Cosenza

Lo denuncia il segretario provinciale della Slp-Cisl, Dario Filice, preoccupato per i disservizi tanto nel recapito quanto agli sportelli Chiudono uffici postali, disagi e poche proteste

«Si potenziano le sedi monitorate per i tempi di attesa, mentre gli altri possono restare senza personale»

Domenico Marino

«I cittadini non dicono nulla. Ormai si stanno abituando a ricevere la posta a singhiozzo. Si potenziano gli uffici che sono monitorati per i tempi di attesa, mentre gli altri possono pure restare senza personale». Non molla la presa sulla politica restrittiva imposta anche in da Poste Italiane, Dario Filice, segretario provinciale della Slp-Cisl. È la sigla interna al sindacato confederale che riunisce i lavoratori postelegrafonici.

Sono 21 gli uffici che a partire da luglio saranno completamente chiusi o bloccati a giorni alterni nel Cosentino, tra le filiali di e quella cittadina.

Chiusura amministrativa per la struttura Pt di , di Ioggi a e il 3, cioè l’avamposto storico di Piazza Crispi. Quindi razionalizzazione (che significa apertura a giorni alterni: dai quattro a tre, oppure da due a un unico giorno) per altri diciotto: , Destro di , , Paese, , , , , , , , , Longobardi, , Paterno, , San Pietro in e Santa Maria le Grotte nel territorio comunale di .

Le parole di Filice trovano riscontro nelle proteste, gli incontri e le iniziative pubbliche che abbondano proprio in questi giorni nelle altre province calabresi interessate dallo stesso processo di razionalizzazione. Anzitutto il Reggino, che tra Pollino e Aspromonte conta il più alto numero (22) di uffici toccati tra i 63 complessivi (per 22 è prevista la chiusura e per 41 la razionalizzazione). A seguire Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e in coda Crotone con solo due razionalizzazioni. Ma mentre altrove la gente scende in piazza organizzando comitati, protestando e chiedendo aiuto anzitutto ai sindaci, che tra l’altro stanno dando voce e spessore alle richieste delle popolazioni, nel Cosentino sembra che tutto sia accettato supinamente. Eppure i problemi vanno oltre chiusure totali o parziali degli uffici. Lo sottolinea la stessa Cisl, secondo cui «tanto il servizio di recapito della corrispondenza che quello degli sportelli è allo sbando. La realtà quotidiana è sempre più insostenibile – precisa Dario Filice – gli organici insufficienti che non consentono la corretta copertura delle postazioni di sportello, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela. La situazione degli uffici postali in moltissimi casi non adeguate agli standard di sicurezza; pressioni commerciali non coerenti con il protocollo sottoscritto; disagio dei direttori degli uffici postali e sistemi informatici spesso in tilt. Nel recapito assistiamo ad una insostenibile carenza di personale che impedisce la regolare consegna della corrispondenza. Cittadini/clienti giornalmente lamentano il mancato ricevimento della posta, anche di quella urgente quale raccomandate, assicurate ed atti di notifica, fatture di utenze che inevitabilmente comportano pagamenti tardivi con aggravio di mora e carico dell’utente. In tante realtà, ormai, il portalettere è diventato una entità che si materializza, se va bene, una volta alla settimana».

In coda Filice sottolinea che la situazione non è migliore negli uffici postali dove «lo scenario classico è dato da postazioni di sportello vuote e lunghe file di clienti. I tempi di attesa per ogni singola operazione superano i 30/40 minuti, mentre la media nazionale è molto più bassa». Lo stesso sindacato è stato uno dei pochi ad alzare la voce con proteste limitate al personale ma con la possibilità, se necessario, di altre con il coinvolgimento di tutti.

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