Manuale-Completp-Per-Patente-Nautica-CNSV.Pdf
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navigare per diporto manuale per la nautica "La Libertà è come il mare. Non può essere rinchiusa e, come il Mare, un Uomo Libero lo è per sempre." Navigare per Diporto di P. & D. Carbonaio 2 Prefazione "La nautica è l'arte che insegna il modo di condurre una nave per lo vasto oceano, perché vada per la via più facile, la più breve e la più sicura verso il porto di destino. Ne già che per noi si creda, ne altri a ciò credere falsamente s'induca, essere bastante ad un buon pilota il comprendere soltanto le pratiche, che in questo manuale si espongono; ne che tutta la sua arte per condurre una nave attraverso il vasto oceano debba limitarsi a saper radunare le corse e puntare le carte. Di troppe altre cognizioni deve egli anzi essere istruito, senza le quali ben sovente si esporrebbe ad errare nelle pratiche, cui egli non farebbe che seguire alla cieca." (Tratto da: IL NUOVO PILOTO IN ALTURA - NAVIGAZIONE PRATICA di I. W. Norie, tradotto dall'idioma inglese ed accomodato all'uso della marina italiana - Trieste, G. Geistingher, librajo, 1825) "La navigazione è l'insieme di tutte le operazioni che permettono al navigante di trasferire via mare la propria imbarcazione, in massima sicurezza e nei tempi richiesti". Con queste poche parole si definisce l'essenza stessa della navigazione. Infatti, non è sufficiente conoscere la sola teoria, ma è indispensabile avere anche una buona pratica, l'esperienza si ottiene poi con il tempo. E' importante imparare anche dall'esperienza altrui e ricordare sempre che possedere una barca non fa un marinaio e tanto meno un comandante. E' maturità e buon senso affrontare solo ciò per cui si è preparati e chiedere sempre consiglio a chi ha maggiore esperienza. Un buon marinaio non ha molte avventure da raccontare, raramente ha vissuto tempeste o subito avarie e la fortuna in mare è una dotazione sulla quale sa di non poter fare affidamento. Il mare ha caratteri diversi e quando è brutto diventa pericoloso. Il rispetto che gli è dovuto va sempre ricordato prima di affrontarlo. Ogni navigazione è motivo per imparare e nessuno è in grado di sapere tutto, né potrà mai dire in coscienza di essere assolutamente preparato. E' una scuola che non termina mai. Questo manuale non pretende di creare lupi di mare, ma solamente di raccogliere e spiegare quegli argomenti indispensabili all'apprendimento dei concetti principali dell'arte di navigare, alternando nozioni a consigli. La materia trattata si riferisce soprattutto alle conoscenze necessarie per una semplice navigazione costiera, con la strumentazione indispensabile: la bussola di governo, quella di rilevamento, uno strumento per misurare la velocità e le miglia percorse, uno scandaglio, un binocolo, le carte e le pubblicazioni nautiche, una stazione meteo sufficiente a prevedere l'evolvere della situazione locale. Oggi la navigazione da diporto è alla portata di molti appassionati; le barche si costruiscono in serie e c'è un'enorme disponibilità di modelli per ogni esigenza. Anche gli strumenti sono sempre più sofisticati, precisi e a prezzi accessibili. Sembra che le carte nautiche, la bussola, gli squadretti, il compasso e presto anche il "timoniere" siano ormai parte di un'epoca passata, come gli uomini che studiavano sul manuale del 1825. L'arte si trasforma, la qualità e la precisione del punto nave perdono quelle caratteristiche umane che hanno permesso, per migliaia d'anni, agli uomini di viaggiare affidandosi soprattutto alla loro esperienza, bravura e ardimento. Satellitari e microcips sono argomento per tutti e sono ormai d'uso comune come i rulla-randa e gli avvolgifiocco che eliminano gli sforzi fisici. Oggi i diportisti affidano la loro navigazione all'intelligenza di un calcolatore e alla straordinaria precisione di un G.P.S. Il continuo progresso pur facilitando molto i naviganti e rendendo più precisa e sicura la navigazione, per contro, li priva del bisogno di ragionare e di giungere al risultato senza la soddisfazione e la fatica che è essenza vera e particolare della navigazione. Navigare per lavoro o per diletto è sempre navigare; chi lo fa per lavoro la considera una professione e la svolge con serietà, anche il diportista, non da meno, deve applicare la giusta serietà e molto buon senso. "la barca è un piacere e tale deve rimanere". La navigazione richiede una certa cultura indispensabile: si deve conoscere la propria barca, le sue strutture, le proprietà di governo e di stabilità, i suoi limiti ed ogni possibile arte per affrontare e porre rimedio alle avarie più comuni. Vi è poi la conoscenza degli strumenti di bordo, dei calcoli necessari alla determinazione del punto nave, di ogni possibile pubblicazione utile alla navigazione; infine è importante conoscere le leggi e i regolamenti vigenti. Navigare per Diporto di P. & D. Carbonaio 3 Si potrebbe definire la navigazione, quell'insieme d'operazioni di controllo di tutti gli elementi che la influenzano e dai quali dipende il movimento dell'imbarcazione. Il timoniere dovrà portare la barca con la massima precisione, seguendo costantemente e con attenzione la rotta designata. • Controllo dei dati forniti dagli strumenti di bordo, bussola, ecoscandaglio, log, radar, ecc. • Controllo degli strumenti meteo per conoscere la situazione e il suo evolversi, oltre naturalmente all'osservazione diretta dei venti, dello stato del mare e del cielo. • Controllo della strumentazione del motore per accertarne il buon funzionamento e i consumi e navigando a vela, verificare costantemente l'attrezzatura. • Controllo della posizione dell'imbarcazione lungo il percorso tracciato per assicurarsi che la stessa stia seguendo la giusta rotta e la tabella di marcia. • Controllo della posizione di altre imbarcazioni e navi in vista per evitare collisioni. Osservare sempre un attento servizio di vedetta, con particolare riguardo verso prora per evitare urti contro relitti o altro. La navigazione che interessa generalmente la nautica da diporto è detta "piana" poiché essa si svolge su brevi distanze, in zone della superficie terrestre tanto limitate da potersi considerare piane rispetto alla sfericità della terra, da prendere invece in considerazione per spostamenti su grandi distanze. Posto che l'imbarcazione è tecnicamente pronta per intraprendere una navigazione - vale a dire armata con strumenti, vele, carburante, dotazioni, cambusa ed ogni altra cosa utile per affrontare avarie e imprevisti - il problema del navigante è quello di individuare quale è il migliore percorso da seguire per raggiungere la meta decisa. Deve consultare le carte, i portolani e le altre pubblicazioni utili relative alla zona di mare interessata, individuare i pericoli che potrebbe trovare sul suo percorso, calcolare preventivamente il tempo necessario alla traversata e l'ora approssimata di arrivo. Deve informarsi sulla situazione meteorologica e sulle sue previsioni ascoltando i bollettini e consultando gli strumenti di bordo premunendosi, in caso di improvvisi maltempi, di conoscere già eventuali porti sicuri o ridossi che si trovano sul precorso. Appena dopo avere ben pianificato il viaggio, inizia la navigazione vera e propria e cioè: la condotta della propria imbarcazione con il fine di raggiungere, in massima sicurezza, il porto di destino. Nella maggioranza dei casi il diportista naviga in vista della costa ed egli è in grado di determinare, con una buona precisione, come procede il suo viaggio. Sembra la navigazione più facile e la tecnica adoperata per svolgerla non richiede una profonda cultura specifica, né strumentazioni particolari e di difficile uso. E' una navigazione semplice ma molto impegnativa, perché in vicinanza della costa si trovano i maggiori pericoli ed è essenziale essere precisi e prestare la massima attenzione. La barca naviga in zone di mare dove opere portuali, secche, scogli, impianti di pesca si aggiungono ad un traffico sicuramente più intenso che in alto mare. Inoltre, in caso di maltempo, il mare sotto costa e molto più pericoloso che al largo. E' sotto costa che si deve conoscere la propria posizione con la massima precisione. Supponiamo ora di essere in barca e stiamo osservando la costa vicina e riconoscibile, le sue costruzioni, i fari, i fanali, i campanili e le torri ci sono note e sappiamo quindi con certezza di essere di fronte ad una data località e la distanza che ci separa la possiamo valutare secondo i particolari che riusciamo a distinguere a terra. Abbiamo a disposizione una carta nautica relativa alla stessa zona di mare e di terra e confrontandola con la realtà notiamo che molti particolari a terra sono riportati anche sulla carta con simboli specifici e con indicazioni scritte. Possiamo, quindi, individuare la località di fronte alla quale ci troviamo. La carta nautica riporta l'andamento della costa e le sue caratteristiche visibili, le profondità marine e il tipo di fondale, la posizione dei porti, i segnalamenti marittimi, le zone pericolose come secche, scogli, relitti, condotte sottomarine, zone interdette alla navigazione e all'ancoraggio. Ovviamente la quantità di particolari riportati dipenderà dalla scala della carta. La carta è quindi una riproduzione grafica di quanto ci circonda e la nostra barca, idealmente, potrebbe raffigurarsi come un punto posto nella zona di mare prospiciente i particolari riportati e individuabili con l'osservazione diretta. Navigare per Diporto di P. & D. Carbonaio 4 Ora, se orientiamo la carta ponendo la sua parte superiore nella direzione del nord con l'aiuto della bussola, navigando lungo la costa e muovendoci quindi con la barca lungo una linea che sia parallela alla costa, anche il nostro immaginario punto sulla carta, la nostra barca, si sposta segnando una linea che definiamo rotta. La rotta è orientata nella direzione del moto della barca e possiamo determinare il nostro movimento rispetto ai punti cardinali. Grazie alla carta e alla bussola riusciamo facilmente a capire la direzione del nostro navigare, la direzione di provenienza dei venti e riconoscerli, determinare un punto di arrivo e leggere le nostre coordinate geografiche, cioè la nostra posizione.