Scarica Un’Energia Artigiana Nello Sfon- Vo Spazio Davanti E Dietro L’Opera, Prima E Dopo, Nella Con- Dare Il Muro Dell’Arte Per Toccare La Realtà
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Sommario Editoriale 3 La nuova Casana di Giovanni Berneschi e Flavio Repetto Incontri 4 Deaglio: “Ecco gli errori dell’informazione economica” di Christian Benna Arte e Cultura 8 Quel tesoro nascosto a Genova nell’antica Chiesa del Carmine di Agnese Avena 16 12 La pittura di Giuseppe Cardillo di Paola Cavallero 16 Riscoperte nel Ponente Ligure altre sculture dei Maragliano di Fausta Franchini Guelfi 20 Colombo e i mercanti genovesi alle Canarie di Sandro Pellegrini 24 In viaggio con Lucio Fontana di Lissia Rasetto Primo Piano 24 28 Solidarietà e Costituzione di Franzo Grande Stevens Il territorio e la sua storia 30 Dietro una porta chiusa da trentamila anni di Antonino Ronco 34 Venezia e la cucina “meticcia” di Giovanna Benetti 38 Dove la terra non comincia e il mare non finisce di Gian Antonio Dall’Aglio 34 42 Scripofilia genovese di Giovanni Battista Crosa di Vergagni 46 Echi Gruppo Carige 50 Fondazioneinforma Bilancio e previsioni Il primo volume di “Storia della Liguria” donato a oltre ottomila classi Un nuovo progetto per le famiglie 54 Notizie in pillole a cura di Enrica Fulcheri 56 Impressioni di Liguria 38 Francesco Biamonti Editoriale La nuova Casana Dopo aver raggiunto e doppiato la boa dei primi cinquant’anni, la Casana si appresta a proseguire il suo felice viaggio di conoscen- za, all’insegna della curiosità e della meraviglia. L’apprezzamento dimostrato da molti lettori nei confronti della rivista, rappresenta per noi motivo di soddisfazione ed incoraggiamento a continuare sulla stessa strada, cercando di migliorare il lavoro fatto. Con una novità. Da questo numero, infatti, Fondazione Carige contribuirà alla re- dazione della rivista, attraverso le pagine di Fondazioneinforma, il notiziario creato per illustrare al pubblico momenti della vita della Fondazione, insieme a notizie relative ai progetti sostenu- ti e alla loro realizzazione concreta, nei tradizionali ambiti di in- tervento. “L’unione fa la forza”, recita un antico motto. Banca e Fondazione Carige sono insieme oggi non solo nel mondo economico e fi- nanziario italiano, ma anche ne La Casana per significare, con maggiore energia, l’obiettivo di valorizzazione delle comunità pre- senti nelle diverse aree di operatività, promuovendo una miglio- re conoscenza della loro storia, della loro cultura, delle loro tra- dizioni e delle loro aspirazioni, in una parola, di tutto ciò che mag- giormente ne caratterizza l’identità e l’anima. Flavio Repetto Giovanni Berneschi Presidente Fondazione Carige Presidente Banca Carige 3 Incontri Deaglio: “Ecco gli errori dell’informazione economica” di Christian Benna Mario Deaglio come “Postglobal”, “La fine 65 anni, piemontese, ha due dell’euforia”, “Un capitalismo bello carriere parallele: una accademica e pericoloso”. Ha curato diversi e l’altra giornalistica. È professore rapporti annuali sul Risparmio ordinario di Economia e i risparmiatori in Italia. Dal 1980 internazionale alla Facoltà di al 1983, Deaglio ha diretto il Sole Economia dell’Università di Torino, 24 Ore, che sotto la sua guida ma è anche editorialista economico è diventato il quotidiano economico de La Stampa. È autore di studi più diffuso in Europa. Prima aveva scientifici e di ricerche, ma anche collaborato con l’Economist di pubblicazioni più divulgative e Il Secolo XIX. Professor Deaglio, l’informazione economica ha responsabilità nel- impropria. La corsa all’enfatizzazione ha creato un ambiente iper- la crisi attuale? I giornali, che fino a poco tempo fa cavalcavano attivo alle notizie cattive, fra l’altro accentuando le punte delle l’ottimismo della crescita, rappresentano un’ondata di pessimismo, crisi. Tuttavia è bene ricordare che, nell’ambito delle responsa- il crollo globale. Rispecchiano i fatti oppure, con le ripetute gri- bilità della crisi finanziaria, l’informazione economica ha avuto un da di allarme, accentuano la sfiducia sui mercati? peso nettamente inferiore a quelle di altri soggetti e dei manager L’informazione ha certamente delle responsabilità. Che sono di che hanno sbagliato le proprie strategie di business. tre tipi. La prima è quella di avere sistematicamente sopravvalu- tato le notizie cattive mentre ha sottovalutato quelle buone. Il ca- È idonea la preparazione dei giornalisti economici di oggi a un’e- so classico è la “borsa ieri ha bruciato 100 miliardi”, titolo di pri- conomia sempre più complessa e variabile? ma pagina; invece, se il giorno dopo i listini magari recuperano La preparazione tecnica è generalmente scaduta. Lo si nota mol- decine di miliardi, la notizia finisce relegata a trafiletto. In seconda to bene anche dall’uso giornalistico dei grafici: raramente indi- battuta, il sistema dei media ha semplificato il linguaggio in ma- cano la fonte, spesso sono carenti di informazioni basilari e sem- niera non adeguata. Ogni cedimento dei mercati azionari si tra- brano messi in pagina quasi a corredo, giusto per coprire un cer- duce in espressioni come la “borsa va picco” o “mercati sotto to spazio. L’opposto di quello che un grafico dovrebbe essere, os- shock”. Oggi, la terminologia viene spinta al massimo, esaspe- sia il punto di partenza di un articolo economico, l’elemento cen- rata, mentre il giornalismo economico di qualche anno fa tende- trale attorno al quale viene costruito il pezzo giornalistico. Ma si va a pesare le parole con maggiore attenzione e precisione. Ogni tratta di un male non solo italiano. Anzi. Certe abitudini di ap- titolo era curato al dettaglio, perché c’era la consapevolezza che prossimazione sono diffuse a macchia d’olio tra tutta la stampa una frase eccessiva, un titolo a effetto, può influenzare il mer- internazionale. Non mancano, comunque, isole di grande spe- cato. Perciò, e qui arrivo al terzo punto, l’informazione economi- cializzazione, quali l’Economist e, in Italia, il Sole 24 Ore. Va inol- ca ha creato dei nessi logici impropri. Per esempio: se le quota- tre notato che lo scadimento non si verifica solo tra i giornalisti zioni delle banche scendono precipitosamente, anche i depositi economici. Numerose serie statistiche, in Italia come altrove, so- dei risparmiatori sono a rischio; ma si tratta di un’ associazione no meno buone di venti o trent’anni fa. 4 Ammetterà, però, che per i giornalisti economico-finanziari non è af- questa constatazione per dare un’idea della complessità dei mercati fatto facile orientarsi e informare adeguatamente i lettori o gli ascol- finanziari. Meglio puntare su titoli imperfetti, ma chiari e comprensi- tatori, anche perché fonti e strumenti, come i rapporti degli analisti fi- bili, di medie aziende forti nel prodotto e nell’innovazione. nanziari e delle agenzie di rating, considerati indispensabili per una migliore valutazione dello stato di salute di società e Paesi si sono In un’epoca di incertezza, il valore dell’informazione economica dovrebbe rivelati del tutto inadeguati e spesso fuorvianti. Tra l’altro, come spie- crescere in modo proporzionale alla mancanza di sicurezze. E invece ga errori così clamorosi di esperti, di professionisti tanto accreditati? succede il contrario. Come spiega questo paradosso? Ci sono due teorie. La prima è quella del complotto: le società di Per i motivi anzidetti, i media non sono in grado di offrire, in un nu- analisi e valutazione, se non partecipate, erano vicine alle stesse mero crescente di casi, un’informazione economica e finanziaria al- aziende che avrebbero dovuto giudicare con imparzialità. Una si- l’altezza della situazione. È una conseguenza della crescente com- tuazione di evidente conflitto di interessi e perciò causa di eviden- plessità della materia da trattare, ma anche delle difficoltà del gior- ti squilibri nell’analisi. La seconda tesi è che nalista, che è meno preparato, più oberato la materia è diventata così complessa e so- e con minori possibilità di svolgere al meglio fisticata da rendere difficilissima la sua co- Più informati la professione. Oggi il mercato ha cambiato noscenza persino agli specialisti. Non è sol- profondamente le cose: sono pochissime le tanto una conseguenza della globalizzazio- e più consapevoli: persone che riescono a seguire certi trend ne, ma anche, per esempio, della mancanza economici, figuriamoci un giornalista che ha di regole e di trasparenza. Come si poteva la responsabilità uno spettro di argomenti molto ampio da te- scoprire la debolezza di quelle banche che nere sotto controllo. facevano grandi operazioni fuori bilancio, dell’informazione magari tramite società veicolo possedute al Anche i giornali economici pensano più al- 49 per cento? E quelle banche si guarda- economica l’audience, alla tiratura, che alla propria re- vano bene di dare conto di quel modo di sponsabilità sociale? operare agli analisti e ai controllori. Il contagio poi è stato rapido e Guardando al caso di maggior diffusione e prestigio internazionale, diffuso su larga scala. D’altra parte, un titolo tossico che finisce den- The Economist, non posso non notare una profonda coerenza e un tro un altro prodotto finanziario e poi viene scambiato ancora fini- forte senso di responsabilità sociale ben presente nella linea edito- sce col contagiare tutto il sistema. Senza contare l’effetto domino riale di quel giornale. Questo è il riferimento di principio e viene ri- della crisi. Se le quotazioni immobiliari calano del 20% in pochi me- spettato da oltre un secolo. Forse anche per questa ragione è uno si, significa che una banca dovrà poi fare i conti con pesanti sva- dei pochi “magazine” a risentire meno della crisi. Per altre testate, lutazioni sui mutui. Insomma una situazione incendiaria che però invece, l’audience ha preso il sopravvento relegando in secondo pia- non alleggerisce le colpe delle agenzie di rating e degli analisti. Se no una certa responsabilità sociale. D’altra parte, il giornale ha costi mai si farà davvero un G8 per lanciare una nuova Bretton Woods vivi molto alti e per sopravvivere aumentano i compromessi. il primo punto dovrà riguardare il sistema dei controlli: rating e ana- lisi non potranno più essere affidate a soggetti privati in possibile Lei, che è economista e ha diretto il Sole 24 Ore, sa indicare come si conflitto di interesse con la società controllante.