Aspetti Ecologici, Biologici E Gestionali in Friuli Venezia Giulia*
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LA VOLPE Aspetti ecologici, biologici e gestionali in Friuli Venezia Giulia* Dario Colombi1, Flavio Roppa2, Franco Mutinelli3, Massimo Zanetti1 1 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Ufficio Studi Faunistici 2 Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Scienze della Vita 3 Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - Centro di Referenza Nazionale per la Rabbia ulpes vulpes (Volpe rossa o Volpe) è un canide dotato di e adattabile al mondo. Il suo areale (figura 1) comprende l’Europa, grande capacità di adattamento, in grado di sopravvivere parte dell’Asia continentale, il Giappone, l’Africa settentrionale nelle più svariate condizioni ambientali e di sfruttare le e il Nord America, mentre in Australia è stata introdotta. Sono V più disparate fonti alimentari. Queste caratteristiche state individuate più di 40 sottospecie, due delle quali presenti in l’hanno resa nell’immaginario collettivo simbolo di astuzia e Italia: Vulpes vulpes crucigera diffusa in tutta l’area peninsulare furbizia e su di lei si sono tramandate molte storie a cavallo tra e in Sicilia e Vulpes vulpes ichnusae endemica della Sardegna. leggenda e realtà. Sul territorio nazionale si distribuisce in maniera continua, ma Il rapporto tra uomo e Volpe è da sempre molto conflittuale. Se con densità eterogenee. Non è presente sulle isole minori, mentre da un lato, infatti, questa specie svolge un importante ruolo nel vi è stata una ricolonizzazione recente delle aree pianeggianti contenere le popolazioni di piccoli roditori, che costituiscono caratterizzate da agricoltura intensiva. In Friuli Venezia Giulia buona parte della sua dieta, dall’altro le razzie nei pollai e nelle frequenta tutti gli ambienti, dalla montagna alla zona costiera, e conigliere sono state spesso di grosso impatto sugli allevatori e i occasionalmente anche le aree urbane. cacciatori sovente la individuano come la causa principale del calo della selvaggina nelle riserve di caccia. La sua fama non è certo migliorata dal fatto che alle nostre latitudini rappresenta il Biologia serbatoio naturale per il virus della rabbia silvestre, causa, soprattutto in passato, di seri disagi di tipo sanitario ed economico. Aspetto Tutto sommato la Volpe è poco conosciuta e, in regione, poco La Volpe ha una corporatura snella con zampe relativamente corte, studiata. La nostra natura ci porta spesso ad avere paura delle cose testa piccola e muso allungato, orecchie dritte, appuntite e larghe che non conosciamo e facilmente a commettere degli errori. Con alla base. La caratteristica morfologica più evidente è la coda, questa pubblicazione si intende pertanto illustrare gli aspetti più folta e lunga, rigonfia nella parte terminale e con la punta bianca. caratteristici di questa specie e fornire le informazioni necessarie La specie è caratterizzata da notevole variabilità degli individui, per sfatare credenze ormai superate dalle conoscenze scientifiche sia per dimensioni che per colorazione del mantello. Il peso si ed evitare inutili allarmismi legati anche alla recente ricomparsa assesta in media sui 7-8 kg, e gli esemplari che vivono a quote della rabbia silvestre sul territorio regionale. più elevate presentano generalmente dimensioni maggiori rispetto a quelli che vivono in pianura o in zona costiera. Il colore del mantello è di norma rosso fulvo, ma può presentarsi anche Distribuzione argentato o bruno. A occhi inesperti, un individuo di grandi dimensioni può essere scambiato per uno Sciacallo dorato, molto La plasticità ecologica della Volpe la rende il carnivoro più diffuso raro sul territorio regionale. Tuttavia, quest’ultimo presenta zampe *Tratto da: Colombi D., Roppa F., Mutinelli F., Zanetti M., 2009. La Volpe. Aspetti ecologici, biologici e gestionali in Friuli Venezia Giulia. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Udine: 1-36. L’opuscolo originale è scaricabile in formato .pdf dal sito Web dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (www.izsve.it) alla sezione “rabbia” o dal sito Web della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (www.regione.fvg.it) alla sezione “ambiente e territorio\biodiversità\fauna\studi faunistici”. 41 Riemergenza della rabbia silvestre nel nord-est dell’Italia Franco Mutinelli - IZS delle Venezie La rabbia silvestre e urbana ha interessato il territorio l’ultimo caso di rabbia diagnosticato in provincia di lanti nei Paesi limitrofi, in particolare Slovenia, Bosnia dell’Italia centro-meridionale fino al marzo 1973, con Trieste nel dicembre del 1995, la rabbia silvestre ha Erzegovina ed ex-Yugoslavia. Analoghe caratteristiche rari casi di rabbia nei selvatici segnalati nelle province fatto la sua ricomparsa in alcuni comuni del nord-est hanno presentato gli isolati virali della Slovenia (2008- di Trento, Bolzano e Belluno nel 1967 e 1968. della regione Friuli Venezia Giulia. Ad oggi sono 41 i 2009), come comunicato dal WHO Collaboration Successivamente, la rabbia silvestre ha fatto la sua casi di rabbia diagnosticati in 16 comuni della provin- Centre for Rabies Surveillance and Research, FLI di comparsa nell’arco alpino, da Aosta a Trieste, con una cia di Udine, 2 comuni della provincia di Pordenone e Wusterhausen (Germania). prima epidemia nel periodo 1977-1986, legata alla 1 comune della provincia di Trieste (vedi figura). A seguito del rapido estendersi dell’epidemia di rabbia situazione epidemiologica della malattia in Francia, A seguito della ricomparsa della rabbia silvestre, nei silvestre è stato intensificato il monitoraggio passivo Svizzera, Austria e Yugoslavia. La seconda epidemia comuni infetti e in quelli limitrofi è stata resa obbliga- (raccolta dei selvatici trovati morti e di quelli sintoma- ha interessato la sola regione Friuli Venezia Giulia nel toria la vaccinazione dei cani e degli erbivori domesti- tici da destinare alle indagini di laboratorio) al fine di periodo 1988-1989 e la terza ha interessato nuova- ci a rischio (al pascolo); è stato reso obbligatorio l’uso definire in tempi brevi e con buona approssimazione mente la regione Friuli Venezia Giulia nel periodo del guinzaglio per condurre i cani; sono state poste l’estensione del territorio interessato dall’epidemia, 1991-1995 e la provincia di Bolzano nel 1993 e 1994. limitazioni all’utilizzo del cane nell’attività venatoria; è consentendo anche una migliore definizione e appli- Anche in questi casi la presenza della rabbia negli Stati stata intensificata la sorveglianza sugli animali selvati- cazione delle misure di controllo. Contestualmente confinanti ha condizionato la sua comparsa in Italia. ci, in particolare di quelli trovati morti; e sono state sono state ora adottate misure di controllo decisa- Campagne di vaccinazione orale delle volpi sono state realizzate quattro campagne di vaccinazione orale di mente restrittive caratterizzate dalla vaccinazione realizzate dal 1984 al 2004 quasi ininterrottamente nei emergenza delle volpi di concerto con gli stati confi- obbligatoria dei cani e degli animali domestici a territori infetti come strategia fondamentale nella lotta nanti, Slovenia e Austria. rischio di esposizione nelle regioni Friuli Venezia Giulia alla rabbia silvestre. L’ultimo caso di rabbia diagnosti- e Veneto, e nelle province autonome di Trento e cato è stato diagnosticato in una volpe in provincia di Veneto - Provincia di Belluno Bolzano, il divieto di utilizzo del cane per l’attività vena- Trieste nel dicembre del 1995 e dal 1997 l’Italia ha Dopo aver fatto la sua comparsa nella Regione Friuli toria e la circolazione dei cani nelle aree agrosilvo- ottenuto il riconoscimento di stato indenne da rabbia. Venezia Giulia nell’ottobre 2008, l’epidemia di rabbia pastorali, la realizzazione di una campagna di vaccina- Il 98,2% dei casi di rabbia diagnosticati in Italia riguar- silvestre si è estesa ora anche alla Regione Veneto. zione orale di emergenza che interesserà le citate da animali selvatici e solo l’1,8% animali domestici. Infatti, un cane di proprietà non vaccinato nei con- regioni e province già nel mese di dicembre 2009, Tra i selvatici, le volpi rappresentano l’87,5%, i muste- fronti della rabbia è risultato positivo il 17 novembre nonché un programma pluriennale di vaccinazione lidi il 9,4% e gli erbivori selvatici il 2,9%. Circa nove- 2009 nel comune di Lozzo di Cadore (BL). Ad oggi orale delle volpi che sarà realizzato con due interventi cento pipistrelli sono stati esaminati nel tempo nel ter- sono 17 i casi di rabbia diagnosticati in 12 comuni all’anno e fino a due anni dopo l’ultimo caso di rabbia ritorio italiano e sono risultati negativi per rabbia. Tre della provincia di Belluno, in maggioranza volpi, ma riscontrato. casi di rabbia di importazione sono stati diagnosticati anche due cani e un asino (figura 1). Dal 2008 a oggi sono stati diagnosticati un totale di 58 nel cane: dalla Yugoslavia nel 1984 (Roma), dalla Tra il 1978 e il 1983 la rabbia silvestre aveva già inte- casi di rabbia. Costa d’Avorio nel 1989 (Milano) e dalla regione del ressato la provincia di Belluno, unica provincia nella Da quanto esposto emerge chiaramente il carattere lago Balaton in Ungheria nel 1992 (Brescia). Casi di Regione Veneto, in relazione all’epidemia presente transfrontaliero di una malattia come la rabbia silve- rabbia indigeni sono stati segnalati nell’uomo dal nell’arco alpino. L’analisi filogenetica delle sequenze stre che deve essere affrontata con strategie comuni 1946 al 1968. Da allora sono stati diagnosticati tre eseguita presso l’IZS delle Venezie ha rivelato che tutti nel lungo periodo sia in territorio nazionale con il coin- casi di importazione, due dall’India nel 1970 e 1977 e i virus italiani analizzati appartengono al genotipo 1 volgimento diretto delle regioni e province interessate uno dal Nepal nel 1996. (rabbia classica) e al gruppo dei virus dell’Europa e al tempo stesso in ambito internazionale con gli stati occidentale (clade WE). Come atteso, i virus respon- confinanti, senza mai trascurare il carattere zoonosico Friuli Venezia Giulia sabili dell’attuale e della trascorsa epidemia in Friuli della malattia e quindi la necessità di una costante col- Nell’ottobre del 2008, a distanza di quasi 13 anni dal- Venezia Giulia si sono raggruppati con i virus circo- laborazione fra medicina veterinaria e umana.