ARIMINUM Storia, arte e cultura della Provincia di Rimini Anno XXV - N. 5 Settembre - Ottobre 2018

Divagazioni sul Teatro di Rimini

Si alza il sipario del “Galli” e la città torna a riappropriarsi della propria storia

Le preziosità del “Vittorio Emanuele II” nella raccolta di Guido Pironi

Il primo tentativo di ricostruzione della “Mole polettiana” Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A.“ sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB Rimini - Tassa riscossa in L. 27/02/2004 n. 46) art.comma 1 DCB 1 Rimini - D.L. 353/2003 (conv. post. 45% abb. sped. Italiane S.p.A.“ “Poste R.O.C.: Tariffa n. 37 del 21/10/2018 a ilPonte Suppl. dal 1958 dei F.lli Fratti RIMINI Via A.Saffi, 19 Tel. 0541 782101 [email protected] www.casadelmobile.net

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COSTUMEEDITORIALE E SOCIETÀ

Fuori onda SOMMARIO FINALmENTE IL TEATRO!

Nel 1997, con il contributo di oltre venti “penne” riminesi, confezionai un numero speciale di “Ariminum” interamente dedicato alla “Mole polettiana”, che in quel momento sembrava che dovesse riemergere dalle rovine della guerra nelle sembianze di un nuovo teatro, «moder- no e funzionale». Patrocinatore di quella ricostruzione, che si adatta- va alle linee architettoniche rivedute e corrette del “Progetto Natalini” (1985), era il sindaco Giuseppe Chicchi. Nel suo breve intervento depo- sitato sulle pagine della rivista, egli scrisse che «la scelta del “com’era” sarebbe stata assai discutibile (…) a 50 anni dalla distruzione, si sarebbe trattato semplicemente della costruzione di un falso, una cosa disneyana con forti rischi di pacchianeria».

IN COPERTINA Quel tipo di Teatro, «moderno e funzionale», che fissava la fine dei “Il colonnato lavori entro l’anno 2000, fu energicamente osteggiato dai riminesi e della Mole polettiana” si perse negli intrighi delle polemiche. Dopodiché la storia, sempre di Gilberto Urbinati imprevedibile, ha invertito la rotta. Il nuovo progetto di riedificazione del Teatro non ha accontentato gli accaniti pasdaran del “com’era”, IL TEATRO DI RIMINI ma si avvicina molto a quella soluzione ed è arrivato in porto. Un • Si alza il sipario e la città obiettivo, questo, raggiunto grazie alla tenacia di due sindaci: Alberto torna a riappropriarsi della Ravaioli che ha spianato il cavilloso percorso della ristrutturazione propria storia. “filologica” e Andrea Gnassi che ne ha curato i dettagli seguendoli • Il cartellone delle serate passo per passo fino al nastro di arrivo. inaugurali. • Divagazioni sul tema. Avremo, dunque, il Teatro. La qual cosa mi induce a formulare un • Le preziosità del “Vittorio auspicio: che la sua rinascita, come scrive magistralmente Guido Emanuele II” “raccolte” da Guido Pironi. Zangheri su queste colonne – assieme alla prosa, alla danza classica e • Rimini dei teatri. moderna, al musical, all’operetta –, favorisca la ripresa dell’interesse • I palchettisti del per la lirica, un settore penalizzato da settantacinque anni di vuoto. “Vittorio Emanuele II”. • Il primo tentativo di M. M. ricostruzione della “Mole polettiana”. LA CARTOLINA DI GIUMA • Le opere di ristrutturazione del “Galli”. I sindaci della ricostruzione del Teatro. • Il libro della ricostruzione. Alberto Ravaioli: «Tutto merito mio!». Andrea Gnassi: «No, mio!». • Volevamo la ricostruzione firmata da Pier Luigi Cervellati. • Marco Capizucchi e il premio dell’Accademia di Brera. 6-51

ARIMINUM Dentro l’onda Le bagnanti di Maneglia 52

ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 | 5 IL TEATRO DI RIMINI

Si alza il sipario e la città torna a riappropriarsi della propria storia Andrea Gnassi: «Il teatro è dei riminesi» Gli eventi inaugurali avranno come unico obiettivo quello di far visitare il teatro a tutta la città

di Anna Maria Cucci i siamo! In data ventotto ricostruzione, durante i «Abbiamo fatto Cottobre il centro vibrante quali emergono i resti di una della grande basilica paleocristiana che di tutto per musica riapre innescano un immediato e i battenti, innovativo progetto di museo dimenticare cosa riconsegnando storico-archeologico, da siamo stati. Ora alla città, note realizzarsi insieme alla sala e melodie multimediale, in una vasta con la ricostruzione in cambio zona sotto il teatro, con una del Teatro il filo si di polvere e sezione interamente dedicata silenzio. Parola a . L’omaggio riannoda e la ferita d’ordine: “Entra è d’obbligo, per ricordare che si cicatrizza» in scena”, il grande maestro, il 16 agosto come titola la 1857, inaugurò il teatro con la di appartenenza che ritorna campagna di prima del suo Aroldo, diretto, nello skyline quotidiano sostegno lanciata tra l’altro, personalmente. Si dopo che per tre generazioni dal Comune, alza il sipario e ricominciano di riminesi almeno, è stato per entrare le stagioni teatrali. occluso. Dico spesso che ogni e rimanere Il sindaco Andrea Gnassi intervento di riqualificazione nella storia del assicura: «Tutti i riminesi, e di recupero che si sta teatro “Vittorio nessuno escluso, potranno portando avanti, soprattutto Emanuele II”, entrare nel Galli durante nel centro storico, deve avere dal 1947 teatro il lungo programma una funzione impattante “Amintore Galli”; inaugurale, ognuno avrà sullo “spirito di corpo” e sul nella storia modo di accedervi, vedere segno di avere alle spalle e della lirica, e soprattutto sentire i passi appartenere a una grande Il sindaco di Rimini della grande musica e della di danza, le note, le voci storia dei riminesi. Questa Andrea Gnassi. (Foto prosa. L’ultima stagione Archivio Ufficio Stampa risuonare in un luogo per è una città che per troppo risale alla primavera del Comune di Rimini) anni afono e abbandonato». tempo ha usato il teatro come 1943 con l’esecuzione della Proprio al primo cittadino di una palestra ginnica o l’area Madama Butterfly di Giacomo Rimini, cui va riconosciuto il antistante al castello come Puccini, poi il nulla, giacché il merito di aver sbloccato una un muro di smog e lamiere. ventotto dicembre dello stesso situazione complessa e di Il senso del bello e il senso anno, il teatro, gravemente averci creduto fino in fondo, della comunità calmierano leso dai bombardamenti come recitava (chiosando il mio entusiasmo per questa alleati, cade letteralmente Puccini) quel grande fase esaltante che precede il in rovina e, com’è noto, le telone disposto sui lavori di 28 ottobre 2018. Il processo, sue macerie sono impiegate riedificazione, “Un bel dì la visione, non sarà tale con massimamente come vedremo il teatro”, rivolgo la sola riapertura del Galli. materiale da costruzione. alcune domande. Questa è una tessera, seppur Dopo una lunga e Finalmente la città ha il straordinaria, di un puzzle tormentata storia che ha suo teatro, soddisfatto che deve essere completato visto distruzioni, spoliazioni, dell’obiettivo raggiunto? con il recupero dell’invaso tentativi di riedificazione e «Da una parte dico di sì, del ponte di Tiberio, con la trasformazioni, il progetto dall’altra mi sale un no. realizzazione della Galleria finale del 2004, firmato Provo a spiegare: riavere un di Arte Contemporanea al dall’architetto e urbanista teatro dopo settantacinque Podestà e all’Arengo, e il Pier Luigi Cervellati, è anni di silenzio è, per questa museo Internazionale Federico consegnato alla città1. Dopo città, un fatto enorme. Il Fellini. Non abbiamo bisogno altri dieci anni, prendono teatro “Galli” non sarà solo di interventi spot ma di una l’avvio (ci scapperebbe un: una “fabbrica” che produce riconfigurazione organica e “Finalmente!”) i lavori di cultura e arte, ma un elemento omogenea di un quadrante

6 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Il Teatro non sarà il simbolo di una e stanchezza. È diffusa la Ultime rifiniture borghesia ingessata ma di consapevolezza che con il all’interno del Teatro. Sotto. Andrea Gnassi un’intera città, dinamica, teatro e gli altri interventi non sarà il simbolo durante i lavori di di una borghesia curiosa, moderna, finalmente di cui ho parlato prima, riedificazione (Foto sicura delle proprie radici». Rimini e la comunità riminese Archivio Ufficio Stampa ingessata ma di Riusciremo ad applaudire torneranno a essere eredi, Comune di Rimini). i grandi spettacoli lirici e e non solo più discendenti, un’intera città, le affermate compagnie di della loro storia e dunque curiosa, moderna prosa?- essi stessi capaci di lasciare «Si, sarà così anche per i una grande storia a chi verrà e sicura delle due mesi di inaugurazione. dopo. I bombardamenti proprie radici» Perché l’evento inaugurale non tra il quarantatre e il riguarderà solo il 28 ottobre, quarantaquattro hanno con la grande esibizione segnato una cesura fisica e di città che, nel raggio di di Cecilia Bartoli, ma si mentale nel corpo di questa duecento metri, presenta la protrarrà sino a gennaio con comunità. In oltre settant’anni storia di Roma Imperiale, il gli spettacoli della Sagra, la abbiamo fatto di tutto per Medioevo e il Rinascimento, stagione teatrale, tanti altri dimenticare cosa siamo stati. la musica verdiana, il genio eventi che presto annunceremo Ora il filo si riannoda, la ferita fantasmagorico di Federico che avranno l’unico obiettivo si cicatrizza. Finalmente si Fellini. Solo quando tutto di far visitare il teatro a tutti entra in scena». questo sarà completato, entro i riminesi durante questi Con queste parole il sindaco Note il 2020, forse quel lieve sapore 1. Pier Luigi Cer- sessanta giorni. Il teatro è dei si congeda e già sogno ad d’insoddisfazione scomparirà vellati, “Il restauro riminesi, è stato restaurato occhi aperti di ritrovarmi del teatro proget- del tutto». da loro, nessuno può nella grande sala del teatro, tato dal Poletti è il Come sarà gestito il teatro e segno della nostra accampare posizioni esclusive tra mille luci sfavillanti, ad che utilizzo avrà? modernità”, in o di privilegio. Il “Galli” è di attendere che pian piano si “L’Arengo”, Rimi- «Per i primi tre anni la Rimini, il “Galli” è Rimini». spengano, che si alzi il sipario ni, maggio 2007 gestione sarà a carico del E i riminesi torneranno, e che cominci lo spettacolo. Comune di Rimini. Questo per secondo lei, ad appassionarsi una serie di considerazioni agli spettacoli teatrali? tecnico-amministrative e «Dall’attesa che quasi si palpa perché comunque, nella fase di con mano, dalle preview start up, è giusto che sia l’ente di quest’estate, dall’anda- pubblico ad accompagnare mento delle i primi passi del teatro prelazioni degli ritrovato. L’utilizzo, nelle abbonamenti nostre intenzioni, sarà pieno: sagra malatestiana, stagione per la stagione di prosa, spazio alle eccellenze teatrale, non locali. Noi abbiamo sempre ho dubbi che inteso il recupero del teatro sarà così. Dico non solo come la re-immissione di più: sono di uno spazio ma soprattutto sicuro che con l’opportunità di avere un questo clima, centro motore del fare cultura questo mood trecentosessantacinque giorni non ha niente l’anno. In questi anni, con il a che fare con cantiere aperto, il Galli ha una moda ospitato in alcune occasioni passeggera anche spettacoli di musica che dopo e arte contemporanea. Sarà qualche mese così anche in futuro: il teatro diventa noia

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Il recupero del teatro “Amintore Galli”, “icona dell’identità cittadina” Il cartellone delle serate inaugurali Presenti due artisti di fama internazionale legati affettivamente alla nostra città: Cecilia Bartoli e Valery Gergiev

di Guido Zangheri imini e il suo teatro laboratori, direttori di coro, «Cecilia Bartoli, Rrestituito rinnovato e registi, sceneggiatori, costu- riconsegnato alla città nell’ot- misti, rappresenti un luogo mezzosoprano, tobre 2018, privilegiato d’incontro, di entrano aggregazione ma anche di sti- è apprezzata in nella storia. molo allo studio e alla ricerca. tutto il mondo Da cittadino In sintesi, il luogo fisico indi- e da musici- spensabile per l’elaborazione per la musicalità, sta, mi sento e la realizzazione di tutte le la professionalità, orgoglioso di attività musicali, il punto di appartenere riferimento fondamentale per il virtuosismo alla comuni- l’educazione e la formazione canoro e per tà riminese e dei giovani e al tempo stesso di poter vive- il veicolo insostituibile per le doti di attrice» re in diretta la diffusione della musica e l’inaugura- della cultura musicale. In par- ottobre, e Valery Gergiev, di- zione dello ticolare la rinascita del teatro, rettore d’orchestra nel “Simon straordinario assieme alla prosa, alla danza Boccanegra” di Verdi il 10 e avvenimen- classica e moderna, al musi- l’11 dicembre, hanno entusia- to. cal, all’operetta, potrà favorire sticamente aderito all’invito di Con la ri- la ripresa dell’interesse per Rimini, nella convinzione di appropria- il repertorio dell’ lirica, fregiarsi di un ruolo di assolu- zione del ambito terribilmente arduo, to primo piano nell’operazio- capolavoro complesso, oneroso, nel quale ne di rilancio di un teatro im- conclamato la nostra città penalizzata da portante che aspira ad essere di Luigi Po- settantacinque anni di vuoto, pienamente all’altezza delle letti – inau- accusa un ritardo difficilmen- sue tradizioni. gurato come te colmabile. Per Cecilia Bartoli, che da è noto nel Del resto, la presenza nel adolescente si dilettava a fre- Cecilia Bartoli. 1857 da Giuseppe Verdi che vi cartellone delle serate inau- quentare nelle vacanze estive diresse l’”Aroldo” opera da lui gurali di due artisti di fama la nostra spiaggia in quanto composta espressamente per internazionale, due autenti- figlia del compianto tenore ri- Rimini – reso inagibile dagli che stelle di prima grandezza minese Angelo Bartoli, la “pri- eventi bellici del 28 dicembre del panorama mondiale della ma” del nuovo teatro coincide 1943, l’intera cittadinanza musica lirica, entrambe lega- con il suo debutto artistico riminese avverte un senso te affettivamente alla nostra a Rimini: un evento dunque di incontenibile esultanza. città, offrono un eloquente se- doppiamente significativo. Finalmente anche Rimini gnale al riguardo. Occorreva Mezzosoprano apprezzata in ha il suo teatro, finalmente evidentemente dato l’illustre tutto il mondo per la musica- tutti i riminesi possono “precedente” di 161 anni fa, lità, la professionalità, il vir- festeggiare il recupero del non disattendere le aspettati- tuosismo canoro e per le doti teatro “Amintore Galli” che il ve dei riminesi per l’alzata del di attrice, ha collaborato con Sindaco con una felicissima sipario ed ecco spuntare dal Herbert von Karajan, Daniel espressione ha definito icona cilindro dell’organizzazione, Barenboim, Nikolaus Harnon- dell’identità cittadina. le figure di Cecilia Bartoli e di court e si è esibita presso le Da musicista credo che il Valery Gergiev. più importanti sale da con- recupero del teatro, inteso Cecilia Bartoli, protagoni- certo e i più celebri teatri del come ambiente naturale di sta ne “La Cenerentola” di mondo, quali il Metropolitan lavoro per compositori, diret- Rossini assieme a “Les Musi- di New York, il Covent Gar- tori d’orchestra, strumentisti, ciens du Prince” e al Coro de den di Londra, il Teatro alla artisti di canto, coristi, pianisti l’”Opèra” di Montecarlo diret- Scala di Milano, la Bayerische accompagnatori, maestri col- ti da Gianluca Capuano il 28 Staatsoper di Monaco, l’Opera

8 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 Valery Gergiev.

«Valery Gergiev, noscenza del pubblico della Sagra Musicale Malatestiana GLI EVENTI: DAI REPERTORI CLASSICI, direttore per avervi partecipato con ALLA DANZA E ALLA MUSICA POP d’orchestra russo, grandissimo successo in molte Dopo Cecilia Bartoli e Valerij Gergiev, il calenda- edizioni, direttore d’orchestra rio degli eventi straordinari del Teatro “Amintore ha partecipato russo, dal 1988 è direttore Galli” continua con esibizioni, concerti, grandi con grandissimo artistico del Teatro Mariinsky artisti e eccellenze musicali che hanno tenuto di San Pietroburgo che sotto viva la fiamma della melodia, come l’orchestra successo a molte la sua guida si è confermato sinfonica A.V. Romagna con il progetto degli isti- uno dei sistemi teatrali più tuti superiori di studi musicali, il “G. Lettimi” di edizioni della imponenti del mondo. Gergiev Rimini, l’istituto di Ravenna e quello di Cesena; Sagra Musicale dirige nei più prestigiosi teatri un lavoro di Andrea Guerra, La musica per gli d’opera, sale da concerto e fe- occhi; Una serata a Teatro con Alfredo Speranza, Malatestiana» stival internazionali e collabo- una storia riminese per ricordare l’impegno di un ra con le maggiori orchestre, grande educatore musicale (già insignito della di Zurigo. Cecilia Bartoli ha tra cui i Wiener Philarmoniker, cittadinanza onoraria); senza tralasciare la rasse- associato alle apparizioni in la Filarmonica della Scala, la gna di musica da camera, che ospiterà eventi di scena, che risultano piuttosto London Symphony Orchestra. notevole rilevanza, come il concerto per due pia- rare in Italia, un’intensissima Vincitore di moltissimi premi, noforti delle sorelle Labèque e il gala cameristico attività discografica, ricevendo decorato con le massime ono- dedicato a Verdi con le cantanti riminesi Gladjs numerosi premi e ricono- rificenze artistiche della Rus- Rossi e Anna Malavasi; quindi spazio alla Sagra scimenti tra cui il “Disco di sia, autore di una vasta disco- Musicale Malatestiana e alla stagione teatrale con platino” e il “Grammy Award” grafia, si divide tra repertorio i migliori interpreti della scena italiana. Insomma per la migliore performance operistico e sinfonico. una molteplicità di presenze lungo l’arco dei due vocale classica. Nel 2012 ha mesi inaugurali volteggerà dai repertori classici, raggiunto il traguardo di dieci alla danza, alla musica pop, per accontentare ogni milioni di dischi venduti. appetito. (Anna Maria Cucci) Valery Gergiev, vecchia co-

ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 | 9 il teatro di rimini

Da “Vittorio Emanuele II” ad “Amintore Galli” Divagazioni sul tema Per l’imponenza dell’edificio e la sontuosità delle sale il Teatro, realizzato da Luigi Poletti, fu omologato fra i primi dieci d’Italia

di Manlio Masini on il definitivo ripristi- minciò ad azzardare il saluto, «A quel tempo Cno del Teatro Amintore “scappellarsi” davanti a Verdi Gallli, la città di divenne un rito; i più fortuna- Luigi Poletti era Rimini rimargina ti che riuscirono a parlargli una ferita che fino vissero per anni nel ricordo di l’architetto più a qualche anno fa questa “confidenza” ricevuta. gettonato pareva insanabi- Alla vigilia del “gran giorno”, le. Rallegriamoci la città fu tappezzata di stri- dello Stato della straordinaria scioni di carta bianca, rossa impresa e rendia- e verde con la scritta VIVA Pontificio» mo lode ai suoi VERDI. Era senza dubbio un democratico della nazione si artefici. E una vol- modo per inneggiare all’arti- renda opportuno rimuove- ta tanto lasciamo sta, ma anche per esternare re da edifici pubblici nomi da parte le pole- il patriottismo savoiardo. e scritte che ricordino fatti miche che hanno Dietro a quelle maiuscole in- o persone legate al passato accompagnato il tervallate di puntini si celava regime istituzionale; ritenuto lungo e sofferto infatti la famosa frase: Viva che in relazione al suespresso travaglio: sentia- Vittorio Emanuele Re d’Italia. concetto appaia opportuno moci orgogliosi di E proprio a questo re, Vittorio sostituire la intitolazione del avere finalmente Emanuele II (1820-1878) così Teatro Comunale in atto de- riedificato quello rumorosamente osannato, dicato a Vittorio Emanuele; che un tempo a partire dal 2 ottobre 1859, ritenuto che tale artistico era considerato il cioè appena usciti dal do- monumento possa essere “monumento al minio “papalino”, i riminesi convenientemente intitolato bel canto”. intestarono il loro Teatro fino al M° Amintore Galli, citta- Il “monumento al a quel momento chiamato dino Riminese, che per oltre bel canto” fu inau- Comunale. mezzo secolo ha tenuto alto gurato il 16 agosto Quando il 15 giugno 1947 la in Europa le tradizioni musi- 1857 con l’Aroldo giunta socialcomunista che cali del nostro popolo; a voti di Giuseppe Verdi governava la città gli cambie- unanimi, per alzata e seduta, rà frettolosamente il nome, Giuseppe Verdi. (1813-1901), opera diretta delibera di sostituire la intito- Nella dicitura: dallo stesso autore. Per pre- dedicandolo ad Amintore lazione del Teatro Comunale Rimini Teatro Vitt. pararsi a questa “prima” il Galli (1845-1919), musicista da “Vittorio Emanuele” ad 1 Emanuele. Stagione maestro di Busseto soggiornò di Talamello , incorrerà in “Amintore Galli”». commemorativa a Rimini per circa un mese: un grossolano errore. Era verdiana dal 17 agosto alloggiava nell’albergo Aquila convinta che il Teatro, da tutti Di Amintore Galli, nel 47, si al 4 settembre 1901. d’Oro e trascorreva le gior- chiamato in forma abbreviata conosceva ben poco. Anzi per Rappresentazioni molti era un emerito scono- straordinarie: nate tra lunghe passeggiate “Vittorio Emanuele”, cele- sciuto. Ben più noto era il di - Trovatore. sulla spiaggia e interminabili brasse le glorie del nipote: Il maestro di Busseto si nottate di lavoro. Proprio nel- cioè Vittorio Emanuele III lui nipote che faceva i tuffi trova nella sua villa di la stanzetta del cinque stelle (1869-1947), il re contaminato dalla palata. Tuffi veramente Sant’Agata. riminese di quel periodo, alla con il regime fascista al quale artistici. Tuttavia lo zio Amin- fioca luce di una lampada a la città aveva addirittura inte- tore era ricordato da una ri- petrolio, Verdi compose la stato il lungomare, vale a dire strettissima cerchia di politici sinfonia dell’Aroldo e apportò l’opera urbanistica più lungi- per quel socialista senza mac- gli ultimi “ritocchi” all’opera mirante di tutto il Novecento chia che aveva composto, su prima di metterla in scena. riminese. Questo scambio di versi di Filippo Turati (1857- La presenza del grande musi- identità, che fu fatale al re del 1932), il famoso Inno dei lavo- cista in città mise in agitazio- Risorgimento, è documentato ratori (1876). Studi successivi ne i riminesi. Vederlo cammi- nel “quaderno” degli Atti del portarono ad un approfondi- nare sulla battigia o lungo la consiglio comunale con que- mento della figura e dell’ope- Strada maestra (attuale corso sta delibera: «Su proposta del- ra di questo Carneade: pro- d’Augusto) era già un’emozio- la giunta comunale conside- fessore di contrappunto e di ne. Quando poi qualcuno co- rato che nel rinnovato clima estetica musicale al conser-

10 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Il “monumento al alcun malinteso con il nipote no di Rimini. Umberto II (1904-1983), il co- Il tutto sotto bel canto” aveva siddetto Re di Maggio. Fu una l’autorevole decisione presa con grande direzione un costo di esercizio ponderazione. Potremmo dire del maestro sproporzionato ecumenica. Non a caso si era Achille Abbati di fronte ad un fatto eccezio- (1857-1914). all’economia nale: la morte di un papa, ma In cartellone non di un papa qualunque, risaltava una della città» bensì del papa buono! Fu la ri- miscellanea di vincita dei “papalini” riminesi. “pezzi” tratti vatorio di Milano; critico mu- da Aroldo, Na- sicale del giornale il “Secolo”, Purtroppo quella via, oggi, ha bucco, Simon direttore artistico della casa cambiato nuovamente intesta- Boccanegra editrice Sonzogno; autore di zione: è divenuta per la gran , qualche libro (nella Gamba- parte della popolazione rimi- I Lombardi, lunghiana è conservato quel nese “Via del Profeta” dato che La forza del poco che rappresenta tutta la attraversa il maggiore quar- destino e sua opera omnia); garibaldino tiere musulmano della città. Traviata. Per (partecipò alla campagna del Panta rei (tutto scorre) diceva l’occasione gli Trentino). Insomma un pro- Eraclito. organizzatori fessionista serio, un uomo di Torniamo all’inaugurazione affidarono ad orecchio musicale, un ottimo del Teatro. L’Aroldo – libretto Alfredo Oriani lavoratore, ma come musici- in quattro atti di Francesco (1852-1909) i sta o compositore – le sue due Maria Piave (1810-1876) stam- dieci minuti opere Il corno d’oro del 1876 e pato da Ricordi – ebbe un’ac- introduttivi David del 1904, ebbero scar- coglienza calorosa, ma non per la dove- so successo – decisamente strepitosa. I riminesi capirono, rosa comme- mediocre. Vittorio Emanuele e lo scrissero, che l’opera non morazione. II, che non era musicista e era altro che il rifacimento Il teatro si riempì fino all’in- Il manifesto del nemmeno di Talamello, po- dello Stiffelio. Comunque Ver- verosimile: il pienone delle Municipio che dedica teva vantare qualche creden- di fu chiamato alla ribalta 27 grandi occasioni. Come era il Teatro Comunale a ziale in più, se non altro era il volte. suo stile, il letterato faentino Vittorio Emanuele II La venerazione che la città iniziò a vagare «nelle alte sfe- «A ricordare ai presenti “Gran re d’Italia”. ed agli avvenire il aveva nei confronti del gran- re della poesia e dell’arte». Il Il cambio d’intestazione sca- giorno due ottobre turì dunque da un equivoco, de musicista superava anche loggione, orologio alla mano, 1859 faustissimo un banalissimo equivoco. le piccole cadute di tono. I allo scoccare del decimo mi- alle Romagne per Altrimenti anche i viali Prin- riminesi sostenevano che la nuto cominciò a manifestare l’innalzamento del cipe Amedeo, Regina Elena, musica di Verdi l’è cum e ba- i primi segni di intolleranza; glorioso Stemma di Casa Savoja». Rimini Regina Margherita, per non ghin: un gn’è gnint da butè via al dodicesimo iniziò a gridare 13 ottobre 1859. (è come il maiale, tutto buono, «Basta!»; al tredicesimo parti- parlare di tutte le vie e le Sopra. La fiancata (sullo piazze risorgimentali (Cairoli, nulla da buttar via). Rammen- rono fischi, parolacce, insulti. sfondo il Palazzo del Fratelli Bandiera, Mentana, to in proposito un simpatico Al quattordicesimo Oriani, Podestà, sec. XIV) e il Cavour ...) avrebbero dovuto aneddoto. A un mese esatto impossibilitato ad andare retro del Teatro “Vittorio essere epurate. dalla morte del “sommo ma- avanti, s’inchinò e abbando- Emanuele II”. Un altro rigurgito anti- estro” la città volle ricordarlo nò il proscenio. A quel punto savoiardo l’Amministrazione con una serata di musica al iniziò la musica e il loggione riminese l’ebbe nel 1964. “Vittorio Emanuele”. Natu- l’ascoltò in un religioso silen- Quell’anno a lasciarci le ralmente musica verdiana. zio. Al termine di ogni “brano” penne fu Re Umberto I (1844- Ingaggiò per mercoledì 27 applausi a non finire. Oriani 1900): gli tolsero il Corso per febbraio 1901 una rosa di si rese conto quanto i riminesi affibbiarlo a Papa Giovanni cantanti di valore, un coro di amassero la musica verdiana; XXIII (1881-1963). Quella vol- 110 voci e un’orchestra di 60 parlando con amici arrivò per- ta tuttavia non si trattò di un professori tra i quali Edoardo sino a giustificare «l’atto inci- caso di omonimia; non ci fu Sarti (1865-1940), primo violi- vile» di cui era stato oggetto.

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arteria caparbiamente volu- «Il cambio ta dal podestà Pietro Palloni (1876-1956) contro il parere d’intestazione di chi la riteneva dispendiosa, esagerata e persino inutile. del Teatro scaturì Proprio pensando alla grande, da un equivoco, il progetto del teatro venne affidato al modenese Luigi un banalissimo Poletti (1792-1869), l’archi- equivoco» tetto più gettonato in quel periodo nello Stato Pontificio. chele) Giuseppe Agli. L’accordo con Poletti venne La “Mole polettiana” rispec- stipulato il 24 settembre 1841 chiava pienamente le am- e due anni dopo, l’8 agosto bizioni della nobiltà e della del 1843, era posta la prima borghesia riminese – cioè pietra dell’edificio. La dire- del ceto dirigente di quegli Panoramica dall’alto In città, tuttavia, non volle più zione dei lavori, che prose- del Teatro “Vittorio anni –, ma fu anche per più metter piede. guirono fino al 22 novembre Emanuele II” tra le generazioni l’emblema del due piazze, Cavour e Torniamo al Teatro. Per l’im- 1849 occupando più di 200 operai, fu affidata all’ing. periodo romantico, il simbolo Malatesta. ponenza dell’edificio e la della redenzione e del risve- Sopra. La sala e i palchi sontuosità delle sale il Teatro Giovanni Benedettini (1810- del Teatro. glio degli ideali di unità e di venne omologato fra i primi 1872). Le rifiniture (pittura, stuccatura, doratura) furono rinascita nazionale. Fu inoltre dieci d’Italia. Nella Guida ai lunghissime: terminarono «l’unica opera architettoni- Bagni di Rimini di Ruggero qualche giorno prima dell’i- ca non religiosa veramente Ugolini, edita nel 1873, si leg- naugurazione (1857). Du- monumentale dell’Ottocento ge: «Per vastità di mole e ric- rante gli scavi di fondamenta riminese». L’altra, lo Stabi- chezza di fregi è fra i più belli vennero alla luce eccezionali limento bagni (Kursaal), di che abbia l’Italia». Era vera- reperti d’età romana. Luigi Urbani costruito nel mente un gioiello. E come Le spese che superarono i 1871-‘73 non era paragonabi- tutti i gioielli costò un’esage- preventivi costrinsero il co- le a questa. razione. Che ancor oggi sol- mune a ipotecare tutti i suoi lecita la domanda: come mai Oltre all’indebitamento gene- immobili urbani; vari istituti rale il “Tempio del bel canto Rimini, piccola città di pro- di credito intervennero a por- vincia – con contado e borga- e della recitazione” aveva un tare aiuti finanziari e furono costo di esercizio insosteni- te non raggiungeva i 30.000 necessarie anche collette e abitanti – si dotò di un teatro bile, sproporzionato all’eco- prestiti da parte di alcuni cit- nomia della città; un onere così grandioso? In quel perio- tadini di cuore e di larghe ve- do l’industria del forestiero, talmente gravoso da condizio- dute. I palchi vennero venduti nare il numero delle stagioni cioè quei dodici capanni di in un’asta pubblica il 22 set- legno che i Baldini – Rugge- – nei periodi d’oro, erano tre: tembre 1856; il municipio se la stagione di carnevale la ro (1824-1904) e Alessandro ne riservò un certo numero. Il (1821-1891) – inchiodavano primaverile e l’estiva – e la Teatro era dotato di due sipa- programmazione degli spet- su palafitte nei pressi della ri: l’uno rappresentava Cesare tacoli. Nonostante le difficoltà riva ad ogni inizio di stagione, che passa il Rubicone, del finanziarie il cartellone operi- non lasciava supporre grandi pittore bergamasco France - stico fu sempre di altissimo li- sbocchi. Il turismo era di là sco Coghetti (1802-1875): nel vello, con la presenza dei più da venire. E allora? E allora 1913 la rivista “Emporium” lo celebri cantanti lirici italiani; dobbiamo convenire che il definì «uno dei più pregiati e la prosa, meno costosa della Teatro fu la realizzazione di preziosi sipari d’Italia»; l’altro lirica, si mantenne sempre su un sogno. Anche il lungoma- raffigurava Paolo e Francesca livelli di prim’ordine. re, molti anni più tardi, sarà da Rimini nel classico e pas- la realizzazione di un altro sionale bacio. Molti scenari Il terremoto del 1916 provo- sogno: una monumentale erano opera del riminese (Mi- cò ingenti danni al “Vittorio

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Atrio (Sala delle Colonne) del Teatro “Vittorio Emanuele II”.

svolgevano concerti, riunioni, «Di Amintore Galli, comizi e feste di ballo. Anche nel ’47, si conosceva la platea del Teatro fu utilizza- ta fino ai primi anni del Nove- ben poco. Anzi, cento per memorabili veglioni per molti era mascherati e fiere di bene- ficenza e, durante il periodo un emerito fascista, anche per grandiose manifestazioni di propaganda sconosciuto» politica. Emanuele”, che richiesero Nel 1940, a guerra iniziata, una lunga e attenta opera di nell’illusorio tentativo di con- restauro, specialmente negli tinuare a vivere la consueta stucchi, nelle dorature e nelle quotidianità viene messa in pitture. I lavori di ripristino scena, al “Vittorio Emanue- iniziarono nel 1922 e termi- le”, Il tesoro di Golconda, una narono nel 1926. In questa commedia musicale che si circostanza venne modificata propone di esaltare la virtù l’orchestra con la costruzione del risparmio. Promossa da Pietro Guaraldi, direttore ge- del golfo mistico. Sostituiti i clamazioni alla fine di ogni Francesco Coghetti, vecchi e sconquassati scanni, nerale della locale Cassa di atto. Al termine della recita, le Passaggio del Rubicone rinnovato l’impianto elettrico Risparmio, l’operetta è scritta chiamate sul proscenio, con di Giulio Cesare, sipario e il riscaldamento fu messo a da Aldo Berlini (1901-1979) e il pubblico in piedi, sono una del Teatro “Vittorio 2 Emanuele II”. termosifone . musicata da Vittorio Pazzini miriade. Anche le repliche de La grande stagione d’opera (1892-1951) ed ha per attori Il tesoro di Golconda hanno il che coronò la riattivazione del gli alunni delle scuole rimi- teatro gremito in ogni ordine teatro lo riconsacrò alla gloria nesi: oltre 200. Per la straor- di posti. E a questi successi si dell’arte e del bel canto: il 5 dinaria grandiosità scenica la aggiungono, nelle settimane agosto 1926, venne messo in commedia mobilita genitori, a venire, quelli delle trasferte scena di Giacomo fratelli, parenti, amici, eser- fuori provincia. Un trionfo. Puccini, l’11 agosto Pietro centi …. Insomma, l’intera Che sarà ricordato come l’ul- Mascagni diresse Il piccolo cittadinanza. Un vero e pro- timo “grande” spettacolo del prio colossal e per di più tutto Marat e il 15 agosto andò in “Vittorio Emanuele II”. onda uno stupendo Ballo in riminese. L’organizzazione e maschera di Giuseppe Verdi. le spese sono a carico della Ai successi scenici, infatti, se- Cassa di Risparmio, mentre guono gli insuccessi militari. Il 28 ottobre 1930 fu inaugu- l’incasso va alla Gioventù La guerra, con il passare del rata – le inaugurazioni in quel Italiana del Littorio (GIL). tempo, non consente più di vi- tempo avvenivano puntuali Berlini, oltre ad aver scritto vere la giornata con leggerez- nella ricorrenza della “marcia la partitura, ne cura la regia; za e la programmazione del su Roma” – la sala del “ridot- Vittorio Pazzini dirige l’or- “Vittorio Emanuele” si riduce to” rimasta allo stato grezzo chestra; la signora Fernanda all’osso. fino al 1898 quando venne Colombo Ghinelli provvede Il 28 dicembre 1943, una del- sommariamente trasformata alle danze; Matteo Barbiani le tante bombe “intelligenti” in “teatro figlio”. Per il contri- dipinge gli scenari. I costumi sganciate dagli aerei alleati buto offerto al suo restauro, il vengono confezionati su dise- lo centra in pieno. Il danno locale venne intestato al conte gni di Berlini e Barbiani. è grave ma non irreparabile. Lamberto Ressi e divenne Il debutto di questa coin- Dalle foto d’epoca che posse- “Sala Ressi”3. Le immagini diamo risulta come la distru- volgente manifestazione, il che illustrano E a proposito di sala Ressi, o 27 ottobre, registra il tutto zione non fosse così catastrofi- l’articolo fanno “teatro figlio” o sala del “ri- esaurito. Tanti gli applausi a ca. Crollata buona parte della parte della dotto”, in questo ambiente, scena aperta – rileva il “Cor- copertura, devastato il palco- collezione di ma a volte anche nell’atrio riere Padano” del 29 ottobre scenico, distrutto parzialmen- Guido Pironi. del “Vittorio Emanuele”, si 1940 – e interminabili le ac- te il triplice ordine di palchi.

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“Artisti romagnoli” il plauso incondizionato oltreché del pubblico anche della stampa stessa non solo per il lavoro, ma anche per la regia. ALDO BERLINI Nell’arte magica è considerato alla pari dei più valenti arti- sti professionisti viventi i quali non disdegnano di ricorrere Giovanni Tonelli, una delle più brillanti firme del giorna- spesso ai suoi suggerimenti ed ai suoi consigli per rinno- lismo nostrano, il 9 maggio 1943 inserisce sul “Corriere vare e perfezionare il loro repertorio. Ben noto anche fuori Padano”, nella rubrica dedicata agli “Artisti romagnoli”, il della nostra zona è stato chiamato a dare vari trattenimenti profilo di Aldo Berlini. Leggiamolo: il personaggio meri- dopolavoristici anche a Milano, Bologna, Trieste, Venezia, ta di essere ricordato dai riminesi. «Già più volte – scrive Roma ed altre importanti località. Le sue serate lasciano G.T. – abbiamo avuto occasione di interessarci su queste negli spettatori il desiderio di riapplaudirlo, anche perché colonne di resoconti artistici e di trattenimenti benefici dati il suo continuo studio e le sue innovazioni non si ripetono dal nostro concittadino Aldo Berlini. Artista nato, nel più mai. Instancabile e di- ampio senso della parola, appassionato cultore e studio- sinteressato, non rifiuta so dell’arte magica, poeta e librettista, è anche autore di mai la sua arte ove ci varie commedie ed operette scritte con brio tutto speciale, siano serate benefiche particolarmente adatte per la gioventù che vengono ovun- da organizzare; e di ciò que rappresentate con vero successo. Fra le numerose fanno fede le numerose composizioni di Berlini meritano una menzione speciale rappresentazioni negli “Lauretta”, graziosa parodia lirica e di fine senso artistico; ospedali militari e nei non di meno il brioso scherzo campi contumaciali per comico “3.9.38” ricco di gusto- far passare ai nostri se trovate. Abbiamo riservato gloriosi soldati qualche per ultimo i suoi due recenti ora di vero godimento capolavori operettistici dal tito- artistico e di sana al- lo “Presente!” che trae dal vivo legria. La cittadinanza la sana ed attiva vita al campo locale serba per questo dei balilla ed avanguardisti, ed nostro artista, dotato infine “Il tesoro di Golconda” di una non comune ca- che attraverso indovinate sce- pacità valutativa, quel ne divertenti e vivaci, esalta la certo legame di simpa- virtù del risparmio. Con queste tia che gli ha permesso ultime operette nel nostro mas- di conquistarsi i più alti onori nel vasto campo artistico e simo Teatro Vittorio Emanuele che non mancherà di farsi conoscere anche in terre stranie- il nostro autore ha ottenuto re in un prossimo domani».

Il danno più grosso il Teatro lo spensierata e gaudente, inqui- parteneva la stessa classe po- subisce dopo il passaggio del nata con i fasti del passato re- litica dirigente riminese, nella fronte, a guerra finita. A scar- gime fascista. Alcuni interventi primavera del 1948, demolì il dinarlo totalmente sono il pre- tempestivi, quali per esempio Kursaal una delle poche, belle lievo delle “macerie” da parte la provvisoria chiusura delle e utili costruzioni rimaste il- della popolazione e l’azione brecce, avrebbero potuto evita- lese dai bombardamenti. Era deleteria degli agenti atmosfe- re la totale devastazione. l’emblema di una città-giardino rici. Complice il disinteresse elegante, aristocratica e turisti- di una classe politica dirigente Ricordiamo che proprio nel camente vincente. Una presen- che con l’eliminazione del Te- tentativo antistorico di cancel- za che dava fastidio4. atro voleva cancellare in fretta lare la memoria di un passato la memoria di una borghesia che nel bene e nel male ci ap-

Note 1) C’è anche chi lo fa nativo di Perticara. 2) I lavori di ripristino del Teatro furono diretti inizialmente dall’ingegnere capo del comune Luigi Urbani poi da Gaspare Rastelli. La parte decorativa venne curata da Francesco Brici, Emo Curugnani, Roberto Mazzanti, Pietro Brigliadori e dalle ditte Filogenio Fabbri e Bonini Contessi. 3) I lavori iniziarono nel 1928, ma si dovettero interrompere subito, per qualche mese, in seguito all’im- provvisa morte per un incidente automobilistico del generoso mecenate. La vedova Elvira Bonassi Ressi tenne fede agli impegni presi dal marito solo in parte; per la nuova situazione economica familiare che le si era venuta a creare versò al comune 70.000 lire delle 125.000 promesse dal marito. Il resto della spesa venne coperto in parte dall’amministrazione municipale e in parte dal marchese Adauto Diotallevi, dall’avvocato Pietro Palloni, dalla Cassa di Risparmio, dal Credito Romagnolo e dal progettista Gaspare Rastelli, che rinunciò all’onorario. Gaspare Rastelli, coadiuvato dal geometra dell’ufficio tecnico comunale Giuseppe Maioli, stillò il progetto delle decorazioni della Sala Ressi in stile neoclassico, capace di 300 posti seduti; ornamenti e stucchi vennero composti dai fratelli Piazzesi di Firenze; le due figure laterali dal prof. Lambertini di Bologna; le dorature dai riminesi Paolucci e Perazzini, il tinteggio fu di Ivo Valentini. La grande lumiera centrale fu costruita a Parigi. 4) Il testo di questo articolo si rifà a un mio saggio pubblicato su “Ariminum” nel marzo-aprile 1997.

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il teatro di rimini

Le preziosità del “Vittorio Emanuele II” “raccolte” da Guido Pironi Una collezione unica costata anni di ricerca e di sacrifici Dai cantanti lirici agli attori di prosa, dai protagonisti dell’operetta alle compagnie teatrali, dai musicisti ai concertisti e il cartaceo pubblicitario degli spettacoli

di Domitilla Tassili essant’otto anni portati Sbene nel fisico e soprattut- to nello spirito. Guido Pironi, di professione agente di com- mercio, quando parla della sua passione per il teatro liri- co e drammatico riesce a cat- turare l’interlocutore, che non smetterebbe mai di ascoltarlo. Beniamino Gigli (1890- Riminese, sposato con Marisa 1957), tenore. Andrea Moroni – «del borgo Marina», Chenier (1923 e 1934), Tosca (1932). ci tiene a sottolineare –, due Elena Bianchini figli, Andrea e Serena, Guido Cappelli (1873-1919), si definisce «raccoglitore di soprano. Il trovatore cose riminesi». Un interesse, (1901), Tosca (1902), questo, iniziato tanti anni fa e Concerto (1904-1905), Norma (1913) che ancor oggi lo riempie di entusiasmo nei momenti libe- ri dal lavoro e dalla famiglia. Per «cose riminesi» egli in- tende vecchie cartoline, libri, opuscoli, lettere, manifesti … documenti cartacei che spa- ziano a tutto tondo sulla storia della città e sul suo territorio. Una raccolta importante e voluminosa, che ha nel filone teatrale la parte di maggiore pregio. A questo collezionista, Gina Cigna (1900- che per la prima volta mette 2001), soprano. Isabe- a disposizione dei lettori di au (1933). “Ariminum” una sintesi del Giacomo Lauri Volpi proprio lavoro di ricerca, ri- (1892-1979), tenore. Il Trovatore (1928). volgiamo alcune domande.

Ermete Novelli (1851-1919), attore. Compagnia E. Novelli (1899-1900-1901- 1905-1906). Olga Giannini (1867- 1961), attrice. Com- pagnia E. Novelli - O. Giannini (1905-1906). Riccardo Zandonai (1883-1944), compositore e direttore d’orchestra. Concerto sinfonico-vocale (1935).

16 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 Particolare del “pieghevole” illustrativo della stagione lirica del “Vittorio Emanuele II” in occasione dell’“apertura della più importante stagione balneare d’Italia.1933”.

Guido, come nasce la tua at- trazione per i protagonisti del mondo dello spettacolo? «Per caso. Una ventina di anni fa aggirandomi tra le banca- relle di un mercatino di cose vecchie trovai in un cestino pieno di cianfrusaglie una cartolina molto sciupata con l’immagine di un “certo” Etto- re Parmeggiani. Non sapevo chi fosse. Me ne stavo andavo Alessandro Bonci quando il rigattiere, che aveva (1870-1940), tenore. notato cosa avesse attirato la mia attenzione, mi disse: (1926). «È un riminese!». Acquistai la Melis (1885- 1967), soprano. Bohe- cartolina controvoglia, ma poi me (1927). una volta a casa il desiderio di conoscere il personaggio mi indusse ad iniziare una ricerca. Lessi molto e scoprii che non solo Parmeggiani era un va- lido tenore, ma che era anche l’orgoglio dei riminesi amanti del “bel canto”; aveva addirit- tura numerosi fan che lo segui- vano nei teatri per applaudirlo. Da quel primo approccio con (1863- il mondo della lirica cominciai 1945), compositore e direttore d’orchestra. a dedicarmi ai personaggi che Amica (1908), Il picco- avevano calcato le scene del lo Marat (1926). “Vittorio Emanuele II”: cantan- Irma Gramatica (1867- ti, attori e musicisti. Una ricer- 1962), attrice. ca che col tempo è dilagata, Compagnia I. Gramatica - L. Carini (1932).

Mario Del Monaco (1915-1982), tenore. Cavalleria rusticana (1943). Lina Pagliughi (1907- 1980), soprano. Il bar- biere di Siviglia (1930 e 1939). Augusto Massari (1887- 1970), compositore e direttore d’orchestra riminese e Don Lorenzo Perosi (1872-1956). Graziella (1928).

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Ottobre 1928, Teatro “Vittorio Emanuele II”. Gli artisti dell’opera lirica Graziella, musicata e scritta dal maestro Augusto Massari.

fino a diventare la passione della mia vita». Dove trovi queste preziosità? «Nei mercatini dell’antiquaria- to e nelle fiere collezionistiche. Coloro che trattano questa “merce” ora conoscono il mio hobby e quando hanno qual- che particolarità me la offrono prima di mostrarla ad altri collezionisti. Una cortesia che Riccardo Stracciari mi fa sentire un privilegiato, (1875-1955) baritono. anche se gli appassionati di La traviata (1927) storia teatrale sono pochissi- Mafalda Favaro (1903- 1981), soprano. Andrea mi». Chenier (1934), Rigo- Puoi darci un’idea della quan- letto (1937). tità della raccolta e come si dirama nelle sue sezioni? «Penso che tra foto di cantanti, musicisti, attori, e documenti vari, la collezione superi i due- cento “pezzi”. Tutti originali, naturalmente. La raccolta raggruppa in settori tutto quello che veniva rappresen- tato e pubblicizzato al Vittorio Emanuele II: opere liriche, Ebe Stignani (1903- operette, concerti, spettacoli di 1974), soprano. La prosa... Insomma tutto quello forza del destino che ha avuto a che fare con il (1929). Teatro». Aureliano Pertile (1985-1952), te- Dove tieni questo materiale? nore. Tosca (1925), «In album e contenitori di pla- Boheme (1927).

Luigi Carini (1869- 1943), attore e capo- comico. Compagnia I. Gramatica - L. Carini (1932). Maria Melato (1885- 1950), attrice. Compa- gnia drammatica Maria Melato (1928). Francesco Merli (1887- 1976), tenore. France- sca da Rimini (1923), (1943).

18 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 Ottobre 1928, Teatro “Vittorio Emanuele II”. Gli artisti dell’opera lirica Graziella, musicata e scritta dal maestro Augusto Massari.

stica. Il materiale è tutto carta- ceo e ha bisogno di molta cura. Sapessi quanta attenzione dedi- co a questa mia passione».

Quali i fatti più curiosi che ti Maria Rita Brondi sono capitati durante il lungo (1889-1941), chitarri- percorso di ricerca? sta e cantante concerti- «Tanti. Dopo la foto del tenore sta riminese. Concerto di chitarra Parmeggiani che mi ha spalan- (1910). cato le porte del mondo della li- Ettore Parmeggiani rica e poi anche di quello della (1895-1960), tenore prosa, ricordo con soddisfazio- riminese. Otello (1927), ne l’acquisto del primo manife- Lucia di Lammermo- or (1928), Graziella sto. I manifesti degli spettacoli (1928), Concerto sinfo- del “Vittorio Emanuele II” sono nico-vocale (1935). Isa- introvabili. Quei pochi che mi beau (1933), Adriana sono capitati tra le mani erano Lecouveur (1940). talmente rovinati che non ho potuto prenderli in considera- zione. Quel primo manifesto, invece, era intatto e il com- merciante che me lo ha ceduto si è accontentato di una cifra modesta. Penso che volesse disfarsene per evitare di tenere un “pezzo” così “fragile” e nello Teresina Franchini stesso tempo così ingombrante. (1877-1972), attrice e Mi è andata bene: ero disposto insegnante di recitazio- a pagarlo anche il triplo. È un ne. Compagnia Fran- manifesto eccezionale molto chini - Capelli (1895) raro, forse tra i più importanti Compagnia Franchini - Fumagalli (1925). della mia collezione». Carlo Galeffi (1884- Un’altra curiosità? 1961), baritono. Andrea Chenier (1934).

Achille Abbati (1857- 1914), compositore e direttore d’orchestra riminese. Tante le sue presenze al Vittorio Emanuele II, dall’estate del 1898 alla stagione di carnevale del 1911- ’12. Giacomo Rimini (1888- 1952), baritono. Tosca (1932). Gea della Garisenda, nome d’arte di Alessan- dra Drudi (1878-1961), cantante di operette. Il Capitan Fracassa (1909).

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Locandina (particolate) del 29 luglio 1913 che annuncia Madama But- terfly di al “Vittorio Emanuele II”.

«Il ritrovamento di una cartolina postale illustrata dove spicca la villa di Elena Bianchini Cappelli, la grande soprano – “riminese” d’ado- zione – prediletta del maestro Pietro Mascagni. Osservando bene il cartoncino, noto che il personaggio che si intrav- vede dietro il cancello della villa, seduto nel giardino, è Enrico Caruso, amico intimo di Elena, più volte suo ospite durante la stagione dei bagni. Bene, questa “scoperta”, igno- rata dai collezionisti riminesi, mi ha procurato una scossa al cuore, che ancora oggi, nel rammentarla, mi emoziona. E a proposito di Elena Bianchini Cappelli, a Riccione, durante una “Fiera del francobollo”, trovai otto cartoline di questa cantante in abiti di scena, rappresentativi di opere da lei eseguite. Tutte edite dalla ditta Alinari di Firenze. Trovarle Volantino del “Grande trattenimento” a “totale beneficio dell’Asilo dei figli derelitti dei mari- tutte insieme in un unico al- nai-pescatori dell’Adriatico”, sabato 8 agosto bum fu veramente un “colpo” 1908, Teatro “Vittorio Emanuele II”. eccezionale».

Locandina della prima rappresentazione dell’o- pera Manon Lescaut di Giacomo Puccini, mercoledì 8 gennaio 1900, Teatro “Vittorio Emanuele II”.

Manifesto del concer- to sinfonico – vocale diretto da Riccardo Zan- donai col concorso degli artisti Iva Pacelli, Ettore Parmeggiani e Carlo Togliani, domenica 29 settembre 1935, Teatro “Vittorio Emanuele II”. Manifesto dell’opera Tosca in programma al “Teatro Vittorio Emanuele II” mercoledì 31 agosto e venerdì 2 settembre 1932. Inter- preti: (Floria Tosca), Beniamino Gigli (Mario Cavaradossi), Giacomo Rimini (Baro- ne Scarpia)… Opuscolo (“Numero unico”) della “Stagione lirica estiva” 1927 al “Vittorio Emanuele II”.

Biglietti d’ingresso per gli spetta- coli del “Vittorio Emanuele II”.

Cosa ti piacerebbe fare con il Locandine della Compa- materiale collezionistico rac- gnia drammatica Erme- colto? te Novelli che annun- ciano per lunedì 27 e «Una grande mostra. Spero giovedì 30 agosto 1900 che il Municipio mi dia questa al “Vittorio Emanuele opportunità. Il materiale che II” le commedie Gli possiedo merita di essere visto ultimi giorni di Goldoni da tutti i miei concittadini». e Il mercante di Venezia interpretate da Ermete Quale è stato il criterio se- Novelli. lettivo che hai adottato per presentare una parte della tua collezione ai lettori di “Arimi- num”? «Dato che il direttore del pe- riodico, Manlio Masini, mi ha concesso sei pagine, quindi uno spazio ristretto e ben delimita- to, ho scelto i personaggi dello spettacolo che hanno calcato il palcoscenico del “Vittorio Ema- nuele II” tenendo presente la Le immagini che loro notorietà e la loro affettuo- illustrano l’arti- colo fanno parte sa vicinanza artistica alla città della collezione di Rimini. Per le locandine, di Guido Pironi. gli annunci e i “biglietti” vari delle manifestazioni ho dato la preferenza a quelli che ritenevo più leggibili e suggestivi».

Cartolina “pieghevole” della stagione estiva 1913 al “Vittorio Emanuele II”. Volantino che annuncia le rappresentazioni di Graziella, dramma lirico in tre atti di Augusto Massari dal 13 al 21 ottobre 1928 al “Vittorio Emanuele II”.

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Dai teatri romani al “Vittorio Emanuele II”, dalle tribune private alle sale parrocchiali Rimini dei teatri

Gli spettacoli scenici erano lo svago preferito della gente facoltosa, ma a partire dall’Ottocento cominciarono ad attrarre anche la piccola borghesia e il popolino

l Teatro di Rimini, progettato «A partire dal portarono alla luce parte della di Manlio Masini Ida Luigi Poletti, era vera- sua struttura risalgono al 1843; mente un gioiello. Piacevole e Seicento, il teatro ripresero con più vigore nel di sicuro effetto la monumen- 1925 e 1926. Oggi l’incuria in tale facciata neoclassica con i allestito nella cui sono lasciati i resti di que- suoi due colonnati sovrapposti sala dell’Arengo sto monumento romano grida e lo spazioso atrio con le otto vergogna. colonne ioniche; eccezionale diviene “stabile” Dopo queste l’interno con una importante due struttu- platea e un triplice ordine di con spettacoli lirici, re, testimo- palchi (64 per la precisione): drammatici nianza di un il primo con arcate romane, il divertimento secondo e terzo con colonnato e di varietà» arcaico e corinzio. In alto c’era il loggio- superato ne con la sua ampia e comoda passione incondizionata per il nei tempi, il gradinata per i posti popolari. teatro, che aveva radici lonta- teatro lo ri- Le pitture, gli stucchi, le do- nissime. Addirittura romane. troviamo al- rature e le statue che deco- Parliamone. lestito nella ravano le sale erano l’opera sala dell’A- collettiva dei più quotati artisti Il più antico Teatro di Ari- rengo duran- e maestri artigiani del tempo. minum, costruito nel primo secolo dopo Cristo, era situa- te il periodo La realizzazione del Teatro di carnevale. to nelle adiacenze del foro rappresentò un momento di A partire dal (piazza Tre Martiri). L’area, grande vivacità culturale da Seicento, con i suoi resti, fu scoperta parte di tutta la cittadinanza questo pal- nel 1961 grazie all’intuito di con lunghe e snervanti discus- coscenico Mario Zuffa – direttore della sioni di ordine politico, ideo- diventava Biblioteca Civica Gambalun- logico e persino logistico: chi “stabile” e le ga e del Museo – durante i lo voleva in piazza Malatesta, stagioni sce- lavori di scavo nell’ex palazzo chi sulla Strada maestra (cor- niche erano so d’Augusto) nell’area detta Rastelli, in angolo fra il corso più d’una. della Gomma e chi in piazza d’Augusto e la via Giordano Nel Settecen- Fontana (piazza Cavour). Po- Bruno. Nel secondo secolo to in questo lemiche a non finire, ma unità dopo Cristo venne realizzato duecentesco salone – ricor- Volantino del Politeama d’intenti nel volerlo. Alla fine un maestoso anfiteatro fuori diamolo – si cimentò Carlo Domeniconi che si optò per erigerlo al posto dal perimetro urbano, sulla Goldoni (1707-1793), quando annuncia per il 14 della seicentesca Fabbrica dei spiaggia, nei pressi del torren- ancora, alunno presso la scuo- settembre 1870 la Compagnia di Giuseppe forni comunali, un edificio in te Ausa. Per mole era para- la di filosofia dei domenicani gonabile all’Anfiteatro Flavio, Salussoglia e Soci, origine utilizzato da pubblico di Rimini, era alle prime armi composta di 40 Arabi granaio e in seguito anche meglio conosciuto col nome di come autore di testi teatrali. della tribù Beni-Zoug- come guarnigione e gendar- Colosseo. Di forma ovale, era Oltre al teatro pubblico dell’A- Zoug. meria per le truppe di passag- interamente in laterizi e aveva rengo, che produsse spettacoli gio e poiché la facciata di que- un’estensione di metri 120 x lirici, drammatici, accademie sto stabile si rifletteva sulla 91 ed un’arena di metri 74 x e varietà fino ai primi anni piazza Fontana, un’area molto 45; era ricco di marmi pre- Cinquanta dell’Ottocento, c’e- amata e frequentata dai rimi- giati e di statue. Con gli anni rano anche quelli privati. Ge- nesi, l’opera che si andava ad cadde in disuso e fu abban- stiti da famiglie nobili, questi edificare non poteva che esse- donato a se stesso: dapprima palcoscenici erano approntati re grandiosa. Grandiosa come venne incorporato nelle mura nelle sale dei palazzi e, duran- la realizzazione di un sogno. tardo romane e medievali, te il periodo estivo, nei giar- Un sogno caparbiamente poi interrato per il rialzo del dini. Tra le più famose arene pensato e voluto dai riminesi piano stradale necessario per teatrali riminesi del Seicento a sostegno dal loro immenso frenare le frequenti piene del spicca l’Accademia dell’Arca- amore per l’arte scenica. Una torrente. I primi scavi che ri- dia, che nel Settecento verrà

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Palazzo dell’Arengo. Il grande salone delle assemblee popolari fu adibito a “Teatro del Pubblico” dal Cinquecento alla metà dell’Ottocento.

Bernardo Rosaspina: Piazza di Rimino (incisione in acquaforte, 1832), particolare. Il seicentesco edificio in origine fu utilizzato da pubblico granaio e in seguito anche come guarnigione e gendarmeria per le truppe di passaggio.

gestita dalla famiglia Diotal- strutturali che maturarono «Oltre al teatro levi. Nei primi anni dell’Otto- nei riminesi il desiderio della cento, si distinguono l’Acca- costruzione di un vero e pro- pubblico demia degli Acati e dei Piladi prio teatro. (1810) e il teatro “Nicola Buo- dell’Arengo, che L’edificazione del Teatro anzi- narroti” (1819). Quest’ultimo ché appagare la passione dei produsse attività portò avanti una discreta riminesi per l’arte scenica, la programmazione di spettacoli incrementa. Negli ultimi anni fino ai primi lirici e di prosa fino alla metà Sessanta dell’Ottocento apre, degli anni Sessanta coprendo anni Cinquanta in via Cattaneo, il Politeama per alcune stagioni i vuoti di “Luigi Domeniconi”, un’arena dell’Ottocento, cartellone del teatro pubblico con tre ordini di gallerie e una dell’Arengo e poi anche quelli platea capace di mille posti. c’erano anche del “Vittorio Emanuele”. Per una quindicina d’anni a quelli privati» L’attività scenica era lo svago partire dal 1869 questo teatro preferito della gente facoltosa, sforna opere liriche, operette stretti. Infine tre oggi non ma a partire dall’Ottocento e spettacoli drammatici e di aperti: quello di casa Batta- cominciò ad attrarre anche la arte varia di tutto rispetto. glini, di casa Graziani e dello piccola borghesia e il popo- Con l’apertura del “Domeni- Stabilimento. È una vera mo- lino. Del resto gli spettacoli coni” la città, sempre più at- nomania questa di recitare, teatrali erano un’evasione tratta da questa nuova forma che invade la nostra cittadi- in grado di distrarre la gente di evasione nelle sue variega- nanza: in alcune case mettono Locandina del Teatrino dalle miserie della vita quo- te espressioni, va incontro ad assieme due tavole per un dello Stabilimento tidiana e proprio per questo una vera e propria esplosione Bagni, che propone palco alto un palmo, quattro la sala dell’Arengo, il teatro di palcoscenici “privati”, aper- “quanto prima” fogli di carta con molto rosso, Buonarroti e altre tribune mi- ti al pubblico. A fornirci la un Trattenimento per due quinte, ed una coper- drammatico (24 agosto nori cominciarono ad essere sorprendente notizia che ci fa ta qualunque da sipario e il 1890). insufficienti a contenere tanto capire quanto fossero apprez- teatro è fatto. Peccato che il entusiasmo. zate dai cittadini le rappresen- Inoltre, la tazioni teatrali è il periodico graziosissimo di casa Battagli- precarietà “Italia” del 10-11 marzo 1886. ni quest’anno taccia (…). Ma degli am- «Rimini – scrive il giornale – noi dobbiamo mandare i no- bienti e le oggi ha 12 teatri e tutti (meno stri più sinceri e più caldi ral- manche- tre) aperti! Diciamo dodici, legramenti al Seminario pel volezze dei ma forse nella quantità, può coraggio avutosi quivi in que- loro palchi darsi che ve ne sia qualcun al- sti giorni da quei signori abati non con- tro che non conosciamo. E ne di recitare niente di meno che sentivano diamo l’elenco. Primissimo il “I due sergenti” e recitarli la messa in Teatro Vittorio Emanuele. Poi senza donne! Un abate ha scena nella il Teatro del Circolo Dramma- fatto la parte della moglie … sua piena tico Musicale, sempre gremito sono cose dell’altro mondo spettacola- e in progresso, e quello del queste, ma pure accadono in rità di quel sig. Bertozzi. Seguono tre questo anno di grazia 1886». Il genere dell’ordine clericale o simile: “pezzo”, molto intrigante nel- musicale quello del Seminario, del Pio la sua stesura, ci consente di che stava Istituto Venturini e delle Orfa- entrare nel costume dell’epo- incontran- ne dei Servi. Poscia tre in case ca e di comprendere i rituali do il favore private: quello del palazzo di questa ammaliante e conta- delle masse: Cima ove si recitò l’altra sera, giosa forma di svago. Sempre il melo- quello del Palazzo Martinelli dallo stesso periodico, molto dramma. (ove non entravano uomini, attento nel riferire in crona- Furono an- ci dicono) ed una parodia di ca le vicissitudini dell’arte che queste teatro in casa Bianchi, ove scenica riminese, veniamo a limitatezze non entrano che i parenti più conoscenza che c’erano teatri

24 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Per contenere la Speranza in via Perugini». l’opera svolta Nel 1899 un altro teatro si ag- dall’artista l’entusiasmo giunge alla lista: il Politeama scrive: «Il Malatesta che si accomoda commendator del pubblico alla nella omonima piazza. Nei Ermete Ni- fine dell’Ottocento suoi tre anni di vita ospitò ope- velli ha com- re, operette, commedie, va- piuto uno dei si registra rietà e circhi equestri. Chiuse suoi miracoli: nel 1901 per i costi di gestione ha dato la vita in città troppo alti. ad un morto». Con la con- una vera e propria Tra i teatri documentati dai duzione del benemerito attore, Locandina dell’Arena cronisti riminesi non compare esplosione l’arena di marina diventa un al Lido per la serata l’Arena al Lido, teatro stagio- di sabato 30 luglio punto di riferimento, ambi- nale con una programmazione 1904 in onore di di palcoscenici» to e richiesto delle migliori rivolta ad appagare i desideri, Emma Gramatica. compagnie artistiche d’Italia, particolarmente esigenti, dei In programma la e teatrini per tutti i gusti e oltre che un centro di elegan- “forastieri”, ovverosia quelli commedia Zazà. per tutte le tasche e che dal za e di mondanità. La Guerra che nella stagione dei bagni 1887 al 1891 quelli che mag- del quindici chiude questo Locandina del “Teatro fruiscono delle divagazioni e Vittorio Emanuele II” giormente si distinguevano affascinante capitolo. Il 30 delle distrazioni della spiag- che comunica per la per la qualità degli scenari e gennaio 1919 Ermete Novelli gia. Soffermiamoci su questo serata del 21 agosto la bravura della recitazione, muore e l’Arena interamente “palcoscenico”: il suo sarà un 1907 l’opera del erano il “Diotallevi”, con una di legno entra in una fase di Maestro Amintore Galli: lungo e dignitoso percorso che filodrammatica specializzata deprecabile abbandono: le im- David. merita di essere riassunto. nel repertorio goldoniano, e il palcature si Il 27 marzo 1895 il consiglio “Martinelli”, rivolto soprattut- comunale riminese stabilisce disgregano to alle operette. la costruzione di un palcosce- e le gallerie Nove anni dopo l’elenco for- nico in muratura nel centro diventano nitoci da “Italia”, Lodovico dell’area dell’ex ippodromo, pericolanti. Contessi, un curioso cronista tra lo Stabilimento balneare e C’è il rischio che amava appuntare nelle il porto canale. La decisione è addirittura sue Memorie le notiziole ri- ritenuta necessaria per ospita- che crolli. minesi, a pag 157 parla dei re nella bella stagione le pri- Dopo un teatri riminesi e ne calcola marie compagnie di prosa e di sommario 14: «Quest’anno vi fu la mania varietà, alcune delle quali in restauro dei teatri, e se ne sono con- passato hanno declinato l’invi- e alcune tati 14, cioè: 1) il V.E.; 2) l’ex to proprio per la precarietà del rispettabili tipografia Renzetti; 3) il Con- tavolato di scena. La disposi- stagioni di cordia, a Palazzo Nanni; 4) le zione del municipio di rendere attività arti- suore Zavagli; 5) il Massani, stabile il luogo degli spettacoli, stica, nell’a- vecchia filanda Serpieri; 6) il che dal 1868 si assestava su gosto del Varietà, in vicolo Cima; 7) il aree diverse, ma sempre li- 1925 l’Arena palco del Canonico Venturini, mitrofi allo Stabilimento, dà è demolita. presso l’arco d’Augusto; 8) inizio alla storia del teatro di Trascorsi gli Orfanelli in via Arena del marina, inizialmente chiamato dieci anni, Pallone; 9) le Orfane ai Servi; Arena al Lido, poi a partire sulla stessa 10) il Reggimento caserma dall’estate 1911, Politeama area è co- S. Francesco; 11) il Martinini “Ermete Novelli”. Quell’anno, struito un Innocenzo, casa propria in infatti, il grande mattatore del- nuovo teatro via Codalunga; 12) quello di la scena assume la direzione dedicato Frioli, casa propria, in via S. artistica del locale e a sue spe- ad Ermete Girolamo; 13) la nuova Filo- se lo restaura e lo abbellisce Novelli. drammatica riminese Istituto di sana pianta. Il “Momento” L’edificio, Belisardi; che s’incendiò; 14) del 10 agosto, commentando moderno,

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Locandina del Politeama Riminese che comunica per venerdì 23 febbraio 1934 la rappresentazione de La morte civile con Ermete Zacconi.

Galleria e platea del Politema Riminese.

funzionale vo “Novelli”, e in perfetto inaugurato il stile 900, 13 luglio del «sobrio ed 1935, riprendono a recitare «I politeami elegante», le più accreditate compagnie è tutto in sceniche d’Italia e per qual- “Buonarroti”, cemento che anno ancora il lido di armato ad Rimini torna ai vertici degli “Domeniconi”, ha una ca- interessi artistici rinnovando “Malatesta”, pienza di i fasti e gli entusiasmi dei bei 1.500 posti tempi passati. “Novelli”, tra platea Lasciamo il “Novelli” e tornia- “Riminese” e galleria. mo agli anni che precedono la Progettato prima grande conflagrazione e poi i piccoli teatri e costruito mondiale. La città sta vivendo di associazioni dal geome- un momento di felice con- tra Oddo giuntura. L’industria balneare e parrocchie» Rondini va a gonfie vele e comincia a e dall’in- distribuire i suoi frutti, anche (Giovanni Rimondini, “Arimi- gegnere se acerbi, a larghi strati della num”, Novembre-Dicembre Enrico Del popolazione. Il “bel mondo”, 2013). Piano il “Novelli” risolve, fi- che d’estate si ritrova sulla Questa elegante e funzionale nalmente, la grossa lacuna spiaggia, ha soldi da spendere struttura polivalente terrà Volantino del Politeama del settore artistico e ricre- e nel litorale si risveglia un aperti i battenti per trent’anni Riminese che annuncia ativo del lido. «Mancava a fermento innovativo mai co- riuscendo a regalare momenti l’ultima recita della Rimini – scrive il “Diario Cat- nosciuto in precedenza. Fio- di svago a tutta la cittadinanza Cavalleria Rusticana per tolico” il 13 febbraio 1935 – un riscono alberghi, ristoranti, sfornando importanti spet- la serata di mercoledì 6 teatro nella zona a mare che negozi, attività commerciali. gennaio 1933. tacoli. Il Politeama fu anche potesse ospitare degnamente Sollecitato da questa frenesia sede di manifestazioni patriot- compagnie operativa, un gruppo di cit- tiche, di notevoli celebrazioni di prosa e tadini guidato da Attilio Ruffi politiche, di concerti e di riu- di musica e decide di investire nella co- scitissimi veglioni, ma soprat- permettere struzione di una “sala” capace tutto fu il tempio dell’operetta di fare qual- di ospitare qualsiasi genere di e della rivista nel momento che spetta- spettacolo, dalla lirica all’o- del loro massimo splendore. colo lirico peretta, dalla prosa al varietà di qualche e all’attività cinematografica. Negli ultimi anni Trenta ol- importanza Eretto in via Gambalunga tre al “Vittorio Emanuele”, senza ricor- su progetto del geometra al Politeama Riminese e al rere al mo- Alessandro Perilli, il teatro è “Novelli” producono attività numentale inaugurato il 21 giugno 1913 scenica il “Ridotto” (“Sala “Vittorio con il nome di Politeama Ri- Ressi” o “Teatro figlio” del V. Emanuele” minese. Tra platea, barcacce e E.), il Cinema Teatro Impero che per la galleria il nuovo “contenitore” e il Salone del Dopolavoro fer- sua ubi- riesce ad includere circa 2000 roviario. In questi ambienti si cazione in persone. Sul “Momento” del cimentano le filodrammatiche città e per 26 giugno 1913, un cronista locali “Francisco Busignani”, la sua am- benevolo loda la «vasta e co- “Umberto Rizzi” e “Alessan- piezza mal moda sala, profusamente illu- dro Mussolini” (ferrovieri). si presta a minata», la «giudiziosa dispo- A questi teatri si aggiungono, spettacoli sizione dei posti», la «sobrietà come da vecchia tradizione, i che non sia- riposante dell’interno, nella piccoli palcoscenici delle par- no grandio- sua candida tinta claustrale, rocchie. Tra questi, il più effi- si». Sul nuo- senza superflue decorazioni» ciente e celebrato è il bel tea-

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IL TEATRO DI RIMINI

Il palcoscenico del Politeama Riminese.

trino dei Salesiani, nei pressi matiche, Micheluzzi e Ninchi, di piazza Tripoli, sede della e la messa in scena di due Filodrammatica “Don Bosco”, opere liriche: Madama Bat- tra le migliori compagini della terfly (G. Puccini) e Lucia di città con un repertorio di com- Lammermoor (G. Donizetti). medie e operette. Il Politeama Riminese alterna spettacoli di varietà a pellicole Ed eccoci al 1940, l’inizio della cinematografiche. I “laborato- catastrofe, la fine della favola ri” teatrali laici e di parrocchia bella dei teatri riminesi. Con riempiono le sale con qualsia- l’avvio delle azioni militari i si genere di rappresentazione. tre “grandi” palcoscenici della Tra le distrazioni il teatro, città sono in piena attività. Il come luogo di divertimento e “Vittorio Emanuele” nella sta- di aggregazione, è ancora al gione di Carnevale ha messo primo posto nel gradimento in scena Tosca (G. Puccini), popolare e sembra non aver C Ernani (G. Verdi) e Adriana rali della città non solo hanno Volantino dell’Istituto perso lo smalto dei vecchi Fascista di Coltura che M Lecouvreur (F. Cilea) e per la cancellato le strutture sceni- tempi. comunica per mercoledì fine di ottobre ha in cartellone che, ma hanno tolto ai rimine- Y 29 aprile 1936 il si anche il desiderio di ritro- un’operetta scritta e diretta La guerra, con i suoi lutti e concerto di Mengoli- CM da Aldo Berlini e musicata da le sue devastazioni chiude il varsi ai piedi del proscenio ad Guidi nella sala del

MY Vittorio Pazzini: Il tesoro di capitolo della storia riminese applaudire i propri beniamini. Ridotto del “Vittorio Golconda. Gli attori sono gli dei teatri. Distrutto il “Vittorio Ci vorranno anni prima di Emanuele II”. CY alunni delle scuole elementari Emanuele”, cancellato il Poli- vedere rifiorite lo stesso con- CMY e medie della città, oltre 200. teama Riminese, danneggiato tagioso entusiasmo del passato e quel comune sentimento che K Un colossal tutto nostrano. Al il “Novelli”; fuori uso anche i “Novelli”, in agosto, sono pre- piccoli palcoscenici di quartie- scaldava i cuori e legava la cit- viste due Compagnie dram- re. Le macerie materiali e mo- tadinanza al teatro.

Le immagini che illustrano l’arti- colo fanno parte della collezione di Guido Pironi.

Locandine dell’operetta Il tesoro di Golconda in programma al “Vittorio Emanuele II” il 28 ottobre 1940.

ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 | 31 IL TEATRO DI RIMINI

In quei “salotti pubblici” si ricevevano gli amici e si organizzavano laute cene I palchettisti del “Vittorio Emanuele II” Le stagioni liriche e la vita del teatro si finanziavano anche con il danaro ricavato dalla vendita e dagli affitti annuali dei palchi

di Arnaldo Pedrazzi a borghesia più abbiente, comprendeva altri due palchi «Ai palchettisti Lorganizzata in “società di per lato (il teatro non aveva palchettisti” o in “condomini”, il palco reale), sopra i quali era stato venduto faceva a gara per accaparrarsi si trovava il loggione; ciò lo il possesso di un palco del ha portato ad essere uno dei il solo “diritto di Teatro “Vittorio Emanuele teatri più grandi d’Italia. L’ar- palco”; il possesso II”. I palchetti erano venduti chitetto, al posto dei palchi o affittati annualmente agli “colombaia” tutti uguali tra del suolo rimaneva aristocratici che ne potevano loro, aveva introdotto un alto di proprietà fare uso anche per ricevervi basamento che sosteneva degli invitati e mangiare e il primo ordine di 23 palchi comunale» gestire la propria vita so- formato da maestose arcate disegno oro, per il 3° Ordine ciale in un salotto pubblico, su piedritti ispirate chiara- fondo porpora, disegno giallo finanziando così anche le mente a quelle del Tempio e per il Loggione colore uni- stagioni liriche e la vita del Malatestiano e caratterizzate forme porpora. Per quanto teatro dall’inaugurazione al da 22 grifoni dorati posti sulle riguarda gli arredi dei palchi, 1943 quando i bombarda- balaustre; il secondo e ter- il Poletti nei suoi carteggi menti misero fine a quelle zo ordine erano inseriti nel manifestazioni. Nell’imme- non li menziona; comunque peristilio di venti colonne in il pubblico maschile stava diato dopo guerra il Teatro, stile classico corinzio. Sulle pesantemente danneggiato, generalmente in piedi e tali colonne si impostava la bal- arredi erano di proprietà dei venne occupato dai militari conata dell’ampio loggione e poi dai riminesi stessi che palchettisti che intervenivano protetto da griglie in legno secondo il gusto personale. saccheggiarono arredamenti, traforate con sedute a gradoni mobilio e lampadari a cui si L’illuminazione, oltre al lam- senza alcuna separazione. padario centrale che scendeva aggiunse lo spoglio deliberato Le tappezzerie contribuivano di materiali da costruzione dalla grande volta della pla- con la loro cromia, di cui non tea, era costituita da luci ai che trasformarono il manufat- abbiamo riscontri fotografici Primi anni del ‘900. parapetti dei palchi, da quelle to in cava a cielo aperto. ma solo informazioni desun- La sala e i palchi del interne ai palchetti e dalle “Vittorio Emanuele Questa è la descrizione dei te dai carteggi pervenutici, luci del loggione. Nel 1868 II” durante una palchi prima della loro di- a caratterizzare fortemente infatti erano state inserite rappresentazione struzione: la platea era cir- lo stile del teatro. Le pareti due serie di candelabri a gas (foto P. Trevisani, coscritta da un ambulacro e dei palchi erano rivestite con Rimini Biblioteca a cinque fiammelle alti 115 composta da tre ordini di ven- carte da parati damascate con Gambalunga). centimetri davanti a ciascun tun palchi col proscenio che la ripetizione del simbolo del piedritto delle arcate del I° grifone, mentre Ordine di palchetti (dove i parapetti erano erano presenti i grifoni) e a coperti con cusci- ciascuna colonna del II° Ordi- ni lineari di vellu- ne; altri otto bracci a cinque to rosso. Le porte fiammelle erano stati collocati presentavano ten- ai lati dei palchi al primo e daggi con colore secondo ordine di proscenio e e disegno analogo 40 piantane a tre luci al primo a quello della e secondo ordine (a cui si ag- tappezzeria pre- giungevano 135 applique ne- sente alle pareti: gli ambulacri e nei corridoi). per il 1° Ordine Una curiosa notizia di crona- dei palchi fondo ca del 1868 è quella che ci ha giallo con disegno lasciato Ludovico Contessi oro antico, per il nelle sue “Memorie” «…per 2° Ordine fondo ordine del Municipio marcai giallo cadmio con con numeri i lumi o beccucci

32 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Le pareti Tip. Schioppo”. Aggiungiamo anche una seconda distinta del dei palchi erano palchettisti compilata dal Mu- nicipio, datata 5 agosto 1925, rivestite con mentre, per mancanza di spa- carte da parati zio, omettiamo un terzo elenco degli anni ’42 - ‘43 che mi ha damascate con fornito l’avv. Carlo Rufo Spina la ripetizione del di Rimini. Confrontando i numeri rife- simbolo del grifone» riti ai palchi nei tre elenchi, a gas del teatro V. E. e sono troviamo spesso il nome della per numeri 683 fiammelle». stessa famiglia come ad esem- pio quella dei Belisardi, inte- I rogiti attestano che ai pal- stataria del palco di I° ordine chettisti era stato venduto il numero 3, dove, seguendo solo “diritto di Palco”, quindi il i tre elenchi, leggiamo: 1) solo diritto di superficie senza Eredi Belisardi Matteo: Beli- palco di proscenio marcato n. Liste di primo e il possesso del suolo che rima- sardi Nella fu Matteo maritata 23 di pertinenza del Cav. Dott. secondo ordine dei neva di proprietà Comunale. Palloni; 2) Belisardi Nella in palchettisti del V. E. II Nicola Ripa è passato in pro- Pubblichiamo una lista origi- Palloni; 3) Belisardi Nella fu (1910 circa). prietà dei Sigg. (seguono vari nale dei palchettisti del Teatro Matteo, ora Palloni Avv. Pietro, nomi fra cui Umberto Ronci) “Vittorio Emanuele II” risa- via G. Bruno 28. Un secondo ai quali da oggi va intestato. lente agli inizi del Novecento esempio riguarda la famiglia I nominati acquirenti si sono coi numeri dei palchi di I°, Spina intestataria del palco di costituiti in Società denomina- II° e III° ordine e il nome dei I° ordine numero 13: 1) Spina ta “Società Barcaccia Ordine relativi proprietari in gran conte Pietro fu Carlo; 2) Spina Primo”». Dalla seconda lettera parte appartenenti alla nobiltà Conte Pietro (Pietro era com- del 4 Giugno 1941 inviata dallo e alla borghesia locale, anche proprietario col fratello Giam- studio legale Ronci: «…Spett. se non mancano milanesi, battista); 3) Massani Agnese fu Ufficio Palchettisti, per inca- romani, bolognesi e raven- Guglielmo Ved. Spina (vedova rico dei soci della Barcaccia nati. Si tratta di un registro di Giambattista), Corso d’Au- comunico che essa dovrà da di cinque pagine, redatto a gusto 217. oggi essere così intestata ai mano, trovato qualche anno I palchettisti potevano anche seguenti quattro comproprie- fa a Riccione, nel mercatino vendere a terzi il proprio “di- tari, essendo gli altri morti o filatelico-numismatico di mo- ritto di palco” come risulta da rinunciatari: Vernocchi Cav. stra e scambio di metà agosto due lettere, di cui riferiamo Augusto e Cesare di Vittorio, presso i Giardini Montanari di il contenuto, che gentilmente Guerrieri Conte Cosimo fu fronte al Palazzo del Turismo, mi ha fornito l’avv. Umberto Francesco, Ronci Avv. Umberto da Alessandro Brambilla (un Ronci nipote dell’omonimo fu Giosué (così risulta anche importante collezionista ri- Umberto Ronci proprietario in nel terzo elenco che quindi è minese, ora trasferito in altra società dal 1926 del palco di posteriore a tale data)». città) che ha fatto notare come proscenio di I° ordine numero il registro utilizzato servisse in 23. Detto palco nella prima Ed ecco alcuni articoli del Re- origine per un estimo agrario lista del 1910 e nella seconda golamento dei Palchettisti del e probabilmente era ad uso del 1925 risultava appartenere teatro V. E. II° Rimini risalente interno all’amministrazione al Dr. Cav. Nicola Ripa fu Ro- al 1927. del teatro; ogni singola pagi- berto che morì nel 1926. Risale Art. 1: Il Teatro V. E. II. è di na misura circa cm 27 x 38. al 1926 la prima lettera invia- proprietà del Municipio. I pal- Significativa poi è la scritta a ta dal sindaco di Rimini alla chi coi camerini attigui sono di stampa in basso a destra delle Ragioneria Municipale: «… proprietà dei singoli palchetti- pagine dispari: “Torino 1909 - con atto del 30 maggio 1926 il sti o condomini, i quali hanno

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diritto di «Ai palchettisti era diverso da quello cui è de- disporne stinato. In occasione di feste a termini concesso anche nazionali od altre pubbliche di legge. cerimonie, il Podestà ha fa- Art. 2: Il vendere a terzi coltà di derogare da questa Palchet- il proprio disposizione. È vietato in ogni tista non caso l’uso del teatro a scopo di potrà “diritto di palco”» balli o di veglioni. asporta- Art. 24: I soli titolari dei palchi lavori riconosciuti necessari. re cosa hanno diritto di intervenire Art. 16: La dote (si tratta del alcuna alla prova generale di ogni contributo per le rappresen- La lista dei palchettisti dall’interno del palco di sua spettacolo. tazioni teatrali) è formata, per del “Vittorio Emanuele proprietà e tanto meno dare Art. 25: I palchettisti che in- ogni spettacolo, dall’assegna- II” nel 1925 effetto a qualsiasi innova- tendono affittare il proprio zione del Municipio e dal con- zione senza averne ottenuta palco ne consegnano le chiavi tributo dei palchettisti. preventiva autorizzazione dal alla Commissione la quale, Art. 19: La spesa di manuten- Municipio. d’accordo con gli interessati, zione dei palchi, compresa fisserà per ogni spettacolo la Art. 4: La Commissione Tea- quella dei camerini, sarà a tariffa dei prezzi di affitto. trale sovrintende al regolare carico del proprietario e così La domanda che oggi si pone funzionamento del Teatro. pure quella per il manteni- è: i proprietari o gli eredi dei Art. 6: Il Comune mette a di- mento e per la rinnovazione palchettisti dell’epoca hanno sposizione della Commissione del mobilio. oppure no diritto ad una qual- Teatrale un fondo di L. 3000 Art. 20: Il teatro V. E. non po- che forma di risarcimento, all’anno per l’esecuzione di trà mai essere adibito ad uso anche se non monetario?

Teatro “Vittorio Emanuele II”, stagione estiva 1928. Serata di gala (foto proprietà Daniela Ricci).

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Nel 1947 il primo tentativo di ricostruzione del monumento polettiano Da teatro borghese a cinema-teatro popolare

L’Amministrazione comunale voleva abolire il senso elitario della cultura a vantaggio della diffusione egualitaria dello spettacolo

n mistero aleggia sulla «Il progetto (Bega e Vaccaro) con il Piano di Andrea Montemaggi Utravagliata storia della ri- di ricostruzione della Marina costruzione del teatro “Galli”: era firmato da su iniziativa della Cassa di Ri- il progetto di ripristino degli sparmio. architetti Melchiorre Bega, Melchiorre Bega, I tecnici lavorarono intensa- Alberto Legnani e Giuseppe Alberto Legnani e mente nell’elaborazione del Vaccaro. Grazie alla tenacia progetto di ricostruzione che, dell’avvocato e musicolo- Giuseppe Vaccaro, tenuto conto della loro forma- go Gianandrea Polazzi, si esponenti del zione, delle loro teorie e del è conservata memoria del loro excursus professionale, primo tentativo di riedificare “Movimento non poteva certo essere il il grande monumento polettia- italiano restauro filologico del teatro no dopo gli eventi bellici, ma come pensato dal Poletti. Nè poco di più. architettura del resto all’epoca questa era Era il 1947 e gli amanti della razionale”» l’ipotesi che prevaleva: nella Muse vedevano con orrore mente dell’amministrazione il progressivo decadimento tolato ad altri di altro luogo”. comunale - e non solo - c’era dell’edificio, colpito sì da una La Giunta comunale il 9 mag- infatti un cambiamento ideolo- bomba nel 1943 ma anche gio, con celerità sospetta, ac- gico fondamentale, con l’abo- divenuto cava di laterizi per consentì alla proposta; il Con- lizione del senso elitario della la ricostruzione di case deva- siglio Comunale il 15 giugno, e cultura, considerato come state dalla guerra e utilizzato quindi dopo più di un mese di “borghese”, e la diffusione per vari scopi, con distrazione riflessione, approvò il cambio egualitaria dello spettacolo. Il di arredi e materiali in altri di intitolazione all’unanimità progetto fu redatto nei primi luoghi. ma con 14 assenti su 40. mesi del 1948 e nell’estate L’allora sindaco Cesare Bian- L’avvocato Giuseppe Polazzi, esposto all’Arengo: si trattava chini era certamente interes- vicino all’amministrazione di una serie di tavole 1:200 e di sato alla riutilizzazione del comunale, nell’arco di pochi due raffigurazioni di sala. Teatro: l’8 maggio 1947 Aldo mesi ideò l’operazione di ri- Qui nasce il mistero: come Cima, direttore del Civico costruzione contattando le doveva essere il nuovo teatro Liceo Musicale Autorizzato archistars dell’epoca gravitanti secondo i celebrati architetti “G.Lettimi”, indirizzò una in particolare nell’ambiente Bega, Legnani e Vaccaro? Le richiesta al Sindaco per il bolognese: Melchiorre Bega, ricerche eseguite presso gli cambio di denominazione del Alberto Legnani e Giuseppe archivi locali non hanno dato teatro a favore del Maestro risultato, né è stata conservata Immagini del Teatro Vaccaro, aderenti durante il “Vittorio Emanuele Amintore Galli, manifestando fascismo al MIAR, il Movimen- documentazione dagli eredi II” distrutto dai anche l’intenzione di evitare to italiano architettura razio- dell’arch. Legnani, da me Bombardamenti alleati “la possibilità di vederlo inti- nale e già intervenuti a Rimini contattati. Tuttavia, grazie alla del 1943.

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Stralcio del piano de “La Nuova Rimini”, elaborato dall’architetto Lapadula”, riguardante la ricostruzione del Teatro e il suo ampliamento posteriore.

cortesia dell’avvocato Gae- cinema-teatro. «Portavoce del tano Rossi, che possiede due Il 4 ottobre 1948 Polazzi costi- fotografie della sala scattate tuiva una società per azioni, dissenso era nel 1948 dal padre avvocato la “R.G.T. - Ricostruzione e Luigi Pasquini, Lorenzo Rossi amico di Po- Gestione Teatri, Cinema e Lo- lazzi e di cui mi ha concesso cali Pubblici di divertimento decisamente la pubblicazione, si può affer- e ritrovo distrutti per eventi contrario al mare che erano ipotizzati una bellici”, i cui amministratori sola fila di palchi ma con mi- erano Luigi Giovanni Lotti, progetto che Immagini del Teatro gliore vista verso il palcosce- Umberto Silvestrini (figlio del prevedeva (sala, palcoscenico, nico, una vasta galleria e una sen. Luigi presidente della platea, palchi e gallerie) platea di maggiore ampiezza: Cassa di Risparmio di Rimi- “pareti lisce” secondo il progetto così i posti a disposizione del ni), Adelio Testoni e lo stesso Bega, Legnani e Vaccaro e “soffitto a gradoni (per gentile concessione pubblico passavano da 900 a Polazzi; sindaci effettivi erano dell’avv. Gaetano Rossi 2000 e inoltre era prevista la l’avv. Gino Beraudi, Battista capovolti» - riproduzione vietata). trasformazione del teatro in Ronci, Armando Gobbi e sup- plenti il dott. Alessan- Italiana dello Spettacolo” di dro Joni e l’avv. Emilio Rimini manifestando l’inten- Baronio. La compagine zione di esercitare l’attività quindi faceva riferi- all’interno del “Cinema Te- mento a vari partiti, atro Comunale che sorgerà godeva del consenso nell’immobile del Teatro anche dell’opposizione Comunale ‘A.Galli’ già Vitto- moderata e compren- rio Emanuele”: comunicava deva imprenditori. quindi che “data l’importanza Il progetto era diven- del locale, sia per il decoro sia tato una priorità anche come ricettività, il Comune per il Comune tanto dovrà opporsi al rilascio di che il sindaco Bianchi- nuove licenze ai privati”. ni il 17 ottobre 1948 Sembrava quindi che l’ope- scrisse al Ministro ai razione stesse compiendosi Lavori Pubblici Tupini, quando improvvisamente il in occasione di una sua sindaco l’8 novembre 1948 prossima visita del 24 presentò le proprie dimissio- ottobre, che una società ni, immediatamente sostituito era disposta a soppor- da Walter Ceccaroni. tare il costo di 150-180 Molto si è discusso sulle milioni per la “rico- ragioni di tale atto e i più struzione (parziale)” individuano nelle operazioni e chiedeva pertanto il immobiliari intraprese e negli contributo dello Stato. eccessivi interessi economici Bianchini presentava di Bianchini la causa dell’av- il 27 ottobre 1948 la vicendamento, tesi peraltro richiesta al Questore confidenzialmente conferma- di ottenere la licenza tami da Nicola Pagliarani: il per esercizio nel teatro Partito Comunista non poteva di spettacoli teatrali e accettare sospetti di vantaggi cinematografici; lo stes- personali, peraltro mai accer- so il 6 novembre 1948 tati. scriveva all’A.G.I.S. E’ molto probabile, vista la Associazione Generale coincidenza temporale, che

38 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Il progetto di addicono alla magnificenza erano lavori di sistemazione Sa sx. Il sindaco del ridotto, miracolosamente del piazzale ove sorgeva l’ab- Cesare Bianchini e gli architetti Melchiorre battuto Kursaal. ricostruzione non salvo e all’architettura esterno Bega, Alberto Legnani e si addiceva “alla dell’edificio anch’esso quasi Amaro e beffardo paradosso: Giuseppe Vaccaro. intatto.”. il teatro distrutto dalle bombe, magnificenza Il Ministro dei Lavori Pubblici lungi dall’essere ricostruito, del ridotto, il 13 dicembre 1948 negava finanziava la demolizione di i fondi richiesti ma Polazzi il un’opera non toccata dalla miracolosamente 28 aprile 1949 affermava che guerra. salvo e la società R.G.T aveva già Del progetto Bega, Legnani e eseguito lavori importanti con- Vaccaro si perse ogni traccia e all’architettura fidando sull’appoggio di Bian- persino quasi la memoria. esterna chini e assicurava che essa era disposta ad anticipare il costo dell’edificio”» della ricostruzione ipotizzato in circa £. 250 milioni. anche la questione della rico- Ceccaroni si oppose al pro- struzione del Teatro contribuì getto respingendo tutte le ri- alla caduta dello stesso Bian- chieste, segno inequivocabile chini. di un radicale cambiamento Contemporaneamente espri- di rotta e indizio che la que- mevano dubbi sul progetto stione teatro fosse una delle anche coloro che avevano già causa delle forzate dimissioni assistito con rammarico alla del suo predecessore. Il nuovo demolizione del Kursaal: di sindaco anzi fin dal 7 maggio essi si fece portavoce Luigi 1949 stornò £. 20 milioni che Pasquini il quale scrisse il il provveditore alle Opere 22 dicembre 1948: “Le vaste Pubbliche aveva concesso per pareti liscie [sic] e il soffitto a Sala Ressi o del Ridotto. (Biblioteca Civica Gambalunga) gradoni capovolti che code- il teatro “ad altre opere urgen- sto progetto contempla (gran tissime dipendenti da danni di brutto contemplare!) non si guerra” che in gran parte poi

dove trovare e prenotare gratuitamente ariminum “Ariminum” è distribuito gratuitamente agli abbonati del settimanale ilPonte e nelle edicole del Comune di Rimini abbinato al settimanale ilPonte. È consegnato direttamente agli esercizi commerciali di Rimini. Inoltre è reperibile presso il Museo della Città di Rimini (via Tonini), la Libreria Luisè (via L. B. Alberti, 7), la Casa Editrice Panozzo (via Clodia, 25), la redazio- ne de ilPonte (via Cairoli, 69), il Cenacolo dell’arte Antichità Isotta (Piazza Tre Martiri, 2) e la Cricca del Peter Pan (Lungomare Tintori, 3). La rivista può essere consultata e scaricata in formato pdf gratuitamente sul sito del Rotary Club Rimini all’indirizzo www.rotaryrimini.org

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Doveva rinascere dov’era e com’era Le opere di ristrutturazione del “Galli” Un restauro che ha ridato al teatro di Rimini tutta la sua bellezza e la sua maestosità. Ma non ha placato le critiche

di Arnaldo Pedrazzi el 1953 il Comune di ne del Gruppo di Lavoro ha tro di adeguare il lavoro di NRimini aveva bandito un sottolineato che il punto di consolidamento a suo tempo concorso per la ricostruzione partenza per la realizzazione eseguito sulle sue fondazioni del Teatro; ad esso ha fatto di questo progetto nasceva da e sulle sue strutture murarie seguito una forte convinzione che il in modo da renderle compati- una serie teatro, nella sua nuova con- bili con i successivi interventi di accese figurazione storica, doveva per la ricostruzione integrale discussio- rinascere dov’era e com’era, del teatro; inoltre sono state ni socio- operazione che è stata ese- completate tutte le pavimen- politiche guita nel più rigoroso rispetto tazioni mancanti. Il piano e tecni- dei materiali impiegati scelti sottotetto è stato predisposto che sulle identici nelle forme e nelle per poterlo utilizzare come modalità tecnologie esecutive del Po- sala prove. Dal vasto atrio si del suo letti. accede all’ingresso principale ripristi- Nell’ottobre 2011 vennero della platea con una breve no che consegnati all’impresa appal- gradinata e ai palchi salendo si sono tatrice i progetti di comple- le ampie scale circolari. Tali concluse tamento dell’ala Foyer che lavori sono stati conclusi nel nel 2010, hanno rappresentato il primo 2015. quando lotto dell’opera complessiva I lavori di restauro del teatro è stato di restauro e ricostruzione sono iniziati nel 2014. Rispetto approvato del teatro; questi lavori hanno a quanto previsto nel progetto il piano portato a compimento l’inter- redatto dalla Soprintendenza che ha vento parzialmente eseguito è stata rilevata l’esigenza di previsto tra il 1997 e il 2001 quando aumentare gli spazi per depo- la rico- si provvide al restauro del- siti, camerini e vani tecnici. struzione le superfici decorate nella La soluzione individuata è della Sala e del Palcosce- Sala delle Colonne e nella stata quella di intervenire rea- nico del teatro «…secondo Sala Ressi ed al rifacimento lizzando, oltre al piano semin- il progetto di restauro e di di alcune pavimentazioni in terrato nell’area sottostante restituzione integrale, filolo- battuto veneziano. Il nuovo la platea, il golfo mistico, il gica e tipologica». L’attuale progetto ha previsto tra l’al- palcoscenico e i vani laterali progetto, coordinato dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia Romagna, prevede un adeguamento conforme alle attuali normative antisi- smiche, antincendio, impian- tistiche, igieniche, con una macchina scenica moderna e tecnologicamente avanzata e con una particolare attenzio- ne all’acustica. Nel 2009 il Comune ha costi- tuito un Gruppo di Progetta- zione incaricato di analizzare il piano preliminare approva- to dalla Soprintendenza e di proporre soluzioni integrative e migliorative sulla ricostru- zione del teatro polettiano. Nell’aprile 2010, la Relazio-

40 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 che prospettano la piazza e via le sarà accessibile sia dall’in- rivestite in velluto rosso, è Poletti, altri due piani interrati terno del teatro, sia attraverso stata lasciata al Gruppo di Pro- sotto il palcoscenico. Prima di un ingresso indipendente da gettazione Comunale perché procedere alla loro realizza- via Poletti. il carteggio di Poletti non dice zione, si sono resi necessari Nel Foyer troveranno posto i nulla al riguardo, ma è bene impegnativi scavi archeologici servizi di ingresso al Teatro, ricordare che fino alla prima che hanno mostrato nell’area quali la biglietteria, il guar- metà dell’Ottocento nei teatri una continuità d’uso a partire daroba e le toilette; il bar sarà il pubblico della platea stava dall’età romana ai giorni no- ubicato al primo piano. generalmente in piedi, mentre stri; sono state messe in luce Il teatro è dotato di diversi l’arredo dei palchi, di proprie- fra l’altro fasi di età imperiale ascensori e servoscale per tà dei palchettisti, era lasciato (resti di murature, frammenti consentire un’agevole comuni- al loro gusto. di intonaco affrescato, di pavi- cazione tra tutti i livelli sia per La fossa orchestrale, o golfo mentazioni a mosaico e a coc- il pubblico che per gli addetti mistico, risale al 1922. Nei ciopesto), una presenza diffu- allo spettacolo. teatri più antichi i cantanti sa di sepolture a cassa e alla Il corpo cavea platea è stato e gli orchestrali, senza buca cappuccina, in alcuni casi con ricostruito con le medesi- d’orchestra, erano pratica- corredo (tale area era divenu- me misure e riproponendo i mente in mezzo al pubblico; in ta uno dei cimiteri collegati medesimi materiali e forme questo, inizialmente la fossa alla vicina cattedrale di Santa dell’epoca. Sono state realiz- era costituita da uno sfondino Colomba) e i resti di strutture zate cinque aperture, anziché a forma absidale ideato per murarie e battuti pavimentali le tre previste nel progetto ospitare l’orchestra durante i di una basilica di epoca pale- preliminare, atte a garantire veglioni da ballo e nell’occa- ocristiana. Ciò, data l’estrema l’uscita dalla sala ad un nume- sione la platea veniva sollevata importanza dei rinvenimenti, ro maggiore di spettatori. per mezzo di un meccanismo ha convinto l’Amministrazione Il pavimento della platea, ora all’altezza del palcoscenico comunale a modificare il pro- di tipo galleggiante con sot- formando con questo uno getto originario trasformando tostante cassa armonica che spazio unico e così il teatro la parte inferiore del teatro in assicura un’ottima risposta mutava la sua funzione. Ora la un museo per rendere i resti acustica, e quello dei palchetti fossa è stata attrezzata con due è in listoni di legno. della basilica visitabili valoriz- piattaforme mobili che con- zandoli in loco. L’area musea- La scelta delle poltroncine, sentono di modificarne l’as- setto, o anche annullarla con l’estensione massima della sala o del palcosce- nico al di sopra di essa, secondo le esigenze dei diversi spettacoli. L’apparato decorativo del teatro ha rivestito una notevole importanza sia per quel che riguarda l’a- spetto estetico della Sala, che per quanto riguarda la risposta a una buona acustica conseguente al sistema di superfici concave, convesse, forate e traforate e alle caratte- ristiche intrinseche dei materiali; la sua produ- zione è stata affidata allo “Studio Forme” di Roma

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che è tra i massimi esperti in posteriore di leone: simboleg- in muratura rifiniti a stucco; Italia nell’arte del restauro. gia custodia e vigilanza ed il le balaustre ai palchi del III Le colonne, realizzate in stile Teatro del Poletti diviene ide- Ordine e al Loggione sono classico corinzio e scanalate, almente il tempio della poesia state realizzate con transenne secondo i disegni originali e dell’arte difeso da essi. in legno a trama geometrica hanno la parte esterna delle Il soffitto a cupola della Sala, rifinite con stucco a foglia scanalature rifinite a stucco che ha una struttura portante oro. La finitura superiore dei con doratura a foglio oro; i autonoma rispetto al solaio parapetti è completata da un capitelli, tutte le decorazio- del sottotetto, ripropone, an- cuscinetto lineare di velluto ni a rilievo e le modanature che se semplificato, il ricco rosso sormontato da un tubo sono stati realizzate a stucco apparato decorativo previsto in ottone. armato con canapa su stam- dal Poletti, ma non la ripro- Le tappezzerie montate alle pi ed assemblate sul posto posizione dei dipinti eseguiti pareti dei palchetti e del log- con le parti a rilievo rifinite nel 1856 da Andrea Besteghi gione con la ripetizione del anch’esse nelle tre zone intramezzate simbolo del grifone, contri- a foglio da fasce decorative a fiori, in- buiscono con le loro diverse oro. Nello trecci e candelieri predisposte cromie a caratterizzare forte- stesso concentricamente attorno alla mente lo stile del teatro. modo grande rosa centrale come Le tende davanti alle porte dei sono stati definiva il contratto «… La Di- palchetti sono in velluto da- realizzati pintura del Soffitto consisterà mascato con colore e disegno i 22 grifo- nelle 12 ore e nei 12 segni analogo a quello della tappez- ni a stuc- dello Zodiaco, nei 10 Ritratti zeria presente alle pareti. co, rifiniti di illustri Italiani». Per le luci i progettisti hanno a foglio L’arco scenico, o boccascena, studiato attentamente la do- oro e la che ha avuto una semplifica- cumentazione archivistica ri- decora- zione degli elementi decora- proponendo una modellistica zione del tivi, è stato ornato con stucchi simile a quella originali. parapetto riproducenti motivi vegetali e Un restauro che ha ridato al dei pal- due figure mitologiche in ges- teatro di Rimini tutta la sua chetti del so che incorniciano un oro- bellezza e la sua maestosità. Ma che non ha placato le I° ordine logio posto al centro fra due critiche. Soprattutto quelle costituito stemmi uguali del Comune di dell’architetto Pier Luigi Cer- da motivi Rimini con la sagoma dell’Ar- vellati riportate dal giornalista floreali co d’Augusto, completamente Claudio Monti: «Uno scempio, con girali diversi da quelli indicati dal si tratta di una brutta copia e pal- Poletti: «…A destra figura lo del mio. Io non avrei certa- mette. Il stemma del Medio Evo. Que- mente utilizzato tanto cemen- grifone, sto rappresenta la Croce rossa to armato, addirittura anche la decora- listata all’interno di bianco, e le colonne sono in cemento zione più su campo rosso. A sinistra è lo armato (le colonne avrebbero significati- stemma della Città e rappre- dovuto avere una struttura in va simbolo senta il Ponte e l’Arco». Il Po- legno a doghe rifinite a stucco del Teatro letti, nelle sue lettere, definiva e quindi decorate); sicura- di Rimi- le sculture ai lati dell’orologio mente non si può dire che i ni, è una “geni teatrali” «…i due genii riminesi avranno il teatro di creatura laterali all’orologio che ho Poletti, ma una scimmiottatu- leggen- fatto modellare sotto i miei ra, una occasione sprecata». daria con occhi di grandezza naturale al la parte valente scultore Somonetti». Le foto che illustrano la anteriore Si è poi passati alle cornici ed ricostruzione degli interni del di aquila ai decori dei palchi del I° e del Teatro sono di Fabio Masini e quella II° ordine i cui parapetti sono

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Il volume è curato da Giulia e Paola Vannoni Il libro con le immagini della ricostruzione

Ripercorreranno la storia del Teatro i personaggi della cultura riminese tra i quali Attilio Giovagnoli, Guido Zangheri, Manlio Masini, Rosita Copioli e Piero Meldini

l 28 ottobre verrà inaugu- «Un’opera da non Pier Luigi Cervellati. di Silvana Giugli Irato, dopo la ricostruzio- Pertanto aspettiamo con ne, il teatro Amintore Galli. perdere completata interesse questo libro nonché Ovvero ritornerà attivo dopo di poter vedere finalmente il ben 75 anni da quel nefasto da un consistente nostro teatro e quella tanto bombardamento alleato del e quanto mai agognata restituzione estetica, 28 dicembre 1943 che rase al sempre promessa ad alta voce, suolo quasi tutta Rimini tra interessante corredo augurandoci che non susciti cui buona parte del teatro che, di fotografie» le solite inevitabili polemiche all’epoca, portava il nome di che affliggerebbero ulte- Vittorio Emanuele II. È nel gheri che parlerà di Amintore riormente il sindaco Andrea 1947 che, anche se inagibile, Galli. Mentre Giulia e Paola Gnassi già così provato, oltre l’Amministrazione Comunale Vannoni, esperte musicolo- umana misura, da questa decise il cambiamento del ghe, illustreranno, la storia ricostruzione tanto discussa e nome sostituendo quello del della musica e delle opere del bramata. primo re d’Italia con quello Vittorio Emanuele II. Manlio del musicista e compositore, Masini ricorderà le favolose nonché ex combattente gari- feste di ballo e le serate di be- baldino, nativo di Talamello, neficenza tenutesi nel teatro, Atrio con le scale di accesso ai palchi. Amintore Galli e ciò anche nonché l’operetta “Il tesoro per evidenti motivazioni più di Golconda”, del librettista politiche che musicali (e lo riminese Aldo Berlini: spetta- diciamo senza nulla togliere ai colo messo in scena nel 1940, meriti artistici del Galli). Tutti a dispetto o per esorcizzare i vecchi, e meno vecchi, rimi- la guerra, e a cui prese parte nesi conoscono, almeno negli attiva tutta la cittadinanza; fu elementi essenziali, la trava- un vero colossal, per l’epoca. gliata storia del nostro teatro E poi come non menzionare la cui ricostruzione fu oggetto le curiosità storiche proposte di forti contrasti, fino al 2009, da Pietro Meldini e da Rosita tra chi lo voleva filologica- Copioli. Una vera “chicca”… mente ricostruito e chi invece ma questo non è certamente lo preferiva più moderno. La tutto. storia e le varie vicissitudini Il libro completato da un della ricostruzione sono og- consistente e quanto mai inte- getto di un libro (di cui ancora ressante corredo di fotografie non viene pubblicizzato il sarà certamente un’opera da titolo) che porta la firma di non perdere, da conservare ben otto noti personaggi della in bella mostra nella libreria cultura riminese. Essi sono: di casa, da leggere e rileg- Giulia e Paola Vannoni, Attilio gere e riscuoterà il consenso Giovagnoli, Guido Zangheri, unanime del pubblico com- Manlio Masini, Rosita Copioli, preso il più esigente, anche Piero Meldini. E tutti si sono se Giovanni Rimondini, come impegnati con un personali sempre severo censore, “esce argomento a ripercorrere dal coro” con le sue critiche, le tappe della ricostruzione. tra l’altro indiscutibili, sul Solo per fare un esempio si teatro di cui avrebbe voluto possono citare Attilio Giova- una ricostruzione filologica gnoli che ricorderà il grande che rispettasse veramente il architetto ideatore del teatro, “com’era” in ogni particolare; Luigi Poletti, e Guido Zan- come la esigeva l’architetto

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Noi, della “Renata Tebaldi”, credevamo di aver vinto la battaglia, invece l’abbiamo persa Volevamo la ricostruzione firmata da Pier Luigi Cervellati Una voce fuori dal coro degli applausi: “A testimoniare lo splendore dell’originale polettiano rimane solo la facciata del Teatro e l’avancorpo con parte degli interni”

di Gianni Rimondini a vittoria è il momento e alla povera Italia, e Marc «Ma anche così mal Lpiù delicato di un con- Fumagalli lamenta anche un flitto, perché si può ‘perdere simile fenomeno capitato alla conciato il teatro la vittoria’ e insieme tutto il Francia e all’Europa1, la di- conflitto. Noi della “Renata struzione sistematica del tes- ricostruito è una Tebaldi Rimini Città d’Ar- suto e dei monumenti antichi, legittima versione te per la ricostruzione del sacrificati a interventi estem- Teatro com’era e dov’era” poranei di “arte contempo- dell’opera di – lo zoccolo duro, dopo tante ranea” solitamente assurdi, Luigi Poletti» morti, formato dal Presidente il trionfo del neofuturismo, Attilio Giovagnoli, lo scrivente dell’omologazione internazio- tro ricostruito è una legittima e l’architetto Roberto Manci- nale, dei tronfi politici, cul- versione dell’opera di Luigi ni –, con la mobilitazione di turali ed economici – questi Poletti, come l’esecuzione di Vittorio Sgarbi, allora vice- da sempre distruttivi –. Poi una sinfonia di Mozart affida- segretario del ministero dei questo progetto demenziale ta ad una banda di paese. È Beni Culturali, che arrogò allo venne scartato dalla nuova stato Paolo Marconi a teoriz- Stato il compito di progettare Soprintendente Regionale, ma zare una svolta della logica la ricostruzione dello Teatro, alla fine fu l’Ufficio Tecnico dei restauri. Negli anni ‘50 e con la preparazione di un Comunale a riprogettare la si gridava al falso per ogni progetto di ricostruzione del ricostruzione del Teatro. Così ricostruzione in stile di parti Teatro pressoché perfetto affi- abbiamo avuto la cementata, distrutte dalla guerra o demo- dato al Soprintendente Regio- il rivestimento in finti matton- lite, che era poi la cosa che si nale Elio Garzillo ed eseguito cini, che presto cominceranno era fatta per secoli. Si pensava da Pier Luigi Cervellati con i a staccarsi, lo sbrago sotto ingiustamente che un’ar- materiali originali e il rispet- il palcoscenico, e il ridicolo chitettura fosse simile a un to delle leggi antisismiche, tocco finale, poi rientrato, di quadro, pensato ed eseguito credevamo d’avercela fatta, avere un buco nel didietro da una sola persona, il pittore di avere vinto una battaglia di del teatro per mostrare attori creatore. Tale intensità cre- dimezzati e il retro delle sce- molti lustri. Invece no. Il pro- ativa non si aveva nell’archi- nografie. getto perfetto di Cervellati ve- tettura, dove la progettazione niva straziato dalle mani dei Rimane la facciata, e l’avan- era testimoniata dai disegni, ‘tecnici’ dell’Ufficio Tecnico corpo con parte degli interni, ed era separata dall’esecuzio- Comunale. Ci mostrarono una a testimoniare lo splendore ne, che poteva essere nel mi- prima strabiliante modifica dell’originale polettiano. Ma gliore dei casi contemporanea del ‘pozzetto’ – la sala teatrale anche così mal conciato il tea- ai disegni, negli altri casi era – per guadagnare, ci disse chi ci stava presentando il nuovo disegno, una manciata di posti in platea. Lo sprovveduto aveva elimi- nato la base classica della cavea, sostituendola con un Il Teatro di Luigi Poletti buco dove quattro o cinque in una vecchia cartolina pilastroni in cemento armato postale dei primi anni del Novecento, quando sorreggevano nel vuoto le pa- presentava ancora sulla reti con gli archi e le colonne facciata l’intestazione e il grande velario. Mi sembrò a “Vittorio Emanuele uno scherzo. II” vergognosamente Invece era un segno ango- cancellata nell’immediato secondo sciante di quello che sarebbe dopoguerra (collezione capitato di lì a poco sistema- F, De Terlizzi). ticamente alla povera Rimini,

46 | ARIMINUM | Settembre ottobre 2018 «Abbiamo affidato l’esecuzione di una sinfonia di Mozart ad una banda di paese» un’esecuzione datata. Proprio Luigi Poletti aveva rallegrato laterale nuovo della Basilica Grande serata al come nella musica, dove uno con il suo stile classico elegan- di San Paolo di Roma, ricon- “Vittorio Emanuele II” (Archivio Fotografico spartito poteva essere eseguito tissimo anche la cappella degli sacrata l’anno prima, e lo de- della Biblioteca Civica Antenati o della Madonna molte volte da un’orchestra stinò a Forlì. È ancora lì nella Gambalunga). di esecutori, a partire dalle dell’Acqua, la prima a sinistra grande abside teatrale, tagliato esecuzioni contemporanee entrando nel Tempio malate- a metà con la mensa e le scaf- all’autore. La metafora musi- stiano. fe separate. Chiedo al canoni- cale è pregnante per capire la Purtroppo questa ricostruzio- co se sa chi era l’autore della legittimità della nostra cattiva ne dell’800 è stata due volte ricostruzione della Basilica esecuzione, con qualche esito manomessa e smembrata, nei di San Paolo. Fa di no con la squallido, dell’esterno del te- restauri del dopoguerra e di testa. L’altare di marmi scuri atro. Mi dicono che l’interno, recente. L’altare semplice e preziosi, di struttura semplice, dove le decorazioni ben fatte prezioso di marmi è stato tra- elegantissima e grandiosa, con nascondono il cemento, ha sferito nell’ultima cappella a gli stemmi di Pio IX in bronzo avuto un esito migliore. sinistra. dorato, urla al mondo l’autoria A Rimini ancora negli anni Ben triste il destino degli al- di Luigi Poletti. ‘70, quando cominciò la mani- tari del Tempio, ricostruiti nei Tagliato a metà. Come se polazione della parte antica e restauri del dopoguerra con fossero passati Luterani e medievale del porto, l’autore preziosi marmi e colonnine ad Calvinisti a buttare all’aria la cementista “brutalista”, che imitazione del primo altare a cattedrale di Forlì. non si era preoccupato di di- destra, dei tempi di Sigismon- struggere una torre medievale do Pandolfo. Non piacevano al sulla sponda destra, di fronte vescovo, si disse. E si dice che al luogo dello scempio, sosti- Pier Giorgio Pasini abbia scon- tuito da scale in cemento, sul- giurato all’ultimo momento la la sinistra non ricostruiva un distruzione dell’altare quat- tratto di muro caduto, ma van- trocentesco. Gli ultimi patti tando una finezza inesistente concordatari hanno dato ai ve- si vantava di non avere voluto scovi un potere che non hanno ricostruire il muro caduto, per mai avuto nemmeno nei tempi Note non fare un falso. più bui del medioevo. 1) Marc Fumagalli, l’autore lamenta, tra l’altro, il grave Quando verrà rimontato il Quando papa Pio IX fece nel insulto inflitto al Louvre grande sipario di Francesco 1857 il suo giro nei territori dalla piramide di vetro, che Coghetti con il passaggio del dello Stato Vaticano, un giro corrisponde agli interventi, nel nostro piccolo, dell’at- dell’addio, a Forlì volle rega- Rubicone di Caio Giulio Cesa- tuale amministrazione sul re, con l’apparizione della Dea lare l’altare maggiore della ponte romano e nel castello Roma che gli rimprovera di cattedrale – rinnovata come del Brunelelschi. dare inizio alla guerra civile, un tempio pagano, con l’inter- 2) Sul sipario si veda Giulio allora la parete più creativa e no un po’ pacchiano, da Giulio Zavatta in “Ariminum” di Zambianchi nel 1841 –. Un luglio/agosto 2016, “Ritrova- preziosa del pozzetto darà il to il modello del sipario del sigillo dell’autentico e del cre- canonico mi dice che il pon- Coghetti”. ativo alla ricostruzione2. tefice fece prelevare un altare

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Marco Capizucchi (1784-1844) pittore riminese Nel 1805 vinse il premio dell’Accademia di Brera Si aggiudicò il concorso nonostante i giudizi sulla sua opera non fossero lusinghieri. La commissione giudicò il suo disegno “il meno peggio”

di Giulio Zavatta arco Capizucchi (1784- pittore riminese entrò nella «Nella Rimini M1844), come è noto, cinquina che si contese la ricoprì un ruolo principe nel palma della vittoria. Alberi di inizio Ottocento, panorama artistico riminese partecipò anche a un succes- di epoca napoleonica. Prima sivo concorso dell’Accademia venata di forte della cruciale presenza di Brera del 1812 con un provincialismo, dipinto “allegorico rappresen- tante Ercole che schiacciando gli artisti locali il vizio s’avvia colla virtù al tempio dell’Immortalità”4, accademici pare purtroppo perduto. Il guardavano pittore, questa volta, non era più in veste di insegnante alla a Milano» misconosciuta Accademia di alcune riserve della giuria Rimini, frattanto “ereditata” stessa6. Il tema era La morte di da Capizucchi, ma di titolare Egisto e tra i dipinti al di sotto della cattedra di pittura figu- delle aspettative fu premiato rativa a Bologna, dopo alcuni proprio il suo: “la commis- felici anni trascorsi a Padova. sione di pittura premiò il N.1, Nel contesto venato di forte marcato dall’epigrafe ‘Altum provincialismo della Rimini di semper urgendo’. Aperta la inizio Ottocento, ampiamente lettera etc. ne trovò l’autore e giustamente sottolineato il Sig. Marco Capizucchi da riminese di Felice Giani nel dagli studi5, dunque, gli artisti Marco Capizucchi, La Rimino. Vi lodò il colorito 18151 il contesto artistico cit- locali accademici guardavano morte di Egisto, Milano, e l’espressione non senza tadino vide infatti emergere, a Milano. E per un fortunato Accademia di Brera. desiderio, che più accurato ne caso del destino, la vittoria spesso sotto la guida di pittori- fosse il disegno, più puro lo sfuggita ad Alberi arrise inve- nobili come Giuseppe Soleri stile, e più osservato il deco- ce a Capizucchi. Nel concorso Brancaleoni, le figure di Fran- ro. Questa classe importante del 1805, il primo dopo la cesco Alberi (1765-1836), che non soddisfece abbastanza rifondazione dell’Accademia trovò il successo a Bologna l’aspettazione dell’accademia di Brera nel 1802, Giuseppe presso l’Accademia Clementi- in questo primo concorso”. 2 Bossi ormai artista affermato na, e appunto di Capizucchi . Come rileva Antonio Musiari, lesse come prolusione il suo Nell’Italia pervasa da idee gia- la commissione – composta da famoso Discorso sull’utilità cobine, i due artisti riminesi Giuseppe Bossi, Andrea Ap- politica delle Arti del Disegno, cercarono la consacrazione a piani, Giuliano Traballesi, V. dove sosteneva il valore etico, Milano, città cruciale in epoca Cattaneo e Giuseppe Mazzola e non solo estetico, della napoleonica, dove tra l’altro – in un primo pronunciamento pratica disegnativa come confluirono numerose opere era stata ancor più negativa: veicolo di ampia diffusione di antiche requisite anche in “trovollo mancante soprat- un buon gusto da applicarsi Romagna. Francesco Alberi tutto nel disegno, nello stile, a tutti gli aspetti del vivere inviò nel 1802 a Milano il suo e nel decoro, ma superiore civile. Capizucchi si trovò a dipinto La Riconoscenza della agli altri nel colorito e nella partecipare a un concorso Repubblica Italiana a Napo- espressione. Gli aggiudicò dal livello piuttosto basso e leone3, nel concorso indetto quindi il premio per animare si ritrovò a vincere pur con dall’Accademia di Brera questo ramo dell’arte che in per celebrare l’imperatore questo primo concorso ha francese. Il bando, come noto, Marco Capizucchi dipinse il mal soddisfatto l’aspettazione fu vinto da Giuseppe Bossi sipario del Teatro Vecchio di dell’Accademia”7. In definitiva Rimini (allestito nella Sala con la sua Italia turrita, che dell’Arengo) con la rappre- Capizucchi, si trovò al posto ripristinò di fatto l’iconografia sentazione di Cesare che giusto nel momento giusto, e della dea che simboleggiava passa il Rubicone. – a fronte di giudizi non tanto la nazione peninsulare, ma il lusinghieri – risultò vincitore,

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Domenico Missiroli, All’illustre merito del signor Marco Capizucchi Riminese in occasione di avere riportato il primo premio di pittura nell’Accademia Nazionale delle Belle Arti in Milano Domenico Missiroli in segno della più sincera amicizia offre le seguenti poetiche composizioni, Rimini, Biblioteca Gambalunga.

«Il rientro di ria di Rimino del Bornaccini stampata nel 1818 con le sue Capizucchi rime poetiche – invero piut- tosto pedanti – in calce alle a Rimini fu stampe. Di Missiroli sono note probabilmente numerose raccolte di poesie, odi, epigrammi, scherzi, inni trionfale: nessuno saffici, idilli, epitalami, una tirò mai fuori le profusione poetica forse di grandi aspettative ma in verità pesanti riserve di poca pretesa, iniziata – allo stato attuale delle conoscenze espresse dalla – proprio con questo elogio a commissione sul Capizucchi. Nell’introduzio- ne con dedica al “dolcissimo C suo disegno» amico Marco Capizucchi”

M Missiroli lamenta la possibi- se così si può dire, in quanto lità di dedicare alla vittoria Y risultò il meno peggio. solamente le sue “rozzissime CM Il rientro di Capizucchi a Ri- composizioni”. La prima si

MY mini fu probabilmente trion- intitola Ode saffica allusiva al vita di dell’artista riminese il fale. Agli annali restava il suo quale, come ha giustamente CY quadro rappresentante la mor- nome come vincitore, e proba- te di Egisto e si compone di chiosato Piergiorgio Pasini, CMY bilmente nella città adriatica dodici strofe con allusioni alla “non teorizzò come l’Alberi e il Bornaccini, né si illuse mai, K poteva contare che non sareb- pittura che riportò il premio bero giuste – e verosimilmen- milanese. Segue una Anacre- come il secondo, di essere un 8 te non giunsero infatti mai – le ontica sullo stesso tema, molto grande artista” . pesanti riserve della commis- declamatoria, con l’allusione sione, che lo censurò sul dise- all’amico “gentil pittor su- gno proprio nel concorso che blime” (non sarebbero certo Note fin dalla prolusione magnifi- stati d’accordo a Milano…). cava l’importanza di questa L’opuscolo si chiude signifi- 1. G. Zavatta, Il tempio malatestiano e la grafica faenti- disciplina. Questa vittoria anzi cativamente con un sonetto na. Su alcuni disegni riminesi di Felice Giani e Antonio occasionò a Rimini la pubbli- sull’invidia, a testimonianza Liverani, in “Romagna Arte e Storia”, 109, 2017 [2018] in corso di pubblicazione, con bibliografia precedente. cazione, stampata per i tipi di che probabilmente la vittoria 2. P.G. Pasini, M. Zuffa, Storia di Rimini dal 1800 ai gior- Marsoner, intitolata All’illustre riportata da Capizucchi, se da ni nostri. III. L’arte e il patrimonio artistico e archeologi- merito del signor Marco Ca- un lato gli diede un indiscusso co, Rimini 1978, pp. 15 sgg. pizucchi Riminese in occasione prestigio in città, dovette cau- 3. Napoleone e la Repubblica Italiana (1802-1805), a cura di avere riportato il primo sare forse qualche malumore di C. Capra, F. Della Peruta, F. Mazzocca, Milano 2002, p. premio di pittura nell’Accade- tra i colleghi. 211, n. 276. 4. F. Mazzocca, L’ideale classico: arte in Italia tra Neo- mia Nazionale delle Belle Arti La vicenda, in definitiva, classicismo e Romanticismo, Vicenza 2002, p. 241. in Milano Domenico Missiroli si presta a un interessante 5. Pasini, Zuffa, Storia di Rimini dal 1800 ai giorni nostri. in segno della più sincera confronto tra il trionfalismo III. L’arte…, pp. 15 sgg; G. Milantoni, L’arte: il Settecento amicizia offre le seguenti poe- riminese e la delusione della e l’Ottocento, in Storia illustrata di Rimini, a cura di P. tiche composizioni. Il piccolo commissione milanese, con un Meldini, A. Turchini, Milano 1991, vol. IV, p. 989. opuscolo, conservato presso la evidente scarto che – anche a 6. Pasini, Zuffa, Storia di Rimini dal 1800 ai giorni nostri. III. L’arte…, p. 24. Biblioteca Gambalunga, è di fronte di una importante vit- 7. A. Musiari, Marco Capizucchi. 179. La morte di Egisto, particolare interesse perché toria – marca una distanza tra in Pinacoteca di Brera. Dipinti dell’Ottocento e del Nove- vede l’”esordio” dell’avvocato la piccola città romagnola e i cento. Collezioni dell’Accademia e della Pinacoteca, Mila- faentino Domenico Missiroli principali centri di elaborazio- no 1993, pp. 172-173. sulla scena artistica riminese, ne artistica nazionali. Questo 8. Pasini, Zuffa, Storia di Rimini dal 1800 ai giorni nostri. III. L’arte…, p. 24. costituendo un antefatto alla inatteso exploit milanese, in celebre (ma fallimentare) Sto- ogni caso, non rivoluzionò la

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Dentro l’onda ARIMINUM IL NOME Bimestrale di Storia, Arte e Cultura della Provincia di Rimini di Mixer Fondato dal Rotary Club Rimini Pochi minuti alle dieci … mai vista tanta gente al bar. Mi trovo Anno XXV – N. 5 (146) in piazza Cavour comodamente seduto nell’area del locale allestita Settembre Ottobre 2018 all’aperto. Alla mia destra ho il ronzio sfiancante di quattro signore dalla femminilità un po’ appassita; alla mia sinistra due ragazzine in fregola chattano con chissà chi; davanti tre ciclisti amatoriali Proprietà smaltiscono la fatica della pedalata mattutina con un break al gu- Rotary Club Rimini sto del caffè; dietro, una coppia senza frontiere: lui, capelli biondi alla Donald Trump, oltre la sessantina; lei, abbronzata al naturale, Direttore ben carrozzata e generosamente scollata, non supera i trenta. Io, Manlio Masini imbrigliato in mezzo a tanta umanità, leggo il giornale. O meglio, cerco di leggerlo. Hanno collaborato Primi a lasciare il tavolo sono i ciclisti. Nel breve tragitto che li por- Anna Maria Cucci, Silvana Giugli, ta al muretto dove hanno accostato le loro costosissime biciclette in Giuma, Enzo Maneglia, Andrea carbonio, noto la ricercatezza della bardatura indossata: casco à Montemaggi, Arnaldo Pedrazzi, la page, ray-ban a specchio, guanti antiscivolo, maglietta griffata, Guido Pironi (foto), Giovanni calzoncini a coscia, calzini in tinta e scarpe di marca con sofisticati Rimondini, Domitilla Tassili, agganci per i pedali. Gilberto Urbinati (foto), Guido Zangheri, Giulio Zavatta Il loro posto è immediatamente agguantato da due giovani, che tro- vandosi seduti di fronte alla facciata del Teatro iniziano la loro conversazione con queste precise parole: «Sai che una volta il “Gal- Registrazione li” si chiamava “Vittorio Emanuele II?». «Sì, sì, ma non so perché gli Tribunale di Rimini n. 12 abbiano cambiato nome». Già, il nome. Anch’io vorrei sapere che del 16/6/1994 colpa ha avuto il “Gran re d’Italia” per essere stato destituito nel 1947 a favore di Amintore Galli? Collaborazione Lascio il quesito in sospeso e torno a leggere il giornale. O meglio, La collaborazione ad Ariminum a cercare di leggerlo. è a titolo gratuito

Distribuzione / Diffusione Questo numero è stato stampato in 10.000 copie ed è distribuito gratuitamente agli abbonati del settimanale ilPonte e nelle edicole acquistando ilPonte. È consegnato direttamente agli esercizi commerciali di Rimini. Inoltre è reperibile presso il Museo della Città di Rimini (via Tonini), la Libreria Luisè (via L. B. Alberti, 7), la Casa Editrice Panozzo (via Clodia, 25), la redazione de ilPonte (via Cairoli, 69), il Cenacolo dell’arte Antichità Isotta (Piazza Tre Martiri, 2) e la Cricca del Peter Pan (Lungomare Tintori, 3). La rivista può essere consultata e scaricata in formato pdf gratuitamente sul sito del Rotary Club Rimini all’indirizzo www.rotaryrimini.org

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