri- animali autoctoni a fronte di circa cerca, realizza e fornisce prodotti e servi- 1.600.000 test rapidi effettuati dagli Isti- zi per presidiare, monitorare e garantire la tuti Zooprofilattici nel loro complesso. salute pubblica attraverso la sicurezza ali- mentare e la sanità e il benessere animale. Centro di Referenza Nazionale per l’Onco- Scopo dell’IZS è di essere, attraverso l’at- logia Veterinaria Comparata (CEROVEC). tività di controllo ufficiale e di ricerca, un Si occupa della diagnosi e della compara- riferimento di eccellenza in termini di zione dei trend epidemiologici delle neo- competenza professionale nei diversi am- plasie animali e umane. Il Centro esegue biti della sicurezza alimentare e della sa- circa 800 esami istologici all’anno, su va- nità animale. rie matrici patologiche. • 33.500.000 capi zootecnici nel territo- rio Il Centro di Referenza nazionale per le Ma- • 106 tipologie di analisi accreditate SI- lattie degli Animali Selvatici (CERMAS) NAL Si avvale di una rete di dieci Referenti, • 1.700.000 analisi eseguite ogni anno uno per ogni Istituto Zooprofilattico ita- • 269 dipendenti liano, e svolge attività di epidemio - sor- • 10 Sezioni Provinciali veglianza sulle diverse specie di selvatici • 3 Regioni di competenza che caratterizzano i vari ambienti naturali • 4 Centro di Referenza Nazionale della penisola. Il Centro esegue circa 700 esami all’anno.

I Centri di Referenza Centro di Referenza Nazionale per la sor- veglianza e il controllo degli alimenti per Centro di referenza per le Encefalopatie animali (CREAA) Animali (CEA) Si occupa della gestione del rischio sani- Si occupa delle malattie da prioni o ence- tario collegato alle derrate alimentari im- falopatie spongiformi trasmissibili (TSE) piegate per nutrire gli animali. Sviluppa e degli animali, e in particolare della BSE, sperimenta metodiche analitiche e svolge o Morbo della mucca pazza. Sviluppa e attività di epidemio-sorveglianza nel set- sperimenta metodiche analitiche, svolge tore degli alimenti per il bestiame.

578 35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

1928-2003: 75 ANNI DELL’ ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA SICILIA AL SERVIZIO DELLA MEDICINA VETERINARIA E DELLA SANITÀ PUBBLICA SANTO CARACAPPA, SALVATORE DARA, RENATO P. GIUNTA, ANTONIO SELVAGGIO, ANNA MARIA F. MARINO

SUMMARY

1928-2003: THE 75 YEARS OF SICILY’S EXPERIMENTAL ZOOPROPHYLACTIC INSTITUTE AT THE SERVICE OF THE VETERINARY MEDICINE AND THE PUBLIC HEALTH The authors are herewith exposing the history of Sicily’s Experimental Zooprophylactic Insti- tute that in the year 2003 celebrated its 75th anniversary. Born as Sicily’s Experimental Zooprophylactic Station, in the first years of its activity the Institute was a center where infec- tious illnesses in domestic animals were studied and it has represented an important reference for the regional zootechnic in the work of extirpation and prophylaxis of the infectious and in- fective illnesses in the cattle. The first Director, Prof. A. Mirri, gave an important impulse re- garding the prophylaxis’ campaigns for the haematic carbuncle and for the brucellosis, by the production of an anti-carbuncle vaccine and of an allergen, “brucellina Mirri”. Another important scientific engagement in the ‘40, was the production of an anti-smallpox vaccine to be used on human beings. 12.700.000 doses of vaccines were distributed in the Southern part of Italy and in the islands. Even if this specific production had nothing to do with the veterinary competences, it became necessary because during the 2nd World War no other research centers could or would effectuate the production of that kind of vaccine. From 2002 up till today, the General Manager is Doctor A.A.Riela. IZS in Sicily is organized in its central seat is (Palermo) and in four other regional territorial areas and it works for: the Min- istry of health, the Superior Institute of health, the Local health unit, Breeders and Producers of food being of animal origin, Veterinaries, Consumers. Today it effectuates a lot of institu- tional tasks: scientific research, diagnosis of animal illnesses and of the zoonosis, analytical ascertainment and gives technical-scientific and operating support during drug surveillance, epidemiological surveillance, food checking, preparing of vaccines, formation, scientific col- laboration with national and international institutions. It is accredited SINAL since 1999 ac- cording to the international standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025.

Cenni storici alla cura delle patologie di massa, molte delle quali di natura infettiva per le quali Nella prima metà del XX sec. con il pro- forte era l’esigenza di ottenere una dia- gressivo orientamento della zootecnia gnosi sicura e tempestiva e un idoneo pro- verso un indirizzo di tipo sempre più in- dotto immunizzante. Sorsero quindi i pri- tensivo, l’incremento degli allevamenti e mi Istituti Zooprofilattici come centri di l’aumento degli scambi commerciali si studio e di ricerca applicata nel campo cominciò a considerare l’importanza del delle malattie infettive degli animali do- controllo delle malattie infettive del be- mestici. stiame che minacciavano seriamente lo La prima iniziativa per la creazione di un sviluppo del patrimonio zootecnico. L’e- Istituto Zooprofilattico a Palermo risale voluzione agricola-zootecnica, che mirava al 1920 per volontà del Ministero dell’In- ad ottenere il massimo rendimento pro- terno e della Società degli Allevatori Si- duttivo da parte degli animali allevati, ciliani. comportò un cambiamento in quella che L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale fino ad allora era stata l’attività del veteri- della Sicilia, inizialmente denominato nario pratico. Si verificò, infatti, un pas- Stazione Zooprofilattica Sperimentale saggio dalla clinica del singolo individuo della Sicilia, è stato inaugurato nel 1930 e 579 fin dalla sua nascita ha rappresentato un • prepara sieri e vaccini contro le malat- importante punto di riferimento per il set- tie infettive del bestiame dominanti nel- tore zootecnico di tutta la regione nell’e- la Sicilia radicazione e profilassi delle malattie in- • esegue accurati studi di laboratorio e di fettive e infestive del bestiame. pratica per le malattie infettive od infe- Il primo Direttore, il prof. Adelmo Mirri, stive dominanti in Sicilia, contro le qua- si distinse per il grande impegno che de- li non si conoscono presidi immunizzan- dicò all’attività diagnostica, alla profilassi ti o medicamenti ad azione sicura e all’assistenza zooiatrica. Durante la sua • fa intensa propaganda per la volgariz- direzione, l’Istituto diede un forte impul- zazione e la divulgazione fra gli alleva- so alle campagne di profilassi nei con- tori di nozioni pratiche sulle malattie fronti del carbonchio ematico e della bru- contagiose del bestiame dell’Isola, per cellosi, mediante la produzione di un vac- metterli in grado di cooperare nella lot- cino anticarbonchioso e di un allergene, ta contro di esse. la brucellina “Mirri”, antigene che fu effi- cacemente impiegato per anni come pre- Originariamente l’Istituto era costituito sidio diagnostico in tutto il territorio na- da dieci fabbricati, dei quali tre, riservati zionale. ai laboratori, uffici ed alloggi del persona- Nel periodo bellico, per un’emergenza le- le, sei adibiti al ricovero degli animali e gata alla comparsa di alcuni focolai di l’ultimo destinato alla concimaia e al ser- vaiolo umano, l’Istituto si trovò a dovere batotio di riserva idrica. produrre il vaccino antivaioloso. Un im- Nell’edificio centrale erano situati il labo- portante contributo fu dato in questa cir- ratorio di sierologia, istologia, chimica, costanza alla difesa della salute umana: due laboratori di batteriologia ed un labo- furono, infatti, prodotte e distribuite circa ratorio in cui, in locali diversi, si procede- 13 milioni di dosi di vaccino vivo utiliz- va alla produzione, infialettamento, con- zate con successo in tutta la popolazione fezionamento e spedizione dei vaccini e dell’Italia meridionale. prodotti immunizzanti. Il prof. Mirri, compiendo continui studi e Nello stesso edificio era presente un loca- approfondendo le ricerche sulle malattie le adibito alla preparazione dei terreni infettive degli animali presenti sul territo- colturali ed alla pulitura dei terreni coltu- rio siciliano, collaborò sempre con le isti- rali ed alla pulitura e sterilizzazione della tuzioni sanitarie siciliane, nazionali ed in- vetreria ed una saletta farmacia dove era- ternazionali e dimostrando grande lungi- no collocate le bilance. miranza fece partire, già nel 1931, i corsi Un altro padiglione ospitava una grande annuali di cultura, che avevano lo scopo sala per i salassi, con l’attiguo laboratorio di offrire un costante aggiornamento pro- destinato alla lavorazione del sangue, una fessionale alla classe veterinaria. sala necroscopie ed un locale, completa- Le finalità istituzionali dell’Ente, che mente indipendente, per la sterilizzazione operava in stretta collaborazione con i Ve- del materiale patologico. Esistevano poi terinari provinciali nell’interesse dei Co- due reparti destinati al ricovero degli ani- muni e degli allevatori, sono così riportate mali e di questi il primo, attiguo alla sala in un documento dell’anno 1932: dei salassi, per gli animali sani sieropro- La Stazione Sperimentale attua il seguen- duttori ed il secondo, adiacente alla sala te programma di massima: necroscopie, per gli animali infetti e sotto • procede agli accertamenti diagnostici osservazione. richiesti dai veterinari e dagli allevato- Negli anni le attività dell’Istituto si sono ri tanto con esame da materiale inviato progressivamente adattate alle esigenze dal laboratorio quanto per mezzo di ap- del territorio; se in un primo momento, in- positi sopralluoghi fatti, gli studi erano principalmente rivolti 580 verso l’approfondimento delle malattie in- reati in varie discipline che frequentano fettive degli animali allevati a fini produt- l’Istituto in qualità di borsisti, contrattisti, tivi, con il mutamento delle condizioni so- specializzandi, desiderosi di apprendere cio-economiche ed il crescente interesse dai colleghi anziani e di apportare il loro nei confronti degli animali da compagnia, contributo, fresco ed appassionato. l’Istituto è stato sempre più coinvolto nel- Le sezioni periferiche sono state trasfor- l’attività diagnostica e di profilassi nei mate in aree territoriali e sono dirette da confronti delle malattie infettive di questi, Veterinari, dirigenti di struttura comples- con particolare attenzione nei riguardi del- sa. Le aree territoriali sono 5, ubicate nel- le zoonosi (rabbia, leptospirosi, leishma- le province di Palermo, di Caltanissetta, niosi, toxoplasmosi, TSE). di Catania, di Messina e di Ragusa e sono altresì in via di istituzione altre due aree territoriali, quella di Agrigento e quella di La situazione attuale Trapani, grazie alla collaborazione delle amministrazioni provinciali. L’Ente si av- Oggi l’IZS della Sicilia è un ente sanita- vale di una gestione informatizzata ed il rio di diritto pubblico che assolve i com- sistema informativo ha avuto nel corso piti che tradizionalmente gli sono stati af- degli anni un notevole incremento delle fidati dal Ministero alla Salute e dalla Re- dimensioni strutturali, infatti è dotato di gione e che prontamente sta rispondendo apparecchiature di notevole potenza di ai nuovi impegni proposti dalla UE, quali calcolo e grande capacità di memorizza- il controllo per la sicurezza alimentare, la zione dei dati trattati, è basato su una ar- ricerca scientifica, la formazione del per- chitettura di rete “client-server” (linee sonale sanitario, la formazione sanitaria HDSL) tra la sede di Palermo e tutte le di tutti i cittadini, la collaborazione scien- aree territoriali regionali. tifica internazionale, il rispetto ai conte- Presso la sede centrale dell’Istituto sono nuti di norme internazionali, la coopera- stati istituiti due Centri di Referenza Na- zione con i Paesi Terzi. zionali, il Centro di Referenza Nazionale La gestione complessiva, nonché la rap- per Anaplasma, Babesia, Rickettsia e presentanza dell’Istituto sono affidate al Theileria (C.R.A.Ba.R.T.) ed il Centro Direttore Generale, nominato dal Presi- Nazionale di Referenza per le Leishma- dente della Regione, che è collaborato dal niosi (C.Re.Na.L), ed ancora un Centro Direttore Sanitario e dal Direttore Ammi- per la genotipizzazione degli ovini nei nistrativo. confronti della Scrapie. Le funzioni di Dopo settantacinque anni l’Istituto ha questi centri non sono solamente di natu- mantenuto l’antica architettura, alla quale ra tecnico-scientifica ma anche di forma- è stato apportato solo un restauro esterno zione per il Personale sanitario. ed un adattamento interno per le moderne Sono in corso di attivazione altre aree di esigenze funzionali. Sono state restaurate alta specializzazione, sensibili alle esi- la direzione, l’aula magna e la biblioteca; genze del territorio regionale ed agli svi- un nuovo padiglione è sorto, quello delle luppi scientifici proposti dal panorama malattie esotiche; un altro padiglione pre- nazionale e da quello internazionale. sto sorgerà ad ampliamento delle attività L’IZS della Sicilia è un laboratorio accre- di laboratorio. ditato SINAL (Sistema Nazionale Accre- L’organico è stato adeguato alle nuove ditamento laboratori di Prova) con n. esigenze di ricerca scientifica ed ai nuovi 0246 sin dal 1999, quindi opera in con- compiti richiesti all’Istituto: in tutte le se- formità ai contenuti della norma UNI CEI di regionali operano complessivamente EN ISO/IEC 17025:2000. I metodi di circa 300 unità. prova accreditati presso tutti i laboratori Numerosi sono, inoltre, i giovani neo-lau- ed aree territoriali sono oltre 300. 581 Dal 2001 a seguito all’attivazione del pro- nale sanitario di altre strutture. L’IZS del- gramma ECM (Educazione Continua in la Sicilia è stato selezionato, in ambito Medicina), l’Istituto si adopera per la pro- nazionale, tra i Provider ammessi a parte- gettazione di eventi da accreditare al Mi- cipare ad una importante “fase di speri- nistero della Salute e da destinare oltre mentazione” per la progettazione ed ese- che al Personale interno anche al Perso- cuzione di attività altamente formative.

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OMAGGIO ALLA MEMORIA DEI PADRI DELLA MEDICINA UNICA VISSUTI TRA IL XV-XVIII SECOLO IN ITALIA LUIGI MARVASI

RIASSUNTO Vengono ricordati alcuni grandi maestri, padri del concetto di medicina unica: Girolamo Fra- castoro (1478-1553), Francesco Redi (1628-1696), Bernardino Ramazzini (1633-1714), Fran- cesco Maria Lancisi (1654-1720), Antonio Vallisneri (1661-1730), Ludovico Antonio Murato- ri (1672-1750), Francesco Cogrossi (1682-1769), Lazzaro Spallanzani (1729-1799), che han- no contribuito alla fondazione della teoria delle malattie trasmissibili ed alla lotta contro le malattie degli uomini e degli animali ed al progresso della scienza medica con uno spirito scientifico che ha segnato la strada per la moderna medicina.

SUMMARY

TRIBUTE TO THE MEMORY OF THE FATHERS OF THE CONCEPT OF ONE MEDICINE LIVED BETWEEN 15TH-18TH CENTURY IN ITALY Great “Maestri”, fathers of the concept of one medicine, Girolamo Fracastoro (1478-1553), Francesco Redi (1628-1696), Bernardino Ramazzini (1633-1714), Francesco Maria Lancisi (1654-1720), Antonio Vallisneri (1661-1730), Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), Francesco Cogrossi (1682-1769), Lazzaro Spallanzani (1729-1799), that have contributed to the foundation of the theory of transmissible diseases and to the control of human and animal infections and to the progress of medicine science with an enlightened mind that marked the way for the modern medicine are remembered.

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35th International Congress of the World Association for the IV Congresso Italiano di Storia History of Veterinary Medicine della Medicina Veterinaria Grugliasco (Turin), Italy, September 8-11, 2004 Grugliasco (Torino), Italia, 8-11 Settembre 2004

UN RECENTE RITROVAMENTO DI UNA LETTERA DI CARLO LESSONA MARIO GENNERO, DOMENICO BERGERO

RIASSUNTO Carlo Lessona (Asti, 1784 – Torino, 1858) entrò alla Reale scuola veterinaria di Torino nel 1802; quindi fu veterinario nell’allevamento alla Mandria di Venaria, e professore all’Uni- versità di Torino nel 1814, successivamente egli fu direttore della scuola in Venaria. Scrisse numerosi libri e trattati su diversi argomenti della neonata scienza veterinaria. In par- ticolare “Memorie sopra una malattia che si è manifestata sopra le bestie del comune di Bar- bania” (pubblicato nel 1827); “Nozioni elementari del cavallo ad uso della Reale Accade- mia” (1826), “Trattato di patologia del cavallo” (1834) ed altri ancora. Egli cercò di inse- gnare la veterinaria sulla base dei fatti e fu indifferente ai trattamenti e rimedi aneddotici. Il suo primo e principale interesse furono le malattie infettive degli animali domestici. Nel 1853 Lessona fu insignito della Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e nel 1856 comin- ciò a scrivere una grande opera sulle razze degli animali domestici, sull’igiene e la conforma- zione, ma terminò solamente il primo volume sui cavalli. Un altro interessante volume del Lessona è “Istruzione sopra le affezioni perniciose del bestiame”, pubblicato nel 1824. Recentemente gli AA. hanno ritrovato una lettera del Lessona, scritta nel 1827 ed inviata ad un allievo che studiava alla famosa scuola d’Alfort. Vi sono riferiti alcuni commenti su Colle- ghi e sull’allora situazione della veterinaria.

SUMMARY

A RECENTLY DISCOVERED LETTER BY CARLO LESSONA Carlo Lessona (Asti, 1784 – Torino, 1858) entered the Torino Royal Veterinary School in 1802; then he was Veterinary at the Mandria breeding plant of Venaria, and Professor at the Torino University in 1814; he was thereafter Director of the Veterinary College in Venaria. He wrote a lot of books and treatises on different aspects of the new born Veterinary Science. In particular, “Memorie sopra una malattia che si è manifestata sopra le bestie del comune di Barbania” (published in 1827); “Nozioni elementari del cavallo ad uso della Reale Accade- mia” (1826), “Trattato di patologia del cavallo” (1834) and some others. He tried to teach Veterinary Sciences on the basis of facts, and he disregarded anecdotic treatments and reme- dies. His first and main interest were the infectious diseases of domestic animals. In 1853 Lessona obtained the Santi Maurizio and Lazzaro Cross, and in 1856 started writing a great opera on the domestic animal breeds, hygiene and conformation, but he finished only the first volume, on horses. Another interesting volume by Lessona is “Istruzione sopra le affezioni perniciose del bestiame”, published in 1824. We found in Torino, recently, a letter by Lessona, written in 1827 to a pupil, that was studying Veterinary Sciences in Paris at the famous Alfort School. Some comments are made about the Colleagues mentioned and the Veterinary situation at that time, as it is described.

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THE AUTHORS / GLI AUTORI

ALAINO DOMENICO, dirigente AUSL N° 1, Agrigento, Italy

ALEANDRI MARIANO (†), già direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Italy

ALITALO ILKKA, professor emeritus of Surgery, Faculty of Veterinry Medicine, Univer- sity of Helsinki, Chairman of Finnish Medico-Historical Association, Helsinki, Finland

ANDRIGHETTO IGINO, Direttore Generale Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Legnaro (Padova), Italy

ANDRONIE IOANA CRISTINA, Faculty of Veterinary Medicine, Bucharest, Romania

ANDRONIE VIOREL, Faculty of Veterinary Medicine, Bucharest, Romania

AUDINO SILVIO, MedicoVeterinario libero professionista (L.P), Parma, Italy

BALLESTEROS CARLOS, Veterinary Medicine History, Toxicology and Pharmacology De- partment Veterinary Faculty, Universidad Complutense, Madrid, Espan˘a

BATTELLI GIORGIO, professore ordinario di Parassitologia e Malattie Parassitarie degli Animali, Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, Università di Bologna, Italy

BERARDINELLI PAOLO, professore associato di Anatomia degli Animali domestici, Di- partimento di Scienze Biomediche Comparate, Università degli Studi di Teramo, Italy

BERGERO DOMENICO, professore associato di Alimentazione animale, Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia ed Ecologia, Università di Torino, Italy

BERTONI LIDIA, Dirigente Amministrativo , Servizio Economico Finanziario, Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Legnaro (Padova), Italy

BIAVATI SERGIO, professore associato fuori ruolo di Tecnica delle autopsie e diagnostica cadaverica, Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia animale, Università di Bologna, Italy

BIGATTI,PAOLA, direttore Biblioteca Centralizzata della Facoltà di Medicina Veterinar- ia, Università di Torino, Italy

BLANCOU JEAN., DVM, PHD, Directeur Général honoraire de l’Office International des épizooties, Paris, France

BOLOGNI GUSEPPE, cultore di storia sanitaria, già medico nell’ospedale della Misericor- dia e Dolce, Prato, Italy

BOMPADRE AVONI GIULIA, Ph.D, Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria e Pro- duzioni Animali, Università di Bologna, Italy

BORRIONE MARTINO, Delegato, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Dele- gazione di Biella, Italy 587 BRINI CARLO, Veterinario Dirigente, Servizio Sanità Pubblica Veterinaria, ASL 12 Biel- la, Italy

BROBERG JOHN, O.B. Vet.Med., MRCVS, General practitioner. Adviser to the “World of James’ Herriot” and The Veterinary Museum, Royal Veterinary College, London, UK

BRUNEAU ROLAND, Tours, France

BRUNORI CIANTI LIA, Sovrintendenza ai Beni, Architettonici ed il Paesaggio e per il Pa- trimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Firenze Prato e Pistoia, Italy

CALDERONI VALERIO, medico veterinario libero-professionista, Fontanelice, Italy

CANANZI,CARMELA, Docente di Lettere, Scuola Media, Messina, Italy

CAPORALE VINCENZO, direttore, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, Italy

CARACAPPA SANTO, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Italy

CARLI ALBERTO, Dipartimento di Pedagogia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Mi- lano, Italy

CARLI SILVANO, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Ali- mentare. Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano, Italy

CAUSATI MARIA ANNA, scrittrice e storica, Roma, Italy

CERVANTES JUAN MANUEL SANCHEZ, Departamento de Nutrición Animal, Facultad de Medicina Veterinaria y Zootecnia, Universidad Nacional Autónoma de México

CHARISSIS NICOLAU, WHO/Mediterranean Zoonoses Control Centre, Athens, Greece

CIAMPI LUIGI, medico veterinario, già dirigente responsabile dell’Unità operativa veteri- naria della Usl 10/G Firenze, Italy

CIANTI LUCA, medico veterinario, U.F. Sanità Pubblica Veterinaria AUSL 10 di Firen- ze, Italy

COZZI BRUNO, professore ordinario di Anatomia degli Animali Domestici, Dipartimen- to di Scienze Sperimentali Veterinarie, Università di Padova, Italy

CURCA DUMITRU, Faculty of Veterinary Medicine, Bucharest, Romania

DARA SALVATORE, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Italy

DE GIOVANNI FRANCESCO, professore associato di Ispezione degli alimenti di origine animale, Dipartimento di Scienze Zootecniche e Ispezione degli Alimenti, Università degli Studi di Napoli Federico II, Italy

DI GERIO MICHELE, medico veterinario, libero professionista, Napoli, Italy

DI GIACINTO ORIANA, collaboratore tecnico, Dipartimento di Scienze Biomediche Com- parate, Università degli Studi di Teramo, Italy

588 DI PIETRO CARLOTTA, dottore di Ricerca in “Normative dei Paesi della CEE relative al benessere e protezione animale, Università degli Studi di Messina, Italy

DI PIETRO SIMONA, Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie Università di Messina, Italy

DOGLIONE LUCA, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Italy

DONELLI GIAN FRANCO, Department Technology and Health, Istituto Superiore di Sani- tà. Roma, Italy

DUMAS EMMANUEL, Vétérinaire Principal, Assistant du Service de Santé des armées, Groupe de Secteurs Vétérinaires Interarmées de Rennes, France

FERRARI ANGELO, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Italy

FONDA DIEGO, professore associato di Anestesiologia Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria Università di Milano, Italy

FRANKE PETER ROBERT, full professor of Ancient History at Saarbruecken, Muenchen, Germany

FURMANSKI,MARTIN, Center for Arms Control Scientists Working Group on Biological and Chemical Weapons, USA

GALLONI MARCO, professore associato di Anatomia Veterinaria Sistematica e Compara- ta, Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria Università di Torino, Italy

GARCÌA JOSÉ MANUEL GUTIÉRREZ, Doctor of Veterinary Science. Department of Medi- cine History. Faculty of Medicine. Associació Catalana d’Història de la Veterinària (ACHV). Universitat Autònoma de Barcelona. 08193 Bellaterra (Barcelona) Spain

GARRAFFO ORNELLA, docente di lettere, liceo psicopedagogico, Agrigento, Italy

GASCO LAURA, ricercatore, Dipartimento di Scienze Zootecniche Università di Torino, Italy

GENNERO MARIO, Storico della Equitazione, Dipartimento di Produzioni Animali, Epi- demiologia ed Ecologia, Università di Torino, Italy

GENOVESE ANGELO, ricercatore, Dipartimento Strutture, Funzioni e Tecnologie bio- logiche, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italy

GHINZELLI MASSIMO, official veterinarian, Local Health Agency, Mantova, Italy

GIORMANI VIRGILIO, già professore associato di Chimica degli Eterocicli, Università di Padova, Italy

GIUNTA RENATO PAOLO, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Italia.

GONZÁLES EUTIMIO L., Organización Panamerica a de la Salud

GONZÁLEZ LOPEZ GERMÁN, M.V.Z. Facultad de Estudios Superiores Cuautitlan UNAM, Mexixo 589 GRANDI ALBERTO, Ricercatore, Dipartimento di Economia, Università di Parma, Italy

GRAZIANI MANUEL, Reparto relazioni esterne, Learning e formazione aziendale, Istituto Zooprofilattico, Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G.Caporale”, Teramo, Italy

GRIMM RAINER, Traunstein, Germany

GRUPPILLO ANNA MARIA, medico veterinario, assegnista di ricerca, Dipartimento Scien- ze Mediche Veterinarie Università di Messina, Italy

GUTIÉRREZ GARCÍA JOSÉ MANUEL, doctor of Veterinary Science, Department of Medi- cine History, Facultat de Medicina, Universitat Autonoma de Barcelona, Spain

HERNÁNDEZ FERNANDO CARLOS, Instituto de Educación Media Superior, Universidad de la Ciudad de Mexico

KATIC IVA N , DV SCI, retired research librarian, Viby Sjæland, Danmark

KOUBA VACLAV,DRSC. professor of Epizootiology; Former Chief, Animal Health Ser- vice, Food and Agriculture Organization of the United Nations and Editor-in-Chief, FAO/WHO/OIE Animal Health Yearbook

JONES SUSAN D., Department of History, University of Colorado, USA

LAFISCA ANDREA, Specializzando, Dipartimento di Sanità Pubblica, Patologia Com- parata e Igiene Veterinaria, Università di Padova, Italy

LASAGNA ELISABETTA, Collaboratrice Centro di collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Veterinaria, Dipartimento di Sanità Alimentare e Animale, Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italy

LAZZARONI CARLA, ricercatore, Dipartimento di Scienze Zootecniche Università di Torino, Italy

LUCCHI MARIA LUISA, professore ordinario di Istologia ed Embriologia veterinaria, Di- partimento di Morfofisiologia Veterinaria e Produzioni Animali, Università di Bologna, Italy

LUCIA MAURIZIO, Comandante, Comando Provinciale Vigili del Fuoco, Biella, Italy

MACRÌ AGOSTINO, Department of Food Safety and Veterinary Public Heath, Istituto Su- periore di Sanità, Roma, Italy

MADDALONI CARMELO, già direttore della Sezione di Bergamo dell’Istituto Zooprofilat- tico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Italy

MANTOVANI ADRIANO, Centro di Collaborazione OMS/FAO per la Ricerca e la For- mazione in Sanità Pubblica Veterinaria, Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale, Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italy

MARABELLI ROMANO, Direttore generale Ministero della salute, Roma, Italy

MARAZZA VINCENZO, già Responsabile Serv. veterinario R. Lombardia, Pavia, Italy

590 MARCHISIO MARIO, Corpo Veterinario Militare Italiano, Italy

MARINO ADELMO, ricercatore confermato, Dipartimento di Storia e Critica della Politi- ca, Università degli Studi di Teramo, Italy

MARINO ANNA MARIA FAUSTA, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Italy

MÁRQUEZ MIGUEL, professor, Sociedad Mexicana de Historia de la Medicina Veterinar- ia y Zootecnia, Facultad de Medicina Veterinaria y Zootecnia/Universidad Nacional Autonóma de México

MARTINA CLAUDIO, Direttore Dipartimento Emergenza ed Accettazione, 118, ASL 12, Biella, Italy

MARTINI MARCO, professore associato di Malattie Infettive degli Animali Domestici, Dipartimento di Sanità Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria, Università di Padova, Italy

MARVASI LUIGI, titolare di assegno di ricerca, Dipartimento di Sanità Pubblica Veteri- naria e Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna, Italy

MAZZUCCHI MIRELLA, Responsabile tecnica della Biblioteca Centralizzata G.B. Er- colani della Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna, Italy

MEDORI FRANCO, Corpo Veterinario Militare Italiano, Italy

MEYER HELMUT, full professor of Animal nutrition, Tieraerztliche Hochschule Han- nover, Institut fur Tierernaehrung, Hannover, Germany

MOREI GIOVANNI, Corpo Veterinario Militare Italiano, Italy

MORETTI ROBERTO, Corpo Veterinario Militare Italiano

MORINI MARIA, dottore di ricerca in discipline anatomoistopatologiche veterinarie. Di- partimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia animale, Università di Bologna, Italy

NERVI GIANCARLO, Servizio Veterinario Pubblico, ASL 20, Alessandria, Italy

NOREISCH WOLFRAM, German Army, Veterinary Corps

PAINO GIUSEPPE, professore ordinario di Anatomia Veterinaria Sistematica e Comparata, Dipartimento di Strutture, Funzioni e Tecnologie biologiche, Università di Napoli Fed- erico II. Italy

PARDO TOMÀS JOSÉ, CSIC, Barcelona, España

PASSANTINO ANNAMARIA, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina. Italy

PASSANTINO MICHELE, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Facoltà di Medici- na Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina. Italy

591 PEDINI VERA, professore associato di Anatomia degli Animali Domestici, Dipartimento di Scienze Biopatologiche Veterinarie, Sezione Anatomia Veterinaria, Università di Pe- rugia, Italy

PERNA MASSIMO, Searcher at Institute for Aegean Prehistory of Philadelphia. USA.

PROSPERI SANTINO, professore ordinario di Malattie infettive, Dipartimento di Sanità pubblica e Patologia animale, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna, Italy

PRUNOTTO MARCO, Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria, Università di Torino, Italy

PUGLIESE ANTONIO, professore ordinario di Terapia Medica Veterinaria, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Messina, Italy

PUGLIESE MICHELA, borsista, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Messina, Italy

QUIROZ HECTOR ROMERO, professor, Parasitology Department, Faculty of Veterinary Medicine and Animal Husbandry, National Autonomous University of Mexico, 04510, Mexico, D.F.

RASORI PAOLO, Direttore Dipartimento di prevenzione veterinaria, ASL, Mantova, Italy

RAVA ROT TO LICIA, biologa, responsabile del Laboratorio Analisi Chimico-Cliniche del- l’Area Igiene dell’Ambiente e delle Produzioni Zootecniche, Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Legnaro (Padova), Italy

RIPPA BONATI MAURIZIO, ricercatore, Istituto di Storia della Medicina, Università di Padova, Italy

ROMÁN ANA MARIA DE CARLOS, Biblioteca Seminario de Historia, Facultad de Medici- na Veterinaria y Zootecnia, Universidad Nacional Autónoma de Méxixo

RONCALLI AMICI RAFFAELE, president American Veterinary Medical History Society, Milltown, NJ, USA

RUSSO DOMENICO, ricercatore, Dipartimento Strutture, Funzioni e Tecnologie bio- logiche, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italy

RUSSO MARIA RACHELE, dottore in giurisprudenza, Messina, Italy

SALA LUCA, Direttore Servizio Sanità Pubblica Veterinaria, ASL 12 Biella, Italy

SALI GIOVANNI, Centro Studi “Clinica Veterinaria S.Francesco”, S. Nicolò a Trebbia, Piacenza, Italy

SALVAGGIO ANTONIO, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Italy

SÁNCHEZ DE LOLLANO PRETO JOAQUIN, Veterinary Medicine History, Toxicology and Phar- macology Department Veterinary Faculty, Universidad Complutense, Madrid, España

592 SANDRIN SAMANTA, medico veterinario, frequentatrice volontaria dell’Area Igiene del- l’Ambiente e delle Produzioni Zootecniche, Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Leg- naro (Padova), Italy

SCHAEFFER JOHANN, full professor of History of Veterinary Medicine and Domestic An- imals, Tieraerztliche Hochschule Hannover, University of Veterinary Medicine, Han- nover, Fachgebiet Geschichte, Museum und Archiv, Hannover, Germany

SCISCIO VINCENZO, Servizio Veterinario Pubblico, ASL 20, Alessandria, Italy

SEIMENIS ARISTARCO, Director WHO/Mediterranean Zoonoses Control Centre, Athens, Greece

SELEN WILLEM, Department of neurosurgery, Medisch Centrum Alkmaar (MCA), Alk- maar, Holland.

SENIGALLESI ANDREA, Centro di collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Vet- erinaria, Dipartimento di Sanità Alimentare e Animale, Roma, Italy

SONZOGNI ORESTE, ricercatore, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Si- curezza Alimentare. Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano, Italy

TABBAA DAREN, Faculty of Veterinary Medicine, Al Baath University, Hama, Siria

THIAGO DE MELLO MILTON, Brazlian Society of Veterinary Medicine, Brasilia, Brazil

TRAPANI FRANCESCA, Studentessa in Medicina Veterinaria – Rappresentante degli stu- denti in Senato Accademico dell’Ateneo Federico II – Napoli. Italy.

TURCHETTO MARGHERITA, professore associato, Dipartimento di Biologia, Università di Padova, Italy

TWARDZIK STEFANO, ricercatore in Archivistica, Dipartimento di scienze della storia e della documentazione storica dell’Università degli studi di Milano, Italy.

VEGGETTI ALBA, professore ordinario fuori ruolo di Anatomia Veterinaria Sistematica e Comparata, Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria e Produzioni Animali, Univer- sità di Bologna, Italy.

VELÁZQUEZ BERTHA L.C., Departamento de Nutrición Animal, Facultad de Medicina Veterinaria y Zootecnia, Universidad Nacional Autónoma de Méxixo

VERMI RENATO, Centro Studi “Clinica Veterinaria S.Francesco”, S. Nicolò a Trebbia, Piacenza, Italy

VITIELLO MARIA PIA, Biologo libero professionista, Boscoreale, Italy

WILMA ALISA, United States Army Veterinary Corps, USA

ZOCCARATO IVO, professore ordinario di Zoocolture, Dipartimento di Scienze Zootec- niche Università di Torino, Italy.

ZOLETTO RENZO, già Direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Legnaro (Padova), Italy

ZULIAN MAURIZIO, medico veterinario, Collaboratore Sezione Archeologia e Scienze Naturali in Immagini, Museo Civico, Rovereto, Italy 593

“CHEIRON” MEDAL AWARDING CONSEGNA DELLE MEDAGLIE “CHIRONE”

During the Congress, for the first time, Nel corso del Congresso per la prima vol- two Italians have been awarded with Che- ta sono stati insigniti del Chirone, il iron medal, the prestigious prize of prestigioso premio del WAHVM, due ita- WAHVM. liani, il prof.Adriano Mantovani e la Prof. Adriano Mantovani and Prof. Alba prof.ssa Alba Veggetti per i meriti acquisi- Veggetti have been awarded for the results ti nella ricerca e nella divulgazione del- obtained in the research and in the promo- la storia della Medicina Veterinaria. tion of the history of Veterinary Medicine. Alla consegna del premio (medaglia e di- To the awarding (medal and diploma) the ploma) il presidente dr. Peter Koolmees, president dr. Peter Koolmees, has read the ha tenuto per ciascun premiato la Lauda- following two Laudatio. tio di seguito riportata.

Souvenir photoghraph of the "cheiron medal" award ceremony. Foto ricordo della cerimonia di consegna delle medaglie "Chirone". From left to right (da sinistra a destra) prof. August Mathijsen (past president of WAHVM), prof. Adriano Mantovani, prof. Alba Veggetti, doct. Peter Koolmees (president of WAHVM), prof. Gerhard Forstenpointner (president-elect of WAHVM).

597 Laudatio Prof. Adriano Mantovani

The Cheiron medal for the year 2004 is Il Chirone per l’anno 2004 è assegnato awarded to Prof. Adriano Mantovani al Prof. Adriano Mantovani di Roma, from Rome, Italy, in recognition of his quale riconoscimento del suo impegno efforts toward the advancement of the per lo sviluppo della storia della medi- history of veterinary medicine and his cina veterinaria ed il suo contributo contributions to the World Association alla World Association for the History for the History of Veterinary Medicine of Veterinary Medicine (WAHVM). (WAHVM).

Adriano Mantovani was born in 1926 at Adriano Mantovani è nato nel 1926 ad Altedo, in the municipality of Malalber- Altedo, frazione di Malalbergo (Bologna). go (Bologna). After graduating in veteri- Dopo essersi laureato in medicina veteri- nary medicine in Bologna in 1948, he naria a Bologna nel 1948, ha conseguito obtained the master of public health de- il master in Sanità Pubblica presso l’Uni- gree at the University of Minnesota in versità del Minnesota nel 1952. Il profes- 1952. Professor Mantovani qualified for sor Mantovani ottenne la libera docenza university teaching (“Libera Docenza”) in Microbiologia ed Immunologia nel in microbiology and immunology in 1957 ed in parassitologia nel 1963. Ha 1957 and in parasitology in 1963. He has ricoperto varie posizioni scientifiche in- held a variety of scientific positions in- cluso quella di assistente e vice-direttore cluding assistant and vice-director of the del “Istituto Zooprofilattico Sperimenta- “Istituto Zooprofilattico Sperimentale” le” di Teramo (1949-1962); ricercatore of Teramo (1949-1962); researcher at the alla Scuola Veterinaria di Roma (1962- Veterinary School of Rome (1962-1965); 1965); professore di Malattie infettive, tenured professor of infectious diseases, profilassi e polizia veterinaria alla Facol- prophylaxis and veterinary police at the tà di Medicina Veterinaria di Bologna e Veterinary School of Bologna and direc- direttore dell’Istituto omonimo (1965- tor of the Homonymous Institute (1965- 1982); direttore di ricerca e direttore del 1982); research manager and director of Laboratorio di Parassitologia dell’Istituto the Laboratory of Parasitology of the Superiore di Sanità e del WHO/FAO Col- “Istituto Superiore di Sanità” and of the laborating Centre per Salute Pubblica e WHO/FAO Collaborating Centre for Vet- Veterinaria, Roma, (1983-1991). Oggi, il erinary Public Health, Rome, (1983- professore Mantovani mantiene una atti- 1991). Today, Professor Mantovani va collaborazione scientifica ed organiz- maintains active collaboration in the sci- zativa con questo Centro. entific and organisational activities of this Centre. Il Prof. Mantovani è stato attivo in molte Prof. Mantovani has been active in several organizzazioni nazionali ed internaziona- national and international organisations. li. È stato membro del Consiglio Superio- He was member of the “Consiglio Superi- re di Sanità” (1974-1982), segretario del- ore di Sanità” (1974-1982), secretary of la Federazione Mondiale dei Parassitolo- the World Federation of Parasitologists gi (1971-1987) e, fin da 1972, presidente, (1971-1987) and, since 1972, chairman, vice-presidente o referee di gruppi di la- vice-chairman or referee of working voro del WHO, della FAO e dell’Office In- groups of the WHO, the FAO and the ternational des Épizooties” (OIE). Fin da “Office International des Épizooties” 1978, è stato uno dei collaboratori più (OIE). Since 1978, he has been one of the rappresentativi del Mediterranean Zoono- 598 most outstanding collaborators of the ses Control Centre (MZCC), con sede in Mediterranean Zoonoses Control Centre Atene. Nel 1989, ha avuto l’onore di esse- (MZCC), headquartered in Athens. In re il primo italiano a ricevere il premio 1989, he had the honour of being the first internazionale OIE per i suoi contributi Italian to receive the OIE international alla salute pubblica e veterinaria. Ha ot- award for his contributions to veterinary tenuto il riconoscimento internazionale public health. He obtained international del MZCC nel 2001 per il suo supporto al acknowledgement from the MZCC in programma di controllo delle zoonosi. Un 2001 for his support of the Zoonoses anno più tardi, la Società italiana di Control Programme. One year later, the Parassitologia gli ha attribuito la meda- Italian Society of Parasitology awarded glia “Battista Grassi.” him the medal “Battista Grassi”. Gli interessi di Adriano Mantovani vanno Adriano Mantovani’s interests extended ben oltre la salute pubblica e veterinaria beyond veterinary public health to en- per includere il tema più ampio delle re- compass the broader topic of man-ani- lazioni tra uomo-animale-ambiente. Il mal-environment relationships. Prof. prof. Mantovani ha sempre incluso temi Mantovani always included discussions of di storia veterinaria nel suo insegnamen- veterinary history in his teaching and re- to e nell’attività di ricerca. Ha comincia- search activities. He began to write publi- to a scrivere di storia della salute pubbli- cations on the history of veterinary public ca e veterinaria nel 1965, dalle biografie health in 1965, addressing everything di Edoardo Perroncito e Luigi Cominotti from biographies of Edoardo Perroncito ai lavori sulla storia delle zoonosi, sulla and Luigi Cominotti to papers on the his- medicina veterinaria e ambiente sulla tory of zoonoses, veterinary medicine and medicina veterinaria e politica. environment and veterinary medicine and politics. Adriano Mantovani has been an active Adriano Mantovani è membro attivo del member of the WAHVM since 1992, at- WAHVM fin dal 1992, partecipando a tut- tending all WAHVM congresses to pro- ti i congressi della WAHVM per promuo- mote study of the history of veterinary vere lo studio della storia della salute public health. Together with his co-work- pubblica veterinaria. Insieme con suoi ers, he presented lectures and posters at collaboratori, ha presentato comunicazio- eight of our congresses. During these ni e posters ad otto dei nostri congressi. years, he also acted as a liaison between Durante questi anni, ha sempre provvedu- the WAHVM and the Division of History to a mantenere vivi i contatti tra la of Veterinary Medicine of the Italian Cen- WAHVM e la Divisione di Storia di Medi- tre for the History of Public Health and cina Veterinaria del CISO. Questa colla- Hospitals (CISO). This collaboration re- borazione ha dato luogo all’organizzazio- sulted in the organization of the joint 35th ne del 35° congresso della WAHVM uni- WAHVM and 4th Italian congress on the tamente al 4° congresso italiano sulla History of Veterinary Medicine in 2004 in Storia della Medicina Veterinaria nel Turin. 2004 a Torino. The WAHVM Board nominated Adriano Il Consiglio della WAHVM ha proposto Mantovani as a Cheiron medalist in Adriano Mantovani candidato al Chirone recognition of his contributions to inter- in riconoscimento ai suoi contributi alla national veterinary history. Prof. V. Kouba storia veterinaria internazionale. Il prof. (Czech Republic) seconded the nomina- V. Kouba (Repubblica Ceca) ha presentato tion. During the General Assembly meet- la proposta. Durante l’assemblea Genera- ing of the WAHVM in Mexico City last le svoltasi a Città del Messico l’anno year, Prof. Mantovani’s nomination was scorso, la nomina del prof. Mantovani fu 599 unanimously endorsed. Prof. Mantovani unanimemente approvata. Il prof. Manto- exemplifies the characteristics established vani esemplifica le caratteristiche indicate by the WAHVM in awarding the Cheiron dalla WAHVM per meritare il Chirone. medal. He has played an important role in Egli ha avuto un importante ruolo nel pro- promoting our discipline on both a na- muovere la nostra disciplina sia a livello tional and an international level. nazionale sia a livello internazionale.

Turin, September 10th, 2004 Torino, 10 settembre 2004 The President of the WAHVM Il Presidente della WAHVM Dr. Peter A. Koolmees Dott. Peter A. Koolmees

Laudatio Prof. Alba Veggetti

The Cheiron medal for the year 2004 is Il Chirone per l’anno 2004 è assegnato awarded to Prof. Alba Veggetti from alla professoressa Alba Veggetti di Bo- Bologna, Italy, in recognition of her logna, Italia, in riconoscimento del suo role in promoting the advancement of ruolo nel promuovere lo sviluppo della the history of veterinary medicine and storia della medicina veterinaria ed il her contribution to the World Associa- suo contributo alla World Association tion for the History of Veterinary Medi- for the History of Veterinary Medicine cine (WAHVM). Prof. Veggetti has de- (WAHVM). La professoressa Veggetti voted a considerable part of her career ha dedicato una parte considerevole to the study of veterinary history. della sua carriera allo studio della sto- ria veterinaria.

Alba Veggetti was born in Bologna Alba Veggetti è nata a Bologna (Italia) il (Italy) on February 13th, 1931. She ob- 13 febbraio 1931. Si è laureata in Scienze tained a university degree in natural sci- Naturali all’Università di Bologna nel ences from the University of Bologna in 1955 ed ha conseguito la laurea in medi- 1955 and graduated in veterinary medi- cina veterinaria all’Università di Parma cine from the University of Parma in nel 1960. Dopo aver ottenuto la libera 1960. After qualifying for university docenza nel 1962, ha assunto il ruolo di teaching in 1962, she became assistant assistente di anatomia e fisiologia degli professor of anatomy and physiology of animali domestici presso le facoltà di Me- domestic animals at the veterinary facul- dicina Veterinaria dell’Università di Sas- ties of the universities of Sassari and sari e di Bologna. Nel 1973 è stata chia- Bologna. In 1973, the Veterinary Faculty mata a ricoprire la cattedra di anatomia of Bologna appointed her professor; she degli animali domestici, presso la Facoltà subsequently held the chair of anatomy di Medicina Veterinaria di Bologna, cat- of domestic animals for 30 years. During tedra che ha tenuto per 30 anni. Durante that period, she wrote more than 200 sci- quel periodo, ha dato alle stampe più di entific publications, in addition to text- 200 pubblicazioni scientifiche, oltre a ma- books on embryology, anatomy and nuali sull’embriologia, sull’anatomia e physiology. She became dean of the vet- sulla fisiologia. Dal 2001 è decana della erinary faculty in Bologna in 2001. Be- facoltà di Medicina Veterinaria di Bolo- ginning in 2002, she also assumed re- gna. A partire dal 2002, ha assunto anche sponsibility for the centralized library la direzione della biblioteca centralizzata G.B. Ercolani of the Faculty of Veteri- G.B. Ercolani della Facoltà di Medicina nary Medicine of Bologna. Veterinaria di Bologna. 600 During the last 25 years of her career, Durante gli ultimi 25 anni della sua carrie- Prof. Veggetti developed a broad interest ra, la professoressa Veggetti ha sviluppato in the history of veterinary medicine. She un ampio interesse nell’ambito della storia wrote some 40 publications on veterinary della medicina veterinaria. Ha scritto circa history, paying special attention to veteri- 40 pubblicazioni su argomenti di storia ve- nary education during the founding years terinaria, prestando particolare attenzione of the veterinary schools of Bologna and all’istruzione veterinaria negli anni della Padua. Since 1990, she has been Presi- fondazione delle scuole veterinarie di Bolo- dent of the Division of History of Veteri- gna e Padova. Fin dal 1990, è Presidente nary Medicine of the Italian Centre for della Sezione di Storia di Medicina Veteri- the History of Public Health and Hospi- naria del Centro Italiano di Storia Ospeda- tals (CISO). She organized the first Na- liera (CISO). Ha organizzato il primo Con- tional Congress on the History of Veteri- gresso Nazionale sulla Storia della Medici- nary Medicine in 1994, on the occasion of na Veterinaria nel 1994, in occasione del the centenary of the first Italian Health centenario della prima Legge sanitaria ita- Act. The second and third national con- liana. Il secondo e il terzo congresso nazio- gress were organized in 1997 and 2000, nale furono organizzati nel 1997 e nel respectively. Prof. Veggetti edited the pro- 2000, rispettivamente. La professoressa ceedings of all three congresses. This Veggetti ha curato gli atti di tutti e tre i con- year, she was involved in the organization gressi. Questo anno, ha fatto parte dell’or- of the joint 35th WAHVM and 4th Italian ganizzazione del 35° WAHVM congiunta- congress on the History of Veterinary mente al 4° congresso italiano sulla Storia Medicine in Turin. della Medicina Veterinaria a Torino. Through her professional activities, Prof. Attraverso le sue attività professionali, la Veggetti has been a great promoter of re- professoressa Veggetti ha dato forte im- search on veterinary history in Italy and a pulso alla ricerca sulla storia veterinaria solid supporter of the WAHVM. Due to in Italia ed è stata una grande sostenitri- her many contributions to veterinary his- ce della WAHVM. tory, the Division of History of Veterinary Grazie ai suoi molteplici contributi alla Medicine of CISO nominated Alba Veg- storia veterinaria, la Sezione di Storia di getti as a Cheiron medallist. During the Medicina Veterinaria del CISO ha propo- General Assembly meeting of the sto Alba Veggetti quale candidata al Chi- WAHVM in Mexico City last year, Prof. rone. Nel corso dell’Assemblea Generale Veggetti’s nomination was passed unani- della WAHVM a Città del Messico lo mously. Prof. Veggetti represents the ideal scorso anno, la nomina della professores- established by the WAHVM for Cheiron sa Veggetti fu approvata unanimemente. medal winners. La professoressa Veggetti rappresenta l’i- deale richiesto dalla WAHVM per merita- re la medaglia del Chirone.

Turin, September 10th, 2004 Torino, 10 settembre 2004 The President of the WAHVM Il Presidente della WAHVM Dr. Peter A. Koolmees Dott. Peter A. Koolmees

601 RINGRAZIAMENTI APPRECIATIONS

Ringrazio sentitamente l’Associazione Mondiale per la Storia della Medicina Veterina- ria per questo onore. Permettetemi di dedicare il premio ai miei maestri, Albino Messieri, Giuseppe Capora- le ed Ettore Biocca, ed a tutti coloro che durante un percorso professionale di quasi 60 anni hanno avuto molto da insegnarmi. Voglio aggiungere quelli che nella Resistenza, nella Politica e nella Cultura (insomma, nella vita) mi hanno dimostrato la necessità di conoscere le cose nelle loro radici e nella loro evoluzione. Per quelli come me, che sono di origine contadina e hanno avuto la fortuna di poter stu- diare, scegliere di fare il veterinario è stato naturale, sentendo di inserirsi in una storia che durava da anni e avrebbe avuto un lungo percorso Non vi era dubbio che l’evolu- zione del modo di vivere e dell’ambiente dell’uomo avesse influenzato la nascita e lo sviluppo della Veterinaria, che ha costituito una parte, seppur piccola, ma integrante della Storia. Queste considerazioni, assieme alle mie opinioni politico-filosofiche, mi hanno portato ad una impostazione olistica del mio lavoro, sostenuta anche dal fatto di vivere in un periodo nel quale non era ancora obbligatoria, o quasi, una superspecializzazione, tale da limitare gli spazi di lavoro entro percorsi verticali spesso ristretti. Ho potuto spaziare orizzontalmente attraverso più campi nell’ambito del concetto di medicina unica: epi- demiologia, microbiologia, parassitologia, micologia, sanità pubblica, igiene urbana veterinaria, disastrologia. Nella storia ho cercato di chiarirmi da dove venivo, a che punto ero, dove potevo sperare di andare. La storia mi ha aiutato a capire le origini, an- che lontane, dei servizi veterinari italiani, la loro collocazione nella riforma sanitaria, e mi ha fornito i motivi per difendere tale riforma. Nell’insegnamento, la Storia mi ha permesso di inquadrare la materia insegnata nella vicenda umana, facendo comprende- re l’impegno che di volta in volta è richiesto dalle nostre attività. Nella fase attuale, ora che la Medicina Veterinaria è spaccata in due tronconi nel mondo (la “veterinaria dei poveri” e la “veterinaria dei ricchi”) e in tante specializzazioni, la conoscenza e l’uso della storia della veterinaria e dei settori connessi (zoo-economia, alimentazione umana, storia delle malattie, storia del rapporto uomo-animale,ecc) pos- sono portare ad un miglioramento del ruolo politico-sociale della veterinaria e, forse, ad evitare pesanti errori.

ADRIANO MANTOVANI

602 I thank deeply the World Association for the History of Veterinary Medicine for this ho- nour. Let me dedicate the price to my “maestri” Albino Messieri, Giuseppe Caporale and Et- tore Biocca, and to all those who greatly contributed to my progress during almost 60 years of professional life. I must include in this dedication all those who also formed me (during the Resistance, in politics and in culture) by inculcating in me the necessity to pursue the roots and the evolution of the facts was facing.. For those who were like me of peasant origin, and were so lucky to receive an educa- tion, the choice to become a veterinarian meant in most cases a natural choice. We felt sure to be entering in a years long history, which was to last for another long period. There was no doubt that history (i.e. the evolution of human way of life and environ- ment) has influenced the birth and the development of Veterinary Medicine. There was no doubt that Veterinary Medicine has been and would be an integral part of history, even if a very small one. These considerations, together with my political and philosophical opinions, lcd me to choose a holistic approach to my work. I was supported by the fact that, during my ac- tivity, overspecialisation was not yet near compulsory. In my opinion, such overspecial- ization restrains the lines of work within narrow vertical tracks. On the contrary, I could act in wide horizontal spaces, and cross different fields aiming at the concept of the unity of medicine: epidemiology, microbiology, parasitology, mycology, public health, veterinary urban hygiene, disastrology. In history I found the origin of my inter- est, where I was, and where I could be going. History helped me to understand the ori- gins, even the distant ones, of Italian veterinary services, their location in the National Health Service, and motivated me to defend it. As a teacher, from history I could draw the means to explain how the matter I was dealing with was related to human events, and also show the efforts which have been md shall be always necessary in order to pursue our activities. More than ever, the present phase of the world’s development, when Veterinary Medi- cine is being split in two ways (the “Veterinary Medicine for the poor” and the “Veteri- nary Medicine for the rich”) and divided into many specializations, requires the knowl- edge of the history of Veterinary Medicine and of related subjects (zoo-economy, hu- man nutrition, history of diseases, history of man-animal relationship, etc). Such knowledge may improve the political and social role of Veterinary Medicine and possi- bly prevent serious mistakes.

ADRIANO MANTOVANI

603 Quando nell’ormai lontano 1955, fresca di laurea, entrai come assistente nell’Istituto di Anatomia Veterinaria di Bologna, allora diretto dal prof. Valentino Chiodi, non pote- vo certo immaginare che avrei ereditato da questo esimio anatomico, che sarebbe di- ventato il mio amato Maestro, non solo la passione per la ricerca morfologica ma anche l’interesse per la storia della nostra Medicina verso la quale fui subito attratta perché il Chiodi, il giorno dopo il mio ingresso in istituto, iniziò a dettarmi quello che sarebbe poi diventato, due anni dopo, il primo testo organico di Storia della Medicina Veterina- ria stampato in Italia.

La passione storica inculcatami dal mio Maestro, con gli anni è andata via via crescen- do fino a diventare il mio hobby preferito al quale dedicare il purtroppo poco tempo li- bero dagli impegni accademici. Ricordo la gioia con la quale nelle austere stanze dell’Archivio di Stato e della Biblio- teca dell’Archiginnasio di Bologna, con il compianto amico e collega Naldo Maestrini, ricostruivo negli anni ‘80, giorno dopo giorno, sui documenti manoscritti il divenire della Scuola veterinaria bolognese e, più recentemente con l’amico Cozzi, nella splen- dida cornice del chiostro dei Frari a Venezia, sede dell’Archivio di Stato della città la- gunare, l’iter formativo della Scuola padovana, la seconda attivata in Italia dopo quella di Torino.

Non avrei mai immaginato che questa mia passione potesse avere alcun pubblico rico- noscimento visto che, come ben sapete, l’ordinamento universitario delle nostre Facol- tà, a differenze di quello delle consorelle di Medicina umana, non prevede ancora inse- gnamenti storici.

È quindi con tanta riconoscenza verso il Comitato internazionale che ha voluto premia- re il mio modesto impegno in questo campo, che ricevo oggi l’ambito e prestigioso ri- conoscimento del Chirone, riconoscimento che desidero condividere non solo con Co- lui che mi è stato Maestro ma anche con i tanti amici e colleghi che in questi ultimi vent’anni sono stati al mio fianco e tanto si sono adoperati per la ripresa di una tradi- zione storica che nel nostro paese vanta antiche radici.

ALBA VEGGETTI

604 It was in 1955, shortly after my Graduation, when I first joined the Institute of Veteri- nary Anatomy of Bologna, headed at the time by prof. Valentino Chiodi. I could have never imagined that from such a distinguished scholar, later to become my beloved Mentor. I would have eventually inherited on only a passion for morphologi- cal research but also for the history of veterinary medicine; it was an instant attraction as, starting on my very second day, prof. Chiodi began to dictate the text of what would later become the first proper book on the History of Veterinary Medicine ever pub- lished in Italy. It first appeared in 1957.

The passion for history inherited from my Mentor has continued to the point that it is now my favourite pastime - a pastime that occupies the very little time left after aca- demic duties. I still remember the joy when working day after day with my late ad sudly,-missed frend and colleague Naldo Maestrini, inside austere rooms of the State Archive and Archiginnasio Library in Bologna, managed to reconstruct manuscripts the story of Bologna’s Veterinary School, this was during the 1980s. I cannot fail to mention the work done more recently with my friend prof. Cozzi, in the magnificent quarters of “Chiostro dei Frari” in Venice reconstructing the early years of the Veterinary School of Padua, Italy’s second oldest after Turin.

I could have never imagined that such a private passion could have any public ac- knowledgment because, as you must be aware, the teaching structure of our Depart- ments, unlike that of our sister Department of Human Medicine, does not yet include the History of Veterinary Medicine.

It is with the most sincere gratitude towards the International Committee, wich has de- cided to reward my modest studies in this field, that I am pleased to receive the presti- gious Cheiron award. It is a reward that I wish to share not only with the man who has acted as my mentor, but also with the many friends and colleagues who have supported me in the last twenty years or so and who have contributed so much towards the reacti- vation of an historical tradition which has such deep roots in Italy.

ALBA VEGGETTI

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EXIBITION ESPOSIZIONI

During the Congress held in the Depart- A margine del congresso, presso i locali ment of Animal Pathology, some exhibi- del Dipartimento di Patologia Animale so- tions have presented. A philatelic exposi- no state allestite una mostra filatelica, tion (conceived by Mr. Giovanni Mazzuoc- ideata dal Sig. Giovanni Mazzuoccolo e colo and prof. Ivo Zoccarato), a old photos dal prof. Ivo Zoccarato, una rassegna foto- show and an exposition of old books and grafica ed una esposizione di vecchi libri e veterinary journal published in Turin have riviste di veterinaria editi in Torino. showed. Le collezioni filateliche esposte riguarda- The stamps collection concerned: the his- vano: la storia della medicina veterinaria tory of veterinary medicine by stamps raccontata attraverso i francobolli (prof. (prof. Franco Guarda), the Nobel awards Franco Guarda), i premi Nobel (Sig. R. (Mr. R. Peila), the cattle in stamps (Mr. F. Peila), t’amo o pio bove (Sig. F. Del Pia- Del Piano), the World University games no), le Universiadi (Sig. G. Risso). (Mr. G. Risso). Inoltre in occasione dell’esposizione filate- Moreover in occasion of the philatelic ex- lica a ricordo del 35° Congresso Interna- position, to remember the 35° International zionale di Storia della Medicina Veterina- Congress of Veterinary Medicine History a ria è stata stampata una cartolina ricordo postcard, reproducing the Royal School of riproducente la Regia Scuola Superiore di Veterinary Medicine of Turin in 1859, has Medicina Veterinaria nel 1859 ed emesso been printed and a special postmark has uno speciale annullo commemorativo della been issued. manifestazione. The collection of old photos, organized by La raccolta di vecchie foto curata dal prof. prof. Roberto Rasero and Mr. Marco Por- Roberto Rasero e dal Sig. Marco Porpora- porato allowed to participants to appreciate to ha permesso ai visitatori di ammirare a selection of pictures of Piemontese cattle una selezione di immagini risalenti all’ini- of early 20th century taken during animal zio del 900 scattate in occasione di varie fair exposition or in farms. All the pictures rassegne zootecniche ed in aziende agrico- exposed belong to prof. Ferruccio Faelli le ed aventi per soggetto interessanti esem- (1862-1943) who taught at Turin Universi- plari di bovini di razza piemontese. Tutte ty in Veterinary Medicine faculty for 40 le foto esposte appartengono al fondo foto- years. grafico del prof. Ferruccio Faelli (1862- The third exposition, organized by dr. Pao- 1943), docente presso la facoltà di Medici- la Bigatti director of library of the Faculty, na Veterinaria di Torino per oltre 40 anni. regarded the veterinary publishing in Turin. La terza esposizione curata dalla dr. Paola Old books and veterinary journal published Bigatti, direttore della biblioteca centralizza- since the early 19th century till the first ta della facoltà di Medicina Veterinaria ha decade of 20th century have been showed. avuto per oggetto l’editoria veterinaria tori- From this point of view Turin, due to the nese. Sono stati esposti esemplari molto inte- presence of the Veterinary School, showed ressanti di libri e riviste veterinarie stampate always a remarkable liveliness. At the end in Torino a partire dall’inizio dell’800 fino it is reported the exposition of two registers ai primi decenni del 900. Da questo punto di of the students’ academical careers, the vista Torino, grazie alla Facoltà, mostrò first, recently restored by University sempre una notevole vivacità. In fine va se- Archive, reporting the career of prof. ganlata l’esposizione di due registri delle Edoardo Perroncito (1847-1936) and the carriere degli studenti, il primo risalente al second, more recent, reporting the career 1848 e recentemente restaurato a cura del- of Napoleone Burdizzo (1868-1951) inven- l’Archivio dell’Ateneo, riportante la carriera tor of the homonymous pincer. scolastica del prof. Edoardo Perroncito (1847-1936) ed il secondo, più recente, in cui era possibile apprezzare la carriera sco- lastica del dott. Napoleone Burdizzo (1868- 1951) inventore dell’omonima pinza.

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Brescia - Breno

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