Ivecco, 19 Kov'em'bre 1893 e Antonio Ghislanzoni — ------+------Humero Unico Illurstrato

schezza, per l’onestà grande che ne traspirano. Esso I repressi cachinni. Ospite assidua, Fra noi respiri la gaiezza; scoppino A n t o n io G h is l a n z o n i è intitolato: Epistola al doti. L. V. — Dice: Gli epigrammi, i bei motti, le facezie, .... dai circoli Gli aneddoti giocondi, e in noi riflettasi L ’ilarità di tu tti...... A n t o n io G h is l a n z o n i è morto a quasi 70 Dei pusilli gaudenti, ove si biascica La nenia eterna del quieto vivere, 4 Così: anni, ma non era vecchio. — Tuttavia il Nè dai cupi, frementi conciliaboli, Gli odi e i rancor svaniscono; si appianano segreto della sua perenne giovinezza egli Ove ringbian tribuni e arrutfapopoli, I più tetri cipigli; e dell’innocuo non avrebbe potuto venderlo a nessuno, poi- Il verbo io presi mai. Prostrarmi agli idoli Lepor le donne amabilmente ridono ! A Non seppi. Liberal, volli esser libero! !______chè consisteva appunto in ciò che egli non E sì libero fui, cbe, al breve svolgersi Il quadro è bello e Antonio Ghislanzoni l’ha rea­ volle mai vendere: la Coscienza. Di quattro o cinque mesi, in abbominio lizzato. E, nella quiete della campagna, egli continuò Venni ai rossi ed ai bianchi! Esordì col farsi dispensare dal seminario, dove non a lavorare indefessamente. Oltre i molti libretti che Allora egli sentì andavano naturalmente a genio certe sue arditezze di .... dentro l’interlinea egli compose — credo sian circa So ! ! — dal suo romi­ carattere. — Mandato a Pavia per studiarvi medicina, In gerghi irosi disciogliersi il fegato ; taggio lanciò raccolte d’epigrammi degni di Marziale, dopo un anno, scopertasi nell’ugola una eccellente e, lasciati al loro mestiere, coloro che avrebbero vo­ e novelle di brio tutto italiano, come la Contessa di voce di baritono, lasciò l’ università per l’arte del luto trattenerlo : Carolystria, e romanzi fantastici e umoristici di de­ canto. Debuttò splendidamente ; ma il 48 so­ scrizioni dell’avvenire, come 1’Abrakadabra, praggiunse; ed egli, da buon patriota, ab­ che, se di scrittore d’oltralpe, avrebbe avuto bandonò tosto il palcoscenico per la rivolu­ quel gran successo che ottenne il romanzo zione. Esule in Isvizzera nell’agosto trista­ del Bellamy, venuto dieci anni dopo !... Ma mente memorabile di quell’anno, vi rimase è ve2zo italiano il non tener conto degli in­ ben poco, poiché tornò in patria e pellegrinò gegni italiani, e il cadere in supina ammira­ verso Roma, ansioso di prender parte, sotto zione solo per quanto viene di fuori! gli ordini di Garibaldi, alla gloriosa difesa Pubblicato oltralpe, due soli capitoli del- di quella città. Arrestato alle porte di Roma 1’Abrakadabra sarebbero bastati a dare al dalle milizie francesi, fu mandato in Corsica suo autore gloria mondiale e fortuna; cioè prigioniero. Di là, dopo parecchi mesi, potè quel capitolo in cui l’autore, — con un sim­ ripartire e riprendere finalmente in Francia bolo degno dei più grandi poeti — insegna, la carriera artistica; ma una bronchite vio­ nella creazione spontanea dell’ uomo adulto, lenta gliela troncò. Tornato a Milano, un come errino coloro, i quali vorrebbero di giorno, indignato per certe ingiustizie che punt’in bianco mutare la società, che soltanto si commettevano da taluni in fatto d’arte, d’età in età, grado per grado, come nella mandò un articolo a un giornale della città. vita dell’ uomo, si perfeziona. Quell’articolo ebbe un’eco in tutte le coscienze oneste; e lo stile brioso, chiaro, tagliente, le * * immagini vive e piene di colore che adorna­ La sua vita avventurosa gli aveva dato vano quella pagina, fecero esclamare a tutti molta materia da scrivere, ma gliene restava (con meraviglia di chi l’aveva dettata): « Ma una miniera inesauribile per conversare. Po­ qui c’ è l’unghia d’un grande scrittore! » tevate stare con lui dei mesi, far vita co­ Allora cominciò per lui quel periodo di mune con lui, — e non passava giorno senza attività intellettuale, che lo rese tanto popo­ che egli non vi raccontasse una barzelletta lare e ammirato. Romanzi, novelle, versi, nuova. appendici ed articoli per molti giornali : fu Eppure Antonio Ghislanzoni non aveva un lavoro assiduo di vent’anni circa. Diret­ uno dei così detti temperamenti allegri; chi tore ricercato di parecchi periodici ; collabo­ non lo conosceva molto da vicino poteva ratore del coreografo Rota, col quale si recò giudicare di lui erroneamente; tanto erro­ a Parigi verso la fine del 57 ; librettista di neamente da supporlo sventato, scialacqua­ cartello, egli tenne uno dei primi posti nella tore, gaio fino alla buffoneria. Antonio Ghi­ letteratura italiana. Volle persino diventar slanzoni non era che uno spirito insubor­ impresario e, caso raro, fu impresario onesto dinato e insofferente delle tirannie sociali, e fortunato ! piccole o grandi che siano ; di temperamento Antonio Ghislanzoni,. non ancora cinquan­ era serio e melanconico, poiché la serietà tenne, poteva proprio dire di aver vissuto della vita consiste appunto nel non piegare e scritto in tutti i modi e in tutti i generi ; il collo alle scempie abitudini del mondo, come nella vita, il suo temperamento si rive­ bensì nell’emanciparsene. lava nella varietà della sua produzione lette­ Ho già detto che l’umorismo in lui, scrit­ raria; ma la produzione letteraria, nella quäle tore, non era che un derivato dell’onestà; egli resterà senza dubbio senza rivali per ANTONIO GHiSLANZÓNI lo era del pari in lui uomo. In compagnia (Fotografia, dèi signor Ahturo F dmel di Milano, eseguita nel 1890). gran tempo, e della quale egli più si com­ della gente buona e intelligente egli era, in piacque, fu la satira. Le pagine migliori del suo romanzo Ruffiani, spie e ciurmadori in maschera fatti, esilarantissimo; messo con qualche sciocco o con Da Catoni, o da Bruti.... Gli artisti da teatro sono quelle in cui egli schizza e qualche perverso, lo si vedeva diventar chiuso, taci­ si ritirò in campagna. dipinge le macchiette multiformi di quel mondo a parte turno, torvo, quasi selvaggio. Sciocchi e perversi che sono i commedianti e i cantori, quando viaggiano, .... Merlo spennato ai liberi Miei monti ricovrai; di nuovo ossigeno detestava ; ma forse più i primi dei secondi se forniti quando invidiano, quando trionfano e quando sono fi­ Il polmon ritemprato, oggi, dal vertice di ingegno « poiché di questi » diceva « bado a schiati. Satire sono anche tutti gli altri libri di minor Alla bassa cloaca io guardo, e zuffolo difendermi io, di quelli non saprei come. » Fedele Allegramente.... mole, che pubblicò dappoi : Il libro allegro, Il libro .... Plauda chi vuole o strepiti nell’amicizia, vi era altresì esigente. Godette, fino a bizzarro, Il libro segreto, ecc. Di rabbiose invettive; io so qual termine quando lo colse la nefrite, di ottima salute; eppure Ma il suo, fra i molti generi di satira, è il più sim­ Avrà la farsa ! — Al sinecura, al ciondolo, si diceva malato, o, piuttosto, affetto di tutte le ma­ Al lauto appalto, al grasso impiego mirano patico. Non già perchè vi manchi la nota biliosa, degna Quei che belan sommessi e quei che latrano ! lattie di cui udiva parlare. Ci teneva alle sue appa­ del galantuomo che è obbligato a sentirsi impilacche- Gli schietti e i buoni dalla mischia ignobile renze giovanili, ma non le metteva in evidenza. An­ Si ritraggon sdegnosi: e solitario rare da certe brutture e se ne indigna, ma perchè, in Quegli ascende la balza e canta ai vertici dava soggetto a strane intermittenze di generosità e generale, tende più ad allargare i precordi che a strin­ Le divine utopie; questi le libere di avarizia ; ma questa gli costava più di quella, perchè, gere il borsellino del fiele. L’ umorismo in Antonio Idee fischiate dall’ottuso secolo allorché si accorgeva di essere stato avaro di un Fida nell'orto alle cipolle e ai rapani. Ghislanzoni è come il fiore della sua onestà; il giorno soldo, egli ne spendeva due per correggersi, mentre, La chiusa è un gioiello: in cui egli capì di non poter più vivere al contatto allorché spendeva un soldo dippiù, rifletteva a rispar­ .... Dismorbiamo l'aere, di certuni, piuttostochè mutare il cachinno in ghigno, Caro dottore, e intorno a noi si dissipi miare.... per correggersi ancora !... andò a vivere solitario in campagna. Il reo miasma che ne investe. Giovani Osservatore profondo, scrittore di primo ordine, Ci rifarem. — Schiudiam la casa ai lepidi Il suo Saluto al mondo è uno dei più bei capitoli Amici; suoni di festose musiche filosofo in pratica, lirico, satirico, romanziere, celebre in versi che io abbia letto, per la dignità, per la fre­ Il salottino, e più chiassosi irrompano in Italia e fuori (molti dei suoi scritti furon tradotti 2 X^ecco e A n t o n i o Oliislan^oni in francese, in spagnuolo, in tedesco) Antonio Ghi- teatrale costume di Ezio, colla daga alla cintura e il teatri della provincia. Le rappresentazioni della mia slanzoni, in questi tempi di ciarlatani e di gente di­ grand’elmo a cresta rossa sulla testa. truppa, costituita di circa 30 artisti di canto e di sposta a vender la coscienza per un gingillo o per Nel carnevale seguente (anno 1848) la rivoluzione suono, cominciarono a Poitiers e si chiusero a Li- una pensione, poteva viver ricco, posare a semidio. mi colse a Piacenza malato. Nel libro che si intitola: moges. Fu una campagna che durò quattro o cinque Preferì vivere modestamente, semplicemente; mite, Memorie politiche di un baritono, ho narrato le strane mesi — e quante peripezie! quanti disgusti! quante affabile, amico dei deboli, degli umili, dei bambini, peripezie che mi travolsero fino al carnevale dell’anno lotte! — Ne uscii netto con un guadagno di circa dei fiori, della santa natura. Ed è davvero consolante seguente, allorquando, trabalzato a Firenze dai fati duecento lire, le quali mi bastarono appena per tra­ che a lui si rendano oggi lodi ed onori, poiché è politici, dovetti nuovamente ritornare al teatro per sferirmi a Nizza, dove mi chiamava un contratto di segno che l’anima italica non è ancor tutta inquinata. campare la vita. Cantai ad Arezzo nel Nabucco con sei mesi coll’impresario di quel teatro. In quella città esito entusiastico. La fama delle mie avventure mi cominciai ad avvedermi che la mia voce accennava a F. F ontana. aveva preceduto in quella città: i miei amici mi ave- deperire. Nullameno dal pubblico ebbi cortesa acco­ . vano accompagnato con lettere commendatizie, dove glienza e l’impresario mi rinnovò il contratto per io era dipinto quale uno dei più gloriosi eroi dèlia l’anno successivo. GHISLANZONI CANTANTE rivoluzione lombarda. Immaginate quale accoglienza mi Nella stagione estiva, un violinista non oscuro, il

(n o t e autobiografiche ) venne fatta dal buon popolo aretino, in un’epoca quale aveva già percorso l’intera Europa lasciando come quella! dietro i suoi passi una striscia luminosa di debiti, mi Nelle anzidetto. Memorie politiche di un barìtono ho volle seco in un giro artistico nel mezzogiorno della Antonio Ghislanzoni allude ai molti casi- narrato i singolari e talvolta burleschi casi del mio Francia. Quel suonatore dalla fisonomi.a mefistofelica delia sua carriera di cantante nello splendido soggiorno in Arezzo, e le non meno bizzarre avven­ mi trascinò in un pelago di guai. A Nimes caddi ma­ romanzo: Gli Artisti da Teatro. Più diretta­ ture del viaggio che io intrappresi più tardi alla volta lato, e di lì a pochi mesi, tornato a Nizza per ripren­ mente e con maggiori particolari ne parla nei- di Chieti; viaggio che mi condusse, dopo lunghe e dere a quel teatro il mio impiego di primo baritono, brillanti scritti: Memorie politiche di un ba­ forzose. divagazioni, sotto le mura di Roma, dove dovetti, per impotenza di voce, supplicare l’impresario ritono ed In chiave di baritono. Nell'articolo caddi in potere delle truppe francesi, che mi trassero a volermi surrogare con altro artista più valido. Io qui sotto sintetizza le sue avventure, le quali prigioniero all’isola di Santa Margherita e quindi a rimasi a Nizza fino al termine della stagione, sciupando gli ultimi aneliti della mia povera voce avariata nella da molti biografi del poeta vennero esagerate Bastia. esecuzione di qualche parte comica o secondaria. 0 fialsate : Dopo quattro mesi di durissima prigionìa, in que- st’ultima città io potei riprendere la carriera teatrale, Nelle varie riprese della mia carriera intermittente 1 ~ j rettificare le inesatte dicerie che si sparsero aggregandomi alla nomade compagnia di un certo Bel­ non mi era mai accaduto di sentirmi trapassare l’orec­ sul mio conto, e ad agevolare il compito lagrandi, che dall’Africa aveva trapiantato le sue tende chio dal sinistro stridore dei fischi. Questa soddisfa­ A de’ miei futuri biografi, narrerò qui, sfac- sulle spiagge córse. Rimasi dunque e cantai durante zione, che solo mancava a completare la mia biografia | ciatamente e colla maggior schiettezza, quale una lunga stagione di sei mesi al teatro di Bastia. Quivi, teatrale, l’ebbi a Milano di là a cinque mesi, clamo­ y è stata la mia carriera di cantante. da ogni ceto di cittadini, raccolsi testimonianze di sim­ rosa, spietata, degna di me. Il Teatro Carcano, che Prima di produrmi sulle scene, io aveva studiato, patia e di affetto che io non potrò mai obliare. Uno era stato nel 1847 il mio campo di Marengo, si tra­ o finto di studiare, a Pavia, sotto la direzione di un de’ miei protettóri più generosi, il signor Antonio mutava otto anni dopo nel mio Waterloo. I fischi, le maestro Valentini, i primi rudimenti della musica; Limmarola, mi fornì più tardi, a stagione compiuta, il grida, le contumelie che mi investirono mentre io quindi, nell’ istituto Tadini di Lovere, aveva appreso danaro perchè mi recassi a Parigi, e potei di tal guisa adunava invano gli ultimi residui delle mie note ago­ a raschiare di mal garbo il contrabasso, e a vociare abbandonare nel marzo del 1850 quell’ isola ospitale nizzanti, per cantare nel Tempiario la parte eroica di nella chiesa della provincia bergamasca i motetti del per trasferirmi decorosamente alla capitale della Francia. Briano, mi intimarono di cedere le armi. Mayr e del Bonari. I miei esperimenti musicali si Là trovai parecchi amici e compagni di università, All’ indomani della sconfitta, io presi risolutamente chiusero a Lovere con un farsa abbastanza comica, artisti e buontemponi italiani, i quali, sotto vesta di il partito di abdicare, e confesso che, deponendo i vale a dire, con un grottesco concerto da me orga­ emigrati politici, si davano bel tempo declamando titoli di baritono assoluto e di cantante disponibile, nizzato nella gran sala dello Stabilimento Tadini nel con enfasi intermittente contro la tirannide austriaca. mi parve di rifarmi uomo, di ricostituirmi cittadino. luglio del 1845. A tale concerto fa allusione il Doni- Dopo un mese di soggiorno a Parigi mi aggregai ad L’ottimo Rovani, ch’io non conosceva di persona, nar­ zetti in una sua lettera alla signora Basoni, inserita una compagnia lirica, formata dalla prima donna si­ rando nella Appendice della Gazzetta di Milano quel nell’epistolario stamnato in appendice a quell’interes­ gnora Antonietta Montenegro, e dopo aver percorso mio primo ed ultimo fiasco, con quella squisitezza che sante volume di Notizie e Documenti che fu edito a parecchie città della Francia, cantando disperatarriiente, era la luce simpatica di ogni suo scritto, si rallegrava nel settembre del 1875. Gli abitanti di Lo­ ogni sera le opere più accette di Donizetti e di Verdi, che io abbandonassi la scena, promettendomi degli vere non hanno ancora obliato quella esecuzione, alla mi ridussi di nuovo a Parigi, dove rimasi inoperoso allori più invidiabili nel campo delle lettere. Da quel quale presero parte tre cantori girovaghi da piazza, un paio di mesi a dilapidare i miei pochi risparmi. giorno divenni scrittore — e ho scritto molto, ho da me reclutati a Brescia e presentati al mio buon Un agente teatrale milanese, che più tardi divenne scritto troppo, e molto ancora dovrò scrivere prima pubblico quali artisti di cartello. Quella notte corsero un celebre impresario, mi volle seco a Rouen, dove di toccare la meta ospitale, che l’ Italia promette a chi sassate per le vie. si era formata, sotto la sua direzione, una compagnia lavora onestamente colle forze dell’ intelletto ! Da Lovere passai a Milano, dove attesi a darmi elettissima di cantanti, destinata a percorrere i prin­ buon tempo in compagnia delle più matte brigate; ma, cipali teatri di Francia e di altre provincie estere. al cominciare del verno, presi risolutamente il partito Quel drappello di artisti si componeva dei due celebri di sfidare i cimenti della scena e segnai un contratto tenori Napoleone Moriani e Antonio Giulini, delle G L I SCRITTI di cinque anni coll’ impresario Boracchi, in qualità di prime donne Sofia Vera, Antonietta Viola, Rossetti DI A. GHISLANZONI primo baritono assoluto. Sikorsca, Sofia Didiee-Nantier, e d’altri cantori, quasi La mia prima campagna teatrale si compì a Lodi esordienti, che in seguito divennero famosi. Mi ven­ orto molteplici, e d’ogni genere, ma trionfalmente nella stagione carnevalesca. Il bravo nero affidate le parti comiche. maestro Sanelli impiegò una pazienza da martire a Ripensando a quei tempi oggi mi avviene spesso non tutti ugualmente conosciuti ; furono farmi apprendere la bella parte di Lorenzino de’ Medici di meravigliarmi della spensierata gaiezza che io met­ S pubblicati in parecchie ristampe ed in­ della sua Luisa Strozzi. La sera del mio debut accor­ teva nel rappresentare al cospetto del pubblico i per­ seriti in più luoghi. Difficile quindi sa­ sero da Pavia e da Milano molti de’ miei ex-colleghi sonaggi di Marchese di Bois-Fleury, di dottor Mala- rebbe il compilarne un elenco completo di studio e di baldorie. Il teatro era zeppo, e al mio testa, di Dulcamara, di Figaro, e di don Basilio. Fatto e preciso, tenendo calcolo di tutte le edizioni, apparire sulla scena il baccano degli applausi e dei è che, una volta slanciato sul palco scenico, io mi in­ molte delle quali sono da parecchio tempo esau­ viva fu tale da provocare un insolito intervento di po­ vestiva siffattamente dell’umorismo musicale di Doni­ rite. Qui procureremo di ricordare i titoli degli liziotti. La mia voce era bella, intuonata, sicura. Io zetti e di Rossini, da riuscire un attore comico esila­ scritti principali. cantava di lena, abbandonandomi al mio buon istinto rante e inappuntabile. E questo dico senz’ombra di L’attività letteraria del Ghislanzoni si esplicò musicale, senza risparmio di polmoni. A Lodi contava orgoglio; poiché ai miei successi di istrione io ci maggiormente nelle due forme: il Romanzo, col molti amici, oltre quelli venuti espressamente da fuori tengo pochissimo, e quasi mi vergogno di ricordarli. racconto e la novella, ed il Melodramma, ossia per sorreggere i miei primi passi neli’ardua carriera. Travestirsi da buffo o da buffone, svisarsi col nero Circolavano sul conto mio le più strane novelle. Nei di fumo e col carminio, far delle grinze, gesticolare e il libretto per musica. Il suo romanzo capola­ palchi e nella platea si narravano ridendo i bizzarri contorcersi per far ridere il pubblico, mi è sempre voro, tuttodì assai letto e degno di figurare episodi della mia avventurosa giovinezza, e il pub­ parso qualche cosa che tocca da vicino la prostituzione. allato ai romanzi più celebrati, intitolasi: blico godeva nell’applaudirmi. Vi ebbero altresì, du­ Da Rouen passai colla truppa condotta dal Lorini Gli artisti da teatro, cui fa seguito l’Ernesto Re­ rante la stagione, risse e duelli per cagion mia, scia­ a Lion, a Chàlons e in altre città della Francia, fino denti, che venne pubblicato nel « Giornale Ca­ bolate e colpi di bastone. a quando, scioltasi la compagnia al cadere dell’anno, priccio. » Nello stesso anno cantai al Carcano di Milano, e feci ritorno a Parigi, e a quel Teatro Italiano mi pro­ Altri romanzi minori, ma pieni di umorismo, un episodio che si riferisce a quella stagione teatrale dussi la sera del due dicembre, cantando la parte di di satire e di altissime verità sociali, sono: lo si può leggere nella biografia di Angelo Mariani. Carlo V nell’Emani, al fianco della Cruvelli, del te­ Le donne brutte. Uscito, dopo lunga malattia, dalla Casa di Salute, l’im­ nore Calzolari e del basso Belletti. Quel mio debut Un suicidio a fior d'acqua. presario Boracchi mi mandò a Piacenza, e quindi a non inglorioso ebbe luogo, come ognuno vede, alla Abrakadabra. Codogno, per cantare nelVAttila la parte di Ezio. Nei- data del colpo di Stato. Il giorno seguente Parigi Angioli nelle tenebre. runa e nell’altra città rimase viva per molti anni la fece un vano tentativo di rivoluzione, al quale tennero La contessa di Karolystria. memoria delle eccentriche mie gesta. È ben vero che dietro dei gravi perturbamenti. Il Teatro Italiano ri­ Le acque minerali di S. R. amici troppo zelanti si incaricarono di attribuirmi delle mase chiuso per alcune settimane ed io mi sciolsi dal Un viaggio d’istruzione. stravaganze inventate di loro fantasia; pure, fra molti contratto. altri, precisamente storico è il fatto ch’io partii da Nel marzo del 1852 adunai, a mie spese e a tutto Parecchi racconti, pur mantenendosi umo­ Codogno e scesi all’albergo dell’Ancora a Milano nel mio rischio, un drappello di artisti, per exploiter i ristici e satirici, sono d’indole politica, e cioè: ISLumero Unico Illu.stra.to 3

I volontari del 1866. , , O/drada, Gli zìngari, Emma L ’uomo che ride. Un capriccio della rivoluzione. di Catania pel maestro G omes. Volere è potere. II diplomatico di Gorgonzola. I Lituani, Il parlatore eterno, I mori di Valenza Orazio e Lidia. Il dottor Ceralacca. pel maestro P onchielli. • Il Natale. pel maestro V erdi. Due spie. Epistola al dottor L. V. Un apostolo di missione. La maschera pel maestro G erosa. L ’Anacreonte moderno. Storia di Milano dal 1836 al 1848. Atahualpa per il maestro Pasta. A l maestro . I due preti. Sara pel maestro G ibelli. Epistola alla Gazzetta Musicale. II sole della libertà, ecc., ecc. Gli schiavi di Ernia pel maestro Ravera. Pensieri melanconici. I promessi sposi, Giovanna di Napoli, Salambò pel Zesa. Altri racconti e novelle varie portano per maestro Petrella. Scuola moderna. titolo : Gli artisti alla Fiera pel maestro L auro R ossi. L ’uomo paletòt. Dietro una valanga. Adelina, Evangelina pel maestro Sozzi. Memento agli sposi novelli. Una partita in quattro. Cleopatra pel maestro Morales. Per l'album dì Tullia R. Rita di Monbianco pel maestro Zandomenghi. Autobiografia di un ex-cantante. Cronaca perpetua. Adelinda, I Misogeni pel maestro Mercuri. Daniel Nabaàm De-Schudmoéken. Nel mondo letterario. Spartaco pel maestro Platania. La corte dei nasi. La caccia al Mascagni Alba Barozzì pel maestro G iorza, Giuda Iscariota. Epìstola a Giulio Ricordi. Celeste pel maestro S petrino. Il renitente. Due Novembre, ecc., ecc. Se il marito sapesse. Fìeschi pel maestro Machado. Un uomo colla coda. Cinq Mars pel maestro K etten. Non parliamo poi dei bellissimi versi per mu­ Cugino e cugina. sica che distribuì in abbondanza, e dei Gianbarba. mordaci epigrammi (circa 200) coi quali I primi passi alla scienza. sferzò uomini, costumi, vizi e tutto quan­ I S llg jg II corvo rosso. to di men nobile offre la moderna so­ Ciò che si vuole. cietà. — Notevole è la Cantata per Do- Il redivivo. nizetti, scritta nel 1875 e musicata dal Il violino a corde umane. La tromba di Rubly. Ponchielli. Le vergini di Nyon. IN Il Ghislanzoni fu eziandio giornali­ sta. Diresse il Secolo e la Gazzetta mu­ Memorie di Pavia. i t i . Il flauto di mio marito. sicale di Milano e collaborò in mol­ Le sedici battute dell’ Africana. tissimi altri giornali, specialmente mi­ Storia di Lecco dal 1832 al 1848. lanesi, come l’Uomo di Pietra e la Lom­ Storia di un gatto. bardia. Fondò la Rivista minima, la cui Biografia di un uomo da nulla. direzione passò poi a Salvatore Farina. I drammi del Natale. Ultimamente dirigeva la Cronaca di Lecco Giovane e sconosciuto. (l.° trimestre 1893) e dal ’90 alla fine Una nuova opera al Teatro della Scala, ecc. del ’92 pubblicava a piacere un fasci- A questi si collcgano molte descri­ coletto periodico dal titolo: La posta di zioni di luoghi, biografie, critiche, boz­ Caprino. zetti, sentenze e schizzi svariatissimi : Ma il giornale suo prediletto, e nel quale ebbe campo di sfogare la sua vena Lecco e territorio. di scrittore multiforme, fu il Capriccio, Valmadrera. durato due anni (1877-78). Pnbhl io ava ai Barco. m La casa di Verdi a S. Agata. ogni quindici giorni, in fascicoletti di Angelo Mariani. circa 30 pagine, e tutti gli articoli, ben­ Giovanni Pacini, ché sotto firme diverse, scendevano, con Gustavo Modena. facilità straordinaria, dalla penna del Rovani. Ghislanzoni. Contava circa ottocento ab­ Giuseppe Rota. bonati d’ogni paese, ed è notevole che, Memorie politiche di un baritono. mentre in Alessandria d’Egitto gli asso­ In chiave di baritono. ciati erano otto, a Lecco sommavano L ’istrumento è l’uomo. m appena a cinque. Questo si legge, di Ciò che si vede in Un teatro popolare. pugno del Ghislanzoni, su una copertina Giulio Bisticci agli esami di conservatorio. del Capriccio, conservata nell’album di Del libretto per musica. autografi, stampe e ritratti da lui stesso I drammi del mio giardino. V r'KfU* U -- - Sii® Pensieri di un fumatore. formato, e dopo la sua morte acquistato L ’isola di Micomar. ANTONIO <3 H 1SLAN2 0 NI dal celebre tenore Masini. II lusso della donna. Fotografia eseguita nel 1872, all'epoca delle prime rappresentazioni dell’Aid a , Caratteristiche, infine, dell’attività Le acque del Pescherino. letteraria del Ghislanzoni, sono le edi­ Epistolario. zioni collettive di alcuni fra suoi scritti, vere Don Diego, Il figlio delle selve pel maestro D al- Melanconie. l'O glio. miniere di umorismo, di satire e di sani ideali. La predica di fra Veridico. Il paggio pel maestro Boilleau. Vanno ricordate tra queste gli Scritti Piacevoli, Confessione generale di un critico. Edmea pel maestro C atalani. la Biblioteca minima, ed i Capricci letterari. I miei primi libretti. Egmont pel maestro L oevve. Gli Scritti piacevoli constano di tre serie di Dal mìo vecchio album. Mora, La strega pel maestro V icini. sei volumi ciascuna in piccolissimo formato A quei tempi, ecc., ecc. Sulle alpi pel maestro D'A gliè. (in 32°); in tutto diciotto volumetti pubblicati Fiamma pel maestro C icognani. I libretti d’opera sommano ad una ottantina. verso il 1870 dall’editore milanese Carlo Bri- Edoardo Stuart, pel maestro Pontoglio. Eccone i principali, col nome dei maestri che gola. li musicarono: Carmosina, pel maestro G omes de A raujo. pel maestro C arpaneto. La Biblioteca minima consta d’una dozzina Gli Abencerragi pel maestro Bazzoni. Frine, di volumi (in 16°) editi dal Brigola e dal Qua­ Oscar d’Alva ed I Naufraghi pel maestro Repetto. Gualtiero Sviarteli e Lorenza (non terminato) pel maestro G naga. drio. Eccone in singoli titoli: « Libro proibito Le due fidanzate ed II Conte di Leicester pel La festa dello statuto, Le notti dì Siviglia per maestro Bauer. — Libro allegro — Libro serio — Libro biz­ anonimi. Maria Tudor, Cola da Rienzo e Consuelo pel zarro ■— Libro segreto — In chiave di baritono Marte di far libretti, musicato da diversi maestri. maestro K aschperoff. — L’arte di far debiti — L’arte di farsi spo­ Orfeo all’ inferno pel maestro L orini. Oltre a tutti questi melodrammi, il Ghislan­ sare — Melodie per canto — Nuovi racconti La stella di Toledo pel maestro Benvenuti. zoni scrisse qualche commedia assai originale, per ridere — Il seminario ed il clero — La Marion Delorme pel maestro Bottesini. come : contessa di Karolystria. » Dei primi cinque, Marioli Delorme pel maestro Perelli. Tutti, ladri. formanti una specie di amenissima pentarchia Vaierà pel maestro V era. I due orsi. Un caprìccio di donna, Papà Martin, Il duca di letteraria, fu grande lo spaccio e vennero fatte La moda nell’arte. Tapigliano, Francesca da Rimini, Re Lear pel parecchie edizioni. Dìdone abbandonata. maestro C agnoni. I Capricci letterari, pubblicati dal 1886 al I due orsi, L'isola degli orsi pel maestro Dal­ e moltissime poesie su argomenti disparatissimi, 1889 e venduti dall’autore stesso, mediante ab­ l'A rgine. come le seguenti : Gli avventurieri, RegineIla, Caligola pel maestro bonamenti, formano sei volumetti eleganti, messi Braga. Dedica all’amico Monteggia. assieme con molto buon gusto e varietà di 4 I^ecco e JLntonio OliislSLnssoni

componimenti. Il Ghislanzoni Intendeva pub­ Ove nacque e mori volumetto di ricordi intorno al perduto poeta. blicare altre serie di Capricci, mirando a fare Ora la casa è di proprietà della signora Maria una raccolta completa de’ suoi scritti; ma non ANTONIO GHISLANZONI Barboro-Carretto, nipote ed erede del Ghislan­ zoni, la quale intende venderla ed ha già ini­ fu in tempo, e, forse, prima di morire, gli era ziato le pratiche in proposito. mancata la voglia. ntonio Ghislanzoni nacque a Lecco, Diamo, per chiudere, una nota delle opere come ne fanno fede i registri della par­ del Ghislanzoni, che si trovano attualmente in A rocchia, ove si legge che « Ghislan­ commercio : zoni Antonio Giacomo, figlio del dot- - - - tor fisico Giovanni Battista, nacque in Presso la libreria Pota in Lecco: Lecco il 25 novembre 1824 e fu bat­ Capricci letterari, volumi sei . . . . L. 4. 50 tezzato il giorno stesso ». Erroneamente quindi asseriscono taluni essere egli nato a Barco, fra­ Presso l’Editore Edoardo Sonzogno in Milano : zione di Maggianico (l’errore fu confermato dal Gli artisti da teatro (Bib. roman. econ.) L. 1.— Ghislanzoni stesso, laddove, parlando di Barco Racconti politici » » » » 1. — e della via che vi si trova intitolata al suo » nome, accenna alla casa in cui nacque c nella Racconti e novelle » » » 1. — quale morirono i suoi padri) — e non ha va­ Un suicidio a fior d'acqua (Bib. rom. fase.) » 0. 50 lore la lapide commemorante la sua nascita che Un viaggio d’istruzione — Ze acque mi­ leggesi in una delle camere dell’albergo Davide. nerali di S. R. (idem) . . . . . » 0. 50 Quando il Ghislanzoni venne al mondo i Presso la Libreria editrice contemporanea suoi genitori avevano già lasciato Maggianico per stabilirsi a Lecco, e precisamente nella casa in Milano: N. 25 dell’attuale via Antonio Stoppani. Questa 'Libro proibito (suggellato)...... L. 2 — casa passò in proprietà della signora Marianna Libro allegro « Lustramento è l’uomo Ghislanzoni, sorella al poeta e tuttodì vivente, - Ciò-che si vede in un teatro popo­ dalla quale venne poi ceduta, contro assegno lare - L’arte di far libretti - Pen­ vitalizio, al defunto signor Giuseppe Ongania. sieri d’un fumatore - Album » . » 2 — Ne sono adesso proprietari gli eredi del signor Giacomo Ongania, figlio del signor Giuseppe. Quest’altra incisione rappresenta una via di Libro serio « Angelo Mariani - Gio­ Ecco l’iscrizione che venne collocata sulla Caprino ed il personaggio che la percorre è lo vanni Pacini - Gustavo Modena - casa stessa, a cura del Comitato pel busto: stesso Ghislanzoni. Giuseppe Rota - La casa di Verdi Nella già citata lettera a Giulio Ricordi, ap­ a Sant’Agata - Note autobiogra­ parsa sulla Gazzetta Musicale di Milano del 3 fiche » ...... » 2 — maggio 1891, allude a questo ritratto dicendo: libro bizzarro « L’isola di Micomar - * Antonio Ghislanzoni Il flauto di mio marito - Confes­ .... — e plausi abbia il fotografo, sione generale di un critico - Giuda Poeta Che vedendomi un dì per una ripida Iscariota - 1 drammi del mio giar­ nasceva in questa casa Via di Caprino barcollar sul lastrico, dino » ...... » 1.50 La lente sfoderò, su me in un attimo IL 25 NOVEMBRE MDCCCXXIV Libro segreto « Didone abbandonata, | Appuntò il vetro e delle inconscie natiche ossia la fondazione d’Italia - Un Svelse i contorni per serbarle ai posteri. uomo colla coda - Il lusso delle Amici ed Ammiratori Così agli astri salii...... » 1.50 donne ». . $ O | In chiave di baritono — Storia di Mi­ lano dal 1836 al 1848 — La corte dei nasi ...... » . 1.50 * * * Nuovi racconti da ridere « Una prima rappresentazione alla Scala - Le LECCO acque minerali di S; R. » . . .. » 2 — Il poeta morì a Caprino Bergamasco, in una modesta ma allegra casetta di sua proprietà. E SUO T E R R IT O R IO La contessa di Karolystrìa...... » 1. 50 L’aveva comperata dodici anni fa, dopo il sog­ Abracadabra — Storia dell’avvenire. giorno al Porto, per passarvi tranquillamente gii Prima-edizione completa . . . » 3 ■— ultimi anni, lontano dai rumori e dalle por­ Questo briosissimo articolo di A. Ghi­ IL arte di far debiti di Roboamo Puf- cherìe della vita cittadina. slanzoni, pubblicato primieramente sul gior­ fista, cogli ultimi commenti di Zef- A Caprino viveva nel modo più semplice nale La Lombardia di Milano, venne poscia firino Bindolo — Tutti ladri, com­ che si possa immaginare, lavorando continua- inserito nell'Almanacco pel i8fj del giornale media — Volere è potere, novella mente. E lavorò fino all’ultimo giorno per conto lecchese L ’Adda. Lo riportiamo perchè pochis­ poetica ...... , ...-» 1 — di maestri e di editori, come l’attestano questi Melodie per canto. Seconda edizione splendidi versi, coi quali invitava Giulio Ricordi simo conosciuto e quasi dimenticato, e- perchè accresciuta e corretta dall’ autore » 2 — ad una scampagnata a Caprino: pieno di verità, molte delle quali non hanno, malgrado il ventennio trascorso, minimamente Molti scritti il Ghislanzoni lasciò inediti od .... Una rivincita perduto di freschezza: appena incominciati. Spetta anche a, noi, che dal mattino al vespero Già da mòlt’anni logoriamo i mantici orsero già molti anni dacché il nostro Man­ Del cervello soffiando entro le ceneri zoni preconizzò l’avvenire di Lecco, chia- Dell’arte più gentil. Tregua alla macchina mandolo. insigne borgo, destinato a divenire ULTIMI VERSI Non darem noi, mentre i braccianti invocano C : una grande città. Con alte grida un freno alla tirannica A quei tempi Lecco non contava più di Ora del lavorìo?... Doni l’esempio A. Ghislanzoni, vero poeta, conservò la vena duemila abitanti ; era un informe aggregato freschissima fino -a pochi dì prima della sua Ella che può — scelga il suo giorno d’ozio.... di case malamente architettate; e gli arguti laghisti, morte. Essa lo colse mentre attendeva ad un Il mio già scelsi — e se il voler di un despota approdando alla riviera pei mercati del. sabato, cre­ libretto destinato al maestro Andrea Gnaga. Si Maèstro od editor quel dì l’occipite devano smentire il vaticinio con degli epigrammi può quindi credere che i versi seguenti, coi Mi abbrancherà per inchiodarmi al tavolo.... abbastanza mordenti all’ indirizzo di un campanile ac­ quali comincia un duetto d’amore, siano stati Griderò la rivolta, e tutti insorgere cosciato e grottesco. scritti quando già il povero Antonio spasimava Quelli vedrò che di cervel lavorano. Ma il progresso non scende dal campanile, sibbene per il male che lo uccise. — Eppure quanta rimonta dalle officine e dalle banche commerciali. Se melodia, quanta fluidità in queste due sestine! Diamo di quella casetta una ben riuscita Si direbbero scritte da un giovinotto : la fabbriceria non trovò denaro per prevenire la città incisione che ne rappresenta l’interno. Nota col lusso di una cattedrale, la industre borghesia spe­ speciale: ogni stanza aveva il proprio nome, culò con profitto sulle opportunità della posizione, D a n ie l e (a E d it t a ), derivato da fatti o da ospiti notevoli; così c’era istituì degli opifizii, estese il proprio commercio e in Ricordo il primo dì che mi volgeste la camera Catalani, per aver alloggiato l’illustre breve si fece ricca. Un sorriso laggiù, presso i cancelli.... maestro, che —- vedi il caso! — seguì il Ghi­ Il campanile non si è elevato di un palmo; ma il Un nastro bianco vi cingea la veste, slanzoni a pochi giorni di distanza, e la camera dell’impiccato perchè, molto tempo addietro, un paese, nel breve periodo di trent’anni, si è tanto di­ Vi olezzava una rosa entro i capelli.... pover’uomo vi si era tolta la vita legandosi il latato, e la popolazione siffattamente accresciuta, che Dalle mie labbra non uscì un accento, collo alle travi del soffitto. La stanza ove morì il Lecco, al finire del 1859, potè finalmente ridomandare Eppure io v’adorai da quel momento. poeta è la prima a sinistra del loggiato di pro­ ed ottenere il titolo ambito. Lecco oggimai ha pieno spetto, e ricordiamo ch’era arredata in modo E ditta. diritto di chiamarsi città. Perchè nessuno ardisca du­ semplice. Tra le suppellettili notavansi un ritratto bitarne, il Municipio ha fatto scolpire in una lapide, ed Ed io pure v'amai dacché il mio sguardo ad olio assai originale del Ghislanzoni, da lui esposto alla vista dei passanti, il suo titolo di onore. La prima volta s’ è affissato in voi.... stesso eseguito, ed un quadretto coll’attestato di Non è Pietroburgo, non è Parigi) non è Milano; Perchè d’un mondo ipocrita e bugiardo promozione con lode dalla prima classe elemen­ all’aspetto è qualche cosa meno di Soresina e di Mi fan ira e ribrezzo i falsi eroi.... tare! Prossimamente verrà collocata una lapide Busto Arsizio — una decina di contrade — quat­ Perchè, al solo mirarvi, ho ravvisato commemorativa anche sulla casa di Caprino, tro o cinque mila abitanti — non palazzi, non mo­ L’eroe sublime dal mio cor sognato ! ed alla bisogna penserà il signor Achille Blen- gini, maestro nell’Istituto dei .Frenastenici a numenti. Una chiesa dieci volte restaurata; un teatro, Vercurago, il quale sta pubblicando all’uopo un dove pel corso di venti anni si calunniarono i migliori Numero Umico Illu.stra.to 5

spartiti, un ospedale incompiuto e orrìbilmente vessato Si vuol darci ad intendere che il titolo di città vegetazione sembra minacciare il veicolo; mentre dal­ dalle locomotive; una piazza con portici avversi ad abbia portato del pregiudizio ai nostri interessi mate­ l’altro lato, a due spanne dal binario, si apre il pre­ ogni legge di simmetria. Ma, in compenso, una pro­ riali. Qualche cosa che accennava a decadenza si notò cipizio. — Fino ad ora non abbiamo a deplorare nes­ spettiva incantevole di acque, di montagne e di valli; difatti nelle nostre industrie nello scorso decennio. sun sinistro; e la prova di otto anni è più che suffi­ un territorio che si prolunga all’ infinito formando una Molte case forti si indebolirono e i nuovi arrichiti ciente per dar ragione agli ingegneri. via lattea di case e di officine, le quali si perdono fra non crebbero in proporzione dei molti che subirono Arrivando a Lecco per la ferrovia, qualcuno ri­ gli orrori della vallata; roccie pittoresche e terribili, il dissesto. mane sorpreso di vederla metter capo a tanta distanza facili promontorii tappezzati di verde; un quadrivio di Cerchiamo altrove l’origine del danno. La famosa dal lago, e precisamente nel luogo dove sorge l’ospe­ strade magnifiche, per le quali al commercio ed all’ in­ lapide del Ponte Caldone è affatto innocente; e i nostri dale, recentemente costruito su disegno dell’ ingegnere dustria si aprono i varchi dell’universo; un lago sol­ concittadini che hanno due dita di criterio vorranno Bovara, e non ancora compiuto. I tecnici hanno speso cato da vapori e fecondo di pescagione; un clima de­ assolverla come noi. un profluvio di parole per giustificare questa linea. Le lizioso nelle dieci o dodici giornate dell’anno rispar­ La mancanza della materia prima — ecco la vera, Alpi Rezie, il Lucomagno, il passaggio dello Stelvio, miate dal vento. la sola causa della decadenza. la valle di Porlezza, le miniere di Introbbio, le trote Buona parte di questi vantaggi si debbono alla Fino a quando la semente indigena non produca della Pioverna, la pesca degli agoni.... un migliaio natura; il resto alla speculazione attivissima degli abi­ tale abbondanza di bozzoli da far concorrenza ai Car­ di argomenti agglomerati. Tutta questa logica non tanti. Affrettiamoci a dire che la natura ha fatto mol­ toni Giapponesi, la recente città non potrà mai rea­ può distruggere il fatto che i malati dello spedale sof­ tissimo -y e per ciò che si riferisce agli abitanti, i babbi lizzare i bilanci della antica borgata. frono orribilmente pel fischio della locomotiva e pel fecero più dei figliuoli. Anche coi morti vogliamo esser giusti. Il conte di rumore dei convogli.

Interno della casa di A. G h is l a n z o n i a Caprino Bergamasco.

Il diploma di città fu degnamente conquistato da Cavour fu molto cortese nell’accordarcl il diploma Di quest’ultima verità sono talmente compresi anche Lecco fino dal 1848. Al primo grido della rivoluzione, di cittadini, ma la sua idea del libero scambio minacciò i reggitori delle cose pubbliche e i patrocinatori degli un drappello di giovani valorosi era accorso da Lecco per alcun tempo di compromettere irreparabilmente le interessi privati, che pare abbiano divisato di traslocare alle porte di Milano. Quei prodi ebbero a combattere. nostre fonderie. Buon per noi che la circolazione for­ gli infermi in una sede più tranquilla, destinando l’o­ Vi furono morti e feriti; ma la storia, sempre ingrata zosa della carta ci soccorse in tempo utile; — senza spedale ad altro uso. * coi generosi, non lasciò tradizioni di un fatto, che più questa circostanza, dagli Italiani deplorata ma pure * * tardi si dovea usufruttare a beneficio di tutta la po­ tanto propizia allo sviluppo di certe industrie nazio­ Già due volte abbiamo nominato il signor Badoni polazione. — Così avviene. Si creano le città, si for­ nali, Dio sa quante officine oggi giorno sarebbero in questo rapido schizzo sulle attuali condizioni di Lecco mano le nazioni, si costituiscono gli imperi; ma le chiuse ! * e del suo territorio. Un nome abbastanza conosciuto pioggie lavano il sangue di chi ha combattuto; la * * nel mondo industriale ; un uomo assai benemerito della gloria e il ben essere sono retaggio dei posteri. Lecco, da ben otto anni, si è posta in comunica­ terra che gli diede i natali. Non ci estenderemo a Al tornare degli austriaci, al ripristinarsi dell’odioso zione coll’ Italia e col mondo, pel celere conduttore parlare delle sue ardite imprese, delle sue specula­ governo — e non diciamo odiato, perocché i governi di una strada ferrata, che mette capo a Bergamo ad zioni, qualche volta temerarie e non sempre coronate veramente odiati non si reggono un giorno —■ il si­ incrociarvi la grande linea lombardo-veneta. La fer­ dal successo; importa di notare che in lui primissimo gnor Badoni, già presidente del Comitato rivoluzionario, rovia più travagliata e fors’anco la più amena di quante e in altri pochi sembrò concentrarsi per alcun tempo dovette seppellire il diploma per usarne a miglior attraversino le provincie settentrionali. Percorrendo tutta l’attività del paese. Per lui si affrettò il compi­ tempo. Lecco riprese i suoi modesti attributi. La città quel breve tronco, i passeggieri sarebbero incessante­ mento della ferrovia tra Bergamo e Lecco; per lui si di due mesi si rassegnò per dieci anni alle antiche mente deliziati da una vicenda di panorami incante­ si istituì un’associazione di mutuo soccorso fra gli abitudini della borghesia. — Gli onori a cui spettano. voli, se gli ardimenti del binario non cagionassero operai; fu direttore del teatro, altro dei più zelanti Se il signor Badoni non si fosse affrettato nel 1859 a qualche allarme. promotori delle scuole serali — insomma, una opero­ disotterrare il diploma, nessuno degli abitanti di Lecco Non abbiamo esempio di più indulgenti conces­ sità assoluta e intelligente, che impone, che trascina, avrebbe aspirato alla gloria di chiamarsi cittadino. sioni al capriccio delle curve. I ponti, i viadotti, i tra­ che riesce malgrado l’ inerzia delle masse. Oggimai, cosa fatta — noi siamo città. Se alcuno fori rappresentano arditezze di concetto e di esecu­ Per un industriale abituato ai fragori dell’officina, sorride di compassione, o sogghigna di invido scherno, zione, che, rivelando il talento matematico dei costrut­ la carica di presidente e direttore del teatro non gettiamogli in faccia la storia del 1848, e non ci sarà tori, tuttavia riescono ai profani poco rassicuranti. Da parve, a dir vero, la meglio indicata. Ma senza l’ini­ più nulla a ridire. Calolzio a Cisano, una roccia ghiaiosa e spoglia di ziativa un po’ dispotica del signor Badoni, chi mai 6 Xvecco e JLntonio Oliisla_nz;oni sarebbe riuscito a concretare al teatro di Lecco uno squisito, generoso mecenate delle intelligenze e ispi­ di queste, che sorgono nei due paesi limitrofi a Lecco. spettacolo d’ opera, non foss’altro nella brillante sta­ ratore di non pochi capolavori che fanno parte della Visitandole, i forestieri ne rimarranno meravigliati, gli gione d’autunno? sua collezione. artisti dovranno arrestarsi a meditarle. La nostra giovine popolazione non è molto ani­ L’ ingegnere Giuseppe Bovara è uno di quegli Fuori di questi, Lecco non ha dato altri uomini mata dallo spirito d’arte. I nostri padri — confessia­ uomini antichi, i quali posseggono il dono o piuttosto veramente distinti nell’arte. Non abbiamo pittori, nè molo — erano più artisti di noi. il talento della eterna giovinezza — ci vuole del ta­ scultori insigni, non attori drammatici, non musicisti Una volta — quando Lecco era paese — si rap­ lento per conservarsi giovani fino alla età di ottanta­ di alta levatura. Il giovane Pizzi, eccellente paesista, presentava la commedia in un cascinotto d’albergo, nove anni, mentre la nuova generazione fornisce tanti farebbe eccezione rappresentando una splendida pro­ ridotto a simulacro di teatro con degli accessorii di casi di decrepitezza in persone che non toccano i qua­ messa dell’arte. stile composito, che rappresentavano una vera innova­ ranta. Ma egli, il signor ingegnere, non si fa scrupolo Gli istinti musicali non mancano certo alla nostra zione di architettura. Esistevano una porta ed una di rivelare il suo metodo ai molti che si recano a vi­ popolazione. Cinque o sei volte ebbe a ricostituirsi scala di comunicazione fra la platea e il palco scenico, sitarlo. — Il suo piccolo museo fa le veci per lui della una banda di filarmonici sotto la direzione di abili fatta per comodo degli attori dilettanti e degli spet­ fatata piscina. Egli passa là dentro le ore più deliziose maestri venuti di fuori; ma sempre, per cause che non tatori, i quali, a dir vero, formavano un corpo solo. della giornata, evocando i fantasmi di Atene e di Roma, giova riferire, ai primi sintomi di reale progresso tenne Or fanno cinquarit’anni, tutto il paese recitava. Il re­ infervorando la propria vitalità cogli entusiasmi del dietro la dissoluzione. pertorio di Goldoni, di Alfieri, di Metastasio — a quei passato. Uscendo di là, io l’ho udito esclamare più Attualmente, questo corpo di bandisti abbastanza tempi anche Metastasio era autore drammatico — fu volte: « Ho preso il mio bagno d’arte ed ora mi sento numeroso e composto di ottimi elementi accenna a esaurito nel corso di poche stagioni con una sequela meglio. » Ecco il segreto di quella perpetua giovinezza. disciplinarsi con insolito buon volere e già comincia a di successi. I due Agliati, un avvocato ed un medico, Due artisti eccellenti, l’Anghileri ed il Mattarelli, dar prove di progresso sotto la direzione del maestro l’ intagliatore Anghileri, le signore Stoppani e Gre- morti ambedue innanzi tempo, rivivono in questo museo Raffaele Lucarini. Questo bravo e coltissimo musicista gori, i due droghieri Tacchi e Bertarelli rappresenta­ coi loro capolavori. Insuperabile il primo nell’intaglio riunisce tutte le qualità desiderabili in un capo banda, vano gli attori primari della compagnia. Per le parti del sughero, sotto la direzione dell’ingegnere Bovara la pazienza compresa. — Sarà egli più fortunato degli di secondo rango c’era da scegliere fra un centinaio condusse a fine delle opere stupende. Gli archi, le co­ altri? I primordii promettono. di concorrenti. I più timidi, quelli che non osavano lonne, i capitelli, i ruderi monumentali della antica La musica vocale conta in Lecco parecchi cultori, recitare di persona, prestavano le giubbe o le mobilie Roma, riprodotti in sugherò dall’Anghileri, sviluppano dei quali due, i tenori Ceresa e Ghislanzoni, percor­ di casa, e s’illudevano di esser attori, vedendo le loro un effetto di grandiosità che esalta la fantasia e illude sero la carriera del teatro con sufficiente fortuna. Un gualdrappe strascicate sul palco scenico. Gli scolari lo sguardo. Noi ci sentiamo pigmei dinanzi a queste Ronchi, un Pecoroni ed altri dilettanti appresero a della Confraternita prestavano al Consiglio dei Dieci rovine dell’arte antica. Queste colonne, che appena si cantare di buon metodo per una divinazione dell’istinto. le loro divise bianco-scarlatte. La zimarra del cano­ elevano alla altezza di un metro, schiacciano la nostra Molte leggiadre signorine, e fra le altre la signora con­ nico Monti servì più volte per abbigliare i notai della superbia colle sublimi tradizioni del passato. tessa Fanny Porcia e la giovane moglie del maestro commedia. Giacomo Anghileri non era uscito mai da Lecco, Viscardi, meglio che dilettanti, sono artiste di canto I nostri padri si divertivano, e ciò non impediva e nondimeno, a vedere que’ suoi lavori, nessuno ose­ nel più schietto senso della parola. loro di arrichirsi colla industria e colle speculazioni rebbe dubitare ch’egli non si ispirasse fra i ruderi * commerciali. Oggi, al contrario, molti si sono impo­ grandiosi di Roma. Era un talento divinatore, di quelli * * veriti, annoiandosi orribilmente. che concepiscono il bello ed il grande per una parola, La presente generazione non fu molto incoraggiata Pochi anni sono, si sperò far rivivere i dilettanti per un cenno d’altrui. Conversando coll’ingegnere Bo­ agli slanci sublimi. Al contrario — il commercio non nel nuovo elegante Teatro della Società — ma le eti­ vara, l’Anghileri indovinò Roma, comprese il pensiero cessò mai di ringhiare accanitamente contro gli spiriti chette cittadine si posero di mezzo, e il tentativo andò di un’epoca solenne, il sentimento di un’arte perduta, emancipati. Molte belle voci si spensero tra il fragore fallito. Lecco è oggimai troppo grande città perchè si e di tal modo improntò i suoi lavori del vero carat­ delle incudini; molti nobili ingegni si abbrutirono possa permettere gli ingenui divertimenti della vecchia tere istorico. Questo Anghileri era un gioviale com­ sotto la pressione del clericalismo predominante. — borghesia. pagnone, un arguto motteggiatore, uno di quegli sca­ Difficilmente il filatoio può generare dei poeti e degli Fino all’anno 1869, il teatro non offerse che una pati di buona indole, che tengono viva una popola­ artisti. Se un tale prodigio si avverasse, i padroni serie di venti o venticinque rappresentazioni di opera zione e si fanno amare da tutti. delle officine strozzerebbero il loro piccolo genio con nel mese di ottobre. Qualche volta, di carnevale, un Giacomo Mattarelli, altro degli artefici di Lecco, un’accia di seta. C’è un proverbio, che a Lecco tutti magro assortimento di comici che sbadigliavano la com­ cui si compete il nome di artista, figura nel Museo sanno tradurre, anche i babbi più idioti : Carmina non media alle panche. Tutto ciò poteva essere una di­ del Bovara pel suo modello in legno del Duomo di dant panem. — Questa sentenza, largamente interpre­ strazione, un momentaneo pretesto di ciarle, di dicerie; Milano, opera che gli valse venti anni di studii, di tata, vuol dire che fuori del commercio non c’è via un fragore, una irritazione acustica, un lievito di ero­ lavoro e di tormenti. — L’ industrioso e paziente inta­ di salvezza. tici desideri, un’occasione di amori e di risentimenti, gliatore non fu compensato nè in patria nè altrove. Le piazze e le vie di Lecco brulicano oggigiorno l’origine di una bastonatura, o, peggio, di un matrimo­ — Il monumento giace invenduto, a testimoniare questa di fanciulli vivaci, impertinenti, irrequieti, che dagli nio. — Ma l’arte — parliamoci schiettamente — l’arte desolante verità, che ai tempi nostri l’ ingegno non ha occhi e dal labbro spruzzano faville. Quei fanciulli sa­ non ebbe che fare con quegli spettacoli musicali e fortuna se ad esso non si accompagni una buona dose ranno gli artisti ed i poeti dell’avvenire, a meno che drammatici. di furfanteria. — Il povero Mattarelli, esponendo il il positivismo inesorabile dei babbi o il lenocinio dei Da pochi anni soltanto — dal .1869 — il Teatro di suo Duomo a Milano* e in altre cospicue città dell’Italia preti non li abbrutisca. di Lecco acquistò una rinomanza inaspettata, che assai e dell’estero, non ebbe altro incorraggiamento che gli Oh! i bei tempi della nostra fanciullezza! Trenta difficilmente saprà conservare. Dacché l’illustre maestro sterili elogi della stampa e le esclamazioni più incon­ anni or sono, le scuole di Lecco erano altrettante sale Petrella fece rappresentare su queste scene la sua cludenti di pochi ammiratori. — Fu un vero artista, di flagellazione e i maestri altrettanti aguzzini. I nostri nuova opera I Promessi Sposi, i più distinti composi­ un po’ fiero, un po’ burbero e punto ciarlatano — egli padri, che a lor volta avevano imparato l’abbaco sotto tori d’ Italia fecero a gara nel profferirci le primizie dei raccolse poche gioie e pochi onori dal suo bel talento. lo scudiscio, approvavano quel metodo di insegnamento, loro spartiti. Certo è che il successo ottenuto dal­ Ho accennato ai lavori dell’Anghileri e del Matta­ e, dippiù, prestavano man forte ai maestri, i quali bat­ l’illustre maestro napolitano, e quello che parimenti relli, due artisti di Lecco — e taccio dei buoni quadri, tevano i fanciulli spietatàmente; — i genitori, per rin­ toccò al Braga due anni dopo per merito della sua degli oggetti numismatici, e di parecchie curiosità isto- forzare la lezione, li ribattevano da capo a dose tri­ Reginetta, furono due avvenimenti artistici di qualche riche per cui il museo dell’ingegnere Bovara si rende plicata. importanza. Il buon effetto sortito dalle medesime interessante. — Per descrivere quei capi d’arte, per Non è colle vergate che si educano i genti, nè i opere nelle più cospicue città d’ Italia, mostrò che gli rilevare il loro pregio, per imprimere ad essi una vita, calci, i pugni e le strappate di orecchi giovano assai apprezzamenti del nostro pubblico furono ispirati da non ci vuol meno della briosa eloquenza, della fede a formare il buon gusto. — I nostri coetanei, che ora ottimo gusto. entusiastica di lui, che con tanta pazienza e tanto sono gli uomini di Lecco, furono orribilmente vessati Nelle due stagioni avventurose, in cui apparvero i amore è riuscito a formare quella collezione. L’inge­ dalla educazione. Aggiungasi che a quell’epoca tutti i Promessi Sposi e la Reginetta, il nostro teatro sembrò gnere Bovara, quando descrive il suo Museo, diviene ragazzi, usciti dalle scuole elementari, si mandavano trasformato. Cantanti di cartello, orchestra elettissima affascinante. Per un quadro che vi si affacci, il Bovara al vicino Seminario di Castello, perchè fossero istra­ composta dei più distinti professori del teatro della ve ne richiama altri cento del medesimo autore, o rap­ dati alla carriera ecclesiastica. Si contavano trenta, Scala, decorazioni meglio che decenti, vestiario di una presentanti il medesimo soggetto, sparsi nelle diverse quaranta abatini nel territorio di Lecco; — tutte le fa­ freschezza, di una eleganza irriprovevole. In nessuna gallerie del mondo. — Ciascun capitello si anima per miglie avevano il loro piccolo prelato in gestazione. delle, città ove le due opere vennero riprodotte più narrarvi la storia di una colonna, e la colonna vi de­ Fra i miei coetanei di Lecco è assai difficile trovare tardi, si ebbe mai una esecuzione musicale più accu­ scrive un tempio completo, e il tempio vi narra una un commerciante, un avvocato, un notaio, un con­ rata, nè una messa in scena più splendida. — Vorrà città, e tutta un’epoca dell’arte, tutta una civilizzazione. trabbandiere, il quale non abbia, a’ suoi giovani anni, esso, il nostro piccolo teatro, mantenersi alla sublime Uscendo da quel piccolo Museo, vi sembra di aver indossata la tunica clericale. Conosco anche una mezza altezza cui è salito?... Divenire, come gli augurava visitato, in compagnia di un arguto e sapiente Cicerone, dozzina di padri di famiglia, i quali hanno predicato Filippi, un concorrente, un emulo formidabile del Co­ le città più monumentali dell’Europa. dal pulpito e raccomandato il voto di castità in nome munale di Bologna?..'. Io ne dubito assai. I miei voti Ma il Bovara, che vi ha parlato di tutti, che vi ha di S. Luigi Gonzaga. si limitano a questo solo : che esso non ricada nel­ fatto la storia di tanti artisti, probabilmente ha dimen­ Il collarino e la tunica clericale non si portano l’antica barbarie. ticato sè stesso. — Se volete conoscere l’ingegno di impunemente sull’alba della vita. Il collarino lascia * lui, se volete ammirarlo nelle sue opere più grandiose delle impronte ; la tunica dona al portamento una * * e più originali, vi conviene uscire da Lecco, fare una compostezza, una gravità artifiziosa che arieggia l’ipo­ Fuori del teatro, per trovare un po’ d’arte nella corsa fino a Calolzio, ovvero una traversata di lago crisia. città nostra, bisogna ricorrere ai vecchi magazzeni, fino a Valmadrera. Vedrete due magnifici tempii; più Semel abbas, semper abbas — dice il proverbio. — bisogna sempre rimescolare le opere dei nostri babbi. elegante il primo, più ricco di ornati, più indulgente Studiando gli ex-seminaristi, che in Lecco rappresen­ Tutta Varie di Lecco è rappresentata da un piccolo al gusto dei tempi; l’altro maestoso, severo, di indole tano la gran maggioranza della popolazione, è forza Museo, messo assieme dall’architetto ingegnere Bovara, quasi pagana. — L’ architettura moderna ha dato a convenire che ci è molto di vero in questo latino. Il artista egli pure di elevatissimo ingegno e di gusto poche città delle chiese più grandiose e più semplici seminario fu soppresso ; nella scuola elementare della Numero Unico Illustralo 7 città il metodo di insegnamento si è gradatamente rad­ agita tanta industria e tanta attività. Ogni macchia, dolcito. Bettega, eccellente istruttore, ha deposto il ogni burrone, ogni grotta parrebbero fatti per generare 1 A ntonio B ézzola flagello ed è riuscito a far accettare la grammatica un poeta od un artista. con argomenti più persuasivi. — Cionullameno — Vi è, per chi visita gli ameni dintorni di Lecco, L’autore del monumento che s’innalza oggi mi duole il dirlo — lo spirito della popolazione infino qualche cosa che opprime e' disgusta, ed è lo spirito j al Ghislanzoni è Antonio Bézzola, con studio a ad ora non si è molto rialzato. — La gioventù di di bassa superstizione, che sembra sollevarsi ad ogni Milano in Via S. Marco, N. 26. Egli è uno degli Lecco ha risposto arditamente a tutti gli appelli della tratto dalle case e dai santuari. A Laorca, vi mostre­ uomini più intelligenti, amabili e semplici che si possono incontrare in questo basso mondo ; patria; ha preso parte a tutte le imprese più arrischiate ranno una grotta quasi inaccessibile dove per molti di Garibaldi; ha diviso tutti i trionfi della nazione. Ma proprio uno di quei tipi d’artista e di galan­ anni ha dimorato S. Giovanni Battista. Le stalattiti ed tuomo che tanto piacevano al nostro poeta. E la città non ha mutato fisonomia — gli elementi vec­ altri accidenti del sasso rappresentano il letto, il forno, vedovo, con tre figli. chi hanno ancora il predominio nelle pubbliche ammi­ la piccionaia del santo. Il pavimento porta le impronte Nacque a Campione, sul lago di Lugano, 47 nistrazioni, e nelle piazze, nelle vie, come nell’intimo del suo cavallo, e vi è perfino, in un angoluccio di anni fa; perdette presto il padre, ma, in com­ delle famiglie, si respira un’afa pesante di clericalismo. quell’umido ricovero, la tabacchieria della Madonna, penso, ebbe un vero tesoro di madre. A soli Ci duole di non poter prestar molta fede allo spirito che probabilmente non fece mai uso di tabacco. — tredici anni dovette, per guadagnarsi il pane, religioso dei nostri concittadini. Noi li abbiamo stu­ Bisogna recarsi sul luogo per persuadersi che io non mettersi a far scodelle presso la nota fabbrica diati, noi conosciamo i piccoli sutterfugi degli ex-se­ conto delle panzane. E all’epoca dei bigatti, le buone di terraglie del suo paese: ma vi rimase solo minaristi. Dei babbi che impongono il magro ai figliuoli massaie dei dintorni si recano in pellegrinaggio alla un anno, dopodiché fu condotto a Milano da un suo zio; valente ornatista, presso il quale adat- e il digiuno alle mogli, mentre essi, nascostamente, grotta, coi loro sacchettini di semente rinchiusi nelle all’osteria, smaltiscono i grassi capponi. — In questo tossi per qualche anno in qualità di garzone. In saccoccie, e confidano, per intercessione del santo, seguito, disgustatosi collo zio, lavorò presso il tratto si riepiloga tutto un sistema religioso politico — ottenere una buona raccolta. celebre Magni, guadagnando, non sempre, uno un sistema, che dall’una si trasmette all’altra genera­ Vi hanno strade — quella, per esempio, che da scudo al giorno. Dopo tre anni cominciò a fare zione — e pare non voglia ancora modificarsi. Maggianico conduce a Vercurago — dove alla domenica da sé, coltivando la propria arte di scultore con Fino a quando l’elemento liberale non riesca a passeggiano a drappelli le donne e i fanciulli recitanti vera passione e sommo disinteresse. preponderare, fino a quando non siano scompaginate salmodie ad alta voce, mentre, d’altra parte, dei gio­ le vecchie consorterie dei trafficanti all’ingrasso, Lecco vinetti avvinazzati, uscendo a schiere dalle osterie, avrà sempre le equivoche apparenze e il fare impac­ gridano oscene canzoni. Ad ogni tratto di via si in­ ciato di una piccola famiglia borghese. contrano dipinture sacre, o cappelle mortuarie, o croci Le scuole tecniche da poco istituite promettono un ed iscrizioni funebri, presso le quali dei pitocchi osce­ miglior indirizzo alla educazione della nostra gioventù namente mutilati ostentano le cicatrici ributtanti. Al Negli ultimi anni si apersero asili per l’ infanzia e romitaggio di San Gerolamo si ascende per una scala scuole serali, che indubbiamente concorreranno allo santa di cento gradini ; e le donne, sotto la sferza del scopo civilizzatore. Nel nuovo Casino di Società verrà sole, o sotto un diluvio di pioggia, poggiando le ignude forse ad effettuarsi quell’affratellamento delle indivi­ ginocchia sulle pietre aguzze e taglienti, compiono len­ dualità cittadine, da cui si producono le idee e gli tamente la salita, mormorando ad ogni gradino un entusiasmi di progresso. pater, un ave ed un gloria.... *• Bisogna attraversare questi paesi, bisogna assistere * * a tali spettacoli (e guardarsi bene dal sorridere) per I forastieri, segnatamente gli Inglesi ed i Russi, convincersi che le società dei liberi pensatori hanno si trattengono a Lecco per visitare le località poetiz- ancora molto, moltissimo da lottare prima di conver­ zate dal Manzoni nel suo romanzo I Pi-omessi Sposi. tire l’umanità al vangelo della ragione. Essi cercano in Acquate la casuccia di Renzo e di * Lucia, in Pomerio il palazzotto di don Rodrigo, a * * San Gerolamo, presso Somasca, il castello dell’ Inno­ A due miglia da Lecco, in un paesello ch’ io vi minato ; e in ogni trivio di stradicciuole che presenti consiglio di visitare, non foss’altro per ammirarvi i bei la figura di un ipsilonne vedono rivivere i due bravi dipinti del Luini e di Gaudenzio Ferrari conservati accavalciati al muricciolo, e il buon parroco don Ab­ nella chiesa, si è scoperta pochi anni or sono una bondio che ascende al paesello col breviario alla mano. sorgente di acque minerali sulfuree, efficacissima alla Le tradizioni non suonano abbastanza precise nel de­ guarigione delle erpeti. Il paesello si chiama Barco, e signare il vero scenario dell’immaginoso romanzo. A la sorgente scaturisce da un giogo sovrastante alle ANTONIO BÉZZOLA. Pescarenico esiste tuttavia il convento dove il Man­ case, tutto ombreggiato da antichi castani e costeg­ zoni rinvenne quel nobile ideale di frate, che egli si giato da amene praterie. Di lassù voi godete la vista Il Bézzola nella sua carriera artistica" ha la­ piacque chiamare il padre Cristoforo. Quel paesello, di tutto il territorio, e il vostro sguardo può esten­ vorato moltissimo, ma i guadagni non sono stati or fanno appena trent’anni, presentava ancora la ru­ dersi fino al basso piano di Brivio, dove l’Adda si pari al suo merito. Molti altri scultori, che in confronto di lui sono appena tollerabili, hanno sticità vetusta del medio evo. Oggi, il progresso ha ristringe per sempre ne’ suoi confini. Il municipio di invece trovata propizia la fortuna ed ora po­ aperto una breccia di prosa stradale fra gli umili tu- Barco non ha forse compreso o non ha voluto com­ sano ad autorità dell’arte. Certo il Bézzola non gurii; e i silenzii dei pescatori, così pieni di calma e prendere i vantaggi che potevano conseguirsi in paese, ha raggiunta la fama dei ricchi e dei ciarla­ di poesia, vengono interrotti brutalmente dagli stridori qualora in attiguità della sorgente si fosse eretto uno tani, perchè non ha mai voluto piegare la co­ della locomotiva. Il buon prete di Pescarenico, un santo stabilimento con vasche per bagni e fornito di quei scienza, limosinando e adulando. Ma l’arte, che moderno che farebbe arrossire i santi antichi, tanta è comodi e conforti che allettano del pari i convalescenti non si pesa come la seta, nè si giudica dai fra­ in lui la semplicità dei costumi e la sublime spensie­ ed i sani. Lo stabilimento che ora esiste non è tale cassi, può vantarsi d’annoverarlo tra suoi cultori ratezza della carità, passeggia ora sotto i portici del da soddisfare alle esigenze di chi brama intraprendere più fidi e valenti. Ne fanno fede le tre splen­ convento recitando della miglior fede il suo uffizio, o una cura. Cionullameno, ogni anno, i malati vi si pre­ dide statue: Parini, la Traviata e l’Idolo, i cui fantasticando dei romanzi e dei versi. L’ ideale del sentano all’epoca fissa; e, diciamolo ad omaggio del modelli in gesso si ammirano nel suo studio, nonché i monumenti a Giulio Rossi ed a Bel- buon prete palpita e vive sotto quella tunica nera e vero, se non soddisfattissimi dei comodi locali, essi par­ lotti-Bon eretti nel massimo cimitero di Mi­ sdruscita; ma egli forse non avrà la fortuna, di tro­ tono guariti. lano. Parecchi ritratti e varie originalissime vare un Manzoni che lo illustri, e morirà nell’oblìo. Ma la ferrovia Monza-Calolzio, che verrà ad inau­ statuette confermano il suo alto valore. Frattanto gli Inglesi e i Russi non cesseranno di vi­ gurarsi nel prossimo autunno, è destinata ad esercitare Anche il busto al Ghislanzoni, col suo bel­ sitare con riverenza ed affetto la cella del padre Cri­ sul circondario di Lecco una influenza, che in pochi lissimo basamento di stile semplice ma nuovo, stoforo, che forse non ha mai esistito. anni potrà chiamarsi una totale trasformazione. dimostra nel Bézzola una vera tempra d’artista, Alessandro Manzoni, in età giovanissima, veniva Coll’attivazione della nuova linea, Lecco diverrà un meritevole dell’approvazione di tutti coloro che a passare le sue vacanze autunnali in un palazzotto sobborgo di Milano. I buontemponi milanesi, che nella l’arte sanno e comprendono.... a poca distanza da Lecco che era di sua proprietà. Den­ buona stagione eran usi pranzare alla Maglietta, all 'Isola tro quelle sale, e nei mesti viali del giardino, il grande Bella od all 'Oppio, credete voi che non troveranno poeta deve aver naturalmente ideato il suo sublime più comodo, più allegro, più salubre prolungare la romanzo. Nell’anno 1869 l’illustre maestro Petrella, in loro gita fino all’albergo del..... o della....? Non fac­ R e s o c o n t o G e n e r a l e questo medesimo luogo, compose la musica dei Pro­ ciamo nomi di alberghi- o di trattorie — a Lecco se messi Sposi. — Quel palazzo, che sorge sulla riva del ne trovano a centinaia — di fama antichissima, senza delle onoranze tributate ad A. GHISLANZONI Caldoue e porta il nome di Caleotto, merita dunque, contare i nuovi e già famosi che stanno per sorgere. A più che altro, di fermare l’attenzione dei forastieri. Vengano.... i meneghini!... Essi dovranno confessare j| on appena giunse a Lecco la dolorosa che anche qui si mangia bene e pulito.... Non fosse * notizia della morte del poeta, sorse * * altro, si respira meglio che a Milano e meglio si di­ N immediata e spontanea l’idea, tra suoi La vallata che ascende verso Ballabio, popolata di gerisce. | più intimi e fidi amici, di tributare case e di officine, offre tale varietà di prospettiva, che | - —y----all’illustre estinto onoranze degne de’ suoi meriti grandi e reali. Anzitutto si pensò un pittore od un poeta, ad ogni svolto di via, è co­ a trasportare la salma da Caprino Bergamasco stretto ad arrestarsi. Per gustare quelle bellezze di Era nostro desiderio ornare questo Numero con una a Lecco, e tosto si aprì una sottoscrizione per dettaglio, bisogna percorrere il vasto territorio colla fotoincisione del monumento che oggi Lecco inaugura provvedere al trasporto stesso ed ai funerali scorta di persone pratiche. Gli abitanti di Lecco, ad all'autore degli Artisti da teatro, al poeta dell’ Aida, al da farsi in Lecco. Questa sottoscrizione, solleci­ eccezione di pochissimi, ignorano ciò che ad ogni redattore del Capriccio ; ma non ci fu possibile, perchè tata dai signori Cermenati prof. Mario e Chiesa passo può offrire di incantevole e di meraviglioso quel i lavori del monumento stesso poterono essere ultimati Mauro, diede, in soli due giorni, la somma oc- labirinto di promontorii, di fiumi e di case, dove si solo jersera. ! corrente, ed i funerali, mercè eziandio la pre- s I^ecco e JLntonio Ohisla_riz;orLÌ

stazione del locale Municipio, riuscirono davvero terza, infine, verrà dato l’elenco sulla Cronaca Deputato Scalini dott. Enrico, idem — Caldara Monti solenni ed imponenti. di sabato venturo, ove figurerà eziandio il bi­ avv. Paolo, idem — Rossi ing. Agostino, idem — Ca- Contemporaneamente a queste pratiche emi­ lancio generale, coll’ indicazione particolareg­ gnola nob. Costanzo, idem — Gatti avv. Giuseppe, nentemente doverose, si pensò ad un busto da giata delle spese. La sottoscrizione più impor­ idem — Deputato Cambiasi Pompeo, idem — Senatore innalzarsi al poeta in luogo pubblico della sua tante fu quella pel busto ed in omaggio alla Scalini avv. Gaetano, idem — Gadda avv. Enrico, idem - Resinelli dott. Giuseppe, idem - Lecco — Ditta m assima unicuique suum sarà bene ricordare in città natale, e si destinò a tale scopo, come Airoldi Giuseppe - Lecco — Giambelli Giuseppe - Lecco primo fondo, il soppravvanzo della sottoscri­ questo giorno il nome degli offerenti, riepilo­ - Rapisardi prof. Mario - Catania — Malugani Anto­ zione fatta pei funerali. Così, all’indomani delle gando le varie liste già portate di pubblica ra­ nio - Lecco — Corti Antonio fu Ignazio - Lecco — esequie, fu aperta una seconda sottoscrizione, gione : Bellingardi Luigi - Lecco — Gamba Achille - Braila diretta appunto a raccogliere la somma neces­ Comune di Lecco ù) L. 500. — Maestro Giuseppe - Vassena Francesco - Lecco — Tornaghi A. - Sam- saria per erigere un busto al compianto uomo. Verdi - Busseto L. 200. — Parziale beneficio della pierdarena — Bertarelli Giovanni - Lecco — Cima I promotori della cosa costituironsi senz’altro Serata del 19 Settembre al Teatro Sociale di Lecco Paolo - Lecco. in Comitato, il quale riuscì composto dai signori: coll’opera Aida L. 120.— Raccolte al banchetto alpi­ L. s • Vecchio prof. Angelo, Pavia - Beretta Rinaldo, Pozzi avv. Ernesto, Fontana Ferdinando, Cer- nistico (Sezione di Lecco del C. A. I.) dell’ 8 ottobre Lecco - De Toma Carlo e C., Lecco - Finzi Ugo, menati prof. Mario, Chiesa Mauro, Cermenati nell’albergo Davide a Maggianico, nel caffè delle Due Milano - Manfredi avv. Lucilio, Milano - Tortima dottor Ulisse e Baruffaldi Luciano, e si denominò: Co­ Colonne e nell’albergo Mazzoleni a Lecco, col con­ Francesco, San Giovanni - Gola conte E., pittore, mitato per l’erezione di un bitsto ad A. Gliislanzoni corso dei rispettivi proprietari, L. 100. Milano - Barberini Giuseppe, Milano - Maestro Cesare Offrirono ciascuno L. zoo: Cermenati prof. Mario Dall’Olio, Bologna - Veronese Rodolfo, Lecco - Bigatti in Lecco. — Lecco — Cermenati Ulisse - Lecco — Tubi com- Pietro, Lecco - Gianfranceschi ing. Vittorio, Lecco - Prima e capitale deliberazione del Comitato mendator dott. Graziano - Lecco — Maestro Carlos Schejola Cesare, Milano - Editore Hoepli comm. Ulrico, fu che il busto si dovesse compiere ed inaugu­ Gomes - Chicago. Milano • Nava Mario, Lecco - Mattarelli Giacomo, Lecco rare nel corso stesso di quest’anno. Per ciò ñire L. so: Pozzi avv. Ernesto - Lecco — Fontana Fer­ - Gilardi rag. Attilio, Lecco - Colombo Carlo, Lecco - occorreva sfuggire tutti quei procedimenti bu­ dinando - Lecco — Maestro - Milano Moriini dott Arturo, Lecco - Deputato Merzario pro­ rocratici che richiedono tempo e creano osta­ — Deputato Lodovico Gavazzi - Lecco —- Prandoni fessore Giuseppe, Asso - Confalonieri avv. Giovanni, coli, e schivare tutte quelle spese accessorie Francesco - Maggianico — Testori dott. Carlo - Lecco. Sindaco di Como - Deputato Adamoli comm. Giulio, che sono un salasso non indifferente pei fondi L. 40 : Ditta Ricordi e C. - Milano — Sonzogno consigliere provinciale, Como - Franchi ing. Giuseppe, raccolti. Ecco perchè il Comitato non credette Edoardo - Milano. idem - Maurizio Jung, idem - Luigi De-Rossi, idem - L. so : Borgazzi contessa Anna - Milano — Giornale Silo dott. Bernardo, idem - Angelo Lucchini, idem - opportuno aggregarsi altri membri, nè differen­ Corriere dèlia Sera - Milano — Editore Treves Emi­ Grilloni avv. Mario, idem - Zerbi Giulio, idem - Co­ ziare con cariche speciali i singoli componenti, lio - Milano — Vaisecchi Battista - Lecco — Mon- lombo ing. Gaetano, idem - Cesare Novi, idem - Mar- nè affermarsi ufficialmente con inutili spese di teggia Carlo, letterato - Milano —• Piloni Antonio - garitella ing. G., idem - Luini cav. avv. nob. Carlo, cancelleria e di posta. Fu insomma un vero Lecco —■ Ghislanzoni Enrico - Lecco — Cornelio idem - Pedoja ing. Gaudenzio, idem - Rienti ing. Fi­ comitato democratico ed economico, diverso dai cav. dott. Francesco - Lecco. lippo, idem - Del Pero avv. Melchiorre, idem - Corbetta centomila comitati ufficiali ed ambiziosi che in­ L 2s; Chiesa Mauro - Lecco — Baruffaldi Luciano cav. Alberto, idem - Cetti avv. Giuseppe, idem - Bru- festano l’Italia, e perfettamente consono alle — Lecco —- Favini avv. Gaetano - Milano — Senatore nati avv. Bruno, idem - Lanzavecchia avv. Edoardo, idee nutrite dal povero Ghislanzoni. Con poche Achille Polii - Colico — Invernizzi Giuseppe detto idem - Senatore Speroni ing. Giuseppe, idem - Gilar- lettere e con poche parole agli amici, agli am­ Davide - Maggianico — Ghislanzoni cav. rag. Guido, doni avv. Enea, idem, Bellagio - Agliati dott. Gaetano, sindaco - Lecco — Famiglia Orio Bernardino - Lecco S. Giovanni - Paolo rag. Staurenghi, Barzio - Carabelli miratori ed ai concittadini del compianto poeta, — Cassina Attilio - Bergamo — Sezione lecchese del Paolo, Lecco - Sangiorgi rag Mario, Lecco - Bettini fioccarono in breve tempo le offerte, e certo la Club Alpino Italiano — Ernesto Teodoro Moneta, Francesco, Lecco - Pozzi Vittorio, Lecco - Bonelli Gio­ sollecitudine delle sottoscrizioni dipese in gran direttore del Secolo - Milano — Pozzi Celestino - Lecco vanni, Lecco - Milani Luca, Lecco - Ditta Fratelli Grassi, parte dalla semplicità delle richieste. — Teresina Brambilla ved. Ponchielli - Milano. Lecco - Bonacina Luigi, Lecco - Binaghi Ernesto, Lecco Quanto alla scelta dell’artista cui affidare L. 20: Coniugi Maria e prof. G. B. Barboro - Lecco - Beretta Giovanni, Lecco - Silva Francesco, Lecco - l’esecuzione del busto, il Comitato tenne un — Editore Emilio Quadrio - Sondrio — Deputato Butti rag Gaetano, Parè - Torri rag. Antonio, Lecco - procedimento del pari semplice e sollecito. Non conte Carlo Lochis - Bergamo — Salvatore Farina, Corti Domenico, Lecco - Redaelli Oscarre, Lecco - si fece il solito concorso, ed è naturale; chi letterato - Milano — Conte Paolino Vimercati Sozzi Resinelli Paolo, Lecco - Anghiléri Giuseppe, Lecco - avrebbe affrontate le formalità — spesso ipo­ — Caprino Bergamasco —• Ernesto rag. Paleari - Milano Signorelli Alessandro, Lecco - Conti rag. Pietro, Lecco — Carizzoni comm. Gaspare, consigliere provinciale - - Rappi prof. Giuseppe, Lecco - Viganò Carlo sindaco, crite -- di un concorso per un opera di così Como — Romagnoli cav. Arturo, consigliere provin­ Valmadrera - Corti avv. Enrico, Lecco - Corbetta Giu­ poca entità? Gli artisti migliori nò certamente, ciale - Como — Crivelli Serbelloni conte Giusep. - Como seppe, Lecco - Orio Riccardo, Lecco - Cima Felice, e la turba dei mediocri avrebbe reso impossi­ Maestro Vittorio Baravalle - Torino — Pisani Dossi Lecco - Giornale II Cacciatore delle Alpi, Varese - bile la scelta, tanto più che questa, trattandosi dott. Alberto, Ministro d’ Italia in Colombia — Gior- Guscetti cav Emilio, Milano - Locatelli Giovanni, Lecco d’un busto, del quale è prerogativa essenziale getti ing. Giuseppe - Lecco — Somaini e Rigoli, av­ - Locatelli Vittorio, Ballabio - Castelli Carlo, Lecco - la somiglianza, non si sarebbe potuta fissare so­ vocati - Lecco — Scatti Tommaso - Pontida — Re- Agnoletto Arcangelo, Lecco - Tornaghi dott. Ulderico, vra un sémplice bozzetto. Uno scultore amico, daelli Ezechiele - Malavedo — Redaelli Costante - Lecco - Ronchi Gio Batta, Lecco - Schiavio Giuseppe, entusiasta del Ghislanzoni, di meriti artistici Malavedo — .Ongania Edoardo - Lecco — Famiglia Gorla di Veleso - Vaisecchi Giuseppe fu Fortunato, Ongania fu Giacomo - Lecco — Mattarelli Giulio - Lecco - Azzoni Ernesto, Lecco - Torri-Tarelli ing. To­ superiori ed incontrastabili, pronto a compier Lecco — Ripamonti Giuseppe - Lecco — Deputato maso, Mandello - Binaghi Luigi Norwich - Pini pro­ l’opera per un prezzo di vero favore, ecco Rossi avv. Luigi - Milano — Pantaleoni Romilda, ar­ fessore Carlo, Lecco - Prof sac. Gattoni, Varese - quanto occorreva al Comitato, e questo scul­ tista di canto - Milano — Mangili E. - Milano — Nava Maestro Pantaleoni Alceo, Milano - Ghislanzoni Azeglio, tore non poteva essere altrimenti se non il Bèz- Pietro ed Angelo - Lecco — De Lugo nob. Alessan­ Valmadrera - Vergottini Carlo, Lecco - Airoldi Luigi, zola di Milano, il quale, assumendosi, con genti­ dro - Milano — Gamba Ernesto - Cardiff. Lecco - Mazzoleni Giuseppe fu Giosuè, Lecco - Car­ lissima accondiscendenza, il delicato compito, lo L. is : Famiglia Bolis, Laorca. nevali Antonio, Acquate - Bignami prof. Vespasiano, condusse a termine con vero disinteresse, tutto L. io: Steffenoni Mina ed Elisa - Caprino Berga­ Milano - Monti Pasquale, Pescarenico - Gilardi Anto­ masco —■ Tomolo prof. Antonio - Lecco — Marco nio, Lecco - Armenise Raffaele, pittore, Milano - Vicini innamorato del personaggio che le sue mani fa­ Antonio, Lecco - Bodega Giovanni, Lecco - Monti cevano rivivere dalla creta. Praga, letterato - Milano — A. L. Villari, letterato - Napoli — Maestro Giacomo Puccini - Livorno — Re­ Luigi Lecco - Manzoni nob Alessandro, Lecco - Ma- Non restava, per ultimo, che da provvedere daelli Riccardo Guido - Genova — Dep ' Conti Emilio pelli Luigi, Castello - Chiesa Francesco, Lecco - Weis al piedestallo pel busto ed alla località per il Milano — Moriini Riccardo e consorte - Lecco ■— Oidi L., Milano - Spreafico prof rag. Giovanni, Roma - collocamento. Pel piedestallo si decise di sce­ avv. Arnoldo - Lecco — Spini avv. cav. nob. Bartolo­ Zamperini rag. Francesco, Lecco - Rusconi Carlo, gliere la famosa sienite della Balma sopra Biella, meo - Lecco — Giovanni Verga, letterato - Milano — Lecco - Stoppani Luigi fu G. M , Lecco - Rusconi e l’esecuzione, su disegno del Bèzzola, venne Mauri Cesare - Lecco — Falle Giorgio - Malavedo — Luigi, Lecco - Pedrazzi ing. Guido, Lecco - Redaelli affidata alla rinomata ditta cav. Bianco Giovanni Ciceri Luigi - Valmadrera — Fratelli Ghislanzoni fu Giuseppe, Lecco - Albani Cesira, Lecco - Gattinoni di colà. Tale sienite, opportunamente lavorata, Gaetano - Lecco — Rota Angelo, tipografo - Lecco Carlo, Lecco - Filoni nob Pietro, Lecco - Maino av­ è di un effetto splendido, che s’addice assai bene — Calchi Novati Celestina - Milano— Beretta Teresa vocato Giovanni, Milano - Moretti dott Angelo, Gal- e Giovannina - Lecco — Mojoli Odille - Lecco — biate - Cornelio Angelo Maria, Milano - Cornelio Cec- ai lavori in bronzo; dura come i porfidi, supera Senatore Tullo Massarani - Milano — Gattinoni Achille china e Camilla, Lecco - Fontana prof. Carlo, Castello in bellezza i migliori graniti, dei quali è d’al­ — Lecco — Ditta Malugani Giovanni - Lecco — Curò Valsolda - Rusconi Giuseppe, San Giovanni - Cima tronde troppo comune l’uso, sino nelle opere ing. Antonio - Bergamo — Sezione bergamasca del Antonio, Lecco - Fumel Arturo, Milano - Redaelli Al­ più vili, come i paracarri ed i lastricati. Era Club Alpino Italiano — Rusconi Costante - Lecco fredo, Rancio - Corsi Antonio, Castello sopra, Lecco quindi necessario, trattandosi d’un monumento — Moriini Antonio - Lecco — Nava dott. G. B., no­ - Frigerio Giuseppe, Lecco - Corti Angelo, Lecco - di proporzioni modeste, di usare almeno una taio - Lecco — Manzoni Francesco - Maggianico — Mattarelli Paolo, Torino - Chierici ing. prof. Pierfran- pietra che alla novità unisse la bellezza ed il Fiocchi Giulio - Lecco — Huonder Luigi - Lecco — cesco, Lecco - Mauri Giacomo, Lecco - Cermenati At­ Maestro Cagnoni Antonio - Bergamo — De Angeli tilio e Rinaldo, Lecco - Bolla Rinaldo, Lecco - Corti valore. Per la località poi nessuna area pub­ Antonio fu Carlo, Lecco - Decapitatili Salvatore, Lecco blica della città poteva meglio prestarsi del­ comm. Ernesto - Milano — Maestro Nicolò Massa - Genova — Maestro Andrea Gnaga - Lecco — Orse- - Mino ing. Ferdinando, Lecco. l’aiuola centrale sulla piazza della Stazione, che nigo Michele - Lecco — Gonnelli-Cioni prof. Antonio . L. 4: Prof. Albanello Domenico, Lecco. il Comitato scelse ed il Municipio accordò. — Vercurago — Ditta Pasquale Baggioli - Lecco — L j : Gilardi Angelo, Lecco - Cernuschi ing. Paolo, A completare infine le onoranze, il Comitato, Maggi Paolo - Parè — Tocchetti Filippo - Lecco — Como - Vercelloni Giuseppe, Lecco - Pigazzini Celeste, ottenuto il gentile permesso dai proprietari eredi Ongania ing. Giuseppe - Lecco — Conte Silva - Ca­ Lecco. del signor Giacomo Ongania, collocò anche una stello sopra Lecco — Gattinoni ing. Enrico - Lecco L. 2: Cornelio Pietro, Lecco - Rusconi Giacomo, lapide commemorativa sulla casa ove nacque — Monti Luigi - Chiavenna — Camozzi-Vertova conte Lecco - Bianchi Tito, Lecco - Beltramini Paolo, Lecco il poeta; ed allo scopo di raccogliere i danari Gabriele - Bergamo — Gilardi avv. Giacomo - Lecco - Deputato Faldella Giovanni, Saluggia - Azzoni Luigi occorrenti per la festa inaugurale apri una terza _ Badoni ing. Arrigo - Castello sopra Lecco — Sala Lecco - Angelo Bettini, Lecco - Secchi Agostino, Lecco sottoscrizione, facilitandola con un premio da dott. Gio. Batta - Castello sopra Lecco — Corsi - Gandola Angelo, Lecco - Franchi rag. prof. Michele, Felice - Lecco — Gatti Stefano - Milano — Giovanni Lecco - Sandionigi Giuseppe, Lecco - Cima Aronne, sorteggiarsi fra i partecipanti. A premio fu dato Huber - Bergamo — Cornelio Carlo fu Pietro - Lecco il gran vaso giapponese che il Ghislanzoni Lecco - Saverio Giovanni, Lecco - Bortolo Bartesaghi, — Bertarelli Bernardo - Lecco — Albertini Vittore - Lecco. aveva vinto nel passato inverno, fra seicento e Lecco — Pavia avv. Angelo, consigliere provinciale più concorrenti, alla gara poetica di traduzione — Como — Carcano comm. ing. nob. Carlo, idem. — L. 1,50: Colombo Giovanni, Lecco - L. 1 : Frigerio d’alcuni versi del Tennyson, indetta dal gior­ G. B , Lecco - Spini Giuseppe, Lecco - Morganti Alessandro, Lecco - Ripamonti Giuseppe detto Folatt, nale di Milano il Corriere della Sera. (1) Oltrecchò ¡il Municipio ili Lecco, il Comitato scrisse a quelli ili Caprino e ili Maggianico, pregandoli del loro concorso. Dal Introbio - Tosi, Pavia - Fighetti, Lecco. In riassunto furono tre le sottoscrizioni fatte: primo non si ebbe manco risposta; dal secondo si ebbe una lettera, Cent, so: Visetti Alessandro, Lecco. firmata dal sindaco, che lasciava sperare un sussidio, ma poscia pei funerali, pel busto e pel vaso. Della prima il Consiglio Comunale votò negativamente. Così i due Cornimi, che fu dato l’elenco nel giornale lecchese La Cro­ tanto debbono al povero Ghislanzoni, non sono rappresentati ne­ anche per un quattrino nel monumento al poeta. naca, numero del 29 luglio 1893. Della seconda Il municipio di Lecco concorso inoltre finanziariamente nei fu­ Compilato e pubblicato a cura ed a spase si pubblicarono man mano i risultati sullo stesso nerali di Caprino e di Lecco, concesse gratuitamente il posto per la salma nella cappella centrale del cimitero, e deliberò di dare il giornale con un totale di diciassette liste. Della nome del poeta ad una via ed al ginnasio comunale. del Comitato pel Busto.

L e c c o - 1893 — t ip o g r a f ia e c a r t o l e r ia A. R o t a .

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