Lecco E Antonio Ghislanzoni — ------+------Humero Unico Illurstrato

Lecco E Antonio Ghislanzoni — ------+------Humero Unico Illurstrato

Ivecco, 19 Kov'em'bre 1893 Lecco e Antonio Ghislanzoni — ------------------------ +--------------------------- Humero Unico Illurstrato schezza, per l’onestà grande che ne traspirano. Esso I repressi cachinni. Ospite assidua, Fra noi respiri la gaiezza; scoppino A n t o n io G h is l a n z o n i è intitolato: Epistola al doti. L. V. — Dice: Gli epigrammi, i bei motti, le facezie, .... dai circoli Gli aneddoti giocondi, e in noi riflettasi L ’ilarità di tu tti......... A n t o n io G h is l a n z o n i è morto a quasi 70 Dei pusilli gaudenti, ove si biascica La nenia eterna del quieto vivere, 4 Così: anni, ma non era vecchio. — Tuttavia il Nè dai cupi, frementi conciliaboli, Gli odi e i rancor svaniscono; si appianano segreto della sua perenne giovinezza egli Ove ringbian tribuni e arrutfapopoli, I più tetri cipigli; e dell’innocuo non avrebbe potuto venderlo a nessuno, poi- Il verbo io presi mai. Prostrarmi agli idoli Lepor le donne amabilmente ridono ! A Non seppi. Liberal, volli esser libero! !______ chè consisteva appunto in ciò che egli non E sì libero fui, cbe, al breve svolgersi Il quadro è bello e Antonio Ghislanzoni l’ha rea­ volle mai vendere: la Coscienza. Di quattro o cinque mesi, in abbominio lizzato. E, nella quiete della campagna, egli continuò Venni ai rossi ed ai bianchi! Esordì col farsi dispensare dal seminario, dove non a lavorare indefessamente. Oltre i molti libretti che Allora egli sentì andavano naturalmente a genio certe sue arditezze di .... dentro l’interlinea egli compose — credo sian circa So ! ! — dal suo romi­ carattere. — Mandato a Pavia per studiarvi medicina, In gerghi irosi disciogliersi il fegato ; taggio lanciò raccolte d’epigrammi degni di Marziale, dopo un anno, scopertasi nell’ugola una eccellente e, lasciati al loro mestiere, coloro che avrebbero vo­ e novelle di brio tutto italiano, come la Contessa di voce di baritono, lasciò l’ università per l’arte del luto trattenerlo : Carolystria, e romanzi fantastici e umoristici di de­ canto. Debuttò splendidamente ; ma il 48 so­ scrizioni dell’avvenire, come 1’Abrakadabra, praggiunse; ed egli, da buon patriota, ab­ che, se di scrittore d’oltralpe, avrebbe avuto bandonò tosto il palcoscenico per la rivolu­ quel gran successo che ottenne il romanzo zione. Esule in Isvizzera nell’agosto trista­ del Bellamy, venuto dieci anni dopo !... Ma mente memorabile di quell’anno, vi rimase è ve2zo italiano il non tener conto degli in­ ben poco, poiché tornò in patria e pellegrinò gegni italiani, e il cadere in supina ammira­ verso Roma, ansioso di prender parte, sotto zione solo per quanto viene di fuori! gli ordini di Garibaldi, alla gloriosa difesa Pubblicato oltralpe, due soli capitoli del- di quella città. Arrestato alle porte di Roma 1’Abrakadabra sarebbero bastati a dare al dalle milizie francesi, fu mandato in Corsica suo autore gloria mondiale e fortuna; cioè prigioniero. Di là, dopo parecchi mesi, potè quel capitolo in cui l’autore, — con un sim­ ripartire e riprendere finalmente in Francia bolo degno dei più grandi poeti — insegna, la carriera artistica; ma una bronchite vio­ nella creazione spontanea dell’ uomo adulto, lenta gliela troncò. Tornato a Milano, un come errino coloro, i quali vorrebbero di giorno, indignato per certe ingiustizie che punt’in bianco mutare la società, che soltanto si commettevano da taluni in fatto d’arte, d’età in età, grado per grado, come nella mandò un articolo a un giornale della città. vita dell’ uomo, si perfeziona. Quell’articolo ebbe un’eco in tutte le coscienze oneste; e lo stile brioso, chiaro, tagliente, le * * immagini vive e piene di colore che adorna­ La sua vita avventurosa gli aveva dato vano quella pagina, fecero esclamare a tutti molta materia da scrivere, ma gliene restava (con meraviglia di chi l’aveva dettata): « Ma una miniera inesauribile per conversare. Po­ qui c’ è l’unghia d’un grande scrittore! » tevate stare con lui dei mesi, far vita co­ Allora cominciò per lui quel periodo di mune con lui, — e non passava giorno senza attività intellettuale, che lo rese tanto popo­ che egli non vi raccontasse una barzelletta lare e ammirato. Romanzi, novelle, versi, nuova. appendici ed articoli per molti giornali : fu Eppure Antonio Ghislanzoni non aveva un lavoro assiduo di vent’anni circa. Diret­ uno dei così detti temperamenti allegri; chi tore ricercato di parecchi periodici ; collabo­ non lo conosceva molto da vicino poteva ratore del coreografo Rota, col quale si recò giudicare di lui erroneamente; tanto erro­ a Parigi verso la fine del 57 ; librettista di neamente da supporlo sventato, scialacqua­ cartello, egli tenne uno dei primi posti nella tore, gaio fino alla buffoneria. Antonio Ghi­ letteratura italiana. Volle persino diventar slanzoni non era che uno spirito insubor­ impresario e, caso raro, fu impresario onesto dinato e insofferente delle tirannie sociali, e fortunato ! piccole o grandi che siano ; di temperamento Antonio Ghislanzoni,. non ancora cinquan­ era serio e melanconico, poiché la serietà tenne, poteva proprio dire di aver vissuto della vita consiste appunto nel non piegare e scritto in tutti i modi e in tutti i generi ; il collo alle scempie abitudini del mondo, come nella vita, il suo temperamento si rive­ bensì nell’emanciparsene. lava nella varietà della sua produzione lette­ Ho già detto che l’umorismo in lui, scrit­ raria; ma la produzione letteraria, nella quäle tore, non era che un derivato dell’onestà; egli resterà senza dubbio senza rivali per ANTONIO GHiSLANZÓNI lo era del pari in lui uomo. In compagnia (Fotografia, dèi signor Ahturo F dmel di Milano, eseguita nel 1890). gran tempo, e della quale egli più si com­ della gente buona e intelligente egli era, in piacque, fu la satira. Le pagine migliori del suo romanzo Ruffiani, spie e ciurmadori in maschera fatti, esilarantissimo; messo con qualche sciocco o con Da Catoni, o da Bruti.... Gli artisti da teatro sono quelle in cui egli schizza e qualche perverso, lo si vedeva diventar chiuso, taci­ si ritirò in campagna. dipinge le macchiette multiformi di quel mondo a parte turno, torvo, quasi selvaggio. Sciocchi e perversi che sono i commedianti e i cantori, quando viaggiano, .... Merlo spennato ai liberi Miei monti ricovrai; di nuovo ossigeno detestava ; ma forse più i primi dei secondi se forniti quando invidiano, quando trionfano e quando sono fi­ Il polmon ritemprato, oggi, dal vertice di ingegno « poiché di questi » diceva « bado a schiati. Satire sono anche tutti gli altri libri di minor Alla bassa cloaca io guardo, e zuffolo difendermi io, di quelli non saprei come. » Fedele Allegramente.... mole, che pubblicò dappoi : Il libro allegro, Il libro .... Plauda chi vuole o strepiti nell’amicizia, vi era altresì esigente. Godette, fino a bizzarro, Il libro segreto, ecc. Di rabbiose invettive; io so qual termine quando lo colse la nefrite, di ottima salute; eppure Ma il suo, fra i molti generi di satira, è il più sim­ Avrà la farsa ! — Al sinecura, al ciondolo, si diceva malato, o, piuttosto, affetto di tutte le ma­ Al lauto appalto, al grasso impiego mirano patico. Non già perchè vi manchi la nota biliosa, degna Quei che belan sommessi e quei che latrano ! lattie di cui udiva parlare. Ci teneva alle sue appa­ del galantuomo che è obbligato a sentirsi impilacche- Gli schietti e i buoni dalla mischia ignobile renze giovanili, ma non le metteva in evidenza. An­ Si ritraggon sdegnosi: e solitario rare da certe brutture e se ne indigna, ma perchè, in Quegli ascende la balza e canta ai vertici dava soggetto a strane intermittenze di generosità e generale, tende più ad allargare i precordi che a strin­ Le divine utopie; questi le libere di avarizia ; ma questa gli costava più di quella, perchè, gere il borsellino del fiele. L’ umorismo in Antonio Idee fischiate dall’ottuso secolo allorché si accorgeva di essere stato avaro di un Fida nell'orto alle cipolle e ai rapani. Ghislanzoni è come il fiore della sua onestà; il giorno soldo, egli ne spendeva due per correggersi, mentre, La chiusa è un gioiello: in cui egli capì di non poter più vivere al contatto allorché spendeva un soldo dippiù, rifletteva a rispar­ .... Dismorbiamo l'aere, di certuni, piuttostochè mutare il cachinno in ghigno, Caro dottore, e intorno a noi si dissipi miare.... per correggersi ancora !... andò a vivere solitario in campagna. Il reo miasma che ne investe. Giovani Osservatore profondo, scrittore di primo ordine, Ci rifarem. — Schiudiam la casa ai lepidi Il suo Saluto al mondo è uno dei più bei capitoli Amici; suoni di festose musiche filosofo in pratica, lirico, satirico, romanziere, celebre in versi che io abbia letto, per la dignità, per la fre­ Il salottino, e più chiassosi irrompano in Italia e fuori (molti dei suoi scritti furon tradotti 2 X^ecco e A n t o n i o Oliislan^oni in francese, in spagnuolo, in tedesco) Antonio Ghi- teatrale costume di Ezio, colla daga alla cintura e il teatri della provincia. Le rappresentazioni della mia slanzoni, in questi tempi di ciarlatani e di gente di­ grand’elmo a cresta rossa sulla testa. truppa, costituita di circa 30 artisti di canto e di sposta a vender la coscienza per un gingillo o per Nel carnevale seguente (anno 1848) la rivoluzione suono, cominciarono a Poitiers e si chiusero a Li- una pensione, poteva viver ricco, posare a semidio. mi colse a Piacenza malato. Nel libro che si intitola: moges. Fu una campagna che durò quattro o cinque Preferì vivere modestamente, semplicemente; mite, Memorie politiche di un baritono, ho narrato le strane mesi — e quante peripezie! quanti disgusti! quante affabile, amico dei deboli, degli umili, dei bambini, peripezie che mi travolsero fino al carnevale dell’anno lotte! — Ne uscii netto con un guadagno di circa dei fiori, della santa natura.

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