Una Legge Sulle Lobby La Proposta Di Cantone Incassa Il Sì Di Conte
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15/06/2018 Pagina 14 EAV: € 71.727 Lettori: 704.603 Argomento: Servizi pubblici Una legge sulle lobby La proposta di Cantone incassa il sì di Conte LIANA MILELLA Lotta alla corruzione Colloquio chiarificatore tra il presidente Anac e il premier che accoglie l' invito a regolamentare anche le fondazioni roma S' incontrano, al Senato, per non più di cinque minuti. Ma quanto basta - tra il premier Giuseppe Conte e il presidente dell' Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone - per fugare ombre e sospetti. «È andata benissimo » chiosa Cantone. Ed è chiaro, dalle parole di Conte, che tra gli avvicendamenti delle poltrone che contano per il nuovo governo sicuramente quella dell' Anac non è alle viste. Tant' è che quando, nella sala Koch di palazzo Madama, Cantone termina la presentazione del rapporto 2018 sulla corruzione - il «male assoluto», prendendo a prestito la definizione data da Sergio Mattarella - la sua prima riflessione va proprio alla folta presenza in sala di rappresentanti del nuovo esecutivo. «C' era mezzo governo qui, e lo reputo un segnale importante». L' ex premier Renzi non era mai venuto, nonostante sotto di lui, nel 2014, per via dell' emergenza Expo e Mose, fosse partita l' avventura della nuova Anticorruzione. Assente anche il suo successore Gentiloni. Conte invece ascolta tutta la relazione. Con lui i ministri Giulia Bongiorno, Alfonso Bonafede, Barbara Lezzi, Danilo Toninelli e il sottosegretario Vito Crimi. E dai commenti che Conte fa appena fuori dal Senato, prima di prendere un caffè seduto in un bar davanti all' Avvocatura dello Stato tra le preoccupazioni della scorta, si registra un' evidente convergenza tra lui e Cantone sulle lobby e sui finanziamenti indiretti alla politica. Partiamo da qui allora. Nel giorno in cui gli arresti per lo stadio di Roma dominano giornali e tv parlarne è obbligatorio. Tutti vogliono sapere che ne pensa Cantone. Lui vede nell' inchiesta « un segnale positivo, perché c' è anche chi dice no alle tangenti » , come l' assessore milanese Maran che rifiuta una casa in regalo ( « Qui non si usa » ). Poi aggiunge che « si paga meno di prima » . Loda l' intervento tempestivo della magistratura. Ma Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso soprattutto, citando le parole dell' imprenditore che comunque dà soldi alla politica, riapre la questione « delle lobby e delle fondazioni » tuttora non regolate da una legge. È un tema caro a Cantone che ormai batte questo tasto in ogni intervista e intervento pubblico. Stavolta la sua indicazione è subito raccolta da Conte. Che svicola la domanda su Roma - « Esiste un caso corruzione in Italia» - ma non quella sulle lobby: « Mi sembra utile il richiamo alla necessità di contrastare e prevenire la corruzione in quelle zone opache dove si annida l' operato delle lobby e delle fondazioni collegate alla politica. È uno dei segnali interessanti che ho ricavato dalla relazione » . Vedremo se il governo metterà mano a un settore molto delicato che la legge Letta sul finanziamento pubblico aveva lasciato da parte. Ma le sintonie tra Conte e Cantone non finiscono qui. Ce ne sono altre due, sul codice degli appalti e sulle "gole profonde", i whistleblower, i "suonatori di fischietto" che, in forma anonima, segnalano anomalie e palesi casi di corruzione sfruttando i canali riservati messi a disposizione dall' Anac. Ben 113 solo tra febbraio e marzo 2018, ma in crescita esponenziale dal 2014. Dalle 3 di quell' anno, si passa a 125 nel 2015, 174 nel 2016, 364 nel 2017. Una « realtà importante » sia per il presidente dell' Anac che per il premier. E tra i due si avvicina anche l' analisi sul nuovo codice degli appalti che, in prima battuta, sembrava dividerli. Innanzitutto i dati. A partire dalle 5.190 segnalazioni di anomalie arrivate all' Anac nel 2017 rispetto alle 4.372 dell' anno precedente. Ma c' è anche il volume di affari, quei 139 miliardi che segnalano una ripresa delle gare che sembravano bloccate proprio dalle novità del codice varato nel 2016. Cantone è convinto che «serva del tempo per digerire le nuove regole » , che qualche ulteriore modifica si possa fare, mentre « una completa retromarcia rischierebbe di creare un' ulteriore fase di fibrillazione con una nuova crisi del settore dalla quale, sia pure a fatica, si sta lentamente uscendo » . Conte parla di «attenzione massima», di «messa a punto», ma non certo di marcia indietro sul codice. Infine, a chi dipinge l' Anac di Cantone come sempre vogliosa di nuovi incarichi il presidente replica con decisione che quelli che già possiede sono sufficienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presidente dell' Anac Raffaele Cantone ANSA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso.