Società Botanica Italiana onlus Gruppo per la Floristica Sezione regionale Piemonte e Valle d’Aosta

Escursione annuale 2014

Alta Valle , e , 9-12 luglio 2014

Appunti a cura di Daniela Bouvet1, Annalaura Pistarino2 e Veronica Fervier3 1Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino 2Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino 3Corso di Laurea in Scienze Biologiche, Università di Torino

con il contributo di Adriano Soldano, Paolo Varese e Marco Rastelli

Si ringraziano per la concessione del patrocinio e per la fattiva collaborazione all’organizzazione e alla realizzazione dell’escursione:

Giacomo Lombardo e Lucio Vaira (Comune di Ostana) Massimo Grisoli, Marco Rastelli e Annalisa Rebecchi (Parco del Po cuneese) Paolo Varese (Associazione Botanica “Alpi Cozie”) Rifugio Galabèrna e il suo staff (Ostana) Franco Estivi e Alessandra Fenoglio (Biblioteca del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino) Ilaria Galvagno (Corso di Laurea in Scienze biologiche, Università di Torino) Patrizia Picchi, Lorenzo Mariano Gallo, Marina Spini e Pier Giuseppe Chiadò Fiorio (Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino) Mariano Sereno (Provincia di Cuneo) Cristina Tranchero (Comunità Montana Valli del Monviso) Achille Casale (Associazione Naturalistica Piemontese)

! " PARTECIPANTI, COLLABORATORI E ACCOMPAGNATORI

Partecipanti (29)

BANFI Enrico Milano [email protected]

BARBO Massimo Udine [email protected]

BARTOLUCCI Fabrizio Barisciano (AQ) [email protected]

BERTANI Gianfranco S. Vito al Tagliamento (PN) [email protected]

BOUVET Daniela Torino [email protected]

BOVIO Maurizio Aosta [email protected]

CANCELLIERI Laura Roma [email protected]

CARLI Emanuela Roma [email protected]

CONTI Fabio Barisciano (AQ) [email protected]

DI PIETRO Romeo Roma [email protected]

FARAONI Francesco Roma [email protected]

FASCETTI Simonetta Potenza [email protected]

GALASSO Gabriele Milano [email protected]

GANGALE Carmen Cosenza [email protected]

LATTANZI Edda Roma [email protected]

MARTINETTO Edoardo Torino [email protected]

OUZUNOV Dimitar Cosenza [email protected]

PECCENINI Simonetta Genova [email protected]

PERRINO Enrico Bari [email protected]

PISTARINO Annalaura Torino annalaura.pistarino@

! # regione.piemonte.it

RIZZIERI MASIN Roberto Montegrotto Terme (PD) [email protected]

ROMANO Vito Antonio Potenza [email protected]

ROSATI Leonardo Potenza [email protected]

SALERNO Giovanni Roma [email protected]

SOLDANO Adriano Vercelli [email protected]

STINCA Adriano Portici (NA) [email protected]

TILIA Agnese Roma [email protected]

TROMPETTO Giovanni Borgofranco d’Ivrea (TO) [email protected]

VINALS Nestor Torino [email protected]

%&'&!()!*&+,-'!

! $ Collaboratori (7)

Stagista, Scienze Biologiche, veronica.fervier@ FERVIER Veronica Università di Torino studenti.unito.it

Stagista, Scienze Biologiche, GALVAGNO Ilaria [email protected] Università di Torino

PANDOLFO Guglielmo Esperto di flora Piemonte /

Guardiaparco Parco del Po RASTELLI Marco [email protected] Cuneese

Guardiaparco Parco del Po REBECCHI Annalisa [email protected] Cuneese

Guardiaparco Parco del Po SANTO Fabio [email protected] Cuneese

Assessore comune di VAIRA Lucio [email protected] Ostana

Esperto di flora e VARESE Paolo [email protected] vegetazione del Piemonte

Accompagnatori (3)

RAVO Maria

SOLDANO Maurizio Lepidotterologo [email protected]

ZAMPIERI Anna Maria

! . PROGRAMMA SINTETICO DELL’ESCURSIONE

Mercoledì 9 luglio

- Ore 14.30-15.00: arrivo e sistemazione al Rifugio Galaberna (Ostana – borgata Villa)

- Ore 15.00-18.30: escursione nel comune di Oncino, Vallone del Lenta, guidata da Paolo Varese

Ambienti: pareti rocciose e muretti a secco, boschi (Querco-tiglieti, arbusteti e boschi di invasione), bordi di ruscelli e di torrenti Difficoltà: tappe in auto, spostamenti molto brevi

- Ore 18.30-20.00: rientro in Rifugio e sistemazione piante

- Ore 20.00: cena

- Ore 21.30: presentazione dei partecipanti e dell’escursione con breve descrizione degli itinerari.

Giovedì 10 luglio

- Ore 7.00-8.00: colazione

- Ore 8.00-18.00: escursione nel comune di Oncino, Vallone dell’Alpetto e lago dell’Alpetto Pranzo al sacco Ambienti: pascoli alpini su substrato siliceo e su substrato calcareo, rupi, macereti, praterie umide, laghi alpini, greto di torrente Difficoltà: sentiero di montagna, media difficoltà; dislivello in salita 645 m (da 1598 a 2243 m s.l.m.); possibilità di itinerario più breve, fermandosi a quota 2000 m circa

- Ore 18,00-20.00: rientro in Rifugio e sistemazione piante

- Facoltativo: visita alle sorgenti del Po () e al centro visite del Parco fluviale del Po Cuneese

- Ore 20.30: cena. !

Venerdì 11 luglio

- Ore 7.00-8.00: colazione

- Ore 8.00-12.00: escursione nel comune di Ostana, verso Punta Ostanetta Ambienti: pascoli alpini, pascoli sassosi, rupi, su substrato siliceo

! / Difficoltà: sentiero di montagna, facile, dislivello in salita 400 m circa (da 1621 a circa 2000 m s.l.m.)

- Ore 12.00-13.00 circa: pranzo al sacco

- Ore 13.00-15.00: escursione nel comune di Ostana, borgata Serre Ambienti: sorgenti, prati umidi, prati da sfalcio, arbusteti di invasione Difficoltà: pendio abbastanza ripido, con vegetazione a cespi e zone scivolose; necessarie calzature adatte e impermeabili; possibilità di itinerario alternativo

- Ore 15.00-17.00: escursione nel comune di Ostana, borgata Bernardi, Sentiero dei Morti. Ambienti: acero-tiglio-frassineto, greto di torrente Difficoltà: sentiero facile, percorso breve

- Ore 17.00-18.00: escursione nel comune di Ostana, borgata Villa, guidata da Paolo Varese Ambienti: querco-tiglieti e popolamenti secondari di acero-tiglio-frassineto d’invasione Difficoltà: tappe in auto, spostamenti molto brevi

- Ore 18.00-20.00: rientro in Rifugio e sistemazione piante

- Ore 20.00: cena

- Ore 21.00: nella Sala comunale incontro con gli abitanti di Ostana e dell’alta Valle Po, presentazione di una breve sintesi del lavoro svolto e di quello futuro; biodiversità e attività nel Parco del Po Cuneese (a cura dei Guardiaparco); conoscenza di tematiche e tradizioni delle valli occitane (a cura del Comune di Ostana).

Sabato 12 luglio

- Ore 7.30-8.30: colazione

- Ore 8.30-13.00: escursione nel comune di Crissolo, borgata Serre Uberto, da Meire Giaromba a Pian Giasset Ambienti: lariceto, zone antropizzate, pascoli degradati Difficoltà: pista agro-silvo-pastorale, facile, dislivello in salita 855 m (da circa 1545 a 2400 m s.l.m.) con possibilità di raggiungere la località Pian Giasset con mezzo messo a disposizione dal Parco

- Ore 13.00-14.00: pranzo al sacco

- Ore 14.00-15.00: rientro in Rifugio e sistemazione piante.

- Ore 15.00-17.00: escursione facoltativa a Staffarda con visita dell’ Abbazia di Santa Maria di Staffarda di Revello (XII secolo), merenda e saluti.

! 0 IL MONVISO E LE SUE VALLI

appunti per conoscere i territori del “Re di pietra”

Cenni geografici, geologici, glaciologici, faunistici, floristico-vegetazionali e storici

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“Re di pietra”, “Pilastro del cielo”: sono Alpi, venne celebrato nella letteratura due dei tanti appellativi attribuiti al antica e cantato da Virgilio nel X libro Monviso, una piramide di quasi 4.000 m dell’Eneide come “Vesulus pinifer” che domina l'alta pianura piemontese. (“Vesulo tra i boschi” o “Monte Dalle sue pendici orientali, a 2.020 m, circondato di pini”), declamato da sgorgano le sorgenti del Po, 7 Km a monte Pomponio Mela, Plinio il Vecchio, Dante, di Crissolo, “meritevoli di essere visitate” Petrarca e molti altri storici per la sua come scrisse Plinio il Vecchio nella sua spiccata “visibilità” di gigante isolato, tra Naturalis Historia. una corona di vette minori, a 30 km dalla Ritenuto a lungo il monte più alto delle pianura padana e quindi visibile anche da

! 1 quella lombarda. Per questa sua chiara caratteristica il toponimo Vesulus, Vesulo, Viso ha dunque il significato di “Monte La Regione Piemonte a partire dal 1990 ha Visibile”. voluto tutelare l’ambiente naturale alla Meta ambita e particolarmente apprezzata base del Monviso: ne è nato il “Sistema dagli alpinisti per lo spettacolo che si gode delle aree protette della fascia fluviale del dalla vetta, il Monviso perse la sua fama di Po tratto cuneese”, ora Parco del Po inaccessibilità quando, il 30 agosto 1861, gli cuneese (http://www.parcodelpocn.it/), inglesi William Mathews e Frederik Jacomb, che riunisce un insieme di habitat naturali accompagnati dalle guide Jean Baptiste e di elevato pregio. Ben più ampia è la Michel Croz di Chamonix, raggiunsero per la fascia protetta sul versante francese del prima volta la cima. La prima spedizione Monviso con il Parc Naturel Régional du Queyras (http://www.pnr-queyras.fr/). italiana fu guidata dal ministro biellese Inoltre dal 29 maggio 2013 il Monviso è Quintino Sella nel 1863. A seguito diventato patrimonio dell’UNESCO come dell’entusiasmo originato dall’ascensione egli Riserva della Biosfera nazionale e ebbe l’idea di fondare, in quell’anno a Torino, transfrontaliera il Club Alpino Italiano. Molte nuove vie furono (http://www.unesco.it/cni/). aperte successivamente: tra queste la seconda salita invernale nel 1897 fu merito di Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi.

%&'&!()!*&+,-'! Il Monviso dalla pianura cuneese

! 5 Cenni geografici linea frontaliera, verso oriente, risultando perciò interamente compresa in territorio Il gruppo del Monviso appartiene alle Alpi italiano. La massima elevazione (3.841 m) è Cozie: i colli dell'Agnello (a sud-ovest) e relativa alla Punta Trieste, fronteggiata della Croce (a nord) lo separano dai dalla Punta Nizza, di pochi metri più gruppi montuosi limitrofi, in particolare bassa. A sud-ovest si innalza lo lungo lo spartiacque italo-francese il squadrato Viso di Vallanta (3.781 m), sul gruppo dello Chambeyron tra il colle della cui versante settentrionale è presente il Maddalena e il colle dell'Agnello, e quello ghiacciaio del Triangolo, che prende il del Gran Queyron tra il colle della Croce nome dalla sua forma geometrica. e il Monginevro. Durante l'era quaternaria le pendici del Monviso erano ricoperte da imponenti ghiacciai, con lingue lunghe anche alcuni chilometri che scavarono sinuosi e profondi solchi. La prolungata e poderosa esarazione glaciale ha prodotto numerosi bacini lacustri, di differente estensione, profondità e altitudine: sono infatti circa una cinquantina i laghi sulle Il Cuneese e in azzurro la Valle Po (www.turismocn.com) pendici del massiccio. Per la loro

Indicativamente si può considerare che il estensione, primeggiano il lago Grande di ! gruppo copra una superficie di circa 400 Viso (87.500 m ) ed il lago superiore delle ! km!, disponendosi in modo cruciforme, Forciolline (43.000 m ), che si trovano con braccia diseguali e non ortogonali tra rispettivamente a quota di 2.590 e di 2.807 loro, a costituire quattro dorsali orientate m. Riguardo alla profondità – oscillante una verso nord (tra il Guil e il Po-Pellice), da poche di decine di centimentri ad una verso est-nordest (tra le valli Po e alcuni metri – il primato sembra Pellice), una verso est (tra le valli Po e appartenere al lago Fiorenza, poco Varaita) ed infine una verso ovest (tra le distante da Pian del Re, che arriva a 15 valli Varaita e Guil), a separare le quattro metri. La maggior parte dei laghi è valli: del Guil (affluente della Durance in compresa nelle alte valli Po e Varaita; territorio francese), del Pellice, del Po e meno di una quindicina è dislocata nelle del Varaita. altre due valli. Inoltre da ricordare il La vetta più alta del Monviso raggiunge la maggior bacino artificiale della zona, il quota di 3.841 metri s.l.m., distanziando di lago di Pontechianale (creato nel 1942, gran lunga tutte le altre più importanti sbarrando il Varaita di Chianale con una cime adiacenti, dislocate lungo la cresta di diga alta un'ottantina di metri), che a confine; essa si discosta di poco dalla massimo invaso presenta una superficie di ! 67 oltre 200.000 m!. La costruzione del dell'alta valle –la valle si allarga con bacino ha portato alla sommersione del l'ampio Pian del Re, ai piedi del Monviso, e piccolo nucleo abitativo di Ponte, le cui rovine emergono dal fondale nei periodi di svuotamento parziale del lago.

Dal punto di vista amministrativo, buona parte del gruppo del Monviso afferisce alla provincia di Cuneo, della quale rappresenta la più elevata quota altitudinale. Viceversa le alte valli Pellice e Guil appartengono rispettivamente alla provincia di Torino e al dipartimento francese delle Haute Alpes. La valle Varaita, lunga circa 45 km e con andamento pressoché rettilineo da est a ovest, è conosciuta come la “valle smeraldina”, per il colore dei versanti a castagneti, conifere e pascoli. Comunica con il Queyras attraverso il colle %&'&!()!*&+,-'! dell’Agnello (2.748 metri). E’ caratterizzata da un considerevole con il Pian Munè o Pian Melzè (noto patrimonio artistico-culturale che anche come Pian della Regina), piccola contraddistingue la maggior parte dei stazione di sport invernali. centri abitati della valle: da esempi di Ancora più a nord e ancora più breve architettura medioevale (chiese, palazzi della precedente (circa 15 km), si estende notarili, antiche fortificazioni dirute, ecc.), la valle Pellice che alla testata, a nord a costruzioni rustiche di impronta rispetto al gruppo del Granero, comunica occitana, sparse nelle borgate con il territorio francese tramite il colle disseminate lungo la valle. della Croce situato a quota 2.298 metri. Con orientamento analogo, ma di almeno Aperta e soleggiata, l’ariosa valle del un terzo più breve, la valle Po presenta, Guil si origina dal Monviso sul versante dopo la spaziosa conca di , tratti francese, nel territorio del Queyras e del stretti e tortuosi e rupi incombenti; solo a suo parco naturale. monte di Crissolo – ultimo comune

! 66 I comuni in cui si effettuano i rilevamenti nel corso dell’escursione

! 6" Cenni climatici non trascurabili, quali ventosità e umidità, ben diversificate da zona a zona. Inoltre la Il gruppo del Monviso è contraddistinto grande massa rocciosa del Monviso funge da un ampio divario altitudinale (circa da “accumulatore termico”, tendente a creare condizioni di continentalità tremila metri dal piano di fondovalle a climatica con estati più prolungate (e quello cacuminale) e da una notevole relativamente più calde) e inverni più rigidi differenziazione litologica su brevi tratti. e asciutti rispetto alle valli di aree A questi due requisiti, di per sé già montuose limitrofe. favorevoli allo sviluppo di una interessante varietà floristico- vegetazionale, vanno aggiunti altri fattori

Legenda:

Da Camerano P., Giannetti F., Gottero F., Mensio F., Riccobene R., Terzuolo P.G. (Ipla s.p.a), 2008. Carta Forestale - Regione Piemonte. Scala 1:250000. Regione Piemonte. ! 6# ! 6$ I dati climatici riferiti sono relativi al comune di Ostana (quota media 1.498 m s.l.m., quota min. 1.276, quota max 1.721 metri) per il periodo 1951-1986. Valori medi annuali: precipitazioni = 1.127,9 Temperature = 6 C° Giorni di pioggia = 90 Giorni di gelo = 90 Classificazioni: Thornthwaite: B4C2’rb2’ Bagnouls e Gaussen: Regione Axerico freddo Sottoregione temperato freddo

Precipitazioni Temperature Giorni di medie (mm) medie (C°) pioggia medi

GEN 46,2 -2,7 4,6 FEB 66,8 -1,9 5,9 MAR 102,5 0,6 8,2 APR 137,0 4,0 9,5 MAG 158,2 7,9 11,2 GIU 124,1 11,5 9,9 LUG 67,3 14,3 6,7 AGO 92,0 13,5 7,7 SET 101,4 10,6 6,9 OTT 123,9 6,6 7,7 NOV 91,4 1,7 6,7 DIC 62,4 -1,3 4,9

Da Biancotti & Bovo, 1998. Precipitazioni e temperature. Collana Studi climatologici in Piemonte, Regione Piemonte, Università degli Studi di Torino.

! 6.

! 6/ Cenni geologici e glaciologici Il Massiccio Dora-Maira è Sui fondali poco profondi dell'oceano caratterizzato da rocce metamorfiche di della Tetide, che si estendeva circa 230 vario tipo, tra cui alcune di origine milioni di anni fa tra le grandi zolle sedimentaria e altre di indubbia origine continentali europea ed africana, si formò eruttiva. I tipi litologici più diffusi sono un primo deposito di quarziti sul quale gneiss e micascisti e in quantità andarono successivamente adagiandosi subordinata quarziti, marmi e anfiboliti. - (circa 190 milioni di anni fa) stratificazioni Gli gneiss possono essere di due tipi, talora imponenti, con spessore anche di occhiadini e minuti. Gli gneiss centinaia di metri, di calcari e di dolomie. occhiadini derivano da graniti, rocce Nel corso del Giurassico e del Cretaceo originarie eruttive; gli occhi chiari sono (sino a circa 65 milioni di anni fa), una costituiti da grossi cristalli di feldspato imponente massa di materiali argillosi e potassico, a cui si aggiungono quarzo marnosi andò a depositarsi sulle e plagioclasio con quantità precedenti stratificazioni del fondale. subordinate di mica. Gli gneiss Durante il sollevamento alpino, lave minuti sono caratterizzati da una basiche provenienti dal suddetto fondale tessitura sempre marcatamente oceanico sfondarono la coltre di scistosa e da una grana molto fine e sedimenti soprastanti. Questi materiali, sono sempre associati a micascisti. - una volta trasformati dal metamorfismo I micascisti sono rocce molto alpino, diedero origine alle ofioliti, rocce scistose di colore da argenteo a grigio di cui sono prevalentemente costituite la scuro, caratterizzate da abbondanza massa piramidale del Monviso e delle cime di minerali lamellari (miche e clorite). I vicine. Le immani forze di compressione micascisti e gli gneiss minuti sono i portarono inoltre alla graduale derivati metamorfici di antiche rocce trasformazione dei sedimenti, originando sedimentarie in parte già poderose stratificazioni di calcescisti e metamorfizzate prima dell’orogenesi micascisti, entro i quali, a vari livelli, la alpina. - tettonica ha dislocato masse più o meno Le quarziti sono rocce di colore estese di rocce ofiolitiche. chiaro, in genere molto compatte e a grana fine, costituite quasi Nell’alta valle, a livello di Ostana, sono esclusivamente da quarzo; quando affiancate due zone ben differenziate dal contengono minerali micacei in letti punto di vista geologico: a est il Massiccio subparalleli divengono marcatamente Dora-Maira e a ovest il Complesso dei scistose e facilmente divisibili in lastre Calcescisti con Pietre Verdi o Zona anche molto sottili. - Piemontese. I marmi si trovano in lenti potenti non ! 60 più di qualche decina di metri, subordinate quarziti. I gessi sono costituiti essenzialmente da calcite con rocce sedimentarie formatesi in bacini quantità variabile di dolomite, marini chiusi e con forte evaporazione derivando dal metamorfismo di calcari. per la precipitazione chimica del - Le anfiboliti sono rocce massicce di solfato di calcio disciolto nelle acque. colore verde scuro a grana molto fine Le carniole sono rocce carbonatiche che costituiscono inclusi di forma di colore chiaro con caratteristico lenticolare o ovoidale. La loro aspetto vacuolare, la cui genesi è composizione chimica a anfiboli, albite, tuttora in discussione. epidoto e clorite corrisponde a quella • I calcescisti sono il prodotto di originarie rocce eruttive a metamorfico di sedimenti marini di età composizione basaltica; esse giurassica e di composizione per lo più rappresentano probabilmente il carbonatico-argillosa. I tipici prodotto metamorfico di antiche calcescisti sono rocce scistose di colate laviche interstratificate nei colore variabile dal bruno al grigiastro sedimenti detritici dai quali sono costituite in prevalenza da carbonati, derivati micascisti e gneiss minuti. quarzo, mica bianca e clorite. Il paesaggio delle regioni calcescistose, La Zona Piemontese è costituita da a causa della scarsa resistenza di rocce metamorfiche eterogenee, di queste rocce agli agenti atmosferici, è origine sia sedimentaria sia eruttiva; si caratterizzato da forme distinguono tre sequenze differenti per tendenzialmente morbide, in composizione litologica: contrapposizione al vigoroso rilievo • una prevalentemente carbonatica delle pietre verdi e all’asprezza delle (calcareo-dolomitica) di età triassica pareti calcareo-dolomitiche. • una carbonatico-argillosa di età • Le ofioliti sono quelle rocce di colore giurassica, rappresentata dai calcescisti verde, associate in masse più o meno • una sequenza eruttiva costituita dalle cospicue ai calcescisti, indicate in ofioliti o pietre verdi ora per lo più passato con il nome di pietre verdi per intimamente associate ai calcescisti. il loro caratteristico colore. Sono di • Le rocce calcareo-dolomitiche origine eruttiva, di composizione sono costituite da calcari dolomitici basica e ultrabasica. Durante marmorei bianco-giallastri e da l’orogenesi alpina, le originarie rocce dolomie marmoree che conservano basaltiche si sono trasformate in ancora l’originario a aspetto di rocce prasiniti, i gabbri in metagabbri e le sedimentarie, con rare intercalazioni di peridotiti in sepentiniti. Le prasiniti gessi e carniole; alla base della sono rocce generalmente massicce di sequenza carbonatica sono presenti colore verdastro macchiettato da ! 61 punti bianchi in cui la colorazione cui costituente essenziale è l’olivina; verdastra è dovuta all’abbondanza di esse sono state profondamente clorite, anfibolo ed epidoto e i punti serpentinizzate: le serpentiniti sono chiari sono dovuti a cristalli rocce di tonalità verde variabile sia tondeggianti di albite. I metagabbri massicce sia scistose. hanno un caratteristico aspetto a Da Compagnoni R., Sandrone R., 1981. chiazze verdi centimetriche su fondo Lineamenti geo-petrografici delle Alpi biancastro che deriva dalla struttura Cozie Italiane tra la Val di Susa e la Valle magmatica dell’originaria roccia Po. Associazione Piemontese di eruttiva. Le peridotiti sono rocce di Mineralogia e Paleontologia “F.Meda”, origine profonda - formanti la Torino. porzione più esterna del mantello - il

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I ghiacciai I ghiacciai del Monviso sono del tipo Attualmente i ghiacciai occupano una “pirenaico” o “non vallivo”: essi sono cioè superficie complessivamente assai ridotta privi della lingua che caratterizza i ma ben evidenti sono invece le imponenti ghiacciai “alpini”, e occupano il fondo del testimonianze delle glaciazioni del circo, presentandosi come placche quaternario: morene di vario assetto, aderenti alla roccia, con spessori variabili, circhi glaciali, rocce montonate, massi ma quasi mai superiori a poche decine di erratici, soglie glaciali ecc. metri. Si tratta dei ghiacciai Coolidge ! 65 (superiore ed inferiore), Sella, di Viso, trovano dislocati al di sopra dei 3.000 Quarnero, Caprera, Triangolo e Vallanta; metri. essi risultano in fase di netto regresso e si

! "7 Carta geologica

Dai fogli 67 Pinerolo e 78-79 Dronero della Carta Geologica d’Italia 1:100.000

! "6 Cenni alle indagini floristiche del Re e Parco fluviale del Po-Tratto cuneese) e l’attenzione alla conservazione I primi dati pubblicati relativi a indagini ambientale generata con i progetti della floristiche in Valle Po furono quelli di rete Natura 2000 hanno consentito la Carlo Allioni che in “Flora Pedemontana” realizzazione di una serie di studi specifici, (1785) cita alcuni rinvenimenti per lo più floristici e vegetazionali, concentrati con il riferimento generico “Monviso”. Nei soprattutto sull’area della Torbiera del primi decenni dell’Ottocento i risultati Pian del Re, sulle zone umide e sulle fasce delle indagini svolte da Giovan Battista di vegetazione riparia del torrente Po, Balbis furono pubblicati postumi da finalizzati alla conservazione e gestione di Eandi (1833) nel “Catalogo di piante questi ambienti (Campora & Spaziani, indigene, e straniere che sono coltivate o 2002-04, Ostellino, 1988, Picco, 2007, crescono spontanee nella provincia di Selvaggi et al., 2007, IPLA, 2013). ”. Nel contributo è citata, fra molte specie con riferimento generico, Letteratura floristica relativa al Isatis allionii rinvenuta “alla Traversetta”; Monviso e alla valle Po la stazione presso il Colle delle Traversette è stata confermata da Korwin Allioni C., 1785. Flora Pedemontana, Krukowski et al., 1980-81). Briolo, Torino. Tuttavia nel complesso la valle Po non è Balbis G.B., 1833. Catalogo di piante mai stata metodicamente esplorata dai indigene, e straniere che sono floristi: alcuni elenchi di specie furono coltivate o crescono spontanee nella redatti a seguito di spedizioni condotte in provincia di Saluzzo. In: Eandi G., particolare da francesi che hanno Statistica della provincia di Saluzzo. perlustrato soprattutto l’alta Valle e il Gobetti-Bodoni, Saluzzo. massiccio del Monviso anche sul versante Ball J., 1879. Guida delle Alpi Cozie: francese. distretto del Viso-distretto valdese Nella seconda metà dell’Ottocento fra i (sezioni 4 e 5). Tip. Chiantore e botanici italiani che contribuirono allo Mascarelli, Pinerolo. studio della flora delle vette alpine vi fu Brun J.B., 1867. Le botaniste et le Oreste Mattirolo che nel 1877 elencò circa coléoptérologue au Mont Viso. Paris. trecento specie presenti nel gruppo del Monviso fra alta val Varaita e alta Valle Bulard C., Garnaud J.C., 1979. Des vues Po. sur le Viso ou d'Argentera, Italie, à L’istituzione sul finire del Novecento di Abriès, France, par les hautes vallées aree protette (Riserva speciale del Pian

! "" alpines italiennes. Pl. Mont., 7 (112): Mattirolo O., 1887. Un'escursione 386-392. botanica nel gruppo del Viso. Boll. Campora M., Spaziani F., 2002-04. Club Alpino Ital., 21 (54): 172-179. Progetto sulla valorizzazione del Po. Montacchini F., 1996. La conoscenza della Parti I, II, III. Ente di gestione Sistema flora sul versante piemontese delle Alpi Aree Protette Fascia Fluviale del PO- Cozie. In: Vesulus '94. Lettura Tratto Cuneese. Relazione inedita interdisciplinare del territorio. Atti del (non trovato). XII corso-seminario regionale per Casanova O., 1997. Escursioni nel gruppo operatori T.A.M., Crissolo (CN), 25-26 del Monviso. Cierre, Verona. giugno 1994, Conca del Prà (alta val Corbetta F., Zanotti Censoni A.L., 1977. Pellice), 3-4 settembre1994. S.n., s.l., Cenosi macrofitiche. In: Istituto di pp. 63-68. ricerca sulle acque. Indagine sulla Ostellino I., 1988. L’area di Pian del Re. qualità delle acque del fiume Po. CNR, Indagine condotta per conto di Pro Milano, pp. 679-722. Natura – Torino. Servizio didattica Doûmet-Adanson P.N., 1861. Souvenir Ente di Gestione Sistema aree protette d'une herborisation au Mont Viso, faite Fascia fluviale del Po – Tratto pendant la session extraordinaire de la Cuneese. 26 pp. Société botanique de France. Ann. Petitmengin M., 1906. Considérations Soc. Hort. Hérault, 1: 34-53; 108-115. botaniques sur le massif du Mont Viso Korwin Krukowski A., Montacchini F., (alt.: 3843 mètres). Bull. Séanc. Soc. Piervittori R., 1980-1981. Reperti Sci. Nancy, sér. 3, 6: 100-128. floristici notevoli in valle Po ed in valle Picco S., 2007. Le fitocenosi delle aree Varaita. Allionia, 24: 147-149. umide del Parco del Po cuneese e del IPLA, 2013. Piano di gestione di ambienti SIC “Gruppo del M. Viso e Bosco umidi del Parco del Po cuneese. dell’Alevé”. In: Delmastro G.B., Torbiera di Pian del Re, Torbiera di Gaggino A., Giachino P.M., Morisi A., Pian Melzè, Torbiera Lago Fiorenza Rastelli M. (eds.), 2007. Ricerche sugli (relazione inedita). ambienti del Po Cuneese. Risultati Isaia C., 1874. Al Monviso per val di Po e dell’Interreg IIIA “Aqua”. Memorie val di Varaita. L. Beuf, Torino. dell’Associazione Naturalistica Le Brun P., 1922. L'herborisation au col de Piemontese, 8. 154 pp. la Traversette. Bull. Soc. Bot. France, 69: 481-488. ! "# Sargnon A., 1873-74. Compte-rendu d'une Souberain L., Verlot B., 1860. Rapport sur herborisation dans le Queyras et au l'excursion faite du 2 au 9 août au Mont Mt Viso. Ann. Soc. Bot. Lyon, 2: 135- Viso et dans les Alpes du Briançonnais. 144. Bull. Soc. Bot. France, 7: 783-804. Selvaggi A. et al., 2007. Le Alpi attorno al Monviso: una riserva di biodiversità Siti: floristica. Relazione sugli studi http://www.webgis.csi.it/ssagisfe/mappa floristici realizzati nell’ambito del .do;jsessionid=zSKlRvVFmI2shgAF8IdE9 progetto Interreg IIIa “Messa in rete Q**.part140node05 dei parchi naturali regionali del massiccio del Monviso”. I.P.L.A., Torino (relazione inedita). del Piemonte, Considerazioni sui dati floristici - dati contenuti nella Banca Dati disponibili Naturalistica della Regione Piemonte (BDN) (in gran parte coincidenti con Sono stati selezionati, informatizzati e, quelli presenti nella banca dati del Dip. di dove necessario, georeferenziatii dati Biologia Vegetale). floristici riguardanti i comuni di Ostana, Oltre a questi sono presenti i dati Oncino e Crissolo, mete dell’escursione. dell’indagine svolta da Alberto Selvaggi e Si tratta dei: da I.P.L.A. sulla torbiera di Pian del Re e - dati bibliografici contenuti nella sulle aree umide del Parco (2007 e 2013), letteratura sopra citata, che saranno oggetto di pubblicazione in - dati dell’Erbario dell’Università di collaborazione con il Parco Fluviale del Po Torino (Sezione Herbarium Cuneese, e che quindi non sono stati Pedemontanum) relativi ad alcune specie utilizzati in questa sintesi. rare o di interesse fitogeografico (informatizzati dall’allora Dipartimento di I dati floristici assommano a circa 1040, Biologia Vegetale dell’Università di Torino raccolti in 420 stazioni di rilevamento. nell’ambito del Progetto Interreg IIA Si tratta per la maggior parte di dati “Banca dati per la valorizzazione della derivanti da progetti condotti dall’Ente biodiversità floristica delle Alpi Parco e quindi di località di rilievo Occidentali del Sud”), collocate in ambienti di sorgente, in - dati inediti raccolti nell’ambito di un ambienti ripari e in zone umide (172 progetto del Dipartimento di Biologia stazioni), che interessano soprattutto il Vegetale volto allo studio della comune di Crissolo. vegetazione riparia di alcuni corsi d’acqua I riferimenti provenienti da dati

! "$ bibliografici assommano a 117, da dati di nelle vicinanze del colle delle Porte; erbario a 94 e quelli inediti sono relativi a - Tephroseris balbisiana (= Senecio 37 località (vedi figura). balbisianus) è presente nel Vallone di Per quanto riguarda le epoche in cui sono Toussiè, sopra Crissolo; stati raccolti i dati, la gran parte delle - Campanula elatines, endemica stazioni (299) è stata studiata tra il 1900 e piemontese, è segnalata e frequente in il 2014, con una netta preponderanza dei tutta la zona. dati successivi al 1950; pochissimi (7) sono Altre specie a distribuzione limitata invece i riferimenti a indagini svolte nel segnalate nell’area sono: Achillea erba- corso del ‘700 (vedi figura). rotta, Androsace brigantiaca (= A. adfinis E’ ben evidente la preponderanza dei ssp. brigantiaca), Androsace pubescens, dati relativi al comune di Crissolo, sia Campanula alpestris, Dianthus neglectus perché interessato maggiormente da aree (= D. pavonius), Erysimum jugicola, ricadenti nel Parco, rispetto agli altri due Festuca amethystina, Gentiana rostanii, comuni, sia perché territorio di confine, Gentiana burseri ssp. villarsii, Hugueninia oggetto anche degli studi dei botanici tanacetifolia, Isatis allioni (= I. apennina), francesi, soprattutto nell’800; si tratta Luzula spicata, Murbeckiella pinnatifida, anche di un’area maggiormente Primula latifolia, Primula marginata, frequentata, per il forte richiamo Coincya richeri (=Rhynchosinapis richeri), esercitato dalla presenza delle sorgenti Saxifraga retusa, Veronica allionii. del Po e del Massiccio del Monviso, meta di escursionisti e turisti. Sono state perciò scelte come mete dell’escursione principalmente i comuni di Ostana e Oncino, poverissimi di dati, cercando nello stesso tempo di esplorare il maggior numero di ambienti presenti nell’area.

Vi sono alcune interessanti segnalazioni di specie rare ed endemiche dell’arco alpino occidentale, di cui sarebbe interessante confermare la presenza o individuare nuove stazioni. Tra gli esempi: - Fritillaria tubaeformis era stata segnalata a Ostana; - Arabis pedemontana (Arabidopsis %&'&!8)!94:';<4=&! pedemontana) ha uno dei loci classici ! ".

Fonte dei dati floristici relativi ai comuni di Ostana, Oncino e Crissolo

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Epoca di raccolta dei dati floristici dei comuni di Ostana, Oncino e Crissolo

! "0 Cenni sugli aspetti vegetazionali

Da Gottero F., Ebone A., Terzuolo P.G., Camerano P. (IPLA S,p,A), 2007. I boschi del Piemonte, conoscenze e indirizzi gestionali. Regione Piemonte, Blu Edizioni.

Legenda: Boschi

Boschi Aree a valenza pastorale

Aree agricole

Arboricoltura da legno

Acque, greti e zone umide

Aree urbanizzate

Rocce, macereti e ghiacciai

! "1 Da Bouvet D., Siniscalco C., 2010. Carta delle serie di vegetazione della Regione Piemonte. Scala 1:500.000. In: Blasi C. (ed.), La vegetazione d’Italia. Palombi, Roma.

Legenda: 150a: Geosigmeto planiziale igrofilo della vegetazione perialveale (Salicion eleagni, Salicion albae, Alnion incanae) dell’alta pianura 103a: Serie prealpina centro-occidentale acidofila della rovere (Phyteumato betonicifolium-Querco petraeae sigmetum) 103c: Serie prealpina centro-occidentale acidofila della rovere (Phyteumato betonicifolium-Querco petraeae sigmetum) a mosaico con la serie dei querco-carpineti dell’altra pianura 47a: Serie alpina occidentale acidofila del faggio (Luzulo-Fagion sylvaticae) 10b: Geosigmeto endalpico centro-ocidentale acidofilo degli arbusti prostrati e dei larici-cembreti (Empetro- Vaccinio sigmetum, Rhododendro ferruginei sigmetum, Junipero-Arctostaphylo uva-ursi sigmetum, Larici- Pino cembrae sigmetum) 5: Geosigmeto alpino centro-occidentale basifilo della vegetazione primaria d’altitudine (Seslerio variae- Caricetum sempervirentis, Caricetum firmae, Potentillion caulescentis, Thlaspion rotundifolii) 4: Geosigmeto alpino centro-occidentale acidofilo della vegetazione primaria d’altitudine (Caricion curvulae, Festucion variae, Androsacion alpinae, Caricion fuscae, Salicion herbaceae, Loiseleurio-Vaccinion) 3: Geosigmeto alpino centro-occidentale ultramafico della vegetazione primaria d’altitudine (Caricetum fimbriatae, Festucetum halleri, Festucetum variae) 1: Geosigmeto meso-endalpico acidofilo della vegetazione subnivale-nivale dei ghiaioni e delle rocce (Andreaeion nivalis, Androsacion vandellii, Androsacion alpinae)

! "5 Da Camerano P., Giannetti F., Gottero F., Mensio F., Riccobene R., Terzuolo P.G. (IPLA s.p.a), 2008. Carta Forestale - Regione Piemonte. Scala 1:250000. Regione Piemonte.

Legenda:

! #7

! #6

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Boschi in alta valle Po

! #" Cenni faunistici

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Camoscio nei pressi di Pontechianale in valle Varaita

L’“Oasi faunistica del Barant” in (in alta reintrodotto sulle Alpi Cozie meridionali Valle Pellice), all’interno del SIC “Prà- alla fine degli anni Settanta. Rispetto a Barant”, la cembreta dell’Alevè in alta quest’ultimo il camoscio (Rupicapra valle Varaita (nel SIC e ZPS “Gruppo del rupicapra) è numericamente più Monviso e Bosco dell’Alevé”), il Parco del consistente. Ancora più abbondante è il Po cuneese e quello del Queyras cinghiale (Sus scropha): qualche incauta costituiscono basilari realtà di immissione a scopo venatorio e le salvaguardia ambientale nell’area presa in frequenti ibridazioni con maiali (porcastri) esame. Associate ad altre zone dislocate sono alla base dell’esagerato aumento di ad alta quota e con bassa frequentazione questi prolifici ungulati. Alla lista degli antropica, esse offrono habitat ungulati immessi nei settori intorno al diversificati e favorevoli alla fauna Monviso si aggiunge anche il muflone selvatica alpina: vive nell’area almeno una (Ovis musimon), specie alloctona di quarantina di specie di mammiferi, dal origine sardo-corsa, che rischia di creare toporagno alpino (Sorex alpinus) allo problematiche di competizione con gli stambecco (Capra ibex), quest’ultimo erbivori autoctoni.

! ## Merita sicuramente un accenno il ritorno (Rana temporaria), che è anche del lupo (Canis lupus) sulle montagne del segnalata a quote relativamente elevate Piemonte. Un ritorno che testimonia il (2300-2600 metri). Il rospo comune miglioramento delle condizioni ambientali (Bufo bufo) è presente, pur e i frutti di un'azione di conservazione sporadicamente, fino a quote prossime ai della specie avviata ormai quasi trent'anni 1800 m. Nelle faggete umide, ma fa. Negli ultimi vent’anni, lentamente, la raramente al di sopra dei 1400 m, vive la specie ha ripreso vigore e poco alla volta salamandra pezzata (Salamandra ha colonizzato nuovi territori, risalendo salamandra) difficile da vedere per via lungo la dorsale appenninica fino alle Alpi delle sue abitudini per lo più notturne. piemontesi. L’anfibio più interessante dell’areale è La marmotta (Marmota marmota) popola tuttavia l’endemica salamandra nera le praterie alpine di ogni valle attorno al (Salamandra lanzai), che rispetto alla Monviso, pur se numericamente variabile Salamandra atra, presente nelle Alpi da zona a zona e sovente insidiata orientali, è più lunga, ha la testa più larga dall’ermellino (Mustela erminea), dalla e appiattita e la coda più arrotondata in volpe (Vulpes vulpes) e dall’aquila reale punta; è stata pertanto riconosciuta (Aquila chrysaëtos). Un altro roditore di come specie distinta (Nascetti et al., dimensioni assai ridotte, l’arvicola delle 1988). Ha sviluppato un particolare nevi (Microtus nivalis), detiene il primato adattamento all’ambiente alpino altitudinale dei mammiferi (un esemplare è diventando vivipara, cioè partorendo stato avvistato sulla vetta del Monviso). dopo 2-5 anni di gestazione piccoli già Nel comprensorio del Monviso nidifica sviluppati. almeno una novantina di specie di uccelli: Tra i rettili, oltre alla vipera (Vipera sono meritevoli di menzione la nocciolaia aspis), è presente ma rara la lucertola (Nucifraga caryocatactes) e il picchio vivipara (Lacerta vivipara) che si spinge muraiolo (Tichodroma muraria). Sono anche a quote notevoli (2700 m). Di gran diffusi il corvo imperiale (Corvus corax), il lunga più diffuso è l’orbettino (Anguis gracchio corallino (Pyrrhocorax fragilis) che può essere avvistato dal pyrrochorax) e la pernice bianca fondovalle sino al limite superiore dei (Lagopus mutus). In preoccupante calo il boschi, soprattutto nelle ore gallo forcello (Lyrurus tetrix) che crepuscolari. meriterebbe di essere oggetto di rigorose I corsi d’acqua e alcuni laghi accolgono misure protettive. alcune specie di pesci, che si adattano Per quanto concerne gli anfibi, le rive dei anche alle basse temperature. Tra le più rii, i laghetti poco profondi e le zone singolari, la sanguinerola (Phoxinus acquitrinose offrono ambienti favorevoli phoxinus) e – avvistato solo in qualche per la riproduzione della rana rossa esemplare – il varione (Leuciscus ! #$ souffia). Più consueti e riscontrabili specie nuove descritte in questa area. anche in altre parti dell’arco alpino sono Microhabitat come laghetti e grotte la trota di torrente (Salmo trutta fario) e ospitano specie endemiche; tra queste il lo scazzone (Cottus gobio), nelle acque crostaceo Branchipus alpinus, segnalato basse dei ruscelli di fondovalle. esclusivamente nelle acque dei laghetti Tra gli invertebrati, vi sono parecchie dell’Alevè.

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Salamandra lanzai, esemplare maschio, massiccio del Monviso, quota m 2.020.

Da Nascetti et al., 1988. A new Salamandra species from southwestern Alps (Amphibia, Urodela, Salamandridae). Bollettino del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, 6: 617-638).

! #.

Il Parco del Po cuneese Po, Casteldefino e a Crissolo, a Pian del Re.

L’Ente di Gestione delle Aree protette del Po L’obiettivo specifico dell'Ente Parco è Cuneese è stato istituto con la legge tutelare e conservare emergenze regionale n. 28 del 1990, successivamente naturalistiche ed ambientali di grande pregio abrogata dalla Legge Regionale n. 19/2009 e oltre a quello di gestire problematiche socio- s.m.i. (Testo unico sulla tutela delle aree economiche e produttive molto importanti, ma naturali e della biodiversità). di notevole impatto ambientale, nell’ambito di Una delle caratteristiche peculiari del Parco un parco che si estende dalla zona alpina alla del Po Cuneese è la notevole escursione pianura. Tra le finalità del'Ente Parco non altimetrica che ne caratterizza il territorio, dai vanno dimenticate quelle di organizzare sul 3.841 metri di quota della vetta del Monviso ai territorio la ricerca scientifica e le attività 240 della pianura di Casalgrasso, ai confini didattiche, culturali e ricreative per poter così con la provincia di Torino. Un simile dislivello consolidare e rinnovare, nelle popolazioni del permette la presenza di vari ambienti, fiume Po, una fondamentale consapevolezza compresi quelli lacustri rappresentati dai laghi che la sua presenza va conosciuta e di cava. In soli undici chilometri il Po percorre i approfondita, amata come legame culturale 700 metri di dislivello che separano le sue che affonda le radici nel passato e costituisce sorgenti da Paesana, "capoluogo" della valle. insostituibile risorsa per il futuro.

Superficie: Riserve Naturali 1.063 ha Siti della Rete Natura 2000, SIC/ZPS, 7.323 ha Province: CN, TO Istituzione: 1990 e 2009 Carta d'identità: Aree protette del Po Cuneese e Siti della RN %&'&!()!*&+,-'! Natura 2000 Province: Cuneo, Torino Comuni: Casalgrasso, Crissolo, Faule, Paesana, Pancalieri, Polonghera, Revello, Saluzzo, Casteldelfino, Pontechianale, Oncino, Sampeyre. Elenco Ufficiale AP: EUAP0458 Ente Gestore: Ente di gestione delle Aree Protette del Po Cuneese Sito web istituzionale: www.parcodelpocn.it Centri visita del Parco a: Revello, Martiniana ! #/

Le aree protette e i siti della Rete Natura 2000 lungo il Po Cuneese

Area protette Riserva Naturale SIC/ZPS e siti Rete Natura 2000

R.N. Paesana ha 74,69 R.N. Confluenza del Bronda ha 136,04 R.N Paracollo ha 18,82 R.N. Confluenza del Pellice ha 145,14 R.N. Fontane ha 58,19 R.N. Confluenza del Varaita ha 170,43 SIC/ZPS Gruppo del Monviso e Bosco dell'Alevé ha 462,46 ha 7.232 (include la R.N. Pian del Re) SIC Grotta di Rio Martino h. 0,2

glaciale”, colmate dai detriti e trasformate in SIC/ZPS Gruppo del Monviso e Bosco zone palustri come quella di Pian del Re. dell'Alevé Più della metà della superficie del SIC è

Il sito, comprende gran parte del versante costituita da ambienti rupicoli o detritici, italiano del massiccio del Monviso e racchiude sostituiti più in basso da una fascia nei suoi confini parte del settore di testata discontinua di praterie e praterie rupicole. La della Valle Po e parte del versante idrografico vegetazione arborea occupa le quote meno sinistro della Val Varaita. Nell’area in esame, elevate; sul versante sud-ovest del gruppo come in generale in tutta l’alta Valle Po, sono del Monviso il sito coincide essenzialmente ben evidenti le tracce del modellamento del con il Bosco dell’Alevè, un’estesa formazione territorio operato in passato dai ghiacciai. di pino cembro (Pinus cembra) allo stato Tra le morfologie glaciali caratteristiche vi puro o con larice (Larix decidua), sono: i circhi glaciali alla testata delle valli, riconosciuta come uno degli esempi più con la tipica forma a catino e circoscritti da un significativi a livello italiano di questo anfiteatro di pareti verticali di roccia, le valli ambiente forestale, tanto che dal 1949 è laterali sospese rispetto a quella principale, iscritta nel Libro Nazionale dei Boschi da come ad esempio quella che ospita il Lago Seme. Notevole è anche la presenza di diversi Fiorenza, le rocce montonate, cioè ambienti acquatici: laghi alpini, torrenti, arrotondate dall’azione del ghiacciaio, i piccole torbiere e aree palustri costellano la depositi morenici in placche e cordoni, le zona, in particolare al Pian del Re, ove si trova depressioni delimitate a valle da una “soglia la sorgente del fiume Po. Alcune zone di prateria sono ancora utilizzate per l’attività

! #0 pascoliva d’alpeggio, in particolare di bovini ed ovini.

! #1 Riserva Naturale di Pian del Re

L'area comprende 462 ettari intorno alle sorgenti del fiume (2.020 metri s.l.m.), situate nella conca del Pian del Re, 7 km a monte di Crissolo in Val Po. La ricchezza d'acqua e la morfologia del suolo hanno dato origine, in prossimità delle sorgenti del Po, a una torbiera; si tratta di un habitat di particolare interesse botanico, dove è presente una ricca varietà di specie, tra cui relitti di flora glaciale approdati in queste zone più di duecentomila anni fa quali ad esempio Juncus triglumis e Trichophorum pumilum. Qui vive anche la salamandra nera di Lanza.

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! #5 Cenni storici come lapidi con epigrafi, tabelloni in laterizio, vasi e tubi per la condotta L’excursus storico è assai ampio e dell’acqua ecc. Alcuni autori riconducono sviluppato su un arco temporale di alcuni all’origine romana i toponimi di varie millenni, pertanto sono stati selezionati località di questo settore alpino, come solo alcuni eventi: Crissolo (Crusoleum), Ostana • I primi insediamenti: le (Augustana) e addirittura Monviso testimonianze dell’antica presenza umana (Vesulus mons). • nelle valli del Monviso non mancano, La via del sale e il Buco del anche se non sono particolarmente Viso: a partire dall’XI e XII secolo si abbondanti e talora si presentano ancora verificò un progressivo miglioramento di origine incerta. Tra il 4.000 e il 3.000 delle condizioni di vita, accompagnato da a.C. il territorio era verosimilmente un rifiorire delle vallate. L’alta valle Po, coperto di foreste in cui si rifugiava sotto l’amministrazione del Marchesato di abbondante selvaggina che poteva Saluzzo, vide accrescere la sua favorire la presenza di cacciatori nomadi importanza come vitale via di (probabilmente con base alla Rocca di comunicazione commerciale con la Cavour). Con il sopraggiungere della fase Francia. La “via del sale” fu battuta fredda dal 3.000 al 2.500 a.C. si sarebbe sempre più intensamente e si rese interrotta la frequentazione di queste necessaria, l’apertura del “Buco di Viso” valli, nelle quali l’uomo ritornò (o arrivò) per meglio attraversare lo strategico sicuramente durante la successiva fase passaggio delle Traversette: infatti nel climatica, più mite e asciutta, tra il 2.500 e 1480 Lodovico II Marchese di Saluzzo il 1500 a.C. periodo al quale è stata fece scavare la prima galleria alpina - approssimativamente datata la rozza ancora oggi percorribile - proprio allo ascia di pietra ritrovata nelle avangrotta di scopo di agevolare i traffici di merci e di Rio Martino, presso Crissolo. In derrate tra Marchesato e Delfinato. quest’area sono databili tra il VI e V Questo commercio portò ovviamente secolo a.C. le tombe ad inumazione benefiche ricadute economiche per gli rinvenute; in esse, tra gli scheletri, sono abitanti delle valli. • stati ritrovati fibbie e bracciali in bronzo. La Chastelado: nel maggio 1343 • La presenza romana: nel I veniva concessa da Delfino di Francia una secolo a.C. le legioni romane, ormai carta costituzionale ai tre comuni più alti padrone della Padania, intensificarono la della valle Varaita, Pontechianale, Bellino loro avanzata verso la catena alpina. Tra e Casteldelfino (la Chastelado). Questo Casteldelfino, Venasca e Piasco vi furono territorio godette di garanzie cospicui ritrovamenti di reperti a autonomistiche di sorprendente testimonianza delle presenza romana, modernità rispetto alle regole feudali ! $7 vigenti: allo strapotere del Signore, si le carrozzabili realizzate in valle Varaita sostituiva una politica amministrativa (fino a Casteldelfino nel 1878) e in valle Po direttamente gestita dalle popolazioni (fino a Crissolo nel 1888) consentirono un locali. certo afflusso di villeggianti dalla pianura • Nuove vie di comunicazione piemontese. Solo nel secondo dall’Ottocento a oggi: le bellezze dopoguerra, anche grazie alla naturali dei luoghi, conosciute e sistemazione di alcune strade ex-militari, apprezzate già nella seconda metà varie località alla testata delle valli, furono dell’800 fino in Inghilterra, consentirono rese raggiungibili senza difficoltà dagli un discreto sviluppo alberghiero. automezzi e quindi diventarono agevole Sebbene in ritardo rispetto alla Francia, meta turistica.

%&'&!2)!*-334&!

I centri abitati dell’alta valle Po sono costituiti da borgate distribuite sui versanti.

! $6 Ostana terreno con un lavoro imponente e continuo. Di generazione in generazione Abitanti a inizio ‘900: 1200 si è provveduto ad aumentare la superficie terrazzando i declivi troppo Abitanti al 31/12/2010: 73 ripidi; a regolare il deflusso delle acque Densità abitativa 4,29 ab./km! imbrigliandole in letti dal fondo Superficie: 16,98 Km! acciottolato, delimitato da muretti a Altitudine 1.282 m s.l.m. (da 895 a 2.426 secco, o, nelle zone umide, deviandole m). con appositi canali. Si sono realizzate Il termine Ostana offre non pochi strade e sentieri provvedendo alla loro manutenzione in forma comunitaria. Nelle problemi interpretativi: le forme notarili zone asciutte e assolate si sono seminati medioevali Altana, Austana, Ottana, la segale, l'orzo, il grano saraceno e, in Aostana, confermerebbero la tesi che il alcuni punti, anche il frumento, toponimo Ostana sia derivato da garantendo la fertilità dei campi con la Augustana, in riferimento al mese di “agosto” nella forma romanza oust. In tal rotazione della coltivazione a patate. I senso si profilerebbe una origine alto- prati irrigui fornivano ottimo foraggio, medioevale del nome legata, %&'&!2)!*-334&! probabilmente, a pratiche di transumanza. Ostana è un paese costituito da cinque borgate (Villa, Ciampagna, Serre, Bernardi, San Bernardo) e da vari nuclei sparsi, sul pendio in sinistra orografica del fiume Po; confina con i comuni di Crissolo, Oncino, Paesana (in valle Po) e con Bagnolo Piemonte e Barge (in valle dell'Infernotto).

Secoli di interventi degli abitanti sull’ambiente… I fabbricati originari sono stati realizzati con materiali locali: muri perimetrali in integrato al secondo e terzo taglio, con il pietra, tetti in lose, serramenti e balconate fogliame di frassini, aceri, olmi in legno. Gli appezzamenti privati limitrofi sono stati adibiti, fino agli anni '50, per la appositamente impiantati nelle zone a quasi totalità a coltivi, adattando il minore altitudine. ! $" patrimonio architettonico esistente. Di recente tale patrimonio è stato rivalutato …poi un inarrestabile declino… con adeguate ristrutturazioni - fenomeno Nell'ultimo trentennio questo ambiente si che ha coinvolto quasi tutte le valli è radicalmente trasformato. In piemontesi e non solamente la valle Po - e concomitanza con l'acuirsi del fenomeno costituisce uno dei principali elementi di migratorio, sono stati destinati%&'& a!2)! pascolo*-334&! i dinamicità della montagna. L'attenta cura prati più in quota e si è avuta nel recupero delle antiche abitazioni in contemporaneamente la diminuzione della pietra ha fatto sì che il paese si presenti aree adibite a campi. I bovini in possesso come un modello di architettura alpina. alle singole famiglie sono numericamente L'esclusivo impiego della pietra e del aumentati in modo consistente, legno e dei tetti coperti a losa, pur obbligando le stesse a svernare in pianura nell'evoluzione dei modelli abitativi, ha e risiedere alle rispettive “mèire” solo per permesso di mantenere la dimensione poco più di due mesi. Il progressivo umana del paese, meta di visite da parte invecchiamento della popolazione rimasta sia di studiosi sia di turisti attratti dalle e poi la sua graduale scomparsa hanno bellezze architettoniche e naturali. favorito l'abbandono dei terreni. Se si L'architettura spontanea è espressa nel escludono gli appezzamenti limitrofi alle modo di costruire le abitazioni e i forni abitazioni, adibiti a coltivazioni orticole di comunitari, le fontane e i lavatoi, i muri a carattere familiare o manutenuti a scopo secco di contenimento del terreno, estetico e per difesa dagli incendi nell’uso di grosse lastre di pietra infisse a boschivi, tutto il territorio è incolto. Le scopo di delimitazione, nell'acciottolato zone più fertili sono invase da arbusti e delle strade e dei letti dei corsi d'acqua. rovi, mentre il bosco va rapidamente L'adesione alla rete di comuni “Alleanza diffondendosi. Crollano i muri di nelle Alpi” (un’associazione fondata nel contenimento di strade e proprietà e le 1997 di comuni di sette Paesi del territorio zone umide sono soggette a vistosi alpino, impegnati per uno sviluppo rigonfiamenti, presagio di pericolosi sostenibile) conferma l'impegno del smottamenti in caso di piogge prolungate. comune di Ostana per consolidare e preservare le Alpi quale spazio attraente … e un inaspettato rilancio L'esodo dei montanari ha ovviamente dato vita, a partire dagli anni dell'ultimo dopoguerra, a un vasto processo di in cui vivere ed abitare. abbandono e degrado del cospicuo

! $# Ostana Sito: www.comune.oncino.cn.it è censito nel club “I Borghi più belli d’Italia”, iniziativa nata nel 2001 grazie Crissolo all’A.N.C.I. (Associazione Nazionale dei

Comuni Italiani) per far fronte all’esigenza Abitanti nel 1850:%&'&!2)!*-334& 1.400 ! di valorizzare il grande patrimonio di Abitanti al 09/10/2011: 168 storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni Densità abitativa 3 ab./km! presente in piccoli centri italiani posti ai Superficie: 49,04 km! margini dei flussi turistici. Altitudine: m 1.300 (da 1.100 a 3.841 m) 24'&C!DDD)3&E+=-)&:';=;)3=)4'

Il paese ha origine antiche: infatti tracce

di sepolture neolitiche furono ritrovate Oncino durante scavi condotti verso la fine

dell’Ottocento. Dove ora sorge il Abitanti nel 1901: 1.699 Abitanti al 30/09/2012: 78 Santuario fu sepolto nel 290 d.C. San Densità abitativa 1,64 ab./km! Chiaffredo, legionario romano, martire e Superficie: 47,52 Km! ora Santo patrono della Diocesi di Altitudine 1.220 m s.l.m. Saluzzo. Oggi è il maggior centro turistico della Il comune è situato sulla destra orografica valle Po. E’ costituito da diverse borgate: del Po nel vallone laterale del torrente Serre, Borgo, Serre Uberto, Brich, Lenta ed è costituito da alcune borgate, tra cui: Arlongo, Biancetti, Bigorie, Ruata, Bertolini, Fenogli e Sagne, che sono state Ruere, Caus. oggetto di interessanti interventi di La popolazione residente è stata recupero delle caratteristiche decimata dall’emigrazione che ha architettoniche tipiche della valle, quali interessato l’abitato negli ultimi decenni. muri in pietra con balconi in legno e copertura di “lose”. La sua immagine è legata, oltre che al Monviso, alle sorgenti del Po a 2.020 metri di quota, al Pian del Re. Tra le attrattive di carattere naturalistico %&'&!F)!@-<;G4&B4! e storico di Crissolo è da ricordare la ! $$ F<&'';!H4!I4&!?;<'4=&!J''ACKKDDD)3&E+=-)3<4::&B&)3=)4'! grotta del Rio Martino sulle pendici della Rocca Granè; si sviluppa per più di tre chilometri con un dislivello di circa Bibliografia consultata duecento metri. Il Ramo Inferiore è Casanova O., 1997. Escursioni nel gruppo attrezzato ed accessibile anche agli utenti del Monviso. Cierre, Verona. meno esperti mentre il Ramo Superiore lo ! è solo con idonea attrezzatura. Il Ramo ! Inferiore lungo 530 metri termina nella sala del Pissai dove si getta la cascata del ! Pissai con un salto di 40 metri. All'interno vi è una situazione di totale oscurità, elevato grado di umidità e temperatura piuttosto bassa (+ 5,5°C). La grotta ospita una rara fauna che utilizza la grotta per svernare. Al suo interno sono state segnalate 7 diverse specie protette di chirotteri, tra cui di rilievo è la colonia di Barbastella barbastellus, del quale sono stati censiti di recente 375 esemplari; si tratta del più grande sito della specie noto in Italia e uno dei maggiori in Europa. Sono presenti inoltre alcuni invertebrati: il diplopode Crossosoma semipes, l’opilionide Ischyropsalis cfr. alpinula e un’abbondante colonia di crostacei della specie Proasellus cavaticus.

Sito: www.comune.crissolo.cn.it/

! $. Bibliografia consigliata

Aimar G., 1995. Esiste una valle. La magica atmosfera dell'alta valle Po. Gribaudo, Cavallermaggiore. Andreone F., Eusebio Bergò P., Mercurio V., 2007. La salamandra di Lanza. Salamandra Lanzai. Fusta Editore, Saluzzo. Boggia P., Boggia G., 1993. La valle Po. L’arciere, Cuneo. Chiaretta F., Ceragioli F., Molino A., 2006. A piedi in Piemonte. Vol. I. 121 passeggiate, escursioni e trekking alla scoperta della natura. Iter, Subiaco. Gogna A., Milani M., Raiser F., 1999. Alpi Marittime, Monviso, Alpi Cozie, Delfinato, Vanoise. Priuli & Verlucca, Ivrea. Gravant M., 1994. Flora. Parco fluviale del Po cuneese, Saluzzo. Lorenzati C., Boano G., Zocco D., 1995. Piemonte. Il Parco del Po. Musumeci, Quart. Nicoli E., 1993. Monviso. Re di pietra. Gribaudo, Cavallermaggiore. Pozzi M., 2000. Itinerari nel Parco del Po. CDA, Torino. Vindemmio T., Di Francesco G., 2004. Oncino, Crissolo ed Ostana tre comunità occitaniche alpine. Microstoria dell’Alta Valle Po. Alzani, Pinerolo.

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