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LE CASE DELLA SALUTE

pagina La normativa sulle Cure Primarie 2

Unione Europea – DG Sanco 2014

• risposta alla maggioranza dei problemi di salute della comunità • servizi universalmente accessibili, erogati da team di professionisti in partnership con i pazienti e i caregiver • ruolo centrale del coordinamento e della continuità dell’assistenza alle persone

Italia – Legge 189/2012 e Patto per la Salute 2014-2016

Le Regioni hanno il compito di definire la organizzazione dei servizi di assistenza primaria promuovendo lo sviluppo di un modello multiprofessionale e interdisciplinare.

Emilia Romagna

La Casa della Salute (CdS) come traduzione ed espressione degli orientamenti europeo e nazionale.

1 pagina La CdS in RER: DGR 291/2010 3

DGR 291/2010

«[La Casa della Salute – CdS] è la sede di accesso e di erogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e socio assistenziali rivolti alla popolazione dell’ambito territoriale di riferimento del NCP […] La CdS è un sistema integrato di servizi che si prende cura delle persone fin dal momento dell’accesso attraverso: l’accoglienza dei cittadini, la collaborazione tra i professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, l’autonomia e la responsabilità professionale, la valorizzazione delle competenze. [E’ un sistema di] relazioni cliniche e organizzative strutturate che mettono in relazione i NCP (assistenza primaria) con gli altri nodi della rete (assistenza specialistica, ospedaliera, sanità pubblica, salute mentale).»

«LaCasadellaSaluteèunpresidio del Distretto, la cui gestione complessiva è affidata al Dipartimento di Cure Primarie che cura le interfacce con gli altri dipartimenti.»

pagina La CdS in RER: DGR 291/2010 4

TIPOLOGIE :

- CdS Piccola: coincide con la sede del NCP (amb. Infermieristico, amb. MMG, continuità assistenziale H12, amb. Specialistico, assistenza sociale) + accoglienza/punto informativo e CUP.

- CdS Media: CdS Piccola + Medicina di Gruppo, PdLS, amb. Ostetrico, guardia medica. Servizi sanitari: punto prelievi, diagnostica strumentale ecografica, coordinamento assistenza domiciliare, vaccinazioni, certificazioni monocratiche.

- CdS Grande: CdS Media + consultorio familiare/pediatria di comunità, centro di salute mentale, neuropsichiatria infantile e SERT, pap-test, screening mammografico, colon retto.

2 pagina La CdS in RER: 291/2010 5

Aspetti cardine della DGR 291/2010:

• Aspetti strutturali

• Identificazione dei servizi presenti nella CdS

• CdS basate sulla presenza fisica degli MMG

• Importanza della continuità H12/H24, in particolare come funzione di filtro per l’Ospedale

• CdS come elemento di comunità

pagina La CdS in RER: stato dell’arte novembre 2015 6

Stato dell’arte – novembre 2015

. 72 CdS funzionanti: • 63 % (45) medie/grandi (19 Grandi + 26 Medie) • 38 % (27) piccole

. 1 milione e 680 mila persone potenzialmente accedono (38% popolazione regionale)

. 50 CdS programmate: • 52 % (26) medie/grandi (8 Grandi + 18 Medie) • 48 % (24) piccole

3 pagina Le CdS a - Levante 7

Castel San Giovanni Monticelli

Sarmato Castelvetro di Piacenza Piacenza San Pietro Gragnano in Cerro Villanova Borgonovo d' Ziano

Agazzano Nibbiano

Pianello Caminata San Fiorenzuola Giorgio Piacentino

Pecorara Carpaneto Ponte Distretto di Distretto di dell'Olio Levante Castell'Arquato Ponente

Gropparello Lugagnano

Bobbio Coli Programmazione 2013 Distretto Levante: Proposta attivazione 6 CdS Cortebrugnatella Farini

Zerba

Ottone

pagina Le CdS a Piacenza - Levante 8

Castel Calendasco San Giovanni Monticelli

Sarmato Castelvetro Rottofreno di Piacenza Caorso Piacenza San Pietro Gragnano in Cerro Villanova Borgonovo d'Arda Ziano Pontenure Cortemaggiore Gossolengo

Agazzano Podenzano Nibbiano Cadeo Besenzone

Pianello Gazzola Rivergaro Caminata San Fiorenzuola Giorgio Piozzano Piacentino

Pecorara Vigolzone Carpaneto Alseno Ponte Distretto di Travo Distretto di dell'Olio Levante Castell'Arquato Ponente

Gropparello Lugagnano

Bobbio Vernasca Bettola Coli Stato dell’arte Dicembre 2015 Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

4 pagina Le CdS a Piacenza - Ponente 9

Castel Calendasco San Giovanni Monticelli

Sarmato Castelvetro Rottofreno di Piacenza Caorso Piacenza San Pietro Gragnano in Cerro Villanova Borgonovo d'Arda Ziano Pontenure Cortemaggiore Gossolengo

Agazzano Podenzano Nibbiano Cadeo Besenzone

Pianello Gazzola Rivergaro Caminata San Fiorenzuola Giorgio Piozzano Piacentino

Pecorara Vigolzone Carpaneto Alseno Ponte Distretto di Travo Distretto di dell'Olio Levante Castell'Arquato Ponente

Gropparello Lugagnano

Bobbio Vernasca Bettola Coli Programmazione 2013 Distretto Ponente: Morfasso Proposta attivazione 3 CdS Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

pagina Le CdS a Piacenza - Ponente 10

Castel Calendasco San Giovanni Monticelli

Sarmato Castelvetro Rottofreno di Piacenza Caorso Piacenza San Pietro Gragnano in Cerro Villanova Borgonovo d'Arda Ziano Pontenure Cortemaggiore Gossolengo

Agazzano Podenzano Nibbiano Cadeo Besenzone

Pianello Gazzola Rivergaro Caminata San Fiorenzuola Giorgio Piozzano Piacentino

Pecorara Vigolzone Carpaneto Alseno Ponte Distretto di Travo Distretto di dell'Olio Levante Castell'Arquato Ponente

Gropparello Lugagnano

Bobbio Vernasca Bettola Coli Stato dell’arte Dicembre 2015 Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

5 pagina Le CdS a Piacenza: criticità 11

Nella programmazione delle CdS occorre presidiare alcune criticità fondamentali:

• Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a una forte evoluzione dei bisogni: EMERGENZA CRONICITA’. La programmazione delle CdS deve tenere in considerazione questo trend e determinare le modalità con cui le CdS intervengono su questo tema.

• I dati empirici e il ritorno dagli incontri di Futuro in Salute evidenziano che le CdS non funzionano sulla limitazione dell’uso inappropriato dell’ospedale: a cosa serve l’assistenza H12/H24?

• Garanzia dell’ equità di accesso in un contesto in cui: • i percorsi di cura sono sempre più complessi e avvengono in buona parte al di fuori dell’ospedale • la specializzazione degli ospedali comporta che non ci sia più un’unica struttura di riferimento, ma un sistema a rete in cui l’utente deve orientarsi • i dati dimostrano una forte disomogeneità di accesso

pagina Le CdS a Piacenza: criticità 12

• Prossimità: è importante stabilire quanti e quali servizi devono necessariamente essere erogati il più vicino possibile agli utenti, per le diverse tipologie di target

• Nonostante le disposizioni regionali considerino la CdS come una infrastruttura per tutti i professionisti del territorio, in realtà l’integrazione «fisica» sottolostessotettorisultadidifficile realizzazione:resistenza dei MMG e carenza di leve per incentivare la «fusione»

• Integrazione Ospedale-Territorio: l’unico fallimento della D.lgs.502/92

• Non ci sono CdS, nemmeno programmate, nelle città sedi di presidio ospedaliero: a Piacenza ci sono 4 NCP, a Fiorenzuola la Medicina di Gruppo «Rose Selvatiche»: errore concettuale

• Finora si è privilegiata una visione distrettuale: le riorganizzazioni degli ultimi 15 anni sono avvenute per «sovrapposizione», creando delle notevoli disomogeneità tra distretti

6 pagina 13

NUOVO MODELLO di CdS a PIACENZA

pagina La CdS in RER: revisione delle linee guida 14

Obiettivi della CdS in RER

 Accesso all’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale in un luogo visibile e facilmente raggiungibile dalla popolazione di riferimento.  Valutazione del bisogno della persona e l’accompagnamento alla risposta maggiormente appropriata, programmabile e non programmabile.  Risposta alla domanda di salute della popolazione almeno nelle 12 ore giornaliere (h24 livello distrettuale).  Presa in carico della persona secondo il paradigma della medicina d’iniziativa.  Attivazione di percorsi di cura multidisciplinari,cheprevedonola integrazione tra servizi sanitari, ospedalieri e territoriali, e tra servizi sanitari e sociali.  Partecipazione della comunità, delle associazioni di cittadini, dei pazienti e caregiver.

7 pagina Nuovo modello di CdS a Piacenza 15

La Casa della Salute rappresenta un sistema in cui si realizza il disegno di assistenza sanitaria territoriale.Più specificamente, la CdS del territorio piacentino si caratterizza come luogo catalizzatore di integrazione professionale, logistica e istituzionale dell’offerta territoriale.

Di seguito, vengono approfonditi:

 Ruolo  Contenuti  Relazione con i PDTA  Infrastrutture  Modelli organizzativi

pagina Ruolo 16

La CdS è:

• il “punto di riferimento”pertuttalapopolazionepertrovareilgiusto orientamento nel sistema, sia per prestazioni erogate nella CdS che per quelle erogate, fuori attraverso una presa in carico allargata e i PDTA per le cronicità e territoriali

In particolare la CdS si rivolge a:

 Utenti con bisogni semplici e transitori: CUP, visita MMG, visita specialistica, prestazione diagnostica, prelievo, screening, etc.  Ruolo di ACCOGLIENZA e ORIENTAMENTO  Utenti con bisogni complessi e continui (pazienti cronici): presa in carico da parte del case manager, inserimento nel PDTA, stesura del PAI, consumo delle prestazioni previste nei piani terapeutici, continuità assistenziale, follow-up e monitoraggio  Ruolo di PRESA IN CARICO e INTEGRAZIONE DEI SERVIZI, con un approccio di MEDICINA DI INIZIATIVA  La collettività: promozione di stili di vita sani, attività di prevenzione  Ruolo di PROMOZIONE e PREVENZIONE

8 pagina Ruolo 17

La CdS è:

• il luogo in cui MMG, PLS e gli altri professionisti del territorio prendono in carico i pazienti in base all’approccio della medicina di iniziativa, con l’obiettivo prioritario di reclutare i pazienti cronici e mantenerli all’interno dei percorsi di cura

pagina Ruolo 18

La CdS è:

• il luogo dove viene concentrata e potenziata l’offerta di specialistica:

 tutte le prestazioni previste dai PDTA per la cronicità (prossimità)

 per quanto riguarda l’offerta specialistica «generica» in base a valutazioni di costo/efficacia

9 pagina Ruolo 19

La CdS è:

• il luogo della continuità assistenziale esercitata attraverso gli ambulatori dei MMG, l’ambulatorio infermieristico, il PUA e i Medici di Continuità Assistenziale

pagina Ruolo 20

La CdS è:

• lo strumento organizzativo per migliorare il livello di omogeneità dell’offerta di servizi territoriali e assistenziali, in modo da calmierare le disequità di accesso

10 pagina Ruolo 21

La CdS è:

• Il luogo delle attività di promozione della salute e prevenzione delle malattie per tutta la comunità  Ruolo di educazione e empowerment

pagina Ruolo 22

La CdS è:

• il luogo in cui avviene integrazione con il sistema sociale del territorio

COME?

11 pagina Contenuti: COSA 23

La CdS è il luogo in cui si concentra tutta la produzione territoriale. I contenuti, dunque, sono eterogenei quanto lo spettro dei servizi inclusi nell’offerta del nostro territorio:

 Accoglienza/Orientamento – «Segretariato Socio-sanitario»  Medicina generale/Pediatria Libera scelta (NCP, Medicine di gruppo o single practice): presenza fisica e/o in rete  Specialistica ambulatoriale: • Garantite tutte le prestazioni previste dai PDTA per la cronicità/territoriale • Specialistica ambulatoriale «generica»: in base a valutazioni costo-efficacia • In generale: forte potenziamento della specialistica • Specialistica: erogata da specialisti e/o MMG  Pediatria di comunità  Ambulatorio infermieristico  Consultorio – area Materno-Infantile  Assistenza domiciliare (ADI-SAD-SID)  Continuità assistenziale  Salute mentale (CSM)  Sanità Pubblica  Medicina legale  Punto prelievi  Area Sociale

pagina Contenuti: COME 24

Tutti i servizi contenuti nella CdS vengono erogati in modo integrato e coordinato, soprattutto quando si rivolgono alle categorie di pazienti più fragili (cronici e potenzialmente a rischio).

In tale contesto, al MMG/PLS, specialisti e infermieri (gli «uomini sul campo») viene richiesto un approccio di iniziativa (supportato dall’Azienda), volto a individuare proattivamente i pazienti più complessi.

All’interno della CdS sono messi a disposizioni i supporti necessari (personale, organizzativi e informatici) per agire la medicina di iniziativa, che non può essere una scelta del professionista ma va intesa come un LEA.

L’inclusione precoce nei PDTA aziendali, la stesura del PAI e la efficace presa in carico dei pazienti cronici dipendono in modo sostanziale dall’iniziativa dei professionisti di assistenza primaria.

Nell’erogazione dei servizi vengono privilegiate le soluzioni in unico accesso.

12 pagina I PDTA 25

Il PDTA è uno strumento per la gestione di una patologia complessa in tutti i suoi luoghi di cura: CdS, ospedale, domicilio.

Preso atto del fallimento delle diverse soluzioni organizzative, il PDTA è lo strumento di integrazione tra CdS e Ospedale.

Condizioni necessarie (ma non sufficienti) perché il PDTA sia uno strumento efficace sono:

• la definizione di percorsi condivisi e scientificamente corretti • la condivisione di un preciso sistema di regole (logistica del paziente, responsabilità organizzativa) • l’esistenza di meccanismi operativi e supporti informatici • l’integrazione relazionale e professionale tra gli attori coinvolti nel percorso

pagina I PDTA 26

Percorsi definiti a livello regionale:

• percorso nascita; • PDA per il bambino con Diabete Mellito1; • PDTA per le condizioni croniche (diabete, scompenso cardiaco cronico, broncopneumopatia cronico ostruttiva, insufficienza renale cronica); • percorso per la gestione dei pazienti in terapia anticoagulante orale; • percorsi per le gravissime disabilità acquisite • PDTA per le neoplasie, a cominciare da tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto; • programmi di cure palliative; • percorso per la gestione dei pazienti con frattura di femore; • dimissioni protette in particolare per le persone anziane (domicilio, ospedale di comunità, etc.).

13 pagina Relazione CdS - PDTA 27

La CdS diventa il luogo della «cabina di regia» dei PDTA aziendali, il centro di supporto aziendale a disposizione dei MMG e degli altri professionisti del territorio per la gestione appropriata dei pazienti più complessi.

In questa ottica, la CdS è il supporto fisico, informatico e amministrativo per la gestione efficace dei PDTA e per l’arruolamento dei pazienti.

La CdS garantisce, infatti:

- Integrazione inter-professionale: MMG, infermieri, specialisti e professionisti del sociale formano una vera squadra multiprofessionale che si coordina intorno al paziente più complesso in base al PDTA o al PAI, avendo come stazione base la CdS, dove partecipano a formazione trasversale e condividono informazioni.

- Integrazione logistica: il paziente vede nella CdS il luogo «integrato» di erogazione delle prestazioni di cui ha bisogno o, comunque, il luogo in cui è organizzato il suo percorso sanitario dentro e fuori la CdS, quindi anche Ospedale e domicilio.

pagina Relazione CdS - PDTA 28

Per quanto attiene gli strumenti operativi, l’Azienda, attraverso la Casa della Salute, sviluppa e mette a disposizione dei professionisti appropriati sistemi informativi integrati per la gestione dei PDTA e per condividere le informazioni fondamentali:

- Sistema informativo per la individuazione dei pazienti cronici (Business Intelligence)  medicina di iniziativa, arruolamento nel PDTA, disegno del PAI

- Sistema informativo per la gestione del paziente NEL percorso (Workflow)  aderenza del paziente, appropriatezza prescrittiva, rispetto delle linee guida, gestione logistica del paziente

- Sistema informativo per il monitoraggio dello stato di salute (audit, indicatori di esito)  efficacia del PDTA/PAI, programmazione sanitaria

14 pagina Modelli organizzativi 29

Proponiamo 3 modelli di CdS: • la CdS «strutturale»

• la CdS «a rete»

• la CdS «mista»

Funzioni aziendali comuni ai 3 modelli: tutti i servizi garantiti dall’AUSL nella CdS (accoglienza, specialistica, punto prelievi, etc.)

In ogni modello, la CdS mantiene il ruolo di centro di supporto per la gestione dei PDTA per la cronicità

Lo specifico modello viene scelto in base alle caratteristiche del territorio di riferimento

pagina Modelli organizzativi 30

CdS «strutturale» Tutti i MMG e i PLS del territorio di riferimento, organizzati in gruppo o in single practice, fanno della CdS la sede principale di lavoro

FUNZIONI AZIENDALI: -Accoglienza Area Sociale -Specialistica -Punto prelievi (Comuni) -Etc.

PLS MdG1 MdG2

MMG1 MMG2

15 pagina Modelli organizzativi 31

CdS «a rete» MMG e PLS del territorio di riferimento, organizzati in gruppo o in single practice, mantengono come sede principale di lavoro il proprio ambulatorio al di fuori dalla CdS, con la quale si relazionano come in un modello a rete

FUNZIONI AZIENDALI: -Accoglienza Area Sociale -Specialistica (Comuni) -Punto prelievi -Etc.

MdG1 MdG2

MMG1 MMG2

PLS

pagina Modelli organizzativi 32

CdS «mista» Alcuni dei MMG e PLS del territorio di riferimento scelgono la CdS come sede principale, altri mantengono come sede principale di lavoro il proprio ambulatorio al di fuori dalla CdS, con la quale si relazionano come in un modello a rete

FUNZIONI AZIENDALI: -Accoglienza Area Sociale -Specialistica (Comuni) -Punto prelievi -Etc.

MdG1 MdG2

MMG2

MMG1

PLS

16 pagina Modelli organizzativi 33

L’obiettivo a tendere è che tutte le CdS adottino il modello strutturale: l’Azienda e i comuni dovranno attuare politiche e strategie attive per spingere la medicina di famiglia in questa direzione.

Le CdS di città edimontagna costituiscono una eccezione: considerate le caratteristiche geo-demografiche e infrastrutturali, i modelli a rete o misto sono preferibili.

pagina Modelli organizzativi 34

A prescindere dallo specifico modello, la Casa della Salute va intesa come il centro di supporto organizzativo e infrastrutturale per tutti i professionisti che concorrono alla erogazione dei servizi territoriali. In questa prospettiva, la CdS garantisce:

 supporto logistico e organizzativo per professionisti che operano a diversi livelli della “filiera” della cura sul territorio (soprattutto Cure Primarie e Specialistica)  supporto logistico e organizzativo per l’integrazione tra i diversi livelli istituzionali che operano sul territorio – principalmente la Ausl e gli enti locali  supporto tecnico e amministrativo allo sviluppo e l’esercizio della medicina di iniziativa

17 pagina Modelli organizzativi 35

In ogni Casa della Salute vengono individuati:

 Un responsabile clinico: scelto tra i MMG o medici aziendali

 Un responsabile organizzativo: preferibilmente un un infermiere con competenze gestionali-organizzative

pagina Modelli organizzativi 36

In ogni CdS vengono individuate le diverse aree di servizio/intervento (l’elenco non è esaustivo):

 Promozione e prevenzione  Materno-infantile  Popolazione con bisogni occasionali  Cronici  Non autosufficienza  Cure Palliative

All’interno di ciascuna area le diverse attività sono organizzate per percorsi, programmi, progetti secondo uno stile di lavoro in équipe multiprofessionale e interdisciplinare.

Per ogni area viene designato un referente, con competenze cliniche o assistenziali (in base alle peculiarità dell’area stessa).

18 pagina Modelli organizzativi 37

I MMG, sia in gruppo sia in single practice, si organizzano in uno opiùNuclei di Cure Primarie (NCP), la cui sede di incontro è proprio la CdS: anche quest’anno la RER inserisce tra gli obiettivi di mandato la costruzione dei profilidiNCP«che rappresentano uno strumento che deve progressivamente diventare […] non solo modalità comune e condivisa di confronto e crescita professionale, ma anche strumento per supportare la gestione delle patologie croniche» (DGR 901/2015)

DGR 86/2006 I NCP costituiscono la “cellula organizzativa” del Dipartimento Cure Primarie della AUSL. Il NCP integra tutte le professionalità dell’assistenza territoriale (MMG, specialisti, infermieri, ostetriche, assistenti sociali…)

pagina Prossimi temi di discussione 38

COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

• Quale collocazione territoriale per le CdS? • Confermiamo la programmazione precedente?

 Livelli di concentrazione territoriale: la RER tende a indicare un bacino che va dai 30.000 e i 75.000 abitanti

 Possibile soluzione: modello Hub&Spokes

CRITICITA’ del PERCORSO ATTUATIVO

• risorse • necessità di produrre risultati immediati • necessità di rivedere completamente l’accordo locale con i MMG

19 pagina Collocazione geografica 39

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

pagina Programmazione 2013: 9 CdS 40

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino

Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

20 pagina CdS attive al 31/12/2015 41

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino

Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

pagina Proposta 2016 42

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino

Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

21 pagina Proposta 2016 43

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

pagina Proposta 2016 44

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino

Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

22 pagina Proposta 2016 45

Calendasco Castel Monticelli Rottofreno Castelvetro San Giovanni Sarmato Piacentino Piacenza Caorso San Pietro Villanova Borgonovo Gragnano in Cerro Ziano d'Arda Pontenure Gossolengo Cortemaggiore Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Nibbiano Gazzola Rivergaro Caminata Pianello San Fiorenzuola Piozzano Giorgio Piacentino Pecorara Vigozolone Carpaneto Alseno Travo Ponte dell'Olio Castell'Arquato

Gropparello

Bobbio Lugagnano Vernasca Bettola Coli

Morfasso

Cortebrugnatella Farini

Zerba Cerignale

Ottone Ferriere

pagina Proposta 2016 46

8 Case della Salute con 11 sedi erogative Bacini di riferimento:

CdS Piacenza: 102.623 ab.

CdS Val d’Arda Fiume (Monticelli e Cortemaggiore): 24.033 ab.

CdS Alta e Bassa Val d’Arda (Fiorenzuola e Lugagnano): 44.941 ab.

CdS Valnure e Valchero (Podenzano e Carpaneto): 29.295 ab.

CdS Bettola (Alta Valnure): 10.410 ab.

CdS Bobbio (Appennino Piacentino): 15.652 ab.

CdS Borgonovo (Val ): 29.758 ab.

CdS Rottofreno (Valtrebbia): 31.908 ab.

23 pagina Proposta 2016 47

8 Case della Salute con 11 sedi erogative Lista comuni:

1. CdS Piacenza 102.623 ab. Piacenza

2. CdS Val d’Arda Fiume Po (Monticelli e Cortemaggiore) 24.033 ab. Besenzone Caorso Cortemaggiore Monticelli Villanova

pagina Proposta 2016 48

8 Case della Salute con 11 sedi erogative Lista comuni:

3. CdS Alta e Bassa Val d’Arda (Fiorenzuola e Lugagnano) 44.941 ab. Alseno Cadeo Fiorenzuola Pontenure Castell’Arquato Lugagnano Morfasso Vernasca

4. CdS Valnure e Valchero (Podenzano e Carpaneto) 29.295 ab. Carpaneto Gropparello Podenzano Vigolzone

24 pagina Proposta 2016 49

8 Case della Salute con 11 sedi erogative Lista comuni:

5. CdS Bettola (Alta Valnure) 10.410 ab. Bettola Farini Ferriere Ponte dell’Olio

6. CdS Bobbio (Appennino Piacentino) 15.652 ab. Bobbio Coli Cerignale Cortebrugnatella Piozzano Rivergaro Ottone Travo Zerba

pagina Proposta 2016 50 8 Case della Salute con 11 sedi erogative Lista comuni:

7. CdS Borgonovo (Val Tidone) 29.758 ab. Borgonovo Caminata Nibbiano Pecorara Pianello Ziano

8. CdS Rottofreno (Valtrebbia) 31.908 ab. Agazzano Calendasco Gazzola Gragnano Gossolengo Rottofreno Sarmato

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