FAEDIS E La ZONA LIBERA D
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FAEDIS e la ZONA LIBERA DEL FRIULI ORIENTALE Le giovani generazioni resteranno colpite da tanto semplice umano valore e gli anziani combattenti per la libertà diranno con orgoglio: «A Faedis c’ero anch’io». MARIO FANTINI (Sasso) Comandante la Divisione d’Assalto Garibaldi-Osoppo Dal 1943 al 1945 la Provincia di Udine fu occupata dalle truppe tedesche e aggregata all’Adriatiches Künstenland (Litorale Adriatico), regione ufficialmente istituita il 10 settembre del 1943 e appartenente al Terzo Reich di Adolf Hitler. Nel contesto bellico, già nel marzo del 1943 nelle Valli del Natisone si era formato il Distaccamento Garibaldi, prima formazione militare della Resistenza italiana. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, al quale seguì la formazione del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), nella zona del Collio si formò il Battaglione Garibaldi, prosecuzione del Distaccamento. Nel Pian delle Farcadizze si riunì il Primo Battaglione Friuli, comandato da Giacinto Calligaris (Enrico). Col sopravvenire dell’inverno il Pian delle Farcadizze venne abbandonato, ma, a partire dal febbraio del 1944, il movimento partigiano cominciò a svilupparsi su tutta la catena delle Prealpi e la Brigata Natisone si spinse fino a Faedis, stabilendo la sua base nella frazione di Stremiz. Nel maggio del 1944, i Repubblichini di Salò che si trovavano a Faedis furono traslocati nella zona di Dorimbergo (o Montespino), vicino a Nova Gorica: a quel punto, Faedis, rimasta senza presidi nemici, divenne il fulcro del reclutamento volontario delle formazioni partigiane. L’adesione al movimento, anche da parte della popolazione fino ad allora incerta ed impaurita, crebbe in maniera esponenziale: in breve tempo, nella divisione Garibaldi come nella Brigata Osoppo insediatasi ad Attimis confluirono migliaia di uomini, che combattevano per il controllo del territorio di Faedis e Torreano. La Brigata Garibaldi e Le case distrutte dll’incendio di Faedis del 27-28 settembre 1944 la Brigata Osoppo, pur con ispirazioni politiche diverse, seppero superare i contrasti ideologici: animate dal comune orientamento patriottico e da un condiviso pensiero antifascista e democratico, si fusero dando vita alla divisione “Garibaldi-Osoppo”, il cui comando si era stabilito nella frazione di Forame di Attimis ed era così organizzato: Comandante Fantini (Sasso, garibaldino); Vice Comandante De Gregori (Bolla, osovano); Commissario Padoan (Vanni, garibaldino); Vice-commissario Berzanti (Paolo, osovano); Capo di Stato Maggiore Mautino (Carlino, garibaldino); Cappellano militare don Bello (don Candido, osovano). La divisione era composta in prevalenza da giovani contadini e operai, una minoranza di studenti e impiegati, oltre a numerosi soldati e ufficiali dell’esercito dissolto e anche alcune donne. Pur organizzata secondo gerarchie militari, la compagine partigiana era profondamente diversa da un esercito tradizionale: nonostante il contesto fluido e confuso della guerra, il gruppo era animato da una scelta ideologica spontanea, una comune aspirazione di libertà e un profondo rispetto per la dignità delle persone. 1 Le compagini partigiane della pianura, assieme alla missione inglese comandata dal maggiore Vincent Hadley (Tucker), si unirono alla divisione Garibaldi-Osoppo per dare vita, anche seguendo lo stimolo del CLN, alla Zona Libera del Friuli Orientale, embrionale esperimento di organizzazione democratica in Friuli assieme alla Zona Libera della Carnia. La Zona Libera del Friuli Orientale comprendeva l’area dei Comuni di Cividale, Torreano, Faedis, Attimis, Nimis, Lusevera, Taipana, Sedilis, Tarcento e Bergogna (o Breginj, Comune poi passato alla Yugoslavia e quindi alla Slovenia), raggiungendo nel settembre del 1944 un’area di 350 kmq per 21.000 abitanti. Nelle Zone Libere furono avviate le procedure per insediare un potere civile: in molti Comuni si tennero libere elezioni. A Faedis, il CLN nominò gli amministratori, dopo una consultazione con i capi famiglia. Dopo lo sbarco in Normandia nel giugno del 1944, il confine orientale perse importanza per gli alleati, che concentrarono gli sforzi sul fronte francese. Le truppe nazi-fasciste ebbero così il tempo di organizzare azioni di repressione nei confronti della Resistenza partigiana, avviando al contempo devastazioni e ritorsioni sui civili, anche per il tramite delle truppe cosacche: 29.000 tedeschi si dispiegarono per annientare poco più di 3.000 partigiani. Il 20 settembre Subit fu incendiata, tra il 21 e il 31 agosto si combatté a Nimis: Torlano diventò un rogo e trentatré civili furono trucidati. Tra il 27 e il 28 settembre Attimis fu rastrellata e Faedis invasa da migliaia di tedeschi. La popolazione fuggì nei boschi verso Canal di Grivò, Stremiz e Cividale. Il 28 i partigiani si sganciarono per evitare l’accerchiamento, facendo saltare i due ponti sul Grivò a Faedis. I tedeschi cominciarono quindi a bruciare il paese e a Costalunga furono bruciati vivi 9 partigiani dell’Osoppo. Faedis pagò con 84 case bruciate, 16 civili uccisi, 91 deportati, 17 dei quali non fecero mai ritorno a casa, 300 senzatetto. Mentre i partigiani si ritiravano sulle montagne, il paese fu occupato dai cosacchi e i cittadini soffrirono vessazioni e violenze, sottrazioni di bestiame, di fieno e di viveri. I tedeschi sospesero ogni rifornimento, ma il sostegno venne dagli abitanti dei centri vicini: Remanzacco, Moimacco e Premariacco si prodigarono per aiutare con viveri e indumenti i civili, mentre i paesi della Bassa Friulana accolsero i bambini di Faedis in fuga dalle loro case bruciate, con un eccezionale gesto di solidarietà in un periodo in cui il pane non bastava già per le proprie famiglie. La devastazione segnò la fine della Zona Libera del Friuli Orientale, nella quale fame, paura e rastrellamenti verso i campi di sterminio nazisti regnarono per tutto l’inverno del 1944 e la primavera del 1945. Drammatico sigillo a poco tempo dalla Liberazione fu uno degli episodi più terribili della storia partigiana: nel febbraio del 1945 si consumò l’eccidio di Porzûs, nel quale, nel difficile contesto del confine orientale, un distaccamento di partigiani della brigata Osoppo fu barbaramente trucidato per mano di alcuni garibaldini aderenti ai gruppi di azione Postazione della Brigata Osoppo a Porzûs patriottica (GAP). Solo il 1° Maggio del 1945 le campane suonarono di nuovo a festa, celebrando la liberazione del Friuli dalla guerra: sotto l’attacco continuo dei partigiani, i cosacchi allo sbando fuggirono verso la Carinzia: andandosene da Faedis, lasciarono come ultimo, doloroso ricordo l’immagine di alcuni civili legati ai loro carri. 2.