Convegno Nazionale

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Convegno Nazionale ARCHEOCLUB DI SAN SEVERO CONVEGNO 36° NAZIONALE sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia San Severo 15 - 16 novembre 2015 A T T I a cura di Armando Gravina SAN SEVERO 2016 Il 36° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia è stato realizzato con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali – Sez. III; Regione Puglia; Fondazione Banca del Monte “D. Siniscalco-Ceci” di Foggia – Comitato Scientifico: Prof. LUIGI LA ROCCA Sovrintendente per i Beni Archeologici per la Puglia Prof. GIULIANO VOLPE Rettore Università di Foggia Prof. MARIA STELLA CALÒ MARIANI Ordinario di Storia dell’Arte Medievale – Università degli Studi “A. Moro” di Bari Prof. PASQUALE CORSI Ordinario di Storia Medievale – Università degli Studi “A. Moro” di Bari Prof. GIUSEPPE POLI Ordinario di Storia Moderna – Università degli Studi “A. Moro” di Bari Prof. ALBERTO CAZZELLA Ordinario di Paletnologia – Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Prof. PASQUALE FAVIA Associato di Archeologia Medievale – Università degli Studi di Foggia Prof. ARMANDO Gravina Presidente Archeoclub di San Severo ORGANIZZAZIONE – Consiglio Direttivo della Sede di San Severo di Archeoclub d’Italia: ARMANDO GRAVINA Presidente MARIA GRAZIA CRISTALLI Vice Presidente GRAZIOSO PICCALUGA Segretario – Segreteria del Convegno: GRAZIOSO PICCALUGA © Archeoclub San Severo · COD. ISBN: 978-88-96545-71-3 Finito di stampare nel mese di settembre 2016 presso Centro Grafico S.r.l. - Foggia – www.centrograficofoggia.it M. L. MA R CHI * A. CA st ELLANE T A * G. FE R LAZZO ** M. LAU R ENZANA ** Fra Daunia ed Irpinia: nuovi dati dal territorio di Biccari e Roseto Valfortore * Università degli Studi di Foggia – ** Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera Le ricerche condotte in questi anni nel comparto interno dei Monti Dauni nell’am- bito del progetto Ager Lucerinus si sono rivelate particolarmente utili per conosce- re e salvare alcuni insediamenti, a volte interi comparti territoriali grazie ad una at- tività costante e capillare condotta in collaborazione con i colleghi della Soprinten- denza Archeologia1. Gli insediamenti del comprensorio di Biccari e Roseto Valfortore2 possono ri- collegarsi ad un popolamento che rientra nello spartiacque dell’alta valle del Celo- ne da sempre area di frontiera tra il comprensorio irpino e quello daunio. Proprio in quest’area, molto probabilmente in corrispondenza della valle del Vulgano, si può definire il limite del territorio dell’anticaLuceria. Ma ancora più suggestiva è la pos- sibilità di individuare, attraverso la distribuzione degli insediamenti che riguarda- no il popolamento preromano, i “confini” tra il territorio occupato dalle popolazioni daune e quelle sannitiche in un’area di frontiera dove i popoli spesso convivono, si affiancano e infine si scontrano. Ed è proprio l’organizzazione del sistema insediativo, in considerazione del fatto che nel mondo sannitico la netta distinzione tra aree abitative e necropoli costitui- 1 Ringrazio i dott.ri Italo Maria Muntoni, Marisa Corrente e Anna Maria Tunzi per la dispo- nibilità mostrata nel corso delle nostre ricerche. 2 L’area è oggetto di recenti indagini topografiche condotte all’interno del progetto “Ager Lucerinus”. ISBN-978-88-96545-71-3 Atti – 36° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2015. 292 M. L. Marchi, A. Castellaneta, G. Ferlazzo, M. Laurenzana, sce un elemento qualificante, contrariamente a quanto si riscontra nei contesti dau- ni e nord-lucani dove case a tombe si alternano indifferentemente, a permettere la distinzione “etnica” di coloro che occupavano i siti (MA R CHI 2016). Mentre nel comprensorio di Biccari sono ancora presenti insediamenti con chia- ro connotato di tipo daunio, inquadrabili cronologicamente fra VI e IV secolo a.C., nel territorio di Roseto si ritrovano perlopiù dei siti di altura, a volte forse fortifica- ti, e piccole fattorie che si collocano cronologicamente nel IV secolo a.C. legati al si- stema insediativo osco-lucano. Dobbiamo quindi immaginare che il confine tra i due comuni moderni possa in qualche modo corrispondere ad una linea di demarcazio- ne anche fra l’area dauna e quella irpina. Gli insediamenti del comprensorio di Roseto sono infatti abitati di altura for- se fortificati e scarsamente edificati3. Come spesso si ricorda, il riferimento delle fonti riguarda forme sparse nel territorio, e a tal proposito si rimanda all’ espres- sione usata da Livio per indicare il modo di abitare dei sanniti: “vicatim” (MA R - CHI 2016). A questo popolamento si può riferire il sito di Monte Saraceno, centro fortificato forse già a partire dal IV secolo a.C. e le testimonianze individuate in contrada Pie- trera dove si configura la presenza di una serie di fattorie attribuibili al IV-III sec a. C., in via ipotetica riferibili all’orizzonte sannita. Inoltre si può ricordare che la letteratura storica riconduce a questo comprenso- rio l’insediamento di Vescellium considerato un oppidum dell’Irpinia in base alla de- scrizione di Livio (XXIII, 37). La lettura dei dati archeologici di questo comprensorio risulta particolarmente significativa nella ricostruzione storica dei rapporti tra Roma e Sanniti e nello spe- cifico tra Roma e gli Irpini, che sembrano avere con le aree della Daunia più inter- na un particolare rapporto, collocato cronologicamente all’indomani della guerra ta- rantina, quando nei confronti di essi, alleati di Taranto, fu imposta da parte dei Ro- mani, la dissoluzione della organizzazione unitaria e l’instaurazione di accordi sepa- rati con le singole comunità, forse sulla base di altrettanti foedera. Un cinquanten- nio dopo, nella formula togatorum, quelle comunità saranno registrate complessiva- mente sotto la voce Samnites (Σαυνiταi). Nella fase immediatamente precedente, in un quadro d’insieme in cui l’elemento saliente è rappresentato dal conseguito controllo di entrambi i versanti della catena appenninica da parte di compagini di lingua osca, sia nelle forme dell’insediamento che in molti aspetti culturali, è probabile che, ad un certo punto, una parte rilevan- te dell’intero distretto adriatico fosse sotto il controllo dei Sanniti, con una presenza che s’incunea in profondità fra Lucania ed Apulia centrale. Si inserisce in questo contesto storico-topografico, molto complesso, l’indagine 3 BO tt INI 1982; MA R CHI 2009; MA R CHI 2014.a; MA R CHI 2014b. Fra Daunia ed Irpinia: nuovi dati dal territorio di Biccari e Roseto Valfortore 293 nel territorio di Biccari e Roseto Valfortore condotta in questi ultimi anni nell’ambi- to del progetto Ager Lucerinus4. M. L. M. Il comprensorio di Biccari “Lucera è di quelle città che per la loro posizione geografica sono destinate a com- piere una determinata funzione nella vita della loro regione. I colli che la sopportano, ultima propagine dell’Appennino benevantano, soli si spingono un bel tratto innan- zi tra il Salsola e il Volgano, e dominano tutta la spianata del Tavoliere, dal Fortore all’Ofanto, dal piede dei monti di Troia, di Biccari, di Monte Corvino al Gargano e al mare. Posto di vedetta meraviglioso, vi montaron la guardia, volta a volta nei secoli, Romani, Goti, Bizantini, Longobardi, Normanni, e di lassù, dalla battaglia di Canne a quella di Civitate, furon testimoni di alcuni degli avvenimenti più significativi del- la storia d’Italia” (EG I D I 1912). Pietro Egidi, oltre 100 anni fa, nell’incipit de “La Colonia Saracena di Lucera e la sua distruzione”, pose l’attenzione sull’importanza storica del vasto territorio dell’an- tica Luceria, sottolineando come la diversa compagine di popolamento sia stata rac- chiusa all’interno di confini naturali ben definiti e con tracce di presenza demica più o meno significative. A tal proposito la campagna di ricognizione dell’Ager Lucerinus del comprenso- rio di Biccari, giunto al suo terzo anno5, ha raccolto dati significativi ed interessan- ti, i quali mettono in luce un quadro esaustivo sulle modalità di popolamento delle aree indagate, la cui morfologia orografica, caratterizzata da vallate solcate da tor- renti, canali e da ampi pianori, sembra favorire storicamente la concentrazione de- mica e insediativa. Di notevole importanza sono state le indagini archeologiche che in questi ultimi anni hanno portato in primo piano sul panorama dell’archeologia italiana il comune 4 Il progetto è diretto da chi scrive nell’ambito delle attività del laboratorio di Cartografia Archeologica dell’università degli studi di Foggia in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Puglia. Il progetto prevede una indagine di survey che interessa un ampio comprensorio tra la Valle del Fortore e il Tavoliere, con l’obiettivo di realizzare la Carta Ar- cheologica e un GIS dedicato (responsabile G. Forte) del territorio della colonia di Luceria. Alla ricerca partecipano gli allievi dei corsi di laurea triennale e magistrale, dell’unifg, gli allie- vi della scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, e inoltre studenti dell’Uni- versità di Salerno e di Trieste. 5 Il progetto Ager Lucerinus nel comprensorio di Biccari si è svolto dal 2013 al 2015, il sur- vey è stato coordinata sul campo dalla scrivente, le attività di laboratorio sono state coordina- te dalla dott.ssa Magda La Trofa. ISBN-978-88-96545-71-3 Atti – 36° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2015. 294 M. L. Marchi, A. Castellaneta, G. Ferlazzo, M. Laurenzana, di Biccari6, il quale custodisce nel suo comprensorio alcune interessanti scoperte che abbracciano un arco cronologico piuttosto ampio: in località Serra di Cristo, i lavo- ri per la realizzazione del Parco Eolico hanno portato alla luce un interessante inse- diamento neolitico e la tomba della cosiddetta “Signora di Biccari” (TUNZI 2014) con il suo prezioso corredo funebre; sempre durante la realizzazione dell’ampliamento del Gasdotto da parte della società Eni-Snam, nell’area denominata Femmina Mor- ta, sono state indagate e scavate aree che hanno rivelato importanti testimonianze a partire dall’età neolitica sino a tutta la fase tardo antica-altomedioevale.
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